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Plan B: Brad Pitt vende quote al conglomerato francese Mediawan

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Plan B: Brad Pitt vende quote al conglomerato francese Mediawan

Il conglomerato mediatico francese Mediawan ha dichiarato di aver accettato di acquistare una partecipazione significativa nella Plan B Entertainment di Brad Pitt, i cui crediti includono film vincitori di Oscar come “12 anni schiavo” e “Moonlight“. L’accordo è l’ultimo di una serie di acquisizioni di parte o di tutti gli studi di produzione indipendenti che cercano di capitalizzare il forte appetito di nuovi contenuti a Hollywood, innescato in gran parte dal boom dei servizi di streaming negli ultimi anni.

Molti accordi dei recenti  hanno coinvolto società di produzione affiliate a grandi star. L’anno scorso, Candle Media, la società di intrattenimento sostenuta da private equity gestita dagli ex dirigenti Disney Kevin Mayer e Tom Staggs, ha acquisito Hello Sunshine dell’attrice Reese Witherspoon, la società di produzione dietro “The Morning Show” di Apple TV+. Quell’accordo è stato valutato a circa $ 900 milioni.

Candle Media all’inizio di quest’anno ha acquistato una quota di minoranza nella società di intrattenimento di Will Smith e Jada Pinkett Smith, Westbrook, che ha sostenuto progetti tra cui “King Richard”, un film biografico che racconta la vita di Richard Williams. Tali accordi potrebbero diventare più difficili da concludere nell’attuale contesto, poiché le società di intrattenimento che vanno da Warner Bros Discovery Inc. a Paramount Global stanno tagliando i costi a causa dell’incertezza macroeconomica  delle grandi perdite di streaming e di un’accelerazione nel taglio delle tv via cavo.

Mediawan non ha rivelato la valutazione dell’accordo. Il Wall Street Journal di ottobre ha riferito che Plan B stava esplorando opzioni strategiche, inclusa una possibile vendita di parte della società. Venerdì la CNBC ha riferito che una quota di Plan B sarebbe stata venduta a Mediawan. Fondata nel 2015, Mediawan, con sede a Parigi, controlla diverse società di distribuzione e produzione in tutta Europa, che hanno sostenuto progetti tra cui “Call My Agent!“, una commedia su un’agenzia di talenti francese, e “The Life Ahead“, il film con Sophia Loren . Unendo le forze con Plan B, Mediawan si sta espandendo oltre i suoi principali mercati europei negli Stati Uniti, hanno affermato le società venerdì.

La Plan B, gestita da Mr. Pitt e dai produttori cinematografici Dede Gardner e Jeremy Kleiner, è stata coinvolta in numerosi film acclamati dalla critica. Alcuni dei suoi progetti recenti includono “Women Talking“, un dramma religioso programmato per l’uscita nelle sale entro la fine dell’anno, e il film biografico su Marilyn Monroe “Blonde” di Netflix.

Caleidoscopio: la nuova miniserie Netflix in arrivo a Gennaio

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Caleidoscopio: la nuova miniserie Netflix in arrivo a Gennaio

Caleidoscopio è la nuova serie antologica (precedentemente intitolata Jigsaw) creata da Eric Garcia per Netflix ed è composta da otto episodi. Liberamente ispirata alla storia vera dei settanta miliardi di dollari in obbligazioni scomparsi nel centro di Manhattan durante l’uragano Sandy, Caleidoscopio è composta da otto episodi che vanno da 24 anni prima a 6 mesi dopo il colpo.

Caleidoscopio: quando esce e dove vederla in streaming

Caleidoscopio in streaming uscirà il 1° gennaio 2023 in esclusiva su Netflix.

Caleidoscopio: la trama e il cast

si svolge nell’arco di 25 anni e segue una banda di ladri provetti nel loro tentativo di aprire un caveau apparentemente inviolabile per ottenere il più grande bottino della storia. Sotto l’occhio vigile della più potente squadra di sicurezza aziendale del mondo e delle forze dell’ordine, ogni episodio rivela una tessera di un elaborato puzzle di corruzione, avidità, vendetta, complotti, alleanze e tradimenti. In che modo la banda di ladri ha architettato il piano? Chi la farà franca? Di chi ci si può fidare?

Quest’avvincente serie antologica crime adotta un approccio non lineare alla narrazione e costruisce intrighi e suspense in modo unico, offrendo agli abbonati Netflix esperienze di visione diverse. Gli spettatori potrebbero iniziare da determinati episodi (come gli episodi “Giallo” o “Verde”) e poi approfondire il proprio ordine di visione personale con altri episodi (“Blu” o “Viola” o “Arancione”, seguiti da “Rosso” o “Rosa”) fino all’epico finale della storia “Bianco” (il colpo). Alla fine gli spettatori vedranno tutti gli episodi, ma l’ordine in cui li guarderanno influenzerà il loro punto di vista sulla storia, sui personaggi e sulle questioni in sospeso al centro della rapina. E tu come vivrai i colori di Caleidoscopio?

Nel cast della serie protagonisti sono Giancarlo Esposito nel ruolo di Leo Pap, Paz Vega nel ruolo di Ava Mercer, Rufus Sewell nel ruolo di Roger Salas, Tati Gabrielle nel ruolo di Hannah Kim, Rosaline Elbay nel ruolo di Judy Goodwin, Peter Mark Kendall nel ruolo di Stan Loomis, Jai Courtney nel ruolo di Bob Goodwin, Niousha Noor nel ruolo di Nazan Abassi, Patch Darragh nel ruolo di Andrew Covington e Max Casella nel ruolo di Taco.

Steven Spielberg racconta a Martin Scorsese perché un regista molto riservato ha realizzato “The Fabelmans” e come Laura Dern ha convinto David Lynch a interpretare John Ford

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Sono stato molto riservato riguardo alla mia vita privata e non ho mai reso pubblica la mia vita privata fino ad ora“, ha detto Steven Spielberg in una sorprendente proiezione avvenuta del suo attesissimo film avvenuta domenica negli USA. È stata la minaccia esistenziale della pandemia di Covid nella sua forma più letale nel 2020 a spingere la sua personalissima storia familiare sul grande schermo.

Quello che ho pensato è che se dovessi fare un altro film, se dovessi raccontare un’altra storia, quale sarebbe quella storia? Ed è per questo che ho deciso di metterlo in produzione”, ha detto a Martin Scorsese durante una sessione di domande e risposte dopo la proiezione di The Fabelmans a New York al DGA Theater. “Mia madre ed io abbiamo avuto un segreto per molto tempo, e mia madre mi diceva sempre: ‘Accidenti Steve, questo sarebbe un film davvero fantastico. Perché non fai quella mossa un giorno o l’altro? Quindi l’ho fatta venire da me e da  un lato avevo lei, dall’altro lato Tony Kusher, che aveva sentito le storie e stava davvero spingendo per fare questo.” Tony Kusher è il pluripremiato drammaturgo e sceneggiatore e suo collaboratore di lunga data che ha co-scritto The Fablemans, nonché a un punto centrale della trama madre-figlio nel film.

L’aspirante regista adolescente Sam Fabelman è interpretato da Gabriel LaBelleMichelle Williams e Paul Dano sono i suoi genitori. Seth Rogen e Judd Hirsch fanno parte del cast del film attualmente nelle sale negli USA, e in uscita in Italia dal 22 dicembre 2022. Alla domanda sulla storia delle origini del film, Spielberg ha detto a Scorsese che i sentimenti di perdita e solitudine dopo la morte dei suoi genitori negli ultimi anni lo hanno spinto a fare sul serio nel mettere giù la sua storia. Lui e Kushner hanno scritto la sceneggiatura ma “non avevo nessuna intenzione di farla… e sarei stato felice di metterla in un cassetto da qualche parte. Ma il Covid mi ha dato tanto tempo per pensarci. E soprattutto quando il Covid era davvero brutto”, ha detto. “Quando abbiamo perso 500.000 americani, figuriamoci milioni in tutto il mondo… era davvero una conclusione scontata che questo non fosse un evento che mette fine alla vita?

Martin Scorsese ha voluto che il regista rivelasse anche un delizioso retroscena di un cameo di David Lynch nel ruolo di John Ford, fonte d’ispirazione per Sam Fabelman. Ford offre un breve ma memorabile consiglio alla fine del film e all’inizio della carriera del giovane. “Stavo cercando un attore che conoscevo personalmente e gli stavo per chiedere di interpretare John Ford”, ha detto Spielberg. Prima che lo facesse, il marito di Kusher, Mark Harris, ha suggerito di chiedere a David Lynche una lampadina si è spenta“. Lynch era molto lusingato ma rifiutò. “Ha detto che non era un attore, e aveva altri progetti, e John Ford era così grande, e se non avesse raggiunto quegli standard? Era solo un po ‘timido al riguardo.”

Lynch si è ammorbidito quando ha saputo che Spielberg e sua moglie erano diventati entusiasti della meditazione trascendentale attraverso la fondazione di Lynch. Ma ha detto ancora di no. “Così sono andato dalla mia persona di riferimento, la sua migliore amica, Laura Dern. “Devi convincere David a farlo. Hai due settimane per convincerlo a farlo.” Quando i due registi hanno poi parlato, “Dice, ‘Ho deciso che lo farò a una condizione… voglio avere il costume due settimane prima del tempo per viverlo.’ Ho detto: ‘Vuoi dire che lo indosserai? Disse: “Sì, tutti i giorni”. Il cappello, la benda [sull’occhio] tutto. E si è presentato con un costume piuttosto logoro”, ha detto Spielberg. «E il tempo che impiega per accendere quel sigaro?» ha chiesto Scorsese. È stato un processo comicamente lento. “Questa è una delle cose che sappiamo tutti sulla magia del montaggio cinematografico, puoi far durare qualsiasi cosa quanto vuoi”, ha detto Spielberg.

Kit Harington parla della serie di sequel su Jon Snow

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Kit Harington parla della serie di sequel su Jon Snow

Kit Harington è apparso alla convention de Il Trono di Spade a Los Angeles, dove gli è stato inevitabilmente chiesto della serie di sequel su Jon Snow annunciata all’inizio di quest’anno. Anche se Harington non ha potuto dire molto sullo sviluppo dello show, ha parlato di come Jon Snow si troverà nella serie e di cosa potrebbe accadergli dopo che il suo personaggio ha ucciso Daenerys.

Penso che se glielo avessi chiesto, avrebbe pensato di cavarsela alla leggera“, ha detto Harington durante il panel alla convention domenica sera, secondo Entertainment Weekly. “Alla fine dello spettacolo, quando lo troviamo in quella cella, si sta preparando per essere decapitato e vuole esserlo. Ha finito. Il fatto che vada al Muro è il dono più grande e anche la più grande maledizione.”

Kit Harington ha continuato: “Deve tornare nella serie con tutta questa storia e vivere la sua vita pensando a come ha ucciso Dany, e vivere la sua vita pensando a Ygritte che muore tra le sue braccia, e vivere la sua vita pensando a come lui ha appeso Olly e vive la sua vita pensando a tutto questo trauma, e questo è interessante.” Senza parlare direttamente dello spin-off di Jon Snow, Kit Harington ha menzionato lo stato d’animo del suo personaggio alla fine di Game of Thrones e ha preso in giro indirettamente la serie spin-off. “Quindi penso che dove lo lasciamo alla fine dello spettacolo, c’è sempre questa sensazione di come… penso che volevamo una sorta di piccolo sorriso che le cose vanno bene. Non sta bene”, ha aggiunto.

All’inizio di quest’anno George RR Martin ha rivelato che è stato Harington ad avere l’idea di continuare la trama di Snow in una nuova serie. “Sì, è stato Kit Harrington (sic) a portarci l’idea”, ha scritto Martin nel suo blog nel giugno di quest’anno. “Non posso dirvi i nomi degli sceneggiatori/showrunner, dal momento che non è stato ancora autorizzato il rilascio… ma Kit li ha portati anche loro, la sua squadra, e sono fantastici.” Martin ha anche rivelato che SNOW è il titolo provvisorio della serie spin-off.

James Gunn afferma “Superman è una priorità enorme” e smentisce le voci negative su Henry Cavill

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Il co-capo dei DC Studios, James Gunn, è tornato a Twittare per rispondere ai fan e questa volta sta parlando in modo netto e chiaro su Superman. I tweet arrivano dopo la notizia che la versione di Patty Jenkins non andrà oltre Wonder Woman 3 e che il tanto chiacchierato e entusiasta annuncio del ritorno di Henry Cavill  come l’Uomo d’Acciaio potrebbe non avvenire. James Gunn ha twittato il poster di Superman celebrando la prima “44 anni fa” del film del 1978 con Christopher Reeve nel ruolo principale. Questo ha aperto una discussione con i  fan dei fumetti per chiedere a Gunn del futuro di Superman mentre lavora con il co-capo Peter Safran nel plasmare il futuro dell’Universo DC.

Uno dei tweet a cui James Gunn ha risposto proveniva da un utente di Twitter che chiedeva “se vedremo un Superman” nella nuova era perché ” i fan sono affamati di vedere di più del più grande personaggio dei fumetti sul grande schermo”. Gunn ha risposto: “Sì, certo. Superman è una priorità enorme, se non la più grande priorità.

Un altro fan ha affermato che a James Gunn “non piace Henry Cavill poiché il rapporto rilasciato all’inizio di questa settimana affermava che l’attore di The Witcher non aveva la garanzia di tornare al suo ruolo nel nuovo universo DC come previsto . Dopo il commento, un altro fan ha chiesto a James Gunn di “smascherare” quell’affermazione a cui il regista di The Suicide Squad ha detto: “Certo: falso”.

