Uno scambio chiave in Avengers:
Infinity War rende il Bruce Banner di Mark Ruffalo essenziale per la serie Marvel’s Vision Quest. Secondo quanto riferito,
l’Android Avenger di Paul Bettany sarà uno dei numerosi supereroi
MCU esistenti a ottenere la propria
serie Disney+ nei prossimi anni e
presumibilmente, farà parte dei piani della Marvel per la Multiverse Saga.
Il personaggio ha incontrato la sua
fine per mano di Thanos in Avengers:
Infinity War, ma l’ascesa di White Vision nel finale
di WandaVision offre alla Marvel l’opportunità di mantenere
viva la sua storia nella Fase 5 e oltre. Dopo aver riacquistato i
suoi ricordi nel finale della serie, White Vision
è volato via verso luoghi sconosciuti. Non è stato ancora chiarito
quello che ha fatto da allora, ma l’apparente intenzione della
Marvel di rivisitare il personaggio
con
Vision Quest fornisce alcuni indizi su cosa c’è in
serbo per il sintezoide. Nella versione a fumetti dell’omonima
storia, White Vision – essendo stato recentemente rianimato senza
le sue emozioni – ha intrapreso un viaggio alla scoperta di sé.
Poiché il White Vision del MCU si è trovato nella stessa
situazione, è ovvio che
Vision Quest di Disney+ si atterrà alla stessa
premessa. Se è vero, c’è una buona probabilità che White Vision
venga a cercare Bruce Banner. Infatti, in Avengers:
Infinity War, Banner ha detto a Vision: “La tua
mente è costituita da un complesso costrutto di sovrapposizioni.
J.A.R.V.I.S., Ultron, Tony, io, la Pietra. Tutti mescolati
insieme”. Sembrerebbe che Banner attribuisca una grossa
importanza al ruolo che ha svolto nell’aiutare Iron Man a caricare
J.A.R.V.I.S. nel corpo sintezoide, processo che ha portato alla
nascita di Vision.
Se Banner fa davvero parte di Vision
in qualche modo, allora avrebbe perfettamente senso che
White Vision lo cercasse. Di tutte le cose che
compongono il “complesso costrutto di sovrapposizioni”
nella mente di Vision, Smart Hulk di Mark Ruffalo
è l’unico rimasto ancora in circolazione. La Gemma della Mente è
stata distrutta, Iron Man è morto e Ultron è stato eliminato
diversi anni fa (proprio con l’aiuto di Vision!). E poiché i
ricordi di White Vision sono stati ripristinati,
lui dovrebbe essere ben consapevole del coinvolgimento di
Bruce Banner nella sua origine. Se Vision intende
sviluppare una comprensione approfondita di chi è veramente,
parlare con Banner sarebbe un logico passo successivo per lui nella
sua storia dell’MCU.
L’incontro con Banner potrebbe
essere un incontro illuminante per White Vision,
che attualmente è molto lontano dal diventare il Vendicatore che
era la sua versione precedente. Banner non solo può offrire una
prospettiva sul lato scientifico della questione, ma è anche una
delle poche persone che potrebbero essere in grado di connettersi
al personaggio di Paul Bettany a livello
personale. Dopotutto, Banner è un altro Vendicatore e non ce ne
sono molti ancora disponibili in giro. Attraverso di lui,
White Vision potrebbe essere in grado di capire
perché la Visione originale è diventata un Vendicatore e cosa
significava esattamente per lui.
Dopo il grande successo delle prime
due stagioni, ecco in arrivo The Mandalorian 3, del quale vi
mostriamo il primo trailer, presentato durante la partita di
Monday Night Football Wild Card tra i
Dallas Cowboys e i Tampa Bay Buccaneers.
La seconda stagione di
The
Mandalorian si è conclusa con Din Djarin
(Pedro
Pascal) che ha detto addio a Grogu e lo ha lasciato
alle cure di
Luke Skywalker (Mark Hamill), ma abbiamo
rivisto i personaggio nella serie The
Book ofBoba
Fett, dove Mando si è riunito con il suo adorabile
compagno di viaggio. e partì per il suo pianeta natale di
Mandalore. Una sinossi piuttosto vaga della terza stagione e stata
diffusa e riporta quanto segue: “I viaggi del Mandalorian
attraverso la galassia di Star
Wars continuano”, si legge. “Un tempo
cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu.
Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la
galassia dalla sua oscura storia.” “Il Mandaloriano incontrerà
vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano
il loro viaggio insieme.”
Questo in realtà non ci dice molto,
ma il primo teaser ha confermato che Djarin e Grogu incontreranno
di nuovo Bo-Katan Kryze (Katee Sackhoff), quindi diremmo che è
probabile un duello per il diritto di impugnare la Darksaber si
ripresenterà!
Nel panorama cinematografico
nostrano Gina Lollobrigida, la famosa
Bersagliera, è considerata una vera e propria diva
italiana, al pari di Sofia Loren e Virna Lisi, per citarne alcune.
Il suo carisma e la sua versatilità le hanno permesso, nel corso
degli anni, di lasciare una firma indelebile nell’universo della
settima arte, rendendola non solo una protagonista iconica e
affascinante, ma anche una star
internazionale.
Basti pensare che la Lollobrigida,
dopo essersi affermata come attrice in seguito ad alcuni ruoli nei
popolari film operistici del dopoguerra, è stata diretta da registi
di grande fama fra cui Vittorio De Sica, Mario
Soldati, Pietro Germi sul versante
italiano e, fra gli altri, da Vincent Sherman,
John Huston e King Vidor sul
versante americano.
Seppur oggi il cinema pianga una
stella, la sua eredità artistica, costellata di numerosi successi e
vittorie, resta un immenso dono per il settore culturale, oltre a
essere una stella che rimarrà immortale. Fra le tante pellicole a
cui la Lollobrigida ha preso parte, spiccano anche molti premi e
statuette, e tra questi si possono annoverare un Henrietta Award,
7 David di Donatello, 2 Nastri
d’argento e una stella sulla Hollywood Walke of
Fame.
Nonostante la sua carriera nel
cinema abbia avuto un arresto negli anni Novanta, le opere
diventate cult in cui lei ha avuto un ruolo di rilievo non sono
poche, e alcune di queste possono definirsi intramontabili. Di
seguito perciò i migliori film di Gina
Lollobrigida, in memoria di una stella che non si spegnerà mai.
Pane, amore e fantasia
Pane, amore e fantasia,
diretto da Luigi Comencini e uscito in Italia il
22 dicembre del ’53, è il film che ha consacrato Gina
Lollobrigida come attrice nel panorama cinematografico,
tanto da vincere uno dei due Nastri d’argento. La storia ruota
attorno ad un maresciallo dei Carabinieri, interpretato da Vittorio
de Sica, che si trasferisce nel paese immaginario di Sagliena e fa
la conoscenza di una bellissima fanciulla, Maria de Ritis (la
Lollobrigida) chiamata “La Bersagliera”, della quale si innamora
perdutamente.
Il personaggio della Lollobrigida
non solo diventa iconico, ma era anche ispirato a Lucia Travaglini,
una donna che nel primo Novecento fece innamorare molti uomini
grazie alla sua avvenenza ma che poi, alla fine, si sposò uno degli
uomini più poveri di Palena, luogo di nascita del regista.
La donna più bella del mondo
La pellicola, diretta da
Robert Z. Leonard, ricostruisce in forma romanzata
la storia della cantante lirica Lina Cavalieri, vissuta fra
l’Ottocento e il Novecento, interpretata da Gina
Lollobrigida. Il biopic della Cavalieri valse il primo
David di Donatello all’attrice, proprio l’anno in cui il premio fu
istituito. Il film uscì il 21 ottobre del 1955.
Trapezio
La pellicola diretta da
Carol Reed e tratta dall’omonimo romanzo nato
dalla penna di Max Catto, è stata la seconda esperienza americana
della Lollobrigida. La trama si incentra su Mike Ribble
(Burt Lancaster), che dopo un incidente con il
trapezio in uno spettacolo del circo smette di esibirsi a causa del
suo essere claudicante.
Quando incontra Orsini, giovane
trapezista che vuole farsi insegnare il triplo salto mortale,
Ribble decide di seguirlo per esibirsi insieme a lui, fino a quando
fra i due non si insinua un’altra trapezista, Lola, per l’appunto
Gina Lollobrigida, che farà nascere un triangolo amoroso. Il film
uscì il 30 marzo del ’56.
Torna a settembre
Torna a settembre è una pellicola
americana diretta da Robert Mulligan grazie a cui
la Lollobrigida vinse un Henrietta Award come migliore attrice. Il
film uscì negli Stati Uniti il 9 agosto del ’61, distribuito dalla
Universal Picture e racconta di un miliardario americano, Robert
Talbot (Rock Hudson), il quale è solito passare il
mese di settembre in una villa nei dintorni di Firenze assieme ad
una ragazza romana, Lisa Helena Fellini (Gina
Lollobrigida). Un anno però Talbot arriva in anticipo e lì
scopre che la sua amata sta per sposarsi.
Buonasera, Mrs. Campbell
Il film, diretto da Melvin
Frank, vede Gina Lollobrigida vestire i
panni della protagonista Carla Campbell, grazie alla cui
interpretazione vinse anche un David di Donatello. Le riprese
furono girate all’interno di Cinecittà, a Roma, mentre altre
sequenze ad Ariccia, presentata con il nome di fantasia di San
Fiorino.
La storia ruota attorno ad una donna
italiana, Carla, che durante la guerra partorisce una bambina di
nome Gia, nata da una relazione avuta con tre militari americani. I
tre uomini, non sapendo di avere dei rivali, credono di essere
ognuno di loro il padre della bambina, e così Carla se ne
approfitta facendosi mantenere per vent’anni e fingendosi nel
frattempo vedova. La pellicola uscì nel dicembre del ’68.
Empire Magazine e
James
Gunn hanno diffuso una nuova immagine di Guardiani
della Galassia Vol. 3 che vede protagonista Adam
Warlock, con il volto di Will Poulter. Una delle aggiunte più attese
del film di chiusura della saga dei Guardiani è senza dubbio il
personaggio “cosmico” dei fumetti Marvel, annunciato molto tempo fa,
in una delle scene post credits di Guardiani della Galassia Vol.
2e ora finalmente realtà. Cosa ve ne pare del
look del personaggio?
In Guardiani
della Galassia Vol. 3, la nostra amata banda di
disadattati ha un aspetto un po’ diverso rispetto a quanto visto
fino a questo momento. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita
di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere
l’universo e proteggere uno di loro. Una missione che, se non
completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani
come li conosciamo.
Netflix ha già annunciato l’arrivo di una
seconda stagione della serie di successo Mercoledì. Tuttavia,
la star Jenna Ortega non ha ancora visto molto di ciò
che è stato pianificato. Parlando con Variety, a Ortega è stato
chiesto se avesse visto qualcosa della prossima stagione. L’attrice
ha ammesso di non saperne molto, aggiungendo però ch crede che la
stanza degli scrittori si stia riunendo proprio in questo
periodo.
“Non ho visto niente e non so niente“, ha detto
Ortega. “Sento che a volte come attore, ti viene
semplicemente detto cosa fare. Lo sto aspettando, penso che stiano
appena iniziando a mettere insieme una stanza degli scrittori,
quindi … forse presto.”
Dopo essere diventato un grande
successo per lo streamer, Netflix ha annunciato
che la serie
sarebbe tornata per una seconda stagione la scorsa settimana.
Il successo di Jenna Ortega è diventato la seconda serie in
lingua inglese più popolare di Netflix con 1,237 miliardi di ore
visualizzate nei primi 28 giorni.
Mercoledì,
prodotto da MGM Television, continua ad avere un clamoroso impatto
culturale in diversi ambiti: dall’intrattenimento al web, dalla
musica alla moda, passando per la cosmesi.
Da quando la serie ha
debuttato a novembre 2022:
Mercoledì
è ora una delle serie di maggior successo di sempre su Netflix. Si
colloca al secondo posto nella classifica dei prodotti TV più
popolari (in lingua inglese) con 1,237 miliardi di ore visualizzate
nei primi 28 giorni.
Più di 182 milioni di famiglie
hanno visto la serie dal suo debutto.
Mercoledì
ha superato il miliardo di ore di visualizzazioni solo tre
settimane dopo il debutto, unendosi a Stranger Things 4 e Squid
Game come terzo titolo a raggiungere questo traguardo nei suoi
primi 28 giorni.
