Il conglomerato mediatico
francese Mediawan ha dichiarato di aver accettato
di acquistare una partecipazione significativa nella Plan B
Entertainment di Brad Pitt, i cui crediti includono film
vincitori di Oscar come “12
anni schiavo” e “Moonlight“.L’accordo è l’ultimo di una serie di acquisizioni di parte o
di tutti gli studi di produzione indipendenti che cercano di
capitalizzare il forte appetito di nuovi contenuti a Hollywood,
innescato in gran parte dal boom dei servizi di streaming negli
ultimi anni.
Molti accordi dei recenti
hanno coinvolto società di produzione affiliate a grandi star.
L’anno scorso, Candle Media, la società di
intrattenimento sostenuta da private equity gestita dagli ex
dirigenti Disney Kevin Mayer e Tom Staggs, ha
acquisito Hello Sunshine dell’attrice Reese Witherspoon, la società di produzione
dietro “The
Morning Show” di Apple
TV+. Quell’accordo è stato valutato a circa $ 900
milioni.
Candle Media all’inizio di
quest’anno ha acquistato una quota di minoranza nella
società di intrattenimento di
Will Smith e
Jada Pinkett Smith, Westbrook, che ha
sostenuto progetti tra cui “King Richard”, un film
biografico che racconta la vita di Richard
Williams. Tali accordi potrebbero diventare più difficili
da concludere nell’attuale contesto, poiché le società di
intrattenimento che vanno daWarner
Bros Discovery Inc. a Paramount
Global stanno tagliando i costi a causa dell’incertezza
macroeconomica delle grandi perdite di streaming e di
un’accelerazione nel taglio delle tv via cavo.
Mediawan non ha rivelato la
valutazione dell’accordo. Il Wall Street Journal di
ottobre ha riferito che Plan B stava esplorando
opzioni strategiche, inclusa una possibile vendita di
parte della società. Venerdì la CNBC ha riferito che una quota
di Plan B sarebbe stata venduta a Mediawan.Fondata
nel 2015, Mediawan, con sede a Parigi, controlla diverse società di
distribuzione e produzione in tutta Europa, che hanno sostenuto
progetti tra cui “Call My Agent!“, una commedia su
un’agenzia di talenti francese, e “The Life Ahead“, il
film con Sophia Loren .Unendo le forze con
Plan B, Mediawan si sta espandendo oltre i suoi
principali mercati europei negli Stati Uniti, hanno affermato le
società venerdì.
La Plan B, gestita da Mr.
Pitt e dai produttori cinematografici Dede Gardner e
Jeremy Kleiner, è stata coinvolta in numerosi film
acclamati dalla critica. Alcuni dei suoi progetti recenti
includono “Women Talking“, un dramma religioso programmato
per l’uscita nelle sale entro la fine dell’anno, e il film
biografico su Marilyn Monroe “Blonde” diNetflix.
Caleidoscopio è la
nuova serie antologica (precedentemente
intitolata Jigsaw) creata da Eric
Garcia per Netflix ed è
composta da otto episodi. Liberamente ispirata alla storia vera dei
settanta miliardi di dollari in obbligazioni scomparsi nel centro
di Manhattan durante l’uragano
Sandy, Caleidoscopio è composta da otto episodi
che vanno da 24 anni prima a 6 mesi dopo il colpo.
Caleidoscopio: quando esce
e dove vederla in streaming
Caleidoscopio in
streaming uscirà il 1° gennaio 2023 in esclusiva su
Netflix.
Caleidoscopio: la trama e
il cast
si svolge nell’arco di 25 anni e
segue una banda di ladri provetti nel loro tentativo di aprire un
caveau apparentemente inviolabile per ottenere il più grande
bottino della storia. Sotto l’occhio vigile della più potente
squadra di sicurezza aziendale del mondo e delle forze dell’ordine,
ogni episodio rivela una tessera di un elaborato puzzle di
corruzione, avidità, vendetta, complotti, alleanze e tradimenti. In
che modo la banda di ladri ha architettato il piano? Chi la farà
franca? Di chi ci si può fidare?
Quest’avvincente serie
antologica crime adotta un approccio non lineare alla
narrazione e costruisce intrighi e suspense in modo unico, offrendo
agli abbonati Netflix esperienze di visione diverse. Gli spettatori
potrebbero iniziare da determinati episodi (come gli episodi
“Giallo” o “Verde”) e poi approfondire il proprio ordine di visione
personale con altri episodi (“Blu” o “Viola” o “Arancione”, seguiti
da “Rosso” o “Rosa”) fino all’epico finale della storia “Bianco”
(il colpo). Alla fine gli spettatori vedranno tutti gli episodi, ma
l’ordine in cui li guarderanno influenzerà il loro punto di vista
sulla storia, sui personaggi e sulle questioni in sospeso al centro
della rapina. E tu come vivrai i colori di Caleidoscopio?
Nel cast della serie protagonisti sono Giancarlo
Espositonel ruolo di Leo Pap,Paz
Veganel ruolo di Ava Mercer,Rufus Sewellnel ruolo di Roger Salas,Tati
Gabriellenel ruolo di Hannah Kim,Rosaline Elbaynel ruolo di
Judy Goodwin,Peter Mark Kendallnel
ruolo di Stan Loomis,Jai Courtneynel ruolo di
Bob Goodwin,Niousha Noornel ruolo di Nazan Abassi,Patch
Darraghnel ruolo di Andrew Covington eMax Casellanel ruolo di Taco.
“Sono stato molto riservato riguardo
alla mia vita privata e non ho mai reso pubblica la mia vita
privata fino ad ora“, ha detto Steven Spielberg in una
sorprendente proiezione avvenuta del suo attesissimo film avvenuta
domenica negli USA. È stata la minaccia esistenziale della pandemia
di Covid nella sua forma più letale nel 2020 a spingere la sua
personalissima storia familiare sul grande schermo.
“Quello che ho pensato è che se dovessi
fare un altro film, se dovessi raccontare un’altra storia, quale
sarebbe quella storia? Ed è per questo che ho deciso di
metterlo in produzione”, ha detto a Martin
Scorsese durante una sessione di domande e
risposte dopo la proiezione di The
Fabelmansa New York al DGA
Theater. “Mia madre ed io abbiamo avuto un segreto per molto
tempo, e mia madre mi diceva sempre: ‘Accidenti Steve, questo
sarebbe un film davvero fantastico. Perché non fai quella
mossa un giorno o l’altro? Quindi l’ho fatta venire da me e
da un lato avevo lei, dall’altro lato Tony Kusher, che aveva
sentito le storie e stava davvero spingendo per fare questo.”
Tony Kusher è il pluripremiato drammaturgo e sceneggiatore e suo
collaboratore di lunga data che ha co-scritto The
Fablemans, nonché a un punto centrale della trama madre-figlio
nel film.
L’aspirante regista adolescente Sam
Fabelman è interpretato da Gabriel
LaBelle. Michelle
Williams e Paul
Danosono i suoi
genitori. Seth
Rogen e Judd Hirsch fanno parte del
cast del film attualmente nelle sale negli USA, e in uscita in
Italia dal 22 dicembre 2022. Alla domanda sulla storia delle
origini del film, Spielberg ha detto a Scorsese che i sentimenti di
perdita e solitudine dopo la morte dei suoi genitori negli ultimi
anni lo hanno spinto a fare sul serio nel mettere giù la sua
storia. Lui e Kushner hanno scritto la sceneggiatura ma
“non avevo nessuna intenzione di farla… e sarei stato felice di
metterla in un cassetto da qualche parte. Ma il Covid mi ha
dato tanto tempo per pensarci. E soprattutto quando il Covid
era davvero brutto”, ha detto. “Quando abbiamo perso
500.000 americani, figuriamoci milioni in tutto il mondo… era
davvero una conclusione scontata che questo non fosse un evento che
mette fine alla vita?“
Martin Scorsese ha voluto che il regista
rivelasse anche un delizioso retroscena di un cameo di
David Lynch nel ruolo di John Ford, fonte
d’ispirazione per Sam Fabelman. Ford offre un
breve ma memorabile consiglio alla fine del film e all’inizio della
carriera del giovane. “Stavo cercando un attore che conoscevo
personalmente e gli stavo per chiedere di interpretare John
Ford”, ha detto Spielberg. Prima che lo facesse, il marito di
Kusher, Mark Harris, ha suggerito di chiedere a David Lynch “e una lampadina si è
spenta“. Lynch era molto lusingato ma rifiutò. “Ha detto
che non era un attore, e aveva altri progetti, e John Ford era così
grande, e se non avesse raggiunto quegli standard? Era solo un
po ‘timido al riguardo.”
Lynch si è ammorbidito
quando ha saputo che Spielberg e sua moglie erano diventati
entusiasti della meditazione trascendentale attraverso la
fondazione di Lynch. Ma ha detto ancora di
no. “Così sono andato dalla mia persona di riferimento, la
sua migliore amica,
Laura Dern. “Devi convincere David a
farlo. Hai due settimane per convincerlo a farlo.” Quando
i due registi hanno poi parlato, “Dice, ‘Ho deciso che lo farò
a una condizione… voglio avere il costume due settimane prima del
tempo per viverlo.’Ho detto: ‘Vuoi dire che lo
indosserai? Disse: “Sì, tutti i giorni”. Il cappello, la
benda [sull’occhio] tutto. E si è presentato con un costume
piuttosto logoro”, ha detto Spielberg. «E il tempo che impiega
per accendere quel sigaro?» ha chiesto Scorsese. È stato
un processo comicamente lento. “Questa è una delle cose che
sappiamo tutti sulla magia del montaggio cinematografico, puoi far
durare qualsiasi cosa quanto vuoi”, ha detto Spielberg.
Kit Harington è apparso alla
convention de Il Trono di Spade a Los
Angeles, dove gli è stato inevitabilmente chiesto
della serie
di sequel su Jon Snow annunciata all’inizio di
quest’anno. Anche se
Harington non ha potuto dire molto sullo sviluppo
dello show, ha parlato di come Jon Snow si troverà
nella serie e di cosa potrebbe accadergli dopo che il suo
personaggio ha ucciso Daenerys.
“Penso che se glielo avessi chiesto,
avrebbe pensato di cavarsela alla leggera“, ha detto
Harington durante il panel alla convention domenica sera,
secondo Entertainment
Weekly. “Alla fine dello spettacolo, quando lo
troviamo in quella cella, si sta preparando per essere decapitato e
vuole esserlo. Ha finito. Il fatto che vada al Muro è il
dono più grande e anche la più grande maledizione.”
Kit Harington ha continuato: “Deve tornare
nella serie con tutta questa storia e vivere la sua vita pensando a
come ha ucciso Dany, e vivere la sua vita pensando a Ygritte che
muore tra le sue braccia, e vivere la sua vita pensando a come lui
ha appeso Olly e vive la sua vita pensando a tutto questo trauma, e
questo è interessante.” Senza parlare direttamente dello
spin-off di Jon Snow, Kit Harington ha
menzionato lo stato d’animo del suo personaggio alla fine di
Game of Thrones e ha preso in giro indirettamente la serie
spin-off. “Quindi penso che dove lo lasciamo alla fine
dello spettacolo, c’è sempre questa sensazione di come… penso che
volevamo una sorta di piccolo sorriso che le cose vanno
bene. Non sta bene”, ha aggiunto.
All’inizio di quest’anno George RR
Martin ha rivelato che è stato Harington ad avere l’idea di
continuare la trama di Snow in una nuova serie. “Sì, è stato
Kit Harrington (sic) a portarci l’idea”, ha scritto Martin nel
suo blog nel giugno di
quest’anno. “Non posso dirvi i nomi degli
sceneggiatori/showrunner, dal momento che non è stato ancora
autorizzato il rilascio… ma Kit li ha portati anche loro, la sua
squadra, e sono fantastici.” Martin ha anche rivelato
che SNOW è il titolo provvisorio della serie
spin-off.
Il co-capo dei DC Studios, James
Gunn, è tornato a Twittare per rispondere ai fan e
questa volta sta parlando in modo netto e chiaro su Superman. I tweet arrivano
dopo la notizia che la
versione di Patty Jenkins non andrà
oltre Wonder
Woman 3 e che il tanto
chiacchierato e entusiasta annuncio del ritorno di Henry Cavill come l’Uomo d’Acciaio potrebbe non avvenire.
James Gunn ha twittato il poster di Superman celebrando
la prima “44 anni fa” del film del 1978 con Christopher
Reeve nel ruolo principale. Questo ha aperto una
discussione con i fan dei fumetti per chiedere a Gunn del
futuro di Superman
mentre lavora con il co-capo Peter Safran nel plasmare il futuro
dell’Universo DC.
Uno dei tweet a cui James Gunn ha risposto proveniva da un utente
di Twitter che chiedeva “se vedremo un Superman” nella nuova era
perché ” i fan sono affamati di vedere di più del più grande
personaggio dei fumetti sul grande schermo”. Gunn ha risposto: “Sì,
certo. Superman è una priorità enorme, se non la più grande
priorità.
Hey James, please tell us if we are gonna
see a Superman? We’ve been starved of the greatest comic book
character on the big screen for ages! pic.twitter.com/0eaPIbOYvN
Un altro fan ha affermato che a
James Gunn“non piace
Henry Cavill“ poiché il rapporto rilasciato all’inizio
di questa settimana affermava che l’attore di The Witcher non aveva la garanzia di tornare al suo
ruolo nel nuovo universo DC come previsto . Dopo il commento, un
altro fan ha chiesto a James Gunn di “smascherare” quell’affermazione
a cui il regista di
The Suicide Squad ha detto: “Certo:
falso”.