Cavill ha ripreso il suo ruolo di Superman in Black Adam con Dwayne Johnson  che è stato un grande sostenitore per riportare l’attore nei panni di Superman. Johnson ha rivelato che i precedenti leader dell’Universo DC non erano entusiasti del ritorno di Cavill, ma alla fine è riuscito nel riportare il ruolo all’attore poiché sentiva che Superman era l’unico avversario di Black Adam. Il futuro dei sequel di Black Adam Superman restano ancora un sogno e dopo che Wonder Woman 3 è stato accantonato per ora, James Gunn chiede ai fan di essere pazienti mentre la transizione è in corso:

Sappiamo che non renderemo ogni singola persona felice in ogni fase del percorso, ma possiamo promettere che tutto ciò che facciamo è fatto al servizio della STORIA e al servizio dei PERSONAGGI DC, sappiamo che ami e che abbiamo amato tutta la nostra vita”, ha twittato Gunn. “Per quanto riguarda ulteriori risposte sul futuro del DCU, purtroppo dovrò chiederti di aspettare. Stiamo dedicando a questi personaggi e alle storie il tempo e l’attenzione che meritano e noi stessi abbiamo ancora molte più domande da porre e a cui rispondere”.

Los Angeles Film Critics Association Awards, trionfano Tar e Everything Everywhere All at Once

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È stato il turno dei critici della costa occidentale ad assegnare i riconoscimenti per i migliori film e serie tv del 2022, con la Los Angeles Film Critics Association (LAFCA) che ha premiato due titolo come miglior film, “Everything Everywhere All at Once” di A24 e “Tár” di Focus Features. E’ la quarta volta che  due titoli arrivano in cima nei suoi 48 anni di storia dopo “Dog Day Afternoon” e “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (1975), “Network” e “Rocky” (1976) e “Gravity” e “Her” (2013).

Insieme al primo premio per “Tár”, Todd Field ha vinto sia il premio alla regia che quello alla sceneggiatura per il film. La sua protagonista Cate Blanchett si è aggiudicata il premio per la migliore interpretazione da protagonista, che ha condiviso con il veterano attore britannico Bill Nighy per il suo lavoro in “Living” di Oliver Hermanus.

Tutti i vincitori dei Los Angeles Film Critics Association Awards

È stato il primo anno in cui il premio è passato a categorie di recitazione neutre rispetto al genere, cambiamento annunciato ottobre scorso. Questo ha permesso alla Blanchett di vincere per la seconda vittoria ai LAFCA dopo “Blue Jasmine” (2013), per il quale ha vinto l’Oscar. Dopo un buon inizio ai premi della critica, inclusa la vittoria del New York Film Critics Circle, Cate Blanchett sembra aver staccato il gruppo di attori più votati. Va notato che Michelle Yeoh di “Everything Everywhere” e Danielle Deadwyler di “Till” sono state le seconde classificate al LAFCA, sottolineando quanto questa gara possa finire diversamente alla corsa del premio più ambito, gli Oscar.

Per il ruolo maschile invece questa è stata anche la seconda vittoria LAFCA per Bill Nighy, che è stato vincitore della categoria non protagonista nel 2004 per il suo miglior anno con quattro lungometraggi, tra cui “AKA”, “I Capture the Castle”, “Lawless Heart” e “Love Actually”. In “Living”, un remake di “Ikiru” di Akira Kurosawa, Nighy interpreta il signor Williams, un impiegato statale privo di senso dell’umorismo che sperimenta la vita dopo aver ricevuto una triste diagnosi. Il film ha iniziato il suo viaggio nel gennaio 2022 al Sundance Film Festival, dove è stato presentato in anteprima ed è stato acquisito da Sony Pictures Classics. Questo ha dato alla sua campagna la spinta che aveva bisogno per concorrere con gli altri contendenti di alto profilo quali Austin Butler, Colin Farrell e Brendan Fraser.

I premi per le migliori interpretazioni da non protagonisti sono stati divisi tra due incredibili attori asiatici: Dolly de Leon nei panni della manager Abigail in “Triangle of Sadness” e il lavoro di Ke Huy Quan nei panni dell’adorabile marito Waymond in “Everything Everywhere All at Once”.

Nel caso di Quan, è un’altro grande trinfo dopo i suoi premi Gotham e New York Film Critics, che continua la sua corsa all’attenzione dell’Oscar. Questo premio per de Leon rappresenta un enorme impulso alla sua campagna durante la votazione per le nomination ai SAG Awards. Un nuovo arrivato a Hollywood, l’attore filippino che ha ricevuto il premio concorrendo contro nomi più noti come Angela Bassett per “Black Panther: Wakanda Forever” e la seconda classificata Jessie Buckley per “Women Talking” è un enorme spinta.

Altri vincitori sono “Tutta la bellezza e lo spargimento di sangue” nella categoria per il film documentario/saggistica, per la categoria animazione trionfa “Pinocchio di Guillermo del Toro” e “Avatar: La Via dell’Acqua” che si è aggiudicato la migliore scenografia. “EO” di Janus Films e Sideshow, vince come miglior film internazionale per la Polonia. Il titolo ha già ha ottenuto due vittorie per il film in lingua straniera e un riconoscimento per la fotografia di Michal Dymek. Solo due scelte LAFCA nell’ultimo decennio non hanno ricevuto una nomination all’Oscar: Claire Mithon (“Atlantics” e “Ritratto di una donna in fiamme”) e Shabier Kirchner (“Small Axe”).

L’anno scorso, i Los Angeles Film Critics Association Awards ha premiato il dramma giapponese di Ryûsuke Hamaguchi “Drive My Car” come miglior film, che ha dato il via alla sua fortunata campagna di premi che ha portato a quattro nomination all’Oscar, incluso uno come miglior film. Alla fine ha vinto il miglior lungometraggio internazionale. Tutti i vincitori LAFCA saranno premiati al banchetto annuale del 14 gennaio 2023.

Tutti i vincitori dei  Los Angeles Film Critics Association

  • Miglior film: “Everything Everywhere All at Once” (A24) e “Tár” (Focus Features)
  • Miglior regista: Todd Field, “Tár” (Focus Features)
    Secondo classificato: SS Rajamouli, “RRR” (Variance Films)
  • Miglior protagonista: Cate Blanchett, “Tár” (Focus Features) e Bill Nighy, “Living” (Sony Pictures Classics) – Seconde classificate: Danielle Deadwyler, “Till” (Orion/United Artists Releasing) e Michelle Yeoh, “Everything Everywhere All subito” (A24)
  • Miglior non protagonista: Dolly De Leon, “Triangle of Sadness” (Neon) e Ke Huy Quan, “Everything Everywhere All at Once” (A24) Seconda classificata: Jessie Buckley, “Women
    Talking” (MGM/United Artists Releasing) e Brian Tyree Henry per “Causeway” (A24/Apple Original Films)
  • Miglior sceneggiatura : Todd Field, “Tár” (Focus Features)
    Secondo classificato: Martin McDonagh, “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Miglior fotografia : Michal Dymek, “EO” (Janus Films e Sideshow)
    Secondo classificato: Hoyte van Hoytema, “Nope” (Universal Pictures)
  • Miglior montaggio : Blair McClendon, “Aftersun” (A24)- Seconda classificata: Monika Willi, “Tár” (Focus Features)
  • Miglior scenografia : Dylan Cole e Ben Procter, “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios) – Secondo classificato: Jason Kisvarday, “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Miglior colonna sonora : MM Keeravani, “RRR” (Variance Films), Secondo classificato: Paweł Mykietyn, “EO” (Janus Films e Sideshow)
  • Miglior film in lingua straniera : “EO” (Janus Films e Sideshow),Secondo classificato: “Saint Omer” (Neon
  • Miglior documentario: “All the Beauty and the Bloodshed” (Neon), Secondo classificato: “Fire of Love” (National Geographic/Neon)
  • Miglior animazione : “Pinocchio di Guillermo del Toro” (Netflix), Secondo classificato: “Marcel the Shell With Shoes On” (A24)
  • New Generation Award: Davy Chou e Park Ji-Min, “Return to Seoul” (Sony Pictures Classics)
  • Premio Douglas Edwards Experimental Film : “Il tessuto del corpo umano” (Grasshopper Film)
  • Premio alla carriera : Claire Denis

The White Lotus: Mike White rivela gli appunti sulla terza stagione [Spoiler]

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The White Lotus ha appena concluso la sua seconda stagione, ma il creatore Mike White ha già molti appunti sulla terza stagione. Nella clip “Unpacking S2 E7” fissata alla fine del finale della seconda stagione, White suggerisce che la terza stagione potrebbe svolgersi in Asia e concentrarsi sulla “morte, religione e spiritualità orientale”.

“La prima stagione ha messo in evidenza i soldi, e poi la seconda stagione è il sesso”, ha detto White. “Penso che la terza stagione sarebbe forse uno sguardo satirico e divertente alla morte, alla religione e alla spiritualità orientali. Sembra che potrebbe essere un ricco arazzo fare un altro giro al White Lotus.

White ha precedentemente indicato che vorrebbe una terza stagione ambientata in Asia, dicendo a Deadline prima della premiere della seconda stagione: “Penso che sarebbe divertente forse andare in un continente completamente diverso. Sai, abbiamo fatto l’Europa, e forse l’Asia, qualcosa di folle del genere, sarebbe divertente.

Un momento nel finale della seconda stagione potrebbe indicare anche la posizione esatta della terza stagione. Mentre Ethan (Will Sharpe), Harper (Aubrey Plaza), Cameron (Theo James) e Daphne (Meghann Fahy) consumano la loro ultima cena al White Lotus in Sicilia, Cameron fa un brindisi all’amicizia e Daphne interviene: “L’anno prossimo, le Maldive!”

Nel segmento, White ha anche affrontato la morte scioccante di Tanya (Coolidge) nel finale, dicendo: “Alla fine della scorsa stagione, Tanya è seduta con Greg nell’ultimo episodio e sta parlando dei suoi problemi di salute. E lei dice: ‘Ho avuto ogni tipo di trattamento nel corso degli anni, la morte è l’ultima esperienza immersiva che non ho provato.’”

White ha continuato: “Stavo pensando, sarebbe così divertente riportare indietro Tanya perché è un personaggio fantastico, ma forse questo è il viaggio per lei, un viaggio verso la morte. Non che volessi davvero uccidere Tanya perché la amo come personaggio e ovviamente amo Jennifer, ma mi sentivo come se stessimo andando in Italia, è una tale diva – un archetipo femminile più grande della vita – sembrava che potessimo escogitare la nostra conclusione operistica per la vita di Tanya e la sua storia.

White ha detto che pensava che la morte di Tanya “per mano di qualcun altro fosse troppo tragica” e che Tanya “doveva dare il meglio di sé e che lei, in un certo senso, ha avuto una sorta di vittoria su chiunque stesse cospirando per sbarazzarsi di suo.”

“Mi ha fatto solo ridere pensare che le sarebbe piaciuto eliminare questa cabala di assassini e, dopo averlo fatto con successo, muore di questa morte da schifo, e sembrava che fosse proprio così Tanya”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda la cospirazione di Greg (Jon Gries) e Quentin (Tom Hollander) per uccidere Tanya, White ha detto: “È possibile che Portia [Haley Lu Richardson] sia abbastanza spaventata da lasciar perdere, ma il fatto che tutti quei ragazzi muoiano sulla barca, sembra che ci debba essere qualcuno che rintraccerà Greg. Ma forse dovrai aspettare per scoprire cosa succede.

MCU: la classifica delle migliori scene post-credits della Fase 4

La Fase 4 del MCU è iniziata con Black Widow e poi proseguita con Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, Eternals, Spider-Man: No Way Home, Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Thor: Love and Thunder e Black Panther: Wakanda Forever.

Alcuni di questi film sono stati migliori di altri, ma tutti sono stati caratterizzati da scene post-credits memorabili. Ora, con la Fase 4 giunta al termine, è arrivato il momento giusto per analizzare queste sequenze, classificandole dalla peggiore alla migliore; dai momenti più ironici, pensati per far ridere i fan, a quelli in cui si introducono nuovi personaggi (ce ne sono stati parecchi) e si gettano le basi per le storiyline future del franchise, c’è molto di cui discutere.

“È finita!”

Facendo ritorno a Terra-838, troviamo il Pizza Poppa di Bruce Campbell che si colpisce ancora in faccia prima che l’incantesimo di Doctor Strange svanisca. Ridendo come un maniaco, si gira verso la telecamera ed esclama: “È finita!”.

Spesso le scene post-credits sono comiche, ma questa ci è sembrata un’enorme perdita di tempo. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stato un ottimo film e non possiamo fare a meno di pensare che anticipare il destino della Strega Scarlatta o addirittura gettare le basi per il cameo di Wong in She-Hulk: Attorney at Law sarebbe stata una scelta migliore; invece, abbiamo semplicemente ottenuto la battuta finale di una pessima barzelletta.

La spada di Dane Whitman

Eternals Dane WhitmanIl Dane Whitman di Kit Harington è stato ampiamente sprecato in Eternals, ma questa scena ha almeno gettato le basi per la sua trasformazione in Black Knight…in qualche modo. Tornato alla casa di famiglia dopo aver assistito al rapimento di Sersi, apre una valigetta per rivelare la Lama d’Ebano prima che una voce misteriosa gli dica di fermarsi.

Ciò che la maggior parte dei fan non ha comprensibilmente capito all’epoca è che si trattava della lama di Mahershala Ali, il che ha reso questa sequenza più importante di quanto si pensasse. Tuttavia, un cameo vocale non è stato sufficiente e Blade avrebbe avuto bisogno di un’apparizione fisica.

I dieci anelli

Shang-Chi-Leggenda-Dieci-AnelliDopo la scomparsa di Wenwu, sembrava che la malvagia organizzazione dei Dieci Anelli fosse stata sconfitta, ma questa scena post-credits ha confermato che sua figlia, Xu Xialing, aveva deciso di riprendere il discorso da dove lei e il caro vecchio padre di Shang-Chi si erano interrotti.

Con Razor Fist al suo fianco, Xialing ha ora molto potere anche se, non sapendo a cosa condurrà, per il momento dobbiamo moderare le aspettative. Con un po’ di fortuna, le voci di una presentazione speciale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli su Disney+ si riveleranno corrette. In ogni caso, è stata una scena post-credits interessante, anche se non strabiliante, per la quale valeva la pena aspettare.

