Netflix ha diffuso una featurette di
The
Sandman che ci dà il benvenuto nel mondo di The
Endless. La nuovissima featurette ci mostra anche il dietro le
quinte per The
Sandman, l’atteso adattamento della serie a fumetti DC
di Neil Gaiman con protagonista Tom
Sturridge. Il debutto è previsto per il 5 agosto.
La featurette di The
Sandman, che puoi consultare di seguito, ci offre
un’anteprima del mondo di The Endless, governato da sette fratelli
simili a divinità, tra cui Dream, Death, Desire e altri. Il
video presenta il commento di Gaiman e del cast mentre parlano
della missione di Dream di rivendicare il suo potere e la sua
identità, così come la costruzione stellare del mondo della
serie.
The
Sandman è la nuova serie Originale
Netflix basata sul fumetto del 1989-1996 scritto
da Neil Gaiman e pubblicato
dalla DC Comics. La serie è stata
sviluppata da Allan
Heinberg per Netflix –
con Heinberg, Gaiman e David S. Goyer come
produttori esecutivi ed è prodotta da DC Entertainment e Warner
Bros. Television. Abbiamo recentemente appreso che Desire e Despair
saranno interpretati rispettivamente da Mason Alexander Park e
Donna Preston, mentre Joely Richardson interpreterà Ethel Cripps e
David Thewlis interpreterà il ruolo di suo figlio John Dee, alias
lo squilibrato Dr. Destiny. Jenna Coleman interpreterà la trisavola
di John Constantine, Lady Johanna Constantine.
La prima stagione di 10 episodi di
The
Sandman adatterà i primi due archi narrativi della
serie a fumetti di Vertigo, “Preludes and Nocturnes” e “The Dolls
House”. The
Sandman racconta la storia di Dream, il titolo Sandman. Al
momento la trama della serie non è stata rivelata. Ma le premesse
ci dicono che ambientata nel 1916, Dream, il re delle storie e uno
dei sette Endless , viene catturato in un rituale occulto. Dopo
essere stato tenuto prigioniero per 105 anni, nel 2021 fugge e si
propone di riportare l’ordine nel suo regno dei sogni.
C’è un altro mondo che ci aspetta
quando chiudiamo gli occhi per dormire… un posto chiamato “regno
del sogno”, dove il signore dei sogni Sandman (Tom
Sturridge) dà forma alle nostre paure e fantasie più
profonde. Quando però Sogno è catturato all’improvviso e tenuto
prigioniero per un secolo, la sua assenza scatena una serie di
eventi che sconvolgeranno per sempre i mondi del sonno e della
veglia. Per ristabilire l’ordine, questi dovrà attraversare
universi e linee temporali per correggere gli errori fatti nella
sua lunga esistenza, ritrovando vecchi amici e nemici e incontrando
anche nuove entità cosmiche e umane. Tratta dall’amata e
pluripremiata serie di fumetti di DC Comics scritta da Neil Gaiman,
THE SANDMAN è un ricco intreccio di mito e fantasy dark
pieno di personaggi forti, che segue le avventure di Sogno nel
corso di dieci epici capitoli. Lo sviluppo e la produzione
esecutiva sono di Gaiman, affiancato dallo showrunner Allan
Heinberg e da David S. Goyer.
Il capo dei Marvel StudiosKevin Feige ha
annunciato
The Kang Dynasty durante l’ampia presentazione
dell’azienda al San Diego Comic-Con di sabato, identificando il
film come parte della conclusione in due parti della Multiverse
Saga, allo stesso modo in cui Avengers:
Infinity War del 2018 e Avengers:
Endgame del 2019 hanno concluso la Infinity
Saga.
A differenza di quei film, che sono
stati girati e diretti uno dopo l’altro dai veterani del MCUAnthony e Joe
Russo, Cretton dirigerà solo
The Kang Dynasty, che debutterà il 2 maggio 2025. Il
seguito, Avengers:
Secret Wars, uscirà solo sei mesi dopo, il 7 novembre
2025.
Netflix ha dei piani precisi per trasformare The Gray Man in un nuovo franchise
spionistico. A pochi giorni dallo sbarco sul servizio di streaming,
Netflix ha annunciato l’intenzione di espandere la serie con un
sequel e uno spin-off, entrambi attualmente in fase di
sviluppo.
Ryan Gosling e i registi Joe e Anthony
Russo torneranno per il sequel. Il co-sceneggiatore di
The Gray ManStephen McFeely, i
cui crediti includono anche Avengers:
Endgame e Captain America: Civil
War, sta scrivendo la sceneggiatura. I Russo e
Mike Larocca di AGBO produrranno insieme a
Joe Roth e Jeffrey Kirschenbaum
per Roth Kirschenbaum Films.
“La reazione del pubblico a ‘The
Grey Man’ è stata a dir poco fenomenale. Apprezziamo così tanto
l’entusiasmo che i fan di tutto il mondo hanno provato per questo
film“, hanno detto Joe e Anthony Russo in una
nota. “Con così tanti fantastici personaggi nel film, abbiamo
sempre voluto che ‘The Gray Man’ facesse parte di un universo
ampliato, e siamo entusiasti che Netflix annunci un sequel con
Ryan, oltre a una seconda storia di cui non vediamo l’ora di
parlare.“
Il film spin-off, scritto dagli
sceneggiatori di DeadpoolPaul
Wernick e Rhett Reese, esplorerà un
elemento diverso dell’universo di The Gray Man, ma al momento il titolo è stato
tenuto nascosto.
Basato sulla serie di libri più
venduti di Mark Greaney, “The Grey Man” segue un agente della CIA
in fuga, dopo aver scoperto segreti compromettenti sul suo
superiore. Sebbene il cast, che include
Chris Evans,
Ana de Armas, Jessica Henwick e Regé-Jean
Page, abbia ricevuto elogi, il film ha ricevuto recensioni
molto contrastanti dalla critica.
Dopo l’annuncio della
line-up di Venezia 79, A24 ha rilasciato la prima foto
del dramma di Darren AronofskyThe
Whale, in cui Brendan Fraser interpreta un uomo di mezza età
di 270 chili che lotta per riconnettersi con sua figlia di 17 anni.
Il film è il ritorno alla regia di Aronofsky dai tempi di
Mother!, film presentato sempre al Lido che divise
critici e spettatori.
Insieme a Fraser, in The Whale ci
sono anche
Sadie Sink, Hong Chau, Samantha
Morton e Ty Simpkins. Aronofsky è
ancora una volta affiancato dal suo direttore della fotografia di
lunga data Matthew Libatique, che ha anche
lavorato al film diretto da Olivia Wilde, Don’t Worry Darling, che
parimenti verrà presentato a Venezia 79.
Da molti considerato uno dei
migliori film degli ultimi anni, Tre manifesti a
Ebbing, Missouri (qui la recensione)
racconta del senso di colpa e del trauma in modo sincero e mai
banale, lasciando infine intravedere una luce di speranza in fondo
al tunnel. Scritto e diretto da Martin McDonagh,
il lungometraggio del 2017 è frutto di anni e anni di lavoro,
serviti per dar vita ad una sceneggiatura impeccabile, capace di
conquistare per la forza dei suoi eventi, dei suoi personaggi e
delle emozioni messe in campo. A dare ulteriore valore al film, vi
è la presenza di straordinari interpreti quali Frances McDormand,
Sam Rockwell
e Woody
Harrelson.
L’idea venne a McDonagh nel lontano
1998, quando viaggiando attraverso il Texas si imbatté in tre
grandi manifesti posti sul ciglio della strada. Questi denunciavano
l’incompetenza della polizia nel risolvere il caso di una donna
uccisa. Il regista rimase estremamente colpito dalla cosa, e
l’immagine dei tre manifesti continuò a tornargli più volte in
mente. Alla fine, si decise nel costruire una storia intorno a ciò.
Un processo di sviluppo durato oltre dieci anni, che ha infine
portato alla luce quello che è oggi considerato un vero e proprio
capolavoro nella filmografia del regista.
Presentato nel concorso ufficiale
della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, il film ottenne da subito ottimi riscontri di
critica, la quale lo indicò come uno dei titoli forti della
stagione. Uscito poi in sala, si rivelò essere anche un grande
successo economico. A fronte di un budget di circa 15 milioni,
questo arrivò ad incassarne oltre 160 in tutto il mondo. La grande
risonanza che il film ebbe portò ad essere fonte di ispirazione per
numerose proteste in tutto il mondo, dove vennero utilizzati
manifesti simili a quelli presenti nel film per denunciare violenze
impunite.
Tre manifesti a Ebbing,
Missouri: la trama del film
Protagonista del film è
Mildred Hayes, donna ferita dalla vita e senza più
uno scopo apparente. Le sue ragioni di esistere sembrano essersi
spezzate nel momento in cui sua figlia è stata violentata e uccisa
tempo prima. Un crimine di cui non è mai stato identificato
l’artefice. Eppure, Mildred non riesce a fare pace con ciò, né
tantomeno con sé stessa. Imbattutasi in una serie di manifesti
pubblicitari lungo la strada fuori la sua cittadina, Ebbing, nel
Missouri, la donna ha improvvisamente un’idea audace e rischiosa.
Utilizza infatti tali cartelloni per lanciare un messaggio di sfida
alla polizia, ricordando loro che a distanza di circa un anno non
vi sono ancora stati arresti né indagati per la morte di sua
figlia.
La cosa non passa ovviamente
inosservata, e ben presto la cittadina viene nuovamente messa
sottosopra dalla guerra tra la donna e le forze dell’ordine. Queste
ultime sono capitanate dallo sceriffo William
Willoughby. Egli tenta in tutti i modi di far ragionare la
donna, consapevole che è letteralmente impossibile identificare
l’omicida. Ma se lui tenterà con le buone, altrettanto non farà il
vice sceriffo Dixon. Testa calda e con forti
ideologie razziste, questo si porrà in modo particolarmente brusco
nei confronti della donna che vuole risposte. Ma Mildred è molto
più forte di quanto si possa pensare. È una madre ferita che non ha
più niente da perdere, e non si fermerà finché non avrà avuto
giustizia.
Tre manifesti a Ebbing,
Missouri: il cast del film
Per il ruolo di Mildred Hayes non
poteva esservi volto migliore di quello della premio Oscar
Frances McDormand. L’interprete ha dato vita ad
uno dei personaggi femminili più importanti degli ultimi anni, che
era stato scritto proprio per lei. Eppure, inizialmente l’attrice
non era certa di poterlo interpretare. Si sentiva infatti troppo
anziana per la parte di una madre, e suggerì a McDonagh di fare di
Mildred la nonna della ragazza uccisa. Il regista però si rifiutò,
affermando che ciò avrebbe modificato troppo la storia. La
McDormand infine si convinse, anche grazie all’aiuto del marito
Joel Coen. Iniziò così a lavorare sul personaggio,
decidendo di ispirarsi alla figura di John Wayne e dei suoi
indomabili personaggi western.
Come per lei, anche il ruolo di
Dixon venne scritto pensando proprio all’attore Sam
Rockwell. L’attore si dimostrò da subito affascinato dal
ruolo e dalla sua complessità. Per poterlo interpretare al meglio
condusse numerose ricerche sull’accento da darvi. Egli si recò in
alcune città del Missouri per parlare con i locali e apprendere da
loro il modo corretto di parlare. Ebbe poi modi di confrontarsi con
numerosi poliziotti locali, e decise di guadagnare qualche chilo
per apparire più paffuto. Se la McDormand si ispirò a John Wayne,
Rockwell invece prese a modello l’attore Lee Marvin, noto per i
suoi ruoli da villain in molti celebri film.
Per il ruolo dello sceriffo
Willoughby si scelse invece l’attore Woody
Harrelson. Questi seppe fornire il personaggio di quella
drammaticità necessaria a rendere il personaggio particolarmente
apprezzabile. Anche lui, come i suoi colleghi, condusse diverse
ricerche sul luogo, parlando con membri della polizia per
comprendere al meglio le dinamiche della giustizia locale. Infine,
si annoverano nel cast anche attori come Abbie
Cornish nel ruolo della moglie di Willoughby, Lucas
Hedges in quelli del figlio di Mildred, Peter
Dinklage nei panni di James, Samara
Weaving in quelli di Penelope, e Caleb Laundry
Jones in quelli di Red Welby.
Tre manifesti a Ebbing,
Missouri: i premi, il trailer e dove vedere il film in TV e in
streaming
Tre manifesti a Ebbing,
Missouri si affermò come uno dei film più premiati della
sua stagione. Un primo significativo riconoscimento arrivò già alla
Mostra di Venezia, dove McDonagh venne premiato per la miglior
sceneggiatura. Il film ottenne poi 9 nomination ai Bafta Awards,
vincendo nelle categorie miglior film, miglior film britannico,
miglior sceneggiatura, miglior attrice protagonista e miglior
attore non protagonista. Ottiene poi 6 nomination al Golden Globe
vincendone 4, e si presentò infine con 7 nomination al premio
Oscar, dove vinsero però soltanto la McDormand come miglior attrice
e Rockwell come miglior attore non protagonista. Questi sono però
solo alcuni dei tantissimi premi vinti dal film in tutto il
mondo.
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta,Tre
manifesti a Ebbing, Missouri sarà trasmesso in
televisione martedì 26luglio,
alle ore 21:15 sul canale Rai 5.
