Dai produttori di Green
Book e Il caso Spotlight,
arriva il 20 febbraio nelle sale italiane, CATTIVE
ACQUE, l’ultimo film dell’acclamato regista
Todd Haynes, con un cast d’eccezione
composto da Mark Ruffalo, Anne Hathaway, William Jackson
Harper, Bill Pullman e Tim
Robbins.
La pellicola è basata su una vicenda
realmente accaduta e che ha portato alla luce un’importante
problematica legata alla salute pubblica.
Un caso di corruzione ad altissimi
livelli, una battaglia che ha avuto la sua risonanza nel gennaio
del 2016 a seguito della pubblicazione da parte del New York Times
di un articolo firmato da Nathaniel Rich, che descriveva nel
dettaglio l’operato dell’avvocato di Cincinnati Rob Bilott.
Billot socio dello studio legale
Taft Stettinius & Hollister LLP, è diventato un improbabile
attivista, denunciando i pericoli causati da una sostanza chimica
che stava contaminando da anni una comunità rurale.
L’inchiesta è arrivata a colpire un
gigante industriale responsabile di aver promosso commercialmente
l’uso della sostanza incriminata.
Cattive Acque – la
SINOSSI
Questa è la vera storia di Robert
Bilott (Mark Ruffalo) l’avvocato ambientalista protagonista di una
estenuante battaglia legale durata ben 19 anni contro il colosso
chimico DuPont e di come, da uomo tenace e combattivo, ha
rappresentato 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui
acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento
incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico). Grazie ad uno
studio tossicologico sulle vittime, Bilott riuscirà a dimostrare i
rischi per la salute associati alla contaminazione delle acque e
otterrà per loro un importante risarcimento.
Dopo aver mostrato Henry
Cavill con il costume nero di Superman, Zack
Snyder ha approfittato della vacanze di Natale per
condividere con i suoi fan – sempre attraverso il suo account
Vero – una serie di nuovi scatti inediti
dalla #SnyderCut di Justice League.
Le immagini ci mostrano, oltre
all’Uomo d’Acciaio prima e dopo la resurrezione, anche gli altri
membri del team, tra cui Batman, The
Flash e Cyborg: in particolare, la didascalia che ha
accompagnato l’immagine del personaggio interpretato nel film da
Ray Fisher, lascia intendere che Victor Stone
sarebbe potuto cadere sotto il controllo di Darkseid o
Steppenwolf.
Interagendo con i suoi fan
attraverso il social network, Zack Snyder ha
rivelato di non aver ancora visto la versione cinematografica del
film, sotto consiglio di alcune persone a lui molte care che hanno
avuto modo di vedere entrambe le versioni, dal momento che le
riprese aggiuntive svoltesi sotto l’egida di Joss
Whedon pare abbiano cambiato in maniera massiccia il
contenuto del film così come Snyder lo aveva inizialmente
pensato.
Potete ammirare tutte le nuove immagini di seguito:
1 di 7
Secondo una recente campagna di
beneficenza lanciata da Zack Snyder, il titolo
ufficiale della #SnyderCut – nome affibbiato al
progetto dai fan – dovrebbe essere Zack Snyder’s Justice
League, come dimostra una felpa realizzata
proprio in occasione della campagna sostenuta dall’organizzazione
American Foundation for Suicide Prevention, fondata dallo
stesso Snyder dopo il suicidio della figlia maggiore.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice League, con Snyder che ha
spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati
da varie interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e
questo ha avuto un effetto anche sul film successivo. La mia
versione originale del film, che avevo scritto insieme a Chris
Terrio, non è mai stata girata. L’idea reale, difficile, e
spaventosa, non è mai stata realizzata per le paure dello studio, e
io e miei collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della
reazione scatenata da Batman v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Alcuni mesi fa abbiamo appreso che
Yahya Abdul-Mateen II, noto per aver interpretato
Black Manta in Aquaman di
James Wan, si è ufficialmente unito al cast di Matrix
4, il nuovo capitolo della celebre saga
sci-fi che sarà diretto ancora una volta da Lana
Wachowski. Il ruolo che l’attore statunitense avrebbe
interpretato nel film non era mai stato rivelato, almeno fino ad
oggi…
Un nuovo report di The Illuminerdi (via
ScreenRant), infatti,
suggerisce che Yahya Abdul-Mateen II avrà il ruolo
del giovane Morpheus in Matrix
4, atteso nelle sale per il prossimo anno.
Voci della possibile presenza del personaggio di Morpheus nel nuovo
capitolo della saga erano già trapelate ancora prima dell’annuncio
ufficiale del casting di Yahya Abdul-Mateen II: una volta
confermata la presenza dell’attore nel film, in molti hanno
iniziato a ipotizzare che lo stesso avrebbe potuto interpretare
proprio il capitano della città di Zion, già interpretato da
Laurence Fishburne in tutte e tre i capitoli
precedenti. Resta da capire se Laurence
Fishburne tornerà in qualche modo, nonostante il
recasting del suo personaggio. Al momento la trama del film è
avvolta nel totale mistero.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu
Reeves, Carrie-Ann Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris,
Jonathan Groff, Jessica Henwick e Toby
Onwumere.
Il nuovo capitolo del franchise
sarà diretto da Lana Wachowski. La
sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar
Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le
riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte
delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a
proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono
molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata
per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti
amici“, ha detto la Wachowski.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv
Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale
americano Starz.
Nella quinta stagione di
Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Colin Firth è
tra i più apprezzati interpreti attualmente in attività, dotato di
un fascino unico che gli ha permesso di vedersi spianata la strada
verso il successo. Negli anni si è dimostrato valido interprete
tanto di commedie quanto di film più drammatici, senza disdegnare
ruoli in celebri film action. Premiato con l’Oscar, Firth continua
ancora oggi a regalare grandi soddisfazioni ai suoi fan, con la
critica ne ha in più occasioni apprezzato la versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Colin Firth.
Colin Firth: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha debuttato al cinema nel 1984
con il film Another Country, per poi recitare in
Valmont (1989) Il paziente inglese (1996), con
cui ottiene una prima notorietà. Nel 1998 recita in Shakespeare
in Love, che gli permette di ottenere una più ampia fama, per
poi consacrarsi con il film Il diario di Bridget Jones
(2001). Da quel momento recita in film come La ragazza con
l’orecchino di perla (2003), Love Actually – L’amore
davvero (2003), Che pasticcio, Bridget Jones! (2004),
Nanny McPhee – Tata Matilda (2005), Un marito di
troppo (2008), Mamma Mia! (2008), Dorian
Gray (2009) e A Single Man (2009), con cui ottiene la
sua prima nomination agli Oscar. Nell’ultimo decennio l’attore ha
poi recitato in celebri film come A Christmas Carol
(2009), Il discorso del
re (2010), La talpa
(2011), Gambit – Una truffa a
regola d’arte (2012), Magic in the
Moonlight (2014), Kingsman – Secret
Service (2014), Genius
(2016), Bridget Jones’s
Baby (2016), Kingsman – Il cerchio
d’oro (2017), Il ritorno di Mary
Poppins (2018), Kursk (2018)
e 1917 (2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha
partecipato da interprete a diversi film per la televisione, tra
cui Tumbledown (1988), Conspiracy – Soluzione
finale (2001), Born Equal (2006) e
Celebration (2007). Ha inoltre partecipato anche alla
miniserie Orgoglio e pregiudizio (1995).
3. Si è distinto come
produttore. Nel corso della sua carriera l’attore ha
inoltre prodotto diversi documentari come In Prison My Whole
Life (2007) e The People Speak Up (2010), nonché dei
film Il diritto di uccidere (2015), Loving (2016)
e The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde
(2018).
Colin Firth: la vita privata
dell’attore
4. Ha avuto diverse
relazioni. Sul set del film Valmont l’attore
conosce l’attrice Meg Tilly, con la quale avrà una
relazione dal 1989 al 1994 e un figlio nato nel 1990.
Successivamente ha una relazione con l’attrice Jennifer
Ehle, conosciuta sul set della serie Orgoglio e
pregiudizio.
5. Si è sposato.
Nel 1997 l’attore ha sposato la produttrice e regista italiana
Livia Giuggioli, con cui ha due figli, nati
rispettivamente nel 2001 e nel 2003. I due, tuttavia, annunciano la
separazione nel dicembre del 2019.
Colin Firth e i premi Oscar
6. Ha vinto l’ambito
premio. L’attore riceve nel 2010 la sua prima nomination
come miglior attore protagonista ai premi Oscar per il film A
Single Man, senza tuttavia riportare la vittoria. L’anno
successivo, tuttavia, l’attore viene nuovamente nominato come
miglior attore protagonista, per il film Il discorso del
re, vincendo in questo caso il prestigioso premio.
Colin Firth è cittadino
italiano
7. Ha ricevuto la
cittadinanza. L’attore, sposato per molti anni con una
donna italiana, ha da sempre reso noto il suo amore per il Bel
Paese. Nel 2017 riceve la cittadinanza italiana, avendola chiesta
per i venti anni di matrimonio con la moglie. Inoltre, Firth parla
correntemente l’italiano.
