Lo showrunner di
Monarch: Legacy of Monsters, Chris Black ha parlato
della possibilità che lo show venga rinnovato da Apple TV+,
rivelando che c’è ancora una storia da raccontare.
Prima del finale della prima
stagione di Monarch, Black ha dichiarato a TVLine:
“Non abbiamo un ordine per la seconda stagione. Questo show è
andato molto bene, quindi siamo ottimisti ed eccitati. Sentiamo di
avere più storia da raccontare“.
Sebbene lo show non sia ancora
stato rinnovato, Black ha motivo di essere
ottimista. Apple TV+
ha recentemente comunicato che
Monarch: Legacy of Monsters ha debuttato come prima
stagione drammatica per Apple TV+
nel mese di novembre, secondo Deadline, insieme a successi
consolidati come The Morning
Show, Slow Horses e
Silo. Tutti e tre sono stati rinnovati.
Per saperne di più su Monarch:
Legacy of Monsters
Dopo la fragorosa battaglia tra
Godzilla e i Titani che ha raso al suolo San
Francisco e la scioccante rivelazione che i mostri sono reali,
Monarch: Legacy of Monsters segue la vicenda di due
fratelli che ricalcano le orme del padre per scoprire il legame
della loro famiglia con l’organizzazione segreta nota come Monarch.
Gli indizi li conducono nel mondo dei mostri e, infine, nella tana
del coniglio dell’ufficiale dell’esercito Lee Shaw (interpretato da
Kurt Russell e Wyatt
Russell), in un arco temporale che va dagli anni ’50 fino
a mezzo secolo dopo, quando la Monarch è minacciata da ciò che Shaw
sa. La drammatica saga – che abbraccia tre generazioni – rivela
segreti sepolti e i modi in cui eventi epici e sconvolgenti possono
riverberarsi nelle nostre vite.
Prodotto dalla Legendary Television, “Monarch:
Legacy of Monsters” è co-sviluppata e prodotta
esecutivamente da Chris Black e Matt Fraction. Matt Shakman dirige
i primi due episodi e funge da produttore esecutivo insieme a Joby
Harold e Tory Tunnell, per conto di Safehouse Pictures, Andy
Goddard, Brad Van Arragon e Andrew Colville. Hiro Matsuoka e
Takemasa Arita producono esecutivamente per conto della Toho Co.,
Ltd., proprietaria del personaggio di Godzilla. La Toho ha concesso
i diritti alla Legendary per “Monarch:
Legacy of Monsters come naturale conseguenza del loro
rapporto a lungo termine con il franchise cinematografico.
In una recente intervista con
Variety, la candidata all’Oscar Kristen Stewart ha parlato della sua
esperienza di lavoro nel reboot di Charlie’s
Angels del 2019, rivelando di aver “odiato” le
riprese. Nel remake della commedia d’azione, la Kristen Stewart ha interpretato il ruolo di
una delle angeli del titolo insieme a Naomi Scott ed Ella
Balinska.
“Volevamo un’apertura forte,
sapete?“. Ha detto Stewart. “Volevamo davvero far capire
di cosa parlava il film. All’epoca era una buona idea. Ho odiato
fare quel film. Non so cos’altro dirvi. Onestamente, i tre… non si
possono toccare. Cameron, Lucy e Drew… amo quel film. Adoro quel
film! Se questo dice qualcosa“.
Durante la sua uscita nelle sale,
il reboot di Charlie’s Angels non è stato all’altezza del franchise
cinematografico originale, in quanto ha avuto un rendimento
insufficiente al botteghino, guadagnando solo un incasso di oltre
73 milioni di dollari. Il film ha inoltre ricevuto recensioni
contrastanti da parte della critica.
Quale sarà il prossimo film di
Kristen Stewart?
Dopo la sua interpretazione,
nominata all’Oscar, in Spencer
del 2021, la Kristen Stewart sarà protagonista del film
drammatico poliziesco Love Lies Bleeding della
A24,
diretto dalla regista Rose Glass e dalla
scrittrice Weronika Tofilska. Con Kristen Stewart nel film recitano Katy
O’Brian, Jena Malone, Anna Baryshnikov, Dave Franco e Ed
Harris. Il film è prodotto esecutivamente da
Daniel Battsek, David Kimbangi, Susan Kirr e Ollie Madden,
con Andrea Cornwell e Oliver Kassman alla produzione.
“Il film è incentrato su Lou,
un solitario gestore di una palestra, che si innamora di Jackie,
un’ambiziosa culturista diretta a Las Vegas per inseguire il suo
sogno”, si legge nella sinossi. “Ma il loro amore si trasforma in
una spirale violenza, quando la famiglia criminale di LOU invade le
loro vite”.
Non è un segreto che Daredevil:
Born Again sta prendendo una nuova direzione
creativa. Secondo un nuovo rapporto, lo show vedrà il ritorno di
Deborah Ann Woll eElden Henson,
rispettivamente nei ruoli di Karen Page e Foggy
Nelson.
Secondo The
Insneider, entrambi gli attori della precedente serie
Daredevil di Netflix torneranno nei panni dei loro personaggi
preferiti dai fan. La notizia arriva pochi giorni dopo che gli show
di Netflix sono stati confermati come canonici del
MCU sulla timeline del
MCU di Disney+. Il rapporto non sa
quanto ciascun attore apparirà nella serie rielaborata – potrebbe
trattarsi solo di un episodio – ma considerando che originariamente
non avrebbero dovuto apparire affatto, si tratta di un
miglioramento significativo.
Lo scorso ottobre è stato reso noto
che Daredevil:
Born Again stava subendo un “significativo reboot
creativo” dopo la pausa produttiva dovuta agli scioperi della WGA e
della SAG-AFTRA. Gli sceneggiatori Chris Ord e Matt Corman sono
stati tolti dal progetto insieme ai registi della serie, mentre
alcune scene ed episodi già terminati saranno mantenuti con
l’aggiunta di ulteriori elementi seriali.
Sappiamo che ECHO
getta le basi per Daredevil:
Born Again, ma la co-sceneggiatrice Amy Rardin sembra
entusiasta della possibilità che la storia di Maya Lopez continui in una seconda
stagione…
Dopo il debutto di Maya Lopez in Hawkeye,
Echo ha proseguito la storia dell’ex assassina gettando anche
le basi per Daredevil:
Born Again – ma non per il personaggio principale.
Spoiler per il finale di
stagione.
Nel quinto e ultimo episodio,
Echo
decide di rimanere con la sua famiglia e a Tamaha e di iniziare una
nuova vita dopo aver usato le sue abilità Choctaw ereditate per
“guarire” Wilson Fisk e liberarsi (apparentemente) di almeno una
parte della rabbia e dell’odio che si è portato dietro per la
maggior parte della sua vita.
La scena post-credits conferma
praticamente che
Kingpin si candiderà di nuovo a sindaco di New York, preparando
il suo conflitto con l’Uomo Senza Paura in Born
Again, ma cosa ne sarà di Maya?
La serie ha riscosso un grande
successo tra gli spettatori e recentemente abbiamo appreso che è
stata la prima serie più vista sia su Disney+ che
su Hulu (Negli USA). Anche se non è stato annunciato ufficialmente
nulla, la co-sceneggiatrice Amy Rardid ritiene che
questo sia di buon auspicio per una seconda stagione.
“Sento che se saremo abbastanza
fortunati da avere una seconda stagione, penso che potrei guardare
lo show di Maya-Kingpin tutto il giorno”, dice a Screen Rant.
“Penso che quella storia? Lei non ha chiuso con lui e lui non ha
chiuso con lei, quindi penso che le possibilità di narrazione siano
illimitate. Credo che la cosa interessante di questi due personaggi
sia che entrambi si conoscono così bene. E credo che il potere di
Maya su Fisk sia quello di sapere che lui la ama, e questo è un
grande potere, e lei lo conosce probabilmente meglio di molte altre
persone, e viceversa. Quindi, credo che la manipolazione reciproca
di questi due giocatori di scacchi emotivi possa essere davvero
interessante”.
C’è la possibilità che ECHO
faccia un’apparizione in Daredevil:
Born Again, naturalmente, ma con tutto quello che sta
succedendo in quella serie, sembra improbabile. Tutti i cinque
episodi di ECHO
sono ora disponibili in streaming su Disney+.
Oppenheimer ha replicato il successo dei
Golden Globe di quest’anno anche ai
Critics Choice Awards 2024, portando a casa ben
otto premi, tra cui quello alla regia e al migliore attore non
protagonista. L’altro big contender, Barbie, ha
vinto invece sei premi, tra cui migliore commedia e migliore
canzone.
Per quanto riguarda le
interpretazioni, Emma Stone e
Paul Giamatti hanno
trionfato, mescolando le carte in tavola per la stagione, mentre
per quello che riguarda la televisione, sembra esserci ben poca
concorrenza per The Bear e
Succession, che
trionfano per comedy e drama. Beef invece sembra
non avere rivali per la categoria dedicata alla breve
serialità.
Nel mezzo di una relazione sulle
forti vendite di
Hogwarts Legacy durante la scorsa stagione natalizia,
il CEO di Warner Bros. Discovery Games David
Haddad ha rivelato che i videogiochi legati al
DCU sono attualmente in lavorazione.
David Haddad,
responsabile di Warner Bros Interactive Entertainment, ha
recentemente parlato con Variety del gioco di Harry
Potter dello studio,
Hogwarts Legacy, che ha venduto oltre 22 milioni di
copie entro la fine del 2023.
Haddad ha iniziato l’intervista
sottolineando il successo del gioco di Harry
Potter, affermando: “Ha
portato Harry
Potter in vita in un modo nuovo per i giocatori, dove
potevano essere se stessi in questo mondo, in questa storia. Questo
è ciò che il team di Avalanche si è prefissato di fare durante lo
sviluppo del gioco e credo che sia proprio questo il motivo per cui
ha avuto una risonanza così forte e rimane il gioco più venduto
dell’anno nell’intero settore a livello mondiale. Si tratta di una
posizione che di solito viene occupata da uno dei giochi sequel del
protagonista e noi siamo molto orgogliosi di essere riusciti a
entrare in questa classifica“.
Tuttavia, è stato successivamente
confermato che oltre a Suicide Squad: Kill the Justice League, MultiVersus e un
gioco d’azione single-player di Wonder Woman di Monolith, WB Games sta
lavorando anche a videogiochi tie-in per il DCU di
James Gunn e Peter Safran.
Haddad ha dichiarato: “Un
messaggio molto coerente proveniente dal livello esecutivo di
Warner Bros. Discovery è l’importanza dei franchise. I giochi hanno
un ruolo unico e importante nel mantenere i nostri franchise
rilevanti, risonanti ed eccitanti, perché ci sono molti fan e molte
persone che consumano contenuti in cui i giochi sono il loro punto
di partenza, la loro forma preferita di contenuto“.
Questa è la prima indicazione della
divisione videogiochi della Warner Bros. che sostiene i grandiosi
piani di
James Gunn di costruire un mondo cinematografico che abbracci
tutti i media.
Quando ha svelato per la prima
volta lo slate del Capitolo 1: Dei e Mostri,
James Gunn ha dichiarato: “Quello che
stiamo facendo con il DCU è avere l’animazione legata direttamente al
live action. Televisione, film e giochi si intrecciano nello stesso
universo. Stiamo per ingaggiare attori in grado di interpretare i
personaggi in questo e in altri film, alcuni dei quali sono già
stati scritturati”.
Le prime impressioni su SUICIDE SQUAD: KILL THE JUSTICE LEAGUE
dipingono una battaglia in salita dopo il lancio per Rocksteady.
Haddad si è comprensibilmente rifiutato di entrare nello specifico
di quali videogiochi del DCU siano attualmente in fase di sviluppo, ma
data la variegata serie del primo capitolo, ci sono chiaramente
molte possibilità.
Potrebbe essere in fase di sviluppo
un gioco legato a Superman:
Legacy che vedrà il cast riprendere i propri ruoli?
Anche uno sparatutto in terza persona di Peacemaker
con John Cena che fornisce la voce e il motion capture susciterebbe
un grande interesse da parte dei giocatori e dei lettori di
fumetti. I fan non hanno perso tempo a porre domande a Gunn sui
social media, dove lui si è già espresso confermato che i giochi
saranno Tripla A.
Dopo l’eccellente serie
televisiva dedicata agli X-Men e
Legion e il suo continuo e pluripremiato lavoro su
Fargo, Noah Hawley cercherà di
continuare a produrre notevoli drammi fantascientifici con
FX con la serie televisiva prequel di Alien.
Tuttavia, il franchise di Alien ha già
avuto un film prequel, anzi due, dato che Ridley Scott è tornato al franchise per
dirigere Prometheus del
2012 e Alien:
Covenant del 2017. Tuttavia, una nuova intervista a
Noah Hawley ha rivelato che la sua serie
televisiva ignorerà entrambi i film.
Ma prima di entrare nel merito
delle dichiarazioni di Hawley, occorre ricordare
alcune date chiave nella cronologia di Alien.
Ridley Scott ha diretto il film originale
di Alien del
1979, ambientato nell’anno 2122. Molti anni dopo, Ridley Scott ha diretto il prequel Prometheus,
che si svolge nel 2089, 33 anni prima degli eventi del primo
film.
