Home Blog Pagina 848

Stranger Things 4: le new entry nel cast Netflix

0
Stranger Things 4: le new entry nel cast Netflix

Durante la prima edizione della Geeked Week di Netflix, un evento internazionale che si sta svolgendo online dal 7 all’11 giugno con tante iniziative dedicate alle serie e ai film più amati del servizio, Netflix ha annunciato quattro new entry nel cast della quarta stagione di Stranger Things, le cui riprese sono al momento in corso ad Atlanta.

Di seguito i nomi degli attori e i relativi ruoli, che si aggiungono al celebre cast della serie.

  • Amybeth McNulty (Chiamatemi Anna) interpreterà Vickie, la nerd del gruppo, disinvolta e dalla parlantina veloce, che catturerà l’attenzione di uno dei nostri amati personaggi.
  • Myles Truitt (Queen Sugar, Black Mafia Family) interpreterà Patrick, una star del basket di Hawkins che ha amici, talento e una bella vita… fino a quando degli eventi scioccanti gli faranno perdere il controllo della sua vita.
  • Regina Ting Chen (Regina del Sud, The Falcon and The Winter Soldier) interpreterà Ms. Kelly, una consulente di orientamento che si preoccupa profondamente per i suoi studenti, specialmente quelli più in difficoltà.
  • Grace Van Dien (Charlie Says, The Village) interpreterà Chrissy, capitano delle cheerleader e la ragazza più popolare della scuola. Tuttavia, sotto la superficie apparentemente perfetta si cela un oscuro segreto.

La trama di Stranger Things 

Nato come una lettera d’amore verso quei film degli anni ‘80 che hanno affascinato un’intera generazione, Stranger Things è un dramma emozionante ambientato nella città apparentemente normale del Midwest di Hawkins, nell’Indiana. Dopo che un ragazzo è svanito nel nulla, il suo affiatato gruppo di amici e familiari cerca risposte e viene trascinato in una serie di eventi mortali e ad alto rischio. Sotto la superficie della loro città si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme ad esperimenti governativi top-secret e una pericolosa porta che collega il nostro mondo a un regno potente ma sinistro. Le amicizie saranno messe alla prova e le vite saranno alterate poiché ciò che scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo per sempre.

Dalla sua uscita nel 2016, il fenomeno globale Stranger Things ha ottenuto oltre 65 premi e 175 nomination alle più importanti manifestazioni e festival, tra cui gli Emmy Awards, Golden Globes, Grammy Awards, SAG Awards, DGA Awards, PGA Awards, WGA Awards, BAFTA, Peabody Award, AFI Awards, People’s Choice Awards, MTV Movie & TV Awards, Teen Choice Awards e molti altri. La serie candidata tre volte agli Emmy Awards come miglior serie tv drammatica è uno dei titoli Netflix più visti. La sola stagione 3 è stata vista nei primi quattro giorni dal debutto in 40,7 milioni di case, più di qualsiasi altro film o serie Netflix in quel periodo, e in  64 milioni nelle prime quattro settimane.

Stranger Things è creata dai fratelli Duffer e prodotta da Monkey Massacre Productions e 21 Laps Entertainment. I fratelli Duffer sono anche i produttori esecutivi della serie, insieme a Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps Entertainment, e a Iain Paterson.

Space Jam: New Legends, il nuovo trailer italiano

0
Space Jam: New Legends, il nuovo trailer italiano

Benvenuti a Space Jam! Il campione NBA e icona globale LeBron James vive un’epica avventura a fianco dell’intramontabile Bugs Bunny, nel film evento di animazione/live-action “Space Jam: New Legends”, diretto da Malcolm D. Lee, con un team di filmakers innovativi come Ryan Coogler e Maverick Carter.

Quest’avventura di trasformazione è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri figli. Quando LeBron e il suo giovane figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi guidando Bugs, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket piena di professionisti all stars mai vista prima. Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King” James con il loro modo di giocare.

James è protagonista accanto al candidato all’Oscar® Don Cheadle (i film di “Avengers”, “Hotel Rwanda”), Khris Davis (“Judas and the Black Messiah”, “Atlanta” per la TV), Sonequa Martin-Green (“The Walking Dead” per la TV, “Star Trek: Discovery”), l’esordiente Cedric Joe, Jeff Bergman (“Looney Tunes Cartoons”), Eric Bauza (“Looney Tunes Cartoons”) e Zendaya (l’imminente “Dune”, “Malcolm & Marie”).

Lee (“Girls Trip”, “Night School”) dirige da una sceneggiatura di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance e Jesse Gordon e Celeste Ballard, storia di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance. Basato su “Space Jam”, scritto da Leo Benvenuti & Steve Rudnick e Timothy Harris & Herschel Weingrod. Il film è prodotto da Ryan Coogler, LeBron James, Maverick Carter e Duncan Henderson, i produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler, Allison Abbate, Jesse Ehrman, Jamal Henderson, Spencer Beighley, Justin Lin, Terence Nance e Ivan Reitman.

Il team creativo dietro la cinepresa include il direttore della fotografia Salvatore Totino (“Spider-Man: Homecoming”), il produttore animazioni Troy Nethercott (“Wonder Park”), gli scenografi Kevin Ishioka (“The Mule”), Akin McKenzie ( “When They See Us” per Netflix) e Clint Wallace (l’imminente “Eternals”), il montatore Bob Ducsay (“Godzilla: King of the Monsters”, “Star Wars Episode VIII – The Last Jedi”) e la costumista Melissa Bruning (“Rampage”, “War for the Planet of the Apes”). Le musiche sono di Kris Bowers (“Greenbook”, “Bridgerton” per Netflix).

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Proximity/The SpringHill Company Production, un film di Malcolm D. Lee, “Space Jam: New Legends”. Il film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures e arriverà in Italia al cinema dal 23 settembre.

space jam a new legacy

A Chiara di Jonas Carpignano presentato alla Quinzaine des Réalisateurs

0

Jonas Carpignano torna al Festival di Cannes. Il suo nuovo film, A CHIARA, sarà proiettato in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs, dove quattro anni fa aveva già presentato “A Ciambra”, realizzato con il supporto di Martin Scorsese (produttore esecutivo) e vincitore del David di Donatello alla migliore regia e al miglior montaggio. Un film acclamato in tutto il mondo.

Una co-produzione tra Italia, Francia e Svezia, A CHIARA è prodotto da Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma e con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Eurimages, CNC.

A CHIARA è il terzo lungometraggio di Carpignano: il regista e sceneggiatore ha realizzato il capitolo di chiusura della sua “trilogia gioiese”, dopo “Mediterranea” (presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2015) e “A Ciambra” (2017).

“È un onore per me presentare questo film a Cannes – ha dichiarato Carpignano – Sono grato alla Quinzaine per averlo selezionato, e ancora più grato al cast e alla troupe per il loro lavoro che ha permesso di portare questa storia sullo schermo. Non vedo l’ora che il pubblico veda il film e scopra l’interprete principale che ne è il fulcro. Vedere Swamy Rotolo diventare Chiara è stato per me una grande gioia. Niente mi rende più felice che immaginare lei e la sua famiglia a Cannes”.

A CHIARA – IL FILM 

La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per sé stessa.

Collective è il vincitore del Premio LUX del Pubblico 2021

0
Collective è il vincitore del Premio LUX del Pubblico 2021

Dopo il tour europeo che ha previsto anche proiezioni virtuali e Q&A live con i registi, e dopo la Settimana del pubblico del Premio LUX (10-16 maggio) che ha offerto la possibilità di guardare i film nominati online, i voti degli spettatori europei e dei membri del Parlamento Europeo sono stati sommati: con una cerimonia che si è tenuta nel corso di una sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo (Francia) il Presidente del Parlamento Europeo, David Maria Sassoli, ha annunciato il film vincitore di fronte ai membri del Parlamento, ai partner invitati e ai rappresentati dei film nominati Bartosz Bielenia, protagonista di CORPUS CHRISTI, Kasper Dissing, produttore di UN ALTRO GIRO, e Alexander Nanau, regista di COLLECTIVE.

Nel corso della premiazione, il regista Alexandr Nanau ha dichiarato che il premio va innanzitutto alle vittime e alle loro famiglie, ancora in attesa di un riconoscimento ufficiale da parte della Romania. Il premio, ha detto, serve a ribadire che “vogliamo combattere la corruzione e vogliamo una stampa libera”

Il Premio LUX del Pubblico unisce i voti del pubblico e dei membri del Parlamento. E’ promosso dalla European Film Academy e dal Parlamento Europeo, in partnership con la Commissione Europea e Europa Cinema.

Comedians, recensione del film di Gabriele Salvatores

Comedians, recensione del film di Gabriele Salvatores

Dopo Tutto il mio folle amore e il documentario Fuori era primavera, Gabriele Salvatores torna a dirigere con Comedians. Un progetto che arriva da lontano. Il film è una trasposizione fedele del testo che il drammaturgo inglese Trevor Griffiths scrisse nel 1975. Testo su cui il regista ha scelto di tornare dopo ventun anni da una prima lettura da cui era nato uno spettacolo teatrale e poi un film, che vi si era ispirato, seppur in maniera molto libera, Kamikazen – Ultima notte a Milano del 1988. E’ con Comedians che Salvatores sceglie di tornare alla riapertura delle sale, dal 10 giugno. 

Comedians – la trama

Un gruppo di aspiranti comici sta per esibirsi. Sono tutti allievi del maestro Eddie Barni, Natalino Balasso, che tiene un corso nei locali di una scuola di Milano. Prima dello spettacolo, riuniti nell’aula dove di solito fanno lezione, i comici cercano di tenere a freno l’ansia per l’esibizione e di mettere a punto i propri pezzi. Ci sono i fratelli Filippo e Leo Marri, Ale e Franz, con la loro vena malinconica, c’è l’operaio Gio Di Meo, Walter Leonardi, con la battuta e la barzelletta sempre pronte. Ci sono il meridionale Michele Cacace, Vincenzo Zampa e Samuele Verona, Marco Bonadei, impresario di se stesso che sogna di sfondare. Infine, c’è il giovane Giulio Zappa, Giulio Pranno. Barni li motiva e cerca di far trovare loro la concentrazione necessaria, perchè la serata è importante. A vederli, infatti, ci sarà Bernardo Celli, Christian De Sica, un famoso comico, vecchia conoscenza di Barni, ora talent scout, che potrebbe scegliere qualcuno di loro per un suo nuovo progetto televisivo. La rivalità tra i comici si accende, mentre Celli spiega quali sono per lui i capisaldi della comicità, del tutto diversi da quelli di Barni. I nuovi talenti riusciranno a convincerlo? I comici resteranno fedeli alla lezione del maestro o cercheranno di compiacere il selezionatore? 

Il mestiere del comico tra etica e successo

Comedians è senza dubbio un film dal forte impianto teatrale. È stato lo stesso Gabriele Salvatores a voler sottolineare di aver ripreso fedelmente il testo scritto da Griffiths, che viene infatti indicato come autore della sceneggiatura, assieme al regista. L’azione si svolge quasi per intero in un unico spazio: l’aula scolastica. Il solo momento in cui si esce da lì è quello in cui si sale sul palcoscenico del locale dove i comici si esibiscono. È un film incentrato sulla parola, come spesso succede nei lavori tratti da testi teatrali, un film in cui sostanzialmente si dibatte e si espongono vari punti di vista su un tema centrale: cosa significa essere un comico? Come si fa a far ridere? Ci deve essere o no un’etica della risata? Barni e Celli rappresentano i due poli opposti della discussione, la dicotomia tra etica e successo. L’uno, convinto che la comicità debba sfuggire dallo stereotipo, dalla battuta facile e scontata, fatta solo per strappare la risata a tutti i costi. L’altro, sostenitore del comico come intrattenitore puro, della comicità come momento votato all’evasione. A sostenere i due punti di vista, mai banalizzati, ciascuno con argomentaizioni ampiamente condivisibili, gli ottimi Balasso e De Sica, il quale interpeta un personaggio che ha in comune con De Sica attore parte delle convinzioni che hanno dettato il suo percorso artistico, e che qui rivendica, come ha affermato in conferenza stampa. La giusta via, forse, sta nel mezzo, nel difficile equilibrio tra ciò che porta facilmente al successo e l’aspirazione a far pensare, a sorprendere, a far cambiare punto di vista, con una risata. 

Il dibattito si rivela interessante innanzitutto perché è sempre molto attuale, essendo l’Italia un paese largo produttore di comici e commedie di tutti i tipi, con esempi anche recenti che portano alla ribalta il tema e le domande che qui i protagonisti si pongono. In secondo luogo, la dicotomia tra Celli e Barni è anche la diatriba fra chi vuole apparire a tutti i costi e chi invece si accontenta di fare il proprio lavoro nell’ombra. Il che non significa essere meno capaci. Anche questo un grande tema, oggi che chiunque cerca la ribalta – i quindici minuti di celebrità di cui parlava Warhol – su un social, o su un vero e proprio palco, poco importa. C’è voglia di apparire, ma si dovrebbe forse riscoprire, come suggerisce il personaggio di Barni, l’orgoglio di quello che si fa, anche se non si ha un pubblico a cui mostrarlo. Il lavoro dell’insegnante svolto da Barni è un po’ l’emblema di questa filosofia. L’insegnate è colui che non lavora per la gloria e raramente viene ringraziato per quello che fa, ma semina qualcosa tra i suoi allievi, contento semplicemente di veder germogliare, ogni tanto, una piantina.

