Home Blog Pagina 63

Blake Lively presenta It Ends With Us, la sua Lily Bloom “mai definita dagli uomini della sua vita”

Due weekend fa Blake Lively ha avuto il privilegio di avere due dei suoi film in testa al botteghino USA. Uno dei due è ovviamente del blockbuster della Marvel Deadpool & Wolverine, in cui interpreta lady Deadpool in uno dei cameo più spiritosi del cinecomic; l’altro è la grande sorpresa It Ends With Us (qui la recensione), che ha incassato al botteghino USA addirittura cinquanta milioni di dollari in tre giorni di programmazione. Del melodramma tratto dal caso letterario scritto da Colleen Hoover Lively è protagonista insieme all’attore/regista Justin Baldoni. Ecco la nostra intervista con l’attrice.

Ha avuto alcuna esitazione ad interpretare una donna che subisce abusi domestici?

Blake Lively: La storia tratta di abusi e violenze domestiche, ma parla anche di chi riesce a realizzare il sogno di una vita, trasformandolo in realtà. Parla del primo amore e di un nuovo amore. Copre gli alti e i bassi della vita, tutti i colori dell’esperienza umana. Racconta del disordine di una donna comune in modo molto onesto, molto reale e crudo. Ho capito perfettamente perché Lily ha preso le decisioni che ha preso, nel momento in cui le ha prese. Ho provato compassione per lei e volevo che anche il pubblico la capisse. Non ho guardato solo un aspetto della sua vita, perché lei è molto di più di quello che le è successo. Qualcosa che può cambiare il corso della sua vita, ma non l’ha definita. È lei che definisce se stessa, e questo per me è bellissimo. Non è soltanto una vittima. Non viene definita dagli uomini della sua vita, sia che si tratti di suo padre, sia che si tratti di questo bellissimo amore che aveva da giovane, oppure dall’amore tossico da adulta, lei non è mai definita dagli uomini. È una storia bellissima per ogni genere e per ogni età. Abbiamo trattato il tema con molta responsabilità, una questione che deve essere gestita con attenzione.

Blake Lively and Justin Baldoni in It Ends with Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Cosa ha messo delle sue esperienze personali nel personaggio di Lily?

Blake Lively: In questo film ho messo tutto: il rapporto con mia madre e le mie sorelle, con i miei figli, ci ho messo i miei sentimenti. È tutto in questo film, in modi che il pubblico non saprà mai, non lo dirò mai a nessuno. Ma sono sicura che quando mi siederò in sala con i miei cari, vedranno se stessi in alcune scene, sentiranno alcune le cose che ci siamo detti. It Ends with Us è molto personale per me. Questa storia è raccontata con empatia, Lily vive con empatia, la narrazione si sviluppa con empatia. Non giudica mai le persone per le decisioni che prendono, magari sbagliando, e mostra loro che c’è una via d’uscita .Anche se non prendi la decisione giusta al momento giusto, puoi essere comunque una brava donna. Sei comunque preziosa.

Blake Lively su It Ends With Us: “Un film molto personale”

Ha interagito con Isabela Ferrer, che interpreta la giovane Lily? Che consiglio darebbe ad attrici alle prime armi come lei?

Blake Lively: L’interazione sul set è stata limitata. È semplicemente fantastica in questo film. Ai giovani vorrei dire: siate appassionati, guardare più film che potete. Imparerete molto, guardateli come se fosse il vostro lavoro. Lungometraggi di ogni epoca, di ogni genere, di ogni tipo di storia, di ogni territorio. Imparerete a raccontare storie e a conoscere ogni aspetto della produzione. Cercate di capire qualcosa da quello che amate. Se si presta attenzione e si studia il modo di narrare, si può imparare Molto. Lo facciamo in continuazione. Osservate il maggior numero di punti di vista possibile, studiate prospettive diverse sull’esperienza umana.

It Ends With Us data di uscita blake-lively-1Quando è nata la sua passione per il cinema e la narrazione? 

Blake Lively: È tutto ciò che ho sempre voluto fare fin da quando ero bambina. Non c’è nient’altro che amo di più. I film hanno un’incredibile capacità di influenzare le persone. Che si tratti di un film a grande budget, divertente e sciocco come Deadpool & Wolverine, oppure di qualcosa come It Ends with Us, profondo, emotivo e d’impatto, sono grata per tutto questo. I miei fratelli hanno tutti recitato, mia sorella Robin è un’attrice incredibile e anche mio padre ha recitato. Sono cresciuta andando con loro alle audizioni. Facevano questo per vivere, vedevo il lavoro che c’era dietro, il rifiuto ma anche l’amore e l’attenzione, dove toglierti la polvere di dossi e rialzarti.

I miei genitori tenevano un corso di recitazione ed essendo io una bambina molto timida, mi costringevano ad alzarmi e fare improvvisazione perché i miei genitori non potevano permettersi una babysitter. Nonostante sia ancora oggi una donna timida, per questo amo alzarmi e recitare. Mi piace interpretare i personaggi, adoro essere costretta. Da ragazza vedevo persone che venivano a Los Angeles ogni anno, alcune di loro poi lasciano perdere e non tornavano. È stato un mix di creatività, fortuna, preparazione, duro lavoro e opportunità. Sono cresciuta amando i film: ancora oggi a casa mia c’è sempre Turner Classic Movies alla TV. Anche se è muta, c’è sempre un vecchio film in sottofondo. It Ends with Us è un film di cui sono davvero orgogliosa, alla fine della mia carriera guarderò indietro e dirò: “Questo è uno dei lungometraggi che mi hanno definito come attrice”.

 
 

Sogno olimpico: la vera storia dietro il film

Sogno olimpico storia vera

Ci sono poche storie così iconiche e piene di pathos come quella della squadra di pallanuoto maschile spagnola che dal 1991 al 2001 ha vinto tutto (oro e argento olimpico e due ori e due argenti mondiali) ed è diventata la prima grande squadra dello sport spagnolo. Il film Sogno olimpico, diretto da Álex Murull e Dani de la Orden, ripercorre un particolare momento di quella vicenda, ovvero l’impresa compiuta durante le Olimpiadi di Barcellona del 1992, concentrandosi in particolare su Manel Estiarte e Pedro García Aguado.

Per gli appassionati di film dedicati a celebri vicende sportive, questo è dunque un film da non perdere, che porta alla riscoperta di una celebre ascesa caratterizzata da numerose difficoltà. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Sogno olimpico. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Sogno olimpico

Il film è una drammatizzazione del percorso della nazionale maschile di pallanuoto della Spagna alle Olimpiadi estive del 1992 a Barcellona, approfondendo le storie personali di Pedro García Aguado (e la sua dipendenza da sostanze) e Manel Estiarte (che affronta la tragedia del suicidio della sorella). Nonostante le personalità opposte, i due finiscono per raggiungere un’intesa costruita sulla comune sofferenza sotto l’allenatore Dragan Matutinović, caratterizzata da metodi di allenamento disumani che gli valsero l’ostilità della squadra.

Sogno olimpico cast

Nel cast del film ritroviamo Álvaro Cervantes nel ruolo di Manel Estiarte, mentre l’attore Jaime Lorente – celebre per aver interpretato Denver in La casa di carta e Nano in Elite – interpreta qui Pedro García Aguado. Completano il cast Christian Valencia nel ruolo di Jesús Rollán e Tarik Filipović nel ruolo di Dragan Matutinović, il controverso allenatore della squadra. Il vero Pedro García Aguado, inoltre, fa un cameo come membro della federazione sportiva dei Giochi Olimpici.

La storia vera dietro il film

Tutto ha inizio nel 1991, un anno prima dei Giochi. Viene presentata una squadra con un compiacimento che pone la Spagna lontana dalle medaglie. Il team viene però dotato di un nuovo allenatore: Dragan Matutinovic, un tecnico croato dai metodi militari. Da qui, il film gioca con elementi reali che porta all’estremo e ne cambia la temporalità per rendere la storia più epica. Matutinovic arriva nel settembre 1990 dopo le dimissioni del precedente allenatore, Toni Esteller, perché non vede abbastanza sostegno per vincere la medaglia a Barcellona.

La squadra aveva come capitano Manel Estiarte, il miglior giocatore del mondo in quel momento. Il film racconta poi come Matutinovic decida di inserire quattro giocatori madrileni all’inizio della preparazione, pochi mesi prima dei Giochi di Barcellona ’92, ad Andorra. Quattro giocatori presuntuosi, che portano carattere e fisicità alla squadra, poco disciplinati, soprattutto Pedro García Aguado, che provoca attriti con il gruppo. L’arrivo dei madrileni, in realtà, ha significato un cambio di modello e una catarsi, soprattutto all’inizio.

Sogno olimpico trama
Álvaro Cervantes, Cristian Valencia, Jaime Lorente e Joan Sentís in Sogno olimpico. Foto di Manel Masferrer – © 42 segundos

Da quel momento ebbero inizio allenamenti dall’alba al tramonto ad Andorra, con lunghezze in piscina, corse in montagna e una competitività senza scrupoli per trasformare i pallanuotisti in gladiatori. La preparazione asfissiante di Matutinovic, il personaggio che meglio ricrea la realtà dell’intero film, ha molti elementi che sono accaduti e che spinse la squadra al limite sia fisicamente che psicologicamente.

Il film si concentra poi su Pedro García Aguado, che come ha raccontato nel suo libro “Mañana lo dejo”, ha dovuto essere curato nel 2003 per una lunga dipendenza da alcol e cocaina. Nel periodo precedente ai Giochi di Barcellona ’92 faceva già uso di alcol. Fu lui a confessarsi al gruppo qualche mese prima, quando scoprì che un test antidoping positivo avrebbe potuto squalificare l’intera squadra. La soluzione di Matutinovic fu quella di mandare García Aguado a vivere a casa di Rafa Aguilar, l’assistente dell’allenatore, e di sottoporsi a test praticamente ogni giorno.

Il finale è molto fedele alla realtà. La ricostruzione della partita, il momento nel tunnel, il ritmo, il punteggio, le frasi dei giornalisti sono un dato di fatto. Anche il conflitto tra gli allenatori, che sono venuti addirittura alle mani in precedenti competizioni. Il duello Matutinovic-Rudic (questo è il suo vero nome) è ben noto negli anni Novanta. Così come la gestione dei 42 secondi decisivi che impedirono alla Spagna di vincere l’oro olimpico. La Spagna si era portata sul 7-6 grazie a un rigore trasformato dallo stesso capitano.

Sogno olimpico pallanuoto

Le regole della pallanuoto dicono però che dopo un rigore c’è un’esclusione nell’attacco successivo. Matutinovic è stato fedele al suo piano e ha ordinato una difesa pressante, ma i giocatori hanno creduto che la zona fosse migliore. Hanno ascoltato il croato, l’esclusione è arrivata e con superiorità hanno portato la partita ai tempi supplementari. Agli italiani ne sono bastati tre per lasciare la Spagna sconsolata con l’argento al collo. Molti giocatori ritengono che con una difesa a zona avrebbero vinto l’oro.

Sebbene la permanenza di Matutinovic in Spagna sia stata breve (solo tre anni, dal 1990 al 1993), in cui la Spagna ha vinto le sue prime medaglie (argento mondiale, argento olimpico, argento e bronzo europeo), per molti giocatori, è stato lui a cambiare la mentalità della squadra e il suo duro processo di allenamento era necessario. Per altri, Matutinovic non ha vinto l’argento ma ha perso l’oro. E sostengono che la squadra costruita da Toni Esteller e Mariano García fosse predestinata alla gloria, come poi è accaduto, quando dal 1996 al 2001 ha vinto tre ori.

Dove vedere Sogno olimpico in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 21 agosto alle ore 21:20 su Canale 5. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

 
 

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati: la spiegazione del finale del film

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati spiegazione finale

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati (qui la recensione) di Ari Aster ha portato il pubblico a compiere un viaggio all’interno di una relazione tossica. Giocando con le prefigurazioni e i commenti toccanti, Aster ha creato un film horror di culto, ispirandosi pesantemente al genere del folk horror, che di solito si basa su ambientazioni isolate e tradizioni pagane per generare terrore nello spettatore. Sebbene in questa tipologia di film i mostri possano essere talvolta soprannaturali, spesso si tratta di esseri umani comuni che commettono atti terrificanti in nome di credenze religiose.

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati presenta inoltre analogie fondamentali con il precedente film di Aster, Hereditary, che trattava anch’esso di elementi bizzarri, di situazioni inspiegabili e del dolore come tema chiave. Ma la sua vera forza risiede nel modo in cui intreccia l’ambientazione e la trama con gli orrori molto più banali delle relazioni tossiche. In apparenza, questo film si concentra sul tentativo della protagonista di superare un lutto andando a fare un viaggio con il suo ragazzo e i suoi amici. In realtà si trattava del deterioramento della loro relazione.

A partire da queste premesse, Aster costruisce dunque un film angosciante, capace di far provare tutta la frustrazione e il senso di impotenza dei suoi protagonisti. Un titolo dunque da non perdere per gli appassionati di questo genere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Midsommar – Il Villaggio dei Dannati. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati Florence Pugh Jack Reynor
Jack Reynor e Florence Pugh in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

La trama di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati

Protagonisti del film sono Dani e Christian, una giovane coppia americana con una relazione in crisi. Dopo che una tragedia familiare si abbatte sulla vita di Dani, la ragazza decide di unirsi al compagno e ai suoi amici in un viaggio, che ha come meta un remoto villaggio svedese, per festeggiare il Midsommar, la tradizionale festa di mezza estate che si svolge nei giorni del solstizio, tra il 21 e il 25 giugno. Una volta lì, però, si renderanno conto di essere capitati nel bel mezzo di un diverso tipo di festa, legata al culto pagano praticato in quelle zone e con esiti orripilanti.

Ad interpretare Dani vi è l’attrice Florence Pugh, oggi nota anche per i film Black Widow e Piccole donne. Nel ruolo del compagno Christian, invece, vi è l’attore Jack Reynor. Will Poulter, attore visto anche in Detroit e Guardiani della Galassia Vol. 3, interpreta Mark, mentre Ellora Torchia è Connie. Completano il cast William Jackson Harper nel ruolo di Josh, Vilhelm Blomgren in quelli di Pelle e Archie Madekwe in quello di Simon. Vi sono poi Hampus Hallberg nel ruolo di Ingemar, mentre Isabelle Grill interpreta Maja.

La spiegazione del finale del film

Quando il Midsommar raggiunge il suo culmine, si scopre che la comunità ha piani molto specifici per Dani, Christian, Josh, Mark, Connie e Simon. Nell’atto finale, tutti gli estranei, eccetto Christian e Dani, sono “scomparsi” e il rituale di mezza estate continua con una gara di ballo del maypole, che Dani vince. Dopo la gara, Dani viene incoronata Regina di Maggio e viene portata in giro per la comune per benedire i raccolti. Nel frattempo, Christian viene portato via e gli viene chiesto di accoppiarsi con la giovane Maja per portare un po’ di sangue esterno nella comunità.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati cast
Florence Pugh e Vilhelm Blomgren in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

In seguito, viene drogato e, nel suo stato di alterazione, Christian esegue effettivamente il rituale sessuale, distruggendo definitivamente il suo legame con Dani. Quando Dani torna, sente il rituale e assiste all’infedeltà di Christian. Corre fuori, inorridita e singhiozzante, ma questa volta non è sola. Le donne della comune circondano Dani, la seguono nelle stanze da letto e iniziano a fare eco alle sue grida. I membri di questa comunità apprezzano l’unione sopra ogni cosa e quando Dani si angoscia per la scoperta dell’infedeltà di Christian, gli abitanti del villaggio condividono letteralmente il suo dolore.

Questo è in netto contrasto con il resto del film, durante il quale Dani è costretta a soffrire in silenzio e da sola, mentre Christian ignora i suoi crolli o le offre delle banalità a metà. Alla fine di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, viene rivelato il vero motivo per cui questi forestieri sono arrivati al villaggio. Per il finale della festa di mezza estate è necessario un sacrificio rituale. Apprendiamo così che Josh, Mark, Connie e Simon sono già stati uccisi e serviranno come sacrifici nel rituale, che ora ha bisogno di due volontari del villaggio e di un ulteriore sacrificio.

