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MCU: come Spider-Man potrebbe diventare un eroe “migliore” di Iron Man

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Lo Spider-Man interpretato da Tom Holland del MCU è stato associato all’Iron Man di Robert Downey Jr. sin dal suo debutto, ma i Marvel Studios hanno già l’opportunità perfetta per permettere a Peter Parker di voltare pagina e superare la morte del suo mentore nell’atteso Spider-Man 3.

Peter Parker è stato introdotto per la prima volta nel MCU in Captain America: Civil War come membro del Team Iron Man. Spider-Man, attraverso un costume costruito da Stark, ha fatto un ingresso memorabile durante la battaglia dell’aeroporto, quando ha tenuto testa alla squadra di Cap e ha escogitato un piano per abbattere Giant-Man (Paul Rudd). Dopo che il conflitto si è concluso senza un chiaro vincitore, Stark ha continuato a consigliare Peter, costruendogli anche una nuova tuta con tecnologia avanzata (il ben noto Iron Spider), che l’arrampicamuri ha utilizzato per la prima volta in  Avengers: Infinity War

L’arco narrativo dei fumetti su cui si basa Captain America: Civil War ha avuto un ruolo importante anche per Spider-Man. In maniera più o meno simile a quanto accade anche nel film, Peter Parker ha combattuto al fianco di Iron Man per l’approvazione del “Superhero Registration Act”, e ha ricevuto anche un costume progettato proprio da Stark. La tuta Iron Spider gli ha dato abilità completamente nuove, incluso il volo e l’accesso a Internet. Tuttavia, Iron Man, ancora scosso per essere stato tradito, ha usato la tuta per monitorare segretamente ogni mossa di Spidey. Mentre gli sforzi pro-registrazione di Stark sono diventati sempre più autoritari, Spider-Man è arrivato ad esplorare il suo lato oscuro, che lo ha portato ad unirsi al fronte anti-registrazione di Capitan America.

A differenza dei fumetti, il MCU ha stabilito una relazione padre-figlio tra Spider-Man e Iron Man. Nonostante il fascino e la dolcezza del loro legame, Spidey è stato comunque definito dall’eredità di Stark, anche dopo la sua morte in Avengers: Endgame. Affinché Peter Parker possa diventare un supereroe a tutti gli effetti, deve trovare un modo per lasciar andare “l’ombra” di Tony Stark: in tal senso, una rivelazione ispirata ai fumetti – ossia che Iron Man lo aveva monitorato per ragioni diverse dalla sua sicurezza – potrebbe servire proprio alla causa.

Spider-Man 3 permetterà finalmente a Peter Parker di liberarsi dall’ombra di Iron Man?

Anche dopo gli eventi di Captain America: Civil War, Tony Stark è rimasto ossessionato dalla distruzione che aveva causato in passato. Non si è mai completamente ripreso dalla sua paranoia né ha riacquistato la sua capacità di fidarsi, cosa che avrebbe potuto influenzare il suo rapporto con Peter Parker. Ispirandosi proprio ai fumetti, il prossimo film di Spider-Man potrebbe rivelare che la sfiducia di Stark lo ha portato a monitorare costantemente Peter, non per proteggerlo, ma per capire le sue debolezze in caso di una seconda “Civil War”. Durante la sua corsa nel MCU, Peter ha utilizzato pesantemente la tecnologia di Stark: quindi, scoprire che lo ha monitorato di nascosto sarebbe un enorme colpo emotivo. Questo lo spingerebbe verso una nuova traiettoria in quanto supereroe, libero dalle pressioni di essere il “successore” di Iron Man.

Anche se il protocollo “Baby Monitor” in Spider-Man: Homecoming ha riformulato l’idea della Guerra Civile di Stark che registra di nascosto Peter, la scoperta che Iron Man ha continuato a tenere sotto controllo il suo protetto anche dopo che era stato disabilitato, potrebbe dare vita ad un momento ancora più forte in relazione alla resa dei conti per Spider-Man. I due erano già entrati in conflitto quando Stark guardava Peter e cercava di trattenerlo, e la rivelazione che continuò a farlo senza che Spider-Man lo sapesse potrebbe essere particolarmente devastante per il giovane eroe.

Si potrebbe sostenere che questo tipo di tradimento rovinerebbe l’eredità del MCU e di Iron Man. Tuttavia, gli errori e i demoni personali di Tony Stark hanno indubbiamente plasmato il suo arco narrativo e il suo carattere. Questa rivelazione costringerebbe semplicemente Peter a vedere che Iron Man era profondamente imperfetto, cosa che il pubblico ha sempre saputo. Potrebbe ancora ammirare Stark, ma attraverso nuovi livelli di complessità e indipendenza, indicativi della sua maturità. Spider-Man 3 potrebbe dunque spingere Peter Parker a diventare ciò che Tony Stark ha sempre voluto che fosse: un eroe migliore di lui.

Film Romantici su Netflix: i migliori titoli da vedere sulla piattaforma

L’autunno, con le sue sere fresche e piovose, e questo autunno 2020 in particolare, che ci sta mettendo di fronte alla situazione di non poter uscire come vorremmo, sembra la stagione adatta per dare fondo al catalogo di Netflix che da tempo è lì, che si accumula, con film su film.

Quelli che non lasciano mai insoddisfatti sono i film romantici su Netflix, che sicuramente soddisfano anche i palati più cinici, visto e considerato che nel catalogo della piattaforma ci sono sia i grandi classici del cinema romantico che le nuove commedia più ciniche e divertenti. Ecco a voi una carrellata di Film Romantici su Netflix:

Notting Hill (1999)

Notting Hill film 1999Notting Hill è il film del 1999 diventato un vero cult e diretto da Roger Michell. Scritto dallo sceneggiatore di enorme talento Richard Curtis, reduci dal successo di Quattro matrimoni e un funerale del 1994, la pellicola è una commedia romantica ambientata nell’omonimo quartiere di Londra, che racconta la storia d’amore tra una star del cinema statunitense (Julia Roberts) e un libraio inglese (Hugh Grant). Rhys Ifans, Emma Chambers, Tim McInnerny, Gina McKee e Hugh Bonneville completano il cast.

Notting Hill, vinse numerosi premi, tra cui tre Empire Awards e un British Comedy Awards e ricevette inoltre tre candidature ai Golden Globe. A fronte di un budget di circa 42 milioni di dollari, ottenne oltre 360 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando così il film britannico con maggiori incassi nella storia del cinema al momento della sua uscita e il maggior successo cinematografico nel Regno Unito del 1999.

La verità è che non gli piaci abbastanza (2009)

La verità è che non gli piaci abbastanza

La verità è che non gli piaci abbastanza (He’s Just Not That into You) è il film del 2009 diretto da Ken Kwapis, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Greg Behrendt e Liz Tuccillo, già sceneggiatori di Sex and the City, che nello scriverne la trama si sono ispirati all’episodio della sesta stagione Il silenzio è d’oro. Protagonisti del fim un cast d’eccezione composto da Ginnifer Goodwin nei panni di Gigi, Scarlett Johansson come Anna, Jennifer Aniston nei panni di Beth, Jennifer Connelly nei panni di Janine, Ben Affleck nei panni di Neil, Drew Barrymore nei panni di Mary, Natasha Leggero nei panni di Amber, Justin Long nei panni di Alex, Bradley Cooper nei panni di Ben, Kevin Connolly nei panni di Connor, Sasha Alexander nei panni di Catherine e  Busy Philipps nei panni di Kelli Ann.

Chiamami col tuo nome (2017)

Chiamami col tuo nome filmChiamami col tuo nome, è il film di Luca Guadagnino, un racconto sensuale e trascendente sul primo amore, basato sul famoso romanzo di André Aciman. È l’estate del 1983 nel nord dell’Italia, ed Elio Perlman (Timothée Chalamet), un precoce diciassettenne americano, vive nella villa del XVII° secolo di famiglia passando il tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia (Esther Garrel). Un giorno, arriva Oliver (Armie Hammer) un affascinante studente americano di 24 anni, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. In un ambiente splendido e soleggiato, Elio e Oliver scoprono la bellezza della nascita del desiderio, nel corso di un’estate che cambierà per sempre le loro vite. Acclamato in USA, il film è stato candidato ai Golden Globes per Miglior Film Drammatico, Miglior Attore Protagonista in un Film Drammatico (Timothée Chalamet) e Miglior Attore non Protagonista (Armie Hammer).

Le pagine della nostra vita (2014)

Le pagine della nostra vitaLe pagine della nostra vita  è il film del 2004 diretto da Nick Cassavetes e tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks.

Midnight in Paris (2011)

Midnight in Paris recensione filmMidnight in Paris è la commedia romantica di Woody Allen, ambientata a Parigi su una famiglia che va lì per affari e due giovani fidanzati in autunno hanno esperienze che cambiano le loro vite. Parla del grande amore di un giovane per una città, Parigi, e dell’illusione che le persone hanno che una vita diversa dalla loro sarebbe molto migliore. Interpretato da Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Carla Bruni, tra gli altri.

Her – Lei (2013)

Her - Lei (2013)Her – Lei  è lo splendido film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze, con protagonista Joaquin Phoenix e vincitore del premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale

Los Angeles, in un futuro non troppo lontano. Theodore, un ragazzo solitario dal cuore spezzato che si guadagna da vivere scrivendo lettere “personali” per gli altri, acquista un sistema informatico di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le esigenze dell’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di Theodore e Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore ma…

Come lo sai (2010)

Come lo saiCome lo sai è il film del 2010 scritto e diretto da James L. Brooks con Reese Witherspoon, Paul Rudd, Owen Wilson e Jack Nicholson.

La vita di Lisa viene improvvisamente sconvolta quando scopre di essere stata tagliata fuori dalla nazionale femminile di softball. Tutto ciò per cui aveva lavorato duramente dall’età di otto anni è finito e, per la prima volta nella sua vita, non sa cosa fare. Decide di consolarsi tra le braccia di un uomo. Ma chi? Manny, l’affascinante giocatore di baseball professionista, o George, l’uomo d’affari dolce ma un po’ goffo? Entrambi sono innamorati di lei e vogliono aiutarla a rimettersi in piedi. Commedia e dramma si alternano nella scelta dell’uomo ideale.

Questione di tempo (2013)

Questione di tempoQuestione di tempo (About Time) è il film del 2013 scritto e diretto da Richard Curtis. All’età di 21 anni, Tim Lake (Gleeson) scopre di essere in grado di viaggiare nel tempo … Dopo l’ennesima, deludente festa di Capodanno, il padre di Tim (Bill Nighy) rivela a suo figlio che gli uomini della loro famiglia hanno sempre avuto il potere di viaggiare attraverso il tempo. Tim non può cambiare la storia ma può cambiare quel che accade e che è accaduto nella sua vita, perciò decide di rendere il suo mondo migliore … trovandosi una fidanzata. Sfortunatamente questa impresa non sarà facile come potrebbe sembrare. Giunto a Londra dalla Cornovaglia per diventare avvocato, Tim incontra la bella ma insicura Mary (McAdams). I due si innamorano, ma per colpa di un fatale viaggio nel tempo, si allontanano per sempre. Ma si incontrano di nuovo, come se fosse la prima volta, e continuano ad incontrarsi ancora … fino a quando, giocando d’astuzia contro il tempo, Tim riuscirà finalmente a conquistare il suo cuore.

Il giovane a quel punto usa il suo potere per dichiararsi romanticamente nel modo migliore, per tutelare il suo matrimonio dal peggiore discorso mai fatto da un testimone di nozze, per salvare il suo migliore amico da un disastro professionale e per riuscire ad arrivare in tempo in ospedale per far partorire sua moglie, nonostante un terribile ingorgo di traffico ad Abbey Road. Tuttavia, nel corso della sua insolita vita, Tim si rende conto che il suo dono straordinario non può preservarlo dalle sofferenze, e dagli alti e bassi che tutte le famiglie, ovunque, sperimentano. Sono grandi i limiti di ciò che un viaggio nel tempo può ottenere, senza contare che può rivelarsi alquanto pericoloso. Questione di Tempo è una commedia che parla dell’amore e del potere dei viaggi temporali e che insegna che in fondo, per vivere una vita piena e soddisfacente, non c’è bisogno di viaggiare nel tempo.

Il Lato Positivo

Il Lato PositivoCandidato a otto premi Oscar: Miglior film, Miglior regia (David O.Russell), Miglior attore protagonista (Bradley Cooper), Miglior attrice protagonista (Jennifer Lawrence), Miglior attore non protagonista (Robert De Niro), Miglior attrice non protagonista (Jacki Weaver), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior montaggio.