Colin Firth in Orgoglio e
pregiudizio
8. Ha recitato nella celebre
serie televisiva. Nel 1995 l’attore acquista maggior
popolarità recitando nel ruolo di Fitzwilliam Darcy, nella serie TV
Orgoglio e pregiudizio. La serie fu particolarmente
apprezzata per la sua fedeltà al testo della Austen, e mise
nuovamente in mostra le doti attoriali di Firth.
Colin Firth: il suo 2019
9. Ha nuovi progetti in
programma. Nel 2019 l’attore svolge un ruolo di rilievo
nell’apprezzato film di Sam Mendes, 1917.
Allo stesso tempo ha preso parte alle riprese dei film Il
giardino segreto e Supernova, entrambi previsti per il
2020.
Colin Firth età e altezza
10. Colin Firth è nato a
Grayshott, in Inghilterra, il 10 settembre 1960. L’altezza
complessiva dell’attore è di 187 centimetri.
La giovane attrice e cantante
Zoë Kravitz è pronta a conquistare i fan con il
ruolo di Selina Kyle, alias Catwoman, nell’annunciato nuovo film su
Batman. Ma la Kravitz ha già una lunga carriera tanto al cinema
quanto in televisione, dove ha saputo affermarsi per la sua
versatilità. L’attrice ha infatti partecipato ad alcuni dei
principali blockbuster degli ultimi anni, ma anche a film più
indipendenti, che le hanno permesso di ottenere il favore della
critica.
2. Ha avuto ruoli in celebri
serie TV. La Kravitz ha recitato nel 2011 in alcuni
episodi della serie Californication, ricoprendo il ruolo
di Pearl. Nel 2017 ottiene invece il ruolo di Bonnie Carlson, nella
serie Big Little Lies, dove recita fino al 2019. Nel 2020
sarà invece tra i protagonisti della serie High
Fidelity.
3. Si è distinta come
doppiatrice. L’attrice esordisce come doppiatrice per il
film Lego Batman – Il film (2017), per poi dare voce al
personaggio di Mary Jane nel film Spider-Man: Un nuovo
universo (2018), vincitore del premio Oscar come miglior film
d’animazione.
Zoë Kravitz ha un marito
4. È sposata. La
Kravitz si è sposata il 29 giugno del 2019 con l’attore Karl
Glusman, con cui era fidanzata ufficialmente dal 2018 dopo una
frequentazione iniziata nel 2016. La cerimonia si è svolta a
Parigi, nella villa del padre di lei, Lenny
Kravitz. Tra gli invitati c’erano anche gli attori
Jason Momoa, Reese Witherspoon,
Shailene
Woodley e Denzel
Washington.
Zoë Kravitz: i suoi genitori
5. È figlia d’arte.
L’attrice è figlia del celebre cantante Lenny
Kravitz, tra i più premiati in ambito musicale, e
dell’attrice Lisa Bonet, celebre per aver recitato
nella serie I Robinson. I due genitori sono stati sposati
dal 1987 al 1993.
Zoë Kravitz: i suoi tatuaggi
6. Ha numerosi
tatuaggi. La Kravitz ha rivelato di avere ben 55 tatuaggi,
in diverse parti del proprio corpo. Il più di questi sono piccoli
segni sulle mani o sulle braccia. Ognuno di questi tatuaggi ha un
preciso significato, e sul Web è possibile ritrovare un elenco
completo a riguardo.
Zoë Kravitz è Catwoman
7. Ha già interpretato il
celebre personaggio. L’attrice è stata scelta per
ricoprire il ruolo di Catwoman nel film The Batman,
previsto per il 2020. Tuttavia l’attrice ha già dato voce a tale
personaggio, doppiandolo nel film LEGO Batman – Il
film.
8. Ha ricevuto importanti
consigli. Quando fu resa pubblica la notizia secondo cui
l’attrice avrebbe interpretato Catwoman, la Kravitz ha subito
ricevuto importanti consigli dalle due attrici che avevano già
ricoperto tale ruolo al cinema. Michelle
Pfeiffer le ha infatti suggerito di assicurarsi che il
suo costume le permetta di andare in bagno, mentre Anne
Hathaway le ha suggerito di divertirsi il più
possibile ad interpretare un ruolo tanto importante.
Zoë Kravitz e Yves Saint
Laurent
9. Ha collaborato con la
celebra casa di moda. L’attrice ha dato vita, in
collaborazione con Yves Saint Laurent, ad una collezione a suo nome
che prevede sei nuove sfumature del rossetto Rouge Pur Couture.
Ognuna di queste sfumature è adatta ad occasioni e momenti diversi
del giorno.
Zoë Kravitz età e altezza
10. Zoë Kravitz è nata a Los
Angeles, California, Stati Uniti, il 1 dicembre 1988.
L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.
Il 2019 è stato un anno
particolarmente ricco per il cinema, con grandi blockbuster e
importanti film d’autore che hanno calcato le sale cinematografiche
di tutto il mondo. Inoltre, anche quest’anno il genere horror ha
potuto fregiarsi di diversi film di successo, che hanno ribadito
l’importanza di tale categoria nel panorama cinematografico.
Degli horror usciti quest’anno in
sala, diversi sono quelli che hanno portato nuova vita al genere.
Alcuni lo hanno utilizzato per raccontare la società contemporanea,
altri per parlare di specifici aspetti della vita quotidiana,
mentre altri ancora si sono rivelati delle buone trasposizioni da
celebri romanzi dell’orrore.
Ecco i 10 migliori film
horror del 2019.
1Il Signor Diavolo
Il Signor
Diavolo è il ritorno al genere horror per il
regista Pupi Avati, che porta al cinema una nuova
storia intrisa di atmosfere gotiche e possessioni demoniache.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Avati, il quale
desiderava raccontare una storia lugubre, di quelle che si
raccontavano un tempo nelle case di campagna intorno al
fuoco.
Ambientato nel 1952, il film segue le vicende
circa il processo sull’omicidio di un adolescente, considerato
indemoniato. Inviato un ispettore del Ministero a verificare quanto
accaduto, questi si troverà di fronte ad una serie di eventi
sconvolgenti, su cui si agita la credenza popolare circa la
presenza del demonio.
La redazione di Cinefilos.it si è
espressa e, partendo dalle dieci preferenze di ogni redattore, è
stata stabilita una classifica che rispecchia per buona parte le
scelte, i gusti e le preferenze di redattori.
Come per ogni classifica, restano
esclusi alcuni titoli importanti, che però sono stati scelti almeno
da un redattore. Tra questi ci sono Ricordi? di
Valerio Mieli, Midsommar –
Il Villaggio dei Dannati di Ari
Aster, ma anche Martin
Eden, Se la strada
potesse parlare,
Booksmart e tanti altri titoli che per
una mera questione di calcolo non sono stati inseriti.
In un anno estremamente ricco di
film che hanno imposto al pubblico la loro presenza e la loro
bellezza, ecco la Top 10 dei migliori dieci film del
2019 secondo la redazione di
Cinefilos.it:
1Parasite
La
recensione di Parasite non può non
partire dalla riflessione generale sul lavoro del suo regista, quel
Bong Joon-Ho che, dopo aver lavorato in USA,
producendo Snowpiercer e
Okja, torna nella sua Corea del Sud, per
affrontare di nuovo il conflitto di classe. Lo fa con un film dalla
precisione geometrica e dall’animo tumultuoso, una storia che nel
suo schema perfetto incasella ambizioni, appetiti, brutture,
bassezze umane.
La
storia ruota intorno al rapporto in parte inconsapevole tra due
famiglie. Da una parte, in un seminterrato umido, c’è la famiglia
Ki-taek, dall’altro invece, in cima a una collina, nella zona
residenziale della città, in una villa luminosa ed elegante, c’è la
famiglia Park, che possiede ed ottiene tutto ciò che i soldi
possono comprare. Due famiglie a loro modo felici, ma complementari
l’una all’altra.
In occasione dell’attività stampa
dedicata a 6
Underground, il nuovo film di Michael
Bay su Netflix, abbiamo intervistato uno dei protagonisti
del film, Ben Hardy, e un membro degli
Storror, il gruppo di parkour che ha lavorato al
film.
6 Underground è disponibile su
Netflix.
Gli sceneggiatori di
Deadpool, Rhett Reese e
Paul Wernick, hanno scritto 6
Underground, e Ryan Reynolds è il
protagonista accanto a Ben Hardy, Dave Franco, Adria
Arjona, Manuel Garcia-Rulfo e Corey
Hawkins. All’inizio di questo mese, Reynolds ha pubblicato
un video dietro le quinte in cui ha scherzosamente parlato di
quanto adori i momenti “tranquilli” dei film di Bay… mentre, alle
sue spalle, si “svolgeva” un epico incidente automobilistico.
Michael Bay è meglio conosciuto come il regista
della saga di Transformers ed è famoso per il suo
amore per esplosioni e scene d’azione che distruggono la maggior
parte del panorama del film.
All’inizio della sua carriera, Bay
si era dedicato principalmente a film action, ricordiamo Bad Boys e
The Rock, e in un nuovo video pubblicato su Instagram descrive 6
Underground come un ritorno alle sue radici.