La serie ha battuto il record per
il maggior numero di ore visualizzate in una settimana per una
serie TV in lingua inglese su Netflix – non una, ma due volte –
quando ha debuttato al primo posto con un record di 341,23 milioni
di ore visualizzate, e di nuovo nella sua seconda settimana con
l’incredibile cifra di 411,29 milioni di ore visualizzate.
Ad oggi, Mercoledì è
stata sei settimane consecutive con oltre 100 milioni di ore
visualizzate nella classifica dei prodotti TV più popolari (in
lingua inglese): un altro record!
Su TikTok, #WednesdayAddams ha
accumulato oltre 22 miliardi di visualizzazioni.
La colonna sonora di Mercoledì
ha raggiunto il primo posto nella classifica delle colonne sonore
di iTunes, dove è rimasta nella Top 10 per tre settimane. MercoledìAddams
ha ora oltre 1 milione di follower su Spotify.
Su Spotify, “Goo Goo Muck” dei The
Cramps ha registrato un aumento dello streaming di oltre il 9500%
rispetto al mese precedente l’uscita della serie.
L’iconica scena del ballo di
Mercoledì
è diventata virale sui social media di tutto il mondo. I contenuti
generati dai fan che utilizzano “Bloody Mary” di Lady Gaga hanno
portato a un aumento dello streaming di oltre il 1800% della
canzone su Spotify rispetto al mese precedente l’uscita della
serie. Anche Lady Gaga si è unita al divertimento.
Con oltre 80 milioni di
visualizzazioni, i fan non ne hanno mai abbastanza della reazione
del cast all’iconico video della scena del ballo.
Il trucco virale di Mercoledì
è stato cercato e visto oltre 100 milioni di volte dai fan su
TikTok.
I
prodotti di Mercoledì
sono molto richiesti con articoli selezionati esauriti presso
rivenditori come Hot Topic, MAC e Cakeworthy.
Dal questa sera, 16 gennaio in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW arriva l’attesissima
The
Last of Us, basata sull’omonimo videogioco acclamato
dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per le
piattaforme PlayStation. Con un episodio a settimana, la serie
andrà su Sky Atlantic e su NOW tutti i lunedì in contemporanea
assoluta con la messa in onda di HBO, alle 3 del mattino e poi alle
21.15. Dal 23 gennaio andrà in onda in italiano. Gli episodi
saranno disponibili on demand.
Già apprezzatissima dalla critica
internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si
svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel,
un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una
ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta
sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma
presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si
troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a
dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro
nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di
Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle
Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo
di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel
ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel
ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
La serie è scritta da Craig Mazin
(Chernobyl)
e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori
esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony
Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
Il trailer della terza stagione di
Superman
& Lois è stato rilasciato prima del ritorno
della serie negli USA su The CW il 14 marzo. Il
nuovo contributo video ci dà una buona occhiata a Clark Kent di
Tyler Hochlin e Lois Lane di Elizabeth Tulloch
e alla posta in gioco dell’ultima stagione. Dai un’occhiata
al trailer della terza stagione di Superman &
Lois qui sotto:
Superman
& Lois è interpretato da Tyler
Hoechlin nei panni di Clark Kent/Superman,
Elizabeth Tulloch nei panni di Lois Lane e
Alexander Garfin nei panni di Jordan Kent. La
serie comprende anche Dylan Walsh nei panni del
generale Lane, Emmanuelle Chriqui nei panni di
Lana Lang-Cushing, Erik Valdez nei panni di Kyle
Cushing, Inde Navarette nei panni di Sarah Cushing e Wolé Parks nei
panni di John Henry Irons.
“La serie vede la coppia tornare a
Smallville per gestire alcuni affari della famiglia
Kent. Clark e Lois ritrovano Lana Lang, un’ufficiale di
prestito locale che è anche il primo amore di Clark, e suo marito
Kyle Cushing, capo dei pompieri”, si legge nella sinossi
ufficiale. “Gli adulti non sono gli unici a riscoprire vecchie
amicizie a Smallville mentre i figli di Kent ritrovano la
conoscenza della figlia ribelle di Lana e Kyle, Sarah. Non c’è
mai un momento di noia nella vita di un supereroe, specialmente con
il padre di Lois, il generale Samuel Lane, che cerca Superman per
sconfiggere un cattivo o salvare la situazione in un
attimo. Nel frattempo, il ritorno di Superman e Lois
nell’idilliaca Smallville è destinato a essere sconvolto quando un
misterioso sconosciuto entra nelle loro vite.
Superman
& Lois è stato creato e scritto
dal produttore esecutivo di The
Flash Todd Helbing. È prodotto esecutivamente dal
creatore dell’universo DC TV Greg Berlanti, Sarah Schechter e Geoff
Johns attraverso il loro banner Berlanti Productions.
Il finale del recente film
horror di BlumhouseM3GAN non
ha preso in giro un sequel, ma ha lasciato le cose abbastanza
aperte da poterne realizzare uno. Secondo la star Allison Williams, lavorare su un’altra puntata
sarebbe fantastico.Parlando
conVariety,
a Williams, che ha recitato nel film insieme a
Violet McGraw, è stato chiesto del potenziale per
un sequel, a cui il regista Gerad Johnstone ha
detto di essere interessato. Secondo la Williams, il cast si chiedeva cosa potesse
accadere in un sequel durante le riprese, ma ha ammesso di essere
solo felice che le persone vogliano già di più del primo
film!
“Mentre lo fai, non puoi
fare a meno di chiederti: ‘Se dovessimo farne di più, quali
sarebbero?‘ Gran parte di ciò che facciamo è al
servizio delle persone che lo guardano“, ha affermato Williams. “Quindi penso che l’idea che le
persone vogliano di più e siano in grado di offrire sia così
meravigliosa.”Allison Williams ha continuato dicendo che è
semplicemente “grata” che le persone abbiano abbracciato il film
fin dall’inizio, e ha notato che se un sequel verrà mai realizzato,
sarebbe “davvero divertente” e vorrebbe capire come
possono mantenere le aspettative così alte e sorprendenti come nel
primo film.
“Sono così grato che
tutto sia andato come è andato, dal trailer che è uscito e le
persone l’hanno davvero abbracciata, le persone che sono uscite e
hanno sostenuto il film, lo hanno visto e sono tornate con i loro
amici”, ha detto Williams. “Il fatto che vogliano di
più è fantastico. Sarà davvero divertente se riusciamo a
lavorarci su, per capire come possiamo zigzagare attorno alle
aspettative di ciò che sarebbe e cercare di mantenere le cose
sorprendenti fornendo anche i motivi per cui le persone vogliono di
più nel primo luogo.”
M3GAN è ora
disponibile per la visione nei cinema. Dalle menti più prolifiche
dell’horror – James Wan, il regista dei franchise Saw, Insidious e
The Conjuring, e Blumhouse, il produttore dei film Halloween, The
Black Phone e The Invisible Man – arriva un nuovo volto del
terrore.
M3GAN
è diretto da Gerard Johnstone (Housebound) da una
sceneggiatura scritta da Akela Cooper (Malignant, The
Nun 2) e basata su una storia di Akela Cooper e James Wan.
Il film è interpretato da Allison Williams, Violet McGraw, Ronny
Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori Dungey e Stephane
Garneau-Monten. “M3GAN
è una meraviglia dell’intelligenza artificiale, una bambola
realistica programmata per essere la più grande compagna di un
bambino e la più grande alleata di un genitore”, si legge nella
sinossi. “Progettato dalla brillante robotica dell’azienda di
giocattoli Gemma, M3GAN può ascoltare, guardare e imparare mentre
diventa amica e insegnante, compagna di giochi e protettrice, per
il bambino a cui è legata.
Prodotto da Jason
Blum e James Wan, M3GAN è diretto dal pluripremiato regista Gerard
Johnstone (Housebound), sceneggiatura di Akela Cooper (Malignant,
The Nun 2) basata su una storia di Akela Cooper e James Wan. Il
film è interpretato anche da Ronny Chieng (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Brian Jordan Alvarez (Will & Grace), Jen
Van Epps (Cowboy Bebop), Lori Dungey (Il Signore degli Anelli: La
Compagnia dell’Anello, edizione estesa) e Stephane Garneau-Monten
(Straight Forward). Universal Pictures e Blumhouse
presentano una produzione Atomic Monster in associazione con
Divide/Conquer. I produttori esecutivi del film sono Allison
Williams, Mark Katchur, Ryan Turek, Michael Clear, Judson Scott,
Adam Hendricks e Greg Gilreath.
Ha floppato rumorosamente negli
Stati Uniti, ma Babylon,
il nuovo film di Damien
Chazelle, è pronto ad uscire anche in Italia, alla
“ricerca di un suo pubblico“, come ha detto lo stesso
regista, che ha incontrato la stampa romana per raccontare il suo
punto di vista su questo progetto così denso e vasto che ha tanto
indignato la stampa estera.
Babylon
mostra una Hollywood che non c’è più, eccessiva e volgare, violenta
e morbosa, ma anche estremamente vivace e vitale, totalmente
libera. E per Chazelle proprio quella libertà è il
prezzo più caro che l’industria del cinema ha pagato per diventare
una forma d’arte riconosciuta.
Damien Chazelle rivendica la
libertà dei primordi del cinema
“Oggi, a Hollywood è
andata perduta la libertà ed è comprensibile, perché la libertà a
cui faccio riferimento io è quella che c’era nei primissimi giorni
della storia del cinema. Lo vediamo e lo riscontriamo nei film muti
che vediamo raccontati e rappresentati in questo film. È un
fenomeno intrinsecamente legato al fatto che Hollywood all’epoca
fosse qualcosa di completamente nuovo. Il cinema era considerato
una forma d’arte volgare, e forse nemmeno era considerato una forma
d’arte e la società guardava a Los Angeles come la frontiera del
Selvaggio West dove questi pionieri si creavano le proprie regole e
facevano ciò che volevano.
È stata una vera
esplosione di possibilità artistiche, possibilità che all’epoca si
potevano sfruttare, ma era inevitabile che questa fiamma creativa
si affievolisse ad un certo punto e che venisse sostituita da
qualcos’altro. Io credo che oggi abbiamo molto da imparare da
quella Hollywood: il mondo di oggi è conformista, moralista e
puritano e, secondo me, in questo periodo è compito degli artisti
respingere tutta questa morale e andare a rivendicare quella
libertà che è stata repressa. Questa storia racconta anche questo,
e lo fa in maniera evolutiva perché ho cominciato a scriverla 15
anni fa e in questo periodo Hollywood è cambiata tanto, e non
purtroppo in meglio.“
Questa grande vitalità è raccontata
attraverso una serie di generi che partono con la commedia e il
musical, perfettamente incarnati nella selvaggia sequenza iniziale
della festa nel deserto. Successivamente, mentre il tono di
Babylon
rallenta, si arriva a toccare generi molto diversi, fino a sfociare
nel dramma puro e quasi nel film dell’orrore. Per Damien Chazelle
questa era un’intenzione sin dal primo momento.
Un viaggio attraverso i
generi
“Credo che fin
dall’inizio, da quando è nato il seme del film c’era l’idea che la
storia si sarebbe trasformata in un’altra storia, in termini di
genere e di stile. Era un modo per riflettere la condizione in cui
si trovava quella società e quindi l’idea principale è stata quella
di passare dalla commedia alla tragedia. Mi sono reso conto man
mano che scrivevamo la sceneggiatura che quello che avevamo in
partenza, questo altissimo livello di esuberanza, si dovesse poi
trasformare in tragedia e dalla tragedia siamo arrivati ai toni
horror della sequenza nell’ultima parte. Abbiamo raccontato l’apice
del divertimento contrapposto alla tragedia, alla caduta, tutto
questo passando per il tentativo di arrivare alle stelle. Per poi
arrivare nella conclusione, ambientata negli anni ’50, che
rappresenta la sintesi e il significato di quello che volevo
raccontare.”
Nonostante lo scopo fosse così
nobile e universale, l’accoglienza negli Stati Uniti è stata molto
tiepida, e anche il pubblico non è stato molto partecipativo, tanto
che gli incassi sono stati veramente desolanti. Tuttavia, pare che
Damien Chazelle fosse pronto a questa evenienza e che, secondo lui,
Babylon
sta ancora cercando il suo pubblico, che forse potrebbe essere
quello europeo.
