Basata su fatti realmente accaduti a
Sud della Francia durante il regime collaborazionista di Vichy è
disponibile su Netflix dal 7
aprile Transatlantic. Questa serie storica è
creata da Anna Winger (co-ideatrice di Unorthodox)
assieme a Daniel Hendler e racconta la storia vera
di un gruppo di giovani eroi che aiutarono, agli inizi degli anni
Quaranta, tantissimi profughi, a fuggire dalla Francia e salvarsi.
Questi sette episodi sono ispirati alla storia della missione del
giornalista newyorkese Varian Fry, dell’ereditiera
americana Mary Jayne Gold e dell’Emergency
Rescue Committee, ma anche al romanzo della scrittrice
Julie Orringer, The Flight Portfolio.
La trama di Transatlantic
Questa serie è un racconto
corale ambientato a Marsiglia, tra il
1940 e il 1941, quando la Francia era invasa dai nazisti. In quei
mesi gli americani, anche se si dichiaravano neutrali, crearono con
il sostegno della First Lady Eleanor Roosevelt, l’Emergency Rescue Committee (ERC) e inviarono
nella città portuale Varian Fry (Cory Michael
Smith) un intellettuale che già durante gli anni Trenta,
mentre era corrispondente estero per un giornale a Berlino,
scriveva delle discriminazioni e della violenza da parte dei
tedeschi nei confronti degli ebrei. Il giornalista però non
era da solo in questa missione umanitaria ma finanziato da Mary
Jayne Gold (Gillian Jacobs) anche lei in trasferta
lì, che aiutava di persona i profughi, pagando a loro i passaggi
sui transatlantici che traccavano al porto.
Transatlantic si apre con un primo episodio
in cui Fry e Miss Gold, possono senza problemi, radunare artisti
europei o personaggi illustri o laureati, con l’obiettivo di farli
scappare perchè possano rifugiarsi negli Stati Uniti. Però il vento
sta cambiando anche sulle coste francesi di Vichy e Varian deve
affanarsi per trovare nuove sisteminazioni per i rifugiati. Con
l’aiuto di Paul (Ralph Amoussou) il concierge
nordafricano all’Hotel Splendide, Albert (Lucas
Englader) un ebreo tedesco e l’antifascista Lisa
(Deleila Piasko) riesce a trasferirli tutti nella
residenza in campagna di Villa Air-Bel che
appartiene al suo amico, e amante, Thomas (Amit
Rahav). Nelle serie ci sono anche degli antagonisti che
però non si riveleranno mai cattivi veri, neanche il gruppo di
ufficiali nazisti di passaggio, durante il quarto episodio, che non
fanno altro che pavoneggiare per le strade di Marsiglia. Il capo
della polizia nazionale francese Philippe Frot (Grégory
Montel) anche quando scopre dove sono nascosti i ricercati
non fa niente per catturarli. Il console Patterson (Corey
Stoll) non denuncia mai nessuno al regime e non lo fa
neanche mademoiselle Letoret (Lolita Chammah) che
non si capisce mai se sta dalla parte degli americani o dei
tedeschi.
Gli sforzi di Fry alla ERC
includevano, per salvare più gente possibile, l’ottenimento di
passaporti falsi, l’organizzazione di scorte per guidare i
fuggitivi attraverso i Pirenei in Spagna, via sicura trovata da
Lisa e l’assicurazione del passaggio su navi dirette a New York,
Martinica e Marocco. Nel sesto e penultimo Varian con l’aiuto di Mr
Bingham (Luke Thompson) un impiegato al consolato
che falsifica i visti, riesce a far imbarcare sulla nave del
comandante DuBois ben 257 persone
tra cui anche André Breton, Marcel
Duchamp e il rivoluzionario russo Victor
Serge. Il finale di Transatlantic
lascia decisamente un amaro in bocca dove Paul, Albert, Lisa e
Thomas rimangono in Francia, per far parte della resistenza contro
il nemico comune, Varian va in Spagna con Marc e Bella
Chagall e invece Mary Jayne in compagnia del suo cagnolino
Dagobert vola via con il suo aereo privato per tornare a
Chicago.
Il surrealismo
Tra i numerosi ospiti di Villa
Bel-Air ci sono stati molti artisti e il terzo
episodio è quello che spiega la bellezza dell’arte.
L’occasione è l’arrivo della collezionista d’arte Peggy
Guggenheim e della festa di compleanno del pittore
Max Ernst dove gli ospiti si danno sfogo al grido
della diversità e alla liberta. Infatti tutti indossano vestiti
come opere d’arte e tutto questo è anche merito alle creazione del
team artistico diretto dalla costumista Justine
Seymour. Impossibile non notare l’abito Haute Couture di
Miss Gold formato da guanti che rimanda all’arte surrealista e alla
stilista Elsa Schiapparelli, una delle più
influenti figure della moda in quell’epoca. Sebbene l’influenza del
surrealismo sia raramente avvertita all’interno del testo vero e
proprio della serie, i titoli di coda, girati in bianco e nero
granuloso, catturano un’intersezione tra surrealismo ed
espressionismo tedesco in un modo giocoso come una pellicola
cinematografica amatoriale.
Transatlantic una commedia
storica
Questa serie
autoconclusiva è un ottimo prodotto riuscito sia dalla
parte visiva e nella scelta di girare proprio a Marsiglia, ma anche
per la parte più romanzata della trama tratta dal libro Julie
Orringer. Transatlantic per concludere avrebbe
potuto usare più di quell’eccentricità e più evocazione all’arte e
alle avanguardie storiche del periodo in cui è ambientata la
storia. La serie storica di Anna Winger e Daniel Handler si dirige
per tutti i setti episodi nel suo romanticismo in stile
hollywoodiano, con evasioni e fughe, che rimandano anche
ad un classico come Casablanca, con sfumature però
da commedia che rispecchiano il senso di
divertimento senza mai prendersi sul serio.
Ci sono storie piene di ferite,
sudore, lacrime amare e sangue. Storie di persone con dei sogni, il
cui futuro sembra fiorente, prima di diventare un incubo dentro al
quale si rischia di soffocare. E quando si è lì, in quel tunnel
buio in cui neppure un lembo di luce si intravede, si desidera solo
chiudere gli occhi e sperare che tutto finisca al più presto. Fin
quando qualcuno, con una forza indescrivibile, ti afferra e ti
riporta in superficie dove puoi, finalmente, respirare.
Questo è quello che accade in
Il caso Alex Schwazer, nuova docu-serie
Netflix
che sembra ricordare molto, all’inizio, il film Whiplash
di Damien Chazelle. Perché il racconto costruito da Massimo
Cappello, sotto un attenta scrittura di Marzia Maniscalco,
è pieno di sacrifici, lotte e dolori, tutti incanalati per poter
raggiungere un obiettivo: vivere della propria passione e forse, in
alcuni casi, diventare la propria passione. Il più delle volte,
come succede nella finzione ad Andrew e nella realtà ad Alex
Schwazer, il voler essere nel firmamento dei grandi nomi, il voler
diventare immortale, può spingerti oltre quel limite consentito
che, alla fine, ti farà o precipitare o bruciare per sempre.
Nel caso del marciatore italiano,
l’ambizione mista alla depressione che lo portò a farsi
un’iniezione di eritropoietina nel 2012, fu solo l’inizio di un
percorso tortuoso in cui, l’iniziale – eccessiva – fama di gloria
del campione olimpico, fu sostituita da un complotto (purtroppo mai
ammesso) ai suoi danni per opera di organi sportivi.
Il caso Alex Schwazer, la
trama
È il 2012 quando su tutti i
notiziari arriva, in diretta da Bolzano, una dichiarazione
dell’atleta Alex Schwazer, in cui afferma di essersi
volontariamente dopato. Una confessione che lo porta alla
squalifica per ben quattro anni e che, nel frattempo, lo fa
arrivare alla casa di Sandro Donati, allenatore nonché personaggio
attivo nella lotta contro il doping. Dopo un periodo di dolori e
depressione, Schwazer si rimette in sesto, pronto ad allenarsi più
e meglio di prima, in vista delle Olimpiadi di Rio che si terranno
quattro anni dopo.
Ma il 1 gennaio del 2016, un
controllo (ambiguo) antidoping lo sorprende a casa e qualche mese
dopo, poco prima dell’iscrizione alle gare, risulterà nuovamente
positivo. Fermo nella sua innocenza, il campione medaglia d’oro
delle Olimpiadi di Pechino del 2008, inizierà una battaglia con
Donati, in un’indagine che colpirà sia la WADA che la Federazione
internazionale di atletica leggera. Squalificato comunque fino al
2024, nel 2021 il giudice Pelino lo dichiara innocente, confermando
una manomissione nelle sue urine al fine di farlo risultare dopato.
Le Federazioni sportive, però, non hanno mai smesso di ritenerlo
colpevole.
Un racconto che funziona
Quello che è accaduto ad Alex
Schwazer è una storia che ben si adatta al linguaggio
seriale, coerente con le offerte del colosso streaming e
sapientemente inserita in un catalogo folto di prodotti
documentaristici dalla grande fascinazione. Il caso Alex
Schwazer non è da meno, in quanto presenta una struttura
che oscilla fra il legal drama e il thriller. Un giallo, quello che
ha avvolto il campione altoatesino, su cui si è voluto investire al
fine di gettare una nuova luce su quello che è avvenuto nel 2016 e
che, ad oggi, non ha trovato nessun colpevole.
In un’attenta operazione a incastro,
Massimo Cappello inizia a modellare un racconto che segue due
principali filoni narrativi: la storia di Schwazer e del suo
periodo d’oro, a cui è seguita la caduta nel baratro, e la storia
antidoping, nella quale è andata inserendosi l’indagine compiuta
sulla WADA (Agenzia mondiale antidoping) e la Federazione
internazionale di atletica leggera. La bellezza della docuserie, la
cui attenzione proprio per questo mai oscilla, è che nonostante il
suo pattern didascalico, riesce a formulare un racconto dinamico e
coinvolgente, pieno di plot twist, dando quasi
l’impressione di assistere a una fiction.
Seppur la storia del marciatore
abbia intasato letteralmente i notiziari nostrani per anni e anni,
non si può non rimanere esterrefatti per alcune scoperte inedite
che si raccolgono lungo le quattro puntate, a volte ritrovandosi ad
essere parte attiva della stessa narrazione. Merito di una mirata
scrittura di Maniscalco, supportata da una dosata ma accattivante
regia di Cappello, con un’esposizione degli eventi volta a
entusiasmare il pubblico che si sente chiamato a investigare
simultaneamente.
Un viaggio di dolore e
rinascita
Oltre alle scioccanti rivelazioni
emerse nelle quasi quattro ore di fruizione, in cui vengono
distribuite interviste, stralci televisivi e ricostruzioni con
alcuni brevi momenti recitativi, è dato un importante rilievo al
percorso personale e psicologico affrontato da Alex Schwazer, che
innesta un ponte empatico ed emotivo fra lui e il
pubblico. Il caso Alex Schwazer si apre
proprio con un suo piano medio, in cui l’atleta è posto di fronte
alla macchina da presa, come a voler instaurare subito un contatto
con lo spettatore, in una conversazione – o meglio confessione –
fra lui e l’altra persona, ossia noi.
