Variety ha pubblicato un lungo articolo in cui l’acclamato
sceneggiatore Aaron Sorkin(The
Social Network,
Il processo ai Chicago 7) intavola una conversazione con
Patty Jenkins, regista dell’attesissimo
Wonder
Woman 1984. La regista ha parlato della sua seconda
esperienza con il DCEU e ha ammesso che i dirigenti della Warner
Bros. hanno espresso alcuni dubbi in merito al sequel di Wonder
Woman proprio nel bel mezzo della produzione.
Ciò ha lasciato (comprensibilmente)
a Jenkins il compito di assicurarsi che potesse ancora portare il
film verso la direzione che aveva stabilito in partenza, e sembra
che la trama alquanto complicata (come sottolineato anche in molte
recensioni) fosse ciò che preoccupava di più i capi dello studio.
“La sfida più difficile è quella di tenere sempre a mente le
tue idee e di non perdere la speranza”, confessa Jenkins.
“Penso che sia assolutamente fondamentale che tu scriva la tua
sceneggiatura e pensi che sia fantastica. Non capisco come lo
faccia la gente quando le cose cambiano. Non so come potresti
tenerne traccia. Non credo in quel metodo di lavoro. Non credo che
gli studi lo facciano. Vorrei che smettessero di farlo. Metti
insieme la tua roba e scrivi la tua sceneggiatura prima di iniziare
a fare un film. Mi fa impazzire.”
“Quindi abbiamo lavorato in modo
davvero molto accurato. Ogni singolo giorno devi avere fiducia
nello sceneggiatore che è in te e poi negli artisti con cui devi
lavorare. Devi pensare ad un piano, un piano che funzioni. Ma
lasciami dire che è incredibilmente affascinante dover aspettare
così tanto per vedere la fine di quel processo. Wonder Woman 1984 è
stato un film molto complicato che anche durante la produzione lo
studio diceva: ‘Non ne siamo sicuri’. E io pensavo: ‘Non potete
ancora giudicarlo. Non è ancora finito. Non abbiamo ancora gli
effetti visivi. Ora può sembrare stupido, ma bisogna aspettare’.
Sopportare un peso del genere ti fa sentire molto sola.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Chadwick Boseman è scomparso tragicamente
all’inizio di quest’anno, dopo una luna battaglia contro il cancro
combattuta in silenzio per quattro anni. Ciononostante, i Marvel Studios e il regista
Ryan Coogler stanno andando avanti con lo
sviluppo di Black
Panther 2 e proprio di recente Kevin Feige ha confermato che Boseman non verrà
in alcun modo sostituito. Ciò significa che l’eredità di T’Challa
verrà trasmessa ad un nuovo eroe, presumibilmente Shuri (Letitia
Wright) o forse anche M’Baku (Winston
Duke).
The Hollywood Reporter ha reso omaggio a Boseman attraverso un
lungo report che contiene una serie di dichiarazioni da parte di
coloro che in vita gli erano stati più vicino, incluso il suo
agente Michael Greene. Grazie al report si
apprende che, dopo aver negoziato un accordo da 10 milioni di
dollari per il sequel di Black
Panther, Greene era riuscito ad assicurarsi un’opzione da
20 milioni di dollari per conto del suo cliente per l’allora già
pianificato Black Panther 3.
Tuttavia, per Boseman, interpretare
T’Challa non era assolutamente una questione di soldi. “Ha
sempre voluto fare cose importanti o significative”, spiega
Greene. “Ad esempio, ogni ruolo, anche se fosse una serie o uno
show televisivo, doveva rappresentare qualcosa di positivo. Perché,
come mi ha detto, è sempre stato un oratore – nei dibattiti a
scuola, al college e cose del genere. E quando siamo andati insieme
al Congressional Black Caucus quando è uscito il film 42, era lì
insieme a Jesse Jackson ed era come se lo avesse fatto da tutta una
vita. Era davvero a suo agio.”
La speranza tra i fan è che la
Marvel sarà in grado di garantire che il franchise di Black
Panther rimanga tanto significativo quanto stimolante,
anche senza la presenza e la “guida” di Boseman. L’eredità di
T’Challa è molto importante e si spera che Black Panther
2 la porti avanti in qualche modo. Con Coogler al timone,
tuttavia, probabilmente i fan possono dormire sogni tranquilli…
Tutto quello che sappiamo su Black Panther 2
La produzione di Black
Panther 2 durerà sei mesi e le riprese dovrebbero
partire a luglio 2021. La data di uscita nelle sale americane è
confermata per il 6 maggio 2022. Per quanto riguarda il cast del
film, Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
È da tempo che si parla della
possibilità che il personaggio di Suri interpretato da Wright possa
avere un ruolo di maggior rilievo nel nuovo film: in passato, la
stessa attrice aveva dichiarato che accetterebbe volentieri la
sfida qualora la sorella di T’Challa dovesse mai assumere il ruolo
di Pantera Nera.
Di recente è stato annunciato che
l’attore Tenoch Huerta sarebbe in trattative
con i Marvel Studios per interpretare il villain principale. Huerta
è noto per il ruolo di Rafale Caro Quintero nella
serie Narcos: Mexico. Al momento i dettagli sul
personaggio che l’attore interpreterà non sono stati svelati.
All’inizio di quest’anno, Ray Fisher ha accusato il regista Joss Whedon e altri membri della produzione di
Justice
League di aver assunto, durante la realizzazione
dei reshoot, un comportamento “volgare, offensivo e non
professionale” sul set del cinecomic uscito al cinema nel
2017. Anche Jason
Momoa è intervenuto a sostegno dell’amico e
collega, ma al di là dell’interprete di Aquaman, nessun altro dei
membri del cast ha mai parlato della sua esperienza con Whedon…
almeno fino ad ora.
In una recente intervista con
LA Times in occasione della promozione di Wonder Woman
1984, a Gal Gadot è stato chiesto un commento
sulle accuse di Fisher e, sebbene l’attrice non abbia parlato in
modo specifico delle accuse mosse dal collega, ha confermato che la
sua esperienza con Whedon sul set di Justice League non è stata delle
migliori. “Sono felice del fatto che Ray ci metta la faccia ed
esponga la sua verità”, ha detto l’attrice. “Non ero sul
set, insieme agli altri, quando hanno girato con Joss Whedon, ma
anche io ho avuto la mia esperienza con lui e non stata delle
migliori. Ci ho pensato a lungo quando è successo e alla fine mi
sono lamentata con chi di dovere. Se ne sono occupati loro. Ad ogni
modo, sono felice che Ray abbia fatto sentire la sua
voce.”
In un’altra intervista con
Variety sempre in occasione degli impegni promozionali per il
film di Patty Jenkins, Gadot ha rivelato alla celebre
rivista di aver fornito una testimonianza ai fini dell’indagine che
WarnerMedia ha condotto sui comportamenti anti-professionali sul
set di Justice
League. Brevemente, l’attrice ha spiegato: “So che
hanno svolto un’indagine molto approfondita, anche solo per quanto
tempo ho trascorso con loro”.
WarnerMedia ha recentemente annunciato di aver concluso le
indagini e di aver intrapreso “azioni correttive”. Ciò
che comporterà tale messa in atto resta da vedere.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Il Natale è fatto di atmosfera e
d’amore e non c’è niente di meglio di un film di Natale per
scaldarsi il cuore. Sono alcuni tra le storie più famose
di sempre, alcuni dei film per bambini più amati, alcuni tra i film
demenziali più famosi tra il pubblico. Ecco la nostra lista
di film di Natale da vedere: una scelta tra generi
diversissimi, film di natale recenti e film tradizionali,
film di natale americano e film di natale
che potrete trovare su Netflix.
Film di Natale divertenti
Elf, Jon Favreau (2003).
Un’esilarante rivisitazione dei
film su Babbo Natale, con il fantastico Will Ferrel. Il piccolo
Buddy viene accidentalmente portato al Polo Nord da neonato, e
viene cresciuto tra gli elfi di Babbo Natale. Ma si sente fuori
posto e, una volta adulto, va a New York in cerca del suo vero
padre. Vestito da elfo.
Il Grinch, Ron Howard (2000).
Dalla classica storia di Dr. Seuss, la prima versione
cinematografica prende ulteriore forza dall’irresistibile comicità
di Will Ferrel. Lo scontroso Grinch decide di rovinare il natale
per la felicissima comunità di Whoville. Per gli affezionati,
tenetevi forte: è in arrivo la versione
animata della storia!
S.O.S Fantasmi, Richard Donner (1988).
Il titolo italiano non rende
giustizia a quello originale, “Scrooged”. Una rivisitazione moderna
della storia di Canto di Natale, reso divertentissimo dalla
presenza esilarante di Bill Murray. Frank Cross lavora in
televisione e ha molto successo: ma la sua ambizione lo ha
allontanato dall’amore della sua vita. Ma Frank verrà visitato da
alcuni fantasmi che lo inviteranno a guardare alla propria vita da
un’altra prospettiva.
Film di Natale da vedere, i
classici film americani
Miracolo nella 34ª strada
(1947 e il remake del 1994) di George Seaton e Les
Mayfield.
E’ il classico film di natale per
eccellenza, Miracle on 34th Street del ’47 è noto per essere la
prima versione in bianco e nero ed è stato scelto per la
conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del
Congresso degli Stati Uniti. Nel 1994 Les Mayfield diresse un
remake di altrettanto successo che vedeva nei panni di Kris Kringle
/ Babbo Natale il noto attore e regista Richard Attenborough. La
pellicola è scritta e prodotta da nientemno che John Hughes. Nel
film il Babbo Natale che
inaugura i festeggiamenti natalizi dei grandi magazzini Macy’s a
New York è ubriaco, e così viene sostituito in tutta fretta, su
idea della dinamica direttrice del marketing, Doris Walker, da Kris
Kringle, anziano signore che già aveva rimbrottato aspramente
l’uomo per la sua condotta scandalosa, e sembra (e sostiene
personalmente di essere) l’autentico Babbo Natale.
La vita è meravigliosa, Frank Capra
(1946).
Quale momento migliore del Natale
per imparare ad apprezzare le piccole gioie nella nostra vita? Un
film di uno dei registi migliori di sempre, è la storia di un uomo
la cui vita sempre un problema insuperabile. Quando George Bailey
esprime il desiderio di non essere mai nato, un angelo viene
mandato per esaudire il suo desiderio. George realizzerà quanto la
sua esistenza abbia cambiato la vita di altre persone, rendendole
più felici di quello che sarebbero state senza di lui.
