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Sgt. Rock riceve un aggiornamento promettente dopo la pausa della produzione

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Abbiamo importanti aggiornamenti sui piani di DC Studios per Sgt. Rock, e il film potrebbe non essere così morto come alcuni vorrebbero farci credere. Il mese scorso è emersa la notizia che DC Studios ha deciso di accantonare Sgt. Rock. Si è parlato di riprese del film nel 2026, ma il regista Luca Guadagnino è già passato a un altro progetto, Artificial.

La sua inesperienza nella regia di film ad alto budget è stata indicata come una delle possibili ragioni del rinvio di Sgt. Rock, così come le preoccupazioni per il meteo britannico (le riprese erano previste per l’estate, ma diversi ritardi hanno messo in dubbio la fattibilità). Il co-CEO di DC Studios, James Gunn, non ha ancora rotto il silenzio sull’apparente cancellazione di Sgt. Rock, e i piani per un’uscita per l’anno prossimo sono stati ovviamente accantonati.

L’indiscreto Daniel Richtman è intervenuto oggi, affermando di aver “confermato” che Sgt. Rock si farà ancora… “per ora“. A quanto pare, la produzione rimarrà in pausa fino al prossimo anno, quindi immaginiamo che DC Studios non prenderà decisioni affrettate al riguardo.

Molti fan hanno messo in dubbio la necessità di un film sulla Seconda Guerra Mondiale ambientato nel DCU, soprattutto perché non presenterebbe supereroi e non sembra necessariamente il miglior uso dell’epoca di questo franchise, quando così tanti altri personaggi devono essere introdotti e ambientati ai giorni nostri.

Abbiamo appreso di recente che Sgt. Rock avrebbe seguito la protagonista, Mademoiselle Marie, e la Easy Company mentre combattono i nazisti in una battaglia per recuperare la Lancia del Destino.

Mercy for None, la spiegazione del finale: alla fine Gi-jun muore?

Il kdrama Netflix Mercy for None (originariamente intitolato “Gwang-jang“) traccia un percorso ricco di azione verso vendetta e ritorsione, dove un singolo uomo minaccia di rovesciare due imperi. La serie ruota attorno a Nam Gi-jun, un uomo da tempo in pensione dal mondo criminale di Seul. Tuttavia, è costretto a lasciare il suo esilio quando suo fratello, Gi-seok del gruppo Juwoon, finisce brutalmente assassinato. Di conseguenza, il fratello sopravvissuto si lancia in una sanguinosa furia per rendere giustizia all’assassino del fratello. Inevitabilmente, questo rappresenta un grosso problema per il presidente Ju-woon e il presidente Bongsan, che rischiano di perdere il lavoro di una vita. Tuttavia, mentre Gi-jun viene accecato dalla sua sete di vendetta, si ritrova inconsapevolmente coinvolto in una cospirazione che cova nell’ombra da sempre. Questa storia di regolamenti di conti e segreti protetti rimane ricca di mistero, con un esercito di un solo uomo che ne consegna molti alla loro amara fine.

La trama di Mercy for None

Tutto inizia quando il giovane e maleducato figlio di Bongsan, Gu Jun-mo, insegue uno dei manager del gruppo con sicari assoldati dall’estero. La sua reputazione in azienda è già carente di rispetto. Pertanto, questa palese violazione delle tradizioni e delle regole non promette nulla di buono per lui. Dato che Bong-san non può gestire la situazione direttamente, stringe un accordo con Ju-woon per risolvere la questione al posto suo. A sua volta, l’altro boss criminale assegna la responsabilità al suo fidato successore in formazione, Gi-seok. Nello scontro che segue, Jun-mo si ritrova umiliato e ansioso di vendicarsi dell’erede dell’altra azienda. Poco dopo, il cadavere di Gi-seok viene trovato nel garage della sua galleria d’arte, con un giovane delinquente arrestato per l’omicidio. Tuttavia, il famigerato fratello di Gi-seok, Gi-jun, è riluttante ad accettare la stessa storia.

Gi-jun era una delle armi più temute nell’arsenale di Ju-woon e Bong-san quando lavoravano fianco a fianco sotto la guida del Presidente Oh. Pur avendoli aiutati a organizzare un colpo di stato contro l’altro, nel farlo ha infranto una delle regole cardine dell’azienda. Sebbene la punizione per il suo crimine avrebbe dovuto essere la morte, gli hanno concesso il semplice esilio per tutto ciò che aveva fatto per loro. Ciononostante, uno dei suoi tendini d’Achille è stato tagliato per renderlo inabile come combattente. Ciononostante, sembra che, nonostante la sua postura claudicante, Gi-jun continui a essere un combattente incredibile. Di conseguenza, è in grado di scoprire parte della verità, rintracciando Jun-mo come il benefattore dietro l’attacco che si ritiene abbia ucciso Gi-seok. Inizialmente, si aspetta che Ju-woon e Bong-san rispettino le regole fondamentali della loro azienda e consegnino il giovane alla giusta punizione: una vita per una vita.

Ciò nonostante, Bong-san desidera disperatamente proteggere suo figlio, e il senso di giustizia di Ju-woon è facilmente corruttibile. Ciononostante, Gi-jun non si lascia fermare da questo e decide di intraprendere una crociata personale con Jun-mo come bersaglio. Al contrario, quest’ultimo, privo di esperienza e conoscenza della storia del suo avversario, rimane arrogante. Eppure, per quanti uomini assuma per affrontare Gi-jun, li elimina tutti quanti. Nel frattempo, Bong-san, che rimane scettico sull’idea che un gruppo di delinquenti possa uccidere Gi-seok, indaga più a fondo sulla questione. Di conseguenza, il Presidente scopre che, sebbene gli uomini assoldati da Jun-mo abbiano effettivamente attaccato Gi-seok, qualcun altro ha consegnato l’uomo al suo destino.

Tuttavia, la sua indagine dà i suoi frutti troppo tardi: suo figlio muore per mano del fratello vendicativo. In seguito, Bong-san segue il denaro e scopre un collegamento tra il Gruppo Juwoon e il detective che ha insabbiato la vera causa dell’omicidio di Gi-seok. Questo scatena una guerra aperta tra i due gruppi, in cui il secondo prevale. Tuttavia, non sa che qualcun altro ha mosso i fili da dietro le quinte per tutto il tempo. A quanto pare, la morte dei successori del Gruppo e la guerra totale tra Bongsan e Juwoon sono stati tutti parte di un piano più ampio e complesso. Alla fine, la morte di Gi-jun rimane l’ultimo, impossibile passo da compiere.

Finale di Mercy for None: Gi-jun è morto?

Nel corso della storia, Gi-jun affronta una fine quasi certa in numerose occasioni. Si scontra ripetutamente con un’armata di abili assassini e a un certo punto viene persino creduto morto. Ciononostante, sembra che nessuna forza sia abbastanza potente da uccidere quell’uomo, almeno non prima che abbia portato a termine ciò che si era prefissato di realizzare. Con l’aiuto di Ju-woon, identifica le menti dietro l’intero complotto, iniziato con la morte di Gi-seok. Il signor Kim, un poliziotto corrotto che aiuta la malavita di Seul da decenni, e Geum-Son, il figlio di Ju-woon, diventato pubblico ministero dopo essere stato trascurato come successore nell’azienda del padre, hanno orchestrato tutto dietro le quinte per tutto questo tempo. Proprio come Gi-jun si è scagliato ferocemente contro Jun-mo, anche lui si scaglia contro questi due uomini. Alla fine, si ritrova nell’ufficio di Ju-woon, a fronteggiare Geum-son, armato di pistola. Ciononostante, anche se dovrebbe avere l’avviso

In questo scenario, è ancora lui a dover pagare il prezzo più basso. Pochi istanti prima di questo scontro, il procuratore era al settimo cielo. Aveva superato l’impero del padre e si era fuso con l’unico altro concorrente in città. Pertanto, era pronto a dare il benvenuto alla nuova era della criminalità a Seul, proprio come aveva desiderato fare per tutta la vita. Tuttavia, poco dopo, Gi-jun propone la sua mossa vincente. Alla fine, ottiene la sua vendetta con diversi colpi mortali, tra cui un proiettile schiacciante al petto. Alla fine, Gi-jun si trascina lontano dalle viscere e dal sangue della città e torna al suo campeggio, l’ultimo posto in cui lui e Gi-seok erano stati insieme prima di morire.

Tutta questa lotta per la vendetta non ha certo riportato in vita suo fratello. Eppure, i responsabili della morte di Gi-seok hanno pagato a caro prezzo l’affronto con la vita. Lungo la strada, Gi-jun ha anche inavvertitamente eliminato i peggiori traditori e cospiratori delle bande cittadine. Sebbene la violenza e l’ingiustizia prevarranno inevitabilmente, Gi-jun ha fatto la sua parte e ha cancellato i peccati di coloro che lo accompagnavano. Alla fine, siede nel suo accampamento, insanguinato e ferito, ripensando al ricordo di suo fratello e alla vita che avrebbero potuto avere se fossero fuggiti prima. Muore nello stesso punto, fortunatamente circondato dalla natura piuttosto che dai corridoi e dai vicoli bui dove perirono i suoi nemici.

Chi ha ucciso Gi-Seok? Perché?

L’omicidio di Gi-Seok è il mistero centrale che tiene insieme l’intera storia. Inizialmente, sembra che Jun-mo possa essere facilmente collegato alla sua morte. Aveva un conto in sospeso con l’uomo e lo ha persino assassinato la stessa notte in cui è morto. Pertanto, quando la polizia cattura lo stesso individuo che ha risposto all’ordine di assassinio dell’erede di Bongsan, è facile collegare i puntini. Tuttavia, la scena nasconde molto di più di quanto sembri. Come molti ipotizzano, Gi-seok è effettivamente troppo forte per essere eliminato da un gruppo di giovani criminali. Quando avviene l’attacco, riesce a respingere i suoi aggressori e ad andarsene sano e salvo.

Tuttavia, un altro sicario lo attende dall’altra parte della porta. A quanto pare, la morte di Gi-seok è sempre stata parte di una cospirazione più grande. Il signor Kim ha aiutato i gruppi Juwoon e Bongsan a mantenere i loro affari senza finire nei guai con la legge per molto tempo. Come poliziotto corrotto, è stato in grado di fornire loro informazioni riservate e di mantenere la pace tra i due gruppi in qualità di consulente neutrale. Inevitabilmente, col tempo, è diventato più avido. Allo stesso tempo, anche Geum-son, il figlio di Jwoon, è diventato nervoso all’idea di continuare a vivere ai margini. Suo padre si rifiutò categoricamente di permettergli di partecipare ai suoi affari illegali, nonostante il figlio avesse sempre desiderato essere come lui. Alla fine, questo creò una frattura tra i due, quando Geum-son divenne procuratore e iniziò a provare risentimento nei confronti del padre.

Così, Geum-son e il signor Kim iniziarono a collaborare per far cadere Juwoon e Bongsan e annunciare una nuova era per la malavita di Seul. Eppure, invece di intraprendere direttamente una guerra sconsiderata contro i due capibanda, escogitarono un piano manipolativo. Mossero le cose per creare una rivalità tra Gi-seok e Jun-mo. In seguito, fecero assassinare il primo e usarono il secondo come capro espiatorio. Questo di fatto spinse Gi-jun fuori dai guai per scatenare una furia omicida alimentata dalla vendetta, che eliminò i giocatori chiave del gioco. Di conseguenza, Geum-son riuscì a rilevare l’azienda del padre e a fonderla con il Gruppo Bongsan, rimasto senza leader, per assumere il pieno controllo della città. Ciononostante, i due si trovano ad affrontare la loro trappola quando finalmente Gi-jun deve essere rimosso.

Gi-jun uccide l’assassino di suo fratello?

Il desiderio di vendetta di Gi-jun lo porta a intraprendere un lungo viaggio intriso del sangue dei suoi nemici. Alla fine, lo conduce al signor Kim, a Geum-son e a Shimane, il sicario che ha commesso l’omicidio. Non gli ci vuole molto per eliminare il sicario e il poliziotto, che ricevono entrambi la giusta punizione dalle sue mani. Infine, il procuratore è l’ultimo rimasto. Con l’aiuto di Hae-Beom, fedele subordinata di Gi-seok, fa trapelare le registrazioni delle telefonate tra Geum-son e il signor Kim, recuperate dall’ufficio segreto di quest’ultimo. Queste registrazioni incriminano direttamente il procuratore per cospirazione e favoreggiamento degli omicidi di vari individui.

Di conseguenza, quando Gi-jun si scontra con Geum-son, quest’ultimo ha già perso tutto ciò che gli è caro nella vita. Suo padre è morto a causa dell’operato del suo complice golpista. Inoltre, la sua reputazione è stata per sempre macchiata sia come pubblico ministero che come boss del crimine. Peggio ancora, nonostante abbia ricevuto una pallottola al petto, il suo avversario gli sta ancora di fronte vivo, bruciando dal desiderio di vendetta. Alla fine, Geum-son tenta di togliersi la vita per darsi una morte rapida e facile. Ciononostante, Gi-jun non può permetterlo. Così, usa la sua stessa lama per tagliare il polso del pubblico ministero e il collo, lasciandolo soffocare fino alla morte, tutto solo nell’ufficio del padre defunto.

Perché Gi-jun ha rifiutato la carica di Presidente?

Il nocciolo della questione che spinge Geum-son a complottare la morte del padre deriva dalla riluttanza di Ju-woon a formarlo come suo successore. Per tutta la vita, il figlio aveva solo desiderato seguire le orme del padre. Ciononostante, il boss criminale conosceva la natura impegnativa del suo lavoro. Non voleva che Geum-son portasse i suoi stessi pesi. Piuttosto, voleva che il giovane avesse una vita propria al di fuori del mondo del crimine. Eppure, tutto ciò non fa che creare una distanza incolmabile tra il duo padre-figlio, mentre quest’ultimo cresce nel suo disprezzo per Ju-woon.

