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Kevin Feige insignito del primo Creative Visionary Award

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Il presidente della Marvel Studios, Kevin Feige, è stato scelto per ricevere il primo Marty & Leah Sklar Creative Visionary Award. Feige ha iniziato la sua carriera a Hollywood come stagista con Richard e Lauren Shuler Donner, colpendoli abbastanza da diventare un produttore del primo film degli X-Men, prima di essere co-produttore o produttore esecutivo in ogni film della Marvel, da quel momento in poi, prima di essere nominato presidente degli Studios Marvel nel 2007.

Da quel momento, Feige ha creato l’universo condiviso più grande del mondo con il Marvel Cinematic Universe. La MCU è ufficialmente iniziata nel 2008 con l’uscita di Iron Man, rapidamente seguito da The Incredible Hulk. Dopo il successo, la Disney ha acquistato la Marvel Entertainment e ha aiutato a portare il MCU al livello successivo, con tutta la Fase 1. Lo studio è ora in procinto di chiudere la Fase 3, che si ultimerà con Avengers 4 il prossimo anno.

Di recente, Kevin Feige è stato classificato come il sesto personaggio più potente dell’intrattenimento e ora gli verrà conferito un nuovo riconoscimento. Grazie al successo ottenuto da Feige negli ultimi dieci anni, Variety riporta che il produttore è stato selezionato come il ricevente del primo Marty & Leah Sklar Creative Visionary Award. Il fondatore di Ryman Arts Marty Sklar e presidente di Ryman Arts Board, Phil Hettema, ha fornito le motivazioni che hanno giustificato la scelta di Feige nella seguente dichiarazione: “Il Ryman Arts Board ha istituito il Marty & Leah Sklar Creative Visionary Award per onorare la memoria di Marty e celebrare l’eredità di due straordinari fondatori della nostra organizzazione. Siamo entusiasti del fatto che il primo destinatario del premio, Kevin Feige, incarni l’aspirazione del premio in modo così completo. Kevin ha reinventato un intero universo di narrazione e ci ha introdotti in nuovi mondi entusiasmanti attraverso la sua leadership e la sua visione creativa”.

I prossimi film in uscita targati Marvel, Captain Marvel e Avengers 4, saranno quelli che chiuderanno la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe, un punto d’arrivo importante per un progetto titanico, lungo 11 anni e un momento sicuramente di soddisfazione per Kevin Feige, principale artefice di questo successo.

#RomaFF13: Sigourney Weaver, tra fantascienza e commedia, racconta la sua carriera

Statuaria è la prima parole che sale alle labbra di fronte a Sigourney Weaver, attrice simbolica per un pubblico vastissimo, che ha recitato in film divenuti culto e che, in occasione della Festa del Cinema di Roma 2018, ha avuto la possibilità di incontrare il pubblico dell’Auditorium e di raccontare la sua vita di cinema.

Uno dei punti più importanti della sua carriera è stato senza dubbio Ghostbusters, un successo travolgente e un film che ha ancora oggi un seguito appassionato. Una commedia di fantasia, e dal punto di vista della scrittura un gioiello di genere.

“La commedia è poco apprezzata da chi fa cinema ad alto livello. E per me è un mistero, perché penso che sia molto più difficile da scrivere, dirigere, e anche da recitare. Credo però che sia la comunità cinematografica che vuole farsi prendere più sul serio in quanto forma d’arte.”

Senza mai tirarsi indietro davanti a sfide particolari o complicate, Weaver ha anche interpretato personaggi reali, come la scienziata Dian Fossey: “Avevo alcune perplessità, non volevo rischiare di mancare di rispetto a una figura tanto importante, ma poi ho accettato. È stata un’esperienza grandiosa: sia il fatto di lavorare in Africa, sia aver fatto parte del team di Dian Fossey. E sono stata felicissima di passare del tempo con i gorilla: è una sensazione splendida, sono animali incredibilmente umani.”

La fantascienza nella carriera di Sigourney Weaver

Il suo nome è indissolubilmente legato alla fantascienza, che dal suo esordio con Alien, al film di maggior successo nella storia del cinema, Avatar, l’ha sempre accompagnata con costanza, almeno nell’immaginario dei suoi fan: “Sono sempre stata interessata soprattutto alle storie, più che ai generi. La fantascienza oggi è un genere molto sofisticato, che affronta le grandi domande su noi stessi, fa parte del canone letterario americano. Ma non ho programmato la mia carriera intorno alla fantascienza, volevo semplicemente essere un’attrice di teatro. Il teatro è un eccellente rodaggio per qualunque tipo di attori, ti rende più sicuro e fiducioso. Ma è anche vero che i critici dovrebbero cambiare atteggiamento verso il genere sci-fi e non limitarsi solo a parlare degli effetti speciali: in questi film c’è moltissimo altro!”

Nella sua versatile carriera, Sigourney Weaver non ha mai temuto ruoli difficili, come dimostra La morte e la fanciulla, film magnifico, diretto da Roman Polanski: “Lavorare con Roman è stata una grande esperienza, abbiamo girato il film in ordine cronologico e senza usare storyboard. Era un progetto molto personale per Roman, che modificò molto il testo del dramma teatrale. Lui è stato vittima in Polonia, è stato carnefice, è stato un padre che ha perso tutto, era ovvio che volesse dare alla storia una sua impronta. Sul set del film mi diceva esattamente cosa fare; talvolta non mi trovavo a mio agio, ma alla fine mi rendevo conto che aveva sempre ragione lui! Quando abbiamo fatto le prime prove di lettura, ha letto lui tutte le parti. È una cosa unica, non lo fa nessuno, è una cosa insolita per una produzione americana, ma è anche vero che Roman è un bravissimo attore.”

Sigourney Weaver e l’esordio con Alien

La carriera di Sigourney Weaver è cominciata però con uno dei più grandi film della storia del cinema. Come avrebbe potuto immaginarselo? “Ridley Scott all’epoca era al suo secondo lavoro e io al mio primo ruolo importante, per entrambi è stato una sorta di ‘battesimo’. Ci faceva improvvisare, in modo che non fossimo mai sicuri di cosa sarebbe successo un secondo dopo l’altro; ricordo che dopo aver girato una scena con Ian Holm, lui entrò nel set dell’astronave e mi spiegò come farla come voleva lui, sbattendo il povero Ian contro una parete. La cosa bella però è stata che non ho mai dovuto interagire con elementi inesistenti. Sul set l’alieno era interpretato da un attore molto alto, che sembrava venire da un altro pianeta. Quando metteva il costume era insieme bellissimo e terrificante. Durante le riprese, dovevo sempre confrontarmi con questa ‘entità’, ma non sapevo mai da dove sarebbe spuntato. Ho amato girare quel film e anche recitare in abiti sporchi, fra un ciak e l’altro potevo fare quello che volevo! In seguito ho cambiato generi, finché James Cameron non mi ha riportato alla fantascienza.”

Trai tanti registi che hanno attraversato la sua carriera, Sigourney Weaver conserva un ricordo molto prezioso di Ang Lee, che l’ha diretta in Tempesta di Ghiaccio e che ha realizzato anche il film che secondo lei racconta la più grande storia d’amore di sempre: I Segreti di Brokeback Mountain. “Mi trovo molto bene a lavorare con Jame Cameron, ovviamente. Ma quello che mi ha sorpreso davvero è stato Ang Lee: quando mi ha diretto in Tempesta di ghiaccio quasi non avevamo bisogno di parlare, ci bastava scambiarci uno sguardo per capirci alla perfezione. E Brokeback Mountain è una delle più grandi storie d’amore di sempre!”

Avatar 2 e 3: Sigourney Weaver ha completato le sue riprese

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Avatar 2 e 3: Sigourney Weaver ha completato le sue riprese

In grande segreto le riprese dei sequel di Avatar continuano senza sosta, e da Roma arriva la conferma che Sigourney Weaver ha completato le riprese dei due sequel che la vedranno tornare nel ruolo della dottoressa Grace Augustine.

L’attrice, ospite alla Festa del Cinema di Roma, ha confermato di aver concluso i due sequel, dichairando: “Avatar rappresenta un’esplorazione di temi importanti riguardo chi siamo, il nostro pianeta, il conflitto fra l’avidità e la comprensione. Nessuno però era preparato a questo successo… nemmeno la Fox! James Cameron è come un partner, è molto aperto nei confronti degli attori e dei loro suggerimenti, e mi sono divertita a girare insieme a lui il secondo e il terzo capitolo della saga. Era tutto più rilassato perché aveva terminato di scrivere tutta la sua saga, quindi era più sereno. Ogni giorno, sul set, James ripeteva: “Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere, vediamo come andrà!”

La storia nei sequel di Avatar racconterà dunque di Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) e dei loro figli che sono impegnati a vivere la loro vita su Pandora e ad affrontare i conflitti con l’umanità.

Avatar 2 debutterà il 18 dicembre 2020, seguito dal terzo capitolo il 17 dicembre 2021. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 20 dicembre 2024 19 dicembre 2025.

Il Corriere – The Mule: il trailer italiano del film di e con Clint Eastwood

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Warner Bros ha diffuso il trailer italiano di Il Corriere – The Mule, il nuovo film di Clint Eastwood con protagonista Clint Eastwood e Bradley Cooper.

Protagonisti di Il Corriere – The Mule un cast stellare che comprende il candidato all’Oscar Laurence Fishburne (Tina – What’s Love Got to Do with It, Black-ish per la TV) che interpreta un agente speciale della DEA; Michael Peña (Ant-Man and the Wasp, Narcos per Netflix) che interpreta un suo collega; il premio Oscar Dianne Wiest (Pallottole su Broadway, Hannah and Her Sisters, Life in Pieces per la TV) che interpreta la ex moglie di Earl; Alison Eastwood (Rails & Ties) che interpreta la figlia di Earl; Taissa Farmiga (The Nun) che interpreta la nipote di Earl e Ignacio Serricchio (Lost in Space per Netflix, The Wedding Ringer) che interpreta l’assistente di cartello di Earl.

Il Corriere – The Mule racconta di un orticoltore di 90 anni e  veterano della seconda guerra mondiale che è stato sorpreso a trasportare cocaina per un valore di $ 3 milioni per un cartello messicano della droga attraverso il Michigan. Il film è scritto da Nick Schenk ed è prodotto da Jillian Apfelbaum, Clint Eastwood, Dan Friedkin, Jessica Meier, Tim Moore, Kristina Rivera e Bradley Thomas. Ruben Fleischer, Todd Hoffman  e David Bernad sono executive producer.

Il Corriere – The Mule, la recensione

Dragon Trainer: il mondo nascosto, il nuovo trailer

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Dragon Trainer: il mondo nascosto, il nuovo trailer

Ecco il secondo trailer originale di Dragon Trainer: Il Mondo Nascosto , il film che chiude la trilogia dedicata a Hiccup e al suo Sdentato. Nel cast vocale originale del film ci sono: Jay Baruchel, America Ferrera, Cate Blanchett, Kit Harrington, Craig Ferguson, F. Murray Abraham.

Il film, diretto da Dean DeBlois e basato sui libri di Cressida Cowell, arriverà al cinema il 31 gennaio 2019.

La versione italiana:

Dalla DreamWorks Animation arriva DDragon Trainer: Il Mondo Nascosto , l’attesissimo finale di una delle serie cinematografiche animate più apprezzate della storia del cinema.

Dragon Trainer: il mondo nascosto, il teaser trailer italiano


Quella che era iniziata come un’improbabile amicizia tra un vichingo adolescente e un temibile drago della razza Furia Buia è diventato una epica trilogia che ne racconta le vite. In questo prossimo capitolo, Hiccup e Sdentato scopriranno finalmente i loro veri destini: il capo villaggio sarà il governatore di Berk al fianco di Astrid, e il drago sarà invece capo della sua specie. Mentre entrambi si avviano verso il loro glorioso futuro, la loro amicizia verrà messa a dura prova quando si troveranno a dover fronteggiare la minaccia più oscura di sempre, insieme all’entrata in scena di un drago Furia Buia femmina.

