Home Blog Pagina 819

Alien³: trama, cast e curiosità sul film con Sigourney Weaver

Alien³: trama, cast e curiosità sul film con Sigourney Weaver

Iniziata nel 1979, la saga di Alien è oggi una delle più affascinanti narrazioni sullo scontro tra l’essere umano e gli alieni. Il primo film, diretto da Ridley Scott, è ancora oggi considerato uno dei più importanti horror di fantascienza di sempre e il suo sequel Aliens – Scontro finale, diretto da James Cameron, è uno dei migliori secondi capitoli mai arrivati al cinema. Dopo questi due film tanto acclamati, è arrivato al cinema nel 1992 un terzo capitolo intitolato Alien³. Meno fortunato dei primi due, il cui livello era difficilmente raggiungibile, questo si è però negli anni affermato come un’affascinante rivisitazione della saga con elementi a loro modo inediti.

Questo terzo capitolo è diretto da David Fincher, qui alla sua opera prima ed oggi celebre per film come Zodiac, The Social Network e Mank. Per lui fu un ingresso nel mondo del cinema particolarmente complicato, essendosi trovato a lavorare su di una sceneggiatura rimaneggiata più e più volte nel corso degli anni. Lo scritto finale era infatti una miscella di quanto prodotto da più sceneggiatori, senza che si fosse trovata una soluzione coerente per il tutto. Si puntò dunque molto sugli effetti speciali, ambito in cui Fincher era già un esperto avento lavorato per la Industrial Light & Magic.

Nonostante ciò, il film fu comunque accolto malamente tanto dalla critica quanto dal pubblico e lo stesso Fincher continua a rinnegarlo ancora oggi. In mezzo ai suoi tanti difetti, però, in Alien³ si possono ritrovare alcuni elementi interessanti, che espandono la mitologia della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Alien³: La trama del film

La storia del terzo film della saga si svolge nell’anno 2179. L’astronave USS Sulaco, dove in stato di ipersonno si trovano il tenente Ellen Ripley, il caporale Hicks, la piccola Newt e all’androide Bishop, effettua un atterraggio di emergenza per via di un incendio scaturito da un cortocircuito. La nave approda così sul pianeta Fiorina 161, una colonia penale abitata solo da 25 detenuti. All’impatto sopravvive solo Ripley, la quale scopre ben presto che il cortocircuito è stato causato da alcune bruciature tipiche dell’acido emesso dai terribili xenomorfi. Temendo che uno di questi si fosse intrufolato nella navicella, la donna richiede una perlustrazione approfondita della zona.

Come da lei temuto, uno xenomorfo sembra realmente essere a piede libero nella colonia e non passa molto prima che gli stessi detenuti inizino a sparire ed essere ritrovati brutalmente uccisi. Ciò che Ripley non sa, però, è che quello in circolazione non è l’unico alieno presente. Qualcosa sta infatti crescendo dentro di lei, qualcosa di spaventoso, che potrebbe dar vita a nuove forme di orrore. Più cerca di uccidere l’alieno che infesta la colonia carceraria, più Ripley dovrà fare i conti con terribili verità, che la porteranno a dover prendere decisioni tremendamente dolorose per sé stessa e per quanti le sono intorno.

Alien 3 cast

Alien³: il cast del film

Ad interpretare il personaggio di Ellen Ripley non poteva che esserci anche in questo caso l’attrice Sigourney Weaver, ormai divenuta iconica in tale ruolo. Per questo film, all’attrice fu chiesto di rasarsi completamente i capelli. La Weaver si disse disponibile a farlo, a patto di poter ricevere un compenso maggiore. In seguito, l’attrice ha più volte descritto il set del film come un completo caos, dovuto alle continue intromissioni da parte della produzione. La Weaver ha infatti sempre preso le difese di Fincher, apprezzando la sua visione del film a sua detta poi castrata dallo studios. All’inizio del film compaiono poi anche Danielle Edmond nei panni di Newt e Michael Biehn in quelli del capolare Hicks.

Lance Henriksen allo stesso modo riprende il ruolo interpretato nel secondo film, quello dell’androide Bishop. Qui, in realtà, egli compare prevalentemente come voce, in quanto il corpo del personaggio è andato distrutto. Egli dichiarò poi di aver accettato di partecipare al film solo per fare un favore al produttore Walter Hill, affermando di disprezzare il film per il suo carattere nichilista. Tra i nuovi attori si ritrova invece Charles Dance, che interpreta il dottor Jonathan Clemens, personaggio che sviluppa un certo legame con Ripley. Compaiono poi gli attori Charles S. Dutton nei panni del detenuto Leonard Dillon e Pate Postlethwaite in quelli del detenuto David Postlethwaite. Holt McCallany è invece Junior, mentre Paul McGann interpreta Walter Golic.

Alien³: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Alien³ è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 31 agosto alle ore 23:00 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Alien vs Predator: tutte le curiosità sul film crossover

Alien vs Predator: tutte le curiosità sul film crossover

Se si pensa a saghe cinematografiche che coniugano la fantascienza con l’horror, i primi due titoli che vengono in mente sono senza dubbio Alien e Predator. Il primo, il cui film iniziale è uscito nel 1979, portava l’essere umano a scontrarsi con i terribili xenomorfi nel cuore dello spazio. In Predator, arrivato al cinema per la prima volta nel 1987, invece, sono gli alieni a venire sul pianeta Terra, con l’obiettivo di uccidere e conquistare tutto ciò che gli si presenta davanti. Era inevitabile che prima o poi le due mostruose creature si sarebbero incontrate e date guerra e ciò è proprio quello che avviene in Alien vs Predator.

Diretto nel 2004 da Paul W. S. Anderson (regista anche noto per Mortal Kombat, Resident Evil e Death Race), il film è il crossover che si attendeva da anni, con l’idea di far scontrare le due temibili specie aliene risalente già agli anni Ottanta. Lo scontro è infatti stato inizialmente al centro della serie a fumetti omonima di Randy Stradley e pubblicata dalla Dark Horse Comics, come anche del videogioco del 1999 dallo stesso titolo. Contrariamente a queste opere, però, la sceneggiatura scritta dallo stesso Anderson dà vita ad un racconto strettamente legato ai precedenti film delle due saghe, configurandosi come un loro prequel.

In seguito, con l’arrivo di Prometheus e Alien: Covenant, Alien vs Predator non ha più fatto parte del canone delle due saghe, rimanendo però come un titolo particolarmente avvincente per quanti adora lo scontro tra creature di questo tipo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Alien vs Predator: la trama del film

La vicenda del film si svolge ai giorni nostri, quando un satellite in orbita sopra l’Antartide registra sull’isola di Bouvetøya un improvviso aumento della temperatura. Qui viene ritrovata una piramide con elementi della civiltà egizia, azteca e cambogiana situata a circa 600 metri sotto la superficie. Karl Weyland, direttore della compagnia Weyland, organizza dunque una spedizione per studiare il prezioso ritrovamento. Dell’equipe fanno parte scienziati, archeologi e chimici, tutti sotto la guida di Alex Woods e Sebastian De Rosa. Giunti sull’isola, però, il gruppo si ritrova a fare i conti con orrori impensabili.

Qui ritrovano infatti un’antica stazione di caccia abbandonata e la stessa piramide si rivela essere un rifugio per creature ancora ignote. Ben presto, gli umani lì presenti capiranno di aver risvegliato qualcosa di molto pericoloso, dando il via ad una guerra che non li riguarda ma che determinerà anche la loro esistenza. Nel momento in cui alcune uova aliene iniziano a schiudersi e alcuni mastodontici predatori alieni si risvegliano, lo scontro tra le due orripilanti specie ha inizio, senza che nessuno dei presenti abbia via di fuga. Alex e Sebastian dovranno dunque far fronte comune per cercare di impedire che lo scontro esca dall’isola e porti distruzione ovunque.

Alien vs. Predator cast

Alien vs Predator: il cast del film

Il primo attore a essere scelto per Alien vs. Predator è stato Lance Henriksen, che ha interpretato il personaggio dell’androide Bishop in Aliens e Alien 3. Sebbene i film di Alien siano ambientati centinaia di anni nel futuro, Anderson voleva mantenere la continuità con la serie includendo un attore familiare. Henriksen ricopre dunque qui il ruolo di Karl Weyland, che secoli dopo sarà preso come modello per l’androide conosciuto. Per il ruolo della combattiva Alexa Woods vennero considerate numerose attrici, ma ad ottenere il ruolo fu infine Sanaa Lathan, divenuta nota per essere stata la madre del protagonista in Blade. Per l’attrice, il set fu particolarmente stressante, poiché doveva continuamente vivere uno stato di tensione e terrore.

Desiderio del regista era poi quello di dotare il film di un cast di attori internazionali. Fu così che arrivò a scegliere l’italiano Raoul Bova per il ruolo di Sebastian De Rosa e lo scozzese Ewen Bremner per la parte del chimico Graeme Miller. Gli attori Tommy FlanaganAgathe de La Boulaye sono invece i soldati Mark Verheiden e Adele Rousseau, i quali accompagnano il gruppo. L’attore ed esperto di effetti speciali Tom Woodruff Jr. (tra i suoi lavori più noti si annoverano quelli per i film Alien 3, It, Jurassic World – Il regno distrutto e Godzilla vs. Kong) interpreta qui l’alieno xenomorfo. Ian Whyte, invece, dà vita ai minacciosi Predatori presenti nel film.

Alien vs Predator: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Nel 2008, quattro anni dopo l’uscita di questo primo crossover, è arrivato al cinema Alien vs. Predator 2. Questo nuovo capitolo è diretto stavolta dai fratelli Greg Colin Strause, noti come artisti degli effetti speciali di numerosi film di successo e qui al loro primo lungometraggio da registi. Questo sequel ha portato avanti lo scontro tra le due specie aliene, spostando però altrove l’ambientazione e presentando un casto del tutto inedito. Tale secondo film della serie crossover, tuttavia, incassò molto meno del predecessore, portando di fatto i produttori a non mettere in cantiere un terzo capitolo.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Alien vs. Predator è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 31 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Iron Man 4: perché il film non è mai stato realizzato?

0
Iron Man 4: perché il film non è mai stato realizzato?

Iron Man del 2008 è responsabile del lancio del MCU e di un cambiamento profondo all’interno dell’industria cinematografica e dell’impatto dei blockbuster sui risultati al box office. Il ruolo di Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark è stato subito amato dal pubblico, rendendo il personaggio (e di riflesso l’attore) la vera pietra miliare di un franchise da quasi 23 miliardi di dollari, per più di un decennio. Tutto sommato, Downey è apparso in 10 film MCU, tra cui Iron Man e i suoi due sequel, prima di dire addio al personaggio con il ruolo in Avengers: Endgame del 2019.

Tuttavia, nonostante anni di speculazioni e di continui tira e molla da parte di Downey, il tanto discusso Iron Man 4 non si è mai concretizzato. Perché? Gli sceneggiatori di Avengers: Infinity War e Endgame, Christopher Markus e Stephen McFeely, avevano spiegato perché i Marvel Studios hanno scelto di rinunciare a un quarto Iron Man, sottolineando il riconoscimento e la lealtà del marchio che il MCU ha costruito nel corso degli anni, che ha permesso anche la libertà di espandersi verso proprietà più rischiose, come ad esempio i Guardiani della Galassia.

“Avremmo già avuto un Iron Man 4 se si fosse trattato di un qualsiasi altro studio”, aveva detto McFeely nel 2019. “Ma hanno deciso, alla fine, di correre il rischio su altre proprietà. Da un punto di vista puramente egoistico, le scelte audaci che hanno fatto sono stato fantastiche per noi, in quanto sceneggiatori”. Un altro motivo per cui Iron Man 4 non è mai stato realizzato è che il contratto di Downey è stato negoziato per dare priorità ai film degli Avengers e alle sue apparizioni in altri progetti, come Captain America: Civil War e Spider-Man: Homecoming. Nel frattempo, Robert è diventato uno degli attori più pagati di Hollywood grazie al suo impegno con il MCU.

Si è fatto affidamento sul personaggio di Iron Man non solo per aiutare a rafforzare le connessioni tra i vari film dell’universo cinematografico, come con i crossover di successo Civil War, Infinity War e Endgame, ma anche per crearne di nuovi, come con il suo fondamentale ruolo di mentore in Spider-Man: Homecoming, che ha portato il Peter Parker di Tom Holland nel MCU. Altri personaggi come Black Panther e Doctor Strange appaiono in film che non sono i loro per lo stesso motivo, ossia per approfondire quei legami con l’intero universo condiviso. Tuttavia, sono stati in grado di farlo in modo efficace solo perché Iron Man lo aveva fatto prima di loro. Anche il modo in cui Iron Man entra in altri film è diverso da come lo fa, ad esempio, il Nick Fury di Samuel L. Jackson. Fury è senza dubbio un personaggio cool, vitale per il successo del MCU, ma anche lui è “collegato” grazie alla figura di Tony Stark.

avengers: endgame

Perché un Iron Man 4 non avrebbe avuto senso

È interessante che Tony Stark sia stato in grado di conferire credibilità e affidabilità agli altri film del MCU, perché quando il primo Iron Man era in fase di sviluppo, in pratica era considerato un rischio su tutta la linea. Iron Man ha davvero spianato la strada all’espansione del MCU nel modo che tutti noi conosciamo oggi, ma alla fine il personaggio ha finito per essere meno efficace nel suo franchise da solista rispetto a quando è apparso in altri film. Quindi, nonostante si pensasse ad Iron Man 4, la verità era che presenza di Tony Stark nell’universo non era mai mancata.

Alla fine, tuttavia, Iron Man ha dovuto fare un passo indietro dal centro narrativo del MCU per motivi pratici, per dare una degna conclusione alla sua storia. “Ha bisogno di una fine o perderà il suo valore”, aveva detto Markus nel 2019. “La fine è ciò che cementerà il personaggio”. Se un personaggio non mostra i suoi difetti o le sue debolezze, le sue storie si arenano e quanto il pubblico ha investito nel suo viaggio, alla fine, non ripaga mai.

