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Robert Downey Jr. vince il primo Oscar per Oppenheimer: “Vorrei ringraziare la mia terribile infanzia e l’Accademia”

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Robert Downey Jr. ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista per il suo lavoro in Oppenheimer di Christopher Nolan. La serata ha completato la stagione dei premi per la star, con la sua vittoria agli Oscar che si è aggiunta alle precedenti vittorie come attore non protagonista ai Golden Globe, ai Critic’s Choice Awards, ai SAG Awards e ai BAFTA Film Awards.

Vorrei ringraziare la mia terribile infanzia e l’Accademia – in quest’ordine“, ha scherzato Robert Downey Jr. all’inizio del suo discorso, prima di lanciare un’altra battuta. “Vorrei ringraziare il mio veterinario, volevo dire la moglie, Susan Downey. Mi ha trovato un animale domestico ringhiante e tu mi hai riportato in vita. Questo è il motivo per cui sono qui.

Robert Downey Jr. ha anche ringraziato i suoi collaboratori di Oppenheimer, tra cui il regista Christopher Nolan, la produttrice Emma Thomas e le sue co-protagoniste e colleghe nominate all’Oscar Cillian Murphy ed Emily Blunt.

“Ecco il mio piccolo segreto. Avevo bisogno di questo lavoro più di quanto lui avesse bisogno di me. Chris lo sapeva. Emma si è assicurata di circondarmi con uno dei più grandi cast e troupe di tutti i tempi: Emily, Cillian. Era fantastico. E per questo sono qui davanti a voi come un uomo migliore”, ha continuato Downey. “Ciò che facciamo è significativo e le cose che decidiamo di realizzare sono importanti.”

Il mio avvocato dell’intrattenimento Tom Hanson, di 40 anni, la metà dei quali ha trascorso cercando di assicurarmi e salvandomi dal caos – grazie, fratello“, ha detto Downey, concludendo il suo tempo sul palco. Durante il suo discorso l’attore ha anche ringraziato il suo stilista, pubblicista e manager.

Robert Downey Jr. ha dominato gli spettacoli di premiazione di questa stagione con i suoi carismatici discorsi di accettazione. Ai Critics Choice Awards, ha deciso di leggere direttamente le recensioni ottenute nel corso degli anni e che non erano esattamente gentili con lui.

Stavo pensando stamattina: adoro i critici, ha detto Downey con sarcasmo. “Mi hanno dato un feedback così bello, davvero tanti momenti meravigliosi, e alcuni di essi sono così poetici, voglio solo condividere alcuni dei loro pensieri con voi nel corso degli anni.”

Il primo è una specie di haiku: ‘Sciatto, disordinato e pigro‘”, ha continuato, “Il successivo è più metaforico: ‘Come Pee-wee Herman che emerge da un coma.’ Questo veniva da un inglese: “Uno sconcertante spreco di talento”. E infine, e questo indugiava: ‘Divertente come una scoreggia chiusa a letto.’”

In Memoriam, Oscar 2024: Angus Cloud, Lance Reddick e Norman Lear omessi dal segmento principale

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Il segmento In Memoriam degli Academy Awards (Oscar) è sempre uno dei momenti più emozionanti dello spettacolo. Quest’anno non ha fatto eccezione, poiché la 96esima edizione degli Oscar celebra gli artisti, i registi e i talenti artigiani morti l’anno scorso. Il segmento In Memoriam è iniziato con il ricordo di Alexei Navalny, il prigioniero politico morto il 16 febbraio e protagonista del documentario vincitore dello scorso anno “Navalny”.

Il contributo è stato trasmesso con una performance dal vivo del nostro Andrea Boccelli e suo figlio, Matteo, cantavano “Time to Say Goodbye“. Ogni anno, l’Accademia esclude alcuni nomi amati dal montaggio, provocando la rabbia di alcuni spettatori. Sebbene sul sito Oscars.org sia presentato un elenco molto più lungo, l’indignazione per chi appare sullo schermo fa parte della tradizione di guardare gli Oscar.

Quest’anno diversi amati artisti e registi non hanno partecipato al segmento principale, tra cui Treat Williams, Angus Cloud, Lance Reddick, Norman Lear, Burt Young, Lance Reddick, Ron Cephas Jones, Suzanne Somers e Terence Davies. Ad eccezione di Cloud, i loro nomi sono stati mostrati in una breve diapositiva collettiva alla fine del segmento.

Tra i talenti riconosciuti durante il segmento c’erano gli attori Ryan O’Neal, Tom Wilkinson, Jane Birkin, Richard Roundtree, Glenda Jackson e Carl Weathers. Sono stati ricordati anche i registi William Friedkin e Norman Jewison.Sebbene fossero conosciuti più per la loro carriera televisiva, sullo schermo sono stati inclusi anche star del piccolo schermo come Matthew Perry e Andre Braugher. Erano inclusi anche Tina Turner, Robbie Robertson e Ryuichi Sakamoto. Nel 2023, Anne Heche e Charlbi Dean erano tra le persone che non venivano menzionate sullo schermo. Di seguito l’esibizione: 

I’m Just Ken: Ryan Gosling infiamma con la sua performance gli Oscar 2024

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Un vero e proprio tripudio quello riservato a Ryan Gosling, protagonista di una degli intermezzi più apprezzati nella notte degli Oscar 2024. L’attore che era candidato come miglior attore non protagonista si è esibito sul palco e non solo con la canzone di Barbie I’m Just Ken. Il film prodotto da Margot Robbie e diretto da Greta Gerwing esce sconfitto dalla mattanza Oppenheimer che si aggiudica ben sette statuette (ecco tutti i vincitori).

Vincitore morale dunque è stata la performance di Ryan Gosling che ha letteralmente fatto cantare tutto il teatro di Los Angeles (provocando anche la rottura del vestito di Emma Stone, come lei stessa ammette prima di ritirare la statuetta come miglior protagonista femminile) nella notte delle stelle. Ma il suo film in ogni caso si è aggiudicata la statuetta per la miglior canzone originale di Billie Eilish.

Prima dell’esibizione, Simu Liu, co-protagonista di Barbie, ha chiesto al pubblico degli Oscar di accendere le luci dei loro telefoni e di cantare insieme alla performance di Gosling. Ryan Gosling, illuminato da luci viola e con un abito rosa scintillante e guanti rosa, ha iniziato a cantare “I’m Just Ken” tra il pubblico seduto dietro Margot Robbie, che non ha potuto fare a meno di ridere. Poi si è diretto verso il palco, dove è stato raggiunto da Mark Ronson alla chitarra e da una manciata di ballerini di supporto. Anche Slash è apparso sul palco, contribuendo con la chitarra alla canzone.

Con Gosling sul palco c’erano anche i suoi colleghi attori di Ken, Simu Liu, Scott Evans, Ncuti Gatwa e Kingsley Ben-Adir. A un certo punto, Ryan Gosling si è fatto strada tra il pubblico e ha teso il microfono ai suoi collaboratori di “Barbie”, Greta Gerwig, Robbie e America Ferrera, che cantavano insieme a lui. Ha anche chiesto alla sua co-star di “La La Land“, Emma Stone, di cantare insieme a lui.

Nelle settimane precedenti agli Oscar, c’è stato il mistero sul fatto se Ryan Gosling sarebbe salito o meno sul palco per eseguire “I’m Just Ken” dal vivo. Ha scelto di non cantare la canzone “City of Stars” di “La La Land” agli Oscar 2017, dove il suo co-protagonista John Legend ha invece eseguito il singolo. Gosling ha confermato la sua partecipazione agli Oscar solo poche settimane prima della cerimonia.

Di seguito l’incredibile e divertente performance di Ryan Gosling

Oscar 2024: tutti i vincitori. Il trionfo annunciato di Oppenheimer

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Sono stati annunciati i vincitori del 96° Academy Awards, gli Oscar 2024 che hanno visto trionfare il meglio del cinema mondiale. Oppenheimer ha effettivamente portato a casa la maggior parte delle statuette, tra cui Film, Regia e attori protagonista e non, per un totale di ben otto statuette sulle tredici nomination.

Di contro, torna a casa a bocca asciutta Scorsese, con il suo splendido Killers of the Flower Moon, mentre una sola statuetta per Barbie, per la migliore canzone ‘What I Was Made For?’ andata a Billie Eilish, che diventa così la persona più giovane della storia a vincere due premi Oscar. Con un colpo a sorpresa, Emma Stone fa doppietta e porta il quarto Oscar a Povere Creature!.

American Fiction, The Holdovers – lezioni di vita e Anatomia di una caduta hanno portato a casa tutti un premio, così come, a sorpresa, Godzilla Minus One, che ha conquistato l’Oscar per i migliori effetti visivi, nonostante sia quasi un film indipendente in fatto di budget rispetto agli altri nominati di categoria. La Zona di Interesse, amatissimo dagli Academy, ha portato a casa ben due premi Oscar.

Ecco tutti i vincitori agli Oscar 2024

Miglior Film

Migliore attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Migliore attore non protagonista

Migliore attrice non protagonista

Migliore regia

Migliore Sceneggiatura (Adattata)

Migliore Sceneggiatura (Originale)

Miglior film internazionale

Miglior film d’animazione

Miglior Documentario

Miglior cortometraggio

Miglior corto documentario

  • The Last Repair Shop

Miglior cortometraggio d’animazione

  • War Is Over!

Miglior Montaggio

Migliore fotografia

Migliore scenografia

Migliori costumi

Migliore colonna sonora

Miglior canzone originale

  • What Was I Made For? – Barbie

Miglior Makeup e Hairstyling

Miglior sonoro

Migliori effetti visivi

  • Godzilla Minus One

Oscar 2024 red carpet: le foto dal tappeto rosso degli Academy Awards

Parte la serata più attesa di Hollywood, quella degli Oscar 2024, e si comincia dal red carpet. Nominati, presentatori, ospiti e accompagnatori stanno già calcando il lunghissimo tappeto rosso che li porterà fino alla sala del Dolby Theatre. Ecco le immagini dal red carpet degli Oscar 2024:

Jeffrey Wright

Brendan Fraser e Jeanne Moore

Matthew McConaughey e Camila Alves

Cillian Murphy

Chris Hemsworth e Elsa Pataky

Noah Baumbach e Greta Gerwig

Olivia Munn e John Mulaney

Matt Bomer

Florence Pugh

Lily Gladstone

Carey Mulligan

Da’Vine Joy Randolph

Charlize Theron

Margot Robbie

Zendaya

Jennifer Lawrence

Michelle Yeoh

Ariana Grande

Bradley Cooper

Ryan Gosling

Dwayne Johnson

Jodie Foster

Emily Blunt e John Krasinski

Colman Domingo

Ke Huy Quan

Issa Rae

Eva Longoria

Jamie Lee Curtis

Celine Song

Dominic Sessa

Anya Taylor-Joy

Danielle Brooks

Lupita Nyong’o e Joseph Quinn

Hailee Steinfeld

Kirsten Dunst

Emma Stone

Cynthia Erivo

Billie Eilish

Josh Hartnett e Tamsin Egerton

Kingsley Ben-Adir e Simu Liu

Mark Ronson e Grace Gummer

America Ferrera

Sandra Huller

Vanessa Hudgens

Brittany Snow

Rita Moreno

Andrea Riseborough

The gentlemen: recensione della serie con Theo James

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The gentlemen: recensione della serie con Theo James

Spin-off dell’omonimo film con Matthew McConaughey, The gentlemen è una nuova miniserie targata Netflix ideata dallo stesso Guy Richie, regista della precedente versione cinematografica. La serie, formata da una sola stagione da otto episodi, ognuno da circa 50 minuti l’uno, vede Theo James, attore noto per il ruolo di Quattro/Tobias nella serie Divergent, nei panni del protagonista.

Nel cast di The gentleman sono presenti altri volti già ben noti nel mondo delle serie tv: primo fra tutti è Giancarlo Esposito (Gus Fring in Breaking Bad e Better call Saul) che qui interpreta Stanley Johnston (con la t). A questo si affianca anche Kaya Scodelario (Cime tempestose, The maze runner) e Ray Winstone (The departed – il bene e il male).

The gentlemen: il nuovo duca

Edward Horniman, secondo genito del duca di Halstead, viene richiamato dalla sua attività di soldato per l’imminente morte del padre. Dopo il decesso del vecchio duca, il testamento mostra delle strane sorprese per Edward: è lui ad ereditare il titolo nobiliare e tutti i possedimenti, a scapito del fratello maggiore Freddie. Ma il titolo di duca sembra presto rivelarsi un onere più che un onore. Edward viene a conoscenza dei traffichi sommersi che garantivano al padre una tale ricchezza: un imponente produzione e vendita di marjuana, gestita dalla temuta famiglia Glass. Con il boss Bobby Glass in prigione, è la figlia maggiore Susan a gestire gli affari. Ha così inizio la collaborazione tra Edward e Susan, prima per risolvere i tanti problemi causati da Freddie, e poi per far prosperare e ingrandire la loro “impresa”.

Tanti saranno gli ostacoli che si porranno nella loro strada, tra cui il misterioso Signor Johnston, interessato a comprare la tenuta degli Horniman a qualunque prezzo per via della sua bellezza, o forse per il tesoro che si trova al di sotto?

The Gentleman Netflix
Credits: Christopher Rafael/Netflix

Edward il duca boss di Halstead

Il personaggio su cui si concentra maggiormente l’attenzione durante la narrazione in The gentlemen è senza alcun dubbio Edward. Il pubblico vede passare questo protagonista dall’essere un outsider nella propria famiglia nobiliare, avendo intrapreso la carriera militare, fino a diventare la figura di spicco come nuovo duca. Da questo momento in poi, Edward inizia a trasformarsi sempre più in un gangster senza alcuno scrupolo, con l’unico scopo di mantenere la propria famiglia al sicuro. Questa sua poliedricità sembra essere l’elemento che rende Edward un soggetto utile e interessante agni occhi di Susan: un ricco duca che non ha paura di sporcarsi le mani.

