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Zachary Levi esprime il suo rammarico per il ruolo di Fandral nel franchise di Thor

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Di recente, Zachary Levi è stato ospite del Dragon Con 2021, dove ha avuto la possibilità di esporre nuovamente le sue idee in merito ad un eventuale scontro sul grande schermo tra i personaggi di Shazam e Black Adam. Tuttavia, l’attore ha avuto anche modo di riflettere a posteriori sulla sua esperienza con il Marvel Cinematic Universe.

Per chi non lo ricordasse, infatti, Levi ha interpretato Fandral in Thor: the Dark World e Thor: Ragnarok, nonostante all’inizio, ossia nel primo Thor del 2011, il personaggio sia stato interpretato da Josh Dallas, che ha dovuto rinunciare al ruolo per altri impegni. Nonostante l’attore abbia descritto il suo coinvolgimento nel MCU come “un sogno diventato realtà”, ha anche ammesso che inizialmente i Marvel Studios gli avevano parlato di un ruolo molto più corposo dei Tre Guerrieri in Dark World, senza nascondere una punta di delusione.

“Ad essere onesti, avevo visto il primo film e non mi sembrava che i Tre Guerrieri venissero usati bene”, ha dichiarato l’attore. “Quando ho firmato mi hanno detto che i Tre Guerrieri avrebbero avuto un ruolo molto più importante in Thor: The Dark World. In realtà non è stato così. Per non parlare di Thor: Ragnarok, dove non avevo davvero nulla da fare. Sapevo che sarei morto e, anche se non fossi morto, probabilmente mi avrebbe fatto comunque sparire in qualche modo. Chi voglio prendere in giro?”

Anche se il suo coinvolgimento con il MCU, alla fine, si è rivelato una sorta di delusione, Levi ha comunque sottolineato di essere grato per quell’esperienza: “Sono morto nell’Universo Marvel e poi sono rinato nell’Universo DC. Non posso esprimere a parole quanto sia incredibilmente bello e quanto io sia profondamente grato per tutto ciò.”

Venezia 78, foto dal red carpet: Valeria Golino, Jasmine Trinca, Valentina Cervi e…

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E’ stato presentato fuori concorso a Venezia 78, La Scuola Cattolica di Stefano Mordini con Benedetta Porcaroli, Valentina Cervi, Valeria Golino, Jasmine Trinca.

SINOSSI

In un quartiere residenziale di Roma sorge una nota scuola cattolica maschile dove vengono educati i ragazzi della migliore borghesia. Le famiglie sentono che in quel contesto i loro figli possono crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che quella rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 qualcosa si rompe e quella fortezza di valori inattaccabili crolla sotto il peso di uno dei più efferati crimini dell’epoca: il delitto del Circeo.
I responsabili sono infatti ex studenti di quella scuola, frequentata anche da Edoardo, che prova a raccontare che cosa ha scatenato tanta cieca violenza in quelle menti esaltate da idee politiche distorte e da un’irrefrenabile smania di supremazia.

COMMENTO DEL REGISTA

Questo film racconta l’ambiente da cui è germogliato il seme distorto che ha prodotto una delle pagine più nere dell’Italia del dopoguerra: il delitto del Circeo. I ragazzi protagonisti di questa storia hanno ricevuto tutti la stessa educazione. Sono dei privilegiati, il loro lato oscuro prende forma nelle pieghe di una vita normale, alto borghese. Sempre alle spalle di genitori che non si accorgono di nulla, neanche dell’odio che i figli provano per loro. Sarà solo dopo il massacro che ogni genitore di quel quartiere romano si chiederà, guardando il proprio figlio, se anche dentro di lui si possa annidare il germe di un mostro. Questa storia, che comincia qualche tempo prima e si conclude con il delitto stesso, vive di una domanda: quella società di cui facevano parte i colpevoli ha fatto veramente i conti con sé stessa?

Jean-Paul Belmondo: muore a 88 anni l’icona della Nouvelle Vague

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Jean-Paul Belmondo: muore a 88 anni l’icona della Nouvelle Vague

L’attore Jean-Paul Belmondo è morto nella sua casa di Parigi, all’età di 88 anni, Ha dato l’annuncio ufficiale il suo avvocato, Michel Godest, citato come fonte dalla France Presse.

“Era molto affaticato da qualche tempo. Si è spento serenamente”, ha riferito il legale. Icona della Nouvelle Vague, mostro sacro del cinema francese ed europeo, Belmondo ha girato circa 80 film. Il suo ruolo in A bout de souffle’ (Fino all’ultimo respiro) di Jean-Luc Godard ha cambiato la storia del cinema e lo ha innalzato a vera e propria leggenda della settima arte.

In Italia è ricordato anche per il suo ruolo ne La Ciociara al fianco di Sofia Loren.

Respect: dal 30 settembre al cinema il film con Jennifer Hudson

Respect: dal 30 settembre al cinema il film con Jennifer Hudson

L’attesissimo biopic dedicato all’indiscussa regina della musica soul Aretha Franklin, interpretata dal premio Oscar Jennifer Hudson (Dreamgirls), anticipa la sua data di uscita e arriverà nelle sale italiane giovedì 30 settembre, distribuito da Eagle Pictures. Il film racconta la straordinaria storia di una delle donne più incredibili di tutti i tempi: dall’infanzia – quando cantava nel coro gospel della chiesa di suo padre – fino alla celebrità internazionale.

La trama

Respect è la storia vera del viaggio di Aretha Franklin per trovare la sua voce, nel mezzo del turbolento panorama sociale e politico dell’America degli anni ’60.

Diretto dalla sudafricana Liesl Tommy, già regista di diverse serie tv di successo, Respect è inoltre interpretato dal Premio Oscar Forest Whitaker (L’ultimo Re di Scozia), il comico Marlon Wayans (Scary Movie, Ghost Movie), l’attore e cantante Tituss Burgess (Unbreakable Kimmy Schmidt), la pluripremiata ai Tony Award Audra McDonald (La Bella e la Bestia) e l’icona della musica R&B Mary J. Blige.

Shang-Chi: tutti i cameo del MCU presenti nel film

Shang-Chi: tutti i cameo del MCU presenti nel film

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli include diversi collegamenti al più ampio MCU, inclusi diversi cameo a sorpresa e il ritorno di personaggi assai noti ai fan. Scopriamo insieme quali sono, ma ovviamente… attenzione agli spoiler!!!

Wong

Benedict Wong ritorna nei panni di Wong, uno dei maestri delle arti mistiche. Ciò era stato confermato direttamente nel trailer ufficiale del film. All’inizio appare come uno dei partecipanti ai tornei di lotta  clandestini gestiti da Xialing (Meng’er Zhang), sorella di Shang-Chi. Vediamo Wong vincere la sua partita, e teoricamente parte del premio in denaro. Poi, se ne va per la sua strada.

Alla fine del film, però, Wong torna per reclutare Shang-Chi e dargli il benvenuto nell’universo più ampio impostato dal MCU. Wong è incuriosito dai Dieci Anelli dopo averli “percepiti” quando Shang-Chi li ha usati per la prima volta. Il film segna la quarta apparizione di Benedict Wong nel MCU

Abominio

In Shang-Chi, Abominio ha fatto il suo ritorno a sorpresa nel MCU, anche lui come uno dei partecipanti ai tornei di lotta clandestini. Emil Blonsky è colui he combatte Wong sul ring prima che Shang-Chi combatta contro Xialing. Il film suggerisce che lui e Wong stanno lavorando insieme o che, comunque, sono alleati, e sembra che alla fine Wong riporti Abominio al Raft.

Tim Roth ha interpretato Blonsky ne L’incredibile Hulk, ma il film del 2008 è stata l’ultima volta in cui è riuscito a dare vita ad Abominio. La sua storia si è conclusa con il governo che lo ha rinchiuso, con lo SHIELD che ha ottenuto la custodia di Abominio e lo ha criocongelato in Alaska. Shang-Chi conferma che le cose sono cambiate, anticipando alcuni importanti sviluppi nella vita di Abominio durante l’ultimo decennio, che potrebbe essere approfontie nella serie Disney+ She-Hulk, dove sappiamo che il personaggio farà il suo ritorno.

Trevor Slattery

Shang-Chi riporta indietro anche Trevor Slattery (Ben Kingsley) dopo gli eventi controversi di Iron Man 3. Fu in quel film che Trevor finse di essere il Mandarino e un terrorista, come parte del piano dello scienziato Aldrich Killian. Il ruolo di Trevor in Shang-Chi, però, si basa su quanto viene raccontato nel corto Marvel della serie One-Shot dal titolo “All Hail the King”, che si è concluso con l’organizzazione dei Dieci Anelli che lo ha rapito in modo che potesse incontrare il vero Mandarino.

Shang-Chi mostra che Trevor è stato prigioniero di Wenwu (Tony Leung) per tutto questo tempo. Lui e la sua creatura mitologica Morris aiutano Shang-Chi ad arrivare Ta-Lo. Il futuro nel MCU di Trevor Slattery non è ancora chiaro ora che il personaggio è ufficialmente tornato. C’è quindi la possibilità che questa, in realtà, sia stata l’ultima volta che il pubblico ha visto il fanatico del Pianeta delle scimmie. 

Captain Marvel

La scena a metà dei titoli di coda di Shang-Chi ha riportato indietro più Vendicatori, tra cui Carol Danvers/Captain Marvel (Brie Larson). L’apparizione di Captain Marvel avviene sotto forma di ologramma: viene infatti consultata da Wong sull’origine dei Dieci Anelli. Non è in grado di identificarli in base ai suoi anni di esplorazione del cosmo e, improvvisamente, deve andarsene a causa di un’emergenza. Carol ha di nuovo i capelli lunghi dopo il taglio corto di Avengers: Endgame, il che indica che è passato un discreto periodo di tempo.

Questa scena segna la terza apparizione di Brie Larson nel MCU dopo Captain Marvel e Endgame. È già stato confermato che Larson tornerà di nuovo nei panni di Captain Marvel in The Marvels, che forse si collegherà alla chiamata d’emergenza di Carol nella scena post-credits di Shang-Chi. Il film in uscita vedrà Captain Marvel collaborare con Monica Rambeau e Kamala Khan. Per ora non è chiaro quando avverrà il suo incontro con Shang-Chi.

Bruce Banner

L’altro Vendicatore che appare nella scena a metà dei titoli di coda di Shang-Chi è Bruce Banner (Mark Ruffalo). In quella scena appare anche Wong per analizzare i Dieci Anelli: Bruce determina che non sono di origine vibranio. Il ritorno di Ruffalo non è la parte più sorprendente di questo momento, tuttavia, poiché vediamo, appunto, il personaggio di Bruce nella sua normale forma umana. Avengers: Endgame, infatti, lo ha lasciato nelle fattezze di Smart Hulk.