Una poltrona per due, John
Landis (1983).
Un grandissimo cast e un regista di
culto contribuiscono alla fama di uno dei film di Natale più
celebri di sempre. Due dirigenti di una società finanziaria fanno
una scommessa: un loro protetto si scambierà di posto con un uomo
che vive di elemosina. Comicità e società in un film classico.
Canto di Natale, Robert Zemeckis (2009).
Gli adattamenti della storia
natalizia più famosa della storia sono tantissimi, e molto vari. La
versione animata Canto di Natale di Zemeckis si avvale della
performance di
Jim Carrey, le cui espressioni facciali vengono
riportate sul personaggio animato. Ebezener Scrooge, un uomo
scontroso e isolato, incontra i tre fantasmi del Natale, che gli
faranno rivalutare la propria vita e le proprie scelte.
Una generazione è cresciuta con
questo classico per bambini. Il bambino di otto anni viene
accidentalmente lasciato a casa dai genitori in partenza per
Parigi. La sera prima, il bambino era stato messo in punizione dai
genitori e aveva desiderato di non avere una famiglia. Quando si
sveglia in una casa vuota, pensa che i suoi desideri siano stati
esauriti.
Polar Express, Robert Zemekis (2004).
Una storia d’animazione dal regista
e dall’attore di
Forrest Gump, Robert Zemeckis e
Tom Hanks. Il viaggio di un bambino su un treno
diretto al Polo Nord gli mostrerà la bellezza e la gioia della
vita.
Jack Frost, Troy Miller (1998).
Diretto dal regista Troy Miller, il
film è divenuto un vero e proprio “classico” con il tempo, grazie
soprattuto anche alla performance di
Michael Keaton. La pellicola racconta di Frost è
veramente molto unita, nonostante il lavoro conduca Jack lontano da
casa anche per lunghi periodi: è musicista e con la sua band è
impegnato nelle tournée, al termine delle quali ritrova gli affetti
che per lui contano di più, la moglie Gabby e il figlioletto
Charlie. Ma un giorno dentro questa situazione irrompe la tragedia:
rifiutando di andare ad uno spettacolo con la sua band, Jack di
ritorno verso casa ha un incidente d’auto e muore a causa di una
tempesta di neve che riduce la visibilità. La moglie e il figlio
devono inventarsi una nuova vita. Quando arriva Natale, nella
cittadina ricoperta di neve, Charlie, che ha ora 12 anni,
costruisce un pupazzo col quale, poco dopo, comincia a parlare. Il
simpatico pupazzo di neve animato risponde con la voce di Jack, il
quale capisce di essere misteriosamente tornato in vita sotto
questo aspetto.
Film natalizi all’Italiana: le
“Vacanze di Natale”
Vacanze di Natale, Carlo
Vanzina (1983). Il film che ha dato origine ai genere
tutto italiano dei cinepanettoni. A Cortina d’Ampezzo, il romano
Mario si innamora di una donna americana in vacanza con il
compagno. Per gli appassionati del genere, il capostipite è da
vedere.
Natale sul Nilo, Neri
Parenti (2002). I cinepanettoni hanno avuto un boom
all’inizio degli anni Duemila: questo film ha incassato più di 28
milioni di euro. Un film di scelte discutibili, ma celebre tra il
pubblico: la storia di una famiglia disfunzionale in vacanza sul
Nilo, le cui vicende si intrecciano con quelle di un avvocato in
crociera. Sulla stessa nave, due fratelli trovano due anelli
dell’antico Egitto: uno porta fortuna e l’altro porta sfortuna.
Trai titoli più fortunati anche
Merry Christmas (2001), Natale sul Nilo (2002), Natale in India
(2003), Christmas in Love (2004) e Natale a Miami (2005).
QUALCUNO SALVI IL NATALE è un’avventura natalizia realizzata
dal produttore Chris Columbus (“Mamma, ho perso l’aereo”, “Harry
Potter”) e dal regista Clay Kaytis (“Angry Birds – Il film”).
Racconta la storia di Teddy (Judah Lewis) e Kate Pierce (Darby
Camp), fratello e sorella che, nel tentativo di fare una fotografia
a Babbo Natale (Kurt Russell), si ritrovano catapultati in un
viaggio inatteso che è il sogno di ogni bambino. Dopo aver
aspettato Babbo Natale al varco, s’intrufolano nella sua slitta,
causano un incidente e per poco non rovinano il Natale. Nel corso
di una pazza notte, Kate e Teddy collaborano con un Babbo Natale
molto particolare e con i suoi elfi per salvare l’amata ricorrenza
prima che sia troppo tardi.
Qualcuno salvi il Natale 2 (2020)
Sono ormai passati due anni da
quando i fratelli Kate (Darby Camp) e Teddy Pierce (Judah Lewis)
hanno salvato il Natale e molte cose sono cambiate. Kate ora è
un’adolescente cinica e sta trascorrendo controvoglia il Natale a
Cancun in compagnia del nuovo fidanzato della madre e del figlio di
lui, Jack (Jahzir Bruno). Lei non ha alcuna intenzione di accettare
questa famiglia e decide di scappare, ma quando un misterioso
piantagrane con poteri magici minaccia di distruggere il Polo Nord
e di mettere per sempre fine al Natale, Kate e Jack si ritrovano a
vivere una nuova avventura assieme a Babbo Natale (Kurt Russell).
Con la regia e sceneggiatura di Chris Columbus (Mamma, ho perso
l’aereo, Harry Potter) e la partecipazione di Goldie Hawn, QUALCUNO
SALVI IL NATALE: SECONDA PARTE è un’avventura per tutta la famiglia
piena di azione, sentimenti, umorismo e spirito natalizio.
Il Natale di Angela (per bambini – animazione 2018)
Il Natale di Angela è tratto dal
popolare libro per bambini di Frank McCourt (autore
dell’autobiografia Le ceneri di Angela, che ha vinto il premio
Pulitzer). È una storia divertente, commovente e intensa sul potere
della famiglia e sul desiderio innocente di una bambina di
assicurare a tutti di sentirsi al sicuro, protetti e amati almeno a
Natale.
Natale, folle Natale (2019)
Rush Williams (Romany Malco),
celebre DJ di una radio di New York, vizia i suoi quattro bambini
da quando questi ultimi hanno perso la madre. Purtroppo, però,
rimane disoccupato proprio mentre i ragazzi consegnano la loro
lista di costosi regali natalizi. Per permettere a Rush di
continuare a lavorare, la sua produttrice Roxy Richardson (Sonequa
Martin-Green) e sua zia Jo (Darlene Love) decidono di aiutarlo ad
acquistare un’altra stazione radiofonica, ma solo se la famiglia
Williams riuscirà a ridimensionarsi velocemente accettando una vita
più spartana. In questo film commovente, un padre amoroso
riallaccia i rapporti con i figli e apre il suo cuore all’amore. E
così tutti insieme scoprono che la vera gioia arriva non dagli
oggetti, ma dalle persone intorno a sé.
Klaus – I segreti del Natale (2019)
Jesper, il peggior allievo
dell’accademia postale, viene assegnato a un’isola ricoperta di
ghiaccio a nord del Circolo polare artico, dove i litigiosi
abitanti si parlano molto di rado e si scrivono ancora meno. Jesper
sta per gettare la spugna quando trova il sostegno dell’insegnante
Alva e conosce Klaus, un misterioso falegname che vive in una
casetta piena di giocattoli fatti a mano. Queste improbabili
amicizie riportano l’allegria sull’isola, e con essa vicini
generosi, tradizioni piene di magia e calze appese con cura vicino
al caminetto.
Era il 2006, ancora non
lo sapevamo ma quell’estate l’Italia avrebbe trionfato ai mondiali
di calcio, Supermassive Black Hole dei
Muse era in tutte le stazioni radio e, negli Stati
Uniti, i fratelli McElrathbey stavano vivendo
un momento cruciale che cambierà le loro vite per sempre. È
arrivato su Disney+Safety – sempre al tuo
fianco, che racconta la storia vera di Ray e suo
fratello Fahmarr.
Ray
McElrathbey è un ragazzo diligente, studioso e
responsabile che, arrivato al college per studiare e giocare a
football, vedrà i suoi piani cambiare radicalmente quando la mamma,
dopo l’ennesima ricaduta nel tunnel della tossicodipendenza,
lascerà il fratellino di 11 anni da solo a casa. Che fare? L’unica
soluzione possibile per Ray è portare Fahmarr di nascosto al suo
dormitorio e cercare di occuparsi di lui, dando alla mamma il tempo
necessario per rimettersi in sesto. Le cose però non vanno come
sperato e la battaglia che Ray si trova a dover affrontare è fatta
di tanti altri mille ostacoli. Safety è un film
sulla speranza, la caparbietà, l’amore fraterno, i legami
indissolubili e la solidarietà che si trova nelle persone, è un
film che ispira e ti fa credere nel prossimo. Una grande storia di
emancipazione e fiducia, come quella di Ray nei suoi compagni di
squadra alla Clemson University, che lo aiuteranno a combattere le
sue battaglie.
Il film è interpretato
daJay
Reeves, nel ruolo di Ray e dall’esordiente
Thaddeus J. Mixson in quello di Fahmarr, insieme a
Corinne Foxx, Matthew Glave, Hunter Sansone, Amanda Warren,
Miles Burris, Isaac Bell, Elijah Bell e James
Badge Dale. Safety è diretto da
Reginald Hudlin e prodotto da Mark
Ciardi, che abbiamo “incontrato” via zoom insieme a
RayMcElrathbey in persona, per
farci raccontare questa esperienza.
Jay
Reeves è il primo che prende la parola per raccontare
l‘emozione di questo ruolo: “Questa storia ha significato così
tanto per me sin dal primo giorno, ero sopraffatto dalle emozioni,
ricordo di aver letto il copione con la descrizione del mio ruolo e
di essermi fatto subito coinvolgere, ero spaventato dalla
responsabilità ma volevo a tutti i costi farne parte.”
Quando a Ray viene
chiesto com’è ritrovarsi ad essere il protagonista di un film
basato sulla propria vita, lui non ha dubbi: “È un’esperienza
meravigliosa, ho sperato che accadesse, sono felice di poterne
parlare insieme a tutte le persone che hanno reso possibile il
tutto, essere parte di qualcosa che riguarda la mia vita e che
resterà in futuro è fantastico e irreale! Ma ho comunque solo 34
anni magari riuscirò a fare qualcosa per un capitolo due”.