Per quanto Edward cerchi fino all’ultimo di reprimere la propria parte oscura, negando di voler continuare a lavorare con i Glass, non può ignorare i suoi impulsi e desideri.

The gentlemen: una relazione mancata

Dal primo incontro tra Susan e Edward sembra essere chiaro dove si arriverà seguendo i classici cliché amati dal pubblico: l’amore tra i due. Con lo scorrere della narrazione diviene subito chiaro come il rapporto tra i due non sembri essere più solamente lavorativo ma anche solo d’amicizia. Un ulteriore passaggio per arrivare a una relazione sarebbe stato molto immediato, attirando magari maggiormente un grande pubblico ma sfociando anche in una certa banalità. Guy Richie è riuscito a non perdere di vista il punto della storia, limitandosi a sottolineare le affinità tra Edward e Susan, senza farle sfociare in nulla di effettivo.

Freddie: la pecora nera della famiglia

L’elemento che sembra portare maggiore comicità in The gentlemen è sicuramente il personaggio di Freddie, fratello maggiore di Edward. Questo nel primo episodio viene presentato come un figlio avido, reso folle dall’ingiustizia di non essere l’erede designato dal padre, nonostante avesse un maggiore diritto di successione come primo genito. Si rendono ben presto chiari i motivi che hanno portato il padre a lasciare tutto a Edward: Freddie è una persona impulsiva, con una terribile tendenza al gioco e con debiti per ben otto milioni di sterline.

Dopo che Edward riesce a risolvere il problema dei suoi debiti, Freddie non esita a crearne altri, finché sia il duca che Susan non lo mettono definitivamente da parte. A questo punto, vediamo Freddie vagare per la tenuta e i laboratori, insieme a Jimmy, collaboratore di Susan, o solo; ciò che sembra mancargli è uno scopo nella vita, viene pervaso da una sorta di perenne insoddisfazione. Questo stato sembra risolversi nel finale, quando Freddie è intenzionato a sacrificarsi per la sua famiglia.

In un perenne alternarsi di saloni di alta società e covi di gangster, The gentlemen sembra essere tutt’altro che scontata come serie. Nonostante le numerose scene di azione, si mantiene limitata la visione di sangue, rendendo The gentleman fruibile anche per un pubblico più sensibile, e, grazie anche ai momenti più comici, intrattiene il pubblico al meglio!

Millie Bobby Brown: intervista alla protagonista di Damsel

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Millie Bobby Brown: intervista alla protagonista di Damsel

L’intervista a Millie Bobby Brown, protagonista del nuovo film d’azione Netflix Damsel  (recensione), che ha debuttato in piattaforma questa settimana.

In Una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe, per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per sopravvivere.

La star dell’ultima avventura d’azione di Netflix potrebbe essere una damigella, ma non è una persona in pericolo. Bene, nonostante il personaggio del titolo sia intrappolato in una prigione sacrificale che ospita un drago assetato di sangue, il che sarebbe un po’ angosciante per chiunque ( anche se non è ancora così inquietante come Netflix che aumenta di nuovo i prezzi).

Damsel  di Netflix offre una nuova svolta agli archetipi delle fiabe, mostrando come una giovane aspirante principessa è costretta a combattere e sopravvivere quando viene presentata come un sacrificio, un sacrificio involontario da parte di una regina spietata e spietata. Tutta sola in una grotta buia e desolata, Elodie (Millie Bobby Brown) dovrà usare ogni grammo di grinta e determinazione a sua disposizione per uccidere il drago e tornare a casa. Damsel  è guidato da un cast davvero incantevole, con la star di Damsel  che è anche la protagonista di alcuni dei più grandi successi di Netflix.

Superman: 7 villain da affiancare a Lex Luthor per il film di James Gunn

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Sono finalmente iniziate le riprese di Superman, il reboot dell’Uomo d’Acciaio diretto da James Gunn che vedrà David Corenswet prendere il posto di Henry Cavill come nuova versione più giovane dell’eroe che, a quanto pare, sarà anche più in linea con i fumetti. Sappiamo poi che Nicholas Hoult ha ottenuto il ruolo di Lex Luthor in un film che, per il momento, presenta molti più eroi che cattivi. Questo spinge a pensare che potrebbe e dovrebbe esserci almeno un alleato su cui Luthor possa contare. Nell’attesa di scoprire se ciò verrà confermato e chi potrebbe schierarsi accanto al celebre antagonista di Superman, ecco qui di seguito 7 possibili villain da affiancare a Luthor.

MetalloMetallo

Un cattivo di Superman che utilizza il potere della kryptonite. John Corben, questo il suo vero nome, ha infatti ricevuto un cuore ricavato dai resti mortali del pianeta natale dell’Uomo d’Acciaio per salvarsi la vita dopo essere stato ferito mortalmente. Metallo ha poi sempre utilizzato sia questo cuore che i potenziamenti cibernetici per affrontare Superman quando si sono scontrati. Pur essendo un personaggio a cui non è ancora stata data la possibilità di brillare su un grande palcoscenico – il più delle volte è stato usato solo come scagnozzo – il cattivo è incredibilmente potente ed è uno dei pochi in grado di spingere Superman al suo limite. Gunn potrebbe facilmente dare una nuova veste a Metallo, ritraendolo in un modo molto più interessante rispetto al passato, ma se è destinato a essere poco più di uno scagnozzo, sarebbe una buona fonte di muscoli per Lex.

Mongul

Mongul SupermanIl suo nome potrebbe non essere così riconoscibile come quello di altri cattivi qui elencati, ma Mongul è una minaccia importante sia per Superman che per l’intero DCU. Esiliato dal pianeta che ha conquistato, il cattivo ha poi puntato gli occhi sulla Terra e questo lo ha portato a scontrarsi con l’Uomo d’Acciaio. Sfortunatamente per Superman, Mongul è potente quanto lui, per non dire astuto e spietato. Questo è diventato evidente quando ha distrutto Coast City (la casa di Hal Jordan/Lanterna Verde), e di conseguenza si distingue come il cattivo forse più sadico. Se Gunn vuole mettere l’Uomo del Domani di fronte ad una seria minaccia, allora chi meglio di un grande cattivo che una volta ha tentato di distruggere il sole? Sarebbe un bel cambio di passo rispetto ad alcuni dei nomi più riconoscibili.

Cyborg Superman

Cyborg SupermanIn seguito alla morte apparente di Superman, sono arrivati quattro sosia, che sostenevano di essere tutti veri. Tuttavia, l’impostore che riuscì a ingannare tutti fu Cyborg Superman. Segretamente lo squilibrato Hank Henshaw, era stato trasformato anni prima durante un volo spaziale andato storto e incolpava l’Uomo d’Acciaio dei propri errori, motivo per cui tentava di sostituirlo. In seguito è stato rivelato che il Cyborg aveva ideato il devastante attacco di Mongul a Coast City, il che lo rende un candidato solido per un ruolo da cattivo secondario. Come molti personaggi della DC Comics, è stato reinventato negli ultimi anni e queste idee potrebbero entrare in gioco anche nel DCU.

Bizarro

BizarroMettendo da parte la bizzarra storia delle origini del personaggio, questo clone di Superman che parla per opposti è stato un grosso problema per l’Uomo d’Acciaio per decenni. Ritratto sia come ferocemente intelligente che come esilarantemente stupido, qualsiasi versione di Bizarro è una minaccia per Superman perché ovviamente condividono gli stessi poteri, solo di natura opposta. Bizarro, ad esempio, ha vista congelante invece di quella termica. È inoltre in grado di causare distruzioni di massa. Questo è uno di quei cattivi apparentemente sciocchi ma potenzialmente letali dei fumetti con cui Gunn potrebbe fare qualcosa di veramente memorabile. Bizarro ha probabilmente più senso di Cyborg Superman perché, nel DCU, potrebbe essere un “Superman” che Luthor ha cercato di creare con il DNA di Kal-El, scatenando inavvertitamente un mostro.

Parasite

ParasiteLa premessa di base di Parasite è sempre la stessa: viene esposto a strani materiali radioattivi e finisce per diventare un mostro vampirico. Per vivere ha bisogno di nutrirsi di energia e, dato che è in grado di drenare l’energia vitale dagli altri, ciò rende ovviamente Superman il bersaglio perfetto per permettere a Parasite di continuare a vivere. Oltre a essere una pericolosa minaccia fisica, il tocco del Parassita significa anche che succhia i ricordi delle sue vittime, quindi è uno dei pochi cattivi ad aver appreso l’identità segreta di Superman. Questo cattivo è stato mostrato in televisione in più di un’occasione, ma mai nella sua versione più mostruosa. Con un budget adeguato e una nuova interpretazione da parte di Gunn, Parasite potrebbe presto classificarsi tra i più grandi nemici dell’iconico supereroe e, come minimo, essere un divertente cattivo secondario manipolato per eseguire gli ordini di Lex.

Giocattolaio

GiocattolaioSebbene sia stato inizialmente introdotto come personaggio comico (cosa che gli è rimasta impressa per anni), Giocattolaio ha poi dimostrato di essere uno dei nemici più letali di Superman. Certo, può passare il tempo a costruire giocattoli più omicidi che coccolosi, ma egli ha anche messo insieme vasti costrutti meccanici con un tipo di potenza che ha finito per mettere a dura prova persino la resistenza dell’Uomo d’Acciaio. Completamente squilibrato, Winslow Schott ha anche creato una serie di sosia robotici e una volta ha ucciso la madre di Supergirl. Sappiamo che Gunn ama scegliere personaggi piuttosto oscuri dai fumetti e portarli sullo schermo, ma Giocattolaio sarebbe una sfida notevole da portare avanti.

Brainiac

Brainiac SupermanSebbene Brainiac abbia attaccato gli eroi della Terra talmente tanto da essere considerato un cattivo della Justice League al suo completo, la sua storia con Superman risale addirittura a Krypton. Uno degli esseri più intelligenti dell’universo, questo cattivo quasi indistruttibile raccoglie le città dai pianeti che distrugge e poi le rimpicciolisce per tenerle sulla sua nave. Nel corso degli anni, Superman ha dovuto impedire a Brainiac di fare lo stesso con Metropolis. I fan desiderano ardentemente vedere Brainiac sullo schermo e i fumetti ci hanno dimostrato che ci sono innumerevoli modi per farlo. Difficile pensare ad un villain migliore per spingere Superman ai suoi limiti e permettere all’Uomo del Domani di sentirsi il più grande eroe del mondo quando alla fine salverà la situazione.

Oscar 2024: dove guardare in streaming e in tv la Notte degli Oscar

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Questa sera si terrà a Los Angeles come ogni anno la Oscar 2024 e come ogni anno l’attesa è tanta. In attesa dell’inizio della nostra live streaming sulle previsioni dei vincitori vi segnaliamo dove poter guardare la notte degli Oscar 2024 in streaming e in tv.

Quest’anno a differenza degli ultimi decenni la notte degli Oscar 2024 sarà un’esclusiva RAI. Dopo decenni di dominio e trasmissione SKY, per la prima volta sarà trasmessa in esclusiva da RAI, la tv pubblica italiana.

Da Roma, dallo studio 3 di via Teulada, Alberto Matano seguirà e commenterà la diretta dal Dolby Theatre di Los Angeles insieme a Stefania Sandrelli, Gabriele Muccino, Claudia Gerini, Ambra Angiolini, Claudio Santamaria, Antonio Monda e Paola Jacobbi. Collegato dal Tappeto Rosso degli Academy Awards, invece, l’inviato del TG1 Paolo Sommaruga racconterà al pubblico italiano la magia della serata intervistando le star internazionali presenti.

Dove guardare la notte degli Oscar 2024 in tv

La cerimonia di premiazione della 96esima edizione, condotta quest’anno, per la quarta volta, dal popolare presentatore e comico Jimmy Kimmel sarà trasmessa domenica 10 marzo su Rai 1 a partire dalle 23.30.

Dove guardare la notte degli Oscar 2024 in streaming 

La notte degli Oscar 2024 in streaming sarà disponibile su Raiplay.

Notte degli Oscar 2024, chi sono i candidati?

Trai più accreditati per il miglior film c’è il film di Christopher Nolan, Oppenheimer che è anche il film candidato a vincere in altre categorie come miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior fotografia, sonoro e miglior montaggio. E’ anche uno dei titolo con più nomination.

Per quanto riguarda la categoria che più ci interessa a noi, miglior film internazionale ovviamente il nostro tifo è per Matteo Garrone e il suo “Io Capitano” che concorre per una categoria che è ricca di film di successo, trai quali: La società delle neve, Perfect Days, La sala Professori e il papabile vincitore secondo gli addetti ai lavoro La Zona d’interesse.

C’è ancora domani debutta in prima tv domenica 31 Marzo su SKY e NOW

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Il film più visto al cinema in Italia nel 2023 con oltre 5,3 milioni di spettatori, C’è ancora domani, arriverà in prima TV su Sky Cinema a Pasqua, domenica 31 marzo alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Due) in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

C’è ancora domani (recensione) è un film entrato direttamente nella storia del cinema italiano, uno straordinario successo di pubblico e critica a partire dal successo al botteghino: un incasso di oltre 36 milioni di euro, 9° posto della top ten box office Italia di tutti i tempi e 5° tra le produzioni nazionali. Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2023, ha ottenuto Menzione speciale miglior opera prima, Premio speciale della giuria e Premio del pubblico. È stato inoltre premiato come Film dell’anno ai Nastri d’argento 2024.

Il film C’è ancora domani è una produzione Wildside, società del gruppo Fremantle e Vision Distribution, società del gruppo Sky, prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa. Soggetto e sceneggiatura sono di Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi.

La protagonista, Delia, è interpretata da Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea è Ivano, suo marito, e Romana Maggiora Vergano è Marcella, loro figlia, Giorgio Colangeli è il Sor Ottorino; Emanuela Fanelli infine interpreta la parte di Marisa, l’amica di Delia mentre Vinicio Marchioni è Nino.