Per la scelta finale, Dani può scegliere chi far morire. Christian o un abitante del villaggio selezionato dalla lotteria. Con il cuore spezzato, Dani sceglie di far morire Christian, scegliendo a sua volta questa comunità come sua famiglia. Christian viene quindi infilato (paralizzato, ma ancora vivo) nella carcassa di un orso e collocato nel tempio sacro insieme ai quattro estranei morti e a due volontari. Mentre il tempio viene dato alle fiamme, gli abitanti del villaggio guardano. Quando uno dei volontari urla di angoscia mentre brucia vivo, gli abitanti del villaggio iniziano a imitare le sue grida, contorcendosi e gridando.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati trama
Gunnel Fred e Jack Reynor in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

E mentre Dani, ancora vestita da regina di maggio, inizialmente guarda con orrore, alla fine il suo volto si incurva in un sorriso e si unisce agli abitanti del villaggio nei loro festeggiamenti. All’inizio di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, Dani è sola nel suo dolore. Alla fine, condivide non solo il dolore e la sofferenza, ma anche la gioia e la celebrazione. Quando la sua famiglia è morta, Christian e i suoi amici non sono riusciti a colmare il vuoto. Dani era sola, isolata e priva di una considerevole empatia o compassione da parte di coloro che la circondavano.

Alla fine del film, Dani ha invece abbracciato i valori di questa comunità – valori di comunità e di famiglia ritrovata – e finalmente si sente vista, ascoltata e sentita. Ma il tema primario di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati è l’importanza delle emozioni condivise. Le relazioni sono difficili e il trauma che Dani aveva bisogno di aiuto per elaborare era immenso e incredibilmente complicato. Christian non riusciva ad essere empatico nei suoi confronti, mentre nel villaggio Dani trova quel senso di comunità di cui aveva bisogno per condividere le sue emozioni, positive o negative che siano.

Il trailer di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

 
 

La ricetta del delitto perfetto: tutte le curiosità sul film

La ricetta del delitto perfetto film

I film o le serie dedicati al mondo della cucina hanno sempre avuto un certo fascino, portando gli spettatori all’interno di questo contesto sempre così frenetico e maniacale nella preparazione delle prelibate portate di turno. Film come Il sapore del successo, The Menu, Amore cucina e Curry o la serie The Bear sono solo alcuni degli esempi di maggior successo dedicati a questo mondo. Ad essi, si può aggiungere anche il francese La ricetta del delitto perfetto, diretto da Chloé Micout e girato a Lione e nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi.

Come si può intuire dal titolo, il film si configura come un giallo ambientato nel mondo della ristorazione. Pur essendo tratto da un romanzo, intitolato Petits meurtres à l’étouffée, scritto da Noël Balen e Vanessa Barrot, l’adattamento si prende alcune libertà significative rispetto al materiale di partenza. Ad esempio, nel romanzo, la vittima iniziale non è lo zio della protagonista, lei è la caporedattrice di una rivista di cucina che viaggia con il suo fotografo per lavoro invece di un influencer locale e non sono presenti le dinamiche familiari che invece arricchiscono il film.

Dato il buon successo di pubblico ottenuto dal film, inizialmente la realizzazione di un sequel era stata presa in considerazione, ma alla fine il progetto venne cancellato. È però possibile godere di questa sfiziosa e gustosa commedia grazie ora al suo passaggio televisivo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La ricetta del delitto perfetto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La ricetta del delitto perfetto cast

La trama di La ricetta del delitto perfetto

Protagonista del film è la chef stellata Laure Grenadier. Dopo aver abbandonato le cucine dei grandi ristoranti, Laure ora si occupa di critica gastronomica sul web. La donna ha una figlia, Amandine e un ex marito, Nicolas Garnier, poliziotto a capo della sezione investigativa. Dopo essersi separati a causa di un’altra donna molto più giovane di lei, Laure preferisce ora evitare ogni contatto con l’ex marito.
Tuttavia, quando un’ondata di crimini inizia a colpire i ristoratori di Lione, i propositi di Laure vanno in frantumi.

Perché Nicolas e il suo nuovo assistente Baptiste capiscono che la posizione di Laure nell’ambiente molto esclusivo della ristorazione lionese e il rispetto che ispira agli altri chef della regione sono risorse inestimabili per la loro indagine. Emotivamente coinvolta – visto che proprio suo zio è stata la prima vittima di questi misteriosi assassini – Laure si lascia convincere a fare da loro informatrice. Verrà così coinvolta nel caso, dal quale si sentirà sempre più attratta fino a voler andare fino in fondo a quella strana situazione.

La ricetta del delitto perfetto trama
Copyright Pascal Chantier – FTV – GMT Prod Stars Chloé Micout , Cécile Bois

Il cast del film

Ad interpretare Laure Grenadier vi è l’attrice Cécile Bois, nota per essere la protagonista della serie tv Candice Renoir, dove interpreta la poliziotta che del titolo. “Inizialmente ero restia ad accettare la parte di Laure per non creare confusione con un’altra ‘detective’ ma il lato comico della vicenda mi ha aiutata a fugare ogni dubbio”, ha raccontato l’attrice. Bois ha inoltre raccontato di essersi divertita molto nei panni di questa chef che si improvvisa detective, cosa che le ha permesso di destreggiarsi tra due generi diversi.

Accanto a lei, nel ruolo della figlia Amandine vi è Victoria Eber, mentre Bernard Le Coq interpreta Jérôme Grenadier, lo zio di Laure.L’attore Charlie Dupont interpreta Nicolas, poliziotto ed ex marito della protagonista, mentre Antoine Ferey è il Tenente Baptiste Toussaint. Completano il cast Caroline le Moing nel ruolo di Solange Grenadier, figlia di Jérôme e sua sommelier e Chloé David in quello di Léa Weber, seconda in comando di Jérôme.

Dove vedere La ricetta del delitto perfetto in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 21 giugno alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

 
 

Daredevil: Born Again, i Marvel Studios avrebbero deciso di eliminare un supereroe dalla serie

Daredevil: Born Again

Quando Daredevil: Born Again arriverà finalmente su Disney+ il prossimo marzo, ci aspettiamo un’immersione profonda, attesa da tempo, nell’angolo di strada del MCU. Sappiamo che l’Uomo senza Paura si scontrerà con personaggi del calibro della Tigre Bianca e di Punisher, mentre vari scoop online hanno affermato che il piano per Spider-Man 4 prevede che Peter Parker e Daredevil si scontrino con il Kingpin.

Se ciò dovesse accadere, immaginiamo che l’idea sia quella di concludere definitivamente la storia di Wilson Fisk quando sarà sconfitto dai suoi due più grandi nemici. Il protagonista Charlie Cox ha di recente ventilato la possibilità di avere dei camei speciali in Daredevil: Born Again e Daniel Richtman ha ora “confermato” le voci secondo cui Jacques “Jack” Duquesne (Tony Dalton) apparirà nella serie. Riuscirà finalmente a vestire i panni dello Spadaccino? Questo è ancora da vedere.

Lo scooper sostiene anche che un tempo era previsto che la Kamala Khan/Ms. Marvel di Iman Vellani apparisse nel revival di Daredevil. Per qualche motivo, l’idea è stata scartata in partenza, anche se suo padre – Yusuf Khan – apparirà, come abbiamo visto nel trailer trapelato al D23. L’ultima volta abbiamo incontrato Kamala è stato in The Marvels; dopo aver fatto squadra con Capitan Marvel e Monica Rambeau, si è avvicinata a Kate Bishop e ha cercato di reclutare l’arciere nella sua nuova squadra di supereroi. Il progetto Young Avengers non si è ancora concretizzato, quindi resta da scoprire quando torneranno nel MCU.

Iman Vellani Ms Marvel

Quello che sappiamo di Daredevil: Born Again

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

I dettagli specifici della trama di Daredevil: Born Again non sono stati rivelati, ma possiamo mettere insieme un’idea approssimativa dalle foto dal set e dalle fughe di notizie sulla trama. Matt Murdock difenderà White Tiger in tribunale, The Kingpin è il sindaco di New York City (e reprime i vigilantes che odia così tanto), e The Punisher prende di mira i poliziotti corrotti che hanno cooptato il suo logo.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della serie Echo. È stato confermato che Daredevil: Born Again sarà presentato in anteprima su Disney+ il prossimo marzo.

 
 

Paradise is Burning, la recensione del film di Mika Gustafson

All’inizio di Venezia 81, arriva nelle sale italiane uno dei frutti più belli (premiato con il riconoscimento alla regia nella sezione Orizzonti) dell’edizione 2023 della Mostra Veneziana: Paradise is Burning, esordio alla regia di finzione della regista svedese Mika Gustafson. Un inno all’anarchia della giovinezza che fotografa, in un’estate di indipendenza, la vita di tre sorelle. Ninfe, fate, streghe che con la loro congrega affrontano l’ebbrezza della libertà, ma anche l’incertezza di un’adolescenza/infanzia senza una guida.

Paradise is Burning, la trama

In un quartiere operaio, in Svezia, le sorelle Laura (16 anni), Mira (12 anni) e Steffi (7 anni) se la cavano da sole, abbandonate a loro stesse e ai loro dispositivi elettronici da una madre che non torna a casa dal Natale precedente. Con l’estate in arrivo e senza genitori intorno, la vita è selvaggia e spensierata, vivace e anarchica. Ma quando i servizi sociali convocano un incontro, Laura deve trovare qualcuno che si spacci per la loro mamma, o le ragazze verranno date in affido e separate. Mentre scappa da un uomo che vuole fargliela pagare per essersi intrufolata nella sua piscina, Laura incontra Hanna, che sarebbe perfetta nello scopo, e con la quale si intrufola nelle case vuote di persone in vacanza.

L’anarchia della giovinezza

Il messaggio che Mika Gustafson veicola, in un contesto sociale che mira a correggere e inglobare ogni aspetto deviante o alternativo rispetto alla regola, è che si sta bene anche senza genitori, se questi non sono interessati a esercitare il proprio ruolo. Paradise is Burning è un inno alla gioia e all’energia vitale che sprigionano queste giovanissime piccole donne nella loro estate di solitudine. Con questa ode all’anarchia, la regista rimane coerente con il suo passato da filmmaker, essendosi già interessata alla protesta contro le autorità svedesi nel documentario Silvana, sulla rapper Silvana Imam.

Un coming of age elevato alla terza

Ma l’aspetto di gioia e fioritura anarchica non è il solo elemento che Gustafson mette a fuoco con Paradise is Burning. Le tre protagoniste sono tutte in una fase della vita di trasformazione, del corpo e dello spirito: 16, 12 e 7 anni. E così il film si trasforma in un racconto di formazione elevato alla terza, in cui l’evoluzione fisica e spirituale delle tre ragazze presenta allo spettatore tre diverse età e tre diversi mutamenti. La sororità, e poi la sorellanza, diventano i punti cardine intorno a cui si snoda il racconto e con cui dialoga l’occhio della regista, leggero e curioso, acuto e premuroso.

La regista si fa testimone di uno scorrere di vitalità carico di energia: le streghe/amiche/ sorelle vogliono danzare e accentrare la loro quotidianità su questo impulso primitivo che le spinge in avanti, verso la rispettiva ricerca del sé attraverso le altre.

È poetico che Paradise is Burning arrivi nelle nostre sale sul finire dell’estate, il film si cala nella stagione estiva che in Svezia si colora di verdi intensi, la annusa e la attraversa, come simbolo di sensoriali e scoperta, ma anche come stagione passeggera che si affaccia a un autunno che non tarderà ad arrivare, portando con sé non solo pioggia e refrigerio.

 
 

Megalopolis, il trailer ufficiale del film di Francis Ford Coppola

Megalopolis, il progetto di passione di Francis Ford Coppola, si presenta come un vero e proprio enigma. Il leggendario regista ha sviluppato il film per decenni e l’ha realizzato a costo personale, senza il coinvolgimento di alcuno studio. Guidato da Adam Driver nei panni dell’architetto futuristico Ceaser, il film si presenta come un fantastico viaggio nella memoria, ambientato in una New York distopica, e il trailer ufficiale ce lo mostra.

Megalopolis, il film

Megalopolis segue Ceaser (Adam Driver), un architetto di New York che vuole ricostruire la città come un’utopia dopo un disastro devastante. Tuttavia, per riuscire nell’impresa, deve passare attraverso il sindaco della città Frank Cicero (Giancarlo Esposito), di cui è innamorato della figlia. La storia ha una struttura lineare, ma sono i temi del film a catturare l’attenzione del pubblico con tutte le potenti immagini che Coppola ha creato. Il regista ha precedentemente rivelato che il tema del film ruota attorno all’amore e alla lealtà,

Megalopolis ha fatto eco a questi sentimenti, in cui l’amore è stato espresso in una complessità quasi cristallina, il nostro pianeta in pericolo e la nostra famiglia umana quasi in un atto di suicidio, fino a diventare un film molto ottimista che ha fiducia nell’essere umano per possedere il genio di guarire qualsiasi problema messo davanti a noi“.

Il film non ha solo il genio di Coppola e anni di ricerche alle spalle, ma anche un ensemble altrettanto impressionante sullo schermo, che comprende Nathalie Emmanuel nel ruolo di Julia Cicero, Aubrey Plaza nel ruolo di Wow Platinum, Shia LaBeouf nel ruolo di Clodio Pulcher, Jon Voight nel ruolo di Hamilton Crassus III e Laurence Fishburne nel ruolo di Fundi Romaine, che è anche la voce narrante del film. Completano il cast Talia Shire nel ruolo di Constance, Jason Schwartzman nel ruolo di Jason, Kathryn Hunter nel ruolo di Teresa, Grace VanderWaal nel ruolo di Vesta, Chloe Fineman, James Remar, D. B. Sweeney, Dustin Hoffman e molti altri.

Megalopolis sarà proiettato nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti e del Canada il 27 settembre.

 
 

It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, la spiegazione del finale

It Ends With Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. - © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Sebbene il film sia basato sul libro di successo di Colleen Hoover, l’adattamento cinematografico di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta (la recensione) include un potente finale che modifica il materiale di partenza per rafforzare il messaggio sulla sopravvivenza e la guarigione dagli abusi. La storia segue una donna di nome Lily Bloom, interpretata da Blake Lively, che durante l’infanzia ha visto sua madre subire abusi e non ha mai voluto trovarsi nella stessa situazione. Purtroppo, dopo il funerale del padre, incontra un neurochirurgo di nome Ryle Kincaid, da cui è immediatamente attratta. I due si rincontrano mesi dopo, quando Lily assume inconsapevolmente la sorella di Ryle nel suo negozio di fiori.

Ryle flirta con Lily, si spinge oltre i suoi limiti e tenta di avvicinarsi a lei nonostante lei gli chieda di smettere. Ryle riesce a logorare Lily e i due iniziano una relazione. Sebbene la loro relazione inizi bene, Ryle inizia ad abusare di Lily. La donna non si rende conto della gravità della situazione fino a quando non incontra di nuovo il suo amore d’infanzia, Atlas, che riconosce immediatamente la violenza domestica. Dopo un tentativo di stupro, Lily va in ospedale con l’aiuto di Atlas e scopre di essere incinta. Questa rivelazione porta al finale emozionante e pieno di speranza di It Ends With Us, che mostra la forza dei sopravvissuti agli abusi.

Perché Lily lascia Ryle in It Ends With Us

Blake Lively and Justin Baldoni in It Ends with Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

I due momenti più forti dell’adattamento cinematografico di It Ends With Us sono quando Lily lascia fisicamente Ryle dopo che lui ha cercato di violentarla e quando lo lascia mentalmente chiedendo il divorzio. Quando lascia fisicamente Ryle, è per paura della sua vita. La sua decisione appare istintiva e guidata da una reazione di fuga. In seguito decide di non tornare da lui, abbandonando mentalmente Ryle a causa di sua figlia. Sebbene Lily ami Ryle, si rende conto della sua responsabilità di genitore nel dare a Emerson una vita migliore di quella che ha avuto lei.