6
Underground introduce un nuovo modello di eroe
d’azione. Sei individui provenienti da tutto il mondo, ognuno il
migliore nel proprio campo, sono stati scelti non solo per le loro
abilità, ma per il desiderio comune di cancellare il loro passato
per cambiare il futuro. La squadra è riunita da un enigmatico
leader (Ryan Reynolds), la cui unica missione nella vita è
garantire che, mentre lui e i suoi compagni non saranno mai
ricordati, le loro azioni lo saranno sicuramente.
Diretto da:
Michael Bay Scritto da: Paul Wernick & Rhett Reese Prodotto da: David Ellison, Don Granger,
Dana Goldberg, Ian Bryce
Co-prodotto da: Jonathan Hook, Michael Kase
Produttore esecutivo: Matthew Cohan Cast: Ryan Reynolds, Mélanie Laurent, Corey
Hawkins, Adria Arjona, Manuel Garcia-Rulfo, Ben Hardy Lior Raz,
Payman Maadi e Dave Franco.
Pur con una filmografia esigua,
l’attrice Perdita Weeks ha nel corso degli anni
partecipato a diverse serie TV di successo, accrescendo la propria
popolarità e ottenendo le attenzioni di critica e pubblico.
Recentemente l’attrice ha ampliato anche la propria presenza al
cinema, partecipando ad un film di grande successo. Ora che inizia
ad ottenere sempre più ruoli, la Weeks sembra essere a caccia di
quello che possa consacrarne la carriera.
Ecco 10 cose che non sai di
Perdita Weeks.
Perdita Weeks: i suoi film
1. Ha recitato nel film di
un celebre regista. L’attrice debutta sul grande schermo
nel 1996 con il film Hamlet, per poi recitare in Spice
Girls – Il film (1997). L’attrice attraversa in seguito una
fase di lunga assenza al cinema, impegnata in altri lavori. Nel
2013 torna in sala con il film The Invisible Woman, e nel
2014 è tra i protagonisti di Necropolis – La città dei
morti. Nel 2018 ottiene poi un ruolo di rilievo nel film
Ready Player
One, del regista Steven Spielberg.
2. È nota per i ruoli
televisivi. Ben più ricca è la sua carriera in
televisione. Nel corso degli anni l’attrice è infatti comparsa
nelle serie TV Stig of the Dump (2002), I Tudors
(2007-2008), Lost in Austen (2008), Four Seasons
(2008-2009), The Promise (2011), Grandi speranze
(2011), Titanic (2012), The Great Fire (2014),
Rebellion (2016), Penny Dreadful (2016) e
Magnum P.I. (2018-2020), dove ricopre il ruolo di Juliett
Higgins.
Perdita Weeks è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 45,2 mila persone. All’interno
di questo la Weeks è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, ma anche dietro le quinte dei sei a cui prende
parte e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Perdita Weeks e Kit
Frederiksen
4. È sposata.
Nell’ottobre del 2012 l’attrice ha sposato Kit Frederiksen, e da
quel momento la coppia ha tenuto particolarmente riservata la
propria vita sentimentale, non rivelando nulla circa il loro
incontro né sugli sviluppi del loro matrimonio. L’attrice pubblica
raramente loro foto sui propri social network, mentre lui sembra
proprio esserne sprovvisto.
Perdita Weeks in Penny
Dreadful
5. Ha avuto un ruolo nella
serie horror. L’attrice è comparsa nella terza stagione
della serie Penny Dreadful, dove recita tra gli altri
l’attrice Eva
Green. Qui la Weeks ha ricoperto il ruolo di Catriona
Hartdegan, una studiosa del soprannaturale, del quale ha una
profonda conoscenza.
Perdita Weeks in I Tudors
6. Ha ricoperto un ruolo
importante. Nella serie I Tudors l’attrice ha
interpretato il personaggio di Maria Bolena, presente nelle prime
due stagioni. Questa è la sorella della celebre Anna Bolena,
interpretata dall’attrice Natalie Dormer.
Perdita Weeks in Magnum P.I.
7. Il suo personaggio era
originariamente un uomo. Nella serie Magnum P.I.,
reboot dell’omonima serie celebre negli anni ottanta, l’attrice
ricopre il ruolo di Juliet Higgins. Nella serie originale, Higgins
era in realtà un personaggio maschile.
8. Reciterà in un’altra
serie dello stesso universo narrativo. Nel 2020 l’attrice
riprenderà il ruolo di Juliett Higgins anche nel reboot della serie
Hawaii Five-0, ambientata nello stesso universo
narrativo.
Perdita Weeks: il suo fisico
9. Ha sfoggiato un fisico
molto curato. Per prendere parte alla serie Magnum
P.I., l’attrice si è allenata a lungo per ottenere una forma
smagliante. Le numerose sequenze d’azione richiedevano infatti una
buona preparazione fisica, che l’attrice ha prontamente raggiunto e
sfoggiato con successo.
Perdita Weeks età e altezza
10. Perdita Weeksè nata a Cardiff, nel Galles, il 25 dicembre 1985.
L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.
Dopo aver esordito in alcune celebri
commedie per il cinema, l’attore Jason Bateman ha
in seguito dimostrato una buona versatilità, che lo ha portato a
dar vita anche a ruoli drammatici, per i quali è stato
particolarmente lodato da critica e pubblico. Impegnato tanto al
cinema quanto in televisione, Bateman si è rivelato una personalità
poliedrica, in grado di ricoprire con successo ben più di un
ruolo.
Ecco 10 cose che non sai di
Jason Bateman.
Jason Bateman: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. L’attore esordisce al cinema nel 1987, come
protagonista del film Voglia di vincere 2. Durante gli
anni novanta recita prevalentemente in televisione, per poi tornare
al cinema con film come La cosa più dolce… (2002),
Starsky & Hutch (2004), Palle al balzo –
Dodgeball (2004), Ti odio, ti lascio, ti…
(2006), The Kingdom (2007) e Juno (2007),
con cui ottiene nuova popolarità. Successivamente recita in celebri
film come Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie
(2007), Non mi scaricare (2008), Hancock (2008),
Tra le nuvole (2009), L’isola delle coppie
(2009), Due cuori e una provetta (2010), Come ammazzare il
capo… e vivere felici (2011), Disconnect
(2012), Bad Words (2013), Come ammazzare il capo
2 (2014), Regali da uno sconosciuto (2015),
La famiglia Fang
(2015), Una spia e
mezzo (2016) e Game Night – Indovina
chi muore stasera? (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attore diventa celebre quando da bambino
recita nella serie La casa nella serie (1981-1982) e
successivamente in Il mio amico Ricky (1982-1984). Bateman
ottiene poi nuova popolarità grazie alle serie La famiglia
Hogan (1986-1991),
Simon (1995-1996), Chicago
Sons (1997) e George & Leo (1997-1998). Nel
2003 è tra i protagonisti della serie Arrested
Development, ruolo che ricopre fino al 2006 e poi nuovamente
dal 2013 al 2019. Dal 2017 è protagonista della serie NetflixOzark. Nel 2020 sarà invece
protagonista della serie The Outsider.
3. Si è distinto come
regista. Nel corso della sua carriera, Bateman ha in più
occasioni ricoperto il ruolo di regista. La sua prima volta è per
alcuni episodi della serie La famiglia Hogan, e in seguito
per Arrested Development. Le sue regie più celebri sono
tuttavia quelle realizzate per diversi episodi della
serie Ozark. Bateman ha inoltre diretto i film
Bad Words e La famiglia Fang.
4. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Dopo aver prodotto la serie Growing Up
Fisher (2014), Bateman ha nuovamente svolto il ruolo di
produttore per i film La famiglia Fang e Game Night –
Indovina chi muore stasera?. Si è inoltre distinto per essere
il produttore delle serie Ozark,The
Outsider e A Teacher (2020).
Jason Bateman: i suoi telefilm
5. Ha recitato in diverse
occasioni in televisione. Nel corso della sua carriera
Bateman ha recitato anche in più di un telefilm, tra cui The
Fantastic World of D.C. Collins (1984), Il motel della
paura (1987), Sotto stretta protezione (1988),
Fuori dal giro (1988) e Il sapore dell’omicidio
(1992). Dopo questa data l’attore reciterà esclusivamente in film
per il cinema o serie televisive.
Jason Bateman: la sua gioventù
6. Recita sin da
giovanissimo. La carriera dell’attore ha inizio all’età di
dodici anni con la serie La casa nella prateria (1981),
dove ricopre il ruolo di James Cooper Ingalls. Successivamente
diventa celebre recitando in Il mio amico
Ricky (1982) e Lafamiglia Hogan
(1986), con cui diventa un idolo per i teenagers.
Jason Bateman ha una moglie
7. È sposato. Dal
2001 Bateman è sposato con Amanda Anka, figlia del cantante Paul
Anka. La coppia ha avuto due figlie: Francesca Nora, nata nel 2006,
e Maple, nata nel 2012. Negli anni la coppia si è mantenuta
piuttosto riservata, lontana dai riflettori dei social network,
dove compaiono raramente.