La trama di C’è ancora domani

Delia (Paola Cortellesi) è la moglie di Ivano, la madre di tre figli. Moglie, madre. Questi sono i ruoli che la definiscono e questo le basta. Siamo nella seconda metà degli anni 40 e questa famiglia qualunque vive in una Roma divisa tra la spinta positiva della liberazione e le miserie della guerra da poco alle spalle.

Ivano (Valerio Mastandrea) è capo supremo e padrone della famiglia, lavora duro per portare i pochi soldi a casa e non perde occasione di sottolinearlo, a volte con toni sprezzanti, altre, direttamente con la cinghia. Ha rispetto solo per quella canaglia di suo padre, il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un vecchio livoroso e dispotico di cui Delia è a tutti gli effetti la badante.

L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide momenti di leggerezza e qualche intima confidenza. È primavera e tutta la famiglia è in fermento per l’imminente fidanzamento dell’amata primogenita Marcella (Romana Maggiora Vergano), che, dal canto suo, spera solo di sposarsi in fretta con un bravo ragazzo di ceto borghese, Giulio (Francesco Centorame), e liberarsi finalmente di quella famiglia imbarazzante. Anche Delia non chiede altro, accetta la vita che le è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui aspiri. L’arrivo di una lettera misteriosa però, le accenderà il coraggio per rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore, non solo per lei.

L’opera prima di Paola Cortellesi, anche protagonista, è un film emozionante, vero, che nel solco del nostro neorealismo racconta le imprese straordinarie delle tante donne qualunque che hanno costruito, ignare, il nostro Paese.

Daisy Ridley conferma che il copione del suo nuovo film su Star Wars è pronto

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Ormai sono circolate in lungo e in largo tra i fan di Star Wars voci sulla trama del prossimo ritorno di Daisy Ridley nella Galassia Molto, Molto Lontana, che la vedrà riprendere il ruolo di Rey 15 anni dopo la fine de L’Ascesa di Skywalker. Per quanto dettagliate possano essere queste voci, sembra che si tratti solo di questo. Voci.

Durante una conversazione al SXSW per promuovere il suo nuovo film Magpie, a Daisy Ridley è stato chiesto da Steve Weintraub di Collider se fosse vero che il suo nuovo film si sarebbe chiamato New Jedi Order, e Ridley ha risposto: “Non lo so! Voglio dire, credo di sì. Dall’annuncio, non credo che sia cambiato“. E mentre sappiamo che sa cosa aspettarsi in termini di trama, ha aggiunto che deve ancora leggere la sceneggiatura, dicendo: “So che c’è una sceneggiatura e la leggerò a breve, il che è molto eccitante“.

La sua eccitazione fa eco ai sentimenti simili della regista Sharmeen Obaid-Chinoy, che all’inizio di quest’anno ha dichiarato alla CNN: “Sono molto entusiasta del progetto perché penso che quello che stiamo per creare sia qualcosa di molto speciale“. L’entusiasmo per il progetto è aumentato da quando è stato annunciato alla Star Wars Celebration Europe la scorsa primavera: quando potremo vederlo esattamente?

Quando inizieranno le riprese del film di Star Wars con Daisy Ridley?

Anche se al momento non c’è una data di uscita del film, Daisy Ridley ha detto a Weintraub che spera di passare davanti alla macchina da presa nei panni dell’iconica Jedi il prima possibile. Alla domanda se fosse vero che il film dovrebbe essere girato quest’anno, la Ridley ha risposto:

“Penso che potrebbe essere quest’anno. Potrebbe essere, ma non ne sono sicura. Ad essere onesti, lo sciopero degli sceneggiatori ha ovviamente ritardato molte cose. Quindi l’intenzione era quella di farlo più avanti nel corso dell’anno. Speriamo che sia così. Altrimenti, immagino all’inizio del prossimo“.

Al momento non esiste una data di uscita per il prossimo film di Daisy Ridley su Star Wars. Magpie è attualmente in proiezione al SXSW.

Dune: la spiegazione delle Casate e delle fazioni della storia

Dune: la spiegazione delle Casate e delle fazioni della storia

Dune: Parte Due adatta la seconda metà dell’iconico romanzo Dune di Frank Herbert. Nel romanzo, come nel film, ci sono sei schieramenti principali, tra casate e fazioni politiche da conoscere, in modo tale da avere un quadro più chiaro delle forze in campo. L’universo di Dune è molto vasto, ecco perché può essere difficile individuare tutte le principali case e fazioni che svolgono un ruolo nella storia.

Con Dune: Parte due, diventa particolarmente importante comprendere come ciascuna di queste fazioni e casate si inserisce nell’intricato mondo stratificato in cui è ambientata la storia. Ecco di seguito una breve guida alle casate e le fazioni di Dune.

Casa Atreides – Pianeta natale: Caladan

Dune Leto AtreidesLa Casata Atreides costituisce il fulcro della storia di Dune e, sebbene questa potente casata sia stata quasi distrutta dalla Casata Harkonnen e dai Sardaukar in Dune, Paul Atreides sopravvive al genocidio ed è pronto a riportare la sua casata alla gloria in Dune: Parte Due. La Casata Atreides proviene originariamente dal pianeta Caladan, che è rigoglioso e noto per la sua mancanza di inquinamento industriale. La Casata è ampiamente amata dal popolo di Caladan e dalla maggior parte delle persone nel suo feudo planetario. Gli Atreides affermano di discendere dai Greci dell’antica Terra, suggerendo anche che siano imparentati con diversi membri importanti dell’antica mitologia greca.

La Casa Atreides è stata potente per generazioni prima degli eventi di Dune, e Leto Atreides I l’ha trasformata in una delle casate più rispettate e influenti dell’Impero Padishah. Il loro successo e la crescente influenza fecero sì che l’Imperatore Shaddam nutrisse odio verso la Casata, che divenne ai suoi occhi una rivale. Questo è il motivo per cui l’Imperatore entrò in combutta con la Casata Harkonnen e la aiutò a sterminare gli Atreides su Arrakis (vicenda che viene raccontata in Dune). In Dune: Parte Due, spetta a Paul e ai suoi alleati Fremen vendicare Leto e riportare gli Atreides alla ribalta.

Casa Harkonnen – Pianeta natale: Giedi Prime

Dune - Parte Due Harkonnen
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
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La Casa Harkonnen proviene dal pianeta fortemente industrializzato di Giedi Prime ed è l’antica rivale della Casa Atreides. Si pensa che gli Harkonnen discendano dal paese della Finlandia sull’antica Terra, e trascorsero molti anni come casata minore fino alla loro ascesa sotto il padre del barone Vladimir Harkonnen. Gli Harkonnen stabilirono un’efficace forma di governo basata sulla paura, arricchendosi attraverso tattiche economiche brutali che ignorano gli standard etici comunemente accettati.

Anche il Barone Vladimir della Casa Harkonnen ha un collegamento interessante con la Casa Atreides. La Casa Harkonnen governava il pianeta di Arrakis con un pugno di ferro prima di unirsi al complotto dell’Imperatore per distruggere la Casa Atreides e, dopo averlo messo in pratica, Gli Harkonnens tornano a controllare l’importantissimo pianeta ricco di spezie. La posizione della Casa Harkonnen su Arrakis la rende estremamente potente a causa dell’importanza delle spezie, e il Barone progetta addirittura di usurpare l’Imperatore Padishah e stabilire la propria dinastia.

Casa Corrino – Pianeti natale: Kaitain, Salusa Secundus

Dune - Parte Due Imperatore Shaddam IV Christopher WalkenLa Casa Corrino è la famiglia regnante e governa l’Impero da un millennio al tempo degli eventi nel primo romanzo di Dune di Herbert. La Casa Corrino divenne capo dell’Impero dopo la Battaglia di Corrin e stabilì una residenza imperiale sul pianeta Kaitain. Il loro pianeta natale originale è Salusa Secundus, che viene trasformato in un mondo prigione e campo di addestramento per i Sardaukar dopo il trasferimento dei Corrino a Kaitain. I Sardaukar sono la forza militare più formidabile dell’universo conosciuto e sono il cuore del potere della Casata Corrino.

Si dice che sarebbe necessaria la forza combinata di tutte le Grandi Casate del Landsraad per sopraffare i Sardaukar, ma Paul Atreides e i Fremen hanno decisamente creato dei problemi a queste forze di terra. L’attuale sovrano della Casata Corrino è l’Imperatore Shaddam IV, la cui paura e gelosia verso la Casa Atreides lo convincono a prestare i Sardaukar alla Casa Harkonnen per spazzare via gli Atreides. La Casata Corrino affronta la sua sfida più grande quando Paul Atreides e i Fremen emergono dalla clandestinità e combattono per il controllo dell’importantissimo pianeta Arrakis.

Casa Fenring – Pianeta natale: Kaitain

La Casa Fenring è una stretta alleata della Casa Imperiale di Corrino e, sebbene non abbia un proprio pianeta natale, rimane prossima alla Casa Imperiale. La Casata Fenring ha sede su Kaitain, e sfrutta i suoi stretti legami con la Casata Corrino per fare di Kaitain la sua base operativa. La Casata governa brevemente su Caladan dopo la morte di Leto Atreides.

L’attuale leader della Casa Fenring è il Conte Hasimir Fenring, che è uno stretto consigliere e amico dell’Imperatore Shaddam IV. Hasimir e sua moglie, Lady Margot Fenring, sono astuti manovratori politici che avrebbero dovuto giocare un ruolo molto importante in Dune: Parte Due. Hasimir è un abile assassino e Lady Margot è un membro importante del Bene Gesserit, tuttavia nel film le parti con Hasimir, interpretato da Tim Blake Nelson, non sono sopravvissute alla sala di montaggio, mentre Lady Margot, con il volto di Léa Seydoux, ha un breve ruolo in cui mette alla prova Feyd-Rautha.

Il Bene Gesserit – Quartier generale: Wallach IX

dune bene gessiritL’Ordine Bene Gesserit è un’organizzazione di tutte le donne spie, suore, teologhe e scienziate che utilizzano una varietà di metodi segreti per avvicinarsi al loro obiettivo di elevare l’umanità attraverso la creazione di un messia noto come Kwistatz Haderach. Il Bene Gesserit utilizza un miscuglio di intrighi politici, ingegneria genetica e ingegneria religiosa per aprire la strada al Kwisatz Haderach. Conosciute anche come La Sorellanza, le Bene Gesserit hanno migliaia di anni e la loro influenza sullo sviluppo dell’umanità in tutta la galassia è profonda a un livello in cui potrebbero facilmente plasmare parti significative della narrativa di Dune.

Sono addestrate per massimizzare il potenziale umano mentale e fisico, portando le persone ad avere sensi incredibilmente acuti e diventando capaci di fare a mente calcoli simili a quelli di un computer. L’addestramento del Bene Gesserit rende i suoi membri qualcosa di vicino a una specie superiore e evoluti rispetto alla razza umana. Sono in grado di controllare la chimica del proprio corpo e di influenzare consapevolmente i processi del corpo su cui la maggior parte delle persone non ha alcun controllo. Le Bene Gesserit sono guidate dalla Reverenda Madre Superiora, che ha il controllo supremo sull’ordine, e il loro quartier generale è sul pianeta Wallach IX.

La Gilda dello Spazio – Sede: Junction

La Gilda Spaziale è una delle entità più potenti dell’Impero e il loro monopolio sui viaggi spaziali e sulle banche internazionali la rende incredibilmente potente. La Gilda Spaziale utilizza il melange di spezie per consentire ai suoi Navigatori di vedere i percorsi attraverso le stelle, consentendo i viaggi interstellari. Sono una parte fondamentale dell’Impero e non sono vincolati ad alcuna casa o ordine a causa del loro controllo sui viaggi interstellari. Tutte le principali casate e le altre fazioni dipendono da loro, il che lascia loro la libertà di fare quasi qualsiasi cosa.

I Navigatori della Gilda vengono addestrati in una scuola su un pianeta chiamato Junction e la quantità di spezie che questi Navigatori consumano alla fine li costringe a vivere in vasche piene di vapore di melange. La Gilda Spaziale giocherà un ruolo fondamentale in Dune: Parte Due, poiché accetta di abbassare temporaneamente il costo dei viaggi spaziali per aiutare l’Imperatore Shaddam IV a rafforzare il suo esercito prima della Battaglia di Arrakis. L’unico vero punto debole della Gilda è la sua dipendenza dalle spezie per mantenere il monopolio sui viaggi interstellari, vero e proprio tallone d’Achille, visto che le spezie possono essere trovate solo su Arrakis.

Sull’Adamant – Dove l’impossibile diventa possibile: recensione del doc Orso d’Oro

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Dopo aver trionfato al 73° Festival di Berlino, il documentario Sull’Adamant – Dove l’impossibile diventa possibile arriva nei cinema italiani con un’uscita speciale, dall’11 al 13 marzo, grazie a I Wonder. Il nuovo lavoro del documentarista francese Nicolas Philibert è un viaggio emozionante e toccante nel cuore di Parigi, che ci porta all’Adamant, un centro diurno unico nel suo genere, che galleggia sulla Senna, offrendo cure e speranza a coloro che lottano con disturbi mentali. Con uno sguardo intimo, semplice e profondo, Philibert ci guida attraverso le vite dei pazienti e degli operatori che animano questa struttura così speciale.

Philibert decide di aprire il film con delle immagini molto suggestive: la Senna che scorre placida, sulle sue rive si staglia l’Adamant, con le sue grandi vetrate che si affacciano sul fiume. È un inizio che cattura subito l’attenzione dello spettatore, perché lo mette in uno stato d’animo di placida accoglienza e lo prepara nel migliore dei modi a quello che verrà. Il regista introduce poi i protagonisti di questa storia: pazienti di tutte le età e provenienze sociali, uniti da un comune disagio, ma anche dal forte desiderio di guarigione e speranza.

