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The Sandman: la featurette ti dà il benvenuto nel mondo di The Endless

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Netflix ha diffuso una featurette di The Sandman che ci dà il benvenuto nel mondo di The Endless. La nuovissima featurette ci mostra anche il dietro le quinte per The Sandman, l’atteso adattamento della serie a fumetti DC di Neil Gaiman con protagonista Tom Sturridge. Il debutto è previsto per il 5 agosto.

La featurette di The Sandman, che puoi consultare di seguito, ci offre un’anteprima del mondo di The Endless, governato da sette fratelli simili a divinità, tra cui Dream, Death, Desire e altri. Il video presenta il commento di Gaiman e del cast mentre parlano della missione di Dream di rivendicare il suo potere e la sua identità, così come la costruzione stellare del mondo della serie.

The Sandman, la serie tv

The Sandman è la nuova serie Originale Netflix basata sul fumetto del 1989-1996 scritto da Neil Gaiman e pubblicato dalla DC Comics. La serie è stata sviluppata da Allan Heinberg per Netflix – con Heinberg, Gaiman e David S. Goyer come produttori esecutivi ed è prodotta da DC Entertainment e Warner Bros. Television. Abbiamo recentemente appreso che Desire e Despair saranno interpretati rispettivamente da Mason Alexander Park e Donna Preston, mentre Joely Richardson interpreterà Ethel Cripps e David Thewlis interpreterà il ruolo di suo figlio John Dee, alias lo squilibrato Dr. Destiny. Jenna Coleman interpreterà la trisavola di John Constantine, Lady Johanna Constantine.

La prima stagione di 10 episodi di The Sandman adatterà i primi due archi narrativi della serie a fumetti di Vertigo, “Preludes and Nocturnes” e “The Dolls House”. The Sandman racconta la storia di Dream, il titolo Sandman. Al momento la trama della serie non è stata rivelata. Ma le premesse ci dicono che ambientata nel 1916, Dream, il re delle storie e uno dei sette Endless , viene catturato in un rituale occulto. Dopo essere stato tenuto prigioniero per 105 anni, nel 2021 fugge e si propone di riportare l’ordine nel suo regno dei sogni.

C’è un altro mondo che ci aspetta quando chiudiamo gli occhi per dormire… un posto chiamato “regno del sogno”, dove il signore dei sogni Sandman (Tom Sturridge) dà forma alle nostre paure e fantasie più profonde. Quando però Sogno è catturato all’improvviso e tenuto prigioniero per un secolo, la sua assenza scatena una serie di eventi che sconvolgeranno per sempre i mondi del sonno e della veglia. Per ristabilire l’ordine, questi dovrà attraversare universi e linee temporali per correggere gli errori fatti nella sua lunga esistenza, ritrovando vecchi amici e nemici e incontrando anche nuove entità cosmiche e umane. Tratta dall’amata e pluripremiata serie di fumetti di DC Comics scritta da Neil Gaiman, THE SANDMAN è un ricco intreccio di mito e fantasy dark pieno di personaggi forti, che segue le avventure di Sogno nel corso di dieci epici capitoli. Lo sviluppo e la produzione esecutiva sono di Gaiman, affiancato dallo showrunner Allan Heinberg e da David S. Goyer.

Avengers: The Kang Dynasty ha trovato il suo regista!

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Avengers: The Kang Dynasty ha trovato il suo regista!

Il regista di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli Destin Daniel Cretton continuerà il suo incarico all’interno del Marvel Cinematic Universe, dal momento che lo studio lo ha appena confermato alla sedia di regia di Avengers: The Kang Dynasty, come riporta Variety.

Il capo dei Marvel Studios Kevin Feige ha annunciato The Kang Dynasty durante l’ampia presentazione dell’azienda al San Diego Comic-Con di sabato, identificando il film come parte della conclusione in due parti della Multiverse Saga, allo stesso modo in cui Avengers: Infinity War del 2018 e Avengers: Endgame del 2019 hanno concluso la Infinity Saga.

A differenza di quei film, che sono stati girati e diretti uno dopo l’altro dai veterani del MCU Anthony e Joe Russo, Cretton dirigerà solo The Kang Dynasty, che debutterà il 2 maggio 2025. Il seguito, Avengers: Secret Wars, uscirà solo sei mesi dopo, il 7 novembre 2025.

The Gray Man: in arrivo un sequel e uno spin-off

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The Gray Man: in arrivo un sequel e uno spin-off

Netflix ha dei piani precisi per trasformare The Gray Man in un nuovo franchise spionistico. A pochi giorni dallo sbarco sul servizio di streaming, Netflix ha annunciato l’intenzione di espandere la serie con un sequel e uno spin-off, entrambi attualmente in fase di sviluppo.

Ryan Gosling e i registi Joe e Anthony Russo torneranno per il sequel. Il co-sceneggiatore di The Gray Man Stephen McFeely, i cui crediti includono anche Avengers: Endgame e Captain America: Civil War, sta scrivendo la sceneggiatura. I Russo e Mike Larocca di AGBO produrranno insieme a Joe Roth e Jeffrey Kirschenbaum per Roth Kirschenbaum Films.

La reazione del pubblico a ‘The Grey Man’ è stata a dir poco fenomenale. Apprezziamo così tanto l’entusiasmo che i fan di tutto il mondo hanno provato per questo film“, hanno detto Joe e Anthony Russo in una nota. “Con così tanti fantastici personaggi nel film, abbiamo sempre voluto che ‘The Gray Man’ facesse parte di un universo ampliato, e siamo entusiasti che Netflix annunci un sequel con Ryan, oltre a una seconda storia di cui non vediamo l’ora di parlare.

Il film spin-off, scritto dagli sceneggiatori di Deadpool Paul Wernick e Rhett Reese, esplorerà un elemento diverso dell’universo di The Gray Man, ma al momento il titolo è stato tenuto nascosto.

Basato sulla serie di libri più venduti di Mark Greaney, “The Grey Man” segue un agente della CIA in fuga, dopo aver scoperto segreti compromettenti sul suo superiore. Sebbene il cast, che include Chris Evans, Ana de Armas, Jessica Henwick e Regé-Jean Page, abbia ricevuto elogi, il film ha ricevuto recensioni molto contrastanti dalla critica.

The Whale: Brendan Fraser è enorme nella prima foto dal film di Darren Aronofsky

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Dopo l’annuncio della line-up di Venezia 79A24 ha rilasciato la prima foto del dramma di Darren Aronofsky The Whale, in cui Brendan Fraser interpreta un uomo di mezza età di 270 chili che lotta per riconnettersi con sua figlia di 17 anni. Il film è il ritorno alla regia di Aronofsky dai tempi di Mother!, film presentato sempre al Lido che divise critici e spettatori.

Insieme a Fraser, in The Whale ci sono anche Sadie Sink, Hong Chau, Samantha Morton e Ty Simpkins. Aronofsky è ancora una volta affiancato dal suo direttore della fotografia di lunga data Matthew Libatique, che ha anche lavorato al film diretto da Olivia Wilde, Don’t Worry Darling, che parimenti verrà presentato a Venezia 79.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: trama, cast e premi del film

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: trama, cast e premi del film

Da molti considerato uno dei migliori film degli ultimi anni, Tre manifesti a Ebbing, Missouri (qui la recensione) racconta del senso di colpa e del trauma in modo sincero e mai banale, lasciando infine intravedere una luce di speranza in fondo al tunnel. Scritto e diretto da Martin McDonagh, il lungometraggio del 2017 è frutto di anni e anni di lavoro, serviti per dar vita ad una sceneggiatura impeccabile, capace di conquistare per la forza dei suoi eventi, dei suoi personaggi e delle emozioni messe in campo. A dare ulteriore valore al film, vi è la presenza di straordinari interpreti quali Frances McDormand, Sam Rockwell e Woody Harrelson.

L’idea venne a McDonagh nel lontano 1998, quando viaggiando attraverso il Texas si imbatté in tre grandi manifesti posti sul ciglio della strada. Questi denunciavano l’incompetenza della polizia nel risolvere il caso di una donna uccisa. Il regista rimase estremamente colpito dalla cosa, e l’immagine dei tre manifesti continuò a tornargli più volte in mente. Alla fine, si decise nel costruire una storia intorno a ciò. Un processo di sviluppo durato oltre dieci anni, che ha infine portato alla luce quello che è oggi considerato un vero e proprio capolavoro nella filmografia del regista.

Presentato nel concorso ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film ottenne da subito ottimi riscontri di critica, la quale lo indicò come uno dei titoli forti della stagione. Uscito poi in sala, si rivelò essere anche un grande successo economico. A fronte di un budget di circa 15 milioni, questo arrivò ad incassarne oltre 160 in tutto il mondo. La grande risonanza che il film ebbe portò ad essere fonte di ispirazione per numerose proteste in tutto il mondo, dove vennero utilizzati manifesti simili a quelli presenti nel film per denunciare violenze impunite.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: la trama del film

Protagonista del film è Mildred Hayes, donna ferita dalla vita e senza più uno scopo apparente. Le sue ragioni di esistere sembrano essersi spezzate nel momento in cui sua figlia è stata violentata e uccisa tempo prima. Un crimine di cui non è mai stato identificato l’artefice. Eppure, Mildred non riesce a fare pace con ciò, né tantomeno con sé stessa. Imbattutasi in una serie di manifesti pubblicitari lungo la strada fuori la sua cittadina, Ebbing, nel Missouri, la donna ha improvvisamente un’idea audace e rischiosa. Utilizza infatti tali cartelloni per lanciare un messaggio di sfida alla polizia, ricordando loro che a distanza di circa un anno non vi sono ancora stati arresti né indagati per la morte di sua figlia.

La cosa non passa ovviamente inosservata, e ben presto la cittadina viene nuovamente messa sottosopra dalla guerra tra la donna e le forze dell’ordine. Queste ultime sono capitanate dallo sceriffo William Willoughby. Egli tenta in tutti i modi di far ragionare la donna, consapevole che è letteralmente impossibile identificare l’omicida. Ma se lui tenterà con le buone, altrettanto non farà il vice sceriffo Dixon. Testa calda e con forti ideologie razziste, questo si porrà in modo particolarmente brusco nei confronti della donna che vuole risposte. Ma Mildred è molto più forte di quanto si possa pensare. È una madre ferita che non ha più niente da perdere, e non si fermerà finché non avrà avuto giustizia.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri cast

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: il cast del film

Per il ruolo di Mildred Hayes non poteva esservi volto migliore di quello della premio Oscar Frances McDormand. L’interprete ha dato vita ad uno dei personaggi femminili più importanti degli ultimi anni, che era stato scritto proprio per lei. Eppure, inizialmente l’attrice non era certa di poterlo interpretare. Si sentiva infatti troppo anziana per la parte di una madre, e suggerì a McDonagh di fare di Mildred la nonna della ragazza uccisa. Il regista però si rifiutò, affermando che ciò avrebbe modificato troppo la storia. La McDormand infine si convinse, anche grazie all’aiuto del marito Joel Coen. Iniziò così a lavorare sul personaggio, decidendo di ispirarsi alla figura di John Wayne e dei suoi indomabili personaggi western.

Come per lei, anche il ruolo di Dixon venne scritto pensando proprio all’attore Sam Rockwell. L’attore si dimostrò da subito affascinato dal ruolo e dalla sua complessità. Per poterlo interpretare al meglio condusse numerose ricerche sull’accento da darvi. Egli si recò in alcune città del Missouri per parlare con i locali e apprendere da loro il modo corretto di parlare. Ebbe poi modi di confrontarsi con numerosi poliziotti locali, e decise di guadagnare qualche chilo per apparire più paffuto. Se la McDormand si ispirò a John Wayne, Rockwell invece prese a modello l’attore Lee Marvin, noto per i suoi ruoli da villain in molti celebri film.

Per il ruolo dello sceriffo Willoughby si scelse invece l’attore Woody Harrelson. Questi seppe fornire il personaggio di quella drammaticità necessaria a rendere il personaggio particolarmente apprezzabile. Anche lui, come i suoi colleghi, condusse diverse ricerche sul luogo, parlando con membri della polizia per comprendere al meglio le dinamiche della giustizia locale. Infine, si annoverano nel cast anche attori come Abbie Cornish nel ruolo della moglie di Willoughby, Lucas Hedges in quelli del figlio di Mildred, Peter Dinklage nei panni di James, Samara Weaving in quelli di Penelope, e Caleb Laundry Jones in quelli di Red Welby.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri: i premi, il trailer e dove vedere il film in TV e in streaming

Tre manifesti a Ebbing, Missouri si affermò come uno dei film più premiati della sua stagione. Un primo significativo riconoscimento arrivò già alla Mostra di Venezia, dove McDonagh venne premiato per la miglior sceneggiatura. Il film ottenne poi 9 nomination ai Bafta Awards, vincendo nelle categorie miglior film, miglior film britannico, miglior sceneggiatura, miglior attrice protagonista e miglior attore non protagonista. Ottiene poi 6 nomination al Golden Globe vincendone 4, e si presentò infine con 7 nomination al premio Oscar, dove vinsero però soltanto la McDormand come miglior attrice e Rockwell come miglior attore non protagonista. Questi sono però solo alcuni dei tantissimi premi vinti dal film in tutto il mondo.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, Tre manifesti a Ebbing, Missouri sarà trasmesso in televisione martedì 26 luglio, alle ore 21:15 sul canale Rai 5. Il film però disponibile anche in alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. È infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Tim Vision, Amazon Prime Video, Google Play, e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Mediterraneo: cast, location e curiosità sul film premio Oscar

Mediterraneo: cast, location e curiosità sul film premio Oscar

Dopo Marrakech Express e Turné, il regista Gabriele Salvatores conclude la sua “trilogia della fuga” con il film Mediterraneo, uscito in sala nel 1991. Dedicato a “tutti quelli che stanno scappando”, il lungometraggio si configura come un’opera generazionale, che con i suoi personaggi va alla ricerca di una fuga verso un’interiorità, un’ideologia e un sogno nuovi. Il film è la storia di un gruppo di soldati italiani ritrovatisi a fare la guerra su di una sperduta isola della Grecia. La guerra però sembra dimenticarsi di loro, concedendogli l’occasione di dar vita a profonde riflessioni sull’esistenza. Mediterraneo è ancora oggi nel panorama cinematografico italiano un film di rara poesia e delicatezza.