Cavill ha ripreso il suo ruolo di Superman
in Black Adamcon
Dwayne
Johnson che è stato un grande sostenitore per
riportare l’attore nei panni di Superman. Johnson ha rivelato che
i precedenti
leader dell’Universo DCnon
erano entusiasti del ritorno di
Cavill, ma alla fine è riuscito nel riportare il ruolo
all’attore poiché sentiva che Superman era l’unico avversario di
Black Adam.Il futuro dei sequel
di Black
Adame Supermanrestano ancora un sogno e dopo cheWonder
Woman 3è stato accantonato per ora,
James Gunn chiede ai fan di essere pazienti mentre la
transizione è in corso:
“Sappiamo che non renderemo ogni
singola persona felice in ogni fase del percorso, ma possiamo
promettere che tutto ciò che facciamo è fatto al servizio della
STORIA e al servizio dei PERSONAGGI DC, sappiamo che ami e che
abbiamo amato tutta la nostra vita”, ha twittato Gunn. “Per
quanto riguarda ulteriori risposte sul futuro del DCU, purtroppo dovrò chiederti di
aspettare. Stiamo dedicando a questi personaggi e alle storie
il tempo e l’attenzione che meritano e noi stessi abbiamo ancora
molte più domande da porre e a cui rispondere”.
È stato il turno dei critici della
costa occidentale ad assegnare i riconoscimenti per i migliori film
e serie tv del 2022, con laLos Angeles
Film Critics Association(LAFCA) che ha premiato
due titolo come miglior film, “Everything
Everywhere All at Once” di A24 e
“Tár”
di Focus Features. E’ la quarta volta che
due titoli arrivano in cima nei suoi 48 anni di storia dopo
“Dog Day Afternoon” e
“Qualcuno volò sul nido del cuculo”
(1975), “Network” e “Rocky”
(1976) e “Gravity”
e “Her”
(2013).
Insieme al primo premio per “Tár”,
Todd Field ha vinto sia il premio alla regia che quello alla
sceneggiatura per il film. La sua protagonista Cate Blanchett
si è aggiudicata il premio per la migliore interpretazione da
protagonista, che ha condiviso con il veterano attore britannico
Bill Nighy per il suo lavoro in “Living” di Oliver
Hermanus.
Tutti i vincitori dei Los Angeles
Film Critics Association Awards
È stato il primo anno in cui il premio
è passato a categorie di recitazione neutre rispetto al genere,
cambiamento annunciato ottobre scorso.Questo ha
permesso alla Blanchett di vincere per la seconda vittoria ai LAFCA
dopo “Blue Jasmine” (2013), per il quale ha vinto l’Oscar. Dopo un
buon inizio ai premi della critica, inclusa la vittoria del New
York Film Critics Circle,
Cate Blanchett sembra aver staccato il gruppo di attori più
votati. Va notato che Michelle Yeoh di “Everything Everywhere” e
DanielleDeadwyler di “Till” sono
state le seconde classificate al LAFCA, sottolineando quanto questa
gara possa finire diversamente alla corsa del premio più ambito,
gli Oscar.
Per il ruolo maschile invece questa è
stata anche la seconda vittoria LAFCA per Bill Nighy, che è stato vincitore della
categoria non protagonista nel 2004 per il suo miglior anno con
quattro lungometraggi, tra cui “AKA”, “I Capture the Castle”,
“Lawless Heart” e “Love Actually”. In “Living”, un remake di
“Ikiru” di Akira Kurosawa, Nighy interpreta il signor Williams, un
impiegato statale privo di senso dell’umorismo che sperimenta la
vita dopo aver ricevuto una triste diagnosi. Il film ha
iniziato il suo viaggio nel gennaio 2022 al Sundance Film Festival,
dove è stato presentato in anteprima ed è stato acquisito da Sony
Pictures Classics. Questo ha dato alla sua campagna la spinta
che aveva bisogno per concorrere con gli altri contendenti di alto
profilo quali
Austin Butler,
Colin Farrell e Brendan Fraser.
I premi per le migliori
interpretazioni da non protagonisti sono stati divisi tra due
incredibili attori asiatici: Dolly de Leon nei panni della manager
Abigail in “Triangle
of Sadness” e il lavoro di Ke Huy Quan nei panni dell’adorabile
marito Waymond in “Everything Everywhere All at Once”.
Nel caso di Quan, è un’altro grande
trinfo dopo i suoi premi Gotham e New York Film Critics, che
continua la sua corsa all’attenzione dell’Oscar. Questo premio per
de Leon rappresenta un enorme impulso alla sua campagna durante la
votazione per le nomination ai SAG Awards. Un nuovo arrivato a
Hollywood, l’attore filippino che ha ricevuto il premio concorrendo
contro nomi più noti come Angela Bassett per “Black Panther:
Wakanda Forever” e la seconda classificata Jessie
Buckley per “Women Talking” è un enorme spinta.
Altri vincitori sono “Tutta la
bellezza e lo spargimento di sangue” nella categoria per il film
documentario/saggistica, per la categoria animazione trionfa
“Pinocchio di Guillermo del Toro” e “Avatar: La Via
dell’Acqua” che si è aggiudicato la migliore
scenografia.“EO” di Janus Films e Sideshow, vince
come miglior film internazionale per la Polonia. Il titolo ha già
ha ottenuto due vittorie per il film in lingua straniera e un
riconoscimento per la fotografia di Michal Dymek. Solo due scelte
LAFCA nell’ultimo decennio non hanno ricevuto una nomination
all’Oscar: Claire Mithon (“Atlantics” e “Ritratto di una donna in
fiamme”) e Shabier Kirchner (“Small Axe”).
L’anno scorso, i Los Angeles Film
Critics Association Awards ha premiato il dramma giapponese di
Ryûsuke Hamaguchi “Drive My Car” come miglior film, che ha dato il
via alla sua fortunata campagna di premi che ha portato a quattro
nomination all’Oscar, incluso uno come miglior film. Alla fine ha
vinto il miglior lungometraggio internazionale.Tutti
i vincitori LAFCA saranno premiati al banchetto annuale del 14
gennaio 2023.
Tutti i vincitori dei Los Angeles Film Critics
Association
Miglior
film: “Everything Everywhere All at Once”
(A24) e “Tár” (Focus Features)
Miglior
regista: Todd Field, “Tár” (Focus
Features) Secondo classificato: SS Rajamouli, “RRR” (Variance
Films)
Miglior protagonista: Cate Blanchett,
“Tár” (Focus Features) e Bill Nighy, “Living” (Sony Pictures
Classics) – Seconde classificate: Danielle Deadwyler,
“Till” (Orion/United Artists Releasing) e Michelle Yeoh,
“Everything Everywhere All subito” (A24)
Miglior non
protagonista: Dolly De Leon, “Triangle of
Sadness” (Neon) e Ke Huy Quan, “Everything Everywhere All at Once”
(A24) Seconda classificata: Jessie Buckley, “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing) e Brian Tyree
Henry per “Causeway” (A24/Apple Original Films)
Miglior
sceneggiatura : Todd Field, “Tár” (Focus
Features) Secondo classificato: Martin McDonagh, “The Banshees of
Inisherin” (Searchlight Pictures)
Miglior
fotografia : Michal Dymek, “EO” (Janus
Films e Sideshow) Secondo classificato: Hoyte van Hoytema, “Nope”
(Universal Pictures)
Miglior
scenografia: Dylan Cole e Ben Procter,
“Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios) –Secondo classificato: Jason Kisvarday, “Everything
Everywhere All at Once” (A24)
Miglior colonna
sonora: MM Keeravani, “RRR” (Variance
Films),Secondo classificato: Paweł Mykietyn, “EO”
(Janus Films e Sideshow)
Miglior film in lingua
straniera: “EO” (Janus Films e
Sideshow),Secondo classificato: “Saint Omer”
(Neon
Miglior
documentario: “All the Beauty and the
Bloodshed” (Neon),Secondo classificato: “Fire of
Love” (National Geographic/Neon)
Miglior
animazione: “Pinocchio di Guillermo del
Toro” (Netflix),Secondo classificato:
“Marcel the Shell With Shoes On” (A24)
New Generation
Award: Davy Chou e Park Ji-Min, “Return to
Seoul” (Sony Pictures Classics)
Premio Douglas Edwards
Experimental Film: “Il tessuto del corpo
umano” (Grasshopper Film)
The White Lotus ha appenaconcluso la sua
seconda stagione, ma il creatoreMike Whiteha già
molti appunti sulla terza stagione.Nella clip
“Unpacking S2 E7” fissata alla fine del finale della seconda
stagione, White suggerisce che la terza stagione potrebbe svolgersi
in Asia e concentrarsi sulla “morte, religione e spiritualità
orientale”.
“La
prima stagione ha messo in evidenza i soldi, e poi la seconda
stagione è il sesso”, ha detto White. “Penso che la terza
stagione sarebbe forse uno sguardo satirico e divertente alla
morte, alla religione e alla spiritualità orientali. Sembra
che potrebbe essere un ricco arazzo fare un altro giro al White
Lotus.
White ha precedentemente indicato che
vorrebbe una terza stagione ambientata in Asia, dicendo
a Deadline prima della
premiere della seconda stagione: “Penso che sarebbe divertente
forse andare in un continente completamente diverso. Sai,
abbiamo fatto l’Europa, e forse l’Asia, qualcosa di folle del
genere, sarebbe divertente.
Un momento nel finale della seconda
stagione potrebbe indicare anche la posizione esatta della terza
stagione. Mentre Ethan (Will Sharpe), Harper (Aubrey Plaza),
Cameron (Theo James) e Daphne (Meghann Fahy) consumano la loro
ultima cena al White Lotus in Sicilia, Cameron fa un brindisi
all’amicizia e Daphne interviene: “L’anno prossimo, le
Maldive!”
Nel segmento, White ha anche
affrontato la morte scioccante di Tanya (Coolidge) nel finale,
dicendo: “Alla fine della scorsa stagione, Tanya è seduta con Greg
nell’ultimo episodio e sta parlando dei suoi problemi di salute. E
lei dice: ‘Ho avuto ogni tipo di trattamento nel corso degli anni,
la morte è l’ultima esperienza immersiva che non ho
provato.’”
White ha continuato: “Stavo pensando,
sarebbe così divertente riportare indietro Tanya perché è un
personaggio fantastico, ma forse questo è il viaggio per lei, un
viaggio verso la morte. Non che volessi davvero uccidere Tanya
perché la amo come personaggio e ovviamente amo Jennifer, ma mi
sentivo come se stessimo andando in Italia, è una tale diva – un
archetipo femminile più grande della vita – sembrava che potessimo
escogitare la nostra conclusione operistica per la vita di Tanya e
la sua storia.
White ha detto che pensava che la
morte di Tanya “per mano di qualcun altro fosse troppo tragica” e
che Tanya “doveva dare il meglio di sé e che lei, in un certo
senso, ha avuto una sorta di vittoria su chiunque stesse cospirando
per sbarazzarsi di suo.”
“Mi ha fatto solo ridere pensare che
le sarebbe piaciuto eliminare questa cabala di assassini e, dopo
averlo fatto con successo, muore di questa morte da schifo, e
sembrava che fosse proprio così Tanya”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda la cospirazione di
Greg (Jon Gries) e Quentin (Tom Hollander) per uccidere Tanya,
White ha detto: “È possibile che Portia [Haley Lu Richardson] sia
abbastanza spaventata da lasciar perdere, ma il fatto che tutti
quei ragazzi muoiano sulla barca, sembra che ci debba essere
qualcuno che rintraccerà Greg. Ma forse dovrai aspettare per
scoprire cosa succede.
Alcuni di questi film sono stati
migliori di altri, ma tutti sono stati caratterizzati da scene
post-credits memorabili. Ora, con la Fase 4 giunta al termine, è
arrivato il momento giusto per analizzare queste sequenze,
classificandole dalla peggiore alla migliore; dai momenti più
ironici, pensati per far ridere i fan, a quelli in cui si
introducono nuovi personaggi (ce ne sono stati parecchi) e si
gettano le basi per le storiyline future del franchise, c’è molto
di cui discutere.
“È finita!”
Facendo ritorno a
Terra-838, troviamo il Pizza Poppa di Bruce
Campbell che si colpisce ancora in faccia prima che
l’incantesimo di Doctor Strange svanisca. Ridendo come
un maniaco, si gira verso la telecamera ed esclama: “È
finita!”.
Spesso le scene post-credits sono
comiche, ma questa ci è sembrata un’enorme perdita di tempo.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
stato un ottimo film e non possiamo fare a meno di pensare che
anticipare il destino della Strega Scarlatta o addirittura gettare
le basi per il cameo di Wong in She-Hulk: Attorney at Law sarebbe stata una
scelta migliore; invece, abbiamo semplicemente ottenuto la battuta
finale di una pessima barzelletta.
La spada di Dane Whitman
Il Dane
Whitman di Kit Harington è stato ampiamente sprecato in
Eternals, ma questa scena ha almeno gettato le
basi per la sua trasformazione in Black Knight…in
qualche modo. Tornato alla casa di famiglia dopo aver assistito al
rapimento di Sersi, apre una valigetta per
rivelare la Lama d’Ebano prima che una voce misteriosa gli dica di
fermarsi.
Ciò che la maggior parte dei fan non
ha comprensibilmente capito all’epoca è che si trattava della lama
di Mahershala Ali, il che ha reso questa sequenza
più importante di quanto si pensasse. Tuttavia, un cameo vocale non
è stato sufficiente e Blade avrebbe avuto bisogno di un’apparizione
fisica.
I dieci anelli
Dopo la scomparsa di
Wenwu, sembrava che la malvagia organizzazione dei
Dieci Anelli fosse stata sconfitta, ma questa
scena post-credits ha confermato che sua figlia, Xu
Xialing, aveva deciso di riprendere il discorso da dove
lei e il caro vecchio padre di Shang-Chi si erano
interrotti.
Con Razor Fist al
suo fianco, Xialing ha ora molto potere anche se,
non sapendo a cosa condurrà, per il momento dobbiamo moderare le
aspettative. Con un po’ di fortuna, le voci di una presentazione
speciale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli su
Disney+ si riveleranno corrette. In
ogni caso, è stata una scena post-credits interessante, anche se
non strabiliante, per la quale valeva la pena aspettare.