“Sapevo che il film
avrebbe suscitato determinate reazioni. La base della mia idea era
quella di dare fastidio alle persone, di farle arrabbiare, era la
mia aspettativa: realizzare un film che fosse controcorrente,
tant’è vero che ci è voluto tanto tempo a finanziarlo e a
sostenerlo. Siamo stati fortunati, sono estremamente grato alla
Paramount perché, pur sapendo che sarebbe stato un film che avrebbe
generato una polarizzazione delle opinioni, ha creduto lo stesso
nel progetto, lo ha finanziato e lo ha sostenuto, e non ha mai
esercitato nessuna pressione, non mi ha mai messo in condizione di
dover scendere a compromessi.
Un film in cerca del suo
pubblico
Per me è stato
importante perché mi sono sentito libero e protetto, sono stato
felice di non dover attenuare o filtrare niente di ciò che volevo
raccontare, anche perché in caso contrario non avrei mai accettato
di farlo. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che lo
fosse, volevo scavare in profondità, perché sono fin troppi oggi i
film che parlano della vecchia Hollywood celebrandola ma guardando
solo la facciata.“
“L’unica speranza è
che questo film possa trovare il suo pubblico – ha poi
proseguito – e che, qualsiasi cosa succeda, possa suscitare
dibatti e discussione, che possa risvegliare gli animi, non
semplicemente scivolare via in maniera tranquilla. L’idea che avevo
era quella di fare rumore. Ora il film non è più mio, una volta che
è uscito diventa di chi lo guarda. Io ho fatto quello che sentivo
di dover fare, ho portato questo film nel mondo, e ora tocca al
mondo giudicarlo e accoglierlo.”
La volontà di guardare dietro alla
facciata di Hollywood
Per fare rumore e per “dare
fastidio” alle persone, Damien Chazelle ha scelto
la via dell’eccesso, della volgarità, della sgradevolezza, perché
quello è ciò che Hollywood era e quello è ciò che Hollywood ha
sempre nascosto:
“Credo che sia
importante mostrare quello che Hollywood sia fin troppo brava a
nascondere. All’epoca del film il cinema non godeva del rispetto e
del prestigio di cui gode oggi, era visto come qualcosa di basso,
volgare e pornografico, ed era parte del DNA anche dei film, di
mostrare la volgarità e lo ‘sporco’, in mancanza di un altro
termine, per essere all’altezza della cattiva reputazione di cui
godeva. Già nel titolo che ho scelto, Babylon,
è insita questa idea di qualcosa che nasceva dal vizio, e che era
spesso e definita con termini biblici, Sodoma e Gomorra, o la
stessa Babilonia, erano i nomi riservati al luogo di nascita di
un’industria completamente nuova che cercava di rivendicare il suo
status, un’industria che veniva fondata da criminali, reietti,
personaggi ai margini della società che avevano costruito qualcosa
nel mezzo del nulla.
Era folle la stessa
idea di andare a costruire una città in mezzo al deserto e c’è da
dire che anche le cose più estreme che vedete nel film sono state
attenuate e ammorbidite, perché se avessimo dovuto rappresentare la
realtà per quello che era all’epoca, vi assicuro che non saremmo
mai riusciti a realizzare il film. Persone nate povere,
improvvisamente si sono trovate a possedere più soldi di quanti ne
avesse chiunque al mondo.”
E in questo delirio di eccessi e
nefandezze, ma anche sogni e speranze, affondano le radici di
Babylon,
il film più rischioso di Damien Chazelle e anche
l’unico, a oggi, che ha ricevuto una tiepida accoglienza da parte
di stampa e pubblico. Quello che accadrà da noi in Italia però è
ancora da scrivere, e potremo cominciare a leggerlo a partire dal
19 gennaio, quando il film arriverà nelle nostre sale distribuito
da Eagle Pictures.
L’episodio 1 della serie di
The
Last of Us della HBO apre la porta
all’attesissima serie, basata sull’omonimo videogioco e co-creata
da Craig Mazin di Chernobyl e dall’autore
e regista di entrambi i
giochi di The Last of Us, Neil Druckmann. La
serie racconta la storia di Joel ed
Ellie, che devono viaggiare attraverso il
paesaggio infestato degli Stati Uniti post-apocalittici e
annientati da una pandemia, per scopi più grandi di quanto entrambi
potessero immaginare.
Il primo episodio della serie HBO
si svolge in due diversi periodi temporali. Passiamo dal 2003, anno
dello scoppio dell’infezione da Cordyceps, al 2023, quando
troviamo Joel vivere nella zona di quarantena di Boston. Ci viene
mostrato il primo incontro tra Joel ed
Ellie, con l’inclusione di elementi già noti ma
anche inediti rispetto al gioco originale. Ecco tutto quello che
c’è da sapere sull’episodio 1 della serie HBO, in particolare sul
suo finale drammatico e sulle indubbie ramificazioni che questo
avrà in futuro.
Attenzione: l’articolo
contiene spoiler su The Last Of Us 1×01!
Ellie è immune in The Last Of
Us?
The
Last of Us si conclude con una rivelazione di
proporzioni enormi. All’inizio, né Tess né Joel sanno perché
Ellie (Bella
Ramsey) sia così importante per le
Luci e Marlene. Tuttavia, il
finale dell’episodio 1 della serie si conclude con Ellie che viene
scansionata per l’infezione da Cordyceps da un agente della FEDRA
prima che Joel – interpretato da Pedro Pascal – lo picchi a morte.
Tess (Anna Torv) si rende conto
che lo scanner è risultato rosso, il che significa che
Ellie è infetta. Dopo una breve crisi di panico,
Ellie rivela il suo morso a Joel
e Tess e afferma che è vecchio di tre settimane, cosa che si
pensava impossibile visto che di solito gli infetti iniziano a
trasformarsi entro un giorno dall’infezione.
Ellie è dunque
apparentemente immune all’infezione da Cordyceps. Questo spiega
quanto le Luci e Marlene abbiano
fatto per tenere Ellie al sicuro e perché Joel e
Tess siano stati ingaggiati per portarla fuori dalla città. Questo
è l’elemento centrale della trama del gioco originale di The
Last of Us, così come dell’adattamento, e guiderà la
storia fino all’episodio 2 della serie.
Dove Joel e Tess stanno portando
Ellie (e perché)
Joel e
Tess sono stati ingaggiati da
Marlene per portare Ellie fuori
dalla città dalle Luci nell’ultimo atto dell’episodio 1 di The
Last of Us. Marlene è rimasta ferita in un
combattimento e Joel e Tess sono stati incaricati di portare Ellie
fuori dalla zona di quarantena di Boston, alla
Massachusetts State House, per incontrarsi con la squadra di
Luci di Marlene. Queste
porteranno poi Ellie a ovest per tentare di
raggiungere una cura per l’infezione da Cordyceps attraverso la sua
immunità.
Il significato della canzone
“Never Let Me Down Again” alla radio
Una delle inquadrature
finali dell’episodio 1 di The Last of
Us è quella della radio di Joel, che viene
utilizzata come segnale per altri due contrabbandieri di nome Frank
e Bill, il primo interpretato da Murray Bartlett e
il secondo da Nick Offerman nella serie. La radio
trasmette una canzone del 1987, “Never Let Me Down Again”
dei Depeche Mode. All’inizio dell’episodio, Ellie
inganna Joel e gli rivela che se sente suonare una canzone degli
anni ’80, significa che Bill e Frank hanno incontrato un pericolo
nei loro luoghi sconosciuti.
Ciò significa che se The
Last of Us dovesse continuare a seguire fedelmente la
trama gioco, Joel andrà incontro al pericolo quando visiterà la
città di Bill e Frank. Poiché il
finale dell’episodio 1 della serie mostra Joel,
Tess ed Ellie che si dirigono
verso la degradata Boston accompagnati da “Never Let Me Down
Again“, è chiaro che la canzone preannuncia problemi
all’orizzonte. Questo aspetto sarà probabilmente esplorato negli
episodi 3 o 4 di The
Last of Us, se consideriamo la timeline del gioco e la
conclusione dell’episodio 1 della serie.
Dov’è Tommy e cosa gli è
successo?
Uno dei fili conduttori
principali dell’episodio 1 di The Last of
Us della HBO, dopo il salto temporale al 2023,
era la ricerca di Tommy da parte di
Joel. Nel 2003, Tommy e Joel lavoravano insieme e
il primo aveva aiutato il secondo e Sarah a sfuggire all’epidemia.
Dopo il salto temporale, però, Tommy non si trova
più a Boston con Joel. Anche se Joel e Tommy si tengono vagamente
in contatto attraverso una torre radio, Tommy non ha risposto in
tre settimane, il che ha portato Joel a voler
cercare Tommy per garantire la sua sicurezza.
L’episodio 1 di The
Last of Us fornisce alcuni indizi sulla posizione
di Tommy e su cosa gli sia successo, soprattutto
nella scena in cui Joel incontra
Marlene – un altro personaggio tratto dal gioco –
e gli viene detto di portare Ellie alla State
House. Dopo aver affermato che il compito di Marlene è quello di
sapere le cose, Joel replica: “Sapere le cose? Sei tu la causa, hai
messo mio fratello contro di me”. Questo insinua che
Tommy si sia unito alle Luci tra il 2003 e il
2023, cosa su cui Joel non è d’accordo. Per quanto riguarda la
posizione di Tommy, tutto ciò che si sa è che si
trova da qualche parte a ovest di Boston.
Come l’episodio 1 di The Last Of
Us si colloca rispetto al gioco
Per quanto riguarda il
confronto tra l’episodio 1 di The
Last of Us e il gioco, non ci sono molte
differenze. Possiamo citare una piccola modifica alla linea
temporale, che potrebbe anche introdurre il Re dei
Ratti di The Last of Us Part II, dato che il lasso di
tempo in cui si svolgono gli eventi è compreso tra il 2003 e il
2023 anziché il 2013 e il 2033. A parte questo, gli unici
cambiamenti reali sono espansioni relativamente ridotte. La scena
d’apertura, ad esempio, include una sorta di preludio all’epidemia
di Cordyceps e collega l’infezione a un problema del mondo reale,
fornendoci maggiori spiegazioni rispetto al gioco.
Altre aggiunte includono un maggior
tempo sulla scena per Sarah, che seguiamo nel
corso di tutta la sua giornata nel 2003 prima dell’epidemia,
piuttosto che soltanto la sera in cui esplode il contagio. Inoltre,
la vita di Joel nella zona QZ di Boston viene
sviluppata maggiormente, mentre la sua ricerca di
Tommy non era presente nel gioco. Sebbene
l’episodio 1 di The Last of
Us contenga altre aggiunte al mondo del gioco,
questi sono i cambiamenti principali che riguardano la storia e i
personaggi, mentre gli altri elementi si limitano ad aggiungere
qualcosa a ciò che era già presente nel gioco originale.
La nuova serie originale italiana
targata Disney+, The Good
Mothers, sarà in concorso nella sezione
“Berlinale Series” alla 73° edizione del
Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La serie è
candidata al “Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno
e il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival.
La serie che arriverà prossimamente su Disney+ e che racconta la
‘Ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno
osato sfidarla.
The Good
Mothers è interpretata da Gaia
Girace (L’amica
geniale) nel ruolo di Denise Cosco, Valentina
Bellè (Catch-22, I
Medici) nei panni di Giuseppina Pesce, Barbara
Chichiarelli (Suburra – La
serie, Favolacce) in quelli di Anna
Colace, Francesco
Colella (ZeroZeroZero, Trust) in quelli di Carlo
Cosco, Simona Distefano (Il
Traditore) nel ruolo di Concetta Cacciola, Andrea
Dodero (Non odiare) in quello di Carmine e
conMicaela
Ramazzotti (La pazza gioia, La
prima cosa bella) nel ruolo di Lea Garofalo.
The Good
Mothersè un’opera corale e sfaccettata che
racconta la storia vera di tre donne, cresciute all’interno
dei più feroci e ricchi clan della ‘Ndrangheta, che
decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata che lavora
per distruggerla dall’interno. Queste donne dovranno quindi
combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di
sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per se stesse e per i
loro figli.