Questo è liberamente ispirato al romanzo Sagapò, scritto da Renzo Biasion e pubblicato nel 1953. Come si notò subito, pur essendo ambientato in tempo di guerra il libro prendeva strade ben diverse da quelle facilmente ipotizzabili. Allo scrittore interessava infatti non raccontare degli scontri bellici di cui era stato testimone in prima persona, bensì di un gruppo di soldati, uomini, che tentano disperatamente di conservare la propria umanità e la propria fierezza. Affascinato da queste tematiche, Salvatores decise di trarre da questo romanzo un film, il quale sarebbe poi diventato il suo capolavoro.

Alla sua uscita in sala, Mediterraneo ottenne da subito un grande successo di critica e pubblico. Uscito poi anche negli Stati Uniti, il film arrivò ad incassare circa 4 milioni di dollari, divenendo il film in lingua non inglese più visto dell’anno. Per la sua storia, le sue tematiche e la delicatezza con cui le tratta, Mediterraneo si è imposto come uno dei più importanti film della stagione. Durante questa ebbe modo di vincere alcuni tra i più prestigiosi premi cinematografici del mondo. Per scoprire quali, però, come anche altre diverse curiosità legate al film, occorre proseguire nella lettura.

Mediterraneo: la trama del film

La storia del film si apre nel 1941, quando un gruppo di otto militari italiani sbarcano su una piccola isola greca bagnata dal mar Egeo. Tra questi vi sono il tenente Raffaele Montini, insegnante di latino e greco, il sergente Nicola Lorusso, l’unico con una vera esperienza militare, e Antonio Farina, il più timido e innocente del gruppo. Qui stabiliscono un presidio, in attesa di potenziali soldati nemici. Mentre aspettano la battaglia, gli uomini iniziano a perlustrare l’isola, che appare parzialmente abbandonata in seguito alla precedente occupazione tedesca. Attratti dalla pace offerta dal luogo, gli uomini si lasceranno conquistare da questa e dalla benevolenza degli abitanti ancora presenti, perdendo di vista i loro obiettivi iniziali.

Questi si ritrovano così a svolgere le attività più disparate, come affrescare una piccola chiesa locale, mentre il tempo trascorre inesorabile senza che nessuno se ne accorga. A movimentare la loro vita lì ci pensa l’affascinante prostituta Vassilissa, di cui Antonio Farina si innamorerà perdutamente. La loro tranquillità verrà però spezzata nel momento in cui ricevono la notizia della fine della guerra. Il gruppo ha dunque la possibilità di tornare in Italia a condurre una vita normale. Per i soldati, però, ha a quel punto inizio la più difficile delle battaglie, quella con sé stessi, con i propri sogni e le proprie speranze. Prendere una decisione sul da farsi si rivelerà allora più difficile e doloroso del previsto.

Mediterraneo cast

Mediterraneo: il cast del film

Ad interpretare il cast di protagonisti vi è un gruppo di attori all’epoca più o meno noti, ma tutti consacratisi proprio grazie a questo film e alla sua popolarità. Diego Abatantuono è il sergente Nicola Lorusso, mentre Claudio Bigali è il tenente Raffale Montini. Giuseppe Caderna è invece Antonio Farina, divenuto uno dei suoi personaggi più noti e apprezzati. Antonio Catania veste i panni del tenente Carmelo La Rosa, mentre Claudio Bisio diventa celebre grazie al personaggio del soldato Corrado Noventa. Ugo Conti e Gigio Alberti, infine, interpretano Luciano Colasanti e Eliseo Strazzabosco. Nel ruolo di Vassilissa è invece presenta Vana Barba. Eletta Miss Grecia nel 1984, questa si trovò con Mediterraneo alla sua prima prova di attrice.

Mediterraneo: la location e il premio Oscar

Ambientato unicamente su un’isola della Grecia, il film ha trovato in Castelrosso (in greco chiamata Kastellorizo) il luogo ideale per le riprese. L’isola si trova tra Rodi e la Turchi, e venne scoperta quasi per caso dalla troupe. Questa fu infatti l’ultima delle isole visitate per ricercare le location ideali. Proprio qui il regista e il cast rimasero incantati dai luoghi e dal modo in cui la luce li bagnava. Innamoratosi di questo angolo di paradiso, Salvatores decise così di stabilire lì il set del film, svolgendo le riprese avvalendosi della naturalezza di quei luoghi incontaminati. Con una superficie di circa 10 chilometri quadrati, l’isola è ancora oggi meta di turismo, e con soli circa 500 abitanti offre una pace rara.

Dato il valore del film, in grado di raccontare un pezzo di storia italiana in cui chiunque può però riconoscersi, Mediterraneo venne indicato come candidato dell’Italia al premio Oscar per il miglior film straniero. Trovatosi a competere contro Il bue (Svezia), Figli della natura (Islanda), Lanterne rosse (Hong Kong) e Scuola elementare (Cecoslovacchia), il film di Salvatores trionfò ottenendo la statutetta. Un successo che consacrò la carriera del regista e segnò un nuovo importante risultato per la cinematografia italiana. Dopo di lui, solo La vita è bella di Roberto Benigni e La grande bellezza di Paolo Sorrentino riusciranno in tale impresa.

Mediterraneo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Mediterraneo è infatti presente su Infinity e Amazon Prime Video. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per martedì 26 luglio alle ore 21:00 sul canale Cine34.

https://www.youtube.com/watch?v=Q3WJvaEjAlU

Fonte: IMDb

Marvel Universe: la parola al successore di Thanos per la Multiverse Saga

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Durante un’intervista con ET Canada all’SDCC lo scorso fine settimana, Johnathan Majors, l’interprete di Kang il Conquistatore nel Marvel Universe, si è preso del tempo per condividere i suoi pensieri sull’interpretazione del suo prossimo grande villain nelle imminenti Fase 5 e Fase 6 del MCU e ha spiegato perché “è fantastico”.

“È fantastico. Sai, l’intera faccenda ha un significato culturale. E quindi, per essere di importanza fondamentale, qualunque cosa significhi, in realtà mi rende molto onorato. Sai, vuoi solo andare al lavoro, vuoi solo vedere la sceneggiatura e l’inizio, sai? Inizia e fallisci e sbaglia e impara a memoria le battute e fai tutte le cose che volevo fare da quando ero un ragazzino in Texas”.

Vedremo la prossima volta Kang sul grande schermo in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

Le info su Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

Pearl: il trailer del film di Ti West, prequel di X, con Mia Goth

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A poche settimane dall’uscita nelle sale italiane di X – A sexy horror story, Ti West riporta il suo pubblico nello stesso mondo, raccontando la storia di Pearl. A24 ha diffuso infatti il primo trailer del film, prequel di X, che si concentra sulla giovinezza della villain di X, ancora una volta interpretata da Mia Goth.

Il film è stato anche selezionato nel Fuori Concorso di Venezia 79.

“Il regista Ti West ritorna con un altro capitolo del contorto mondo di X, in questo sorprendente seguito del film horror più acclamato dell’anno”, dice la sinossi. “Intrappolata nella fattoria isolata della sua famiglia, Perla deve occuparsi del padre malato sotto la sorveglianza amara e prepotente della sua devota madre. Desiderando una vita affascinante come quella vista nei film, le ambizioni, le tentazioni e le repressioni di Pearl si scontrano, nella straordinaria storia delle origini ispirata al technicolor dell’iconico cattivo di X.

Lo sviluppo di Pearl è iniziato durante la produzione di X, con il regista Ti West che ha scritto il film mentre girava anche X. Le riprese di Pearl si sono svolte in segreto subito dopo il completamento delle riprese di X, con entrambi i film realizzati uno dopo l’altro in Nuova Zelanda mentre il cast e la troupe di X erano a disposizione. Pearl è ambientato nel 1918 durante la prima guerra mondiale ed esplorerà il retroscena di Pearl e come diventa la cattiva che è in X .

Avengers 5 e 6 saranno più grandi di Endgame, parola di Kevin Feige

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In un’intervista con MTV News sulla scia del successo della presentazione dei progetti Marvel Studios al SDCC, Kevin Feige ha affrontato la questione della portata dei prossimi due film dedicati agli Eroi più potenti della Terra, Avengers 5 e 6.

L’architetto del MCU ha sottolineato che non è intenzionale che questi film siano sempre più grandi e impegnativi e più grandi, ma tra la trama e i personaggi coinvolti, non possono fare a meno di aumentare la scala dei loro film crossover.

“Non si tratta mai di diventare più grandi solo per diventare più grandi. A volte, per la natura del numero di personaggi che hai nella scatola dei giocattoli per poi portarli a giocare della storia, le cose possono diventare più grandi”.

Marvel Studios hanno annunciato ufficialmente sia Avengers 5 che Avengers 6 in occasione del suo importante panel nella Hall H al San Diego Comic-Con 2022. Si intitoleranno Avengers: The Kang Dynasty, che uscirà il 2 maggio 2025 e Avengers: Secret Wars, che invece arriverà il 7 novembre 2025.

 

Guardiani della Galassia Vol. 3: in che modo la morte di Gamora ha cambiato Star Lord?

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Nel corso del ComicCon di San Diego, a Chris Pratt è stato chiesto come Star-Lord stia affrontando la perdita di Gamora in Guardiani della Galassia Vol. 3. Abbiamo visto la sua reazione giustamente sconvolta quando ha saputo della morte dell’amata per mano del padre, Thanos, e il suo essere ancora più sconvolto di fronte al fatto che la Gamora del passato, con cui entra in contatto in Endgame, non lo riconosce.

In Guardiani della Galassia Vol. 3  avremo la possibilità di vedere in che modo Star Lord sta assimilando questo lutto. Ecco cosa ha detto Pratt in merito: “Gamora è l’amore della vita di Star-Lord; l’amore romantico della sua vita. Ha affrontato la perdita di Yondu e, naturalmente, di sua madre. E ora sta affrontando la perdita di Gamora, l’unica persona che ha trovato che lo conosceva veramente e lo amava. E ora lei non sa chi lui sia. Questo ha davvero avuto un profondo impatto su di lui personalmente e sulla sua capacità di essere un leader dei Guardiani della Galassia.”

Guardiani della Galassia Vol. 3: la descrizione del footage del SDCC

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i nuovi arrivati ​​del MCU Daniela Melchior, Will Poulter, Maria Bakalova e Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di interpretare il ruolo di Adam Warlock. Chukwudi Iwuji è invece il nuovo interprete che sarà il cattivo, l’Alto Evoluzionario.

Black Adam: l’attore di Hawkman sulla possibilità di uno standalone

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Slash Film riferisce che Aldis Hodge, interprete di Hawkman nel prossimo Black Adam ha anche discusso del futuro DCEU del personaggio durante il panel del film al SDCC 2022. Riflettendo sulla tradizione dei fumetti di Hawkman, Hodge ha indicato che c’è molto da esplorare per il personaggio, soprattutto considerando che il suo supereroe fa parte sia della JSA che della Justice League.

L’attore suggerisce persino che Hawkman abbia una storia abbastanza ricca da ispirare potenzialmente un film da solista o una serie di film, e spera sinceramente di avere l’opportunità di navigare nella vita del suo supereroe in futuro.

“Per quanto riguarda Hawkman, saprai se guardi la cronologia della serie di fumetti, che fa parte della Justice Society, lo fai anche tuffare un po’ nella Justice League, e poi hai i fumetti indipendenti di Hawkman, e c’è una storia così tanto ricca lì. La sua storia passata, la sua maledizione, la sua storia con Hawkgirl. C’è così tanto da riempire un film autonomo: alcuni film indipendenti! Spero solo che lo esploreremo”.

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Queer as Folk: recensione della serie in arrivo su Starzplay

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Queer as Folk: recensione della serie in arrivo su Starzplay

Così come il 2022 non è come il 2000, Queer as Folk, la nuova serie Peacock che arriva in Italia su STARZPLAY a partire dal 31 luglio, non è l’originale inglese dello show, uscita invece tra il 2000 e il 2005, creata da Russell T Davies e della quale questa versione USA di cui parliamo è una re-immaginazione.

Queer as Folk, la trama

La serie, affidata a Stephen Dunn che scrive e dirige il primo episodio e partecipa in maniera sostanziale a tutta la produzione degli 8 episodi complessivi, è il racconto delle conseguenze di un trauma. Un gruppo di amici, conoscenti, amanti è vittima di un incidente, un mass shooting in un locale, un crimine d’odio a sfondo omofobo/razzista al locale queer Babylon, a New Orleans.