Benvenuta, Clea

Charlize Theron Doctor-strange-2

Doctor Strange nel Multiverso della Follia si è concluso con l’apertura di un terzo occhio sulla fronte dell’ex Stregone Supremo, che lasciava presagire un futuro oscuro e potenzialmente sinistro per l’eroe. Pochi istanti dopo, però, ha incontrato la Clea di Charlize Theron e sembrava perfettamente felice di quell’occhio in più, prima di saltare attraverso un portale verso la Dimensione Oscura dopo che gli era stato detto di aver causato un’Incursione.

È stato tutto un po’ sconcertante, ma non possiamo lamentarci troppo, soprattutto con il premio Oscar che interpreta l’amore della vita di Stephen Strange. Resta da vedere in che modo questo teaser di Doctor Strange 3 si inserirà nella più ampia Saga del Multiverso, ma di certo il colorato costume di Clea è accurato rispetto ai fumetti.

Jane Foster entra nel Valhalla

Jane Foster MjolnirThor: Love and Thunder è stato un film che si è mosso a rotta di collo, senza mai rallentare per dare ai suoi personaggi l’attenzione di cui avevano bisogno. Tuttavia, se guardiamo al di là dell’umorismo, per lo più terribile, possiamo sicuramente concordare sul fatto che il Mighty Thor di Natalie Portman è stato una grande aggiunta al MCU.

Dopo aver compiuto l’estremo sacrificio per sconfiggere Gorr il Macellatore di Dei, in questo finale troviamo Jane trasportata magicamente nel Valhalla dopo essersi guadagnata l’accesso all’aldilà asgardiano. Accolta da Heimdall, la scienziata ottiene un lieto fine. La porta, nel frattempo, è quasi certamente lasciata aperta per il suo ritorno come valchiria, una traiettoria simile a quella della controparte a fumetti di Jane.

Peter chi?

Peter Parker Spider-Man No Way HomeAggiunta a Spider-Man: No Way Home per la sua riedizione nelle sale quest’estate (in sostituzione del teaser di Doctor Strange nel Multiverso della Follia), questa scena fa luce su come funziona effettivamente l’incantesimo della memoria. Quando Betty Brant consegna l’ultimo servizio al Midtown News il giorno del diploma, vengono mostrate alcune foto dei suoi anni di liceo: tutte quelle in cui compare Peter Parker sono distorte per nascondere il volto dell’adolescente.

Questo solleva molte domande, ma almeno sembra suggerire che Spider-Man possa trovare un modo per far sì che la gente si ricordi di lui. Qualcosa che dovrà essere ripreso in Spider-Man 4, giusto?

Benvenuto tra gli Avengers

Marvel Fase 4 Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci AnelliShang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli rimane uno dei migliori film della Fase 4 del MCU e questa scena mid-credits è stata un modo intelligente per sottolineare l’importanza dell’eroe in questo mondo condiviso. Incontrando Bruce Banner, Capitan Marvel e Wong, Shang-Chi e Katy scoprono che i Dieci Anelli significano molto di più di quanto pensino.

Oltre a suggerire che questo aspetto verrà esplorato in seguito, il ritorno di Bruce nella sua forma umana ha sollevato molte domande su cui i fan dovranno riflettere e il fatto di concludere questa importante scena con un po’ di karaoke è stato un bonus divertente.

L’entrata in scena di Hercules

Hercules Marvel Comics Zeus Thor Love and ThunderI Marvel Studios hanno fatto cilecca con Zeus in Thor: Love and Thunder, con l’interpretazione del cattivo da parte di Russell Crowe che non ha funzionato come probabilmente sperava Taika Waititi. Il lato positivo è che appare un po’ più serio nella scena a metà dei titoli di coda del film, e la rivelazione che stia parlando con suo figlio, Hercules, si rivela una delle migliori sorprese della Fase 4.

Con la star di Ted Lasso, Brett Goldstein, nel ruolo, non vediamo l’ora di vederlo scontrarsi con il Dio del Tuono del MCU. I Marvel Studios hanno introdotto molti personaggi nelle scene dopo i titoli di coda nella Fase 4, ma Hercules rimane sicuramente uno dei migliori.

Il debutto di Starfox

Eternals

A precedere l’arrivo di Hercules nel MCU è stato il debutto di Harry Styles come Starfox in Eternals. Gli immortali Makkari, Druig e Thena alla deriva nello spazio sono rimasti sorpresi quanto noi ad incontrare Eros, il fratello di Thanos, e la sua compagna Pip.

Meno si parla dei VFX utilizzati per dare vita a quest’ultimo, meglio è; tuttavia, la comparsa di Eros per aiutare la squadra a rintracciare i suoi compagni Eterni dopo il rapimento da parte di Arishem il Giudice è una cosa importante e un’ottima anticipazione del sequel per un film che, pur non essendo universalmente amato, ne merita comunque uno. Speriamo solo che questo non cada nel dimenticatoio a causa del fatto che il film è il primo “Rotten” dei Marvel Studios.

Black Widow Vs. Hawkeye

Florence-Pugh-Black-WidowPur non essendo necessariamente sbalorditiva, questa è in realtà una delle scene post-credits più significative tra quelle elencate e per questo merita un posto in classifica così alto. In lutto per la scomparsa della sorella in Black Widow, Yelena Belova viene avvicinata da Falcon e Valentina Allegra de Fontaine di The Winter Soldier con la missione di eliminare Occhio di Falco. Facendo credere all’assassino che Clint Barton fosse responsabile della morte di Natasha Romanoff, la scena ha stabilito che Val ha piani sinistri per il MCU.

Inoltre, ha fatto un ottimo lavoro nel preparare il terreno per Hawkeye, un punto a favore quando molte delle scene post-credits citate stanno preparando progetti futuri che potrebbero o non potrebbero accadere (e che non sono ancora stati annunciati).

Venom nel MCU

Venom 3 film 2024La scena post-credits di Venom: Let There Be Carnage ha visto Eddie Brock trasportato misteriosamente nel MCU, con il simbionte che si è subito interessato a Spider-Man. Non ci aspettavamo necessariamente che questa scena venisse ripresa in Spider-Man: No Way Home, perché in realtà sembrava più un’anticipazione di Venom 3. L’antieroe non si è visto da nessuna parte in questo blcokbuster multiversale fino a questa scena di metà film, quando è stato mandato a casa senza nemmeno incontrare Peter Parker.

Piuttosto deludente, vero? In un certo senso sì, ma è stato anche divertente. Il motivo principale per cui si trova qui, tuttavia, è che un pezzo del simbionte Venom è stato lasciato nel MCU, scelta che pone finalmente le basi per far ottenere a Spider-Man il suo costume da alieno.

T’Challa

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L’attrice Letitia Wright nei panni di Shuri in una scena di Black Panther: Wakanda Forever.

L’unica scena post-credits di Black Panther: Wakanda Forever è una sequenza molto emozionante che vede Nakia avvicinarsi a Shuri sulla spiaggia di Haiti dove ha scelto di bruciare il suo abito funebre. È allora che la nuova Pantera Nera viene presentata a Toussaint, il figlio segreto di T’Challa. I due chiacchierano prima che il ragazzo dica alla zia che il suo vero nome wakandiano è “T’Challa“.

È un momento straordinario, un bel modo di concludere questo eccellente sequel e un giusto tributo a Chadwick Boseman e all’eroe che ha interpretato. Un giorno ci aspettiamo che erediti il mantello, ma prima di allora non vediamo l’ora di vedere Shuri in azione.

EFA Awards 2022, trionfa Triangle of Sadness

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EFA Awards 2022, trionfa Triangle of Sadness

Si è svolta ieri sera la cerimonia di assegnazione degli EFA Awards 2022, occasione in cui Triangle of Sadness di Ruben Ostlund ha portato a casa il maggior numero di vittorie, compreso quello al miglio film.

Ne esce bene anche l’Italia, che vede assegnato a Marco Bellocchio il premio EUROPEAN INNOVATIVE STORYTELLING per Esterno Notte e a Laura Samani il premio EUROPEAN DISCOVERY per Piccolo Corpo.

EUROPEAN FILM AWARD 2022, TUTTI I Vincitori

 

  • FILM EUROPEO – TRIANGLE OF SADNESS di Ruben Ostlund (Svezia/Germania/Francia/Regno Unito)
  • DOCUMENTARIO EUROPEO – MARIUPOLIS 2 di Mantas Kvedaravicius (Lituania/Francia/Germania)
  • REGIA EUROPEA – Ruben Ostlund per TRIANGLE OF SADNESS
  • ATTRICE EUROPEA – Vicky Krieps in IL CORSETTO DELL’IMPERATRICE
  • ATTORE EUROPEO – Zlatko Buric in TRIANGLE OF SADNESS
  • SCENEGGIATURA EUROPEA – Ruben Ostlund per TRIANGLE OF SADNESS
  • MIGLIOR RIVELAZIONE – PRIX FIPRESCI – PICCOLO CORPO di Laura Samani (Italia/Slovenia/Francia)
  • MIGLIOR COMMEDIA EUROPEA – THE GOOD BOSS / EL BUEN PATRÓN (Spagna)
  • FILM D’ANIMAZIONE EUROPEO – NO DOGS OR ITALIANS ALLOWED / MANODOPERA Francia, Italia, Belgio, Svizzera, Portogallo (70 min)
  • MIGLIOR MONTAGGIO – Özcan Vardar & Eytan İpek per BURNING DAYS
  • MIGLIORE FOTOGRAFIA – Kate McCullough per THE QUIET GIRL
  • MIGLIORI EFFETTI SPECIALI – Frank Petzold, Victor Müller & Markus Frank per NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE
  • MIGLIORE SCENOGRAFIA – Jim Clay per BELFAST
  • MIGLIOR TRUCCO – Heike Merker per NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE
  • MIGLIOR SONORO – Simone Paolo Olivero, Paolo Benvenuti, Benni Atria, Marco Saitta, Ansgar Frerich & Florian Holzne per IL BUCO
  • MIGLIORE COLONNA SONORA – Pawel Mykietyn per EO
  • EUROPEAN FILM AWARD FOR INNOVATVE STORYTELLING – Marco Bellocchio per ESTERNO NOTTE
  • EUROPEAN UNIVERSITY FILM AWARD – EO di Jercy Skolimowsky
  • MIGLIOR CONTRIBUTO AL CINEMA MONDIALE – ELIA SULEMAN
  • PREMIO ALLA CARRIERA – MARGARETHE VON TROTTA

Joker: Folie à Deux, la prima immagine dal set!

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Joker: Folie à Deux, la prima immagine dal set!

Todd Phillips ha condiviso la prima immagine dal set del giorno 1 di Joker: Folie à Deux. Arrivato in mezzo alla diffidenza generale, il primo film venne presentato nel 2019 alla Mostra Internazionale d’Arte cinematografica della Biennale di Venezia dove vinse il Leone d’Oro, arrivando fino alla notte degli oscar, che vide invece trionfare Joaquin Phoenix per la sua performance.

Di seguito, ecco la prima immagine dell’attore che si è di nuovo calato nei panni del personaggio dei fumetti che ha trovato nuova vita con la sua interpretazione:

I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Todd Phillips ha scritto il film e lo dirigerà. In Joker: Folie à Deux Joaquin Phoenix e Zazie Beetz riprenderanno i rispettivi ruoli di Arthur Fleck e Sophie Dummond, mentre c’è grande curiosità per quella che sarà l’Harley Quinn di Lady Gaga. Recentemente abbiamo appreso che anche Brendan Gleeson, Catherine Keener e Jacob Lofland si sono uniti al cast. Joker: Folie à Deux uscirà il 4 ottobre 2024.

Il ragazzo della porta accanto: trama, cast e curiosità sul film

Il ragazzo della porta accanto: trama, cast e curiosità sul film

Quello del thriller erotico è un genere che ha conosciuto la sua principale fortuna tra la metà degli anni Ottanta e gli anni Novanta. Titoli come Basic Instinct, 9 settimane e ½ e Attrazione fatale si sono affermati come i più celebri ed esplicativi delle componenti erotiche e thriller che caratterizzano questi titoli. A partire dagli anni Duemila, il genere sembrava però aver esaurito il suo fascino presso il grande pubblico. Nel 2015, tuttavia, un nuovo film appartenente a questo genere ha suscitato tanto scalpore quanto successo. Si tratta di Il ragazzo della porta accanto (qui la recensione), diretto dal regista Rob Cohen, noto per i film Dragonheart e Fast and Furious.

Scritto da Barbara Curry, il film nacque inizialmente con un ragazzo problematico che crea scompiglio in una famiglia qualunque. Il progetto, però, si trasformò ben presto in qualcos’altro, venendo fortemente influenzato dal caso dell’insegnante Mary Kay Letourneau, accusata di aver avuto un rapporto con un suo studente minorenne. Il film si dotò così di una serie di elementi scabrosi che però non mancarono di attirare l’attenzione degli spettatori, confermando il successo che questo genere di opere hanno. Tra sessualità e mistero, si svolge così una vicenda particolarmente controversa e coinvolgente.

Prodotto dalla celebre Blumhouse Productions, Il ragazzo della porta accanto costò appena 4 milioni, arrivando poi ad incassarne al box office oltre 50. Ancora oggi, a distanza di qualche anno, è un perfetto esempio del suo genere, avendo contribuito alla sua rivitalizzazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il ragazzo della porta accanto: la trama del film

Protagonista del film è Claire Peterson, insegnante di letteratura invidiata da tutti per la sua bellezza. Questa però non è bastata a salvare il suo matrimonio, dato che suo marito Garrett l’ha a lungo tradita con la sua segretaria. Dopo aver scoperto dell’infedeltà di lui, Claire ha dunque chiesto il divorzio, trovandosi improvvisamente a dover reinventare la propria vita e a dover gestire da sola il figlio adolescente Kevin. Il ragazzo, particolarmente timido, è infatti spesso vittima di bullismo. Ad aiutarla, per fortuna, c’è l’amica di sempre nonché collega di lavoro Vicky. Ben presto, però, i tentativi di una nuova normalità di Claire verranno sconvolti nuovamente.

Nella casa accanto a quella della donna, infatti, si trasferisce il giovane Noah Sandborn, un ragazzo particolarmente avvenente e generoso, il quale attira l’attenzione di Claire per la sua grande passione verso la letteratura. In breve, il ragazzo diventa un angelo custode tanto per lei quanto per suo figlio, facendosi benvolere anche all’interno della loro casa. Proprio in questa, una notte, Claire cederà alla passione con lui, pentendosene però poi amaramente. Noah non sembra però disposto ad accettare un rifiuto e inizia a spingersi sempre più in là, rivelandosi in tutta la sua follia e pericolosità.

Il ragazzo della porta accanto cast

Il ragazzo della porta accanto: il cast del film

Ad interpretare l’affascinante Claire vi è l’attrice e cantante Jennifer Lopez. Questa si interessò da subito al personaggio, contribuendo alla sua costruzione fornendo anche propri abiti. In particolare, la Lopez si disse entusiasta della possibilità di interpretare un ruolo che non prevedeva i classici stereotipi presenti nei confronti delle donne latinoamericane. Maggiori difficoltà sono invece state riscontrate nel girare le sue scene di sesso, per le quali però la Lopez si è rifiutata di ricorrere ad una controfigura. Accanto a lei, nei panni di suo maritò Garrett si ritrova John Corbett, mentre Ian Nelson, noto per la serie Teen Wolf, è il loro figlio Kevin.

Kristin Chenoweth interpreta invece Vicky, l’amica e collega di Claire. Hill Harper è Edward Warren, il preside della scuola dove lavora la protagonista, mentre François Chau ricopre il ruolo del detective Johnny Chou. Infine, nei panni del seducente Noah vi è l’attore Ryan Guzman. Anche noto per i film Ste Up Revolution, Tutti vogliono qualcosa e a serie Pretty Little Liars, questi si è trovato con Il ragazzo della porta accanto ad affrontare diverse sfide. Si tratta innanzitutto del primo film dove compare in scene di nudo, ma maggior imbarazzo è stato dato proprio dal dover filmare delle scene di sesso con la Lopez, riprese che lo hanno reso estremamente nervoso. Tra i due attori intercorrono circa 18 anni di differenza.

Il ragazzo della porta accanto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il ragazzo della porta accanto è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 10 dicembre alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Il genio della truffa: trama, cast e curiosità sul film con Nicolas Cage

Nel corso della sua lunga carriera il regista Ridley Scott ha affrontato quasi ogni genere possibile, dalla fantascienza di Alien all’epica di Exodus – Dei e re. Nel 2003 ha invece dato vita a quella che è a tutti gli effetti la sua prima commedia. Si tratta di Il genio della truffa, un’opera insolita e inedita nella sua filmografia, che dimostra una volta di più le capacità del regista di adattarsi ad ogni storia e sue relative caratteristiche. Scritto da Nicholas e Ted Griffin, quest’ultimo anche autore del film Ocean’s Eleven, il film si configura così come una rocambolesca storia di imprevisti, che porteranno i personaggi sull’orlo del disastro.

Il film è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Eric Garcia, pubblicato nel 2002 e divenuto in breve un grande successo. Nel giro di un anno, infatti questo si è trasformato nel film in questione, arricchito da tutto il gusto per la messa in scena di Scott come anche da una serie di preziose interpretazioni. Forse poco noto rispetto ad altri titoli del regista, Il genio della truffa non sembra avere nulla da invidiare a questi, rivelandosi un grande esempio di come la comicità dosata in modo giusto possa rivelarsi un arma estremamente potente. Particolarmente apprezzato dalla critica, il film sembrava dunque destinato ad un grande successo al momento del suo arrivo in sala.

Costato ben 62 milioni di dollari, Il genio della truffa riuscì tuttavia ad incassare circa 65. Passato dunque in sordina, ha fortunatamente visto negli anni una crescita di popolarità, fino a diventare un titolo particolarmente ricercato. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il genio della truffa: la trama del film

Protagonista del film è Roy Waller, il quale insieme al socio Frank Mercer forma un’incallita coppia di truffatori professionisti. Svolgendo tale attività, Roy manifesta una sicurezza unica, che non possiede affatto nel resto della sua quotidianità. Al di fuori del suo lavoro, infatti, si trova a dover combattere con una serie infinita di paranoie, dall’agorafobia fino a numerose altre ossessioni al limite della maniacale. Per cercare di mantenere il controllo di sé e delle sue nevrosi, questi è solito prendere alcune medicine prescrittegli dal suo medico di fiducia. Il giorno che però questi non si dimostra reperibile, per Roy hanno inizio seri guai.

Nel tentativo di risolvere i suoi problemi, decide allora di contattare la sua ex moglie. Quello che otterrà, però, non è ciò che si aspettava. Roy scopre infatti di possedere una figlia mai conosciuta prima, di nome Angela. Acconsentendo a tenerla con sé per qualche giorno, la ragazzina si rivelerà da subito entusiasta e attratta dal vero lavoro del padre, chiedendo di poter partecipare alle sue truffe e anzi spingendolo a puntare più in alto. Sempre più paranoico, Roy finisce però con il commettere una serie di errori che rischieranno di far finire in seri guai sé stesso, il suo socio e la figlia. Tentare di rimediare sarà l’unica cosa sensata da fare.

Il genio della truffa cast

Il genio della truffa: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del protagonista, Roy Waller, vi è l’attore premio Oscar Nicolas Cage. Questi aveva da poco terminato le riprese di Il ladro di orchidee, dove interpreta un altro personaggio particolarmente problematico, affetto da numerose nevrosi. Cage portò dunque un po’ di quell’esperienza nella sua costruzione del protagonista di Il genio della truffa. Particolarmente apprezzato per la sua interpretazione, Cage diede così vita ad un altro caratteristico personaggio, che dimostra una volta di più la sua grandezza di interprete. Accanto a lui, nel ruolo del suo socio Frank Mercer, vi è invece l’attore Sam Rockwell. Oggi premio Oscar per il film Tre manifesti a Ebbing, Missouri, questi ha per la sua interpretazione in Il genio della truffa ricevuto la nomination come miglior attore non protagonista ai Satellite Award.

Star del film è inoltre l’attrice Alison Lohman, presente nei panni di Angela, la figlia di Roy. Nonostante avesse già all’attivo qualche apparizione cinematografica, questo fu il ruolo che la fece conoscere a livello internazionale. Ottenne la parte dopo essersi presentata all’audizione vestendo e comportandosi come un’adolescente. Fu soltanto in seguito che Scott scoprì che l’attrice aveva in realtà 23 anni. Grazie alla sua interpretazione, venne poi scelta per il ruolo della giovane Sandra Bloom in Big Fish – Le storie di una vita incredibile. Nel film sono poi presenti gli attori Bruce Altman nei panni del dottor Harri Klein, medico di Roy, e Bruce McGill in quelli di Chuck Frechette, arrogante uomo d’affari vittima di una delle truffe del protagonista. Infine, nei panni di Kathy, la nuova compagna di Roy, vi è l’attrice Sheila Kelley.

Il genio della truffa: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il genio della truffa grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 10 dicembre alle ore 21:20 su canale Rai 4.

Fonte: IMDb

DCU: le sfide in serbo per James Gunn e Peter Safran

DCU: le sfide in serbo per James Gunn e Peter Safran

Recentemente abbiamo appreso che i co-CEO dei DC Studios James Gunn e Peter Safran hanno messo da parte Wonder Woman 3, Man of Steel 2 e persino Batman Beyond, decisione che segna la fine del DCEU così come lo conosciamo e apre le porte al rinnovato DCU. Si è parlato anche di un vero e proprio reboot del franchise per l’anno prossimo, con l’abbandono degli attori che interpretano gli eroi principali.

Anche se al momento c’è molta incertezza, è ormai chiaro che il DCU avrà poco in comune con il DCEU. Questo non sarebbe necessariamente un male dopo i film sfornati dalla Warner Bros. negli ultimi dieci anni, e possiamo analizzare perchè potrebbe essere il momento giusto per i DC Studios per andare avanti. Tuttavia, ci sono anche un paio di ragioni per cui dimenticare completamente il passato potrebbe essere un errore molto costoso.

Un nuovo inizio è necessario

Justice League DCULa Warner Bros. non ha mai avuto un piano per quello che i fan avrebbero poi soprannominato “DCEU” (un nomignolo originariamente creato per scherzo da un giornalista). L’Uomo d’Acciaio era solo un film su Superman, finché il sequel non ha inserito Batman nel mix… insieme a una serie di cammei che hanno fatto nascere troppo in fretta il progetto della Justice League.

Nel corso del tempo, lo studio ha iniziato ad aggiungere alla visione di Zack Snyder una storia in quattro o cinque parti, introducendo nel mix personaggi come Wonder Woman e Suicide Squad; così, i fan hanno dovuto iniziare a sopportare un film dopo l’altro a malapena legati tra di loro e sconclusionati. La situazione sarebbe potuta cambiare con The Flash, con attori che avrebbero sostituito Ben Affleck e Henry Cavill. Non c’è bisogno che tutto questo venga trasposto nel DCU.

L’eredità del DCEU

The Flash DCUOrmai dovreste aver capito che il DCEU nella sua forma attuale ha un bagaglio troppo grande da portarsi dietro. Immaginate se, quando i Marvel Studios hanno acquisito tutti i personaggi della Marvel Television e della 20th Century Fox, avessero dovuto attenersi alle decisioni del team creativo precedente? Ci ritroveremmo con un MCU con gli X-Men di Dark Phoenix inseriti a forza e Finn Jones che interpreta ancora Iron Fist.

Gunn e Safran stanno ereditando un bagaglio enorme dal DCEU, un bel fardello da portare quando si cerca di risollevare le sorti di un franchise danneggiato. Se si aggiungono alcune delle discutibili decisioni creative del DCEU (come il film su Flash che sostituisce Superman con Supergirl o l’arruolamento di un settantunenne come Batman), è chiaro che è arrivato il momento di voltare pagina con questo nuovo DCU.

Un nuovo DCU richiede nuovi volti

DCUAnche se siamo sicuri che il DCU introdurrà molti nuovi eroi e cattivi, non si può costruire un universo cinematografico di successo attorno ai personaggi di serie B e C preferiti da Gunn. Abbiamo bisogno che Superman, Batman e Wonder Woman siano in prima linea nelle storie che verranno raccontate in futuro, ma farlo con gli attori che li hanno interpretati in film stroncati dalla critica non sembra l’idea più intelligente.

Il pubblico assocerà Cavill, ad esempio, a Man of Steel, una storia che si è conclusa con lui che spezza il collo al Generale Zod. Se questa serie di film vuole davvero essere un nuovo inizio per il franchise, allora sono necessari volti nuovi per guidarlo, e ci sono tanti attori giovani là fuori che farebbero cose incredibili con La Trinità e il resto della Justice League.

Meno tossicità

Justice League Snyder Cut DCURilasciando la Snyder Cut la Warner Bros. sperava di superare il lato tossico del movimento #ReleaseTheSnyderCut. Ha funzionato… per lo più. Sfortunatamente per lo studio, ci sono molti fan che continuano a chiedere il sequel di Justice League di Zack Snyder e persino la director’s cut di Suicide Squad, un film uscito sei anni fa.

Anche adesso, abbiamo visto The Rock fomentare molti dei suoi fan, portandoli a sostenere Black Adam dopo che gli esperti lo avevano dichiarato un flop al botteghino. Ci sarà chi non è soddisfatto di un inizio completamente nuovo con questo DCU ma, abbandonando lo SnyderVerse, questi fan non avranno altra scelta che accettare che ciò che vogliono che accada non accadrà.

Un reboot è atteso da tempo

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MAN OF STEEL, Henry Cavill, as Superman, 2013. ph: Clay Enos/©Warner Bros. Pictures/courtesy Everett Collection

L’anno prossimo ricorrerà il decennale di Man of Steel, mentre sarà già passato mezzo decennio dall’uscita di Wonder Woman e Justice League. Il DCEU è sempre più in là con gli anni, ma a 10 anni dall’inizio del MCU non vedevamo l’ora di vedere Avengers: Infinity War dopo una serie di successi critici e commerciali.

Per il DCEU è stato un decennio di flop, una manciata di successi e molti film considerati tra i peggiori del genere. Cosa non vi fa pensare che sia arrivato il momento di un reboot? Anche se sarà un po’ strano che questo mondo condiviso venga rivisitato così presto dopo l’uscita di film del calibro di The Flash e Aquaman e il Regno Perduto, è arrivato il momento.

E i film del 2023?

Shazam! Fury Of The GodsNel 2023 usciranno Shazam! Fury of the Gods, The Flash, Blue Beetle e Aquaman and the Lost Kingdom. Normalmente saremmo entusiasti di tutti questi film, ma è difficile quando c’è così tanta incertezza sulle prossime uscite del DCU. Con il sequel di Aquaman in uscita proprio alla fine dell’anno, non c’è modo di rivelare questa serie di progetti del DCU senza compromettere in modo massiccio i film in arrivo.

Jason Momoa come Aquaman? Fantastico! Ora ricordateci perché dovremmo preoccuparci di vedere l’ultima apparizione di Momoa nei panni di Arthur Curry… I progetti rimanenti dell’era DCEU sono un problema, ma rilasciarli se non hanno alcuna attinenza con il futuro rende loro un vero e proprio disservizio, soprattutto quando si tratta di un eroina come Blue Beetle.

Gli attori meritano di meglio

Sebbene sia vero che stiamo lottando per trovare un motivo per non scartare tutto ciò che è anche solo provvisoriamente legato al DCEU, la Warner Bros. rischia di separarsi da molti grandi attori. Mettendo da parte gli attori di Justice League, questo significa che non ci sarà più John Cena come Peacemaker? Margot Robbie ha chiuso con il ruolo di Harley Quinn?

