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Shōgun buon esordio a livello globale

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Shōgun buon esordio a livello globale

Shōgun (recensione), la serie evento di FX composta da 10 episodi – un’epica saga di guerra, passione e potere ambientata nel Giappone feudale e basata sul romanzo bestseller di James Clavell – ha ottenuto 9 milioni di visualizzazioni* a livello globale al suo debutto su Disney+ e Hulu, sulla base dei primi sei giorni di disponibilità in streaming, garantendosi così la prima posizione tra le serie scripted di General Entertainment a livello mondiale.

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Negli Stati Uniti, Shōgun si posiziona al primo posto tra le premiere FX su Hulu, appena davanti alla seconda stagione di The Bear, grazie all’audience accumulata da Hulu su Disney+. A livello internazionale, Shōgun è al primo posto tra le serie di general entertainment, superando così la prima stagione di The Kardashians. I primi tre episodi diShōgun sono ora disponibili in streaming e i nuovi debutteranno ogni martedì fino al 23 aprile. Il prossimo episodio, “Il recinto a otto pareti”, arriverà martedì 12 marzo su Hulu negli Stati Uniti, Star+ in America Latina e Disney+ in tutti gli altri territori.

Shōgun è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks, con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. Insieme a Cosmo Jarvis, nel ruolo di John Blackthorne, la serie si avvale di un acclamato cast giapponese – un fatto senza precedenti per una produzione americana – che include il produttore Hiroyuki Sanada nel ruolo di Lord Yoshii Toranaga, Anna Sawai nei panni di Toda Mariko, Tadanobu Asano in quelli di Kashigi Yabushige, Hiroto Kanai nel ruolo di Kashigi Omi, Takehiro Hira nei panni di Ishido Kazunari, Moeka Hoshi in quelli di Usami Fuji; Tokuma Nishioka  interpreta Toda Hiromatsu, Shinnosuke Abe è Buntaro, Yuki Kura è Yoshii Nagakado, mentre Yuka Kouri interpreta Kiku e Fumi Nikaido è Ochiba no Kata.

Deadpool & Wolverine: un attore di X-Men 3 si è rifiutato di fare un cameo

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Non è un segreto che ci siano molti camei in programma per Deadpool e Wolverine (alcuni confermati, altri ancora vociferati) e sembra ormai certo che i Marvel Studios e il regista Shawn Levy stiano pianificando di riportare in scena molti più personaggi dell’ormai defunto franchise degli X-Men di quanto si pensasse. Hugh Jackman, come noto, tornerà nei panni di Wolverine, ma il recente trailer ha rivelato che anche Aaron Stanford riprenderà il suo ruolo di Pyro, si vocifera che potrebbero comparire anche Halle Berry (Tempesta), James Marsden (Ciclope), Famke Janssen (Jean Grey) e altri ancora.

Un attore di un film degli X-Men dell’era Fox, tuttavia, ha reso noto che non si unirà alla film, e non perché non gli sia stato chiesto. Si tratta di Vinnie Jones, noto per aver ricoperto il ruolo di Juggernaut in X-Men: Conflitto finale, il quale parlando con Yahoo! ha rivelato di aver ricevuto l’offerta di fare un cameo in Deadpool & Wolverine ma che a seguito di brevi trattative ha infine declinato l’invito. “Mi hanno appena chiesto di fare Deadpool, il nuovo film che sta per uscire“, ha detto Jones. “Ho parlato con il regista e gli ho detto: “È un dramma indossare quella tuta, mentalmente e fisicamente“.

È stato un dramma anche dal punto di vista mentale, perché ci sei dentro e non puoi fare nulla tutto il giorno. Puoi solo bere da una cannuccia. Quindi, non siamo riusciti a trovare un accordo per Deadpool, ma, voglio dire, Deadpool è il mio film preferito di tutti i tempi, più o meno. Volevo davvero farlo, ma non avevano il budget per mettermi nella tuta“. Se dunque ora si ha la conferma che Juggernaut non comparirà nel film, non resta che attendere la sua uscita in sala per scoprire se gli altri nomi di cui si vocifera vi avranno effettivamente preso parte o meno.

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Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Ricatto d’amore: tutte le curiosità sul film con Sandra Bullock

Ricatto d’amore: tutte le curiosità sul film con Sandra Bullock

L’attrice Sandra Bullock ha preso parte nel corso della sua carriera a film di diverso genere, dal drammatico Il momento di uccidere al thriller Formula per un delitto, dal biografico The Blind Side – con cui ha vinto l’Oscar – al fantascientifico Gravity e fino all’horror Bird Box. Ha dunque dimostrato di saper variare e affrontare anche film di diverso tenore, ma quando si pensa a lei probabilmente la prima cosa che viene in mente è il genere della commedia romantica. Un amore tutto suo, Ladri per amore o Piovuta dal cielo sono solo alcuni dei titoli di questo tipo a cui ha partecipato, ma il più grande successo in tale genere rimane probabilmente Ricatto d’amore (qui la recensione).

Realizzato nel 2009 per la regia di Anne Fletcher, già autrice di titoli simili come 27 volte in bianco e Fuga in tacchio a spillo, questo film propone la classica formula della commedia romantica con due protagonisti che non si sopportano costretti a stare insieme per un determinato motivo. Si generano così incomprensioni, situazioni esilaranti e, a lungo andare, sentimenti veri. Non si punta dunque ad offrire una chissà quale novità nel genere, ma la presenza di determinati elementi ha reso questo film un grande successo, tra i quali si ritrovano la grande sintonia tra i due protagonisti e l’appartenenza ad un tipo di commedia “vietata ai minori” ormai sempre meno praticata.

Un titolo simile recentemente uscito? Tutti tranne te (qui la recensione), a sua volta affermatosi come un film campione d’incassi. Se dunque si è appassionati di questo genere di commedie irriverenti e scorrette, dove però alla fine i sentimenti prevalgono sempre, Ricatto d’amore è il film giusto da vedere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Ricatto d’amore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove è stato girato il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ricatto d'amore cast

La trama e il cast di Ricatto d’amore

Protagonista del film è Margaret Tate, pezzo grosso dell’editoria che lavora a New York. Essendo canadese, la donna corre però il rischio di essere rimpatriata forzatamente per via della sua Visa scaduta. Per aggirare il problema, Margaret dichiara impulsivamente di essere fidanzata con il suo assistente, Andrew Paxton, con il quale si sposerà a breve. C’è solo un piccolo problema: Andrew odia Margaret, che lo ha tormentato per anni, e si dice disposto ad aiutarla stando al gioco con l’ufficiale del servizio immigrazione solo a patto che lei lo promuova. I due si troveranno così costretti ad una convivenza forzata, ognuno per propri motivi.

L’attrice Sandra Bullock ricopre il ruolo di Margaret Tate, il quale era inizialmente stato offerto a Julia Roberts. Nel ruolo di Andrew Paxton vi è invece Ryan Reynolds, il quale conosceva ed era amico di Bullock già da diversi anni prima di questo film. I due, però, inizialmente si sono sentiti a disagio nel girare la loro scena di nudo, ma piano piano hanno iniziato a trovarsi a loro agio in quella situazione, nonostante a volte le loro protezioni cadessero. La Bullock ha dichiarato poi in un’intervista di non avere alcun problema con la nudità: “Questo film ha bisogno della mia nudità per essere divertente“.

Recitano poi nel film Malin Åkerman nel ruolo di Gertrude, ex fidanzata di Andrew, Craig T. Nelson nel ruolo di Joe Paxton, il padre di Andrew, che possiede le aziende di famiglia che dominano la città di Sitka e Mary Steenburgen nel ruolo di Grace Paxton, madre di Andrew. Betty White, invece, è Annie, la nonna di Andrew. L’attrice, però, ha quasi rifiutato il suo ruolo nel film perché le riprese le avrebbero imposto di trascorrere dieci settimane lontano dal suo golden retriever. Denis O’Hare ricopre invece il ruolo di Mr. Gilbertson, l’agente dell’immigrazione che indaga sul caso di Margaret

Ricatto d'amore location

Dove è stato girato Ricatto d’amore? Ecco le location del film

Buona parte del racconto si svolge in Alaska, dove vive la famiglia di Andrew e dove egli si reca con Margaret proprio per presentarla ai suoi parenti. Anche se la maggior parte del film è dunque ambientato a Sitka, in Alaska, le riprese in realtà hanno avuto luogo a Rockport, nel Massachusetts. Naturalmente, ciò ha significato che parte della città è stata soggetta ad alcuni cambiamenti, necessari per renderla più simile a Sitka. Tra i principali luoghi in cui si sono svolte le riprese vi sono l’edificio Motif Number One sul Bradley Wharf, l’Haskins Building e il quartiere centrale di Rockport. La scena del matrimonio è invece stata girata in una casa vittoriana a tre piani del XX secolo nella città di Manchester-by-the-Sea.

Ricatto d’amore 2: ci sarà un sequel?

Come saprà chi ha visto il film, il finale lasciava aperte alcune possibilità per la realizzazione di un sequel, ma negli anni non si è mai parlato di tale possibilità. Ad oggi, dunque, è da escludere la realizzazione di un sequel. Tuttavia, il grande successo di Ricatto d’amore ha portato alla realizzazione di diversi remake, tra cui uno cinese e diversi indiani. Il primo di questi è stato coprodotto da Walt Disney Pictures e Linmon Pictures, e diretto da Yee Chin-yen. Esistono invece tre remake indiani: uno in lingua malayalam dal titolo My boss; uno in lingua kannada intitolato Software Ganda; e uno in lingua tamil intitolato sandakkari.

Il trailer di Ricatto d’amore e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Ricatto d’amore grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 6 marzo alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

L’effetto farfalla: la spiegazione del finale del film

L’effetto farfalla: la spiegazione del finale del film

I paesi scandinavi sono noti per i loro racconti thriller, che dalla letteratura al cinema e fino alla televisione appassionano ormai tutto il mondo. Per l’audiovisivo, è nota la trilogia di Uomini che odiano le donne ma anche titoli come Operation Napoleon, Una famiglia quasi normale, Paziente 64 – Il giallo dell’isola dimenticata o la serie The Investigation, basata su un reale fatto di cronaca. Si tratta di opere capaci di costruire grandi misteri spesso legati al passato dei protagonisti o della storia del paese di riferimento. Un’altro celebre film legato a questo genere e a questi paesi è il danese L’effetto farfalla, diretto nel 2021 da Martin Zandvliet, noto per aver diretto Land of Mine – Sotto la sabbia.

Questo film è il quarto adattamento cinematografico di una serie di dieci romanzi polizieschi nordici danesi dell’autore Jussi Adler-Olsen, incentrati sul Dipartimento Q e sull’ispettore di polizia Carl Mørck. Tuttavia L’effetto farfalla, basato sul quarto romanzo della serie con titolo internazionale Buried, segna un nuovo inizio in questa serie di adattamenti. Nonostante il grande successo commerciale e di critica, l’autore Adler-Olsen non era soddisfatto degli adattamenti dei primi quattro romanzi della serie e ha quindi affidato i diritti cinematografici dei romanzi successivi a un’altra casa di produzione, con conseguente cambio di cast.

Tanto è popolare questa serie che Netflix ne ha acquisito i diritti per portare Carl Mørck e le sue indagini nel proprio catalogo con una serie Original in lingua inglese, le cui riprese sono attualmente in corso e che vedrà l’attore Matthew Goode nel ruolo di Mørck. In attesa di questo “remake”, L’effetto farfalla è ad oggi senza dubbio il film più affascinante della serie, che ogni appassionato del genere non dovrebbe lasciarsi sfuggire. In questo articolo, approfondiamo alcune sue curiosità. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale.

L'effetto farfalla cast

La trama e il cast di L’effetto farfalla

Protagonista del film è Marco un quattordicenne rom che viene arrestato alla frontiera danese con documenti falsi, la polizia scopre che il passaporto rubato appartiene a un funzionario pubblico scomparso. Il dettaglio allarmante è che prima di sparire, l’uomo era stato accusato di pedofilia. A seguire la vicenda è l’ispettore di polizia Carl Mørck del Dipartimento Q, il quale fa dunque riaprire un caso troppo sbrigativamente chiuso. Mentre cerca di far collaborare il ragazzo, chiuso nel suo silenzio, Marco si troverà a doversi confrontare anche con alcune minacce di morte per quello che sa o quello che potrebbe scoprire.