Per il produttore del
film, Mark Ciardi, ha dichiarato che “portare
questa storia su grande schermo era necessario”. “Conosco
la storia dal 2006, questi ragazzi sono stati ovunque, da Ophrah
alla BBC – ha dichiarato – ne ero davvero colpito, anche
dopo aver visto solo un paio di minuti di servizio, sentivi di
amare questi ragazzi, a volte devi farti guidare dal tuo istinto.
Eravamo pronti nel 2006 per portare questa storia ancora di più
alla ribalta ma poi le cose cambiano, quando è subentrata Disney+ ci è sembrato perfetto, è
subentrato Regi (il regista, ndr), abbiamo riscritto delle cose e
fatto il casting. È davvero tutta questione di istinto, ci sono
tantissime storie bellissime che hanno bisogno di essere
raccontate, devi solo capire quali sono giuste per un
film”.
A chiudere l’incontro è
il regista Reginald Hudlin, al quale abbiamo
chiesto come ha saputo bilanciare l’ironia con la difficoltà dei
temi trattati, visto che nel film si piange e si ride alla stessa
maniera: “Ho fatto molti film, ognuno di un genere diverso, e
quello che ho amato di questo film è che ha tutto al suo interno.
Quando sei al College con i tuoi amici passi il tempo a divertirti,
se in più c’è tuo fratello piccolo, le situazioni diventano
comiche, queste parti comiche hanno aiutato a bilanciare le
situazioni più drammatiche del film, è come la vita, che di per sé
ha diverse sfumature. Non ci sono cattivi in questa storia ci sono
diversi aspetti di una circostanza, non puoi arrabbiarti con
nessuno in realtà. Provano tutti a fare del loro meglio, adoro che
la gente rida e dieci minuti dopo stia piangendo. Ho fatto un test
con alcuni amici, li ho invitati a vedere il film, mi sono seduto
in fondo e li ho sentiti ridere, quando sono arrivati gli ultimi 15
minuti e sono tutti scoppiati a piangere, ero così felice di essere
riuscito a toccare l’animo di quelle persone con questa storia, con
questi personaggi, ne ero grato.”
Safety – sempre
al tuo fianco vi aspetta su Disne+. Nel film anche un
cameo di Giorgio Tavecchio, il campione italiano di football
americano che ha militato a livello professionistico nel ruolo di
kicker nella National Football League (NFL) e che compare in una
scena del film.
A volte la realtà supera la più
fervida immaginazione e la vita ci regala storie incredibili, di
uomini e donne che combattono per i propri ideali e per una libertà
che troppo spesso il mondo gli nega. Oggi vi parliamo di uno di
questi silenziosi eroi, Deborah Feldman,
scrittrice americana ma di origini tedesche, autrice di uno dei
libri più chiacchierati e scioccanti degli ultimi anni.
Nel 2012 la Feldman pubblica
infatti la sua autobiografia, un libro di memorie dedicate alla sua
esperienza nella comunità chassidica Satmar, una
frangia degli ortodossi ebraici che vive rispettando un rigido
codice comportamentale. L’autrice nel libri racconta della sua
crescita in un regime così restrittivo e della sua fuga verso la
libertà.
Una storia forte ed emozionante
quella di Deborah che ha spinto Netflix,
ben otto anni più tardi, a trasformare il suo libro in una
miniserie che ha fatto strage di consensi tra pubblico e critica.
Se volete saperne di più, venite quindi con noi a scoprire
tutto quello che c’è da sapere su Deborah Feldman,
sulla sua incredibile vita e sul suo successo letterario.
Deborah Feldman biografia: la
repressione chassidica
Nata a New York il 17 agosto del
1986, Deborah Feldman è cresciuta all’interno della comunità
chassidica Satmar di Williamsburg, a Brooklyn.
Questo particolare gruppo legato alla religione
ebraica, sorge come movimento di rinascita spirituale
durante il XVIII secolo in Ucraina e in tutta l’Europa orientale.
Oggi invece la maggior parte dei gruppi religiosi di questo tipo è
concentrato in Israele e negli Stati Uniti.
Il chassidismo
oggi viene considerato come una sottocategoria del
giudaismo ultraortodosso, noto per le sue regole
rigide, un conservatorismo religioso e sociale che porta ogni
membro all’isolamento nei confronti del mondo esterno. Coloro che
praticano il chassidismo sono divisi in sette
indipendenti, conosciute come corti o
dinastie. All’interno di ciascuna di esse i membri
sono obbligati all’ossessiva devozione religiosa, alla riverenza e
alla sottomissione nel confronti del Rebbe, capo
della setta.
Figlia di un praticante del
chassidismo e di un’estranea alla comunità (poi convertita) di
origini ebraica tedesca, Deborah cresce proprio in uno di questi
microcosmi socio-religiosi. Quando suo padre, malato di mente,
viene interdetto e sua madre lascia la comunità facendo coming
out, la ragazza viene affidata ai nonni. La coppia di anziani,
entrambi sopravvissuti all’Olocausto, cresce Deborah in un regime
altamente repressivo. La giovane Feldman deve osservare alla
lettera le regole della comunità, senza farsi abbagliare dalla
progressiva società americana.
Nella sua vita la religione ha un
ruolo centrale, le è proibito leggere testi non approvati o anche
solo di mettere piede in una biblioteca. Succube dei nonni e di
questo assurdo regime spirituale, Deborah viene data in sposa
all’età di soli diciassette anni per poi mettere al mondo un figlio
solo due anni più tardi. Ma quello che per alcuni potrebbe essere
l’ennesima corda a tenerla legata alla setta, diventa invece la sua
ancora di salvezza.
Deborah Feldman, una storia
vera
La nascita di suo figlio
rappresenta per Deborah la svolta, il punto di non ritorno. Da
madre si rende conto di essere in trappola e di aver condannato una
creatura innocente a subire lo stesso destino. Nel 2006,
Deborah lascia Williamsburg insieme a suo marito e
suo figlio e comincia lentamente a cambiare vita.
Di nascosto inizia a
studiare letteratura, a leggere testi provenienti da ogni
parte del mondo e ad ampliare la sua mente e la sua conoscenza. In
breve tempo anche il suo atteggiamento cambia; Deborah si sente più
libera, lontana dalla comunità, e comincia ad abbracciare la
cultura statunitense. Nel suo armadio compaiono i primi jeans
attillati e i tacchi alti, semplici strumenti di ribellione ad anni
di repressione.
Quello stesso anno, Deborah deciso
di fuggire con suo figlio, lasciano la comunità chassidica e il
marito. Per mesi vive a casa di amici e nel frattempo consulta i
migliori avvocati per non perdere la custodia di suo figlio.
Passano gli anni e la Feldman riprende lentamente in mano la sua
vita senza mai girarsi indietro. Dopo aver detto definitivamente
addio alla sua famiglia e alla setta, Deborah si
trasferisce in Germania, a Berlino, stabilendosi nel
quartiere di Neukölln. Qui, grazie alla sua istruzione, riesce a
trovare lavoro come scrittrice.
Beborah Feldman, libri: la fuga in
Germania e la carriera di scrittrice
Nella città di Berlino Deborah
trova il suo piccolo angolo di paradiso. Costretta per anni a
vivere lontano da tutto, per la prima volta la Feldman si trova a
contatto con cultura e innovazione. La donna sente subito una
connessione con questa città che, oltre a mostrare tanta bellezza,
racchiude anche tantissima sofferenza. Deborah infatti pensa al
passato nazista di Berlino, al suo credo religioso e alla sua
eredità familiare, legata a doppio filo con la storia della città.
Tutti questi sentimenti contrastanti che si agitano in lei trovano
sfogo sulla carta.
Un anno più tardi, nel 2014,
l’autrice pubblica un secondo libro dal titolo Exodus: A
Memoir, che racconta della sua nuova vita in Germania,
da madre single e libera. Ormai libera da ogni costrizione, la
Feldaman decide di intraprendere un viaggio attraverso l’Europa,
alla ricerca delle sue origini, sperando di ricostruire la vita di
sua nonna durante l’orrore dell’Olocausto.
Deborah Feldman, Unorthodox: dal
libro alla serie Netflix
Grazie all’incredibile successo
ottenuto dal libro, nel 2020 Netflix ha
deciso di trasformare Unorthodox e la storia
di Deborah Feldman, in una serie tv. Vagamente
ispirata all’autobiografia della Feldman, la miniserie in quattro
episodi fa il suo debutto sulla famosa piattaforma di streaming il
26 marzo del 2020, facendo strage di
visualizzazioni in tutto il mondo. Creata e diretta da Anna
Winger e Alex Karolinski, e diretta da
Maria Schrader, la serie racconta, in maniera
romanzata, della fuga di una giovane donna dalla sua comunità.
https://youtu.be/wt7YcCJwNH0
Esty (Shira Haas)
ha diciannove anni e vive una vita di completa repressione e
sottomissione. Bloccata in un matrimonio combinato e in una
comunità religiosa ultraortodossa di Williamsburg, Esty decide di
fuggire e raggiungere la città di Berlino. Nella capitale tedesca,
infatti, vive sua madre, separatasi anni prima da suo padre, membro
attivo della comunità. Qui la ragazza scopre un nuovo mondo,
fatto di libertà di espressione, pieno di cultura e divertimento,
tutto quello che le era stato negato dalla sua dottrina
religiosa.
Tuttavia, per Esty i problemi sono
dietro l’angolo. Suo marito, infatti, dopo aver scoperto che la
moglie aspetta un figlio, si reca a Berlino per ordine del loro
rabbino, per cercare di ritrovare la fuggitiva e riportarla a
casa.
Come si evince dalla trama di
Unorthodox,
la storia non è esattamente come quella descritta da
Deborah Feldman nella sua autobiografia. Netflix ha
infatti utilizzato il libro della scrittrice come punto di
partenza, raccontando la storia di una donna incredibile alla
ricerca della sua libertà. Per chiarire ulteriormente il tono della
serie, Netflix ha anche prodotto un documentario dal titolo
Making
Unorthodox. Quest’opera, oltre a raccontare del dietro
le quinte e del complesso processo creativo, fa anche un raffronto
tra il libro della Feldman e la miniserie.