Basato sull’omonimo bestseller del
giornalista Alex Perry, premiato dalla
Foreign Press Association, e adattato per lo schermo
da Stephen Butchard (Bagdad Central, The Last
Kingdom), nominato ai BAFTA, il progetto vede
la regia di Julian Jarrold, nominato ai BAFTA e agli
Emmy (The
Crown, Becoming Jane) e della
premiata Elisa Amoruso (Sirley, Chiara
Ferragni: Unposted) ed è prodotto da House Productions
(Sherwood, Il prodigio) e Wildside (L’amica
geniale, Anna), una società del gruppo Fremantle.
La storia racconta di una giovane e
brillante pm, Anna Colace, che ha l’intuizione di attaccare
la ‘Ndrangheta facendo leva sulle sue donne, le mogli e le
madri dei boss, figure da sempre marginalizzate con oppressione e
violenza dal sistema estremamente patriarcale dell’organizzazione
criminale. L’indagine di Anna inizia con l’agghiacciante scomparsa
di Lea Garofalo, che aveva testimoniato contro il marito Carlo
Cosco per sfuggire alla sua morsa e iniziare una nuova vita con la
figlia Denise. Man mano che Anna si addentra nel torbido mondo
della ‘Ndrangheta, scopre le potenti storie di Giuseppina
Pesce e Concetta Cacciola, due donne molto diverse ma
legate dall’esperienza di aver vissuto un’esistenza oppressiva e
soffocante e dallo stesso desiderio e impulso di scappare per
garantire a se stesse e ai propri figli un futuro migliore.
I produttori esecutivi
di The Good Mothers sono Juliette
Howell, Tessa Ross e Harriett Spencer per House
Productions e Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per
Wildside, una società del gruppo Fremantle.
Trailer ufficiale del film
Decision to
Leave, l’ultimo film dell’acclamato regista sudcoreano
Park Chan-wook che arriverà nelle sale italiane dal 2
Febbraio distribuito da Lucky Red.
Applaudito al Festival
di Cannes, dove è stato premiato per laMiglior
Regia,“Decision to
Leave” è anche stato candidato dalla Cor ea per la
corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale,
rientrando nella short list annunciata il 21 dicembre, e ha
ricevuto una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden
Globes 2023.
Lontano dai toni della trilogia
della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero Park
Chan-wook, il nuovo film del cineasta sudcoreano è un thriller
dal tocco noir, che riesce a coniugare il respiro dei grandi
classici con la freschezza del cinema contemporaneo: in
molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred
Hitchcock. Una detective story ricca di colpi di
scena che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico,
portando sul grande schermo un mistero, che è al tempo stesso
sentimentale e d’azione.
La trama del film
Premiato al Festival di Cannes per la Migliore regia,
“Decision to
Leave” è il nuovo film di Park Chan-wook, che dopo la
Trilogia della vendetta sceglie la strada di un raffinato thriller
sentimentale.
Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente
dalla montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae,
giovane vedova della vittima, che non sembra essere sconvolta per
la scomparsa del marito e che, proprio per questo, diventa subito
la principale sospettata dell’omicidio. Colpevole o innocente?
Malinconica e misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del
detective e accendere in lui una passione dirompente, che lo
porterà a mettere in pericolo la sua professione.
La commedia è un
genere che fa parte del grande cinema italiano ancor prima della
nascita del cinema sonoro. Dall’avvento di questo, si è poi
cominciato con la commedia borghese dei telefoni bianchi,
conosciuta per le affiliazioni col fascismo. Si è in seguito poi
alla stagione migliore della commedia italiana, quella
storica e iconica e che si è fatta conoscere nel
mondo, chiamata appunto commedia
all’italiana. Da lì, tra demenziale, politico, sexy e
brillante si è evoluto uno dei generi più amati dal pubblico
italiano. Di seguito, si propongono alcune delle commedie
italiane da vedere, dalle migliori di sempre a quelle
degli ultimi anni.
Negli ultimi anni le migliori
commedie italiane hanno mischiato drammi familiari
e personali, situazioni paradossali, sentimenti, un po’ di cinismo
e anche un po’ di leggerezza. E parlano sempre di più del nostro
Paese. Tra grandi classici, autori indimenticabili e altri
attualmente in attività, tra attori e attrici divi del passato sino
ai grandi mattatori della commedia attuale, ecco i titoli da
recuperare se si vuole sapere tutto di questo genere, dai temi
ricorrenti fino alle caratteristiche di scrittura e messa in scena
che danno vita a quelle situazioni comiche tanto irresistibili
quanto ormai iconiche.
Film commedie italiane
recenti
Perfetti
sconosciuti (2016). Il film che ha consacrato Paolo
Genovese, Perfetti Sconosciuti.
Un gruppo di amici di lunga data si ritrova a cena e decide di
condividere messaggi e telefonate in arrivo sui cellulari di
ognuno. Nel corso della serata vengono a galla segreti e bugie che
mettono a rischio gli equilibri di anni. Commedia dai toni amari
che punta a riflettere sugli odierni rapporti in un mondo iper
tecnologico.
Comedians (2021) Sei
aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al
termine di un corso serale di stand-up comedy, si preparano ad
affrontare la loro prima esibizione in un locale. Tra il pubblico
c’è anche un esaminatore. Comedians è un film comico
italiano diretto da Gabriele Salvatores, tratto
dall’omonimo dramma di Trevor Griffiths. Il film è inoltre un
parziale remake di Kamikazen – Ultima notte a Milano,
primo lungometraggio del regista avente la pièce di Griffiths come
soggetto.
Metti la nonna in
Freezer (2018). Il più incorruttibile e maldestro dei
finanzieri, Simone Recchia (Fabio De Luigi), si innamora
perdutamente di Claudia (Miriam Leone), una giovane
restauratrice che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara
Bouchet). Quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la
bancarotta, Claudia, con la complicità delle sue amiche, pianifica
una truffa per continuare ad incassare la pensione. Tra
travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono gli ingredienti per
questa nuova ed irriverente commedia sulla difficoltà di sbarcare
il lunario ai tempi della crisi.
Quo vado?
(2016). Il re della commedia recente, Checco Zalone in una delle sue
puntate più esilaranti, Quo Vado?. Un uomo che vive
ancora con la famiglia, per timore dell’indipendenza, viene
costretto a cambiare la propria vita e doversi adattare ad ogni
lavoro, anche i più improbabili e pericolosi. Zalone riflette sul
concetto di posto fisso e del lavoro in Italia, proponendo una
satira specchio dell’attualità del paese.
Nove lune e mezza (2017).
Commedia al femminile diretta da Michela Andreozzi,
parla di due sorelle diversissime, in tutto: relazioni, carriera,
figli, sesso. Tina cerca da anni di avere un figlio, ma non
funziona. E Livia decide di aiutarla. Con Claudia Gerini
protagonista, è questa una divertente commedia incentrata sul tema
della fertilità e della maternità.
Commedie italiane del 2020
Odio l’estate
(2020). Le famiglie di Aldo, Giovanni e Giacomo, che non si
conoscono e sono molto diverse tra loro, partono per una vacanza in
Puglia e si ritrovano, a causa di un disguido, a dover condividere
l’abitazione. Il celebre trio comico torna al suo meglio sul grande
schermo per proporre una storia dolceamara sull’amicizia, la
famiglia e i legami della vita.
Tolo Tolo (2020). Dopo
che il suo ristorante di sushi è fallito miseramente, Checco deve
scappare dai suoi creditori e decide di rifugiarsi in Africa, dove
si improvvisa cameriere in una struttura alberghiera.
Checco Zalone torna al cinema per offrire la
propria versione dell’emigrazione dall’Africa fino all’Italia, in
un’opera che punta con ironia a far riflettere su tale tema.
Figli (2020). Sara e
Nicola sono sposati da tempo, hanno una bambina di sei anni e sono
molto innamorati. Inoltre, entrambi hanno una vita professionale
appagante. L’arrivo del secondo figlio, però, rompe l’equilibrio
della loro vita perfetta. Valerio
Mastandrea e Paola
Cortellesi recitano da protagonisti in questa
originalissima commedia incentrata sulla genitorialità, la cui
sceneggiatura di Mattia Torre è stata premiata ai
David di Donatello.
7 ore per farti
innamorare (2020). Dopo aver scoperto che la fidanzata
lo tradisce con il suo capo, il diligente giornalista Paolo De
Martino si licenzia e trova lavoro presso una rivista per uomini.
L’incontro con la seducente Valeria cambia la sua vita. Giampaolo
Morelli e Serena Rossi sono i
protagonisti di questa brillante commedia romantica,
particolarmente apprezzata dal grande pubblico.
Cosa sarà (2020). La
vita di Bruno Salvati è in una fase di stallo. I suoi film non
hanno mai avuto successo, sua moglie Anna sembra già avere un
altro. Un giorno, Bruno scopre di avere una forma di leucemia.
Parte da qui per lui un nuovo percorso di vita, con nuove
consapevolezze.
È per il tuo bene
(2020). Tre amici sono insoddisfatti delle relazioni sentimentali
delle loro figlie. Così decidono di aiutarsi a vicenda per portare
a termine le loro storie d’amore. Protagonisti di questa cinica
commedia sono Marco Giallini,
Giuseppe Battiston e Vincenzo
Salemme.
Altre commedie italiane
recenti
Smetto quando
voglio (2014). Sette accademici in rovina trovano il
modo di salvarsi, al limite della legalità: uno di loro, un
chimico, ha sintetizzato una nuova sostanza stupefacente, non
ancora messa al bando dal ministero.
Benvenuti al
sud (2010). Alberto Colombo, un direttore delle Poste
che vive in un paesino della Brianza, viene trasferito a guidare
l’ufficio postale del piccolo paese di Castellabate in seguito ad
una richiesta andata non propriamente a buon fine. L’uomo,
inizialmente perplesso dalla situazione, viene accolto a braccia
aperte dal postino Mattia e dai colleghi, iniziando ad apprezzare
le bellezze e le abitudini del piccolo centro campano.
Tutta colpa di
Freud (2014). Uno psicologo cinquantenne, Francesco, è
divorziato e si prende cura delle tre figlie, nonostante queste
siano cresciute, e delle intricate vicende romantiche della
famiglia. Tutte e tre hanno relazioni problematiche e, a complicare
ulteriormente le cose, l’amore segreto di Francesco si rivela
essere la moglie di uno degli amanti delle ragazze.
Una famiglia
perfetta (2012). Leone è un uomo ricco e potente ma
soprattutto solo. La solitudine lo spinge ad ingaggiare una
compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non
ha mai avuto. La recita va in scena la notte di Natale nella sua
villa a Todi, con i due piani della vita dell-uomo che si fanno
sempre meno distinti.
Grande, grosso e… Verdone (2008). Film nel
quale Verdone riporta in vita tre suoi famosi personaggi: il
candido, il logorroico ed il volgare. Leo ha la madre defunta da
seppellire, ma deve affrontare, oltra ad una buona dose di
sventure, una impresa di pompe funebri assai poco professionale.
Callisto è un professore antipatico e pedante che viene per un
momento creduto disperso nelle catacombe, con somma gioia del
figlio. Moreno ed Enza sono una coppia di cafoni arricchiti che
affrontano una serie di disavventure in vacanza.
Nessuno mi può
giudicare (2011). La bella Alice vive una vita agiata
nella propria villetta di Roma, con il marito, un figlio e tre
domestici. Con l’improvvisa morte dell’uomo in un incidente, la
donna scopre di aver ereditato solo debiti, e che l’impresa
familiare è sull’orlo del fallimento. L’unico modo per salvare la
famiglia richiede di fare tanti soldi in poco tempo. Decide così di
diventare accompagnatrice, aiutata nell’intento da una collega
bellissima, dall’aria superficiale e cinica.
La matassa (2012). Ficarra e Picone mattatori
nel film La Matassa. Gaetano e Paolo sono due cugini, figli di
fratelli che però si odiano e per questo motivo non si vedono da
vent’anni. Il caso vuole che i due si incontrino improvvisamente,
diventando protagonisti involontari di diverse avventure ed
equivoci che li portano a rischiare la loro stessa vita. A tentare
di farli riappacificare, per essere di nuovo una famiglia,
interviene un uomo di chiesa, don Gino.
Sole a catinelle (2013). Se sarai promosso con
tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno: è questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene, il
problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi
sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di
regalare al figlio nemmeno un giorno al mare. Ma quando Nicolò
riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta.
Se Dio vuole
(2015) di Edoardo Falcone. Tommaso è un chirurgo
famoso e un uomo deciso. Quando il figlio annuncia che vuole
lasciare la facoltà di medicina per diventare prete, il mondo gli
cade addosso. Sembra che sia stato ispirato da un certo Don Pietro,
e Tommaso è deciso a scoprirne gli altarini e rivelare tutto al
figlio, per fargli cambiare idea.
La felicità è un sistema
complesso (2015) di Gianni Zanasi è
una commedia dolcemara e piena di sentimenti, parla di Enrico
Giusti, un uomo il cui lavoro è convincere dirigenti incompetenti a
dimettersi. Ma si trova due orfani tra le mani, i traumi riemergono
e le cose cambiano.
Commedie italiane diventate veri
classici
Tre uomini e una
gamba (1997).
Il film che ha dato il successo al trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Un viaggio in auto, in occasione di un matrimonio, si trasforma in
un’odissea epica per tre impiegati e una preziosa gamba di
legno.
Il Ciclone
(1996).
Uno dei film più famosi di Leonardo Pieraccione. In un
paesino della Toscana vive la famiglia Quarini, il padre Osvaldo e
i tre figli Levante, Libero e Selvaggia. Un giorno una compagnia
spagnola di flamenco arriva e porta nuovo e contagioso entusiasmo
nella vita dei quattro.
Ricomincio da tre (1981). Gaetano è un ragazzo
napoletano in cerca di nuovi stimoli e decide così di lasciare
casa, lavoro e amici per trasferirsi a Firenze dalla zia. Tra
situazioni divertenti, il giovane conosce Marta e inizia con lei un
nuovo capitolo della propria vita. Questo è senza dubbio uno dei
film più iconici di Massimo Troisi, ricco di
sentimenti e comicità senza tempo.
Eccezzziunale… veramente (1982). Seguiamo tre
esilaranti episodi legati ad un capo ultrà milanista, ad un
venditore d’autoveicoli interista che fa 13 alla schedina e ad un
camionista juventino di origine meridionale. Diego
Abatantuono interpreta tre personaggi diversi in questo
classico della commedia che ha anche il merito di aver confermato
l’indiscusso talento di Abatantuono come attore.
Le migliori commedie
all’italiana
Quella della commedia all’italiana
è ricordata come uno dei periodi migliori per la comicità nostrana.
Film capaci di divertire ma anche di offrire malinconici ritratti
di un paese problematico, segnato dagli orrori della guerra o dai
cambiamenti sociali talvolta mal compresi. All’interno di questo
filone si ritrovano dunque alcuni dei migliori film mai prodotti in
Italia e qui di seguito se ne riportano alcuni, i più
rappresentativi e iconici.
I soliti ignoti,
(1958), Mario Monicelli. Se si parla di commedie
italiane non si può non menzionare questo capolavoro. Ci sono
tutti: Gassman, Mastroianni, Totò, Salvatori, e la Cardinale. Sei
uomini hanno l’occasione di fare un colpo facile: rapinare un monte
dei pegni, sfondando un muro sottile che ne separa la cassaforte da
un’abitazione privata. Si preparano come si fa nei film, ma le cose
non andranno come previsto. Monicelli, sei sbandati, e pasta e
ceci.
Il sorpasso (1962), Dino
Risi. Il giorno di Ferragosto due amici, uno studente
universitario timido e un quarantenne immaturo, trascorrono la
giornata in auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di
episodi tragicomici, fino all’epilogo inatteso e drammatico.
Vittorio Gassman e Jean-Louis
Trintignant recitano in questa iconica commedia dai
risvolti amari, che offre un’Italia nel pieno del suo boom
economico.
Divorzio
all’italiana, (1962), Pietro Germi. Un
barone Siciliano, erede di una famiglia ridotta al lastrico, è
sposato con l’odiosissima Rosaria. È però innamorato della giovane
angela. Dato che in Italia il matrimonio non è ancora legale,
decide di far fuori la moglie. Esilarante e cinico.
L’armata Brancaleone (1966), Mario
Monicelli. Brancaleone da Norcia sta per partecipare a un
torneo quando incontra il bizantino Teofilatto con il quale occupa
un paese dove imperversa la peste. Qui salva una stravagante
promessa sposa e insieme vivono altre rocambolesce avventure.
Grande classico della commedia, il film ha riscritto i canoni della
commedia storica.
Dramma della gelosia (tutti i particolari in
cronaca) (1970), di Ettore Scola. Un
muratore già sposato e una fioraia si incontrano e innamorano
durante una manifestazione. La donna, però, non riesce a resistere
al fascino di un pizzaiolo. Ben presto, il rapporto tra i tre si
incrinerà in modi irreparabili. Marcello
Mastroianni, Monica Vitti e
Giancarlo Giannini recitano in questa commedia
amara, ricca di amore, passioni e morte.
C’eravamo tanto amati (1974), di
Ettore Scola. Tre partigiani legati da una forte
amicizia, finita la guerra, tornano alla propria vita. Lo scontro
con la realtà quotidiana, però, mette a dura prova il loro legame.
Straordinaria commedia dai toni malinconici per riflettere sulle
trasformazioni dell’Italia dalla guerra fino agli anni del boom
economico.
Fantozzi (1975) di Luciano
Salce. Il ragionier Ugo Fantozzi, perennemente inseguito
dalla mala sorte, cerca di sopravvivere alla vita di impiegato per
una grande azienda. Primo film di un’iconica saga cinematografica
che trova in Paolo Villaggio e nel suo personaggio
Ugo Fantozzi elemento di estrema comicità, che riflette però sempre
con acume sull’Italia.
Febbre da cavalo (1976). Film che usa una
serie di flashback per raccontare le vicende di tre amici,
Mandrake, Pomata e Felice, la cui vita ruota attorno al mondo delle
corse dei cavalli e alle scommesse. Gigi
Proietti, Enrico Montesano e
Francesco De Rosa sono i tre brillanti mattatori
di questa commedia iconica, tra le più divertenti e citate di
sempre.
Sarà Maccio
Capatonda lo special guest della terza stagione di
LOL: Chi ride è fuori, il comedy show
Original dei record prodotto in Italia disponibile in esclusiva dal
9 marzo su Prime
Video. Maccio Capatonda, vincitore
della seconda stagione di LOL: Chi ride è
fuori, sarà il disturbatore ufficiale dello show
e avrà il compito di indurre alla risata Herbert
Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo
Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda
Lodigiani e Marina Massironi. I
concorrenti proveranno a rimanere seri per sei ore
consecutive, cercando contemporaneamente, di far ridere i loro
avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a
favore di un ente benefico scelto dal vincitore.
La terza stagione del
comedy show in sei episodi LOL: Chi ride è
fuoriè prodotta da Endemol Shine Italy
per Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime
Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. I
primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da subito e
gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale. Dopo lo
straordinario successo delle prime due stagioni, LOL:
Chi ride è fuori torna per una nuova sorprendente
stagione con l’esilarante sfida a colpi di battute fra i dieci
professionisti della risata impegnati nel tentativo di strappare un
sorriso agli altri partecipanti senza mai cedere alla comicità
degli avversari, in una battaglia di sketch senza esclusione di
colpi che mostra diversi stili comici: dalla stand-up,
all’improvvisazione, fino alla commedia fisica e a tanto altro.
Ad osservare
l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di
arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano,
uno dei comici sfidanti della prima stagione. Alla prima risata di
uno dei partecipanti, dalla control room scatterà un cartellino
giallo di ammonizione, seguito alla successiva dal temuto
cartellino rosso di espulsione dal gioco. L’ultimo sfidante che
riuscirà a resistere rimanendo serio per tutte le sei ore di gioco
sarà il vincitore, e potrà donare 100.000 euro a un ente benefico
di sua scelta.
LOL: Chi ride è
fuori S3 si unirà a migliaia di film, show e serie
già presenti nel catalogo di Prime Video tra cui le produzioni italiane
Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang
Baby,Gianluca Vacchi: Mucho Más,Laura Pausini –
Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie,
All or Nothing: Juventus,Anni da cane,
Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, le
prime 3 stagioni di Celebrity Hunted- Caccia all’Uomo e le
prime due stagioni di LOL: Chi ride è fuori ; le serie
pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs.
Maisel e i grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Argentina 1985,
Jack Ryan, The
Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il
principe cerca figlio, Senza Rimorso, Good
Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza
disponibili in oltre 240 paesi e territori nel mondo, e le
dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del
mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della
Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni
Original già annunciate sono il capitolo italiano
dell’universo Citadel, Everybody Loves
Diamonds e The Ferragnez – La Serie Stagione
2.
È morta Gina
Lollobrigida. Grande protagonista del cinema italiano, era
nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva 95 anni. Tra le più
importanti attrici del cinema italiano, durante la sua carriera è
stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come
Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro
Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati. Sul versante
americano, è stata diretta, tra gli altri, da Vincent
Sherman, John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert
Z. Leonard affiancando divi di fama
mondiale come Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner,
Anthony Quinn,
Sean Connery, Robert Alda, Burt Lancaster, Errol Flynn,
Humphrey Bogart e David Niven.
È stata nominata Cavaliere della
Repubblica e nell’ottobre 1996 Accademica onoraria dell’antica
Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel ’99 è stata
nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Nel 2016 un
David speciale alla carriera le è stato consegnato dal Presidente
Mattarella.
Con il rallentamento della sua
carriera cinematografica ne iniziò anche una seconda
come fotoreporter, che
la portò negli anni settanta a intervistare Fidel
Castro. Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi
riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il
film Torna a settembre, sette David di Donatello,
due Nastri d’argento, una stella sulla Hollywood Walk of
Fame, oltre a una candidatura
ai BAFTA per Pane, amore e
fantasia.
L’imminente rivisitazione
di Road
House con protagonista Jake Gyllenhaal è attualmente in produzione e,
in una serie di nuove foto dal set, i fan possono dare una buona
occhiata sia a Jake Gyllenhaal che la star della UFC
Conor McGregor mentre girano.
Le ultime immagini dal set del film
Road
House, così come lo stesso McGregor. In alcune foto
scattate da dietro le quinte delle riprese, Gyllenhaal e McGregor
possono essere visti uscire sul set, così come in acqua mentre si
preparano a girare una scena. Nelle foto condivise da
McGregor, lo si vede galleggiare nell’acqua. Puoi
dare un’occhiata al nuovo lotto di foto qui sotto:
Il remake di Road
House sarà diretto dal regista di The
Bourne Identity Doug
Liman e si baserà su una sceneggiatura scritta da Anthony
Bagarozzi e Charles Mondry. La produzione ha avuto inizio questo
mese nella Repubblica Dominicana. Insieme a Gyllenhaal e
McGregor ci sono Daniela Melchior, Billy Magnussen
(Game Night),GbemisolaIkumelo (The Last Tree),
Lukas Gage (The White Lotus), Hannah Love
Lanier (A Black Lady Sketch Show), Travis
Van Winkle (Accepted), BK Cannon (Switched at
Birth), Arturo Castro ( Broad City ),
Dominique Columbus (Ray Donovan), Beau Knapp
(Southpaw) e Bob Menery.
“La nuova interpretazione
segue un ex combattente UFC che accetta un lavoro come buttafuori
in una rozza taverna nelle Florida Keys, ma scopre presto che non
tutto è come sembra in questo paradiso tropicale”, si legge nella
sinossi.Il film originale è stato diretto da Rowdy
Herrington. Ha interpretato Patrick Swayze mentre interpretava
il ruolo di un buttafuori di nome Dalton, che è stato assunto per
ripulire uno dei bar più chiassosi e rumorosi del Missouri,
The Double Deuce. Al defunto attore si sono
uniti anche Kelly Lynch, Sam Elliott e Ben Gazzara.
Il produttore di Black
Panther: Wakanda Forever e
vicepresidente della produzione e dello sviluppo dei
Marvel Studios, Nate Moore,
ha recentemente preso parte a una tavola rotonda dei produttori in
cui ha parlato dell’infortunio della star Letitia Wright durante la produzione del
sequel dei Marvel Studios.
Parlando come parte della
tavola rotonda di THR insieme a
numerosi colleghi produttori come Viola Davis e Jerry
Bruckheimer, Moore ha descritto l’infortunio di Letitia Wright come “una cosa enorme e
traumatica da affrontare per lei” e ha detto che è il tipo di
cosa che “non sai se ti riprenderai del tutto da
questo“.
