Persino i Marvel Studios non sono stati
immuni dall’influenza che la pandemia di Covid-19 ha avuto sulle
produzioni in tutto il mondo. Come sappiamo, infatti, la produzione
di The Falcon and the Winter Soldier è stata
prima interrotta e poi posticipata proprio a causa dell’emergenza
sanitaria (ricordiamo che nei piani originali della Marvel, la
serie avrebbe dovuto debuttare prima di
WandaVision).
Lo scorso anno, proprio sulla scia
di questo stravolgimento, sono iniziate a circolare diverse voci
secondo cui le riprese aggiuntive della serie erano servite anche
per rimuovere dallo show una storyline che aveva a che fare con una
pandemia mondiale e che, probabilmente, i Marvel Studios non
ritenevano più adatta considerato ciò che il mondo reale stava
vivendo a causa del Coronavirus.
Ora, in occasione del podcast “Fade
to Black” di Amon Warmann, lo showrunner di
The Falcon and the Winter Soldier,Malcolm
Spellman, ha confermato che effettivamente una storyline è
stata tagliata dalla serie, ma ha negato che fosse collegata ad una
pandemia. Tuttavia, spera che quella “trama perduta” possa essere
ancora usata in futuro, magari in una serie a fumetti.
“Mi è stato detto che devo
smetterla di parlare di questa storyline tagliata dalla serie”, ha
detto Spellman. “Ma la verità è che l’adoravo e sì, posso
confermare che non aveva nulla a che fare con una pandemia. Voglio
vedere se possiamo convincere alcuni degli autori a farci un
romanzo… anche perché sono convinto che persino Kevin Feige adorava
quella storia. Tuttavia, mi è stato detto di smetterla di
parlarne.”
Isaiah Bradley legato ai tagli alla
storia di The Falcon and the Winter Soldier?
È difficile riuscire a immaginare
cosa avrebbe trattato la storyline tagliata da The Falcon and the Winter Soldier. Tuttavia,
non possiamo fare a meno di chiederci se poteva in qualche modo
avere dei legami con Isaiah Bradley, dal momento che il passato del
personaggio è stato solo menzionato nella serie, senza mai essere
davvero mostrato.
Ricordiamo che Malcolm
Spellman è stato incaricato, insieme a Dalan
Musson, di scrivere la sceneggiatura di Captain America 4, il nuovo capitolo del
franchise dedicato al Vendicatore a stelle e strisce che, quasi
sicuramente, avrà come protagonista Anthony Mackie. Al momento sul film non ci
sono ulteriori dettagli.
La sceneggiatura originale che il
noto scrittore William Gibson scrisse per Alien
3 sarà al centro di un nuovo romanzo di Pat
Cadigan. A riportare la notizia è
Bloody Disgusting. Come la maggior parte dei fan del celebre
franchise sapranno, Gibson aveva realizzato uno script per il terzo
capitolo della saga che non è mai stato utilizzato.
David Fincher, infatti, diresse il film
basandosi su una sceneggiatura di David Giler, Walter Hill e Larry
Ferguson. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Gibson, quasi
nulla delle sua sceneggiatura venne effettivamente utilizzato in
Alien
3. Tuttavia, negli ultimi anni quella sceneggiatura ha
ottenuto un adattamento a fumetti ufficiale da parte di Dark Horse,
e ora verrà utilizzata per dare vita ad un romanzo completo.
Titan Books pubblicherà
“Alien 3: The Unproduced Screenplay” il prossimo
31 agosto. La prima bozza della sceneggiatura di Gibson è stata
adattata da Pat Cadigan, la regina del movimento
letterario del cyberpunk, vincitrice del Premio Hugo. La sinossi
ufficiale dell’opera recita: “La sceneggiatura mai adattata
prima di William Gibson per il sequel diretto di Aliens – Scontro
finale, rivela il destino di Ripley, di Newt, dell’androide Bishop
e del caporale Hicks. Quando la nave Sulaco dei Colonial Marines
attracca con la stazione spaziale e l’installazione militare
Anchorpoint, appare una nuova forma di Xenomorfo. Scritto dal
romanziere vincitore dell’Hugo Award, nonché “Regina del
Cyberpunk”, Pat Cadigan, il libro è basato sulla prima bozza mai
prodotta di Gibson.”
Alien 3, il debutto alla regia di David Fincher
Alien
3, uscito nel 1992, è stato il capitolo meno
redditizio della saga, e ancora oggi è considerato da molti il meno
riuscito. Il film segnò il debutto di David Fincher alla regia di lungometraggio
(che all’epoca era noto soltanto come regista di videoclip musicali
per artisti del calibro di Michael Jackson, Madonna e George
Michael). Lo stesso regista ha rinnegato pubblicamente il film,
attribuendone l’insuccesso ai produttori, che limitarono la sua
libertà creativa non avendo fiducia nelle sue capacità.
Sappiamo tutti che il lavoro di
Zack Snyder nel DCEU – soprattutto per quanto
riguarda Batman v Superman: Dawn of Justice – è stato
fortemente influenzato da “Batman: Il ritorno del Cavaliere
Oscuro”. La miniserie di Frank Miller del 1986 è una delle storie a
fumetti più iconiche di tutti i tempi, che ha influenzato anche la
trilogia sul Cavaliere Oscuro ad opera di Christopher Nolan, in particolare il film
Il cavaliere oscuro – Il ritorno.
Zack Snyder non ha mai fatto mistero della sua
ammirazione per il lavoro di Miller, rivelando anche in più di
un’occasione che gli sarebbe piaciuto realizzare un adattamento
cinematografico di “Batman:
Il ritorno del Cavaliere Oscuro“. In occasione del
Justice Con, l’evento virtuale organizzato per celebrare la
Snyder Cut di Justice
League ad un mese dall’uscita, al regista è stato chiesto
di svelare il suo costume preferito dell’Uomo Pipistrello. Senza
esitare, Snyder ha subito menzionato il costume dell’opera di
Miller.
“Il mio Batsuit preferito è
quello de Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, ha detto Zack Snyder. “Se dovessi un giorno
realizzare il film, riprodurrei quel costume fedelmente. L’altro
giorno, sui social, mi è apparso un ragazzo, un cosplayer forse,
che aveva ricreato quel costume molto bene. Però non ricordo il suo
nome…”
Allo stesso modo in cui la storia di
Miller è considerata uno dei fumetti di Batman più iconici di tutti
i tempi, la sua Batsuit è altrettanto venerata da molti. Sempre nel
corso del
Justice Con,
Zack Snyder ha riconosciuto le somiglianze tra il
costume di Ben Affleck e quello de “Il ritorno del
cavaliere oscuro”, una scelta popolare che ha chiaramente
ispirato il look del Batman di Affelck.
Anche la
Snyder Cut di Justice
League contiene alcuni riferimenti alla serie di Frank
Miller. Nell’epilogo del film, infatti, Batman può essere visto in
piedi su una Batmobile simile a un carro armato che ricorda molto
quella de “Il ritorno del cavaliere oscuro”. Inoltre,
nella stessa scena, raccolti davanti al veicolo,
si può scorgere la banda dei Mutants, un altro riferimento
all’opera di Miller.
Tra le tante sorprese che ci ha
riservato la cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, c’è sicuramente il trionfo di
Anthony Hopkins come Miglior attore
protagonista per The Father – Nulla è come sembra, dal momento
che il favorito sembrava essere agli occhi di tutti Chadwick Boseman, che grazie alla sua ultima
interpretazione in Ma Rainey’s Black Bottom era già riuscito a
conquistare il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e lo Screen
Actor Guild.
Essendo l’ultimo lungometraggio
girato da Boseman prima della sua tragica scomparsa, Ma Rainey’s Black Bottom ha goduto di una notevole
pubblicità prima della distribuzione su Netflix, per poi essere apprezzato tanto dalla
critica quanto dal pubblico in seguito alla sua uscita, soprattutto
per le interpretazioni di Boseman e di Viola Davis. Naturalmente, un eventuale Oscar
postumo a Boseman era ritenuto da molti un tributo più che
appropriato ad una delle più grandi star del cinema del 21°
secolo.
Tuttavia, lo scenario è cambiato
quando ad essere proclamato Miglior attore è stato Anthony Hopkins per la sua interpretazione in
The Father, sconvolgendo i fan di Boseman e tutti coloro
che avevano puntato sulla sua vittoria, per i quali la cerimonia si
è chiusa con una nota tanto strana quanto deludente. In seguito
alla vittoria di Hopkins, molti si sono scagliati contro l’Academy,
dando vita ad una vera e propria polemica per la mancata vittoria
della star di Black
Panther.
Tuttavia, a mettere ufficialmente la
parola fine alla sciocca diatriba, è stato Derrick
Boseman, fratello di Chadwick, che intervistato da
TMZ (via
IndieWire) ha spiegato che lui e la sua famiglia non sono
affatto turbati dalla decisione dell’Academy. Nonostante la
vittoria di Chadwick come Miglior attore sarebbe stato un grande
risultato, Derrick e la sua famiglia sanno che Boseman non è mai
stato ossessionato dagli Oscar. “Me li ha sempre descritti come
una campagna”, ha spiegato Derrick.
Il fratello di Chadwick ha poi
difeso la vittoria di Anthony Hopkins, congratulandosi anche da
parte della sua famiglia con il celebre attore per la vittoria.
“Se Chad avesse vinto, anche Anthony si sarebbe
congratulato”, ha aggiunto Derrick. E in un certo senso, è
quello che Hopkins ha fatto, dal momento che nel suo
discorso di ringraziamento arrivato sui social la mattina
seguente, l’attore ha reso omaggio proprio a Chadwick Boseman.
Lo scorso febbraio è arrivata la
notizia che J.J. Abrams starebbe lavorando ad un reboot di
Superman, sempre per conto della Warner Bros.,
insieme al prolifico sceneggiatore Ta-Nehisi
Coates. Al momento nessun attore è ancora collegato
ufficialmente al progetto, ma pare evidente che non sarà Henry Cavill a tornare nei panni dell’eroe
kryptoniano.
Quando la notizia è esplosa, subito
sono iniziate le speculazioni in merito alla star che potrebbe
assumere l’iconico ruolo, con Michael B. Jordan in cima alla lista dei
contendenti. In realtà, non era la prima volta che il nome della
star di Creed
e Black
Panther saltava fuori, dal momento che già in passato era
stato associato al progetto di Abrams, quando non era ancora una
realtà ma soltanto una delle tante voci che si susseguono a
Hollywood e, di conseguenza, sul web.
Ora, è stato proprio Michael B. Jordan a rispondere ai rumor
secondo cui sarà lui ad interpretare il nuovo Superman sul grande schermo.
Parlando con
Jake’s Takes, l’attore ha spiegato di essere lusingato che il
suo nome venga preso in considerazione per il ruolo, ma di non
sapere nulla al di là del progetto: “Ho sentito quelle voci e
non posso che prenderle come un complimento”, ha detto Jordan.
“Apprezzo che le persone pensino a me per quel tipo di ruolo.
Ma davvero, non ho nient’altro da dire in merito se non che è
lusinghiero e che lo apprezzo. Indipendentemente da quello che
succederà, penso che sarà una cosa molto interessante da
scoprire.”
Michael B. Jordan sull’importanza di un Superman nero
In un’altra intervista con
Cinepop, invece, Michael B. Jordanha
ribadito di non essere a conoscenza di ciò che sta accadendo con il
reboot, ma che sarebbe entusiasta all’idea di vedere un Superman
nero sul grande schermo: “Non lo so. Non so davvero cosa stia
succedendo con questo reboot, ma penso che l’opportunità di vedere
un protagonista nero in un ruolo eroico sia davvero, davvero
importante. La rappresentazione è importante.”
In attesa di nuovi aggiornamenti
ufficiali in merito al reboot di Superman, ricordiamo che il film sarà
ambientato all’interno del DCEU e che si tratta del terzo progetto
WB/DC supervisionato da J.J, Abrams, che già sta curando Justice
League Dark e la serie reboot
di Constantine.
Dal momento che Steve Rogers
(Chris
Evans) ha passato lo scudo di Captain America a Falcon
(Anthony
Mackie) nel finale di Avengers:
Endgame, che ha segnato “idealmente” la fine della
Fase 3 del MCU (dal momento che l’ultimo film
ufficiale di quel blocco è stato Spider-Man:
Far From Home), i fan si aspettavano che Sam Wilson
assumesse il ruolo di Cap in una nuova avventura sul grande
schermo.
Tuttavia, quando è stata annunciata
ufficialmente The Falcon and the Winter Soldier, la serie
ambientata nel MCU e disponibile su Disney+, era chiaro che il viaggio di
Sam come erede di Steve si sarebbe svolto sul piccolo schermo. Nel
primo episodio dello show abbiamo visto Sam rinunciare allo scudo,
per poi riappropriarsene soltanto alla fine del quinto
episodio.
Nel percorso per diventare il
prossimo Captain America, Sam ha dovuto affrontare la resistenza
del governo degli Stati Uniti, quindi l’ascesa di John Walker
(Wyatt Russell) come nuovo Cap e del gruppo
anti-nazionalista dei Flag-Smashers guidato da Karli Morgenthau
(Erin Kellyman). Tuttavia, la scoperta
dell’esistenza di Isaiah Bradley (Carl Lumbly), un
supersoldato nero tenuto prigioniero per decenni e sottoposto a
innumerevoli esperimenti da parte del governo, ha finalmente
indotto Sam ad abbracciare il suo destino e ad accettare finalmente
l’eredità di Steve.
Subito dopo la messa in onda
dell’episodio finale,
THR ha annunciato che i Marvel Studios hanno ufficialmente
messo in cantiere Captain America 4, che sarà
sceneggiato da Malcolm Spellman, showrunner di
The Falcon and the Winter Soldier. Anche se è
chiaro che Anthony Mackie sarà il protagonista del film
nei panni, appunto, del nuovo Cap, l’attore ha rivelato di non aver
ancora sentito nulla da parte dei Marvel Studios in merito al
progetto.
