Sembra che Jonathan
Nolan (Il
Cavaliere Oscuro,
Westworld) abbia rilasciato alcune dichiarazioni mentre
partecipava a un evento stampa per promuovere l’imminente uscita
della serie televisiva live-action di AmazonFallout.
Tuttavia, per essere chiari,
bisogna comprendere le sfumature della dichiarazione di
Nolan.Non sta affermando che realizzare lo
show di Fallout che
soddisfi i fan sia una “commissione da
pazzi “, ma che averlo come “unica”
ragione per fare lo show è l’approccio sbagliato.
Jonathan
Nolan ha detto: “Non penso che tu
possa davvero decidere di accontentare i fan di qualcosa. O di
accontentare chiunque diverso da te stesso. Penso che tu debba
entrare in questa situazione cercando di realizzare lo spettacolo
che vuoi fare e fidandoti di quello, come fan del gioco [noi
stessi], troveremo i pezzi che per noi erano essenziali… e
proveremo a realizzare la versione
migliore. “
Ha continuato rivelando di
essere un fan di lunga data del franchise di Fallout, affermando: “Tutto
è iniziato, per me,
con Fallout 3, che ha divorato circa un
anno della mia vita. A quel punto ero un giovane aspirante
scrittore, ed era quasi ha deragliato la mia intera carriera. È
così ridicolmente giocabile e divertente… sul serio, i giochi erano
semplicemente incredibili.”
Ha concluso le sue
osservazioni affermando: È una specie di
sciocchezza cercare di capire come rendere felici [le altre]
persone… Devi rendere felice te stesso. E mi sono reso molto felice
con lo spettacolo.“
Fallout, la serie tv
Il cast della serie include,
inoltre, Moisés Arias (Il re di Staten
Island), Kyle MacLachlan (Twin
Peaks), Sarita Choudhury (Homeland),
Michael Emerson (Person of Interest),
Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The
Boys), Dave Register
(Heightened), Zach Cherry (Scissione), Johnny Pemberton
(Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead
Ringers – Inseparabili), Annabel O’Hagan
(Law & Order: Unità Vittime Speciali) e Xelia
Mendes-Jones (La
ruota del tempo). La serie sarà disponibile in streaming
in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in
tutto il mondo.
Basata su uno dei più grandi
franchise di videogiochi di tutti i tempi, Fallout
è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non è rimasto
quasi più nulla. 200 anni dopo l’apocalisse, i tranquilli abitanti
dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare
nell’infernale paesaggio contaminato dalle radiazioni che i loro
antenati si sono lasciati alle spalle e con stupore scoprono che ad
attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, allegramente
bizzarro e estremamente violento.
Ella Purnell è
Lucy, un’ottimista abitante del Vault con uno spirito tutto
americano. La sua natura pacifica e idealista viene messa a dura
prova quando è costretta a uscire in superficie per salvare suo
padre. Troviamo poi Aaron Moten nel ruolo di Maximus, un giovane
soldato che ottiene il grado di scudiero nel gruppo armato chiamato
Confraternita d’Acciaio. Farà di tutto per portare avanti
l’obiettivo della Confraternita di ripristinare legge e ordine
nella terra desolata. Walton Goggins interpreta Ghoul, un
cacciatore di taglie di dubbia moralità che custodisce dentro di sé
200 anni di storia del mondo post-nucleare.
Jonathan Nolan e Lisa
Joy sono executive producer per Kilter Films. Nolan ha
diretto i primi tre episodi. Geneva Robertson-Dworet e Graham
Wagner sono executive producer, autori e co-showrunner. Il cast
della serie include Ella Purnell (Yellowjackets), Walton Goggins (The
Hateful Eight), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la
libertà). Athena Wickham di Kilter Films è anche executive
producer insieme a Todd Howard per Bethesda Game Studios e James
Altman per Bethesda Softworks.
Amazon e Kilter Films producono in
associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks. Il
cast include anche Moisés Arias (Il re di Staten Island),
Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Sarita
Choudhury (Homeland), Michael Emerson (Person of
Interest), Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The Boys), Dave Register (Heightened), Zach
Cherry (Scissione), Johnny
Pemberton (Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers –
Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime
Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La Ruota del Tempo). La serie sarà
disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240
Paesi e territori in tutto il mondo.
Sono passati diversi mesi
dalla presentazione in anteprima di Eravamo
bambini ad
Alice nella città, la sezione autonoma della Festa del Cinema
di Roma, e finalmente il film che Marco Martani ha
adattato dal monologo “Zero” di Massimiliano
Bruno (qui anche co-autore) arriva in sala,
distribuito da Vision Distribution, a partire dal 21 marzo 2024. Un
dramma corale nerissimo, ambientato in Calabria in tre momenti
diversi della vita dei ragazzi protagonisti – interpretati da
Lorenzo Richelmy,
Alessio Lapice,
Lucrezia Guidone, Francesco Russo e Romano
Reggiani – e del “minaccioso onorevole Rizzo”, come il
regista definisce il personaggio di Massimo
Popolizio, e suo figlio, il Peppino di Giancarlo
Commare.
Eravamo bambini, la trama
In un paese della costa
calabrese, il pacifico Cacasotto (Russo) viene arrestato per aver
minacciato con un coltello un carabiniere. Durante il suo
interrogatorio si intrecciano le storie di altri quattro suoi
coetanei, amici d’infanzia, tutti traumatizzati da un fatto di
sangue a cui hanno assistito da bambini. Un messaggio di uno di
loro, il celerino Gianluca (Lapice), rompe il silenzio e le routine
degli altri annunciando l’intenzione di voler tornare nel paese
calabrese per vendicarsi di qualcosa o qualcuno. La rockstar
Inferno (Richelmy), l’insoddisfatta Margherita (Guidone) e il
borderline fratello minore Andrea (Reggiani) lasciano così le loro
vite “interrotte” per raggiungerlo ed impedirgli di fare qualche
sciocchezza. Ma una volta arrivati in Calabria, nella San Severo di
tante vacanze e altrettanti ricordi di gioventù, tutti si
ritroveranno dopo tanti anni a guardare in faccia l’orrore vissuto
per fare finalmente i conti con il trauma che non ha permesso loro
di vivere una vita normale.
Eravamo bambini, vendetta e tragedia, violenza e
colpa
Comprensibile che Martani
stesso citi lo Sleepers del 1996 tra i
riferimenti del genere al quale potrebbe appartenere il suo nuovo
film, come anche che l’abstract possa far venire in mente altri
cult come IT o Mystic
River, eppure l’adattamento del monologo di
Massimiliano Bruno “Zero” sembra avere qualcosa di unico e
originale, rispetto a cotanti ‘padri putativi’. Che come questo
hanno la vendetta al centro della premessa e come principale
motore, ma che si sviluppano in maniera diversa.
Qui infatti, non sono
solo le vittime di ieri i protagonisti, ma anche la solitudine che
portano con sé gli adulti che sono diventati. Alla loro
impossibilità di superare il trauma che li unisce si affianca
infatti un senso di non appartenenza che sembra trovare sollievo
solo nel centro dell’uragano emotivo che li tormenta. Solo lì dove
tutto è iniziato, e con le figure che popolano quello stesso
microcosmo, la loro enclave calabrese, rimasto immutato negli anni.
Fino al momento raccontato sullo schermo, frammentato
narrativamente in tre diverse linee temporali, non facili da
portare avanti e sviluppare in maniera indipendente.
Eravamo bambini, un racconto su tre piani
Come tutto sommato riesce
a fare la scrittura di Bruno e Martani, che in questa veste sembra
dare il meglio di sé. Ed è un peccato, considerata la materia tanto
sentita, il lungo impegno dedicatole e i personaggi interessanti
che vediamo prendere vita sullo schermo (alcuni meglio di altri, a
volte troppo condizionati dal desiderio di strafare, come il pur
ottimo Russo in versione Keyser Söze) e che non c’erano o erano
diversamente – o appena – accennati nell’originale teatrale.
La debolezza di questo
Eravamo bambini è proprio nella regia,
purtroppo, soprattutto degli attori, e nella costruzione finale
delle scene, da quelle di raccordo a quelle nelle quali lo sguardo
si allarga a comprendere diversi soggetti, in generale quelle nelle
quali l’attenzione non sia catalizzata da un singolo personaggio o
dramma. Quali che siano i motivi, poco tolgono alle qualità del
regista (David di Donatello all’esordio con Cemento
armato, merita ricordarlo, e
poi dietro la macchina da presa per La donna per
me, dopo aver vinto ogni premio come sceneggiatore, da
Notte prima degli esami a La
mafia uccide solo d’estate, Se Dio
vuole ed Ex), al quale va
parte del merito di aver optato per una fotografia dai toni
cromatici molto elaborati, capaci di diventare elemento narrativo
essi stessi, e di aver saputo regalare una nuova vita e un ruolo
chiave a un personaggio più che secondario come quello di
Peppino.
Intelligente l’arco
affidato all’interpretazione di Giancarlo Commare
(Skam Italia, Ancora più bello, Nuovo
Olimpo), che arricchisce il film di una incertezza che
altrimenti non avrebbe, sovrastata dal gioco narrativo del “puzzle
emotivo e temporale” e dai più prevedibili esiti della storia di
amicizia e “di vite spezzate” o “tragedia greca corale”. Come si è
scelto di presentare questo Eravamo
bambini, col rischio di indebolirne la forza
suggerendo un po’ troppo dell’abisso che nasconde, e della
debolezza, la solitudine, la colpa, che i personaggi scontano,
incapaci – tutti, o quasi – di emendarsi da una dinamica di
violenza e di morte apparentemente immutabile. A meno di sorprese.
Che davvero, a tratti sembreranno poter arrivare da chiunque di
essi, prima che la matassa si dipani e i ruoli si definiscano, nel
bene e nel male.
“Sarò sincero con te.
Non lo fanno”, ha recentemente detto aCollider lo showrunner di
The
Acolyte: La Seguace Leslye Headland quando
le hanno chiesto se vedremo qualcosa di più della semplice
Vernestra dai libri. “In parte è perché volevo
salvare alcune persone per la seconda stagione. Mi sono davvero
concentrato su Vern. Vern era un personaggio che mi ha colpito
immediatamente perché volevo vedere un arco narrativo su dove
eravamo con i Jedi. quando entriamo in questa
storia.”
“Spero che i
fan di High Republic siano entusiasti delle vesti bianche, perché
eravamo davvero intenzionati a usarle”,ha
continuato. “Non solo perché era un cenno ai libri,
ma anche perché penso che spieghi davvero molto dal punto di vista
tematico. Non si troveranno coinvolti in un mucchio di scaramucce,
sai? Si vestono tutti di bianco, perché non sta succedendo
molto.”“Vedrai alcune
cose dall’UE, vedrai alcuni alieni di Clone Wars, riferimenti alle
edizioni speciali. Ci sono molte cose divertenti lì che non sono
necessariamente collegate a The
Mandalorian o The Skywalker Saga.”
The Acolyte: La
Seguace: la trama e il cast della serie
La sinossi ufficiale recita:
“Un’indagine su una scioccante serie di crimini mette un
rispettato Maestro Jedi (Lee) contro una pericolosa guerriera del
suo passato (Stenberg). Mentre emergono altri indizi, i due
percorrono un sentiero oscuro dove forze sinistre rivelano che
tutto non è ciò che sembra“. La serie è ambientata durante
l’era dell’Alta Repubblica della linea temporale di Star Wars, ovvero prima degli eventi dei film di
Star Wars.
Leslye Headland è la creatrice
della serie
The Acolyte: La Seguace, basata su Star
Wars di George Lucas, e ne è produttrice esecutiva
insieme a Kathleen Kennedy, Simon Emanuel, Jeff F. King e Jason
Micallef. Charmaine DeGraté e Kor Adana sono i produttori
esecutivi. Rayne Roberts, Damian Anderson, Eileen Shim e Rob Bredow
sono i produttori.
Headland ha diretto anche i primi
episodi (episodi 101 e 102). I registi Kogonada (episodi 103 e
107), Alex Garcia Lopez (episodi 104 e 105) e Hanelle Culpepper
(episodi 106 e 108) completano la regia della serie. Il
pluripremiato compositore Michael Abels, noto per il suo lavoro in
Scappa – Get Out e Us, ha firmato la colonna
sonora di The Acolyte: La Seguace.
Mancano ormai meno di 10 giorni
all’uscita dell’ultimo film del MonsterVerse, Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero e Legendary Pictures ha
presentato le prime clip e uno spot televisivo con molti nuovi
filmati dell’iconico Kaiju in azione.
La prima clip di Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero vede Kong incontrare per la
prima volta una scimmia più giovane, soprannominata “Mini-Kong”
(anche se il suo vero nome è Suko), mentre la seconda mette in luce
un breve scontro tra i Titani titolari, mentre Godzilla individua il re di Skull Island. e carica
in battaglia.
Infine, abbiamo un promo un po’
bizzarro in cui a Kong viene rimosso un dente e sostituito con una
zanna d’argento. Non siamo sicuri se ciò accada effettivamente nel
film o se sia stato pubblicato solo come pubblicità internazionale.
Dai un’occhiata alle clip e allo spot televisivo ai link
sottostanti.
Another new clip from ‘GODZILLA X KONG: THE
NEW EMPIRE.’
Cosa sappiamo su Godzilla
e Kong – Il Nuovo Impero?
Mentre i dettagli della trama vengono tenuti pesantemente nascosti,
la sinossi di Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero anticipa che il film metterà
“L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla contro una
colossale minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando
la loro stessa esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le
storie di questi Titani, le loro origini e i misteri di Skull
Island e oltre, mentre scopri la mitica battaglia che ha
contribuito a forgiare questi straordinari esseri e li ha legati
all’umanità per sempre.“
Mentre ci si avvia verso
una ineluttabile quanto desiderata conclusione di stagione, per
scoprire che ne sarà dei personaggi amatissimi dal pubblico, gli
episodi 11 e 12 di Mare
Fuori 4 si presentano come un pre-finale che riesce
con grande equilibrio a far procedere tutte le storie, sempre più
fitte e intricate, per condurre i giovani protagonisti a dei punti
di arrivo soddisfacenti.
Mare Fuori 4, un
pre-finale con colpo di scena
È quello che succede a
Kubra, che riesce a superare il suo esame di Stato, trovando anche
la forza e l’orgoglio di confessare a tutti i detenuti il suo
grande segreto. Questo eccesso di slancio avrà delle conseguenze,
certamente, tuttavia la ragazza non è mai apparsa così centrata e
sicura di sé, focalizzata su quello che è il suo futuro, tanto che
Pino ne pagherà le conseguenze. Un’altra storia che sembra trovare
un (forse troppo frettoloso) scioglimento è la vicenda di Alina,
che per metà stagione è stata tenuta nascosta, promettendo grandi
stravolgimenti, e che invece si risolve in maniera abbastanza
facile, anche se non è per nulla semplice il percorso che aspetta
la ragazza, finalmente pacificata con i suoi demoni. Accanto a lei,
solido e attento, Cardiotrap sembra la vera e propria spina dorsale
della stagione, in quanto è in una posizione di serafica attesa,
senza nessun particolare stravolgimento nella sua vita da detenuto,
mentre aspetta quello che verrà. Nonostante questa relativa
inattività, si candida a personaggio preferito della stagione.
Non solo, il pre-finale
di Mare Fuori 4 offre una risoluzione anche per la
linea drammatica portata avanti da ormai diversi episodi dalle
vicende di Massimo: il suo tormento personale e i problemi della
sua famiglia si intrecciano “finalmente” con il nome di Mimmo, che
sembra sempre più abbandonato a se stesso, una vittima degli eventi
che continua a annegare, qualunque sia la sua scelta. Massimo
prenderà le sue decisioni, perdendosi per poi ritrovare la luce e
la via grazie a un insperato intervento di Carmine, ormai pronto a
salpare per la sua nuova vita da uomo libero.
Anche se ci avviamo verso
la conclusione, la serie apre comunque nuove storie per il futuro,
e, come accaduto fino a questo momento, sono quelle storie che dal
mondo entrano nell’IPM. Angelo, un giovane che si costituisce per
aver investito una donna, arriva nell’istituto e viene notato da
Silvia, che però lo conosce sotto un altro nome, che per lei
potrebbe rappresentare la salvezza, visto il guaio in cui l’ha
lasciata il defunto (e maledetto) avvocato D’Angelo. Come da titolo
di episodio 12, “Il regalo”, la puntata si chiude con un dono che
donna Wanda decide di fare a Rosa, per il suo matrimonio. Un dono
che potrebbe cambiare per sempre le scelte di vita della
giovane.
Alcune storie si compiono, altre si
aprono
“Tenere accesa la
speranza” e “Il regalo” costituiscono un classico
dittico preparatorio a un finale degno di questo nome. Gli episodi
costituiscono un’unità narrativa in cui luce e ombra sono ben
distribuite, qualche trama trova il suo compimento, qualcuna nasce,
per cominciare a gettare ponti con il futuro (si parla di
Mare Fuori 5 e 6) e soprattutto si chiudono con un
grande colpo di scena in cui, ancora una volta, il mondo degli
adulti interferisce con la genuina irruenza e purezza di ragazzi
cresciuti troppo in fretta.
È interessante vedere
come in questo frangente, i toni dello show si normalizzano e si
distendono, pur concedendo spazio a tensione, con un buon ritmo che
elenca storia dopo storia, personaggio su personaggio, mentre
cominciamo a dire addio ad alcuni dei volti più amati della serie
(almeno così sembra). Chiaramente, il centro emotivo dell’intera
serie, ovvero la love story tra Carmine e Rosa, sarà sicuramente la
protagonista del finale, e ha molto potenziale per riservare tante
sorprese.
A dieci anni dal
Party Girl che vinse la Camera d’Or a Cannes (e
dopo un episodio della serie Demain si j’y suis),
torna nelle nostre sale la regista francese Marie
Amachoukeli. Grazie alla distribuzione di
Arthouse, in collaborazione con I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection, dal 21 marzo il suo nuovo L’estate
di Cléo è in molti cinema italiani, dopo aver aperto
l’ultima Semaine de la Critique al Festival
di Cannes 2023 e aver raccolto diversi riconoscimenti
internazionali. Un racconto intimo, ma anche un film sull’infanzia
diverso da altri, che vive del forte rapporto tra la Gloria di
Ilça Moreno e la piccola co-protagonista, la Cleo
interpretata da Louise Mauroy-Panzani, nella quale
rivive l’esperienza della stessa regista e sceneggiatrice.
L’estate di Cléo, la trama
Dopo la perdita della
madre, la piccola Cléo di sei anni vive con suo padre e la tata
Gloria, originaria della Repubblica di Capo Verde, alla quale la
lega un rapporto di affetto sincero e potente. Come una seconda
madre, o la madre che Cléo non ha avuto, le due vivono una
quotidianità fatta di tanti piccoli momenti preziosi che alimentano
l’affetto reciproco tra le due. Così, quando Gloria deve tornare a
Capo Verde per prendersi cura della sua famiglia, Cléo le chiede di
mantenere una promessa: rivedersi il prima possibile. Con il
permesso del padre, Gloria invita la bambina a raggiungerla nel suo
paese natale, per trascorrere insieme a a lei e ai suoi figli
un’ultima estate da ricordare per sempre. Nel bene e nel male.
L’estate di Cléo, da un titolo all’altro
È interessante lo
slittamento semantico operato dalla distribuzione italiana nel
trasformare il titolo originale (Àma
Gloria, dedicato alla adulta e affettuosa governante)
focalizzando l’attenzione sull’esperienza della piccola Cléo. Anche
correttamente, in effetti, visto che l’origine della storia sta
proprio nell’esperienza vissuta dalla stessa regista quando aveva
l’età della sua protagonista. E che al netto dell’omaggio della
Amachoukeli alla tata di allora – la Laurinda, immigrata
portoghese, alla quale il film è dedicato – riporta l’attenzione
sul momento vissuto dalla bambina, sulle sue emozioni e soprattutto
sulle sue risposte alla scoperta di una vita completamente diversa
e altra da quella che aveva imparato a conoscere.
Lontana da casa, dalla
protezione paterna e soprattutto dalle dinamiche e dai ruoli ai
quali era abituata, la piccola è spiazzata, ancora non
completamente in grado di comprendere i confini tra dovere e
sentimento, tra il rispetto degli obblighi deontologici della sua
tata, l’attenzione nei suoi confronti e l’amore sincero che le
lega. Ma che lega la donna anche ai suoi veri figli, che mal
sopportano l’arrivo di questa ‘sorellastra intoccabile’, un corpo
estraneo alla loro famiglia, che inevitabilmente affrontano anche
con gelosia e un pizzico di classismo.
L’estate di Cléo, un film
di scoperta
Un groviglio confuso,
complicato da gestire, figuriamoci da capire, e per una bambina di
6 anni. Ma è una parentesi – lunga un’estate, appunto – che vale
una vita, e che costringe la piccola a uscire dalla propria bolla.
Anche quella nella quale l’aveva sempre tenuta la sua Gloria. La
scelta del punto di vista di Cléo rende il film qualcosa di diverso
e di più di un romanzo di formazione, e del film “sull’infanzia e
sull’universalità dell’amore” annunciato, visto che sono ‘adulte’
le emozioni (sottolineate dai tanti primi piani, che rendono ancora
più privato e personale l’intenso racconto) e i conflitti di fronte
ai quali viene messa, e i rischi di certe scelte.
C’è il concetto di
famiglia, troppo spesso ipocritamente e strumentalmente sbandierato
nella sua forma solo tradizionale a discapito della miriade di
forme che questo assume nella vita reale, come scopre la stessa
protagonista, ma ci sono anche la morte, l’errore, il rancore che
viene dal non conoscere l’altro e la capacità di superare i
pregiudizi insieme ai confini. Ma soprattutto il coraggio di
tuffarsi dall’alto di una rupe in un mare pericoloso e aperto (che
ritorna negli splendidi intermezzi animati che impreziosiscono il
film e arricchiscono la caratterizzazione del suo mondo interiore),
come vediamo in una delle scene più belle ed emblematiche del film,
in un gesto estremo di affermazione e rivincita. Dal quale
ripartire, un po’ più preparata ad affrontare il futuro e il
mondo.
Solo un personaggio di questi –
Vernestra Rwoh – apparirà in
The Acolyte: La Seguace, con il piano di introdurre
una nuova serie di protagonisti che presumibilmente saranno al
centro della scena nel corso di alcune stagioni (conducendoci
infine agli eventi de
La Minaccia Fantasma e di
La Vendetta dei Sith).
Ora abbiamo una galleria di
immagini della serie tv che offre uno sguardo più ravvicinato ai
momenti chiave del trailer. Insieme a questi arrivano i nomi e le
descrizioni ufficiali dei personaggi per ciascuno
dei protagonisti di
The Acolyte: La Seguace:
Amandla Stenberg interpreta Mae, un
individuo che viene trascinato in un mistero sinistro, che la mette
al centro del conflitto in modi inaspettati.
Lee Jung-Jae interpreta il Maestro
Sol, un maestro Jedi saggio, molto rispettato e
potente, forte nelle vie della forza, che sta attraversando un
conflitto emotivo.
Manny Jacinto interpreta Qimir, un ex
contrabbandiere che ora si guadagna da vivere come
commerciante. Si procura cose insolite e vive una vita di
svago.
Carrie-Ann Moss interpreta il Maestro Indara, un
maestro Jedi di grande abilità fisica e mentale.
Dean Charles Chapman interpreta il Maestro
Tobin: una rappresentazione di questo personaggio non
è stata condivisa.
Joonas Suotamo interpreta il Maestro
Kelnacca, un Jedi solitario che vive una vita
solitaria.
Jodie Turner-Smith interpreta Madre
Aniseya, la leader di una congrega di streghe che
apprezzano la propria indipendenza insieme alla conservazione delle
proprie convinzioni e poteri.
Charlie Barnett interpreta Yord
Fandar: un cavaliere Jedi e guardiano del tempio
Jedi, un ambizioso e un seguace delle regole. Il suo bisogno
di seguire la natura da manuale può offuscare il suo
giudizio.
Dafne Keen interpreta Jecki Lon, un Jedi Padawan,
l’apprendista del Maestro Sol. È giovane, ma si comporta con
maturità.
Rebecca Henderson interpreta Vernestra
Rwoh, un’anziana maestra Jedi che ha scalato i ranghi
dei Jedi da adolescente prodigio a leader dell’ordine
Jedi.
La sinossi ufficiale recita:
“Un’indagine su una scioccante serie di crimini mette un
rispettato Maestro Jedi (Lee) contro una pericolosa guerriera del
suo passato (Stenberg). Mentre emergono altri indizi, i due
percorrono un sentiero oscuro dove forze sinistre rivelano che
tutto non è ciò che sembra“. La serie è ambientata durante
l’era dell’Alta Repubblica della linea temporale di Star Wars, ovvero prima degli eventi dei film di
Star Wars.
Leslye Headland è la creatrice
della serie
The Acolyte: La Seguace, basata su
Star
Wars di George Lucas, e ne è produttrice
esecutiva insieme a Kathleen Kennedy, Simon Emanuel, Jeff F. King e
Jason Micallef. Charmaine DeGraté e Kor Adana sono i produttori
esecutivi. Rayne Roberts, Damian Anderson, Eileen Shim e Rob Bredow
sono i produttori.
Headland ha diretto anche i primi
episodi (episodi 101 e 102). I registi Kogonada (episodi 103 e
107), Alex Garcia Lopez (episodi 104 e 105) e Hanelle Culpepper
(episodi 106 e 108) completano la regia della serie. Il
pluripremiato compositore Michael Abels, noto per il suo lavoro in
Scappa – Get Out e Us, ha firmato la colonna
sonora di The Acolyte: La Seguace.
Kung Fu Panda 4
arriva in sala. Il nuovo progetto Dreamworks
Animation, diretto da Mike Mitchell e
Stephanie Ma Stin, esce al cinema in data 21 marzo
e riprende le fila di un franchise che, iniziato nel 2008, ha
sempre ottenuto un buon successo di pubblico e critica.
Affidato a un autore di comprovata
esperienza e musicalmente accompagnato dal solito Hans
Zimmer, il film si appoggia a un cast corale capeggiato
dal solito Jack Black
(Fabio Volo nella versione italiana) e composto
anche dalle new entry Awkwafina/Alessia
Amendola, Viola Davis/Laura Romano e
Ke Huy
Quan/Francesco Pezzulli.
Kung Fu Panda 4: la trama
Riscoperta appieno la propria
identità grazie alla precedente avventura nel villaggio di suo
Padre, Po ha fatto ritorno al Palazzo di Giada e continua a
difendere la Valle della Pace assolvendo al proprio ruolo di
Guerriero Dragone. Quando però il saggio maestro Shifu gli affida
il compito di trovare, nominare e allenare un suo sostituto per
poter diventare guida spirituale e quindi salire al livello
successivo, il panda si trova decisamente in difficoltà.
Come se non bastasse la notizia di
una nuova minaccia giunge ben presto a palazzo e Po viene a
conoscenza dell’esistenza della Camaleonte, maga malvagia capace di
assorbire la forza di chiunque e perfino assumerne le sembianze.
L’obiettivo della perfida nemica è rubare il Bastone della Saggezza
che Shifu ha consegnato a Po, per poter riportare indietro gli
spiriti dei vecchi antagonisti del panda e rubare anche il loro
potere.
Dal momento che i Cinque Cicloni
sono impegnati in altre missioni collaterali, Po si mette dunque in
viaggio in compagnia di Zhen, una volpe molto scaltra ricercata per
furto. Ad attenderlo – al di là di strani incontri e un lungo
peregrinare – c’è un nuovo entusiasmante scontro.
La legge del 4
La legge del 4 ha colpito anche
Kung Fu Panda. E no, non stiamo parlando del
complicato enigma proposto da Martin Scorsese nel
suo Shutter Island
del 2010; bensì della bizzarra maledizione che, all’interno del
mondo dell’animazione, sembra abbattersi su qualsiasi franchise osi
avventurarsi al di là del confine del terzo capitolo. È accaduto in
casa Pixar, con il ben poco esaltato (ed
esaltante) Toy Story 4, ed
è invero già accaduto anche in casa Dreamworks, in
attesa del ritorno a Molto molto lontano e alle avventure
dell’amatissimo orco Shrek – prossimamente su grande schermo per la
quinta volta.
Marzo 2024, come accennavamo, segna
invece la caduta di un altro florido marchio dell’industria, e a
farne le spese è una delle saghe animate più riuscite e
apprezzate degli ultimi quindici anni. Le mirabolanti imprese del
Guerriero Dragone e dei fidati Cinque Cicloni si sono infatti negli
anni rivelate un importante punto di riferimento generazionale,
capace persino di trascendere il medium cinematografico – come
dimostrano le 26 puntate di Kung Fu Panda – Mitiche
Avventure andate in onda su Nickelodeon
nella stagione 2011. Segno del successo di un brand che, prendendo
in esame le sole peripezie su pellicola, ha saputo negli anni
reinventarsi sia in termini narrativi che estetici, senza mai
disperdere la propria matrice identitaria e scandendo sapientemente
il processo di crescita del suo protagonista.
Operazione nostalgia
Se tra primo e terzo film la saga si
era dedicata alla progressiva presa di coscienza di Po in qualità
di combattente, figlio e panda – all’interno di riconoscibili
stilemi wuxia valorizzati da uno sguardo attento all’interiorità
dei personaggi – l’aspetto più concettualmente interessante (e
insieme demoralizzante) di Kung Fu Panda 4 risiede
allora nel suo tentativo di “asciugare” il materiale della storia
per focalizzarsi sugli elementi fondativi del franchise. In linea
infatti con i principi distributivi e creativi tipici della
modernità, il film non solo elimina i Cinque Cicloni per fare di Po
l’unico (o quasi) centro gravitazionale del racconto; ma provvede a
un sostanziale riciclaggio di codici e situazioni che, come spesso
accade, si specchia nella scelta del cattivo di turno.
La Camaleonte, villain in grado di
assumere le sembianze di tutti i precedenti antagonisti, diviene
infatti il simbolo di una “operazione nostalgia” a cui il mondo
dell’audiovisivo di oggi cede con sempre maggiore frequenza,
sostituendo appunto qualsiasi volontà di ricerca e innovazione con
un rasserenante ripescaggio di dinamiche e volti già noti – e per
questo rassicuranti.
Il risultato di tale operazione,
volta forse a rispondere anche al preoccupante calo delle capacità
di concentrazione di un pubblico ormai sovrastimolato, è –
prevedibilmente – un road movie piuttosto classico che prepara il
terreno a un prevedibilissimo scontro finale con insegnamento al
seguito. Un prodotto purtroppo fiacco e privo del coraggio dei suoi
predecessori, privato di qualsivoglia velleità artistica e
rimpinguato di gag per lo più pigre e senza mordente. Con tanto di
morale “da biscotto” a completare l’opera.
Un prodotto che, ancora una volta, getta ben più di un’ombra sulle
capacità di progettazione a lungo termine di buona parte delle
grandi case di produzione animate (e non solo), e dovrebbe
convincerci della necessità di quale riflessione in più sullo stato
di salute dell’intero settore.
Sembra che oggi daremo la nostra
prima occhiata ad alcuni filmati di Alien:
Romulus. Il regista Fede Alvarez ha
condiviso quanto segue sui suoi account sui social media e, anche
se non specifica esattamente a cosa si riferisce, il regista non ha
attualmente altri progetti in lavorazione.
Inoltre, l’affidabile insider
Daniel Richtman ha riferito che il trailer di Romulus
sarà pubblicato online oggi prima che Alvarez postasse quanto
seguie.
Sappiamo ancora molto poco
della trama, ma la star del film, Cailee Spaeny,
ha recentemente condiviso un dettaglio in qualche modo sorprendente
sulla sequenza temporale del film.L’attrice di
Pacific Rim: La Rivoltaha rivelato che Alien:
Romulusè ambientato tra gli eventi
dell’originale Alien di
Ridley Scott e del sequel di James
Cameron, Aliens.
“Dovrebbe inserirsi
tra il primo e il secondo film”,ha detto
Spaeny. “Hanno portato la stessa squadra
di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che
hanno costruito quegli xenomorfi in realtà sono arrivate e hanno
costruito i nostri. Quindi vedere il design originale con le
persone originali che hanno lavorato a questi film per oltre 45
anni ed è stato così parte della loro vita è stato davvero
incredibile.
Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul
film
Durante una chiacchierata con
Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la
Spaeny ha rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi
dell’Alien
originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra
il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno
portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le
stesse persone che hanno costruito quegli xenomorfi sono venute a
costruire i nostri. Quindi vedere il progetto originale con le
persone originali che hanno lavorato a questi film per più di 45
anni e che hanno fatto parte della loro vita è stato davvero
incredibile“.
A produrre il film c’è naturalmente
anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien,
Ridley Scott,
che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien:
Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo
all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del
film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le
quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una
stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film
si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus
e Alien:
Covenant, che hanno rappresentato le origini degli
Xenomorfi così come li si conosce.
L’esperienza di Álvarez con i film
La casa e Man in
the Dark potrebbe però anche suggerire che lo
sceneggiatore-regista riporterà il franchise alle sue origini, con
un thriller dove il cast è braccato dagli alieni all’interno dei
confini della stazione spaziale. Con l’imminente film di
Alien che ha finalmente ricevuto una data di uscita,
il 16 agosto, il pubblico può ora aspettarsi
che vengano nei prossimi mesi rivelati ulteriori dettagli sulla
trama.
Mentre i fan dei
Mutanti Marvel aspettano il loro
ritorno sul grande schermo in live action, quando si uniranno al
MCU, X-Men ’97
irrompe sul piccolo schermo,
grazie a
Disney+, con un ritorno più che atteso. Seguito della serie
anni ’90, il nuovo show Marvel torna a raccontare le
vicende degli amatissimi personaggi dei fumetti, proponendo alcune
delle storie più emozionanti che li hanno visti protagonisti su
carta, nel corso degli anni.
Il primo episodio, “A
me, Miei X-Men”, ci immerge immediatamente nell’azione,
riportando il pubblico nel cuore pulsante della saga degli
X-Men con grande efficacia narrativa. Ambientato
dopo gli eventi della serie originale,
questa nuova iterazione ci mostra un mondo mutante che si evolve,
con Ciclope che assume il ruolo di leader della squadra in seguito
alla scomparsa di Charles Xavier. Nel corso della
loro lotta per realizzare il sogno di convivenza tra umani e
mutanti, nuove sfide e pericoli minacciano la stabilità che hanno
tanto duramente conquistato.
X-Men ’97, tra nostalgia e tensione verso il
futuro
Se c’è un difetto in
X-Men ’97 è che richiede necessariamente una
conoscenza pregressa dei personaggi e di quello che è accaduto
“prima”. Si tratta quindi di un sequel vero e proprio che vede i
protagonisti fare i conti con l’enorme vuoto lasciato da Xavier e
soprattutto con la gestione di un nuovo inaspettato alleato. La
Scuola di Charles è stata per moltissimi dei protagonisti anche la
casa e la famiglia che tanti di loro non hanno mai avuto, o che
hanno perso nel momento in cui sono venute alla luce le loro
mutazioni. Proprio intorno al concetto di famiglia ruotano i primi
episodi del nuovo show, in particolare con i personaggi di Scott
Summers e Jean Grey che si preparano ad affrontare la
genitorialità, cominciando a desiderare una vita differente.
Per quanto riguarda gli
aspetti tecnici, X-Men ’97 si avvale non solo di
gran parte del cast vocale originale, vero e proprio gancio emotivo
per i fan di vecchia data, ma anche di un’ottima animazione che
emulando lo stile e le ambientazioni della serie originale riesce a
risultare fluida e vivace, e a catturare l’essenza dei personaggi e
delle loro abilità mutanti con una chiarezza straordinaria. Le
sequenze d’azione sono particolarmente ben costruite, con effetti e
coreografie davvero efficaci. I fan dei Marvel Studios possono stare tranquilli, lo
studio ha ancora tanto da raccontare e l’animazione si conferma uno
strumento perfetto per realizzare storie avvincenti e
emozionanti.
Tuttavia non saremmo di fronte ai veri mutanti della Marvel se questi personaggi non
avessero anche un grande cuore. La gamma emotiva che i primi
episodi di
X-Men ’97
riescono a evocare è ricchissima e varia, cedendo alla nostalgia di
tanto in tanto, ma abbracciando anche il futuro con
entusiasmo.
I fan di lunga data sono pronti a farsi trascinare in un mondo
conosciuto e amico, mentre i nuovi, fatte le ricerche e i ripassi
del caso, possono affidarsi a Ciclope, Wolverine, Morph,
Rogue, Bestia,
Gambit, Jubilee,
Bishop e alla sua squadra per lasciarsi catturare
dal fascino imperituro degli X-Men, anche in questa nuova
incarnazione animata.
Captain America: Brave New World punterà
i riflettori su Sam Wilson mentre brandisce lo scudo come
il nuovo Capitan America del MCU. Tuttavia, non sarà solo nella
sua battaglia con Red Hulk e The Leader perché la
star diTop Gun: Maverick Danny Ramirez vestirà i
panni di Falcon!
Oggi è apparsa online un’immagine
promozionale raffigurante l’attore nei panni di Joaquin Torres, il
che conferma che indosserà un casco molto in linea con la sua
controparte dei fumetti.
Tuttavia, al posto del becco (che,
senza gioco di parole, è un po’ sul naso), il nuovo supereroe
dell’MCU indossa una grande visiera.
Sembrava anche avere una tuta corazzata e dovrebbe essere
interessante vedere come affronterà il suo nuovo ruolo.
Per ora non possiamo vedere le
ali! Non possiamo condividere l’immagine, ma puoi dare
un’occhiata a questa illustrazione promozionale raffigurante il
nuovo Falcon del MCU facendo clic QUI.
Ramirez ha interpretato per la
prima volta il personaggio in The
Falcon e The Winter Soldier , dove è stato
presentato come Primo Tenente dell’Aeronautica degli Stati
Uniti.
Amico di Sam, non ha avuto un
grande impatto e presumibilmente svolgerà un ruolo molto più
importante in Captain America: Brave New World. L’ultima
volta che l’abbiamo visto, Torres ha osservato Sam, ora
Capitan America, pronunciare quel discorso ispiratore dopo la
sconfitta degli Smashers.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
Quando il segmento è andato in onda, c’era la preoccupazione
che la decisione dell’attore potesse ritorcersi contro, il che è
esattamente quello che sembra essere successo. Durante
l’intervista, Majors ha ribadito la sua innocenza e non si è
assunto alcuna responsabilità per le ferite riportate da
Grace Jabbari nonostante sia stato ritenuto
colpevole di due reati minori di molestie e aggressioni.
“Ciò non è
accaduto”, ha detto l’ex star del
MCU alla conduttrice
Lindsey Davis quando le ha chiesto se fosse responsabile.Quando lei ha continuato chiedendogli come pensava che
Jabbari avesse subito le sue ferite, lui ha
risposto: “Vorrei tanto saperlo. Ciò
darebbe chiarezza, mi darebbe una sorta di pace al
riguardo.
Ora, THR riferisce che
Grace Jabbari sta facendo causa al suo ex per
percosse, aggressione, inflizione intenzionale di disagio emotivo,
procedimento giudiziario dannoso e diffamazione, che deriva dal
fatto che Jonathan Majors neghi di aver abusato di lei
prima e dopo la sua condanna.
La causa afferma che,
prendendo parte
all’intervista, “l’intenzione di Majors
non era solo quella di indurre molte persone a credere che Jabbari
fosse un bugiardo, ma anche di indurre quelle persone ad attaccare,
molestare, intimidire e maltrattare Jabbari.
Jonathan Majors intendeva anche che le sue dichiarazioni
diffamatorie influenzassero negativamente la carriera di
Jabbari.”
Jabbari sta anche accusando
Jonathan Majors di episodi di abuso fisico che non
sono stati messi a fuoco nel processo e che presumibilmente si sono
verificati nel 2022.
