Il cameo di Nicolas Cage nei panni di
Superman
in The
Flashdel 2023 è stato notevolmente
modificato in post-produzione.Parlando
con Yahoo
Entertainment, Nicolas Cage ha confermato che è stato
sul set di The
Flash dellaDCper girare un
breve cameo nei panni del L’Uomo d’Acciaio; tuttavia, ha
rivelato che ha indossato il costume da supereroe solo per
“forse un’ora” e non sapeva che avrebbe combattuto contro
un ragno gigante finché non ha guardato il film per la prima
volta.
“Hanno dedicato molto
tempo alla realizzazione del costume… e penso che
[ Andy Muschietti] sia un
regista eccezionale, è una persona eccezionale e un regista
eccezionale, e ho adorato i suoi due film It…Quello che
avrei dovuto fare era rimani letteralmente in una dimensione
alternativa, se vuoi, e assisti alla distruzione
dell’universo. Kal-El è stato testimone della fine di un
universo e puoi immaginare, con il breve tempo che ho avuto, cosa
significherebbe in termini di ciò che posso trasmettere. Non
avevo dialoghi [quindi dovevo] trasmettere con i miei occhi
l’emozione. Quindi è quello che ho fatto. Sono stato sul
set forse tre ore”.
Nicolas Cage non stava combattendo contro un
ragno gigante quando era sul set di The Flash
Nicolas Cage ha continuato: “Quando sono
andato a vedere il film, ho visto che ero io che combattevo contro
un ragno gigante. Ma non l’ho fatto. Non è quello che ho
fatto. Non penso che sia stato [creato dall’intelligenza
artificiale]. So che Tim
[Burton]è arrabbiato per l’intelligenza
artificiale, come lo sono io. Era CGI, ok, così potevano farmi
invecchiare, e sto combattendo contro un ragno. Non ho fatto
nulla di tutto ciò, quindi non so cosa sia successo lì… Ma ho
capito da dove viene Tim. So cosa intende. Sarei molto
infelice se le persone prendessero la mia arte… e se ne
appropriassero. Ho capito. Voglio dire, sono con lui in
questo senso. L’intelligenza artificiale è un incubo per
me. È disumano. Non c’è niente di più disumano
dell’intelligenza artificiale.
“Ma non penso che [fosse]
l’intelligenza artificiale [in
The Flash]. Penso solo che abbiano fatto qualcosa e,
ancora una volta, è fuori dal mio controllo. Sono andato
letteralmente a girare una scena di circa un’ora indossando la
tuta, guardando la distruzione di un universo e cercando di
trasmettere i sentimenti di perdita, tristezza e terrore nei miei
occhi. Questo è tutto quello che ho fatto.
Nicolas Cage è stato originariamente scelto
per il ruolo di Kal-El inSuperman Lives, un film che avrebbe
dovuto essere diretto da Tim Burton alla fine degli anni ’90 ma che è
stato sospeso e poi abbandonato dalla Warner Bros nell’aprile 1998.
Cage ha anche doppiato il personaggio di Clark
Kent inTeen Titans Go!del
2018.
In The
Family Plan Dan Morgan (Mark
Wahlberg) ama la sua tranquilla vita di periferia come
marito devoto, padre di tre figli e venditore di auto di successo.
Ma questa è solo metà della storia. Decenni prima, era un assassino
governativo d’élite incaricato di eliminare i soggetti più
minacciosi e letali del mondo. Quando i nemici del suo passato lo
rintracciano, Dan prende l’ignara moglie (Michelle Monaghan), la
figlia adolescente e arrabbiata, il figlio adolescente e gamer
professionista e l’adorabile bambino di 10 mesi e parte per un
viaggio improvvisato attraverso il paese, fino a Las Vegas. Deciso
a proteggere la sua famiglia, regalandole al contempo la vacanza
della vita, Dan deve mettere in atto le sue abilità, da tempo
sopite, senza rivelare la sua vera identità.
The
Family Plan è un film Apple Original prodotto da
Skydance Media e diretto da Simon Cellan Jones. David Ellison, Dana
Goldberg e Don Granger producono per Skydance, insieme a Mark
Wahlberg e Stephen Levinson attraverso Municipal Pictures. John G.
Scotti è il produttore esecutivo.
Il primo video di
Kingdom of the Planet of the Apes è stato rilasciato
per il prossimo film di fantascienza prima dell’uscita del trailer
ufficiale che arriverà questa sera. Il film è diretto da Wes Ball e
uscirà nelle sale il 24 maggio 2024.
“Alcuni gruppi non hanno
mai sentito parlare di Cesare, mentre altri hanno distorto il suo
insegnamento per costruire imperi fiorenti”, si legge nella
sinossi del film. “In questo scenario, un leader delle
scimmie inizia a schiavizzare altri gruppi per trovare la
tecnologia umana, mentre un’altra scimmia, che ha visto il suo clan
essere preso in ostaggio, intraprende un viaggio per trovare la
libertà. Una giovane donna umana diventa la chiave per la ricerca
di quest’ultimo, anche se ha dei piani tutti suoi.”
Chi è coinvolto nel nuovo film
Kingdom of the Planet of the Apes?
Il prossimo film della serie
Il pianeta delle scimmie
Kingdom of the Planet of the Apes avrà come
protagonisti William H. Macy, Owen Teague, Freya Allen,
Dichen Lachman e Peter Macon, tra gli
altri. Il film Kingdom of the Planet of the Apes in uscita è
ambientato “molti anni” dopo gli eventi di
The War – Il pianeta delle scimmie del 2017. Dopo che
Cesare portò il suo popolo in un’oasi, nuove società di scimmie
sono cresciute, mentre gli umani sono stati ridotti a un’esistenza
più “selvaggia”.
Il regno del pianeta delle
scimmie sarà scritto da Josh Friedman, Rick Jaffa e Amanda Silver,
quest’ultima è stata anche scrittrice di L’alba del pianeta delle
scimmie. Il film sarà prodotto da Patrick Aison, Joe Hartwick
Jr., Jaffa, Silver e Jason Reed.
La star del prossimo film
Blade,
Mahershala Ali è quasi abbandonato
il filmMarvel Cinematic
Universe a causa di problemi con la
sceneggiatura.Variety ha
pubblicato oggi un rapporto con vari dettagli
sui Marvel Studioscon una
sezione che approfondisce la questione Blade.
Finora il film è passato attraverso cinque
sceneggiatori, due registi e uno stop anticipato, avvenuto sei
settimane prima della produzione.
Secondo il noto sito la
sceneggiatura a un certo punto era “piena di lezioni di
vita” e aveva lo stesso Blade come
quarto protagonista tra i vari personaggi femminili.Apparentemente
Mahershala Aliera pronto a lasciare il
progetto a causa di quelli che riteneva “grossi problemi” di
sceneggiatura, portando il presidente dei Marvel Studios
Kevin Feige a riorganizzarsi e assumere
lo scrittore di Logan –
The WolverineMichael Green.
Variety ha anche affermato che si ipotizza che i Marvel
Studios punteranno ora a realizzare Blade
per meno di 100 milioni di dollari.
Quando è previsto il rilascio di
Blade?
La produzione di Blade ha avuto un
periodo turbolento alla fine dello scorso anno, con il regista
Bassim Tariq che ha lasciato il progetto a
settembre. Originariamente previsto per il 3 novembre 2023, il
film è stato posticipato al 6 settembre 2024. Ora è fissato per il
14 febbraio 2025. Blade avrà come
protagonisti
Mahershala Ali e
Mia Goth che
si dice interpreterà il ruolo di
Lilith.
Sono stati rivelati maggiori
dettagli sui problemi avuti sugli effetti visivi di
She-Hulk: Attorney at Law, la serie
Marvel Studios
disponibile su Disney+ che ha ricevuto
notevoli contraccolpi negativi rispetto ad alcuni effetti digitali
non propriamente “meravigliosi”.
In un recente rapporto
di Variety sullo
stato dei Marvel Studios, i problemi degli
effetti visivi di She-Hulk sono stati menzionati come parte di
alcune conseguenze subito durante un periodo tumultuoso che la
compagnia ha dovuto affrontare. Secondo il rapporto, fonti interne
all’azienda suggeriscono che la colpa non era dei dipartimenti VFX,
ma che le loro difficoltà erano invece parte di problemi più
profondi.
Secondo le fonti Victoria Alonso
sarebbe stata usata come “capro espiatorio”
Victoria Alonso, ex
presidente degli effetti speciali e della postproduzione dei Marvel
Studios, è stata licenziata all’inizio di quest’anno in seguito
alle grandi critiche online sull’aspetto di spettacoli e film come
She-Hulk e Ant-Man and the Wasp:
Quantumania. Secondo l’articolo di Variety, fonti
interne ritengono che Alonso fosse semplicemente un “capro
espiatorio” della questione.
“I cosiddetti pessimi effetti
visivi che vediamo erano dovuti a sceneggiature incomplete“,
ha detto una persona coinvolta in She-Hulk.
“Quella non è [Victoria Alonso]. Questo è [Kevin
Feige]. E anche sopra
Kevin. Questi problemi dovrebbero essere affrontati in fase di
pre-produzione. La timeline dei prodotto non consente ai dirigenti
Marvel di sedersi con il materiale e lavorarci bene“.
Il futuro di Jonathan Majors con
ilMarvel Cinematic
Universepotrebbe essere già segnato.
Anche se non ci sono ovviamente conferme ufficiali e che quindi per
ora rimane in sospeso, secondo un nuovo rapporto diVariety, i Marvel
Studiospotrebbero aver
già cercato di allontanarsi da lui.
In un nuovo rapporto che
esamina i Marvel Studios, Variety ha riferito che,
“indipendentemente” dalle questioni legali che Jonathan Majors sta affrontando, la società
avrebbe già preso in considerazione l’idea di allontanarsi da lui
come obiettivo principale nell’MCU dopo gli scarsi
risultati al botteghino di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, che ha
incassato poco più di 470 milioni di dollari al botteghino, una
cifra ritenuta molto bassa per la Marvel.
“Una fonte dello studio
nota che, indipendentemente dalle questioni legali dell’attore, la
Marvel aveva già preso in considerazione l’idea di abbandonare una
fase guidata dalle major a causa delle prestazioni al botteghino di
Quantumania, che farà fatica a realizzare un profitto“, si
legge in una parte del rapporto. “‘Ha fatto riflettere la
gente dato che ‘Quantumania’ non è esattamente arrivato,’ dice la
fonte.“
Se Jonathan Majors dovesse affrontare
ulteriori problemi legali, Variety nota anche che è sul tavolo
anche la potenziale riformulazione di Majors nel ruolo di Kang il Conquistatore. Non sarebbe la prima
volta che un personaggio importante possa subire un cambio di
casting (Terrence
Howard è stato sostituito in
Iron Man 2 con Don Cheadle), e Variety nota addirittura che
la compagnia ha cambiato direzione nonostante abbia fatto grandi
annunci.
Quali problemi legali deve affrontare
Jonathan Majors?
Jonathan Majors deve affrontare tre capi d’accusa di aggressione di terzo
grado, molestie aggravate di secondo grado, tre
capi d’imputazione di tentata aggressione di terzo grado e molestie
di secondo grado. Queste accuse arrivano da un incidente
avvenuto a marzo in cui è accusato di aver aggredito una donna di
30 anni. La polizia afferma che Majors avrebbe colpito “[la
vittima] al viso con la mano aperta, provocandole un dolore
notevole e una lacerazione dietro l’orecchio“. Inoltre,
le avrebbe afferrato la mano e il collo, “causando lividi e
dolore notevole“.
Un precedente rapporto
diABC
News ha rivelato che Jonathan Majors ha chiamato lui stesso i
servizi di emergenza, a cui ha risposto la polizia. La chiamata era
“presumibilmente preoccupata per la sua ragazza, con la quale
vive in un attico nel quartiere di Chelsea“. Dopo
l’arrivo della polizia, la ragazza ha detto agli agenti che erano
insieme su un taxi dopo essere tornati da un bar e che Majors l’ha
aggredita fisicamente. Majors è stato poi arrestato dopo che
la polizia ha notato i segni sulla donna.
L’avvocato difensore penale di
Majors ha precedentementeaffermato che Majors è
“dimostrabilmente innocente” e si aspetta che le accuse
vengano ritirate a causa di molteplici testimoni
e ritrattazioni scritte da parte della vittima, seguite da una
successiva affermazione secondo cui esistono
prove video dell’innocenza di Majors .
Con la produzione conclusa
di Death
of a
Unicorne con Jenna
Ortega e Paul
Rudd, A24ha
annunciato l’aggiunta di sette membri del cast, rivelando dunque
tutti in volti che vedremo protagonisti del prossimo
film.
Il cast di Death
of a Unicorne comprende Richard E.
Grant (Can You Ever Forgive Me?), Téa Leoni (Spanglish), Will Poulter (Guardiani della Galassia Vol.
3), Anthony Carrigan (Barry), Sunita
Mani (Glow), Jessica Hynes (Paddington 2)
e Stephen Park (Asteroid City).
Cosa aspettarci da Death of a Unicorne
)Morte di un Unicorno)?
La sinossi ufficiale di A24
recita: “Un padre (Rudd) e una figlia (Ortega) colpiscono e
uccidono accidentalmente un unicorno mentre sono in viaggio verso
un ritiro del fine settimana, dove il suo capo miliardario (Grant)
cerca di sfruttare le miracolose proprietà curative della
creatura.“
Death
of a Unicorne segna il debutto alla regia di
Alex Scharfman, che ha anche scritto la
sceneggiatura. Scharfman è noto soprattutto per aver prodotto
Blow the Man Down e Resurrection. Scharfman,
Drew Houpt e Lucas Joaquin produrranno per Secret
Engine. Altri produttori includono Tyler
Campellone e Lars Knudsen di Square Peg, insieme a
Tim Headington e Theresa Steele Page di Ley Line
Entertainment.