In una recente intervista con
EW,
Mackie ha così reagito alla notizia che la Marvel sta sviluppando
il quarto capitolo del franchise di Captain America: “L’ho
scoperto ieri, mentre ero in un negozio di alimentari. Davvero. Il
cassiere, un uomo di nome Dwayne, una brava persona, mi ha detto:
‘Hey, amico. Allora è vero?’. Ha preso il suo cellulare: ‘Voglio
dire… non hai sentito nulla?’. Ecco perché adoro lavorare per la
Marvel. All’improvviso ti chiamano e ti dicono: ‘Vieni a Los
Angeles. Vogliamo informarti su cosa sta succedendo’. Sono
entusiasta di vedere cosa accadrà, ma non ho sentito ancora nulla
da parte loro.”
Anthony Mackie su una possibile
seconda stagione di The Falcon and the Winter Soldier
Il sesto e ultimo episodio di
The Falcon and the Winter Soldier ha visto Sam
indossare finalmente il suo costume da Capitan America,
equipaggiato con ali di Vibranio per gentile concessione di
Wakanda. Sempre durante la medesima intervista, Anthony Mackie ha scherzato dicendo:
“Quello che sarebbe davvero brutto è se il Captain America 4 iniziasse
e io venissi scaraventato in cielo”. In merito ad una
possibile seconda stagione della serie, invece, ha aggiunto: “È
sempre fantastico lavorare con Sebastian Stan. E Kari Skogland, il
nostro regista, è stato incredibile. Sarebbe divertente da
morire.”
In Big Sky 1×14
che si intitolerà “Nice Animals” Cassie, Jenny, Jerrie e Lindor
lavorano per rimettere le cose in carreggiata quando il motel è
ridotto in macerie e entrambi i casi Kleinsasser e Ronald non
stanno andando molto meglio. Al ranch, Cheyenne coglie
l’opportunità di spostare la dinamica del potere familiare a suo
favore e tutto ciò che servirà è la verità nel nuovo episodio di
Big Sky che andrà in onda MARTEDÌ 4 MAGGIO (10: 00-11: 00 pm EDT),
su ABC.
Guest star di Big Sky
1×14 sono è Omar Metwally nei panni di Mark Lindor, Ryan
Dorsey nei panni di Rand Kleinsasser, Britt Robertson nei panni di
Cheyenne Kleinsasser, Michelle Forbes nei panni di Margaret
Kleinsasser e Kyle Schmid nei panni di John Wayne Kleinsasser.
“Nice Animals” è stato scritto da Elwood Reid e Jonathan Shapiro e
diretto da Michael Goi.
Big Sky 1×14
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David
E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley
sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di
libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley,
Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios,
insieme a ABC Signature e Touchstone Television. Big
Sky in streaming è disponibile su Star,
il nuovo canale per adulti di Disney+.
La serie racconta
degli investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt
uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny
Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un
camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono
che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra
donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
Il divorzio è un argomento
quantomai delicato, che porta quanti ne sono coinvolti a vivere
sentimenti contrastanti, spesso stranianti. Allo stesso tempo, è un
evento che permette di far uscire aspetti dell’animo umano spesso
taciuti o altrimenti difficili da raccontare. Proprio per questo il
divorzio è spesso stato al centro di grandi storie per il cinema.
Dal classico Kramer contro Kramer al più recente Storia di unmatrimonio, passando per l’iraniano Una separazione. Tra
questi si colloca anche l’acclamato L’affido – Una
storia di violenza, diretto nel 2017 dall’esordiente
Xavier Legrand, da quel momento affermatosi come
nuovo nome da tenere d’occhio del cinema francese.
Il suo film è la tesa ed essenziale
cronaca di una separazione, che affronta in un magistrale crescendo
di suspense la violenza domestica attraverso differenti generi
cinematografici. Nell’idearlo, infatti, il regista non si è
ispirato solo al citato Kramer contro Kramer, ma anche a
film più cupi come La morte corre sul fiume e
Shining. Legrand porta così il pubblico ad acquisire
maggiore consapevolezza su tale tema, giocando con le invenzioni di
messa in scena che il cinema offre. Accolto con entusiasmo dalla
critica internazionale, il film è stato premiato con il Leone
d’argento per la migliore regia e il Leone del Futuro come migliore
opera prima alla Mostra di Venezia.
L’affido ha poi vinto
anche come miglior film, miglior attrice e miglior sceneggiatura
originale ai prestigiosi Premi Cesar, considerati gli Oscar
francesi. Si tratta dunque di un film particolarmente importante,
che punta a rivelare la violenza sotterranea, le paure taciute, le
minacce sommesse vissute ogni giorno da migliaia di donne, in tutto
il mondo. Prima di intraprendere una visione del film, sarà qui
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’affido: la trama del film
Protagonista del film è
Miriam Besson, la quale si trova nel pieno del
divorzio dal marito Antoine Besson. Questi è il
responsabile della sicurezza presso un ospedale, dove è considerato
da tutti un brav’uomo e una persona premurosa. Nonostante tale
descrizione, Miriam richiede l’affido esclusivo dei figli
Joséphine, di diciotto anni, e
Julien, di undici anni. Durante il processo,
infatti, la donna fa emergere un ritratto del marito come di una
persona tutt’altro che equilibrata, accusandolo di atti di violenza
e atteggiamenti intimidatori nei confronti tanto di lei quanto dei
figli. La sua battaglia legale, tuttavia, è costretta ad
infrangersi contro un giudice sordo alla richiesta di aiuto di
Miriam.
Nonostante le argomentazioni di lei
e una lettera di Julien, il giudice responsabile della causa
concede infatti l’affidamento condiviso e costringe il bambino a
trascorrere i fine settimana con suo padre. L’essersi visto
accusato in quel modo, inoltre, porta Antoine a diventare
effettivamente più violento e minaccioso. L’uomo, infatti, sembra
del tutto incapace di lasciare l’ormai ex moglie alla sua nuova
vita, desiderando esercitare ancora tutto il suo potere su di lei.
Per Miriam ha così inizio la più dura delle battaglie, durante la
quale dovrà riuscire a dimostrare la pericolosità dell’uomo prima
che possa essere troppo tardi.
L’affido: il cast
Per dar vita al film, il regista si
è affidato grossomodo ad un cast di attori poco noti, tra cui si
annoverano SaadiaBentaieb nei
panni del giudice, Emilie Incerti-Formentini in
quelli dell’avvocato Ghenen e Sophie Pincemaille
in quelli dell’avvocato Davigny. Martine
Vandeville e Jean-Marie Winling sono
invece presenti nei panni di Madeleine Besson e Joel Besson, i
genitori di Antoine. Florence Janas è invece
l’interprete di Sylvia, la sorella di Miriam. Di particolare
importanza sono invece gli attori esordienti nei panni dei figli
della coppia in fase di divorzio. Mathilde
Auneveux è l’attrice presente nel ruolo di Joséphine, la
figlia diciottenne di Antoine e Miriam.
Thomas Gioria
interpreta invece l’undicenne Julien Besson. Il giovane attore ha
ricevuto numerose lodi proprio per la sua struggente e intensa
interpretazione. Infine, nei panni di Antoine Besson vi è l’attore
Denis Ménochet, noto a livello internazionale per
aver interpretato Perrier LaPadite in Bastardi senza
gloria, di Quentin
Tarantino. Per Ménochet non è stato facile
interpretare Antoine, dovendo in tutti i modi cercare di non
giudicare i suoi comportamenti. Nei panni di Miriam Besson vi è
invece l’attrice Léa Drucker, recentemente
divenuta nota anche grazie al film Due. Anche per lei il
ruolo di Miriam si è rivelato complesso, dovendo far emergere tutte
le sue fragilità ma anche la sua forza indissolubile.
L’affido: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Dragonheart è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Now. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 27
aprile alle ore 21:15 sul canale
La 5.
Amazon Studios ha
diffuso le prime immagini del film La
guerra di domani arriva il teaser trailer! Da
Amazon Studios, in arrivo in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo il 2 luglio
2021. Protagonisti sono
Chris Pratt,
Yvonne Strahovski,
J.K. Simmons, Betty Gilpin, Sam Richardson, Edwin Hodge,
Jasmine Mathews, Ryan Kiera Armstrong, Keith Powers
Diretto da
Chris McKay e scritto da Zach Dean
La guerra di domani (The Tomorrow
War) è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don
Granger, Jules Daly, David Goyer, Adam Kolbrenner.
Executive Producer sono Rob Cowan, Chris Pratt,
Brian Oliver, Bradley J. Fischer.
In La guerra
di domani (The Tomorrow
War), il mondo rimane sotto shock quando un gruppo di
viaggiatori nel tempo arriva dal 2051 per portare un messaggio
urgente: di lì a trent’anni la razza umana sarà sul punto di
perdere una guerra globale contro una letale specie aliena. L’unica
speranza per sopravvivere è che soldati e civili del presente
vengano trasportati nel futuro e si uniscano alla battaglia. Tra le
reclute c’è l’insegnate di liceo e padre di famiglia Dan Forester
(Pratt). Determinato a salvare il mondo per la sua giovane figlia,
Dan si unisce a una brillante scienziata (Yvonne Strahovski) e al
padre da cui si era allontanato (J.K. Simmons) nella disperata
impresa di riscrivere il destino del pianeta.
In the Mood for
Love nei cinema italiani! L’eterno capolavoro
di Wong Kar Wai, restaurato in 4K e
distribuito dalla Tucker Film, uscirà
in 27 sale (il dato è aggiornato al momento in cui
scriviamo), segnando simbolicamente la grande e attesissima
ripartenza. Del resto, ora che il bisogno di bellezza è più urgente
che mai, In the Mood for
Love rappresenta davvero il titolo perfetto…
Hong Kong, 1962. Un uomo e una
donna, il signor Chow e la signora Chan. Due dirimpettai che
si trovano a vivere un amore casto e clandestino. Due attori
meravigliosi, Maggie
Cheung e Tony Leung Chiu-wai,
che hanno spalancato le porte dell’Occidente agli splendori del
nuovo cinema asiatico (Tony Leung Chiu-wai,
ricordiamo, è stato incoronato al Festival di Cannes nel 2000).
Ecco In the Mood for Love. Un
melodramma intenso e raffinatissimo che ha davvero fatto epoca. Non
tanto love story, come spiega lo stesso Wong Kar
Wai, quanto «un film che parla di segreti…».
La Tucker
Film , porterà al cinema anche le sue prime
due opere, As Tears Go
By e Days of Being
Wild (mai uscite in Italia!) e le
versioni 4K di Angeli
perduti, Hong Kong
Express e Happy
Together. Un prezioso percorso monografico
intitolato Una questione di
stile e inaugurato, appunto,
da In the Mood for
Love.
Tutte le sale:
Ancona – Azzurro (dal 28 aprile)
Bassano del Grappa – Metropolis (dal 29 aprile)
Belluno – Italia (solo 28 aprile)
Bologna – Lumière (dal 29 aprile)
Cremona – Po spazioCinema (dal 29 aprile)
Genova – Corallo (dal 29 aprile)
La Spezia – Controluce (dal 29 aprile)
Mestre – Dante (dal 29 aprile)
Milano – Anteo, Beltrade e Cinemino (dal 28 aprile)
Rakuten TV ha annunciato oggi
l’espansione dell’attuale offerta AVOD introducendo più di 90
canali lineari gratuiti in 42 mercati europei, unendo così la
migliore programmazione e intrattenimento dai principali canali
internazionali, contenuti locali rinnovati e anche nuovi canali
tematici proprietari. L’offerta migliorerà sensibilmente
l’esperienza degli utenti, offrendo ancora più intrattenimento in
ogni momento e gratuitamente. Il lancio sarà progressivo, con
l’obiettivo di aumentare ulteriormente l’offerta nel corso dei
prossimi mesi.
Questo lancio rappresenta un ulteriore passo per la crescita della
compagnia e rafforza l’obiettivo di Rakuten TV di offrire un’ampia
offerta di contenuti che possano soddisfare ogni esigenza. La
line-up cambierà a seconda del territorio, con una vasta serie di
categorie, inclusi Film, Intrattenimento, Lifestyle, Musica, Sport,
News, Show televisivi e contenuti per bambini. L’offerta alternerà
i migliori brand mondiali come Bloomberg
TV, Bloomberg Quicktake, CNNi (disponibile
nel Regno Unito, Germania e Polonia), Euronews –
il primo canale live integrato nell’offerta AVOD di Rakuten
TV-, Qwest TV, Reuters, contenuti presentati
da XUMO, che includono 8
canali Stingray e il canale di The
Hollywood Reporter, e altri brand di fama mondiale di Condé
Nast come Glamour, GQ, Vanity Fair,
Vogue e Wired.
Il pubblico troverà un’attenta
selezione di contenuti locali in un’ampia gamma di categorie,
attraverso partnership con i principali gruppi media europei per
introdurre nuovi canali come Bizzarro
Movies e Cinema Segreto in
Italia, ¡Hola! Play e Planeta
Junior -leader europeo in contenuti di intrattenimento
per bambini e famiglie- in Spagna, come anche affermati canali
locali come, FilmRise, TalkRadio e the
LEGO® channel nel Regno Unito, e Netzkino,
Waidwerk Free, Tierwelt Live e Deluxe
Lounge HD in Germania.
Il pubblico troverà un’attenta selezione di contenuti
locali in un’ampia gamma di categorie, attraverso partnership con i
principali gruppi media europei per introdurre nuovi canali
come Bizzarro Movies(canale horror,
sci-fi e thriller con titoli “La notte dei morti
viventi” di George A. Romero, la saga “Puppet
Master” prodotta dalla Full Moon Entertainment di Charles
Band, gli squali volanti di “Sharknado” e tanti
altri) e Cinema Segreto in
Italia (canale dei grandi classici del cinema
italiano con film che hanno segnato un’epoca. Tra i
titoli: “La classe operaia va in paradiso” di
Elio Petri con gli indimenticabili Gian Maria Volonté e Mariangela
Melato, “Adua e le compagne” di Antonio
Pietrangeli con Marcello Mastroianni e Sandra Milo e molti
altri).