Protagonista del film è l’attore Ulrich Thomsen, attore danese visto in film come Festen – Festa in famiglia (1998), Le crociate (2005) e Mortdecai (2015). Quella in L’effetto farfalla è la sua prima volta nel ruolo dell’ispettore Carl Mørck, ruolo che riprenderà poi anche per il film del 2024 Boundless (Den grænseløse). Accanto a lui, nel ruolo di Assad, il partner di Mørck sul caso, vi è l’attore Zaki Youssef, mentre Lubos Oláh è il giovane Marco. Recitano poi nel film l’attrice Sofie Torp nel ruolo dell’assistente Rose, Anders Matthesen in quello di Teis Snap e Henrik Noël Olesen in quello di Marcus Jacobsen.

L'effetto farfalla cast

La spiegazione del finale di L’effetto farfalla 

Per cercare di risolvere il mistero che lega il giovane Marco al funzionario pubblico scomparso di nome William Stark, Mørck e il suo team inizia a svolgere delle indagini a partire dalle accuse di pedofilia. Apprendono però dal giornalista Teis Snap che Stark, prima della sua scomparsa, era sulle tracce di un grosso scandalo di frode, secondo cui le donazioni non venivano investite in progetti di aiuto ma venivano sottratte dal Dipartimento di Stato a fini personali. Ulteriori indagini rivelano poi che il padre di Jeanne, la ragazza che avrebbe subito violenze da Stark, ha ricevuto ingenti somme di denaro dopo la denuncia di stupro ed è poi morto in un incidente.

Quando vogliono interrogare nuovamente Jeanne, la trovano però morta nella vasca da bagno. Sono convinti che sia stata uccisa. Mørck, parlando poi con Malena – moglie di Stark – e sua figlia Thilde, apprende che Marco le ha regalato una collana appartenente al padre. In seguito Marco rivela a Mørck che Stark è effettivamente morto e lo conduce al suo corpo, che il ragazzo aveva scoperto e da cui aveva preso la collana. Mørck ricerca allora informazioni sul proprietario del bosco in cui è stato trovato il corpo e scopre appartenere a una società di costruzioni e proprietà il cui fondatore Jens Brage-Schmidt vive lì. Anche Teis Snap fa parte del consiglio di amministrazione della società.

Mørck, recatosi alla proprietà con Assad, trova soffocato il vecchio Brage-Schmidt e lo stesso Snap ucciso. Una misteriosa auto abbandonata, però, solleva dei sospetti. Nel frattempo, Zola, il criminale per cui lavora il padre di Marco, ha rapito il giovane considerandolo pericoloso per i suoi rapporti con la polizia. Tuttavia, gli investigatori riescono a raggiungerli e a liberare il giovane. Infine, Mørck vede l’auto di Rene Eriksen, del Ministero degli Esteri, nei servizi televisivi e la riconosce come l’auto trovata fuori dalla villa di Brage-Schmidt. Riescono così ad arrestarlo e a smascherare i suoi illeciti e Marco può tornare a casa con il padre.

Il trailer di L’effetto farfalla e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 6 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Justice League: tutto quello che c’è da sapere sul film di Zack Snyder

Cuore di tutto il DC Extended Universe, ovvero il racconto sul grande e piccolo schermo dei supereroi della DC Comics, è il film Justice League (qui la recensione). Diretto nel 2017 da Zack Snyder, il film avrebbe dovuto rappresentare il primo apice di quanto fino a quel momento raccontato dai film L’uomo d’acciaio, Batman v Superman e Wonder Woman. Il risultato, come noto, fu però tutt’altro che entusiasmante e Justice League si affermò non solo come un considerevole flop al box office ma anche come un film fortemente limitato dai suoi numerosi problemi produttivi.

Durante la sua realizzazione, infatti, Snyder si è visto costretto ad abbandonare il progetto in seguito alla morte della figlia, lasciando al regista Joss Whedon (che per la Marvel aveva diretto i primi due Avengers) la gestione della post-produzione e la regia delle ultime riprese restanti. Tale cambio di regista ha naturalmente portato il film ad avere aspetti dissonanti al proprio interno, con Whedon che si è particolarmente discostato dalla versione di Snyder anche attraverso alcune riscritture della sceneggiatura avvenute a riprese già in corso. Justic League, insomma, ha sofferto di numerosi drammi produttivi che ne hanno fatto un’opera particolarmente debole.

Con il tempo, il film è stato parzialmente rivalutato da una buona fetta di fan, ma gli viene oggi di gran lunga preferita la Zack Snyder’s Justice League, ovvero la versione poi portata a compimento nel 2021 da Snyder e fedele ai suoi piani originali per il film. Ora che il DCEU è prossimo alla sua definitiva conclusione, riscoprire tale film può comunque essere un motivo di ulteriore dibattito su ciò che ha funzionato o meno di esso. Di Justice League vengono infatti generalmente lodati il suo tono meno cupo rispetto ai precedenti film DC e alcune sequenze d’azione. Elementi che ne fanno un film visivamente affascinante sotto certi punti di vista.

La trama e il cast di Justice League

Dopo gli eventi di Batman v Superman, il miliardario Bruce Wayne rivaluta la scelta di lottare in solitaria e decide di fare squadra con un composito gruppo di supereroi. Si allea così con la principessa delle amazzoni Wonder Woman, il velocissimo Flash, il sovrano di Atlantide  Aquaman e Victor Stone, l’ex atleta rivestito di componenti meccaniche che si è guadagnato per questo il soprannome di Cyborg. Con la squadra così al completo, guidata da Batman, le forze della Justice League sono pronte a difendere il pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche rappresentato da Steppenwolf, inviato sulla terra dal divino Darkseid con lo scopo di conquistarla in suo nome. Ben presto, però, il defunto Superman si rivelerà indispensabile ai fini della riuscita della missione.

Ad interpretare i supereroi qui elencati vi sono Ben Affleck nei panni di Batman, che riprende da Batman v Superman, mentre Henry Cavill torna ad interpretare Superman. Gal Gadot riprende il ruolo di Wonder Woman dopo averla interpretata nel suo film da solista, mentre Jason Momoa fa il suo debutto ufficiale come Aquaman. Ezra Miller interpreta Flash, mentre Ray Fisher è Cyborg, ed ha interpretato il personaggio quasi completamente attraverso l’uso della motion capture. Recitano poi nel film gli attori Amy Adams nei panni di Lois Lane, Jeremy Irons in quelli di Alfred Pennyworth e J. K. Simmons come James Gordon. L’attore Ciaran Hinds è invece l’interprete di Steppenwolf.

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Justice League vs Zack Snyder’s Justice League: dai combattimenti a Steppenwolf, ecco le differenze tra le due versioni

Ma quali sono le differenze esistenti tra il film Justice League arrivato in sala nel 2017 e la Zack Snyder’s Justice League? Innanzitutto, la durata. La prima versione del film dura infatti appena due ore, con molto del materiale girato da Snyder tagliato in fase di montaggio. Il regista lo ha però poi recuperato, dando vita alla sua versione della durata di quasi quattro ore. Altra significativa differenza la si ritrova nei colori. Per alleggerire i toni del film, Joss Whedon ha concepito delle inquadrature molto più colorate e luminose. Al contrario, Zack Snyder ha impiegato un drago di colore molto più sottile e ad alto contrasto, in modo da conferire al suo film dei toni più levigati e naturali. La versione di Snyder è poi suddivisa in sei capitoli, seguiti da un epilogo.

Altra differenza la si ritrova poi nelle scene di combattimento, ovviamente molto più lunghe e approfondite nella versione di Snyder, in grado così di regalare allo spettatore tutta l’adrenalina e l’emozione che il film distribuito in sala non possedeva. È poi differente l’aspetto del villain Steppenwolf, che Snyder ricostruisce così come lo aveva inizialmente immaginato, più possente e spaventoso. Il personaggio era infatti stato reso meno inquietante per il film del 2017, nella speranza di non spaventare i più piccoli. Sempre rimanendo in ambito villain, la versione di Snyder mostra molto di più di Darkseid, raccontandone origini e obiettivi. Oltre a lui, nella Zack Snyder’s Justice League sono presenti altri personaggi in più, tra cui il Joker di Jared Leto.

Differenze si ritrovano anche nella resurrezione di Superman. Nel film del 2017 Whedon ha trasformato la decisione di resuscitare Superman in un momento di conflitto tra i membri della squadra (prendendo ispirazione da quanto visto nei suoi The Avengers e Avengers: Age of Ultron). Nella Snyder Cut, invece, la decisione avviene con mutuo consenso, dopo che Cyborg ha spiegato le capacità della Scatola Madre. A differenza del taglio cinematografico, il team decide di portare avanti la sua decisione all’interno del Wayne Aerospace Hangar, e non nella Batcaverna. Altre differenze esistenti tra le due versioni sono qui elencate!

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Justice League: il sequel mai realizzato

Parallelamente all’arrivo in sala di Justice League, i DC Studios fissarono l’uscita di un suo sequel al 14 giugno 2019. Tuttavia i risultati tutt’altro che entusiasmanti sia a livello di critica che di pubblico a cui il film è andato incontro una volta distribuito in sala, hanno frenato i piani per la realizzazione di un suo sequel. Con il tempo, tale seguito è infine stato cancellato e i DC Studios hanno preferito concentrarsi su progetti stand-alone come Wonder Woman 1984, Aquaman e The Flash. Ora che il DCEU è stato ufficialmente dichiarato “morto” in favore del DC Universe di James Gunn e Peter Safran, è chiaro che Justice League non avrà mai un sequel. Si può dunque unicamente sperare in un nuovo film dedicato alla celebre squadra, che sappia rendere giustizia ad essa.

Il trailer di Justic League e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Justice League grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 6 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Jurassic World: ecco dove sarà girato il nuovo film

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Jurassic World: ecco dove sarà girato il nuovo film

NBCUniversal ha confermato che il suo nuovo film Jurassic World 4 sarà girato quest’anno presso i propri Sky Studios Elstree nel Regno Unito.

Con una data di uscita già fissata per luglio 2025, le nostre fonti si aspettano che le riprese del film di successo inizieranno quest’estate, anche se ciò non è stato confermato dallo studio.

Il mese scorso abbiamo riferito che il regista di GodzillaRogue One e The Creator Gareth Edwards era in trattative finali per dirigere il film Jurassic World 4, che sarà una nuova interpretazione dell’era giurassica con  i membri del cast di Jurassic World, Chris Pratt e Bryce Dallas Howard che non dovrebbero tornare, né gli attori della trilogia originale Jeff Goldblum, Laura Dern e Sam NeillDavid Koepp ha scritto la sceneggiatura.

La conferma delle riprese del film Jurassic World 4 agli Sky Studios è arrivata dalla società sorella della Universal, Sky, che oggi ha annunciato gli aggiornamenti del governo britannico sul credito d’imposta locale e sulle tariffe commerciali.

Il nuovo film Jurassic World 4 diventerà il terzo film importante girato negli Sky Studios della Universal – dopo Wicked e Paddington 3 – uscito lo scorso anno. Si prevede che il film sarà girato anche in altre destinazioni globali: la maggior parte dei film della serie sono stati girati alle Hawaii, anche se non è stata confermata come destinazione. I precedenti film di Jurassic World erano stati girati a Pinewood nel Regno Unito, ma questo non sarà girato lì.

Secondo fonti dello studio, il precedente film Jurassic World ha generato più di 2.000 posti di lavoro e una spesa di 180 milioni di sterline nel Regno Unito. Tuttavia, la composizione dell’equipaggio di questa puntata, e anche la sua fattibilità, potrebbero essere messe in discussione se uno sciopero IATSE e Teamsters dovesse svolgersi quest’estate.

Il nuovo film Jurassic World 4 sarà prodotto da Steven Spielberg attraverso Amblin Entertainment, Frank Marshall e Patrick Crowley produrranno attraverso Kennedy-Marshall. Il vicepresidente esecutivo dello sviluppo della produzione Sara Scott e il direttore creativo dello sviluppo della produzione Jacqueline Garell supervisioneranno il progetto per la Universal.

Dana Strong, CEO di Sky Group, ha dichiarato oggi in merito al credito d’imposta e ai cambiamenti delle tariffe commerciali del Regno Unito: “Siamo lieti che il Cancelliere abbia deciso oggi di tagliare le tariffe commerciali degli studi televisivi e cinematografici, fornendo sgravi fiscali vitali per consentire al Regno Unito di livello mondiale settore della produzione cinematografica e televisiva per continuare a prosperare. L’annuncio di oggi dà fiducia al settore, sbloccando opportunità di lavoro e fornendo allo stesso tempo una base stabile per gli investimenti di domani nel Regno Unito, come la nostra proposta per Sky Studios Elstree North e le riprese di Jurassic 4 di NBCUniversal ”.

Cosa sappiamo di Jurassic World 4?

Sebbene non siano ancora state rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic World, la scrittura della sceneggiatura da parte di Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Le informazioni sulla trama possono essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori informazioni sulla trama di Jurassic World, ma anche sugli attori principali che comporranno il cast.

Superman: una foto dietro le quinte anticipa la Fortezza della Solitudine del DCU

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È stata rivelata una nuova foto dietro le quinte di Superman, che offre ai fan uno sguardo al set del film DC Studios in Norvegia.

Il regista James Gunn ha parlato con Svalbardposten (tramite Deadline ) delle riprese del film DC Universe in Norvegia. Il regista ha spiegato che la prima scena di Superman che va alla Fortezza della Solitudine è stata girata e che le Svalbard si sono rivelate il posto migliore per filmare queste scene.

Abbiamo girato le prime scene [alle Svalbard], che mostrano Superman in fuga verso la Fortezza della Solitudine”, ha dichiarato Gunn (via VG ). “Volevamo un posto che fosse bello e che desse la sensazione di essere nel mezzo dell’Artico, quindi abbiamo esaminato diversi posti nel mondo. Ma ci sono state molte cose che ci hanno fatto vendere le Svalbard rispetto ad altri posti”.

Superman racconta la storia del viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville, Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo che vede la gentilezza come antiquata.”

Cosa sappiamo sul nuovo Superman?

Superman avrà come protagonisti anche Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.

Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.

Non sappiamo ancora con esattezza come questi altri supereroi si inseriranno nella storia, ma James Gunn ha precedentemente rivelato che la doppia vita di Superman

Supersex: recensione della serie su Rocco Siffredi con Alessandro Borghi

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Il primo annuncio di Supersex aveva gettato una pruriginosa curiosità sul pubblico di Netflix e trai fan di Alessandro Borghi, un po’ meno eccitazione invece tra quelli di Rocco Siffredi, che hanno seguito e seguono il porno attore e la sua filmografia con passione e dedizione. Sì, perché provare a raccontare la vita di Siffredi era una sfida complicata, ci si sarebbe scontrati con lo snobismo, la chiusura mentale, la difficoltà di messa in scena, tutta una serie di ostacoli che in casa Netflix sono stati affrontati e superati, con risultati alterni.

Supersex, la storia di Rocco Siffredi

Supersex racconta di Rocco Tano, della sua infanzia e adolescenza a Ortona, della sua giovinezza a Parigi, dove, in compagnia di un fratello adorato e forse un po’ temuto, Tommaso, scopre la sua strada, capisce che quei vicoli bui e peccaminosi di Pigalle, nascondono posti segreti, dove lui può finalmente essere se stesso ed esercitare il suo superpoteri, quello del sesso. La serie è dunque una biografia che, tenendosi ai margini del mondo del porno, che Siffredi ha rivoluzionato e condizionato, racconta il ragazzo e l’uomo, i suoi timori, il prezzo che ha pagato per le sue scelte, il suo cammino verso l’immortalità.

La serie Netflix, composta da sei episodi e disponibile dal 6 marzo sulla piattaforma, prova dunque a gettare uno sguardo intimo sulla vita del celebre Siffredi, con Saul Nanni e Alessandro Borghi che si dividono il compito di mettere in scena poteri e debolezze di un uomo speciale. La serie, scritta da Francesca Mainieri e diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, ambisce quindi a raccontare un retroscena mai narrato, e in qualche modo a dare un cuore e uno spirito a un uomo percepito sempre e solo di carne.

Da un grande potere derivano grandi responsabilità

Con questa premessa, è chiaro che non bisogna aspettarsi da Supersex un Boogie Nights all’italiana. La serie tocca solo le sponde del mondo del porno, ne racconta le difficoltà e le asprezze, e tende a mettere al centro della storia Rocco e il suo superpotere. Proprio così: che ci si riferisca alle dimensioni, alla libido, al desiderio, all’inclinazione, alla capacità di performare a comando, gli autori della serie scelgono di parlare di queste caratteristiche di Siffredi come di un superpotere. Il che inevitabilmente implica responsabilità e quindi un prezzo da pagare.

I supereroi compiono grandi imprese, è vero, ma sono anche sempre lacerati tra ciò che è giusto fare, ciò che desiderano fare e ciò che invece devono fare proprio perché investiti del potere di cambiare le cose e “salvare gli innocenti”. Un Rocco Siffredi novello Spider-Man, dunque, che deve decidere se salvare New York (seguendo quindi la sua vocazione) o salvare Mary Jane (prendersi cura degli affetti personali). Una cosa non può coesistere con l’altra, la serie dimostra questo, e forse anche la vita di Siffredi e di altre pornostar più o meno famose. Questa scelta, assolutamente legittima e comprensibile, arriva in un momento di grande esposizione mediatica del pornodivo, che sembra impegnato in un lungo processo di rivalutazione della sua immagine pubblica per cercare di scrollarsi di dosso uno stigma sociale che, nella società contemporanea, arriva insieme a determinate scelte di vita e di professione.

Questo punto di vista, questa tesi si avvale enfaticamente di enfasi e toni drammatici, raccontando la lotta interiore del giovane Rocco che a poco a poco abbandona Tano (nome di battesimo) per abbracciare Siffredi, il nome con cui è diventato un’icona.

Supersex Alessandro Borghi
Supersex. Alessandro Borghi as Rocco in episode 106 of Supersex. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2024

Un’occasione mancata

Ci saranno tantissime recensioni di Supersex che sottolineano quanto la serie Netflix, che offre un altissimo valore produttivo, dalle scenografie alle musiche fino ai costumi e location, riesca a dare un volto umano e complesso a quello che tutti considerano soltanto una macchina del sesso, si spenderanno moltissime parole per decantare la bravura del cast: Alessandro Borghi e Saul Nanni sono assolutamente incredibili e con loro anche Adriano Giannini e Jasmine Trinca, davvero in stato di grazie nei ruoli di Tommaso e Lucia. Tutte osservazioni giuste e dovute a chi si è speso davvero tanto, emotivamente e fisicamente, per mettere in scena una storia così straordinaria e anche drammatica.

Ma la scelta di virare sul dramma umano fa perdere alla produzione una possibilità preziosissima. Si parla di sesso, si parla di relazioni aperte, di amore libero, di promiscuità eppure lo si fa sempre sotto la lente del dramma, addirittura con tocchi di thriller. Mai viene menzionata la gioia, la bellezza, il divertimento che può portare una relazione tanto libera e appagante con il proprio corpo. Il pornoattore è veicolo di drammi personali (di nuovo, sacrosanti e centrali nella storia), ma non appare mai soggetto attivo delle proprie scelte e in questo modo il sesso e l’erotismo diventano ossessione, qualcosa da gestire, da incanalare, da domare e che porta sofferenza.

Provare a essere provocatori e offrire un ritratto più leggero, senza cancellare per forza le ombre di una vita, avrebbe potuto forse davvero offrire uno sguardo meno giudicante sul mondo del porno. Ma forse autori e spettatori non sono ancora pronti a questo tipo di libertà.

Prendiamo quindi per buona questo punto di vista: la storia di questo ragazzo di Ortona che con il suo superpotere ha lasciato un segno nella storia del mondo, ha combattuto contro i suoi demoni e alla fine, almeno a giudicare da quello che dice Rocco Siffredi, quello vero, ha trovato l’equilibrio e l’amore, per la sua compagna, per la sua famiglia e per se stesso.

Supersex
Supersex. (L to R) Linda Caridi as Tina, Alessandro Borghi as Rocco in episode 105 of Supersex. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2024

Doc – Nelle tue mani 3: anticipazioni dagli episodi 15 e 16

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Doc – Nelle tue mani 3: anticipazioni dagli episodi 15 e 16

Dopo la messa in onda degli episodi 13 e 14 che abbiamo recensito qui, oggi vi svegliamo le anticipazioni dei nuovi episodi di terza stagione della serie tv DOC – Nelle tue mani che andranno in onda questa sera giovedì 07 Marzo, in prima serata su Rai 1. Ecco le anticipazioni dell’episodio quindicesimo e sedicesimo e gran finale di stagione, che si intitolano rispettivamente “Quello che si deve fare” e “Liberi”.

Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 15, “Quello che si deve fare”

Marzo 2011. Andrea è costretto a fare i conti con la malattia di Agnese, ma un’inaspettata notizia dall’America riaccende le speranze. In ospedale il neo-primario viene messo invece in difficoltà da un caso dalla diagnosi difficile, che costringerà qualcuno a un terribile compromesso. Nel frattempo, a Lorenzo viene affidato il signor Gianfranco, un paziente arrivato da una RSA a cui è stato prescritto un medicinale in dosi eccessive.

Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 16 “Liberi”

In reparto è arrivato il momento della verità. Mentre Federico affronta il suo ultimo giorno all’Ambrosiano e Martina prende una decisione che lascia di stucco il resto della squadra, Doc deve fare i conti con la verità che Agnese gli ha raccontato e che l’ha costretto a cambiare prospettiva sul suo passato. È convinto che non possa andare peggio di così almeno fino a quando viene ricoverato l’uomo responsabile di tutto. Il suo peggior nemico.

DOC – Nelle tue mani è una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. Tra partenze e nuovi arrivi in DOC – Nelle tue mani, nuove sfide attendono la squadra del Policlinico Ambrosiano di Milano, guidata dall’amatissimo dottor Andrea Fanti (Luca Argentero), che torna finalmente a rivestire il ruolo di primario mentre prova a recuperare quei ricordi che ormai tutti (o quasi) ritenevano perduti per sempre.

DOC – Nelle tue mani, la serie

DOC – Nelle tue mani è la serie tv prodotta da RAI FICTION scritta da Francesco Arlanch e Viola Rispoli. Una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction

Nel cast di DOC – Nelle tue mani Luca Argentero, Matilde Gioli, Pierpaolo Spollon, Sara Lazzaro, Marco Rossetti, Laura Cravedi, Giacomo Giorgio, Elisa Wong, Elisa Di Eusanio, Giovanni Scifoni, Aurora Peres e Diego Ribon. La regia è affidata a Jan Maria Michelini (ep. 1-4), Nicola Abbatangelo (ep. 5-10) e Matteo Oleotto (ep. 11-16).

Le riprese della serie si sono svolte tra Roma, Milano e Formello; per la location ospedaliera il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e l’Università Campus Bio-Medico di Roma hanno messo a disposizione spazi e tecnologie.

The Idea of You: trailer del film con Anne Hathaway

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The Idea of You: trailer del film con Anne Hathaway

Tratto dall’omonimo e acclamato romanzo, The Idea of You è incentrato su Solène (Anne Hathaway), una madre single quarantenne che inizia un’inaspettata storia d’amore con il ventiquattrenne Hayes Campbell (Nicholas Galitzine), il cantante degli August Moon, la boy band più in voga del pianeta. Costretta ad accompagnare la figlia adolescente al Coachella Music Festival, dopo che il suo ex ha rinunciato all’ultimo minuto, Solène incontra casualmente Hayes, con cui fin dal primo momento scocca un’innegabile scintilla. I due intraprendono un’appassionata relazione, ma non passa molto tempo prima che lo status di superstar di Hayes ponga delle inevitabili sfide alla loro storia e che Solène si renda conto di come la vita sotto i riflettori di lui potrebbe essere più di quanto si aspetti.

The Idea of You, con Anne Hathaway, dal 2 maggio disponibile in tutto il mondo su Prime Video.

Regia di Michael Showalter
Sceneggiatura di Michael Showalter e Jennifer Westfeldt, basato sul libro di Robinne Lee
Prodotto da Cathy Schulman, Gabrielle Union, Anne Hathaway, Robinne Lee, Eric Hayes, Michael Showalter, Jordana Mollick
Executive producers Douglas S. Jones, Jason Babiszewski, Jennifer Westfeldt,
Kian Gass
Con Anne Hathaway, Nicholas Galitzine, Ella Rubin, Annie Mumolo, Reid Scott, Perry Mattfeld, Jordan Aaron Hall, Mathilda Gianopoulos, Raymond Cham Jr., Jaiden Anthony, Viktor White, Dakota Adan
Genere Romantic Drama
Durata 115 Minutes

Torino Film Festival: tutte le novità della 42° edizione

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Torino Film Festival: tutte le novità della 42° edizione

Il Torino Film Festival è sempre stato e resta un festival cinefilo e autoriale, una mostra e un concorso di film dallo spirito libero, originale, fresco, indipendente, graffiante. Questa edizione del TFF – diretta da Giulio Base – è in continuità con il passato e al tempo stesso stringe l’occhio alle nuove generazioni, capaci di vivere, interpretare e condividere quell’anima forte e di ricerca che il TFF ha sempre avuto e portato avanti.