Jenna Ortega e
Paul Rudd saranno i produttori esecutivi insieme
aAri Aster, David Darby, Jacob Epstein, Nate Kamiya
e Michael Williams.
John Carpenter, il
leggendario regista di
Halloween e
La Cosa, comporrà la musica insieme al figlio Cody
Carpenter e Daniel Davies. Altri membri della troupe
includono il direttore della fotografia Larry
Fong, il direttore del casting Avy Kaufman, la scenografa
Amy Williams e la costumista Andrea Flesch. Death
of a Unicorne è attualmente in post-produzione,
essendo stato girato durante l’estate dopo aver ricevuto un accordo
ad interim SAG-AFTRA. A24 distribuirà a livello globale l’uscita
del film e cofinanzierà con Ley Line Entertainment.
Il presidente degli Stati
Uniti Joe Biden ha recentemente firmato lunedì un
ordine esecutivo che stabilisce nuovi standard e misure di
sicurezza per l’intelligenza artificialee tra i tanti imput ricevuto, in parte lo stimolo è arrivato
anche dopo aver visto l’ultimo
film Mission: Impossible,
dal titolo Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte
Uno.
Secondo un nuovo rapporto
dell’Associated Press (tramite Variety ), Biden
si è preoccupato per il crescente utilizzo dell’intelligenza
artificiale dopo aver visto immagini false di se
stesso. Queste preoccupazioni hanno continuato a crescere, ha
detto Variety, dopo che Biden ha visto Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, un
film incentrato su un’intelligenza artificiale senziente che dà
il via al film affondando un sottomarino.
“Se non si fosse già
preoccupato di cosa potrebbe andare storto con l’intelligenza
artificiale prima di quel film, avrebbe avuto molto di più di cui
preoccuparsi“, ha detto il capo dello staff della Casa Bianca
Bruce Reed, che ha visto il film con
Biden.
Cos’è il nuovo ordine esecutivo
sull’IA?
Il nuovo ordine
esecutivo di Biden inizierà ad entrare in
vigore nei prossimi 90-365 giorni e mirerà a sviluppare standard,
strumenti e test per garantire la sicurezza in vari sistemi di
intelligenza artificiale. L’ordine esecutivo richiederà
inoltre agli sviluppatori di condividere i risultati dei test di
sicurezza e altre informazioni con il governo degli Stati
Uniti.
Secondo la Casa Bianca, l’ordine
esecutivo “orienta le azioni più radicali mai intraprese per
proteggere gli americani dai potenziali rischi dei sistemi di
intelligenza artificiale”.
Mission: Impossible – Dead
Reckoning Parte Due (Mission: Impossible 8) è
l’ottavo capitolo del franchise action Mission: Impossible e
seguito del settimo
capitolo, che vedrà ancora una volta Tom
Cruise nei panni dell’intramontabile Ethan Hunt,
specialista dello spionaggio ad altro rischio.
La magia di Wonder – il celebre libro poi
divenuto film che ha dato vita al movimento “Choose Kind”,
letteralmente, ‘Scegli la gentilezza’ – torna ad emozionarci con un
nuovo capitolo tratto dalla graphic novel di R. J.
Palacio: Wonder
– White Bird, al cinema dal 4
gennaio distribuito da Notorious Pictures
in collaborazione con Medusa Film.
Il film, diretto dall’acclamato
regista di Neverland e Non
così vicinoMarc Forster e
interpretato da Ariella Glaser, Orlando
Schwerdt, Bryce Gheisar, Gillian Anderson ed
Helen Mirren, è infatti lo spin-off del celebre film
campione d’incassi Wonder (Stephen
Chbosky, 2017).
Se nel film di Stephen Chbosky
veniva raccontata la coinvolgente storia di August Pullman, detto
Auggie che, nato con una rara malattia, si trovava ad affrontare il
mondo della scuola per la prima volta, riuscendo a trovare il suo
posto nel mondo e nel cuore dei compagni di scuola grazie alla sua
travolgente gentilezza, in Wonder – White Bird ci si
concentra sul bullo Julian.
Dopo essere stato espulso dalla sua
vecchia scuola per come aveva trattato Auggie, Julian –
interpretato dal giovane talento Bryce Gheisar –
cerca con fatica di ambientarsi nel nuovo istituto. Vedendolo in
difficoltà, sua nonna Sara (Helen Mirren) decide di raccontargli la
dolorosa storia della sua infanzia. Di come lei, giovane ragazza
ebrea (interpretata da Ariella Glaser) nella
Francia occupata dai nazisti, fu nascosta e protetta da un compagno
di classe, Julien (Orlando Schwerdt). Di come la
sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le abbiano salvato la
vita. Ma, soprattutto, di quanto può essere forte il potere della
gentilezza, tale da cambiare il mondo.
Esattamente come Wonder, anche Wonder – White
Bird è una storia emozionante sul modo in cui, anche nelle
circostanze più drammatiche, l’empatia per gli altri possa davvero
fare la differenza nel mondo.
Da quanto apprendiamo
dal The
Hollywood Reporter , Harris e Christie si sono uniti al
cast di Robin and the Hood, un nuovo film
d’avventura per famiglie presentato per la vendita all’American
Film Market.
Insieme a Harris e Christie in
Robin and the Hood c’è Mark Williams, che interpretava
Arthur Weasley nella serie di Harry
Potter, e Darcey Ewart. A dirigere
Robin and the Hood è Phil Hawkins, che in
precedenza ha realizzato Prancer: A Christmas
Tale (con Ewart al fianco di James Cromwell) nel
2022.
Di cosa parla Robin e Hood?
“Robin and the Hood segue la
tenace undicenne Robin (Ewart) e il suo fedele gruppo di amici,
chiamati The Hoods, per i quali il pezzo di macchia incolta alla
fine del loro vicolo cieco è un regno magico, “si legge nella
sinossi. “Bastoni e coperchi dei bidoni sono diventati
spade e scudi, i droni sono diventati maestose aquile e la signora
hippy nella foresta (Christie) è una strega
terrificante. L’unica cosa che limita la loro colorata
immaginazione è la prospettiva di perdere per sempre il loro
regno. Quando lo sfuggente costruttore immobiliare Clipboard
(Harris) si presenta e abbaglia i genitori della zona con la
promessa di centri benessere e strutture per l’infanzia, il mondo
di Robin e The Hoods si trova ad affrontare una minaccia
esistenziale. Nonostante i migliori sforzi dei bambini, le
loro proteste cadono nel vuoto. Quando i loro genitori non
riescono a vedere il bosco a causa degli alberi, Robin e i suoi
amici prendono in mano la situazione per difendere il loro
regno.
Robin and the Hood
è scritto da Stuart Benson e Paul Davidson, mentre Claudia
Bluemhuber e Matt Williams sono i produttori. I produttori
esecutivi includono Alexander Jooss, Florian Dargel, Karol
Griffiths, Julia Stuart e Andrew Orr.
Bluemhuber ha dichiarato:
“Siamo rimasti entusiasti della sceneggiatura di Stuart e Paul
dal momento in cui l’abbiamo vista: Robin e Hood è una storia con
un grande cuore e tante risate, che ci ricorda il potere e
l’importanza dell’immaginazione in un mondo che è perdendolo
rapidamente. Avere il fantastico (quartetto) di Naomie, Mark,
Gwendoline e Darcey alla guida del nostro cast è un colpo brillante
e siamo entusiasti che Sky, Future Artists e GFM si uniscano a noi
in questa avventura! Brandon Schreur
Dopo Mad Max:
Fury Road, il Premio Oscar George
Miller firma il fantasy visionario Tremila anni di
attesa, in prima tv su Sky domenica 5 novembre
alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on
demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in
4K.
Presentato fuori concorso alla
75ª
edizione del Festival di Cannes, il film – basato sul
racconto “The Djinn in the Nightingale’s Eye” di Antonia Susan.
Byatt – vede protagonisti Idris Elba e Tilda Swinton, rispettivamente nei panni di un
genio e di una colta ricercatrice. Con uno stile straordinariamente
originale, il film tiene insieme elementi di avventura ed epica
storica, per riflettere su realtà, fantasia e soprattutto
sull’amore.
La trama di Tremila
anni di attesa
La dottoressa Alithea Binnie
(Tilda
Swinton) è una ricercatrice soddisfatta dalla sua
vita, che ha sempre uno sguardo scettico sul mondo. Mentre si trova
a Istanbul per partecipare a una conferenza, incontra un genio
(Idris
Elba), che le propone di esaudire tre suoi desideri in
cambio della libertà.
Questo però comporta due problemi:
il primo è che Alithea non crede che il genio sia reale, il secondo
è che, da profonda conoscitrice della storia e della mitologia, la
dottoressa conosce l’insegnamento delle favole: esprimere desideri
può finire male.
Il genio la supplica, narrandole
storie straordinarie del suo passato. Alithea, sedotta dal suo
racconto, alla fine formula un desiderio che sorprende
entrambi.
Nel corso della sua storia il
cinema ha dato vita a personaggi oggi talmente iconici da essere
diventati immortali. Uno di questi è certamente
l’archeologo protagonista dei film di Indiana
Jones, interpretato dall’attore Harrison
Ford. I quattro lungometraggi a lui dedicati sono oggi
considerati una delle migliori saghe d’avventura di tutti i tempi,
merito anche degli autori Steven Spielberg e George
Lucas, e la sua influenza culturale è oggi talmente ampia
da aver dato vita ad un vero e proprio franchise.
Negli anni hanno infatti preso vita
serie TV, videogiochi, giocattoli, romanzi, fumetti, e attrazioni,
tutti rifacenti allo spirito d’avventura dei film originali. Ciò è
ampiamente giustificato dal successo di critica e pubblico di
questi, che negli anni hanno raggiunto quasi 2 miliardi di incasso
globale, a fronte di un budget complessivo di “soli” 281 milioni di
dollari. Composto da I predatori dell’arca perduta, Il tempio maledetto,
L’ultima crociata e Il regno del teschio di
cristallo, la saga sembra non essersi ancora conclusa, in
attesa di un quinto capitolo originariamente previsto dai due
autori.
L’idea originale per i film
prevedeva infatti un totale di cinque lungometraggi. Lucas iniziò a
scrivere una prima sceneggiatura nel 1973, intitolandola Le
avventure di Indiana Smith. Dopo diversi tentativi di
realizzare il progetto, decise infine di proporlo all’amico
Spielberg durante una loro vacanza insieme. Il regista di Lo
squalo sembrava infatti aver espresso il desiderio di dirigere
un film di James
Bond, ma dopo aver letto la sceneggiatura del film di Lucas la
considerò un’idea ancora migliore, definendolo “un film di James
Bond senza gadget”. Il nome del personaggio è poi cambiato in
Jones, e da lì la saga prese vita.
Indiana Jones: l’ordine
cronologico della saga
Quelle di Indiana Jones sono
avventure che si estendono nel corso di un ampio margine temporale.
I film consentono infatti di assistere a brevi incursioni nel
passato del personaggio, esplorandone le origini e le prime
missioni. Per questo motivo i film compiono salti temporali spesso
anche ampi, e la loro linea temporale appare tutt’altro che
cronologicamente ordinata. Tralasciando i fugaci flashback, si
noterà come l’ordine degli eventi principali narrati nei quattro
film differisce dall’ordine di uscita di questi in sala.
Ordine di visione secondo
l’uscita al cinema:
I predatori dell’arca perduta (1981)
Il tempio maledetto (1984)
L’ultima crociata (1989)
Il regno del teschio di cristallo (2008)
Indiana Jones e il quadrante del destino (2023)
Ordine di visione secondo
la cronologia degli eventi:
Il tempio maledetto (ambientato nel 1935)
I predatori dell’arca perduta (ambientato nel
1936)
L’ultima crociata (ambientato nel 1938)
Il regno del teschio di cristallo (ambientato nel
1957)
Indiana Jones e il quadrante del destino (1969)
Indiana Jones: la trama dei
film
I predatori dell’arca
perduta (1981)
Nel primo film della saga,
l’archeologo Indiana Jones (Harrison
Ford), appena tornato all’Università di Princeton da
una spedizione in Perù, viene coinvolto da alcuni agenti dei
servizi segreti in una missione particolarmente delicata. L’intento
è quello di impedire che i nazisti si impossessino della
leggendaria Arca dell’Alleanza, contenente i frammenti delle tavole
della Legge donate al popolo di Israele da Dio attraverso Mosé.
Partito dunque per il Nepal, Jones si mette alla ricerca di un
medaglione che dovrebbe svelare il luogo in cui si nasconde l’Arca.
A possedere l’oggetto sembra essere il suo vecchio professore di
archeologia, ora ritiratosi a gestire una locanda.
Qui, però, l’archeologo si imbatte
in Marion (Karen
Allen), figlia del suo insegnante. È lei ora a gestire
il locale, in seguito alla morte del padre. Jones, che in passato
ebbe una relazione con la donna riesce a persuaderla a cedergli il
medaglione. Marion decide però di seguire Indiana sino in Egitto,
motivata dall’incendio della sua locanda provocato da un gruppo di
nazisti, i quali seguono le tracce di Jones. Arrivato nel nuovo
paese, l’archeologo cerca disperatamente di anticipare le mosse dei
nazisti, intenzionato a trovare per primo l’antico oggetto.
Indiana Jones e il tempio
maledetto (1984)
Ideato come un vero e proprio
prequel, ambientato un anno prima gli eventi del precedente film,
Indiana Jones e il tempio maledetto si svolge inizialmente
a Shangai, nel 1935, dove Jones cerca di recuperare un prezioso
cimelio in un locale malfamato, frequentato da pericolosi gangster
cinesi. Riuscito nell’impresa, ma costretto a scappare rapidamente,
l’archeologo si ritrova su di un aereo insieme alla cantante Willie
Scott (Kate Capshaw) e il suo giovane aiutante
Short Roun (Jonathan KeQuan).
Nel tentativo di tornare in Europa, i tre precipitano però in
India, trovando rifugio preso un villaggio del luogo.