Harry Lennix ha spiegato come sono state
girate le scene di Martin Manhunter nella
Snyder Cut di Justice
League. Il personaggio appare soltanto due volte nel
taglio di Zack Snyder: la prima volta ha assunto l’identità di
Martha Kent (Diane
Lane) per andare a fare visita a Lois Lane
(Amy
Adams); la seconda, invece, lo vediamo nell’epilogo
del film, quando si reca da Bruce Wayne (Ben
Affleck) per avvertirlo dell’arrivo di Darkseid.
Lennix ha partecipato al
Justice Con (via
Screen Rant) un paio di settimane fa, dove ha condiviso le sue
speranze in merito al futuro di Martian Manhunter e alcune varie
curiosità sul backstage del taglio di Sndyer. L’attore ha spiegato
che la scena in cui lascia l’appartamento di Lois Lane è stato
girata nel cortile di Zack Snyder e, di conseguenza, si aspettava
che la scena finale con Batman sarebbe stata girato più o meno
nello stesso modo.
Tuttavia, a causa della pandemia di
Covid-19, Lennix ha spiegato di aver girato la scena finale a New
York, contro uno schermo verde, mentre Snyder lo ha diretto via
Zoom. “Abbiamo girato la scena di Martha Kent nel cortile di
Zack. Hanno usato un green screen”, ha spiegato l’attore.
“Credevo che avremmo fatto la stessa cosa con la scena finale,
usando la luce naturale, che in California è sempre splendida. Ero
pronto a partire, ma poi il Covid ha stravolto i piani. Era una
scena che volevano assolutamente girare, così alla fine si sono
organizzati e sono riusciti a prenotare un teatro di posa a New
York.”
Il personaggio di Martian
Manhunter era completamente assente nella versione
theatrical, ma grazie al taglio di Zack Snyder il generale Swanwick interpretato
da Harry Lennix ne L’uomo
d’acciaio e in Batman
v Superman ha avuto finalmente la possibilità di
trasformarsi in J’onn J’onzz.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Una nuova foto dal set di Mission
Impossible 7 ci mostra Tom Cruise appeso a un treno, in quello che
sembrerebbe essere uno degli ormai celebri (e pericolosissimi)
stunt con cui all’attore piace cimentarsi in prima persona.
A diffondere lo scatto è stato il
regista Christopher McQuarrie via
Instagram, in cui è possibile vedere Cruise nei panni di Ethan
Hunt appeso a un treno. Nella didascalia che ha accompagnato
l’immagine, McQuarrie ha scritto: “Abbiamo trascorso una
settimana fantastica nell’incredibile Yorkshire. Torneremo per
qualche altra marachella a breve”, lasciando intendere che le
riprese del film si concluderanno molto presto.
https://www.instagram.com/p/COIxlKVD8QX/
Sulla base di questa foto, sembra
che la scena che Tom Cruiseha girato
sarà probabilmente molto simile alla sequenza del treno ad alta
velocità dell’originale Mission Impossible del 1996.
Parallelamente, il
Daily Mail ha condiviso delle foto (che potete vedere cliccando
qui) in cui è possibile vedere Cruise evitare la caduta di un
cameran durante la realizzazione della medesima scena immortalata
da McQuarrie, a cui ha preso parte anche la co-star del film,
Hayley Atwell.
Le date di uscita di Mission
Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai
Morales(Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
A quanto pare, ad Anthony Hopkins sarebbe stata negata la
possibilità di tenere il suo discorso di ringraziamento durante la
cerimonia di premiazione degli Oscar 2021 a causa delle regole dell’Academy,
che quest’anno non prevedevano collegamenti via Zoom.
Assolutamente a sorpresa,
considerato che il favorito era per tutti Chadwick Boseman, Hopkins ha trionfato nella
categoria Miglior attore protagonista grazie alla sua
interpretazione in The Father – Nulla è come sembra, portandosi a
casa il secondo Oscar vinto nella medesima categoria (il primo
risale al 1992, quando venne premiato per Il silenzio degli innocenti) e diventando, a
83 anni, l’attore più anziano ad aver ricevuto l’ambita
statuetta.
A differenza delle altre cerimonie
di premiazione che quest’anno, a causa della pandemia di Covid-19,
si sono dovute adeguare a nuove forme di spettacolo e di
conduzione, gli Oscar non hanno implementato le videochiamate Zoom
per permettere il coinvolgimento degli ospiti non presenti
fisicamente al Dolby Theatre di Los Angeles. I candidati che non
erano fisicamente al Dolby Theatre, infatti, sono stati coinvolti
tramite degli hub istituiti in varie parti del mondo, procedura che
comunque richiedeva un coinvolgimento in presenza.
Hopkins è stato assente dalla
cerimonia di premiazione (non era né presente fisicamente né
collegato in alcun modo), che di fatto si è conclusa senza alcun
discorso di ringraziamento, con l’Academy che ha accettato il
premio a suo nome (stranamente, il premio al Miglior film è stato
assegnato prima di quelli agli attori protagonisti).
Anthony Hopkins e il mancato
discorso di ringraziamento agli Oscar 2021
Ora, secondo quanto riportato da
IndieWire, Anthony Hopkins avrebbe fatto richiesta di
accettare l’eventuale premio via Zoom, richiesta che sarebbe stata
negata dai produttori della trasmissione. L’attore si trova
attualmente in Galles e non aveva intenzione di recarsi negli hub
allestiti a Dublino e a Londra: ha quindi scelto di restare a casa
e, in base a quanto riportato, pare che stesse già dormendo quando
è stato annunciato come vincitore. Una situazione analoga si è
verificata anche con Ann Roth, la costumista
ottantanovenne che ha vinto l’Oscar per i migliori costumi grazie a
Ma Rainey’s Black Bottom.
Considerato il fuso orario (esiste
una differenza di circa otto ore tra Los Angeles e il Galles),
Hopkins avrebbe dovuto recarsi a Dublino o a Londra e restare
lì fino alle 4 del mattino. Essendo Boseman il favorito, è
probabile che Hopkins avesse pensato che non avrebbe mai potuto
vincere, e che quindi la sua assenza alla cerimonia non sarebbe
stata rilevante: dopotutto, viaggiare a 83 anni nel corso di una
pandemia mondiale può essere davvero pericoloso.
Ad ogni modo, il giorno dopo
Anthony Hopkins ha trovato comunque il modo
per ringraziare l’Academy, condividendo via Instagram
un bellissimo video direttamente dal Galles, in cui ha palesato
la sua incredulità per la meritatissima vittoria e in cui ha anche
reso omaggio a Chadwick Boseman.
L’episodio finale di The Falcon and the Winter Soldier ha stabilito
che la Contessa Valentina Allegra de Fontaine
giocherà un ruolo importante nell’Universo Cinematografico Marvel in futuro. Anche se le sue
vere motivazioni e intenzioni rimangono ad oggi un mistero, è
possibile ipotizzare in quali film o serie del MCU potrebbe
apparire nuovamente:
Black Widow
La Contessa è una delle
spie più importanti della Marvel Comics, essendo stata un membro di lunga
data dello SHIELDA. Il suo passato renderebbe quindi naturale e
logica una sua apparizione in Black
Widow.
Anche
se la trama del film rimane un mistero (e nonostante gli eventi
saranno ambientati molto prima dei fatti narrati in
The Falcon and the Winter Soldier), La Contessa è
profondamente radicata nello spionaggio internazionale e potrebbe
tranquillamente fare un piccolo cameo nel film. In effetti, è stato
riferito che originariamente avrebbe dovuto debuttare proprio in
Black
Widow, posticipato di oltre un anno rispetto alla sua data
di uscita originale.
Armor Wars
“Le cose stanno per
diventare strane”, dice la Contessa al suo nuovo dipendente,
John Walker, alias U.S. Agent, nell’episodio finale di
The Falcon and the Winter Soldier. Ciò
potrebbe significare tante cose diverse per il futuro della Fase
Quattro, ma una serie in cui La Contessa potrebbe essere coinvolta
è Armor
Wars.
È probabile che questa nuova serie
seguirù la trama dei fumetti in cui si scopre che la tecnologia di
Tony Stark è nelle mani dei supercriminali di tutto il mondo. E se
La Contessa fosse coinvolta nell’instaurazione del conflitto o,
forse, nel tentativo di diffonderlo?
Ironheart
Direttamente collegato alla
serie Armor
Wars, che vedrà protagonista War Machine, è
Ironheart,
che si concentrerà sul giovane supereroe Riri Williams. Sebbene non
facesse parte della trama originale del fumetto (e nemmeno La
Contessa), entrambi probabilmente faranno parte dell’adattamento tv
in modo da aggiornare la trama per il MCU.
Tony
Stark è stato mentore di Riri Williams nei fumetti, ma con la sua
morte nel MCU, Riri potrebbe cadere sotto la guida di una figura
diversa, forse anche La Contessa, che sembra molto intenzionata a
“collezionare” eroi…
Hawkeye
Se La Contessa dovesse
davvero apparire in Black
Widow, è probabile che sarà coinvolta in altre
storie del MCU che trattano di spionaggio, come la prossima serie
Hawkeye.
Sebbene la trama della serie sia ancora avvolta nel mistero, i fan
sanno che coinvolgerà Hailee Steinfeld nei panni di Kate Bishop,
che diventa Occhio di Falco nei fumetti ed è probabile che faccia
lo stesso anche nel MCU.
A
seconda delle ambizioni della Contessa, il suo ruolo in Hawkeye
potrebbe essere consistente o minore. Ha legami con Clint Barton
nei fumetti attraverso lo SHIELD e gli Avengers, ma sembra che il
suo personaggio nel MCU sia un po’ meno eroico di quanto non lo sia
stato nelle prime apparizioni a fumetti.
World of Wakanda
L’imminente serie World of Wakanda di Ryan Coogler in arrivo su Disney+ è destinata a esplorare il
mondo e la tradizione dell’immaginario paese Marvel. Non è chiaro
quali personaggi o storie presenterà lo show, ma se avrà a che fare
con le Dora Milaje, allora un personaggio come La Contessa avrebbe
senso come possibile antagonista.
I
suoi incontri con i wakandiani nei fumetti sono pochi e distanti
tra loro, ma il MCU ha dimostrato più volte che non ha paura di
interconnettere i suoi personaggi e le storie con il materiale
fumettistico originale.
Moon Knight
Marc Spector, l’uomo che
diventa il supereroe Moon Knight, ha molto in comune con John
Walker. È un ex soldato e agente della CIA, qualcuno che potrebbe
adattarsi al tipo di persona che la Contessa sta cercando per
formare la sua squadra.
Moon Knight ha trascorso del tempo
con John Walker nei fumetti dedicati ai Vendicatori della Costa
Occidentale alla fine degli anni ’80. Quella squadra includeva
anche Occhio di Falco, un’altra importante spia Marvel, ossia
Mockingbird, ma anche Scarlet Witch e Visione. Il Visione Bianco ha
debuttato originariamente proprio in questa serie. Potrebbe essere
che La Contessa stia assemblando i suoi Vendicatori, usando
versioni inverse dei personaggi classici.
She-Hulk
Un altro Avenger di lunga
data che otterrà la sua serie da solista nel MCU è She-Hulk. Come
altre serie e film in arrivo, non si sa nulla della trama. Ciò
lascia molto spazio a eventuali speculazioni su come la Contessa
potrebbe inserirsi nello show.
Se la Contessa sta mettendo insieme
la sua squadra di Vendicatori, Jennifer Walters sarebbe una
candidata ovvia data la sua forza. She-Hulk interpreta un ruolo in
“Secret Invasion”, l’enorme crossover a fumetti che vede gli Skrull
invadere la Terra. Ciò potrebbe collegare sia lei che La Contessa
alla prossima serie in streaming.
Secret Invasion
Uno dei progetti del MCU
più significativi in arrivo è Secret
Invasion, che sembra adatter la trama dei fumetti del 2008
in cui gli Skrull iniziano una massiccia invasione della Terra. In
quella run, è stato rivelato che La Contessa è un agente Skrull
sotto mentite spoglie, inviato per spiare Nick Fury e lo SHIELD nel
corso degli anni.
Nick
Fury uccide lo Skrull e in seguito scopre che la vera Contessa è
ancora viva. Lei e altre figure eroiche, tra cui Spider-Woman,
vennero nascoste mentre gli Skrull le impersonavano in preparazione
proprio dell’attacco sulla Terra. La Contessa del MCU potrebbe
essere uno Skrull travestito?
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli
Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli potrebbero adattare molte
trame dei fumetti. Tuttavia, le origini del personaggio sembrano
essere al centro di tutto. È possibile che suo padre abbia qualche
connessione con La Contessa, permettendo al personaggio di apparire
così nel film.
Se c’è qualche connessione tra La
Contessa e Power Broker, che sappiamo ora essere Sharon Carter, è
ancora più probabile che Valentina appaia in Shang-Chi, dal momento
che l’eroe ha combattuto contro Power Broker e la sua Corporation
al fianco di Iron Fist in alcune delle sue prime avventure.
Captain America 4
Probabilmente, il progetto
più probabile in cui apparirà la Contessa è
Captain America 4. Il film, che sarà scritto dallo
showrunner di
The Falcon and the Winter Soldier, Malcolm
Spellman, e da uno degli sceneggiatori della serie, Dalan Musson, è
certo che riprenderà i fili narrativi e tematici della serie
Disney+.
Uno di questi è ovviamente legato
alla Contessa, le cui attività sembrano direttamente collegate
all’ascensione di Sam Wilson che diventa Capitan America. Potrebbe
fare la sua grande apparizione nel film ed essere il villain
principale… o forse, chissà, anche un’alleata del nuovo Capitan
America.
Sono passati già due anni da
Avengers: Endgame, da quando i
Marvel Studios hanno portato a
termine il primo grande racconto per il cinema che hanno messo in
cantiere. In questi due anni non abbiamo avuto tutti i film Marvel
che volevamo, una pandemia si è messa in mezzo e ha rallentato i
piani di Kevin Feige.