Queer as Folk racconta gli effetti di questa tragedia su questa piccola comunità, che si unisce intorno alla traumatica esperienza comune. C’è chi deve elaborare un lutto, chi il senso di colpa per esserci stato o per non esserci stato, chi è rimasto ferito fisicamente e tutti, nessuno escluso, devono fare i conti con la loro fiera appartenenza a una comunità che ancora non viene considerata da tutti degna e libera di esistere, secondo le proprie regole. Queer as Folk è il racconto collettivo di una sindrome da stress post traumatico.

Tanti temi e sguardi sulla comunità queer

Se la trama portante di Queer As Folk può racchiudersi in poche righe, sarebbe difficile fare lo stesso con la molteplicità di temi, punti di vista, condizioni e emozioni che la serie abbraccia. E nonostante il primo episodio sembra voglia introdurci a un mondo queer che segue degli stereotipi quindi eccessivo, libertino, colorato, pieno di glitter, musica e eccessi, l’avvento della tragedia riposiziona tutti gli equilibri, e soprattutto il tono. In particolare secondo e terzo episodio, quelli immediatamente successivi allo scoppio della violenza, sono estremamente bui, anche per la scelta di una messa in scena che racconta essa stessa molto bene il senso di quello che sta succedendo.

In questa comunione di sofferenza condivisa, però, Queer as Folk non dimentica di sviluppare il racconto delle individualità, portando avanti delle esistenze che nella loro bolla si rivelano esattamente simili a quelle di persone etero normate, ma che fuori dalla loro bolla vivono ancora in un mondo estraneo e nella peggiore delle ipotesi ostile.

Lo straordinario cast di Queer as Folk

Fiore all’occhiello di Queer as Folk è il cast, fluido, diverso, inclusivo e risplendente delle mille sfaccettature che la natura può offrire. Brodie Beaumont (Devin Way) è il complicato protagonista. Brodie abbandona la scuola di medicina per tornare a casa al NOLA, fatica a riconnettersi con il suo ex partner Noah, così come con amici e familiari. La notte della sparatoria a Babylon, prende un proiettile nel braccio salvando Mingus dal cecchino. Nella stessa notte, il suo amico Shar (con la loro compagna Ruthie) dà alla luce due gemelli, di cui è il donatore di sperma / bio-papà. Mingus (Fin Argus), un’adolescente non binaria e un’aspirante drag queen. È lei che si sta esibendo sul palco del Babylon nel momento in cui esplode la violenza, e nell’elaborazione della sofferenza e del trauma che seguono il tragico evento, si innamora di Brodie.

Shar (CG), il partner di Ruthie, dà alla luce due gemelli la notte della sparatoria, bambini che sono nati grazie a Brodie, donatore di sperma per la coppia di amici, nonostante Shar disapprovi Brodie per il suo stile di vita. Usa i pronomi al plurale e il termine genitoriale “Zaddy”. Ruthie O’Neil (Jesse James Keitel) è la compagna di Shar e la migliore amica di Brodie da quando hanno frequentato insieme il liceo cattolico. Ruthie è una donna trans ed è anche l’insegnante di inglese di Mingus.

Julian Beaumont (Ryan O’Connell) è il fratello di Brodie. Anche lui è gay, ma nessuno lo immaginava, nemmeno il fratello, fino a che non viene arrestato per aver fatto sesso nel bagno del centro commerciale. Noah Hernandez (Johnny Sibilly), l’ex fidanzato di Brodie, è un avvocato che, dopo la morte del suo amante, Daddius, nella sparatoria a Babylon, lotta con la dipendenza e il dolore.

Una feroce vitalità

Brodie, Shar, Ruthie, Mingus, tutte queste vite, queste aspettative, questi sogni, ma anche queste ferite, vengono raccontate con un’autenticità rara che a tratti paga il prezzo di una eccessiva cupezza, ma che sa esplodere anche in eccessi di feroce vitalità in cui queste creature rivendicano con passione il loro diritto a esistere.

Queer as Folk arriva in Italia dal 31 luglio sul servizio streaming di STARZPLAY.

Venezia 79: presentato il ricchissimo programma con Aronofsky, Crialese, Inarritu e l’ultimo Kim Ki-Duk tra gli altri

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Un programma sontuoso quello presentato da Alberto Barbera e Roberto Ciccutto oggi, in occasione dello svelamento della line-up ufficiale di Venezia 79, il novantesimo anno della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Il programma presenta grandi nomi, curiosità, esordi, quattro titoli italiani in concorso, Emanuele Crialese dopo anni di assenza dalle scene, Luca Guadagnino, Gianni Amelio e Susanna Nicchiarelli, ma anche il nuovo titolo di Darren Aronofsky, Wiseman che esordisce a oltre novant’anni nel cinema di fiction, il film postumo di Kim Ki-Duk, Lav Diaz che torna al Lido con un “cortometraggio” di appena 3 ore, Inarritu, McDonagh e Dominik, ma anche Refn e Von Trier che presentano le loro serie. Insomma, dal 31 agosto al 10 settembre ci sarà di che divertirsi a Venezia 79. Di seguito tutto il programma:

VENEZIA 79 In Concorso

  • WHITE NOISE – FILM DI APERTURA di NOAH BAUMBACH con Adam Driver, Greta Gerwig, Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie Turner-Smith, André L. Benjamin e Lars Eidinger/ USA / 136’ 
  • IL SIGNORE DELLE FORMICHE di GIANNI AMELIO con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco / Italia / 134’
  • THE WHALE di DARREN ARONOFSKY con Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau, Samantha Morton, Ty Simpkins / USA / 117’
  • L’IMMENSITÀ di EMANUELE CRIALESE con Penélope Cruz, Luana Giuliani, Vincenzo Amato, Patrizio Francioni / Italia, Francia / 97’
  • SAINT OMER  di ALICE DIOP con Kayije Kagame, Guslagie Malanda, Valérie Dréville, Aurélia Petit / Francia / 122’ 
  • BLONDE di ANDREW DOMINIK con Ana de Armas, Adrien Brody, Bobby Cannavale, Xavier Samuel, Julianne Nicholson, Lily Fisher / USA / 165’
  • TÁR di TODD FIELD con Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong / USA / 158’
  • LOVE LIFE di KÔJI FUKADA con Fumino Kimura, Kento Nagayama, Atom Sunada / Giappone, Francia / 123’
  • BARDO, FALSA CRÓNICA DE UNAS CUANTAS VERDADES (BARDO, FALSE CHRONICLE OF A HANDFUL OF TRUTHS) di ALEJANDRO G. IÑÁRRITU con Daniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani, Ximena Lamadrid, Iker Sanchez Solano, Andrés Almeida, Francisco Rubio / Messico 
  • ATHENA di ROMAIN GAVRAS con Dali Benssalah, Sami Slimane, Anthony Bajon, Ouassini Embarek, Alexis Manenti / Francia / 97’
  • Bones and All di LUCA GUADAGNINO con Taylor Russell, Timothée Chalamet, Mark Rylance, André Holland, Chloë Sevigny, Jessica Harper, David Gordon Green, Michael Stuhlbarg, Jake Horowitz / USA / 130’
  • THE ETERNAL DAUGHTER di JOANNA HOGG con Tilda Swinton, Joseph Mydell, Carly-Sophia Davies / UK, USA / 96’
  • SHAB, DAKHELI, DIVAR (BEYOND THE WALL) di VAHID JALILVAND con Navid Mohammadzadeh, Diana Habibi, Amir Aghaee / Iran / 126’
  • THE BANSHEES OF INISHERIN di MARTIN MCDONAGH con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan / Irlanda, UK, USA / 109’
  • ARGENTINA, 1985 di SANTIAGO MITRE con Ricardo Darín, Peter Lanzani, Alejandra Flechner, Norman Briski / Argentina, USA / 140’
  • CHIARA di SUSANNA NICCHIARELLI con Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Luigi Lo Cascio / Italia, Belgio / 106’
  • MONICA di ANDREA PALLAOROcon Trace Lysette, Patricia Clarkson, Adriana Barraza, Emily Browning, Joshua Close / USA, Italia / 106’ 
  • KHERS NIST (NO BEARS) di JAFAR PANAHI con Jafar Panahi, Naser Hashemi, Vahid Mobaseri, Bakhtiar Panjeei, Mina Kavani, Reza Heydari / Iran / 106’
  • ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED di LAURA POITRAS USA / 113’
  • UN COUPLE (A COUPLE) di FREDERICK WISEMAN con Nathalie Boutefeu / Francia, USA / 63’
  • THE SON di FLORIAN ZELLER  con Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Zen McGrath, Anthony Hopkins, Hugh Quarshie / UK / 123’
  • LES MIENS (OUR TIES) di ROSCHDY ZEM con Sami Bouajila, Roschdy Zem, Meriem Serbah, Maïwenn, Rachid Bouchareb, Abel Jafrei, Nina Zem / Francia / 85’
  • LES ENFANTS DES AUTRES (OTHER PEOPLE’S CHILDREN) di REBECCA ZLOTOWSKI con Virginie Efira, Roschdy Zem, Chiara Mastroianni, Callie Ferreira / Francia / 104’

FUORI CONCORSO

  • THE HANGING SUN – FILM DI CHIUSURA di FRANCESCO CARROZZINI con Alessandro Borghi, Jessica Brown Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt, Raphael Vicas, Peter Mullan, Charles Dance / Italia, UK / 93’
  • KAPAG WALA NANG MGA ALON (WHEN THE WAVES ARE GONE) di LAV DIAZ con John Lloyd Cruz, Ronnie Lazaro, Shamaine Centenera-Buencamino, Dms Boongaling / Filippine, Francia, Portogallo, Danimarca / 187’
  • LIVING di OLIVER HERMANUS con Bill Nighy, Aimee Lou Wood, Alex Sharp, Tom Burke / UK / 102’
  • DEAD FOR A DOLLAR di WALTER HILL con Christoph Waltz, Willem Dafoe, Rachel Brosnahan, Warren Burke, Benjamin Bratt / USA ,Canada / 114’
  • KÕNE TAEVAST (CALL OF GOD) di KIM KI-DUK con Zhanel Sergazina, Abylai Maratov / Estonia, Kirghizistan, Lettonia / 81’
  • DREAMIN’ WILD di BILL POHLAD con Casey Affleck, Noah Jupe, Zooey Deschanel, Chris Messina, Jack Dylan Grazer, Walton Goggins, Beau Bridges / USA / 110’
  • MASTER GARDENER di PAUL SCHRADER con Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell / USA / 107’ 
  • SICCITÁ di PAOLO VIRZÌ con Claudia Pandolfi , Silvio Orlando , Valerio Mastrandrea , Sara Serraiocco, Elena Lietti, Gabriel Montesi, Tommaso Ragno, Max Tortora, Monica Bellucci, Diego Ribon , Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli / Italia  
  • PEARL di TI WEST con Mia Goth, David Corenswet, Tandi Wright, Matthew Sunderland, Emma JenkinsPurro / USA / 102’
  • DON’T WORRY DARLING di OLIVIA WILDE con Florence Pugh, Harry Styles, Chris Pine, Olivia Wilde, KiKi Layne, Gemma Chan / USA / 122’

NON FICTION

  • FREEDOM ON FIRE: UKRAINE’S FIGHT FOR FREEDOM di EVGENY AFINEEVSKY Ucraina, UK, USA / 118’
  • THE MATCHMAKER di BENEDETTA ARGENTIERI Italia / 90’
  • GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ di ENRICO GHEZZI, ALESSANDRO GAGLIARDO Italia / 200’
  • A COMPASSIONATE SPY di STEVE JAMES USA / 101’
  • MUSIC FOR BLACK PIGEONS di JØRGEN LETH, ANDREAS KOEFOED Danimarca / 90’
  • THE KIEV TRIAL di SERGEI LOZNITSA  Paesi Bassi, Ucraina / 106’
  • IN VIAGGIO di GIANFRANCO ROSI Italia / 80’
  • BOBI WINE GHETTO PRESIDENT di CHRISTOPHER SHARP, MOSES BWAYO Uganda, UK, USA / 121’
  • NUCLEAR di OLIVER STONE USA / 119’

FUORI CONCORSO – SERIES

  • RIGET EXODUS (THE KINGDOM EXODUS) (EPISODI 1-5) di LARS VON TRIER con Bodil Jørgensen, Mikael Persbrandt, Tuva Novotny, Lars Mikkelsen, Nikolaj Lie Kaas, Nicolas Bro, Alexander Skarsgård / Danimarca / 291’
  • COPENHAGEN COWBOY (EPISODI 1-6) di NICOLAS WINDING REFN con Angela Bundalovic, Andreas Lykke Jorgensen, Li li  Zhang, Zlatko Buric, Ramadan Huseini, Dragana  Milutinovic / Danimarca / 292’

FUORI CONCORSO – CORTOMETRAGGI

  • CAMARERA DE PISO (MAID) di LUCRECIA MARTEL con Jorgelina Contreras, Daniel Valenzuela, Anavelí Acero, Ariel Gigena / Argentina, Messico / 11’
  • A GUERRA FINITA di SIMONE MASSI voce di Gino Strada / animazione / Italia / 4’
  • IN QUANTO A NOI di SIMONE MASSI voce di Wim Wenders / animazione / Italia / 5’
  • LOOK AT ME di SALLY POTTER con Javier Bardem, Chris Rock / UK, USA / 16’ 