Sull’Adamant – Dove l’impossibile diventa possibile, la recensione

Quello che rende Sull’Adamant un’opera così toccante (tanto che ha illuminato la giuria della Berlinale), è proprio l’approccio umano, il rispetto e la delicatezza con cui Philibert si avvicina a queste anime in cerca di una strada e il modo in cui riesce non solo a farle aprire e a raccontarsi, ma anche la maniera discreta e partecipata con cui li riprende durante le loro attività, la loro gioia quotidiana. La macchina da presa diventa braccia che accolgono, mostrando un’empatia davvero rara e facendo della visione del film un’esperienza preziosa.

Il blocco centrale del film mostra come le attività che svolgono i pazienti, dai corsi di cucito, alla pittura, alla musica, fino alla scrittura, sono non solo attività ricreative che servono meramente a far passare le giornate, ma diventano anche strumenti terapeutici per far riconnettere le persone con se stessi e con il mondo che li circonda. I pazienti trovano così il modo di esprimersi e di ritrovare un senso di scopo e di realizzazione. Philibert cattura magistralmente l’energia e la vitalità di questi momenti.

Oltre al racconto delle attività, Sull’Adamant è anche un ritratto della lotta quotidiana dell’équipe del centro che si scontra con il disinteresse delle autorità sanitarie. Il documentario serve infatti anche a sottolineare il valore e l’importanza di strutture come l’Adamant, che offrono un’alternativa umana e rispettosa della dignità personale alla sanità mentale tradizionale. Il film diventa così un appello appassionato a proteggere e sostenere questi spazi preziosi.

Con un valore produttivo raffinato e un tema così importante di cui si fa carico, Sull’Adamant è un prezioso contributo che il cinema di documentario offre all’esperienza umana.

Dune – Parte Due, le domande lasciate aperte del film

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Dune – Parte Due, le domande lasciate aperte del film

In Dune – Parte Due di Denis Villeneuve, il viaggio di Paul Atreides (Timothée Chalamet) potrebbe essere molto semplice: costruire un esercito e mettersi sulle tracce della Casata Harkonnen. Questo gli permetterà di avere la sua vendetta per il modo in cui gli Harkonnen e l’Impero hanno massacrato il Duca Leto Atreides I (Oscar Isaac) e tanti altri reali della Casa Atreides.

Nel corso del film, Paul Atreides si unisce ai Fremen e lavora con loro per organizzare un contrattacco. Tuttavia la storia non è proprio lineare e lascia qualche dubbio e questioni in sospeso che non sembra voglia spiegare al pubblico.

Perché la Casata Harkonnen non ha usato armi da fuoco?

Dune - Parte Due Harkonnen
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Nell’Universo di Dune, le Casate e i loro eserciti hanno scudi corporei. Tuttavia, i Fremen non hanno nessuno di questi scudi a causa del loro stile di vita più semplice come tribù del deserto. Questo desta delle perplessità sul motivo per cui i soldati Harkonnen non usano le armi da fuoco a terra contro i Fremen che sono molto più bravi nel combattimento corpo a corpo e che portano a termine molte missioni massacrando i soldati che proteggono le colonie di spezie.

Gli Harkonnen usano l’artiglieria sui loro elicotteri per proteggere i crawler delle spezie, quindi sarebbe più efficiente equipaggiare i soldati con armi da fuoco per i combattimenti con i Fremen. I romanzi di Frank Herbert vedevano gli Harkonnen usare le armi in tempi disperati, quindi questa scelta sarebbe stata adatta al loro esercito nell’adattamento cinematografico.

Perché i Fremen non usano armi più moderne?

Javier Bardem DuneI Fremen hanno cecchini e pistole laser che fanno esplodere i crawler quando si tratta di restare ai margini di piccoli scontri. Usano persino i bazooka per distruggere gli elicotteri Harkonnen. Eppure la maggior parte delle loro missioni li vede cacciare a terra, mettendo a rischio la vita dei loro guerrieri.

I Fremen non utilizzano nemmeno le granate o altri tipi di armi da fuoco. Se fanno esplodere i crawler e usano altri elementi esplosivi nel loro arsenale, potrebbero eliminare la maggior parte dei nemici. Dune – Parte Due cerca di presentare i Fremen come brillanti tattici, ma ci sono troppe incoerenze con la loro strategia militare e su come ridurre al minimo le perdite.

Perché Feyd-Rautha fa drogare i suoi avversari?

Dune: Parte 2, ecco Austin Butler, Austin ButlerFeyd-Rautha di Austin Butler è il nipote del barone Harkonnen, suo successore designato. Dune – Parte Due mostra la natura violenta di Feyd-Rautha quando combatte nel Colosseo di suo zio. Lì si vede come si diverte a massacrare uomini. Si toglie persino lo scudo per rendere la sfida più eccitante. Curiosamente, le sue guardie sono lì per aiutarlo, tanto che feriscono uno dei combattenti contro cui si sta scontrando. Feyd-Rautha li rimprovera e dice loro di fare marcia indietro.

Se Feyd-Rautha voleva uno scontro leale, perché avere le guardie in giro? Un altro sotto-arco incoerente nasce quando rimprovera il Barone per non aver drogato uno dei combattenti. Suo zio voleva solo alzare la posta. Tuttavia, se Feyd-Rautha avesse voluto offrire una prova migliore, non avrebbe dovuto inabilitare affatto i nemici. Il fatto che questi venissero drogati, diminuisce a tutti gli effetti il valore del suo combattimento e della sua vittoria nell’arena.

Perché Feyd-Rautha ha ucciso sua madre?

Dune: Parte Due
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Dune – Parte Due parte cambia il background di Feyd-Rautha per renderlo più sinistro. Nel romanzo il Barone lo adottava e lo affilava come una lama perché sentiva che l’altro nipote, Rabban (Dave Bautista), non era un buon generale. Il film rivela che il barone amava il carattere e i tratti viziosi di Feyd-Rautha. È confermato che Feyd-Rautha ha ucciso sua madre.

Il motivo per cui Feyd-Rautha ha ucciso sua madre non è però spiegato, insieme ad altre cose come la sua propensione a mutilare le persone e a far sì che i suoi servi si nutrano di loro come cannibali. La questione della madre è più urgente perché indica al barone la sua natura di traditore del suo sangue. Ciò è stato ulteriormente elaborato nel romanzo, dove è stato stabilito che Feyd-Rautha voleva il trono di suo zio.

Cosa ha impedito a Rabban di bombardare i Fremen?

Dune - Parte due Rabban Harkonnen
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Feyd-Rautha arriva ad Arrakis e prende il comando dell’esercito Harkonnen dalle mani di Rabban di Dave Bautista. Suo zio crede che elaborerà una nuova tattica dopo che Rabban non è riuscito a uccidere i Fremen. Ma tutto ciò che Feyd-Rautha fa è prendere dirigibili giganti, bombardare e bruciare varie grotte, dune di sabbia e località del nord. Il fatto è che Rabban conosceva tutti questi punti e aveva le stesse risorse.

Anche Rabban avrebbe potuto chiedere maggiore potenza di fuoco, se necessario. Il film non spiega mai perché Rabban non abbia messo in atto questo semplice genocidio di propria iniziativa. Feyd-Rautha non porta nulla di nuovo sul tavolo, inoltre il Barone avrebbe potuto semplicemente dare l’ordine a Rabban di farlo prima. Invece, l’inazione di Rabban sembra una scelta di trama conveniente, solo per turbare il Barone facendo sì che altre incursioni dei Fremen interrompano la produzione di spezie nella capitale di Arrakeen.

Perché i Fremen non avevano esploratori che monitorassero lo seitch?

Dune: MessiahIn entrambi i due film di Dune, così come nel materiale originale, i Fremen hanno esploratori ovunque. Si nascondono nella sabbia e nelle caverne per scovare gli intrusi. Nel sequel non sono presenti esploratori quando le navi da guerra attaccano il loro seitch. Si tratta di un luogo sacro che conserva leader morti, missionari e acqua sacra.

Si potrebbe supporre che siano proattivi e abbiano cecchini e bombardieri in giro per individuare gli aggressori e proteggere qualcosa di molto prezioso. Invece, le navi appaiono dal nulla. E sembra che i filmmaker abbiano voluto permettere agli Harkonnen di distruggere lo seitch così da inasprire la volontà di Paul.

Come fanno tutti a salire e scendere dai vermi della sabbia?

Dune - Parte Due Vermi della Sabbia
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Dune – Parte Due rende il l’atto di cavalcare i vermi della sabbia una prova significativa. Paul ci riesce, provando sulla propria pelle tutta la difficoltà che si deve affrontare per potersi agganciare alle bestie. Tuttavia, il film mostra costantemente gli entourage di Fremen trasportati intorno ad Arrakis sui vermi della sabbia come se fossero un autobus o una metropolitana.

Questa scelta lascia perplessi, dal momento che sembra che tutti i Fremen riescano a salire sui vermi della sabbia, e questo potrebbe anche essere possibile, se non fosse che ad un certo punto anche la gravida Lady Jessica (Rebecca Ferguson)  usa un verme della sabbia per migrare a sud. Questi vermi non smettono mai di muoversi, quindi deve essere rigoroso cronometrare questi trasporti e far salire e scendere tutti. Il regista Villeneuve ha però detto che questo aspetto verrà spiegato nel terzo film.

Davvero Lady Jessica non sapeva di essere la figlia del barone?

Dune - Parte Due Bene Gessirit
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Dopo essere andata a sud, Lady Jessica viene sottoposta a una prova unica con la sacra bile di un verme delle sabbie. Diventa una Reverenda Madre, apprendendo i segreti del passato. Paul fa lo stesso e poi confessa di sapere che in realtà sua madre è la figlia del barone. Dune – Parte Due non approfondisce questo aspetto ma supponiamo che la piccola Jessicva venne consegnata alle Bene Gesserit.

Lady Jessica conosceva da sempre le sue origini e sperava di manipolare Paul per farlo diventare il messia e uno dei partecipanti al gioco del potere? Jessica è a tutti gli effetti molto potente per il suo culto e sarebbe stata capace di manipolare Paul con la Voce. Non ci si può fidare di Jessica e potrebbe anche aver ingannato Leto fin dall’inizio. Il Bene Gesserit è noto per questo modus operandi, e sembra che Jessica stia nascondendo certe cose a Paul sulla sua nascita e sul suo destino.

Perché Paul ha rischiato la vita vicino ai Sardaukar?

Dune - Parte Due: Paul contro Feyd-RauthaL’esercito di Paul alla fine attacca Arrakeen durante un incontro tra il Barone e l’Imperatore. Dopo aver decimato i nemici, Paul entra nelle stanze e va ad uccidere il barone. Tuttavia, lo fa da solo e molto vicino ai soldati d’élite Sardaukar. sembra una scelta avventata e pericolosa. I soldati sono tanti e armati e Paul non ha lo scudo. Sebbene sia visto come una leggenda, i Sardaukar sanno che è un uomo in carne e ossa.

Ci si aspetterebbe che alcuni soldati lo attacchino in quella circostanza, soprattutto quando lui volta le spalle per uccidere suo nonno. Il fatto che Paul sia così disinvolto nei confronti del nemico solitamente spietato è qualcosa di cui Gurney di Josh Brolin e Chani di Zendaya sono consapevoli e hanno timore. Quindi, è una pessima mossa, dal momento che Paul è diventato a tutti gli effetti un simbolo di cui il culto ha bisogno di questa figura per continuare a sperare.

Come faceva Feyd-Rautha a sapere che Chani era l’amata di Paul?

Dune - Parte Due Zendaya
Zendaya nel ruolo di Chani in una scena di Dune – Parte Due. Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
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Paul combatte il campione nominato dall’Imperatore Feyd-Rautha nel finale di Dune – Parte Due. Durante il combattimento, Feyd-Rautha guarda Chani e la chiama “l’animale domestico” di Paul. Questo non ha senso perché i reali non hanno spie e non hanno modo di sapere che Chani è l’amata di Paul.

Ci sono molti Fremen in giro, maschi e femmine, che mostrano le stesse reazioni durante la rissa. Quindi non è che il cattivo possa guardare la folla e individuare l’anima gemella di Paul. Il film sceglie di fornire questa informazione a Feyd-Rautha per aumentare la posta in gioco durante il combattimento finale, ma senza dare una spiegazione logica a questa scelta.

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Resurrection: la spiegazione del finale del film

Resurrection: la spiegazione del finale del film

I film incentrati sulla figura dei serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come Seven, Zodiac e Il silenzio degli innocenti sono tra i più celebri esempi di questo genere. Un altro titolo, uscito nel 1999, appartenente a questo filone è Resurrection, diretto da Russell Mulcahy. Da non confondere con i film argentino (2015) e belga (2017) dallo stesso titolo, né con l’horror del 2022 con Rebecca Hall, questo film dell’99 offre proprio una vicenda legata ad un serial killer tanto particolare quanto macabro.

L’attore Christopher Lambert, lo scrittore Brad Mirman e il regista Russell Mulcahy si incontrarono in un hotel di Los Angeles per discutere di un altro progetto a cui stavano lavorando, ma non riuscivano a smettere di parlare di Resurrection e di quanto gli piacesse l’idea. Hanno così ben presto abbandonato l’altro film e hanno deciso di realizzare questo. Secondo il commento del regista Russell Mulcahy nel DVD, Resurrection era originariamente classificato NC-17, motivo per cui diverse scene di violenza e gore, come la scena del taglio delle gambe, sono state eliminate per ottenere la classificazione R.

La “versione integrale” del film non è mai stata distribuita e si presume che a tutt’oggi sia andata perduta. Ci resta comunque un film particolarmente inquietante, un ottimo esempio del suo genere che non mancherà di entusiasmare i fan. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Resurrection. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Resurrection cast

La trama di Resurrection

A Chicago viene commesso un atroce omicidio: un uomo giace in un lago di sangue con un braccio amputato alla spalla. L’assassino ha scritto col sangue su uno specchio: “Lui tornerà“. L’agente John Prudhomme, con il collega detective Andrew Hollinsworth, comincia allora ad indagare sulla vicenda. Alla prima vittima, sul cui corpo sono stati incisi numeri romani, ne seguono ben presto altre. Nell’orto botanico, dove John si era recato per seguire una pista, viene trovato un cadavere in decomposizione: il braccio sinistro della persona è stato amputato e anche qui sul corpo sono incisi numeri romani.

In un appartamento si scopre poi il terzo omicidio. Qui c’è il cadavere di un uomo senza testa. Prudhomme comincia a mettere insieme le tessere del puzzle e formula una teoria sulle motivazioni: i numeri romani si riferiscono ai passaggi della Bibbia e il killer sta cercando di ricostruire pezzo per pezzo il corpo di Cristo in tempo per la Pasqua, festa della Resurrezione, cui mancano tre settimane. Sarà dunque necessario scoprire chi si cela dietro tutto ciò prima di quella data, durante la quale potrebbe verificarsi qualcosa di estremamente grave e macabro.

Il cast di Resurrection

Ad interpretare John Prudhomme vi è l’attore Christopher Lambert, celebre per i film Greystoke – La leggenda di tarzan, il signore delle scimmie (1984) e Highlander – L’ultimo immortale (1986). Accanto a lui, nel ruolo del detective Andrew Hollinsworth vi è invece Leland Orser, mentre Robert Joy è Gerald Demus. Completano il cast Barbara Tyson nel ruolo di Sara Prudhomme, Rick Fox in quello di Schoefield e Jonathan Potts in quello del detective Moltz. Nel film si annovera infine anche un cameo del celebre regista David Cronenberg, noto per film come Videodrome e La mosca, nel ruolo di Padre Rousell.

Resurrection spiegazione finale

Resurrection: la spiegazione del finale

Una volta compreso il modus operandi del serial killer e il suo obiettivo, Prudhomme deve cercare di predire le sue prossime mosse. Tuttavia, il caso prende una svolta inaspettata quando il suo collega Scholfield scopre un fascicolo dell’FBI relativo a un omicidio simile avvenuto diversi anni prima in Tennessee. Prudhomme è furioso per non aver ottenuto questo fascicolo da Wingate, che si era presentato come agente dell’FBI e aveva promesso di inviare loro tutte le informazioni del Bureau sul caso. Quando però Prudhomme si reca all’ufficio dell’FBI, scopre che Wingate è un uomo diverso da quello con cui ha lavorato.

Prudhomme riesce allora a rintracciare e arrestare il falso Wingate, il cui vero nome si rivela essere Gerald Demus. Tuttavia, non riuscendo a collegarlo ad alcun crimine, l’uomo viene inizialmente scagionato. La squadra di Prudhomme entra però poi in possesso delle prove in grado di collegare le impronte digitali di Demus al precedente omicidio avvenuto in Tennessee e quindi di arrestarlo. Nel frattempo, Demus uccide però la sua sesta vittima, prendendone il busto. Prudhomme teorizza che Demus possa nascondersi in un posto dove hanno già guardato e nella casa della prima vittima trovano i macabri resti delle sue vittime, disposti in modo da assomigliare a un Cristo crocifisso.

Esaminando gli appunti di Demus, Prudhomme si rende conto che per completare il suo lavoro, l’assassino intende prendere il cuore di un bambino nato da una donna di nome Maria il giorno di Pasqua, che è il giorno successivo. Moltz identifica allora un bambino appena nato da una certa Maria e si precipita all’ospedale, dove trova proprio Demus con il bambino. Moltz viene ferito e Prudhomme insegue Demus sul tetto finché non gli spara e recupera il bambino. Demus, cadendo, dal tetto muore. La sua opera rimane così incompleta e Prudhomme può dichiarare chiuso il caso.

Il trailer di Resurrection e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Resurrection grazie alla sua presenza su une delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile a noleggio nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà dunque noleggiarlo pagando la cifra indicata. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video per un tot di ore. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 9 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Basic Instinct: tutto quello che c’è da sapere sul film

Basic Instinct: tutto quello che c’è da sapere sul film

Il regista Paul Verhoeven ha nel corso della sua carriera dato vita ad alcune tra le più celebri pellicole di fantascienza di sempre, da RoboCop ad Atto di Forza e fino a Starship Troopers. Oltre a questo genere, però, nella sua filmografia ricorrono anche una serie di film che presentano una commistione tra sessualità e violenza che ha sempre destato scandalo. Fanno parte di questo filone Fiore di carne, Elle, il recente Benedetta e, naturalmente, il più celebre di tutti: Basic Instinct. Tale pellicola, da lui diretta nel 1992, è ancora oggi uno dei maggiori esponenti del thriller erotico, nonché uno dei maggiori successi del suo decennio.

Già la sceneggiatura di Joe Eszterhas fu al centro di numerosi dibattiti mediatici, divenuta nota tanto per le componenti di sesso e violenza, ma anche per la rappresentazione data di certe situazioni e personaggi. Al momento della sua uscita il film fu poi caratterizzato da diversi divieti e controversie, ma ciò non gli impedì di ottenere degli incassi da record, arrivando ad un totale di oltre 350 milioni in tutto il mondo a fronte di un budget di appena 50. Quarto maggior incasso del suo anno, dietro solo ad Aladdin, Guardia del corpo e Mamma ho riperso l’aereo.

Basic Instinct è dunque un film che a suo modo ha fatto storia, imperdibile per gli amanti del cinema e in particolare di questa tipologia di thriller. Amato e odiato, è un titolo che ancora oggi non lascia indifferenti e ha fatto scuola a tanti altri prodotti simili. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast e ad altre curiosità. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Basic Instinct scena interrogatorio

La trama e il cast di Basic Instinct

Protagonista del film è il detective Nick Curran, il quale è alle prese con un’indagine sul cruento omicidio del ex rockstar Johnny Boz. La principale sospettata dell’omicidio è la seducente Catherine Tramell, famosa scrittrice e psicologa, che si trovava con la vittima la notte del delitto. La donna si dichiara naturalmente innocente, ma la descrizione di un omicidio identico in un suo libro sembra deporre a suo sfavore. Sospettando di lei, ma anche sentendosene fortemente attratto, Nick inizierà ad indagare nel passato della donna, scoprendo una serie di eventi sempre più compromettenti. Più il suo rapporto con lei si stringe, inoltre, più si accorgerà di star finendo in una trappola.

Come noto, per i ruoli di Nick Curran e Catherine Tramell la produzione valutò tutti i più celebri attori di quel momento. Nessuno sembrava però disposto a recitare nel film, principalmente per via delle controverse scene di sesso previste. Alla fine i due personaggi furono interpretati da Michael Douglas e Sharon Stone, all’epoca ancora poco conosciuta. Douglas accettò di svolgere ogni scena per lui prevista, anche le più pericolose, ma si rifiutò di dar vita a dei nudi frontali. La Stone raccontò invece di essere stata particolarmente nervosa per l’intera durata del set, ma che quella sensazione la aiutò a rimanere nel personaggio.

Basic Instinct: la scena dell’interrogatorio e delle gambe

La scena più nota del film è senz’altro quella dell’interrogatorio, durante il quale il personaggio interpretato da Sharon Stone, mentre risponde alle domande dei poliziotti, accavalla le gambe, mostrando, senza lasciare nulla all’immaginazione, di non indossare alcun indumento intimo. Ancora oggi è una delle scene più celebri degli ultimi decenni di cinema, nota perfino a chi non ha mai visto il film. Ovviamente non sono mancate anche diverse critiche nei confronti di questa scena, talvolta giudicata come troppo esplicita e fuori luogo. Il principale mistero rimane però quello relativo a quanto questa sia stata frutto del caso o meno. Il regista non ha mai chiarito a riguardo, anche se è noto che la Stone non la apprezzi, avendo affermato di non essere stata al corrente di cosa realmente si sarebbe visto.

Basic Instinct cast

Chi è l’assassino di Basic Instinct? Ecco la spiegazione del finale

Nel finale del film, Nick scopre che Catherine ha avuto un’avventura sessuale al college con Lisa Hoberman, che poi si rivelò ossessionata da lei. Successivamente, Nick scopre che Lisa non è altro che la sua ex, Beth. Riesce così ad incastrarla, ma non prima che questa sia riuscita ad uccidere Gus. Il caso sembra dunque risolto, ma nell’ultima scena, quando Nick torna a casa sua e dove trova Catherine ad aspettarlo e i due fanno poi l’amore, lei sembra intenzionata ad afferrare il punteruolo posizionato sotto il letto. Mentre sta per uccidere Nick, però, lascia andare l’arma perché ormai è innamorata di lui, e i due continuano il rapporto sessuale. Resta dunque il dubbio su quanto l’assassina di questa storia fosse solo Beth o se anche Catherine fosse una sua complice.

Basic Instinct 2: il sequel del film

A distanza di 14 anni dall’originale Basic Instinct, nel 2006 è stato realizzato anche un sequel, intitolato semplicemente Basic Instinct 2. Questo non vanta più la regia di Verhoeven ma quella di Michael Caton-Jones, noto per titoli come The Jackal e Colpevole d’omicidio. Questo sequel, per la gioia dei fan, vede però il ritorno della Stone nei panni di Catherine Tramell, coinvolta in nuovi omicidi a Londra. Accanto a lei non vi è più Michael Douglas, il quale si riteneva troppo vecchio per riprendere il personaggio, bensì David Morrissey, David Thewlis e Charlotte Rampling. Basic Instinct 2, tuttavia, fu un cocente flop al box office e i miseri incassi spinsero i produttori a bloccare ogni eventuale altro piano per il futuro.

Basic Instinct: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Basic Instinct grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Infinity+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 9 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Zack Snyder spiega perché preferisce il Batman di Ben Affleck al Cavaliere Oscuro di Christian Bale

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Quando si è saputo che Ben Affleck era stato scelto per interpretare il Cavaliere Oscuro del DCEU in Batman v Superman: Dawn of Justice, la reazione è stata innegabilmente contrastante.

Alla fine l’attore ha dimostrato che i suoi detrattori si sbagliavano e, nonostante abbia recitato in alcuni film di che non sono piaciuti a tutti, ha lasciato il segno nel ruolo dell’iconico supereroe della DC Comics. Purtroppo, il reboot del DCU significa che il suo tempo con il mantello e il cappuccio è finito.

Non sappiamo chi sarà il successore di Ben Affleck, ma Robert Pattinson ha già assunto il ruolo nella serie The Batman di Matt Reeves. Prima che la star di Daredevil vestisse i panni di Batman, è stato Christian Bale a portare in vita Bruce Wayne sullo schermo nella Trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.

Parlando con Joe Rogan all’inizio di questa settimana, il regista di Justice League Zack Snyder oltre a chiedersi perché alcuni fan lo odiano ha condiviso la sua opinione su ciò che dà al Batman di Ben Affleck un vantaggio rispetto a quello di Christian Bale.

È questo il motivo per cui ho voluto [Ben] Affleck, perché per me Batman è un tipo grosso“, ha detto Zack Snyder. “Affleck è alto un metro e novanta, sapete?

È un tipo davvero grosso. E le scarpe, gli stivali sono di circa due pollici, quindi è letteralmente quasi due metri nel costume. Quando esce con il costume – voglio dire, gli abbiamo messo un po’ di muscoli, e c’è una tuta muscolare sotto il costume, ed è, legittimamente, una cosa spaventosa“.

Sai, se ne sta lì in piedi e tu pensi: ‘Porca puttana’. Tipo, amico… il mento è così folle, con quel cappuccio. Voglio dire, guardatelo, per me è davvero Batman“.

Rogan ha tirato in ballo l’interpretazione di Christian Bale, al che Snyder ha risposto semplicemente: “È un grande Batman, ma è ancora, come dire, un metro e ottanta” (ha poi chiarito che non era “scortese” e che semplicemente preferisce il Batman più ingombrante di alcuni fumetti).

È chiaro che Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller è stato una grande fonte di ispirazione per il regista durante il suo periodo nel DCEU, cosa che Zack Snyder ha ribadito parlando della corporatura di Batman.

Se guardate Dark Knight Returns, c’è una battuta in cui cerca di impugnare la pistola di qualcuno e il suo dito non riesce a entrare nella guardia del grilletto perché è così grande“, ha spiegato. “Mi piacciono cose del genere. Ha il dono genetico di essere un tipo così grosso“.

E, a parte questo, i suoi genitori sono stati uccisi davanti a lui, ed è anche un miliardario… Vuoi che non sia solo una di queste cose, giusto? Devono essere tutte queste cose perché lui possa fare quello che può fare“.

LEGO DC Batman: lo skyline di Gotham City di LEGO è perfetto per i fan di Batman: The Animated Series

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LEGO e Warner Bros. Discovery hanno presentato un nuovo set per celebrare l’85° anniversario di Batman. Il nuovo set LEGO DC Batman Gotham City Skyline è una fedele ricostruzione di Gotham City come appare in Batman: The Animated Series. Il set da 4.210 pezzi – che misura 17″ x 30″ x 3″ – ricrea meticolosamente i luoghi iconici dell’amata serie animata, tra cui il tribunale di Gotham City, il manicomio di Arkham, il classico Batwing e il Bat-Segnale.

Come altri set di questa portata, è anche pieno di divertenti easter eggs e riferimenti alla serie, oltre a dettagli nascosti che possono essere scoperti in alcune parti del set che si aprono e permettono di sbirciare all’interno. Oltre a ricreare lo skyline, il set è dotato di minifigure di Batman, Catwoman, Joker e Harley Quinn.

Ogni minifigure appare come nella serie animata ed è dotata di un proprio accessorio: Batman, un batarang; Catwoman, un diamante e una frusta; Joker, del tritolo; Harley Quinn, una pistola. Tutti e quattro i personaggi possono essere esposti su un trespolo tra due gargoyle.