A due anni da quello schiocco che
distrusse Thanos, Robert Downey Jr. festeggia
l’anniversario postando sul suo account Instagram un breve video di
prove dello SNAP di Tony Stark.
L’emozione è ancora fortissima, sia
per l’affetto che lega l’attore ai fan, sia per il gesto estremo
che Tony Stark, primo vero eroe del Marvel Cinematic
Universe, ha fatto per l’umanità.
Lucy Hale è una delle attrici più
famose della sua generazione, soprattutto per la sua
generazione. È stata infatti protagonista del teen show Pretty Little Liars per anni, dopo aver avuto ruoli
minori e non in produzioni come
The O.C.,
How I Met Your Mother, I Maghi di Waverly e Private
Practice. Non solo, è apparsa anche in numerosi produzioni
cinematografiche (chi ricorda Quattro amiche e un paio di jeans?),
ed è ora al cinema con un nuovo film horror, Obbligo o
verità. Ecco dieci curiosità sull’attrice:
1) Il suo nome completo è Karen
Lucille Hale, e il secondo nome viene dal nome della nonna,
Lucy. Sin da piccola, non ha mai utilizzato Karen, preferendo il
secondo, che poi ha usato anche come nome d’arte.
2) Ha paura delle altezze:
nonostante si debba continuamente spostare in aereo, ha dichiarato
di esserne particolarmente spaventata.
Lucy Hale: i film
3) Buona parte della carriera da
attrice di Lucy Hale è stata televisiva. È cominciata quando
aveva 14 anni, quando diventò famosa come uno dei cinque vincitori
dello show spin-off di American Idle, chiamato American
Junior. Si è poi trasferita a Los Angeles per inseguire la
carriera da cantante, e qui ha cominciato a recitare.
4) È apparsa in show come Ned
scuola di sopravvivenza, Drake e Josh, e The O.C. I suoi
ruoli principali prima di Pretty Little Liars, però, sono
quelli degli otto episodi della serie TV La donna bionica, in
Quattro amiche e un paio di jeans, e Private Practice. Stando a
quanto affermato dalla rivista Seventeen, Hale non ha dovuto
fare un’audizione per la parte in Pretty Little Liars:
aveva già un seguito e una fama abbastanza grandi da vincerle il
ruolo. E la serie fu seguita da ruoli in Once Upon a Song e How I
Met Your Mother.
Nel 2018 ha interpetato Stella
Abbott nella serie Life Sentence. Nel 2019 ha prestato la voce a
Zoe bell nel film Tappo – Cucciolo in un mare di guai. Nel
2020 è stata al protagonista della serie tv Katy
Keene, spin-off di Riverdale, nel
quale interpreta proprio Katy Keene. Nello
stesso hanno ha interpretato Melanie Cole nel film Fantasy Island e Lucy in A Nice Girl Like You
e Carol An in Son o the South. Nel 2021 Lucy
Hale sarà Elly nel film Borrego. Nello stesso
hanno sarà Lucy Hutton nel film The Hating Game.
Interpreterà inoltre DC Lake Edmunds nell’annunciata serie tv
Ragdoll.
5) Inizialmente, Lucy Hale voleva
interpretare Hanna, non Aria. Infatti, era un tipo di
personaggio che non aveva mai esplorato e che per questo la
incuriosiva. È stato quanto la produzione ha cominciato ad
accoppiarla con vari attori per provarne la chimica, che è stato
deciso (e che ha realizzato) che il ruolo perfetto per lei fosse in
realtà Aria.
5) Nel 2019 è arrivato il suo
nuovo show,Life Sentence. La
serie parla di una giovane donna, interpretata da Lucy
Hale, alla quale viene diagnosticato un cancro terminale.
dopo aver ricevuto la notizia, comincia a vivere come se davvero
non ci fosse un domani. I problemi sorgono quando le viene
comunicato che la malattia è in ritirata, e ora deve trovare un
modo per convivere con le decisioni prese.
6) Lucy Hale fa anche la
cantante, e il suo primo album risale al 2014. Si è trasferita
a LA per fare la cantante. Avrà finito per fare l’attrice, ma non
ha mai rinunciato alla propria passione. Infatti, ha firmato con la
Hollywood Records nel 2012. La Hale è cresciuta ascoltando musica
country, che ha avuto una grande influenza su di lei. Il suo primo
album country è uscito nel 2014, e si intitola Road
Between”. A Rolling Stone ha dichiarato di amare la musica
perché le permette di esprimere se stessa davvero. Il suo primo
singolo fu You Sound Good to Me.
6) Lucy Hale non ha mai
frequentato Ian Harding. Mentre la loro relazione sullo schermo
è stata amata e ammirata da molti, la loro relazione nella vita
reale non è stata romantica come molti si aspettavano. I due,
infatti, sono sempre stati solo amici. E, se nelle scene più
intime, all’inizio c’era un po’ di nervosismo, i due hanno finito
per sentirsi perfettamente a loro agio con l’altro.
Lucy Hale: Instagram
7) #outfitgoals. Lucy Hale si
dedica particolarmente a Instagram, e le foto dei suoi outfit sono
la parte migliore del suo profilo. Sfoggia sempre look raffinati,
anche nelle situazioni più informali.
8) Lucy Hale poteva essere la
Anastasia Steele di 50 Sfumature di Grigio. Ha infatti
sostenuto l’audizione per il ruolo, andato poi a Dakota Johnson. La Hale ha
parlato dell’audizione, che ha trovato particolarmente
imbarazzante: un lungo monologo molto, molto spinto, che ha
faticato a pronunciare ad alta voce.
Secondo la fonte, la Appian Way
Production di DiCaprio ha acquistato i diritti sul film dopo una
lunga battaglia che ha visto coinvolte anche le società di
produzione di attori quali Jake Gyllenhaal e Elizabeth Banks. Come riportato, oltre ad
occuparsi della produzione, è probabile che l’attore premio Oscar
per Revenant
– Redivivo figurerà anche nei panni del protagonista.
Thomas Vinterberg
sarà coinvolto nel remake in qualità di produttore esecutivo, ma al
momento non sappiamo né chi si occuperà della sceneggiatura né chi
firmerà la regia. Il coinvolgimento di Leonardo DiCaprio in qualità di interprete
dipenderà soprattutto dagli altri impegni lavorativi dell’attore:
ricordiamo che attualmente è impegnato con le riprese di
Killers of the Flower Moon, il nuovo film di
Martin Scorsese.
Inoltre, DiCaprio ha già in cantiere
altri due film con il celebre regista, tra cui The Devil in the White City e Roosevelt, oltre all’annunciato The
Black Hand, in cui interpreterà Joe Petrosino,
poliziotto italiano naturalizzato statunitense, pioniere nella
lotta contro il crimine organizzato.
Un altro giro racconta la stoira di quattro
insegnati di scuola che, insoddisfatti della propria vita, decidono
di testare su di loro una teoria secondo cui un costante stato
d’ebbrezza porterebbe enormi benefici alla vita di tutti i giorni.
In occasione della vittoria agli
Oscar 2021, Thomas Vinterberg ha dedicato il
premio a sua figlia Ida, scomparsa all’età di 19 anni durante le
riprese del film.
Ambra Angiolini ha fatto parte dei
migliori ricordi televisivi dell’infanzia di qualcuno di noi (e
musicali: chi di voi ha già cominciato a canticchiare
T’appartengo?). È una delle grandi icone italiane degli anni ’90,
che nel tempo è diventata una conduttrice radio, televisiva e
un’attrice di talento, oltre che ad una delle celebrità italiane
più seguite e chiacchierate.
Ecco dieci curiosità su
Ambra
Angiolini: attrice, cantante, presentatrice,
produttrice.
Ambra Angiolini: Non è
la Rai, la carriera e i suoi film
1. Ambra Angiolini è nata a
Roma il 22 aprile 1977. I genitori si chiamano Doriana e
Alfredo, e Ambra è l’ultima di tre figli: ci sono anche una
sorella, Barbara, e un fratello, Andrea. Ha frequentato la scuola
in un istituto di suore, e già da piccolina comincia a dedicarsi
alle arti performative: studia danza, ed è proprio la sua
insegnante ha convincerla a presentarsi ad un casting per piccole
ballerine tenuto dalla Fininvest. Il provino andò bene!
2. Gli esordi di Ambra
Angiolini: Bulli e Pupe e Non è la
Rai.Non è la Rai non è stato la sua
prima apparizione televisiva, come molti pensano. Infatti, il
debutto angiolini arrivo con lo spin-off Bulli e pupe
nel 1992, dove partecipò alla gara di canto. Fu da qui che passò
poi appunto a Non è la Rai, del quale fece parte
regolarmente dal 1992 al 1995. La svolta arrivò nel 1993 e ’94,
quando fu presentatrice ufficiale del programma. Non si trattò
solamente del lancio della sua carriera come presentatrice (fu
infatti il primo dei 28 programmi televisivi ai quali Ambra
Angiolini ha preso parte), ma anche come cantante: da lì, ha
pubblicato quattro dischi. Cominciando proprio
da T’appartengo, del 1994. Fu il simbolo degli anni
Novanta: giovanissima, irriverente e sempre con la battuta
pronta.
4. Quanto è bella la
radio. E Ambra ci ha debuttato nel 1998, quando per tutto
il mese d’agosto conduce, su Radio 105, 105 estate.
Prosegue poi con RTL 102.5, e nel febbraio 2000 conduce per Radio
Kiss Kiss un programma dedicato al Festival di Sanremo,
chiamato Tutti pazzi per Sanremo, oltre a
cominciare con il proprio programma radiofonico su Radio
Due, 40 gradi all’Ambra, in onda per tutta l’estate
fino a metà settembre, seguito poi da Luci e Ambra,
andato in onda fino al giugno 2001. Arriva poi un altro Festival, e
Ambra conduce su Radio Due Ambra e gli Ambranati. E,
anche qui, non si è più fermata, lavorando in radio fino al
2006.
5. È una strenua attivista
per i diritti LGBT+. Lo diventa molto presto, quando
lavora in radio. Il suo attivismo diventa presto pubblico: nel 2000
partecipa al Pride di Roma. Nel 2002 ha condotto insieme a Jane
Alexander il Pride Concert in Piazza Bocca della Verità a
Roma, durant eil quale ha baciato la Alexander suscitando
scalpore. Più di una volta ha ringraziato i fan omosessuali,
per averla sostenuta e creduto in lei anche quando altri avevano
smesso di farlo: in occasione del Torino Gay&Lesbian Festival
del 2014, del quale è stata madrina, ha detto “Quella omosessuale è
una comunità che ha il mio stesso spirito, vive la realtà in
maniera molto profonda ma i gay comunicato con leggerezza, una
bella gioia di vivere che non vuol dire superficialità”.
6. Ambra Angiolini,
l’attivismo, la polemica del maglione firmato e Instagram.
Quello che è successo è che, il 1 maggio 2018, in occasione del
Concerto del primo maggio, Ambra Angiolini ha indossato un maglione
firmato Alberta Ferretti, dal valore stimato di 350 euro. Insomma,
le polemiche avevano a che fare col fatto che indossare tale
maglione fossero in contraddizione con i principi della
manifestazione, che dovrebbe onorare i lavoratori. Ambra ha
risposto velocemente su Instagram con ironia e serietà al tempo
stesso, postando una fotografia di un set di mutandine dal prezzo
di 5 euro e scrivendo: “Però i miei slip costavano pochissimo! Ora
posso riappropriarmi delle parole dette, dell’energia nuova, della
poca retorica e di un concerto che per chi lo ha vissuto è stato e
sarà sempre qualcosa di più che una maglietta firmata, comprata o
prestata? #primomaggio #ancoragrazie”
Ambra Angiolini e Francesco
Renga
7. Ambra Angiolini,
Francesco Renga e la storia di 11 anni. I due si sono
conosciuti in radio, ma non c’è stato alcun colpo di fulmine. Ma è
successo poi che i due hanno condiviso più di un decennio (senza
sposarsi), hanno avuto due figli, Jolanda e Leo, e hanno vissuto
insieme a Brescia.
8. La separazione nel
2015. L’annuncio ufficiale della separazione dei due è
arrivata nel 2015 e, nonostante i pettegolezzi di tradimento, i due
hanno parlato pubblicamente di come sono finite le cose tra di
loro. È stata Ambra a parlarne per prima, durante un’intervista
a Io Donna, durante la
quale ha affermato di aver preso la decisione di separarsi insieme,
di averlo fatto in modo amichevole, e di aver deciso di restare a
Brescia dopo la separazione per fare in modo di dare continuità ai
figli.
Ambra Angiolini: nuovo
fidanzato
9. Lorenzo Quaglia e
Massimiliano Allegri. Dopo la separazione, Ambra Angiolini
si è innamorata di nuovo: prima, c’è stato Lorenzo Quaglia,
modello, imprenditore, e amico di vecchia data. Ma questa relazione
è durata poco, e il nuovo fidanzato di Ambra è l’allenatore della
Juventus Massimiliano Allegri.
10. I figli con Francesco
Renga: Jolanda e Leonardo. Ambra Angiolini ha parlato più
volte dei figli e del rapporto familiare e privato che li lega,
separato dalla vita pubblica, soprattutto in occasione della
separazione da Renga. I due figli avuti con lui si chiamano Jolanda
e Leonardo. Jolanda ha compiuto quattordici anni da poco, mentre
Leonardo ne ha 11. Nel gennaio di quest’anno, in occasione del
compleanno della figlia, Ambra ha postato una vecchia fotografia di
lei che tiene tra le braccia la figlia neonata.
Avatar 2 è sicuramente uno dei progetti in
cantiere più attesi di sempre, ma a quanto pare James Cameron sembra essere preoccupato di più
per lo stato del cinema in questo momento che dell’eventuale
successo del film al botteghino.