Inoltre, Lily sa quanto sia facile rimanere intrappolati nel ciclo degli abusi, perché è quello che è successo a sua madre. In uno dei momenti più devastanti al di fuori delle scene di abuso, Lily parla con Atlas di come non avrebbe dovuto diventare sua madre. Pensava di essere troppo intelligente per entrare in una relazione violenta, senza rendersi conto che l’intelligenza non conta in queste situazioni. Tuttavia, a causa di suo padre è diventata così impermeabile ai campanelli d’allarme che non li ha riconosciute quando si è trattato di Ryle.

In definitiva, Lily che lascia Ryle è un incredibile atto di coraggio, soprattutto perché il momento più pericoloso per una vittima di violenza domestica è quello in cui se ne va (via JBWS). Per fortuna ha scelto di annunciare il divorzio in uno spazio pubblico, mitigando così alcuni rischi. Inoltre, nel film non sembra mantenere un rapporto di co-genitorialità con Ryle, un cambiamento importante rispetto al libro che protegge il figlio.

Spiegazione della storia passata di Atlas e Lily

In It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, Atlas è la prima persona a riconoscere che Lily viene maltrattata da Ryle, e questo è dovuto alla loro storia. I due si sono conosciuti quando erano adolescenti. Atlas è rimasto senza casa a causa di una vita familiare violenta e ha intrecciato con Lily una storia d’amore mentre alloggiava nella casa abbandonata accanto alla sua. A causa della loro relazione, Atlas ha visto e sentito gli abusi che avvenivano a casa di Lily. Inoltre, è stato quasi ucciso dal padre di Lily. Grazie alla sua esperienza personale e all’aver assistito alla vita domestica di Lily, Atlas era pronto a riconoscere i segni di abuso in una relazione.

Inoltre, Lily e Atlas hanno fatto sesso quando erano adolescenti, come Ryle viene a sapere il primo giorno in cui la incontra. Lily ha anche un tatuaggio a forma di cuore che rappresenta un cuore di legno che Atlas ha intagliato per lei. Questa parte della loro storia diventa importante perché Ryle usa la storia romantica di Atlas e Lily come scusa per abusare di Lily.

Per essere chiari, non c’è alcun motivo accettabile per abusare di qualcuno. Anche se Lily l’avesse tradito con Atlas – e non è così – l’abuso di Ryle sarebbe comunque sbagliato. Inoltre, Ryle mostra molti segnali di allarme prima che Lily incontri di nuovo Atlas, come la coercizione, il controllo e il superamento dei limiti. Il passato di Lily e Atlas permette semplicemente a Ryle di giustificare il suo comportamento ripugnante.

Come Ryle ha fatto il parallelo con il padre di Lily

Blake Lively in It Ends with Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Sia il libro di Colleen Hoover che l’adattamento cinematografico utilizzano messaggi subliminali per dimostrare il ciclo dell’abuso. Uno degli esempi più significativi è il parallelismo tra Ryle e il padre di Lily, Andrew Bloom. Ryle e Andrew Bloom sono entrambi uomini potenti con incarichi di alto profilo che portano alla lode. Ryle ha letteralmente in mano la vita delle persone quando va a lavorare. Nel frattempo, Andrew Bloom ha la possibilità di influenzare la vita di tutti gli abitanti della sua città in quanto sindaco. Entrambi i personaggi hanno un lavoro che dà loro potere e controllo, il che li predispone alla violenza domestica.

Oltre a queste somiglianze, Andrew Bloom e Ryle sono affascinanti e carismatici, anche se il libro mostra maggiormente il fascino di Andrew rispetto al film. Come questi due personaggi di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, i maltrattanti non abusano in genere di tutti coloro che li circondano. Possono essere affascinanti e carismatici, il che permette loro di attirare le vittime e continuare ad abusare senza intervenire. In definitiva, questi parallelismi giocano un ruolo importante nello spiegare come funziona l’abuso e perché Lily rimane intrappolata nel ciclo.

La famiglia di Ryle era a conoscenza della sua natura abusiva?

It Ends with Us – Siamo noi a dire basta

L’adattamento cinematografico di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta apporta cambiamenti significativi al libro di Colleen Hoover, compreso il fatto che Allysa fosse a conoscenza della natura abusiva di Ryle. Il materiale di partenza non chiarisce se Allysa sappia che Ryle è capace di abusare di lui. Tuttavia, il film conferma esplicitamente che Allysa non aveva idea degli abusi durante la conversazione di Lily con lei verso la fine del film. Questo cambiamento rende Allysa meno colpevole nel consentire le azioni del fratello. Inoltre, rende più significativo il momento in cui dice a Lily che non le parlerà mai più se tornerà da Ryle.

Il significato dell’albero di quercia in It Ends With Us

La quercia che si trova nel cortile della casa d’infanzia di Lily è un simbolo importante per tutta la durata di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta. Nel flashback di Altas e Lily, i due discutono del fatto che i fiori, la frutta e la verdura si affidano all’amore per fiorire; tuttavia, la quercia cresce indipendentemente da come viene curata, perché è abbastanza forte da prosperare da sola. Anche se lei crede di essere più simile agli ortaggi del suo giardino, la quercia rappresenta Lily come personaggio.

Alla fine, lei prospera come donna e madre nonostante la mancanza di amore da parte del padre e gli abusi subiti per mano di Ryle. Inoltre, è simbolico che Ryle le morda il tatuaggio basato sul cuore della quercia. Cerca di distruggere ogni grammo della sua forza, ma alla fine sia il tatuaggio che Lily stanno bene.

It Ends With Us risolve le controversie del libro?

It Ends With Us di Colleen Hoover ha suscitato polemiche a causa della romanticizzazione degli abusi, dell’uso della violenza domestica come colpo di scena e del finale del libro. Il primo trailer ha chiarito che il film cercava di correggere i problemi del materiale di partenza. Piuttosto che dipingere la storia come un triangolo amoroso o una storia d’amore, la trama della violenza domestica era abbondantemente chiara. Fortunatamente, il film ha seguito l’esempio correggendo gli altri elementi problematici.

Il film presenta il tema dell’abuso in modo più sfumato, distinguendo che la situazione non è romantica, anche se Lily romanticizza la relazione nella sua testa. Atlas presenta l’opzione che Lily possa abortire la sua gravidanza con l’uso della parola “se” invece di “quando”, che nel libro non viene mai menzionata. Ryle non è ritratto come il “bravo ragazzo che abusa” come nel libro. Inoltre, mostra più segnali di allarme fin dall’inizio. Alla fine del film, Lily non permette a Emerson di trascorrere del tempo senza supervisione con Ryle.

Il vero significato del finale di It Ends With Us

It Ends With Us - Siamo noi a dire basta

Il finale di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta apporta due grandi cambiamenti significativi rispetto al libro. In primo luogo, il film mostra il periodo tra il parto di Lily e il suo incontro con Atlas. Durante questo montaggio, Lily diventa più vivace e gioiosa, una dicotomia rispetto al modo in cui si comporta durante la relazione con Ryle. Anche il suo volto non è più vuoto, ma riacquista l’espressività e la vita che aveva all’inizio del film. Questa aggiunta dimostra che è possibile vivere una vita soddisfacente dopo un abuso. Il trauma può essere sempre presente, ma non deve definire Lily.

In secondo luogo, il finale dell’adattamento cinematografico vede Lily crescere Emerson apparentemente da sola, anziché fare da co-genitore insieme a Ryle. Questo cambiamento offre la speranza che le persone possano sfuggire ai loro abusatori e dare ai loro figli una vita migliore di quella che hanno avuto loro. Invece di affidarsi al suo ex violento, Lily trova un sistema di sostegno nella madre, in Allysa e, infine, in Atlas. Sua figlia non sarà esposta al padre, che ha un passato di violenza. In definitiva, Lily sta dando a sua figlia la vita che avrebbe voluto alla fine di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta.

 
 

Immaculate: la spiegazione dello scioccante finale del film

Immaculate

Immaculate, l’horror religioso (la nostra recensione) del 2024 interpretato da Sydney Sweeney di Euphoria, che ha anche prodotto il film, diventa ancora più inquietante alla fine. Il film ha ricevuto recensioni per lo più positive da parte della critica, che ha lodato soprattutto il ruolo di Sweeney nel ruolo di Suor Cecilia. Alla fine di Immacolata, Suor Cecilia trascorre il resto della sua gravidanza miracolosa risentendosi di Padre Tedeschi e temendo di morire una volta nato il bambino a causa degli eventi sinistri a cui ha assistito nel convento, come l’aver visto le altre suore tagliare la lingua a Gwen dopo che questa aveva parlato contro il convento e i segreti che custodivano.

Prima della data prevista per il parto, Suor Cecilia finge un aborto spontaneo usando una gallina morta nel tentativo di essere portata in un vero ospedale. Padre Tedeschi lo scopre e cattura suor Cecilia prima che possa fuggire. Le spiega che ha usato il suo background in genetica per creare un altro Gesù usando pezzi di DNA trovati su un pezzo del crocifisso. Suor Cecilia è inorridita e dà fuoco al suo laboratorio. Le si rompono le acque e lei fugge nelle catacombe per scappare, finendo per uccidere Padre Tadeschi e dare alla luce qualcosa di non del tutto umano nella scena finale di Immaculate.

Suor Cecilia uccide il neonato nel finale di Immaculate?

Sydney Sweeney in IMMACULATE
Photo Courtesy of NEON

Dopo essere fuggita alla fine di Immaculate, Suor Cecilia partorisce da sola dopo essere scappata dalle catacombe sotto il convento e partorisce. Dopo aver tagliato il cordone ombelicale con i propri denti, Suor Cecilia afferra una grossa pietra e la fa cadere sul neonato. Tuttavia, Immaculate taglia in nero, lasciando il pubblico a chiedersi se abbia ucciso o meno il neonato.

Considerando che Suor Cecilia è rimasta incinta senza il suo consenso e gli orrori che ha vissuto durante la gravidanza, senza poter uscire, è molto probabile che sia stata lei a far cadere il sasso sul neonato, soprattutto perché non è chiaro cosa avesse partorito esattamente. Visti gli strani rumori che la prole emetteva, è implicito che qualsiasi cosa abbia partorito non fosse umana, e quindi l’ha uccisa.

Con padre Tedeschi morto e il suo laboratorio distrutto, suor Cecilia poteva assicurarsi che ciò che le era successo non sarebbe mai più accaduto a nessun altro. L’uccisione del bambino avrebbe doppiamente distrutto qualsiasi prova residua di ciò che Padre Tedeschi e il convento stavano facendo. Suor Cecilia non ha mai voluto il bambino; aveva perso i denti durante la gravidanza e la sua gravidanza era il risultato di esperimenti su di lei. Tenendo conto di tutto ciò, è logico che Suor Cecilia abbia deciso di uccidere il neonato, soprattutto se c’era la possibilità che questo portasse alla fine del mondo.

Cosa partorisce realmente Suor Cecilia alla fine di Immaculate

immaculate sydney sweeney

Sebbene la domanda alla fine di Immaculate possa ruotare intorno al fatto che Suor Cecilia abbia ucciso il neonato, gli indizi lasciati nel corso del film horror suggeriscono anche che c’è qualcosa che non va nella gravidanza o nel neonato. Dopo la nascita del bambino, il respiro affannoso suggerisce che non si tratta affatto di un bambino normale. Non si sentono i pianti di un neonato e il suo respiro sembra più quello di una creatura che di un essere umano. Immaculate non mostra mai l’aspetto del neonato, il che porta a molte speculazioni sulla natura dell’intera gravidanza.

Il bambino è in realtà la seconda venuta di Cristo? È possibile, ma improbabile. Considerando la sperimentazione genetica che Padre Tedeschi ha condotto per due decenni, è possibile che questo bambino sia stato corrotto o mutato in qualche modo molto prima di vedere la luce. Dopotutto, non è nato in circostanze normali, ma è stato costretto ad esistere da Padre Tedeschi. La seconda venuta di Gesù Cristo non era stata profetizzata in questo modo, con un uomo che tirava i fili per portarla a compimento. E così suor Cecilia aveva probabilmente dato alla luce qualcosa di potenzialmente malvagio, data la situazione che circondava la gravidanza.

Spiegazione di ogni morte nel finale di Immaculate

simona tabasco immaculate
Photo Courtesy of NEON

Immaculate ha avuto la sua buona dose di morti, anche se la maggior parte è avvenuta durante il culmine del film. Mentre è in travaglio, Suor Cecilia uccide la Madre Superiora con un crocifisso dopo che questa l’ha aggredita. In seguito, Cecilia brucia Padre Tedeschi dopo aver dato fuoco al suo laboratorio e lo pugnala al collo con un bisturi dopo che lui ha cercato di aprirla. Gwen viene uccisa dalle suore dopo che le hanno tagliato la lingua, anche se la sua morte avviene fuori campo e Suor Cecilia trova il suo corpo nelle catacombe alla fine di Immacolata.

E, naturalmente, chi potrebbe dimenticare che Suor Cecilia usa anche una pietra per porre fine alla vita del neonato negli ultimi secondi di Immaculate, concludendo il film con quella che sarà sicuramente la scena più discussa per gli anni a venire. Oltre alle morti che avvengono alla fine, Immaculate include la morte di Suor Mary (interpretata da Simona Tabasco, stagione 2 di White Lotus), che viene uccisa all’inizio del film.

Sembra che Suor Mary si renda conto di ciò che sta accadendo nel convento e tenti di scappare per salvarsi prima che accada qualcosa, ma viene catturata e sepolta viva da alcune delle altre suore. La sua morte dà il tono al film. C’è anche Suor Isabella, che si butta dal tetto dopo aver tentato di uccidere Suor Cecilia durante il suo bagno. Suor Isabella era arrabbiata perché riteneva che avrebbe dovuto essere lei a rimanere incinta in questo film horror incentrato sulle suore.

Perché Padre Tedeschi voleva creare un nuovo Gesù

Nella preparazione del finale dell’Immacolata è stato spiegato esattamente perché Cecilia era stata ingravidata: il convento voleva inaugurare artificialmente la seconda venuta di Gesù Cristo. Padre Tedeschi ha chiarito di voler creare un nuovo Gesù Cristo utilizzando il DNA rimasto dal chiodo trovato su un pezzo del crocifisso.

Sebbene l’Immacolata non approfondisca troppo le ragioni di padre Tedeschi, egli sentiva che lo scopo della sua vita era creare un nuovo Cristo. Proprio come suor Cecilia sentiva che lo scopo della sua vita era diventare una suora dopo che Dio l’aveva salvata dalla morte per sette minuti a causa di una caduta nel ghiaccio, padre Tedeschi ha capito che poteva usare la sua preparazione scientifica per creare un nuovo Gesù.

Cosa significano le maschere maschere rosse delle suore in Immacolata

Nel corso dell’Immacolata, suor Cecilia si imbatte in suore che indossano maschere rosse, una delle quali viene trovata sull’altare di Cristo. Il motivo delle maschere rosse non viene mai spiegato a fondo, ma è possibile che esse rappresentino il sangue di Cristo. Le suore che indossano le maschere rosse sono probabilmente le seguaci di Padre Tedeschi, che aderiscono a determinati rituali.

Probabilmente lavorano al suo fianco per garantire che gli esperimenti genetici abbiano il massimo successo possibile e che le altre suore non facciano troppe domande o cerchino di scappare. È certo che dietro le maschere rosse di Immaculate c’è un significato tematico più profondo , anche se il film stesso non approfondisce di cosa si tratti.

Il vero significato del finale di Immaculate

immaculate sydney sweeney

Il finale di Immaculate vede Suor Cecilia prendere in mano la situazione e finalmente riprendere il controllo del proprio corpo e della propria vita. Il finale del film horror allude all’autonomia corporea e ai diritti riproduttivi di una donna. Suor Cecilia viene trattata come un’entità secondaria fino a quando non rimane incinta, e Padre Tedeschi e le altre suore si preoccupano solo del benessere del feto e non di lei. Anche la questione del consenso è presente: il finale sottolinea gli orrori della gravidanza e la capacità di Suor Cecilia di scegliere cosa fare dopo essere stata costretta a una gravidanza indesiderata.