Deborah Feldman libri in
italiano
Unorthodox non è solo
una storia toccante e piena di coraggio, è anche il racconto della
difficile vita dell’autrice. Decidere di mettere nero su bianco
delle esperienza di vita così personali e complesse dal punto di
vista psicologico, non è una passeggiata. Né tanto meno lo è
decidere di trasportare tutto dalla dimensione così intima delle
pagine stampate a quella televisiva.
In una recente intervista
rilasciata al New York
Times, Deborah Feldman ha raccontato
com’è stato per lei accettare di scendere a compromessi con
Netflix, per far conoscere al mondo la sua
storia.
“Pensavo di essere preparata.
Ho vissuto, scritto e parlato di tutto questo per anni ma queste
erano altre persone – non io – che interpretavano, creavano
immagini, interpretavano parti e tagliavano le scene. Per la prima
volta ho potuto vedere come gli altri avrebbero interpretato o
recepito l’esperienza […] E’ come se parlassi a un terapista per
anni e alla fine di tutto, ti presentasse un libro con tutte le tue
esperienze di vita. Le leggeresti e faticheresti a riconoscerle
perché ti sono state restituite da una prospettiva diversa. […] “.
[fonte: New York
Times]
Inoltre, per tutti coloro che
volessero approfondire l’argomento, su IBS
trovate entrambi i libri di Deborah Feldman. Un
avvertimento. Mentre il primo volume è disponibile nella versione
italiana dal titolo Ex ortodossa. Il
rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche, il
secondo libro della Feldman, Exodus: A
Memoir, non è ancora stato tradotto ma è disponibile
nella sua versione in inglese. Su Amazon, inoltre, è
possibile acquistare entrambi i volumi della scrittrice i formato
digitale per Kindle.
Tatooine è senza dubbio il pianeta
più iconico dell’intero universo di Star Wars e ha ospitato alcuni dei momenti più
significativi e memorabili del franchise. La Saga
degli Skywalker è iniziata e finita sul pianeta orbitante. In
attesa di scoprire dove ci condurranno i nuovi film della saga,
ecco che Screen
Rant ha raccolto gli avvenimenti più importanti avvenuti sul
pianeta desertico.
La nascita di Anakin Skywalker
Ogni storia ha un inizio e
l’inizio della saga degli Skywalker è avvenuto su Tatooine (anche
se fuori dallo schermo). Mentre l’esatta natura del concepimento e
della nascita senza padre di Anakin è ancora sconosciuta, l’idea
generale è ben nota a tutti: la Forza, in risposta al suo uso
deformato dalla Regola dei Due dei Sith e dal severo dogma dei
Jedi, ha creato Anakin Skywalker.
O lo ha creato Darth
Plagueis?Ancora una volta, non è del tutto
chiaro. Ciò che è chiaro è l’impatto che la nascita di Anakin ha
avuto sull’universo di
Star Wars. Tutto ciò che seguì – dalla Purga Jedi
alll’ascesa dell’Impero, dalla fine alla resurrezione e alla
seconda vera morte di Palpatine – ruotò attorno ad Anakin e alla
profezia che lo circondava. Tutto è iniziato su
Tatooine.
La fuga della regina Padme Amidala
La prima visita cronologica
sullo schermo a Tatooine è avvenuta in
La minaccia fantasma. Dopo essere fuggita dall’occupazione
di Naboo da parte della Federazione dei Mercanti, la regina Amidala
e la sua scorta Jedi sbarcarono nel mondo dell’Orlo Esterno per
nascondersi, fare rifornimento e ripararsi. Questo atterraggio
apparentemente casuale ha scatenato diversi eventi importanti.
In primo luogo, ha visto la
primissima istanza di un uomo che si è piazzato al primo posto in
una gara di pod. In secondo luogo, ha visto il primo scontro tra un
Cavaliere Jedi e un Signore dei Sith nel corso di un millennio. La
missione di Darth Maul su Tatooine pose fine a un’era prolungata di
fuga dai Sith, e la sua apparizione a Qui-Gon e Obi-Wan segnò
l’inizio della fine per l’Ordine Jedi. Infine, l’arrivo di Amidala
e del suo gruppo portò alla scoperta di Anakin da parte dei Jedi e
alla sua successiva partenza da Tatooine.
Il ritorno di Anakin Skywalker
Un decennio dopo aver
lasciato Tatooine, Anakin tornò con Padme per cercare sua madre.
Questo ritorno a casa ha segnato la sua prima svolta importante
verso il Lato Oscuro nel massacro di una tribù di Tusken, in
seguito alla morte di sua madre per mano loro.
Stabilisce le tendenze di Anakin
riguardo alla perdita, la sua capacità di violenza e vendetta e il
suo disaccordo con gli elementi del codice Jedi. Tutti questi
diventeranno fattori enormi nella successiva caduta di Anakin.
L’arrivo di Luke Skywalker
Dopo la nascita di Luke e
Leia Skywalker, i bambini furono divisi e nascosti per proteggerli
da Vader e dall’Imperatore. Leia divenne Leia Organa e crebbe su
Alderaan, mentre Luke fu mandato a vivere con il fratellastro di
Anakin, Owen, e sua moglie Beru su Tatooine. Là è stato sorvegliato
da un Obi-Wan Kenobi in esilio.
L’educazione di Luke su Tatooine è
ovviamente importante per motivi legati alla storia, ma è anche
significativa dal punto di vista tematico. Il parallelismo tra
Anakin e Luke (e alla fine con Rey) è centrale nella struttura
ciclica della storia di
Star Wars, e molto di quel parallelismo è tratto dalla
loro reciproca infanzia su Tatooine.
La morte di Darth Maul
Dopo essere stato utilizzato impropriamente
nella saga cinematografica
Star Wars, Darth Maul ha visto una massiccia rinascita in
The Clone Wars e Star
Wars: Rebels. I suoi archi animati lo hanno visto
sopravvivere al duello de La minaccia fantasma, riunirsi con suo
fratello Savage e compiere una serie di omicidi attraverso la
galassia, uccidendo Jedi e radunando varie forze della malavita per
la sua causa.
In tutto questo, Maul aveva un
obiettivo principale: vendicarsi di Obi-Wan Kenobi. Dopo numerosi
scontri, inseguimenti, rapimenti e l’uccisione dell’ex amante di
Obi-Wan, i due si incontrano per l’ultima volta nell’episodio di
Rebels dal titolo “Twin Suns”, su Tatooine. Si tratta
dell’episodio più famoso e acclamato dell’intero spettacolo, e il
duello finale tra Obi-Wan e Maul – che termina con la morte dei
Sith – è qualcosa che ogni fan di Star Wars dovrebbe vedere.
La ricerca di Obi-Wan Kenobi
Per anni Obi-Wan visse
pacificamente in esilio su Tatooine, tenendo il giovane Luke
Skywalker sotto un occhio vigile e protettivo. Tutto è cambiato
quando, in preda alla disperazione, la Principessa Leia ha inviato
R2-D2 e C-3PO sulla superficie del pianeta per trovare Obi-Wan e
chiedergli di consegnare i piani della Morte Nera all’Alleanza
Ribelle. I droidi riuscirono in questa impresa e le avventure di
Luke iniziarono.
Ovviamente, l’arrivo dei droidi ha
avuto importanti ripercussioni per Luke (la morte dei suoi zii e la
sua partenza da Tatooine) e successivamente per la galassia.
Sembrava anche avere un impatto sulla vita in generale su Tatooine,
secondo The Mandalorian. Nell’episodio della seconda
stagione “The Marshal”, Cobb Vanth racconta come Tatooine
fu occupata dalle forze imperiali durante gran parte della Guerra
Civile Galattica, probabilmente in parte a causa del dispiegamento
alla ricerca di R2-D2 e C-3PO.
Il salvataggio di Han Solo e la morte di Jabba The Hutt
Per decenni, Jabba the Hutt
ha governato gli insediamenti sparsi di Tatooine dall’oscuro mondo
sotterraneo del pianeta. Gli Hutt gestivano la tratta degli schiavi
nei giorni prima dell’Impero, così come il circuito di podracing,
il gioco d’azzardo e il contrabbando. Gestivano anche racket di
protezione e sollecitavano “tasse sull’acqua”, affermandosi come i
capi del mondo criminale e il governo del pianeta.
Gran parte di quell’equilibrio fu
sconvolto poco prima della caduta dell’Impero, quando la missione
per salvare Han Solo dal palazzo di Jabba the Hutt si concluse con
la morte del gangster. Jabba era una forza temuta in tutta la
galassia e la sua scomparsa avrebbe inviato effetti a catena ben
oltre il Mare delle Dune.
E, naturalmente, il salvataggio di Han alla fine ha portato alla
nascita di Ben Solo, che ha svolto un ruolo importante nell’era
della Nuova Repubblica e oltre.
L’uccisione del drago Krayt
Questo particolare evento potrebbe
non sembrare così significativo per la storia galattica come gli
altri in questa lista, ma ha alcune ramificazioni abbastanza
sostanziali. In particolare, segna la prima dichiarazione ufficiale
di pace tra i Tusken e gli abitanti degli insediamenti di Tatooine.
La cooperazione tra Mos Pelgo e il popolo di indigeni è senza
precedenti e potrebbe essere di buon auspicio per il futuro del
pianeta se durasse.
La visita di Din Djarin a Mos Pelgo
è significativa anche per la sua acquisizione dell’armatura da
battaglia mandaloriana di Boba Fett. Il famoso cacciatore di
taglie, ultimo clone vivente di Jango Fett, ha svolto un ruolo
notevole in gran parte della saga degli Skywalker, e il suo ritorno
dalla morte potrebbe avere effetti galattici più ampi. È anche il
primo caso noto di qualcuno che è sopravvissuto a un Sarlacc.
La sepoltura di Luke e le spade laser di Leia
Questo è un altro evento più significativo
dal punto di vista tematico che narrativo, ma è comunque
significativo. Dal momento che la Saga degli Skywalker è iniziata
su Tatooine, così finisce lì. Sebbene non sia un finale
universalmente amato della storia (così come tutto
L’ascesa di Skywalker), Rey che ritorna alla fattoria
dell’umidità di Skywalker per seppellire le spade laser di Luke e
Leia offre un senso di chiusura su un’intera epoca estesa di
Star Wars.
Indipendentemente da come si abbia accolto il
finale, una cosa è certa: è giusto che Tatooine sia rimasta al
centro di Star Wars fino alla fine.