Secondo l’accusa,
Jonathan Majors“ha spinto Grace
così forte da procurarle un livido sul sedere”, “ha sollevato Grace
in aria e l’ha lanciata contro il cofano della sua
macchina” e “ha
poi riportato Grace a casa e i quella circostanza le ha messo le
mani intorno al collo”. affermando che voleva
ucciderla e che l’avrebbe uccisa. Majors ha quindi
iniziato a colpire la testa di Grace contro il pavimento di marmo
mentre la strangolava finché non sentiva di non riuscire più a
respirare”.
La condanna di
Jonathan Majors era originariamente prevista per
il 6 febbraio, ma l’udienza è
stata rinviata all’8 aprile. Le accuse comportano una
potenziale pena fino a un anno di prigione.
Lo scorso novembre, abbiamo appreso
che Skyler Gisondon interpreterà Jimmy
Olsen della DCU nell’attesissimo Superman
di James Gunn. Tuttavia, un altro attore è
stato appena scelto come migliore amico dell’Uomo
d’Acciaio, questa volta per la quarta e ultima stagione
di Superman
& Lois, la serie tv di successo della CW.
TV Line riferisce
che Douglas Smith interpreterà il fotografo di
The Daily Planet, portando finalmente Jimmy in
una serie di cui ha sentito molto la mancanza sin dal lancio nel
2021.
Questa versione del personaggio è
descritta come un “ventenne
estroverso” noto per essere “l’anima
della festa” in ufficio. Il sito
aggiunge: “Nonostante siano colleghi di lavoro di
Clark, non è riuscito a tirarlo fuori dal suo guscio ‘goffo’.
Ignaro del super-segreto di Clark, Jimmy è ancora determinato a
diventare suo amico.”
Nonostante un taglio al budget che
ha comportato un minor numero di scrittori e membri regolari del
cast, il team creativo di Superman e
Lois sta chiaramente facendo di tutto con questa
stagione finale per rendere felici i fan della DC.
Molti di voi probabilmente
conosceranno Smith meglio per Big
Love e Big Little
Lies . Tra i suoi crediti annovera anche
Vinyl e The
Alienist e ha interpretato il fratellastro del personaggio
del titolo in Percy Jackson: Sea of
Monsters. Stranamente, suo fratello maggiore,
Gregory Smith, ha diretto otto episodi di Superman
& Lois.
Mehcad Brooks ha
interpretato “James” Olsen nell’Arrowverse, apparendo
in Supergirl sia come fotografo
che, più tardi, come eroico Guardiano. Questa serie è
ambientata in una realtà separata in seguito agli eventi di
Crisis on Infinite Earths.
Brad Schwartz,
presidente dell’intrattenimento di The CW, ha
recentemente promesso che la stagione 4, a lungo ritardata
, “vi lascerà a bocca aperta” e ha
spiegato che il ritardo è il risultato del lungo processo di
post-produzione dello show. “Non sto scherzando,
questa stagione sarà uno dei migliori programmi
televisivi.Ho visto il primo episodio ieri sera e
ti farà piangere. È fantastico.”
“A causa di tutti gli
effetti speciali, potrebbe essere pronto per l’estate, [ma]
riteniamo che sarebbe sprecato in estate. Quindi mettiamolo in
autunno, dove possiamo venderlo in Upfront [e] davvero, davvero
Parlami di ciò.”
La serie Superman &
Lois
Superman &
Lois è stato sviluppato da Todd Helbing
e Greg Berlanti per la rete The CW. Lo spettacolo
vede protagonisti Tyler Hoechlin nei panni di Clark
Kent/Superman ed Elizabeth Tulloch nei panni
di Lois Lane. Segue l’iconica coppia di supereroi
mentre affronta le sfide della genitorialità, affrontando anche le
responsabilità e i pericoli che derivano dall’essere il più grande
protettore della Terra.
La premessa di Superman
& Lois diverge leggermente dalle tradizionali storie
di Superman concentrandosi maggiormente sulla dinamica
familiare tra Clark, Lois e i loro figli adolescenti, Jonathan
e Jordan Kent. La serie esplora come Clark bilancia i
suoi doveri di Superman con i suoi obblighi di marito e padre, il
tutto mentre vive nella piccola città di Smallville.
Ci aspettavamo che il primo trailer
del sequel diBeetlejuice di Tim Burton, Beetlejuice
Beetlejuice, uscisse ieri, ma Warner Bros.
Discovery ha ritardato e il primo contributo dall’atteso sequel
dovrebbe arrivare oggi. Nel frattempo però la Major ha svelato una
preview che ci dà un primo sguardo a
Jenna Ortega nei panni di Astrid Deetz.
La pagina Instagram del sequel ha
pubblicato (poi cancellato, per qualche motivo) i primi secondi del
teaser, che vede la figlia di Lydia Deetz (la ritornata
Winona Ryder), Astrid (la star di
Scream
IV,Jenna
Ortega), in sella alla sua bicicletta su un ponte
dall’aspetto molto familiare.
Come i fan del primo film
ricorderanno senza dubbio, è qui che Adam (Alec
Baldwin) e Barbara (Geena Davis) Maitland
hanno incontrato la loro morte prematura dopo un incidente d’auto.
Sconvolta, la coppia decide quindi di contattare un certo Ghost
with the Most (Michael
Keaton) per chiedere aiuto. Guarda il filmato qui
sotto insieme ad alcune nuove illustrazioni del logo del titolo e
assicurati di tenere gli occhi aperti per il trailer.
Lots of activity going on with official
studio social media accounts for
#BeetlejuiceBeetlejuice. Tomorrow is looking very likely for
the trailer on top of reports we’re hearing and what has already
been confirmed. pic.twitter.com/hMEIiZVdiJ
Beetlejuice, uscito nel 1988, era interpretato
da
Michael Keaton,
Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones,
Alec Baldwin e Geena Davis. Quel film è incentrato su una
coppia di coniugi deceduti che ricorre ai servizi dell’antipatico e
dispettoso poltergeist dell’aldilà per spaventare i nuovi residenti
della loro vecchia casa. Fin dal suo debutto, il film ha ottenuto
un successo sia di critica che commerciale, con un incasso di oltre
73 milioni di dollari, rendendo Burton particolarmente celebre ad
Hollywood. Non si hanno invece ad ora dettagli sulla trama di
Beetlejuice 2, ma sappiamo che il film uscira nelle sale
il 6 settembre 2024.
Sono apparse le foto
ufficiali della prossima seconda stagione di Pretty Little
Liars di Max. Le
prime immagino svelano ai fan un primo sguardo alla prossima
stagione intitolata Summer School.
La seconda
stagione di Pretty Little Liars ha un nuovo cattivo
Condivise
da Cosmopolitan, le foto
di Pretty Little Liars: Summer School hanno anche
introdotto gli spettatori al nuovo antagonista principale del
thriller drammatico per adolescenti sotto forma di un inquietante
colpevole mascherato armato di coltello. I creatori della
serie Lindsay Calhoon Bring e Roberto Aguirre-Sacasa hanno
parlato di cosa i fan possono aspettarsi dal nuovo cattivo della
seconda stagione, che hanno descritto come
qualcuno molto più spaventoso di A.
“Il nostro cattivo è una
figura femminile dell’orrore, che è qualcosa che volevamo davvero
esplorare nel nostro spettacolo horror incentrato su protagoniste
femminili“, ha detto
Aguirre-Sacasa. “Volevamo anche che il
nostro cattivo sembrasse apocalittico e terrificante. E poiché
la maggior parte della nostra stagione è ambientata durante
l’estate, oltre a prendere ispirazione dai nostri slasher
preferiti, volevamo che sembrasse un po’ più apocalittico, come
qualcosa come The Texas Chain Saw Massacre o addirittura
Midsommar”.
karolina wojtasik // HBO
Bring ha
aggiunto: “Le paure sono un po’ più grandi, più cattive e più
audaci. Abbiamo un nuovo cattivo che forse è collegato ad
Archie Waters, come impareremo presto nell’episodio 1. Roberto, io
e i nostri scrittori siamo tutti molto ossessionati da Creepypasta,
quindi adoriamo avere il nostro sito web. E questo cattivo
horror metterà alla prova ciascuna delle ragazze e intraprenderanno
il loro viaggio personale”.
karolina wojtasik // HBO
Basato sulla serie di libri
più venduti di Sara Shepard, il riavvio di
Pretty Little Liars di Max è guidato da
Bailee Madison, Chandler Kinney, Zaria, Malia Pyles e Maia
Reficco. A loro si uniscono Mallory Bechtel,
Sharon Leal, Elena Goode, Lea Salonga, Eric Johnson, Jordan
Gonzalez e Alex Aiono. I produttori esecutivi sono
Aguirre-Sacasa, Bring, I. Marlene King, Michael Grassi,
Caroline Baron e Leslie Morgenstein e Gina Girolamo di
Alloy.
Durante una recente
intervista con Arc Studio, lo
scrittore televisivo Thomas Schnauz
(X-Files, Breaking Bad) ha condiviso un
nuovo aggiornamento sulla seconda stagione di
Gen
V e sulla data di inizio della produzione del
prossimo capitolo dello spin-off di The
Boys ambientato al collage.
Schnauz ha confermato che
Amazon MGM Studios sta attualmente pianificando di
iniziare la produzione della seconda stagione di
Gen
V tra “due o tre settimane”. Ciò avviene dopo
quasi sei mesi dal debutto della
prima stagione su Prime
Video.
“Sto lavorando a uno
spettacolo chiamato Gen V che va in onda su
Amazon. Prima stagione… non ho lavorato
alla prima stagione”, Schauz sul suo coinvolgimento nella
seconda stagione della Gen V. “Attualmente li sto aiutando con
la seconda stagione con una storia dirompente, e non molto tempo
dopo inizieranno le riprese in
Canada. Inizieranno la produzione
probabilmente tra 2 o 3 settimane”.
Tutto quello che c’è da sapere su Gen V
Ambientato nel mondo diabolico di
The
Boys, Gen V espande l’universo della
Godolkin University, il prestigioso college per soli supereroi dove
gli studenti si esercitano per diventare una nuova generazione di
eroi, preferibilmente con sponsorizzazioni lucrative. Non tutti,
però, scelgono la strada della corruzione. Oltre al classico caos
universitario, oltre alla ricerca della propria identità e alle
feste, questi ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni
letteralmente esplosive. Mentre si contendono popolarità e buoni
voti, è chiaro che la posta in gioco è molto più alta quando sono
coinvolti dei super poteri. Quando il gruppo di giovani dai poteri
soprannaturali scopre che qualcosa di più grande e sinistro sta
succedendo a scuola, saranno messi alla prova: sceglieranno di
diventare gli eroi o i cattivi delle loro storie?
Il cast della serie include
Jaz Sinclair, Chance Perdomo,
Lizze Broadway, Shelley Conn,
Maddie Phillips, London Thor,
Derek Luh, Asa Germann,
Patrick Schwarzenegger, Sean Patrick
Thomas e Marco Pigossi. In Gen V
vedremo anche Clancy Brown e Jason
Ritter nel ruolo di guest star, oltre alla partecipazione
straordinaria di Jessie T. Usher, Colby
Minifie, Claudia Doumit e P.J.
Byrne negli stessi ruoli che interpretano in The
Boys.
Michele Fazekas e Tara Butters sono
showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth
Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur,
Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick
Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe
e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della
serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant
Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha
Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è
prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in
collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e
Original Film.
Parlando
con GamesRadar+, la star
di AladdinBilly Magnussen – destinata a
interpretare l’alieno Pleakley preferito dai fan nel film
live-action Lilo
& Stitch – ha spiegato com’è stato
girare un adattamento del suo film Disney
preferito.
Magnussen ha
anche espresso quanto sia grato di far parte di un progetto così
sano. Al momento, la Disney deve ancora
annunciare la data di uscita del suo ultimo remake live-action
Lilo &
Stitch.
“Non penso che si possano
paragonare le opere d’arte tra loro“, ha detto
Magnussen. “Ho adorato lavorare con tutti
in questo. La Rideback è stata la casa di produzione che ha
realizzato questo film e con loro ho realizzato
Aladdin. Ancora una volta, è una storia sulla connessione e su
un ragazzo che cerca di trovare un amico, e tutto ciò che puoi fare
è affrontare un progetto del genere con amore. Sono così grato
e onorato di far parte di quel progetto”.
Cosa sappiamo sul remake
live-action di Lilo e Stitch?
Il film d’animazione originale era
incentrato su una giovane ragazza hawaiana di nome Lilo
Pelekai che stringe un legame con un alieno blu chiamato
Esperimento 626, progettato per essere una forza di
distruzione.
Non è stato considerato uno dei
maggiori successi della Disney dal punto di vista del botteghino,
ma rimane un titolo molto popolare nella libreria Disney, avendo
generato tre sequel direct-to-video e una serie televisiva del
2003.
Una prima sinossi del remake
Lilo e
Stitch recita: “Lilo e Stitch racconta la storia
del legame che si forma tra una ragazza umana solitaria di nome
Lilo e un alieno simile a un cane di nome Stitch, progettato per
essere una forza di distruzione. L’inseguimento degli alieni, gli
assistenti sociali e l’idea del legame familiare fanno parte del
processo“.
Nel cast di Lilo e
Stitch anche
Zach Galifianakis, Sydney Agudong, Billy Magnussen, Courtney B.
Vance e i doppiatori del film d’animazione originale
Tia Carrere, Amy Hill e Jason Scott Lee.