Benvenuta, Clea
Doctor Strange nel Multiverso della Follia si
è concluso con l’apertura di un terzo occhio sulla fronte dell’ex
Stregone Supremo, che lasciava presagire un futuro oscuro e
potenzialmente sinistro per l’eroe. Pochi istanti dopo, però, ha
incontrato la Clea di Charlize Theron e sembrava perfettamente
felice di quell’occhio in più, prima di saltare attraverso un
portale verso la Dimensione Oscura dopo che gli era stato detto di
aver causato un’Incursione.
È stato tutto un po’ sconcertante,
ma non possiamo lamentarci troppo, soprattutto con il premio Oscar
che interpreta l’amore della vita di Stephen
Strange. Resta da vedere in che modo questo teaser di
Doctor Strange 3 si inserirà nella più ampia
Saga del Multiverso, ma di certo il colorato
costume di Clea è accurato rispetto ai
fumetti.
Jane Foster entra nel Valhalla
Thor:
Love and Thunder è stato un film che si è mosso a
rotta di collo, senza mai rallentare per dare ai suoi personaggi
l’attenzione di cui avevano bisogno. Tuttavia, se guardiamo al di
là dell’umorismo, per lo più terribile, possiamo sicuramente
concordare sul fatto che il Mighty Thor di
Natalie Portman è stato una grande aggiunta al
MCU.
Dopo aver compiuto l’estremo
sacrificio per sconfiggere Gorr il Macellatore di
Dei, in questo finale troviamo Jane trasportata
magicamente nel Valhalla dopo essersi guadagnata
l’accesso all’aldilà asgardiano. Accolta da
Heimdall, la scienziata ottiene un lieto fine. La
porta, nel frattempo, è quasi certamente lasciata aperta per il suo
ritorno come valchiria, una traiettoria simile a quella della
controparte a fumetti di Jane.
Peter chi?
Aggiunta a Spider-Man: No Way Home per la sua riedizione
nelle sale quest’estate (in sostituzione del teaser di
Doctor Strange nel
Multiverso della Follia), questa scena fa luce su come
funziona effettivamente l’incantesimo della memoria. Quando
Betty Brant consegna l’ultimo servizio al Midtown
News il giorno del diploma, vengono mostrate alcune foto dei suoi
anni di liceo: tutte quelle in cui compare Peter
Parker sono distorte per nascondere il volto
dell’adolescente.
Questo solleva molte domande, ma
almeno sembra suggerire che Spider-Man possa
trovare un modo per far sì che la gente si ricordi di lui. Qualcosa
che dovrà essere ripreso in Spider-Man 4,
giusto?
Benvenuto tra gli Avengers
Shang-Chi
e la Leggenda dei Dieci Anelli rimane uno dei migliori
film della Fase 4 del MCU
e questa scena mid-credits è stata un modo intelligente per
sottolineare l’importanza dell’eroe in questo mondo condiviso.
Incontrando Bruce Banner, Capitan Marvel e
Wong, Shang-Chi e
Katy scoprono che i Dieci Anelli significano molto
di più di quanto pensino.
Oltre a suggerire che questo aspetto
verrà esplorato in seguito, il ritorno di Bruce
nella sua forma umana ha sollevato molte domande su cui i fan
dovranno riflettere e il fatto di concludere questa importante
scena con un po’ di karaoke è stato un bonus divertente.
L’entrata in scena di Hercules
I Marvel Studios hanno fatto cilecca con
Zeus in Thor: Love and Thunder, con l’interpretazione
del cattivo da parte di Russell Crowe che non ha funzionato come
probabilmente sperava Taika Waititi. Il lato
positivo è che appare un po’ più serio nella scena a metà dei
titoli di coda del film, e la rivelazione che stia parlando con suo
figlio, Hercules, si rivela una delle migliori
sorprese della Fase 4.
Con la star di Ted
Lasso, Brett Goldstein, nel ruolo, non
vediamo l’ora di vederlo scontrarsi con il Dio del Tuono del
MCU.
I Marvel Studios hanno introdotto
molti personaggi nelle scene dopo i titoli di coda nella
Fase 4, ma Hercules rimane sicuramente uno dei
migliori.
Il debutto di Starfox
A precedere l’arrivo di
Hercules nel MCU è stato
il debutto di Harry Styles come
Starfox in Eternals. Gli immortali
Makkari, Druig e
Thena alla deriva nello spazio sono rimasti
sorpresi quanto noi ad incontrare Eros, il
fratello di Thanos, e la sua compagna
Pip.
Meno si parla dei VFX utilizzati per
dare vita a quest’ultimo, meglio è; tuttavia, la comparsa di Eros
per aiutare la squadra a rintracciare i suoi compagni Eterni dopo
il rapimento da parte di Arishem il Giudice è una
cosa importante e un’ottima anticipazione del sequel per un film
che, pur non essendo universalmente amato, ne merita comunque uno.
Speriamo solo che questo non cada nel dimenticatoio a causa del
fatto che il film è il primo “Rotten” dei Marvel Studios.
Black Widow Vs. Hawkeye
Pur non essendo
necessariamente sbalorditiva, questa è in realtà una delle scene
post-credits più significative tra quelle elencate e per questo
merita un posto in classifica così alto. In lutto per la scomparsa
della sorella in Black Widow, Yelena Belova
viene avvicinata da Falcon e Valentina
Allegra de Fontaine di The Winter Soldier con la missione di
eliminare Occhio di Falco. Facendo credere
all’assassino che Clint Barton fosse responsabile
della morte di Natasha Romanoff, la scena ha
stabilito che Val ha piani sinistri per il
MCU.
Inoltre, ha fatto un ottimo lavoro
nel preparare il terreno per
Hawkeye, un punto a favore quando molte delle scene
post-credits citate stanno preparando progetti futuri che
potrebbero o non potrebbero accadere (e che non sono ancora stati
annunciati).
Venom nel MCU
La scena post-credits di
Venom: Let There Be Carnage ha visto Eddie
Brock trasportato misteriosamente nel MCU,
con il simbionte che si è subito interessato a
Spider-Man. Non ci aspettavamo necessariamente che
questa scena venisse ripresa in Spider-Man: No Way Home, perché in realtà
sembrava più un’anticipazione di Venom 3. L’antieroe non si è
visto da nessuna parte in questo blcokbuster multiversale fino a
questa scena di metà film, quando è stato mandato a casa senza
nemmeno incontrare Peter Parker.
Piuttosto deludente, vero? In un
certo senso sì, ma è stato anche divertente. Il motivo principale
per cui si trova qui, tuttavia, è che un pezzo del simbionte Venom
è stato lasciato nel MCU,
scelta che pone finalmente le basi per far ottenere a
Spider-Man il suo costume da alieno.
L’unica scena post-credits di
Black Panther: Wakanda Forever è una sequenza
molto emozionante che vede Nakia avvicinarsi a
Shuri sulla spiaggia di Haiti dove ha scelto di
bruciare il suo abito funebre. È allora che la nuova Pantera Nera
viene presentata a Toussaint, il figlio segreto di
T’Challa. I due chiacchierano prima che il ragazzo
dica alla zia che il suo vero nome wakandiano è
“T’Challa“.
È un momento straordinario, un bel
modo di concludere questo eccellente sequel e un giusto tributo a
Chadwick Boseman e all’eroe che ha
interpretato. Un giorno ci aspettiamo che erediti il mantello, ma
prima di allora non vediamo l’ora di vedere Shuri in azione.
Si è svolta ieri sera la cerimonia
di assegnazione degli EFA Awards 2022, occasione
in cui Triangle of Sadness di Ruben
Ostlund ha portato a casa il maggior numero di vittorie,
compreso quello al miglio film.
Ne esce bene anche l’Italia, che
vede assegnato a Marco Bellocchio il premio
EUROPEAN INNOVATIVE STORYTELLING per
Esterno Notte e a Laura Samani
il premio EUROPEAN DISCOVERY per Piccolo Corpo.
EUROPEAN FILM AWARD 2022, TUTTI I Vincitori
FILM EUROPEO –
TRIANGLE OF SADNESS di Ruben Ostlund
(Svezia/Germania/Francia/Regno Unito)
DOCUMENTARIO EUROPEO – MARIUPOLIS 2 di Mantas Kvedaravicius
(Lituania/Francia/Germania)
Todd Phillips ha condiviso la prima immagine
dal set del giorno 1 di Joker:
Folie à Deux. Arrivato in mezzo alla diffidenza
generale, il primo film venne presentato nel 2019 alla Mostra Internazionale d’Arte
cinematografica della Biennale di Venezia dove vinse il Leone
d’Oro, arrivando fino alla notte degli oscar, che vide invece
trionfare
Joaquin Phoenix per la sua performance.
Di seguito, ecco la prima immagine
dell’attore che si è di nuovo calato nei panni del personaggio dei
fumetti che ha trovato nuova vita con la sua interpretazione:
I dettagli della trama sono ancora
per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si
svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi
“elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Todd Phillips ha scritto il film e lo
dirigerà. In Joker:
Folie à Deux
Joaquin Phoenix e
Zazie Beetz riprenderanno i rispettivi ruoli di
Arthur Fleck e Sophie Dummond,
mentre c’è grande curiosità per quella che sarà l’Harley
Quinn di Lady Gaga. Recentemente abbiamo appreso che
anche Brendan Gleeson, Catherine Keener e
Jacob Lofland si sono uniti al cast.
Joker:
Folie à Deux uscirà il 4 ottobre 2024.
Quello del thriller erotico è un
genere che ha conosciuto la sua principale fortuna tra la metà
degli anni Ottanta e gli anni Novanta. Titoli come Basic
Instinct, 9 settimane e ½ e Attrazione fatale si sono
affermati come i più celebri ed esplicativi delle componenti
erotiche e thriller che caratterizzano questi titoli. A partire
dagli anni Duemila, il genere sembrava però aver esaurito il suo
fascino presso il grande pubblico. Nel 2015, tuttavia, un nuovo
film appartenente a questo genere ha suscitato tanto scalpore
quanto successo. Si tratta di Il ragazzo della porta
accanto (qui la recensione), diretto dal
regista Rob Cohen, noto per i film
Dragonheart e Fast and Furious.
Scritto da Barbara
Curry, il film nacque inizialmente con un ragazzo
problematico che crea scompiglio in una famiglia qualunque. Il
progetto, però, si trasformò ben presto in qualcos’altro, venendo
fortemente influenzato dal caso dell’insegnante Mary Kay
Letourneau, accusata di aver avuto un rapporto con un suo
studente minorenne. Il film si dotò così di una serie di elementi
scabrosi che però non mancarono di attirare l’attenzione degli
spettatori, confermando il successo che questo genere di opere
hanno. Tra sessualità e mistero, si svolge così una vicenda
particolarmente controversa e coinvolgente.
Prodotto dalla celebre
Blumhouse Productions, Il ragazzo
della porta accanto costò appena 4 milioni, arrivando poi ad
incassarne al box office oltre 50. Ancora oggi, a distanza di
qualche anno, è un perfetto esempio del suo genere, avendo
contribuito alla sua rivitalizzazione. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Il ragazzo della porta accanto: la trama del film
Protagonista del film è
Claire Peterson, insegnante di letteratura
invidiata da tutti per la sua bellezza. Questa però non è bastata a
salvare il suo matrimonio, dato che suo marito
Garrett l’ha a lungo tradita con la sua
segretaria. Dopo aver scoperto dell’infedeltà di lui, Claire ha
dunque chiesto il divorzio, trovandosi improvvisamente a dover
reinventare la propria vita e a dover gestire da sola il figlio
adolescente Kevin. Il ragazzo, particolarmente
timido, è infatti spesso vittima di bullismo. Ad aiutarla, per
fortuna, c’è l’amica di sempre nonché collega di lavoro
Vicky. Ben presto, però, i tentativi di una nuova
normalità di Claire verranno sconvolti nuovamente.
Nella casa accanto a quella della
donna, infatti, si trasferisce il giovane Noah
Sandborn, un ragazzo particolarmente avvenente e generoso,
il quale attira l’attenzione di Claire per la sua grande passione
verso la letteratura. In breve, il ragazzo diventa un angelo
custode tanto per lei quanto per suo figlio, facendosi benvolere
anche all’interno della loro casa. Proprio in questa, una notte,
Claire cederà alla passione con lui, pentendosene però poi
amaramente. Noah non sembra però disposto ad accettare un rifiuto e
inizia a spingersi sempre più in là, rivelandosi in tutta la sua
follia e pericolosità.
Il ragazzo della porta accanto: il cast del film
Ad interpretare l’affascinante
Claire vi è l’attrice e cantante JenniferLopez. Questa si interessò da subito al
personaggio, contribuendo alla sua costruzione fornendo anche
propri abiti. In particolare, la Lopez si disse entusiasta della
possibilità di interpretare un ruolo che non prevedeva i classici
stereotipi presenti nei confronti delle donne latinoamericane.
Maggiori difficoltà sono invece state riscontrate nel girare le sue
scene di sesso, per le quali però la Lopez si è rifiutata di
ricorrere ad una controfigura. Accanto a lei, nei panni di suo
maritò Garrett si ritrova John Corbett, mentre
Ian Nelson, noto per la serie Teen Wolf,
è il loro figlio Kevin.
Kristin Chenoweth
interpreta invece Vicky, l’amica e collega di Claire. Hill
Harper è Edward Warren, il preside della scuola dove
lavora la protagonista, mentre François Chau
ricopre il ruolo del detective Johnny Chou. Infine, nei panni del
seducente Noah vi è l’attore Ryan Guzman.
Anche noto per i film Ste Up Revolution, Tutti vogliono
qualcosa e a serie Pretty Little Liars, questi si è
trovato con Il ragazzo della porta accanto ad
affrontare diverse sfide. Si tratta innanzitutto del primo film
dove compare in scene di nudo, ma maggior imbarazzo è stato dato
proprio dal dover filmare delle scene di sesso con la Lopez,
riprese che lo hanno reso estremamente nervoso. Tra i due attori
intercorrono circa 18 anni di differenza.
Il ragazzo della porta
accanto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il ragazzo della porta
accanto è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 10
dicembre alle ore 21:25 sul canale
Rete 4.
Nel corso della sua lunga carriera
il regista Ridley Scott ha
affrontato quasi ogni genere possibile, dalla fantascienza di
Alien all’epica di
Exodus – Dei e re. Nel
2003 ha invece dato vita a quella che è a tutti gli effetti la sua
prima commedia. Si tratta di Il genio della
truffa, un’opera insolita e inedita nella sua
filmografia, che dimostra una volta di più le capacità del regista
di adattarsi ad ogni storia e sue relative caratteristiche. Scritto
da Nicholas e Ted Griffin,
quest’ultimo anche autore del film Ocean’s Eleven, il film
si configura così come una rocambolesca storia di imprevisti, che
porteranno i personaggi sull’orlo del disastro.
Il film è l’adattamento dell’omonimo
romanzo di Eric Garcia, pubblicato nel 2002 e
divenuto in breve un grande successo. Nel giro di un anno, infatti
questo si è trasformato nel film in questione, arricchito da tutto
il gusto per la messa in scena di Scott come anche da una serie di
preziose interpretazioni. Forse poco noto rispetto ad altri titoli
del regista, Il genio della truffa non sembra avere nulla
da invidiare a questi, rivelandosi un grande esempio di come la
comicità dosata in modo giusto possa rivelarsi un arma estremamente
potente. Particolarmente apprezzato dalla critica, il film sembrava
dunque destinato ad un grande successo al momento del suo arrivo in
sala.
Costato ben 62 milioni di dollari,
Il genio della truffa riuscì tuttavia ad incassare circa
65. Passato dunque in sordina, ha fortunatamente visto negli anni
una crescita di popolarità, fino a diventare un titolo
particolarmente ricercato. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Il genio della truffa: la trama del film
Protagonista del film è Roy
Waller, il quale insieme al socio Frank
Mercer forma un’incallita coppia di truffatori
professionisti. Svolgendo tale attività, Roy manifesta una
sicurezza unica, che non possiede affatto nel resto della sua
quotidianità. Al di fuori del suo lavoro, infatti, si trova a dover
combattere con una serie infinita di paranoie, dall’agorafobia fino
a numerose altre ossessioni al limite della maniacale. Per cercare
di mantenere il controllo di sé e delle sue nevrosi, questi è
solito prendere alcune medicine prescrittegli dal suo medico di
fiducia. Il giorno che però questi non si dimostra reperibile, per
Roy hanno inizio seri guai.
Nel tentativo di risolvere i suoi
problemi, decide allora di contattare la sua ex moglie. Quello che
otterrà, però, non è ciò che si aspettava. Roy scopre infatti di
possedere una figlia mai conosciuta prima, di nome
Angela. Acconsentendo a tenerla con sé per qualche
giorno, la ragazzina si rivelerà da subito entusiasta e attratta
dal vero lavoro del padre, chiedendo di poter partecipare alle sue
truffe e anzi spingendolo a puntare più in alto. Sempre più
paranoico, Roy finisce però con il commettere una serie di errori
che rischieranno di far finire in seri guai sé stesso, il suo socio
e la figlia. Tentare di rimediare sarà l’unica cosa sensata da
fare.
Il genio della truffa: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
protagonista, Roy Waller, vi è l’attore premio Oscar Nicolas Cage.
Questi aveva da poco terminato le riprese di Il ladro di
orchidee, dove interpreta un altro personaggio particolarmente
problematico, affetto da numerose nevrosi. Cage portò dunque un po’
di quell’esperienza nella sua costruzione del protagonista di
Il genio della truffa. Particolarmente apprezzato per la
sua interpretazione, Cage diede così vita ad un altro
caratteristico personaggio, che dimostra una volta di più la sua
grandezza di interprete. Accanto a lui, nel ruolo del suo socio
Frank Mercer, vi è invece l’attore Sam Rockwell.
Oggi premio Oscar per il film Tre manifesti a Ebbing,
Missouri, questi ha per la sua interpretazione in Il
genio della truffa ricevuto la nomination come miglior attore
non protagonista ai Satellite Award.
Star del film è inoltre l’attrice
Alison Lohman, presente nei panni di Angela, la
figlia di Roy. Nonostante avesse già all’attivo qualche apparizione
cinematografica, questo fu il ruolo che la fece conoscere a livello
internazionale. Ottenne la parte dopo essersi presentata
all’audizione vestendo e comportandosi come un’adolescente. Fu
soltanto in seguito che Scott scoprì che l’attrice aveva in realtà
23 anni. Grazie alla sua interpretazione, venne poi scelta per il
ruolo della giovane Sandra Bloom in Big Fish – Le storie di una vita
incredibile. Nel film sono poi presenti gli attori
Bruce Altman nei panni del dottor Harri Klein,
medico di Roy, e Bruce McGill in quelli di Chuck
Frechette, arrogante uomo d’affari vittima di una delle truffe del
protagonista. Infine, nei panni di Kathy, la nuova compagna di Roy,
vi è l’attrice Sheila Kelley.
Il genio della truffa: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Il genio della truffa grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e
Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 10dicembre alle ore 21:20 su canale
Rai 4.
Recentemente abbiamo appreso che i
co-CEO dei DC Studios James
Gunn e Peter Safran hanno messo da
parte
Wonder Woman 3,
Man of Steel 2 e persino Batman
Beyond, decisione che segna la fine del
DCEU così come lo conosciamo e apre le porte al
rinnovato DCU. Si è
parlato anche di un vero e proprio reboot del franchise per l’anno
prossimo, con l’abbandono degli attori che interpretano gli eroi
principali.
Anche se al momento c’è molta
incertezza, è ormai chiaro che il DCU avrà
poco in comune con il DCEU. Questo non sarebbe
necessariamente un male dopo i film sfornati dalla Warner Bros.
negli ultimi dieci anni, e possiamo analizzare perchè potrebbe
essere il momento giusto per i DC Studios per andare avanti.
Tuttavia, ci sono anche un paio di ragioni per cui dimenticare
completamente il passato potrebbe essere un errore molto
costoso.
Un nuovo inizio è necessario
La Warner Bros. non ha mai
avuto un piano per quello che i fan avrebbero poi soprannominato
“DCEU” (un nomignolo originariamente creato per scherzo da un
giornalista). L’Uomo d’Acciaio era solo un film su
Superman, finché il sequel non ha inserito
Batman nel mix… insieme a una serie di cammei che
hanno fatto nascere troppo in fretta il progetto della Justice League.
Nel corso del tempo, lo studio ha
iniziato ad aggiungere alla visione di Zack Snyder
una storia in quattro o cinque parti, introducendo nel mix
personaggi come Wonder Woman e Suicide Squad; così, i fan hanno
dovuto iniziare a sopportare un film dopo l’altro a malapena legati
tra di loro e sconclusionati. La situazione sarebbe potuta cambiare
con The
Flash, con attori che avrebbero sostituito Ben
Affleck e Henry Cavill. Non c’è bisogno che tutto questo
venga trasposto nel DCU.
L’eredità del DCEU
Ormai dovreste aver capito
che il DCEU nella sua forma attuale ha un bagaglio
troppo grande da portarsi dietro. Immaginate se, quando i Marvel Studios hanno acquisito tutti i
personaggi della Marvel Television e della 20th
Century Fox, avessero dovuto attenersi alle decisioni del team
creativo precedente? Ci ritroveremmo con un MCU con gli
X-Men di Dark Phoenix inseriti a
forza e Finn Jones che interpreta ancora
Iron Fist.
Gunn e
Safran stanno ereditando un bagaglio enorme dal
DCEU, un bel fardello da portare quando si cerca
di risollevare le sorti di un franchise danneggiato. Se si
aggiungono alcune delle discutibili decisioni creative del
DCEU (come il film su Flash
che sostituisce Superman con
Supergirl o l’arruolamento di un settantunenne
come Batman), è chiaro che è arrivato il momento
di voltare pagina con questo nuovo DCU.
Un nuovo DCU richiede nuovi
volti
Anche se siamo sicuri che
il DCU
introdurrà molti nuovi eroi e cattivi, non si può costruire un
universo cinematografico di successo attorno ai personaggi di serie
B e C preferiti da Gunn. Abbiamo bisogno che
Superman, Batman e Wonder
Woman siano in prima linea nelle storie che verranno
raccontate in futuro, ma farlo con gli attori che li hanno
interpretati in film stroncati dalla critica non sembra l’idea più
intelligente.
Il pubblico assocerà Cavill, ad esempio, a Man of Steel, una storia che si è conclusa con
lui che spezza il collo al Generale Zod. Se questa serie di film
vuole davvero essere un nuovo inizio per il franchise, allora sono
necessari volti nuovi per guidarlo, e ci sono tanti attori giovani
là fuori che farebbero cose incredibili con La
Trinità e il resto della Justice League.
Meno tossicità
Rilasciando la
Snyder Cut la Warner Bros. sperava di superare il
lato tossico del movimento #ReleaseTheSnyderCut. Ha funzionato… per
lo più. Sfortunatamente per lo studio, ci sono molti fan che
continuano a chiedere il sequel di Justice League di Zack Snyder
e persino la director’s cut di Suicide
Squad, un film uscito sei anni fa.
Anche adesso, abbiamo visto
The Rock fomentare molti dei suoi fan, portandoli
a sostenere Black Adam dopo che gli esperti lo avevano
dichiarato un flop al botteghino. Ci sarà chi non è soddisfatto di
un inizio completamente nuovo con questo DCU ma,
abbandonando lo SnyderVerse, questi fan non
avranno altra scelta che accettare che ciò che vogliono che accada
non accadrà.
L’anno prossimo ricorrerà il
decennale di Man of Steel, mentre sarà già passato mezzo
decennio dall’uscita di Wonder Woman e
Justice League. Il
DCEU è sempre più in là con gli anni, ma a 10 anni
dall’inizio del MCU non vedevamo l’ora di
vedere Avengers: Infinity War dopo una serie di
successi critici e commerciali.
Per il DCEU è stato
un decennio di flop, una manciata di successi e molti film
considerati tra i peggiori del genere. Cosa non vi fa pensare che
sia arrivato il momento di un reboot? Anche se sarà un po’ strano
che questo mondo condiviso venga rivisitato così presto dopo
l’uscita di film del calibro di The
Flash e Aquaman e il Regno Perduto, è arrivato il
momento.
E i film del 2023?
Nel 2023 usciranno Shazam! Fury
of the Gods, The
Flash, Blue
Beetle e Aquamanand the Lost
Kingdom. Normalmente saremmo entusiasti di tutti questi
film, ma è difficile quando c’è così tanta incertezza sulle
prossime uscite del DCU. Con
il sequel di Aquaman in uscita proprio alla fine dell’anno, non c’è
modo di rivelare questa serie di progetti del DCU senza
compromettere in modo massiccio i film in arrivo.
Jason Momoa come
Aquaman? Fantastico! Ora ricordateci perché
dovremmo preoccuparci di vedere l’ultima apparizione di
Momoa nei panni di Arthur Curry…
I progetti rimanenti dell’era DCEU sono un
problema, ma rilasciarli se non hanno alcuna attinenza con il
futuro rende loro un vero e proprio disservizio, soprattutto quando
si tratta di un eroina come Blue
Beetle.
Gli attori meritano di meglio
Sebbene sia vero che stiamo
lottando per trovare un motivo per non scartare tutto ciò che è
anche solo provvisoriamente legato al DCEU, la
Warner Bros. rischia di separarsi da molti grandi attori. Mettendo
da parte gli attori di Justice League, questo significa che non ci
sarà più John Cena come Peacemaker? Margot Robbie ha chiuso con il ruolo di
Harley Quinn?
In questi termini, ci risulta
difficile credere che tutti saranno reinseriti nel cast, a meno che
l’idea non sia quella di utilizzare il concetto di Multiverso per
riportare questi attori nei panni di personaggi diversi (una
prospettiva innegabilmente intrigante). Ci dispiacerebbe dire addio
a personaggi come Cavill e Gadot, ma come si fa
a tenere loro e non Affleck? E come liberarsi di loro, ma non di
tutti gli altri? Gunn e Safran
hanno per le mani un bel pasticcio, questo è certo.
Nell’anno del centenario del primo
film di Hitchcock il Noir vuole rendere omaggio ad uno dei più
grandi maestri del cinema con l’anteprima europea del nuovo
documentario di Mark
Cousins (Marcia su
Roma,The Story of Film: An
Odyssey) a lui dedicato e prossimamente in sala per
Arthouse. Con My name is Alfred
Hitchcock Mark Cousins fa rivivere allo
spettatore l’immensa carriera del regista di capolavori tra
cui Psycho, attraverso l’uso della sua stessa
voce.
Esordio al cinema di
fiction della documentarista Alice Diop,
Saint-Omer è uno dei titoli più interessanti del
Concorso della Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia 79. Pur trattandosi di cinema di finzione, Diop parte
dalla storia vera di Laurence Coly, accusata di
aver ucciso la figlia di 15 mesi, ma posizionando la sua camera
lontano dall’accusata, spostando l’attenzione su Rama, una
scrittrice che segue il processo.
Saint-Omer, la storia vera
Nel 2016, nell’aula di
tribunale di Saint-Omer, tra Calais e Lille, si è svolto un
processo a carico di una giovane donna franco-senegalese accusata
di aver ucciso sua figlia di 15 mesi. L’atto, considerato tra i
gesti più assurdi che si possano compiere perché contrario a tutte
le idee, biologiche e sociali, legate alla maternità, renderà la
giovane autrice di uno dei peggiori crimini mai commessi da una
persona. Tutta la storia però è raccontata dal punto di vista di
Rama, che fa sua quella paura e quel trauma.