Sono
tornate due autentiche superstar della musica italiana ed
internazionale, tra i più famosi autori italiani di colonne sonore
di film, vere e proprie leggende della storia della pop
culture del nostro Paese: gli Oliver Onions!
Il duo composto
da Guido e Maurizio De Angelis, che ha
scritto le musiche di cult assoluti, in Italia e nel
mondo, da Sandokan a Orzowei passando
per i celebri film di Bud Spencer e Terence
Hill, per le quali sono stati protagonisti sia come autori
che come arrangiatori e interpreti, ha deciso di far rivivere uno
dei loro brani di culto, il Coro dei Pompieri
di …altrimenti ci
arrabbiamo!, in una
speciale versione natalizia arrangiata e prodotta da
Ricky Quagliato, che fonde inconfondibili sonorità 80’s
tra synth e campionatori con un sound 2.0 di grande impatto,
addobbato a festa da campanelli natalizi e sonorità gioiose.
Il brano
uscito per BMG, una sorpresa natalizia che anticipa il ritorno
discografico degli Oliver Onions previsto per la primavera 2021, è
già disponibile in streaming e su tutte le piattaforme
digitali. Il lala la la
lalla più famoso della storia del cinema, torna oggi in
una inedita veste accompagnata da un videoclipcon ospiti
d’eccezione. Tanti gli amici che hanno deciso di
rendere omaggio ai due maestri della colonna sonora, in un video
che vediamo proiettato all’interno di un cinema – purtroppo vuoto
come accaduto in questo anno – con la speranza e
l’augurio di trascorrere queste festività con serenità e un pizzico
d’allegria, in vista del nuovo anno e del nuovo
progetto degli Oliver Onions.
Il parterre
di amici che hanno partecipato al videoclip,
provenienti dal mondo della musica, del cinema, della radio, è
vastissimo: Ale&Franz, Brunori Sas, Claudia Gerini,
Claudia Pandolfi, Cristina D‘Avena, Daniele Adani, Eugenio in Via
di Gioia, Fabio Armiliato, Fabio Volo, Francesco Gabbani, Frankie
Hi-nrg, Jerry Calà, Kabir Bedi, Lorenzo Branchetti, Luca Abete,
Luisa Corna, Neri Marcoré, Nicola Ventola, Nina Zilli, Nino
Frassica, Omar Fantini, Panpers (Andrea Pisani e Luca Peracino),
Ricchi e Poveri, Rita Pavone, Rosita Celentano, Scintilla (Gianluca
Fubelli), Simona Molinari, Tommaso Paradiso, Trio Medusa (Furio
Corsetti, Gabriele Corsi e Giorgio Daviddi) con Francesco Lancia,
Tutti Nudi (Antonio Mezzancella, Dj Osso e Pippo Lorusso), Vince
Tempera.
Debutta in fumetteria e sullo shop
online di Sergio Bonelli Editore il team-up tra Zagor e
Flash, che ci condurrà nel cuore della foresta di Darkwood
in una prospettiva del tutto inedita.
“La Scure e il
Fulmine”, questo il titolo dell’albo, sarà composto di 32
pagine a colori in formato 16×21 cm, con una storia scritta da
Giovanni Masi & Mauro Uzzeo e disegnata da
Davide Gianfelice con i colori di Luca
Saponti. Lo speciale numero 0 a tiratura limitata sarà
presentato con due copertine interconnesse tra loro, entrambe
firmate da Carmine Di Giandomenico.
Ad arricchire l’albo – che vede
faccia a faccia lo Spirito con la Scure, creato da Guido
Nolitta e realizzato graficamente da Gallieno
Ferri, e The
Flash, creato da Gardner Fox e
Harry Lamper – ci saranno anche tante curiosità e
dietro le quinte del nuovo capitolo dell’eccezionale progetto di
crossover in cui gli Eroi bonelliani incontrano quelli
dell’universo DC.
Dopo “Relazioni pericolose”, l’albo
che aveva testimoniato il primo incontro tra Dylan Dog e Batman (o
meglio: tra Joker e Xabaras), ora è il momento di Barry Allen e
Zagor, due eroi che da oltre sessant’anni intrattengono lettori di
ogni età con storie ricche di colpi di scena, disegni mozzafiato e
incredibili misteri.
L’attesissimo Spider-Man
3 con Tom
Holland – che non ha ancora un titolo ufficiale –
è chiaramente uno dei progetti più attesi dell’ambiziosa Fase 4 del
MCU, soprattutto a causa
dell’esplorazione del concetto di Multiverso. Nelle ultime
settimane, il cast del trequel è cresciuto in maniera significativa
fino a diventare una sorta di enorme contenitori di personaggi
legacy dei due precedenti franchise di Spider-Man
ad opera della Sony, con l’aggiunta del Doctor Strange di Benedict
Cumberbatch ha ulteriormente consolidato le teorie secondo cui la
prossima avventura di Peter Parker collegata al MCU avrà molto a
che fare con l’esistenza di universi coesistenti.
Secondo quanto riferito, Andrew Garfield, che ha interpretato l’Uomo
Ragno in The Amazing Spider-Man, tornerà per Spider-Man 3 così come
Tobey Maguire, che ha interpretato il
simpatico arrampicamuri nella trilogia di Sam Raimi. A parte le
precedenti iterazioni di Peter Parker, nel nuovo film dovremmo
rivedere anche una sfilza di cattivi già noti al grande pubblico,
come l’Electro di Jamie Foxx, il Doctor Octopus di Alfred Molina, il Green Goblin di Willem Dafoe e il Sandman di Thomas Haden Church, nonostante manchi ancora
una conferma ufficiale da parte di Sony e Marvel.
Come se tutto ciò non fosse già
abbastanza, si vocifera che anche
Charlie Cox dovrebbe tornare nei panni di Matt
Murdock/Daredevil nel film. Insomma, Spider-Man 3
si troverà a dover bilanciare una quantità potenzialmente
sconfinata di personaggi appartenenti all’universo dell’Uomo Ragno,
e sarà di sicuro emozionante scoprire cosa hanno in serbo il
regista Jon Watts e i Marvel Studios per i tutti
fan. Ora, una nuova voce potrebbe aver offerto un nuovo indizio sul
futuro dell’universo condiviso post-Spider-Man
3.
Durante l’ultimo episodio del
podcast The
DisInsider Show (via
The Direct), i conduttori Skyler Shuler e Derek Cornell hanno
condiviso un rumor a proposito dei Marvel Studios durante lo spazio
“Rumor of the Week”. Va sottolineato che le notizie che Shuler e
Cornell condividono durante questo segmenti non devono essere prese
come conferme, ma piuttosto come semplici voci di corridoio.
Ad ogni modo, Cornell ha detto che i
Marvel Studios “hanno esteso l’accordo con Sony relativo ai
diritti su Spider-Man” perché l’arrampicamuri avrà “un ruolo
fondamentale” nel futuro dell’Universo Cinematografico Marvel.
Anche se queste dichiarazioni sono da prendere con la dovuta
cautela, si tratta comunque di indiscrezioni decisamente
interessanti, dal momento che implicano che lo Spider-Man di
Holland rimarrà nell’universo condivsio al di là di ciò che accadrà
nell’atteso threequel.
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un
altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Gemma Chan ha avuto un piccolo ruolo in
Captain
Marvel del 2019 nei panni di Minn-Erva. In molti
pensavano che fosse stato uno vero spreco per la talentuosa
attrice: ecco perché sono rimasti estremamente sorpresi quando è
stato annunciato che la stessa era stata scelta per interpretare
per Sersi ne Gli
Eterni.
Anche se Chan era quasi
irriconoscibile nei panni della Kree dalla pelle blu, il fatto che
avrebbe interpretato un altro personaggio del MCU così presto è stato un fatto
sicuramente degno di nota. Durante un’intervista con
The Hollywood Reporter, Chan ha finalmente fatto luce su come
sia entrata a far parte del cast de Gli Eterni, e
probabilmente non sorprenderà più di tanto apprenderà che il suo
coinvolgimento è stata opera di Kevin Feige…
“Ho incontrato Kevin Feige
durante la stagione dei premi, all’epoca di Crazy & Rich. Di punto
in bianco si è avvicinato e mi ha detto: ‘Ci piacerebbe riaverti
indietro’. Forse sto parafrasando male, ma immagino che lui abbia
visto il film e abbia pensato: ‘Ci piacerebbe poterti utilizzare
meglio. Ci piacerebbe che tornassi. Vogliamo che tu faccia
qualcos’altro, quindi troviamo quel progetto’. L’unica cosa è che
non avevo idea che sarebbe accaduto tutto così in fretta. È stato
davvero gentile da parte sua dirlo.”
Gemma Chan ha poi spiegato che ha dovuto
comunque sostenere un provino nonostante avesse già recitato in un
progetto dell’Universo Cinematografico Marvel, e sebbene l’attrice
non abbia potuto rivelare molto su Gli Eterni, stando alle
sue parole sembra che il film sarà qualcosa di davvero molto
speciale…
“Sembra molto diverso. È una
storia davvero epica. Molto ambiziosa. Ci sono molti nuovi
personaggi. Sento che sarà un film di supereroi totalmente diverso
da tutti gli altri. Sembra una cosa ovvia da dire, ma stanno
davvero cercando di fare qualcosa di diverso con questo film.
Stiamo tutti incrociando le dita sul fatto che funzioni e che le
persone lo amino. Abbiamo girato molto in varie location, usando
tantissima luce naturale. Abbiamo fatto anche cose in studio, ma la
maggior parte del film è stata girata all’aperto. Non abbiamo
utilizzato tantissimo il blue screen, a differenza invece di
Captain Marvel.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che l’attrice britannica
Naomi Ackie è stata scelta come interprete di
Whitney Houston nell’annunciato biopic dedicato
all’icona della musica mondiale, tragicamente scomparsa nel 2012
all’età di 48 anni.
Naomi Ackie ha
raggiunto la fama internazionale grazie al ruolo di Anna nel film
Lady Macbeth di William Oldroyd al fianco di
Florence Pugh. Lo scorso anno l’abbiamo vista nei panni di
Jannah, un’alleata della Resistenza, in Star Wars: L’ascesa di Skywalker di
J.J. Abrams. In tv ha preso parte all’acclamata serie
Il biopic si
intitolerà I Wanna Dance with Somebody, in
onore della celebre hit della cantate datata 1987, e sarà diretto
da Stella Meghie, regista di The
Photograph con Issa Rae e Lakeith Stanfield. Gli eredi
della cantante, la società Primary Wave e Clive
Davis (il celebre produttore che scoprì la Houston)
collaboreranno attivamente al biopic.