Chris Sanders doppierà ancora una volta Stitch
nella versione USA. La regia è di Dean Fleischer Camp e la
sceneggiatura è stata scritta da Chris Kekaniokalani Bright, mentre
la produzione è stata affidata a Dan Lin e Jonathan Eirich con la
loro Rideback production. Il film dovrebbe debuttare su Disney+
quest’estate.
Sembra che ci siano stati dei
chiarimenti in seguito alle voci emerse questa mattina secondo cui
ad Aaron
Taylor-Johnson sarebbe stato offerto
il ruolo di James
Bond.
Secondo una fonte informata
che ha parlato con E! Notizi, a
Aaron Taylor-Johnson non è stato
effettivamente offerto il ruolo
di 007 in questo
momento. Il sito sottolinea poi che ciò non significa
necessariamente chel’attore rifiuterebbe il ruolo di James
Bond se gli fosse offerto, poiché ha parlato
con Esquire l’anno
scorso e non ha né confermato né smentito la possibilità di essere
in trattative per il
ruolo.
Qual è stato
il film di James Bond più recente?
Il film di James
Bond più recente è stato No Time
to Die del 2021, diretto da Cary Joji
Fukunaga da una sceneggiatura scritta da Neal Purvis e
Robert Wade, Scott Z. Burns con Fukunaga e la vincitrice dell’Emmy
Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve
).
Il 25esimo film di
James Bond ha visto il ritorno di Daniel Craig che ha ripreso il ruolo senza
tempo per l’ultima volta. A lui si sono uniti gli ex-attori
del franchise Ralph Fiennes nei panni di M, Lea
Seydoux nei panni di Madeline, Naomie Harris nei panni di Moneypenny,
Ben Whishaw nei panni di Q, Rory
Kinnear nei panni di Tanner e Jeffrey Wright nei panni di Felix
Leiter. Ha anche interpretato i nuovi membri del cast Rami Malek nei panni di Safin, Lashana
Lynch nei panni di Nomi, Ana De Armas nei panni di Paloma, Dali
Benssalah nei panni di Primo, Billy
Magnussen nei panni di Logan e David
Dencik nei panni di Valdo.
Jeffrey Wright è stato scelto per entrare a
far parte del cast del remake di Spike Lee di High and
Low. A darne notizia è stato Variety, Jeffrey Wright si unirà a Denzel Washington nel nuovo film di Spike Lee, che viene descritto come una
“rivisitazione” di High and Low di Akira
Kurosawa, uscito nel 1963.
Spike Lee ha co-scritto la sceneggiatura del
film insieme ad Alan Fox. Le riprese del film
dovrebbero iniziare alla fine di questo mese.
Jeffrey Wright ha recentemente ottenuto una
nomination all’Oscar per aver interpretato Thelonious “Monk”
Ellison nel film American Fiction del 2023,
diretto da Cord Jefferson. È anche noto per aver recitato in
Broken Flowers del 2005, Casino
Royale del 2006, Game Night del 2018,
The
French Dispatch del 2021 e The
Batman del 2022, tra gli altri titoli. Ha inoltre
interpretato Beetee nella serie di The Hunger
Games, Bernard Lowe in Westworld
della HBO e ha doppiato The Watcher in What
If…? dei Marvel Studios.
Jeffrey Wright e Denzel Washington avevano già recitato insieme
nel 2004 in The Manchurian Candidate, il remake
diretto da Jonathan Demme dell’omonimo film del
1962.
Todd Black e Jason Michael
Berman stanno producendo il film, mentre Lee,
Peter Guber, Matthew Lindner, Chris Brigham e Katia
Washington sono i produttori
esecutivi. Jordan Moldo è coproduttore.
“Toshiro Mifune interpreta un
ricco industriale la cui famiglia diventa il bersaglio di uno
spietato rapitore nell’esemplare film noir di Akira Kurosawa“,
si legge nella sinossi del film del 1963. “Basato sul
romanzo poliziesco di Ed McBain King’s Ransom, High and Low è allo
stesso tempo un thriller avvincente e un brillante commento sulla
società giapponese contemporanea”.
High and
Low di Spike Lee, che non ha ancora una data di
uscita, verrà distribuito nelle sale da A24 prima di arrivare su Apple
TV+.
Peacock ha annunciato
che Jessica
Biel guiderà una prossima serie di thriller
polizieschi intitolata The Good
Daughter.
Tutti gli episodi di
The Good Daughter sono scritti da Karin
Slaughter, autrice dell’omonimo romanzo bestseller del New
York Times su cui è basata la serie limitata. È prodotto da Made Up
Stories in collaborazione con lo studio cinematografico e
televisivo globale Fifth Season, che lo distribuirà anche a livello
internazionale.
Oltre a recitare, Jessica Biel è anche produttore esecutivo
dello spettacolo insieme a Bruna Papandrea, Steve Hutensky
e Casey Haver per Made Up Stories,
Michelle Purple per Iron Ocean e Karin Slaughter.
Di cosa
parlerà The Good Daughter?
“The Good Daughter è una
serie poliziesca ricca di suspense in cui le sorelle Charlotte
(Jessica Biel) e Samantha Quinn hanno trascorso gli ultimi ventotto
anni cercando di rimettere insieme i pezzi delle vite che sono
state spezzate da una sola notte di violenza”, si legge nella
sinossi
dello show. “Quando un
altro attacco distrugge la cittadina di Pikeville, Charlotte è la
prima testimone sulla scena. Ora che è un avvocato come suo
padre, è costretta ad affrontare i propri demoni mentre il caso si
snoda attraverso una rivelazione scioccante dopo l’altra. Alla
fine, sia lei che Samantha si ritrovano a chiedersi se, dopotutto,
valesse la pena di essere una brava figlia”.
A otto anni dalla sua ultima
avventura, Po torna al cinema con Kung
Fu Panda 4, dal 22 marzo in sala con
Universal. Abbiamo intervistato Fabio
Volo che torna a prestare la sua voce al tenero e sempre
affamato panda.
Dopo aver sfidato la morte
in tre incredibili avventure sconfiggendo nemici di fama mondiale
con il suo straordinario coraggio e le sue pazzesche abilità nelle
arti marziali, Po, il Guerriero Dragone (Jack
Black, candidato ai Golden Globe), è chiamato dal
destino a… darci un taglio. Gli viene infatti affidato il compito
di diventare il capo spirituale della Valle della
Pace.
Questo comporta però un
paio di problemi evidenti. In primo luogo, Po ne sa di leadership
spirituale tanto quanto di paleodieta e, in secondo luogo, deve
cercare e addestrare al più presto un nuovo Guerriero Dragone prima
di poter assumere la sua nuova e prestigiosa posizione.
Come se non bastasse, di
recente è stato avvistato un malvagio e potente signore del
crimine, Chameleon (il premio Oscar Viola Davis), una piccola lucertola in grado
di trasformarsi in qualsiasi creatura, grande o piccola che sia.
Chameleon ha messo gli occhi sul Bastone della Saggezza di Po, che
le darebbe il potere di risvegliare dal regno degli spiriti tutti i
cattivi che Po ha sconfitto.
Po ha quindi bisogno di
aiuto. Lo troverà (più o meno?) nella ladra Zhen
(Awkwafina, vincitrice di un Golden Globe), una
volpe corsara che fa davvero impazzire Po, ma le cui abilità si
riveleranno preziose. Nel tentativo di proteggere la Valle della
Pace dagli artigli rettiliani di Chameleon, questa strana coppia
comica dovrà unire le proprie forze. Nel frattempo, Po scoprirà che
gli eroi si possono trovare nei luoghi più inaspettati.
Il cast del quarto capitolo
Kung
Fu Panda 4 si avvale delle voci storiche di
Dustin Hoffman, vincitore del premio Oscar nel
ruolo del maestro di kung fu Shifu; James Hong
(Everything Everywhere All at Once) nel ruolo del padre adottivo di
Po, Mr. Ping; Bryan Cranston, candidato al premio Oscar, nel
ruolo del padre naturale di Po, Li, e Ian McShane,
candidato al premio Emmy, nel ruolo di Tai Lung, ex allievo e
acerrimo nemico di Shifu. Il vincitore dell’Oscar Ke Huy Quan (Everything Everywhere All at
Once) si unisce all’ensemble nel ruolo di un nuovo personaggio,
Han, il leader del Covo dei Ladri.
Kung
Fu Panda 4 è diretto da Mike Mitchell (Trolls della
DreamWorks Animation, Shrek e vissero felici e contenti) e prodotto
da Rebecca Huntley (Troppo Cattivi della DreamWorks Animation). La
co-regista del film è Stephanie Ma Stine (She-Ra e le principesse
guerriere). Nel 2008, il primo capitolo del franchise, Kung Fu
Panda, nominato agli Oscar, è diventato il film d’animazione
originale di maggior incasso della DreamWorks Animation e ha dato
il via a un franchise che ha guadagnato più di 1,8 miliardi di
dollari al box office mondiale.
In occasione della Festa del Papà,
sono tanti i padri del cinema che si potrebbero nominare e
celebrare, da quello silenzioso e amorevole di Lady
Bird sino all’iconico
Darth Vader della saga di Star Wars. Non c’è però miglior papà di quello pronto
ad imparare dai propri errori e rivedere i propri schemi di vita in
nome dei figli. Da questo punto di vista, il film del 2016 diretto
da Matt Ross,
CaptainFantastic (qui
la recensione), ha regalato al cinema un padre eccezionale,
apparentemente inamovibile dalle proprie convinzioni ma capace poi
di mettere in discussione tutto ciò in cui crede imparando dai suoi
figli tanto quanto loro imparano da lui.
La storia di questo film, come
rivelato da Ross, si configura proprio come un’esplorazione delle
scelte che i genitori compiono per i loro figli. Il regista,
partendo da esperienze personali, ha così elaborato un racconto che
riflette sull’essere genitori oggi, in un contesto globalizzato e
capitalista sempre più complesso, reso ulteriormente difficile
dalla vasta presenza di tecnologia. Presentato poi al Festival
di Cannes, nella sezione Un certain Regard, dove Ross ha vinto
il premio come Miglior regista, Captain Fantastic
offre dunque numerose importanti riflessioni incarnate qui in un
uomo che cerca semplicemente di essere il miglior padre
possibile.
A distanza di anni, i temi
affrontati dal film sono sempre più attuali e su cui è sempre più
necessario un dibattito che cerchi non di dare risposte giuste
quanto di mettere in discussione convinzioni non più sostenibili.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Captain Fantastic.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori, alla storia vera
e al suo significato complessivo. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Captain
Fantastic
I coniugi Ben e
Leslie Cash sono due attivisti anarchici, che non
credono nel modello di vita americano fortemente legato al
capitalismo, e hanno deciso di vivere la loro vita immersi nella
natura selvaggia dei boschi che circondano Washington. Ben e Leslie
crescono i loro sei figli secondo principi anticonvenzionali,
educandoli a sviluppare un forte senso critico nei confronti della
realtà che li circonda, ma condannandoli anche a contemplare la
vita con estrema disillusione. La routine dell’anticonformista
famiglia è scossa dall’improvviso suicidio di Leslie, a cui segue
un funerale che costringe Ben e i suoi figli a recarsi in città,
dove tutto il loro mondo e ciò che credevano di sapere verranno
messi in forte crisi.
Ad interpretare Ben vi è l’attore
Viggo Mortensen, al quale il regista ha
assegnato diverse letture da fare in preparazione al suo
personaggio. L’attore, poi, ha contribuito fornendo alcuni oggetti
di scena, come la sua canoa, alcune biciclette, vestiti e oggetti
da cucina, ma ha anche condiviso sue idee sulla sceneggiatura e
sull’utilizzo delle musiche. Nel ruolo dei suoi figli sono stati
provinati ragazzi con età compresa tra i 7 e i 18 anni, con diverse
capacità fisiche e in grado di apprendere la caccia, le arti
marziali e le lingue straniere. Bodevan, il figlio maggiore, è
interpretato da George MacKay mentre Samantha
Isler e Annalise Basso interpretano le
gemelle Kielyr e Vespyr.
Il ruolo di Rellian è stato affidato
a Nicholas Hamilton, Shree
Crooks interpreta Zaja, mentre Charlie
Shotwell ha il ruolo del figlio più giovane Nai. Tutti gli
attori hanno dovuto acquisire le basi per la sopravvivenza nei
boschi, imparando ad accendere un fuoco, seguire le tracce di un
animale e scalare rocce. Isler e Basso hanno inoltre dovuto
imparare l’esperanto, mentre MacKay ha praticato quotidianamente
yoga per prepararsi al suo ruolo. A tutti loro sono stati vietati,
per il periodo delle riprese, l’uso di strumenti tecnologici e il
cibo spazzatura. L’attrice Trin Miller interpreta
il ruolo di Leslie Cash, mentre per i genitori di lei sono stati
scelti Frank Langella e Ann
Dowd.
Il film è tratto da una storia
vera?
Il racconto proposto da
Captain Fantastic non è tratto da una storia vera,
a differenza da quello che si potrebbe pensare. Si sviluppa però a
partire da alcune riflessioni nate nel regista, il quale ha
dichiarato di aver avuto l’idea per questo film a partire dalla sua
esperienza di genitore e sul suo interrogarsi sulle scelte da
compiere come padre. Ross ha poi incorporato parte della sua
esperienza di vita nel film. Egli è infatti cresciuto insieme a sua
madre in una comune hippie, dove si portavano avanti modelli di
vita non convenzionali. Per il film, egli si è poi assicurato che
quanto praticato dai protagonisti fosse il più realistico
possibile, documentandosi approfonditamente su questo tipo di
attività.
Il significato del finale di
Captain Fantastic
Nel corso del film, a seguito del
viaggio in città per partecipare al funerale di Leslie, i metodi
educativi di Ben vengono messi in dubbio dai figli, che anzi
iniziano ad accusarlo di aver contribuito con il suo estremismo
all’esaurimento della madre. Ben si ritrova quindi a dover
riesaminare la sua idea di libertà e il significato di essere un
genitore. Insieme, padre e figli offrono a Leslie il funerale che
lei avrebbe voluto invece di uno tradizionale e per loro è un
momento di completa ripartenza: Bo parte per un viaggio solitario
alla scoperta del mondo, mentre il resto della famiglia Cash si
trasferisce in una fattoria e i ragazzi iniziano così a frequentare
regolarmente la scuola, dopo che Ben ha riconsiderato le proprie
ideologie.
Con questo
finale, Captain Fantasticsuggerisce dunque che le scelte di vita estreme, sia in
una direzione che in un’altra, non sono mai la risposta e che
bisogna invece ricercare un equilibrio, specialmente se queste
possono influenzare anche chi ci sta intorno o dipende da noi. Ben,
infatti, capisce i propri errori solo grazie ai suoi figli.
Difficilmente avrebbe potuto farlo da solo. Sono loro a fargli
comprendere come l’eccessivo isolamento stia di fatto impedendo
loro di vivere una serie di esperienze importanti, attraverso le
quali scoprire sé stessi e il mondo e potersi veramente sentire un
tutt’uno con esso. Centrale è dunque il rapporto tra il padre e i
figli, con il primo che si trova a dover mettere in discussione i
propri metodi educativi.
I suoi figli sono infatti molto
colti nonostante la giovane età e questo appare agli occhi di Ben
come un motivo di vanto. Come padre li sprona a non fermarsi
all’uso di parole come “interessante” ma di andare alla radice del
perché una cosa è interessante o meno, facendo dunque sempre
sbocciare in loro riflessioni articolate e sagge. Nonostante tutto
ciò, si renderà conto di come i figli non siano però preparati per
ben altre sfide della vita, dalle quali non può proteggerli per
sempre. Sul finale capirà dunque di non dover applicare
quest’eccessiva protezione nei loro confronti ma di lasciare che
sbaglino e si rialzino da soli, proprio come il suo monologo al
figlio Bo in partenza fa ben comprendere.
Il trailer di Captain Fantastic e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Captain Fantastic grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 19
marzo alle ore 21:25 sul canale
Cielo.
Il film del 2016
Sette minuti dopo la mezzanotte, diretto da J. A. Bayona ( The Impossible,
La società della neve) è l’adattamento dell’omonimo
romanzo del 2011, originariamente ideato dalla scrittrice
Siobhan Dowd, ma poi portato a termine da
Patrick Ness in seguito alla prematura
scomparsa dell’autrice. Si tratta di un racconto che, attraverso il
genere fantasy, affronta il delicato tema della malattia, delle
paure che queste comporta e del dolore che ne consegue, il tutto
visto attraverso gli occhi di un ragazzo alla ricerca di una fuga
dalla sua dolorosa realtà. Struggente, ricco di fantasia ed
emotivamente coinvolgente, Sette
minuti dopo la mezzanotteè uno di quei titoli
che aiuta a dialogare con le proprie paure, affrontandole invece di
evitarle.
La trama e il cast di Sette minuti dopo la mezzanotte
Protagonista del film è il dodicenne
Conor, il quale per sfuggire alla solitudine e
alla sofferenza della sua esistenza, evoca una creatura che possa
aiutarlo a superare i momenti più difficili. Come per magia, il
mostro, alto 12 metri, si presenta davvero. Egli è puntuale ogni
sera, sette minuti dopo la mezzanotte, alla finestra della sua
cameretta a raccontare storie fantastiche che Conor ascolta
avidamente, dimenticando per un attimo la malattia terminale della
madre, la severità della nonna, la distanza emotiva e geografica
del padre e il bullismo di cui è vittima a scuola. Senza
tralasciare il fatto che ha stretto un patto col mostro: alla fine
del ciclo di fiabe, toccherà a lui raccontare la sua “verità”.
In Sette
minuti dopo la mezzanotte l’attore scozzese
Lewis MacDougall interpreta Conor O’Malley, mentre
nel ruolo di sua madre Elizabeth, vi è la candidata all’Oscar
Felicity Jones.
L’attore Toby Kebbell è invece il signor O’Malley,
il distratto e distante padre di Conor. Nel ruolo della severa
nonna, la signora Clayton, vi è la celebre attrice Sigourney
Weaver, mentre a dare corpo e voce alla creatura con
cui Conor stringe amicizia vi è l’attore Liam Neeson.
Questi non è sempre stato presente sul set, e la sua
interpretazione tramite motion capture è in parte avvenuta dopo il
termine delle riprese effettive. Nel periodo in cui egli non poté
essere sul set, fu l’attore Tom Holland a
dare corpo alla creatura.
La spiegazione del finale del film
Le tre storie che il mostro racconta
a Conor hanno un anello di congiunzione, cioè il mostro stesso. La
prima storia del principe e della matrigna riflette il rapporto tra
Conor e la nonna. Conor la detesta per il suo carattere forte ma,
alla fine, si riconcilia con lei. Nella seconda storia invece, il
curato non è altro che Liam, il padre di Conor, che come lui
sceglie la strada più semplice, ovvero andarsene. Questa storia
mette dunque in evidenza l’atteggiamento negligente delle persone
in tempi buoni, che in tempi difficili trovano invece difficoltà a
lottare e preferiscono fuggire. Un racconto che dunque aiuta Conor
a riflettere sul comportamento di suo padre.
La terza storia è invece quella più
intimamente legata alla vita di Conor. Questa narra di un uomo
invisibile, non perché lo fosse davvero ma perché a gente si era
abituata a non vederlo. Il riferimento a Conor è diretto, lui è a
scuola ma nessuno lo vede a causa della malattia della madre.
Durante questo racconto, Conor è brevemente posseduto mentalmente e
fisicamente dal mostro e aggredisce violentemente Harry, il bullo
della scuola, mandandolo all’ospedale. Ma ci sono cose più
difficili dell’essere invisibili. Dopo aver aggredito Harry è
finalmente visibile per i compagni e per i professori, ma ora lo
evitano in modo volontario. Le storie raccontate dal mostro
riflettono dunqeu la vita di Conor e le difficoltà emotive che deve
attraversare.
Giunti al finale di Sette
minuti dopo la mezzanotte, quando diventa chiaro che
la madre di Conor sta per morire, il ragazzo evoca nuovamente la
legnosa creatura, la quale lo costringe però a rivivere il suo
incubo ricorrente: sua madre pende dalla mano di Conor sul bordo
dell’enorme voragine e poi cade, scomparendo nel vuoto. Il mostro
chiede allora ripetutamente a Conor di raccontare la sua storia,
dicendo che è l’unico modo per liberarlo. Il ragazzo infine ammette
che nel suo incubo lascia andare la mano di sua madre. Dice di aver
a lungo sospettato che sua madre non sarebbe sopravvissuta e di
aver segretamente sperato che morisse per porre fine alle loro
sofferenze, anche se, allo stesso tempo, non vuole che muoia.
Il mostro, a quel punto, elogia
Conor per il suo coraggio nel dire la verità e gli dice che è umano
sentirsi in quel modo. La nonna di Conor lo trova poi addormentato
sotto l’albero e lo porta in ospedale. Qui, Conor abbraccia la
madre, che guarda il mostro e muore a mezzanotte e sette minuti
esatti. Tornato a casa della nonna, Conor scopre che quest’ultima
ha ristrutturato per lui la vecchia stanza della madre. Vi trova il
libro d’arte dell’infanzia di sua madre, che include immagini di
personaggi delle storie che il mostro gli ha raccontato, oltre a un
disegno di sua madre da bambina sulla spalla dello stesso
mostro.
Quei disegni sembrano dunque
confermare che anche la madre di Conor ha potuto contare sull’aiuto
di un mostro, apparentemente lo stesso, per navigare attraverso le
difficoltà dell’infanzia. Oltre a rafforzare ulteriormente il
legame tra Conor e sua madre, l’albero può dunque essere
interpretato come un’estensione della madre stessa, che ha aiutato
il figlio a guarire dal proprio dolore proprio come era capitato a
lei in passato. Poiché non può aiutarlo in prima persona, per via
della malattia, il personaggio del mostro sembra dunque prendere
vita per fare da suo tramite e accompagnare Conor in quel viaggio
che a lei è negato.
Il trailer di Sette minuti dopo la
mezzanotte e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.Sette
minuti dopo la mezzanotte è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Apple TV, Tim Vision, Rai
Play e Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale
entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione il giorno martedì 19 marzo alle ore
21:10 sul canale Rai
Movie.
Agenti e assistenti: il cast (quasi)
al completo di Call my Agent – Italia, stagione 2 risponde
alle domande sulla esilarante seconda stagione della Serie Sky
Original. Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico,
Francesco Russo, Paola Buratto, Kaze e la new entry
Pietro De Nova arrivano su Sky e in streaming su
NOW dal 22 marzo.
In sei nuovi
episodi, la seconda stagione promette di tornare a divertire
svelando nuovi aspetti del dietro le quinte del mondo dello
spettacolo. Luci e ombre, humour e glamour. Al centro ancora le
vicissitudini della CMA, la Claudio Maiorana Agency, immaginaria
agenzia di spettacolo con sede a Roma, e le disavventure dei suoi
soci, sempre alle prese con le carriere dei più grandi protagonisti
dello showbiz e pronti a nuove sfide: un nuovo capo, storie d’amore
inaspettate, tormenti imprevisti e tante nuove, straordinarie,
special guest.
Tornano tutti i
protagonisti della prima stagione: Michele Di
Mauro, Sara Drago, Maurizio
Lastrico e l’appena scomparsa Marzia
Ubaldi, a cui sarà dedicato il primo episodio, ancora nei
ruoli di Vittorio, Lea, Gabriele ed Elvira, talentuosi,
instancabili e appassionati agenti di alcuni fra i più grandi nomi
del mondo dello spettacolo italiano. E i loro assistenti: Monica,
interpretata da Sara Lazzaro, Pierpaolo
(Francesco Russo) e Camilla (Paola
Buratto). Nei nuovi episodi ritornano anche
Kaze nel ruolo di Sofia, la receptionist
dell’agenzia, ed Emanuela Fanelli nei panni di una
delle attrici più “stravaganti” della CMA, Luana Pericoli, ancora
alle prese con il suo “attore preferito”, Corrado
Guzzanti.
A dare filo da
torcere agli agenti e ai loro assistenti con le loro tragicomiche
vicende fra lavoro e vita privata, anche per questa stagione dei
grandissimi nomi del nostro spettacolo, guest di ciascuna puntata
nei panni di se stessi.
Le due guest del
primo episodio saranno Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi, alle prese con un
nuovo film la cui sceneggiatura si rivela un disastro. Riusciranno
gli agenti a salvarle dal flop? Mattatore assoluto del secondo
episodio sarà Gabriele Muccino, il cui arrivo si preannuncia
come un vero e proprio terremoto per la CMA. Con Gian Marco
Tognazzi. Claudio Santamaria è la guest star del
terzo episodio. Sarà disposto a tutto pur di ottenere un ruolo da
lui molto ambito, anche a trasformarsi in un bad guy. Volano
scintille fra le guest del quarto episodio Serena
Rossi e Davide Devenuto, suo marito.
Stremati da una frenetica maratona di interviste, si sveleranno
segreti inconfessabili. La magica voce di Elodie
potrà tutto nel quinto dei nuovi episodi, anche riportare in vita
il giovane Giuliano. Ma anche i fan più adoranti possono rivelarsi
un incubo. Sabrina
Impacciatoremadrina del
Festival di Venezia è la star del sesto
episodio. Calcare quel palco è per lei un sogno che si avvera, ma
Lea sa che questo ruolo non consentirà a Sabrina alcun margine di
errore.
Rian
Johnson ha firmato un contratto per due
film conla Warner
Bros. Secondo Variety , la
società di produzione T-Streetdi Rian Johnson e Ram Bergman ha
firmato un accordo di produzione per due film con la Warner Bros.
Motion Picture Group.
“[Michael De Luca] e [Pam
Abdy] il rinnovato impegno per la narrazione originale e
l’esperienza cinematografica rendono Warner Bros. Discovery un
luogo ideale per aiutarci a portare i registi che amiamo al
pubblico di tutto il mondo su larga scala”, Johnson e Bergman
detto in un comunicato. “Siamo entusiasti di
averli come partner”.
Al momento non è chiaro se
Rian Johnson dirigerà uno dei due film che lui e
Bergman supervisioneranno per la Warner Bros.
T-Street Productions ha già sostenuto Fair Play di Chloe Domont e American Fiction di Cord Jefferson, entrambi
usciti nel 2023, e Snack .diretto da Adam Carter
Rehmeier del 2024.
“Rian e Ram sono le menti
di tanti film incredibilmente divertenti e sono un brillante duo
creativo che si sentirà a casa tra la famiglia di narratori del
Warner Bros. Motion Picture Group che sta lavorando per portare più
grandi film agli spettatori di tutto il mondo“, ha affermato
Lo hanno detto De Luca e Abdy, co-presidenti e amministratori
delegati di Warner Bros. Motion Picture Group. “Mentre
Warner Bros. Discovery continua a investire nel futuro
dell’intrattenimento per il pubblico di tutte le età, siamo più che
entusiasti di avere Rian e Ram qui con noi”.
Dopo aver diretto il catastrofico
The Impossible, nel
2016 il regista spagnolo Juan Antonio Bayona ha
portato al cinema il film per ragazzi
Sette minuti dopo la mezzanotte. Si tratta di una
storia fantastica, dove una realtà particolarmente drammatica può
essere metabolizzata attraverso la possibilità di vivere un
esperienza al di là del possibile. Un racconto di formazione, ma
anche una delicata riflessione sui rapporti umani, sulla difficoltà
di accettare il lutto e sui traumi che ognuno porta dentro di sé.
Il film non è però una storia originale, bensì la trasposizione
cinematografica dell’omonimo romanzo del 2011.
Questo è stato originariamente
ideato dalla scrittrice Siobhan Dowd, la quale non
riuscì però a portare a termine tale progetto per via della
prematura scomparsa a causa di un cancro. Di riorganizzare il
materiale da lei preparato e ampliarlo si è allora occupato
Patrick Ness, che ha infine pubblicato il libro
dedicandolo alla memoria della Dowd. In breve, questo è divenuto un
grande successo, vincendo prestigiosi riconoscimenti in ambito
letterario e attirando le attenzioni degli studios di Hollywood.
Grazie al cinema, ha così potuto prendere vita un racconto
particolarmente adatto ad essere espresso attraverso le immagini,
trovando in esse la propria forza.
Scritto dallo stesso Ness, il film
si è avvalso di un grande cast di attori, ottenendo così un
particolare successo. Accolto in modo generalmente positivo dalla
critica e dal pubblico,
Sette minuti dopo la mezzanotte è infine arrivato a
vincere ben 9 premi Goya, tra cui quello per il miglior regista.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alle differenze tra il
film e il romanzo. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Sette minuti
dopo la mezzanotte
Protagonista del film è il dodicenne
Conor, il quale per sfuggire alla solitudine e
alla sofferenza della sua esistenza, evoca una creatura che possa
aiutarlo a superare i momenti più difficili. Come per magia, il
mostro, alto 12 metri, si presenta davvero. Egli è puntuale ogni
sera, sette minuti dopo la mezzanotte, alla finestra della sua
cameretta a raccontare storie fantastiche che Conor ascolta
avidamente, dimenticando per un attimo la malattia terminale della
madre, la severità della nonna, la distanza emotiva e geografica
del padre e il bullismo di cui è vittima a scuola. Senza
tralasciare il fatto che ha stretto un patto col mostro: alla fine
del ciclo di fiabe, toccherà a lui raccontare la sua “verità”.
L’attore scozzese Lewis
MacDougall, già resosi noto per la partecipazione al
film Pan, ha ottenuto qui il ruolo del giovane Conor
O’Malley. Egli interpretò con grande trasporto emotivo il proprio
personaggio, ottenendo numerose lodi per la sua performance.
MacDougall ha inoltre rivelato che fino all’ultimo gli è stata
tenuta nascosta l’ultima scena del film, così che egli potesse
avere una reazione naturale e autentica al momento di girare
questa. Accanto a lui, nel ruolo di sua madre Elizabeth, vi è
invece la candidata all’Oscar Felicity Jones.
Divenuta celebre grazie a La teoria del tutto, questa
accettò entusiasta la parte, attratta dal livello emotivo richiesto
per darvi vita. Toby Kebbell è invece il signor
O’Malley, il distratto e distante padre di Conor.
Nel ruolo della severa nonna, la
signora Clayton, vi è la celebre attrice Sigourney
Weaver. La sua è stata tra le interpretazioni più
acclamate del film, tanto da permetterle di ottenere una nomination
come non protagonista ai prestigiosi premi Goya. A dare corpo e
voce alla creatura con cui Conor stringe amicizia è invece l’attore
Liam Neeson.
Questi non è sempre stato presente sul set, e la sua
interpretazione tramite motion capture è in parte avvenuta dopo il
termine delle riprese effettive. Nel periodo in cui egli non poté
essere sul set, fu l’attore Tom Holland a
dare corpo alla creatura. Neeson, inoltre, appare in una foto
presente nel film nei panni del nonno di Conor. Infine,
Geraldine Chaplin, figlia del celebre Charlie,
appare nel ruolo della preside della scuola frequentata dal
protagonista.
Le differenze tra il libro e il
film
Quando un romanzo è adattato per il
grande schermo, questo subisce inevitabilmente delle modifiche,
necessarie per permettere al racconto di acquisire una forma più
consona al mezzo cinematografico. Il film
Sette minuti dopo la mezzanotte, tuttavia, rappresenta
uno dei pochi casi in cui tra il libro e il film vi sono pochissime
differenze. Il racconto di Ness, infatti, era già di suo scritto in
modo tale da consentire un facile adattamento, senza che nulla
andasse perduto. Ciò è dovuto anche dal fatto che, nel momento in
cui Hollywood si interessò al romanzo, fu lo stesso Ness a decidere
di scriverne la sceneggiatura. Così facendo si assicurò che la
storia non venisse stravolta da altri.
Nel film, si possono ritrovare
pressocché tutti gli eventi presenti anche nelle pagine del
romanzo, come anche tutti i personaggi principali e secondari. Ciò
ha pertanto permesso di mantenere inalterato il cuore del racconto,
che trova qui ulteriore forza grazie alla messa in scena. Una delle
poche differenze presenti riguarda, parzialmente, il
finale. Vi è infatti una scena presente dopo la
conclusione prevista dal romanzo. Questa ha permesso di aggiungere
ulteriore emotività all’epilogo, come anche di regalare una gradita
sorpresa agli amanti del libro. Questo si chiude infatti con Conor
che accetta il fatto che gli esseri umani sono esseri complicati e
che non devono essere giudicati e puniti per le loro azioni,
accettando così di lasciar andare sua madre.
Il film, invece, dopo questo momento
si hanno ancora delle scene tra Conor e sua nonna, ma in
particolare si accenna al fatto che il mostro potrebbe aver fatto
visita a suo tempo anche ad Elizabeth. Inoltre, nel film viene
suggerito come il mostro potrebbe essere stato ispirato dal padre
di lei, ovvero dal nonno di Conor. L’attore Liam Neeson dà
infatti voce al mostro ma compare anche come nonno del protagonista
in una foto. Tuttavia, nel film non ci sono i resti delle visite
del mostro, che diano dunque prova della sua esistenza. In ogni
caso, per chi cerca dunque un adattamento particolarmente fedele,
Sette minuti dopo la mezzanotte è il film giusto
a riguardo.
Il trailer di Sette minuti dopo la
mezzanotte e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Sette minuti dopo la mezzanotte è infatti disponibile
nel catalogo di Rakuten TV, Apple TV, Tim Vision, Rai
Play e Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale
entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione il giorno martedì 19 marzo alle ore
21:10 sul canale Rai
Movie.
Secondo Variety, Chernin
Entertainment e King Features stanno lavorando ad un nuovo film
live-action Popeye the Sailor Man, in Italia noto come
Braccio di Ferro. Variety riferisce che sarà un
“film ad alto budget”, anche se al momento non sono stati rivelati
dettagli sulla trama o informazioni sul casting.
Chi sta
scrivendo il nuovo film live-action Popeye?
Michael
Caleoscriverà la
sceneggiatura del prossimo film.Michael
Caleo ha già lavorato a
Sexy Beast, il film poliziesco britannico
presentato in anteprima su Paramount+ nel gennaio 2024. Ha anche
co-scritto la sceneggiatura di The Family del
2013, con
Robert De Niro e
Michelle Pfeiffer, e ha scritto un episodio di
The Sopranos della HBO.
Creato da Elzie
Crisler Segar, Braccio di Ferro apparve
per la prima volta in un fumetto del 1929 intitolato Thimble
Theatre. Il fumetto è stato trasformato in una serie di
cortometraggi di cartoni animati per la Paramount Pictures, e da
allora il personaggio è apparso in fumetti, videogiochi, pubblicità
e altro ancora.
Robert
Altman ha diretto un film live-action Braccio di
Ferro nel 1980. Prodotto da Paramount Pictures e Walt
Disney Productions, vedeva Robin Willams nei panni
di Braccio di Ferro, Shelley
Duvall nei panni di Olive Oyl, Paul L.
Smith nei panni di Bluto, Paul Dooley nei
panni di J. Wellington Wimpy, Richard Libertini
nel ruolo di George W. Geezil e Ray Walston nel
ruolo di Poopdeck Pappy.
Sebbene abbia ricevuto
recensioni negative al momento della sua uscita, la reputazione di
Popeye – Braccio di Ferro è gradualmente
migliorata nel corso degli anni, con Paul Thomas
Anderson che è un noto fan del film. Popeye –
Braccio di Ferro ha incassato 49,8 milioni di dollari
al botteghino mondiale con un budget di circa 20 milioni di
dollari.
La Sony Pictures Animation ha
annunciato che un film animato Popeye – Braccio di
Ferro era in lavorazione nel 2010; tuttavia, il progetto
non è mai stato realizzato e alla fine è stato annullato.Non è stata ancora fissata una data di uscita per il film
Popeye – Braccio di Ferro di Chernin Entertainment
e King Features.
Prime
Video ha pubblicato la prima clip ufficiale di
Fallout,
che ci dà un’idea più precisa del tono e delle regole della
Terra Desolata. La clip vede una disputa risolta
in modo violento: il Ghoul interpretato da Walton
Goggins e la residente del Vault 33 interpretata
da Ella Purnell, Lucy, si scontrano.
Jonathan Nolan ha
diretto i primi tre episodi della serie di Kilter Films. Geneva
Robertson-Dworet e Graham Wagner figurano come executive producers,
autori e co-showrunners. La serie è prodotta dalla Kilter Films e
vede Jonathan Nolan e Lisa Joy come executive producers. Tra gli
executive producers, anche Athena Wickham di Kilter Films, insieme
a Todd Howard per Bethesda Game Studios e James Altman per Bethesda
Softworks. Tra i protagonisti della serie troviamo Ella
Purnell (Yellowjackets), Aaron
Moten (Emancipation – Oltre la libertà) e
Walton Goggins (The Hateful Eight).
Amazon MGM Studios e Kilter Films producono in associazione con
Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks.
Fallout, la serie tv
Il cast della serie include,
inoltre, Moisés Arias (Il re di Staten Island), Kyle
MacLachlan (Twin Peaks), Sarita Choudhury
(Homeland), Michael Emerson (Person of Interest),
Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner (The
Boys), Dave Register (Heightened), Zach Cherry
(Scissione), Johnny Pemberton
(Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers –
Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime
Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La ruota del tempo). La serie sarà
disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in
tutto il mondo.
Basata su uno dei più grandi
franchise di videogiochi di tutti i tempi, Fallout
è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non è rimasto
quasi più nulla. 200 anni dopo l’apocalisse, i tranquilli abitanti
dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare
nell’infernale paesaggio contaminato dalle radiazioni che i loro
antenati si sono lasciati alle spalle e con stupore scoprono che ad
attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, allegramente
bizzarro e estremamente violento.
Ella Purnell è Lucy, un’ottimista
abitante del Vault con uno spirito tutto americano. La sua natura
pacifica e idealista viene messa a dura prova quando è costretta a
uscire in superficie per salvare suo padre. Troviamo poi Aaron
Moten nel ruolo di Maximus, un giovane soldato che ottiene il grado
di scudiero nel gruppo armato chiamato Confraternita d’Acciaio.
Farà di tutto per portare avanti l’obiettivo della Confraternita di
ripristinare legge e ordine nella terra desolata. Walton Goggins
interpreta Ghoul, un cacciatore di taglie di dubbia moralità che
custodisce dentro di sé 200 anni di storia del mondo
post-nucleare.
Jonathan Nolan e Lisa
Joy sono executive producer per Kilter Films. Nolan ha
diretto i primi tre episodi. Geneva Robertson-Dworet e Graham
Wagner sono executive producer, autori e co-showrunner. Il cast
della serie include Ella Purnell (Yellowjackets), Walton
Goggins (The Hateful Eight), Aaron Moten (Emancipation
– Oltre la libertà). Athena Wickham di Kilter Films è anche
executive producer insieme a Todd Howard per Bethesda Game Studios
e James Altman per Bethesda Softworks.
Amazon e Kilter Films producono in
associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks. Il
cast include anche Moisés Arias (Il re di Staten Island),
Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Sarita
Choudhury (Homeland), Michael Emerson (Person of
Interest), Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The Boys), Dave Register (Heightened), Zach
Cherry (Scissione), Johnny
Pemberton (Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers –
Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime
Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La Ruota del Tempo).
La serie sarà disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video
in oltre 240 Paesi e territori in tutto il mondo.
Netflix ha pubblicato un breve teaser
trailer per la sua prossima serie sulla mitologia greca,
Kaos, dandoci un primo sguardo a Jeff Goldblum (La
mosca, Jurassic
World: Il Dominio) nei panni dell’onnipotente re degli
dei, Zeus.
Dallo sceneggiatore di The End of the F*cking World e dai produttori
di Chernobyl, la serie in 8 episodi è una dark-comedy mitologica
che ruota attorno a sei esseri umani che scoprono il loro legame
l’uno con l’altro e con un’antica profezia di lunga data, mentre
sono costretti a confrontarsi con gli DEI corrotti e arroganti
della mitologia greca.
Il promo non mostra molto, ma
vediamo l’elegante interpretazione di Jeff Goldblum come che vive nel lusso e
pretende che i mortali lo venerino. “Onoratemi… è un comando,
non una richiesta“.
Naturalmente Jeff Goldblum ha una certa esperienza
nell’interpretare esseri divini dopo aver debuttato nel MCU con il ruolo del Gran
Maestro in Thor:
Ragnarök, anche se questo personaggio sembra un po’
più maligno.
Descritto come “una
rivisitazione in chiave dark comedy e contemporanea della mitologia
greca, che esplora i temi della politica di genere, del potere e
della vita negli inferi“, il progetto avrà come protagonista
anche Janet McTeer nel ruolo di Hera, David Thewlis nel ruolo di Ade, Cliff
Curtis nel ruolo di Poseidone, Killian
Scott nel ruolo di Orfeo, Aurora
Perrineau nel ruolo di una mortale di nome Riddy,
Misia Butler nel ruolo di Caneo, Leila
Farzad nel ruolo di Ari, Nabhaan Rizwan
nel ruolo di Dioniso e Debi Mazar nel ruolo di
Medusa.
Hugh Grant (Wonka)
avrebbe dovuto interpretare Zeus, ma un conflitto di programmazione
lo ha costretto a rinunciare. Anche Billie Piper
farà un cameo, ma il suo personaggio non è stato rivelato. Date
un’occhiata al teaser qui sotto e fateci sapere cosa ne pensate
nella sezione commenti.
Divenuto uno dei franchise animati
di maggior successo degli ultimi anni, Kung Fu
Panda ha conquistato spettatori da ogni parte del mondo,
tanto presso gli spettatori più giovani quanto con i più adulti.
Attualmente composta da quattro film, usciti rispettivamente tra il
2008 e il 2024, la saga offre non solo grande divertimento, ma
anche forti emozioni e un sentito omaggio al mondo delle arti
marziali e alle tradizioni della Cina. Un successo tale, quello
della saga, per cui oltre i film sono poi stati realizzati
cortometraggi, serie televisive, fumetti e videogiochi, a conferma
della grande attenzione nei confronti del titolo.
L’ispirazione per il primo film
nacque dal videogioco T’ai Fu: Wrath of the Tiger e dal
film Kung Fu Hustle. Inizialmente, tuttavia, il progetto
nasceva per essere una parodia del genere arti marziali, ma il
co-regista John Stevenson non gradì tale idea,
preferendo dar vita ad una commedia basata sul genere
Wǔxiá. Insieme al regista Mark Osborne, questi
lavorò dunque per conferire al film una realistica atmosfera
cinese, tra tradizioni e ornamenti. Per la DreamWorks
Animation si trattò di uno dei loro progetti più complessi
di sempre, data specialmente la grande richiesta di dettagli
animati.
Il grande lavoro degli animatori,
perfezionato di film in film, è stato poi ripagato dal grandissimo
successo economico della serie. A fronte di un budget complessivo
di 425 milioni di dollari, i primi tre film sono stati in grado di
incassare complessivamente a livello mondiale un totale di 1,7
miliardi di dollari. Ciò ha permesso a Kung Fu
Panda di diventare uno dei franchise animati di maggior
successo, insieme a quello di
Cattivissimo Me. Numerosi sono stati anche i
riconoscimenti da parte della critica e dell’industria. I primi due
film della serie sono infatti stati nominati come miglior film
d’animazione ai prestigiosi premi Oscar.
Kung Fu Panda: l’ordine cronologico
di visione dei film e delle serie TV
Benché non sia indispensabile vedere
le tre serie d’animazione ad oggi realizzate per fruire dei quattro
lungometraggi, queste integrano comunque la narrazione delle
avventure di Po raccontando ulteriori episodi della sua vita come
Guerriero Dragone. Le tre serie, pertanto, si collocano
temporalmente tra i quattro film, e volendo vedere ogni titolo
legato al franchise, ecco l’ordine cronologico da seguire:
La storia è quella di
Po, un panda goffo e in sovrappeso, nonché
fanatico del kung fu. Egli vive nella Valle della Pace, dove lavora
nel ristorante di suo padre. L’occasione di perseguire la sua
passione per la celebre arte marziale si presenta nel momento in
cui viene indetto un torneo per stabilire l’identità del
Guerriero Dragone. Tutti si aspettano che il
titolo verrà affidato ad uno dei Cinque Cicloni:
Tigre, Vipera,
Gru, Scimmia e
Mantide, addestrati dal Maestro
Shifu. Tuttavia, a gran sorpresa, Po viene scelto per tale
ruolo.
Rifiutando di credere che Po possa
essere il Guerriero Dragone, Shifu lo sottopone a tortuosi esercizi
di addestramento per scoraggiarlo. Egli, però, persevera nel suo
allenamento, arrivando a scoprire che presto che dovrà scontrarsi
con Tai Lung, un malvagio guerriero di kung fu che
è fuggito dalla prigione in cerca di vendetta. Shifu, arresosi nei
confronti di Po, decide di allenarlo seriamente, spronandolo grazie
al cibo. Solo con il duro allenamento e un’acquisita fiducia in sé
stesso, Po potrà sconfiggere il potente nemico.
Kung Fu Panda 2 (2011)
In Kung Fu Panda
2 (qui
la recensione), Po è ora un affermato maestro
di kung fu, intento a proteggere la Valle della Pace insieme ai
Cinque Cicloni. L’equilibrio del luogo viene
tuttavia messo in pericolo dalla minaccia del pavone Lord
Shen, il quale aspira a conquistare la Cina grazie ad una
nuova arma: il cannone. Allo stesso tempo, anche l’equilibrio
interiore di Po viene scosso. Egli apprende infatti dal signor
Ping di essere stato adottato.
Una serie di flashback permettono
allora al valoroso panda di ricordare i momenti trascorsi insieme
ai suoi veri genitori. Nell’imbattersi in Shen, egli scopre che i
suoi genitori hanno rischiato la vita per salvarlo dal malvagio
pavone, il quale aveva iniziato a sterminare tutti i panda dopo
aver appreso di una profezia secondo cui sarebbe stato sconfitto da
un guerriero nero e bianco. Abbracciate le sue vere origini, Po può
ora trovare la forza per sconfiggere il nemico, riportando la pace
nella Valle.
Kung Fu Panda 3 (2016)
Ambientato poco dopo gli eventi del
secondo film, Kung
Fu Panda 3 (qui
la recensione) vede Po ottenere l’incarico di
maestro del Palazzo di Giada. Egli ha ora il compito di addestrare
nuove generazioni di guerrieri all’arte del kung fu. Mentre si
confronta con questa nuova responsabilità, Po ha modo di
ricongiungersi con il suo padre biologico, Li
Shan. La gioia del momento viene tuttavia interrotta dalla
notizia che il guerriero Kai è tornato nel regno
mortale alla ricerca dell’antico potere del Chi.
Grazie ad una pergamena lasciata da
Oogway, Po scopre che Kai può essere sconfitto
solo grazie a questo stesso potere. Esso veniva tramandato dai
guerrieri panda, e così insieme a suo padre Po intraprende un
viaggio verso la valle delle sue vere origini. Qui, Po si
confronterà con il proprio passato, con i propri simili e con il
segreto dietro al Chi. Apprenderlo non sarà facile, e con
l’avvicinarsi di Kai il pericolo si farà sempre più incombente. Il
coraggioso panda non è però intenzionato a farsi scoraggiare, e
farà di tutto per riportare la pace.
Kung Fu Panda 4 (2024)
In Kung Fu Panda
4 (qui
la recensione), dopo aver sfidato la morte in tre incredibili
avventure sconfiggendo nemici di fama mondiale con il suo
straordinario coraggio e le sue pazzesche abilità nelle arti
marziali, Po, il Guerriero Dragone è ora chiamato
dal destino a rinunciare a questo ruolo in vista di nuove
avventure. Gli viene infatti affidato il compito di diventare il
capo spirituale della Valle della Pace. Questo comporta però un
paio di problemi evidenti: in primo luogo, Po ne sa di leadership
spirituale tanto quanto di paleodieta e, in secondo luogo, deve
cercare e addestrare al più presto un nuovo Guerriero Dragone prima
di poter assumere la sua nuova e prestigiosa posizione.
Nel mentre, però, deve combatte
insieme a una volpe ladra di nome Zhen un nuovo
spaventoso nemico chiamato La Camaleonte, una
terribile ed infida strega che riporta in vita Tai
Lung e gli altri nemici sconfitti dal panda nei film
precedenti con il solo scopo di governare la città di Juniper e la
Valle della Pace grazie alle tecniche di kung fu che ruba a questi
ultimi. Per Po, questa potrebbe dunque essere l’ultima grande
avventura prima del “pensionamento”. Ma sarà anche la più
difficile, in quanto lo costringerà a confrontarsi con il suo ruolo
e con l’eredità che lascia di sé.
I doppiatori dei personaggi, da Po
il panda ad Oogway la tartaruga
Tra gli elementi più noti della
trilogia vi è quello relativo ai celebri nomi di Hollywood che
hanno preso parte al doppiaggio dei personaggi protagonisti. A dare
voce al panda Po, è l’attore Jack
Black. L’attore, che aveva già svolto l’attività di
doppiatore, ottenne numerosi riconoscimenti per la sua performance,
guadagnando rinnovata popolarità. A doppiare in italiano il
personaggio è invece Fabio Volo. Presenti sin dal
primo film sono anche gli attori Dustin
Hoffman, nel ruolo di Shifu, Angelina
Jolie, in quello di Tigre, Jackie
Chan, nei panni di Scimmia, Lucy
Liu, per Vipera, e Seth
Rogen, per Mantide. La tartaruga Oogway è invece
doppiata da Randall Duk Kim, mentre nel ruolo di Tai Lung vi
è l’attore Ian McShane.
Con i sequel, data anche l’ormai
grande popolarità della serie, si sono avvicendati altri celebri
nomi dell’industria. Per il pavone Lord Shen, villain del secondo
capitolo, è possibile riconoscere la voce del premio Oscar Gary
Oldman. Per il personaggio della Divinatrice, invece,
venne scelta Michelle
Yeoh. Jean-Claude
Van Dammedà invece voce al maestro Croc. Nel
terzo capitolo la voce del villain Kai è quella di J.K.
Simmons. Nel film è inoltre presente BryanCranston, interprete di Li Shan, padre di Po.
A dare voce a La Camaleonte del quarto film vi è invece la premio
Oscar Viola Davis, mentre la volpe Zhen ha la voce
di Awkwafina e Han il pangolino del Borneo quella
di Ke Huy Quan.
Le location dei film
Come anticipato, il franchise è
ambientato in una versione fantasy del genere wuxia dell’antica
Cina popolata da animali antropomorfi. Principale location è la
Valle della Pace, una grande valle circondata da
una barriera di alte montagne che aiutano a proteggere il
territorio da invasori esterni. Il paesaggio della valle è stato
ispirato dalla valle del fiume Li e dalle
regioni della Montagna Gialla in Cina. Vi è poi il
Palazzo di Giada, grande, elaborato e sacro
palazzo che si affaccia sulla Valle della Pace in cima alla
Montagna di Giada ed è utilizzato come residenza per i maestri e
gli studenti di kung fu. La Sala dei Guerrieri è
invece una venerata sala situata nella parte principale del Palazzo
di Giada, creata per onorare e commemorare le memorie degli eroi
caduti.
La prigione di
Chorh-Gom è invece un’elaborata roccaforte situata
tra le cime innevate di Tavan Bogd, in Mongolia, costruita per
contenere un unico prigioniero: Tai Lung. Le ispirazioni per il
design della prigione sono state molteplici, tra cui le scenografie
di House of Flying Daggers, i progetti di prigioni del
1700 e l’idea di applicare la disposizione lineare della Grande
Muraglia Cinese alle mura interne della prigione. Nel secondo film
viene invece introdotta la città di Gongmen, una
vasta e tranquilla metropoli situata lungo la costa meridionale
della Cina. Il progetto della città, una metropoli con un porto, si
ispira a città cinesi popolari come Shanghai e
Hong Kong.
Nel terzo film viene invece
presentato il Regno degli Spiriti, il mondo dove
“i maestri di kung fu vanno nell’aldilà“. È un piano di
esistenza descritto come “un mondo indefinito, una realtà
alternativa in cui la prospettiva è distorta“. Nel quarto
film, invece, si fa la conoscenza di Juniper City,
una grande metropoli situata lungo la costa della Cina. Il regista
Mike Mitchell ha descritto la città come “una
versione cinese e di fantasia di Times Square e New York“. La
città ospita diversi luoghi come la Fortezza del
Camaleonte e la Tana dei Ladri.
Le serie animate del franchise
Dalla trilogia sono poi state
realizzate tre serie televisive, intitolate Kung Fu
Panda – Le zampe del destino, Kung Fu
Panda – Mitiche avventure e Kung
Fu Panda – Il cavaliere dragone.
Quest’ultima, in particolare, distribuita su Netflix, ha ottenuto un buon successo arrivando ad un
totale di 42 episodi divisi in tre stagioni. In questa serie, a Po
viene tolto il titolo di Maestro Dragone dopo aver
involontariamente danneggiato il villaggio di Wankun con il guanto
di Wugao. Egli si imbarca dunque in un viaggio di redenzione e
pentimento assieme alla cavaliera d’Inghilterra Luthera la Lama
Errante, che è inizialmente scettica della compagnia di Po.