Pat Solatano (Bradley Cooper) ha perso tutto: casa, lavoro, moglie.  Dopo aver trascorso otto mesi in un istituto psichiatrico, si ritrova, in seguito ad un patteggiamento della pena che avrebbe dovuto scontare, ad abitare nuovamente con sua madre (Jacki Weaver) e suo padre (Robert De Niro). Pat, però, non ha perso il suo naturale ottimismo: è deciso a ricostruire la propria vita e a riconciliarsi con la sua ex-moglie, nonostante le problematiche circostanze della loro separazione. I suoi genitori, invece, vorrebbero solo che si rimettesse in piedi e che condividesse la passione/ossessione di famiglia per la squadra di football locale: i Philadelphia Eagles. La situazione si complica quando Pat conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), una misteriosa ragazza che ha qualche “problemino” da risolvere. Tiffany si offre di aiutarlo a riconquistare la sua donna e, in cambio, lui dovrà fare una cosa molto importante per lei. Ma nel mettere in atto il loro piano, il loro rapporto prende una piega inaspettata e nelle vite di entrambi sembra aprirsi uno spiraglio…

One Day (2011

One DayOne day, tratto dal bestseller di David Nicholls, è la storia dell’amicizia tra Emma e Dexter, iniziata il 15 luglio 1988 il giorno della loro laurea, che vediamo evolversi per 20 anni il 15 luglio di ogni anno. diretto da Lone Scherfig e interpretato da Anne Hathaway e Jim Sturgess, la pellicola stato presentato in anteprima a New York il l’8 agosto 2011 e poi distribuito il 19 agosto. In Italia è uscito nelle sale cinematografiche l’11 novembre.

Colazione da Tiffany (1961)

Colazione da Tiffany filmColazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany’s) è il film culto del 1961 diretto da Blake Edwards, con Audrey Hepburn e George Peppard, tratto dall’omonimo romanzo del 1958 di Truman Capote.

La sceneggiatura di George Axelrod, nominata all’Oscar, segue poco il romanzo di Capote. Capote, una volta venduti i diritti del libro (pubblicato nel 1958, tre anni prima dell’uscita del film), alla Paramount Pictures, avrebbe preferito Marilyn Monroe nel ruolo di Holly Golightly. Barry Paris ricorda di aver sentito dire Capote, una volta: «Marilyn è sempre stata la mia prima scelta per interpretare la ragazza, Holly Golightly». Quando la Hepburn venne scelta nel cast, Capote accusò la Paramount di aver fatto il doppio gioco con lui. Comunque, la scelta della Hepburn si rivelò felice, dato il successo del film e del personaggio da lei interpretato.

Raccontami di un giorno perfetto (2020)

Raccontami di un giorno perfetto (2020)

Trai titoli recenti vi segnaliamo Raccontami di un giorno perfetto, uscito il 28 Febbraio su Netflix. Il film tratto dal romanzo di Jennifer Niven. Sconvolta dalla morte della sorella, l’introversa Violet Markey (Elle Fanning) sembra ritrovare un pò di felicità solo con l’eccentrico ed imprevedibile Theodore Finch (Justice Smith). Insieme i due ragazzi cercheranno di superare gli ostacoli del passato e capiranno che anche i momenti più piccoli hanno un significato.

Black Widow: Rachel Weisz svela nuovi dettagli su Melina Vostokoff

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L’attesissimo Black Widow sembra destinato ad introdurre diversi nuovi fantastici personaggi nell’Universo Cinematografico Marvel, anche se uno dei più intriganti è senza dubbio la Melina Vostokoff interpretata dal premio Oscar Rachel Weisz. Circolano ormai molte teorie sulla reale identità del personaggio, con alcuni fan convinti che si tratti in realtà del villain principale della storia, ossia Taskmaster.

Purtroppo, soltanto l’arrivo in sala del film potrà rispondere ad una questione così rilevante ai fini della trama, anche se nel libro attualmente in vendita “Black Widow: The Official Movie Special Book” (via CBM), è stata proprio Weisz a parlare di ciò che i fan dovranno aspettarsi dal suo personaggio. “È stata addestrata nella Stanza Rossa”, ha spiegato l’attrice. “Sono una Vedova. Sono stata portato via dai miei genitori quando ero piccola e sono stata ceduta a Dreykov, che gestisce la Stanza Rossa. È la mente dietro l’addestramento che tutte le Vedove seguono. Penso che per tanto tempo sia stato come una figura paterna. Sono stata sicuramente sottoposta al lavaggio del cervello da parte sua. Credo nella sua causa, e credo che abbia buone intenzioni e stia facendo del bene nel mondo “.

“All’inizio del film sono una spia russa che finge di essere una mamma americana. Fingo che la piccola Natasha e la piccola Yelena siano le mie figlie e che Alexei sia mio marito”. Quest’ultima dichiarazione spiega in maniera ancora più cristallina perché negli ultimi mesi abbiamo tanto sentito parlare di “dinamiche familiari” al centro del film. Weisz ha rivelato che le è piaciuto “interpretare una spia che finge di essere una mamma americana.”

Tanti colpi di scena per Melina Vostokoff in Black Widow?

Ma dove troveremo il suo personaggio quando gli eventi si spostano ai giorni nostri? “È stato meraviglioso essere Melina perché ad un certo punto la ritroveremo vent’anni dopo: vive da sola ed è una scienziata. Vive in un posto alquanto isolato insieme a dei maiali, una cosa non da poco! Non ha mai recitato con i maiali prima d’ora. Sono assolutamente adorabili… grandi… pelosi. Quindi il mio personaggio attraversa tantissimi colpi di scena. Non c’è mai stato un momento noioso.”

Melina Vostokoff sarà sicuramente un personaggio da tenere d’occhio all’interno della storia di Black Widow, e quella lealtà a Dreykov a cui ha fatto riferimento Rachel Weisz significa senza dubbio che si tratta di un personaggio di cui Natasha Romanoff dovrebbe probabilmente diffidare all’interno del film…

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Francesca Farago, chi è? Curiosità sulla star di Too Hot To Handle

Il mondo dei reality show non conosce crisi. Mentre autori e produttori impegnati si adoperano per diversificare i cataloghi delle piattaforme streaming e i palinsesti televisivi, la maggior parte dei pubblico predilige l’intrattenimento trash. Dopo una faticosa giornata di lavoro, passata magari a lottare con clienti maleducati e boss fin troppo esigenti, l’unica cosa che l’italiano medio vuole fare è rilassarsi davanti alla tv. I reality show sono perfetti per chi vuole semplicemente staccare la spina. Programmi come Il Grande Fratello, L’isola dei Famosi, Jersey Shore, Al Passo con i Kardashian, oltre a creare nuove piccole star della tv, forniscono la giusta dose d’intrattenimento. Uno dei reality più amati degli ultimi tempi è senza dubbio Too Hot To Handle, che ha fatto la fortuna di molti giovani influencer tra cui la bella Francesca Farago.

Se non avete mai visto una puntata di Too Hot To Handle e non sapete chi sia Francesca Farago, venite con noi a scoprire alcune delle curiosità sulla nuova stellina di web.

Francesca Farago, le origini: scopriamo chi è

Francesca Farago, età 26 anni, è nata il 19 novembre del 1994 a Victoria, in Canada, ed è una famosa modella e influencer. Dopo aver acquistato una certa notorietà a Vancouver, Francesca comincia a lavorare anche al di fuori dei confini canadesi. Grazie alla sua bellezza e alle sue curve mozzafiato, la Farago diventa molto famosa soprattutto sui social e ben presto comincia a viaggiare verso Los Angeles per lavoro.

Definita come ‘la Kim Kardashian canadese’ per il suo fisico statuario, Francesca decide di cavalcare l’onda del successo e ampliare i suoi orizzonti. Ben presto, infatti, la Farago si dà al fashion design, lanciando una linea di costumi da bagnoVegana per scelta e molto rispettosa verso l’ambiente, la ragazza avvia anche un suo marchio personale, Farago The Label, un e-commerce che produce in modo sostenibile e green.

Bellissima e intraprendente, tra le passioni di Francesca ci sono il fitness e la cura del corpo, indispensabili per il suo lavoro. Ma oltre a fare del semplice esercizio fisico, per mantenere intatte le sue curve, la ragazza è molto attenta alla sua alimentazione che spesso è argomento di conversazione sui suoi account social. A differenza, infatti, di molte sue colleghe, Francesca ama utilizzare il cibo e la sua passione per la cucina per nutrire il suo corpo nel modo giusto.

Oltre al fitness, Francesca ama molto la fotografia, la lettura e gli animali, in particolare i cani; la ragazza ha, infatti, un adorabile cagnolino, Romeo Jonathan Webb, che può vantare un suo personale profilo Instagram.

Tra le sue passioni, inoltre, c’è anche il mare. Francesca ama starsene al sole immersa in meravigliosi paradisi tropicali e pare, infatti, sia stata proprio questa sua passione a portarla sul set di Too Hot To Handle.

Francesca Farago in Too Hot To Handle

Nel 2019, i produttori britannici Laura Gibson e Charlie Bennett, hanno ideato un nuovo format per un reality show che ha come protagonisti alcuni dei single più sexy del web. Il programma, dal titolo Too Hot To Handle è stato rilasciato da Netflix all’inizio di quest’anno, il 17 aprile del 2020. La serie, ferma per ora a una sola stagione di 9 episodi di circa 40 minuto ciascuno, segue le avventure hot di dieci ragazzi e ragazze single.

I dieci concorrenti arruolati per questo misterioso reality, vengono condotti in un magnifico resort su di una spiaggia dove resteranno per quattro settimane. Durante questo periodo di convivenza forzata, i ragazzi potranno trovare l’amore e vincere bel 100 mila dollari. Ma l’entusiasmo dei concorrenti, fin troppo eccitati per l’esperimento, si spegno subito.

Dodici ore dopo il loro arrivo al resort, i ragazzi vengono informati sulle regole che dovranno osservare durante la loro permanenza per poter vincere il premio finale. I concorrenti potranno conoscersi e interagire tra loro ma non potranno avere nessun tipo di contatto fisico o sessuale. Ogni violazione al codice sottrarrà soldi al montepremi finale.

Nonostante lo shock iniziale, i ragazzi accettano di continuare la loro avventura ma, durante il corso delle settimane, diventerà per loro sempre più complicato seguire le regole. I concorrenti cominceranno a conoscersi e, complici vari giochi e prove hot, anche a piacersi.

Francesca Farago e Harry Jowsey

Tra i concorrenti di Too Hot To Handle, i più chiacchierati sono stati sicuramente Francesca Farago e Harry Jowsey. Conosciutisi all’interno del reality, tra i due sin da subito si è formata una forte attrazione fisica. Nonostante i tentativi da parte degli autori di complicare le cose forzando i ragazzi a interagire tra loro, esplorando più relazioni sentimentali, Francesca e Harry si sono mostrati la coppia più forte.

Francesca è stata oggetto di attenzioni da parte di più concorrenti, come Kelz e Kori, ma alla fine solo Harry l’ha spuntata. Il ragazzo è rimasto subito colpito dalla bellezza e dalla personalità prorompente della Farago e, conoscendosi meglio durante le settimane, la semplice attrazione fisica ha lasciato il posto a qualcosa di più.

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I ragazzi si sono innamorati all’interno del reality è la loro relazione è poi continuata anche fuori dal resort. Francesca e Harry si sono fidanzati ufficialmente e pare che insieme stiano progettando un matrimonio in un futuro non troppo lontano. In un’intervista rilasciata ad aprile a Esquire, Francesca Farago ha dichiarato:

“Harry è davvero adorabile, la sua risata è contagiosa ed è così carino che è impossibile non andarci d’accordo […] Stiamo ancora insieme ma al momento [aprile 2020] siamo in quarantena e non siamo nemmeno nella stessa parte del mondo. E’ molto dura. Stiamo anche cercando il modo di oltrepassare il confine senza farci vedere per stare insieme [ride]. E’ davvero durissima stare lontani.” [fonte: Esquire]

Francesca Farago su Instagram

Se volete essere sempre aggiornati su tutte le avventure private e professionali di Francesca Farago, conosciuta da suoi amici e follower come Frankie, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram. Un piccolo avviso però per tutti i deboli di cuore: armatevi di bibite ghiacciare e ventilatori perché Frankie è davvero too hot to handle!

Fonte: Esquire, Instagram, Wiki

Marvel 616, recensione della nuova serie Disney+

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Marvel 616, recensione della nuova serie Disney+

Fenomeno di nicchia, diseducativo e “solo per maschi”. Nel corso della sua lunga vita il fumetto di supereroi ha dovuto fronteggiare diverse minacce e accuse, e i fumetti Marvel, in quanto principali (insieme alla DC Comics) produttori di questo tipo di storie, hanno costruito la loro storia ai margini del mondo della cultura per tanti decenni, fino ad arrivare a noi.

Nel raccontare episodi, personaggi, professioni e appassionati dei fumetti Marvel, la serie antologica Marvel 616, disponibile su Disney+ a partire dal 20 novembre, analizza proprio questa storia che dall’ostilità delle istituzioni si è poi guadagnata non solo un posto d’onore negli scaffali della cultura contemporanea, ma anche un ruolo ricorrente nella cultura pop, che permea la quotidianità in maniera così simbiotica che ormai non ci si fa neanche più caso.

Marvel 616 esplora come la ricca eredità Marvel di storie, personaggi e creatori viva anche nel mondo esterno. Ogni documentario, diretto da un regista differente con uno sguardo differente, approfondisce gli intrecci tra narrazione, cultura pop e fandom nell’Universo Marvel. Gli episodi di questa serie antologica affronteranno argomenti che includono tutti gli artisti Marvel di fama mondiale e le donne pioneristiche di Marvel Comics, alla scoperta dei personaggi Marvel “dimenticati”, ma esploreranno anche il ruolo che i fumetti, e i fumetti Marvel in particolare, hanno avuto e hanno nella vita di molti.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare le più belle storie Marvel e molto altro!