Jason Bateman: i premi Emmy
8. Ha vinto un Emmy
Awards. Dopo essere stato nel 2018 come miglior attore e
miglior regista per la serie Ozark, Bateman viene nominato
nuovamente nelle stesse categorie nel 2019, trionfando come
migliore regista per l’episodio Reparations. Bateman ha
suscitato clamore vincendo il premio contro i registi della celebre
serie Il Trono di Spade.
Jason Bateman è diventato un
meme
9. È involontariamente
diventato un meme. Per la sua reazione incredula alla
notizia di aver vinto un Emmy, Bateman è diventato popolare come
meme sul Web. La sua espressione è infatti stata utilizzata per
descrivere tutte quelle situazioni in cui ci si trova letteralmente
senza parole.
Jason Bateman età e altezza
10. Jason Bateman è nato a
Rye, in New York, Stati Uniti, il 14 gennaio 1969.
L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Tra i più apprezzati e richiesti
attori degli ultimi anni, vi è Marco Giallini.
Divenuto celebre grazie ad alcune popolari commedie italiane,
Giallini si è distinto anche per ruoli drammatici, dando prova di
essere un attore completo e pronto a ruoli anche fuori dalla norma.
La critica ha più volte riconosciuto il suo talento, tributandogli
numerosi premi nel corso degli ultimi anni.
Ecco 10 cose che non sai di
Marco Giallini.
Marco Giallini: i suoi film
1. Ha recitato in film
italiani molto popolari. L’attore debutta al cinema nel
1986 con il film Grandi magazzini, per poi recitare in
film come L’odore della notte (1998), Non ti
muovere (2004), L’amico di famiglia (2006) e Io,
loro e Lara (2009), con cui ottiene una buona popolarità.
L’attore inizia a questo punto ad intensificare la sua presenza sul
grande schermo, recitando in film come ACAB – All Cops Are
Bastards (2012), Posti in piedi in
paradiso (2012), Una famiglia perfetta (2012) e
Tutta colpa di
Freud (2014), con cui consacra la sua carriera e dove
recita insieme ad AlessandroGassmann. Negli ultimi anni l’attore ha poi
recitato in film come Se Dio Vuole
(2015), Loro chi?
(2015), dove recita accanto all’attore Edoardo
Leo, Perfetti
sconosciuti (2016), Beata
ignoranza (2017), The Place
(2017), Io sono Tempesta (2018), Rimetti a noi i
nostri debiti (2018), Non ci resta che il
crimine (2019) e Domani è un altro giorno
(2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore è
comparso anche in diversi film televisivi come Infiltrato
(1996), Operazione Odissea (1999), Gli insoliti
ignoti (2002), Grandi domani (2005), e nelle serie
Buttafuori (2006), Medicina generale (2007) e
Romanzo criminale – La serie (2008-2010), con cui ottiene
maggior popolarità. Recita poi anche nella terza stagione di
Boris (2010).
3. È il protagonista di una
celebre serie TV. Dal 2016 l’attore ricopre il ruolo del
burbero poliziotto protagonista nella serie Rocco
Schiavone (2016-in corso), basato sulle opere letterarie di
Antonio Manzini. La serie viene trasmessa sul canale televisivo Rai
2.
Marco Giallini è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 267 mila persone.
All’interno di questo Giallini è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano inoltre i dietro le quinte dai set a cui prende parte, come
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Marco Giallini e la moglie
5. È stato sposato.
L’attore sposa nel 1993 Loredana, con la quale intraprenderà una
lunga storia d’amore e dalla quale ha avuto due figli,
rispettivamente nel 1998 e nel 2004. Purtroppo la donna è in
seguito venuta a mancare nel 2011.
Marco Giallini in Rocco
Schiavone
6. È il volto del celebre
poliziotto. Dal 2016 l’attore interpreta il ruolo del
poliziotto Rocco Schiavone nell’omonima serie. Questi ha un
carattere borderline, particolarmente burbero e irascibile, a cui
l’attore ha saputo perfettamente dar vita, facendone il punto
d’attrattiva della serie.
7. Si riconosce molto nel
personaggio. L’attore ha dichiarato di essersi
particolarmente affezionato al personaggio, al quale pensa di
assomigliare non poco. Giallini, come Schiavone, si è infatti
dichiarato refrattario alle imposizioni, seguendo sempre la sua
volontà.
Marco Giallini: dove abita
l’attore
8. Non ama vivere in
città. In alcune interviste l’attore ha dichiarato di non
apprezzare particolarmente il caos della città, preferendo per
tanto vivere fuori da Roma, dove è nato. Giallini avrebbe infatti
residenza nelle campagne circostanti la capitale.
Marco Giallini: i suoi premi
9. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attore è
stato più volte premiato o nominato per le sue interpretazioni.
Giallini è infatti stato nominato per ben sei volte al premio David
di Donatello, sia come attore non protagonista per i film Io,
Loro e Lara, ACAB – All Cops Are Bastards e Buongiorno
papà, sia come miglior attore protagonista per Posti
in piedi in paradiso, Se Dio vuole e Perfetti
sconosciuti.
Marco Giallini età e altezza
10. Marco Giallini è nato a
Roma, il 4 aprile 1963. L’attore è alto complessivamente
185 centimetri.
Il primo trailer
ufficiale di Wonder Woman 1984 ha
debuttato un paio di settimane fa in occasione del Brazilian Comic
Con, e adesso è arrivata online – grazie ad Empire
Magazine – una nuova immagine ufficiale del sequel in
arrivo a giugno del prossimo anno.
L’immagine ci mostra
Gal
Gadot nei panni della supereroina del titolo usare il
suo Lazo della Verità – che diventerà la sua arma primaria ora che
Diana non avrà più a disposizione la sua spada e il suo
scudo – per raggiungere la vetta di un centro commerciale.
Vi ricordiamo
che Wonder Woman 1984 uscirà
il 6 giugno 2020. Il film è stato definito
dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta
per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno
anche Chris Pine (volto del redidivo
Steve Trevor) e Pedro Pascal.
La scomparsa di Stan
Lee avvenuta a novembre dello scorso anno ha lasciato un
vuoto incolmabile nei cuori di tutti i fan dei fumetti Marvel e dei film del
MCU. Lo status di icona di Lee era divenuto ancora
più elevato dopo l’innumerevole quantità di cameo che hanno visto
protagonista “The Man” all’interno dell’Universo Cinematografico
Marvel.
Dal primo
X-Men del 2000 fino al più recente
Avengers: Endgame,Stan Lee è apparso in tutti i film basati sulle
storie degli eroi partoriti dalla sua fervida immaginazione,
prendendo parte alle numerose pellicole – non solo appartenenti al
MCU – sempre con grande entusiasmo.
A causa della sua scomparsa all’età
di 95 anni, Stan Lee non ha potuto prendere parte
a Spider-Man: Far From Home (anche se in
realtà la sua apparizione nel film non era prevista) e
da allora i fan non fanno altro che chiedersi se da ora in avanti i
Marvel Studios decideranno di sostituire i suoi
celebri cameo in qualche modo.
Ovviamente, non sarà così! In una
recente intervista Victoria Alonso, vicepresidente
esecutivo di produzione della Marvel, ha confermato che
Stan Lee e i suoi cameo non verranno mai
sostituiti. Queste le sue parole:
“Stan Lee era una leggenda
vivente. Non so a chi sia passato per la testa di sostituirlo o di
assumere un attore per interpretarlo o addirittura di ricrearlo
digitalmente. Stan Lee è insostituibile. Non ci proveremo mai. Era
una leggenda. Era ‘The Man’. Non proveremo mai a sostituire Stan
Lee.”
Stan Lee, che
cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel 1939, ha
contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti dei più
famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche il grande schermo.
Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil e
Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto ha riferito The Hollywood
Reporter. Gli ultimi anni di Stan
Lee sono stati di grande tumulto. Dopo la morte di
sua moglie Joan, che ha condiviso con lui un matrimonio lungo 69
anni, nel luglio del 2017, ha fatto causa alla POW! Entertainment
per una fronde da un miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola
avventura editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e
in seguito un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
Con il volgere al termine del 2019,
è giunto il momento di fare qualche bilancio, e anche quest’anno
numerose serie TV hanno conquistato le attenzioni
degli spettatori e della critica. Tanti sono infatti i prodotti che
hanno fatto parlare di sé, affermandosi per le loro storie, i loro
personaggi o le innovazioni stilistiche.
Tra i numerosi episodi che hanno
calcato gli schermi televisivi o le piattaforme streaming durante
questo 2019, molti si sono affermati come vere e proprie opere in
grado di rendere sempre più labile il confine tra cinema e
televisione, ma solo alcuni hanno saputo risplendere sopra tutti
gli altri, rendendosi memorabili durante quest’anno.
Ecco i 10 migliori episodi
delle serie TV del 2019.
Barry: “ronny/lily”
Diretto e interpretato da
Bill Hader, l’episodio ronny/lily della serie
Barry è un vero e proprio film di mezz’ora, che manifesta
un’incisiva deviazione rispetto a quanto fino a quel punto visto
nella serie. Per la sua magistrale regia, l’episodio rievoca i
primi lavori dei fratelli Coen, con quel pizzico di anarchia e
sensibilità a rendere il tutto particolarmente cupo e buffo, ricco
di risate ma anche di violenza scioccante.