Geum-son desidera disperatamente esercitare lo stesso potere e ottenere lo stesso rispetto di suo padre. Ha in programma di rivoluzionare il ventre criminale di Seul e vuole farlo come capo dell’azienda di Ju-woon. Per lo stesso motivo, decide di prendere il titolo con la forza, visto che suo padre si rifiuta di concederglielo volontariamente. In alternativa, questo è anche il motivo per cui nutre rancore nei confronti dei fratelli Nam. Gi-seok era il successore scelto da Ju-woon, ma era ancora riluttante a ricevere il titolo con orgoglio. Anzi, stava pensando di lasciare completamente l’azienda. Allo stesso modo, anche Gi-jun ha rifiutato l’offerta più volte. A differenza di Geum-son, i fratelli conoscevano il vero costo che comportava la carica di presidente. Conoscevano il sangue, il sudore e le lacrime che si celano dietro la guida di un cartello. Pertanto, erano riluttanti a fare questi sacrifici, preferendo piuttosto la vita di un anonimo campeggiatore. Ciononostante, alla fine, nonostante i loro sforzi per evitare un destino crudele, il loro legame con la malavita li porta inevitabilmente a una fine brutale, indipendentemente dalla loro accettazione della carica di presidente. Chi ha davvero ucciso il figlio del presidente Oh?

Uno degli aspetti sospetti dell’omicidio di Gi-seok è la sua somiglianza con un altro omicidio che ha sconvolto la malavita cittadina 11 anni fa. Quando il presidente Oh era a capo della singolare gang che governava Seul, Ju-woon e Bong-san organizzarono un colpo di stato contro di lui. Tuttavia, questa presa di potere derivò da una morte specifica. Oh era incredibilmente affezionato ai suoi due braccio destro, che lo aiutavano a tenere sotto controllo i suoi affari. Pertanto, stava pensando di cedere loro l’azienda una volta in pensione. Naturalmente, la cosa non andò giù a suo figlio, Oh Seung-won.

Di conseguenza, si sparse la voce che stesse progettando di uccidere Ju-woon e Bong-san. Contemporaneamente, Kim, che cercava di ampliare i suoi orizzonti finanziari, fornì delle informazioni errate a Gi-seok. Il poliziotto disse a Gi-seok che anche Seung-won avrebbe preso di mira Gi-jun. Così, il primo finì per uccidere il figlio del Presidente per salvare la vita del fratello. Alla fine, Gi-jun si assunse la responsabilità dell’incidente, non volendo che il fratello pagasse il prezzo brutale del crimine. Di conseguenza, il signor Kim usa i due fratelli per controllare le bande a proprio vantaggio.

Ironheart: il nuovo trailer italiano

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Ironheart: il nuovo trailer italiano

Disney+ ha diffuso un nuovo trailer e un’immagine inedita di Ironheart, la serie Marvel Television che in Italia debutterà il 25 giugno in esclusiva sulla piattaforma streaming.

Ho trovato interessante notare quanto la storia di Riri e il suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe fossero diversi rispetto ad altri personaggi” ha dichiarato Dominique Thorne, che veste i panni della giovane e geniale inventrice, Riri Williams. “Dopo aver dato vita a Riri nel mondo del Wakanda, abbiamo avuto la splendida occasione di portare avanti la sua storia con un approfondimento del personaggio, esplorando le sue origini. Non si tratta necessariamente di tornare indietro nel tempo, ma piuttosto di ripercorrere e di vedere che effetto hanno avuto su di lei quei primi momenti cruciali della sua vita, scoprendo come l’abbiano plasmata e che tipo di persona stia cercando di diventare”.

Ambientata dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever, la serie Ironheart di Marvel Television mette a confronto la tecnologia con la magia quando Riri Williams (Dominique Thorne), una giovane e geniale inventrice determinata a lasciare il segno nel mondo, torna nella sua città natale, Chicago.

La sua innovativa interpretazione della costruzione di armature di ferro è brillante, ma nel perseguire le sue ambizioni, si ritrova coinvolta con il misterioso ma affascinante Parker Robbins, alias “The Hood” (Anthony Ramos).

La serie vede la partecipazione anche di Lyric Ross, Alden Ehrenreich, Regan Aliyah, Manny Montana, Matthew Elam e Anji White. Chinaka Hodge è la sceneggiatrice e produttrice esecutiva; gli episodi sono diretti da Sam Bailey e Angela Barnes.

I primi tre episodi di Ironheart debutteranno su Disney+ il 24 giugno 2025.

Zerocalcare e Netflix di nuovo insieme per una terza serie

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Zerocalcare e Netflix di nuovo insieme per una terza serie

Da oggi è ufficiale, la collaborazione tra Netflix e Zerocalcare continua con un nuovo progetto, in arrivo nel 2026.

A confermarlo sono proprio loro, Zerocalcare, autore e regista e Valerio Mastandrea, che tornerà a prestare la voce all’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero.

Dopo Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo, un nuovo viaggio animato nel mondo del fumettista di Rebibbia.

  • Prodotta da: Movimenti Production, parte di Banijay Kids & Family, in collaborazione con BAO Publishing
  • Scritta da: Zerocalcare
  • Diretta da: Zerocalcare
Foto Credits Netflix

John Wick 5: il regista riconosce la difficile sfida di un nuovo capitolo “soddisfacente”

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Chad Stahelski, il co-creatore del franchise di John Wick, parla delle sfide affrontate nello sviluppo di John Wick 5. Il sequel è stato annunciato dalla Lionsgate al CinemaCon 2025, con la conferma del ritorno sia di Keanu Reeves che di Stahelski. Il franchise torna a breve sul grande schermo con lo spin-off di Ballerina con Ana de Armas, scatenando le discussioni sul prossimo sequel attualmente in fase di sviluppo.

In un’intervista con The Hollywood Reporter, Chad Stahelski ha rivelato la sfida che chi sta lavorando al progetto sta affrontando. Il co-creatore del franchise ha ammesso che dare un seguito soddisfacente al finale del Capitolo 4 è stato “un po’ un enigma“, ma hanno già una “storia piuttosto buona” su cui stanno “lavorando attivamente” per trasformarla in una sceneggiatura completa. Leggi i suoi commenti qui sotto:

Non vi mentirò, è un po’ un enigma. Io e Mike Finch, lo sceneggiatore di John Wick 4 che sta scrivendo anche il 5, abbiamo una bella storia che trovo fantastica. Una volta che avremo un libro di 50 pagine, se ne avremo voglia, ci siederemo con Keanu e daremo forma a questa storia. Sembra che tutti lo vogliano. Si tratta di capire se riusciamo a risolverlo. Ci stiamo lavorando attivamente. Il punto è… sarà soddisfacente?

Stahelski ha già chiarito che la trama di John Wick 5 non sarà un proseguimento della trama di High Table, poiché si è già conclusa con il Capitolo 4. Di recente, ha anche sottolineato che il motivo per cui erano titubanti riguardo al sequel è che non voleva deludere i fan del franchise. Sebbene il progetto sia stato confermato dalla Lionsgate, i recenti commenti del co-creatore sembrano indicare che il destino del progetto dipenda dalla capacità di trovare una storia sufficientemente valida da raccontare.

Mortal Kombat 2: i primi screen test “hanno il sapore di Avengers: Endgame”

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Jeremy Slater, sceneggiatore di Mortal Kombat 2, ricorda di aver visto reazioni simili a quelle di Avengers: Endgame da parte dei fan durante le proiezioni di prova. Dopo aver terminato le riprese a gennaio 2024, il nuovo film di Mortal Kombat arriverà ufficialmente nelle sale il 24 ottobre. Basato sul popolare franchise di videogiochi omonimo di Ed Boon e John Tobias, il progetto è diretto da Simon McQuoid con una sceneggiatura di Slater. Il quarto capitolo della serie funge da sequel del reboot di Mortal Kombat del 2021.

In un’intervista con ComicBook, Jeremy Slater ha anticipato le reazioni simili a quelle di Avengers: Endgame durante le proiezioni di prova. Ha ricordato di aver visto il pubblico “applaudire e saltare dalla sedia” e ogni battuta andare a segno come si aspettavano, definendo l’esperienza “uno dei momenti più belli” della sua vita. Ecco i suoi commenti:

Non vedo l’ora che la gente veda il film. È in lavorazione da un po’. Aspettavamo la data di uscita giusta e il momento giusto. Ho partecipato a quelle proiezioni di prova, piene di fan di Mortal Kombat, e li ho visti reagire come ho reagito io ad Avengers: Endgame. Applaudivano e saltavano su dalle sedie. Ogni battuta andava a segno e loro la adoravano. È uno dei momenti più belli della mia vita. Ecco perché ti dedichi a questo mondo.

Sembra che Mortal Kombat 2 farà felici i giocatori

Le prime proiezioni di prova risalgono a diversi mesi fa, con molti fan di Mortal Kombat che si sono riversati su forum di discussione online come Reddit per condividere le loro esperienze. L’imminente sequel è stato elogiato per le sue sequenze d’azione, la sceneggiatura e la trama, e molti lo hanno già definito un miglioramento rispetto al reboot del 2021. I commenti di Slater riecheggiano questo sentimento tra i fan, offrendo al contempo ulteriori spunti sulle loro reazioni. Sembra che Mortal Kombat 2 abbia un profondo legame con gli amanti dei videogiochi.

Nella stessa intervista, Slater, che ha lavorato al film come suo primo adattamento videoludico, ha rivelato la sua profonda passione per i videogiochi, con Mortal Kombat che è stato “uno di quei giochi” per cui ha dovuto implorare i suoi genitori di regalargli un Genesis. Con questa prospettiva in mente, ha scherzato dicendo che il prossimo film “ha centrato” l’esperienza che volevano creare, con ogni attore in grado di interpretare ogni scena alla perfezione. Ha inoltre detto che Mortal Kombat 2 “ha avuto la migliore squadra di stunt del settore” ed è stato “più divertente e più grandioso” del primo film.

Tutto quello che c’è da sapere su Mortal Kombat 2

Mortal Kombat 2 è diretto da Simon McQuoid da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di Moon Knight Jeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di Lewis Tan come Cole Young, Jessica McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden, Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung, Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero, Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.

Il sequel d’azione introdurrà anche una serie di nuovi personaggi oltre al Johnny Cage di Karl Urban, ovvero Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi, Desmond Chiam (The Falcon and the Winter Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel. Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E. Bennet Walsh.

Mia Goth anticipa il Frankenstein di Guillermo del Toro: la portata epica, la storia toccante e il mostro

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Sul red carpet dell’evento TUDUM 2025 di Netflix, ET ha incontrato l’attrice Mia Goth (La cura dal benessere, MaXXXine) per discutere del suo ruolo di Elizabeth Lavenza nell’attesissimo adattamento cinematografico di Guillermo del Toro (Pacific Rim, La forma dell’acqua) del romanzo classico di Mary Shelley, Frankenstein: o il moderno Prometeo. Nel film, il personaggio di Goth, Elizabeth Lavenza, è la fidanzata di Victor Frankenstein, interpretato da Oscar Isaac (Moon Knight, Star Wars: L’ascesa di Skywalker).

Alla domanda se il pubblico avrebbe trovato sorprendente o familiare l’interpretazione di del Toro di questa storia senza tempo, Goth ha risposto con sicurezza: “Credo entrambe le cose”. Ha spiegato: “Penso che la gente adorerà quanto sia epico e la sua portata, è una vera festa. Ma credo anche che ne saranno incredibilmente commossi e forse sorpresi da quanto cuore ci sia stato messo. È un progetto che durerà una vita per Guillermo”.

Goth ha anche condiviso la sua reazione sbalordita nel vedere per la prima volta l’interpretazione in costume dell’iconico Mostro da parte di Jacob Elordi (Euphoria, Priscilla). “Stupita. Totalmente stupita e semplicemente sbalordita”, ha ammesso. “E ho avuto la profonda sensazione di sapere, ‘Beh, funzionerà’. Ha fatto un lavoro così bello con il film, e penso che la gente lo adorerà”.

Guarda il trailer di Frankenstein di Guillermo del Toro

Il cast include Oscar Isaac nel ruolo del Dr. Victor Frankenstein, Mia Goth in quello di Elizabeth, Ralph Ineson nel ruolo del Professor Krempe, Jacob Elordi nel ruolo del Mostro e Christoph Waltz in quello di Harlander. Completano il cast Felix Kammerer, Lars Mikkelsen, David Bradley, Christian Covery e Charles Dance.

A inizio maggio, al Festival di Cannes, il regista del Toro ha rivelato che la sua interpretazione del goffo non-morto sarà più empatica rispetto ad alcune precedenti versioni del classico horror di Mary Shelley.

“Qualcuno mi ha chiesto l’altro giorno se ci sono scene davvero spaventose?” ha spiegato del Toro durante un incontro con il compositore premio Oscar Alexandre Desplat. “Per la prima volta, ci ho pensato. È una storia emozionante per me. È personale come ogni altra cosa. Mi pongo una domanda sull’essere padre, sull’essere figlio… Non sto girando un film horror, mai. Non sto cercando di fare questo.”

Del Toro è sceneggiatore, regista e produttore. Anche J. Miles Dale, Melissa Girotti e Scott Suber sono produttori. L’uscita del film è prevista per novembre 2025.

 

Highlander con Henry Cavill: le riprese cominceranno a Settembre

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Highlander con Henry Cavill: le riprese cominceranno a Settembre

Il regista di John Wick, Chad Stahelski, stava lavorando duramente dietro le quinte, determinato a definire ogni dettaglio per il suo reboot di Highlander, in gestazione da tempo. Con Henry Cavill (L’Uomo d’Acciaio, The Witcher) in lizza per il ruolo principale, Stahelski stava correndo contro il tempo per preparare tutto in vista dell’inizio delle riprese previsto per questo autunno.

Mentre partecipava alla première di Ballerina (spin-off di John Wick), Stahelski ha confermato che le riprese inizieranno “a metà settembre, a partire da Londra“.

Chad Stahelski, noto per la sua esperienza nel cinema d’azione, ha recentemente offerto un’interessante anticipazione della sua proposta al nuovo attore protagonista Henry Cavill, accennando al ricco arco narrativo che attende la star. Ha rivelato a Cavill la sua convincente argomentazione: “Il mio punto di forza era, per [Henry Cavill], guardare, hai un ragazzo che è vivo da oltre 500 anni. È l’ultima persona al mondo che avrebbe voluto trovarsi in questa situazione.” Questo approccio promette un ritratto sfumato, consentendo a Cavill di esplorare un ampio spettro di emozioni umane e dello sviluppo attraverso i secoli.

