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Million Dollar Baby: 10 cose che non sai sul film

Million Dollar Baby: 10 cose che non sai sul film

Million Dollar Baby ha affascinato milioni di persone in tutto il mondo, coinvolgendo il pubblico con la storia drammatica narrata e con le eccellenti interpretazioni dei protagonisti.

Uscito nel 2004, questo film si può definire più che riuscito, arrivando anche a vincere ben quattro Oscar per il Miglior Film, la Miglior Regia, la Miglior Attrice Protagonista a Hilary Swank e il Miglior Attore non Protagonista a Morgan Freeman.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Million Dollar Baby.

Million Dollar Baby film

million dollar baby

1. Ci sono voluti quattro anni per realizzarlo. Il produttore Al Ruddy amava la storia ed era determinato a trasformarlo in un film, trascorrendo quattro anni alla ricerca di sostenitori che fossero interessati ad aiutarlo a realizzarlo. Dopo aver contattato diverse persone che gli sconsigliavano di fare un film del genere, l’unico a sostenerlo è stato Clint Eastwood, rimasto di stucco dopo aver letto la sceneggiatura.

2. Molti studios lo hanno respinto. Million Dollar Baby era rimasto per molti anni in fase di sviluppo, poiché rifiutato da molte case di produzione che non erano convinte dell’argomento trattato, ritenendolo poco interessante. Dopo il rifiuto della Warner Bros. di sostenere l’intero budget, che ha collaborato lungamente con Eastwood, lo stesso regista persuase Tom Rosenberg della Lakeshore Entertainment a mettere insieme metà del budget insieme alla Warner.

3. Le riprese sono finite in anticipo. Questo film è stato realizzato alla velocità della luce, completando le riprese in soli 37 giorni. Basti pensare, però, che i giorni considerati per la lavorazione e le riprese erano 39: le riprese, quindi, sono finite con ben due giorni d’anticipo.

Million Dollar Baby streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere per la prima volta o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play, iTunes e Tim Vision.

Million Dollar Baby frasi

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5. Un film ricco di frasi significative. Questo film è stato generatore di frasi iconiche e indimenticabili che, a distanza di anni, fanno ancora parte dell’immaginario collettivo. Ecco qualche esempio:

  • Mo cuishle significa mio tesoro. Mio sangue. (Frankie Dunn)
  • Chiunque al mondo può perdere un incontro.
  • Non voglio altri allenatori, capo. Io voglio lei. (Maggie Fitzgerald)
  • Io ti ho trovato un pugile e tu l’hai fatta diventare la migliore. (Scrap)

Million Dollar Baby storia vera

6. Katie Dallam sarebbe la vera Maggie Fitzgerald. Sembra che la storia del film abbia preso spunto dalla vita di Katie Dallam, ex pugile che, durante un match, si ruppe il naso e dopo una serie di colpi alla testa cadde in coma. Al suo risveglio le sue aspettative erano quelle di rimanere un vegetale per tutta la vita, ma dopo molti anni ha ricominciato a vivere, seppure in maniera limitata.

7. Il film è basato su tre racconti. Million Dollar Baby non si è ispirato al un solo racconto: infatti, sono stati tre i racconti di F.X. Toole, pseudonimo di Jerry Boyd ad ispirarlo: The Monkey Look, Million $$$ Baby e Frozen Water. Sono state usate anche alcune parti dell’introduzione. Il suo racconto Rope Burns: Stories from the Corner è dedicato all’uomo che lo ha introdotto alla Boxe, Dub Huntley e anche questo libro ha contribuito alla realizzazione del film.

Million Dollar Baby cast

8. Hilary Swank è stata male prima delle riprese. Hilary Swank contrasse un’infezione batterica da una vescica che aveva sviluppato sul piede durante l’allenamento per il suo ruolo. L’infezione era così grave che ha dovuto quasi essere ricoverata in ospedale per tre settimane. Tuttavia, riuscendo a prendere l’infezione in tempo, scelse di prendersi una settimana di riposo medico e di non dire niente a Clint Eastwood o agli altri produttori del film dell’incidente.

9. Morgan Freeman avrebbe dovuto interpretare un altro personaggio. All’inizio, Morgan Freeman è stato contattato per interpretare il ruolo di Frankie Dunn. Ma ben prima che Eastwood assumesse la regia e il ruolo da protagonista, Freeeman ha deciso di prendere la parte di Eddie “Scrap-Iron” Dupris.

10. Sandra Bullock era stata contattata per il ruolo da protagonista. La prima attrice ad essere contattata per il interpretato il ruolo di Maggie fu Sandra Bullock. L’attrice avrebbe voluto fare il film con Shekhar Kapur alla regia. Ma quando la produzione aveva cominciato a lavorare al film, il suo impegno al film Miss F.B.I. – Infiltrata speciale (2005) le ha impedito di partecipare alle riprese.

Fonti: IMDb, Indipendent

La Famiglia Addams: ecco il trailer italiano

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La Famiglia Addams: ecco il trailer italiano

La Famiglia Addams, la dark family più strana ed esilarante del piccolo e del grande schermo, sta per tornare al cinema con un film prodotto e distribuito in tutto il mondo dalla major MGM, che in Italia è distribuito da Eagle Pictures.

Un inedito cast di doppiatori è pronto a farvi tremare… dal ridere! Tra i protagonisti de La Famiglia Addams troveremo Virginia Raffaele e Pino Insegno nei panni di Morticia e Gomez. Eleonora Gaggero e Luciano Spinelli presteranno la loro voce ai figli Mercoledì e Pugsley. Nel ruolo di Zio Fester, incredibile ma vero, proprio Raoul Bova. Ma la vera novità è Loredana Bertè che per la prima volta presterà la sua inconfondibile voce a un personaggio cinematografico, interpretando la Nonna Addams!

La Famiglia Addams è realizzato con una sofisticata grafica in stop motion animation, che ricorda molto lo spirito e i disegni delle storiche vignette del suo creatore Charles Addams. Diretto da Conrad Vernon e Greg Tiernan (il primo particolarmente noto per la regia di film come Shrek 2 e Madagascar 3 – Ricercati in Europa), La Famiglia Addams uscirà in Italia neanche a dirlo il 31 ottobre, giorno di Halloween!

La Famiglia Addams, la trama

La famiglia Addams deve affrontare Margaux Needler, una subdola conduttrice di reality televisivi “consumata dal desiderio dell’assoluta perfezione color pastello della vita suburbana”. Ciò accade mentre gli Addams si apprestano a ricevere i parenti per un’importante riunione di famiglia.

MCU: 10 easter egg che potrebbero essere sviluppati nella Fase 4

MCU: 10 easter egg che potrebbero essere sviluppati nella Fase 4

Alcuni indizi seminati nel corso dei primi undici anni dell’universo cinematografico Marvel non sono stati ancora sfruttati, lasciando così una finestra aperta sul futuro e su un possibile sviluppo magari già a partire della Fase 4.

Ma di quali easter egg parliamo? Ecco i più intriganti del MCU:

Il bozzolo di Adam Warlock

Nel franchise di Guardiani della Galassia è presente un ovvio riferimento ai fumetti che i fan avranno subito riconosciuto, ovvero il bozzolo di Adam Warlock nella bottega del Collezionista.

E mentre viene fornito un retroscena sulle gemme dell’infinito, Gamora e Star-Lord si ritrovano di fronte a quello che è chiaramente la custodia di Warlock dei fumetti. Il personaggio non è ricomparso (per ora), ma niente esclude il suo ritorno in scena per le prossime avventure cosmiche del MCU

Cosmo

I tesori del Collezionista contenevano tantissime curiosità per i fan dei fumetti, e uno dei più importanti è stato senza dubbio Cosmo The Russian Space Dog, che condivide una simpatica scena con Rocket in Guardiani della Galassia.

Nei fumetti, Cosmo si rivela una risorsa preziosa per i Guardiani, e può persino comunicare telepaticamente. Nel MCU invece non ha avuto lo stesso destino…magari possiamo sognare uno spin-off insieme a Goose, il gatto di Captain Marvel?

Iron Lad

Harley Keener ha debuttato nel MCU in Iron Man 3 ed è ricomparso durante la scena del funerale di Tony Stark in Avengers: Endgame. Questo significa che c’è spazio per il personaggio nel futuro del MCU? Si trattava di un’anticipazione della Fase 4?

Forse il ragazzo potrebbe vestire i panni di Iron Lad e guidare gli Young Avengers, personaggi attesi e di cui si discute da tempo…

Dov’è il Granmaestro?

Dopo i titoli di coda di Thor: Ragnarok abbiamo scoperto che il Granmaestro è ancora vivo su Sakaar e sta chiedendo a tutti i suoi servitori di non ucciderlo. C’è chi crede che quella scena sia un assaggio di ciò che vedremo nei prossimi capitoli dell’universo Marvel, e che Jeff Goldblum – amatissimo dai fan – tornerà nei panni del personaggio.

D’altronde se davvero Taika Watiti dovesse dirigere un nuovo film di Thor, o su Valchiria e la Nuova Asgard, sarebbe difficile immaginare uno spettacolo senza l’ironia del Granmaestro.

La vendetta di Jonathan Pangborn

La scena post credits di Doctor Strange aveva in qualche modo anticipato il cameo dello stregone in Thor: Ragnarok, ma anche seminato qualche indizio per la trama di un possibile sequel.

Succede quando Karl Mordo toglie a Jonathan Pangborn tutti i suoi poteri magici spiegando che ci sono troppi stregoni nel mondo. Questo significa che il personaggio vorrà vendicarsi prima o poi? Sappiamo che il secondo capitolo rientra nei piani di Kevin Feige, quindi perché non ipotizzare uno scenario del genere?

Il vero Mandarino

Uno dei misteri ancora irrisolti del MCU è lo stato del “vero” Mandarino, il villain annunciato in Iron Man 3 e presentato invece come un attore che stava soltanto interpretando la parte per conto di un terrorista che è là fuori, chissà dove, a governare i Dieci Anelli.

Senza questo avversario, e senza questa organizzazione criminale, Tony Stark non sarebbe mai diventato un supereroe e non avrebbe mai costruito la sua prima armatura; ma cinque anni dopo il rilascio del cortometraggio All Hail the King che dimostrava l’esistenza del vero Mandarino, cosa ne è stato dei Ten Rings?

Sulla questione è intervenuto Feige dichiarando che si, potremmo vederli in azione insieme al loro leader nei prossimi anni nel MCU. Ovviamente la risposta del presidente dei Marvel Studios non è stata chiara su quale dei personaggi tornerà, tuttavia le speranze sembrano riaccese e abbiamo già un indizio su ciò che arriverà nella prossima fase del franchise.

Perché Avvoltoio ha protetto Spider-Man?

Nella scena post credits di Spider-Man: Homecoming vediamo Adrian Toomes, a.k.a. Avvoltoio, in prigione che parla con Mac Gargan proteggendo l’identità segreta di Spidey e fingendo di non sapere chi sia.

Il villain ha semplicemente coperto Peter come ricompensa per avergli salvato la vita? Sappiamo che il personaggio non sarà in Spider-Man: Far From Home, ma questo dettaglio cosa può dirci sul futuro?

Rick Jones

La cosa più vicina ai fumetti originali che il MCU abbi offerto di Hulk è la sequenza di apertura del suo unico standalone, dove sullo schermo lampeggiano immagini di figure classificate come Nick Fury, il Generale Ross e il personaggio preferito dai fan, Rick Jones.

Nonostante l’omaggio e la conferma della sua esistenza nell’universo condiviso, Jones non ha mai avuto un’apparizione.

Gli originali Guardiani della Galassia

Guardiani della Galassia Vol. 2 ha introdotto nel MCU il personaggio di Stakar Ogord, leader del team originale nell’universo degli anni ’70 e interpretato al cinema da Sylvester Stallone.

Michelle Yeoh, Miley Cyrus e Ving Rhames si sono calati nei panni degli altri membri del team, e qualcosa ci dice che potremmo rivederli ancora sul grande schermo, magari a partire dal Volume 3 in fase di sviluppo.

Atlantide

La famosa mappa comparsa alla fine di Iron Man 2 aveva lasciato intendere che Nick Fury e  lo S.H.I.E.L.D. avevano localizzato alcune figure note dell’universo Marvel, e una posizione specifica evidenziava la sezione del Medio Atlantico.

Qualsiasi fan dei fumetti degno di nota sapeva che questo easter egg stava alludendo all’arrivo di Namor, re del regno oceanico di Atlantide, ma nonostante sia stato accennato quasi un decennio fa, il personaggio non è mai apparso nel MCU.

Leggi anche –  Marvel Fase 4: 5 eroi e 5 villain che vorremmo vedere nel franchise

Venom insieme a Spider-Man nel sequel di Far From Home?

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Venom insieme a Spider-Man nel sequel di Far From Home?