Come è stato accolto il finale di Immaculate

Il finale di Immaculate ha ricevuto una risposta mista, ma per lo più positiva, da parte della critica, così come il film stesso. Non sorprende che l’elemento più controverso sia stato l’ambiguità. Il fatto di non mostrare esattamente cosa Cecilia avesse partorito in Immaculate, e il fatto che il film si rifiutasse di confermare se l’avesse effettivamente ucciso, è stato visto da alcuni come una regia incredibilmente intelligente, mentre altri ritengono che il film avrebbe fatto meglio con un finale più conclusivo.

Sydney Sweeney ha spiegato in un’intervista a EW che in realtà sono state girate diverse inquadrature per il finale di Immaculate e che il finale ambiguo è stato scelto perché sia lei che il regista Michael Mohan lo ritenevano la scelta migliore per la trama:

“L’abbiamo girato in più modi. Quello che vedete è in realtà il primo ciak che abbiamo girato, e poi ne abbiamo fatti altri due per coprire le nostre basi nel caso volessimo mostrare angolazioni diverse, ma il nostro istinto è sempre stato quello di non mostrarlo mai, e quindi abbiamo scelto il primo ciak”.

Tuttavia, mentre le domande lasciate alla fine di Immaculate sono state considerate da alcuni critici e spettatori come troppo vaghe (soprattutto se si considera l’intenso accumulo di domande nel resto del film horror del 2023), altri aspetti del climax sono stati particolarmente apprezzati. L’interpretazione di Sweeney durante la scena finale è stata sottolineata in molte recensioni, così come diversi momenti chiave, come quando Cecilia morde il proprio cordone ombelicale.

Nel complesso, Sweeney e Mohan hanno adottato un approccio ponderato al finale di Immaculate, che sembra aver dato i suoi frutti, dal momento che la maggior parte delle reazioni della critica è stata positiva. È un finale che è stato anche semi-improvvisato, come ha rivelato Sweeney, il che spiega il perché dell’approccio un po’ anticonvenzionale di non rivelare mai esattamente il risultato della gravidanza:

“È stato uno di quei momenti in cui abbiamo bloccato la telecamera e poi Mike ha detto: ‘Ok, Syd, cosa pensi di voler fare?’. E io ho pensato: “Proviamo e vediamo cosa succede”. Ed è quello che è successo”.

 
 

Mayor of Kingstown – Stagione 3: la spiegazione del finale

Mayor of Kingstown - stagione 3 spiegazione finale

Accidenti, è stato qualcosa, non è vero? Sembrava improbabile che l’episodio 10 – giustamente intitolato “Comeuppance” – fosse in grado di legare insieme tutti i vari fili della trama della terza stagione di Mayor of Kingstown, ma ci è riuscito alla grande. Inoltre, ha portato a termine il tutto con un serrato accumulo di tensione e una raffica di colpi di scena, come una lunga miccia attaccata a una serie di bombe deprimenti.

Inoltre, forse prevedibilmente, ha lasciato le cose leggermente aperte per una quarta stagione. Analizziamo il tutto.

La moralità di Mike

Il finale della terza stagione impiega un classico dispositivo di inquadramento, utilizzando la voce fuori campo di Mike e un breve flashforward per suggerire ciò che sta per accadere. Questo espediente si riferisce a una domanda essenziale con cui Mayor of Kingstown ha giocato per tutto il tempo: Mike McClusky (Jeremy Renner) è un brav’uomo che prende decisioni difficili o un pazzo che non si differenzia dai criminali che si trovano dall’altra parte delle mura della prigione?

È una questione su cui lo stesso Mike riflette. L’episodio 10 inizia con lui che si aggira intorno alla barca di Konstantin, con le sirene che rispondono a una sparatoria su un ponte nelle vicinanze, quindi è ovvio che tutto avrà inizio. Il posto di Mike nella carneficina rimane ambiguo. Ha messo ogni fazione criminale di Kingstown l’una contro l’altra per i suoi scopi. Quando è uscito di prigione, pensava di essersi liberato della pelle che aveva indossato per sopravvivere. Ma forse non è così.

Tenetelo a mente mentre andiamo avanti.

Focus diviso

“Comeuppance” ha un paio di tratti narrativi chiave tra i quali divide la sua attenzione, mentre altre sottotrame di lunga data sono disseminate in tutto il film. Sono molte le cose che accadono in una volta sola, quindi cerchiamo di spiegarle.

Da un lato c’è la sparatoria sul ponte, che è il risultato della manipolazione di Mike sui Crips, sui Russi e sugli Ariani. Mike ha detto a Bunny che rivelerà il percorso della sua banda, ma non la loro destinazione finale, e che la polizia non sparerà ai Crips nello scontro a fuoco che ne seguirà.

Altrove, dopo l’improvviso – anche se previsto – ritorno di Milo alla fine dell’episodio 9, si confronta con Konstantin e Iris sulla barca del primo, quindi Mike deve rispondere per primo. Questo lascia che la SWAT si occupi dello scenario del ponte, il che significa che si occupa anche del destino di Kyle, della continua psicopatia di Sawyer e della determinazione di Evelyn a distruggere quest’ultimo.

La morte di Kareem

Mayor of Kingstown 3

In questo episodio si conclude finalmente la sottotrama di Kareem, ed è tragica. Senza lavoro e con una vita professionale sostanzialmente ricominciata da zero, Kareem ha il tempo contato. Lo usa per esaminare il filmato di sorveglianza dell’attacco con le granate dell’episodio 8, che rivela che Kevin ha dato un segnale al cecchino.

Il penultimo atto della vita di Kareem è quello di avvertire Kevin che Bunny non è la sua famiglia e non vale la sua fedeltà: alla fine lo userà e lo getterà via. Il suo ultimo atto è chiamare la sua famiglia, nessuno dei quali si rende conto che sta parlando con lui per l’ultima volta.

Dopodiché, Kareem commette un suicidio da prigioniero. Cammina nel cortile senza alcuna protezione e affronta un detenuto massiccio, che lo pugnala a morte con l’aiuto entusiasta degli altri prigionieri. Kareem muore dissanguato sul pavimento della prigione.

Politica della polizia

Dopo la morte di Charlie nel penultimo episodio, Ian viene scagionato dalla sparatoria. Nessuno è troppo interessato a stabilire se fosse giustificata, tranne Evelyn, che riconosce di poterla usare a suo vantaggio.

Evelyn sa che Ian si è avvalso dei servizi di Charlie sette volte, ma solo sei di queste erano per cercare i corpi. La settima è stata la visita dal dentista, casualmente il giorno in cui Morrissey è stato ucciso. L’implicazione è piuttosto chiara e Ian è costretto a recarsi da Mike per confessare quanto accaduto quel giorno.

Evelyn è determinata ad arrivare a Sawyer, anche se per farlo deve passare attraverso Ian. Mike lo sa e lo sa anche Sawyer, che è disposto a far fuori Evelyn, o addirittura Mike, pur di non finire in prigione. Lo ammette a Kyle, che si rende conto, troppo tardi, che Sawyer gli ha permesso di entrare nella SWAT solo per avere un po’ di influenza su Mike (Sawyer non lo ammette, ma è molto evidente).

Konstantin e Milo incontrano la loro fine

Non sono ancora del tutto sicuro di quale sia l’obiettivo finale di Milo, o di come sia così informato su tutto ciò che è accaduto a Kingstown di recente, ma comunque ha una proposta. Se Iris ucciderà Konstantin, lui le darà la nuova vita che le era stata promessa e le permetterà di partire.

Milo fa in modo che Iris chiami Mike sulla barca, rivelando di aver lavorato con lui per tutto il tempo, ma è un po’ tardi perché la notizia scuota Konstantin, che sembra aver accettato il suo destino. Riesce persino a convincere Iris a ucciderlo, provocandola con il suo vero nome, Hannah.

Milo mantiene la parola data e fornisce a Iris una nuova identità e un biglietto dell’autobus per andare ovunque lei voglia. Mike la spinge ad andarsene, contro la sua volontà. Quando all’esterno scoppiano degli spari, Mike usa la descrizione per disarmare Milo. Dice a Ian di portare via Iris e poi congeda lui e l’unità di supporto che ha chiamato. Vuole stare un po’ da solo con Milo.

È qui che i polli tematici tornano al pollaio per Mike, poiché Milo – che ammette di aver bombardato il funerale di Mariam nell’episodio 1 e di aver affondato l’autobus carico di donne trafficate nell’episodio 7, anche se l’avevamo già capito – afferma di essere essenzialmente la stessa persona. Sono entrambi la stessa creatura. Mike lo conferma sparandogli in testa.

L’arco di Kyle, la morte di Iris e un possibile futuro

Il caos scoppia sul ponte nel finale della terza stagione de Mayor of Kingstown

La sparatoria sul ponte finisce male. Nel caos, la SWAT inizia a far fuori Crips e Russi da entrambe le parti, il che non è esattamente ciò che Mike aveva promesso a Bunny. Sawyer, come al solito, si lascia trasportare, sparando a sangue freddo a un Crips disarmato che si arrende, e poi aggredendo un civile che sta cercando di proteggere suo figlio.

Kyle spara a Robert, ma in seguito si scopre che è sopravvissuto. È in condizioni critiche a causa del proiettile nel collo, ma il suo giubbotto ha catturato gli altri. I testimoni confermano che Kyle ha aggredito un collega, così quando Mike arriva sul ponte viene portato via in un’auto della polizia. Evelyn ricorda a Mike che nessuno è immune, nemmeno il fratello del cosiddetto sindaco.

E in un’altra tragica svolta, Iris sale sull’autobus per la sua nuova vita… e prende un paio di pillole. L’autista la trova morta sul sedile. Non è chiaro se l’overdose sia stata intenzionale o meno, ma il risultato è lo stesso in ogni caso.

 
 

Agatha All Along: il nuovo poster promette una nuova storia “contorta” dal team di WANDAVISION

Agatha All Along

È stato pubblicato un nuovo spettacolare banner per Agatha All Along che annuncia il ritorno “contorto” di Agatha Harkness e offre un nuovo sguardo sulla Strada delle Streghe.

I Marvel Studios si assicurano di ricordare ai fan che la serie proviene dal team che ha creato WandaVision, e non è una grande sorpresa visto che rimane uno degli show televisivi Disney+ meglio recensiti. Per ora, tutti gli indizi fanno pensare che Agatha All Along sia un sequel di quella serie tanto quanto Doctor Strange nel Multiverso della Follia del 2022.

La risposta diretta e appropriata al perché Agatha sia una buona serie stand-alone è Kathryn [Hahn]”, ha dichiarato Kevin Feige all’inizio di quest’anno. “Sapete che è una grande attrice comica, ma anche una grande attrice drammatica. Quindi, è davvero legata allo sviluppo del personaggio”.

LEGGI ANCHE – Agatha All Along: Joe Locke risponde alle speculazioni sul ruolo di Billy Maximoff/Wiccan nel MCU

Sapevamo che il personaggio stava facendo colpo sul pubblico”, ha aggiunto. “Ma la serie è rimasta a marinare per molto tempo prima che Jac [Schaeffer] la trasformasse nello show che abbiamo ora”.

Riguardo al suo ruolo inaspettato di protagonista di uno show televisivo del MCU, la Hahn ha ammesso: “Non credo di essere riuscita a recepire la situazione. Mi consideravo una visitatrice della Marvel, sapete? Sapevo che c’era qualcosa di molto profondo per me, all’età in cui mi trovo, nel poter interpretare un’incredibile megera. Poterci cadere dentro mi è sembrato pericoloso e potente”.

Date un’occhiata più da vicino al nuovo banner di Agatha All Along nel post X qui sotto.

Quello che sappiamo su Agatha All Along

Agatha All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di WandaVision, tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor), Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David Payton (John Collins), David Lengel (Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon), Amos Glick (Dennis), Brian Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes (Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone, Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e Maria Dizzia.

Pochi dettagli ufficiali sono stati rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff (o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è “reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness – ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della donna che ha ucciso le loro madri. Agatha All Along debutterà su Disney+ il 18 settembre.

 
 

Salem’s Lot: le prime foto ufficiali svelano la scena da incubo “Window Scratch”

Salem's Lot (Le notti di Salem)

Prima di fare il suo debutto nel MCU come “Bob” in Thunderbolts* dei Marvel Studios, Lewis Pullman farà un po’ di caccia ai vampiri in Salem’s Lot.

L’anno scorso abbiamo saputo che l’imminente riadattamento del romanzo fondamentale di Stephen King da parte della Warner Bros. e della New Line era stato posticipato al 21 aprile 2023, dopo essere stato precedentemente programmato per il 9 settembre 2022. Da allora, il film sembrava essere stato completamente rimosso dalla programmazione e si temeva che potesse essere accantonato in seguito alla decisione di David Zaslav di cancellare il film su Batgirl.

Poi, a marzo, la New Line ha confermato l’indiscrezione secondo cui il film horror salterà completamente le sale e debutterà sul servizio di streaming Max. Precedenti rapporti commerciali hanno sottolineato che questo “non è un riflesso della qualità del film, ma è dovuto al fatto che lo sciopero SAG-AFTRA in corso ha creato una crescente necessità di contenuti Max”.

Non è ancora stata annunciata una data esatta per la prima, ma il film dovrebbe debuttare su Max il prossimo ottobre. Ora, grazie a Vanity Fair, possiamo finalmente dare un’occhiata ad alcune foto promozionali ufficiali che ritraggono i personaggi principali – e uno scatto che sicuramente riporterà alla mente ricordi da incubo per un’intera generazione di bambini!

Il momento più famoso (o famigerato) del libro e della miniserie del 1979 del regista di The Texas Chainsaw Massacre, Tobe Hooper, è quello in cui un bambino-vampiro graffia la finestra del suo amico, e la scena terrificante sarà ricreata in questo nuovo adattamento.

Cosa sappiamo su Salem’s Lot

Salem’s Lot è interpretato anche da Alfre Woodard, Bill Camp, Pilou Asbæk, Makenzie Leigh e Spencer Treat Clark. Il recente autore dell’adattamento di IT, Gary Dauberman (Annabelle: Comes Home), dirige e firma anche la sceneggiatura.

Il romanzo di King racconta la storia di uno scrittore di nome Ben Mears che torna nella sua città d’infanzia, Jerusalem’s Lot, solo per ritrovarsi attratto da una vecchia casa che lo ha traumatizzato da bambino. La Casa Marsten è un luogo malvagio e un luogo malvagio attira uomini malvagi. Purtroppo per Ben e per il resto della città, questa volta gli uomini malvagi in questione sono il potente vampiro Kurt Barlow e il suo subdolo familiare Richard Straker.

 
 

Hellboy: The Crooked Man, nuove foto rivelano un nuovo look impressionante di Big Red

Hellboy: The Crooked Man

Inizialmente, l’opinione che circondava Hellboy: The Crooked Man era molto negativa; tuttavia, sembra che la tendenza sia cambiata, soprattutto perché è ormai chiaro che si tratta di un racconto horror a basso costo piuttosto che di un grande blockbuster di supereroi.

Oggi abbiamo alcune nuove immagini del Big Red di Jack Kesy da condividere con voi ed è giusto dire che il personaggio sembra molto più impressionante qui rispetto ai primi sneak peek.

A proposito, queste foto promozionali sembrano confermare che il 30 agosto ci sarà un nuovo trailer. Hellboy: The Crooked Man non ha ancora una data di uscita confermata, ma immaginiamo che l’idea sia quella di arrivare sulle piattaforme digitali o di streaming in tempo per Halloween.

Tuttavia, se il budget per questo reboot è stato sufficientemente basso, è molto probabile che riesca ad arrivare nelle sale (il suo predecessore del 2019 ha incassato 55,1 milioni di dollari in tutto il mondo dopo un costo dichiarato di 50 milioni di dollari).

“La cosa che preferisco è vedere quanto sia vicino ai fumetti”, ha detto il mese scorso il creatore di Hellboy Mike Mignola. “Ci sono diverse inquadrature che provengono dai fumetti e la paura è sempre, soprattutto quando dici che deve essere la mia storia preferita, che perda qualcosa. Ma tutti i miei momenti preferiti del fumetto sono lì dentro”.