La discussione è stata intavolata
nel corso di una recente apparizione del regista allo show di
Jimmy Fallon. Di recente il primo Avatar è uscito nuovamente in
Cina e, proprio grazie a questa nuova distribuzione, il film è
riuscito a riconquistare il titolo di maggiore incasso nella storia
del cinema (e di cui era stato “derubato” da Avengers: Endgame). Nonostante l’incredibile
risultato (che dimostra che il pubblico è ancora molto legato al
blockbuster, nonostante siano passati ormai 12 anni dalla sua prima
uscita nelle sale), Cameron ha spiegato di essere molto più
preoccupato per il futuro dell’industria cinematografica.
Dal momento che alcune delle
principali catene di cinema statunitense hanno ufficialmente chiuso
dopo un anno di pandemia, Cameron e molti altri cineasti vogliono
assicurarsi che le sale non diventino un lontano ricordo. Il
regista è convinto che il cinema sia un’industria capace ancora di
generare film che possono incassare 1 o 2 miliardi di dollari.
Tuttavia, è anche consapevole che ciò potrebbe non accadere più se
le persone sceglieranno di non recarsi più in sala.
“Tutti ci guadagnano qualcosa da
questi enormi scontri al botteghino, ma la verità è che ciò su cui
dobbiamo davvero concentrarci è tornare al cinema”, ha detto
James Cameron. “La speranza è che si possano
ancora avere film come Avatar o Endgame che sono in grado di
guadagnare 1 o 2 miliardi di dollari.”
James Cameron e il cinema inteso come “evento”
Cameron è sempre stato un precursore
delle uscite al cinema intese come veri e propri “eventi”,
realizzando alcuni dei film di maggior incasso di tutti i tempi,
come
Terminator 2 – Il giorno del giudizio,
Titanic e, appunto, Avatar. Tuttavia,
in un momento storico così particolare come quello che stiamo
vivendo, al regista premio Oscar sta ovviamente più a cuore il
ritorno del pubblico in sala.
Durante l’intervista, Cameron ha
sottolineato la necessità di incoraggiare le persone a tornare di
nuovo in sala, muovendo velatamente una critica agli studi che
hanno deciso di distribuire grandi film direttamente in streaming.
È vero, il piano di vaccinazione (almeno negli Stati Uniti)
prosegue in maniera abbastanza spedita, ma il vero dilemma è quanto
tempo ci vorrà prima che il pubblico si senta abbastanza a suo agio
per tornare al cinema.
Avatar
2debutterà
il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo
capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 18 dicembre 2026 e 22
dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Ex star bambina, attrice, cantante e
ora multi millionaria, Miley Cyrus è stata una delle
celebrità più amate del mondo per più di un decennio. Per
lei, il 2017 è stato un anno importante: ha rilasciato il primo
album dopo il 2015, e Younger Now ha
portato qualcosa di nuovo nella sua carriera di cantante.
Ha 25 anni, e nell’ultimo hanno ha lavorato per rilanciare
la propria immagine, la propria musica, il proprio stile.
L’abbiamo “vista” abbastanza di recente in un cameo velocissimo
in Guardiani della Galassia, la sua relazione con
Liam Hemsworth è una di quelle che vengono seguite dal pubblico con
più affetto, l’abbiamo sentita cantare della propria vita e della
propria crescita nel suo ultimo album. Ed ecco dieci
curiosità su Miley Cyrus, tra le cose che potreste esservi
persi.
Miley Cyrus
1) Alla nascita, non si
chiamava Miley Cyrus. Si chiamava infatti Destiny
Hope Cyrus, e fu hiamata così perché i genitori, Billy Ray e Tish
Cyrus, pensavano che il suo destino fosse quello di portare
speranza. Da piccola, poi, le venne dato il soprannome “Smiley”,
che presto si trasformò in Miley. Molti cominciarono a chiamarla
così, e il nome cominciò ad essere usato più dell’originale. E
così, a 16 anni, decise di cambiare legalmente il proprio nome e
diventare Miley Ray Cyrus. Il padre Billy Ray ha parlato del nome
originale di Miley in un’intervista del 2011, spiegando che fu
chiamata Destiny Hope perché, prima della sua nascita, ebbe una
visione. A detta dell’uomo, egli sentì che il destino della bambina
era quello di portare speranza nel mondo. E ora, dice, quando la
vede nelle arene colme di gente, o nel suo show televisivo nel
quale cercavano di far entrare un messaggio positivo in ogni
episodio, facendo ridere le persone, riunendo famiglie davanti alla
tv, si convince che questo sia il percorso giusto per la
figlia.
2) Il suo primo ruolo da
attrice non fu in Hannah Montana, ma nello show del
padre Doc. All’epoca, l’intera famiglia
viveva a Toronto, in Canada, durante le riprese dello show. E così,
la piccola Miley finì per entrare in alcuni degli episodi della
serie, che fu in onda dal 2001 al 2004.
3) È comparsa
in Guardiani
della Galassia 2, ma è facilissimo perdersela. E
non compare nel film in sé, ma in una delle cinque scene
post-credit. E per “compare”, intendiamo la sua voce. Infatti,
Miley Cyrus ha dato voce al robot Mainframe in Guardians
of the Galaxy 2, forse il cameo più veloce di della
storia. Ma conta comunque.
4) Miley Cyrus non andrà in
tour mondiale con Younger Now a causa dei propri
maialini. Ok. L’attrice e cantante è famosa per il proprio
amore per gli animali, e soprattutto per i propri animali
domestici. In un’intervista che risale ad ottobre, poi, Miley ha
affermato che non sarebbe andata in tour mondiale con il nuovo
album per prendersi cura dei propri maialini, che ama
particolarmente.
Miley Cyrus: Instagram
5) Miley Cyrus è famosa
su Instagram per le fotografie bizzarre. E, in
occasione dello scorso giorno di Pasqua, ha pubblicato un’altra
serie di fotografie stranissime, un servizio fotografico a tema
fatto di orecchie da coniglio, un coniglio gigante, oggetti
oversize, uova di pasqua luccicanti e carote rosa. E chi più ne ha
più ne metta. Il fotografo dietro il servizio, dai toni rosa
caramella e l’atmosfera da Paese delle Meraviglie, è Vijat
Mohindra. Le fotografie primaverili dai toni pin-up sono, a quanto
pare, solo un episodio di una serie di fotografie ispirate a
particolari momenti dell’anno fatti nel 2018, cominciata a San
Valentino.
6) Miley Cyrus ha annunciato
di essere gender fluid. Quando Miley e Patrick
Schwarzenegger si sono lasciati, i fan non hanno fatto molta
attenzione ai pettegolezzi sul fatto che si stesse riavvicinando a
Liam Hemsworth (ancora prima dello
storico breakup) e che lei e l’attore si siano visti
per cena qualche giorno dopo la rottura. Invece, il pubblico si è
concentrato sul fatto che Miley avesse annunciato di aver avuto
relazioni con donne nel passato. Infatti, durante le interviste per
la propria fondazione pro-LGBTQ Happy Hippie, di essere gender
fluid e di aver avuto relazioni con donne. Inoltre, ha detto
a Paper magazine di essere aperta a qualunque cosa
sia consensuale e non coinvolga animali o minori. Nel luglio 2015,
era stata vista baciare la modella di Victoria’s Secret Stella
Maxwell. Una foto postata poco prima su Instagram, in aprile,
mostrava Miley Cyrus accoccolata a Cara Delevigne, e un’altra foto
dell’aprile 2013 la vedeva baciare la modella Frankie Rayder ad una
festa.
7) “Malibu” è dedicata a
Liam Hemsworth. È ora di parlare della relazione tra
Miley Cyrus e
Liam Hemsworth. I due si erano incontrati tempo fa, ai
tempi di The Last Song Miley
è famosa per parlare della propria vita interiore e personale nelle
proprie canzoni, e la sua nuova hit “Malibu” non è un’eccezione: si
tratta infatti di una canzone d’amore su Liam. Ha raccontato di
averla scritta su un Uber, diretta sul set di The
Voice, e di aver deciso di scriverla su Liam in modo di
riappropriarsi un po’ della narrazione della loro relazione, che è
stata sotto i riflettori per anni. Infatti, ha affermato la
cantante, qualunque cosa i due facciano viene raccontata da altri.
Quindi, perché non riprendersi un po’ di potere sulla propria
relazione dicendo “questo è quello che sento” in una canzone? I due
si erano lasciati nel 2013, a causa di grandi cambiamenti che
stavano avvenendo nella vita di Miley e cambiare con qualcuno che
non sta cambiando allo stesso modo, ha detto la cantante, è troppo
difficile. Ma si sono innamorati di nuovo, e sono tornati insieme.
E nella copertina del singolo “Malibu”, Miley ha arruolato Liam,
che ha scattato la foto. E sì, quello che compare alla mano di
Miley è l’anello di fidanzamento.
8) Sembra che i genitori di
Hemsworth avessero qualche riserva per quanto riguarda il
matrimonio. Hemsowrth e Miley Cyrus sono tornati insieme
nel gennaio 2016, e i fan hanno cominciato a speculare sul loro
matrimonio. Ci furono pure pettegolezzi su un ritardo del loro
matrimonio dovuto al fatto che alcuni membri della famiglia
Hemsworth avevano dei dubby sulla Cyrus. Nonostante i genitori di
Miley approvassero
Liam Hemsworth e non vedevano l’ora che il matrimonio
finalmente arrivasse, a quanto pare, i genitori di Hemsworth erano
particolarmente nervosi a riguardo. E alcune fonti hanno rivelato
che i genitori di Hemsworth pensavano che Miley Cyrus non fosse una
persona da sposare, soprattutto per gli scandali del passato e il
passato uso di sostanze stupefacenti. Alcune fonti hanno rivelato
anche il fatto che, in base a quanto detto, il fratello di Liam,
Chris, condividesse l’opinione dei genitori.
Miley Cyrus hot
9) Miley ha reinventato se
stessa molte volte, a volte per il meglio e a volte per il
peggio. Stiamo parlando della performance agli MTV music
awards del 2013, chiaramente, che ha fatto molto discutere e
riguardo alla quale la cantante ha affermato poi di essersi sentita
sessualizzata. È stata una fase, probabilmente e stando a quanto
vediamo dai recenti sviluppi, della sua crescita davanti ad un
pubblico mondiale. Ma momenti hot non vogliono dire soltanto
momenti di scandalo, e Miley Cyrus rimane una delle star più hot,
con più stile, e più sexy di sempre.
Miley Cyrus: il porno di Quentin
Jones
10) Parlando di
momenti hot di Miley Cyrus, il porno artistico Tongue Tied
diretto da Quentin Jones è diventato particolarmente
famoso. Kinky e sperimentale, il film doveva comparire
nella selezione ufficiale del festival del porno di New York, e una
versione di due minuti è stata rilasciata online. Ovviamente, è
stato oggetto di controversie: qualcuno dice che si tratta di una
rappresentazione dell’oggettificazione e l’ultrasessualizzazione
delle donne nell’industria dell’intrattenimento. In modo negativo:
il video sarebbe simbolo di come Hollywood e la musica trattanole
donne. Dall’altra parte, qualcuno lo vede come un manifesto
femminista: il film è stato annunciato come un progetto volto a
creare un discorso più ampio su arte, sessualità, genere e
pornografia. E a molti sembra che questo sia l’intento di Miley
Cyrus: una donna che è orgogliosa del proprio corpo, ama mostrarlo,
e si diverte nel farlo.
Big Sky 2 è la
seconda stagione della serie tv Big
Sky creata da David E. Kelley
per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios,
insieme a ABC Signature e Touchstone Television.
Big Sky 2: quando esce e dove
vederla in streaming
La seconda stagione stagione
di Big SKY 2 debutterà debutterà giovedì 30 settembre su
ABC. Big Sky 2 in streaming sarà disponibile
in Italia con un nuovo episodio ogni settimana su
Star, il nuovo canale per adulti di
Disney+.
Big Sky 2: trama e cast
La seconda stagione si apre Cassie sta ancora cercando di
localizzare Ronald, poiché Jenny decide che può operare meglio
ricongiungendosi al dipartimento dello sceriffo della contea e in
seguito si ritrova a mettersi al passo con un vecchio amico che è
attualmente sotto copertura in un giro di droga. Indaga su un
incidente con un camion che si traduce nella perdita di droga e
denaro, mentre Cassie, Mark e Jerrie individuano l’ufficiale
dell’MHP che ha aiutato Scarlet, solo per trovarlo assassinato in
seguito. All’insaputa degli investigatori, quattro adolescenti che
erano sulla scena dell’incidente hanno preso la droga e il denaro.
Nel frattempo, Ronald è stato incatenato e imprigionato da qualcuno
che sembra essere il fratello gemello di Legarski.
Big Sky 2 vede
protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch. New entry Logan
Marshall-Green.
Penelope Cruz è famosa per
la bellezza mediterranea e il talento indiscutibile. Ha
cominciato a recitare quando sapeva poche parole d’inglese e, al
giorno d’oggi, ha lavorato con alcuni dei più importanti registi in
circolazione.
Penélope Cruz Sánchez è
nata a Madrid ed è figlia di Eduardo Cruz e Encarna
Sánchez. Ha cominciato a recitare all’età di 15 anni e, da
lì, nonostante le barriere linguistiche e l’assenza di contatti, si
è trovata un’agente e si è fatta strada. Ecco dieci
curiosità su Penelope Cruz: dai film e la carriera, ai
momenti hot, altezza e fisico, marito e vita privata e tanto
altro.
1. Prima di cominciare a
recitare, Penelope Cruz ha studiato danza per nove anni. E
le ferite lo dimostrano: ha ancora dei problemi alle dita dei
piedi. Quando ballava, racconta, i piedi le sanguinavano tantissimo
e, a causa del dolore, Penelope era solita strapparsi le unghie
degli alluci, che erano nere per il sangue. Ma la danza non le ha
causato solamente dolore: ha infatti raccontato che la
concentrazione e controllo che doveva avere come ballerina l’hanno aiutata in quanto attrice. “Se
non avessi avuto la disciplina durante tutti quegli anni nel mondo
della danza, sarebbe stato molto, molto più difficile”, ha
dichiarato Penelope Cruz.