“Quindi si riesce a coprire un arco narrativo piuttosto ampio di un personaggio. E si ha l’opportunità di conoscere qualcuno che si è allenato per oltre 500 anni e che ha praticato [molti tipi di] arti marziali”, ha aggiunto Stahelski, entusiasmando i fan per la possibilità di Cavill di mostrare il suo vasto addestramento al combattimento.

Mentre il reboot di Highlander sembra essere il primo in lista, Henry Cavill ha una solida pipeline di progetti di alto profilo in lavorazione presso Amazon. Oltre ad assumere il ruolo di immortale, Cavill sarà anche protagonista e capofila dello sviluppo dell’ambizioso universo cinematografico Warhammer 40.000 dello studio, un’impresa colossale per i fan del franchise di fantascienza cupa e cupa. Cavill dovrebbe inoltre recitare nel prossimo film live-action di MGM su Voltron, consolidando ulteriormente il suo status di protagonista del cinema di genere.

La trama dell’originale Highlander

Per chi non lo sapesse, la trama di Highlander ruota attorno a una società segreta di immortali nascosti tra l’umanità. Questi esseri sono coinvolti in una lotta mortale e senza tempo nota come The Gathering, in cui devono darsi la caccia e decapitarsi a vicenda. Il vincitore finale, l’ultimo immortale rimasto, è destinato a ottenere un potere inimmaginabile.

Sebbene le origini precise di The Gathering rimangano avvolte nel mistero all’interno del franchise, la premessa fondamentale è che questi immortali esistano fin dall’alba dei tempi, vincolati da rigide regole:

  • Il combattimento su Terra Santa è proibito.
  • Gli incontri devono essere sempre uno contro uno.
  • Alla fine, ne rimarrà soltanto uno.

La saga di Highlander ha conquistato il pubblico per la prima volta con il suo film d’azione-fantasy del 1986, con Christopher Lambert nei panni dell’iconico spadaccino scozzese Connor MacLeod. Quel classico cult ha generato quattro sequel diretti, ampliando la tradizione e le avventure dei suoi personaggi immortali.

La popolarità del franchise è esplosa con la serie televisiva spin-off, presentata per la prima volta nel 1992. Con Adrian Paul nei panni di Duncan MacLeod, un altro immortale e discendente di Connor, la serie si è rivelata un enorme successo, andando in onda per ben 119 episodi in sei stagioni. Il suo successo ha portato addirittura alla realizzazione di due serie spin-off, consolidando il ruolo di Highlander come una presenza fissa e amata nella cultura pop.

Dragon Trainer: ecco il punteggio del live action su Rotten Tomatoes

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L’embargo sulle recensioni per il live-action Dragon Trainer è scaduto. È interessante notare che il punteggio del film su Rotten Tomatoes racconta una storia diversa da quelli che sembravano giudizi relativamente contrastanti da parte della critica.

Come riportato per la prima volta su SFFGazette.com, Dragon Trainer si attesta attualmente all’83% sulla base di 40 recensioni. Si tratta di un territorio “Certified Fresh” e suggerisce che anche i recensori rimasti delusi lo abbiano comunque considerato “Fresco” sull’aggregatore di recensioni.

Nonostante le numerose lamentele sul fatto che si tratti essenzialmente di un remake inquadratura per inquadratura – The Wrap, ad esempio, lo ha definito un'”occasione sprecata” – questo punteggio dovrebbe dare a Dragon Trainer una valida possibilità di spodestare Lilo & Stitch al botteghino globale questo fine settimana.

Per fare un paragone con gli originali, Dragon Trainer del 2010 della DreamWorks Animation ha ottenuto un “Certified Fresh” del 99%. Il sequel ha ottenuto il 92%, mentre Dragon Trainer: Il mondo nascosto si è fermato al 90%.

La Universal ha inaugurato un’intera area nel suo parco a tema di Orlando dedicata a Dragon Trainer, sei anni dopo l’uscita de Il mondo nascosto. Ora, la speranza sembra essere che questa versione live-action dia nuova vita al franchise.

Solo il tempo ci dirà se il film raggiungerà gli stessi incassi di titoli come Il Re Leone e Aladdin, ma il franchise animato ha incassato oltre 1,6 miliardi di dollari negli ultimi quindici anni.

Leggi la nostra recensione di Dragon Trainer!

Avengers: Doomsday, Chris Evans si dice triste per non essere stato “invitato alla festa”

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Verso la fine dell’anno scorso, The Wrap ha riportato che Chris Evans sarebbe tornato nell’MCU per Avengers: Doomsday dei Marvel Studios. I fan si aspettavano comunque che Evans interpretasse Steve Rogers in Avengers: Secret Wars, ma è stato bello avere finalmente la conferma che la Sentinella della Libertà originale sarebbe tornata in azione.

Non era la prima volta che sentivamo parlare di un ritorno di Evans nel ruolo, e da allora sono circolate alcune intriganti voci sulla versione di Rogers che interpreterà nel film. Ciononostante, l’attore ha sempre smentito le voci, e continua a farlo!

Chris Evans ha recentemente affermato di essere “felicemente in pensione” e di non avere alcuna intenzione di riprendere il suo ruolo più famoso. Durante una nuova intervista con Screen Rant, la star di Materialists è rimasta irremovibile sul fatto che non tornerà, pur ammettendo di essere dispiaciuto di perdersi “la festa”.

“Voglio dire, è triste essere via. È triste non essere di nuovo con la band, ma sono sicuro che stanno facendo qualcosa di incredibile, e sono sicuro che sarà molto più difficile quando uscirà e ti sentirai come se non fossi stato invitato alla festa”.

Chris Evans
Chris Evans ha nominato l’uomo più sexy del 2022 del popolo vivo il 7 novembre 2022. L’attore americano Chris Evans arriva alla prima mondiale de “L’uomo grigio” di Netflix tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 13 luglio 2022 a Hollywood, Los Angeles, USA — Foto di imagepressagency

L’ultima volta che abbiamo visto Rogers, aveva consegnato il suo iconico scudo al suo amico Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver deciso inizialmente di rimanere nel passato e vivere la sua vita con Peggy Carter (Hayley Atwell) in Avengers: Endgame. Avevamo dato per scontato che, se Evans fosse tornato nell’MCU, avrebbe interpretato una variante del Multiversale, ma non è l’unica possibilità.

Chris Evans è apparso nei panni di Johnny Storm, alias la Torcia Umana, in Deadpool e Wolverine, e si vocifera che potrebbe non aver ancora concluso il suo vecchio ruolo ne I Fantastici Quattro (si ritiene che abbia girato qualcosa per I Fantastici Quattro: Gli Inizi).

Abbiamo anche sentito dire che Evans interpreterà effettivamente Nomad. Sebbene diversi personaggi abbiano ricoperto questo ruolo nei fumetti, il nome era stato originariamente introdotto come un’identità alternativa adottata da Steve Rogers dopo aver abbandonato il costume e il titolo di Capitan America.

Se questo è vero, resta da vedere quale versione di Rogers indosserà i panni di Nomad nel film. È altamente improbabile che sia l’originale (a meno che non abbia davvero intensificato il suo regime di ginnastica), quindi una variante proveniente da un’altra linea temporale/realtà ha più senso.

Si è ipotizzato che Doomsday potrebbe introdurre una nuova squadra di “Avengers Malvagi”, che potrebbe potenzialmente vedere Nomad unire le forze con il Dottor Destino di Robert Downey Jr. e alcune altre varianti. D’altra parte, forse Evans sta dicendo la verità e non lo rivedremo più nei panni di Rogers (le scommesse sono aperte!).

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd / Ant-Man, Simu Liu / Shang-Chi, Tom Hiddleston / Loki, Lewis Pullman / Bob-Sentry, Florence Pugh / Yelena, Danny Ramirez / Falcon, Ian McKellen / Magneto, Sebastian Stan / Bucky, Winston Duke / M’Baku, Chris Hemsworth / Thor, Kelsey Grammer / Beast, James Marsden / Cyclops, Channing Tatum / Gambit, Wyatt Russell / U.S. Agent, Vanessa Kirby / Sue Storm, Rebecca Romijn / Mystique, Patrick Stewart / Professor X, Alan Cumming / Nightcrawler, Letitia Wright / Black Panther, Tenoch Huerta Mejia / Namor, Pedro Pascal / Reed Richards, Hannah John-Kamen / Ghost, Joseph Quinn / Johnny Storm, David Harbour / Red Guardian, Robert Downey Jr. / Doctor Doom, Ebon Moss-Bachrach / La Cosa, Anthony Mackie / Captain America.

Il blindato dell’amore, il trailer del nuovo film Prime Video

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Il blindato dell’amore, il trailer del nuovo film Prime Video

Prime Video ha diffuso il trailer ufficiale della nuova action comedy con Eddie Murphy, disponibile dal 6 agosto, Il blindato dell’amore. Nel film, Murphy si confronta con Pete Davidson, Keke Palmer e Eva Longoria.

  • Il blindato dell’amore riunisce due generazioni di comici per dare vita ad un sodalizio esplosivo ed esilarante che esalta la sintonia perfetta tra l’esperienza della vecchia scuola e l’energia di quella nuova.
  • Il film regala forti colpi di scena, battute taglienti e disavventure inaspettate: il risultato è un viaggio divertentissimo e scatenato.
  • Diretto da Tim Story – noto per The Blackening, La bottega del barbiere e Poliziotto in prova – Il blindato dell’amore mescola azione adrenalinica e umorismo pungente.​
  • Oltre ad Eddie Murphy, Pete Davidson e Keke Palmer, il film vanta un cast eterogeneo che comprende Eva Longoria, Marshawn Lynch, Joe “Roman Reigns” Anoa’i, Andrew Dice Clay e Ismael Cruz Córdova.

Nella commedia action Il blindato dell’amore, quello che doveva essere un normale ritiro di contanti prende una piega inaspettata quando due guardie giurate molto diverse tra loro, Russell (Eddie Murphy) e Travis (Pete Davidson), cadono nell’imboscata orchestrata da un gruppo di spietati criminali guidati da un’astuta stratega, Zoe (Keke Palmer), il cui piano va ben oltre il semplice furto di denaro. Mentre intorno a loro si scatena il caos, l’improbabile duo dovrà barcamenarsi tra gravi pericoli, personalità agli antipodi e una giornata storta che continua a peggiorare.

  • Diretto da Tim Story
  • Scritto da Kevin Burrows & Matt Mider
  • Prodotto da John Davis, John Fox, Eddie Murphy, Tim Story, Charisse Hewitt-Webster
  • Cast Eddie Murphy, Pete Davidson, Eva Longoria, Ismael Cruz Cordova, Jack Kesy, Andrew Dice Clay, Marshawn Lynch, Joe “Roman Reigns” Anoa’i e Keke Palmer

Straw di Tyler Perry: la spiegazione del finale e del colpo di scena

Nemmeno la protagonista di Straw, Taraji P. Henson, si aspettava il colpo di scena con cui si chiude il film, nuova opera di Tyler Perry per Netflix (e ovviamente in Top 10). Il film Netflix, presentato in anteprima il 6 giugno 2025, è stato scritto, diretto e prodotto dal regista e vede protagonista Taraji P. Henson nel ruolo della madre single Janiyah Wiltkinson. Il finale del film sorprende gli spettatori al punto che persino Taraji ha ammesso di non aspettarsi quello che è accaduto: “Quando l’ho letto, ho pensato: Oh! Merda!”, ha dichiarato Taraji in un’intervista pubblicata dopo la première di Straw.

Di cosa parla il film di Tyler Perry, Straw?

Secondo la tagline su IMDb, Straw segue una “madre single [che] affronta una serie di eventi sfortunati, che la conducono lungo un percorso imprevisto, dove si ritrova coinvolta in una situazione che non avrebbe mai immaginato, ritrovandosi al centro dei sospetti in un mondo indifferente”.

Spiegazione del finale di Straw

Alla fine del film, Janiyah riceve una chiamata da sua madre, che le dice che l’FBI è a casa sua. Poi le rivela la scioccante notizia: Aria, la figlia di Janiyah, è morta da un giorno intero. Aria ha avuto una crisi epilettica la notte precedente ed è stata ricoverata, ma è morta in ospedale.

Una serie di flashback del giorno dell’alluvione riaffiorano e gli spettatori scoprono che Janiyah stava in realtà vivendo la sua giornata come se Aria fosse ancora viva. Questo è il motivo per cui il preside è rimasto sorpreso di vederla a scuola, e anche per cui lo zaino di Aria era ancora a casa. La telefonata che Janiyah ha ricevuto dalla scuola mentre era al lavoro era in realtà una chiamata per le sue bollette arretrate, ma Janiyah era troppo fuori di sé a quel punto per accettare la realtà. Viveva nel suo mondo mentre la sua mente reprimeva il trauma della morte della figlia.

Nicole ammette anche che la polizia aveva informato Janiyah della morte di Aria, ed era quindi consapevole che Janiyah stesse attraversando un crollo psicotico. Taraji ha confessato di essere rimasta “sbalordita” durante la lettura della sceneggiatura e di essere rimasta sorpresa dal finale, proprio come gli spettatori. Parlando con Decider in un’intervista pubblicata il 6 giugno 2025, l’attrice ha sottolineato che tutto “aveva senso nelle azioni [del suo personaggio]”. “Perché quello che mi ha mostrato è che è impazzita molto tempo fa. È impazzita il giorno prima”, ha spiegato Taraji. “Era in automatico. Non era nemmeno nel suo corpo, a dire il vero. Ho solo interpretato l’onestà del suo vivere la vita, come se nulla fosse successo.”

Il cast di Straw

Oltre a Taraji P. Henson, il resto del cast di Straw include Sherri Shepherd nel ruolo di Nicole, Teyana Taylor nel ruolo della detective Kay Raymond, Sinbad nel ruolo di Benny, Rockmond Dunbar nel ruolo del capo Wilson, Ashley Versher nel ruolo di Tessa George, Mike Merrill nel ruolo della detective Grimes e Glynn Turman nel ruolo di Richard.