Per quanto riguarda i set LEGO Batman, questo è senza dubbio uno dei migliori. Non solo è basato su uno degli adattamenti più amati del Crociato incappucciato, ma è anche ricco di dettagli intricati.

Tuttavia, ha un prezzo un po’ alto. In arrivo ad aprile, LEGO DC Batman Gotham City Skyline costa 299,99 € il che, considerando il prezzo dei LEGO di questi tempi, è piuttosto ragionevole, soprattutto per un set di questa portata.

Non sembra esserci una data di pre-ordine, ma il set sarà disponibile per i LEGO Insider a partire dal 1° aprile 2024.

Per tutti gli altri, sarà in vendita pochi giorni dopo, il 4 aprile 2024. Ancora oggi, Batman: The Animated Series è considerata una delle più grandi serie animate mai realizzate.

Debuttata nel 1992 su Fox Kids, la serie è stata apprezzata per il suo tono maturo, la scrittura, l’estetica visiva e il doppiaggio. La serie ha avuto come protagonista il compianto Kevin Conroy come voce di Bruce Wayne/Batman.

A prestare la voce a uno dei suoi nemici più iconici è stato nientemeno che Mark Hamill che, a tutt’oggi, è considerato uno dei migliori attori di Joker. La serie è anche nota per aver introdotto l’assistente di Joker, Harley Quinn, che da allora è diventata un personaggio mainstream.

Razzie Awards 2024, tutti i vincitori: doppia vittoria per Megan Fox

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È stata la versione horror dell’orsacchiotto più amato dai bambini a trionfare ai Razzie Awards 2024, insieme a Megan Fox e Sylvester Stallone che hanno portato a casa il (dis)riconoscimento per i peggiori attori. Come ogni anno, ecco i vincitori del peggio del cinema, in attesa degli Oscar 2024 la notte prossima.

Film

“Winnie the Pooh: Blood and Honey”

Attore

Jon Voight / “Mercy”

Attrice

Megan Fox / “Johnny & Clyde”

RAZZIE® REDEEMER AWARD 

La nominata del 1998 e attuale Presidente del SAG/AFTRA Fran Drescher, per la sua brillante guida del sindacato degli attori in occasione delle proteste e dello sciopero del 2023, concluso con successo.

Attrice non protagonista

Megan Fox / “I Mercenari 4

Attore non protagonista

Sylvester Stallone / “I Mercenari 4

Coppia sullo schermo

Pooh & Pimpy in “Winnie the Pooh: Blood and Honey”

REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL

“Winnie the Pooh: Blood and Honey”

Regista

Rhys Frake-Waterfield / “Winnie the Pooh: Blood and Honey”

Sceneggiatura

Rhys Frake-Waterfield / “Winnie the Pooh: Blood and Honey”

Imaginary: aspettando il nuovo horror Blumhouse, 10 film sull’amico immaginario

Il prossimo 14 marzo arriva in sala Imaginary, il nuovo figlio di Blumhouse che, dopo il successo di M3gan e Five Nights at Freddy’s torna al cinema con l’intenzione di spaventare grandi e piccini. Questa volta lo fa con una storia che scomoda uno dei grandi archetipi della narrazione fantastica: l’amico immaginario.

Il cinema è pieno di storie che raccontano, con toni e declinazioni diverse, attraversando i generi e le età, di personaggi con amici immaginari più o meno simpatici o pericolosi. Ecco un breve viaggio all’interno di questo topos narrativo che ha ispirato narratori di ogni genere cinematografico.

Imaginary

Imaginary film 2024

In sala dal 14 marzo distribuito da Eagle Pictures, Imaginary esplora l’innocenza degli amici immaginari, ponendo una domanda inquietante: Sono davvero frutto dell’immaginazione dei bambini o c’è qualcosa di più terrificante e oscuro che si nasconde? Quando Jessica (DeWanda Wise)  torna a vivere con la sua famiglia nella casa dove è cresciuta, la figliastra Alice (Pyper Braun) avventurandosi in cantina, trova un orsacchiotto di peluche di nome Teddy. Fin da subito sviluppa un inquietante attaccamento con lui, dapprima in modo giocoso e poi sempre più sinistro. Quando il comportamento di Alice diventa sempre più preoccupante, Jessica si rende conto che il tenero Teddy è molto più dell’orso di peluche che lei credeva.

Per amore dello spettacolo e del brivido, il film prende in considerazione l’idea che un amico immaginario possa indurre ad azioni spaventose, idea non proprio nuova ma che nelle mani della sapiente casa degli incubi della Blumhouse può trasformarsi in oro al box office.

Elliot il drago invisibile

Elliot il drago invisibile

Cominciamo con un grande classico del genere fantasy per ragazzi. Pur non essendo esattamente immaginario ma piuttosto “invisibile”, come da titolo, Elliott è il simpatico co-protagonista di questa storia, in cui Peter, un bimbo orfano, ha come unico amico proprio il drago magico che porta il caos in un piccolo villaggio di pescatori nel Maine quando cerca di aiutare proprio Peter a scappare dalla casa della perfida famiglia adottiva.

La storia si sviluppa come la più classica delle avventure fantastiche, in cui il piccolo protagonista trova alla fine una famiglia, mentre l’aiutante magico vola via per andare a aiutare altri bambini in difficoltà. Il grande classico Disney in tecnica mista del 1977 è stato rifatto nel 2016 da David Lowery con Bryce Dallas Howard.

Fight Club

fight-club-cattivo

Sembra strano che un tale titolo si trovi in questo elenco, eppure, a ben vedere il protagonista senza nome di Fight Club trova effettivamente un amico (immaginario) in Tyler Durden, anche se poi alla fine scopriremo che si tratta semplicemente di un se stesso più “fico e rilassato”.

Il protagonista e Tyler Durden sfogano la loro aggressività creando un club di combattimento, che assume rapidamente connotati rivoluzionari, fino a mettere l’uomo in condizioni di dover fronteggiare la sua vera identità. Trai film culto della storia del cinema, Fight Club rappresenta un passaggio obbligato quando si parla di cinema e di personaggi immaginari, dal momento che su questo elemento si fonda poi tutta la storia del film.

La profezia dell’armadillo

La profezia dell'armadillo

Ebbene non poteva mancare in questa lista la versione italiana e moderna dell’amico immaginario. Si tratta proprio di quell’armadillo del titolo e che ormai l’immaginazione collettiva sente parlare nella propria testa con la voce di Valerio Mastandrea. Cinico e saggio, aspramente critico ma sempre di supporto, l’amico immaginario di Zero in La profezia dell’armadillo è davvero la sua coscienza.

Il personaggio diventa tanto più importante quanto più la storia avanza e dai toni svogliati e ironici della prima parte si procede verso le rivelazioni più serie e drammatiche della seconda parte del film. L’armadillo, in quelle circostanze, assume un ruolo decisamente importante per il giovane Zero. Lo stesso personaggio, che è nato sulle pagine dei fumetti, è diventato poi una icona pop anche grazie alle serie Netflix di Zerocalcare: Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo.

Jojo Rabbit

JoJo Rabbit

Nel 1945, un ragazzino tedesco scopre che la madre nasconde una giovane ebrea in soffitta. Aiutato dall’amico immaginario, Adolf Hitler, Jojo deve fare i conti con la sua infantile e cieca fiducia verso il regime. Il film Jojo Rabbit di Taika Waititi, che ha intenerito i cuori di tutto il mondo cinefilo qualche anno fa, ha anche offerto una storia di amicizia davvero sopra le righe.

Il piccolo Jojo idealizza così tanto il nazionalsocialismo che conferisce al suo amico immaginario le fattezze di Hilter (interpretato da Waititi stesso). Questa scelta, che sembra così azzardata, è in realtà perfetta per far capire al pubblico quanto la passione del protagonista per il regime non sia altro che un desiderio di appartenenza che viene sublimato attraverso questa comica e buffonesca figura baffuta. Il finale del film rimetterà tutto poi nella giusta prospettiva, con Jojo che si allontana dalla vera natura della dittatura.

A Beautiful Mind

Jennifer Connelly A Beautiful Mind

Il biopic di Ron Howard che racconta la vita e la malattia di John Nash sceglie di drammatizzarne la schizofrenia del protagonista. Il film racconta della paranoia di Nash: parallelamente alla sua ricerca matematica e alla sua storia d’amore, il protagonista scivola sempre di più nella sua malattia mentale, aiutato soltanto dall’amico Charles Herman che si presenta a lui in compagnia di sua figlia, la piccola Marcee.

Soltanto verso la fine del film scopriamo che Charles è in effetti un amico immaginario per il professor Nash, una illusione frutto della sua schizofrenia di tipo paranoide. Molto dopo la realizzazione del film, che ha avuto un enorme successo ed è arrivato fino agli Oscar, il professor Nash, quello vero, ha detto pubblicamente che quelle visioni non lo hanno mai abbandonato, salvo il fatto che da un certo punto in poi ha imparato a gestirle come allucinazioni, e non come… amici.

Lars e una ragazza tutta sua

Lars e una ragazza tutta sua

Lars è molto timido e fa fatica a socializzare ma crea un legame con una bambola di plastica a grandezza naturale. La famiglia è preoccupata ma il medico li avvisa di assecondare l’uomo e di fingere che si tratti di una donna reale. Sarà la stessa bambola, Bianca, a “trovare il modo” di aiutare Lars a trovare la sua strada e di aprirsi, con molta cautela, a delle relazioni reali.

Il film, che si avvale di una straordinaria interpretazione di un giovanissimo Ryan Gosling, racconta di una “innamorata immaginaria”, che riesce a trovare spazio nella timidezza di un uomo proprio perché non chiede e non ambisce, non lo mette in difficoltà con nessuna pretesa, ma esiste al suo fianco, per quanto finta, presenza confortante.

Il mio amico Eric

Il mio amico Eric

Eric, un postino di mezz’età che vive e lavora a Manchester, si trova in un momento critico della propria vita. Una sera gli si materializza davanti Eric Cantona, il suo idolo, stella del Manchester United del quale è un grande tifoso. Il campione con la sua “filosofia” lo aiuterà ad affrontare il suo passato, riavvicinandosi a Lily, e lo spronerà a chiedere l’aiuto dei suoi colleghi e amici tifosi per togliere dai guai uno dei suoi figliastri, che nel frattempo si è messo in affari con un pericoloso criminale.

Il primo e a oggi unico film in cui Ken Loach ricorre a un espediente soprannaturale è un ritratto affettuoso e tenero di un’amicizia maschile tra un uomo e il suo mito, un simbolo ma anche un consigliere e un supporto reale, per quanto presenza immaginaria, che porta un vero e proprio beneficio alla vita di Eric.

Mr. Beaver

Mr. Beaver

Ci avviciniamo a una declinazione di “amico immaginario” che diventa pian piano sempre più inquietante e questo film diretto da Jodie Foster sicuramente offre una versione insolita di questo archetipo narrativo. La storia è quella di Walter Black che dopo una vita nell’industria dei giocattoli cade in depressione. Torna pian piano alla vita solo grazie a Mr. Beaver, una marionetta/castoro che si impossessa pian piano della sua personalità, fino a conseguenze tragiche.

Il castoro immaginario che prima salva la vita e poi guida alla pazzia il protagonista del film, con il volto di Mel Gibson, viene poi trattato nel film come un vero e proprio disturbo della personalità, un disturbo di schizofrenia che solo nel finale verrà trattato come tale e curato, per portare il protagonista verso la guarigione.

Shining

Shining

Continuando ad avvicinarci all’inquietudine orrorifica di amici immaginari per niente consolanti, anche il capolavoro di Stanley Kubrick offre una declinazione di amico immaginario che nulla ha da invidiare agli esempi fino a ora riportati. Tutti conosciamo la storia di Jack Torrance e di come scivola progressivamente nella pazzia all’interno dell’Overlook Hotel. Ma prima di arrivare a brandire l’ascia contro moglie e figlia, Jack ha modo di parlare a lungo con il suo amico barista, l’immaginario Lloyd, che gli offre dei consigli di vita non proprio salutari.

Ma dato che la mela non cade mai troppo lontano dall’albero, anche il piccolo Danny, figlio di Jack, ha un amico immaginario: Tony, l’inquietante compagno di giochi che diventa quasi un angelo custode per il piccolo e gli preannuncia gli orrori che da lì a poco potrebbero accadere. Anche se Shining è un film che non farebbe mai pensare direttamente a amici immaginari, offre in realtà ben due esempi calzanti di questo archetipo.

Damsel: recensione del film con Millie Bobby Brown

Damsel: recensione del film con Millie Bobby Brown

In occasione della Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne è una produzione Netflix a ricordare alle donne che devono salvarsi da sole, e non solo dai draghi: Damsel. Dimenticate i racconti in cui un prode cavaliere porta soccorso a una damigella in difficoltà perché non è questo il caso, avverte una voce fuori di campo fin dalle prime battute di Damsel, il nuovo film di Juan Carlos Fresnadillo in uscita sulla piattaforma proprio l’8 marzo. Un film che gioca sulle atmosfere del fantasy per portare in realtà un messaggio concreto, a qualunque livello di lettura si scelga di affrontarlo.

A testimoniare l’importanza attribuita all’operazione sono i nomi di rilevanza presenti nel cast che partecipano al film con quello che si potrebbe definire come poco più di un cammeo, come Angela Bassett e Robin Wright Penn. Entrambe le attrici sono note per aver più volte manifestato pubblicamente la richiesta di maggiori diritti per le donne: nel 2016 Wright Penn, protagonista di House of Cards, ha intavolato una dura contestazione con la produzione della serie per rivendicare la parità salariale con il collega Kevin Spacey.

In Damsel i loro ruoli incorniciano l’interpretazione della ventenne Millie Bobby Brown, volto e corpo in azione della principessa Elodie la quale, perse le speranze di poter contare su un cavaliere in arrivo su un un destriero bianco, giocoforza deve diventare lei stessa un guerriero. Le riprese di Damsel hanno impegnato Brown sia davanti che dietro la macchina da presa, dal momento che, oltre che protagonista è anche produttrice del fim. L’attrice inglese si è fatta notare appena tredicenne per la sua interpretazione di Undici, personaggio della serie Stranger Things dei Duffer Brothers che le è valso due candidature agli Screen Actors Guild Award e due agli Emmy Award come miglior attrice non protagonista: la più giovane di sempre ad ottenere la nomination.

