Durante i TCA, Kevin Feige ha aggiornato sul
futuro dei Marvel Studios, ma in particolare
ha anche chiarito qual è la posizione dello studio in merito ai
prodotti per più grandi e in particolare a Deadpool
3, PI ereditata dalla fusione della
Disney con la Fox.
Feige ha dichiarato: “Penso che
tutto ciò a cui stiamo lavorando è per bambini e adulti, per quello
che invece riguarda i prodotti solo per i grandi, oltre a Deadpool,
che si è già affermato come un certo tono e un certo rating, con
cui abbiamo già detto che non avremmo fatto confusione quando
abbiamo iniziato a lavorare su Deadpool – cosa che sta succedendo –
a parte questo, non abbiamo incontrato una storia o una trama o
un’avventura di un personaggio che non possa essere adatto ad un
pubblico indifferentemente di grandi e piccoli. Non ci siamo
trattenuti. Se mai lo dovessimo essere, potremmo prendere in
considerazione una conversazione in merito e farci spazio anche su
Star. Ma non è stato così. Abbiamo raccontato tutte le storie che
volevamo con il tono e il rating che abbiamo ora.”
Per quello che si sa fino a questo
momento, Deadpool 3 vedrà il ritorno di Ryan Reynolds
nei panni del protagonista. Doveva essere l’unico attore a superare
indenne il passaggio da Fox a Disney, ma sappiamo che la comparsa
di Evan Peters nei panni di Pietro Maximoff in WandaVison ha
mescolato le carte in tavola (anche se il personaggio probabilmente
non è esattamente Quicksilver!).
Ricordiamo che Deadpool 3 sarà scritto da nuovo duo di
sceneggiatrici, Wendy
Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin, che andranno a sostituire gli storici
Rhett Reese e Paul
Wernick, che avevano firmato sia Deadpool che Deadpool
2 (quest’ultimo co-sceneggiato insieme a Reynolds).
Solitamente al cinema quando
qualcuno si introduce in un’abitazione altrui, ad essere in grave
pericolo è proprio quest’ultimo. Se ciò è vero per film come
Panic Room o Funny Games, non lo è però per
Man in theDark. Quest’ultimo, un thriller del
2016, va infatti a ribaltare tale dinamica, rendendo il padrone di
casa il personaggio più pericoloso e folle in circolazione. A
dirigere il film vi è Fede Álvarez, qui al suo
secondo lungometraggio dopo il remake de La casa. Prodotto da
Sam Raimi, il film si è affermato come uno dei
titoli più apprezzati del suo anno per il genere thriller,
ottenendo grande popolarità proprio per le sue novità narrative
come anche per la grande suspense offerta.
Reduce dalle critiche ricevute per
La casa, che a detta della critica si concentrava troppo
sul sangue e sullo shock, Álvarez decise di dar vita ad un film che
avesse invece nella tensione il suo elemento principale e
ricorrente. Il regista ha così rinunciato a qualsiasi elemento
soprannaturale, dedicandosi ad un puro home invasion dove
il terrore è dato esclusivamente da elementi realistici e
spaventosi proprio per questo. Tali idee sono poi state
particolarmente premiate tanto dalla critica quanto dal pubblico. A
fronte di un budget di 10 milioni di dollari, Man in the
Dark è infatti arrivato a guadagnarne circa 157 in tutto il
mondo.
Il film risulta ancor più
spaventoso e intrigante sapendo che il regista ha rielaborato la
trama a partire da alcune esperienze simili ascoltate durante la
sua infanzia in Uruguay, suo Paese natìo. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e al suo atteso sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Man in the Dark: la trama del
film
Protagonista del film è
Rocky, giovane esasperata dalla sua vita a Detroit
e desiderosa di poter andare via quanto prima da qui. Per poterci
riuscire, inizia a mettere a segno una serie di furti, pagandosi
poi il viaggio con la refurtiva. Ad accompagnarla in tali crimini
vi sono Money e Alex, coetanei e
amici. I tre sembrano ora aver trovato la casa perfetta per il loro
prossimo colpo. All’interno di questa, infatti, vi abita
Norman Nordstrom, un vecchio marine cieco che ha
ereditato una grande somma di denaro in seguito alla morte
dell’amata figlia. Introdottisi nella casa, però, i tre giovani
capiranno ben presto a loro spese che l’anziano non è così innocuo
come poteva sembrare.
Grazie all’addestramento militare,
Norman ha infatti mantenuto una preparazione fisica straordinaria e
pur essendo cieco conosce alla perfezione ogni angolo della propria
abitazione. Avvertita l’intrusione dei tre, l’uomo inizierà una
folle ricerca dei tre giovani, con l’intenzione di ucciderli
brutalmente uno ad uno. Alla ricerca disperata di un nascondiglio,
i ragazzi si imbatteranno in segreti particolarmente orripilanti,
che gli permetteranno di avere un quadro più chiaro di chi è sulle
loro tracce. Quello che doveva essere il loro ultimo colpo si
trasforma così in un incubo senza fine, dal quale uscire vivi sarà
quanto mai arduo.
Man in the Dark: il cast del
film
Ad interpretare la giovane Rocky,
la scaltra e determinata protagonista del film, vi è l’attrice
Jane Levy. Già
affermatasi grazie al film La casa, questa ha
accettato con entusiasmo il nuovo ruolo, ritrovando in questo una
serie di paure e desideri particolarmente comprensibili. Ad
interpretare il timido Alex si ritrova inveceDylan
Minnette, attore affermatosi grazie al personaggio di
Clay Jensen nella serie Tredici. Daniel
Zovatto, attore visto in It
Follows e Fear the Walking Dead, ricopre
invece il ruolo di Money, ragazzo di Rocky e membro particolarmente
impulsivo e pericoloso del trio di rapinatori. L’attrice
ungherese Franciska Töröcsik, qui al suo
primo film statunitense, interpreta Cindy, altra sventurata preda
di Norman.
Ad interpretare il pericoloso
anziano non vedente vi è infine l’attore Stephan
Lang. Celebre per aver recitato in film come Nemico
Pubblico e Avatar, questi ebbe con Man in the
Dark l’occasione di dar vita ad un personaggio più
protagonista e controverso. Per dar vita allo psicopatico Norman,
questi ha indossato delle particolari lenti a contatto che hanno
ristretto il suo campo visivo, specialmente in presenza di luci
soffuse. Ciò gli ha permesso di risultare ancor più realistico nel
suo ritratto di un non vedente. L’attore, inoltre, pronuncia nel
film soltanto tredici battute, quasi tutte concentrate verso la
fine del film. La sua è dunque una performance per la grande
maggioranza del tempo incentrata esclusivamente sull’espressione
fisica.
Man in the Dark: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dato il grande successo del film,
si è da subito iniziato a parlare di un potenziale sequel. Raimi ha
in seguito descritto l’idea proposta da Alvarez come la migliore
possibile, e i lavori per realizzare questa iniziarono da subito. A
dirigere il film vi è però stavolta Rodo Sayagues,
già sceneggiatore del primo. Lang riprenderà invece il ruolo di
Norman in una storia che lo vede ora contrapposto ad un gruppo di
criminali desiderosi di rapire la ragazza con cui l’anziano
convive. Le riprese del film, inizialmente previste per l’aprile
del 2020, sono state ritardate a causa della pandemia di Covid-19 e
l’uscita in sala è così stata rimandata dalla fine del 2020
all’agosto del 2021.
In attesa di poter vedere il
sequel, è possibile fruire di Man in the Dark grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Netflix, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 24 febbraio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Mettendosi in scia con WandaVision,
che chiuderà il prossimo 5 marzo, The Falcon And The Winter
Soldier arriverà su Disney+ a partire dal 19 marzo. Kevin
Feige ha però annunciato che la serie con Anthony
Mackie e Sebastian
Stan durerà soltanto sei ore, a quanto pare per
questioni di budget.
Ha detto Feige: “Anthony Mackie
e Sebastien Stan sono attori spettacolari che abbiamo sentito di
dover esplorare le loro storie e le loro storie passate e personali
nei loro panni come Sam Wilson e Bucky Barnes. Li abbiamo visti
fino ad ora nelle piccole interazioni che hanno avuto tra loro in
Winter Soldier e Civil War, come amici di un comune migliore amico,
Captain America. Pensavamo che avremmo avuto una dinamica
divertente, se mai avessimo avuto questa opportunità, avremmo
realizzato un intero show con loro due e Disney+ ci offre questa
opportunità.”
“Sei ore è ciò su cui siamo
arrivati in forma di modo migliore per raccontare la nostra storia.
Sei ore, che si tratti di sei episodi o nove episodi più brevi come
Wandavision. Le serie non sono economiche, quindi il costo per
episodio è molto alto per ottenere quel livello”, ha aggiunto
il boss della Marvel.
Feige ha anche spiegato che non è
ancora prevista una seconda stagione di WandaVision.
La Scarlet Witch di Elizabeth Olsen è destinata
direttamente al film Doctor Strange e il Multiverso della
Pazzia e c’è una forte probabilità che prima della fine
della stagione, Scarlet incontrerà il cattivo cattivo Mephisto, che
apparirà in Doctor Strange 2.
La Disney ha annunciato che
Star
Wars: The Bad Batch sarà distribuito su Disney+ a partire dal 4 maggio, data
significativa visto che è da sempre dedicata a Star
Wars (May the Fourth be With You).
La casa di produzione ha anche
annunciato che LOKI,
serie Marvel con Tom Hiddleston, sarà
distribuita su Disney+ a partire dall’11 giugno.
La trama di LOKI si
svolge dopo gli eventi di
Avengers: Endgame e seguirà le vicende del Loki che è
fuggito nel 2012 grazie al Tesseract. Come rivelato dall’attore
stesso, il Loki della linea temporale principale è stato ucciso da
Thanos in Avengers: Infinity
War, ma quando Iron Man, Capitan America e Ant-Man si recano
nel 2012 per recuperare il Tesseract, involontariamente fanno
fuggire il Loki che era appena stato sconfitto dagli Avengers.
Star Wars:
The Bad Batch è un sequel spin-off di Star
Wars: The Clone Wars e segue i cloni d’élite e
sperimentali di Bad Batch (introdotti per la prima volta in The
Clone Wars ) mentre trovano la loro strada in una galassia in
rapido cambiamento subito dopo la Guerra dei Cloni. I membri di Bad
Batch – una squadra unica di cloni che variano geneticamente dai
loro fratelli nell’esercito dei cloni – possiedono ciascuno
un’abilità singolare eccezionale, che li rende soldati
straordinariamente efficaci e un equipaggio formidabile. Nell’era
successiva alla Guerra dei Cloni, affronteranno audaci missioni
mercenarie mentre lottano per rimanere a galla e trovare un nuovo
scopo.
Si conferma la parola Home nel
titolo che questa volta indica una situazione molto diversa per il
giovane Uomo Ragno. Se l’Homecoming era il ballo
della scuola e indicava una situazione familiare e raccolta, il
Far From Home era la prima avventura di Spider-Man
(da solo) fuori da New York. Sembra che questa volta l’amichevole
supereroe di quartiere si debba spingere molto più lontano!
Quello che sappiamo su
Spider-Man: No Way Home
Le riprese di
Spider-Man: No Way Homesono in
corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom
Holland,
Zendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori,
Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise.
Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, Benedict
Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo
in Doctor Strange e il Multiverso della Pazzia,
diretto da Sam Raimi, Jamie Foxx che tornerà a vestire i panni
di Electro, come in The Amazing Spider-Man
2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor
Octopus di Spiderman 2.
Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon
Watts e prodotto da Kevin Feige per i
Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al
cinema a dicembre 2021.
Disponibile a partire
dal 24 febbraio su Sky Atlantic, in streaming su Noi Tv e su Sky Go
per gli abbonati e On Demand,
Your Honor segna il ritorno di Bryan Cranston alla serialità. La serie si
fregia della prestigiosa etichetta Showtime, e porta la firma di
chi di serie di alto livello se ne intende molto bene; si tratta
infatti di un adattamento dall’originale israeliano realizzato da
Peter Moffat (The Night Of) e prodotto da
Robert e Michelle King (The Good Wife/The Good
Fight).
La storia racconta di un
giudice, il “your honor” del titolo, Michael Desiato. L’uomo lavora
a New Orleans, dove vive insieme al figlio adolescente, Adam, dopo
aver perso la moglie. Nel giorno dell’anniversario della morte
della donna, il ragazzo decide di andare sull’uomo dell’incidente
che ha tolto la vita alla madre, per lasciare un mazzo di fiori.
Recatosi nel quartiere malfamato scenario della tragedia, il
ragazzo viene aggredito da un gruppetto di teppisti, si spaventa e
scappa in automobile. Purtroppo, nella fuga, si distrae e investe
un ragazzo che a sua volta perde la vita.
Confuso e terrorizzato
scappa a casa, e quando il giudice Desiato torna a casa, il ragazzo
confessa tutto. Integerrimo e integro, Michael decide di
accompagnare il figlio alla polizia, per costituirsi e tutelare il
ragazzo, mentre fa la cosa giusta. Tuttavia, alla stazione di
polizia scopre che il ragazzo che è morto nell’incidente causato da
Adam è il figlio di uno dei grandi boss della città. Questo
significa che qualora il ragazzo andasse in carcere per l’omicidio
colposo del suo coetaneo, sarebbe comunque morto, visto che i
tentacoli della malavita arrivano ovunque.
Comincia così una
vera e propria discesa all’inferno per il giovane Adam e per il
giudice Desiato, da sempre difensore della legalità, uomo retto e
ligio, che farà di tutto, tentando di aggirare il sistema, per
tenere il figlio lontano dai sospettati, mentre il padre della
vittima, il boss Jimmy Baxter, è ogni ora più vicino alla scoperta
della verità.
Your Honor è il palcoscenico di Bryan
Cranston
Your
Honor si colloca a metà tra la serie thriller e
drammatica, confezionata secondo una struttura procedurale classica
vista però dalla prospettiva opposta rispetto alla tradizione. Se
infatti in genere questo tipo di narrazione accompagna i buoni a
scoprire le malefatte dei cattivi, in questo caso sono i cattivi, o
per meglio dire i colpevoli, che tentando di precedere ogni mossa
di chi indaga, cercano di nascondere le proprie tracce. Per quanto
riguarda struttura e sviluppo, Your Honor è un
prodotto abbastanza classico, scritto con grande abilità su una
base narrativa molto solida. A dare ulteriore sostanza all’ottima
scrittura c’è ovviamente un cast in stato di grazia, guidato da
Bryan Cranston. L’amatissimo interprete di
Walter White si getta anima e corpo in questo personaggio, in cui
in maniera complessa e stratificata convivono l’uomo ligio e
integerrimo e il padre spaventato, disposto a tutto per tutelare
suo figlio. Lo sviluppo drammaturgia della serie si rispecchia in
un crescendo drammatico che Cranston riesce a mettere in scena
sempre con gusto ed equilibrio (la sua performance è nominata ai
Golden Globes 2021), coadiuvato dal giovane Hunter
Doohan e dal solido e bravissimo Michael
Stuhlbarg, nei panni di un inquietante ed efferato
antagonista.
Pur passando di mano
quattro volte (tra cui, per un episodio, anche in quelle di
Cranston), la regia dello show è alquanto omogenea, rispecchiando
più la visione d’insieme di Moffat che le velleità del singolo
regista e questo giova sicuramente alla storia, che senza una
sbavatura lascia tutti con il fiato sospeso, ed anche emotivamente
provati, fino alla fine.
Your
Honor offre dieci ore di ottima televisione, da gustare un
episodio per volta, in modo tale da permettere alle forti emozioni
evocate di stemperarsi nel corso di una settimana e di lasciar
decantare quanto visto, come fosse un bicchiere di buon vino, per
potersi gustare meglio tutta la bottiglia.
Diretto dal candidato all’Oscar
Enrico Casarosa (La Luna) e prodotto da
Andrea Warren (Lava, Cars 3), il nuovo
lungometraggio d’animazione Disney e Pixar Luca
arriverà quest’estate nelle sale italiane.
Ambientato in una splendida città di
mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione è la
storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita
personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati,
pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure
con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento è
minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro
mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.
Trailer ufficiale e le prime
immagini di Sulla
stessa onda, film originale Netflix in associazione
con Mediaset, prodotto da
Cinemaundici, disponibile su Netflix dal 25 marzo
2021.
Sulla
stessa onda è scritto e diretto da Massimiliano
Camaiti, al suo esordio come regista in un lungometraggio, e vede
come protagonisti principali Elvira Camarrone, Christian
Roberto, Donatella Finocchiaro, Corrado Invernizzi e Vincenzo
Amato. Il film è stato girato interamente in Sicilia, a
Palermo e San Vito Lo Capo, per 6 settimane di riprese.
Ispirata a un esperimento reale che ha
scioccato il mondo e all’omonimo e acclamato film tedesco, la serie
“L’onda” segue un gruppo di adolescenti ribelli. Sognando un futuro
migliore, creano una comunità che presto si trasforma in un
fenomeno di massa. Ma quella che all’inizio sembrava una ribellione
giocosa e idealistica nei confronti dell’ordine costituito prende
rapidamente una piega terrificante… “L’onda” diventa ben presto una
potenza inarrestabile.
TYGella giornata di ieri vi avevamo
riportato la
notizia secondo cui nella Snyder Cut di
Justice
League sarebbe presente il cameo di un supereroe
che non è stato ancora annunciato. La fonte dell’indiscrezione è
stata
Vanity Fair, che proprio di recente ha avuto la possibilità di
intervistare
Zack Snyder sulla scia degli impegni promozionali
del regista in vista dell’uscita del suo taglio del cinecomic.
Facciamo un passo indietro.
Nell’articolo pubblicato da
Vanity Fair si legge la seguente affermazione: “Snyder ha
girato nuovamente il finale con il cameo di un eroe che lascerà a
bocca aperta i fan più accaniti”. A quanto pare, però, sembra
che ci sia stato una sorta di misunderstanding e che
l’autore del pezzo possa aver sottovalutato quanto sulla
Snyder Cut di Justice
League sia stato rivelato nel corso degli ultimi
mesi (o, più semplicemente, non abbia voluto rivelare alcuno
spoiler a quei lettori che non sono particolarmente avvezzi al
mondo dei supereroi e a tutte le notizie che circolano sui progetti
a loro dedicati).
Naturalmente, dopo la rivelazione
di
Vanity Fair, il web si è letteralmente scatenato in merito
all’identità del presunto supereroe non ancora annunciato (per i
più si trattava di Lanterna Verde,
ma Ryan Reynolds ha subito smentito la cosa via
Twitter). Ora apprendiamo che questo cameo non è così
strabiliante come i più avevano immaginato, dal momento che si
tratterebbe, in realtà, di un personaggio che è già stato
annunciato.
Come riportato da
Gizmodo, infatti, il cameo in questione che dovrebbe far
impazzire i fan altri non sarebbe che… Martian
Manhunter! Il sito riporta: “Secondo la nostra fonte,
il cameo non è altro che quello di J’onn J’onzz,
altrimenti noto come Martian Manhunter”.Nessuna sorpresa, quindi, dal momento che il coinvolgimento
del marziano nella nuova versione era già stato anticipato più
volte dallo stesso Snyder.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Dai film degli Avengers a quelli
degli X-Men, abbiamo visto molti cattivi dell’universo
Marvel con obiettivi
completamente diversi. Alcuni vogliono soltanto causare distruzione
e danneggiare quante più vite senza una ragione apparente; altri,
invece, hanno una visione distorta della realtà e vogliono davvero
fare la differenza, ma semplicemente non sanno come farlo. Alcuni
cattivi, come Nebula in Guardiani
della Galassia, sono semplicemente dei servitori che
eseguono gli ordini e desiderano una vita migliore. Quali sono,
dunque, i peggiori cattivi senza possibilità di redenzione e quali,
invece, potrebbero riscattarsi?
1Troppo cattivo: Green
Goblin
C’è
una cosa a cui Green Goblin non potrà mai porre rimedio, ed è la
morte di Gwen Stacy. È responsabile del tentativo costante di
rovinare la vita di Peter Parker e danneggiare le persone a lui più
vicine, praticamente in ogni adattamento.
Dal
minacciare la vita dei bambini su uno scuolabus nei primi film di
Spider-Man, a strappare effettivamente la vita della
fidanzata di Peter Parker, Green Goblin è un cattivo che si è
spinto troppo oltre così tante volte che è quasi impossibile
prevedere per lui un arco narrativo basato sulla
redenzione.
Dopo essere stato licenziato dalla
Disney per alcuni tweet considerati razzisti, James Gunn, regista e sceneggiatore di
Guardiani
della Galassia, non ha perso tempo e ha deciso di fare il
grande salto per unirsi al DCEU. Ingaggiato per prendere il timone
di The Suicide
Squad, il regista ha reinventato la Task Force X e ora
sta sviluppando una serie tv per HBO Max dal titolo
Peacemaker e incentrata sul personaggio
interpretato da John Cena.
Ovviamente, da allora Gunn è stato
reintegrato alla Disney e affidato nuovamente alla guida di
Guardiani della Galassia Vol. 3. Tuttavia, i suoi
piani con Warner Bros. e DC Films potrebbero non esaurirsi con
l’uscita dei due progetti menzionati in precedenza. Un fan, durante
un Q&A sul profilo Instagram di Gunn (via
CBM), ha chiesto esplicitamente al regista se stesse lavorando
ad altri progetti per conto della DC oltre a The Suicide
Squade Peacemaker, e lo stesso ha lasciato intendere
– senza scendere nei dettagli – che potrebbe esserci altro in
cantiere. L’ipotesi più plausibile, ad oggi, è che Gunn venga
coinvolto in un altro progetto destinato al piccolo schermo (forse
scriverà o dirigerà un episodio dell’annunciata serie spin-off di
The Batman?).
Ma le speculazioni non si sono di
certo fermate qui, dal momento che Gunn ha dato modo ai suoi fan di
continuare a fantasticare sul suo futuro con la DC quando gli è
stato chiesto specificatamente se nutrisse il desiderio di lavorare
ancora con Margot Robbie (Harley Quinn) dopo
The
Suicide Squad. La risposta del regista non sembra
lasciare dubbi: “Margot e io ne abbiamo discusso proprio
l’altro giorno. Bisogna vedere cosa accadrà!”
In molti sostengono che il
personaggio di Harley Quinn meriti giustizia dopo il disastroso
Birds of Prey. Sicuramente, un regista come
James Gunn potrebbe essere la persona giusta per far splendere
nuovamente la Mattacchiona al cinema dopo averla reintrodotta in
The
Suicide Squad. Non ci resta che attendere eventuali
sviluppi.
In base all’attualmente calendario
della Marvel,
Spider-Man 3 dovrebbe debuttare al cinema il prossimo
dicembre. Nel film Tom
Holland tornerà, ovviamente, a vestire i panni di
Peter Parker e proprio questa mattina sono state svelate
le prime immagini ufficiali del film (intre a tre diversi
titoli ufficiali che hanno già scatenato le più astruse congetture
da parte dei fan).
Le sceneggiature dei film Marvel
sono notoriamente difficili da ottenere e da leggere, anche per gli
stessi attori coinvolti, e sembra che neanche quella di Spider-Man 3 abbia fatto eccezione. Tuttavia, le
ragioni questa volta potrebbero non avere a che fare
necessariamente con gli spoiler legati alla trama. In una recente
intervista con
Collider, infatti, Holland ha ammesso che leggere la
sceneggiatura del film è stata un’impresa alquanto complicata. Ecco
perché:
“Sfortunatamente ho dovuto
leggere la sceneggiatura “a pezzi”. Era come se fosse divisa in
sezioni, perché ci sono ancora degli spazi per eventuali modifiche
in fase di produzione. Succede nella maggior parte dei film grandi
come questo, ma posso assicurarvi che è fantastica. È sicuramente
il film di supereroi più ambizioso a cui abbia mai preso parte. È
eccitante, divertente, emozionante: c’è tutto quello che vorresti
vedere in un film di supereroi. Lo adoro. Li ho amati tutti, ma non
mi sono mai divertito come in questo film. Essere di nuovo al
fianco di Zendayaa e Jacob Batalon, lavorare di nuovo con Jon Watt,
Amy Pascale Kevin Feige… è proprio come una grande famiglia.
Ci stiamo divertendo e stiamo facendo davvero qualcosa di molto
speciale.”
Al momento non sappiamo ancora
molto sulla trama di Spider-Man
3, anche se le fila del racconto dovrebbero riprendere
dal cliffangher della scena durnate i titioli di coda di Far
From Home, dove l’identità segreta di Peter è
stata rivelata al mondo intero e il giovane eroe è stato incastrato
per l’omicidio di Mysterio. Inoltre, sappiamo che il film
affronterà il concetto del Multiverso e vedrà il ritorno di molti
personaggi legati ai precedenti universi cinematografici dell’Uomo
Ragno, tra cui l’Electro di
Jamie Foxx e il Doctor Octopus di
Alfred Molina.
Cosa sappiamo di Spider-Man
3?
Le riprese di Spider-Man
3sono in corso ad Atlanta. Nel film
vedremo Tom
Holland, Zendaya,
Jacob Batalon, Tony Revolori e
Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise.
Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor
Strange, che poi vedremo in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, diretto
da Sam Raimi, Jamie
Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro,
come in The Amazing Spider-Man 2, e
infine Alfred
Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus
di Spiderman 2.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al
cinema a dicembre 2021.
Nell’ultimo anno, Zack Snyder ha lavorato duramente per
completare la sua versione di Justice League e
regalare ai fan il film che aveva sempre avuto intenzione di
realizzare. Sappiamo infatti che la versione cinematografica ad
opera di Joss Whedon ha stravolto letteralmente quelli
che erano i piani originali del regista di 300 e
Watchmen.
Ora, con l’arrivo della
Snyder Cut di Justice
League il prossimo 18 marzo su HBO Max, i fan
avranno finalmente l’occasione di vedere come Snyder ha sempre
inteso il cinecomic dedicato alla celebre squadra di eroi. Il
regista ha avuto a disposizione un sacco di filmati inutilizzati
per portare a compimento il suo taglio. Tuttavia, lo scorso autunno
è stato anche impegnato in una sessione di riprese aggiuntive,
necessarie soprattutto per aggiungere alla storia il personaggio
del Joker di Jared Leto.
La Snyder Cut di
Justice
League presenterà anche altri personaggi non inclusi
nella versione cinematografica (come Darkseid e Martian Manhunter),
oltre ad alcune trame alternative. Eppure, per portare a compimento
un progetto a cui teneva particolarmente, Snyder non ha ricevuto
alcun compenso. Intervistato da
Vanity Fair, il regista ha spiegato che la decisione di non
percepire alcuna retribuzione per i lavori sulla Snyder
Cut è stata presa esclusivamente da lui. “Non sono stato
pagato”, ha spiegato. “Non volevo essere in debito con
nessuno. Questo mi ha permesso di mantenere i miei poteri negoziali
con queste persone piuttosto forti”. In poche parole,
rinunciando ad uno compenso, Snyder ha potuto mantenere il pieno
controllo creativo sulla sua creatura.
La Warner Bros. ha messo a
disposizione circa 70 milioni di dollari per le riprese aggiuntive
della Snyder Cut di Justice
League e considerato l’entusiasmo dei fan per il
progetto, quasi sicuramente gli sforzi della major verranno
ricompensati. Tuttavia, sappiamo anche che lo studio non ha in
programma di continuare la sua collaborazione con Snyder e con i
piani originali che il regista aveva per il DCEU. In un certo
senso, la Snyder Cut segnerà la fine di un viaggio
iniziato nel lontano 2013 con l’uscita de
L’uomo d’acciaio.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
La Warner Bros. e la DC Films hanno
ufficialmente messo in cantiere un film dedicato a Blue
Beetle, che sarà diretto da Angel Manuel
Soto(Charm City Kings). Il film sarà il primo
cinecomic DC con protagonista un supereroe Latinx (neologismo usato
per riferirsi a persone di identità culturale o etnica
latinoamericana negli Stati Uniti).
Il personaggio di Blue
Beetle è stato creato da Fox Comics nel 1939. Diverse
versioni dello stesso sono apparse nelle serie Fox e Charlton
Comics, fino a quando la DC ha acquisito il personaggio nei primi
anni ’80. Dal 2006, il mantello di Blue
Beetle è stato indossato da Jaime Reyes, un
adolescente messicano-americano di El Paso (in Texas), che combatte
il crimine e il male con un’antica armatura da battaglia aliena. Ha
interpretato un ruolo minore nella serie DC live action
Smallville.
Ora, la versione di Jaime Reyes di
Blue
Beetle sta per approdare sul grande schermo. Secondo
quanto riportato da
The Wrap, Warner Bros. e DC Films hanno ingaggiato
Angel Manuel Soto per dirigere il film, mentre
Gareth Dunnet Alcocer scriverà la sceneggiatura.
“È un onore dirigere Blue Beetle, il primo film dedicato ad un
supereroe latinoamericano per la DC”, ha dichiarato Soto in
una nota ufficiale. “Voglio ringraziare sinceramente tutti alla
Warner Bros. e alla DC per essersi fidati di me per dare vita a
Jaime Reyes. Non vedo l’ora di fare la storia insieme.”
Blue Beetle si
aggiunge alla vasta gamma di film e serie DC in arrivo per conto di
Warner, tra cui spiccano The
Suicide Squad di James Gunn, The
Batman di Matt Reeves e i sequel di Aquaman
e Shazam!.
Al momento non è chiaro quale sarà il ruolo di Blue Beetle nel più
ampio DCEU. Il film è ancora in una fase di sviluppo iniziale,
quindi i fan dovranno attendere ancora prima di avere notizie
concrete in merito alla trama.
Gal Gadot è tornata di recente nei panni di
Diana Prince in Wonder Woman 1984 e a breve ritroveremo la
guerriera amazzone nell’attesissima Snyder Cut di
Justice
League, che farà il suo debutto su HBO Max il prossimo
18 marzo (in Italia arriverà lo stesso giorno, in esclusiva
digitale).
Gadot ha interpretato l’iconico
personaggio in ben quattro film del DCEU, con un terzo capitolo di
Wonder Woman già confermato da tempo. Quello di Diana è il ruolo
che ha regalato all’attrice israeliana la fama internazionale,
facendole raggiungere in breve tempo lo status di icona. Nonostante
all’inizio i fan fossero parecchio scettici in merito alla scelta
di Gadot, ad oggi è praticamente impossibile riuscire ad immaginare
un’altra attrice nei panni di Woder Woman.
Eppure, abbiamo quasi rischiato che
Gal Gadot non interpretasse mai l’iconico
personaggio dei fumetti DC. Il motivo? Prima di essere scelta per
il ruolo in Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder, l’attrice stava pensando di
abbandonare la recitazione. A rivelarlo è stata lei stessa in un
nuovo post condiviso via Instagram.
Gadot ha postato uno scatto inedito dal camera test del cinecomic
di Snyder, spiegando:
“Questa foto è stata scattata da
Zack Snyder il giorno in cui ho fatto il camera test per Batman vs
Superman con Ben Affleck. Sono venuta a Los Angeles per 30 ore
mentre stavo girando un film a Tel Aviv. Ma volevo così tanto il
ruolo di Wonder Woman che ne è valsa la pena. Sarò per sempre grato
a Zack per avermi scelto e per aver creduto che avrei potuto
riportare in vita Diana. Non avevo idea di cosa avrebbe avuto in
serbo il futuro per me quando questa foto è stata scattata. Vederlo
oggi mi rende molto nostalgico. È anche la prova che tutto accade
per un motivo. Stavo per smettere di recitare… e poi è successo
questo.”
Contro ogni previsione, i
Guardiani della Galassia, grazie ai due film diretti
da James Gunn, sono riusciti a diventare dei
personaggi amatissimi dagli affezionati del MCU. Tra i membri del team
disfunzionale, però, ce n’è uno in particolare che è riuscito a
catturare il cuore dei fan grazie alle sua apparente innocenza e al
suo modo così bizzarro e al tempo stesso tenero di comunicare:
stiamo ovviamente parlando di Groot.
Il sacrificio compiuto dall’albero
antropomorfo senziente per salvare i suoi compagni Guardiani aveva
letteralmente spiazzato i fan, desiderosi di conoscere ancora più a
fondo il personaggio. Fortunatamente, dopo la battaglia di Xandar,
Rocket Raccoon ha utilizzato parte dei resti del corpo di Groot per
dare vita ad una nuova versione dello stesso, nota come
Baby Groot, divenuto in brevissimo tempo un vero e
proprio fenomeno della cultura pop.
Fin dall’uscita di
Guardiani della Galassia Vol. 2,
James Gunn ha sempre specificato che questo Groot e l’originale
sono due personaggi diversi. Tuttavia, i fan si sono sempre chiesti
se la versione adulta avrebbe mai fatto ritorno. La risposta che
scioglie finalmente qualsiasi tipo di dubbio è arrivata da Gunn in
persona, che di recente ha risposto ad alcune domande dei fan
attraverso il suo account Instagram.
Un fan ha chiesto al regista e
sceneggiatore se e quando avremmo potuto rivedere la forma adulta
di Groot. La risposta di Gunn è stata inequivocabile:
“Purtroppo quel Groot originale non è più con noi. Quindi, a
meno che non ci sia un prequel di qualche tipo, non lo vedremo
più”. In passato Vin Diesel, voce ufficiale del personaggio,
aveva dichiarato che, in realtà, non avevamo ancora visto il Groot
adulto nel MCU. In effetti, dal momento che Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà
ambientato dopo Avengers:
Endgame e Thor: Love and Thunder, Groot,
indipendentemente dal Blip, sarà più vecchio.
Sono stati annunciati ben tre
titoli “ufficiali” per
Spider-Man 3, il film che vedrà Tom
Holland tornare nei panni dell’arrampicamuri di
quartiere. Dopo il finale turbolento di
Spider-Man: Homecoming, questi nuovi titoli,
annunciati da Holland, Zendaya e Jacob Batalon
su Instagram, potrebbero essere o uno scherzo della produzione,
oppure una importante indicazione di ciò che ci aspetta.
I titoli in questione sono:
Spider-Man: Home Slice, Spider-Man: Phone
Home e Spider-Man: Home-Wrecker. Dal
momento che sappiamo che nel film torneranno diversi villain del
passato cinematografico del personaggio, tra cui Electro di
Jamie Foxx (The Amazing Spider-Man 2) e il
Doctor Octopus di Alfred Molina (Spiderman 2), e visto che
i tre loghi pubblicati dai tre attori sono di colori diversi, si
potrebbe ipotizzare che ogni titoli si riferisce ad una linea
narrativa, ad uno scontro, oppure ad una linea temporale per il
nostro eroe, visto che ci stiamo affacciando nel multiverso.
In attesa di saperne di più, potete
ammirare di seguito i tre titoli del film e fare le vostre
congetture. Nelle condivisioni possiamo anche ammirare tre nuove
foto dal film in cui vediamo protagonisti sempre Peter, MJ e
Ned:
Le riprese di Spider-Man
3 sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom
Holland,
Zendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori,
Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise.
Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, Benedict
Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo
in Doctor Strange e il Multiverso della Pazzia,
diretto da Sam Raimi, Jamie Foxx che tornerà a vestire i panni
di Electro, come in The Amazing Spider-Man
2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor
Octopus di Spiderman 2.
Il film è diretto da Jon
Watts e prodotto da Kevin Feige per i
Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al
cinema a dicembre 2021.
“Se rimango nella memoria di chi
mi ha amato e mi ricorda, io vivo lo stesso. Questa almeno è la mia
tesi”. Così si racconta Lucio Fulci, regista
matto, geniale, allegro e disperatissimo, davanti alla regista
Antonietta De Lillo e al critico Marcello
Garofalo nella sorprendente e unica conversazione uncut
Fulci Talks, che si vedrà in anteprima
sulla piattaforma MYmovies lunedì 8 marzo
nell’ambito del programma del Noir in Festival.
Il Noir in Festival, nella sua edizione del Trentennale in
programma online dall’8 al 13 marzo prossimi, a 30 anni dal suo
ultimo lavoro (Le porte del silenzio) rende omaggio a
Lucio Fulci, che rimane un autore di culto e uno sperimentatore che
non è possibile costringere dentro una sola definizione, anche se
il suo successo si deve soprattutto a pellicole in cui il mistero e
l’horror vanno a braccetto. “Alcuni mi ritengono completamente
pazzo”, diceva di sé, “perché tento sempre di uscire dal
genere, tento di essere un terrorista del genere”.
“Sono grata a Marcello Garofalo” – scrive Antonietta De
Lillo nella presentazione al film – “per aver reso possibile
questo incontro e per la sua lungimiranza nell’aver capito con
tanto anticipo che il futuro del cinema sarebbe stato nel
superamento delle barriere tra il cinema di genere e quello
d’autore”. Dopo la presentazione del film,
martedì9 marzo verrà proposto un
focus sul ritratto, alla presenza di Antonietta De Lillo, Marcello
Garofalo, del musicista Fabio Frizzi e della figlia Antonietta
Fulci, per raccontare il lavoro di recupero del materiale inedito
di una delle ultime lunghe interviste rilasciate dal maestro
trent’anni fa, in un’operazione di found footage e
rielaborazione già sperimentata dalla regista in La
pazza della porta accanto con la sua conversazione
con Alda Merini. Questo incontro sarà visibile sui canali social
del Festival (Facebook e YouTube).
L’omaggio a Lucio Fulci, che sarà articolato riproiettando 5
suoi film cult, prenderà il via, ad accesso gratuito e posti
limitati, nella sala virtuale di MYmovies, al termine della serata
di pre-apertura del Noir in Festival, domenica 7
marzo. A introdurre il primo film della rassegna,
Una sull’altra (1969), una live notturna
su social del festival tra Giorgio Gosetti e lo
youtuber Federico Frusciante. Nelle altre serate
della manifestazione verranno proiettati: Non si sevizia un
paperino (1972), Sette note in nero (1977),
Quando Alice ruppe lo specchio(1988) e il film di commiato
Le porte del silenzio (1991).
“Il recupero di una tradizione preziosa del cinema italiano
di genere”, dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “una
stagione in cui tra gli anni ’60 e ’70 fiorì una generazione di
talenti che faceva della trasgressione e dell’inventiva la bandiera
creativa, senza preclusioni e steccati fra cinema ‘alto’ e cinema
‘popolare’, è una delle caratteristiche del nostro programma di
quest’anno. Siamo grati ad Antonietta De Lillo così come alle
società di distribuzione Minerva Group e R.T.I. per averci
consentito un’incursione nella memoria che è indicazione
preziosa per una nuova generazione di autori e
spettatori”.
Da sempre considerata una delle
principali icone videoludiche, nonché l’eroina dei videogiochi più
famosa al mondo, l’esploratrice Lara Croft è
ancora oggi protagonista di una saga a lei dedicata, ideata nel
1996 da Toby Gard. Questa è inoltre arrivata al
cinema nel 2001 e nel 2003, interpretata da Angelina
Jolie. Dopo il successo del primo
film è infatti arrivato un sequel, intitolato Tomb
Raider – La culla della vita, diretto da Jan
de Bont, noto per essere stato il direttore della
fotografia di Trappola di cristallo e Caccia a Ottobre Rosso.