2. Penelope Cruz ha
recitato in sei film del regista spagnolo Pedro Almodóvar.
Il primo è stato Carne Trémula nel 1997. Ma il
regista è stato importante per l’attrice anche prima che questa
diventasse la sua musa. Infatti, Il film di
Almodóvar Légami! ha ispirato l’attrice dandole
il pallino della recitazione. “Non mi ero mai sentita così
ispirata, e ho capito che era quello che volevo fare”, ha
raccontato “e quella settimana ho cercato un agente. Ho fatto
un’audizione, e mi hanno mandata a casa dicendo di tornare l’anno
dopo, perché ero troppo giovane. Ma io sono tornata la settimana
dopo. Mi hanno detto di andare via di nuovo. Ma io sono tornata la
settimana dopo.
3. I film con Penelope Cruz
e la sua carriera. Penelope Cruz ha cominciato la
carriera a 15 anni, quando ha superato altre 300 ragazze ai provini
per un’agenzia di talenti. Si è così aggiudicata un contratto, ed è
di conseguenza apparsa in diversi show televisivi spagnoli e video
musicali. Il debutto cinematografico è arrivato
con Prosciutto Prosciutto, diretto da Bigas Luna. Il
secondo ruolo al cinema fu poi quello in Belle
Èpoque, che vinse l’Oscar come miglior film straniero. Ha
incontrato Almodóvar nel 1997, che le diede una piccola parte
in Carne Trémula, e nello stesso anno interpretò
Sofia in Apri gli occhi di Alejandro
Amenábar (ruolo che interpretò di nuovo nel 2001, nel
remake americano del film, Vanilla Sky). Il primo film americano di Penelope Cruz
fu Hi-Lo Country: all’epoca, la sua conoscenza
dell’inglese era molto ridotta e la cosa le causò non poche
difficoltà, e ciò la spinse a studiare recitazione anche a New
York. Il successo, per Penelope Cruz, arrivo con
Almodóvar, con Tutto su mia madre. Il 2001 fu l’anno
di
Vanilla Sky e di Blow,
dove recitò a fianco di Johnny Depp. La sua carriera nel cinema
americano è poi continuata parallelamente a quella in europa: nel
2004 ha recitato in Non ti muovere, diretto da Sergio
Castellitto, aggiudicandosi il David di Donatello. Nel 2006, grazie
a Volver di Almodóvar, si aggiudicò il premio alla
migliore interpretazione femminile a Cannes, e la candidatura ai
Golden Globe e all’Oscar.
Il 2008 fu l’anno di
Woody Allen con Vicky
Cristina Barcelona, con il quale vinse l’Oscar come
miglior attrice non protagonista. Sono seguiti poi, per citarne
alcuni, Gli abbracci spezzati (Almodóvar), il
quarto capitolo di Pirati dei
Caraibi, To
Rome with Love (Woody Allen), Venuto
al mondo (Sergio Castellitto), Zoolander 2
(Ben Stiller). Recentemente, nel 2017 ha partecipato alla seconda
stagione di American Crime Story nei panni di Donatella
Versace, Escobar – Il fascino
del male e Assassinio sull’Orient
Express.
4. Nel 2009, Penelope Cruz
ha vinto l’Oscar per Migliore Attrice non Protagonista per il ruolo
in Vicky Cristina Barcelona. L’anno dopo,
durante un’intervista, ha rivelato di non riuscire ancora a
crederci: durante la sua giovinezza, diventare un’attrice e viverne
era un sogno, o una cosa di fantascienza. “Vengo da una famiglia
dove avevamo ciò che serviva per sopravvivere. E sognare di questo
tipo di lavoro era una cosa da pazzi.”
5. Le dichiarazioni di
Penelope Cruz riguardo a Woody Allen. I film di Penelope Cruz
diretti da Woody Allen sono stati importanti per la carriera
dell’attrice. Recentemente, come molti hanno fatto, ha
parlato delle accuse di abusi rivolte al regista. L’unica risposta
che riesce a dare a riguardo, ha detto, è che è necessario
riesaminare la faccenda, e che non è una questione da tabloid. Il
fatto che moti attori abbiano dichiarato di non voler lavorare con
lui, ha detto l’attrice, non cambia nulla, non fa niente di buono.
“Dovremmo credere nella giustizia” ha detto a
People, “questa cosa è stata esaminata anni fa, e non
tutto è chiaro. Bisognerebbe esaminarla di nuovo, e allora saprò
dare una risposta.”
Penelope Cruz hot
6. Il servizio hot di
Penelopre Cruz per Esquire UK. Penelope Cruz ha 44 anni.
Che li dimostri, che no, è ancora sicura della propria bellezza e
della propria sensualità. Ama mangiare sano e segue una dieta
mediterranea, e si vede. Nel 2017, è un nuovo servizio fotografico
su Esquire UK con una Penelope Cruz più hot che mai. Nel
2014, Esquire l’aveva nominata la donna più sexy del
mondo.
Penelope Cruz: altezza e
fisico
7. L’altezza di Penelope
Cruz è 168 centimetri e il peso è all’incirca 53.5 chili.
Penelope Cruz ha delle misure da pinup: 89-69-89.
8. Penelope Cruz ha
dimostrato un forte interesse per la beneficenza e la
filantropia. Nei primi anni 2000, ha fotografato dei
bambini tibetani in Nepal, e nel 2006 ha fotografato ex membri di
gang e ex tossicodipendenti al Pacific Lodge Boys’ Home. Inoltre,
ha fatto la volontaria in Uganda e India, dove ha assistito Madre
Teresa in una clinica per la lebbra. L’esperienza l’ha portata a
donare tutti i soldi guadagnati grazie a The Hi-lo
Country alla causa della missionaria. Inoltre, ha fondato
un’organizzazione non governativa chiamata Sabera Foundation e,
insieme a Nacho Cano e altre personalità spagnole, hanno costruito
una residenza, una scuola e una clinica per bambine e ragazze
senzatetto e per persone cmalate di tubercolosi a Calcutta.
Purtroppo, delle divergenze d’opinione hanno causato la fine del
progetto e della Sabera Foundation.
9. Penelope Cruz, gli Stati
Uniti, e l’amicizia con
Johnny Depp. Quando è arrivata a Los Angeles, Penelope
Cruz sapeva dire solamente “Coma va?” e “Voglio recitare con
Johnny Depp”. Non solo ci è riuscita, ma ora
Penelope e Johnny sono amici stretti. Gli inizi sono stati
difficili per Penelope: ha confesasto che raccoglieva per strada i
gatti randagi per non sentirsi sola, di non essersi mai sentita a
casa negli Stati Uniti, e che viaggiava sempre con un biglietto di
andata e di ritorno.
Il marito di Penelope Cruz
10. La vita privata e il
marito di Penelope Cruz. La relazione di Penelope con
Tom
Cruise è stata una delle più celebri di sempre, ed è durata dal
2001 al 2004. In seguito, l’attrice è stata con
Matthew McConaughey per due anni, dal 2004 al 2006. Ma si è
sposata nel 2010. Il marito di Penelope Cruz è
Javier Bardem, suo compagno dal 2007, che ha incontrato sul set
di Prosciutto Prosciutto. La coppia ha due figli:
Leonardo, che è nato a Los Angeles nel 2011, e Luna, che è nata a
Madrid nel 2013.
Il finale di WandaVision ha rivelato che Evan Peters altri non era che un abitante di
Westview di nome Ralph Bohner, usato da Agatha Harkness per
controllare Wanda e Visione: la potente strega, infatti, aveva
costretto il ragazzo a fingersi di essere la versione del MCU di Pietro
Maximoff/Quicksilver.
È innegabile che questo plot twist
abbia lasciato molti fan con l’amaro in bocca, ma ora è stato
proprio Peters a commentare quel grande colpo di scena in una
recente intervista (via
ComicBookMovie). Che ci crediate o no, l’attore è stato
informato del fatto che in realtà il suo personaggio era Ralph sin
dall’inizio. Tuttavia, non gli è mai stato rivelato che il suo
cognome era Boher. Ciò ha dato vita, durante le riprese, ad alcuni
momenti parecchio divertenti.
“Non sapevo che il suo cognome
fosse Bohner”, ha spiegato
Evan Peters. “Quando abbiamo girato la scena nel
mio appartamento, quella con Monica Rambeau… lei mi guarda e dice:
‘Ralph Bohner!’. Allora ricordo di aver esclamato: ‘Bohner?’. Ho
iniziato a ridere come un pazzo proprio perché non avevo idea che
quello fosse il mio cognome. Sapevo però fin dall’inizio che ero
Ralph e che ero sotto il controllo di una strega.”
Quella di Ralph Bohner è stata una
svolto divertente ma decisamente inaspettata, dal momento che la
maggior parte dei fan sperava che Evans fosse stato scelto come la
nuova vesione di Quicksilver nel MCU. Le cose sono andate
diversamente per Ralph ed è improbabile che in futuro sentiremo
ancora parlare di lui. Tuttavia, il modo in cui il suo arco
narrativo si è concluso non è stato particolarmente soddisfacente,
quindi non è del tutto escluso che possa riapparire.
Sofia Vergara ha un accento
fantastico, una grande vena comica ed un corpo invidiabile.
È nata in Colombia ed ha avuto una lunga carriera prima di
diventare famosa nel mondo grazie a Modern
Family. È una modella dalle forme invidiabili, ed
è una donna decisa che ha saputo combattere le proprie
battaglie.
Sofía Margarita Vergara
Vergara è nata e cresciuta a Barranquilla, in Colombia. Ha
cinque sorelle, ed ha ricevuto la propria istruzione in una scuola
privata bilingue, dove si parlava sia spagnolo che inglese.
La sua carriera è cominciata quando è stata scovata sulla
spiaggia da un fotografo. Da allora, ha lavorato come
modella e in televisione. Tra il 1995 e il 1998 è diventata famosa
per aver condotto un programma di viaggi
chiamato Fuera de serie, che le
diede una certa fama negli Stati Uniti. Il suo primo ruolo al
cinema, invece, è arrivato nel 2002 con Big Trouble – Una
valigia piena di guai. La conosciamo tutti per il ruolo di
Gloria in Modern
Family, grazie al quale si è aggiudicata una nomination
all’Emmy come miglior attrice non protagonista in una commedia.
Sofia Vergara ne ha di cose da
raccontare: ecco 10 fatti che non sapevate
sull’attrice.
Sofia Vergara: film e carriera
1. Sofia Vergara ha
cominciato la propria carriera televisiva in lingua spagnola, sia
come attrice che come modella e conduttrice televisiva. Il
suo primo ruolo in televisione? In una soap opera in lingua
spagnola, Acapulco, Cuerpo y Alma, nel 1995. Nello
stesso anno cominciò a condurre il programma di
viaggi Fuera de Serie. Al 2002 risale il suo
primo ruolo cinematografico, ma non solo: anche la sua comparsa un
episodio della famosissima serie tv Tutto in
famiglia. Per anni la carriera di Sofia Vergara ha continuato
a procedere a gonfie vele: si è aggiudicata un ruolo dopo l’altro,
sia in televisione che al cinema, sia in inglese che in spagnolo.
La svolta è arrivata nel 2009, con Modern
Family. Lo show l’ha resa davvero celebre non
solamente negli Stati Uniti, ma nel mondo intero.
Da lì, sono arrivati tantissimi
ruaoli di alto profilo. Prima di tutto come doppiatrice: in una
puntata di The Cleveland Show, neI
Puffi, Happy
Feet 2, Emoji – Accendi le emozioni, una puntata
de I Simpson e a più riprese ne I
Griffin. Al cinema, poi, si è dedicata alla commedie:
come Fuga in tacchi a spillo, e Bent –
Polizia criminale. Nel 2019 è stata Angela Ramirez in
Stano e nel 2020 ha concluso nei panni di Gloria
Delgado-Pritchett la serie diventata cult Modern
Family che ha chiuso i battenti proprio nel 2020.
Sofia Vergara nel 2021 presterà la voce a Zaina
nel film Koati.
Sofia Vergara: hot
2. Sofia Vergara è la più
hot. Non lo diciamo noi, ma lo dicono anche le classifiche
di parecchi magazine nel mondo. Nelle classifiche delle donne più
hot, Sofia Vergara non solo compare costantemente, ma si aggiudica
anche posizionamenti notevoli. Nel 2002, si è aggiudicata il
23esimo posto nella classifica delle donne più hot dell’anno di
Maxim, il 25esimo posto nel 2005 e il 39esimo nel 2008. Nella
classifica di donne più desiderabili dagli uomini di Ask del 2002,
Sofia Vergara apparve al 30esimo posto nel 2002, e si è aggiudicata
il primo posto nel 2012.
3. Sofia Vergara è famosa
per le proprie curve: chi l’avrebbe detto che, crescendo,
abbia avuto dei problemi con il proprio corpo. Infatti, durante la
propria adolescenza, si convinse di essere troppo magra, ed arrivò
a indossare due paia di jeans, uno sopra l’altro, per
rimediare.
4. Sofia Vergara non si è
mai sottoposta a chirurgia plastica. Sembra che lo
facciano tutti, ad Hollywood, ma non nè così per Sofia. Il suo viso
e il suo corpo sono talmente perfetti che qualcuno si è posto il
dubbio, ma la risposta è no: niente aghi per Sofia. E lei ha
intenzione di starne alla larga per un bel po’ di tempo.
5. L’educazione religiosa di
Sofia Vergara le ha causato qualche problema. L’attrice,
infatti, ha ricevuto un’educazione cattolica, e una piuttosto
rigida. A detta dell’attrice, la religione l’ha trattenuta, almeno
inizialmente, dall’accettare alcuni lavori in quanto modella e
attrice, per paura di imbarazzare i propri genitori. Fu quando
un’insegnante della scuola cattolica che frequentava le consigliò
di accettare il suo primo ruolo in una pubblicità televisiva, che
si mise l’anima in pace a riguardo.