In Comedians, poi, si parla anche dell’importanza di inseguire i propri sogni e coltivare i propri talenti. I protagonisti sono persone più o meno giovani che si barcamenano tra un lavoro provvisorio e la speranza di poter vivere del mestiere che amano, quello di attori. Il film peraltro non sembra avere una precisa collocazione temporale, salvo qualche piccolo cenno. È un inno alla perseveranza. 

Invito allo spettatore a non essere passivo

Comedians è  un film che stimola una riflessione, interessante, che spinge lo spettatore a non essere passivo, ma anzi attivarsi e porsi le stesse domande dei protagonisti. La perizia tecnica e stilistica di Salvatores ne fa un lavoro elegante ed estremamente curato, con un uso significativo e ben dosato del bianco-nero nella fotografia di Italo Petriccione, e primi piani con cui il regista cattura nelle espressioni l’essenza dei personaggi. Efficace anche l’idea del count down che scandisce il tempo che separa gli attori dall’entrata in scena. Il film riesce nella non facile impresa di mantenere vivo l’interesse fino alla fine del racconto. Da sottolineare l’attenzione che il regista ha sempre per la parte musicale, stavolta impreziosita da brani di Tom Waits.

A completare il quadro le buone prove di un cast di attori più o meno noti, in cui il regista ha voluto ancora con sé Giulio Pranno dopo Tutto il mio folle amore. L’attore si dimostra ancora talentuoso nell’interpretare il suo personaggio, intelligente ed anche coraggioso outsider. Esaspera le caratteristiche del clown e lo fa diventare quasi Joker. È un personaggio oscuro e inquieto, anziché comico, e sceglie una recitazione particolarmente teatrale. Senza dubbio d’impatto, a volte un po’ eccessivo. 

Certo è che Comedians, a dispetto del titolo, ma anche di alcune presenze nel cast, da cui solitamente ci si aspettano risate, da De Sica a Balasso, fino ad Ale e Franz, non è un film comico, ma è un film su cosa sia il mestiere del “commediante”. Dunque resterà deluso chi si aspetta di ridere. Come anche lo sarà chi si aspettava da Salvatores un ritorno diverso, magari con una trama accattivante, piena di avventure e colpi di scena. Comedians è un film non facile, che impegna, che chiede partecipazione. Per questo non è per tutti. Tuttavia, è una riflessione seria e ben condotta sulla complessa arte del far ridere e un’occasione per tornare al cinema apprezzando il lavoro di chi il cinema sa fare con classe.

Loki: recensione del primo episodio della serie con Tom Hiddleston

0

È finalmente arrivato il Loki Day, il giorno in cui Disney+ mette a disposizione dei suoi abbonati il primo episodio della serie dedicata all’amatissimo Dio dell’Inganno: dal 9 giugno, per sei mercoledì, la piattaforma della Casa di Topolino ci offrirà una nuova avventura targata Marvel Studios. Non più Streghe in lutto o compagni d’arme in crisi d’identità, ma un Dio bistrattato che cerca il suo posto nei Mondi, o forse nei Tempi, sarebbe più corretto dire, visto che la serie scritta da Michael Waldron prende le mosse proprio da quel momento, in Avengers: Endgame, in cui Loki, utilizzando il Tesseract (quindi la Gemma del Tempo) scappa da New York e, inconsapevolmente, crea una linea temporale alternativa, proprio come aveva spiegato l’Antico a Bruce Banner nello stesso film.

Iscriviti a Disney+ per vedere tutti gli episodi di LOKI e molto altro!

Atterrato in un imprecisato deserto, Loki crede di essere sfuggito alla sua cattura, tuttavia viene intercettato immediatamente da un gruppo armato che lo cattura e lo porta nel quartier generale della TVA, la Time Variant Authority, un’agenzia che si occupa di mantenere intatta la linea temporale sacra, quella cioè che vede svolgersi davanti a sé, in successione precisa, gli eventi predeterminati della storia dell’uomo e degli uomini. Troviamo quindi il Dio dell’Inganno catapultato in questa dimensione/mega ufficio che gestisce il tempo e tutte le sue variazioni, e qui incontra Mobius, un agente speciale del TVA che gli spiega dove si trova e qual è l’interesse “aziendale” di tenere Loki prigioniero e in vita al loro servizio. 

Loki, le premesse della storia

Il primo episodio di Loki corrisponde ad un world building, ovvero introduce lo spettatore e il protagonista stesso all’interno di un mondo nuovo, che ha i suoi scopi e le sue regole, ed entrambi vengono spiegati ed analizzati nel corso dell’intera puntata per fornire tutti gli elementi necessari ad orientarsi in questa nuova realtà e in questa nuova storia. 

Quello che si perde in mancanza d’azione e avventura è però compensato dalla densità di tutto ciò che viene mostrato allo spettatore: da una parte tantissimi concetti nuovi da assimilare al MCU, con personaggi da conoscere e misteri da risolvere le cui basi vengono poste già nei primi minuti dell’episodio pilota, dall’altra un ambiente completamente nuovo, un mega ufficio che strizza l’occhio al design anni ’70, sia nelle forme che nei colori, in alcuni casi da una fotografia che ricorda smaccatamente il miglior David Fincher di Seven e Zodiac, governato da una burocrazia insormontabile e pesantissima, che in più di un’occasione viene presa in giro dalla brillante scrittura di Waldron.

Un lungo episodio doppio pone le basi

Tutto questo lungo ed interessante preambolo viene completato dall’episodio numero 2, che arriverà su Disney+ il 16 giugno prossimo e che pone definitivamente le basi per la storia che questa nuova miniserie ci vuole raccontare. Anche in questo caso, come in WandaVision, si ha l’impressione che tutta la storia possa convogliarsi in maniera importante e significativa negli avvenimenti che verranno raccontati in Doctor Strange and the Multiverse of Madness, ipotesi corroborata anche dalla presenta del citato Waldron alla scrittura, che firma anche la sceneggiatura del film che sarà diretto da Sam Raimi. È sempre più palese, dunque, che queste serie Marvel Studios servano, sì, ad approfondire e raccontare singoli personaggi molto amati dai fan (come nel caso di Loki) o sottosfruttati fino a questo momento (come Wanda o Sam Wilson), ma anche a riempire dei vuoi, dei buchi che ci accompagneranno nelle visioni cinematografiche in programma per i prossimi tre anni. 

Fondamentale, per Loki, è ovviamente la presenza di Tom Hiddleston. Con questo nuovo inizio per il suo personaggio, l’attore inglese è trai membri più longevi del cast dell’intero MCU, dal momento che sono già 10 anni che lo interpreta e chissà quali altre avventure lo aspettano. E ovviamente il suo personaggio si è trasformato con lui: da villain puro e semplice, anche se con le sue motivazioni e le sue ragioni (opinabili), Loki è diventato uno strambo personaggio in bilico tra bene e male, senza mai diventare davvero cattivo e mantenendo costante nelle persone che ha di fronte il dubbio sulle sue vere intenzioni, sempre con acume e quel sorriso beffardo che lo caratterizza.

Loki-Mobius: un nuovo buddy duo

Loki serie tv 2021

L’ironia è da subito la principale chiave intorno alla quale ruotano i fatti, le persone, le dinamiche relazionali che con Loki promettono una nuova coppia comica nel MCU. Dopo l’approfondimento e il consolidamento della dinamica Bucky-Sam, ecco che Loki incontra Mobius, interpretato da Owen Wilson, un’aggiunta importante in un cast pieno di sorprese. E sembra che di fronte a lui Loki abbia una specie di specchio in cui si riflettono tutti i suoi difetti e le sue colpe e gli vengono restituite purificate, Mobius è un uomo giusto e retto, ha fede nel suo credo e vede per Loki la speranza della redenzione. Chissà se il Dio dell’Inganno riuscirà a cogliere quest’occasione per essere finalmente compreso o se riuscirà anche adesso a deludere le aspettative di chi si fida di lui, continuando a promuovere il proprio tornaconto.

La tragica e a suo modo eroica uscita di scena di Loki in Avengers: Infinity War, morto per mano di Thanos, aveva completamente riabilitato la figura del figlio di Laufey agli occhi del MCU, ma solo nella sua ora finale. Che adesso Loki possa avere la possibilità di stare dalla parte dei buoni e di fare finalmente la cosa giusta? Lo scopriremo su Disney+, dal 9 giugno, ogni mercoledì per sei mercoledì.

Iscriviti a Disney+ per vedere tutti gli episodi di LOKI e molto altro!

Loki e Doctor Strange 2: lo sceneggiatore merita il titolo di “custode” del Multiverso?

0

Michael Waldron, l’head writer della serie Loki nonché sceneggiatore del sequel di Doctor Strange, ha parlato del suo ruolo di ipotetico “custode” del Multiverso nell’Universo Cinematografico Marvel.

In un’intervista con Screen Rant in occasione della promozione della serie Disney+ disponibile da oggi, Waldron ha riflettuto sulla natura del Multiverso sia nella serie con protagonista Tom Hiddleston che nel sequel con protagonista Benedict Cumberbatch. Waldron ha spiegato di non sentirsi ancora a suo agio nel ruolo di “custode” del Multiverso (qualora esista davvero!), attribuendo ad altri storyteller del MCU la capacità di avere il controllo sulle loro storie e sui relativi legami con il più grande MCU in continua espansione.

“Non lo so. Penso che tutti – tutti i registi e gli sceneggiatori del MCU -, siano custodi di questa cosa, perché finiamo tutti per creare problemi e risolverli a vicenda. Quindi, se riesco a creare problemi solo  me stesso e non anche a qualche altro povero sceneggiatore, immagino che questo renda la vita un po’ più facile.”

Con l’arrivo di Loki su Disney+, i fan non dovranno più attendere per scoprire come la serie continuerà a infondere nel MCU legami con il Multiverso. Anche se manca ancora poco meno di un anno all’uscita di Doctor Strange in the Multiverse of Madness nei cinema, non dovrebbe passare molto tempo prima che arrivino i primi sguardi all’attesissimo sequel. Con la produzione che si è conclusa ad aprile, i primi materiali ufficiali potrebbero arrivare prima di quanto i fan pensino.

Loki: i 10 migliori momenti del Dio dell’Inganno nel MCU

Loki: i 10 migliori momenti del Dio dell’Inganno nel MCU

Loki, la serie dedicata al Dio dell’Inganno interpretato da Tom Hiddleston, debutta ufficialmente oggi su Disney+ con il primo episodio (un nuovo episodio sarà poi disponibile ogni mercoledì, per un totale di sei). Per celebrare l’arrivo della nuova serie ambientata nell’Universo Cinematografico Marvel sulla piattaforma di streaming, ripercorriamo insieme – grazie a ComicBookMovie – i 10 migliori momenti dell’iconico personaggio:

Iscriviti a Disney+ per vedere tutti gli episodi di LOKI e molto altro!

Salvare Thor

Loki è stato in qualche modo redento in Thor: The Dark World dopo la morte di Frigga, e in seguito si è sacrificato dopo aver subito un colpo che era destinato a suo fratello. Il cattivo è morto tra le braccia di Thor, pochi istanti dopo aver ucciso Kurse ed essersi assicurato che il Dio del Tuono e Jane Foster sarebbero stati in grado di porre fine al piano di Malekith.

È stato un momento straziante. Tuttavia, una scena post-credits avrebbe rivelato che Loki aveva soltanto finto la sua morte! Mentre Thor stava combattendo contro Malekith, il dio del male tornò ad Asgard, bandì Odino sulla Terra e prese il suo posto sul trono di Asgard. Siamo ovviamente contenti che Loki sia sopravvissuto, ma quanto accaduto riduce parte dell’impatto di questa scena. 

Il confronto con Vedova Nera

In The Avengers, abbiamo visto Tom Hiddleston al suo meglio quando il Dio dell’Inganno ha rimproverato e apparentemente superato in astuzia Vedova Nera. La tensione in questa scena era decisamente palpabile, resa tale anche dal fatto che i due personaggi erano separati da un vetro. Tuttavia, uno degli elementi più incredibili è il modo in cui Natasha Romanoff è riuscita a superare in astuzia Loki e ad usare il suo odio per gli umani contro di lui.

Rendendosi conto che Hulk era la chiave del piano di Loki, Nat entra subito in azione. Sembra che questo abbia aiutato molto a gettare le basi affinché Loki diventasse uno dei migliori cattivi del MCU, anche se è stato il momento che analizzeremo a breve che ha davvero scioccato i fan…

Uccidere l’agente Coulson

In The Avengers, l’agente Coulson interpretato da Clark Gregg è stato subito apprezzato dai fan dei fumetti. Anche se si trattava di un personaggio nuovo, il pubblico è riuscito subito ad entrarci in sintonia. Alla fine, però, Joss Whedon ha ben pensato di ucciderlo nel modo più brutale possibile!

Anche se sembrava che Coulson fosse riuscito a sconfiggere il Dio dell’Inganno usando la tecnologia creata dai resti del Distruttore, era tutta un’illusione, e Loki ha continuato a usare lo spettro per pugnalare l’agente dello SHIELD alla schiena. È vero, Coulson è poi tornato nella serie Agents of SHIELD, ma ciò non significa che la sua morte nel film faccia meno male…

Un momento fraterno

Taika Waititi ha salvato il franchise di Thor grazie a Thor: Ragnarok del 2018 e il modo in cui il regista ha gestito la relazione del Dio dell’Inganno con suo fratello ha davvero colpito i fan. Mentre si trovano insieme in ascensore, Thor e Loki riflettono sulle loro esperienze passate, con il cattivo (ora più un antieroe) che scopre che il Dio del Tuono, in effetti, si è sempre preso cura di lui.

Loki si sente chiaramente in colpa e questo aiuta a spiegare le sue azioni sia più avanti nel film che in Avengers: Infinity War. Il fatto che questo momento sia stato seguito da un brillante team-up lo rende un punto culminante ancora più grande.

“Inginocchiatevi!”

Loki era ancora un cattivo in piena regola in The Avengers, cosa enfatizzata da questa scena in Germania. Il Dio dell’Inganno aveva incaso la Terra poco dopo aver stretto un accordo con Thanos. Ordinando a coloro che lo circondano di “inginocchiarsi”, Loki crede che gli umani “desiderino la sottomissione” e sente chiaramente che sta facendo la cosa giusta conquistando Midgard.

Quando un uomo anziano si alza e chiarisce che non si inchinerà mai davanti a un tiranno (chiaramente è sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale e alla Germania nazista), Loki sta per farlo fuori, ma improvvisamente interviene Captain America. È un grande momento, che all’epoca sembrava molto più grande di quanto non lo sia ora, dato che il MCU si è espanso oltre i nostri desideri più reconditi. 

Thor vs. Loki

Thor è servito come solida introduzione sia per il Dio del Tuono che per Loki, con i Marvel Studios che non hanno perso tempo nell’esplorare il lato malvagio del personaggio. Dopo aver avuto un ruolo nel fatto che Thor sia stato bandito sulla Terra, Loki reclama il trono di Asgard per sé e in seguito invia il Distruttore sulla Terra nel tentativo di uccidere suo fratello e i Tre Guerrieri.

È difficile però non percepire quanto fosse in conflitto in quel momento, cosa che ci ha permesso di dare un primo assaggio al fatto che c’era molto di più in questo personaggio a livello profondo. Questa battaglia finale, di sicuro personale, è stata davvero emozionante e gloriosa e ha contribuito ad aggiungere molta profondità al personaggio di Loki. La rivelazione successiva, cioè che aveva simulato la sua morte e che sarebbe stato il cattivo principale in The Avengers, era semplicemente la ciliegina sulla torta.

Forse non è poi così cattivo…

Abbiamo accennato all’impatto che la morte di Frigga ha avuto su Loki, ma è stato questo momento in Thor: The Dark World che ha davvero plasmato alcuni degli strati più complessi del personaggio. Nonostante abbia mostrato coraggio, quando Loki abbandona l’illusione e vediamo lo stato in cui si trova davvero – per non parlare del dolore che prova per la morte di sua madre dopo il loro precedente scambio di battute -, è stato davvero un momento speciale.

Sì, questo non è uno dei migliori film dei Marvel Studios, ma per Loki ha contribuito a gettare le basi per le sue storie future. Nonostante le sue azioni atroci in The Avengers, questo momento ci ha fatto capire che il Dio dell’Inganno non era poi così cattivo, e che dentro era più tormento di quanto nessuno di noi avesse mai pensato in passato.

Compiere l’ultimo sacrificio

Anche se non si poteva ancora fidare completamente di Loki (aveva preso il Tesseract da Asgard prima che venisse distrutto), quando Thor: Ragnarok finì e iniziò Avengers: Infinity War, l’imbroglione aveva chiaramente risolto molti dei problemi che aveva avuto con suo fratello. Di conseguenza, non è stata una grande sorpresa quando Loki ha compiuto l’ultimo sacrificio ritrovandosi faccia a faccia con Thanos.

Prendendo tempo nella speranza che Thor potesse salvare la situazione, Loki tentò di tradire e uccidere il Titano Pazzo, ma si ritrovò sopraffatto dal cattivo che brandiva le Gemme dell’Infinito. Di conseguenza, Loki è morto dopo essere stato soffocato a morte da Thanos, ma non prima di aver avuto l’occasione di sussurrargli: “Non sarai mai un Dio.”

Ragnarok

Ancora una volta, sembrava che Loki si fosse dimostrato inaffidabile, tradendo Thor e dando ragione a suo fratello. Tuttavia, quella conversazione avvenuta nell’ascensore (di cui abbiamo parlato prima) ha chiaramente colpito il Dio dell’Inganno, quindi il suo ritorno ad Asgard insieme alle forze dell’arena del Gran Maestro è stato un momento assolutamente delizioso.

Sì, Loki ha colto l’occasione per celebrare il suo arrivo (dichiarandosi il “salvatore” di Asgard), ma questo è stato comunque un grande momento per lui, e ancora una volta lo ha aiutato a trasformarsi da cattivo a eroe. Guardalo indossare quel casco iconico mentre prendeva a calci il nemico è stato fantastico!

Loki non può competere con Hulk

Certo, questo scambio con Hulk non è finito bene per il Dio dell’Inganno, ma è sicuramente il suo momento migliore nel MCU fino ad oggi. Nessuno avrebbe potuto prevederlo, ma questo è ciò che lo ha reso veramente grande. Mentre il cattivo si scontrava con il Gigante di Giada in The Avengers, non sapeva che Hulk stava per dare il benservito a questo “Dio gracile”.

Loki è stato sconfitto ed è stato il modo perfetto per concludere questa storia. Ha anche creato un divertente throwback moment per i Marvel Studios, che ha dato poi i suoi frutti in Thor: Ragnarok, quando Loki ha esultato mentre guardava Thor sperimentare esattamente come lui si era sentito. Questo momento è stato iconico e, ammettiamolo… Loki se lo meritava! 

Tom Hiddleston su cosa ha pensato Loki prima di morire per mano di Thanos in Infinity War

0

In una recente intervista con ComicBook, Tom Hiddleston ha avuto la possibilità di riflettere sulla morte di Loki per mano di Thanos in Avengers: Infinity War, spiegando la prospettiva del Dio dell’Inganno in merito all’attacco da parte del Titano Pazzo.

“Penso che l’intera scena sia estremamente terrificante sia per Thor che per Loki”, ha detto l’attore. “Sinceramente, aveva già visto Thor in alcuni momenti difficili, ma ha sempre creduto che suo fratello avrebbe comunque trovato una via d’uscita. In quel momento, sa che se non farà nulla, suo fratello morirà per mano di Thanos. Quando inizia a parlare, penso che in realtà volesse solo guadagnare tempo. Dice: ‘Se stai andando sulla Terra, potrebbe servirti una guida. Io ho un po’ di esperienza al riguardo’. Sta cercando di pensare a un modo per fermare Thanos. Sta improvvisando”.

A proposito del momento in cui diventa chiaro che il piano di Loki è quello di attirare Thanos il più vicino possibile per ucciderlo con un coltello, Hiddleston ha detto: “Penso che poi si sia reso conto che aveva solo un tentativo e che poteva anche non funzionare, ma che almeno poteva servire per salvare suo fratello. L’ho sempre trovato un gesto molto commovente. Sa quello che sta per fare. In difesa di Loki, so che alcune persone hanno criticato il fatto  che stesse per usare un coltello e cose del genere, ma lui stava puntando alla testa. Ce l’aveva quasi fatta, proprio perché sapeva come farlo.”

Hiddleston ha poi menzionato il momento esatto in cui si evince il legame tra Loki e Thor: “Ho sempre trovato molto toccante che quando si presenta, dice: ‘Io, Loki di Jotunheim, principe di Asgard, Dio dell’Inganno, figlio di Odino…’. Si riconosce come figlio di Odino. Fino a quel momento, dal punto di vista di Loki, avevano sempre avuto film in cui era più sulla falsa riga del: ‘Chi si farebbe chiamare figlio di Odino?’. Il fatto che si rivolga a sé stesso in quel modo e il modo in cui guarda ora Thor… l’ho trovato davvero molto toccante.”

Tuttavia, il piano di Loki fallisce e alla fine il personaggio viene ucciso da Thanos. “Sì, penso che in quel momento gli sia passato proprio questo per la mente: ‘Accidenti, non ha funzionato’. Sì, credo proprio che abbia pensato a quello”, ha concluso Hiddleston.

Loki apparirà in Thor: Love and Thunder? Tom Hiddleston risponde

Avengers: Infinity War è un film del 2018 diretto da Anthony e Joe Russo con Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris Evans Scarlett Johansson.

In un viaggio cinematografico decennale senza precedenti, Avengers: Infinity War abbraccia l’intero Universo Cinematografico Marvel e porta sul grande schermo la più grande e fatale resa dei conti di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati dovranno essere pronti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo impeto di devastazione e rovina porti alla fine dell’universo.

Rocky IV: Sylvester Stallone annuncia l’arrivo della Director’s Cut nei cinema

0

Sylvester Stallone ha confermato l’arrivo della Director’s Cut di Rocky IV, il quarto capitolo della celebre saga uscito nel 1985 e diretto proprio dalla star hollywoodiana. Il titolo ufficiale della nuova versione sarà Rocky vs. Drago – The Ultimate Director’s Cut.

Ad oggi, Rocky IV è il film dell’intero franchise che ha ottenuto il maggior incasso al botteghino, con oltre 300 milioni di dollari conquistati in tutto il mondo. Oltre a recitare nel film, Stallone si è anche occupato della regia e della sceneggiatura, e proprio lo scorso anno ha fatto sapere che stava lavorando al suo taglio del film, la cui uscita, in origine, doveva coincidere con il 35° anniversario dell’originale.

Anche se i piani sono poi cambiati, Stallone ha fatto sapere adesso che i lavori sulla Director’s Cut continuano e che Rocky vs. Drago arriverà nelle sale americane il prossimo 11 novembre. Attraverso un post condiviso via Instagram, il celebre attore ha ringraziato tutti i tecnici che lo hanno aiutato a lavorare alla sua versione del film e che gli hanno permesso di portarla a termini dopo tutti questi anni.

Rocky vs. Drago: in arrivo la Director’s Cut di Rocky IV

Il mese scelto per la release di Rocky vs. Drago – The Ultimate Director’s Cut non è assolutamente casuale: sia Rocky IV che Rocky V vennero distribuiti al cinema a novembre, così come i due capitoli della più recente saga spin-off Creed. Sappiamo che Creed III è stato ufficialmente messo in cantiere, con il suo protagonista, Michael B. Jordan, che si occuperà anche della regia. Sfortunatamente, Stallone ha già confermato che non tornerà nei panni di Rocky Balboa.

Ricordiamo che in Rocky IV, ambientato durante gli anni centrali della Guerra fredda, viene esplorata la rivalità – divenuta nel tempo storica e cinematograficamente rivelante – tra Rocky Balboa, il campione italo-americano (interpretato da Stallone), e Ivan Drago, il temibile e glaciale sovietico (interpretato da Dolph Lundgren).

Batman di Tim Burton: ecco dove Danny Elfman ha avuto l’idea per il tema musicale

0

Il tema del Batman di Tim Burton del 1989, composto da Danny Elfman, ha avuto origine in un luogo davvero sorprendente… il bagno di un aereo! A rivelarlo è stato proprio il celebre compositore durante un’intervista con Marc Maron in occasione del suo podcast WTF.

Elfman ha spiegato di aver concepito il tema del film con protagonisti Michael Keaton, Jack Nicholson e Kim Basinger mentre si trovava nel bagno di un aereo che lo stava riportando a casa da Los Angeles, dopo che aveva fatto visita al set del film allestito a Londra.

A quanto pare, le sue azioni misero in allarme gli assistenti di volo, con Elfman che si trovò quindi costretto a spiegare cosa stava realmente accadendo: “Cominciai a correre in bagno e a intonare una sorta di cantilena, poi tornai al mio posto e continuavo a pensare, a pensare. Dopo dieci minuti, corsi di nuovo in bagno. Poi di nuovo al mio posto e poi di nuovo a il bagno, perché non riuscivo a farlo con il ragazzo seduto accanto a me.”

Grazie al tema di Batman, Danny Elfman ottenne il prestigiosissimo Grammy Awards. Tuttavia, di recente il compositore aveva rivelato di essere alquanto insoddisfatto dal modo in cui le sue musiche sono state incorporate nel film: dal suo punto di vista, infatti, la colonna sonora sarebbe stato drasticamente modificata, perdendo gran parte della sua complessità orchestrale a favore di semplice percussioni.

Danny Elfman è un collaboratore abituale di Tim Burton. Oltre a Batman e Batman – Il ritorno, ha curato le musiche di quasi tutti i film dell’amatissimo regista, inclusi Beetlejuice – Spiritello porcello, Edward mani di forbice, Mars Attacks!, Il mistero di Sleepy Hollow, Big Fish, Alice in Wonderland e il più recente Dumbo

Ricordiamo che Michael Keaton tornerà ad interpretare la versione di Batman del dittico di Burton nell’attesissimo The Flash, il cinecomic diretto da Andy Muschietti e attualmente in fase di produzione, che arriverà nelle sale nel 2022.

The Sandman: featurette dietro le quinte dell’attesa serie tv

0
The Sandman: featurette dietro le quinte dell’attesa serie tv

Dopo l’annuncio del cast Netflix ha diffuso una featuette dietro le quinto di The Sandman, l’attesissimo adattamento televisivo basato sul fumetto di Neil Gaiman.

The Sandman è la nuova serie Originale Netflix basata sul fumetto del 1989-1996 scritto da Neil Gaiman e pubblicato dalla DC Comics. La serie è stata sviluppata da Allan Heinberg per Netflix – con Heinberg, Gaiman e David S. Goyer come produttori esecutivi ed è prodotta da DC Entertainment e Warner Bros. Television.

The Sandman racconta la storia di Dream, il titolo Sandman. Al momento la trama della serie non è stata rivelata. Ma le premesse ci dicono che ambientata nel 1916, Dream, il re delle storie e uno dei sette Endless , viene catturato in un rituale occulto. Dopo essere stato tenuto prigioniero per 105 anni, nel 2021 fugge e si propone di riportare l’ordine nel suo regno dei sogni.

Eternals: Gemma Chan sul ritorno nel MCU grazie a un nuovo personaggio

0

Captain Marvel è il film che ha segnato il debutto nel MCU dell’attrice Gemma Chan nei panni di Minn-Erva. Il personaggio non ha avuto una vita lunga sul grande schermo, ma per fortuna a Chan è stata offerta l’opportunità di tornare nel MCU grazie ad un nuovo ruolo.

L’attrice, infatti, interpreta Serie nell’attesissimo Eternals, il cinecomic di Chloé Zhao che arriverà finalmente nelle sale di tutto il mondo il prossimo novembre. Ora, in una recente intervista con Empire, Chan ha parlato proprio del suo ritorno nell’universo condiviso e del suo approccio ad un personaggio completamente diverso.

“Mi sento davvero molto fortunata ad essere stata riaccolta nel MCU così in fretta dopo la mia prima apparizione. È stata un’accoglienza molto calorosa”, ha raccontato alla rivista. “Mi sento fortunata perché nella troupe ho ritrovato molto persone con cui avevo già lavorato, quindi c’era una sorta di continuity in quel senso. Tuttavia, sono due progetti completamente diversi, in tempi completamente diversi, con personaggi totalmente diversi.”

Sulla base di tutto ciò che abbiamo visto e sentito a proposito del film, Eternals sarà un film molto diverso rispetto agli standard a cui ci ha abituati la Marvel, dal momento che la regista Chloé Zhao (premio Oscar per Nomadland) ha avuto la possibilità di portare il suo stile distintivo all’interno del progetto, godendo di piena autonomia e libertà creativa.

“L’abbiamo girato come se fosse un film indipendente, quasi completamente in esterni, utilizzando la luce naturale. Praticamente tutto durante l’ora d’oro”, ha aggiunto Chan. “È un film veramente epico e ambizioso. Chloé Zhao ha portato il suo stile e la sua sensibilità distintivi.”

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Shang-Chi: le scene d’azione ispirate a La tigre e il dragone e Jackie Chan

0

Destin Daniel Cretton, il regista dell’attesissimo Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, ha parlato delle influenze del film, citando come fonti d’ispirazione primarie Jackie Chan e il film La tigre e il dragone di Ang Lee.

In una recente intervista con Empire, Cretton ha parlato del processo di realizzazione del film e di quanto abbia faticato per assicurarsi che l’introduzione del protagonista interpretato da Simu Liu avvenisse in maniera corretta. Riflettendo poi sull’azione presente all’interno del film, il regista ha poi indicato due dei capisaldi culturali più iconici del genere come ispirazione per le sequenze.

“L’autenticità, il rispetto e la fedeltà a questo genere sono stati l’obiettivo principale fin dal primo giorno. C’è una coreografia che ricorda La tigre e il dragone, mentre altre scene di combattimento sono ispirate a Jackie Chan. Abbiamo anche avuto coreografi dalla Cina continentale che hanno creato delle bellissime scene di combattimento in stile wuxia. È stato importante per noi fin dall’inizio che il primo supereroe asioamericano del MCU fosse davvero un supereroe. Vogliamo che sia alla pari con gli altri supereroi del MCU e non solo il Maestro del Kung Fu. Shang-Chi è un incredibile artista marziale, ma non è solo questo… è molto di più.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Loki apparirà in Thor: Love and Thunder? Tom Hiddleston risponde

0
Loki apparirà in Thor: Love and Thunder? Tom Hiddleston risponde

Tom Hiddleston ha confermato che Loki non apparirà in Thor: Love and Thunder, l’atteso quarto capitolo della saga dedicata al Dio del Tuono. Non sarà dunque il film di Taika Waititi l’occasione in cui rivedremo i due fratelli asgardiani riunirsi dopo i tragici eventi di Infinity War (ammesso che la versione alternativa del Dio dell’Inganno protagonista della serie a lui dedicata – da oggi disponibile su Disney+ – riesca a trovare un modo per incrociare nuovamente il destino di suo fratello).

Dopo aver ingannato la morte diverse volte, Loki è ufficialmente deceduto per mano di Thanos – nella timeline principale del MCU – proprio nel cinecomic di Anthony e Joe Russo. Nessuno si sarebbe dunque aspettato di rivedere il personaggio nella nuova avventura cinematografica di Thor, che pare essere del tutto ignaro – almeno per ora – dell’esistenza di una versione alternativa del suo perfido fratello (anche perché, di fatto, le due versione esistono in due realtà diverse).

Ciononostante, alcuni continuano a sperare che il Dio dell’Inganno possa riuscirsi con il Dio del Tuono proprio nel finale del film di Waititi. Tuttavia, è stato proprio Tom Hiddleston a smorzare qualsiasi tipo di entusiasmo in merito, confermato in un’intervista con Empire (via Digital Spy) che non sarà presente in Love and Thunder e che, per il momento, è meglio che i percorsi dei due principi asgardiani restino separati.

“Abbiamo parlato dei film di Thor come di una saga familiare. La dualità e l’antagonismo che esiste tra Thor e Loki, due personaggi diametralmente opposti, è un libro che forse dovrebbe rimanere chiuso al momento. Abbiamo esplorato il più possibile la relazione tra questi due fratelli.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Earwig e la Strega: l’ultimo film dello Studio Ghibli al cinema dal 24 giugno

Arriva al cinema con Lucky Red l’ultimo film dello Studio Ghibli realizzato interamente in CGI 3D, Earwig e la Strega, entrato a far parte della selezione virtuale del festival di Cannes 2020 nella sezione 4 Animated Films.

Tratto dall’omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, già autrice del libro “Il castello errante di Howl” da cui è stato tratto il capolavoro di animazione di Hayao Miyazaki. Anche in questo caso è stato lo stesso Hayao Miyazaki a proporre l’adattamento di Earwig e la Strega allo Studio Ghibli, che ha accolto la proposta decidendo di sperimentare per la prima volta l’animazione completamente in CGI 3D e affidandone la regia a Goro Miyazaki.

Earwig è una ragazzina di 10 anni cresciuta in orfanotrofio, per lei una casa fantastica in cui riesce ad ottenere tutto quello che desidera. La sua vita cambia quando viene adottata da Bella Yaga e Mandragora, una stranissima coppia con incredibili poteri magici.

Gabriele Salvatores racconta il mestiere dei Comedians

Gabriele Salvatores racconta il mestiere dei Comedians

Prodotto da Rai Cinema, con Indiana Production e distribuito da 01 Distribution, Comedians, il nuovo film di Gabriele Salvatores arriva in sala dal 10 giugno in 250 copie. Una scelta coraggiosa, visto il periodo difficile per le sale, dovuto all’emergenza Covid, e l’approssimarsi dell’estate, ma di cui il regista si dice convinto, e spiega: “Per me è importante uscire con questo film adesso. […] A me la carriera è andata bene e ogni tanto nella vita bisogna restituire qualcosa. Questa è la mia maniera di dire che il cinema va avanti: le sale sono aperte, torniamo al cinema”. Si dice anche convinto che “le sale non chiuderanno mai. Non sono uno stupido ottimista. Non chiuderanno perche sono quel luogo dove si può decidere di passare due ore senza essere per forza interattivi, se non con la mente e le emozioni, abbandonandosi a un viaggio di due ore pensato da un’altro. […] In una sala si sospende la realtà per un attimo, mentre a casa tua, per quanto possa essere bello il film che stai vedendo, la realtà è sempre presente”. 

Il progetto arriva da lontano, da una pièce teatrale del 1985, tratta da un testo di Trevor Griffiths, messa in scena dallo stesso Salvatores e diventata poi un film da lui diretto, Kamikazen – Ultima notte a Milano. Molta è la curiosità intorno a questa rilettura dopo ventun anni, che ha dato vita a Comedians. Così ne parla il regista, sottolineando le differenze tra i due progetti:“Kamikazen è veramente un’altra cosa. Non c’è la scuola, non c’è il maestro, non c’è l’esaminatore, tant’è vero che nel film non c’è neanche scritto che sia ispirato o in realzione al testo di Griffiths. […] Lì abbiamo indagato le vite private dei singoli personaggi. […] L’umanità delle case di ringhiera di Milano”. “Quando avevamo messo in scena il testo di Griffiths nell’85 eravamo giovani affamati di successo e desiderosi di farci vedere. Quindi lo avevamo usato come contenitore per riempirlo di gag e di improvvisazioni. Rileggendolo ventun anni dopo, ho scoperto quello che i Pink Floyd chiamerebbero il “dark side of the moon” di questo testo, cioè la parte più riflessiva e malinconica. Questa è una piccola umanità che deve giorno per giorno fare i conti con la vita. Sognano una visibilità che è molto difficile da avere. Il testo si è rivelato, rileggendolo, molto più attuale di quello che pensavo”. “Ci sono temi che non avevo intravisto nella prima lettura. Per esempio, il rapporto tra padre e figlio che c’è tra i personaggi interpretati da Balasso e Pranno è interessante, è un padre che non glie le fa passare e un figlio che lo contesta. […] C’è voglia di apparire, di successo, di non essere perso in umanità di “raindogs” [cani randagi ndr.] ma essere qualcuno su un palco con una luce. Questo è molto attuale. Non è necessario che tutti stiano sul palco con la luce addosso. Ognuno può fare bene il proprio lavoro anche senza farsi vedere per forza”. 

E trattando della dicotomia tra bravura e successo, tema affrontato nel film, parla della sua esperienza personale: “Il vero problema è il successo […] A questo io ho risposto cercando di fare ogni volta qualcosa che non sapevo fare, cioè cambiando genere, tipo di film, sia per imparare qualcosa, ma soprattutto per non considerarmi in nessun modo arrivato. Quando sei convinto di saper fare molto bene una cosa sei vicino alla fine, secondo me. Credo che soprattutto per un artista ci voglia l’ansia, la paura di non saperlo fare. La voglia di provare delle cose nuove per rimanere vivo”. 

Il regista spiega poi come ha lavorato al film, facendo precedere le riprese da prove, proprio come si fa in teatro: “Ho usato un metodo che aveva usato anche Clint Eastwood […] in Million Dollar Baby e Gran Torino. Ha preso gli attori e il direttore della fotografia, ha provato prima il film […]. Quindi, quando è andato a girare, ci ha messo cinque settimane. Noi ce ne abbiamo messe quattro. Ma abbiamo fatto due settimane di prove prima. Così, quando arrivi sul set sai già dove mettere la macchina […], gli attori sanno dove spostarsi. […] Con due macchine da presa mi sono inserito tra di loro, semplicemente a stargli vicino, a farli vedere. Il grosso vantaggio rispetto al teatro è proprio poter vedere delle cose piccolissime” . Esperienza che il regista dice di voler ripetere in futuro, aggiungendo: “E’ un vizio degli attori italiani, che passano da un film all’altro velocissimamente e quindi non hanno mai il tempo di provare. Invece durante le prove […] nascono tantissime idee e rapporti”. 

A questo proposito, così alcuni membri del cast raccontano l’esperienza sul set. 

Il giovane Giulio Pranno, già protagonista di Tutto il mio follle amore, che qui iterpreta Zappa, il personaggio inquieto, dice: “Ho costruito il personaggio andando sul set giorno dopo giorno e lavorando con gli altri. Questo è stato un lavoro di gruppo. Con Gabriele è il secondo film che facciamo insieme. Mi sa dirigere e sono stato molto tranquillo su questo set. Mi sono molto fidato del lavoro. […] Ho fatto anche un corso di clownerie per prepararmi al ruolo”. E aggiunge di essere un amante del “black humour”. 

Ale e Franz interpretano i fratelli Filippo e Leo Marri, Ale racconta così i loro personaggi: “Siamo il prototipo del fallimento: un fallimento personale, umano. E siamo sulla soglia di un nuovo fallimento, all’inizio […] messo nella giusta direzione da Barni, ma appena arriva Celli, dentro di noi si crea questo grosso dubbio, soprattutto in me. Quindi andiamo nella direzione più facile, perché il pubblico vuol ridere, andiamo sulla risata facile, quella immediata. […] Lui [Leo, interpretato da Franz ndr.] se ne risente, va per la sua strada e si crea una crepa tra di noi che manda tutto a ramengo.” Mentre Franz ricorda: “Abbiamo iniziato davvero con Balasso come insegnante in un laboratorio. […] È stato davvero per noi un sogno lavorare con Gabriele, un percorso artistico che ha trovato il suo compimento”.

Natalino Balasso, che interpreta Eddie Barni, l’insegnante buono, descrive così il maestro: “Barni dice quello che penso io e Griffiths l’aveva già scritto nel ’78 […] La prima cosa che insegno loro è […]: quando si  entra in campo con le battute, con la comicità, capire perchè si è lì. Sembra una cosa ovvia, semplice, ma non è così. Credo che il novanta per cento della comicità non lo abbia capito. Anche per questo il film è importante”, e aggiunge: “Il mio personaggio dice delle cose che condivido a pieno”. Interrogato su cosa lo diverta, Balasso afferma: “Non ho una comicità preferita. Rido di molte cose, a volte anche di una comicità molto banale. Il comico che mi fa più ridere in assoluto è mio zio. Però è una cosa legata anche alle fasi della vita. Credo che da giovani si rida di certe cose, poi col passar degli anni, anche di altre”. 

Christian De Sica, qui nei panni del talent scout prammatico, descrive l’esperienza con Salvatores: “Non avevo mai avuto la fortuna di lavorare con Salvatores, ma ci conosciamo da tanti anni e ora con questo film siamo diventati anche amici. Serviva un attore nazional-popolare, guitto, uno che fa i cinepanettoni, e coi produttori si sono detti: chi prendiamo? Io ho accettato e lui ha scoperto uno straordinario attore drammatico”, dice tra il serio e il faceto. Poi prosegue: “Ho lavorato con tanti registi […] ma il clima in quei giorni a Trieste è stato meraviglioso. […] Lui è come un papà o una mamma. C’era una tale gentilezza e leggerezza. Veramente un attore si sente tranquillo nelle sue mani. […] È un film di una grande classe e questo dimostra anche il coraggio che Salvatores ancora ha. Si mette alla prova con un film artisticamente così severo e lo fa uscire il 10 giugno dopo il covid. È un passo importante anche per il cinema, per gli esercenti, per il pubblico”. Mentre sul suo personaggio così argomenta: “Questo personaggio secondo me non dice poi tante stronzate, dice la verità: io non cerco dei filosofi, non siate profondi, io sto cercando dei comici, se volete avere successo. Nella vita l’ho seguita questa strada e non è che mi sia andata male”. A chi gli domanda cosa lo faccia ridere, l’attore risponde guardando ai classici: “Mi fanno ridere ancora oggi moltissimo Totò e Alberto Sordi. Credo siano i più grandi comici che abbiamo avuto nel mondo”. 

Su come sia cambiata la comicità negli anni, Salvatores risponde invece così, e non rinuncia a una critica alla classe politica: “Si è sdoganato completamente, negli anni ’80 e ’90, il politicamente scorretto. Il che per certe cose è un bene, ma per certe altre siamo andati un po’ oltre. Adesso, se dici una cosa gentile, ti dicono che sei un buonista. Bisogna essere cattivi, un po’ haters, un po’ protagonisti, non essere d’accordo. E anche usare la comicità  come fanno alcuni dei nostri politici per essere amici, simpatici e non invece padri. Abbiamo tanto bisogno di padri secondo me, in questo momento. Di padri come Natalino e De Sica. Puoi non essere d’accordo con il personaggio di  Christian, ma almento prende una posizione. […] Ci vuole qualcuno che si prenda la responsabilità. Mi piacerebbe tanto che la nostra classe politica fosse un po’ più così”. 

Da qui un dibattito sugli eccessi del politicamente scorretto e del suo contrario, che a sua volta, se estremizzato, può diventare pericolso quanto e più dello stereotipo. Il regista argomenta così: “Il politicamente corretto, sopratutto se usato in una certa maniera, è rischioso. Guardate per esempio quello che sta succedendo con MeToo. Una istanza giusta, un motivo giusto che sta diventando certe volte anche ridicolo. Sento delle cose che arrivano dall’America che veramente sono impressionanti. Il politicamente corretto nel cinema porta al fatto di premiare per forza un film che ha degli attori neri. Ora c’è l’obbligo di rappresentare nel film varie cose. In Malcom e Mary il regista bianco è stato criticato perchè mette in scena un regista nero, appropriandosi di una cultura che non è la sua. Secondo me è pazzia. È una questione di equilibrio. Bisogna stare attenti da entrambe le parti. È una domanda molto importante ed io non ho la risposta precisa. Mi barcameno”.  

Franz sul tema e sull’esistenza di limiti da non oltrepassare in campo comico, commenta: “Il limite è legato alla sensibilità di ciascuno. Noi [ come duo comico con Ale ndr.] ci siamo posti un limite dall’inizio, che combacia con la nostra sensibilità. Non scherziamo sulle malattie. C’è poi una barriera tra lo scherzare tra amici e il mettere in scena qualcosa. Nel momento in cui sali su un palco, hai una responsabilità molto maggiore”. 

Interviene anche Balasso: “E’ un problema anche culturale. C’è sempre meno gente che capisce l’ironia. L’ironia va anche capita, ci vuole anche un’intelligenza, bisogna metterla in campo”. Comedians di Gabriele Salvatores è in sala dal  giugno in 250 copie.

Corti d’Argento 2021: tutti i vincitori

0
Corti d’Argento 2021: tutti i vincitori

Bataclan di Emanuele Aldrovandi, miglior corto di fiction e per l’animazione Solitaire di Edoardo Natoli, presentato alle Giornate degli Autori di Venezia, vincono l’edizione 2021 dei Corti d’Argento selezionati dai Giornalisti Cinematografici tra gli oltre 250 cortometraggi prodotti nel 2020 e presentati anche in streaming nei principali Festival e nelle numerose rassegne specializzate dell’anno. A un’esordiente speciale come Jasmine Trinca, per la prima volta regista, il Nastro speciale per la migliore opera prima, Being my Mom.

Un Premio speciale 75 assegnato anche per festeggiare un anniversario importante nella storia dei Nastri va a La Fellinette, mix di fiction e animazione nel piccolo film ideato, scritto e diretto da Francesca Fabbri Fellini: un omaggio al grande Federico, lo zio regista, e al suo mondo. Un cast di talenti artistici e tecnici ma anche la tenerezza di un ricordo della nipote bambina – ritratta dal regista con le sue matite colorate sulla spiaggia invernale di Rimini – che prende vita nella memoria di un sogno infantile. E un Premio speciale va anche ad Alessandro Haber “autore e protagonista dell’anno” in una varità di corti che hanno più interpretato l’attualità dei giorni difficili che stiamo ancora vivendo.

Dodici, come ogni anno, i titoli della selezione finalista di fiction, scelti dalla  Giuria dei Giornalisti Cinematografici: una short list in cui cinquina e vincitori sono stati scelti tra i corti, selezionati per il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici da Maurizio di Rienzo, con la collaborazione di Oscar Cosulich per l’animazione, opere prevalentemente presentati nei principali festival e nelle rassegne specializzate.

Per la fiction i titoli in selezione finalista sono: Bataclan di Emanuele Aldrovandi, Il muro bianco di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi, Inverno di Giulio Mastromauro, J’ador di Simone Bozzelli, Finis terrae di Tommaso Frangini, Les aigles de Carthage di Adriano Valerio, Una nuova prospettiva di Emanuela Ponzano, Being my mom di Jasmine Trinca, Fiori, fiori, fiori! di Luca Guadagnino, Ragazzi di paura di Maurizio Braucci, Omelia contadina di Alice Rohrwacher e JR e Zombie di Giorgio Diritti.  Una selezione originale e mai come quest’anno eterogenea, nella quale spiccano anche alcuni divertissements, insolitamente firmati da autori che non dialogano abitualmente con il mondo dei corti e nati durante il periodo difficile del lockdown.

Anche per l’animazione la ‘cinquina’ e il vincitore sono stati selezionati tra 12 finalisti: conSolitaire di Edoardo Natoli, Alma di Michelangelo Fornaro, En rang par deux di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti, Viola Mancini, Infinito di Simone Massi e No, I don’t want to dance! di Andrea Vinciguerra, Abdita di Valentina Giorgi, Arianna Morganti, Dennis Pezzolato, Giulia Zanetti, Balkanika di Lu Pulici, Bleed di Igor Imhoff, Concatenation di Donato Sansone, La grande onda di Francesco Tortorella, Sogni al campo di Marta Guidi e Maria Cerri, Terra ca nun dormi di Francesco Mescolini, Valentino Presti, Marco Rinicella.

I Corti d’Argento segnalano, insieme ai vincitori dei Nastri d’Argento 2021, il cortometraggio vincitore del green contest dedicato ad aspiranti filmmaker sul tema della sostenibilità, un’iniziativa promossa da Smart Italia, da sempre ambasciatrice di una mobilità intelligente e sostenibile. Il contest prevedeva la realizzazione di un corto, della durata massima di 3 minuti, incentrato proprio sulla mobilità sostenibile, tema sul quale il Sngci ha aderito partecipando alla giuria. A guadagnarsi un posto in prima fila accanto ai professionisti del corto al termine della ‘call to action’, condivisa dai Giornalisti Cinematografici durante i mesi dei lockdown, è stato Daniele Vergaro, autore del corto Non torneremo alla normalità perché la normalità era il problema. Dal 17 visibile sul canale YouTube Cinemagazine Sngci.

I CORTI d’ARGENTO 2021

Fiction

BATACLAN di Emanuele Aldrovandi

Animazione

SOLITAIRE di Edoardo Natoli

Migliore opera prima

BEING MY MOM di Jasmine Trinca

 PREMI SPECIALI

LA FELLINETTE di Francesca Fabbri Fellini

Alessandro HABER, autore e protagonista dell’anno

Con una menzione per il documentario di montaggio a LA NAPOLI DI MIO PADRE di Alessia Bottone

LA SELEZIONE FINALISTA

Fiction

Bataclan di Emanuele Aldrovandi

Being my mom di Jasmine Trinca

Il muro bianco di Andrea Brusa, Marco Scotuzzi

Inverno di Giulio Mastromauro

Omelia contadina di Alice Rohrwacher, JR

Animazione

Solitaire di Edoardo Natoli

Alma di Michelangelo Fornaro

En rang par deux di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti, Viola Mancini

Infinito di Simone Massi

No, I don’t want to dance!  di Andrea Vinciguerra

Ouistreham con Juliette Binoche inaugura la Quinzaine des Réalisateurs a Cannes

0

Ouistreham di Emmanuel Carrère con Juliette Binoche inaugura la Quinzaine des Réalisateurs a Cannes. Diretto da  Emmanuel Carrère e interpretato da Juliette Binoche, Ouistreham (titolo internazionale: Between Two Worlds) sarà il film di inaugurazione della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes. Il film segna il ritorno alla regia del grande scrittore francese ed è tratto dal celebre romanzo-inchiesta della giornalista Florence Aubenas. Protagonista è una scrittrice “infiltrata” per mesi tra le donne delle pulizie del ferryboat che attraversa la Manica, donne costrette spesso a lavorare in condizioni disumane e al di fuori di ogni regola. Il film sarà distribuito in Italia da Teodora Film.

Re Granchio (The legend of King Crab) presentato alla 53a QUINZAINE DES RÉALISATEURS

Re Granchio (The legend of King Crab) di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis  verrà presentato alla 53a QUINZAINE DES RÉALISATEURS del Cannes Film Festival 2021. Una produzione RING FILM con RAI CINEMA in coproduzione con SHELLAC SUD, VOLPE FILMS, WANKA CINE in associazione con LASER FILM una co-produzione: Italia-Francia-Argentina prodotto da Tommaso Bertani. Co-prodotto da Thomas Ordonneau, Massimiliano Navarra, Agustina Costa Varsi, Ezequiel Borovinsky

Nel film Alcuni vecchi cacciatori ricordano insieme la storia di Luciano. Tardo Ottocento, Luciano è un ubriacone che vive in un borgo della Tuscia. Il suo stile di vita e la sua ribellione al dispotico principe locale lo hanno reso un reietto per il resto della comunità. In un estremo tentativo per proteggere dal principe la donna che ama, Luciano commette un atto scellerato che lo costringe a fuggire in esilio nella Terra del Fuoco. Qui, la ricerca di un mitico tesoro, al fianco di marinai senza scrupoli, si trasforma per lui in un’occasione di redenzione. Ma la febbre dell’oro non può seminare che tradimento, avidità e follia in quelle terre desolate

Apple TV+: il trailer con l’anteprima dei nuovi Apple Originals in uscita nel 2021

0

Apple TV+ ha rilasciato uno speciale trailer con l’anteprima dei nuovi Apple Originals in uscita nel 2021. Il nuovo trailer include un primo sguardo alle attesissime serie Apple Original “Fondazione“, “Invasion“, “The Shrink Next Door“, “Schmigadoon!” e “Sig. Corman” e le seconde stagioni di “The Morning Show“, “Ted Lasso“, “See” e “Truth Be Told“, tutte in uscita nel 2021. Il trailer mostra anche altre serie per bambini e famiglie da godere su Apple TV+ quest’anno, tra cui le nuove serie “Wolfboy e la fabbrica del tutto” e “Cuccioli cercano casa” e altri episodi di “Doug: il robot curioso”.

Apple TV+ ospita i titoli pluripremiati Apple Originals degli storytellers più creativi di oggi. Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming di prodotti completamente originali lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima titoli originali e che hanno ricevuto molti riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Apple Originals ha ricevuto 329 nomination a diversi premi e ottenuto 81 vittorie in poco più di un anno, tra cui un Golden Globe, Critics Choice Awards, Critics Choice Documentary Awards, Daytime e Primetime Emmy Awards, un NAACP Image Award, un Peabody Award e altro ancora.

Apple TV+ è disponibile sull’app Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi, inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku, console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com, per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo.

Doctor Strange 2: 10 modi in cui potrebbe cambiare drasticamente il MCU

Doctor Strange in the Multiverse of Madness, insieme a Spider-Man: No Way Home, è forse uno dei titoli più attesi del futuro del MCU. Non solo per il coinvolgimento dietro la macchina da presa di Sam Raimi, ma anche per il ritorno di Scarlet Witch e per l’introduzione di nuovi personaggi che potrebbero avere un ruolo chiave nel futuro dell’universo condiviso, tra cui America Chavez. In attesa dell’arrivo del film nelle sale, Screen Rant ha ipotizzato 10 modi in cui il sequel potrebbe drasticamente cambiare il MCU:

Un sequel diretto di WandaVision

Durante l’intera Saga dell’Infinito, Wanda Maximoff è stata sempre presentata come uno degli eroi meno interessanti di tutti. Poi è arrivato WandaVision e l’ha trasformata in uno dei personaggi più complessi e avvincenti dell’interno franchise.

Con Elizabeth Olsen a bordo per interpretare Scarlet Witch in un ruolo secondario, Doctor Strange in the Multiverse of Madness è destinato a diventare non solo un sequel di Doctor Strange del 2016, ma anche un sequel diretto di WandaVision.

Il continuum spazio-temporale

Accedere al Multiverso non è qualcosa che dovrebbe essere preso alla leggera, come ha appreso Bruce Banner quando ha incontrato l’Antico in un 2012 alternativo e come Loki sta per imparare mentre si scontrerà con la Time Variance Authority nella serie Disney+ a lui dedicata.

In Doctor Strange in the Multiverse of Madness, Stephen Strange potrebbe aprire il continuum spazio-temporale ed esplorare tutti quegli ipotetici scenari considerati troppo dark per essere approfonditi nella serie animata What If… ?

Svelare i contenuti del Darkhold

Dopo che WandaVision ha anticipato l’esistenza del Darkhold nel MCU, Doctor Strange in the Multiverse of Madness potrebbe finalmente spiegare i fantastici e al tempo stesso oscuri poteri che dell’antico libro mistico.

È una raccolta di incantesimi nefandi che è stata scritta da Chthon il Dio del Caos, che ha scelto personalmente Wanda Maximoff per esercitare la Magia del Chaos, che è stata già esplorata in WandaVision.

America Chavez sarà cruciale per gli Young Avengers?

Il sequel di Doctor Strange introdurrà America Chavez, uno dei personaggi preferiti dai fan dei fumetti, che sarà interpretato da Xochitl Gomez. Nei fumetti, America e Kate Bishop (successore di Occhio di Falco) sono migliori amiche ed entrambe sono membri chiave degli Young Avengers.

Per un po’, il MCU ha cercato di lavorare per l’assemblaggio della propria squadra di Young Avengers… America e Kate saranno probabilmente cruciali per la sua formazione.

Strange potrebbe finalmente diventare lo Stregone Supremo

doctor strangeNei fumetti, Stephen Strange è conosciuto come lo Stregone Supremo, il leader dei Maestri delle Arti Mistiche, ma non ha ancora ricevuto questo titolo nel MCU.

Sia che Multiverse of Madness riveli che Strange è diventato lo Stregone Supremo subito dopo la Battaglia della Terra o mostri come si guadagnerà tale riconoscimento, dovrebbe finalmente assumere il suo titolo ufficiale nell’attesissimo sequel.

Karl Mordo sta uccidendo gli stregoni

Karl Mordo si è lamentato del fatto che ci sono “troppi stregoni” in una delle scene post-credits di Doctor Strange, suggerendo che nel sequel eliminerà gli stregoni uno per uno.

Mentre Mordo gira per il mondo uccidendo in serie i detentori della magia, potrebbe uccidere un personaggio molto amato dai fan. Ovviamente, Strange è al sicuro ed è giusto dire che anche Wanda dovrebbe è al sicuro… ma Mordo potrebbe anche puntare a Wong.

Un precedente per il genere horror nel MCU?

Tutti i film della Marvel sono in generale dei grandi blockbuster di supereroi, anche se alcuni di essi esplorano generi parecchio individuali. Thor: Ragnarok è un’avventura fantascientifica per certi aspetti, Spider-Man: Homecoming è a suo modo un coming-of-age e Captain America: The Winter Soldier potrebbe essere definito un thriller politico in stile anni ’70.

Con Sam Raimi alla guida di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, il sequel potrebbe configurarsi come primo horror in piena regola del MCU, spianando la strada alla Marvel per realizzare molti più film con toni e atmosfere simili.

Una colonna sonora memorabile

Uno dei problemi principali del MCU è che nessuna delle sue colonne sonore è mai stata davvero memorabile, fatta eccezione forse per Guardiani della Galassia. Tuttavia, a parte il tema dei Vendicatori di Alan Silvestri e la rielaborazione orchestrale della sigla della vecchia serie animata di Spider-Man ad opera di Michael Giacchino, le musiche originali della Marvel non sono mai riuscite a distinguersi.

Ciò potrebbe cambiare con Doctor Strange in the Multiverse of Madness, la cui colonna sonora è stata composta da Danny Elfman, l’uomo dietro gli iconici temi portanti di Batman di Tim Burton e Spider-Man di Sam Raimi.

L’introduzione di Mefisto

I fan della Marvel speravano che Mefisto sarebbe apparso in WandaVision. Tuttavia, la serie ha saggiamente mantenuto l’attenzione sulla relazione tra Wanda e Visione e Mefisto, alla fine, non è mai stato introdotto.

Invece, Mefisto potrebbe fare il suo debutto in Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Il personaggio è basato sul demoniaco Mefistofele della leggenda faustiana.

Strange potrebbe formare una nuova squadra di Vendicatori

Con la morte di Tony Stark e il ritiro di Steve Rogers, i Vendicatori si sciolsero dopo la battaglia finale in Endgame. Tuttavia, sappiamo che un giorno un quarto film dedicato agli Avengers accadrà.

Gli eroi più potenti della Terra torneranno prima o poi, probabilmente con il Captain America di Sam Wilson alla guida. Tuttavia, anche Stephen Strange potrebbe essere cruciale nella formazione della prossima squadra degli Avengers.

Earwig e la Strega, dal 24 giugno in sala. Ecco il trailer

0
Earwig e la Strega, dal 24 giugno in sala. Ecco il trailer

Tratto dall’omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, già autrice del libro “Il castello errante di Howl” da cui è stato tratto il capolavoro di animazione di Hayao Miyazaki. Anche in questo caso è stato lo stesso Hayao Miyazaki a proporre l’adattamento di Earwig e la Strega allo Studio Ghibli, che ha accolto la proposta decidendo di sperimentare per la prima volta l’animazione completamente in CGI 3D e affidandone la regia a Goro Miyazaki.

Earwig e la Strega, la trama

Earwig è una ragazzina di 10 anni cresciuta in orfanotrofio, per lei una casa fantastica in cui riesce ad ottenere tutto quello che desidera. La sua vita cambia quando viene adottata da Bella Yaga e Mandragora, una stranissima coppia con incredibili poteri magici.

Ritorno al Crimine, dal 12 luglio su Sky Cinema e NOW

0
Ritorno al Crimine, dal 12 luglio su Sky Cinema e NOW

Sky presenta il nuovo film Sky Original RITORNO AL CRIMINE, atteso sequel di “Non ci resta che il crimine”. Il film, nuovamente diretto da Massimiliano Bruno, che ne è anche sceneggiatore con Alessandro Aronadio, Andrea Bassi e Renato Sannio, è prodotto daFulvio e Federica Lucisano ed è una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano con Rai Cinema.

RITORNO AL CRIMINE, arriverà in prima assoluta lunedì 12 luglio su Sky Cinema e in streaming su NOW.  Da non perdere il primo capitolo della comedy saga, Non ci resta che il crimine, che verrà riproposto il 10 luglio alle 21.15 su Sky Cinema e in streaming su NOW.

Torna un cast all star con Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo e Gian Marco Tognazzi, cui si aggiungono Carlo Buccirosso, Giulia Bevilacqua, Massimiliano Bruno eGianfranco Gallo, e con la partecipazione di Loretta Goggi.

RITORNO AL CRIMINE è una storia rocambolesca e fantasiosa che spazia dal genere della commedia a quello dell’action movie e gioca sul cliché dei viaggi nel tempo. Se in “Non ci resta che il crimine” i protagonisti si erano messi nei guai con la banda della Magliana, qui gli antagonisti sono dei camorristi di periferia e il campo dello scontro si allarga da Roma a Napoli. Nel film, il cui titolo è un omaggio alla saga di Ritorno al Futuro, il racconto si alterna tra una Napoli vintage nel 1982, bellissima ma pericolosa, e una Napoli contemporanea, frivola ma non meno pericolosa. Tra inseguimenti e sparatorie tipici dei film poliziotteschi degli anni 70 e il gergo metropolitano quasi incomprensibile, i protagonisti Gassmann, Giallini, Leo e Tognazzi mostrano il loro lato più comico e divertente.

Il regista Massimiliano Bruno ha commentato: «Una grande uscita in un momento positivo, dopo un anno e mezzo di sacrifici. Siamo felici di far divertire il nostro pubblico durante questa che si preannuncia come l’estate della rinascita. Sono davvero contentissimo di ricominciare. E non è finita qui...»

SINOSSI – Per inseguire una donna che scappa possono esserci varie ragioni, o è la donna della vita oppure è una che ha trafugato un sacco di soldi. E così Sebastiano (Alessandro Gassmann), Moreno (Marco Giallini), Giuseppe (Gian Marco Tognazzi) e Gianfranco (Massimiliano Bruno) si ritrovano a Montecarlo sulle tracce della dirompente ragazza che aveva rapito il cuore di uno e i soldi di tutti. Ma nel frattempo la vita va avanti e prende strade inaspettate, e i quattro amici di sempre dovranno fare i conti con un marito, Ranieri (Carlo Buccirosso), spregiudicato mercante d’arte, una figlia contesa, Lorella (Giulia Bevilacqua), e un boss, Renatino (Edoardo Leo), più implacabile che mai e con un passato che torna con le pistole in pugno e intenzioni tutt’altro che pacifiche.  Gianfranco Gallo interpreta un fantomatico camorrista detto O’ Rattuso.

RITORNO AL CRIMINE, il 12 luglio in prima assoluta su Sky Cinema e NOW e disponibile on demand

Loki: protagonisti e filmmaker presentano la serie Disney+

0
Loki: protagonisti e filmmaker presentano la serie Disney+

Dopo Wandavision che ha sorpreso il suo pubblico e The Falcon and The Winter Soldier che invece lo ha fatto tornare a territori sicuri, conosciuti e amati, LOKI è la nuova serie che ci riporta nel MCU, e arriva direttamente su Disney+ da mercoledì 9 giugno, per un episodio a settimana, per le prossime sei settimane. Alla guida di questa nuova avventura c’è naturalmente Tom Hiddleston, che interpreta il Dio degli Inganni ormai da dieci anni.

“Quando ho saputo che avrei di nuovo interpretato LOKI sono stato travolto da un misto di delizia e sorpresa, penso sia la descrizione più accurata che posso fornire” spiega Hiddleston, che ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione della serie insieme agli interpreti Owen Wilson (Mobius M. Mobius), Gugu Mbatha-Raw (Ravonna Renslayer), Wunmi Mosaku (Hunter B-15) e ai filmmaker Kevin Feige (produttore), Michael Waldron (sceneggiatore) e Kate Herron (regista).

Il ritorno di Loki

“Ero molto eccitato all’idea di tornare – ha continuato Hiddleston – ma dovevo sgranchirmi bene le braccia, perché la fine di LOKI in Infinity War aveva un sapore così definitivo per il personaggio, per il suo arco narrativo, però sapevo che in Endgame sarebbe sparito in una nuvoletta grigia insieme al Tesseract, e quando i creativi mi hanno spiegato che saremmo partiti proprio da lì, allora ho pensato che ci sarebbero state tutte le possibilità da esplorare.”

Kevin Feige, produttore della serie e leader dei Marvel Studios ha parlato così della genesi dello show: “Non lo sapevamo (che avremmo fatto una serie su Loki, ndr) quando abbiamo girato Infinity War, ma lo sapevamo quando abbiamo girato Endgame. Una delle mie cose preferite all’uscita del cinema durante le proiezioni di Endgame è stata che le persone dicevano che ci eravamo dimenticati di Loki, del fatto che fosse sparito così nel nulla, e sapevamo che in produzione c’era già lo show in arrivo su Disney+. Poi quando lo abbiamo annunciato, è stato bello”.

A dirigere tutte le puntate della serie è stata chiamata Kate Herron, la quale con molto candore ha però ammesso che il suo coinvolgimento è stato leggermente pilotato: “Non mi hanno scelta come regista, sono stata molesta, ho stalkerato la produzione in un modo così insistente, che alla fine mi hanno concesso di dirigere la serie”. Ma è sicuro che Herron avesse anche una visione ben precisa e dei riferimenti, soprattutto nella componente thriller dello show, che hanno ammaliato sicuramente i produttori. Tra questi c’è il debito visivo a David Fincher, in particolare a Seven e a Zodiac. E a certificarlo interviene Feige: “Sapevamo che volevamo al centro della scena LOKI e sapevamo che dovevano esserci i viaggi nel tempo, ma tutto il resto ce lo ha messo Kate.”

Le new entry nel MCU

Trai volti che fanno il loro ingresso nel MCU con LOKI, ci sono anche Owen Wilson (Mobius M. Mobius), Gugu Mbatha-Raw (Ravonna Renslayer) e Wunmi Mosaku (Hunter B-15). Per Wilson è stata un’emozione entrare a far parte dell’universo Marvel: “Si tratta di un’emozione forte e te ne accorgi quando cominciano ad uscire foto e trailer, ti accorgi di quanto il pubblico sia affezionato. Prima non capivo il grado di segretezza che c’era intorno alla produzione, adesso mi è tutto chiaro. il mondo intero è affezionato a queste storie e personaggi (…) Non ci è voluto molto a convincermi, è bastata una telefonata con Kate che mi ha messo dentro alla storia di Mobius e Loki, in cui mi ha raccontato del loro rapporto, come nasce e come cresce. E poi il contributo fondamentale è stato di Tom, parlare con lui fuori dal set della storia di Loki, del suo viaggio nel MCU, mi ha molto aiutato a capire il personaggio che avevo davanti, e mi ha aiutato a dare a Mobius le giuste motivazioni. Sono tutti elementi che contribuiscono a cementare il rapporto trai due.”

Gugu Mbatha-Raw interpreta invece Ravonna Renslayer, un altro personaggio dei fumetti che qui trova uno spazio inedito: “Per me è stata come una origin story di un personaggio che i lettori già conoscono. Raccontarne il prima mi è sembrato un modo molto interessante per esplorarlo in maniera inedita, e abbiamo cominciato da zero. Lavorare su questo set è stato come chiudere un cerchio della vita, con Tom e Wunmi (Mosaku) abbiamo studiato insieme. È bello vedere una generazione che cresce con persone che si ritrovano e hanno relazioni di amicizia e si ritrovano sul set, durante la pandemia, dopo che si sono incrociati per corridoi e aule. Quando mi hanno chiesto di interpretare questo ruolo, non sapevo che fosse una chiacchierata per una parte in Loki, ma è stata una chiacchierata al telefono non una audizione e mi hanno convinta subito.”

Un altro volto nuovo del MCU è Wunmi Mosaku, che interpreta invece un personaggio del tutto nuovo, scritto per lo show, Hunter B-15: “Non ho avuto nessun riferimento nei fumetti, e per me è stato meglio, non ho avuto nessuna pressione. Nessuno può dirmi cosa succede o come fare cosa, perché dipende tutto da me! Ma la pressione l’ho sentita comunque entrando nel MCU, una bella pressione, certo, ma poi si è unita una emozione liberatoria, la possibilità di creare da zero un personaggio per questo universo. E pensare che non sapevo di aver fatto questa audizione, o meglio, ne ho fatta una per un progetto segretissimo, e ho pensato che dovesse essere qualcosa di grosso, perché non mi avevano detto neanche il titolo. Poi ho ricevuto una telefonata in cui mi dicevano che ero stata presa per Loki dei Marvel Studios, e io ho risposto ‘ma quando l’ho fatta questa audizione?’. Conosco Gugu e Tom dalla scuola di recitazione, è stato molto eccitante.”

Loki serie tv 2021

“Loki è ironico come Tom”

Il tono di Loki (e di Thor) si è modificato nel corso della loro storia cinematografica, tanto che da serio e shakespeariano è diventato quasi comico, o comunque sempre affilato ed ironico. Secondo Kevin Feige, questa possibilità si è aperta in parte perché i fumetti contengono una certa ironia, in parte perché Hemsworth e Hiddleston sono stati in grado di abbracciare questi toni a mano a mano che le storie dei loro personaggi venivano raccontate. “Lo spirito di Tom è in Loki e doveva essere nella serie. Così è stato e abbiamo lavorato per questo. Si possono portare personaggi così in posti molto drammatici, ma tendenzialmente è merito della grandezza dei personaggi e degli attori così, che li interpretano.”

Ma dopo dieci anni nei panni di Loki, viene da chiederselo, Tom Hiddleston è ancora contento di interpretarlo? “Sono molto fortunato, amo interpretare Loki proprio perché ha una enorme range emozionale – spiega l’attore britannico – Non è mai la stessa esperienza e dopo dieci anni c’è ancora qualcosa da esplorare. Tutte le mia conversazioni con i filmmaker e con gli attori sono sempre piacevoli e penso sia perché Loki è complesso e ogni volta ci sono nuovi temi da esplorare.”

Un grande onore grazie ai fan

Ma poi aggiunge: “Non c’è dubbio sul fatto che se io posso interpretarlo è perché sono le persone che lo amano, e per me è gratificante ed è un onore, nel tempo mi sono accorto di ciò che rappresenta per tutti, alcuni amano il suo essere un antagonista, altri amano la sua ironia, altri non lo sopportano, altri sono trasportati dalla sua vulnerabilità, dal senso di essere molto umano che dà il suo essere vulnerabile. E io devo molto a tutti questi aspetti che sono stati scritti sul personaggio da tutti quelli che lo hanno raccontato, dai creatori a fumetti, da chi ha fatto le storie fino a tutti quelli che ne hanno scritto per il cinema, dal primo film a questa serie.”

Loki sarà disponibile su Disney+ dal 9 giugno con un episodio a settimana per sei settimane.

Zack Snyder interessato a un live action di Dragon Ball Z

0
Zack Snyder interessato a un live action di Dragon Ball Z

Zack Snyder afferma che sarebbe interessato a dirigere un film basato su Dragon Ball Z se si presentasse l’occasione giusta. Il regista ha costruito gran parte della sua carriera su adattamenti di fumetti come 300, Watchmen e i film del DCEU come Justice League.

Ora sta iniziando ad avventurarsi più a fondo nel mondo dell’animazione grazie ad alcuni progetti che ha in cantiere con Netflix. Poiché i remake e gli adattamenti degli anime continuano ad essere di tendenza, Snyder potrebbe essere senza dubbio tra i candidati ideali per dirigerne uno in futuro.

Via ComicBook, Zack Snyder ha discusso della possibilità di portare un anime sul grande schermo durante una recente intervista con Tyrone Magnus. Al regista è stato chiesto di Dragon Ball Z in particolare, ma ha risposto di essere aperto, in generale, all’idea di adattare un anime, rivelando che spesso si ritrova a guardarli insieme ai i suoi figli.

“Lo prenderei in considerazione, assolutamente. Voglio dire, se ci fossero le giuste condizioni”, ha dichiarato il regista. “Sicuramente farei il remake di un anime o un live-action. Sarebbe divertente, perché amo l’animazione e guardo un sacco di anime con mio figlio… che è troppo giovane per guardarli, ma noi li guardiamo comunque (ride).”

I piani futuri di Zack Snyder al cinema

Ricordiamo che i tra prossimi progetti di Zack Snyder figurano un film dedicato a Re Artù, e ad altri due incentrati sulle figure di George Washington e Napoleone. Inoltre, sempre di recente il regista ha sottolineato il suo interesse nel portare sul grande schermo il romanzo “The Fountainhead” di Ayn Rand, progetto che però pare abbia accantonato a causa di alcune implicazioni politiche.

Zack Snyder è stato di recente impegnato nella promozione di Army of the Dead, il suo nuovo film Netflix, con protagonista Dave Bautista, disponibile sulla piattaforma dal 21 maggio.

Castle – Serie Tv (2009): trama, cast, stagioni e dove vederla in streaming

0

Castle è la serie tv americana poliziesca creata da Andrew W. Marlowe per ABC andata in onda per un totale di otto stagioni dal 9 marzo 2009 al 16 maggio 2016.

La serie è stata prodotta congiuntamente da Beacon Pictures e ABC Studios raccontava le vite di Richard Castle (Nathan Fillion), un romanziere di gialli di successo, e Kate Beckett (Stana Katic), un detective della omicidi, mentre risolvono vari crimini insoliti a New York City. Il detective Beckett è inizialmente infuriato al pensiero di lavorare con uno scrittore e fa di tutto per tenerlo fuori dai piedi. Tuttavia, i due iniziano presto a sviluppare sentimenti reciproci. La trama generale della serie si è concentrata sulla storia d’amore tra i due personaggi principali e sulla loro indagine in corso sull’omicidio della madre di Beckett.

Castle in streaming

Castle in streaming è disponibile su Star, canale per adulti di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare Castle le più belle storie Star, Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Castle streaming

La trama di Castle

Richard Castle (Nathan Fillion) è un famoso romanziere di gialli . Annoiato e affetto dal blocco dello scrittore, uccide Derrick Storm, il protagonista della sua fortunata serie di libri. Viene portato dal dipartimento di polizia di New York per essere interrogato su un omicidio imitativo basato su uno dei suoi romanzi, dove incontra e rimane incuriosito da Kate Beckett (Stana Katic), la detective assegnata al caso. Castle è ispirato a prendere Beckett come musa ispiratrice per Nikki Heat, il personaggio principale della sua prossima serie di libri e usa la sua amicizia con il sindaco per costringere la polizia a lasciarlo pedinare Beckett.

Castle tramaL’esuberante figlio maschio di Castlela personalità si scontra con il comportamento più riservato e professionale di Beckett. Tuttavia, quando Beckett inizia ad apprezzare l’aiuto di Castle nell’aiutarla a catturare gli assassini, i due alla fine diventano amici e poi amanti. I loro casi spesso riguardano omicidi che si verificano all’interno di varie sottoculture o ambienti insoliti, inclusi reality show televisivi, appassionati di vampiri, una convention di fantascienza e un uomo che afferma di essere un viaggiatore del tempo. Una trama ricorrente tratta dell’omicidio irrisolto della madre di Beckett anni prima, un’indagine che porta a una cospirazione sempre più estesa e pericolosa. La serie si concentra anche sui retroscena di personaggi secondari come il detective Javier Esposito, il detective Kevin Ryan, il medico legale Lanie Parish, il capitano Roy Montgomery e il capitano Victoria Gates, attraverso più episodi.

Il cast della serie tv

Nel cast di Castle protagonisti sono Nathan Fillion nel ruolo di Richard Castle , all’anagrafe Richard Alexander Rodgers, uno scrittore di gialli di successo, che segue e assiste il NYPD. Stana Katic come Katherine “Kate” Beckett , un detective della polizia di New York e l’omicidio in seguito, il capitano. Jon Huertas è il detective Javier “Javi” Esposito , un ex soldato delle forze speciali dell’esercito. Seamus Dever come Detective Kevin Ryan , un ex detective della narcotici che lavora come parte della squadra di Beckett. Tamala Jones come Dr. Lanie Parish , un medico legale e un amico di Beckett e interesse amoroso di nuovo per Esposito.

Castle castNel cast anche Ruben Santiago-Hudson come capitano Roy Montgomery (stagioni 1-3; stagione ospite 6), capo di Beckett e capitano del 12 ° distretto. Molly Quinn come Alexis Castle , figlia di Castle dalla sua prima moglie, Meredith. Susan Sullivan come Martha Rodgers , la madre di Castle, un’attrice dentro e fuori Broadway. Penny Johnson Jerald come capitano Victoria Gates (stagioni 4-7), la sostituzione del capitano Montgomery, precedentemente con gli affari interni. Toks Olagundoye come Hayley Shipton (stagione 8), un ex ufficiale del Metropolitan Police Service e operativo dell’MI6 dalla Gran Bretagna che ora lavora come specialista della sicurezza.

Le stagioni di Castle

Castle 8 stagione

Nell’ottava stagione di Castle che ha debuttato il 21 settembre 2015 Quando il figlio di un diplomatico russo viene ucciso Beckett e Castle si ritrovano in un gioco internazionale di crimine e punizione, con Castle che dovrà intrattenere un agente di sicurezza russo il quale si scopre essere più coinvolto nell’omicidio di quanto previsto.

 Castle 7 stagione

Nella settima stagione di Castle che ha debuttato il 29 settembre 2014 quando una giovane donna muore per un arresto cardiaco a causa di avvelenamento da digossina, Castle e Beckett devono infiltrarsi in un ranch in Arizona. A New York, Ryan ed Esposito scoprono che la vittima stava cercando i fratelli Peacock, rapinatori di treni che sono stati uccisi nel 1893.

Castle 6 stagione

Nella sesta stagione di Castle che ha debuttato il 24 settembre 2012 La morte di un uomo  in una chiesa e, prima di morire, lascia al parroco un bambino. Il bambino però non è il figlio dell’uomo ucciso ma nessuno ne denuncia la scomparsa. Nel frattempo se ne prendono cura Castle e Beckett andando avanti nelle indagini.

Castle 5 stagione

Nella quinta stagione di Castle che ha debuttato il 24 settembre 2012  dopo la morte di un ricco uomo d’affari, Beckett viene assegnata alla protezione di Erik Vaughn, un affascinante miliardario che si trova in pericolo di vita. Castle, logorato dalla gelosia, cerca di risolvere il caso il più in fretta possibile per riuscire ad allontanare Beckett da Vaughn

Castle 4 stagione

Nella quarta stagione di Castle che ha debuttato il 19 settembre 2011 Castle e Beckett indagano sull’omicidio di una star, avvenuto pochi istanti prima della sua comparsa sul palco di un popolare programma di danza. Nelle indagini scoprono lentamente il turbolento passato della vittima e si ritrovano in un caso di scambio di persone, tra la vittima e una donna a lei identica.

Castle 3 stagione

Nella terza stagione di Castle che ha debuttato il 20 settembre 2010 in un processo per omicidio un giurato, Joe McKusick, muore. Kate e Castle indagando scoprono che la sua morte è fortemente collegata con il caso di cui era giurato e che tutto fa parte di un disegno più grande. L’accusato del processo iniziale, Otis Williams, è innocente e Joe lo sapeva.

Castle 2 stagione

Nella seconda stagione di Castle che ha debuttato il 21 settembre 2009 Un famoso giocatore di baseball, di origine cubane, viene assassinato a colpi di mazza e trovato quindi morto su un campo di gioco. Castle e Beckett cominciano a indagare nel mondo del baseball e conseguentemente negli ambienti cubani.

Castle 1 stagione

Nella prima stagione di Castle che ha debuttato il 9 marzo 2009 Quando una donna viene uccisa durante una rapina in una abitazione il caso passa in mano alla squadra omicidi. Mentre Castle si rivolge a un vecchio ed esperto ladro si scopre un collegamento con alcune serate di gala per beneficenza: Castle invita Beckett a una di queste per investigare.

Curiosità sulla serie tv

  • Gli scrittori della vita reale Stephen J. Cannell , James Patterson , Dennis Lehane e Michael Connelly appaiono nei panni di se stessi durante le periodiche partite di poker nell’appartamento di Castle.
  • In genere, discutono del caso attuale di Castle e Beckett e prendono in giro Castle sul suo coinvolgimento con Beckett.
  • Dopo la morte di Cannell il 30 settembre 2010, una sedia vuota è stata tenuta al tavolo da poker per un anno in suo onore.

I Goonies: per Corey Feldman il sequel è definitivamente morto

0
I Goonies: per Corey Feldman il sequel è definitivamente morto

Sono anni, ormai, che si parla di un possibile sequel de I Goonies, la comedy adventure del 1985 divenuta negli anni un vero e proprio cult, diretta da Richard Donner, sceneggiata da Chris Columbus e basata su un’idea di Steven Spielberg.

La reunion virtuale dello scorso anno a cui avevano partecipato tutti i membri del cast aveva in qualche modo riacceso le speranze in merito al progetto, ma ora è stato Corey Feldman (interprete di Mouth nel film originale) a confermare che il sequel è di nuovo caduto nel dimenticatoio.

Parlando con Dread Central, Feldman ha confermato che tutti i membri del cast sarebbero disposti a girare un nuovo film, ma puntualmente le loro speranze vengono deluse. Nonostante Columbus avesse dichiarato di aver lavorato alla sceneggiatura, alla fine il progetto non si è mai concretizzato. Secondo Feldman, è probabile che il motivo principale per cui il sequel non vedrà mai luce risieda nella scelta di Donner di dedicarsi all’annunciato quinto capitolo della saga di Arma letale.

“Non so cosa diavolo stia succedendo”, ha spiegato Corey. “So soltanto che quando ho scoperto che il mio caro amico Richard Donner aveva firmato per realizzare Arma letale 5 e che quel film sarebbe stato il suo canto del cigno, allora ho capito che il sequel dei Goonies era definitivamente morto. Non possiamo fare un altro Goonies senza Donner. E Donner è impegnato con Arma letale.”

A maggio dello scorso anno era trapelata la notizia che Adam F. Goldberg aveva scritto in  gran segreto una sceneggiatura per un ipotetico sequel de I Goonies. Chissà, forse un sequel verrà comunque realizzato senza Donner, usando proprio la sceneggiatura che Goldberg ha scritto per gioco? Solo il tempo, prima o poi, ce lo dirà…

Chadwick Boseman: 10 cose che non sai sull’attore

0
Chadwick Boseman: 10 cose che non sai sull’attore

Chadwick Boseman è conosciuto per il ruolo di T’Challa/Black Panther che lo ha reso famoso in tutto il mondo, ma in realtà è nato come regista e commediografo, tanto che ha scritto uno spettacolo teatrale, messo in scena nel 2006.

Ecco 10 cose che, forse, non sapevate su Chadwick Boseman.

Chadwick Boseman: film e carriera

1. Chadwick Boseman è stato un attore americano della Carolina del Sud. Nato il 29 novembre 1977, dalla madre Carolyn, infermiera e dal padre Leroy Boseman, tappezziere. Nel 1995 si è diplomato alla T.L. Hanna High School per poi frequentare la Howard University di Washington, conseguendo un Bachelor of Fine Arts in regia; infine è andato anche a Londra alla British American Drama Academy. Chadwick Boseman ha conseguito gli studi con il pallino della regia e non si sarebbe mai aspettato di stare, un giorno, dall’altra parte della macchina da presa.

2. Chadwick Boseman ha debuttato come attore nel 2003. Chadwick Boseman è entrato ne mondo della recitazione nel 2003, grazie ad alcune interpretazioni come in La valle dei pini e Squadra Emergenza, mentre nel 2004 ha fatto parte di Law & Order – I due volti della giustizia e in Date, un cortometraggio. Se all’inizio il suo scopo era solo quello conoscere il mondo della recitazione per relazionarsi con gli attori nei suoi progetti di regia, in seguito ci ha preso gusto. Nel 2006 recita in un episodio di CSI: NY e in altri due corti, LadyLike e The Appointment. Chadwick arriva sul grande schermo nel 2008 con The Express, mentre continua ad apparire in altre serie tv come Cold Case – Delitti irrisolti e Lie to me.

3. Chadwick Boseman ha partecipato a tante serie tv. Oltre a quelle già dette, Chadwick Boseman ha fatto parte anche di serie come Lincoln Heights (2008-2009), Persona sconosciuta (2010), The Glades (2010), Castle (2011), Justified – L’uomo della legge (2011) e Fringe (2011). In seguito, Chadwick Boseman prosegue con il cinema, entrando nel cast di film come 42 – La vera storia di una leggenda americana, nel biopic Get on Up: la storia di James Brown e nel blockbuster Gods of Egypt (2016). A proposito di biopic, Chadwick Boseman ha espresso il desiderio di voler un giorno interpretare Jimi Hendrix: chissà se in futuro riuscirà a dare forma al suo sogno.

Chadwick Boseman: Black Panther

chadwick boseman

4. Chadwick Boseman venne messo in prova dalla Marvel nel 2016. Il 2016 è stato l’anno che ha visto una battaglia epica in Captain America: Civil War. Questo è il primo film in cui compare Chadwick Boseman nel ruolo di Black Panther. Probabilmente questo film è servito per poter capire quanto un personaggio come Black Panther potesse suscitare interesse. Dopo aver conquistato il pubblico, la Marvel, ha quindi deciso di investire per un film dedicato al personaggio e di includerlo in Avengers: Infinity War, entrambi usciti nel 2018. Certamente un gran colpo per la Marvel, che è riuscita a trovare in Chadwick Boseman l’interprete perfetto per un supereroe, re di Wakanda, altrettanto niente male. L’ultima apparizione nel Marvel Cinematic Universe è stato il film campione d’incasso Avengers: Endgame.

Chadwick Boseman morte

5. Chadwick Boseman è scomparso prematuramente nel 2020. Il 28 Agosto 2020 tutti i fan e gli appassionati di cinema sono stai sconvolti dalla notizia della prematura scomparsa dell’attore che ha perso la vita a causa di un tumore al colon, diagnosticatogli nel 2016. La diagnostica nel 2016 era di terzo stadio, poi progredito al quarto stadio nel 2020. Non ha mai parlato pubblicamente del cancro e, secondo la rivista The Hollywood Reporter, “solo una manciata di non familiari sapeva che Boseman era malato”. Durante il trattamento, che prevedeva più interventi chirurgici e chemioterapia, ha continuato a lavorare e ha completato diversi film. Poco prima di morire aveva sposato Taylor Simone Ledward.

I suoi ultimi film

Tra il 2019 e il 2020 sono usciti diversi film che lo hanno visto interprete dopo Endgame.  Nel 2019 ha interpretato Andre Davis in City of Crime. Nel 2020 è stato Stormin’ Norman in Da 5 Bloods – Come fratelli per la quale ha ottenuto una nomination all’Oscar e Levee in Ma Rainey’s Black Bottom, suo ultimi film.

Chadwick Boseman: social

6. Chadwick Boseman aveva un account Instagram seguitissimo. Il suo profilo Instagram ufficiale conta 5,6 milioni di seguaci. Le sue foto sono sempre piene di gioia e ritraggono Chadwick insieme ai colleghi del gruppo Marvel o in compagnia di altre star, oltre che esserci diversi post che lo vedevano protagonista di numerosi shooting. Dalle sue foto traspare sempre la gioia del lavoro che faceva, dimostrando di amarlo e di esserne grato.

7. Chadwck Boseman ha un profilo Twitter dove comunica con i suoi fan. Chadwick Boseman utilizzava il suo account ufficiale Twitter per comunicare con i suoi fan. Oltre a postare le foto che compaiono anche sul suo profilo Instagram, Chadwick Boseman condivideva campagne promozionali di ricerca, soprattutto riguardo i bambini, e sono diverse le foto che lo ritraggono mentre regala sorrisi ed emozioni a bambini malati. Inoltre, Twitter veniva usato da Chadwick anche per commentare diversi eventi.

Chadwick Boseman: curiosità

8. Chadwick Boseman è stato un professore ed è uno sportivo. Dal 2002 al 2007, Chadwick Boseman è stato un professore di teatro al Centro di Ricerca per la Cultura Nera di Schomburg Center, ad Harlem. Boseman, inoltre è stato anche uno sportivo: ha praticato il baseball e il basket, il suo sport preferito, che ha praticato per molto tempo.

9. Chadwick Boseman era molto riservato. Non si sapeva molto della sua vita personale e quotidiana e non lasciava nessuna traccia nemmeno sui social. Stando a diverse voci, pare che l’attore americano si stato già sposato e che abbia anche in divorziato il passato.

10. Chadwick Boseman è stato un commediografo. Chadwick, oltre che la passione per la regia, è stato anche commediografo e ha scritto Deep Azure, uno spettacolo andato in scena al Congo Square Theatre Company di Chicago, in Illinois. Spettacolo per il quale è stato nominato nel 2006 per il Joseph Jefferson Award. Adorava qualsiasi tipo di musica: che sia jazz, classica, blues, rock o hip-hop, la musica lo aiuta a scrivere e lo ispira.

Fonte: IMDb

Zack Snyder’s Justice League: l’intero progetto stava per saltare a causa di… Lanterna Verde

0

In seguito alla distribuzione della Snyder Cut di Justice League, l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse ha iniziato a guadagnare sempre più terreno, anche se è diventato chiaro in breve tempo che la Warner Bros. non ha alcun interesse a continuare con la visione dell’universo DC da parte di Zack Snyder.

Sappiamo che il regista ha continuato a scontrarsi con lo studio anche duranti i lavori del suo taglio, ma ora è emerso che l’intero progetto stava per saltare definitivamente a causa dei disaccordi sul personaggio di Lanterna Verde. Snyder, infatti, aveva scelto l’attore Wayne T. Carr per il ruolo di John Stewart nel suo film, ma la Warner Bros. ha puntato i piedi e gli ha imposto di eliminarlo dal finale e di sostituirlo con Martin Manhunter (questo a causa dei piani che lo studio avrebbe per il personaggio).

Ora, parlando con lo YouTuber Tyrone Magnus, è stato proprio Zack Snyder a ricordare la sua ennesima ultima battaglia con lo studio. “Quando ci siamo scontrati, io continuavo a dire: ‘Ragazzi, non capisco. Abbiamo tutta questa faccenda del Multiverso. A chi importa?'”, ha spiegato Snyder. “Pensavo solo che il finale giusto per il mio film fosse con John Stewart. Non voglio togliere nulla a Harry Lennix e a Martin Manthuner, che è un personaggio bellissimo. Vederlo all’interno del film e poi direttamente alla fine è stato bello… in un certo senso, ha completato la sua storia. Ma il mio intento era che fosse John Stewart ad incontrarsi con Bruce Wayne.” 

“Anche se non ci fossero stati altri film, aveva comunque senso l’intervento di John Stewart in cui esclamava: ‘Il Corpo delle Lanterne Verde verrà a combattere con voi contro Darkseid perché abbiamo bisogno di farlo. Non ce la farete senza di noi. Siamo i vostri potenti alleati'”, ha continuato il regista. “Per me era davvero una stupidaggine. Ma la lotta che si venne a creare stava sconfinando in qualcosa di molto serio.”

Che ci crediate o no, alla fine gli scontri tra Snyder e la WB sono diventati così accesi che la Snyder Cut stava per essere annullata del tutto. “Per me, non valeva la pena fare questo a Wayne, così come non valeva la pena far saltare l’intero film… e ci siamo andati molto vicini. Non volevo che gli altri, incluso Wayne, pensassero che il film fosse stato cancellato per colpa mia. Così, alla fine, ho lasciato correre. Ad ogni modo, Wayne è stato davvero incredibile.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità