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Superman: le prime foto “fake” dal set, che fanno infuriare James Gunn

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In occasione del compleanno dell’Uomo d’Acciaio, James Gunn ha condiviso  un primo sguardo ufficiale al logo “S” che David Corenswet indosserà nei panni dell’iconico eroe DC Comics in Superman: Legacy, che come sappiamo si chiamerà solo Superman, e la reazione di Internet non si è fatta attendere.

Un paio di presunte foto del set che ritraggono David Corenswet in costume completo hanno fatto il giro del web. Sebbene a un’occhiata (molto) rapida possano sembrare autentiche, è difficile credere che chiunque abbia dato un’occhiata più approfondita si sia lasciato ingannare da questi scatti.

Tuttavia, le immagini sono state spacciate per vere e sono state riprese da alcuni siti. James Gunn ha risposto prontamente a un fan che ha chiesto se si trattasse di foto reali del set su Threads.

Le riprese sono attualmente in corso, ma l’insider Daniel Richtman ritiene che si stiano svolgendo in Norvegia (il che avrebbe senso visto l’emblema del petto innevato) e che si sposteranno ad Atlanta più avanti nel mese di marzo.

Cosa sappiamo sul nuovo Superman?

Superman: Legacy che si intitolerà semplicemente Superman avrà come protagonisti anche Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.

Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.

Non sappiamo ancora con esattezza come questi altri supereroi si inseriranno nella storia, ma James Gunn ha precedentemente rivelato che la doppia vita di Superman, sia come Clark Kent che come Uomo d’Acciaio, sarà esplorata nel film, suggerendo che questi personaggi saranno i suoi “super amici“. Resta da vedere se faranno o meno parte di una vera e propria squadra.

Ghostbusters: Minaccia Glaciale, il trailer finale svela l’oscura minaccia per New York

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Il trailer finale di Ghostbusters: Minaccia glaciale è stato pubblicato e, sebbene la lunga serie di film sia nota per far ridere, sembra che anche questa volta ci regalerà anche qualche spavento. 

Nonostante duri solo un minuto, questa anteprima mostra il mostruoso Garraka, che sembra essere la minaccia più spaventosa mai creata dal franchise per New York. Anche con due squadre di Ghostbusters pronte a unirsi, è chiaro che avranno il loro bel da fare. 

Ghostbusters: Minaccia glaciale è scritto da Jason Reitman e Gil Kenan ed è basato sul film del 1984 di Ivan Reitman Ghostbusters, scritto da Dan Aykroyd e Harold Ramis. Nel cast oltre Paul Rudd (Ant-Man and the Wasp: Quantumania), Carrie Coon (Boston Strangler), Finn Wolfhard (Stranger Things), Mckenna Grace (Ghostbusters: Legacy) ci sono anche Kumail Nanjiani (Eternals), Patton Oswalt (Eternals), Celeste O’Connor (Ghostbusters: Legacy), Logan Kim (The Walking Dead: Dead City), Dan Aykroyd (Ghostbusters), Ernie Hudson (Ghostbusters) e Annie Potts (Ghostbusters).

Ghostbusters: Minaccia glaciale sarà solo al cinema dall’11 aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

La trama di Ghostbusters: Minaccia Glaciale

In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.

Superman: ecco chi interpreterà Perry White del Daily Planet

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Superman: ecco chi interpreterà Perry White del Daily Planet

James Gunn ha scelto il suo Perry White per il suo film su Superman. THR informa che Wendell Pierce (Jack Ryan, Suits) è stato scelto per interpretare il capo di Clark Kent al Daily Planet. Pierce eredita il personaggio da Lawrence Fishburne che era stata l’ultima incarnazione di White in ordine di tempo. Le riprese del film sono cominciate il 29 febbraio 2024, giorno che per tradizione è il compleanno di Superman.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult, Wendell Pierce e Nathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Doc – Nelle tue mani 3: recensione degli episodi 13 e 14 del medical drama

Penultimo appuntamento con Doc – Nelle tue mani 3 che continua a tenere il pubblico di Rai1 col fiato sospeso. In questi due nuovi episodi sembra che la scossa del terremoto abbia smosso tutto pure gli sceneggiatori che hanno di nuovo colpito nel segno. Nel finale del quattordicesimo episodio infatti prima ci saluta, per sempr,  un personaggio secondario e uno dei principali scopre che il male, che in passato aveva combattuto, purtroppo è tornato.

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 13

Il tredicesimo intitolato “Legami” mostra proprio quelli familiari di Lin con i suoi genitori e con sua sorella minore Yu, che viene ricoverata al Policlinico Ambrosiano. All’inizio il team medico e Doc, Luca Argentero, pensano ad un’infezione sessuale o a un’insufficienza epatica, ma all’improvviso la ragazza ha un’ischemia celebrale. Il padre di Lin, ancora arrabbiato con la figlia medico, vuole spostare Yu in una clinica privata.

Per fortuna a risolvere il caso ci arriva da sola Lin che riesce, anche grazie la sua conoscenza all’endometriosi della sorellina, a scoprire che la causa di tutto è l’aver smesso di prendere la pillola, motivo che poi ha ineschiato l’iniziale emorragia all’addome. Alla fine la specializzanda riesce anche a ricucire il rapporto con sua madre e il suo severo padre, ovviamente sempre supportata dal collega e amico Federico, l’attore Giacomo Giorgio.

In questo episodio non c’è solo spazio per i drammi della famiglia Wang, ma anche per quelli della coppia Giulia e Doc. La colpa è di Andrea, che non riesce a trovare un minuto per la dottoressa Giordano, Matilde Gioli, perchè i suoi pazienti e il reparto di medicina sono la priorità assoluta. Fanti non riesce neanche a rivedere per un cena sua figlia Carolina, interpretata sempre da Beatrice Grannò vera e proprio guest star tornata dopo il successo con The White Lotus. Giulia intanto, spronata anche da Doc, pubblica la sua ricerca e decide di partecipare al concorso per diventare primario a Roma.

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 14

La settima serata si conclude con “Vivere” in cui la morte, la “stronza” come viene chiamata da sempre da Doc, è la vera protagonista della trama. Elisabetta viene ricoverata, ormai in fin di vita a causa della sua malattia rara che si è aggravata all’improvviso ma la giovane madre è solo preoccupata del futuro di Pietro. Il dottore Cesconi ovviamente farà di tutto per aiutare la sua paziente, addirittura si offre come tutore visto che ormai ha confidenza con il ragazzino di 12 anni.

In conclusione Elisabetta muore ma non da sola, anzi nel momento più tragico, viene svelata l’identità del padre di Pietro, cioè Samuele, il fratello dello stesso Damiano Cesconi. Il ragazzino quindi perde la madre ma ritrova un papà mai conosciuto e scopre un amico che in realtà è suo zio. Nelle stesse ore nel reparto Riccardo, Pierpaolo Spollon, deve affrontare le sue paure visto che viene preso in cura Giorgio, il padre della sua compianta Alba, che riesce a salvare. Il tutor degli specializzandi, indeciso sul suo futuro, alla fine decide di rimanere definitivamente per lavorare in Medicina Interna.

L’episodio quindi si conclude con Giulia e Andrea che decidono di lasciarsi perchè tra loro non funziona, ma ammettono entrambi che non riusciranno mai a fare a meno l’uno dell’altra. Riccardo scopre il segreto di Martina, cioè che la collega non si è mai laureata in Medicina e Agnese, Sara Lazzaro, dopo una visita di controllo scopre che il tumore è tornato. Questa è la miccia che fa scattare nella donna di svelare tutto al ex marito ed è pronta a raccontagli tutto. La penultima puntata di Doc – Nelle tue mani 3 finisce proprio qui proprio, sul più bello, lasciando la rivelazione nel finale di questa terza stagione.

Doc – Nelle tue mani 3 con il fiato in sospeso fino all’ultimo

Doc – Nelle tue mani con il tredicesimo e quattordicesimo continua a tenere il livello della scorsa settimana puntando su una morte, quella di Elisabetta, e con una nuova ultima scioccante rivelazione. Ancora una volta per la parte meno drammatica, la fanno da padrona Federico e Lin, una coppia di fatto ma peccato che ne loro e ne i sceneggiatori, forse, non l’hanno ancora capito. Per concludere ora non ci resta che aspettare giovedì prossimo con gli ultimi episodi di Doc – Nelle tue mani 3.

Dune: dal cast alle location, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dopo oltre due anni di attesa, Dune – Parte due (qui la nostra recensione) è finalmente arrivato in sala. Denis Villeneuve riporta così sul grande schermo il pianeta sabbioso dove si svolgono gli eventi che vedono contrapposti gli Atreides, gli Harkonnen e i Fremen, insieme ad altre numerose forze in gioco per il controllo non solo della preziosa spezia ma anche dell’intero universo conosciuto. Il film porta dunque avanti quanto introdotto nel 2021 con Dune (qui la recensione), che grazie al suo passaggio televisivo in vista dell’uscita del nuovo capitolo può essere utile rivedere per essere pronti alla visione del suo sequel.

Sia Dune che Dune – Parte due, come noto, adattano per il grande schermo il primo romanzo del Ciclo di Dune, scritto da Frank Herbert e considerato tra i capisaldi della letteratura di fantascienza. Un’opera ambiziosissima, maestosa, nel quale confluiscono non solo tutti i principali canoni del genere fantascientifico ma anche tematiche capaci di risultare ancora oggi attuali, come lo sfruttamento dei popoli e delle risorse naturali, il fanatismo religioso e le guerre portate avanti in nome di un credo ritenuto superiore. Il primo film, in particolare, è la trasposizione della Prima Parte del romanzo, intitolata Il pianeta delle dune.

Definita come la saga cinematografica di fantascienza più importante di quest’epoca, Dune è senza dubbio un film che nessun appassionato di cinema dovrebbe lasciarsi sfuggire, dove logiche da blockbuster e intenti autoriali si fondono per dar vita ad un risultato stupefacente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast, alle location e ad altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dune 2021 cast

La trama di Dune

In un lontano futuro, controllato da un impero interstellare, nel quale vige una sorta di feudalesimo e ogni feudo è governato da una casa nobiliare, il giovane Paul, rampollo della casata degli Atreides, si trasferisce con la sua famiglia sull’inospitale pianeta Arrakis, noto come Dune, insieme al padre, il Duca Leto, alla madre Lady Jessica e alcuni consiglieri. Qui gli Atreides hanno il compito di gestire il pianeta e la sua risorsa più preziosa, la Spezia, che permette a chi la possiede di acquisire capacità sovrumane. Proprio per il controllo di questa si scatenerà ben presto una guerra, che vedrà contrapposti agli Atreides gli Harkonnen. Il giovane Paul, ignaro del suo destino, si ritroverà così al centro di questo scontro, nel corso del quale entrerà in contatto con alcune profezie sul suo futuro.

Il cast di attori di Dune

Ad interpretare Paul Atreides vi è l’attore Timothée Chalamet, mentre Rebecca Ferguson è sua madre Lady Jessica. Il duca Leto Atreides, invece, è interpretato da Oscar Isaac. Alleati della casata degli Atreides sono poi il guerriero Gurney Halleck, interpretato da Josh Brolin, il maestro di spada Duncan Idaho, interpretato da Jason Momoa e il mentat Thufir Hawat, interpretato da Stephen McKinley Henderson. Il nemico giurato di Leto, il Barone Vladimir Harkonnen, è invece interpretato da Stellan Skarsgård, mentre suo nipote Glossu “Bestia” Rabban Harkonnen è interpretato da Dave Bautista. Vi sono poi l’attrice Charlotte Rampling nel ruolo della reverenda madre Gaius Helen Mohiam, Javier Bardem in quelli del fremen Stilgar e Zendaya nel ruolo della fremen Chani.

Quanti Oscar ha vinto Dune?

Ai premi Oscar del 2022 Dune ha ricevuto ben 10 nomination: Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale, Migliori costumi, Miglior trucco e acconciatura, Migliore fotografia, Migliori effetti speciali, Miglior colonna sonora (Hans Zimmer), Miglior sonoro, Miglior scenografia e Miglior montaggio. Ha poi vinto in queste ultime sei categorie, affermandosi dunque come il film più premiato di quell’edizione degli Oscar e riconfermandosi dunque come dotato di grandi eccellenze per quanto riguarda questi reparti, che hanno lavorato ottenendo il massimo e donando di conseguenza al film un aspetto unico e impeccabile.

Dune location

Dove sono state girate le scene di Dune?

Le riprese del film si sono inizialmente svolte negli Origo Film Studios di Budapest per poi proseguire in Giordania. Le scene ambientate sul pianeta Caladan, terra natìa di Paul, sono state girate nella penisola di Stad, in Norvegia, mentre per le desertiche riprese del pianeta Arrakis sono stati utilizzati l’oasi di Liwāʾ e la valle nota come Wadi Rum, negli Emirati Arabi Uniti. Villeneuve, infatti, ci teneva a girare in ambienti reali, così che tanto gli attori quanto gli spettatori potessero avere la sensazione di un luogo concreto e non ricostruito artificialmente. Le scene con le formazioni rocciose che i Fremen usano come rifugi per il calore sono state invece girate nel deserto di Rub’ al Khali ad Abu Dhabi.

Il trailer di Dune e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Dune grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

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The Last of Us – Seconda stagione: nuove aggiunte al cast

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The Last of Us – Seconda stagione: nuove aggiunte al cast

Il cast della seconda stagione di The Last of Us si arricchisce di quattro nuovi membri. Danny Ramirez (Top Gun: Maverick, The Falcon and the Winter Soldier), Ariela Barer (“Come far saltare in aria un oleodotto”, “Runaways”), Tati Gabrielle (“You”, “Le terrificanti avventure di Sabrina” ) e Spencer Lord (“Riverdale”, “Family Law”) si sono tutti uniti alla seconda stagione della serie di successo della HBO.