Il coinvolgimento della Houston
Estate permetterà al film di poter utilizzare le canzoni originale
della cantante: il film, dunque, impiegherà i più grandi successi
che hanno contribuito a rendere la Houston una delle più amate
interpreti a livelli mondiale, come Saving All My Love for
You, Greatest Love of All e I Will Always Love
You.
“Abbiamo trascorso la stragrande
maggioranza dell’ultimo anno alla costante ricerca di un’attrice
che potesse incarnare Whitney Houston”, ha spiegato alla fonte
la regista. “Naomi Ackie ci ha impressionato durante ogni fase
del processo di casting. Sono stata catturata dalla sua enorme
capacità di incarnare la presenza scenica di un’icona globale. Mi
ha commessa vedere il modo in cui è riuscita a portare l’umanità
nella sua vita interiore.”
I Wanna Dance with
Somebody sarà sceneggiato e prodotto da Anthony
McCarten, già sceneggiatore e produttore di Bohemian
Rhapsoy, il biopic con Rami
Malek nei panni di Freddie Mercury. Sony e TriStar dovrebbero
distribuire il film a novembre del 2022.
A proposito del
biopic, Clive Davis aveva dichiarato: “In
base alla mia esperienza personale e professionale con Whitney,
dalla sua adolescenza fino alla sua tragica e prematura scomparsa,
so per certo che la sua storia non è ancora stata raccontata per
intero. Sono davvero felice che Anthony McCarten si sia impegnato
per realizzare una sceneggiatura senza alcun tipo di preclusione,
musicalmente ricca, che rivela finalmente la vera Whitney,
un’artista la cui voce ha profondamente influenzato il mondo,
mentre lei stessa combatteva contro quei demoni che sarebbero stati
poi la sua rovina.”
La storia di Whitney Houston
Whitney
Houston è stata una delle donne di maggior successo
discografico, la quarta donna per numero di vendite negli Stati
Uniti, con circa 55 milioni di dischi certificati
dalla RIAA. Le sue vendite complessive di album e
singoli sono di 200 milioni di copie. Tra gli altri record, detiene anche il
primo posto nella classifica degli artisti di colore di maggior
successo insieme a Michael Jackson, e nel
2006 il Guinness dei Primati l’ha
dichiarata “l’artista più premiata e famosa di tutti i
tempi”.
Sono stati rivelati i dettagli su
una scena presente a metà dei titoli di coda di Wonder
Woman 1984, l’atteso sequel del cinecomic DC che vedrà
Gal Gadot e
Chris Pine diretti ancora una volta da Patty Jenkins.
Nonostante gli screener concessi
alla stampa americana fossero privi di scene post-credits al fine
di evitare spoiler, il film è uscito ieri in alcuni mercati
internazionali ed ecco che online è già apparso un resoconto di ciò
che vedremo una volta conclusasi la nuova avventura di Diana. Se
non volete rovinarvi la sorpresa, vi invitiamo a non proseguire nella
lettura dell’articolo!
ATTENZIONE: SEGUONO
SPOILER SU WONDER WOMAN 1984!
Come riportato da
Bleeding Cool, la scena mid-credits in questione – una scena
che appare a metà dei titoli di coda – è interpretata dall’attrice
originale di Wonder Woman, ossia Lynda Carter. Nella scena rivela che il suo
nome è Asteria e che è la precedente proprietaria dell’armatura
dorata dell’aquila reale che Diana Prince indossa nel sequel.
Dopo aver salvato qualcuno, la
guerriera di Themyscira lascia intendere di aver servito nell’ombra
per diverse centinaia di anni (da quando ha trovato la sua strada
nel mondo degli uomini). L’attrice fa l’occhiolino alla telecamera
prima che la scena finisca, un ironico riferimento al passato di
Carter come Wonder Woman.
Era da tempo che si parlava del
possibile cameo di Lynda Carter nel sequel, con la stessa
Patty Jenkins che aveva espressamente chiesto
alla celebre attrice di apparire nel suo film. La descrizione della
scena mid-credits, seppur non dettagliata, confermerebbe dunque la
presenza dell’interprete originale di Wonder Woman nel sequel ed un
omaggio alla sua iconica eredità.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
L’attore Scott
Adkins si è pentito di aver interpretato il ruolo di un
cattivo in Doctor
Strange del 2016, a causa di ciò che quella parte
significherà per il suo futuro nel MCU. Diretto da Scott Derrickson, Doctor
Strange racconta la storia delle origini di Stephen
Strange (Benedict
Cumberbatch), che da chirurgo narcisista si trasforma
in stregone disinteressato a seguito di un devastante
incidente.
Il film è stato in maniera positiva
sia dal pubblico sia dalla critica, e ad essere apprezzati sono
stati, oltre alla performance di Cumberbatch, anche gli effetti
visivi.
Benedict Cumberbatch tornerà in Spider-Man 3 in arrivo
nel 2021 prima della sua nuova avventura in solitaria,
Doctor Strange in the Multiverse of Madness, prevista per
il 2022.
In Doctor
Strange,Scott Adkins interpreta la parte
di un antagonista secondario di nome Lucian, uno degli zeloti che
seguono Kaecilius (Mads
Mikkelsen) nel suo complotto per portare Dormmamu nel
mondo. Sebbene Adkins non abbia molte battute (anzi, quasi
nessuna!), appare comunque al centro di una lotta travolgente con
il personaggio di Cumerbatch. Il pubblico ricorderà le loro forme
astrali che combattono nel bel mezzo di una sala operatoria: la
scena culmina con Stephen che fulmina Lucian ed elimina sia lui che
la sua forma astrale.
In una nuova intervista con
The Illuminerdi, Adkins ha spiegato perché si è pentito di aver
interpretato Lucian in Doctor
Strange. Non ha nulla a che fare con il personaggio o
con il contenuto del film, ma più che altro con il suo futuro del
MCU e con la possibilità di poter interpretare un ruolo diverso,
magari più ampio. “Quello è un ruolo che mi dispiace di aver
accettato”, ha detto Scott Adkins.
“Vorrei aver resistito ed essere stato in grado di rifiutare,
perché ora sento di aver sprecato per sempre la mia possibilità di
essere nell’Universo Cinematografico Marvel”. Tale
dichiarazioni sono più che comprensibili, dal momento che il
personaggio di Adkins nel cinecomic di Derrickson è morto: di
conseguenza, lo stesso non avrà la possibilità di fare ritorno nel
sequel di Sam Raimi.
Scott Adkins ricorda l’esperienza
come stunt in X-Men le origini: Wolverine
Nel corso della medesima intervista,
Adkins ha anche ricordato la sua esperienza come stunt di Ryan Reynolds in X-Men le origini: Wolverine, in cui l’attore è
apparso per la prima volta nei panni di Wade Wilson. Adkins, che ha
lavorato alla scene in cui Wade si trasforma in Weapon XI, ha
ricordato di aver avuto dei forti dubbi sulla riuscita del
personaggio sin dalla visione dei primissimi concept art.
“Quando ho ottenuto la parte,
all’inizio ero davvero eccitato”, ha spiegato. “Mi
aspettavo di indossare l’intero costume di Deadpool e tutto il
resto. Quando ho incontrato la produzone e ho visto il concept art
del personaggio… con la bocca cucita, gli occhi laser e gli artigli
che spuntavano fuori ho pensato: ‘Non funzionerà mai’
(ride).”
La Marvel potrebbe modificare i
compensi dei suoi attori a seconda del futuro dei film del MCU. La pandemia di Covid-19 continua a
stravolgere l’industria dell’intrattenimento, con la Marvel che ha
subito il contraccolpo fin dall’inizio, con il rinvio di Black
Widow e dell’inizio della Fase 4 che hanno
inevitabilmente rimescolato le carte in tavola e stravolto il
calendario delle uscite relative al 2021/2022.
Uno dei più grandi
cambiamenti portati dalla pandemia di COVID-19 è arrivato con la
notizia che
la Warner Bros. distribuirà tutto il suo listino del 2021 sia nelle
sale che su HBO Max, seguendo così una strategia che verrà
ufficialmente inaugurata con Wonder
Woman 1984. Come risultato di tale cambiamento, molte
star di prim’ordine associate a WB, tra cui Margot Robbie e Will Smith, hanno iniziato a
chiedersi se avessero comunque ottenuto i bonus legati al successo
al botteghino di un blockbuster. Da parte sua, la Marvel starebbe
rimuginando su un piano per affrontare eventuali preoccupazioni
simili da parte degli attori della propria
scuderia.
Stando a quanto riportato da
The Wrap, i Marvel Studios starebbero iniziando a prendere in
considerazione la stipulazione di nuovi contratti che
consentirebbero flessibilità nel caso in cui la pandemia – o altri
fattori – portino alla decisione di non far uscire i film in sala
ma direttamente in streaming. Attori, registi, sceneggiatori e
produttori riceverebbero pagamenti adeguati in base ai nuovi
termini, a seconda che un film del MCU arrivi al cinema o venga
distribuito esclusivamente su Disney+. Secondo quanto riferito, ciò
interesserebbe solo i film che devono ancora entrare in produzione,
come Black
Panther 2, le cui riprese dovrebbbero
iniziare nell’estate del 2021. Non è chiaro se gli stessi termini
verranno applicati a film che sono già stati completati come,
appunto, Black
Widow.
Un cambiamento potenzialmente radicale per la Marvel?
Il nuovo accordo, che secondo gli
addetti ai lavori è stato preso in considerazione prima
dell’annuncio di Warner Bros/HBO Max, segnerà un cambiamento
potenzialmente radicale per la Marvel. Lo studio ha registrato
guadagni da record al botteghino, diventando il franchise
cinematografico di maggior successo con oltre 22 miliardi di
dollari a suo nome. Gli addetti ai lavori hanno specificato alla
fonte che preferirebbero attenersi ad un modello
cinematografico, ma al tempo stesso riconoscono la necessità di
mantenere aperte più opzioni in vista del clima attuale.