Una volta che è diventato chiaro che Tony sarebbe stato fondamentale per sconfiggere Thanos e salvare l’intero universo, non c’era più bisogno di Iron Man 4. Vedere Tony affrontare una posta in gioco inevitabilmente più piccola dopo Avengers: Endgame poteva essere interessante per i fan del personaggio, ma il peso e l’impatto di un’avventura da solista avrebbe di certo sminuito i suoi precedenti successi. Pertanto, ecco perché Iron Man 4 non è mai stato realizzato; al contrario, l’eredità di Tony è fortemente radicata nelle sue relazioni con gli altri personaggi rispetto a qualsiasi altro eroe MCU.

Venezia 78: doppia preapertura oggi al lido

Venezia 78: doppia preapertura oggi al lido

Si svolgerà con un eccezionale doppio programma la Preapertura della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che avrà luogo martedì 31 agosto alla Sala Darsena del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia).

Al doppio programma della Pre-apertura, con inizio delle due proiezioni alle ore 18. 30 e alle ore 21.00, sarà invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani Il Gazzettino, La Nuova di Venezia e Mestre e il Corriere del Veneto.

Alle ore 18.30 sarà presentato La Biennale di Venezia: il cinema al tempo del Covid, un diario filmato da Andrea Segre, prodotto dalla Biennale di Venezia con Rai Cinema e Istituto Luce Cinecittà, sul “dietro le quinte” dell’edizione 2020 della Mostra del Cinema, svoltasi con le limitazioni imposte dai protocolli di sicurezza dovuti alla pandemia.

Alle ore 21.00 sarà presentato Per grazia ricevuta (1971), scritto, diretto e interpretato da Nino Manfredi, omaggio all’attore e regista per i 100 anni dalla nascita. Il film, presentato in una nuova copia restaurata, è il lungometraggio d’esordio nella regia di Manfredi. Il restauro è stato realizzato nel 2021 dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e da Istituto Luce – Cinecittà a partire dal negativo scena originale 35mm messo a disposizione da RTI – Mediaset in collaborazione con Infinity+. Per la colonna sonora è stato utilizzato un positivo ottico della Cineteca Nazionale. Laboratorio: Istituto Luce-Cinecittà. La proiezione avrà luogo alla presenza di Giovanna e Luca Manfredi, figli di Nino, e delle sue nipoti Margherita e Matilde (figlie di Luca), interpreti della serie Rai Fiction Che Dio ci aiuti.

Per assistere gratuitamente a una o a entrambe le proiezioni in Sala Darsena del doppio programma, il pubblico interessato potrà collegarsi al sistema di prenotazione online dei posti in sala della Biennale sul sito  www.labiennale.org, visualizzando con il proprio smartphone i QR Code pubblicati da venerdì 27 a lunedì 30 agosto su Il Gazzettino, La Nuova di Venezia e Mestre, e da venerdì 27 a domenica 29 agosto sul Corriere del Veneto. Le prenotazioni saranno possibili fino a esaurimento dei posti riservati a ciascuna testata.

Il 31 agosto servizio straordinario ACTV linea 20 da San Marco (San Zaccaria) Il servizio di Linea 20 da San Zaccaria dall’1 settembre viene effettuato a frequenza 15’ dalle ore 6.45 alle ore 1.40, e prolungato con estensione a Lido Casinò di tutte le corse. La 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia si terrà al Lido dall’1 all’11 settembre 2021, diretta da Alberto Barbera.

L’ombra delle spie: storia vera, trama, cast e dove vederlo

L’ombra delle spie: storia vera, trama, cast e dove vederlo

Debutta su SKY e NOW L’ombra delle spie, l’incredibile storia vera di un uomo qualunque che si trova, quasi inconsapevolmente, nel ruolo di agente segreto durante uno dei momenti più difficili della Guerra Fredda: la crisi dei missili di Cuba. Una storia di coraggio e grande amicizia, L’ombra delle spie è diretto da Dominic Cooke e sceneggiato da Tom O’Connor e interpretato da Benedict Cumberbatch, Merab Ninidze, Rachel Brosnahan e Jessie Buckley.

L’ombra delle spie, in streaming ecco dove vederlo

L’ombra delle spie debutta in prima tv su Sky Cinema Uno il 30 agosto alle 21.15. L’ombra delle spie in streaming è disponibile su NOW.

L’ombra delle spie, trama e cast

L’OMBRA DELLE SPIE racconta la storia vera di Greville Wynne (Benedict Cumberbatch), un commesso viaggiatore inglese, che durante gli anni della Guerra Fredda divenne una spia, reclutata dall’MI6 – l’intelligence britannica – e dalla Cia per ottenere informazioni. Per lavoro Wynne era solito viaggiare nell’Est Europa, motivo che spinse i servizi segreti a ingaggiarlo come corriere, così da ottenere da una fidata fonte russa, Oleg Penkovsky (Merab Ninidze), informazioni top-secret sul programma nucleare sovietico e sulle intenzioni di Kruscev installare missili nucleari a Cuba. Un reclutamento, quello di Wynne, che lo ha portato a percorrere vie pericolose e a rischiare la sua stessa vita, pur di salvare il mondo da una catastrofe nucleare…

L'ombra delle spie storia veraLa storia vera di Greville Wynne

La storia di Wynne è straordinaria. Era un ingegnere elettrico reclutato nell’MI5 che divenne un intermediario per la spia sovietica di alto rango Penkovsky che era impegnata nella vendita di armi e segreti sulle armi all’intelligence britannica durante la Guerra Fredda. I due uomini divennero amici ma quando le loro attività furono rivelate da un doppiogiochista che lavorava per il KGB Wynne fu arrestato e imprigionato in Russia. Penkovsky, che è stato soprannominato dall’Occidente come “la spia che ha salvato il mondo” per aver fornito informazioni chiave sulla crisi missilistica cubana, non è stato così fortunato: ha dovuto affrontare un plotone di esecuzione (anche se nel suo libro The Man From Odessa Wynne ha affermato che Penkovsky si suicidò in prigione).

Wynne fu rilasciato in cambio della spia Gordon Lonsdale nel 1964. In quella che avrebbe potuto essere una scena di un romanzo di John Le Carré, si dice che i due uomini si siano incrociati nella Terra di Nessuno che divide Berlino Est e Ovest nel prime ore del mattino del 22 aprile. Wynne avrebbe continuato a scrivere una serie di romanzi sulla sua esperienza prima di morire nel 1990 all’età di 70 anni.

Il cast del film

Nel film protagonisti sono Benedict Cumberbatch come Greville Wynne, Merab Ninidze come colonnello Oleg Penkovsky, Rachel Brosnahan come Emily Donovan, ufficiale della CIA, Jessie Buckley come Sheila Wynne, la moglie di Greville, Angus Wright come Dickie Franks, ufficiale dell’MI6. Kirill Pirogov come Gribanov, ufficiale del KGB, Keir Hills come Andrew Wynne, figlio di Greville, Maria Mironova come Vera, la moglie di Penkovsky. Emma Penzina come Nina, la figlia di Penkovsky. Željko Ivanek come John A. McCone, Vladimir Chuprikov come Nikita Krusciov, Primo Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Nel cast anche Anton Lesser come Bertrand e Alice Orr-Ewing come Tamara.

MCU: tutte le volte che i film hanno “migliorato” il materiale originale

Il MCU è noto anche per essere stato in grado di elevare il materiale di partenza alla base dei suoi adattamenti. Proprio per questo, ComicBookMovie ha raccolto 9 esempi di come l’Universo Cinematografico Marvel sia riuscito a migliorare le storie su cui si basano i film.

La motivazione di Thanos

Non si può negare che la motivazione che spingeva Thanos a cercare di ottenere le Gemme dell’Infinito nella trama di “Infinity Gauntlet” fosse assai inquietante. L’uomo era innamorato della Morte e voleva uccidere metà dell’universo per impressionarla. Tuttavia, in quella particolare storia, non c’è mai stato molto spazio per le sfumature del personaggio nella sua caratterizzazione. In Avengers: Infinity War, i Marvel Studios hanno preso la ricerca di Thanos e le hanno dato una svolta assai più interessante. Proprio come la sua controparte dei fumetti, anche il Titano Pazzo del MCU voleva raccogliere le Gemme dell’Infinito per decimare metà dell’universo. Tuttavia, voleva farlo nel tentativo (sbagliato) di dare alla metà rimanente più risorse per vivere una vita piena e abbondante.

Questa nuova motivazione ha dato a Thanos una caratterizzazione più sfumata che, a volte, ha fatto sì che il pubblico si schierasse davvero dalla parte del ragazzo viola. È sempre un folle, ma il suo intento malvagio è in qualche modo radicato nel desiderio di aiutare gli altri. Chiaramente, la caratterizzazione di Thanos nei fumetti è tutt’altro che debole. Semplicemente, i film hanno preso ciò che era alla base del materiale di partenza e lo hanno decisamente migliorato.

Il Mandarino di Iron Man 3

Quando Iron Man 3 è stato ufficializzato, al pubblico era stata promessa una versione radicata del Mandarino, uno dei più grandi nemici dell’iconico supereroe. Non aveva i poteri mistici dei Dieci Anelli come nei fumetti, ma era minaccioso, aveva un esercito a sua disposizione ed era interpretato da Ben Kingsley. Quando il film è uscito, però, è stato rivelato che il Mandarino (almeno, la versione interpretata da Kingsley), era in realtà Trevor Slattery, un attore fallito assunto per interpretare il Mandarino da uno dei vecchi rivali di Tony. Slattery ha dimostrato di essere un individuo instabile che non sembrava nemmeno consapevole di cosa stesse facendo realmente. La rivelazione ha fatto arrabbiare molti fan dei fumetti, che hanno chiesto a gran voce di vedere un adeguato adattamento del noto cattivo sul grande schermo.

Il fatto è che… il colpo di scena di Slattery non era affatto male. In effetti, aveva una sua ragion d’essere. Rivelare che il Mandarino di Slattery era soltanto un fake ha funzionato non solo perché si è trattato di un espediente narrativo esilarante, ma anche perché ha praticamente sorpreso sia il pubblico generalista che i fan dei fumetti. Bisogna riconoscere che è spesso difficile per i film di supereroi prendano strade in grado di sorprendere davvero lo spettatore. Capovolgendo ciò che tutti si aspettavano dal Mandarino, quindi, i Marvel Studios hanno fatto impazzire i lettori di fumetti e hanno reso il resto di Iron Man 3 una storia tanto eccitante e inaspettata. Certo, è comprensibile che i fan siano stati irritati da quella rivelazione, ma è stata una svolta assai divertente che ha dato uno scossone vero e proprio alla premessa del “cattivo ragazzo” di turno che ormai conosciamo fin troppo bene. Alla fine, i Marvel Studios introdurranmo il vero Mandarino in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Quindi, si può tranquillamente affermare che il personaggio non è mai stato davvero sprecato, ma semplicemente usato come una divertente sorpresa prima della sua ufficiale, autentica rivelazione.

Il rapporto tra Iron Man e Spider-Man

La guida di Tony Stark nei confronti di Peter Parker nel MCU è stata alquanto controversa, poiché alcuni fan hanno chiesto a gran voce di vedere il giovane eroe essere più indipendente. Si tratta di una richiesta comprensibile, soprattutto considerando per quanti anni visto Spider-Man dover fare i conti con la sua vita da solo. Tuttavia, la familiarità dei fan con la natura solitaria di Spidey è anche ciò che fa funzionare davvero bene la sua relazione con Stark nel MCU. Abbiamo avuto molti fumetti, programmi tv e film dell’Uomo Ragno alle prese con i suoi poteri, con il lavoro e con le relazioni, senza avere nessuno intorno a cui appoggiarsi veramente.

Al contrario, il MCU ha posto la domanda: “E se Peter Parker avesse avuto una spalla per una volta?”. Proprio come la svolta del Mandarino, avere Peter Parker con qualcuno che lo guidasse attraverso il “lavoro” del supereroe è stato molto speciale e ci ha permesso di vedere, in live action, come sarebbe stato l’Uomo Ragno aiutato dal supporto di qualcuno. Ovviamente, questo non vuol dire vedere Spider-Man agire da solo sia un male. Rimane un punto fermo nella narrativa del personaggio. Detto questo, è anche divertente avere la possibilità di scoprire l’altra faccia della medaglia.

Le origini di Carol Danvers

Neanche questa è, chiaramente, una critica alla versione a fumetti di Carol Danvers. Il suo viaggio nell’Universo Marvel è stato un bel viaggio ed è stato affascinante vederla evolversi come supereroina nel corso dei decenni. Tuttavia, il MCU ha preso ciò che era stato stabilito egregiamente nei fumetti e lo ha usato per creare una backstory ancora più complessa e coinvolgente per l’eroe.

Presentare Carol Danvers come una potenza che non è in grado di ricordare il suo passato e che viene usata come arma dai Kree a causa delle sue abilità è stata di certo un’ottima idea. Un tale approccio ha dato vita ad un film straordinario, ossia Captain Marvel del 2019, e ha aperto anche la strada a innumerevoli possibilità per il futuro del personaggio nell’universo condiviso. Quel retroscena ha anche dato alla natura eroica di Carol un ulteriore livello di entusiasmo, poiché il pubblico ha potuto osservarla mentre abbracciava la sua identità e faceva i conti con la sua vita in quanto ibrido tra un umano e un Kree.

I legami familiari di Killmonger

Un cattivo che è una macchina per uccidere con un intelletto di livello geniale, abbastanza forte da battere Pantera Nera in persona in un combattimento corpo a corpo. C’è un modo per rendere tutto ciò ancora più fantastico? Come hanno dimostrato i Marvel Studios con Erik Stevens (alias Killmonger) in Black Panther del 2018, c’è! Nei fumetti, Erik Killmonger (nato N’Jadaka) ha un retroscena assai complesso che è stato oggetto anche di alcuni retcon. Tuttavia, tutto si riduce al fatto che + un wakandiano rapito dal suo paese dai criminali e portato negli Stati Uniti. Lì, decise di vendicarsi di Wakanda e della Pantera Nera per avergli voltato le spalle.