Damsel: una storia fantasy trasmette un messaggio di grande realismo

Damsel Millie Bobby Brown
Credit Netflix

La storia di Damsel attinge al classico schema del viaggio dell’eroe ribaltandone alcuni cliché, primo fra tutti, quello annunciato di un principe azzurro che è meglio dimenticare. Principessa di una terra sterile e battuta dal vento, Elodie riceve una proposta di matrimonio e con essa la possibilità di ottenere un riconoscimento in monete d’oro che può portare respiro alle casse del regno. Di fronte a un popolo stremato dalla fame, il sogno del grande amore le appare una distrazione che non può permettersi ma niente toglie che possa ancora sperare fino all’incontro con il promesso sposo.

Il sorriso di Nick Robinson (Noi siamo tutto) che lo impersona sembra aprire ad un futuro di felicità, non fosse che proprio la sua mano apre alla giovane la porta dell’inferno. Non è forse quello che succede ad oltre il 60% delle donne, le quali, secondo un’indagine ISTAT del 2014, subiscono le forme più gravi di violenza proprio ad opera dei partner, dei parenti o degli amici, ovvero delle persone di cui più si fidano. 

Da ‘Damigella’ a ‘Cavaliere’

Damsel rappresenta un percorso di liberazione dalla gabbia delle proprie illusioni simboleggiato dal vestito da sposa ‘costruito’ intorno a una rigida ma vuota armatura che impedisce alla sposa i movimenti, senza tuttavia proteggerla, e rappresenta la tradizione che costringe le donne in ruoli fin troppo precisi. ‘Donne non si nasce, si diventa’, ammoniva già nel 1949 Simone De Beauvoir dalle pagine de Il Secondo Sesso, ‘Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna’.

Elodie dovrà dire addio alla crinolina per salvarsi dal destino di morte che il suo uomo ha scelto per lei. Un aspetto significativo del percorso che porterà la principessa a diventare il cavaliere che avrebbe voluto al fianco è l’acquisizione della capacità di discernere chi sono i veri draghi: non sempre i più temibili sono quelli che sputano apertamente fuoco e a volte le fiamme covano a lungo prima che le ustioni diventino visibili.

Da questa nuova prospettiva, non sempre i nemici meritano di rimanere tali fino alla fine. Affrontare il mostruoso, infatti, non significa lasciarselo alle spalle una volta per tutte, dimenticare, bensì sapere implementare quanto di oscuro si è vissuto per farne la propria forza e andare incontro con un maggior senso di completezza al domani.

Damsel ha i contorni di una favola leggera ma attraverso il linguaggio simbolico tocca corde capaci di risuonare più a lungo dei servizi giornalistici che accompagnano una giornata, vale la pena ricordarlo, che non è una mera celebrazione rivolta al passato ma una progressione in corso verso una serie di diritti di dignità e uguaglianza che ancora oggi, nel 2024, devono essere pienamente riconosciuti.

The Mandalorian: brutte notizie per la serie ma ottime per il film The Mandalorian & Grogu

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Mentre Pedro Pascal presta la voce (e il volto) a Din Djarin in The Mandalorian, sono Brendan Wayne e Lateef Crowder a indossare l’iconica armatura sul set.

All’inizio di quest’anno abbiamo appreso che la Lucasfilm ha deciso di andare avanti con The Mandalorian & Grogu, un’avventura per il grande schermo dell’amato duo che sembra sostituire la quarta stagione di The Mandalorian. La notizia ha entusiasmato e deluso i fan in egual misura, ma resta la speranza che questi episodi arrivino su Disney+.

Brendan Wayne ha recentemente parlato del suo lavoro nella galassia di Star Wars e ha confermato le recenti indiscrezioni sulla data di inizio delle riprese di The Mandalorian & Grogu.

Quello che continuo a sentire ovunque è che [le riprese inizieranno a] giugno“, dice nel video qui sotto. “Credo che Jon [Favreau] abbia detto giugno”. Wayne ha detto di “sapere tutto ciò che accadrà nel film”, aggiungendo che “non avrebbero potuto dare il via libera a qualcosa senza una sceneggiatura“.

Nonostante non abbia potuto condividere i dettagli, quando all’attore e stuntman è stato chiesto se ci sarà una quarta stagione de I Mandaloriani, ha aggiunto: “No [la quarta stagione]. So che faremo sicuramente un film, ecco cosa so“.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di Star Wars e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

In precedenza è stato riferito che la sceneggiatura di Jon Favreau per la quarta stagione si è trasformata in un film dopo gli scioperi della WGA dello scorso anno. Tuttavia, dal momento che The Mandalorian è un’attrazione così grande su Disney+, i nuovi episodi potrebbero ancora seguire da qualche parte nel prossimo futuro.

Wayne si è anche affrettato a chiarire che questo film non è stato realizzato in fretta e furia per fare cassa. “Vi dirò, onestamente, che Jon Favreau non lo farebbe mai. Capisco che la produzione, come lo studio, abbia detto: ‘Ehi, fai un film, non fai la quarta stagione?’. Se è così che è andata. È giusto, perché è nel loro interesse“.

Tutto quello che sappiamo sul film The Mandalorian & Grogu

The Mandalorian & Grogu inizierà la produzione quest’estate a Los Angeles. Jon Favreau è produttore esecutivo insieme a Filoni e Kennedy, che ha descritto la “nuova storia” come “perfetta per il grande schermo”. Con Pedro Pascal nel ruolo del cacciatore di taglie con l’elmetto Din Djarin, The Mandalorian ha segnato la prima serie televisiva di Star Wars in live-action quando è stata lanciata su Disney+ nel novembre 2019. Nel 2023 è andata in onda la terza stagione, che si è conclusa con l’insediamento di Din e Grogu – il suo apprendista mandaloriano e figlio adottivo – sul pianeta Nevarro, un tempo privo di vegetazione.

È lì che Din diventa un sicario della neonata Nuova Repubblica, stringendo un patto con il Capitano Carson Teva (Paul Sun-Hyung Lee), ranger di Adelphi, per dare la caccia ai resti imperiali ancora fedeli all’Impero caduto. “Sono entusiasta di quello che stiamo facendo in questo momento, ma il film, credo, sarà grandioso“, ha dichiarato recentemente Filoni, sceneggiatore, regista e produttore di The Mandalorian, a ET. “Con Jon al timone, sarà fantastico, e lui ha studiato così bene Star Wars ora, quindi ha una grande stenografia e amo collaborare con lui. Sono entusiasta di condividere il futuro di quello che stiamo facendo“.

Watch Dogs: l’adattamento in live action sarebbe in lavorazione alla New Regency

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Gli adattamenti di videogiochi continuano ad arrivare e l’ultimo sarebbe basato su una popolare serie Watch Dogs di Ubisoft. Deadline riporta che un film basato su Watch Dogs è in lavorazione presso la New Regency. Non si sa molto dell’adattamento, ma la star di Talk To Me Sophie Wilde è in trattative per recitare nel film.

Il regista francese Mathieu Turi si occuperà della regia con una sceneggiatura originale scritta da Christie LeBlanc. Christie LeBlanc è nota per aver scritto la sceneggiatura di Oxygen di Netflix, un thriller fantascientifico basato sulla sceneggiatura di O2 della Black List del 2016.

Il cuore di Watch Dogs

Sebbene non si conoscano ancora i dettagli specifici della storia di questo film, possiamo presumere che la premessa sarà strettamente legata ai giochi. Fino ad oggi sono stati pubblicati tre giochi di Watch Dogs e, sebbene presentino personaggi principali diversi con vari obiettivi da raggiungere, tutti ruotano in gran parte attorno ai protagonisti hacker invischiati nella malavita, che affrontano aziende corrotte, boss del crimine e hacker rivali.

I giochi sono tipicamente ambientati in versioni romanzate di città reali. Il cuore di queste città è il ctOS (sistema operativo centrale), una rete informatica romanzata che collega tra loro tutti i dispositivi elettronici della città e memorizza le informazioni personali della maggior parte dei cittadini.

Quanti giochi sono il franchise di Watch Dogs?

Il nucleo del gameplay di ogni gioco di Watch Dogs consiste nell’hackerare questo sistema per ottenere un vantaggio sui nemici. I giocatori possono accedere al ctOS e utilizzare vari dispositivi che li assistono nei combattimenti, nella furtività o negli enigmi. Il primo gioco Watch Dogs è uscito nel 2014 ed è ambientato in una versione romanzata dell’area di Chicago.

La storia segue la ricerca di vendetta dell’hacker/vigilante Aiden Pearce dopo l’uccisione di sua nipote. Watch Dogs 2 è uscito nel 2016 e ci ha portato in una versione romanzata della baia di San Francisco. Il gioco seguiva un hacker di nome Marcus Holloway che lavorava con il gruppo di hacker clandestini DedSec per distruggere l’avanzato sistema di sorveglianza della città. Il gioco più recente della serie di videogiochi è Watch Dogs: Legion, uscito nel 2020. Questo gioco ci porta oltreoceano, in una Londra futuristica e distopica.

La storia segue il sindacato di hacker DedSec nel tentativo di ripulire il proprio nome dopo essere stato incastrato per una serie di attentati terroristici. Ciò che rende questo gioco particolarmente unico è che si può giocare nei panni di chiunque si trovi in città. Ogni personaggio che incontrate può unirsi alla vostra squadra, portando con sé una storia, una personalità e delle abilità uniche.

Oscar 2024: chi vincerà? Le previsioni per la Notte degli Oscar

Oscar 2024: chi vincerà? Le previsioni per la Notte degli Oscar

Il 5 marzo scorso si sono chiuse le votazioni dell’Academy per gli Oscar 2024 e quindi è giusto dire che i giochi sono fatti. Molto presto, quando i conteggi saranno terminati, ci saranno delle buste con i nomi dei vincitori custoditi all’interno, i nuovi premi Oscar.

Il blockbuster di Christopher Nolan, Oppenheimer, che racconta la saga del padre della bomba atomica, occupa almeno in partenza il posto d’onore, pronto a portare a casa il maggior numero di premi. Avendo ottenuto tutti i principali riconoscimenti del settore e delle gilde – Golden Globe, Critics Choice, DGA, BAFTA, SAG e PGA – è il primo film a collezionare, fino a questo momento, una “stagione perfetta” dai tempi di Argo (2012). Il film biografico della Universal Pictures potrebbe eguagliare il record stabilito da West Side Story del 1961, che ha ottenuto ben 10 statuetta, il film che occupa il secondo posto nella classifica dei film più premiati della storia (ma sul primo gradino ci sono ben tre film: Ben-Hur, Titanic e Il Ritorno del Re).

Per quanto riguarda le categorie dedicate alla recitazione, per quanto possano essere bloccate quelle dei non protagonisti, sono altrettanto combattute e aperte quelle per i protagonisti: Robert Downey Jr. (Oppenheimer) e Da’Vine Joy Randolph (The Holdovers) hanno rubato cuori con le loro performance e praticamente hanno a ragione il premio Oscar in tasca. Per quanto riguarda il migliore attore protagonista, i due contendenti principali sono Cillian Murphy, magnetico e tormentato scienziato, e Paul Giamatti, goffo e cinico professore, anche se Jeffrey Wright per American Fiction sembra tallonare il podio.

Per quello che riguarda la migliore attrice, la competizione è quanto mai feroce e apertissima. La trasformazione di Emma Stone in una donna con un cervello da bambina in Povere Creature! di Yorgos Lanthimos ha raccolto un notevole sostegno. Eppure la rivoluzionaria vittoria di Lily Gladstone ai SAG Awards per la sua avvincente raffinatissima in Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese potrebbe aver dato lo slancio necessario all’attrice, la cui vittoria potrebbe segnare la storia degli Oscar diventando la prima attrice nativa americana a conquistare il premio. Considerato che molti voti dei membri internazionali dell’Academy potrebbero andare a Sandra Hüller per la sua immensa interpretazione in Anatomia di una caduta, Gladstone potrebbe giovare di una dispersione di voti per Stone, che pure è sostenuta dai votanti europei fedeli a Lanthimos.

Per quello che riguarda Barbie, invece, il film sembra destinato a portare a casa sicuramente il premio per la migliore canzone originale “What Was I Made For?”, vincitrice del Grammy, e potrebbe doversi accontentare di qualche premio tecnico, ammesso che la giuria non preferisca scenografia e costumi di Povere Creature!. Difficile che Greta Gerwig (con Noah Baumbach) porti a casa il premio per la sceneggiatura adattata, nella stessa categoria in cui American Fiction sembra il titolo favorito.

Stando alle nostre previsioni per gli Oscar 2024, Oppenheimer potrebbe portare a casa ben otto statuette, Povere Creature! con due e tutti gli altri titoli nominati almeno con un premio. Cosa accadrà nella notte tra il 10 e l’11 marzo prossima?

Ecco le previsioni agli Oscar 2024

Miglior Film

Migliore attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Migliore attore non protagonista

Migliore attrice non protagonista

Migliore regia

Migliore Sceneggiatura (Adattata)

Migliore Sceneggiatura (Originale)

Miglior film internazionale

Miglior film d’animazione

Miglior Montaggio

Migliore fotografia

Migliore scenografia

Migliori costumi

Migliore colonna sonora

Miglior canzone originale

  • Vincerà: What Was I Made For? – Barbie
  • Potrebbe vincere: I’m Just Ken – Barbie

Miglior Makeup e Hairstyling

Miglior sonoro

Migliori effetti visivi

Miglior Documentario

  • Vincerà: 20 Days in Mariupol
  • Potrebbe vincere: To Kill a Tiger

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N.B. Per quanto riguarda le ultime tre categorie (Miglior cortometraggio – Miglior corto documentario – Miglior cortometraggio d’animazione) ci è impossibile esprimere un giudizio dal momento che nessuno dei titoli candidati è stato visto dalla redazione.