Tanta azione dunque, resa ancor più epica dalla grande presenza
scenica della sua protagonista.
Non basato sui videogiochi della
saga, il film intraprende un proprio percorso, distaccandosi così
da quanto poteva risultare prevedibile ai conoscitori del
personaggio. Nonostante ciò, sono comunque stati utilizzati diversi
oggetti classici di Tomb Raider, che non hanno mancato di
entusiasmare i fan. Girato tra la Grecia, la Cina e l’Africa,
questo si è inoltre avvalso di grandi ambienti naturali utili a
sottolineare la componente di avventura esotica particolarmente
presente nei videogiochi. Rispetto al primo film, Tomb Raider –
La culla della vita ha avuto un budget di poco inferiore,
attestato intorno ai 95 milioni.
Ciò non ha impedito al film di
risultare come un inaspettato flop al box office, arrivando ad un
guadagno di circa 156 milioni, più di cento in meno rispetto al
precedente capitolo. Eppure questo sequel è ancora oggi un prodotto
ricco di fascino, che ha dimostrato un grande miglioramento
rispetto al suo predecessore. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel cancellato.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Tomb Raider – La culla della
vita: la trama del film
Protagonista del film è l’archeologa
Lara Croft, la quale instancabile è ora intenta ad
organizzare una spedizione presso l’antico Tempio della Luna,
storico edificio un tempo appartenente ad Alessandro Magno. Qui
ritrova infatti preziosi tesori come una sfera d’ambra e un
medaglione dorato. Entrambi questi oggetti le vengono però
sottratti da un temibile boss della malavita cinese di nome
Chen Lo, il quale prima di fuggire intrappola Lara
in una condizione di morte certa. Riuscita a sfuggire
miracolosamente, la giovane incontra alcuni agenti dell’MI6, i
quali le affidano una delicata missione.
Lara dovrà infatti ritrovare ed
entrare in possesso dell’antico Vaso di Pandora, un artefatto
contenente un virus estremamente letale, in grado di sterminare
l’umanità intera. Per ritrovarlo, però, l’archeologa dovrà prima
riconquistare la sfera rubata, unico oggetto in grado di guidarla
al luogo giusto. A complicare la situazione vi sono ovviamente una
serie di ostacoli. Lara non è l’unica sulle tracce del Vaso, ma
anche il bioterrorista internazionale Jonathan
Reiss, il quale intende diffondere il virus allo scopo di
arricchirsi vendendo il vaccino al mondo intero. Per sua fortuna,
la protagonista potrà contare sull’aiuto del suo vecchio amante
Terry Sheridan, ma il tempo a disposizione è poco
e dovrà agire quanto prima.
Lara Croft – La culla della
vita: il cast del film
Ad interpretare nuovamente la
celebre protagonista vi è l’attrice premio Oscar Angelina Jolie,
la quale ancora una volta si è sottoposta ad un allenamento
intensivo al fine di poter interpretare da sé quanti più
combattimenti e spericolate acrobazie. Contrariamente al primo
film, invece, dove si era cercato di esagerare la dimensione del
seno del personaggio attraverso speciali reggiseni, per questo film
l’attrice ha richiesto che Lara Croft fosse dotata di misure più
realistiche. La Jolie è ancora oggi l’interprete preferita di molti
per questo personaggio. Eppure inizialmente sembrava voler
rinunciare a tale ruolo. L’attrice Kelly Brook si
è imposta come la principale indiziata per sostituirla, ma la
notizia è stata poi smentita.
Accanto alla Jolie, si ritrovano
noti nomi del panorama cinematografico internazionale. Primo tra
tutti Gerard Butler.
Prima di diventare celebre per il ruolo di Leonida in 300,
questi ha infatti qui interpretato Terry Sheridan, l’ex amante
della protagonista. Ciarán Hinds, recentemente noto per aver
dato vita a Steppenwolf in Justice League, è invece il
bioterrorista Jonathan Reiss. Djimon Hounsou
è presente nei panni di Kosa, mentre Simon Yam è
il boss criminale Chen Lo. Rispetto al precedente capitolo non
hanno invece ripreso i loro ruoli l’attore Daniel Craig e
Jon Voight. Quest’ultimo, che interpretava il
padre della protagonista, è realmente il genitore della Jolie, con
la quale però non vanta buoni rapporti.
Tomb Raider – La culla della
vita: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming
e in TV
Pur non avendo raggiunto lo stesso
successo del precedente film, per i produttori questo sequel
aveva guadagnato a sufficienza per garantire un terzo film. Questo
entrò così in produzione nel 2004, ma venne poi cancellato in
seguito alla rinuncia della Jolie al ruolo. L’attrice aveva infatti
dichiarato di non avere alcun desiderio di rivestire i panni
dell’archeologa, preferendo dedicarsi ad altri progetti. Per
diversi anni si è però tentato di riportare il personaggio sul
grande schermo, ma ciò diventerà realtà soltanto nel 2018. In
quell’anno è infatti uscito un reboot intitolato Tomb Raider, dove ad
interpretare la protagonista vi è l’attrice Alicia
Vikander.
Prima di vedere questo reboot però,
è possibile fruire di Tomb Raider – La culla della
vita grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 30 dicembre alle ore
21:00 sul canale Warner TV.
È iniziata (lunedì 22 febbraio) la
quinta settimana di riprese di Con
tutto il cuore il film che Vincenzo Salemme sta
girando a Napoli dove termineranno venerdì 6 marzo. In queste nuove
foto di scena vediamo Vincenzo Salemme e
Serena Autieri che nel film interpreta Clelia, una
ex fidanzata del professore di latino e greco Ottavio Camaldoli
interpretato da Vincenzo Salemme.
Con
tutto il cuore vede come protagonisti principali
Vincenzo Salemme, Serena Autieri, Cristina
Donadio, con la partecipazione di Maurizio
Casagrande. Fanno parte del cast anche Antonio
Guerriero, Sergio D’Auria, Andrea Di Maria, Vincenzo Borrino,
Gennaro Guazzo, Ciro Capano, Rodolfo Corsato, Marcello
Romolo. Con tutto il cuore è una
coproduzione Chi è di scena – Medusa Film
realizzata da Chi è di scena.
1 di 2
Vincenzo Salemme
ha tratto il film dalla sua opera teatrale “Con tutto il cuore”, e
racconta la storia di Ottavio Camaldoli, un professore di latino e
greco. Una brava persona. Onesto e galantuomo, “un fesso” insomma,
questa è la considerazione che hanno di lui le persone che lo
circondano. Ma cosa accadrebbe se a questo uomo indifeso, vittima
dei piccoli soprusi quotidiani, nella vita sociale, sul lavoro e
persino in famiglia venisse trapiantato il cuore di un altro?
Soprattutto se quest’altro, il donatore, fosse stato un delinquente
efferato dal sinistro soprannome di “‘O Barbiere”? Ottavio
Camaldoli, dopo averne ereditato il cuore si trasformerebbe
automaticamente in un malfattore? La scienza ci dice che queste
sono solo sciocche ed antiche credenze. Ma se invece donna Carmela,
la spietata mamma del Barbiere, fosse convinta che il figlio sia
ancora vivo grazie al cuore che batte adesso nel petto del
professore? Insomma, il nostro protagonista, dopo il trapianto,
diventerà Antonio Carannante detto “‘O Barbiere” o resterà comunque
Ottavio Camaldoli, laureato professore? Con
tutto il cuore uscirà nelle sale cinematografiche in
autunno distribuito da Medusa Film
Framing Britney
Spears, la docu-inchiesta della serie The New York Times
Presents, curata a livello televisivo dal Times, ripercorre
la burrascosa storia di Britney, dalla sua incredibile ascesa al
suo indecoroso declino. Analizza i suoi problemi con le dipendenze
e gli eccessi ai quali si è lasciata andare negli anni Duemila,
motivo per il quale le sue facoltà mentali sono state messe in
dubbio ed è stata considerata incapace di prendere autonomamente
decisioni e la sua tutela è stata affidata al padre, James “Jamie”
Spears. Prigioniera di se stessa, della sua casa Britney vive in
una campana di vetro lontana dai suoi fan e dal resto del mondo. È
questa l’immagine di Britney Spears che viene
dipinta dai sostenitori del movimento #FreeBritney, coloro che
sostengono che, da quando il padre James è diventato il tutore e
l’amministratore di tutti i suoi beni, la popstar si è chiusa in sé
stessa e cerca in modo disperato di chiedere aiuto.
Il documentario indaga
sulla verità di questa situazione che risulta ancora controversa:
il tribunale continua a mantenere James Spears come tutore legale
della cantante in tutto e per tutto malgrado la netta contrarietà
di Britney. Ci sono ancora molti punti oscuri da chiarire,
questioni irrisolte, polemiche e proteste che il Times ha deciso di
portare alla luce con questa inchiesta.
L’ultimo episodio di WandaVision
ha introdotto il concetto del “Nexus” nel
MCU. Grazie ad uno spot progettato ad hoc, creato per essere
l’ennesimo easter egg che stuzzica ciò che sta per accadere, la
scena in questione ha suscitato molte discussioni. Se da un lato i
fan più accaniti della Marvel potrebbero essere abbastanza
abituati al concetto di “Nexus”, dall’altra moltissimi spettatori
potrebbero non avere familiarià con il materiale originale.
Ecco quindi che
Screen Rant ha raccolto 10 cose che bisogna sapere prima di
un’eventuale introduzione del “Nexus”, l’entità che altera la
realtà:
1Il futuro del Nexus
Il modo in cui il Nexus
potrebbe avere un impatto sul futuro del MCU resta ovviamente da
vedere, ma con il Multiverso che diventerà una parte importante del
sequel di Doctor
Strange e di
Spider-Man 3, il Nexus potrebbe essere la chiave di
tutto.
Quicksilver è già
apparso dalla timeline di Fox e collegamenti ancora più scioccanti
di questo potrebbero accadere, grazie proprio alla manomissione del
Nexus. L’introduzione della Time Variance Authority si aggiunge a
questa speculazione.
Quella di Simon Spier è la storia
di un diciassettenne ricco di dubbi e insicurezze, che riesce però
a scoprire sé stesso e il proprio orientamento sessuale grazie alla
presenza di persone speciali intorno a lui. La sua vicenda,
raccontata nell’acclamato Tuo, Simon, sembra proprio quella di un
perfetto film con lieto fine. Una conclusione a cui però non tutti
hanno modo di aspirare. Proprio da questa premessa ha dunque inizio
la serie Love, Victor, disponibile
su Disney+a partire dal 23
febbraio. Il giovane protagonista inizia da subito con il
prendersela con Simon, poiché non tutti sono fortunati come lui.
Seguendo questo nuovo personaggio si ha infatti modo di entrare in
contatto con realtà ben diverse e più simili alla realtà dei
fatti.
Si tratta dunque di uno spin-off
del film, a sua volta basato sul romanzo Simon vs. the Homo
Sapiens Agenda. Ideata da Isaac Aptaker ed
Elizabeth Berger, la serie segue
Victor (Michael Cimino) nel suo
viaggio alla scoperta di sé stesso. Da poco trasferitosi in una
nuova città, questi si trova infatti a doversi abituare ad un
contesto particolarmente nuovo e potenzialmente ricco di insidie.
Mentre affronta alcune difficoltà all’interno di un ambiente
famigliare di tradizione latino-americana, Victor dovrà fare anche
i conti con quello scolastico, tra amici, nemici e potenziali cotte
sentimentali. Il suo più grande interrogativo ruota infatti attorno
alla scoperta e alla definizione del suo orientamento sessuale.
La complessa scoperta di sé
stessi
Sono sempre di più le serie che
esplorano il mondo della sessualità giovanile, dalla spensierata
Sex Education di Netflix
alla più audace Euphoria di HBO.
Rispetto a queste due, Love, Victor potrà forse non
presentare evidenti particolarità, ma i suoi punti di forza si
nascondono proprio in un racconto che trova sincerità nella sua
semplicità. Già a partire dalla presentazione del protagonista si
delineano infatti una serie di sottotesti e contesti che accrescono
l’interesse tanto verso il personaggio quanto per la sua storia.
Victor è un giovane di origini latinoamericane, appena trasferitosi
dal Texas. Si tratta di uno Stato notoriamente conservatore che,
senza voler generalizzare, non è noto per la sua benevolenza verso
le minoranze.
Se il “problema” di Simon era
“solo” quello di riuscire ad essere accettato per la sua
omosessualità, Victor si trova dunque a dover gestire ulteriori
problematiche. A partire da ciò si evidenza dunque l’importanza che
una serie come questa può avere nell’attuale panorama di prodotti
per adolescenti e giovani. Si va infatti a spogliare la storia di
Tuo, Simon di quegli elementi che potrebbero averla resa
distante dalle problematiche vissute ogni giorno dai ragazzi alla
ricerca di sé stessi. Gli amici e i famigliari comprensivi vengono
dunque qui sostituiti con personaggi che manifestano più sfumature
e che rientrano meno nei classici stereotipi.
Vi sono ovviamente gli elementi
ricorrenti di questo genere, dall’amico buffo al bello di turno,
dal bullo alla caotica festa in villa. Eppure ognuno di questi
riesce a mostrare qualcosa di nuovo capace di renderlo più
interessante agli occhi dello spettatore. Più di ogni altra cosa,
però, la serie non sembra partire subito con il presupposto che il
protagonista sia già consapevole della propria omosessualità. Il
suo orientamento è ancora tutto da scoprire e l’attrazione che egli
prova tanto per un ragazzo quanto per una ragazza lascia aperte una
serie di possibilità particolarmente attraenti. Da questo punto di
vista Love, Victor non si configura come la necessità di
capire come rivelare qualcosa agli altri, bensì come il bisogno di
capire prima di tutto qualcosa di sé, per sé.
Love, Victor: la delicatezza alla
base di tutto
Trattare tutto ciò è oggi quanto
mai complesso, e rischia di portare in territori particolarmente
impervi. Il pericolo è ancor più alto nel momento in cui, come
avviene qui, si inseriscono anche elementi relativi
all’appartenenza etnica. Per evitare di rendere la serie
eccessivamente pesante o involontariamente superficiale, i due
autori optano per la strada della delicatezza. Affidandosi ad essa,
Love, Victor assume quel tono spensierato che solo le
migliori storie di questo genere riescono a vantare. Il
protagonista vive con un certo peso ciò che gli accade intorno e
dentro di sé, ma si tratta di un percorso vissuto con la
consapevolezza che il traguardo ripagherà di fatiche e dolori.
L’attore protagonista, Michael Cimino, risulta
straordinariamente adatto a far trasparire tutto ciò.
Sin da subito, dunque, Love,
Victor si presenta come la storia giusta per raccontare una
serie di difficoltà universali. Questa vuole essere un buon
esempio, ma sembra anche preannunciare di non avere una risposta
valida per tutti. È per questo che lo spettatore viene invogliato a
seguire Victor passo dopo passo, scoprendo insieme a lui tutto ciò
che conta sapere. Basterà intraprendere la visione dei primi
episodi per lasciarsi conquistare dall’atmosfera, scoprendo di
trovarsi dinanzi ad un prodotto che non intende affatto addolcire
la pillola. La serie, rilasciata come Star Original, era
infatti stata giudicata troppo matura per il target di spettatori
tipici di Disney+. Ai fini di una più realistica
rappresentazione di questo tipo di vicende, ciò non può essere che
visto come un bene.
The Book of
Vision, visionaria opera diretta da Carlo S.
Hintermann con la produzione esecutiva di Terrence Malick,
è stata acquisita per la distribuzione cinematografica da RS
Productions, e sarà disponibile in anteprima sulla piattaforma
streaming Chili dal 26 febbraio, entrando così di diritto nella
finestra per le votazioni dei David di Donatello. The Book of
Vision è il primo lungometraggio di finzione che RS
Productions distribuirà in Italia. RS Productions, fondata nel
2019, segna così un importante passo in avanti nel settore,
aggiudicandosi i diritti per la distribuzione italiana di uno dei
film di punta della scorsa stagione cinematografica che ha aperto
la 35° edizione della Settimana Internazionale della Critica
nell’ambito della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia.
The Book of
Vision è una produzione Citrullo International
dall’alto valore estetico, con un cast internazionale:
Charles Dance, attore inglese star della serie
TV Game of Thrones, Lotte
Verbeek, molto nota al mondo delle serie TV (The Black
List, Outlander, I Borgia), Sverrir
Gudnason protagonista di Borg
McEnroe, Isolda Dychauk (I
Borgia, Faust, TwoGirls) e Filippo
Nigro.
The Book of
Vision, co-prodotto con LuminousArts Productions (UK)
EntreChien et Loup (Belgio) e con Rai Cinema e il sostegno della
Direzione Generale Cinema e la Provincia di Trento, è un viaggio
affascinante attraverso il passato e il presente, la vita e la
morte, il dolore più profondo e l’amore incondizionato, con
immagini uniche realizzate da un cast tecnico di prim’ordine.
Direttore della fotografia è Joerg Widmer, tra i
più celebrati direttori della fotografia europei. Nel tempo ha
collaborato con registi iconici come Wim Wenders, Quentin
Tarantino, Michael Haneke, Roman Polanski e Bela Tarr e curato la
fotografia degli ultimi film di Terrence
Malick. Scenografo David Crank, considerato
uno dei più talentuosi scenografi americani. Abituale collaboratore
di Paul Thomas Anderson (ha realizzato le scenografie
de Il Petroliere, The Master, e Vizio
di forma) ha collaborato anche con Steven Spielberg
per Lincoln e con Terrence Malick
in The New World, The Tree of Life e To
the Wonder. Grande importanza è data ai costumi
curati da Mariano Tufano che ha lavorato in un grande
numero di film italiani e internazionali (Il Piccolo Mondo
Antico, L’importanza di chiamarsi Ernesto, La passione di Cristo,
Tristano e Isotta e Nuovomondo – Leone
d’argento e Rivelazione alla Mostra del cinema di Venezia, 2006 –
con il quale ha vinto il David di Donatello per i costumi nel 2007)
e costumista dell’ultimo film di Paolo Sorrentino È stata
la mano di Dio.
Domenica 4 aprile arriva in
prima assoluta su Sky Cinema e in streaming su NOW TV il nuovo film
Sky Original
Genitori vs Influencer, diretto da
Michela Andreozzi e da lei scritto a quattro
mani con Fabio Bonifacci. Una commedia per
famiglie che racconta la storia di un padre single alle prese con
la figlia adolescente. Nel cast Fabio Volo, la
giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest –
Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis.
Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani,
Nino Frassica,
Paola Minaccioni,, Massimiliano Vado,
Michela Andreozzi e con l’amichevole
partecipazione di Massimiliano Bruno.
Genitori vs Influencer è prodotto da Paco
Cinematografica di Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, in
coproduzione con la spagnola Neo Art Producciones
e con Vision Distribution.
In
Genitori vs Influencer Quanto è difficile
oggi essere il padre single di una teenager? Paolo (Fabio
Volo), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua
figlia Simone – alla francese- (Ginevra Francesconi), con cui
ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente
nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager
che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone,
tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo
idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo
detesta. Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo
inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della
stessa Simone che diventa la sua web manager. La fama
inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli
farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura,
possono regalarti una possibilità.
«Con le sale cinema ancora
chiuse sono grata dell’opportunità che offre Sky di portare il
cinema nelle case di tutti – ha dichiarato la regista,
Michela Andreozzi -. Sono felice di poter
offrire alle famiglie un piccolo momento di svago stando seduti sul
proprio divano.
Genitori vs Influencer è la mia commedia più
family, quindi in qualche modo anche la più adatta ad essere vista
da genitori e figli insieme. Voglio considerare questo film
come il mio regalo di Pasqua per tutto il pubblico che ama il
cinema».
«La sceneggiatura ci
ha convinti subito – spiega Margherita Amedei, senior
director di Sky Cinema – una commedia adatta a tutta
la famiglia, che ha il merito di raccontare con ironia e
intelligenza il rapporto senza tempo tra genitori e figli
adolescenti, inserendolo nel contesto di oggi, con i social network
e l’avvento dei nuovi teen idol, gli influencer. Michela Andreozzi
è stata ancora una volta molto abile nel regalare emozioni e risate
affrontando un tema d’attualità con grande leggerezza e
divertimento. Ci ha particolarmente entusiasmati il cast, a partire
dai giovanissimi attori, davvero convincenti nell’interpretare
ruoli che sfuggono ai tradizionali cliché».
Come spiegano i produttori,
Isabella Cocuzza e Arturo Paglia,
quello affrontato dal film è un tema di grande attualità: «Come
genitori boomer di 4 ragazze adolescenti super social sentivamo la
necessità di trattare un tema così ingombrante e complesso. Michela
è riuscita a centrare perfettamente il punto raccontando uno
spaccato generazionale in modo divertente ironico e romantico senza
giudicare buoni e cattivi dove siamo certi ognuno troverà qualcosa
di familiare».
«In questo particolare momento
che la nostra industria sta attraversando, siamo felici di portare
al pubblico, insieme a Sky, il terzo film di Michela
Andreozzi, regista che stimiamo e con la quale abbiamo cominciato
un percorso fin dalla sua opera prima Nove Lune e
Mezza – commenta Massimiliano Orfei, COO di
Vision Distribution -. Una commedia divertente per
tutta la famiglia, Genitori Vs Influencer, nella quale si
incontrano e confrontano due generazioni sui diversi punti di vista
rispetto al presente digitale e il suo giusto uso e consumo. Fabio
Volo, Ginevra Francesconi e Giulia De Lellis insieme ad un cast
ricco e divertente ci offrirà l’occasione di ragionare con il
sorriso».
Grazie al nuovo franchise di
Spider-Man totalmente integrato nel MCU, Tom
Holland e Zendaya hanno dato vita, nei panni
rispettivamente di Peter Parker e Michelle “MJ” Jones, ad una delle
nuove coppie cinematografiche più amate degli ultimi anni. In
particolare, grazie agli eventi di
Spider-Man: Far From Home, le dinamiche tra i due
personaggi sono stati maggiormente arricchite, permettendo alle due
giovani star di sfoggiare una chimica sullo schermo davvero
invidiabile.
I due attori sono attualmente
impegnati sul set di
Spider-Man 3, che dovrebbe arrivare nelle sale di
tutto il mondo il prossimo dicembre. Nella scena durante i titoli
di coda di
Far From Home, l’identità di Spider-Man è stata
ufficialmente rivelata al mondo intero, quindi c’è parecchia
eccitazione in merito a quella che sarà la trama del threequel.
Sappiamo inoltre che
Spider-Man 3 affronterà il tema del Multiverso e
riporterà indietro molti personaggi dell’universo dell’Uomo Ragno,
incluso l’Electro di Jamie Foxx e il Doctor Octopus di Alfred Molina.
Naturalmente, al di là di tutti
questi aspetti, i fan non vedono l’ora di scoprire anche come si
evolverà la relazione tra Peter ed MJ nel terzo capitolo. In una
recente intervista con
Backstage, Tom
Holland ha parlato proprio del suo speciale
rapporto con Zendaya, rivelando come l’attrice l’abbia
aiutato tanto dal punto di vista umano quanto dal punto di vista
professionale, al pari di quanto aveva già fatto Robert Downey Jr.
“Quando abbiamo iniziato a
girare il primo Spider-Man, io lei e Jacob Batalon siamo diventati
grandi amici”, ha spiegato Holland. “È stata veramente
importante per me, perché in quel momento la mia vita stava
cambiando: non solo stavo girando un grande film e avevo
l’opportunità di girare il mondo, ma le persone iniziavano a
riconoscermi. Inevitabilmente, devi comportarti in un certo modo.
Hai delle responsabilità, anche nei confronti dei piccoli
spettatori. E Zendaya mi è stata davvero utile in questo processo.
Non si può davvero dire nulla contro di lei. È semplicemente
perfetta.”
Tom Holland e l’influenza di Zendaya sulla sua vita
“È stato meraviglioso avere
qualcuno come lei dalla mia parte, mi ha davvero aiutato a crescere
durante quel periodo”, ha continuato l’attore. “Ho anche
commesso degli errori. C’è stato un periodo in cui odiavo scattare
foto insieme alla gente. Chiedevo di essere lasciato in pace. Ma
lei mi ha fatto capire che il mio sottrarmi mi avrebbe procurato
ancora più stress. Dovevo solo essere gentile. E aveva ragione! Ha
reso quel periodo davvero incredibile. Averla come amica è stato
incredibilmente prezioso per il mio successo e per la mia carriera,
ma anche e soprattutto per la mia vita.”
È uno dei titoli che
accompagnano l’inaugurazione di Star, Godfather of
Harlem, disponibile su Disney+ all’interno
dell’offerta del suo nuovo canale che offrirà contenuti più adulti
ai suoi abbonati. E non a caso si tratta di una storia di violenza,
di mafia, di potere e di lotta per i diritti civili.
Ispirato a persone ed
eventi reali, Godfather of Harlem reimmagina la
storia del famigerato boss del crimine Bumpy Johnson (il vincitore
Premio Oscar Forest Whitaker), che nei primi anni ’60 torna
dopo dieci anni di prigione e trova in rovina il quartiere che un
tempo governava. Con le strade controllate dalla mafia italiana,
Bumpy deve affrontare la famiglia criminale Genovese, che nel
frattempo aveva steso la sua mano su Harlem, per riprendere il
controllo. Durante la brutale battaglia, forma un’alleanza con il
predicatore radicale Malcolm X (Nigél Thatch) e la
loro storia si interseca tra l’ascesa politica di Malcolm, in pieno
sconvolgimento sociale, e una guerra di mafia che minaccia di fare
a pezzi la città. Godfather of Harlem è una collisione tra la
malavita e il movimento per i diritti civili durante uno dei
periodi più tumultuosi della storia americana.
Godfather of Harlem: reimmaginando una storia vera
Scritto da Chris
Brancato e da Paul Eckstein,
Godfather of Harlem deve la sua esistenza al suo
produttore esecutivo e protagonista, Forest Whitaker, che ha scelto di indagare per
prima cosa luoghi e persone, per ricreare il suo Bumpy Johnson,
nato Ellsworth Raymond Johnson, che per 38 anni
governò a tutti gli effetti il grande quartiere di New York, per il
quale era “uomo d’affari, un padre di famiglia, un poeta, uno
stratega, un giocatore di scacchi”, a tutti gli effetti un
supervisore, un padrino.
L’aspetto più
interessante di questa storia è che la malavita si intreccia con la
politica, in una circostanza che però ha come obbiettivo il bene
comune, o almeno queste erano le motivazioni di Malcolm X, che si
alleò con il boss per portare avanti la sua rivoluzione per la
difesa e la promozione dei diritti civili dei neri. A interpretare
il politico radicale è stato chiamato Nigél
Thatch, che aveva già interpretato il personaggio storico
in Selma, di Ava DuVernay, e che
qui torna ad offrire non solo i suoi tratti, ma il suo spirito ad
una delle figure più fondanti e controverse della storia
americana.
Tra Whitaker e
Thatch si inserisce un gigantesco, non solo per la sua stazza,
Vincent D’Onofrio, a cui è stato affidato il
ruolo di Vincent Chin Gigante, appartenente alla
famiglia italiana che aveva preso il controllo della zona in
assenza di Johnson, e che era un personaggio violento e
profondamente razzista. Molte sono le dichiarazioni di D’Onofrio
proprio in merito alla sgradevolezza del suo personaggio, che
spesso, ha detto, era difficile da interpretare perché gli lasciava
addosso un’energia negativa che lo seguiva fino a casa. Lo sforzo
interpretativo dell’attore è stato però premiato da un risultato
eccellente, come ci ha abituato da molto tempo fino a oggi.
Un’altra difficoltà riscontrata da D’Onofrio, è stata che se
Whitaker e Thatch hanno avuto la possibilità di parlare e
confrontarsi con i parenti delle persone chiamate ad interpretare,
o comunque di avere riferimenti audiovisivi su cui studiare il
personaggio, per lui questo non è stato possibile, il che aggiunge
un grado di difficoltà ulteriore alla performance.
Tuttavia, proprio questo
elemento introduce una componente a cui la piattaforma produttiva
tiene molto, ovvero che la storia, pur basandosi su fatti reali, è
stata oggetto di drammatizzazione e invenzione, per rendere i fatti
raccontati più adatti alla struttura seriale, che prima di tutto
tende all’intrattenimento. Nei comunicati ufficiali di Godfather of
Harlem si legge infatti che “nonostante questa storia sia
ispirata a eventi reali, alcuni personaggi, caratterizzazioni,
fatti, luoghi e dialoghi sono stati romanzati o inventati per
necessità di drammatizzazione”.
Se Godfather of
Harlem trova il suo punto di forza principalmente nelle
interpretazioni degli attori, così solidi e in parte, è anche una
serie tv che è un piacere guardare da un punto di vista estetico,
visto che offre una ricostruzione davvero curata e attenta degli
anni Sessanta ad Harlem, e pure se spesso indugia su scenari
trasandati e non certo gradevoli, lo fa con una ricercatezza e una
verità filologica che non fanno altro che arricchire il valore
complessivo del lavoro svolto.
I primi due episodi di
Godfather of Harlem saranno disponibili su
Disney+ dal 23 febbraio, mentre dal 26
in poi verranno resi disponibili in streaming gli altri otto
episodi della prima stagione.
Sappiamo tutti quanto la produzione
di Justice
League sia stata incredibilmente travagliata.
Zack Snyder ha dovuto abbandonare il film nel
bel mezzo delle riprese a causa di una tragedia familiare. Il
regista venne quindi sostituito da Joss Whedon, che aveva già lavorato per i
Marvel Studios occupandosi delle
regie di The Avengers e Avengers:
Age of Ultron.
È altrettanto noto a tutti quanto
la versione cinematografica di Justice
League, ossia il film arrivato nelle sale nel 2017 e
portato a compimento proprio da Whedon, abbia totalmente stravolto
la visione originale di Snyder, regalando di fatto al pubblico un
film completamente “alternato” tanto nella forma quanto nel
contenuto. Proprio per questo, dopo alcuni anni di campagne a
sostegno del lavoro di Snyder, il regista è finalmente riuscito ad
ottenere il via libera della Warner Bros. per lavorare al suo
taglio del cinecomic e permettere finalmente ai suoi fan di poterne
godere.
La Snyder Cut di Justice
League arriverà su HBO Max il prossimo 18 marzo e
proprio in questi giorni Zack Snyder è impegnato con l’attività
promozionale della sua bramatissima versione del film. In un nuovo
report di
Vanity Fair, che ha avuto la possibilità di intervistare
Snyder, viene rivelato un dettaglio assai curioso proprio in
relazione alla versione cinematografica e all’operato di Whedon: un
dirigente della Warner Bros. che ha richiesto di restare anonimo,
avrebbe rivelato alla rivista che anche allo studio non piaceva
quello che Whedon aveva fatto il film di Snyder.
Pare che i dirigenti non fossero
per nulla soddisfatti della leggerezza e della componente
umoristica del film, e che alla fine siano rimasti sconcertati dal
risultato finale. La fonte anonima, senza usare mezzi termini, ha
spiegato: “Quando abbiamo visto cosa aveva fatto Joss, siamo
rimasti a bocca aperta. Il ladro sul tetto… era sciocco, davvero
terribile. La famiglia Russa… praticamente inutile. Era veramente
imbarazzante e nessuno voleva ammettere che il risultato finale
fosse una m***a.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Disponibile dal 5 marzo su Disney+ con accesso Premier e, dove
possibile, nei cinema, Raya
e l’Ultimo Drago è il nuovo film d’animazione
Walt Disney. I registi Don Hall e
Carlos López Estrada, la produttrice Osnat
Shurer e gli sceneggiatori Qui Nguyen e
Adele Lim hanno partecipato ad un incontro on line
con la stampa, per raccontare questa nuova eroina che è principessa
e guerriera.
Una storia magica, un
viaggio avventuroso ma anche di speranza e di trasformazione. Come
si può descrivere però un personaggio come Raya?
Don Hall: “Una
delle cose che amo di Raya è il fatto che è un personaggio alquanto
complesso. Credo che sia da riconoscere che è una principessa, è la
figlia del capo, ma è anche una guerriera ed è tutta la vita che si
sta preparando per essere la custode della Gemma del Drago. Quindi
amo molto questo dualismo del personaggio. Inoltre tutto il film
verte sul tema della fiducia. Vediamo questo personaggio che ha
perso la fiducia nel popolo di Kumandra e su di lei si accumulano
notevoli pressioni. Dobbiamo vederla evolvere per recuperare la
fiducia nel mondo, e guardando il mondo sulla base delle sue
esperienze è chiaro che è difficile avere fiducia nel prossimo. Mi
piace la sua ferocia e la sua forza, mi piace il fatto che ha un
belò senso dell’umorismo ma è anche vulnerabile. Sono un suo grande
fan e amo molto anche Sisu.”
Quanto è importante
mantenere viva la fantasia nella nostra vita, soprattutto in questa
particolare fase?
Carlos López
Estrada: “Credo che in assoluto sia una delle cose più
importanti. Dobbiamo continuare ad alimentare la nostra fantasia,
dobbiamo continuare a rivolgerci a cose che possono entusiasmanti.
Io devo ringraziare la Disney, perché sono cresciuto vedendo questi
bellissimi film animati e questo ha seriamente modificato il mio
modo di vedrre le cose, la mia fantasia. E questo ha avuto un
effetto su come sono oggi. Mi auguro che Raya possa offrire
un’opportunità molto simile a grandi e piccoli. L’idea è che con
Raya si possa viaggiare in luoghi mai visti, scoprire personaggi
molto diversi e affascinanti, è un viaggio che consente di ampliare
la mente e riflettere su una serie di idee che sono importanti. Ma
al tempo stesso è anche un rifugio in un altro mondo. Penso che
questo sia un film molto importante.”
Il film è
decisamente multietnico. Quanto è stato importante per il
film?
Osnat Shurer:
“Questo progetto per alcuni di noi è molto personale. Si
trattava di capire quale fosse il messaggio da trasmettere, ma
anche di riflettere sulle divisioni che caratterizzano il nostro
mondo e su come le differenze possano creare antagonismi e quanto
sia importante superarle per noi, in tutto quello che facciamo.
Dobbiamo curarci degli altri, quindi per noi si trattava di
spostarci in un altro territorio, il Sud Est Asiatico e ci siamo
innamorati di questo senso di appartenenza di una comunità in cui
conti il noi e non l’io, nonostante le culture variegate di questo
territorio.”
Parliamo invece di Namaari
che è trai personaggi che cambia maggiormente nel corso del
film.
Adele Lim: “Io
adoro Namaari, ed è davvero il personaggio che più cambia.
All’inizio era la cattiva di turno, ma strada facendo si trasforma
e ci interessava molto capire la dinamica del suo rapporto con
Raya, dal momento che si tratta di un’amicizia femminile che in
genere non si vede spesso al cinema e nel cinema d’animazione. Lei
è Raya hanno la stessa origine: sono figlie di leader ed entrambe
vogliono la sopravvivenza del loro popolo, ma affronta questa sfida
in modo molto diverso. Ma l’esempio di Raya e dei suoi le offrono
un punto di vista differente. Lei è decisamente il mio personaggio
preferito.”
Quanto è importante
mantenere fede alle nostre tradizioni e preservarle?
Qui Nguyen:
“Sia per Adele che per me fare un film come questo, che è un
omaggio alla cultura del Sud Est Asiatico è particolarmente
importante perché è la nostra cultura e raramente nei grandi film
hollywoodiani i nostri figli possono assistere a qualcosa del
genere e identificarsi con gli eroi del grande schermo. Queste
immagini possono essere d’ispirazione per i nostri figli. Per noi è
stato un dono da parte nostra per loro, in modo tale da poterli
ispirare.”
Raya e
l’Ultimo Dragoarriverà su Disney+ il prossimo 5 marzo,
disponibile con account VIP e, dove possibile, arriverà anche sul
grande schermo.
Black Panther, il cinecomic Marvel uscito nelle sale nel 2018,
ha rappresentato un vero punto di svolta nella storia del MCU, se
non altro per il modo in cui il film è stato accolto a livello
mondiale da pubblico e critica, ma anche e soprattutto per
l’impatto che ha avuto sulla cultura afroamericana.
Guidato dal compianto Chadwick Boseman, il film vanta un cast
incredibile, composto quasi interamente da attori neri quali
Michael B. Jordan, Danai Gurira, Lupita Nyong’o, Angela Bassett e
Forest Whitaker. Tra questi figurava anche Daniel Kaluuya, esploso grazie all’horror
Scappa – Get
Out di Jordan Peele, che nel film ha interpretato
W’Kabi, il migliore amico di T’Challa, nonché capo della sicurezza
della Tribù di Confine, la prima linea di difesa del Wakanda.
Sappiamo che gran parte del cast del
primo film tornerà per Black
Panther 2, ma ad oggi il destino di W’Kabi è ancora
avvolto nel mistero. Kaluuya è attualmente impegnato con la
promozione del film
Judas and the Black Messiah e in una recente intervista
con Jemele Hill ha avuto
l’occasione di parlare del suo eventuale ritorno nel sequel Marvel.
L’attore ha confermato di non sapere ancora se sarà effettivamente
coinvolto in Black Panther
2, ma ha anche chiarito che sarebbe ovviamente disposto a
tornare se la storia lo richiesse.
“Sono quel tipo di persona che
guarderebbe comunque quel determinato film anche senza la propria
presenza, perché vorrebbe vederlo a prescindere”, ha spiegato
Kaluuya. “Se sono nel film e sono funzionale alla storia,
allora io ci sono. E resto di quest’idea”. W’Kabi aveva
soltanto un ruolo secondario in
Black Panther, tuttavia la sua storia non è stata portata
a termine alla fine del film.
Quale scenario per K’Wabi in Black Panther 2?
Il personaggio voltò le spalle a
T’Challa per sostenere Killmonger: ciò lo ha messo in conflitto con
Okoye e ha portato i due ad una resa dei conti nel finale
abbastanza repentina. Alla fine abbiamo assistito alla resa di
W’Kabi e al suo invio in prigione. Il personaggio potrebbe ancora
essere rinchiuso dopo tutti questi anni, oppure potrebbe essere
scappato durante il caos causato dallo Snap di Thanos, o
addirittura essere stato lui stesso una delle vittime della
decimazione. Ci sarebbe, quindi, più di un motivo valido per
riportare W’Kabi in Black Panther
2.
Black
Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto
da Ryan
Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di
recente è stato annunciato che l’attore Tenoch
Huerta è in trattative con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel. Huerta è noto per il
ruolo di Rafale Caro Quintero nella serie Narcos:
Mexico; il prossimo anno sarà tra i protagonisti
di The Forever Purge, quinto e ultimo capitolo
del celebre franchise horror/distopico. Al momento i dettagli sul
personaggio che l’attore interpreterà nel sequel
di Black
Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia
Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.