Qui, entrati in contatto con la
popolazione, vengono a sapere della maledizione che infesta quelle
terre. Questa è causata dalla setta dei Thugs, che guidata da un
antico sacerdote ha rubato le sacre pietre di Sankara, con
l’obiettivo di utilizzare il loro potere mistico per conquistare il
mondo. Jones decide così di aiutare quella gente, e introdottosi
nel palazzo di Penkott si trova a dover superare numerosi pericoli
per poter raggiungere il suo obiettivo, trovandosi anche a dover
affrontare le sue paure più grandi.
Indiana Jones e l’ultima crociata
(1989)
Ambientato nel 1938, in un mondo
ormai prossimo allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il terzo
film della saga vede Indiana Jones incaricato di recuperare,
insieme al suo amico Marcus Brody (Denholm
Elliott), il Santo Graal. Questo, qualora finisse nelle
mani dei nazisti, potrebbe rivelarsi una pericolosissima arma a
loro vantaggio nella conquista del mondo. Tuttavia, Jones rifiuta
la missione, non credendo nell’esistenza dell’oggetto. Cambia
tuttavia idea nel momento in cui scopre che l’incarico era stato
inizialmente offerto a suo padre, Henry Jones Sr. (Sean
Connery), ora scomparso nel nulla.
Indiana si reca così a Venezia, per
riprendere le ricerche lì dove quelle di suo padre si sono
interrotte. Ad aiutarlo, vi è la dottoressa Elsa Schneider
(Alison Doody), la quale si rivela però essere
alleata dei nazisti. L’archeologo comprende così che suo padre è
stato catturato da loro, con lo scopo di richiamarlo all’azione e
aiutarli nel ritrovamento del Graal. Pur di salvare il padre, Jones
accetterà malvolentieri l’incarico, cercando però di escogitare un
piano per uscire da quella situazione e impedire ai nazisti di
impossessarsi dell’oggetto.
Indiana Jones e il regno del
teschio di cristallo (2008)
Il quarto film della saga tiene
conto del tempo trascorso dal precedente capitolo, e permette di
ritrovare un Indiana Jones ormai invecchiato ma sempre pronto
all’avventura. È il 1957, i nazisti sono stati sconfitti, ma la
minaccia della Guerra Fredda aleggia ora sul mondo. Rapito da
agenti sovietici, Jones si ritrova infatti faccia a faccia con
Irina Spalko (Cate
Blanchett), la quale lo costringe a recuperare dei
misteriosi resti mummificati. Jones riesce tuttavia a fuggire, ma è
ora sospettato dall’FBI di essere in combutta con i russi e per
questo si trova a dover abbandonare l’università dove ha sempre
insegnato.
Pronto a lasciare per sempre gli
Stati Uniti, viene tuttavia fermato dal giovane ribelle Mutt
Williams (Shia
LaBeouf), il quale gli chiede di aiutarlo nel salvare
il loro amico in comune, il professor Harold Oxley (John
Hurt).Questi è infatti stati rapito dagli agenti di Irina
Spalko, i quali vogliono che li aiuti a trovare il leggendario
teschio di cristallo, il quale sembra nascondere un potere
indicibile. Richiamato così all’avventura, Jones dovrà fare i conti
con i nuovi pericolosi nemici, potendo però contare anche su vecchi
alleati, come l’amata Marion. Scoprire la verità sui teschi di
cristallo sarà per lui l’unico modo di salvare sé stesso e il
mondo, riportando alla luce antichissimi miti.
Indiana Jones e il quadrante del
destino (2023):
Di un quinto capitolo per le
avventure di Indiana Jones si è iniziato a parlare sin dal 2008,
anno in cui è approdato al cinema in quarto film. Sia Spielberg che
Lucas e Ford si sono dichiarati positivi circa la realizzazione del
film. Inizialmente il progetto, anche per via del finale di Il
regno del teschio di cristallo, sembrava prevedere il
personaggio di Mutt Williams come protagonista, mentre Jones, ormai
anziano, avrebbe figurato principalmente come mentore. Tali
intenzioni sono tuttavia poi state accantonate, poiché per
Spielberg l’unico protagonista
possibile è quello interpretato da Ford.
In seguito all’acquisto della
Lucasfilm da parte della Walt Disney, nel 2012, la realizzazione
del progetto sembra rallentarsi, in quanto i diritti di
distribuzione sono detenuti dalla Paramount. Nel 2013 anche questi
vengono acquistati dalla
Disney, la quale sembra ora pronta a dar vita al nuovo film.
Questo viene inizialmente fissato per un’uscita nelle sale nel
2016, ma viene progressivamente spostato prima al 2019 e
poi al 2020. I ritardi sembrano essere stati causati dal
mancato apprezzamento della sceneggiatura scritta, la quale venne
così sottoposta ad una lunga revisione.
Indiana Jones e il quadrante del
destino è uscito 30 giugno 2023. Nel film è il 1969 e Indiana
Jones è pronto per andare in pensione. Avendo insegnato per più di
dieci anni all’Hunter College di New York, lo stimato professore di
archeologia si sta preparando ad andare in pensione nel modesto
appartamento in cui, in questo periodo, vive da solo. Le cose
cambiano dopo una visita a sorpresa da parte della figlioccia che
non vedeva da anni, Helena Shaw (Phoebe Waller-Bridge), che è alla
ricerca di un raro manufatto che suo padre aveva affidato a Indy
anni prima: il famigerato Quadrante di Archimede, un marchingegno
che si presume abbia il potere di individuare fenditure nel
tempo.
Affermata truffatrice, Helena ruba
il Quadrante e fugge subito dal paese per vendere il reperto al
miglior offerente. Costretto a seguirla, Indy rispolvera il
cappello e il giubbotto di pelle per un’ultima avventura. Nel
frattempo, la vecchia nemesi di Indy, Jürgen Voller, un ex nazista
che ora lavora come fisico nel programma spaziale statunitense, ha
altre idee per il Quadrante, un piano terrificante che potrebbe
cambiare il corso della storia del mondo.
Accanto a Harrison Ford, il cast comprende
Phoebe Waller-Bridge (Fleabag),
Antonio Banderas (Dolor y gloria), Karen Allen (I
predatori dell’arca perduta), John Rhys-Davies (I
predatori dell’arca perduta), Shaunette Renée Wilson
(Black Panther), Thomas Kretschmann (Das Boot),
Toby Jones (La talpa), Boyd Holbrook (Logan – The
Wolverine), Olivier Richters (Black Widow), Ethann
Isidore (Mortel) e
Mads Mikkelsen (Un altro giro).
Indiana Jones: il cast dei
film
È oggi impensabile immaginare il
personaggio di Indiana Jones con un volto diverso da quello di
Harrison Ford. Eppure, inizialmente, questi era
stato rifiutato dallo stesso Lucas, il quale, avendo già
collaborato con l’attore per la trilogia di Star Wars,
non voleva che lo si identificasse come il suo attore feticcio.
Tuttavia, quando a tre settimane dall’inizio delle riprese ancora
non si era trovato il giusto attore, Spielberg convinse il collega
ad assumere Ford, il quale si rivelò il più convincente per la
parte. Questi, particolarmente entusiasta del ruolo, decise di
prepararsi fisicamente per poter eseguire personalmente le varie
acrobazie previste, senza ricorrere eccessivamente a
controfigure.
Nel terzo film della saga è invece
presente il leggendario attore Sean
Connery, il quale ricopre il ruolo del padre del
protagonista. Spielberg, che aveva sempre desiderato dirigere un
film di James Bond, decise infatti di assegnare il ruolo a Connery,
il quale aveva più volte interpretato l’agente segreto 007. Ciò era
visto come un ulteriore omaggio nei confronti della saga a cui il
regista si era ispirato per dar vita alle avventure
dell’archeologo. L’attore, tuttavia, inizialmente rifiutò la parte,
e accettò soltanto dopo che si effettuarono alcuni cambiamenti nel
personaggio. Connery desiderava infatti che questi apparisse come
un padre particolarmente esigente, che considera le sue gesta
superiori a quelle del figlio.
Altri celebri interpreti che hanno
preso parte alla saga sono la premio Oscar Cate Blanchett e l’attore Shia LaBeouf, entrambi comparsi nel quarto
film. La Blanchett dichiarò di aver cercato a lungo un ruolo da
villain, e che la possibilità di lavorare nella celebre saga la
convinse ad accettare la parte. Fu poi lei stessa ad ideare molte
delle caratteristiche del suo personaggio, come ad esempio il
particolare taglio di capelli. LaBeouf, invece, firmò per il film
senza neanche leggere la sceneggiatura né sapere quale personaggio
avrebbe interpretato. Una volta rivelato, iniziò a guardare una
serie di film come Gioventù bruciata, entrando nella
mentalità del giovane Mutt Williams.
Indiana Jones: dove vedere i film
in streaming
Per gli appassionati della saga, o
per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è possibile trovare i
film su alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul
Web. Tra queste si annoverano Netflix, Amazon Prime Video, Rakuten TV, Infinity,
Microsoft Store, Google Play, e Apple
iTunes. Per usufruirne, in base alla piattaforma
prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare semplicemente il singolo film. A questo punto sarà
possibile vedere i film in tutta comodità e al meglio della qualità
video.
Scarlett Johansson sta intraprendendo
un’azione legale contro un’app di intelligenza artificiale che ha
recentemente utilizzato il suo nome e la sua immagine per la
pubblicità online. In una dichiarazione a Variety sull’argomento,
l’avvocato della Johasson, Kevin Yorn, ha detto che l’attrice e il
suo team se ne occuperanno e che non perdonano né prendono la cosa
alla leggera.
La pubblicità con Scarlett Johansson ricreata digitalmente è
apparsa per la prima volta su Internet alla fine di ottobre. In
essa, si poteva vedere Scarlett Johansson pubblicizzare l’uso di
un’app per la generazione di immagini chiamata Lisa AI: 90s
Yearbook & Avatar.
“Cosa succede
ragazzi? Sono Scarlett e voglio che tu venga con me...”,
diceva una voce della Johansson in una vecchia clip che è stata
rubata da una collaborazione che ha fatto con l’organizzazione
benefica Omaze. Viene quindi riprodotto un annuncio per l’app,
con la voce AI di Scarlett Johansson che ne illustra gli
attributi in sottofondo. “Non si limita solo agli
avatar. Puoi anche creare immagini con testi e persino i tuoi
video AI. Penso che non dovresti perdertelo.”
Anche se ci sono note e clausole
scritte in piccolo sotto l’annuncio che indicano che Johansson non
è attivamente coinvolto, ciò non ha impedito a Scarlett Johansson di arrabbiarsi. Per ora,
l’app, creata da Convert Software, è ancora disponibile in più
forme sui dispositivi mobili.
Molti stati USA hanno leggi severe
in materia di diritto alla privacy, con la California che prevede
un’azione civile per l’uso non autorizzato del proprio “nome,
voce, firma, fotografia o immagine” a scopo pubblicitario o
promozionale. Mentre alcuni personaggi famosi possono intentare una
causa contro coloro che usano il loro nome e la loro immagine senza
approvazione per creare un precedente, la maggior parte di questi
casi viene risolta con richieste di cessazione e desistenza.
Scarlett Johansson non è l’unica attrice a cui
è stato rubato il suo nome e la sua immagine o manipolati a scopo
pubblicitario. Il mese scorso, Tom Hanks si è rivolto ai social media per
avvisare i suoi fan di un video promozionale per un piano dentale
che presenta una versione AI dell’attore. “Attenzione! … Non
c’entro niente”, ha scritto Hanks sulla sua storia su
Instagram.
Netflix
ha diffuso il trailer di Family
Switch che vede protagonisti una famiglia composta
da Ed Helms e
Jennifer Garner. Il film farà il suo debutto sulla
piattaforma streaming il 30 novembre.
In Family
SwitchJess e Bill Walker fanno
del loro meglio per tenere unita la famiglia quando i figli
crescono e diventano sempre più indipendenti e distanti. Dopo un
incontro casuale con un’astrologa però, l’intera famiglia si
risveglia nel corpo di un familiare diverso, la mattina del giorno
più importante della propria vita. Riusciranno i Walker a ritrovare
in tempo il legame che li unisce per ottenere una promozione, un
colloquio per il college, un contratto discografico e un posto
nella squadra di calcio?
Jennifer Garner, Ed Helms, Emma Myers e Brady Noon
sono i protagonisti di questa commedia per famiglie diretta da
McG e tratta dal libro Bedtime For Mommy di Amy
Krouse-Rosenthal.
Su cosa si basa Family Switch?
Basato sul libro Bedtime for Mommy
di Amy Krouse, Family Switch è diretto da McG da una sceneggiatura
scritta da Victoria Strouse e Adam Sztykiel. Nel film figurano
anche Bashir Salahuddin (GLOW), Matthias Schweighöfer (Army of
Thieves), Xosha Roquemore (The Mindy Project), Ilia Isorelýs
Paulino (Me Time), Paul Scheer, Fortune Feimster (Yes Day), Paul
Scheer (The League). , Andrew Bachelor (La babysitter) e Rita
Moreno (Un giorno alla volta). I produttori esecutivi sono Strause,
David Hyman e Jason Rosenthal. È prodotto da McG, Garner,
Lawrence Grey, Ben Everard, Nicole King Solaka e Mary Viola.
Un filone particolarmente popolare
al cinema è quello del biopic sportivo, ovvero quei film incentrati
su grandi leggende dello sport o su precisi eventi che hanno
segnato la storia della propria disciplina di riferimento. Film
come Tonya,Toro scatenato, Rush, Cindarella Man, Invictus – L’invincibile o
Alì, tanto per citarne alcuni, sono ottimi esempi di
questo sottogenere. Si tratta di film molto apprezzati, capaci di
ispirare quanti li vedono a compiere imprese simili a quelle degli
sportivi di cui si racconta o, in generale, a non arrenderi mai
davanti alle avversità. Un altro ottimo titolo recente di questa
tipologia è Una famiglia vincente – King
Richard (qui la recensione).
