Sviscerata la versione
home video di Avengers: Endgame e messi alla
luce tutti i segreti, o quasi, dal backstage del film, cominciano
ad arrivare i primi remake dei fan del film dei Fratelli
Russo. Di seguito potete vedere cosa sarebbe accaduto se
la locomotiva Thomas, protagonista di una famosa serie di libri per
bambini, avesse avuto gli stessi poteri della nostra amata
Captain Marvel.
Ecco l’esilarante video comparso
sull’account Twitter di C. Robert
Cargill:
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Il carisma dei personaggi
Marvel ha molto
influenzato il successo del singolo, ma è innegabile che i momenti
migliori del MCU sono quelli legati alle relazioni che legano
questi personaggi tra loro. È incredibilmente divertente vedere
questi individui così straordinari e potenti, combattere, scherzare
e condividere lo stesso mondo fianco a fianco. E proprio per questo
profondo grado di condivisione, ecco che vi raccontiamo quali sono
le migliori coppie di BFF, ovvero migliori amici
del Marvel Cinematic Universe.
1STEVE ROGER E BUCKY BARNES
Anche se è stato commovente vedere Steve
Rogers conquistare il suo lieto fine con Peggy Carter, è un po’
triste che abbia dovuto dire addio al suo migliore amico, Bucky.
Anche Steve e Sam Wilson condividono un’amicizia molto solida, ma
Steve e Bucky hanno vissuto molto di più insieme. Da prima che
Steve diventasse un super soldato, questi due si cercavano l’un
l’altro, si conoscevano e si proteggevano a vicenda. Sebbene uno
sfortunato lavaggio del cervello li abbia resi nemici per un po’,
Steve non ha mai rinunciato a Bucky e lo ha aiutato a fuggire dal
suo oscuro passato. È chiaro che questi due farebbero qualsiasi
cosa l’uno per l’altro.
Ecco il primo trailer
italiano di Zombieland –
Doppio Colpo, sequel che arriverà nelle sale
dieci anni dopo l’originale cult diretto da Ruben
Fleischer.
Le riprese del film sono
iniziate lo scorso gennaio Los Angeles, mentre la trama – ancora
avvolta nel mistero – dovrebbe riprendere le sorti dei quattro
protagonisti (Columbus, Tallhassee, Witchita e Little Rock) che
oggi vivono in un mondo in cui l’apocalisse zombie si è
evoluta.
Vi ricordiamo che Zombieland –
Doppio Colpovede ancora alla
regia Fleischer mentre Jesse
Eisenberg, Woody
Harrelson, Emma
Stone e Abigail
Breslin riprendono i rispettivi ruoli del film
originale. Nel cast anche Zoey
Deutch, Bill
Murray e Dan Aykroyd.
L’uscita nelle sale è fissata ad
ottobre 2019 mentre la sceneggiatura è stata firmata da Dave
Callaham (Godzilla, Wonder Woman 1984) con Paul Wernick e
Rhett Reese (Deadpool, Deadpool 2). Nel cast
anche Zoey Deutch, Bill
Murray e Dan Aykroyd.
Adler Entertainment ha diffuso il
trailer e il poster italiani di E poi c’è
Katherine, il film di Nisha Ganatra che
arriva al cinema dal 12 settembre, interpretato da Emma
Thompson, Mindy Kaling, Max Casella, Hugh Dancy, John Lithgow,
Denis O’Hare, Reid Scott e Amy Ryan.
La sinossi di E poi c’è Katherine
Katherine Newbury è
una conduttrice pionieristica e leggendaria nel circuito dei talk
show di tarda notte. Quando viene accusata di essere una “donna che
odia le donne”, mette in atto delle azioni precise e Molly viene
assunta come l’unica donna nella stanza degli scrittori maschili di
Katherine. Ma Molly potrebbe essere arrivata un po’ in ritardo,
dato che la formidabile Katherine affronta anche la realtà dei
bassi ascolti e un’azienda che vuole comunque sostituirla. Molly,
volendo dimostrare che non è stata assunta semplicemente perché
donna, è determinata ad aiutare Katherine rivitalizzando il suo
spettacolo e la sua carriera, e forse effettuando anche cambiamenti
più grandi allo stesso tempo.
l Premio SIAE,
assegnato ogni anno nel quadro delle Giornate degli Autori, va
quest’anno a Marco Bellocchio che raccoglie il
testimone di Mario Martone, premiato nel 2018.
La motivazione del premio, che sarà
consegnato alle 17.30 del 2 settembre alla Villa degli
Autori, spiega: «Con questo riconoscimento la
Società Italiana degli Autori ed Editori saluta,
all’indomani dell’unanime consenso per il suo ultimo film ‘Il
Traditore’, Marco Bellocchio, figura unica di regista,
intellettuale e organizzatore culturale, uomo di cinema che ha
sempre saputo connotare con una cifra originale e personale la sua
arte. Il suo lavoro riflette un pensiero di respiro internazionale
erede di una riflessione politica e storica che ha radici nella
migliore cultura italiana. Ribelle lucido e osservatore critico,
viaggiatore curioso e testimone del suo tempo, Marco Bellocchio sa
coniugare l’analisi introspettiva di sé con quella di una nazione,
senza fare sconti all’individuo e alla società civile, ma indicando
una consapevolezza che contrasta, ieri come oggi, ogni tipo di
conformismo. Il riconoscimento gli viene assegnato in un anno
importante della sua carriera segnato dal completamento di una
trilogia di storia italiana che ha già regalato capolavori come
‘Buongiorno notte’ e ‘Vincere’. Ma il premio segnala anche il suo
impegno costante a difesa dei diritti di tutti gli autori».
Dopo la consegna del riconoscimento, Marco Bellocchio
dialogherà con Andrea Purgatori e Giorgio Gosetti sul suo
cinema e sul tema del tradimento nella sua tradizione storica
italiana (anche cinematografica) e come concetto più che
ambivalente.
Sarà un incontro pubblico, aperto specialmente ai giovani, che
si inserisce a pieno titolo in quell’attività di ricerca e
approfondimento che rappresenta la vera costante delle Giornate
degli Autori.
Inoltre, come ogni anno, SIAE conferisce il premio speciale a un
film italiano della selezione delle Giornate. Il premio al
“Talento Creativo” andrà per il 2019 a
Gianfranco Pannone e ad Ambrogio
Sparagna per l’originale lavoro tra immagini d’archivio e
la ricerca cinematografica e musicale che raggiunge sorprendenti
risultati nel film Scherza coi fanti,
evento speciale delle Giornate 2019.
Judy, l’emozionante
biopic con Renée Zellweger nel ruolo dell’iconica
Judy Garland arriva nelle sale italiane dal 19
dicembre, distribuito da Notorious Pictures.