Anche se i primi vaccini stanno
cominciando ad arrivare negli Stati Uniti e in altre parti del
mondo, potrebbe trascorrere ancora molto tempo prima che il
pubblico si senta nuovamente pronto a tornare in sala. Un altro
fattore da considerare è che, purtroppo, non tutti considerano il
cinema come un’esperienza necessaria. Il periodo che stiamo vivendo
potrebbe aver stimolato ancora di più le persone a guardare un film
direttamente nel salotto di casa, senza dover necessariamente
uscire. Per questi spettatori, che senza dubbio rappresentano una
parte del pubblico della Marvel, lo streaming è quindi diventato
essenziale.
WandaVision
è uno delle prossime miniserie in uscita su Disney+
creata da Jac Schaeffer e basata sui personaggi
Marvel Scarlet/Scarlet Witch interpretato da
Elizabeth Olsen e Vision interpretato da
Paul Bettany. La serie è ambientato nel Marvel
Cinematic Universe (MCU) e ne condividendo la continuità con i
film.
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame dove in qualche modo Visione tornerà in
vita e insieme all’amata Wanda inizieranno la loro vita di coppia
in una New York negli anni ’50. La nuova serie tv sarà strettamente
collegata con il film Doctor Strange in
the Multiverse of Madness previsto per il 2021
dove la Olsen riprenderà il suo ruolo in tale film come
co-protagonista accanto a Benedict
Cumberbatch l’interprete di Doctor
Strange. La serie tv fa parte della Fase 4 del franchise.
Elizabeth
Olsen e
Paul Bettany. riprendono rispettivamente i ruoli di
Wanda Maximoff / Scarlet Witch e Vision della serie
cinematografica. Anche Teyonah Parris,
Kat Dennings, Randall Park e Kathryn
Hahn sono i protagonisti.
La performance di Tom Hardy nei panni di Bane ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno è una delle
più iconiche nella recente storia dei film di supereroi, eppure il
regista Christopher Nolan crede che ancora non sia
stata apprezzata nel modo giusto. Il terzo e ultimo capitolo
dell’acclamata trilogia di Batman ad opera di Nolan non è
certamente amato come il suo predecessore (che proprio di recente è
stato aggiunto al National Film Registry), ma ha comunque ottenuto
le lodi e il successo che meritava. Il Bane di Hardy è stato forse
uno degli argomenti più discussi in merito al film, ancora prima
della sua uscita nelle sale.
Sulla scia del Joker di
Heath Ledger, il villain principale della trilogia di Nolan,
Hardy si è dovuto confrontare con un’eredità parecchio ingombrante.
Dopo l’uscita de
Il cavaliere oscuro, la performance di Ledger divenne fin
da subito leggendaria, e chiunque fosse destinato a seguire le sue
orme avrebbe dovuto farsi carico di una notevole responsabilità. Il
Bane di Hardy ha raggiunto un impatto a livello culturale
altrettanto elevato, sebbene la natura di tale impatto fosse
comunque diversa da quella raggiunta da Ledger. Bane è diventato in
poco tempo un’icona nel mondo del web e la performance di Hardy –
al di là del rispetto dovuto – è stata spesso fonte di umorismo e
di ispirazione per meme assai divertenti.
Forse questo è in parte il motivo
per cui Nolan pensa che Hardy non abbia ancora ottenuto il giusto
riconoscimento per la sua interpretazione. In una recente
apparizione durante il podcast
Happy Sad Confused (via
CBR), Christopher Nolan ha lodato il lavoro di
Tom Hardy nei panni di Bane, dichiarando
che la performance “deve ancora essere pienamente
apprezzata”. Si è complimentato per l’impressionante gamma
emotiva dell’attore nonostante il suo viso fosse praticamente
nascosto, arrivando persino a paragonare Hardy a Marlon
Brando.
“Non c’è una rete di salvataggio
per nessuno di questi ragazzi e Tom, voglio dire… quello che ha
fatto con quel personaggio deve ancora essere pienamente
apprezzato. È una performance straordinaria e davvero sorprendente…
La voce, la relazione tra il solo vedere gli occhi e la fronte.
Abbiamo avuto davvero molte discussioni sulla maschera, su cosa
avrebbe rivelato e cosa non avrebbe rivelato, e una delle cose che
ricordo che mi ha detto… si è avvicinato con il dito alla tempia e
al sopracciglio e ha detto: ‘Puoi farmelo interpretare così? Lascia
che le persone lo vedano’. Certo, la vedete nel film, questa fronte
in stile Marlon Brando, che esprime tutte le emozioni ad un livello
spaventoso. È davvero una grande performance.”
Dal trionfale ritorno del
leggendario cacciatore di taglie Boba Fett al debutto live-action
del personaggio preferito dai fan, Ahsoka Tano, la seconda
stagione di The
Mandalorian è un viaggio divertente,
sorprendente, emozionante che ha mantenuto alto l’entusiasmo dei
fan, curiosi di vedere ogni settimana lo sviluppo di un nuovo
capitolo. Disney+
porterà gli spettatori dietro le quinte di questa innovativa
seconda stagione nel nuovo speciale di un’ora “Dietro le Quinte
Stagione 2”, che debutterà in anteprima il 25 dicembre sulla
piattaforma streaming.
In questo nuovo appuntamento con
Disney Gallery: The
Mandalorian, i registi e il cast offrono un
accesso senza precedenti alle decisioni e alle innovazioni
narrative che hanno fatto parte della seconda stagione della serie
premiata con l’Emmy Award.
Con video dal set che danno la
possibilità agli spettatori di immergersi nel processo di
realizzazione della serie e con dettagli e informazioni esclusive
da parte del cast e della troupe, questo speciale documentario
esplora la produzione di tutti gli 8 episodi della seconda stagione
di The
Mandalorian – dalla prima concept art fino alla tecnologia
innovativa introdotta nella serie. Lo speciale “Dietro le Quinte
Stagione 2” arriva venerdì 25 dicembre in streaming solo su
Disney+.
La piattaforma del Carbonia
Film Festival cambia nome e si trasforma in onlinesardegna.umanitaria.it, un nuovo
spazio virtuale che ospiterà una serie di appuntamenti, contenuti
speciali e rassegne sempre a titolo gratuito.
Dopo il primo ciclo di proiezioni,
la nuova piattaforma streaming dei Centri Servizi
Culturali Sardi della Società Umanitaria ospiterà a partire dal
mese di dicembre una nuova rassegna targata Carbonia
Film Festival. Grazie alle opportunità offerte
dall’edizione appena conclusa, con l’intero palinsesto
disponibile online gratuitamente, il CFF decide di espandere
l’appuntamento con il cinema di qualità legato ai temi di lavoro e
migrazioni con una rassegna disponibile gratuitamente in streaming
su tutto il territorio nazionale. Nasce così “Carbonia
Film Festival online presenta…”: i film vincitori delle
ultime edizioni del Carbonia Film Festival in streaming gratuito
sulla piattaforma. Un film al mese per i prossimi 4 mesi per
celebrare le migliori pellicole passate dal festival.Si comincia
con EUROPA “BASED ON A TRUE STORY”
di Kivu Ruhorahoza, film vincitore del Premio Miglior Film per
l’edizione 2020 appena conclusa.
Un racconto sulle tensioni sociali e
razziali in Gran Bretagna e in Europa, in cui la finzione narrativa
si alterna ad immagini di scontri sociali e manifestazioni per le
strade di Londra. Un documentario ibrido sulle politiche
sull’immigrazione nella Londra pre Brexit e una riflessione sulle
violenze che negli ultimi mesi hanno portato alla nascita del
movimento Black Lives Matter.
L’opera di Ruhorahoza sarà
disponibile dal 16 dicembre fino al 14 gennaio,
quando passerà il testimone a BLACK
MOTHER, vincitore del Premio Giuria Circoli del
Cinema 2018. Diretto da Khalik Allah, artista di origine
giamaicana-iraniana di base a New York, attualmente uno dei
fotografi e registi più significativi della new wave americana
nonché membro dell’agenzia fotografica Magnum dal
2020, Black Mother è un atto d’amore verso la
Giamaica. Un film dalla forte identità visiva girato con
un’estetica visionaria, un’esplorazione dell’identità giamaicana
tra sacro e profano, presente e passato, passando attraverso i tre
trimesti della gravidanza di una donna.
Dall’edizione 2018 arriva
anche AMATEURS di Gabriela
Pichler, commedia tra osservazione sociale e umorismo premiata a
Carbonia come Miglior Film, che racconta le disuguaglianze di
classe e razziali. Ambientato in Svezia, nella fittizia cittadina
di Lafors, la cui comunità cerca di convincere una catena tedesca
ad aprire una filiale tramite un video promozionale della comunità,
a cui decidono di partecipare anche due adolescenti, rivolgendo i
loro smartphone verso tutto quello che non andrebbe mostrato…
Chiude il ciclo di appuntamenti
EL FUTURO PERFECTO di Nele Wohlatz,
che dopo il successo al Festival di Locarno nel 2016 (Premio per la
migliore opera prima nella sezione Cineasti del Presente) si
aggiudicò il Premio Miglior Film al CFF 2016. Il primo
lungometraggio di Nele Wohlatz, tedesca immigrata in Sud America, è
una commedia sulla comunicazione, il linguaggio e lo spaesamento di
chi giunge in un altro paese e deve impararne la lingua. Attraverso
il racconto di Xiaobin, diciassettenne cinese che arriva in
Argentina, la regista mette in scena un film che con semplicità e
grazia fotografa una realtà e le sue pittoresche conseguenze.Il
palinsesto degli appuntamenti si arricchirà di altri titoli di
cortometraggi presentati nelle passate edizioni del Carbonia Film
Festival, oltre che di un titolo al mese selezionato dal catalogo
di Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, il centro
di raccolta e produzione della memoria storico-audiovisiva del
territorio.
Il primo mese insieme ad
EUROPA “BASED ON A TRUE STORY” verrà
proposto anche TOUT LE MONDE AIME LE BORD DE LA
MER di Keina Espiñeira, cortometraggio sospeso
tra fiction e documentario sulle grandi migrazioni dall’Africa
all’Europa in concorso al CFF nel 2016. A partire dal 16 dicembre
sarà inoltre fruibile anche LA TERRA
DENTRO di Stefano Obino, primo lavoro della futura
“Fabbrica del Cinema” sul personaggio di Pietro Cocco, storico
sindaco della città di Carbonia: un lavoro che vide coinvolti un
gruppo di giovani professionisti del territorio per un progetto che
ha incrociato produzione e formazione.