Questa versione del personaggio doveva essere il look principale di Hulk in futuro. Il braccio di Bruce è ancora fasciato a causa del danno subito dall’uso delle Gemme dell’Infinito al fine di invertire lo scatto di Thanos, ma come e perché si sia lasciato Smart Hulk alle spalle non viene spiegato. Shang-Chi è il settimo film del MCU a presentare un’apparizione di Hulk di Mark Ruffalo e l’ottavo in totale a presentare una versione di Bruce Banner. Il personaggio ha chiaramente subito alcuni cambiamenti dalla fine di Endgame, ma spetterà ai futuri progetti del MCU spiegare questa trasformazione. È stato confermato che Ruffalo tornerà anche in She-Hulk, quindi questo potrebbe essere il progetto in cui i Marvel Studios forniranno una spiegazione per la scomparsa di Smart Hulk. 

Una Vedova Nera

Uno dei cameo del MCU più brevi di Shang-Chi è quello di Jade Xu che interpreta una Vedova Nera. La campionessa del mondo di arti marziali ha interpretato un piccolo ruolo in Black Widow come una delle Vedove sotto il controllo del generale Dreykov.

Ora che è stata finalmente liberata, Shang-Chi la mostra mentre è impegnata a combattere nei tornei clandestini di Xialing, al fine di guadagnare qualche soldo extra. Ponendo l’accento su un ex membro della Stanza Rossa, è possibile che il film abbia voluto suggerire che anche Yelena Belova e altre Vedove sono nelle vicinanze.

Il combattente Extremis

Anche l’avversario della Vedova Nera di Jade Xu in Shang-Chi ha un legame con il più ampio MCU. La persona che sta combattendo ha il siero Extremis che scorre attraverso il suo corpo. Iron Man 3 ha spiegato che Extremis è un’invenzione di Maya Hansen, che è stato poi utilizzato da Aldrich Killian per creare un nuovo tipo di supersoldato.

Il combattente Extremis presente in Shang-Chi non è Killian e nemmeno il Savin di James Badge Dale. Si tratta, semplicemente, di un soldato senza nome con abilità Extremis. Anche se in Iron Man 3 è parso che tutti i soldati Extremis fossero stati eliminati, la serie Agents of SHIELD ne ha presentati molti di più durante la sua prima stagione.

Il venditore ambulante di Spider-Man: Homecoming?

Un altro cameo del MCU che Shang-Chi potrebbero aver incluso è collegato a Spider-Man: Homecoming. L’attore Zach Cherry ha interpretato un venditore ambulante di New York senza nome nel primo film con Tom Holland, ma appare di nuovo qui nei panni di un uomo di nome Clev.

Il film non conferma se le due apparizioni di Cherry nel MCU siano, in realtà, lo stesso ruolo. Tuttavia, non si contraddicono a vicenda, poiché Clev potrebbe essere in vacanza a San Francisco o essersi trasferito lì qualche tempo dopo gli eventi di Homecoming

1917: 10 curiosità sul film candidato all’Oscar

1917: 10 curiosità sul film candidato all’Oscar

Tra i film del momento vi è 1917, diretto dal regista premio Oscar Sam Mendes e ambientato durante la prima guerra mondiale, dove si seguono in particolare le vicende di due giovani soldati, incaricati di consegnare un importante messaggio. Per farlo, tuttavia, dovranno intraprendere una corsa contro il tempo, avventurandosi in territorio nemico. Il film, che ha raccolto numerose lodi da parte della critica, è stato nominato a dieci premi Oscar, e vanta nel cast attori del calibro di Mark Strong, Andrew Scott, Colin Firth, Benedict Cumberbatch e George MacKay. Ecco 10 curiosità sul film 1917. 1917 in streaming è disponibile su NOW

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1917: le origini del film

1. Il regista si è ispirato ad eventi reali. Il desiderio di realizzare il film nacque nel momento in cui il regista decise ispirarsi ai racconti di guerra di suo nonno Alfred Hubert Mendes, il quale aveva combattuto per due anni sul fronte francese. Tali racconti sono inoltre raccolti nel volume L’autobiografia di Alfred H. Mendes. 1897 – 1991. Pur ispirata a vicende reali, la sceneggiatura del film è però un’idea originale di Mendes, ed è pertanto stata nominata come miglior sceneggiatura originale ai premi Oscar.

2. Il nonno del regista era realmente un messaggero di guerra. Stando a quanto raccontato da Alfred H. Mendes, egli entrò in guerra nel 1916 all’età di 17 anni. Tra i suoi primi incarichi vi fu realmente quello di consegnare importanti messaggi. Contrariamente al personaggio protagonista del film, tuttavia, egli era piuttosto basso e aveva così la fortuna di potersi nascondere tra la nebbia o nella vegetazione.

1917: le riprese del film

3. Il cast si è sottoposto a lunghe prove. Per soddisfare le richieste del regista, il quale desiderava girare il film con una serie di piani sequenza, il cast, e con loro la troupe, si sono dovuti sottoporre a lunghe sessioni di prove al fine di imparare nei minimi dettagli i movimenti e le battute previste. Un singolo errore comportava infatti la necessità di rifare da capo l’intera ripresa. Le lunghe prove sono così servite a quanti hanno lavorato al film ad acquisire dimestichezza con quanto previsto da copione.

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4. Per girare il film il regista si è ispirato ad un celebre film. Dar vita ad un film composto da un unico piano sequenza è impresa pressoché inarrivabile, e per tanto il regista ha deciso di girare diverse di queste lunghe riprese, da unire poi al montaggio per farle sembrare una unica. Per riuscire in ciò si è ispirato al film Nodo alla gola (1948), di Alfred Hitchcock, il quale nel suo film era solito far terminare un piano sequenza dietro ad un oggetto, e far partire il seguente dallo stesso punto, così da nascondere il taglio di montaggio.

5. Ha segnato una novità per il direttore della fotografia. A curare la fotografia del film vi è Roger Deakins, celebre direttore della fotografia premio Oscar. Per le riprese del film, Deakins si è servito di una Arri Alexa LF in formato digitale, con diverse lenti per differenti esigenze. Questa è la prima volta che utilizza questa particolare macchina da presa nel corso della sua lunga carriera.

1917: i luoghi del film

6. La troupe ha dovuto affiggere particolari segnali d’avviso. Le riprese del film si sono tenute nel Regno Uniti, e nello specifico nel Wiltshire, a Govan, nella riserva naturale di Hankley Common. Per evitare spiacevoli conseguenze, lo staff di produzione ha dovuto erigere dei cartelli che avvertivano gli escursionisti della zona a non allarmarsi qualora si fossero imbattuti nei corpi dei finti cadaveri sparsi per l’intera area.

1917: i riferimenti culturali

7. Una battuta svela il senso del film. All’interno del film, il personaggio di William Schofield, interpretato dall’attore George MacKay, recita ad un bambino francese un verso del poema The Jumblies di Edward Lear. Questo recita: “Sebbene il cielo sia scuro e il viaggio sia lungo, tuttavia non possiamo mai pensare di essere imprudenti o nell’errore”. Tale verso, come l’intero poema, può essere infatti visto come una metafora della missione raccontata all’interno del film.

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1917: il cast del film

8. Tom Holland avrebbe dovuto avere un ruolo nel film. Al momento del casting del film, l’attore Tom Holland, ora celebre per essere Spider-Man all’interno dell’MCU, era stato contattato per ricoprire il ruolo del tenente Blake. L’attore fu tuttavia costretto a rinunciare al ruolo per via di impegni precedentemente presi. Al suo posto fu scelto l’attore Richard Madden.

9. Benedict Cumberbatch in un nuovo film di guerra. L’attore Benedict Cumberbatch interpreta nel film ruolo del colonnello Mackenzie. Per l’attore è la sesta volta che prende parte ad un film di guerra. Gli altri sono stati Espiazione (2007), Small Island (2009), War Horse (2011) Parade’s End (2012) e The Imitation Game (2014).

10. Il film riunisce due attori di Kingsman. Tra gli altri protagonisti del film vi sono gli attori Mark Strong e Colin Firth. I due avevano già lavorato insieme nei film d’azione Kingsman – Secret Service (2014) e Kingsman – Il cerchio d’oro (2017). Nel film di guerra interpretano rispettivamente il capitano Smith e il generale Erinmore.

Fonte: IMDb

 

 

 

L’arte e l’anima di Dune: un imperdibile artbook edito da Panini Comics

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Dune, trasposizione cinematografica dell’omonimo bestseller di Frank Herbert, per la regia del visionario Denis Villeneuve (Blade Runner 2049) è finalmente realtà. L’attesissima pellicola, presentata Fuori Concorso in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, arriverà nelle sale italiane dal 16 settembre. Per approfondire ogni aspetto della genesi del film, Panini Comics propone L’arte e l’anima di Dune, un imperdibile artbook firmato dalla produttrice esecutiva Tanya Lapointe che permetterà ai lettori di immergersi completamente nella realizzazione del lungometraggio.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune racconta la storia di Paul Atreides, giovane brillante e talentuoso che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvagie si fronteggiano in un conflitto per ottenere il controllo della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una spezia capace di sbloccare tutte le potenzialità della mente umana – solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a sopravvivere.

Dalla scelta del cast alla straordinaria progettazione degli ambienti e delle creature, fino agli incredibili effetti speciali, in L’arte e l’anima di Dune non verrà tralasciato nessun dettaglio nell’illustrare la minuziosa realizzazione di quello che si prospetta un successo al box office. Nell’artbook si racconta l’approccio visionario di Denis Villeneuve alla trasposizione sul grande schermo del classico di fantascienza diFrank Herbert, ed è un compendio essenziale per chiunque voglia apprezzare al meglio l’ultimo capolavoro del regista.

Inoltre, dal 30 settembre sarà disponibile, in libreria, fumetteria e online, anche Dune – Casa degli Atreides 1, il prequel a fumetti di Dune, adattato dai romanzi basati sugli appunti di Herbert e scritti da Brian Herbert e Kevin J. Anderson. Disegnato da Dev Pramanik, Dune – Casa degli Atreides ci porta all’inizio del fantastico mondo di Dune.

Shang-Chi: ecco com’è stata “corretta” la controversia del Mandarino di Iron Man 3

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!

Tra le decisioni più controverse che la Marvel abbia mai preso a livello di storyline, c’è sicuramente la rappresentazione del falso Mandarino in Iron Man 3, che proprio di recente è stata “corretta” grazie all’introduzione della vera versione di quel personaggio in Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli.