“Voglio dire, stai trattenendo il respiro mentre lo guardi. In realtà ho avuto modo di guardare, non sono andato sul set, ma ho visto i giornalieri, e ti viene da dire: ‘Non posso crederci! Perché c’è un momento particolare nella chiesa che mi è piaciuto tantissimo. Ho pensato: “Ci aggiungeranno degli effetti speciali?””.

“È solo un piccolo momento di tranquillità. Poteva essere facilmente tagliato, ma è rimasto fino in fondo”, ha continuato Mignola. “Non che non mi piacciano gli altri film o che non mi piacciano pezzi degli altri film, ma è solo che… ero così grato di vedere qualcuno che voleva davvero inserirli, perché a un certo punto tutti dicono: ‘Oh sì, metteremo il tuo fumetto sullo schermo’, ma questa è la volta buona che succede”.

Date un’occhiata più da vicino a Hellboy qui sotto e restate sintonizzati per ulteriori informazioni sull’imminente rilascio del trailer.

Cosa sappiamo su Hellboy: The Crooked Man

Il film è basato sull’omonimo fumetto vincitore dell’Eisner Award, che ha debuttato nel luglio 2008 in contemporanea dell’uscita cinematografica di Hellboy II: The Golden Army di Guillermo del Toro . “Incagliati nell’Appalachia rurale degli anni ’50, Hellboy e un agente del BPRD alle prime armi scoprono una piccola comunità infestata da streghe, guidata da un diavolo locale con un inquietante legame con il passato di Hellboy: The Crooked Man“, recita la sinossi del film.

 
 

X-Men ’97: il regista descrive il nuovo sceneggiatore Matthew Chauncey come un “genio”

X-MEN '97 serie 2024

Dopo la notizia del licenziamento di Beau DeMayo, sceneggiatore capo di X-Men ’97, avvenuto a marzo, i Marvel Studios hanno aspettato qualche mese prima di scegliere Matthew Chauncey come showrunner della terza stagione.

Il lavoro di DeMayo sulla seconda stagione era già stato completato, quindi non c’era fretta di trovare il suo sostituto. Tuttavia, dato che il suo nome è stato rimosso dai titoli di coda della serie, sembra che si aprirà un’accesa battaglia legale.

Nel frattempo, si stanno apportando gli ultimi ritocchi alla seconda stagione di X-Men ’97 e si sta lavorando alla terza serie di episodi.

Parlando con Screen Rant, il regista Emi/Emmett Yonemura (che ha diretto “Fire Made Flesh”, “Remember It”, “Bright Eyes” e “Tolerance Is Extinction – Part 2”) ha espresso parole di elogio per il nuovo sceneggiatore di X-Men ’97.

“Oh, è adorabile. Adoro lavorare con lui”, ha commentato entusiasta il regista. “Non è nemmeno in servizio da molto tempo ed è già uno scrittore dolcissimo e di incredibile talento, quindi ci stiamo già divertendo un mondo e non vedo l’ora che i fan vedano cosa contribuisce a portare in tavola perché è incredibile, è un genio”.

Chauncey annovera tra i suoi crediti What If…? e Ms. Marvel e potrebbe anche aver “rivisto” le sceneggiature della seconda stagione. Questo potrebbe giustificare la decisione della Disney di rimuovere il nome di DeMayo.

X-Men ’97, la serie tv

X-Men ’97 si è rivelato un grande successo di critica e di fan: il finale del 15 maggio, “La tolleranza è l’estinzione, parte 3”, ha raccolto 3,5 milioni di visualizzazioni a livello globale nei primi cinque giorni su Disney+, diventando il finale di serie animata più visto dalla prima stagione di What If…?.

I Marvel Studios hanno chiaramente preso atto della popolarità della serie e stanno finalmente procedendo con il tanto atteso reboot degli X-Men in live-action. Recentemente abbiamo saputo che lo scrittore di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente sarà lo sceneggiatore Michael Lesslie.

Il cast vocale di X-Men ’97 include Ray Chase nei panni di Ciclope, Jennifer Hale nei panni di Jean Grey, Alison Sealy-Smith nei panni di Tempesta, Cal Dodd nei panni di Wolverine, JP Karliak nei panni di Morph, Lenore Zann nei panni di Rogue, George Buza nei panni di Bestia, AJ LoCascio come Gambit, Holly Chou come Jubilee, Isaac Robinson-Smith come Bishop, Matthew Waterson come Magneto e Adrian Hough come Nightcrawler.

 
 

Ironheart: Anthony Ramos rivela alcuni importanti cambiamenti nella storia di Hood

Riri Williams in Wakanda Forever

È sempre divertente quando i Marvel Studios ci portano in luoghi sconosciuti e Ironheart di Disney+ sposterà l’azione da New York a Chicago.

La star di Hamilton e Transformers: Rise of the Beasts Anthony Ramos interpreta Parker Robbins, alias The Hood, nello show e racconta a Entertainment Weekly che il trasferimento nella Second City ha portato a grandi cambiamenti nella storia del cattivo.

Ramos descrive Chicago come “un personaggio importante” in Ironheart e aggiunge: “Parker Robbins nei fumetti viene da New York, ma potendo capovolgere la sua storia e farlo venire da Chicago, lo abbiamo fatto venire da Humboldt Park, che ha, ovviamente, una grande popolazione portoricana”.

“Abbiamo creato un’intera backstory con sua madre che viene dagli Young Lords e lo ha cresciuto in quel modo. Chicago gioca un ruolo enorme nell’identità di tutti i nostri personaggi e nell’identità di questo show, quindi sono davvero entusiasta che la gente possa sperimentarlo”, continua l’attore. “È stato un dono poter girare lì. È una città incredibile, una delle più grandi città del mondo”.

Ironheart dovrebbe contrapporre la scienza alla magia, con Riri Williams che vestirà i panni di The Hood, un supercriminale dei fumetti a cui il demoniaco Dormammu ha donato il cappuccio (nel MCU, ci aspettiamo che venga sostituito da Mephisto).

“Vediamo anche questo filo conduttore tra i personaggi: ‘Quanto posso ottenere? Ne ottengo un po’ e vedo quanto posso fare con questo po’, forse se ne ottengo un po’ di più potrei essere in grado di fare un po’ di più con quello”, aggiunge Ramos, anticipando l’arco narrativo del personaggio in Ironnheart.

“E vediamo come questo influisce positivamente e negativamente sui personaggi. E poi iniziamo a vedere come i personaggi iniziano a usarsi l’un l’altro per andare avanti e ottenere di più, che sia più potere, più qualcosa, più soldi. È davvero bello vedere questo viaggio in cui i personaggi iniziano a intrecciarsi tra le storie degli altri”.

Tutto quello che sappiamo sulla serie di prossima uscita Ironheart

Ambientato dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever, Ironheart contrappone la tecnologia alla magia quando Riri Williams (Dominique Thorne) – una giovane e geniale inventrice determinata a lasciare il segno nel mondo – torna nella sua città natale, Chicago.

La sua idea di costruire tute di ferro è geniale, ma nel perseguire le sue ambizioni, si ritrova coinvolta nel misterioso ma affascinante Parker Robbins alias “The Hood” (Anthony Ramos). La serie è interpretata anche da Lyric Ross, Manny Montana, Matthew Elam e Anji White. Chinaka Hodge è sceneggiatrice e produttrice esecutiva; gli episodi sono diretti da Sam Bailey e Angela Barnes.

Ironheart debutterà su Disney+ il prossimo anno.

 
 

Slow Horses 4: recensione della serie con Gary Oldman

Slow Horses 4 recensione
Gary Oldman in "Slow Horses," coming soon to Apple TV+.

Rispetto alle precedenti stagioni, Slow Horses 4 possiede un adattamento dal romanzo Spook Street di Mick Herron decisamente più libero, e questo avviene principalmente per due motivi: il primo è che si tratta di un libro che propone personaggi e situazioni più estremi rispetto ai precedenti, quasi vicini ai toni della fantapolitica. In un certo senso, lo show necessitava di un approccio narrativo maggiormente sobrio, dritto al punto, per mantenere credibilità. E questo è l’aspetto dell’adattamento che funziona meglio.

Il secondo motivo, invece molto meno efficace, è che per motivi legati allo stardom la trama viene maggiormente incentrata sui personaggi di Jackson Lamb e River Cartwright, ancora una volta interpretati dal premio Oscar Gary Oldman e dal sempre più lanciato Jack Lowden. Insomma, rispetto alle precedenti stagioni ci troviamo di fronte a una serie che propone equilibri molto differenti tra i personaggi che compongono il gruppo di agenti segreti caduti in disgrazia, fattore che costituiva sotto molti punti di vista la forza primaria di Slow Horses.

Slow Horses 4, una stagione più indipendente dal romanzo

James Callis and Kristin Scott Thomas in “Slow Horses,” coming soon to Apple TV+.

Le interazioni spesso problematiche, talvolta addirittura assurde ma sempre umanissime tra i vari personaggi costituivano il cuore emotivo delle varie puntate, mentre nella quarta stagione diventa piuttosto evidente, e purtroppo meno funzionale, che Lamb e Cartwright sono adesso le star dello show, mentre gli altri vengono relegati a comprimari. Peccato. Questo cambio di direzione nella narrazione, dopo le prime due puntate tutto sommato avvincenti anche se non memorabili, appesantisce la serie in particolar modo nel terzo e quarto episodio. Slow Horses perde molto del suo appeal al vetriolo, apprezzato in passato e adesso rimpiazzato da scene d’azione che poco o nulla hanno a che fare con la vera tensione della spy-story. Evidentemente il successo dello show ha portato i produttori e creatori a dover per forza di cose alzare il tiro, puntando sullo spettacolo piuttosto che sull’originalità del tono graffiante e sull’ironia che le interazioni tra i personaggi sapevano sprigionare.

Una forte presa emotiva

Scritto del cambiamento di rotta che Slow Horses subisce in questa quarta stagione, va però anche sottolineato come le ultime due puntate regalino al pubblico un pathos di indubbia presa emotiva. Il tono si fa maggiormente drammatico, così come gli eventi, ed ecco che allora lo spessore delle interpretazioni contribuisce e non poco ad elevare la qualità del prodotto. Oltre al solito, impeccabile Oldman, l’altro grande decano del cinema britannico Jonathan Pryce sfodera tutta la sua bravura nei panni di David Cartwright, nonno di River.  Lo stesso vale per Saskia Reeves, ancora una volta efficace nel regalare voce e sguardo dolcissimo al lato umano degli Slow Horses. peccato invece che in questa quarta stagione Kristin Scott Thomas e Rosalind Eleazar posseggano ruoli delineati con minore spessore rispetto al passato.

Slow Horses 4 – uno sbandamento di tono

Aimee-Ffion Edwards, Christopher Chung, Tom Brooke, Kadiff Kirwan and Rosalind Eleazar in “Slow Horses,” coming soon to Apple TV+.

Rispetto alle precedenti tre stagioni, Slow Horses 4 si rivela maggiormente alterna, evidenziando uno sbandamento nel tono e nella messa in scena probabilmente dovuti alla volontà (che non significa necessità) di cambiare alcune delle coordinate principali della serie. Più spettacolo, maggior spazio e attenzione alle star, una ritmo del racconto che diventa quello del thriller d’azione. Il risultato è una netta e tutto sommato ingiustificata perdita d’ironia, di quel sapore lievemente rancido ma sempre gustoso che Jackson Lamb e gli altri amari personaggi lasciavano allo spettatore.

Ci si diverte meno nelle puntate di Spook Street, molto meno, anche se i due episodi finali come già scritto risollevano almeno a livello drammatico il risultato complessivo dell’intera stagione. Speriamo però che, in caso venga confermata una quinta, si torni – magari con l’aiuto delle pagine scritte da Mick Herron – ai toni e alle situazioni che meglio si confanno agli squinternati agenti della Slough House. Perché vedere questo gruppo di “sconfitti”, rancorosi e ciarlieri, che riescono ancora a trovare la forza interiore per fare quello che è giusto, infonde comunque a suo modo un minimo di speranza e fiducia nell’umanità. Se ci riescono questi sciocchi, scalcinati 007, forse possiamo in fin dei conti riuscirci anche noi…

 
 

Maria di Pablo Larraín al cinema con 01 Distribution

Maria film 2024
Angelina Jolie

Maria, di Pablo Larraín, in Concorso ufficiale alla 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, uscirà nelle sale italiane distribuito da 01 Distribution. Al fianco di Angelina Jolie che interpreta la grande Maria Callas, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Kodi Smit-McPhee e Valeria Golino.

Maria, scritto da Steven Knight (Spencer, Peaky Blinders, Eastern Promises), racconta la tumultuosa, bella e tragica vita della più grande cantante d’opera del mondo, rivissuta e immaginata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni ‘70. Maria è un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Juan de Dios Larraín per Fabula Pictures, e Jonas Dornbach per Komplizen Film, un’esclusiva per l’Italia Rai Cinema.

Distribuiremo nelle sale italiane Maria, uno dei film più attesi della Mostra, grazie ad un importante accordo raggiunto con Andrea Scrosati con reciproca soddisfazione, che ci vede insieme a Fremantle per la prima volta per un grande film internazionale – dice Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema. Un altro intenso ritratto femminile ad opera di Pablo Larraín, un autore molto attento alle storie delle donne del nostro secolo, che siamo felici di presentare al pubblico italiano dopo Spencer, sulla figura della principessa Diana. Un racconto impreziosito da interpreti di grande statura che mette al centro il mito di una delle figure più emblematiche della nostra storia culturale contemporanea, il cui ricordo ed eredità sono destinati a restare nel tempo”.

Sono davvero felice di questa collaborazione con Rai Cinema che porterà nelle sale italiane, grazie a 01 Distribution, un film bellissimo come Maria – dichiara Andrea Scrosati, Group Chief Operating Officer, CEO Continental Europe di Fremantle. Da tempo con Paolo Del Brocco cercavamo un nuovo progetto su cui collaborare e non poteva esserci occasione migliore: un film creato e diretto da un autore straordinario come Pablo Larraín, su un’icona mondiale come Maria Callas, interpretata da una grandissima Angelina Jolie e da straordinari talenti italiani come Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher e Valeria Golino. Non poteva esserci un partner migliore di Rai Cinema e di tutto il team di Paolo“. Le vendite internazionali sono a cura di FilmNation.

 
 

L’innocenza, la recensione del film di Hirokazu Kore-eda

L'innocenza recensione film

Linee narrative che si intrecciano e trovano la giusta chiusura in una corsa liberatoria verso il sole, L’innocenza di Hirokazu Kore-eda in concorso al Festival di Cannes 2023 incanta tutti con eleganza e intelligenza. Il regista è già noto alla Croisette avendo già vinto la Palma d’oro per Un affare di famiglia nel 2018. Anche in questa pellicola torna a parlare di legami familiari intricati e complessi, di passaparola che creano opinioni distorte della realtà. Kore-eda collabora con lo sceneggiatore Yûji Sakamoto e con il compositore Ryuichi Sakamoto, che contribuisce attraverso la colonna sonora a conferire alle scene la giusta particolarità.

In L’innocenza la musica assume un verso e proprio significato liberatorio, dove un soffio di tromba serve a spazzare via tutto. Tutti i pensieri. Tutte le malignità. Tutto il mondo esterno. Il significato stesso del film assume forma nelle varie linee temporali. Se inizialmente guardiamo il mondo dal punto di vista di una madre (Sakura Ando che interpreta Saori) sola e apprensiva nei confronti del suo unico figlio, poi il punto vi sta cambia. Un momento dopo vediamo il mondo con gli occhi di Eita Nagayama che interpreta Hori. E, infine, Monster si chiude con la prospettiva di Minato, interpretato da Soya Kurokawa, ed Eri (Hinata Hiiragi).

L’innocenza, la trama

La ciclicità degli eventi di L’innocenza risulta utile a comprendere a 360° la verità degli eventi. Come un giallo di Agatha Christie, Hirokazu Kore-eda crea questi tre punti di vista ma il suo scopo non è cercare un colpevole, un mostro. Ogni linea narrativa, che riprende qui stessi eventi, cerca di nascondere e allo stesso tempo disvelare un pregiudizio. Ci sono delle costanti in ogni linea narrativa. Quella che accende la narrazione è un’esplosione che causa poi un incendio di un hostess-bar, l’altra che invece la chiude è la tempesta.

L'innocenza filmUna miccia, quella dell’incendio che dà il via al film. Con essa il pregiudizio di propaga: girano voci su Hori, l’insegnante della scuola di Minato ed Eri, che lo rendono agli occchi dello spettatore un colpevole, un mostro. In realtà, la narrazione che fa Kore-eda è smascherare a pian piano questo pregiudizio cercando di spegnere quell’incendio. Il regista, in maniera accurata, cerca di indirizzarci verso una strada per poi sterzare di continuo. Mr. Hori è stato accusato di comportamenti inappropriati e violenza nei confronti di Minato, questa la prima strada. Poi, la sterzata.

Nella linea narrativa di Mr. Hori, insegnate di ginnastica, tutto procede normalmente. È un insegnate che tiene molto ai suoi alunni e cerca di interagire con loro in maniera amichevole. Ancora una volta in L’innocenza tutto cambia: adesso c’è un nuovo mostro da combattere, Minato. Il ragazzo descritto come indisciplinato, diverso dalla linea narrativa della madre dove sembrava indifeso. Adesso Minato è irascibile, scontroso, prepotente. Tutto, in questo momento, va in suo sfavore: è un bullo che chiude i suoi compagni nel bagno. Ma se la strada adesso ci sembra dritta e sgombra da ogni ostacolo, Kore-eda sterza ancora.

Soffiare via tutto

Nella parte finale, affidata al punto di vista di Minato, troviamo finalmente la chiusura di questo puzzle. Minato non è un bullo, anzi. In realtà, sta solo cercando di aiutare Eri vittima di bullismo a scuola e in casa. Monster cerca di affrontare anche tematiche complicate riguardo le tematiche LGBT. Eri diventa il nuovo capo espiatorio: “Papà mi guarirà, così quando sarò normale la mamma ritornerà”, Eri ripete queste parole come un mantra, credendo o facendo finta di credere che andrà tutto bene. Minato, invece, è sensibile al dolore di Eri e i due riescono a instaurare una complicità semplice, come quei rapporti che sembrano essere destinati ad essere.

In questa terza fase, l’apparente austera preside della scuola svela il suo devastante segreto, “La felicità è qualcosa che tutti possono avere“. Da qui, quello che potrebbe essere un grido liberatorio verso il cielo viene sostituito da un soffio di tromba che prende tutte le note stornate, ma non importa che lo siano. La tempesta che ha colpito la città si placa, esce il sole. Le nuvole sono state spazzate via. I due ragazzi corrono verso il sole, speranzosi nei confronti della vita e dell’umanità.

 
 

Avengers: Doomsday, Robert Downey Jr. rompe il silenzio sul ritorno nel MCU come Dottor Destino

Robert Downey Jr.
Robert Downey Jr. sarà Dottor Destino in Avengers: Doomsday. Gentile Concessione Disney - (Photo by Jesse Grant/Getty Images for Disney)

Al Comic-Con di San Diego del mese scorso, i Marvel Studios hanno dato il benvenuto ai fratelli Russo come registi di Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Tuttavia, la sorpresa più grande è stata lasciata per ultima con l’introduzione di Robert Downey Jr. come nuovo grande cattivo della Saga del Multiverso, il Dottor Destino. Il premio Oscar ha interpretato Iron Man per oltre un decennio, quindi il suo ritorno alla Marvel nei panni dell’iconico cattivo è stato decisamente inaspettato.

Sfortunatamente, gran parte dell’entusiasmo è stato smorzato dai fan che temevano che avrebbe interpretato una variante malvagia di Tony Stark nell’armatura di Destino. Parlando con The Hollywood Reporter, Downey ha ora rotto il suo silenzio sul ruolo di Destino mentre parlava del suo ruolo di Iron Man nel prossimo percorso di Disneyland “Stark Flight Lab”. Ha anche confermato che interpreterà Victor Von Doom e ha parlato della volontà del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige di fare la cosa giusta per il personaggio.

Allora, probabilmente un anno fa… perché, sapete, io e Kevin Feige siamo rimasti in contatto. Siamo amici. Favreau, Feige e io siamo rimasti in contatto. Sono vicino ai fratelli Russo; abbiamo altri affari in corso. Quindi, c’è questo piccolo gruppo di compagni di viaggio e ho avuto l’istinto di andare da Bob Iger e ho avuto un’idea al di fuori dell’Universo Cinematografico su come poter essere utile a ciò che sta accadendo nei Parchi e a tutto il loro intrattenimento basato sulla localizzazione”.

A un certo punto io e Susan eravamo seduti con Feige e lui ha detto: ‘Continua a venirmi in mente che se tu dovessi tornare…’ e Susan ha detto: ‘Aspetta, aspetta, tornare come?’ Poi col tempo ci siamo resi conto che si trattava di un’altra cosa che smentisce qualsiasi dubbio che si possa avere su quell’uomo, un pensatore creativo molto sofisticato, su come non retrocedere, come non deludere le aspettative, come continuare a battere le aspettative? E ha parlato di Victor Von Doom. Ho cercato questo personaggio e ho pensato: “Wow”. Poi Kevin ha detto: “Prendiamo Victor Von Doom nel modo giusto. Prendiamolo per il verso giusto”.

Robert Downey Jr.
Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for Disney)

Allora ho detto a Kevin: “Posso andare a parlare con Bob Iger?” E lui: “Di cosa?” E io: “Di tutto”. Ero andato a casa di Bob e non so come descrivere quell’esperienza. Ho avuto molte esperienze davvero belle, ma sono andato a casa di Iger, ci siamo seduti e lui ha detto: “Mi piace”. Ho pensato: “Gli piace”. Mi ha detto: “Vieni al Campus Imagineering”. Feige e io andiamo all’Imagineering Campus e se volete parlare di due persone che non sono facili da far impazzire, figuriamoci allo stesso tempo… Non posso dire troppo, ma quello che sta succedendo lì in questo momento va ben oltre le mie aspettative di ciò che era possibile”.

Sembra che Feige non volesse che Robert Downey Jr. tornasse a vestire i panni di Iron Man, spiegando così la decisione di affidargli il ruolo del Dottor Destino. Ora, non possiamo fare a meno di chiederci se i Marvel Studios eviteranno di affrontare qualsiasi somiglianza tra Tony e Victor trattando il Destino di Downey come un personaggio completamente separato. Se così fosse, potrebbe essere simile a come la somiglianza di Johnny Storm con Capitan America è stata solo accennata di sfuggita in Deadpool & Wolverine.

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti dai fratelli Russo, che fanno il loro ritorno nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto il team Marvel per portare questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.

 
 

Salem’s Lot: svelate le prime immagini dell’adattamento del libro di Stephen King

Salem's Lot (Le notti di Salem)

Nuove immagini di Salem’s Lot rivelano la prossima rivisitazione della classica storia di vampiri di Stephen King, confermando che il nuovo film è proprio dietro l’angolo. Originariamente previsto per il settembre 2022, l’imminente remake di Salem’s Lot è stato recentemente confermato in anteprima su Max nel corso dell’anno. La storia seguirà lo stesso racconto del romanzo, in cui la città principale diventa un terreno di caccia per un antico vampiro, che inizia a trasformare i suoi abitanti in creature incaricate di eseguire i suoi ordini.

Ora Vanity Fair ha pubblicato nuove immagini di Salem’s Lot, rivelando così un primo sguardo all’atteso adattamento cinematografico di Stephen King. Le immagini accennano a diversi punti importanti della storia, tra cui la lenta introduzione dei vampiri nella città e il pericolo che tutti corrono. Di seguito, ecco le foto condivise da Vanity Fair. Non resta a questo punto che attendere maggiori informazioni su questo atteso progetto.

La trama e il cast di Salem’s Lot

Né una data di uscita né un trailer sono stati resi disponibili al momento. Nel film che sarà disponibile solo in streaming, l’autore Ben Mears (interpretato da Lewis Pullman) “torna nella sua casa d’infanzia, Jerusalem’s Lot, in cerca di ispirazione per il suo prossimo libro, solo per scoprire che la sua città natale è preda di un vampiro assetato di sangue”, secondo alla logline ufficiale.

A completare il cast ci sono Alfre Woodard (Luke Cage) nel ruolo del Dr. Cody, Makenzie Leigh (Gotham) nel ruolo di Susan Norton, Bill Camp (The Outsider) nel ruolo di Matthew Burke, Spencer Treat Clark (Animal Kingdom) nel ruolo di Mike Ryerson, Pilou Asbæk (Game of Thrones) nel ruolo di Straker e John Benjamin Hickey (The Big C) nel ruolo di Padre Callahan.

Il nuovo film Salem’s Lot (Le notti di Salem) proviene dai team di produzione dietro i franchise cinematografici Conjuring e IT. Gary Dauberman scrive, dirige e è produttore esecutivo. Altri EP includono James Wan, Michael Clear, Roy Lee e Mark Wolper.

Salem’s Lot (Le notti di Salem)  è stato adattato per la prima volta dalla CBS nel 1979. La miniserie in due parti, con David Soul nel ruolo di Ben Mears, ha ricevuto tre nomination ai Primetime Emmy. Ciò fu seguito dall’uscita nelle sale di A Return to Salem’s Lot del 1987 , che fu commercializzato come sequel ma non includeva nessuno dei personaggi originali.

 
 

Alien: Romulus, l’ibrido finale dello Xenomorfo ha preoccupato la Disney: “Non gli è piaciuto”

Cailee Spaeny in Alien: Romulus (2024)
Cailee Spaeny in Alien: Romulus. Foto di 20th Century Studios - © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Il regista di Alien: Romulus, Fede Alvarez, ha parlato del finale del film e della forma finale dello Xenomorfo che ha provocato alcune critiche da parte della Disney. Ambientato tra i primi due episodi del franchise di Alien, il nuovo film di Alvarez segue la Rain di Cailee Spaeny e i suoi giovani compagni mentre affrontano uno Xenomorfo a bordo di una stazione spaziale abbandonata. Sebbene ci sia molta azione in tutto il film, il finale dà il colpo di grazia con il personaggio di Isabela Merced, Kay, che dà alla luce una nuova e terrificante forma aliena conosciuta solo come la Prole.

In una recente intervista con THR, Alvarez ha rivelato che la progenie presente nel finale di Alien: Romulus ha suscitato reazioni contrastanti da parte dei dirigenti Disney. Secondo il regista, alcuni temevano che la creatura e la sua nascita cruenta fossero “troppo”, ma questo gli ha fatto capire che era la giusta direzione creativa da seguire. “All’inizio si sono opposti, ma non perché non gli piacesse. Hanno solo pensato: “È troppo? Dobbiamo proprio arrivare a questo?”.

E io: “Sì, ora che hai detto che non dovremmo, so che lo farò”. Quindi è esattamente quello che abbiamo fatto qui. Se ti viene dato un film di Alien da una società di proprietà della Disney e loro dicono subito “Sì, facciamolo”, allora in qualche modo stai fallendo. Quindi ci siamo spinti davvero al limite e sono contento di averlo fatto”. In un’intervista con Variety, invece, Álvarez ha riconosciuto che l’introduzione di questa creatura nel finale del film potrebbe sollevare più domande che risposte. “Probabilmente si tratta di una nuova specie, perché questo mix non è mai accaduto prima”, ha detto.

LEGGI ANCHE: Tutti gli Easter Eggs che potrebbero esservi sfuggiti in Alien: Romulus

Alien: Romulus Isabela Merced
Isabela Merced è Kay in ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios.

Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film

Il film Alien: Romulus è interpretato da Cailee Spaeny  (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.

Nel film, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è al cinema dal 16 agosto.

CORRELATE

 
 

Secret Level: la serie antologica animata di Prime Video adatterà alcuni celebri videogiochi

Prime Video ha presentato ufficialmente la sua nuova serie antologica per adulti, Secret Level, con racconti originali ambientati nei mondi dei videogiochi più popolari. L’annuncio della serie, che proviene dal team creativo dietro l’acclamata serie Love, Death & Robots di Netflix, è stato fatto durante il livestream globale della Gamescom Opening Night Live.

La serie di 15 episodi, che debutterà il 10 dicembre, presenterà giochi come Pac-Man, Dungeons & Dragons, Crossfire, Exodus, Spelunky, Warhammer 40.000 e vari titoli PlayStation. L’elenco completo e il teaser trailer sono disponibili qui sotto:

  • Armored Core
  • Concord
  • Crossfire
  • Dungeons & Dragons
  • Exodus
  • Honor of Kings
  • Mega Man
  • New World: Aeternum
  • PAC-MAN
  • PlayStation (Highlighting various PlayStation Studios beloved entities)
  • Sifu
  • Spelunky
  • The Outer Worlds
  • Unreal Tournament
  • Warhammer 40,000

La sinossi di Secret Level

Secret Level intreccia un arazzo di giochi iconici attraverso diversi medium, per raccontare una serie di storie uniche e accattivanti”, ha dichiarato Vernon Sanders, responsabile della televisione di Amazon MGM Studios. “Creato e condotto da Tim Miller, Blur Studio e dal regista supervisore Dave Wilson, ogni episodio condurrà i nostri clienti globali di Prime Video in un viaggio nuovo di zecca con un’animazione mozzafiato e una narrazione fantasiosa”.

Secret Level, prodotto da Amazon MGM Studios e Blur Studio, è creato e prodotto esecutivamente da Tim Miller. Dave Wilson è produttore esecutivo e regista supervisore.

 
 

Avengers 5: Shang-Chi avrebbe avuto un ruolo da protagonista nel film

Shang-Chi Avengers 5

Se dobbiamo credere a un nuovo rapporto emerso online, Shang-Chi era destinato a un ruolo importante in Avengers 5. Prima del panel dei Marvel Studios tenutosi sabato sera al Comic-Con di San Diego, lo stato del quinto film dei Vendicatori era in sospeso. Precedentemente intitolato Avengers: The Kang Dynasty, il film avrebbe dovuto avere come cattivo principale il Kang il Conquistatore di Jonathan Majors e sarebbe stato incentrato sul multiverso.

Tuttavia, dopo che Majors è stato giudicato colpevole di aggressione sconsiderata di terzo grado e di molestie nei confronti della sua ex fidanzata, i Marvel Studios hanno abbandonato l’attore e hanno reintitolato il film Avengers: Doomsday, con Robert Downey Jr. nel ruolo di Victor Von Doom. Ma prima di tutto questo, lo Shang-Chi di Simu Liu sembra sarebbe stato uno dei grandi protagonisti di Avengers 5.

Naturalmente, questo accadeva quando Avengers 5 si appoggiava al Kang il Conquistatore. Ora che il film è stato rielaborato in Avengers: Doomsday, non è possibile sapere se Shang-Chi sarà ancora uno dei personaggi centrali del film. Possiamo aspettarci che comparirà nel film, ma al momento è difficile dire se potrà essere ancora considerato un protagonista. Come riportato, a ricoprire un ruolo centrale dovrebbero essere i Fantastici Quattro, pronti a scontrarsi con la loro celebre nemesi.

Robert Downey Jr.
Robert Downey Jr. sarà Dottor Destino in Avengers: Doomsday. Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for Disney)

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti dai fratelli Russo, che fanno il loro ritorno nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto il team Marvel per portare questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.

 
 

The Batman – Parte 2: Zoë Kravitz sul ritorno di Selina Kyle/Catwoman: “C’è molto altro da esplorare”

The-Batman-Selina-Kyle-Bruce-Wayne

The Batman di Matt Reeves ha introdotto nuove versioni di alcuni personaggi classici della DC Comics, tra cui Selina Kyle/Catwoman, la felina nemica del Crociato incappucciato con il quale nasce però poi un rapporto sentimentale. Interpretata da Zoë Kravitz, Selina si infiltra nell’Iceberg Lounge del Pinguino nel tentativo di rintracciare la sua coinquilina Annika. In seguito, è stato rivelato che la ragazza era in realtà la figlia di Carmine Falcone. Kravitz, come noto, tornerà per The Batman – Parte 2, ma non sa esattamente quando indosserà di nuovo la tuta da gatto.

Matt [Reeves] entra nel suo tunnel quando scrive”, racconta l’attrice/regista a Collider. “Anche in questo caso, è un regista super intenso e attento ai dettagli; quindi, mi tengo occupata con cose come Blink Twice finché non mi chiamano”. Kravitz ha poi spiegato come vorrebbe vedere il personaggio evolversi quando riprenderà il ruolo. “L’intero concetto di Selina in quel film era una storia di origini. Quindi ovviamente c’è molto altro da esplorare”.

“Si trattava di una donna che entrava nel suo potere e voleva esplorare come ci si sente quando si può essere giocosi e seduti in quel potere. Speriamo che un giorno sia molto divertente”. C’era chiaramente un forte legame tra Selina e il Cavaliere Oscuro, e alla fine del film si sono lasciati in buoni rapporti. Ma Catwoman è sempre stata un’opportunista e nel sequel potrebbero facilmente trovarsi su fronti opposti.

Catwoman-in-The-Batman

Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte 2

Come già sottolineato, The Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie di indiscrezioni sulla produzione. Di recente, Jame Gunn è dovuto intervenire per smentire le voci secondo cui Boyd Holbrook sarebbe stato scritturato per interpretare Harvey Dent/Due Facce. L’inizio delle riprese del sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023, The Batman – Parte 2 è stato rinviato all’ottobre 2026. Le riprese del sequel inizieranno alla fine di quest’anno.

Reeves spera che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves è intenzionato a espandere la serie DC Elseworlds, dato che la serie spin-off di Batman, Il Pinguino, con Colin Farrell nei panni del boss della mafia, è prossima all’uscita. Con Farrell che ha annunciato una serie molto violenta, The Penguin debutterà su Max a settembre.

L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 2 ottobre 2026. Nel cast Robert PattinsonZoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell.

 
 

Joker: Folie à Deux, Todd Phillips parla del film e di un possibile terzo capitolo

Joker: Folie à Deux

Variety ha incontrato il regista di Joker: Folie à Deux, Todd Phillips, per saperne di più sul sequel di Joker, il film di successo del 2019 realizzato da lui e Joaquin Phoenix. A quanto pare, Phillips e Phoenix hanno iniziato a riflettere sulle idee per il seguito molto presto, con una di queste che prevedeva di portare il Clown Principe del Crimine a Broadway. “Quando abbiamo iniziato a pensarci davvero, ci siamo resi conto che ci vogliono quattro anni per mettere insieme una cosa del genere. E Joaquin sarebbe davvero disposto a dedicare sei mesi della sua vita per fare una cosa del genere ogni sera sul palco?”, spiega il regista.

Poi abbiamo pensato di farlo al Carlyle come una sorta di cosa più piccola. Ma il Covid ha colpito”. Invece, Joker: Folie à Deux si apre ora con un “cartone animato ispirato ai Looney Tunes”, animato da Sylvain Chomet di The Triplets of Belleville, prima di diventare un “musical completo” ambientato due anni dopo gli eventi di Joker. Dopo aver incontrato la Lee Quinzel di Lady Gaga nel manicomio di Arkham, Arthur Fleck smette di prendere le sue medicine e il duo si lancia in canzoni come “Get Happy”, “For Once in My Life” e “That’s Life” per trasmettere le loro mutevoli emozioni.

La maggior parte della musica del film è in realtà solo un dialogo”, rivela Phillips. “È solo Arthur che non ha le parole per dire quello che vuole dire, quindi le canta”. Quando gli si fa notare che il sequel di Joker è costato oltre 200 milioni di dollari (il primo capitolo è stato realizzato per 60 milioni), risponde: “Leggo queste storie e sembra che siano dalla parte delle multinazionali. Dicono: “Perché costa così tanto?”. Sembrano dirigenti di uno studio cinematografico”. “La gente non dovrebbe essere contenta del fatto che abbiamo ottenuto questi soldi da loro e che li abbiamo usati per assumere un gruppo di persone della troupe che poi possono sfamare le loro famiglie?”.

Joker: Folie à Deux Lady Gaga

Come per il primo film, è chiaro da tempo che questo sequel darà una nuova veste ai fumetti e, senza sorpresa, questo si estende anche ad Harley Quinn. “La voce alta, l’accento, il masticare le gomme e tutte quelle cose impertinenti che ci sono nei fumetti, le abbiamo eliminate”, conferma il regista, elencando la maggior parte di ciò che rende Harley… Harley. “Volevamo che si inserisse nel mondo di Gotham che abbiamo creato nel primo film”.

Infine, per quanto riguarda la possibilità che questo franchise (perché, a dispetto di quanto si diceva cinque anni fa sul fatto che Joker fosse una storia a sé stante, è esattamente quello che è diventato) possa continuare ad espandersi, sembra che Phillips abbia chiuso la porta ad un Joker 3. Almeno per ora. “È stato divertente giocare in questa sorta di sandbox per due film, ma credo che abbiamo detto quello che volevamo dire in questo mondo”, ha dichiarato. Non resta dunque che attendere di vedere il film per scoprire che tipo di finale avrà.

Joker: Folie à Deux

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

 
 

Wolf Hunter: la spiegazione del finale del film

Wolf Hunter spiegazione finale

Quello del revenge movie è da sempre un filone di film particolarmente popolari, dove il protagonista di turno intraprende una spedizione punitiva nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Dapprima genere prettamente pensato per un pubblico maschile, negli ultimi anni, fortunatamente, sono stati realizzati sempre più film dove ad andare in cerca di vendetta è un personaggio femminile. Da Il buio nell’anima a Colombiana, da Peppermint – L’angelo della vendetta fino al recente Becky. Un altro film di questo filone è anche Wolf Hunter.

Scritto e diretto nel 2020 da Shawn Linden (noto anche per i film Nobody e The Good Lie), il film presenta infatti una moglie e madre chiamata a doversi scoprire cacciatrice per non diventare preda. Wolf Hunter, che inizia come un dramma, si trasforma così progressivamente in un thriller comprensivo di scioccanti elementi horror. Passato in sordina per via della pandemia e del suo cast di attori poco conosciuti, è questo un film che ha tuttavia saputo entusiasmare quanti vi si sono imbattuti.

Grazie al suo passaggio televisivo, è ora possibile scoprire questo titolo, senza dubbi consigliato agli appassionati di questa tipologia di racconti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Wolf Hunter. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Wolf Hunter trama

La trama e il cast di Wolf Hunter

In una casa isolata, immersa nella natura selvaggia, vive la famiglia Mersault, composta da Joseph, da sua moglie Anne e dalla la loro figlia adolescente Renée. Con molta fatica, la famiglia si sostiene con l’attività di cacciatori di pellicce. Ma da qualche tempo, gli affari, già non molto floridi, vanno ancora peggio. Joseph è convinto che a “sabotare” le sue trappole, portando via gli animali catturati, sia un lupo solitario che si aggira nella regione. L’unico modo per tornare a guadagnarsi da vivere dignitosamente è braccare l’animale ed eliminarlo.

L’uomo lascia dunque la moglie e la figlia nella loro casa e si mette sulle tracce del lupo. Rimaste sole, le due donne devono lottare per sopravvivere. Un giorno sentono degli strani rumori fuori dalla casa. La loro speranza è che sia Joseph, trovano invece in mezzo agli alberi uno sconosciuto sanguinante. Dopo averlo trascinato in casa, le donne scoprono che l’uomo misterioso si chiama Lou, che è stato ferito gravemente e dato per morto. La permanenza dell’uomo in casa farà però crescere ulteriormente l’ansia di Anne.

Ad interpretare Anne Mersault, vera protagonista del film, vi è l’attrice Camille Sullivan, nota per la serie L’uomo nell’alto castello. Nel ruolo di suo marito Joseph vi è l’attore Devon Sawa, mentre Summer H. Howell interpreta la figlia Renee. Originariamente, la coppia doveva avere un figlio ma il genere del personaggio è stato cambiato dopo che Linden ha incontrato Howell. Nel ruolo di Lou recita invece Nick Stahl (che aveva già recitato in un horror con Sawa in 388 Arletta Avenue), mentre i poliziotti Barthes e Lucy sono interpretati da Gabriel Daniels e Lauren Cochrane.

Wolf Hunter cast

La spiegazione del finale del film

Nei giorni seguenti l’arrivo di Lou e la scomparsa di suo marito, Anne scopre nel bosco il cadavere di quest’ultimo, morto di morte violenta. La donna corre allora immediatamente a casa, dove viene tuttavia strozzata, immobilizzata e stuprata da Lou, il quale si rivela essere un pericoloso criminale. Nel frattempo, Lucy, partner lavorativa di Barthes – poliziotto scomparso a sua volta nei boschi – si mette alla ricerca del collega e lo trova grazie a un dispositivo GPS. Lo scopre in fin di vita e chiama immediatamente i soccorsi.

Risvegliatasi dopo aver perso i sensi, Anne viene costretta da Lou a dirgli dove si trovano le chiavi del suo furgone. L’uomo le rivela inoltre di aver ucciso suo marito, il quale si era imbattuto in lui proprio durante la sua battuta di caccia. Anne riesce a liberarsi e a far scattare una trappola per lupi in pieno volto dell’uomo, immobilizzandolo. La donna cerca dunque sua figlia, scoprendo con orrore che la ragazza è stata già assassinata da Lou. Nel frattempo, arrivano i soccorsi per Barthes, che è tuttavia già morto.

Mentre la polizia individua alcuni cadaveri di donne abbandonati nel bosco e inizia dunque a svolgere delle indagini, Anne immobilizza Lou e lo sottopone alla pratica dello scuoiamento, spellandolo completamente dalla vita in su, volto compreso, mentre l’uomo è ancora in vita. La polizia si imbatte infine in Anne completamente ricoperta di sangue, non prima che abbia completato la sua vendetta: Lucy riconosce in lei la donna che le aveva chiesto aiuto pochi giorni prima ma alla quale non aveva dato ascolto. Alla fine, dunque, Anne è divenuta la cacciatrice del “lupo” che ha attaccato la sua famiglia.

Il trailer di Wolf Hunter e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Wolf Hunter grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

 
 

Van Helsing: la spiegazione del finale del film con Hugh Jackman

Van Helsing spiegazione finale

Il celebre e temuto conte Dracula è un personaggio da sempre ricorrente al cinema, protagonista di film come Dracula di Bram Stoker, Dracula Untold, Blade: Trinity e in forma animata anche della trilogia di Hotel Transilvania. Sin da quando il personaggio è stato ideato dallo scrittore Bram Stoker nel 1897, egli si è spesso dovuto confrontare con il suo acerrimo nemico, il cacciatore di vampiri Abraham Val Helsing. Proprio tale personaggio è infine stato protagonista di un film tutto suo, intitolato appunto Van Helsing e uscito in sala nel 2004 per la regia di Stephen Sommers.

Conosciuto in particolare per aver diretto La mummia e La mummia – Il ritorno, Sommers, anche sceneggiatore del film, si è naturalmente ispirato al romanzo di Stoker, ma per il suo film si è basato anche su altre opere affini. In particolare, Van Helsing è un tributo ai classici film dell’orrore realizzati tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta dalla Universal e che vedono come protagonisti creature quali Frankenstein, il Lupo Mannaro, il dottor Jekyll e la sua controparte malvagia Mister Hyde. Al di là del mistero e La casa degli orrori sono solo due dei titoli indicati da Sommers come principali fonti di ispirazione.

Il film si è poi affermato come un buon successo anche per via dei tanti riferimenti culturali che presenta. Per gli amanti di questa tipologia di film, dove l’orrore si unisce all’azione e alle forti emozioni, Val Helsing è un titolo imperdibile. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Van Helsing cast

La trama e il cast di Van Helsing

La storia narrata dal film si apre nel 1887, in Transilvania, dove il dottor Victor Frankenstein sta ultimando la sua ultima creatura grazie alla complicità e al supporto del Conte Dracula. Il vampiro, tuttavia, intende dar vita ad una stirpe di suoi simili, con cui poter governare il mondo. Per tentare di contrastarlo, il Vaticano assume il cacciatore sovrannaturale Van Helsing. Insieme al giovane frate Carl, Van Helsing giunge dunque in Transilvania, dove conosce la principessa Anna Valerious. Mentre conduce le sue indagini, il cacciatore si addentra sempre di più nei misteri del luogo, dove scoprirà che i piani di Dracula sono molto più terribili di quel che si credeva.

Ad interpretare il ruolo del celebre cacciatore di vampiri Van Helsing si ritrova l’attore Hugh Jackman, in quel momento divenuto particolarmente popolare per il ruolo di Wolverine in X-Men. Proprio a causa delle riprese del sequel di questo, l’attore doveva necessariamente portare i capelli corti. Per assumere il ruolo di Van Helsing, dunque, si trovò a dover indossare delle extension per ottenere i capelli lunghi. Accanto a lui, nel ruolo di Anna Valerious, vi è l’attrice Kate Beckinsale, già celebre per la saga di Underworld, anch’essa con protagonisti vampiri e licantropi.

Nel ruolo del Conte Dracula si ritrova l’attore Richard Roxburgh, il quale ha ottenuto di poter anche lui interpretare senza controfigure tutti gli stunt previsti per il personaggio. L’italiana Silvia Colloca recita nei panni di Verona, una delle mogli di Dracula. Nella realtà, l’attrice è davvero sposata con Roxburgh. Sono poi presenti Samuel West per il ruolo di Victor Frankenstein, mentre Shuler Henry dà vita al mostro di Frankenstein. Completano poi il cast anche David Wenham nei panni di Carl, fratello di Anna, Will Kemp in quelli dell’Uomo Lupo e Robbie Coltrane, noto come Hagrid nella saga di Harry Potter, in quelli di Mr. Hyde.

Van Helsing Dracula

La spiegazione del finale del film

Nella battaglia culminante del film, Dracula implora Van Helsing di unirsi a lui, affermando che il Vaticano lo sta sfruttando per i propri scopi. Si scopre inoltre come i due si conoscono: nel 1462, quando Dracula era mortale, Van Helsing lo uccise. Non è però chiaro il perché. Dato che la mossa immediata di Dracula dopo la morte è stata quella di contrattare con il Diavolo, è probabile che stesse tramando qualcosa di male. È assolutamente possibile che fosse già alle prese con la magia nera quando Van Helsing lo conosceva.

Ogni volta che Dracula fa riferimento alla sua morte originale, la descrive come un omicidio. Questo è tecnicamente corretto: Van Helsing ha ucciso Dracula nel 1462 quando era mortale. Ma la ripetuta insistenza sull’aspetto criminale della morte originale di Dracula solleva alcune domande. Sebbene il film non fornisca risposte esplicite, si insinua che il peccato dell’omicidio possa essere stato l’evento traumatico che ha portato alla perdita di memoria di Van Helsing. Dracula sembra voler ricordare a Van Helsing che un tempo erano amici e che lui lo ha tradito togliendogli la vita.

Questo sembra proprio il genere di cose che porterebbe un individuo super-religioso a seppellire il senso di colpa e la vergogna nelle parti più polverose della sua memoria. Ma nonostante la fitta nebbia di amnesia, Van Helsing ha incubi vividi di antiche battaglie che non può aver combattuto. Si fa infatti riferimento allo scontro con i Romani a Masada, avvenuto però oltre 1800 anni prima degli eventi del film. Come fa Van Helsing ad essere così vecchio? È interessante notare che Dracula si rivolge a lui chiamandolo “Gabriele” e “La mano sinistra di Dio”.

Van Helsing Hugh Jackman Kate Beckinsale

Anche se non viene mai detto chiaramente che Van Helsing sia letteralmente il Gabriele biblico, il fatto che sia un arcangelo smemorato spiegherebbe come abbia vissuto così a lungo. Spiegherebbe anche perché riesce a “percepire il male”. Potrebbe anche essere che Van Helsing sia solo un’incarnazione terrena del biblico Gabriele, e che i ricordi dell’angelo siano impressi su di lui. In ogni caso, Van Helsing non è un umano qualunque. Alla fine, egli tramutatosi in lupo mannaro riesce ad uccidere nuovamente Dracula e di conseguenza anche la sua prole.