Sofia Vergara nuda per Women’s
Health
6. Sofia Vergara ha posato
nuda a 45 anni per Women’s Health. E sembra che Sofia
Vergara non ami mostrarsi nuda, ma che abbia fatto un’eccezione per
il primo numero mondiale Naked della rivista. Originariamente, il
suo agente l’aveva incoraggiata a farlo perché “sembra una
ventenne”. Ma Sofia sa che il corpo di una donna di 45 anni è ben
diverso, ed ha deciso di mostrarlo con orgoglio: per quanto il suo
corpo sia invidiabile, è stata felice di spogliarsi per la rivista
in quanto e con il corpo di una donna matura, e non di finta
ragazzina.
7. Sofia Vergara è in realtà
bionda. È latina, e i capelli castani le donano. Ma non
sono naturali: è infatti bionda naturale, ed ha deciso di tingersi
i capelli castani all’inizio della sua carriera per conformarsi di
più alla percezione di Hollywood delle donne latine.
8. Sofia Vergara ha combattuto la
propria battaglia contro il cancro. Sofia Vergara è una donna
con un corpo e una carriera invidiabile, ma ha avuto le proprie
difficoltà da affrontare. Nel 2000, infatti, le fu diagnosticato un
cancro alla tiroide, che si fece poi rimuovere per curarsi.
9. Sofia Vergara su
Instagram con il marito Joe Manganiello. I due si sono sposati nel
2015, ma niente è davvero ufficiale finché non compare sui social
media, giusto? E Sofia Vergara non ha deluso i fan, rendendoli
partecipi del suo giorno speciale, passo per passo. Abbiamo visto
il figlio di Sofia, Manolo Gonzalez-Ripoll Vergara, accompagnarla
all’altare. Abbiamo visto la coppia scambiarsi i voti, percorrere
la navata come marito e moglie, ballare insieme per la prima volta.
Abbiamo visto il cast di
Modern Familyfesteggiare con la collega, e la
performance di Pitbull. Ovviamente, sono diventati velocemente una
delle coppie più seguite e amate di Hollywood. E di Instagram.
10. Sofia Vergara è
diventata madre al 19 anni. Ora è sposata con
Joe
Manganiello, ma il suo primo matrimonio risale a molti
anni prima. Infatti, Sofia Vergara si è sposata a 18 anni, ed ha
dato alla luce il figlio Manolo all’età di 19 anni. Ora, Manolo ha
24 anni.
È ormai risaputo che Zack Snyder sperava di includere il
personaggio di John Stewart/Lanterna Verde nel suo taglio di
Justice
League, ma come il regista ha spiegato più volte in
precedenza, la Warner Bros. lo ha spinto ad usare al suo posto
Martian Manhunter (essenzialmente, per via dei piani che lo studio
aveva sull’eroe).
Di recente abbiamo appreso che
Wayne T. Carr aveva filmato delle scene nei
panni del personaggio. Ora è stato proprio l’attore a commentare,
per la prima volta, il suo casting nel film nei panni del noto
membro del Corpo delle Lanterne Verdi e la sua relativa esclusione
dal montaggio finale.
“Zack mi ha detto: ‘Lo gireremo
e vedremo cosa ne pensa lo studio'”, ha spiegato l’attore in
una recente intervista con
LightCast. “È una cosa alquanto folle, perché l’abbiamo
girato nel vialetto della sua abitazione. Mi ha chiamato dopo
averlo mostrato a tutti. Credo che fosse la seconda volta, perché
lo avevano visto a più riprese. Zack continuava a ripetere: ‘Non mi
permetteranno mai di tenerlo'”.
“Quando ho visto il film, mi
sono goduto il viaggio come penso abbiano fatto tutti. Poi, alla
fine, ho realizzato che non ne facevo parte. Che peccato!”, ha
aggiunto Carr. “La cosa che mi ha rincuorato è stata il fatto
che quando sono emersi tutti i concept art, la reazione dei fan è
stata incredibile. Non sono nel film, ma è stato bellissimo vedere
tutti quei feedback positivi e tutto quel supporto. È una cosa
folle. La adoro.”
Se un giorno Snyder avrà
l’opportunità di riprendere il timone dei sequel di Justice
League pianificati in origine, allora è possibile che
vedremo Carr vestito finalmente come la versione di Lanterna Verde
immaginata dal regista. Allo stato attuale, le sue scene restano
sul pavimento della sala di montaggio ed è improbabile che vengano
rilasciate in qualche modo in futuro.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Non c’è niente come una serata tra
amiche, un bel pigiama party, una bella giornata tra ragazze. Non
c’è niente come la sorellanza, e il cinema ce lo ricorda spesso.
Ecco dieci film per ragazze da vedere da sole o con le
amiche: per celebrare l’essere ragazze e l’essere insieme,
per un po’ di girl power, e per sospirare insieme con i migliori
film romantici.
Film per ragazze
Cominciamo con i film sulle ragazze
al liceo, alcuni tra i film americani per ragazze più famosi di
sempre. Film con ragazze cattive con qualcosa da nascondere, e con
ragazze dal cuore d’oro che cercano di farsi strada: questi film ci
insegnano a non fidarci troppo delle apparenza, e di come le
ragazze in particolare hanno a che fare con stereotipi e
pregiudizi. Ecco dei film per ragazze da vedere
assolutamente prima dei 20 anni:
Mean Girls, Mark Waters (2004). L’adolescente
Cady Heron è stata educata in Africa dai genitori scienziati.
Quando la famiglia si trasferisce in Illinois, in provincia, Cady
finalmente riesce a fare esperienza della scuola pubblica
americana: e della crudele legge della popolarità che la governa e
divide i ragazzi in gruppi. Si ritrova, controvoglia, nelle grazie
di un gruppo di studentesse popolari, e capirà come funzionano le
cose.
La rivincita delle bionde, Robert Luketic
(2001). Mai fidarsi delle apparenze. Elle Woods ha tutto, ma vuole
solo sposare Warner Huntington III, che l’ha rifiutata perché la
ritiene superficiale (e troppo bionda). Per provare il contrario, e
riconquistarlo, Elle userà tutte le proprie forze per entrare nella
scuola di Legge di Harvard, e avere successo.
Easy
Girl, Will Gluck (2010). Spinta da una migliore amica
particolarmente popolare, Olive, una ragazza acqua e sapone, decide
di cambiare la propria immagine mentendo a riguardo della propria
verginità. Ma la ficcanaso della scuola capta parte della loro
conversazione, e Olive diventerà famosa a scuola per i motivi
sbagliati.
Tra i migliori film per
ragazze ci sono quelli che forniscono dei
modelli indimenticabili: di bellezza, di amicizia,
di girl power. Ecco alcuni dei più belli film per ragazze.
Sognando Beckham, Gurinder Chadha (2002). Jess
Bhamra, è figlia di una coppia insieme piuttosto tradizionalista
che vive a Londra. Non le è permesso giocare in partite di calcio
organizzato, anche se ha già diciotto anni. Un giorno, sta giocando
per conto suo, quando le sue incredibili qualità sono notate da
Jules Paxton, che la convince a giocare per la sua squadra
semi-professionista. Jess inventa scuse elaborate per nascondere le
partite alla famiglia. E si innamora del proprio coach, Joe.
Sex and the City, Michael Patrick King (2008).
Il primo film ispirato alla famosissima serie è sicuramente il
migliore. Quattro anni dopo le prime avventure di Carrie
Bradshaw e le sue amiche, lei e il suo amante storico Big sono in
una relazione seria. Samantha ha battuto il cancro, ed è in una
relazione con Smith Jerrod. Charlotte e il marito vivono a Park
Avenue, e Miranda ora sta a Brooklyn, e comincia a sentire la
pressione della vita familiare.
Thelma e Louise, Ridley Scott (1991). La
casalinga Thelma e l’amica Louise parono per un piccolo viaggio per
andare a pesca. Ma la gita diventa una fuga dalla polizia, dopo che
Louise spara e uccide un uomo che cerca di stuprare Thelma in un
bar. Louise decide di scappare in Messico, e Thelma la segue. Per
strada, Thelma si innamora del giovane e sexy ladro J.D. e
l’amichevole detective Slocumb cerca di convincere le sue donne a
consegnarsi alla legge prima che il loro futuro sia deciso.
Tra i migliori film da vedere tra
amiche? I film d’amore, ovviamente. Ecco i film
per ragazze
romantici da vedere assolutamente: quelli con le
protagoniste che vorremmo essere o nelle quali ci identifichiamo, e
con i principi azzurri migliori della storia.
Pretty Woman, Garry Marshall (1990). La rivisitazione
moderna della storia di Cenerentola. La protagonista è una
prostituta, Vivian (Julia
Roberts), che incontra un ricco uomo d’affari, Edward.
Lui la paga per passare il weekend con lui, ma i due si avvicinano.
Si innamorano, ma scopriranno che le differenze tra di loro non
possono essere ignorate, e dovranno lavorare per colmare il divario
tra i loro mondi.
Colazione da Tiffany, Blake Edwards (1961). La storia
di una giovane donna a New York. Incontra un uomo particolarmente
ricco, ma il cui sogno è quello di essere uno scrittore. Lei lavora
come una sorta di escort, pagata grandi somme per visitare un uomo
in prigione.
Film romantici per ragazze
Il diario di Bridget Jones, Sharon Maguire
(2001). È Capodanno, e la trentaduenne Bridget (Renée
Zellweger) decidere di prendere controllo della
propria vita scrivendo un diario personale. Nella sua vita c’è
Daniel, l’affascinante capo che sembra essere attratto da lei,
Mark, un avvocato di successo bellissimo ma snob, un esilarante
gruppo di amici, una madre particolare e qualche bicchiere di vino
di troppo. Ma qualcuno si innamorerà di lei, così com’è. La
trilogia è divertentissima.
Notting Hill, Roger Michell (1999). William Thacker
(Hugh
Grant) è proprietario di una libreria di viaggi nel
pittoresco quartiere di Londra Notting Hill. La sua vita viene
sconvolta dall’incontro con una famosa attrice americana, Anna
Scott, che un giorno entra nel suo negozio. Un uomo normale e una
stella del cinema si innamorano: il sogno di tutti in un film
divertente e tra i più romantici di sempre.
Il desiderio di rimanere eternamente
giovani è da sempre parte dell’animo umano. Arrendersi allo
scorrere del tempo e al decadere del corpo umano è infatti un
trauma che ha caratterizzato a suo modo tutte le epoche. Una delle
opere più celebri ad aver trattato questa e altre tematiche
annesse, è Il ritratto di Dorian Gray, scritto da
Oscar Wilde nel 1890. Questo è poi stato
rielaborato in innumerevoli modi per il cinema, passando dal genere
erotico a quello horror. Una delle trasposizioni più recenti e
affascinanti è però quella del 2009, intitolata semplicemente
Dorian Gray (qui la recensione) e diretta da
Oliver Parker, qui al suo terzo film tratto da
un’opera di Wilde.
Nel dar vita al celebre racconto di
colui che racchiude il proprio invecchiamento nel dipinto che lo
ritrae, il regista garantì di esaltare tutta la componente gotica
della vicenda. L’intenzione era infatti quella di rendere il film
particolarmente cupo, al punto da farlo diventare vietato ai minori
di 14 anni in Italia. Allo stesso tempo, però, il regista e lo
sceneggiatore Toby Finlay si sono concentrati
sull’evidenziare anche l’attualità della vicenda, con il desiderio
del protagonista estremamente radicato anche nell’umanità di oggi.
Tra toni thriller ed elementi fantastici, Dorian Gray è
così in grado di parlare una lingua universale e senza tempo.
Pur mantenendo lo spirito e il cuore
del romanzo, il film si costruisce però come opera a sé, andando a
ricostruire la vita del personaggio in modi che l’opera di Wilde
lascia solo intuire. Proprio per tale motivo, anche al netto dei
suoi difetti, la pellicola manifesta un suo fascino tutto da
scoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Dorian Gray: la trama del film
La vicenda si svolge in piena epoca
vittoriana ed ha per protagonista Dorian Gray, un
giovane di bell’aspetto che si trova a recarsi nella città di
Londra per ereditare una grande fortuna dal nonno appena defunto.
Orfano sin da bambino, Dorian viene ora preso sotto l’ala
protettrice di Lord Henry Wotton, che lo inserisce
però in un mondo di dissolutezza e perdizione. È proprio in questo
contesto che Dorian incontra il pittore Basil
Hallward, il quale si offre di realizzare un suo ritratto.
Al momento dello svelamento di questo, tutti rimangono sbalorditi
dalla bellezza dell’opera, che ripropone fedelmente quella di cui
Dorian è dotato.
Wotton, però, è l’unico a
sottolineare come ben presto il ritratto supererà l’originale,
destinato ad invecchiare e deperire. Lord Henry chiede così a
Dorian se sarebbe disposto a vendere l’anima al diavolo pur di
rimanere giovane per sempre, e il ragazzo non esita a dimostrarsi
disponibile ad accettare tale offerta. Con il passare degli anni,
mentre tutti invecchiano Dorian sembra non cambiare mai, lasciando
il sospetto in quanti lo incontrano che egli abbia realmente
ottenuto ciò che desiderava a costo della sua anima. Temendo la
natura demoniaca del giovane, un ormai anziano Wotton si troverà a
fare tutto ciò che è in suo potere per evitare che sua figlia
Emily si innamori di Dorian.
Dorian Gray: il cast del film
Ad interpretare il sempre giovane
Dorian Gray vi è l’attore Ben Barnes, divenuto
celebre grazie a questo ruolo. Prima di recitare in Dorian
Gray, però, egli si era distinto anche per essere stato il
principe Caspian in Le cronache di Narnia – Il principe
Caspian. Fu proprio questo ruolo a permettergli di ottenere la
parte del protagonista nella nuova trasposizione dell’opera di
Wilde. Per prepararsi a tale personaggio, Barnes ha studiato a
fondo le tematiche trattate come anche le principali usanze
dell’Inghilterra vittoriana. Accanto a lui, nei panni del pittore
Basil Hallward vi è invece l’attore Ben Chaplin,
noto anche per i suoi ruoli in Cenerentola e The Water
Horse.