Guarda il trailer di Marvel 616

Marvel 616La serie è prodotta da Marvel New Media, con il coinvolgimento di Joe Quesada, Shane Rahmani, Stephen Wacker, John Cerilli, Harry Go e Sarah Amos in veste di produttori esecutivi, insieme a Supper Club, con il contributo di Jason Sterman, Brian McGinn e David Gelb.

In 8 episodi, Marvel 616 affronta diversi argomenti, dalla presenza delle donne nella filiera creativa e produttiva dei fumetti della Casa delle Idee, al significato dell’essere cosplayer, passando per il folle Spider-Man giapponese e per il geniale episodio Lost and Found, che va a scavare nelle cantine Marvel, alla ricerca dei personaggi di scarso successo e giustamente dimenticati.

Ogni episodio ha poi il suo tono e il suo linguaggio, dall’ironia di Lost and Found, si passa al racconto cronologico e articolato della presenza femminile nel mondo dei fumetto, fino all’approccio più umanista ed emozionato quando si tratta di cosplayer e di quello che questo bizzarro passatempo può rappresentare per molte persone, nerd e non solo.

Dopo Pixar – dietro le quinte, arrivato il 13 novembre sulla piattaforma, anche Marvel 616 si propone di raccontare il back stage, non solo della produzione di fumetti, ma anche di quello che significa appartenere ad una famiglia così vasta, diversificata e presente, in ogni aspetto della quotidianità.

Zack Snyder conferma un easter egg di Robin in Justice League Snyder Cut

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Zack Snyder aveva precedentemente confermato che la versione di Robin di Dick Grayson era stata uccisa dal Joker prima degli eventi di Batman v Superman: Dawn of Justice. Ora, con Jared Leto che riprenderà il ruolo del Clown Principe del Crime nella Snyder Cut di Justice League, ci sono state parecchie speculazioni su un possibile flashback della fatidica notte in cui il supercriminale ha ucciso il ragazzo delle meraviglie.

Tuttavia, alcuni recenti commenti dello stesso Snyder hanno indicato che il Joker che vedremo nella Snyder Cut dovrebbe apparire durante l’ormai celebre sequenza dell’incubo di Batman, ambientata in un mondo governato da Darkseid. Soltanto il tempo potrà confermare o smentire in merito a tale questione; tuttavia, durante una recente intervista con The Film Junkee (via CBM), Zack Snyder ha promesso che ci sarà un easter egg di qualche tipo relativa a Robin nelle quattro parti del suo taglio. “C’è una battuta di Robin… c’è un easter egg di Robin in Justice League. Ma dovrete aspettare e vedere. Non posso dire esattamente di cosa si tratterà.”

Per quanto riguarda ciò che gli piacerebbe fare in futuro con Robin nel DCEU, Snyder ha aggiunto: “La domanda è se ci sia un piano per avere più Robin? In un’eventuale storia futura? Sì, ci sarebbe! Voglio dire… per me il modo in cui scrivi una storia di Robin nell’universo di Justice League con Batman, è come sedersi a bere e ricordare il passato, e vedere cosa succede. Si potrebbe capire chi sia stato Robin per lui e magari sperimentare quali sono state le circostanze per cui Joker e Robin si sono incontrati.”

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

MCU: 10 volte in cui gli attori hanno recitato insieme in altri film

I film di supereroi sono uno dei generi di maggior successo in circolazione. E il MCU realizza probabilmente i più grandi film di supereroi di tutti. Di conseguenza, è comprensibile dimenticarsi del fatto che le star dell’universo condiviso che interpretano i supereroi o i cattivi possano aver lavorato insieme anche in altri film o serie tv. Screen Rant ha raccolto 10 volte in cui le star dell’Universo Cinematografico Marvel hanno lavorato insieme in film o serie non appartenenti al longevo franchise di successo:

Zodiac (2007)

Il thriller di David Fincher del 2007 racconta in maniera esaustiva del serial killer noto semplicemente come “Zodiac”. La storia si svolge nell’arco di diversi decenni, fino a quando l’assassino non è stato scoperto e catturato.

Al di là della trama e delle atmosfere avvincenti, il film è intrigante per i fan del MCU per un motivo ben preciso: presenta infatti nel cast ben tre attori del MCU, ossia Mark Ruffalo, Robert Downey Jr. e Jake Gyllenhaal.

Jojo Rabbit (2019)

Un altro film basato su fatti realmente accaduti che vede tre attori del MCU lavorare insieme è JoJo Rabbit del 2019), la storia unica di un giovane ragazzo di nome Jojo che ammira molto Hitler, che è anche il suo amico immaginario… almeno fino a quando non scopre una ragazza ebrea nascosta nella sua casa!

Scarlett Johansson interpreta la madre di Jojo, il regista di Thor: Ragnarok – nonché interprete di Korg – Taika Waititi ha interpretato Hitler e ha anche diretto il film, e poi c’è anche Sam Rockwell, che ha interpretato Justin Hammer di Iron Man 2

The Banker (2020)

Nick Fury e Falcon non hanno interagito mai nel MCU, ma chiunque voglia vedere insieme i loro rispetti interpreti, ossia Samuel L. Jackson e Anthony Mackie, ora ha finalmente una possibilità.

Jackson e Mackie recitano insieme nel dramma storico The Banker. Il film si concentra su due uomini intelligenti che escogitano un piano su come diventare imprenditori di successo, anche se si nascondono dietro i loro affari usando un uomo bianco come copertura.

Le strade del male (2020)

Gli ultimi due anni hanno visto una buona parte di film con protagonisti gli attori del MCU in ruoli insoliti. Questo è il caso de Le strade del male. L’ex interprete di Captain America, Chris Evans, era stato originariamente scelto per interpretare il ruolo poi affidato a Sebastian Stan, ma a causa di un conflitto con altri impegni lavorativi, Stan ha poi sostituito Evans.

Invece di affrontare Captain America, quindi, il personaggio interpretato da Tom Holland affronta il Soldato d’Inverno nel film. In realtà i personaggi di Stan e Holland non interagiscono molto, fatta eccezione per il finale esplosivo.

Il franchise di Sherlock Holmes

Robert Downey Jr. e Jude Law interpretano due buoni amici nel franchise di Sherlock Holmes, che al momento si compone di due film. Ma se i loro personaggi MCU si incontrassero, è lecito presumere che non si sarebbero piaciuti molto.

Downey ha interpretato Iron Man nei tre film della trilogia a lui dedicata e diversi altri titoli dell’universo condiviso, mentre il personaggio di Law in Captain Marvel (2019) era il cattivo principale Yon-Rogg, che originariamente fingeva di essere il capo e un amico di Carol.

Kong: Skull Island (2017)

E a proposito di Captain Marvel Un altro film non appartenente al MCU che ha visto lavorare insieme l’interprete di un supereroe e di un cattivo di quell’universo è l’avventura mostruosa Kong: Skull Island.

Tom Hiddleston (Loki) e Brie Larson (Carol Danvers) sono fianco a fianco nella lotta contro il mostro gigante dominatore di Skull Island. Inoltre, il film è interpretato anche da Samuel L. Jackson, il che lo rende un must per tutti i fan del MCU.

I segreti di Wind River (2017)

L’Occhio di Falco di Jeremy Renner e la Scarlet Witch di Elizabeth Olsen hanno una relazione amichevole nel MCU. Occhio di Falco funge anche da mentore, forse una figura paterna per la giovane Wanda Maximoff.

Questo è il motivo per cui molti fan sono rimasti entusiasti quando hanno appreso che Renner e Olsen avrebbero recitato insieme ne I segreti di Wind River, un’intensa storia piena di tensione che si svolge in una riserva innevata dei nativi nel Wyoming. 

Snowpiercer (2013)

Quei fan che conoscono Chris Evans principalmente per il suo ottimista Captain America saranno sorpresi dalla performance dell’attore nel cupo dramma post-apocalittico Snowpiercer, che ha anche ispirato una successiva serie tv.

In un mondo in cui tutto è congelato e gli esseri umani rimasti sopravvivono in un treno, non ci sono molti motivi di gioia. Durante il suo viaggio, l’eroe di Evans incontra anche un nemico di nome Mason, interpretato da Tilda Swinton, che, ovviamente, interpreta l’Antico nel MCU.

Playing It Cool (2014)

Steve Rogers e Sam Wilson sono buoni amici nel MCU. Ma quello che non tutti potrebbero sapere è che hanno interpretato una coppia di amici anche in un altro film. Playing It Cool si concentra su Chris Evans che interpreta uno sceneggiatore che ha appena avuto il compito di scrivere una commedia romantica.

L’unico problema? Non è mai stato innamorato prima d’ora. E non importa quanto il suo amico e agente (Anthony Mackie) lo sostenga, sembra che l’eroe non sia destinato a farcela. Alla fine ci riuscirà, ma nel mezzo accadranno tutta una serie di divertentissime situazioni…

Chris Evans e Scarlett Johansson

Infine, chi ama la dinamica amichevoli tra Steve Rogers e Natasha Romanoff nel MCU non dovrebbe perdere altri film in cui Chris Evans e Scarlett Johansson sono apparsi insieme. È impossibile scegliere il migliore, quindi eccoli tutti.

Il diario di una tata (2007) vede la Johansson lavorare come bambinaia e alla fine si innamora dell’eroe interpretato da Evans. Perfect Score (2004) parla di un gruppo di studenti che decide di rubare i risultati SAT e ottenere i punteggi perfetti. E come bonus, Evans e Johansson hanno recitato entrambi nella serie tv Robot Chicken.

Oscar 2021: i 25 titoli in lizza per rappresentare l’Italia

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Oscar 2021: i 25 titoli in lizza per rappresentare l’Italia

In un anno strano anche per il cinema, l’ANICA ha diffuso la tradizionale lista di titoli di film italiani che verranno valutati e trai quali verrà scelto il film che concorrerà ad entrare nella cinquina di titoli nominati nella categoria del Miglior Film in lingua non inglese agli Oscar 2021.

La commissione di selezione, istituita presso l’ANICA su richiesta dell’Academy, si riunirà per votare il titolo designato il prossimo 24 novembre 2020. L’annuncio ufficiale di tutte le nomination è previsto per il 15 marzo 2021 e la cerimonia degli Oscar si terrà a Los Angeles il 25 aprile 2021.

· 18 REGALI di Francesco Amato
· ASPROMONTE LA TERRA DEGLI ULTIMI di Mimmo Calopresti
· BAR GIUSEPPE di Giulio Base
· LA DEA FORTUNA di Ferzan Ozpetek
· IL DELITTO MATTARELLA di Aurelio Grimaldi
· FAVOLACCE di Damiano e Fabio D’Innocenzo
· L’INCREDIBILE STORIA DELL’ISOLA DELLE ROSE di Sydney Sibilia
· LONTANO LONTANO di Gianni Di Gregorio
· NON ODIARE di Mauro Mancini
· NOTTURNO di Gianfranco Rosi
· PADRENOSTRO di Claudio Noce
· PICCIRIDDA CON I PIEDI NELLA SABBIA di Paolo Licata
· PINOCCHIO di Matteo Garrone
· I PREDATORI di Pietro Castellitto
· LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante
· SPACCAPIETRE di Gianluca e Massimiliano De Serio
· SUL PIU’ BELLO di Alice Filippi
· THE SHIFT di Alessandro Tonda
· TORNARE di Cristina Comencini
· TRASH di Francesco Dafano e Luca Della Grotta
· TUTTO IL MIO FOLLE AMORE di Gabriele Salvatores
· L’UOMO DEL LABIRINTO di Donato Carrisi
· LA VERITA’ SU LA DOLCE VITA di Giuseppe Pedersoli
· LA VITA DAVANTI A SÉ di Edoardo Ponti
· VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti

Donald Trump e la verità sul cameo in Mamma, ho riperso l’aereo

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Donald Trump e la verità sul cameo in Mamma, ho riperso l’aereo

Chris Columbus, il regista di Mamma, ho perso l’aereo e del suo sequel del 1992, Mamma, ho riperso l’aereo, ha rivelato che Donald Trump ha chiesto con prepotenza di apparire nel sequel. Entrambi i film sono oggi considerati dei veri e propri cult, nonché tra i titoli più rivisti durante le festività natalizie. Un reboot del primo Mamma, ho perso l’aereo è attualmente in sviluppo alla Disney.

Dopo l’enorme successo del primo film nel 1990, Columbus trovò un modo per rendere ancora credibile e accattivante la storia di Kevin McCallister (Macaulay Culkin) e della sua disfunzionale famiglia. In effetti, tra i fan del primo film, c’è un gran numero di persone che ritiene che Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York sia addirittura migliore del predecessore. Nel sequel Kevin che si imbarca per errore sull’aereo sbagliato e, invece di unirsi alla sua famiglia per trascorrere il Natale in Florida, finisce da solo a New York City. Le cose vanno di male in peggio per il ragazzino quando scopre che i suoi vecchi nemici, i “Banditi del Rubinetto” (Joe Pesci e Daniel Stern), sono scappati di prigione e si trovano anche loro nella Grande Mela.

A parte la location offerta da una delle città più elettrizzanti del mondo, Mamma, ho riperso l’aereo contiene anche il cameo di una figura molto controversa: Donald Trump, infatti, appare nel film mentre Kevin vaga per la hall del Plaza Hotel, in cerca di indicazioni. Per alcuni, l’inclusione di Trump è soltanto un elemento puramente decorativo; per altri, è forse la cosa peggiore di un film considerato, in generale, fantastico. Indipendentemente da come si consideri quel cameo, parlando con Insider, il regista Chris Columbus ha rivelato che il 45º presidente degli Stati Uniti d’America ha letteralmente imposto la sua presenza nel sequel.

“Come la maggior parte dei luoghi di New York, paghi semplicemente una tassa e ti è permesso di girare in quel luogo. Ci siamo avvicinati al Plaza Hotel, che all’epoca era di proprietà di Trump, perché volevamo girare nella sua hall. Non abbiamo potuto ricostruire il Plaza in uno studio”, ha spiegato Columbus.

“Trump ha detto ok. Così, abbiamo pagato la quota, ma alla fine ha aggiunto: “L’unico modo per utilizzare il Plaza è farmi apparire nel film”. Così abbiamo deciso di inserirlo, e quando c’è stata la prima proiezione di prova è successa una cosa stranissima: la gente ha esultato quando ha visto Trump. Così ho detto al mio montatore: “Lascialo nel film. È un grande momento per il pubblico”. Al di là di questo, però, ha chiesto di essere nel film usando modi da prepotente.”

https://www.youtube.com/watch?v=r1WngHOFYVQ&ab_channel=mrvideouploads1

33 Giri – Italian Masters: al via mercoledì la nuova stagione

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33 Giri – Italian Masters: al via mercoledì la nuova stagione

Con un suggestivo e dettagliato ascolto di “Su e giù da un palco” di Ligabue, torna la nuova stagione della produzione originale Sky Arte 33 Giri – Italian Masters, realizzata da Except, al via dal 18 novembre ogni mercoledì alle 21.15 (canale 120 e 400 di Sky). Otto album che hanno segnato la storia della musica italiana. Otto dischi indimenticabili diventati pietre miliari della nostra discografia. Direttamente dagli studi di registrazione per riaprire le bobine con i master originali delle canzoni interpretate e scritte dalle più grandi firme della musica italiana. Un viaggio alla scoperta dei segreti dei più emozionanti dischi di grandi autori: Ligabue, CSI, Alice, Edoardo Bennato, Lucio Battisti, Carmen Consoli, Ornella Vanoni e Pino Daniele.

Davanti ai mixer degli storici studi di registrazione dove molti di questi album sono stati realizzati, 33 Giri – Italian Masters prosegue il racconto appassionato delle pagine di vinile più importanti, diventate i classici di oggi, con la guida dello storico discografico Stefano Senardi, ideatore e curatore della serie, che contestualizzerà ogni album all’interno della storia della musica italiana, insieme alle parole dei diretti protagonisti e dei testimoni che hanno partecipato alla loro creazione. Sarà ripercorsa la nascita e la storia di questi dischi attraverso i ricordi e gli aneddoti di musicisti, produttori e discografici che hanno contribuito al loro successo; e ancora gli interventi degli artisti che ne hanno tratto ispirazione e li reinterpretano esclusivamente per Sky Arte.

Il risultato è un ascolto approfondito e inedito di brani conosciutissimi. Ogni “italian master” verrà commentato e risuonato, dai protagonisti coinvolti nelle registrazioni e nella scrittura dei brani, e, grazie al ritrovamento del multitraccia originale, ascoltato ed esaminato al mixer in ogni suo arrangiamento, con il contributo del leggendario fonico Maurizio Biancani.

La serie, scritta dall’autore Edoardo Rossi, realizzata da Except con la produzione esecutiva di Maurizio Vassallo, prenderà il via mercoledì 18 novembre alle 21.15. La prima puntata sarà dedicata al disco live più venduto in Italia: “Su e giù da un palco” di Luciano Ligabue. Uscito nel 1997, rappresenta un picco nella carriera del rocker emiliano. In puntata, girata nello Studio Esagono di Reggio Emilia, dove avvenne il mixaggio dell’opera, il produttore Fabrizio Barbacci esamina e scova, insieme a Maurizio Biancani, le curiosità immerse nelle tracce degli inediti “Il giorno di dolore che uno ha” e “Tra palco e realtà” oltre agli energici grandi successi in versione dal vivo “Hai un momento dio?”, impreziosito dall’assolo del mitico Mick Taylor dei Rolling Stones, “Urlando contro il cielo”, “Ho messo via” e “Quella che non sei”. Partecipa alla puntata anche “La banda”, il gruppo di musicisti di Ligabue che suonò in quel disco. Roberto Pellati alla batteria e Rigo Righetti al basso, con i loro rispettivi strumenti, accennano le parti musicali con le quali hanno contribuito alla sezione ritmica; Mel Previte e Federico Poggipollini invece mostrano gli intrecci e gli arrangiamenti chitarristici. Luciano Ligabue racconta il contenuto delle canzoni, mentre lo scrittore Massimo Poggini, autore del libro “Liga” e il curatore della serie, Stefano Senardi, contestualizzano l’opera all’interno della storia della musica italiana.

Il secondo appuntamento, in onda sempre mercoledì 18 novembre alle 22.10, sarà invece dedicato all’album T.R.E. –Tabula rasa elettrificata del CSI – Consorzio Suonatori Indipendenti, considerato il primo disco di musica “alternativa” italiana a raggiungere la vetta della classifica nel nostro paese. Per la prima volta dopo molti anni, i membri della band, tornano a raccontare le fasi che portarono alla realizzazione di questo disco seminale. Al mixer, con Biancani, il bassista e produttore Gianni Maroccolo sviscera molti segreti che si celano negli arrangiamenti delle canzoni. Il cantante Giovanni Lindo Ferretti racconta la genesi del disco e l’esperienza che l’ha ispirato: il grande viaggio in Mongolia condiviso con il chitarrista Massimo Zamboni il quale, armato di chitarra, accosta ai racconti l’esecuzione di alcune delle sue parti chitarristiche suonate nei brani di T.R.E.. Sempre alla chitarra anche Giorgio Canali mostra alcune delle parti che hanno caratterizzato il disco, mentre il pianista Francesco Magnelli e la cantante e corista Ginevra di Marco raccontano aneddoti sulle registrazioni e sulla scrittura dei brani. Tra gli intervistati anche il giornalista Luca Bernini, il discografico ex Polygram/Black out, la casa discografica che portò T.R.E al numero uno, Luca Fantacone e Stefano Senardi, che in questa puntata ha il duplice ruolo di curatore del programma ed ex presidente della Polygram nel 1997, quando questo disco uscì. Al mixer vengono esaminate “Forma e sostanza”, “Matrilineare”, “Unità di produzione”, “M’importa n’a sega”. Due live: una versione a cappella di “Accade” eseguita da Giovanni Lindo Ferretti e una molto intima di “Brace” suonata voce e piano da Francesco Magnelli e Ginevra di Marco.

Nelle puntate successive, Alice racconta Il sole nella pioggia, uno dei suoi dischi di maggior successo. Edoardo Bennato rivive la magia di Burattino senza fili. Per Lucio Battisti un riascolto esclusivo di Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera. Con Carmen Consoli si rivivrà Stato di necessità.  Ornella Vanoni si immergerà nelleDuemilatrecentouno parole. E infine un ricordo emozionante di Pino Daniele con Nero a metà.

Dal 18 novembre, ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Arte, 33 Giri – Italian Masters in streaming su NOW TV

James Gunn rivela che Stan Lee aveva dimenticato di aver creato Groot

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Secondo il regista di Guardiani della Galassia, James Gunn, la leggenda dei fumetti Stan Lee aveva dimenticato di aver creato il personaggio di Groot. Il nome di Lee è indubbiamente sinonimo di Marvel Comics. Il leggendario fumettista aveva iniziato a lavorare con la compagnia nel lontano 1939, quando era ancora conosciuta come Timely Comics, iniziando come assistente prima di salire di livello.

Alla fine, Lee è diventato uno degli autori della Timely e ha creato (o co-creato) supereroi come Destroyer e Jack Frost. Tuttavia, Lee rimase molto disilluso dall’industria, e pensando che avrebbe lasciato la Timely, iniziò a creare solo personaggi e storie che riteneva interessanti. Lee ha saputo integrare l’umanità nei suoi personaggi ed è finito per diventare un’autentica superstar dei fumetti. Purtroppo, è scomparso il 12 novembre 2018, all’età di 95 anni.

Dire che Lee era un creatore prolifico sarebbe quasi un eufemismo. La sua capacità di esplorare i difetti dei suoi personaggi era una novità per il settore all’epoca, e col tempo si è rivelata un enorme successo. Lee ha co-creato i Fantastici Quattro, gli X-Men, Hulk, Spider-Man, Black Panther e innumerevoli altri personaggi e serie di fumetti molto popolari. Tra questi c’è anche Groot, il membro preferito dai fan dei Guardiani della Galassia, che Lee creò con Larry Lieber e Jack Kirby nel 1960.

In occasione del secondo anniversario della morte di Lee, Gunn ha condiviso un post su Instagram in cui ha rivelato che lo stesso fumettista aveva dimenticato di aver creato Groot. Il regista e sceneggiatore ha ricordato la volta in cui Lee gli parlò del suo amore per il primo film dei Guardiani della Galassia, nonostante non avesse creato i personaggi. Allora Gunn dovette ricordare a Lee che in realtà era stato proprio lui ad aver creato Groot.

Cosa sappiamo del futuro di Guardiani della Galassia?

Per quanto riguarda il futuro del franchise di Guardiani della Galassia, di recente James Gunn ha confermato di che la sceneggiatura di Guardiani della Galassia Vol. 3 è stata finalmente completata e che la maggior parte dei responsabili di produzione del film sono stati assunti dalla Disney. Gunn ha inoltre confermato che la sceneggiatura non ha subito cambiamenti significativi dal momento in cui è stato licenziato fino a quando non è poi stato riassunto.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, con Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Black Widow porrà fine “all’ipocrisia” del MCU nei confronti di Natasha?

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Quando verrà finalmente rilasciato come avvio ufficiale della Fase 4 del MCU, Black Widow potrà finalmente sistemare l’ipocrisia dei Vendicatori in merito all’oscuro passato di Natasha. Il prequel ha già promesso di rivelare cosa è successo a Budapest, e ci sarà probabilmente anche l’opportunità non solo di esplorare i misteri della Stanza Rossa, ma anche di affrontare un problema relativo ai primi film del MCU, che in maniera alquanto bizzarra – come sottolineato da un nuovo report di Screen Rant – ha sempre riguardato solo ed esclusivamente Vedova Nera.

Black Widow vedrà il MCU esplorare cosa è successo esattamente a Natasha dopo che Captain America: Civil War l’ha vista agire di nascosto sulla scia della scoperta di Tony Stark, e cioè che Nat stava aiutando il Team Cap. Piuttosto che unirsi ai Secret Avengers di Steve Rogers – una squadra di supereroi che merita di far parte del MCU – nello standalone si parlerà del passato di Natasha, in relazione anche all’introduzione del personaggio di Yelena Belova (Florence Pugh). Sia Nat che Yelena saranno attirate insieme ad altre vittime della Stanza Rossa per combattere il controllore del programma, ossia il misterioso Taskmaster.

Cioè che emerge in base a quanto sappiamo ad oggi di Black Widow è che Natasha sta ancora lavorando per cancellare il suo passato con la Stanza Rossa, che è stato menzionato per la prima volta in The Avengers, quando si è fatto riferimento al suo passato in qualità di nemica dello SHIELD. Data la natura di prequel dopo Civil War e il fatto che Nat si rivolgerà di nuovo ai suoi alleati (o almeno ad Iron Man), l’obiettivo della restituzione diventa ancora più simbolico. Ma l’idea che Vedova Nera debba essere ritenuta responsabile – anche da sola – per i suoi “crimini” passati mentre era sotto il controllo della Stanza Rossa è soltanto ipocrisia da parte del MCU, perché non è qualcosa di cui Nat può essere accusata interamente da parte degli altri Vendicatori.

Black Widow e la questione della “nota rossa sul registro”

È giusto dire che la maggior parte dei Vendicatori ha “la nota rossa sul registro” – è senza dubbio ciò che li coinvolge in primo luogo nell’Iniziativa Avengers (ad eccezione di Cap, perché è un esempio di virtù, e di Occhio di Falco, dal momento che nessuno si è mai preso la briga di fornirgli alcun retroscena) -, ma Vedova Nera è l’unico personaggio ad essere espressamente ritenuto responsabile di ciò. La realtà è che Natasha non dovrebbe sentirsi come se avesse un debito che ha bisogno di cancellare dopo aver “disertato” la Stanza Rossa, perché come è stato accennato in Avengers: Age of Ultron (e dovrebbe essere rimarcato in Black Widow), è stata condizionata fin dalla tenera età ad agire come un’assassina.