“Il suo entusiasmo si tocca con mano. Lo abbiamo già visto e sono convinta che ne avremo prova ancora nei prossimi mesi: Giulio Base si dedicherà a questa nuova avventura con tutta la passione che da sempre nutre per il cinema, custodendo l’eredità del festival e contribuendo con le sue idee a dare ulteriore lustro e slancio a una rassegna che in Italia e dall’estero è vista come uno degli appuntamenti più attesi nel mondo del cinema. Puntare sui giovani, una chiave vincente” commenta il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni. 

“Il festival di Giulio Base mantiene saldo il timone sull’anima fondante del TFF ma sicuramente saprà stupirci con delle importanti novità, interpretandolo con le sue tante anime di autore, regista, attore e produttore – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. Lo ha dimostrato sia nel suo progetto presentato in occasione del bando e lo confermerà, ne sono sicuro, anche da oggi in avanti. Non posso che augurare buon lavoro a lui e a tutta la squadra”.

“Mancano otto mesi al prossimo Torino Film Festival ma già si delineano le linee principali di questa edizione, nato dai giovani e per i giovani, e che ai giovani deve continuare a rivolgersi, utilizzando anche i nuovi linguaggi del cinema e le sue evoluzioni – dichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Resta un festival originale e indipendente, legato al territorio ma al tempo stesso capace di intercettare i grandi cambiamenti della critica cinematografica internazionale”.

“Ho visto nascere il Torino Film Festival, che allora si chiamava Festival Internazionale Cinema Giovani, ho respirato l’aria di quegli anni anche se ancora giovane, sono stato testimone del fermento e del cambiamento sociale e culturale nella Torino di inizio anni ’80 – racconta Giulio Base, direttore artistico del Torino Film Festival. L’ho seguito a distanza negli anni e ora essere qui è per me molto emozionante. Il 42° TFF l’ho costruita pezzo per pezzo, annodando idee, pensieri, contatti e desideri per dar vita a quella trama che è sicuramente uno dei sogni della mia vita”.

Torino Film Festival: tutte le novità della 42° edizione

INAUGURAZIONE

L’apertura del 42TFF avrà luogo il 22 novembre 2024 nella splendida cornice del Teatro Regio, una serata di charme che vedrà la proiezione di un film in anteprima internazionale e ospiti di livello nazionale e internazionale.

IL PROGRAMMA E LE SEZIONI 

La 42° edizione del Torino Film Festival sarà divisa in 6 sezioni per un totale di 120 film. Quattro le sezioni competitive: il concorso principale (16 film in anteprima mondiale o internazionale), il concorso documentari (16 titoli in anteprima italiana, senza distinzione tra italiani e internazionali), il concorso cortometraggi (24 titoli in anteprima europea, senza distinzione fra produzioni italiane o straniere) e il “leopardiano” Zibaldone (24 titoli in uno spazio totalmente libero ed eterogeneo, con titoli di ogni genere, senza nessun vincolo di durata, di formato, di data o di anteprima e prevederà un premio del pubblico). Due le sezioni non competitive: il fuori concorso (16 titoli) e la retrospettiva dedicata a Marlon Brando (24 titoli). 

LA SQUADRA 

La squadra è composta da giovani già con numerose esperienze alle spalle. Tre uomini e tre donne, con età compresa tra i 22 e i 32 anni, scelti perché capaci di raccontare e intercettare visioni, sguardi e linguaggi dei loro coetanei, senza però rinnegare il passato. Si rendono così, in qualche modo, intermediari e garanti nel preservare e mantenere vivo quello spirito originale e fresco che ha da sempre caratterizzato il TFF. I selezionatori del 42TFF sono, in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione.

MARLON BRANDO

Il grande omaggio a Marlon Brando (del quale quest’anno ricorre il centenario dalla nascita) comprende 24 titoli che ne ripercorrono la carriera dagli esordi del 1950 fino a una delle ultime interpretazioni del 1996. Carismatico e dotato di grande talento, Brando ha interpretato ruoli molto diversi tra loro, imponendo uno stile recitativo lontano dai canoni dell’epoca e che ha contribuito a consacrarlo come uno dei mostri sacri della storia del cinema.

Anche il manifesto della 42°edizione del TFF è dedicato Marlon Brando, ritratto nel 1972 sul set del controverso “Ultimo Tango a Parigi” diretto da Bernardo Bertolucci. È una delle rare foto in cui guarda direttamente dentro l’obiettivo, uno scatto complice e sornione, che seduce e mostra, senza mezzi termini, sua inarrivabile bellezza. (Ph. Eva Sereny / Iconic Images).

ACCESSIBILITÀ

Da quest’anno il TFF si impegna a essere anche un festival accessibile. Con l’associazione “+ Cultura Accessibile” si è deciso che tre titoli della retrospettiva dedicata a Marlon Brando saranno resi accessibili non solo alle disabilità motorie (lo sono già tutte le sale utilizzate) ma anche a quelle sensoriali e cognitive.

Benedetta Rossi: intervista alla doppiatrice di Kina e Yuk alla scoperta del mondo

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Benedetta Rossi che ha prestato la sua voce per doppiare uno dei protagonisti di Kina e Yuk alla scoperta del mondo.

In Kina e Yuk alla scoperta del mondo Kina e Yuk sono una coppia di volpi polari pronte a mettere su famiglia e vivono serenamente fra i banchi di ghiaccio del Canada. La temperatura, però, è anormalmente mite e il cibo scarseggia, costringendo Yuk ad avventurarsi sempre più lontano per cacciare. Quando, all’improvviso, un terribile suono causato dallo scioglimento dei ghiacci sconvolge il maestoso panorama e separa le due volpi, ognuna isolata su un pezzo di ghiaccio. Dovranno affrontare molti pericoli ed esplorare nuovi territori nella speranza di ritrovarsi in tempo per la nascita dei loro piccoli.

Il Piccolo Principe di Shangri-La, presentato il nuovo film di Mad Entertainment e Alessandro Rak

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Mad Entertainment e Alessandro Rak ancora insieme su un nuovo film d’animazione, Il Piccolo Principe di Shangri-La, il cui progetto viene presentato oggi, 6 marzo, al Cartoon Movie di Bordeaux – l’evento di coproduzione e pitching per lungometraggi d’animazione europei.

Dieci anni dopo il film “L’arte della felicità” vincitore dell’EFA European Film Award e dopo “Gatta Cenerentola”, Mad Entertainment, la factory napoletana di Luciano Stella, Maria Carolina Terzi, Carlo Stella e Lorenza Stella, punto di riferimento per l’animazione in Italia, è nuovamente accanto ad Alessandro Rak per la realizzazione di un film d’animazione ispirato alle vite straordinarie dell’esploratrice Alexandra David-Neel e Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama. «Un viaggio bambino alla ricerca di una spiritualità perduta o nuova, per salvare il mondo adulto dall’alienazione». Alessandro Rak

Il Piccolo Principe di Shangri-La, la trama

Esiste un Regno dello Spirito chiamato Shangri-La. Questa terra è sotto l’assedio delle forze di un Oscuro Signore che vuole insidiarne il Trono. Ora che il Kundun, l’anima luminosa che illumina il cammino dell’umanità, è morto, la fine del Regno dello Spirito sembra ineluttabile. Cosa possono fare due bambini ed un anziano monaco per salvare l’antica anima del mondo? Unire le forze e mettersi sulle tracce di un Piccolo Principe che riporti la luce perduta.

Los Colonos, recensione del film di Felipe Gálvez Haberle

Los Colonos, recensione del film di Felipe Gálvez Haberle

Dopo il passaggio nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2023, Los Colonos di Felipe Gálvez Haberle approda su MUBI dal 7 marzo. Il debutto al lungometraggio del regista cileno assume i contorni di un’epopea western su una Patagonia lasciata all’avidità e alla legge del più forte, in dialogo con altre pellicole che hanno rivisitato il genere cinematografico primordiale, mettendo al centro gli oppressi, come il recente Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e Jauja di Lisandro Alonso (2014).

Los Colonos, la trama: il western si trasferisce in Cile

L’azione si svolge nella Terra del Fuoco, nel 1901, e fa riferimento al prolungato e atroce genocidio del popolo Selknam, conosciuti anche come Ona. Si dice che quando i bianchi si insediarono ci fossero circa 4.000 Ona; all’inizio del XX secolo ne erano rimasti solo 783, quasi tutti rifugiati nelle missioni salesiane con a capo il monsignor Giuseppe Fagnano.

La storia di Los Colonos, divisa in capitoli che danno una progressione all’azione, ruota attorno a uno spietato amministratore di terre (Alfredo Castro) che arruola i servizi di un militare scozzese dalla dubbia fedina penale (Mark Stanley) per sterminare le popolazioni native della zona, i Selknam. Con altri due uomini, un texano e un meticcio (Benjamin Westfall e Camilo Arancibia), parte la spedizione, che dal Cile si dirige verso l’Argentina, dove il confine geografico è impreciso, ma non la proprietà della terra. Questo incontro con la rappresentazione dell'”essere nazionale” insediato in un avamposto con più dubbi che certezze dà vita a un brutale ritratto storico, in cui l’esperto Francisco Moreno (Mariano Llinás) cerca di segnare i limiti geografici. Gálvez Haberle sposta poi la narrazione a sette anni dopo, quando un inviato del presidente Montt arriva a Chiloé per indagare sullo sterminio.

Un viaggio classico, ma in territori inesplorati

Los Colonos ritrae con l’epica western l’altra faccia che l’immaginario cinematografico nascondeva nell’avanzata civilizzatrice dell'”uomo bianco”. Siamo di fronte a un western classico con tocchi modernisti, vicino ai famosi “anti-western” che pullulavano negli anni ’60 e ’70 e che registi come Kelly Reichardt (Meek’s Cutoff- Il sentiero di Meek ) o lo stesso Lisandro Alonso hanno recentemente recuperato in Jauja: sostanzialmente, l’opera prima del cileno Felipe Gálvez scommette su un viaggio classico del cinema western, solo raccontato da un’altra prospettiva, luogo e circostanza.

Los Colonos conduce la sua missione western attraverso una serie di forti scene di violenza nelle fasi successive, che si allontano dal senso di leggerezza per inserire i personaggi in zone sempre più cupe. Con il passare del tempo,  questi dovranno anche confrontarsi tra loro, poiché le loro differenze iniziano a diventare sempre più evidenti, e si troveranno di fronte a un altro tipo di ferocia, quella degli affari “interni”.

Los Colonos (2023)
Fonte: The Movie Database

Colonos come Conquistadores

Il regista Felipe Gálvez intreccia personaggi reali e di finzione, al suo debutto alla regia dopo quindici anni di lavoro come montatore, in questo pluripremiato western patagonico sul genocidio dei Selknam come fondamento della civiltà cilena, quasi fosse una risposta sudamericana al recente Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.

Quello che Gálvez realizza è una durissima critica allo sterminio dei popoli nativi, sugli abusi del capitalismo e sull’enorme controllo della terra detenuto da pochi gruppi e famiglie, senza parlare troppo direttamente di questi temi. Nel modo in cui Menéndez si comporta, nel modo in cui i militari, gli ufficiali e gli esploratori avanzano su tutto e tutti come se fossero proprietari di ogni centimetro che calpestano e delimitano, Los Colonos racconta la storia crudele delle origini di un Paese (o due, forse) segnato dalla violenza fisica, politica ed economica.

In Los Colonos, la violenza e il dolore sono sussurrati

Gálvez ha il senso, l’eleganza e l’intelligenza di suggerire più di quanto mostri: è chiaro che avvengono atrocità di ogni tipo, ma sono intuite, viste in lontananza, comprese attraverso certi dialoghi (sempre in nome del “progresso”). Gli esterni della natura incontaminata del sud del Cile e dell’Argentina sono talmente mozzafiato che non c’è modo per Gálvez e il suo direttore della fotografia Simone D’Arcangelo di evitare di indulgere in certi preziosismi, ma l’esperienza sensoriale – un lavoro sonoro straordinario e le musiche di Harry Allouche – è coinvolgente e impressionante.

Attraversando i paesaggi della Terra del Fuoco, Felipe Gálvez attraversa anche buona parte della biografia del genere: dalla laconica crudeltà del western di serie B alla sua revisione europea, passando per la violenza senza alibi di Nessuna pietà per Ulzana e gli scenari astratti di Jauja. In questo road movie a cavallo, con protagonisti due malviventi e un testimone silenzioso, un meticcio complice della follia del loro viaggio, tutti questi riferimenti permeano, senza farsi notare, le sue immagini in modo tanto energico quanto inquietante. C’è decisamente qualcosa di horror in questo film, come se fosse una versione politica di Bone Tomahawk di S. Craig Zahler con la poetica ruvida e tagliente di Cormac McCarthy.