In questi termini, ci risulta difficile credere che tutti saranno reinseriti nel cast, a meno che l’idea non sia quella di utilizzare il concetto di Multiverso per riportare questi attori nei panni di personaggi diversi (una prospettiva innegabilmente intrigante). Ci dispiacerebbe dire addio a personaggi come Cavill e Gadot, ma come si fa a tenere loro e non Affleck? E come liberarsi di loro, ma non di tutti gli altri? Gunn e Safran hanno per le mani un bel pasticcio, questo è certo.

Mark Cousins: intervista al regista di My Name is Alfred Hitchcock

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In occasione della presentazione in Italia, al Noir in Festival 2022, di My Name is Alfred Hitchcock, Mark Cousins racconta il suo approccio al documentario che racconta l’opera del più famoso e studiato cineasta della storia del cinema.

Nell’anno del centenario del primo film di Hitchcock il Noir vuole rendere omaggio ad uno dei più grandi maestri del cinema con l’anteprima europea del nuovo documentario di Mark Cousins (Marcia su Roma, The Story of Film: An Odyssey) a lui dedicato e prossimamente in sala per Arthouse. Con My name is Alfred Hitchcock Mark Cousins fa rivivere allo spettatore l’immensa carriera del regista di capolavori tra cui Psycho, attraverso l’uso della sua stessa voce.

Saint-Omer: recensione del film di Alice Diop

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Saint-Omer: recensione del film di Alice Diop

Esordio al cinema di fiction della documentarista Alice Diop, Saint-Omer è uno dei titoli più interessanti del Concorso della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 79. Pur trattandosi di cinema di finzione, Diop parte dalla storia vera di Laurence Coly, accusata di aver ucciso la figlia di 15 mesi, ma posizionando la sua camera lontano dall’accusata, spostando l’attenzione su Rama, una scrittrice che segue il processo. 

Saint-Omer, la storia vera

Nel 2016, nell’aula di tribunale di Saint-Omer, tra Calais e Lille, si è svolto un processo a carico di una giovane donna franco-senegalese accusata di aver ucciso sua figlia di 15 mesi. L’atto, considerato tra i gesti più assurdi che si possano compiere perché contrario a tutte le idee, biologiche e sociali, legate alla maternità, renderà la giovane autrice di uno dei peggiori crimini mai commessi da una persona. Tutta la storia però è raccontata dal punto di vista di Rama, che fa sua quella paura e quel trauma. 

Il film si fonda su un linguaggio estremamente intimo e pittorico che associa la bellezza di inquadrature sobrie e fisse, dei veri e propri quadri, ai lunghi discorsi, spesso in camera, che i protagonisti rivolgono prima ancora allo spettatore che agli altri personaggi in scena. Questo connubio regala un approccio estremamente personale, di fronte al quale ci sentiamo nudi e coinvolti in maniera totale. 

Ma è nel dialogo tra Rama e l’imputata, tra le loro storie così diverse che però Rama sente affine che si nasconde tutta la meraviglia della storia e il senso di ciò che Diop cerca di fare, regista che pure quando racconta di personaggi inventati non riesce a fare a meno di partire da uno spunto reale, che la metta a suo agio con persone e fatti.

Razzismo e conoscenza di sé

Metterci nei panni di Rama, secondo quella che doveva essere l’intenzione del regista, potrebbe essere un aiuto per sentire fino alla fine l’approccio profondamente razzista che l’imputata vive, per estrazione sociale ma soprattutto per etnia. Quello sguardo discriminatorio annulla tutte le possibilità di entrare dentro a una psicologia disturbata che però nel finale trova la sua legittimazione anche attraverso un’arringa conclusiva che sta dalla parte di Laurence ma che ne fa una pazza, una persona fuori controllo. 

Quello che sembra voler dire Alice Diop con Saint-Omer è che l’indagine sulla propria esistenza ed essenza non è mai un viaggio facile e che possiamo più e più volte metterci nei panni dell’altro ma anche osservarlo e scoprire in questo modo nuovi strumenti per capire noi stessi.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, otto nuovi nomi nel cast

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Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, la serie vista da oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo, diventando la serie Original di Prime Video di maggior successo in ogni Paese e territorio alla sua prima stagione, ha annunciato otto nuovi componenti del cast per la seconda stagione, attualmente in produzione nel Regno Unito.

I nuovi componenti del cast di Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere sono: Oliver Alvin-Wilson, Stuart Bowman, Gavi Singh Chera, William Chubb, Kevin Eldon, Will Keen, Selina Lo e Calam Lynch.

Di seguito le biografie e i primi piani dei nuovi componenti del cast. Per ulteriori informazioni sulla serie, consulta la sezione dedicata a Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sul Press Site di Amazon Studios.

OLIVER ALVIN-WILSON – Oliver Alvin-Wilson’s television credits include The Bay (ITV), as “Guy Townsend,” Murder in Provence(ITV) as “Luc Martinez,” Collateral (BBC) as “Chips Benson” and Lovesick (Netflix) as “Alex.” In film, Oliver has been seen in Harkness, Wonder Woman 1984, and The Huntsman. He has appeared on stage in All of Us (National Theatre), Henry VI Rebellion/War of the Roses (Royal Shakespeare Company), The Twilight Zone (Almeida Theatre/Ambassadors Theatre), The Doctor (Almeida Theatre), A Midsummer Night’s Dream(Young Vic Theatre) and Nine Night (National Theatre/Trafalgar Studios) among many others.

STUART BOWMAN – Stuart Bowman can currently be seen in the television series The Pact (BBC), Karen Pirie (ITV), and The Control Room (BBC). He has previously played recurring roles in Alex Rider (Prime Video), Guilt (BBC), Bodyguard (Netflix), Versailles (Netflix), Grantchester (ITV), and Deadwater Fell (Channel 4) opposite David Tennant. Stuart’s work in film includes Man and Witch, The Cursed, Sunset Song, and Slow West. His recent theatre credits include Macbeth (Shakespeare’s Globe Theatre) as “Macduff.”

GAVI SINGH CHERA Gavi Singh Chera was most recently seen in the television series The Undeclared War (Channel 4) and The Lazarus Project (Sky). Other television credits include Vera (ITV) and Doctors (BBC). On stage, Gavi has appeared in productions including The Cherry Orchard (The Yard Theatre), Our Generation, Behind the Beautiful Forevers (National Theatre), Duck, 1922: The Waste Land (Jermyn Street Theatre) and Pygmalion (Headlong).

WILLIAM CHUBB William Chubb is a prolific actor whose television credits include Vampire Academy (Peacock), The Sandman (Netflix), Pistol (Hulu), QuizJonathan Strange and Mr. Norrell (BBC), Law & Order: UK (ITV) and House of Cards (BBC). On stage, William has appeared in numerous productions including The Tempest (Theatre Royal Bath), The Taxidermist’s Daughter (Chichester Festival Theatre), Witness for the Prosecution (County Hall, London), Othello (Shakespeare’s Globe Theatre) and Rosencrantz and Guildenstern Are Dead (Old Vic). His film credits include Sam Mendes’ Empire of LightA Week in Paradise, and Adrift in Soho.

KEVIN ELDON Kevin Eldon is a well-known performer in television, film and theatre. On television, Kevin has starred in Game of Thrones (HBO), Shadow And Bone (Netflix), Inside Number 9 (BBC) and has had recurring roles in Trigger Point (Peacock) and Dad’s Army. He also appeared in The Crown (Netflix), Criminal: UK (Netflix) and Doctor Who (BBC). In film, he has been seen in Martin Scorsese’s Hugo, Hot FuzzFour Lions and Set Fire to the Stars opposite Elijah Wood.

WILL KEEN Will Keen will soon start production on Prime Video’s My Lady Jane. He most recently wrapped the indie feature Borderland opposite Felicity Jones and Mark Strong, as well as the TV series The Gold(BBC1/Viacom). He was most recently seen in Ridley Road (BBC) and The Pursuit of Love (BBC) opposite Andrew Scott and Emily Beecham. His other TV credits include His Dark Materials (HBO), The Crown (Netflix), Genius: Picasso (National Geographic), Wolf Hall (BBC) and The Musketeers (BBC). Stage credits include Patriots (Almeida Theatre), Ghosts (Almeida Theatre), Waste (Almeida Theatre), Quartermaine’s Terms (Wyndham’s Theatre), The Arsonists (Royal Court) and The Coast of Utopia (National Theatre).

SELINA LO Selina Lo is a British-Asian actress and former martial arts champion, whose film credits include starring in Boss Level (Hulu) as “Guan Yin” and Hellraiser (Hulu) as “The Gasp.”  Her work in television includes a recurring role in One Child(BBC) as “Xu Lian.”

CALAM LYNCH Calam Lynch was most recently seen in Bridgerton(Netflix) as “Theo Sharpe.” Other television credits include Derry Girls (Channel 4) as “John Paul O’Reilly” and Mrs. Wilson (BBC) as “Gordon Wilson.” In film, Calam starred in Black Beauty (Disney+), Benediction opposite Jack Lowden, and Dunkirk. He has appeared in theatre in productions including Much Ado About Nothing (The Rose Theatre) and Wife (The Kiln Theatre).

Gli otto episodi della prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sono disponibili in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori.

Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere porta per la prima volta sugli schermi le eroiche leggende della mitica Seconda Era della storia della Terra di Mezzo. Questo dramma epico si svolge migliaia di anni prima degli eventi narrati in Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, e porta gli spettatori in un’era lontana in cui furono forgiati grandi poteri, regni ascesero alla gloria e caddero in rovina, improbabili eroi furono messi alla prova, la speranza appesa al più esile dei fili, e il più grande cattivo mai uscito dalla penna di Tolkien minacciò di far sprofondare tutto il mondo nell’oscurità. Partendo da un momento di relativa pace, la serie segue un gruppo di personaggi, alcuni già noti, altri nuovi, mentre si apprestano a fronteggiare il temuto ritorno del male nella Terra di Mezzo. Dalle più oscure profondità delle Montagne Nebbiose, alle maestose foreste della capitale elfica di Lindon, all’isola mozzafiato del regno di Númenor, fino ai luoghi più estremi sulla mappa, questi regni e personaggi costruiranno un’eredità che sopravvivrà ben oltre il loro tempo.

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita. Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

La seconda stagione della serie è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.

Odio il Natale, la recensione della serie su Netflix

Odio il Natale, la recensione della serie su Netflix

Dicembre è quel mese in cui si aspetta con ansia l’arrivo delle feste, ma anche il periodo in cui si fruiscono di più le commedie romantiche. E così Netflix come regalo ci dona Odio il Natale, adattamento della serie norvegese Natale con uno sconosciuto, e prima serie natalizia Made in Italy con protagonista Pilar Fogliati.

Al timone Matilde e Luca Bernabei con la Lux Vide, la casa di produzione che nel panorama italiano si può dire detenga il primato nello sfornare prodotti di successo. Questa volta i Bernabei hanno deciso di deliziare i loro spettatori svincolandosi dalle trame solite “religiose” e, esattamente come Viola come il mare, propongono un prodotto più indirizzato ai giovani piuttosto che alle famiglie. Odio il Natale è disponibile dal 7 dicembre sulla piattaforma streaming.

Odio il Natale, la trama

Mancano 24 giorni al Natale e Gianna (Pilar Fogliati) deve fare i conti con la sua famiglia che, in quel giorno di festa, si aspetta di vederla sistemata con un uomo. Le aspettative dei familiari e i loro giudizi riguardo la sua anomala situazione sentimentale, la mettono talmente tanto sotto pressione da farla mentire sull’esistenza di un compagno che presenterà al cenone.

A danno compiuto, Gianna è costretta a trovare davvero un uomo che possa portare a casa dei suoi a Natale, e mentre spera di trovare quello giusto si imbatte nei soliti uomini stereotipati che le bettono i bastoni fra le ruote. Ma grazie a quel che accade alle sue amiche Titti (Beatrice Arnera) e Caterina (Cecilia Bertozzi), e ai segreti che nascondono suoi genitori, capisce che la ricerca ossessiva di un compagno per la vita non la porterà da nessuna parte, se non a prendere consapevolezza di se stessa.

Un Natale alla ricerca di se stessi

Si dice che il Capodanno sia il giorno in cui si tirano un po’ le somme dell’anno passato, si stabiliscono i propositi per l’anno nuovo e si fa ammenda. Quel che invece non si dice è che il bilancio dell’anno a cui si sta per dire addio, con speranze annesse per il futuro, viene in realtà fatto nei giorni precedenti il Natale. È con questo presupposto che inizia Odio il Natale, quando la protagonista Gianna, interpretata da un’esuberante Pilar Fogliati, deve fare un resoconto della sua vita mentre affronta la sua catastrofica quanto bizzarra situazione sentimentale.

Il cliché del fidanzato a Natale è l’elemento cardine su cui si avvolge tutta la storia e la protagonista stessa, alla ricerca frenetica dell’uomo giusto da poter presentare ai genitori. Il cenone di Natale qui viene presentato sotto due luci diverse: come un campo minato, in cui qualsiasi parola può scatenare lo scontato sguardo giudicante dei commensali o la domanda invadente di un familiare, e come l’occasione per spuntare – o meno – la check-list precedentemente preparata. Questa spinosa situazione è accentuata da Gianna, la quale vive la tipica fase del trentenne in crisi, quel periodo di vita in cui si è in un limbo esistenziale: si guarda a cosa si è lasciato indietro per volgere l’attenzione al futuro, al mondo rigido degli adulti, il cui ingresso è sempre pieno di esitazione e timori.

Quel che permea tutto il tessuto narrativo della serie, e che spinge la protagonista a ribellarsi nel finale, è il dover soccombere alle aspettative degli altri per non generare delusioni, con il pensiero comune che doversi sposare e procreare è indispensabile arrivate ad una certa età, “perché l’orologio biologico non aspetta nessuno”. Ma i tempi cambiano, e spesso l’essere immersi in un contesto sociale frenetico inficia sul tempo a disposizione da dedicare a se stessi, fino a perdere la bussola della propria vita. Come accade alla protagonista, per contrastare questa condizione limitante, bisogna impegnarsi affinché un proprio posto nel mondo si trovi, poiché la felicità è ovunque e non solo nelle relazioni amorose, e spesso si trova negli angoli più nascosti del cuore se solo si osserva con attenzione.