L’attrice Rebecca Hall è
invece la protagonista femminile Emily Wotton. Pur essendo
interprete di un ruolo importantissimo nel racconto, l’attrice non
compare in scena prima di 72 minuti dall’inizio del film. Il premio
Oscar Colin Firth è
l’interprete di Lord Henry Wotton, altro personaggio chiave della
storia. Nell’approcciarsi a questo, l’attore ha puntato
sull’evidenziare tutti gli aspetti più controversi del personaggio,
sia nel bene che nel male. Nel film sono poi presenti
Rachel Hurd-Wood nei panni di Sybil Vane e
Emilia Fox in quelli di Lady Victoria Wotton.
Fiona Shaw, celebre per il ruolo di Petunia
Dursley nella saga di Harry Potter è invece Agatha.
Dorian Gray: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Dorian Gray è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili Cinema e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di lunedì 26 aprile alle
ore 21:00 sul canale Iris.
Basta la sequenza d’apertura di
I Mitchell contro le macchine per essere
subito conquistati dal film d’animazione Netflix senza poter opporre alcuna
resistenza. Col senno di poi, diventa sempre più evidente come sia
un’opera questa che non ha bisogno di pretendere attenzioni, poiché
lo spettatore sarà portato a concedergliele di propria volontà,
affascinato dall’intrattenimento e dalle emozioni offerte. A
scrivere e dirigere il film, vi sono gli esordienti Mike
Rianda e Jeff Rowe. A produrlo si
ritrovano invece Phil Lord e Christopher Miller,
noti per aver contributo a numerosi film d’animazione tra cui
Spider-Man – Un nuovo
universo. Proprio il team creativo di quest’ultimo ha
sviluppato il nuovo lungometraggio Netflix, arrivando a risultati
sbalorditivi.
Protagonisti di questo sono i
Mitchell, composti da Katie,
Rick, Linda e
Aaron. Si tratta di una famiglia come ce ne sono
tante, dove ogni membro è dotato di proprie personali passioni,
difetti e stranezze. Questa si ritrova ora ad intraprendere un
forzato viaggio insieme verso la California, dove Katie è stata
accolta presto una prestigiosa università di cinema. La ragazza non
vede l’ora di lasciarsi alle spalle la sua ingombrante famiglia, ma
prima dovrà sopravvivere all’ostinato desiderio del padre di
accompagnarla personalmente. A peggiorare le cose vi sarà
l’improvviso scoppio di una rivoluzione delle macchine, pronte a
prendere il dominio del mondo. Ultima speranza rimasta per
l’umanità, i Mitchell dovranno prima risolvere i propri problemi
personali per poter raggiungere l’unione necessaria alla
vittoria.
La storia di un padre e di una figlia
Il viaggio che la famiglia Mitchell
si prepara ad affrontare è quanto mai delicato. Al termine di
questo la protagonista Katie intraprenderà una vita indipendente, e
ogni cosa non sarà mai più come prima. In vista di quel momento,
suo padre Rick dovrà dunque riuscire a riappacificarsi con lei,
riscoprendo quel rapporto che sembrava essersi indebolito con gli
anni. Le tematiche intorno a cui ruota il film sono dunque
particolarmente universali e intime. Ognuno può ritrovarsi nel
punto di vista di Katie, la quale si sente incompresa dal padre, e
in quello di Rick, il quale non si spiega come il tempo possa aver
cambiato le cose tra lui e sua figlia.
Intorno alle dinamiche famigliari si
costruisce una vera e propria apocalisse tecnologica. Elemento
apparentemente dissonante con le tematiche centrali del film,
questo risvolto narrativo si rivela invece un espediente a dir poco
brillante per trattare un ulteriore discorso altrimenti già
affrontato tante volte. Tale ribellione delle macchine porta
infatti a dover abbandonare ogni forma di tecnologia, dai computer
agli smartphone. Pur con i loro benefici, tali strumenti diventano
infatti spesso involontariamente mezzi che contribuiscono al
distaccamento nei confronti di quanto ci circonda.
Senza, Katie e Rick, le cui opinioni
riguardo l’uso della tecnologia sono diametralmente opposte, sono
costretti a confrontarsi senza alcun filtro. I due personaggi
possono così iniziare un percorso di riavvicinamento che li porta a
scoprirsi, ferirsi, comprendersi e infine accettarsi. Il cuore di
IMitchell contro le macchine sta dunque nel suo porre
in risalto le cose che ci rendono unici. È un film che punta a
ricordarci cosa vuol dire essere, e decidere di rimanere, umani in
un mondo sempre più invaso dalla tecnologia, tenendo stretti a sé
le persone più importanti, non sapendo mai quando l’inaspettato può
verificarsi.
I Mitchell contro le macchine: crescere fa paura
Si muove dunque su queste corde il
film di Rianda e Rowe. Questo si dimostra però non solo
emotivamente coinvolgente, ma anche estremamente entusiasmante da
vedere. Se già Spider-Man – Un nuovo universo era una
gioia per gli occhi, anche I Mitchell contro le macchine
non è da meno. Al di là della sua esplosione di colori e della sua
grafica a metà tra disegno 3D e stile fumettistico, il film fa una
cosa che pochi film d’animazione sembrano avere il coraggio o la
volontà di fare, ovvero giocare con le possibilità che il genere
offre. Sono infatti numerose le animazioni nell’animazione, che
esaltano ancor di più la bellezza estetica del film e ne fanno un
prodotto enormemente accattivante.
Arricchire in questo modo quanto si
sta vedendo permette di rimanere continuamente sorpresi, portando
avanti parallelamente intrattenimento ed emozione. Il film è così
un’altalena continua tra genuine risate, adrenalina, tensione e
pura commozione. Tutto ciò è possibile anche per la crescente
consapevolezza che quanto si sta guardando non è altro se non una
potente metafora sul crescere e su come i genitori cerchino di
proteggere come possibile i loro figli nel corso di questo delicato
processo, che è anche inevitabilmente un processo di distaccamento.
I Mitchell contro le macchine è dunque la storia di un
padre che accompagna sua figlia verso una nuova fase della sua
vita, lasciandola libera nel mondo, con tutta la paura e l’emozione
che ciò richiede.
È stata senza dubbio un’edizione
strana, quella degli Oscar 2021, un’edizione senza
orchestra, senza numero comico d’apertura, senza tanti ospiti, un
evento che a ragione poteva sembrare sottotono e che invece ha
dimostrato la voglia di esserci, il ritorno ad un red carpet in
presenza, anche se contenuto, di nuovo persone che si guardano
negli occhi, anche se a distanza, ma in presenza.
E forse è questa la magia più grande
della scorsa notte, un assaggio di normalità, l’idea che la notte
delle stelle di Hollywood si sia trasformata in una specie di party
esclusivo con pochi e selezionati invitati che, in presenza, hanno
celebrato il cinema. Ma l’eccezionalità dell’evento non lo ha
risparmiato dal collezionare una serie di momenti memorabili che vi
raccontiamo di seguito.
Chloé Zhao da record
La prima donna cinese a vincere un
premio Oscar per la regia e per il miglior film, Zhao entra in quel
club esclusivo di due, insieme a Kathryn
Bigelow, un club che ci auguriamo possa infoltirsi molto
di più nei prossimi anni. La regista ha portato a casa due premi su
quattro nomination, dal momento che oltre a dirigere e produrre
Nomadland, lo ha anche scritto e montato.
Frances McDorman ulula a
sorpresa
Prima l’ululato a chiusura del
discorso di ringraziamento per il miglior film, poi un altro
discorso, brevissimo e forse figlio della sorpresa di essere stata
premiata per la terza volta dall’Academy. Quell’ululato è stato un
omaggio a Michael Wolf Snyder, il sound mixer di
Nomadland, scomparso da poco a soli 35 anni. Ma
oltre alla parentesi colorita, McDormand ha anche invitato tutti a
tornare in sala, a vedere i film tutti i film nominati.
La prima volta di una coreana a
Hollywood
Yuh-Jung Youn,
vincitrice dell’Oscar come attrice non protagonista in
Minari, ha tenuto il discorso di ringraziamento
forse più divertente che la storia recente del premio ricordi.
Visibilmente emozionata, l’attrice ha scherzato sull’aver
finalmente incontrato Brad
Pitt, che ha presentato il premio, chiedendogli anche perché
mai non avesse fatto visita al set del film durante le riprese. Ha
poi perdonato tutti coloro che, in America, pronunciano male il suo
nome, e si è detta semplicemente più fortunata di Glenn
Close, perché la fortuna è l’unico motivo per cui lei
poteva vincere contro l’attrice. Yuh-Jung Youn è
la prima attrice coreana a vincere un Oscar.
Daniel Kaluuya colpisce ancora
Dopo la gaffe ai Golden Globes,
durante i quali ha pronunciato metà del suo discorso di
ringraziamento a microfono spento, Daniel Kaluuya
colpisce ancora. Durante il discorso di ringraziamento per il suo
Oscar per il migliore non protagonista in Judas and the
Black Messiah, l’attore ha ringrazia persino il fatto che
i suoi genitori abbiano fatto sesso per concepirlo e metterlo al
mondo. “Sono così felice di essere vivo” ha detto Kaluuya,
e senza dubbio capiamo le sue intenzioni, tuttavia l’espressione
della madre che reagisce live a quanto dichiarato dal figlio non
era esattamente di felicità.
Glenn Close goes wild
L’unico momento di spettacolo e
intrattenimento, durante la serata, ha visto Glenn Close
protagonista; l’attrice nominata ha sfoggiato le sue conoscenze
musicali e le sue abilità da ballerina. Il quiz ha coinvolto i partecipanti che
cercavano di identificare un segmento di canzone e indovinare se la
canzone fosse o meno tra quelle che avevano vinto agli Oscar nel
corso degli anni. Dopo le risposte traballanti di Andra Day
e Kaluuya, Close ha risposto con grande precisione alla
sua domanda e ha identificato correttamente una clip di “Da Butt”,
scritta da Marcus Miller ed eseguita dalla
Experience Unlimited tratta dal film del 1988 di Spike Lee
Aule turbolente. Close si è poi esibita in una breve
sequenza di ballo che l’ha portata nei trend topic di Twitter,
vincendo comunque a modo suo la serata.
Anthony Hopkins vince a
sorpresa
La serata degli Oscar 2021 ha visto
anche un piccolo cambio di programma, dal momento che a fine serata
si è palesato il fatto che la scaletta avrebbe previsto prima il
premio al miglior film, vinto da Nomadland, e per
finire quello alla migliore attrice e al migliore attore.
Quest’ordine di eventi ha fatto pensare che il premio maschile
sarebbe andato postumo a Chadwick Boseman e che la
cerimonia si sarebbe conclusa con un suo ricordo. Tuttavia, dopo la
vittoria di Frances McDormand per le attrici, è
arrivata sempre a sorpresa un’altra vittoria per l’ottantatreenne
Anthony Hopkins, che non era presente alla
cerimonia. L’attore di The Father ha così
conquistato un secondo Oscar dopo quello per Il Silenzio degli
Innocenti, e solo in mattinata ha diffuso un suo videomessaggio in
cui esterna la sua sorpresa e la sua gratitudine, oltre a dedicare
un pensiero proprio a Boseman “che ci è stato tolto troppo
presto”.
Thomas Vitenberg dedica il premio
alla figlia
Nominato anche nella cinquina dei
migliori registi, Thomas Vitenberg ha ritirato
l’Oscar per il miglior film internazionale, Another
Round. Il regista ha pronunciato un accorato discorso di
ringraziamento, dedicato alla figlia adolescente, Ida, che avrebbe
dovuto avere una parte nel film e che è scomparsa a causa di un
incidente d’auto a pochi giorni dall’inizio delle riprese.
Vitenberg ha dedicato la vittoria a lei. “Abbiamo finito per
realizzare questo film per lei, in sua memoria. Quindi, Ida, questo
è un miracolo che è appena accaduto e tu sei parte di questo
miracolo, magari anche tirando dei fili da qualche parte. Ma questo
è per te.”
Il ritorno del red carpet
Come anticipato, dopo un anno di
cerimonie e premi via Zoom, gli Oscar 2021 hanno fatto srotolare di
nuovo un tappeto rosso. E sono tanti i nomi di coloro che hanno
sfilato, da Audra Day, audacissima in Vera Wang,
oppure Carey Mulligan, regale in Valentino Haute
Couture, così come la meravigliosa Zendaya che anche con un colore rischioso
come il giallo canarino era assolutamente impeccabile. E ancora
Vanessa Kirby, regale in Gucci, e Margot
Robbie in Chanel, semplice ed elegante. Halle
Berry ha scelto Dolce & Gabbana e Viola
Davis Alexandra McQueen. In total white come lei c’era
Maria Bakalova, con un look principesco firmato da
Louis Vuitton, mentre Amanda Seynfield non è
passata certo inosservata nel suo abito rosso fuoco di Armani
Privè. Il glamour è tornato e anche se si è trattato di un piccolo
assaggio rispetto al solito splendore da Oscar, è stata una bella
emozione. Per una volta abiti, trucchi e gioielli non sono stati
soltanto una frivolezza.
Il numero di apertura di Regina
King
All’attrice e regista Regina
King è stato affidato il compito di introdurre la
cerimonia. E il suo discorso di apertura è stato molto serio e
rigoroso, si è aperto con la commemorazione di tutti coloro che
abbiamo perso quest’anno a causa della pandemia ed ha continuato
con un deciso piglio politico.
“È passato un anno e siamo
ancora nel bel mezzo della pandemia”, ha detto King.
“Stiamo piangendo la perdita di così tanti, e devo essere onesta,
se le cose fossero andate diversamente la scorsa settimana a
Minneapolis, avrei potuto scambiare i miei tacchi con stivali da
marcia”. Il polso dell’America batte ancora troppo
velocemente, ed è giusto che Hollywood continui a portare
all’attenzione pubblica i problemi della società.