Dragon Trainer – Il Mondo Nascosto, recensione del film

Avengers 4: la chiave sarà Loki? Nuovi dettagli da una foto dal set

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Lo scorso anno delle foto dal set di Avengers 4 ci hanno suggerito un lungo flashback o un viaggio indietro nel tempo. Queste foto sono state rianalizzate e prese in esame da fan molto attenti, che hanno notato ulteriori dettagli che potrebbero lasciare intendere che Tony Stark viaggerà nel tempo per cambiare la timeline di Loki, che diventa, ancora una volta, la chiave di tutto il meccanismo narrativo.

Nelle foto del 2017, vediamo Robert Downey Jr. indossare un gilet tattico dello SHIELD e alcune teorie che ne sono scaturite suggeriscono che si possa trattare di un momento in cui viene rappresentata la timeline in cui Stark è il direttore dello SHIELD stesso. Questa teoria sembra molto meno probabile rispetto a quella più avvalorata in cui Tony potrebbe essersi infiltrato in un’azione dello SHIELD a seguito degli aventi di The Avengers.

Ci sono diverse evidenze a sostegno di questa tesi. La prima è che le foto dal set mostrano un Tony più vecchio in una uniforme dello SHIELD sono state scattate nello stesso edificio in cui abbiamo visto la Marvel girare delle scene con Thor con i capelli lunghi e con Loki in catene come alla fine di The Avengers. Poi, Stark indossa un’uniforme che abbiamo già visto prima, in The Avengers, indossata da un’unità dello SHIELD che Nick Fury assegna alla sorveglianza di Loki sull’Elicarrier. Presumibilmente una squadra simile gli viene assegnata durante la Battaglia di New York. Questa uniforme include una maschera, il che indica che Stark potrebbe celare semplicemente la sua identità.

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Le terrificanti avventure di Sabrina: recensione della prima stagione

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Le terrificanti avventura di Sabrina è un serie che arriva su Netflix venerdì 26 ottobre, più spaventosa di come si può immaginare, dove gli incantesimi leggeri e che facevano danni si trasformano in riti satanici latini, diventando uno show horror e per nulla adatto alle famiglie. Questa serie non è da considerarsi un reboot o un sequel della sit-com di 20 anni fa circa, ma un prodotto totalmente nuovo che trae origine dall’omonima saga a fumetti che è stata creata nel 2014 da Roberto Aguirre-Sacasa (creatore della serie).

A sentire che è stato fatto un nuovo progetto su Sabrina, non può che venire in mente la sit-com Sabrina, vita da strega, che ha accompagnato per diverso tempo adolescenti dell’epoca e non solo, tra incantesimi e atmosfera leggera e rilassata. Invece no, della Sabrina degli anni ’90, che era interpretata da Melissa Joan Hart, non rimane proprio niente.

Le terrificanti avventure di Sabrina, prodotta da Greg Berlanti, ha comunque alcuni punti in comune con Sabrina, vita da strega: entrambe hanno sedici anni, vivono con le zie Zelda e Hilda, sono streghe e hanno un ragazzo che si chiama Harvey. Anche in questa serie, ordinata dall’emittente The CW per fare da contraltare a Riverdale, Sabrina è metà umana e metà strega e cerca far conciliare questi due lati di sé, cercando di vivere serena.

Le terrificanti avventure di Sabrina stagione 1

Sabrina (Kiernan Shipka) si trova a combattere le tradizioni, come quella che vuole che, compiuti i sedici anni, una strega debba rinunciare a qualsiasi legame mortale per dedicare se stessa a Satana. La ragazza si trova nella condizione di non voler rinunciare né ai suoi poteri, né tantomeno alla sua vita da adolescente: non vuole rinunciare a se stessa e alla propria libertà. Perché Sabrina è una ragazza combattiva, non riesce a stare nella gabbia e vivere una vita che è già stata decisa per lei è una di quelle cose che la fanno infuriare. Si batte per far sì che chi merita di essere punito lo sia per davvero, è femminista e va contro le tradizioni e, soprattutto, l’idea di patriarcato. Addirittura fonda il club WICCA (Women’s Intersectional Cultural and Creative Association).

Quello che si riscontra da Le terrificanti avventure di Sabrina, è l’attenzione data ai personaggi che non hanno niente di umano, mentre, al contrario, gli umani vengono trattati in maniera abbastanza superficiale. Ma di questo forse è il caso di trattarne in maniera approfondita dopo la seconda stagione della serie, che è già entrata in fase di produzione, per capire se questo fatto sia un difetto della prima stagione o se c’è realmente un motivo che possa intersecarsi con la seconda.

I personaggi che vengono approfonditi in questa serie, sono i componenti della famiglia Spellman, come zia Hilda (Lucy Davis), che ha un istinto materno innato e non vuole che Sabrina viva e cresca nella restrizioni, mentre zia Zelda (Miranda Otto) è quella più satanista, più attaccata alle tradizioni, più devota. Tra le due, forse è il personaggio di Zia Zelda quello che viene maggiormente approfondito ed interiorizzato.  Il ruolo di coscienza e contraltare a Sabrina non appartiene più al gatto Salem, che comunque è presente nella serie, ma al cugino pansessuale di Sabrina, Ambrose (Chance Perdomo), che è stato condannato agli arresti domiciliari dal Concilio delle Streghe e vive a casa Spellman da circa 75 anni.

Se i personaggi della famiglia Spellman funzionano molto bene, pezzi perfetti che si incastrano in un tetris terrificante, attorno ad essi gravitano tutti gli altri personaggi che non sempre funzionano, restando affascinanti ma superficiali.

È chiaro che Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie al rodaggio, specialmente all’inizio ci vuole un po’ per ingranare, bisogna arrivare almeno alla quarta puntata per accorgersi che finalmente tutti gli ingranaggi sono stati oliati e combacino perfettamente. Tante cose aspettano ancora di essere messe a punto e di essere definite, quindi ecco perché, per taluni versi, diventa essenziale la visione della stagione due per non trarre conclusioni affrettate e di poco conto.

In ogni caso, Le terrificanti avventure di Sabrina diventa un contraltare della celebre sit-com, come se fossero lo Yin e lo Yang, due dimensioni parallele di una stessa vicenda, dando più spazio agli incantesimi. I personaggi, almeno i protagonisti, sono ottimamente delineati, così come lo è l’ambientazione. A conti fatti, poco importa che la serie non approfondisca alcune sottotrame, alcuni aspetti o dei personaggi secondari: le avventure terrificanti di Sabrina svolge il proprio lavoro di intrattenimento, invoglia lo spettatore ad approfondire le vicende che ruotano attorno alla combattiva Sabrina, facendo dimenticare i pregiudizi e senza dare modo allo spettatore di praticare il gioco dei paragoni.

Outlaw King – Il Re Fuorilegge: secondo trailer con  Chris Pine

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Netflix ha diffuso il secondo trailer ufficiale di Outlaw King – Il Re Fuorilegge, il film con protagonista Chris Pine (già insieme in Hell or High Water), che recita accanto a Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh e Billy Howle.

Outlaw King – Il Re Fuorilegge debutterà come film d’apertura del Toronto International Film Festival giovedì 6 settembre 2018.

Outlaw King – Il Re Fuorilegge, trama e cast

Outlaw King – Il Re Fuorilegge racconta la vera storia di Robert the Bruce, o Roberto I di Scozia, che nel corso di un anno straordinario passa da nobile sconfitto a re riluttante e poi a eroe fuorilegge durante l’opprimente regime di occupazione di Edoardo I d’Inghilterra in Scozia. Robert conquista la corona scozzese e raduna un appassionato gruppo di uomini per lottare contro la potete armata del re tiranno e del suo irascibile figlio, il Principe di Galles.

Interamente girato in Scozia, Outlaw King – Il Re Fuorilegge è stato scritto da Bash Doran, James MacInnes e David Mackenzie e riunisce il regista David Mackenzie con la star Chris Pine (già insieme in Hell or High Water), che recita accanto a Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh e Billy Howle.

Heidi Bienvenida e Chiara Francia al Lucca Comics & Games 2018

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Chiara Francia torna in Italia dopo la strepitosa accoglienza ricevuta al parco divertimenti di Mirabilandia e al Giffoni Film Festival. La giovane e promettente interprete di Heidi Bienvenida sarà infatti tra gli ospiti del Lucca Comics and Games, nella sezione junior dedicata ai più piccoli e alle famiglie. Per la gioia di tutte le fan che la aspettano con trepidazione quando torna in Italia, Chiara si esibirà in un mini live show presso il teatro del terzo chiostro: due momenti imperdibili, uno alle 12.00 e l’altro alle 16.00, all’insegna della musica e delle coreografie originali della serie tv che sta spopolando su Rai Gulp, in onda tutti i giorni alle 19.15. Prima dei due live, nello stand di Panini, sarà organizzata, per la gioia di tutte le ragazzine, una coloratissima sfilata con i cappellini originali che Heidi indossa nella serie tv: tutte le ‘modelle per un giorno’ avranno un photoshooting dedicato e le più fortunate prenderanno parte della seconda uscita del magazine di Heidi Bienvenida edito da Panini!

Le sorprese non sono finite: l’altro imperdibile appuntamento con Heidi si terrà a conclusione dei due live, sempre nello stand Panini, e vedrà Chiara impegnata nella firma copie dello sticker album e del magazine – con interviste esclusive ai protagonisti, giochi e test divertenti- , oltre che della terza uscita edita da Mondadori, la novel “Amici, musica e magia” .

Proprio nella prestigiosa cornice del Lucca Comics and games saranno lanciati i nuovi prodotti editi da Panini e Mondadori che hanno sposato il progetto alla serie tv firmata da Marcela Citterio che sta stregando milioni di ragazzine raccontando con gioia e leggerezza l’amicizia, la musica e i primi amori. Dal 14 settembre, con la collaborazione di Sony Music Italia, è invece disponibile nei migliori store e online – al link https://lnk.to/Heidibienvenida-music- “Nel posto che vorrai”, il primo album di Heidi Bienvenida con 25 canzoni originali della serie,  compresa la sigla nella sua versione completa “Nel posto che vorrai”, corredata dal testo italiano e cantata dalla talentuosa Deborah Iurato.

Uno di Famiglia: intervista a Pietro Sermonti e al cast

Uno di Famiglia: intervista a Pietro Sermonti e al cast

In occasione dell’uscita al cinema di Uno di Famiglia, abbiamo avuto il piacere di intervistare il cast del film, composto da Pietro Sermonti, Lucia Ocone, Sarah Felberbaum, Nino Frassica e Moisé Curia. Con loro anche il regista del film, Alessio Maria Federici:

Uno di Famiglia, trama e cast

Il film racconta la storia di un quarantatreenne mite che insegna dizione. Un giorno, per caso, salva la vita a un suo allievo, che si scopre essere il rampollo di una potente famiglia malavitosa calabrese, che ora è in debito con lui. Diventerà “uno di famiglia” con tutte le conseguenza che comporta, tra fraintendimenti e avvenimenti tragicomici.

Nel cast del film scritto da da Alessio Maria Federici, Andrea Garello, Giacomo Ciarrapico anche Massimo De Lorenzo, Neri Marcorè, Anna Della Rosa, Giampiero Judica, Massimo Olcese e Giuseppe Ansaldi. Prodotto da Cinemaundici, Warner Bros. Ent. Italia, con il sostegno di Regione Lazio, Uno di famiglia è distribuito da Warner Bros Italia.

Uno di Famiglia, il film

Uno di Famiglia è il sesto lungometraggio di finzione di Alessio Maria Federici, che ha esordito con il mediometraggio Dove dormono gli aeroplani dopo aver fatto l’aiuto regista per Piovono Mucche, Eccomi qua e Nessun messaggio in segreteria. Il suo primo lungometraggio è invece Lezioni di cioccolato 2, interpretato da un Luca Argentero diretto anche in Fratelli unici e che è uno dei suoi quattro “attori-feticcio” insieme ad Enrico Brignano (protagonista di Tutte lo vogliono e Stai lontana da me), Ambra Angiolini (voluta per Stai lontana da me e Terapia di coppia per amanti) e Pietro Sermonti (interprete principale maschile di Terapia di coppia per amanti e, appunto, di Uno di famiglia).