Il film si fonda su un
linguaggio estremamente intimo e pittorico che associa la bellezza
di inquadrature sobrie e fisse, dei veri e propri quadri, ai lunghi
discorsi, spesso in camera, che i protagonisti rivolgono prima
ancora allo spettatore che agli altri personaggi in scena. Questo
connubio regala un approccio estremamente personale, di fronte al
quale ci sentiamo nudi e coinvolti in maniera totale.
Ma è nel dialogo tra
Rama e l’imputata, tra le loro storie così diverse che però Rama
sente affine che si nasconde tutta la meraviglia della storia e il
senso di ciò che Diop cerca di fare, regista che pure quando
racconta di personaggi inventati non riesce a fare a meno di
partire da uno spunto reale, che la metta a suo agio con persone e
fatti.
Razzismo e conoscenza di sé
Metterci nei panni di
Rama, secondo quella che doveva essere l’intenzione del regista,
potrebbe essere un aiuto per sentire fino alla fine l’approccio
profondamente razzista che l’imputata vive, per estrazione sociale
ma soprattutto per etnia. Quello sguardo discriminatorio annulla
tutte le possibilità di entrare dentro a una psicologia disturbata
che però nel finale trova la sua legittimazione anche attraverso
un’arringa conclusiva che sta dalla parte di Laurence ma che ne fa
una pazza, una persona fuori controllo.
Quello che sembra voler
dire Alice Diop con Saint-Omer è che l’indagine sulla propria
esistenza ed essenza non è mai un viaggio facile e che possiamo più
e più volte metterci nei panni dell’altro ma anche osservarlo e
scoprire in questo modo nuovi strumenti per capire noi stessi.
Il
Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, la serie vista da
oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo, diventando
la serie Original di Prime Video di maggior successo in ogni
Paese e territorio alla sua prima stagione, ha annunciato otto
nuovi componenti del cast per la seconda stagione, attualmente
in produzione nel Regno Unito.
I nuovi componenti del cast
di Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere
sono: Oliver Alvin-Wilson, Stuart Bowman, Gavi Singh Chera,
William Chubb, Kevin Eldon, Will Keen, Selina Lo e
Calam Lynch.
Di seguito le biografie e i primi
piani dei nuovi componenti del cast. Per ulteriori informazioni
sulla serie, consulta la sezione dedicata a Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere sul Press Site di Amazon
Studios.
OLIVER ALVIN-WILSON
– Oliver Alvin-Wilson’s television credits include The
Bay (ITV), as “Guy Townsend,” Murder in Provence(ITV)
as “Luc Martinez,” Collateral (BBC) as “Chips Benson” and
Lovesick (Netflix) as “Alex.” In film, Oliver has been seen in
Harkness, Wonder Woman 1984, and The
Huntsman. He has appeared on stage in All of Us
(National Theatre), Henry VI Rebellion/War of the Roses
(Royal Shakespeare Company), The Twilight Zone (Almeida
Theatre/Ambassadors Theatre), The Doctor (Almeida
Theatre), A Midsummer Night’s Dream(Young Vic Theatre) and
Nine Night (National Theatre/Trafalgar Studios) among many
others.
STUART BOWMAN –
Stuart Bowman can currently be seen in the television series
The Pact (BBC), Karen Pirie (ITV), and The
Control Room (BBC). He has previously played recurring roles
in Alex Rider (Prime Video), Guilt (BBC),
Bodyguard (Netflix), Versailles (Netflix),
Grantchester (ITV), and Deadwater Fell (Channel
4) opposite David Tennant. Stuart’s work in film includes Man
and Witch, The Cursed, Sunset Song, and
Slow West. His recent theatre credits include
Macbeth (Shakespeare’s Globe Theatre) as “Macduff.”
GAVI SINGH CHERA
Gavi Singh Chera was most recently seen in the television
series The Undeclared War (Channel 4)
and The Lazarus Project (Sky). Other television
credits include Vera (ITV)
and Doctors (BBC). On stage, Gavi has appeared
in productions including The Cherry Orchard (The
Yard Theatre), Our Generation, Behind the
Beautiful Forevers (National
Theatre), Duck, 1922: The Waste Land (Jermyn
Street Theatre) and Pygmalion (Headlong).
WILLIAM CHUBB
William Chubb is a prolific actor whose television credits include
Vampire Academy (Peacock), The
Sandman(Netflix), Pistol (Hulu), Quiz, Jonathan
Strange and Mr. Norrell (BBC), Law & Order:
UK (ITV) and House of
Cards (BBC). On stage, William has appeared in numerous
productions including The Tempest (Theatre Royal
Bath), The Taxidermist’s Daughter (Chichester
Festival Theatre), Witness for the
Prosecution (County Hall,
London), Othello (Shakespeare’s Globe Theatre)
and Rosencrantz and Guildenstern Are Dead (Old
Vic). His film credits include Sam Mendes’ Empire of
Light, A Week in Paradise, and Adrift in Soho.
KEVIN ELDON Kevin
Eldon is a well-known performer in television, film and theatre. On
television, Kevin has starred in Game of Thrones (HBO),
Shadow And Bone (Netflix), Inside Number 9 (BBC)
and has had recurring roles in Trigger
Point (Peacock) and Dad’s Army. He
also appeared in The
Crown (Netflix), Criminal:
UK (Netflix) and Doctor Who(BBC). In film, he has been
seen in Martin Scorsese’s Hugo, Hot
Fuzz, Four Lionsand Set Fire to the
Stars opposite Elijah Wood.
WILL KEEN Will
Keen will soon start production on Prime Video’s My Lady
Jane. He most recently wrapped the indie feature
Borderland opposite Felicity Jones and Mark Strong, as
well as the TV series The Gold(BBC1/Viacom). He was most
recently seen in Ridley Road (BBC) and The Pursuit of
Love (BBC) opposite Andrew Scott and Emily Beecham. His other
TV credits include His Dark Materials (HBO), The
Crown (Netflix), Genius: Picasso (National
Geographic), Wolf Hall (BBC) and The Musketeers
(BBC). Stage credits include Patriots (Almeida Theatre),
Ghosts (Almeida Theatre), Waste (Almeida
Theatre), Quartermaine’s Terms (Wyndham’s Theatre),
The Arsonists (Royal Court) and The Coast of
Utopia (National Theatre).
SELINA
LO Selina Lo is a British-Asian actress and former
martial arts champion, whose film credits include starring in
Boss Level (Hulu) as “Guan Yin” and Hellraiser
(Hulu) as “The Gasp.” Her work in television includes a
recurring role in One Child(BBC) as “Xu Lian.”
CALAM LYNCH Calam
Lynch was most recently seen in Bridgerton(Netflix) as “Theo Sharpe.” Other
television credits include Derry Girls (Channel 4) as
“John Paul O’Reilly” and Mrs. Wilson (BBC) as “Gordon
Wilson.” In film, Calam starred in Black Beauty (Disney+), Benediction opposite
Jack Lowden, and Dunkirk. He has appeared in theatre in
productions including Much Ado About Nothing (The Rose
Theatre) and Wife (The Kiln Theatre).
Gli otto episodi della prima
stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
sono disponibili in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e
territori.
Il
Signore degli Anelli: Gli anelli del potere porta per la
prima volta sugli schermi le eroiche leggende della mitica Seconda
Era della storia della Terra di Mezzo. Questo dramma epico si
svolge migliaia di anni prima degli eventi narrati in
Lo Hobbit e Il Signore degli
Anelli di J.R.R. Tolkien, e porta
gli spettatori in un’era lontana in cui furono forgiati grandi
poteri, regni ascesero alla gloria e caddero in rovina, improbabili
eroi furono messi alla prova, la speranza appesa al più esile dei
fili, e il più grande cattivo mai uscito dalla penna di Tolkien
minacciò di far sprofondare tutto il mondo nell’oscurità. Partendo
da un momento di relativa pace, la serie segue un gruppo di
personaggi, alcuni già noti, altri nuovi, mentre si apprestano a
fronteggiare il temuto ritorno del male nella Terra di Mezzo. Dalle
più oscure profondità delle Montagne Nebbiose, alle maestose
foreste della capitale elfica di Lindon, all’isola mozzafiato del
regno di Númenor, fino ai luoghi più estremi sulla mappa, questi
regni e personaggi costruiranno un’eredità che sopravvivrà ben
oltre il loro tempo.
La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere ha ottenuto un successo senza precedenti,
è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo,
con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie
ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo
primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella
storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle
classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di
uscita. Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di
spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime
più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre,
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere è la prima serie Original in ogni area del
mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e
nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento
culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui
#TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un
totale di oltre 426 ore nel weekend.
La seconda stagione della serie è
prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne &
Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey
Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer
Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom,
i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew
Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.
Dicembre è quel mese in cui si
aspetta con ansia l’arrivo delle feste, ma anche il periodo in cui
si fruiscono di più le commedie romantiche. E così Netflix come
regalo ci dona Odio il Natale, adattamento della serie
norvegese Natale con uno sconosciuto, e prima
serie natalizia Made in Italy con protagonista Pilar
Fogliati.
Al timone Matilde e Luca
Bernabei con la Lux Vide, la casa di
produzione che nel panorama italiano si può dire detenga il primato
nello sfornare prodotti di successo. Questa volta i Bernabei hanno
deciso di deliziare i loro spettatori svincolandosi dalle trame
solite “religiose” e, esattamente come Viola come il mare, propongono un prodotto più
indirizzato ai giovani piuttosto che alle famiglie. Odio il
Natale è disponibile dal 7 dicembre sulla piattaforma
streaming.
Odio il Natale, la trama
Mancano 24 giorni al Natale e Gianna
(Pilar Fogliati) deve fare i conti con la sua
famiglia che, in quel giorno di festa, si aspetta di vederla
sistemata con un uomo. Le aspettative dei familiari e i loro
giudizi riguardo la sua anomala situazione sentimentale, la mettono
talmente tanto sotto pressione da farla mentire sull’esistenza di
un compagno che presenterà al cenone.
A danno compiuto, Gianna è costretta
a trovare davvero un uomo che possa portare a casa dei suoi a
Natale, e mentre spera di trovare quello giusto si imbatte nei
soliti uomini stereotipati che le bettono i bastoni fra le ruote.
Ma grazie a quel che accade alle sue amiche Titti (Beatrice
Arnera) e Caterina (Cecilia Bertozzi), e
ai segreti che nascondono suoi genitori, capisce che la ricerca
ossessiva di un compagno per la vita non la porterà da nessuna
parte, se non a prendere consapevolezza di se stessa.
Un Natale alla ricerca di se
stessi
Si dice che il Capodanno sia il
giorno in cui si tirano un po’ le somme dell’anno passato, si
stabiliscono i propositi per l’anno nuovo e si fa ammenda. Quel che
invece non si dice è che il bilancio dell’anno a cui si sta per
dire addio, con speranze annesse per il futuro, viene in realtà
fatto nei giorni precedenti il Natale. È con questo presupposto che
inizia Odio il Natale, quando la protagonista
Gianna, interpretata da un’esuberante Pilar Fogliati, deve fare un
resoconto della sua vita mentre affronta la sua catastrofica quanto
bizzarra situazione sentimentale.
Il cliché del fidanzato a
Natale è l’elemento cardine su cui si avvolge tutta la
storia e la protagonista stessa, alla ricerca frenetica
dell’uomo giusto da poter presentare ai genitori. Il cenone di
Natale qui viene presentato sotto due luci diverse: come un campo
minato, in cui qualsiasi parola può scatenare lo scontato sguardo
giudicante dei commensali o la domanda invadente di un familiare, e
come l’occasione per spuntare – o meno – la check-list
precedentemente preparata. Questa spinosa situazione è accentuata
da Gianna, la quale vive la tipica fase
del trentenne in crisi, quel periodo di vita in cui si è
in un limbo esistenziale: si guarda a cosa si è lasciato indietro
per volgere l’attenzione al futuro, al mondo rigido degli adulti,
il cui ingresso è sempre pieno di esitazione e timori.
Quel che permea tutto il tessuto
narrativo della serie, e che spinge la protagonista a ribellarsi
nel finale, è il dover soccombere alle aspettative degli altri per
non generare delusioni, con il pensiero comune che doversi sposare
e procreare è indispensabile arrivate ad una certa età, “perché
l’orologio biologico non aspetta nessuno”. Ma i tempi cambiano, e
spesso l’essere immersi in un contesto sociale frenetico inficia
sul tempo a disposizione da dedicare a se stessi, fino a perdere la
bussola della propria vita. Come accade alla protagonista, per
contrastare questa condizione limitante, bisogna impegnarsi
affinché un proprio posto nel mondo si trovi, poiché la felicità è
ovunque e non solo nelle relazioni amorose, e spesso si trova negli
angoli più nascosti del cuore se solo si osserva con
attenzione.
Una Venezia magica piena di
cliché
Mentre le battute di Love Actually scandiscono le sue giornate, Gianna si
ritrova a dover affrontare, in un salto a ostacoli, le categorie di
uomini più comuni e classiche, dal “mammone” all’ossessivo, al
liceale con gli ormoni e l’emotività ballerina. Macchiette
inserite nei soliti cliché, forse questa la pecca più
evidente dello script, con un eccessivo dosaggio caricaturale dei
comprimari di Gianna che ne fa perdere un po’ il tono tragicomico.
Questi, in alcune scene, anestetizzano la fruizione incalzante
della narrazione, molto accentuata dalla rottura della quarta
parete della Fogliati, che in maniera verace si confida allo
spettatore come se fosse un’amica al bar.
Gianna ci trasporta di
fretta nelle sue dinamiche da montagne russe e si corre
insieme a lei fra le strade e i canali di una suggestiva Venezia
addobbata a festa, ambientazione anomala per una serie nostrana, ma
proprio per questo più visivamente attraente. Eppure, per quanto
immergersi nella sua quotidianità possa essere entusiasmante, la
troppa frenesia con cui la si espone produce delle crepe nella
trama, fino a diventare una commedia natalizia dalle venature quasi
irreali. La scelta più corretta, per un glow up realistico
dei protagonisti, sarebbe stata quella di dilatare i tempi degli
episodi per permettere ai personaggi di avere più spazio per
costruirsi e soprattutto più tempo per evolversi e
consapevolizzarsi.
In conclusione, Odio il
Natale è una commedia natalizia che segue il pattern
romantico per eccellenza, seppur un po’ troppo ingolfato da luoghi
e situazioni comuni che lo rendono un prodotto eccessivamente
plastificato. Nonostante questo, la serie può essere un buon
passatempo leggero per passare le serate invernali in attesa della
feste di Natale, l’importante è guardarlo senza troppe pretese.
Da sempre attratto da personaggi
controversi e complessi, Clint
Eastwood decise di vestire nuovamente i doppi panni di
interprete e regista per il film del 1986
Gunny. Il titolo originale è in realtà
Heartbreak Ridge, in riferimento all’omonima battaglia
svoltasi durante la guerra di Corea, nel 1951. “Gunny”, invece, si
concentra maggiormente sul personaggio protagonista. Tale parola è
infatti l’abbreviazione informale di “Gunnery sergeant”, grado dei
sottufficiali dei Marines, ricoperto dal protagonista. Con
quest’opera Eastwood torna dunque al film di guerra, dando
nuovamente prova delle sue capacità da regista.
La storia di un sergente prossimo
alla pensione che si ritrova a dover gestire un gruppo di
indisciplinati militari nasce dalla penna di James
Carabatsos. Questi è un veterano del Vietnam, il quale si
è lasciato ispirare dalle proprie esperienze nel dar vita alla
sceneggiatura del film. Arrivata all’attenzione di Eastwood, questi
si dichiarò disponibile a recitare e dirigere, richiedendo anche la
partecipazione delle Forse Armate. Queste, tuttavia, si rifiutarono
di supportare il film, trovandolo lontano dalla realtà e ricco di
stereotipi. A spaventare, in particolare, era la natura controversa
del protagonista e i suoi modi decisamente poco ortodossi.
Ciò non impedì però a Gunny
di affermarsi come un vero e proprio successo al box office. A
fronte di un budget di soli 15 milioni di dollari, questo arrivò ad
incassarne globalmente circa 121. Tale risultato confermò il grande
interesse nei confronti dei film bellici, come anche la capacità di
Eastwood di attrarre al cinema un ampio pubblico. Ancora oggi il
titolo è considerato uno dei più belli del suo genere, da
recuperare assolutamente qualora non lo si sia ancora visto. Prima
di ciò, però, è certamente utile conoscere alcune curiosità ad esso
legate, e che si possono ritrovare qui proseguendo nella
lettura.
Gunny: la trama del
film
La vicenda si svolge nel 1983, ed ha
per protagonista il sergente Thomas “Gunny”
Highway. Questi è un eroe della guerra di Corea e veterano
del Vietnam, e nella sua gloriosa carriera è arrivato ad essere
insignito della prestigiosa Medal of Honor. Nonostante ciò, Gunny è
particolarmente odiato dai suoi superiori, i quali mal sopportano i
suoi metodi bruschi e l’insofferenza verso la disciplina militare.
A complicare la sua situazione vi è la sua dipendenza dall’alcol,
che lo porta a cacciarsi in numerosi guai. Dopo l’ennesimo scontro
fisico, Gunny viene trasferito presso un nuovo regimento, dove
trascorrerà i suoi ultimi mesi prima del pensionamento. Qui si
imbatte nel maggiore Powers, il quale desideroso di stabilire da
subito il suo potere invia l’anziano soldato ad occuparsi di un
plotone di inesperti esploratori.
Senza perdersi d’animo, egli inizia
a sottoporre i giovani soldati ad un duro ma motivante
addestramento. Se inizialmente questi faticano a sopportare le sue
angherie, con il tempo impareranno ad apprezzare i valori che Gunny
riesce a trasmettere loro con il suo operato. In breve, egli riesce
infatti a guadagnarsi la stima e il rispetto del plotone. Questi
devono però ora prepararsi allo sbarco nell’isola di Grenada, dove
si consumerà un’accesa battaglia. Consapevole dei rischi a cui i
giovani vanno incontro, Gunny tenta di prepararli quanto più
possibile ad ogni evenienza, contravvenendo alle regole impostegli
dal suo superiore Powers. Allo stesso tempo, però,
l’anziano dovrà pensare anche a sé, ai suoi problemi, e a quella ex
moglie con la quale desidera ricongiungersi.
Gunny: il cast del
film
Attratto dal personaggio, che
giudicava giusto per le sue corte, Clint Eastwood non ci ha pensato due
volte prima di interpretare il battagliero Gunny. Contrariamente a
questi, tuttavia, l’attore non ha partecipato alla guerra in Corea.
Per tale motivo, per prepararsi al ruolo ha richiesto di poter
trascorrere del tempo presso alcune basi dei marines, dove poté
apprendere quanto gli occorreva per risultare realistico nella sua
interpretazione. In particolare, Eastwood ha affermato di essersi
ispirato al duro James L. Johnson, veterano del Vietnam. Ormai
affermato nome di Hollywood, l’attore guadagnò l’enorme cifra di 10
milioni di dollari per la sua partecipazione al film. Il suo fu il
secondo compenso più alto dell’anno, secondo solo ai 12 milioni di
Sylvester
Stallone per Cobra.
Accanto a lui nel film si ritrovano
alcuni noti attori e altri giovani esordienti. Tra i primi si
annovera la pluricandidata all’Oscar Marsha Mason,
nei panni di Angie, la ex moglie del protagonista. Everett
McGill, noto per aver interpretato Ed Hurley in Twin
Peaks, dà qui vita al severo maggiore Malcolm A. Powers. Di
particolare rilievo è il ruolo ricoperto da Mario Van
Peebles, che ricopre qui il personaggio del caporale
“Stitch” Jones, uno dei soldati addestrati dal protagonista. Per
tale ruolo era richiesto un attore che sapesse suonare la chitarra.
Presentatosi al provino, Van Peebles affermò di non avere
esperienza con lo strumento, ma di poter imparare in breve tempo a
suonarlo. Date anche le sue doti attoriali, Eastwood decise di
fidarsi di lui, venendo poi ripagato di ciò.
Gunny: le frasi più belle,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Gunny è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 9
dicembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Nel film sono inoltre presenti
diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si
tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non
solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti
che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più
importanti del film.
Io sono cattivo, incazzato e stanco. Sono uno che mangia
filo spinato, piscia napalm e riesce a mettere una palla in culo ad
una pulce a duecento metri. (Gunny)
Io sono il sergente Gunny Highway e ho bevuto più birra,
pisciato più sangue e chiavato più mignotte e dato più cazzotti di
tutti voi stronzetti messi assieme. Il maggiore Powers mi ha
assegnato il comando di questo plotone. (Gunny)
Questo è il nuovo Corpo dei Marines. Una razza nuova. I
personaggi come te sono anacronismi: ti dovrebbero chiudere in una
bacheca con scritto “rompere il vetro solo in caso di guerra.
(Maggiore Powers)
Andate in città stasera, divertitevi, fate gli scemi,
strofinate l’uccellino fra le cosce delle vostre ragazze o
schiaffatelo in qualche buco nel muro, sfogatevi, perché dalle sei
in punto di domattina le vostre chiappe sono mie! (Gunny)
Quando nel 2000 Ti presento i miei
arrivò sul grande schermo, si rivelò un grandissimo successo al
botteghino, riuscendo a proporre secondo schemi a dir poco
esilaranti il più classico dei topoi cinematografici, ovvero il
conflitto fra il futuro genero e il padre della sposa. Grazie
soprattutto alla dicotomia tra Ben Stiller e
Robert De Niro. Con il sequel Mi presenti i
tuoi?, si alzò poi il tiro con risultati altrettanto
divertenti. Nel 2010, a dieci anni dal primo film, è infine stato
realizzato l’ultimo capitolo della trilogia, Vi
presento i nostri, diretto stavolta da
PaulWeitz, regista
dell’acclamatissimo American Pie.
Questo nuovo capitolo, come
suggerisce anche il film, porta gli spettatori a conoscere ora la
famiglia formata da Greg, Pam e i loro due gemelli. Allo stesso
tempo, però, gli sceneggiatori Larry Stuckey e
John Hamburg hanno descritto il film come un
racconto che, in modo naturalmente comico, riflette anche su temi
delicati come la morte, il divorzio e tutte quelle altre cose a cui
si inizia a pensare una volta che si diventa più grandi. Tra
graditi ritorni nel cast e nuovi volti, tra tanta comicità e buoni
sentimenti, anche questo terzo film della serie si è poi affermato
come un grande successo.
Pur non replicando lo stratosferico
incasso del secondo film, che aveva superato i 500 milioni, Vi
presento i nostri ha comunque raggiunto la considerevole cifra
di 310 milioni di dollari. Per gli appassionati dei primi due film,
anche questo terzo conclusivo risulta essere quanto mai
imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Vi presento i nostri: la trama del film
Questo ultimo capitolo della
trilogia racconta sposta l’attenzione sulla nuova famiglia di
Greg Fotter, ormai da tempo sposato con la sua
Pam e padre di due gemellini. Il suo più grande
traguardo sembra però l’aver davvero conquistato definitivamente il
rispetto del suocero ed ex agente della CIA Jack
Byrnes. Questi lo ha infatti designato nuovo capo
famiglia, rinominandolo Don Fotter. Grazie alle sue qualità, Greg è
stato però notato anche dall’affascinante Andi
Garcia, rappresentante di una casa farmaceutica, che lo
vuole come testimonial del suo farmaco contro le disfunzioni
sessuali.
La paura di non farcela a occuparsi
economicamente della sua famiglia convince infine Greg a prestarsi
come testimonial per il farmaco. Naturalmente, il suo avvicinarsi
ad Andi diventa oggetto di sospetti da parte di Jack, che teme che
Greg stia tradendo la figlia. L’incombente festa di compleanno per
i 5 anni dei due gemellini si presenta come l’occasione che Jack
stava aspettando da sempre per poter finalmente screditare il
genero e riavvicinare la sua adorata figlia al perfetto e
benestante ex fidanzato Kevin Rawley. Ancora una
volta Greg dovrà dunque impegnarsi a dimostrare la sua innocenza,
in un crescendo di imprevisti particolarmente comici.
Vi presento i nostri: il cast del film
Ancora una volta ad interpretare
Greg Fotter vi è il popolare attore comico Ben Stiller.
Come per il precedente film, egli fece scrivere per il suo
personaggio una comicità verbale più che fisica, con la quale si
sentiva più a suo agio. Stiller ebbe poi anche l’opportunità di
improvvisare diverse scene, acquisendo così totale disinvoltura con
il personaggio. Nei panni della sua fidanzata Pam vi è anche in
questo caso l’attrice Teri Polo, mentre
Blythe Danner riprende il ruolo di Dina Byrnes.
L’attore Robert De Niro
interpreta invece Jack Byrnes, un ruolo comico per cui si è
preparato approfonditamente ricercando nuovi dettagli per
caratterizzare il personaggio. Nel film è poi presente anche
Owen Wilson, nei panni
di Kevin Rawley, ex fidanzato di Pam particolarmente apprezzato dai
genitori di lei.
Il personaggio di Bernie Fotter, il
padre di Greg, era inizialmente assente dal film, poiché l’attore
Dustin Hoffman si era
dichiarato insoddisfatto della storia. Tuttavia, i produttori
riuscirono ad arrivare ad un accordo con lui affinché apparisse in
sei scene. Al momento dell’accordo, però, il film era già stato
completato e si dovettero eseguire delle riprese aggiuntive. Nel
film è poi presente anche Barbra Streisand,
nuovamente nei panni di Rosalind Fotter, la madre di Greg.
Laura Dern interpreta
Prudence, la direttrice della scuola frequentata dai piccoli
Fotter, mentre Jessica Alba è
l’affascinante Andi Garcia. Nel film vi è poi il grande amico di De
Niro, Harvey Keitel, nei panni del dottor Bob. Fu
proprio De Niro a suggerire l’amico per il ruolo.
Vi presento i nostri: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Vi presento i
nostri è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili, Google Play,
Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 9
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Arrivato sul grande schermo nel
2013, il film La notte del giudizio
ha dato il via ad una delle più fortunate saghe cinematografiche
ambientate in una realtà distopica. Composta da quattro film e una
serie televisiva, la saga è stata ideata da James
DeMonaco, ed ha in breve ottenuto ottimi riscontri di
pubblico, tanto da giustificare la sua espansione. Nel 2014 è
arrivato al cinema il primo di diversi sequel del titolo originale.
Si tratta di Anarchia – La notte del
giudizio (qui la recensione), ancora una
volta scritto e diretto da DeMonaco. Rispetto al precedente, però,
questo presenta una storia e un cast interamente nuovo.
Lo spunto ricorrente è però quello
del periodo dello “Sfogo”. DeMonaco ha raccontato che l’ispirazione
gli venne in seguito ad un evento che capitò realmente a lui e a
sua moglie. I due stavano guidando quando all’improvviso
rischiarono di essere coinvolti in un incidente stradale con un
altro automobilista. Fermatisi sul bordo della strada, DeMonaco e
questi iniziarono a prendersi a male parole, passando poi alle
mani, e separati soltanto dall’intervento della polizia. Sconvolta
da quell’evento, la moglie del regista sembra aver espresso l’idea
che una volta all’anno dovrebbe essere consentito commettere
omicidio.
Dopo che il primo capitolo era
interamente ambientato all’interno dell’abitazione dei
protagonisti, con questo sequel il regista ha avuto modo di portare
lo spettatore direttamente nelle strade dove gli scontri avvengono.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e ai suoi
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Anarchia – La notte del
giudizio: la trama del film
In questo sequel un nuovo
Sfogo, la notte in cui ognuno potrà appunto dar
vita ai più violenti istinti, è ormai prossimo. Questa è la notte
preferita da teppisti, psicopatici, frustrati, ma anche ricchi
rampolli di famiglie agiate che vogliono a modo loro partecipare
alla Purificazione commettendo ogni qualsivoglia crimine senza la
paura di ripercussioni. Tutto è legale. Tale notte appare però
sempre più un modo per eliminare gli strati più deboli e poveri
della società, e a sostenere questa tesi vi è un gruppo dissidente
capeggiato dal carismatico leader Carmelo. Durante
queste famigerate ore vige il coprifuoco per quanti non sono in
grado di difendersi ma non tutti riescono a raggiungere la propria
casa in tempo.
E’ il caso di una giovane coppia,
Shane e Liz a cui si ferma la
macchina sull’autostrada. Questo sfortunato destino farà incrociare
le loro vite con quelle di altri tre sconosciuti predestinati a
divenire vittime della violenza. Il primo è un uomo misterioso
detto il Sergente, che salva loro la vita ma che
sembra abbia un’importante missione da portare a termine. Gli altri
due personaggi sono una coppia di donne indigenti, madre e figlia,
scelte per essere massacrate da un gruppo di miliardari e per
questo rapite da un sinistro commando armato. L’unico modo per
sopravvivere in questa follia è quello di rimanere continuare a
fuggire e nascondersi fino al sorgere del sole.
Anarchia – La notte del
giudizio: il cast del film
Se nel primo film il protagonista
era l’attore Ethan Hawke, il
nuovo personaggio principale è ora interpretato da Frank Grillo.
Proprio grazie a questo film egli è oggi particolarmente celebre, e
il suo sergente tornerà poi anche nel sequel del 2016. Per
costruire questo, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato ai più
celebri giustizieri interpretati da Clint Eastwood.
Accanto a lui vi è poi Carmen Ejogo, nei panni di
Eva Sanchez, che insieme a sua figlia Cali tenta di sfuggire allo
Sfogo. Gli attori Kiele Sanchez e Zach
Gilford, sposati nella realtà, danno qui vita alla coppia
composta da Liz e Shane. Michael Keneth Williams,
noto per la serie Boardwalk Empire, è invece il combattivo
Carmelo.
Anarchia – La notte del
giudizio: i sequel, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Dato il grande successo del film,
nel 2016 è arrivato in sala il terzo capitolo, intitolato La notte del giudizio – Election
Year. Con questo, DeMonaco continua ad esplorare lo Sfogo,
espandendo inoltre i suoi confini. Se nel primo film la vicenda si
svolgeva dall’interno di una casa, e nel secondo tra le strade, con
il terzo si arriva invece agli ambienti governativi. Questo ha
portato inoltre ad un necessario cambio nel punto di vista. Nel
primo film la vicenda è infatti raccontata dai ricchi, nel secondo
dai poveri, e nel terzo dagli uomini di politica. Una volta
conclusasi la trilogia, è arrivato in sala nel 2018 il primo
prequel, intitolato La prima notte del giudizio.
Interpretato dalla premio Oscar Marisa
Tomei, e dalla giovane Melonie
Diaz, questo esplora la prima edizione del celebre
Sfogo.
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire di Anarchia – La notte del
giudizio grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 9 dicembre alle ore 23:15
sul canale Italia 2.
Ecco la nostra intervista a Patricia Mazuy,
regista di Bowling Saturne, film presentato al 32°
Noir in Festival e vincitore del Black Panther
Awards 2022.
Il film racconta come dopo morte del
padre, Guillaume erediti la pista da bowling di famiglia che dona
al fratellastro Armand. Un luogo carico di ricordi, segreti e
fantasmi interiori, dove si scatena una serie di omicidi. I due
fratelli verranno trascinati in un abisso pieno di demoni e
dovranno fare i conti con la loro eredità. L’oscurità regna su un
mondo nel quale vale solo la regola della caccia.
La scrittrice e sceneggiatrice
Cinzia Bomoll, il direttore artistico del Festival
europeo del cinema fantastico di Strasburgo Daniel
Cohen e l’attrice Manuela Velasco hanno
attribuito all’unanimità il Black Panther 2022 per il miglior film a
BOWLING SATURNE di Patricia Mazuy con la
seguente motivazione: “Per averci accompagnato in un
viaggio interiore che conduce all’istinto omicida, attraverso un
realistico e potente utilizzo del noir.”
Leone Film Group e
Rai Cinema presentano un nuovo poster italiano e una nuova immagine
di The
Fabelmansdi
Steven Spielberg, che ha appena
vinto il
National Board of Review Award per la miglior regia, oltre al
miglior esordio per l’interpretazione di Gabriel
LaBelle.
Il film, che ha già
ottenutoil Premio del Pubblico al Festival
di Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar®
Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal
candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar®
John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il
montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah
Broshar.
Prodotto da Amblin
Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia
Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e sarà al cinema
dal 22 dicembre con 01 Distribution.
Valeria Bruni Tedeschi, la celebre attrice
italo-francese torna a dirigere un film, tra l’altro, da lei stessa
sceneggiato (con Noémie Lvovsky e
Agnès de Sacy):
Forever Young (Les Amandiers). Dopo I
villeggianti(2018), questa volta
vediamo Bruni
Tedeschisolo alla camera di regia.
Paradossalmente, in un film estremamente autobiografico, sceglie di
non comparire sulla scena: attraverso una giovane e abilissima
protagonista, Valeria Bruni Tedeschi realizza un’opera
evocativa e nostalgica che affronta la giovinezza con estrema
intensità emotiva.
La trama di Forever
Young
Stella (Nadia
Tereszkiewicz) è una ragazza benestante che sogna di fare
l’attrice. Insieme ad altri dodici giovani, viene presa nella
celebre scuola di recitazione teatrale diretta da Patrice
Chéreau (Louis
Garrel), l’École des Amandiers a Nanterre.
All’interno degli spazi teatrali, le gioie e i tormenti degli
aspiranti attori si liberano e si mescolano alle ambizioni. Amori,
passioni carnali e droghe sono insiti negli spiriti di questi
giovani artisti: se da un lato sono aspetti essenziali per dare
profondità alla recitazione, dall’altro causano grandi drammi.
Così, dentro e fuori dal teatro, gioia e dramma
sono essenziali per vivere (e recitare) appieno. Croce e
delizia.
Passioni carnali, passioni
artistiche
Forever Young è una
storia autobiografica: Valeria Bruni Tedeschi
sceglie di raccontare i suoi esordi, quando era allieva del celebre
regista Patrice Chéreau. Oltre al tema della
recitazione, nel film vengono affrontati quello
della droga e dell’AIDS, problematiche intrinseche al mondo
dell’arte e alla gioventù.
C’è chi si droga per avvicinarsi
all’arte, chi si buca per evadere dalla realtà, chi fa sesso
spensieratamente e chi ha il vizio di tradire. In Forever
Young anche i temi più impegnativi sono approcciati
attraverso quel mix di drammaticità e spensieratezza tipici della
giovinezza. All’interno del gruppo di ragazzi, la promiscuità
regna sovrana e i problemi di uno diventano quelli di tutti, non
solo in senso spirituale e metaforico. La condivisione delle
passioni e delle difficoltà è un aspetto enfatizzato nel film e
dona profondità sia ai momenti allegri che a quelli drammatici. Il
gruppo è una necessità in Forever Young, una
dipendenza e un’ancora di salvezza allo stesso tempo.
Un cast giovanissimo
ForeverYoung. Giovani per sempre. Così ci si sente a
vent’anni e così si sente la regista facendo rivivere la sua
gioventù sul grande schermo. Probabilmente, anche il freschissimo
cast scelto da Bruni Tedeschi condivide questo
sentimento: al di là del grande Louis
Garrel(che ha da poco recitato nei panni
di Godard), il resto degli interpreti
di Forever Young sono ventenni pressoché
sconosciuti a livello internazionale. Nonostante ciò, tutti
recitano perfettamente la propria parte. Un film così
meta-narrativo ha bisogno di attori in grado di
percepire l’emotività dei personaggi. Nadia
Tereszkiewicz, la protagonista, ha
relativamente poche battute
perché Stella comunica sé stessa attraverso il
volto ed il corpo. Estremamente comunicativi sono anche i grandi
occhi di Sofiane Bennacer nei panni
di Étienne o i capelli rosso fuoco e il sorriso di
Clara Bretheau.
I personaggi di Forever
Young sono belli e dannati, il prototipo degli artisti, ma
non solo: esprimono esattamente come ci si sente a vent’anni,
quando si è allo stesso tempo egocentrici (si pensa alla carriera)
e pronti a darsi totalmente a quell’altro significativo.
Densità e stratificazione
Forever Young è un
film denso e intenso: autobiografico, meta-narrativo,
teatrale, drammatico. Lo spettatore segue il lavoro che gli artisti
fanno su sé stessi e può condividere i loro sentimenti. La
profondità narrativa è espressa molto bene sia dalla colonna sonora
che dalle immagini. Le scelte musicali di François
Waledisch sono tutte significative. In
particolare, Guarda che luna di Fred
Buscaglione riecheggia come canzone di scena e come musica
extra-dietetica.
Le inquadrature strette, intime,
insieme alla grana della pellicola delle immagini danno l’idea di
un’opera realizzata per essere condivisa tra amici. L’aspetto
vintage, gli anni Ottanta fatti di auto a scatolette colorate e di
cappotti ampi, possono solo accompagnare. Forever
Young è come un filmino realizzato dietro le quinte, è
onesto e sporco, impreciso e quindi perfettamente vero e vivo.
Kristen Stewart è stata selezionata come
presidente della giuria internazionale al Festival Internazionale
del Cinema di Berlino del prossimo anno. L’attrice, che è diventata
famosa con la saga fantasy di Twilight, è
nota per il suo lavoro di recitazione, inclusa recentemente la sua
interpretazione della principessa Diana in
Spencer, per il quale è stata nominata agli Oscar. Sta
per fare il suo debutto alla regia di un lungometraggio con
The Chronology of Water, un adattamento
cinematografico del romanzo omonimo di Lidia
Yuknavitch.
Ha fatto il suo debutto alla
Berlinale nel 2010 con la produzione indipendente Welcome
to the Rileys accanto al regista Jake Scott ed è anche
apparsa al Festival
di Cannes di quest’anno, a sostegno di Crimes of the
Future di David Cronenberg, in cui
interpreta un’impiegata del centro trapianti.
“Siamo entusiasti che Kristen
Stewart si assuma questo incarico distinto”, hanno dichiarato
i direttori del festival Mariette Rissenbeek e
Carlo Chatrian. “È una delle attrici più
talentuose e sfaccettate della sua generazione. Da Bella Swan alla
Principessa del Galles ha dato vita a personaggi intramontabili.
Giovane, brillante e con un impressionante corpus di lavori alle
spalle, Kristen Stewart è il ponte perfetto tra gli Stati Uniti e
l’Europa.”
Stewart sta anche attualmente
lavorando a una serie reality sul paranormale, per la quale ha
recentemente pubblicato un casting aperto. È la produttrice
esecutiva del progetto, incentrato sui cacciatori di fantasmi
LGBTQ+. Sta anche lavorando a un progetto con la sua fidanzata, lo
sceneggiatore Dylan Meyer, con il duo che scrive
una serie TV ancora senza nome.
La star di Ant-Man and the Wasp: Quantumania,
Jonathan Majors, che nel film darà vita a
Kang il Conquistatore, delinea alcune delle
profonde ispirazioni a cui ha attinto per creare la sua versione di
Kang nel prossimo sequel. Servendo come primo film della Fase 5 del
MCU, l’imminente terzo ingresso nel
franchise Marvel di Paul
Rudd dovrebbe uscire il prossimo febbraio. Il film, che
vede il ritorno del regista Peyton Reed, dovrebbe
essere l’avventura più significativa di Ant-Man in
solitaria, con il debutto ufficiale di Kang il
Conquistatore. Una variante di Kang è apparsa per la prima
volta nel finale della prima stagione di Loki, ma
questa nuova versione del personaggio dovrebbe essere il cattivo
centrale nella Fase 6.
Con Kang destinato a essere la
prossima minaccia di livello-Thanos da sconfiggere per i
Vendicatori, Majors, in una recente intervista con CinePOP, rivela alcune delle sue ispirazioni per lo
sviluppo del formidabile nuovo Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Parte della
preparazione dell’attore per il ruolo includeva il prendere
ispirazione dagli altri cattivi dei Vendicatori come Loki, Ultron e
Thanos, ma Majors rivela che si è ispirato anche a una serie di
altre fonti e che il significato del personaggio non gli è
sfuggito.
“È divertente, perché ci sono
passato e ho guardato Ultron, ho guardato Loki, ho guardato Thanos.
E avevo un’idea, solo per me, di cosa volevo portare al MCU attraverso Kang. E c’è un certo
requisito che deve esserci.
Penso che Ultron, Loki e Thanos
siano i cattivi o gli antieroi per eccellenza. Avevano tutti
qualità molto interessanti e alcuni di loro condividevano qualità,
il che è solo una necessità per prendere il sopravvento. E così una
volta li ho tirati fuori e li ho messi nella ‘zuppa Kang’, poi ho
guardato, ‘Di cosa altro abbiamo bisogno per questo periodo di
tempo?’
La nostra generazione, cosa
rappresentiamo, cosa è un grande male per noi? Cosa vedranno i
nostri figli? Cosa vedranno i nostri partner? Cosa vedranno i
nostri leader? Cos’è che il nostro zeitgeist, cito senza
virgolette, bisogni? Cosa stiamo evocando? Cosa c’è nell’inconscio
del nostro tempo adesso? E la Marvel ha, a mio parere, la più
grande piattaforma di intrattenimento. E quindi per portare il
grande male, il grande cattivo deve rappresentare così tante cose e
deve essere collegato a così tante cose. Quindi ho letto il
giornale, ho guardato i libri di storia… ho parlato con le persone,
guardo mio figlio, parlo con il mio partner. Di cosa abbiamo paura
in questo momento? Cosa “È questo che ci spaventa? Perché Kang deve
essere… qualsiasi grande male è una manifestazione delle nostre più
profonde insicurezze come società”.
Dopo l’annucio che il film era in
fase di sviluppo mesi fa, sono usciti nuovi aggiornamenti su
Man of Steel 2 che aiutano a chiarire lo stato
del progetto ai DC Studios. Henry
Cavill è tornato ufficialmente nell’universo DC
quest’anno dopo essere stato assente dal franchise dal 2017.
Sebbene breve, il Superman di Cavill sia apparso durante la scena
post-crediti di Black Adam in cui ha condiviso un
breve incontro con l’antieroe di Dwayne Johnson.
Non molto tempo dopo l’uscita del film, Man of Steel 2 è stato messo in fase di
sviluppo iniziale.
Tuttavia, i report sul prossimo film
di Superman sono stati ora messi in discussione a seguito di nuove
affermazioni secondo cui DC Studios sta
effettuando una revisione significativa della DCU. Deadline ha fornito ulteriori
dettagli su ciò che sta accadendo con Man of Steel 2.
Prima che James
Gunn e Peter Safran venissero scelti
per dirigere i DC Studios, Michael De Luca e
Pam Abdy della Warner Bros. Pictures hanno
approvato l’apparizione di Cavill in Black Adam,
con la speranza di averlo nel suo film solista nei prossimi anni. A
questa speranza ha fatto eco un post social di Henry
Cavill stesso, che ha fatto molto rumore, in cui
annunciava di “essere tornato” come Superman, pubblicazione fatta
però in autonomia dopo l’uscita di Black Adam e
non in coordinazione con la Warner Bros.
Questo è avvenuto poco prima
dell’annuncio di Gunn e Safran a capo della DC
Films. De Luca e Abdy, tuttavia, avevano ricevuto una presentazione
di Man of Steel 2 da uno sceneggiatore senza nome,
ma non ne erano contenti. Man of Steel 2 non ha mai ricevuto un via
libera ufficiale e non aveva un regista associato, e la Warner
Bros. sta aspettando una presentazione migliore.
Al momento, non è chiaro cosa stia
succedendo con nessuno degli attori della Justice League, poiché Wonder Woman 3 di Gal
Gadot è stato, anche se sembra che lo studio voglia far
fuori solo Jenkins e non l’attrice. Secondo quanto riferito, il
franchise Aquaman di
Jason Momoa non dovrebbe avere un seguito dopo il
film che arriverà a dicembre 2023, e nessuno sa cosa accadrà con
Ezra Miller dopo l’uscita del film The
Flash. Ecco perché è impossibile sapere cosa succederà
al Superman di Cavill nel DCU, insieme ai suoi colleghi membri del cast
della Justice League.
James McAvoy torna a parlare dei suoi giorni
da Charles Xavier per il franchise Fox degli X-Men e spiega perché
voleva che la sua incarnazione del Professor X degli anni ’70 in
X-Men: Giorni di un futuro passato avesse
un’estetica nettamente diversa dalla versione di Patrick
Stewart. Il film del 2014 ha messo in scena prima di
Endgame, ma sicuramente con meno eco mediatica, un viaggio nel
tempo per un maxi evento crossover nell’ambito dei film di
supereroi e vedeva il Wolverine di Hugh Jackman
tornare nel passato per reclutare versioni più giovani del
Professor X e Magneto per fermare un assassinio che avrebbe portato
alla distruzione del suo mondo nel presente.
Dall’inizio del franchise sappiamo
che la figura del Professor X incarnata da Patrick
Stewart è saggia ed equilibrata, un mentore e un padre per
tutti i giovani mutanti della storia, ma nel film del 2014, la
versione giovane del personaggio, con il volto di James McAvoy, è tutt’altro che equilibrata.
Parlando con GQ , l’attore ha
spiegato di aver insistito per avere questa incarnazione più
giovane del personaggio che sembra essere nelle fasi della prima
tossicodipendenza e molto lontana dall’aura calmante e saggia del
Professor X con cui i fan avevano familiarità.
“Quando ho scoperto che Patrick
sarebbe stato nel film, e guarda come Patrick interpreta il
Professor X, volevo avere i capelli lunghi e dare l’impressione di
fumare molta erba. E forse anche prendere di qualcosa di più forte,
visto che il mio personaggio era negli anni ’70. Solo per mostrare
che tipo di viaggio ha compiuto Xavier per trasformarsi nella
versione di Patrick Stewart… Avevo così pochi capelli a questo
punto e abbiamo finito per fare una sessione di estensione dei
capelli di 18 ore in una sola seduta… Ma alla fine avevo i capelli
che ha Xavier in Giorni di un futuro
passato.”
Diretto da Brian
Singer, il film ha avuto un grande successo ed ha
presentato un ricchissimo cast che ha messo in scena i mutanti a
cavallo delle epoche. Purtroppo è stato l’ultimo film riuscito che
ha visto sullo schermo i mutanti marvel, mentre ora si aspetta la
versione MCU degli stessi personaggi.
A seguito delle notizie riguardanti
l’annullamento di Wonder Woman 3 ai DC Studios, la
regista Patty Jenkins ha dichiarato di non voler
sviluppare una nuova storia per il terzo capitolo della trilogia
dedicata al personaggio. Dopo l’uscita nel 2020 di Wonder Woman 1984, Warner Bros. ha
portato avanti un progetto su Wonder Woman 3. Dall’annuncio iniziale,
Jenkins ha lavorato attivamente alla sceneggiatura, con
Gal Gadot confermata come unico
membro del cast di ritorno. Nessuna data di uscita era stata
fissata, ma Wonder Woman 3 era ancora sulla buona
strada come uno dei prossimi film del DC
Universe.
Tuttavia, nuovi report di questa
settimana hanno rivelato che i DC Studios hanno bloccato e
annullato lo sviluppo di Wonder Woman 3 dopo che
Jenkins aveva presentato un trattamento che non si adattava bene
agli imminenti piani DCU. Mentre Gadot e Jenkins devono ancora
commentare la notizia, IndieWire ha appreso che la
regista non sarebbe più interessata a ri-sviluppare il trequel di
Wonder Woman. A partire da ora, Jenkins si sta
allontanando dal franchise DCU per perseguire altri progetti. Inoltre,
secondo The Wrap, Jenkins ha deciso di abbandonare il
treequel dopo che i capi della Warner Bros. Michael De
Luca e Pamela Abdy hanno rifiutato il suo
trattamento iniziale e le hanno chiesto di proporre qualcos’altro.
Il giornale riporta che Jenkins voleva che “sapessero che si
sbagliavano, che non la capivano, non capivano il personaggio, non
capivano gli archi dei personaggi e non capivano cosa Jenkins
stesse cercando di fare”.
Tuttavia, mentre Patty
Jenkins si allontana sempre di più dal terzo film dedicato
a Wonder Woman, Warner Bros. e DC Studios vogliono
ancora realizzare il film con Gal Gadot come protagonista. Il franchise
cinematografico di Wonder Woman è iniziato come il
gioiello della corona dell’Universo DC. Il successo del suo sequel
è più difficile da determinare a causa della sua uscita in
pandemia, ma l’annuncio da parte di WB che Wonder Woman
3 era in fase di sviluppo poco dopo la sua uscita sembrava
aver ratificato il suo successo. Due anni dopo, tuttavia, il cambio
di leadership dei DC Studios ha portato dei cambiamenti alla fase
di pre-produzione.
Ieri sono iniziate a circolare
notizie secondo cui Wonder Woman 3 sarebbe stato cancellato da
Warner Bros. e DC poiché il film non si adattava alla visione che
James
Gunn e Peter Safran hanno per il
futuro dell’universo cinematografico. Ora, un report di Deadline
(via SR) fornisce un
aggiornamento sullo stato del film, che include l’affermazione che
c’è ancora interesse a realizzare un altro film di Wonder
Woman alla DC.
Il rapporto conferma le recenti
notizie secondo cui Patty Jenkins ha rifiutato di rielaborare
la sua sceneggiatura di Wonder Woman 3 per adattarla alla nuova
visione DCU. Quindi l’esito di queste voci che si
susseguono senza ufficialità alcuna sembra portare verso la
direzione di un terzo film su Wonder Woman, con Gal Gadot ma senza Patty Jenkins.
Gli account Instagram ufficiali di
Netflix e della serie Mercoledì,
diretta da Tim Burton, hanno pubblicato un
esilarante anche se breve video di bloopers dal set, ovvero gli
errori degli attori durante le riprese. Sembra strano, visto quanto
l’abbiamo vista seria e impassibile nella serie, ma anche
Jenna Ortega si è lasciata andare a dei sorrisi e a qualche
errore!
La serie si muove a
cavallo di un crocevia di generi, spostandosi tra la commedia,
l’horror, il mistery e ovviamente, il coming of are con elementi
teen, dal momento che protagonista assoluta dello show è una
sedicenne Mercoledì Addams,
alle prese con le difficoltà di “trovare un suo posto nel mondo”.
Il cliché dell’adolescente difficile è qui aumentato all’ennesima
potenza, dal momento che la casa Mercoledì
non è soltanto un’adolescente, ma è una Addams, per cui possiede
tutta una serie di caratteristiche che non sono proprio “alla moda”
tra gli adolescenti.
Innanzitutto è allergica
ai colori, per cui veste solo di bianco e nero, poi non ride mai,
né mostra alcuna emozione, anche se non è escluso che ne provi
qualcuna, come il desiderio di giustizia, che per lei è più voglia
di vendetta, oppure fascinazione per cose macabre, nonché uno
spiccato odio verso la madre Morticia (Catherine
Zeta-Jones) e verso tutto ciò che lei rappresenta.
A 9 mesi di distanza da
quell’increscioso incidete durante la Notte degli Oscar che lo ha
visto protagonista attivo, Will Smith rompe il suo
silenzio e lo fa con Emancipation – Oltre la
libertà, mettendo in primo piano non solo la sua arte
prima di qualsiasi dichiarazione apologetica, ma anche
confrontandosi con una storia fortissima, di ribellione, tenacia,
forza d’animo e fame di libertà. Lo fa accompagnato da
Antoine Fuqua che lo dirige e ne esalta viso e
fisicità in un one man show straziante e catartico.
Emancipation – Oltre la
libertà, la grande fuga
Emancipation –
Oltre la libertà racconta la storia incredibile di Peter
(Will
Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla
schiavitù affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e
all’amore profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi
di eludere i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle
spietate paludi della Louisiana alla ricerca della libertà.
Il film si ispira alle foto della schiena di “Whipped Peter”
(Peter il fustigato) delle immagini scattate alla schiena di uno
schiavo liberato nel corso di una visita medica dell’esercito
dell’Unione e pubblicate nel 1863 su Harper’s Weekly (la scena
viene anche ricreata e mostrata nel film); in particolare, una
delle immagini nota come “La schiena flagellata” (The Scourged
Back), che mostra la schiena nuda di Peter completamente ricoperta
da cicatrici, frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi
schiavisti, contribuì alla crescente opposizione
pubblica alla schiavitù.
Come accennato, il
film, in un bianco e nero densissimo, si affida completamente a
Will Smith, quasi sempre unico
attore in scena, che si fa strada tra cacciatori, bestie e natura
ostile. Un animale braccato che cerca la libertà, oltre che la via
per tornare dalla sua famiglia, dalla quale è stato separato perché
“venduto altrove”. Fuqua si immerge con l’occhio
della macchina da presa dentro alle selvagge paludi della Louisiana
per mettersi allo stesso livello del suo protagonista,
letteralmente, dal momento che lo sventurato Peter le tenterà
davvero tutte per rimanere in vita, dalle apnee insidiose, alle
arrampicate sugli alberi, fino agli agognati soccorsi dell’esercito
dell’Unione che però gli fa imbracciare un fucile, cosa che il
protagonista fa con riluttanza: il suo desiderio è quello di
famiglia e libertà, appunto, non quello di vendetta, seppure
umanamente parlando potrebbe averne desiderio.
Un survival movie
Il racconto di fuga e
ricerca di liberazione diventa quindi una lotta di sopravvivenza,
un vero e proprio survival movie che ricorda tanto cinema
precedente ma da cui non riesce a prendere il meglio, né
l’eccellenza tecnica di Revenant – Redivivo, ad esempio, né lo
spessore morale di 12 anni schiavo, con il quale condivide gran
parte delle dinamiche e delle tematiche.
E come Peter cerca di
trascinarsi fuori dalle paludi, lontano dai cacciatori, verso la
libertà, così anche Will Smith, forse casualmente
con questo film, disponibile dal 9 dicembre su Apple
TV+, cerca di scivolare lontano dalla bufera che lo ha
travolto nel momento in cui la sua stella sarebbe dovuta brillare
più di ogni altra sul tetto di Hollywood.
La rinascita hollywoodiana di
Smith?
Molta della pubblicità
intorno di Emancipation – Oltre la libertà ruota
infatti sulle dichiarazioni di Will Smith, relative al grande
lavoro della crew e di Antoine Fuqua, e invece
defilate per quello che riguarda la sua esperienza e la sua
performance. La verità però è che più di ogni dichiarazione, di
tentativo nobile di raccontare storie coraggiose e necessarie, di
voltare pagina e di portare avanti un’idea di cinema, è il
film stesso a parlare di sé, mostrandosi. E purtroppo quello
che palesa è un racconto tiepido dal punto di vista emotivo e
accanito dal punto di vista spirituale, una storia che si trascina
proprio come il coraggioso Peter, verso una fine che dovrebbe
essere trionfante ma è soltanto liberatoria, e non nel miglior
senso possibile.