K.O., spiegazione del finale: come fa Bastien a salvare Léo?

K.O., spiegazione del finale: come fa Bastien a salvare Léo?

Alla fine del thriller d’azione francese K.O. disponibile su Netflix, Bastien deve combattere con le unghie e con i denti per proteggere il figlio dell’uomo che ha ucciso, mentre gli inseguitori si avvicinano sempre di più. Con la posta in gioco alta, l’ex lottatore UFC e il suo nuovo compagno, Kenza, falciano orde di nemici nel tentativo di raggiungere il ragazzo prima che i famigerati Manchour prendano la parola. Nel corso della narrazione, vediamo Bastien e Kenza confrontarsi con il loro passato e affrontare diverse prove per trovare Léo, ma una misteriosa talpa continua a ostacolare i loro sforzi. Nel finale, Bastien e Kenza devono affrontare le battaglie più importanti della loro vita e sperare che le cose volgano a loro favore, soprattutto con la vita di Léo in pericolo. 

La trama di K.O.

Bastien è un ex campione di MMA che si è ritirato dopo aver inferto accidentalmente un colpo fatale al suo avversario, Enzo Prince, mentre la moglie, Emma, ​​e il figlio, Léo, hanno assistito agli ultimi istanti di vita del loro caro. Tormentato dal senso di colpa per aver ucciso un uomo, Bastien diventa un recluso, lavorando in una miniera di sale. Anche le cose prendono una piega oscura per Léo, che entra nel mondo oscuro del crimine quando la morte del padre lo lascia alla deriva senza meta finché non rimane intrappolato in una rete troppo grande da districare. Quando scompare, sua madre è abbandonata all’angoscia. Senza il supporto della polizia, Bastien diventa la sua ultima speranza. Bastien decide di trovare Léo e riportarlo a casa, poiché questa potrebbe essere la sua unica possibilità di sistemare le cose e trovare la pace interiore.

Il viaggio di Bastien lo porta a Marsiglia, in Francia, dove incontra Kenza Alaoui, un capitano di polizia anche lei alla ricerca di Léo. Bastien capisce che Léo è il suo informatore e che i due devono collaborare per trovarlo. La loro indagine li porta a una foto di una ragazza e a un ospedale dove l’amico di Léo giace brutalmente picchiato. Léo racconta loro che la ragazza nella foto è Inaya e che conosce sua sorella, Fatou, che lavora al Pop Club. Tuttavia, i tentativi di contattare Fatou vengono prontamente sventati dagli aggressivi buttafuori del locale. Segue una violenta sequenza di rissa, mentre Bastien li elimina tutti da solo e, insieme a Kenza, si guadagna la fiducia di Fatou. Quella notte, Bastien e Kenza si avvicinano; condividono il loro trauma e si sostengono a vicenda. La loro crescente fiducia e amicizia creano un legame intimo.

Le informazioni di Fatou li conducono al nascondiglio di Inaya e Léo, e la tensione aumenta quando l’intero gruppo si riunisce. Léo detesta ancora Bastien per la morte di suo padre. Prima che le cose tra i due possano sistemarsi, tuttavia, la banda dei Manchour li raggiunge e inizia a circondare l’edificio, innescando una fuga anticipata. Mentre il gruppo è alle strette, Bastien chiede a Kenza di correre con i ragazzi e affronta coraggiosamente da solo la furia dell’intera banda. Quest’azione si rivela superflua, poiché la polizia entra finalmente in scena, sopraffacendo la banda dei Manchour e portando in salvo gli innocenti. Tornati alla stazione, tutto sembra andare per il meglio, con Léo che si sta affezionando a Bastien. La loro pace, tuttavia, è di breve durata poiché i Manchour hanno altri piani.

Il finale K.O.: come fa Bastien a salvare Léo?

Bastien è sconvolto nello scoprire che i Manchour, nella loro disperazione per Léo, si sono infiltrati nella stazione di polizia, pronti a uccidere chiunque si trovino sulla loro strada. Al termine di un feroce inseguimento, Bastien e Kenza affrontano da soli i due furiosi boss dei Manchour. Kenza deve sopravvivere al leader, Abdel, mentre Bastien è affiancato dal fratello di Abdel, il potente Driss. Dopo le loro vittorie duramente conquistate, Bastien e Kenza riescono finalmente a recuperare Léo e a portarlo in salvo.

Quando una misteriosa telefonata allerta la banda di Manchour che la polizia intende portare Léo fuori da Marsiglia, i membri della banda vanno nel panico, preparandosi a trovare e uccidere Léo con qualsiasi mezzo. Il loro piano è quello di scatenare una massiccia attività criminale in tutta la città, costringendo all’invio di numerosi agenti di polizia. Con le forze ridotte al minimo, rimangono solo una manciata di agenti, tra cui Kenza, i suoi colleghi Sarkissian e Vasseur, e il loro capo, Samuel. Mentre sono impegnati con l’interrogatorio di Léo, gli uomini armati di Manchour distruggono i sistemi di sicurezza della stazione ed entrano, aprendo il fuoco immediatamente. Mentre Bastien si unisce al resto dei suoi alleati, sono costretti a spostarsi da una stanza all’altra, evitando per un pelo di essere uccisi a ogni passo.

I fratelli Manchour si avvicinano, con totale disprezzo per la propria vita, mentre uccidono il Commissario Samuel e usano uno di loro come scudo umano. Senza via d’uscita, Bastien e Kenza affrontano finalmente i Manchour. Finiscono per dividersi, con Bastien che si lancia in un feroce combattimento corpo a corpo con Driss Manchour, i cui pugni con le nocche d’ottone lo mettono quasi fuori combattimento in diverse occasioni. Bastien prende il sopravvento e tenta di strangolare Driss, ma riesce a liberarsi pugnalando Bastien all’addome. Rifiutandosi di accettare la sconfitta, Bastien riesce a usare la stessa scheggia per pugnalare Driss alla gamba e prosegue con una combinazione di attacchi che rispecchia la stessa tecnica usata nell’incontro di MMA all’inizio del film, uccidendo Driss.

Contemporaneamente, Kenza scambia una raffica di colpi con Abdel, ma viene rapidamente sopraffatto. Inizia a prenderla in giro picchiandola, sottolineando che non si sta più mettendo in mostra. Quando lei si rifiuta di cedere, si prepara a finirlo strangolandola a morte. Usando tutta la forza che le rimane, lei estrae il manganello, che è stata la sua arma preferita per tutto il film, e glielo conficca nell’occhio prima di tirarsi contro il muro, lasciando che il manganello penetri più a fondo nella testa di Abdel, uccidendolo all’istante. Così, i due fratelli Manchour trovano la loro fine alla stazione di polizia.

Chi è la talpa nel dipartimento di polizia?

Un altro grande mistero nella narrazione è l’identità della talpa nella stazione di polizia, che si rivela essere nientemeno che Vasseur. Poco prima dell’attacco dei fratelli Manchour, Léo inizia il suo racconto della notte in cui ha visto Andalou essere intercettato. Nascosto in un angolo, nota uno scambio di battute tra i Manchour e il misterioso contatto di Andalou. Nota che questo intermediario, il cui volto è rimasto nascosto, ha tradito Andalou e ne ha ricevuto il pagamento. Si lascia intendere che sia lo stesso uomo a informare i Manchour della situazione attuale di Léo. Abdel gli ricorda poi il denaro che ha preso, minacciando di rivelare la sua identità se la loro situazione non fosse stata risolta.

Léo ha ancora timore di parlare dei dettagli di quest’uomo misterioso, poiché sono legati al motivo per cui è fuggito da Kenza dopo aver visto la polizia accompagnarla. Quando Kenza lo rassicura sulla sua incolumità, rivela che l’uomo è conosciuto negli ambienti criminali come “Il Poliziotto”. Questa informazione sconvolge Kenza, poiché implica che la loro stazione abbia una talpa. Immediatamente, il suo sguardo si posa su Sarkissian, il suo amico di lunga data. Sebbene inizialmente tra loro esista un profondo legame, tanto che lei è persino la madrina di suo figlio, i suoi sentimenti cambiano dopo la sospensione. Sarkissian la aliena, proprio come tutti gli altri. Questo, unito alla nuova rivelazione, la rende sospettosa nei suoi confronti. Prima ancora che possa reagire, tuttavia, viene pugnalato al collo da Vasseur.

Fin dall’inizio del film, Vasseur si oppone a Kenza, in particolare alla sua insistenza riguardo all’esistenza dei Manchour. Con questa nuova rivelazione, quel dettaglio assume un nuovo significato. Per tutto il tempo, Vasseur ha lavorato per i Manchour, coprendone le tracce e aiutandoli a concludere accordi loschi. Scoperto il suo segreto, non ha altra scelta che uccidere tutti quelli presenti in quella stanza. Si avventa su Kenza, dicendole che non ha idea di quanto siano potenti, ma prima che possa toglierle la vita, lei gli spara. Con Vasseur a terra, prende la mano di Léo e inizia il loro pericoloso viaggio verso la salvezza.

Cosa riserva il futuro per Bastien e Kenza?

Dopo molte prove e tribolazioni, Bastien e Kenza riescono finalmente a liberare Léo dalle grinfie dei Manchour e ora riflettono sul loro futuro. L’associazione di Léo con il crimine è una conseguenza dell’oscurità che ha dovuto sopportare dopo la morte del padre, eppure, allo stesso tempo, la sua associazione con Kenza dimostra la sua bontà d’animo. Alla fine, si siede in riva al mare con la sua ragazza; voltandosi, trova sua madre. Mentre entrambi condividono un incontro commosso, Bastien e Kenza osservano da lontano, e Kenza nota che sembra particolarmente felice. In effetti, Bastien, dopo aver protetto il figlio dell’uomo che ha ucciso, trova la redenzione che aveva tanto desiderato.

Questa è anche una vittoria personale per Kenza, che ha sempre covato un sentimento di vendetta personale contro i Manchour. In un momento di intimità con Bastien, Kenza rivela che lei e suo fratello sono cresciuti nei quartieri dei Manchour e che suo fratello lavorava con loro. A seguito di intensi disaccordi, i Manchour decisero di punirlo bruciandolo vivo. Emotivamente segnato a vita, Kenza cerca vendetta e la fine dell’impero Manchour a Marsiglia. Nella stessa conversazione, Bastien rivela di sentirsi vicino a Léo, essendo anche lui cresciuto senza un padre. Pertanto, entrambi i personaggi sono guidati da emozioni forti e da un forte senso di responsabilità.

Ora che entrambi i personaggi raggiungono i loro obiettivi, guardano all’orizzonte, discutendo di cosa riserva loro il futuro. Dopo aver ritrovato la fiducia in se stessi, Bastien desidera trovare qualcosa di nuovo per cui lottare. Questo suggerisce molte possibilità, due delle quali interessanti sono l’approfondimento della loro relazione appena sbocciata tra Bastien e Kenza. Sebbene la loro storia d’amore sia descritta come informale, la loro alchimia è palpabile, con la possibilità di trasformarsi in qualcosa di più grande. Un’altra possibilità è che Bastien si unisca alla Polizia, dove la sua forza, le sue capacità e la sua tempra morale sono molto necessarie. Queste e molte altre possibilità possono essere esplorate in un sequel di “K.O.”, poiché la storia lascia abbastanza spazio per proseguire le avventure ricche d’azione di Bastien.

Piggy: la spiegazione del finale del film

Piggy: la spiegazione del finale del film

Piggy (qui la recensione), film spagnolo del 2022 diretto da , è un horror psicologico che si muove con decisione tra body horror, coming-of-age e revenge thriller. Basato sull’omonimo cortometraggio del 2018 diretto sempre da Pereda, il film amplia il racconto originario per esplorare con maggior profondità temi come il bullismo, la vergogna del corpo e il desiderio di vendetta. Vincitore del premio Méliès d’Argento per il miglior lungometraggio fantastico europeo, Piggy ha fatto il giro dei festival di genere conquistando critica e pubblico per la sua audacia narrativa e per il suo sguardo spietato ma empatico sulla crudeltà adolescenziale.

La regista, con alle spalle un’esperienza nella televisione spagnola, esordisce nel lungometraggio con una voce già riconoscibile. La sua ispirazione nasce da una personale osservazione del quotidiano e da una profonda riflessione sulla discriminazione verso i corpi non conformi agli standard estetici dominanti. In Piggy, Pereda sovverte il linguaggio del genere horror per metterlo al servizio di un racconto dolorosamente realistico, in cui il sangue e la violenza diventano metafora delle ferite interiori della protagonista, Sara, una ragazza sovrappeso che vive in un piccolo paese della provincia spagnola. La regista cita tra le sue influenze il cinema di Catherine Breillat, Gaspar Noé e la tradizione horror europea più cupa e disturbante.

Nel corso dell’articolo approfondiremo la costruzione narrativa del film e in particolare il suo finale, fortemente divisivo e ricco di implicazioni simboliche. Piggy, infatti, non si limita a raccontare una storia di vendetta, ma riflette sulla trasformazione psicologica di una giovane donna che, messa di fronte all’orrore, è costretta a confrontarsi con i limiti della propria morale e con il desiderio di riscatto. Analizzare il finale sarà quindi essenziale per comprendere pienamente il messaggio del film e il modo in cui Pereda sceglie di chiudere (o aprire) il percorso della protagonista.

La trama di Piggy 

Seduta nella macelleria di suo padre con i compiti insanguinati, Sara (Laura Galan) guarda fuori dalla finestra il gruppo di adolescenti spensierati con corpi “socialmente accettabili”. Una delle adolescenti, Claudia (Irene Ferreiro), vecchia amica di Sara, entra nel negozio e con lei entra anche la perfida Maca (Claudia Salas), che scatta una foto a Sara insieme ai suoi genitori e la pubblica su Instagram con la didascalia “tre porcellini”. Con genitori che non sono abbastanza sensibili da capire le sue difficoltà, figuriamoci sostenerla, la solitaria Sara ingoia il suo dolore e si rifugia nel cibo quando è stressata.

Andare alla piscina locale nel pomeriggio per evitare gli sguardi giudicanti non funziona molto bene per lei, poiché rimane scioccata dall’improvvisa comparsa di uno strano uomo (Adrian Grosser) dall’acqua, per poi ricevere commenti disgustosi da Roci (Camille Aguillar) e Maca, mentre Claudia, visibilmente a disagio, osserva. Il bullismo non si limita alle provocazioni e porta Roci e Maca a cercare di affogare Sara spingendole la testa sott’acqua con un retino da piscina. Le risate diaboliche e le grida di Sara finiscono con la fuga del gruppo di bulle con le sue cose.

Come se camminare per le strade sotto il sole cocente con il costume da bagno che le taglia la pelle non fosse già abbastanza straziante, Sara viene seguita da un’auto piena di ragazzi del posto che le lanciano insulti inquietanti. Quando raggiunge una stradina deserta, Sara, mortificata, vede la mano insanguinata di Claudia che chiede aiuto dal retro di un’auto. Riconosce l’autista dell’auto come lo stesso uomo che era in piscina. Lo spaventoso sconosciuto le mostra quindi il primo segno di gentilezza gettandole un asciugamano per coprirsi prima di ripartire con le suoi bulle sul sedile posteriore.

La notte, assorbita dai pensieri sensuali sul suo macabro “amico”, Sara viene interrotta da Pedro (Jose Pastor) che le chiede di sgattaiolare fuori e la supplica di confessare ciò che è successo in piscina. Quando la città, che non vede quasi mai crimini gravi, è terrorizzata dal ritrovamento del corpo del bagnino sott’acqua e dalla scomparsa della cameriera della piscina, Sara decide di mantenere segreto ciò che sa dello strano assassino. La ragazza nega di essere andata in piscina quel pomeriggio. Ruba quindi il telefono di suo padre e rintraccia il telefono che aveva perso.

Condotta nel bosco dalla sua ricerca, Sara rischia di essere scoperta quando i genitori dei ragazzi rapiti rintracciano i loro telefoni e arrivano nello stesso posto. I genitori sconvolti aggrediscono quindi Sara sulla strada e la portano alla stazione di polizia insieme a sua madre. Sovraeccitata dalle domande e dall’incessante atteggiamento difensivo della madre, Sara crolla e rivela di essere andata in piscina. La sua giovane mente tormentata, sopraffatta dal dilemma tra bianco e nero, decide di schierarsi con ciò che percepisce come grigio e la spinge a proteggere l’identità dell’assassino.

Sara torna quindi a casa con sua madre, senza sapere che lo stesso uomo ha intanto ucciso suo padre. Frustrata oltre ogni limite dalla mancanza di sensibilità di sua madre, Sara le urla contro con passione per la prima volta. Quando l’assassino colpisce anche sua madre, Sara, confusa e terrorizzata, decide di seguirlo. Addentrandosi nella notte con un uomo pericoloso che è però anche il primo a mostrarle gentilezza, Sara non sa cosa pensare o fare. L’urto dell’auto contro un toro solitario porta Sara, ormai priva di sensi, a essere trasportata nel mattatoio, dove scopre Claudia e Roci ancora vive ma tenute prigioniere dal serial killer.

Laura Galán e Richard Holmes in Piggy

La spiegazione del finale di Piggy: Sara salva le sue aguzzine?

Sara è terrorizzata e sollevata nel trovare Claudia e Roci vive nell’officina dell’assassino. Anche nel pieno del panico, cerca di slegarle e lasciarle andare. Tuttavia, lo strano assassino ritorna, costringendola a nascondersi, cosa che la porta a ferirsi il piede. Scivolando su un mucchio di fogli di plastica, Sara cade e atterra sui pezzi tagliati del corpo di Maca. Le sue urla attirano l’attenzione dell’assassino e, con sua grande sorpresa, lui è ancora gentile con lei come lo è sempre stato. Terrorizzata, Sara lo supplica di non ucciderla e rimane sorpresa quando lui la abbraccia in modo rassicurante, mentre le bulle legate urlano aiuto in sottofondo.

Si trova ora di fronte a un dilemma: salvare la vita delle persone che l’hanno tormentata crudelmente o schierarsi con lo psicopatico spietato che le ha mostrato gentilezza. In cerca di una morbosa conferma, lui le porge il coltello e le chiede di uccidere Claudia e Roci. In bilico sul sottile filo delle decisioni che determineranno chi è come persona, Sara decide di fare la cosa giusta e attacca l’assassino con il coltello. L’uomo però reagisce e tenta a questo punto di ucciderla. Sara lotta per impedirgli di usare il fucile e riesce a indebolirlo con una pugnalata. Nella rissa, il fucile spara, lasciando Claudia con una mano distrutta.

Quando la rabbia prende il sopravvento sull’innocente Sara, lei gli morde il collo, gli strappa la carne e lo lascia a terra a morire dissanguato. Scioccata dall’intensità della violenza che è stata in grado di raggiungere, Sara ha un crollo nervoso e afferra il fucile. Spara alle catene delle altre due ragazze e salva loro la vita. Insanguinata dall’evento da incubo, Sara cammina ora a piedi nudi per la strada. Lungo questa incontra Pedro, che si offre di accompagnarla in città. Seduta sul retro della moto di Pedro, Sara si abbandona ad un sospiro di sollievo. La debolezza che ha provato per tutta la vita svanisce nella vastità delle montagne. Sara aveva tutte le ragioni per cercare conforto anche nei luoghi più pericolosi, essendo un’adolescente tormentata come lei, non amata e maltrattata.

Aveva tutte le ragioni per desiderare che un dolore inimmaginabile colpisse coloro che le avevano fatto del male. La sua decisione di non schierarsi con l’assassino e di salvare Claudia e Roci è evidentemente un ottimo esempio della bontà prevalente e del saggio giudizio che possono risiedere in una persona anche quando viene spinta al limite. Uccidendo il serial killer, si rende conto di essere la salvatrice che stava cercando. Il tema della vendetta in Piggy vede una dimostrazione più complessa, con la vittima che mostra misericordia quando sente che i colpevoli hanno pagato abbastanza. Per Sara, la vera vittoria è non perdere il suo lato gentile e umano.

Ticket to Paradise: la spiegazione del finale del film

Ticket to Paradise: la spiegazione del finale del film

Con il film del 2022 Ticket to Paradise (qui la recensione), gli attori George Clooney e Julia Roberts tornano a recitare insieme per la quarta volta dopo Ocean’s Eleven (2001), Ocean’s Twelve (2004) e Money Monster – L’altra faccia del denaro (2016). Stavolta non ci sono però di mezzo elaborate rapine o drammatici eventi d’attualità di mezzo, bensì una “semplice” vicenda d’amore. I due interpretano infatti una coppia divorziata che progetta di rovinare il matrimonio della figlia dopo che lei ha incontrato e si è fidanzata con qualcuno durante una vacanza a Bali. La commedia romantica, diretta da Ol Parker da una sceneggiatura che ha co-scritto con Daniel Pipski, si muove così tra equivoci, risate e sentimenti.

Il film si conclude poi con Georgia Cotton (Roberts) che rifiuta la proposta di matrimonio del nuovo fidanzato Paul, la seconda dopo che lei e l’ex marito David (Clooney) si sono baciati. Lily (Kaitlyn Dever) e Gede (Maxime Bouttier) sono invece ufficialmente sposati. E anche se la loro vacanza nella pittoresca e bellissima Bali è giunta al termine, Georgia e David decidono di rimanere sull’isola ancora per un po’, suggerendo che potrebbero riaccendere la loro storia d’amore dopo tanti anni di separazione. In questo articolo, andiamo però ad analizzare nel dettaglio il finale di Ticket to Paradise, compreso il motivo per cui Georgia rifiuta davvero la proposta di Paul.

Cosa ha portato Georgia e David a divorziare

Georgia e David Cotton sono stati sposati solo per cinque anni prima di decidere di separarsi. Georgia cominciava a sentirsi come se non fosse più se stessa e che sarebbe rimasta bloccata nel ruolo di moglie e madre. Credeva di dover lasciare il suo matrimonio per riaccendere ciò che aveva perso dentro di sé. David, invece, era disilluso dalla vita che avrebbero potuto avere e che non avevano mai avuto la possibilità di vivere. Dopo aver acquistato una casa sul lago, una decisione che ha portato a difficoltà finanziarie, David pensava che se fosse riuscito a sistemare la casa tutto sarebbe andato bene. Tuttavia, la coppia litigava continuamente e la tensione continuava ad aumentare fino al punto che si sono lasciati definitivamente.

Kaitlyn Dever e Billie Lourd in Ticket to Paradise
Kaitlyn Dever e Billie Lourd in Ticket to Paradise. Foto di Universal Pictures – © 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

 

Il rapporto tra Georgia e David in Ticket to Paradise è quindi tutt’altro che amichevole. Riescono a malapena a sopportare di stare nella stessa stanza e hanno difficoltà a trattenersi dal lanciarsi frecciatine e sfide verbali, anche alla cerimonia di laurea in giurisprudenza della figlia. Il divorzio stesso ha causato una frattura che ha trasformato il loro amore in odio, portando a credere che il deterioramento del loro matrimonio sia stato incredibilmente complicato. Ci sono anche vent’anni di risentimento, rabbia e frustrazione generale che hanno continuato ad accumularsi tra loro, alimentando il loro rapporto tumultuoso al punto che vedono solo rosso quando sono in presenza l’uno dell’altra.

Il loro odio è alimentato anche dalla loro tattica di evitare di discutere di questioni più profonde, compresi i loro sentimenti riguardo al divorzio e ciò che lo ha causato. Ci sono molte questioni irrisolte tra loro, e l’odio aperto di Georgia e David li tiene a distanza, motivo per cui diventano più vicini mentre sono a Bali. È la prima volta dopo anni che non riescono a nascondere i loro veri sentimenti e le loro vulnerabilità dietro una facciata di odio. Il tempo trascorso insieme costringe i personaggi della commedia romantica ad affrontare le emozioni e ad avere conversazioni molto più profonde di quelle che si sono concessi da molto tempo.

Il motivo per cui David e Georgia cercano di sabotare il matrimonio della figlia

David e Georgia litigano costantemente, ma l’unica cosa su cui sono d’accordo è che il matrimonio della figlia, così presto dopo aver conosciuto Gede, è un errore. Pur fingendo di sostenerla, David e Georgia complottano per mettere zizzania tra Gede e Lily perché provano dolore, risentimento e amarezza. Il loro matrimonio non ha funzionato ed entrambi lo considerano un errore, quindi non vogliono che Lily si lanci in un matrimonio che potrebbe rovinarle la vita. In Ticket to Paradise vediamo dunque Georgia e David complottare alle spalle della figlia, ma loro considerano le loro azioni come qualcosa di positivo: stanno cercando di impedire a Lily di soffrire e di pentirsi della sua decisione.

George Clooney e Julia Roberts in Ticket to Paradise. Foto di Universal Pictures – © 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Perché Georgia rifiuta la proposta di Paul

Ci sono invece diversi motivi per cui Georgia ha infine rifiutato la proposta di matrimonio di Paul: la sua ambivalenza nei confronti del risposarsi, il fatto di non sentirsi completamente se stessa con Paul e i suoi sentimenti ancora vivi per David. Non c’era dubbio che Georgia tenesse a Paul, ma c’era qualcosa che mancava nella loro relazione che la faceva esitare a sposarlo. Risposarsi è un impegno che non era disposta a prendere, soprattutto perché Georgia prova un generale disagio all’interno della relazione. Paul era forse un bravo ragazzo, ma sposarlo l’avrebbe fatta ricadere nei vecchi errori. Inoltre, anche i sentimenti di Georgia per David costituivano un ostacolo. Il suo ex le ricordava alcuni rimpianti, ma anche il forte amore e il legame che prova per lui e non per Paul.

Georgia e David riaccenderanno davvero la loro storia d’amore?

La relazione tra Georgia e David raggiunge dunque un nuovo livello alla fine del film. Gli ex si scambiano un bacio e vanno d’accordo quando si tratta dei loro piani per separare Lily e Gede prima del loro matrimonio. Con Georgia che ha rifiutato la proposta di Paul e lei e David tornati ad essere un po’ più che amici, è possibile che riaccendano la loro storia d’amore, almeno per un po’. Alla fine della commedia romantica, Georgia e David sembrano infatti pronti a fare il grande passo ancora una volta, e la loro decisione di rimanere a Bali suggerisce che vogliono il tempo per esplorare adeguatamente la loro chimica insieme senza interruzioni dalla loro vita quotidiana.

Sebbene Ticket to Paradise non confermi che Georgia e David torneranno ufficialmente insieme, suggerisce che gli ex siano disposti a riprovarci. Se Lily è riuscita a trovare l’amore a Bali e a far mettere da parte le loro differenze, c’è la possibilità che David e Georgia  vogliano vedere come andranno le cose. Dopotutto, ora sono più maturi e più stabili nella loro vita e nella loro carriera; la scintilla è ancora viva e tutto sembra indicare che la loro nuova storia d’amore potrà avere successo e sarà più matura. È comunque anche possibile che la seconda possibilità che la coppia si è data non duri per sempre, ma il fatto che ci stiano riprovando, questa volta con cuore e mente aperti, è un ottimo inizio.

Le parole che non ti ho detto: il significato del finale del film

Le parole che non ti ho detto è un film romantico del 1999 diretto da Luis Mandoki, basato sull’omonimo romanzo di Nicholas Sparks, autore noto per le sue struggenti storie d’amore che negli anni ha visto numerosi dei suoi romanzi trasposti sul grande schermo, e ognuno di questi film si è poi rivelato un grande successo. Tra i più celebri si ricordano Le pagine della nostra vita, The Last Song, Ho cercato il tuo nome, Come un uragano e La scelta – The Choice. Accanto a questi ritroviamo però proprio anche il film di Mandoki, celebre anche in quanto interpretato da due iconi attori: Robin Wright e Kevin Costner.

Il film, come il romanzo, esplora poi alcuni dei temi più cari a Sparks: l’amore che sopravvive alla morte, il peso dei ricordi, la difficoltà di lasciar andare il passato. L’incontro tra i protagonisti di questo è l’occasione per riflettere su come l’amore possa essere una forza salvifica, ma anche su quanto sia difficile aprirsi di nuovo dopo una perdita devastante. Il film si sviluppa così con un tono malinconico e contemplativo, puntando tutto sulla forza emotiva dei suoi protagonisti e sul contrasto tra il desiderio di andare avanti e il bisogno di restare fedeli a ciò che si è perso.