Un altro ferragosto: recensione del sequel di Paolo Virzì

Un altro ferragosto: recensione del sequel di Paolo Virzì

Che Paolo Virzì sia diretto erede di Risi, Comencini, Monicelli e De Sica è chiaro sin da quando nel 1996, al suo secondo lungometraggio, il regista presentò Ferie d’agosto, una tipica commedia di costume diventata ben presto un cult del genere che si guadagnò all’epoca persino un David di Donatello. Circa trent’anni dopo aver fotografato un’Italia divisa in due dalle ideologie politiche, Virzì torna a Ventotene, la così detta isola di confino, per girarne il sequel, Un altro ferragosto, in cui l’amara consapevolezza che niente rispetto ad allora sia cambiato, ma potremmo dire peggiorato, fa da sfondo a una collettività oramai segnata – definitivamente – dalla disillusione, dall’infelicità e dalla pochezza d’animo.

E se il presente è scoraggiante, conferma di una società oramai spenta e povera di spirito, e il futuro prospettato all’orizzonte non fa che sbiadirsi davanti agli occhi, guardare al passato, a quei tempi in cui credere fermamente nelle proprie idee era la spinta motrice per andare avanti e sperare in un domani migliore, è tutto quello che resta. Almeno a Sandro, che per tutto il tempo non farà altro che immaginare di parlare con Pertini, Spinelli, Colorni, Rossi, abbracciando quella Resistenza di cui si è sempre sentito partecipe, e la cui memoria vuole conservare. Un altro ferragosto è scritto a sei mani mani dai due fratelli Virzì e Francesco Bruni, e vede il ritorno di quasi tutti i personaggi di Ferie d’agosto, più qualche new entry di assoluto spessore come Emanuela Fanelli, Christian De Sica e Vinicio Marchioni. Distribuito da 01 Distribution arriva nelle sale dal 7 marzo.

Un altro ferragosto, la trama

Ventotto anni dopo quell’incontro avvenuto a Ventotene in un caldo mese di agosto, le famiglie Molino e Mazzalupi tornano sull’isola ognuna per scopi differenti. La prima arriva per una reunion organizzata da Altiero, figlio di Sandro e Cecilia, il quale decide di far tornare tutti i familiari (e gli amici) in quel luogo tanto amato e caro al padre che è in punto di morte. Dall’altra parte, invece, i Mazzalupi sono in procinto di festeggiare le imminenti nozze di Sabrina, figlia di Ruggero (oramai defunto) e Luciana, ora diventata un’influencer seguita, e il coatto e sterile Cesare (Vinicio Marchioni), che le fa da manager. A Ventotene c’è tanto fermento per il matrimonio di questa coppia, eppure la zia Marisa – sbarcata con un nuovo compagno, l’imprenditore Pierluigi Nardi Masciulli (Christian De Sica) – non vede di buon occhio la loro relazione, soprattutto perché nell’uomo che la nipote ha scelto ha intercettato una persona vile e pressappochista. L’organizzazione dell’evento tanto atteso dalla famiglia Mazzalupi da un lato e la malattia di Sandro dall’altro (che sull’isola non farà altro che pensare a come tutelarne la memoria storica) creerà nuovi attriti e litigi che porteranno i personaggi a molte nuove consapevolezze.

Un altro ferragosto film

Fra passato, presente e… futuro

Con Un altro ferragosto Virzì riparte da quelle due famiglie che erano l’una l’antitesi dell’altra, così diverse ma anche così simili nel loro essere irrisolte, che su Ventotene si scontrarono con veemenza. Con ironia pungente il regista ci mette davanti a un drammatico dipinto della nostra realtà, sfruttando ancora una volta le vite piene di tristezza, sconfitte e incomunicabilità dei Molino e dei Mazzalupi, gruppi politicamente agli antipodi ma umanamente più vicini di quanto loro possano credere, e nel farlo inserisce elementi contemporanei che rendono il racconto al passo con questi nostri brutti tempi.

Non sono cambiati più di tanto i due nuclei familiari, né sono mutate le cause dei loro dissapori, ma rispetto al 1996 qualcosa si è aggiunto, e in questo caso è rappresentato da quel nuovo mondo di cui fanno parte i social, i quali hanno contribuito ad alimentare un tessuto sociale già di per sé allo sbando e corroso, e in cui Cesare è primo vero aberrante risultato. Ecco perché adesso, rispetto ad un tempo che non c’è più, a farla da padrona è l’ignoranza più becera, poiché se prima i dibattiti di destra e di sinistra si avvolgevano attorno a dei solidi principi (e ideali), ora si è completamente sconnessi da se stessi, dagli altri e soprattutto dai veri valori che fondano una comunità. Forse perché, ci dice Un altro ferragosto, abbiamo speso troppo tempo a rimanere idealisti immobili da non accorgerci che nel frattempo attorno a noi tutto diventava maceria.

Speranze infrante

E allora è qui che il film affonda le sue radici, diventando specchio e riflesso accecante di un’umanità talmente egoriferita e vacua da non capire di star distruggendo anche l’ultimo granello di speranza che possa rendere possibile il cambio di traiettoria. Le conseguenze sono, oltre lo smarrimento del proprio io e una felicità sempre più irragiungibile, che i figli e i padri non parlano poiché incapaci di capirsi e coltivare rapporti semplici, come Andrea e Sandro; che l’amore vero viene messo da parte per lasciare spazio a un benessere solo apparente ma non sincero, come nel caso di Marisa e Pierluigi; e che costruirsi un’immagine falsata di sé è l’unica soluzione per essere qualcuno, come nel caso di Sabrina, affiancata dall’omofobo Cesare, un uomo che è pieno esempio da una parte della mascolinità tossica ancora molto presente in alcuni uomini di oggi, dall’altra di una politica sempre più cialtrona e disinteressata al popolo, che mangia sull’imbroglio e i raggiri (per lui lo spessore culturale e morale non sono prioritari per essere un esponente del governo, tant’è che spinge Sabrina a candidarsi pur essendo lei un’influencer di scarso intelletto.)

A tal proposito il tragicomico monologo finale di Emanuela Fanelli è il colpo più sferzante e doloroso dell’intero film, che va non solo a dichiarare apertamente la frustrazione in cui annega una nazione intera, ma anche un pessimismo cosmico che annienta ogni forma di sogno futuro. Se sul livello contenutistico Un altro ferragosto dunque funziona per riflessioni e impegno tematico, non si può dire sempre lo stesso sulla messa in scena, che a volte scricchiola su alcuni inserti confusionari e personaggi poco accennati nel nuovo spazio narrativo, in particolare appartenenti alla famiglia Molino, poco approfondita, facendo anche calare di tanto in tanto l’attenzione. Comprendiamo però le intenzioni del regista di volere con sé tutti i protagonisti di Ferie d’agosto, ma diciamo anche che se si fosse focalizzato solo su alcuni di loro, mantenendo la giusta coralità di racconto, il film sarebbe stato narrativamente molto più ricco e dettagliato.

Mare Fuori 4: recensione degli episodi 7 e 8

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Mare Fuori 4: recensione degli episodi 7 e 8

Il midseason finale ha lasciato tutti gli spettatori con il fiato sospeso e quindi quando il 14 febbraio sono arrivati su Raiplay gli episodi 7 e 8 di Mare Fuori 4, tutto il pubblico della fortunata serie Rai è corsa a guardare cosa sarebbe poi successo a Cardiotrap, Crazy J e alla straniera senza nome.

Mare Fuori 4, finalmente il momento di Alina

Proprio da lì, quindi, si avvia questa seconda parte di stagione, con i ragazzi che riescono a sopravvivere all’esplosione grazie soprattutto all’intervento di Alina. Si chiama così la ragazza ucraina che non riesce a parlare con nessuno che non sia Gianni/Cardiotrap. Finalmente scopriamo un po’ di più di questa povera anima tormentata, ci viene offerto uno spiraglio sul suo passato, su quello che l’ha effettivamente traumatizzata e su quello che vuole. Parallelamente l’episodio che si intitola “Il prezzo del cambiamento” vede protagonista anche Teresa: abbiamo scoperto che aspetta un figlio da Eduardo e sappiamo che il giovane aspirante boss non vuole abbandonare la ragazza a cui deve la vita, tuttavia questo nuovo dittico ci accompagna dietro le quinte dei comportamenti di questa ragazza, di famiglia bene, che vuole a tutti i costi stare con una persona che chiunque le direbbe “non fa per te”.

Per quanto riguarda invece gli amanti sfortunati, Carmine e Rosa, anche se vengono leggermente messi da parte in queste due puntate fortemente corali, li vediamo comunque struggersi d’amore l’uno per l’altro. Il giovane Di Salvo non vuole rinunciare alla sua Rosa che a sua volta è lacerata dal dubbio. Spazio anche a Pino, che corre a spron battuto verso un riscatto sociale e personale che lo vede buttarsi con entusiasmo in progetti futuri, ma sul quale incombe anche un possibile e seminato “tradimento”. Riuscirà il giovanotto di buona volontà a coronare il suo sogno d’amore con la bella e sfuggente Kubra? Chi invece sembra giunta a un bivio è Silvia, che potrebbe pagare ancora una volta per le colpe degli altri, lasciata sola anche da chi, ingannandola, aveva promesso di prendersi cura di lei.

“Morire insieme”

Tra tutti i drammi dei giovani protagonisti, però, sembra spiccare, ormai insormontabile, il trauma del comandante Massimo, che proprio non riesce a trovar pace, soffocato dai suoi demoni e con una situazione familiare che sembra sfuggirgli sempre più di mano. Ha definitivamente perso quell’approccio paterno e paziente verso i giovani detenuti e sembra soltanto interessato alla vendetta.

Per questi nuovi episodi 7 e 8 di Mare Fuori 4, gli sceneggiatori hanno preferito una struttura fortemente corale, che porta avanti un pezzetto della storia di ogni personaggio. Se da un lato il tono generale del racconto viene aiutato da un ritmo spezzettato e più veloce, perché aggira l’impronta da melodramma che sembrava preponderante nella prima parte della stagione, dall’altro si rischia di rimanere troppo distanti dai protagonisti e dalle loro vicende che comunque, arrivati a questo punto della loro storia, hanno un forte gancio sullo spettatore.

Il Mare Fuori comincia a diventare per molti un concetto concreto, non solo un sogno o un miraggio aspirazionale, ma un vero e proprio progetto, su cui investire e costruire le basi per un futuro di riscatto. O almeno per qualcuno è così.

In generale in questa quarta stagione si conferma però il venire meno del senso di autenticità di linguaggio e messa in scena che ha determinato il successo della serie all’inizio della sua corsa. La scelta di direzione artistica sembra chiara e irrevocabile, e per quanto il prodotto rimanga godibile e di intrattenimento, dispiace un po’ per la perdita di quell’anima verace.

Avatar: The Last Airbender, Netflix rinnova per seconda e terza stagione

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Netflix ha rinnovato Avatar: The Last Airbender per altre due stagioni. La serie, un adattamento live-action dell’omonima serie di successo di Nickelodeon, si concluderà con la terza stagione, seguendo la stessa struttura della versione animata.

La serie è ambientato in un mondo diviso in quattro nazioni – le Tribù dell’Acqua, il Regno della Terra, la Nazione del Fuoco e i Nomadi dell’Aria – che un tempo vivevano in armonia, con l’Avatar, padrone di tutti e quattro gli elementi, incaricato di mantenere la pace tra loro. Ma tutto cambiò quando la Nazione del Fuoco attaccò e spazzò via i Nomadi dell’Aria, il primo passo compiuto dai Dominatori del Fuoco verso la conquista del mondo. Con l’attuale incarnazione dell’Avatar che deve ancora emergere, il mondo ha perso la speranza fino a che Aang (Gordon Cormier), un giovane dominatore dell’aria, si risveglia per prendere il posto che gli spetta. Insieme ai nuovi amici Sokka (Ian Ousley) e Katara (Kiawentiio), fratelli e membri della Tribù dell’Acqua del Sud, Aang intraprende una missione per salvare il mondo e combattere il Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae Kim), anche se il Principe Zuko (Dallas Liu) è determinato a catturarlo.

Nel cast anche Paul Sun-Hyung Lee. Albert Kim è lo showrunner. I produttori esecutivi includono Kim, Jabbar Raisani e Michael Goi. Inoltre, Dan Lin è stato produttore esecutivo della prima stagione insieme a Lindsey Liberatore per conto di Rideback, anche se da allora Lin è stato nominato capo della divisione film presso Netflix. I registi includono Raisani, Goi, Roseanne Liang e Jet Wilkinson. Takeshi Furukawa è il compositore. Kim ha discusso dei cambiamenti tra la serie Nickelodeon e l’adattamento Netflix in un’intervista con Variety.