Baskets: “Grandma’s Day”
Nella serie Baskets,
l’attore Zach Galifianakis interpreta ben due
personaggi differenti. Tuttavia l’episodio fondamentale della
quarta stagione, realizzata nel 2019, risulta
essere Grandma’s Day, che ha per protagonista il
personaggio di Christine Baskets, interpretata dall’attore
Louie Anderson. La puntata è incentrata su
Christine e sua nipote Crystal, le quali compiono un giro nella
città di Bakersfield riflettendo sulle origini della propria
famiglia. Grandma’s Day è ricco di umorismo, ma anche di
forte empatia e sensibilità.
Bojack Horseman: “Surprise”
Normalmente ad essere riconosciuti
della serie animata Bojack Horseman sono gli episodi dalle
tematiche più esistenzialiste o drammatiche. Nella nuova stagione,
invece, svetta la puntata intitolata “Surprise”, che
dimostra quanto sia possibile spingersi oltre con la farsa quando
si lavora nei confini dell’animazione. La puntata è particolarmente
brillante e innovativa nel mostrare i tentativi di Todd nel
pianificare un matrimonio per una coppia di suoi amici.
Broad City: “Stories”
Tra gli elementi di successo della
serie Broad City, vi è la chimica tra le due attrici
protagoniste: Abbi Jacobson e Ilana
Glazer. Il loro rapporto è perfettamente esaltato anche
nella puntata Stories, che nel raccontare il trentesimo
compleanno di Abbie in giro per Manhattan, segue in modo brillante
la grammatica dei social network e dello streaming, dando vita ad
un risultato divertente e originale.
David Makes Man: “David’s
Sky”
La serie di genere coming-of-age
David Makes Man ha conquistato in molti quando ha
debuttato nell’estate del 2019. Il primo episodio, David’s
Sky, presenta la vita del giovane quattordicenne protagonista
con una sensibilità rara, permettendo allo spettatore di vedere il
mondo attraverso i suoi occhi. La puntata si è rivelata
esteticamente ambiziosa, tanto da guadagnarsi le attenzioni di
molti e portando popolarità all’intera serie.
Documentary Now!: “Original Cast
Album: Co-Op”
Serie TV di genere mockumentary,
Documentary Now! vede tra i suoi ideatori l’attore
Bill Hader e il conduttore televisivo Seth
Meyers. Nell’episodio della terza stagione, Original
Cast Album: Co-Op, il cast di una sfortunata cooperativa
musicale di Broadway fanno di tutto per riuscire a registrare un
album basato sullo spettacolo. Dissacrante e particolarmente
comico, l’episodio è un vero gioiello di regia, scrittura e
interpretazioni.
Fleabag: “Episodio 1” della
seconda stagione
Tra le più apprezzate serie del
2019 vi è Fleabag, che ha per protagonista l’attrice
Phoebe Waller-Bridge. Nell’episodio 1 della
seconda stagione, Fleabag è costretta a partecipare ad una cena in
onore del fidanzamento ufficiale di suo padre con la sua madrina.
Durante la serata numerosi saranno gli eventi comici e bizzarri
pronti a verificarsi. L’episodio è così capace di dar vita a
numerosi momenti particolarmente comici, ma anche ad una tensione
non indifferente data dal rapporto tra i vari personaggi.
Ramy: “Cairo Cowboy”
Distribuita sulla piattaforma Hulu,
la serie Ramy è stata ideata da Ramy
Youssef, e segue le vicende di un americano di religione
mussulmana nel corso di un suo viaggio spirituale. Nell’ultimo
episodio della prima stagione, Cairo Cowboy, Ramy decide
di fare visita a suo nonno, intraprendendo così un viaggio nella
sua direzione. L’episodio, girato in Egitto in condizioni
evidentemente complicate, è un affascinante esplorazione delle
origini di una famiglia, trattata con tatto e umorismo.
Tuca & Bertie: “I laghi di
gelatina”
Nonostante sia stata cancellata
dopo solo una stagione, la serie animata NetflixTuca & Bertie ha trovato
l’apprezzamento di critica e pubblico, che ne hanno apprezzato lo
stile simile a Bojack Horseman, con il quale condivide i
produttori. Nel penultimo episodio della serie, I laghi di
gelatina, le due protagoniste raggiungono i suddetti laghi
dopo un improvvisato viaggio di riappacificazione. Qui tuttavia
Bertie sarà costretta a fare i conti con una brutta esperienza
della sua infanzia. L’episodio ha, come tutti gli altri, una
comicità particolarmente brillante, ma non si tira indietro nel
narrare anche eventi tutt’altro che piacevoli.
Watchmen: “Una leggera paura dei
fulmini”
Watchmen è la serie TV che più di ogni altra ha
conquistato le attenzioni di critica e pubblico nel corso di
quest’anno. Ispirata all’omonima graphic novel di Alan
Moore, la storia si pone come un vero e proprio sequel a
quanto lì raccontato, portando avanti la storia, rendendola
particolarmente aderente all’attuale contesto sociale degli Stati
Uniti. Uno degli episodi più apprezzati è stato Una leggera paura dei
fulmini, che propone un focus sul personaggio di Wade,
interpretato dall’attore Tim Blake Nelson. A
partire da qui iniziano a svelarsi molti degli interrogativi posti
nei primi episodi della stagione.
Lo scorso weekend, il regista
James Wan ha celebrato un anno dall’uscita di
Aquaman,
il cinecomic che grazie ai suoi incredibili incassi al box office è
diventato uno dei più grande successi nella storia della DC
Films.
Wan ha celebrato l’anniversario
della sua prima incursione nel mondo dei cinecomic – incursione che
ha fruttato 335 milioni di dollari soltanto negli Stati Uniti e ben
1,14 miliardi di dollari in tutto il mondo – con una serie di
scatti inediti dal backstage del film, opera dello stesso
regista.
Su Instagram, Wan ha scritto: “Buon
anniversario Aquaman. Non riesco a credere che il tempo voli così
in fretta. Ecco alcuni dei miei scatti personali realizzati sul set
del film. Chi è già pronto per il prossimo capitolo?”
Le immagini hanno come protagonisti
Jason Momoa (Arthur Curry/Aquaman),
Patrick Wilson (Orm/Ocean Master), Yahya
Abdul-Mateen II (David Kane/Black Manta), Kekoa
Kekumano (Arthur Curry a 16 anni), Ludi
Lin (Captain Murk), Michael Beach (Jesse
Kane) e Willem Dafoe (Nuidis Vulko).
Potete vedere tutti gli scatti inediti di seguito:
Vi ricordiamo che Aquaman
2 uscirà al cinema il 16
dicembre 2022. Lo studio ha annunciato ufficialmente il
sequel del film con Jason
Momoa all’inizio di questo mese, confermando
che David Leslie
Johnson-McGoldrick scriverà la sceneggiatura.
Attualmente l’incasso del film lo
ha fatto classificare al 20° posto della classifica mondiale di
tutti i tempi. Johns-McGoldrick ha
collaborato con Will Beall alla
sceneggiatura. Johnson-McGoldrick ha
iniziato a lavorare sulla sceneggiatura tre anni fa dopo aver letto
i fumetti di Aquaman mentre era sul set
di The Conjuring 2 di Wan.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE IMPORTANTI SPOILER
SUL FILM
In Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker ci viene rivelato che
Rey è la nipote dell’Imperatore Palpatine e che il Sith aveva
incaricato i suoi uomini di ucciderla quando era solo una bambina
per assicurarsi che la piccola, una volta cresciuta, non avesse
sviluppato i suoi poteri e non fosse così diventata più potente di
lui.
Si tratta di una rivelazione
decisamente inattesa, soprattutto in riferimento al fatto che ne
Gli Ultimi Jedi di Rian
Johnson veniva specificato che i genitori di Rey non
erano “nessuno”, ma soltanto degli “sporchi fabbricanti di
rottami”.
Una rivelazione che ha sicuramente
rovesciato in maniera sorprendente la trama del capitolo finale
della Saga degli Skywalker e il che regista del film J.J.
Abrams ha avuto modo di spiegare in una recente
intervista con Vanity Fair. A
proposito della scelta delle origini di Rey e del suo legame con
Palpatine, Abrams ha dichiarato:
“Uno dei temi del film è che
tutti possono essere chi vogliono indipendentemente dal luogo dal
quale provengono. Non so se questo è un qualcosa con il quale tutti
si possono identificare, ma credo che ci siano alcune persone che
apprezzano quest’idea di non venire da un luogo o da una situazione
di cui si è particolarmente entusiasti o orgogliosi.”
Il regista ha poi aggiunto: “Per
quanto possa comprendere quanto sia devastante essere la figlia di
‘nessuno’, per me ciò che poteva essere ancora più doloroso e
scioccante era l’idea di provenire dal peggiore dei luoghi. Quella
cosa che tu senti dentro di te, che ti sta perseguitando… e se
fosse quello il tuo destino? L’idea che ci siano cose più potenti
del sangue, come dice Luke. Tutte queste sensazioni erano davvero
importanti per noi da trasmettere.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
Guarda il trailer ufficiale di
LUPIN III
– The First, il film che porterà per la prima
volta al cinema in Computer Grafica, il ladro gentiluomo che ha
rubato il cuore di milioni e milioni di fan in tutto il mondo,
diventando un vero cult dell’animazione.
