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Paradise: la seconda stagione anticipata da Sterling K. Brown dopo lo scioccante colpo di scena finale

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La star di Paradise Sterling K. Brown anticipa la trama della seconda stagione prima del finale. Dal suo debutto su Hulu a fine gennaio, la nuova serie del creatore di This Is Us, Dan Fogelman, è stata piena di colpi di scena. È iniziata come un semplice mistero su chi avesse ucciso il presidente Bradford (James Marsden), trasformandosi poi in una distopia fantascientifica e diventando sempre più movimentata. La seconda stagione di Paradise è stata confermata molto prima del finale della prima stagione, il che significa che i colpi di scena sono probabilmente solo all’inizio.

In un’intervista con TV Insider, Sterling K. Brown riassume il thriller che mescola i generi e offre un’anteprima di dove potrebbe andare a finire la storia. Brown, anche produttore esecutivo della serie, menziona che il prossimo capitolo del successo di Hulu esplorerà cosa è successo al resto del mondo in mezzo a tutto il caos:

“Sappiamo cosa hanno fatto i miliardari e le persone al potere. Hanno costruito una città, giusto? Poi abbiamo scoperto nell‘[episodio 4] che c’è ancora aria respirabile. Nell’[episodio 7] si vede che le bombe atomiche non sono esplose, che c’è ancora vita come la conosciamo, ma forse molto diversa perché il disastro naturale è ancora in atto. Quindi penso che nella seconda stagione l’idea sia quella di esplorare cosa è successo al resto del mondo, come si presenta?

Cosa significano i commenti di Brown per Paradise

Sterling K. Brown in Paradise

La serie thriller mostra una grande ambizione narrativa nella prima stagione, con quasi ogni finale di Paradise che rivela aspetti che gli spettatori potrebbero non aver considerato. Non è una mossa sorprendente da parte del creatore di This Is Us, che è stata costruita attorno a un enorme colpo di scena per quasi ogni stagione e poi a diversi più piccoli che arrivano come una sorpresa. La differenza con Paradise, a parte il genere, è il ritmo.

Un’altra serie avrebbe potuto dedicare un’intera stagione a rivelare la natura malvagia di Sinatra, soprattutto considerando il calibro dell’attrice Julianne Nicholson e il suo contributo al cast di Paradise. Invece, la sua rivelazione avviene in un solo episodio. Anche se è innegabile che il ritorno della serie potrebbe aver bisogno di una narrazione più ampia, che vada oltre gli Stati Uniti e queste poche persone, il finale avrà sicuramente colpi di scena più grandi.

Whoopi Goldberg dice che il copione di Sister Act 3 è pronto, ma “dipende se la Disney vorrà farlo”

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Sul tappeto rosso degli Oscar, 34 anni dopo aver vinto il premio come miglior attrice non protagonista per Ghost – Fantasma, Whoopi Goldberg ha confermato di aver visto la sceneggiatura finita di Sister Act 3. “Speriamo che venga realizzato quest’anno”, ha detto la Goldberg a Marc Malkin di Variety sul red carpet degli Oscar. Ma quando le è stato chiesto cosa ne pensasse della sceneggiatura, la Goldberg ha risposto dicendo: “Non importa quello che penso io. Importa solo se la Disney vorrà farlo”.

Non sembra ci sia ancora il completo via libera, dunque, per cui non resta che attendere di scoprire se lo studios deciderà o meno di procedere con la produzione del film. In precedenza Goldberg aveva affermato che, dopo la morte di Maggie Smith, avvenuta lo scorso settembre, si sono resi necessarie alcune modifiche. “Dobbiamo fare alcuni aggiustamenti [per “Sister Act 3″] perché abbiamo appena perso Maggie Smith, come sapete. Quindi, lo faremo. Lo faremo. È un cambiamento”.

Quello che sappiamo su Sister Act 3

Whoopi Goldberg ha recitato nel primo Sister Act nel 1992, che ha incassato 231 milioni di dollari con un budget di 31 milioni. È tornata per il sequel, Sister Act 2 – Più svitata che mai, riprendendo il ruolo di un’ex cantante lounge nel programma di protezione dei testimoni che è costretta a nascondersi in un convento in California. Dopo il successo delle prime due commedie, si è speculato su una terza. Variety aveva riportato nel 2020 che la Goldberg avrebbe ufficialmente ripreso il ruolo da protagonista un trequel, che sarebbe stato distribuito su Disney+.

Da quel momento, però, Sister Act 3 è rimasto avvolto per lo più nel mistero. Trama, titolo ufficiale e data d’uscita sono ancora sconosciuti ed ora la stessa realizzazione del film sembra essere incerta. Per ora, sembra che Goldberg sia soddisfatta dei progressi compiuti dalla produzione. Anche la lista del cast per il terzo film deve ancora essere annunciata, si può sperare che le suore preferite dai fan, Suor Maria Raberta (Wendy Makkena) e Suor Maria Patrizia (Kathy Najimy), si uniranno a Deloris/Suor Maria Claretta mentre lei intraprende un capitolo della sua vita. Prima, però, bisogna scoprire se la Disney deciderà di realizzarlo.

Spider-Man 4: il film potrebbe essere ambientato nel Battleworld

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Spider-Man 4: il film potrebbe essere ambientato nel Battleworld

Continuano a circolare indiscrezioni sui piani dei Marvel Studios per Spider-Man 4. A seconda di chi si sceglie di ascoltare, l’Uomo Ragno farà squadra con Venom, Daredevil, Ghost Rider o forse anche con i suoi compagni Spider-Man, interpretati dai redivivi Tobey Maguire e Andrew Garfield. Ci sono però anche state voci sul fatto che Spider-Man 4 sarà ambientato nel Battleworld, soprattutto perché il film dovrebbe uscire tra Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars.

Lo scooper @MyTimeToShineH è infatti intervenuto in seguito ai concept art trapelati questo fine settimana per il primo dei due Avengers, ribadendo quanto riportato in precedenza, ovvero che Spider-Man 4 proporrà una storia che farà parte del Battleworld. L’insider ha suggerito che possiamo aspettarci “molti” Spider-Man nel film e ha anche indicato la Spider-Island come una forte possibilità.

Nell’evento a fumetti Spider-Island, The Queen si allea con The Jackal e conferisce a tutti gli abitanti di New York, compresi gli altri supereroi, i propri poteri di ragno. Questo non vuol dire che vedremo qualcosa di simile in Spider-Man 4, ovviamente, ma la Grande Mela faceva ancora parte del Battleworld del Dottor Destino nel fumetto Secret Wars. Quindi, potremmo ancora avere una storia di strada, anche se con un sacco di varianti di Spidey multiversali provenienti da tutto il multiverso.

Non è escluso che Spidey possa incrociare l’Uomo senza Paura in questa nuova versione di Manhattan. Tuttavia, Spider-Man: No Way Home è stato il film più grande di sempre della Sony e non è esattamente una sorpresa sapere che lo studio vuole riconquistare lo stesso livello di successo al botteghino con un altro team-up degli Uomini Ragno. Al momento, queste nuove indicazioni sono senza conferma e con il film ancora lontano dall’arrivare in sala, bisognerà attendere che i lavori entrino nel vivo per poter avere informazioni certe sulla storia.

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Cosa sappiamo su Spider-Man 4?

Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studios si sono accordati su una storia prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche se il film viene ancora descritto come un “evento di livello Avengers”. Oltre a Tom HollandZendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie CoxVincent D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.

Spider-Man 4 uscirà al cinema il 31 luglio 2026.

Eleonora Giorgi, morta a 71 anni l’attrice di Borotalco e Dimenticare Venezia

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È morta a 71 anni l’attrice Eleonora Giorgi, da tempo afflitta da un tumore al pancreas, malattia che ha avuto modo di raccontare in diverse interviste negli ultimi mesi.

La vita e la carriera di Eleonora Giorgi

“Scoperta” da Federico Fellini con Roma, in cui fa una comparsata, Giorgi è poi stata una delle grandi protagoniste dei film sexy degli anni Settanta grazie a film come Storia di una monaca di clausura Appassionata. Successivamente recitò anche in Dimenticare Venezia, film di Franco Brusati candidato come Miglior film straniero per l’Italia agli Oscar.

Ma Elonora Giorgi è stata soprattutto una regina della commedia che ha segnato il cinema italiano anni Ottanta spopolando grazie alle collaborazioni con Renato Pozzetto (Mia moglie è una strega e Mani di fata), Carlo Verdone (Borotalco, una delle sue interpretazioni di maggior successo presso il grande pubblico, premiata con un David di Donatello, e qualche anno dopo, Compagni di scuola), Johnny Dorelli (Vediamoci chiaro) e Adriano Celentano con cui ha girato Mani di velluto e Grand Hotel Excelsior.

Negli anni novanta e duemila, la sua attività di attrice si concentrò maggiormente in televisione, dove prese parte a diversi sceneggiati di successo, come Morte di una strega, Lo zio d’America, I Cesaroni. Nel 2003 esordì invece nella regia cinematografica con Uomini & donne, amori & bugie, replicando poi nel 2009 con L’ultima estate. Tra i suoi ultimi film si annoverano My Father Jack (2016), Attesa e cambiamenti (2016) e La mia famiglia a soqquadro (2017).

Daredevil: Rinascita, lo showrunner rivela quanto materiale è stato aggiunto durante la revisione creativa

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Durante gli scioperi di Hollywood del 2023, i Marvel Studios si sono separati dagli showrunner originali di Daredevil: Rinascita, Matt Corman e Chris Ord e hanno deciso di rivedere creativamente la serie. È improbabile che sapremo mai quanto sia cambiata davvero la serie, anche se è stato riferito in precedenza che gran parte della première è stata rielaborata prima che venisse scritto e girato un nuovo finale di due episodi.

Parlando con Collider, il nuovo showrunner Dario Scardapane (The Punisher) e la produttrice esecutiva Sana Amanat hanno però parlato dei cambiamenti e hanno specificato esattamente quanto nuovo materiale è stato aggiunto a quello già completato. A giudicare da queste osservazioni, molto di ciò che Corman e Ord avevano scritto per Daredevil: Rinascita è rimasto.

Un bel po’ è rimasto. Il fatto è che, e credo che Sana possa parlarne, durante lo sciopero hanno avuto il tempo di dare un’occhiata a ciò che avevano, e quei sei episodi erano super solidi – li ho visti molto più tardi”, ha spiegato Scardapane. “Erano molto solidi, ma il problema era quello di riportare i temi e i sentimenti che amavamo nel vecchio show e nel contesto”.

Lo ripeterò ancora e ancora. Il primo episodio è quello che ci introduce nella serie, e avevamo bisogno dei primi 15 minuti del primo episodio per preparare il terreno. Alla fine il materiale aggiuntivo è stato essenzialmente di tre episodi e poi un bel po’ di materiale interstiziale all’interno dei sei episodi centrali”.

Mi sembra che sia stato soprattutto un miglioramento, e che abbia portato alla luce le cose che abbiamo amato un po’ di più”, ha proseguito. “Fisk e Matt, un po’ più di azione, pathos. La serie era lì. Voleva essere qualcosa; dovevamo solo fare alcune cose per farla emergere”. Quindi, tre nuovi episodi e una rielaborazione dei sei che erano stati girati ed erano quasi finiti.

La seconda stagione ha iniziato da poco la produzione e immaginiamo che la sensazione sia molto diversa, soprattutto perché Scardapane è l’unico showrunner in carica e non è costretto a lavorare con filmati preesistenti. Anche Justin Benson e Aaron Moorhead, che hanno diretto i nuovi episodi, dovrebbero avere un ruolo importante nel ritorno della serie il prossimo anno.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Flow: Gints Zilbalodis spera che la vittoria dell’Oscar ispiri “i registi d’animazione indipendenti di tutto il mondo”

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Dopo una gara piuttosto tesa per la stagione dei premi per il Miglior film d’animazione, Flow (qui la nostra recensione) si è aggiudicato la vittoria alla 97esima edizione degli Oscar di domenica sera. Con questa vittoria, ha battuto Inside Out 2, Memoir of a Snail, Wallace & Gromit: La piume della vendetta e Il robot selvaggio. Si tratta di un risultato storico, con questo piccolo film indipendente proveniente dalla Lettonia che batte tre colossi come la Pixar, la Aardman e la Dreamworks.

Non sorprende che tra i primi ringraziamenti del regista Gints Zilbalodis ci siano stati quelli ai suoi cani e gatti, prima di passare al significato dell’Oscar per lui e per i colleghi vincitori Matīss Kaža, Ron Dyens e Gregory Zalcman. “Sono commosso dalla calorosa accoglienza che ha avuto la nostra vittoria e spero che apra molte porte ai registi d’animazione indipendenti di tutto il mondo”, ha dichiarato.

Non solo è il primo Oscar per Zilbalodis, ma Flow è entrato nella storia anche come primo film lettone a vincere un Oscar. “È la prima volta che un film lettone riceve una nomination, quindi significa davvero molto per noi”, afferma Zilbalodis. “Siamo molto ispirati e speriamo di tornare presto. Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo superare le nostre differenze e trovare il modo di lavorare insieme”.

Il riferimento della barca è a quanto avviene nel film, dove un gatto vede il proprio stile di vita solitario cambiare drasticamente quando tutto il mondo viene devastato da un’alluvione senza precedenti. Il gatto deve imparare a superare la paura dell’acqua e degli altri per sopravvivere, trovando sicurezza all’interno di una barca con un gruppo di animali di specie diverse.

Flow ha vinto anche il premio come miglior film d’animazione ai Golden Globe e si è aggiudicato diversi premi sia agli Annie Awards che al Festival internazionale dell’animazione di Annecy. Il film era anche candidato come miglior film internazionale, premio poi andato a Io sono ancora qui. La speranza, come affermato da Zilbalodis, rimane però quella che sempre nuove voci dell’animazioni provenienti da ogni parte del mondo riescano a dare risonanza ai propri lavori, dimostrando quante sfumature possibili ci sono per realizzare film con questa tecnica.

Patrick Dempsey spiega perché non tornerà per Scream 7: “Non ha funzionato”

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Patrick Dempsey ha spiegato perché non parteciperà a Scream 7, nonostante avesse detto in precedenza di essere in trattativa. Dempsey è apparso originariamente nel franchise dello slasher nel ruolo del detective Mark Kincaid, un interesse amoroso per la storica final girl Sidney Prescott (Neve Campbell). Sebbene si sia ipotizzato che il marito non visto di Sidney, Mark, a cui si fa riferimento nei dialoghi del sequel Scream (2022), sarebbe stato Kincaid, un aggiornamento del casting per il prossimo Scream 7 ha rivelato che il cognome del marito è in realtà Evans e che sarà interpretato da Joel McHale di Community anziché da Dempsey.