Venom torna al centro delle discussioni sul futuro di Spidey al cinema. Soltanto tre giorni fa vi riportavamo il rumor secondo cui i Marvel Studios avrebbero voluto introdurre Deadpool nell’universo cinematografico già a partire dal terzo film del franchise di Spider-Man, ipotesi contemplata dal sito MCU Cosmic relativamente alle opzioni valide per l’arrivo del personaggio dopo la fusione tra Disney e Fox.

Ora però la notizia, ovviamente non ancora ufficiale, cambia le carte in tavola grazie al commento di Roger Wardell (lo stesso utente di Twitter che aveva svelato dettagli attendibili su Avengers: Endgame) che svela i “reali” piani dello studio.

A quanto pare non sarebbe il mercenario chiacchierone l’indiziato numero uno, ma Venom, il simbionte portato di recente al cinema dalla Sony con protagonista Tom Hardy: il rumor suggerisce che la Sony sarebbe intenzionata a far apparire Eddie Brock nel sequel di Spider-Man: Far From Home, mentre per Deadpool si ipotizza un futuro nella serie di film sugli X-Men, anche nel MCU.

Che ne pensate?

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

Per quanto riguarda Venom, Il sequel è ufficialmente in sviluppo e, secondo gli ultimi aggiornamenti, la trama dovrebbe ruotare intorno al confronto tra il simbionte di Eddie Brock e Carnage, il personaggio introdotto nella scena finale del primo film e interpretato da Woody Harrelson.

Improbabile il ritorno in regia di Ruben Fleischer, attualmente impegnato con le riprese di Zombieland: Double Tap, dal momento che la Sony starebbe cercando un nuovo nome da portare dietro la macchina da presa.

A parte un sequel diretto di Venom – che è stato efficacemente impostato nella scena post-credits con la rivelazione del personaggio di Cletus Kasady aka Carnage interpretato da Woody Harrelson – la Sony sta anche programmando una serie di altri progetti che ruotano attorno a personaggi di Spider-Man, come Morbius il Vampiro Vivente di Jared Leto e Silver Sable e Black Cat.

Se questi film dovessero avere il successo che a questo punto SONY si aspetta, forse un crossover con lo Spider-Man di Tom Holland (che è nel MCU) potrebbe concretizzarsi. Lo stesso Fleischer pensa che uno scontro tra Venom e Spider-Man sia inevitabile.

Venom: gli indizi sulla trama del sequel sono già nel film

Spider-Man: Un Nuovo Universo, Sara Pichelli e Eva Bruschi parlano del loro lavoro su Miles Morales

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Una è la superstar del fumetto mondiale, l’altra una silenziosa e bravissima storyboad artist, e oltre al fatto di essere entrambe italiane e di grande talento, hanno un’altra cosa in comune: entrambe sono legate al film d’animazione più importante degli ultimi anni, Spider-Man: Un Nuovo Universo. Sono Sara Pichelli ed Eva Bruschi, che hanno raccontato la loro esperienza con Miles Morales durante un incontro tenutosi in occasione di Arf 5, il Festival del fumetto a Roma.

Se il lavoro di Sara con Miles risale al 2011, a quando la Marvel ha pensato di uccidere Peter Parker e far nascere questo nuovo Spider-Man pre-adolescente metà afroamericano e metà latino, Eva è entrata in contatto con il nuovo ma già amatissimo personaggio della Casa delle Idee soltanto all’inizio della lavorazione del film animato SONY.

Ma come è stato “ammazzare” Spider-Man e farlo rinascere?

“Era il 2011, stavo già lavorando alla serie Ultimate Spider-Man in cui c’era Peter Parker – esordisce la Pichelli – Una mattina mi arriva una email in cui mi dicevano che avevano una proposta per me, un progetto molto interessante, e mi spiegano cosa sarebbe successo a Peter Parker in questo nuovo fumetto. Ho capito subito che la responsabilità sarebbe stata enorme, anche perché Spider-Man gode di una popolarità incredibile e ho pensato subito che sarei passata alla storia come la sfigata che aveva fatto fallire l’Uomo Ragno. Invece, poco a poco, conoscendo maggiori dettagli del progetto, parlando anche con Brian Bendis, lo sceneggiatore, ho capito che era una storia nuova, non la copia della copia di Peter Parker in versione nera. Ho capito che c’era del potenziale.”

Per quanto riguarda il look definitivo di Miles, anche quello è stato il risultato di tentativi e scambi, come spiega la stessa Pichelli: “Il fatto che fosse di due etnie diverse è sempre stato il punto fermo dell’idea di Brian, lui voleva che Miles fosse afroamericano e latino, era l’unica cosa già decisa. Miles invece ha cambiato identità, doveva avere 16 anni, poi 15, solo alla fine è diventato un dodicenne, all’inizio non si chiamava Miles ma Jonathan. Per i look, li ho provati tutti, dai rasta ai capelli corti, come è successo anche per gli ambienti e il quartiere, che solo alla fine è diventato il Bronx. Sono stati cambiamenti in corso d’opera, ma la cosa davvero divertente è che è stato un brain-storming a tre, perché eravamo io, Brian e Joe Quesada che faceva da tramite. Brian si ispirava alle immagini che gli mandavo, aggiustava la storia e la rimandava a me e io facevo i cambiamenti necessari ad adattare il personaggio, fino a che non abbiamo avuto il personaggio completo. È stato molto divertente ed è difficile lavorare in una situazione di tale libertà, perché in genere la casa produttrice mette molti paletti.”

Per quanto riguarda invece l’enormità della storia che stava contribuendo a raccontare e il successo del bellissimo Spider-Man: Un nuovo universo di cui il suo Miles sarebbe stato protagonista, Sara Pichelli risponde molto onestamente: “Io non ne avevo assolutamente idea, ero solo terrorizzata perché stavo lavorando a Spider-Man, non ragionavo in prospettiva e che io sappia nemmeno Brian. Il nostro è stato un esperimento che ci ha portati a toccare un’icona, perché Spider-Man in USA è come Gesù. Avevo però la sensazione che tutto stesse andando per il meglio ed è una cosa che non succede spesso, tutte le congiunzioni si erano allineate. C’era l’energia giusta, c’era lo scambio artistico e c’erano i tempi, che spesso sono quelli che ammazzano l’arte. Quindi la prospettiva di quello che sarebbe accaduto non c’era. La reazione del pubblico a Miles, nel primo numero, è stata esplosiva nel bene e nel male, si sono completamente spaccati in due.”

Proprio le reazioni del pubblico sono state il riscontro diretto del suo lavoro, reazioni che sono state, come c’era da aspettarsi, molto violente, di fronte alla morte di Peter Parker: “Alcuni l’hanno presa un po’ sul personale, e ci hanno tenuto a farmi sapere che auguravano la morte a me piuttosto che a Peter. In particolare un lettore mi ha scritto una cosa che mi è rimasta impressa: sai,  leggere questa storia mi ha fatto molto male perché è come se venissi al funerale del mio migliore amico ti avvicinassi a me e mi dicessi ‘tranquillo, io ho un amico nuovo per te, gli vorrai bene allo stesso modo’. Al che volevo farmi stampare una maglietta con su scritto ‘io non solo lo sceneggiatore’. E poi c’era gente che mi augurava davvero la morte e quando l’ho riferito alla Marvel (di lì a poco ci sarebbe stata la New York Comicon, con la presentazione ufficiale di Miles Morales al pubblico), loro mi hanno ringraziata di averglielo fatto sapere e mi hanno risposto che avrebbero intensificato la security. Ecco, a quel punto mi sono spaventata.”

Per fortuna non ci sono state solo reazioni negative: “Ho ricevuto anche riscontri molto positivi – prosegue Sara – soprattutto di persona, alla Comicon di New York, durante la quale madri con i bambini piccoli mi ringraziavano perché finalmente i figli avevano un modello in cui identificarsi. E queste sono le cose che ti fanno diventare davvero piccola e vorresti abbracciare tutti.”

Ma dopo che Miles Morales ha invaso le pagine dei fumetti e ha trovato il suo posto nel mondo e nel cuore dei lettori, è arrivato il suo momento anche per trovare un posto nel cuore degli spettatori, abituati ormai ad anni di film Marvel al cinema e reduci da diverse versioni di Spider-Man cinematografici, più o meno graditi, in carne e ossa. È arrivato il momento di Spider-Man: Un nuovo universo.

A questo progetto, quello che poi sarebbe diventato l’Oscar Winner Spider-Man: Un nuovo universo, ha lavorato Eva Bruschi, disegnatrice di grande talento e storyboard artist ingaggiata da SONY per il film diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman. Timida e riservata, commentando il suo coinvolgimento del film, Eva parla di fortuna, ma basta vedere i suoi lavori sul suo canale Youtube per capire che la fortuna c’entra poco: “Ero a New York e lavoravo con un altro regista di SONY e durante lo screening c’era anche uno dei co-registi di Spider-man: Un Nuovo Universo – racconta Eva – In quell’occasione ha visto i miei lavori e mi ha chiesto di partecipare al progetto, ma io ero titubante perché non conosco i supereroi. Poi mi sono detta che comunque dovevo lavorare, e ho accettato. Così mi hanno dato la prima sequenza… sono stata lì per un po’ a conoscere il team e organizzare il progetto, poi ho lavorato da casa. L’unica indicazione che mi hanno dato per la prima sequenza è stata solo quella di divertirmi a immaginare. Gli storyboard artist sono molto pochi all’inizio di un lavoro, perché si cerca di dare omogeneità al progetto.”

E infatti i lavori che ha realizzato per Spider-Man: Un nuovo universo sono molto lineari, figure semplici, in cui si rintraccia non solo quello che poi è diventato il film, ma anche quello che sarebbe potuto essere, forme, personaggi e inquadrature che si sono trasformate in corso d’opera.

“Da quello che ho visto io, lo script è stato una continua evoluzione, fino agli ultimi momenti – ha spiegato la Bruschi – C’era il primo atto chiuso, il secondo atto ancora aperto e il terzo completamente assente. Il progetto era molto aperto fino all’ultimo sia da un punto di vista della libertà concessami, sia da un punto di vista della storia vera e propria. Le novità stilistiche del film erano già nelle intenzioni dei realizzatori, credo, ma non saprei dire con precisione, perché ho lavorato principalmente da casa, quindi non ho assistito ai tutto il processo creativo. Io ho fatto solo le cose che non si vedono.”

E nonostante non si vedano nel film finito, si possono vedere di seguito (ma se ne trovano molte altre sul canale Youtube di Eva Bruschi, ndr):

Entrambe le artiste hanno poi espresso il loro parere sulla condizione dell’animazione in Italia, in un momento in cui Lorenzo Mattotti ha presentato a Cannes il suo bellissimo La famosa invasione degli Orsi in Sicilia e negli anni passato abbiamo avuto Gatta Cenerentola trai vincitori dei David di Donatello. Nonostante queste realtà, sembra che l’animazione faccia ancora fatica nel nostro Paese ad essere presa sul serio come forma di espressione.

Secondo Eva Bruschi: “In Italia, probabilmente manca l’idea di cartone animato per adulti, manca il budget e mi sembra che siano già due cose importanti per far andare avanti il mercato. Forse manca anche un atteggiamento più leggero. Io mi sono trovata bene a lavorare con gli americani perché loro hanno mantenuto questo piacere nel lavoro e la consapevolezza che stanno realizzando qualcosa che deve intrattenere, quindi ci deve essere da parte nostra passione e freschezza, e deve venire fuori dal lavoro che si realizza. Questo aspetto, in Italia, l’ho trovato nei miei collaboratori ma mai nei miei superiori.”

Sara Pichelli, che prima di diventare una star del fumetto, si è formata e ha lavorato tanto con l’animazione, ha commentato: “Non ho la diagnosi anche perché sono molti anni che sono fuori dal giro. So per certo, dai titoli di coda dei più grandi film d’animazione che si producono nel mondo, che a livello tecnico e di talenti non siamo secondi a nessuno. A volte ho la sensazione che manchi la fiducia nelle idee, perché a vendere qualcosa che già vende, siamo bravi tutti, ma creare qualcosa che ricorda altro che ha avuto successo, non è un merito. Vorrei vedere un po’ di più persone che si fidano di chi quel lavoro lo fa, lo segue e lo sente. E questo discorso non vale solo per l’animazione.”

Sicuramente la fiducia nei talenti e nelle idee, da parte degli investitori, potrebbe portare alla luce meraviglie, anche perché basta guardare a queste due donne, italiane che lavorano all’estero, per capire che l’Italia è davvero un terreno fertile per l’arte, il fumetto e l’animazione.

Spider-Man: Un Nuovo Universoil nostro speciale sul film

Aladdin: Will Smith parla dell’omaggio al Genio di Robin Williams

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Primo adattamento in live action del classico d’animazione Disney, il nuovo Aladdin targato Guy Ritchie ha scelto Will Smith per interpretare il Genio, personaggio che nell’originale del 1992 venne doppiato da Robin Williams e che l’attore sembra aver omaggiato nel modo più originale possibile: attraverso la musica e il potere della nostalgia.