Nel 2018, Netflix ha annunciato che avrebbe realizzato un remake live-action “reinventato” di Avatar: The Last Airbender. DiMartino e Konietzko sono entrambi produttori esecutivi e showrunner della serie. “Ambientato in un mondo asiatico devastato dalla guerra, dove alcune persone possono ‘piegare’ uno dei quattro elementi classici: acqua, terra, fuoco o aria”, si legge nella sinossi ufficiale. “Aang (Gordon Cormier) è l’”Avatar”, l’unico capace di piegare tutti gli elementi, ed è destinato a portare la pace nel mondo dalla Nazione del Fuoco. Con i suoi nuovi compagni Katara (Kiawentiio) e Sokka (Ian Ousley), Aang si propone di dominare gli elementi mentre viene inseguito dal principe in esilio della Nazione del Fuoco Zuko (Daniel Dae Kim), che cerca di riconquistare il suo onore catturando l’Avatar.

Netflix ha in programma di rilasciare ulteriori dettagli su Avatar: The Last Airbender durante la Geeked Week, che si terrà dal 6 al 12 novembre 2023. Avatar: The Last Airbender è uscito su Netflix il 22 febbraio 2024.

Un Gentiluomo a Mosca: trailer della serie con Ewan McGregor

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Un Gentiluomo a Mosca: trailer della serie con Ewan McGregor

Paramount+ ha pubblicato il trailer ufficiale della nuova serie con Ewan McGregor in otto episodi Un Gentiluomo a Mosca. Dopo Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia, la serie sarà disponibile in Italia dal 17 maggio in esclusiva su Paramount+, oltre che in America Latina, Germania, Svizzera, Austria e Corea del Sud.

Adattamento del romanzo best-seller internazionale di Amor Towles, Un Gentiluomo a Mosca segue il conte Alexander Rostov, interpretato dall’attore vincitore dell’Emmy Award Ewan McGregor, che, all’indomani della Rivoluzione russa, scopre che il suo passato dorato lo pone dalla parte sbagliata della storia. Scongiurata l’esecuzione immediata, viene esiliato da un tribunale sovietico in una mansarda dell’opulento Hotel Metropol, minacciato di morte se dovesse rimettere piede fuori. Mentre gli anni passano e alcuni dei decenni più tumultuosi della storia russa si svolgono al di fuori delle porte dell’hotel, le circostanze gli permettono di entrare in un mondo molto più ampio di scoperte emotive. Mentre costruisce una nuova vita tra le mura dell’hotel, scopre il vero valore dell’amicizia, della famiglia e dell’amore.

Oltre a McGregor, la serie è interpretata da Mary Elizabeth Winstead (Ahsoka, Kate, Birds of Prey) nel ruolo dell’affascinante attrice cinematografica Anna Urbanova, Alexa Goodall (L’ora del diavolo, Lockwood and Co) nel ruolo della giovane amica del Conte, Nina; Johnny Harris (Without Sin, This is England ’86) nel ruolo del combattuto agente della polizia segreta Osip; e Fehinti Balogun (Dune, I May Destroy You) nel ruolo di Mishka, la migliore amica del Conte ai tempi dell’università. Il cast comprende anche Leah Harvey (Foundation), Paul Ready (Motherland, The Terror), John Heffernan (Becoming Elizabeth, The Pursuit of Love), Lyès Salem (Coupez, Abou Leila), Björn Hlynur Haraldsson (Lamb, The Witcher), Dee Ahluwalia (Consent, Sex Education), Anastasia Hille (I Hate Suzie Too), Daniel Cerqueira (Judy), Leah Balmforth (Silent Roar), Billie Gadsdon (One Day) e Beau Gadsdon (The Crown).

Un Gentiluomo a Mosca è prodotta da Lionsgate Television in associazione con Paramount. Ben Vanstone è lo showrunner della serie, che è la prima produzione realizzata dalla Lionsgate grazie all’accordo con la Popcorn Storm Pictures, la società di Tom Harper. Harper (Guerra e pace, Peaky Blinders) sarà anche produttore esecutivo insieme a Vanstone, McGregor, Sharon Hughff, (Three Pines), Pancho Mansfield (Queen of the South), Xavier Marchand di Moonriver TV (Nautilus, Mrs. Harris Goes to Paris) e l’autore del romanzo, il best-seller del New York Times Amor Towles. Il regista vincitore del premio BAFTA® e candidato agli Emmy Sam Miller (Surface, I May Destroy You, Luther) è il regista di alcuni episodi e produttore esecutivo. Sarah O’Gorman (The Witcher, The Last Kingdom) è anche regista.

Un Gentiluomo a Mosca, il poster

Godzilla x Kong: Il nuovo Impero, un nuovo teaser trailer suggerisce il nuovo look di Godzilla

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Un nuovo trailer di Godzilla x Kong: Il nuovo Impero rivela un nuovo look di Godzilla, dimostrando il modo in cui avrà molteplici forme nel film di squadra con il suo amico peloso. Il film vedrà il famoso kaiju ottenere un aspetto potenziato che fa diventare rosa le sue scaglie e i suoi occhi, una nuova forma in modo che possa affrontare il Re Skar e altre minacce nel film. Tuttavia, il regista Adam Wingard aveva precedentemente affermato che il film presenterà molteplici forme per il Re dei Mostri man mano che la coloritura rosa prende il sopravvento sul suo corpo.

Ora, Kaiju News Outlet ha pubblicato uno spot televisivo prima dell’uscita di Godzilla x Kong, che accenna brevemente a una nuova forma per Godzilla.

Al minuto 0:04, si può vedere il Titano nuotare nell’acqua, con scaglie bianche pallide che emergono dalla superficie. Ciò suggerisce una forma di colore bianco, anche se non è chiaro a che punto del film potrebbe apparire questa versione.

Mentre i dettagli della trama vengono tenuti pesantemente nascosti, la sinossi anticipa che il film metterà “L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla contro una colossale minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando la loro stessa esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le storie di questi Titani, le loro origini e i misteri di Skull Island e oltre, mentre scopri la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi straordinari esseri e li ha legati all’umanità per sempre.

Il film è interpretato da Dan Stevens (Legion; The Guest), Rebecca Hall (Iron Man 3;  Transcendence), Brian Tyree Henry (Atlanta ; Eternals), Kaylee Hottle (Godzilla vs. Kong ; Magnum PI), Fala Chen (Shang-Chi e La leggenda dei dieci anelli;  The Undoing), Alex Ferns (The BatmanWrath of Man) e Rachel House (Thor: RagnarokNext Goal Wins). Wingard torna alla regia con una sceneggiatura di Terry Rossio, Jeremy Slater e Simon Barrett. Godzilla x Kong: Il nuovo Impero arriverà nei cinema il 15 marzo 2024!

Carla Gugino si unisce a Naomi Watts e Bill Murray in The Friend

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Carla Gugino si unisce a Naomi Watts e Bill Murray in The Friend

Dopo aver ottenuto una nomination al Critics Choice’ Award per il ruolo di Verna nell’horror gotico di successo di Netflix La caduta della casa degli Usher, l’ultimo di molti progetti che ha intrapreso con il creatore Mike Flanagan, Carla Gugino è stata scelta per un ruolo in The Friend, la commedia drammatica indipendente con Naomi Watts e Bill Murray, che adatta il bestseller del New York Times di Sigrid Nunez.

I dettagli del personaggio non sono stati rivelati. Insieme a Carla Gugino, altri protagonisti, come annunciato in precedenza, includono Sarah Pidgeon, Constance Wu, Ann Dowd, Noma Dumezweni, Felix Solis e Owen Teague.

Vincitore del National Book Award for Fiction 2018, The Friend segue una scrittrice di New York all’indomani della morte inaspettata del suo amico di sempre e mentore. Successivamente, la donna dovrà affrontare la complicata eredità letteraria di lui, tre eccentriche ex mogli e un enorme alano dal cuore spezzato di nome Apollo.

Scott McGehee e David Siegel dirigono il film basandosi su una loro sceneggiatura, e producendo anche attraverso la loro nuova società Big Creek Projects. Liza Chasin sta anche producendo per la sua 3dot Productions (The Lost City, Anatomy of a Scandal). Il dirigente di Watts produce insieme a Mike Spreter per Big Creek e Margaret Chernin per 3dot, con CAA Media Finance che si occupa dei diritti nazionali del film.

Clotilde Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Clotilde Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attrice

La giovane Clotilde Esposito vanta ad oggi una carriera prevalentemente televisiva, con titoli grazie ai quali si è costruita una buona reputazione di interprete capace di passare con naturalezza da toni drammatici ad altri più spensierati. Ad averla resa una delle interpreti da tenere d’occhio per il futuro ci ha però pensato la popolare serie Mare fuori, dove Esposito stagione dopo stagione ha dato continua prova del proprio talento.

Clotilde Esposito: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. L’esordio in televisione per Esposito avviene nel 2012 con la partecipazione alla soap opera Un posto al sole. Successivamente recita nella miniserie Pupetta – Il coraggio e la passione (2013), dove interpreta la protagonista da giovane, nella serie Sotto copertura (2015) e nella serie Furore – Il vento della speranza (2014-2017), dove è la co-protagonista Giuseppina Fiore. Dal 2020 recita invece nella popolare serie Rai Mare fuori, condividendo la scena con gli attori Massimiliano Caiazzo, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Artem e Matteo Paolillo.

2. Ha recitato in un film. Ad oggi Esposito ha preso parte ad un solo film per il cinema. Si tratta di Milionari, diretto nel 2014 da Alessandro Piva, tratto dal romanzo “I milionari” scritto da Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini e ispirato alle vicende di un clan criminale napoletano. In questo film l’attrice interpreta la versione di Rosaria, che da adulta è poi interpretata dall’attrice Valentina Lodovini. Nel film recitano anche Carmine Recano, Francesco Scianna e Francesco Di Leva.

Clotilde Esposito in Mare fuori

3. È una delle protagoniste della serie. In Mare fuori Esposito interpreta Silvia Scacco, un’adolescente civettuola e piacente che ha fatto della seduzione la sua arma principale, seguendo i consigli della madre. Cresciuta con il mito dei soldi e della vita facile, si ritrova a finire in carcere dopo essere stata incastrata da quello che credeva il suo amore. All’interno dell’IPM sviluppa poi ottimi rapporti di amicizia con la maggior parte delle detenute, per le quali si dimostra sempre di grande supporto quando queste ne hanno bisogno, senza dimenticarsi però delle proprie ambizioni.

Clotilde Esposito Mare fuori

4. Non si ritrova nel proprio personaggio. Parlando di Silvia, l’attrice ha raccontato di aver fatto abbastanza fatica a calarsi nei suoi panni per la serie Mare fuori, non condividendo poi molto con lei e ritenendosi anzi all’estremo opposto. Con il tempo, tuttavia, Esposito ha imparato a comprendere Silvia e a scoprirsi profondamente affascinata dal suo modo di essere, di vivere la vita, dal suo senso di libertà e dalla sua energia. Una volta compreso ciò, ha trovato la giusta chiave per interpretarla.

Clotilde Esposito in Sotto copertura

5. Ha preso parte alla serie poliziesca. Nel 2015 Esposito recita con il ruolo di Giuliana Simeone nella prima stagione della serie Sotto copertura. In essa si racconta l’attività investigativa che porta all’arresto del capo del Clan dei Casalesi Antonio Iovine per mano del commissario Michele Romano (ispirato alla figura di Vittorio Pisani), capo della squadra mobile di Napoli, aiutato dal suo gruppo composto da Rosanna Croce, Arturo De Luca, Salvo Izzo e Carlo Caputo.

Clotilde Esposito in Un posto al sole

6. Ha avuto un ruolo nella celebre soap opera.  Dopo aver iniziato a studiare recitazione presso la Scuola di Cinema Teatro e Danza “La Ribalta” di Castellammare di Stabia, nel 2012, in quello stesso anno Esposito ha ottenuto un primo ruolo da attrice, ovvero quello dell’adolescente Greta Fournier nella celebre soap opera Un posto al sole. Pur essendo un ruolo piccolo, ha permesso a Esposito di iniziare il proprio percorso artistico, facendosi notare e ottenendo una prima notorietà.

Clotilde Esposito: Maria Esposito è sua sorella?

7. Non è la sorella della sua collega di set. A partire dalla seconda stagione di Mare fuori si è unita al cast anche l’attrice Maria Esposito, fattasi subito notare per il ruolo di Rosa Ricci. Data anche una certa somiglianza che intercorre tra Maria e Clotile, i fan hanno iniziato a supporre che quel cognome in comune indicasse che le due sono sorelle. In realtà, come rivelato, non c’è alcun legame di parentela tra di loro e il loro ugual cognome è solamente una coincidenza. Esposito è infatti, come noto, un cognome estremamente diffuso in Campania.