Alle prese con l’adattamento del cattivo per Black Panther, Ryan Coogler e i Marvel Studios hanno stabilito che Killmonger fosse il cugino perduto da tempo di T’Challa, che è stato abbandonato negli Stati Uniti dopo che il re T’Chaka aveva ucciso suo padre. Rendere T’Challa e Killmonger parenti di sangue ha reso le loro interazioni ancora più potenti e strazianti. Era chiaro che, se le cose fossero andate diversamente tra T’Chaka e suo fratello, Killmonger sarebbe potuto andare a Wakanda e diventare il partner di T’Challa. Questo scenario alla “What If… ?” è ancora più avvincente e dimostra ancora una volta quanto i Marvel Studios abbiano sempre saputo sfruttare al meglio i retroscena dei personaggi dei fumetti.

Avvoltoio

Adrian Toomes, alias Avvoltoio, è stato un ostacolo per Spider-Man per decenni e ci sono state diverse storie avvincenti incentrate sul cattivo. Con così tanti anni di backstory alle spalle, può essere difficile reinventare correttamente un personaggio per il grande schermo mantenendo al tempo stesso la sua essenza. Questo è, tuttavia, esattamente ciò che hanno fatto i Marvel Studios quando hanno adattato Toomes per Spider-Man: Homecoming. Il film ha stabilito che Adrian Toomes è il padre del primo amore di Peter Parker, Liz Allan, mettendolo in un conflitto diretto e molto personale con l’arrampicamuri.

Non era più solo un criminale alla disperata ricerca di potere: voleva anche provvedere alla sua famiglia, e il crimine era l’unico modo che aveva trovato per farlo. La sua motivazione era forte e la sua caratterizzazione ancora di più, grazie alla performance carismatica di Michael Keaton. Sì, sapevamo che Toomes era il bad guy di turno, ma era anche chiaro che c’era un uomo (in qualche modo) buono sotto il costume e dietro tutte quelle buffonate violente. Avvoltoio è stato spesso una sorta di “zimbello” nei fumetti a causa del suo costume colorato e delle sue abilità peculiari, ma i Marvel Studios lo hanno cementato sia come un formidabile nemico che come una simpatica presenza nell’universo di Spider-Man.

Il tema della sorellanza in Black Widow

Black Widow ha recentemente introdotto Yelena Belova al pubblico generalista. Nei fumetti, Belova è un avversario di Natasha Romanoff. Il film, tuttavia, ha adottato un approccio diverso che ha elevato sia il personaggio che il suo rapporto con Natasha. Black Widow, infatti, ha reso Belova e Natasha giovani spie russe, che sono state affidate ad una falsa famiglia per rubare informazioni per il cattivo conosciuto come Dreykov. Anche se quella famiglia era soltanto una falsa, Yelena e Natasha sono diventate effettivamente sorelle nella vita reale, ma alla fine, purtroppo, sono state fatte a pezzi.

La relazione tra i personaggi ha dato a Black Widow una dinamica molto intima e personale, poiché entrambe le ex assassine si sono ricongiunte dopo anni di separazione e hanno gradualmente accettato il loro amore reciproco. Il modo in cui i Marvel Studios si sono avvicinati a Yelena e alla sua relazione con Natasha ha evitato di rendere la nuova Vedova Nera soltanto una versione malvagia/più violenta di Nat, e ha invece introdotto una versione del personaggio che il pubblico potrebbe facilmente accettare.

La relazione tra Hank Pym e Janet

Nei fumetti, Hank Pym è un personaggio piuttosto instabile. Nonostante abbia avuto la sua giusta dose di momenti eroici nelle sue diverse incarnazioni nei fumetti nel corso degli anni, ha anche fatto diverse cose spregevoli. La caratteristica più famigerata del personaggio in entrambi gli universi “616” e “Ultimate” è il fatto che sia stato violento nei confronti di Janet Van Dyne. Nell’universo “616”, infatti, ha colpito pesantemente Janet, mentre nel mondo impostato da “Ultimate” è stato un vero abusatore seriale che ha sottoposto Janet a violenze sia fisiche che verbali.

Fortunatamente, quando è arrivato il momento di adattare il personaggio per il grande schermo, i Marvel Studios hanno deciso di omettere la natura “violenza” di Pym nei fumetti. In Ant-Man e Ant-Man and the Wasp, infatti, Hank Pym è stato raffigurato come un marito amorevole. Janet e Hank erano migliori amici e non c’era alcuna indicazione che Hank fosse violento. Il modo in cui Pym è stato gestito nel MCU è stato molto intelligente, perché ha permesso a un personaggio che è stato comunque noto per così tanti anni, di non avere più a che fare con tutte quelle caratteristiche spregevoli che avevano reso la sua controparte fumettistica così problematica.

La dinamica tra Steve Rogers e Bucky Barnes

Nei fumetti di “Captain America” ​​degli anni ’40, Bucky Barnes è stato introdotto come una figura simile a Robin per Steve Rogers. Era un bambino che idolatrava il suo partner adulto e lo accompagnava nelle sue avventure. La loro relazione è stata un punto fermo della mitologia di Captain America per molti anni, ma i Marvel Studios hanno deciso di dare una svolta alla loro dinamica in Captain America: Il primo Vendicatore. Nel film, non solo Bucky aveva la stessa età di Steve, ma era anche più grande e più forte di lui prima che Rogers ricevesse il Siero del super-soldato.

Vedere Bucky difendere e in qualche modo fare da mentore a Steve prima che diventasse Captain America, ha dato alla coppia una dinamica tutta nuova, a tratti divertente, da fratello minore a fratello maggiore, e ha reso le loro interazioni una gioia da guardare. Il fatto che si conoscessero fin dall’infanzia ha anche dato importanza alle scene in cui Rogers ha dovuto combattere Bucky nei panni del Soldato d’Inverno in Captain America: The Winter Soldier.

I Hate Suzie: la dark comedy disponibile su NOW

0
I Hate Suzie: la dark comedy disponibile su NOW

I Hate Suzie è la nuova serie tv dark comedy britannico creata da Lucy Prebble e Billie Piper. È stato prodotto da Bad Wolf in associazione con Sky Studios , con Prebble come showrunner. Tutti gli episodi sono stati scritti da Prebble e la maggior parte sono stati diretti da Georgi Banks-Davies.

La serie segna la terza collaborazione tra Prebble e Piper, che in precedenza hanno lavorato insieme a Secret Diary of a Call Girl (2007-11) e The Effect (2012). Il 19 febbraio 2021, la serie è stata rinnovata per una seconda serie. La serie ha ricevuto il plauso della critica dalla critica televisiva per la sua scrittura, la regia e l’interpretazione di Piper. È stato riconosciuto da diverse pubblicazioni e da Conor Molloy come uno dei migliori programmi televisivi dell’anno.

I Hate Suzie in streaming, ecco dove vederlo

I Hate Suzie è stato presentato in anteprima su su Sky Atlantic e NOW TV il 27 agosto 2020. I Hate Suzie in streaming è disponibile su NOW.

I Hate Suzie è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

I Hate Suzie: trama e cast

I Hate Suzie segue la vita dell’attrice Suzie Pickles (Piper) la cui vita viene sconvolta quando il suo telefono viene violato e le sue fotografie compromettenti sono trapelate. Ogni episodio è incentrato su “uno degli otto stadi del trauma” che Suzie sperimenta, un’interpretazione dei cinque stadi del dolore.

In I Hate Suzie  protagonisti sono Billie Piper come Suzie Pickles, Leila Farzad come Naomi Jones, Daniel Ings come Cob Betterton, Nathaniel Martello-White come Carter Vaughan e Matthew Jordan-Caws come Frank.

Gli episodi della prima stagione di I Hate Suzie

  • St. 1 episodio 1: Le foto compromettenti di Suzie sono state hackerate dal suo telefono. La sua vita apparentemente perfetta implode in modo spettacolare.
  • St. 1 episodio 2: Quando nessuno crede alla sua affermazione che le foto di sesso sono false, Suzie fa festa mentre la sua vita familiare è in bilico.
  • St. 1 episodio 3: Lavorando per salvare il suo matrimonio, Suzie concorda sul fatto che forse lavorare con l’uomo in questione non è l’idea migliore. Naomi tenta di tenere a bada la stampa.
  • St. 1 episodio 4: Suzie rilascia un’intervista disastrosa e lotta per fare pace con i propri desideri. Nel frattempo, Naomi è in modalità di controllo dei danni hard-core.
  • St. 1 episodio 5: Cob decide che è il suo turno di scatenarsi e Suzie è costretta a combinare la sua cena con i suoi produttori con la notte selvaggia di Cob.
  • St. 1 episodio 6: Suzie è alla ricerca di un cambiamento di carriera e di audizioni per un nuovo musical. La politica familiare viene alla luce con i genitori di Suzie.
  • St. 1 episodio 7: Suzie cerca di mantenere la calma e di concentrarsi sull’equilibrio tra lavoro e famiglia. Naomi si ritrova in difficoltà.
  • St. 1 episodio 8: Suzie deve fare i conti con la sua situazione e prendere alcune decisioni importanti.

Aquaman 2: Yahya Abdul-Mateen II anticipa un ritratto più maturo di Black Manta

0

Yahya Abdul-Mateen II ha fatto il suo debutto nel DC Extended Universe nel primo film di Aquaman nei panni di David Kane, spietato pirata e mercenario d’alto mare che perde suo padre mentre cerca di combattere contro l’eroe del titolo all’interno di un sottomarino.

In origine, David era stato assunto da Orm Marius per dirottare il sottomarino al fine di innescare un’unione di Atlantide per condurre una guerra in superficie. Kane si ritrova a collaborare con il re di Atlantide per dare la caccia ad Aquaman e Mera usando un’armatura di Atlantide che in seguito modificherà per trasformarsi ufficialmente in Black Manta.

Durante una recente intervista con Variety in occasione della promozione di Candyman, Abdul-Mateen II ha parlato del sequel Aquaman and the Lost Kingdom, anticipando che il suo personaggio sarà “più maturo” e che il nuovo film esplorerà maggiormente l’essere umano che si nasconde dietro il cattivo.

“Riusciremo a capire meglio questo personaggio, alcuni dei suoi valori e alcune delle sue motivazioni”, ha detto Yahya Abdul-Mateen II. “La speranza è che con Aquaman 2 si possa mostrare una versione più completa di David Kane. Nel primo film, abbiamo avuto modo di conoscerlo, ma alla fine si trattava di arrivare a Black Manta. Proprio per questo, la mia speranza è che il pubblico possa conoscere un po’ di più David Kane e scoprire cosa lo motiva, cosa vuole e contro cosa lotta.”

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman and the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre 2022.

Black Panther: Wakanda Forever, anche la Contessa de Fontaine nel sequel?

0

Il personaggio della Contessa Valentina Allegra de Fontaine è apparso per la prima volta nella serie The Falcon and the Winter Soldier, dove l’abbiamo vista entrare in scena in qualità di agente di un’organizzazione governativa segreta interessata a procacciare supereroi. Il personaggio è poi apparso anche nella scena post-credits di Black Widow, dove inizialmente avrebbe dovuto fare il suo debutto (ma il Covid-19 ha poi stravolto tutti i piani dei Marvel Studios).

Val è un personaggio dei fumetti assai misterioso, che ha legami con praticamente qualsiasi organizzazione, dallo S.H.I.E.L.D. all’Hydra e oltre. Ha radici profonde all’interno della comunità clandestina della Marvel, cosa che la rende uno dei personaggi più loschi dei fumetti. Al momento non sappiamo in quale progetto del MCU rivedremo il personaggio, ma pare che possa trattarsi nientemeno che di Black Panther: Wakanda Forever.

Di recente, infatti, un utente di Twitter ha portato alla luce alcuni scatti condivisi via Instagram dal truccatore di Julia Louis-Dreyfus che mostrano l’attrice su un set ad Atlanta, in Georgia, circondata da schermi verdi. Alcuni utenti di IG hanno commentato il post facendo notare che, in realtà, le foto potrebbero fare riferimento anche ai reshoot della serie Hawkeye (che dovrebbe essere collegata alla scena post-credits di Black Widow in cui Val appare al fianco di Yelena Belova).

Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

I Mercenari 4 è ufficiale: nel cast anche Megan Fox

0
I Mercenari 4 è ufficiale: nel cast anche Megan Fox

Arriva da The Hollywood Reporter la notizia che Lionsgate e Millennium Media hanno ufficialmente dato il via libera alla realizzazione di I Mercenari 4, il quarto capitolo della saga de I Mercenari, in cui ritorneranno Sylvester Stallone, Jason Statham, Dolph Lundgren e Randy Couture al fianco delle new entry Curtis “50” Jackson, Megan Fox e Tony Jaa.

Alla regia di I Mercenari 4 ci sarà Scott Waugh (Need for Speed), mentre la sceneggiatura porterà la firma di Spenser Cohen. La produzione partirà il prossimo ottobre. I dettagli sulla trama non sono ancora stati rivelati, ma ovviamente la storia si concentrerà ancora una volta sull’ormai celebre gruppo di mercenari veterani. Tuttavia, pare che il protagonista del nuovo film non sarà più il personaggio di Barney Ross interpretato da Stallone, ma bensì quello di Lee Christmas interpretato da Statahm. Fox sarà la protagonista femminile.

Jason Statham sarà coinvolto anche in qualità di produttore insieme a Kevin King Templeton, Les Weldon, Yariv Lerner, Jeffrey Greenstein e Jonathan Yunger di Millennium Media. “È così divertente riunire queste star per un film d’azione senza esclusione di colpi”, ha dichiarato in una nota ufficiale Jason Constantine, presidente delle acquisizioni e delle co-produzioni di Lionsgate Motion Picture Group. “Il nuovo film alzerà la posta in gioco e sarà l’avventura più grande e più tosta di sempre.”