Parole a cuore aperto, che fluiscono
spontanee e si incidono nelle sequenze delle Olimpiadi, dei duri
allenamenti, negli attimi di sconforto e in quelli in cui il
campione si è sentito talmente perso da voler porre fine alla sua
vita. Sono racconti duri, cicatrici che nei suoi occhi sempre
lucidi non sembrano poi così rimarginate ma anzi danno
l’impressione di sanguinare ancora. Quello a cui si assiste è un
viaggio dentro i suoi tumulti interiori, in cui per tutti questi
anni (giustamente) si è solo potuta vedere la punta dell’iceberg,
senza pensare alla restante massiccia roccia di ghiaccio tesa verso
un profondo abisso pieno di mostri, a cui nessuno aveva mai avuto
accesso fin’ora. Ma quello di Schwazer è anche un viaggio
di crescita personale, di consapevolezze e di rinascita,
un po’ come quello tipico dell’eroe descritto da Christopher
Vogler.
In questo caso un affrontare due
antagonisti: se stessi in primis e poi le istituzioni sportive, la
vera condanna dell’atleta. Istituzioni che imponevano un’etica e
delle regole, ma che poi si scoprivano i primi a non rispettarle.
Un campione, Alex Schwazer, ma prima di tutto un uomo nelle mani di
persone sbagliate che, arrivato a bussare alla porta del suo angelo
nonché allenatore Sandro Donati, è riuscito a riemergere da quelle
acque sporche che lo avevano inghiottito, seppur ancora oggi pesi
su di lui una squalifica, nonostante la conferma che nel 2016 non
si sia dopato di nuovo, ma anzi sia stato incastrato. Un leone lui,
come dirà il suo avvocato Gerhard Brandstaetter, a cui è stato
impedito di ruggire ma che, come ricorda, anche da morto sarebbe
rimasto tale. Gli sciacalli, invece, rimangono sciacalli.
Il caso Alex
Schwazer è un’ulteriore prova su schermo di quanto
accaduto anni fa a uno degli atleti migliori che l’Italia possa
vantare. Un riscatto personale di un grande marciatore, al quale è
stata data l’opportunità di rilasciare una sua personalissima e
intima testimonianza, trasformatasi anche in una lettera d’amore a
se stesso e allo sport, nonostante tutto. Ma anche un’indagine
dettagliata, decisa e puntuale, sciorinata da Cappello insieme al
comparto tecnico, che la enfatizza con un preciso montaggio e una
buona colonna sonora. Una dimostrazione, poi, di quanto possano
esserci a volte perfino comportamenti mafiosi dietro le istituzioni
sportive. Di quanto la competizione spesso non sia pulita e, se sei
troppo bravo, farti fuori è l’unica missione che conta. Il regista
porta a casa un lavoro complesso ma compiuto,
intricato ma narrativamente fluido, e nonostante la difficoltà
nell’assamble, derivante dal ricco e pesante materiale a
disposizione, non c’è proprio nessuna sbavatura.
Il co-CEO dei DC Studios
James
Gunn ha messo le cose in chiaro per quanto riguarda
uno spin-off di The
Batman dedicato alla celebre Poison Ivy,
la femme fatale capace di usare tossine vegetali e feromoni per il
controllo della mente per le sue attività criminali. In un tweet di
giovedì, Gunn ha infatti risposto alle recenti indiscrezioni
secondo cui è in lavorazione un film dedicato alla celebre villain,
il quale sarebbe ambientato all’interno del canone dei film di
The
Batman di Matt Reeves. A chi
glielo ha chiesto, Gunn ha smentito la cosa in modo lapidario
con un semplice “Nope“.
Anche se questa potrebbe essere una
notizia scoraggiante per i fan che vorrebbero nuovamente vedere il
personaggio sul grande schermo, dopo l’interpretazione che ne ha
fatto Uma Thurman in Batman & Robin, la
risposta di Gunn non esclude che in futuro Poison Ivy possa
effettivamente fare la sua comparsa in un nuovo progetto DC, sia
esso parte del cosiddetto Elseworld che del canone
ufficiale del DC
Universe a cui Gunn, insieme a Peter Safran,
sta lavorando.
Attualmente, infatti, ad avere un proprio spin-off
confermato è solo Il Pinguino, personaggio
interpretato da Colin Farrell e
presente in The Batman. Se anche The Batman – Parte 2 dovesse
avere successo, è probabile che si decida di espandere
ulteriormente tale universo narrativo, includendo nuovi personaggi
e nuovi villain, magari con opere a loro interamente dedicate. Al
momento, oltre al ritorno di Il Pinguino e
dell’Enigmista di Paul Dano, per
The Batman – Parte 2 si vocifera
che i villain possano essere il Joker brevemente
interpretato da Barry Keoghan nel primo film e
Clayface. Tale
sequel è atteso in sala per il 3 ottobre2025.
Ecco un backstage esclusivo di
I Pionieri, il film di Luca
Scivoletto con Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo
Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina,
Eleonora Rancò con la partecipazione di Claudio Bigagli. Al cinema
dal 13 aprile distribuito da Fandango.
I pionieri, la trama
Sicilia, 1990. Due
ragazzini figli di militanti comunisti decidono di scappare di casa
e rifondare i Pionieri, i gloriosi e ormai estinti scout del
Partito. La perfetta scusa per vivere un’estate all’insegna
dell’avventura e della libertà. Ma non tutto andrà secondo i loro
piani.
L’ex capo della Marvel Ike Perlmutter ha
criticato l’approccio al botteghino del Marvel Cinematic Universe
della Disney. Perlmutter, come noto, è stata una
delle figure più controverse della Marvel per diversi anni. Nel corso
del tempo ci sono infatti state numerose segnalazioni su quanto
fosse difficile lavorare con lui, soprattutto per i reparti
creativi. In effetti, il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha
quasi lasciato la compagnia nel 2015, quando doveva ancora riferire
a Perlmutter, proprio per via di conflitti con quest’ultimo.
Alla fine di marzo, tuttavia,
Perlmutter è stato licenziato dalla Marvel e
dalla Disney, ma l’ex dirigente ha ora rotto il
silenzio a riguardo. In una rara dichiarazione rilasciata al Wall
Street Journal, Perlmutter ha parlato di come è stato licenziato,
spiegando cosa ha portato alla sua uscita. “Non ho dubbi che la
cessazione del mio contratto sia stata basata su differenze
fondamentali negli affari tra il mio pensiero e la leadership
Disney, perché ci tengo al ritorno sull’investimento. Tutto ciò di
cui parlano e si preoccupano loro è il box office, solo il box
office”.
Affermare che i film MCU sono alcuni dei film più
costosi di Hollywood è un eufemismo. Tuttavia, l’MCU rimane il franchise di punta
della Disney, anche alla luce del suo guadagno totale di 23
miliardi di dollari. Negli ultimi anni, però, ci sono stati
risultati contrastanti per Disney e Marvel Studios. La Fase 4 è
iniziata nel bel mezzo della pandemia globale di COVID-19, che si è
rivelata decisamente impegnativa per tutti gli studi
cinematografici. Finora, ad ogni modo, nessuno ai Marvel Studios o alla Disney ha
risposto alla dichiarazione di Perlmutter. Mentre l’MCU avanza nella sua Fase 5, solo il
tempo dirà se Perlmutter ha ragione.
Scream VI
(qui la recensione) ha ottenuto
un’altra pietra miliare al box office, che non veniva raggiunta da
Ghostface da ben 26 anni. Secondo Variety, Scream VI è
infatti destinato a superare la soglia dei 100 milioni di dollari
al botteghino statunitense, il che lo rende il primo capitolo del
franchise a raggiungere tale traguardo da Scream
2 del 1997, che ha concluso la sua corsa con 101
milioni di dollari di vendite di biglietti nazionali. Attualmente,
al 5 di aprile, Scream VI ha incassato 99,9
milioni al box office statunitense.
Scream VI, inoltre potrebbe
superare il risultato al box office nazionale del primo film, che
toccò quota 103 milioni. Adeguato all’inflazione,
Scream del 1996 è ancora il re della
saga, ma il nuovo capitolo sembra avrà presto il diritto di
vantarsi quale maggior incasso del franchise negli Stati Uniti. La
strada del film verso la supremazia al botteghino è iniziata già
durante il suo weekend di apertura, quando ha segnato un miglior
esordio del franchise di Scream con 44,5 milioni di
dollari. In berve, il sesto capitolo ha superato gli 81,6 milioni
di dollari del suo predecessore.
Con un incasso lordo di 56,25
milioni di dollari a livello internazionale fino ad oggi, il sesto
capitolo porta il suo totale mondiale a 156 milioni di dollari, ben
al di sopra dei 137,7 milioni di dollari guadagnati a livello
globale dal capitolo del 2022. Risultati straordinari, dunque, che
lasciano sempre più aperte le porte ad un settimo capitolo, già
ampiamente richiesto dai fan. Ricordiamo che Scream
VI, diretto da Matt Bettinelli-Olpin
e Tyler Gillett, vede i sopravvissuti del
lungometraggio del 2022, tra cui la Sam interpretata da
Melissa Barrera e sua sorella Tara, interpretata
da Jenna Ortega, lasciare
Woodsboro per New York City, solo per diventare ancora una volta il
bersaglio di un nuovo Ghostface.
L’attore John Leguizamo,
noto per film quali Carlito’s Way e Mouline
Rouge, ha nel 199 recitato nei panni di Luigi nel film in live
action Super Mario Bros. Come noto, quel film è stato
ampiamente criticato, diventando un famigerato disastro di
adattamento di videogiochi che ha costretto Nintendo a rifuggire da
tali operazioni per decenni. Ora, Super Mario Bros. – Il
film, opera d’animazione ispirata sempre
all’iconico idraulico e il suo mondo di gioco, sta invece ottenendo
un grande successo di critica e pubblico.
Leguizamo non sembra però
interessato alla cosa e ha infatti affermato che non guarderà il
nuovo film, ma ha anche chiarito le sue ragioni. “No, non
guarderò Super Mario Bros. Avrebbero potuto includere un
personaggio latino. Hanno incasinato l’inclusione, hanno
dis-incluso! Basta assumere gente latina. Siamo il 20% della
popolazione. Le persone più numerose del gruppo di colore, e siamo
sottorappresentati. Tuttavia, siamo sovrarappresentati per i lavori
peggiori“.
L’attore torna dunque a criticare il
film per la mancanza di un cast diversificato in quanto ad etnie,
chiedendo maggiore inclusività. Quando gli è poi stato chiesto di
nuovo se guarderà mai il film, ha offerto una risposta schietta,
affermando: “Diavolo, no“. Tuttavia, il film di Super
Mario Bros. sembra non essere stato influenzato dalle varie
controversie, ma è anzi reduce da un incredibile primo giorno
d’apertura con un guadagno di 66,4 milioni di dollari in tutto il
mondo, con attuali previsioni che lo vorrebbero superare i 200
milioni di dollari in tutto il mondo in pochi giorni.
Disney e
Lucasfilm hanno ufficialmente indicato l’imminente
Indiana Jones e il
Quadrante del Destino come l’ultimo capitolo
della celebre saga d’avventura iniziata nel 1982 con I
predatori dell’arca perduta. Se da un lato era lecito
immaginare che questo quinto capitolo avrebbe rappresentato
l’ultima avventura di Harrison Ford
nei panni di Indiana Jones, sembra ora invece che, coerentemente
con quanto già affermato in passato, non ci sarà nessun nuovo film
senza il suo iconico interprete originale. Sia Ford sia la saga,
dunque, stanno giungendo al capolinea.