Clotilde Esposito Maria Esposito Mare fuori

Clotilde Esposito è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguita da 567 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Clotile Esposito: chi è il suo fidanzato?

9. È molto riservata. L’attrice ha sempre dimostrato di voler mantenere una certa separazione tra la propria vita lavorativa e quella personale. Ha dunque evitato di condividere particolari dettagli su di essa e pertanto ad oggi non è noto, ad esempio, se abbia un fidanzato o no. Si tratta di un aspetto della sua vita privata che comprensibilmente – e giustamente – Esposito preferisce non far sapere, limitando ciò che si sa di lei alla sola sfera lavorativa.

Clotilde Esposito: età, altezza e origini dell’attrice

10. Clotilde Esposito è nata il 20 aprile del 1997 a Napoli. L’attrice è alta complessivamente 1,65 metri.

Fonti: Wikipedia, Instagram, ETalenta, Elle

Cameron Diaz in trattative per recitare con Keanu Reeves nel nuovo film di Jonah Hill

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Cameron Diaz è in trattative per recitare nella commedia dark Outcome. Il film sarà diretto da Jonah Hill e vedrà Keanu Reeves nel ruolo principale. Reeves interpreta una star di Hollywood di nome Reef che è costretta ad affrontare i suoi problemi ed espiare i suoi errori passati dopo essere stata minacciata con un bizzarro video dal suo passato.

Secondo Apple Original Fims (tramite Variety), Cameron Diaz è ora in trattative per unirsi al cast di Outcome. La natura del ruolo di Diaz non è stata ancora confermata, poiché altri personaggi oltre a Reef non sono stati ancora rivelati. Questa notizia conferma anche il ritorno di Cameron Diaz alla recitazione.

Nel 2018, l’attrice ha fatto notizia annunciando che avrebbe fatto un passo indietro dalla recitazione per concentrarsi sulla sua carriera di autrice e imprenditrice. Non ha avuto un ruolo cinematografico da quando ha interpretato Miss Hannigan nel remake di Annie del 2014. Da allora, è stato annunciato che avrebbe recitato al fianco di Jamie Foxx in Back in Action, in uscita quest’anno. Questi due nuovi ruoli quindi confermano che Diaz sta ufficialmente emergendo dalla pensione.

Outcome riunirà anche Cameron Diaz e Keanu Reeves sullo schermo. L’ultima volta che la coppia ha recitato insieme è stata nella commedia dark del 1996 Due mariti per un matrimonio.

Final Destination 6: le riprese sono ufficialmente iniziate!

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Final Destination 6: le riprese sono ufficialmente iniziate!

Final Destination 6 riceve un importante aggiornamento sulle riprese dal produttore Craig Perry. Con un esordio di successo nel 2000, la serie di Final Destination rimane uno dei franchise horror più famosi e anche divertenti. Un quinto film è stato distribuito nel 2011 e il franchise è rimasto inattivo per più di un decennio, ma l’anno scorso è stato confermato che un sesto film è effettivamente in lavorazione dai registi Zach Lipovsky e Adam B. Stein. Si prevede che il film seguirà un gruppo di primi soccorritori mentre incontrano la loro fine in modi inaspettati, continuando la tradizione del franchise.

Craig Perry rivela sui social media (tramite Bloody Disgusting), che le riprese di Final Destination 6 sono ufficialmente iniziate. Oltre al post di Perry sulle riprese del film, il report include anche la conferma che il prossimo sequel si chiamerà Final Destination: Bloodlines. Ecco il commento di Perry: “Dopo un lungo e faticoso duro lavoro dovuto alla pandemia e agli scioperi, il primo giorno è finalmente pronto”, scrive Perry. “Il 2025 segnerà il 25° anniversario dell’uscita del primo capitolo della serie. Onorare l’occasione con un’altra uscita cinematografica mondiale (in IMAX, niente meno) è una cosa rara e meravigliosa. Ci vediamo l’anno prossimo! PS: lo so, lo so – Pet Sematary: Bloodlines. Ma questo è il titolo che abbiamo da tre anni e lo manteniamo… per ora”.

Finora non c’è stata alcuna conferma ufficiale sul fatto che Final Destination 6 sarà l’ultimo capitolo, ma un aggiornamento condiviso lo scorso ottobre suggerisce che potrebbe potenzialmente essere l’inizio di una nuova versione del franchise.

James Gunn risponde alle voci sul casting di Wonder Woman nel DC Universe

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James Gunn ha replicato alle ultime voci sui casting del DC Universe, questa volta legate a Wonder Woman nello show televisivo Paradise Lost. Mentre l’universo DC di Gunn ha trovato il suo Superman in David Corenswet e Supergirl in Milly Alcock, ci sono ancora diversi eroi iconici rimasti da scegliere per il franchise. Uno dei ruoli ancora mancanti nel prossimo riavvio è Wonder Woman, personaggio che verrà riformulato nell’universo DC dopo la conclusione della sequenza temporale del film DCEU nel 2023.

Mentre il film Superman di James Gunn è ora in produzione, i fan del DC Universe sono già ansiosi di scoprire chi interpreterà l’iconica amazzone. Nonostante fosse impegnato a girare il suo nuovo film, a Gunn è stato chiesto su Threads se una recente voce sul casting di Wonder Woman fosse vera o no.

Quando Matthew Simmons gli ha chiesto se Elizabeth Debicki sarebbe stata scelta per interpretare Wonder Woman, Gunn ha semplicemente dichiarato: “Proviene da un sito che sta inventando un sacco di cose (adoro lavorare con Elizabeth ma non ho mai nemmeno pensato a questo).” Debicki non è estranea al genere dei cinecomic, poiché è apparsa in Guardiani della Galassia Vol. 2 e in Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo di Ayesha.

Dato che Gal Gadot ha ufficialmente finito con Wonder Woman e non la interpreterà nel nuovo franchise di Gunn, si pone la domanda su quale sia effettivamente lo status di Diana nell’universo DC. Quando i DC Studios hanno annunciato i loro numerosi film e programmi TV sull’Universo DC nel gennaio 2023, non era previsto in quella lista iniziale un film da solista dedicato a Wonder Woman. Resta da vedere se un film su Wonder Woman possa essere messo in cantiere o meno più avanti nel corso del capitolo 1, “Gods and Monsters“, poiché ci sono ancora progetti non annunciati, secondo Gunn e Peter Safran.

Dato lo status iconico di Wonder Woman, è lecito ritenere che Diana sarà vista prima o poi nell’Universo DC. Sarebbe scioccante se non avesse il suo film entro i primi cinque anni dal lancio dell’Universo DC. Ma per ora, il tempo dirà quali piani l’Universo DC ha in serbo per Wonder Woman e se apparirà in Paradise Lost mentre viene reinventata per il grande schermo.

The Bad Guy: annunciata la seconda stagione della serie Prime Video

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Prime Video ha annunciato oggi il rinnovo per una seconda stagione della serie Original italiana The Bad Guy con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi, a cui si unirà per questa nuova stagione anche Stefano Accorsi. Con loro nel cast anche Selene Caramazza, Giulia Maenza e Antonio Catania. Le riprese della seconda stagione si sono svolte nel Lazio, in Emilia Romagna e in Sicilia.

La prima stagione di The Bad Guy, acclamata da pubblico e critica, ha raccontato l’incredibile storia di Nino Scotellaro (Lo Cascio), integerrimo pubblico ministero siciliano che, dopo la condanna per mafia, decide di mettere a segno un machiavellico piano di vendetta, diventando il “bad guy” in cui è stato ingiustamente trasformato. Questa seconda stagione torna come un ponte tra passato e futuro, tra i fantasmi di rimpianti e rimorsi e il desiderio di una nuova, irraggiungibile vita, in un racconto che unisce il crime con la dark comedy.

Diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, creata da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, e scritta da Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, la seconda stagione di The Bad Guy è prodotta da Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri di Indigo Film in coproduzione con Amazon MGM Studios, in associazione con il distributore internazionale FIFTH SEASON e in collaborazione con Rai Cinema, che per la prima volta trasmetterà una serie originale Prime Video sulla televisione lineare. La seconda stagione di The Bad Guy debutterà in Italia su Prime Video nel 2025, e successivamente sarà trasmessa da Rai che manderà in onda anche la prima stagione in chiaro. Le vendite internazionali nel resto del mondo, sia della prima che della seconda stagione, saranno gestite da FIFTH SEASON.

_StefanoAccorsi_TheBadGuy2_foto di Andrea Miconi

“La seconda stagione di The Bad Guy ricomincia dal punto esatto in cui abbiamo lasciato i nostri protagonisti. E li segue nella loro lenta discesa in quella voragine in cui Bene e Male, Buoni e Cattivi si mescolano tra loro al punto da apparire indistinguibili. Il sapore giocoso e ironico della prima stagione persiste, ma nel lavoro di scrittura fatto assieme abbiamo deciso di virarlo gradualmente su una tonalità più intimista, emotiva e tragica. Se ci trovassimo davanti alla partitura di una Messa da Requiem, The Bad Guy sarebbe il Lacrimosa”, hanno raccontato Giuseppe G.Stasi e Giancarlo Fontana.

“Siamo felicissimi di riportare al pubblico The Bad Guy, e di vedere che direzione prenderà questo geniale intreccio nella seconda stagione”, ha commentato Nicole Morganti, head of Originals, Italy & Southern Europe, Prime Video. “Questa serie offre un racconto innovativo e accattivante, un cast straordinario – che anche in questa stagione riserverà altre bellissime sorprese – un team creativo e produttivo di grandissimi talenti, e un entusiasmante approccio che sperimenta con i generi rivoluzionandoli.”

“Siamo sempre alla ricerca di modi nuovi per sperimentare con il nostro approccio alla distribuzione, e la collaborazione con Indigo Film, Rai Cinema e FIFTH SEASON segna un passo avanti nel nostro rapporto con l’industria italiana e con le produzioni del nostro paese. Non vediamo l’ora di condividere questa nuova stagione col nostro pubblico dopo l’entusiastica accoglienza che ha riservato all’innovativo stile narrativo della prima stagione”, ha affermato Marco Azzani, Country Managing Director di Prime Video Italia.

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_GiancarloFontana_GiuseppeGStasi_TBG2_foto di Andrea Miconi

“La seconda stagione di The Bad Guy rappresenta un’importante sfida produttiva anche per la responsabilità di essere all’altezza di una prima stagione che è stata così amata da pubblico e critica. Siamo entusiasti del lavoro creativo del nostro preziosissimo team di scrittura e dell’immaginario visivo che i registi stanno realizzando per rilanciare il racconto. Tutto lo sforzo produttivo mira a rendere possibile la visione degli autori per dare alla serie una fortissima e peculiare identità, che speriamo riesca a sorprendere, spiazzare e divertire gli spettatori così come succede ogni giorno a tutti coloro, talent, reparti tecnici e artistici, che ci stanno accompagnando in questo incredibile viaggio”, ha dichiarato Nicola Giuliano, Indigo Film.

Jennifer Ebell, EVP of EMEA Sales and Acquisitions di FIFTH SEASON, ha aggiunto: “The Bad Guy innova il genere “storie di mafia” con un concept fresco e originale in cui un protagonista fondamentalmente buono subisce una trasformazione per diventare un cattivo e trovare giustizia e vendetta. Questa serie complessa, avvincente e divertente offre un soggetto contemporaneo e un cast di prima classe, che ne fanno lo show italiano migliore che abbiamo visto negli ultimi anni. The Bad Guy è esattamente ciò che i buyers cercano in questo momento, e in questa nuova collaborazione strategica con Amazon, non vediamo l’ora di riportare questa serie di grande successo al pubblico internazionale.”

Dakota Johnson sul flop di Madame Web: “Il pubblico sarà sempre in grado di fiutare le str*nzate”

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Dakota Johnson ha condiviso i suoi pensieri brutalmente onesti sulla realizzazione di Madame Web e sulla sua accoglienza negativa da parte di stampa e pubblico. Mentre l’universo cinematografico Marvel si sta sviluppando bene intorno allo Spider-Man di Tom Holland, l’universo Spider-Man di Sony ha realizzato a oggi una serie di film deludenti.

Parlando con Bustle, Dakota Johnson ha rivelato che probabilmente non realizzerà mai più un film come Madame Web. L’attrice ha parlato della sua esperienza nel realizzare il film e ha rivelato la conclusione a cui è arrivata dopo l’intero processo, dicendo: “Non ho senso in quel mondo. E ora lo so”. Le parole di Johnson – e l’accoglienza negativa del film – rendono impossibile quindi la realizzazione di Madame Web 2, e l’attrice sembra d’accordo, poiché ha rivelato di comprendere le critiche che il film ha dovuto affrontare.