Il personaggio del Mandarino ha una storia assai complessa nei fumetti, essendo sia il padre che la nemesi dell’eroe Shang-Chi. In origine, questo ruolo era detenuto da un personaggio di nome Fu Manchu, che ricevette però diversi commenti negativi a causa di un abuso di stereotipi razziali. Tuttavia, oggi quel personaggio non è più una proprietà della Marvel, che ha deciso di sostituirlo a tutti gli effetti con il Mandarino, che è anche diventato un arcinemico di Iron Man.

Il MCU ha introdotto un personaggio di nome Mandarino in Iron Man 3: all’epoca, i fan erano pronti per la resa dei conti finale tra il Tony Stark di Robert Downey Jr. e il suo grande nemico. Alla fine, però, quel Mandarino si rivelò essere un falso, un complotto orchestrato da Aldrich Killian (Guy Pearce) per manipolare Star: lo scienziato pagò un attore, Trevor Slattery (Ben Kingsley) per fingersi il Mandarino e il leader dell’organizzazione dei Dieci Anelli. I fan reagirono in maniera contrastante alla rivelazione, anche se proprio quell’espediente, unito alla performance di Kingsley, figura di certo tra le cose migliori di quel film.

Shang-Chi introduce finalmente il “vero” Mandarino nel MCU, anche se il personaggio è stato sottoposto all’espediente del retcon per evitare di usare quel nome. Il personaggio che vediamo nel film, infatti, è il padre di Shang-Chi (Simu Liu) e si fa chiamare Xu Wenwu, interpretato dall’attore hongkonghese Tony Leung. Come nei fumetti, è il leader dell’organizzazione dei Dieci Anelli, così chiamata per i dieci potenti bracciali che indossa ai polsi e che gli conferisco lunga vita, super forza e una tutta serie di altri poteri. Parlando con suo figlio e sua figlia, Xialing (Meng’er Zhang), Wenwu rivela di non aver mai fatto uso del nome “Mandarino”.

Ma c’è un’ulteriore retcon che in qualche modo approfondisce ancora di più la storia del Mandarino in Shang-Chi. Wenwu, infatti, rivela che Killian ha inventato il nome “Mandarino” per dare un nome al leader dei Dieci Anelli. Il vero leader dei Dieci Anelli, in realtà, trova quel nome offensivo, mettendoli a paragone con l’albero da frutto. Wenwu è chiaramente frustrato dalla sua rappresentazione di Killian e Slattery, soprattutto in riferimento al nome “Mandarino”, e ha trattenuto questa sua rabbia per molti anni, come dimostra il fatto che abbia tenuto lo stesso Slattery prigioniero per anni, che viene poi scoperto da Shang, Xialing, e Katy (Awkwafina).

Slattery conferma le affermazioni di Wenwu, e cioè che Killian lo aveva assunto per interpretare il ruolo del Mandarino e che Wenwu lo aveva catturato e tenuto prigioniero per anni. L’unico motivo per cui era ancora vivo è che gli uomini di Wenwu avevano apprezzato le sue esibizioni. Slattery continua ad avere un ruolo significativo nel film, guidando Shang, Xialing e Katy nel favoloso villaggio di Ta-Lo attraverso la sua traduzione dei versi emessi dalla creatura Morris, con la quale era stato tenuto imprigionato. È una svolta sorprendente per Shang-Chi, e mostra chiaramente che la Marvel sentiva di dover modificare la rappresentazione del personaggio del Mandarino, allontanandolo ulteriormente dalle sue origini controverse.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Venezia 78, foto dal red carpet: Kate Hudson, Craig Robinson e Ed Skrein

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Ieri sera hanno sfilato sul red carpet i protagonisti di MONA LISA AND THE BLOOD MOON, film in concorso alla 78ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ecco tutte le foto di Kate Hudson, Craig Robinson e Ed Skrein:

SINOSSI

Mona Lisa and the Blood Moon parla di una ragazza dotata di insoliti e pericolosi poteri che scappa da un manicomio e tenta di cavarsela da sola a New Orleans. Costellata di sequenze rocambolesche che si susseguono al ritmo di una musica elettrizzante tra Techno Italiana e Heavy Metal, questa pellicola all’insegna del genere fantasy avventuroso evocherà inevitabilmente memorie degli anni Ottanta e Novanta.

COMMENTO DELLA REGISTA

Crescendo in America, ho sempre avuto la consapevolezza di essere un outsider. Venendo da un altro luogo e parlando una lingua diversa, è stato difficile ambientarmi. I film fantasy che amavo da bambina avevano la capacità di dare potere all’outsider: gli eroi che trovavo in quei film mi facevano uscire dall’ombra e alimentavano la mia ricerca di libertà personale. Nei miei film l’antagonista assoluto è il sistema, il modo in cui ci costringe ad assumere certi comportamenti, incidendo sulla visione che abbiamo gli uni degli altri e sul nostro senso di appartenenza a un luogo. Con Mona Lisa, volevo creare un nuovo tipo di eroe che affronta i problemi di una realtà moderna e distorta. Una favola-avventura per esplorare ciò che la libertà personale rappresenta all’interno di una società caotica, in cui è difficile sentirsi liberi.

Venezia 78, foto dal red carpet: Tim Roth e Charlotte Gainsbourg e…

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Tim Roth e Charlotte Gainsbourg e il regista Michel Franco hanno sfilato sul red carpet di Venezia 78 per presentare SUNDOWN, in concorso.

SINOSSI

Dal regista e sceneggiatore Michel Franco arriva una scossa improvvisa e ricca di suspense: Alice e Neil Bennett sono il cuore di una ricca famiglia inglese, in vacanza ad Acapulco con i giovani Colin e Alexa, finché un’emergenza arrivata da lontano non interrompe il loro viaggio. Quando si sconvolge un saldo ordine familiare, vengono allo scoperto tensioni inaspettate.

COMMENTO DEL REGISTA

Non è un caso che Sundown sia ambientato ad Acapulco. È sconvolgente per me vedere la città in cui ho passato le vacanze da bambino trasformata in un epicentro di violenza. Sundown nasce dalla necessità di esplorare un luogo che sembra sempre più distante ed estraneo. L’esplorazione di tutte le prospettive che emergono ad Acapulco è anche uno studio sui personaggi, e un’analisi di dinamiche familiari. Il sole occupa un posto di primaria importanza: colpisce sempre in modo aggressivo e diretto. L’immagine deve assolutamente riflettere due cose: gli stati emotivi dei protagonisti, e la prorompente violenza attorno a loro.

Ghostbusters: Legacy, Jason Reitman spiega perché ha voluto realizzare il film

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L’attesissimo Ghostbusters: Legacy è diretto da Jason Reitman, regista di film molto acclamati come Juno, Tra le nuvole, Young Adult e il più recente The Front Runner. Jason è il figlio di Ivan Reitman, che ha diretto i primi due Ghostbusters usciti rispettivamente nel 1984 e nel 1989.

In occasione della prima proiezione ufficiale del film avvenuta durante il CinemaCon 2021 (qui le prime reazioni della stampa in seguito alla visione), Jason Reitman ha parlato con CinemaBlend di che tipo di esperienza è stata quella di Ghostbusters e cosa ha significato per lui seguire le orme di suo padre. Reitman ha anche poi rivelato che il motivo principale per cui ha deciso di realizzare il film è che sentiva che questa questa storia “aveva bisogno di essere raccontata.”

“Per i primi 40 anni della mia vita mi è sempre stata posta una domanda rispetto a tutte le altre, e non aveva nulla a che fare con il matrimonio, con i figli o su come stessi. La domanda era: farai mai un film di Ghostbusters?”, ha spiegato Reitman. “Alla fine l’ho fatto. Negli ultimi 30 anni le persone si sono chieste: ‘Perché ora? Cos’è cambiato?’. La mia risposta è sempre stata la stessa: finalmente c’era una storia che avevo bisogno di raccontare.”

“E poi volevo fare un film per mio padre e per mia figlia. Ghostbusters è uno di quei rari franchise che non appartiene più ai registi. A differenza dei miei precedenti lavori, non appartiene a me. E non appartiene neanche a mio padre. Sì, tecnicamente appartiene alla Sony ma la realtà è che Ghostbusters appartiene a tutti voi”, ha aggiunto. “Volevamo fare un film con una grossa componente mystery, ma che fosse anche divertente. Volevamo che dopo la visione, il pubblico uscisse dalla sala canticchiando il tema originale. Volevamo realizzare un film per tutta la famiglia.”

Tutto quello che sappiamo su Ghostbusters: Legacy

Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman e prodotto da Ivan Reitman, è il nuovo capitolo della saga originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.

A più di trent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale italiane dall’11 novembre prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon e Paul Rudd.

Zachary Levi torna a parlare di un possibile scontro tra Shazam e Black Adam

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Di recente, Zachary Levi è stato ospite al Dragon Con 2021 e ancora una volta gli è stata data la possibilità di parlare di un’eventuale scontro sul grande schermo tra il suo Shazam e il Black Adam di Dwayne Johnson. Uno scontro tra i due sembra inevitabile, tuttavia ancora non sappiamo se la Warner Bros. abbia effettivamente dei piani in merito.

“Mi piacerebbe dare un pugno in faccia a The Rock”, ha scherzato Levi (via The Direct). “Sarebbe un sogno. Onestamente, però, sono cose di cui non so molto e che non mi competono neanche. Non ho idea di come tutte queste storie e tutti questi personaggi, alla fine, si riuniranno. So che Dwayne è un uomo di grande successo, molto impegnato in tantissimi progetti diversi. Quindi, se e quando ci dovesse mai essere uno scontro, non so nemmeno se sarebbe disponibile. Lo spero!”.

“Considerati i ​​fumetti, il canone e tutta quella roba l’, penso che sarebbe un peccato se Captain Marvel e Black Adam non avessero il loro incontro sul grande schermo, indipendentemente da come sarà o da come potrebbe accadere”, ha concluso Levi.

Il riferimento di Zachary Levi è al fatto che la versione originale di Black Adam esordì in una storia di Capitan Marvel, l’originale alter ego di Billy Batson apparso nei fumetti della Fawcett Comics, prima che il personaggio venisse acquistato dalla DC Comics: quest’ultima poi decise di cambiarne il nome in Shazam per via dell’omonimia con il personaggio della Marvel Comics. Ricordiamo che Levi tornerà a vestire i panni dell’eroe eponimo in Shazam! Fury of the Gods.

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy LiuMark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Blade: il regista riflette sull’eredità dei film con Wesley Snipes

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Inevitabilmente, Blade porterà il pubblico a confrontarsi con un aspetto più soprannaturale, decisamente segreto, del MCU, poiché il film seguirà le gesta di un cacciatore di vampiri nella sua battaglia contro le creature succhiasangue della notte.

I vampiri sono stati menzionati per la prima volta nel MCU da Mobius, durante il quarto episodio di Loki, ma la regista Kate Herron non ha mai voluto approfondire la questione (quasi sicuramente perché impossibilitata a farlo). Al momento non ci sono molte informazioni sul cinecomic con Mahershala Ali, ma di recente il regista Bassam Tariq ha iniziato a parlare più nello specifico del suo attesissimo progetto MCU.

Intervistato da Indiewire in occasione dell’uscita del suo ultimo film, Mogul Mowgli, Tariq ha discusso della rappresentazione dell’iconico personaggio nel suo film, sottolineando l’importanza dei film con Wesley Snipes realizzati tra il 1998 e il 2004, che grazie al loro successo hanno influenzato l’attuale era dei film di supereroi in cui viviamo.

“La cosa eccitante del film che stiamo realizzando è, mentre leggevamo i fumetti e il resto, ci siamo accorti che non c’è mai stato un canone per Blade”, ha spiegato il regista. “Il fatto che sia un Diurno è l’unica cosa che è stata stabilita. Sappiamo bene che non possiamo ignorare quello che ha fatto Wesley Snipes, che è stato fondamentalmente per il lungo cammino che ha poi portato a questo nuovo film. Un uomo di colore ha creato il mondo dei supereroi in cui ci troviamo, questa è la sola e unica verità.”

“Per me, ora, lavorare con un un colosso come Mahershala Ali, un attore di grandissimo talento, e con la sceneggiatrice Stacy Osei-Kuffour… sono veramente onorato di lavorare con dei veri talenti neri”, ha aggiunto poi Tariq. “Per me essere solo con loro in una stanza, ascoltare le loro idee e vedere come stanno costruendo quest’universo, è davvero un grande onore.”

Cosa sappiamo sul reboot di Blade?

Bassam Tariq sarà il quarto regista di colore a dirigere un film per i Marvel Studios, dopo Ryan Googler (Black PantherBlack Panther: Wakanda Forever), Nia DaCosta (The Marvels) e Chloé Zhao (Eternals). Negli ultimi anni, Feige sta puntando a un Universo Cinematografico Marvel sempre più inclusivo, aumentando la diversità non solo davanti, ma anche dietro la macchina da presa.

Le riprese del reboot di Blade dovrebbero partire il prossimo anno. Al momento non è ancora stata fissata una data di uscita ufficiale. I Marvel Studios hanno affidato a Stacy Osei-Kuffour la sceneggiatura del film. Osei-Kuffour ha lavorato come story editor e sceneggiatrice per l’acclamata serie Watchmen di HBO. Lo studio ha preso in considerazione soltanto sceneggiatori di colore; secondo quanto riferito, Mahershala Ali è stato direttamente coinvolto nel processo.

MCU: a rischio un altro film dei Russo a causa della disputa su Black Widow?

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Scarlett Johansson e i fratelli Anthony e Joe Russo hanno sviluppato uno stretto rapporto professionale durante gli ultimi anni del MCU. Johansson, infatti, ha recitato in ogni film del MCU diretto dal duo di registi. Ad oggi, i Russo si sono presi una pausa dalla Marvel dopo Avengers: Endgame, mentre il viaggio di Johansson nei panni di Natasha Romanoff si è ufficialmente concluso con l’uscita di Black Widow.

Con grande sorpresa, a seguito dell’uscita di Black Widow in contemporanea nelle sale e su Disney+, Johansson ha fatto causa alla Disney per una presunta violazione dei termini contrattuali che avrebbe in qualche modo inficiato il suo compenso. La faida tra la multinazionale e l’attrice è ancora in corso: nel frattempo, Johansson ha ricevuto supporto da moltissimi colleghi di Hollywood, incluse le altre star del MCU. Ora, sembra che i fratelli Russo siano gli ultimi membri della famiglia Marvel a schierarsi a favore dell’attrice, mossa che potrebbe spingere il duo di registi a non tornare nel MCU.

Un recente articolo del Wall Street Journal ha analizzato la causa intentata da Johansson e le ripercussioni che potrebbe avere questa battaglia legale. Una delle note incluse nel report è che i fratelli Russo stavano discutendo di tornare nel MCU per dirigere un altro film. Tuttavia, si dice che i Russo e la Disney si trovino ora in un impasse per quanto riguarda le trattative. La fonte specifica che l’affaire Black Widow avrebbe spinto i fratelli Russo ad interrogarsi sulle modalità di distribuzione del loro film e, soprattutto, sul loro compenso. Non si per quale film i fratelli Russo fossero in trattative, ma sembra che le trattative, almeno per ora, non si evolveranno in alcun ingaggio ufficiale.

L’idea che la causa contro la Disney ad opera di Scarlett Johansson possa impedire ai fratelli Russo di tornare nel MCU, renderebbe il possibile annullamento di tale accordo la più grande “rottura” mai verificatosi a causa della disputa. Ora che questa notizia è diventata di dominio pubblica, la cosa potrebbe esercitare una certa pressione sulla Disney, che magari si sentirà costretta a dover “rimediare” a questa situazione.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Spider-Man: No Way Home, il trailer IMAX smentisce le teorie su Matt Murdock

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Il primo trailer ufficiale di Spider-Man: No Way Home ha dato finalmente ai fan molto materiale su sui riflettere (e indagare) prima dell’uscita dell’attesissimo cinecomic nelle sale. Tra i vari momenti del trailer che sono stati oggetto di analisi e congetture, ce n’è uno in particolare che ha catalizzato l’attenzione sui social media fin da subito.

Alcuni fan sono convinti di aver scovato all’interno del trailer anche l’avvocato di Hell’s Kitchen, ossia Matt Murdock: una misteriosa figura in camicia e cravatta può essere vista in piedi al fianco di Parker con alcuni documenti in mano, e poi di nuovo fuori dalla stanza, con le braccia conserte. Ecco, in merito a quella figura i fan si sono scatenati, e hanno iniziato a sostenere che potesse trattarsi proprio di Daredevil.

Lo stesso Charlie Cox ha smentito il suo coinvolgimento nel film dopo l’esplosione della teoria dei fan sul web, ma ora è arrivata la conferma ufficiale che quegli avambracci non appartengono all’attore britannico. Grazie alla versione del trailer IMAX del film associata alle copie di Shang-Chi (che potete vedere in versione bootleg cliccando qui), si vede chiaramente che si tratta di un altro personaggio e non di Matt Murdock.

Potrebbe trattarsi di qualcuno che lavora per la Damage Control, la società che ha debuttato in Spider-Man: Homecoming e che potrebbe essere coinvolta nelle conseguenze dell’attacco a Londra. Tuttavia, ciò non esclude che Matt Murdock/Daredevil possa comunque apparire nel film e che Charlie Cox, semplicemente, non sia autorizzato a rivelare nulla. O magari, nel film apparirà comunque l’uomo senza paura, ma forse interpretato da un altro attore.

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

Shang-Chi supera le aspettative: grande successo al box office

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Shang-Chi supera le aspettative: grande successo al box office

C’era molto attesa per Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, e non solo perché si tratta del primo cinecomic Marvel con protagonista un eroe asiatico, ma anche perché in molti erano curiosi di vedere come il film si sarebbe comportato al box office, dal momento che, a differenza di Black Widow, è arrivato esclusivamente al cinema.

Come ci informa The Hollywood Reporter, dover aver incassato 32,2 milioni di dollari lo scorso sabato, il totale stimato del film in soli tre giorni è salito a 71,4 milioni. Di conseguenza, si colloca tra gli 80,3 milioni di dollari raggiunti da Black Widow e i 70 milioni di Fast and Furious 9 per quanto riguarda le migliori apertura del 2021.

Shang-Chi sembra destinato a guadagnare ben 83,5 milioni di dollari in occasione del  Labor Day, superando così i 30,6 milioni di dollari di Halloween – The Beginning nel 2007. Si tratta di un’importante risultato decisamente a favore della sala e delle uscite al cinema, segno che molto probabilmente le date di uscita di titoli come Venom: La furia di Carnage (ottobre) e Eternals (novembre) non subiranno ulteriori variazioni.

Deadline, nel frattempo, ha rivelato anche i dati degli incassi sul mercato internazionale, parlando di un’impressionante apertura di ben 56,2 milioni di dollari, cifra che ha fatto salire gli incassi globali a 139,7 milioni. Nel Regno Unito, Shang-Chi ha persino battuto il record, segnando il miglior debutto dall’inizio della pandemia con ben 7,7 milioni di dollari.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Aquaman 2: Jason Momoa svela il nuovo costume per il sequel

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Aquaman 2: Jason Momoa svela il nuovo costume per il sequel

Con le riprese di Aquaman 2, intitolato Aquaman and The Lost Kingdom, in corso, iniziano ad essere sempre di più i dettagli svelati relativi alle novità del film. Sequel del fortunatissimo titolo del 2018 (qui la recensione) diretto da James Wan, questo vedrà ancora una volta l’attore Jason Momoa nel ruolo di Arthur Curry alias Aquaman. Proprio Momoa ha da poco svelato, tramite il su account Instagram, il nuovo costume che il personaggio sfoggerà nell’atteso film, previsto al cinema per il dicembre del 2022.

Il nuovo costume, come si può ben notare dalla foto, abbandona i toni sgargianti di quello iconico del personaggio visto nel precedente personaggio. Il nuovo look risulta dunque molto più dark, in linea con quello che a quanto anticipato sarà un secondo capitolo molto più cupo e violento. Wan, infatti, ha affermato che tra le principali fonti di ispirazione per il nuovo film vi è Terrore nello spazio, pellicola del 1965 diretta da Mario Bava, che mescola fantascienza e horror. Allo stesso tempo, il film sembra sarà ancor di più incentrato sui personaggi protagonisti, esplorando il loro passato e gli aspetti più dolorosi e spaventosi.

Oltre a Momoa, infatti, sono riconfermati anche Amber Heard nel ruolo della principessa Mera, Yahya Abdul-Mateen II in quelli di Black Manta e Patrick Wilson per re Orm. Al momento però non sono noti dettagli relativi alla trama, con Wan intenzionato a tenere questa il più possibile segreta nel tentativo di stupire gli spettatori al momento dell’uscita in sala. Il regista ha però garantito che il sequel avrà una struttura narrativa molto più complessa rispetto al predecessore, con l’intenzione di portare il pubblico in territori inesplorati e perciò più stupefacenti. Non resta dunque che attendere l’arrivo di Aquaman 2 al cinema, anche per scoprire in che modo il nuovo costume caratterizzerà l’evoluzione del personaggio.