Prometheus
ha poi avuto un sequel, Alien:
Covenant, ambientato nel 2104, 18 anni prima che
Ripley e la Nostromo si imbattessero nei letali extraterrestri.
Vale la pena ricordare che i film di Alien vs.
Predator, ambientati nel 2004, sono considerati non
canonici, essendo stati cancellati da Prometheus.
La serie televisiva di Hawley è
ambientata “tre decenni” prima degli eventi del primo film, quindi
dovrebbe svolgersi molto vicino agli eventi di Prometheus,
ma il creatore della televisione ha confermato che ignorerà i film
prequel perché il concetto degli Ingegneri (come
rappresentato nei prequel) non lo interessa.
Hawley ha
dichiarato: “Ridley e io abbiamo parlato di questo e di molti
elementi dello show, ma credo che per me questa forma di vita
perfetta, come è stata descritta nel primo film, sia il prodotto di
milioni di anni di evoluzione che hanno creato questa creatura che
potrebbe essere esistita per un milione di anni là fuori nello
spazio. L’idea che si tratti di un’arma biologica creata mezz’ora
fa mi sembra intrinsecamente meno utile. In termini di mitologia e
di ciò che fa paura di questo mostro”.
I commenti di Noah
Hawley si riferiscono agli eventi di Prometheus,
dove viene rivelato che i precursori dell’umanità, gli Ingegneri,
hanno creato gli Xenomorfi come arma biologica.
Hawley ha anche aggiunto di preferire l’estetica
dei primi due film originali, rispetto ai prequel.
“Preferisco il retrofuturismo
dei primi due film, e quindi è questa la scelta che ho fatto per
abbracciarlo. Non ci sono ologrammi; la comodità della bella
tecnologia degli Apple Store non è disponibile per me“.
Cosa sappiamo sulla serie tv di
Alien?
Il cast completo della serie
Alien
comprende Sydney Chandler (Don’t Worry Darling),
Alex Lawther (Black Mirror, Andor), Samuel Blenkin (The
Sandman, Black Mirror), Kit Young (Shadow and
Bone), Essie Davis (Matrix Revolutions, Assassin’s
Creed) e Adarsh Gourav (The White Tiger). Anche
Timohty Olyphant si è unito al cast come
sintetizzatore, mentre il ruolo di David Rysdahl
non è stato reso noto.
In precedenza, Hawley ha dichiarato
a Vanity Fair che la serie è ambientata sulla Terra e tratterà i
temi della guerra di classe. “Le storie di alieni sono sempre
in trappola… Intrappolati in una prigione, intrappolati in
un’astronave. Ho pensato che sarebbe stato interessante aprirla un
po’, in modo che la posta in gioco “Cosa succede se non si riesce a
contenerla?” sia più immediata“. “
Oltre alla serie prequel, un nuovo
film di Alien del regista Fede
Alvarez, intitolato Alien:
Romulus, è in lavorazione presso i Disney/20th Century
Studios, con data di uscita nelle sale il 16 agosto 2024.
Il cast comprende Cailee
Spaeny, Isabela Merced, Archie Renaux, David Jonsson, Aileen Wu e
Spike Fearn.
Mentre la serie televisiva sarà
ambientata prima degli eventi del primo film, il film di Alvarez
sarà ambientato tra gli eventi del film originale del 1979 diretto
da Ridley Scott e il suo sequel del 1986 diretto
da James Cameron. Secondo Hawley, la serie
televisiva prequel di Alien debutterà “Alien serie tv”.
Ci aspettavamo che il seguito
senza
titolo de L’ascesa di Skywalker di Sharmeen
Obaid-Chinoy fosse il primo film di Star Wars
nelle sale dopo la conclusione della Saga di Skywalker nel
2019, ma all’inizio di questa settimana Lucasfilm
ha annunciato che The
Mandalorian & Grogu arriverà prima.
Il film
di Obaid-Chinoy, con Daisy Ridley nel ruolo di Rey, è ancora in
cantiere, ma resta da vedere se arriverà prima dei rispettivi
progetti di Dave Filoni o James Mangold
(quest’ultimo, se mai arriverà, è probabilmente il più
lontano).
Inizialmente Lindelof e
Justin Brit-Gibson stavano collaborando alla stesura della
sceneggiatura – ambientata durante l’era del “Nuovo
Ordine Jedi” – ma le divergenze creative con Lucasfilm hanno
portato al loro allontanamento. Non ci è voluto molto prima che
Steven Knight, creatore di Peaky Blinders, entrasse a bordo del progetto,
ma i lavori sono stati bloccati dallo sciopero della WGA.
All’inizio di questa settimana,
abbiamo appreso che la sua bozza non è ancora stata consegnata alla
Lucasfilm e che è possibile che lo studio cerchi qualcun altro che
si occupi della riscrittura. Parlando con AlloCiné, Daisy Ridley ha condiviso ciò che sa di questo
film di Star
Wars e ha confermato che la storia è stata
sufficiente a convincerla a tornare nel ruolo di Rey.
“In
realtà è stata una cosa dell’ultimo minuto. L’anno scorso stavo
girando il mio film e Kathy Kennedy mi ha detto che voleva fare
colazione. E io pensavo che stessimo facendo colazione. Così ero
lì, a fare colazione, e lei mi fa ‘Oh, a proposito, potremmo farne
un altro’. E io: “Ok…“.
“Così
ci ho pensato per un po’ e una volta che ho saputo qual era la
storia e tutto il resto ho capito che era qualcosa che volevo
davvero fare. Penso che sia un’esplorazione davvero fantastica del
mondo di Star
Wars. È un modo molto bello di portare la storia in una
direzione un po’ diversa“.
Il ritorno di Rey ci porterà il più
lontano possibile dalla Saga degli Skywalker nel “canone”
e si spera che possa rispondere a molte delle domande persistenti
che avevamo dopo aver visto la trilogia sequel.
Tuttavia, visto quanto è stata
divisiva, è molto probabile che si discosti da quanto visto in quel
film per affermare Rey come donna a sé stante (quindi, potremmo
finire per dire addio a Rey “Skywalker”).
Cosa sappiamo sul nuovo film di
Star Wars con Daisy Ridley?
L’anno scorso, Daisy Ridley ha condiviso un aggiornamento
simile quando ha rivelato che Lucasfilm le ha parlato solo di un
film, con la porta aperta per altre storie ambientate in questo
periodo della storia di Star
Wars.
“Conosco
la trama di un film. Questo non vuol dire che sia solo quella, ma è
quello che mi è stato detto. E immagino che sarà il prossimo film,
credo. Voglio dire, ancora una volta, non so, dopo gli scioperi e
tutto il resto, quanto velocemente tutto ricomincerà. Ma sì, per
ora conosco la storia di un film e credo che la gente sarà molto
eccitata”.
Gli unici dettagli confermati su
questo progetto di Star
Wars, ancora senza titolo, sono che sarà diretto da
Obaid-Chinoy e sarà ambientato 15 anni dopo gli
ultimi eventi della
Saga degli Skywalker. Ci riuniremo a Rey e seguiremo la storia
della ricostruzione del Nuovo Ordine Jedi e dei
poteri che si ergono per abbatterlo.
Come celebrazione del 100°
anniversario della Disney, lo studio d’animazione aveva
probabilmente grandi speranze per Wish,
ma il lungometraggio d’animazione di altro profilo ha disatteso le
aspettative a livello nazionale. Mentre Wish della
Disney si sta spegnendo al botteghino USA, il film si sta
comportando in modo ammirevole sul fronte internazionale.
Wish
ha aggiunto 8,6 milioni di dollari dai territori del Nord America,
portando il suo bilancio internazionale a 160,4 milioni di dollari.
In confronto, il film ha incassato solo 63 milioni di dollari nei
cinema statunitensi e canadesi. Gli analisti del box office
prevedono che il film finirà la sua corsa nelle sale poco più a
nord di 250 milioni di dollari.
Sembra che Wish non
avrà la stessa lenta progressione al botteghino di Elemental
e, a tal fine, lo studio ha già annunciato i piani per l’arrivo di
Wish su supporto domestico.
I fan della Disney potranno godere
di una versione cantata del film, di contenuti bonus mai visti
prima e di scene eliminate quando il film sarà disponibile presso
tutti i principali rivenditori digitali, tra cui Prime Video, Apple TV e Vudu, il 23
gennaio.
Wish
arriverà in 4K Ultra HD, Blu-ray e DVD il 12 marzo.
Il film è uscito nelle sale
nordamericane il 22 novembre, prima delle vacanze del
Ringraziamento, guadagnando 31,7 milioni di dollari a livello
nazionale e 17,3 milioni di dollari a livello internazionale, per
un debutto mondiale di 49 milioni di dollari. Il film ha un budget
di produzione di 200 milioni di dollari.
La HBO ha confermato oggi che
Isabela Merced è entrata a far parte del cast
della seconda stagione di The
Last of Us. Si tratta dell’ultima delle tre importanti
aggiunte al cast della serie che adatta l’omonima serie di
videogiochi di successo di Naughty Dog.
Merced entra a far parte del dramma
post-apocalittico insieme ai già annunciati Kaitlyn
Dever nel ruolo di Abby e Young Mazino in
quello di Jesse. La star di Madame
Web interpreta Dina, il nuovo interesse romantico di
Ellie e l’ex di Jessie. Viene descritta come “uno spirito
libero la cui devozione a Ellie sarà messa alla prova dalla
brutalità del mondo in cui vivono“. Chi ha giocato a
The Last of Us Part II ricorderà che
Dina è un personaggio di supporto importante nel sequel.
“Dina è dolce, brillante,
selvaggia, divertente, morale, pericolosa e immediatamente
amabile“, hanno dichiarato oggi in un comunicato congiunto
Craig Mazin e Neil Druckmann, co-creatori,
scrittori, produttori esecutivi e registi di The
Last of Us.
“Si può cercare all’infinito un
attore che incarni senza sforzo tutte queste cose, oppure si può
trovare subito Isabela Merced. Non potremmo essere più
orgogliosi di averla nella nostra famiglia“.
Shannon Woodward
ha interpretato Dina nel gioco e The
Last of Us segnerà una sorta di riunione per
Dever e Merced, che hanno recitato insieme nel
film Rosaline del 2022. Isabela Merced è forse più nota per aver
recitato in Dora e la città d’oro perduta e al fianco di
Jason Momoa in Sweet Girl. Recentemente, ha
prestato la sua voce a Migration della Illumination e ha
in programma una serie di ruoli cinematografici importanti.
Tra questi Alien:
Romulus, Ballerina Overdrive (da non confondere con
l’imminente spin-off di John Wick) e il ruolo di
Hawkgirl in Superman:
Legacy. Come sicuramente saprete, la seconda stagione
di The
Last of Us non ha ancora una data di debutto
confermata, ma dovrebbe tornare nel 2025.
La prima stagione di The
Last of Us ha presentato Joel come un padre
amorevole, prima di perdere la figlia la notte in cui l’epidemia è
scoppiata e il mondo è andato fuori controllo. Anni dopo aver
dovuto escogitare diversi modi per sopravvivere agli infetti, Joel
si imbatte in Ellie, una ragazza che ha imparato a prendersi cura
di se stessa nel pericoloso mondo dell’adattamento dei videogiochi.
Le tensioni iniziarono a salire quando Joel fu informato che la sua
missione era in realtà quella di portare Ellie dall’altra parte del
Paese perché il suo sangue poteva essere la risposta a una cura per
il virus, a costo della vita della ragazza. Joel non avrebbe
permesso che accadesse qualcosa alla persona che per lui
significava una seconda possibilità per essere un PADRE.
La seconda stagione di The
Last of Us si baserà sul secondo gioco della
serie, in cui Ellie inizia a innamorarsi di Dina.
Come ogni adattamento di un videogioco prodotto per la televisione,
The
Last of Us potrebbe allontanarsi dalla trama e
dai nodi emotivamente intensi del videogioco, ma in base alla prima
stagione della serie, il team dietro lo show ama rimanere molto
fedele. Jesse, ex fidanzato di
Dina, non sarà a suo agio con l’idea che
Ellie si innamori di lei, mentre tutti cercano di
stare lontani dagli infetti e dai membri della
Firefly in cerca di risposte. La prima
stagione di The
Last of Us è attualmente in streaming su
NOW.
Nell’ambito del webcast
dell’assemblea degli azionisti di The Walt Disney Company dello
scorso aprile, l’amministratore delegato della Disney Bob
Iger ha condiviso un video in cui
Dwayne “The Rock” Johnson ha rivelato – dalle Hawaii –
che un film live-action su Oceania
(Moana) era in lavorazione.
La
versione animata è uscita nelle sale nel 2016 e ha incassato
quasi 644 milioni di dollari al box office mondiale.Vantava una
colonna sonora scritta da Lin-Manuel Miranda, Opetaia Foa’i
e Mark Mancina, e da tempo si vociferava di una
trasposizione live-action di questa storia. Non sorprende dunque
che
Dwayne “The Rock” Johnson riprenderà il ruolo del
semidio Maui, anche se non è mai stato chiarito se
Auli’i Cravalho tornerà nel ruolo di Moana.