Star Wars: Episodio IX, una foto dal set rivela un misterioso pianeta

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Nel più assoluto riserbo e silenzio, continuano le riprese di Star Wars: Episodio IX. J.J. Abrams porterà a termine il lavoro che lui stesso ha cominciato con Il Risveglio della Forza. Del film non si sa ancora nulla, se non che sarà il primo senza nessuno degli attori della trilogia originale, almeno non in carne e ossa, visto che mentre Han Solo è morto definitivamente in Episodio VII, quello che vedremo di Leia qui sarà materiale “d’archivio”, mentre Luke potrebbe tornare ma solo sotto forma di Fantasma di Forza.

La nuova generazione di eroi ha quindi preso il controllo del franchise e la Saga degli Skywalker si concluderà a breve. Ma mentre si fanno teorie e congetture su ciò che potrebbe accadere, arriva dal set del film una nuova foto che ci suggerisce un altro pianeta, nel film, o almeno un’altra location.

Su imgur è comparsa una foto dal set di Star Wars: Episodio IX in cui vediamo delle rovine immerse in quello che sembra un bosco. Che location sarà? Sarebbe facile teorizzare che si possa trattare di Naboo, Yavin o Takodana. I pianeti con caratteristiche simili sono frequenti nel mondo di Star Wars, tanto che quando cominciarono a trapelare le immagini de Il Risveglio della Forza, tutti pensavano che quello che poi si è rivelato essere Jakku, fosse in realtà Tatooine.

 

Star Wars: Episodio IX, chi ha deciso di far “tornare” Carrie Fisher?

Nel cast del film tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al cast di Star Wars: Episodio IX Naomi Ackie e Richard E. Grant, insieme ai veterani del franchise Mark Hamill, Anthony Daniels e Billy Dee Williams, che riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.

L’uscita di Star Wars: Episodio IX è prevista per il dicembre 2019.

7 Sconosciuti a El Royale arriva nelle sale italiane

7 Sconosciuti a El Royale arriva nelle sale italiane

Dopo esser aver aperto la XIII edizione della Festa del Cinema di Roma, 7 Sconosciuti a El Royale arriva nelle sale italiane. Il sensazionale thriller diretto diretto dal candidato al Premio Oscar Drew Goddard (sceneggiatore di Sopravvissuto – The Martian, regista di Quella casa nel Bosco) segue le vicende, nell’arco di una notte, degli ospiti dell’hotel El Royale, al confine tra California e Nevada. 7 misteriosi sconosciuti, ognuno con un passato da svelare, interpretati da un cast stellare che include anche il Premio Oscar Jeff Bridges (Il Grinta) e Chris Hemsworth (Rush, Avengers: Infinity War).

“Billy Lee è imprevedibile e incredibilmente istintivo”: così Chris Hemsworth descrive il suo personaggio, affascinante quanto pericoloso e che porterà ulteriore scompiglio a El Royale. Jeff Bridges è invece Padre Flynn: ma El Royale non è propriamente un posto per preti e la sua presenza suscita più di una perplessità negli altri ospiti.

LEGGI ANCHE: Sconosciuti a El Royale, la recensione del film di Drew Goddard

Insieme a Hemsowrth e Bridges, 7 sconosciuti ad El Royale vanta le eccezionali performance di Jon Hamm (Mad Men, Baby Driver – Il genio della fuga), Cynthia Erivo (Widows – Eredità criminale), Cailee Spaeny (Pacific Rim: Uprising), Lewis Pullman (La battaglia dei sessi).

Sette estranei, ognuno con un passato da seppellire, si incontrano nel fatiscente El Royale, un hotel a Lake Tahoe sul confine tra California e Nevada. Nel corso di una notte, ognuno di loro avrà un’ultima possibilità per redimersi, prima che vada tutto in malora.

Marvel: 12 storie che i fan vorrebbero al cinema

Marvel: 12 storie che i fan vorrebbero al cinema

Alcune delle storie straordinarie dei fumetti Marvel sono state adattate per il grande schermo nel corso degli ultimi vent’anni, tuttavia ce ne sono ancora diverse che meriterebbero di essere portate al cinema vista l’importanza e il valore riconosciuto dai loro lettori. Sul destino del MCU dopo la fine della Fase 3 e l’accordo tra Disney e Fox che farebbe passare nelle mani dei Marvel Studios i diritti su X-Men, Fantastici 4 e Deadpool, sappiamo ancora poco, ma il ventaglio di possibilità per gli sceneggiatori e produttori è così ampio da far morire d’invidia i competitors DC.

Dunque il dubbio rimane: quali storie dei fumetti andrebbero trasformate in adattamenti cinematografici? Qui sotto alcune proposte:

INHUMANS vs X-MEN

Uno dei fumetti più importanti della Marvel Comics vede protagonisti X-Men e Inhumans, e in un epico scontro razziale con un ottimo messaggio e grandi combattimenti che sarebbero incredibili da vedere al cinema. Sia per far ricredere tutte quelle persone che dubitavano dei poteri degli Inumani e che li scambiavano per una versione meno cool dei Mutanti, sia perché fornirebbe ai Marvel Studios e alla Disney un potenziale scenario inedito per il MCU.

L’ULTIMA CACCIA DI KRAVEN

A quanto pare tra i piani futuri della Sony c’è anche il progetto di portare sul grande schermo il noto villain di Spider-Man Kraven, che nei fumetti cerca spesso di dare la caccia ed eliminare Spidey fallendo ogni volta. Stufo delle sue sconfitte, il personaggio sceglie di andare più lontano di quanto avesse mai fatto, diventando lui stesso l’Uomo Ragno. L’ultima notizia relativa allo spin-off su Kraven risale ormai a giugno 2017, quando la Sony aveva annunciato di voler produrre un adattamento cinematografico sul personaggio dell’universo di Spider-Man. All’epoca Tom Rothman, chairman alla Sony, aveva discusso dei progetti dello Studio, nominando anche un paio di film su Mysterio e, appunto, Kraven the Hunter, entrambi legati nei fumetti all’Uomo Ragno.

WORLD WAR HULK

World War Hulk è forse la trama più improbabile dei fumetti originali che Marvel Studios potrebbero adattare al cinema, e i motivi risiedono nella caratterizzazione specifica di Hulk in questo arco narrativo. Da molti ritenuta come minore rispetto alle altre, vede il Gigante di Giada abbracciare il lato oscuro e diventare un temibile villain quando viene spedito dai Vendicatori sul suo pianeta tornando con il desiderio di far migrare tutta la sua gente.

VECCHIO LOGAN

Anche se Logan di James Mangold ha parzialmente adattato questa trama, non è detto che la Disney non possa ispirarsi alle vicende di Old Logan per riavviare il personaggio nel MCU (dopo l’acquisizione dei diritti Fox).Nei fumetti ci troviamo in un futuro senza mutanti dove una ragazza simile a Logan è viva e ha bisogno di arrivare a nord. Occhio di Falco vuole portarla lì, ma ha bisogno di aiuto e recluta Wolverine, offrendogli del denaro in cambio.

ORIGINAL SIN

Crossover pubblicato dalla Marvel Comics nel 2014, Original Sin racconta sostanzialmente la morte di Uatu l’Osservatore (The Watcher), un essere supremo che ha il compito di osservare tutto ciò che viene compiuto nell’universo senza però interferire sugli avvenimenti. Il personaggio non può quindi evitare che le cose accadano o viceversa, così i supereroi decidono di indagare sul delitto per scoprire chi abbia ucciso l’Osservatore.

Una trama intrigante in vista delle prossime fasi del MCU, visto anche il possibile crossover tra Vendicatori e X-Men.

ULTIMATE CARNAGE

Carnage è stato spesso utilizzato negli archi narrativi in cui Spider-Man e Venom si alleavano per fermare questo violentissimo simbionte, e i fumetti raccontano come tecnicamente sia il “figlio” di Venom nato dall’incontro tra Eddie Brock e Cassidy. La “carneficina” si scatenò a tal punto da voler eliminare qualsiasi cosa, con Peter che fece la promessa di non vestire più i panni di Spidey ma che fu costretto a tornare sui suoi passi proprio per trovare Carnage  sfuggito alla custodia.

Vedremo questa storyline già nel sequel di Venom?

LA TRILOGIA DI GALACTUS

Con la Disney che acquisirà a breve i diritti sui personaggi Marvel della Fox, un villain come Galactus potrebbe portare nel MCU uno degli archi narrativi più importanti nella storia della Marvel Comics. Innanzitutto si tratta del primo vero nemico cosmico, che ha esordito nel 1966, noto per essere un “mangiatore di mondi”. E quando Galactus è in procinto di trovare nuove prede, i Fantastici Quattro interverranno per salvare la situazione.

LA MORTE DI SPIDER-MAN

Questo scenario andrebbe immaginato dopo l’uscita di Spider-Man: Far From Home nel 2019, e in seguito ai nuovi piani di Disney e Sony sul personaggio, tuttavia è indubbio che l’arco narrativo della Morte di Spidey è straordinario per come riesce a coinvolgere un sacco di personaggi; un sacrificio senza precedenti che sarebbe interessante da applicare all’universo del MCU.

SCISMA

Scisma è un arco narrativo sviluppatosi per cinque numeri sulle pagine dell’omonima miniserie tra il luglio e l’ottobre 2011, pubblicata dalla Marvel Comics, e la trama racconta l’arrivo dell’ennesima minaccia presso le coste di Utopia e i diversi metodi per contrastarla messi in atto dagli X-Men che porteranno in ultimo alla divisione in due fazioni guidate rispettivamente Ciclope e Wolverine.

SECRET WARS

Tutto muore. Ricordate questa frase di Secret Wars, la miniserie a fumetti crossover pubblicata nel 2015 che conclude la storia dei Fantastici Quattro come Jonathan Hickman l’aveva concepita durante il suo periodo di scrittura? La trama è interessante e vede gli ultimi due universi sopravvissuti al fenomeno conosciuto come “Incursioni”, Marvel e Ultimate scontrarsi e distruggersi, venendo poi trasportati nel Battleworld (un pianeta diviso in molti territori, ciascuno combinazioni di vari universi).

ANNIHILATION

Un’evasione di massa alle Kyln, le prigioni intergalattiche più antiche del Big Bang, e l’universo entra nel caos, complice anche la distruzione di Xandar (il pianeta natale dei Nova Corps), ma c’è un sopravvissuto: Richard Rider, ovvero Nova Primo. Successivamente si formerà un fronte unito composto da Nova, Gamora, Drax, Star-lord, Badoon, Skrull, Kree, Ronan, il Super-skrull e Praxagora che combatterà contro Thanos.

Che sia davvero una possibile prossima trama per il MCU?

HOUSE OF M

L’arco narrativo di House of M ruota attorno a Scarlet Witch, che quando vede morire tutti i suoi cari e Visione entra in uno stato depressivo e questo la induce a creare una sua realtà, talmente pericolosa da scatenare la reazione dei Vendicatori. Intenzionati a fermarla, gli eroi credono che eliminare Wanda sia necessario prima che possa fare più danni all’umanità, e ciò che ne scaturisce è una vera e propria guerra intestina.

Leggi anche – Marvel: previsioni sul destino dei personaggi principali nella Fase 4

Fonte: The Richest

#RomaFF13: Millennium – Quello che non uccide, il red carpet della premier mondiale

Si è svolta nell’ambito della Festa del Cinema di Roma la premiere mondiale di Millennium – Quello che non uccide, il nuovo film diretto da Fede Alvarez e basato sul quarto romanzo postumo di Millennium, l’opera letteraria di Stieg Larsson.

In occasione dell’importante serata, hanno sfilato sul tappeto rosso dell’Auditorium Sverrir Gudnason, Sylvia Hoeks, Claire Foy, Fede Alvarez, Synnove Macody Lund e Andreja Pejic. Ecco le Foto di Aurora Leone per Cinefilos.it

Millennium – Quello che non uccide, recensione del film con Claire Foy

Avengers 4: un esilarante video virale ESIGE l’uscita del trailer

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Il canale Youtube di Kirk Deveyck ha pubblicato un esilarante video in cui il titolare del canale e un suo amico esigono dalla Marvel l’uscita del trailer di Avengers 4, o almeno di conoscere il titolo del film!

Un video divertente e folle che dà voce a tutti i fan intorno al mondo che non aspettano altro che tornare al cinema per scoprire quale sarà la sorte dei Vendicatori e se Thanos sarà mai sconfitto.

Eccolo di seguito!

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Fonte: Kirk Deveyck

Oscar 2019: la short list per i candidati alla nomination al miglior film d’animazione

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È stata annunciata la shortlist di candidati per la corsa alla nomination agli Oscar 2019 nella categoria miglior film d’animazione. Stando a quanto riporta Deadline, i titoli sono 25 e tra pellicole più o meno ricercate, spiccano i titoli di grande richiamo quali, ovviamente, Gli Incredibili 2, Hotel Transylvania, Ralph Spacca Internet, ma anche pellicole d’animazione più ricercate e fuori dal coro, come il bellissimo L’Isola dei Cani di Wes Anderson, già Orso d’Argento a Berlino.

Non sappiamo se anche quest’anno la Pixar confermerà il suo strapotere, ma sembra che la concorrenza sia molto debole e che, come è accaduto anche nel passato recente, l’Academy non sia ancora pronta ad accogliere strumenti linguistici, nel campo dell’animazione, che si distanziano anche poco dal solco profondo scavato da Disney e Pixar negli anni.

Di seguito la lista completa:

“Ana y Bruno”
“Il Grinch”
“I Primitivi”
“Fireworks”
“Have a Nice Day”
“Hotel Transylvania 3: Summer Vacation”
“Gli Incredibili 2”
“L’isola dei cani”
“The Laws of the Universe – Part I”
“Liz and the Blue Bird”
“Lu over the Wall”
“MFKZ”
“Maquia: When the Promised Flower Blooms”
“Mirai”
“The Night Is Short, Walk on Girl”
“On Happiness Road”
“Ralph Breaks the Internet”
“Ruben Brandt, Collector”
“Sgt. Stubby: An American Hero”
“Sherlock Gnomes”
“Smallfoot”
“Spider-Man: Into the Spider-Verse”
“Tall Tales”
“Teen Titans Go! To the Movies”
“Tito and the Birds”

Oscar 2019: 87 Paesi nella corsa alla nomination al Miglior Film Straniero

Le nomination saranno annunciate ufficialmente il 22 gennaio 2019, mentre la cerimonia di assegnazione dei 91° Academy Awards si svolgerà il 24 febbraio al Dolby Theatre.

Fonte: Deadline

Leonardo DiCaprio sarà di nuovo protagonista per Martin Scorsese

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Leonardo DiCaprio sarà di nuovo protagonista per Martin Scorsese

Leonardo DiCaprio tornerà a recitare per Martin Scorsese in un film tratto da Killers of the Flower Moon, libro uscito nel 2017 dal giornalista del New Yorker, David Grann. Alla produzione del film c’è la Imperative Entertainment, che giocò d’anticipo e acquistò i diritti prima ancora che uscisse il libro. A firmare la sceneggiatura, invece, c’è Eric Roth, già premio Oscar per Forrest Gump, e autore cinematografico molto riconosciuto ad altissimi livelli.

Ecco cosa ha dichiarato Martin Scorsese: “Quando ho letto il libro di Grann, ho subito iniziato a vederlo – le persone, gli ambienti, l’azione – e sapevo che avrei dovuto farne un film”. Il libro è in Oklahoma negli anni Venti: parla di un gruppo di nativi americani che scoprirono di avere del petrolio nelle loro terre, diventarono ricchi e furono poi uccisi uno a uno. Fu il primo grande caso di cui dovette occuparsi l’FBI, creata da poco.

Once Upon a Time in Hollywood: Leonardo DiCaprio e Brad Pitt nella prima foto

Mentre Scorsese è reduce dall’Incontro emozionante con il pubblico della Festa del Cinema di Roma, e aspettiamo ancora in suo The Irishman su Netflix, Leonardo DiCaprio è al momento impegnato con le riprese di Once Upon a Time in Hollywood, il nuovo film di Quentin Tarantino.

Per attore e regista, entrambi premi Oscar, si tratta della sesta collaborazione, dopo Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter Island e The Wolf of Wall Street.

Zack Snyder rivela una parte del finale originale di Justice League

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Dopo i concept di Batman e Flash, Zack Snyder si è fatto di nuovo sentire dai suoi fan in merito a Justice League, questa volta commentando quello che doveva essere il finale originale del film. L’argomento in questione, questa volta, riguarda il finale del film e l’originale idea che aveva il regista, idea che non ha potuto portare a termine a causa del suo allontanamento dal progetto.

Un fan su Vero ha postato un fermo immagine di Justice League che mostrava la squadra completamente radunata mentre guardava verso l’alto. A giudicare dalla grande quantità di schermo verde, la scena doveva essere relativa al terzo atto del film, quello che più di tutti ha previsto un massiccio utilizzo di CGI. Il fan ha se il regista poteva commentare in qualche modo la foto che lui aveva postato sul social, e Zack Snyder non lo ha per niente deluso. Così, Snyder ha rivelato che l’immagine è tratta dal finale della Justice League, in cui, nel suo disegno iniziale, la squadra attraversava un boomdotto.

Zack Snyder voleva uccidere Batman in uno dei sequel di Justice League

Il boomdotto è un portale immaginario del mondo dei fumetti DC Comics creato da Jack Kirby, e a quanto pare Snyder avrebbe voluto inserirlo nel film per (forse) sviluppare in futuro l’idea e sfruttarla per i suoi altri due film.

Con l’allontanamento di Zack Snyder, il franchise ha perso l’identità che si stava costruendo, una identità non molto gradita dalla maggioranza dei fan ma che manteneva comunque una coerenza nella rappresentazione cinematografica dei personaggi. Adesso gli eroi DC al cinema hanno preso strade complicate e non sappiamo se mai si riuscirà a vederli di nuovo insieme sul grande schermo, magari con un esito migliore.

Beautiful Anticipazioni: Giovedì 25 ottobre 2018

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Beautiful Anticipazioni: Giovedì 25 ottobre 2018

Le anticipazioni delle nuove puntate di Beautiful, la saop che va in onda alle ore 13.40 su Canale 5. Di seguito le anticipazioni di oggi Giovedì 25 ottobre 2018.

Nella puntata di oggi Hope rivela a Steffy il nome dell’albergo in cui Liam sta alloggiando. Steffy, senza esitare, corre subito da lui decisa ad implorare per l’ennesima volta il suo perdono. Nel frattempo anche Wyatt è andato a trovare Liam. Il giovane spera di convincere il fratellastro a non rinunciare al matrimonio con Steffy solo per un errore. Wyatt gli chiederà di perdonarla in nome del bambino che porta in grembo.

Beautiful Anticipazioni

Beautiful (The Bold and the Beautiful) è una soap opera statunitense, creata da William J. Bell e Lee Phillip Bell per la CBS, che va in onda dal 23 marzo 1987.

La soap viene trasmessa in circa 100 paesi ed è seguita da 300 milioni di spettatori in tutto il mondo ogni giorno con punte di 500 milioni, ed è la soap opera più seguita al mondo. Ha vinto negli anni 31 Daytime Emmy Awards di cui 3 consecutivi come Miglior serie drammatica del daytime (nel 2009, nel 2010 e nel 2011).

In Italia la soap è trasmessa dal 4 giugno 1990, prima su Rai 2 ed in seguito, dal 5 aprile 1994, su Canale 5.

Nell’ultima stagione, del cast iniziale del 1987 sono rimasti solo due attori: John McCook (Eric Forrester) e Katherine Kelly Lang (Brooke Logan, il personaggio più presente nella storia della soap). Altri attori che hanno fatto parte del cast sin dalla prima puntata per molto tempo sono stati Susan Flannery (Stephanie Douglas Forrester) e Ronn Moss (Ridge Forrester), entrambi hanno però lasciato il cast nel 2012 (il personaggio di Ridge è poi ritornato nel 2013, ma interpretato da un nuovo attore, Thorsten Kaye); altre attrici che hanno partecipato a gran parte degli episodi della soap sono state Darlene Conley (Sally Spectra) nel cast fisso dal 1989 al 2007 (anno di morte dell’attrice) e Hunter Tylo (Taylor Hamilton) nel cast fisso dal 1990 al 2002 e dal 2005 al 2013, con apparizioni da guest star nel 2014.

 

Il Segreto Anticipazioni: giovedì 25 ottobre 2018

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Il Segreto Anticipazioni: giovedì 25 ottobre 2018

Nuove news su Il Segreto che va in onda alle ore 18.45. su Canale 5. Di seguito le anticipazioni di oggi giovedì 25 ottobre 2018.

Nella puntata Emilia Alfonso, accusati senza prove valide dal Generale del tentato omicidio di Fe, sono segregati in un carcere abbandonato, dove sono ormai da giorni costretti a subire la violenza psicologica del loro aguzzino che, non contento, ha deciso di accusarli di essere traditori della patria.

Emilia ed Alfonso, in prigione, subiscono le tremende minacce del Generale Perez de Ayala. A Raimundo e Matias è impedito fargli visita, così come a Don Berengario Don AnselmoMauricio, intanto, è al capezzale di Fe e spera che la donna si riprenda al più presto così da testimoniare in favore di Emilia ed Alfonso. Prudencio mette in atto il suo piano e si introduce, di nascosto, nell’abitazione di Julieta e mentre lei dorme, avvelena il cibo. Matias, provocato dal Generale, lo affronta con coraggio pretendendo di poter far visita a Emilia ed Alfonso. Il Generale non rifiuta, ma chiede un giorno per rifletterci.

Anticipazioni Il Segreto

Il segreto (El secreto de Puente Viejo) è una soap opera spagnola prodotta da Boomerang TV e creata da Aurora Guerra, che viene trasmessa dal 23 febbraio 2011 sulla rete televisiva Antena 3. In Italia va in onda dal 10 giugno 2013 su Canale 5.

La serie ruota attorno alle vicissitudini della ricca stirpe dei Montenegro, una famiglia dell’alta borghesia che vive in un piccolo paese del nord della Spagna, con la perfida matriarca Donna Francisca Montenegro, vedova di Salvador Castro, che trama costantemente contro coloro che osano affrontare il suo potere.

Il segreto – La storia inizia nel 1902 con l’arrivo, a Puente Viejo, della levatrice Pepa Balmes. Pepa continua a vivere con difficoltà dato che, anni prima, il padrone della casa in cui prestava servizio, Carlos Castro, figliastro di Francisca, e fratellastro di Efren, Soledad, e Tristan l’aveva sedotta facendola rimanere incinta, e le aveva poi portato via il figlio per consegnarlo alla legittima moglie che aveva appena avuto un aborto. Pepa conoscerà e si innamorerà di Tristan, figlio di Raimundo e Donna Francisca e fratello di Efren, Sebastian ed Emilia, e Soledad che vive alla Villa con sua sorella, sua moglie Angustias e loro figlio Martin.

Dopo la morte di Angustias, Pepa scopre che Martin è in realtà il figlio che le era stato rubato anni prima. Nonostante gli sforzi di Francisca e del malvagio Olmo Mesia, fratellastro di Pepa, Tristan (figlio illegittimo di Francisca e Raimundo Ulloa) finisce per consumare il suo amore con Pepa. I due poi si sposano e Pepa partorisce i gemelli Aurora e Bosco. Intanto Bosco viene sequestrato da una misteriosa ragazza e Pepa muore subito dopo il parto.