J.K. Rowling sta affrontando un’azione legale per presunta transfobia

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L’autrice di Harry Potter, J.K. Rowling, è diventata una figura molto divisiva da quando, alcuni anni fa, sono stati resi pubblici i suoi sentimenti sul genere e sulla comunità trans, e la scrittrice ha continuato ad allontanarsi ulteriormente dalla sua fanbase, un tempo fedele, con quella che molti percepiscono come retorica anti-trans.

La Rowling, che in alcuni circoli di fan di Harry Potter è stata soprannominata Colei-Che-Non-Deve-Essere-Nominata, è sempre rimasta fedele alle sue idee e ha raddoppiato le sue posizioni, ma ora la controversa scrittrice potrebbe dover affrontare un’azione legale.

L’emittente India Willoughby ha rivelato di aver presentato una denuncia alla polizia contro la Rowling per presunta transfobia durante un’intervista a Byline TV mercoledì sera, affermando di averla denunciata alla polizia di Northumbria per averla ripetutamente fraintesa online nell’ambito di una faida in corso.

J.K. Rowling ha sicuramente commesso un crimine. Io sono legalmente una donna. Sa che sono una donna e mi ha chiamato uomo“, ha dichiarato l’ex concorrente del Celebrity Big Brother. “È una caratteristica protetta, e questa è una violazione sia dell’Equalities Act che del Gender Recognition Act. L’ha twittato a 14 milioni di follower“.

Willoughby ha continuato: “Ho denunciato J.K. Rowling alla polizia per quello che ha detto, che non so se sarà trattato come un crimine d’odio, una comunicazione malevola – ma è un’offesa semplice, per quanto mi riguarda“.

Cosa ha risposto J.K. Rowling?

I rappresentanti della polizia di Northumbria non si sono espressi, ma la Rowling ha risposto a Willoughby via Twitter.

Le opinioni critiche di genere possono essere protette dalla legge in quanto convinzioni filosofiche. Nessuna legge obbliga qualcuno a fingere di credere che India sia una donna. Consapevole come sono che è un reato mentire alle forze dell’ordine, dovrò semplicemente spiegare alla polizia che, a mio avviso, India è un classico esempio di narcisista maschile che vive in uno stato di rabbia perpetua per il fatto di non poter costringere le donne a prenderlo in considerazione“.

I prossimi progetti di J.K. Rowling

Lo scorso anno, Warner Bros. Discovery ha annunciato ufficialmente che una nuova serie di Harry Potter è attualmente in fase di sviluppo per il servizio di streaming HBO Max. La serie tv di Harry Potter sarà un reboot completo dei popolari film, con un cast completamente nuovo, e il piano è di riadattare i romanzi di partenza con ogni stagione dedicata a uno dei sette libri.

La notizia ha ricevuto una reazione piuttosto contrastante, e non solo perché molti fan ritengono che i film abbiano adattato la storia in modo perfetto. Il fatto che la Rowling sia coinvolta ha suscitato molte critiche, ma all’epoca il presidente della HBO Casey Bloys ha liquidato le preoccupazioni come una “conversazione molto online“.

Più recentemente, il capo della WBD David Zaslav ha dichiarato di essere volato a Londra per incontrare la Rowling in merito alla serie.”Abbiamo trascorso del tempo reale con J.K. e il suo team“, ha detto Zaslav. “Entrambe le parti sono entusiaste di riavviare questo franchise. Le nostre conversazioni sono state fantastiche e non potremmo essere più entusiasti di quello che ci aspetta. Non vediamo l’ora di condividere un decennio di nuove storie con i fan di tutto il mondo su Max“.

DAMSEL con Millie Bobby Brown è ora su Netflix; su Rotten Tomatoes ha ottenuto un tiepido 54%.

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Damsel, l’avventura d’azione fantasy di Juan Carlos Fresnadillo con Millie Bobby Brown, è ora in streaming su Netflix, e l’embargo sulle recensioni è stato revocato ieri sera tardi, poco prima della prima del film.

Questo non è mai un buon segno, e di certo la maggior parte dei critici non è stata conquistata dalla sorprendente macabra (almeno per un rating PG-13) incursione del regista di 28 settimane dopo nel genere fantasy. Con poco più di 50 recensioni, Damsel è attualmente al 54% su Rotten Tomatoes.

La critica sembra essere un po’ ovunque, con alcuni che acclamano l’interpretazione di Millie Bobby Brown come un punto di forza, e altri che sono molto meno convinti del ruolo di protagonista della star di Stranger Things. Allo stesso modo, il drago del film – doppiato da Shohreh Aghdashlooè stato indicato da alcuni come una creazione terrificante che eleva il film ogni volta che è sullo schermo, mentre altri ritengono che la creatura sia portata in vita da una CGI di scarsa qualità. Ma la maggior parte sostengono che il drago è di gran lunga la parte migliore del film, ma Damsel non sembra un fallimento totale.

La trama e il cast di Damsel

In Damsel una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe, per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per sopravvivere, dimostrando così di saper benissimo badare a sé stessa, senza l’aiuto di alcun principe.

Damsel è diretto dal regista spagnolo candidato all’Oscar Juan Carlos Fresnadillo, adattato da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di La furia dei Titani Dan Mazeau. Oltre a recitare, Millie Bobby Brown è anche produttrice esecutiva attraverso la sua società PCMA Productions insieme a Zack Roth, Chris Castaldi e Mazeau. Anche Joe Roth e Jeff Kirschenbaum si sono uniti al progetto come produttori. Il film è disponibile su Netflix dall’8 marzo.

Jurassic World 4: DeWanda Wise non pensa che apparirà nel film

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Jurassic World 4: DeWanda Wise non pensa che apparirà nel film

Oltre a parlare di un possibile ruolo nel Marvel Cinematic Universe riguarda Jurassic World, la Wise non si aspetta di riprendere il suo ruolo di pilota Kayla Watts nel nuovo film Jurassic World 4 attualmente in lavorazione alla Universal Pictures.

Parlando con Collider, la Wise ha detto che sperava di tornare se fosse stato realizzato un altro film, ma “non credo” che sia in programma. Tuttavia, ha parlato di un’idea che aveva per un prequel.

Sapete, credo di aver avuto la stessa risposta, a livello esperienziale, che credo abbiano avuto molti spettatori. Io e mio marito ne abbiamo parlato molto, e quando ho sentito dire ‘Oh, ci sono dinosauri tra noi’, automaticamente ho pensato a me stessa: ‘Prequel’. Come vedere Kayla a Detroit, e il primo momento, il primo momento, in cui hai pensato: “Scusa, cosa? Cos’è stato? Come in un certo Independence Day”. Capite cosa intendo?

Cosa sappiamo di Jurassic World 4?

Sebbene non siano ancora state rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic World 4, la scrittura della sceneggiatura da parte di Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Gareth Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World 4 potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Le informazioni sulla trama possono essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori informazioni sulla trama di Jurassic World 4, ma anche sugli attori principali che comporranno il cast.

Karen Gillan sarebbe disposta a interpretare Poison Ivy nel DCU e a esplorare la storia d’amore con Harley Quinn

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Karen Gillan si è guadagnata una legione di fan con il suo lavoro di spicco in Doctor Who nel ruolo di Amy Pond. In seguito, però, è salita su un palcoscenico ancora più grande – letteralmente, se si conta una memorabile apparizione nella Hall H che ha visto l’attrice scozzese rivelare ai fan la sua testa calva – dopo essere entrata nel MCU con il ruolo di Nebula in Guardiani della Galassia del 2014.

La figlia di Thanos è stata inizialmente ritratta come un cattivo, ma ha poi cambiato idea e non era più un’antagonista quando è arrivato al cinema Guardiani della Galassia Vol. 2. Alla fine si è unita alla squadra, diventando un Guardiano a tutti gli effetti in Avengers: Infinity War e un’eroina durante i cinque anni in cui metà dell’universo è stato cancellato.

Non sappiamo cosa ci riservi esattamente il futuro di Nebula oltre Guardiani della Galassia Vol. 3 dello scorso anno, ma Karen Gillan sembra già essere un’attrice che ha fatto la sua parte in quell’universo esembra che Gillan stia già pensando a un ipotetico salto nel nuovo DCU.

James Gunn che l’ha scelta è ora co-CEO dei DC Studios e, durante un’intervista con Screen Rant, l’attrice ha espresso il suo interesse per il ruolo di Poison Ivy.

Dove apparirebbe Poison Ivy? 

Il cattivo potrebbe presumibilmente apparire nel prossimo reboot di Batman, The Brave and the Bold, ma quando alla Gillan è stato chiesto di approfondire quale versione le piacerebbe interpretare, è emerso il tema della relazione romantica tra Ivy e Harley Quinn. È un argomento che sembra intenzionata a esplorare sullo schermo.

Oooh. È una bella domanda“, ha risposto inizialmente Karen Gillan, aggiungendo: “Poison Ivy in una relazione con Harley Quinn sembra elettrizzante“.

James Gunn ha lasciato intendere che intende mantenere Margot Robbie nel ruolo di Harley Quinn del DCU. Tuttavia, dopo il flop al botteghino di Birds of Prey, il ritorno del personaggio al centro della scena in un film tutto suo sarebbe una mossa rischiosa. Barbie, tuttavia, potrebbe essere sufficiente a convincere lo studio ad andare avanti con questo progetto.

Karen Gillan abbandonerebbe l’MCU?

Se dovesse accadere, l’esplorazione dei sentimenti romantici di Harley per Ivy sarebbe accolta con favore da molti, in particolare dopo aver visto come è stata anche introdotta nella serie televisiva animata Harley Quinn. I Marvel Studios, tuttavia, vorranno senza dubbio mantenere Karen Gillan nel MCU, e recentemente ha ripreso il ruolo di Nebula per un episodio ispirato a Blade Runner di What If…? – seconda stagione.

Per Nebula, mi piace vederla prendersi cura di altre persone“, ha detto in precedenza la Gillan a proposito delle sue speranze per il personaggio oltre Guardiani della Galassia Vol. 3. “Penso che parte del processo di guarigione sia alla fine arrivare al punto di poter aiutare altre persone a guarire. E quindi mi piacerebbe vedere questo nel futuro di Nebula“. Chi pensate che potrebbe interpretare nel DCU dei DC Studios?

DeWanda Wise spera di interpretare Tempesta nel reboot degli X-MEN

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DeWanda Wise ha mancato per poco il ruolo di Maria Rambeau in Captain Marvel quando un conflitto di programmazione l’ha costretta a separarsi dal film dei Marvel Studios, ma l’attrice di Jurassic World: Il Dominio spera di avere l’opportunità di entrare nel MCU in un altro ruolo.

In una recente intervista con The Movie Dweeb, la Wise è stata interrogata sulla possibilità di vestire i panni di un franchise di supereroi e ha chiarito che Ororo Monroe, alias Tempesta, è l'”unico” personaggio che sarebbe interessata a interpretare.

Tempesta è l’unico personaggio Marvel a cui sono interessata… è l’unico personaggio Marvel a cui sono sempre stata interessata. Penso che da soli riusciremo a far sì che questo accada, e vi ringrazio per questo“.

I Marvel Studios hanno un reboot degli X-Men in fase di sviluppo, ma gli aggiornamenti sono stati pochi e distanti tra loro da quando, l’anno scorso, si è diffusa la notizia che gli sceneggiatori stavano proponendo idee per il progetto. Da allora potrebbero essere stati fatti dei progressi, ma è probabile che il casting sia ancora lontano.

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Tuttavia, DeWanda Wise sembra essere la scelta preferita dai fan per la parte e può contare tra i suoi sostenitori la precedente attrice di Tempesta, Alexandra Shipp, che ha interpretato il personaggio in X-Men: Apocalypse e Dark Phoenix.

Cosa sappiamo sui prossimi film della Marvel?

Quest’anno i Marvel Studios saranno al cinema con un unico film, Deadpool & Wolverine. Kevin Feige e la Disney hanno deciso di allentare la presa e prendersi più tempo per lo sviluppo dei prossimi progetti anche per via di alcuni insuccesso clamorosi come The Marvels e alcune serie non accolte positivamente.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Captain America: Brave New World, promo art rivela il primo sguardo a Tim Blake Nelson come The Leader

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Captain America: Brave New World avrebbe dovuto uscire nelle sale quest’anno, ma a causa scioperi della WGA e della SAG-AFTRA, il film è stato spostato al 2025. Una parte importante di questa situazione è dovuta al fatto che la prima avventura da solista di Sam Wilson nei panni di Capitan America richiede un lungo periodo di riprese.

Questi dovrebbero durare per gran parte dell’estate, con la possibilità di abbandonare la Serpent Society e di ridisegnare molte scene d’azione del film (almeno stando a quanto abbiamo sentito sui piani dei Marvel Studios per questo progetto apparentemente travagliato).

Quello che sappiamo è che Cap si troverà a fronteggiare il Red Hulk di Harrison Ford, un cattivo che ci aspettiamo di vedere creato dal rientrante Samuel Sterns. Introdotto nel 2008 ne L’incredibile Hulk, è diventato The Leader, uno dei più grandi nemici di Bruce Banner nei fumetti. Tim Blake Nelson riprenderà il ruolo e, grazie ad alcune immagini promozionali appena rivelate (via scooper @CanWeGetToast), abbiamo un primo sguardo al Leader del MCU.

La trasformazione non è così drammatica come ci si aspettava: la testa di Stern è ingrandita e l’attore ha pizzetto e capelli. È difficile dire se la sua pelle sia verde, ma se lo è, si tratta di una tonalità di giada piuttosto chiara! Il cattivo sembra indossare una sorta di tuta, ma è in gran parte coperta. Potete dare un’occhiata a Captain America: Brave New World sul Leader di seguito.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

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