Nel corso dell’articolo, ci concentreremo sull’analisi del finale del film, spesso al centro di interpretazioni contrastanti. Cercheremo di spiegarne il significato profondo, mostrando come il gesto finale del protagonista maschile rappresenti una forma di redenzione e accettazione, ma anche una chiusura poetica alla sua storia d’amore. Un epilogo commovente che, sebbene doloroso, offre alla protagonista femminile una nuova possibilità di vivere e amare, dando senso a tutto il viaggio affrontato.

Robin Wright in Le parole che non ti ho detto
Robin Wright in Le parole che non ti ho detto

La trama di Le parole che non ti ho detto

Ambientato lungo le coste del North Carolina, il film segue la storia di Theresa Osborne, giornalista interpretata da Robin Wright, che trova una lettera d’amore dentro una bottiglia sulla spiaggia. La lettera è firmata da un uomo di nome Garret Blake, interpretato da Kevin Costner, che ha scritto parole toccanti alla moglie defunta. Spinta dalla curiosità e dal fascino di quel messaggio, Theresa intraprende un viaggio che la porterà a incontrare l’uomo dietro quelle parole, scoprendo una storia d’amore segnata dalla perdita e dal dolore.

Il significato del finale del film

Nelle scene finali de Le parole che non ti ho detto, Garret Blake decide di affrontare i suoi sentimenti più profondi e irrisolti. Dopo aver stretto un legame autentico con Theresa, comprende che l’amore per la moglie defunta Catherine, pur essendo ancora vivo, non può più essere un ostacolo alla possibilità di una nuova felicità. Spinto da questa consapevolezza, scrive un’ultima lettera alla moglie, affidandola al mare, come simbolo di un addio definitivo. Poco dopo, si imbarca da solo su una barca per recuperare un oggetto appartenuto a Catherine, un gesto che rappresenta il suo tentativo finale di chiudere il cerchio.

Ma il mare in tempesta si rivela fatale: Garret, nel tentativo di salvare una famiglia che si trova in una barca che sta affondando, muore annegato, lasciando Theresa sola con il dolore, ma anche con il senso del loro incontro. Questo finale drammatico e malinconico è coerente con la poetica di Nicholas Sparks, che spesso predilige storie d’amore segnate dalla tragedia, ma capaci di lasciare una traccia positiva nella vita dei personaggi. La morte di Garret non è quindi solo un evento tragico, ma un atto di liberazione: finalmente riesce a lasciar andare il passato, scegliendo l’amore nel presente, anche se solo per un breve momento.

Kevin Costner e Robin Wright in Le parole che non ti ho detto
Kevin Costner e Robin Wright in Le parole che non ti ho detto

Il fatto che questa scelta coincida con la sua morte suggerisce che il suo percorso di guarigione si sia completato, anche a costo della vita stessa. L’oceano, presente per tutto il film come elemento simbolico, diventa teatro di separazione e unione, morte e rinascita. Theresa, invece, viene poi informata dell’accaduto da Dodge, che le consegna un messaggio dentro una bottiglia, rinvenuto nella barca, scritto la sera prima della morte, in cui Garret chiede scusa a Catherine e le dice di aver trovato in Theresa un vero amore, un amore per cui deve lottare. Quest’ultimo messaggio darà quindi a Theresa la forza per amare di nuovo in futuro.

Per lei, il finale rappresenta quindi una trasformazione profonda. Nonostante la perdita, ha vissuto un amore vero che le ha insegnato a guardare avanti e ad accettare che alcuni legami, seppur brevi, possono cambiare una vita. L’ultima lettera che Garret le lascia, trovata dopo la sua morte, diventa quindi il messaggio più importante: amare significa anche saper lasciare andare, accogliere il dolore e continuare a vivere con il cuore aperto. In definitiva, il finale de Le parole che non ti ho detto sottolinea il messaggio centrale del romanzo e del film: l’amore non finisce con la morte, ma si trasforma, continua a vivere nei gesti, nei ricordi, nelle persone che restano. È un inno alla forza dei sentimenti e alla capacità dell’animo umano di rinascere dopo la perdita.

The Lost Bus: teaser trailer del thriller con il premio Oscar Matthew McConaughey

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Oggi Apple Original Films ha presentato il teaser trailer di The Lost Bus, un dramma emozionante e ricco di azione diretto dal candidato all’Oscar Paul Greengrass e ispirato a eventi reali.

In arrivo in autunno su Apple TV+, “The Lost Bus” è una corsa ad alta tensione attraverso uno degli incendi boschivi più letali nella storia degli Stati Uniti. Uno sbandato autista di scuola bus (il premio Oscar Matthew McConaughey) e un’insegnante devota (America Ferrera, vincitrice di Emmy, SAG e Golden Globe) lottano per salvare 22 bambini intrappolati in un inferno di fiamme.

Di cosa parla The Lost Bus

«“The Lost Bus” è la storia di un eroismo silenzioso, di persone che si uniscono di fronte all’impensabile. Sono onorato che mi sia stata affidata questa storia», ha dichiarato il regista Paul Greengrass. 
 
Il film è scritto da Paul Greengrass e Brad Ingelsby, ed è basato sul libro “Paradise: One Town’s Struggle to Survive an American Wildfire” di Lizzie Johnson. La produzione è firmata da Brad Ingelsby, Gregory Goodman, Jason Blum per Blumhouse Productions, Jamie Lee Curtis per Comet Pictures, con Lizzie Johnson come produttrice esecutiva.

Dopo aver ascoltato un’intervista a Lizzie Johnson su NPR, Jamie Lee Curtis ha letto il libro e ha proposto il progetto a Blumhouse, con cui ha un accordo di prelazione. Oltre a McConaughey e Ferrera, il cast include anche Yul Vazquez, Ashlie Atkinson e Spencer Watson.

Eyes of Wakanda: Marvel Animation presenta il primo episodio a Annecy

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Annecy Animation Festival ha ospitato la premiere del primo episodio di Eyes of Wakanda, spin-off animato del franchise di Black Panther.

Il regista Todd Harris ha presentato l’episodio, intitolato “Into the Lion’s Den“, prima di una Q&A la mattina del 9 giugno. Harris, in precedenza story artist per la Marvel per Black Panther e il suo sequel Wakanda Forever, ha affermato che la serie segue un formato “antologico”.

L’episodio, il primo dei quattro, è ambientato nel 1260 a.C. e racconta la storia di un’agente segreta del Wakanda, un’ex Dora Milaje caduta in disgrazia di nome Noni (interpretata da Winnie Harlow), alle prese con un uomo chiamato “Lion” (Cress Williams).

Lion ha disertato dalla guardia del Wakanda per guidare una banda di pirati e ha rubato la tecnologia del Wakanda per fondare il proprio regno. Noni lo trova a Creta, dove la ciurma di pirati di Lion, composta da combattenti provenienti da tutto il mondo, sta saccheggiando e schiavizzando una città.

La serie è animata in stile 3D grafico dallo studio Axis Animation, ricca di character design esagerati ed effetti visivi 2D. La sequenza iniziale, come ha sottolineato con entusiasmo Harris, è disegnata a mano dagli artisti di AKA Studio. “C’era una versione della serie che aveva montaggi 2D”, spiega Harris. Ma a causa di limiti di tempo, questi sono stati mantenuti solo nella sequenza iniziale, per preservarne lo spirito. È anche un omaggio alle radici visive della serie, poiché Harris sottolinea che i disegni a carboncino sono la prima fase di un dipinto.

Il design, come afferma Harris, ha lo scopo di mettere in risalto le specificità culturali e mettere in primo piano la varietà di culture con cui i Wakandiani hanno interagito nel tempo, pur preservando l’aspetto fantascientifico stabilito nel film. Attribuisce inoltre principalmente l’aspetto “pittorico” a illustratori e pittori come Dean Cornwell ed Ernie Barnes, quest’ultimo fonte d’ispirazione per le proporzioni esagerate del personaggio.

Il team ha anche studiato l’arte contemporanea internazionale, partendo dal presente per individuare temi comuni che potessero essere ripresi e che evidenziassero l’influenza del Wakanda nel tempo, in quanto paese “esiste da migliaia di anni, più a lungo di chiunque altro”. La reazione del pubblico al primo episodio è stata generalmente positiva, con domande generali che sottolineavano il senso di autenticità culturale della serie.

A seguire, questa avventura è brevemente delineata la premessa generale della serie: un “viaggio attraverso i secoli” in quattro storie autoconclusive che seguono gli agenti del Wakanda mentre recuperano diversi manufatti rubati alla loro nazione. “È principalmente una storia di spionaggio”, ha detto Harris, continuando a descrivere ciascuno di questi episodi come uno studio sulla reazione di questi agenti al mondo reale, “equilibrando ciò che vedono con la loro agenda nazionalista”.

Ciascuno degli episodi da 30 minuti si svolgerà in periodi temporali diversi, seguendo diversi artefatti sottratti. Ma c’è una certa continuità, poiché l’impatto delle azioni del Leone si farà sentire apparentemente per tutto quel tempo. Harris ha anche anticipato la comparsa di alcuni personaggi Marvel familiari: “Ci sarà un Iron Fist qui, e non l’Iron Fist che vi aspettate”.

Ci sono altri tocchi familiari, come i richiami al Black Panther originale di Ryan Coogler nei dialoghi e nel design visivo, ma Harris osserva che “non è mai stato il mio obiettivo farne ‘un altro’, il mio obiettivo era creare qualcosa di nuovo”.

Il team ha raggiunto questo obiettivo efficacemente lavorando a ritroso dal presente, seguendo il principio generale di “qual è il tipo di cultura che costruisce un Black Panther?”. Questo è stato supportato da alcuni suggerimenti del team di production design che ha lavorato al lungometraggio, così come dal contributo del produttore esecutivo Ryan Coogler.

Harris descrive il paese immaginario, raffigurato per la prima volta nei fumetti Marvel, come se “Star Trek fosse stato catapultato nel cuore dell’Africa, ma era entusiasta di esplorare i principi che hanno permesso a una nazione del genere di preservarsi per così tanto tempo”. Eyes of Wakanda intende esplorare come la cultura e le tattiche dei Wakandani si evolvano con l’introduzione di nuovi personaggi in nuove epoche, ma anche la “stabilità” che ne è il cuore, poiché il Wakanda cerca di rimanere isolato e resistere alla “sovraespansione”. “La staticità è una cosa difficile, e il Wakanda, per definizione, è rimasto lo stesso”, afferma il regista. “Rimanere fermi controcorrente richiede energia: quindi cosa sono disposti a fare per rimanere tali, per non espandersi eccessivamente?”

I fan di Wicked hanno nuove prove sull’identità di chi interpreta Dorothy in Wicked: For Good

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Ora ci sono ancora più voci su chi potrebbe interpretare Dorothy in Wicked: For Good. Il film è il sequel del musical di grande successo dello scorso anno Wicked. Il film apporta una serie di modifiche rispetto al musical teatrale, tra cui l’aggiunta di due canzoni originali che non sono presenti nella versione musicale di Broadway. Il trailer di Wicked: For Good mostra anche Dorothy. Anche se il cast di questo classico personaggio del Mago di Oz non è stato ancora rivelato, si vocifera che sarà interpretato da Alisha Weir.

Ora, un video pubblicato sui social media dalla sorella di Weir, Katie Rose Weir, ha alimentato ulteriori speculazioni sul fatto che la star di Abigail interpreterà il ruolo.

Il post di Katie Rose Weir era un video di reazione al trailer di Wicked: For Good. Katie era visibilmente emozionata, ma sembrava sorridere ogni volta che Dorothy appariva sullo schermo.

 

 

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Un post condiviso da KATIE ROSE WEIR (@katieroseweir)

Un post di @wickednewshub ha riassunto la reazione dei fan a questo video, dicendo: “I fan hanno notato che Katie sorrideva ogni volta che appariva Dorothy”. Hanno interpretato questo come una prova del casting di Alisha Weir, dicendo: “Penso che sia giusto dire che sappiamo chi è la nostra Dorothy…”.

 

Cosa significa questo per Wicked: For Good

Alisha Weir stessa ha commentato la notizia

Alisha Weir non ha né confermato né smentito la sua partecipazione al cast nel ruolo di Dorothy. In un’intervista del febbraio 2025 con RTE News, Weir è stata invitata a rispondere alle voci secondo cui avrebbe interpretato Dorothy in Wicked: For Good. In risposta, Weir ha osservato che era “assolutamente folle” quanto fossero decollate le voci sul suo ruolo di Dorothy. Ha detto che sarebbe “meraviglioso” se avesse la possibilità di interpretarla, dato che è una fan di Wicked. In particolare, non ha effettivamente detto che non interpreterà Dorothy.

Il fatto di non aver smentito le voci sul casting ha già portato molti a credere che la Weir interpreterà effettivamente il ruolo. Katie Rose Weir è lei stessa un’artista, quindi non è del tutto irrealistico che voglia reagire al trailer di Wicked: For Good. Tuttavia, la combinazione tra il suo post e i suoi sorrisi discreti durante i momenti del trailer dedicati a Dorothy è sicuramente un altro passo nella direzione che porta a credere che Alisha Weir interpreterà Dorothy.

Superman: il trailer internazionale del film mostra ancora di più dell’universo DC, “Alla fine la gente lo scoprirà”

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L’identità segreta dell’Uomo d’Acciaio è il tema del nuovo trailer del film Superman di James Gunn. Il primo film del nuovo DC Universe vede il debutto di David Corenswet nei panni di Superman. Il film dedicherà la stessa attenzione a entrambi i lati del personaggio, ovvero l’Uomo d’Acciaio, alias Superman, e Clark Kent, l’icona DC interpretata da Corenswet. Dopo alcuni trailer che hanno anticipato la trama del film Superman, mostrando i personaggi di Clark e Kal-El, nuove immagini dell’atteso film mettono in guardia l’eroe sul rischio che i suoi due lati si fondano agli occhi del pubblico.

Su Weibo, DC (tramite Cascadean/YouTube) ha condiviso un nuovo trailer internazionale di Superman che mette in luce il segreto dell’eroe.