“Black Panther:
Wakanda Forever è stato difficile da
portare sullo schermo, ma il momento più spaventoso è stato in
realtà quando Tish [Letitia
Wright] si è infortunata“, ha detto
Moore. “Stavamo girando alcuni lavori di seconda unità [e]
alcuni lavori acrobatici a Boston. L’intero equipaggio era ancora
ad Atlanta, quindi ho ricevuto una chiamata nel cuore della notte
dall’ambulanza. È terrificante perché a quel punto non si tratta
solo del film, si tratta di una persona e di una persona che
conosco da anni. Come produttore, ti senti responsabile per tutti i
membri della tua troupe.”
“Ti senti responsabile di
averla messa in quella posizione in primo luogo e di aver raccolto
i pezzi. Capire il programma era quasi la parte più facile che
capire come rimettere a posto la testa di Tish e procurarle l’aiuto
di cui aveva bisogno, sia fisicamente che mentalmente. È stata una
cosa enorme e traumatica da affrontare per lei. Per metterla a suo
agio nel tornare e esibirsi al livello in cui si stava esibendo –
non sai se tornerai da quello, a dire il vero, ma lo ha
fatto.”
Il sequel ha visto il ritorno di
Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Angela Bassett nei panni di Ramonda, Martin Freeman, Letitia Wright, Winston Duke e
Florence Kasumba. A loro si sono uniti i nuovi arrivati in
franchising Tenoch Huerta, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex
Livinalli. Nel film Marvel Studios Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Durante una recente
intervista con Comingsoon, il regista diCloverfield e The
Batman , Matt
Reeves, ha rivelato che Steven Spielberg (in odore di Oscar per il suo
ultimo film
The Fabelmans) è rimasto molto colpito dal film di mostri
di Reeves, che sta per debuttare in un’edizione
limitata per il 15° anniversario in 4K UHD e Blu-ray
Steelbook.Parlando dell’impatto del
film, Matt Reeves ha discusso dell’incontro con
Steven Spielberg e ha affermato che la
visionaria leggenda del cinema è stata spaventata dal film del
2008.
“Bryan Burk mi ha
chiamato dal set di Star
Trek, dove [Spielberg] era seduto con
JJ Abrams, gli sceneggiatori e Bryan e mi ha detto: “Oh ehi,
dov’è il regista di Cloverfield? Voglio
parlargli’”, ha rivelato
Reeves. “Quindi Bryan ha detto, ‘Faresti
meglio a venire alla Paramount adesso. Spielberg sta chiedendo
dove sei.’ Ero tipo, ‘Oh! Bene!”“Così sono andato lì e mi sono seduto lì e poi si è
rivolto a me e dopo aver parlato, ha dato loro molti input sulla
sceneggiatura e cose del genere ed è stato davvero adorabile. Poi
si è rivolto a me, ha detto: “Aspetta, quindi hai
diretto Cloverfield ?” E
io ho detto, ‘Sì.’ e lui: “Mi hai spaventato a
morte”. E io ero tipo, ‘Oh.’ È stato
fantastico. Non c’era complimento più alto che potessi
ricevere di quello. Ho spaventato Steven Spielberg. Questo era il
massimo.“
Cloverfield è
uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2008 ed è un film in stile
mockumentary di firmati ritrovati sul luogo di un disastro che
ruota attorno a un gruppo di amici che devono sopravvivere a un
massiccio attacco di mostri a New York. La pellicola ottenne un
successo globale generando ben due spin-off-sequel da 10 Cloverfield Lanenel
2016 e The
Cloverfield Paradox nel 2018.
L’acclamato regista James Cameron ha parlato in passato di come
Leonardo DiCaprio abbia quasi rifiutato di
fare il ruolo di Jack Dawson in Titanic. In
una recente intervista, James Cameron è tornato sull’argomento
rivelando che DiCaprio inizialmente non voleva nemmeno
essere nel film. Parlando con
People ai
Golden Globes lo scorso fine settimana, il regista ha scherzato
sul fatto che Leonardo DiCaprio non avesse alcun desiderio
di essere un protagonista, con il leggendario regista che ha detto
che gli ha dovuto “torcere il braccio” per coinvolgere
DiCaprio nel film.
“Non voleva fare un
protagonista“, ha detto Cameron. “Ho dovuto davvero
torcergli il braccio per essere nel film. Non voleva
farlo. Pensava che fosse noioso.” Cameron ha
continuato dicendo che DiCaprio ha finito per interpretare il ruolo
solo dopo che il regista è riuscito a convincerlo che il ruolo di
Jack Dawson era “una sfida difficile“, quindi ha
elogiato il talento di DiCaprio. “Non mi ha sorpreso, prima di
tutto, che abbia fatto molte scelte autentiche andando
avanti. E in secondo luogo, non ho mai dubitato del suo
talento.”
Uscito nelle sale di tutto il mondo
nel 1997,
Titanic è diventato un grande successo dal
momento in cui è stato presentato in anteprima, con elogi da parte
della critica e del pubblico. Il film è stato il primo film in
assoluto a raggiungere il miliardo di dollari al botteghino ed è
rimasto il film con il maggior incasso film di tutti i tempi fino a
quando Cameron ha battuto se stesso un altro suo film nel 2009
–
Avatar. Per coloro che desiderano rivivere il
film del 1997, Titanic è attualmente impostato
per essere diffuso nelle sale di tutto il mondo
in 3D 4K HDR il 09 febbraio 2023.
Il regista Michael
Bay è stato accusato dell’uccisione di un piccione sul set
di 6
Undergrounddi Netflix
in Italia nel 2018. Bay ha negato le accuse e,
secondo quanto riferito, ha tentato più volte di comunicare con le
autorità italiane per chiarire la questione.“Sono
un noto amante degli animali e un grande attivista per gli
animali“, ha detto Bay a TheWrap in una
dichiarazione. “Nessun animale coinvolto nella produzione
è stato ferito o ferito. O su qualsiasi altra produzione a cui
ho lavorato negli ultimi 30 anni.”
Il regista è fiducioso di
avere prove sufficienti per scagionare la produzione del film da
queste accuse, prove che includono testimoni e addetti alla
sicurezza.“Abbiamo chiare prove video, una
moltitudine di testimoni e agenti di sicurezza che ci esonerano da
queste affermazioni“, ha affermato Michael
Bay. “E smentisce la loro unica foto dei paparazzi, il
che fornisce una storia falsa“.
Infine, Michael
Bay ha detto che gli è stata offerta la possibilità di
pagare una piccola multa per risolvere la questione, ma si è
rifiutato di pagare poiché non intende dichiararsi
colpevole. “Mi è stata offerta dalle autorità
italiane la possibilità di risolvere la questione pagando una
piccola multa, ma ho rifiutato di farlo perché non mi sarei
dichiarato colpevole di aver danneggiato un animale“, ha
chiarito Michael Bay.L’Italia ha una
legge nazionale che vieta il danneggiamento o l’uccisione dei
piccioni, in quanto il paese li considera una specie
protetta. Il procedimento giudiziario contro Michael
Bay è attualmente in corso, quindi ulteriori dettagli
specifici sono attualmente nascosti.
Prima di arrivare – finalmente – in
Italia, Everything Everywhere All At Once del duo
registico The Daniels è stato il
film dei record negli Stati Uniti. Presentato in anteprima al
South by
SouthWest, ha superato la soglia dei 100 milioni di
dollari in tutto il mondo, diventando il primo film indipendente
dopo la pandemia e nella storia dell’A24 – che si è occupata della sua produzione e
distribuzione – a riuscirci. È diventato il film con la media più
alta di sempre su Letterbox, app social incentrata sulla
condivisione di opinioni per i film, sorpassando
Parasite di Bong
Joon-ho che, fino ad allora, deteneva il record di
4.6/5 di media.
Si è presentato inoltre al pubblico
come primo film in cui figura un cast di attori protagonisti
“all-asian“, conferendo a Michelle Yeoh il ruolo di attrice protagonista
(ha sempre avuto ruoli da comprimaria, anche se è quasi impossibile
crederci) e riportando in scena dopo ben 30 anni di assenza dagli
schermi Ke Huy Quan, lo Short Round di
Indiana Jones e il Tempio Maledetto e
Data dei Goonies.
Una nuova frontiera del cinema
indipendente
La trama di Everything
Everywhere All at Once segue Evelyn Wang
(Yeoh),
una donna che annaspa sotto lo stress della lavanderia a gettoni in
fallimento della sua famiglia, del suo matrimonio in crisi con
Waymond (Ke
Huy Quan) e dell’anziano padre (James
Hong) che disapprova le sue scelte di vita. Ma è il
crescente divario tra Evelyn e sua figlia
Joy (Stephanie Hsu) che minaccia
di disfare il tessuto della sua esistenza, almeno fino a quando la
donna scopre di essere solo una delle molteplici versioni di
Evelyn presenti nel Multiverso – e l’unica che può
salvarlo. Il film, che arriverà nelle nostre sale dal 6 ottobre
2022, è stato prodotto dai fratelli Russo.
Con Everything Everywhere
All At Once gli eclettici Daniels sono
riusciti a sfruttare un budget di appena 25 milioni di dollari per
realizzare un vero e proprio kolossal d’autore e dare vita a una
personalissima idea di Multiverso, in cui l’incontro di altre
versioni del sè è funzionale al ristabilirsi di un dialogo
famigliare totalmente offuscato dalla frenesia quotidiana. Ci
troviamo di fronte a un film unico nel suo genere, rivoluzionario,
delirante nella sua struttura narrativa e con un cast praticamente
perfetto per come deve adeguarsi ad ogni singolo cambio di
registro.
Incredibile a dirsi, ma il film è
stato girato in una singola location; tutto il budget a
disposizione è stato utilizzato per esplorare mondi paralleli ma a
cui è stata data conformazione visiva in un semplice capannone
abbandonato. Il livello di creatività dei Daniels
è alle stelle in Everything Everywhere All At
Once, percepiamo chiaramente l’urgenza creativa di un duo
che si era già fatto notare per la regia di coloratissimi video
musicali e per Swiss Army Man (2016), in cui
avevano già inglobato in una cornice fantastica il racconto di
un’amicizia grottesca ma paradossalmente tenerissima.
Michelle Yeoh, Jamie Lee Curtis Photo Credit: Allyson
Riggs
Benvenuti nell’Evelyn-verso
Everything Everywhere All
At Once è a tutti gli effetti un film sensoriale, in cui
siamo chiamati ad attivare la nostra capacità di giudizio
confrontandoci con ogni sperimentazione di reparto che ci viene
proposta: gli effetti visivi, le transizioni, i volti che lasciano
il segno; le battute precisissime che ci danno fin dall’inizio
un’idea sommaria e poi totale di cosa può essere il Multiverso con
le sue infinite potenzialità. Sfidando le leggi della probabilità,
plausibilità e coerenza – parti fondamentali della costruzione di
un mondo narrativo – i Daniels confezionano una
storia in cui è la specificità della famiglia protagonista a
trasferirci un senso di universalità, tramite l’esposizione di
sensazioni e la messa in scena di circostanze in cui chiunque può
riconoscersi.
Il Multiverso è nella quotidianità
di Evelyn, Raymond e
Joy, nella caoticità straziante di una famiglia
che deve cercare di salvare un’attività in fallimento, un confronto
dialogico mancante, pensieri che viaggiano a velocità elevata ma in
menti diverse, senza mai riuscire a trovare un punto di incontro.
Scelte di vita, potenziali cambi di rotta, molteplici “what if”,
proiezioni siderali che portano ad una sensazione di benessere per
poi rimpiombare nel caos che abbiamo creato noi stessi: tutto il
film è ovunque e in molti momenti di un’esistenza che deve
riprendere forma con i rinnovati legami familiari.
Impossibile non soffermarsi sulla
performance esemplare di Michelle Yeoh in Everyhting Everywhere
All At Once, che si è cimentata personalmente con gli
stunt, confermandosi una meravigliosa star del cinema d’azione, ma
non solo. Attraverso il personale viaggio di
Evelyn nel Multiverso, tra la donna che era e che
è diventata, riesce a consegnarci il ritratto a tutto tondo di una
madre che deve mettersi costantemente in discussione, sospesa tra
un retaggio che la costringe alla diligenza e al dovere, e un
presente talmente fluido che le risulta impossibile trovare dei
punti di appiglio, immersa com’è in una quotidianità miope, che ci
domina con routine prestabilite, con compiti da assolvere e ruoli
in cui siamo costretti a identificarci.
Stephanie Hsu Photo Credit: Allyson Riggs
La circolarità del bagel di
Joy/Jobu
Il caos è sempre presente nella
vita di Evelyn, ma assume carattere e forma
visuale grazie alla creazione lungimirante di una villain che parla
tanto alle giovani generazioni: Jobu Tupaki. Tutto
ciò che è contenuto nella mente di una giovane creativa,
variopinta, gioiosa ragazza ma contenuta in una gabbia di
percezioni e pregiudizi esplode in maniera dirompente tramite
questo personaggio. Così, Evelyn è costretta a
rivedere e ricalibrare la propria opinione rispetto alla psicologia
di una figlia che conosce a fondo ogni sfumatura di un mondo in
costante cambiamento. Tra i mille universi di Everything
Everywhere All At Once inizia a propagarsi uno scontro
diretto fra vecchio e nuovo, fra realtà vissuta dagli adulti e
fantasie generate dalla nostra generazione o a quelle dopo la
nostra. Il Multiverso è la resa dei conti per
Jobu, un tentativo di trasferimento di conoscenze
e significati a chi ci sembra abbia vissuto in un tempo lontano,
scevro dalle molteplici possibilità legate alle nostre abilità o
alla sensibilità con cui vorremmo metterci in gioco, ma che spesso
siamo costretti a occultare, soprattutto con chi ci sta più
vicino.
Non bisogna smettere di respirare,
perché nel Multiverso non si è mai soli. Certo, siamo inseguiti da
una temibilissima villain, potremmo perdere tutto da un momento
all’altro – professionalmente ed emotivamente – eppure ci rendiamo
conto che in nessuna dimensione del Multiverso dobbiamo caricarci
il peso di mille domande solo sulle nostre spalle. Siamo
costantemente alla ricerca dell’altro, di chi potrà vedere e capire
cosa abbiamo affidato al nostro Everything Bagel,
commistione delle voci che sembrano distanti ma che provengono
dalla nostra coscienza, paure che si concretizzano in un senso di
ribellione ancorato ad un buco nero che risucchia qualsiasi
imperfezione.
Il Bagel è un cerchio perfetto, che
sta sulla testa di Jobu, narratrice onniscente del
multiverso, ed è conformazione geometrica ultima di un simbolo che
torna ripetutamente nel film: dall’oblò delle sfilze di lavatrici
in lavanderia, passando per i Google Eyes, l’angosciante cerchio
nero con cui Jamie Lee Curtis sottolinea su carta tutto ciò
che i Wang devono all’Agenzia delle Entrate, fino allo specchio di
casa Wang, che racchiude simbolicamente uno dei
frame più memorabili del film: mamma, papà e figlia insieme, a
suggellare come questo sia – prima di tutto – un film sulla
circolarità, anche simbolica, delle unioni famigliari e dei viaggi
che siamo portati a compiere insieme.
È proprio attraverso il movimento,
questo dialogo multiversale tra individui, generi cinematografici e
comparti tecnici, che il cinema indipendente compie un salto
potentissimo, mostrandosi vigorosamente in tutte le sue possibilità
produttive, come una Evelyn Wang pronta a saltare
da una dimensione all’altra per ricodarci che il cinema deve
essere, soprattutto, condivisione.
L’attore Gabriel
Luna vanta già diversi ruoli di rilievo, specialmente in
prodotti televisivi, ma non è ancora un volto particolarmente noto
del mondo della recitazione. Grazie ad alcuni progetti in arrivo,
però, il suo status di celebrità sembra essere destinato a crescere
notevolmente. Dotato di carisma e solida presenza scenica, Luna sta
convincendo sempre più critici e spettatori del suo valore ed ogni
sua interpretazione rimane difficilmente dimenticabile.
Ecco 10 cose che non sai su
Gabriel Luna.
Gabriel Luna: i suoi film e le
serie TV
1. È noto per alcune serie
TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie
come Prison Break (2008), Touch (2013) e
NCIS: Los Angeles (2013), Luna ottiene una prima notorietà
recitando in Matador (2014) e nella seconda stagione di
True Detective, con
Colin Farrell.
In seguito ha recitato in Wicked City (2015) e Agents
of S.H.I.E.L.D (2016-2017), dove ha avuto un altro ruolo di
primo piano. Nel 2023 lo si vedrà nella serie The Last of Us, accanto
a Pedro Pascal e Bella
Ramsey.
2. Ha recitato in alcuni
noti film. Nel corso della sua carriera l’attore ha avuto
anche modo di recitare in diversi film, alcuni di maggior rilievo e
altri meno noti. Il primo lungometraggio a cui ha preso parte è
stato Fall to Grace (2005), seguito poi da Dance with
the One (2010). Nel 2011 ha avuto un ruolo in Bernie,
con Jack Black,
mentre in seguito ha recitato in Spring Eddy (2012),
Palle fuori (2014), Freeheld: Amore, giustizia,
uguaglianza (2015), con Julianne Moore,
Gravy (2015) e Transpecos (2016). Nel 2019 torna
al cinema con un ruolo di rilievo in Terminator: Destino
oscuro, con Arnold
Schwarzenegger. Nel 2022 è protagonista di Eddie
& Sunny.
Gabriel Luna è Ghost Rider
3. Ha interpretato il quinto
Ghost Rider della Marvel. Tutti ricorderanno
il Johnny Blaze interpretato da Nicolas Cage
nei due film dedicati al supereroe Ghost Rider. Blaze è stato il
secondo umano ad incarnare il demoniaco personaggio, ma nella
quarta stagione della serie Agents of S.H.I.E.L.D. i fan
hanno imparato a conoscere un altro dei possessori dei poteri del
Ghost Rider. Si tratta di Robbie Reyes, quinto umano ad incarnare
il supereroe, interpretato nella serie proprio la Luna. L’attore si
è detto estremamente grato di tale ruolo, per il quale si è
preparato a lungo e che gli ha donato grande popolarità.
4. Avrebbe dovuto avere una
serie tutta sua. Dopo essere comparso come Ghost Rider in
Agents of S.H.I.E.L.D., Luna avrebbe dovuto interpretare
nuovamente tale personaggio anche in una serie a lui interamente
dedicata. Tuttavia, in seguito all’unificazione tra Marvel Television e i Marvel Studios nel 2019, il progetto è stato
attualmente cancellato. Non è del tutto escluso però che in futuro
si possa decidere di realizzare una serie dedicata al celebre
supereroe, da introdurre così ufficialmente all’interno del
Marvel Cinematic Universe.
Gabriel Luna è Tommy Miller in
The Last of Us
5. Interpreta uno dei
personaggi principali. Nella serie HBO The Last of Us, tratta dall’omonimo
videogioco, Luna interpreta Tommy Miller, uno dei personaggi più
importanti del racconto. Questi è un infallibile cecchino, nonché
fratello di Joel. Tale personaggio si è affermato come uno dei più
amati della serie videoludica, vantando non solo una fisicità
simile a quella del fratello ma anche una forte componente emotiva
e tanta gentilezza. Con questo personaggio, Luna avrà dunque un
ruolo di primo piano nell’attesa serie e il suo potrebbe affermarsi
anche in essa come uno degli elementi più importanti ai fini
narrativi.
6. Conosceva già il
videogioco. Prima di iniziare le riprese della serie, agli
attori del cast era stato chiesto di non giocare al videogioco
The Last of Us, in modo tale da non farsi influenzare da
questo. Luna, tuttavia, conosceva già il gioco e aveva iniziato a
giocarci ben prima che gli fosse comunicata tale richiesta.
Confrontarsi con il videogioco, a suo dire, gli ha però permesso di
entrare meglio nel mondo e nell’atmosfera del racconto, così da
poter poi riproporre le sensazioni provate al momento di
interpretare il suo Tommy Miller.
Gabriel Luna in Terminator:
Destino oscuro
7. È stato l’antagonista del
film. In Terminator: Destino oscuro, sesto film
della celebre saga di fantascienza, Luna ha interpretato il Rev-9,
un Terminator avanzato inviato indietro nel tempo per terminare
Dani, costituito da un tradizionale endoscheletro solido circondato
da una “pelle” di poli-lega mimetica. Possiede la capacità di
separare questi due componenti in due unità Terminator
completamente autonome. Un avversario affermatosi come
particolarmente minaccioso, anche per la grande presenza scenica
sfoggiata da Luna.
Gabriel Luna è su Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. Gabriel Luna è
naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo
seguito attualmente da 161 mila persone. Su tale piattaforma egli
ha ad oggi pubblicato oltre mille e seicento post, la maggior parte
relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti
ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma
anche foto promozionali dei suoi progetti e altre immagini che lo
raffigurano ad eventi a cui ha preso parte. Seguendolo si può
dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.
Gabriel Luna e Diego Luna
9. Non sono
imparentati. Pur facendo Luna di cognome e vantando
origini messicane, Gabriel non è in alcun modo imparentato con
l’attore Diego Luna,
recentemente visto nella serie Andor, ambientata
nell’universo di Star
Wars. I due non hanno dunque legami di alcun tipo, se non
il condividere lo stesso cognome. Gabriel, inoltre, non è
propriamente messicano, essendo nato negli Stati Uniti. Solo i suoi
genitori erano discendenti di cittadini messicani.
Gabriel Luna: età e altezza
dell’attore
10. Gabriel Luna è nato ad
Austin, in Texas, Stati Uniti, il 5 dicembre del 1982.
L’attore è alto complessivamente 1,79 metri.
Il nuovo film di James
Cameron
Avatar: la via dell’acqua, sequel del lungometraggio
vincitore di tre Academy Award® Avatar, ha conquistato il
pubblico italiano con un incasso di oltre 40 milioni
di euro e con oltre 4,5 milioni spettatori entrando nella
classifica dei 10 migliori incassi di tutti i tempi in Italia.
“Il successo straordinario
di Avatar: La Via dell’Acqua non solo ci rende orgogliosi
come azienda ma ci permette di guardare al futuro del cinema in
Italia con positività”, ha dichiarato Daniel
Frigo, Amministratore Delegato The Walt Disney Company
Italia. “Grazie al grandissimo lavoro di tutti gli esercenti e
di tutte le persone coinvolte nel lancio, il team di Disney Italia,
partner e licenziatari, Avatar ha infatti generato un effetto
positivo a cascata durante le festività, di cui il beneficiario
finale è l’intera filiera cinematografica, riportando nelle sale
tante persone che si erano allontanate con la pandemia. Nel 2023
occorre continuare a lavorare in questa direzione comune ed è
questo l’impegno che porteremo avanti nell’anno delle celebrazioni
del centenario della Walt Disney Company, dando sostegno alla sala
con l’uscita di moltissimi film di generi diversi che continueranno
a ricordare a tutto il pubblico italiano l’unicità dell’esperienza
e la bellezza della visione di un film al cinema: Ant-Man and The Wasp:
Quantumania, Gli Spiriti dell’Isola, La
Sirenetta, Indiana Jones, Guardiani della Galassia Vol.
3, The
Marvels, Haunted Mansion ma non solo… Perché il
successo di un singolo sia il successo di tutti così come l’impegno
per il futuro del cinema”.
Con
Avatar: la via dell’acqua, l’esperienza
cinematografica raggiunge nuove vette: Cameron trasporta il
pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura
spettacolare e ricca di azione.
Ambientato più di dieci anni dopo
gli eventi del primo film,
Avatar: la via dell’acquainizia a
raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro
figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad
arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che
combattono per rimanere in vita e delle tragedie che
affrontano.
Diretto da James
Cameron e prodotto da Cameron e Jon
Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è
interpretata da
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver e
Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da
James Cameron & Rick Jaffa
& Amanda Silver, e il soggetto è di
James Cameron & Rick Jaffa
& Amanda Silver & Josh
Friedman & Shane Salerno.
David Valdes e Richard Baneham
sono i produttori esecutivi.
La star di Everything Everywhere All at Once, Michelle Yeoh, dice che sarebbe disposta a
tornare al ruolo del film solo per uno specifico spin-off.