Variety ha avuto modo di parlare proprio con l’attore alla cena pre-Oscar organizzata da Chanel e Charles Finch. I giornalisti hanno fatto seguito alle sue dichiarazioni in un episodio di Today dell’ottobre 2024, secondo cui c’è stata “una conversazione” sul suo ritorno nel ruolo di Mark Kincaid in Scream 7, le cui riprese sono iniziate ad Atlanta a gennaio sotto l’egida del regista Kevin Williamson. Patrick Dempsey ha rivelato: Non ha funzionato, abbiamo avuto a che fare con gli incendi e tutto quello che stava succedendo e il programma non ha funzionato, purtroppo”. Gli incendi dunque, avrebbero ritardato altri lavori dell’attore, causando problemi di programmazione.

Cosa significa l’assenza di Patrick Dempsey per Scream 7

Il motivo per cui Patrick Dempsey non ha potuto unirsi al cast di Scream 7 ha senso. Oltre alle vaste distruzioni causate dagli incendi, che a gennaio hanno devastato i quartieri Altadena e Pacific Palisades della contea di Los Angeles, i suoi impegni sono stati probabilmente condizionati dalla promozione della prima stagione di Dexter: Original Sin, in onda su Paramount+ fino al 14 febbraio. Potrebbe anche essere impegnato a riprendere il suo ruolo originale in Thanksgiving 2, in fase di sviluppo, la cui uscita è prevista per il 2025 e che potrebbe essere in conflitto con gli impegni dell’altro sequel dello slasher.

L’impossibilità di Patrick Dempsey di riprendere il suo ruolo da Scream 3 potrebbe avere conseguenze importanti. Ora che Mark, il marito di Sidney, non è più un personaggio storico, sembra molto più probabile che venga ucciso dal nuovo killer Ghostface nel prossimo sequel. Mentre i personaggi storici sono morti nel franchise, tra cui Randy Meeks (Jamie Kennedy), Dewey Riley (David Arquette) e Judy Hicks (Marley Shelton), molti altri sopravvivono alle furie del killer. Pertanto, Mark Evans è stato privato di questa potenziale protezione.

Tutto quello che sappiamo su Scream 7

Dopo mesi di attesa, è stato confermato che Scream 7 è ufficialmente in fase di sviluppo. Nel 2022, il franchise slasher preferito dai fan è stato ripreso sotto la guida del duo di registi Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin, che fanno parte del collettivo di cineasti noto come Radio Silence. I due hanno diretto sia Scream del 2022 che Scream VI di quest’anno, che è diventato il capitolo di maggior incasso del franchise a livello nazionale. Christopher Landon, il regista di successi horror come i film Auguri per la tua morte, era stato chiamato ad occuparsi della regia, ma ha in seguito abbandonato il ruolo, ora passato a Kevin Williamson.

Neve Campbell e Courteney Cox sono pronte a riprendere i rispettivi ruoli di Sidney Prescott e Gale Weathers, insieme al ritorno di Mason Gooding nei panni di Chad Meeks-Martin. I nuovi membri del cast includono Isabel May, Celeste O’Connor, Asa Germann, Mckenna Grace e Sam Rechner. Come confermato, anche Jasmin Savoy Brown tornerà nei panni della sorella del personaggio di Gooding, Mindy.

A causa del licenziamento di Melissa Barrera (Sam Carpenter nei precedenti due film) per i post sui social media che lo studio ha ritenuto “antisemiti”, molti fan si sono rivoltati contro Campbell e hanno pensato che avrebbe dovuto mostrare solidarietà alla sua ex co-protagonista e rifiutare l’offerta dello studio di tornare dopo aver saltato il film precedente a causa di una disputa salariale. Mentre Jenna Ortega (interprete di Tara Carpenter) ha invece abbandonato il progetto a causa di conflitti di programmazione con la seconda stagione di Mercoledì di Netflix.

A Barrera è stata chiesta della situazione in una recente intervista: “Non ne abbiamo parlato molto. Penso che ognuno faccia le proprie scelte e ciò che ritiene sia meglio per sé. Rispetto pienamente ciò che le persone pensano di dover fare per continuare in questa vita”.

Non è ancora stata resa nota la trama del nuovo slasher, ma sappiamo che Kevin Williamson, architetto del franchise di Scream che ha sceneggiato il film originale di Wes Craven, dirigerà da una sceneggiatura di Guy Busick. Dopo aver collaborato con lo sceneggiatore per il reboot di Scream del 2022 e per il già citato Scream VI, sono presenti anche James Vanderbilt, William Sherak e Paul Neinstein, che producono per Project X Entertainment. Prodotto da Spyglass Media Group, Scream 7 uscirà nelle sale di tutto il mondo tramite Paramount Pictures il 27 febbraio 2026.

Captain America: Brave New World, il regista parla del controverso design del leader di Tim Blake Nelson

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Il regista di Captain America: Brave New World, Julius Onah, ha parlato delle decisioni prese dietro le quinte che hanno portato alla revisione del design del personaggio di Tim Blake Nelson, Samuel Sterns/il Leader. Il film è stato sottoposto a lunghi reshooting e uno dei cambiamenti ipotizzati riguardava l’aspetto del Leader, che inizialmente era più vicino al suo aspetto nei fumetti. Il film, ancora adesso in sala, ha poi ricevuto un’accoglienza contrastante, con una migliore risposta da parte dei fan rispetto alla critica, ma il look del Leader ha lasciato i fan indecisi.

Pur non avendo confermato apertamente che il personaggio è stato ridisegnato, Onah ha parlato con The Hollywood Reporter del Leader e del motivo per cui non è stato rivelato il suo design nel marketing del film. Ha spiegato: “Si vuole avvolgere questo cattivo nel mistero, ma si vuole anche fare in modo che l’indagine di Sam sia ciò che spinge a rilasciare informazioni e, in ultima analisi, a rivelare questo cattivo”. Il regista ha aggiunto che “gli è sempre piaciuta l’idea di tenerlo nell’ombra”.

Secondo Onah, il Leader è intenzionalmente “in ombra o in silhouette” verso l’inizio del film, “poi quando Sam arriva alla verità, è allora che [lo spettatore] può conoscerlo veramente”. Onah ha detto che “per quanto riguarda il suo aspetto, l’obiettivo era: ‘Come lo inseriamo nel mondo di questo film?’”, ed è per questo che “hanno iniziato in modo molto pratico in termini di applicazioni che venivano utilizzate e di trucco che veniva utilizzato per crearlo”. Il design prevedeva elementi di base come “occhi che potessero raccontare la storia di un uomo che è anche irradiato dai raggi gamma”.

Che cosa significano i commenti di Julius Onah sul design del leader in Captain America: Brave New World?

Il Leader è stato introdotto inizialmente ne L’incredibile Hulk del 2008 come scienziato che aiuta Bruce Banner/Hulk (Edward Norton) prima di essere infettato dal suo sangue irradiato dai raggi gamma. È rimasto assente dal franchise per oltre 15 anni, per poi fare il suo ritorno in Captain America: Brave New World. Il Leader cerca di vendicarsi di Thaddeus “Thunderbolt” Ross/Red Hulk, che lo ha imprigionato durante il periodo in cui era assente dalla trama del MCU. Anni fa, Onah aveva anticipato il piano generale del personaggio, dichiarando:

Siamo tutti paranoici e speriamo di essere tutti entusiasti. Questo è un film, come i precedenti Captain American, che si inserisce nella tradizione di questo genere. E la cosa più bella di questo film è che Sam Wilson ha un avversario incredibile nel Leader, interpretato da Tim Blake Nelson, una mente brillante che è sempre 1-2-3-4 passi avanti“.

Date le dichiarazioni più vecchie e più recenti di Onah, sembra che il suo obiettivo nel far apparire il Leader più deforme fosse quello di rendere più credibili le sue motivazioni. Dare una rappresentazione visibile di ciò che Ross gli ha fatto, in teoria, suscita maggiore simpatia nel pubblico e rende il suo aspetto più minaccioso. Inoltre, il fatto di tenere nascosta la rivelazione dal materiale promozionale del film rende la deformità del Leader più scioccante.

Sean Baker eguaglia il record di Walt Disney per il maggior numero di Oscar in un anno

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Sean Baker ha decisamente avuto una grande serata agli Oscar, tanto da pareggiare uno dei record di Walt Disney. Il regista di Anora (qui la nostra recensione) ha infatti vinto quattro Oscar, eguagliando il record di Disney del 1954 per il maggior numero di vittorie individuali in un anno. Baker si è aggiudicato i premi per il miglior film, la miglior regia, la sceneggiatura originale e il montaggio.

Tuttavia, Baker ha vinto tutti gli Oscar per un solo film, mentre Walt Disney li vinse per quattro film diversi. Il mare intorno a noi di Disney vinse come miglior documentario, Cacciatori eschimesi vinse come miglior documentario – soggetto breve, Toot, Whistle, Plunk and Boom vinse come miglior soggetto breve – cartone animato e Il paese degli orsi vinse come miglior soggetto breve – due rulli.

È raro, ma non inusuale, che un regista monti il proprio film e, dato il lavoro di Baker nel mondo del cinema indipendente, che produca anche i suoi film. Il regista di Parasite, Bong Joon Ho, è già stato premiato con quattro Oscar, ma mentre lui ha vinto personalmente per il miglior film, la miglior regia e la sceneggiatura originale, il premio per il miglior film internazionale va al paese, in questo caso la Corea del Sud.

La trama di Anora, diretto da Sean Baker

Anora detta Ani – interpretata dalla brillante Mikey Madison, già apparsa in C’era una volta a… Hollywood – è una ballerina erotica americana di origine russa esperta in lap dance che porta i clienti nei privé offrendo loro servizi extra a pagamento. Un giorno nel locale dove lavora arriva Ivan (Mark Eydelshteyn), un ragazzo russo che pare entusiasta di lei e dei suoi molti talenti. Il giorno dopo Ivan la invita a casa sua, e Ani scopre con meraviglia che il ragazzo vive in una lussuosa villa ed è figlio unico di un oligarca multimiliardario.

Le cose fra i due ragazzi vanno così bene che Ivan porta Ani a Las Vegas e là le chiede di sposarlo. Ma i genitori di lui non sono affatto d’accordo e mandano una piccola “squadra di intervento” a recuperare il figlio dissennato. Ani vivrà una rocambolesca e scatenata avventura ricca di sorprese e colpi di scena, alla ricerca di quello che crede essere il suo vero amore e intenzionata a non lasciarsi sfuggire il suo lieto fine, l’occasione che potrebbe dare una svolta alla sua vita.

Superman, David Corenswet sulle critiche ricevute dopo il casting: “Non la prendo sul personale”

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La maggior parte degli annunci di casting di supereroi viene accolta con un certo scrutinio da parte dei fan, ma calarsi in un ruolo come quello di Superman – probabilmente il personaggio dei fumetti più famoso e iconico di tutti i tempi – deve essere scoraggiante per qualsiasi attore. Forse con il passare degli anni la prospettiva è diventata un po’ meno intimidatoria, visto che tre attori hanno vestito i panni dell’Uomo d’Acciaio sul grande schermo, ma l’accettazione della parte comporta sempre qualche contraccolpo da parte di coloro che semplicemente non pensano che tu sia adatto al ruolo.

Nel corso di una nuova intervista con Esquire, David Corenswet è stato interrogato sulle critiche che gli sono state rivolte dopo la notizia che salirà in cielo come nuovo Uomo d’Acciaio nel reboot del DCU di James Gunn. “Mi piace crescere e migliorarmi con le critiche. Non le prendo sul personale. Al contrario, è un’esperienza di apprendimento. E tutti gli attori devono accettarle come tali per crescere professionalmente”.

James Gunn ha un’immaginazione straordinaria”, ha aggiunto. “Io sono qui solo per recitare le battute che ha scritto. È una visione molto particolare, condita da elementi e interpretazioni meravigliose. Spero di essere all’altezza agli occhi del pubblico”. Anche se non tutti sono rimasti estasiati dall’arrivo di Corenswet nel ruolo, la maggior parte dei fan sembra averlo accolto come il nostro prossimo Superman dopo averlo visto in azione nel primo trailer. Naturalmente, per alcuni il giudizio sarà sempre aperto finché non vedranno il film in prima persona.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Oscar 2025: tutti i vincitori. È la notte di Anora e di Sean Baker

La notte tra il 2 e il 3 marzo 2025 ha incoronato i vincitori degli Oscar 2025. La serata, condotta da Conan O’Brien non ha brillato per intrattenimento, ma ha visto sfilare sul palco del Dolby Theatre star di Hollywood e artisti internazionali, con grandi interpreti che si sono cimentati in momenti musicali notevoli.

Anora e Sean Baker mettono a segno ben 5 nomination su sei, e Baker in particolare vince 4 statuette personali per la regia, il film, la sceneggiatura e il montaggio, mentre la splendida protagonista del film, Mikey Madison, batte la super favorita Demi Moore per la corsa alla statuetta più ambita dalle interpreti. Nessuna sorpresa per gli interpreti non protagonisti, Kieran Culkin per A real pain e Zoe Saldana per Emilia Pérez confermano i pronostici.

The Brutalist ha portato a casa tre premi Oscar, compreso quello a Adrein Brody, che si unisce al club dei due volte Academy Award Winner, mentre Wicked, Emilia Pérez e Dune: Parte Due che invece hanno conquistato due premi. Si ferma a un riconoscimento The Substance.

Tutti i vincitori agli Oscar 2025

Miglior Film

Anora

Migliore attore protagonista

Adrien Brody – The Brutalist

Migliore attrice protagonista

Mikey Madison – Anora

Migliore attore non protagonista

Kieran Culkin – A real pain

Migliore attrice non protagonista

Zoe Saldana – Emilia Pérez

Migliore Regia

Sean Baker – Anora

Migliore sceneggiatura adattata (Adapted Screenplay)

Conclave

Migliore sceneggiatura (Original Screenplay)

Anora

Miglior Film Internazionale

Io sono ancora qui

Miglior Film d’Animazione 

Flow

Miglior Montaggio

Anora

Migliore Fotografia 

The Brutalist

Miglior Scenografia

Wicked

Migliori costumi

Wicked

Migliore Colonna Sonora

The Brutalist

Miglior Canzone Originale

El Mal, Emilia Pérez

Miglior Trucco e Parrucco

The Substance

Miglior Suono

Dune: Parte Due

Migliori Effetti Visivi

Dune: Parte Due

Miglior Documentario 

No Other Land

Miglior Cortometraggio

I’m Not a Robot

Miglior Cortometraggio Animato

In the Shadow of the Cypress

Miglior Corto Documentario

The Only Girl in the Orchestra

Oscar 2025: le foto dal red carpet

Oscar 2025: le foto dal red carpet

Le Notte delle Stelle è in pieno svolgimento con il red carpet degli Oscar 2025 che vede sfilare i protagonisti di questa serata decisiva per la conclusione della season awards. Con una tendenza a prediligere i look luccicanti con lamé e paillettes e toni dell’argento e del rosa cipria, il tappeto rosso si anima di star. Ecco i look che hanno calcato il velluto rosso all’ingresso del Dolby Theatre.

Colman Domingo

Sarah Paulson

Monica Barbaro

Gal Gadot

Olivia Wilde

Selena Gomez

Margaret Qualley

Kieran Culkin

Emma Stone

Demi Moore

Halle Berry

Miley Cyrus

Rachel Zegler

Timothee Chalamet

Zoe Saldana

Fernanda Torres

Cynthia Erivo

Elle Fanning

Ariana Grande

Felicity Jones

Lalisa Manobal

Stacy Martin

Kit Connor

Scarlett Johansson

Mikey Madison

Sebastian Stan

Joe Locke

Tutte le nomination agli Oscar 2025

 

Lee Miller: trailer dell’atteso e intenso biopic con Kate Winslet

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Al cinema dal 13 marzo con Vertice360, Lee Miller, biopic diretto da Ellen Kuras, vede protagonista assoluta Kate Winslet. Ecco il trailer ufficiale. Gli orrori della prima e della seconda guerra mondiale sono fin troppo familiari, grazie ai film e ai programmi televisivi che affrontano l’argomento a testa alta. In queste narrazioni, è chiaro che molte persone hanno avuto un ruolo nel rendere il mondo consapevole di ciò che stava accadendo, mentre altre hanno sacrificato tutto per fermarli. La pluripremiata attrice Kate Winslet interpreta Elizabeth ‘Lee’ Miller in Lee Miller, un film biografico in uscita sulla famosa fotografa della Seconda Guerra Mondiale. Miller lotta contro ogni previsione e lascia il suo lavoro relativamente comodo a Vogue per recarsi in prima linea e mostrare al mondo esterno le atrocità che stanno accadendo.

Il film è diretto da Ellen Kuras ed è basato su una sceneggiatura di Liz Hannah, John Collee e Marion Hume. Oltre alla Winslet, Lee è interpretato da Marion Cotillard nel ruolo di Solange d’Ayen, Andrea Riseborough nel ruolo di Audrey Withers, Andy Samberg nel ruolo di David Scherman, Noemie Merlant nel ruolo di Nusch Eluard, Josh O’Connor nel ruolo di Antony Penrose e Alexander Skarsgård nel ruolo di Roland Penrose. Il film è il debutto alla regia di Kuras e il progetto di passione della Winslet. “Lee era una donna che ha vissuto la sua vita alle sue condizioni e ha pagato un prezzo emotivo terribile per tutto questo. Volevo raccontare la storia di una donna di mezza età, piena di difetti, che è andata in guerra e l’ha documentata”, ha dichiarato la Winslet a Vogue.

Love Me, Love Me – Cuori Magnetici: svelato il cast del film Prime Video

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Prime Video ha svelato il cast del suo nuovo film Original italiano Love Me, Love Me – Cuori Magnetici, tratto dal primo romanzo fenomeno della tetralogia “Love Me, Love Me” di Stefania S. (oltre 21 milioni di letture sulla piattaforma Wattpad e ora pubblicato da Sperling & Kupfer). Protagonisti del romance young adult, le cui riprese inizieranno a breve, sono Mia Jenkins, Pepe Barroso Silva, e Luca Melucci.

Love Me, Love Me – Cuori Magnetici è diretto da Roger Kumble, scritto da Veronica Galli e Serena Tateo, co-prodotto da Lotus Production – una società Leone Film Group – e Amazon MGM Studios, con il supporto di Wattpad WEBTOON Studios, e sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo.

La trama di Love Me, Love Me – Cuori Magnetici

June si trasferisce in Italia per un nuovo inizio dopo la morte del fratello. Nella sua nuova scuola d’élite, è attratta da James, un pericoloso bullo coinvolto in incontri clandestini di MMA, ma inizia a frequentare il suo migliore amico, Will, il perfetto studente modello. Tuttavia, le apparenze ingannano e June scopre presto che nessuno nella sua scuola è come sembra, ognuno nasconde un segreto. Mentre le tensioni aumentano e le verità nascoste vengono alla luce, June deve decidere a chi appartiene veramente il suo cuore.

The Shrouds di David Cronenberg aprirà il BAFF – BA Film Festival

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Annunciate ufficialmente le date dell’edizione numero XXIII del BAFF – BA Film Festival che si terrà a Busto Arsizio dal 29 marzo al 5 aprile 2025 con otto giorni di proiezioni, incontri ed eventi. Ad aprire il festival, il 29 marzo, il regista David Cronenberg che presenterà, in anteprima italiana, il suo ultimo film The Shrouds (Segreti sepolti), in uscita nelle sale il 3 aprile, distribuito da Europictures in collaborazione con Adler Enterteinment.

L’anteprima del film sarà preceduta nel pomeriggio di sabato 29 marzo da una masterclass tenuta dal direttore artistico del BAFF Giulio Sangiorgio che si svolgerà presso l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni di Busto Arsizio.

A dialogare con David Cronenberg dal palco del teatro Manzoni, durante la serata inaugurale, il critico cinematografico Gianni Canova autore di un noto saggio sull’opera del regista canadese dal titolo David Cronenberg (Il Castoro 1993).

The Shrouds, già presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, segna il ritorno sul grande schermo del visionario cineasta e vede protagonisti Vincent Cassel, Diane Kruger e Guy Pearce. Karsh, interpretato da Vincent Cassel, è un uomo d’affari che, in seguito alla morte della moglie, ha messo a punto una tecnologia rivoluzionaria e controversa che permette ai vivi di monitorare i defunti avvolti nei sudari. Una notte alcune tombe, inclusa quella di sua moglie, vengono profanate: Karsh decide così di mettersi sulle tracce dei responsabili.

«È un onore aprire la XXIII edizione del BA Film Festival con un ospite come David Cronenberg – dichiara il direttore Giulio Sangiorgio – uno dei maggiori registi viventi, un autore seminale e fondamentale che è stato in grado di trasformare il cinema in un luogo d’osservazione sull’uomo, la tecnologia, la società, con l’acume analitico di un sociologo e l’illuminante capacità di sintesi e previsione di un grande artista surrealista. Film come Videodrome, La mosca, Inseparabili, eXistenZ, A History of Violence, per citare i più celebri, sono stati in grado di trovare forme mai viste per comunicare concetti non ancora conosciuti. The Shrouds, l’ultimo suo lavoro, che siamo felici di presentare in prima italiana grazie a Europictures che lo distribuisce, non è semplicemente l’opera di un maestro: è uno dei film cruciali di questo tempo, un capolavoro contemporaneo, capace di mettere in scena un nuovo rapporto con la morte, con il potere, con i sentimenti, cose che possiamo presentire già oggi e che forse vedremo domani. Sono inoltre felice che, a dialogare con Cronenberg, come in un incontro rimandato per troppo tempo, ci sia Gianni Canova, uno dei miei maestri, autore di un libro ancora incomparabile che rivelò a tutti la grandezza di questo regista».

«Dopo un’edizione autunnale, andata in scena a fine settembre 2024 – spiega Alessandro Munari, presidente della B.A. Film Factory, associazione che organizza la manifestazione – il festival torna dunque alla sua collocazione originale, in primavera. Resta confermata la continuità nell’eccellenza della proposta culturale, resa possibile dall’impegno del direttore artistico e della squadra, al lavoro per coinvolgere maggiormente la città e tutti coloro che vorranno appassionarsi alle nostre iniziative».

«Con questa XXIIIa edizione teniamo fede all’impegno preso nel 2024 di ricollocare il Festival nella sua finestra ‘storica’ primaverile, dove anche il pubblico lo aspetta ogni anno e ama viverlo – conclude l’assessore alla Cultura Manuela MaffioliSarà così anche in questo 2025, con una edizione che si annuncia all’insegna della migliore tradizione anche in termini di contenuto: un’occasione speciale per vedere film, parlare di cinema, riflettere sul cinema, incontrarne i grandi protagonisti anche internazionali, conoscerne meglio la macchina. Un appuntamento imperdibile, che concorre a fare dell’offerta culturale della città una tra le più poliedriche e contemporaneamente più qualificate nel panorama lombardo».

Tanti gli appuntamenti che animeranno la settimana: gli incontri con grandi personalità del mondo del cinema, il concorso per opere prime, la sezione dedicata alle serie televisive, i film per le scuole, le Masterclass, oltre naturalmente ad approfondimenti ed eventi speciali.

Il B.A. Film Festival, diretto da Giulio Sangiorgio, è organizzato dall’associazione B.A. Film Factory, presieduta da Alessandro Munari, con il Comune di Busto Arsizio e il supporto dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni.

Nickel Boys, recensione del film d’esordio di RaMell Ross

Nickel Boys, recensione del film d’esordio di RaMell Ross

Ispirato dal romanzo di Colson Whitehead vincitore del Premio Pulitzer, Nickel Boys segna l’esordio alla regia del documentarista e regista televisivo RaMell Ross. La vicenda racconta dell’amicizia tra due giovani afromericani che si ritrovano costretti a frequentare un istituto nella Florida per ragazzi di colore “problematici’. Il sistema di vessazione e di continuo abuso a cui gli studenti sono stati costretti segna la loro esistenza in maniera indelebile, compresa quella del protagonista Elwood, testimone attraverso gli occhi del quale seguiamo la vicenda decenni dopo gli orrori di cui è stato vittima insieme ai suoi compagni.

L’identità negata in Nickel Boys

L’operazione di trasposizione cinematografica messa in piedi da RaMell Ross possiede un fascino indubbio, sia a livello concettuale che estetico. Dal momento che quella di Nickel Boys è fondamentalmente una storia di identità negata – sia essa intesa come identità sociale, razziale o più semplicemente individuale – il regista sceglie infatti di (ri)affermare tale concetto attraverso il mezzo-cinema stesso. Il film è infatti interamente o quasi realizzato come una serie di inquadrature soggettive, in cui lo sguardo della macchina da presa è sempre quello di un personaggio o dell’altro, che mai vediamo quando parla. C’è sempre l’interlocutore, mai il soggetto, l’io principale.

Oppure, in maniera forse ancor più emblematica, la macchina da presa stessa in alcuni casi si nasconde dietro le spalle dei protagonisti, a voler costantemente ribadire che qualcosa è stato loro strappato. L’identità appunto. Un’idea di cinema fortissima e all’inizio assolutamente affascinante, la quale però col passare delle scene diventa sempre più difficile da seguire a livello emozionale, in quanto non evita che la forma soffochi in qualche modo il contenuto.

Nickel Boys in particolar modo nella parte centrale perde di intensità emotiva, costringendo lo spettatore a una serie di inquadrature che diventano stancanti. Bisogna tornare a ripetere che la coerenza interna del film è un qualcosa di oggettivamente coraggioso nell’intento, ma quanto alla realizzazione costringe il pubblico alle prese con un tour de force estetico che non si abbina con un impianto narrativo in grado di sostenerlo. Perché forse il maggior difetto del lungometraggio di RaMell Ross non sta tanto nell’audace idea di regia quanto piuttosto in una sceneggiatura che non la sostiene come avrebbe meritato. I continui salti temporali tra passato e presente non fanno che ingarbugliare una vicenda al contrario lineare, una storia di amicizia e solidarietà nel dolore che si trasforma nei decenni in una ferita mai rimarginata. Siamo piuttosto convinti che se lo sviluppo narrativo fosse stato raccontato in maniera lineare, l’effetto generale sarebbe stato molto piú efficace, soprattutto sotto il punto di vista squisitamente emotivo.

Una buona direzione degli attori

Come direttore di attori RaMell Ross, pur al suo primo lungometraggio da regista, si dimostra raffinato plasmatore di figure in chiaroscuro. I suoi due giovani protagonisti Ethan Herisse e Brandon Wilson sono vibranti, sinceri nei rispettivi ruoli. Accanto a loro un cast di supporto efficace contribuisce a creare una serie di figure e psicologie ottimamente definite. Su tutti merita come sempre menzione speciale Aunjanue Ellis-Taylor, attrice di livello superiore che riesce a rendere prezioso davvero qualsiasi ruolo interpreti. Quando c’è lei in scena e guarda in camera alla ricerca di un briciolo di speranza per suo figlio, ecco che Nickel Boys diventa un dramma capace di arrivare dritto al cuore. Che quest’anno la Ellis-Taylor non sia stata quasi mai considerata nella corsa ai premi come miglior attrice non protagonista è un qualcosa che francamente non riusciamo a comprendere.

Questo di RaMell Ross è un esordio che merita di essere sostenuto probabilmente per le sue intenzioni ancor più che nel risultato finale. Nickel Boys possiede come testo di partenza un romanzo  potentissimo che il regista interpreta in maniera coraggiosa e molto personale, non riuscendo però a evitare che, in particolar modo nella parte centrale, la storia venga soffocata dalla forma filmica scelta per esporla. Merito indiscutibile del film è invece un finale bellissimo, sorprendente e doloroso, che lascia dimenticare le incertezze e alcune lentezze narrative. Se RaMell Ross continuerà a proporci cinema così audace e non disposto a scendere a compromessi, sarà con indubbio interesse che ne seguiremo la carriera.

Oscar 2025: le ultime previsioni prima della Notte delle Stelle

Oscar 2025: le ultime previsioni prima della Notte delle Stelle

È tutto pronto per la Notte degli Oscar 2025, la cerimonia che si svolge ormai da 97 anni sempre diversa eppure sempre uguale a se stessa. Conan O’Brien sarà il maestro di cerimonie e le ultime scommesse si stanno chiudendo adesso, ma quali saranno i vincitori? (Qui tutte le nomination).

La stagione dei premi di quest’anno è stata imprevedibile e fino alla fine è molto difficile fare previsioni certe, tuttavia ci sono degli indicatori che possono dare una buona approssimazione di quelli che saranno gli esiti delle vittorie questa notte.

Ecco di seguito le previsioni per gli Oscar 2025

  • Miglior Film

Anora/Conclave

  • Migliore attore protagonista

Adrien Brody – The Brutalist

  • Migliore attrice protagonista

Demi Moore – The Substance

  • Migliore attore non protagonista

Kieran Culkin – A real pain

  • Migliore attrice non protagonista

Zoe Saldana – Emilia Pérez

  • Migliore Regia
Sean Baker – Anora
  • Migliore sceneggiatura adattata (Adapted Screenplay)

Conclave

  • Migliore sceneggiatura (Original Screenplay)

A real pain

  • Miglior Film Internazionale

Emilia Pérez

  • Miglior Film d’Animazione 

Il Robot Selvaggio

  • Miglior Montaggio

Conclave

  • Migliore Fotografia 

The Brutalist

  • Miglior Scenografia

Wicked

  • Migliori costumi

Wicked

  • Migliore Colonna Sonora

The Brutalist

  • Miglior Canzone Originale

El Mal, Emilia Pérez

  • Miglior Trucco e Parrucco

The Substance

  • Miglior Suono

Dune: Parte Due

  • Migliori Effetti Visivi

Dune: Parte Due

  • Miglior Documentario 

No Other Land

  • Miglior Cortometraggio

Anuja

  • Miglior Cortometraggio Animato

Beautiful Men

  • Miglior Corto Documentario

Death By Numbers

Il talento di Mr. Crocodile: guida al cast e ai personaggi del film

Quando si sente Shawn Mendes dare voce a un coccodrillo antropomorfo, la cosa sembra adorabile, carina e divertente, ma non sorprende più di tanto. Ma quando si sente Javier Bardem interpretare il personaggio di un uomo di spettacolo e il proprietario del suddetto coccodrillo, si rimane sicuramente a bocca aperta. Passare da personaggi seri e macabri a un ruolo comico è sicuramente un’inversione di tendenza per la star di Non è un paese per vecchi. Ma questo è uno degli aspetti più interessanti di Il talento di Mr. Crocodile. Il film presenta un cast molto interessante ed è stato uno dei film per famiglie più apprezzati del 2022.

Ambientato sullo sfondo della sempre eccitante New York City, Il talento di Mr. Crocodile è ricco di dramma, avventura, commedia e, naturalmente, di canti e balli. Quindi, non c’è da aspettarsi altro che il massimo dell’intrattenimento da questa commedia musicale in live-action/animazione. Basato sull’omonima serie di libri per bambini di Bernard Waber del 1965, la storia segue un ragazzino, Josh, che scopre un coccodrillo canterino di nome Lyle che vive nella sua soffitta, e i due diventano subito amici. Ma quando il suo vicino, Mr. Grumps, minaccia la presenza di Lyle, Josh deve trovare un modo per proteggere il suo nuovo amico che è anche come una famiglia.

Il film è opera del duo di registi Will Speck e Josh Gordon, che hanno trasformato un divertente racconto per bambini in un elaborato film musicale, con un cast altrettanto divertente e interessante, con Mendes e Bardem in testa. In questo articolo, andiamo più approfonditamente alla scoperta del cast di interpreti che compongono il film, come anche dove li abbiamo già visti e anche di chi si è invece occupato delle canzoni italiane per la versione nella nostra lingua del film.

Shawn Mendes in Il talento di Mr. Crocodile
Shawn Mendes in Il talento di Mr. Crocodile © Columbia Pictures

Il cast di Il talento di Mr. Crocodile

Shawn Mendes nel ruolo di Lyle

Il coccodrillo Lyle è il protagonista della storia. Egli è un coccodrillo d’acqua salata (ce ne sono anche di altri tipi) che vive nella soffitta della casa in cui la famiglia Primm si è appena trasferita. Ma non è il solito rettile. Canta sotto la doccia, e anche fuori, si gode lunghi e lussuosi bagni e ama il caviale. In altre parole, Lyle sembra essere un vero artista dello spettacolo. Quando Josh, il figlio della famiglia, lo scopre, i due sviluppano immediatamente un legame. Anche se non può parlare, come ci si aspetterebbe, comunica attraverso il canto. Ma la presenza di Lyle in quella casa potrebbe essere di breve durata finché Josh non farà qualcosa.

A dare voce al personaggio centrale di Lyle è il cantante sensazionale Shawn Mendes. Il pluripremiato cantautore e pop star canadese ha debuttato con il suo primo album in studio, Handwritten, nel 2015, che ha raggiunto la vetta della Billboard 200 statunitense. È conosciuto soprattutto per altri singoli di successo come “Treat You Better”, “There’s Nothing Holdin’ Me Back” e “Señorita”. Mendes è anche apparso nel film documentario Shawn Mendes: In Wonder e in programmi televisivi come The Voice e Saturday Night Live. Il talento di Mr. Crocodile è il suo primo ruolo in un film.

Il cantante italiano di Il talento di Mr. Crocodile

Ad eseguire le canzoni in italiano del personaggio vi è invece Luigi Strangis, cantautore e polistrumentista italiano, vincitore della ventunesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi. Durante la partecipazione ad Amici ha pubblicato i singoli Vivo, Muro, Partirò da zero, Tondo e Tienimi stanotte. Quest’ultimo singolo è stato certificato disco d’oro il 5 agosto seguente dalla Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) e rimasto quattordici settimane consecutive nella classifica italiana dei singoli. Nel 2018 esce il suo primo album, Don’t Ever Let Go, mentre nel 2022 esce il secondo, Voglio la gonna.

Javier Bardem in Il talento di Mr. Crocodile
Javier Bardem in Il talento di Mr. Crocodile © 2022 CTMG, Inc. All Rights Reserved.

Javier Bardem nel ruolo di Hector P. Valenti

Hector è il carismatico proprietario e vecchio partner di Lyle, ma soprattutto il suo amico. Si potrebbe anche dire che erano un duo dello spettacolo, ma che in qualche modo si sono separati. Da quello che sappiamo finora, Hector è un uomo esuberante e pieno di entusiasmo per la musica, la danza e l’arte dello spettacolo in generale. È il più grande uomo di spettacolo che la città abbia mai visto. Quando torna da Lyle, il duo parte ancora una volta per un viaggio pieno di avventure per mostrare al mondo come essere diversi possa essere eccitante.

Il personaggio di Hector Valenti è interpretato dall’attore spagnolo premio Oscar Javier Bardem. È noto soprattutto per il suo lavoro in Non è un paese per vecchi, che gli è valso un Oscar come miglior attore non protagonista. Nella sua carriera trentennale, è però apparso in una miriade di film hollywoodiani ed europei di vario genere, tra cui titoli popolari come Vicky Cristina Barcelona, Collateral, Mangia, prega, ama, Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar e Being the Ricardos. Più recentemente è apparso in progetti come La sirenetta e Dune: Part Due.

Winslow Fegley come Josh Primm

Josh Primm è il figlio della famiglia che si trasferisce in città con i suoi genitori in una vecchia casa in brownstone. Nuovo alla città e al quartiere, Josh ha difficoltà ad adattarsi al nuovo ambiente e ai nuovi amici ed è spesso ansioso. È il primo a scoprire Lyle in soffitta. I due entrano subito in sintonia, perché sono entrambi diversi e si vedono come disadattati nel mondo. Josh trova in Lyle un nuovo migliore amico e cerca di convincere i suoi genitori a trattare il coccodrillo come parte della loro famiglia.

Il ruolo di Josh Primm è interpretato dall’attore bambino Winslow Fegley. Nella sua breve carriera di cinque anni, l’attore tredicenne è apparso in alcuni film e telefilm come The Good Doctor, Timmy Failure: Mistakes Were Made e 8-Bit Christmas. È noto soprattutto per i suoi ruoli in Nightbooks e Fast Layne. Fegley apparirà prossimamente nel biopic Spinning Gold.

Scoot McNairy, Constance Wu e Winslow Fegley in Il talento di Mr. Crocodile
Scoot McNairy, Constance Wu e Winslow Fegley in Il talento di Mr. Crocodile © 2022 Columbia Pictures Industries, Inc., TSG Entertainment II LLC, and Eagle Pictures S.p.A. All Rights Reserved.

Constance Wu nel ruolo di Katie Primm

Katie Primm è la madre di Josh e la moglie di Joseph Primm. Sembra molto entusiasta di trasferirsi a New York, ma è anche preoccupata che il figlio non riesca ad adattarsi al nuovo ambiente. Quando scopre Lyle in una vasca da bagno, la sua reazione immediata è di paura e panico, ma Josh riesce a convincerla di quanto Lyle possa essere amichevole e adorabile. Ben presto Katie e Lyle diventano amici. Katie aiuta anche Josh a proteggere Lyle e a tenerlo in casa, nonostante le molestie dei vicini.

La pluripremiata attrice Constance Wu interpreta il ruolo di Katie Primm. Inserita dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti al mondo (2017), la Wu è nota soprattutto per il suo lavoro in Fresh Off the Boat della ABC, oltre che per molti film e serie televisive popolari come Parallels, Covert Affairs, EastSiders e Royal Pains. È nota soprattutto per i suoi ruoli in Crazy Rich Asians, seguito da Le ragazze di Wall Street e The Terminal List.

Scoot McNairy nel ruolo di Joseph Primm

Joseph Primm è il padre di Josh e marito di Katie, entusiasta di essersi trasferito a New York con la sua famiglia. Quando viene a sapere di Lyle, non solo si spaventa, ma vuole subito sbarazzarsi dello strano animale. Ma quando incontra Hector e impara a conoscere meglio Lyle, Joseph comincia a capire che Lyle è una creatura piuttosto amichevole e adorabile. Riesce persino a tornare a praticare la boxe con Lyle, una passione che aveva abbandonato anni prima.

Il ruolo di Joseph Primm è interpretato da Scoot McNairy. Attore e produttore cinematografico, McNairy è apparso in molti film popolari e premiati. È noto soprattutto per il suo lavoro in film importanti come Argo, 12 anni schiavo, Gone Girl, Batman v. Superman: Dawn of Justice, C’era una volta a… Hollywood, A Quiet Place II, e per serie televisive come Halt and Catch Fire, True Detective, Godless e Narcos: Messico. McNairy ha poi di recente recitato in Nightbitch.

Brett Gelman in Il talento di Mr. Crocodile
Brett Gelman in Il talento di Mr. Crocodile © 2022 Columbia Pictures Industries, Inc., TSG Entertainment II LLC, and Eagle Pictures S.p.A. All Rights Reserved.

Brett Gelman nel ruolo di Mr. Grumps

Si potrebbe dire che Mr. Grumps è il cattivo della storia e l’arcinemico di Lyle e, per estensione, anche il nemico di Josh. È il vicino malvagio dei Primm e non gli piacciono affatto, forse perché Lyle vive con loro. Nella serie originale dei libri, Grumps è descritto come un “brontolone” che non solo disprezza Lyle, ma vuole che sia cacciato di casa, soprattutto perché Lyle sembra spaventare il suo gatto, Loretta. La versione cinematografica del suo personaggio è grossomodo la stessa, cercando in tutti i modi di far allontanare da lì quel coccodrillo che ritiene pericoloso.

L’attore, produttore, scrittore e comico Brett Gelman interpreta il ruolo del signor Grumps. È diventato famoso per il suo ruolo in Eagleheart ed è conosciuto soprattutto per i suoi ruoli in serie popolari come Stranger Things e Fleabag. È apparso anche in serie comiche come Go On, Married, Another Period e American Dad! e in film come The Other Guys, 30 Minutes or Less, Lemon (che ha anche scritto) e Room for Rent. Di recente ha recitato nel film Surrounded e nella serie televisiva Lady in the Lake.

Villaggio dei dannati: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film di John Carpenter

Considerato uno dei più grandi maestri dei generi thriller ed horror, John Carpenter ha nel corso della sua carriera realizzato alcuni grandi capolavori del cinema. Tra questi si annoverano Halloween, La cosa, 1997: Fuga da New York, Essi vivono e Il seme della follia. A partire dalla metà degli anni Novanta egli ha però sempre più diradato la sua attività come regista, deluso e contrariato dalle nuove politiche intraprese dalle major cinematografiche. Uno dei suoi ultimi film, risalente al 1995, è Villaggio dei dannati, un nuovo adattamento del celebre romanzo del 1957 I figli dell’invasione, di John Wyndham.

Tale opera era già stata portata al cinema nel 1960 con un film intitolato Il Villaggio dei dannati, ma nelle mani di Carpenter ha naturalmente assunto forme diverse. Il regista ha infatti colto l’occasione per poter essere più fedele al romanzo, calcando la mano su alcuni temi e sulla violenza esplicita, omessi invece dal primo adattamento cinematografico. Fan di quel film, Carpenter decise però di non ignorarlo nell’ideare il suo Villaggio dei dannati, riprendendo una serie di scenari e idee narrative secondo lui particolarmente funzionali. Con un budget di 22 milioni di dollari, il film si configurò dunque da subito come un nuovo progetto molto atteso del maestro dell’horror.

Sfortunatamente, Villaggio dei dannati fu un cocente flop al box office, venendo accolto in modo negativo dalla critica e dal pubblico. Con il tempo è tuttavia stato rivalutato e indicato come uno dei film che, pur non raggiungendo le vette del cinema di Carpenter, ne racchiude tutte le caratteristiche principali. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Villaggio dei dannati cast
Kirstie Alley and Christopher Reeve in Villaggio dei dannati © MCA/ Universal Pictures. All right reserved.

La trama di Villaggio dei dannati

Nella tranquilla cittadina di Midwich, in California, un collasso collettivo colpisce l’intera popolazione. Al risveglio simultaneo dei cittadini, tutto sembra essere però nella norma e il misterioso evento rimane senza spiegazione. Ben presto, però, un ulteriore elemento insolito emerge. Dieci donne, tra cui alcune vergini, si rivelano essere rimaste incinta in modo inspiegabile. Il dottore locale, Alan Chaffee si interessa al caso, cercando di trovare una correlazione tra questa scoperta e il collasso generale. Per fare ciò, invita nella cittadina la dottoressa Susan Verner e con lei inizia ad indagare sul caso.

Nel frattempo, nove delle dieci donne partoriscono i figli portati in grembo, tutte nello stesso momento. La cosa più sconvolgente, però, sarà notare come crescendo i nove bambini si assomiglino sempre più tra loro. Essi hanno infatti tutti i capelli bianchi e gli occhi color ghiaccio. Inoltre, formano tra loro di loro delle coppie fisse, tranne David, rimasto privo della compagna, la bambina morta al momento del parto. Le stranezze non finiscono però qui. Questi nove ragazzi rivelano di possedere degli oscuri poteri, capaci di influenzare le azioni degli abitanti di Midwich. Il caos non tarderà a scatenarsi.

Il cast del film

Protagonista del film, nei panni del dottor Alan Chaffee è l’attore Christopher Reeve. L’attore, celebre per aver interpretato Superman nell’omonimo film del 1978, dà qui vita alla sua penultima interpretazione per il cinema. Nello stesso 1995, infatti, una brutta caduta da cavallo lo rese permanentemente paralizzato. Accanto a lui, si ritrovano gli attori Kirstie Alley nel ruolo della dottoressa Susan Verner e Linda Kozlowski in quelli di Jill McGowan, preside della scuola locale e madre di David. Nel film compare anche Mark Hamill, celebre Luke Skywalker della saga di Star Wars, qui impegnato ad interpretare il reverendo George. Peter Jason, frequente collaboratore di Carpenter, è invece Ben Blum.

Ad interpretare i nove bambini vi sono invece Cody Dorkin nel ruolo di Robert, Trishalee Hardy in quello di Julie, Jessye Quarry in quello di Dorothy e Adam Robbins come Isaac, figlio del reverendo George. Gli altri sono John Falk nei panni di Matt, Renee Rene Simms in quelli di Casey e Danielle Keaton in quelli di Lily. Thomas Dekker, interpreta invece David, mentre Lindsey Haun è Mara, la più crudele del gruppo. Per dar vita ai loro personaggi, alcuni indossarono una parrucca, mentre ad altri furono tinti i capelli di biondo platino. Come raccontato in seguito, Reeve cercò di non familiarizzare con i giovani interpreti, così da rendere più realistico il rapporto di sfida tra il suo personaggio e i nove bambini.

Mark Hamill in Villaggio dei dannati
Mark Hamill in Villaggio dei dannati © MCA/ Universal Pictures. All right reserved.

Il finale del film

Verso il finale del film, gli abitanti sono esasperati e una folla si raduna in piazza per discutere animatamente coi bambini, nel tentativo di placare l’ondata di uccisioni e violenza che sta affliggendo la cittadina. Quando il capo della folla muore però sotto l’influenza psichica dei bambini, la gente inizia a fuggire impaurita riversandosi per le strade, in nascondigli di fortuna. Nel frattempo, il governo invia diversi poliziotti sul posto aiutati anche da un’unità della Guardia Nazionale incaricata di uccidere tutti i bambini. Ma le cose non vanno come previsto, e i bambini manipolano facilmente anche le menti delle forze dell’ordine.

Si genera così uno spettacolare quanto sanguinoso scontro a fuoco che termina con la morte di tutti i tutori della legge. Alan, a questo punto, inizia a escogitare un piano estremo e rischioso, che sembra essere l’ultima cosa possibile da fare per sopravvivere ai bambini. Si è reso infatti conto di poter schermare i propri pensieri pensando in maniera intensa a qualcosa. Proteggendo dunque la propria mente in questo modo, piazza all’interno della classe dei bambini una valigetta carica d’esplosivo con cui far saltare l’intero edificio. Alan, capendo la natura diversa di David, gli chiede però di lasciare un attimo l’aula per andare a prendere i libri dalla sua auto.

Mara intuisce però tutto, impedisce a David di uscire e cerca di leggere i pensieri di Alan. Nel frattempo arriva Jill, madre di David che lo porta in salvo. I bambini si concentrano tutti insieme per leggere la mente di Alan e, mentre sono sul punto di riuscirci, il timer attiva l’esplosivo, facendo saltare in aria l’edificio e uccidendoli tutti. Jill e David sopravvivono all’esplosione, e la donna assicura al giovane che si rifugeranno in un posto dove nessuno potrà riconoscerli. Mettendosi in viaggio in auto, David pone il suo sguardo sull’orizzonte, come a voler lasciare intendere un nuovo inizio o, forse, la possibilità che qualcosa di maligno in lui sia ancora vivo.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Villaggio dei dannati grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1 marzo alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

The Order: la spiegazione del finale del film

The Order: la spiegazione del finale del film

Grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult, l’attore Jean-Claude Van Damme si è dimostrato uno dei più grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Steven Seagal e Bruce Willis. Tra i suoi film più noti si citano Lionheart – Scommessa vincente, The Replicant, Kickboxer – Vendetta personale e Senza esclusione di colpi. Un altro suo titolo molto noto, realizzato nel 2001, è The Order.

Il film è diretto da Sheldon Lettich, regista anche di Rambo III e di Lionheart – Scommessa vincente, che ha dichiarato: “Dal punto di vista del tono volevamo fare un film che fosse nella vena dei film d’azione e d’avventura “divertenti” come i film di Indiana Jones e i film di Hitchcock come Intrigo internazionale. Per me il momento clou del film è l’inseguimento nella Città Vecchia di Gerusalemme, con Van Damme travestito da ebreo chassidico che scappa e combatte con la polizia israeliana. Era assolutamente stravagante e oltraggioso e ancora oggi mi stupisco di aver convinto Jean-Claude a farlo”.

Come affermato dal regista, è questo un film che unisce avventura esotica ad intrighi di livello mondiale, offrendo dunque una commistione di generi che ancora oggi entusiasma gli appassionati. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Order. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Order cast

La trama e il cast di The Order

Protagonista del film è Rudy (Jean-Claude Van Damme), un abile ladro che traffica oggetti antichi molto rari. Un giorno suo padre, l’archeologo Oscar Cafmeyer (Vernon Dobtcheff), lo invita a fargli visita per mostrargli un papiro molto importante. Si tratta del Fazar, un testo sacro che appartiene all’Ordine dell’Unità Divina, una famosa setta. Il mattino dopo riceve una strana telefonata dal padre che gli dice di trovarsi a Tel Aviv in serio pericolo. Rudy sale sul primo volo disponibile e lo raggiunge. Trovare l’archeologo, tuttavia, non è così semplice.

Tra pericoli, malintesi e false identità, Rudy scopre che dietro il rapimento di Oscar ci sono in realtà alcuni membri dell’Ordine, che sta tramando segretamente per attaccare un tempio della Città Santa. Per riuscire a sventare il colpo e per salvare la vita a suo padre, l’uomo si ritrova a percorrere gli insidiosi sotterranei del Re Salomone, dove incontra il capo della setta, Cyrus. Tra i due si scatena una lotta all’ultimo sangue dove tutto è concesso. Riuscirà Rudy a sconfiggere la setta e mettere in salvo il destino del mondo?

L’attrice Sofia Milos ricopre il ruolo della Ten. Dalia Barr, mentre Brian Thompson è Cyrus Jacob e Ben Cross è il Magg. Ben Ner. Partecipa al film con un cameo anche il celebre attore Charlton Heston, che appare in due brevi scene. Nella prima, all’inizio del film, parla al telefono con il protagonista e lo informa del rapimento del padre, mentre nella seconda, dopo un lungo inseguimento in macchina, viene ucciso da un colpo di pistola. Inizialmente, invece, era stato considerato nel cast anche Steven Seagal, ma poi ha abbandonato il progetto.

The Order trama

La spiegazione del finale del film

Nel finale del film, con l’aiuto di Avram Rudy e il tenente Barr, Rudy si pone come membro straniero dell’Ordine in visita in pellegrinaggio per ottenere l’accesso al monastero durante una massiccia assemblea dei membri, ora guidata da Ciro. Nelle catacombe Rudy trova i manoscritti rimanenti, il padre imprigionato e una grande bomba. Arriva poi Ben Ner e spiega a Rudy e al tenente Barr che si è unito all’Ordine quando ha scoperto il tesoro. Cyrus arriva e costringe Ozzie a guidarlo attraverso i tunnel per far esplodere la bomba sotto il Monte del Tempio durante il Ramadan e scatenare la terza guerra mondiale.

Rudy salva però Avram dal cadere in una trappola prima che raggiungano una stanza carica di tesori vicino alla camera sotto il Pozzo delle Anime. Ben Ner tenta di ritardare la detonazione per raccogliere più tesori, portando a uno stallo con i seguaci di Cyrus. Rudy e il tenente Barr sfruttano l’occasione per fuggire, ma Ozzy viene ferito e Avram viene ucciso. Il tenente Barr spara a Ben Ner e aiuta Ozzie a uscire dalle catacombe. Rudy cattura Cyrus nella stanza del tesoro e lo uccide con una delle spade trovate lì. Rudy sposta la bomba da sotto il Pozzo delle Anime e la fa cadere nella trappola.

Ben Ner salta su Rudy ma prende solo la sua maglietta e la strappa mentre cade nella buca. Rudy corre via dalla buca mentre la bomba esplode. I fedeli sopra sentono l’esplosione ma continuano a pregare. Rudy viene successivamente mostrato in visita all’ufficio di suo padre, che ha pubblicato un nuovo libro. Nell’ufficio Rudy trova un’antica mappa che secondo Ozzie mostra la posizione delle sette città d’oro. Rudy prende la mappa e corre fuori dall’ufficio con Dalia. Il film termina poi con una raccolta di rapidi tagli d’azione.

Il trailer di The Order e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 1 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Mio padre è un sicario: la spiegazione del finale del film con Nicolas Cage

Mio padre è un sicario, diretto da Tim Brown e uscito nel 2023, è un film d’azione e criminale con un cast stellare che include Ashley Greene, Ron Perlman e Nicolas Cage, quest’ultimo nei panni di Matt, un ex sicario che viene costretto a tornare in azione per proteggere sua figlia Ashley e sua nipote Sarah, diventate bersagli del pericoloso boss della droga Donnie. La chiave di tutto è un hard disk in possesso di Ashley, che contiene informazioni compromettenti. Si tratta di un divertente e adrenalinico titolo, recuperabile ora grazie a Netflix, dove è da poco arrivato affermandsoi da subito come uno dei film più visti del momento.

La trama di Mio padre è un sicario

Il film si apre con Ashley che fa da autista per la fuga del marito Jimmy e del suo amico Mitch. Dopo la cattura del marito, Ashley e la sua giovane figlia, Sarah, devono chiedere aiuto a Matt, il padre vedovo e allontanato dalla famiglia di Ashley. Non potendo comprare un biglietto per entrambe, Ashley manda quindi Sarah da sola dal nonno, che vive la vita di piacere in pensione alle Isole Cayman. Ben presto Ashley viene però catturato e il boss del crimine, Donnie (Jackie Earle Haley), si rende conto che le prove che cerca si trovano alle Isole Cayman. Il suo luogotenente, Bobo, e il Generale vengono quindi inviati a rintracciarli e a recuperare l’hard disk di cui sta cercando di entrare in possesso.

Ashley sbarca quindi alle Isole Cayman con Bobo (Ron Perlman) e il Generale (Ronnie James Hughes), pronti a recuperare l’hard disk. Tuttavia, la fortuna non sembra essere dalla sua parte: Matt e Sarah sono introvabili. Il rapporto teso tra Matt e Ashley viene poi alla luce. Nel corso degli anni si sono persi di vista e la dedizione di Matt al suo contratto governativo ha lasciato poco spazio al legame padre-figlia. In effetti, Ashley si era spinta fino a dire a Sarah che suo nonno non era più in vita, a dimostrazione dell’entità del distacco. Questa mancanza di legame e di sostegno emotivo ha portato Ashley a tagliare i ponti e a trasferirsi a Miami, in cerca di un nuovo inizio.

Nicolas Cage in Mio padre è un sicario
Nicolas Cage in Mio padre è un sicario

Ad ogni modo, i due scagnozzi riescono a trovare Matt e lo attaccano per costringerlo a consegnare l’oggetto. Lui, però, nonostante l’età, dimostra di essere ancora letale. Elimina il Generale e mette in fuga Bobo, che scappa con il furgone di Matt senza sapere che Sarah si è nascosta al suo interno. Ashley resta scioccata nel vedere la spietatezza di suo padre e capisce che la sua vita passata era ben diversa da come l’aveva immaginata. Matt si rivolge a un suo vecchio contatto, Drisdale (Lynn Whitfield), per ottenere informazioni su Donnie, che continua a mandare uomini per eliminare Ashley e recuperare l’hard disk. Matt li uccide però uno dopo l’altro senza esitazione, scioccando ulteriormente Ashley.

Ashley scopre così finalmente la verità sul vero lavoro del padre. Matt non ha mai avuto un lavoro ordinario. Al contrario, ha viaggiato in tutto il mondo come sicario per eliminare le minacce al suo governo. Nel frattempo, Donnie si agita sempre di più dopo aver scoperto che Matt continua a uccidere gli uomini che manda alle Cayman Island per ottenere l’hard disk. Proprio per quest’ultimo, per decriptarlo, Matt chiede aiuto all’amico Joseph (Ernie Hudson). Scopre così che Donnie è solo una pedina di un’organizzazione più grande guidata da Hector Garcia (Grace Byer), una criminale spietata che controlla un impero di traffici illeciti. Hector non si fida nemmeno dei suoi collaboratori e ha già punito con la morte chiunque l’abbia tradita.

In quel momento, Donnie e i suoi uomini rintracciano Matt e Ashley sulla barca di Joseph e li circondano, pretendendo l’hard disk. Scoppia un violento scontro, e una granata esplode vicino alla barca, mettendo Ashley in grave pericolo. Nel frattempo, Sarah inganna Bobo e riesce a localizzare Matt. Alla fine, Donnie cattura Ashley e Sarah e fugge con loro. Hector, attraverso il suo contatto governativo Fitzsimmons (Joel David Moore), organizza una fuga per Donnie e la sua squadra, temendo le conseguenze se il contenuto dell’hard disk venisse reso pubblico. Fitzsimmons organizza quindi un aereo cargo per trasportare Donnie a Miami, mentre Drisdale informa Matt del piano di fuga.

Jackie Earl Haley in Mio padre è un sicario
Jackie Earl Haley in Mio padre è un sicario

La spiegazione del finale del film

All’insaputa degli altri, Drisdale ha infatti un suo piano. Ha inseguito Hector per anni, frustrata dal fatto che la criminale sembri essere sempre un passo avanti. Tuttavia, ora Drisdale ha una carta vincente che potrebbe eliminarla e smantellare il suo impero criminale. Matt si infiltra dunque nel complesso di Hector e inizia a eliminare i suoi uomini come mosche. D’altra parte, Ashley e Sarah riescono a fuggire dai loro rapitori. Donnie, però, le cattura ancora una volta e pensa di usarle come merce di scambio. L’uomo si dimostra efficace anche catturando Matt e riuscendo a recuperare l’hard disk. A questo punto, in un colpo di scena scioccante, Donnie spara e uccide Hector.

Tuttavia, l’unità consegnata da Matt a Donnie è falsa e lui è ancora in possesso di quella vera. Credendo il contrario, Donnie punta la pistola contro Matt, pronto ad ucciderlo, ma Drisdale arriva e uccide infine Donnie. La donna spara anche al suo socio Fitzsimmons, che lavorava per Hector. Con i cattivi sotto controllo e Ashey e Sarah al sicuro, Matt requisisce la barca di Hector e se ne va per continuare a vivere il suo piano di pensionamento. È a questo punto di Mio padre è un sicario che apprendiamo cosa contiene l’hard disk a cui tutti nel film danno la caccia. Si scopre così che, in realtà, il governo stava perseguendo senza sosta l’organizzazione criminale di Hector da anni, ma lei era sempre riuscita a sfuggire alla giustizia.

La donna si era infiltrata in ogni angolo del governo, assicurandosi di avere sempre il sopravvento quando si trattava di applicare la legge. Uno di questi traditori che lavoravano per Hector era proprio Fitzsimmons, che le aveva fornito informazioni cruciali sulle operazioni dell’agenzia. Alla luce di ciò, durante una conversazione tra Christopher e Matt, quest’ultimo rivela che il disco contiene informazioni potenzialmente in grado di infangare la carriera di numerosi politici. È plausibile che l’unità contenga i nomi e le prove dei politici che hanno accettato tangenti da Hector in cambio della chiusura di un occhio sulle sue attività criminali. Con queste informazioni, Matt e Drisdale hanno dunque finalmente smantellato l’impero criminale di Hector, assicurando un futuro più sicuro per Ashley e Sarah.

Ago, gratis al cinema con Cinefilos.it: scopri come avere il tuo biglietto!

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Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di guardare al cinema, in anteprima assoluta, Ago, il documentario presentato alla Festa di Roma sul motociclista Giacomo Agostini che uscirà al cinema come evento il 10, 11 e 12 marzo.

La proiezione si svolgerà a Milano, al cinema Notorious Merlata, il 7 marzo prossimo alle 20.30. 

In sala sarà presente Giacomo Agostini per un saluto al pubblico.

Per avere il vostro biglietto basta inviare una email a [email protected] indicando  NOME, COGNOME, NUMERO BIGLIETTI, CITTA’, specificando che siete lettori di CINEFILOS.IT

N.B. La disponibilità dei biglietti è nel limite dei posti disponibili. I biglietti sono validi e ritirabili fino a 30’ minuti prima,  dopo non possiamo garantire il posto.

Quello che sappiamo su Ago

Arriva al cinema con un’uscita evento il 10, 11 e 12 marzo Ago, il documentario dedicato al leggendario pilota motociclistico Giacomo Agostini. Presentato alla 19ª edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Proiezioni Speciali, e distribuito da Adler Entertainment, il film è diretto da Giangiacomo De Stefano (Zucchero – Sugar Fornaciari, 2023) e offre uno sguardo intimo e profondo su un uomo che ha rivoluzionato la storia delle due ruote, diventando simbolo di libertà e coraggio.

Giacomo Agostini, soprannominato “Ago”, è un mito indiscusso del motociclismo: 15 titoli mondiali, 123 vittorie nel Motomondiale, 10 successi al Tourist Trophy e innumerevoli record mai eguagliati. Ma la sua storia non si limita ai numeri. Agostini è stato l’incarnazione di un’epoca, un simbolo di audacia e determinazione che ha superato i confini dello sport per diventare un’icona senza tempo.

Ago non è solo la celebrazione delle sue vittorie: il documentario è anche un viaggio che svela il percorso di un uomo che ha continuato a spingersi oltre i propri limiti, rendendo eterna la sua leggenda. È il racconto delle imprese di un eroe moderno, capace di affrontare le sfide più grandi e di trasformarle in un percorso di crescita e consapevolezza.

Yellowjackets – stagione 3, episodio 4, la spiegazione del finale: cosa è successo a Lottie?

La terza stagione, episodio 4, di Yellowjackets porta la storia dell’adulta Lottie Matthews (Simone Kessell) in una direzione scioccante. Nel finale della seconda stagione di Yellowjackets, Lottie viene internata e perde la comunità spirituale che aveva costruito. Nella terza stagione, Lottie rientra nella società e cerca di crearsi un nuovo percorso. Anche se Callie Sadecki (Sarah Desjardins) le ha sparato la prima volta che si sono incontrate, Lottie è stata attratta da Callie, e Callie è altrettanto affascinata da lei.

La relazione tra Lottie e Callie non va bene a Shauna Sadecki (Melanie Lynskey). Il fatto che Lottie abbia dato a Callie la collana d’oro con il cuore di Jackie è il punto di rottura per Shauna, che la convince a cacciare Lottie da casa sua. Senza Callie al suo fianco nella linea temporale attuale di Yellowjackets, le motivazioni e le azioni di Lottie sono ancora più ambigue. Il mistero si intensifica quando l’episodio 4 termina con Misty Quigley (Christina Ricci) e il pubblico che scopre che Lottie è stata assassinata.

Chi ha ucciso Lottie nel finale della terza stagione, episodio 4?

Il sospettato più probabile della morte di Lottie è la persona che ha perseguitato Shauna. Il finale della terza stagione, episodio 2, di Yellowjackets lascia intendere che la stalker sia Melissa (Jenna Burgess). Nell’episodio 4 Lottie recita delle scuse mentre parla da sola allo specchio. Potrebbe essere andata a trovare Melissa per scusarsi di quello che è successo nella natura selvaggia, o forse per qualcosa che le è successo dopo che sono state salvate. Se è così, Melissa non ha risposto bene alle scuse di Lottie e invece l’ha uccisa.

Un’altra possibilità è che sia stata Taissa Turner (Tawny Cypress) ad uccidere Lottie. Taissa crede che il cancro di Van Palmer (Lauren Ambrose) sia andato in remissione grazie ai sacrifici fatti alla natura selvaggia. Van l’ha dissuasa dall’uccidere un uomo come sacrificio nell’episodio 4, ma dopo aver visto la mano di Van tremare mentre comprava dei soft pretzel, Taissa potrebbe aver preso in mano la situazione e ucciso Lottie. Taissa potrebbe non aver voluto che Lottie morisse, ma la sua altra metà, quella più spietata che mangia la terra e prende il sopravvento quando è sonnambula, non avrebbe avuto scrupoli ad uccidere Lottie.

Cosa significa il disegno di Travis dopo il processo per Yellowjackets Stagione 3

Dopo il processo che ha dichiarato l’allenatore Ben Scott (Steven Krueger) colpevole dei suoi crimini, l’adolescente Lottie (Courtney Eaton) si avvicina a Travis Martinez (Kevin Alves). Lei vede che lui ha un disegno che sembra raffigurare un uomo sdraiato a terra mentre è circondato da tre donne. Lottie chiede a Travis cosa sia il disegno, e lui risponde: “È il risultato”. Questo sembra prefigurare come l’allenatore Ben sarà punito all’indomani del suo processo. La terza stagione ha mostrato che Travis ha un legame con la natura, che ora si traduce nel suo disegno.

Il disegno di Travis preannuncia il destino dell’allenatore Ben e il ruolo violento che gli altri avranno in esso.

Il disegno potrebbe confermare la oscura teoria dell’allenatore Ben che ruota attorno al fatto che venga mangiato vivo dai sopravvissuti adolescenti. Il gruppo ha abbastanza cibo e non deve più ricorrere al cannibalismo per sopravvivere. Tuttavia, con l’adolescente arrabbiata e pericolosa Shauna (Sophie Nélisse) che diventa gradualmente più potente, potrebbe guidare l’attacco per mangiare Coach Ben. Lei lo incolpa per aver bruciato la capanna e per averla abbandonata quando stava partorendo. Il disegno di Travis predice il destino di Coach Ben e il ruolo violento che gli altri avranno in esso.

Perché Lottie, Akilah e Travis cambiano davvero idea sul coach Ben Per Shauna

Il cambiamento di voto di Lottie, Travis e Akilah (Nia Sondaya) è fondamentale per ottenere la maggioranza dei due terzi per il verdetto sul Coach Ben. La prima a cambiare il proprio voto è Lottie, perché vede la rabbia palpabile di Shauna e l’influenza che esercita sul gruppo. Ora che la natura selvaggia non parla più attraverso Lottie, quest’ultima è alla ricerca del suo successore spirituale. Durante la votazione, Lottie sembra ricevere un’intuizione dalla natura e pensa che ora stia parlando attraverso Shauna, quindi decide di cambiare il suo voto.

Travis e Akilah sono gli altri individui che Lottie ora crede abbiano uno stretto legame con la natura e entrambi si fidano di lei. Una volta visto che Lottie cambia il suo voto, seguono il suo esempio. Lottie, Travis e Akilah sono diventati un trio affiatato che si rivela utile a Shauna per ottenere ciò che vuole. Shauna non crede nel potere della natura selvaggia come loro. Tuttavia, avere il sostegno del trio può aiutare Shauna ad acquisire ulteriore potere, permettendole potenzialmente di detronizzare Natalie Scatorccio (Sophie Thatcher) nella terza stagione di Yellowjackets.

S.W.A.T. 8, episodio 13, il finale spiegato da Anna Enger Ritch e Annie Ilonzeh: “Ciò che sigilla l’accordo è…”.

L’ottava stagione di S.W.A.T., episodio 13, ha finalmente dato a Zoe Powell e Devin Gamble un episodio tutto per loro. Le uniche due donne della Squadra 20 sono partite per un’escursione nell’episodio, solo per imbattersi in un’operazione di droga illegale gestita da un pericoloso cartello. L’episodio è servito a creare un legame tra i due personaggi e ha segnato una svolta nel rapporto di Gamble con la Squadra 20 nel suo complesso.

Era uno sviluppo che l’attrice Anna Enger Ritch, nel ruolo di Anna, e l’attrice Annie Ilonzeh, nel ruolo di Lola, stavano aspettando da tempo. S.W.A.T. ha sempre trovato il modo di dare nuove opportunità ai suoi personaggi (come si vede in questa clip dell’episodio 12 dell’ottava stagione di S.W.A.T.), ma questo particolare sviluppo era atteso da tempo. Anche se la squadra più grande è intervenuta per sostenere Gamble e Powell, l’episodio era incentrato soprattutto sulle due donne.

ScreenRant ha intervistato Anna Enger Ritch e Annie Ilonzeh sul loro lavoro nella stagione 8, episodio 13 di S.W.A.T. Ritch e Ilonzeh hanno parlato del fatto di poter finalmente dedicare un episodio alla relazione tra i loro due personaggi e di quali sviluppi della storia hanno cambiato di più le carte in tavola. Le due hanno anche scherzato sulle loro speranze per la stagione 9 di S.W.A.T..

Anna Enger Ritch e Annie Ilonzeh parlano della prima trama incentrata sulle donne dell’ottava stagione di S.W.A.T.

Anna Enger Ritch: L’apertura, quando vediamo Powell e Gamble che fanno un’escursione insieme.

Annie Ilonzeh. Sì. Eravamo tipo: “Finalmente”. Non ci sono molte donne nella S.W.A.T. nel mondo reale, e poi ci capita di avere due donne nella stessa squadra che non sono mai state in coppia in questo universo S.W.A.T. Continuavamo a dire agli sceneggiatori e ai produttori, a chiunque volesse ascoltarci: “Gamble e Powell devono parlare. [Devono] davvero essere in contatto. È quello che farebbero due donne se si trovassero in una squadra, soprattutto in un mondo dominato dagli uomini”.

Anna Enger Ritch: [Sarebbero] uscite insieme, cose del genere.

Annie Ilonzeh: E loro hanno ascoltato. Hanno detto: ‘C’è qualcosa in arrivo’. E non hanno rovinato nulla, quindi quando finalmente abbiamo aperto la pagina e l’abbiamo vista subito, abbiamo pensato: “Oh mio Dio, sì”. E poi ha continuato a crescere in modo esponenziale man mano che leggevamo.

Questo episodio è una storia incentrata sulle donne davvero eccezionale. I vostri personaggi sono in minoranza, ma affrontano il cartello per salvare questo gruppo di donne. Come vi siete sentite a farne parte, in questo senso?

Anna Enger Ritch: È stato stimolante. Mette in mostra donne forti, capaci e strategiche in ambienti e situazioni ad alta pressione in cui non avevamo le risorse che normalmente avremmo quando siamo al lavoro con la nostra squadra 20. Mostra davvero quanto possono essere capaci le donne.

Annie Ilonzeh: Abbiamo davvero fatto girare la testa a qualcuno, e tutto è iniziato dall’alto. Il nostro regista era Gary Brown. È un regista fantastico e ci ha davvero lasciato prendere il comando. È super collaborativo, [e] ha davvero rispettato il nostro approccio, la nostra voce e il modo in cui vedevamo le cose. Da lì ho iniziato a vedere la troupe far davvero girare la testa alla gente e dire: “Oh, questo è davvero diverso”.

Di solito vedi Hondo prendere il comando ed è lui a fare da punta di diamante, “Come supereremo questo caso? Come gestiremo questa missione?” e [questa volta] sono stati Gamble e Powell. Anche Annie e Anna hanno visto che ci siamo assunti questa responsabilità [quando] non avevamo mai ricoperto quelle posizioni prima. Ho davvero visto la gente girare la testa, ed è stato davvero bello.

Anna Enger Ritch: Speriamo che questo si rifletta sullo schermo e ispiri le giovani donne interessate alle forze dell’ordine o a qualsiasi altra professione dominata dagli uomini, che normalmente sarebbero scoraggiate perché non si sentono forti, capaci o emancipate. Idealmente, questo è ciò che i nostri personaggi stanno facendo nello show, perché l’arte imita la vita e ha un impatto enorme se glielo permettiamo.

“La famiglia è davvero reale”: Ilonzeh e Ritch raccontano come l’episodio ha cambiato la percezione dei loro personaggi

Gran parte dell’episodio è incentrato sul rifiuto di Gamble di accettare le cure

Entrando nella trama, Annie, Gamble è in una situazione difficile a seguito di queste accuse. Sono curioso di sapere se puoi fornire qualche ulteriore informazione sul motivo per cui inizialmente è disposta a lasciare la squadra piuttosto che difendersi.

Annie Ilonzeh: Penso che alla fine sia scoppiato il vaso e lei ne abbia avuto abbastanza e c’è quell’approccio pessimistico [in cui] la famiglia non può davvero essere una famiglia, [tipo] “Non ci credo”. Non essendo cresciuta con un certo livello di lealtà e sostegno e forse con una famiglia funzionante… per lei è diverso. È molto strano. Quindi, quando la Squadra 20 ripete più volte: “Ti copriamo le spalle. Siamo qui per te”, è quasi come se parlassero una lingua diversa ed è davvero difficile da credere.

Direi che il volo la colpisce un po’ e lei si mette le scarpe e corre. Poi, verso la fine di questo episodio, viene messa alla prova da uno dei suoi migliori amici e colleghi, e capisce. Capisce quando Powell le dice senza mezzi termini: “Ci siamo noi, ragazza, dai, torna qui”.

Anna Enger Ritch: Ero nella stessa posizione quando [Powell] ha iniziato nella Squadra 20. Street era il suo mentore e le ha letteralmente sbattuto in testa che la famiglia non è solo sangue, che quando si entra a far parte di questa squadra e di questa Squadra 20, è una cosa seria. È una benedizione far parte di una squadra che ti sostiene in un modo che, molto spesso, la famiglia non farebbe.

Quella discussione che hanno nel bel mezzo dell’episodio è stata davvero una grande svolta per loro. Anna, pensi che Powell sia stata influenzata da qualcosa che Gamble ha detto sul fatto che lei fosse codipendente, o [ha] semplicemente lasciato che le scivolasse addosso?

Anna Enger Ritch: Ci sono stati momenti, anche solo come Anna, un’attrice, e Annie, un’attrice, che recitavano in quella scena, in cui non ho potuto fare a meno di essere personalmente colpita dalle parole che stava dicendo. C’era del vero in questo, per molti versi era un po’ codipendente. C’è stato un momento in cima alla collina in cui Powell ha detto: “Dobbiamo scendere dalla collina, dobbiamo chiamare i rinforzi e dobbiamo fare questo…” e Gamble ha risposto: “Powell, noi siamo l’aiuto”.

Quindi sì, l’ha presa sul personale, ma anche il fatto che siamo parte di una squadra è molto più forte dell’aspetto individuale, e Powell lo ha capito durante la sua esperienza con la 20-Squad. Questo l’ha colpita in un modo che sta cercando di trasmettere anche a Gamble.

Fortunatamente, dopo la chiamata radio, la squadra ce l’ha fatta. Che impatto pensi che abbia avuto su ciascuno dei vostri personaggi? Ho avuto l’impressione che la reazione di entrambi fosse leggermente diversa.

Annie Ilonzeh: Beh, Powell aveva ragione. Gamble aveva un’idea precisa di come avrebbero affrontato la situazione, e questo dimostra che sì, la 20-Squadra è la tua squadra, ma è anche la tua famiglia, e loro ce la faranno. È davvero sconvolgente per Gamble. È come se tutto ciò che tutti loro hanno predicato a Gamble fosse vero.

Anna Enger Ritch: So esattamente di cosa stai parlando. Ora che ci penso, Gamble aveva ancora quell’esitazione, e per Powell era come dire: “Certo”. Continuerai a vedere il viaggio di Gamble nel corso della serie con quella situazione di tira e molla.

Annie, pensi che sia stato proprio quel momento a far capire a Gamble: “Voglio fare tutto il possibile per essere reintegrata e far parte di questa famiglia”?

Annie Ilonzeh: Penso che quando Powell e Gamble erano da sole nel bosco e dovevano non solo salvarsi, ma anche salvare le altre dodici donne che erano in pericolo, inizia a farsi strada la consapevolezza che la Squadra 20 è il posto giusto, ma è davvero in quel momento in cui si fanno vedere e l’elicottero si avvicina vorticosamente che lei alza lo sguardo e dice: “Oh mio Dio, sono loro”. Ciò che suggella l’accordo è Powell che va dritto alla giugulare quando torniamo al quartier generale e non si scusa.

C’è anche una scena davvero bella tra Gamble e Hondo in cui lui le dice che la sostiene, e lei risponde: “Significa più di quanto immagini”. Puoi condividere i suoi pensieri in quel momento?

Annie Ilonzeh: La famiglia è davvero importante e può essere affidabile e sicura. Lei non ha avuto questa esperienza [perché] suo padre l’ha delusa più di quanto abbia fatto lui, e anche suo fratello, [che] l’ha delusa e si è schierato con il padre qua e là. E anche i cugini. Sanno che è una S.W.A.T. Anche se non era ancora nella 20-Squad, è stata una S.W.A.T. per 10 anni a Oakland, e per [loro] essere ancora coinvolti in attività criminali e continuare a rovinare il suo rapporto… la famiglia non è affidabile.

[Per lei] la famiglia non è sinonimo di funzionalità o lealtà. È sinonimo di disfunzionalità, lacerazione e frantumazione. E quando [Hondo] dice: “Ti abbiamo presa”, dopo che Powell l’aveva già colpita duramente con questo, significa molto per lei. Chiude il cerchio. È come quella coperta calda che ti avvolge quando hai freddo. Le dà così tanto conforto.

Heretic: chi è il Dio Uccello? La spiegazione del retroscena religioso e il parallelo con Gesù

Heretic (qui la nostra recensione) suggerisce che molte figure religiose, tra cui Gesù Cristo, condividono una storia di origine comune. I registi Scott Beck e Bryan Woods esplorano, attraverso le motivazioni e le teorie del signor Reed, l’idea che queste figure siano iterazioni di un antico archetipo, spesso associato a corpi celesti e cicli naturali.

Una di queste figure è il dio egizio Horus, spesso raffigurato con una testa di falco. La sua storia di nascita, che coinvolge una concezione divina e una connessione con il solstizio d’inverno, presenta sorprendenti somiglianze con altre figure mitologiche. Il signor Reed, a cui Hugh Grant ha dato una “backstory molto importante” per Heretic, è affascinato dai paragoni teologici. Esaminando questi parallelismi, il film invita il pubblico a mettere in discussione le origini delle credenze religiose e il potere dei miti antichi.

Il dio uccello in Heretic è Horus dell’antica religione egizia

Il culto di Horus era un esempio di “culto del falco”

Hugh Grant in Heretic (2024)Prima che le missionarie mormone si imbarchino nella loro prova di fede nella scena delle porte della fede, Barnes sottolinea che nonostante le numerose somiglianze tra gli dei nel corso della storia umana, ci sono molte differenze evidenti. Usa l’esempio della “testa di uccello” come commento superficiale. Nell’antica religione politeistica egizia, la testa di uccello appartiene a Horus, dio della regalità, della guarigione, della protezione, del sole e del cielo. Il culto di Horus era un esempio di “culto del falco” che era diffuso nell’antico Egitto. I genitori di Horus sono Iside, la dea della guarigione, e Osiride, il dio dell’aldilà.

Gli dei egizi erano spesso raffigurati in diverse forme, tra cui animali e ibridi uomo-animale. Il dio del sole, con i suoi numerosi nomi e aspetti tra cui Horus e Osiride, era tra le divinità più importanti. Durante il I millennio a.C., mentre il culto del sole calava, Osiride e la sua consorte Iside acquisirono importanza. Horus come dio del sole fa parte dell’argomentazione del signor Reed perché è una delle numerose divinità solari nate nel solstizio d’inverno, a simboleggiare l’oscurità che cede il passo alla luce.

In che modo Horus è simile a Gesù Cristo

Ci sono diversi parallelismi nelle loro mitologie

Dopo che Osiride fu assassinato da suo fratello Seth, Iside concepì Horus attraverso la magia mentre si nascondeva nel delta del Nilo. Sebbene non si tratti di una nascita verginale come quella di Gesù, il concepimento magico può essere paragonato all’Immacolata Concezione di Cristo. Anche la mitologia del Solstizio d’inverno è significativa (che comprende alcuni giorni, anziché il giorno singolo, il 25 dicembre, come afferma il signor Reed). Horus si unisce ad Apollo della mitologia greca, al dio persiano Mithra e al Sol Invictus, il “sole invincibile” di Roma. Tutte queste sono divinità del sole e della luce.

Dove le religioni politeiste differiscono dal cristianesimo è che, nonostante i parallelismi di Gesù Cristo con i suoi predecessori solari, la Bibbia non predica l’adorazione del sole o di altri oggetti celesti: “E guardati dal sollevare gli occhi al cielo e quando vedi il sole, la luna e le stelle, tutto l’esercito del cielo, non essere attratto a prostrarti davanti a loro e servirli, cose che il Signore tuo Dio ha assegnato a tutti i popoli sotto l’intero cielo”. — Deuteronomio 4:19

Questo è simile alla scrittura che proibisce l’idolatria, più evidente nel primo dei Dieci Comandamenti: “Non avrai altri dei all’infuori di me”. Il monoteismo del cristianesimo è parte di ciò che lo ha reso così di successo come religione in termini di potere e influenza. Sebbene abbia assorbito elementi del paganesimo e di altre religioni politeiste nel suo simbolismo, l’idea di “unica vera religione” di Heretic, come dice il signor Reed, ha una serie di vantaggi sociopolitici ed economici.

Come Horus si collega alla fede di Mr. Reed in Heretic

La testa di uccello di Horus si collega a iterazioni con distinzioni

Chloe East e Sophie Thatcher in Heretic (2024)
© A24 Films

Barnes che sottolinea la “testa di uccello” di Horus, sebbene scherzosamente, richiede l’attenzione del pubblico. Attira l’attenzione sulle differenze nelle “iterazioni” a cui si riferisce Mr. Reed. Se la teoria del signor Reed regge, è perché queste differenze sono superficiali rispetto ai parallelismi più ampi che non possono essere ignorati. È la familiarità di fondo, che può essere paragonata alla progressione degli accordi di una canzone, che è un motivo ricorrente in Heretic. Ciò indica la “verità antica” che il signor Reed ha cercato per tutta la vita.

Richard Carrier, uno storico dell’antichità, affronta questo argomento in uno dei suoi libri sulla mitologia di Cristo, Jesus from Outer Space: “Erano sincretisti, il che significa che modificavano questo comune pacchetto di idee con concetti distintivi della cultura adottante. Quindi ogni culto del salvatore era diverso da ogni altro…”

Le differenze consentono a ogni religione di affermarsi come l’unica vera fede. Il cristianesimo lo fa affermando con forza la storicità di Gesù Cristo, inclusi artefatti come la Sindone di Torino, e affermando che i credenti di altre religioni precedenti sono colpevoli di “eresia”, da cui il titolo del film. Il commento di Barnes non fa che rafforzare la teoria delle iterazioni.

Avengers: Secret Wars, il rumor su un reboot del MCU riceve una cauta risposta da un dirigente Marvel

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Mentre il franchise continua a fiorire sia sul grande che sul piccolo schermo, Brad Winderbaum, dirigente della Marvel, non pensa che Avengers: Secret Wars darà il via a un reboot del Marvel Cinematic Universe. Il film del 2027 sarà ancora una volta una storia in due parti che attraverserà vari personaggi e archi di tutto il MCU, con Joe e Anthony Russo che torneranno a dirigere sia questo film che il precedente Avengers: Doomsday, mentre Michael Waldron e Stephen McFeely firmeranno la sceneggiatura. Alla fine del 2023 è però emerso un rapporto in cui si affermava che Kevin Feige stava cercando di riavviare in modo soft il MCU dopo Secret Wars, ma da allora lo studio è rimasto in silenzio.

Durante un’intervista con Screen Off Script per discutere dell’imminente uscita di Daredevil: Rinascita, è stato chiesto a Winderbaum se Avengers: Secret Wars funga da reboot soft del MCU, alludendo alle voci che hanno iniziato a circolare alla fine del 2023. Anche se il dirigente della Marvel fa notare che il suo coinvolgimento nel lato televisivo delle cose gli impedisce in qualche modo di conoscere tutte le risposte, non immagina che una cosa del genere possa accadere per il franchise, soprattutto perché i tentativi di farlo nei fumetti hanno avuto risultati contrastanti.

Quindi, dovrete chiedere a Kevin delle caratteristiche. Io sono sul versante televisivo, ma navighiamo nelle stesse acque e viviamo nello stesso universo. Sono un fan dei fumetti, li leggo da quando avevo 12 anni, e ho visto cosa succede nelle case editrici di fumetti quando le cose vengono completamente riavviate. E la verità è che ogni volta che c’è stato un reboot completo alla Marvel o alla DC – alla DC, in particolare – si ha sempre l’impressione che non si possa rebootare completamente nulla. I classici tornano sempre in auge, è una cosa molto difficile da fare a un universo narrativo vivo e pulsante ricominciare da zero, a causa di tutti gli investimenti dei fan e dell’amore per le storie che sono arrivate fino a qui”.

Cosa significano queste parole per Avengers: Secret Wars e il reboot del MCU

Da quando si è parlato per la prima volta di un potenziale reboot del MCU dopo l’uscita di Avengers: Secret Wars, si è scatenato il dibattito tra i fan se fosse o meno la decisione giusta. Mentre alcuni non sono pronti a vedere i loro personaggi preferiti sostituiti, altri hanno sostenuto che l’uscita sempre più problematica dello studio è un segno che è giunto il momento di ripartire da zero. Per ogni Deadpool & Wolverine o Agatha All Along, c’è Captain America: Brave New World, che ha fatto registrare incassi mediocri, e Secret Invasion, che è stato stroncato dalla critica.

Sebbene i commenti di Winderbaum non offrano alcuna indicazione sulla possibilità che Feige e lo studio stiano prendendo in considerazione l’idea di farlo, è comprensibile che il reboot del MCU non sarà un’impresa facile. A differenza di James Gunn e dei DC Studios, che hanno portato avanti per un decennio 15 film e una serie televisiva, il MCU è attualmente composto da 34 film usciti, altri quattro in produzione o in post-produzione e 18 serie televisive, 12 delle quali sono uscite e sei sono in produzione o in procinto di uscire.

Tuttavia, se ci fosse un momento per un reboot del MCU, sarebbe quando si tratta di chiudere la saga del Multiverso, perché Feige e co. potrebbero spostare l’attenzione su un nuovo universo piuttosto che continuare con i vari altri che hanno esplorato finora. Questo darebbe anche alla Marvel l’opportunità di ingaggiare una nuova rosa di attori che potrebbero portare avanti i loro ruoli per gli anni a venire, proprio come Robert Downey Jr. ha interpretato Tony Stark/Iron Man per poco più di un decennio prima del suo ritiro iniziale in Avengers: Endgame.

César Awards 2025: Emilia Perez è il miglior film!

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César Awards 2025: Emilia Perez è il miglior film!

Il musical poliziesco Emilia Perez di Jacques Audiard ha vinto i premi più importanti de César Awards 2025 (l’equivalente francese degli Oscar), tra cui quello per il miglior film e la miglior regia, insieme anche a miglior sceneggiatura non originale, suono, musica originale, effetti speciali e fotografia. Per un totale di 7 premi su 12 nomination. Zoe Saldana e Karla Sofía Gascón erano presenti e hanno ricevuto la nomination per la migliore attrice, ma hanno perso a favore di Hafsia Herzi, che ha interpretato il ruolo di un supervisore carcerario in Borgo di Stéphane Demoustier.

La Gascón ha fatto la sua prima apparizione alla cerimonia di premiazione dei Cesar dopo essersi nascosta in seguito alle polemiche nate sui suoi post offensivi. Sebbene abbia saltato la fila della stampa sul tappeto rosso, la Gascón si è seduta nella stessa fila di Audiard e Saldana all’interno del teatro Olympia, ma non si è seduta accanto a loro e non sembra averci parlato. Il conduttore della cerimonia, Jean-Pascal Zadi, ha anche fatto una battuta sulla situazione nel suo monologo di apertura dicendo in modo ironico che il film era nominato anche come “Miglior Tweet”.

Tra gli altri premiati ci sono anche La storia di Souleymane, che ha conquistato quattro premi tra cui quello assegnato ad Abou Sangare, che ha spiegato come il lungometraggio abbia cambiato la sua vita, come attore emergente. Flow, il film d’animazione lituano, ha invece vinto il premio come miglior film d’animazione, mentre La zona d’interesse è stato premiato come miglior film straniero. Il premio alla carriera è stato invece assegnato a Julia Roberts.

Ecco la lista di tutti i vincitori dell’edizione 2025 dei premi César

  • Miglior Film: Emilia Perez
  • Miglior Regista: Jacques Audiard per Emilia Perez
  • Miglior Sceneggiatura Originale: Boris Lojkine e Delphine Agut per La storia di Souleymane
  • Miglior Sceneggiatura Non Originale: Jacques Audiard per Emilia Perez
  • Miglior Attrice Protagonista: Hafsia Herzi per Borgo
  • Miglior Attore Protagonista: Karim Leklou per Jim’s Story
  • Miglior Rivelazione Femminile: Maiwene Barthelemy per Holy Cow
  • Miglior Rivelazione Maschile: Abou Sangare per La storia di Souleymane
  • Miglior Attrice Non Protagonista: Nina Meurisse per La storia di Souleymane
  • Miglior Attore Non Protagonista: Alain Chabat per Beating Hearts
  • Migliore Opera Prima: Holy Cow di Louise Courvoisier
  • Miglior Film Straniero: La zona d’interesse di Jonathan Glazer
  • Miglior Film d’Animazione: Flow di Gint Zilbalodis
  • Miglior Sonoro: Erwan Kerzanet, Aymeric Devoldère, Cyril Holtz e Niels Barletta per Emilia Perez
  • Miglior Fotografia: Paul Guilhaume per Emilia Perez
  • Miglior Montaggio: Xavier Sirvern per La storia di Souleymane
  • Migliori Costumi: Thierry Delettre per Il Conte di Monte Cristo
  • Migliori Scenografie: Stephane Tailasson per Il Conte di Monte Cristo
  • Miglior Documentario: The Bertrand’s Farm di Gilles Perret

Mark Ruffalo paragona il suo personaggio in Mickey 17 a Donald Trump

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Sebbene il personaggio di Mark Ruffalo in Mickey 17 possa suscitare qualche deja vu, l’attore ha recentemente sottolineato che qualsiasi somiglianza con i leader politici reali è puramente casuale. Mentre parlava del suo ruolo nella prossima satira fantascientifica del regista e scrittore Bong Joon-ho, il quattro volte candidato all’Oscar ha accennato a dei parallelismi tra il suo Kenneth Marshall e l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Interpreto un dittatore meschino”, ha detto al Tonight Show Starring Jimmy Fallon prima di fare una pausa riflessiva. “All’epoca, l’abbiamo girato tre anni fa e ho pensato che fosse esagerato. E ora mi rendo conto che è anche troppo sottotono. Voglio dire, ho fatto un documentario”. Mark Ruffalo si sorprende dunque di quanto quei toni così esagerati del suo personaggio nella finzione siano poca roba in confronto a quanto avviene attualmente a livello politico, evidenziando dunque anche la pericolosità della situazione attuale in base a quanto poi avviene nel film.

Di cosa parla Mickey 17, con Robert Pattinson e Mark Ruffalo 

Il nuovo film di Bong Joon-ho, premio Oscar per Parasite, ha come protagonista Robert Pattinson nei panni del protagonista Mickey Barnes, che si arruola come lavoratore clone usa e getta nella colonia umana di Nilfheim, andando a compiere missioni mortali senza aspettarsi di tornare vivo, dato che una nuova copia sarà fatta del suo corpo. Dopo che Mickey 17 viene prematuramente dato per morto, viene creata un’altra copia. Poiché la colonia impone che possa esistere solo una copia vivente alla volta, entrambe rischiano di essere distrutte.

Descritto nella recensione di Deadline come un “surrogato di Donald Trump”, l’antagonista di Mark Ruffalo è un politico egocentrico con piani nefasti per la colonia. Al Festival di Berlino del mese scorso, Bong ha spiegato che Mickey 17 è più di un “semplice” film di fantascienza. “Parla di umanità. La storia di Mickey ruota attorno a un normale giovane impotente e vulnerabile”, ha detto. Il film arriverà al cinema a partire dal 6 marzo, a quel punto sarà possibile scoprire di più del personaggio interpretato da Ruffalo e dei suoi parallelismi con la realtà.

Clayface: James Gunn smentisce le voci sul casting di Daniel Radcliffe

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Con l’ingresso ufficiale di Clayface nel nuovo DCU, sono ora sempre di più i rumor legati a questo questo atteso progetto. Al momento, sappiamo solo che la sceneggiatura sarà scritta da Mike Flanagan, mentre la regia è affidata a James Watkins. Non si hanno invece ad ora notizie sul casting dei protagonisti. Sono però emersi anche su questo aspetto dei rumor, ma James Gunn è prontamente intervenuto per smentirli. Giovedì, il capo dei DC Studios ha infatti scritto su Threads per negare le voci secondo le quali Daniel Radcliffe (il celebre interprete di Harry Potter) avrebbe assunto il ruolo di supercriminale nel film, la cui prima è prevista per l’11 settembre 2026.

Come abbiamo confermato l’altro giorno, stiamo chiudendo un accordo con James per la regia”, ha scritto Gunn nel post. “Poiché non abbiamo ancora un regista, non abbiamo nemmeno iniziato il processo di casting. Daniel è fantastico, ma di certo non abbiamo parlato con lui né lo abbiamo preso in considerazione. Quindi questo è falso al 100%”, conclude Gunn. Certo, non è escluso che l’attore possa in futuro essere effettivamente preso in considerazione, ma al momento la sua partecipazione al film non è stata presa in considerazione.

Dopo che Deadline aveva riportato la notizia che Watkins avrebbe dovuto dirigere il film, Gunn e il co-CEO Peter Safran avevano annunciato che le riprese sarebbero iniziate quest’estate. “Clayface non è molto conosciuto come Pinguino o Joker, ma pensiamo che la sua storia sia altrettanto profonda, emozionante e ancora più terrificante”, ha dichiarato Safran. Con le riprese previste da qui a pochi mesi, ci si aspetta che conferme ufficiali sul casting dei protagonisti arriveranno a stretto giro, permettendo così di scoprire chi interpreterà sul grande schermo questo intrigante personaggio.

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Cosa sappiamo di Clayface

Si dice che Clayface sia un horror-thriller-tragedia, con il protagonista che non dovrebbe essere ritratto come il noto cattivo che è conosciuto nel canone di Batman. Il personaggio è stato introdotto dalla DC in Detective Comics #40 nel giugno 1940. In origine, era raffigurato come un attore di discreto successo che, dopo essersi dato al crimine, aveva adottato l’identità di un personaggio che aveva interpretato in un film horror. Ha un corpo apparentemente fatto di argilla ed è apparso nel corso degli anni in vari film, serie, opere d’animazione, videogiochi e altre forme di media.

In base ai commenti di James Gunn, il film sarà ambientato nel DCU, al contrario del “BatVerse” del regista di The Batman Matt Reeves. “Notizie entusiasmanti da [DC] Studios oggi, poiché [Clayface], una storia del DCU da una sceneggiatura di Mike Flanagan, ha ricevuto UFFICIALMENTE il via libera. Clayface debutterà nel 2026″, ha scritto Gunn. Flanagan aveva espresso il suo interesse per la realizzazione di un film autonomo su Clayface già nel 2021, quando scrisse su Twitter di voler affrontare il film come un “horror/thriller/tragedia”.

Il co-CEO di DC Studios Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura di Flanagan, osservando che Clayface sarà effettivamente un film horror sullo stesso filone di La Mosca di David Cronenberg. THR ha recentemente fornito alcuni aggiornamenti interessanti e sembra che il film trarrà anche più di un po’ di ispirazione dal successo di body horror di Coralie Fargeat, The Substance.

“Clayface, vedi, è una storia horror di Hollywood, secondo le nostre fonti, che usa l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie B che si inietta una sostanza per mantenersi giovane e rilevante solo per scoprire che può rimodellare il suo viso e la sua forma, diventando un pezzo di argilla ambulante”.

Clayface ha un budget dichiarato di 40 milioni di dollari e dovrebbe essere girato in una varietà di località, tra cui Vancouver, Toronto e New Jersey o Atlanta. Alan Tudyk ha recentemente prestato la voce a Clayface nella serie animata Creature Commandos di James Gunn, il che significa che c’è la possibilità che possa anche interpretare il personaggio in un live-action a un certo punto.

Clayface arriverà nelle sale l’11 settembre 2026.

Razzie Awards 2025: i vincitori. Francis Ford Coppola “ringrazia” per il premio al peggior regista

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Gli Academy Awards si terranno domenica sera e, come ormai da tradizione, è appena stata svelata la lista completa dei “vincitori” dei Razzie Awards 2025. Madame Web ha ottenuto tre vittorie per “Peggior film”, “Peggior sceneggiatura” e un meritatissimo “Peggior attrice” per la protagonista Dakota Johnson. Non è stato l’unico adattamento di fumetti a vincere un premio, però, dato che Joker: Folie à Deux ha ottenuto il “Peggior sequel” e il “Peggior cast” per Joaquin Phoenix e Lady Gaga.

La stragrande maggioranza delle celebrità e dei registi ignora i Razzie, e pochi giornalisti hanno il coraggio, comprensibilmente, di chiedere alle celebrità delle loro “vittorie”. Tuttavia, Francis Ford Coppola, che si è aggiudicato il premio “Peggior regista” per il suo Megalopolis stroncato dalla critica, ha rilasciato oggi una feroce replica sui social media.

“Sono emozionato di accettare il premio Razzie in così tante categorie importanti per Megalopolis e per l’onore distintivo di essere stato nominato peggior regista, peggior sceneggiatura e peggior film”, ha scritto, “in un momento in cui così pochi hanno il coraggio di andare contro le tendenze prevalenti del cinema contemporaneo!”

“In questo relitto del mondo odierno, in cui l’ARTE riceve punteggi come se fosse wrestling professionistico, ho scelto di NON seguire le regole senza coraggio stabilite da un’industria così terrorizzata dal rischio che, nonostante l’enorme bacino di giovani talenti a sua disposizione, potrebbe non creare film che saranno rilevanti e vivi tra 50 anni”, ha concluso Coppola.

Madame Web e Joker: Folie à Deux sono stati entrambi dei flop di critica e di pubblico, con molti fan che li hanno classificati tra i peggiori film tratti da fumetti mai realizzati. Non è stata una sorpresa con il primo film Marvel della Sony del 2024, ma Joker aveva vinto gli Oscar e ha incassato oltre 1 miliardo di dollari nel 2019, quindi è stato uno shock.

Di seguito puoi trovare l’elenco completo dei vincitori dei Razzie Awards 2025

Peggior Film
Borderlands
Joker: Folie à Deux
Madame Web (WINNER)
Megalopolis
Reagan

Peggior Attore
Jack Black / Dear Santa
Zachary Levi / Harold and the Purple Crayon
Joaquin Phoenix / Joker: Folie à Deux
Dennis Quaid / Reagan
Jerry Seinfeld / Unfrosted (WINNER)

Peggiore Attrice 
Cate Blanchett / Borderlands
Lady Gaga / Joker: Folie à Deux
Bryce Dallas Howard / Argylle
Dakota Johnson / Madame Web (WINNER)
Jennifer Lopez / Atlas

Peggior Attore non protagonista
Jack Black (Voice Only) Borderlands
Kevin Hart / Borderlands
Shia LaBeouf (in drag) / Megalopolis
Tahar Rahim / Madame Web
Jon Voight / Megalopolis, Reagan, Shadow Land & Strangers (WINNER)

Peggior Attrice non protagonista
Ariana DeBose / Argylle & Kraven the Hunter
Leslie Anne Down (as Margaret Thatcher) / Reagan
Emma Roberts / Madame Web
Amy Schumer / Unfrosted (WINNER)
FKA twigs / The Crow

Peggior regista
S.J. Clarkson / Madame Web
Francis Ford Coppola / Megalopolis (WINNER)
Todd Phillips / Joker: Folie à Deux
Eli Roth / Borderlands
Jerry Seinfeld / Unfrosted

Peggiore coppia sullo schermo
Any Two Obnoxious Characters (But Especially Jack Black) / Borderlands
Any Two Unfunny “Comedic Actors” / Unfrosted
The Entire Cast of Megalopolis / Megalopolis
Joaquin Phoenix & Lady Gaga / Joker: Folie à Deux (WINNER)
Dennis Quaid & Penelope Ann Miller (as “Ronnie and Nancy”) / Reagan

Peggior Prequel, Remake, Rip-Off o Sequel
The Crow
Joker: Folie à Deux (WINNER)
Kraven the Hunter
Mufasa: The Lion King
Rebel Moon 2: The Scargiver

Peggiore Sceneggiatura 
Joker: Folie à Deux
Kraven the Hunter
Madame Web (WINNER)
Megalopolis
Reagan

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