Ramirez interpreterà Manny, descritto come “un soldato leale il cui sguardo solare smentisce il dolore di vecchie ferite e la paura di deludere i suoi amici quando hanno più bisogno di lui”. Barer interpreterà Mel, che si dice sia “un giovane medico il cui impegno nel salvare vite umane è messo alla prova dalla realtà della guerra e del tribalismo”.

Gabrielle è stata scelta per il ruolo di Nora, “un medico militare che lotta per venire a patti con i peccati del suo passato”. E Lord apparirà nei panni di Owen, “un’anima gentile intrappolata nel corpo di un guerriero, condannato a combattere un nemico che rifiuta di odiare”.

La serie tv The Last of Us

La prima stagione di The Last of Us ha presentato Joel come un padre amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi. Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui significava una seconda possibilità per essere un PADRE.

La seconda stagione di The Last of Us si baserà sul secondo gioco della serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina. Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione, The Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto fedele. Jesse, ex fidanzato di Dina, non sarà a suo agio con l’idea che Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di stare lontani dagli infetti e dai membri della Firefly in cerca di risposte. Pedro Pascal e Bella Ramsey riprenderanno poi i loro ruoli di Joel e Ellie.

Drive Away Dolls: secondo trailer e poster del film di Ethan Coen

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Universal Pictures International Italy ha diffuso il secondo trailer e il poster di Drive-Away Dolls, l’originale commedia on the road prodotta da Working Title e diretta da Ethan Coen, che l’ha scritta e prodotta insieme alla moglie Tricia Cooke e che debutta qui da solista per il suo primo film di finzione senza il fratello Joel.

Drive-Away Dolls arriverà nelle sale italiane dal 7 marzo esclusivamente in edizione originale sottotitolata, e a una settimana dal debutto in Italia ne diffondiamo una divertente clip che vede protagonista la prudente e riservata Marian (interpretata dalla brillante Geraldine Viswanathan).

Drive-Away Dolls il poster

Scritto da Ethan Coen e Tricia Cooke, questa commedia segue Jamie, una ragazza dallo spirito libero che si dispera per l’ennesima rottura con la sua fidanzata, e la sua timida amica Marian che ha un disperato bisogno di lasciarsi andare. In cerca di un nuovo inizio, le due si avventurano in un viaggio improvvisato verso Tallahassee, ma le cose precipitano rapidamente quando incrociano un gruppo di inetti criminali durante il tragitto. Diretto da Ethan Coen.

Rush: la storia vera dietro al film con Chris Hemsworth

Rush: la storia vera dietro al film con Chris Hemsworth

Il mondo dello sport è ricco di grandi rivalità e alcune delle più entusiasmanti si ritrovano nell’ambiente della Formula 1. Se in tempi recenti si annoverano quelle tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel o ancora tra Hamilton e Max Verstappen, una delle prime grandi rivalità ad aver suscitato grande interesse è stata quella tra Niki Lauda e James Hunt. Le loro sfide, passate alla storia, sono poi state raccontate nel film del 2013 Rush (qui la recensione), diretto da Ron Howard. Il regista di film come Apollo 13, A Beautiful Mind o di Cindarella Man, si è dunque qui concentrato sul dar vita ad un nuovo biopic dove però a farla da padrone è l’adrenalina e la voglia di superare ogni limite.

Il film naturalmente generò un certo interesse in quanto venne reso noto che avrebbe riproposto anche il celebre e terribile incidente subito da Lauda nel 1976. Per girarlo, però, Howard non ha utilizzato le riprese televisive del vero incidente, ma ha ricreato la scena nel vecchio circuito del Nürburgring, che non coincide con l’attuale configurazione del circuito tedesco per le gare di Formula 1 ma è tuttavia ancora esistente e utilizzata per vari eventi e prove private, così da aver permesso alla produzione di girare nell’esatto punto dell’incidente di Lauda. Questo dettaglio dà un assaggio di quanto si sia cercato di ricostruire fedelmente la vicenda qui narrata, facendo attenzione ad ogni dettaglio.

A distanza di circa un decennio, Rush è ancora oggi considerato uno dei migliori film sulle corse automobilistiche, sottovalutato nel corso della stagione dei premi di quell’anno ma capace di lasciare accese e forti emozioni nell’animo dello spettatore, specialmente se fan di questa disciplina. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rush cast

La trama e il cast di Rush

Ambientato nella metà degli anni Settanta, il film racconta della grande rivalità sportiva tra l’affascinante playboy inglese James Hunt e il suo metodico e brillante avversario, il pilota austriaco Niki Lauda. Il film segue i loro stili personali nettamente diversi dentro e fuori la pista, i loro amori, la loro devozione alle auto e alla sorprendente stagione del 1976 in cui entrambi i piloti si dimostrarono disposti a rischiare tutto per diventare campioni del mondo in uno sport senza margine di errore. Gara dopo gara, la rivalità tra di loro non farà dunque che aumentare, portandoli a correre rischi che avrebbero poi avuto conseguenze indelebili sulla loro vita.

Ad interpretare James Hunt vi è l’attore Chris Hemsworth, il quale per assumere questo ruolo ha perso ben 14 chili, messi su ricoprire il ruolo del protagonista in Thor (2011). L’attore, tuttavia, ha dichiarato che prima di questo film non sapesse chi fosse Hunt. Nel ruolo di Niki Lauda vi è invece l’attore Daniel Brühl. Per assumere il ruolo, questi portò delle applicazioni dentali così da mimare il morso aperto del vero Lauda e visse per un mese a Vienna così da acquisire un accento austriaco. Brühl divenne poi grande amico di Lauda, il quale lodò molto l’interpretazione che l’attore ha dato di lui. Accanto a loro si ritrovano poi gli attori Olivia Wilde, Christian McKay, Pierfrancesco Favino, Natalie Dormer e Alexandra Maria Lara.

La vera storia dietro Rush

Quella narrata in Rush è la storica rivalita svoltasi tra il 1974 e il 1976 tra i piloti di Formula 1 Niki Lauda e James Hunt. Bastò infatti un biennio per dar vita ad alcune delle più memorabili sfide di questo sport, ricordate ancora oggi come tra le più entusiasmanti di sempre. Il primo incontro tra Hunt e Lauda avviene il 17 maggio 1970 all’Österreichring di Zeltweg, in Austria, in una gara di Formula 3. Già in quell’occasione emersero le forti differenze — sia caratteriali che agonistiche — tra i due corridori, che li caratterizzeranno poi per il resto della loro carriera e contribuiranno al formarsi della loro rivalità.

Lauda è freddo e riservato, rifugge dalle distrazioni esterne per dedicarsi in maniera scrupolosa alla sua professione, a tal punto da guadagnarsi il soprannome di “pilota computer”. La sua condotta in gara risulta poco appassionante e divertente agli occhi del pubblico, ma al contempo è estremamente efficace. L’estroverso Hunt, soprannominato Hunt the Shunt (ovvero “Hunt lo schianto”) si caratterizza invece per uno stile di guida al limite dello spericolato. Discontinuo nei risultati egli è spesso distratto dai suoi vizi. La sfida tra di loro inizia a farsi accesa quando dalla stagione 1974 entrano rispettivamente alla Ferrari e alla Hesketh.

Rush storia vera

Con quest’ultima Hunt ottiene il suo primo successo, ma al termine del campionato è tuttavia Lauda ad aggiudicarsi il titolo di campione, con 5 vittorie. Nel 1976, Hunt passa però alla McLaren e sarà proprio quella la stagione dove la rivalità tra i due raggiunge i massimi livelli. Nei primi periodi di questa, Lauda è in testa con 4 vittorie e 3 podi, mentre Hunt vanta solo un podio. All’ottavo appuntamento stagione, però, matura la sua prima vera vittoria (un precedente primo posto gli era stato annullato per irregolarità nell’autovettura). Lauda guadagna poi una quinta vittoria, ma è la gara del 1º agosto 1976 al Nürburgring Nordschleife a cambiare drasticamente le sorti di quella stagione.

In quell’occasione Lauda rimane vittima di un grave incidente che rischia di costargli la vita, e di cui porterà per sempre le cicatrici sul volto. Nelle fasi iniziali della gara il pilota austriaco, dopo una sbandata causata da alcune chiazze d’umido e dalla non ottimale temperatura delle gomme, impatta contro una roccia a bordo pista e rimane intrappolato per lunghi minuti nell’abitacolo della sua 312 T2 in fiamme, venendo poi faticosamente estratto dalle lamiere. Lauda è costretto a prendersi un periodo di pausa per rimettersi da quell’incidente e durante questo Hunt recupera lo svantaggio che c’era tra di loro.

Intenzionato a non rimanere fuori dai giochi, Lauda accorcia però i tempi di recupero e torna in pista cercando di mantenere il distacco nei punti da Hunt. L’esito del campionato di stabilisce poi all’ultimo Gran Premio, quello del Giappone, doove però per via di un temporale Lauda preferirà ritirarsi, consentendo così ad Hunt di vincere, sorpassarlo nel punteggio e vincere il suo primo titolo da campione. Nonostante i due continueranno poi a competere anche nelle stagioni successive, è qui che si interrompe la loro rivalità. Hunt si ritirerà poi nel 1979, morendo nel 1993 per un attacco cardiaco. Lauda si ritirerà poi nel 1985, continuando a svolgere ruoli dirigenziali fino al 2019, anno della sua morte.

Il trailer di Rush e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Rush grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video, Rai Play e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Cuori ribelli: trama, cast e curiosità sul film con Tom Cruise e Nicole Kidman

Nel corso della sua carriera il premio Oscar Ron Howard si è cimentato nella regia di film di genere continuamente diverso. Dalla commedia fantasy Splash – Una sirena a Manhattan al dramma spaziale Apollo 13, dal biografico A Beautiful Mind al thriller Il codice Da Vinci, dal western The Missing al fantascientifico Solo: A Star Wars Story. Nella sua filmografia si possono però ritrovare anche film di genere sentimentale, tra cui spicca in particolare Cuori ribelli, da lui ideato insieme a Bob Dolman e girato nel 1992. Tra dramma, avventura ed emozioni, è certamente uno dei titoli meno citati ma più affascinanti del regista.

Il film intreccia una vicenda reale come quella dell’immigrazione irlandese negli Stati Uniti con il racconto di due giovani alla ricerca del loro futuro e dell’amore. Lo scenario è quello dell’America di fine Ottocento, il che permette a Cuori ribelli di presentare anche alcuni elementi del genere western, raccontando però la fine di quell’era e l’inizio dello sviluppo industriale Novecentesco. Oltre a ciò, il film di Howard si caratterizza anche per essere stato il primo film girato in formato Panavision Super 70 e il primo in pellicola 70mm dopo oltre un decennio che tale formato non era più stato utilizzato.

Presentato anche fuori concorso al Festival di Cannes, Cuori ribelli si è affermato come un buon successo di critica e pubblico, incassando globalmente circa 140 milioni di dollari a fronte di un budget di 60. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Cuori ribelli

Ambientato verso la fine dell’800, il film racconta la storia di due giovani irlandesi, Joseph Donnelly e Shannon Christie, i quali decidono di migrare in America in cerca di fortuna. Joseph e Shannon si conoscono nella loro terra, l’Irlanda, in un momento di grande precarietà. La famiglia Donnelly, in grave difficoltà economica, non riesce infatti più a pagare l’affitto della casa in cui vive e il proprietario dell’abitazione decide brutalmente di bruciare l’immobile. Joseph, accecato dall’ira per quanto accaduto, è intenzionato ad uccidere l’uomo, ma desiste dopo aver conosciuto la figlia di lui, la temeraria Shannon. La ragazza, in forte conflitto con la sua famiglia, desidera scappare in America intenzionata a tagliare ogni legame con i suoi cari. Joseph esaudirà il suo desiderio, fuggendo insieme a lei.

Dopo un lungo e faticoso viaggio in nave, i due ragazzi giungono finalmente in America, ma si trovano subito ad affrontare i primi grandi problemi. Fortunatamente, ad aiutarli ad ambientarsi nella nuova terra, interviene Kelly, leader della comunità di immigrati irlandesi, che riesce a trovare a Joseph e Shannon un piccolo alloggio di fortuna. Per non destare scandalo, i due giovani immigrati sono costretti a fingere di essere fratello e sorella anche se in realtà tra loro è scoppiata una forte e reciproca attrazione fisica da entrambi nascosta. Ma nonostante la solidarietà dei compatrioti, la vita nel nuovo mondo si rivelerà più dura del previsto e i due giovani irlandesi, profondamente innamorati, si troveranno ad affrontare insieme varie disavventure.

Cuori ribelli cast

Cuori ribelli: il cast del film

Ad interpretare i due protagonisti del film vi sono gli attori Tom Cruise e Nicole Kidman. I due si erano già incontrati sul set di Giorni di tuono, film del 1990, durante il quale si sono innamorati arrivando poi a sposarsi. In Cuori ribelli i due erano dunque già una coppia consolidata e nota nel mondo di Hollywood, e proprio per questo film ricevettero la nomination agli MTV Movie Awards come miglior coppia (perdendo però contro Mel Gibson e Danny Glover di Arma Letale 3). Per quanto riguarda le difficoltà incontrate sul set, per entrambi la principale è stata quella di misurarsi con l’accento irlandese. In particolare, però, fu Cruise a ricevere le principali critiche a riguardo.