Era il 1939 quando il mondo veniva
stregato dalle magiche note di “Over the Rainbow” e dalla voce
della dolce e sognatrice Dorothy, protagonista del cult
generazionale Il Mago di Oz. Di lì a breve, quel film avrebbe
consacrato alla storia del cinema una delle più grandientertainer
mai esistite: Judy Garland.
Oggi, la vita pubblica e privata di
una vera e propria icona non solo del cinema, ma anche della musica
e del glamour, rivive sul grande schermo nel biopic Judy, in arrivo
dal 19 dicembre nelle sale italiane distribuito da Notorious
Pictures.
Abilità vocali eccelse, grande
presenza scenica, vitalità irresistibile: sono solo alcune delle
caratteristiche della vulcanica personalità di Judy Garland che le
hanno permesso di conquistare il cuore di milioni di fan in tutto
il mondo e di imporsi come una delle artiste più venerate della
storia del cinema.
Il biopic Judy prova a raccontare la
donna che si cela dietro la leggenda: una donna dal carattere
indomito, forse incapace di gestirsi, che nonostante la fama e il
successo non ha mai smesso di rincorrere un’ideale di vita normale,
circondata dall’amore e dalla famiglia.
Protagonista indiscussa del film,
nei panni iconici di Judy Garland, è il premio Oscar Renée
Zelleweger (Chicago, Ritorno a Cold Mountain, la saga di Bridget
Jones). “Ho pensato che fosse una grande opportunità”, ha
dichiarato l’attrice. “Avevo la possibilità di esplorare a fondo il
lato della vita di un’artista che in pochi conoscono. Sappiamo
tutti i traguardi che Judy ha raggiunto durante la sua carriera, ma
quanto le è costato tutto ciò e che effetto ha avuto sulla sua vita
privata?”
Judy, diretto dal regista britannico
Rupert Goold (True Story), è basato sul dramma teatrale “End of the
Rainbow” di Peter Quilter, che racconta delle ultime apparizioni
pubbliche della Garland: nel dicembre del 1968, la diva accettò di
tenere a Londra una serie di concerti tutto esaurito al celebre
night club “Talk of the Town”, per una durata di cinque
settimane.
Arriva al cinema nell’anno del 50°
anniversario della morte della Garland (scomparsa prematuramente
nel 1969, a soli 47 anni), ma anche nell’anno dell’80° anniversario
dell’uscita de Il Mago di Oz.
Sinossi ufficiale: Il film racconta
l’ultimo periodo della vita della grande attrice e cantante Judy
Garland, sul finire di una carriera sfolgorante iniziata
giovanissima con la Dorothy del Mago di Oz. Un mix di fama e
successo, fra Oscar® e Golden Globe, e poi la battaglia con il suo
management, i rapporti con i musicisti, i fan, i suoi amori
tormentati e il dramma familiare che la spinse a fare i bagagli e a
trasferirsi a Londra. In quegli anni ci ha regalato alcune delle
performance più iconiche della sua carriera.
Il 22 agosto arriva
nei cinema L’OSPITE, il secondo lungometraggio di
Duccio Chiarini (Short Skin, Hit The
Road, nonna), distribuito da Mood Film. Il
film vede la partecipazione di Daniele Parisi,
Silvia D’Amico, Anna Bellato,
Thony, Sergio Pierattini,
Milvia Marigliano, Daniele Natali
e Guglielmo Favilla.
L’ospite ha avuto la sua
premiere mondiale durante la scorsa edizione del Locarno
Festival nella sezione Piazza Grande.
Successivamente è stato presentato in Nord America al
Chicago International Film Festival, nella sezione
Spotlight Comedy a cui è seguita anche la partecipazione
al Seattle International Film Festival nella
sezione Cinema Italian Style. Parallelamente il film ha
partecipato a molti concorsi e rassegne di cinema italiano
all’estero tra cui Annecy Cinéma Italien, Festival du Film
Italien de Villerupt, Festival du Film Italien a Aiacciu, Quinzaine
du Cinéma Italien a Chambérly e il Mittle Cinema
Fest di Budapest e Bratislava. Infine ha debuttato in
Italia nella sezione Festa Mobile / TorinoFilmLab alla
passata edizione del Torino Film Festival, e sta
proseguendo il suo cammino internazionale dopo essere stato
acquistato da 22 paesi, tra cui Francia e Svizzera che hanno
coprodotto il film.
L’Ospite è prodotto
da Mood Film in coproduzione con
Cinedokke e House On Fire con
Rai Cinema e RSI Radiotelevisione
Svizzera in associazione con Relief e
Bravado Film, con il sostegno di
RegioneLazio, MIBACT,
Eurimages, UfficioFederaleDellaCultura, FondodiCo-sviluppo Italia-Francia
MIBACT-CNC e TorinoFilmLab, in collaborazione con
Wildside.
Arriva l’8 agosto in sala,
distribuito da Universal, Fast & Furious –
Hobbs & Shaw, il primo spin off della saga a quattro ruote
con protagonista Vin Diesel. Questa volta il forzuto attore cede
però lo scettro di prima donna a ben altri interpreti.
Sarà
anche vero che per salvare il mondo Luke Hobbs ha sempre allenato
mente e muscoli, ma diciamoci la verità: in questo universo di
supereroi senza superpoteri dove la fantascienza scende per strada
e si fa aiutare da tecnologie all’ultimo grido la fisicità ha lo
stesso valore della filosofia. Se poi le dimensioni sono quelle di
Dwayne “The Rock”
Johnson, il concetto in sé risuona ancora
meglio.
La
precisazione è d’obbligo quando ci si accinge a parlare di un pop
corn movie come Fast & Furious – Hobbs & Shaw, il
cui titolo tradisce l’appartenenza a un noto franchise e i nomi dei
due protagonisti che conosciamo fin troppo bene; non serve sapere
altro o di caratterizzarli più di quanto sia necessario, perché per
quello basta la sequenza a schermo diviso all’inizio del film
quando gli agenti vengono seguiti in una giornata tipo con
colazioni rigorosamente diverse e metodi alternativi di sbrigare le
missioni. Uno combatte con un ago da tatuaggi, l’altro con una
bottiglia di champagne.
Non
sorprende nemmeno che a dirigere lo spin-off sia stato chiamato
David Leitch: il regista di John
Wick, Atomica
Bionda e Deadpool
2 mette al servizio dello spettacolo i tre ingredienti
evidenziati nei precedenti lavori, ovvero la valorizzazione del
corpo degli attori, l’umorismo e l’azione intesa come linguaggio e
unico mezzo possibile per comunicare con il pubblico.
Fisicità e semplicità sono dunque la chiave di questo evidente
omaggio alla commedia degli anni Ottanta in cui le tematiche della
famiglia e dell’allontanamento da parte dei personaggi (con tanto
di ovvia riconciliazione finale) sono solo pretesti per sviluppare
l’arco drammatico; siamo lontani dal cuore e dal sentimentalismo
ispirato di Fast & Furious 7, ma lì aveva contribuito la
vita e le sue curve imprevedibili, e più vicini alla struttura dei
primi episodi della saga nel tentativo di rimanere entro i
parametri del genere senza spingersi oltre. Il cinema
d’intrattenimento si fa così, la ricetta è sempre la stessa, quindi
che senso ha uscire dalla carreggiata?
E a
differenza di un Men in Black:
International, che ha fallito in ogni aspetto e che
più o meno si muove nel medesimo territorio del film di Leitch,
Hobbs & Shaw non sbaglia un colpo, è
consapevolmente disimpegnato come dovrebbe essere, non tradisce le
premesse dell’etichetta (il pubblico vuole vedere Hobbs e Shaw che
si picchiano fra loro e picchiano la gente, ed è ciò che otterrà)e
soprattutto non cerca inutili approfondimenti politici e sociali
sulla posizione della donna in un contesto maschile.
Anzi,
proprio non si pone il problema. Il personaggio di Vanessa
Kirby, Hattie Shaw, è la classica figura femminile di Fast
& Furious: bellissima, ammiccante e tosta. La lotta tra sessi non
esiste, lei combatte come un uomo, non peggio e non meglio, non è
in una posizione svantaggiata, non deve e non vuole essere salvata.
Semplicemente sta lì in mezzo a Jason Statham,
Dwayne Johnson e Idris
Elba e se la cava egregiamente. Per una volta a
contare è l’azione complessiva e non dei singoli soggetti, il
valore del divertimento lo determina il lavoro di squadra (un altro
dei temi del film) e la filosofia del corpo vince
ancora.
Guarda il trailer di Fast & Furious – Hobbs & Shaw
Uno dei momenti cruciali di
Avengers: Infinity War è il culmine della
battaglia su Titano tra Thanos e l’inedito team che si viene a
formare su quel pianeta. Per la prima volta, Tony Stark,
Spider-Man, Doctor Strange e i Guardiani
si incontrano e cercano di capirsi al volo per contrastare la
minaccia evidente del Titano Pazzo.
La scena avrebbe visto Thanos
conquistare la Gemma del Tempo e quindi uscire vittorioso da quello
scontro. Tutto doveva convergere allo schiocco finale, quindi il
cattivo doveva vincere. Tuttavia c’è il momento in cui lo sforzo
congiunto di questa inedita squadra di eroi sta per avere la meglio
su Thanos. Mentre Mantis indebolisce il nemico, gli altri tentano
di sfilargli il Guanto, ma alla notizia della morte di Gamora,
Star Lord perde il
controllo, e agisce in maniera impulsiva.
Molti, tra gli spettatori, hanno
biasimato il personaggio, tuttavia gli sceneggiatori sono tornati
su questo punto, spiegando che si tratta di un comportamento
perfettamente in linea con il carattere di Quill. Quindi se da una
parte il personaggio non è stato tradito, dall’altra si aveva
comunque il finale obbligato da ottenere, ovvero Thanos che
sconfigge gli eroi e arriva sulla Terra con la Gemma del Tempo sul
guanto.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Millie Bobby Brown
ha condiviso su Instagram la sua prima foto nei panni di
Enola Holmes, il personaggio che si trova ad
interpretare per Legendary Pictures. Si tratta della sorella minore
di Sherlock Holmes, che sarà protagonista di
avventure completamente nuove ed estranee al canone di
Arthur Conan Doyle.
La star di Stranger
Things, Millie Bobby Brown, è stata
scelta dalla Legendary Pictures per interpretare
Enola Holmes, sorella quattordicenne di
Sherlock Holmes.
A dare la notizia è Deadline che riporta le
prime novità in merito all’ennesimo progetto basato sui personaggi
di Sir. Arthur Conan Doyle. Questa volta però la
fonte principale del film saranno i sei romanzi Young Adult firmati
da Nancy Springer, che hanno come
protagonista proprio la piccolina di casa Holmes.
La giovane Millie
produrrà il film sotto il marchio della sua PCMA
Productions.
I programmi sono quelli di dare il
via a un franchise, forti del grande appeal della famiglia Holmes
sul pubblico e del nome della Brown, molto amata dai fan della
serie Netflix.
Nell’episodio della serie
BBC Sherlock, con Benedict
Cumberbatch e Martin Freeman, abbiamo
visto Eurus Holmes, sorella minore di Sherlock e Mycroft,
interpretata da Sian Brooke. Adesso però il
personaggio assumerà dei tratti completamente diversi.
Intanto Millie Bobby
Brown è stata protagonista di Godzilla King of
Monsters al cinema, mentre è tornata nei panni di
Eleven/Jane nella terza stagione di Stranger Things, serie che
dovrebbe chiudersi al quinto ciclo, secondo gli accordi tra DUffer
e Netflix.
L’uscita dell’edizione in Home Video
di Avengers: Endgameha portato alla luce una
serie di nuovi dettagli dal backstage del film con il maggiore
incasso nella storia del cinema. Come se non bastasse, anche
Kevin Feige, promuovendo questa nuova uscita,
continua a commentare il film dei Fratelli Russo e
a dare nuove interessanti e divertenti informazioni sul making
of.
Durante un’ospitata da VUDU (via
CBR), il boss della
MarvelKevin Feige
ha rivelato che la battuta sul miglior fondo schiena americano era
stata cancellata dalla sceneggiatura del film, eliminata di fatto
dalla storia, fino a che il produttore esecutivo Louis D’Esposito
non ha chiesto di riprovare ad inserirla. Feige ha detto:
“Non eravamo certi che fosse
divertente, ma abbiamo deciso di riprovarla nella proiezione test
con il pubblico, visto che ne facciamo diverse. E ha colpito, ha
colpito all’istante, senza dubbio. E così è rimasto nel film, e più
tardi abbiamo avuto modo di integrarla con delle riprese aggiuntive
in cui Cap stesso commenta il suo fondo schiena. Ci siamo chiesti
se fosse nel personaggio, ma poi abbiamo visto che funzionava
benissimo.”
Invero, la scena di Cap contro Cap e
dei commenti sul suo fondo schiena, sono trai momenti più
divertenti e gustosi di Endgame, che, nonostante
l’enorme carica emotiva, non rinuncia a battute per alleggerire i
toni.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Lo scorso aprile,
Netflix ha reso disponibile nel suo catalogo una
versione estesa di The Hateful
Eight, l’ottavo film di Quentin
Tarantino, in un formato insolito. Il film con Samuel L.