Una Venezia magica piena di cliché

Mentre le battute di Love Actually scandiscono le sue giornate, Gianna si ritrova a dover affrontare, in un salto a ostacoli, le categorie di uomini più comuni e classiche, dal “mammone” all’ossessivo, al liceale con gli ormoni e l’emotività ballerina. Macchiette inserite nei soliti cliché, forse questa la pecca più evidente dello script, con un eccessivo dosaggio caricaturale dei comprimari di Gianna che ne fa perdere un po’ il tono tragicomico. Questi, in alcune scene, anestetizzano la fruizione incalzante della narrazione, molto accentuata dalla rottura della quarta parete della Fogliati, che in maniera verace si confida allo spettatore come se fosse un’amica al bar.

Gianna ci trasporta di fretta nelle sue dinamiche da montagne russe e si corre insieme a lei fra le strade e i canali di una suggestiva Venezia addobbata a festa, ambientazione anomala per una serie nostrana, ma proprio per questo più visivamente attraente. Eppure, per quanto immergersi nella sua quotidianità possa essere entusiasmante, la troppa frenesia con cui la si espone produce delle crepe nella trama, fino a diventare una commedia natalizia dalle venature quasi irreali. La scelta più corretta, per un glow up realistico dei protagonisti, sarebbe stata quella di dilatare i tempi degli episodi per permettere ai personaggi di avere più spazio per costruirsi e soprattutto più tempo per evolversi e consapevolizzarsi.

In conclusione, Odio il Natale è una commedia natalizia che segue il pattern romantico per eccellenza, seppur un po’ troppo ingolfato da luoghi e situazioni comuni che lo rendono un prodotto eccessivamente plastificato. Nonostante questo, la serie può essere un buon passatempo leggero per passare le serate invernali in attesa della feste di Natale, l’importante è guardarlo senza troppe pretese.

Gunny: trama, cast e frasi del film di Clint Eastwood

Gunny: trama, cast e frasi del film di Clint Eastwood

Da sempre attratto da personaggi controversi e complessi, Clint Eastwood decise di vestire nuovamente i doppi panni di interprete e regista per il film del 1986 Gunny. Il titolo originale è in realtà Heartbreak Ridge, in riferimento all’omonima battaglia svoltasi durante la guerra di Corea, nel 1951. “Gunny”, invece, si concentra maggiormente sul personaggio protagonista. Tale parola è infatti l’abbreviazione informale di “Gunnery sergeant”, grado dei sottufficiali dei Marines, ricoperto dal protagonista. Con quest’opera Eastwood torna dunque al film di guerra, dando nuovamente prova delle sue capacità da regista.

La storia di un sergente prossimo alla pensione che si ritrova a dover gestire un gruppo di indisciplinati militari nasce dalla penna di James Carabatsos. Questi è un veterano del Vietnam, il quale si è lasciato ispirare dalle proprie esperienze nel dar vita alla sceneggiatura del film. Arrivata all’attenzione di Eastwood, questi si dichiarò disponibile a recitare e dirigere, richiedendo anche la partecipazione delle Forse Armate. Queste, tuttavia, si rifiutarono di supportare il film, trovandolo lontano dalla realtà e ricco di stereotipi. A spaventare, in particolare, era la natura controversa del protagonista e i suoi modi decisamente poco ortodossi.

Ciò non impedì però a Gunny di affermarsi come un vero e proprio successo al box office. A fronte di un budget di soli 15 milioni di dollari, questo arrivò ad incassarne globalmente circa 121. Tale risultato confermò il grande interesse nei confronti dei film bellici, come anche la capacità di Eastwood di attrarre al cinema un ampio pubblico. Ancora oggi il titolo è considerato uno dei più belli del suo genere, da recuperare assolutamente qualora non lo si sia ancora visto. Prima di ciò, però, è certamente utile conoscere alcune curiosità ad esso legate, e che si possono ritrovare qui proseguendo nella lettura.

Gunny: la trama del film

La vicenda si svolge nel 1983, ed ha per protagonista il sergente Thomas “Gunny” Highway. Questi è un eroe della guerra di Corea e veterano del Vietnam, e nella sua gloriosa carriera è arrivato ad essere insignito della prestigiosa Medal of Honor. Nonostante ciò, Gunny è particolarmente odiato dai suoi superiori, i quali mal sopportano i suoi metodi bruschi e l’insofferenza verso la disciplina militare. A complicare la sua situazione vi è la sua dipendenza dall’alcol, che lo porta a cacciarsi in numerosi guai. Dopo l’ennesimo scontro fisico, Gunny viene trasferito presso un nuovo regimento, dove trascorrerà i suoi ultimi mesi prima del pensionamento. Qui si imbatte nel maggiore Powers, il quale desideroso di stabilire da subito il suo potere invia l’anziano soldato ad occuparsi di un plotone di inesperti esploratori.

Senza perdersi d’animo, egli inizia a sottoporre i giovani soldati ad un duro ma motivante addestramento. Se inizialmente questi faticano a sopportare le sue angherie, con il tempo impareranno ad apprezzare i valori che Gunny riesce a trasmettere loro con il suo operato. In breve, egli riesce infatti a guadagnarsi la stima e il rispetto del plotone. Questi devono però ora prepararsi allo sbarco nell’isola di Grenada, dove si consumerà un’accesa battaglia. Consapevole dei rischi a cui i giovani vanno incontro, Gunny tenta di prepararli quanto più possibile ad ogni evenienza, contravvenendo alle regole impostegli dal suo superiore Powers. Allo stesso tempo, però, l’anziano dovrà pensare anche a sé, ai suoi problemi, e a quella ex moglie con la quale desidera ricongiungersi.

Gunny cast

Gunny: il cast del film

Attratto dal personaggio, che giudicava giusto per le sue corte, Clint Eastwood non ci ha pensato due volte prima di interpretare il battagliero Gunny. Contrariamente a questi, tuttavia, l’attore non ha partecipato alla guerra in Corea. Per tale motivo, per prepararsi al ruolo ha richiesto di poter trascorrere del tempo presso alcune basi dei marines, dove poté apprendere quanto gli occorreva per risultare realistico nella sua interpretazione. In particolare, Eastwood ha affermato di essersi ispirato al duro James L. Johnson, veterano del Vietnam. Ormai affermato nome di Hollywood, l’attore guadagnò l’enorme cifra di 10 milioni di dollari per la sua partecipazione al film. Il suo fu il secondo compenso più alto dell’anno, secondo solo ai 12 milioni di Sylvester Stallone per Cobra.

Accanto a lui nel film si ritrovano alcuni noti attori e altri giovani esordienti. Tra i primi si annovera la pluricandidata all’Oscar Marsha Mason, nei panni di Angie, la ex moglie del protagonista. Everett McGill, noto per aver interpretato Ed Hurley in Twin Peaks, dà qui vita al severo maggiore Malcolm A. Powers. Di particolare rilievo è il ruolo ricoperto da Mario Van Peebles, che ricopre qui il personaggio del caporale “Stitch” Jones, uno dei soldati addestrati dal protagonista. Per tale ruolo era richiesto un attore che sapesse suonare la chitarra. Presentatosi al provino, Van Peebles affermò di non avere esperienza con lo strumento, ma di poter imparare in breve tempo a suonarlo. Date anche le sue doti attoriali, Eastwood decise di fidarsi di lui, venendo poi ripagato di ciò.

Gunny: le frasi più belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Gunny è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 9 dicembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Nel film sono inoltre presenti diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più importanti del film.

  • Io sono cattivo, incazzato e stanco. Sono uno che mangia filo spinato, piscia napalm e riesce a mettere una palla in culo ad una pulce a duecento metri. (Gunny)
  • Io sono il sergente Gunny Highway e ho bevuto più birra, pisciato più sangue e chiavato più mignotte e dato più cazzotti di tutti voi stronzetti messi assieme. Il maggiore Powers mi ha assegnato il comando di questo plotone. (Gunny)
  • Questo è il nuovo Corpo dei Marines. Una razza nuova. I personaggi come te sono anacronismi: ti dovrebbero chiudere in una bacheca con scritto “rompere il vetro solo in caso di guerra. (Maggiore Powers)
  • Andate in città stasera, divertitevi, fate gli scemi, strofinate l’uccellino fra le cosce delle vostre ragazze o schiaffatelo in qualche buco nel muro, sfogatevi, perché dalle sei in punto di domattina le vostre chiappe sono mie! (Gunny)

Fonte: IMDb

Vi presento i nostri: trama, cast e curiosità sul film con Ben Stiller

Quando nel 2000 Ti presento i miei arrivò sul grande schermo, si rivelò un grandissimo successo al botteghino, riuscendo a proporre secondo schemi a dir poco esilaranti il più classico dei topoi cinematografici, ovvero il conflitto fra il futuro genero e il padre della sposa. Grazie soprattutto alla dicotomia tra Ben Stiller e Robert De Niro. Con il sequel Mi presenti i tuoi?si alzò poi il tiro con risultati altrettanto divertenti. Nel 2010, a dieci anni dal primo film, è infine stato realizzato l’ultimo capitolo della trilogia, Vi presento i nostri, diretto stavolta da Paul Weitz, regista dell’acclamatissimo American Pie.

Questo nuovo capitolo, come suggerisce anche il film, porta gli spettatori a conoscere ora la famiglia formata da Greg, Pam e i loro due gemelli. Allo stesso tempo, però, gli sceneggiatori Larry Stuckey e John Hamburg hanno descritto il film come un racconto che, in modo naturalmente comico, riflette anche su temi delicati come la morte, il divorzio e tutte quelle altre cose a cui si inizia a pensare una volta che si diventa più grandi. Tra graditi ritorni nel cast e nuovi volti, tra tanta comicità e buoni sentimenti, anche questo terzo film della serie si è poi affermato come un grande successo.

Pur non replicando lo stratosferico incasso del secondo film, che aveva superato i 500 milioni, Vi presento i nostri ha comunque raggiunto la considerevole cifra di 310 milioni di dollari. Per gli appassionati dei primi due film, anche questo terzo conclusivo risulta essere quanto mai imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Vi presento i nostri: la trama del film

Questo ultimo capitolo della trilogia racconta sposta l’attenzione sulla nuova famiglia di Greg Fotter, ormai da tempo sposato con la sua Pam e padre di due gemellini. Il suo più grande traguardo sembra però l’aver davvero conquistato definitivamente il rispetto del suocero ed ex agente della CIA Jack Byrnes. Questi lo ha infatti designato nuovo capo famiglia, rinominandolo Don Fotter. Grazie alle sue qualità, Greg è stato però notato anche dall’affascinante Andi Garcia, rappresentante di una casa farmaceutica, che lo vuole come testimonial del suo farmaco contro le disfunzioni sessuali.

La paura di non farcela a occuparsi economicamente della sua famiglia convince infine Greg a prestarsi come testimonial per il farmaco. Naturalmente, il suo avvicinarsi ad Andi diventa oggetto di sospetti da parte di Jack, che teme che Greg stia tradendo la figlia. L’incombente festa di compleanno per i 5 anni dei due gemellini si presenta come l’occasione che Jack stava aspettando da sempre per poter finalmente screditare il genero e riavvicinare la sua adorata figlia al perfetto e benestante ex fidanzato Kevin Rawley. Ancora una volta Greg dovrà dunque impegnarsi a dimostrare la sua innocenza, in un crescendo di imprevisti particolarmente comici.

Vi presento i nostri cast

Vi presento i nostri: il cast del film

Ancora una volta ad interpretare Greg Fotter vi è il popolare attore comico Ben Stiller. Come per il precedente film, egli fece scrivere per il suo personaggio una comicità verbale più che fisica, con la quale si sentiva più a suo agio. Stiller ebbe poi anche l’opportunità di improvvisare diverse scene, acquisendo così totale disinvoltura con il personaggio. Nei panni della sua fidanzata Pam vi è anche in questo caso l’attrice Teri Polo, mentre Blythe Danner riprende il ruolo di Dina Byrnes. L’attore Robert De Niro interpreta invece Jack Byrnes, un ruolo comico per cui si è preparato approfonditamente ricercando nuovi dettagli per caratterizzare il personaggio. Nel film è poi presente anche Owen Wilson, nei panni di Kevin Rawley, ex fidanzato di Pam particolarmente apprezzato dai genitori di lei.

Il personaggio di Bernie Fotter, il padre di Greg, era inizialmente assente dal film, poiché l’attore Dustin Hoffman si era dichiarato insoddisfatto della storia. Tuttavia, i produttori riuscirono ad arrivare ad un accordo con lui affinché apparisse in sei scene. Al momento dell’accordo, però, il film era già stato completato e si dovettero eseguire delle riprese aggiuntive. Nel film è poi presente anche Barbra Streisand, nuovamente nei panni di Rosalind Fotter, la madre di Greg. Laura Dern interpreta Prudence, la direttrice della scuola frequentata dai piccoli Fotter, mentre Jessica Alba è l’affascinante Andi Garcia. Nel film vi è poi il grande amico di De Niro, Harvey Keitel, nei panni del dottor Bob. Fu proprio De Niro a suggerire l’amico per il ruolo.

Vi presento i nostri: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Vi presento i nostri è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 9 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Anarchia – La notte del giudizio: trama, cast e curiosità sul film

Arrivato sul grande schermo nel 2013, il film La notte del giudizio ha dato il via ad una delle più fortunate saghe cinematografiche ambientate in una realtà distopica. Composta da quattro film e una serie televisiva, la saga è stata ideata da James DeMonaco, ed ha in breve ottenuto ottimi riscontri di pubblico, tanto da giustificare la sua espansione. Nel 2014 è arrivato al cinema il primo di diversi sequel del titolo originale. Si tratta di Anarchia – La notte del giudizio (qui la recensione), ancora una volta scritto e diretto da DeMonaco. Rispetto al precedente, però, questo presenta una storia e un cast interamente nuovo.

Lo spunto ricorrente è però quello del periodo dello “Sfogo”. DeMonaco ha raccontato che l’ispirazione gli venne in seguito ad un evento che capitò realmente a lui e a sua moglie. I due stavano guidando quando all’improvviso rischiarono di essere coinvolti in un incidente stradale con un altro automobilista. Fermatisi sul bordo della strada, DeMonaco e questi iniziarono a prendersi a male parole, passando poi alle mani, e separati soltanto dall’intervento della polizia. Sconvolta da quell’evento, la moglie del regista sembra aver espresso l’idea che una volta all’anno dovrebbe essere consentito commettere omicidio.

Dopo che il primo capitolo era interamente ambientato all’interno dell’abitazione dei protagonisti, con questo sequel il regista ha avuto modo di portare lo spettatore direttamente nelle strade dove gli scontri avvengono. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Anarchia – La notte del giudizio: la trama del film

In questo sequel un nuovo Sfogo, la notte in cui ognuno potrà appunto dar vita ai più violenti istinti, è ormai prossimo. Questa è la notte preferita da teppisti, psicopatici, frustrati, ma anche ricchi rampolli di famiglie agiate che vogliono a modo loro partecipare alla Purificazione commettendo ogni qualsivoglia crimine senza la paura di ripercussioni. Tutto è legale. Tale notte appare però sempre più un modo per eliminare gli strati più deboli e poveri della società, e a sostenere questa tesi vi è un gruppo dissidente capeggiato dal carismatico leader Carmelo. Durante queste famigerate ore vige il coprifuoco per quanti non sono in grado di difendersi ma non tutti riescono a raggiungere la propria casa in tempo.

E’ il caso di una giovane coppia, Shane e Liz a cui si ferma la macchina sull’autostrada. Questo sfortunato destino farà incrociare le loro vite con quelle di altri tre sconosciuti predestinati a divenire vittime della violenza. Il primo è un uomo misterioso detto il Sergente, che salva loro la vita ma che sembra abbia un’importante missione da portare a termine. Gli altri due personaggi sono una coppia di donne indigenti, madre e figlia, scelte per essere massacrate da un gruppo di miliardari e per questo rapite da un sinistro commando armato. L’unico modo per sopravvivere in questa follia è quello di rimanere continuare a fuggire e nascondersi fino al sorgere del sole.

Anarchia - La notte del giudizio sequel

Anarchia – La notte del giudizio: il cast del film

Se nel primo film il protagonista era l’attore Ethan Hawke, il nuovo personaggio principale è ora interpretato da Frank Grillo. Proprio grazie a questo film egli è oggi particolarmente celebre, e il suo sergente tornerà poi anche nel sequel del 2016. Per costruire questo, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato ai più celebri giustizieri interpretati da Clint Eastwood. Accanto a lui vi è poi Carmen Ejogo, nei panni di Eva Sanchez, che insieme a sua figlia Cali tenta di sfuggire allo Sfogo. Gli attori Kiele Sanchez e Zach Gilford, sposati nella realtà, danno qui vita alla coppia composta da Liz e Shane. Michael Keneth Williams, noto per la serie Boardwalk Empire, è invece il combattivo Carmelo.

Anarchia – La notte del giudizio: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, nel 2016 è arrivato in sala il terzo capitolo, intitolato La notte del giudizio – Election Year. Con questo, DeMonaco continua ad esplorare lo Sfogo, espandendo inoltre i suoi confini. Se nel primo film la vicenda si svolgeva dall’interno di una casa, e nel secondo tra le strade, con il terzo si arriva invece agli ambienti governativi. Questo ha portato inoltre ad un necessario cambio nel punto di vista. Nel primo film la vicenda è infatti raccontata dai ricchi, nel secondo dai poveri, e nel terzo dagli uomini di politica. Una volta conclusasi la trilogia, è arrivato in sala nel 2018 il primo prequel, intitolato La prima notte del giudizio. Interpretato dalla premio Oscar Marisa Tomei, e dalla giovane Melonie Diaz, questo esplora la prima edizione del celebre Sfogo.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire di Anarchia – La notte del giudizio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 9 dicembre alle ore 23:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Patricia Mazuy: intervista alla regista di Bowling Saturne

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Patricia Mazuy: intervista alla regista di Bowling Saturne

Ecco la nostra intervista a Patricia Mazuy, regista di Bowling Saturne, film presentato al 32° Noir in Festival e vincitore del Black Panther Awards 2022.

Il film racconta come dopo morte del padre, Guillaume erediti la pista da bowling di famiglia che dona al fratellastro Armand. Un luogo carico di ricordi, segreti e fantasmi interiori, dove si scatena una serie di omicidi. I due fratelli verranno trascinati in un abisso pieno di demoni e dovranno fare i conti con la loro eredità. L’oscurità regna su un mondo nel quale vale solo la regola della caccia.

La scrittrice e sceneggiatrice Cinzia Bomoll, il direttore artistico del Festival europeo del cinema fantastico di Strasburgo Daniel Cohen e l’attrice Manuela Velasco hanno attribuito all’unanimità il Black Panther 2022 per il miglior film a BOWLING SATURNE di Patricia Mazuy con la seguente motivazione: “Per averci accompagnato in un viaggio interiore che conduce all’istinto omicida, attraverso un realistico e potente utilizzo del noir.”

The Fabelmans, il nuovo poster italiano

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The Fabelmans, il nuovo poster italiano

Leone Film Group e Rai Cinema presentano un nuovo poster italiano e una nuova immagine di The Fabelmans di Steven Spielberg, che ha appena vinto il National Board of Review Award per la miglior regia, oltre al miglior esordio per l’interpretazione di Gabriel LaBelle.

The Fabelmans, il nuovo poster italiano

The Fabelmans, leggi la recensione

Il film, che ha già ottenuto il Premio del Pubblico al Festival di Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar® Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar® John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah Broshar. 

Prodotto da Amblin Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e sarà al cinema dal 22 dicembre con 01 Distribution.

Forever Young – Les Amandiers, la recensione del film di Valeria Bruni Tedeschi

Valeria Bruni Tedeschi, la celebre attrice italo-francese torna a dirigere un film, tra l’altro, da lei stessa sceneggiato (con Noémie Lvovsky e Agnès de Sacy): Forever Young (Les Amandiers). Dopo I villeggianti (2018), questa volta vediamo Bruni Tedeschi solo alla camera di regia. Paradossalmente, in un film estremamente autobiografico, sceglie di non comparire sulla scena: attraverso una giovane e abilissima protagonista, Valeria Bruni Tedeschi realizza un’opera evocativa e nostalgica che affronta la giovinezza con estrema intensità emotiva.

La trama di Forever Young

forever young les amandiers

Stella (Nadia Tereszkiewicz) è una ragazza benestante che sogna di fare l’attrice. Insieme ad altri dodici giovani, viene presa nella celebre scuola di recitazione teatrale diretta da Patrice Chéreau (Louis Garrel), l’École des Amandiers a Nanterre. All’interno degli spazi teatrali, le gioie e i tormenti degli aspiranti attori si liberano e si mescolano alle ambizioni. Amori, passioni carnali e droghe sono insiti negli spiriti di questi giovani artisti: se da un lato sono aspetti essenziali per dare profondità alla recitazione, dall’altro causano grandi drammi. Così, dentro e fuori dal teatro, gioia e dramma sono essenziali per vivere (e recitare) appieno. Croce e delizia.

Passioni carnali, passioni artistiche

Forever Young è una storia autobiografica: Valeria Bruni Tedeschi sceglie di raccontare i suoi esordi, quando era allieva del celebre regista Patrice Chéreau. Oltre al tema della recitazione, nel film vengono affrontati quello della droga e dell’AIDS, problematiche intrinseche al mondo dell’arte e alla gioventù.

C’è chi si droga per avvicinarsi all’arte, chi si buca per evadere dalla realtà, chi fa sesso spensieratamente e chi ha il vizio di tradire. In Forever Young anche i temi più impegnativi sono approcciati attraverso quel mix di drammaticità e spensieratezza tipici della giovinezza. All’interno del gruppo di ragazzi, la promiscuità regna sovrana e i problemi di uno diventano quelli di tutti, non solo in senso spirituale e metaforico. La condivisione delle passioni e delle difficoltà è un aspetto enfatizzato nel film e dona profondità sia ai momenti allegri che a quelli drammatici. Il gruppo è una necessità in Forever Young, una dipendenza e un’ancora di salvezza allo stesso tempo.

Un cast giovanissimo

Forever Young (Les Amandiers)

Forever Young. Giovani per sempre. Così ci si sente a vent’anni e così si sente la regista facendo rivivere la sua gioventù sul grande schermo. Probabilmente, anche il freschissimo cast scelto da Bruni Tedeschi condivide questo sentimento: al di là del grande Louis Garrel (che ha da poco recitato nei panni di Godard), il resto degli interpreti di Forever Young sono ventenni pressoché sconosciuti a livello internazionale. Nonostante ciò, tutti recitano perfettamente la propria parte. Un film così meta-narrativo ha bisogno di attori in grado di percepire l’emotività dei personaggi. Nadia Tereszkiewicz, la protagonista, ha relativamente poche battute perché Stella comunica sé stessa attraverso il volto ed il corpo. Estremamente comunicativi sono anche i grandi occhi di Sofiane Bennacer nei panni di Étienne o i capelli rosso fuoco e il sorriso di Clara Bretheau.

I personaggi di Forever Young sono belli e dannati, il prototipo degli artisti, ma non solo: esprimono esattamente come ci si sente a vent’anni, quando si è allo stesso tempo egocentrici (si pensa alla carriera) e pronti a darsi totalmente a quell’altro significativo.

Densità e stratificazione

Forever Young è un film denso e intenso: autobiografico, meta-narrativo, teatrale, drammatico. Lo spettatore segue il lavoro che gli artisti fanno su sé stessi e può condividere i loro sentimenti. La profondità narrativa è espressa molto bene sia dalla colonna sonora che dalle immagini. Le scelte musicali di François Waledisch sono tutte significative. In particolare, Guarda che luna di Fred Buscaglione riecheggia come canzone di scena e come musica extra-dietetica.

Le inquadrature strette, intime, insieme alla grana della pellicola delle immagini danno l’idea di un’opera realizzata per essere condivisa tra amici. L’aspetto vintage, gli anni Ottanta fatti di auto a scatolette colorate e di cappotti ampi, possono solo accompagnare. Forever Young è come un filmino realizzato dietro le quinte, è onesto e sporco, impreciso e quindi perfettamente vero e vivo.

Kristen Stewart presidente di Giuria al Festival di Berlino 2023

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Kristen Stewart presidente di Giuria al Festival di Berlino 2023

Kristen Stewart è stata selezionata come presidente della giuria internazionale al Festival Internazionale del Cinema di Berlino del prossimo anno. L’attrice, che è diventata famosa con la saga fantasy di Twilight, è nota per il suo lavoro di recitazione, inclusa recentemente la sua interpretazione della principessa Diana in Spencer, per il quale è stata nominata agli Oscar. Sta per fare il suo debutto alla regia di un lungometraggio con The Chronology of Water, un adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Lidia Yuknavitch.

Ha fatto il suo debutto alla Berlinale nel 2010 con la produzione indipendente Welcome to the Rileys accanto al regista Jake Scott ed è anche apparsa al Festival di Cannes di quest’anno, a sostegno di Crimes of the Future di David Cronenberg, in cui interpreta un’impiegata del centro trapianti.

“Siamo entusiasti che Kristen Stewart si assuma questo incarico distinto”, hanno dichiarato i direttori del festival Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian. “È una delle attrici più talentuose e sfaccettate della sua generazione. Da Bella Swan alla Principessa del Galles ha dato vita a personaggi intramontabili. Giovane, brillante e con un impressionante corpus di lavori alle spalle, Kristen Stewart è il ponte perfetto tra gli Stati Uniti e l’Europa.”

Stewart sta anche attualmente lavorando a una serie reality sul paranormale, per la quale ha recentemente pubblicato un casting aperto. È la produttrice esecutiva del progetto, incentrato sui cacciatori di fantasmi LGBTQ+. Sta anche lavorando a un progetto con la sua fidanzata, lo sceneggiatore Dylan Meyer, con il duo che scrive una serie TV ancora senza nome.

Kang il Conquistatore: Jonathan Majors dichiara le sue ispirazioni per il nuovo villain MCU

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La star di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Jonathan Majors, che nel film darà vita a Kang il Conquistatore, delinea alcune delle profonde ispirazioni a cui ha attinto per creare la sua versione di Kang nel prossimo sequel. Servendo come primo film della Fase 5 del MCU, l’imminente terzo ingresso nel franchise Marvel di Paul Rudd dovrebbe uscire il prossimo febbraio. Il film, che vede il ritorno del regista Peyton Reed, dovrebbe essere l’avventura più significativa di Ant-Man in solitaria, con il debutto ufficiale di Kang il Conquistatore. Una variante di Kang è apparsa per la prima volta nel finale della prima stagione di Loki, ma questa nuova versione del personaggio dovrebbe essere il cattivo centrale nella Fase 6.

Con Kang destinato a essere la prossima minaccia di livello-Thanos da sconfiggere per i Vendicatori, Majors, in una recente intervista con CinePOP, rivela alcune delle sue ispirazioni per lo sviluppo del formidabile nuovo Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Parte della preparazione dell’attore per il ruolo includeva il prendere ispirazione dagli altri cattivi dei Vendicatori come Loki, Ultron e Thanos, ma Majors rivela che si è ispirato anche a una serie di altre fonti e che il significato del personaggio non gli è sfuggito.

“È divertente, perché ci sono passato e ho guardato Ultron, ho guardato Loki, ho guardato Thanos. E avevo un’idea, solo per me, di cosa volevo portare al MCU attraverso Kang. E c’è un certo requisito che deve esserci.

Penso che Ultron, Loki e Thanos siano i cattivi o gli antieroi per eccellenza. Avevano tutti qualità molto interessanti e alcuni di loro condividevano qualità, il che è solo una necessità per prendere il sopravvento. E così una volta li ho tirati fuori e li ho messi nella ‘zuppa Kang’, poi ho guardato, ‘Di cosa altro abbiamo bisogno per questo periodo di tempo?’

La nostra generazione, cosa rappresentiamo, cosa è un grande male per noi? Cosa vedranno i nostri figli? Cosa vedranno i nostri partner? Cosa vedranno i nostri leader? Cos’è che il nostro zeitgeist, cito senza virgolette, bisogni? Cosa stiamo evocando? Cosa c’è nell’inconscio del nostro tempo adesso? E la Marvel ha, a mio parere, la più grande piattaforma di intrattenimento. E quindi per portare il grande male, il grande cattivo deve rappresentare così tante cose e deve essere collegato a così tante cose. Quindi ho letto il giornale, ho guardato i libri di storia… ho parlato con le persone, guardo mio figlio, parlo con il mio partner. Di cosa abbiamo paura in questo momento? Cosa “È questo che ci spaventa? Perché Kang deve essere… qualsiasi grande male è una manifestazione delle nostre più profonde insicurezze come società”.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

Man of Steel 2, i piani e il futuro per il sequel con Henry Cavill

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Dopo l’annucio che il film era in fase di sviluppo mesi fa, sono usciti nuovi aggiornamenti su Man of Steel 2 che aiutano a chiarire lo stato del progetto ai DC Studios. Henry Cavill è tornato ufficialmente nell’universo DC quest’anno dopo essere stato assente dal franchise dal 2017. Sebbene breve, il Superman di Cavill sia apparso durante la scena post-crediti di Black Adam in cui ha condiviso un breve incontro con l’antieroe di Dwayne Johnson. Non molto tempo dopo l’uscita del film, Man of Steel 2 è stato messo in fase di sviluppo iniziale.

Tuttavia, i report sul prossimo film di Superman sono stati ora messi in discussione a seguito di nuove affermazioni secondo cui DC Studios sta effettuando una revisione significativa della DCU. Deadline ha fornito ulteriori dettagli su ciò che sta accadendo con Man of Steel 2.

Prima che James Gunn e Peter Safran venissero scelti per dirigere i DC Studios, Michael De Luca e Pam Abdy della Warner Bros. Pictures hanno approvato l’apparizione di Cavill in Black Adam, con la speranza di averlo nel suo film solista nei prossimi anni. A questa speranza ha fatto eco un post social di Henry Cavill stesso, che ha fatto molto rumore, in cui annunciava di “essere tornato” come Superman, pubblicazione fatta però in autonomia dopo l’uscita di Black Adam e non in coordinazione con la Warner Bros.

Questo è avvenuto poco prima dell’annuncio di Gunn e Safran a capo della DC Films. De Luca e Abdy, tuttavia, avevano ricevuto una presentazione di Man of Steel 2 da uno sceneggiatore senza nome, ma non ne erano contenti. Man of Steel 2 non ha mai ricevuto un via libera ufficiale e non aveva un regista associato, e la Warner Bros. sta aspettando una presentazione migliore.

Al momento, non è chiaro cosa stia succedendo con nessuno degli attori della Justice League, poiché Wonder Woman 3 di Gal Gadot è stato, anche se sembra che lo studio voglia far fuori solo Jenkins e non l’attrice. Secondo quanto riferito, il franchise Aquaman di Jason Momoa non dovrebbe avere un seguito dopo il film che arriverà a dicembre 2023, e nessuno sa cosa accadrà con Ezra Miller dopo l’uscita del film The Flash. Ecco perché è impossibile sapere cosa succederà al Superman di Cavill nel DCU, insieme ai suoi colleghi membri del cast della Justice League.

James McAvoy spiega perché voleva che il suo Xavier sembrasse un tossicodipendente in Giorni di un futuro passato

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James McAvoy torna a parlare dei suoi giorni da Charles Xavier per il franchise Fox degli X-Men e spiega perché voleva che la sua incarnazione del Professor X degli anni ’70 in X-Men: Giorni di un futuro passato avesse un’estetica nettamente diversa dalla versione di Patrick Stewart. Il film del 2014 ha messo in scena prima di Endgame, ma sicuramente con meno eco mediatica, un viaggio nel tempo per un maxi evento crossover nell’ambito dei film di supereroi e vedeva il Wolverine di Hugh Jackman tornare nel passato per reclutare versioni più giovani del Professor X e Magneto per fermare un assassinio che avrebbe portato alla distruzione del suo mondo nel presente.

Dall’inizio del franchise sappiamo che la figura del Professor X incarnata da Patrick Stewart è saggia ed equilibrata, un mentore e un padre per tutti i giovani mutanti della storia, ma nel film del 2014, la versione giovane del personaggio, con il volto di James McAvoy, è tutt’altro che equilibrata. Parlando con GQ , l’attore ha spiegato di aver insistito per avere questa incarnazione più giovane del personaggio che sembra essere nelle fasi della prima tossicodipendenza e molto lontana dall’aura calmante e saggia del Professor X con cui i fan avevano familiarità.

“Quando ho scoperto che Patrick sarebbe stato nel film, e guarda come Patrick interpreta il Professor X, volevo avere i capelli lunghi e dare l’impressione di fumare molta erba. E forse anche prendere di qualcosa di più forte, visto che il mio personaggio era negli anni ’70. Solo per mostrare che tipo di viaggio ha compiuto Xavier per trasformarsi nella versione di Patrick Stewart… Avevo così pochi capelli a questo punto e abbiamo finito per fare una sessione di estensione dei capelli di 18 ore in una sola seduta… Ma alla fine avevo i capelli che ha Xavier in Giorni di un futuro passato.”

Diretto da Brian Singer, il film ha avuto un grande successo ed ha presentato un ricchissimo cast che ha messo in scena i mutanti a cavallo delle epoche. Purtroppo è stato l’ultimo film riuscito che ha visto sullo schermo i mutanti marvel, mentre ora si aspetta la versione MCU degli stessi personaggi.

Wonder Woman 3 si farà, con Gal Gadot ma senza Patty Jenkins?

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Wonder Woman 3 si farà, con Gal Gadot ma senza Patty Jenkins?

A seguito delle notizie riguardanti l’annullamento di Wonder Woman 3 ai DC Studios, la regista Patty Jenkins ha dichiarato di non voler sviluppare una nuova storia per il terzo capitolo della trilogia dedicata al personaggio. Dopo l’uscita nel 2020 di Wonder Woman 1984, Warner Bros. ha portato avanti un progetto su Wonder Woman 3. Dall’annuncio iniziale, Jenkins ha lavorato attivamente alla sceneggiatura, con Gal Gadot confermata come unico membro del cast di ritorno. Nessuna data di uscita era stata fissata, ma Wonder Woman 3 era ancora sulla buona strada come uno dei prossimi film del DC Universe.

Tuttavia, nuovi report di questa settimana hanno rivelato che i DC Studios hanno bloccato e annullato lo sviluppo di Wonder Woman 3 dopo che Jenkins aveva presentato un trattamento che non si adattava bene agli imminenti piani DCU. Mentre Gadot e Jenkins devono ancora commentare la notizia, IndieWire ha appreso che la regista non sarebbe più interessata a ri-sviluppare il trequel di Wonder Woman. A partire da ora, Jenkins si sta allontanando dal franchise DCU per perseguire altri progetti. Inoltre, secondo The Wrap, Jenkins ha deciso di abbandonare il treequel dopo che i capi della Warner Bros. Michael De Luca e Pamela Abdy hanno rifiutato il suo trattamento iniziale e le hanno chiesto di proporre qualcos’altro. Il giornale riporta che Jenkins voleva che “sapessero che si sbagliavano, che non la capivano, non capivano il personaggio, non capivano gli archi dei personaggi e non capivano cosa Jenkins stesse cercando di fare”.

Tuttavia, mentre Patty Jenkins si allontana sempre di più dal terzo film dedicato a Wonder Woman, Warner Bros. e DC Studios vogliono ancora realizzare il film con Gal Gadot come protagonista. Il franchise cinematografico di Wonder Woman è iniziato come il gioiello della corona dell’Universo DC. Il successo del suo sequel è più difficile da determinare a causa della sua uscita in pandemia, ma l’annuncio da parte di WB che Wonder Woman 3 era in fase di sviluppo poco dopo la sua uscita sembrava aver ratificato il suo successo. Due anni dopo, tuttavia, il cambio di leadership dei DC Studios ha portato dei cambiamenti alla fase di pre-produzione.

Ieri sono iniziate a circolare notizie secondo cui Wonder Woman 3 sarebbe stato cancellato da Warner Bros. e DC poiché il film non si adattava alla visione che James Gunn e Peter Safran hanno per il futuro dell’universo cinematografico. Ora, un report di Deadline (via SR) fornisce un aggiornamento sullo stato del film, che include l’affermazione che c’è ancora interesse a realizzare un altro film di Wonder Woman alla DC.

Il rapporto conferma le recenti notizie secondo cui Patty Jenkins ha rifiutato di rielaborare la sua sceneggiatura di Wonder Woman 3 per adattarla alla nuova visione DCU. Quindi l’esito di queste voci che si susseguono senza ufficialità alcuna sembra portare verso la direzione di un terzo film su Wonder Woman, con Gal Gadot ma senza Patty Jenkins.

Mercoledì: gli esilaranti bloopers della serie Netflix

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Mercoledì: gli esilaranti bloopers della serie Netflix

Gli account Instagram ufficiali di Netflix e della serie Mercoledì, diretta da Tim Burton, hanno pubblicato un esilarante anche se breve video di bloopers dal set, ovvero gli errori degli attori durante le riprese. Sembra strano, visto quanto l’abbiamo vista seria e impassibile nella serie, ma anche Jenna Ortega si è lasciata andare a dei sorrisi e a qualche errore!

Mercoledì: i 7 Easter Eggs più belli della Famiglia Addams

La serie si muove a cavallo di un crocevia di generi, spostandosi tra la commedia, l’horror, il mistery e ovviamente, il coming of are con elementi teen, dal momento che protagonista assoluta dello show è una sedicenne Mercoledì Addams, alle prese con le difficoltà di “trovare un suo posto nel mondo”. Il cliché dell’adolescente difficile è qui aumentato all’ennesima potenza, dal momento che la casa Mercoledì non è soltanto un’adolescente, ma è una Addams, per cui possiede tutta una serie di caratteristiche che non sono proprio “alla moda” tra gli adolescenti.

Innanzitutto è allergica ai colori, per cui veste solo di bianco e nero, poi non ride mai, né mostra alcuna emozione, anche se non è escluso che ne provi qualcuna, come il desiderio di giustizia, che per lei è più voglia di vendetta, oppure fascinazione per cose macabre, nonché uno spiccato odio verso la madre Morticia (Catherine Zeta-Jones) e verso tutto ciò che lei rappresenta.

Emancipation – Oltre la libertà, recensione del film con Will Smith

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A 9 mesi di distanza da quell’increscioso incidete durante la Notte degli Oscar che lo ha visto protagonista attivo, Will Smith rompe il suo silenzio e lo fa con Emancipation – Oltre la libertà, mettendo in primo piano non solo la sua arte prima di qualsiasi dichiarazione apologetica, ma anche confrontandosi con una storia fortissima, di ribellione, tenacia, forza d’animo e fame di libertà. Lo fa accompagnato da Antoine Fuqua che lo dirige e ne esalta viso e fisicità in un one man show straziante e catartico. 

Emancipation – Oltre la libertà, la grande fuga

Emancipation – Oltre la libertà racconta la storia incredibile di Peter (Will Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) delle immagini scattate alla schiena di uno schiavo liberato nel corso di una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate nel 1863 su Harper’s Weekly (la scena viene anche ricreata e mostrata nel film); in particolare, una delle immagini nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici, frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.

Come accennato, il film, in un bianco e nero densissimo, si affida completamente a Will Smith, quasi sempre unico attore in scena, che si fa strada tra cacciatori, bestie e natura ostile. Un animale braccato che cerca la libertà, oltre che la via per tornare dalla sua famiglia, dalla quale è stato separato perché “venduto altrove”. Fuqua si immerge con l’occhio della macchina da presa dentro alle selvagge paludi della Louisiana per mettersi allo stesso livello del suo protagonista, letteralmente, dal momento che lo sventurato Peter le tenterà davvero tutte per rimanere in vita, dalle apnee insidiose, alle arrampicate sugli alberi, fino agli agognati soccorsi dell’esercito dell’Unione che però gli fa imbracciare un fucile, cosa che il protagonista fa con riluttanza: il suo desiderio è quello di famiglia e libertà, appunto, non quello di vendetta, seppure umanamente parlando potrebbe averne desiderio. 

Un survival movie

Il racconto di fuga e ricerca di liberazione diventa quindi una lotta di sopravvivenza, un vero e proprio survival movie che ricorda tanto cinema precedente ma da cui non riesce a prendere il meglio, né l’eccellenza tecnica di Revenant – Redivivo, ad esempio, né lo spessore morale di 12 anni schiavo, con il quale condivide gran parte delle dinamiche e delle tematiche. 

E come Peter cerca di trascinarsi fuori dalle paludi, lontano dai cacciatori, verso la libertà, così anche Will Smith, forse casualmente con questo film, disponibile dal 9 dicembre su Apple TV+, cerca di scivolare lontano dalla bufera che lo ha travolto nel momento in cui la sua stella sarebbe dovuta brillare più di ogni altra sul tetto di Hollywood. 

La rinascita hollywoodiana di Smith?

Molta della pubblicità intorno di Emancipation – Oltre la libertà ruota infatti sulle dichiarazioni di Will Smith, relative al grande lavoro della crew e di Antoine Fuqua, e invece defilate per quello che riguarda la sua esperienza e la sua performance. La verità però è che più di ogni dichiarazione, di tentativo nobile di raccontare storie coraggiose e necessarie, di voltare pagina e di portare avanti un’idea di cinema, è il film stesso a parlare di sé, mostrandosi. E purtroppo quello che palesa è un racconto tiepido dal punto di vista emotivo e accanito dal punto di vista spirituale, una storia che si trascina proprio come il coraggioso Peter, verso una fine che dovrebbe essere trionfante ma è soltanto liberatoria, e non nel miglior senso possibile. 

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