In molti giudicarono infatti il suo accento irlandese quantomai ridicolo e in Irlanda il film è involontariamente divenuto un cult comico proprio questo particolare. Accanto a loro nel film si ritrovano gli attori Robert Prosky nei panni di Daniel Christie e Barbara Babcock in quelli di Nora Christie, i due genitori di Shannon. Colm Meaney, noto per aver interpretato il personaggio di Miles O’Brien nel franchise di Star Trek, è invece Kelly. L’attore Thomas Gibson interpreta invece Stephen Chase, il caposquadra di Daniel e principale responsabile per l’incendio di casa Donnelly. Nel film compare anche Cyril Cusack, celebre attore irlandese apparso in oltre 90 film, nei panni di Danty Duff.

Cuori ribelli scena finale

Come finisce Cuori ribelli? Ecco la descrizione della scena finale

Nel finale del film, dopo che Joseph e Shannon non sono riusciti a trovare fortuna ma anzi hanno in più occasioni rischiato la vita, lui si allontana affinché lei possa avere una vita migliore. Tuttavia, ripensando alle parole del padre, decide di sfidare il proprio destino e partecipare alla Corsa alla terra dell’Oklahoma, per rivendicare il suo diritto sulla terra. Qui ritrova Shannon e il suo promesso sposo Stephen. Il giorno della corsa, Joseph riesce infine a prevalere ed è pronto a piantare la sua bandiera mentre Shannon si precipita al suo fianco respingendo definitivamente Stephen. Tuttavia questi approfitta di un attimo di distrazione e si avventa su Joseph, i due iniziano a lottare e Joseph viene schiacciato dal peso del cavallo.

In quel momento, tutto sembra finito. Lo spirito di Joseph si allontana dal suo corpo e “sorvola” la terra sotto di lui, vedendo però la disperazione di Shannon. Lo spirito riesce allora a rientra nel corpo di Joseph, che riprende dunque conoscenza. Insieme, i due innamorati piantano la bandiera per prendersi la terra e poter vivere finalmente lì in pace. Si tratta dunque di un finale piuttosto particolare, che sembra quasi sfociare nel fantastico con la manifestazione dello spirito di Joseph, ma che offre in fin dei conti un lieto fine al racconto dei due protagonisti.

Il trailer di Cuori ribelli e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Cuori ribelli è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Spiegazione di ogni sogno e visione di Paul Atreides in Dune – Parte due

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I poteri di Paul Atreides crescono notevolmente in Dune – Parte due (recensione),  e la sua capacità di vedere i futuri possibili lo porta ad avere diversi sogni e visioni. Paul è stato addestrato da sua madre, Lady Jessica, fin da piccolo a sviluppare le capacità dei Bene Gesserit, e Dune ha mostrato come la presenza di spezie su Arrakis aumenti la probabilità che queste visioni si manifestino. In Dune – Parte Due, che segue Paul mentre si integra pienamente nella cultura Fremen del pianeta desertico, la sua esposizione alla spezia e l’assunzione dell’Acqua della Vita per diventare Lisan al Gaib ne provocano altre, sempre partendo da quelle da lui avute in Dune del 2021.

Le visioni e i sogni di Paul (Timothée Chalamet) sono una parte fondamentale del modo in cui il regista Denis Villeneuve costruisce il finale di Dune – Parte Due. Anche se ci sono diversi scorci di futuri possibili che si susseguono nel corso del film, la maggior parte di essi sono collegati al destino di Paul e alla natura inevitabile della sua ascesa. Tuttavia, alcune di queste visioni hanno un significato più ambiguo, mentre altre sono piuttosto chiare su ciò che accadrà. Paul arriva a comprendere meglio il significato dei suoi sogni e delle sue visioni man mano che il suo potere cresce, e la capacità di dare un senso alla sua preveggenza fornisce ulteriori spunti per Dune – Parte Due e oltre.

Paul sogna il funerale di suo padre in Dune – Parte Due

Dune Leto Atreides

Il primo dei sogni di Paul in Dune – Parte Due avviene quando vede quello che sembra essere il funerale di suo padre, il Duca Leto Atreides. Il personaggio di Oscar Isaac è morto in Dune dopo un tradimento da parte del Dr. Yueh e un tentativo di assassinare il Barone Harkonnen. Il sogno di Paul mostra il ritratto del Duca Leto incorniciato e seduto sul fianco di una montagna di Arrakis. Le persone circondano il ritratto e piangono la sua perdita inchinandosi davanti ad esso.

Un funerale per il Duca Leto non è presente in Dune – Parte Due al di là di questo sogno, il che significa che questo è probabilmente un suo desiderio a seguito dela scomparsa del padre. A causa del modo in cui è morto e della conquista di Arrakis da parte degli Harkonnen, non c’è però stata l’opportunità di rendere omaggio al leader della Casa Atreides. Paul, naturalmente non dimentica certo suo padre anche se non c’è un funerale. Le parole e la saggezza di Leto rimangono con lui per tutto il film, compreso il fatto che Paul dice: “Padre, ho trovato la mia strada” e si toglie l’anello Atreides quando viene accettato dai Fremen.

Paul ha una visione di ciò che accadrebbe se andasse a Sud

Dune - Parte Due spiegazione finale
Copyright: © 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

La più importante delle visioni di Paul in Dune – Parte Due si verifica all’inizio del film, quando egli vede quello che potrebbe accadere se decidesse di recarsi verso il Sud di Arrakis. Viene mostrato mentre segue una figura non identificata attraverso i deserti di Arrakis e che passa accanto a molti cadaveri. La visione avverte Paul di ciò che accadrà a lui e all’universo se deciderà di andare a Sud. Questa azione scatenerà infatti una guerra in tutta la galassia che provocherà la morte di miliardi di persone, rendendolo responsabile del genocidio di cui è testimone.

La visione di questo possibile futuro ossessiona Paul per il resto di Dune – Parte Due, anche se il motivo per cui ciò dovrebbe avvenire gli rimane ancora sconosciuto. Questo fa sì che Paul si opponga ripetutamente all’idea di essere il Lisan al Gaib e fa tutto ciò che gli viene in mente per evitare di andare a Sud. Non vuole avere tutta questa morte tra le mani, e per questo si ribella per cercare di evitare questo risultato. Alla fine, però, non serve a nulla e si trova comunque costretto a recarsi dove non vorrebbe.

Paul ha una visione di Lady Jessica che lo conduce a Sud

Lady Jessica Dune - Parte Due
Copyright: © 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Le visioni originali di Paul che viaggiava verso Arrakis sud non identificavano direttamente chi fosse la figura femminile misteriosa e come fosse responsabile della morte che sarebbe arrivata. Questo lascia aperta la possibilità che uno qualsiasi dei personaggi femminili di spicco di Dune – Parte Due – Chani, Jessica, Irulan o Alia Atreides – sia la risposta alla sua visione. Fortunatamente per Paul, una visione più chiara di questo futuro arriva in seguito, permettendogli di vedere che è sua madre a condurlo a Sud. Questo sguardo al futuro fa capire a Paul che Jessica ha i suoi piani in corso.

Il ruolo di Jessica (Rebecca Ferguson) in Dune – Parte Due cambia quando diventa la Reverenda Madre dei Fremen, sostituendo la precedente Bene Gesserit al potere. Conoscendo le profezie della cultura e vedendo che molti credono già che Paul sia il loro messia, prende in mano la situazione per procurargli dei seguaci. Inizialmente, Jessica vuole far credere la gente del nord, ma le sue vere motivazioni sono quelle di andare a sud e far credere la parte più religiosa e fanatica del popolo Fremen. Una volta che Paul si reca a sud e si ricongiunge con sua madre, i frutti del suo lavoro sono evidenti: Paul sale al potere.

Paul sogna la morte di Chani in Dune – Parte Due

Dune - Parte Due Zendaya
Zendaya nel ruolo di Chani in una scena di Dune – Parte Due. Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Courtesy of Warner Bros. Pictures

Tutti i sogni e le visioni di Paul in Dune – Parte Due hanno effetti diversi su di lui, ma quello di Chani (Zendaya) lo colpisce particolarmente. Mentre dorme, sogna Chani in piedi sulla cima di una duna di sabbia, che domina il resto di Arrakis. In quel momento, una bomba esplode in lontananza, facendo correre Paul verso di lei. Una volta arrivato, trova Chani con ustioni sul viso, apparentemente dovute alle radiazioni della bomba atomica che è esplosa. La visone termina con la morte di Chani tra le braccia di Paul.

Chani non muore in Dune – Parte Due, lasciando diverse possibilità di lettura del significato di questo sogno. La prima è che si trattava di una manifestazione dei timori di Paul che Chani potesse morire a causa della guerra imminente. Con Paul che si preparava a usare le bombe atomiche per diventare imperatore e a iniziare una guerra, sarebbe stato comprensibile se avesse temuto che Chani fosse una vittima delle battaglie che stavano per avere luogo. C’è anche la possibilità che Denis Villeneuve abbia voluto usare questo sogno per prefigurare il destino di Chani in Dune – Parte Tre.

L’altra possibilità è che non si tratti di un sogno, ma di una visione più metaforica che letterale. Non tutte le visioni di Paul si avverano come lui le vede, come è evidente in tutto Dune. Forse questa visione in Dune – Parte Due vuole mostrare a Paul che perderà Chani se userà le bombe e percorrerà questa strada di guerra. Chani potrebbe non morire, ma alla fine del film lascia Paul. È possibile che questo sia ciò che la visione stava cercando di comunicare; solo che Paul l’ha presa più alla lettera per quanto riguarda la perdita di Chani.

Paul ha la visione di un dialogo con Jamis

Dune-Jamis-Pauls-vision

L’ultima visione di Paul che coinvolge Jamis arriva in un momento cruciale del suo percorso per diventare Lisan al Gaib, in quanto viene messo nella condizione di dover scegliere se intraprendere o meno questa strada. Paul vede il suo vecchio amico/nemico mentre cerca risposte su ciò che deve fare. Sente molte voci diverse, ma è Jamis che vede e gli dice che deve vedere il quadro completo – passato, presente e futuro – e bere l’Acqua della Vita.

Anche se Jamis è morto dopo la lotta con Paul in Dune, il suo ritorno attraverso una delle visioni è intrigante. I due si sono conosciuti solo brevemente nel primo film e Jamis era piuttosto aggressivo e ostile nei confronti di Paul e di sua madre. Tuttavia, le altre visioni di Paul sembravano mostrare Jamis come un amico intimo, tanto che Maud’Dib si fida ancora di lui. Dune – Parte Due raddoppia questo aspetto, facendo sì che Jamis sia la figura che Paul vede quando arriva il momento di prendere una decisione che modificherà la sua vita e l’intero universo.

Paul ha una visione sul futuro di Arrakis e Alia

Anya Taylor-Joy
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

La decisione di Paul di bere l’Acqua della Vita gli permette di accedere al futuro come mai prima d’ora, dandogli una visione cristallina del futuro di Arrakis. Vede le sabbie del pianeta familiare incontrarsi con mari d’acqua che ora sono tornati. Paul vede anche una versione adulta di sua sorella, la Alia Atreides di Anya Taylor-Joy, in piedi sulla sabbia. Lei dice a Paul “Ti amo” per concludere la visione.

Questa è una delle visioni più importanti di Paul in Dune – Parte Due, poiché è il raro caso in cui vede un potenziale “bene” che arriverà nel suo futuro. Il ritorno dei mari ad Arrakis è il risultato diretto del fatto che Paul diventa Lisan al Gaib e Imperatore. Questa è la prova che ha realizzato la speranza di riportare acqua e giardini sul pianeta desolato. Nel frattempo, la visione di una versione futura di Alia gli mostra un membro della famiglia che non ha ancora incontrato ma a cui un giorno si avvicinerà molto.

Paul ha una visione del suo combattimento con Feyd-Rautha

Dune - Parte Due Timothée Chalamet Austin Butler
Timothée Chalamet e Austin Butler in una scena di Dune – Parte Due. © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

La più breve delle visioni di Paul in Dune – Parte Due si presenta come una premonizione del suo combattimento con Feyd-Rautha Harkonnen (Austin Butler). Egli vede uno scorcio dell’imminente duello, con il filmato che mostra solo una persona che pugnala un’altra persona nelle viscere con un coltello. In quel momento, non è chiaro se sia Paul a essere pugnalato o se stia sferrando un colpo mortale a un avversario. È solo quando si svolge il combattimento tra Paul e Feyd-Rautha che la visione acquista un senso, poiché insegna a Paul come battere suo cugino.

Paul ha una visione che conferma che Jessica è una Harkonnen in Dune – Parte Due

Dune - Parte Due Bene Gessirit
Copyright: © 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Una rivelazione importante arriva verso la fine di Dune – Parte Due, quando viene mostrata un’altra visione di Paul. Questa inizia con le immagini di un neonato. Poi mostra il Barone Harkonnen che incontra il bambino, indicando che è lui il padre. Il significato della visione non è nascosto, poiché Paul parla sopra la scena mentre parla con sua madre. In questo modo Dune – Parte Due conferma che Jessica è la figlia del Barone Harkonnen, un fatto che lei stessa non sapeva fino a quando non ha bevuto l’Acqua della Vita.

Il colpo di scena che collega Jessica alla stirpe degli Harkonnen è un altro tassello del piano delle Bene Gesserit per produrre il Kwisatz Haderach. Questo non solo significa che le Bene Gesserit avevano pianificato la mescolanza delle linee di sangue Atreides e Harkonnen, ma rende anche Paul il nipote del Barone Harkonnen. È attraverso questa visione che Paul apprende di far parte di due potenti casate, oltre che delle Bene Gesserit. Questi fatti, uniti al fatto che Paul diventa Lisan al Gaib, Imperatore e parte della Casa Corrino, mostrano quanto sia potente quando Dune – Parte Due si conclude.

Alia Atreides: spiegazione e futuro del personaggio visto in Dune – Parte due

Una delle sorprese maggiori offerte da Dune – Parte due (qui la nostra recensione) è la presenza dell’attrice Anya Taylor-Joy nel ruolo di Alia Atreides, cosa che getta le basi per una sua maggior presenza in un eventuale film successivo. Sebbene non sia uno dei personaggi principali di Dune – Parte due – in quanto concretamente non ancora nata e presente da adulta solo in una delle visioni di Paul – la presenza di Alia si avverte lungo tutto il film sia come voce guida che come anticipazione di ciò che sarà. Essendo inoltre una figura importante all’interno dei romanzi di Frank Herbert, il personaggio potrebbe dunque facilmente diventare un punto fermo del franchise, se verranno prodotti altri film che adattano i successivi libri. Nell’attesa di ciò, scopriamo qualcosa in più su tale personaggio.

Anya Taylo-Joy e il ruolo di Alia Atreides in Dune – Parte due

Dune - Parte Due Bene Gessirit
Rebecca Ferguson nel ruolo di Lady Jessica. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Concepita durante gli eventi di Duneil film del 2021, Lady Jessica, porta dunque in grembo Alia per tutta la durata di questo sequel. L’esposizione della donna all’Acqua della Vita permette poi ad Alia di acquisire la capacità di parlare telepaticamente con la madre. Le due possono così discutere di Paul e della profezia che lo vuole Messia, con Jessica che cita poi proprio il punto di vista e le opinioni di Alia durante le discussioni con il figlio sul suo destino. È la stessa Taylor-Joy a dare voce alla nascitura durante le conversazioni con Lady Jessica. Data l’importanza del personaggio per il mito di Dune nel suo complesso, ha senso che il personaggio sia stato ora introdotto, anche se con notevoli differenze a quanto avviene nel romanzo.

In esso, infatti, Alia è già una bambina di due anni, nata nel periodo che intercorre tra la Prima parte (Il pianeta delle dune) e la Seconda (Muad’dib), ma nonostante ciò presenta già la capacità di ragionamento di un adulto. È poi proprio lei ad uccidere il Barone Harkonnen e non Paul, come mostrato invece nel film. Si parla dunque di un personaggio molto importante, ma che appunto nel film viene solamente evocato, come a rimandare di un po’ il suo ruolo all’interno del racconto, permettendo ora di concentrarsi su altri aspetti. Alia viene poi silenziosamente presentata con una funzione diversa, che funge in un certo senso da inquietante premonizione alla crescita di Paul nel film.

Alia Atreides anticipa scenari spaventosi

Dune - Parte Due Kwisatz Haderach
© 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

In Dune – Parte due, infatti, Paul Atreides fa di tutto per evitare di abbracciare la profezia Fremen del Muad’Dib. Questo è in gran parte dovuto alle visioni che lo perseguitano riguardanti un futuro in cui una guerra guidata dagli Atreides devasta la galassia e lascia miliardi di morti. In queste visioni, Paul vede una figura che cammina nel deserto, ignorando le persone che muoiono di fame intorno a loro. Gradualmente, la visione si fa più chiara, suggerendo che il personaggio che Paul vede non è, come credeva, sé stesso. Quando finalmente accetta il suo destino e beve l’acqua della vita, Paul riceve una visione più vivida della figura.

Questa si rivela essere proprio Alia, che finalmente parla brevemente con Paul di come ora possa vedere il passato e il futuro della loro Casa. La scena, che vede finalmente l’attrice Anya Taylor-Joy assumere concretamente il ruolo di un’Alia ormai adulta, rivela il loro legame familiare con il Barone Vladimir Harkonnen e anticipa sostanzialmente il futuro di Arrakis. Anya Taylor-Joy appare sullo schermo come Alia solo per pochi istanti, ma anticipa una grande quantità di conflitti interni e un potenziale pericolo per Paul e per il resto della galassia in generale. Se gli adattamenti cinematografici del franchise di Dune continueranno, Alia avrà dunque un ruolo molto più importante in futuro.

Alia Atreides e il suo futuro in Dune

Dune: Prophecy

 

Alia, come già accennato, ha infatti un ruolo di crescente rilevanza nel Ciclo di Dune di Frank Herbert e diventa un personaggio più centrale nel romanzo successivo al primo, Dune: Messiah. Alia trascorre gran parte di quest’ultima storia cercando di aiutare il fratello a sradicare una cospirazione contro la famiglia Atreides. Il ruolo di Alia in un eventuale terzo film di Dune si concentrerebbe probabilmente su questi elementi, oltre che sul suo eventuale posto all’interno dell’impero galattico, configurandosi dunque come un’importante alleata per Paul. Quando poi Paul si ritira nel deserto, diventa lei la reggente dell’Impero, portando a termine le punizioni contro i cospiratori.

Tuttavia, la storia di Alia è anche molto più complessa. Quando sua madre Lady Jessica viene scelta per diventare la Reverenda Madre, conosce perfettamente gli effetti che l’Acqua della Vita grezza avrà sulla figlia che porta in grembo, ma a questo punto non può rifiutare la cerimonia. Il risultato è la creazione di qualcosa che le superiori di Jessica nella sorellanza Bene Gesserit hanno a lungo temuto e che chiamano Abominazione: un bambino nato con la piena consapevolezza e conoscenza delle sue memorie ancestrali. In seguito, Alia verrà posseduta dalla personalità del nonno materno, il sanguinario Barone Vladimir Harkonnen.

In I figli di Dune (1976), Alia diventa dunque progressivamente più subdola e assetata di potere, man mano che soccombe all’Abominio. Cadendo sotto l’influenza del personaggio del suo defunto nonno, Alia abusa dei suoi poteri di reggente e diventa una tiranna spietata. Permette al Barone di accedere ai suoi sensi in cambio del suo aiuto nel combattere le altre personalità all’interno di lei. Nelle future trasposizioni, dunque, Alia potrebbe presentarsi quale antagonista, anche se non necessariamente quello che è il suo percorso all’interno di romanzi potrebbe venire adattato in tutto e per tutto. Di certo, però, si presta ad essere uno dei personaggi più importanti del futuro del franchise.

Lena Dunham: il cast della sua serie Netflix è stato annunciato

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Lena Dunham: il cast della sua serie Netflix è stato annunciato

La serie comedy Netflix di Lena Dunham Too Much ha completato il suo cast con una formazione davvero impressionante. Oltre ai protagonisti della serie precedentemente annunciati Megan Stalter e Will Sharpe ci saranno: Richard E. Grant (“Saltburn”), Stephen Fry (“The Dropout”), Janicza Bravo (“Sharp Stick”), Michael Zegen (“The Marvelous Mrs. Maisel ”), Rhea Perlman (“Cheers”), Rita Wilson (“Insonne a Seattle”), Leo Reich (“Leo Reich: letteralmente chi se ne frega?!”), Adele Exarchopoulos (“Passages”), Adwoa Aboah (“Top Boy “), Daisy Bevan (“L’alienista”), Dean-Charles Chapman (“1917”), Kaori Momoi (“Il tetto più luminoso dell’universo”) e Prasanna Puwanarajah (“The Crown”). È stato inoltre confermato che Emily Ratajkowski apparirà nella serie.

Too Much segue Jessica (Stalter), descritta come “una maniaca del lavoro di New York sulla trentina che si sta riprendendo da una relazione interrotta che pensava sarebbe durata per sempre e che si sta lentamente isolando da tutti quelli che conosce. Quando ogni isolato di New York racconta la storia del suo cattivo comportamento, l’unica soluzione è accettare un lavoro a Londra, dove progetta di vivere una vita di solitudine come una sorella Brontë. Ma quando incontra Felix (Sharpe) – che somiglia più a Spike che a Will di Notting Hill – scopre che il loro insolito legame è impossibile da ignorare, anche se crea più problemi di quanti ne risolve. Ora devono chiedersi: gli americani e gli inglesi parlano davvero la stessa lingua?”

Lena Dunham scriverà e dirigerà Too Much, con la musica originale di Luis Felber, suo marito. Dunham e Felber sono produttori esecutivi insieme a Tim Bevan, Eric Fellner, Michael P. Cohen, Surian Fletcher-Jones e Bruce Eric Kaplan, con Camilla Bray come produttrice.

Coyote Vs. Acme: Will Forte condivide il suo pensiero sulla cancellazione

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Will Forte, tra gli attori in carne e ossa di Coyote vs. Acme, film cancellato dalla distribuzione Warner Bros, ha pubblica una lettera toccante sui social media condividendo i suoi sentimenti riguardo al film cancellato.

Diretto da Dave Green, Coyote vs. Acme è finito all’attenzione della cronaca dopo la sua cancellazione da parte della Warner Bros. Il film da 70 milioni di dollari, che vedeva protagonista anche John Cena e doveva essere un mix di live-action e animazione, è stato completato nel 2022, ma la sua uscita è stata cancellata nel novembre 2023.

In una lunga lettera pubblicata su X, ex Twitter, Forte parla della cancellazione di Coyote vs. Acme a seguito di una proiezione privata del film andata malissimo. Leggi i suoi sentiti commenti qui sotto:

L’attore condivide la sua esperienza di visione del film ed esprime gratitudine al cast e alla troupe per il loro duro lavoro, congratulandosi con la squadra per aver realizzato un film che è “super divertente in tutto, visivamente sbalorditivo, dolce, sincero ed emotivamente risonante”. L’attore sembra inoltre confermare il destino del film ed esprime “confusione e frustrazione” nei confronti della decisione della Warner Bros. di non distribuirlo. Rivolgendosi direttamente al cast e alla troupe, scrive: “Ne sareste così orgogliosi”.

Coyote vs. Acme è il terzo film che la Warner Bros. Discovery ha accantonato dopo Batgirl e Scoob! Holiday Haunt nel 2022. Le cancellazioni fanno parte di uno sforzo più ampio da parte di Zaslav e dell’azienda per tagliare i costi e ridurre il debito dopo un periodo di spese esuberanti sotto la precedente leadership. La saga di Coyote vs. Acme è aggravata dal fatto che il film è, secondo quanto riferito, abbastanza buono, ed è probabile che alcuni registi e attori ci penseranno due volte prima di lavorare con la Warner Bros. in futuro.

The Crow: David Ayer si sente chiamato in causa dall’associazione del look di Bill Skarsgård a quello di Joker

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Lo svelamento del loook di Bill Skarsgård in The Crow ha generato parecchi commenti in rete, e dopo che anche Alex Projas ha esternato il suo disappunto in merito a questo look decisamente diverso da quello di Brandon Lee nel film del 1994, interviene nella conversazione anche David Ayer.

Il regista di Suicide Squad si è sentito chiamato in causa dal momento che il look scelto per Eric Draven di Skarsgård è decisamente simile a quello che lui stesso aveva messo a punto per la sua versione del Joker di Jared Leto.

David Ayer si è rivolto a X per unirsi al discorso con un tweet composto solo da un’emoji con l’occhio alzato. La somiglianza non sfugge al regista americano, il cui lavoro più recente include il thriller del 2024 diretto da Jason Statham The Beekeper.

https://twitter.com/DavidAyerMovies/status/1762926559554306445?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1762926559554306445%7Ctwgr%5E19e41d90bad7a99bce66f6246b1f075392c38163%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fthe-crow-reboot-suicide-squad-joker-comparison-david-ayer%2F

Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore e Ghost in the Shell, firma la regia del film che, come detto, sarà un nuovo adattamento della graphic novel gotica e non un remake del film del 1993 divenuto tristemente famoso per essere stato l’ultimo di Brandon Lee, morto tragicamente proprio durante le riprese.

Molti ritengono che quel film diretto da Alex Proyas abbia svolto un lavoro perfetto di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook. The Crow sarà interpretato anche da Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la sceneggiatura.

The Crow uscirà il 7 giugno di quest’anno negli USA. La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a posto le cose sbagliate“.

Nuova Scena: lunedì 4 marzo la finale solo su Netflix

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Nuova Scena: lunedì 4 marzo la finale solo su Netflix

Il rap show Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia è giunto al gran finale! ELMATADORMC7, JELECROIS e KID LOST si contenderanno il titolo e il premio di 100.000 euro nell’ultimo episodio della competizione musicale del mondo rap, che sarà disponibile eccezionalmente da lunedì 4 marzo alle ore 21.00 solo su Netflix e che vedrà Nitro come special guest.

I tre finalisti sono riusciti a convincere i giudici Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain, superando  le prove degli episodi precedenti che hanno visto la partecipazione di star del rap come Guè, Madame, Marracash, Noyz Narcos, Ernia, Fred De Palma, Ketama126, Lazza, Lele Blade, Nayt, Nitro, Rocco Hunt, Squarta e Yung Snapp e della regista videomaker Martina Pastori.

Nella finale ELMATADORMC7, JELECROIS e KID LOST si sfideranno presentando il proprio brano originale – che sarà poi disponibile su Spotify dalle 0.01 di martedì 5 marzo – realizzato in collaborazione con i più importanti producer della scena italiana: Dat Boi Dee & Poison, Sixpm, Marz & Zef.

Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia, prodotto da Fremantle Italia, scritto da Dino Clemente, Matteo Lenardon, Paola Papa, Antonio Vicaretti e da Chiara Guerra, Vincenzo Majorana, Marina Pagliari, per la regia di  Alessio Muzi, arriva nel nostro Paese dopo il successo riscosso negli USA e in Francia, rappresentando il primo adattamento italiano di un format originale Netflix.

Starlex Productions vince il Filming Italy Improving Talent Award con Non io

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In occasione della nona edizione del Filming Italy – Los Angeles, festival creato e diretto da Tiziana Rocca che si è concluso ieri giovedì 29 febbraio a Los Angeles, la casa di produzione Starlex Productions con il cortometraggio “Non io” – con la regia di Benedetta Pontellini e la sceneggiatura di Claudia Gatti –  si è aggiudicata il premio Filming Italy Improving Talent Award.

Vincitore del Ciak D’Oro per il Miglior cortometraggio nel 2020, “Non io” con protagonisti Monica Guerritore, Pietro de Silva, Giorgia Gatti e con la voce di Lina Wertmüller è una storia nata durante la pandemia, girata nella sua prima versione con uno smartphone e poi successivamente rielaborata e arricchita. In un periodo storico in cui il contatto fisico e il raggiungimento delle persone care erano tra i temi più delicati, il cortometraggio è il racconto di una storia d’amore, in cui la vita cerca di andare avanti mentre il tempo scorre intorno, con le difficoltà per incontrarsi e il tempo che sembra durare un attimo.

Tra gli obiettivi del festival Filming Italy – Los Angeles c’è quello di incoraggiare la crescita del talento per garantire il futuro del ricambio creativo e produttivo e il premio Filming Italy Improving Talent Award è destinato a realtà emergenti della creatività e della produzione italiana, con particolare focus ai cortometraggi.

Con questo cortometraggio scritto e diretto da donne, Starlex Productions – realtà indipendente tutta al femminile – si aggiudica questo premio, segno della creatività, originalità e affiatamento del team di lavoro.

La sceneggiatrice Claudia Gatti e la regista Benedetta Pontellini sono le fondatrici di Starlex Productions, che dopo un lungo lavoro nel mondo degli spettacoli teatrali dal vivo, da qualche anno realizza film e serie tv, tra cui “Tutte insieme all’abbazia”, commedia prossimamente in uscita.

Starlex Productions

Fondata nel 2009 da Benedetta Pontellini e Claudia Gatti, Starlex Productions è una casa di produzione attiva nell’ambito cinematografico e teatrale. Nella stagione 2016/17 ha festeggiato la cifra record di 202 mila spettatori in tutta Italia grazie a spettacoli di successo come “La Più meglio Gioventù” con Francesco Montanari e “Serata D’Onore” con Michele Placido. A oggi la società conta oltre 80 spettacoli dal vivo, documentari, spot, corti, Pubblicità Progresso, Master per le arti e il premio Migliore Produzione Emergente alla Mostra del Cinema dello Stretto 2010. Nel 2020 ha prodotto il “3+1 giorni per innamorarsi”, una commedia romantica con la partecipazione straordinaria di Maurizio Costanzo e Maria Grazia Cucinotta e con Lina Sastri, Myriam Catania, Marco Bonini e Pietro De Silva.  Sempre nello stesso anno ha prodotto “Non io”, un corto sull’esistenzialismo con protagonisti Monica Guerritore, Pietro de Silva e con la voce di Lina Wertmuller, che ha vinto il Ciak D’Oro per il Miglior cortometraggio nel 2020.

Il fotografo del duce, al via le riprese del film prodotto da Luce Cinecittà

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Sono iniziate negli Studi di Cinecittà le riprese de Il fotografo del duce, il nuovo film di Tony Saccucci, prodotto e distribuito da Luce Cinecittà. Saccucci torna sul set, dopo il caso mediatico del suo debutto ‘Il pugile del duce’, e il successivo ‘La prima donna’ premiato con il Nastro d’argento, con una nuova indagine di memoria storica e recupero di un personaggio straordinario. Protagonista de Il fotografo del duce è Adolfo Porry-Pastorel, fotografo, giornalista, padre dei fotoreporter italiani, progenitore dei ‘paparazzi’.

Classe 1888, pioniere di un nuovo linguaggio, geniale ideatore di trovate pubblicitarie, fondatore ad appena 20 anni dell’agenzia V.E.D.O. – Visioni Editoriali Diffuse Ovunque, capace di trovarsi con la sua macchina fotografica al posto giusto nel momento giusto prima dei concorrenti, autore di clamorosi scoop, negli anni ’10 Porry è già un numero uno della fotografia di cronaca e attualità. Tra le due guerre riesce a passare grazie al suo talento e ubiquità per ‘il fotografo di Mussolini’, e contemporaneamente per un fastidioso scrutatore del regime (celeberrimo lo scambio di battute tra i due: ‘Sempre il solito fotografo’ – ‘Sempre il solito Presidente del Consiglio’). Ha accesso alle stanze più intime del capo del regime ed è attenzionato dalla censura fascista. Milioni di lettori grazie alle sue foto hanno la cronaca viva di grandi eventi storici e politici (primo tra tutti l’arresto di Mussolini del 1915, la Marcia su Roma, il ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti), del costume, del tempo libero, le nuove abitudini degli italiani.

Il film di Saccucci racconta, tra riprese originali e filmati di repertorio e fotografie dell’Archivio Luce – nell’anno che celebra il centenario della fondazione del Luce – un personaggio che è riuscito a raccontare il dietro le quinte del potere, la belle époque, il ventennio fascista e il dramma, vissuto personalmente, della seconda guerra mondiale. Un ‘occhio del secolo’ rapidissimo e unico.

‘Porry-Pastorel è un gigante della fotografia e un fiore all’occhiello del nostro Archivio’ – commenta Enrico Bufalini, Direttore Cinema e Documentaristica di Luce Cinecittà. ‘Proprio pochi anni fa durante la digitalizzazione del suo fondo è stato rinvenuto l’originale della celebre immagine dell’arresto di Mussolini del 1915, un ritrovamento che ha impreziosito il nostro patrimonio. Siamo fieri che un film interamente prodotto dal Luce, diretto da un autore di talento e passione storica come Saccucci, valorizzi questo grande artista e con lui l’Archivio Luce, che sa sempre sorprenderci con i suoi tesori’.

A interpretare Porry-Pastorel è Michele Eburnea (‘Il sol dell’avvenire’, ‘ ‘Esterno notte’), giovane talento segnalato di recente dai David di Donatello come David Rivelazione Italiana. Il fotografo del duce è una produzione e una distribuzione Luce Cinecittà.

Scritto dal regista Tony Saccucci con Vania Colasanti e Flaminia Padua. Il montaggio è affidato a Patrizia Penzo, la direzione della fotografia è di Filippo Genovese, le musiche originali di Alessandro Gwis e Riccardo Manzi. La produzione esecutiva è di Maura Cosenza. Le riprese si svolgono negli Studi di Cinecittà, il materiale di repertorio è dell’Archivio Luce Cinecittà.

Nastri d’Argento 2024, la rassegna al Cinema Barberini

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Nastri d’Argento 2024, la rassegna al Cinema Barberini

Due giorni dedicati ai documentari Nastri d’Argento 2024 al Cinema Barberini: lunedì 4 e martedì 5 marzo si svolgerà una rassegna dedicata ai documentari premiati dai Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI). Un’occasione unica per vedere o rivedere sul grande schermo una selezione di alcuni fra i più interessanti Documentari dell’anno vincitori e finalisti dei Nastri d’Argento, presentati in sala, con i giornalisti che li hanno scelti, anche dagli autori.

È un evento davvero speciale con il quale il Cinema Barberini, che ha recentemente ospitato la premiazione dei Nastri d’Argento Documentari 2024 con un ricco parterre di autori, registi e protagonisti e un’ampia rappresentanza dell’industria cinematografica,  si conferma uno spazio aperto anche al dibattito sui diversi formati dell’arte e sulla cultura dell’audiovisivo.

Anche quest’anno la selezione dei Documentari candidati e vincitori dei Nastri d’Argento ha incluso film che rivelano uno sguardo sul passato e  sulla nostra storia recente con il ‘Cinema del Reale’, ma anche un’attenzione speciale, nel mondo dello Spettacolo e nella Cultura, al cinema e ai protagonisti della musicanonché al patrimonio artistico del nostro paese cui è stata riservata una cinquina speciale.

Si parte lunedì 5 con Murcoraggiosa opera prima di Kasia Smutniak sul suo viaggio al confine fra Polonia e Biolerussia e con i due film di Mario Martone con cui ha vinto il Nastro dell’Anno: “Laggiù qualcuno mi ama”, emozionante tributo a Massimo Troisi, e “Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice” che celebra il fotografo napoletano. Nella stessa data verrano proiettati “Profondo Argento”, unico documentario sul cinema fra i finalistidedicato al maestro dell’horror e firmato da Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa e il docufilm “Enigma Rol” di Anselma Dell’Olio che esplora, attraverso testimonianze e ricostruzioni, la figura del sensitivo torinese così vicino a Fellini.

Si prosegue martedì 5 con le proiezioni di Io noi e Gaber”, con cui Riccardo Milani ha ripercorso la straordinaria parabola umana e artistica del grande Signor Ge di “Un altro domani” di Silvio Soldini e Cristina Mainardi che denuncia la violenza sulle donne, per una volta anche attraverso le voci degli uomini. La rassegna si chiude con “Roma Santa e dannata”, il documentario di Roberto D’Agostino, Marco Giusti e Daniele Ciprì,  sorprendente viaggio negli inferi, intimo e dissacrante, della città più iconica e amata del mondo.

Una collaborazione, quella con il Barberini, che riporta ancora una volta i Nastri d’Argento nel cinema che ha ospitato la 18.ma edizione del Premio nel lontano 1963, l’anno dei Nastri a Vittorio Gassman per Il sorpasso e a Gina Lollobrigida per Venere Imperiale, premiati con Rosi, Petri, Tonino Guerra e ancora Romolo Valli e François Truffaut per Jules e Jim, miglior film internazionale in una serata che si concluse con l’anteprima del Gattopardo.

Per tutte le informazioni: Cinema Barberini – P.za Barberini, 24/26 – Roma – Il programma

IL PROGRAMMA

LUNEDÌ 4 Marzo

Sala 3
ore  18:00
MUR di Kasia Smutniak (107’)

ore 20:15
LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA di Mario Martone (128’)

presenta il film il regista

Sala 7
ore 18:00
PROFONDO ARGENTO di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa (70’)
presenta il film il regista Giancarlo Rolandi

ore 19:30
UN RITRATTO IN MOVIMENTO. OMAGGIO A MIMMO JODICE di Mario Martone (52’)

ore 20:45
ENIGMA ROL di Anselma Dell’Olio (90’)

MARTEDÌ 5 Marzo

Sala 3
ore 18:30
IO NOI E GABER di Riccardo Milani (135’)
presentano il film il regista e i produttori

ore 21:00
ROMA SANTA E DANNATA di Roberto D’Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì (91’)
presentano il film gli autori

Sala 7
ore 18:00
UN ALTRO DOMANI di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi (109’)

Timothée Chalamet: 10 cose che forse non sai sull’attore

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Timothée Chalamet: 10 cose che forse non sai sull’attore

Timothée Chalamet è decisamente uno degli attori su cui puntare per il futuro del cinema. Il giovane interprete franco-statunitense, infatti, ha alle spalle una bella gavetta ed è poi riuscito a farsi conoscere in tutto il mondo grazie alla sua performance in Chiamami col tuo nome. Versatile, carismatico sempre attento a costruire il giusto background di ogni personaggio che deve interpretare, Chalamet è ormai una delle certezze del mondo della recitazione odierna.

Timothée Chalamet: i suoi film e gli Oscar

1. Ha recitato in celebri film. Tra i primi film a cui Chalamet ha preso parte vi sono Men, Women & Children (2014), Interstellar di Christopher Nolan. Ha poi recitato in Le verità sospese (2015), Natale all’improvviso (2015) e Miss Stevens (2016). Il 2017 è stato, invece l’anno della svolta per lui: ha infatti recitato in Hot Summer Nights, Hostiles – Ostili, Lady Bird e, soprattutto, Chiamami col tuo nome, con cui ottiene enorme popolarità. Da quel momento recita in Beautiful Boy (2018), Un giorno di pioggia a New York (2019), Il Re (2019), Piccole donne (2019) di Greta Gerwig, The French Dispatch (2021), Dune (2021), Don’t Look Up (2021), Bones and All (2022), Wonka (2023) e Dune – Parte due (2024). Prossimamente sarà Bob Dylan in A Complete Unknown.

2. È stato nominato come Miglior attore agli Oscar. Grazie a Chiamami col tuo nome, Chalamet ha avuto numerosi riconoscimenti: è infatti stato candidato ai Critics’ Choice Awards, al Golden Globe, Screen Actors Guild Awards, ai BAFTA e, infine, anche agli Oscar come Miglior attore protagonista. Pur non riportando vittorie, tali riconoscimenti gli hanno permesso di entrare ancor di più nei radar di Hollywood e a partire da quel momento è diventato uno degli attori più richiesti della sua generazione.

Timothée Chalamet in Chiamami col tuo nome

3. Ha imparato a parlare italiano per il film. Per assumere il ruolo di Elio nel film Chiamami col tuo nome, Timothée Chalamet ha imparato a parlare italiano ma anche a suonare i brani di pianoforte classico utilizzati nel film. Per calarsi ulteriormente nell’atmosfera del film, si è spesso concesso passeggiate in bicicletta per la città di Crema insieme al suo co-protagonista Armie Hammer, sviluppando dunque una forte amicizia, rivelatasi poi ideale alle riprese.

Chiamami col tuo nome cast

Timothée Chalamet in Interstellar

4. ha pianto per un’ora dopo aver visto il film. Nel 2014 Chalamet ha interpretato il figlio del personaggio di Matthew McConaughey in Interstellar. L’attore continua a ricordare questo film come un’esperienza bellissima, sia riguardo la realizzazione, e cioè per aver fatto parte di un cast stellare, sia per averlo visto (e per essersi visto) in IMAX. Proprio dopo aver rivisto il film, in realtà, l’attore ha rivalto di aver pianto per un’ora in quanto pensava che il suo ruolo fosse più ampio, avendolo immaginato in maniera diversa all’interno del contesto del racconto.

Timothée Chalamet in Dune

5. Ci teneva molto a recitare nel film Come rivelato da Chalamet, nel momento in cui ha saputo che il regista Denis Villeneuve stava per essere coinvolto nel remake del film, ha impostato il suo Google Alert per poter ricevere ogni notifica a riguardo ed essere coinvolto il prima possibile. Alla fine, Chalamet ha ottenuto il ruolo del protagonista Paul Atreides, per il quale era comunque stato indicato dal regista come uno degli interpreti già da subito presi in considerazione.

Dune - Parte Due differenze libro
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

6. Ha recitato alcune battute in mandarino. Nel primo film Paul Atreides e il dottor Yueh (interpretato da Chang Chen) hanno una conversazione sommessa in una lingua misteriosa, che è in realtà il cinese mandarino. Pochissime lingue della Terra antica sono menzionate o accennate nei romanzi di Dune di Frank Herbert, e il cinese non è una di queste. È stata un’idea del regista Villeneuve quella di far parlare Chalamet in mandarino (con l’aiuto di Cheng, originario di Taiwan) per illustrare l’ampio multilinguismo di Paul. Chen ha poi notato la “perfetta pronuncia” di Chalamet nel girare la scena.

Timothée Chalamet è Willy Wonka

7. Era inizialmente scettico riguardo il film. Timothée Chalamet ha ammesso di essere stato inizialmente scettico sul film Wonka: “Come molte persone, quando ci sono dei remake, mi sento molto protettivo nei confronti del personaggio originale e delle versioni che ami. Le sopracciglia si alzano per lo scetticismo nel capire se si tratta di una storia legittima e degna di nota o di una cinica voglia di denaro“. L’attore ha poi però riconosciuto la bontà del progetto, accettando il ruolo di Willy Wonka. Tuttavia, si è ammalato più volte durante la produzione a causa della quantità di cioccolato e caramelle che ha dovuto mangiare.

Wonka Timothée Chalamet film fantasy 2023

Timothée Chalamet e Kylie Jenner: chi è la sua fidanzata

8. Kylie Jenner è la sua nuova fidanzata. Per via del costante interesse dei media e del pubblico, raramente Chalamet parla degli aspetti romantici della sua vita personale. Tuttavia, sappiamo che dal 2018 al 2019 è stato legato a Lily-Rose Depp, la figlia di Vanessa Paradis e Johnny Depp, conosciuta sul set di The King. In seguito, gli sono stati attribuite alcune frequentazioni, ma dall’aprile 2023 sembra essere ufficialmente in coppia con Kylie Jenner, imprenditrice e modella, nota per essere sorellastra delle Kardashian.

Timothée Chalamet è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 19 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato circa un centinaio di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Timothée Chalamet: età, altezza e fisico dell’attore

10. Timothée Chalamet è nato il 27 dicembre 1995 a New York, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,78 metri. Chalamet è un appassionato di sport e da giovane aspirava a diventare un calciatore professionista. Pur non avendo perseguito tale carriera, continua a tenersi in forma, sfoggiando un fisico asciutto ma scolpito.

Fonti: IMDb, Instagram, Cosmopolitan

Vin Diesel anticipa The Last Witch Hunter 2 con una immagine commemorativa

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Vin Diesel, star di The Last Witch Hunter, condivide una nuova immagine che anticipa The Last Witch Hunter 2. Uscito nel 2015, il film fantasy d’azione è diretto da Breck Eisner, con Diesel nel ruolo di Kaulder, l’ultimo della sua specie e la linea finale di difesa tra l’umanità e una piaga creata dalle streghe. Nonostante sia stato un disastro di critica e non abbia avuto particolare successo al botteghino, Diesel ha da tempo anticipato un sequel.

In un nuovo post sul suo account Instagram, Vin Diesel condivide un’immagine di se stesso in costume nei panni di Kaulder e anticipa The Last Witch Hunter 2. L’attore sottolinea l’importanza del ruolo in quel particolare momento della sua vita oltre a suggerire che il pubblico non lo ha ancora visto per l’ultima volta.

Giovedì del ritorno al passato… ho avuto la fortuna di incarnare così tanti personaggi iconici… alcuni universali e altri che solo alcuni di voi conoscono. È stato un onore portare un immortale sullo schermo per la Lionsgate… un giorno spiegherò dov’erano la mia testa e il mio cuore e perché il personaggio di Kaulder è stato così significativo per me… è stato un momento potente nella mia vita, come molti di voi sanno.

Non vedo l’ora di vedere dove andrà l’immortale.

Tutto amore, sempre…

Jessica Chastain e Al Pacino di nuovo insieme per Re Lear

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Jessica Chastain e Al Pacino di nuovo insieme per Re Lear

Re Lear troverà una nuova riproposizione cinematografica che si avvarrà di due interpreti d’eccezione. Al Pacino e Jessica Chastain saranno infatti diretti da Bernard Rose (Immortal Beloved) nei ruoli del protagonista e di Goneril.

Non è la prima volta che i due attori lavorando insieme, anzi, Al Pacino è stato addirittura l’artefice dell’esordio sul grande schermo di Jessica Chastain con Wilde Salomé, che lui ha diretto e lei interpretato. Il film nasce da Salomè, fatta a teatro e che ha visto l’attrice splendere in un ruolo che le ha poi aperto le porte del cinema, fino ad arrivare a tre nomination agli oscar e a una vittoria due anni fa per The Eyes of Tammy Faye.

Al Pacino invece torna a Shakespeare dopo Il mercante di Venezia (2004) in cui interpretava Shylock, e i citati Wilde Salomé (2011) e Salomé (2013), mentre recentemente ha recitato in Modi (2024), che è diretto da Johnny Depp.

In Re Lear, un re anziano divide la sua terra tra le sue tre figlie per prevenire futuri conflitti. Ma rifiuta la giovane figlia che lo ama e ripone la sua fiducia nelle sue sorelle, che lo spogliano del suo potere e lo condannano a una miserabile terra desolata di orrore e follia. “Questo progetto è stato il lavoro d’amore di Al per oltre un decennio”, ha detto il produttore Barry Navidi a Deadline. “Sono felicissimo di portare questa straordinaria impresa sullo schermo con il brillante adattamento e la visione audace e unica di Bernard Rose. Sono così entusiasta di collaborare di nuovo con Jess dopo Wilde Salome di Pacino.”

Pacino ha fatto il suo debutto a Broadway in Does the Tiger Wear Necktie? nel 1969 e vinse un Tony Award per la sua interpretazione. Ha vinto il suo secondo Tony per il suo ruolo nel revival del 1977 di The Basic Training of Pavlo Hummel. Nel 2010 è stato anche candidato al Tony per la messa in scena de Il Mercante di Venezia.

The Crow: Alex Proyas, regista del film del 1994, caustico sulle prime immagini

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Il look di Bill Skarsgård nel reboot di The Crow ha scatenato la reazione caustica di Alex Proyas che è stato il regista dell’adattamento cinematografico del 1994 della serie di James O’Barr, con protagonista il defunto Brandon Lee. La nuova versione, diretta da Rupert Sanders, vede Skarsgård nei panni del musicista Eric Draven, che risorge in cerca di vendetta dopo che lui e la sua fidanzata (FKA Twigs) sono stati uccisi. Quando sono state pubblicate le immagini del film che mostravano Draven con tatuaggi sul viso e capelli corti, sono state accostate in maniera denigratoria al look del Joker di Jared Leto visto in Suicide Squad del 2016.

Su Facebook, Proyas si è unito al coro di voci contrarie, condividendo un post in cui prendeva in giro il look del nuovo  Eric Draven.

https://www.facebook.com/RealAlexProyas/posts/2129822047384576?ref=embed_post

Il regista ha condiviso un’immagine del film con la didascalia: “Eric Draven ha avuto una brutta giornata per i suoi capelli. Avanti il prossimo riavvio, grazie”. Nei commenti, ha espresso ulteriori opinioni sulle immagini.

Questi commenti non rappresentano la prima volta che Proyas si esprime contro il riavvio. Prima di questa denigrazione della nuova versione di Eric Draven di The Crow, il regista aveva precedentemente rivelato di aver tentato di impedire il reboot. Ha espresso la sua convinzione che il film originale dovrebbe rappresentare un tributo all’eredità di Lee, la star del film originale.

Il film è indissolubilmente legato all’eredità della defunta star, che ha trovato la morte proprio a causa di un incidente con un’arma da fuoco mentre sul set giravano una scena in cui Eric Draven viene colpito. Il film è stato completato postumo e Proyas ha dichiarato che la sua motivazione per finirlo era quella di onorare la qualità della performance di Lee. Non è chiaro se i nuovi commenti di Proyas su The Crow siano motivati dallo stesso sentimento o da un senso di protezione nei confronti del personaggio stesso.

Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore e Ghost in the Shell, firma la regia del film che, come detto, sarà un nuovo adattamento della graphic novel gotica e non un remake del film del 1993 divenuto tristemente famoso per essere stato l’ultimo di Brandon Lee, morto tragicamente proprio durante le riprese.

Molti ritengono che quel film diretto da Alex Proyas abbia svolto un lavoro perfetto di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook. The Crow sarà interpretato anche da Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la sceneggiatura.

The Crow uscirà il 7 giugno di quest’anno negli USA. La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a posto le cose sbagliate“.

5 attori che hanno “rovinato” i cinecomic di cui sono stati protagonisti

Molti attori si sono scontrati con i team creativi dei cinecomic a cui hanno preso parte, ma solo una piccola parte ha effettivamente rovinato i progetti di cui sono stati protagonisti, sia al botteghino che diminuendo l’interesse dei fan. Nel corso degli anni, molti film di supereroi sono finiti nel mirino della critica e dei fan, e questo a volte è bastato a compromettere le loro possibilità di successo. Poi, c’è stata la rara occasione in cui qualcuno direttamente coinvolto in uno di questi adattamenti ha contribuito (inavvertitamente o meno) a farli fallire.

In questo articolo ci concentreremo sugli attori che hanno causato danni irreparabili ai cinecomic di cui sono stati protagonisti. Che si siano rifiutati di promuoverli, che abbiano avuto problemi personali che hanno spento l’interesse dei fan o che abbiano mostrato un ego incontrollabile, siamo certi che converrete che questi attori hanno fatto ben poco per aiutare i loro progetti.

Jim Carrey

Jim Carrey cinecomic Kick-AssKick-Ass ha generato polemiche soprattutto sul personaggio di un bambino che uccide brutalmente dei gangster e li insulta. Il sequel non presentava nulla di altrettanto scioccante e ha, fortunatamente, deciso di non adattare uno stupro di gruppo presente nei fumetti. Jim Carrey ha comunque deciso di non promuovere il sequel, scelta che ha indubbiamente incrinato le possibilità di successo di Kick-Ass 2 al botteghino.

Dopo la tragedia alla Sandy Hook, l’attore ha dichiarato che non avrebbe potuto in alcun modo contribuire a commercializzare un film sulla violenza delle armi. Carrey ha voltato le spalle a Kick-Ass 2 e molti spettatori hanno fatto lo stesso: il lato positivo è che non si sono persi molto.

Ezra Miller

The Flash 10 implicazioni finale filmUna serie di controversie ha circondato Ezra Miller prima dell’uscita di The Flash, tra cui accuse di adescamento, aggressione e furto con scasso. La Warner Bros. ha fatto del suo meglio per ignorare ciò che stava accadendo, solo che l’attore alla fine ha dichiarato di aver cercato aiuto. Questo è bastato allo studio per confermare l’uscita di The Flash come previsto, e ne è seguita una campagna di marketing che ha cercato ripetutamente di convincere i fan che stavano per sperimentare “il più grande film di supereroi mai realizzato“.

Miller ha presenziato a una première di scarso rilievo ma, per il resto, non ha partecipato alla promozione di questo adattamento dei fumetti DC Comics. Il problema più grande è stato quello di mesi – se non anni – di notizie sul comportamento ripugnante di Miller che hanno lasciato un sapore talmente cattivo in bocca ai fan da indurli semplicemente a non voler vedere il film con l’attore protagonista.

Edward Norton

edward norton cinecomic hulkL’ingaggio di Edward Norton per L’incredibile Hulk è stato un grande successo per i Marvel Studios. All’inizio del 2008, ci si aspettava che questo film fosse un successo molto più grande di Iron Man, soprattutto con un protagonista degno di nota come Bruce Banner. Per tutta la durata della produzione, Norton ha contribuito a plasmare il cinecomic e gli ancora inesperti Marvel Studios lo hanno seguito finchè, durante la post-produzione, si è deciso di dire basta e L’incredibile Hulk è stato finalmente tolto dalle mani di Norton.

L’attore era furioso e riteneva che lo studio si fosse rimangiato la parola data; di conseguenza, si rifiutò di promuovere un film che aveva disperatamente bisogno del suo protagonista per farsi conoscere. Le scarse prestazioni de L’incredibile Hulk hanno trasformato il Golia Verde in un personaggio secondario del MCU e hanno tagliato le gambe a questo franchise.

Jonathan Majors

Jonathan Majors cinecomic MCUJonathan Majors non ha danneggiato solo un cinecomic, ma un intero franchise. I Marvel Studios hanno continuato a ingaggiare le stelle più brillanti di Hollywood quando hanno affidato a Majors il ruolo di Kang della Saga del Multiverso, che ha impressionato in Loki prima di essere probabilmente la parte migliore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania. Tuttavia, la carriera dell’attore ha avuto una fine scioccante quando è stato dichiarato colpevole da una giuria di New York di aver aggredito l’allora fidanzata durante un alterco risalente a marzo 2023.

I Marvel Studios decisero di non licenziare Majors fino al verdetto ma, a quel punto, lo avevamo già visto nella seconda stagione di Loki (le riprese si erano svolte prima delle accuse). Ora, però, il MCU si ritrova senza l’attore attorno al quale doveva essere costruita l’intera Saga del Multiverso e perdere il suo Kang ha lasciato il franchise in uno stato di disordine. Avengers: The Kang Dynasty non dovrebbe avere più questo titolo e il ruolo di Kang in futuro sarà ridimensionato; solo il tempo ci dirà se si tratta di una cosa positiva o negativa.

Dwayne “The Rock” Johnson

Black Adam DCEU cinecomicDwayne “The Rock” Johnson ha promesso che avrebbe modificato la gerarchia del DCEU grazie al suo Black Adam del 2022. Questo cinecomic doveva essere un blockbuster di grande successo che avrebbe lanciato una nuova versione di questo mondo condiviso che, come avete capito, ruotava intorno all’ex wrestler professionista. Johnson ha agito alle spalle dei dirigenti per riportare Henry Cavill nel ruolo di Superman, si è rifiutato di condividere lo schermo con lo Shazam di Zachary Levi e ha voluto praticamente introdurre qualsiasi cosa, da un potenziale film sulla Justice Society a Hawkman, come parte di una serie di film che avrebbe supervisionato.

Black Adam è risultato un film pasticciato, con una grafica torbida, una CGI che ha fatto cilecca e The Rock che ha praticamente interpretato lo stesso personaggio di tutti gli altri film in cui ha recitato. I numeri al botteghino non sono stati buoni, le recensioni sono state ancora peggiori e Johnson ha finito per allontanare il pubblico da questo franchise già in difficoltà, tanto che possiamo solo concludere che è stato uno dei principali fattori che hanno contribuito alla fine del DCEU.

Dune – Parte due: le differenze tra il film e il libro

Dune – Parte due: le differenze tra il film e il libro

Dune – Parte due (qui la nostra recensione) porta a compimento il racconto proposto dal primo romanzo del Ciclo di Dune, scritto da Frank Herbert nel 1965. Mentre il film uscito nel 2021 (qui la recensione) era infatti l’adattamento della Prima Parte, chiamata Il pianeta delle dune, questo nuovo film è invece la trasposizione della Seconda e Terza Parte, chiamate Muad’dib e Il profeta. L’aver diviso in due film quanto raccontato in questo primo volume è stata spiegato con la volontà di adattare quanto più fedelmente possibile quanto in esso presente. Nonostante ciò, Denis Villeneuve – anche sceneggiatore del film insieme a Jon Spaihts – ha comunque dovuto apportare alcune modifiche, che scopriamo qui di seguito.

Dune – Parte due rimuove il salto temporale di due anni del libro

Dune - Parte Due Kwisatz Haderach
© 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

La linea temporale di Dune cambia in Dune – Parte due. Il sequel di Denis Villeneuve elimina infatti un importante salto temporale presente nel libro. Così facendo, questo secono capitolo si svolge direttamente dopo gli eventi del finale di Dune e nel corso del film passano solo pochi mesi, a giudicare da come procede la gravidanza di Jessica. Questo differisce dal libro, in quanto Herbert ha invece effettuato un salto temporale di due anni poco dopo che Paul è entrato a far parte dei Fremen. Ciò ha permesso lo sviluppo di varie relazioni e rende meno rapida l’ascesa al potere di Paul. In Dune – parte due, invece, l’eliminazione di tale salto temporale accelera l’intera narrazione.

Alcuni personaggi non sono presenti nel film

dune Thufir Mentat

Un personaggio particolarmente importante all’interno del romanzo e invece del tutto assente in Dune – parte due è il Conte Fenring. Egli fa parte della Casa Corrino, il che rende questo assassino e mentat addestrato un parente, nonché un amico intimo e un consigliere, dell’Imperatore Shaddam IV (Christopher Walken). Nel film è presente sua moglie, Lady Margot Fenring (Lea Seydoux), ma di lui non vi è traccia. Si tratta di un’assenza piuttosto importante, dato che nel libro – oltre ad una sua presenza piuttosto ricorrente – l’Imperatore dà Fenring il delicato ordine di uccidere Paul.

Altri due personaggi importanti nel libro ma completamente rimossi dal film sono il mentat Thufir Hawat e la fremen Harah. Il primo è presente nel film del 2021, interpretato da Stephen McKinley Henderson, mentre è completamente assente dal sequel. Nel romanzo, tuttavia, egli sopravvive all’attacco degli Harkonnen su Arrakis e iniziato a lavorare per il Barone Harkonnen. Svolge un ruolo fondamentale nel manipolare quest’ultimo dietro le quinte e nel cercare di trovare Maud’Dib, solo per scoprire che si tratta di Paul. Thufir muore poi dopo essersi rifiutato di uccidere il ragazzo. Tutta questa storia è però assente in Dune – Parte due, il che porta a pensare che in questo adattamento egli non sia sopravvissuto all’attacco di Arrakis.

Harah, invece, è la moglie del fremen Jamis, colui che Paul deve uccidere alla fine del primo film. Nel libro, egli si sente particolarmente in colpa per aver dovuto compiere tale gesto e prende a cuore le sue responsabilità nei confronti della moglie e dei figli di Jamis. È qui che entra in gioco Harah, la quale diventa la serva di Paul, segnando l’inizio di una relazione importante. In Dune – Parte due, tuttavia, Harah non è minimamente menzionata, una scelta probabilmente fatta per permettere di concentrarsi in modo più approfondito sul rapporto tra Paul e Chani.

Gurney ottiene la sua vendetta su Rabban Harkonnen

Dune - Parte due Rabban Harkonnen
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Il ritorno di Gurney Halleck (Josh Brolin) in Dune – Parte due è accompagnato da alcuni significativi cambiamenti. Villeneuve ha infatti seguito il libro nel collegare la storia di Gurney a Rabban Harkonnen (Dave Bautista), responsabile della cicatrice sul volto del guerriero e dell’uccisione della sua famiglia. Invece di copiare però il punto del libro in cui è il popolo Fremen ad uccidere Rabban dopo anni del suo regno abusivo, l’onore di porre fine alla vita del crudele Harkonnen viene data proprio a Gurney. Questo cambiamento permette di dare al personaggio un finale più soddisfacente, in quanto vendica la sua famiglia e soddisfa il suo desiderio di sangue.

La morte di Feyd-Rautha e la sua lotta con Paul sono diverse

Dune - Parte Due Timothée Chalamet Austin Butler
Timothée Chalamet e Austin Butler in una scena di Dune – Parte Due. © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

Anche la fine di Feyd-Rautha (Austin Butler) si svolge in modo diverso in Dune – Parte due rispetto al libro. Il combattimento tra Paul e Feyd-Rautha è un momento culminante per entrambi, ma la versione proposta dal film è molto meno brutale. Villeneuve rinuncia ad esempio ai trucchi delle lame avvelenate nell’adattamento cinematografico per renderlo un incontro di pura forza e abilità. Sebbene la sconfitta di Paul contro Feyd-Rautha sia fedele al materiale di partenza, nel film avviene dopo aver sorpreso il cugino con una pugnalata allo stomaco. Nel libro, Paul conficca invece un coltello nella mascella di Feyd-Rautha e nel suo cervello per ucciderlo.

Nel libro le Grandi Case non contestano l’ascesa al trono di Paul

Dune: Parte Due
© 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

Le scene finali di Dune – Parte due includono un altro cambiamento: Gurney rivela che le Grandi Case non onoreranno l’ascesa di Paul a Imperatore. Nel libro, la sua minaccia di distruggere tutte le miniere di spezie su Arrakis induce invece la Gilda e le Grandi Case a stare a guardare lo svolgersi degli eventi. Il romanzo di Frank Herbert non si dice direttamente quali siano state le reazioni delle Grandi Case al fatto che Paul sia diventato Imperatore, ma l’idea che sfidino immediatamente il suo governo è decisamente non presente nel testo. Tale cambiamento permette però di anticipare la Guerra Santa che sarà centrale in Dune – Parte tre.

Alia Atreides

Anya Taylor-Joy Alia Atreides

Uno dei cambiamenti più importanti che il film attua rispetto al romanzo è relativo al ruolo di Alia Atreides. Invece di essere come nel libro una bambina di due anni con le capacità mentali di un adulto, la sorella di Paul rimane nel grembo di Lady Jessica per tutto il film. La scelta di Anya Taylor-Joy – che compare con un cameo nella versione adulta del personaggio – come Alia Atreides significa che avrà un ruolo più ampio in futuro. In questo film, però, pur non essendo ancora nata, può comunque parlare a Jessica in modo inconscio. Poiché Alia è un personaggio intrinsecamente difficile da adattare correttamente, questo cambiamento nel libro ha un certo senso.

Ma significa anche che di Dune – Parte due sono state cambiate anche altre parti della storia. In particolare, nel romanzo è proprio Alia ad uccidere il Barone Harkonnen e non Paul, come invece viene mostrato nel film. L’aver fatto morire quest’ultimo per mano di Paul, dopo che egli ha scoperto il legame di parentela che li unisce, aggiunge però un livello di irrispettosità in più e permette di mostrare ulteriormente il cambiamento caratteriale di Paul.

Il rapporto tra Paul e Chani

Dune - Parte due Paul Chani
© 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

La storia d’amore tra Paul e Chani è una parte importante della storia che Dune – Parte due racconta, ma il film cambia diversi aspetti e ne tralascia alcuni molto importanti, a partire dalla nascita del loro primo figlio. Ciò deriva dalla linea temporale compressa del film e dal modo in cui Villeneuve cambia la prospettiva di Chani sulla profezia di Lisan al Gaib. Sebbene non sia menzionata o mostrata nel sequel, nel libro Chani dà infatti alla luce il primo figlio di Paul, Leto II, dopo aver trascorso due anni insieme. Tuttavia, la tragedia li colpisce quando Leto II muore da neonato durante un attacco a un sietch Fremen.

Il film cambia poi quanto narrato nel libro riguardo il rapporto tra Paul e Chani in un altro modo piuttosto significativo, ovvero rendendo Chani parte della profezia di Lisan al Gaib. Il film incorpora correttamente il nome Fremen di Chani, Sihaya, che significa “Primavera del deserto”, ma vi aggiunge un peso maggiore. Chani dice infatti subito di essere legata a qualche profezia e solo dopo che Paul beve l’Acqua della Vita il suo legame viene rivelato. Quando Chani piange a causa del coma di Paul, le sue lacrime si mescolano all’Acqua della Vita per riportarlo alla piena coscienza, adempiendo a una parte della profezia non riportata nel libro.

Infine, il punto in cui Dune – Parte due lascia la storia di Chani è probabilmente uno dei più grandi cambiamenti rispetto al libro che il film apporta. Dopo che Paul diventa imperatore e decide di sposare la Principessa Irulan (Florence Pugh) Chani esce infuriata dalla stanza, dirigendosi nel deserto e richiamando un Verme della Sabbia per allontanarsi da lì. L’impressione è che si senta tradita da Paul, che sia frustrata da ciò che lui è diventato e dalla profezia, e che alla fine potrebbe lasciarsi alle spalle Maud’Dib per una vita più semplice.

Si tratta però di un finale drasticamente diverso da quello del libro, dove Chani, pur ferita dalle decisioni di Paul, alla fine capisce perché le sta prendendo e che il matrimonio con Irulan è puramente di facciata. Rimane al fianco di Paul per tutto il tempo, accettando il suo ruolo di “concubina” perché viene comunque trattata come una moglie. Come noto, Chani dà alla luce nel racconto di Herbert ad altri due figli di Paul, morendo però di parto. Con questo finale così diverso, è ora tutto da scoprire in che modo il loro rapporto evolverà con il proseguimento della trasposizione cinematografica di Dune.

The Marvels: la scena post credits ha sorpreso persino l’attrice che l’ha interpretata

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Il pubblico è rimasto scioccato quando ha scoperto che la scena post-crediti di The Marvels includeva il primo sguardo agli X-Men nell’MCU. Ma sembra che il pubblico non sia stato l’unico a rimanere sorpreso perché anche Teyona Parris, che era nella scena con Bestia/Hank McCoy, non sapeva che sarebbe stato nel film. Lo ha scoperto guardando il film al cinema, proprio come tutti gli altri.

Secondo Parris in una recente intervista con Entertainment Tonight, quando ha filmato la scena post-crediti di The Marvels, Bestia era semplicemente un medico normale. A Parris non è stato nemmeno detto che ci fosse la possibilità che si trattasse di un cameo o di una sorpresa. “Mi sono scatenata [vedendo Bestia alla fine di The Marvels] perché ho pensato: “Aspetta un attimo! Non è quello con cui ho girato!” E non ne avevo idea finché non l’ho visto in sala… Quando l’abbiamo girato, era un attore molto gentile, molto gentile, e indossava un camice da laboratorio. Sembrava un medico normale e regolare. Nessuno ha detto: “A proposito, questa sarà una piccola sorpresa”. Non ne avevo idea. L’ho scoperto con tutti gli altri.”

Non è chiaro esattamente il motivo per cui la Marvel abbia tenuto nascosto questo dettaglio a Parris, ma è possibile che si trattasse di un tentativo di mantenere segreta l’inclusione degli X-Men in The Marvels fino alla premiere.

Mentre a breve arriverà la serie d’animazione dedicata ai Mutanti Marvel, non abbiamo altre indicazioni su quando vedremo davvero in azione i personaggi degli X-Men.

Jurassic World 4 ha già un titolo, secondo i primi rumor

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Jurassic World 4 ha già un titolo, secondo i primi rumor

Mentre Jurassic World 4 è ormai un dato di fatto, con tanto di annuncio di inizio riprese, si affollano in rete alcuni rumor relativi al nuovo titolo ufficiale del film. Secondo l’insider di Hollywood Daniel Richtman tramite il suo Patreon, il prossimo sequel di Jurassic World si chiamerà Jurassic City. Inoltre, Jurassic City non avrà un’atmosfera simile a Fuga da New York, informazione che smentisce la diffusa speculazione online secondo cui il prossimo sequel si sarebbe ambientato in un ambiente simile.

Cosa sappiamo di Jurassic World 4?

Sebbene non siano ancora state rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic World 4, la scrittura della sceneggiatura da parte di Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World 4 potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Le informazioni sulla trama possono essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori informazioni sulla trama di Jurassic World 4, ma anche sugli attori principali che comporranno il cast.

Marvel Studios concentrati su storie “di strada” per Disney+, il Multiverso continuerà a esistere

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I Marvel Studios stanno cercando di tornare a un assetto che permetterà loro di raccontare storie rilevanti e interessanti per il pubblico. Nel 2024, ad esempio, questo sforzo si traduce nell’uscita di un solo film per il cinema d di due serie tv per Disney+.

La conclusione di Infinity Saga di enorme successo ha coinciso con il lancio di Disney+ e ai Marvel Studios è stato assegnato il compito di sviluppare un’intera serie di progetti per attirare abbonati alla piattaforma di streaming. L’impegno era enorme e di conseguenza la connettività tra film e programmi TV ne ha sofferto. In definitiva, il problema di aumentare la quantità ha avuto ricadute sulla qualità, come spesso accade.

Nel futuro prossimo, Daniel Richtman afferma che i Marvel Studios sposteranno la loro offerta sul piccolo schermo verso storie quasi esclusivamente “di strada” come è stato Echo e come sarà Daredevil: Born Again. Ci saranno alcune eccezioni, inclusi i programmi TV Wiccan e Vision Quest che sono già in fase di sviluppo.

In altre sedi, lo scooper sostiene che anche quando la saga del Multiverso si concluderà con Avengers: Secret Wars, il Multiverso Marvel continuerà a vivere. Richtman non ha condiviso molti dettagli aggiuntivi ma ha affermato che “Sony è la causa“. Immaginiamo che questo abbia qualcosa a che fare con Spider-Verse, e i futuri crossover con Spider-Men in live action e la sua lista di film Marvel.

“Ci sono state alcune delusioni. Avremmo voluto che alcune delle nostre uscite più recenti funzionassero meglio”, ha detto in precedenza il CEO della Disney, Bob Iger, a proposito dei fallimenti dei Marvel Studios. “È riflessivo e non un problema dal punto di vista del personale, ma penso che, nel nostro zelo di far crescere i nostri contenuti in modo significativo per servire principalmente le nostre offerte di streaming, abbiamo finito per tassare le persone ben oltre, in termini di tempo e concentrazione, oltre il punto in cui erano stati.” “La Marvel ne è un ottimo esempio”, ha aggiunto.

“Non erano nel business televisivo a un livello significativo. Non solo hanno aumentato la produzione cinematografica, ma hanno finito per realizzare una serie di serie televisive e, francamente, ciò diluiva la concentrazione e l’attenzione. Questo è, credo, di motivo del calo più di ogni altra cosa.”

Superman: Edi Gathegi mostra la sua trasformazione fisica per Mister Terrific

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Subito dopo l’annuncio del nuovo titolo e dell’inizio delle riprese per Superman di James Gunn, Edi Gathegi, attore che interpreterà Mister Terrific nel primo film DCU ha condiviso sui suoi canali social una sua immagine in cui mostra l’impressionante trasformazione fisica necessaria per interpretare il personaggio dei fumetti.

“Quattro mesi e mezzo fa mi riferivo affettuosamente a me stesso come un pasticcione”, dice Edi Gathegi nel post: “Portavo molto dolore, in parte sotto forma di sacche di grasso sottocutaneo nella parte centrale ed ero probabilmente nella peggiore forma della mia vita. Poi Dod mi ha lanciato una sfida che mi avrebbe costretto a tornare alle mie passioni.” “Sono orgoglioso di dove siamo oggi e niente di tutto ciò sarebbe possibile senza il Michelangelo del fitness Paolo Mascitti e il supporto della mia oca @adriana_ptk che con pazienza e prospettiva ha accettato anche la missione che ci è stata affidata”, ha concluso Gathegi. “Mr. Terrific a rapporto in servizio. Chi sarà il prossimo?”.

Anche se Mister Terrific è forse meglio conosciuto per la sua intelligenza, non è un tipo che si tira indietro in una rissa, quindi l’attore che ha scelto di mettersi in forma per il ruolo ha decisamente il suo senso. Quando è stato scelto per il film l’anno scorso, Gathegi ha condiviso una breve dichiarazione in cui condivideva la sua eccitazione nell’interpretare il personaggio. “Sono molto grato che un maestro narratore mi abbia invitato a contribuire a una proprietà iconica e a questa conversazione artistica”, ha detto. Ecco la sua strasformazione:

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Captain America: Brave New World, Tim Blake Nelson anticipa la sua trasformazione!

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Tim Blake Nelson è uno dei volti più iconici e caratteristici dei grande schermo, e ha collezionato una lunga lista di crediti impressionanti nel cinema e in televisione e lo vedremo presto anche in Captain America: Brave New World. Tuttavia, il suo ultimo progetto, Asleep in My Palm, vede l’attore offrire una delle sue migliori interpretazioni fino ad oggi.

Il film esplora la natura della genitorialità e della classe sociale mentre un padre e una figlia vivono fuori dagli schemi nelle zone rurali dell’Ohio, dove devono affrontare le sfide del risveglio sessuale di lei mentre lui fugge da un passato violento e conflittuale.

Diretto da Henry Nelson e caratterizzato da un’interpretazione straordinaria di Chloë Kerwin, è un film molto speciale che porta i suoi protagonisti, e il pubblico, in luoghi molto inaspettati. Proprio in occasione della presentazione di Asleep in My Palm, Tim Blake Nelson ha avuto modo di parlare anche del suo prossimo ruolo in Captain America: Brave New World, e del suo ritorno nei panni di Samuel Sterns, alias The Leader.

Nelson ha interpretato il personaggio per la prima volta nel film L’incredibile Hulk del 2008, con la scena finale che anticipava la sua trasformazione nell’iconico cattivo dei fumetti. Da allora il personaggio non è più stato visto, anche se un fumetto ha rivelato che Sterns è stato portato nello S.H.I.E.L.D. sotto la custodia di Vedova Nera.

Adesso ci si aspetta che sia lui il grande cattivo di Captain America: Brave New World e parlando con CBM, Nelson ha detto:“Sono davvero emozionato. Mi sono divertito moltissimo a filmarlo, e [io] ho lavorato con il team Marvel e con questo meraviglioso truccatore di nome David Atherton con il quale ho collaborato a una dozzina di film ormai. Penso che le persone saranno piuttosto entusiaste di come appare questo personaggio. E di cosa ha da dire e cosa fa”, ha scherzato. “Tutto il potere allo straordinario team della Marvel.”

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Road to Oscar 2024: miglior attore protagonista

Road to Oscar 2024: miglior attore protagonista

La corsa al miglior attore protagonista per gli Oscar 2024 è, forse, quella più competitiva e imprevedibile. I film del 2023 hanno offerto una serie di interpretazioni incredibilmente memorabili. Il pubblico ha assistito a una serie di performance che rimarranno sicuramente nella storia del cinema. A differenza dello scorso anno dove tutti facevano il tifo per Brendan Fraser in The Whale, quest’anno ci sono diversi attori per cui parteggiare tanto che anche per l’Academy è stato complicato scegliere la cinquina finale con Leonardo DiCaprio nel ruolo del grande escluso per la sua interpretazione in Killers of the Flower Moon.

Di seguito, ecco i candidati agli Oscar 2024 per la categoria miglior attore protagonista

Colman Domingo – Rustin

Rustin Colman DomingoColman Domingo si è assicurato una nomination come miglior attore agli Oscar 2024 grazie al suo lavoro in Rustin. Il film biografico di Netflix è incentrato sulla figura di Bayard Rustin, l’attivista gay per i diritti civili che contribuì a orchestrare la Marcia su Washington del 1963. L’attenzione per il film è stata grande fin dal suo debutto al Telluride Film Festival, e le lodi per l’interpretazione di Domingo, in particolare, sono cresciute da allora. Quando poi il film è stato distribuito sulla piattaforma l’opinione positiva riguardo l’interpretazione di Domingo è andata crescendo.

Purtroppo però quest’anno dovrà vedersela con dei veri giganti per cui le sue possibilità di vittoria sono davvero minime. Per Colman Domingo si tratta della prima nomination agli Oscar della sua carriera. Ci era già andato vicino in passato, come nel caso di Ma Rainey’s Black Bottom, ma il suo lavoro di supporto non era stato premiato. Di nuovo sotto la guida del regista George C. Wolfe questa volta con un ruolo da protagonista, Domingo ha ottenuto il suo riconoscimento.

Jeffrey Wright – American Fiction

Jeffrey Wright - American Fiction

Jeffrey Wright entra nella cinquina come miglior attore protagonista per gli Oscar 2024 grazie al suo lavoro in American Fiction. Il debutto alla regia di Cord Jefferson ha ricevuto grandi apprezzamenti al suo debutto al Toronto International Film Festival. Wright interpreta lo scrittore Thelonious “Monk” Ellison in questa commedia satirica che gli è valsa la sua prima nomination agli Oscar.

L’attore ha anche ottenuto le nomination ai Golden Globe, ai SAG Awards, ai Critics Choice Awards e ai National Society of Film Critics Awards, pur non avendo vinto in nessuno di questi. Purtroppo anche per lui la corsa agli Oscar 2024 sarà in salita ed è difficile che vinca. Nonostante lavori a Hollywood da decenni, questa è la sua prima nomination agli Oscar.

Bradley Cooper – Maestro

Maestro Bradley Cooper Leonard Bernstein

Bradley Cooper con la sua interpretazione del leggendario compositore Leonard Bernstein è stato nominato ancora una volta agli Oscar. Il tutto è iniziato quando Maestro ha debuttato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e le recensioni hanno iniziato ad affermare la sua grande interpretazione.

Il lavoro di Cooper nel film non si è limitato alla sola regia ma a una completa immersione nel personaggio di Bernstein (compositore delle musiche di West Side Story). Ore di trucco per ricreare perfettamente i tratti tipici della figura del leggendario maestro hanno portato Cooper alla sua quarta nomination come miglior attore e potrebbe diventare anche la sua prima vittoria nonostante non sia il favorito, ma gli Oscar 2024 potrebbero diventare imprevedibili.

Paul Giamatti – The Holdovers

The Holdovers lezioni di vita recensione

Paul Giamatti, dopo la sua nomination ufficiale, è vicino a ottenere l’ambito premio come miglior attore protagonista agli Oscar 2024. Il suo ruolo in The Holdovers di Alexander Payne ha tutte le carte in regola per raccontare una delle storie più belle della stagione dei premi. La candidatura di Paul Giamatti all’Oscar come miglior attore per The Holdovers segna la sua seconda candidatura all’Academy, ma la prima in questa categoria.

In precedenza aveva ricevuto una nomination come miglior attore non protagonista nel 2006 per Cinderella Man. Ha già vinto ai Golden Globe, ai Critics Choice Awards e al National Board of Review ed è considerato il degno rivale di Cillian Murphy. La vittoria ai Golden Globe, però, arriva in una categoria diversa rispetto a Oppenheimer di Christopher Nolan: al momento i due attori sono al pari per statuette vinte e gli Oscar saranno di importante peso per i due attori e per i rispettivi film.

Cillian Murphy – Oppenheimer

Oppenheimer

Cillian Murphy ha interpretato J. Robert Oppenheimer in Oppenheimer di Christopher Nolan. Grazie a questo film ha ottenuto la sua prima nomination agli Oscar come miglior attore protagonista. Cillian Murphy, come Brendan Fraser lo scorso anno, potrebbe ottenere la statuetta alla prima nomination.

Grazie alla sua interpretazione intensa e ai numeri al botteghino della pellicola di Nolan, l’attore è stato il favorito dai gruppi di critici per gran parte della stagione dei premi, ma Paul Giamatti lo ha battuto ai Critics Choice Awards. La vittoria ai Golden Globe è stata certamente d’aiuto e la recente vittoria ai SAG Awards ha ulteriormente contribuito a renderlo il candidato con la maggiore probabilità di vincere come miglior attore agli Oscar 2024.

Oscar 2024: chi vincerà?

Oscar 2024

Durante la notte degli Oscar 2024, che si terranno il 10 marzo (saranno visibili anche in Italia) potrebbe succedere di tutto. Il favorito di questa edizione è sicuramente Cillian Murphy per il suo ruolo in Oppenheimer. È la prima volta di Murphy su tutti i fronti dato che dopo vent’anni di collaborazione con Christopher Nolan l’attore irlandese ha finalmente ottenuto un ruolo da protagonista in uno dei suoi film.

Murphy ha offerto la performance più importante della sua carriera per Oppenheimer, scienziato brillante e tormentato. La capacità dell’attore di mostrare la vita del protagonista in tutte le sue sfaccettature e la sua capacità di mostrarlo al meglio e al peggio hanno contribuito a definire una delle migliori interpretazioni del 2023 e probabilmente portarlo alla vittoria dell’Oscar.