A raccontarlo è proprio Smith in un’intervista con Variety, dove si è parlato dei cambiamenti apportati al personaggio e al modo di cantare i brani della colonna sonora:

La musica è stato il mio strumento per entrare nei panni del Genio. Il primo giorno di produzione stavo scherzando e provando sulle note di ‘Friend Like Me’ quando ho notato che rientrava nel ritmo dell’hip-hop vecchia scuola. Così è iniziato per gioco e abbiamo pensato che quel modo di cantare aveva un tempo e un gusto che io capivo davvero e che mi apparteneva. Da qui ho immaginato una maniera per rendere omaggio a Robin senza cambiare le canzoni, facendo sentire al pubblico il valore nostalgico dell’operazione e qualcosa di totalmente nuovo e personale“.

Come saprete, nella sua carriera Smith non si è limitato alla recitazione ma ha avuto un discreto successo anche in campo musicale, pubblicando ben sette album in veste di rapper e DJ. Dunque non stupisce che la nuova versione del Genio abbia “subito” una trasformazione plasmata a immagine e somiglianza del suo interprete, carismatico e talentuoso.

Qui sotto potete ascoltare il brano dalla colonna sonora di Aladdin.

Leggi anche – Aladdin: la recensione del live action

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Diretto da Guy Ritchie (Sherlock HolmesOperazione U.N.C.L.E.) e scritto da John August (Dark ShadowsBig Fish – Le Storie di Una Vita Incredibile), Aladdin è interpretato da Will Smith (AlìMen in Black) nei panni del Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica.

Mena Massoud (Jack Ryan) è il protagonista, lo sfortunato ma adorabile ragazzo di strada innamorato della bellissima figlia del Sultano, la Principessa Jasmine, interpretata da Naomi Scott (Power Rangers), che vuole scegliere liberamente come vivere la propria vita. Marwan Kenzari (Assassinio sull’Orient Express) è Jafar, un malvagio stregone che escogita un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su Agrabah; mentre Navid Negahban (Homeland: Caccia alla Spia) interpreta il Sultano, il sovrano di Agrabah, impaziente di trovare un marito adatto alla figlia Jasmine.

Aladdin è prodotto da Dan Lin (The LEGO Movie), mentre il vincitore del Golden Globe Marc Platt (La La Land), Jonathan Eirich (Deathnote) e Kevin De La Noy (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno) sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken (La Bella e la BestiaLa Sirenetta) e comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dagli autori premiati con l’Oscar Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori, vincitori dell’Oscar e del Tony Award, Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Fonte: Variety

Avengers: Endgame, le scene chiave del finale prima e dopo gli effetti speciali

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Continua il viaggio alla scoperta degli effetti speciali di Avengers: Endgame e del lungo processo che ha portato alla realizzazione di alcune delle sequenze più spettacolari della storia del cinecomic, e stavolta in primo piano troviamo i momenti chiave della battaglia finale dall’attacco al quartier generale dei Vendicatori fino a Captain America che impugna finalmente il Mjolnir e si scaglia contro Thanos.

Le immagini diffuse dai Marvel Studios mostrano anche l’arrivo di Giant-Man, la distruzione dell’Avengers Compaund e l’apertura di tutti i portali che ha riportato indietro gli eroi vittime dello schiocco di Infinity War.

Inutile dire che degli ottimi effetti visivi immergono lo spettatore nell’avventura dei personaggi, lo trasportano in altre dimensioni e annullano il senso di incredulità, tanto sono ormai vicini al realismo. E ovviamente, quando parliamo di cinefumetto, non basta saper raccontare una buona storia e avere figure di spessore, ma è necessario che questi siano inseriti in un contesto che – per quanto immaginario – possa avvicinarsi alla realtà, a qualcosa che si riesce a toccare con mano.

Leggi anche – Avengers: Endgame, le scene che potevano essere nel film

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

Fonte: CBM

Sebastian Stan rivela il suo ricordo preferito del MCU con Chris Evans

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Quella formata da Steve Rogers e Bucky Barnes è senza dubbio una delle coppie di supereroi più amate dell’universo cinematografico Marvel, e la chimica fuori e dentro il set tra i loro interpreti, Chris Evans e Sebastian Stan, avrà sicuramente contribuito nella riuscita di una dinamica molto toccante in questi primi undici anni di MCU.

A parlarne è stato lo stesso Stan durante una convention londinese che si è tenuta questo fine settimana, svelando ai fan qual è il suo ricordo preferito con il collega di tutta l’esperienza sul set: non qualcosa di specifico, ma che scatena ogni volta nell’attore un senso di nostalgia relativamente al tempo trascorso da Captain America: Il Primo Vendicatore a Avengers: Endgame.

Durante le riprese del film abbiamo riso molto, e oggi sono a Londra, città a cui lego molti bei ricordi. Solo il fatto di essere tornato qui, dove abbiamo girato il primo Captain America, mi rende felice e sembra che il tempo non sia mai passato. Ricordo tutti i posti in cui andavo a mangiare, e quanto ci divertivamo sul set…Inoltre ricordo che quella fu la nostra prima esperienza di connessione perché stavamo esplorando l’amicizia tra i personaggi“.

Senza quel legame speciale costruito nel cinecomic del 2011 non ci sarebbero stati la crisi di The Winter Soldier, lo scontro con Iron Man e il riscatto di Bucky in Civil War (e successivamente in Infinity War), concludendo un percorso fatto di lacrime e sacrifici in Endgame, dove abbiamo visto il personaggio “cedere” lo spazio a Falcon con il quale intraprenderà nuove avventure grazie alla serie tv di Disney +.

Sebastian Stan “amerebbe interpretare l’Enigmista” per la DC

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Sebastian Stan è attualmente nelle sale con Avengers: Endgame.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Sebastian Stan rivela la sua frase preferita di Bucky nel MCU

Spider-Man: Far From Home, il nuovo poster anticipa l’arrivo degli Illuminati?

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Un dettaglio nel nuovo poster di Spider-Man: Far From Home non è sfuggito ai fan dell”universo Marvel e sta facendo discutere per il suo presunto riferimento a dei personaggi in arrivo nel film.

Tutto nasce dal post di Ali Plumb, reporter della BBC, su Twitter a proposito del misterioso triangolo comparso sulla locandina del cinecomic che vede protagonisti Tom Holland, Jake Gyllenhaal e Samuel L. Jackson. E tra le tante teorie degli utenti, quella sul simbolo della società segreta degli Illuminati è sicuramente la più intrigante, oltre a essere un termine noto ai conoscitori dei fumetti.

Sappiamo che in Far From Home Quentin Beck, aka Mysterio, giocherà un ruolo chiave e che l’illusionista proviene da un’altra realtà (confermando le ipotesi sul Multiverso), dunque si potrebbe ipotizzare che in realtà stia tramando e complottando insieme al suo gruppo di potere per conquistare il pianeta Terra e instaurare un nuovo ordine mondiale.

Di fatto le motivazioni di Mysterio non sono state fornite dai trailer e la ragione per cui ha scelto di combattere al fianco di Peter Parker sono ancora sconosciute. Magari quel triangolo è solo un vezzo creativo sul materiale promozionale, oppure una chiara anticipazione di ciò che vedremo nel film…

Vi ricordiamo inoltre che gli Illuminati sono un team di supereroi comparsi per la prima volta sulle pagine della Marvel Comics nel 2005 in New Avengers n.7 e che comprende Iron Man, Namor il Sub Mariner, Doctor Strange, Freccia Nera, Professor Xavier e Mister Fantastic.

Che ne pensate?

Spider-Man: Far From Home, scene inedite nei nuovi spot internazionali

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

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Fonte: Twitter

American History X: 10 cose che non sai sul film

American History X: 10 cose che non sai sul film

American History X è uno di quei film che andrebbero visti almeno una volta nella vita, capace di far raccontare una parte della storia americana molto incisiva e di far riflettere lo spettatore in maniera profonda.

Uscito nel 1998, questo lungometraggio si basa su personaggi ed eventi storici realmente accaduti, analizzando i principi assurdi che muovono gli animi degli skinhead.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su American History X.

American History X film

american history x

1. Il protagonista si basa su una persona vera. Il personaggio protagonista di American History X, Derek Vinyard, si basa sulla vita reale di uno skinhead. La persona in questione sarebbe Frank Meeink, uno dei maggiori esponenti del movimento skinhead.

2. Gli attori modificavano la sceneggiatura. Costanti modifiche alla sceneggiatura da parte di Edward Furlong e Edward Norton hanno portato il regista, Tony Kaye, ad essere deluso del progetto e desiderando di lasciarlo. Kaye ha affermato che il loro armeggiare continuo con lo script ha cambiato radicalmente il copione dalla visione originale. Inoltre, il regista è rimasto insoddisfatto della performance di Norton, ritenendo il film ancora oggi incompiuto.

3. Il finale originale era diverso. Inizialmente, American History X era stato concepito con un finale diverso da quello che è stato poi realizzato. Il film, infatti, si sarebbe dovuto chiudere con Derek in piedi di fronte a uno specchio intento a rasarsi la testa dopo che Danny è stato colpito. Questo era per dare un senso al ciclo infinito di violenza e legare insieme la trama: tuttavia, questo finale è stato rimosso dopo le obiezioni di Edward Norton.

American History X streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film lo può fare grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Google Play e Netflix.

American History X frasi

5. Un film ricco di frasi memorabili. Se c’è un film che ha dato vita a frasi iconiche e rimaste nell’immaginario collettivo, quel film è proprio American History X. Ecco qualche esempio.

  • La vita è troppo breve per passarla sempre arrabbiati.
  • Vieni ad avvelenare la cena della mia famiglia con tutte le tue bugie da giudeo, coccolanegri, hippy balordo. (Derek)
  • Negro… Hai fatto infuriare il toro sbagliato! (Derek)
  • Lincoln ha liberato gli schiavi quando!?… 130 anni fa… E quanto tempo gli ci vuole per integrarsi… (Derek)
  • Vuole farti sentire in colpa per aver scritto su Adolf Hitler. Se un negro, se un ispanico parla di Martin Luter King o di quel fottuto comunista di Chavez si becca i complimenti… Non vedi quanta ipocrisia c’è in questo? (Cameron)

American History X cast

6. Poteva esserci anche Joaquin Phoenix. Prima di delineare il cast, i ruoli principali erano stati offerti a diversi attori. Basti pensare che a Joaquin Phoenix era stato offerto il ruolo di Derek Vinyard: tuttavia, l’attore ha trovato sgradevole l’argomento del film, decidendo di rifiutare l’offerta.

7. Era stato preso in considerazione Marlon Brando. Inizialmente, si era pensato di scritturare Marlon Brando per il ruolo di Cameron Alexander, basato su Tom Metzger, leader della Whiter Aryan Resistance. Alla fine, però, l’ingaggio non è andato in porto.

8. Anche un altro attore era stato considerato per il film. Durante la scelta degli attori atti ad interpretare i vari personaggi del film, era stato considerato anche Paul Mazursky per il ruolo di Murray. Tuttavia, anche non sono chiari i motivi, questo rapporto lavorativo non ha mai preso il volo e il ruolo è poi andato a Elliott Gould.

American History X: Edward Norton

9. Per avere il ruolo ha rinunciato a un film. Per poter interpretare il suo personaggio, Derek Vinyard, Edward Norton ha rinunciato ad apparire in Salvate il soldato Ryan. I due film, infatti, sono stati realizzati nello stesso anno e l’attore si è trovato a dover compiere una scelta.

10. Si è trasformato per il film. Edward Norton non è molto conosciuto per aver compiuto trasformazioni fisiche in preparazione ai ruoli da lui interpretati. Per dare una versione più realistica del suo personaggio, però, l’attore si è rasato la testa poco prima delle riprese e ha messo su circa 13 chili di muscoli.

Fonti: IMDb,

Box Office ITA: Aladdin trionfa al botteghino

Box Office ITA: Aladdin trionfa al botteghino

Aladdin conquista il box office italiano, seguito da Il Traditore e Dolor Y Gloria. Si è concluso un altro ottimo fine settimana per il box office italiano considerando il periodo, grazie soprattutto alle nuove uscite. Infatti Aladdin trionfa al botteghino con 6,3 milioni di euro incassati da mercoledì a domenica in ben 908 sale, registrando una straordinaria media per sala pari a settemila euro.

Il Traditore di Marco Bellocchio apre in seconda posizione con 1,4 milioni di euro e un’ottima media per sala di 3700 euro. Fresco vincitore della Palma d’Oro come Miglior Attore ad Antonio Banderas al Festival di CannesDolor Y Gloria conferma il terzo poso raccogliendo altri 711.000 euro con cui supera quota 2,1 milioni. John Wick 3 scende in quarta posizione con altri 647.000 euro per un globale di 2,5 milioni, mentre Attenti a quelle due arriva a 1,4 milioni con altri 405.000 euro.

Segue Pokemon Detective Pikachu che sfiora il tetto dei 5 milioni complessivi con altri 401.000 euro. L’Angelo del Male – Brightburn esordisce al settimo posto con 253.000 euro. Calo per Avengers: Endgame (186.000 euro) e Ted Bundy – Fascino criminale (90.000 euro), giunti rispettivamente a 29,5 milioni totali e 1,3 milioni complessivi. Chiude la top10 Asbury Park: lotta, redenzione, rock and roll che debutta con appena 56.000 euro.

Thor: 10 possibilità per il futuro dell’eroe nel MCU

Thor: 10 possibilità per il futuro dell’eroe nel MCU

Introdotto nel 2011 nel MCU grazie all’adattamento shakespeariano di Kenneth Branagh, Thor è uno dei pochi personaggi dell’universo Marvel ad aver subito un vero e proprio “riavvio”, ribaltando così l’impressione del pubblico e donando nuova linfa ad un arco narrativo che sembrava essersi piegato dopo The Dark World. È stato infatti Ragnarok, e la mano di Taika Waititi, a mettere tutto in discussione, portando il Dio del Tuono verso il territorio della commedia poi calcato anche dagli sceneggiatori di Infinity War e Endgame.

Ma cosa potrebbe riservare il futuro del supereroe? Ecco 10 buone ipotesi:

Thor 4

avengers endgame
Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2019

Prima di Ragnarok il franchise di Thor era forse il meno incisivo di tutto il MCU, e sarebbe interessante vedere sviluppata un’altra trilogia con questo nuovo registro. Magari partendo proprio da Thor 4, che almeno per ora non rientra nei piani di Kevin Feige e co.

Ma a proposito di Thor e del futuro, tempo fa Tessa Thompson aveva dichiarato che “si stava discutendo di un altro film ma che la voce non fosse ufficiale e che Taika Waititi tornerebbe a dirigerlo“. Sarà davvero così? Thor 4 con Valchiria, la nuova Asgard e il multiverso di Loki?

Asgardiani della Galassia

L’aver deciso di lasciare il trono di Asgard a Valchiria ha compromesso sicuramente il futuro dell’eroe come sovrano e guida del suo popolo che avevamo pronosticato tempo fa.

Ora il Dio del Tuono si è unito ai Guardiani della Galassia, con i quali attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione, diventando ciò che era destinato a essere. Questo esclude ogni possibilità di vedere al cinema Thor 4? Oppure il percorso del personaggio si allaccerà a quello dei supereroi di James Gunn in Vol.3?

Ad ogni modo, i Marvel Studios hanno contemplato un approccio più comico al franchise di Thor, e indipendentemente da ciò che accadrà, sembra che la missione dei Guardiani ruoterà attorno alla ricerca di Gamora

Un film su Valchiria

Tornando a Valchiria, dopo Ragnarok l’eroina interpretata da Tessa Thompson è sicuramente uno dei personaggi preferiti dal pubblico il suo ritorno in Avengers: Endgame ha aperto una serie di scenari possibili.

Ora è in sella al suo Pegaso, è una delle guerriere più potenti del franchise, ed è stata appena nominata regina della Nuova Asgard, quindi i presupposti ci sono. E allora perché non dedicarle uno standalone?

Thor vs Wolverine

Wolverine - L-immortale hugh jackman

Quando è stato chiesto a Chris Hemsworth quale personaggio Marvel della Fox avrebbe voluto vedere insieme a Thor nel MCU, la risposta è caduta su Wolverine. Complice l’amore incondizionato per Hugh Jackman, di cui l’attore è un grande fan.

Sappiamo che il Mutante può rigenerarsi e che nei fumetti è morto e tornato in vita diverse volte, quindi perché non sognare in un futuro confronto?

Captain Marvel 2

Thor e Captain Marvel hanno condiviso un breve, ma molto apprezzato, momento in Avengers: Endgame, proprio all’inizio del film quando l’eroina si presenta ai Vendicatori e non sembra spaventata dal richiamo della Stormbreaker.

Da qui i fan hanno sperato di vedere questa dinamica nel MCU, ma dal momento che Endgame non sembra averli accontentati, forse il sequel sulle avventure di Carol Danvers potrebbe essere una soluzione al problema?

Thor e Hulk di nuovo insieme

Tecnicamente i Marvel Studios non possono ancora realizzare uno standalone su Hulk per questioni di diritti, ma sicuramente possono renderlo protagonista di un film di coppia, come accaduto in Ragnarok che ha adattato la trama di “Planet Hulk”.

La chimica tra Hemsworth e Ruffalo è meravigliosa, quindi perché non proseguire su quella strada, magari scegliendo storyline come “World War Hulk” con il pretesto di girare un capitolo sul Dio del Tuono?

Passaggio di testimone

Uno dei momenti più epici di Avengers: Endgame vede Captain America sollevare finalmente il Mjolnir nella battaglia finale contro Thanos, confermando l’ipotesi che chiunque sia degno può brandire il martello di Thor.

Nei fumetti, molti personaggi ci sono riusciti, quindi non c’è niente che impedisca agli eroi – oltre Steve Rogers – di fare lo stesso diventando così il prossimo Dio del Tuono.

Un film sui Tre Guerrieri

Zachary Levi, che ha interpretato Fandral, uno dei Tre Guerrieri, in Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok, ha dichiarato di recente che i personaggi non sono stati sfruttati al meglio delle loro capacità, e che Thor e il trio potevano avere tutto il potenziale per diventare protagonisti di una trilogia.

L’idea ci suona interessante, anche se sarebbe difficile scollegarsi dalla timeline attuale e tornare ad un contesto che il MCU sembrerebbe aver abbandonato con la fine della infinity Saga.

Avengers 5

Ora che la formazione originale dei Vendicatori si è sciolta e Iron Man, Captain America e Vedova Nera non fanno più parte del “presente”, i fan si stanno stanno chiedendo se vedremo altri capitoli sugli Avengers nelle prossime fasi.

La squadra potrebbe facilmente essere sostituita da nuovi personaggi come Captain Marvel, Black Panther, Spider-Man, Ant-Man, Wasp e Falcon, ma è anche possibile che Thor torni in veste di veterano…

Un grande punto di domanda

Abbiamo analizzato ogni ipotesi, teoria e suggestione basandoci su ciò che il MCU ci ha lasciato in questi primi undici anni, ma la verità è che – almeno per quanto riguarda Thor – il futuro del Dio del Tuono assume oggi la forma di un grande punto interrogativo.

Hemsworth è in scadenza di contratto, in Endgame il Thor alcolizzato e sovrappeso ha chiuso il suo cerchio e non sappiamo dove sia diretto (fisicamente e mentalmente). Cosa accadrà al personaggio? Lo rivedremo già nella Fase 4?

Correlato – Thor: 10 cose che non hanno senso sul Dio del Tuono

Fonte: ScreenRant

Demolition Man: 10 cose che non sai sul film

Demolition Man: 10 cose che non sai sul film

Demolition Man è uno di quei film da rivedere almeno una volta al mese, ricco di tensione, avventura e anche un bel po’ di ironia, atta a conquistare il pubblico di diverse generazioni. Uscito nel 1993, la realizzazione del film, diretto da Marco Brambilla, è stata piuttosto articolata e ha richiesto un certo impegno da parte di tutti per un’ottima riuscita. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Demolition Man.

Demolition Man film

demolition man

1. Il titolo del film deriva da una canzone. Demolition Man, il titolo di questo lungometraggio, è stato tratto dall’omonima canzone realizzata dai The Police e scritta da Sting nel 1981. Per il film si è deciso di realizzare una versione del brano, di cui venne pubblicato anche un EP in corrispondenza dell’uscita del film nel 1993.

2. Uno scrittore ha constatato la somiglianza del film con un suo romanzo. Lo scrittore di fantascienza ungherese Istvan Nemere ha affermato che la maggior parte di Demolition Man è basato sul suo romanzo, Holtak Harca (Fight of the Dead), pubblicato nel 1986. Nel romanzo, un terrorista e un soldato dell’antiterrorismo vengono congelati criogeneticamente, per poi risvegliarsi nel ventiduesimo secolo e scoprire che la violenza è stata eliminata dalla società. Lo scrittore ha dichiarato che un comitato apposito ha dimostrato che il 75% del film è identico al libro, ma ha scelto di non fare causa perché sarebbe stato troppo costoso per lui.

Demolition Man streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme digitali come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Infinity, Google Play e iTunes.

Demolition Man cast

demolition man

4. Sandra Bullock aveva un vestito particolare. Durante la sequenza del Taco Bell, Sandra Bullock indossa un vestito che era fatto di pietre e gemme e dal peso complessivo di circa 18 chili. Dopo la scena di lotta fuori dal ristorante dove il suo personaggio salta allegramente e ripete l’azione, il suo vestito aveva iniziato a strapparsi. Ecco perché lei tiene le braccia attaccate ai fianchi dopo che Stallone si allontana.

5. Wesley Snipes odiava i suoi capelli. Nel film è presente l’attore Wesley Snipes che, per interpretare il suo personaggio, si era tinto i capelli di biondo. Siccome era arrivato ad odiare i suoi capelli, l’attore ha optato per una rasatura appena le riprese erano terminate. Tuttavia, c’è chi ha apprezzato quel colore: il giocatore di basket Dennis Rodman, infatti, ha iniziato a tingersi i capelli alla stessa maniera dopo l’uscita del film.

6. Nel cast ci sarebbero dovuti essere due attori d’eccezione. Le due scelte originali per i ruoli erano Steven Seagal e Jean-Claude Van Damme. A Van Damme è stato offerto il ruolo del cattivo, ma non lo voleva. Avrebbe acconsentito solo se entrambi i ruoli principali potessero essere cambiati: così, i produttori hanno cercato di convincere Seagal a interpretare il cattivo, ma lui ha rifiutato. Di fatto, Van Damme è stato poi rimpiazzato da Stallone.

Demolition Man: Sylvester Stallone

7. Una scena lo ha terrificato. Si tratta della scena del congelamento criogenico che lo stesso Stallone ha descritto come “probabilmente le peggiori cinque ore che abbia mai avuto sui set cinematografici… ero terrorizzato”.

8. Voleva Jackie Chan. Sylvester Stallone voleva che il personaggio di Simon Phoenix fosse interpretato da Jackie Chan. Tuttavia, l’attore ha rifiutato, dal momento che al pubblico asiatico non piace l’idea degli attori che hanno sempre interpretato eroi ed improvvisamente vestono i panni di personaggi antagonisti.

Demolition Man conchigliette

demolition man

9. Nel film vengono citate come strumento per eliminare i rifiuti corporali. In Demolition Man è presente una scena piuttosto ironica che riguarda il modo alternativo per pulirsi dai rifiuti del corpo. Nella fattispecie, vengono citate le conchigliette e lo stesso Stallone ha dichirato che l’idea di base è che due delle tre conchiglie si dovrebbero usare come bacchette per tirare fuori i rifiuti dal corpo, mentre la terza per raschiare quanto rimasto. Non esiste, però, nessuna spiegazione riguardo a come dovevano essere puliti o disinfettati.

10. Una trovata nata per caso. La trovata dell’utilizzo delle tre conchiglie è nata praticamente quasi per caso. Secondo lo sceneggiatore Daniel Waters, quest’ispirazione è nata mentre stava scrivendo una scena in cui Spartan deve utilizzare il bagno. Stava cercando di inventare cose futuristiche che si sarebbero potute trovare dentro e, non riuscendoci, ha chiamato un amico e collega per farsi aiutare. Ironia della sorte, egli si trovava in bagno in quel momento e sottolineò di avere un sacchetto di conchiglie sul water come decorazione.

Fonti: IMDb, moviefone

Gold La grande truffa: 10 cose che non sai sul film

Gold La grande truffa: 10 cose che non sai sul film

Gold – La grande truffa è uno dei film più avventuruosi degli ultimi anni, in grado di analizzare con accuratezza la ricerca del sogno americano e di come la realtà riesca sempre a modificare le aspettative.

Il film, che si ispira ad un fatto realmente avvenuto nei primi anni ’90, è una caccia all’esotico, al thriller e quella parte oscura che anima banchi di prova come quelli di Wall Street.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Gold – La grande truffa.

Gold – La grande truffa film

gold la grande truffa

1. Il film è diretto da un regista che non si vedeva da un po’. Gold – La grande truffa è un film diretto da Stephen Gaghan, uno sceneggiatore e regista americano che non lavorava da un po’ per il grande schermo. Il suo ultimo film da regista, infatti, era Syriana, film del 2005 per il quale lo stesso Gaghan era stato nominato agli Oscar per la miglior sceneggiatura.

2. Ha avuto una lunga gestazione. Dare vita a questo film è stato abbastanza complesso, soprattutto per il fatto di trovare un regista disponibile a girarlo. In un primo momento Paul Haggis si era dimostrato interessato dopo aver visto un estratto della sceneggiatura di Patrick Massett e John Zinman, per poi declinare in favore di altri progetti. In seguito, si era fatto avanti Michael Mann, acquisendo la sceneggiatura con l’intenzione di dirigere il film con lui e Haggis a produrlo. Dopo aver lasciato per realizzare Blackhat (2015), si era puntato su Spike Lee per poi scegliere Stephen Gaghan.

3. Matthew McConaughey si ha toccato davvero una tigre. Per girare la scena del film in cui il protagonista tocca la tigre, McConaughey ha avuto il fegato di farlo davvero. Questa scena, infatti, era stata programmata per essere l’ultima scena del film e durante le riprese l’attore ha davvero toccato l’animale in questione. Come ha avuto modo di dire lo stesso attore “Non sto recitando in questa scena. Sono spaventato, sto sudando”.

Gold – La grande truffa streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Google Play e iTunes.

Gold – La grande truffa trama

5. Alla rincorsa del sogno americano. Kenny Wells è da anni alla ricerca di quel sogno americano a cui aspira da molti anni. Mettendo in pratica gli insegnamenti di suo padre (e vivendo nel suo mito) arriva fino alla remota Indonesia, arrivando a vendere tutti i suoi averi per rendere concreto quel sogno.

6. Non è tutto oro quello che luccica. Insieme al geologo Michael Acosta, Wells trova un giacimento aureo nascosto, diventando ricchissimo e mirando a conquistare Wall Street . Ma non tutto è come sembra e Wells lo scoprirà a sue spese.

Gold – La grande truffa storia vera

7. l film si basa su una storia vera. Gold – La grande truffa si basa sullo scandalo minerario della Bre-X del 1993, una società canadese che scoprì ‘esistenza di un giacimento d’oro in Indonesia e cercò di dare vita ad un’enorme manovra finanziaria in quel di Wall Street.

Gold – La grande truffa cast

gold la grande truffa

8. Per questo film, Matthew McConaughey si è trasformato. Affinché potessere regalare una performance quanto più realistica possibile, Matthew McConaughey ha deciso di rasarsi la testa, di guadagnare 20 kg di peso e di indossare dei denti finti. Lo stesso attore ha dichiarato di aver preso peso mangiando cheeseburger, bevendo birra e tantissimi milk shake.

9. Nel cast c’era Michelle Williams. In questo film, una volta ultimati i casting, era stata scritturata Michelle Williams per il ruolo principale. Tuttavia, l’attrice ha deciso di ritirarsi poco prima dell’inizio delle riprese e, in sua sostituzione, si è deciso di rimpiazzarla con Bryce Dallas Howard.

10. Christian Bale era stato considerato come protagonista. Per il ruolo di Kenny Wells, prima di affiancare il nome di McConaughey, era stato considerato Christian Bale. All’attore, infatti, era stato offerto il ruolo principale ai tempi in cui ci sarebbe dovuto essere Michael Mann alla regia.

Fonti: IMDb, History vs Hollywood

Blue my mind – Il segreto dei miei anni al cinema dal 13 giugno

Blue my mind – Il segreto dei miei anni al cinema dal 13 giugno

Blue my mind – Il segreto dei miei anni (Svizzera/Germania, 2017), film d’esordio della regista svizzera Lisa Brühlmann, racconto di formazione intimo e surreale che affronta in chiave fantasy la crescita, l’emancipazione e la trasformazione di un’adolescente, arriva nelle principali sale d’Italia da giovedì 13 giugno distribuito da Wanted Cinema dopo essere stato presentato ad Alice nella Città alla 12/ma Festa del Cinema di Roma, dove ha ricevuto il premio Camera D’oro Alice/Taodue.

Il film, che vede come protagonista la giovane attrice Luna Wedler – selezionata fra le migliori promesse del cinema dalla European Film Promotion – racconta di Mia, una ragazza di quindici anni appena trasferitasi con la sua famiglia alle porte di Zurigo. Mentre la ragazza si lancia in una selvaggia adolescenza cercando di fronteggiarla, il suo corpo comincia a cambiare in modo radicale. Nella disperazione cerca di anestetizzarsi con sesso e droghe, ma nonostante i tentativi di arrestare il processo è presto costretta ad accettare il fatto che la natura è molto più potente di lei. La trasformazione prosegue inesorabile, facendo diventare Mia quell’essere che per anni si è assopito dentro di lei… e che ora sta prendendo il sopravvento.

Ho voluto realizzare un film sulla crescita, sulla ricerca della propria identità, sull’emancipazione femminile – ha spiegato la regista BrühlmannQuesto lavoro si focalizza sul sentimento di sentirsi imprigionata. Imprigionata in un mondo pieno di regole da rispettare, un mondo a cui adeguarti e adattarti soprattutto quando si è giovani. Per me la sirena è il simbolo del desiderio di libertà, di quel potere femminile primordiale e di un mondo senza confini. Ho cercato di dare delle risposte a quelle domande su come ci si sente quando il proprio corpo inizia a seguire delle leggi diverse, inizia a cambiare e non c’è via di ritorno, quando ci si sente impotenti mentre la situazione scivola via a poco a poco. In questo modo sarà forse possibile alle persone provare nuovamente che cosa vuol dire crescere.

Avengers: Endgame, ecco cosa avrebbe fatto Bucky con la gemma del tempo

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Ospite di una convention a Londra, Sebastian Stan ha avuto modo di parlare del percorso di Bucky Barnes nel MCU tra racconti di produzione e aneddoti riguardanti le riprese dei vari cinecomic che lo vedono protagonista, compreso il recente Avengers: Endgame dove il Soldato d’Inverno si congeda in attesa di tornare in azione nella serie tv di Disney + insieme a Sam Wilson, aka Falcon.

Come sicuramente saprete il capitolo finale della saga sulle gemme dell’infinito ha ridefinito alcune timeline dell’universo condiviso in cui il destino dei personaggi è stato modificato rispetto a quello originale; questo grazie ai viaggi nel tempo e all’utilizzo del Regno Quantico, sfruttati da Steve Rogers per ricongiungersi con Peggy Carter e rispedire ai vecchi “proprietari” tutte le pietre.

Ma cosa avrebbe fatto Bucky con uno strumento del genere? Quali cambiamenti avrebbe apportato al suo viaggio personale da Il Primo Vendicatore a Endgame? Questa la risposta di Stan:

Cosa farebbe con la gemma del tempo? Beh, credo che se ne avesse avuto la possibilità sarebbe tornato a confrontarsi con il se stesso negli anni ’70, incontrando quindi il suo doppio Soldato d’Inverno, l’uno contro l’altro. E poi avrebbe sicuramente dovuto affrontare ciò che ha fatto, ovvero tutti gli 864 omicidi compiuti sotto il lavaggio del cervello dell’HYDRA“.

Che idea grandiosa sarebbe per uno spin-off? Raccontare gli anni del villain prima degli eventi di Captain America: The Winter Soldier, un’epoca mai esplorata dai Marvel Studios (se non in brevi flashback), ribaltando il punto di vista del classico eroe e immergendo lo spettatore nell’esperienza di un soggetto complicato e tormentato.

L’HYDRA, il KGB, l’addestramento spietato, insomma tutti quegli elementi che hanno contribuito a plasmare il Soldato d’Inverno. La speranza è che, parallelamente alle vicende dei protagonisti, questa storyline venga sfruttata o nello standalone su Vedova Nera (la cui ambientazione resta ancora un mistero), oppure nella serie televisiva con Falcon (ma l’ipotesi è alquanto improbabile), regalando al pubblico tutte le sfumature di un personaggio davvero affascinante e finora troppo marginale.

Leggi anche – Avengers: Endgame, perché Steve non ha dato lo scudo a Bucky?

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

Fonte: Youtube

Alien: Ridley Scott tornerà alla regia del nuovo prequel?

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Alien: Ridley Scott tornerà alla regia del nuovo prequel?

In occasione del 40° anniversario dell’uscita di Alien Variety ha incontrato Tom Skerritt  (che nel film interpretava Dallas, il capitano della Nostromo) ripercorrendo insieme a Ridley Scott la genesi del progetto, gli aneddoti della lavorazione e i segreti che lo rendono ancora oggi un capolavoro indiscusso del cinema di genere. Tanti gli argomenti toccati nell’articolo, compresa l’evoluzione del franchise e i prequel finora portati sul grande schermo, Prometheus e Alien: Covenant, menzionando accidentalmente anche un terzo capitolo degli eventi ambientati prima del cult del 1979 che Scott dovrebbe dirigere e che è già in fase di scrittura.

L’ipotesi non giunge nuova ai fan del franchise, visto che da tempo si parla di un possibile seguito di Covenant le cui premesse erano state ostacolate dal risultato non troppo entusiasmante del film al box office.  Qualche mese fa era stata poi Katherine Waterson, una delle interpreti, a spiegare che non c’erano notizie ufficiali e che non sapeva nulla del progetto, ma che già durante le riprese l’idea di una continuazione della trama sembrava interessante.

Dunque di quale misterioso terzo prequel sta parlando Variety? Sappiamo che al momento, come conseguenza della fusione tra Disney e Fox, Alien figura tra le proprietà della casa di Topolino e potrebbe subire un trattamento diverso da quello optato dal vecchio proprietario. Lo stesso Scott ha recentemente confermato di aver preso parte a dei colloqui iniziali con lo studio sul futuro della serie e che sa benissimo in che direzione la porterebbe.

Andare avanti, sempre, lasciandosi tutto alle spalle vedendo in che modo potrà evolvere“, aveva dichiarato il regista, “Stiamo cercando di capire dove vogliamo che succeda“.

Alien: 10 cose che non sai sul film cult

Fonte: Variety

WandaVision: Scarlet Witch potrà alterare la realtà nella serie di Disney +?

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Come annunciato nelle scorse settimane, i Marvel Studios sono già al lavoro per portare sulla piattaforma streaming di Disney+ diverse serie dedicate a personaggi già introdotti nel MCU. Tra queste ci sarà anche quella su Wanda Maximoff e Visione, intitolata WandaVision, dove rivedremo Elizabeth Olsen e Paul Bettany nei rispettivi ruoli interpretati da Avengers: Age of Ultron.

Ma cosa sappiamo realmente dello show? Per quanto riguarda l’ambientazione il discorso è complicato, dal momento che Endgame sembra aver compromesso la continuità della trama dell’universo condiviso, quindi è improbabile che i due supereroi tornino in azione subito dopo gli eventi del film. Inoltre Visione – ucciso da Thanos in Infinity War – non figura tra i personaggi riportati in vita dai Vendicatori, mentre al contrario Wanda è stata “resuscitata” dopo lo schiocco.

Marvel Studios: tutte le serie in arrivo su Disney +

Durante la premiere di Endgame era stata proprio la Olsen a suggerire che la serie prenderà spunto da “molti altri fumetti” e che avrebbe avuto un’estetica da anni ’50. Questo ovviamente ci ha fatto pensare subito all’ipotesi di un viaggio indietro nel tempo, e sappiamo come nei fumetti originali entrambi i personaggi siano in grado di alterare la realtà.

Ora però alcuni rumor non ufficiali sostengono che WandaVision sarà ambientata nei sobborghi ispirandosi alle pagine su Visione scritte da Tom King e che Scarlet Witch subirà una trasformazione significativa in termini di poteri. È infatti Charles Murphy a riportare le voci secondo cui Wanda inizierà ad entrare in confidenza con una gamma di superpoteri che integrano l’alterazione della realtà, concetto finora inutilizzato nel MCU.

Un dettaglio del genere spiegherebbe il ritorno dal mondo dei morti di Visione, con la sua amata che perde il controllo di se stessa creando un nuovo mondo in cui vivere. Difficile a dirsi, ma se questo scenario dovesse avverarsi perché non sognare in grande e immaginare l’introduzione nell’universo dei figli della coppia, Young Worcan e Wiccan?

Leggi anche – Scarlet Witch e Visione: cosa vorremmo vedere nella serie di Disney +

Fonte: CBM

The Batman: un dirigente DC conferma il casting di Robert Pattinson?

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Sono giorni di febbricitante attesa per l’ufficializzazione dell’attore che interpreterà Bruce Wayne in The Batman, nuovo adattamento, oltre che reboot, delle indagini del crociato di Gotham affidato a Matt Reeves (Cloverfield, Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie), e mentre Variety e Deadline riportano che sono due i candidati in lizza, nelle ultime ore un post “misterioso” del dirigente del reparto creativo della DC Jim Lee sembrerebbe confermare il casting di Robert Pattinson.

Nella foto che vedete qui sotto, pubblicata da Lee su Instagram, appare sospetto il nome di Pattinson in maiuscolo scritto sul tablet e associato ad estratti di interviste di Howard Stern con star come Pamela Anderson e, appunto, l’attore inglese. E se quel dettaglio non fosse casuale, trattandosi di un fortunato easter egg per i fan? Possiamo supporre che il dirigente della DC abbia voluto stuzzicare la loro curiosità anticipando le mosse dello studio?

A quanto pare diverse persone hanno visto Pattinson aggirarsi nei pressi di Hollywood dopo la trasferta al Festival di Cannes con The Lighthouse (il nuovo film di Robert Eggers), ma sappiamo che sono iniziati i lavori del nuovo progetto di Christopher Nolan, Tenet, sempre produzione Warner, e che la produzione di The Batman partirà in autunno…

Che ne pensate? Sarà davvero lui il prossimo Bruce Wayne?

The Batman: ecco i nomi dei primi villain del film

In attesa che venga confermata o smentita la notizia, vi ricordiamo che le prime indiscrezioni su The Batman circolate online ipotizzano un’ambientazione negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic, Captain Marvel dei Marvel Studios.

Per alcuni 1990 fa rima con gli adattamenti di Batman di Tim Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e che sono stati fonte di ispirazione per Zack Snyder per quanto riguarda una scena particolare di Batman V Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di Batman Returns del 1992), per non parlare del fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul personaggio provengono proprio da quel decennio.

Secondo i report, Reeves ha optato per le storie di Batman: Anno Uno come possibile punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe. Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros. impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain prevista.

Per The Batman è stata già fissata l’uscita in sala il 25 giugno 2021.

Fonte: Jim Lee

Avengers: Endgame, il cast riunito nelle nuove foto dal backstage

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Avengers: Endgame festeggia con successo il quarto weekend di programmazione negli Stati Uniti, e per festeggiare la ricorrenza Anthony e Joe Russo hanno condiviso su Instagram delle nuove foto tratte dal dietro le quinte del film insieme al cast.

Tra queste c’è anche l’immagine scattata sul set del funerale di Tony Stark, uno dei momenti più emozionanti dell’universo cinematografico Marvel, dove si sono riuniti praticamente tutti i personaggi e i loro rispettivi interpreti.

Nelle altre potete dare uno sguardo al giovanissimo attore entrato nei panni del “piccolo” Scott Lang durante la sequenza di prova con il Regno Quantico, ai sei Vendicatori originali radunati per far rivivere la battaglia di New York del 2012 e a Josh Brolin con la sua tuta da motion capture mentre si prende una pausa dalle riprese con Zoe Saldana.

Andate a vedere Endgame per la quarta volta questo fine settimana!“, hanno scritto i registi, “Per l’aria condizionata, e perché vorrete riprovare quelle emozioni“.

 

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Fonte: The Russo Brothers

Cannes 2019: ecco tutti i vincitori della 72esima edizione

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Si è conclusa la settantaduesima edizione del Festival di Cannes 2019. E’ attualmente in corso la cerimonia di consegna ma i primi vincitori sono stati resi noti. Parasite del regista sudcoreano Bong Joon-ho ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes .

Mati Diop ha vinto il Grand Prix per il suo film d’esordio, “Atlantics.” Premio speciale della Giuria a Les Misérables di Ladj Ly e Bacurau di Kleber Mendonça Filho – mentre il cineasta liberale Michael Moore ha detto alla folla: “Trump è la bugia che permette di mentire “.  Il premio per il miglior regista è andato a Jean-Pierre e Luc Dardenne per “Young Ahmed” La migliore attrice di questa edizione è stata incoronata Emily Beecham, la protagonista di “Little Joe“, che interpreta una scienziata che inizia a sospettare che la pianta che ha modificato geneticamente possa avere effetti collaterali sull’uomo. “It Must Be Heaven” di Elia Suleiman ha guadagnato una menzione speciale dalla giuria.

Il premio per la sceneggiatura è andato alla scrittrice-regista francese Céline Sciamma per “Portrait of a Lady on Fire, un film d’epoca a tema lesbico che esplora la nozione di sguardo femminile, sia ora che attraverso la tradizione dell’arte occidentale.

It Must Be Heaven” di Elia Suleiman ha guadagnato una menzione speciale dalla giuria. Un droll commentario – da un regista il cui personaggio di Jacques Tati non parla quasi mai – per i problemi del suo paese, come si evince dai suoi viaggi a Parigi e New York, il film di Suleiman è stata la rara commedia della competizione di quest’anno.

PREMI UFFICIALI

Palma d’oro: Parasite

Grand Prix: “Atlantics”, Mati Diop

Regista: Jean-Pierre e Luc Dardenne, “Giovane Ahmed”

Attore: Antonio Banderas, “Pain and Glory”

Attrice: Emily Beecham, “Little Joe”

Premio della giuria – TIE: “Les Misérables”, Ladj Ly; “Bacurau”, Kleber Mendonça Filho

Sceneggiatura: Céline Sciamma, “Portrait of a Lady on Fire”

ALTRI PREMI

Camera d’Or: “Le nostre madri”, Cesar Diaz

Short Films Palma d’oro: “La distanza tra il cielo e noi”, Vasilis Kekatos

Menzione speciale dei cortometraggi: “Dio dei mostri”, Agustina San Martin

Golden Eye Documentary Prize: “Per Sama”

Premio della giuria ecumenico: “Hidden Life”, Terrence Malick

Queer Palm: “Ritratto di una signora in fiamme”, Céline Sciamma

Il cerchio della vita: quello che non sai sulla canzone de Il re leone

Il cerchio della vita è una di quelle canzone che ha segnato milioni di persone e tante generazioni grazie alla sua presenza del film d’animazione Il re leone.

Con alta probilità, questo brano così significativo sarà presente anche nell’omonimo live action di prossima uscita e, a pensarci, non potrebbe essere diversamente.

Ecco, allora, quello che non sapevi sul brano Il cerchio della vita.

Il cerchio della vita testo

il cerchio della vita

Una delle caratteristiche di un film come Il re leone è quella di lasciare il segno con i testi delle sue canzoni. Basti pensare a Il cerchio della vita che accompagna la fase iniziale del film, quando il sole sorge e gli animali corrono per radunarsi sotto la rupe dei re, in attesa che venga finalmente mostrato il giovane Simba. E se le immagini colpiscono il cuore, essere fanno solo un lavoro a metà perché senza questo canto tutto il pathos esistente verrebbe meno.

Un bel giorno ti accorgi che esisti
Che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui per volere di chi

Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingon di blu
E ti basta così, ogni dubbio va via
E i perché non esistono più

E’ una giostra che va, questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che fine non ha

E’ una giostra che va, questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che fine non ha

Il cerchio della vita: Il re leone

Il cerchio della vita segna l’inizio del film, ma non tutti sanno che fa parte della colonna sonora composta da Elton John (per quanto riguarda le musiche) e Tim Rice (che si è occupato dei testi). Riproposta anche alla fine del film e nominata agli Oscar per la Miglior Canzone, Il cerchio della vita non avrebbe dovuto avere delle parti dialogate.

Quando il compositore Hans Zimmer, che si è occupato della parte strumentale, ha preparato la sua interpretazione del brano, aveva dato vita ad una versione estesa affinché fosse flessibile per essere tagliata ed adeguata con il montaggio.

Gli animatori rimasero talmente colpiti e affascinati dal suo lavoro da cambiare l’inizio della sequenza in quella che si vede nel film, in modo da sfruttare l’intera versione del compositore, che comprendeva anche la parte iniziare cantata in lingua zulu.

Il cerchio della vita: Ivana Spagna

Per la versione italiana de Il cerchio della vita, si era alla ricerca di un/una cantante che fosse in grado di avere un voce incisiva e significativa come quella di Elton John che è interprete della versione originale.

È stato proprio il cantautore a riconoscere in Ivana Spagna queste qualità, scegliendola personalmente per interpretare questo brano così forte ed importante. Conseguentemente, la Spagna ebbe un enorme successo, diviso tra nuove e vecchie generazioni, tanto da realizzare circa quindici anni dopo (nel 2009) un album intitolato proprio Il cerchio della vita. Questo disco riunisce 14 canzoni cover Disney.

Il cerchio della vita accordi

Chi desiderasse provare a suonare la melodia de Il cerchio della vita è possibile farlo seguendo gli accordi. Oltre a recarsi nei negozi specializzati, è possibile recuperare gli accordi di questo brano anche online, sia su siti specifici, sia tramite video caricati su You Tube.

Il cerchio della vita significato

il cerchio della vita

Il cerchio della vita non solo una semplice canzone, un semplice brano di apertura de Il re leone: bensì, ha un significato molto profondo.

Basta solo osservare il testo per capire che il riferimento è rivolto al ciclo della vita di tutti gli esseri viventi che connette ogni creatura del mondo e che fa compiere a tutti quanti il cammino composto da nascita, dalla crescita e dall’invecchiamento che perdura fino alla fine dei giorni.

Un equilibrio, quello della vita, che va tutelato affinché ognuno abbia di che vivere in maniera dignitosa: “Simba, tutto ciò che vedi coesiste secondo un delicato equilibrio. Come re devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica alla saltellante antilope. [Quando moriamo i nostri corpi diventano erba e le antilopi mangiano l’erba. E, così, siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita”.

Fonti: IMDb, rockol

L’uomo che fissa le capre: 10 cose che non sai su film

L’uomo che fissa le capre: 10 cose che non sai su film

L’uomo che fissa le capre, uscito nel 2009, è uno di quei film destinato a diventare un cult assoluto della storia del cinema, soprattutto di quello recente.

Il film, che vede protagonisti George Clooney e Ewan McGregor, ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con il suo sarcasmo e con la sua ironia, rendendolo una commedia grottesca e surreale.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su L’uomo che fissa le capre.

L’uomo che fissa le capre film

l'uomo che fissa le capre

1. Viene citato un poema. Quando il personaggio di George Clooney cita il poema sul marinaio e il gabbiano, sta parlando del poema “The Rime of the Ancient Marier” del poeta inglese Samuel Taylor Coleridge.

2. È stato presentato a diversi festival. Prima di uscire al cinema nel novembre del 2009, il film è stato presentato fuori concorso alla 66° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per poi passare al Toronto Film Festival.

3. Uccidere le capre con la telepatia non è reale. Il fatto di uccidere gli animali con il solo uso della telepatia è una delle poche cose estreme raccontate nel libro e poi fatte vedere nel film. In realtà, si tratterebbe solo un aspetto simbolico che riferisce al grande potere a disposizione dell’unità segreta dell’esercito americano.

L’uomo che fissa le capre streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Rakuten Tv, Chili e Infinity.

L’uomo che fissa le capre cast

l'uomo che fissa le capre

5. Ci sono 3 premi Oscar nel cast. In L’uomo che fissa le capre ci sono ben tre premi Oscar nel cast. Basti pensare, infatti, a George Clooney (Miglior Attore non Protagonista per Syriana, Miglior Film per Argo), Jeff Bridges (Miglior Attore Protagonista per Crazy Heart) e Kevin Spacey (Miglior Attore non Protagonista per I soliti sospetti e Miglior Attore Protagonista per American Beauty).

6. Il personaggio di Jeff Bridges è esistito davvero. Il ruolo che l’attore Jeff Bridges interpreta nel film si basa sul tenente colonnello dell’esercito James Channon, colui che scrisse il manuale Primo Battaglione Terrestre.

7. Ewan McGregor e i riferimenti a Star Wars. In L’uomo che fissa le capre, Ewan McGregor ricopre una parte importante. Tuttavia, durante il prosieguo del film, ci sono molti riferimenti alla saga di Star Wars. Questo film, infatti, parla ampiamente dell’essere Jedi e dell’usare i poteri Jedi.

L’uomo che fissa le capre libro

8. Il film è un adattamento. L’uomo che fissa le capre non è altro che un adattamento di un libro intitolato Capre di guerra (The Men Who Stare at Goats) scritto dal reporter Jon Ronson. In questo libro vengono raccontati i paradossi dell’unità segreta dell’esercito americano, chiamata First Earth Battalion (Primo Battaglione Terrestre).

9. Sono stati narrati fatti veri. Il libro di Ronson e, conseguentemente il film, raccontano fatti realmente accaduti. Fatti che non riguardano solo le missioni, ma anche i progetti di ricerca stravaganti che, pare, siano poi evoluti in esperimenti compiuti a Guantanamo Bay.

L’uomo che fissa le capre frasi

10. Un film farcito di frasi iconiche. L’uomo che fissa le capre non poteva non essere un film generatore di frasi iconiche e destinate ad essere citate in futuro. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Siate tutto quello che potete essere. (Bill)
  • Ecco fatto, fu l’unico pezzo della mia storia ad essere divulgato dovunque, ridotto a barzelletta! E se mai mi ci fosse voluta una prova di come il lato oscuro avesse preso lo splendido sogno di quello che una nazione poteva essere e l’avesse distorto, distrutto, beh eccola li. Ma io non mi fermo, non mi arrendo. Perché quando vedo quello che succede nel mondo, so che ora, più che mai, dobbiamo essere tutto quello che possiamo essere. Ora, più che mai, abbiamo bisogno degli Jedi! (Bob)
  • “Hey Phil, qual è la frase più detta dai francesi?” “Mi arrendo” (Todd e Phil)

Fonti: IMDb, Wired,

Insidious: 10 cose che non sai sul film

Insidious: 10 cose che non sai sul film

Insidious è il film che ha dato il via ad una delle saghe horror più viste degli ultimi anni, capostipite di un sequel e due prequel. Nella fattispecie, questo film è il terzo andando nell’ordine cronologico degli eventi.

Tra eventi inquietanti, manifestazioni di carattere soprannaturale e possibilità di esplorare tanti e diversi universi, questo lungometraggio ha spaventato, affascinato e coinvolto milioni di persone in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Insidious, uno dei film horror per ecellenza.

Insidious film

insidious

1. James Wan ha lavorato al film con The Conjuring in mente. Mentre stava girando il primo capitolo di Insidious, James Wan aveva già il franchise di The Conjuring in mente. Non a caso, infatti, è possibile notare alcuni spunti, tratti dai primi due film di Insidious, che hanno dato vita ad una delle saghe horror più seguite, e i primi film dell’altro franchise. Di fatto, con la creazione di questi due franchise, Wan è diventato uno dei maggior registi dei film horror e del cinema in generale.

2. S’intravede Saw. Nella prima metà del film, dietro al personaggio di Patrick Wilson, è possibile vedere un personaggio molto conosciuto. Si tratta del protagonista del film Saw – L’Enigmista, disegnato sulla lavagna con il numero otto scritto al di sotto.

3. Non sangue, ma rossetto. Quando le lenzuola vengono trovate con delle impronte rosse di mani, questo è stato confuso per sangue, ma in realtà era rossetto rosso. Il demone dalla faccia rossa (noto come “il demone del rossetto”) lascia impronte delle mani ovunque, mostrando di essere molto vicino a Dalton ad un certo punto del film.

Insidious streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

Insidious cast

insidious

5. Ethan Hawke sarebbe potuto essere nel cast. Pare che la prima scelta per il ruolo di Josh Lambert fosse Ethan Hawke. Tuttavia, l’attore ha deciso di rifiutare il ruolo, anche se non sono chiari i motivi, che poi è andato a Patrick Wilson.

6. Patrick Wilson in un ruolo da perseguitato. In Insidious, Patrick Wilson interpreta il ruolo di Josh Lambert, perennemente perseguitato dai fantasmi che vogliono invadere il suo corpo. Tutto ciò si può intendere quasi come l’opposto della serie tv A Gifted Man (2011) in cui Micheal Holt, il personaggio di Wilson) è in grado di vedere il fantasma di Anna Paul, sua moglie defunta, al fine di migliorarlo come medico e come persona.

7. Un attore che è anche compositore. In Insidious è presente un demone che è interpretato da Joseph Bishara. Ma costui non ha lavorato al film sono in quanto attore: infatti, egli è stato anche il compositore del lungometraggio, realizzando la colonna sonora.

Insidious trailer

8. Un trailer fenomenale. Prima di mettersi alla prova con il film di James Wan, è consigliabile dare un occhio al trailer. Ci si accorgerà subito di come questa prima visione farà capire la direzione e il senso del film, oltre che assaggiare il livello di paura intrinseco.

Insidious sequel

9. È stato realizzato un prequel. Dato l’enorme successo generato dal Insidious, si è deciso di dare vita a un film sequel. Nel 2013, infatti, è stato realizzato Oltre i confini del male: Insidious 2 che vede nuovamente protagonisti Patrick Wilson e Rose Byrne.

10. Sono usciti due film prequel. Con il successo dei due film di Insidious, realizzare altri film legati a questo molto era scontato. Non a caso, sono stati realizzati ben due prequel: nel 2015 è uscito Insidious 3 – L’inizio e nel 2018 è arrivato al cinema Insidious – L’ultima chiave, prequel del terzo capitolo.

Fonte: IMDb

Dampyr, il film: riprese ad ottobre, novità sul primo film Bonelli

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Dopo l’annuncio ufficiale al Lucca Comics and Games 2018, arrivano le prime notizie relative al film su Dampyr, serie a fumetti di genere horror pubblicata dal 2000 in Italia dalla Sergio Bonelli Editore, creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo.

Alla produzione di Dampyr c’è, ad affiancare la Bonelli Entertainment, Eagle Pictures e Brandon Box, nelle figure di Roberto Proia e Andrea Sgaravatti. La Eagle fa parte da poco del gruppo produttivo Spyglass, al fianco di Warner. Con questa associazione, lo studio conta di trovare il percorso che porterà questi suoi progetti negli Stati Uniti, primo di tutti proprio Dampyr. Proia di Eagle ha inoltre confermato che il sequel del film è già in cantiere.

La regia è stata affidata a Riccardo Chemello, mentre per gli attori coinvolti non ci sono ancora certezze, tuttavia sappiamo che il casting è stato affidato a Gail Stevens, che ha lavorato a livelli altissimi negli Stati Uniti, con registi del calibro di Danny Boyle e Kathryn Bigelow. A firmare la sceneggiatura Alberto Ostini, Mauro Uzzeo e Giovanni Masi.

Alla presentazione di Lucca l’uscita del film era stata stabilita per il 23 gennaio 2020, ma non sappiamo ancora se la data sarà rispettata, visto che le riprese cominceranno ad ottobre.

Cannes 2019: Sylvester Stallone si racconta tra sconfitte e vittorie

Tra i protagonisti del Festival di Cannes 2019 c’è anche Sylvester Stallone, protagonista di una masterclass dove racconta delle sue vittorie e sconfitte, ma anche della mai sopita voglia di continuare a combattere. Accolto da una calorosa standing ovation dei suoi fan, Stallone spende le prime parole per ringraziare proprio il suo pubblico, dichiarando che “è grazie a voi se ho avuto una carriera lunghissima.”

L’attore inizia poi a viaggiare con la memoria, ricordando la difficoltà di affermarsi ad Hollywood e il complicato set di Rocky, che gli ha tuttavia permesso di raggiungere la fama mondiale. “Quell’esperienza mi fece capire che per raggiungere il successo bisogna trovare una buona idea. – afferma – “Il fallimento ti rende più saggio, mentre spesso il successo ti rende più stupido, perché non hai nessuno con cui confrontarti.”

Riguardando alla sua intera filmografia, Stallone afferma di aver sempre ricercato ruoli complessi, di personaggi al margine, considerati dei perdenti. “Questo perché sono affascinato dal tema della lotta. La lotta contro sé stessi e contro ci dice cosa fare. In generale mi appassionano gli esseri umani che non accettano le cose imposte da altri. Credo che tutti nella vita ci troviamo prima o poi ad affrontare la solitudine e il fallimento, ma essere umani significa prendere le proprie debolezze e trasformarle in forza.”

Stallone è arrivato a Cannes anche per presentare un proiezione di Rambo in copia restaurata 4K, e un primo inedito estratto di Rambo V: Last Blood, il nuovo film della saga che arriverà nelle sale italiane a novembre. “Nel precedente film Rambo torna a casa, ma è come se non ci fosse realmente. All’inizio di questo nuovo film lo troviamo ancora lì, nel suo ranch, sempre pronto ad aiutare gli altri, soffrendo ancora per il non essere riuscito a salvare i suoi compagni in guerra. È un uomo attanagliato dai sensi di colpa, e stavolta dovrà fare i conti anche con la presenza di una famiglia adottiva. Naturalmente ben presto Rambo capirà di non poter sempre controllare ciò che lo circonda, ma nel momento in cui sarà il mondo esterno a cercare di controllare lui, allora lì accadranno cose veramente spiacevoli.”

Stallone riflette infine sulla sua carriera da attore, sostenendo che “non credo di essere un attore versatile. Tutte le volte che ho provato a fare qualcosa di diverso sono precipitato. Ho sbagliato molte volte, e altrettante sono caduto. Ma credo di essere sempre riuscito ad imparare dai miei errori e a rimettermi in piedi, riprendendo a fare ciò che conosco meglio.”

“Credo che oggi nel mondo ci siano tanti e tante Rocky, ora più che mai. – conclude Stallone – Amo ognuno di loro, spero che il personaggio possa essere stato una fonte d’ispirazione. In realtà chi lotta nel mondo di oggi si trova dinanzi a sfide ben più complicate, ben più grandi. Ma il segreto è non arrendersi mai, mai.”

Alien: 10 cose che non sai su questo film cult

Alien: 10 cose che non sai su questo film cult

Alien è uno di quei film che andrebbero visti una volta nella vita o che bisognerebbe portarsi sulla classica isoletta deserta.

A partire dall’idea di base, passando per le realizzazioni e il concretismo sul set, arrivando al prodotto finale, non c’è niente di Alien che non colpisca, specie poi se si parla anche delle interpretazioni.

Ecco, allora, dieci cose da sapere sul film cult Alien.

Alien film

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1. È stato usato un trucco per far spaventare il gatto. Per far sì che il gatto Jones si spaventasse all’arrivo di Alien, si decise di porre un pastore tedesco di fronte, dividendo i due animali con dei vetri. Lo schermo sarebbe poi stato rimosso improvvisamente per far fermare il gatto e far sì che iniziasse a sibilare.

2. L’alieno sanguina acido. Questa idea è venuta all’artista concettuale Ron Cobb. Questo accadde quando Dan O’Bannon non riusciva a trovare una ragione tale per cui l’equipaggio della Nostromo non avrebbe sparato all’alieno con la pistola.

Alien streaming

3. Il film è disponibile in streamin digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme digitali legali di Rakuten Tv, Tim Vision, Chili, Google Play e iTunes.

Alien cast

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4. Alien è interpretato da un attore. Dopo aver incontrato Bolaji Badejo, il regista decise che lui avrebbe potuto interpretare l’alieno. L’attore era in realtà un artista grafico scoperto in un pub e scelto per le sue braccia sottilissime e la sua altezza di un metro e mezzo. Badejo frequentò lezioni di Tai Chi e mimo per imparare a rallentare i movimenti.

5. Sigourney Weaver non è stata la scelta immediata. Lo stesso regista ha dichiarato di aver provinato molte attrici per il ruolo di Ripley e di essere arrivato a dover scegliere tra Sigourney Weaver e Meryl Streep. Alla fine il lavoro è stato offerto alla Weaver perché la Streep non sarebbe riuscita a lavorare data la recente morte del suo compagno John Cazale.

Alien regista

6. Ridley Scott ha voluto che la Weaver fosse infastidita. Stando alle dichiarazioni di Yaphet Kott, pare che Ridley Scott gli abbia detto di infastidire Sigourney Weaver fuori dalle riprese, in modo che ci fosse poi più tensione tra i loro personaggi. Lo stesso cotto si è detto rammaricato di questo perché l’attrice gli piaceva molto.

7. Ridley Scott voleva usare l’animatronica. In origine, Ridley Scott voleva usare questo sistema per rappresentare l’alieno, sperando di evitare la vista di un mostro che altrimenti sarebbe stato interpretato da un uomo. Sfortunatamente, le tecniche degli effetti speciali non erano abbastanza sofisticare ai tempi.

8. Il primo montaggio era molto più sanguinoso. Dopo il primo cut, Scott si rese conto che il film avrebbe suscitato nelle reazioni negative tra il pubblico. Per evitare questo, nel montaggio finale sono state tolte le scene più cruente e sanguinolente.

Alien frasi

9. Frasi che rimangono cult. Un film come Alien non poteva non essere generatore di frasi tali da rimanere fisse nella memoria collettiva. Ecco alcuni esempi:

  • Rapporto finale del veicolo spaziale Nostromo, da parte del terzo ufficiale. Gli altri componenti dell’equipaggio Kane, Lambert, Parker, Brett, Ash e il comandante Dallas sono morti. Carico e nave sono distrutti. Dovrei giungere alla frontiera tra sei settimane. Se sono fortunata la sorveglianza mi porterà in salvo. Parla Ripley unica superstite del Nostromo. Passo e chiudo. (Ellen Ripley)
  • Maledetta compagnia! E le nostre vite, figli di puttana? (Parker)
  • Nello spazio nessuno può sentirti urlare.
  • La prima cosa che farò quando torno sulla Terra sarà di mangiare un piatto delle mie parti. (G. E. Kane)

Alien trama

10. Il ritorno è più pericoloso della missione. La trama di Alien si svolge in maniera abbastanza lineare. L’astronave Nostromo è di ritorno verso il pianeta Terra con un carico di minerali, di fatto, riuscendo a portare a termine la missione. Durante il viaggio, però, il computer di bordo ricevere un SOS da un pianeta sconosciuto. Gli astronauti, una volta scesi sul suolo inesplorato, si troveranno a fare i conti con un essere mostruoso.

Fonti: IMDb,

Home Sweet Hell: 10 cose che non sai sul film

Home Sweet Hell: 10 cose che non sai sul film

Home Sweet Hell è uno di quei film poco conosciuti: tuttavia, alla lunga, ha tutte le carte per diventare un piccolo grande cult da non perdere e, anzi, da recuperare senza esitazione.

Questo film, che vede Katherine Heigl e Patrick Wilson tra i protagonisti, racconta gli eventi che accadono in una coppia di coniugi quando lei viene a sapere dell’amante di lui e come faccia tutto il possibile per riportare ordine nel caos che ormai vige in famiglia.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Home Sweet Hell.

Home Sweet Hell film

home sweet hell

1. Il marito di Katherine Heigl ha lavorato al film. In Home Sweet Hell non c’è stato solo il coinvolgimento da parte di Katherine Heigl come attrice protagonista, ma anche di suo marito Josh Kelley. Il cantante, infatti, ha collaborato al film fornendo tutte le musiche e, di fatto, componendo la colonna sonora.

2. Ha ricevuto un Razzie Award. Uscito nel 2015, il film di Anthony Burns non ha riscosso esattamente il successo sperato, riuscendo ad ottenere addirittura una candidatura ai Razzie Awards del 2016. Pare, infatti, che l’interpretazione della Heigl non sia stata particolarmente apprezzata, tanto da meritare una nomination come Peggior Attrice Protagonista.

3. È stato distribuito prima online. Una particolarità di questo film è stata la sua distribuzione. Questo lungometraggio, infatti, è stato distribuito prima su alcune piattaforme digitali nel febbraio 2015, per poi essere proiettato nelle sale americane nel marzo successivo. In Italia, invece, il film è uscito direttamente in versione Home Video nel maggio dello stesso anno.

Home Sweet Hell streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Google Play e iTunes.

Home Sweet Hell cast

home sweet hell

5. Katherine Heigl e il gioco della personalità. Ingiustamente o meno, Katherine Heigl viene spesso e volentieri ritratta dai media come un’attrice molto esigente, capricciosa e irragionevole. In Home Sweet Hell sembra che lei abbia voluto, in qualche modo, giocare con questi caratteri che farebbero parte della sua personalità.

6. C’è anche Jim Belushi. Non ce lo si aspetterebbe, ma in questo film è possibile notare la presenza di Jim Belushi. Stando alle molte critiche rivolte al film, pare che la sua interpretazione sia la migliore, un deciso valore aggiunto alla messa in scena.

Home Sweet Hell trama

7. Una famiglia apparentemente tradizionale. Don Champagne (Patrick Wilson) ha realizzato il sogno americano, riuscendo ad sistemarsi una grande casa, svolgendo un’attività di successo e avendo una famiglia perfetta. Tutto sempre essere tradizionale e ottimale, fino a quando l’infedeltà dell’uomo non esce allo scoperto.

8. Una donna disposta a tutto. La moglie di Don, Mona (Katherine Heigl), assume il controllo della situazione, a riportare ordine nel caos scatenato dall’amante del marito, Dusty (Jordana Brewster). Mona diventa una spietata madre di famiglia pronta a tutto, proteggendo il nido creato per la propria famiglia, marito fedifrago incluso.

Home Sweet Hell frasi

9. Frasi pronte a stupire. Un film come Home Sweet Hell non poteva non essere generatore di frasi memorabili. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Sento la tua puzza d’alcool trasudare dai tuoi pori grassi anche adesso (Mona Champagne)
  • La percezione è tutto, cara! (Mona Champagne)
  • È un piacere per gli occhi! Abbiamo bisogno di qualcosa da guardare durante il giorno, qualcosa che distolga le nostre menti dalla sofferenza, dovresti saperlo bene! (Les)
  • La paranoia è solo totale consapevolezza (Mona Champagne)

Home Sweet Hell trailer

10. Un trailer tutto da vedere. Prima di approcciarsi alla visione del film, è consigliabile vedersi anche il trailer per non perdersi proprio nulla di Home Sweet Hell.

10. Un

Fonti: IMDb, Frasi celebri, The Hollywood Reporter, Indiewire

Animazione e fumetti: dialogo continuo. Ne parlano Davide Toffolo, Yoshiko Watanabe e Bertrand Gatignol

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Il cinema d’animazione e i fumetti sono in continuo dialogo, un binomio che, forte delle proprio differenze di linguaggio, di mezzi, di problemi produttivi e di costi, continua a fondersi, mentre i due ambiti artistici si scambiano talenti, ispirazioni e personaggi.

Davide Toffolo, Yoshiko Watanabe e Bertrand Gatignol hanno discusso di questo rapporto e del loro passaggio da un ambito all’altro in occasione del panel L’eternità della vignetta o la sequenza animata? moderato dallo sceneggiatore Giovanni Masi, nell’ambito dell’Arf, festival dedicato al fumetto a Roma (24-26 maggio 2019 – Mattatoio Testaccio).

L’approccio al disegno e all’animazione, per gli ospiti, è stato differente. Provenendo da ambienti, preparazione, ma soprattutto Paesi diversi, i tre artisti hanno raccontato il loro approccio all’arte, il passaggio da un linguaggio all’altro, le difficoltà e i piaceri dell’uno e dell’altro.

Yoshiko Watanabe è giapponese italiana di adozione, se il suo nome potrebbe non dire nulla, i suoi cartoni animati lo faranno per lei: Kimba il Leone Bianco, La Principessa Zaffiro e Doraemon basteranno a farvi un’idea della sua caratura.

Bertrand Gatignol, francese, è autore de Gli Orchi-Dei, uscito in Italia con Bao, ma lavora da anni nel campo del fumetto e dell’animazione, con competenze relative a ogni aspetto della produzione di entrambi i linguaggi.

Davide Toffolo è un fumettista, cantante e chitarrista italiano, frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Le sue attività, fumettista e musicista, non sono separate, ma integrate da performance di disegno e musica, come le atmosfere musicali durante le sue mostre di fumetti o i videoclip dei singoli musicali.

Tutti e tre hanno avuto un approccio personale e originale al mondo del fumetto e dell’animazione. Per Yoshiko è stato un caso, come ha raccontato: “Io volevo disegnare, poi mi sono ritrovata a occuparmi di effetti speciali. Sono entrata alla Mushi Production per caso, ero giovanissima ma ero già grande ammiratrice di Tezuka. Una mia amica trovò un annuncio su un giornale in cui la Mushi cercava personale e così mi sono proposta e mi hanno presa.”

Per lei non si è mai trattato di passare da un linguaggio all’altro, perché li ha sempre seguiti entrambi, alternando lavori importanti di animazione con produzione massiccia di tavole a fumetti: “In Giappone facevo illustrazioni e fumetti, ma per la maggior parte del tempo lavoravo sui cartoni animati, che pian piano mi hanno preso tutto il tempo! Lavoravo 18-20 ore al giorno. Poi sono venuta in Italia perché la Mushi fallì, Tezuka era un genio ma amministrativamente era un disastro, e prima di rimanere senza lavoro volevo vedere l’Italia e la Francia, e così sono partita, sono stata a Parigi per tre anni e poi mi sono fermata qui, mi sono sposata. Alla fine degli anni ’70 c’è stato il boom dei cartoni animati giapponesi. Poi si sono diffusi i pirata, giornalini con personaggi giapponesi con storie originali che però non pagavano le licenze ufficiali. Poi ho cominciato a lavorare per la Lanterna Magica, e per dei lungometraggi. Ma anche queste realtà poi sono fallite.”

Nonostante e esperienze nell’animazione, il desiderio però era sempre quello di disegnare: “Il mio desiderio era quello di usare il disegno in ogni forma e in ogni linguaggio. L’unica difficoltà che ho trovato è stata nel cambio di mercato, qui in Italia mi chiedevano dei criteri anatomici per il disegno diversi rispetto a quelli dell’animazione e dell’illustrazione giapponese.”

Dal caso che ha portato Yoshiko a lavorare in uno dei più grandi studi di animazione della storia del Giappone, all’esperienza di Gatignol, che invece racconta: “Quando ho capito che volevo fare animazione, ho provato ad entrare in una scuola ma non ero abbastanza bravo. Così per prepararmi per l’esame d’ammissione ho partecipato ad altri corsi di grafica e direzione artistica e così ho deviato il mio cammino. Non ho più fatto lo studente, li, ma ho tenuto qualche corso da insegnante, poi. Uscito da quella scuola ero preparato a fare comunicazione e pubblicità, ma io volevo fare animazione, e così mi sono infiltrato al festival di Annecy di nascosto, dalle transenne.”

Come nel migliore dei romanzi di formazione, il giovane Bertrand: “Lì ho cercato di incontrare persone a cui proporre un progetto. Era il periodo in cui si stava cominciando a diffondere l’animazione in 3D e il mio stile ispirato a quello giapponese, molto realistico, mi ha aiutato a entrare in contatto con piccoli produttori che ora sono diventati molto importanti. Così ho cominciato, tra televisione e progetti di character designer, da qui sono passato al disegno e al fumetto e ora mi sembra di essere più bravo a fare fumetti che a fare animazione.”

Per Davide Toffolo invece è stata un’idea, un progetto nato nella sua mente e concretizzatosi con un incontro fortunato con un animatore che gli ha consentito di dare concretezza a quella idea: legare un’immagine animata a un gruppo musicale, i Tre Allegri Ragazzi Morti, senza l’intercessione di un volto fisico.

Non son un animatore, però ho avuto un’intuizione forse rubata ai Beatles, che è stata quella di mettere insieme musica e animazione – ha raccontato Toffolo – All’inizio mi dicevano che era impossibile, ma avevo bisogno di unire queste mie due anime. Questo incontro e il momento tecnico storico che permetteva di lavorare da casa, sia per l’animazione che per il fumetto, mi hanno permesso di realizzare il mio immaginario di Tre allegri ragazzi morti. Era una strada mai percorsa e davvero vincente, tanto che a un certo punto è arrivato un gruppo, I Gorillaz, che hanno sdoganato nel mondo questo stile. È stata la testimonianza che quello che volevo fare, ovvero legare la rappresentazione visiva di un gruppo a un’immagine completamente fumettistica e animata, era possibile.”

Tre realtà e tre storie differenti, tre modi di vedere l’arte del fumetto e dell’animazione, non solo come arte in sé ma come mezzi di espressione e comunicazione del proprio modo di essere e di vedere il mondo.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

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Dopo aver passato in rassegna l’epica battaglia finale e l’invecchiamento di Steve Rogers, è arrivato il momento di parlare di un’altra scena iconica di Avengers: Endgame, quella in cui Captain America si confronta con il suo “gemello” durante i viaggi nel tempo che hanno riportato gli eroi agli eventi del 2012 a New York.

Qui Steve combatte contro se stesso in un’appassionante sequenza d’azione costruita nel dettaglio, come spiegato dal supervisore degli effetti speciali Trent Claus (a capo dellaLola VFX) in un’intervista con Comicbook.

La ripresa variava a seconda della scena. A volte Chris interpretava il Cap più in vista, mentre il doppio veniva interpretato da una controfigura, altre invece Chris interpretava entrambi i Cap. Quindi giravamo due volte la stessa inquadratura, una con Chris in un ruolo e una volta nell’altro, e quando si arrivava alle composizioni finali, quello che vedevamo e che avete visto sullo schermo è sempre la faccia di Chris“.

In certi casi il volto dell’attore si trova sul corpo di una controfigura, in altri si tratta dell’unione tra due diverse performance di Chris. Quindi il risultato varia da ripresa a ripresa, a seconda di quella che abbiamo reputato migliore per quel momento.

Claus ha aggiunto inoltre che per la scena sono state utilizzate due versioni del classico costume di Steve Rogers indossato nel film del 2012 con l’aggiunta – in digitale – del cappuccio blu in fase di post-produzione.

Entrambi i Cap, che si tratti di Chris Evans all’epoca o di una controfigura, indossano l’uniforme di Captain America, ma all’epoca di The Avengers essuno dei due presentava un casco o un cappuccio in quel momento. Dopo il primo montaggio i registi hanno capito che per far capire chi fosse il vecchio e chi il nuovo avremmo dovuto aggiungere un dettaglio. Dunque nel film finale vedete la versione del 2012 che indossa il cappuccio, completamente aggiunto in digitale“.

Leggi anche – Avengers: Endgame, ecco com’è stato realizzato l’invecchiamento di Cap

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Captain America: 8 modi in cui potrebbe tornare dopo Endgame

Fonte: Comicbook

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