Diretto nel 2021 da Reinaldo
Marcus Green (attualmente al lavoro su Bob Marley: OneLove), il film narra le vicende di Richard
Williams, padre e allenatore delle sorelle tenniste Venus
e Serena Williams. Un uomo particolarmente complesso, controverso,
la cui vita si adatta perfettamente ad essere raccontata sul grande
schermo. Accolto come uno dei migliori film dell’anno, Una
famiglia vincente – King Richard riflette dunque su dinamiche
famigliari, sullo spingersi oltre i propri limiti ma anche sul peso
delle aspettative, specialmente quelle di un genitore nei confronti
dei figli. Naturalmente il ritratto che si fa di Richard Williams
non è da tutti stato apprezzato, complice la sua personalissima
idea di genitorialità.
Candidato a sei premi Oscar, incluso
quello per il Miglior film, Una famiglia vincente – King
Richard è ora disponibile su varie piattaforme, tra cui
Netflix, dove è subito divenuto uno dei
titoli più visti del momento. Un ottima occasione per scoprire o
riscoprire un biopic sportivo particolarmente coinvolgente. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori, ma anche alla storia vera
dietro il film. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Una
famiglia vincente – King Richard
Il film racconta la storia delle due
superstar del tennis, Venus e Serena
Williams, tramite la figura del padre, Richard
Williams, che sin dall’infanzia è stato il loro
allenatore. Richard aveva infatti deciso che le figlie avrebbero
auto un futuro da tenniste e, nonostante non avessero preparazione
alcuna, ha iniziato ad allenarle. Con poche conoscenze di quello
sport, l’uomo si è dunque impegnato a formarle, convinto che un
giorno le sue bambine sarebbero potute diventare due delle tenniste
migliori della storia. In attesa di quel momento, tuttavia, non
sono stati pochi gli ostacoli da superare, sia a livello
professionale che personale.
Ad interpretare Richard Williams si
ritrova l’attore Will Smith, premiato con l’Oscar al Miglior
attore per la sua interpretazione. SaniyaaSidney è l’attrice che interpreta Venus Williams.
In quanto mancina e non avendo mai giocato a tennis prima, ha
dovuto imparare a giocare come Venus, che è invece destrorsa.
Demi Singleton, che interpreta invece Serena
Williams, aveva già interpretato la celebre tennista in uno spot
pubblicitario del Super Bowl del 2019 per l’app di appuntamenti
Bumble. L’attrice Aunjanue Ellis, candidata
all’Oscar come Miglior attrice non protagonista, interpreta
OracenePrice, mentre Jon
Bernthal è Rick Macci.
La vera storia dietro Una
famiglia vincente – King Richard e le differenze con il
film
Maggiore di cinque figli,
Richard Williams è cresciuto a Shreveport,
Louisiana, dove da ragazzo è stato anche vittima violenza razziale
nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta, sviluppando l’idea di
essere in guerra contro i bianchi. Dopo essersi trasferito in
California, però, Richard imparò a giocare a tennis prendendo
lezioni da uomo di nome Oliver, il cui soprannome
era “Old Whiskey”, un alcolizzato che a un certo punto della
propria vita aveva lavorato con i grandi del tennis, Jimmy
Connors e Arthur Ashe. Richard lo pagava
con una pinta di whisky ogni volta che prendeva lezione, come
richiesto dall’uomo.
Sviluppando una passione per questo
sport, Richard stabilì che le sue figlie sarebbero dovute diventare
campionesse di tennis. Dal suo secondo matrimonio, avvenuto nel
1979 con Oracene Price, ebbe due figlie:
Venus e Serena Williams, nate
rispettivamente nel 1980 e nel 1981. Per loro, Richard ha realmente
scritto, prima che nascessero, un programma di 85 pagine dove
riportava nel dettaglio tutto ciò che avrebbero dovuto fare e ciò
che sarebbe servito ottenere affinché diventassero campionesse di
tennis. Iniziò poi a dare loro lezioni quando avevano quattro anni
e mezzo, portandole ad allenarsi sui campi da tennis pubblici.
Il vero motivo per cui Richard
scelse per loro il tennis, in realtà, era per via dei premi in
denaro che anche le donne potevano vincere praticando tale sport.
In pratica, Richard sperava di arricchirsi sulle spalle delle
figlie, cosa che in seguito ha riconosciuto come sbagliata,
pentendosi anche di aver fatto iniziare a giocare così presto le
due figlie. Il film, dunque, non restituisce una quadro completo di
Richard Williams. Gran parte del suo lato meno gradevole, compreso
il suo ego, l’infedeltà e i discutibili rapporti d’affari, vengono
trascurati nel film. Inoltre, il film mantiene la narrazione
secondo cui Richard è sempre stato gentile, mentre i suoi lati
oscuri sono quasi assenti.
All’inizio degli anni ’90 Venus e
Serena iniziano a frequentare la scuola di tennis di Rick
Macci in Florida. Tuttavia, dopo che la stella nascente
del tennis Jennifer Capriati è stata arrestata per
possesso di marijuana, Richard decide di ritirare le proprie figlie
dai tornei junior, temendo che possano bruciare le tappe e fare la
fine della Capriati. Nel 1994, tuttavia, Venus compie il suo
debutto come professionista, con Serena che l’ha seguita pochi anni
dopo. Nel giro di breve, entrambe hanno vinto i tornei del Grande
Slam, divenendo già giovanissime leggende del tennis. Nonostante
gli aspetti critici della loro vicenda, le due hanno sempre danno
il credito per il loro successo al padre, affermandolo in più
occasioni.
Il trailer di Una famiglia
vincente – King Richard e dove vedere il film in
streaming
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV,
Prime Video e Netflix.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al
meglio della qualità video.
I vantaggi del
tradimento è una nuova pellicola brasiliana disponibile su
Netflix,
classificata come thriller, ma maggiormente assimilabile come
erotico o sentimentale. Il film, diretto da Diego
Freitas, è tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice
Sue Hecker. Il cast è formato principalmente da figure esordienti
ed emergenti del panorama cinematografico: tra gli attori più
conosciuti presenti ne I vantaggi del tradimento
ricordiamo Leandro Lima (City of God), il
quale interpreta il giudice Marco, mentre Giovanna
Lacellotti è nel ruolo della protagonista Barbara. Altre
figure importanti sono Thiago, interpretato da Bruno
Montaleone, e Caio, interpretato da Micael
Borges.
I vantaggi del tradimento: dalla
rottura alla rinascita
Barbara “Babi” è sul punto di
sposarsi con Caio, giovane imprenditore con un importante giro di
affari e cliente dell’ufficio di commercialisti di Babi. La
relazione dei due sembra essere perfetta, fin quando, durante
l’addio al nubilato, un ammiratore segreto regala a Babi delle foto
che attestano i tradimenti del suo promesso sposo. A questo punto
la ragazza, ferita ed arrabbiata, prende dall’ufficio di Caio il
computer, per cercare delle ulteriori prove della sua infedeltà.
Nel frattempo, Babi rientra in contatto con un giudice, Marco, che
aveva conosciuto durante un’udienza in cui era coinvolto il l’ex
fidanzato; tra i due scatta un legame fin dal primo sguardo. I due
iniziano a frequentarsi, pur non volendosi legare in maniera
seria.
Ciononostante, qualcosa, o qualcuno,
sembra opporsi alla loro relazione. Una volta sbloccato il computer
di Caio, però, Babi scoprirà la verità su tutto, mettendosi in
grave pericolo.
Un thriller totalmente mancato
Come è già stato accennato sopra,
I vantaggi del tradimento, viene classificato
erroneamente come un thriller. Una pellicola appartenente a questo
particolare genere dovrebbe avere il potere di suscitare un certo
senso di suspense nel pubblico e, allo stesso tempo, di coinvolgere
lo spettatore in una serie di vicende legate a degli assassini o
comunque d’azione. Tutti questi elementi tendono a mancare in gran
parte della pellicola, non definibile, dunque, come thriller.
I vantaggi del
tradimento può essere più facilmente riconosciuto come un
film sentimentale o più propriamente erotico. Nello svolgersi delle
vicende risulta chiara la preponderanza di scene di sesso piuttosto
che d’azione: tutta la prima parte del film si incentra
semplicemente sulla vita sessuale della protagonista.
Una delle tematiche trattate dal
film riguarda proprio la libertà sessuale: questa viene
impersonificata da Patty, amica di Babi, ma anche da Babi stessa.
Se all’inizio della pellicola la ragazza risulta essere
insoddisfatta della propria vita sessuale, una volta interrotta la
relazione con Caio, Babi libera la sua parte più spontanea, vivendo
anche meglio i propri desideri, in maniera più sicura. Si potrebbe
affermare che la protagonista viva dei cambiamenti anche riguardo
altri aspetti: Babi rivalorizza la sua passione per le moto, si
tinge i capelli e sembra essere più forte e determinata.
La presenza di tante scene “a luci
rosse”, riporta alla memoria alcune pellicole più o meno conosciute
e molto discusse negli ultimi anni, probabilmente proprio per
l’evidenza con cui il sesso è mostrato allo spettatore: si pensi
alla trilogia di
50 sfumature o
365 giorni. Si tratta di film molto visti soprattutto dai
giovani, e particolarmente espliciti. Talvolta la presenza di tali
scene potrebbe essere usata anche come una forma di denuncia
sociale contro il taboo della nudità: i vantaggi del tradimento non
sembrano essere un esempio di ciò. Qui le scene di sesso non
sembrano avere uno scopo ben preciso, arrivano semplicemente a far
sentire a disagio lo spettatore. Si tratta di momenti, talvolta
presentati in slow motion, con un sottofondo musicale sensuale che
risultano essere troppo esagerati.
Binomio attori/ personaggi
I personaggi di I vantaggi
del tradimento, non sono granché sviluppati: l’unico di
cui viene scavata la personalità più nel profondo è il giudice
Marco. Ad ogni modo, i vari personaggi del film mancano anche di
un’interpretazione adeguata che li valorizzi. Per quanto si tratti
di una delle prime esperienze nel mondo della recitazione per molti
membri del cast, si richiederebbe comunque una professionalità e
veridicità di performance degna del grande schermo e di Netflix. L’unico attore che dà prova della
propria bravura è Bruno Montaleone, nella sua interpretazione di
Thiago: il personaggio, infatti, vive un certo cambiamento durante
il film e questo viene rappresentato abbastanza bene
dall’attore.
Stando ad un rapporto diffuso da
Variety, presso i Marvel Studios si starebbe
prendendo in considerazione un nuovo film sugli Avengers incentrato
però sui sei membri originali del team.
Attualmente, come noto, ci sono due film sugli Avengers in
uscita nella Fase 6, Avengers: The Kang
Dynasty e Avengers: Secret
Wars. Quei film dovrebbero presentare una nuova
versione della famosa squadra, poiché dopo quattro film sugli
Avengers, metà dei membri della squadra originale hanno ufficialmente lasciato l’MCU.
Secondo il rapporto, tuttavia, si parla di un nuovo film con il
cast originale dei Vendicatori, come possibile risposta ai recenti
problemi del MCU, sorti a partire dalla Fase 4.
Il nuovo film dei Vendicatori
riunirebbe dunque Capitan America, Iron
Man, Vedova nera (ovvero i tre non più
facenti parte dell’MCU) con Thor,
Hulk, e Occhio di Falco (i tre
ancora in circolazione). Ciò comporterebbe però che i personaggi di
Robert Downey Jr. e
Scarlett Johansson, deceduti nel
corso diAvengers:
Endgame, verrebbero resuscitati per questo
ipotetico nuovo film. Ad ora però si tratterebbe di una possibilità
non ancora seriamente esplorata, che presenta già solo come idea
non poche criticità. La prima di queste è il modo in cui si
potrebbe giustificare un simile ritorno. Un altro dei fattori che
impedirebbero al film di diventare realtà è quanto ci vorrebbe per
riavere il cast originale dei Vendicatori.
Come vuole la regola per i film del
MCU, gli stipendi degli attori tendono ad aumentare con ogni film,
il che potrebbe far sì che il costo del solo cast originale superi
la soglia dei 200 milioni di dollari per il possibile nuovo film
degli Avengers. Questo è un prezzo elevato da pagare, poiché i
costi aggiuntivi di marketing, VFX, nuove riprese e altro
renderebbero il possibile ritorno dei Vendicatori originali uno dei
film più costosi di sempre. Con la Fase 4 che è stata pesantemente
criticata, è comprensibile che la Marvel voglia guardare indietro a
ciò che ha funzionato per l’MCU, decidendo di proporre il ritorno
dei Vendicatori originali, ma si tratta di un’operazione tutt’altro
che priva di rischi.
Il regista Joe Carnahan si è
distinto negli anni grazie ad alcuni film d’azione di buon successo
come Smokin’ Acces, A-Team e The Grey. Un progetto
che cercava però di realizzare da anni era Boss Level –
Quello che non ti uccide, originariamente intitolato
Continue, che ha infine visto la luce nel 2021. Si tratta
di un nuovo thriller d’azione che presenta però dinamiche proprie
dei videogiochi, a cui si ispira in modo esplicito. Il racconto è
infatti fortemente basato sulle regole dei videogame, tra
ripetizione delle azioni, presenza di livelli e ricompense che
conferiscono valore ad una narrazione altrimenti canonica.
Negli ultimi anni, infatti, se non
ha attinto esplicitamente dall’ampio bacino di storie offerte dal
settore dei videogame, il cinema ha ad ogni modo acquisito molte
delle canoniche logiche di gameplay, riadattandole e coniugandole
con i propri canoni. Boss Level – Quello che non ti
uccide è dunque entrato a far parte di un gruppo di film di
cui fanno parte anche Edge of Tomorrow – Senza
domani (2014), Source Code (2011) e
Auguri per la tua morte
(2017), che oltre che ai videogiochi devono però la premessa anche
al cult Ricomincio da capo (1993).
Per gli appassionati del genere,
Boss Level – Quello che non ti uccide è dunque un film da
non perdere, che pur se passato in sordina gode di ottime
recensioni di critica e di pubblico. Un titolo dunque ideale per
godersi un po’ di sano intrattenimento confrontandosi con dinamiche
e colpi di scena non scontati. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Boss Level – Quello che non ti uccide
Protagonista del film è Roy
Pulver, un veterano delle forze speciali che, al suo
ritorno in patria, viene ucciso da alcuni sicari. Dato che l’evento
si ripete anche nei giorni successivi, Roy inizia però a rendersi
conto di essere finito in un vero e proprio anello temporale, e che
gli eventi a lui capitati sono dovuti a un oscuro esperimento
governativo, dietro al quale si cela la mano del colonnello
Clive Ventor. Roy, che desidera solo poter tornare
insieme alla moglie Jemma, si troverà allora a
dover cercare di eliminare a uno a uno i propri nemici, per poter
giungere – proprio come in un videogioco – al Boss Level, ossia
allo scontro finale con Ventor, sconfiggendo il quale potrà
riportare la sua intera esistenza alla normalità.
Alcune curiosità sul cast di attori
di Boss Level – Quello che non ti uccide
Ad interpretare Roy Pulver vi è
l’attore Frank Grillo.
Joe Carnahan ha raccontato di aver riscritto la sceneggiatura
appositamente per lui, con il quale aveva già lavorato
per The Grey, volendolo a tutti i costi come
protagonista. Ad interpretare sua moglie Jemma vi è la candidata
all’Oscar Naomi Watts,
mentre il vero figlio di Frank Grillo, Rio Grillo,
interpreta il figlio Joe nel film. Recitano in Boss Level –
Quello che non ti uccide anche Annabelle
Wallisnei panni di Alice, Ken
Jeong – attore noto per la trilogia di Una notte
da leoni, nel ruolo di Jake, e Will
Sasso in quello di Brett. Vi è poi Selina
Lo nel ruolo di Guan Yin e Meadow
Williams in quello di Pam.
Di particolare importanza è invece
la presenza di Michelle Yeoh,
recentemente premiata agli Oscar come Miglior attrice
per Everything Everywhere All at Once, qui presente
nel ruolo di Dai Feng. Ad interpretare il villain, Clive Ventor, vi
è invece il premio Oscar Mel Gibson.
Come riportato, durante una scena d’azione, Gibson colpì
accidentalmente Frank Grillo in faccia, lussandogli la mascella.
Grillo non ha però lasciato che gli altri notassero tale
infortunio, perché non voleva rallentare il processo di
realizzazione del film. Solo 8 ore dopo, a riprese terminate, un
medico è intervenuto per risistemargli la mascella.
Il trailer di Boss Level –
Quello che non ti uccide e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Boss Level – Quello che non ti uccide
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 1 novembre alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
Adattameto dell’omonimo
romanzo di successo di Anthony Doerr, vincitore
del Premio Pulitzer, la
miniserieTutta la luce che non vediamo è diretta da
Shawn Levy e scritta da Steven
Knight, per Netflix
e ci trasporta nella Francia occupata durante la Seconda Guerra
Mondiale, offrendoci una storia che dimostra quanto il rimanere
essere umani, anche nei momenti più oscuri, sia l’unica salvezza
per l’uomo.
Tutta la luce che non
vediamo, la trama
La storia è ambientata
nel cuore della guerra, nell’occupata Saint-Malo, ma il suo fulcro
è la storia di Marie-Laure, una giovane francese cieca, e suo padre
Daniel LeBlanc, che fuggono da Parigi con un diamante leggendario
per impedire che finisca nelle mani dei nazisti. Questo è solo
l’inizio di una vicenda che si sviluppa nello stesso luogo ma a
cavallo di epoche e ricordi, seguendo punti di vista differenti,
che dovrebbero essere di nemici. La fuga di Marie e di suo padre è
segnata dall’inseguimento costante di un crudele ufficiale della
Gestapo, Von Rumpel, che vuole impossessarsi della pietra preziosa
per scopi personali. Questo conflitto è il motore principale
dell’azione che però vede in altri aspetti la sua luce
migliore.
Il cuore pulsante della
storia è diviso a metà, tra la giovane Marie, che nonostante la
cecità ha una volontà di ferro e un cuore puro, e Werner Pfennig,
un giovane tedesco arruolato per rintracciare trasmissioni
illegali, un vero e proprio genio della radio, che però cerca in
tutti i modi di rimanere umano, se stesso, in un contesto che come
unico scopo aveva quello di svuotare l’animo dei propri adepti. La
loro connessione inaspettata è l’elemento chiave dell’intreccio, e
porta alla luce il tema centrale della narrazione: la forza dei
legami umani, la potenza della condivisione e la ricerca costante
del bello nel mondo. Le interpretazioni delle giovani attrici
Aria Mia Loberti e Nell Sutton sono effettivamente
molto intense e pure, e danno spessore a un personaggio che,
nonostante sulla carta debba essere l’eroina della storia, non
sembra poi tanto ben strutturata in fase di scrittura.
La recensione della
miniserie diretta da Shawn Levy
Il cast di attori
stellari aggiunge ricchezza alla serie. Mark Ruffalo interpreta Daniel LeBlanc,
catturando perfettamente l’amore e la determinazione di un padre
disposto a tutto per proteggere la figlia. Hugh Laurie, nel ruolo di zio Etienne, porta
un tocco di mistero e saggezza alla narrazione, mentre Louis
Hofmann nel ruolo di Werner Pfennig offre una performance
eccezionale, nonostante, anche qui, la debolezza della
scrittura.
La
miniserie è stata girata in tre spettacolari location, da
Budapest a Saint-Malo a Villefranche-de-Rouergue. Le riprese dal
vero effettivamente contribuiscono a una messa ius cena molto ricca
e curata e aggiungono verosimiglianza a una storia che, così come è
stata adattata, appare piuttosto esile e pretestuosa.
Un aspetto notevole della
serie è quella capacità di catturare il pubblico promettendo
continuamente lo svelamento di un segreto, una tensione sottesa che
però non arriva mai alla risoluzione finale e che è sapientemente
costruita anche nella divisione in episodi, che finiscono tutti con
un cliffhanger, spingendo a proseguire e guardare le circa quattro
ore in un solo sorso.
Tutta la luce che
non vediamo è un adattamento televisivo che sembra
timoroso di affondare dentro la storia, limitandosi a raccontare
degli avvenimenti che, si intuisce, dovrebbero avere una grande
profondità, ma che non riescono a raggiungere il cuore della
narrazione. La ricerca della bellezza nel cuore della guerra, la
speranza nella luce e nella salvezza nel momento più buio per
l’umanità, i sentimenti più nobili che i due giovani protagonisti
dovrebbero professare e rappresentare rimangono soltanto buone
intenzioni in una messa in scena curata ma dal cuore freddo e
superficiale.
Pain Hustlers – Il business del
dolore è
basato su una storia vera, anche se il nuovo film di Emily Blunt e Chris Evans ha apportato diverse modifiche
importanti alla storia della crisi degli oppioidi. Diretto da
David Yates, il film – disponibile su Netflix – segue Liza, una madre single e sfortunata
che viene coinvolta in una squallida cospirazione di racket che
minaccia di stravolgere la sua intera vita. Il film è stato
ispirato da un articolo del New York Times del 2018 di Evan Hughes
intitolato “The Pain Hustlers”, poi trasformato in un libro
intitolato “The Hard Sell: Crime and Punishment at an Opioid
Start-Up”. Nonostante il fatto che Pain Hustlers di Netflix condivida il nome dell’articolo a cui
si ispira, il film contiene molte differenze critiche rispetto alla
storia vera.
Pain Hustlers – Il business del
dolore si ispira allo scandalo Insys
Il film si ispira allo scandalo
Insys e alla scrittura di Evan Hughes, ma non è un adattamento
diretto o un racconto della storia. Sebbene il film segua le azioni
di un’azienda farmaceutica irresponsabile che convince i medici a
prescrivere un farmaco potenzialmente pericoloso, i dettagli del
film sono molto diversi dagli eventi reali. Inoltre, Pain Hustlers
ha una trama principale molto diversa da quella di cui Hughes ha
scritto per il New York Times nel 2018.
I personaggi del film non sono
basati su persone reali
Il primo indizio del fatto che Pain
Hustlers non è una rigorosa ricostruzione della storia di Insys è
il cast che non è esattamente basato su persone reali. Ad esempio,
il personaggio principale del film, Liza Drake, è un personaggio
composito, formato da diverse prospettive all’interno dello
scandalo Insys. Liza, in particolare, è stata probabilmente
ispirata da una frase del rapporto Hughes, che affermava che i
lavoratori della Insys avevano assunto “un’ex ballerina esotica”. Altri personaggi, come il Jack
Neel di Andy Garcia, presentano somiglianze con persone reali, in
particolare con John Kapoor della Insys, ma per la maggior parte i
personaggi sono completamente inventati.
Il film è ambientato in
Florida
Lo scandalo reale avvolge tutti gli
Stati Uniti, lo schema della truffa si è svolto in realtà in tutto
il paese e quindi è stato molto più grande di quello che viene
presentato nel film. Questo è solo uno dei modi in cui David Yates
riduce la storia dei Pain Hustlers a un racconto più personale e
intimo.
La società dei Pain Hustlers si
chiama Zanna
Entrando nello specifico, Pain
Hustlers ha cambiato molti dettagli della storia vera, compreso il
nome dell’azienda farmaceutica in gioco. Mentre lo scandalo reale
riguardava un’azienda chiamata Insys, nel film l’azienda si chiama
Zanna. Più precisamente, si tratta dell’azienda per cui lavora Pete
Brenner (Chris Evans) e di quella da cui viene assunta
Liza Drake all’inizio del film.
Il Lonafin
Allo stesso modo, Pain Hustlers
cambia il nome del farmaco creato da Insys. Nella vita reale, Insys
ha creato un farmaco chiamato Subsys, che l’azienda ha poi corrotto
i medici affinché lo prescrivessero. Nel frattempo, sullo schermo,
Zanna produce un farmaco chiamato Lonafin. Sebbene i farmaci
abbiano nomi diversi, l’effetto è lo stesso sia nella vita reale
che nel film. Subsys e Lonafin sono farmaci spray che utilizzano il
fentanil per alleviare il dolore. Sebbene il farmaco sia stato
approvato solo per aiutare i malati di cancro e le persone in fin
di vita, Insys/Zanna ha spinto perché il farmaco fosse usato anche
dalle persone normali, portando a un aumento della dipendenza da
oppioidi.
Pain Hustlers utilizza uno stile da
finto documentario
Una scelta interessante che David
Yates fa in Pain Hustlers – Il business del dolore è quella di
instillare uno stile da finto documentario. Ad esempio, il film
inizia con una serie di personaggi intervistati come se si stesse
girando un documentario. Ciò implica che gli eventi sono già
accaduti e che questo film può essere un contenitore per raccontare
la storia. In questi momenti viene persino utilizzato uno stile in
bianco e nero.
Pain Hustlers aggiunge una trama
sulla figlia di Liza
Sebbene gran parte della trama di
Pain Hustlers sia ispirata a eventi reali, c’è una trama che è
completamente estranea al reportage di Evan Hughes. Si tratta del
fatto che Liza Drake ha una figlia che soffre di epilessia e di un
tumore al cervello. Non solo la storia reale era priva di questo
tipo di trama, ma si tratta anche di un’interpretazione drammatica
da parte del film. Il fatto che la figlia di Liza abbia un tumore
al cervello aggiunge una giustapposizione tra i crimini che la
donna sta commettendo e la realtà della sua vita. In particolare,
le condizioni della figlia fanno sì che il pubblico provi
compassione per il personaggio.
Pain Hustlers mostra una
prospettiva minima di un problema più ampio
Un altro aspetto della storia di
Pain Hustlers che si discosta dagli eventi reali è la trama
principale della storia. Mentre l’articolo di Evan Hughes sul New
York Times seguiva la storia di Insys da una prospettiva molto più
ampia, Pain Hustlers segue un personaggio in particolare, Liza
Drake.
Il film si concentra sui giovani in
cerca di successo
Un’ammissione interessante che
David
Yates fa su Pain Hustlers è che voleva che il film, e
Liza in particolare, rappresentasse un certo gruppo di persone
coinvolte nel caso. Yates ha dichiarato al Time: “Si trattava di
giovani che spesso non avevano la testa a posto e che erano
affamati di successo e molto di questo è incarnato da lei”. Sebbene
i giovani siano certamente un fattore all’interno della storia di
Insys, non sono certo i personaggi principali che Yates li fa
apparire in Pain Hustlers. In questo modo, Yates ha dato una svolta
alla storia concentrandosi su un gruppo specifico.
Pain Hustlers aggiunge un tono
comico alla storia
Un ultimo cambiamento apportato da
David Yates in Pain Hustlers è stato il tono comico. Per coloro che
hanno letto la storia di Evan Hughes su Insys, è probabile che si
tratti di una storia completamente tragica e ingiusta, tuttavia
Yates ha voluto aggiungere un senso di caos e ilarità alla storia.
Mentre le azioni di Insys erano innegabilmente cattive, Yates ha
dato un’occhiata ai sentimenti dei venditori, come Drake e Brenner,
che vedevano i soldi piuttosto che le vite che stavano
danneggiando. Questo nuovo tono comico aggiunge a Pain Hustlers
strati che la storia del New York Times probabilmente non
aveva.
Ogni mese escono tantissimi film e
anche questo novembre in sala è pronto a regalarci
sul grande schermo tutte le emozioni che cerchiamo. Al cinema in
Italia, già dal 31 ottobre, è già possibile vedere
Comandante, il film di
Edoardo De Angelis con protagonista
Pierfrancesco Favino. La pellicola che ha inaugurato la
80esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia racconta la
storia del Comandante Salvatore Todaro alla guida
del sommergibile Cappellini della Regia Marina che salvo la vita a
ben 26 naufraghi di un mercantile di nazionalità belga, altrimenti
condannati ad affogare e morire.
Vediamo insieme le novità di novembre in sala di questa
prima settimana del mese
Dirty Difficult Dangerous
Dirty
Difficult Dangerous è il primo film di novembre in sala ed è
stato presentato al Festival del Cinema di Venezia 2022 dove ha
aperto le Giornate degli Autori e ha vinto il
Premio Label Europa Cinemas come Miglior Film
Europeo. Questa emozionante opera diretta da Wissam
Charaf è ambientata a Beirut al confine tra Libano e
Siria. La pellicola segue l’intensa relazione tra una ragazza
etiope e un profugo siriano: una storia d’amore raccontata con un
tocco leggero e dai toni fiabeschi. Sullo sfondo invece c’è la
realtà fatta di guerra, poveri rifugiati, traffico di esseri umani,
tematiche difficili che il regista usa come denuncia sociale.
Il Libro delle Soluzioni
Il geniale regista
Michel Gondry finalmente torna dietro alla macchina da presa,
dopo ben otto anni di pausa. La trama di questa commedia francese
segue Marc, estroso e impulsivo regista in crisi che per terminare
il suo nuovo film si rifugia a casa di sua zia, in uno sperduto
villaggio nelle Cevennes. Qui, la sua creatività esplode in mille
direzioni diverse, gettando la lavorazione nel caos e per
fronteggiare la situazione il regista inizia a comporre Il libro
delle soluzioni, un manuale che unisce anche le soluzioni a tutti i
problemi del mondo. L’attore
Pierre Niney e l’attrice Blanche
Gardin sono i protagonisti di questa riflessione ironica,
intelligente e parzialmente autobiografica dell’autore del cult
Se mi lasci ti cancello.
The New Toy
Presentato in anteprima ad
Alice nella città nell’ambito della Festa del cinema di Roma
esce nelle sale italiane uno dei lungometraggi campione d’incassi
nel 2022 in Francia.
The New Toy è il remake di un classico della commedia
francese, Professione… giocattolo’ di Francis
Veber del 1976 che affronta il divario economico tra un
bambino e un uomo qualunque. Una favola senza
tempo per tutta la famiglia che parla di paternità, del
lutto, di solitudine, dell’infelicità e delle differenze tra classi
sociali differenti. Il giocattolo umano è interpretato dall’attore
Jamel Debbouze.
À la Recherche
À
la Recherche si
svolge in Italia nel 1974, dove Ariane, una bella donna
dell’aristocrazia francese e Pietro, sceneggiatore italiano di B
movie, provengono da delle realtà molto differenti ma sono
accomunati dal ritrovarsi a un punto di stallo della loro vita.
Insieme trovano quindi l’occasione per riscattarsi: scrivere una
sceneggiatura tratta dal romanzo À
la Recherche du Temps Perdu
di
Marcel Proust
da sottoporre ad uno dei massimi espositori del cinema di quel
tempo cioè Luchino Visconti. I protagonisti di questo film
presentato alla Festa del cinema di Roma sono il regista
stesso
Giulio Base
e l’attrice francese
Anne Parillaud.
Five Nights at Freddy’s
Five
Nights at Freddy’s di Emma Tammi è l’adattamento
cinematografico del videogiocosurvival horror del 2014. Alcentro della trama c’e Mike Schmidt,
interpretato da
Josh Hutcherson, una guardia di sicurezza con
un sacco di problemi che si ritrova appunto a dover fare da custode
al Freddy Fazbear’s Pizza, un tempo un locale per
famiglie molto di successo e ora attività spaventosa e inquietante.
Quello che non sa, però, è che le mascotte del locale,
Freddy Fazbear ma anche gli altri come
Bonnie the Bunny, Chica the Chicken e Foxy
the Pirate Fox sono misteriosamente programmati per
uccidere chiunque incontrino nel ristorante dopo mezzanotte. Dopo
la bambola robot da compagnia assassina Megan
ora al cinema è la volta di un orso e altre figure animatroni
pronti per spargere sangue.
Joika – A un passo dal sogno
La protagonista di
Joika – A un passo dal sognoè Joy Womack, una
ballerina quindicenne, che lascia la casa della sua
famiglia in Texas e vola a Mosca, diventando la prima statunitense
ad essere stata accettata all’Accademia russa di balletto del
Bolshoi. Il sogno della ragazza è di diplomarsi lì e diventare la
prima ballerina del tempio del balletto classico mondiale.
Ovviamente non è la sola candidata e soprattutto dovrà fare i conti
con la leggendaria e severa insegnante, Tatiyana Volkova,
interpretata dall’attrice
Diane Kruger. Questo film del regista neozelandese
James Napier Robertson è tratto da una storia vera
e si ispira al documentario del 2021 Joy Womack: The White
Swan ma è impossibile non pensare alla pellicola
Il cigno nero di
Darren Aronofsky.
La guerra del Tiburtino III
La
guerra del Tiburtino III presentato in concorso nella
sezione Panorama Italia ad Alice
nella Città è anche l’ultimo film di questo novembre in
sala. Questa pellicola diretta da Luna Gualano unisce diversi
generi come la commedia con il
sci-fi che mescola poi azione e fantascienze. La
storia è ambientata Al Tiburtino III, nell’estrema
periferia romana, dove un piccolo meteorite cade dal cielo e viene
raccolto da Leonardo De Sanctis, uno spacciatore del posto. Nei
giorni successivi, quasi tutti gli abitanti del quartiere iniziano
a comportarsi in modo strano, alzando delle barricate attorno al
loro territorio anche per difendersi dagli alieni che vogliono
conquistare il mondo. Il cast è composto da Antonio
Bannò, Sveva Mariani, Paolo
Calabresi,
Paola Minaccioni,Pier Giorgio
Bellocchio, con Veronika Logan, la
partecipazione amichevole di Francesco
Pannofino e la partecipazione straordinaria
di Carolina
Crescentini.
Una delle più brillanti e apprezzate
commedie italiane degli ultimi anni è Marilyn ha gli
occhi neri, dove si affronta con leggerezza, ironia
ma mai superficialità un tema spinoso come i disturbi mentali.
Diretto da Simone Godano – regista anche di
Moglie e marito e
Croce e delizia, e
scritto dalla sua frequente collaboratrice Giulia Louise
Steigerwalt, il film parte dunque da questo tema per
porre a confronto una serie di personaggi problematici che imparano
tuttavia a fare squadra e così facendo superando tutti gli ostacoli
che la vita pone sul loro percorso.
Dopo aver fatto scambiare di ruolo
ad una coppia di sposi in Moglie e marito e aver messo a
confronto due famiglie profondamente diverse in Croce e delizia, Godano
e Steigerwalt si concentrano dunque stavolta sullo scontro tra il
mondo giudicato “normale” e quanti invece per via di disturbi della
mente vengono lasciati indietro, soli a combattere con le proprie
problematiche ma realmente comprese. Come Marilyn ha gli occhi
neri c’è dunque modo di indignarsi, ma anche divertirsi e
commuoversi, perché l’amore in tutte le sue forme non manca mai di
trionfare.
Per chi dunque è in cerca di un
titolo italiano recente, appartenente a questo genere, che valga la
pena vedere, Marilyn ha gli occhi neri è senz’altro il
film giusto. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori,
riportando anche i premi ottenuti e la
storia vera dietro al racconto proposto. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Marilyn ha gli occhi neri
Protagonista del film è
Clara, talmente brava a mentire che è la prima a
credere alle sue bugie. Vitale e caotica, ha più di qualche
problema a tenere a freno le sue pulsioni. Diego,
invece, è il suo esatto contrario: un ex chef provato dagli eventi,
con varie psicosi e continui attacchi d’ira, nonché totalmente
incapace di mentire. I due si ritrovano in un Centro Diurno per il
rehab di persone con problemi di salute mentale. Quando lo
psichiatra responsabile del centro decide di coinvolgere i pazienti
in un laboratorio di cucina, Clara e Diego si ritrovano a dover
cucinare per gli anziani del quartiere.
Clara, esaltata dal progetto, crea
un sito per il ristorante e inizia a postare false recensioni
estremamente positive. Chiama il posto
Monroe, come Marylin, attrice da cui
Clara è ossessionata ed a cui è convinta di assomigliare. Il
Monroe diventa ben presto uno dei ristoranti più esclusivi
in Italia. Tutti vogliono andarci, ma nessuno sa dove si trovi,
semplicemente perché non esiste. Quando la bugia si fa troppo
grande, però, Clara chiede a Diego di reggerle in gioco e mettere
in piedi il vero Monroe. I guai, naturalmente, non
tarderanno ad arrivare.
Il cast di attori di Marilyn ha gli occhi neri e i
premi vinti dal film
Ad interpretare Clara si ritrova
l’attrice Miriam Leone,
negli ultimi anni sempre più impegnata tra cinema e televisione con
film come Diabolik e i suoi sequel e
la serie I leoni di Sicilia. Nei
panni di Diego vi è invece l’attore Stefano
Accorsi, il quale per la sua interpretazione del
problematico chef ha ricevuto numerose lodi e premi. Thomas
Trabacchi è lo psichiatra Paris, mentre Mariano
Pirrello è Sosia, convinto che tutti intorno a lui non
siano che dei sosia, e Orietta Notari è
Susanna, che soffre invece della sindrome di Tourette. Completano
il cast Andrea di Casa nei panni di
Chip, che crede di esser spiato, e Valentina
Oteri in quelli di Gina, una ragazza con disturbi
relazionali.
Oltre a vantare un simile cast di
attori, Marilyn ha gli occhi neri può fregiarsi anche di
diversi premi vinti o di nomination ricevute a prestigiosi premi
italiani. Ai Ciak d’oro, il film ha ottenuto il
premio per il Miglior attore a Stefano Accorsi, nonché le nomination come
Miglior film, Miglior attrice a Miriam Leone e Migliore canzone originale a
Francesca Michielin. Proprio il brano cantato da
Michielin, dal titolo Nei tuoiocchi, è poi stato candidato come miglior canzone
anche ai Nastri d’Argento e ai David di
Donatello. Il film ha invece poi vinto il premio come Miglior
Commedia al Globo d’oro.
La vera storia dietro Marilyn ha gli occhi neri
Il film non è direttamente tratto da
una storia vera, ma c’è stato un episodio realmente accaduto che ha
parzialmente ispirato gli autori di Marilyn ha gli occhi
neri. Si tratta di quello del giornalista inglese
Oobah Butler, penna di Vice Magazine, che nel 2017
decise di dar vita ad una bufala ideando un ristorante in realtà
inesistente, il The Shed at
Dulwich. Questo divenne in breve il
ristorante più votato di Londra su TripAdvisor, grazie a recensioni
scritte dallo stesso Butler con vari pseudonimi o da suoi amici e
colleghi.
Il tema del menu falso era
“stati d’animo” e Butler fotografava continuamente piatti
di cibo finto creati utilizzando prodotti per la casa, tra cui
schiuma da barba e pastiglie per lavastoviglie. Dopo essere
diventato il ristorante più votato su TripAdvisor ed essere stato
bombardato da richieste di prenotazione, Butler ha deciso di
organizzare una vera e propria serata di apertura per il
ristorante, servendo piatti pronti da 1 sterlina a dieci clienti
selezionati, accogliendoli in un capannone vicino la propria
abitazione. La bufala è stata favorita dalla moda
sviluppatasi in quegli anni per i microristoranti.
Il trailer di Marilyn ha gli
occhi neri e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Marilyn ha gli occhi neri grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 1 novembre alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
Dopo il dramma di uno
scrittore in I’m Not Harry Jenson, l’excursus nel mondo
degli scacchi di The Dark Horse e il Whina dedicato
ai diritti dei Maori, James Napier Robertson torna
alla regia e sceneggiatura di un
lungometraggio con il Joika – A un passo dal
sogno presentato all’ultimo Deauville Film Festival. Un
film che finalmente arriva nei cinema italiani – dal 2 novembre,
distribuito da Eagle Pictures – per raccontare la storia vera di
Joy Womack, l’unica statunitense capace di accedere all’esclusivo e
impenetrabile Teatro Bolshoi di Mosca, vero Olimpo del balletto
classico. A interpretarla, sullo schermo, la Talia Ryder di Mai
raramente a volte sempre e The Sweet East, che vediamo
scontrarsi duramente con una arcigna Diane Kruger, vera spina dorsale del film.
La trama di Joika – A un passo
dal sogno
Ammessa nell’Accademia di
Balletto del Bolshoi, la quindicenne Joy Womack, promettente e
talentosa ballerina di danza classica, si trasferisce dal
Texas a Mosca con l’ambizioso obiettivo di essere la prima étoile
statunitense della prestigiosa Compagnia del Bolshoi. Gli
allenamenti della leggendaria insegnante Tatiyana Volkova sono
durissimi e le rivelano un ambiente dove la competizione è estrema
e feroce e la stessa Volkova esige un impegno immenso dai suoi
studenti. Pronti davvero a tutto per superare le concorrenza degli
altri, e in particolare di una straniera, e statunitense.
Consapevole di ciò, Joy compie sacrifici sempre più estremi senza
arrendersi: perdendo peso, dedicandosi a routine di allenamento
ossessive e mettendo l’amore al servizio della strategia. Dopo
essere stata ripudiata dalla propria famiglia, Joy riesce a
diplomarsi all’Accademia del Bolshoi, Ma per raggiungere il suo
sogno e diventare prima ballerina, dovrà sacrificare molto di più
di quanto possa immaginare.
La recensione di Joika – A un
passo dal sogno
Una storia di passione,
frustrazione e superamento dei propri limiti, ma soprattutto un
dramma sulla definizione degli stessi e sulla messa in discussione
dei principi, in questo caso della giovane protagonista, la
quindicenne Joy, una ragazza pronta a tutto per vivere un sogno,
che – come spesso accade – si rivela essere più simile a un incubo.
Un dramma dalle molte ombre e dalle poche luci ispirato alla storia
vera alla base anche del documentario Joy Womack: The White
Swan di Dina Burlis e Sergey Gavrilov.
Girato principalmente a
Varsavia, prima che scoppiasse la guerra tra Russia e Ucraina, e
presentato al Deauville Film Festival di settembre, Joika
conta molto sulla premessa offerta – e messa in evidenza – allo
spettatore e sul carattere ‘storico’ dei fatti reali messi in
scena. Un invito implicito alla partecipazione, a empatizzare con
la giovane protagonista, sola in un mondo ostile, e costretta a
crescere. A ogni costo. Anche adeguandosi a un contesto di slealtà
e politica.
Ma l’eccezionalità della
sua vicenda, della sua volontà, della sua sfida alla “casa reale
russa” – come
viene definito il Bolshoi – non sembra supportata adeguatamente da
un impianto narrativo solido, nel quale la ricostruzione risulta
spesso confuso, diseguale, affidato al personaggio e alla sua forza
di indurre una riflessione su quanto si possa sacrificare per
ottenere ciò che si vuole.
Un messaggio che arriva
chiaro, e che colpisce nel suo perpetrare una tendenza a portare
sotto i riflettori l’ennesima storia di disfunzionalità incentrata
su una donna. A suo modo di successo, come spesso capita, eppure
dominata dal disagio, dall’ossessione, come se queste fossero
elementi capaci di trasmettere forza, ispirare una qualche etica,
un esempio. Che qui è sostanzialmente negativo, almeno per il
taglio scelto, teso a evidenziare gli aspetti più deteriori di
questa dipendenza: il dolore, la sofferenza, la rinuncia, anche a
sé e le proprie radici e affetti.
Difficile empatizzare con
Joy, ed emozionarsi con e per lei, a parte l’inevitabile
coinvolgimento per un racconto tanto unico e le tappe attraversate
in quella che forse non potremmo definire nemmeno una “discesa agli
inferi” effettivamente compiuta. Nel suo svilirsi, svendersi,
almeno nella rappresentazione offerta, la protagonista non tocca
mai il fatidico fondo. Forse in nome della possibilità di un lieto
fine, dell’illusione di una speranza, che paradossalmente fiacca
ulteriormente un film che promette di portarci dalle stelle alle
stalle, ma che non sembra mai arrivare né alle une né alle
altre.
E che, come accennato, ha
in Diane Kruger il suo punto di forza, il
personaggio più interessante e più ricco, al quale il film ha il
pregio di dare il giusto spazio, vero fulcro di una azione dominata
da Talia Ryder, che ha il merito di tenere
costante la tensione del ruolo più che offrire particolari picchi
in un contesto nel quale molte delle figure – e alcuni twist –
restano nell’alveo della macchietta, della retoriche, del
cliché.
Il regista Shawn
Levy ha confermato che Deadpool 3 non sarà il
titolo ufficiale del prossimo trequel del MCU. Inoltre chiarisce che gli
eventi di Logan di James Mangold sono
canonici.
Quando è stato annunciato che
Hugh
Jackman avrebbe ripreso il ruolo di Wolverine per
il terzo film di Deadpool, i fan
dell’interpretazione dell’attore australiano dell’iconico eroe
degli X-Men erano comprensibilmente eccitati, ma c’era anche una
certa preoccupazione che gli eventi del film di James
Mangold,Logan,
sarebbero stati ignorati.
Si trattava certamente una
possibilità, soprattutto se i Marvel Studios avessero pianificato
di avere Jackman nei panni di Wolvie per più di un film (non
sappiamo ancora cosa c’è in cantiere dopo Deadpool 3), ma il regista
Shawn Levy ha ora chiarito che il suo il film non
scarterà o ricollegherà tutto ciò che accade a Logan, inclusa la morte del protagonista.
“Ho sempre detto che non vedo
l’ora che esca Deadpool 3 perché tutto ciò che voglio fare è
rilasciare interviste insieme a Ryan in cui
parliamo della nostra venerazione per il film Logan”, ha
spiegato Levy al Post Credit Podcast di BroBible.
“Logan è canonico. Adoriamo Logan. Voglio che il mondo sappia
che, in qualità di produttore e regista, tutti noi condividiamo un
profondo amore e rispetto per Logan, per ogni aspetto di come è
stato realizzato e per tutti gli eventi che hanno luogo in quel
film.”
In un’intervista separata con The
Wrap, Levy ha confermato che Deadpool 3 non sarà
il titolo finale del film. “No, non c’è ancora il titolo. A
volte lo chiamo Deadpool vs Wolverine o Deadpool e Wolverine o
Deadpool 3 con Wolvie: abbiamo alcuni titoli di cui abbiamo
parlato, ma ragazzi, è difficile.”
Deadpool 3 sarebbe dovuto
uscire nei cinema il 3 maggio 2024, ma lo sciopero SAG-AFTRA in
corso probabilmente causerà un ritardo. Anche se nulla è stato reso
ufficiale, gli operatori ritengono che il film verrà posticipato a
luglio.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i
film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato
da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
Nel film saranno poi presenti anche
personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come
Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera
che anche altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck. L’attrice Jennifer Garner
sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque
a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn
Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld,
confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente
dei Marvel Studios, Kevin Feige, aveva precedentemente
assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i
primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con
tale classificazione matura.
Una combinazione di immagini
promozionali trapelate e del
trailer di metà stagione ha dato adito ad alcune speculazioni
in merito a quello che sarà il nuovo ruolo del Dio dell’Inganno
alla fine della Stagione 2 di Loki.
Con solo due episodi da scoprire,
teorie e speculazioni su come finirà la serie sono presenti su
tutti i social media. Durante il fine settimana, sono emerse alcune
illustrazioni promozionali che mostravano il nuovo costume del
Dio dell’Inganno e, dopo il trailer di metà
stagione di ieri, alcuni fan stanno iniziando a mettere insieme i
pezzi di questo puzzle.
Come si può vedere nel post qui
sotto, quei viticci verdi di energia che fluiscono in tutto il
Multiverso sembrano emanare da Loki e dal suo nuovo costume.
L’Asgardiano sembra essere nella
Cittadella di Colui che Rimane alla Fine dei Tempi
(guardate le crepe luminose sui gradini), suggerendo che il
fratello adottivo di Thor alla fine prenderà il posto di Kang come
sovrano non di una singola linea temporale sacra, ma dell’intera
linea temporale e del Multiverso. Sarebbe una mossa azzardata ma a
suo modo sensata per i Marvel Studios dare a un
personaggio così amato un ruolo così importante.
Se questo dovesse confermarsi vero,
sarà anche una forte indicazione che Loki sarà una parte cruciale
di
Avengers: The Kang Dynasty e Avengers:
Secret Wars. Non dimentichiamoci che Colui che
Rimane voleva che Loki prendesse il suo posto dopo essersi
stancato di tenere d’occhio la Sacra Linea Temporale. Quel
desiderio ora sembra destinato a diventare realtà, anche se Loki
non sarebbe Loki se non facesse le cose a modo suo.
Sembra che i fan Marvel non abbiano ancora
dimenticato i commenti di Martin Scorsese sui film dei
Marvel Studios. E se non lo hanno fatto i fan,
possono mai averlo fatto le persone che quei film li hanno
materialmente fatti? Ecco che ora è Joe Russo a
prendere in giro il regista di
Killers of the Flower Moon, prendendolo di mira perché
i film a cui lui ha lavorato sono stati dei veri successi al
botteghino, mentre l’ultimo di Scorsese non è stato altrettanto
visto in sala.
In un nuovo video sul profilo Tik
Tok della figlia Francesca, Martin Scorsese ha presentato la sua
nuova Musa, il cagnolino Oscar. In risposta, Joe
Russo ha pubblicato a sua volta un video con il suo cane,
che si chiama… Box Office.
Ma Scorsese non ha dovuto replicare
al collega Russo, perché il mondo sembra essersi schierato dalla
sua parte, attaccando, qualche volta anche in maniera violenta, il
regista di Endgame. Joe DaMarco di Toonami e di
Warner Bros. Discovery, ha replicato a Joe Russo rispondendo al
video: «Ha preso milioni da Netflix per fare tutto quello che voleva
e se ne è uscito con The Grey Man. Marty ne ha presi milioni
da Netflix e Apple per fare The Irishman e Killers of the
Flower Moon. So di quali film la gente parlerà tra 20 anni». E
a lui ha fatto seguito anche lo sceneggiatore Louis
Petizman: «Tra 50 anni nessuno saprà chi è Joe
Russo».
La replica più pesante arriva però
dall’account ufficiale del BeyondFest di Los Angeles:
«Siamo onesti: Joe Russo è un ricco stron*o che ha vinto
la lotteria quando Kevin Feige lo ha tirato fuori dall’ombra e lo ha
preso con sé».
Il celebre regista Paco
Plaza – seguendo l’enorme successo delle saghe di The
Conjuring e The Nun – realizza Sorella
Morte (titolo originale:
Hermana Muerte), il nuovo inquietante catholic
horror disponibile dal 27 ottobre su Netflix.
Prequel del suo Veronica del 2017, il
film approfondisce l’ambigua e angosciante storia che si cela
dietro lo strano personaggio di Sorella Narcisa, o
meglio conosciuta come Sorella Morte.
Sorella Morte è
scritto da Jorge Guerricaechevarria (Il giorno della
bestia, Hasta el cielo) e interpretato dalla
talentuosa giovane attrice e modella spagnola Aria
Bedmar (In
Silenzio).
Trama Sorella Morte
Nella Spagna
postbellica degli anni Quaranta, una speciale bambina –
dotata di poteri extrasensoriali – diviene famosa in tutto il Paese
come la “niña santa” dopo aver visto la
Vergine Madre. Dieci anni dopo, la bambina diventata una giovane
novizia dal nome Sorella Narcisa, raggiunge un ex
convento, trasformato dopo la guerra in un collegio femminile, in
cui si accinge a prendere i voti perpetui mentre insegna lingue e
scienze al posto della scomparsa Sorella Inès. Ma
orribili e oscuri segreti circondano la scuola e
si manifestano alla giovane come fenomeni inquietanti: sedie che
cadono, strani disegni sui muri e incubi indicibili. Giorno dopo
giorno, gli speciali poteri di Narcisa riemergono mostrandole
l’orribile e atroce verità nascosta tra quelle
mura.
L’inquietudine di una religione oscura
Poche cose al mondo fanno terrore
tanto quanto la storia e l’iconografia della religione
cattolica declinata in
chiave horror e demoniaca. E questo Plaza – co-regista
di uno dei più grandi franchising horror soprannaturali sugli
zombi, la saga REC – lo sa bene e sceglie
questa volta di sperimentarlo. Senza troppa fatica, Sorella
Morte trascina sullo schermo gran parte delle
contraddizioni e delle ipocrisie religiose, dando vita a
circa 90 minuti di ansia, angoscia, disagio e
paranoia.
Sorella Morte | In foto l’attrice Aria Bedmar nei panni della
protagonista, Sorella Narcisa
Per rendere più semplice e lineare
la narrazione, Plaza si avvale di una struttura
episodica e suddivide il film in tre
capitoli intitolati “La bambina santa”, “Se
scrive il tuo nome, sei maledetta” e “La Sorella
Soccorro”. Nonostante i continui jumpscare e la
profonda tensione psicologica, la storia procede per gran parte del
film con un ritmo lento e teso che incalza con
violenza solo nell’ultima parte.
Regia e fotografia cooperano nel
costruire una tetra e inquietante atmosfera retta
da un intenso simbolismo, religioso e non: riti,
preghiere e agiografie miscelate, come se non bastasse, anche a un
agghiacciante e suggestivo gioco di mani e sguardi. Gli
occhi, in particolar modo, sono elevati da Plaza a
elementochiave per la
comprensione della misteriosa Sorella Morte in
Veronica: quegli stessi occhi che all’inizio del film sono
in grado di ammirare l’impossibile finiscono poi per diventar
ciechi, forse peccatori di aver visto fin troppo. Inoltre, tanti
sono i punti di riflessione che Plaza e
Guerricaechevarria seminano in questa pellicola, come per esempio:
il complesso e doloroso momento storico della guerra civile
spagnola, la dolorosa omertà di cui spesso sono intrise le mura dei
luoghi di culto, le tremende antinomie che affliggono la
religione.
Una favola orrorifica di vendetta e (probabile)
redenzione
Paco Plaza è, senz’altro
per molti, un grande maestro dell’horror spagnolo.
E ciò lo riconferma Sorella Morte, un
prequel esaustivo, incisivo e solido che non mira
tanto a spaventare, quanto piuttosto ad agitare e turbare
fortemente. Rappresentando una favola orrorifica di
sanguinosa e “sacra” vendetta, il cineasta valenziano
gioca con i sentimenti più bui del pubblico che, in alcuni momenti,
finisce anche per immedesimarsi nella protagonista. Il pubblico
cade vorticosamente, così, nel riflesso di
Narcisa, sprofondando in un drammatico mare di
dolore, dubbi e collera.
Al di là dell’eccessiva lentezza
iniziale e di qualche stonatura narrativa, la pellicola di Plaza
colpisce nel segno, catturando lo sguardo attento dello spettatore
e regalandogli un’ora e mezza di tormentata
irrequietezza.
Quella che è cominciata oggi nel
capoluogo di provincia toscano si preannuncia un’edizione del
Lucca Comics & Games
davvero insolita. Nei giorni passati ha tenuto banco la polemica
legata alle dichiarazioni di Zerocalcare in
cui il fumettista dichiarava la sua impossibilità, per conflitti
etici e morali, di partecipare alla fiera.
Dopo il forfait di molti altri
artisti e fumettisti che sarebbero dovuti essere alla fiera, arriva
l’annuncio, da parte dell’organizzazione del Lucca Comics &
Games che neanche Asaf e Tomer Hanuka, i due artisti
autori del poster dell’edizione 2023, saranno presenti.
Lucca Comics & Games, pur
rammaricandosi della decisione di Asaf e Tomer Hanuka di non essere
presenti a Lucca, desidera esprimere la più profonda e sentita
vicinanza a loro e a tutti gli artisti che non potranno essere
presenti.
Lucca Comics & Games è un luogo di inclusione e libertà
espressiva e compirà ogni sforzo perché l’incontro in programma dal
1° al 5 novembre rappresenti un arricchimento per tutta la comunità
che vorrà partecipare agli eventi, ai progetti e alle iniziative
educative in programma.
Le parole di Asaf e Tomer
Hanuka: “Abbiamo iniziato a lavorare col team di Lucca Comics &
Games circa un anno fa. È stata una splendida esperienza con tutti
i membri del team che abbiamo incontrato in questa efficiente e
calorosa organizzazione. Di gran lunga la migliore che abbiamo
avuto in venticinque anni di lavoro in questo settore. Abbiamo
accettato questo incarico con grande entusiasmo per dare il nostro
miglior contributo alla nostra comunità allargata di artisti e
appassionati. Ci siamo sentiti considerati e supportati in ogni
passo di questo percorso. Tuttavia, dobbiamo con tristezza
condividere la nostra decisione: non presenzieremo a Lucca Comics &
Games.
La nostra presenza a Lucca e le
nostre attività rischierebbero di essere oggetto di eccessiva
attenzione afferente alla questione internazionale, oscurando la
dimensione artistica, che invece è stata ed è il centro del nostro
percorso con questa manifestazione e il suo gruppo di lavoro. Non
ci sentiamo di spostarci da una zona di guerra vera verso una zona
di conflitto mediatico. Questo interferirebbe con la felicità di
incontrare tanti amici, fan e colleghi.
Abbiamo deciso di fare un passo
indietro e lasciare che l’arte parli per se stessa.
In attesa di tornare quanto
prima a riabbracciare Lucca Comics & Games, dobbiamo continuare a
credere nella speranza. Viviamo tutto questo insieme. E, in questa
parte del mondo, non ci possiamo permettere molto altro”.
Tutte le donne e gli uomini di
Lucca Comics & Games si uniscono ad Asaf e Tomer Hanuka, che ci
hanno regalato una meravigliosa rappresentazione del nostro
festival, la bandiera dei nostri valori. L’invito è di andare a
vedere la loro bellissima mostra insieme a tutte le straordinarie
esposizioni degli artisti del festival.
Il cane è il migliore amico
dell’uomo, ed è stato più volte protagonista anche al cinema di
celebri film a lui dedicati. Da
titoli per famiglie come Belle & Sebastien ai
classici Disney come Lilli & vagabondo, dai film d’autore
come L’isola dei cani a
pellicole più drammatiche come Hachiko – Il tuo migliore
amico, sono numerosi i film che hanno dedicato agli amici a
quattro zampe storie commoventi e ricche di emozioni, che non
mancano mai di affascinare il grande pubblico. Uno degli ultimi
titoli di questo filone è Attraverso i miei
occhi, diretto nel 2019 da Simon
Curtis (meglio noto per Marilyn e Woman inGold).
Scritto da Mark
Bomback (sceneggiatori di film come Godsend – Il male è rinato,
Die Hard – Vivere o morire
e The War – Il pianeta delle
scimmie), che si è qui cimentato con un genere per lui
inedito, il film è l’adattamento cinematografico di L’arte di
correre sotto lapioggia, romanzo scritto da
Garth Stein e pubblicato nel 2009. Questo si è in
breve affermato come uno dei maggiori best seller del suo anno,
rimanendo in classifica per 40 settimane. Inevitabile dunque che
Hollywood si interessasse al libro, facendone un nuovo caso capace
di emozionare, proponendo nuove dinamiche tra umano e cane, uno dei
rapporti più solidi che ci possano essere.
Affermatosi come un discreto
successo di critica e pubblico, Attraverso i miei occhi è
dunque un racconto che diverte, coinvolge e commuove, facendo
riscoprire quei piccoli valori spesso trascurati ma fondamentali
per la vita. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Attraverso i miei occhi
Il film racconta la storia del
pilota da corsa Danny, vista però attraverso gli
occhi del suo cane, il Golden Retriever Enzo. Tra
i due è stato subito feeling e sin da cucciolo Enzo ha imparato le
lezioni di vita del suo proprietario, vivendo passo dopo passo
accanto a lui: lo ha visto correre in pista, insegnare a nuovi
piloti e innamorarsi di Eva. Enzo è il migliore
amico, il compagno ideale nonché il testimone di nozze di Danny. I
due insieme hanno affrontato le gioie e i dolori, cercando di
sorridere sempre senza mai abbattersi. Pur se il loro rapporto non
fa che consolidarsi, i due devono però fare i conti anche con le
novità non sempre liete che la vita presenta loro.
Al di là delle sconfitte da un punto
di vista professionale, Danny dovrà infatti sperimentare la
malattia, la morte e il dolore che questa lascia, affrontando
momenti molto difficili. Mentre Danny cerca di superare i tristi
eventi e i conseguenti ostacoli, il suo fedele amico sarà sempre
pronto, a suo modo, a ricordargli che non deve smettere di
combattere. Rimanendo al suo fianco, Enzo lo porterà a credere di
nuovo in se stesso. Anche se la loro forte amicizia non può durare
per sempre, il sentimento nato da questa sarà invece
indistruttibile, continuando ad ispirare del bene ancora e
ancora.
Attraverso i miei occhi: il libro e il cast del
film
I diritti del libro sono stati
acquistati dalla Disney, che ha poi deciso di produrre il film
tramite la recentemente acquisita 20th Century Fox. Il romanzo di
Stein, tuttavia, presentava una serie di elementi un po’ forti per
il tipo di pubblico che i produttori avevano in mente. Nel libro,
infatti, Denny è falsamente accusato di stupro da una ragazza
minorenne innamorata di lui. Nel film questo personaggio e la
relativa vicenda vengono completamente omessi e i problemi legali
di Denny vengono sostituiti da suo suocero che lo accusa di
aggressione dopo una caduta. Allo stesso modo viene taciuto
l’orientamento sessuale di Mike e Tony, che nel libro sono invece
dichiaratamente una coppia.
Per quanto riguarda il cast del
film, invece, nei panni di Danny vi è l’attore Milo
Ventimiglia, celebre per la serie This Is Us.
Ad interpretare Eve, la sua compagna e poi moglie, si ritrova
Amanda
Seyfried, attrice celebre per Mamma mia e
Letters to Juliet. La piccola Zoe, figlia di Danny e Eve,
è interpretata da Ryan Keira Armstrong, mentre per
la sua versione adolescente vi è Lily
Dodsworth-Evans. Gli attori Kathy Baker e
Martin Donovan interpretano invece Trish e
Maxwell, i genitori di Eve. Infine, a dare voce al cane Enzo vi è
in lingua originale il premio Oscar Kevin Costner,
qui al suo primo ruolo come doppiatore. Per la lingua italiana,
invece, si può ascoltare Gigi Proietti,
qui al suo ultimo ruolo come doppiatore.
Attraverso i miei occhi:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Attraverso i miei occhi grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 31 ottobre alle ore 21:20
su Canale 5.
Sono numerosi i film dedicati alle
battaglie per i diritti della popolazione afroamericana che si sono
svolte negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta e Settanta. Molti di
questi lungometraggi ripercorrono le gesta dei leader di quei
movimenti di ribellione, come Malcolm X, dedicato
all’omonimo attivista, o Selma – La strada per la
libertà, incentrato sulla marcia guidata da Martin
Luther King per richiedere il diritto di voto agli
afroamericani. Un altro film, più recente, che racconta
brillantemente di quel periodo è Judas and the Black
Messiah (qui la recensione), diretto nel
2021 dal regista Shaka King, qui al suo secondo
lungometraggio.
King, anche sceggiatore insieme a
Will Berson, ha descritto l’idea iniziale del film
come The Departed – Il bene e il
male (il film diMartin
Scorsese premiato agli Oscar) nel contesto del
COINTELPRO (Counter Intelligence Program). La volontà era infatti
quella di raccontare una vicenda realmente accaduta ma dal punto di
vista dell’infiltrato che portò all’abbattimento di un carismatico
leader della comunità afroamericana. Si tratta di un episodio forse
meno noto di quel periodo di scontri, ma che racconta altrettanto
efficacemente la tensione vigente in quegli anni.
Accolto in modo molto positivo,
Judas and the Black Messiah è divenuto uno dei film più
importanti del suo anno, guadagnando anche sei nomination al premio
Oscar (tra cui quella per il Miglior film) e vincendone poi due:
Miglior attore non protagonista e Miglior canzone. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla storia
vera. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Daniel Kaluuya LaKeith Stanfield in Judas and the Black
Messiah
La trama e il cast di Judas and the Black Messiah
Il film è ambientato nel 1968, anno
che vide accese diverse proteste, tra cui quella degli
afroamericani per i diritti civili. In questo periodo così
delicato, durante il quale le manifestazioni spesso sfociano in
atti di violenza, diventa capo delle Pantere Nere dell’Illinois il
giovane attivista Fred Hampton. Il gruppo si
schiera contro la polizia, accusata di usare ingiustificatamente la
violenza verso gli afroamericani. Hampton viene dunque presto
avvertito dal governo americano come una minaccia e l’FBI decide
così di intervenire, facendo infiltrare tra le file delle Pantere
Nere, uno dei suoi uomini, William O’Neal.
Quest’ultimo non è un vero e proprio
agente, ma un semplice cittadino nero che aveva avuto diversi
problemi con la legge, soprattutto a causa dei suoi furti, e al
quale l’FBI propone di far cadere ogni accusa, purché diventi un
agente di controspionaggio e fornisca informazioni su Hampton. Dopo
essersi unito alle Pantere Nere, O’Neal fa rapidamente carriera
all’interno del gruppo, nonostante viva nella costante ansia di
essere scoperto. Ben presto però lo stesso infiltrato si ritroverà
affascinato dalle parole del carismatico leader, una sorta di
Messia nero, nei confronti del quale lui sarà ha però il ruolo di
Giuda.
Ad interpretare Fred Hampton vi è
l’attore Daniel Kaluuya,
il quale per la sua interpretazione ha poi vinto il premio Oscar
come miglior attore non protagonista. LaKeith
Stanfield, interpreta invece William O’Neal e ha
dichiarato in un’intervista di aver avuto bisogno di intraprendere
un percorso di terapia dopo tale ruolo. Anche lui è stato poi
nominato all’Oscar nella medesima categoria di Kaluuya, facendo
così di Judas and the Black Messiah il primo film con
due attori neri candidati al premio. Completano poi il cast
Jesse Plemons nel ruolo di Roy Mitchell,
Dominique Fishback in quelli di Deborah Johnson e
Martin Sheen come J. Edgar Hoover, capo
dell’FBI.
Judas and the Black
Messiah: la vera storia dietro il film
Come anticipato, Judas and the
Black Messiah è basato sugli eventi realmente accaduti che
portarono all’assassinio di Fred Hampton nel 1969.
Hampton era un carismatico organizzatore e attivista, divenuto poi
presidente dell’Illinois Black Panther Party. Fondata nel 1966, era
questa un’organizzazione politica che si opponeva al razzismo e
alla brutalità della polizia e che gestiva anche iniziative
comunitarie come un programma di colazione gratuita per gli
scolari. In seguito alla sua nomina e alle sue prime battaglie
politiche, Hampton divenne il bersaglio della sorveglianza dell’FBI
come parte di un programma chiamato Cointelpro.
Gli obiettivi di questo includevano
“prevenire la coalizione di gruppi militanti nazionalisti
neri” e “prevenire l’ascesa di un ‘messia’ che potesse
unificare ed rafforzare il movimento militante nazionalista
nero”. J. Edgar Hoover, il primo direttore
dell’FBI, considerava lo stesso Black Panther Party “la più
grande minaccia alla sicurezza interna del paese”. Per cercare
di tenere d’occhio le azioni di Hampton e trovare il modo di
neutralizzarlo, l’FBI reclutò William O’Neal, il
quale era stato arrestato per essersi spacciato per furto. L’FBI
gli promise che se fosse diventato un informatore e si fosse
infiltrato nel Black Panther Party a Chicago, le sue accuse di
crimine sarebbero state ritirate.
O’Neal si unì dunque alle Pantere
Nere nel novembre 1968 e divenne il capo della sicurezza locale. Si
è poi guadagnato la fiducia di Hampton a tal punto da poter agire
come sua guardia del corpo. In seguito, ha fornito all’FBI
informazioni sull’appartamento di Fred Hampton, informazioni che
hanno poi permesso un raid delle forze dell’ordine. Il 4 dicembre
1969, infatti, prima dell’alba, 14 agenti di polizia fecero
irruzione nella residenza di Hampton al 2337 di West Monroe Street.
Sono stati sparati più di 80 colpi. Hampton e Mark Clark, anche lui
membro del Black Panther Party, sono entrambi deceduti.
L’FBI ha fatto irruzione
nell’appartamento di Hampton nel tentativo di prenderlo di mira con
il pretesto di sequestrare armi che credevano le Pantere Nere
stessero conservando lì. Ciò si basava appunto sulle informazioni
ricevute dall’informatore dell’FBI William O’Neal e dall’agente
speciale dell’FBI Roy Mitchell. La morte di Fred Hampton durante il
raid ha però portato molti a credere che si trattasse di un
assassinio coordinato da parte dell’FBI e del dipartimento di
polizia di Chicago e che la possibile presenza di armi fosse solo
un pretesto per potersi introdurre nell’abitazione. O’Neall
sviluppò poi sensi di colpa per l’accaduto e il 16 gennaio del 1990
decise di suicidarsi facendosi investire da un auto.
Il trailer di Judas and the
Black Messiah e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Judas and the Black Messiah grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 31 ottobre alle ore 21:20
sul canale Rai 4.