Tuttavia, l’amata Anna, nel tentativo di iniettare l’antidoto a Van Helsing rimane uccisa. Poiché aveva detto di non aver mai visto il mare, Van Helsing e Carl cremano il suo corpo su di una scogliera. Nell’ascendere delle ceneri di Anna al cielo, il cacciatore di vampiri percepisce l’accesso al paradiso e rivede, oltre ad Anna, anche gli altri Valerious, tra cui anche Velka. Così, mentre il cacciatore e Carl fanno ritorno a Roma, il mostro di Frankenstein invece, ormai libero nonostante il parere contrario dell’ordine del cardinale, si allontana su una zattera alla ricerca di un posto dove stare e, forse, qualcuno che lo ami.

Il trailer di Van Helsing e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Van Helsing è infatti disponibile nei cataloghi di Netflix, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mertedì 20 agosto alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

 
 

My Spy: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

My Spy film trama

La sempre più lunga e apprezzabile carriera cinematografica dell’ex wrestler Dave Bautista presenta anche alcuni titoli da protagonista assoluto. Oltre a Final Score, Bushwick e Army of the Dead, si annovera tra questi anche la recente commedia d’azione dal titolo My Spy, diretta nel 2020 da Peter Segal (celebre anche per aver diretto anche film come La famiglia del professore matto, Il grande Match e Ricomincio da me). In questo film Bautista dà nuovamente prova delle sue capacità recitative e in particolare delle sue grandi doti comiche.

Pur passando in sordina per via della pandemia, che lo ha portato ad essere distribuito direttamente in streaming, il film si è piano piano conquistato un proprio pubblico, tanto da meritarsi un sequel. Ad aver entusiasmato gli spettatori, infatti, ci sono stati diversi fattori: la chimica presente tra i protagonisti, le grandi sequenze d’azione, i colpi di scena e, naturalmente, le tante gag presenti e che caratterizzano il film nel suo complesso.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere, specialmente alla luce del suo appena uscito seguito. Grazie al suo passaggio televisivo, ciò è ora possibile. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a My Spy. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

My Spy Dave Bautista

La trama di My Spy

Il film è la storia di un agente della CIA di nome JJ, noto per il suo carattere burbero e spietato. Dopo aver fallito in una delicata operazione, la spia viene declassata e gli vengono affidati incarichi più semplici. La nuova missione, che gli viene affidata, è quella di sorvegliare in segreto la famiglia di Sophie, una bambina di circa 9 anni molto sveglia. La piccola, infatti, non impiega molto a capire che JJ è un agente sotto-copertura e che quindi lei e i suoi familiari sono sorvegliati speciali. Sophie è disposta a mantenere il segreto solo a una condizione: JJ deve obbedire a ogni suo ordine (o capriccio).

Il cast del film

Ad interpretare JJ, un agente della CIA incaricato di sorvegliare la madre di Sophie nella speranza di individuare il cognato criminale, vi è Dave Bautista, ex wrestler e oggi attore noto per i film Guardiani della Galassia, Dune e Blade Runner 2049. Nel ruolo di Sophie, la bambina di nove anni che ricatta J.J. affinché la addestri a diventare una spia, vi è invece Chloe Coleman, attrice vista anche in Gunpowder Milkshake, Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri e 65 – Fuga dalla terra.

Ad interpretare Kate, la madre di Sophie, vi è Parisa Fitz-Henley, mentre nel ruolo di Bobbi, l’esperto di tecnologia di J.J. vi è invece Kristen Schaal. Completano il cast Greg Bryk nel ruolo di Victor Marquez, il cognato di Kate, Devere Rogers nel ruolo di Carlos, il vicino di casa gay di Sophie, Noah Danby in quello del suo partner Todd e l’attore Ken Jeong nel ruolo di David Kim, il boss di JJ. Quest’ultimo è meglio nuoto per il ruolo di Leslie Chow nella trilogia di Una notte da leoni.

My Spy sequel

Il finale del film e il suo sequel: My Spy – La città eterna

Nel finale del film, JJ e Kate bloccano l’aereo del trafficante d’armi Victor e JJ inizia una scazzottata con lui. Nel tentativo di fuggire, Sophie mette accidentalmente in moto l’aereo, lasciandolo sospeso sul bordo di una scogliera su una rete metallica. Victor costringe Sophie, che ha nascosto i veri piani, a consegnarli. Prima che possa sparargli, Kate lo colpisce con una mazza sulla recinzione e JJ spinge l’aereo giù dalla scogliera, mandando Victor incontro alla morte. Dopo essere stato reintegrato da Kim per il suo successo, JJ si fa assegnare in modo permanente a Chicago, dove va a vivere con Kate e Sophie.

Nell’agosto 2020 è poi stato annunciato che Amazon e STX erano in trattative per un sequel, con l’intenzione di far tornare il cast di attori protagonisti. Nel gennaio 2023 Bautista ha poi confermato che un sequel dal titolo My Spy – La città eterna era in fase di sviluppo, con riprese che si sono poi svolte in Sud Africa e in Italia, più precisamente a Roma. Distribuito su Prime Video dal 18 luglio del 2024, in questo sequel JJ viene infatti convinto ad accompagnare Sophie nella sua gita scolastica in Italia, dove vengono però coinvolti in un complotto terroristico.

Il trailer di My Spy e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di My Spy grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

 
 

Cattivissimo me 4: intervista ai doppiatori Max Giusti, Stefano Accorsi e Carolina Benvenga

Cattivissimo me 4 Gru
© Illumination Entertainment and Universal Studios. All Rights Reserved.

Con il ritorno di un nuovo episodio della saga di Cattivissimo me, dopo sette anni, Gru, il supercattivo più amato di sempre, trasformatosi in un agente della Lega Anti Cattivi, ritorna per un’eccitante nuova avventura nel caos dei Minions per Illumination in Cattivissimo me 4. In questa nuova avventura, si trova a dover proteggere la propria famiglia – a cui si è aggiunto un nuovo membro – dalla spietata voglia di vendetta del suo vecchio rivale Maxime Le Mal.

In vista dell’uscita in sala di Cattivissimo me 4 – a partire dal 21 agosto distribuito da Universal Pictures Italia – abbiamo incontrato le voci italiane dei protagonisti: Max Giusti (Gru), Carolina Benvenga (Lucy) e Stefano Accorsi (Maxime Le Mal), che hanno raccontato cosa aspettarsi da questo nuovo capitolo, riflettendo anche sul successo del franchise e sul loro cambiamento nel corso degli anni, film dopo film.

L’irresistibile voce di Gru

Io mi ritengo molto fortunato. – racconta Max Giusti – Non avrei mai pensato di entrare a far parte di un progetto come questo, da cui nessuno si aspettava il successo che ha poi ottenuto. Quando l’ho visto per la prima volta, eravamo tutti abituati ai film della Disney con la fiaba, l’amore, il cattivo, la principessa… qui invece si parlava di crisi economica, di inquinamento, di ecologia, di educazione civica e poi era scorretto, dissacrante… Non eravamo per nulla abituati all’epoca! Secondo me, nella storia dell’animazione, c’è un pre e un dopo Cattivissimo me”.

Giusti passa poi a parlare del suo lavoro sulla voce di Gru, modificatasi sensibilmente film dopo film. “Ho lavorato molto sulla voce di Gru. Steve Carell gli dà una connotazione da immigrato dell’est. Io invece cercavo una voce che potesse intenerire quando serve ma che fosse anche possente quando si arrabbia! Sono partito da un modello come Forrest Gump, per arrivare poi ad alleggerire film dopo film avvicinandomi alla mia voce naturale”. “Ho potuto lavorare nel doppiaggio con un grande margine di creatività. Riprodurre senza originalità non sarebbe giusto. Devo seguire gli standard internazionali? Va bene, ma devo sapere di poter avere almeno un po’ di libertà, altrimenti non mi diverto più”.

Questo Cattivissimo me 4 è stato molto più facile. Per Cattivissimo me 3, dove doppiavo anche il fratello di Gru, e per Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo, dove lui è un bambino, il processo di doppiaggio è stato molto tecnico per poter ottenere le loro voci, diverse da quelle di Gru. All’inizio c’era ovviamente più libertà, mentre quando è diventato un franchise multimiliardario c’erano maggiori pressioni per fare una cosa in un modo anziché un altro. Con questo quarto film ho invece ritrovato una libertà che mi ha dato grandi soddisfazioni“.

Cattivissimo me 4 ragazze
© Illumination Entertainment and Universal Studios. All Rights Reserved.

Carolina Benvenga e Stefano Accorsi: new entry nel franchise

New entry in Cattivissimo me 4 è invece Carolina Benvenga, che sostituisce qui Arisa per la voce di Lucy, compagna di Gru e madre di suo figlio. “La proposta mi è arrivata, credo, per il mio ruolo nel settore kids. Saper recitare e cantare mi hanno aiutato, ma il doppiaggio era una cosa nuova per me e così mi sono affidata a Max e al direttore del doppiaggio Marco Guadagno. È stata un’esperienza impegnativa, ma mi sono molto divertita perché Lucy ha un approccio quasi incosciente anche dinanzi alle difficoltà e poi ha delle variazioni di voce particolarmente complesse che si sono rivelate una vera e propria sfida!

Stefano Accorsi, invece, è la voce italiana del villain Maxime Le Mal, caratterizzato da diversi elementi tra cui un forte accento francese. Proprio partendo da quest’ultimo, l’attore afferma che “è “colpa” del doppiaggio originale, dove Will Ferrell caratterizza il personaggio con tale accento. Fortunatamente, avendo vissuto in Francia, sono riuscito a cavarmela”. Accorsi spiega poi cosa lo ha attratto di questo personaggio. “Con i cartoni animati ho un ottimo rapporto. Non vedevo l’ora di doppiare un film animato e quando mi hanno proposto di partecipare a questo film ero felicissimo”.

Trovo questo villain, Maxime, molto divertente, ma anche molto interessante perché come tanti personaggi nel franchise ha una ferita che si porta dietro e alla fine il discorso più che sulla cattiveria è sulla fragilità umana. L’estetica del personaggio? A me piaceva molto che avesse questa caratterizzazione con gli scarafaggi, probabilmente perché tocca una mia fragilità, quella della paura degli scarafaggi”.

Infine, sul valore del personaggio, Accorsi non ha dubbi: “Maxime diventa il motore dell’avvicinamento tra Gru e suo figlio. Trovo questa cosa molto interessante, perché è un portatore inconsapevole di valori sani. Così come è interessante il suo finale, dove dietro l’antagonista si cela qualcuno di molto più vicino a noi di quanto immaginavamo”.

Cattivissimo Me 4 Villain
© Illumination Entertainment and Universal Studios. All Rights Reserved.

La rivincita delle persone per bene

La qualità di questo nuovo villain – afferma poi Giusti – è che è molto contemporaneo. Mi ricorda quei pischelli che condividono sempre le loro attività su Instagram, che sono sempre pronti ad ostentare ciò che hanno, sempre curatissimi nell’aspetto ma magari con carenze di altro genere, come quelle affettive”. In conclusione, ripensando ai valori trasmessi da Cattivissimo me 4, Giusti affermare che:  “Io e Gru siamo molto simili. Fisicamente, purtroppo… ma soprattutto perché è una persona buona che si sforza di passare per cattivo.

“Oggi invece viviamo in una società di cattivi veri che indossano una maschera da buoni. E con Gru mi vengono in mente quei padri di famiglia circondati da persone che se ne approfittano mentre lui si accontenta di quello che ha, ma c’è una sola cosa per cui si arrabbia: se gli tocchi i figli. E allora anche il papà più tranquillo e sereno del mondo può diventare un supereroe. Ed è per questo che mi piace interpretare Gru. La rivincita delle persone per bene prima o poi arriverà, intanto possiamo godercela con questi film“.

 
 

The Umbrella Academy, la spiegazione del finale: svelato il mistero “niente cellulari”

The Umbrella Academy 4

La quarta stagione di The Umbrella Academy ha risolto alcuni dei più grandi misteri lasciati dalle stagioni precedenti e il suo finale ha finalmente spiegato perché non ci sono stati cellulari per tutta la serie. La quarta stagione di The Umbrella Academy si è conclusa ed è stata ricca di colpi di scena e grandi rivelazioni, soprattutto sulle origini degli Hargreeves. Dopo essere approdata nella linea temporale personalizzata di Reginald alla fine della terza stagione, la quarta stagione di The Umbrella Academy ha ritrovato gli Hargreeves e Lila (Ritu Arya) sei anni dopo, mentre tutti vivono la vita più normale che avessero mai avuto.

Gli Hargreeve sono stati riuniti per una missione di salvataggio, ma questo li ha portati a ricongiungersi con il padre e a scoprire alcune inquietanti verità sulla morte di Ben (Justin H. Min) nella prima linea temporale, sulle loro origini e sulla fonte dell’evento apocalittico noto come “La Purificazione”. Con grande sorpresa di Reginald, è stata sua moglie Abigail (Liisa Repo-Martell) a spostare tutti i pezzi per innescare la Purificazione, che ha finito per ripristinare la linea temporale principale. La scena finale di Umbrella Academy ha mostrato la linea temporale principale e ha fatto una sottile ma importante rivelazione.

Il finale di The Umbrella Academy implica che Sir Reginald ha bloccato la tecnologia della Terra

The Umbrella Academy
The Umbrella Academy | In foto (da sinistra a destra) gli attori Elliot Page, Emmy Raver-Lampman, Aidan Gallagher, Robert Sheehan, David Castañeda, Justin H. Min e Ritu Arya nell’episodio 06 (S4). Cr. Courtesy of Netflix© 2024.

L’unico modo per far sì che la Purificazione abbia successo ed evitare altre apocalissi nel multiverso è che gli Hagreeve e Lila si sacrifichino, poiché la Purificazione ha bisogno di tutte le particelle di calendula. Sfortunatamente, questo significava anche che gli Hargreeve sarebbero stati completamente cancellati dalla storia, e quindi non sarebbero tornati nella linea temporale principale. La scena finale di Umbrella Academy porta il pubblico in un parco della linea temporale principale, dove la famiglia di Lila e la figlia di Allison sono vive e vegete. Questa scena mostrava anche personaggi delle stagioni passate che vivevano una vita completamente normale e felice, tra cui l’Handler.

Sembra che la tecnologia abbia smesso di svilupparsi dopo l’insolita nascita degli Hargreeve nel 1989. Ciò che risalta dell’apparizione dell’Handler nella scena finale di The Umbrella Academy non è solo il fatto che sia una donna felice e normale, ma anche che stia usando un cellulare. In tutto The Umbrella Academy non è stato mostrato un solo cellulare, e la tecnologia in generale sembrava bloccata alla fine degli anni ’80/inizio anni ’90, come se la tecnologia avesse smesso di svilupparsi dopo l’insolita nascita degli Hargreeve nel 1989. L’esistenza dei cellulari nella linea temporale principale, in cui non sono presenti i figli di Marigold e Reginald, suggerisce che la presenza e l’influenza di Reginald sono responsabili dello strano sviluppo della tecnologia sulla Terra.

Come l’assenza di cellulari in The Umbrella Academy ha migliorato la serie tv

The Umbrella Academy - stagione 4

La mancanza di telefoni cellulari e di altre tecnologie moderne in The Umbrella Academy è stata sottolineata fin dalla prima stagione, ambientata nel 2019. Anche la seconda linea temporale del 2019 (detta anche “linea temporale Sparrow”) e la linea temporale di Reginald nella quarta stagione non avevano i cellulari, ma questo ha migliorato la serie in modo sottile ma importante. L’assenza di telefoni cellulari ha aggiunto un’atmosfera misteriosa alla serie, futuristica per certi versi ma anche un po’ retrò per altri, e ha contribuito a stabilire che si trattava di una linea temporale molto diversa da quella reale.

La mancanza di telefoni cellulari in The Umbrella Academy ha anche aggiunto difficoltà alle storie degli Hargreeves. In più occasioni, nel corso della serie, gli Hargreeves hanno avuto bisogno di contattarsi con urgenza, ma un mondo senza cellulari ha reso tutto più complicato. Il mondo di The Umbrella Academy non deve più preoccuparsi di questo, perché il sacrificio degli Hargreeves ha permesso alla tecnologia di progredire come dovrebbe.