Marvel: 10 personaggi che il cinema ha reso migliori rispetto ai fumetti

Portare al cinema i supereroi Marvel rappresenta una sfida per produttori, registi e sceneggiatori e non è un lavoro da poco, visto che il processo di adattamento comporta decisioni importanti. Il personaggio deve assomigliare esattamente a quello del fumetto, o è meglio che il MCU lasci la propria impronta? Alcuni sono stati cambiati in modo tale da rendere i film più realistici, aggiornando eroi un po’ troppo retrò e stereotipi oramai superati. Alcuni, invece, non hanno avuto bisogno di modifiche, e l’universo cinematografico Marvel li ha rappresentati alla perfezione.

Quali sono stati però i cambiamenti più riusciti? Ecco i 10 personaggi Marvel che il cinema ha reso migliori rispetto alla controparte dei fumetti:

GAMORA

Non si può negare che la maggior parte dei personaggi femminili (sia eroi che villain) siano ritratti nei fumetti Marvel con costumi fin troppo “rivelatori” e spesso succinti perché filtrati dal punto di vista maschile. La storia di questa arte ci insegna che questo aspetto è dovuto principalmente al fatto che la maggior parte dei fan sono uomini, dunque gli editori vogliono fare appello al loro pubblico il più possibile.

Gamora è allora un perfetto esempio di come il look del personaggio possa essere completamente cambiato rispetto all’originale sul grande schermo: la sua controparte indossava due cinture e un paio di stivali alti fino alla coscia, e occasionalmente un body attillato. L’eroina di Guardiani della Galassia interpretata da Zoe Saldana ha invece svariati completi in pelle che le coprono quasi tutto il corpo, dandole un look da vera badass.

CROSSBONES

Se escludiamo Teschio Rosso, i villain di Capitan America non sono molto iconici, il che ha dimezzato il catalogo di personaggi principali disponibili per l’utilizzo nel Marvel Cinematic Universe e dato maggiore spazio ai cattivi minori come Crossbones, apparso all’inizio di Captain America: Civil War.

Tuttavia bisogna riconoscere che la versione del MCU di questo villain è una delle migliori  mai adattate per il grande schermo, a partire dal costume con quel disegno dell’osso trasformato in vernice spray sulla sua armatura.

L’originale dei fumetti venne creato alla fine degli anni ’80/primi anni ’90 con un design che includeva il simbolo del teschio sul petto.

FALCON

Falcon è un personaggio importante – se non fondamentale – nella storia dei fumetti di Captain America e degli Avengers, motivo per cui si è guadagnato un posto d’onore anche nell’universo dei Marvel Studios. E per adattarlo sul grande schermo registi e produttori hanno cercato di cambiare tutto ciò che non funzionava nel costume originale, giudicato da molti “orribile”.

Gli addetti ai lavori hanno così trasformato l’uniforme del supereroe in una tuta militare high-tech che fosse sia un omaggio alla fonte, sia moderno e aggiornato alle nuove tecnologie.

ULYSSES KLAW

Andy Serkis è un attore eccezionale che ha fatto spesso ricorso alla performance capture nella sua carriera, tuttavia nemmeno le tecnologie più avanzate lo avrebbero salvato se avesse dovuto indossare il costume originale di Ulysses Klaw in Black Panther. Fortunatamente la versione è stata modificata per l’adattamento dei Marvel Studios.

La controparte dei fumetti di Klaw aveva un’uniforme rossa attillata con mutande viola più un grosso artiglio metallico come mano. Insomma qualcosa di difficilmente replicabile.

STAR-LORD

Star-Lord ha debuttato sulle pagine della Marvel comics nel 1976, diventando un personaggio di spicco soltanto nel crossover di Annientamento, quando l’universo Marvel venne invaso da Annihilus e tutti gli eroi cosmici dovettero collaborare per fermarlo. All’epoca l’outfit indossato da Peter Quill sembrava ispirarsi ad un design gotico Raygun, somigliante alle uniformi di una futuristica polizia con aggiunto un elmetto d’oro.

Molto diverso, e sicuramente più funzionale il costume dell’adattamento cinematografico, che ricorda da lontano il look di Han Solo in Star Wars.

ZEMO

La versione del Barone Zemo apparsa in Captain America: Civil War ha sovvertito ciò che il pubblico immaginava per il personaggio pensando alla controparte dei fumetti. Sullo schermo Helmut Zemo ha quasi sconfitto i Vendicatori senza usare superpoteri o gadget, poiché tutto ciò di cui aveva bisogno era la sua intelligenza e la sua sete di vendetta.

L’originale invece indossava un abito a strisce nero e viola e un passamontagna con placche dorate sulla testa, accantonato dai produttori e gli artisti dei Marvel Studios (fortunatamente).

YONDU

Se Michael Rooker fosse stato obbligato a indossare lo stesso costume di Yondu dei fumetti, allora ci sarebbe stata una sovrapposizione con un altro look di un altro personaggio dei Guardiani della Galassia, la cui controparte aveva un’uniforme essenzialmente uguale. Stiamo parlando di Gamora, già menzionata prima nell’articolo, e del fatto che il suo outfit somigli in modo impressionante a quello di Yondu: due cinture ed enormi imbottiture per le spalle e un paio di stivali associati ad una massiccia cintura dorata.

AVVOLTOIO

I produttori di Spider-Man: Homecoming sono stati facilitati nella creazione del look di Avvoltoio poiché era davvero difficile fare peggio dell’originale. La controparte dei fumetti non aveva il fantastico design da pilota della Seconda Guerra Mondiale (poi migliorata con gadget high-tech), e inoltre faceva sembrare il villain molto meno minaccioso di quanto lo sia stato Michael Keaton nel film.

SCARLET WITCH

Quando i fan hanno scoperto che Scarlet Witch sarebbe apparsa nel MCU leggermente “revisionata” rispetto all’originale, non avevano idea dei cambiamenti radicali che la produzione aveva effettuato sul costume della supereroina. Vi ricordiamo che nei fumetti Wanda Maximoff indossa poco più che un costume da bagno o corsetto rosso, un paio di stivali rossi luminosi e un copricapo con le corna.

Per fortuna la versione cinematografica di Scarlet Witch ha tolto quasi tutto, lasciando la giacca di pelle rossa come segno distintivo, con una combinazione di gonna e stivali o di pantaloni.

OCCHIO DI FALCO

Sperando di rivederlo in azione e protagonista in Avengers 4, Occhio di Falco è stato il grande assente di Infinity War e meriterebbe lo spazio che merita nonostante non sia supportato da superpoteri e origini cosmiche. L’unico modo in cui i produttori del MCU hanno finora dimostrato il loro amore per il personaggio è dandogli un costume più bello di quello dei fumetti che ha reso omaggio all’originale mantenendo il colore viola.

Leggi anche – Marvel: 20 scene eliminate che avrebbero cambiato i film

Fonte: ScreenRant

Thanos: come si è evoluto il suo look negli anni

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Thanos: come si è evoluto il suo look negli anni

Una nuova foto dal backstage di The Avengers di Joss Whedon (2012) rivela uno sguardo ravvicinato al Thanos che abbiamo visto nella scena post-credits di quel film. La Fase 1 del Marvel Cinematic Universe è stata dedicata a introdurre al pubblico una nuova Era di supereroi, culminando poi nella prima riunione dei Vendicatori, per difendere New York dall’attacco di Loki. Tuttavia, alla fine del film, è diventato chiaro come Loki fosse soltanto una mera pedina nel gioco di un più abile e potente giocatore: il Titano Pazzo.

La sua prima apparizione risale alla scena mid-credits di The Avengers, ma abbiamo dovuto aspettare altri due anni per vederlo per la prima volta sul grande schermo in tutto il suo splendore. Nel 2014, Guardiani della Galassia di James Gunn lo ha reso il villain contro cui i protagonisti si sono battuta, con Ronan l’Accusatore come ennesima marionetta, come era accaduto con Loki. Il personaggio è poi comparso nella scena post credits di Avengers: Age of Ultron, e infine in Infinity War, con Josh Brolin alle prese con un ruolo a tutto tondo, cosa che ha reso il Thanos il vero e proprio protagonista del film.

Adesso Ironhead Studios ci fa fare un balzo indietro nel tempo, a quando Thanos è comparso per la prima volta sul grande schermo, in quella brevissima e inquietante scena, di cui si ricorda soprattutto il sorriso maligno del personaggio. Nella foto pubblicata su Instagram, vediamo Damion Poitier, primo interprete del personaggio, con il trucco prostetico, realizzato da Jose Fernandez nel 2011. Nel corso degli anni si è creduto che quella scena di Thanos fosse completamente in CGI, invece adesso abbiamo la conferma che il trucco era effettivamente practical e che Poitier indossava davvero un trucco pesantissimo.

Qualche tempo dopo l’uscita del film, Poitier ha rivelato in un’intervista che non sapeva che avrebbe interpretato Thanos. Dal momento che all’epoca si riteneva che sarebbero stati gli Skrull a comparire nel film, l’attore pensava che avrebbe interpretato uno di loro, se non proprio Super Skrull. Tutto è cambiato, ovviamente, quando ha cominciato a lavorare al trucco del personaggio. Nonostante il suo lavoro con Thanos sia stato breve, Poitier ha il merito di aver introdotto sul grande schermo uno dei cattivi che la storia del cinema ricorderà.

Ecco la foto:

Il testimone è poi passato a Josh Brolin, che ha interpretato il Titano Pazzo nelle altre occasioni e che tornerà a impersonarlo anche in Avengers 4, prossimo film in cui lo vedremo alle prese con le conseguenze del suo successo di Infinity War.

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Fonte: Ironhead Studios

#RomaFF13: il tappeto rosso di Stan & Ollie con Reilly e Coogan

John C. Reilly e Steve Coogan hanno portato alla Festa del Cinema di Roma Stan & Ollie, il nuovo film che li vede protagonisti nei panni dei due comici Stan Lauren e Oliver Hardy.

Di seguito, le foto dal red carpet su cui hanno sfilato gli attori, in compagnia del regista Jon S. Baird.

Finita l’epoca d’oro che li ha visti re della comicità, vanno incontro a un futuro incerto. Il pubblico delle esibizioni è tristemente esiguo, ma i due sanno ancora divertirsi insieme, l’incanto della loro arte continua a risplendere nelle risate degli spettatori, e così rinasce il legame con schiere di fan adoranti. Il tour si rivela un successo, ma Laurel e Hardy non riescono a staccarsi dall’ombra dei loro personaggi, e fantasmi da tempo sepolti, uniti alla delicata salute di Oliver, minacciano il loro sodalizio. I due, vicini al loro canto del cigno, riscopriranno l’importanza della loro amicizia.

Stanlio e Ollio, recensione del film con John C. Reilly e Steve Coogan

#RomaFF13: Sigourney Weaver porta di Ghostbusters sul red carpet

#RomaFF13: Sigourney Weaver porta di Ghostbusters sul red carpet

Volto iconico del cinema, donna bellissima, spirito vivace, Sigourney Weaver è stata l’ospite d’onore alla Festa del Cinema di Roma nella serata di mercoledì 24. L’attrice ha incontrato il pubblico di fan e ad accompagnarla, sul tappeto rosso dell’Auditorium, c’erano ovviamente gli Acchiappafantasmi, una compagine di fan perfettamente mascherati, a omaggiare uno dei tanti film di culto in cui ha recitato Sigourney.

Ecco le foto di Aurora Leone dal red carpet:

#RomaFF13: Giuseppe Tornatore incontra il pubblico

#RomaFF13: Giuseppe Tornatore incontra il pubblico

La Festa del Cinema celebra uno degli autori più amati e premiati del cinema italiano: domani, giovedì 25 ottobre alle ore 18 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, Giuseppe Tornatore sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico. Il regista siciliano è stato in grado di produrre un linguaggio universale a partire da uno stile assolutamente personale, firmando storie che hanno spesso varcato i confini nazionali: dall’Oscar® con Nuovo Cinema Paradiso alla nomination per L’uomo delle stelle, da Malèna a Baarìa, da La leggenda del pianista sull’oceano a La sconosciuta, da La migliore offerta a La corrispondenza. Alla Festa, Tornatore approfondirà con il pubblico la sua passione per il noir, fra cinema e letteratura.