 

Venezia 78, foto dal red carpet: Anya Taylor-Joy, Edgar Wright e Matt Smith

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Ecco tutte le foto del red carpet di The Last Night in Soho, L’ultima notte a Soho di Edgar Wright, sul red i protagonisti Anya Taylor-Joy e Matt Smith.

SINOSSI

In questo thriller psicologico, Eloise, che sogna di diventare una fashion designer, riesce misteriosamente a catapultarsi negli anni Sessanta dove incontra Sandie, un’aspirante cantante di grande fascino. Ma il glamour non è esattamente quello che sembra: i sogni del passato iniziano a infrangersi e approderanno a qualcosa di molto più oscuro.

COMMENTO DEL REGISTA

Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo, lo fareste? Il desiderio di realizzare Last Night in Soho nasce dalla mia volontà di fare un film su Central London, che è stata la mia casa adottiva per gli ultimi venticinque anni e che ho frequentato per buona parte della mia vita adulta; che fosse per lavoro, socializzazione e anche per vivere in questa parte della metropoli, mi sono immerso nei secoli di storia di cui è impregnata. In qualche modo il mio film è una lettera d’amore. Non solo indirizzata a questa parte di mondo ma a un decennio leggendario, gli anni Sessanta, quando Soho era il centro dell’universo. Tuttavia, in me vive un eterno conflitto, in cui la brama di viaggiare a ritroso e crogiolarmi nell’atmosfera glamour degli anni Sessanta ha per contraltare il timore assillante delle tenebre che si celano dietro quella visione rosea. La nostalgia può essere pericolosa; trascorrendo troppo tempo a guardarsi indietro, si potrebbe non riuscire a scorgere il pericolo che sta proprio davanti a noi. Last Night in Soho è un racconto ammonitore rivolto ai sognatori come me che vogliono riavvolgere il tempo e tornare a un’epoca nella quale, paradossalmente, in effetti non hanno mai vissuto. La domanda, quindi, dovrebbe essere: se aveste la possibilità tornare indietro nel tempo, davvero lo fareste?

Venezia 78, foto dal red carpet: Jessica Chastain e Oscar Isaac infiammano il red

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Ecco tutte le foto di Jessica Chastain e Oscar Isaac sul red carpet di Venezia 78 dove hanno presentato fuori concorso la serie tv SCENES FROM A MARRIAGE, in arrivo questo autunno. I due protagonisti hanno sfilato con tanto di simpatico siparietto. Di seguito tutte le foto:

La trama

Scenes from a Marriage rivisita l’iconica rappresentazione di temi quali amore, odio, desiderio, monogamia, matrimonio e divorzio della serie originale, attraverso la prospettiva di una coppia americana dei nostri giorni. È un adattamento della classica miniserie svedese di Ingmar Bergman.

COMMENTO DEL REGISTA

Scener ur ett äktenskap (Scene da un matrimonio), di Ingmar Bergman, è decisamente l’opera d’arte che più mi ha influenzato. Lo vidi casualmente per la prima volta a diciotto anni, quando ero un giovane, devoto ragazzo ebreo, che viveva in un villaggio remoto e non sapeva nulla di cinema, relazioni o sesso. Ricordo che pensai tra me e me, scioccato: Quindi, questa è arte! La sua brutale onestà, il suo minimalismo radicale, il suo totale affidarsi al testo e alla performance sono stati dei punti di riferimento per tutta la mia produzione successiva. Più tardi, quest’opera è diventata ancora più personale per me.

Se Bergman, quasi cinquant’anni fa, voleva fare una dichiarazione sul prezzo del matrimonio, io sentivo che era giunto il momento di parlare anche del prezzo del divorzio. In un’epoca in cui la società consumistica e narcisista ci spinge a cercare costantemente l’autorealizzazione e una libertà superficiale, vale anche la pena ricordare quanto, solitamente, sia traumatica una separazione nel corso della vita umana. Si tratta, comunque, di una storia d’amore. Due persone che si sono salvate a vicenda quando si sono incontrate, sono morte insieme quando hanno vissuto insieme, e non possono rinunciare l’uno all’altra, anche quando toccano il fondo.

Venezia 78, le foto Penelope Cruz e Antonio Banderas sul red carpet

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Si è tenuto ieri sera il red carpet di Competencia Oficial, il film in concorso a Venezia 78, sul tappeto rosso i protagonisti Penélope Cruz, Antonio Banderas, Oscar Martínez, e i registi Gastón Duprat, Mariano Cohn.

La trama

Alla ricerca di riconoscimento e prestigio sociale, un uomo d’affari miliardario decide di fare un film che lasci il segno. Per riuscirci, assume i migliori: un cast stellare formato dalla famosa regista Lola Cuevas e da due rinomati attori, entrambi di enorme talento, ma con un ego ancora più grande: Félix Rivero, attore hollywoodiano, e Iván Torres, illustre interprete del teatro radicale. Entrambi delle leggende, ma non proprio in buoni rapporti. Attraverso una serie di sfide sempre più eccentriche lanciate da Lola, Felix e Iván devono confrontarsi non solo l’un l’altro, ma anche con il loro lascito artistico.

COMMENTI DEI REGISTI

Mariano Cohn: Da un po’ di tempo volevamo fare un film con Penélope Cruz e Antonio Banderas. Alla fine, ci siamo incontrati a Londra per scambiarci delle idee e abbiamo condiviso con loro il seme di ciò che sarebbe diventato l’asse portante di Competencia oficial. Ci serviva un terzo protagonista e abbiamo chiamato Oscar Martínez, che aveva già partecipato a un nostro film, El ciudadano ilustre, e il cui lavoro piaceva molto a Penélope e Antonio. Mediapro Studio ha dimostrato da subito grande impegno nella realizzazione di Competencia oficial.

Gastón Duprat: Ci sono molti esempi cinematografici che mostrano come si fa un film, i problemi di produzione e le difficoltà che comporta la realizzazione di un progetto. Ma la cosa più unica in un film è quello che gli attori riescono a suscitare: farci piangere, farci ridere, generare emozioni. Il film indaga questa relazione complessa e straordinaria, solitamente nascosta alla vista del grande pubblico. L’opera rivela come questi tre talenti della recitazione riescano a emozionare gli spettatori, trattando allo stesso tempo temi quali il processo di creazione artistica, la competenza professionale, l’ego e il bisogno di prestigio e riconoscimento.

Venezia 78, Jimmy Page dei Led Zeppelin sul red carpet

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Venezia 78, Jimmy Page dei Led Zeppelin sul red carpet

Arriva anche la leggenda del rock Jimmy Page sul red carpet di Venezia 78 il chitarrista dei Led Zeppelin è ospite per il documentario presentato fuori concorso BECOMING LED ZEPPELIN.

Becoming Led Zeppelin è un film che nessuno pensava si sarebbe potuto mai realizzare. L’ascesa alla celebrità della band fu rapidissima e praticamente non documentata. Grazie all’accesso esclusivo al gruppo e ai suoi archivi personali, al pieno sostegno della band e alla disponibilità di filmati mai visti prima, Becoming Led Zeppelin vi immergerà nelle immagini e nei suoni dei loro esordi. Per tutti i milioni di persone che non vedranno mai la band dal vivo, questa è l’esperienza che più si avvicina alla partecipazione a un loro concerto. Prima di Starway to Heaven e della chitarra Dragon, prima dei dischi d’oro e delle ragazze, c’erano semplicemente quattro uomini e il loro amore per la musica. Becoming Led Zeppelin ci svela i loro percorsi individuali mentre si muovono sulla scena musicale degli anni Sessanta, suonando alcuni dei più grandi successi dell’epoca nei piccoli club della Gran Bretagna, finché nell’estate del 1968 si incontrano per provare insieme e le loro vite cambiano per sempre. I quattro percorsi si fondono in uno quando partono alla conquista dell’America in un giro sulle montagne russe che culmina nel 1970, nel momento in cui diventano la band numero uno al mondo.

COMMENTO DEL REGISTA Con Becoming Led Zeppelin il mio obiettivo era quello di fare un nuovo tipo di film, un documentario che somigliasse a un musical. Volevo intrecciare le quattro diverse storie dei membri del gruppo prima e dopo la formazione della band, facendo raccontare ampie parti della loro storia solo dalla musica e dalle immagini, in modo da legare le canzoni ai luoghi in cui furono create e agli eventi che le ispirarono. Ho usato solo pellicole e negativi originali, con oltre 70.000 fotogrammi restaurati manualmente, e ho ideato delle sequenze di fantasia, ispirate a Singin’ In The Rain, sovrapponendo filmati inediti di esibizioni dal vivo a fotomontaggi di poster, biglietti e viaggi, per ricreare visivamente il senso di frenesia dei loro esordi.

Horror: i 10 titoli da vedere su NOW

Horror: i 10 titoli da vedere su NOW

Molti sono i luoghi comuni e le abitudini legati alla fruizione cinematografica, come le commedie romantiche che sembrano perfette per il periodo natalizio, oppure i blockbuster che si affollano nelle sale in primavera, o ancora gli horror che sono un ottimo intrattenimento estivo. Approfittando degli ultimi scorci d’estate e gli ultimi giorni di ferie, potrebbe essere interessante e divertente, magari in gruppo, per esorcizzare la paura, o in coppia per accrescere l’intimità, guardare dei film horror. Ma come e cosa vedere? Una ricchissima offerta di titoli di genere, tra saghe e nuove tendenze  disponibile in streaming su NOW ed ecco di seguito i migliori da vedere o rivedere.

Tutti i film Horror sono disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

You’re Next (2011)

You’re NextDiretto da Adam Wingard, che nel corso degli anni si è costruito una solida reputazione nel genere, arrivando a dirigere quest’anno Godzilla vs Kong, You’re Next è un film del 2011 che all’epoca della sua uscita ha fatto molto parlare di sé.

Ambientato in una villa, il film racconta di un gioco al massacro che nasconde una trama segreta, la protagonista, una ragazza spaventata ma molto sveglia, tenta di sopravvivere, mentre intorno a lei tutti muoiono, cacciati come prede all’interno di una lussuosa e grande casa. Il film merita un posto in questa classifica perché con un concept semplice e facendo leva sulle più tradizionale dinamiche familiari che il cinema ha raccontato in mille modi, si trasforma in una vera e propria caccia all’uomo che non fa prigionieri. Protagonisti del film Sharni Vinson, Wendy Glenn, Nicholas Tucci, AJ Bowen, Joe Swanberg, Margaret Laney, Amy Seimetz.

Scream (1996)

Scream cast

Qui siamo in zona di classici. Scream, del 1996, è riuscito come altri pochi film prima di lui, a lasciare il segno nella cultura pop, dando origine all’iconografico maniaco omicida con la maschera bianca e la bocca spalancata, Ghostface. Diretto da Wes Craven, vero e proprio guru del cinema horror (L’ultima casa a sinistra, Le colline hanno gli occhi), Scream vede protagonista Sidney Prescott, principale vittima del killer con la maschera che ricorda L’Urlo di Munch. Questo losco criminale telefona alle sue vittime e le uccide se queste non sono in grado di rispondere alle sue domande, ma Sidney riesce a sfuggirgli e per lui diventerà un’ossessione. Scream ha generato diversi sequel, disponibili in streaming su NOW, e nel cast vede Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette, Matthew Lillard, Drew Barrymore, Jamie Kennedy, Skeet Ulrich, Rose McGowan, Liev Schreiber, Henry Winkler, Joseph Whipp, Linda Blair, W. Earl Brown.

Mimic (1997)

Mimic 1997Prima de Il Labirinto del Fauno e della fama hollywoodiana con La forma dell’acqua, Guillermo Del Toro ha realizzato alcuni dei suoi migliori film, tenendosi sempre ai margini del genere, tra horror, fantasy e dramma. Mimic è il suo primo film e nonostante alcune formule ancora grezze dovute all’inesperienza, Del Toro mostra già le sue doti di narratore.

Susan Tyler, giovane scienziata, e suo marito Peter, del centro per il controllo malattie infettive di New York, hanno debellato una minaccia epidemica che incombeva su migliaia di bambini. Susan aveva combinato il DNA di diverse specie, creando un nuovo antigene chiamato ‘Progenie di Giuda’ e introducendolo nell’ecosistema di New York. Sono passati tre anni, e quella che sembrava una conquista dell’ingegneria genetica prende vita e, al di sotto della città, comincia a minacciare gli esseri umani. Gli unici a poter fermare questa creatura sono coloro che l’hanno fatta nascere.

Nel cast del film ci sono Mira Sorvino, Jeremy Northam, Alexander Goodwin, Giancarlo Giannini, Charles S. Dutton, Josh Brolin, Alix Koromzay, Norman Reedus, F. Murray Abraham.

La Mosca (1986)

La Mosca filmSe fino a questo momento abbiamo proposto titoli di vario genere ed importanza, con La Mosca coinvolgiamo in questa lista anche il cinema d’autore più puro. Il film, opera di David Cronenberg, si posizione nella filmografia del regista canadese come uno dei punti di maggiore creatività, potenza evocativa e temi che ricorrono in tutta la sua prima filmografia.

Nella storia, il brillante scienziato Seth Brundle ha inventato una macchina per il teletrasporto. Durante la sperimentazione per teletrasportare esseri viventi, in un momento di euforia dopo essere stato in grado di teletrasportare un babbuino, Seth decide di provare con una cavia umana. Entra nell’apparecchio, ma non si accorge che con lui è entrata una mosca. L’esperimento riesce, ma presto lo scienziato si accorge che in lui è in atto una trasformazione inquietante.

Nel cast del film Jeff Goldblum, Geena Davis, John Getz, Joy Boushel, Leslie Carlson, George Chuvalo, David Cronenberg.

Il Presagio (1976)

Il PresagioContinuiamo la carrellata di titoli horror disponibili in streaming su NOW con un film che appartiene alla lunghissima lista di film a tema satanico. Alla regia troviamo il leggendario Richard Donner che non è certo passato alla storia per questo film, ma che ne ha fatto un punto di forza di una carriera decisamente variegata.

Divenuto padre per la prima volta, ma di un bimbo nato morto, Robert Thorn, diplomatico americano a Roma, cela la disgrazia a sua moglie Kathie che tanto aveva desiderato quel figlio, e si prende come proprio un maschietto nato lo stesso giorno del suo, da madre – così gli ha detto un sacerdote – morta dandolo alla luce. Trasferitisi a Londra, dove Robert è stato nominato ambasciatore, lui e Kathie si godono in serenità i primi cinque anni di vita del piccolo Damien, finché, mentre festeggiano il suo sesto compleanno comincia, col suicidio di una governante, una serie di tragici avvenimenti di cui saranno vittime anche un sacerdote, la stessa Kathie e un fotografo. Robert si convince che Damien è il figlio del Diavolo, l’Anticristo profetizzato dall’Apocalisse: nato non da una donna, ma da una bestia.

Nel cast del film Gregory Peck, Lee Remick, David Warner, Billie Whitelaw, Harvey Stephens, Martin Benson, John Stride, Leo McKern, Anthony Nicholls, Patrick Troughton.

The Lodge (2020)

the lodge recensioneFacciamo adesso un deciso balzo in avanti nella contemporaneità con The Lodge, film diretto dal duo britannico, Severin Fiala e Veronika Franz, che si era già fatto notare per Goodnight Mommy e che con questo secondo film si addentra sempre dentro una serie di dinamiche familiari distorte e tormentate.

Dopo essere rimasti orfani della madre suicida, due bambini trascorrono le vacanze di Natale in una baita in montagna con il padre e la sua nuova compagna. Tuttavia, l’esperienza si rivelerà turbolenta sia per la giovane donna che per i ragazzini, mentre il padre sembra ignaro del fatto che ci sia qualcosa che non va nella sua famiglia. Nel cast ci sono Riley Keough, Richard Armitage, Alicia Silverstone, Jack Martell, Rebecca Faulkenberry.

Cabin Fever (2003)

Cabin FeverCome sempre accade negli horror splatter diretti da Eli Roth, più che la presenza sovrannaturale è l’uomo stesso ad essere un mostro. Così accade anche in Cabin Fever, film che ha lasciato il segno nel genere e che rappresenta a oggi un piccolo cult.

Un gruppo di cinque scapestrati giovani decide di passare un fine settimana in una baita isolata in montagna. Negli stessi giorni, un eremita che abita da quelle parti contrae a causa del suo cane una malattia infettiva molto grave. Quando i ragazzi sono sul posto entrano in contatto con l’uomo che però invece di aiutare percepiscono come una minaccia, compiendo così un atto scellerato. Il loro gesto gli costerà caro, perché anche loro si accorgeranno di essere stati contagiati e a quel punto nessun legame di amore o amicizia supererà la paura e la bestialità.

Nel cast del film Jordan Ladd, Rider Strong, James DeBello, Cerina Vincent, Joey Kern, Arie Verveen, Hal Courtney, Matthew Helms, Dante Walker, Eli Roth.

Resident Evil (2002)

Resident Evil 2002Come per Scream, siamo davanti ad una delle saghe cinematografiche horror più famose di sempre, e in questo caso è anche una saga molto longeva che ha fatto la fortuna sia di Milla Jovovich, protagonista di tutti i film, che di suo marito, il regista Paul W.S. Anderson, che ha firmato ogni capitolo. Basato sull’omonimo videogioco, il film si concentra intorno alla figura di Alice, una ricercatrice della Umbrella Corporation vittima di un incidente che potrebbe causare la fine dell’umanità.

Nel cast del film Milla Jovovich, Michelle Rodriguez, Eric Mabius, James Purefoy, Martin Crewes, Colin Salmon, Ryan McCluskey, Oscar Pearce.

Fantasy Island (2020)

Fantasy IslandArrivato al cinema lo scorso anno, Fantasy Island, film diretto da Jeff Wadlow, è l’adattamento in chiave horror della serie di successo “Fantasilandia”, trasmessa tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta. La storia vede l’enigmatico Mr. Roarke ospitare nel suo lussuosissimo e remoto resort, sito su una sperduta isola tropicale, chiunque voglia realizzare il suo sogno nel cassetto. Mr. Roarke infatti dà forma a qualsiasi fantasia il suo ospite gli chieda, grazie all’aiuto di attori e scenografie. Ma ben presto i sogni si trasformano in incubi e gli ospiti si ritrovano intrappolati sull’isola, dalla quale possono fuggire solo risolvendo il mistero che l’isola stessa nasconde segretamente.

Nel cast del film ci sono Michael Peña, Maggie Q, Portia Doubleday, Kim Coates, Lucy Hale, Michael Rooker, Charlotte McKinney.

Jennifer’s Body (2009)

Jennifer's BodyChiude questa rassegna di film horror da vedere in streaming su NOW un film che all’epoca dell’uscita ha fatto parecchio scalpore, principalmente per la sua protagonista, l’allora sulla cresta dell’onda Megan Fox, reduce dal successo travolgente di Transformers. Il film, simpatica storia teen a tinte horror, racconta di una cheerleader bella e sexy che nasconde un mostruoso segreto.

Sebbene non spicchi nei manuali di storia del cinema, il film è perfetto per una simpatica e spensierata serata di fine estate con gli amici. Nel cast del film, oltre a Megan Fox, anche Amanda Seyfried, Johnny Simmons, Adam Brody, J.K. Simmons, Amy Sedaris, Chris Pratt.

Scenes From A Marriage: Oscar Isaac e Jessica Chastain sulla serie HBO a Venezia 78

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Oscar Isaac e Jessica Chastain hanno partecipato all’attività stampa di Scenes From A Marriage, la serie evento presentata a Venezia 78. Adattata dalla lodata miniserie svedese del 1973 di Ingmar Bergman, la miniserie HBO riesamina l’iconica rappresentazione di amore, odio, desiderio, monogamia, matrimonio e divorzio di Bergman attraverso il punto di vista di una coppia americana contemporanea.

Chastain interpreta Mira, una dirigente tecnologica fiduciosa e ambiziosa lasciata insoddisfatta dal suo matrimonio. Isaac è Jonathan, un professore di filosofia cerebrale e accomodante nel disperato tentativo di mantenere intatta la loro relazione. Il nuovo dramma è diretto dall’acclamato regista e sceneggiatore televisivo israeliano Hagai Levi, noto per serie tra cui In Treatment, The Affair e Our Boys, ma è innegabile che i riflettori siano tutti per la coppia d’oro di protagonisti.

Chastain ha ammesso che il progetto è stato intenso da realizzare: “Mi è sembrato incredibilmente intimo, è stato difficile tornare a casa e lasciare il ruolo di Mira al lavoro. Dentro c’era una parte di me stesso”.

Chastain e Isaac hanno collaborato altre volte e soprattutto condividono un’amicizia che risale ai tempi della Julliart, la scuola di recitazione che entrambi hanno frequentato a New York. Nonostante quell’amicizia, l’intensità dello show ha richiesto ai due una sfida davvero importante.

Chastain ha continuato: “Scherzavamo dicendo che la nostra amicizia è stata una benedizione e una maledizione. È una benedizione perché c’è fiducia immediata. Non devi preoccuparti di offendere o di creare una connessione. Puoi essere molto onesto. La cosa difficile è che a volte ci leggevamo nel pensiero. Era come “uscire dalla mia testa”. Quindi, ho sentito che in questo lavoro non c’era nessun momento di riposo”.

Isaac – che è ha portato al Festival anche Dune e Il collezionista di carte – ha aggiunto: “È ben detto. Professionalmente, è fantastico quando conosci qualcuno così bene perché non devi preoccuparti di molte cose di cui di solito ti preoccupi. Tuttavia, con un progetto così intenso tieni così tanto alla persona, che è come lavorare con la famiglia. Se non conosci qualcuno così bene, ottenere il tuo spazio non è così difficile.”

Chastain ha commentato le scene intime della serie: “In termini di intimità fisica, abbiamo avuto un coordinatore e HBO è stato davvero fantastico per noi che abbiamo avuto conversazioni su ciò con cui ci sentivamo a nostro agio. Oscar e io siamo molto a nostro agio l’uno con l’altro, quindi abbiamo parlato separatamente con questi responsabili. È stato utile.” Ha aggiunto, ridendo: “C’è comunque una percentuale di imbarazzo, quindi il bourbon ha aiutato molto. Ma il livello di fiducia era alto”.

Jessica Chastain ha poi proseguito: “Per quanto mi riguarda, sono davvero entusiasta di guardare la serie in termini di ruoli di genere. L’originale esamina i ruoli di genere in quel periodo di tempo, questa versione lo esamina attraverso la contemporaneità in termini di stipendio, chi sostiene la famiglia, cosa significa essere una madre, il rapporto di una donna con il sesso, la fertilità, ci sono tanti aspetti”.

Il regista israeliano Hagai Levi ha parlato della sua ispirazione per il progetto: “Sono rimasto scioccato quando ho visto per la prima volta la versione di Bergman. Ero davvero giovane. Mi ha fatto capire che la TV può essere arte. È diventato un punto di riferimento per me quando ho lavorato ad altri show, come In Treatment. Quando sono stato avvicinato dal figlio di Ingmar Bergman, Daniel, ero spaventato ed eccitato, ma sapevo che dovevo provare ad affrontare questa sfida”.

Sgarbatellum e MoliseCinema: l’appuntamento raddoppia

Sgarbatellum e MoliseCinema: l’appuntamento raddoppia

Tornare a guardare il cinema al cinema: questo il filo conduttore che unisce tutti i festival cinematografici italiani in questo delicato ma pieno di entusiasmo periodo di riaperture. Ed è il principale punto d’unione tra Sgarbatellum, la rassegna cinematografica romana diretta da Alessandro Piva, e MoliseCinema, festival diretto da Federico Pommier, giunto alla sua diciannovesima edizione, conclusasi in agosto a Casacalenda. Come ogni anno il Festival arriva a Roma, all’Arena Garbatella, per una due giorni di cinema e incontri tra pubblico e addetti ai lavori. 

Il 4 settembre sarà presentato il film EST – Dittatura last minute, diretto da Antonio Pisu, con Lodo Guenzi e Matteo Gatta. Il film ha vinto il premio del pubblico nell’edizione di quest’anno di MoliseCinema. La visione sarà introdotta dai due produttori Maurizio Paganelli e Andrea Ricciputi. 

Il 5 settembre sarà la volta di Maledetta Primavera, anch’esso presentato con successo di pubblico nella selezione di opere prime di MoliseCinema. Ospiti la regista Elisa Amoruso, la giovane Emma Fasano, protagonista del film con Micaela Ramazzotti e Giampaolo Morelli, e le sceneggiatrici Eleonora Cimpanelli e Paola Randi.

Durante le serate del 4 e 5 settembre si rinnova l’appuntamento dedicato alle scuole di cinema: quest’anno è la volta di IFA, scuola di cinema di Pescara, con una breve introduzione al programma didattico e la proiezione del cortometraggio This is fine, di Gianmarco Nepa (4 settembre).  Il 5 settembre, in apertura di serata, sarà presentato il corto Secondo me, di Giulia Regini, prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia e proiettato in anteprima mondiale a MoliseCinema 2021. Ambedue i giovani registi saranno presenti alla proiezione.

“Una soddisfacente collaborazione che va avanti già da qualche anno” – ricorda Federico Pommier – “MoliseCinema presenta una selezione di opere prime e seconde, oltre che cortometraggi e documentari, ed è bella l’interazione che si genera tra noi e Sgarbatellum. Proprio grazie al successo di questa sinergia, MoliseCinema nel suo evento romano, a chiusura della rassegna Sgarbatellum 2021, raddoppia l’appuntamento con due giornate di proiezione. “Ospitare i film selezionati in un festival dinamico come MoliseCinema” – dichiara Alessandro Piva – “è sempre stato occasione di spunti interessanti per quanti vogliono esplorare le nuove frontiere del cinema italiano, come noi di Sgarbatellum”.

I due appuntamenti di MoliseCinema a Roma, come già Sgarbatellum, si inseriscono nel progetto Arena Garbatella, vincitore dell’Avviso pubblico dell’Estate Romana 2020-2021-2022 e che fa parte del palinsesto culturale promosso da Roma Capitale, realizzato in collaborazione con la SIAE.

Gli incontri avranno inizio alle ore 21.00. Le proiezioni prenderanno il via alle 21.30. L’Arena Garbatella si trova nel Parco Maurizio Arena, con accesso da piazza Benedetto Brin. Ingressi: biglietto intero € 6. Ridotto € 5.

Per accedere al cinema è necessario indossare la mascherina ed esibire il green pass. A congiunti e familiari conviventi sarà consentito sedersi affiancati, mentre per i non congiunti è obbligatorio mantenere le distanze previste all’interno dell’arena.

Madres Paralelas, recensione del film di Pedro Almodóvar

Madres Paralelas, recensione del film di Pedro Almodóvar

Il regista simbolo del cinema spagnolo, e non solo, Pedro Almodóvar ha avuto quest’anno l’onore e l’onere, con il suo ultimo film Madres Paralelas, di inaugurare la 78ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia.

Madres Paralelas, la trama

Protagoniste della pellicola sono proprio le due madri del titolo a cui prestano anima e corpo le attrici Penelope Cruz, ormai tra i volti iconici del cinema di Almodóvar, e Milena Smit, attrice classe 1996 al suo primo vero ruolo importante. Sono rispettivamente Janis e Ana due donne accomunate dall’esperienza di condividere la stessa camera d’ospedale in attesa di dare alla luce le loro bambine. Un incontro innocuo che cambierà il corso delle loro vite. Una storia apparentemente semplice, a tratti già vista, assumerà sfumature inaspettate e convincerà anche lo spettatore più prevenuto perché con il maestro spagnolo non è prevista mai la banalità e il suo stile impreziosisce anche gli aspetti narrativi più lineari. A tal proposito i minuti iniziali, che servono soprattutto ad introdurre il personaggio di Janis, risulteranno fondamentali al fine del vero messaggio che il regista vuole inviare. Lo sfondo si trasforma nel protagonista. 

Madres Paralelas trama

Almodóvar gioca con la soglia di attenzione del pubblico e quando questa raggiunge l’apice, la sposta dalla vicenda apparentemente centrale alla questione che più gli preme sottolineare a livello storico e politico. Anche la Spagna ha i suoi scheletri nell’armadio e, con la sua scelta,  il regista ci dimostra che attraverso le storie dei singoli si può arrivare a toccare ferite collettive ancora fresche e non così lontane nel tempo. 

L’estetica di Almodóvar

L’estetica di Almodóvar è al servizio dei personaggi e predilige i toni caldi, su tutti dominano il senape e il rosso. Il film non si esime dal tirare in ballo tante tematiche importanti che risulteranno cruciali nello svilupparsi della vicenda. Ancora una volta la figura materna è centrale nel suo cinema, donne forti che prediligono agire guidate dalle emozioni invece che dal freddo raziocinio. 

La cosa più straniante del film è che dopo un buono sviluppo e un crescendo incalzante però la storia delle due madri si risolve forse con troppa facilità e buonismo, ovviamente è una scelta voluta, ma lascia comunque un po’ di amaro in bocca.

Venezia 78, red carpet: Maggie Gyllenhaal, Dakota Johnson e…

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Venezia 78, red carpet: Maggie Gyllenhaal, Dakota Johnson e…

E’ stato presentato ieri in serata l’opera prima da regista di Maggie Gyllenhaal, The Lost Daughter che ha sfilato sul red carpet di Venezia 78 con il cast Olivia Colman, Dakota Johnson e al fianco di suo marito Peter Sarsgaard e fratello Jake Gyllenhaal. Di seguito tutte le nostre foto: 

SINOSSI

Sola in una località di mare, Leda osserva ossessivamente una giovane madre e la figlia in spiaggia. Turbata dalla complicità del loro rapporto (e dalla loro famiglia, chiassosa e sinistra), Leda è sopraffatta dai ricordi legati allo sgomento, allo smarrimento e all’intensità della propria maternità. Un gesto impulsivo catapulta Leda nello strano e minaccioso universo della sua stessa mente, in cui è costretta a fare i conti con le scelte anticonformiste fatte quando era una giovane madre e con le loro conseguenze.

COMMENTO DELLA REGISTA

Quando ho letto il romanzo La figlia oscura, mi sono sentita pervadere da una sensazione tanto strana e dolorosa quanto innegabilmente vera. Una parte nascosta della mia esperienza di madre, compagna e donna stava trovando voce per la prima volta. E ho pensato a come fosse entusiasmante e pericoloso dare vita a un’esperienza come quella non nella quiete e nella solitudine della lettura, ma in una stanza piena di esseri umani dotati di vita pulsante e sensazioni. Come ci si sente a essere seduti accanto alla propria madre, al proprio marito, alla propria moglie o figlia nel momento in cui sentimenti ed esperienze comuni a lungo taciuti, trovano invece voce? Ovviamente esiste una sorta di sgomento e pericolo nel relazionarsi a qualcuno alle prese con cose che ci sono state dipinte come vergognose o sgradevoli. Ma quando quelle esperienze vengono portate sullo schermo, esiste anche la possibilità di trovare conforto: se qualcun altro formula quegli stessi pensieri e prova quelle stesse sensazioni, forse non si è soli. Questa è una parte della nostra esperienza che di rado trova espressione e, quando ciò accade, è per lo più attraverso l’aberrazione, la dissociazione o il sogno.

Venezia 78: Edgar Wright presenta Last Night in Soho

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Venezia 78: Edgar Wright presenta Last Night in Soho

Il regista Edgar Wright e le star Anya Taylor-Joy e Matt Smith hanno presentato a Venezia 78 Fuori Concorso Last Night in Soho, il nuovo film del regista autore della Trilogia del Cornetto.

Il film ambientato a Londra viaggia indietro nel tempo e Wright lo descrive come un omaggio ai “thriller psicologici che adoro tanto” realizzati dai registi britannici come Michael Powell e Alfred Hitchcock con un occhio al grande cinema di genere italiano, e qui ha citato Mario Bava e Dario Argento.

Il regista ha spiegato di voler fare una versione londinese di quel tipo di film, dicendo anche che vive proprio nei luoghi in cui è stato girato L’Occhio che uccide, film del 1960 di Michael Powell. “Si tratta di una prospettiva che è lontana dalla mia visione, proprio perché ci passo ogni giorno (in quei posti).” ha detto Wright.

Edgar Wright presenta Last Night in Soho a Venezia 78

Parlando del suo ruolo (che le è valso la nominato agli Emmy) nella serie drammatica Netflix La Regina degli Scacchi, Anya Taylor-Joy ha detto: “Mi sento molto, molto fortunata ad aver lavorato a questi progetti che mi aiutano, ogni giorno, ad innamorarmi sempre più di questo lavoro. Ed è questo che è importante”. “Sono qui per il lavoro e i successi sono meravigliosi, ma alla fine, quello che facciamo ogni giorno è alzarci per andare al lavoro, ed è quello che amo fare”, ha aggiunto Taylor-Joy. “Quindi mi sento incredibilmente privilegiata di avere la possibilità di continuare a farlo e la possibilità di lavorare con persone così meravigliose e talentuose”.

Matt Smith, che è meglio conosciuto per aver interpretato il Doctor Who, ha fatto crollare la casa quando gli è stato chiesto degli aspetti del viaggio nel tempo di Last Night in Soho. “L’ho fatto già prima”, ha detto Smith impassibile, citando il suo personaggio di maggiore successo che gli ha assicurato l’affetto del pubblico.

Nel film compare anche Diana Rigg, amata attrice britannica che prima di morire, nel 2020, ha completato le sue riprese di Last Night in Soho. Wright ha sfruttato la prestigiosa situazione per rendere omaggio all’attrice: “È difficile districare il film dal lavoro con lei ora perché il pensiero del film è stato piuttosto interessante, un’esperienza molto emotiva da concepire e realizzare, e ora è tutto legato al fatto che Diana non è più con noi. Nei momenti in cui sarò disperatamente triste, non potrò fare un altro brunch pettegolo con Diana Rigg. L’unica cosa che posso conservare è quanto sono stato fortunato a lavorare con lei e a conoscerla”.

“E’ stato complicato ma molto divertente, ed eravamo davvero pronti tutti perché penso che sia Thomasin McKenzie che io amiamo essere sfidate e dover lavorare a qualcosa che richiede una sincronia totale non solo tra noi due, ma anche con la telecamera, dovevamo davvero concentrarci sull’altro individuo”, ha spiegato Taylor-Joy.

Venezia 78, fuori concorso arriva Edgar Wright con Ultima notte a Soho

Arriva fuori concorso a Venezia 78 Ultima notte a Soho (The last night in Soho), ultimo film del regista britannico Edgar Wright che vede protagonisti Anya Taylor-Joy, Terence Stamp, Diana Rigg, Matt Smith, Thomasin McKenzie e Rita Tushingham.

La trama di The last night in Soho

In questo thriller psicologico, Eloise, che sogna di diventare una fashion designer, riesce misteriosamente a catapultarsi negli anni Sessanta dove incontra Sandie, un’aspirante cantante di grande fascino. Ma il glamour non è esattamente quello che sembra: i sogni del passato iniziano a infrangersi e approderanno a qualcosa di molto più oscuro.

Commento del regista

Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo, lo fareste? Il desiderio di realizzare Last Night in Soho nasce dalla mia volontà di fare un film su Central London, che è stata la mia casa adottiva per gli ultimi venticinque anni e che ho frequentato per buona parte della mia vita adulta; che fosse per lavoro, socializzazione e anche per vivere in questa parte della metropoli, mi sono immerso nei secoli di storia di cui è impregnata. In qualche modo il mio film è una lettera d’amore. Non solo indirizzata a questa parte di mondo ma a un decennio leggendario, gli anni Sessanta, quando Soho era il centro dell’universo. Tuttavia, in me vive un eterno conflitto, in cui la brama di viaggiare a ritroso e crogiolarmi nell’atmosfera glamour degli anni Sessanta ha per contraltare il timore assillante delle tenebre che si celano dietro quella visione rosea. La nostalgia può essere pericolosa; trascorrendo troppo tempo a guardarsi indietro, si potrebbe non riuscire a scorgere il pericolo che sta proprio davanti a noi. Last Night in Soho è un racconto ammonitore rivolto ai sognatori come me che vogliono riavvolgere il tempo e tornare a un’epoca nella quale, paradossalmente, in effetti non hanno mai vissuto. La domanda, quindi, dovrebbe essere: se aveste la possibilità tornare indietro nel tempo, davvero lo fareste?

Cenerentola, recensione del film con Camila Cabello

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Cenerentola, recensione del film con Camila Cabello

Arriva su Amazon Prime Video una nuova, ennesima rivisitazione della fiaba di Cenerentola, scritta e diretta da Kay Cannon, già sceneggiatrice di Pitch Perfect 2 e 3 e autrice della bellissima ma sfortunata serie tv Girlboss. Naturalmente preparatevi a farvi sorprendere, perché questa nuova Cenerentola è molto molto diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere tramite mamma Disney… almeno in apparenza!

Cenerentola, la storia

Ella è una giovane donna ambiziosa, il suo sogno è quello di fare la stilista, realizza schizzi e bozzetti di vestiti, ne ha persino cucito uno, bellissimo, adornandolo con la spilla che le ha lasciato sua madre, una donna molto buona, ma che lei non ha mai conosciuto. Ella però ha perso da poco anche il padre, e si ritrova a vivere nella sua casa con una matrigna e due sorellastre, tutte molto prese da sé, che prestano poca attenzione alla ragazza e tendono a usarla per le faccende domestiche, anche se Ella riesce comunque a ritagliarsi lo spazio per sognare e cominciare a costruire. Il resto è più o meno come lo sappiamo: c’è un principe, un ballo, un matrimonio da organizzare, delle pretendenti, una fata madrina e un lieto fine, naturalmente. Ma niente è come ce lo aspettiamo, o almeno niente è come lo conosciamo!

Protagonisti della storia sono Camila Cabello che interpreta la caparbia Ella, forse un po’ più sfrontata rispetto alle sue precedenti incarnazioni, ma sempre buona e leale; Idina Menzel che veste i panni della matrigna, regalandoci delle sfumature inedite di questo personaggio così ingiustamente condannato a stare dal lato sbagliato della storia; Billy Porter, nel ruolo scintillante della fata madrina, un personaggio tanto fondamentale quanto pittoresco e azzeccato per la rilettura della Cannon; Nicholas Galitzine è invece il principe Robert, incastrato in un ruolo che non sente suo e stregato da questa popolana dai capelli corvini e dallo sguardo aperto e libero, verso il futuro; completa il cast una coppia davvero ben assortita, formata da Pierce Brosnan e Minnie Driver, che interpretano il re e la regina, e anche loro hanno un paio di frecce al proprio arco da lanciare verso il bersaglio in nome della modernità!

CenerentolaUna storia senza tempo, anche se aggiornata alla modernità

Cenerentola di Kay Cannon è una svolta davvero innovativa e profonda per la storia che siamo abituati a conoscere, tuttavia si basa comunque sui cardini antichi della storia stessa: il sogno da realizzare. Ella ha sempre e comunque un sogno (quella della Disney cantava “Che un sogno realtà diverrà”), semplicemente in questo caso il sogno non è una vita a palazzo e un matrimonio regale, ma una professione, un lavoro che dia indipendenza, un desiderio per una ragazza moderna.

Forse il punto di maggiore interesse di questo film, una commedia ben diretta e interpretata da tutto il suo cast canterino, è proprio la considerazione che la storia di Cenerentola può essere aggiornata alla contemporaneità senza perdere la propria identità, e questo perché già in partenza la protagonista della storia è una donna ribelle, volitiva, sognatrice e che sogna la libertà. Ovviamente il sogno della protagonista è aggiornato all’oggi, ma questa operazione si può fare, mantenendo il proprio senso, solo sulla base completamente solida del classico che tutti conosciamo. 

Si diffidi dunque da chi dice che finalmente Cenerentola ha una veste nuova e moderna! Il film con protagonista Camila Cabello indossa un abito nuovo, ma resta fedele al suo cuore, quello in cui una giovane donna piena di speranza e sogni trova la strada, tra mille difficoltà, per realizzarsi. 

Venezia 78, foto: Zendaya, Timothee Chalamet e tutto il cast di Dune sul red carpet

Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar Isaac, ZendayaJosh BrolinJavier Bardem, Sharon Duncan-Brewster, Stellan Skarsgard hanno sfilato sul red carpet di Venezia 78 alla premiere mondiale di Dune. Con loro il regista Denis Villeneuve:

La trama di Dune

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvagie combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana – solo chi vincerà le proprie paure riuscirà a sopravvivere.

Il commento del regista

Adattarsi o morire. Questo era il mio mantra durante la lavorazione di Dune. Il deserto ha i suoi modi per riportarti al tuo vero io, e liberarti dalle abitudini marce. Devi evolvere per sopravvivere all’esperienza. La realizzazione di questo film è la risposta a una vecchia chiamata, con radici più profonde di quanto immaginassi. Riguardava il destino, la fede e l’istinto, l’alienazione coloniale e il libero arbitrio. Ho parlato di Frank Herbert come il mio nuovo profeta, e del suo romanzo come la mia Bibbia. La natura era il mio Dio. Il silenzio, il mio Spirito Santo. I venti della realtà spostano le sabbie, scolpiscono nuovi paesaggi, cancellano i punti di riferimento: ho pregato per evitare di perdermi. Grazie a Frank, sono tornato vivo. Di ritorno dall’erg, faccio il gioco della profezia. Dune è stato sognato e approntato per l’esperienza cinematografica. Il grande schermo non è semplicemente un altro format, è il centro del linguaggio cinematografico. La forma originale. Quella che resisterà alla prova del tempo.

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