ORIZZONTI

  • PRINCESS – FILM DI APERTURA di ROBERTO DE PAOLIS con Glory Kevin, Lino Musella, Sandra Osagie, Salvatore Striano, Maurizio Lombardi / Italia / 111’
  • OBET’ (VICTIM) di MICHAL BLAŠKO con Vita Smachelyuk, Gleb Kuchuk, Igor Chmela, Viktor Zavadil, Inna Zhulina, Alena Mihulová / Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania / 91’
  • EN LOS MÁRGENES (ON THE FRINGE) di JUAN DIEGO BOTTO con Penélope Cruz, Luis Tosar / Spagna, UK / 105’
  • TRENQUE LAUQUEN  di LAURA CITARELLA con Laura Paredes, Ezequiel Pierri, Rafael Spregelburd, Elisa Carricajo, Juliana Muras, Verónica Llinás, Cecilia Rainero / Argentina, Germania / Parte 1: 120′ / Parte 2: 120′ 
  • VERA di TIZZA COVI, RAINER FRIMMEL  con Vera Gemma, Daniel De Palma, Sebastian Dascalu, Annamaria Ciancamerla, Walter Saabel / Austria / 115’ 
  • INNOCENCE di GUY DAVIDI Danimarca, Israele, Finlandia, Islanda / 100’
  • BLANQUITA  di FERNANDO GUZZONI  con Laura López, Alejandro Goic, Amparo Noguera, Marcelo Alonso, Daniela Ramírez, Ariel Grandón / Cile, Messico / 94’
  • POUR LA FRANCE (FOR MY COUNTRY) di RACHID HAMI con Karim Leklou, Shaïn Boumedine, Lubna Azabal, Samir Guesmi, Laurent Lafitte, Vivian Sung / Francia, Taipei / 113’ 
  • ARU OTOKO (A MAN) di KEI ISHIKAWA con Satoshi Tsumabuki, Sakura Andô, Masataka Kubota, Nana Seino / Giappone / 121’
  • CHLEB I SOL (BREAD AND SALT)  di DAMIAN KOCUR con Tymoteusz Bies, Jacek Bies, Dawid Piejko,Nikola Raczko, Nadim Suleiman, Nadeem Shalave / Polonia / 100’
  • LUXEMBOURG, LUXEMBOURG di ANTONIO LUKICH con Amil Nasirov, Ramil Nasirov, Lyudmyla Sachenko / Ucraina / 105’
  • TI MANGIO IL CUORE di PIPPO MEZZAPESA con Elodie, Francesco Patanè, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Brenno Placido, Tommaso Ragno, Michele Placido / Italia / 115’ 
  • SPRE NORD (TO THE NORTH)  di MIHAI MINCAN  con Soliman Cruz, Nikolai Becker, Bartholome Guingona, Emmanuel Sto. Domingo, Olivier Ho Hio Heen, Alexandre NGuyen / Romania, Francia, Grecia, Bulgaria, Repubblica Ceca / 122’
  • AUTOBIOGRAPHY di MAKBUL MUBARAK con Kevin Ardilova, Arswendy Bening Swara, Haru Sandra, Rukman Rosadi / Indonesia, Francia, Germania, Polonia, Singapore, Filippine, Qatar/ 116’
  • LA SYNDICALISTE (THE SITTING DUCK) di JEAN-PAUL SALOMÉ con Isabelle Huppert, Grégory Gadebois, Marina Foïs, Yvan Attal, François-Xavier Demaison, Pierre Deladonchamps / Francia, Germania / 122’ 
  • JANG-E JAHANI SEVOM (WORLD WAR III) di HOUMAN SEYIEDI con Mohsen Tanabandeh, Neda Jebreili, Mahsa Hejazi, Navid Nosrati/ Iran / 117’
  • NAJSREЌNIOT ČOVEK NA SVETOT (THE HAPPIEST MAN IN THE WORLD) di TEONA STRUGAR MITEVSKA con Jelena Kordić Kuret, Adnan Omerović, Labina Mitevska, Ana Kostovska, Ksenija Marinković, Izudin Bajrović / Macedonia del Nord, Bosnia-Erzegovina, Belgio, Croazia, Danimarca, Slovenia / 95’
  • A NOIVA (THE BRIDE)  di SÉRGIO TRÉFAUT con Joana Bernardo, Lola Dueñas, Hugo Bentes / Portogallo / 81’

ORIZZONTI – CORTOMETRAGGI 

  • CHRISTOPHER AT SEA di TOM CJ BROWN Animazione / Francia, USA / 20’
  • MANUALE DI CINEMATOGRAFIA PER DILETTANTI – VOL. I di FEDERICO DI CORATO Italia / 20’
  • ALT PÅN EN GANG (EVERYTHING AT ONCE) di HENRIK DYB ZWART con Steinar Kloumann Hallert, Elisabeth Aschehoug, Sondre Larsen / Norvegia / 8’
  • TRIA – DEL SENTIMENTO DEL TRADIRE  di GIULIA GRANDINETTI con Irene Casagrande, Anastasia Almo, Sofia Almo, Laura Giannatiempo / Italia / 17’
  • NOCOMODO di LOLA HALIFA-LEGRAND  con Tissem Boukchem, Gaspard Caens, Bastien Bouillon, Esther Garrel / Francia / 13’
  • RUTUBET (THE MOISTURE) di TURAN HASTE con Mucahit Kocak, Okan Selvi, Muhammed Mayda, Baran Salman / Turchia / 20’
  • SNOW IN SEPTEMBER  di LKHAGVADULAM PUREV-OCHIR con Sukhbat Munkhbaatar, Nomin Erdene Ariunbyamba, Enkhgerel Baasjanav, Odgerel Bat-Orshikh / Francia, Mongolia / 20’
  • QING BIE GUA DUAN (PLEASE HOLD THE LINE) di TAN CE DING con Kendra Sow, Puie Heng Chen, Billy Ng, Ruby Faye / Malesia / 19’
  • THE FRUIT TREE di ISABELLE TOLLENAERE con Sharleece Bourne, Alexis Bolden / Belgio / 14’
  • III di SALOMÉ VILLENEUVE con Anne Florence Lavigne-Desjardins, Eliott Desjardins Gauthier, Alexandre Dupras / Canada / 12’
  • LOVE FOREVER di CLARE YOUNGcon Hannah McKenzie, Beau Cram / Australia / 12’
  • SAHBETY (MY GIRLFRIEND) di KAWTHAR YOUNIS con Marc Haggar, Elham Safieddine, Fadel El Garhy, Sonia Farid / Egitto / 16’

ORIZZONTI EXTRA

  • L’ORIGINE DU MAL (ORIGIN OF EVIL) – FILM DI APERTURA di SÉBASTIEN MARNIER con Laure Calamy, Doria Tillier, Jacques Weber, Dominique Blanc, Suzanne Clément, Céleste Brunnquell / Francia, Canada / 125’
  • HANGING GARDENS di AHMED YASSIN AL DARADJIcon Wissam Diyaa, Jawad Al Shakarji, Hussain Muhammad Jalil, Akram Mazen Ali / Iraq, Palestina, Arabia Saudita, Egitto, UK / 117’
  • AMANDA di CAROLINA CAVALLI con Benedetta Porcaroli, Galatéa Bellugi, Giovanna Mezzogiorno, Michele Bravi / Italia / 93’
  • ZAPATOS ROJOS (RED SHOES) di CARLOS EICHELMANN KAISER con Eustacio Ascacio, Natalia Solián / Messico, Italia / 82’ 
  • NEZOUH di SOUDADE KAADAN con Hala Zein, Kinda Aloush, Nizar Alani, Samer Almasri / UK, Siria, Francia / 100’ 
  • NOTTE FANTASMA di FULVIO RISULEO con Edoardo Pesce, Yothin Clavenzani / Italia / 83’ 
  • BI ROYA (WITHOUT HER) di ARIAN VAZIRDAFTARI con Tannaz Tabatabaei, Saber Abar, Shadi Karamroudi, Reza Davoudnezhad, Maedeh Tahmasbi, Faranak Kalantar / Iran / 110’
  • VALERIA MITHATENET (VALERIA IS GETTING MARRIED) di MICHAL VINIK con Lena Fraifeld, Dasha Tvoronovich, Yaakov Zada Daniel, Avraham Shalom Levi / Israele, Ucraina / 76’
  • GOLIATH di ADILKHAN YERZHANOV con Berik Aytzhanov, Daniyar Alshinov, Dmitrij Chebotarev, Alexandra Revenko, Rabiya Abish, Yerken Gubashev / Kazakistan, Russia / 92’

Chiara di Susanna Nicchiarelli in concorso a Venezia79

Chiara di Susanna Nicchiarelli in concorso a Venezia79

Chiara  scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli sarà presentato in concorso alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Protagonisti del film Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia Mancin,, Valentino Campitelli, Paolo Briguglia e con la partecipazione di Luigi Lo Cascio. Una produzione Vivo film con Rai Cinema e Tarantula.

La storia di Chiara e Francesco è entusiasmante. Riscoprire la dimensione politica, oltre che spirituale, della “radicalità” delle loro vite – la povertà; la scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai margini di una società ingiusta; il sogno di una vita di comunità senza gerarchie e meccanismi di potere – significa riflettere sull’impatto che il francescanesimo ha avuto sul pensiero laico, interrogandosi con rispetto sul mistero della trascendenza. La vita di Chiara, meno conosciuta di quella di Francesco, ci restituisce l’energia del rinnovamento, l’entusiasmo contagioso della gioventù, ma anche la drammaticità che qualunque rivoluzione degna di questo nome porta con sé. Susanna Nicchiarelli

Clip dal film

https://youtu.be/AwMT2x8EVKc

Chiara è un film scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli, collaborazione alla sceneggiatura Chiara Frugoni, fotografia Crystel Fournier, montaggio Stefano Cravero, scenografia Ludovica Ferrario, costumi Massimo Cantini Parrini, acconciature Desirée Corridoni, trucco Valentina Tomljanovic, suono in presa diretta Adriano Di Lorenzo, musiche Anonima Frottolisti, produttrice delegata Italia Serena Alfieri, organizzatore generale Maurizio Milo, aiuto regia Nicola Scorza, casting Francesca Borromeo, adattamento dialoghi e consulenza linguistica Nadia Cannata, montaggio presa diretta Daniela Bassani, Marzia Cordò, montaggio suono Marc Bastien, mixage Franco Piscopo.

Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, coprodotto da Joseph Rouschop e Valérie Bournonville, produttore associato Alessio Lazzareschi. Una produzione Vivo film con Rai Cinema e Tarantula, con il sostegno di Eurimages, MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Lazio, con la partecipazione di Wallimage, con il supporto di Tax Shelter du Gouvernement Fédéral Belge – Casa Kafka Pictures Belfius. Distribuzione italiana 01 Distribution. Vendite internazionali The Match Factory.

La trama del film

Assisi, 1211. Chiara ha diciotto anni, e una notte scappa di casa per raggiungere il suo amico Francesco: da quel momento la sua vita cambia per sempre. La storia di una santa, la storia di una ragazza e del suo sogno di libertà.

The Hanging Sun – Sole di mezzanotte sarà il Film di chiusura di Venezia79

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The Hanging Sun – Sole di mezzanotte, film diretto da Francesco Carrozzini, sarà il Film di chiusura, Fuori Concorso, della 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tratto dal romanzo “Sole di mezzanotte” di Jo Nesbø, è un thriller noir ambientato tra le atmosfere rarefatte dell’estate norvegese, dove il sole non tramonta mai.  Scritto da Stefano Bises, è interpretato da Alessandro Borghi, Jessica Brown Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt, Raphael Vicas, con Peter Mullan e Charles Dance.  La fotografia è di Nicolaj Bruel (DFF).

The Hanging Sun – Sole di mezzanotte  – targato Sky Original – è una coproduzione italo-britannica, prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios -, Groenlandia e Sky. Il distributore internazionale è NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios. Il distributore cinematografico italiano è Vision Distribution.

La trama di The Hanging Sun – Sole di mezzanotte

John (Alessandro Borghi) è in fuga. Trova riparo nel fitto della foresta, vicina a un villaggio isolato dell’estremo Nord, dove domina la religione, il sole non tramonta mai e le persone sembrano appartenere a un’altra epoca. Tra lui e il suo destino ci sono solo Lea (Jessica Brown Findlay), una donna in difficoltà ma dalla grande forza, e suo figlio Caleb, un bambino curioso e dal cuore puro. Mentre il sole di mezzanotte confonde realtà e immaginazione, John dovrà affrontare il tragico passato che lo tormenta.

The Hanging Sun – Sole di mezzanotte un film Sky Original prodotto da Cattleya – parte di ITV Studios -, Groenlandia e Sky. Dal 12 settembre al cinema e prossimamente disponibile in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

 

L’immensità di Emanuele Crialese in concorso alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

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Sarà presentato in concorso alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia L’immensità, il nuovo film di Emanuele Crialese con protagonista Penelope Cruz. Warner Bros. Pictures presenta una produzione Wildside (una società del gruppo Fremantle), Warner Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé, France 3 Cinema con la partecipazione di Canal+, Ciné+, France Televisions. L’immensità è il film che inseguo da sempre: è sempre stato “il mio prossimo film”, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro.