“I miei leggendari collaboratori
ed io siamo molto entusiasti di condividere con voi una nuovissima
e ultima avventura di Indiana Jones“, ha dichiarato il regista
James Mangold durante un’intervista rilasciata a
seguito dell’annuncio che Indiana Jones e il
Quadrante del Destinodebutterà Fuori Concorso al Festival
di Cannes a maggio, prima del suo ampio rilascio in sala nel
mese di giugno. Inoltre, un nuovo comunicato stampa della stessa
Disney descrive il film come “l’attesissimo capitolo finale
dell’amato franchise“.
In particolare, la presidente della
Lucasfilm Kathleen Kennedy aveva in precedenza
dichiarato, come si accenna poc’anzi, che lo studio non avrebbe mai
riformulato il ruolo di Indiana Jones, implicando apparentemente
che il franchise come lo conosciamo sarebbe finito con la
performance finale di Ford come personaggio. “Non faremmo mai
Indiana Jones senza Harrison Ford“, ha detto. L’apparente
conferma della Disney che Indiana Jones e il Quadrante del
Destino concluderà definitivamente la storia di Indy non fa
che rendere ancor più grande l’attesa del film, previsto nei cinema
italiani per il 28 giugno.
Manca ormai un mese all’arrivo in
sala di Guardiani della Galassia
Vol. 3, e per sottolineare ciò Empire
Magazine ha svelato due nuove immagini esclusive del film,
permettendo di avere uno sguardo più ravvicinato al personaggio di
Adam Warlock, interpretato da WillPoulter, e ai nuovi costumi dei protagonisti.
La prima immagine ci mostra dunque Chris Pratt,
Dave Bautista e
Karen Gillan
particolarmente eleganti nelle loro nuove uniformi. La seconda
invece, ci mostra Warlock in compagnia di Ayesha, interpretata da
Elizabeth Debicki, leader e alta sacerdotessa di
una razza aliena geneticamente modificata nota come Sovereign, con
lo scopo di eliminare i Guardiani della Galassia.
Parlando del casting di Poulter per
il ruolo chiave di Adam Warlock, il regista James
Gunn ha affermato quanto segue: “È un po’ più
complicato. Ma sicuramente non è un bravo ragazzo. Quello che
stiamo vedendo è la forma infantile di Adam Warlock, appena uscito
dal bozzolo, e non capisce molto bene la vita. È fondamentalmente
un bambino. Le persone online dicevano “Oh, Tom Cruise dovrebbe
essere Adam Warlock”. Volevo qualcuno che fosse giovane, e volevo
qualcuno che avesse doti drammatiche e comiche, non solo per questo
film ma anche per quello per cui la Marvel userà Adam Warlock in
futuro. Potrebbe diventare un personaggio davvero
importante”.
La nuova immagine sembra dunque
anticipare che il rapporto tra Adam e Ayesha sia ancora molto
forte, quasi materno, con la sacerdotessa che potrebbe facilmente
manipolare la mente e le azioni di Warlock. Non resta dunque che
attendere l’arrivo del film in sala, il 5 maggio,
per scoprire quale sarà il ruolo effettivo del potente personaggio
interpretato da Poulter all’interno di Guardiani della Galassia Vol.
3. Di seguito, ecco le immagini diffuse da Empire:
Norman Reynolds, il
due volte premio Oscar per la produzione e l’art designer di vari
film di Star Wars e Indiana
Jones, che il regista Steven
Spielberg una volta ha definito il “nucleo creativo”
dei franchise, è morto. Aveva 89 anni. La LucasFilm LTD ha
confermato la sua morte, riportata per la prima volta dalla BBC,
che ha affermato che Reynolds “è morto pacificamente con sua
moglie Ann e le tre figlie al suo fianco“. Spielberg, che ha
collaborato per la prima volta con Reynolds in I predatori
dell’arca perduta del 1981, ha dichiarato: “Norman
sorrideva sempre con entusiasmo e non c’era nulla che non potesse
far funzionare. Era gioioso e amichevole e un talento
enorme“.
Tra i molti contributi di Reynolds
ai franchise a cui ha lavorato, c’è la scultura dell’iconico idolo
d’oro che l’Indiana Jones di Harrison Ford tenta
di rubare durante la scena di apertura de I predatori dell’arca
perduta. Reynolds ha basato l’idolo su una scultura della
fertilità inca che aveva raccolto in un viaggio all’estero.
“L’eredità di questo lavoro si estende da film e serie a
videogiochi, intrattenimento coinvolgente ed esperienze nei parchi
a tema“, ha affermato LucasFilm LTD. “In ogni dettaglio
del design spaziale di Star
Wars c’è il lavoro fondamentale svolto da Reynolds e dai suoi
colleghi“.
E proprio per il primo Star
Wars Reynolds ha ricevuto il suo primo Oscar per la miglior
scenografia, nel 1978. Reynolds ha poi vinto il suo secondo Oscar
per il già citato I predatori dell’arca perduta. In
seguito, si è distinto per aver lavorato alle scenografie di film
come, tra gli altri, L’impero colpisce ancora (1980),
Il ritorno dello Jedi (1983), Piramide di paura
(1985), Nel fantastico mondo di Oz (1985), L’impero
del sole (1987), Alien³ (1992), Alive
(1993), Mission: Impossible (1996) e L’uomo
bicentenario (1999).
Stando a quanto riportato da
Deadline, la star di The Last of
UsBella Ramsey è
stata scelta per recitare nel dramma in costume per metà storico e
per metà immaginario dal titolo Monstrous Beauty,
in un ruolo che la vedrà interpretare un drammaturgo emergente
coperto di capelli a causa di una rara condizione. Insieme alla
Ramsey, il cast include anche Dominic West
(The
Crown), Ruth Negga
(Loving) e Fiona Shaw (Killing
Eve). Un poster pubblicato insieme all’annuncio mostra uno
sfondo colorato con il personaggio della Ramsey incorniciato e con
un velo bianco che le copre la testa.
Monstrous Beauty è stato
scritto e sarà diretto da Romola Garai, segnando
la sua seconda incursione nel cinema dopo il film horror del 2020,
Amulet. Prima di immergersi nel mondo della regia, Garai è
però forse meglio conosciuta per i suoi ruoli in film d’epoca tra
cui Espiazione e Vanity Fair. Per questo suo
nuovo film, Garai modellerà dunque la finzione con la realtà.
Stando alla prima sinossi rilasciata, Monstrous Beauty
sarà ambientato nel 17° secolo e racconterà, come già
accennato, la storia di Barbara Field (Ramsey),
una contadina nata con una rara condizione che la rende ricoperta
di capelli. Barbara è però adeguatamente istruita e, per questo
arriva ad occupare un posto alla corte del re Carlo
II (West) come “meraviglia
naturale“.
Incontrando altri con
caratteristiche fuori dal comune, Barbara si sforzerà di essere
vista oltre il suo aspetto e per il suo talento di drammaturga. A
corte, incontra la famosa attrice Nell Gwyn
(Negga), un’amante del re, che vuole dimostrare a Carlo che c’è di
più in una persona oltre che il suo aspetto. Usando le sue nuove
conoscenze, Barbara otterrà allora l’aiuto del famoso drammaturgo
Aphra Behn (Shaw) per aiutarla a mettere in scena
uno spettacolo per cambiare le opinioni del pubblico. Ad ora, non è
stata fissata alcuna data di uscita per Monstrous Beauty,
ma è possibile dare un’occhiata al primo poster del film qui
sotto.
Basato sul videogioco
Naughty Dog, la prima stagione di The Last of
Us ha seguito il viaggio di Joel
(Pedro Pascal) ed Ellie
(Bella Ramsey) attraverso gli Stati Uniti
post-apocalittici. Un viaggio che continuerà con la seconda
stagione. Tale adattamento del videogioco ha infatti riscontrato un
grandissimo successo, spezzando finalmente la cosiddetta
maledizione dei videogiochi trasposti al cinema o in televisione.
Tra i suoi più grandi fan vi è anche l’attore Jack Black,
attualmente al centro delle attenzioni per aver dato voce al
personaggio Bowser nel film Super Mario Bros. – Il
film, un altro apprezzato adattamento del noto
videogioco.
Proprio a riguardo, Black
recentemente parlato alla BBC dell’ascesa degli adattamenti dei
videogiochi. L’attore, grande fan di questa forma d’arte, ha citato
proprio il successo di The Last of Us come prova che gli
adattamenti dei videogiochi possono funzionare bene. Tuttavia,
Black pensa che Red Dead Redemption possa
rivelarsi ancora migliore. “Sono un fan degli adattamenti, se
fatti bene. The Last of Us è stato fantastico. E la cosa pazzesca è
quanto sia fedele al materiale originale.” – ha affermato
Black – “E ci sono alcuni fantastici giochi che devono ancora
essere esplorati in televisione o al cinema. Forse ci sarà un film
su Red Dead Redemption? Dovrebbe esserci, perché penso che abbia
una storia altrettanto buona o ancora migliore di The Last of
Us”.
Il franchise Red Dead di
Rockstar comprende attualmente due episodi
principali, Red Dead Redemption del 2010 e il suo prequel
Red Dead Redemption 2 del 2018. Entrambi sono stati
accolti con grande successo di critica e commerciale e, come
The Last of Us, sono considerati tra i migliori
videogiochi di tutti i tempi. Red Dead è dunque stato
visto subito come un potenziale adattamento televisivo o
cinematografico a causa dei suoi personaggi ben sviluppati, del
gameplay coinvolgente, del mondo espansivo e della storia
avvincente. Il potenziale problema è però che non ha una trama
coesa, il che rappresenta una grossa sfida nell’adattarlo in modo
soddisfacente. Bisognerà dunque vedere se il successo di The
Last of Us riuscirà ad aprire le porte anche a questo altro
atteso adattamento.
James Gunn,
nuovo co-CEO dei DC Studios, non esclude la possibilità di un
crossover tra la Marvel e la DC in futuro. Parlando
con Empire, Gunn ha infatti rivelato che ci sono stati dei primi
discorsi sul fare un crossover tra Marvel e DC. “Sono certo che è
più probabile ora che sono al comando [alla DC]“, ha detto.
“Chi può dirlo!” Gunn ha poi però aggiunto che i piani
immediati non sono in lavorazione, ma ha notato che ci sono state
“discussioni” in corso sulla questione. “Sono passati molti
anni, però“, ha detto. “Penso che prima dobbiamo stabilire
cosa stiamo facendo [alla DC]. Mentirei dicendo che non ne abbiamo
discusso. Ma tutte le discussioni sono state molto, molto leggere e
divertenti“.
Sebbene l’MCU non abbia ancora avuto alcun
tipo di crossover formale con il DCEU o il DCU, i due universi si sono effettivamente
scontrati più volte nei fumetti. Uno degli esempi più notevoli è
stato JLA/Avengers, una serie di prestigio pubblicata da
Marvel e DC nel 2003 creata dallo
scrittore Kurt Busiek e dall’artista
George Pérez. Un altro crossover particolarmente
amato dai fan, The Uncanny X-Men e The New Teen
Titans, sono stati one-shot del 1982 di Chris
Claremont e Walt Simonson, dove il team
titolare di mutanti lavora con il team di supereroi DC per cercare
di impedire a Darkseid di acquisire il potere del Fenice
Oscura.