“È stata sicuramente un’esperienza per me realizzare quel film. Non avevo mai fatto niente del genere prima. Probabilmente non farò mai più niente del genere perché non ho senso in quel mondo. E adesso lo so. Ma a volte in questo settore, firmi per qualcosa, e pensi sia un determinato tipo di progetto e poi, mentre lo realizzi, diventa una cosa completamente diversa, e dici: “Aspetta, cosa?” è stata una vera esperienza di apprendimento, e ovviamente non è bello far parte di qualcosa che è stato ridotto a brandelli, ma non posso dire di non capire.”

Dakota Johnson ha detto che è stato brutto far parte di un film che è stato “fatto a pezzi”, come nel caso di Madame Web. Durante l’intervista, l’attrice ha spiegato ulteriormente perché il film ha avuto un’accoglienza così negativa. Alla domanda se fosse infastidita dalle recensioni negative, Johnson ha rivelato di non essere sorpresa dal fatto che l’accoglienza di Madame Web sia stata negativa.

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L’attrice ha poi spiegato più nel dettaglio: “Le decisioni vengono prese da comitati [nei grandi film], e l’arte non funziona bene quando viene decisa da comitati”. La posizione di Johnson sull’argomento è che il pubblico è abbastanza intelligente da rendersi conto quando gli viene venduto qualcosa che non corrisponde alla promozione e che i dirigenti non credono che il pubblico se ne accorga. Ciò si collega in modo interessante al marketing di Madame Web che ha anticipato le quattro eroine simili a Spider-Man solo per vederle brevemente nel film.

“È così difficile realizzare dei film, e in questi grandi film che vengono realizzati – e sta cominciando a succedere anche con i più piccoli, ed è questo che mi fa davvero impazzire – le decisioni vengono prese da comitati, e l’arte non funziona bene quando è fatta dal comitato. I film sono realizzati da un regista e da un team di artisti che lo circondano. Non puoi creare arte basandoti su numeri e algoritmi. Da molto tempo ho la sensazione che il pubblico sia estremamente intelligente e i dirigenti hanno iniziato a credere che non lo siano. Il pubblico sarà sempre in grado di fiutare le stronzate.”

Outlander: Tobias Menzies svela se tornerà per la stagione finale

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Buone notizie per Jamie e Claire Fraser, cattive notizie per la fervente fan base di Outlander. Tobias Menzies non riprenderà i suoi ruoli di Frank o Jonathan “Black Jack” Randall prima che la serie Starz concluda la sua ottava e ultima stagione, ha detto l’attore in esclusiva a TVLine.

Cosa posso dire?” Menzies rifletté, ridacchiando (e inavvertitamente alimentando le nostre speranze… poco prima di deluderle). “Sarebbe fantastico. [Ma] no, non mi vedrai”.

La notizia non è un grande shock, dato che sia Frank – il marito di Claire ai suoi tempi – sia il suo sadico antenato Black Jack – che ha tormentato i Fraser in vari modi per anni – sono entrambi morti nella storia.

[SPOILER DEL LIBRO IN AVANTI] Tuttavia, grazie ai capricci del viaggio nel tempo, Black Jack appare brevemente in Written in My Own Heart’s Blood , il nono capitolo della serie di romanzi di Diana Gabaldon su cui è basato lo spettacolo. E ci sono sempre flashback, sogni e visioni… anche se sembra che nessuno di questi sia nelle carte di Black Jack o del suo molto più mite discendente del 20° secolo.

Outlander ha concluso la prima metà della sua settima stagione nell’agosto 2023. Starz non ha ancora annunciato quando Outlander tornerà per la stagione 7B. All’inizio del 2023, la rete via cavo ha fatto sapere ai fan che il dramma storico si concluderà con una stagione 8 di 10 episodi. Inoltre, Starz ha ordinato una serie prequel, Outlander: Blood of My Blood, che racconterà le storie dei genitori di Jamie e Claire.

Outlander terminerà con l’ottava stagione

Prima della premiere della settima stagione, Outlander è già stato rinnovato per la sua ottava e ultima stagione. Starz ha anche ordinato una serie per il prequel di Outlander intitolato Outlander: Blood of My Blood, che esplorerà la storia d’amore dei genitori di Jamie, Brian Fraser ed Ellen Mackenzie.

Basato sulla serie di romanzi bestseller di Diana Gabaldon, Outlander inizia quando un’infermiera militare del 20° secolo nel 1945 si ritrova trasportata indietro nel tempo fino al 1743, dove incontra e si innamora del guerriero delle Highland Jamie Fraser. Nel cast Caitriona Balfe, Sam Heughan, Sophie Skelton, Richard Rankin, Maria Doyle Kennedy, Duncan Lacroix, David Berry, César Domboy, Lauren Lyle, Colin McFarlane, Caitlin O’Ryan e altri.

Outlander è prodotto da Ronald D. Moore, Maril Davis, Matthew B. Roberts, Toni Graphia, Andy Harries e Jim Kohlberg. È prodotto da Tall Ship Productions, Left Bank Pictures e Story Mining & Supply Co., in associazione con Sony Pictures Television.

Daniel Day-Lewis ha chiuso con la recitazione. Critica aspramente gli streamer

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Sembra che la decisione di Daniel Day-Lewis di ritirarsi dalla recitazione sia irrevocabile e che non tornerà davanti alla macchina da presa, almeno secondo Jim Sheridan, suo amico e regista che lo ha diretto in tre film: Il mio piede sinistro nel 1989 che valse a Daniel Day-Lewis il suo primo premio Oscar, Nel nome del padre per il quale è stato nominato del 1993 e The Boxer del 1997.

“Dice che ha chiuso. Continuo a parlare con lui”, ha detto Sheridan a ScreenDaily (via Variety) sull’argomento della pensione di Daniel Day-Lewis. “Mi piacerebbe fare di nuovo qualcosa con lui. È come tutti gli altri. Apre gli streamer e ci sono settemila scelte, nessuna buona. Il film è stato spostato dal dominio pubblico a quello privato: se hai un telecomando, puoi fermarlo. Non è la stessa esperienza. Sarebbe bello vedere Daniel tornare e fare qualcosa perché è così bravo.”

Daniel Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro dalla recitazione nel giugno 2017, diversi mesi prima dell’uscita di Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson. Quel film, che valse a Day-Lewis un’altra nomination all’Oscar come miglior attore, è stato quindi il suo ultimo film. “Daniel Day-Lewis non lavorerà più come attore”, disse all’epoca il portavoce dell’attore in una nota. “È immensamente grato a tutti i suoi collaboratori e al pubblico nel corso di questi anni. Questa è una decisione privata e né lui né i suoi rappresentanti faranno ulteriori commenti sull’argomento. “

Riflettendo più tardi sulla sua decisione in un’intervista con la rivista W, Day-Lewis ha detto che “prima di realizzare [Il filo nascosto], non sapevo che avrei smesso di recitare”. Parte del motivo per cui Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro in una dichiarazione pubblica era che avrebbe avuto più difficoltà a uscirne. Voleva “tracciare una linea” nella sabbia e fare piani concreti per eliminare gradualmente Hollywood dalla sua vita.

“Sapevo che era insolito rilasciare una dichiarazione”, ha detto Day-Lewis. “Ma volevo tracciare una linea. Non volevo essere risucchiato in un altro progetto. Per tutta la vita ho parlato di come avrei dovuto smettere di recitare, e non so perché questa volta fosse diverso, ma l’impulso di smettere ha messo radici in me e quella è diventata una compulsione. Era qualcosa che dovevo fare.”

Day-Lewis ha recentemente partecipato ai premi del National Board of Review e si è riunito con Martin Scorsese, che lo ha diretto in Gangs of New York, l’uscita pubblica ha alimentato le voci su un possibile ritorno dell’attore, anticipando una futura collaborazione tra loro.

Daniel Day-Lewis ha vinto tre premio Oscar come migliore attore protagonista. Il primo per Il mio piede sinistro, il secondo ne Il petroliere di Paul Thomas Anderson e il terzo per Lincoln, di Steven Spielberg.

Young Sheldon: CBS ordina lo spin-off su Georgie e Mandy

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Young Sheldon: CBS ordina lo spin-off su Georgie e Mandy

È ufficiale: la CBS ha ordinato una serie per uno spin-off di Young Sheldon incentrato su Georgie e Mandy.

La serie ancora senza titolo – scritta dai co-creatori di Young Sheldon Chuck Lorre e Steven Molaro, e dal veterano di TBBT (e attuale showrunner di Sheldon) Steve Holland – seguirà le vicessitudini dei personaggi preferito dai fan interpretati Montana Jordan ed Emily Osmentmentre crescono la loro giovane famiglia in Texas mentre affrontano le sfide dell’età adulta, della genitorialità e del matrimonio“, secondo il logline ufficiale.

Come riportato per la prima volta da TVLine, la settima stagione di Young Sheldon presenterà il matrimonio di Georgie e Mandy.

È stato un privilegio trascorrere gli ultimi sette anni con Sheldon e la famiglia Cooper e ora questo meraviglioso viaggio continuerà con Georgie e Mandy“, ha dichiarato martedì in una dichiarazione il presidente della CBS Entertainment Amy Reisenbach. “Chuck ed entrambi gli Steve hanno fatto un lavoro magistrale sviluppando questi personaggi e intrattenendo generazioni di fan con storie commoventi e riconoscibili portate in vita da Montana ed Emily. Attendiamo con impazienza il prossimo capitolo di questo amato universo”.

Lorre, Molaro e Holland hanno aggiunto: “Da The Big Bang Theory a Young Sheldon, il mondo della famiglia Cooper è stato incredibilmente speciale per noi. Siamo molto entusiasti di continuare le loro storie attraverso gli occhi di Georgie e Mandy”.

A differenza di Young Sheldon, che si è concentrato su un formato a telecamera singola, lo spin-off di Georgie e Mandy tornerà alla multi-camera e girerà di fronte a un pubblico in studio dal vivo, proprio come The Big Bang TheoryIl conteggio degli episodi e la data di uscita per la prima stagione non sono ancora stati confermati, ma la serie sarà presentata in anteprima durante la stagione televisiva 2024-25.

Supponendo che la narrazione di Young Sheldon mantenga un ritmo costante, Sheldon compirà 14 anni nella settima stagione – l’età in cui, secondo la  cronologia precedentemente stabilita di Big Bang, il futuro vincitore del Premio Nobel si trasferisce da Medford, Texas, a Pasadena, California, per iniziare i suoi studi universitari presso il California Institute of Technology.

Nello stesso anno, Georgie si sposa per la prima volta e il patriarca della famiglia George incontra il suo creatore, preparando Young Sheldon per un addio agrodolce non diverso dal classico dei primi anni ’90 The Wonder Years. Ma il tempo dirà se lo spin-off rimarrà fedele al canone. Come Holland  aveva precedentemente avvertito TVLine, “solo perché [è successo qualcosa durante  il Big Bang ] non significa che sia una storia che [il nostro narratore] deve raccontare”.

Superman: Nicholas Hoult, cresciuto con Smalville, si è allenato per Lex

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Chi pensava che Lex Luthor fosse solo un supercriminale dalla mente acuta si sbaglia: il Lex di Nicholas Hoult che vedremo in Superman di James Gunn ha avuto bisogno di allenarsi. Almeno è questo quello che l’attore ha raccontato a Michael Rosenbaum durante un’ospitata al podcast “Inside of You”.

Hoult ha spiegato che ha preso a modello un passaggio di All-Star Superman, in cui Lex Luthor parla del suo corpo e dei suoi muscoli per dire se sono o meno frutto del lavoro e del sudore e sembra che l’attore abbia preso sul serio quella parte. Inoltre, come abbiamo già visto, si è anche rasato la testa.

Tuttavia non è stato questo il momento migliore dell’incontro con Michael Rosenbaum. Hoult ha infatti confessato al collega e grande amico di James Gunn che il suo Lex di Smalville è stato il primo che lui abbia mai conosciuto. “Sono cresciuto con Smallville, avevo 11 o 12 anni” ha spiegato Nicholas Hoult. “Era una serie che amavo, è stata la prima con cui ho conosciuto la storia di Superman e Lex.” Per poi dilungarsi in una serie di complimenti per l’interpretazione di Luthor offerta da Rosenbaum nella serie al fianco di Tom Welling.

Cosa sappiamo sul nuovo Superman?

Superman avrà come protagonisti anche Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.

Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.

Non sappiamo ancora con esattezza come questi altri supereroi si inseriranno nella storia, ma James Gunn ha precedentemente rivelato che la doppia vita di Superman