Con LUPIN
III – The First, ritorna l’incorreggibile personaggio
creato dalla matita di Monkey Punch in una nuova, scoppiettante e
adrenalinica avventura in giro per il mondo, da Parigi al Brasile,
inseguito, come sempre, dall’ostinato Ispettore Zenigata.
Insieme a lui i fedeli compagni di sempre Goemon, Jigen e la bella
e scaltra Fujiko. Per tutti loro, un vero e proprio ritorno in
grande stile, dal momento che nella versione italiana del film, i
personaggi saranno doppiati dalle voci storiche della serie animata
che ha accompagnato varie generazioni. Diretto da Takashi
Yamazaki (Doraemon- Il film,Dragon Guest:
Your Story) LUPIN III – The First arriverà
nelle sale italiane dal 27 febbraio distribuitodaAnime Factory, etichetta di
proprietà di Koch Media.
Lupin III ritorna in una colossale
rapina in giro per il mondo per rubare il misterioso Diario di
Bresson: l’unico oggetto che suo nonno non è stato in grado di
trafugare. Il Diario racchiuderebbe oscuri segreti di grandissimo
interesse anche per una malvagia organizzazione contro cui Lupin,
Jigen, Goemon, Fujiko e perfino Zenigata, dovranno scontrarsi per
impossessarsi delle enigmatiche memorie di Bresson. Da Parigi al
Brasile, Lupin e la sua banda, insieme alla loro nuova complice
Laetitia, una giovane aspirante archeologa, vivranno un’epica
avventura mai vista prima!
Nonostante Black
Panther sia riuscito a mettere d’accordo tanto la
critica quanto il pubblico, giocando un ruolo di assoluto rilievo
nella rappresentazione della cultura afroamericana e diventando il
primo cinecomic della storia ad essere candidato all’Oscar per il
miglior film, non tutti sembrano aver apprezzato la pellicola di
Ryan Coogler.
Proprio quando la polemica tra
Martin
Scorsese e i Marvel Studios sembrava
stesse diventando un lontano ricordo, ecco che arrivano le nuove
dichiarazioni di un altro grande maestro della settima arte a
portare nuovamente l’attenzione sull’acceso dibattito. Stiamo
parlando di Terry Gilliam, che in una lunga
intervista concessa a Indiewire (via
ScreenRant) ha
etichettato il cinecomic come ipocritca e portatore di un messaggio
molto pericoloso.
“Ho odiato Black Panther”,
ha dichiarato Terry Gilliam. “Mi ha fatto
arrabbiare. Trasmette ai giovani di colore l’idea che quello che
vediamo nel film sia qualcosa in cui credere. È una str*****a! Una
colossale str*****a! Penso che le persone che lo hanno realizzato
non siano mai state in Africa. Magari sono andate lì e hanno preso
spunto per le loro scenografie e i loro costumi. Ho odiato il film,
soprattutto per l’attenzione che i media gli hanno
riservato.”
Le dichiarazioni di Gilliam su
Black Panther arrivano in un momento
estremamente delicato in cui gran parte dell’industria
cinematografica internazionale si è schierata contro i film Marvel,
ponendo sotto accusa il predominio dei cinecomic a discapito delle
opere degli autori e dei registi indipendenti.
Nel corso della medesima intervista
Terry Gilliam ha commentato duramente anche la
narrativa nei film Marvel, sostenendo che pellicole del genere
eliminano totalmente l’elemento gravità rendendo tutto possibile.
Il regista ha spiegato: “Sono i limiti che rendono la vita
interessante. Il tuo costume va in fiamme, allora ne ottieni subito
un altro perché sei Tony Stark. Non mi piace che dominino così
tanto.”
Successo planetario capace di
incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con
il maggior risultato domestico di sempre secondo solo
ad Avengers: Endgame e vincitore di
tre premi Oscar, Black
Panther tornerà con un nuovo capitolo
– Black Panther 2 – inserito
nella Fase 5 del MCU, come confermato da Kevin Feige.
Ryan Coogler è
stato confermato a capo del sequel per
il quale curerà sia regia che sceneggiatura. Intervistato da
Indiewire, il filmaker americano ha confessato di non sentire
alcuna pressione per questo nuovo progetto e spiegato cosa intende
raggiungere con la prossima avventura di T’Challa:
“Credo che la pressione sarà
sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre
lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di
pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma
qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non
ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto,
quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di
concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo
alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia
che abbia un qualche tipo di significato.“
Nonostante abbia giocato un ruolo
piccolo ma cruciale in Avengers: Endgame, l’impatto
del personaggio di Captain Marvel nella battaglia
finale del film di Anthony e Joe
Russo è stato di innegabile risonanza. Durante la scena in
questione, infatti, Carol Danvers abbatte la nave di Thanos e assembla la A-Force, un incredibile gruppo di
supereroine che i fan non vedono l’ora di rivedere sul grande
schermo.
Adesso, l’artista Andy
Park che ha lavorato al film dei Marvel Studios ha
condiviso una concept art inedita della pellicola che ci mostra
Captain Marvel entrare in azione con il suo
celebre elmetto; una versione completamente diversa rispetto al
look sfoggiato dal personaggio nel cinecomic campione
d’incassi.
“Ecco l’elmetto di Captain
Marvel che ho realizzato e che doveva finire in Avengers:
Endgame”, ha speigato Park su Twitter. “I fratelli Russo volevano
qualcosa di molto diverso rispetto al look che il personaggio aveva
mostrato nel suo film in solitaria, in modo da rendere palese che
era trascorso del tempo. Mi sono divertito molto ad inventare
questo look”.
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di
James Cameron.
Da quando The
Suicide Squad è stato annunciato, molti fan
continuano a chiedersi se il film che James
Gunn scriverà e dirigerà per conto della Warner Bros.
sarà un sequel della pellicola di David Ayer
uscita nelle sale nel 2016 o se sarà a tutti gli effetti un riavvio
cinematografico dei personaggi dei fumetti.
Adesso, a chiarire una volta per
tutte la natura del nuovo progetto dedicato alla Squadra Suicida
affidato alle mani del “papà” di Guardiani della
Galassia, è stato lo stesso David Ayer
attraverso il suo account Twitter: il regista
ha infatti risposto ad alcune domande dei fan proprio in merito al
film che arriverà al cinema nel 2021.
Ayer ha specificato che The
Suicide Squad“non è un sequel, ma una
reinvenzione. James Gunn farà un lavoro eccezionale, da assoluto
fuoriclasse quale è. Sto incoraggiando il progetto in ogni sua
fase. Alcuni elementi e personaggi del mio film verranno usati, ma
James Gunn sta reinventando l’universo. Tutti riconoscono l’immenso
potenziale di questo franchise.”
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squadcomprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
01 Distribution ha diffuso
il trailer ufficiale di 1917,
il nuovo film di Sam Mendes, in uscita in Italia
il prossimo 23 gennaio.
Sam Mendes, il regista premio
Oscar® di Skyfall, Spectre e American Beauty, porta al cinema la
sua singolare visione dell’anno cruciale della prima guerra
mondiale, il 1917, ed ottiene le nomination per MIGLIOR
FILM, MIGLIOR REGIA e MIGLIOR COLONNA
SONORA ai GOLDEN GLOBE 2020.
La trama di 1917
Al culmine della prima guerra
mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield
(George
MacKay di Captain Fantastic) e Blake (Dean-Charles
Chapman di Game of Thrones) ricevono una missione
apparentemente impossibile. In una corsa contro il tempo, devono
attraversare il territorio nemico e consegnare un messaggio che
arresterà un attacco mortale contro centinaia di soldati, tra cui
il fratello di Blake.
1917
è diretto da Sam Mendes, che ha scritto la sceneggiatura con Krysty
Wilson-Cairns (Penny Dreadful di Showtime). Il film è prodotto da
Mendes e Pippa Harris (Revolutionary Road, Away We Go) per le loro
produzioni Neal Street, Jayne-Ann Tenggren (produttore associato,
Spectre), Callum McDougall (produttore esecutivo, Mary Poppins
Returns, Skyfall) e Brian Oliver (Rocketman, Black Swan).
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker è arrivato in sala lo scorso 18
dicembre, e come tutti i capitoli della saga, soprattutto quelli
usciti di recente, nasconde moltissimi riferimenti, citazioni,
cameo e segreti, le cosiddette Easter
Eggs, che impreziosiscono la visione del film per tutti i fan
che sanno coglierli.
Per chi invece fosse più distratto o
magari non fosse così appassionato della saga, ecco un compendio di
Easter Eggs di Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker:
1Dopo tutto Anakin Skywalker avrebbe
potuto salvare Padmé
C’è
un affascinante parallelo tra la risurrezione di Rey a opera di Ben
Solo in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker
e il desiderio di Anakin Skywalker di mantenere in vita la sua
amata Padmé in Star Wars: Episodio III – La Vendetta
dei Sith. In quest’ultimo caso, Palpatine sedusse
Anakin portandolo al lato oscuro, promettendo che questo era
l’unico modo per vincere la morte. Le azioni di Ben dimostrano che
Palpatine stava mentendo, perché è attraverso il lato chiaro che è
in grado di usare il potere di Guarigione della Forza e offrire la
propria vita per salvare Rey. Naturalmente, questo evidenzia anche
il contrasto tra il vero amore di Ben per Rey e la relazione
ossessiva e possessiva di Anakin con Padmé; Anakin sarebbe stato
incapace di sacrificarsi, troppo consumato dall’ego e dal
desiderio.
Il primo trailer di
Tenet, prossimo film di Christopher Nolan, ci ha regalato
un piccolo e parziale sguardo a quello che sarà l’ambizioso
progetto con protagonista John David Washington.
Naturalmente, com’è prassi del regista britannico, la trama del
film è tenuta sotto il più stretto riserbo, e anche l’uscita del
trailer non ha dato molto materiale su cui ragionare.
In prima battuta, sembrava che il
film potesse essere una storia d’amore, argomento insolito per
Nolan, poi però si è fatta avanti prepotentemente l’idea che si
potesse trattare di un film che si ricollegasse in qualche modo
all’universo distorto di Inception.
Tuttavia, qualche indizio, sempre
alla luce del trailer del film, può darcelo il titolo,
Tenet.
Il significato di tale titolo non è chiaro e non ci sono
dichiarazioni specifiche di Nolan in merito, né ce ne aspettiamo
prima dell’uscita in sala del film, nell’estate 2020. Tuttavia si
possono fare delle congetture legate al suo significato, per
rintracciare al suo interno elementi della trama.
TENET, il Quadrato Magico SATOR
La parola TENET
costituisce il centro del Quadrato Magico SATOR, una iscrizione
misteriosa, ricorrente in reperti archeologici ma anche in
costruzioni cristiane, sotto forma di incisione o graffito. Il
quadrato in questione rappresenta la combinazione di lettere, 5×5,
in cui cinque parole formano una frase palindroma. Si tratta di
SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS, disposte in questo modo:
Lette da sinistra a destra e
dall’alto in basso, oppure da destra verso sinistra e dal basso
verso l’altro, le parole non cambiano di significato, e lo schema,
presentato come nell’immagine, vede la parola TENET a fare da
cuore a questo mistico gioco di lettere e forma una croce
palindromica.
Il significato
letterale, ammesso che si tratti di parole latine, si riferisce
a metafore religiose mutuate dalla vita dei campi:
Iddio (SATOR, il creatore) – domina e regge (TENET) – le opere
del creato (ROTAS OPERA) e quanto la terra produce (AREPO,
aratro).
Il seminatore (SATOR) sul suo carro (AREPO è parola di origine
celtica il cui significato è simile a carro) dirige (TENET) con
perizia (OPERA) le ruote (ROTAS, qui le ruote stanno a significare
le orbite dei corpi celesti).
Il Seminatore (Dio creatore) Areopago (che giudica) dirige con
cura le ruote (le sfere celesti e le orbite dei pianeti)
Ascrivere però questo quadrato
magico ad un contesto religioso cristiano, come sembra derivare
dalle traduzioni più accreditate, sembra impreciso, dal momento che
tale iscrizione è stata rinvenuta non solo, ad esempio, a Pompei,
ma anche in Mesopotania, addirittura, per cui sembra più
ascrivibile ad una simbologia arcaica cabalistica.
La simbologia Templare
L’impronta cristiana è stata
affibbiata al Quadrato magico in quanto l’iscrizione si trova in
moltissimi siti che furono luoghi di culto e di riunione dei
cavalieri Templari, tanto che proprio la croce palindroma di TENET
ha la forma simmetrica di una croce templare. In più, le parole,
scritte in una data sequenza, formano PATER NOSTER, con una A e una
O che “avanzano” ad indicare l’alpha e l’omega, il principio e la
fine, proprio quello che Cristo/Dio rappresenta per la fede
cristiana “protetta” dai Templari:
Le interpretazioni e i significati
del Quadrato Magico SATOR sono numerosissime, nessuno però migliore
o più attendibile dell’altro, dal momento che si tratta di un
simbolo che si radica a fondo nella Storia dell’uomo, dai più
recenti ritrovamenti alle sue variazioni numeriche alle versioni
“gemelle” sparse in tutto il mondo, dalla Cina Imperiale alle
tavole che si trovano sulle pareti della Sagrada Familia a
Barcellona.
TENET sarà una “questione di
tempo”
Tornando al TENET a cui si
riferisce Nolan, siamo di fronte ad una parola palindroma che
rappresenta il cuore simbolico del quadrato. Stando poi a ciò che
vediamo nel trailer, sembra che la parola bifronte stia ad indicare
la non linearità dello scorrere del tempo. Negli ultimi secondi del
video, infatti, vediamo che i due protagonisti (Washington e
Robert Pattinson) dicono di trovarsi in una
situazione che non è ancora avvenuta.
Dopo il tempo che si riavvolge in
Memento, il tempo che si
dilata e si inspessisce su più piani narrativi in
Inception, il tempo che si contrae e si
espande in Interstellar, il tempo di aria,
mare e terra in Dunkirk, ancora una volta
Christopher
Nolan sembra intenzionato a giocare con la dimensione,
rendendola questa volta “bifronte”.
Il tempo e la sua variabilità,
ancora una volta, saranno quasi certamente il cuore del film di
Nolan, il perno intorno a cui ruoterà la sua nuova e complessa
architettura narrativa. Uno scorrere non lineare, né circolare, ma
a doppia direzione, proprio come il suo titolo, il palindromo
Tenet.
In attesa dell’arrivo nelle sale di
Black Widow, è arrivato il
momento di passare in rassegna tutti i migliori villain che sono
stati affrontati da Vedova Nera nel
MCU. Il personaggio interpretato da
Scarlett Johansson è apparso
regolarmente sul grande schermo a partire da Iron Man 2, film
in cui Natasha Romanoff è stata introdotta al grande pubblico come
assistente personale di Tony Stark, prima di rivelare la sua
identità segreta di abile spia sovietica.
Nel MCU, Vedova Nera è stata
protagonista di innumerevoli combattimenti e battaglie. Di seguito
ecco una classifica dei miglior villain che Natasha ha dovuto
affrontare, in attesa della sua prima avventura in solitaria:
1Thanos (Avengers: Endgame)
Dopo aver visto la testa di Thanos staccarsi
all’inizio di Endgame, sapevamo che da quel momento
avremmo visto una versione più giovane del Titano Pazzo,
soprattutto a causa del viaggio nel tempo al centro della storia.
Tuttavia, ciò che nessuno si aspettava era quanto in realtà
questa precedente versione fosse diversa.
A
questo punto, il raggiungimento del suo obiettivo deve ancora
compiersi. Durante tutto il film è arrabbiato e si scaglia contro
ogni membro della squadra dei Vendicatori, con l’obiettivo di
uccidere tutti colo che aveva mancato anni prima. Nel film vediamo
quanto sia incredibile quando lotta, e quanto appaia ancora più
forte con una spada rispetto a quando si serve delle Gemme
dell’Infinito. Josh Brolin è supero e anche se alla fine muore,
speriamo tutti che possa ancora apparire nel futuro del
MCU.
Nella Fase 5 del
MCU, vedremo molti film
dell’Universo Cinematografico Marvel che sono già stati annunciati.
Anche se non sappiamo ancora molto circa le trame e il cast di
questi titoli, è stato confermato che il loro debutto avverrà nelle
sale di tutto il mondo tra il 2022 e il 2023.
A partire dal 2021, i Marvel
Studios hanno confermato l’uscita di quattro film del
MCU all’anno, con l’aggiunta di ben tre serie collegate
all’Universo Cinematografico che ogni anno debutteranno su Disney+.
Cominciamo a farci un’idea dei
possibili film della Fase 5 del
MCU che arriveranno tra il 2022 e il 2023,
ipotizzando una serie di possibili date di uscita:
123 Novembre 2023: Nova
Per
concludere, questa è la data in cui i Marvel Studios potrebbero
finalmente decidere di portare al cinema il tanto chiacchierato
film dedicato a Nova. Già a partire dal 2017, Kevin Feige aveva
dichiarato che il personaggio di Nova aveva tutte le carte in
regola ed il potenziale per apparire nel MCU.
La
storia delle origini di Nova risale alla distruzione di Xandar:
quindi, perché la Marvel non dovrebbe chiudere la Fase 5
collegandosi direttamente con la fine della Fase 3? Inoltre, un
film interamente dedicato a Sam Alexander potrebbe riempire il
vuoto lasciato da Spider-Man.
Tutti sappiamo che inizialmente
Ant-Man doveva essere diretto da
Edgar Wright e tutti sono più o meno consapevoli
che forse, sotto l’ediga del regista della “Trilogia del Cornetto”
e di Baby Driver, il cinecomic con Paul
Rudd nei panni di Scott Lang sarebbe potuto essere
molto diverso.
Nonostante il film di Peyton
Reed sia stato accolto molto bene da pubblico e critica,
diversi fan continuano a pensare alla versione di
Ant-Man firmata da Edgar
Wright sulla quale – in realtà – non sono mai emersi molti
dettagli. Adesso, una serie di nuovi concept del film emersi online
nelle ultime ore, potrebbero aver svelato qualche dettaglio in più
sulla prima versione del film arrivato nelle sale nel 2015.