Il successo della saga de I Mercenari

La saga de I Mercenari (The Expendables in originale) è stata scritta ed interpretata da Sylvester Stallone, basata sui personaggi creati da David Callaham. Il primo film, diretto dallo stesso Stallone, è uscito nel 2010, seguito dal secondo capitolo diretto da Simon West nel 2012 e dal terzo capitolo diretto da Patrick Hughes nel 2014. La saga è stata creata per omaggiare i blockbuster d’azione degli anni ’80 e ’90. Tutti e tre i film hanno incassato oltre 829 milioni di dollari al box office mondiale.

Eternals: per il produttore condivide la stessa “risonanza tematica” di Nomadland

0

La regista Chloé Zhao è stata la seconda donna, nonché la prima donna di colore, a vincere il premio Oscar come miglior regista grazie a Nomadland. È naturale, dunque, che il suo coinvolgimento in Eternals, il film Marvel in arrivo nelle sale a novembre, sia uno dei motivi per cui il nuovo film dei Marvel Studios è così atteso.

Il terzo lungometraggio del MCU in uscita nel 2021, in arrivo dopo Black Widow e Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, introdurrà ufficialmente la razza aliena cosmica del titolo nel longevo franchise di successo. Dopo essersi nascosti sulla Terra per migliaia di anni, gli Eterni si uniranno ancora una volta per combattere contro i Devianti, una razza di esseri malvagi con cui condividono un lignaggio. Grazie ad un controllo creativo sul film che si potrebbe definire quasi senza precedenti, sappiamo che Zhao ha girato Eternals servendosi principalmente di location reali e, quando possibile, di effetti pratici al posto della CGI.

Sappiamo anche che è stato proprio il lavoro che Zhao ha fatto con Nomadland a spingere Kevin Feige ad ingaggiarla per Eternals, e ora il produttore del film Nate Moore ha rivelato che, in realtà, i due film non sono così diversi come potrebbero sembrare. Intervistato da Empire Magazine, Moore ha elencato quelli che, dal suo punto di vista, sono i punti di contatto tra le due pellicole, spiegando che entrambi i film condividono “la stessa risonanza tematica”.

“Chloé è interessata a raccontare storie di outsider che si trovano alla deriva in nuovi mondi”, ha detto Moore. “Nomadland e Eternals condividono entrambi quel DNA. Chiaramente, Nomadland non ha gli stessi fronzoli di Eternals, ma ha la medesima risonanza tematica. Questa è sicuramente una novità per tutti noi. ‘Dalla regista premio Oscar di…’ non è una frase che sei abituato a sentire prima di un film Marvel.”

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

The Suicide Squad: in arrivo uno spin-off su Bloodsport? James Gunn smentisce

0

Nonostante il confronto con il Deadshot di Will Smith fosse in qualche modo inevitabile, alla fine il personaggio di Robert Dubois/Bloodsport interpretato da Idris Elba in The Suicide Squad si è rivelato uno dei migliori all’interno del film diretto da James Gunn.

In seguito all’uscita del film, i fan hanno subito iniziato a chiedersi quando avrebbero potuto vedere di nuovo il mercenario esperto di tecnologia in azione. Proprio per questo, c’è stata molta eccitazione quando, nelle ultime ore, è iniziata a circolare online una voce a proposito di un progetto interamente dedicato a Bloodsport (il report, però, non ha specificato se si sarebbe trattato di un film o di una serie tv).

Sfortunatamente, non sembra esserci alcuna verità in questa notizia, poiché il regista James Gunn ha prontamente smentito il rumor su Twitter, anche se ha aggiunto che esiste una “possibilità di vedere ancora di più a proposito Bloodsport in futuro.”

Clicca qui per vedere il post originale

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Jungle Cruise: la Disney ufficializza il sequel

0
Jungle Cruise: la Disney ufficializza il sequel

Arriva da The Hollywood Reporter la notizia che i Walt Disney Studios hanno ufficialmente dato il via libera al sequel di Jungle Cruise, il film basato sull’omonima attrazione dei parchi Walt Disney, uscito nelle sale e in contemporanea su Disney+ lo scorso luglio.

Dwayne Johnson e Emily Blunt torneranno a vestire i panni rispettivamente di Frank Wolff e della dottoressa Lily Houghton. Anche il regista del film Jaume Collet-Serra (attualmente impegnato con la produzione dell’atteso Black Adam, il cinecomic DC che vedrà “The Rock” nei panni dell’anti-eroe eponimo), dovrebbe tornare dietro la macchina da presa, così come il candidato all’Oscar Michael Green, che dovrebbe occuparsi ancora una volta della sceneggiatura.

Jungle Cruise ha di recente superato i 100 milioni di dollari al box office nazionale, portando gli incassi a livello mondiale a circa 187 milioni. Inoltre, a soli tre giorni di distanza dall’uscita su Disney+ con Accesso Vip, il film ha guadagnato oltre 30 milioni di dollari, secondo i dati riportati dalla multinazionale.

Sebbene in una situazione di normalità questi numeri non sarebbero stati considerati particolarmente entusiasmanti (ricordiamo che il budget del film è stato di 200 milioni di dollari), data la situazione in cui viviamo ora è probabile che la Disney abbia comunque ritenuto tali cifre sufficienti per procedere con il sequel, incentivata probabilmente anche dall’accoglienza positiva da parte del pubblico.

La sinossi ufficiale di Jungle Cruise

Da Londra, in Inghilterra, Lily parte per la foresta amazzonica e recluta Frank per guidarla lungo il corso del fiume con La Quila, la sua barca diroccata ma affascinante. Lily è determinata a scoprire un antico albero con straordinarie capacità curative, in grado di cambiare il futuro della medicina. Durante questa epica ricerca, l’improbabile duo incontra innumerevoli pericoli e forze soprannaturali, nascosti nell’ingannevole bellezza della rigogliosa foresta pluviale. Ma quando vengono svelati i segreti dell’albero perduto, la posta in gioco per Lily e Frank diventa sempre più alta e il loro destino e quello dell’umanità sono appesi a un filo.

Mastercard e La Biennale di Venezia insieme per una serie di esclusive conversazioni

Mastercard, main sponsor della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (1-11 settembre), e orgoglioso sostenitore della magia del cinema, dei nuovi talenti, delle diverse prospettive e delle nuove avventure – invita gli amanti del cinema, gli studenti e gli appassionati ad un’esclusiva serie di conversazioni, in collaborazione con La Biennale di Venezia, con alcuni delle più influenti personalità del cinema contemporaneo. Insieme scopriremo come le storie raccontate dai grandi cineasti possano avere un impatto duraturo, ben oltre il film stesso.

La passione per il cinema ci apre gli occhi verso nuovi mondi, nuove realtà e nuove sfide. Coloro che creano la magia del cinema sul grande schermo hanno la straordinaria capacità di mostrarci la vita da una nuova prospettiva, trascinandoci in un viaggio inaspettato o permettendoci di rivivere luoghi a noi già familiari in una maniera totalmente nuova. Come queste storie vengono colte  cambia in base alla lente creativa che dà inizio a questo viaggio, insieme all’ambiente in cui vengono vissute.

Unisciti a Bong Joon Ho, Tim Roth, Susan Sarandon, Marisa Tomei, Paolo Virzì e Robin Wright e ascoltali condividere i loro pensieri su come il grande cinema possa dare vita a diverse correnti di pensiero e prospettive, stimolare un’infinità di emozioni e influenzare le nostre vite fin dal momento iniziale di ogni film.

Nel nostro appuntamento “See life through a different lens: contactless connections – Exploring the power of cinema to connect us” esploreremo il ruolo del regista, dell’attore e del cineasta e di tutti coloro che ruotano attorno al mondo del cinema nel costruire storie che non solo ci aiutano a cogliere le diverse sfumature di una realtà cangiante, ma che ci permettono di connetterci a nuovi e diversi mondi, ricchi di opportunità davveropriceless.

“Il cinema, a differenza di tutte le altre forme d’arte, ci invita e ci dà la possibilità di vedere la vita sotto una diversa prospettiva. E mentre ci addentriamo in un momento di grandi cambiamenti , il cinema riveste un ruolo ancora più importante. Siamo orgogliosi di poter, anche quest’anno, rinnovare la nostra forte collaborazione con la Biennale di Venezia, per aiutare le persone in tutto il mondo di fare esperienza del potere trasformazionale del cinema. – ha dichiarato Jeannette Liendo, Integrated Marketing and Communications, Mastercard Europe – Ascoltando i contributi più recenti di icone e leggende del mondo del cinema, vogliamo offrire agli amanti della Settima Arte e agli studenti di cinema un’esperienza coinvolgente e irripetibile, permettendogli di essere più vicini al processo creativo di quest’arte che, per loro, è assolutamente priceless.”

 “Il cinema è una finestra spalancata sul mondo. Ogni film, se di qualità, è in grado di insegnarci qualcosa, di renderci consapevoli dei grandi cambiamenti in atto nella società contemporanea, di influire sui nostri pregiudizi e le nostre conoscenze. Con il cinema, si può viaggiare a ritroso per riscoprire eventi dimenticati o deformati dalle consuetudini, e  arrivare là dove non siamo in grado di giungere con i nostri mezzi limitati, che si tratti di Paesi lontani o del futuro che ci attende. Nessuna forma d’arte più del cinema è in grado di intrattenerci e istruirci nello stesso tempo, contribuendo ad accrescere la nostra consapevolezza di individui e di cittadini del mondo. Siamo lieti di poter contare sulla collaborazione di Mastercard per rafforzare il nostro impegno a sostegno del cinema e alla sua diffusione”, ha commentato Alberto Barbera, Direttore artistico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

I PROTAGONISTI

Bong Joon Ho ha debuttato con Barking Dogs Never Bite prima di raggiungere la fama internazionale con Memorie di un assassino. I successivi The Host e Mother riscuotono un grande successo di pubblico e critica e numerosi premi. Ha fatto la sua prima incursione nelle produzioni internazionali con Snowpiercer, interpretato da Chris Evans, John Hurt, Tilda Swinton, Ed Harris e Octavia Spencer, e Okja, sempre con un cast stellare. Il suo ultimo film, Parasite, ha vinto la Palma d’oro, il David di Donatello, il Golden Globe, il Critics Choice Award, e il BAFTA per la miglior sceneggiatura e il miglior film straniero, nonché l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, per la migliore regia, come miglior film internazionale e come miglior film.

Tim Roth è tra gli attori più versatili e talentuosi del panorama cinematografico mondiale. Protagonista per film di maestri quali Quentin Tarantino, Francis Ford Coppola, Michael Haneke, Robert Altman, Werner Herzog, Wim Wenders, si presta anche a progetti più popolari qualiThe Incredible Hulk, a serie tv di successo per la Marvel / Disney +, senza dimenticare il suo impegno per il teatro, che gli è valso numerosi premi. Tra i suoi film più recenti Bergman Island di Mia Hansen-Love e Sundown di Michael Franco.

Susan Sarandon, considerata uno dei migliori talenti della sua generazione, ha ricevuto cinque candidature al Premio Oscar per Atlantic City, Thelma & Louise, L’olio di Lorenzo, Il cliente e si è aggiudicata la statuetta per Dead Man Walking. Nel corso della sua carriera è stata inoltre premiata con un BAFTA e uno Screen Actors Guild Award, venendo candidata nove volte ai Golden Globe e sei al Premio Emmy. Nella sua lunga carriera ha lavorato con Billy Wilder, Jim Sharman, Louis Malle, Tony Scott, Paul Schrader, Joel Schumacher, John Turturro, Cameron Crowe, Paul Haggis. Nel 2010 è stata nominata ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (FAO).

Marisa Tomei, premio Oscar per Mio cugino Vincenzo, viene candidata altre due volte all’Oscar per In the Bedroom e per The Wrestler. Si divide tra teatro e ruoli da protagonista al cinema con Qualcuno da amare, Cronisti d’assalto, Only You – Amore a prima vista. Dopo il film di denuncia Benvenuti a Sarajevo si mette in luce con due ruoli comici in L’altra faccia di Beverly Hills e in What Women Want – Quello che le donne vogliono. Per  Onora il padre e la madre ottiene una candidatura agli Independent Spirit Awards. Viene scelta per interpretare May Reilly nei film del Marvel Cinematic Universe, compresi i film Spider-Man: HomecomingSpider-Man: Far from HomeSpider-Man: No Way Home.

Paolo Virzì, debutta nella regia nel 1994 a Venezia con La Bella Vita. Passa dalla Livorno popolare di Ovosodo (Gran Premio della Giuria alla 54ª Mostra di Venezia) e La Prima Cosa Bella all’on the road lungo la East Coast USA con The Leisure Seeker, in concorso alla 74ª Mostra di Venezia, con Donald Sutherland e Helen Mirren (nominata ai Golden Globes come Miglior Attrice). Notti Magiche è la sua ultima fatica. Ha vinto 7 David di Donatello e 8 Nastri d’Argento. È stato 2 volte nella cinquina dell’EFA come Miglior Regista Europeo e per 2 volte ha rappresentato l’Italia agli Oscar. 

Robin Wright è un’attrice pluripremiata e filantropa che ha marcato Hollywood indelebilmente. Indimenticabile in House of Cards, durante la sua lunga carriera, di gran successo, ha recitato con Denis Villeneuve, Robert Redford, Robert Zemeckis, Nick Cassavetes, Rodrigo Garcia, David Fincher, Bennett Miller, Rob Reiner, Barry Levinson, Anthony Minghella, M. Night Shyamalan, Sean Penn, Peter Kosminsky, Luis Mandoki. Nel 2014, Wright ha fondato Pour Les Femmes, una linea di pigiami socialmente consapevole, con la stilista Karen Fowler. Robin è anche una devota sostenitrice dei diritti delle donne dell’Est Congo.

Le Conversation Series di “See life through a different lens” saranno disponibili sul canale Youtube di Mastercard, su priceless.com e labiennale.org con il seguente calendario :

  • Robin Wright, mercoledì 1 settembre, alle 16.30
  • Paolo Virzì, giovedì 2 settembre, alle 16.30
  • Tim Roth, venerdì 3 settembre, alle 16.30
  • Susan Sarandon, sabato 4 settembre, alle 16.30
  • Marisa Tomei, domenica 5 settembre, alle 16.30
  • Bong Joon Ho, lunedì 6 settembre, alle 16.30

78 edizioni di cinema internazionale della Biennale Cinema al Lido di Venezia

Dal primo all’11 settembre 2021 al Lido di Venezia, nell’anno delle celebrazioni dei 1600 anni della fondazione della città, prende il via la 78 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera: la Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo.

La prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica risale al 1932 nell’ambito della diciottesima Biennale di Venezia. Il festival, denominato “1ª Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica”, nacque da un’idea del presidente della Biennale di allora, il conte Giuseppe Volpi, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, segretario generale de L’Unione Cinematografica Educativa (emanazione della Società delle Nazioni con sede a Roma), concorde sull’idea di svolgere la rassegna nella città lagunare e primo direttore-selezionatore.

L’edizione 1932 si svolse dal 6 al 21 agosto 1932 e fu la prima manifestazione internazionale di questo tipo: si svolse interamente sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia e, anche se non era una rassegna competitiva, nel cartellone c’erano titoli che fecero la storia del cinema. Tra questi, vale la pena di ricordare Probito del grande regista statunitense Frank Capra, Grand Hotel di Edmund Goulding, Il Campione di King Vidor, il primo e inimitabile Frankestein di James Whale. Alla serate erano presenti gli attori protagonisti dei film che fecero arrivare al Lido oltre 25mila spettatori: si parla dei maggiori divi internazionali dell’epoca come Greta Garbo, Clark Gable, Fredric March, Loretta Young, John Barrymore, Joan Crawford, senza dimenticare l’idolo italiano Vittorio De Sica e il grande Boris Karloff, passato alla storia per il suo ruolo del mostro nel primo Frankestein. Il primo film della storia della Mostra, che venne proiettato la sera del 6 agosto 1932, fu Il dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde) di Rouben Mamoulian. Il primo film italiano, Gli uomini, che mascalzoni… di Camerini, venne presentato invece la sera dell’11 agosto 1932.

In mancanza di una giuria e dell’assegnazione di premi ufficiali, introdotti solamente più tardi, un referendum indetto dal comitato organizzatore, presieduto da Attilio Fontana dell’Ice (Istituto del Commercio Estero), svolto tra il pubblico accorso alla rassegna, decretò come miglior regista il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita, mentre il film di René Clair A me la libertà venne eletto come il più divertente. Come migliore attrice fu premiata Helen Hayes, come miglior attore Fredric March; il film “più commovente” risultò essere la pellicola americana Il fallo di Madelon Claudet di Edgar Selwyn.

La seconda edizione si svolse due anni dopo, nel 1934, e fu la prima rassegna competitiva: i Paesi rappresentati erano 19 e i giornalisti accreditati più di 300. Dal 1935 la Mostra diventò annuale, segno evidente del successo internazionale della manifestazione. In quello stesso anno venne istituita la Coppa Mussolini per il miglior film straniero e italiano, ma non esisteva una vera giuria. Era la presidenza della Biennale che decretava i vincitori dei premi. Oltre alla Coppa Mussolini, vennero distribuite le Grandi Medaglie d’oro dell’Associazione nazionale fascista dello spettacolo, inoltre i premi per le migliori interpretazioni e giovani registi alla loro opera prima.

Con il crescere della notorietà e del prestigio della rassegna, crebbe anche il numero di opere e dei Paesi partecipanti in concorso. A partire da questa edizione, però, e fino al Dopoguerra, alla Mostra non parteciparono più i film sovietici, mentre il prestigioso premio per gli attori assunse la denominazione di Coppa Volpi, dal cognome del conte Giuseppe Volpi, padre della rassegna.

Di edizione in edizione, molte furono le innovazioni della Mostra: nel 1937 venne inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema, opera dell’architetto Luigi Quagliata, costruito a tempo di record secondo i dettami del Modernismo, diffusosi all’epoca e mai più abbandonato nella storia della rassegna, tranne che tra il 1940 ed il 1948.

Gli anni Quaranta rappresentarono uno dei momenti più difficili della rassegna a causa delle guerre in corso: le edizioni del 1940, 1941 e 1942 si svolsero a Venezia, ma lontano dal Lido. Pochi furono i Paesi partecipanti. La mostra riprese a pieno regime nel 1946 a seguito della conclusione della guerra, ma le proiezioni si svolsero stavolta al cinema San Marco, a causa della requisizione del Palazzo del Cinema da parte degli Alleati.

L’edizione del 1946 per la prima volta si svolse nel mese di settembre, a seguito dell’accordo con il neonato Festival di Cannes, che proprio nella primavera del ‘46 aveva organizzato la sua prima rassegna. Nel 1947 la mostra si tenne al Palazzo Ducale, in una splendida e unica cornice, raggiungendo un record di novantamila presenze. Il 1947 vide anche ripristinata la Giuria internazionale per assegnare il Gran premio internazionale di Venezia.

La crescita della Mostra e la sua importanza sempre maggiore portò a un richiesta di maggiori spazi: tra il 2000 e il 2001 la direzione si concentrò su un forte rafforzamento delle infrastrutture, affiancando ai palazzi storici nuove ampie sedi, ristrutturate o create appositamente per il festival, migliorando i collegamenti tra le diverse zone e portando lo spazio totale a disposizione della rassegna ad oltre 11.000 metri quadrati.

Trieste Science+Fiction Festival, il bellissimo poster dell’edizione 2021

0

Trieste Science+Fiction Festival, il più importante evento italiano dedicato ai mondi della fantascienza e delle meraviglie del possibile in programma dal 27 ottobre al 3 novembre 2021 nel capoluogo giuliano, svela il poster dell’edizione 2021: un disegno originale realizzato dal talento dell’illustrazione italiana Alessandro Pautasso, in arte Kaneda, che vanta importanti riconoscimenti e collaborazioni tra cui il New York Times, Disney, NBA, Warner Bros, Sony, Universal e Greenpeace.

L’immagine vuole rappresentare l’ingresso nel mondo del cinema di fantascienza con i viaggi nello spazio e le fantastiche incognite del futuro: uno sguardo colorato pieno di stupore che invita all’immaginazione e alla meraviglia. “Con quest’opera, ho desiderato interpretare la fantascienza attraverso l’immaginario sci-fi classico visto con gli occhi di un bambino” – spiega Kaneda – “Ecco dunque le astronavi, i viaggi spaziali e l’incontro con l’ignoto.”

Alessandro Kaneda Pautasso è un illustratore torinese con uno stile fortemente caratterizzato da energici colori al neon e da forme geometriche astratte. Nato nel 1982, dopo essersi innamorato di un libro di illustrazioni dei Beatles di Alan Aldridge, ha iniziato a disegnare quasi ogni giorno. Attratto dalle arti visive, decide di intraprendere una carriera nel campo della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione e contemporaneamente si concentra sull’arte digitale. I lavori di Kaneda sono stati presentati su prestigiosi giornali e riviste internazionali come il New York Times, il Washington Post, il Los Angeles Times, il Seattle Times e Wired UK; ha curato illustrazioni per Adobe, NBA TV, Juventus FC, Adidas China, Sunglass Hut, Warner Bros Italy, Remy Martin, Futurebrand Paris, Lowe China, Sony Music Italy, Universal Records, Greenpeace; key-arts, copertine di cd e libri, tra cui Disney Books e la cover dell’album di Mika “Songbook vol. 1.”.

La 21° edizione del TS+FF è progettata per svolgersi con formula ibrida, in presenza a Trieste e on-line, con il ritorno del pubblico in presenza nelle sedi tradizionali del festival ma aperto anche alla partecipazione su web, dopo l’esperienza virtuale dell’anno scorso su MYmovies che ha portato a un sensibile allargamento del pubblico su scala nazionale.

“Un festival per il 21esimo secolo, disegnato secondo un modello “smart”,  – ha dichiarato Daniele Terzoli, presidente de La Cappella Underground – immaginato in funzione della nuova quotidianità e del mondo digitale, costruito su un’idea di sostenibilità e pensato per andare incontro alle esigenze di tutti gli spettatori.”

Il Trieste Science+Fiction Festival, con la conferma della partnership con MYmovies, si svolgerà infatti anche quest’anno in un’edizione ibrida, con modalità di partecipazione online e dal vivo in quattro diverse sale: la sala del Politeama Rossetti (con una platea da 960 posti), il  Teatro Miela e il Cinema Ariston di Trieste, e la sala virtuale di MYmovies, sito leader in Italia nell’informazione cinematografica.

Fondato a Trieste nell’anno 2000, Trieste Science+Fiction Festival ha raccolto l’eredità dello storico Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste svoltosi dal 1963 al 1982, la prima manifestazione dedicata al cinema di genere in Italia e tra le primissime in Europa, divenendo il più importante evento italiano dedicato ai mondi della fantascienza e del fantastico. Cinema, televisione, new media, letteratura, fumetti, musica, arti visive e performative compongono l’esplorazione delle meraviglie del possibile.

Tra i grandi ospiti internazionali presenti al Trieste Science+Fiction Festival dal 2000 a oggi si ricordano i nomi di Neil Gaiman, Pupi Avati, Dario Argento, Jimmy Sangster, John Landis, Lamberto Bava, Terry Gilliam, Enki Bilal, Joe Dante, Jean “Moebius” Giraud, Ray Harryhausen, Christopher Lee, Roger Corman, George Romero, Alfredo Castelli, Gabriele Salvatores, Alejandro Jodorowsky, Bruce Sterling, Rutger Hauer, Sergio Martino, Douglas Trumbull, Phil Tippett e Brian Yuzna.

Trieste Science+Fiction Festival è organizzato dal centro ricerche e sperimentazioni cinematografiche e audiovisive La Cappella Underground con la collaborazione e il sostegno di: MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, PromoTurismo FVG, Comune di Trieste, Università degli Studi di Trieste, Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali.

Trieste Science+Fiction Festival è membro ufficiale del board della Méliès International Festivals Federation, fa parte di AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema e partecipa ad EURASF, rete europea di festival con focus sul film scientifico.

Il Festival è riconosciuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia tra i progetti triennali di rilevanza regionale di interesse internazionale in campo cinematografico. La manifestazione si avvale del patrocinio dei principali enti scientifici del territorio: AREA Science Park, ICGEB, ICTP, INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste, IS Immaginario Scientifico – Science Centre, OGS, SISSA.

La sede principale della manifestazione, grazie alla collaborazione del Comune di Trieste e del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, sarà il Politeama Rossetti. Il palazzo della Casa del Cinema di Trieste, sede delle maggiori associazioni di cultura cinematografica del territorio, è il quartier generale della manifestazione e con la collaborazione del Teatro Miela ospiterà le sezioni collaterali del festival, mentre altre iniziative e programmi speciali sono previsti nella sala d’essai del Cinema Ariston.

Figli del sole al cinema dal 2 settembre 2021

Figli del sole al cinema dal 2 settembre 2021

Figli del sole (Khorshid) di Majid Majidi, in arrivo nelle sale italiane dal 2 settembre 2021 grazie a Europictures. Il candidato al Premio Oscar Majid Majidi, già in nomination per “I ragazzi del paradiso”, torna dietro la macchina da presa per raccontare una nuova ed emozionante storia di bambini. Il film “Figli del sole” è stato presentato in concorso alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il giovane protagonista Rouhollah Zamani è stato insignito del Premio Marcello Mastroianni 2020, ed è stato selezionato per rappresentare l’Iran nella categoria Miglior Film Internazionale agli Oscar 2021.

Al centro della trama di Figli del sole l’appassionante storia del dodicenne Ali e dei suoi tre amici che per trovare un antico tesoro dovranno… tornare a scuola! Tra lavoretti e piccoli furti, il gruppo di ragazzini cerca di sbarcare il lunario nelle periferie di Teheran. Con un colpo di scena quasi miracoloso, ad Ali viene affidato il compito di recuperare un tesoro nascosto sottoterra. Il ragazzo recluta così la sua banda, ma per ottenere l’accesso al tunnel i bambini dovranno iscriversi alla Sun School, un istituto di beneficenza volto a formare ragazzi di strada e bambini lavoratori,  situato in prossimità del tesoro nascosto. Un film acclamato dalla critica internazionale, che parla di amicizia e avventura, speranza e voglia di riscatto, affrontando tematiche di grande attualità.

“Sono sempre stato entusiasta del sorprendente mondo dei bambini” – spiega il regista Majid Majidi – “Come regista, sono autenticamente attratto dai giovani, sono la mia ispirazione: la loro passione, originalità, immaginazione e la libertà, che gli permette di imbarcarsi nelle loro avventure. (…) Non volevo fare una polemica seria sul lavoro minorile. Volevo fare un film divertente, energico, gioioso, pieno di avventura e coraggio, che mostrasse quanto siano capaci, pieni di risorse e resilienti questi bambini. Per affrontare temi cupi come il lavoro minorile, serve empatia e umorismo, per questo ho deciso di creare un’avventura pericolosa alla ricerca di un tesoro. La parola “tesoro” emoziona tutti e significa qualcosa di diverso per tutti, perché è una speranza inaspettata di trovare qualcosa di speciale, di magico.”

La trama

Il dodicenne Ali e i suoi tre amici lavorano sodo per sopravvivere e sostenere le proprie famiglie, tra lavoretti in garage e piccoli reati. Con un colpo di scena quasi miracoloso, ad Ali viene affidata la responsabilità di recuperare un tesoro nascosto sottoterra. Il giovane quindi recluta la sua banda, ma per ottenere l’accesso al tunnel i bambini dovranno prima iscriversi alla Sun School, un istituto di beneficenza volto a formare ragazzi di strada e bambini lavoratori, situato vicino al tesoro nascosto.

Qual è stato il tuo processo per il casting dei giovani, in particolare Rouhollah (Ali) e Shamila (Zahra)?

In tutti i miei film, il casting è la parte che richiede più tempo in fase di pre-produzione. È un processo difficile e complicato. Il processo di eliminazione è molto doloroso e straziante, richiede molto tatto ed empatia, specialmente con i bambini, per non infrangere i loro sogni. È una grande responsabilità. Nel corso di quattro mesi abbiamo fatto oltre 3.000 provini, prima di trovare i nostri attori. Alcuni sono veri bambini di strada, come Shamila (Zahra) e suo fratello Aboulfazl. Sono immigrati afghani sia sullo schermo, sia nella vita reale. Vivono con i genitori e, proprio come nel film, passano le giornate lavorando sulla strada o in metropolitana e frequentando una scuola per bambini lavoratori. Un anno fa ho visitato la loro scuola. Shamila era come una luce, sicura di sé, con un carisma naturale. Poi ho incontrato suo fratello minore e gli ho chiesto di discutere nella loro lingua. Erano così naturali e perfetti che gli abbiamo chiesto di venire al casting. La loro forza nella recitazione proviene proprio dal loro vissuto. Quanto a Rouhollah (Ali), anche lui non aveva mai recitato. Era puro, con un’energia grezza, determinato a dare più del previsto. Scegliere il personaggio principale era il compito più difficile. Ma Rouhollah ha superato tutti, perché aveva una tale intensità e un tale desiderio di ottenere il ruolo di protagonista… Proprio come il personaggio che interpreta, determinato a trovare il tesoro e salvare sua madre.

Note di regia

FIGLI DEL SOLE parla di bambini costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie. Ad oggi, sono 152 milioni i bambini in questa situazione. Le organizzazioni internazionali portano avanti una lotta disperata per sostenere questi giovani vittime di abusi, privati anche del loro diritto umano all’istruzione. Il messaggio di FIGLI DEL SOLE è che siamo tutti responsabili nei confronti di questi bambini, molti dei quali sono estremamente talentuosi e tutti preziosi. Semplicemente, non è tollerabile che il loro status sociale ed economico li consegni a un futuro di opportunità limitate e scarse prospettive. FIGLI DEL SOLE vuole dimostrare le capacità e l’umanità di questi bambini. I nostri giovani attori protagonisti erano tutti bambini lavoratori e si sono rivelati tutti performer sorprendenti ed estremamente intelligenti.

Spider-Man: No Way Home, la durata del film è stata finalmente svelata?

0

Abbiamo aspettato quella che sembrava un’eternità per il primo trailer di Spider-Man: No Way Home, ma dire che vogliamo vederne e saperne di più a proposito del film sarebbe un mero eufemismo!

La speranza è che la campagna marketing entri nel vivo nei prossimi mesi, in attesa della data di uscita fissata per il 17 dicembre. Tuttavia, è molto probabile che a proposito del film non verrà rivelato più nulla nelle prossime settimane. Eppure, un piccolo aggiornamento a proposito dell’atteso blockbuster è stato diramato nelle ultime ore, anche se al momento manca una conferma ufficiale.

Sul sito web della catena di cinema britannica Cineworld (via CBM), viene specificato che Spider-Man: No Way Home durerà ben 150 minuti. È molto probabile, tuttavia, che questo sia solo un placeholder. Ad ogni modo, è importante sottolineare che il sito aveva già “anticipato” la durata di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: in precedenza, infatti, il sito aveva segnalato che il film sarebbe durato 130 minuti; di fatto, la durata effettiva di Shang-Chi è di 132 minuti.

Se la durata di 150 minuti (o giù di lì) dovesse essere confermata da Sony Pictures, allora Spider-Man: No Way Home sarà ufficialmente il film dedicato all’iconico personaggio più lungo mai realizzato da Sony e Marvel. Non ci resta, dunque, che attendere una conferma ufficiale.

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

Shang-Chi: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono sull’eroe asiatico

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli potrebbe cambiare drasticamente il MCU, dal momento che il film introdurrà quasi certamente nel franchise molti nuovi elementi provenienti direttamente dai fumetti originali. L’eroe asiatico occupa uno spazio unico nell’Universo Marvel ed ha profondi legami con molti altri importanti eroi e squadre dei fumetti.

È figlio di un villain

Shang-Chi è stato co-creato dallo scrittore Steve Englehart e dall’artista Jim Starlin (il co-creatore del grande cattivo Marvel Thanos) ed era, in realtà, una specie di spin-off di un franchise al di fuori della Marvel Comics. Shang-Chi è stato presentato, infatti, come il figlio del supercriminale Fu Manchu, che la Marvel ha preso in licenza dal romanziere Sax Rohmer.

Problemi di diritti hanno costretto la Marvel ad allontanarsi dal mito di Fu Manchu, e così il padre dell’eroe è stato successivamente ribattezzato Zheng Zu. Shang-Chi faceva parte dell’organizzazione criminale di suo padre, ma non conosceva proprio tutta la verità sui suoi intenti malvagi. Alla fine gli voltò le spalle e si impegnò a combatterlo, unendosi pe run po’ di tempo all’agenzia di spionaggio britannica MI-6.

Maestro delle arti marziali

Shang-Chi è cresciuto fin dalla nascita imparando le arti marziali. Suo padre e i suoi collaboratori lo hanno addestrato in una varietà di arti marziali e stili di armi, rendendolo uno dei migliori combattenti corpo a corpo al mondo.

Sebbene non abbia superpoteri, ha padroneggiato l’arte del Chi, che gli consente di superare i limiti umani in termini di abilità e resistenza. Le sue abilità sono state molto utili contro numerosi supercriminali Marvel e ha anche contribuito ad addestrare molti altri eroi Marvel nelle arti marziali.

Ha addestrato Spider-Man nelle arti marziali

In una storyline che avrebbe molto potenziale per il futuro del MCU, Shang-Chi ha addestrato Spider-Man nelle arti marziali. In “Amazing Spider-Man: Infested #1” del 2011, Spider-Man ha temporaneamente perso il suo Senso di ragno. Per rimediare, si allena con Shang-Chi per sviluppare un nuovo stile di combattimento che si basa, ovviamente, sui suoi superpoteri.

Ciò gli torna utile durante la trama di “Spider-Island”, in cui molte persone normali a New York iniziano a sviluppare i poteri tipici di Spidey. Quest’amicizia con Spider-Man, sotto molti aspetti improbabile, continua in realtà ancora oggi, con entrambi gli eroi che prestano servizio come Vendicatori. 

Deadly Hands of Kung Fu

Le prime avventure di Shang-Chi lo hanno portato in giro per il mondo. Si è scontrato per la prima volta con altri supereroi Marvel in grande stile in “Deadly Hands of Kung Fu #31” del 1976. Ha poi collaborato con altri importanti artisti marziali Marvel, come Iron Fist e White Tiger, per affrontare la malvagia Corporation.

La Corporation è un’azienda internazionale fortemente invischiata in attività illegali. È nota nei fumetti per essere gestito da un gruppo di cattivi, tra cui Curtis Jackson, uno dei vari Power Broker dei fumetti.

Marvel Knights

Shang-Chi ha fatto sporadiche apparizioni nei fumetti dopo che la questione “diritti” su molti dei personaggi a cui era stato associato, come Fu Manchu, si è notevolmente complicata. Le cose hanno cominciato a cambiare per Shang-Chi nei primi anni 2000.

Divenne un membro di spicco dei Marvel Knights, un gruppo guidato da Daredevil. Shang-Chi si unì a Daredevil, Vedova Nera e Dagger per catturare il Punitore, ricercato per aver infranto la legge. Lo stesso Punitore sarebbe poi entrato rapidamente a far parte della squadra, anche se per breve tempo.

Ero in vendita

Shang-Chi è stato associato a diverse squadre Marvel, tra cui gli Eroi in vendita. Questa iterazione della squadra è stata gestita dalle Figlie del Drago, Misty Knight e Colleen Wing. Shang-Chi si è unito a loro sulla scia del “Atto di Registrazione dei Superumani”, che nei fumetti ha dato il via alla conseguente trama di “Civil War”.

Questo periodo si concluse con una tragedia per Shang-Chi, poiché uccise il suo compagno di squadra, Humbug, dopo che Humbug cercò di sacrificare un’altra sua amica, Tarantula, all’alieno Brood che aveva invaso la Terra.

La Società delle Cinque Armi

Negli ultimi anni, Shang-Chi ha scoperto di più sul suo passato e sulla sua famiglia. Ha anche scoperto la verità dietro l’organizzazione criminale di suo padre, che in realtà era la Società delle Cinque Armi. Suo padre, Zheng Zu, aveva creato la società segreta molti secoli prima.

Il fratellastro e la sorellastra di Shang-Chi, Saber e Dagger, gli rivelano tutto, incluso il fatto che era destinato a prendere il controllo della società. Alla fine, Shang-Chi prende il suo posto come Comandante Supremo della Società.

Un membro degli Avengers

Shang-Chi è diventato uno dei membri più potenti dei Vendicatori all’indomani degli eventi del crossover “Avengers vs. X-Men” nel 2012. Iron Man lo ha cercato, intento a migliorare il potere della squadra, che si era rivelata non essere esattamente quello che ci si aspettava nella catastrofica lotta contro i mutanti.

Shang-Chi ha combattuto in molte battaglie critiche con i Vendicatori, incluso il combattimento al fianco di Wolverine contro il gigantesco drago su cui è stato costruito il paese immaginario Marvel di Madripoor.

I Protettori

Un altro importante team di supereroi Marvel di cui Shang-Chi ha fatto parte è I Protettori. Questa squadra era composta da supereroi asiatico-americani tra cui Hulk (Amadeus Cho), Silk, l’agente dello S.H.I.E.L.D. Jimmy Woo e Ms. Marvel, Kamala Khan.

La squadra è stata rapita, insieme a numerosi civili di New York City, e portata su un pianeta alieno chiamato Seknarf Seven. I Protettori dovettero combattere per la loro libertà contro la Guardia Imperiale, che cercava di usare i loro prigionieri umani come cibo.  

Ospite della Forza della Fenice

Nei fumetti sugli Avengers più recenti, Shang-Chi è diventato uno dei tanti ospiti dell’onnipotente Forza della Fenica, che torna sulla Terra alla ricerca di un nuovo ospite e procede a fare un’audizione a ciascuno dei Vendicatori, incluso Shang-Chi. Questa audizione ha preso la forma di un Duello di Dio.

Sebbene Shang-Chi fosse particolarmente adatto a vincere questo torneo, fu incoraggiato da Capitan America a “sconfiggerlo”, poiché Steve Rogers credeva che Shang-Chi possedesse le giuste qualità per essere l’ospite del potere cosmico. Tuttavia, la Forza della Fenice ha reso Shang-Chi più arrabbiato e spericolato, costringendo l’eroe a rifiutare di usarla.

The Suicide Squad è il cinecomic DC più visto su HBO Max

0
The Suicide Squad è il cinecomic DC più visto su HBO Max

Sfortunatamente, la performance al box office di The Suicide Squad di James Gunn non è stata quella che la Warner Bros. si aspettava. Nonostante l’accoglienza estremamente positiva da parte della critica, il riavvio delle avventure della Task Force X sul grande schermo ha incassato lo scorso fine settimana soltanto 4,6 milioni di dollari, facendo salire gli incassi del film, a livello internazionale, a quota 101,8 milioni.

Soltanto in Nord America, il film è riuscito a portare a casa 52 milioni di dollari, cifra che ha fatto salire gli incassi globali a quota 154, 6 milioni. Si stima che, prima della fine della sua corsa nelle sale, il film arrivi ad una cifra che dovrebbe oscillare tra i 175 e i 200 milioni di dollari. Un risultato di certo deludente, considerando che il budget impiegato per il film è stato di circa 185 milioni.

Tuttavia, le cose per The Suicide Squad sono andate decisamente meglio su HBO Max. Secondo Samba TV, organizzazione che si occupa di raccogliere e analizzare i dati relativi alle visualizzazioni, il film di James Gunn è stato visto da 4,7 milioni di utenti statunitensi durante i primi tre weekend a seguito dell’uscita, superando Wonder Woman 1984 (3,9 milioni) e Zack Snyder’s Justice League (3,2 milioni), diventando così il cinecomic DC più visto sulla piattaforma di streaming.

Tuttavia, il film non è riuscito a raggiungere le cifre di altri titoli della Warner Bros. usciti in contemporanea sia nelle sale che su HBO Max, come Mortal Kombat (5,5 milioni) e Godzilla vs. Kong (5,1 milioni). Ricordiamo che The Suicide Squad è stato reso disponibile per tutti gli abbonati alla piattaforma di streaming senza costi aggiuntivi.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Shang-Chi: Simu Liu ricorda la telefonata di Kevin Feige che gli ha cambiato la vita

0

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli sarà il primo cinecomic dei Marvel Studios con al centro della storia un eroe asiatico. Ad interpretare l’eponimo protagonista sarà Simu Liu, attore cinese noto agli appassionati di serie tv per Kim’s Convenience, ma di fatto sconosciuto al grande pubblico.

In una recente intervista con The Hollywood Reporter, Liu ha raccontato del momento esatto in cui ha ricevuto la telefonata da parte di Kevin Feige che lo informava che era stato scelto per il ruolo di Shang-Chi nell’omonimo film. “Ricordo quella telefonata come se fosse ieri”, ha spiegato l’attore. “Era il 16 luglio 2019. Erano le 18:30 circa. Mi ero appena svegliato, avevo fatto un pisolino. Ero in mutante e stavo mangiando dei cracker ai gamberetti. Anche il mio cane stava riposando e all’improvviso ricevo questa chiamata da un numero sconosciuto di Burbank, in California. Dall’altra parte, la voce squillante di Kevin Feige che mi diceva che la mia vita sarebbe cambiata per sempre. È stato un momento parecchio memorabile.”