L’attrice protagoniste della stagione dei premi di quest’anno
interpreta Evelyn Quan Wang, una donna, madre e moglie in
difficoltà, proprietaria di una lavanderia a gettoni nel selvaggio
film del 2022, che ha guadagnato un sacco di elogi sin dalla sua
uscita. Dato il successo critico e commerciale del film dei
Daniels, molti si sono chiesti se il film genererà
un sequel, che potrebbe potenzialmente continuare la storia di
Evelyn e sua figlia Joy (Stephanie Hsu) o
esplorare uno dei tanti universi introdotti nel film.
Durante un’intervista con Variety, a Michelle Yeoh è stato chiesto se fosse
interessata a tornare nel ruolo di Evelyn per un secondo film
Everything Everywhere All at Once. Mentre
l’attrice afferma chiaramente che non ha alcun interesse a vedere o
partecipare a un sequel del film multiversale, sembra più incline a
considerare uno spin-off. Se l’attrice dovesse tornare per uno
spin-off di Everything Everywhere All at Once, vorrebbe
interpretare una variante “rock star” del suo personaggio, citando
cantanti come Adele, Enya e Lady Gaga come ispirazione. “Non lo
so. Voglio un universo in cui sono una rock star. Voglio tornare,
se devo tornare, come qualcuno che ha questa voce incredibile, sai…
Questo è ciò che manca al nostro mondo in questo momento, c’è pace
e amore, e credo che per raggiungere altre realtà e più persone
possibili, una gran voce è lo strumento migliore.”
Dai fratelli Russo (produttori
esecutivi), A24 e
Ley Line Entertainment, il film definitivo sul multiverso con le
icone del cinema Michelle Yeoh (La Tigre e il
Dragone, Shang-Chi) e Jamie Lee Curtis
(Halloween, Una poltrona per due) dirette dal duo di
registi visionari The Daniels. Il caso dell’anno al
botteghino USA.
Scritto, diretto e prodotto dai The
Daniels. Il film è prodotto anche da Jonathan Wang, dalla AGBO dei
fratelli Russo e da A24. I produttori esecutivi sono Ley Line
Entertainment, IAC e Josh Rudnick.
Noah Centineo, interprete di Atom Smasher in
Black Adam, sembra aver accettato il fatto che non
tornerà a interpretare il personaggio DC Comics al cinema. Il
tentativo di Dwayne
Johnson di prendere in carico il DC
Extended Universe è fallito, e ormai è chiaro che alcune delle
decisioni di cui si era fatto carico, incluso il ritorno di
Henry Cavill nei panni di
Superman, abbiano facilitato la sua archiviazione
del franchise.
Mentre il wrestler diventato attore
sembrava lasciare la porta aperta a un eventuale ritorno nei panni
di Teth-Adam, è diventato evidente che i piani ambiziosi per sequel
e spin-off ora non troveranno seguito. Tuttavia, sembra che
Noah Centineo abbia capito che il suo
tempo alla DC Films è finito. Durante una recente intervista con
The Hollywood Reporter, l’attore
ha riflettuto sul fatto di far parte dell’adattamento della DC
Comics, ma non sembra eccessivamente ottimista sul suo
prosieguo.
“Ci siamo divertiti così tanto a
girare quel film. Non credo di essermi mai goduto quattro mesi di
riprese come durante le riprese di quel film”, ricorda
Centineo. “Eravamo così tanti, e ci siamo semplicemente
mescolati insieme, e tutti erano così disposti a fare amicizia l’un
l’altro, e siamo diventati davvero una famiglia, e questo include
anche Dwayne [Johnson].” “Ha dato il tono, non solo al
cast, ma a tutte le persone coinvolte. Andavamo costantemente a
cena e passavamo del tempo insieme, e lo porterò con me per il
resto della mia vita, per non parlare delle lezioni imparate a
lavorare con attori così iconici, profondamente esperti e
talentuosi, il nostro direttore della fotografia Lawrence Sher, il
nostro regista [Jaume Collet-Serra], porterò sempre con me
quell’esperienza”.
Alla domanda se fosse “depresso” nel
sentire che il tempo di Henry Cavill come Superman
è finito, Centineo ha schivato la domanda e ha condiviso la sua
eccitazione per ciò che i DC Studios hanno pianificato. Tuttavia,
l’attore non esprime davvero alcuna aspettativa per farne parte e
chiaramente non è stato contattato per interpretare Atom Smasher
nel nuovo DCU.
“Onestamente non posso nemmeno
parlare di nulla di tutto ciò. Non so davvero quale sia il loro
piano e sono entusiasta di vedere cosa hanno pensato di fare con
quello che alla DC ha funzionato”, ha detto. “Per quanto
mi riguarda, sono davvero entusiasta di vedere la visione di Peter
Safran e James
Gunn per la DC, quei ragazzi sanno cosa stanno facendo. Quindi,
gli daremo fiducia. Sono entusiasta.”
Da quello che Noah Centineo dice, sembra chiaro che il
giovane interprete abbia accettato la scarsa risposta di pubblico e
critica riservata a Black Adam, e che alla luce di questo sia
pacifico che non verrà ulteriormente coinvolto nel futuro della DC
Films.
È stato rivelato un nuovo logo per
Madame
Web, con un ragno rosso e blu che proietta l’ombra del
personaggio del titolo. Anche se il significato di una tale scelta
grafica può essere tutto e niente, visivamente è comunque un bel
logo per presentare un progetto per molti versi ancora
misterioso.
Madame
Web è un film intrigante, questo è certo, e suggerisce
fortemente che Sony intende esplorare il lato mistico del mito di
Spider-Man. Resta da vedere come Peter Parker influisca su tutto
questo, anche se ci sono rumors online che la storia si svolga
molto prima ancora che il l’arrampicamuri sia nato.
In effetti, tra una serie di voci e
ciò che è stato rivelato nelle foto dal set, abbiamo motivo di
credere che una Mary Parker incinta sarà al centro della storia,
con Madame Web che riunisce un gruppo di eroi al femminile per
proteggerla. È un concetto intrigante, ma non abbiamo molta fiducia
nel fatto che lo studio riesca a realizzarlo.
Nel cast di Madame
Web ci sono Dakota Johnson e Sydney
Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo
l’uscita di
Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74
miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella
storia della Sony.
Nel cast di Madame
Web sono stati confermati Dakota Johnson,
Sydney Sweeney, Isabela Merced, Emma Roberts, Celeste O’Connor,
Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia Mamet e Adam Scott.
Il nuovo spot di Shazam! Furia
degli Dei ci mostra molta azione con protagonista un
grosso drago. Il film arriverà a marzo ed è uno dei pochi
sopravvissuti all’accetta Gunn/Safran che si è abbattuta sui
progetti DC Films.
Shazam! Furia degli
Dei
Shazam! Furia
degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy
Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“,
si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.
Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam,
Asher Angel nei panni di Billy Batson,
Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman,
Adam Brody nei panni del supereroe Freddy,
Ross Butler nei panni del supereroe Eugene,
Meagan Good nei panni del supereroe Darla,
DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro,
Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary
Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago,
mentre Rachel Zegler,
Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come
cattivi appena creati. Shazam! Furia
degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto
da Peter Safran.
Basato sull’acclamato romanzo del
2004 di Hiroshi SakurazakaAll You Need Is
Kill,
Edge of Tomorrow è stato distribuito nel 2014 con
recensioni positive e un solido incasso di 370 milioni di dollari
al botteghino mondiale con un budget di 178 milioni di dollari.
Diretto da Dough
Liman, il film ha visto Tom Cruise ed
Emily
Blunt nei panni di soldati intrappolati in un
loop temporale, con il primo che usa questa condizione come
un’opportunità per migliorare le sue abilità e alla fine
sconfiggere gli alieni invasori della Terra. Il film è stato un
buon successo di pubblico e critica,
tanto che si pensava ad un sequel che al momento non ha ancora
preso piede, tuttavia Emily Blunt ha
dei ricordi molto vividi di quel set, e durante la sua
partecipazione al podcast SmartLess, ha raccontato un aneddoto che
ha visto protagonista Cruise:
“Dovevamo indossare questi
costumi enormi, e penso che sarebbe stato fantastico se li avessimo
realizzati in CGI, ma volevamo farlo in modo tattile. Quando senti
la parola ‘tattile’, pensi che suoni piacevole e accogliente. Non
c’era niente di accogliente in quelle tute. Pesava quasi 40 chili.
Era così pesante. (…) La prima volta che l’ho indossato ho iniziato
a piangere , e [Cruise] non sapeva cosa fare”, ha ammesso
l’attrice. “Ero tipo, ‘Tom, non sono sicura di come supererò
queste riprese’ e ho appena iniziato a piangere. ‘Mi sento un po’
in preda al panico’”.
“Lui mi ha semplicemente
fissata a lungo, non sapendo cosa fare, e mi ha detto: ‘Dai,
smettila di fare così la fighetta, ok?'” Per nulla offesa
dalle osservazioni del suo collega, Blunt ricorda di essere
scoppiata in una sonora risate dopo essere stata colta alla
sprovvista da ciò che ha detto Cruise e ha spiegato come ha reso
molto più facile l’avvio della produzione. Tuttavia, indossare
quella tuta le ha provocato lesioni di lunga durata alle costole e
alla clavicola.
Cruise non è estraneo alle
acrobazie pericolose e continua a spingersi oltre i limiti di ciò
di cui è capace. Con questo in mente, le sue dure parole di
consiglio hanno senso e hanno chiaramente aiutato Blunt in un
momento in cui aveva bisogno di aiuto per superare questo ostacolo.
Anche il racconto dell’attrice non ha nulla di recriminatorio nei
confronti di Tom Cruise che
con quella frase completamente inaspettata ha scosso la collega e
l’ha aiutata a portare a termine il lavoro.
Edge of Tomorrow è uno dei film più insoliti nella
filmografia di Emily Blunt, in
cui l’attrice mostra davvero una range di capacità
insospettate.
E’ un Kang il
Distruttore regale e pensoso quello che si mostra nella
nuova immagine di Ant-Man and the Wasp: Quantumania diffusa
da Empire Magazine e che ci offre un nuovo sguardo al
nuovo grande villain del Marvel Cinematic Universe.
In merito alla scelta di questo
personaggio come nuova grande minaccia del MCU, Kevin Feige
ha dichiarato: “È la scelta più ovvia dato che abbiamo a che
fare con il Multiverso. Kang ci ha permesso di realizzare un nuovo
tipo di Big Bad. È un diverso tipo di cattivo, che combatte con se
stesso tanto quanto sta combattendo con i nostri eroi.”
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Brendan Fraser, Bob Odenkirk, Amanda Seyfried sono solo alcuni dei nomi
protagonisti della serata dei Critics‘ Choice Awards 2023, che ha
visto trionfare Everything Everywhere All at Once
con ben cinque riconoscimenti, trai quali miglior film e miglior
regia. Come ai Golden Globes, invece Elementary
Abbott replica il successo per la categoria serie comedy,
mentre Better
Call Saul ha la sua rivincita portando a casa il
premio per la migliore serie e per il migliore attore protagonista,
Odenkirk appunto.
E mentre Angela Bassett porta alto il nome dei Marvel Studios che, grazie a lei, hanno vinto
anche un Critics Choice per la recitazione, trai premiati per i
film tv spicca il nome di Daniel Radcliffe, ex Harry Potter, che con
questo riconoscimento per il suo lavoro in Weird: The Al
Yankovic Story (che ha vinto anche Miglior film per la tv)
sembra dare un nuovo volto alla sua carriera, da sempre molto
sfaccettata e ricca.
Cate Blanchett batte la diretta concorrente
Michelle Yeoh, mentre il loro duello sembra
l’aspetto più divertente di una stagione dei premi appena
cominciata che ci accompagnerà, per certo, fino alla Notte degli
Oscar. Grande sorpresa nella categoria miglior film comedy: il
premio è andato a Glass Onion, che ha sconfitto
una signora concorrenza e mentre ci spieghiamo senza troppi misteri
il premio al miglior ensemble del film, è molto più inatteso un
riconoscimento al film stesso.
Ecco di seguito tutti i vincitori dei Critics‘ Choice
Awards
Best Picture –“Everything Everywhere All
at Once” (A24)
Best Actress –Cate Blanchett – “Tár”
(Focus Features)
Best Actor –Brendan Fraser – “The Whale”
(A24)
Best Director –Daniel Kwan and Daniel
Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24)