James
Gunn ha poi recentemente parlato della sua visione per il
DCU e di come vuole che sia diverso dalle storie
precedentemente raccontate nel DCEU, che è iniziato nel 2013 con
L’uomo d’acciaio di
Zack Snyder. “Non credo che varrebbe la pena
fare il film se fosse solo una ripetizione di qualsiasi altro
adattamento di Superman“, ha detto. “Per prosperare
davvero come studio, dobbiamo onorare il passato di questi
personaggi vedendoli contemporaneamente sotto una nuova luce“.
Chissà se dunque in futuro, una volta che il DCU si sarà poggiato su solide basi, ci sarà di
nuovo occasione per parlare di un crossover con la Marvel. James Gunn sembra piuttosto
ottimista a riguardo.
Regista di celebri film d’azione
come Fast and Furious e
xXx, ma anche di titoli
come Dragonheart e Il ragazzo della porta
accanto, Rob Cohen si è affermato come un
maestro del cinema di genere, con un gusto per la suspence
particolarmente ricercato. Tra i suoi titoli più apprezzati si
ricorda anche Daylight – Trappola nel
tunnel, lungometraggio del 1996 dove si mescolano
azione, tensione e ambienti claustrofobici. Pur rimanendo
all’interno dei canoni del suo genere, il film scritto da
Leslie Bohem presenta sufficienti elementi di
originalità per poter essere ricordato e visto con piacere,
specialmente grazie ad alcune sequenze particolarmente
memorabili.
Al momento della sua uscita i pareri
riguardanti il film furono prevalentemente negativi, molti dei
quali si concentravano sull’evidenziare come il film riproponesse
situazioni già viste precedentemente al cinema, in particolare in
un film Trappola di cristallo, il primo capitolo della
saga di Die Hard. Con il tempo,
però, Daylight – Trappola nel tunnel è stato riscoperto
come un gioiello di tensione, con diversi momenti particolarmente
vincenti da un punto di vista registico. Girato anche negli studi
di Cinecittà a Roma, oggi il film vanta un proprio folto seguito di
fan, anche per merito del suo attore protagonista,
Sylvester Stallone.
Candidato anche al premio Oscar per
il miglior montaggio sonoro, Daylight – Trappola nel
tunnel è dunque un film valido sotto più punti di vista, che
gli appassionati del genere non possono perdere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Daylight – Trappola nel
tunnel: la trama del film
Protagonista del film è Kit
Latura, ex dipendente dei Servizi Medici di Emergenza e
ora impiegato come tassista. Da tempo lontano dall’azione, egli si
ritrova improvvisamente a dover affrontare una situazione quantomai
complessa. Un’esplosione di gas tossici, dovuti ad un incidente
stradale causato da una gang di teppisti, porta un gruppo di dodici
superstiti a rimanere imprigionati nel tunnel sottomarino del fiume
Hudson, il quale collega Manhattan al New Jersey. Poiché i soccorsi
tardano ad arrivare, Kit non esisterà a prendere la situazione in
mano, convinto di poter trovare una via di uscita.
Comincia così per lui una sfida
contro il tempo, con l’obiettivo di introdursi nel tunnel bloccato
per portare in salvo quanti vi sono rimasti bloccati dentro.
Riuscendo a passare attraverso i condotti di aerazione, egli
raggiunge i superstiti, iniziando la ricerca di un passaggio
attraverso cui farli uscire. La situazione, però, precipita
rapidamente, il tunnel inizia ad allagarsi e il tempo sembra
arrivare agli sgoccioli. Per riuscire nel suo intento, Kit dovrà
ora fare affidamento a tutta la sua esperienza e abilità.
Daylight – Trappola nel
tunnel: il cast del film
Come anticipato, protagonista del
film nei panni di Kit Latura è l’attore Sylvester
Stallone. Originariamente, però, Cohen desiderava
assegnare il ruolo a Nicolas Cage,
ma questi venne scartato dai produttori perché considerato più un
caratterista che un attore, mentre Stallone era un attore più
redditizio dal punto di vista commerciale. Curiosamente, proprio in
quell’anno Cage vinse l’Oscar come miglior attore per Via da
Las Vegas. Subentrato dunque Stallone, questi affermò di aver
accettato la parte per superare la sua paura degli spazi stretti,
proprio come aveva accettato di recitare in Cliffhanger – L’ultima
sfida per superare quella dell’altezza.
Tra coloro che rimangono
intrappolati nel tunnel si possono ritrovare gli attori Amy
Brenneman, nota per la serie Giudice Amy, nel
ruolo della scrittrice Madelyne Thompson, e Viggo Mortensen
in quelli del noto sportivo Roy Nord. Jay O.
Sanders e Karen Young sono i coniugi
Steven e Sarah Crighton, mentre Stan Shaw è il
poliziotto George Tyrell. Danielle Harris
interpreta Ashley Crighton, figlia di Steven e Sarah, mentre
Sage Stallone, figlio di Sylvester, interpreta
Vincent. Infine, Dan Hedaya è Frank Kraft, ex
collega di Kit operante nel Servizio Medico di Emergenza.
Altre curiosità su Daylight –
Trappola nel tunnel, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Le lunghe e complesse scene
all’interno del tunnel sono proprio quelle girate negli studi di
Cinecittà a Roma, su un set lungo quasi mezzo chilometro. La scelta
di ambientare lì quelle scene è stata dovuta dalla presenza degli
enormi palcoscenici inondabili, ideali per ciò che il film
prevedeva. Per dar vita all’esplosione tossica che ostruisce le
estremità del tunnel, invece, si è dovuti ricorrere ad un
modellino, così da poter risparmiare sugli effetti speciali ma
ottenere allo stesso tempo un risultato realistico e convincente.
In ultimo, essendo il film ambientato negli Stati Uniti, i veicoli
presenti nel tunnel non potevano ovviamente essere presi in Italia,
e per questo quelli che si vedono sono tutti stati fatti arrivare
dall’America.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Daylight – Trappola
nel tunnel è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Now, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 6
aprile alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Apple
TV+ ha svelato oggi il trailer di Silo, l’avvincente serie Apple Original basata
sulla trilogia di romanzi distopici di Hugh Howey,
bestseller del New York Times, interpretata da un cast d’eccezione
guidato da Rebecca Ferguson (“Dune“,
“Mission: Impossible”), che è anche produttrice esecutiva.
Silo è creata dallo sceneggiatore nominato agli
Emmy Graham Yost (“Band of Brothers – Fratelli al
fronte”, “Justified – L’uomo della legge”), che ne è anche
showrunner. Il candidato all’Oscar Morten Tyldum
(“In difesa di Jacob”, “The
Imitation Game“) dirige i primi tre episodi.
https://youtu.be/yRImCiQSN58
Silo: quando esce
e dove vederla in streaming
Silo in streaming
uscirà su Apple TV+ il 5 maggio con i primi due
episodi dei dieci totali, seguiti da un nuovo episodio settimanale,
ogni venerdì fino al 30 giugno.
La trama e il cast di
Silo
SILO racconta la
storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa
profonda un miglio li protegge dal mondo esterno, tossico e
mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato
costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze
fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca
risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un
mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto
immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono,
lo farà la verità.
Il cast della serie comprende
Common (“The Chi”), la candidata agli Emmy
Harriet Walter (“Succession”), Chinaza Uche
(“Dickinson”), Avi Nash (“The Walking Dead”), il
vincitore del Critics Choice Award e del NAACP David
Oyelowo (“Selma”), la candidata agli Emmy Rashida Jones (“Parks and Recreation”) e il
premio Oscar Tim Robbins (“Mystic River”).
SILO è prodotta per Apple TV+ da AMC Studios e
basata sui romanzi di Hugh Howey. La serie è prodotta da Graham
Yost, Hugh Howey, Morten Tyldum e Rebecca Ferguson, insieme a Nina
Jack, Fred Golan, Rémi Aubuchon e Ingrid Escajeda.
Al suo sesto lungometraggio Maïwenn
interpreterà Jeanne
du Barry accanto a
Johnny Depp nei panni di re Luigi XV. Nel cast anche
le star Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre Richard,
Pascal Greggory e India Hair. Il film racconta la vita,
l’ascesa e la caduta della favorita di re Luigi XV. Jeanne
Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di
cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per
salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la
favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana,
riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si
innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne
si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la
corte…
Maïwenn è regista, sceneggiatrice, attrice e produttrice, il suo
cinema è intriso di una certa realtà, liberamente ispirata alla sua
stessa vita sulla quale modella i suoi personaggi e gli intrighi.
Ricerca dell’identità, costruzione di sé e della famiglia in
generale, tutti questi aspetti sono al centro anche di questo suo
ultimo lavoro. Il film sarà distribuito da Notorious Pitures,
presto sarà annunciata la data di uscita nelle sale italiane.
National Geographic ha diffuso il
trailer di A Small Light, la miniserie in 8
episodi prodotta da ABC Signature e Keshet Studios che debutterà il
2 maggio su Disney+. “Quando abbiamo
ascoltato per la prima volta la straordinaria storia di Miep Gies,
siamo rimasti colpiti e profondamente commossi. Eravamo anche
convinti che questa miniserie su un eroe di tutti i giorni, di cui
la maggior parte delle persone nel mondo non ha mai sentito
parlare, avesse bisogno di un debutto senza precedenti”, ha
dichiarato Carolyn Bernstein, EVP, Scripted and Documentary Films,
National Geographic. “Siamo determinati a portare A
SMALL LIGHT al maggior numero di spettatori possibile e
speriamo che questo lancio permetta al pubblico di innamorarsi e
ispirarsi a Miep proprio come abbiamo fatto noi”.
Raccontato con una sensibilità
moderna, A Small Light rende attuale la
vicenda di Miep, costringendo il pubblico a chiedersi cosa avrebbe
fatto al suo posto e, al giorno d’oggi, se avrebbe avuto il
coraggio di opporsi all’odio. Alcuni sono rimasti a guardare; Miep
ha agito.
La trama e il cast di A
Small Light
Basato su storia vera, Miep Gies
(Bel Powley) era giovane, spensierata e ostinata –
in un’epoca in cui avere opinioni poteva ucciderti – quando Otto
Frank (Liev
Schreiber) le chiese di aiutarla a nascondere la sua
famiglia dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Senza
esitare, Miep accettò. Per i due anni successivi, lei e il suo
audace e devoto marito Jan (Joe Cole), insieme a
molti altri eroi di tutti i giorni, vegliarono sulle famiglie
Frank, van Pels e Pfeffer nascoste nell’alloggio segreto.
Il cast aggiuntivo include
Amira Casar, che interpreta Edith Frank, madre di
Margot e Anna; BillieBoullet,
nel ruolo di Anna Frank; AshleyBrooke, nei panni della sorella maggiore di Anna,
Margot Frank; AndyNyman nel
ruolo di Hermann van Pels,
CarolineCatz come Auguste van
Pels, RudiGoodman nel ruolo di
Peter van Pels e NoahTaylorin
quello del dott. Fritz Pfeffer, tutti nascosti nella dependance con
la famiglia Frank; EleanorTomlinson nei panni di Tess, la migliore amica di
Miep; Sally Messham nel ruolo di Bep Voskuijl,
IanMcElhinney in quello di
Johannes Kleiman e NicholasBurns
nelle vesti di Victor Kugler, colleghi di Miep;
LizaSadovy è la signora
Stoppelman, LaurieKynaston è
Casmir e SebastianArmesto è Max
Stoppelman.
A SMALL
LIGHT è prodotta da ABC Signature e Keshet Studios
per National Geographic. Gli executive producer e sceneggiatori
Joan Rater e Tony Phelan (Grey’s Anatomy di ABC, Fire
Country di CBS) sono gli showrunner, mentre l’executive
producer Susanna Fogel (The Flight Attendant, Cat
Person), vincitrice del DGA Award e nominata agli Emmy®,
dirige diversi episodi, tra cui l’episodio pilota. Gli executive
producer sono Peter Traugott e Lisa Roos per Keshet Studios, Alon
Shtruzman per Keshet International e Avi Nir per Keshet Media
Group.
Plaion
Pictures annuncia l’acquisizione di
9 nuovi film che saranno distribuiti prossimamente
all’interno della sua ricca lineup.Per
cominciare, il seguito del caso horror dello scorso anno, capace di
focalizzare su di sé l’attenzione dei fan del genere e di tutte le
maggiori community social a tema cinema: Winnie-the-Pooh:
Blood and Honey 2, rilettura horror in live action del
classico libro per bambini di A. A. Milne, con il suo protagonista,
Pooh, assetato di sangue come il pubblico non lo ha mai visto. Un
sequel ancora più spaventoso e atteso, dopo lo straordinario
successo in tutto il mondo del primo capitolo.
Dallo stesso
regista, Rhys Frake-Waterfield, arriva un’altra reinterpretazione
da incubo di un classico per bambini. Si tratta di Peter
Pan’s Neverland Nightmare, film che riprende l’iconica
storia del ragazzo che non voleva crescere rivisitandola con
risvolti inquietanti. Arrivando dopo il Peter Pan &
Wendy di Disney, il titolo ha tutte le carte per ripetere
il successo di Winnie-the-Pooh: Blood and Honey, andando ad
alimentare quello che sta diventando un vero e proprio
sotto-genere: racconti per bambini rivisitati in chiave
slasher/horror.
Sempre per gli
amanti dell’horror, arriva inoltre Skinamarink, un
angosciante e claustrofobico connubio fra uno stile found
footage che ricorda grandi successi del genere come REC
e Paranormal Activity, arricchito però dall’affascinante
gusto tipico degli arthouse horror, che negli ultimi anni
hanno ritrovato enorme riscontro di pubblico e critica (The
Witch, Hereditary).
Con un cast di
grandi star guidato dal premio Oscar Morgan
Freeman (Million Dollar Baby, Il Cavaliere Oscuro), arriverà anche The
Little Bedroom, una storia commovente sull’amicizia e
su come non sia mai troppo tardi per ritrovare fiducia nella vita.
Tra gli attori principali, anche nomi di rilievo come
Kate Mara (127 ore, Sopravvissuto – The Martian)
e Laurence Fishburne (Matrix, John Wick
4).
Altra pellicola con
un cast d’eccezione a entrare nel catalogo è The
Beast in Me. Un “Rocky”
ambientato nel mondo delle arti marziali miste che vede il ritorno
del premio Oscar Russell
Crowe (Il gladiatore) sul ring a quasi 20 anni da
Cinderella Man, ruolo che gli valse una nomination ai Golden
Globe Awards.
In Mob
Land, il due volte candidato al premio Oscar
John Travolta (Grease, Pulp
Fiction) si riunisce sullo schermo a Stephen Dorff
(Blade, True Detective), con cui già aveva
collaborato nell’action thriller Paradise City (2022). Tulsa
King incontra Hell or High Water in questo spietato thriller che scava
nel lato più oscuro degli Stati Uniti.
Il catalogo
Plaion Pictures si arricchisce anche con due film per tutta
la famiglia: Hui Buh and the Witch’s Castle e
Princes of the Desert. Il primo è un racconto
fantastico per grandi e piccini, sequel di Hui Buh, quinto
maggiore incasso in Germania nell’anno della sua uscita. Il film
può contare su location suggestive e sulla spassosa presenza del
suo protagonista spettrale, unendosi alla schiera di commedie con
fantasmi che rappresentano un sotto-genere ancora oggi molto amato
(il recente Un fantasma in casa e la miniserie del 2022
Boo, Bitch). Il secondo narra invece una storia di amicizia
attraverso i paesaggi mozzafiato del deserto del Sahara, in un
viaggio reso ancor più emozionante dalle musiche diMika, che per la prima volta firma una colonna sonora per il
cinema.
Infine, tra le nuove acquisizioni, spazio anche al genere
sci-fi con The Wandering Earth 2, il sequel di uno
dei maggiori incassi mondiali del 2019 (quasi $700 milioni nel
mondo). Con Andy Lau (Infernal Affairs,
A Simple Life, The Great Wall), tra i volti più noti
del cinema orientale, il secondo film della saga è anche uno dei
film più costosi della storia del cinema in Cina.
Il capolavoro della letteratura
francese, I tre moschettieri di Alexandre Dumas, tornerà
in un nuovo, colossale adattamento cinematografico. Eva Green, Vincent Cassel e
Louis Garrel saranno i protagonisti del primo
dei due lungometraggi che completeranno il racconto, entrambi
diretti da Martin Bourboulon (Eiffel,
Papa ou Maman e Papa ou Maman 2), I tre moschettieri – D’Artagnan. Eva Green si
calerà nei panni di Milady de Winter, Vincent Cassel interpreterà
il ruolo di Athos e Louis Garrel sarà Re Luigi XIII. Nei panni
dell’iconico protagonista, François Civil
(Wolf Call), affiancato da Romain Duris
nei panni di Aramis e Pio Marmaï in quelli di
Porthos, mentre Vicky Krieps sarà la regina
consorte Anna d’Austria.
https://youtu.be/UpvESNVkb64
La trama del film
D’Artagnan, giovane e vivace
guascone, viene dato per morto dopo aver cercato di salvare una
ragazza da un rapimento. Quando arriva a Parigi, cerca in tutti i
modi di scovare gli aggressori ma non sa che la ricerca lo condurrà
nel cuore di una vera guerra che mette in gioco il futuro della
Francia. Alleandosi con Athos, Porthos e Aramis, tre Moschettieri
del Re, D’Artagnan affronterà le macchinazioni del Cardinale
Richelieu. Ma, innamorandosi di Constance, la confidente della
Regina, si metterà in serio pericolo guadagnandosi l’inimicizia di
colei che diventerà il suo peggior nemico: Milady.
William Shakespeare scriveva:
“Alcuni si innalzano con il peccato, altri precipitano con la
virtù”. Nel piccolo universo di Città-Palazzo la lotta fra bene e
male mette a dura prova Christian,
il “santo picchiatore” interpretato da Edoardo Pesce, protagonista
del supernatural-crime drama prodotto da Sky Studios e da Lucky Red
in collaborazione con Newen Connect, da domani venerdì 7 aprile con
i due episodi finali in esclusiva su Sky e in streaming solo
su NOW. Gli ultimi
episodi, quinto e sesto, da domani disponibili anche on demand,
andranno domani sera dalle 21.15 su Sky Atlantic.
La trama del quinto episodio della
seconda stagione di Christian
La situazione a Città-Palazzo è
fuori controllo. Gli Amici di Christian guidati da Michela
setacciano le strade e rinchiudono i trasgressori. Christian torna
in affari con i vecchi criminali del quartiere, con la condizione
che il quartiere non torni ad essere una piazza di spaccio. Matteo
instilla l’accidia in Rachele, che comincia a sentire il desiderio
di suicidarsi. Christian non riesce a gestire la violenza e scopre
che i boss hanno reintrodotto il traffico di droga.
La trama del sesto episodio della
seconda stagione di Christian
Matteo salva Rachele dal suicidio e
le propone di tradire Christian, per poi capire di non volere più
essere una pedina della Nera. Fa quindi una scelta avventata: si
auto-instilla la superbia. Il Biondo si manifesta a Christian e gli
dice che il suo regno è fallito. Matteo si autodichiara nuovo
leader di Città-Palazzo. Esther svela finalmente la sua vera
natura, e la sua appartenenza. La Nera presenta a Christian una
persona inaspettata…
Tenere in mano le redini di una
situazione ormai fuori controllo diventa sempre più difficile per
Christian (Edoardo Pesce), che fronteggia la guerra intestina in
corso a Città – Palazzo con i pochi mezzi che gli sono rimasti.
Mentre gli Amici di Christian in modo grottesco pattugliano le
strade, difendendo un regno sempre più fragile, Matteo (Claudio
Santamaria) continua la sua opera e sceglie Rachele
(Silvia d’Amico) come prossimo obiettivo. È il momento di
fare i conti con il bene e il male, con il Biondo (Giulio Beranek)
e la Nera (Laura Morante), con la violenza e il compromesso.
Nessuno sembra pronto ad affrontare le conseguenze di quella che
ormai è diventata una lotta divina. Saranno Christian e Matteo a
doversi fronteggiare in un ultimo scontro, fra loro e con sé
stessi, per ritrovare la via e capire finalmente quale davvero sia
la volontà di un Dio che sembra aver ormai abbandonato
Città-Palazzo.
Il cast: Edoardo
Pesce interpreta Christian, protagonista che dà il nome
alla serie, accanto a Claudio Santamarianei
panni diMatteo, un postulatore del Vaticano dai metodi poco
ortodossi. Con loro tornano Silvia D’Amico nei
panni di Rachele, ex tossica dal passato doloroso, miracolata da
Christian e rinata a nuova vita, Antonio Bannò in
quelli di Davide, erede dell’impero di Lino, il boss locale della
prima stagione interpretato da Giordano De Plano, Francesco
Colella nel ruolo di Tomei, il losco veterinario di
Città-Palazzo, Gabriel Montesi è l’amico della
compagnia di Christian, Penna, Giulio Beranek e
Ivan Franek ancora nei panni – rispettivamente –
del carismatico Biondo e di Padre Klaus, esorcista che ha un conto
in sospeso con Christian. Nei nuovi episodi anche Romana
Maggiora Vergano che è di nuovo Michela, nella prima
stagione morta e risorta per mano di Christian.
Due debutti assoluti nel cast della
seconda stagione di Christian:
quello di Laura Morante, che interpreterà la Nera,
misteriosa entità eterea che entrerà in gioco per disturbare i
piani del Biondo, e quello di Camilla Filippi che
sarà Esther, un’outsider di Città-Palazzo che non sembra vivere
bene la presenza di Christian
e che intreccerà con Matteo un legame profondo.
Il soggetto di serie è di Francesco
Agostini, Giulio Calvani, Valerio Cilio, Stefano Lodovichi, con la
collaborazione di Patrizia Dellea. Sceneggiature di Valerio Cilio,
Patrizia Dellea, Stefano Lodovichi e Valentina Piersanti.
È dal 2018 che si parla di un adattamento
cinematografico per il personaggio dei fumetti Blue
Beetle. Dopo cinque anni, forse ci siamo:
l’Universo DC ha promesso di far uscire il film
entro il 2023, prima che Gunn e Safran inizino la
loro rivoluzione dentro al franchise.Il lungometraggio uscirà negli
Stati Uniti il 18 agosto 2023.Jaime Reyes non è
conosciuto come altri eroi della DC: ecco tutto quello che occorre sapere sul
personaggio prima di vedere Blue
Beetle.
Chi è Blue Beetle? Le origini
spiegate dalla DC Comics
La storia d’origine di Jaime
Reyes nella DC Comics parte in modo semplice
e lineare. Reyes è un giovane ragazzo che vive in Texas a
El Paso con la madre, il padre e la sorella minore. Mentre
Jaime trascorre le sue attività da teenager, lontano da
lui una serie di eventi preparano la sua trasformazione in Blue Beetle. La vicenda coinvolge
Shazam, che possiede lo scarabeo del
precedente Blue Beetle prima di Jaime,
Maxwell Lord e lo Spettro. Quando la tana di
Shazam viene distrutta, a causa dell’esplosione
extraterrestre lo scarabeo scompare dalla Roccia
dell’eternità e riappare sulla Terra, esattamente a El
Paso. Un giorno, mentre sta tornando da scuola, Jaime
trova per strada lo scarabeo e decide di portarlo a casa con sé.
Durante la notte, lo scarabeo si rianima e si fonde con la base
della sua spina dorsale.
Poco dopo, il supereroe Booster
Gold cerca di rintracciare Reyes perché ha bisogno
dello scarabeo per distruggere il satellite Brother
Eye. Jaime viene così costretto
da Booster Gold e Batman a prendere
parte alla Crisi infinita per disabilitare
Brother Eye: lo scarabeo è l’unica cosa in grado di
rilevarne la posizione. Jaime si rivela un’arma essenziale
per la distruzione del satellite.
Una volta sconfitto Brother
Eye, Blue Beetle scompare dalla nave
intergalattica perché lo scarabeo, nel tentativo di fuggire da
Lanterna Verde, lo teletrasporta sulla Terra.
Jaime torna a casa dopo un anno di assenza e spiega la
situazione alla sua famiglia e ai suoi amici. Da quel momento,
Jaime diventa titolare del ruolo di Blue
Beetle e inizia a collaborare con personaggi come i
Teen
Titans e la
Justice League.
I poteri di Blue Beetle nella DC
Comics
Jaime è nato
come un normale essere umano, ma è lo scarabeo a dargli i poteri e
renderlo un supereroe. Lo scarabeo ha una relazione simbiotica con
Jaime e il loro legame crea un esoscheletro
estremamente resistente. Jaime può controllare solo
parzialmente i poteri di Blue
Beetleperché lo
scarabeo può tranquillamente ignorare Jaime e agire
di sua volontà. Oltre ai poteri tipici dei supereroi – velocità
sovrumana, agilità, forza e capacità di volare – lo scarabeo offre
a Jaime un’ampia gamma di altre abilità.
La tuta garantisce a Jaime
una guarigione rapida, l’assorbimento dell’energia e la protezione
dagli ambienti più pericolosi. La tuta può anche generare varie
armi: lame, macheti, scudi e cannoni al plasma. Tra le abilità
proprie di Blue
Beetle abbiamo la pirocinesi, la
manipolazione del suono, la creazione di scanner e droni e la
mechanocinesi, il potere che permette di controllare la
tecnologia.
Xolo Maridueña sarà Jaime Reyes in
Blue Beetle
Xolo Maridueña è
l’attore protagonista di Blue Beetle. Maridueña è
conosciuto per la parte di Miguel Diaz che ricopre
dal 2018 nella serie Cobra Kai.
Marideuña è nato in California ma le sue origini
sono messicane, cubane e ecuadoriane. Con la sua interpretazione di
Jaime Reyes, sarà il primo supereroe latino
titolare di un film.
Durante la premiere della quinta
stagione di Cobra Kai, Maridueña si
è espresso sul suo prossimo ruolo nel DCU,
dichiarandosi nervoso, eccitato e in ansia. Ha detto: “Non
vedo l’ora che la gente veda uno dei primi, se non il primo, film
di supereroi a guida latina“. Come evidenziato da
Maridueña, è emozionante pensare che Blue
Beetle rappresenterà finalmente una minoranza che finora è
stata posta in secondo piano nei film live-action.
Cosa sappiamo del film
Non si sa ancora molto del film di Blue Beetle. Sarà diretto da Angel
Manuel Soto, un regista
portoricano meglio conosciuto per aver diretto il film HBO
MaxCharm City Kings, pellicola ampiamente
elogiata sul piano registico.Il film è scritto da un altro regista di origine
latina, Gareth Dunnet-Alcocer.Il duo è stato assunto nel 2021.
Inizialmente Blue Beetle sembrava destinato
ad uscire esclusivamente su HBO Max, tuttavia
nel dicembre 2021 è stato annunciato un possibile rilascio
cinematografico. Oggi sappiamo che il
lungometraggio DCUuscirà nelle sale statunitensi
il 18 agosto.
Oltre al protagonista, tra gli altri interpreti ci
saranno Bruna Marquezine nei panni di
Penny, interesse amoroso di
Jaime e Belissa Escobedo come
sorella minore del protagonista. George Lopez
sarà invece lo zio di Jaime.I cattivi del film saranno
Victoria Kord e Carapax, interpretati
rispettivamente da Susan
Sarandon e Raoul
Trujillo.
Il film rientrerà nell’Universo DC
pensato da James Gunn?
Probabilmente la più grande domanda
che gravita attorno a Blue
Beetle – come anche è stato per
The Flash e per Aquaman: The Lost Kingdom – è se il film
rientrerà nel DCUpensato da James
Gunn. Nel gennaio 2023, James Gunn ha
annunciato sui social media i piani che lui e Peter
Safran hanno in mente per il Capitolo 1
del DCU: Dei e mostri. Questa
dichiarazione ha creato confusione circa le produzioni
DCEU successive a The
Flash, che agisce come una sorta di reset.
Il commento di
Gunn su Blue Beetle fa sperare
che Jaime Reyes possa continuare il suo percorso nel nuovo
DCU. The
Guardian riporta la rivelazione sul personaggio
che James Gunn ha fatto alla
stampa: “… abbiamo Shazam, che porta
a The Flash, che
reimposta tutto e che porta a Blue Beetle, che è
totalmente scollegato. (Blue Beetle) potrebbe tranquillamente far
parte del DCU…“
Sulla base di queste parole,
possiamo dedurre che Blue Beetle sia in gran parte
scollegato dai più ampi film DCEU. A differenza di
film come Shazam!
Fury of the Godso The Flash, Blue
Beetle sarà una storia di origine più ristretta e
scollegata. Al di là del lungometraggio, probabilmente Jaime
Reyes diventerà un personaggio del DCU, e il film del 2023 sarà solo la
prima delle molte avventure del nuovo supereroe.
Ci sono molti grandi nomi e attori
popolari che è impossibile dimenticare nella
trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, ma quelli meno rilevanti
potrebbero essere svaniti dalla nostra memoria. I film di
Spider-Man del MCU, con Tom Holland, hanno giustamente raccolto elogi
per il modo in cui hanno elevato l’eroe come elemento centrale del
franchise, ma il fascino e il tono della trilogia di Raimi ne
faranno per sempre un pilastro del cinema Marvel.
La trilogia di
Raimi sull’Uomo Ragno ha lanciato la carriera di
molti attori che oggi sono nomi noti, tra cui Bryce Dallas Howard.
Spider-Man 3 è stato il suo primo film di successo, in
cui interpretava l’interesse amoroso secondario di
Peter, Gwen Stacy. Naturalmente
era un personaggio centrale nel film, data la sua importanza nei
fumetti, ma a posteriori la sua eredità è stata ampiamente oscurata
dall’interpretazione di Emma Stone nello stesso ruolo nella duologia
The Amazing Spider-Man.
La Howard è forse
più nota per aver recitato accanto a Chris Pratt
nella trilogia di Jurassic World nel ruolo di Clair
Dearing. Altri suoi ruoli di rilievo comprendono quello di
Hilly Holbrook in The Help, Rosalind in As You Like It di
Kenneth Branagh e Victoria in The Twilight Saga: Eclipse. Oggi la Howard sta
seguendo le orme del padre Ron Howard e si sta
facendo un nome anche dietro la macchina da presa. Oltre ad aver
doppiato Yaddle in Tales of the Jedi, ha diretto alcuni
dei migliori episodi di The Mandalorian e The Book of Boba
Fett.
Elizabeth Banks
Un altro nome importante
che il pubblico potrebbe dimenticare di questi film è Elizabeth Banks, che ha partecipato a
tutti e tre i film di Raimi. Ha interpretato
Betty Brant, la segretaria di J. Jonah
Jameson al Daily Bugle e uno dei personaggi di supporto
più prolifici di Peter nei fumetti. Il personaggio di Betty è stato
rappresentato anche nella trilogia di Spider-Man del MCU e interpretato
da Angourie Rice. È interessante notare che
originariamente la Banks aveva fatto il provino
per MJ, ma era stata ritenuta troppo vecchia per il ruolo,
nonostante avesse solo un anno in più di Tobey Maguire.
La carriera della Banks era già in
ascesa e la
trilogia di Spider-Man non fece altro che favorirne lo
sviluppo. Tra i suoi ruoli più celebri, citiamo quello di Effie
Trinket nella serie Hunger Games, di Avery Jessup in 30 Rock –
per il quale è stata candidata a due Emmy Awards – e di Lindsay nei
film e nelle serie televisive di Wet Hot America Summer.
Come regista e produttrice, la Banks si è occupata della serie
Pitch Perfect, del reboot di Charlie’s Angels e,
più recentemente, della commedia-thriller di successo Cocaine Bear.
Joe Manganiello
Nel MCU, Flash
Thompson è interpretato da Tony Revolori,
ma nello Spider-Man di Raimi era
Joe Manganiello a interpretare il compagno di
classe e bullo di Peter. Questo è stato il suo primo ruolo
professionale dopo la laurea alla Carnegie Mellon University. Alla
fine, è tornato con un breve cameo in
Spider-Man 3, ma l’esordio in un blockbuster così
importante è stato un grande trampolino di lancio er la sua futura
carriera. Alla fine si è unito al cast di True Blood e ha
recitato nella serie di film Magic Mike.
Sebbene il suo ruolo di
Flash non sia stato sviluppato allo stesso modo
del Flash di Revolori nel MCU, Manganiello ha comunque avuto un’altra
possibilità di diventare un importante antagonista della “rivale”
della Marvel, la DC. Tragicamente, però,
il suo ruolo di Deathstroke in Justice League è andato completamente perso nella
litania di problemi, controversie, sconvolgimenti e
ristrutturazioni del DCEU. Doveva addirittura essere l’antagonista
principale del film di Ben Affleck su Batman, prima
che questo progetto andasse in frantumi e divenisse
The
Batman. Tuttavia, Manganiello potrebbe avere una
seconda vita nell’Universo DC, in quanto Deathstroke potrebbe
essere il cattivo perfetto per The Brave and the Bold.
Dylan Baker
Spider-Man: No Way
Home ha riportato il Lizard di
Rhys Ifans da The Amazing Spider-Man come uno
dei cattivi che i vari Peter dovevano trovare il modo di salvare. È
interessante notare che potrebbe esserci stata una versione
alternativa del supercriminale della trilogia di
Spider-Man di Raimi.
Dylan
Baker ha interpretato il Dr. Curt
Connors, la benevola controparte umana di
Lizard e il professore universitario di
Peter sia in Spider-Man 2 che in
Spider-Man 3. Non ha mai avuto modo di trasformarsi in
Lizard, ma forse la cosa era in cantiere prima che il progetto di
uno Spider-Man 4 venisse abbandonato.
Baker può essere
ricordato per ruoli in film come Secretariat nel ruolo di
Hollis Chenrey, Anchorman 2: La leggenda continua nel
ruolo di Freddy Shapp e Selma nel ruolo di J. Edgar
Hoover. Ha anche celebrato una carriera impressionante in TV. È
apparso inizialmente in Law & Order nel 2004 ed è tornato
17 anni dopo per il revival dello show nel 2021. Il suo ruolo più
riconoscibile è quello di Colin Sweeney in The Good Wife e
The Good Fight, che gli è valso tre nomination agli Emmy
Award.
James Cromwell
In The Amazing Spider-Man c’erano Emma Stone e Denis Leary, ma
in
Spider-Man 3 c’erano
Bryce Dallas Howard e James
Cromwell, rispettivamente nei panni di Gwen
Stacy e di suo padre, George Stacy. Come
il George di Leary,
Cromwell era un capitano della polizia di New
York, ma in realtà ammirava Spider-Man,
soprattutto dopo che lo spara-ragnatele aveva salvato la vita di
sua figlia. Come naturale evoluzione di
Spider-Man 3, Cromwell si sarebbe
probabilmente unito a Howard per Spider-Man 4.
Sebbene non sia mai stato realizzato, i due si sono riuniti in
Jurassic World: Fallen Kingdom, in cui Cromwell interpreta
Benjamin Lockwood, l’ex socio in affari di John Hammond.
La carriera di
Cromwell come attore dura da oltre mezzo secolo:
ha iniziato a Broadway e poi è apparso al cinema e in televisione.
Uno dei suoi ruoli più noti è quello di Arthur Hoggett in Babe
– Maialino coraggioso del 1995, che gli è valso una nomination
all’Oscar. È noto anche per Star Trek: Primo contatto,
Six Feet Under e per il suo ruolo da Emmy Award in
American Horror Story: Asylum. Attualmente recita nel
ruolo di Ewan Roy in Succession.
Octavia Spencer
Una delle più grandi
sorprese nel rivedere Spider-Man è stata quella di vedere il premio
Oscar Octavia Spencer nel ruolo dell’innominata
partecipante che registra Peter per l’incontro di wrestling.
Sfortunatamente, questi erano i tipi di ruoli che la Spencer
otteneva all’epoca, ma è riuscita a farsi maggiormente strada con
il film di successo The Help.
Tra gli altri importanti ruoli
cinematografici della Spencer figurano Prossima fermata
Fruitvale Station, Il diritto di contare – che le è valso una nomination
all’Oscar – The Divergent Series e Ma. Ha anche celebrato un’illustre carriera televisiva
con ruoli importanti in Red Band Society, Mom,
Truth Be Told e Self Made, che le è valso una
nomination agli Emmy.
Lucy Lawless
Raimi,
come molti registi, tende a lavorare più volte con gli stessi
attori; è nota la sua storia con Bruce Campbell,
che ha avuto ruoli ricorrenti nei film di Spider-Man e il
successivo ritorno in Doctor Strange nel Multiverso della follia, ma
un’altra sua popolare collaboratrice è Lucy
Lawless. Lei e Raimi hanno iniziato a lavorare insieme in
occasione del suo progetto di successo, Xena: La principessa
guerriera, di cui lui era produttore, ed è poi tornata con un
cameo irriconoscibile in Spider-Man come ragazza punk rock.
Le altre collaborazioni di
Lawless e Raimi dopo
Spider-Man includono Spartacus, in cui l’attrice interpreta
Lucretia, e Ash vs. Evil Dead nel ruolo
di Ruby con Bruce Campbell.
Curiosamente, il ruolo della Lawless in Spider-Man
è solo uno dei suoi due progetti Marvel: è infatti anche apparsa
brevemente nella prima stagione di Agents of SHIELD.
Joel McHale
Quando il Dottor
Octopus attacca per la prima volta in Spider-Man 2, colpisce una banca in cui si
trovano Peter e zia May. I due
parlano con un impiegato della banca interpretato dal comico
Joel McHale. Naturalmente, l’impiegato nega la
loro richiesta di assistenza e finisce per accucciarsi come un
bambino e in modo esilarante di fronte all’attacco del Dottor
Octopus.
McHale è noto soprattutto per aver
interpretato Jeff Winger, il protagonista di
Community, da cui ha tratto uno show tutto suo, The
Joel McHale Show with Joel McHale. Attualmente è protagonista
della commedia Animal Control su Fox. Negli anni
successivi a Spider-Man 2, McHale ha avuto la possibilità
di diventare un supereroe, interpretando Starman in Stargirl.
Donna Murphy
Donna
Murphy è una delle attrici più importanti e apprezzate di
Broadway e in Spider-Man 2 ha interpretato Rosalie
Octavius, la moglie del Dottor Octopus.
Anche se si è trattato di un piccolo ruolo, la carriera della
Murphy, soprattutto sul palcoscenico, è stupefacente: ha vinto due
Tony Award per Passion nel 1994 e per The King and
I nel 1996.
Ha poi dato voce a Madre Gothel, la
matrigna malvagia di Rapunzel, nel film Disney omonimo. Ha anche
partecipato a serie tv di successo, tra cui Law & Order,
Mercy Street, Power e Gossip Girl.
Attualmente, Murphy fa parte del cast di The Gilded Age della HBO nel ruolo di
Caroline Astor.
Daniel Dae Kim
Ad affiancare Donna
Murphy nell’assistenza al Dottor Octopus
in Spider-Man 2 c’era Daniel Dae
Kim nel ruolo di Raymond. All’epoca,
l’attore era riconosciuto per i suoi ruoli ricorrenti in importanti
serie televisive come ER, Star Trek:
Enterprise e 24.
Da allora, ha continuato a lavorare
in televisione ricoprendo ruoli importanti in Lost,
Hawaii Five-0, The Good Doctor e New
Amsterdam. Kim interpreterà il Signore del Fuoco Ozai
nell’imminente adattamento live-action di Avatar: The Last
Airbender di Netflix, il che è una scelta più che legittima dato
che ha doppiato il Generale Fong nella serie animata e Hiroshi Sato
in The Legend of Korra.
Aasif Mandvi
Un altro ruolo in Spider-Man 2 che è stato elevato
dall’interpretazione di un attore memorabile è quello del capo di
Peter alla pizzeria, interpretato da Aasif
Mandvi.
Da questo piccolo ma esilarante
cameo, Mandvi ha intrapreso una carriera comica di successo,
diventando corrispondente del Daily Show. Altri suoi ruoli
degni di nota sono quelli nella serie comica The Brink,
nell’adattamento Netflix di Una serie di sfortunati eventi e, attualmente, in
Evil su Paramount+.
Emily Deschanel
Peter
viene licenziato dal suo lavoro per aver consegnato un ordine
troppo in ritardo a una receptionist, interpretata da Emily
Deschanel, che non aveva intenzione di pagare il pessimo
servizio.
Pur trattandosi di una piccola
parte, la Deschanel è coinvolta in una delle sequenze più
divertenti della serie Spider-Man, quando Peter
cerca di evitare che tutto cada dall’armadio delle scorte. La
svolta della Deschanel in tv è poi avvenuta con il ruolo di
Temperance Bones in Bones.
L’attore che nel Marvel Cinematic Universe
aveva interpretato Crossbones,
Frank Grillo, conferma di avere un ruolo nel
DCU di James
Gunn. Mentre il DCEU sta per concludersi,
Gunn e Peter Safran stanno
creando un nuovo universo DC. Il film The
Flash riavvierà il franchise, stabilendo il passaggio
dal DCEU al DCU. La nuova continuità inizierà correttamente
con Superman:
Legacy, che Gunn sta scrivendo e che dirigerà.
Uno degli attori che ha anticipato
il suo potenziale coinvolgimento nel DCU è
Frank Grillo. Dopo aver interpretato
Crossbones nel MCU, Grillo si sta dirigendo verso
l’Universo DC. In un’intervista con Comic Book, Grillo ha parlato
del suo periodo nel MCU. Pur essendo deluso dalla fine
del suo arco narrativo, Grillo ha confermato che si unirà al
DC
Universe di Gunn. DC Studios e Gunn devono ancora commentare la
dichiarazione di Grillo, che ha condiviso quanto segue:
“Non hanno mai raccontato una
storia [su Crossbones]. La mitologia del MCU e proprio ciò che la Marvel ha nel suo pool di
personaggi, è così profonda. Crossbones è stato lì per un minuto,
ma avrebbe dovuto restare lì più a lungo, poi sono andati in una
direzione diversa. Penso che Crossbones abbia uno scopo, e tante
persone hanno risposto positivamente al personaggio, ma comunque lo
hanno lasciato sullo schermo per pochissimo tempo e penso ci sia
molto da raccontare su di lui. Pensavo che ci fosse più carne
sull’osso. Sono rimasto deluso, motivo per cui sono passato alla
DC.”
Sembra chiaro a questo punto che le sue speranze siano state
disattese.
Il mistero più grande che rimane ora
è a quale film o serie televisiva del DC
Universe Grillo si sia unito. Il progetto più probabile a
questo punto è Creature Commandos, che sarà la
prima serie animata del DC
Universe. Gunn ha già scritto le sceneggiature per l’intera
stagione che dovrebbe già essere in produzione.
Jeanne
du Barry della
regista francese Maïwenn con
Johnny Depp è stato scelto come titolo di apertura per
il Festival
di Cannes 2023. Il dramma storico con
Johnny Depp nei panni di Luigi XV, sarà presentato in
anteprima mondiale nella serata di apertura della 76a edizione del
Festival di Cannes, come apprendiamo da Variety. Il festival ha
confermato la notizia.
Il film segna il ritorno alla
recitazione di Depp dopo una pausa di tre anni a causa della sua
lunga battaglia legale con l’ex moglie
Amber Heard, culminata in un processo per diffamazione
vinto da Depp a dicembre.
Sesto lungometraggio di
Maïwenn, il film in costume ruota attorno alla
tumultuosa relazione del re francese Luigi XV e della sua amante,
Jeanne du Barry (interpretata da
Maiwenn), che si trasferì alla Reggia di
Versailles per vivergli accanto. Luigi XV, soprannominato
“l’amato”, alla fine morì come re impopolare dopo essere stato
accusato di corruzione. Regnò per 59 anni, i più lunghi nella
storia della Francia dopo quello di Luigi XIV. Depp parlava a
malapena francese prima dell’inizio delle riprese, quindi sarà
interessante vedere come se la caverà con una lingua differente
dalla sua di nascita.
Ecco la sinossi ufficiale:
Jeanne Vaubernier, una giovane donna della classe operaia
affamata di cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo
fascino per salire uno a uno i gradini della scala sociale. Diventa
la favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di
cortigiana, riacquista attraverso di lei il suo appetito per la
vita. Si innamorano perdutamente. Contro ogni decoro ed etichetta,
Jeanne si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza
la corte.
Jeanne du Barry è
stato prodotto dalla Why Not Productions (Un
Profeta) di Pascal Caucheteux e
Gregoire Sorlat, e dalla IN2 di
Depp stesso, con Goodfellas (in precedenza Wild
Bunch International) che si è occupata delle vendite mondiali.
Le Pacte distribuirà il film in Francia lo stesso
giorno della prima di Cannes, il 16 maggio.
Maiwenn è stata a
Cannes nel 2011 con Polisse, che ha vinto il
Premio della Giuria, e nel 2015 con My King, che
ha valso a Emmanuelle Bercot il premio come
migliore attrice. Anche Jeanne du Barry dovrebbe
essere presentato in competizione.
La notizia era nell’aria da tempo e
finalmente l’attore Jack Black,
intento a promuovere il film di Super Mario Bros., ha
confermato i piani per una reunion ventennale del cast di
School of Rock. Black non ha però
specificato se la reunion sarà un film, uno speciale televisivo o
semplicemente un incontro privato, ma la cosa ha naturalmente
generato un certo entusiasmo nei fan della commedia musicale, una
delle più apprezzate nella carriera dell’attore. “Tutti quei
bambini – ha dichiarato Black – avevano 10 anni quando
abbiamo realizzato quel film e ora hanno tutti, tipo, 30
anni“.
“Ci riuniremo e festeggeremo i
20 anni del film. Ci piace anche fare jam sessions e suonare
insieme. Non vedo l’ora di vedere tutti gli ormai adulti membri
della School of Rock” – ha poi affermato. Black ha inoltre
promesso di condividere foto e video di qualsiasi reunion sui
social media entro la fine dell’anno. Il film School of
Rock del 2003, come noto, ha per protagonista l’insegnante
supplente Dewey Finn (interpretato da Black), che
forma un gruppo rock con la quinta elementare in cui insegna per
partecipare ad una sfida tra bande. Il film ha incassato più di 130
milioni di dollari in tutto il mondo contro costi di produzione
stimati di appena 35 milioni di dollari.
In passato ci sono già stati
discorsi su una possibile reunion. Il cast è tornato insieme per
una proiezione in occasione del decimo anniversario, mentre è poi
stata realizzata una produzione di Broadway basata sul film e una
sitcom di Nickelodeon che ha debuttato nel 2016 per una durata di
tre stagioni e 45 episodi. Per anni i fan hanno tuttavia atteso un
sequel del film originale o quantomeno una reunion ufficiale del
cast. Sembra proprio che quest’ultima opzione stia ora per
concretizzarsi.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania avrà pure
ucciso i suoi due principali antagonisti (MODOK e
la variante di Kang), ma poteva costare caro anche
a uno degli eroi protagonisti. In una versione precedente della
sceneggiatura, Hank Pym (Michael
Douglas) doveva morire, fino a quando le menti
dei Marvel Studios hanno deciso diversamente. Lo
sceneggiatore di Quantumania Jeff Loveness ha
rivelato i dettagli in una recente conversazione con Backstory Magazine, dicendo che
la coscienza di Pym sarebbe sopravvissuta in modo bizzarro.
“Stavamo per uccidere Hank a un
certo punto, e lo avrei fatto rianimare”, ha detto alla
rivista (tramite The Direct). “La sua coscienza sarebbe
sopravvissuta attraverso le formiche, e lui le avrebbe controllate
mentalmente. Sì, sarebbe stato quasi come questa mente alveare
delle formiche, mi piace… osare.”
Un altro momento che Loveness ha
voluto scrivere è stata l’introduzione di una formica a grandezza
d’uomo durante uno dei momenti più estremi del film, anche se è
stata un’altra cosa che è stata rapidamente eliminata. “C’era
una sequenza psicologica in quella tempesta di probabilità, o quel
nesso quantistico, c’era più di un elemento di sequenza
onirica”, ha aggiunto lo scrittore. “Avevo in testa una
grande formica delle dimensioni di un uomo che sarebbe stata quasi
come una tartaruga ninja, il modo in cui apparivano in quel film
degli anni ’90, non in CGI, lo rendeva quasi come una formica
simile a La Mosca di Cronenberg. E era nella
visione di Scott. Volevo che fosse doppiato da Werner Herzog e
volevo che gli desse una sorta di consiglio sulla Montagna Sacra,
qualcosa di Vision Quest. Ma l’idea non è andata avanti.”
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
L’uscita del nuovo, ufficiale,
trailer del filmBarbie, diretto da Greta
Gerwig ha decisamente scaldato gli animi di quanti
attendono l’arrivo del film al cinema, il 21
luglio. In esso vengono presentati molti dei personaggi
protagonisti del film, ma c’è un nome comparso solo nei crediti
finali che ha suscitato particolare curiosità e quel nome è
John Cena. L’ex wrestler WWE ora lanciatissimo nel
mondo della recitazione farà infatti parte del film, in un ruolo
però ancora non rivelato. Naturalmente, dopo la rivelazione che
l’attore farà parte del ricco cast del film, sono subito partite le
speculazioni su quale ruolo egli possa avere.
Secondo molti, sarebbe logico che
Cena, dato il suo fisico possente, ricopra una particolare versione
di Ken non presente nel trailer. Per altri, invece, Cena potrebbe
interpretare un interesse amoroso per la Barbie sirena di Dua Lipa, il che
significa che egli sarebbe sì Ken, ma un Ken in versione tritone.
Poiché il film di Barbie è basato sulle bambole Mattel,
c’è inoltre la possibilità che Cena stia interpretando una versione
del suo personaggio WWE (la quale ha a sua volta rapporti con la
Mattel) che finisce accidentalmente a Barbie Land. Si spera in ogni
caso che una prima occhiata a Cena nel film di Barbie
arrivi presto, rivelando così maggiori informazioni sul suo
ruolo.
Nell’attesa, ricordiamo che il film,
diretto da Greta Gerwig, vanta un cast composto da
Margot Robbie e
Ryan Gosling nei panni
di Barbie e Ken. Insieme a loro ci saranno anche
America Ferrera, Kate McKinnon,Michael Cera, Ariana Greenblatt, Issa Rae, Rhea Perlman e
Will
Ferrell. Fanno poi parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne, Emma Mackey, Hari Nef, Alexandra
Shipp, Kingsley Ben-Adi, Simu Liu, Ncuti Gatwa, Scott Evans, Jamie
Demetriou, Connor Swindells, Sharon Rooney, Nicola Coughlan, Ritu
Arya e il premio Oscar Helen Mirren.
Dopo il successo di X
– A Sexy Horror Story e del suo prequel Pearl , Ti West è al lavoro
su MaXXXine, sequel diretto di X
e che vede protagonista ancora Mia Goth. Oltre a lei, che torna nel ruolo che
ha già interpretato, il film è impreziosito da una serie di nomi
che sono stati annunciati da poche ore.
Elizabeth Debicki (Tenet), Moses Sumney (Creed), Michelle Monaghan (Mission: Impossible –
Fallout), Bobby Cannavale (The
Watcher), Lily Collins (Emily in Paris), Halsey (Sing
2), Giancarlo Esposito (Breaking Bad), e Kevin Bacon (City on a Hill) si uniscono a
Goth, il che rende il film ancora più interessante e ne fa un
prodotto abbastanza insolito, in quanto sarà un film horror a basso
budget ma con un cast stellare.
I dettagli sui personaggi che questi
attori interpreteranno ci offre qualche nozione in più sulla trama
del film che per il momento è ancora tenuta segreta. Secondo quanto
riferito, Debicki interpreterà una regista ed Esposito un agente di
film per adulti, il che suggerisce che la nostra eroina Maxine,
fuggita all’orrore della fattoria di X, proseguirà il suo sogno di
diventare una star del porno. Con Monaghan, Cannavale e Bacon che
interpretano idei detective, sembra che le indagine sugli omicidi
nella fattoria avranno un ruolo più importante questa volta.
Ancora una volta, Ti West scrive e
dirige la storia, il che significa che a questo punto il franchise
è in ottime mani. E il pubblico risponde abbastanza bene: i primi
due film sono costati solo 2 milioni di dollari e hanno incassato
oltre 22 milioni di dollari in tutto il mondo. Potrebbe non
sembrare molto, ma questi numeri suggeriscono che il franchise è
abbastanza popolare da andare avanti e che un moderato ritorno al
botteghino non mette troppa pressione su A24, che
a sua volta potrebbe ancora garantire il controllo creativo di West
sul film.
Stando ad alcuni rumor, l’attore
Chris Hemsworth
si starebbe silenziosamente ritirando dalla recitazione e la
decisione sarebbe motivata dal suo aver appreso di avere una
predisposizione genetica all’Alzheimer. La notizia arriva tramite
Page Six, dove si riporta che Hemsworth, meglio
conosciuto per aver interpretato Thor
nell’universo cinematografico Marvel, ha ridotto drasticamente il
suo carico di lavoro dopo aver scoperto, durante la produzione
della sua serie di documentari Limitless, di avere alte
probabilità di sviluppare la malattia.
In seguito a tale notizia, Hemsworth
ha successivamente annunciato che avrebbe sì assunto meno ruoli,
per poter trascorrere più tempo in famiglia, ma ha escluso il suo
ritiro totale. Tuttavia, le fonti del settore di Page Six affermano
che la lista di progetti futuri di Hemsworth è talmente ridotta da
far pensare, di fatto, ad un ritiro dalle scene con poche
selezionate incursioni nel cinema. Dato che Hemsworth non ha ancora
fornito ulteriori aggiornamenti sul suo futuro professionale, per
ora parlare di “ritiro” è però pura speculazione. Attualmente ci
sono infatti diversi progetti in cui l’attore è coinvolto, a
partire dal sequel d’azione di NetflixExtraction 2.
In quel film, atteso per
il 16 giugno, Hemsworth riprende il ruolo del
mercenario Tyler Rake, ma l’attore sarà tra i
protagonisti anche di Furiosa, lo spin-off prequel di Mad
Max: Fury Road. Il suo ruolo nel blockbuster d’azione
post-apocalittico deve ancora essere rivelato, ma sarà sicuramente
centrale. Inoltre, è lecito aspettarsi che il suo Thor compaia
anche in futuri progetti Marvel, a partire dagli attesi
Avengers: The Kang
Dynasty e Avengers: Secret Wars. È
dunque presto per parlare di completo ritiro dalle scene per
Hemsworth, che sembra attualmente intenzionato a prendersi
solamente una pausa.
Con il merchandising di
The
Flash già ampiamente disponibile, grazie al quale
si sono potuti avere dei primi assaggi di ciò che sarà
presumibilmente presente nel film, ai fan del DC
Universe non resta che attendere l’uscita in sala della
pellicola, prevista per il 16giugno. Eppure c’è ancora qualche sorpresa da
svelare e che sempre il merchandising sta ora anticipando, ad
esempio l’aspetto dell’antagonista secondario del film,
Dark Flash. Nuove immagini dedicate a questo
personaggio, pubblicate su Reddit, mostrando infatti il suo
Funko Pop! ufficiale.
Ritenuto un doppelganger contorto
del Barry Allen di Ezra Miller,
Dark Flash non ha fatto parte di alcun marketing per The
Flash fino a questo momento. La sua inclusione in The
Flash è stata infatti rivelata esclusivamente attraverso il
merchandising del film, inclusa una figura altamente
dettagliata di McFarlane Toys. Il costume di Dark Flash si
presenta molto diverso da uno dei costumi che Barry Allen indosserà
nei panni di Flash, con alcuni fan che teorizzano ora che tale
abito sia simile al costume di Venom, idealmente creato con la
tecnologia kryptoniana del generale Zod.
Non resta dunque che aspettare il
film, per scoprire qualcosa di più su questo misterioso
personaggio. The Flash, come noto, è diretto da
Andy Muschietti, e vedrà il protagonista viaggiare
indietro nel tempo per impedire l’omicidio di sua madre. Tuttavia,
dopo aver alterato la linea temporale, Barry Allen si ritrova
intrappolato in una realtà alternativa senza metaumani. Per
sistemare le cose, si allea con un vecchio Batman
(Michael Keaton)
e con la naufraga kryptoniana Supergirl (Sasha Calle)
per salvare la nuova linea temporale dalle forze del generale
Zod (Michael
Shannon) e tornare nel suo universo. Qui di seguito,
invece, ecco il Dark Flash proposto da McFarlane Toys e da Funko
Pop!.