Non è chiaro chi fosse al comando
del progetto quando i concept sono stati commissionati, ma gli
stessi rivelano che nella pellicola avrebbe dovuto fare il suo
ritorno il dottor Arnim Zola interpretato da
Toby Jones e apparso in Captain America: Il
primo vendicatore e Captain America: The Winter
Soldier. I concept rivelano inoltre una versione
alternativa della scena della morte di
Yellowjacket e un look alternativo per i
costumi di Scott Lang e Janet Van Dyne.
I Marvel Studios sono al lavoro su
Ant-Man 3 con Peyton
Reed che tornerà dietro la macchina da presa dopo aver
diretto i primi due capitoli del franchise. Ovviamente è atteso nei
panni di Scott Lang Paul Rudd, qui alla sua quinta
partecipazione nell’universo cinematografico di Kevin Feige, mentre si ipotizza che
anche Evangeline
Lilly e Michael Douglas vestano
ancora i panni di Hope Van Dyne aka Wasp e Hank Pym.
Non abbiamo ancora dettagli
ufficiali sulla data di uscita del film, ma diverse fonti
sostengono che il piano è quello di iniziare le riprese alla fine
del 2020 o all’inizio del 2021 uscendo poi nelle sale nel 2022 dopo
Doctor Strange in The Multiverse of
Madness e Thor: Love and
Thunder.
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
L’uscita del capitolo finale della
saga degli Skywalker ha riportato alla luce la Profezia del
Prescelto nell’universo di Star
Wars. Non che il film ne faccia menzione, tuttavia è innegabile
che, alla luce di ciò che avviene nel film di J.J.
Abrams, si possa dare alla misteriosa e imprecisa profezia
un nuovo valore.
E proprio a questo deve aver pensato
Pino Nista, fan di Star Wars News, che
ha esposto la sua teoria di lettura della profezia, accostando,
senza neanche troppa fatica, la metafora cristologica ai personaggi
di Star Wars. Ecco cosa scrive l’attendo fan della saga:
“Il Prescelto è e resterà sempre
Anakin Skywalker. Non si discute. In Episodio IX la sua discendenza
ha soltanto ampliato il concetto di Prescelto. Il suo sangue e i
suoi figli, il suo stesso nipote ascendono in questo film. Portano
la questione su un altro livello, un livello altissimo. Lui da
Prescelto decise di uccidere Palpatine, ma la sua discendenza fa
qualcosa di più importante: gli Skywalker decidono di salvare una
Palpatine. E’ il concetto cristiano di amare il prossimo, anche il
proprio nemico quello alla base della pellicola e qui si esprime a
livelli massimi. Luke, da un certo punto di vista, pur sapendo chi
è realmente Rey è disposto ad addestrarla ancora, persino Leia
l’addestra. Ben Solo addirittura fa qualcosa che eleva del tutto il
significato degli “Skywalker”: dà la sua vita per una Palpatine. E
questa è la chiave del tutto, la chiave della saga. Rey ha compreso
l’importanza unica dei loro sacrifici e scegliendo di essere una
Skywalker dà ancora più valore a tutta la loro esistenza.”
In questo modo, così come Padme, sul
letto di morte, aveva dichiarato che c’era ancora del buono in
Anakin, così anche gli Skywalker, Luke e Leia che addestrano Rey,
Ben Solo che le salva la vita, vedono che c’è del buono in una
Palpatine. Certo, la mitologia di Star Wars ha una
certa ciclicità che si ripropone sempre e con costanza, tuttavia il
film in sala ci dà anche un senso soddisfacente di conclusione e
fine. Almeno fino al prossimo episodio!
Lucasfilm e il regista J.J. Abrams
uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in
un epico viaggio verso una galassia lontana lontana
con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende Carrie
Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar
Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E.
Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
No Time to
Die, il nuovo capitolo della saga di James
Bond in arrivo nelle sale il prossimo anno, segnerà l’ultima
apparizione cinematografica di Daniel Craig nei panni dell’iconico
agente segreto. In diverse occasioni, infatti, l’attore britannico
ha confermato che il venticinquesimo episodio di una della saga più
longeve della storia del cinema rappresenterà la sua ultima volta
sul grande schermo come 007.
Adesso, in una nuova intervista con
Empire Magazine, che
proprio a No Time to Die ha dedicato la
copertina del suo prossimo numero, Daniel Craig ha
spiegato i motivi che lo hanno spinto ad accettare di tornare nei
panni di James Bond per l’ultima volta, dal momento che il ritiro
dell’attore dal franchise era già atteso nel 2015, ai tempi
dell’uscita nelle sale di Spectre.
“Se avessi lasciato il franchise
dopo Spectre, il mondo sarebbe andato tranquillamente avanti e io
mi sarei sentito comunque soddisfatto”, ha spiegato Craig.
“Eppure, sembrava che avessimo bisogno di finire qualcosa. Se
avessi lasciato il franchise dopo Spectre, sono certo che una
vocina nella mia testa avrebbe continuato a dire: ‘Vorrei averne
fatto ancora un altro’.”
Daniel Craig ha poi
spiegato che aveva una sua idea di come la storia di Bond dovesse
proseguire, soprattutto per via dei tanti collegamenti presenti
all’interno dei film della saga nei quali ha recitato: “Ho
sempre avuto una sorta di idea segreta su tutta la storia e in che
direzione mi sarebbe piaciuto portarla”, ha spiegato l’attore.
Craig ha poi aggiunto che, dal suo punto di vista, No
Time to Die renderà giustizia al personaggio e
all’arco narrativo che lo ha visto protagonista, cosa che invece
non era riuscita a fare Spectre.
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica
dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere
viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio
amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Virgin River 2 è l’annunciata
seconda stagione della serie
Originale NetflixVirgin
Riverbasata sui romanzi di
Virgin River di Robyn Carr. La
prima stagione è stata presentata in anteprima su
Netflix il 6 dicembre 2019. A dicembre 2019, la
serie è stata rinnovata per una seconda stagione di 10 episodi.
Virgin River 2: quando esce e dove vederla in streaming
La seconda stagione di
Virgin
River è attesa per il debutto il 27 novembre
2020, e sarà in esclusiva su Netflix. dunque sarà possibile vedere
Virgin River 2 in streaming in tutti i paese dove il servizio è
attivo.
La trama e il cast di Virgin River 2
Virgin
River segue Melinda “Mel” Monroe, che risponde a una
pubblicità per lavorare come infermiera praticante nella remota
città californiana di Virgin River pensando che sarà il luogo
perfetto per ricominciare da capo e lasciarsi alle spalle i suoi
dolorosi ricordi. Ma presto scopre che la vita in una piccola città
non è così semplice come si aspettava e che deve imparare a guarire
se stessa prima di poter davvero rendere Virgin River la sua casa.
“
In Virgin River 2
ritorneranno i protagonisti
Alexandra Breckenridge nel ruolo di Melinda “Mel”
Monroe, un’infermiera praticante che si è recentemente trasferita a
Virgin River; Martin Henderson nei panni di Jack
Sheridan, proprietario di un bar di un ristorante locale ed ex
Marine degli Stati Uniti che soffre di PTSD; Colin
Lawrence nei panni di John “Preacher” Middleton, un caro
amico americano di Jack che lavora come chef al Jack’s Bar;
Jenny Cooper nel ruolo di Joey Barnes, la sorella
maggiore di Melinda; Lauren Hammersley nel ruolo
di Charmaine Roberts, amica di Jack con benefici; Annette
O’Toole nel ruolo di Hope McCrea, il sindaco di Virgin
River e Tim Matheson nel ruolo di
Vernon “Doc” Mullins, MD, il medico locale.
Nei ruoli ricorrenti ritroveremo
Daniel Gillies nel ruolo di Mark Monroe, il marito
defunto di Mel. Benjamin Hollingsworth nei panni
di Dan Brady, un collega veterano più giovane che ha prestato
servizio nei Marines statunitensi con Jack e sta lottando per
riadattarsi alla vita civile. Grayson Gurnsey nei
panni di Ricky, un giovane che lavora al Jack’s Bar e che vuole
unirsi ai Marines statunitensi. David Cubitt è
Calvin, l’uomo che gestisce la fattoria illegale dall’altra parte
del Virgin River. Lexa Doig nel ruolo di Paige
Lassiter / Michelle Logan, proprietaria di un camion da forno
chiamato “Paige’s Bakeaway” e Ian Tracey è Jimmy,
il braccio destro di Calvin.
Virgin River 2: trailer della nuova
stagione
Le foto della nuova stagione
1 di 8
Gli episodi di Virgin River 2
Episode 2.01 – New Beginnings
Episode 2.02 – Taken by Surprise
Episode 2.03 – The Morning After
Episode 2.04 – Rumer Has It
Episode 2.05 – Can’t Let Go
Episode 2.06 – Out of the Past
Episode 2.07 – Breaking Point
Episode 2.08 – Blindspots
Episode 2.09 – Hazards Ahead
Episode 2.10 – Blown Away