Lois Lane, interpretata da Rachel Brosnahan, dice a Superman, interpretato da Corenswet: “Alla fine, la gente scoprirà che sei Superman”. Clark la interrompe con una battuta sui suoi occhiali, dato che il classico travestimento dell’eroe ha mantenuto segreto Superman per molto tempo. Le nuove immagini del film Superman mostrano anche altri momenti d’azione del personaggio, con la CGI e le scene di combattimento del prossimo film DCU che sembrano emozionanti come devono essere per l’Uomo d’Acciaio.

Cosa significa il nuovo trailer internazionale di Superman

La relazione tra Lois Lane e Clark Kent ha ricevuto l’importanza che merita negli ultimi trailer del film di Superman. La versione DCU dell’intrepida giornalista è ben consapevole che Clark, interpretato da Corenswet, è Superman, e il nuovo trailer internazionale del film in uscita lo ribadisce ancora una volta. Mentre Lois conosce il segreto dell’eroe, Lex Luthor di Nicholas Hoult e il resto del mondo non ne sono a conoscenza. Tuttavia, il film Superman di James Gunn sta già giocando con l’idea che l’identità segreta di Superman potrebbe essere rivelata al pubblico in futuro.

Ciò è già accaduto in passato, sia nei fumetti che nei film live-action, con l’Uomo d’Acciaio di Tyler Hoechlin che ha recentemente vissuto questo evento che gli ha cambiato la vita nell’ultima stagione di Superman & Lois. Anche se non sembra che il Superman di Corenswet vedrà le sue due vite fondersi nel primo film della DCU, le parole di Lois sembrano suggerire che la serie potrebbe prendere quella direzione con la storia del personaggio nei prossimi anni. Con Lex Luthor che chiama Superman “It” e prende in giro il suo “sorriso presuntuoso” nel nuovo trailer internazionale del film Superman, il cattivo vorrebbe sicuramente smascherare la sua identità segreta.

Kim Novak Leone d’oro alla carriera a Venezia 82

Kim Novak Leone d’oro alla carriera a Venezia 82

È stato attribuito alla leggendaria attrice statunitense Kim Novak (La donna che visse due volte, Picnic, Una strega in paradiso) il Leone d’oro alla carriera dell’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (27 agosto – 6 settembre 2025). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera.

Kim Novak, nell’accettare la proposta, ha dichiarato: “Sono molto, molto colpita di ricevere il prestigioso premio del Leone d’oro da un festival cinematografico tanto rispettato. Essere riconosciuta per l’insieme del mio lavoro in questo momento della mia vita è un sogno che si avvera. Conserverò nella memoria ogni momento trascorso a Venezia. Riempirà il mio cuore di gioia”.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore Alberto Barbera ha affermato: “Assurta al ruolo di Diva senza averne l’intenzione, Kim Novak è stata una delle protagoniste più amate di un’intera stagione del cinema hollywoodiano, dall’esordio casuale alla metà degli anni Cinquanta, sino al prematuro e volontario esilio dalla prigione dorata di Los Angeles, non molto tempo dopo. Un sistema che l’attrice non ha mai smesso di criticare, scegliendo i suoi ruoli e anche il suo nome. Costretta a rinunciare a quello di battesimo, Marilyn Pauline, perché associato alla Monroe, si batté per conservare il cognome, accettando in cambio di tingersi di quel biondo platino che fece epoca. Indipendente e anticonformista, creò una propria casa di produzione e scioperò per rinegoziare uno stipendio molto inferiore a quello dei suoi partner maschili.

All’esuberante bellezza, alla capacità di dar vita a personaggi ingenui e discreti ma anche sensuali e tormentati, al suo sguardo seducente e talvolta dolente, deve l’apprezzamento di alcuni dei maggiori registi americani del momento, da Billy Wilder (Baciami stupido), a Otto Preminger (L’uomo dal braccio d’oro), Robert Aldrich (Quando muore una stella), George Sidney (Incantesimo, Un solo grande amore, Pal Joey) e Richard Quine, con il quale diede vita ad alcune indimenticabili commedie romantiche (Criminale di turno, Una strega in paradiso, Noi due sconosciuti, L’affittacamere). Ma la sua immagine resterà per sempre legata al doppio personaggio di La donna che visse due volte di Hitchcock, diventato il ruolo della sua vita. Il Leone d’oro alla carriera intende celebrare una star libera, una ribelle nel cuore del sistema, che ha illuminato i sogni della cinefilia prima di ritirarsi in un ranch nell’Oregon per dedicarsi alla pittura e ai cavalli.”

Per l’occasione, sarò presentato in prima mondiale il documentario Kim Novak’s Vertigo di Alexandre Philippe, realizzato con la collaborazione esclusiva dell’attrice.

La prima armatura di Iron Man potenziata con la magia dell’MCU svelata nel nuovo trailer di Ironheart

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Un nuovo trailer di Ironheart offre uno sguardo più approfondito sulla prossima serie TV del Marvel Cinematic Universe. Introdotta nella timeline del MCU attraverso Black Panther: Wakanda Forever, nel lontano 2022, la serie Ironheart con Dominique Thorne è più vicina che mai, poiché il suo show da solista amplierà finalmente il suo ruolo nel franchise. Dal regista di Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever, Ryan Coogler, la serie Ironheart approfondirà la vita dell’eroina protagonista, che torna a Chicago.

Con la premiere di Ironheart prevista per il 24 giugno, quando i primi tre episodi saranno disponibili su Disney+, la Marvel Studios ha pubblicato un altro trailer della serie. Le ultime immagini di Ironheart mostrano un altro capitolo della vita di Riri Williams nell’MCU, dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever. Guardalo qui sotto:

La serie Ironheart, prodotta dalla showrunner Chinaka Hodge, è stata avviata nel dicembre 2020. Ironheart sarà la penultima serie live-action dell’MCU per il 2025, dato che Wonder Man arriverà a dicembre di quest’anno.

Cosa significa il nuovo trailer di Ironheart per l’MCU

Uno degli aspetti più profondi esplorati dal trailer di Ironheart è il background di Riri, compresa la sua storia con il padre, mentre cerca di trovare se stessa come nuova supereroina. Poiché la serie TV Ironheart affronterà il tema della tecnologia contro la magia, il nuovo trailer offre uno sguardo più da vicino alla sua complessa dinamica con The Hood. Le nuove immagini di Ironheart danno anche un’idea più chiara di come si evolverà la tecnologia di Riri, dimostrando ancora una volta quanto sia davvero dotata la sua mente.

Uno degli aspetti che potrebbe aver colpito molti nel trailer di Ironheart è il modo in cui Disney+ sta promuovendo Ironheart come un “evento in sei episodi”. È importante ricordare che questo non conferma in modo definitivo che ci sarà o meno una seconda stagione di Ironheart, poiché tutto dipenderà dall’andamento della serie su Disney+ e dall’accoglienza da parte dei fan e della critica. Dato che Ironheart è stato prodotto prima della grande ristrutturazione della Marvel Television, che mira a dare un formato più tradizionale alle sue serie TV, con l’intenzione di produrle per molte stagioni, dipenderà anche dalla presenza di una visione creativa che permetta alla serie di Riri di durare per diversi anni.

Nintendo rinvia la data di uscita del film live action dedicato a The Legend of Zelda

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L’adattamento cinematografico live-action di The Legend of Zelda ha ufficialmente subito un ritardo nella data di uscita. Il franchise è nato nel 1986 come videogioco per Nintendo Entertainment System. È stato creato dal game designer giapponese Shigeru Miyamoto, che è ancora fortemente coinvolto nel progetto. Il franchise ha subito diverse iterazioni, tra cui sequel videoludici e una serie TV nel 1989. Ora è in fase di adattamento in un lungometraggio live-action. Il film sarà diretto da Wes Ball, che ha recentemente diretto Kingdom of the Planet of the Apes. Non sono state ancora annunciate informazioni sul cast o sulla trama.

Secondo Nintendo, la data di uscita del film live-action The Legend of Zelda è stata modificata. Il film uscirà il 7 maggio 2027. Questo sposta la data di uscita dalla data originariamente annunciata del 26 marzo 2027. Nel spiegare questo cambiamento, Miyamoto e Nintendo hanno citato “motivi di produzione” come causa del ritardo. Hanno promesso, tuttavia, che “dedicheranno il tempo necessario per rendere il film il migliore possibile”.

Cosa significa questo per The Legend of Zelda

Sebbene questo ritardo sia un po’ deludente, la differenza di tempo tra la data originale e quella rivista non è in realtà così estrema. In effetti, c’è stato un momento in cui The Legend of Zelda avrebbe potuto uscire addirittura nel 2029. In un rapporto del novembre 2024, Nintendo aveva fissato la data di uscita del film per il “202X”. Questa stima prometteva che il film sarebbe uscito entro questo decennio, ma lasciava un margine che si estendeva fino al 2026. Questo aggiornamento garantisce ulteriormente che uscirà nel 2027.

Nonostante la piccola differenza, tuttavia, non è comunque un buon segno che The Legend of Zelda uscirà più tardi del previsto. Il film era stato inizialmente annunciato nel novembre 2023, ma solo quest’anno è stata fissata una data di uscita (inizialmente prevista per marzo 2027). Sebbene sia stato scelto un regista, gli altri progressi sono stati molto limitati.

La natura esatta dei ritardi nella produzione che hanno causato lo slittamento della data di uscita è sconosciuta, ma indica che il programma originale non ha potuto essere rispettato. Si spera che il team riesca a rispettare la nuova data di uscita fissata per il 7 maggio 2027.

“Ho pensato ‘Eh?'”: Chris Evans rivela la sua prima reazione al ritorno di Robert Downey Jr nell’MCU nei panni di Doctor Doom

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Il veterano del Marvel Cinematic Universe Chris Evans reagisce finalmente al ritorno di Robert Downey Jr. nella serie con Avengers: Doomsday nei panni del Dottor Destino della Marvel. La saga del Multiverso sta volgendo al termine, con Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars pronti a mettere la timeline del MCU di fronte alla sua più grande minaccia sotto forma di Victor von Doom. Diverse star dell’MCU hanno condiviso le loro reazioni al ritorno di Downey Jr. nel franchise, un cast che ora include anche Steve Rogers. ScreenRant ha recentemente parlato con Chris Evans del suo nuovo film, Materialists, che vede protagonisti Dakota Johnson e il nuovo arrivato nell’MCU Pedro Pascal, che farà il suo debutto in The Fantastic Four: Gli Inizi nei panni di Mister Fantastic prima di riprendere il ruolo in Avengers: Doomsday.

Durante l’intervista, Evans è stato chiesto se fosse strano vedere Downey Jr. interpretare uno dei cattivi più iconici della Marvel, e l’ex protagonista di Captain America ha condiviso quanto segue, spiegando anche a Johnson come sia possibile questo casting:

Chris Evans: Voglio dire, non vedo l’ora di vedere cosa farà. Sono sicuro che sarà incredibile.

Dakota Johnson: Adesso è un cattivo?

Chris Evans: Sì, adesso è il Dr. Doom.

Dakota Johnson: Si può fare? Si può semplicemente scegliere?

Chris Evans: Quando l’ho sentito per la prima volta, ho pensato: “Eh?”. Ma è quasi come il formaggio e la crosta. È come dire: “Non c’è più niente da fare con questa pizza”, e poi pensi: “Oh, cavolo. Sai? Cos’altro? E se facessimo così? (fa un movimento di capovolgimento). Wow”.

Chris Evans: Ottima domanda. Potrei anche dire Downey. Ho fatto film per 10 anni prima di salire sul treno della Marvel.

ScreenRant: Perché è stato lui a chiamarti, giusto?

Chris Evans: Sì. È stato lui a convincermi. Non volevo accettare il ruolo. Ho detto di no un paio di volte ed è stato lui a farmi capire.

Dakota Johnson: Non volevi essere Capitan America?

Chris Evans: Ho detto di no diverse volte. Lo so. Semplicemente non volevo farlo. Avevo paura, ero intimidito. Non sapevo. Era un impegno importante e stavo pensando di lasciare la recitazione in generale. Non lo so.

Cosa significano i commenti di Chris Evans su Robert Downey Jr.

Chris Evans in Avengers Infinity War

Molti si aspettavano che un nuovo attore fosse scelto per interpretare Victor von Doom nell’MCU quando fosse arrivato il momento di introdurre quel personaggio nel franchise, soprattutto considerando il potenziale di una storia così lunga sullo schermo. Ecco perché la Marvel Studios è diventata una delle notizie più importanti, se non la più importante, del San Diego Comic-Con 2024 quando Downey Jr. ha svelato la sua identità nella Hall H. La reazione di Evans è, per molti versi, rappresentativa di come molti fan hanno reagito nel vedere l’ex attore di Iron Man tornare nel MCU per Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars, ma con quello che è forse il colpo di scena più grande di tutti i tempi per la Marvel Studios.

È anche importante ricordare che Evans non è nuovo al personaggio di Doctor Doom, avendo già interpretato la Torcia Umana nei film della Fox Fantastic Four, dove il cattivo Marvel era interpretato da Julian McMahon. Considerando che il Doctor Doom di Downey Jr. sarà molto diverso quando apparirà per la prima volta in Avengers: Doomsday, sarà sicuramente un’esperienza surreale, per non dire altro. Allo stato attuale, sembra che dare al Dottor Destino dell’MCU lo stesso volto di Tony Stark, un eroe che ha dato la vita in Avengers: Endgame, porterà una certa tensione emotiva in Avengers: Doomsday.

Al Pacino rivela perché ha rifiutato il ruolo di Han Solo in Star Wars: “Mi hanno offerto una fortuna”

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Il ruolo di Han Solo in Star Wars era stato inizialmente offerto al leggendario attore Al Pacino, che recentemente ha rivelato il motivo per cui ha rifiutato. Sin dal suo debutto nel 1977, Han Solo è spesso considerato uno dei più grandi personaggi di Star Wars di tutti i tempi. Ciò è dovuto in gran parte alla performance di Harrison Ford, che ha incarnato la natura affascinante, fredda e rude del contrabbandiere dal cuore d’oro creato da George Lucas. I prossimi film di Star Wars andranno oltre Han, ma la sua eredità rimane.