Jackson è stato tagliato come fosse una miniserie con episodi da
circa 50 minuti, in questo modo:
Capitolo
uno: L’ultima diligenza per Red Rock (50 minuti)
Capitolo
due: L’emporio di Minnie (51 minuti)
Capitolo
quattro: Domergue ha un segreto (53 minuti)
Ultimo
capitolo (56 minuti)
Sembra adesso che la stessa sorte
toccherà a C’era una volta a Hollywood, il
prossimo film di Tarantino in uscita a settembre. Tuttavia, mentre
per The Hateful Eight si tratta della
riproposizione della versione cinematografica integrale, mai
arrivata in Home Video, per il film con Pitt e
DiCaprio si tratterà di un cut diverso, una versione
estesa di quattro ore che non arriverà in sala.
Il film infatti uscirà in un
montaggio di 2:41 minuti, con il risultato che molte parti del
film, girate e ultimate, non sono rientrate nel montaggio finale,
come, per esempio, le scene con Tim Roth,
completamente tagliato dal film (ma accreditato nei titoli di
coda).
Se questo progetto dovesse giungere
a compimento, potremmo sicuramente godere di un nuovo scorcio della
mente geniale di Tarantino!
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Nel cast di C’era una volta a…
Hollywood compaiono Leonardo DiCaprio,
Brad Pitt, Margot Robbie, Damian Lewis,
Dakota Fanning, Nicholas Hammond,Emile Hirsch, Luke Perry,
Clifton Collins Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael Madsen. Rumer
Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret
Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Durante il D23, che si svolgerà tra
il 23 e il 25 agosto prossimi, sicuramente Kevin
Feige troverà modo di svelare cosa c’è in serbo per
T’Challa e il suo Wakanda, dopo che le sue armate hanno contribuito
alla sconfitta di Thanos in Endgame.
Sembra che i primi rumors vogliano
l’introduzione di Namor nel film, tanto che
cominciano a circolare nomi per fanta casting e artwork non
ufficiali che invocano l’arrivo del Sub-Mariner. Bosslogic, in
particolare, ha realizzato un fan poster molto evocativo, che
vorrebbe Black Panther 2 incentrato sulla rivalità
tra il protagonista e Namor.
Black Panther,
prodotto da Kevin Feige,
con Chadwick Boseman, Michael B.
Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel
Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy
Serkis, è stato nominato a ben sette premi Oscar: film,
scenografia, colonna sonora, canzone originale, costumi, montaggio
sonoro e missaggio sonoro.
Sono ormai settimane che
Keanu Reeves è tornato sulla bocca di tutti per il
suo rappresentare un’icona del nostro tempo, soprattutto in
occasione dell’uscita dell’ultimo capitolo delle avventure di
John
Wick. In molti vorrebbero che l’attore, che era già
stato Neo, l’Eletto della trilogia di Matrix,
entrasse a far parte del vero mondo degli eroi al cinema, il
Marvel Universe.
Proprio in vista di questo desiderio
dei fan, Bosslogic ha realizzato una fanart in cui
l’attore compare nei panni di Moon Night,
l’affascinante eroe Mavel che potrebbe arrivare presto sul grande
schermo:
La Warner Bros. ha spostato
l’uscita di Dune di
Denis Villeneuve di un mese, a dicembre 2020,
mentre allo stesso tempo ha inserito nella programmazione del 2021
l’arrivo del film biografico Elvis di Baz
Luhrmann.
In un’epoca in cui franchising e le
IP governano il botteghino, WB spera di portare il Dune di
Frank Herbert a livelli di notorietà tali da
sviluppare un franchise appetibile con una serie di film e serie tv
basati su quell’universo. Denis Villeneuve sembra
un regista capace di intercettare la sensibilità di queste storie,
come ha dimostrato anche il suo lavoro svolto con altri film di
fantascienza, Arrival e Blade Runner
2049.
Secondo Deadline, la WB ha
spostato l’uscita di Dune
di un mese, dal 20 novembre 2020 al 18 dicembre dello stesso anno.
Lo studio ha inoltre programmato l’uscita del biopic su Elvis,
ancora senza titolo, al 1 ° ottobre 2021.
Di seguito la prima sinossi
ufficiale di Dune:
“Percorso mitico e carico di emozioni, Dune racconta la storia
di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato nato sotto un
grande destino al di là della sua comprensione, che dovrà viaggiare
verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare alla
sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre forze maligne
esplodono in un conflitto per avere il controllo esclusivo del
pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una merce in grado
di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità), a sopravvivere
saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
D’estate niente è meglio di un bel
brivido cinematografico con un film che aspira a proporre una nuova
variante del capolavoro Lo Squalo,
di Steven
Spielberg. Con Crawl –
Intrappolati, in sala dal 15 agosto, il regista
francese Alexandre
Aja torna proprio su questi binari dopo il successo di
Piranha 3D, affidando stavolta il ruolo
di protagonisti ad un branco di feroci alligatori. A produrre il
film vi è invece la firma di Sam Raimi, garante di un
cinema horror di qualità.
Quando un enorme uragano colpisce
la sua città natale in Florida, Haley (Kaya
Scodelario) ignora gli ordini di evacuazione per
cercare il padre scomparso (Barry Pepper).
Trovandolo gravemente ferito e bloccato in un’intercapedine della
loro casa di famiglia, i due restano rapidamente intrappolati e
sommersi. Mentre il tempo stringe e fuori la tempesta è sempre più
forte, Haley e suo padre scoprono che il livello dell’acqua che
sale è l’ultimo dei loro problemi.
La scelta del titolo originale
Crawl è particolarmente eloquente per la
storia di questo film. Come verbo, esso indica il muoversi degli
alligatori sulla terraferma, ma allo stesso tempo è anche il modo
in cui si indica lo stile libero nel nuoto, sport praticato dalla
protagonista. Si evidenzia dunque come il conflitto tra i
protagonisti, umani e non, si basi prevalentemente su qualcosa che
sembra accomunarli. Questa vicinanza tra Haley e gli alligatori
risulta così particolarmente funzionale nella costruzione degli
ostacoli da superare.
Il regista sembra infatti sapere
bene che film di questo genere possono facilmente risultare
prevedibili, e pur non riuscendo sempre a sfuggire a questa
trappola, assesta una serie di sequenze ben orchestrate che
costruiscono un crescente senso di inquietudine, per sfociare in
alcuni casi nel puro horror splatter. Gli jump scare presenti,
benché siano un trucco facile, risultano efficaci per questo genere
di film, dettando il ritmo, che rimane particolarmente teso fino
alla fine. La cupa messa in scena, inoltre, mira a generare un
senso di claustrofobia dato grossomodo dall’unico, angusto,
ambiente e dal disastro ambientale che lo circonda.
In realtà ciò che avviene
all’interno del film è ben più interessante di un semplice disaster
movie con presenza di feroci predatori. Il vero cuore del film
appare essere, esplicitato sin dalle prime immagini del film, il
rapporto tra padre e figlia. Incastrati da circostanze estreme nel
seminterrato della casa di famiglia in cui sono cresciuti, i due
personaggi umani intraprenderanno un percorso di espiazione che li
porterà a scavare fino alle radici dei loro conflitti.
La scenografia della casa assume
così un significato metaforico ben più affascinante del previsto,
con una lenta risalita dei livelli dell’abitazione che indica non
solo una progressiva speranza di salvezza, ma anche il riaffiorare
di un rapporto che sembrava ormai spento. Aja costruisce i due
personaggi e la loro relazione anche grazie ad alcune inquadrature
e alcuni dettagli che in un film del genere potrebbero risultare
superflui, ma che qui svelano una profondità adeguata e funzionale
al vero nucleo narrativo del film.
Non mancano certo le ingenuità in
un film come Crawl – Intrappolati,
forzando in più di un caso la credibilità di alcuni eventi, ma nel
suo complesso Aja riesce a dar vita ad un buon prodotto
d’intrattenimento estivo, capace tanto di spaventare quanto di
raccontare una storia di genere sui rapporti familiari.
Gli alligatori, pur non sfoggiando
una CGI particolarmente brillante, riescono a risultare minacciosi,
e la loro entrata in scena è spesso efficace e letale. Infine,
benché prevedibile su molti aspetti, nel finale riesce a trasparire
in modo genuino quanto fin qui esposto, ovvero che,
inaspettatamente, ci si ritrova davanti ad un film sulla
riconquista di un legame umano.
Quentin Tarantino, Leonardo
DiCaprio e Margot Robbie sono le tre
stelle internazionali che hanno illuminato il cielo di Roma in
occasione della presentazione nella Capitale di C’era una volta a
Hollywood, il nuovo film del regista americano, che ha
esordito nella selezione ufficiale di Cannes 2019.
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Nel cast del film compaiono
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie,
Damian Lewis, Dakota Fanning,
Nicholas Hammond,Emile Hirsch,
Luke Perry, Clifton Collins Jr.,
Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim
Roth, Kurt Russell e Michael Madsen.
Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin,
Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Gli X-Men e i
Fantastici Quattro hanno raggiunto l’Universo
Cinematografico Marvel, e c’è grande fermento trai
fan, per scoprire cosa hanno in serbo Kevin Feige
e i Marvel Studios per questi personaggi e gli spettatori.
È chiaro che una delle cose che più
interessa il pubblico è scoprire quali saranno gli attori coinvolti
nel futuro dei personaggi, soprattutto per quanto riguarda i
Mutanti Marvel. E un nome continua a riproporsi nell’avvicendarsi
di voci e rumors. Si tratta di Taron Egerton, in
sala con Rocketman, in cui
interpreta Elton John.
L’attore, molto amico di
Hugh Jackman, è stato addirittura additato come
successore dell’attore australiano nel ruolo di Wolverine, cosa che
però non è stata confermata da nessuna fonte ufficiale.
La star di The Kingsman: The
Secret Service è stata interrogata direttamente in
merito alla possibilità di interpretare il mutante con gli artigli
di Adamantio, e ha risposto così: “Penso che adoro la Marvel e
adoro i film che produce, mi piacerebbe avere la scusa per mettermi
in forma e mi piacerebbe essere parte di tutto quel progetto.
Voglio dire, che l’ipotesi di me che interpreto Wolverine sia
realistica o no, non lo so.”
L’idea di Taron
Egerton nei panni di Wolverine potrebbe essere
realistica, in quanto l’attore è uno degli astri in ascesa di
Hollywwod, con grande presa sul pubblico e con doti fisiche che
possono sembrare adatte al ruolo, nonché un’età consona ad una
versione più giovane del personaggio, che potrebbe quindi essere
sfruttata a lungo termine dallo studio.
Tuttavia, ci sono molti altri ruoli
per i quali l’attore sarebbe adatto in questo mondo condiviso, e da
questo si spiega la sua risposta, ovvero la possibilità concreta di
essere parte del progetto ma anche l’apertura a interpretare un
personaggio differente rispetto a quello che per 19 anni è stato di
“proprietà” di Hugh Jackman.
Dopo la calorosa accoglienza
ricevuta al Festival di
Cannes, il regista Quentin Tarantino sbarca a
Roma per presentare il suo nuovo lungometraggio, intitolato
C’era una volta
a… Hollywood. Al suo
seguito, due dei protagonisti principali, Leonardo
DiCaprio e Margot Robbie. Il film,
ambientato in tre differenti giorni del 1969, segue le vicende di
Rick Dalton, attore in declino, e della sua controfigura Cliff
Booth, interpretato da Brad Pitt. Mentre i due
cercheranno di farsi un nome in una Hollywood a loro sempre più
estranea, sullo sfondo si staglia la figura di Sharon Tate, vicina di
casa proprio di Rick Dalton.
Ad aprire la conferenza stampa è
proprio DiCaprio, che racconta
la sfida di raccontare la storia di un attore nel tramonto della
sua carriera. “Nel film si parla di un’industria che cambia, e
la difficoltà di sopravvivere a questo cambiamento. La
sceneggiatura di Quentin mi ha attratto sin da subito. Ci siamo
chiesi come ritrarre l’anima di un personaggio come quello di Rick
in così pochi giorni di vita. Abbiamo ricercato gli elementi che
potessero dare alla luce la vera natura di quest’uomo angosciato
dal fatto che il mondo e la cultura vadano avanti anche senza di
lui.”
“Quentin è una delle persone
più cinefile che abbia mai conosciuto. – prosegue DiCaprio –
Mi ha permesso di addentrarmi in un’epoca che ha formato la
storia del cinema e della televisione. Ci ha condotto tutti
all’interno di ciò con grande passione, rispetto, facendo scoprire
o riscoprire film, registi, attori che hanno rivoluzionato
l’industria e che oggi sono quasi dimenticati. Così ho cominciato a
documentarmi riguardo il 1969, un momento di grande cambiamento per
gli Stati Uniti e per il cinema. Rileggere tutto ciò all’interno di
un film così ricco d’amore e nostalgia è stato davvero
affascinante.”
“Rivedere oggi i film della
fine degli anni sessanta – continua l’attrice Margot Robbie – ha
aiutato tutti noi non solo a calarci meglio in quell’epoca ma
anche a comprendere i reali cambiamenti che si stavano apportando
all’industria. Quentin ha ricostruito tutto con grande cura, era
davvero come ritrovarsi nel 1969. Non si è mai ricorsi all’utilizzo
dell’abusata CGI.”
Proprio parlando delle nuove
tecniche cinematografiche, il regista Quentin
Tarantino riporta le sue idee a riguardo. “Ciò che è
particolarmente cambiato nel cinema è che un tempo tutto veniva
costruito concretamente.Quello che vedevi sullo schermo
era anche quello che naturalmente si trovava sul set. C’era un
grande impegno per ricostruire luoghi e oggetti di altre epoche o
mondi. Non c’era il digitale, mentre oggi tutto avviene
diversamente. Anche le grandi produzioni, che potrebbero
permettersi questo tipo di artigianato, oggi non vi ricorrono più.
Si è davvero perso il senso della manualità del cinema. Certo, il
digitale porta con sé tante soluzioni, ma preferirò sempre le
persone, perché sanno creare anche con il cuore e questo avrà
sempre più valore.”
Con la parola a Tarantino,
impossibile non parlare di una delle principali fonti d’ispirazione
del lungometraggio: i film di genere italiani. “Amo i film di
genere. – annuncia Tarantino – Sono da sempre un grande
appassionato dei cosiddetti B-Movie. Ho sempre adorato il modo in
cui gli italiani hanno saputo sviluppare il tema del western, della
commedia sexy o dei polizieschi. In un certo senso hanno ripreso i
canoni dettati dagli americani e sono stati capaci di reinventarli.
Credo che nel fare un’operazione di questo tipo ci sia davvero
tanta passione. E infatti i miei registi preferiti di questo genere
erano prima di tutto degli appassionati, e per questi valori trovo
i loro film estremamente appetibili.”
Per concludere la conferenza
stampa, la parola torna a Leonardo DiCaprio, che viene chiamato a
fare il punto sulla sua carriera cinematografica e a portare una
sua riflessione sul successo in questo settore. “Sono cresciuto
guardando film, senza pensare di poter realmente fare ciò che
facevano i miei eroi, ed ogni giorno mi ripeto che essere arrivato
fin qui è un privilegio.Consiglio sempre di guardare più
film possibile, di trovare i propri eroi e di crescere sulle spalle
di questi. Mi sono formato con tante storie diverse, e cerco di
riportare il mio vissuto nei film che faccio. Per questo cerco
sempre di trovare registi che sento possano mettermi davvero alla
prova, facendo uscire tutto ciò che porto dentro di me.”
Diversi mesi dopo l’uscita
Avengers: Endgame i fan continuano a scovare
easter egg seminati nel corso del film, e ora che il cinecomic dei
fratelli Russo è finalmente disponibile in digital download
(prossimamente arriverà l’edizione homevideo) è più facile
soffermarsi su ogni scena e dare il via alla caccia dei riferimenti
all’universo Marvel.
L’ultima scoperta arriva da un
utente del forum Reddit secondo il quale alla fine di Endgame,
quando la macchina da presa inquadra l’abbraccio fra Peter Parker e
Ned, sulla sinistra potrebbe comparire nientemeno che
Spider-Gwen, uno dei personaggi del Multiverso ad
indossare il costume di Spider-Man.
Se ci fate caso infatti, la ragazza
bionda indossa colori che si riferiscono all’immaginario
dell’eroina come il rosa e il nero, senza contare la caratteristica
fantasia della sua gonna con le ragnatele!
Che si tratti di un semplice omaggio
o di un riferimento intenzionale? Forse è un’anticipazione di ciò
che potremmo aspettarci dalla nuova Fase del MCU, con
l’approfondimento delle realtà alternative?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Vi ricordiamo che la pellicola sarà
un adattamento del romanzo omonimo di William Lindsay Gresham dal
quale è già stato tratta la pellicola del 1947 con Tyrone Power nei
panni di un ambizioso e giovane truffatore che stringe un’alleanza
con una psichiatra femmina ancora più corrotta di lui. Prima i due
si godono il successo rovinando le persone a livello mentale, poi i
tradimenti tra di loro rischiano di compromettere un delicato
equilibrio.
Le riprese partiranno in autunno ma
non sono stati ancora annunciati ulteriori dettagli in merito.
Prossimamente però rivedremo l’attrice in Where’d You Go
Bernadette? di Richard Linklater e nella miniserie targata
FX Mrs. America, ora in produzione.
Come saprete i Marvel Studios lavoreranno al
reboot di
Blade con un
nuovo protagonista, interpretato dal premio oscar
Mahershala Ali, e la speranza di ridare respiro
alla saga del cacciatore di vampiri più amato dei fumetti già
tradotto al cinema in tre occasioni (nel 1998, nel 2002 e nel
2004). E mentre restano da definire tutti gli altri dettagli c’è
già chi si candida alla regia del film che vedremo, molto
probabilmente, nella Fase 5 del MCU.
La proposta arriva da David
Leitch, ex stuntman e regista di John
Wick, Atomica Bionda, Deadpool
2 e Fast & Furious – Hobbs & Shaw, lo
spin-off in uscita nelle nostre sale nei prossimi giorni:
“Adoro Blade e in realtà uno dei miei primi lavori da stuntman
che ho ottenuto a Hollywood risale proprio al film originale con
Wesley Snipes. Sono stato una controfigura su quel set e facevo
parte del club del sangue. Vi ricordate quella scena? Un ballo nel
sangue degli effetti speciali riciclati. È stato
grandioso.“
Nell’intervista con Screenrant
Leitch si è detto disponibile a collaborare con lo studio nel caso
si presentasse l’opportunità giusta. Perché non
Blade, cinecomic che ovviamente occupa un posto
speciale nei suoi ricordi? “Mahershala è un attore eccezionale”
ha dichiarato, “e nella mia carriera ho avuto la fortuna di
lavorare con alcuni dei più grandi attori, cosa che mi ha permesso
di non sbagliare quasi mai. sbaglio mai in quel modo. Avere lui
come protagonista è un dono e il film sarà davvero entusiasmante.
Quindi, sì, mi piacerebbe parlarne con i Marvel Studios…“
Vi ricodiamo che Hobbs &
Shaw è atteso nelle nostre sale il 9 agosto, distribuito
da Universal Pictures. Nel cast Dwayne Johnson, Jason
Statham, Vanessa Kirby, Idris Elba, Eiza
González e Eddie Marsan.
La sinossi: L’agente federale Luke Hobbs e l’ex militare inglese
ora mercenario Deckard Shaw dovranno unire le forze per fermare un
nuovo letale terrorista internazionale, Brixton Lore. Ex agente del
MI-6, Brixton ha ricevuto potenziamenti genetici che ne fanno
letteralmente un superuomo, oltre che un genio del male. Luke e
Deckard collaboreranno inoltre con la sorella di quest’ultimo,
l’agente dell’MI-6 Hattie Shaw e la vicenda finirà per coinvolgere
anche la madre di entrambi, Magdalene Shaw.
Le riprese di Tenet, il nuovo film di
Christopher Nolan, si sono spostate a Ravello,
località marittima in provincia di Salerno dove è stata avvistata
nelle ultime ore Elizabeth Debicki (protagonista
insieme a John David Washington, Robert
Pattinson, AaronTaylor-Johnson, Michael Caine,
Kenneth Branagh, Clémence Poésy e
Dimple Kapadia.
Qui sotto potete dare uno sguardo alle foto trapelate dal set
italiano.
Vi ricordiamo inoltre che la
pellicola è stata descritta come un’epica storia action ambientata
nel mondo dello spionaggio internazionale e che la produzione si
sposterà in ben sette paesi diversi. L’uscita nelle sale è invece
fissata al 17 luglio 2020.
— Gorgeous Elizabeth Debicki (@ElizabethDNet)
August 1, 2019
Tenet,
una produzione Warner Bros. Pictures, per la
regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione
che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan
dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà
realizzato con un mix di IMAX e pellicola
in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è
formato da John David Washington al fianco di
Robert Pattinson, Elizabeth
Debicki, Dimple Kapadia, Aaron
Taylor-Johnson, Clémence Poésy,
con Michael
Caine e Kenneth Branagh.
Tenet
è prodotto da Christopher
Nolan ed Emma Thomas,
con Thomas Hayslip in veste di
produttore esecutivo. Il team creativo di Nolan che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della
fotografia Hoyte van Hoytema, lo
scenografo Nathan Crowley, la
montatrice Jennifer Lame, il
costumista Jeffrey Kurland e il
supervisore degli effetti visivi Andrew
Jackson. Musiche ad opera del
compositore Ludwig Göransson. Warner Bros.
Pictures distribuirà Tenet in tutto il
mondo.
Il film di Batman
di Ben Affleck avrebbe dovuto avere una storia
oscura psicologica ambientata ad Arkham. Sono passati mesi da
quando è stato annunciato ufficialmente che l’attore stava
lasciando il suo ruolo in DC, ma era da tempo che i fan
sospettavano il suo abbandono al costume di Batman che ha indossato
in Batman v Superman: Dawn of Justice e in
Justice League.
Il film standalone su Batman doveva
essere scritto, diretto, interpretato e prodotto da Ben Affleck, ma
non passò molto tempo che i piani iniziarono a cambiare. In primo
luogo, Affleck ha lasciato il ruolo di regista e sceneggiatore per
The Batman, presumibilmente per concentrarsi sulla sua performance.
Matt Reeves è entrato per assumersi questa
responsabilità, ma tra voci persistenti dettate dalla mancanza di
notizie ufficiali, i fan erano comprensibilmente preoccupati. Ora
che Ben Affleck è stato ufficialmente sostituito
da Robert
Pattinson, il pubblico potrebbe non conoscere mai
quale fosse la storia originale pensata da Affleck.
Tuttavia, durante la sua recente
partecipazione al podcast di Happy Sad Confused in
occasione dell’uscita del suo ultimo film, C’era una volta a
Hollywood di Quentin Tarantino, il
direttore della fotografia Robert Richardson ha
condiviso alcuni dettagli narrativi sul film di Batman che doveva
essere anche un film di Ben Affleck.
Richardson ha espresso rammarico per
non essere stato in grado di proseguire con il progetto dicendo che
“volevo girare Batman con Ben perché era il suo prossimo film
[dopo Live By Night]”. Ha poi rivelato altri dettagli:
“c’era una sceneggiatura, ma non una sceneggiatura finita.
C’erano molte cose da fare …” Per quanto riguarda la storia
del film, afferma che era ambientata ad Arkham Asylum.
“Beh, stava affrontando gli
aspetti della follia. Quindi penso che avresti visto qualcosa di un
po’ più oscuro di quello che abbiamo visto in passato e di più
nell’individuo, che era dentro Batman – quale elemento può essere
sano e quale elemento potrebbe in realtà non essere sano.”
Sarebbe stato quindi un progetto che indagava la psiche di Batman,
ma anche il suo rapporto con i criminali internati ad Arkham.
L’attrice di Top
Gun, Kelly McGillis, ha afferma che non le è stato
chiesto di tornare in Top
Gun: Maverick, ma nemmeno si aspettava di essere
chiamata. Nel film originale di Tony Scott del
1986, McGillis interpretava Charlie Blackwood, un istruttore civile
presso la scuola di addestramento per piloti di caccia in cui si
allena il tenente Pete “Maverick Mitchell”.
Diretto da Joseph Kosinski, Top Gun:
Maverick riprende la storia a tre decenni di distanza
dal primo film, con Maverick che è ancora un capitano e un pilota
da combattimento. Il primo trailer del film ha debuttato al
Comic-Con di San Diego e ha mostrato Maverick sul sedile del pilota
e in sella alla sua moto, e sembra che per Tom Cruise non sia
passato neanche un giorno! Tuttavia, non c’era traccia di Charlie e
invece il nuovo interesse amoroso di Maverick nel film sarà
interpretato da Jennifer Connelly.
Parlando con Entertainment
Tonight, la McGillis ha affermato di non essere stata invitata
a tornare nel ruolo di Charlie per Top Gun:
Maverick, affermando chiaramente: “Sono vecchia e
grassa e appaio esattamente dell’età che ho, per questo non vado
bene per il film”. McGillis ha 62 anni, cinque anni più di Tom
Cruise. Kelly McGillis ha continuato spiegando
che non ha lasciato Hollywood per nessun motivo particolare, ma
piuttosto “è diventata sobria” e ha scoperto che le sue priorità
erano cambiate, e ha deciso di concentrarsi maggiormente sulla sua
vita familiare piuttosto che cercare di mantenere la fama. Ha anche
detto che non era sicura di partecipare al tappeto rosso o ad
eventi stampa per Top Gun: Maverick, e ha rivelato
di non aver ancora visto il trailer del film.
Come annunciato qualche mese fa, la
Paramount Pictures distribuirà il film a partire
dal 12 luglio 2019. Tom
Cruise e Val
Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo
originale, ovvero Pete “Maverick”
Mitchell e Tom “Iceman”
Kazinsky. Insieme a loro anche Miles
Teller. A dirigere la pellicola
sarà Joseph Kosinski (Oblivion)
che di fatto accetterà la difficile sfida di dare un seguito ad un
classico che non sembra affatto sentire il peso dei suoi
trent’anni, mentre la sceneggiatura verrà firmata
da Justin Markis.Top
Gun è un film d’azione del 1986, diretto
da Tony Scott e prodotto
da Don Simpsone Jerry
Bruckheimer, in associazione con la Paramount
Pictures. La sceneggiatura è stata scritta
da Jim Cash e Jack Epps
Jr., ed è stato ispirato da Top
Guns, un articolo scritto da Ehud Yonay per la rivista
California.
Come annunciato durante il Comic-Con
di San Diego, quella che vedremo in Thor: Love And
Thunder, quarto capitolo del franchise, non sarà
semplicemente una Thor “femmina” ma Jane Foster nelle vesti di
Mighty Thor, nome della celebre run scritta da
Jason Aaron in cui l’eroina impugna il Mjolnir al
posto del Dio del Tuono.
Sembra piuttosto logico allora che
la preparazione al ruolo di Natalie Portman inizi
proprio da quei fumetti, e a testimoniarlo è la stessa attrice
pubblicando su Instagram qualche piccolo dettaglio. L’immagine è
stata poi diffusa su Twitter da Aaron stesso. “Sembra che
Natalie stia già sentendo il tuono scorrere nelle sue vene“,
scrive l’autore.
Vi ricordiamo che la trasformazione
di Jane Foster in Potente Thor coincide con il periodo più buio
della sua vita: suo marito e suo figlio muoiono infatti in un
incidente d’auto e, come se non bastasse, le viene stato
diagnosticato un cancro al seno. Essere Mighty
Thor porta ovviamente dei vantaggi, perché ogni volta che
Jane cambia “pelle” il suo corpo viene ripulito da tutte le
tossine, ma mentre Thor si offre di aiutarla con la magia
asgardiana, l’eroina rifiuta qualsiasi trattamento.
Thor: Love
and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Visione dopo visione emergono
dettagli su Avengers:
Endgame impossibili da notare al primo colpo, come
easter egg seminati ovunque, riferimenti ai fumetti e omaggi agli
altri titoli dell’universo cinematografico nato nel 2008 con Iron
Man. Un fan è riuscito addirittura a scovare l’interessante
parallelismo tra la sequenza del film in cui assistiamo allo
scontro tra Captain America e Thanos e la lotta fra il Dio del
Tuono e Hulk risalente a The Avengers del
2012.
Per anni i fan hanno sognato di
vedere al cinema Steve Rogers che impugna il Mjolnir come la sua
controparte originale, e questo evento si è finalmente realizzato
in Endgame.
La prova della somiglianza tra le
due scene è nella clip che trovate qui sotto. Ma quanti di voi
l’avevano notata?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Non abbiamo ancora la conferma
ufficiale che Nightmare sarà il cattivo di Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, ma il regista Scott
Derrickson e il co-sceneggiatore C. Robert
Cargill hanno entrambi lasciato intendere che verrà
introdotto nel sequel.
Ora Boss Logic ha condiviso alcune
nuove opere d’arte che immaginano Eva Green nei
panni del diabolico Signore della Paura insieme a Benedict
Cumberbatch nel ruolo dello Stregone supremo, e ad
Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff.
Come sarebbe il Nightmare donna
interpretato dalla Green? Ecco una possibile risposta!
So I wanted to work on a
#DrStrange 2 piece but with the first one I wanted to focus on
the villain, Nightmare in this case, rumor going around that
#evagreen was being eyed for it and I'm all for it. She is a
scary woman, but beautiful at the same time 😅 @scottderricksonpic.twitter.com/cNmxv07JnG
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita
dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con
Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel Ejiofor. Abbiamo
rivisto Strange in Infinity War e in
Endgame.
Doctor Strange in the
Multiverse of Madness arriverà al cinema il 7 maggio
2021.
David Leitch,
regista di Atomica Bionda, afferma che Atomica Bionda
2 è ancora nei suoi pensieri e progetti, e che
probabilmente troverà spazio su un servizio di streaming.
Uscito nel 2017, il thriller di
spionaggio ambientato durante la Guerra Fredda è stato adattato dal
graphic novel di Antony Johnston, The Coldest
City, ed è interpretato da Charlize Theron
nel ruolo di Lorraine Broughton – un agente
dell’MI6 in missione a Berlino per recuperare del materiale top
secret rubato. Atomica Bionda è stato uno dei
migliori film del 2017 e vanta alcune delle sequenze di
combattimento più spettacolari della recente storia del cinema.
Avendo avuto anche un discreto
successo di pubblico, è chiaro che la produzione e il regista pensa
al sequel del film, che però potrebbe essere sviluppato per essere
destinato direttamente ad una piattaforma di streaming.
Parlando con Slashfilm,
Leitch ha rifiutato di offrire ulteriori informazioni su quale
piattaforma di streaming fosse coinvolta, ma ha affermato che è in
sviluppo un seguito:
“Penso che ci sia [si parla
ancora di un sequel]. Non conosco tutti i dettagli. In quel film
lavoravo a noleggio, ma alla fine Kelly McCormick – la mia compagna
di produzione e mia moglie – sarà sicuramente coinvolta come
produttrice. È così che ho ottenuto il contratto in primo luogo.
Vedremo.”
Sebbene i Marvel Studios non abbiano ancora
rivelato la trama ufficiale del film, alcuni dettagli trapelati
durante la proiezione del footage del Comic-Con hanno suggerito che
Vedova Nera potrebbe
svolgersi tra gli eventi di Captain America: Civil
War e Avengers: Infinity War. In quel
momento preciso della timeline Natasha Romanoff dovrebbe essere una
fuggitiva internazionale dopo la violazione degli Accordi di
Sokovia, e quanto pare le sue nuove avventure la porteranno a
Budapest, in Ungheria, dove sarà costretta ad affrontare i demoni
del suo passato.
Nel frattempo sono emersi altri
dettagli in merito all’ambientazione del cinecomic che aprirà la
Fase 4 del MCU grazie alle dichiarazioni dello sceneggiatore
Jac Schaeffer in un’intervista con Inverse:
“Dopo la battaglia
dell’aereoporto Natasha è molto sola ed è così che la ritroveremo
durante gli eventi del film, dove deve fare i conti con alcune
delle famose note rosse del suo registro“.
Il riferimento alla frase
pronunciata dall’eroina nel corso del franchise potrebbe anticipare
la possibilità che una parte del cinecomic sia radicata nel suo
passato, magari mostrando al pubblico quando e come si è unita allo
S.H.I.E.L.D. e cosa l’ha spinta a cambiare radicalmente posizione.
Di fatto questo standalone ha tutto il potenziale per servire sia
da titolo di raccordo o riempimento di uno spazio vuoto (quello tra
Civil War e Infinity War), sia da finestra sulle origini della spia
russa, ma è anche normale che lo studio voglia mantenere il segreto
fino all’uscita nelle sale.
Vi ricordiamo che il film vedrà
Scarlett
Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha
Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man
2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è
Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di
Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto attualmente in produzione e
presumibilmente ambientato prima degli eventi che l’hanno portata a
diventare una fuggitiva in Avengers: Infinity
War.