Il film però disponibile anche in alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. È infatti presente su
Rakuten TV,Chili Cinema, Infinity, Tim
Vision, Amazon Prime Video,Google Play,
e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta, sarà
possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del
titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.
Dopo Marrakech Express e
Turné, il regista Gabriele
Salvatores conclude la sua “trilogia della fuga” con il
film Mediterraneo, uscito in sala nel
1991. Dedicato a “tutti quelli che stanno scappando”, il
lungometraggio si configura come un’opera generazionale, che con i
suoi personaggi va alla ricerca di una fuga verso un’interiorità,
un’ideologia e un sogno nuovi. Il film è la storia di un gruppo di
soldati italiani ritrovatisi a fare la guerra su di una sperduta
isola della Grecia. La guerra però sembra dimenticarsi di loro,
concedendogli l’occasione di dar vita a profonde riflessioni
sull’esistenza. Mediterraneo è ancora oggi nel panorama
cinematografico italiano un film di rara poesia e delicatezza.
Questo è liberamente ispirato al
romanzo Sagapò, scritto da Renzo Biasion
e pubblicato nel 1953. Come si notò subito, pur essendo ambientato
in tempo di guerra il libro prendeva strade ben diverse da quelle
facilmente ipotizzabili. Allo scrittore interessava infatti non
raccontare degli scontri bellici di cui era stato testimone in
prima persona, bensì di un gruppo di soldati, uomini, che tentano
disperatamente di conservare la propria umanità e la propria
fierezza. Affascinato da queste tematiche, Salvatores decise di
trarre da questo romanzo un film, il quale sarebbe poi diventato il
suo capolavoro.
Alla sua uscita in sala,
Mediterraneo ottenne da subito un grande successo di
critica e pubblico. Uscito poi anche negli Stati Uniti, il film
arrivò ad incassare circa 4 milioni di dollari, divenendo il film
in lingua non inglese più visto dell’anno. Per la sua storia, le
sue tematiche e la delicatezza con cui le tratta,
Mediterraneo si è imposto come uno dei più importanti film
della stagione. Durante questa ebbe modo di vincere alcuni tra i
più prestigiosi premi cinematografici del mondo. Per scoprire
quali, però, come anche altre diverse curiosità legate al film,
occorre proseguire nella lettura.
Mediterraneo: la trama del
film
La storia del film si apre nel 1941,
quando un gruppo di otto militari italiani sbarcano su una piccola
isola greca bagnata dal mar Egeo. Tra questi vi sono il tenente
Raffaele Montini, insegnante di latino e greco, il
sergente Nicola Lorusso, l’unico con una vera
esperienza militare, e Antonio Farina, il più
timido e innocente del gruppo. Qui stabiliscono un presidio, in
attesa di potenziali soldati nemici. Mentre aspettano la battaglia,
gli uomini iniziano a perlustrare l’isola, che appare parzialmente
abbandonata in seguito alla precedente occupazione tedesca.
Attratti dalla pace offerta dal luogo, gli uomini si lasceranno
conquistare da questa e dalla benevolenza degli abitanti ancora
presenti, perdendo di vista i loro obiettivi iniziali.
Questi si ritrovano così a svolgere
le attività più disparate, come affrescare una piccola chiesa
locale, mentre il tempo trascorre inesorabile senza che nessuno se
ne accorga. A movimentare la loro vita lì ci pensa l’affascinante
prostituta Vassilissa, di cui Antonio Farina si
innamorerà perdutamente. La loro tranquillità verrà però spezzata
nel momento in cui ricevono la notizia della fine della guerra. Il
gruppo ha dunque la possibilità di tornare in Italia a condurre una
vita normale. Per i soldati, però, ha a quel punto inizio la più
difficile delle battaglie, quella con sé stessi, con i propri sogni
e le proprie speranze. Prendere una decisione sul da farsi si
rivelerà allora più difficile e doloroso del previsto.
Mediterraneo: il cast del
film
Ad interpretare il cast di
protagonisti vi è un gruppo di attori all’epoca più o meno noti, ma
tutti consacratisi proprio grazie a questo film e alla sua
popolarità. Diego Abatantuono è il sergente Nicola
Lorusso, mentre Claudio Bigali è il tenente
Raffale Montini. Giuseppe Caderna è invece Antonio
Farina, divenuto uno dei suoi personaggi più noti e apprezzati.
Antonio Catania veste i panni del tenente Carmelo
La Rosa, mentre Claudio
Bisio diventa celebre grazie al personaggio del
soldato Corrado Noventa. Ugo Conti e Gigio
Alberti, infine, interpretano Luciano Colasanti e Eliseo
Strazzabosco. Nel ruolo di Vassilissa è invece presenta
Vana Barba. Eletta Miss Grecia nel 1984, questa si
trovò con Mediterraneo alla sua prima prova di
attrice.
Mediterraneo: la location
e il premio Oscar
Ambientato unicamente su un’isola
della Grecia, il film ha trovato in Castelrosso (in greco chiamata
Kastellorizo) il luogo ideale per le riprese. L’isola si trova tra
Rodi e la Turchi, e venne scoperta quasi per caso dalla troupe.
Questa fu infatti l’ultima delle isole visitate per ricercare le
location ideali. Proprio qui il regista e il cast rimasero
incantati dai luoghi e dal modo in cui la luce li bagnava.
Innamoratosi di questo angolo di paradiso, Salvatores decise così
di stabilire lì il set del film, svolgendo le riprese avvalendosi
della naturalezza di quei luoghi incontaminati. Con una superficie
di circa 10 chilometri quadrati, l’isola è ancora oggi meta di
turismo, e con soli circa 500 abitanti offre una pace rara.
Dato il valore del film, in grado di
raccontare un pezzo di storia italiana in cui chiunque può però
riconoscersi, Mediterraneo venne indicato come candidato
dell’Italia al premio Oscar per il miglior film straniero.
Trovatosi a competere contro Il bue (Svezia), Figli
della natura (Islanda), Lanterne rosse (Hong Kong) e
Scuola elementare (Cecoslovacchia), il film di Salvatores
trionfò ottenendo la statutetta. Un successo che consacrò la
carriera del regista e segnò un nuovo importante risultato per la
cinematografia italiana. Dopo di lui, solo La vita è bella
di Roberto
Benigni e La grande
bellezza di Paolo Sorrentino riusciranno
in tale impresa.
Mediterraneo: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili.
Mediterraneo è infatti presente su
Infinity e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per martedì 26 luglio alle
ore 21:00 sul canale
Cine34.
Durante un’intervista con ET Canada
all’SDCC lo scorso fine settimana, Johnathan
Majors, l’interprete di Kang il
Conquistatore nel Marvel Universe, si è preso del
tempo per condividere i suoi pensieri sull’interpretazione del suo
prossimo grande villain nelle imminenti Fase 5 e Fase 6 del
MCU e ha spiegato perché “è
fantastico”.
“È fantastico. Sai, l’intera
faccenda ha un significato culturale. E quindi, per essere di
importanza fondamentale, qualunque cosa significhi, in realtà mi
rende molto onorato. Sai, vuoi solo andare al lavoro, vuoi solo
vedere la sceneggiatura e l’inizio, sai? Inizia e fallisci e
sbaglia e impara a memoria le battute e fai tutte le cose che
volevo fare da quando ero un ragazzino in Texas”.
A poche settimane dall’uscita nelle
sale italiane di X – A sexy horror
story, Ti West riporta il suo pubblico nello stesso
mondo, raccontando la storia di Pearl.
A24 ha diffuso
infatti il primo trailer del film, prequel di X, che si concentra
sulla giovinezza della villain di X, ancora una volta interpretata
da Mia Goth.
“Il regista Ti West ritorna con
un altro capitolo del contorto mondo di X, in questo sorprendente
seguito del film horror più acclamato dell’anno”, dice la
sinossi. “Intrappolata nella fattoria isolata della sua
famiglia, Perla deve occuparsi del padre malato sotto la
sorveglianza amara e prepotente della sua devota
madre. Desiderando una vita affascinante come quella vista nei
film, le ambizioni, le tentazioni e le repressioni di Pearl si
scontrano, nella straordinaria storia delle origini ispirata al
technicolor dell’iconico cattivo di X.
Lo sviluppo di Pearl è iniziato
durante la produzione di X, con il regista Ti
West che ha scritto il film mentre
girava anche X. Le riprese
di Pearl si sono svolte in segreto
subito dopo il completamento delle riprese
di X, con entrambi i film realizzati uno dopo
l’altro in Nuova Zelanda mentre il cast e la troupe
di X erano a
disposizione. Pearl è
ambientato nel 1918 durante la prima guerra mondiale ed esplorerà
il retroscena di Pearl e come diventa la cattiva che è
in X .
In un’intervista con MTV News sulla
scia del successo della presentazione dei progetti Marvel Studios al SDCC, Kevin
Feige ha affrontato la questione della portata dei
prossimi due film dedicati agli Eroi più potenti della Terra,
Avengers 5 e 6.
L’architetto del MCU ha sottolineato che non è
intenzionale che questi film siano sempre più grandi e impegnativi
e più grandi, ma tra la trama e i personaggi coinvolti, non possono
fare a meno di aumentare la scala dei loro film crossover.
“Non si tratta mai di diventare
più grandi solo per diventare più grandi. A volte, per la natura
del numero di personaggi che hai nella scatola dei giocattoli per
poi portarli a giocare della storia, le cose possono diventare più
grandi”.
Nel corso del ComicCon di San Diego,
a Chris
Pratt è stato chiesto come Star-Lord stia
affrontando la perdita di Gamora in Guardiani
della Galassia Vol. 3. Abbiamo visto la sua
reazione giustamente sconvolta quando ha saputo della morte
dell’amata per mano del padre, Thanos, e il suo essere ancora più
sconvolto di fronte al fatto che la Gamora del passato, con cui
entra in contatto in Endgame, non lo
riconosce.
In Guardiani
della Galassia Vol. 3 avremo la
possibilità di vedere in che modo Star Lord sta assimilando questo
lutto. Ecco cosa ha detto Pratt in merito: “Gamora è l’amore
della vita di Star-Lord; l’amore romantico della sua vita. Ha
affrontato la perdita di Yondu e, naturalmente, di sua madre. E ora
sta affrontando la perdita di Gamora, l’unica persona che ha
trovato che lo conosceva veramente e lo amava. E ora lei non sa chi
lui sia. Questo ha davvero avuto un profondo impatto su di lui
personalmente e sulla sua capacità di essere un leader dei Guardiani della Galassia.”
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale
nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora
comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente
entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff,Karen
Gillan, insieme a Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i
nuovi arrivati del MCUDaniela Melchior,
Will Poulter, Maria Bakalova e
Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di
interpretare il ruolo di Adam Warlock. Chukwudi
Iwuji è invece il nuovo interprete che sarà il cattivo,
l’Alto Evoluzionario.
Slash Film riferisce che
Aldis Hodge, interprete di Hawkman nel
prossimo Black
Adam ha anche discusso del futuro DCEU del personaggio
durante il panel del film al SDCC 2022. Riflettendo sulla
tradizione dei fumetti di Hawkman, Hodge ha indicato che c’è molto
da esplorare per il personaggio, soprattutto considerando che il
suo supereroe fa parte sia della JSA che della Justice League.
L’attore suggerisce persino che
Hawkman abbia una storia abbastanza ricca da ispirare
potenzialmente un film da solista o una serie di film, e spera
sinceramente di avere l’opportunità di navigare nella vita del suo
supereroe in futuro.
“Per quanto riguarda Hawkman,
saprai se guardi la cronologia della serie di fumetti, che fa parte
della Justice Society, lo fai anche tuffare un po’ nella Justice
League, e poi hai i fumetti indipendenti di Hawkman, e c’è una
storia così tanto ricca lì. La sua storia passata, la sua
maledizione, la sua storia con Hawkgirl. C’è così tanto da riempire
un film autonomo: alcuni film indipendenti! Spero solo che lo
esploreremo”.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Così come il 2022 non è
come il 2000, Queer as Folk,
la nuova serie Peacock che arriva in Italia su STARZPLAY a
partire dal 31 luglio, non è l’originale inglese dello show, uscita
invece tra il 2000 e il 2005, creata da Russell T
Davies e della quale questa versione USA di cui parliamo è
una re-immaginazione.
Queer as Folk, la
trama
La serie, affidata a
Stephen Dunn che scrive e
dirige il primo episodio e partecipa in maniera sostanziale a tutta
la produzione degli 8 episodi complessivi, è il racconto delle
conseguenze di un trauma. Un gruppo di amici, conoscenti, amanti è
vittima di un incidente, un mass shooting in un locale, un crimine
d’odio a sfondo omofobo/razzista al locale queer Babylon, a New Orleans.
Queer as
Folk racconta gli effetti di questa tragedia su questa
piccola comunità, che si unisce intorno alla traumatica esperienza
comune. C’è chi deve elaborare un lutto, chi il senso di colpa per
esserci stato o per non esserci stato, chi è rimasto ferito
fisicamente e tutti, nessuno escluso, devono fare i conti con la
loro fiera appartenenza a una comunità che ancora non viene
considerata da tutti degna e libera di esistere, secondo le proprie
regole. Queer as Folk è il racconto collettivo di
una sindrome da stress post traumatico.
Tanti temi e sguardi sulla
comunità queer
Se la trama portante di
Queer As Folk può racchiudersi in poche righe,
sarebbe difficile fare lo stesso con la molteplicità di temi, punti
di vista, condizioni e emozioni che la serie abbraccia. E
nonostante il primo episodio sembra voglia introdurci a un mondo
queer che segue degli stereotipi quindi eccessivo, libertino,
colorato, pieno di glitter, musica e eccessi, l’avvento della
tragedia riposiziona tutti gli equilibri, e soprattutto il tono. In
particolare secondo e terzo episodio, quelli immediatamente
successivi allo scoppio della violenza, sono estremamente bui,
anche per la scelta di una messa in scena che racconta essa stessa
molto bene il senso di quello che sta succedendo.
In questa comunione di
sofferenza condivisa, però, Queer as Folk non
dimentica di sviluppare il racconto delle individualità, portando
avanti delle esistenze che nella loro bolla si rivelano esattamente
simili a quelle di persone etero normate, ma che fuori dalla loro
bolla vivono ancora in un mondo estraneo e nella peggiore delle
ipotesi ostile.
Lo straordinario cast di Queer as
Folk
Fiore all’occhiello di
Queer as Folk è il cast, fluido, diverso,
inclusivo e risplendente delle mille sfaccettature che la natura
può offrire. Brodie Beaumont (Devin Way) è il
complicato protagonista. Brodie abbandona la scuola di medicina per
tornare a casa al NOLA, fatica a riconnettersi con il suo ex
partner Noah, così come con amici e familiari. La notte della
sparatoria a Babylon, prende un proiettile nel braccio salvando
Mingus dal cecchino. Nella stessa notte, il suo amico Shar (con la
loro compagna Ruthie) dà alla luce due gemelli, di cui è il
donatore di sperma / bio-papà. Mingus (Fin Argus),
un’adolescente non binaria e un’aspirante drag queen. È lei che si
sta esibendo sul palco del Babylon nel momento in cui esplode la
violenza, e nell’elaborazione della sofferenza e del trauma che
seguono il tragico evento, si innamora di Brodie.
Shar
(CG), il partner di Ruthie, dà alla luce due
gemelli la notte della sparatoria, bambini che sono nati grazie a
Brodie, donatore di sperma per la coppia di amici, nonostante Shar
disapprovi Brodie per il suo stile di vita. Usa i pronomi al
plurale e il termine genitoriale “Zaddy”. Ruthie O’Neil
(Jesse James Keitel) è la compagna di Shar e la
migliore amica di Brodie da quando hanno frequentato insieme il
liceo cattolico. Ruthie è una donna trans ed è anche l’insegnante
di inglese di Mingus.
Julian Beaumont
(Ryan O’Connell) è il fratello di Brodie. Anche
lui è gay, ma nessuno lo immaginava, nemmeno il fratello, fino a
che non viene arrestato per aver fatto sesso nel bagno del centro
commerciale. Noah Hernandez (Johnny Sibilly), l’ex
fidanzato di Brodie, è un avvocato che, dopo la morte del suo
amante, Daddius, nella sparatoria a Babylon, lotta con la
dipendenza e il dolore.
Una feroce
vitalità
Brodie, Shar, Ruthie,
Mingus, tutte queste vite, queste aspettative, questi sogni, ma
anche queste ferite, vengono raccontate con un’autenticità rara che
a tratti paga il prezzo di una eccessiva cupezza, ma che sa
esplodere anche in eccessi di feroce vitalità in cui queste
creature rivendicano con passione il loro diritto a esistere.
Un programma sontuoso quello
presentato da Alberto Barbera e Roberto
Ciccutto oggi, in occasione dello svelamento della line-up
ufficiale di Venezia 79, il novantesimo anno della
Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il programma presenta grandi nomi,
curiosità, esordi, quattro titoli italiani in concorso,
Emanuele Crialese dopo anni di assenza dalle
scene, Luca Guadagnino, Gianni
Amelio e Susanna Nicchiarelli, ma anche
il nuovo titolo di Darren Aronofsky,
Wiseman che esordisce a oltre novant’anni nel
cinema di fiction, il film postumo di Kim Ki-Duk,
Lav Diaz che torna al Lido con un “cortometraggio”
di appena 3 ore, Inarritu, McDonagh e
Dominik, ma anche Refn e
Von Trier che presentano le loro serie. Insomma,
dal 31 agosto al 10 settembre ci sarà di che divertirsi a Venezia
79. Di seguito tutto il programma:
VENEZIA 79
In Concorso
WHITE NOISE –
FILM DI APERTURA di NOAH BAUMBACH con
Adam Driver, Greta
Gerwig,
Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie
Turner-Smith, André L. Benjamin e Lars Eidinger/ USA /
136’
IL
SIGNORE DELLE FORMICHE di GIANNI AMELIO con Luigi Lo
Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco / Italia /
134’
THE WHALE
di DARREN ARONOFSKY con Brendan Fraser,
Sadie Sink, Hong Chau, Samantha Morton, Ty Simpkins /
USA / 117’
L’IMMENSITÀ di EMANUELE CRIALESE con
Penélope Cruz, Luana Giuliani, Vincenzo Amato, Patrizio Francioni /
Italia, Francia / 97’
SAINT OMERdi ALICE
DIOP con Kayije Kagame, Guslagie Malanda, Valérie Dréville,
Aurélia Petit / Francia / 122’
BLONDE di
ANDREW DOMINIK con Ana de Armas, Adrien Brody, Bobby
Cannavale, Xavier Samuel, Julianne Nicholson, Lily Fisher / USA /
165’
TÁR di TODD FIELD con Cate Blanchett,
Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan
Corduner, Mark Strong / USA / 158’
LOVE LIFE
di KÔJI FUKADA con Fumino Kimura, Kento Nagayama, Atom
Sunada / Giappone, Francia / 123’
BARDO, FALSA CRÓNICA DE UNAS CUANTAS VERDADES
(BARDO, FALSE CHRONICLE OF A HANDFUL OF TRUTHS) di ALEJANDRO
G. IÑÁRRITU con Daniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani,
Ximena Lamadrid, Iker Sanchez Solano, Andrés Almeida, Francisco
Rubio / Messico
ATHENA di ROMAIN GAVRAS con Dali
Benssalah, Sami Slimane, Anthony Bajon, Ouassini Embarek, Alexis
Manenti / Francia / 97’
Bones and
All di LUCA GUADAGNINO con Taylor Russell,
Timothée Chalamet, Mark Rylance, André Holland, Chloë Sevigny,
Jessica Harper, David Gordon Green, Michael Stuhlbarg, Jake
Horowitz / USA / 130’
THE ETERNAL DAUGHTER di JOANNA HOGG
con Tilda Swinton, Joseph Mydell, Carly-Sophia Davies / UK, USA /
96’
SHAB, DAKHELI, DIVAR (BEYOND THE WALL) di
VAHID JALILVAND con Navid Mohammadzadeh, Diana Habibi, Amir
Aghaee / Iran / 126’
THE
BANSHEES OF INISHERIN di MARTIN MCDONAGH con Colin
Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan / Irlanda,
UK, USA / 109’
ARGENTINA, 1985 di SANTIAGO MITRE con
Ricardo Darín, Peter Lanzani, Alejandra Flechner, Norman Briski /
Argentina, USA / 140’
CHIARA di
SUSANNA NICCHIARELLI con Margherita Mazzucco, Andrea
Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana
Cruciani,Luigi Lo Cascio / Italia, Belgio /
106’
MONICA di ANDREA PALLAOROcon Trace
Lysette, Patricia Clarkson, Adriana Barraza, Emily Browning, Joshua
Close / USA, Italia / 106’
KHERS NIST (NO BEARS) di JAFAR PANAHI
con Jafar Panahi, Naser Hashemi, Vahid Mobaseri, Bakhtiar Panjeei,
Mina Kavani, Reza Heydari / Iran / 106’
ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED di LAURA
POITRAS USA / 113’
UN COUPLE (A COUPLE) di FREDERICK
WISEMAN con Nathalie Boutefeu / Francia, USA / 63’
THE SON di
FLORIAN ZELLERcon Hugh Jackman, Laura Dern,
Vanessa Kirby, Zen McGrath, Anthony Hopkins, Hugh Quarshie / UK /
123’
LES MIENS (OUR TIES) di ROSCHDY ZEM
con Sami Bouajila, Roschdy Zem, Meriem Serbah, Maïwenn, Rachid
Bouchareb, Abel Jafrei, Nina Zem / Francia / 85’
LES
ENFANTS DES AUTRES (OTHER PEOPLE’S CHILDREN) di REBECCA
ZLOTOWSKI con Virginie Efira, Roschdy Zem, Chiara Mastroianni,
Callie Ferreira / Francia / 104’
FUORI CONCORSO
THE HANGING SUN – FILM DI
CHIUSURA di FRANCESCO CARROZZINI con Alessandro
Borghi, Jessica Brown Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt,
Raphael Vicas, Peter Mullan, Charles Dance / Italia, UK / 93’
KAPAG WALA NANG MGA ALON (WHEN THE WAVES ARE
GONE) di LAV DIAZ con John Lloyd Cruz, Ronnie Lazaro,
Shamaine Centenera-Buencamino, Dms Boongaling / Filippine, Francia,
Portogallo, Danimarca / 187’
LIVING di OLIVER HERMANUS con Bill
Nighy, Aimee Lou Wood, Alex Sharp, Tom Burke / UK / 102’
DEAD FOR A DOLLAR di WALTER HILL con
Christoph Waltz, Willem Dafoe, Rachel Brosnahan, Warren Burke,
Benjamin Bratt / USA ,Canada / 114’
KÕNE TAEVAST (CALL OF GOD) di KIM
KI-DUK con Zhanel Sergazina, Abylai Maratov / Estonia,
Kirghizistan, Lettonia / 81’
DREAMIN’ WILD di BILL POHLAD con Casey
Affleck, Noah Jupe, Zooey Deschanel, Chris Messina, Jack Dylan
Grazer, Walton Goggins, Beau Bridges / USA / 110’
MASTER GARDENER di PAUL SCHRADER con
Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell / USA /
107’
SICCITÁ di PAOLO VIRZÌ con Claudia
Pandolfi , Silvio Orlando , Valerio Mastrandrea ,
Sara Serraiocco, Elena Lietti, Gabriel Montesi, Tommaso Ragno, Max
Tortora, Monica Bellucci, Diego Ribon , Vinicio Marchioni,
Emanuela Fanelli / Italia
PEARL di TI WEST con Mia Goth, David
Corenswet, Tandi Wright, Matthew Sunderland, Emma
Jenkins–Purro / USA / 102’
DON’T WORRY DARLING di OLIVIA WILDE
con Florence Pugh, Harry Styles, Chris Pine, Olivia Wilde, KiKi
Layne, Gemma Chan / USA / 122’
NON FICTION
FREEDOM ON FIRE: UKRAINE’S FIGHT FOR FREEDOM
di EVGENY AFINEEVSKY Ucraina, UK, USA / 118’
THE MATCHMAKER di BENEDETTA ARGENTIERI
Italia / 90’
GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ di ENRICO
GHEZZI, ALESSANDRO GAGLIARDO Italia / 200’
A COMPASSIONATE SPY di STEVE JAMES USA
/ 101’
MUSIC FOR BLACK PIGEONS di JØRGEN LETH,
ANDREAS KOEFOED Danimarca / 90’
THE KIEV TRIAL di SERGEI LOZNITSA
Paesi Bassi,
Ucraina / 106’
IN VIAGGIO di GIANFRANCO ROSI Italia /
80’
BOBI WINE GHETTO PRESIDENT di CHRISTOPHER
SHARP, MOSES BWAYO Uganda, UK, USA / 121’
NUCLEAR di OLIVER STONE USA /
119’
FUORI CONCORSO –
SERIES
RIGET EXODUS (THE
KINGDOM EXODUS) (EPISODI 1-5) di LARS VON TRIER con
Bodil Jørgensen, Mikael Persbrandt, Tuva Novotny, Lars Mikkelsen,
Nikolaj Lie Kaas, Nicolas Bro, Alexander Skarsgård / Danimarca /
291’
COPENHAGEN COWBOY
(EPISODI 1-6) di NICOLAS WINDING REFN con Angela
Bundalovic, Andreas Lykke Jorgensen, Li li Zhang, Zlatko Buric, Ramadan
Huseini, Dragana
Milutinovic / Danimarca / 292’
FUORI CONCORSO – CORTOMETRAGGI
CAMARERA DE PISO
(MAID) di LUCRECIA MARTEL con Jorgelina Contreras,
Daniel Valenzuela, Anavelí Acero, Ariel Gigena / Argentina, Messico
/ 11’
A GUERRA FINITA
di
SIMONE MASSI
voce di Gino Strada / animazione / Italia / 4’
IN QUANTO A NOI
di
SIMONE MASSI
voce di Wim Wenders / animazione / Italia / 5’
LOOK AT ME
di
SALLY POTTER
con Javier Bardem, Chris Rock / UK, USA / 16’
ORIZZONTI
PRINCESS – FILM DI APERTURA di
ROBERTO DE PAOLIS con Glory Kevin, Lino Musella, Sandra
Osagie, Salvatore Striano, Maurizio Lombardi / Italia / 111’
OBET’ (VICTIM) di MICHAL BLAŠKO con Vita
Smachelyuk, Gleb Kuchuk, Igor Chmela, Viktor Zavadil, Inna Zhulina,
Alena Mihulová / Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania / 91’
EN LOS MÁRGENES (ON THE FRINGE) di JUAN DIEGO
BOTTO con Penélope Cruz, Luis Tosar / Spagna, UK / 105’
TRENQUE LAUQUEN di LAURA CITARELLA
con Laura Paredes, Ezequiel Pierri, Rafael Spregelburd, Elisa
Carricajo, Juliana Muras, Verónica Llinás, Cecilia Rainero /
Argentina, Germania / Parte 1: 120′ / Parte 2: 120′
VERA di TIZZA COVI, RAINER FRIMMELcon Vera Gemma,
Daniel De Palma, Sebastian Dascalu, Annamaria Ciancamerla, Walter
Saabel / Austria / 115’
INNOCENCE di GUY DAVIDI Danimarca, Israele,
Finlandia, Islanda / 100’
BLANQUITA di FERNANDO GUZZONIcon Laura López,
Alejandro Goic, Amparo Noguera, Marcelo Alonso, Daniela Ramírez,
Ariel Grandón / Cile, Messico / 94’
POUR LA FRANCE (FOR MY COUNTRY) di RACHID HAMI
con Karim Leklou, Shaïn Boumedine, Lubna Azabal, Samir Guesmi,
Laurent Lafitte, Vivian Sung / Francia, Taipei / 113’
ARU OTOKO (A MAN) di KEI ISHIKAWA con Satoshi
Tsumabuki, Sakura Andô, Masataka Kubota, Nana Seino / Giappone /
121’
CHLEB I SOL (BREAD AND SALT) di DAMIAN KOCUR con
Tymoteusz Bies, Jacek Bies, Dawid Piejko,Nikola Raczko, Nadim
Suleiman, Nadeem Shalave / Polonia / 100’
LUXEMBOURG, LUXEMBOURG di ANTONIO LUKICH con Amil
Nasirov, Ramil Nasirov, Lyudmyla Sachenko / Ucraina / 105’
TI MANGIO IL CUORE di PIPPO MEZZAPESA con Elodie,
Francesco Patanè, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Brenno Placido,
Tommaso Ragno, Michele Placido / Italia / 115’
SPRE NORD (TO THE NORTH) di MIHAI MINCANcon Soliman Cruz,
Nikolai Becker, Bartholome Guingona, Emmanuel Sto. Domingo, Olivier
Ho Hio Heen, Alexandre NGuyen / Romania, Francia, Grecia, Bulgaria,
Repubblica Ceca / 122’
AUTOBIOGRAPHY di MAKBUL MUBARAK con Kevin
Ardilova, Arswendy Bening Swara, Haru Sandra, Rukman Rosadi /
Indonesia, Francia, Germania, Polonia, Singapore, Filippine, Qatar/
116’
LA SYNDICALISTE (THE SITTING DUCK) di JEAN-PAUL
SALOMÉ con Isabelle Huppert, Grégory Gadebois, Marina Foïs,
Yvan Attal, François-Xavier Demaison, Pierre Deladonchamps /
Francia, Germania / 122’
JANG-E JAHANI SEVOM (WORLD WAR III) di HOUMAN
SEYIEDI con Mohsen Tanabandeh, Neda Jebreili, Mahsa Hejazi,
Navid Nosrati/ Iran / 117’
NAJSREЌNIOT ČOVEK NA SVETOT (THE HAPPIEST MAN IN THE
WORLD) di TEONA STRUGAR MITEVSKA con Jelena Kordić
Kuret, Adnan Omerović, Labina Mitevska, Ana Kostovska, Ksenija
Marinković, Izudin Bajrović / Macedonia del Nord,
Bosnia-Erzegovina, Belgio, Croazia, Danimarca, Slovenia / 95’
A NOIVA (THE BRIDE) di SÉRGIO TRÉFAUT
con Joana Bernardo, Lola Dueñas, Hugo Bentes / Portogallo /
81’
ORIZZONTI –
CORTOMETRAGGI
CHRISTOPHER AT
SEA di TOM CJ BROWN Animazione / Francia, USA / 20’
MANUALE DI CINEMATOGRAFIA PER DILETTANTI – VOL. I
di
FEDERICO DI CORATO
Italia / 20’
ALT PÅN EN GANG (EVERYTHING AT ONCE)
di
HENRIK DYB ZWART
con Steinar Kloumann Hallert, Elisabeth Aschehoug, Sondre Larsen /
Norvegia / 8’
TRIA – DEL SENTIMENTO DEL TRADIRE di
GIULIA GRANDINETTI
con Irene Casagrande, Anastasia Almo, Sofia Almo, Laura
Giannatiempo / Italia / 17’
NOCOMODO
di
LOLA HALIFA-LEGRANDcon
Tissem Boukchem, Gaspard Caens, Bastien Bouillon, Esther Garrel /
Francia / 13’
RUTUBET (THE MOISTURE) di
TURAN HASTE con Mucahit Kocak, Okan Selvi, Muhammed Mayda,
Baran Salman / Turchia / 20’
SNOW IN SEPTEMBER di
LKHAGVADULAM PUREV-OCHIR
con Sukhbat Munkhbaatar, Nomin Erdene Ariunbyamba, Enkhgerel
Baasjanav, Odgerel Bat-Orshikh / Francia, Mongolia /
20’
QING BIE GUA DUAN (PLEASE HOLD THE LINE)
di
TAN CE DING
con Kendra Sow, Puie Heng Chen, Billy Ng, Ruby Faye / Malesia /
19’
THE FRUIT TREE
di
ISABELLE TOLLENAEREcon
Sharleece Bourne, Alexis Bolden / Belgio / 14’
III
di
SALOMÉ VILLENEUVE
con Anne Florence Lavigne-Desjardins, Eliott Desjardins Gauthier,
Alexandre Dupras / Canada / 12’
LOVE FOREVERdi
CLARE YOUNGcon
Hannah McKenzie, Beau Cram / Australia / 12’
SAHBETY (MY GIRLFRIEND)
di
KAWTHAR YOUNIS
con Marc Haggar, Elham Safieddine, Fadel El Garhy, Sonia Farid /
Egitto / 16’
ORIZZONTI EXTRA
L’ORIGINE DU MAL (ORIGIN OF EVIL) – FILM DI
APERTURA di SÉBASTIEN MARNIER con Laure Calamy,
Doria Tillier, Jacques Weber, Dominique Blanc, Suzanne Clément,
Céleste Brunnquell / Francia, Canada / 125’
HANGING GARDENS
di AHMED YASSIN AL DARADJIcon Wissam Diyaa, Jawad Al
Shakarji, Hussain Muhammad Jalil, Akram Mazen Ali / Iraq,
Palestina, Arabia Saudita, Egitto, UK / 117’
AMANDA di
CAROLINA CAVALLI con Benedetta Porcaroli, Galatéa Bellugi,
Giovanna Mezzogiorno, Michele Bravi / Italia / 93’
ZAPATOS ROJOS (RED
SHOES) di CARLOS EICHELMANN KAISER con Eustacio Ascacio,
Natalia Solián / Messico, Italia / 82’
NEZOUH di
SOUDADE KAADAN con Hala Zein, Kinda Aloush, Nizar Alani,
Samer Almasri / UK, Siria, Francia / 100’
NOTTE FANTASMA
di FULVIO RISULEO con Edoardo Pesce, Yothin Clavenzani /
Italia / 83’
BI ROYA (WITHOUT
HER) di ARIAN VAZIRDAFTARI con Tannaz Tabatabaei, Saber
Abar, Shadi Karamroudi, Reza Davoudnezhad, Maedeh Tahmasbi, Faranak
Kalantar / Iran / 110’
VALERIA MITHATENET
(VALERIA IS GETTING MARRIED) di MICHAL VINIK con Lena
Fraifeld, Dasha Tvoronovich, Yaakov Zada Daniel, Avraham Shalom
Levi / Israele, Ucraina / 76’
GOLIATH di
ADILKHAN YERZHANOV con Berik Aytzhanov, Daniyar Alshinov,
Dmitrij Chebotarev, Alexandra Revenko, Rabiya Abish, Yerken
Gubashev / Kazakistan, Russia / 92’
Chiara
scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli sarà
presentato in concorso alla 79. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia. Protagonisti del film
Margherita Mazzucco, Andrea
Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia
Mancin,, Valentino Campitelli, Paolo Briguglia e con la
partecipazione di Luigi Lo Cascio. Una produzione Vivo film con
Rai Cinema e Tarantula.
La storia di Chiara e Francesco
è entusiasmante. Riscoprire la dimensione politica, oltre che
spirituale, della “radicalità” delle loro vite – la povertà; la
scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai
margini di una società ingiusta; il sogno di una vita di comunità
senza gerarchie e meccanismi di potere – significa riflettere
sull’impatto che il francescanesimo ha avuto sul pensiero laico,
interrogandosi con rispetto sul mistero della trascendenza. La vita
di Chiara, meno conosciuta di quella di Francesco, ci restituisce
l’energia del rinnovamento, l’entusiasmo contagioso della gioventù,
ma anche la drammaticità che qualunque rivoluzione degna di questo
nome porta con sé. Susanna Nicchiarelli
Clip dal film
https://youtu.be/AwMT2x8EVKc
Chiara è un film
scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli, collaborazione alla
sceneggiatura Chiara Frugoni, fotografia Crystel Fournier,
montaggio Stefano Cravero, scenografia Ludovica Ferrario, costumi
Massimo Cantini Parrini, acconciature Desirée Corridoni, trucco
Valentina Tomljanovic, suono in presa diretta Adriano Di Lorenzo,
musiche Anonima Frottolisti, produttrice delegata Italia Serena
Alfieri, organizzatore generale Maurizio Milo, aiuto regia Nicola
Scorza, casting Francesca Borromeo, adattamento dialoghi e
consulenza linguistica Nadia Cannata, montaggio presa diretta
Daniela Bassani, Marzia Cordò, montaggio suono Marc Bastien, mixage
Franco Piscopo.
Prodotto da Marta Donzelli e
Gregorio Paonessa, coprodotto da Joseph Rouschop e Valérie
Bournonville, produttore associato Alessio Lazzareschi. Una
produzione Vivo film con Rai Cinema e Tarantula, con il sostegno di
Eurimages, MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione
Lazio, con la partecipazione di Wallimage, con il supporto di Tax
Shelter du Gouvernement Fédéral Belge – Casa Kafka Pictures
Belfius. Distribuzione italiana 01 Distribution. Vendite
internazionali The Match Factory.
La trama del film
Assisi, 1211. Chiara ha diciotto
anni, e una notte scappa di casa per raggiungere il suo amico
Francesco: da quel momento la sua vita cambia per sempre. La storia
di una santa, la storia di una ragazza e del suo sogno di
libertà.
The
Hanging Sun – Sole di mezzanotte, film diretto da
Francesco Carrozzini, sarà il Film di
chiusura, Fuori Concorso, della 79ª Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia. Tratto dal romanzo
“Sole di mezzanotte” di Jo
Nesbø, è un thriller noir ambientato tra le atmosfere
rarefatte dell’estate norvegese, dove il sole non tramonta
mai. Scritto da Stefano Bises, è
interpretato da Alessandro Borghi, Jessica Brown
Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt, Raphael Vicas,
con Peter Mullan e Charles
Dance. La fotografia è di
Nicolaj Bruel (DFF).
The
Hanging Sun – Sole di mezzanotte – targato
Sky Original – è una coproduzione
italo-britannica, prodotta da Cattleya – parte di
ITV Studios -, Groenlandia e
Sky. Il distributore internazionale è
NBCUniversal Global Distribution per conto di
Sky Studios. Il distributore cinematografico
italiano è Vision Distribution.
John (Alessandro
Borghi) è in fuga. Trova riparo nel fitto della
foresta, vicina a un villaggio isolato dell’estremo Nord, dove
domina la religione, il sole non tramonta mai e le persone sembrano
appartenere a un’altra epoca. Tra lui e il suo destino ci sono solo
Lea (Jessica Brown Findlay), una donna in difficoltà ma dalla
grande forza, e suo figlio Caleb, un bambino curioso e dal cuore
puro. Mentre il sole di mezzanotte confonde realtà e immaginazione,
John dovrà affrontare il tragico passato che lo tormenta.
The
Hanging Sun – Sole di mezzanotte un film Sky Original
prodotto da Cattleya – parte di
ITV Studios -, Groenlandia e
Sky. Dal 12 settembre al cinema e prossimamente
disponibile in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su
NOW.
Sarà presentato in concorso alla
79. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di VeneziaL’immensità,
il nuovo film di Emanuele Crialese con protagonista
Penelope Cruz. Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Wildside (una società del gruppo Fremantle), Warner
Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé, France 3 Cinema con
la partecipazione di Canal+, Ciné+, France Televisions. L’immensità
è il film che inseguo da sempre: è sempre stato “il mio prossimo
film”, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se
non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro.
È un film sulla memoria che aveva
bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa.
Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla
famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una
madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e
umano, con
Penelope Cruz, con la sua sensibilità e la sua
straordinaria capacità di interazione con tre giovanissimi non
attori che non avevano mai recitato prima. Luana, Patrizio e Maria
Chiara sono rimasti bambini sempre e come tali sempre intensamente
e immensamente veri.
Emanuele Crialese
L’immensità
è un film diretto da Emanuele Crialese, soggetto
Emanuele Crialese, sceneggiatura Emanuele
Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni, fotografia
Gergely Pohárnok, montaggio Clelio Benevento, aiuto regia Ciro
Scognamiglio, musiche Rauelsson, scenografia Dimitri Capuani,
arredamento Alessia Anfuso, costumi Massimo Cantini Parrini,
casting Chiara Polizzi, Davide Zurolo, fonico Pierre-Yves Lavoué,
production supervisor Saverio Guarascio, Mandella Quilici, colorist
Red.
Prodotto da Mario Gianani e
Lorenzo Gangarossa, coprodotto da Dimitri Rassam, Ardavan
Safaee, produttore esecutivo Olivia Sleiter, organizzatore generale
Erik Paoletti. Una produzione Wildside (una società del gruppo
Fremantle), Warner Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé,
France 3 Cinema, con la partecipazione di Canal+, Ciné+, France
Televisions. Distribuzione italiana Warner Bros. Pictures. Vendite
internazionali Pathé
L’immensità trama
Roma, anni 70: un mondo sospeso tra
quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero,
conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e
Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro
matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi.
A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo
desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto 12
anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e
delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo
nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio
e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare
ad un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un segno che li
guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e
dentro di loro tutto cambia.
L’attore di Peacemaker dice che l’Alto Evoluzionario “è in
giro da eoni” ed è strettamente connesso a molti personaggi del
film e ha influenzato le loro “vite in un modo non proprio
carino”:
“L’Alto Evoluzionario, che
esiste da eoni, è in realtà collegato a moltissimi personaggi di
questo film. Ho sentito molto parlare di Rocket in particolare, ma
in realtà è connesso a molte persone. Diciamo solo che ha
influenzato la vita di molte persone in un modo non proprio
piacevole.”
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale
nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora
comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente
entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff,Karen
Gillan, insieme a Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i
nuovi arrivati del MCUDaniela Melchior,
Will Poulter, Maria Bakalova e
Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di
interpretare il ruolo di Adam Warlock. Chukwudi
Iwuji è invece il nuovo interprete che sarà il cattivo,
l’Alto Evoluzionario.
Da mercoledì 31 agosto a
sabato 10 settembre, la Passione e la
Creatività di Campari –
simbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza – tornano
protagoniste per il quinto anno consecutivo alla 79. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di
Venezia. L’incontro tra i volti ormai affermati del
Grande Schermo e i giovani talenti emergenti costituirà ancora una
volta il fil rouge delle iniziative firmate dal brand
Main Sponsor della Mostra, ideate per favorire e
promuovere il dialogo.
Due i luoghi attorno al quale
ruoteranno gli esclusivi appuntamenti targati Campari. La
Campari Lounge– situata presso la Terrazza
Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò – icona di
avanguardia e continua ricerca tecnologica, frutto dell’unione tra
il genio creativo di Giò Forma e il design contemporaneo di The
Cassina Perspective, e realizzata con gres porcellanato Mirage. Tra
gli eventi ospitati al suo interno anche gli incontri con i
protagonisti di Orizzonti, il concorso internazionale di Biennale
Cinema 2022 dedicato ai film rappresentativi di nuove tendenze
estetiche ed espressive. Da quest’anno, coloro che varcheranno la
soglia della suggestiva lounge, tra i vari cocktail, avranno la
possibilità di assaporarne uno speciale ispirato alla città
di Venezia creato e servito per l’occasione da Camparino in
Galleria, lo storico bar aperto da Davide Campari in
Galleria Vittorio Emanuele II a Milano nel 1915, che oggi occupa il
27° posto nella classifica World’s 50 Best Bars
2021.
Inoltre, martedì 6 e
giovedì 8 settembre, le serate Campari prenderanno vita al
Campari Boat-In Cinema, la spettacolare
installazione posizionata all’interno della magica cornice
dell’Arsenale di Venezia. In una location completamente rinnovata,
gli ospiti potranno godere di spettacoli, performance ed esclusivi
contenuti cinematografici nel cuore della laguna, con un
maxischermo allestito sulla banchina e suggestive piattaforme
galleggianti per un’esperienza assolutamente unica. Inoltre, in
veste di presentatore ufficiale delle serate al Campari Boat-In
Cinema, per la prima volta sul palco ci sarà il conduttore
televisivo e Iena Nicolò De Devitiis.
Moltissimi saranno gli ospiti di
Campari durante tutti gli 11 giorni della Mostra, che si
cimenteranno in prestazioni e incontri nel corso delle iniziative
firmate dal brand. Tra di loro volti affermati come Rocío
Muñoz Morales – madrina della 79. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia – Stefano Accorsi, Claudio Santamaria, Benedetta Porcaroli e Giancarlo
Commare, protagonisti di una serie di appuntamenti che
animeranno il palinsesto della Campari Lounge e le serate del
Campari Boat-In Cinema. Infine, a conferma dell’impegno di Campari
verso i talenti emergenti del mondo del Cinema, sarà presente anche
l’attrice Federica Sabatini, nel ruolo di madrina
del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Per il quinto anno consecutivo in
qualità di Main Sponsor, Campari torna protagonista di Biennale
Cinema 2022 con la propria Red Passion, quell’elemento in grado
di muovere l’istinto creativo nascosto in ognuno di noi,
accompagnando ospiti e spettatori in un vero e proprio viaggio
nella Passione e nella Creatività, insieme ai volti più importanti
del panorama cinematografico nazionale.
Sergio Leone, l’italiano
che inventò l’America in Concorso Venezia Classici,
scritto e diretto da Francesco Zippel sarà
presentatoin Concorso nella sezione Venezia
Classicialla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia . Una produzione Sky
Italia e Sky Studios con Leone
Film Group. Nel film testimonianze di
Clint Eastwood,
Martin Scorsese,
Jennifer Connelly,
Quentin Tarantino, Giuseppe Tornatore, Steven Spielberg, Frank Miller, Darren
Aronofsky, Ennio Morricone, Damien Chazelle,
Robert De Niro, Eli Wallach, Arnon Milchan, Jacques Audiard,
Tsui Hark, Carlo Verdone, Dario Argento, Giuliano Montaldo,
Raffaella Leone, Francesca Leone, Andrea Leone, Gian Luca
Farinelli, Sir Christopher Frayling, Noel Simsolo, Enzo Di Liberto
e Fausto Ancillai.
Questo film documentario è un
omaggio a una delle grandi leggende del cinema mondiale, la cui
straordinaria visione artistica ha trasceso i confini
nazionali, ideando soluzioni narrative e stilistiche che sono
diventate parte del linguaggio del cinema. Il lungometraggio offre
un ritratto inedito di un uomo visionario e profondamente colto,
che ha vissuto e respirato cinema sin dalla sua nascita e la cui
idea di cinema continua a vivere ancora oggi e ad influenzare il
mondo cinematografico contemporaneo.Sergio Leone e il suo cinema
vengono raccontati in questo documentario attraverso le
testimonianze inedite di chi lo ha conosciuto e di chi è stato da
lui ispirato.
Sergio Leone è
legato ad uno dei miei primi e più preziosi ricordi da spettatore.
Facevo le elementari e un giorno mio padre mise nel
videoregistratore la cassetta de Il
Buono, Il Brutto e Il Cattivo. Fu una folgorazione totale.
Fu proprio in quel giorno che il cinema passò dall’essere uno svago
di bambino ad una vera e propria passione per me. Quando Raffaella
Leone mi ha proposto di raccontare suo padre in un documentario, ho
avuto l’impressione che tutto stesse tornando al suo posto. Mi sono
lanciato con passione e rispetto in questa avventura, sempre
sostenuto da Raffaella, da tutta la famiglia Leone e dal team di
Sky Italia e Sky Studios. Ho voluto provare non solo a raccontare
Sergio Leone ma anche a chiarire quanto il suo cinema e il suo
genio creativo siano ancora centrali e fonti indiscutibili
d’ispirazione per i più grandi cineasti del cinema contemporaneo.
Tutti i grandi artisti che hanno aderito al film ne sono la
conferma più bella. Francesco Zippel
Manca
poco più di una settimana alla premiere di The
Sandman e Netflix (tramite IGN )
ha presentato le prime clip estese del suo prossimo adattamento
della serie DC Comics di Neil Gaiman. Il primo è dal quarto
episodio, “A Hope in Hell”, quando Morpheus (Tom
Sturridge) e Matthew (Patton Oswalt)
arrivano negli Inferi alla ricerca dell’elmo del Signore dei
sogni. Lucifer (Gwendoline
Christie) accetta di permettere alla sua vecchia
“amica” di cercare il demone che ha rubato la sua proprietà, ma
riaverla non sarà facile.
La
seconda clip mette in luce un momento emozionante dell’episodio 6,
“Il suono delle sue ali”. Un sogno disilluso accompagna sua
sorella, Morte (Kirby Howell-Baptiste), nei suoi giri, e la coppia
arriva a casa di un anziano violinista di nome Harry che non è
ancora pronto a passare dall’altra parte.
“Trovo che la compassione e la riconoscibilità della Morte
sia ciò che, per me, è stato il modo migliore per entrare nel
personaggio, perché penso che quelle siano le sue caratteristiche
distintive”, dice Howell-Baptiste della sua
interpretazione di “The Grim Reaper”. . “Nella maggior
parte della cultura pop, quando abbiamo una rappresentazione della
Morte, che essenzialmente è solo un’idea, un concetto, è molto più
oscuro. È rovina e oscurità, è molto più negativo, per
mancanza di una parola migliore. L’idea che le persone ci
vadano scalciando e urlando. E penso che il cuore di ciò che
Neil ha creato nel personaggio di Morte sia la dignità nella morte,
e in questo c’è qualcuno che è… È una cosa molto incerta e
difficile, sia per la persona in transizione, sia ovviamente per le
famiglie che ci concentriamo sulle persone in
transizione”.
The
Sandman è la nuova serie Originale
Netflix basata sul fumetto del 1989-1996 scritto
da Neil Gaiman e pubblicato
dalla DC Comics. La serie è stata
sviluppata da Allan
Heinberg per Netflix –
con Heinberg, Gaiman e David S. Goyer come
produttori esecutivi ed è prodotta da DC Entertainment e Warner
Bros. Television. Abbiamo recentemente appreso che Desire e Despair
saranno interpretati rispettivamente da Mason Alexander Park e
Donna Preston, mentre Joely Richardson interpreterà Ethel Cripps e
David Thewlis interpreterà il ruolo di suo figlio John Dee, alias
lo squilibrato Dr. Destiny. Jenna Coleman interpreterà la trisavola
di John Constantine, Lady Johanna Constantine.
La prima stagione di 10 episodi di
The
Sandman adatterà i primi due archi narrativi della serie a
fumetti di Vertigo, “Preludes and Nocturnes” e “The Dolls House”.
The Sandman racconta la storia di Dream, il titolo Sandman. Al
momento la trama della serie non è stata rivelata. Ma le premesse
ci dicono che ambientata nel 1916, Dream, il re delle storie e uno
dei sette Endless , viene catturato in un rituale occulto. Dopo
essere stato tenuto prigioniero per 105 anni, nel 2021 fugge e si
propone di riportare l’ordine nel suo regno dei sogni.
C’è un altro mondo che ci aspetta
quando chiudiamo gli occhi per dormire… un posto chiamato “regno
del sogno”, dove il signore dei sogni Sandman (Tom
Sturridge) dà forma alle nostre paure e fantasie più
profonde. Quando però Sogno è catturato all’improvviso e tenuto
prigioniero per un secolo, la sua assenza scatena una serie di
eventi che sconvolgeranno per sempre i mondi del sonno e della
veglia. Per ristabilire l’ordine, questi dovrà attraversare
universi e linee temporali per correggere gli errori fatti nella
sua lunga esistenza, ritrovando vecchi amici e nemici e incontrando
anche nuove entità cosmiche e umane. Tratta dall’amata e
pluripremiata serie di fumetti di DC Comics scritta da Neil Gaiman,
THE SANDMAN è un ricco intreccio di mito e fantasy dark
pieno di personaggi forti, che segue le avventure di Sogno nel
corso di dieci epici capitoli. Lo sviluppo e la produzione
esecutiva sono di Gaiman, affiancato dallo showrunner Allan
Heinberg e da David S. Goyer.
Come molti di voi sapranno, i Marvel Studios hanno rivelato i suoi
ambiziosi piani per la Fase 5 e 6 durante il Comic-Con di San Diego
di quest’anno, confermando che quest’ultimo culminerà conAvengers: The Kang
Dynasty e Avengers:
Secret
Wars. Anche
i Fantastici
Quattrosono ora ufficialmente
all’orizzonte, anche se non si è parlato degli X-Men o del progettoYoung Avengers,
nonostante siano stati per molto tempo voci ricorrenti di
possibili progetti futuri.
A
partire dall’introduzione di Cassie Lang in Ant-Mandel 2015, sembrava che l’MCU avesse posto le basi per una
squadra di Young Avengers da assemblare nel tempo. Anche di
recente, abbiamo incontrato eroi come Eli Bradley, Kate
Bishop e America Chavez, che dovrebbero formare proprio
questa squadra ma di annunci in merito al loro destino non ne sono
arrivati. Ebbene oggi a parlare di questi personaggi è stato
proprio Kevin Feige, che però come capita spesso
non si è sbottonato più di tanto, prendendo in giro anche la
potenziale squadra di giovani eroi.
“Abbiamo… stiamo in qualche modo ricordando alla gente
tutti i fantastici personaggi che abbiamo introdotto nella Fase
Quattro…e in qualche modo dove vanno quei
personaggi e come si formano i propri
cricche”. Thunderbolts
è un altro progetto di squadra all’orizzonte, il che significa che
l’MCU potrebbe avere un
numero piuttosto rilevante di squadre assemblate prima che
Kang il Conquistatore colpisca. Nella stessa
intervista, a Feige è stato chiesto cosa potrebbe riservare il
futuro per Eros di Harry Styles dopo la sua introduzione
in Eternals. “Le avventure
di Eros e Pip sono qualcosa di molto eccitante per noi”,
ha osservato il dirigente, suggerendo che ci sono piani in atto per
entrambi i personaggi. Di seguito l’intervista originale:
Il primo
trailer di Black
Panther: Wakanda Forever di Ryan
Coogler ha debuttato sabato durante il panel della Hall H
dei Marvel Studios al Comic-Con di San Diego,
entusiasmando i fan con alcune riprese incredibili di quello che
promette di essere un emozionante sequel. Il teaser ci ha
anche dato una prima occhiata dal vivo a Tenoch Huerta nei panni di
Namor, e ora è apparsa online una descrizione ufficiale del
personaggio ha ha rivelato il nome della “nazione sottomarina
nascosta” del Sub-Mariner che abbiamo visto ampiamente nel
trailer!
Naturalmente, Namor e la sua gente provengono da
Atlantide nei fumetti, ma dal momento che la Warner Bros. ha
battuto nei tempi i Marvel Studios rispetto
all’utilizzo di quel luogo mitico con Aquaman,
tutti noi abbiamo pensato che avrebbero certamente cambiato le
cose. Ebbene oggi abbiamo una piccola conferma, infatti secondo
quanto apprendiamo da questa descrizione apparsa online del
personaggio Namor regnerà su un’antica civiltà
nota come Talocan. Questo è molto probabilmente un gioco sulla
parola azteca per paradiso/paradiso, Tlālōcān. Nel codice
fiorentino è descritto come “un regno di primavera senza fine, con
un’abbondanza di fogliame verde e piante commestibili della
regione”.
Sembrava esserci una chiara influenza
azteca sul personaggio Namor e la sua gente sulla base del concept
art trapelato online, quindi questo non dovrebbe essere poi così
sorprendente.
I dettagli ufficiali della trama
sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del
MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Nel film Marvel Studios Black
Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright ), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba),
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di
una nazione sottomarina nascosta, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex
Livinalli.
Non ci sono dubbi sul fatto che il
regista Jordan Peele,
vincitore dell’Oscar alla miglior sceneggiatura per Scappa – Get Out, sia
oggi una delle voci più interessanti del cosiddetto “arthouse
horror”, ovvero quei film che combinano ambizioni autoriali
con i canoni espressivi classici dell’horror. Sin da quel suo primo
film del 2017, Peele ha infatti dato prova di poter offrire grande
intrattenimento di genere unito a brillanti riflessioni sulla
società statunitense, replicando poi tale formula anche con
Us. Egli torna ora al
cinema con il suo terzo lungometraggio dal titolo
Nope, slang americano che sta per
“no”, con il quale rivolge stavolta l’attenzione verso il
mondo del cinema e, più in generale, dello spettacolo.
Protagonisti di Nope sono
infatti i fratelli OJ ed Emerald
Haywood (interpretati da Daniel Kaluuya
e Keke Palmer), diventati proprietari del ranch
Haywood’s Hollywood Horses, il quale fornisce cavalli per
produzioni cinematografiche e televisive, in seguito alla
misteriosa morte del padre. Nonostante i loro tentativi di mandare
avanti l’attività, i due sono sempre più divisi ed in difficoltà
economiche. La possibilità di rivoluzionare la loro situazione
arriva però nel momento in cui avvistano un UFO nel cielo. Non solo
si convincono che sia stato questo ad uccidere il padre, ma anche
che ottenendo un filmato in alta definizione della sua presenza
potranno diventare ricchi. Sulle loro teste, tuttavia, aleggia un
mistero ben più spaventoso di quanto potrebbero mai immaginare.
Uno spettacolo firmato Jordan Peele
Nope si
apre con una citazione biblica che recita “Ti getterò addosso
una lordura abominevole, ti renderò vile e ti renderò uno
spettacolo”. Proprio quest’ultima parola, spettacolo,
risulta essere centrale nel nuovo film di Peele, che ha raccontato
di come mentre scriveva la sceneggiatura ha “iniziato a scavare
nella natura dello spettacolo, nella nostra dipendenza dallo
spettacolo e nella natura insidiosa dell’attenzione“. A
partire da ciò, il regista sembra allora con questo suo nuovo film
allontanarsi dalle atmosfere più propriamente horror dei suoi due
precedenti lungometraggi per rivolgersi invece verso una
fantascienza che richiama in particolare quella degli anni
Cinquanta.
Peele, non a caso, è stato il
principale produttore del recente revival di The Twilight Zone, la celebre serie fantascientifica
che dal 1959 ha contribuito a rivoluzionare il genere.
Nope, in modo piuttosto esplicito, deve molto a quella
serie, ma anche ad un classico come Incontri ravvicinati del terzo
tipo o ad un titolo più recente come Signs, con cui
condivide un’atmosfera particolarmente ansiogena. Egli, dunque, fa
confluire nel suo film un enorme bagaglio di elementi, suggestioni
e tecniche stilistiche, dando vita al proprio grande spettacolo
sugli UFO e sulla loro ricerca, la quale diventa la metafora dietro
cui celare il proprio messaggio di fondo.
Gli UFO diventano infatti ora un
mezzo attraverso cui diventare ricchi, mentre non c’è traccia del
desiderio di scoperta che un tempo animava i protagonisti dei film
con alieni. Questa attitudine e questa presenza extraterrestre
hanno però un valore molto più profondo e pericoloso, che ci
richiama all’attenzione sul modo di fare spettacolo oggi e sulle
modalità per cui il pubblico ne è il più delle volte fruitore
passivo. Allo stesso modo, Peele sembra voler riflettere sul valore
delle immagini, che devono oggi necessariamente essere della
miglior qualità possibile perché possano vantare un valore
economico. Ne parla avvalendosi del formato IMAX, che conferisce al
film, non a caso, una grandezza e una risoluzione spettacolare.
Daniel Kaluuya, Keke Palmer e Brandon Perea in una scena di
Nope.
Nope, il blockbuster estivo che il cinema
attendeva
Se Get
Out si concentrava sulla questione razziale, mentre
Us
sulla suddivisione in classi sociali presenti negli Stati Uniti,
Nope è dunque invece rivolto
all’industria dello spettacolo e al rapporto che gli spettatori
hanno con essa. Naturalmente tale tematica viene offerta attraverso
una serie di simbolismi e metafore, che rendono il film più
criptico e ambizioso rispetto ai due precedenti lungometraggi di
Peele. Stabilire un paragone tra i tre titoli lascia però il tempo
che trova, mentre è molto più produttivo riconoscere in
Nope l’accresciuta fiducia del regista
nei propri mezzi espressivi. Se a livello narrativo il film risulta
non sempre coeso, è il modo in cui la narrazione si sposa con le
scelte di messa in scena a rendere Nope
tanto affascinante.
Peele riesce infatti a sfruttare
ogni elemento scenografico, sonoro e visivo per dar vita ad
un’atmosfera particolarmente conturbante. Il film riesce così ad
incutere profondo terrore mostrando molto poco e a far ridere
grazie ad alcuni brillanti momenti accentuati dalla bravura degli
interpreti protagonisti. La Palmer, in particolare, ruba più di una
scena a tutti gli altri. Nopeè
dunque un film che oltre a riflettere sulla natura dello
spettacolo, vuole esso stesso essere uno spettacolo, quel
blockbuster estivo che il cinema e gli spettatori aspettavano. Per
i mezzi tecnici con cui è girato, per l’ampiezza spaziale delle sue
inquadrature e per l’aura di mistero che mantiene fino all’ultimo,
Nopeè davvero un film che
merita di essere visto sul grande schermo.
Celebre per le tante commedie
sentimentali interpretate, molte delle quali hanno concretamente
contribuito alla sua popolarità mondiale, l’attrice Kate
Hudson si è in particolare affermata grazia a
Come farsi lasciare in 10giorni. Diretto nel 2003 da
Donald Petrie, noto autore di opere di questo
genere, il film ha al suo centro la storia di una ricerca condotta
da un’intraprendente giornalista alla ricerca delle strategie
migliori con cui farsi lasciare dal proprio partner. Una ricerca
che la vedrà scontrarsi con un affascinante uomo che minerà le sue
certezze.
La storia è basata sull’omonimo
fumetto di Michele Alexander e Jeannie
Long. Di particolare successo, questo fu per diversi anni
al centro delle attenzioni degli studios cinematografici. In più
occasioni era infatti stato tentato di trarne una trasposizione per
il grande schermo, ma solo con l’ingresso nel cast di diversi
celebri interpreti di Hollywood questo ha potuto infine prendere
vita. Arrivato infine in sala, il film si è affermato come un
grande successo, arrivando ad un guadagno globale di circa 177
milioni di dollari, a fronte di un budget di 50. Anche la critica
apprezzò in parte il film, in particolare le interpretazioni dei
due protagonisti.
Prima di cimentarsi in una visione
di Come farsi lasciare in 10 giorni, però, è certamente
consigliabile approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e
il cast di attori che lo compone. Molte sono infatti le curiosità
legate proprio a tali aspetti, e che sarà possibile ritrovare qui
proseguendo nella lettura. Infine, si elencheranno le principali
piattaforme dove sarà possibile ritrovare il film per una comoda
visione in streaming. Si potrà così avere modo di riscoprire una
delle più celebri commedie sentimentali dei primi anni del
decennio, ancora oggi ricordata come tra le più rappresentative dei
suoi anni.
Come farsi lasciare in 10
giorni: la trama del film
Protagonista del film è la
giornalista Andie Anderson. Particolarmente
ambiziosa, questa lavora per il periodico femminile Compusure
Magazine, per il quale cura una rubrica di argomenti frivoli. Il
suo desiderio, in realtà, è quello di poter affrontare tematiche
più impegnative. L’occasione arriva infine nel momento in cui le
viene assegnato un articolo dal titolo “come farsi lasciare in
10 giorni“. Prendendo spunto dalla sfortunata storia d’amore
di una collega, Andie intraprende così un’approfondita ricerca dei
metodi più efficaci per essere mollati dal proprio partner. Se
porterà a termine con successo tale servizio, la direttrice
acconsentirà infatti a farle trattare temi più seri.
Durante tale ricerca, Andie finirà
per imbattersi nell’affermato agente pubblicitario Benjamin
Berry. La giornalista deciderà di avvalersi di lui per
mettere in pratica i trucchi per farsi lasciare. Ciò che non sa,
però, è che Benjamin è invece in cerca di una donna grazie alla
quale poter ottenere l’esclusiva su un’importante cliente. Se
dimostrerà di conoscere l’universo femminile, avrà infatti modo di
lavorare per un prestigioso produttore di diamanti. I due iniziano
così a frequentarsi, ignari delle rispettive intenzioni. Ben
presto, però, quello che era iniziato come gioco diventa sempre più
il principio di una romantica storia d’amore.
Come farsi lasciare in 10
giorni: il cast del film
Per dare vita ai personaggi
protagonisti del film, era indispensabile trovare i giusti
interpreti, che sapessero apportare una buona dose di carisma alle
rispettive parti. Inizialmente, per il ruolo di Andie era stata
considerata la premio Oscar Gwyneth
Paltrow, la quale però rinunciò a causa di altri
impegni. Ad ottenere il ruolo fu allora l’attrice Kate
Hudson, divenuta celebre qualche anno prima per il
film Quasi famosi, per il quale era stata nominata al
premio Oscar. Con Come farsi lasciare in 10 giorni ha
invece potuto affermarsi anche per le sue doti comiche, e molte
delle scene che la vedono protagonista sono inoltre state da lei
interamente improvvisate. L’attrice KathrynHahn, nota per aver recitato in Bad Moms,
è invece Michelle, la migliore amica di Andie.
Ad interpretare l’affascinante e
intraprendente Benjamin è invece Matthew
McConaughey, affermatosi in quegli anni grazie a note
commedie e film di vario genere. Proprio grazie a tale ruolo
l’attore finì con il consacrare la propria popolarità, recitando
poi in sempre più film fino a giungere alla vittoria all’Oscar nel
2014. Gli attori Adam Goldberg e Thomas
Lennon interpretano invece rispettivamente Tony e Thayer,
due amici stretti di Benjamin. Nei ruoli delle rivali sul lavoro di
questi, invece, si ritrovano le attrici Michael
Michele come Judy Spears e Shalom Harlow
come Judy Green. La pluripremiata attrice Bebe
Neuwirth è invece Lana Long, la direttrice del giornale
per cui lavora Andie. Robert Klein, invece, è
Phillip, il capo di Benjamin.
Come farsi lasciare in 10
giorni: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Come farsi lasciare in 10
giorni grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 25
luglio alle ore 23:45 sul canale
La7.
L’amicizia tra gli esseri umano e
gli animali è stata raccontata più volte al cinema e negli ultimi
anni in particolare sono arrivati sul grande schermo alcune delle
coppie più imprevedibili di sempre. Da Belle & Sebastien fino
a L’incredibile storia di Winter il
delfino, questo genere di film suscita sempre un grande
fascino negli spettatori, dimostrando che spesso questo genere di
legami non hanno nulla da invidiare a quello tra due persone. Tra i
più recenti esempi di questo filone vi è Mia e il leone
bianco, film del 2018 diretto da Gilles de
Maistre a partire da una sceneggiatura di sua moglie
Pure de Maistre.
La coppia protagonista, come
suggerisce il titolo, è composta da una bambina di nome Mia e da un
raro esemplare di leone bianco. Tale colorazione è data da un caso
di polimorfismo genetico legato ad una condizione di leucismo, il
quale causa appunto un colorito pallido. Non esistono molti
esemplari di leoni di questo tipo, ma la maggior parte di questi si
trova in Sudafrica. Ed è lì che le riprese si sono svolte nel corso
di ben tre anni, permettendo così alla troupe di seguire lo
sviluppo del leone scelto per il film. Di produzione francese, il
film ha richiesto un budget di circa 9 milioni per poter essere
completato.
Un costo che si è rivelato però ben
investito, poiché al momento della sua distribuzione Mia e il
leone bianco è stato accolto con grande entusiasmo dalla
critica. Al box office è invece arrivato ad un guadagno di circa
36,4 milioni di dollari, divenendo il maggior successo francese del
suo anno. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori ed alla
vera storia dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Mia e il leone bianco: la
trama del film
Protagonista del film è Mia
Owen, una bambina che vive con la famiglia in Sudafrica,
dove i genitori possiedono un allevamento di leoni. Inizialmente,
per gestire tale attività, il padre John era
solito concludere una serie di accordi con dei cacciatori. Con il
passare del tempo però ha sviluppato un amore tale per quelle
creature da decidere di cessare ogni attività illegale. Mia,
naturalmente, è sempre stata tenuta all’oscuro di ciò, nel
tentativo di trasmetterle valori più positivi. È proprio in questo
contesto che la piccola stringe amicizia con
Charlie, un cucciolo di leone bianco. I due
diventano da subito inseparabili, trascorrendo molto tempo insieme
esplorando le terre circostanti.
Con il passare degli anni sia Mia
che il leone inevitabilmente crescono, e ciò genera non poche
preoccupazioni nei genitori. Pur amando quegli animali, sono
consapevoli della loro pericolosità e del loro istinto da
cacciatori che non può essere domato. Il padre decide pertanto di
vendere l’esemplare, al fine di proteggere sua figlia. Scoperta la
cosa, e in particolar modo chi dovrebbe essere l’acquirente, Mia
deciderà però di opporsi con tutte le sue forze alla cosa. Preso
con sé Charlie, i due fuggiranno verso una riserva naturale, al
fine di trovare lì riparto. Il viaggio per arrivarvi, tuttavia,
sarà tutt’altro che semplice.
Mia e il leone bianco: la vera storia e il cast del
film
Come anticipato, il film è stato
scritto da Pure de Maistre, moglie del regista, la quale ha
sviluppato la storia dopo aver fatto un viaggio in Sudafrica. Qui
ha avuto modo di visitare alcune riserve naturali contenenti questi
rari esemplari di leone bianco. Venuta a conoscenza della difficile
esistenza che tali esemplari hanno, tra cacciatori ed altri
problemi legati al branco, decise di scrivere una storia che
sottolineasse l’importanza della loro protezione. Per poter
realizzare il film, le riprese sono state supervisionate dallo
zoologo Kevin Richardson, il quale nel corso di tre anni ha aiutato
a costruire il rapporto tra un vero cucciolo di leone e la
protagonista. Per permettere di far sviluppare tale legame, era
infatti necessario che Charlie fosse un cucciolo, ancora privo dei
propri istinti.
Ad interpretare la giovane
protagonista, che cresce nel corso di tre anni insieme al leone
bianco, vi è Daniah De Villiers. Oltre ad essere
impegnata con le riprese, questa dovette trascorrere diverse ore al
giorno solo per poter stabilire un rapporto di fiducia con Charlie.
Attraverso varie attività i tre poterono realmente stringere
amicizia. Altrettanto dovette fare l’attore Ryan
MacLennan, interprete di Mick, il fratello di Mia. Ad
interpretare i due genitori, invece, si ritrovano due note
personalità. Il padre John ha infatti il volto di Langley
Kirkwood, noto anche per i film Invictus –
L’invincibile e Dredd – Il giudice
dell’apocalisse. Nei panni di Alice, la madre di Mia, vi è
invece l’attrice francese Mélanie
Laurent, divenuta celebre per il personaggio di
Shoshanna nel film Bastardi senza gloria.
Mia e il leone bianco: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Mia e il leone
bianco è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 25
luglio alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Un nuovo inizio, verso un futuro di
speranza, dopo due anni particolarmente difficili, è questo che si
prefigge di essere la SIC: 37° Settimana internazionale
della Critica. Cristiana Paternò,
Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani
(SNCCI), e Beatrice Fiorentino, Delegata Generale
della 37. Settimana Internazionale della Critica, hanno presentato
un programma ricco e interessante, che propone sogni e colori,
l’augurio di tornare a vivere la comunità.
Come quello che racconta il poster
di questa edizione, realizzato da Emiliano
Mammucari, Mauro Uzzeo e Fabrizio
Verrocchi: una Furiosa fluida, rock, in mezzo alla gente e
a sguardi, volti e storie che cominciano a ricolorarsi, in
continuazione narrativa con il poster dello scorso anno,
completamente in bianco e nero, realizzato dalla stessa squadra
creativa con l’intenzione di portare avanti un racconto unico, che
da Embracing Again, il tornare in sala a
riabbracciarsi, prosegue con Creature in Eterno
Movimento, il ritorno all’esistenza, al racconto, alla
strada da percorrere.
“Lo sguardo del cinema
contemporaneo si sofferma, ora più che mai, sull’essere,
sull’esistere nonostante tutto. Siamo storie in movimento e
scorriamo libere tra le strade, incrociandoci tra i conflitti,
sfiorandoci nelle intenzioni, guardandoci per un istante appena e
cercando tra gli sguardi la risposta a tutto quello che
verrà.”
SIC: 37° Settimana internazionale
della Critica – il poster
La presentazione del programma della
SIC si è aperta con un appello da parte di Paternò, in difesa e
sostegno di Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e
Mostafa Aleahmad, registi iraniani imprigionati
dal paese per aver “scritto una lettera“, ovvero per aver
commesso un reato di opinione, “condannati al carcere senza
processo, atti di provocazione contro la comunità di di
intellettuali iraniani.”
Quando si parla di nuovo percorso si
parla anche di innovazione e così SIC: 37° Settimana
internazionale della Critica ha presentato anche il suo
nuovo logo, che rappresenta un’apertura verso il futuro.
“Il
pennino indicava solo la critica scritta –
spiega Paternò
– Oggi con il multimediale vogliamo guardare avanti. Ma con un’idea
di dialogo, il logo è uno schermo aperto, una rottura della quarta
parete, il desiderio di comunicare tra critica, autori e
spettatori.”
Oltre al logo SIC rinnova anche gli
spazi e la sigla. Nasce la Casa della Critica, uno spazio dedicato
a incontri, delegazioni e sponsor, mentre la nuova sigla,
realizzata da Frame by Frame, che ha sviluppato la
prima sigla realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
“L’idea sperimentale è stata accolta con entusiasmo,
confermando ancora una volta lo spirito di rinnovamento che
definisce da sempre la SIC come luogo per eccellenza deputato alla
scoperta di nuovi talenti.” Si legge nel comunicato
stampa.
La Delegata Fiorentino ha poi
presentato il programma del concorso di lunghi e corti, dicendosi
molto emozionata per questa ripartenza, questo “ano zero”.
“Il 2022 è un anno zero da cui ripartire, perché siamo
consapevoli che veniamo da due anni molto difficili segnati da
pandemia e calamità – ha spiegato Beatrice
Fiorentino – E questa vuole essere una sorta di
reazione. Siamo quindi proiettati verso quello che sarà, non verso
quello che è stato. Nella scelta delle pellicole della nostra
selezione, siamo andati
in direzione di una possibile rinascita, fosse anche solo un
augurio viscerale di pancia e cuore, sperando che tra qualche mese
ci siamo lasciati tutto alle spalle.”
Dopo il periodo di buio, il comitato
di selezione è andato in una direzione opposta, “andiamo verso
colore, spazio aperto, comunità – continua Fiorentino – I
personaggi della selezione sono tutti idealisti e sognatori, tutti
lottano per un futuro migliore. E inclusiva è stata anche la SIC,
dal punto di vista di registi, di attori, con titoli accoglienti e
accessibili, senza perdere in complessità. Questo vuole essere un
segnale di fiducia nei confronti dell’industria che in questo
momento è particolarmente in difficoltà. È una SIC che va verso il
pubblico ed è radicalmente queer. Questa è
diventata LA questione: il dato politico è che lo schema binario
maschile femminile è superato. Questi film sono stati scelti perché
sono belli, abbiamo riconosciuto in loro un segno importante,
perché prevediamo per i registi che li hanno realizzati un grande
futuro e perché insieme offrono una lettura ampia della
realtà.”
SIC: 37° Settimana internazionale
della Critica, il programma
CONCORSO
Anhell69 di
Theo Montoya (Colombia): nasce nella giovane
comunità queer di Medellin, ma non è un documentario. È un viaggio
sentimentale tra corpi e fantasmi, una città violenta tra sogni e
prospettive. La fotografia di una generazione senza futuro ma che
non perde la speranza e il sogno, è una dichiarazione d’amore per
il cinema, laddove intorno c’è morte, il cinema salva le vite.
Beating Sun – Tant que le
soleil frappe di Philippe Petit
(Francia): è il perno intorno al quale gira il programma. La storia
di un architetto che ha il sogno di riqualificare la piazza di un
quartiere di Marsiglia. Questo sogno di tornare alla piazza, e alla
vita insieme, in uno spazio simbolico ma concreto, racconta
benissimo il nostro presente. Un esempio di cinema civile e
politico, che invita al ritorno alla comunità.
Dogborn di
Isabella Carbonell (Svezia): racconta la storia di
due gemelli, fratello e sorella senza tetto, due randagi della vita
che lottano per il loro futuro in una società durissima. Il film
nasce da esperienza raccolta in prima persona. Il film è sempre
attaccato ai corpi, raccoglie segnali, urla e silenzi, un racconto
di esclusi, una discesa all’inferno ma anche una possibile
rinascita.
Eismayer di
David Wagner (Austria): un esordio stilisticamente
molto maturo, rigoroso e pudico. Si lavora sulle ellissi e per
sottrazione, ispirato a persone vere. Eismayer è un ufficiale
dell’esercito, un uomo d’acciaio, gay, che si trova di fronte ad
una scelta importante nella sua vita. La cosa interessante è la
padronanza assoluta dei codici del cinema di genere. Rom-com
etero-normata e contemporaneamente soldier movie, il film riscrive
i codici del linguaggio sullo schermo.
Have you seen this Woman? –
Da li ste videli ovu zenu? di Dusan Zoric
e Matija Gluscevic (Serbia): è il più spiazzante
della selezione, sono tre declinazioni di un possibile femminile,
sempre scomodo e corrosivo. C’è questo corpo politico, per il suo
ingombro, è un corpo non conforme e ribelle, alla conquista dello
schermo e del suo spazio nel mondo, una donna che fugge dal ruolo
che la società le vuole imporre. Il film può infastidire ma non
lasciare indifferenti.
Margini di
Niccolò Falsetti (Italia): il colpo di fulmine,
una cotta adolescenziale. Cinema popolare ambientato nella
provincia toscana alla fine degli anni 2000. Una commedia punk,
sincera e vitale. Anche i protagonisti di questo film sono dei
sognatori. sono tre e hanno una band ma non riescono a sfondare. Il
film fa divertire e sorridere ma offre anche uno specchio in questi
ambiziosi protagonisti che devono fare i conti con una realtà che
sta loro stretta. Sguardo pop e affettuoso, ma anche politico.
Skin Deep di
Alex Schaad (Germania): è il film più radicale,
spiazzante, con atmosfere alla Midsommar con un
gioco di identità che si mescolano. Una folgorazione per questa sua
difficile classificazione, è un thriller psicologico o filosofico o
un potenziale body horror che evolve in un estremo atto d’amore. il
film è soprattutto una riflessione transgenere, sulle leggi
dell’attrazione dei corpi. Il film sfida le convenzioni dallo
schema della binarietà.
FUORI CONCORSO
Film d’apertura
Three Nights a Week – Trois
nuits par semaine di Florent Gouelou
(Francia): andiamo verso luce, colore e amore. Un proseguimento
naturale dell’apertura della selezione dei corti, il tema è
l’identità attraverso il corpo e il racconto di sé attraverso
l’immagine, una storia d’amore nel mondo delle drag queen visto
dall’interno.
Film di Chiusura
Queens – Malikates
di Yasmine Berkiran (Marocco): racconta di tre
donne in fuga dalla polizia, un viaggio verso le coste
dell’Atlantico e verso una possibilità di futuro, che dietro una
apparenza di leggerezza, abbraccia temi importanti. Essere
femministe in Marocco è un po’ più difficile che esserlo in Italia,
il film è anche un inno alle donne del cinema.
Proiezione Speciale (in
collaborazione con Venezia 79)
Blood – O Sangue di Pedro
Costa (Portogallo): versione restaurata del film.