È interessante notare che questa eredità avrebbe potuto avere un volto diverso, come rivelato a Entertainment Weekly (tramite The Independent). Il volto in questione è quello di Al Pacino, il leggendario attore noto per i suoi ruoli in film come Heat, Il Padrino, Scarface e molti altri famosi film hollywoodiani, che ha rivelato perché ha rifiutato il ruolo di Han Solo negli anni ’70:

“Mi hanno dato il copione e ho pensato: ‘Non capisco’. [Ho pensato], devo essere fuori di testa. Ho guardato questa cosa e l’ho mandata a Charlie Loughton, mio amico e mentore, in realtà. Gli ho chiesto: ‘Che ne pensi?’. Lui era piuttosto saggio e mi ha risposto: ‘Non capisco, Al. Non lo so. Non capisco’. Gli ho detto: ‘Beh, nemmeno io; cosa facciamo?’. Mi hanno offerto una fortuna, ma non lo so. No, non posso interpretare un personaggio se non parlo la sua lingua”.

In un’epoca in cui Star Wars non era ancora un nome familiare e molti dubitavano che il film avrebbe avuto successo, sembra che Pacino fosse incline a concordare con gli scettici. Questo non per sminuire Pacino, poiché nessuno, nemmeno lo stesso George Lucas, avrebbe potuto prevedere il successo colossale di Star Wars. Tuttavia, è interessante sapere che a un attore del calibro di Pacino è stato offerto il ruolo dell’amabile furfante della saga.

Come sarebbe stato Han Solo interpretato da Al Pacino?

Star Wars

Con questo in mente, è interessante chiedersi come sarebbe stato Han interpretato da Al Pacino se avesse accettato il ruolo in Star Wars. Pacino è un attore metodico, quindi non si può negare che avrebbe potuto interpretare bene il personaggio e che avrebbe fatto di tutto per farlo. Detto questo, Pacino è noto per le sue interpretazioni più sottili e sobrie. Sebbene abbia recitato in alcuni ruoli chiassosi e roboanti, i ruoli più popolari di Pacino includono personaggi più tranquilli, di grande complessità e ambiguità morale.

Han Solo si adatta in qualche modo a questo archetipo, anche se è certamente difficile immaginare Pacino in questo ruolo. Se lo avesse accettato, Han avrebbe potuto essere un po’ meno eccentrico e troppo sicuro di sé, con Pacino che avrebbe conferito al personaggio quel classico senso di gravitas. Tuttavia, è facile dirlo col senno di poi, dopo aver visto decenni dei film più famosi di Pacino.

Warner Bros. Discovery si riorganizza: streaming e cinema diventano società distinte

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Warner Bros. Discovery si divide ufficialmente in due società. Warner Bros. è stata dietro alcune delle principali produzioni cinematografiche degli ultimi anni, tra cui Barbie e altre ancora. La società possiede anche HBO e Max, un servizio di streaming leader che ha prodotto serie di successo come House of the Dragon e The White Lotus. Quest’anno, la società ha già ottenuto alcuni importanti successi al botteghino, tra cui A Minecraft Movie e Sinners, il film horror di Ryan Coogler che mescola diversi generi e che ha avuto un successo inaspettato al suo uscita ad aprile.

Secondo quanto comunicato da Warner Bros. Discovery, la società di grande influenza si sta ufficialmente dividendo in due. I due gruppi saranno ora società separate e quotate in borsa, denominate Streaming & Studios e Global Networks. La divisione Streaming & Studios sarà composta da Warner Bros. Television, Warner Bros. Motion Picture Group, DC Studios, HBO e HBO Max. Ospiterà anche le loro librerie di film e programmi televisivi. Global Networks manterrà i marchi di intrattenimento, sport e informazione televisiva, tra cui CNN e altri.

Cosa significa questo per Warner Bros. Discovery

La scissione comporta una nuova ripartizione del controllo creativo. L’attuale presidente e CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, diventerà presidente e CEO di Streaming & Studios. Zaslav ha sottolineato che la società ha un “prezioso patrimonio che [essi] continueranno con orgoglio in questo nuovo capitolo”. Il nuovo presidente e CEO di Global Networks sarà Gunnar Wiedenfels, attualmente CFO di Warner Bros. Discovery. Entrambi rimarranno nei loro attuali ruoli fino al completamento della scissione il prossimo anno. Di seguito sono riportate alcune dichiarazioni di Wiedenfels, Zaslav e del presidente del consiglio di amministrazione di Warner Bros. Discovery, Samuel A. DiPiazza Jr.

David Zaslav: Il significato culturale di questa grande azienda e le storie di grande impatto che ha portato alla vita per oltre un secolo hanno toccato innumerevoli persone in tutto il mondo. È un patrimonio prezioso che continueremo con orgoglio in questo nuovo capitolo della nostra gloriosa storia. Operando in futuro come due aziende distinte e ottimizzate, daremo a questi marchi iconici la maggiore focalizzazione e flessibilità strategica di cui hanno bisogno per competere in modo più efficace nel panorama mediatico in continua evoluzione di oggi.

Gunnar Wiedenfels: Questa separazione darà nuovo slancio a entrambe le società, consentendo loro di sfruttare i propri punti di forza e i propri profili finanziari specifici. Ciò consentirà inoltre a ciascuna società di perseguire importanti opportunità di investimento e di aumentare il valore per gli azionisti. In Global Networks, ci concentreremo sull’identificazione di ulteriori modi innovativi per collaborare con i partner di distribuzione al fine di creare valore per gli spettatori lineari e in streaming a livello globale, massimizzando al contempo le nostre risorse di rete e generando flusso di cassa libero.

Samuel A. Di Piazza, Jr.: Ci siamo impegnati con gli azionisti a identificare la strategia migliore per realizzare il pieno valore del nostro entusiasmante portafoglio di attività, e il Consiglio ritiene che questa operazione sia un ottimo risultato per gli azionisti di WBD. Questo annuncio riflette il impegno costante del Consiglio nel valutare e perseguire opportunità che aumentino il valore per gli azionisti.

Questi membri chiave dell’attuale team di Warner Bros. Discovery hanno delineato diversi vantaggi di questa scissione. La decisione importante arriva in un momento in cui aziende storiche come Warner Bros. devono rispondere a un mercato in rapida evoluzione. Principalmente, lo streaming ha portato al rapido declino della televisione lineare, che ha reso i prezzi delle azioni instabili e gli investitori indecisi. Ciò ha portato a cambiamenti simili, come la scissione di Lionsgate da Starz. Ora, Warner Bros. Discovery è diventata l’ultima azienda a trovare un modo per dissociare il proprio marchio principale da alcune delle sue attività televisive lineari.

The End: online il trailer del primo film di finzione di Joshua Oppenheimer, nei cinema dal 3 luglio

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È stato finalmente diffuso online il trailer di The End, l’attesissimo esordio nella fiction di Joshua Oppenheimer, il regista due volte candidato all’Oscar e autore di due documentari rivoluzionari come The Act of Killing (2012) e The Look of Silence (2014). Il film arriverà nei cinema italiani dal 3 luglio, distribuito da I Wonder Pictures.

The End è un ambizioso racconto post-apocalittico che mescola dramma intimo, distopia e riflessione politica in un contesto visivamente potente e simbolico. Scritto e diretto da Oppenheimer insieme a Rasmus Heisterberg (A Royal Affair, In the Blood), il film è stato presentato con grande successo nei principali festival internazionali, tra cui Telluride, Toronto, San Sebastián e la Berlinale, ricevendo consensi per la sua audacia narrativa e la forza delle sue interpretazioni.

Nel cast, spiccano nomi di assoluto rilievo. Tilda Swinton, vincitrice del Premio Oscar, guida il gruppo di protagonisti con la sua consueta intensità. Al suo fianco Michael Shannon, due volte candidato all’Oscar e noto per ruoli in Animali notturni e Revolutionary Road. Completano il cast i giovani talenti George MacKay (1917, The Beast) e Moses Ingram (La regina di scacchi, La donna del lago).

Il trailer – suggestivo e carico di tensione – introduce lo spettatore in un mondo crepuscolare dove la civiltà sembra prossima al collasso, ma dove sopravvivono ancora emozioni umane, interrogativi morali e una sorprendente intimità. Tra immagini oniriche e momenti di cupa bellezza, The End si preannuncia come un film destinato a lasciare il segno, non solo per la portata visiva ma per la sua capacità di affrontare temi universali come il tempo, la fine, la memoria.

Per Oppenheimer, si tratta di una nuova fase creativa, dopo aver ridefinito il documentario come strumento di denuncia e riflessione politica. The End rappresenta il suo passaggio alla finzione, ma senza abbandonare lo sguardo lucido, spietato e poetico che ha sempre contraddistinto il suo cinema.

Harry Potter: svelato il nuovo Draco Malfoy e altri attori per la serie HBO

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L’adattamento televisivo della serie “Harry Potter” della HBO sta completando il suo cast con sette nuove aggiunte. Come riportato da Variety, i seguenti attori sono infatti stati aggiunti al cast dello show: Katherine Parkinson nel ruolo di Molly Weasley, Lox Pratt nel ruolo di Draco Malfoy e Johnny Flynn nel ruolo di Lucius Malfoy, Leo Earley nel ruolo di Seamus Finnigan, Alessia Leoni nel ruolo di Parvati Patil, Sienna Moosah nel ruolo di Lavender Brown e Bertie Carvel nel ruolo di Cornelius Fudge. La notizia arriva da Variety, che nello stesso pomeriggio ha anche riportato in esclusiva che Bel Powley e Daniel Rigby interpreteranno Petunia e Vernon Dursley.

Al seguente post di Variety, si possono vedere i volti di alcuni di questi nuovi membri del cast:

Cosa sappiamo della serie HBO su Harry Potter

HBO descrive la serie come un “adattamento fedele” della serie di libri della Rowling. “Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà ‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale. Le riprese dovrebbero avere inizio nel corso dell’estate 2025, per una messa in onda prevista per il 2026.

La serie è scritta e prodotta da Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di showrunner. Mark Mylod sarà il produttore esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films.

Come già annunciato, Dominic McLaughlin interpreterà Harry, Arabella Stanton sarà Hermione e Alastair Stout sarà Ron. Altri membri del cast includono: John Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo di Minerva McGrannitt, Paapa Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Nick Frost nel ruolo di Rubeus Hagrid, Luke Thallon nel ruolo di Quirinus Quirrell e Paul Whitehouse nel ruolo di Argus Gazza.

Acqua Benedetta: il documentario sulla dialisi arriva a Milano

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Acqua Benedetta: il documentario sulla dialisi arriva a Milano

Dopo la presentazione alla rassegna Lievito di Latina, il documentario Acqua Benedetta arriva a Milano con due proiezioni speciali al Cinema Beltrade, rivolte al pubblico, alla stampa e al mondo della salute e della cultura. Il film affronta il tema della dialisi con delicatezza e profondità, intrecciando storie personali, ambiente e medicina in un racconto corale ed emotivo.

Date delle proiezioni a Milano – Cinema Beltrade:

Venerdì 20 giugno – ore 21:30 – con la presenza del regista e degli autori
Mercoledì 25 giugno – ore 19:30

Diretto da Antonio Petrianni, scritto da Christian Mastrillo e prodotto da Luca Lardieri, Francesco Madeo e Mattia Nicoletti, il documentario segue i racconti di Carlo Alberto Cecconi, Serena Scaramella e Oise Amidei: tre vite segnate dalla dialisi, tra fragilità, adattamento e resistenza. L’acqua – che ristagna, invade, sostiene – diventa il simbolo di un equilibrio sottile tra natura, corpo e sopravvivenza.

Il paesaggio che circonda i protagonisti non è solo sfondo, ma parte viva del racconto: un ambiente che dialoga con la condizione umana e restituisce senso al quotidiano. Acqua Benedetta è una riflessione visiva sull’abitare il corpo e sull’affrontare la malattia come atto di resilienza.

Harry Potter: la serie HBO ha trovato i suoi Petunia e Vernon Dursley

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La serie TV Harry Potter della HBO ha trovato i suoi Petunia e Vernon Dursley. Variety ha infatti appreso in esclusiva che gli attori Bel Powley e Daniel Rigby interpreteranno i Dursley nel prossimo adattamento televisivo della serie di libri di J.K. Rowling. Ancora da assegnare è il ruolo del loro figlio, Dudley.

I fan dei libri ricorderanno che Petunia era la sorella della madre di Harry, Lily. I Dursley accolgono Harry con riluttanza dopo la morte dei suoi genitori, costringendolo a vivere in un ripostiglio sotto le scale e trattandolo essenzialmente come un servo piuttosto che come loro nipote. Petunia e Vernon sono stati interpretati da Fiona Shaw e Richard Griffiths nella serie di film Harry Potter.

Per quanto riguarda questi due nuovi attori unitisi al cast, Powley ha recentemente recitato in serie TV come “Masters of the Air”, “A Small Light” e “The Morning Show”. Tra i suoi film ricordiamo “The Diary of a Teenage Girl”, “White Boy Rick” e “Il re di Staten Island”. Rigby ha invece recentemente recitato in serie televisive come “I, Jack Wright”, “Renegade Nell” e “Tom Jones”. È anche previsto che appaia nella prossima serie fantascientifica di Amazon “Blade Runner 2099”, che continua la storia della serie cinematografica. Ha inoltre vinto un BAFTA TV Award come miglior attore nel 2011 per il suo ruolo da protagonista in “Eric and Ernie”.

Al seguente post di Variety si possono vedere i volti dei due nuovi membri del cast:

Cosa sappiamo della serie HBO su Harry Potter

HBO descrive la serie come un “adattamento fedele” della serie di libri della Rowling. “Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà ‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale.

La serie è scritta e prodotta da Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di showrunner. Mark Mylod sarà il produttore esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films.

Come già annunciato, Dominic McLaughlin interpreterà Harry, Arabella Stanton sarà Hermione e Alastair Stout sarà Ron. Altri membri del cast includono: John Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo di Minerva McGrannitt, Paapa Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Nick Frost nel ruolo di Rubeus Hagrid, Luke Thallon nel ruolo di Quirinus Quirrell e Paul Whitehouse nel ruolo di Argus Gazza.