È un film sulla memoria che aveva bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa. Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e umano, con Penelope Cruz, con la sua sensibilità e la sua straordinaria capacità di interazione con tre giovanissimi non attori che non avevano mai recitato prima. Luana, Patrizio e Maria Chiara sono rimasti bambini sempre e come tali sempre intensamente e immensamente veri.
Emanuele Crialese

L’immensità è un film diretto da Emanuele Crialese, soggetto Emanuele Crialese, sceneggiatura Emanuele Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni, fotografia Gergely Pohárnok, montaggio Clelio Benevento, aiuto regia Ciro Scognamiglio, musiche Rauelsson, scenografia Dimitri Capuani, arredamento Alessia Anfuso, costumi Massimo Cantini Parrini, casting Chiara Polizzi, Davide Zurolo, fonico Pierre-Yves Lavoué, production supervisor Saverio Guarascio, Mandella Quilici, colorist Red.

Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, coprodotto da Dimitri Rassam, Ardavan Safaee, produttore esecutivo Olivia Sleiter, organizzatore generale Erik Paoletti. Una produzione Wildside (una società del gruppo Fremantle), Warner Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé, France 3 Cinema, con la partecipazione di Canal+, Ciné+, France Televisions. Distribuzione italiana Warner Bros. Pictures. Vendite internazionali Pathé

L’immensità trama

Roma, anni 70: un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi. A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare ad un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un segno che li guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e dentro di loro tutto cambia.

Guardiani della Galassia Vol. 3: il villain avrà connessioni con tutti i personaggi

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In un’intervista con Screen Rant durante l’attività stampa della Marvel al SDCC 2022, Chukwudi Iwuji, interpreterà l’Alto Evoluzionario, villain del film, in Guardiani della Galassia Vol. 3, ha condiviso i primi dettagli sul personaggio presentato durante il SDCC.

L’attore di Peacemaker dice che l’Alto Evoluzionario “è in giro da eoni” ed è strettamente connesso a molti personaggi del film e ha influenzato le loro “vite in un modo non proprio carino”:

“L’Alto Evoluzionario, che esiste da eoni, è in realtà collegato a moltissimi personaggi di questo film. Ho sentito molto parlare di Rocket in particolare, ma in realtà è connesso a molte persone. Diciamo solo che ha influenzato la vita di molte persone in un modo non proprio piacevole.”

Guardiani della Galassia Vol. 3: la descrizione del footage del SDCC

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i nuovi arrivati ​​del MCU Daniela Melchior, Will Poulter, Maria Bakalova e Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di interpretare il ruolo di Adam Warlock. Chukwudi Iwuji è invece il nuovo interprete che sarà il cattivo, l’Alto Evoluzionario.

CAMPARI torna protagonista della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia

Da mercoledì 31 agosto a sabato 10 settembre, la Passione e la Creatività di Camparisimbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza – tornano protagoniste per il quinto anno consecutivo alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia. L’incontro tra i volti ormai affermati del Grande Schermo e i giovani talenti emergenti costituirà ancora una volta il fil rouge delle iniziative firmate dal brand Main Sponsor della Mostra, ideate per favorire e promuovere il dialogo.

Due i luoghi attorno al quale ruoteranno gli esclusivi appuntamenti targati Campari. La Campari Lounge – situata presso la Terrazza Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò – icona di avanguardia e continua ricerca tecnologica, frutto dell’unione tra il genio creativo di Giò Forma e il design contemporaneo di The Cassina Perspective, e realizzata con gres porcellanato Mirage. Tra gli eventi ospitati al suo interno anche gli incontri con i protagonisti di Orizzonti, il concorso internazionale di Biennale Cinema 2022 dedicato ai film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive. Da quest’anno, coloro che varcheranno la soglia della suggestiva lounge, tra i vari cocktail, avranno la possibilità di assaporarne uno speciale ispirato alla città di Venezia creato e servito per l’occasione da Camparino in Galleria, lo storico bar aperto da Davide Campari in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano nel 1915, che oggi occupa il 27° posto nella classifica World’s 50 Best Bars 2021.

Inoltre, martedì 6 e giovedì 8 settembre, le serate Campari prenderanno vita al Campari Boat-In Cinema, la spettacolare installazione posizionata all’interno della magica cornice dell’Arsenale di Venezia. In una location completamente rinnovata, gli ospiti potranno godere di spettacoli, performance ed esclusivi contenuti cinematografici nel cuore della laguna, con un maxischermo allestito sulla banchina e suggestive piattaforme galleggianti per un’esperienza assolutamente unica. Inoltre, in veste di presentatore ufficiale delle serate al Campari Boat-In Cinema, per la prima volta sul palco ci sarà il conduttore televisivo e Iena Nicolò De Devitiis. 

Moltissimi saranno gli ospiti di Campari durante tutti gli 11 giorni della Mostra, che si cimenteranno in prestazioni e incontri nel corso delle iniziative firmate dal brand. Tra di loro volti affermati come Rocío Muñoz Morales – madrina della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia – Stefano Accorsi, Claudio Santamaria, Benedetta Porcaroli e Giancarlo Commare, protagonisti di una serie di appuntamenti che animeranno il palinsesto della Campari Lounge e le serate del Campari Boat-In Cinema. Infine, a conferma dell’impegno di Campari verso i talenti emergenti del mondo del Cinema, sarà presente anche l’attrice Federica Sabatini, nel ruolo di madrina del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Per il quinto anno consecutivo in qualità di Main Sponsor, Campari torna protagonista di Biennale Cinema 2022 con la propria Red Passion, quell’elemento in grado di muovere l’istinto creativo nascosto in ognuno di noi, accompagnando ospiti e spettatori in un vero e proprio viaggio nella Passione e nella Creatività, insieme ai volti più importanti del panorama cinematografico nazionale.

Sergio Leone, l’italiano che inventò l’America in Concorso Venezia Classici

Sergio Leone, l’italiano che inventò l’America in Concorso Venezia Classici, scritto e diretto da Francesco Zippel sarà presentato in Concorso nella sezione Venezia Classici alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia . Una produzione Sky Italia e Sky Studios con Leone Film Group. Nel film testimonianze di Clint Eastwood, Martin Scorsese, Jennifer Connelly, Quentin Tarantino, Giuseppe Tornatore, Steven Spielberg, Frank Miller, Darren Aronofsky, Ennio Morricone, Damien Chazelle, Robert De Niro, Eli Wallach, Arnon Milchan, Jacques Audiard, Tsui Hark, Carlo Verdone, Dario Argento, Giuliano Montaldo, Raffaella Leone, Francesca Leone, Andrea Leone, Gian Luca Farinelli, Sir Christopher Frayling, Noel Simsolo, Enzo Di Liberto e  Fausto Ancillai.

Questo film documentario è un omaggio a una delle grandi leggende del cinema mondiale, la cui straordinaria  visione artistica ha trasceso i confini nazionali, ideando soluzioni narrative e stilistiche che sono diventate parte del linguaggio del cinema. Il lungometraggio offre un ritratto inedito di un uomo visionario e profondamente colto, che ha vissuto e respirato cinema sin dalla sua nascita e la cui idea di cinema continua a vivere ancora oggi e ad influenzare il mondo cinematografico contemporaneo.Sergio Leone e il suo cinema vengono raccontati in questo documentario attraverso le testimonianze inedite di chi lo ha conosciuto e di chi è stato da lui ispirato.

Sergio Leone è legato ad uno dei miei primi e più preziosi ricordi da spettatore. Facevo le elementari e un giorno mio padre mise nel videoregistratore la cassetta de Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo. Fu una folgorazione totale. Fu proprio in quel giorno che il cinema passò dall’essere uno svago di bambino ad una vera e propria passione per me. Quando Raffaella Leone mi ha proposto di raccontare suo padre in un documentario, ho avuto l’impressione che tutto stesse tornando al suo posto. Mi sono lanciato con passione e rispetto in questa avventura, sempre sostenuto da Raffaella, da tutta la famiglia Leone e dal team di Sky Italia e Sky Studios. Ho voluto provare non solo a raccontare Sergio Leone ma anche a chiarire quanto il suo cinema e il suo genio creativo siano ancora centrali e fonti indiscutibili d’ispirazione per i più grandi cineasti del cinema contemporaneo. Tutti i grandi artisti che hanno aderito al film ne sono la conferma più bella. Francesco Zippel 

The Sandman affronta Lucifero e la morte nelle prime clip estese dell’adattamento di Netflix

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Manca poco più di una settimana alla premiere di The Sandman e Netflix (tramite IGN ) ha presentato le prime clip estese del suo prossimo adattamento della serie DC Comics di Neil Gaiman. Il primo è dal quarto episodio, “A Hope in Hell”, quando Morpheus (Tom Sturridge) e Matthew (Patton Oswalt) arrivano negli Inferi alla ricerca dell’elmo del Signore dei sogni. Lucifer (Gwendoline Christie) accetta di permettere alla sua vecchia “amica” di cercare il demone che ha rubato la sua proprietà, ma riaverla non sarà facile.

La seconda clip mette in luce un momento emozionante dell’episodio 6, “Il suono delle sue ali”. Un sogno disilluso accompagna sua sorella, Morte (Kirby Howell-Baptiste), nei suoi giri, e la coppia arriva a casa di un anziano violinista di nome Harry che non è ancora pronto a passare dall’altra parte.

“Trovo che la compassione e la riconoscibilità della Morte sia ciò che, per me, è stato il modo migliore per entrare nel personaggio, perché penso che quelle siano le sue caratteristiche distintive”, dice Howell-Baptiste della sua interpretazione di “The Grim Reaper”. . “Nella maggior parte della cultura pop, quando abbiamo una rappresentazione della Morte, che essenzialmente è solo un’idea, un concetto, è molto più oscuro. È rovina e oscurità, è molto più negativo, per mancanza di una parola migliore. L’idea che le persone ci vadano scalciando e urlando. E penso che il cuore di ciò che Neil ha creato nel personaggio di Morte sia la dignità nella morte, e in questo c’è qualcuno che è… È una cosa molto incerta e difficile, sia per la persona in transizione, sia ovviamente per le famiglie che ci concentriamo sulle persone in transizione”.

The Sandman, la serie tv

The Sandman è la nuova serie Originale Netflix basata sul fumetto del 1989-1996 scritto da Neil Gaiman e pubblicato dalla DC Comics. La serie è stata sviluppata da Allan Heinberg per Netflix – con Heinberg, Gaiman e David S. Goyer come produttori esecutivi ed è prodotta da DC Entertainment e Warner Bros. Television. Abbiamo recentemente appreso che Desire e Despair saranno interpretati rispettivamente da Mason Alexander Park e Donna Preston, mentre Joely Richardson interpreterà Ethel Cripps e David Thewlis interpreterà il ruolo di suo figlio John Dee, alias lo squilibrato Dr. Destiny. Jenna Coleman interpreterà la trisavola di John Constantine, Lady Johanna Constantine.

La prima stagione di 10 episodi di The Sandman adatterà i primi due archi narrativi della serie a fumetti di Vertigo, “Preludes and Nocturnes” e “The Dolls House”. The Sandman racconta la storia di Dream, il titolo Sandman. Al momento la trama della serie non è stata rivelata. Ma le premesse ci dicono che ambientata nel 1916, Dream, il re delle storie e uno dei sette Endless , viene catturato in un rituale occulto. Dopo essere stato tenuto prigioniero per 105 anni, nel 2021 fugge e si propone di riportare l’ordine nel suo regno dei sogni.

C’è un altro mondo che ci aspetta quando chiudiamo gli occhi per dormire… un posto chiamato “regno del sogno”, dove il signore dei sogni Sandman (Tom Sturridge) dà forma alle nostre paure e fantasie più profonde. Quando però Sogno è catturato all’improvviso e tenuto prigioniero per un secolo, la sua assenza scatena una serie di eventi che sconvolgeranno per sempre i mondi del sonno e della veglia. Per ristabilire l’ordine, questi dovrà attraversare universi e linee temporali per correggere gli errori fatti nella sua lunga esistenza, ritrovando vecchi amici e nemici e incontrando anche nuove entità cosmiche e umane. Tratta dall’amata e pluripremiata serie di fumetti di DC Comics scritta da Neil Gaiman, THE SANDMAN è un ricco intreccio di mito e fantasy dark pieno di personaggi forti, che segue le avventure di Sogno nel corso di dieci epici capitoli. Lo sviluppo e la produzione esecutiva sono di Gaiman, affiancato dallo showrunner Allan Heinberg e da David S. Goyer.

Young Avengers: Kevin Feige commenta le voci, grandi piani per Eros di Harry Styles?

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Come molti di voi sapranno, i Marvel Studios hanno rivelato i suoi ambiziosi piani per la Fase 5 e 6 durante il Comic-Con di San Diego di quest’anno, confermando che quest’ultimo culminerà con Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret WarsAnche i Fantastici Quattro sono ora ufficialmente all’orizzonte, anche se non si è parlato degli X-Men o del progetto Young Avengers, nonostante siano stati per molto tempo voci ricorrenti di possibili progetti futuri.

A partire dall’introduzione di Cassie Lang in Ant-Man del 2015, sembrava che l’MCU avesse posto le basi per una squadra di Young Avengers da assemblare nel tempo. Anche di recente, abbiamo incontrato eroi come Eli Bradley, Kate Bishop e America Chavez, che dovrebbero formare proprio questa squadra ma di annunci in merito al loro destino non ne sono arrivati. Ebbene oggi a parlare di questi personaggi è stato proprio Kevin Feige, che però come capita spesso non si è sbottonato più di tanto, prendendo in giro anche la potenziale squadra di giovani eroi. 

“Abbiamo… stiamo in qualche modo ricordando alla gente tutti i fantastici personaggi che abbiamo introdotto nella Fase Quattro… e in qualche modo dove vanno quei personaggi e come si formano i propri cricche”. Thunderbolts è un altro progetto di squadra all’orizzonte, il che significa che l’MCU potrebbe avere un numero piuttosto rilevante di squadre assemblate prima che Kang il Conquistatore colpisca. Nella stessa intervista, a Feige è stato chiesto cosa potrebbe riservare il futuro per Eros di Harry Styles dopo la sua introduzione in Eternals“Le avventure di Eros e Pip sono qualcosa di molto eccitante per noi”, ha osservato il dirigente, suggerendo che ci sono piani in atto per entrambi i personaggi. Di seguito l’intervista originale:

Black Panther: Wakanda Forever, una descrizione rivela maggiori dettagli su Namor!

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Il primo trailer di Black Panther: Wakanda Forever di Ryan Coogler ha debuttato sabato durante il panel della Hall H dei Marvel Studios al Comic-Con di San Diego, entusiasmando i fan con alcune riprese incredibili di quello che promette di essere un emozionante sequel. Il teaser ci ha anche dato una prima occhiata dal vivo a Tenoch Huerta nei panni di Namor, e ora è apparsa online una descrizione ufficiale del personaggio ha ha rivelato il nome della “nazione sottomarina nascosta” del Sub-Mariner che abbiamo visto ampiamente nel trailer!

Naturalmente, Namor e la sua gente provengono da Atlantide nei fumetti, ma dal momento che la Warner Bros. ha battuto nei tempi i Marvel Studios rispetto all’utilizzo di quel luogo mitico con Aquaman, tutti noi abbiamo pensato che avrebbero certamente cambiato le cose. Ebbene oggi abbiamo una piccola conferma, infatti secondo quanto apprendiamo da questa descrizione apparsa online del personaggio Namor regnerà su un’antica civiltà nota come Talocan. Questo è molto probabilmente un gioco sulla parola azteca per paradiso/paradiso, Tlālōcān. Nel codice fiorentino è descritto come “un regno di primavera senza fine, con un’abbondanza di fogliame verde e piante commestibili della regione”.

Sembrava esserci una chiara influenza azteca sul personaggio Namor e la sua gente sulla base del concept art trapelato online, quindi questo non dovrebbe essere poi così sorprendente.

Black Panther: Wakanda Forever
Fonte: Embed da Twitter https://twitter.com/NamorNews/status/

 

Black Panther: Wakanda Forever: teaser trailer ufficiale in italiano

Cosa sappiamo su Black Panther: Wakanda Forever

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright ), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba), lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di una nazione sottomarina nascosta, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Nope: la recensione del nuovo film di Jordan Peele

Nope: la recensione del nuovo film di Jordan Peele

Non ci sono dubbi sul fatto che il regista Jordan Peele, vincitore dell’Oscar alla miglior sceneggiatura per Scappa – Get Out, sia oggi una delle voci più interessanti del cosiddetto “arthouse horror”, ovvero quei film che combinano ambizioni autoriali con i canoni espressivi classici dell’horror. Sin da quel suo primo film del 2017, Peele ha infatti dato prova di poter offrire grande intrattenimento di genere unito a brillanti riflessioni sulla società statunitense, replicando poi tale formula anche con Us. Egli torna ora al cinema con il suo terzo lungometraggio dal titolo Nope, slang americano che sta per “no”, con il quale rivolge stavolta l’attenzione verso il mondo del cinema e, più in generale, dello spettacolo.

Protagonisti di Nope sono infatti i fratelli OJ ed Emerald Haywood (interpretati da Daniel Kaluuya e Keke Palmer), diventati proprietari del ranch Haywood’s Hollywood Horses, il quale fornisce cavalli per produzioni cinematografiche e televisive, in seguito alla misteriosa morte del padre. Nonostante i loro tentativi di mandare avanti l’attività, i due sono sempre più divisi ed in difficoltà economiche. La possibilità di rivoluzionare la loro situazione arriva però nel momento in cui avvistano un UFO nel cielo. Non solo si convincono che sia stato questo ad uccidere il padre, ma anche che ottenendo un filmato in alta definizione della sua presenza potranno diventare ricchi. Sulle loro teste, tuttavia, aleggia un mistero ben più spaventoso di quanto potrebbero mai immaginare.

Uno spettacolo firmato Jordan Peele

Nope si apre con una citazione biblica che recita “Ti getterò addosso una lordura abominevole, ti renderò vile e ti renderò uno spettacolo”. Proprio quest’ultima parola, spettacolo, risulta essere centrale nel nuovo film di Peele, che ha raccontato di come mentre scriveva la sceneggiatura ha “iniziato a scavare nella natura dello spettacolo, nella nostra dipendenza dallo spettacolo e nella natura insidiosa dell’attenzione“. A partire da ciò, il regista sembra allora con questo suo nuovo film allontanarsi dalle atmosfere più propriamente horror dei suoi due precedenti lungometraggi per rivolgersi invece verso una fantascienza che richiama in particolare quella degli anni Cinquanta.

Peele, non a caso, è stato il principale produttore del recente revival di The Twilight Zone, la celebre serie fantascientifica che dal 1959 ha contribuito a rivoluzionare il genere. Nope, in modo piuttosto esplicito, deve molto a quella serie, ma anche ad un classico come Incontri ravvicinati del terzo tipo o ad un titolo più recente come Signs, con cui condivide un’atmosfera particolarmente ansiogena. Egli, dunque, fa confluire nel suo film un enorme bagaglio di elementi, suggestioni e tecniche stilistiche, dando vita al proprio grande spettacolo sugli UFO e sulla loro ricerca, la quale diventa la metafora dietro cui celare il proprio messaggio di fondo.

Gli UFO diventano infatti ora un mezzo attraverso cui diventare ricchi, mentre non c’è traccia del desiderio di scoperta che un tempo animava i protagonisti dei film con alieni. Questa attitudine e questa presenza extraterrestre hanno però un valore molto più profondo e pericoloso, che ci richiama all’attenzione sul modo di fare spettacolo oggi e sulle modalità per cui il pubblico ne è il più delle volte fruitore passivo. Allo stesso modo, Peele sembra voler riflettere sul valore delle immagini, che devono oggi necessariamente essere della miglior qualità possibile perché possano vantare un valore economico. Ne parla avvalendosi del formato IMAX, che conferisce al film, non a caso, una grandezza e una risoluzione spettacolare.

Daniel Kaluuya, Keke Palmer e Brandon Perea in una scena di Nope.

Nope, il blockbuster estivo che il cinema attendeva

Se Get Out si concentrava sulla questione razziale, mentre Us sulla suddivisione in classi sociali presenti negli Stati Uniti, Nope è dunque invece rivolto all’industria dello spettacolo e al rapporto che gli spettatori hanno con essa. Naturalmente tale tematica viene offerta attraverso una serie di simbolismi e metafore, che rendono il film più criptico e ambizioso rispetto ai due precedenti lungometraggi di Peele. Stabilire un paragone tra i tre titoli lascia però il tempo che trova, mentre è molto più produttivo riconoscere in Nope l’accresciuta fiducia del regista nei propri mezzi espressivi. Se a livello narrativo il film risulta non sempre coeso, è il modo in cui la narrazione si sposa con le scelte di messa in scena a rendere Nope tanto affascinante.

Peele riesce infatti a sfruttare ogni elemento scenografico, sonoro e visivo per dar vita ad un’atmosfera particolarmente conturbante. Il film riesce così ad incutere profondo terrore mostrando molto poco e a far ridere grazie ad alcuni brillanti momenti accentuati dalla bravura degli interpreti protagonisti. La Palmer, in particolare, ruba più di una scena a tutti gli altri. Nope è dunque un film che oltre a riflettere sulla natura dello spettacolo, vuole esso stesso essere uno spettacolo, quel blockbuster estivo che il cinema e gli spettatori aspettavano. Per i mezzi tecnici con cui è girato, per l’ampiezza spaziale delle sue inquadrature e per l’aura di mistero che mantiene fino all’ultimo, Nope è davvero un film che merita di essere visto sul grande schermo.

Come farsi lasciare in 10 giorni: trama e cast del film con Kate Hudson

Celebre per le tante commedie sentimentali interpretate, molte delle quali hanno concretamente contribuito alla sua popolarità mondiale, l’attrice Kate Hudson si è in particolare affermata grazia a Come farsi lasciare in 10 giorni. Diretto nel 2003 da Donald Petrie, noto autore di opere di questo genere, il film ha al suo centro la storia di una ricerca condotta da un’intraprendente giornalista alla ricerca delle strategie migliori con cui farsi lasciare dal proprio partner. Una ricerca che la vedrà scontrarsi con un affascinante uomo che minerà le sue certezze.

La storia è basata sull’omonimo fumetto di Michele Alexander e Jeannie Long. Di particolare successo, questo fu per diversi anni al centro delle attenzioni degli studios cinematografici. In più occasioni era infatti stato tentato di trarne una trasposizione per il grande schermo, ma solo con l’ingresso nel cast di diversi celebri interpreti di Hollywood questo ha potuto infine prendere vita. Arrivato infine in sala, il film si è affermato come un grande successo, arrivando ad un guadagno globale di circa 177 milioni di dollari, a fronte di un budget di 50. Anche la critica apprezzò in parte il film, in particolare le interpretazioni dei due protagonisti.

Prima di cimentarsi in una visione di Come farsi lasciare in 10 giorni, però, è certamente consigliabile approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e il cast di attori che lo compone. Molte sono infatti le curiosità legate proprio a tali aspetti, e che sarà possibile ritrovare qui proseguendo nella lettura. Infine, si elencheranno le principali piattaforme dove sarà possibile ritrovare il film per una comoda visione in streaming. Si potrà così avere modo di riscoprire una delle più celebri commedie sentimentali dei primi anni del decennio, ancora oggi ricordata come tra le più rappresentative dei suoi anni.

Come farsi lasciare in 10 giorni: la trama del film

Protagonista del film è la giornalista Andie Anderson. Particolarmente ambiziosa, questa lavora per il periodico femminile Compusure Magazine, per il quale cura una rubrica di argomenti frivoli. Il suo desiderio, in realtà, è quello di poter affrontare tematiche più impegnative. L’occasione arriva infine nel momento in cui le viene assegnato un articolo dal titolo “come farsi lasciare in 10 giorni“. Prendendo spunto dalla sfortunata storia d’amore di una collega, Andie intraprende così un’approfondita ricerca dei metodi più efficaci per essere mollati dal proprio partner. Se porterà a termine con successo tale servizio, la direttrice acconsentirà infatti a farle trattare temi più seri.

Durante tale ricerca, Andie finirà per imbattersi nell’affermato agente pubblicitario Benjamin Berry. La giornalista deciderà di avvalersi di lui per mettere in pratica i trucchi per farsi lasciare. Ciò che non sa, però, è che Benjamin è invece in cerca di una donna grazie alla quale poter ottenere l’esclusiva su un’importante cliente. Se dimostrerà di conoscere l’universo femminile, avrà infatti modo di lavorare per un prestigioso produttore di diamanti. I due iniziano così a frequentarsi, ignari delle rispettive intenzioni. Ben presto, però, quello che era iniziato come gioco diventa sempre più il principio di una romantica storia d’amore.

Come farsi lasciare in 10 giorni cast

Come farsi lasciare in 10 giorni: il cast del film

Per dare vita ai personaggi protagonisti del film, era indispensabile trovare i giusti interpreti, che sapessero apportare una buona dose di carisma alle rispettive parti. Inizialmente, per il ruolo di Andie era stata considerata la premio Oscar Gwyneth Paltrow, la quale però rinunciò a causa di altri impegni. Ad ottenere il ruolo fu allora l’attrice Kate Hudson, divenuta celebre qualche anno prima per il film Quasi famosi, per il quale era stata nominata al premio Oscar. Con Come farsi lasciare in 10 giorni ha invece potuto affermarsi anche per le sue doti comiche, e molte delle scene che la vedono protagonista sono inoltre state da lei interamente improvvisate. L’attrice Kathryn Hahn, nota per aver recitato in Bad Moms, è invece Michelle, la migliore amica di Andie.

Ad interpretare l’affascinante e intraprendente Benjamin è invece Matthew McConaughey, affermatosi in quegli anni grazie a note commedie e film di vario genere. Proprio grazie a tale ruolo l’attore finì con il consacrare la propria popolarità, recitando poi in sempre più film fino a giungere alla vittoria all’Oscar nel 2014. Gli attori Adam Goldberg e Thomas Lennon interpretano invece rispettivamente Tony e Thayer, due amici stretti di Benjamin. Nei ruoli delle rivali sul lavoro di questi, invece, si ritrovano le attrici Michael Michele come Judy Spears e Shalom Harlow come Judy Green. La pluripremiata attrice Bebe Neuwirth è invece Lana Long, la direttrice del giornale per cui lavora Andie. Robert Klein, invece, è Phillip, il capo di Benjamin.

Come farsi lasciare in 10 giorni: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Come farsi lasciare in 10 giorni grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 25 luglio alle ore 23:45 sul canale La7.

Fonte: IMDb

Mia e il leone bianco: trama, cast e la storia vera dietro al film

L’amicizia tra gli esseri umano e gli animali è stata raccontata più volte al cinema e negli ultimi anni in particolare sono arrivati sul grande schermo alcune delle coppie più imprevedibili di sempre. Da Belle & Sebastien fino a L’incredibile storia di Winter il delfino, questo genere di film suscita sempre un grande fascino negli spettatori, dimostrando che spesso questo genere di legami non hanno nulla da invidiare a quello tra due persone. Tra i più recenti esempi di questo filone vi è Mia e il leone bianco, film del 2018 diretto da Gilles de Maistre a partire da una sceneggiatura di sua moglie Pure de Maistre.

La coppia protagonista, come suggerisce il titolo, è composta da una bambina di nome Mia e da un raro esemplare di leone bianco. Tale colorazione è data da un caso di polimorfismo genetico legato ad una condizione di leucismo, il quale causa appunto un colorito pallido. Non esistono molti esemplari di leoni di questo tipo, ma la maggior parte di questi si trova in Sudafrica. Ed è lì che le riprese si sono svolte nel corso di ben tre anni, permettendo così alla troupe di seguire lo sviluppo del leone scelto per il film. Di produzione francese, il film ha richiesto un budget di circa 9 milioni per poter essere completato.

Un costo che si è rivelato però ben investito, poiché al momento della sua distribuzione Mia e il leone bianco è stato accolto con grande entusiasmo dalla critica. Al box office è invece arrivato ad un guadagno di circa 36,4 milioni di dollari, divenendo il maggior successo francese del suo anno. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Mia e il leone bianco: la trama del film

Protagonista del film è Mia Owen, una bambina che vive con la famiglia in Sudafrica, dove i genitori possiedono un allevamento di leoni. Inizialmente, per gestire tale attività, il padre John era solito concludere una serie di accordi con dei cacciatori. Con il passare del tempo però ha sviluppato un amore tale per quelle creature da decidere di cessare ogni attività illegale. Mia, naturalmente, è sempre stata tenuta all’oscuro di ciò, nel tentativo di trasmetterle valori più positivi. È proprio in questo contesto che la piccola stringe amicizia con Charlie, un cucciolo di leone bianco. I due diventano da subito inseparabili, trascorrendo molto tempo insieme esplorando le terre circostanti.

Con il passare degli anni sia Mia che il leone inevitabilmente crescono, e ciò genera non poche preoccupazioni nei genitori. Pur amando quegli animali, sono consapevoli della loro pericolosità e del loro istinto da cacciatori che non può essere domato. Il padre decide pertanto di vendere l’esemplare, al fine di proteggere sua figlia. Scoperta la cosa, e in particolar modo chi dovrebbe essere l’acquirente, Mia deciderà però di opporsi con tutte le sue forze alla cosa. Preso con sé Charlie, i due fuggiranno verso una riserva naturale, al fine di trovare lì riparto. Il viaggio per arrivarvi, tuttavia, sarà tutt’altro che semplice.

Mia e il leone bianco cast

Mia e il leone bianco: la vera storia e il cast del film

Come anticipato, il film è stato scritto da Pure de Maistre, moglie del regista, la quale ha sviluppato la storia dopo aver fatto un viaggio in Sudafrica. Qui ha avuto modo di visitare alcune riserve naturali contenenti questi rari esemplari di leone bianco. Venuta a conoscenza della difficile esistenza che tali esemplari hanno, tra cacciatori ed altri problemi legati al branco, decise di scrivere una storia che sottolineasse l’importanza della loro protezione. Per poter realizzare il film, le riprese sono state supervisionate dallo zoologo Kevin Richardson, il quale nel corso di tre anni ha aiutato a costruire il rapporto tra un vero cucciolo di leone e la protagonista. Per permettere di far sviluppare tale legame, era infatti necessario che Charlie fosse un cucciolo, ancora privo dei propri istinti.

Ad interpretare la giovane protagonista, che cresce nel corso di tre anni insieme al leone bianco, vi è Daniah De Villiers. Oltre ad essere impegnata con le riprese, questa dovette trascorrere diverse ore al giorno solo per poter stabilire un rapporto di fiducia con Charlie. Attraverso varie attività i tre poterono realmente stringere amicizia. Altrettanto dovette fare l’attore Ryan MacLennan, interprete di Mick, il fratello di Mia. Ad interpretare i due genitori, invece, si ritrovano due note personalità. Il padre John ha infatti il volto di Langley Kirkwood, noto anche per i film Invictus – L’invincibile e Dredd – Il giudice dell’apocalisse. Nei panni di Alice, la madre di Mia, vi è invece l’attrice francese Mélanie Laurent, divenuta celebre per il personaggio di Shoshanna nel film Bastardi senza gloria.

Mia e il leone bianco: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Mia e il leone bianco è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 25 luglio alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica, presentato il programma “radicalmente queer”

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Un nuovo inizio, verso un futuro di speranza, dopo due anni particolarmente difficili, è questo che si prefigge di essere la SIC: 37° Settimana internazionale della Critica. Cristiana Paternò, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), e Beatrice Fiorentino, Delegata Generale della 37. Settimana Internazionale della Critica, hanno presentato un programma ricco e interessante, che propone sogni e colori, l’augurio di tornare a vivere la comunità.

Come quello che racconta il poster di questa edizione, realizzato da Emiliano Mammucari, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi: una Furiosa fluida, rock, in mezzo alla gente e a sguardi, volti e storie che cominciano a ricolorarsi, in continuazione narrativa con il poster dello scorso anno, completamente in bianco e nero, realizzato dalla stessa squadra creativa con l’intenzione di portare avanti un racconto unico, che da Embracing Again, il tornare in sala a riabbracciarsi, prosegue con Creature in Eterno Movimento, il ritorno all’esistenza, al racconto, alla strada da percorrere.

“Lo sguardo del cinema contemporaneo si sofferma, ora più che mai, sull’essere, sull’esistere nonostante tutto. Siamo storie in movimento e scorriamo libere tra le strade, incrociandoci tra i conflitti, sfiorandoci nelle intenzioni, guardandoci per un istante appena e cercando tra gli sguardi la risposta a tutto quello che verrà.”

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica – il poster

La presentazione del programma della SIC si è aperta con un appello da parte di Paternò, in difesa e sostegno di Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, registi iraniani imprigionati dal paese per aver “scritto una lettera“, ovvero per aver commesso un reato di opinione, “condannati al carcere senza processo, atti di provocazione contro la comunità di di intellettuali iraniani.”

Quando si parla di nuovo percorso si parla anche di innovazione e così SIC: 37° Settimana internazionale della Critica ha presentato anche il suo nuovo logo, che rappresenta un’apertura verso il futuro. Il pennino indicava solo la critica scritta – spiega Paternò – Oggi con il multimediale vogliamo guardare avanti. Ma con un’idea di dialogo, il logo è uno schermo aperto, una rottura della quarta parete, il desiderio di comunicare tra critica, autori e spettatori.” 

Oltre al logo SIC rinnova anche gli spazi e la sigla. Nasce la Casa della Critica, uno spazio dedicato a incontri, delegazioni e sponsor, mentre la nuova sigla, realizzata da Frame by Frame, che ha sviluppato la prima sigla realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. “L’idea sperimentale è stata accolta con entusiasmo, confermando ancora una volta lo spirito di rinnovamento che definisce da sempre la SIC come luogo per eccellenza deputato alla scoperta di nuovi talenti.” Si legge nel comunicato stampa.

La Delegata Fiorentino ha poi presentato il programma del concorso di lunghi e corti, dicendosi molto emozionata per questa ripartenza, questo “ano zero”. “Il 2022 è un anno zero da cui ripartire, perché siamo consapevoli che veniamo da due anni molto difficili segnati da pandemia e calamità – ha spiegato Beatrice FiorentinoE questa vuole essere una sorta di reazione. Siamo quindi proiettati verso quello che sarà, non verso quello che è stato. Nella scelta delle pellicole della nostra selezione, siamo andati in direzione di una possibile rinascita, fosse anche solo un augurio viscerale di pancia e cuore, sperando che tra qualche mese ci siamo lasciati tutto alle spalle.”

Dopo il periodo di buio, il comitato di selezione è andato in una direzione opposta, “andiamo verso colore, spazio aperto, comunità – continua Fiorentino – I personaggi della selezione sono tutti idealisti e sognatori, tutti lottano per un futuro migliore. E inclusiva è stata anche la SIC, dal punto di vista di registi, di attori, con titoli accoglienti e accessibili, senza perdere in complessità. Questo vuole essere un segnale di fiducia nei confronti dell’industria che in questo momento è particolarmente in difficoltà. È una SIC che va verso il pubblico ed è radicalmente queer. Questa è diventata LA questione: il dato politico è che lo schema binario maschile femminile è superato. Questi film sono stati scelti perché sono belli, abbiamo riconosciuto in loro un segno importante, perché prevediamo per i registi che li hanno realizzati un grande futuro e perché insieme offrono una lettura ampia della realtà.”

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica

SIC: 37° Settimana internazionale della Critica, il programma

CONCORSO

  • Anhell69 di Theo Montoya (Colombia): nasce nella giovane comunità queer di Medellin, ma non è un documentario. È un viaggio sentimentale tra corpi e fantasmi, una città violenta tra sogni e prospettive. La fotografia di una generazione senza futuro ma che non perde la speranza e il sogno, è una dichiarazione d’amore per il cinema, laddove intorno c’è morte, il cinema salva le vite.
  • Beating Sun – Tant que le soleil frappe di Philippe Petit (Francia): è il perno intorno al quale gira il programma. La storia di un architetto che ha il sogno di riqualificare la piazza di un quartiere di Marsiglia. Questo sogno di tornare alla piazza, e alla vita insieme, in uno spazio simbolico ma concreto, racconta benissimo il nostro presente. Un esempio di cinema civile e politico, che invita al ritorno alla comunità.
  • Dogborn di Isabella Carbonell (Svezia): racconta la storia di due gemelli, fratello e sorella senza tetto, due randagi della vita che lottano per il loro futuro in una società durissima. Il film nasce da esperienza raccolta in prima persona. Il film è sempre attaccato ai corpi, raccoglie segnali, urla e silenzi, un racconto di esclusi, una discesa all’inferno ma anche una possibile rinascita.
  • Eismayer di David Wagner (Austria): un esordio stilisticamente molto maturo, rigoroso e pudico. Si lavora sulle ellissi e per sottrazione, ispirato a persone vere. Eismayer è un ufficiale dell’esercito, un uomo d’acciaio, gay, che si trova di fronte ad una scelta importante nella sua vita. La cosa interessante è la padronanza assoluta dei codici del cinema di genere. Rom-com etero-normata e contemporaneamente soldier movie, il film riscrive i codici del linguaggio sullo schermo.
  • Have you seen this Woman? – Da li ste videli ovu zenu? di Dusan Zoric e Matija Gluscevic (Serbia): è il più spiazzante della selezione, sono tre declinazioni di un possibile femminile, sempre scomodo e corrosivo. C’è questo corpo politico, per il suo ingombro, è un corpo non conforme e ribelle, alla conquista dello schermo e del suo spazio nel mondo, una donna che fugge dal ruolo che la società le vuole imporre. Il film può infastidire ma non lasciare indifferenti.
  • Margini di Niccolò Falsetti (Italia): il colpo di fulmine, una cotta adolescenziale. Cinema popolare ambientato nella provincia toscana alla fine degli anni 2000. Una commedia punk, sincera e vitale. Anche i protagonisti di questo film sono dei sognatori. sono tre e hanno una band ma non riescono a sfondare. Il film fa divertire e sorridere ma offre anche uno specchio in questi ambiziosi protagonisti che devono fare i conti con una realtà che sta loro stretta. Sguardo pop e affettuoso, ma anche politico.
  • Skin Deep di Alex Schaad (Germania): è il film più radicale, spiazzante, con atmosfere alla Midsommar con un gioco di identità che si mescolano. Una folgorazione per questa sua difficile classificazione, è un thriller psicologico o filosofico o un potenziale body horror che evolve in un estremo atto d’amore. il film è soprattutto una riflessione transgenere, sulle leggi dell’attrazione dei corpi. Il film sfida le convenzioni dallo schema della binarietà.

FUORI CONCORSO

Film d’apertura

  • Three Nights a Week – Trois nuits par semaine di Florent Gouelou (Francia): andiamo verso luce, colore e amore. Un proseguimento naturale dell’apertura della selezione dei corti, il tema è l’identità attraverso il corpo e il racconto di sé attraverso l’immagine, una storia d’amore nel mondo delle drag queen visto dall’interno.

Film di Chiusura

  • Queens – Malikates di Yasmine Berkiran (Marocco): racconta di tre donne in fuga dalla polizia, un viaggio verso le coste dell’Atlantico e verso una possibilità di futuro, che dietro una apparenza di leggerezza, abbraccia temi importanti. Essere femministe in Marocco è un po’ più difficile che esserlo in Italia, il film è anche un inno alle donne del cinema.

Proiezione Speciale (in collaborazione con Venezia 79)

  • Blood – O Sangue di Pedro Costa (Portogallo): versione restaurata del film.

CORTOMETRAGGI

Concorso

  • Albertine Where are you? di Maria Guidone: filmmaker puglierse con una sensibilità fuori dal comune. Maria ci porta al tempo di un’estate e di un amore non convenzionale, sulla scia di Proust.
  • Come le lumache – Like Snails di Margherita Panizon: un coming of age stracolmo di grazia, di una freschezza autentica e aurorale, con temi tutt’altro che banali, attraverso l’incontro di due diversità, di due solitudini, di due ragazzini che si specchiano l’uno nell’altro. Il corto racconta l’eterno dramma delle migrazioni.
  • Nostos di Mauro Zingarelli: fantascienza distopica, un racconto proiettato nel futuro, nei panni di due riciclanti che lottano per la sopravvivenza, nella speranza di un mondo migliore.
  • Puiet – Sapling di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl: un piccolo documentario e insieme un racconto contemporaneo, ambientato nella quotidianità della Transilvania, in cui un ragazzino di campagna è ansioso di diventare grande e di trovare il suo posto tra gli adulti. Parabola intima di chi cerca il suo posto nel mondo.
  • Reginetta di Federico Russotto: body horror. Si muove con destrezza nelle coordinate del cinema di genere e sceglie di ambientare nel passato temi attualissimi. Aspettative sul corpo della donna, modello di bellezza, l’avidità e l’ambizione. Tutto diventa un incubo per la protagonista.
  • Resti – Remains di Federico Fadiga: si lavora su una materia quasi dimenticata che si chiama emozione, si lavora sulla memoria e sul segno, sul tempo che passa e l’emozione che resta che dice molto di più di quello che mostra.
  • La stanza Lucida – Lucid room di Chiara Caterina: Caterina è una creatrice di immagini-cinema, sa cogliere il perturbante nella quotidianità, le modalità di racconto sono spiazzanti e sorprendenti. Un uomo tornato a casa dopo la fine di un amore ed elabora quel dolore attraverso un sogno lucido.

Fuori Concorso

Corto di apertura

  • Pinned into a dress di Gianlcua Matarrese e Guillame Thomas: Il film ha molto a che fare con il discorso sulla mortificazione del corpo. Al centro Miss Fame (nome d’arte di Kurtis Dam-Mikkelsen), con il rapporto sadomaso con il suo corpo, un’identità fluida e il proprio futuro. Fare i conti con la costante narrazione di sé e le zone d’ombra dietro a una vita sotto i riflettori.

Corto di chiusura

  • Happy Birthday di Giorgio Ferrero: Piccola storia al femminile in un mondo funestato da pandemia e guerra, una possibile speranza arriva dalla connessione spontanea con la rete di due giovani donne accomunate da un ideale di pace e da una stranezza, il compleanno il 29 febbraio. Girato a Mosca nel marzo del 2022, tutto realizzato da remoto, tra Italia e Uzbekistan.

Con poche eccezioni, i titoli della selezione provengono principalmente dall’Europa, come già verificatosi nella selezione della Quinzaine des réalisateurs di Cannes 2022. Secondo Beatrice Fiorentino la mancanza di proposte da altre parti del mondo è sintomatica di un nuovo stato delle cose: “Credo sia logico dedurre che le difficoltà che stiamo attraversando (effetti della pandemia sull’industria dell’audiovisivo) avranno un certo peso in alcuni Paesi ricchi e un altro peso in Paesi in cui c’è già un tessuto economico debole. A questo si aggiungono anche problemi politici e culturali, che in alcuni casi inaspriscono la situazione.”

L’incontro si è concluso con la dedica di questa edizione della SIC a Mantas Kvedaravicius, il regista lituano “deceduto a soli 45 anni in Ucraina, durante una guerra assurda che si consuma alle porte dell’Europa nel 2022.”

La SIC: 37° Settimana internazionale della Critica si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre 2022.

Star Trek: Picard: teaser trailer della terza stagione in arrivo su Paramount +

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Dopo un panel al Comic-Con nella Hall H, il primo teaser trailer è stato diffuso per la terza stagione di Star Trek: Picard  e stiamo ricevendo alcune importanti omaggi da Star Trek: The Next Generation .

Girata in sequenza con la seconda stagione di Star Trek: Picard , lo spettacolo tornerà l’anno prossimo… così come alcuni nomi familiari. Come puoi vedere, Geordi La Forge di LeVar Burton, Worf di Michael Dorn, William Riker di Jonathan Frakes, Dr. Beverly Crusher di Gates McFadden, Deanna Troi di Marina Sirtis, Seven of Nine di Jeri Ryan e Raffi di Michelle Hurd saranno tra coloro che si uniranno a Sir Patrick Stewart nella serie.

Brent Spiner, che ha interpretato Data in Star Trek: The Next Generation, tornerà come “un vecchio nuovo personaggio”. “Non volevamo avere cameo, ma ruoli seri”, ha detto il produttore Alex Kurtzman ai fan presenti. “All’inizio della stagione, la troupe si trova in luoghi diversi della galassia. Lentamente li vediamo riunirsi. Patrick ha detto: ‘Voglio fare questo spettacolo, non voglio ripetere le vecchie cose.'”

Sir Patrick Stewart  è intervenuto per dire: “Mi sono reso conto che stavo iniziando a conoscere Jean-Luc Picard, a un punto in cui non sapevo da dove avesse iniziato e Patrick Stewart l’ha interrotto. Sono stato venduto perché l’enfasi era su “Chi è Picard?’ Perché non lo sappiamo”. “Per quanto riguarda la terza stagione” , ha continuato il leggendario attore,  “deve riconoscere che c’è stato un incidente nella sua giovinezza che lo aveva scosso così profondamente”. Il trailer presenta il dialogo di ogni eroe di ritorno, culminato in un messaggio dello stesso Picard: “Finché tu e il tuo equipaggio rimarrete saldi… non siete mai senza speranza”. 

Star Trek: Picard presenta Patrick Stewart che riprende il suo ruolo iconico di Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: The Next Generation”, e segue questo personaggio iconico nel prossimo capitolo della sua vita. La serie è prodotta da CBS Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Per la terza stagione, Alex Kurtzman, Akiva Goldsman, Terry Matalas, Patrick Stewart, Heather Kadin, Aaron Baiers, Rod Roddenberry, Trevor Roth, Doug Aarniokoski e Dylan Massin sono i produttori esecutivi. Terry Matalas è lo showrunner della terza stagione.

Venezia 79: White Noise di Noah Baumbach aprirà in Concorso la Mostra

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White Noise, scritto e diretto da Noah Baumbach, con Adam Driver, Greta Gerwig, Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie Turner-Smith, André L. Benjamin e Lars Edinger è il film di apertura, in Concorso, della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera (31 agosto – 10 settembre 2022). Si tratta del ritorno al Lido di Noah Baumbach, dopo aver presentato nel 2019 Storia di un Matrimonio.

“È un grande onore aprire la 79. Mostra di Venezia con White Noise – dichiara il Direttore Alberto Barbera – Valeva la pena di aspettare per avere la certezza che il film fosse finito in tempo. Adattata dal grande romanzo di Don DeLillo, Baumbach ha realizzato un’opera originale, ambiziosa e avvincente, che gioca con misura su più registri: drammatico, ironico, satirico. Il risultato è un film che esamina le nostre ossessioni, i dubbi e le paure radicate negli anni ’80, ma con riferimenti molto chiari alla realtà contemporanea.”

“È davvero meraviglioso tornare alla Mostra di Venezia – dichiara Noah Baumbach – ed è un incredibile onore portare White Noise come film della serata di apertura. Questo è un luogo che ama tanto il cinema, ed è un’emozione e un privilegio unirsi agli incredibili cineasti che hanno presentato qui i loro film”.

White Noise sarà proiettato mercoledì 31 agosto 2022 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), nella serata di apertura della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. White Noise è distribuito da Netflix.

White Noise, il film

Allo stesso tempo esilarante e terrificante, lirico e assurdo, ordinario e apocalittico, White Noise racconta i tentativi di una famiglia americana contemporanea nell’affrontare i conflitti mondani della vita quotidiana, alle prese con i misteri universali dell’amore e della morte, e la possibilità della felicità in un mondo incerto.

Basato sul libro di Don DeLillo, scritto per lo schermo e diretto da Noah Baumbach, prodotto da Noah Baumbach (p.g.a) e David Heyman (p.g.a.). Prodotto da Uri Singer.

House of The Dragon: il trailer esteso dal Comic Con a sorpresa!

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House of The Dragon: il trailer esteso dal Comic Con a sorpresa!

Sabato sera la HBO ha tenuto un panel per la serie prequel de Il Trono di Spade House of the Dragon al Comic-Con, e i fan che sono stati fortunati nel riuscire ad entrare nella Hall H sono stati privilegiati nel vedere un trailer esteso inedito.  Il contributo non è stato rilasciato online in quel momento, ma dopo essere stato presentato in anteprima durante la programmazione della Shark Week di Discovery ieri sera, questa mattina è finalmente sui social media e su YouTube. Nonostante sia per lo più identico al trailer che abbiamo ottenuto prima dei festeggiamenti a San Diego, ci sono anche molte riprese estese e mai viste prima.

Ci sono alcuni scorci intriganti di una giovane Rhaenyra e Alicent Hightower, mentre Viserys avverte qualcuno che il Trono di Spade è “il posto più pericoloso del regno”.  Rhaenyra, che dovrebbe essere la protagonista di House of the Dragon, nel frattempo, ottiene la migliore battuta del trailer quando dice:  “I Targaryen sono più vicini agli dei che agli uomini”. House of the Dragon, l’attesissima serie HBO che debutterà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW il 22 agosto

House of the Dragon, la serie tv

House of the Dragon è l’annunciato prequel ambientato poche centinaia di anni prima degli eventi di “Game of Thrones” e racconta la storia di House Targaryen. Dovrebbe andare in onda nel 2022. HBO ha dato allo show un ordine di 10 episodi, con il casting iniziato durante l’estate. Martin ha co-creato la serie con Ryan Condal, con lo spettacolo basato sul libro di Martin “Fire & Blood“. Miguel Sapochnik e Condal saranno co-showrunner e produttori esecutivi insieme a Martin e Vince Gerardis. Sara Lee Hess sarà anche scrittrice e produttrice esecutiva. Sapochnik dirigerà anche il pilota e gli episodi aggiuntivi. In precedenza ha diretto sei episodi di “Game of Thrones”, tra cui “Hardhome”, “Battle of the Bastards” e “Winds of Winter”.

In dieci episodi girati nel Regno Unito, House of the Dragon vanta un grande cast che include fra i protagonisti Paddy Considine, Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Steve Toussaint, Eve Best, Fabien Frankel, Sonoya Mizuno, Rhys Ifans. Nel cast anche Milly Alcock, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Emily Carey, Harry Collett, Ryan Corr, Tom Glynn-Carney, Jefferson Hall, David Horovitch, Wil Johnson, John Macmillan, Graham McTavish, Ewan Mitchell, Theo Nate, Matthew Needham, Bill Paterson, Phia Saban, Gavin Spokes, Savannah Steyn.

Co-creatore e produttore esecutivo della serie George R.R. Martin; co-creatore, co-showrunner, produttore esecutivo e sceneggiatore Ryan Condal; co-showrunner, produttore esecutivo e regista Miguel Sapochnik; produttore esecutivo e sceneggiatrice Sara Hess; produttori esecutivi Jocelyn Diaz, Vince Gerardis, Ron Schmidt; registi Clare Kilner, Geeta V. Patel; regista e co-produttore esecutivo Greg Yaitanes. Tratto dal romanzo “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin.

Rumor: Henry Cavill “non è disposto a tornare” nei panni di SUPERMAN?

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Nonostante alcune voci credibili avessero anticipato la possibile presenza di Henry Cavill al Panel Warner Bros e DC del San Diego Comic Con, alla fine l’attore non ha presenziato. Inoltre nessun riferimento è stato fatto sul destino dell’Uomo d’Acciaio. Ebbene, durante il panel sia a Dwayne Johnson (Black Adam) che a Zachary Levi (Shazam! Fury of the Gods) è stato chiesto come se la sarebbero cavata i loro personaggi contro l’Uomo d’Acciaio, ma nessuno dei due è entrato nei dettagli ed entrambi hanno evitato di menzionare Henry Cavill per nome.

In merito alla vicenda nessun altro aggiornamento è arrivato. Invece ieri su twitter a parlare dell’assenza di annunci su Supermen ha parlato l’affidabile scooper ViewerAnon via Twitter rivelando alcune voci (non confermate) riguardo alla situazione non propriamente idilliaca tra la Warner Bros. e Henry Cavill. Aggiungendo anche che ha sentito dire che Cavill stesso ad oggi potrebbe essere “riluttante” a tornare ad interpretare il ruolo di Superman. Al momento queste sono solo voci, nulla  di confermato, quindi non sappiamo cosa vogliano dire.

Resta il fatto che comunque altre fonti affidabili hanno più volte ribadito che la Warner Bros. stia facendo una sorta di sforzo per riportare Henry Cavill a bordo poiché “gli hanno chiesto di tornare in più occasioni”, ma sembra che l’attore potrebbe non essere del tutto soddisfatto con il modo in cui il suo personaggio è stato trattato finora dallo studio o potrebbe effettivamente essere stufo del ruolo e potrebbe volersi concentrare soprattutto su The Witcher. VA dice di aver sentito ragioni diverse da fonti diverse, con alcuni che affermano di l’attore voglia un controllo più creativo sul futuro di Kal-El e altri che affermano che non è contento dell’offerta di contratto che la Warner Bros. gli ha fatto per le apparizioni future. Ad ogni modo, non sembra che avremo una risoluzione sulla questione in tempi brevi, dunque non resta che aspettare ulteriori sviluppo e possibilmente aggiornamenti ufficiali.

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