Liu ha anche ironizzato sulla speranza di essere stato scelto per il suo talento di attore e non per un tweet che aveva condiviso nel 2018. Prima del suo casting, infatti, l’attore aveva scritto alla Marvel su Twitter, dicendo che voleva interpretare Shang-Chi nel MCU. Naturalmente, Liu non avrebbe mai potuto immaginare che circa sette mesi dopo da quel tweet il suo sogno si sarebbe realizzato. Ovviamente, quel tweet è riemerso dopo l’annuncio del suo casting e ora Liu ha spiegato a THR come il tutto sia stato una coincidenza assolutamente divertente.

“Non riesco a immaginare che Kevin Feige controlli costantemente chi gestisse l’account Twitter dei Marvel Studios. Quindi spero di non essere stato scelto per il tweet”, ha detto l’attore. “Spero di essere stato scelto per la mia capacità di recitazione o per qualsiasi altro motivo.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Eternals: Kumail Nanjiani spiega perché Kingo romperà gli stereotipi

0

In una recente intervista con il Los Angeles Times, Kumail Nanjiani ha parlato del suo personaggio nell’attesissimo Eternals, il film Marvel diretto dalla regista premio Oscar Chloé Zhao che arriverà nelle sale a novembre.

Nel film l’attore pakistano interpreterà Kingo, un personaggio che a quanto pare si prepara a sovvertire numerosi stereotipi. Secondo Nanjiani, infatti, i film di Hollywood tendono a rappresentare i pakistani o come dei “nerd” o come dei “terroristi”. Al contrario, Kingo sarà un personaggio davvero “figo” e pieno di gioia secondo l’attore.

“Kingo è un Eterno, quindi esiste da migliaia di anni. Ha diversi super poteri ed è diventato una star del cinema di Bollywood”, ha spiegato Nanjiani. “Tutti gli Eterni hanno fatto parte della società umana in modi diversi, ma lui si è davvero immerso nella loro cultura, innamorandosi delle trappole della modernità. Adora essere ricco. Adora essere famoso. Adora essere un Eterno.”

“Lavoro in quest’ambiente da circa un decennio e conosco ormai quali sono le opportunità che vengono date agli attori pakistani. Ci trasformano in dei nerd. Volevo che Kingo fosse l’esatto opposto. Volevo che fosse un figo. Spesso le persone associano nerd alla parola ‘debole’, invece volevo che Kingo fosse l’esatto opposto, anche fisicamente. Oppure diventiamo terroristi, e io volevo che fosse il contrario. Volevo che fosse questo personaggio pieno di gioia”, ha aggiunto l’attore. “Lavorando con Chloé, abbiamo preso ogni singola cosa che non avevo avuto modo di fare e abbiamo creato un personaggio che è l’esatto opposto di come molta cultura pop americana vede le persone del Pakistan o del Medio Oriente.”

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Spider-Man: la lezione che Kevin Feige ha imparato da Sam Raimi

0
Spider-Man: la lezione che Kevin Feige ha imparato da Sam Raimi

La carriera di Kevin Feige alla Marvel è iniziata nel 2000, quando è stato assunto dallo studio per lavorare al primo capitolo della saga di X-Men ad opera della Fox in qualità di produttore associato. Impressionato dalla sua conoscenza dell’universo Marvel e dal successo del film, circa sette anni dopo l’allora amministratore delegato Avi Arad ha promosso Feige a direttore di produzione dei Marvel Studios. Il resto è storia.

In occasione dell’uscita del nuovo film del MCU, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Feige è stato intervistato da CinemaBlend. Mentre rifletteva sull’attesissimo Spider-Man: No Way Home, che riporterà sul grande schermo i cattivi della trilogia di Sam Raimi, Feige ha parlato di ciò che ha imparato durante la produzione della trilogia originale dedicato all’Uomo Ragno (in cui figura come produttore esecutivo) e ha definito il ritorno di Raimi per Doctor Strange in the Multiverse of Madness “un sogno che diventa realtà.”

“Sai, non mi sembra che le cose siano cambiate poi tanto”, ha spiegato Feige in merito all’evoluzione dei primi film tratti dai fumetti Marvel rispetto all’odierno MCU. “In quei primi film di Spider-Man diretti da Sam Raimi, ero lì a guardare e imparare da un gruppo di persone che stavano cercando di superare ogni aspettativa e di realizzare non solo i propri sogni d’infanzia, ma anche quelli di tutti i fan di questi personaggi. So che il panorama oggi è diverso, ma essendo coinvolto dall’inizio, posso dire che è praticamente quello che abbiamo fatto anche noi con ogni singolo film e serie tv. In questo senso, è esattamente come allora.”

Kevin Feige sulla rinnovata collaborazione con Sam Raimi dopo la trilogia di Spider-Man

“Da un punto di vista estremamente personale, tornare a lavorare con Sam, con cui ho lavorato durante i primissimi anni della mia carriera alla Marvel, è stato surreale ma al tempo stesso un sogno che diventa realtà”, ha aggiunto Feige a proposito del coinvolgimento di Sam Raimi nel sequel di Doctor Strange. “Mi sono reso conto, nel vederlo di nuovo all’opera, nel vedere di nuovo i suoi manierismi, di aver assorbito e imparato da lui più di quanto pensassi. Il fatto che sia di nuovo tornato alla regia e che ora sia in sala di montaggio a lavorare su un film di Doctor Strange è un sogno che si realizza ma anche la chiusura di un cerchio.”

The Flash: il direttore della fotografia anticipa una narrazione “complessa”

0

Henry Braham, il direttore della fotografia di The Suicide Squad di James Gunn, è attualmente impegnato con la produzione di The Flash, l’atteso cinecomic di Andy Muschietti che vedrà il ritorno di Ezra Miller nei panni del Velocista Scarlatto.

In una recente intervista con Collider, Braham ha anticipato che il film non sarà il classico cinecomic, sottolineando che sarà un film dalla portata gigantesca e dalla storia estremamente complessa. “I lavori su The Flash procedono alla grande”, ha detto il direttore della fotografia. “È un film complesso, un fantastico concept da portare nelle generazioni che sono cresciute con questi tipi di fumetti. Anche se, non è propriamente un cinecomic. Non è basato sulla realtà, ma è molto più complesso dal punto di vista tecnico: penso che tutti i registi siano davvero entusiasti quando la complessità tecnica della narrazione non ostacola la realizzazione di un film di buona qualità.”

“Spero che non verrà mai visto unicamente come un film di supereroi”, ha aggiunto. “Spero che verrà accolto come un film e basta, perché è quello che è. Penso che queste cose debbano andare così. Bisogna realizzare grandi film che abbiano come protagonisti supereroi dietro cui si celano personaggi veritieri, con tutti i pregi e i difetti che sono alla base di ogni essere umano.”

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League: l’attore verrà sostituito nella parte da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Titans 3: “Red Hood” Featurette

0
Titans 3: “Red Hood” Featurette

La piattaforma HBO MAX ha diffuso la featurette  che presenta “Red Hood” in Titans 3 il nuovo personaggio in arrivo nell’annunciata terza stagione della serie Titans.

Titans 3

Titans 3 sarà la terza stagione della serie Titans prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti. Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. 

In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick” Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r / Starfire, Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan / Beast Boy.  Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua Orpin nei panni di Superboy e Esai Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre. La prima stagione Titans ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Shang-Chi: Simu Liu spera di unirsi agli Avengers

0
Shang-Chi: Simu Liu spera di unirsi agli Avengers

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli sembra destinato a diventare un successo al botteghino. Il film uscirà nelle sale italiane il 1 settembre e in quelle americane il 3, e ovviamente i fan non vedono l’ora di scoprire dove la storia condurrà il personaggio del titolo, dal momento che tutto nel MCU – come ben sappiamo – è collegato.

Coloro che hanno già avuto modo di vedere il film hanno anticipato che ci saranno diversi suggerimenti in merito al futuro dell’eroe nell’universo condiviso (probabilmente nelle ormai tradizionali scene post-credits), ma durante una recente intervista con The Hollywood Reporter è stata proprio la star del film, Simu Liu, a parlare del suo viaggio all’interno del MCU.

L’attore non ha potuto anticipare nulla in merito alla trama del film, ma ha quanto pare ha già le idee chiare su quale direzione dovrebbe intraprendere la storia di Shang-Chi. “Per quanto riguarda ciò che verrà dopo, so che quello che ho in mente è la stessa cosa a cui pensano anche tutti gli altri. Tutti speriamo che ci sia un nuovo film degli Avengers, in futuro”, ha detto l’attore. “Ovviamente, non ne so nulla, ma essendo un grande fan dell’intero franchise, so che quel film è considerato la punta di diamante. Tutta la frenesia dei media che circonda questi progetti può essere considerato una cosa a sé stante, quindi è certamente quello che spero”.

Quando la fonte ha poi insistito per ulteriori dettagli, Liu ha aggiunto: “Davvero, non ne so nulla. Assolutamente nulla. Penso che ora siano concentrati sul nostro film, sul farlo conoscere e apprezzare al mondo e sulla speranza che la gente vada al cinema. La speranza è davvero che il pubblico vada al cinema per godere dell’azione strabiliante e dell’incredibile storia che sono alla base di questo film.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

The White Lotus: recensione della nuova serie Sky

0
The White Lotus: recensione della nuova serie Sky

La prima cosa che viene in mente durante la visione di The White Lotus è una parafrasi di un celebre titolo almodovariano: ricchi bianchi sull’orlo di una crisi di nervi. E proseguendo con la visione (abbiamo visto i primi quattro episodi di sei in anteprima) l’impressione iniziale è confermata. The White Lotus, serie ideata e diretta interamente da Mike White (Enlightened), racconta la vita in un resort di lusso alle Hawaii, mentre al centro della vicenda ci sono da una parte gruppi assortiti di turisti, tutti bianchi e ricchissimi, e dall’altra i componenti dello staff alle prese con le loro richieste sempre più assurde, ma dopotutto “il cliente ha sempre ragione!”. 

The White Lotus, la trama

C’è una top manager – Connie Britton (Nashville, American Horror Story) – accompagnata da un marito di non altrettanto successo (Steve Zahn, The Good Lord Bird), dai loro figli adolescenti (Sydney Sweeney e Fred Echinger) e dalla migliore amica della figlia (Brittany O’Grady), la coppia in luna di miele (Alexandra Daddario e Jake Lacy), una donna in lutto per la morte della madre (Jennifer Coolidge), in cerca di un tanto agognato relax a cinque stelle in quello che è un vero e proprio paradiso terrestre – la serie è stata girata per intero sull’isola di Maui, nell’arcipelago hawaiano. I vacanzieri vengono accolti dal manager e dalla responsabile dei servizi della spa della struttura, che presto si troveranno a dover provvedere a qualunque capriccio dei loro ospiti, mentre si destreggeranno con i fattori di stress delle loro vite. Mentre dinamiche sempre più dark emergeranno di giorno in giorno, la miniserie rivelerà gradualmente le complesse verità di viaggiatori dalle vite solo in apparenza perfette, dei cerimoniosi dipendenti e dell’idilliaco luogo di vacanza.

Un gruppo che alla condivisione di ceto sociale (non viene detto chiaramente, ma potendosi permettere una vacanza in quel posto è implicito) contrappone una serie di prospettive e approcci diversi alla vita e alla società, tutti immersi in una contemporaneità che sembra ricalcare per la prima volta in maniera fedele gli ultimi anni e la rivoluzione sociale che è ancora in atto in tutto il mondo, tra movimento di Black Lives Matter, alla parità di genere sul posto di lavoro che ha fatto seguito al movimento Me Too, fino all’attenzione e all’inclusività nella società e sul posto di lavoro.

Ricchi bianchi sull’orlo di una crisi di nervi

The White LotusThe White Lotus riesce con grande naturalezza a fotografare uno spaccato di vita “altrove”, una vita in vacanza in cui si sospende la routine (chi ci riesce, almeno) e si prova a ritrovare se stessi. Scopriremo presto che per alcuni è più facile che per altri e che non tutti sono pronti ad affrontare i propri mostri.

Quello che però tiene incollati a The White Lotus, oltre alla sempre accattivante dinamica da soap opera, è una “promessa” che ci viene fatta nei primissimi minuti dell’episodio di apertura, l’attesa di qualcosa di terribile. Il meccanismo narrativo è semplice ed efficace: all’inizio della serie ci viene detto che accadrà qualcosa di brutto, e per tutto lo show (almeno per i primi quattro episodi) aspettiamo che quella “promessa” venga mantenuta. Nel corso di questa spasmodica attesa, i personaggi e le loro vite si srotolano davanti agli occhi dello spettatore, con uno stile che dietro all’apparente classicità nasconde una costruzione minuziosa della suspance, una tensione crescente che continua a salire da episodio a episodio e che è perfettamente rappresentata, dopo la metà della serie da un contrappunto musicale quasi straniante che si ripropone in ogni scena dal ritmo più sostenuto rispetto alla normalità della serie. Un tema musicale che è lo stesso dei titoli di testa e di coda e che con grande facilità detta il ritmo “scomodo” di una storia che dice molto di più di quanto non sembri.

A pochi giorni dall’uscita di Nine Perfect Strangers, The White Lotus ci fa ritornare in un posto lussuosissimo dove, in un modo o nell’altro, i fortunati ospiti si confrontano con le loro stesse paure, in cui si trovano faccia a faccia con se stessi, e in cui sono ignorati del fatto che qualcosa di terribile sta per abbattersi su di loro. Un’esperienza da fare tutta d’un fiato.

Sweet Girl: l’intervista al regista Brian Mendoza

0
Sweet Girl: l’intervista al regista Brian Mendoza

Ecco la nostra intervista a Brian Mendoza, regista di Sweet Girl, il film con Jason Momoa disponibile su Netflix.

Sweet girl, film diretto da Brian Andrew Mendoza, racconta la storia di Ray Cooper (Jason Momoa), un uomo rimasto da poco vedovo, dopo che sua moglie (Adria Arjona) è morta di cancro. Intenzionato a vendicare la morte della donna, Ray accusa una compagnia farmaceutica, che produceva un farmaco potenzialmente salvavita, di averlo ritirato dal mercato, favorendo così l’aggravasi di sua moglie e la sua successiva dipartita.
La sua sete di giustizia e il suo desiderio di scoprire la verità sul perché il farmaco non sia più in commercio, lo portano a un incontro mortale con qualcuno che è pronto a farlo tacere per sempre, pur di portare a galla cosa si nasconde dietro quella scelta farmco-aziendale. È così che la missione di Ray non è più giustizia e vendetta, ma proteggere l’unico familiare che gli è rimasto, sua figlia.

 

Annette, recensione del film di Leos Carax

Annette, recensione del film di Leos Carax

Annette, ritorno sul grande schermo del regista Leos Carax, premiato a Cannes per la miglior regia, è uscito nelle sale internazionali il 7 Agosto 2021 ed è disponibile su Amazon Prime Video dal 20 Agosto 2021 (per le sale italiane, invece, l’uscita è prevista per Dicembre).

Annette e l’epopea del naufragio contemporaneo

“So may we start?”, “Possiamo, quindi, cominciare?”, chiede Leos Carax in persona ai protagonisti del suo nuovo film, Annette, che esce a distanza di nove anni dal mirabolante Holy Motors (2012). Il prologo di Annette si presenta come una dichiarazione di intenti da parte di chi tiene le redini dell’intera opera visiva e concettuale: non solo il regista, che sfoglierà man mano i capitoli della storia di Annette, ma anche il duo rock SPARKS, corpus musicale della pellicola, che ci avverte su come le tracce musicali andranno a permeare l’intera opera, dando voce a personaggi grotteschi e anomici, che devono necessariamente esprimersi attraverso un canale comunicativo a sé stante.

Henry Mc Henry (un Adam Driver totalizzante) è conosciuto come Ape of God, comico sornione e sovvertivo, innamoratosi dell’eterea e fiabesca cantante lirica Ann Defrasnoux (Marion Cotillard). L’unione tra i due artisti viene sancita dalla nascita della figlia Annette, figura cristologica ma immateriale, inconsistente e usurata dagli altri, resa visivamente come un burattino. Inizia così un’Odissea contemporanea, spogliata da qualsiasi fardello di mistificazione narrativo, in cui Ulisse è un eroe tramortito e depotenziato, Telemaco una figura scarnificata che tenta in tutti i modi di esistere, e Penelope un simbolo di maternità sfasciato.

Annette è un canto pessimista che si serve dei mezzi da sempre padroneggiati da Carax quali uno spettro visivo immaginifico e una sinestesia di voci e suoni che assurgono ad emblema metodico di un cinema irrazionale ma profondamente vero, emotivo e passionale. E’ caricatura visiva, simulacro di ciò che trova nel fuori controllo dell’assurdità narrativa il canale più puro per raccontare la storia di percezioni distorte della realtà. Annette si configura come un musical infernale (ma necessariamente purgatoriale) la cui unica chiave di interpretazione è l’immersione in un abisso di desideri irrecuperabili, condizioni psicologiche precarie e ostinazione di un stato dell’essere falsato e obsoleto.

La coppia formata da Henry ed Ann è una rielaborazione dolorosa delle figure di Adamo ed Eva, alla ricerca di un Eden illusorio e contaminato, che vive delle loro antinomie, di un disequilibrio relazionale assoluto, in cui poco importa se si distrugge il pubblico attraverso la commedia, o lo si salva tramite l’opera: il risultato è comunque lo sprofondare in un abisso vorticoso, provocatorio e disarmante.

E’ chiaro che la poetica di Carax verta sul consegnare allo spettatore un elaborato film-mondo, interiorizzato e assieme dissacrato, la cui decodifica parte dagli elementi del profilmico, quali tonalità cromatiche ricorrenti e simbologiche, una direzione attoriale perfettamente delineata verso l’esorbitanza e la caricatura (Driver) e verso un fiabesco intonso e inafferrabile (Cotillard). La cornice da musical anticonvenzionale mette in luce non solo il talento di Ann e lo sberleffo comico di Henry, ma anche la drammaturgia sinfonica di una piccola anima calpestata, la cui voce fanciullesca non è indirizzata all’essere speciale per i genitori, nella simbologia della prima parola pronunciata da un neonato, quanto piuttosto è condannata ad essere voce per gli altri.

Ad interpretare la funzione di cantastorie è in Annette un Simon Helberg fenomenale, nei panni di un direttore d’orchestra, un Conductor senza nome, tra la mischia di nomi propri estremamente profanati. E’ lui a stabilire l’andamento melodico della narrazione, che tenta di “ripulire” a sprazzi, con un accenno di purezza dei sentimenti da lui provati. I personaggi di Annette tentano di sopravvivere all’autore, di coglierlo in fallo ed ergersi a immanenza storica, eppure Carax agisce come forza provvidenziale, che risistema i suoi “burattini” all’interno di uno schema prestabilito, in cui i rapporti di forza si sovvertono, per dar spazio a una marea emotiva irrefrenabile.

Annette Leos Carax

Annette: il fascino distruttivo del prodigio profanato

Lo stand-up comedian Henry è rappresentazione di un machismo sovrabbondante, tronfio di supponenza mitopoietica, i cui accordi disarmonici cozzano con la sensibilità sofisticata di Ann, che muore sul palcoscenico come un’Ofelia disarmata, sperduta tra foreste che rimarcano continuamente la condizione di equilibrio precario e soffocato che la soggioga

L’impianto teatrale di Annette è continuamente potenziato da inquadrature concepite come tableaux vivants, tracce di un saliscendi introspettivo che va a naufragare necessariamente in brani musicali prorompenti, esasperati canti che sfidano il confine tra realtà e finzione, andando a recuperare una dimensione favolistica inquietante, i cui richiami visivi sono evidenti nella fotografia.

Opera lirica dissacrata, spazio comico perturbato, Annette abita dimensioni variegate, che non possono essere ricondotte a un ordine prestabilito senza entrare pienamente in contatto con la poetica di Carax: divisiva, senza ombra di dubbio, ma qui al pieno delle sue potenzialità. La visionarietà magnetica del suo estro creativo trova piena conformazione se confrontatasi con una realtà menzognera e subdola, in cui il pastiche e la caricatura plasmano l’essere umano, incapace di evadere perfino nella dimensione artistica e a cui non resta che abitare l’abisso: voragine relazionale, sociale, induttiva e collaterale.

Annette è maschera aberrante della tossicità inattesa ma costituiva, dello spogliamento di valore dei simboli e delle immagini, dell’invidia connaturata a ciò che non siamo e che abbiamo perso. I personaggi di Annette sono spiriti fallaci traghettati da una provvidenza castigatrice, che ambisce a riportare ordine dove la forza umana non può più agire, prigionieri irascibili dell’immagine cinematografica.

Kaley Cuoco, i suoi migliori momenti comici che l’hanno prepara-ta a L’assistente di volo – The Flight Attendant

Se un attore è in grado di far ridere, allora saprà anche mettere in scena tutte le altre emozioni, perché riuscire a fare breccia nel cuore degli spettatori e strappargli una risata è davvero un’arte complicata. Alla luce di questa verità non sorprende affatto che la reginetta della sit-com americana, Kaley Cuoco, abbia finalmente raggiunto l’interesse di Golden Globes e Emmy grazie al suo ruolo ne L’assistente di volo – The Flight Attendant. L’attrice, nota per il ruolo di Penny in The Big Bang Theory, ha seguito una vera e propria palestra fattoriale, per dodici anni, dieci stagioni dello show, al fianco di colleghi preparatissimi, trovandosi spes-so a recitare davanti ad un pubblico live, e affinando così tanto le sue doti che, arrivata la parte complessa e drammatica di Cassandra Bowen nello show HBO Max, tutto quello che ha dovuto fare è stato indossare il completo da assisten-te di volo e imbarcarsi per questa avventura che l’ha resa protagonista della stagione televisiva di quest’anno. E mentre possiamo vedere tutta la serie su su Sky e in streaming su NOW, ecco di seguito i momenti più divertenti che Kaley Cuoco ha messo in scena nei panni di Penny!

L’assistente di volo – The Flight Attendant è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Penny canta ‘Soffice Kitty’ a Sheldon

Nell’episodio della prima stagione “The Pancake Batter Anomaly”, Sheldon si becca un brutto raffreddore e impara rapidamente quanta poca pazienza possono avere i suoi amici per lui. Tutti tranne Penny, che da subito, oltre a essere il principale turbamento di Leonard, è anche una figura materna / amica per tutti gli altri e in particolare per Sheldon. Incaricata di prendersi cura del vicino, Penny porta Sheldon a casa e lo mette a letto, poi si ritrova con una richiesta insolita. Il malaticcio Sheldon chiede a Penny di cantagli “Soffice Kitty”, la sua ninna nanna preferita, il suo conforto quando è malato. Penny è chiaramente perplessa, ma presto obbedisce amorevolmente, dimostrando che è una delle uniche persone disposte a gestire l’insopportabile genio.

“Your Ken Can Kiss My Barbie.”

Come si capisce da subito, nonostante il centro romantico della serie siano Penny e Leonard, la vera coppia vincente è formata da Penny e Sheldon. Una delle poche discussioni che i due hanno si svolge nella lavanderia dello stabile in cui vivono, con un gioco di parole di Penny che, pur non essendo completamente ortodosso, è assolutamente geniale e Kaley Cuoco consegna la battuta con dei tempi comici perfetti. Sheldon e Penny attraversano un lungo periodo di antagonismo, ma c’è un episodio in particolare che li mette l’uno contro l’altro sul serio: un episodio della seconda stagione, “The Panty Pinata Polarization.” Dopo che Penny riceve la terza ammonizione da parte di Sheldon, è bannata dal mettere piede nel suo appartamento. Quello che segue è una guerra di volontà tra i due, inclusi scherzi strategici come Penny che occupa tutte le lavatrici dello stabile di sabato sera, la sera che il metodico Sheldon dedica al bucato, dopo che Sheldon le ha steso il bucato sui fili del telefono, per strada. Tutto questo colpire e controbattere è esilarante e si conclude con questo scambio:

Sheldon: Woman, you are playing with forces beyond your ken.

Penny: Yeah? Well, your Ken can kiss my Barbie.

Naturalmente in italiano lo scambio perde efficacia, ma quel “Ken can kiss my Barbie” è decisamente un tocco da maestro per la nostra adorata Penny!

Sheldon abbraccia Penny per la prima volta

Per quanto possa essere difficile da credere, dato l’arco narrativo che percorre Sheldon durante le undici stagioni dello show,  c’è stato un tempo in cui anche toccare un’altra persona era impensabile per lui. Ma la vicinanza di Penny ha contribuito in maniera decisiva a fargli aprire cuore e braccia… C’è un momento in cui Sheldon cede ad un abbraccio per la prima volta, ed è l’episodio di Natale della seconda stagione, “The Bath Item Gift Hypothesis”. Per Natale, Penny sorprende Sheldon con un tovagliolo autografato dal leggendario attore Leonard Nimoy, il signor Spock in persona. Sheldon, assolutamente fuori di sé dalla gioia e dalla gratitudine, fa qualcosa che non ha mai fatto prima: abbraccia Penny, sconvolgendo per primo se stesso, in quello che Leonard descrive giustamente come “un miracolo dei Saturnali”.

Dove sono le tue paperelle adesive, Penny?

Con Leonard lontano, Sheldon e Penny avevano in programma di passare una notte tranquilla nei loro rispettivi appartamenti. Ma quando Sheldon sente Penny gridare aiuto, passa alla modalità supereroe e salva la situazione. Entra nell’appartamento della ragazza (dopo aver bussato tre volte) e trova Penny avvolta nella tenda della doccia dopo essere scivolata. Si è lussata la spalla e ha bisogno di aiuto per raggiungere l’ospedale. La prima cosa che però pensa di fare Sheldon non è aiutarla ma chiederle dove sono le sue “paperelle adesive antiscivolo”, cosa che le avrebbe impedito di scivolare, appunto. La sequenza diventa sempre più divertente dalla scena della “vestizione” all’avventura in ospedale, fino a quando, Penny, alterata dagli antidolorifici, torna a casa con un esausto Sheldon.

L’ossessione per i Giochi di Ruolo

Quando Penny ha imparato a giocare a Age of Conan, si accorge che il gioco di ruolo è più divertente di quanto si aspettasse. Con l’aiuto di Sheldon, migliora rapidamente e questa passione impressiona Sheldon, ma gli altri si rendono conto che la ragazza comincia a sviluppare una dipendenza, un’ossessione. Dopo aver svegliato Sheldon nel cuore della notte per chiedergli aiuto in una situazione di gioco difficile e aver perso il lavoro solo per rimanere a giocare, Penny è diventata un vero e proprio mostro. Non si lava più, resta in pigiama, non va al lavoro e passa ogni singolo momento di veglia a giocare. E proprio quando sembra che nulla la possa distrarre dal gioco, Penny si rende conto che è andata fuori di testa quando accetta di uscire, nel gioco, con il personaggio giocato da Howard. L’idea di uscire, anche solo virtualmente, con Howard è stata un deterrente sufficiente! Ovviamente questo momento è accompagnato dalle impagabili espressioni comiche di Kaley Cuoco, che ha poi messo al servizio della sua Cassandra in L’assistente di volo – The Flight Attendant, disponibile su su Sky e in streaming su NOW.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità