Da J.K. Simmons a
Emma Stone, passando per Bill
Nunn e Marisa Tomei, il franchise
cinematografico di Spider-Man è stato impreziosito
da straordinari talenti davanti alla macchina da presa sin dal suo
inizio nel 2002. Tanto i personaggi principali come quelli
secondari sono stati interpretati da alcuni degli attori più
talentuosi di Hollywood, che ci hanno regalato performance pregne
di carica emotiva, rendendo omaggio al fantastico mondo creato da
Stan Lee e Steve Ditko.
Oltre all’eccezionale cast di
supporto, i tre attori che hanno interpretato l’amichevole
Spider-Man di quartiere in live-action,
Tobey Maguire, Andrew Garfield e
Tom Holland, hanno apportato i loro tratti
unici all’eroe arrampica-muri e fornito performance memorabili,
dunque è difficile stabilire quale delle tre si sia affermata in
definitiva come la migliore interpretazione dell’amato
supereroe.
Maguire è stato in grado di
ritrarre le difficoltà di Peter in modo efficace
Uno dei tratti caratteriali
principali della figura di Spider-Man è che
semplicemente non può ottenere le cose a modo suo e
Maguire brilla quando ritrae i sentimenti
contrastanti di frustrazione e accettazione che affliggono
Peter davanti alle sfide.
La sequenza di apertura “Pizza Time”
di
Spider-Man 2 rimane una delle più divertenti
introduzioni di film di supereroi di sempre: Peter cerca
disperatamente di battere il tempo per consegnare una pila di pizze
in modo da poter mantenere il lavoro, oscillando per la città
mentre salva eroicamente un paio di bambini per strada. Si
intrufola nella sua destinazione attraverso lo sgabuzzino di un
custode, ma, nonostante gli sforzi, è in ritardo di qualche minuto.
Lo sguardo addolorato sul volto di Maguire dice
tutto da sé, mentre accetta tranquillamente il suo destino: il
pubblico sa che Peter cerca sempre di fare la cosa giusta, il che
rende molto più difficile accettare le sconfitte.
Il ritratto di Maguire aveva la
migliore atmosfera da fumetto
Indipendentemente
da dove
Holland
porterà il personaggio, lo
Spider-Man
di
Maguire
sarà per sempre ricordato per l’emozionante intrattenimento da
fumetto che ci ha regalato: Maguire e
Raimi
sono riusciti a dipingere Peter come un essere umano credibile che
si trova in circostanze straordinarie, e Maguire gioca
perfettamente con questo fattore.
Una delle migliori decisioni prese
da Raimi è stata quella di permettere di mostrarci
l’espressività di Maguire durante le scene cardine di ciascun film.
Ogni cattivo – Norman Osborne, Otto
Octavius, Harry Osborne, Flint
Marko e Eddie Brock – ha un legame
personale con Peter e mostrare propriamente Peter
(e non solo Spider-Man) che tenta di salvare le loro vite,
trasferisce la qualità umana dei fumetti sullo schermo.
Maguire era il miglior Peter
Parker
Anche se tutti e tre gli
attori forniscono una loro specifica versione di come Peter
Parker dovrebbe comportarsi nella vita di tutti i giorni,
è quella di
Maguire che viene ricordata con più affetto.
Quando si tratta di delineare il profilo del giovane Peter, i
manierismi goffi e impacciati di Maguire sono
perfetti e permettono al personaggio di interagire con l’ambiente
circostante in maniera estremamente realistica.
Simile ad un Clark
Kent maldestro, nessuno sospetterebbe davvero che il Peter
di Maguire sia Spider-Man
considerando che spesso formula frasi di circostanza, non è sicuro
di sé e può essere inaffidabile. Tuttavia, questo è esattamente ciò
che Peter vuole e il personaggio in sé richiede: non solo gli
permette di trovare un perfetto equilibrio tra le sue due vite, ma
garantisce anche che i suoi cari siano al sicuro (cosa estremamente
importante per Peter).
Maguire ha catturato l’innata
oscurità di Peter
Anche se si tratta di un
aspetto caratteriale di Peter affrontato sia dalla versione di
Holland che da quella di
Garfield, il loro ritratto della componente di
oscurità insita nella personalità di Peter non è mai stato
altrettanto memorabile o sviluppato come quello messo a punto nei
capitoli con
Maguire. Che si trattasse di inseguire il
“killer” di suo zio, di attaccare ferocemente
Sandman e Harry, o di umiliare
MJ al lavoro perché aveva rotto con lui, c’era
qualcosa di agghiacciante nel modo in cui l’oscurità di Peter
spesso lo sopraffaceva.
Ciò che rendeva queste scene ancora
più efficaci era il fatto che Maguire scegliesse
di pronunciare le sue battute con apparente freddezza e distacco
emotivo: in quei frangenti, non era più l’amichevole
Spider-Man di quartiere ma qualcuno di
completamente diverso. Anche se non è un lato di
Spider-Man che molte persone amano vedere,
Maguire ha contribuito a renderlo un personaggio
più complesso e dinamico.
Garfield ha mostrato un’emotività
vulnerabile
Grazie in parte al
desiderio del regista Marc Webb di lasciare che le
piccole sfaccettature del personaggio emergessero nei suoi film,
Garfield è riuscito ad eccellere
nell’opportunità di ritrarre l’umanità di Peter attraverso la sua
ampia gamma emotiva.
Questo è evidente in
The Amazing Spider-Man, dopo che Peter si
intrufola nella camera da letto di Gwen ed esprime
il suo senso di colpa per la trasformazione del dottor Connors. Qui
ci fa capire che sta imparando ad abbracciare la responsabilità di
cui aveva parlato suo zio Ben: Garfield conferisce
particolare vulnerabilità alla sua performance, che permette al
pubblico di comprendere il dolore e il processo di crescita che
Peter sta attraversando.
Il ritratto di Garfield era il più
realistico
Garfield
aveva già più di vent’anni quando ha indossato per la prima volta
la tuta di Spider-Man eppure, nonostante ciò, ha
ritratto pienamente l’aspetto e la sensazione suscitate dall’onere
di vestire i panni di un supereroe. La performance di
Maguire era, a tratti, decisamente più ingombrante
e, inoltre, l’attore sembrava più grande dell’età che Peter doveva
effettivamente dimostrare; Holland ha certamente
l’età giusta e ha il fisico adatto, ma entrambi non sono
all’altezza dell’ “alto e snello Garfield“.
Come Peter,
Garfield cattura l’essenza dell’adolescente nerd
brillante ma socialmente impacciato, che non ha paura di difendere
le persone a cui vuole bene; il ritratto di Garfiel porta con sé
un’angoscia adolescenziale che appare molto realistica, forse a
causa del fatto che era leggermente più grande quando è stato
scritturato per il ruolo,
e ha avuto il tempo di maturare una
grande introspezione psicologica negli anni della sua
adolescenza.
Garfield ha mostrato le migliori
capacità attoriali
Avendo già iniziato a
raccogliere il plauso della critica per le sue performance in
The Social Network e Non
Lasciarmi,
Garfield era sicuramente, tra i tre, l’attore
con un background più completo, durante la selezione del
protagonista Peter Parker. Infatti, la sua
interpretazione di Peter e dell’Uomo Ragno non è mai condita da
inutili manierismi, né la recitazione appare mai forzata: sembra
che stia proprio vivendo i momenti straordinari che Peter sta
sperimentando sulla propria pelle.
E’ vero che la recitazione di
Maguire funziona all’interno dell’universo
esuberante stabilito da Raimi e
Holland offre il giusto grado di intensità in
battute mirate come “Mr. Stark, non mi sento molto bene“,
ma Garfield rivoluziona di continuo il suo ruolo,
non dando mai alla scena più di quanto sia necessario e spesso
trasmettendo il senso della scena stessa tramite un’ottima
espressività facciale. Momenti estremamente emotivi come la rottura
di Peter con Gwen o la morte di
Gwen dimostrano il tocco semplice ma efficace che
Garfield è capace di apportare al personaggio di
Peter.
I film di Garfield avevano la
migliore storia d’amore
Le trilogie di
Raimi e Jon Watts hanno fatto del
loro meglio per creare storie d’amore ben sviluppate, ma nessuna è
mai stata così emotivamente risonante come quella di
Gwen e Peter nei film di
The Amazing Spider-Man. Anche se non è stato
dedicato poi così tanto tempo al background della coppia, i fan
hanno ugualmente imparato ad amare la loro storia d’amore
apprezzandone la sentita profondità e le sottotrame
coinvolgenti.
Sicuramente un fattore cruciale è
stato dato dal fatto che Garfield e
Stone mostrassero già una chimica incredibile
durante le riprese e la loro relazione ha permesso agli spettatori
di conoscere il lato più dolce e romantico di Peter, nelle scene in
cui i due scherzavano o cercavano di trovare le migliori soluzioni
insieme. Potrebbe non essere finita come il pubblico voleva, ma si
può dire che
Garfield ci ha messo il cuore e l’anima nelle
sequenze fortemente drammatiche alla fine di
Amazing Spider-Man 2.
Il rapporto di Garfield con sua zia
May è il più autentico
Sebbene la grande chimica
di Maguire e Holland con
Rosemary Harris e Marisa Tomei
abbia giocato un ruolo importante nelle storyline delle loro
trilogie, molti fan saranno d’accordo col dire che la dinamica di
Garfield e Sally Field ha
avuto un impatto molto più profondo nel suo complesso.
Quando si è trattato delle
interazioni tra i due, il pubblico ha generalmente creduto che
Garfield e Field potessero essere
imparentati, in quanto entrambi hanno fornito performance
autentiche ed emotive. Mentre Garfield si
comportava in modo sarcastico e spiritoso con i criminali o i
nemici, faceva esattamente il contrario nelle sue scene con zia
May: le parlava in modo rispettoso e calmo, e prendeva sempre in
considerazione i suoi pensieri e consigli, regalandoci
conversazione sempre autentiche e sincere da ascoltare.
La giovinezza di Holland ha aiutato
a plasmare il personaggio
Tra tutti gli attori,
Holland esemplifica al meglio l’esuberanza
giovanile e adolescenziale di Peter Parker, questo perché era di
gran lunga il più giovane dei tre quando è apparso per la prima
volta nel ruolo, avendo solo 19 anni in
Captain America: Civil War.
Holland riesce
benissimo a convalidare l’ignaro shock e lo stupore che un
adolescente mostrerebbe quando viene messo in circostanze
straordinarie. Nelle sue scene con gli Avengers, è
costantemente colpito dalla loro presenza e, quando si impegna in
battaglia, offre una serie infinita di battute che mettono in primo
piano la sua adrenalina a tratti nervosa: questo atteggiamento ha
generato risate assicurate nella sua primissima apparizione come
Spider-Man in Civil War, quando combatte contro
Bucky, Falcon e
Ant–Man.
La fisicità di Holland ha aiutato a
potenziare il ruolo
Prima di essere scritturato
come terzo attore live-action per interpretare l‘Uomo
Ragno sul grande schermo,
Holland era già un abile ginnasta e ballerino,
cosa che era ansioso di mostrare al team di produzione nella sua
audizione; ne consegue che le capacità fisiche di
Holland abbiano effettivamente aiutato ad ottenere
il ruolo e a plasmarne la conseguente versione di
Spider-Man.
Il team dietro agli stunt ha
lavorato molto con Holland per dare più
credibilità alla parte, permettendogli di cimentarsi in una buona
quantità di acrobazie nelle vesti di Spider-Man.
Non che Garfield o Maguire non
fossero all’altezza della fisicità richiesta dal ruolo, ma
Holland incarna indubbiamente la prestanza fisica
dell’Uomo Ragno meglio di entrambe le precedenti versioni (il che
dovrebbe aiutarlo nelle sue prossime avventure come Nathan
Drake nel suo Uncharted in uscita a
Febbraio).
La versione di Holland è la più
affascinante
I fan del MCU sono rimasti estasiati
quando Sony e Marvel hanno annunciato l’accordo storico per
includere Spidey nel MCU:
l’annuncio del talentuoso e coi piedi per terra
Holland non ha fatto altro che aumentare
l’interesse dei fan.
Entrando a gamba tesa in un
franchise con attori notevolmente più anziani,
Holland ha immediatamente contribuito ad attrarre
un pubblico più giovane, col quale è stata favorita una maggiore
identificazione rispetto a eroi del calibro di Iron
Man, Capitan America o
Thor. Inoltre, essere coinvolto nel MCU ha
immediatamente aumentato la sua esposizione mediatica e ha
apportato una buona dose di carica giovanile in un franchise già
fiorente, e l’energia e la genuinità di Holland è diventata fin da
subito evidente nelle sue famose interviste con spoiler.
Lo sviluppo del personaggio di
Holland
Un vantaggio che il
ritratto di
Tom Holland del supereroe
Marvel ha avuto rispetto alle altre due versioni,
è stata la possibilità di presentare uno sviluppo profondo del
personaggio. Anche se non è esattamente colpa di
Maguire o Garfield se non hanno
avuto tanti film quanto Holland (soprattutto
perché non facevano parte del MCU), non è
sorprendente che gli spettatori abbiano preferito proprio la
versione di Holland, poiché hanno visto esplorare
il ruolo in profondità.
Dall’essere un adolescente
ingenuo e impulsivo al diventare un giovane maturo e indipendente,
il Peter di Holland ci ha
regalato l’arco caratteriale più completo. Forse all’inizio non
sapeva come gestire la responsabilità di essere un eroe, ma il
pubblico ha assistito alla sua crescita e maturazione come uomo e
supereroe.
La scrittura ha aiutato
l’identificazione con il Peter di Holland
Dei tre
Spider-Man, quello di
Tom Holland ha dimostrato di favorire
maggiormente l’identificazione col pubblico, poiché ci sono state
rivelate numerose informazioni sulla sua adolescenza e sui
conflitti interni che ha dovuto affrontare; anche se i primi film
di Raimi e Webb mostrano
Peter al liceo, non hanno mai veramente esplorato
i problemi che ha dovuto superare da normale adolescente.
Nella versione di
Holland, gli spettatori lo vedono combattere
quotidianamente per cercare di inserirsi nel nucleo scolastico, pur
occultando il suo segreto agli amici. Si assiste anche alla
costruzione di una base importante, ovvero l’amicizia fra
Peter e Ned, che parlano
costantemente dei loro interessi e di cosa faranno nel loro tempo
libero (come costruire Death Star coi LEGO).
Momenti come questi ricordano al pubblico che Peter è un essere
umano esattamente come chiunque altro.