L’attrice ha 23 anni, quindi è
sempre sembrato improbabile, anche se la Disney ha confermato che
sarà produttrice esecutiva del progetto insieme a Johnson,
Dany Garcia e Hiram Garcia. Parlando con The Wrap, la
Cravalho oggi ha rivelato perché la Disney sta cercando una nuova
attrice per ereditare il ruolo di Moana nel remake. “Mi sembra
davvero importante passare il testimone alla prossima giovane donna
di origine delle isole del Pacifico, e lo dico con tutto il mio
cuore“, ha detto.
“Sono stata invitata ed esisto
in questi bellissimi spazi AAPI, Asian American Pacific Islander, e
sono una delle poche donne delle isole del Pacifico. E lo ripeto,
sono una delle poche isolane del Pacifico. E le nostre storie sono
così importanti da essere raccontate“.
“Noi siamo usati. E voglio
raccontare le nostre storie. Voglio essere dietro la macchina da
presa tanto quanto lo sono davanti“, ha continuato Cravalho.
“Quando parlo di rappresentanza, voglio che la stessa cosa
accada nelle stanze degli scrittori. Voglio che la stessa cosa
accada con i registi. E anche
Taika Waititi ne parla: voglio vedere showrunner che siano
anche di origine indigena che raccontano le loro storie“.
“E se deve iniziare con me – ho
23 anni, ma se inizia con me, così sia. Voglio che quella porta si
spalanchi e non vedo l’ora di conoscere la prossima Moana“, ha
concluso.
Come il suo predecessore animato,
la nuova Moana celebrerà le isole, le comunità e le tradizioni
degli abitanti delle isole del Pacifico, viste attraverso gli occhi
di una giovane donna desiderosa di aprire la propria strada.
Il viaggio di Moana alla scoperta
di se stessa e la riflessione sulle vite dei suoi antenati hanno
conquistato i cuori di tutto il mondo, così come la sua ritrovata
amicizia con un semidio esiliato di nome Maui. Thomas
Kail dirigerà Oceania
(Moana), che attualmente dovrebbe arrivare nelle sale
il 27 giugno 2025.
A parte l’immagine promozionale
originale che ha debuttato quando lo show è stato annunciato per la
prima volta, non abbiamo visto nulla della prossima serie animata
Creature
Commandos di James Gunn – fino ad ora!
Anche se l’immagine non è stata
rilasciata ufficialmente, la recente aggiunta al cast di Superman:
Legacy, Sara Sampaio, ha condiviso
sui social media un merchandise CC con un nuovo look della
squadra.
Sean Gunn darà
anche la voce a Weasel di Suicide
Squad (anche se non siamo sicuri che riesca a parlare
con frasi quasi complete). Viola Davis dovrebbe tornare nel ruolo di
Amanda Waller. Guardate l’immagine al link sottostante.
James Gunn ha precedentemente affermato che
qualsiasi doppiatore di un progetto animato del DCU riprenderà il ruolo nel live-action qualora
se ne presentasse l’occasione, quindi c’è una discreta possibilità
di vedere almeno alcuni di questi membri del cast vestire i panni
dei rispettivi personaggi lungo la linea.
“Creature Commandos è una serie
animata, ho scritto tutti gli episodi, una cosa che faremo in modo
un po’ diverso alla DC è far passare i personaggi nell’animazione,
fuori dall’animazione, di solito facendo interpretare la loro voce
allo stesso attore che li interpreta nel live-action“.
Tra le notizie correlate, James Gunn ha confermato che l’attrice di
The
WitcherAnya Chalotra (Yennefer) darà la voce a Circe
in Threads. Il regista ha anche sottolineato che tutti i personaggi
regolari della serie sono stati annunciati, ma “ci sono altri
personaggi interessanti nello show interpretati da altri attori
interessanti“.
La produzione della serie è
iniziata verso la fine dello scorso anno. James Gunn ha dichiarato che lo stile di
animazione è un modo per “raccontare storie gigantesche”
senza spendere 50 milioni di dollari per episodio. Lo Studio
Bobbypills ha lavorato all’animazione della serie. Creature
Commandos non ha ancora una data di debutto
ufficiale, ma dovrebbe debuttare sul servizio di streaming Max
verso la fine del 2024.
Gli
avversari del Cavaliere Oscuro sono spesso stati introdotti in
modo fantastico nei film di Batman, con alcune
entrate in scena davvero iconiche nel corso degli anni. La
rogue gallery di Batman è nota per essere una delle più ampie,
variegate e apprezzate di qualsiasi altro supereroe, e comprende
malfattori come Joker, il
Pinguino, Due Facce e molti altri. Sia
che vengano introdotti subito, sia che la loro identità rimanga
celata fino alla fine del film, i progetti audiovisivi dedicati a
Batman hanno presentato molti dei
suoi cattivi in sequenze memorabili, rimaste altrettanto
iconiche anche a distanza di anni.
Max Shreck incontra il Pinguino –
Batman – Il ritorno
Batman:
Il Ritorno di Tim Burton fa di tutto per tenere nascosto
il Pinguino fino al momento giusto per la
rivelazione del personaggio, che arriva dopo il rapimento del
sinistro uomo d’affari Max Shreck
(Christopher Walken). Inquadrato di spalle mentre
dà da mangiare al suo amato stormo di pinguini, Oswald
Cobblepott finalmente si gira e ringhia “Ciao”
allo scioccato Shreck, proseguendo con “Credo che la parola che
stai cercando sia AHHHHHHHH!“. Persino il cattivo Shreck
rimane sconvolto dal
Pinguino di Danny DeVito, il che è tutto dire!
L’Enigmista sorprende Due Facce nel
suo covo – Batman Forever
La vendetta di
Edward Nygma nei confronti di Bruce
Wayne in Batman Forever lo porta a sperimentare diverse
possibili identità di supercriminali prima di optare per quella
dell’Enigmista,
che fa il suo ingresso in scena alla maniera di Jim Carrey. Usando la sua invenzione “svuota
il cervello”, per localizzare il covo di Due Facce
(Tommy
Lee Jones), Nygma coglie di sorpresa l’ex procuratore
distrettuale, emergendo dall’ombra e rivelando di essere “solo
un amico, ma tu puoi chiamarmi l’Enigmista“. Edward
Nygma è sempre stato uno dei nemici più ostentati del
Cavaliere Oscuro e Batman Forever sfrutta appieno il talento di
Jim Carrey per introdurlo nella storia.
L’Enigmista viene finalmente
catturato in una tavola calda – The Batman
Matt
Reeves ha tenuto in gran parte mascherato l’Edward
Nashton di Paul Dano, alias l’Enigmista,
in The Batman. Nashton viene finalmente mostrato
solo quando il GCPD e Batman lo arrestano in una tavola calda di
Gotham City. Nonostante l’interpretazione agghiacciante di Dano nei
panni dell’Enigmista
quando è mascherato, è probabilmente ancora più sinistro senza
maschera, con Nashton che sorride diabolicamente da un orecchio
all’altro mentre viene arrestato. Sebbene l’Enigmista
sia stato presente in tutto The Batman, il suo smascheramento completo è
una rivelazione straordinariamente terrificante per un cattivo che
sa come stare un passo avanti al Crociato incappucciato.
Henry Ducard svela la sua identità – Batman
Begins
Quando Bruce
Wayne (Christian Bale) abbandona la Lega
delle Ombre in Batman Begins, pensa che il suo mentore
Henri Ducard (Liam
Neeson) e il leader della Lega Ra’s Al
Ghul siano entrambi morti, ma Bruce avrà una grande
sorpresa quando Ducard tornerà a Wayne Manor nel
terzo atto. La sorpresa ancora più grande è che
Ducard si rivela essere il vero Ra’s al
Ghul. Essendo Ra’s Al Ghul uno dei più grandi nemici di
Batman, Batman Begins gli rende giustizia sia con la
sua visione estrema della moralità sia celando la sua introduzione
dietro la maschera di un mentore fino a poco prima del finale.
Il Joker incontra l’Enigmista
dietro le sbarre – The Batman
The
Batman di Matt Reeves si concentra principalmente sull’Enigmista
(Paul
Dano) come cattivo principale, ma offre un cameo molto
allettante per il Clown Principe del Crimine . che apparirà nel
già annunciato sequel – quando l’Edward
Nashton di Dano viene arrestato e messo dietro le sbarre.
Nonostante la sconfitta, l’Enigmista stringe un legame con un
prigioniero nella cella adiacente, di cui notiamo il volto
visibilmente ustionato nell’ombra. Tuttavia, l’inquietante risata
del Joker di Barry Keoghan rivela inequivocabilmente la sua
identità, preparandolo a confrontarsi con il Cavaliere
Oscuro di Robert Pattinson nel prossimo capitolo del
franchise.
Bane si rivela un temibile villain
– Il cavaliere oscuro – Il ritorno
Bane
è famoso tra i cattivi della DC come “l’uomo che spezzò il
pipistrello” nella storia dei fumetti
Knightfall, e Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno gli concede
un’introduzione da brivido quando viene smascherato a bordo di un
aereo da agenti della CIA che cercano di ottenere informazioni su
Bane stesso. Mentre un agente toglie il sacco dalla testa del Bane
di Tom Hardy, Bane dice: “A nessuno
importava di chi ero finchè
non ho indossato la maschera!”. Sebbene Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno modifichi
alcuni elementi della storia di Bane, tra cui la funzione della sua
maschera, la sua introduzione lo rivela gradualmente come una
bestia in attesa di avventarsi sui suoi nemici.
Harvey Dent mostra finalmente la
sua ustione facciale – Il Cavaliere Oscuro
La tragica caduta di Harvey
Dent (Aaron
Eckhart) ne
Il Cavaliere Oscuro lo lascia con cicatrici sia
mentali che fisiche dopo il rapimento da parte del
Joker (Heath
Ledger) e la morte della sua fidanzata Rachel
Dawes (Maggie
Gylenhaal). Mentre Harvey riflette su quanto ha perso,
chiede al commissario James Gordon (Gary
Oldman) di rivelargli il soprannome che gli era stato
dato agli Affari Interni, e Gordon risponde con riluttanza “Due
Facce. Harvey Due Facce“. Le orribili ustioni sul lato
sinistro del volto di Harvey vengono tenute
nascoste fino alla fine, quando Harvey si rivolge finalmente alla
telecamera per rivelare di essere diventato, letteralmente,
Due Facce, in un’indimenticabile rivelazione del
cattivo di Batman.
Il Joker esce dall’oscurità –
Batman
Il Batman
di Tim Burton dà al Clown Principe del Crimine una
backstory come Jack Napier (Jack
Nicholson), gangster di Gotham City, e ci mostra la
sua origine malvagia con Napier che cade in una vasca di acido alla
Axis Chemicals. Tornato nel suo covo malvagio per vendicarsi del
boss del crimine Carl Grissom (Jack
Palance), che aveva ordinato il tentato omicidio di
Napier, il cattivo trasformato esce dall’ombra e
rivela: “Potete chiamarmi Joker, e come potete vedere, sono
molto più felice“, prima di uccidere Grissom.
Con la sua terrificante risata e un character design cartoonesco
del personaggio di Jack Nicholson, la rivelazione del Joker in
Batman è uno dei momenti più memorabili di Mr. J sul
grande schermo.
Deathstroke è amico e
nemico di Batman – Justice League di Zack Snyder
Justice
League di Zack Snyder si conclude con
l’incontro tra Deathstroke (Joe
Manganiello) e Lex Luthor (Jesse
Eisenberg) per definire una vendetta “personale”
contro il Batman di Ben Affleck: in questo modo si sarebbero poste
le basi per il film da solista diretto da Ben Affleck su Batman. La
scena successiva, tuttavia, ribalta completamente la situazione:
Batman e Deathstroke si alleano
nel futuro di Knightmare per annullare la conquista della Terra da
parte di Darkseid. Sebbene il ruolo di Deathstroke in
Justice League di Zack
Snyder sia un cameo, si tratta comunque di una rivelazione
fantastica e di una stuzzicante anticipazione del film di Ben Affleck su Batman e dei
sequel di Snyder su Justice League, anche se
entrambi non sono mai stati realizzati.
Joker si smaschera dopo aver
rapinato una banca – Il Cavaliere Oscuro
Il
Cavaliere Oscuro mette il Batman di
Christian Bale contro l’assassino e
completamente imprevedibile Joker (Heath
Ledger), e il regista Christopher Nolan concede a quest’ultimo una
meravigliosa introduzione nella rapina in banca di apertura del
film. Il momento in cui Joker si rivela è assolutamente iconico,
togliendosi la maschera da clown e dichiarando al direttore della
banca (e, per estensione, allo spettatore): “Io credo
semplicemente che quello che non ti
uccide, ti rende più… strano!”.
Assieme all’inquietante make-up che caratterizza questa versione
del Joker, l’introduzione del Cavaliere Oscuro per
l’iconico antagonista DC di Heath Ledger ha segnato la miglior
introduzione di un cattivo di Batman di
sempre.
Il remake di The
Bride of Frankenstein della Warner Bros. riceve
un’importante notizia: un celebre candidato all’Oscar si è infatti
unito al cast. Il film, un remake del film della Universal Monsters
del 1935 diretto da James Whale, vedeva Henry
Frankenstein (Colin Clive) sopravvivere per costruire un secondo
essere patchwork come compagno della colossale creatura di
Boris Karloff. Come riportato da Deadline, il remake di The
Bride of Frankenstein, diretto da
Maggie Gyllenhaal, potrà ora contare anche
sulla partecipazione dell’attrice Annette Bening, con l’inizio delle riprese
attualmente previsto per il 4 marzo di quest’anno. Non è però stato
rivelato quale sarà il ruolo ricoperto dall’attrice.
Sebbene il remake di The
Bride of Frankenstein sia privo di qualsiasi
interconnessione con il Dark Universe, sembra anche destinato a
distinguersi da altre rivisitazioni di successo dei mostri della
Universal degli ultimi anni. Mentre L’uomo invisibile di Leigh Wannell ha
preso quella storia e l’ha modernizzata con una narrazione molto
più piccola ma personale, è stato confermato che The
Bride of Frankenstein sarà un’opera
ambientata nella New York degli anni ’30 e vedrà ancora una volta
il mostro di Frankenstein e il suo creatore riunirsi per costruire
una nuova creatura, anche se l’enfasi sembra sarà posta sul caos
che la Sposa causerà, distinguendosi dal film originale.
Cosa aspettarsi da The Bride
of Frankenstein?
Descritto come un thriller-horror,
The Bride sarà diretto da Maggie Gyllenhaal, basato sul classico romanzo
gotico di Mary Shelley Frankenstein or The Modern
Prometheus. Si tratta del secondo
progetto da regista per Maggie Gyllenhaal dopo The Lost Daughter del 2021, che le è valso una
nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
Oltre a Christian Bale nel ruolo di Frankenstein, il
film sarà interpretato anche da Penelope Cruz nel ruolo di Myrna, Peter Sarsgaard nel ruolo di un detective e
Jessie Buckley in un ruolo non rivelato.
The Bride è
prodotto da Talia Kleinhendler e Emma Tillinger Koskoff. Oltre a
Maggie Gyllenhaal, Guillermo del
Toro si sta preparando a dirigere un altro film incentrato
su Frankenstein, che avrà come protagonisti
Oscar Isaac,
Mia Goth,
Christoph Waltz e
Jacob Elordi. Sarà dunque interessante scoprire in che
modo i due registi si approcceranno a questi personaggi e alle loro
vicende.
Location mozzafiato, effetti
speciali pazzeschi, un cast stellare dalla chimica esplosiva e una
gran bella dose di cliché del genere heist
movie (o meglio, “film dal colpo grosso”).
Disponibile dal 12 gennaio sulla celebre piattaforma Tudum,
LIFT è il nuovo adrenalinico action movie ad alta
quota diretto da F. Gary Gray (Men in Black:
International, Fast & Furious 8, Giustizia
privata) e scritto da Daniel Kunka che, con buone probabilità,
riuscirà a scalare, nelle prossime ore, l’ambita e iconica Top 10
Netflix.
LIFT la trama
Cyrus Whitaker (Kevin
Hart) è l’affascinante e brillante capo di una
banda internazionale di rapinatori, specializzata in furto
e contrabbando di opere d’arte: Camilla (Úrsula
Corberó) è la tenace e caparbia pilota spagnola,
Mi-sun (Kim Yoon-ji) è l’ingegnosa e prudente
hacker, Magnus (Billy Magnussen) è il folle
scassinatore, Luke è il geniale ingegnere e, infine, c’è il caro e
buffo Denton (Vincent
D’Onofrio), che si travestirebbe da chiunque pur di
partecipare agli adrenalinici piani della squadra.
Dopo aver rubato all’asta
milionaria di Venezia uno straordinario Nft (cioè,
un’opera d’arte digitale dematerializzata) dell’anonimo artista N8
(Jacob Batalon, il simpatico e fedele Ned della
trilogia di Spider-man), l’agente dell’Interpol Abby
Gladwell (Gugu Mbatha-Raw), vecchia conoscenza di
Cyrus, riesce a smascherarli e a barattare la loro libertà
con un complesso e rischioso colpo: sottrarre 500 milioni
di dollari in lingotti d’oro da un misterioso aereo privato a
dodicimila metri da terra.
In foto (da sinistra a destra) Gugu Mbatha-Raw nei panni
dell’agente Abby e Kevin Hart nel ruolo del protagonista
Cyrus.
Con non poca titubanza, Cyrus
accetta il pericoloso incarico dell’Interpol – contro Jorgenson, lo
spietato e sanguinario cattivo di turno interpretato da
Jean Reno (Leon, L’immortale) –
per conquistare l’immunità giudiziaria e dare una seconda
possibilità alla banda.
Un Kevin Hart sempre più riflessivo e
criptico
Se un tempo Kevin Hart era
“sinonimo” di sane e grosse risate, negli ultimi anni i suoi
personaggi hanno dimostrato di voler essere molto più che delle
macchiette sul grande schermo. Nonostante conservi un po’ della
spiritosa ironia dell’attore, Cyrus è
riflessivo, audace, generoso e razionale, e questo lo si
può percepire fin dai primissimi minuti del film mentre lo vediamo
camminare tra le strade di Venezia con estrema fierezza e formalità
verso l’ennesimo colpo grosso. Ma per quanto Hart ci abbia commosso
nel suo ruolo drammatico di Matthew in Un
Padre, tutta la serietà e cripticità che riversa
nei panni di Cyrus risultano a tratti futili ed eccessivi.
Infatti, persino il buon vecchio Vincent D’Onofrio riesce, nelle
pochissime battute a disposizione, a essere più spiritoso, profondo
e incisivo dello stesso protagonista.
Inoltre, tra i diversi personaggi
della banda, non si può fare a meno di notare la talentuosa e
carismatica Úrsula Corberó che, per quanto non sia nuova su
Netflix come rapinatrice provetta, porta sul piccolo
schermo un personaggio femminile fresco e
ammirabile, molto più positivo di quanto sia stata la sua
celebre Tokyo in La Casa di Carta.
LIFT – In foto (da sinistra a destra) le attrici Úrsula Corberó e
Kim Yoon-ji.
Un heist movie che si presenta molto meglio di ciò che
realmente è
È evidente come in LIFT F.
Gary Gray abbia riversato tutto il suo amore per il genere
dell’heist movie: l’attenzione alla surreale
tecnologia d’avanguardia, le angoscianti e incisive scene d’azione,
la forte tensione dei protagonisti nel rischiare la propria vita
per il “colpo del secolo”. Con grande impegno, il regista riesce,
dunque, nell’intento di creare per Netflix uno spettacolo che, tra
missioni eccitanti, scontato eroismo,
sarcasmo e romanticismo, regala al pubblico 104
minuti di puro e godibile intrattenimento e fuga dalla realtà.
L’unica – e non poi così piccola –
pecca di LIFT è però che si presenta molto meglio di ciò
che realmente è. Dal primo all’ultimo minuto, il film di F.
Gary Gray si piega alla consueta e rassicurante “comfort
zone” tipica di Netflix, dove la creatività e
l’originalità sembrano essere, negli ultimi anni,
sempre più escluse. È per questo motivo che, a
fine visione, LIFT risulta purtroppo essere solo
l’ennesimo prodotto sulla celebre piattaforma di cui lo spettatore
se ne dimenticherà facilmente un minuto dopo aver spento la TV.
Nicolas Cage è tornato a condividere
nuovamente i suoi pensieri sulla sua apparizione in CGI nei panni
di Superman in
The Flash. Durante una recente intervista con
Deadline a Cage è stato chiesto del cameo nel film e la star ha
ammesso di essersi sentito un po’ “perplesso” per la CGI utilizzata
per l’apparizione dell’Uomo d’Acciaio e, pur essendo
“felice” di veder realizzato il suo cameo, ritiene che non
avesse “un aspetto corretto“.
“Ma è stato molto tempo fa. E
poi, successivamente, quello che è successo con The
Flash… Non ero arrabbiato, ero solo perplesso. Ho pensato: “Non
era quello che avevo girato”, ed ero preoccupato. Mi chiedevo: “Mi
hai appena detto che stavo assistendo alla distruzione
dell’universo, in modo da potermi fotografare e poi animare?”. Che
fosse attraverso la CGI o l’IA, non era questa la conversazione che
avevamo avuto. Quindi ero confuso“, ha dichiarato Cage nel
corso dell’intervista. “Ma ero comunque felice di guardarlo.
Volevo ancora vedere l’abito di Colleen Atwood, che ritengo sia un
bellissimo abito, e il 50% di quel personaggio era stato progettato
da me.”
“Volevo che Superman avesse i
lunghi capelli neri da samurai e una sensazione di vulnerabilità,
quasi senza battere le palpebre, con gli occhi immobili. Quindi è
stato un 50/50. Eravamo io e Tim, avevamo progettato qualcosa che
non è mai venuto alla luce, quindi quando l’ho visto in movimento,
sono stato molto felice che Andy Muschietti abbia voluto che lo
facessi io. Ho avuto una certa soddisfazione nel vedere il
personaggio, ma per me non aveva l’aspetto giusto. Ma poi Superman
è un alieno. Kal-El viene da un altro pianeta. Quindi, in un certo
senso, la CGI sembrava giusta, perché è aliena. Non sembra reale.
Non sembra che abbia un battito cardiaco. Quindi posso guardarlo in
questo modo e pensare che abbia funzionato.”, ha concluso
Nicolas Cage.
In occasione della permanenza a Roma
della mostra QUEEN UNSEEN – Peter Hince, Cinefilos.it offre 20 ingressi
singoli al WeGil, dove la mostra sarà in esposizione fino al 4
febbraio.
Per avere la possibilità di
ottenere un biglietto, inviate una email a [email protected] con NOME E
COGNOME.
La mostra di Roma è organizzata da
Gianni Chimenti e Stefano Melone
per la Blu&Blu Network, con la direzione artistica di Niccolò
Chimenti, il patrocinio della Regione Lazio, il sostegno di Lazio
Crea, il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di
Roma e la sponsorizzazione di Poste Italiane e di Coldwell Banker
Italy.
La mostra “QUEEN UNSEEN | Peter
Hince” racconta, attraverso le fotografie del road manager e
assistente personale di Freddie Mercury – Peter Hince appunto – e
una ricca selezione di memorabilia, lo straordinario percorso umano
e professionale dei Queen e del suo carismatico front-man.
Grazie alla fortuna d’aver lavorato
per una delle più famose fabbriche di hit musicali degli anni
Settanta e Ottanta, Ratty – come era soprannominato Hince – ha
potuto avere accesso, sia professionale che privato, ai momenti
salienti che hanno contraddistinto la band di Bohemian Rhapsody che
è riuscito a fermare nel tempo e rendere eterni con i suoi
memorabili scatti. Il sodalizio tra Hince e i Queen inizia nel
1975, quando la band si stava apprestando a registrare A Night at
the Opera. Peter era la persona responsabile di strumenti e
soundcheck che doveva vigilare affinché la performance della banda
sul palco filasse come da copione; presto si guadagnò la fiducia
di Freddie, Brian, John e Roger. Di quei primi anni purtroppo non
esistono fotografie che invece Peter inizia a scattare a partire
dal 1977, quando ormai la band aveva raggiunto l’apice del proprio
successo mondiale, fino al 1986. In virtù dello stretto rapporto
personale particolare esistente tra Hince e Freddie Mercury la
mostra dedicherà una particolare attenzione al cantante della
band. Tra gli scatti di Hince spiccano certamente alcune tra le
immagini più iconiche del cantante, catturate in studio di
registrazione, sul set dei video musicali più trasmessi nel mondo
o su quello fotografico, in cui Hince ha immortalato Freddie
abbigliato come una vera regina. Freddie, immigrato
nell’Inghilterra degli anni ’70, è stato una delle figure chiave
non solo della rivoluzione musicale della seconda metà del XX
secolo, ma anche di quelle sociale e culturale, che lo hanno reso
uno dei principali ed indiscussi protagonisti di quegli anni
gloriosi. E se le fotografie di Hince ci offrono uno spaccato unico
ed un accesso privilegiato alla band e al suo front-man, la
carriera dei Queen nella mostra è documentata nel dettaglio da un
ricco allestimento che include gli oggetti provenienti dalla
raccolta personale di Niccolò Chimenti, uno dei maggiori
collezionisti europei dell’universo Queen. La mostra, quindi, non
rappresenta soltanto un inedito viaggio fotografico attraverso i
momenti più importanti della band, ma un vero e proprio percorso
esperenziale impreziosito da memorabilia, dischi, poster, strumenti
musicali, abiti ed accessori, documenti, rarità e cimeli originali
appartenuti ai membri della band (dall’asta del microfono di
Mercury, ai costumi per il video di Radio Gaga e molto altro). E
ancora, a concludere il percorso espositivo i visitatori avranno
accesso ad una sala video in cui verranno proiettati rari spezzoni
dei principali concerti internazionali della band. “QUEEN UNSEEN |
Peter Hince” si compone di oltre 90 immagini del fotografo
londinese, mai esposte in precedenza in nessun Paese europeo, e di
cui alcune in assoluta anteprima internazionale, e di oltre un
centinaio di cimeli, memorabilia, oggetti e documenti vari, tutti
rigorosamente originali, tra i quali l’asta del microfono
utilizzata da Freddie Mercury nel suo ultimo concerto, una chitarra
autografata di Brian May, un piatto autografato e le bacchette
della batteria di Roger Taylor. Completa l’esposizione la
proiezione di video rari e di spezzoni dei più famosi concerti
della band. A 50 anni dall’uscita del primo disco, l’omonimo Queen,
l’esposizione rappresenta un’occasione imperdibile per i fan di
scoprire aspetti e dettagli inediti sul gruppo e per il grande
pubblico di ampliare la propria conoscenza sulla band
che ha rivoluzionato la musica degli ultimi 50 anni e che ancora
oggi riesce ad essere straordinariamente attuale.
Nato a Hereford, Inghilterra nel 1955, Peter Hince inizia la sua
avventura nel mondo della musica nel 1973 come giovane roadie con
David Bowie. Nello stesso anno, lavorando per i Mott The Hoople,
incontra una band semisconosciuta, i Queen, gruppo di supporto nel
tour britannico dei Mott. In quel periodo Peter continua a lavorare
con altri grandi artisti, tra cui Mick Ronson, Lou Reed, Eno (Roxy
Music), Supertramp, George Benson e Kevin Ayers, entrando a far
parte dei Queen a tempo pieno nel 1975. Peter è stato assistente
personale di Freddie Mercury e del bassista John Deacon, diventando
in seguito capo della road crew dei Queen. Durante gli anni passati
con i Queen, Peter coltiva la passione per la fotografia riuscendo
a scattare foto intime e sincere della band in studio di
registrazione, durante le riprese dei videoclip, le prove dei tour
e, in rare occasioni, anche durante gli spettacoli dal vivo. Scatta
inoltre alcuni ritratti alla band, diventati iconici. L’archivio di
Peter Hince è unico e copre non solo un ampio periodo della
carriera pubblica dei Queen, ma contiene anche rare immagini
riprese dietro le quinte. Pur non essendo mai stato nominato come
fotografo ufficiale dei Queen, la band si sentiva rilassata e a
proprio agio con lui. “Durante gli anni con i Queen ero in una
posizione privilegiata e poiché la band si fidava di me e delle
mie macchine fotografiche, sono riuscito a catturare queste rare
immagini. Potreste dire che sono stato fortunato, ma nella vita ho
scoperto che più lavori duramente, più ti applichi, riconosci e
cogli le opportunità, più sei fortunato”. Dopo l’ultimo tour dei
Queen nel 1986, Peter ha avuto una carriera di successo come
fotografo pubblicitario, continuando sempre a fotografare Freddie
Mercury e gli altri membri della band. Peter Hince ha vinto premi
internazionali per il suo lavoro commerciale e per le sue immagini
subacquee in bianco e nero, che sono state esposte numerose volte.
Nel 2009 il suo archivio fotografico dei Queen è stato esposto in
Australia nella mostra intitolata “Queen – The Unseen Archive”. Nel
novembre 2021 si è tenuta a Monaco di Baviera una nuova mostra di
grande successo, per celebrare Freddie Mercury, in cui sono state
esposte alcune foto di Hince. Peter ha anche trasformato la sua
prima passione per la scrittura in un libro di memorie: “Queen
Unseen”, acclamato dalla critica e pubblicato in oltre venti Paesi
di tutto il mondo. Un nuovo libro fotografico che segue il viaggio
di Peter con i Queen sarà pubblicato nell’autunno 2023, a 50 anni
dal loro primo incontro. Oggi vive tra Londra e Monaco, scrivendo,
esponendo e gestendo il suo archivio fotografico ed è spesso
chiamato per rilasciare interviste e invitato a fare da relatore e
rappresentante del mondo della musica negli anni ’70 e ’80.
Collaborano all’organizzazione e alla promozione GLOBO VINTAGE,
emittente ufficiale della mostra, FAI – Fondo Ambiente
Italiano,
MEDEVI, PRIMAFILA MAGAZINE,
MULTIVISION. LEDVISION, FRANCIOSA COMUNICAZIONE e P&B
COMMUNICATION.
Dopo Roma la mostra farà tappa a
Milano dall’8 febbraio al 22 aprile 2024 e successivamente a
Budapest e in altre principali città europee.
Le nomination per i PGA
2024, i Producers Guild of America Awards 2024, sono state
annunciate e a sorpresa comprendono due titoli internazionali:
Anatomia di una caduta di Justine
Triet e La Zona di Interessedi
Jonathan Glazer – è la prima volta che due titoli
internazionali sono stati nominati dalla gilda.
I vincitori verranno premiati alla
35esima edizione dei Producers Guild Awards
(PGA 2024) il 25 febbraio in una cerimonia
prodotta da Anchor Street Collective e prodotta esecutivamente da
Branden Chapman e Carleen Cappelletti.
È appena approdato su Prime videoGioco di ruolo, una
commedia d’azione diretta da Thomas Vincent e con l’attrice
Kaley Cuoco (Penny nella serie The
big bang theory) nel ruolo della protagonista Emma/Anna. Nel
cast si ritrovano altre figure già ben note nel panorama
cinematografico nazionale e internazionale. David
Oyelowo, ben noto per la sua interpretazione di Martin
Luther King nel film
Selma, qui si ritrova nei panni di Dave, marito di Emma.
Bill Nighy (Love
Actually, Davy Jones nell’universo di
Pirati dei Caraibi) e Connie Nielsen (Ippolita
in
Wonder Woman,
Il gladiatore) in Gioco di ruolo sono
rispettivamente nei panni di Bob, un sicario internazionale e di
Gwen, capo della Sovereign.
Un gioco di ruolo sfuggito di
mano
Emma vive una doppia vita: qualche
volta l’anno fa dei “viaggi di lavoro” in cui uccide bersagli
designati per denaro, tutto il resto del tempo è un amorevole madre
e moglie di famiglia. Ma qualcosa inizia ad andar storto: non
riesce più a conciliare al meglio le sue due realtà. Si dimentica
il proprio anniversario, le vengono assegnati più lavori di
seguito, ha tutta l’attenzione della polizia internazionale puntata
addosso. E non solo: la Sovereign, una misteriosa agenzia di sicari
per cui Emma ha lavorato in passato, sembra cercarla.
Per farsi perdonare da Dave, Emma
organizza per loro una serata particolare in hotel: i due
fingeranno di essere due persone diverse, due sconosciuti. Ma Bob
si metterà tra i due al bar dell’albergo, dando inizio a tutti i
problemi di Emma, o forse dovremmo dire Anna?
Gioco di ruolo: un cliché da
spia
Una caratteristica che salta subito
all’occhio dello spettatore vedendo Gioco di ruolo
è certamente la mancanza di originalità della trama. Il cliché
della spia che vive una doppia vita è stato portato più e più volte
sul grande schermo: si pensi allo stesso
Mr & Mrs Smith, con
Angelina Jolie e
Brad Pitt. L’utilizzo di questa chiave narrativa non viene
arricchito da altri fattori che possano dare una sua individualità
al film.
Lo stesso utilizzo di giochi di
ruolo di questo tipo tra coppie sposate lo ritroviamo in altri
esempi, in questo caso in una serie tv in chiave più comica. Si
tratta di Modern Family:
già dalle prime stagioni Phil e Claire prendono l’abitudine di
darsi appuntamento in albergo, fingendosi altre persone.
Un altro elemento di Gioco
di ruolo è il contrasto tra i due personaggi di Dave e
Emma che porta un’atmosfera comica nel film. Dave viene presentato
come un padre amorevole e attento alla propria famiglia, che
percepiva qualcosa di strano nei continui viaggi di lavoro della
moglie, senza però potersi spiegare inizialmente in cosa
consistessero. Nel momento in cui scopre la realtà su Emma/Anna ha
il coraggio di scavare a fondo in cerca di verità e di continuare a
supportare la donna che ama, nonostante sia una killer
professionista. Si ritrova in una situazione in cui lui, che
spergiura l’uso della violenza, è costretto, per quanto poco gli
sia possibile, ad usarla.
Dall’altro lato invece abbiamo Emma,
una madre che è disposta a fare di tutto pur di proteggere la
propria famiglia, ma anche una pluriomicida ricercata e molto brava
nel proprio lavoro. Si vede fin dalle prime scene di Gioco
di ruolo come Emma sia una perfetta calcolatrice, che
cerca di mantenere tutto sotto controllo, abbandona la propria
famiglia proprio per difenderla. Di conseguenza, per quanto Emma
sia un sicario, non viene percepita in questo modo dal pubblico
proprio per l’attenzione che mostra verso i propri figli e verso
Dave. Gli spettatori finiscono quasi per appoggiarla e sperare
nella sua vittoria, in modo tale che, in un gran finale positivo,
Emma e Dave possano tornare insieme ai loro bambini alla loro vita
normale nel New Jersey.
I Combattimenti finali
Per quanto si tratti di una commedia
d’azione, si nota una quasi totale assenza di scene di
combattimento nella prima parte del film. Tale penuria viene però
compensata parzialmente nella seconda metà della pellicola, dopo la
fuga di Emma. Qui la scena d’azione che maggiormente cattura
l’attenzione del pubblico è il combattimento finale con Gwen.
Per quanto Gioco di
ruolo pecchi di originalità, la presenza di scene d’azione
e l’utilizzo di un sottofondo musicale teso, che aumenta la
suspense, contribuiscono a rendere questo film piacevole da vedere
e da seguire per gli spettatori.
In occasione del suo grande momento
nella serie tutta dedicata a lei, Echo (leggi
la recensione), Maya Lopez ha subito un processo di
adattamento, passando dai fumetti allo schermo, davvero profondo,
che ha portato alla nascita di un personaggio tutto nuovo, creato
apposta per il MCU. La serie Echo vede
protagonista Alaqua Cox che riprende il ruolo
principale dopo il suo debutto come antagonista secondaria in
Hawkeye nella
Fase 4 del MCU. Nella serie, Maya cerca di
riconnettersi con le sue radici native, mentre scappa da
Kingpin (Vincent
D’Onofrio), ma come è cambiato il suo personaggio nel
passaggio dal fumetto allo schermo? Ecco le principali
differenze.
Nei fumetti Marvel, Maya Lopez ha radici nella Nazione Piedi Neri,
un gruppo indigeno di persone con sede principalmente nel Montana,
ma questa origine è stata leggermente modificata per l’adattamento
di Echo del MCU. Nella serie, si scopre che
Maya Lopez proviene dalla Nazione Choctaw in
Oklahoma, e Marvel Studios fa un lavoro fantastico nel
rappresentare la comunità Choctaw in tutta la serie, avendo
lavorato a fianco dei nativi stessi e dell’organizzazione
IllumiNative per preservare l’autenticità, la lingua e la cultura
di quel popolo. Echo esplora anche il folklore Choctaw, incluso il
mito della creazione dei primi Choctaw che sorgono dal grande
tumulo Nanih Waiya (sebbene questo luogo sia stato modificato in
una grotta, nella serie).
Echo ha collegamenti con Wolverine
nei fumetti Marvel
Analogamente alla serie
Echo del MCU, dopo che Maya Lopez ha sparato a
Kingpin nei fumetti Marvel, torna a casa per esplorare
le sue radici e ritrovare se stessa. Dopo aver intrapreso
un’intensa e rivelatrice ricerca, Maya incontra Wolverine e fa
amicizia con lui. Durante il loro breve periodo insieme, Wolverine
aiuta Maya a riprendersi e le insegna la cultura, i costumi e la
criminalità organizzata giapponese, spronandola a diventare
un’eroina. Wolverine non è ancora stato introdotto nel MCU, quindi non c’è stata alcuna
possibilità per lui di apparire in Echo, il che
significa che questo elemento del suo passato è stato completamente
omesso.
Echo della Marvel Comics diventa il
Ronin
Nel MCU abbiamo già avuto il nostro
Ronin: era Clint Barton, che, dopo aver parso tutta la famiglia
nello SNAP, viene mostrato in Avengers: Endgame, mentre dissemina morte e
giustizia sommaria. Barton è diventato Ronin per rintracciare i
criminali di tutto il mondo ed eliminarli, sentendo dentro di sé
che sarebbero dovuti essere loro a sparire per mano di Thanos, e
non la sua famiglia o gli innocenti in generale. Maya Lopez incolpa Ronin per aver ucciso suo
padre nel MCU, ma nei Marvel Comics, è Maya stessa ad assumere per
prima il ruolo di Ronin dopo il suo attacco a
Kingpin. Ma è ormai molto improbabile che Maya Lopez diventi Ronin nel MCU.
Echo e Occhio di Falco hanno una
breve relazione nei fumetti Marvel
Maya
Lopez trasmette presto l’identità di Ronin a Clint
Barton nei fumetti Marvel, dando inizio a un legame
lungo e solido tra i due, tanto che i due avranno una breve
relazione romantica nei momenti precedenti alla run di
Secret Invasion del 2008, sebbene
sia di breve durata. Non c’è alcuna possibilità che questa
relazione venga adattata per l’MCU, anche perché Clint Barton ha
una relazione felice con sua moglie, Laura Barton, da diversi anni,
e la coppia ha tre figli insieme. Barton ha anche ucciso il padre
di Maya nel MCU, il che significa che anche se
Barton avesse espresso attrazione nei confronti della donna, è
molto improbabile che lei potesse ricambiare.
Il padre di Echo è stato ucciso
quando lei era bambina nei fumetti Marvel
Echo dei
Marvel Studios ha raccontato che la
madre di Maya Lopez è morta in un incidente d’auto
quando Maya era bambina, lasciandola da sola con padre, sotto l’ala
protettrice di Wilson Fisk. Il padre di Maya, il William Lopez di
Zahn McClarnon, viene assassinato da Ronin quando
Maya era adulta, ma nei fumetti Marvel il papà di Maya muore quando
lei è una bambina. Il potente legame di Echo con suo padre è stato
esplorato sia in Hawkeye che
in Echo nel MCU, ma ciò non sarebbe stato
possibile se i Marvel Studios avessero adattato il
fumetto in modo accurato. In entrambi i casi, tuttavia, Maya viene
praticamente allevata da
Kingpin.
Kingpin ha ucciso il padre di Echo nei fumetti Marvel
La dinamica della morte
del papà di Maya nel MCU è piuttosto diversa rispetto a
quella nei fumetti Marvel, poiché
Kingpin stesso uccise William, ma le dice che il vigilante
mascherato Daredevil aveva effettivamente compiuto l’atto. Ciò
scatena una battaglia tra Echo e
Daredevil, anche se la donna presto scopre la
verità e si vendica, sparando a
Kingpin, proprio come accade alla fine di Hawkeye della
Fase 4. Entrambi questi eventi portarono Maya a tornare a casa ed
esplorare i suoi antenati, processo che la aiuta infine a diventare
un’eroina migliore e più potente.
Maya Lopez ha ricevuto un’educazione
privilegiata nei fumetti Marvel
Nel MCU, Maya e suo padre si sono
trasferiti a New York nel 2007 e Maya è stata iscritta a una scuola
normale, nonostante fosse sorda. Dopo la morte di suo padre nei
fumetti Marvel, tuttavia, Maya viene
mandata in una scuola per studenti con bisogni speciali, ma quando
inizia a comprendere la sua capacità di riflesso fotografico,
Kingpin la trasferisce in una scuola per prodigi. Questa
educazione privilegiata è qualcosa che la Maya Lopez di Alaqua Cox
non ha avuto nel MCU, anche se ha vissuto momenti di
benessere trascorrendo del tempo con Fisk. Echo
della Marvel Comics ha sviluppato un amore per le
arti dello spettacolo grazie alla sua educazione, ma questo non è
stato rappresentato nel MCU.
Echo non ha il suo look
caratteristico nel MCU
Nei fumetti Marvel, Maya Lopez è costantemente rappresentata con
un’impronta dipinta sopra l’occhio, dettaglio che non è stato
ancora visto nel MCU. Mentre suo padre era in fin di
vita, nei fumetti, ha lasciato a Maya un’impronta insanguinata sul
viso, quindi lei la replica e la ridipinge come un memento che le
dà il potere di continuare a combattere. Né la madre né il padre di
Maya Lopez nel MCU hanno lasciato questa impronta
sul viso di Maya, quindi è improbabile che venga utilizzata nel
MCU, nonostante sia un marchio così
riconoscibile del suo personaggio nei fumetti Marvel. Tuttavia, anche nel
MCU, Echo conserva il suo logo a
forma di sole della Marvel Comics.
Daredevil ed Echo hanno una
relazione nei fumetti Marvel
Forse la relazione più
importante di Echo nei fumetti Marvel è stata quella con
Daredevil di Matt Murdock. Dopo che
Kingpin le ha detto che Daredevil aveva ucciso suo padre, Fisk
manda Maya tra le braccia di Matt Murdock, ma trascura di dirle che
il suo alter ego è Daredevil. Maya e Matt si
innamorano, ed Echo e Daredevil si scontrano, senza sapere che
l’altro è la persona amata, ma la verità presto viene fuori e
Murdock smaschera le bugie di
Kingpin. È questa interazione che porta Maya a sparare in
faccia a
Kingpin e a lasciare New York. Questa relazione potrebbe
ancora essere raccontata nel futuro del MCU, potenzialmente nel prossimo
Daredevil: Born Again dei
Marvel Studios.
Le abilità di Echo sono molto
diverse nei fumetti Marvel
Il cambiamento più grande
che i Marvel Studios hanno apportato alla
Echo di Maya Lopez durante l’adattamento per il
MCU riguarda la sua potenza. Nei
fumetti Marvel, Maya è un’abile artista
marziale e ha riflessi fotografici, ma nel MCU le sue abilità sono molto più
soprannaturali e sono legate direttamente alle sue radici Choctaw.
Maya è in grado di invocare i suoi antenati – che riecheggiano
attraverso di lei – e sfruttare le loro abilità, riconducendoli a
Chafa, la prima Choctaw. Ciò le conferisce forza potenziata,
capacità di guarigione rigenerativa, abilità di tiro e agilità
suprema. Echo è a tutti gli effetti una nuova aggiunta
incredibilmente potente alla Fase 5 dell’MCU.
Thor: Love and Thunder ha riportato
in scena la Jane Foster di Natalie Portman e l’ha trasformata nella
Mighty Thor. Sfortunatamente, questa sembrava
essere un’apparizione unica per il personaggio, poiché il cancro di
Jane alla fine l’ha sopraffatta, ma lei è sorprendentemente
entrata nel Valhalla poco dopo essere morta in battaglia. Con
le voci su un possibile Thor 5 in arrivo,
sembra ora che potrebbe esserci di nuovo spazio per Jane Foster nel
Marvel Cinematic Universe. The Comic Circus ha infatti dato
un’occhiata più da vicino a quella scena sulla scia delle uscite
della seconda stagione di Loki e What If…? su Disney+ e ha evidenziato quelli che
potrebbero essere i fili del Multiverso che si intrecciano sullo
sfondo del Valhalla.
Mentre il sito continua a teorizzare
che questo regno dei morti esiste probabilmente al di fuori del
tempo e dello spazio, in modo simile al Piano Ancestrale di
Black Panther e al Duat e al Campo dei Giunchi di
Moon
Knight, viene condivisa anche un’indiscrezione
potenzialmente molto interessante su Thor 5. “Le
nostre fonti ci hanno confermato che parte delle prime idee sul
prossimo film di Thor 5 prevedono il Valhalla come una delle
location“, spiegano, “esplorando così un altro aspetto
della mitologia norrena“. Se ciò si rivelasse vero, si
tratterebbe di una location molto importante, che in molti
considerano come la sola destinazione possibile per concludere
adeguamente il percorso cinematografico di Thor.
“Se il Valhalla esiste al di
fuori del Multiverso conosciuto, ciò potrebbe implicare che questa
Sala è aperta a TUTTE le possibili varianti dei personaggi norreni
del Multiverso Marvel, non solo della
Terra-616?“, si chiede il sito. “Il Valhalla potrebbe
dunque ospitare più varianti di Thor o varianti che possiedono il
potere di Thor?“. Questo potrebbe essere il modo in cui i
Marvel Studios introdurranno il Thor
Corps. Ad oggi in realtà non ci sono ancora certezze
riguardo la realizzazione di Thor 5, ma i sempre più
insistenti rumor sullo sviluppo di questo film portano a credere
che potrebbe essere annunciato a breve, forse già quest’anno nel
corso di qualche importante convention. A quel punto molti di
questi rumor potrebbero trovare conferma o smentita.
La versione PG-13 di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
fuoco (qui
la recensione), attualmente in streaming su Netflix, non rifugge esattamente
dalla violenza, ma è evidente che diverse sequenze sono state
modificate per eliminare le scene più estreme. Sappiamo quindi da
tempo che è in arrivo
una versione vietata ai minori del film, ma non sapevamo quando
questa sarebbe arrivata sulla piattaforma. Ora, il regista
Zack Snyder ha finalmente dato un’idea di quando
la si potrà vedere. Durante il podcast DGA Director’s Cut con il regista Louis
Leterrier come moderatore, Snyder ha infatti rivelato che
la versione vietata ai minori di Rebel
Moon uscirà quest’estate.
Snyder ha anche spiegato cosa lo ha
spinto a rilasciare due versioni diverse del film, rivelando che
Netflix era contraria all’idea di permettergli di
sviluppare la sua sceneggiatura completa di 200 pagine. “Hanno
letto la sceneggiatura. Ovviamente si trattava di una sceneggiatura
vietata ai minori, la prima volta che l’hanno letta era di 200
pagine, e quando l’ho consegnata loro mi hanno detto: ‘Una
sceneggiatura di 200 pagine, eh? Ovviamente non trasformeremo una
sceneggiatura in un film, soprattutto non in una cosa così folle e
vietata ai minori“. Netflix ha però poi concesso a Snyder
l’opportunità di realizzare entrambe le versioni, per cui non resta
che attendere questa director’s cut per scoprire esattamente cosa
contiene.
La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai
confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed
Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno
venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Jonathan Majors ha perso un nuovo ruolo di
primo piano in un film dopo la sua recente condanna per
aggressione. L’attore, infatti, non interpreterà più il controverso
giocatore di basket Dennis Rodman in un film dal
titolo provvisorio “48 ore a Las Vegas“,
come ha confermato Variety. Il film dovrebbe
documentare la storia vera del famoso viaggio dell’attaccante dei
Chicago Bulls a Las Vegas, nel bel mezzo delle finali NBA del 1998.
Sembra che anche la Lionsgate non sia più coinvolta nel progetto,
in quanto lo studio ha restituito il film ai produttori per trovare
un nuovo partner.
Phil Lord,
Chris Miller e Aditya Sood
dovrebbero comunque produrre il film con la loro Lord Miller,
mentre Ari Lubet, Will Allegra e
lo stesso Rodman saranno i produttori esecutivi. Jordan
VanDina scriverà la sceneggiatura, mentre Spike Lee sarebbe in trattative per dirigere
il film. Queste personalità dovranno ora trovare un nuovo partner
di produzione se vorranno realizzare il film, che potrebbe dunque
andare comunque avanti senza Majors. Un altro duro colpo per
l’attore, dunque, da quando
il 18 dicembre è stato condannato per due reati di molestie e
aggressione durante una lite domestica con la sua ex compagna,
Grace Jabbari.
La sentenza è ora prevista per il 6
febbraio 2024 e l’attore rischia fino a un anno di carcere, ma
potrebbe anche essere condannato a una pena minore, come la libertà
vigilata. Dopo la condanna, Majors
ha parlato del caso durante un’intervista a “Good Morning
America“, dicendo: “Sono lì in piedi e il verdetto
viene emesso. Mi dico: “Com’è possibile?”. Sulla base delle prove –
sulla base delle prove dell’accusa, per non parlare delle nostre
prove – come è possibile?“. Successivamente a quel verdetto,
come noto, l’attore è subito stato
licenziato dai Marvel Studios, per i quali dunque non ricoprirà
più il ruolo di
Kang il Conquistatore.
Nato come film per denunciare una
volta di più gli orrori della guerra in Vietnam,
Rambo è in breve diventato un grande
classico, nonché uno dei più apprezzati film del suo anno. È
inoltre il film che, insieme a Rocky, ha contribuito a lanciare la carriera
dell’attore Sylvester
Stallone. Oggi inserito tra i più grandi personaggi
della storia del cinema, il combattivo veterano si è visto
diventare protagonista di un’intera saga, oggi composta da ben
5 film realizzati tra il 1982 e il 2019. Il primo di questi,
diretto da Ted Kotcheff, è ancora oggi un
concentrato di pura azione, violenza e profonde riflessioni sul
drammatico conflitto.
La storia del personaggio non nasce
però al cinema, ma ha origine nel romanzo del 1973
Primo sangue, dello scrittore
David Morrell. Quando ne vennero acquisiti i
diritti, per i produttori fu subito chiaro che a ricoprire il ruolo
del protagonista sarebbe dovuto essere Stallone, divenuto una
celebrità dopo il successo di Rocky. A lui fu inoltre
permesso di collaborare alla sceneggiatura, e durante la scrittura
di questa si operarono una serie di cambiamenti volti a rendere il
film meno violento rispetto al testo letterario. Se nel libro il
personaggio uccide in modo diretto molti dei suoi inseguitori, ciò
non avviene invece nel film.
Ciò ha permesso di rendere il
personaggio non un carnefice ma una vittima degli eventi,
sottolineando così ancor di più i demoni che i reduci del Vietnam
si trovano a dover affrontare. Ancora oggi, è indicato come uno dei
film migliori e più importanti di sempre sull’argomento. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ai suoi sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Rambo: la trama del
film
Protagonista è il veterano della
guerra del Vietnam John Rambo. A sette anni dal
suo congedo, questi giunge in una piccola cittadina per fare visita
ad un vecchio commilitone. Qui scopre con profonda tristezza che il
suo amico è morto di cancro a causa dell’esposizione a un erbicida
durante la guerra. Ritrovatosi sempre più solo, Rambo inizia allora
un innocuo vagabondaggio nella piccola città. La sua presenza non è
però ben vista dal violento e arrogante sceriffo Will
Teasle, che finisce per arrestarlo. Portato alla stazione
di polizia, Rambo subisce le angherie e i soprusi degli ufficiali.
Tale violenza risveglia però in lui il ricordo delle torture subite
come prigioniero di guerra.
Assalito da tali memorie, Rambo
inizia a ribellarsi alla brutalità dei poliziotti, dimostrando una
forza immane e una grande capacità di rispondere agli attacchi. In
breve, riesce a fuggire dalla stazione, dirigendosi poi nel bosco.
Lo sceriffo non è però intenzionato a lasciarlo a piede libero, e
scatena così tutto il corpo di polizia a disposizione contro di
lui. Nel frattempo, Teasle scopre la vera identità dell’uomo e di
cosa egli sia capace. Se quanto viene detto di Rambo è vero,
nessuno ha alcuna possibilità contro di lui in un territorio a lui
famigliare come quello del bosco. Ma lo sceriffo non sembra
disposto ad arrendersi. La sua arroganza sarà però la sua rovina,
poiché nessuno è veramente attrezzato per dare la caccia al letale
Rambo.
Rambo: il cast del
film
Anche se oggi è impensabile
immaginare il personaggio con un volto diverso da quello di
Stallone, oltre a lui, in caso di suo rifiuto, vennero presi in
considerazione anche altri interpreti. Tra questi si annoverano
Clint Eastwood,
Al Pacino,
Robert De Niro,
Paul Newman e Michael Douglas. Anche l’italiano Terence Hill fu tra i possibili candidati, ma
si disse non interessato non apprezzando la violenza del film. Alla
fine Sylvester Stallone accettò il ruolo, che
contribuì a renderlo ancor più popolare. L’attore, però, era
notoriamente scontento dal primo montaggio del film, a tal punto
che cercò di comprarlo per distruggerlo. Quando poi si optò per un
nuovo montaggio, egli si disse soddisfatto del risultato.
Per il ruolo dello sceriffo Teasle
erano stati considerati gli attori Gene Hackman e
Robert Duvall, ma entrambi rifiutarono. Ad
ottenere il ruolo fu allora Brian Dennehy, il
quale fu disponibile anche ad eseguire molti dei suoi stunt, come
alcune cadute che gli si vedono fare nel corso del film. Per il
ruolo del Colonnello Trautman i primi attori considerati furono
Lee Marvin, Kirk Douglas e Rock
Hudson, ma ad ottenere la parte fu infine Richard
Crenna, il quale ottenne grazie a questa grande notorietà
e che riprese poi anche in Rambo 2 – La vendetta e Rambo III. Completano il cast gli attori Bill
McKinney nei panni di Dave Kern e Michael
Talbott in quelli dell’agente Balford.
Rambo: i sequel del
film
Poiché il film si affermò come un
grandissimo successo di critica e pubblico, con un incasso globale
di circa 125 milioni di dollari, lo studios di produzione decise di
dar vita ad una trilogia, composta da Rambo 2 – La vendetta
(1985) e Rambo III (1988). A
distanza di vent’anni da quest’ultimo capitolo, il personaggio è
infine stato riportato sul grande schermo per un quarto capitolo,
intitolato John Rambo (2008). Ma
la saga non si concluse lì, e nel 2019 è infatti stato rilasciato
Rambo: Last Blood, che
ad oggi sembrerebbe essere il capitolo conclusivo della serie, in
cui Rambo è chiamato a confrontarsi con nuovi traumi e nuovi
nemici, cercando di salvare chi gli è più caro.
Il trailer di Rambo e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Rambo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Now, Infinity+ e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 12 gennaio
alle ore 21:20 sul canale Italia
1.
Il produttore di Mortal
Kombat 2, Todd Garner, ha
recentemente condiviso una foto del set che ha (quasi) confermato
che Hiroyuki Sanada riprenderà il ruolo di
Scorpion, e ora è intervenuto sui social media per
stuzzicare alcuni dei nuovi personaggi del sequel.
Gli scatti mostrano un nuovo look
del logo ufficiale del titolo, insieme al ventaglio chiodato di
Kitana e al martello di Shao
Kahn. Inoltre, per la prima volta, possiamo dare
un’occhiata al dietro le quinte dell’attrice di Le avventure di Sabrina, Tati
Gabrielle, nel ruolo di Jade.
Nei giochi, Jade è l’amica di
sempre e la guardia del corpo della principessa Kitana, che serve
anche come uno dei più letali assassini e spie di Shao Kahn.
Scoprite le foto ai link sottostanti.
Il primo film
non ha ottenuto una vittoria impeccabile al botteghino, ma è andato
abbastanza bene – soprattutto come una delle prime grandi uscite
dell’era Covid con un debutto in streaming day-and-date – da
giustificare un sequel, e le riprese si stanno svolgendo in
Australia da giugno.
Come quasi tutte le altre grandi
produzioni, Mortal
Kombat 2 è stato costretto a sospendere le riprese a
causa dei recenti scioperi SAG-AFTRA e WGA, ma la star Karl
Urban (Johnny Cage) ha recentemente confermato che le
riprese sono riprese.
Il sequel vedrà anche il debutto di
altri nuovi eroi e cattivi della longeva serie di videogiochi.
Martyn Ford (Red Sonja) interpreterà il cattivo imperatore di
Outworld Shao Kahn, Desmond Chiam (Joy Ride) vestirà i panni del re
edenico Jerrod, Ana Thu Nguyen (Suka) sarà la regina Sindel e Damon
Herriman (Once Upon a Time In Hollywood) interpreterà il demone di
Netherrealm Quan Chi.
Torneranno praticamente tutti i
personaggi principali – anche quelli che sono stati
(apparentemente) uccisi – del primo film: Lewis Tan tornerà nei
panni di Cole Young, Jessica McNamee in quelli di Sonya Blade, Josh
Lawson in quelli di Kano, Tadanobu Asano in quelli di Lord Raiden,
Mehcad Brooks in quelli di Jax, Ludi Lin in quelli di Liu Kang,
Chin Han in quelli di Shang Tsung, Joe Taslim in quelli di Bi-Han e
Sub-Zero e Max Huang in quelli di Kung Lao.
Il nuovo film di Taika Waititi, Chi
segna vince (qui
la recensione) è dall’11 gennaio al cinema. Interpretato da
Michael Fassbender, questo racconta la storia
di quella che è considerata “la peggior nazionale di calcio al
mondo”, quella delle Samoa Americane, che nel 2011
tentò però di scrollarsi di dosso questa nomea cercando di
qualificarsi al campionato mondiale di calcio 2014, supportata
dalla presenza del nuovo allenatore Thomas Rongen.
Una vicenda questa già narrata nel documentario del 2014 Next
Goal Wins (che è anche il titolo originale del film di
Waititi). Con questa sua versione live action, però, il regista di
Jojo
Rabbit e Thor:
Ragnarok si discosta quel tanto che basta dalla storia
vera per concentrarsi su determinate dinamiche e tematiche di
questa stupefacende vicenda di outsiders in cerca di rivalsa. Ma
qual è dunque la vera storia dietro il film?
La vera storia dietro Chi segna
vince
La tragedia della nazionale delle
Samoa Americane
Iniziamo dalle vicende che hanno
portato la nazionale delle Samoa Americane al guadagnarsi la nomea
di “peggio nazionale di calcio al mondo”. Da quando nel 1994 è
diventata membro della FIFA, ha giocato un totale di 30 partite,
perdendole tutte. La peggiore, però, è la storica sconfitta subita
l’11 aprile 2001 per mano dell’Australia durante le qualificazioni
per la Coppa del Mondo 2002. In quell’occasione le Samoa Americane
persero 31 a 0. Anche se può sembrare un risultato
umiliante, il solo fatto che la squadra delle Samoa Americane sia
riuscita a giocare quella partita è stata già una vittoria. La
squadra era infatta stata praticamente sabotata dalla FIFA e
mancava di molte delle caratteristiche di una squadra
professionistica.
La FIFA aveva infatti richiesto i
passaporti statunitensi ai giocatori samoani, squalificando così 19
dei 20 membri della squadra in quanto sprovvisti di tale documento.
Solo il portiere Nicky Salapu ha avuto la
possibilità di partecipare. È stata a quel punto messa insieme in
fretta e furia una nuova squadra con un’età media di 19 anni. Due
dei giocatori avevano, ad esempio, solo 15 anni. Il manager
Tony Langkilde ha poi dichiarato che molti dei
giocatori non erano abituati a giocare per tutti i 90 minuti di una
partita professionistica, e c’era chi non aveva le scarpe adatte
all’occasione. In realtà, i giocatori non erano nemmeno
professionisti al 100%: la maggior parte di loro aveva un lavoro
giornaliero, come mostrato nel film di Waititi.
La prima calciatrice transessuale
della storia
Ma non è solo per l’enorme sconfitta
che la squadra di calcio delle Samoa americane è entrata nella
storia. La squadra è stata anche la prima a includere un
giocatore di calcio transgender, almeno nei campionati
professionistici: Jayah Saelua, identificatasi
come fa’afafine, nomenclatura samoana che indica un terzo genere.
Assegnati al sesso maschile alla nascita, i fa’afafine incarnano
allo stesso tempo i ruoli tradizionalmente attribuiti a un genere o
all’altro in una visione binaria del mondo. Alcuni vivono la loro
vita come donne, mentre altri scelgono di vivere come uomini, ma
adottano alcuni particolari attributi solitamente ritenuti
femminili.
Tuttavia, Saelua ha trascorso gran
parte del suo tempo in squadra seduta in panchina. “Ho letto da
qualche parte che è stato un record quando sono stata convocata in
nazionale”, ha raccontato a James Montague, autore del libro
sulla storia del calcio Thirty-One Nil. “Ero riserva
per tutto il torneo e dovevo uscire prima perché ero ancora al
liceo, ma l’allenatore mi ha lanciato dentro per 10 minuti“.
In Chi segna vince, Selua è interpretata dall’interprete
non-binary Kaimana. Nel film, però, si mostra
un’iniziale diffidenza dell’allenatore Rongen nei confronti di
Jayah, cosa che non si è mai verificata nella realtà, con il vero
Rongen che ha sempre accettato l’identità della giocatrice.
L’arrivo di Thomas Rongen
Dieci anni dopo quell’incredibile
batosta, la nazionale era ancora alla ricerca di una guida che
potesse aiutarli a migliorare. Ed è a questo punto che entra in
scena Thomas Rongen. Nato ad Amsterdam, Rongen si
è trasferito negli Stati Uniti nel 1979 per giocare con gli ormai
estinti Los Angeles Aztecs. Nel 2011, aveva appena
fallito nel portare la squadra americana Under-20 ai Mondiali di
calcio del 2011, quando ricevette una strana offerta di lavoro:
allenare la squadra di calcio samoana. La parte più bizzarra
dell’offerta era che aveva solo tre settimane per prepararli alle
qualificazioni per i Mondiali del 2014. “Ho assistito ad alcune
partite del torneo dei Giochi del Pacifico e nessuno riusciva a
giocare per 90 minuti“, raccontò l’allenatore al sito sportivo
The Athletic.
Rongen veniva però da un periodo
della sua vita molto difficile. Nel febbraio 2004, la figliastra
19enne di Rongen, Nicole Megaloudis, è deceduta in un incidente
stradale. Nicole era una giocatrice di calcio della Virginia
Commonwealth University (VCU), dove era una matricola. Secondo il
Washington Post, la Polizia di Stato della Virginia ha dichiarato
che l’incidente è stato dovuto alla perdita di controllo dell’auto.
Il film cambia però la cronologia dell’incidente, spostandolo al
2009, ovvero poco prima che Rongen vada ad allenare le Samoa
Americane. Come mostrato in Chi segna vince, Rongen ha
però effettivamente indossato il cappellino da baseball della
figliastra durante la vittoria delle Samoa Americane su Tonga.
Il film si prende poi diverse
libertà rispetto al rapporto di Rongen con sua moglie Gail. Nella
realtà, i due non sono separati come mostra il film e lei non
lavora per la Federazione calcistica statunitense. Inoltre, il
personaggio interpretato di Will Arnett,
presidente della Federazione Alex Magnussen e nuovo compagno di
Gail, è fittizio. Thomas e Gail sono ancora sposati e lei lo ha
sostenuto per tutto il tempo della sua permanenza alle Samoa
Americane. Rongen, inoltre, non ha accettato di allenare la squadra
in quanto era la sua unica opportunità lavorativa in quel momento,
bensì perché era attratto dalla sfida che tale compito
rappresentava. È però vero che fu l’unico coach a rispondere
all’appello della nazionale.
La vittoria contro la nazionale
Tonga
Rongen ha dunque iniziato ad
allenare la squadra, pur avendo solo 3 settimane di tempo prima
della partita per le qualificazioni ai campionati. L’allenatore ha
dunque puntato sull’irrobustire le capacità fisiche della squadra,
ma soprattutto di rafforzare la loro mente e il loro gioco di
squadra. Insieme, hanno ottenuto la seconda vittoria di sempre per
la nazionale (e non la prima come si dice nel film), sconfiggendo
Tonga 2-1 il 23 novembre 2011, nel primo turno delle qualificazioni
alla Coppa del Mondo FIFA 2014. La vittoria ha così posto fine a
una striscia di 38 sconfitte consecutive ed è stata la prima
vittoria della squadra in 20 anni. La vittoria è stata però seguita
da un pareggio per 1-1 contro le Isole Cook e da una sconfitta
all’ultimo minuto contro le vicine Samoa.
Nonostante non siano riusciti ad
avanzare al turno successivo e non abbiano avuto successo nella
loro campagna per guadagnarsi un posto nei playoff della Coppa (uno
sforzo che non viene messo a fuoco nel film), il loro senso di
vittoria è derivato non solo dal fatto di aver battuto Tonga, ma
anche dal fatto di non essersi mai più trovati all’ultimo posto.
Con Rongen al timone, la squadra è infatti salita al 173° posto
della classifica mondiale della FIFA (oggi sono al 188°). Rongen,
però, è stato alla guida della squadra per il solo 2011,
intraprendendo poi altri percorsi lavorativi, fino al diventare un
commentatore sportivo. Jayah ha invece portato avanti la propria
carriera di calciatrice ed è oggi un’ambasciatrice per
l’uguaglianza e gli atleti LGBT.
Echo
ha debuttato all’inizio di questa settimana e, per la maggior
parte, ha avuto un riscontro positivo. È chiaro che ci sono stati
dei problemi dietro le quinte che hanno messo a dura prova la serie
durante la post-produzione, ma la storia di Maya Lopez merita di essere seguita.
Deadline ha
recentemente incontrato la sceneggiatrice di Echo Amy
Rardin e le ha chiesto della scena finale di Mayacon
The Kingpin. In questo modo, sembra usare le sue nuove
capacità per guarire il trauma emotivo dello zio, in modo che lui
possa superare il passato come ha fatto lei.
La domanda è: ha funzionato?
“Per quanto la loro relazione
sia incasinata,
Kingpin è ovviamente un mostro, ma c’è amore, a suo
modo strano.
Kingpin ha la capacità di amare nel suo modo molto
contorto. È stato una delle persone che ha cresciuto Maya, e nel profondo credo che lei lo ami,
anche se si rende conto che ha fatto tutte queste cose orribili e
l’ha manipolata e che è un assassino e non una brava
persona“.
“Penso che ciò che rende il
loro rapporto così interessante è che lei è una delle poche persone
che riesce a vedere degli spiragli di bontà in lui. E quindi alla
fine lei non si arrende con lui. Lui non ce la fa“, ha
aggiunto l’attrice, confermando apparentemente che Wilson Fisk non
è cambiato dopo questo scontro.
Alla Rardin è
stato chiesto anche del cameo di Daredevil (che
alla fine è durato poco più di 90 secondi), spiegando l’importanza
di quella scena per la storia di Maya.
“Voglio dire, eravamo davvero
entusiasti di poter usare Daredevil, perché è una parte molto
importante dei fumetti di [Echo]. Quindi sapevamo che avremmo
voluto usarlo in un modo specifico. La lotta tra Daredevil e
Maya era molto importante per Sydney
[Freeland]. Abbiamo parlato molto in sala di mantenere
costantemente la storia dal punto di vista di Maya. Perché sappiamo
quanto tutti siano entusiasti di Daredevil“.
“Ma in realtà l’incontro
riguarda Maya che passa da studentessa a praticante. È la prima
volta che uccide qualcuno. È la prima volta che dimostra di essere
all’altezza di
Kingpin. Ha affrontato uno dei suoi più grandi rivali.
È il suo ingresso nell’operazione di Fisk. È così che abbiamo
affrontato l’incontro. Poter usare Daredevil è stato fantastico, ma
è stato al servizio della storia di Maya e di chi è in quel momento
della sua vita”.
Nei fumetti, Matt Murdock e
Maya intraprendono una relazione romantica, ma le cose
prendono una piega inaspettata quando lei diventa Echo
e si propone di uccidere il suo alter-ego, Daredevil (dopo che il
Kingpin l’ha ingannata facendole credere che l’Uomo
Senza Paura lo avesse ucciso). Non c’è stato tempo per questo in
questa serie, anche se è un peccato che si siano incrociati solo
una volta.
Per quanto riguarda i vantaggi
derivanti dalla realizzazione di Echo
sotto la nuova insegna Marvel Spotlight – che
siamo abbastanza sicuri non esistesse quando la serie è stata
concepita e prodotta – Rardin ha detto cosa ha
significato per la serie.
“Le storie di origini sono
fantastiche. Sono meravigliose e tutti noi amiamo guardarle, ma
credo che [la Marvel] volesse fare un tipo di
storia diversa. E come scrittore, ho pensato che questo fosse
davvero eccitante. Quindi, per quanto riguarda il fatto di non
avere i punti di storia tradizionali che si vedono in questo [tipo
di] storia di origini e di approcciarsi più come un dramma
familiare… è un modo diverso di entrare. Penso che potremmo
espandere la famiglia, la città, il colore dei cittadini che
vediamo entrare e uscire. Penso che [la Marvel spotlight banner] ci abbia
dato la libertà di farlo. Quindi è stato sicuramente molto libero
dal punto di vista creativo“.
I nuovi contenuti Marvel Spotlight
Sotto la nuova etichetta di
Marvel Spotlight, la
serie sarà classificata come TV-MA e, per ora, i teaser e il
materiale di marketing la definiscono come una serie Marvel ben distinta.
Inoltre, i fan che non hanno visto le precedenti serie
Disney+
potranno seguire la storia senza problemi, nonostante alcuni volti
noti e alcuni nuovi personaggi. Forse, Echo
può essere la serie che finalmente fornisce una narrazione da
“strada” che i fan dei supereroi desiderano da un po’.
Il cast di Echo
Creata da Marion Dayre, Echo
vede nel cast Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez,
Chaske Spencer nel ruolo di Henry, Tantoo
Cardinal nel ruolo di Chula, Devery
Jacobs nel ruolo di Bonnie, Zahn
McClarnon nel ruolo del padre di Maya, William,
Cody Lightning nel ruolo del cugino Biscuits e
Graham Greene nel ruolo di Skully insieme a
Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk e
Charlie Cox nel ruolo di Matt
Murdock/Daredevil. Tutti gli episodi di Echo saranno
disponibili su Disney+a partire dal 9
gennaio.
Dopo il passaggio del suo primo film
I Predatori nella sezione “Orizzonti”
della Mostra del Cinema di Venezia 2020, Pietro Castellitto approda nel
concorso ufficiale a Venezia 80 con il suo Enea,
atipico gangster-buddy movie, dove la violenza tipiche di queste
narrazioni resta in secondo piano rispetto alla vitalità dei suoi personaggi,
naufraghi di un mare in cui si scontrano romanticismo e nichilismo,
in cui “non ci si deve vergognare di chi si bacia” e ogni
bacio merita un piccola pausa, un momento di silenzio per
apprezzarlo interamente come ultimo gesto di affetto di una
generazione che lotta contro la morte dei sensi.
Enea, fondare e fondere, dal mito all’azione
Enea rincorre il
mito che porta nel nome: lo fa per sentirsi vivo in un’epoca morta
e decadente. Lo fa assieme a Valentino, aviatore
appena battezzato. I due, oltre allo spaccio e alle feste,
condividono la giovinezza. Amici da sempre, vittime e artefici di
un mondo corrotto, ma mossi da una vitalità incorruttibile. Oltre
i confini delle regole, dall’altra parte della morale, c’è un mare
pieno di umanità e simboli da scoprire. Enea e Valentino ci
voleranno sopra fino alle più estreme conseguenze. Tuttavia, droga
e malavita sono l’ombra invisibile di una storia che parla d’altro:
un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre
sconfitta dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una
lieta morte, una palma che cade su un mondo di vetro. È in mezzo
alle crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino
lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparirà
criminale, ma che per loro è, e sarà, prima di tutto,
un’avventura d’amicizia e d’amore.
Così come l’inizio de I
Predatori, straniante e che utilizzava magistralmente
il flash-forward, facendoci sentire, ma non vedere, qualcosa che
sarebbe accaduto molto più avanti, un incidente che avrebbe
coinvolto due famiglie agli antipodi, l’inizio di Enea è un lungo
dialogo a due voci tra quelli che pensiamo essere madre e figlia.
Il controcampo arriva molto dopo l’inizio della conversazione, il
vero figlio di questa madre ci viene mostrato quasi come un terzo
incomodo. Effettivamente, nel corso di film capiremo la vera
missione di Enea: fondare e fondere, riunire un nucleo familiare e
cercare di costruirne uno suo, cavalcare le sfide della vita alla
ricerca di uno stimolo che la Roma da bene non gli può dare.
Riunificare nella potenza del vivere
Enea e
Valentino (Giorgio Quarzo
Guarascio) guardano Roma dall’alto di un elicottero: gli
sembra così piccola e “prenderla in mano è il mio scopo”, arriverà
ad affermare il suo amico. I due si muovono negli spazi della
malavita, ma con un’idea di questi che Pietro
Castellito evoca ottimamente anche a livello registico.
Enea è avvolto da una patina mitologica, nonostante la sua
narrazione sia profondamente radicata nella storia della famiglia
borghese, in ambienti infimi, nel traffico di droghe. Eppure,
“facciamo le stesse cose, ma voi per il potere e noi per la
potenza“, commenterà il giovane. Una sete di vita, uno slancio
romantico verso il sentire, provare, non mettersi limiti. Questa
corsa all’esperienza, verrà pian piano interpretata in maniera
diversa dai due, con più cinismo e consapevolezza della propria
posizione e pericolosità da Valentino, con occhi sempre più
tendenti alla riunificazione speranzosa per Enea.
Pietro Castellitto
conferma di avere una precisa idea di cinema, coadiuvati da uno
stile narrativo e registico inediti per il panorama italiano. Un
cinema in cui i personaggi sono prima di tutto persone, che pensano
come agiscono e agiscono come pensano. In cui due
incensurati sono il veicolo per il colpo perfetto, in cui
bisogna imparare a resistere per esistere e in cui il senso di
un’immagine non è niente senza un’emozione alla base. Audace,
impavido, sicuramente non per tutti, ma incredibilmente
disarmante.
In precedenza è stato riferito che
Aquaman e il
Regno Perduto è stato sottoposto a lunghi reshoots
dopo che la Warner Bros. ha deciso di chiudere il DCEU e di
ripartire da zero con il DCU di James Gunn, mentre il sequel di
Aquaman era ancora in produzione.
Una conseguenza di questa decisione
è stata la rimozione dal film del Bruce Wayne di Michael Keaton, che originariamente si pensava
continuasse il suo ritorno al ruolo del Cavaliere Oscuro
dopo l’apparizione in The
Flash, diventando una sorta di figura tipo
Nick Fury nel DCEU, che reclutava
eroi per una “Crisi” incombente.Invece di Michael Keaton, il Batman di Ben Affleck sarebbe intervenuto per girare un
cameo, dato che la versione originale del film richiedeva la
presenza di Batman.
Tuttavia, quando il montaggio
finale del film è stato distribuito nelle sale, sembrava che il
regista James Wan e la WB avessero deciso che
l’opzione migliore per il film sarebbe stata quella di eliminare
del tutto Batman e rendere il sequel un film
indipendente.
Ora, in una nuova intervista
rilasciata a UPI per promuovere il suo prossimo film Wanted
Man, l’attore Dolph Lundgren ha rivelato
che il reshoot ha cambiato molto di più della semplice eliminazione
dei camei del DCEU.
“La mia opinione è che pensavo
che la sceneggiatura originale fosse grandiosa. Io ero una parte
più importante e Amber Heard era una parte più importante“, ha
detto Lundgren. E ha continuato: “Lo studio ha deciso, credo,
di rigirare un mucchio di filmati per cercare di ricostruire una
trama leggermente diversa. È difficile perché non si può rigirare
l’intero film“.
Anche Amber Heard ha sostenuto in precedenza che il
suo ruolo di Mera nel sequel era stato ridotto, ma ora a questa
ipotesi si aggiungono anche le parole di Dolph
Lundgren che sostiene la tesi di Mera. Naturalmente, le
affermazioni della Heard su una riduzione del ruolo derivano dal
suo processo di diffamazione con Johnny Depp.
Aquaman e il
Regno Perduto si sta rivelando uno dei film del DCEU
di maggior successo degli ultimi tempi. Il film ha recentemente
superato la soglia dei 330 milioni di dollari di incassi globali e,
secondo le stime, il sequel dovrebbe concludere la sua corsa nelle
sale a 400 milioni di dollari. Si tratta comunque di una cifra ben
lontana dagli 1,15 miliardi di dollari del primo film. Ora i fan di
Aquaman si chiedono se il re di Atlantide abbia un posto nel nuovo
universo cinematografico di James Gunn.
La star Jason Momoa, che continua a collaborare con la
WB/DC nel ruolo di Lobo, sembra essere al momento
uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood. Se Lobo avrà un
ruolo di primo piano, è difficile prevederlo ad oggi ma è difficile
immagine l’attore in entrambi i ruoli.
Un breve promo internazionale di
Madame
Web sta facendo il giro del web e ha suscitato
una certa attenzione per la sua natura un po’ suggestiva. Il video
vede la star Dakota Johnson parlare un po’ del suo
personaggio di chiaroveggente, Cassandra Webb, prima di
dire che può anche vedere il futuro, e sa che il film vi piacerà.
“Anzi, credo che lo vedrete due volte“.
Qual è il problema? Beh, date un’occhiata al teaser qui
sotto.
Madame
Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti
Marvel creato da Dennis
O’Neil e John Romita Jr. Il film è
diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the
New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal)
da una sceneggiatura di Claire Parker e S.
J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista,
insieme a
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela
Merced, Tahar Rahim, Mike Epps,
Emma Roberts e Adam Scott. Madame
Web sarà nelle sale italiane nel 2024 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
“Nel frattempo, in un altro
universo…”, Madame Web è la storia delle origini di una delle
eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta
la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con
poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune
rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani
donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno
sopravvivere a un presente pieno di minacce.