CORTOMETRAGGI
Concorso
Albertine Where are you? di Maria
Guidone: filmmaker puglierse con una sensibilità fuori dal
comune. Maria ci porta al tempo di un’estate e di un amore non
convenzionale, sulla scia di Proust.
Come le lumache – Like Snails di
Margherita Panizon: un coming of age
stracolmo di grazia, di una freschezza autentica e aurorale, con
temi tutt’altro che banali, attraverso l’incontro di due diversità,
di due solitudini, di due ragazzini che si specchiano l’uno
nell’altro. Il corto racconta l’eterno dramma delle
migrazioni.
Nostos di Mauro Zingarelli:
fantascienza distopica, un racconto proiettato nel futuro, nei
panni di due riciclanti che lottano per la sopravvivenza, nella
speranza di un mondo migliore.
Puiet – Sapling di Lorenzo
Fabbro e Bronte Stahl: un piccolo
documentario e insieme un racconto contemporaneo, ambientato nella
quotidianità della Transilvania, in cui un ragazzino di campagna è
ansioso di diventare grande e di trovare il suo posto tra gli
adulti. Parabola intima di chi cerca il suo posto nel mondo.
Reginetta di Federico
Russotto: body horror. Si muove con destrezza nelle
coordinate del cinema di genere e sceglie di ambientare nel passato
temi attualissimi. Aspettative sul corpo della donna, modello di
bellezza, l’avidità e l’ambizione. Tutto diventa un incubo per la
protagonista.
Resti – Remains di Federico
Fadiga: si lavora su una materia quasi dimenticata che si
chiama emozione, si lavora sulla memoria e sul segno, sul tempo che
passa e l’emozione che resta che dice molto di più di quello che
mostra.
La stanza Lucida – Lucid room di
Chiara Caterina: Caterina è una creatrice di
immagini-cinema, sa cogliere il perturbante nella quotidianità, le
modalità di racconto sono spiazzanti e sorprendenti. Un uomo
tornato a casa dopo la fine di un amore ed elabora quel dolore
attraverso un sogno lucido.
Fuori Concorso
Corto di apertura
Pinned into a dress di Gianlcua
Matarrese e Guillame Thomas: Il film ha
molto a che fare con il discorso sulla mortificazione del corpo. Al
centro Miss Fame (nome d’arte di Kurtis Dam-Mikkelsen), con il
rapporto sadomaso con il suo corpo, un’identità fluida e il proprio
futuro. Fare i conti con la costante narrazione di sé e le zone
d’ombra dietro a una vita sotto i riflettori.
Corto di chiusura
Happy Birthday di
Giorgio Ferrero: Piccola storia al femminile in un
mondo funestato da pandemia e guerra, una possibile speranza arriva
dalla connessione spontanea con la rete di due giovani donne
accomunate da un ideale di pace e da una stranezza, il compleanno
il 29 febbraio. Girato a Mosca nel marzo del 2022, tutto realizzato
da remoto, tra Italia e Uzbekistan.
Con poche eccezioni, i titoli della
selezione provengono principalmente dall’Europa, come già
verificatosi nella selezione della Quinzaine des
réalisateurs di Cannes 2022. Secondo Beatrice Fiorentino la
mancanza di proposte da altre parti del mondo è sintomatica di un
nuovo stato delle cose: “Credo sia logico dedurre che le
difficoltà che stiamo attraversando (effetti della pandemia
sull’industria dell’audiovisivo) avranno un certo peso in alcuni
Paesi ricchi e un altro peso in Paesi in cui c’è già un tessuto
economico debole. A questo si aggiungono anche problemi politici e
culturali, che in alcuni casi inaspriscono la situazione.”
L’incontro si è concluso con la
dedica di questa edizione della SIC a Mantas
Kvedaravicius, il regista lituano “deceduto a soli 45
anni in Ucraina, durante una guerra assurda che si consuma alle
porte dell’Europa nel 2022.”
La SIC: 37° Settimana
internazionale della Critica si svolgerà dal 31
agosto al 10 settembre 2022.
Dopo un panel al Comic-Con nella
Hall H, il primo teaser trailer è stato diffuso per la terza
stagione di Star
Trek: Picard e stiamo ricevendo alcune
importanti omaggi da Star Trek: The Next Generation
.
Girata in sequenza con la seconda stagione di Star
Trek: Picard , lo spettacolo tornerà l’anno prossimo…
così come alcuni nomi familiari. Come puoi vedere, Geordi La Forge
di LeVar Burton, Worf di Michael
Dorn, William Riker di Jonathan Frakes,
Dr. Beverly Crusher di Gates McFadden, Deanna Troi
di Marina Sirtis, Seven of Nine di Jeri
Ryan e Raffi di Michelle Hurd saranno tra
coloro che si uniranno a Sir
Patrick Stewart nella serie.
Brent Spiner, che
ha interpretato Data in Star Trek: The Next Generation, tornerà
come “un vecchio nuovo personaggio”.“Non volevamo avere cameo, ma ruoli seri”, ha
detto il produttore Alex Kurtzman ai fan
presenti. “All’inizio della stagione, la troupe si
trova in luoghi diversi della galassia. Lentamente li vediamo
riunirsi. Patrick ha detto: ‘Voglio fare questo spettacolo, non
voglio ripetere le vecchie cose.'”
Sir
Patrick Stewart è intervenuto per dire:
“Mi sono reso conto che stavo iniziando a conoscere
Jean-Luc Picard, a un punto in cui non sapevo da dove avesse
iniziato e Patrick Stewart l’ha interrotto. Sono stato venduto
perché l’enfasi era su “Chi è Picard?’ Perché non lo
sappiamo”.“Per quanto riguarda la terza
stagione” , ha continuato il leggendario
attore, “deve riconoscere che c’è stato un
incidente nella sua giovinezza che lo aveva scosso così
profondamente”. Il trailer presenta il dialogo di ogni
eroe di ritorno, culminato in un messaggio dello stesso Picard:
“Finché tu e il tuo equipaggio rimarrete saldi… non siete
mai senza speranza”.
Star Trek:
Picard presenta
Patrick Stewart che riprende il suo ruolo iconico di
Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star
Trek: The Next Generation”, e segue questo personaggio iconico nel
prossimo capitolo della sua vita. La serie è prodotta da CBS
Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry
Entertainment. Per la terza stagione, Alex Kurtzman,
Akiva Goldsman, Terry Matalas, Patrick Stewart, Heather Kadin,
Aaron Baiers, Rod Roddenberry, Trevor Roth, Doug
Aarniokoski e Dylan Massin sono i
produttori esecutivi. Terry Matalas è lo showrunner della
terza stagione.
White Noise, scritto e diretto da Noah
Baumbach, con
Adam Driver, Greta
Gerwig,
Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie
Turner-Smith, André L. Benjamin e Lars
Edinger è il film di apertura, in Concorso, della 79.
Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto
Barbera (31 agosto – 10 settembre 2022). Si tratta del ritorno al
Lido di Noah Baumbach, dopo aver presentato nel
2019 Storia di un Matrimonio.
“È un grande onore aprire la 79.
Mostra di Venezia con White Noise – dichiara il Direttore
Alberto Barbera – Valeva la pena di aspettare per avere la
certezza che il film fosse finito in tempo. Adattata dal grande
romanzo di Don DeLillo, Baumbach ha realizzato un’opera originale,
ambiziosa e avvincente, che gioca con misura su più registri:
drammatico, ironico, satirico. Il risultato è un film che esamina
le nostre ossessioni, i dubbi e le paure radicate negli anni ’80,
ma con riferimenti molto chiari alla realtà
contemporanea.”
“È davvero meraviglioso tornare
alla Mostra di Venezia – dichiara Noah Baumbach – ed è un
incredibile onore portare White Noise come film della serata di
apertura. Questo è un luogo che ama tanto il cinema, ed è
un’emozione e un privilegio unirsi agli incredibili cineasti che
hanno presentato qui i loro film”.
White Noise sarà
proiettato mercoledì 31 agosto 2022 nella Sala Grande del Palazzo
del Cinema (Lido di Venezia), nella serata di apertura della 79.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. White
Noise è distribuito da Netflix.
White Noise, il film
Allo stesso tempo esilarante e
terrificante, lirico e assurdo, ordinario e apocalittico, White
Noise racconta i tentativi di una famiglia americana contemporanea
nell’affrontare i conflitti mondani della vita quotidiana, alle
prese con i misteri universali dell’amore e della morte, e la
possibilità della felicità in un mondo incerto.
Basato sul libro di Don
DeLillo, scritto per lo schermo e diretto da Noah
Baumbach, prodotto da Noah Baumbach
(p.g.a) e David Heyman (p.g.a.). Prodotto da Uri
Singer.
Sabato sera la HBO ha tenuto un
panel per la serie prequel de Il Trono di
SpadeHouse
of the Dragon al Comic-Con, e i fan che sono
stati fortunati nel riuscire ad entrare nella Hall H sono stati
privilegiati nel vedere un trailer esteso inedito. Il
contributo non è stato rilasciato online in quel momento, ma dopo
essere stato presentato in anteprima durante la programmazione
della Shark Week di Discovery ieri sera, questa mattina è
finalmente sui social media e su YouTube. Nonostante sia per lo più
identico al trailer che abbiamo ottenuto prima dei festeggiamenti a
San Diego, ci sono anche molte riprese estese e mai viste
prima.
Ci sono alcuni scorci intriganti di una giovane Rhaenyra e
Alicent Hightower, mentre Viserys avverte qualcuno che il Trono di
Spade è “il posto più pericoloso del
regno”. Rhaenyra, che dovrebbe essere la
protagonista di House
of the Dragon, nel frattempo, ottiene la migliore
battuta del trailer quando dice: “I Targaryen
sono più vicini agli dei che agli uomini”. House of the
Dragon, l’attesissima serie HBO che debutterà in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW il 22 agosto
House of the Dragon, la serie
tv
House
of the Dragon è l’annunciato prequel ambientato poche
centinaia di anni prima degli eventi di “Game of Thrones” e
racconta la storia di House Targaryen. Dovrebbe andare in onda
nel 2022. HBO ha dato allo show un ordine di 10 episodi, con
il casting iniziato durante l’estate. Martin ha co-creato la
serie con Ryan Condal, con lo spettacolo basato
sul libro di Martin “Fire & Blood“. Miguel
Sapochnik e Condal saranno co-showrunner e produttori esecutivi
insieme a Martin e Vince
Gerardis. Sara Lee Hess sarà anche
scrittrice e produttrice esecutiva. Sapochnik dirigerà anche il
pilota e gli episodi aggiuntivi. In precedenza ha diretto sei
episodi di “Game of Thrones”, tra cui “Hardhome”, “Battle of the
Bastards” e “Winds of Winter”.
In dieci episodi girati nel Regno
Unito, House of the
Dragon vanta un grande cast che include fra
i protagonisti Paddy Considine,
Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Steve Toussaint, Eve
Best, Fabien Frankel, Sonoya Mizuno,
Rhys Ifans. Nel cast anche Milly Alcock,
Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Emily Carey, Harry Collett, Ryan
Corr, Tom Glynn-Carney, Jefferson Hall, David Horovitch, Wil
Johnson, John Macmillan, Graham McTavish, Ewan Mitchell, Theo Nate,
Matthew Needham, Bill Paterson, Phia Saban, Gavin
Spokes, Savannah Steyn.
Co-creatore e produttore esecutivo
della serie George R.R. Martin; co-creatore, co-showrunner,
produttore esecutivo e sceneggiatore Ryan Condal; co-showrunner,
produttore esecutivo e regista Miguel Sapochnik; produttore
esecutivo e sceneggiatrice Sara Hess; produttori esecutivi Jocelyn
Diaz, Vince Gerardis, Ron Schmidt; registi Clare Kilner, Geeta V.
Patel; regista e co-produttore esecutivo Greg Yaitanes. Tratto dal
romanzo “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin.
In merito alla vicenda nessun altro
aggiornamento è arrivato. Invece ieri su twitter a parlare
dell’assenza di annunci su Supermen ha
parlato l’affidabilescooperViewerAnonvia Twitter
rivelando alcune voci (non confermate) riguardo alla situazione non
propriamente idilliaca tra la Warner Bros. e Henry Cavill. Aggiungendo
anche che ha sentito dire che Cavillstesso ad oggi
potrebbe essere “riluttante” a tornare ad interpretare il ruolo di
Superman. Al momento queste sono solo voci, nulla di
confermato, quindi non sappiamo cosa vogliano dire.
Resta il fatto che comunque
altre fonti affidabili hanno più volte ribadito chela
Warner Bros. stia facendo una sorta di sforzo per riportare
Henry Cavill a bordo poiché “gli hanno chiesto
di tornare in più occasioni”, ma sembra che l’attore potrebbe non
essere del tutto soddisfatto con il modo in cui il suo personaggio
è stato trattato finora dallo studio o potrebbe effettivamente
essere stufo del ruolo e potrebbe volersi concentrare soprattutto
suThe Witcher.
VA dice di aver sentito ragioni diverse da fonti diverse, con
alcuni che affermano di l’attore voglia un controllo più creativo
sul futuro di Kal-El e altri che affermano che non
è contento dell’offerta di contratto che la Warner Bros. gli ha
fatto per le apparizioni future. Ad ogni modo, non sembra che
avremo una risoluzione sulla questione in tempi brevi, dunque non
resta che aspettare ulteriori sviluppo e possibilmente
aggiornamenti ufficiali.