Tre i film in programma nella Selezione Ufficiale.

Alle ore 20, sempre in Sala Petrassi, si terrà l’anteprima del documentario in due parti, Corleone, il potere e il sangue e Corleone, la caduta di Mosco Levi Boucault. “Ho cominciato a ripercorrere la strada di Salvatore Riina. E del solo Riina, per avere un’unità narrativa dalla sua sanguinaria ascesa al potere fino alla sua caduta – ha detto il regista – Un Riina raccontato dai protagonisti che l’hanno

affrontato (il procuratore Ayala, il poliziotto Accordino) e da quelli che l’hanno assecondato (i suoi sicari Brusca, Marchese, Anzelmo, Mutolo). Da fuori e da dentro. E attraverso quelli che l’hanno assecondato, dare un’idea di che cosa è l’essere mafioso, la mafiosità”.

Alle ore 19.30 la Sala Sinopoli ospiterà Monsters and Men di Reinaldo Marcus Green. A Brooklyn, un uomo di colore disarmato viene ucciso dopo una lite con le forze dell’ordine. L’episodio è il punto di partenza di una complessa indagine, che vede coinvolto un distretto di polizia e un quartiere dove vive una comunità di persone strettamente unite tra loro. Nella vicenda sono implicati anche un testimone oculare che ha ripreso l’aggressione con il suo smartphone, un ufficiale di polizia e un giovane studente promessa del baseball. Attraverso i loro occhi, arriveremo a comprendere in profondità una comunità in fermento a causa di tensioni razziali, che lotta per un futuro migliore.

SEGUI IL NOSTRO SPECIALE DALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA

Las niñas bien di Alejandra Márquez Abella sarà proiettato alle ore 21.30 presso il Teatro Studio Gianni Borgna Sala Siae. I protagonisti del film sono Sofía e Fernando, coppia della medio-alta borghesia: i due hanno tutto ciò che si può desiderare, denaro, belle case, domestici. Fernando ha ereditato tutte le sue ricchezze da suo padre, che le ha conquistate grazie all’aiuto dello zio Javier. Ma una sera, a cena, Javier annuncia che ha deciso di farsi da parte. Nubi oscure e minacciose si addensano all’orizzonte: una grave crisi economica si sta abbattendo sul Messico. Inizialmente il mondo di Sofía e Fernando sembra conservarsi intatto, ma gradualmente compaiono delle crepe nelle loro vite, mentre l’ordine economico e sociale sembra crollare intorno a loro. Sofía si vedrà costretta a salvare le apparenze, ma la sua caduta sarà ineluttabile.

Star Wars: tutte le teorie dei fan che si sono rivelate vere

Uno dei passatemi preferiti dei fan di Star Wars è formulare teorie su tutto ciò che è legato alla saga creata da George Lucas, riflettendo su ogni scena, dettaglio o battuta dell’universo cinematografico, seriale e letterario.

Qualsiasi informazione si trasforma così in materiale ghiotto per ipotizzare scenari o scovare easter egg che sfuggono anche agli occhi più attenti; molte di queste teorie si sono addirittura rivelate corrette, mentre altre sono state presto smentite dai film, o dalle serie prodotte in questi anni.

Leggi anche – Star Wars: 10 colpi di scena che hanno rovinato la saga

Ma quali di queste si sono effettivamente rivelate fondate? Ecco le più importanti:

La morte di Boba Fett

Questa teoria serpeggia da ormai trent’anni, da quando i fan si sono rifiutati di accettare che il cacciatore di taglie più temuto nella galassia fosse sparito: come confermato più tardi inftati, Boba Fett è scampato alla morte in Episodio VI: Il ritorno dello Jedi, dopo essere caduto nella fossa di Sarlacc.

L’ipotesi sulla sua sopravvivenza era scaturita dalla frase di C-3PO che sottolineava come la fossa avesse “un sistema digestivo lento”, così i fan hanno pensato che Boba Fett fosse fuggito in tempo. Grazie poi allo storico di Star Wars J.W. Rinzler è stato ufficializzato che il cacciatore di taglie è vivo, non è detto che lo sia nel nuovo canone, ma è sopravvissuto.

Vi ricordiamo che la produzione dello spin-off su Boba Fett, annunciato dalla Lucasfilm nei mesi scorsi e ora affidato a James Mangold (Logan), non partirà prima del 2020. Il personaggio fu introdotto in l’Impero colpisce ancora e riapparse in Il Ritorno dello Jedi come mercenario che consegna a Jabba the Hutt il prigioniero Han Solo.

I nuovi poteri di Luke Skywalker

Luke Skywalker ha iniziato a familiarizzare con la Forza in Una Nuova Speranza, divetando in seguito uno dei cavalieri Jedi più potenti della galassia. Questo non significa che anche nella sua vecchiaia non abbia scoperto poteri a lui sconosciuti incrementando le sue qualità sensitive.

La teoria è stata confermata da Gli Ultimi Jedi, dove il personaggio mostra qualcosa di mai visto prima: mentre sta meditando Luke riesce infatti a essere in due posti contemporaneamente, e una parte è un ologramma che può interagire con altri personaggi.

Kylo Ren tradisce Snoke

Sin dall’inizio i fan avevano predetto che Kylo Ren avrebbe tradito il leader supremo Snoke, teorizzando che l’ex allievo di Luke Skywalker avrebbe scelto il lato buono della Forza. E chi pensava che questo cambio di direzione sarebbe avvenuto alla fine de Gli Ultimi Jedi è stato accontentato.

Il legame fra Rey e Kylo Ren

Un fan e scrittore di fan fiction su Star Wars aveva predetto che esisteva un legame nella Forza tra Kylo Ren e Rey, formulata dopo l’uscita di Il Risveglio della Forza ed effettivamente confermata in Gli Ultimi Jedi, dove i due sono in grado di comunicare anche da parti diverse della galassia.

Luke è il maestro di Kylo Ren

Ben Solo sognava di poter seguire le orme di suo nonno, Darth Vader, e per farlo si è  rivolto al lato oscuro della Forza diventando il malvagio Signore dei Sith Kylo Ren. Il che gli ha conferito poteri straordinari, ma alcuni di questi erano già stati acquisiti durante il suo addestramento con Luke Skywalker.

Tuttavia Il risveglio della Forza non offre a Kylo alcun retroscena, ed inizia direttamente con il villain che sta provocando il caos nella galassia, mentre Luke è nascosto altrove. Da qui la teoria dei fan che aveva predetto che il ragazzo era stato allenato e istruito nientemeno che dallo zio e che quest’ultimo si sentiva talmente responsabile delle sue azioni da scegliere l’esilio.

Il ruolo di Darth Vader in Rogue One

Nonostante sia un personaggio centrale del franchise, Darth Vader non è mai comparso nella nuova trilogia di Star Wars. I fan però avevano predetto che sarebbe comparso invece negli spin-off prequel, precisamente in Rogue One (che è il primo film dell’antologia).

Gli eventi li conosciamo, e sono antecedenti a quelli di Una nuova speranza, e raccontano la missione dei ribelli per rubare i piani della Morte Nera, e una scena in particolare ha confermato la presenza del minaccioso personaggio.

I genitori di Rey non erano “nessuno”

I fan hanno avuto ragione per l’ennesima volta anche sul mistero che li ha consumati per mesi: chi sono i genitori di Rey? A quanto pare le origini umili dell’orfana eroina erano state suggerite ben prima che Gli Ultimi Jedi uscisse nelle sale, confermando ciò che Kylo dice alla ragazza, ovvero che provenisse da persone per nulla speciali.

Anche Rian Johnson ha risposto al dubbio e difendendo la scelta della sceneggiatura, forse radicale ma decisamente coraggiosa e innovativa, di rendere Rey davvero una ragazza venuta dal nulla, non una discendente di una lunga e famosa stirpe di Jedi.

Effettivamente questo venire dal nulla di Rey la rende l’esatto opposto di Kylo: lei vuole un nome, un’eredità e un posto nella storia che vive; Kylo, dal canto suo, fa di tutto per liberarsi della sua eredità, del suo nome, che sostituisce, e infine anche di quella figura misteriosa e potente del nonno, che sembrava voler emulare, per diventare una nuova versione di sé, svincolata da ogni legame familiare.

La giacca di Poe

Dall’annuncio di Il Risveglio della Forza all’arrivo nelle sale i fan non hanno mai smesso di fantasticare sulla trama del film, analizzando da cima a fondo tutte le scene del trailer. Una di questa compariva il nome di Poe Dameron scritto sulla giacca di Finn, un indizio sul fatto che il personaggio avrebbe avuto un ruolo importantissimo nel nuovo capitolo della saga. La teoria si è rivelata evidentemente fondata.

Da questo dettaglio gli appassionati hanno teorizzato che il Primo Ordine avrebbe catturato Poe e che Finn lo avrebbe aiutato a fuggire, ed effettivamente durante questa fuga Finn finisce per indossare la giacca di Poe. Insomma, i fan avevano previsto la missione e l’incontro del pilota con l’ex guardia imperiale.

Leia è sensibile alla Forza

Principessa, generale, leader e guerriera, Leia è uno dei personaggi più complessi e interessanti del franchise di Star Wars, ma per decenni i fan si sono chiesti se fosse anche essere sensibile alla Forza come suo padre e suo fratello. Questa teoria è emersa per la prima volta all’inizio degli anni ’80, e la risposta è arrivata solo con Gli Ultimi Jedi dove vediamo Leia percepire Luke e sapeva dov’era. Che sia in realtà un Jedi molto più potente di quanto sembri?

I cavalieri Ren sono i padawan di Luke

In Il Risveglio della Forza Rey ha un incubo e vede Kylo Ren guidare i Cavalieri di Ren in battaglia. Da qui i fan hanno sospettato che questi personaggi potessero essere collegati in qualche modo a Luke Skywalker, e che fossero in realtà gli ex discepoli dello jedi.

Soltanto grazie a Gli Ultimi Jedi abbiamo scoperto che Kylo ha tradito suo zio e rivoltato i suoi studenti contro di lui, confermando l’ipotesi degli appassionati.

Jar Jar Binks è un lord dei Sith

Jar Jar Binks è uno dei personaggi che ha polarizzato maggiormente la schiera dei fan di Star Wars. Su di lui sono stati avanzati commenti molto negativi ma anche teorie sul fatto che fosse in realtà un lord dei Sith Lord e non il buffone imbranato che abbiamo visto nei film.

Le voci iniziarono a circolare dopo aver ascoltato il discorso che Jar Jar tiene per convincere il Senato a conferire al Cancelliere Palpatine poteri di emergenza. Questo ebbe una conseguenza sulla nascita dell’Impero rafforzando così le ipotesi dei fan.

Obi Wan Kenobi si ricorda di R2-D2 e C-3PO

Il 1977 segna l’uscita di Episodio IV: Una nuova speranza, film che ha ha cambiato la storia del cinema per sempre, ma anche il momento in cui sono iniziate le prime teorie dei fan sul franchise.

Il capitolo cinematografico vedeva il droide R2-D2 recapitare un messaggio a Obi-Wan Kenobi, eppure il cavaliere Jedi afferma di non sapere chi sia. Mentiva per proteggere Luke? Ebbene così è stato.

Il nuovo canone ha infatti confermato la teoria secondo cui Obi-Wan si ricordava benissimo di R2-D2 e C-3PO, e ci riferiamo al romanzo Star Wars – New Hope: The Princess, The Scoundrel and Farm, dove Kenobi riconosce tranquillamente la sua amicizia passata con i droidi.

Darth Maul non è morto

Darth Maul ha debuttato nella saga di Star Wars in Episodio I: La minaccia fantasma, deludendo le aspettative dei fan: la vita sullo schermo del villain è stata infatti brevissima e da allora sono iniziate a circolare diverse teorie sul fatto che il sith fosse ancora vivo da qualche parte.

Effettivamente, come confermato dalla serie animata Clone Wars, Maul è sopravvissuto finendo sul pianeta delle discariche Lotho Minor e costruendo due gambe meccaniche con cui sostituire quelle tagliate da Obi-Wan Kenobi. Successivamente è tornato in grande stile nella scena conclusiva di Solo: A Star Wars Story.

Fonte: ScreenRant

Millennium – Quello che non uccide: recensione del film con Claire Foy

Sei anni dopo l’ultimo capitolo della saga e il primo made in USA, Millennium – Quello che non uccide mostra inesorabilmente tutti i limiti e i punti di non ritorno di un’operazione dettata da esigenze commerciali esplicite, priva dell’intervento salvifico di un autore con idee vere (vedi David Fincher sulla riduzione di Uomini che odiano le donne) e di un’interprete che abbracci con verosimiglianza il carattere disturbante e spigoloso della protagonista Lisbeth Salander, a cui avevano già prestato il volto Noomi Rapace e Rooney Mara. Claire Foy, perfetta Regina Elisabetta in The Crown, è un’attrice dotata, volenterosa e serissima nell’approccio, tuttavia non riesce mai a sciogliere quell’impressione di inadeguatezza al ruolo in senso lato che si percepisce durante il film, e quel suo essere fin troppo amorevole (nello sguardo, nella fisicità, perfino nei colori) e inoffensiva per un personaggio così specifico.

Fede Alvarez, regista più vezzo all’horror, non ha la personalità di Fincher (che invece aveva in qualche modo legittimato il rifacimento del 2012), né soluzioni d’autore (pensate al montaggio alternato o alle sequenze di flashback di Uomini che odiano le donne), così decide di fare ricorso alle formule più classiche dei generi di riferimento, thriller e noir, finendo per mettere in piedi la solita spy story in stile supereroistico dove il personaggio principale è una donna fragile ma tosta, la cui infanzia spezzata torna a farle visita e che si riconcilierà con un quadro familiare mai risolto.

Davanti la macchina da presa la Foy si impegna, corre nella neve, incupisce i suoi occhi infantili, ma cammina sempre sul velluto come d’altronde ogni reparto tecnico/artistico; non perché sia incapace di mostrare le varie sfumature della rabbia (qui pare piuttosto monocromatica rispetto alle precedenti versioni), ma semplicemente perché costretta in un abito sbagliato, che le sta male. Rifiuta con il momento storico del Me Too e delle rivendicazioni femminili l’etichetta di “eroina” quando la realtà del film e il percorso della sceneggiatura vanno proprio in quella direzione, più superficiale del previsto e soprattutto infantile.

Di Millennium, della “vecchia” Lisbeth, della tensione anche sessuale che l’adattamento di Fincher aveva imbastito sei anni fa rimane soltanto l’etichetta posta davanti al titolo e il ricordo quasi evanescente di un cinema che preferisce seguire l’idea, non la politica, il rischio, non la difesa.

Millennium – Quello che non uccide, il trailer

Millennium – Quello che non uccide, recensione del film con Claire Foy

Avengers: Infinity War, i 10 segreti dal backstage che cambiano ogni cosa

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Ecco 15 segreti da dietro le quinte di Avengers: Infinity War che cambieranno completamente la percezione del film Marvel Studios.

James Gunn e Taika Waititi hanno collaborato

Tutti amano i personaggi del Marvel Cinematic Universe e gli attori che li interpretano, tuttavia sta diventando sempre più chiaro che i volti dietro la telecamera sono altrettanto amati dai fan dei quell’universo cinematografico.

James Gunn si è dimostrato un pilastro dello studio con i suoi adorabili personaggi dei Guardiani della Galassia, arrivando addirittura a scrivere una sceneggiatura speciale di Groot per trasmettere i pensieri e le emozioni di tutti gli alberi. Ovviamente poi le cose, per lui, non sono andate come previsto.

Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok, potrebbe addirittura arrivare a oscurare la fama e l’ammirazione degli attori del film, grazie alla sua esuberante personalità, dimostrata anche durante l’ultimo Festival di Venezia, dove ha preso parte alla Giuria Internazionale.

Questi registi hanno creato personaggi memorabili che sono immediatamente riconoscibili, e gli sceneggiatori di Infinity War, Christopher Markus e Stephen McFeeley, ne erano consapevoli.

Per garantire che i personaggi fossero coerenti in tutto il MCU, Markus e McFeeley sono rimasti in stretto contatto con Gunn e Waititi, per assicurarsi che il loro lavoro fosse fedele a quanto costruito nei film “solisti”. Questo ha permesso ad Infinity War di conservare le caratteristiche fondamentali dei personaggi più esuberanti.

Mark Ruffalo ha spoilerato la fine un anno prima

I social media sono il peggior nemico dei malati di spoiler. Per cercare di arginare questa constante e incontrollata fuga di notizie e di dettagli, i Marvel Studios architettano ogni tipo di stratagemma, da contratti blindati a false sceneggiature, per cercare di confondere le acque. E i segreti di Infinity War sono stati custoditi esattamente nello stesso modo.

Tuttavia, c’è sempre la “pedina impazzita”. Durante un’intervista l’anno scorso, Mark Ruffalo, attore che interpreta Bruce Banner / Hulk, si è lasciato sfuggire un enorme spoiler, confessando che “alla fine tutti muoiono”.

Il suo co-protagonista, Don Cheadle, che interpreta James Rhodes / War Machine, è rimasto visibilmente scioccato da questa dichiarazione pubblica, come si vede chiaramente nel video dell’intervista. Ruffalo ha cercato di fare marcia indietro, sostenendo che solo la metà del cast che è poi effettivamente morto nel film.

Come ora sappiamo, molti personaggi hanno perso la vita in Infinity War. Tuttavia, questi sono personaggi dei fumetti e quindi il loro trapasso è spesso non definitivo.

Robert Downey Jr. ha riscritto le sue scene

Alla gente piace scherzare sul fatto che Robert Downey Jr. non reciti realmente quando ritrae l’alter ego di Iron Man, Tony Stark, specialmente quando si tratta di assumere quell’atteggiamento compiaciuto e vagamente arrogante. I fan paragonano la spavalderia di Stark a quella di Downey Jr. stesso e pensano costantemente che le somiglianze siano troppo ovvie per essere ignorate. Sembra che in parte ci sia un fondo di verità.

Scopriamo adesso che Downey Jr. scrive spesso le sue battute. I registi di Infinity War, i Russo, erano ben consapevoli del fatto che l’attore avesse molta familiarità con il personaggio, cosa che loro non avrebbero mai potuto raggiungere. Data l’importanza di Iron Man nella costruzione del MCU, i registi hanno ritenuto che fosse estremamente importante che il personaggio fosse rappresentato correttamente. Così i Russo si sono incontrati con l’attore prima di girare le scene, lasciandolo libero di dire ciò che voleva.

Joe Russo ha descritto l’atmosfera sul set di Infinity War come un’esperienza “altamente collaborativa”. Sia i registi che gli sceneggiatori erano molto impegnati nel ritrarre correttamente i personaggi e non non stati affatto orgogliosi, andando a chiedere consiglio a chi era stato più a lungo nel MCU.

La lettera di rifiuto di Deadpool

Così come Deadpool è capace di prendere in giro i suoi colleghi supereroi, allo stesso modo Ryan Reynold è il migliore a prendersi gioco dei suoi colleghi attori. Quindi, invece di congratularsi con il cast di Infinity War per il loro film da record, Reynolds ha fatto quello che sa fare meglio e ha deriso con simpatia i colleghi.

Reynolds si è congratulato con il cast per il loro successo. Ha elogiato la loro tenacia e perseveranza. Ha poi detto che erano il tipo di persone che non si arrendono mai, ma nemmeno lui si arrende. Il Tweet in cui si complimentava, era accompagnato da una foto di una lettera di rifiuto piuttosto brutale indirizzata a Deadpool, nientemeno che dallo stesso Tony Stark. Nella lettera, Stark rifiuta in modo molto semplice e conciso di accettare Deadpool nella squadra dei Vendicatori.

Elizabeth Olsen ha odiato il suo costume scollato

Per la maggior parte, l’MCU fa un buon lavoro assicurandosi che le loro eroine siano ben coperti. Tuttavia, Elizabeth Olsen, Scarlet Witch / Wanda Maximoff, non ha potuto fare a meno di notare una differenza fondamentale tra il suo costume e i suoi compagni. Scarlet Witch ha mostrato un po’ più di pelle rispetto al resto della donne negli Avengers, e la Olsen non ne è stata molto contenta.

Elizabeth ha rivelato che desiderava che il suo super-completo fosse un po’ meno scollato, cosa che ha messo la Olsen a disagio, dati soprattutto i costumi molto casti dei suoi colleghi. L’attrice ha ammesso di aver notato che le sue colleghe, Tessa Thompson e Scarlett Johannson, avevano costumi che non sfoggiavano la scollatura quanto il suo, e desiderava che le fosse stato offerto lo stesso lusso.

Tuttavia, Olsen ha anche notato che la versione a fumetti del suo personaggio, un body rosso brillante con una “W” rovesciata sulla fronte, era “veramente orribile”. L’attrice ha apprezzato il fatto che lei almeno non abbia dovuto indossare quell’abito.

Robert Downey Jr. si è rifiutato di indossare una tuta per la mocap

Quando sei Robert Downey Jr., puoi fare quello che vuoi. Non è un’iperbole, è un dato di fatto. Molti fan del Marvel Cinematic Universe attribuiscono a Iron Man il suo successo del multi-franchising, e molti fan di Iron Man attribuiscono a Downey Jr. il merito di aver reso Tony Stark l’icona della cultura pop che è oggi.

Quindi non ci meravigliamo se l’attore sfrutta un po’ di questo amore del pubblico per fare quello che gli va e dettare le regole. A quanto pare, RDJ si è rifiutato di indossare la tuta per la motion capture che doveva essere utilizzata per ricostruire l’armatura in alcune scene.

Mentre i suoi co-protagonisti, come Tom Holland che interpreta Peter Parker / Spider-Man, o Mark Ruffalo per Hulk, si sono prestati senza problemi, Downey Jr. indossava semplicemente la metà superiore della sua tuta di Iron Man, mentre i suoi pantaloni sono stati poi aggiunti i post produzione.

Gli orrori di photoshop

La maggior parte degli attori ha a che fare con i loro corpi photoshoppati. È purtroppo una procedura standard nel settore, anche quando non ce ne sarebbe necessità. I busti sono ingranditi, i muscoli sono più definiti, le rughe, le smagliature e le borse sotto gli occhi vengono rimossi. Per fortuna sempre più star si rifiutano di approvare questa attività.

Alcuni, per manifestare contro la pratica, arrivano addirittura a mostrare i loro corpi reali insieme alla versione photoshoppata. Elizabeth Olsen di Infinity War ha visto la sua faccia orribilmente photoshoppata. La Olsen è apparsa in una serie di cover di Empire Magazine per Infinity War con un volto irriconoscibile.

L’attrice ha notato la bizzarra somiglianza e ha pubblicato la copertina sui social media, chiedendo ai fan se il risultato foto-ritoccato le assomigliasse davvero. I follower della Olsen hanno concordato sul fatto che la Scarlet Witch presente sulla rivista non aveva assolutamente nessuna somiglianza con l’immagine dell’attrice.

Empire negò il ritocco, e la Olsen dopo un po’ eliminò le immagini, ma è palese che photoshop è stato utilizzato con molta approssimazione!

Gli attori non conoscevano tutta la trama del film

La Marvel è disposta a fare di tutto per evitare gli spoiler, anche se questo significa tenere il cast all’oscuro. Tutto il cast, i nuovi attori e le star di lunga data, sono stati tenuti all’oscuro sui colpi di scena di Infinity War. E gli attori hanno reagito in modi contrastanti, naturalmente.

Per Don Cheadle, il mistero era tutto parte del divertimento. L’attore ha rivelato che in realtà preferiva non sapere cosa sarebbe successo nella sceneggiatura. Gli piaceva conoscere i punti chiave della trama guardando il film, come fosse un fan.

Tuttavia questi passaggi erano necessari a causa di alcuni attori che nel tempo si sono dimostrati incapaci di mantenere i segreti.

Tom Holland, per esempio. L’attore di Spider-Man ha una pessima abitudine di spargere indizi, tanto che la Marvel ha dovuto assegnare all’attore di Doctor Strange, Benedict Cumberbatch, la parte del babysitter al suo giovane collega durante le interviste per impedirgli di dire troppo.

A Holland non è stato dato l’accesso all’intera sceneggiatura durante le riprese e non era nemmeno a conoscenza della più grande scena del suo personaggio fino a quando non è arrivato il momento di girarla.

Joe Russo ha detto che era impossibile inserire i Difensori in un crossover

La Marvel ha praticamente deciso che non avrebbero fatto incontrare i loro programmi TV con i loro film. Certo, c’è qualche riferimento occasionale, ma mai un vero e proprio incontro trai personaggi. Secondo il regista di Infinity War, Joe Russo, questo è l’unico collegamento che possono avere i due mondi. Russo ha ammesso che era stato preso in considerazione un crossover tra i Defender di Netflix e i Vendicatori della MCU.

Tuttavia, il regista ha ritenuto che fosse già abbastanza difficile mantenere la comunicazione tra tutti i diversi registi della Marvel senza aggiungere gli showrunner della TV al mix. Alla fine, Russo ha deciso che un crossover tra i personaggi televisivi e i personaggi di Infinity War era “praticamente impossibile” e ha deciso di concentrarsi sui personaggi del film.

Chris Hemsworth aveva paura che Thor sarebbe ritornato a essere serio

Quando Chris Hemsworth per la prima volta ha portato sullo schermo Thor, il personaggio era molto molto serio. Il Dio del Tuono era un pesce fuori dall’acqua che non capiva i costumi, i metodi o le battute degli Avengers.

In Thor: Ragnarok, il dio ha imparato il senso dell’umorismo. Certamente ha fatto molta strada, ed è esattamente il motivo per cui Hemsworth era così protettivo del suo alter ego mentre girava Infinity War. Prima di presentarsi sul set, Hemsworth si è assicurato di fare una richiesta molto importante dei fratelli Russo: ha chiesto loro di non rendere di nuovo Thor serio.

Hemsworth ha detto ai suoi nuovi registi che voleva mantenere Thor leggero e divertente, così come era stato interpretato in Ragnarok grazie allo spumeggiante senso dell’umorismo del regista Taika Waititi.

A questo punto è sembrato abbastanza ovvio che i Russo siano stati più che felici di acconsentire, visto come sono andati avanti e hanno convinto Waititi per sviluppare i suoi personaggi per la loro sceneggiatura.

The Hate U Give: recensione del film di George Tillman Jr. #Romaff13

The Hate U Give del regista George Tillman Jr. presentato alla Festa del Cinema di Roma, ci dipinge in modo chiaro e fresco il quadro attuale, senza mezzi termini e in modo potente. E per farlo sceglie la giusta “voce”: quella di Starr, sedicenne di Garden Heights in Georgia, eroina dell’omonimo libro scritto da Angie Thomas, uscito solo due anni fa e nato proprio sotto l’ombrell del movimento Black Lives Matter.

The Hate U Give, la trama

Trayvon Martin 17 anni, Jordan Edwards 15 Anni, Michael Brown 18 Anni, Oscar Grant 22 anni, Philando Castile 32 Anni: sono solo alcuni nomi di ragazzi uccisi dalla polizia americana negli ultimi anni. Non sono nomi di personaggi inventati, avevano una vita, una famiglia, erano persone prima di tutto. La loro colpa? Il colore della loro pelle. Sentiamo queste news in modo distratto alla TV o Qui in Italia quasi non arrivano, così che questa realtà sembra così lontana da noi. Eppure, per la maggior parte dei ragazzi afroamericani, è la quotidianità.

The Hate U Give, il film

Starr (Amanda Stenberg) è una ragazza come tante, ama le sue scarpe da ginnastica, l’hip-hop anni ’90 e il Principe di Bel Air. Ha una bella famiglia, due genitori che si amano e due fratelli che le vogliono bene. Ma Starr ha anche una doppia vita: quando è a casa, nella sua comunità, tra la gente che l’ha vista crescere, è quella di sempre. Sa come comportarsi, conosce bene chi gestisce la gang locale perché suo padre ne faceva parte e sa badare a se stessa. Ma quando è a scuola, una privata dall’altra parte della città, diventa una versione “più bianca” di se: cerca di non usare lo slang, evita i conflitti e riga dritto, per non essere identificata come una del ghetto. Ma la particolarità di Starr è che è entrambe queste versioni di sé e capisce e conosce entrambi i mondi. Una sera per caso incontra il suo amico di infanzia Khalil (Algee Smith) e in una escalation di eventi diventa unica testimone della morte dell’amico per mano di un poliziotto. Da questo punto il film poteva prendere le direzioni più disparate, concentrarsi sugli eventi o sui perché, come in Fruitvale Station, film di debutto di Ryan Coogler del 2014 che raccontava la vera storia di Oscar Grant. Ma The Hate U Give trova la sua forza nel punto di vista che ci offre sulla tragedia: quello di Starr.

Una ragazza giovane, intelligente, che si fa domande, che non ci sta alle ingiustizie ma allo stesso tempo non sa cosa fare, che non è invincibile, che non ha sempre ragione e che non giudica le cose a priori. La perfetta performance di Amandla Stenberg poi aiuta molto,  rieuscendi a veicolare tutte le emozioni della protagonista attraverso sguardi e primi piani che a volte fanno davvero tanto male, soprattutto se ci si ferma a pensare che tutto questo non sia finzione.

George Tillman Jr. trova la Giusta lente sotto la quale sviluppare questa storia in modo da farla diventare perfetta per il pubblico più giovane: sceglie un linguaggio visivo accattivante, degli attori idoli dei teenager ( KJ Apa star di Riverdale e Sabrina Carpenter direttamente da Disney Channel), riferimenti di pop-culture tra una battuta e l’altra e una colonna sonora che spazia da Kendrick Lamar a Tupac. E il titolo del film proviene proprio da un idea di Tupac, che negli anni 90 coniò il termine THUG LIFE:  non è nulla di gangster ma semplicemente l’acronimo della frase “The Hate U Give Little Infants F—s Everybody” ovvero che quello dell’odio è un circolo vizioso, l’odio genera odio e se noi mostriamo ai bambini l’odio loro impareranno solo ad odiare e non amare. Spesso si dice che un film è “necessario” e The Hate U Give era proprio il film necessario in questo preciso momento storico, in particolare in America.

Forse non era il prodotto giusto per un circuito da festival: troppo “pop”, “poco artistico” magari… Ma questo non è di certo un film da “critici”. È un film fatto per le persone, fatto per i ragazzi, protagonisti assoluti e involontari di questa tragedia. E l’importante è che The Hate U Give trovi la giusta collocazione anche nelle sale italiane perché è una di quelle storie raccontate così bene e in modo così  forte e diretto da entrarti dentro e non uscirne più.

#RomaFF13: Claire Foy racconta la sua Lisbeth Salander

#RomaFF13: Claire Foy racconta la sua Lisbeth Salander

Presentato in anteprima mondiale alla tredicesima Festa del Cinema di Roma, The Girl in the Spider’s Web (Millennium: Quello che non uccide) è il nuovo capitolo della saga dedicata al personaggio Lisbeth Salander e adattamento del del primo romanzo della serie scritto da David Lagercrantz (edito in Italia da Marsilio Editori), che ha raccolto il testimone di Stieg Larsson.

Presenti alla rassegna capitolina per incontrare la stampa il regista Fede Álvarez, la protagonista Claire Foy (che a breve rivedremo al cinema in First Man di Damien Chazelle) e gli altri interpreti Sverrir Gudnason, Sylvia HoeksSynnøve Macody Lund.

A rompere il ghiaccio è il regista: “Quando ti approcci ad un progetto simile ma soprattutto ad una serie di cui è sono stati già prodotti diversi adattamenti il punto non diventa fare meglio di chi ti ha preceduto, ma fare ciò che pensi sia giusto per la storia. E se hai uno stile e un punto di vista originale è un valore aggiunto che renderà il film diverso dagli altri. D’altronde stiamo raccontando un mondo e dei personaggi che si sono evoluti nel tempo e nei romanzi, quindi era giusto cambiare insieme a loro e spingere sulle sfumature più noir, come se fosse un capitolo di 007“.

Quello che non uccide è il terzo lungometraggio di Alvarez dopo i due horror Evil Dead e Man in The Dark, due lavori che sembrano aver influenzato il suo approccio alla saga di Millennium: “La matrice dell’orrore mi ha aiutato senza dubbio, perché questo progetto si legava allo stesso tono delle altre cose che ho girato. A cominciare dalla costruzione della suspense e finendo con ciò che ritengo da sempre il mio obiettivo principale: realizzare due film contemporaneamente, uno per me e uno per il subconscio. C’è qualcosa che vedi sullo schermo, letterale, e qualcosa che cerchi di suggerire utilizzando la musica, la messa in scena, insomma tutti gli elementi del genere. Facendo come diceva Hitchcock, ovvero girando scene d’amore come quelle di morte, contraddire insomma ciò che mostri con qualcos’altro.”

claire foy festa di roma

Quello che non uccide: trailer e poster italiani del film con Claire Foy

Gli occhi della sala però sono tutti puntati verso la “Regina”, Claire Foy, nuova Lisbeth Salander dopo Rooney Mara nella pellicola diretta da David Fincher. Per lei calarsi nei panni questo personaggio è stato interessante perché “Lei non è la classica protagonista, non è piacevole e non vuole piacere per ovvie ragioni. Non cerca di essere attraente in ogni modo, è complessa e difficile, con una profondità d’animo incredibile. Abbiamo fiducia nel fatto che il pubblico possa accogliere qualcuno come lei di cui non si fida e pian piano entrare nella sua testa…perché magari è proprio questo che cercano e che cerchiamo, qualcuno di non convenzionale, vediamo in loro qualcosa che ammiriamo.”

E a dispetto dell’apparenza, Lisbeth non voleva sembrare l’ultima delle supereroine invincibili del grande schermo: “Non ho mai pensato che lo fosse, ma ne ho sempre ammirato il forte spirito di sopravvivenza e il modo di pensare e agire più velocemente di chiunque. Si nasconde dietro uno scudo di sicurezza che nasconde una grande fragilità, come se Davide e Golia convivessero nella stessa persona.

A chi invece chiede se ci sia una differenza d’approccio tra persone realmente esistite e persone frutto di finzione, l’attrice spiega che “il processo è uguale ogni volta, scegli il personaggio perché vuoi esplorare parti di te stessa nuove. O perché c’è qualcosa che riconosci che vuoi comunicare. Quando il personaggio è realmente esistito bisogna partire dal presupposto che qualsiasi cosa tu faccia sarà sempre sbagliato, e che non sarai mai quella persona; puoi solo pensare di poter portare te stesso e la tua esperienza nel ruolo. Un modo di lavorare liberatorio, istintivo, che implica un’immensa fiducia in te stessa e nel regista“.

Ma c’è qualche punto di contatto tra la hacker di Millennium e la Regina Elisabetta interpretata nelle prime due stagioni di The Crown? “Non direi che abbiano molto in comune. Tranne il fatto che per ragioni diverse provengono da un background in cui era vietato esprimere le proprie emozioni. Lisbeth pensa che le emozioni la rendano fragile, come quando nel primo libro capisce di essere innamorata di Mikael Blomkvist e questa cosa la terrorizza. Elizabeth invece è stata costretta in posizione sociale dove le emozioni non aiutano, almeno in pubblico.

Vi ricordiamo che Quello che non uccide arriverà in sala il 31 ottobre.

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