È stata sterilizzata con la forza, deformata dal nefasto condizionamento psicologico della Stanza Rossa e poi inviata nel mondo per uccidere con il libero arbitrio che l’è stato sostanzialmente strappato via. Il fatto che Nat sia preoccupata di fare ammenda per quello che ha fatto – anche quando era totalmente fuori controllo come Bucky in Captain America: The Winter Soldier – parla della sua mentalità, ma è un tradimento fondamentale del suo trauma. In un franchise che in genere ha sempre saputo come affrontare il disturbo da stress post-traumatico, fare in modo che Natasha si scusi per quello che le è successo senza che il passato venga contestualizzato e affrontato correttamente è pura ipocrisia, ed è appunto qualcosa che deve essere risolto in Black Widow.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

LEGO Star Wars – Christmas Special, la recensione

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LEGO Star Wars – Christmas Special, la recensione

Anche se la Skywalker Saga si è conclusa lo scorso anno con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, LEGO, insieme a Lucasfilm, riportano sul piccolo schermo i protagonisti della saga galattica per un nuovo Christmas Special, disponibile dal 17 novembre su Disney+.

Subito dopo gli eventi di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Rey lascia i suoi amici che si stanno preparando al Life Day e parte per una nuova avventura con BB-8 per acquisire una maggiore conoscenza della Forza. In un misterioso Tempio Jedi, Rey viene proiettata in un’avventura nel tempo, attraverso i momenti più amati della storia cinematografica di Star Wars, entrando in contatto con Luke Skywalker, Darth Vader, Yoda, Obi-Wan e altri iconici eroi e antagonisti di tutti e nove i film della saga degli Skywalker. Ma farà in tempo a tornare per la celebrazione del Life Day e imparare il vero significato dello spirito delle feste?

LEGO Star Wars – Christmas Special dal 17 novembre su Disney+

Il mediometraggio, appena 45 minuti, non vuole certo aggiungere nozioni o elementi importanti alla saga ufficiale, infatti ripropone gli stessi personaggi in versione LEGO e avventure concitate e divertenti, senza però soffermarsi troppo sullo sviluppo di una trama che vada oltre il desiderio di Rey di conoscere meglio la Forza e diventare un maestro Jedi adeguato per Finn.

Questo esile device narrativo spinge la storia su binari già percorsi, infatti gli unici momenti interessanti sono quelli in cui vengono riproposti, in ordine sparso e sempre in chiave comica, le scene più iconiche di tutti i nove Episodi. Dalla battaglia di Mustafar di Obi-Wan e Anakin, a Luke che guarda il tramonto binario su Tatooine, fino agli eccessi di ira di Kylo Ren e l’Imperatore che guarda la galassia dal suo oscuro trono in Episodio III.

La chiave comica è quella migliore per codificare questo breve racconto di Natale e sicuramente la meglio sfruttata. LEGO Star Wars – Christmas Special è infatti un viaggio divertente nell’universo di Star Wars, attraverso anni, saghe, Episodi e i tantissimi personaggi che hanno fatto grande il franchise.

La storia è già stata raccontata e i film completano il percorso narrativo di tutti i personaggi, come ogni Speciale di Natale, il LEGO Star Wars – Christmas Special è una divertente parentesi che per poco tempo regala nuova visibilità e un altro pizzico di avventura a eroi, jedi, sith, maestri e allievi, creature e droidi di una galassia lontana lontana.

Justice League Snyder Cut: perché Zack Snyder ha accettato di distribuire il film

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Anche se probabilmente non conosceremo mai tutti i dettagli di una delle operazioni cinematografiche più travagliate e complesse dell’ultimo decennio, sappiamo tutti che la Warner Bros. ha affidato la fine della lavorazione di Justice League a Joss Whedon, stravolgendo la visione iniziale di Zack Snyder, che aveva dovuto abbandonare il progetto a causa di una tragedia familiare. Adesso, dopo alcuni anni, al regista è stata finalmente data la possibilità di mostrare al pubblico il suo taglio originale del cinecomic grazie alla release della Snyder Cut, che arriverà il prossimo anno su HBO Max, sotto forma di miniserie divisa in quattro parti.

È abbastanza facile capire perché Snyder voleva a tutti i costi mostrare ai suoi fan la sua visione di questi iconici personaggi DC; tuttavia, nessuno avrebbe potuto biasimarlo se avesse scelto di allontanarsi definitivamente dal DCEU. Parlando con Beyond The Trailer (via Screen Rant), Snyder ha discusso proprio della sua decisione di tornare e di realizzare il film che tutti volevano vedere e che, a partire dallo scorso anno, avevano richiesto a gran voce.

“Ho portato io il concept alla Warner Bros., giusto? Ed è quella la direzione che volevamo intraprendere, ossia Justice League. E quando ho iniziato a parlare loro di Jason Momoa e di Ezra Miller, è lì che tutto stava iniziando a prendere forma… era come toranre agli anni di Batman v Superman”, ha spiegato Snyder.

“Lo stesso vale per Amy Adams… Si è trattato di questo, del fatto che stavamo andando in una certa direzione”, ha aggiunto il regista. “Quando questa opportunità è arrivata da me e ho ricevuto quella chiamata, Toby Emmerich mi ha detto: ‘È questo che saresti interessato a fare?’ e io francamente ero scioccato. Non ero pronto, ma ci ho pensato a lungo.”

“Pensandoci, una delle cose che mi ha spinto ad accettare quest’enorme e folle lavoro è stato l’impegno che avevo preso con gli attori, e cioè di finire tutto. Fatemi rimettere tutto a posto. Fatemi onorare ciò di cui abbiamo parlato quando stavamo ancora creando tutto. Come non ho mai visto la versione cinematografica di Justice League, ma posso immaginare che non sia affatto ciò di cui avevamo discusso”, ha concluso Snyder.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

David Fincher su Joker e sulla rappresentazione della malattia mentale al cinema

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David Fincher ha espresso i suoi pensieri contrastanti in merito a Joker: a quanto pare, il regista vuole che si sappia che il ritratto offerta da Todd Phillips in merito alla malattia mentale è alquanto “problematico”. Fincher, che aveva affrontato la questione nel suo Fight Club, è attualmente impegnato con la promozione del suo prossimo film, l’attesissimo Mank, e proprio di recente aveva denunciato l’ossessione di Hollywood nei confronti dei film di supereroi e dei titoli “Oscar bait”, categorie in cui il Joker di Phillips sembra rientrare perfettamente.

L’uscita di Joker lo scorso anno è stata accompagnata da numerose polemiche, dal momento che erano in molti ad essere preoccupati per il potenziale messaggio del film. Alla fine, tutte quelle polemiche si sono rivelate nient’altro che un fuoco di paglia: Joker è stato accolto molto bene sia dalla critica sia dal pubblico, nonostante il ritratto della malattia mentale offerta attraverso il personaggio di Arthur Fleck interpretato da Joaquin Phoenix abbia comunque lasciato perplesse alcuni spettatori. Sebbene la patologia del protagonista sia basata su una vera malattia mentale, il film – in base a certe critiche – perpetua nel suo insieme moltissimi stereotipi sui malati di mente, in particolare su quanto siano “pericolosi”.

In una recente intervista con The Telegraph, il regista David Fincher ha condiviso i suoi pensieri su Joker, sottolineando quanto possa rappresentare un rischio affrontare al cinema argomenti del genere (basti pensare all’accoglienza negativa che ricevette all’inizio il suo Fight Club) e che, proprio per questo, rispetta lo sforzo fatto da Phillips con il suo film. Tuttavia, il regista non ha risparmiato una sottolie critica alla sceneggiatura. “Credo che nessuno avrebbe guardato quel materiale e pensato: ‘Sì, prendiamo il Travis Bickle di Taxi Driver e il Rupert Pupkin di Re per una Notte e uniamoli. Poi intrappoliamolo in un tradimento nei confronti dei malati di mente, e portiamolo al cinema per un miliardo di dollari “.

Joker possibile grazie a Il Cavaliere Oscuro, secondo David Fincher

Finche ha poi aggiunto: “Gli studios non fanno nulla che non garantisca loro un ritorno da un miliardo di dollari, perché temono fin troppo i rischi. Nessuno avrebbe mai pensato che Joker sarebbe diventato un enorme successo se Il Cavaliere Oscuro non avesse avuto il successo che ha avuto”. Ad aver scatenato le reazioni più disparate è stata l’espressione utilizzata da Fincher “a betrayal of the mentally ill”, ossia “un tradimento nei confronti dei malati di mente”; tuttavia, sono in molti ad aver difeso Fincher, sostenendo che la parola “betrayal” si riferisca in realtà alla trama di Joker, quindi al contesto in cui viene calato il protagonista, ossia all’interno di una società che tende ad emarginare le persone con problemi mentali.

Qualunque sia il caso, nel corso della medesima intervista Fincher ha paragonato l’accoglienza di Joker a quella ricevuta da Fight Club nel 1999. “In seguito all’uscita del film, il punto di vista generale tra i vari studi era: ‘Le nostre carriere sono finite’. Il fatto che mi abbiamo fatto girare quel film nel 1999 è ancora, a mio avviso, un miracolo”, ha osservato Fincher.

Avengers: Endgame ha anticipato l’arrivo di Kang il Conquistatore?

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Secondo un nuovo report di Screen Rant, l’arrivo di Kang il Conquistatore nel MCU, che secondo alcuni sarà il degno sostituto di Thanos, era già stato anticipato da Iron Man in Avengers: Endgame. Il Titano Pazzo è stato l’antagonista principale della Saga dell’Infinito, e sappiamo che con l’avvio della Fase 4 ci sarà una nuova minaccia globale contro cui i Vendicatori dovranno confrontarsi. Il personaggio verrà ufficialmente introdotto in Ant-Man 3, ma a quanto pare Tony Stark aveva già accennato alla sua “esistenza”.

Iron Man è stato il primo eroe del MCU a prevedere la minaccia su larga scala rappresentata da Thanos. Sebbene ciò abbia portato ad un paio di decisioni prese dal personaggio alquanto discutibili (inclusa la creazione di Ultron), alla fine, una volta che il Titano Pazzo ha reso ufficialmente nota la sua presenza in Avengers: Infinity War, Tony si è sempre dimostrato all’altezza della situazione. Se i Vendicatori avessero ascoltato il suo avvertimento, avrebbero potuto essere maggiormente preparati all’assalto del cattivo. Detto questo, non è escluso che Tony abbia anche anticipato l’eventuale arrivo nel MCU di Kang dopo i viaggi nel tempo visti in Endgame

In qualità di principale fautore del “time heist”, Tony sapeva che la missione non era priva di rischi. Ecco perché, inizialmente, era contrario all’idea quando gli venne proposta. Una volta trovato un modo per far funzionare il piano, Tony è stato costretto ad unirsi alla missione, soprattutto perché avrebbe potrebbe riportare in vita Spider-Man, morto alla fine di Infinity War. Dopo che i Vendicatori hanno portato a termine il loro piano e riportato indietro con successo coloro che erano scomparsi a causa dello schiocco di Thanos, il Titano Pazzo del 2014 è tornato all’attacco, scontrandosi ufficialmente contro gli eroi. Ad un certo punto, in Endgame, un sconcertato Captain America ha chiesto ad Iron Man cosa fosse successo, domanda a cui Tony risponde: “Se si gioca con il tempo, si tende a rovinare le cose”. Ammesso che a questo punto il trambusto era dovuto al fatto che il Titano Pazzo proveniva da una linea temporale diversa, questo dimostra che Iron Man era ben consapevole che le loro attività all’interno del salto temporale avrebbero avuto ripercussioni in futuro, ripercussioni che potrebbero benissimo includere l’arrivo di Kang, la cui malvagità è definita proprio dalla capacità di viaggiare nel tempo.

Chi è Kang il Conquistatore?

Nato nel 30° secolo, Kang il Conquistatore è un genio che ha conquistato interi mondi nel corso dei secoli dopo aver ottenuto l’accesso ad una macchina del tempo. Antenato di Reed Richards e Sue Storm, l’antagonista ha assunto molte altre forme ed identità nel corso della sua storia, ma il suo modus operandi principale è rimasto sostanzialmente inalterato. Dal momento che Endgame ha stabilito fermamente che il concetto di viaggio nel tempo nel MCU è possibile, il fatto che Kang sia il prossimo grande villain del franchise ha perfettamente senso. Al pari della visione di Iron Man in merito all’arivo di Thanos, potrebbe non aver conosciuto specificamente Kang e la sua esistenza, ma al tempo stesso potrebbe aver anticipato che qualcuno come lui troverà la sua strada nel MCU, come  estrema conseguenza del loro viaggio nel tempo e del ribaltamento dell’ordine naturale delle cose.

Anche se Tony è morto e non potrà guidare la missione contro Kang, il MCU non è certamente a corto di eroi che possano assumere il posto di comando che ha Tony ha lasciato vacante dopo la sua morte in Avengers: Endgame. Doctor Strange sarebbe la scelta più ovvia in tal senso, considerando i suoi legami con la Gemma del Tempo, per non parlare dell’accesso al Multiverso. Ci sarebbe anche Ant-Man, i cui film affrontano gli stessi argomenti grazie anche a concetti quali le Particelle Pym e il Regno Quantico; non c’è da stupirsi, quindi, che Kang debutterà proprio in Ant-Man 3 e non in altri futuri progetti dei Marvel Studios.

Black Panther 2: ecco come la Marvel farà fronte all’assenza di Chadwick Boseman

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Chadwick Boseman non apparirà in versione digitale in Black Panther 2, poco ma sicuro. Anzi, sembra l’unica cosa di cui sono certi i vertici di Marvel Studios. A dichiararlo è stata Victoria Alonso, Executive degli Studios.

“No. C’è un solo Chadwick e non è con noi” ha dichiarato via The Wrap. “Il nostro re, purtroppo, è morto nella vita reale, non solo nella finzione, e ci stiamo prendendo un po’ di tempo per vedere in che modo tornare alla storia e cosa faremo per onorare questo capitolo di ciò che ci è accaduto, inaspettato, doloroso, e terribile.” Sembra quindi che l’intenzione dello studio sia quella di rendere omaggio alla sua eredità.

“Perché Chadwick era non solo un essere umano meraviglioso in ogni giorno dei cinque anni che abbiamo trascorso insieme, ma anche per quello che sembra aver incarnato il suo personaggio che ha elevato la storia della nostra compagnia (…) Dobbiamo pensare in maniera molto cauta a quello che faremo e come lo faremo e a come onoreremo il franchise in suo nome.” 

Alonso sembra quindi confermare l’idea che era circolata all’indomani della morta di Boseman, ovvero che il personaggio di T’Challa non sarebbe stato interpretato da un altro attore e che l’eredità del re di Wakanda sarebbe stata raccolta da altri personaggi, forse da Shuri (Letitia Wright).

Al momento, Black Panther 2 è previsto per maggio 2022. La dipartita di Chadwick Boseman e la pandemia di coronavirus in corso rendono davvero difficili i programmi e i progetti per il film, tuttavia siamo sicuri che, qualsiasi sia la decisione dei Marvel Studios, si troverà il modo di porre il giusto e dovuto omaggio ad un attore che ha dato così tanto all’immaginario collettivo e alla cultura comune in così poco tempo.

Animali Fantastici 3: Jude Law diplomatico sull’allontanamento di Johnny Depp

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Jude Law, che interpreta il giovane Albus Silente nel franchise Warner Bros, si è espresso in maniera diplomatica in merito al licenziamento di Johnny Depp dal cast di Animali Fantastici 3, annunciato la scorsa settimana. L’attore ha dichiarato: “È un film enorme e ci sono molti, molti standard da rispettare. È probabilmente una delle più grandi produzioni a cui abbia mai lavorato. E in una situazione come questa fai riferimento allo studio. È tutto quello che puoi fare. Perché devi recitare la tua parte e basta.” 

Letteralmente, Law ha detto che trattandosi di un film di studio, in cui le decisioni artistiche e tecniche sono sottoposte a logiche utilitaristiche, politiche ed economiche, non vuole o non può esporsi ulteriormente in favore o contro rispetto alla decisione dello studio con cui è vincolato da un contratto per i successivi 3 film in programma del franchise. Al momento, il ruolo di Gellert Grindelwald che era stato di Depp non ha ancora un interprete. La scelta potrebbe ricadere su Mads Mikkelsen, che è in trattative per il ruolo con lo studio.

Quello che sappiamo su Animali Fantastici 3

I crimini di Grindelwald si è concluso con diversi cliffhanger, inclusa la rivelazione che Credence Barebone (Ezra Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio.

Eddie Redmayne ha confermato che le riprese di Animali Fantastici 3 sono ufficialmente cominciate. Nel terzo film della saga prequel di Harry Potter, l’attore premio Oscar tornerà a recitare al fianco di Katherine Waterson, Jude Law ed Ezra Miller. Anche David Yates tornerà dietro la macchina da presa, così come J.K. Rowling, che ha contribuito ancora una volta alla sceneggiatura del film.

Lilo & Stitch: il regista di Crazy Rich Asian per il live action

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Risale al 2018 la notizia che la Disney ha messo in cantiere un live action di Lilo & Stitch, da mettere in coda a tutti gli altri adattamenti dal vero che sta realizzando in questi anni (l’ultimo Mulan, arrivato direttamente su Disney+).

Arriva ora da Entertainment Weekly la notizia che John M. Chu, regista della commedia Crazy Rich Asian, che ha avuto un discreto successo anche nel corso dell’ultima stagione dei premi, con nomination ai Golden Globes nella categoria Comedy, è in trattative per dirigere il film.

Il regista, che è noto anche per G.I. Joe: Retaliation e Jem and the Holograms, fa già parte della famiglia Disney, visto che è stato ingaggiato per dirigere la serie Disney+ Willow, annunciata poche settimane fa.

Secondo THR, la Disney ha in programma di reinventare Lilo & Stitch in ibrido live-action / CGI. Il progetto è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich (che stanno lavorando anche al remake di Aladdin in live-action) e scritto da Mike Van Waes, che sta lavorando per la Warner Bros . e New Line allo spin off di The Conjuring, The Crooked Man. Per il momento, il remake di Lilo & Stitch non ha ancora un regista.

Allo stato attuale, il calendario delle uscite Disney al cinema, che ha subito molti cambiamenti alla luce della pandemia di COVID-19 in corso, prevede diverse date per i titoli Disney live-action. Tra queste: 17 dicembre 2021; 8 aprile 2022; 27 maggio 2022; 12 agosto 2022; 4 novembre 2022; e il 10 marzo 2023. Tuttavia, non è ancora chiaro se Lilo & Stitch sarà realizzato per la sala o per la piattaforma.

Nimic, recensione del corto di Yorgos Lanthimos

Nimic, recensione del corto di Yorgos Lanthimos

Ogni autore riesce sempre, in qualsiasi spazio, a raccontare se stesso e le sue ossessioni, e così Yorgos Lanthimos fa nei film e nei cortometraggi, in Nimic, per esempio.

Sono presenze anestetizzate dal punto di vista empatico, emotivo e umano i personaggi di Yorgos Lanthimos. Richiusi nella propria solitudine, anche quando circondati da famigliari, amici, colleghi, o semplici sconosciuti, questi uomini e donne generati dalla fucina creativa del regista greco vivono sull’onda di una passione repressa, un folgore emotivo spento sul nascere.

Marionette tra le mani del loro creatore, questi personaggi vengono posti in un ambiente dove tutto gioca su continue associazioni visive e nulla è lasciato al caso. Che sia uno spot per Gucci, un lungometraggio, o un corto, quella che scorre sullo schermo è pura fantasia messa in scena da uno stile rodatissimo e ormai facilmente identificabile. Ritorna dunque anche in Nimic, cortometraggio presentato all’interno del Ravenna Nightmare Film Festival, lo spazio quotidiano, famigliare, ellittico, che si avvolge su se stesso soffocando il protagonista. Una realtà che schiaccia i suoi componenti, li sdoppia, li priva della loro unicità rendendoli ancor più soli, ossessionati dal tempo che passa, da una realtà che non capiscono e che li getta nel baratro della propria mente e sconosciuta interiorità.

“Perché dovrebbe essere inquietante la realtà dell’uomo?” Si chiedeva Federico Fellini. “È inquietante nel momento in cui ci mettiamo in conflitto con essa; quando tentiamo di interpretarla, di schematizzarla, allora sì che si distorce, si deforma, ci aggredisce. Ma se noi l’accettiamo per quel che è, mi sembra che non ci sia nulla di sconcertante in questa realtà”. Perseguitato da una mefistofelica figura femminile (Daphne Patakia), il protagonista del corto interpretato da Matt Dillon tenta dunque di rinchiudere il momento entro i confini della logica per poi caderne vittima. Solo, al centro del proprio incubo mentale, l’uomo scinde il proprio Io dal proprio Sè, generando un’ombra che lo perseguita, lo insegue, assettata dei suoi ricordi, della sua felicità quotidiana, della sua esistenza.

La recensione di Nimic, il cortometraggio di Yorgos Lanthimos

Un incontro fortuito sulla metropolitana, sostenuto da un apparente sguardo innocuo, lascia dunque spazio a una ricerca osannata del tempo perduto, sottratto, manipolato. Non è un caso che questo gioco circolatorio di verità celate, vite sdoppiate e identità rubate, scaturisca proprio da una domanda sul tempo: “Do you have the time?”, “sa l’ora?”.

Basta solo nominarlo, il “tempo” perché si inneschi un movimento circolare, nel quale tutto il mondo del protagonista senza nome (e per questo senza una propria unicità, che permette agli altri di sottrargli l’identità) parta, ritorna, perdendosi, in un senso destabilizzante.

È una reiterazione continua fatta di parole, gesti, sguardi replicati dalla donna-ombra, quella di Nimic; un riflesso perfetto esacerbato da un uso sapiente, quanto perturbante, di un fish-eye atto a deformare la realtà per gettare i protagonisti al centro di uno sguardo dispotico. L’uso di tale ripresa amplifica lo spazio deformandolo, dotandolo di una sfericità innaturale, che rimanda al concetto di tempo non più lineare, bensì circolare: è un tempo che inizia senza finire, in continue ed eterne repliche tutte uguali tra loro. In questo puzzle dove ogni tessera è ben riposta e nessun pezzo è andato perduto, anche la colonna sonora gioca un ruolo predominante.

La musica classica non solo dona sontuosità all’opera, ma esacerba un senso di profondo malessere, rimarcando i confini di una giornata condannata a ripetersi e rigenerarsi al sorgere del sole come il fegato di Prometeo. Posto lo sguardo attento del regista greco, anche l’ambiente si dilata, i corpi si allungano perdendo la propria fisicità e naturalezza. Uomini, donne e bambini si stagliano dinnanzi alla macchina da presa come alieni, spettri provenienti da un aldilà personale, rinchiusi in un limbo lasciato aperto e ora pronti a vagare sulla spinta di uno sguardo in metro tra le vie terrestri, nell’ordinarietà della vita reale.

C’è più arte cinematografica in questi 11 minuti che in tanti lungometraggi lasciati scorrere su schermi abbaglianti occhi di spettatori annoiati e poco stimolati. Con Nimic, Lanthimos destruttura per l’ennesima volta il modo di vedere il mondo, così da creare un girone infernale su suolo terrestre abitato personaggi trincerati in manie di controllo verso le proprie e altrui azioni, incamerandoli all’interno di scenari paurosi celanti regressione e repressione, paura e follia, sensualità e sublime dolore.

The Suicide Squad: ci sarà anche Sylvester Stallone

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The Suicide Squad: ci sarà anche Sylvester Stallone

Anche Sylvester Stallone è entrato a far parte del cast di The Suicide Squad di James Gunn. Ad annunciarlo è lo stesso regista e sceneggiatore, con un post su Instagram che recita: “Ho sempre amato lavorare con il mio amico Sylvester Stallone e il nostro lavoro su The Suicide Squad non ha fatto eccezione. Nonostante sia un iconica star del cinema, molte persone non hanno idea di che attore meraviglioso sia questo ragazzo.”

Non abbiamo nessuna ulteriore indicazione sul ruolo che interpreterà Sly, ma con questa partecipazione, l’attore mette a segno un ruolo anche nell’universo DC, dopo aver lavorato, sempre con James Gunn, nell’universo Marvel, in Guardiani della Galassia Vol. 2.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid con Sylvester Stallone. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

I Marvel Studios vogliono che i loro film siano visti al cinema (non on demand)

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L’attuale situazione sanitaria mondiale ha portato alla chiusura delle sale cinematografiche in molti paesi del mondo, e naturalmente ad un crollo del numero degli spettatori in quelle ancora aperte.

La diffusione delle piattaforme ha però permesso comunque agli spettatori di vedere i film, anche nuovi, da casa, e soprattutto la Disney ha sfruttato questa possibilità per far vedere ai fan prodotti pensati per il grande schermo come Artemis Fowl oppure Mulan.

La stessa sorte si paventa per Black Widow, che potrebbe essere dirottato su Disney+, ma sembra che i Marvel Studios non lo permetteranno, nonostante il ritardo nell’uscita del film di oltre un anno.

Secondo quanto dichiara Victoria Alonso, EVP dei Marvel Studios, i loro film sono pensati per la sala, non solo da un punto di vista visivo e spettacolare, ma soprattutto perché rappresentano un’esperienza di condivisione e collettività che la visione domestica, anche con gli strumenti tecnologici adeguati, non potrà mai eguagliare.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers. Black Widow uscirà il 7 maggio 2021 negli Stati Uniti.

Zack Snyder sulla “nuova” versione di Joker in Justice League Snyder Cut

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Zack Snyder sta lavorando per portare a termine la sua versione di Justice League. Le turbolente vicende che hanno caratterizzato la sua vita privata in occasione della produzione del film, nel 2017, hanno portato al suo allontanamento dal set, e ora può finalmente restituire ai fan la sua visione del film.

Si tratta, in base a quello che sappiamo fino ad ora, di una visione lunga 4 ore, che sarà trasmessa du HBO Max in 4 episodi. Snyder ha detto che nei prossimi giorni arriverà on line un nuovo trailer, a seguito di quello già visto e tolto dalla rete. Inoltre ha spiegato che Ben Affleck è tornato nei panni di Batman e che aveva dimenticato quanto era scomodo il costume.

Parlando delle riprese aggiuntive, Snyder ha ammesso che in realtà saranno soltanto 4 o 5 minuti in più sul montato finale, quindi un paio di scene brevi. Inoltre, sul coinvolgimento di Jared Leto nei panni di Jaker, Snyder ha spiegato che gli era piaciuta molto la versione di Ayer, ma che la sua sarà diversa perché, nella continuity cinematografica, il Joker non si vede da parecchio tempo e sarà quindi una versione più stropicciata e “vagabonda”. 

Il regista ha concluso spiegando che presto sarà protagonista di una live su VERO, durante la quale parlerà del film.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Interstellar: Nolan considera “conservatrice” una critica rivolta al film

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In occasione dell’uscita, in America, di The Nolan Variations, un libro monografico su Christopher Nolan scritto da Tom Shone, veniamo a conoscenza di una nuova critica rivolta ad Interstellar che il regista britannico proprio non ha sopportato, soprattutto perché denotava un atteggiamento “conservatore” nei confronti di un aspetto tecnico che qualche volta nel cinema è sottovalutato.

Interstellar: tutte le curiosità sul film

Christopher Nolan ha infatti dichiarato che qualcuno, senza fare nomi, gli ha detto che i dialoghi del film non si sentivano bene perché sovrastati dalla musica, criticando così il missaggio fatto dai tecnici guidati da Nolan. Quello che il regista di Memento ha detto in risposta a questa critica indica che non si tratta di un commento costruttivo, né di una fruizione del film con strumenti non adeguati, ma semplicemente di una sua scelta in sede di missaggio, in cui ha voluto che il suono fosse invasivo e materico per tutto il film.

Nolan ha poi continuato dicendo che trova assurdo che mentre l’aspetto visivo è oggetto di sperimentazione e il suo sforzo in questo senso viene sempre apprezzato, per quello che riguarda il sonoro si trova ancora di fronte ad un mondo del cinema che lo usa esclusivamente in maniera tradizionale e mai espressiva, senza forzarlo mai.

Innegabile è il lavoro che invece Nolan porta avanti in ogni suoi film anche con l’aspetto sonoro, come si può notare con grande efficacia nell’ultimo Tenet.

Il collezionista di ossa: libro, trama e cast del film con Denzel Washington

Nel lungo elenco dei thriller più celebri degli anni Novanta si ritrova anche Il collezionista di ossa, uscito in sala nel 1997 per la regia di Phillip Noyce, autore già affermatosi grazie ad altre note pellicole di questo genere. La storia ruota qui intorno ad un misterioso serial killer con un modo molto personale di uccidere, mentre il protagonista Lincoln Rhyme dovrà risolvere il caso prima che sia troppo tardi. Il personaggio del criminologo Rhyme viene qui adattato per la prima volta per il grande schermo dopo essere diventato particolarmente celebre nel mondo letterario.

Il personaggio nasce infatti dalla penna dell’acclamato scrittore Jeffrey Deaver, che ha costruito proprio sul Ciclo di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs la sua grande fortuna. Dal 1997 ad oggi, questo si compone di ben 16 romanzi, grazie ai quali si è consolidata la fama del personaggio. Da subito gli studios si sono interessati a realizzare un film sul primo di questi libri, e con il supporto della Universal ciò è divenuto una realtà in breve tempo. Avvalsosi di alcuni tra gli attori più in voga al momento, Il collezionista di ossa ha così raggiunto le sale, accolto con grande entusiasmo.

Pur ricevendo recensioni contrastanti, il film riuscì infatti ad affermarsi al box office, dove ottenne un buon risultato. A fronte di un budget di circa 48 milioni di dollari, il titolo arrivò infatti ad incassarne circa 151 in tutto il mondo. Meritevole di essere riscoperto ancora oggi, tanto per le sue grandi interpretazioni quanto per l’intreccio del mistero lo anima, Il collezionista di ossa presenta diverse curiosità da scoprire prima di una nuova visione. Di seguito si approfondiranno dunque queste, come anche le piattaforme streaming dove è possibile trovare e rivedere comodamente il film.

Il collezionista di ossa: la trama del film

Protagonista del film è il detective Lincoln Rhyme, uno dei migliori criminologhi di tutta New York. Nel corso della sua carriera ha infatti risolto numerosi complessi casi grazie alla sua acuta capacità di osservazione. All’attività sul campo ha poi unito anche quella di scrittore, divenendo un affermato autore di best seller di genere crime, nei quali riversa molte delle sue esperienze professionali. La sua bella vita si infrange però improvvisamente nel momento in cui a causa di un incidente si ritrova paralizzato alle braccia e alle gambe. Tale nuova situazione getta Rhyme in uno stato di profondo sconforto, portandolo a decidere di voler ricorrere al suicidio per porre fine ai suoi dolori.

A fermare il detective dal compiere il gesto estremo arriva però un improvviso caso, che per complessità sembra fatto apposta per Rhyme. A proporlo al criminologo è la poliziotta Amelia Donaghy, la quale gli chiede di aiutarla nella risoluzione di quella che è a tutti gli effetti una scia di omicidi ad opera di uno stesso serial killer. Pur se inizialmente riluttante, Rhyme finisce con l’accettare, e la collaborazione tra i due porta alla scoperta di nuovi dettagli che stringono la cerchia dei sospettati. In breve, i due individuano il modus operandi dell’assassino, al quale però manca ancora un volto. Ciò che Rhyme non sa, però, è che questo prevede come gran finale una vittima a loro ben nota. Arrivare alla risoluzione del caso quanto prima sarà l’unico modo per impedire che il delitto si compia.

Il collezionista di ossa cast

Il collezionista di ossa: il cast del film

Per conquistare ulteriormente l’attenzione degli spettatori, i produttori del film si avvalsero della partecipazione di alcuni celebri interpreti di Hollywood per i ruoli principali. Al premio Oscar Denzel Washington è stato infatti assegnato il ruolo del detective Lincoln Rhyme. Un personaggio per il quale l’attore si è preparato leggendo diversi dei romanzi di Deaver, studiandone caratteristiche e personalità. Documentatosi anche per quanto riguarda il mestiere del criminologo, l’attore ha avuto modo di rendere ulteriormente realistica e credibile la propria interpretazione del personaggio. Accanto a lui, nel ruolo di Amelia Donaghy vi è invece Angelina Jolie. Oggi acclamata e popolare, all’epoca del film la Jolie non era ancora particolarmente nota, e fu proprio Il collezionista di ossa a farle guadagnare ulteriore notorietà.

Nel film si ritrova poi l’attore Michael Rooker, oggi noto per il ruolo di Yondu in Guardiani della Galassia, e qui impegnato ad interpretare il ruolo dell’incompetente detective Howard Cheney, subentrato a Rhyme in seguito all’incidente di questi. La celebre attrice e cantante Queen Latifah, apprezzata in particolare nel film Chicago, dà qui vita all’infermiera di Rhyme, Thelma. Gli attori Mike McGlone e Ed O’Neill, quest’ultimo noto per il ruolo di Jay in Modern Family, interpretato invece i detective Kenny Solomon e Paulie Sellitto. Luiz Guzman, celebre caratterista di Hollywood, ricopre invece il ruolo del detective Eddie Ortiz. L’attore Bobby Cannavale veste qui i panni di Steve, fidanzato di Amelia. Infine, l’attore Leland Orser, divenuto celebre per essere una delle vittime del thriller Seven, ricopre qui il ruolo di Richard Thompson, responsabile della manutenzione delle macchine di Rhyme.

Il collezionista di ossa: il trailer e dove vedere il film in streaming

Gli appassionati del film possono fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il collezionista di ossa è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 14 novembre alle ore 21:30 sul canale TV8.

Fonte: IMDb

9-1-1 4: promo ufficiale della quarta stagione

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9-1-1 4: promo ufficiale della quarta stagione

Il network americano FOX dopo il teaser ha diffuso il promo di 9-1-1 4, l’annunciata quarta stagione di 9-1-1.

9-1-1 4

9-1-1 4 è la quarta stagione della serie 9-1-1 creata da Ryan Murphy e Tim Minear per il network americano FOX. Dai creatori Ryan Murphy e Brad Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip / Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1 esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia, paramedici e vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni spaventose, scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.

In 9-1-1 4 protagonisti sono Athena Carter Nash, (stagione 1-in corso), interpretata da Angela Bassett, Robert “Bobby” Nash (stagione 1-in corso), interpretato da Peter KrauseEvan “Buck” Buckley (stagione 1-in corso), interpretato da Oliver StarkHenrietta “Hen” Wilson (stagione 1-in corso), interpretata da Aisha HindsHoward “Howie”/”Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato da Kenneth Choi, Michael Grant (stagione 1-in corso), interpretato da Rockmond DunbarAbigail “Abby” Clark (stagione 1, guest star stagione 3), interpretata da Connie BrittonMadeline “Maddie” Buckley Kendall (stagione 2-in corso), interpretata da Jennifer Love Hewitt,  Edmundo “Eddie” Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan GuzmanMay Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata da Corinne MassiahHarry Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretato da Marcanthonee Jon Reis.

 

La vera storia di The Right Stuff: la recensione del documentario Disney+

Se guardando la serie The Right Stuff: Uomini veri, disponibile su Disney+ dal 9 ottobre, si desidera conoscere di più sulla storia dei primi veri astronauti americani, ecco che in soccorso arriva il documentario La vera storia di The Right Stuff: Uomini veri. Disponibile dal 20 novembre sulla medesima piattaforma streaming, questo uscirà in concomitanza con l’ultimo atteso episodio della serie di fiction. Si va così a completare un epico racconto che ancora oggi non manca di suscitare curiosità e trasporto emotivo. A dirigere il progetto vi è il regista premiato agli Emmy Tom Jennings, che ha anche prodotto il titolo con 1895 Films per National Geographic.

Il documentario racconta la straordinaria storia vera dei primi astronauti americani, noti come Original Mercury 7, e trae ispirazione da centinaia di ore d’archivio di filmati e trasmissioni radiofoniche, interviste, video amatoriali e altro materiale raro e inedito per catapultare gli spettatori alla fine degli anni Cinquanta. Qui prende infatti forma il Project Mercury, che vedrà gli Stati Uniti proporsi come protagonisti per la conquista dello spazio, sfidando apertamente i rivali russi. Tra tentativi, fallimenti e storiche conquiste, prende forma un racconto che si ricollega direttamente al nostro presente, nel momento in cui nel 2020 la NASA spedisce due nuovi astronauti nello spazio, oggi luogo a noi meno ignoto.

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La nascita del mito

Ci sono storie talmente tanto avvincenti e ricche di colpi di scena che già con la loro semplice realtà dei fatti sono in grado di conquistare spettatori da ogni dove e quando. Quella dei primi astronauti della NASA e delle loro ambizioni nello spazio sono certamente tra queste. Si tratta di un racconto che ha contribuito a forgiare il paese e il secolo intero, dimostrando di quali grandi imprese può essere capace l’uomo. Vedere tutto ciò narrato in una serie di fiction permette certamente un’affascinante drammatizzazione degli eventi. Ma ritrovare questa stessa storia in un documentario consente invece di imbattersi in una serie di dettagli e particolari che arricchiscono di fascino, e realismo, il racconto.

È quello che succede con La vera storia di The Right Stuff: Uomini veri, dove si ripercorre sin dall’inizio il reclutamento, la formazione e la popolarità pubblica degli Original Mercury 7. Nell’approcciarsi a tale ricco racconto, il regista costruisce una narrazione che permette di non distrarsi dal vero cuore del documentario. Jennings rifugge dalla canonica costruzione di tale genere. Rinuncia all’utilizzo di interviste e permette di avere un accesso completo alla corsa allo spazio degli astronauti statunitensi. In particolare, il film si avvale di una serie di filmati di repertorio, immagini e registrazioni audio fino ad ora inediti. Questi materiali sono poi impreziositi da un altrettanto epica colonna sonora composta da James Everingham e prodotta dal premio Oscar Hans Zimmer.

La vera storia di The Real Right Stuff Disney+

La vera storia di The Right Stuff: la recensione

Prendendosi dunque delle libertà nella forma, egli ha modo di raccontare con un punto di vista più ravvicinato una storia altrimenti estremamente classica. Partendo dalla fine degli anni Cinquanta Jennings ci conduce attraverso un secolo di conquiste, rese possibili anche dai tanti dolorosi fallimenti. Particolarmente interessante del documentario è infatti lo scontro tra Stati Uniti e Russia. Uno scontro non bellico che ha dimostrato come il desiderio di fare meglio possa portare a “piccoli passi per l’uomo, ma grandi passi per l’umanità. E per dar vita ad imprese di questo tipo era davvero necessario avere a disposizione il meglio del meglio in quanto ad astronauti.

Come narrato dallo scrittore Tom Wolfe nel suo romanzo The Right Stuff, alla base sia dell’omonimo film che della nuova serie e di questo documentario, questo è il racconto di un mondo che si scontra con il progresso e lo fa proprio. Ciò che però il documentario aspira ad esaltare è quanto tali vicende abbiano poi influito nella vita privata di questi uomini. Jennings conduce lo spettatore nelle loro case, apre un dialogo con i famigliari rimasti davanti la televisione a guardare i loro cari lasciare il pianeta terra. È in particolare qui che si ritrova la grandezza di questa storia, che scava nel privato per comprendere meglio ciò che è pubblico. Grazie anche alla scelta di costruire il documentario attraverso sole immagini di repertorio, l’attenzione dello spettatore è presto conquistata e condotta fin nello spazio.

Silvia Mazzieri: 10 cose che non sai sull’attrice

Silvia Mazzieri: 10 cose che non sai sull’attrice

Proprio quando pensavamo di aver raggiunto la quota massima di medical drama in tv, ecco che spunta una nuova serie Doc – Nelle Tue Mani, che sta letteralmente stregando il pubblico. Merito di questo successo è senza dubbio la presenza dell’affascinante e talentuoso protagonista, Luca Argentero, e di una delle sue specializzande, Silvia Mazzieri.

Ma se di Luca Argentero conosciamo ormai ogni dettaglio, sia della sua vita professionale che privata, invece, chi è Silvia Mazzieri. Venite a scoprire con noi tutto quello che c’è da sapere sulla giovanissima attrice di Doc.

Silvia Mazzieri biografia: gli inizi della sua carriera

10. Nata il 23 febbraio del 1993 a Pisa, Silvia Mazzieri fin da bambina mostra una predilezione per il mondo dello spettacolo. Dopo aver terminato gli studi, incoraggiata dalla famiglia, nel 2010 decide di partecipare al famoso concorso di bellezza Miss Italia. Pur non riuscendo a portare a casa la corona di più bella d’Italia, a Silvia viene assegnata la fascia di Miss Cinema.

9. Dopo l’esperienza tra le fila delle miss, Silvia decide di proseguire la sua carriera e comincia a studiare recitazione presso il teatro Il Genio della Lampada di Firenze, dove resta fino al 2011. Negli anni successivi la Mazzieri si trasferisce a Roma e continua il suo percorso di studi presso l’accademia di recitazione e doppiaggio Actor’s Planet, dove resta fino al 2014. La terza tappa della sua istruzione teatrale la porta alla C.I.A.P.A. Acting School di Gisella Burinato.

 

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8. Durante gli anni di studio presso le accademie di teatro e recitazione, Silvia partecipa a diversi progetti come piccoli spot pubblicitari o cortometraggi. Tra le sue prime apparizioni televisive più importanti, ricordiamo quella della Mazzieri nell’amatissima Provaci Ancora Prof 6 (2015), serie tv della Rai con Veronica Pivetti, Enzo Decaro e Paolo Conticini.

Silvia Mazzieri in Braccialetti Rossi

7. Uno dei primi ruoli importanti per Silvia Mazzieri è quello nella famosa serie Braccialetti Rossi arrivato per l’attrice nel 2013.

La serie, scritta e diretta da Giacomo Campiotti, racconta la storia di un gruppo di ragazzi ricoverati in ospedale ognuno per un motivo differente. C’è Leo (Carmine Buschini), un diciassettenne molto solare e sarcastico che, a causa di un tumore molto aggressivo, ha subito l’amputazione di una gamba. Il suo handicap, tuttavia, non frena la sua voglia di vivere ogni giorno a cento per cento, combattendo la sua malattia senza mai arrendersi.

Insieme a Leo, capo del gruppo, c’è Vale (Brando Pacitto), suo compagno di stanza e purtroppo di sventura. A causa di una patologia molto simile a quella di Leo, anche Vale dovrà subire l’amputazione di una gamba. A differenza del suo amico, pero, Vale è un ragazzo molto timido e riservato, con una grande passione per la pittura e il surf. I due compagni di stanza entrano però in competizione tra loro quando in ospedale viene ricoverata la bella Cris (Aurora Ruffino), una ragazza della loro stessa età che soffre purtroppo di anoressia. L’arrivo di Cris porterà scompiglio tra i ragazzi che faranno di tutto per conquistarla.

Tra i pazienti più giovani del gruppo abbiamo Rocco (Lorenzo Guidi), di soli undici anni, in coma da ormai otto mesi. A determinare il suo stato d’incoscienza è stato il forte impatto con l’acqua dopo un tuffo dalla più alta piattaforma di una piscina. Rocco, spinto dai suoi amici, ha sfidato l’altezza e si è tuffato, cadendo in un profondo coma. Nonostante ‘dorma’ da settimane, Rocco riesce a sentire tutto quello che accade attorno a sé e nella serie è proprio lui a introdurre la storia del gruppo.

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A far compagnia a Rocco c’è Davide (Mirko Trovato) un quattordicenne ricoverato dopo essere svenuto durante una partita di calcio a scuola. Inizialmente il ragazzino sembra il tipico bulletto strafottente e scontroso ma ben presto capiamo che il suo atteggiamento è il risultato di anni di abusi. Davide vive infatti una situazione non molto facile a casa. Suo padre, estremamente scontento del suo lavoro, continua a riversare le sue frustrazioni sul figlio che trova un appoggio solo nella sua matrigna.

Nella stessa stanza di Rocco e Davide, infine, c’è anche Toni (Pio Luigi Piscicelli), l’ultimo arrivato in reparto. Il ragazzino, appassionato di motori, ha avuto un grave incidente mentre si trovava nell’officina del nonno. Convinto di essere il grado di guidare senza supervisione, Toni ha deciso di prendere il prestito di nascosto una della moto del nonno, decisione che l’ha portato in un letto d’ospedale.

Leo, Vale, Cris, Rocco, Davide e Toni sono la squadra dei braccialetti rossi, gruppo formato da Leo e che prende il nome dai braccialetti di colore rosso che ognuno di loro ha recevuto dopo un intervento chirurgico. Quello diventa il simbolo del loto gruppo, simbolo di forza, determinazione e speranza.

6. Silvia Mazzieri in Braccialetti Rossi interpreta Bella, una ragazza che diventerà nella terza stagione la fidanzata di Vale, uno dei protagonisti. La serie, in onda su Rai 1 dal 2014 al 2016, è arrivata a 3 stagioni e 19 episodi ognuno dei quali di un’ora e mezza circa. La Mazzieri e il suo personaggio, vengono introdotti solo a partire dalla seconda stagione.

Silvia Mazzieri in Il Paradiso delle Signore

5. Nello stesso periodo Silvia Mazzieri lavora anche a un’altra serie tv, divenuta molto popolare dal titolo Il Paradiso delle Signore.

La serie diretta da Monica Vullo, ispirata al romanzo Al Paradiso delle Signore di Émile Zola, è ambientata nella Milano degli anni cinquanta e sessanta e racconta la storia del primo grande magazzino d’Italia.

Nel 1956 la giovane Teresa Iorio (Giusy Buscemi), lascia la Sicilia e il fidanzato e parte per Milano. La ragazza si trasferisce nella capitale lombarda perché decisa a lavorare nel negozio d’abbigliamento di suo zio. Sfortunatamente, appena arrivata in città, Teresa si trova senza un impiego. Suo zio viene infatti arrestato per aver appiccato un incendio al furgone del magazzino Il Paradiso delle Signore, suo concorrente.

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Lontana da casa e senza un lavoro, Teresa tenta di farsi assumere come commessa proprio dal concorrente di suo zio, lo spietato imprenditore Pietro Mori (Giuseppe Zeno). Nonostante i dubbi iniziali e le obbiezioni della responsabile del personale, con l’aiuto della raccomandazione del pubblicitario Vittorio Conti (Alessandro Tersigni) Teresa riesce a spuntarla. La ragazza quindi entra a far parte della squadra delle Veneri, le commesse più giovani e affascinante del grande magazzino. Col tempo Teresa dimostra di essere una dipendente esemplare e di essere di grande aiuto al suo team.

I problemi per Teresa cominciano quando la ragazza si innamora del proprietario. In breve tempo la sua cotta diventa un sentimento molto più profondo e ricambiato da Pietro che sembra tenere molto alla ragazza. Purtroppo raramente amore e interessi viaggiano sullo stesso binario. Nonostante quindi i suoi sentimenti verso Teresa, Pietro decide di sposare Andreina Mandelli (Alice Torriani), figlia di un ricco banchiere…

4. Nella serie Silvia Mazzieri interpreta Silvana Maffeis, una commessa con la passione per il cinema e Audrey Hepburn, che sogna di diventare un’attrice famosa.

Silvia Mazzieri in Doc

3. Grazie alla sua partecipazione alla serie Il Paradiso delle Signore, Silvia Mazzieri si è fatta conoscere dal grande pubblico che quest’anno la rincontra in un nuovo esaltato prodotto televisivo targato Rai. Si tratta di Doc – Nelle Tue Mani, serie tv diretta da Jan Maria Michelini e Ciro Visco, con un protagonista d’eccellenza, Luca Argentero.

Medico brillante e molto importante nel mondo ospedaliero, Andrea Fanti (Luca Argentero), è vittima purtroppo di un incidente e di un conseguente trauma cerebrale molto esteso. Questo episodio causa ad Andrea la perdita dei suoi ultimi dodici anni di vita, amnesia che intacca non solo le sue relazioni interpersonali ma inevitabilmente anche il suo lavoro.

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Dapprima considerato una delle poche eccellenze mediche, adesso Andrea deve fare i conti con una limitata libertà professionale. Tuttavia, nonostante la frustrazione derivata dall’amnesia, Fanti preferisce di gran lunga lavorare piuttosto che stare a casa. Privato dei suoi ricordi, adesso molti dei suoi cari sono diventati degli sconosciuti e per Andrea interagire con loro è davvero complicato.

Pian piano Andrea dovrà fare i conti con la realtà, accettare la sua ‘nuova’ condizione e cercare di riprendere in mano la sua vita privata e professionale.

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2. Nella serie Silvia Mazzieri interpreta Alba Patrizi, una specializzanda che lavora con Andrea, innamorata del suo collega Riccardo Bonvegna (Pierpaolo Spollon), un ragazzo dal passato turbolento.

La serie Doc – Nelle Tue Mani – liberamente ispirata alla vera storia del primario Pierdante Piccioni – è attualmente alla sua prima stagione e va in onda ogni settimana su Rai 1. Per tutti coloro che volessero recuperare le puntante perse, tutti gli episodi già trasmessi sono disponibili in streaming gratuitamente sul sito di RayPlay.

Silvia Mazzieri è su Instagram

1. Se volete essere sempre aggiornati sulla vita privata e professionale di Silvia Mazzieri, vi consigliamo di seguire il suo account ufficiale Instagram.

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Fonte:  Volver, Wiki, IMDBRaiPlay

The Crown 4: le foto del fidanzamento di Carlo e Diana

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The Crown 4: le foto del fidanzamento di Carlo e Diana

Netflix rilascia le foto del fidanzamento di Carlo e Diana (Josh O’Connor e Emma Corrin) dalla quarta stagione di The Crown, la serie originale di successo mondiale che sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo da domenica 15 novembre 2020.

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La recensione di The Crown 4

Ispirato dalla pluripremiata opera teatrale The Audience, The Crown racconta la storia del regno decennale della regina Elisabetta II e della lotta tra il suo io privato e pubblico. La serie si concentra sugli intrighi personali, le storie d’amore e le rivalità politiche dietro i grandi eventi che hanno plasmato la seconda metà del XX secolo. La serie non riguarda semplicemente la monarchia, ma parla di un impero in declino, un mondo in disordine e l’alba di una nuova era.

Sul finire degli anni Settanta, la regina Elisabetta (Olivia Colman) e la famiglia sono impegnati a garantire la linea di successione al trono cercando la moglie giusta per il principe Carlo (Josh O’Connor), che a trent’anni è ancora scapolo. Mentre la nazione comincia a sentire l’impatto delle politiche controverse introdotte da Margaret Thatcher (Gillian Anderson), la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro, le tensioni tra questa e la regina peggiorano quando la premier conduce il paese nella guerra delle Falkland, creando conflitti all’interno del Commonwealth. Anche se la storia d’amore di Carlo e della giovane Lady Diana Spencer (Emma Corrin) fornisce la distrazione ideale per unire il popolo britannico, tra le mura del palazzo la famiglia reale è sempre più divisa.

La quarta stagione della serie The Crown scritta da Peter Morgan vede la partecipazione di Helena Bonham Carter nel ruolo della Principessa Margaret e Tobias Menzies in quello del Duca di Edimburgo, mentre Josh O’Connor è il Principe Carlo, Erin Doherty è la Principessa Anna, Emerald Fennell è Camilla Parker Bowles, Marion Bailey è la Regina Madre, Georgie Glen è Lady Fermoy, con Tom Byrne che veste i panni del Principe Andrea, Angue Imrie quelli del Principe Edoardo e Charles Dance quelli di Lord Mountbatten.

We Can Be Heroes, prime immagini dal film Netflix

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We Can Be Heroes, prime immagini dal film Netflix

Netflix rilascia le prime immagini di We Can Be Heroes, la nuova avventura live action per i ragazzi e le famiglie. Diretto da Robert Rodriguez, il film arriverà il 1° gennaio 2021 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Nel cast Pedro Pascal, Christian Slater, Priyanka Chopra, Boyd Holbrook, Adriana Barraza, Chris McDonald e Yaya Gosselin.

Nel cast anche Vivien Blair, Isaiah Russell-Bailey, Akira Akbar, Lyon Daniels, Nathan Blair, Lotus Blossom, Hala Finley, Andy Walken, Dylan Henry Lau, Andrew Diaz, Taylor Dooley, Sung Kang, Haley Reinhart, J. Quinton Johnson, JJ Dashnaw.

La trama di We Can Be Heroes

Quando gli invasori alieni rapiscono tutti i supereroi della Terra, i loro figli dovranno fare squadra e imparare a lavorare insieme se vogliono salvare i propri genitori e il mondo.

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