Ogni titolo sarà disponibile
gratuitamente per 30 giorni, a partire dalla prima programmazione,
con un accesso limitato fino a 500 posti nella sala virtuale.Alla
programmazione cinematografica si affiancherà un appuntamento
mensile di approfondimento sui temi del lungometraggio proposto. In
diretta sui canali social del Festival Pietro
Cingolani del Forum Internazionale ed Europeo di
ricerche sull’immigrazione converserà con studiosi, operatori
e attivisti.
Il programma completo sarà
annunciato prossimamente. L’accesso alla piattaforma è gratuito,
sono necessarie solamente le credenziali utilizzate al momento
dell’iscrizione.
Il prequel di Mad
Max: Fury Road incentrato su Furiosa è
ormai ufficiale. Anche se i dettagli sul film che avrà come
protagonista Anya-Taylor Joy sono ancora piuttosto scarsi,
ci sono indubbiamente diversi elementi che tutti i fan della
celebre saga post-apocalittica vorrebbero vedere nel nuovo film.
Proprio per questo, Screen
Rant ha raccolto le 10 cose che vorremmo vedere
nell’attesissimo prequel dedicato all’Imperatrice.
Il giovane Immortan Joe che diventa ancora più cattivo
Il giovane
Immortan Joe è in cima alla lista dei personaggi che i fan
vogliono vedere in azione nel nuovo film. La probabilità di vedere
un lato meno rude del personaggio è pari alla possibilità di vedere
la trasformazione nel demone che tutti conosciamo.
La sua svolta può essere delineata
con intelligenza nel prequel, che dovrebbe mostrare un uomo che non
intendeva diventare necessariamente un dittatore, ma che ha
soltanto ceduto ai suoi oscuri desideri e abbracciato la perdita
totale della sua anima.
Immortan Joe cattura le sue mogli
Immortan
Joe non sarebbe mai stato uno dei cattivi più straordinari
dello scorso decennio se non fosse stato coinvolto in atti atroci.
Uno di questi era la sua abitudine di catturare certe donne e
renderle sue mogli, la cui fuga era alla base della storia di
Fury
Road.
Il prequel non ha bisogno di
riportare indietro tutti questi personaggi: la scelta migliore
sarebbe mostrare effettivamente come Immortan ha catturato quelle
donne. Chiarirebbe come è iniziato il sistema di cattura e
svelerebbe quante donne hanno dovuto subire questo tragico
destino.
Lo stile di vita di uno schiavo della Cittadella
Tutti coloro sotto il
comando di
Immortan Joe erano fondamentalmente degli schiavi e la vita
nella Cittadella è apparsa infernale sotto ogni punto di vista.
Tuttavia, quest’aspetto è stato mostrato solo in parte durante
Mad Max:
Fury Road, a causa della necessità di approfondire
maggiormente la storia di Max e Furiosa.
Il prequel dovrebbe dedicare del
tempo a ritrarre appieno le difficoltà della vita in questo
ambiente crudele, per cementare il fatto che Immortan ha mantenuto
le cose al loro livello peggiore. Dovrebbe anche “regalare” allo
spettatore una parte della storia raccontata interamente attraverso
gli occhi di uno degli schiavi.
L’infanzia di Furiosa
Si consiglia di guardare i
primi film di Mad Max prima dell’arrivo di Furiosa, in
modo da entrare nella cornice mentale di questo universo. Tuttavia,
non sarà una necessità se il prequel mostrerà anche i giorni
dell’infanzia di Furiosa,
poiché il punto di vista di un bambino in questo mondo lascerà
sicuramente un segno.
Naturalmente, c’è il fatto che
Fury
Road ha omesso molte informazioni sull’educazione di
Furiosa,
senza mai rappresentarle sullo schermo, quindi sarebbe una cosa
naturale da approfondire nel prequel. I legami di Furiosa
con Valkyrie potrebbero finalmente essere approfonditi.
Come Furiosa ha perso il braccio
Non faceva molta differenza
che Furiosa
soffrisse per la mancanza di un braccio, poiché era ancora tra i
personaggi più pericolosi in Mad Max:
Fury Road. Ciò non ha impedito ai fan di chiedersi perché
avesse un braccio protesico.
Con il prequel impostato per
esaminare una Furiosa
più giovane, sarebbe opportuno fare luce sul motivo esatto per cui
ha perso il braccio. C’è un’alta probabilità che sia stato perso a
causa delle sue attività sotto
Immortan Joe, ma le speculazioni non si fermeranno a meno che
il vero motivo non venga rivelato.
Flashforward ai giorni nostri
Solo perché Furiosa
è un prequel non significa che la storia debba rimanere
rigorosamente ancorata al passato. Anche se Mad Max:
Fury Road ha avuto un finale molto conclusivo, c’è ancora
qualcuno che si chiede se le persone alla Cittadella siano riuscite
a rimanere civili dopo aver perso l’influenza di
Immortan Joe.
L’uso di flashforward può essere
impiegato per confermare ciò che è accaduto a Furiosa
nel presente, il che non solo creerebbe degli ottimi parallelismi
con il passato, ma fornirebbe anche una ragione per il ritorno
dell’interprete originale,
Charlize Theron.
Gli eventi che hanno spinto
Furiosa a lavorare per Immortan Joe
Dato quanto disprezzava
Immortan Joe, è difficile capire perché partecipasse volentieri
al suo regime all’inizio di Mad Max:
Fury Road. C’è la possibilità che Furiosa mostri
le avventure dell’Imperatrice solo prima di incontrare Immortan
Joe, ma questa sarebbe la strada sbagliata.
Furiosa,
invece, dovrebbe concentrarsi sugli eventi che portano il
personaggio del titolo ad allinearsi con Immortan e ritrarre le sue
esperienze subito dopo essersi stabilita come parte della
Cittadella. Questo farà comprendere anche la natura complessa della
dinamica tra i due personaggi.
Immortan Joe e il lavaggio del
cervello
Lo stato delle persone
sotto il controllo di
Immortan Joe era pazzesco, ed è strano come questi personaggi
vivessero malnutriti e crivellati di malattie eppure saltassero su
macchine pericolose e eseguirono gli ordini di Joe.
In Mad Max:
Fury Road era chiaro che Immortan usava il suo
carisma per fare il lavaggio del cervello in modo efficace alle
persone, ma questo doveva essere fatto su larga scala e doveva
essere effettivamente mostrato sullo schermo. Guardare il giovane
Immortan Joe perfezionare il suo culto della personalità renderà il
prequel ancora più intrigante.
L’educazione di Nux
Il personaggio di Nux è stato uno dei
protagonisti diMad Max: Fury Roade senza dubbio tra le migliori
interpretazioni di
Nicholas Hoult. All’inizio del film, era un fanatico della
guerra per Immortan Joe, il cui unico sogno era morire e andare nel
Valhalla.
Il giovane Nux ha bisogno di essere
interpretato in tutti i modi che lo hanno motivato a pensare che la
morte fosse l’unico scopo della sua vita. Le malattie di cui
soffriva possono anche essere pienamente comunicate nel prequel,
insieme a stabilire i limiti alla sua follia.
Uno sguardo al mondo apocalittico
Non ci sono molti film così
simili a questa serie, poiché il personaggio principale continua ad
evolversi e ad esplorare. Essendo un vagabondo, Max non rimane a
lungo in un posto, anche se i film si concentrano sempre sulle sue
avventure in un particolare luogo e finiscono quando ritorna nel
mondo.
Furiosa dovrebbe portare alla luce
questo mondo apocalittico mostrando le numerose comunità che
esistono e come appare la terra desolata. Essendo un prequel, il
mondo non ha bisogno di essere così desolato e potrebbe presentare
insediamenti aggiuntivi e più creativi che Furiosa potrebbe
visitare.
Si sono appena concluse a Roma,
dopo sei settimane, le riprese del
film I Cassamortari,
terza regia di Claudio Amendola, che torna
dietro la macchina da presa dopo La
mossa del pinguino e Il
Permesso.
Scritto da Roberto Iannone, Kissy
Dugan e lo stesso Amendola, con la collaborazione di Luigi Di
Capua, I Cassamortari è
una black comedy nata da un soggetto di Francesca Neri e Claudio
Amendola che racconta in modo cinico, ironico e scorretto, ma anche
con molto sentimento, la storia di una famiglia che gestisce
un’impresa di onoranze funebri.
Ne sono
protagonisti Massimo Ghini, Gian
Marco Tognazzi, Lucia
Ocone, Alessandro
Sperduti, Sonia
Bergamasco, Piero
Pelù, Alice Benvenuti,
con Giuliana Loiodice e l’amichevole
partecipazione di Massimo
Dapporto, Antonello
Fassari ed Edoardo Leo. La
direzione della fotografia è di Maurizio
Calvesi, la scenografia di Ivana
Gargiulo, i costumi di Catia
Dottori e le musiche originali sono
di Piero Pelù.
“Sono strafelice di aver finito
il film senza aver avuto intoppi. Abbiamo raggirato il Covid e di
questo siamo molto fieri, vuol dire che ci siamo comportati tutti
in maniera corretta e giusta
– hadichiarato Claudio Amendola –
Sono completamente innamorato di tutti gli attori del cast e non
potevo sceglierne di migliori, sono davvero fiero di loro. Sono
anche molto contento di come abbiamo realizzato il film, del
supporto avuto dalla produzione e da tutti i reparti, tutto ciò mi
rende veramente orgoglioso. Ritengo questo film il mio esame di
laurea”.
I produttori Arturo Paglia e
Isabella Cocuzza hanno sottolineato: “Siamo molto felici di
aver dato a Claudio tutti gli strumenti necessari per poter portare
sul grande schermo il film che ci ha raccontato e abbiamo amato fin
da subito. Oltre ad un grande professionista, abbiamo trovato una
grande persona ed un grande Amico. Il nostro obiettivo, in questo
momento storico cupo e difficile, è quello di voler regalare un
tipo di intrattenimento leggero, ironico e dissacrante e questo
film nasce da questo presupposto. Dobbiamo ringraziare anche tutta
la Troupe che nonostante tutti i disagi dovuti alla pandemia è
stata sempre prudente, responsabile e molto
collaborativa”.
I
Cassamortari èuna coproduzione
italo-spagnola Paco Cinematografica – Neo Art Producciones
realizzata con il sostegno della Regione Lazio – Avviso
pubblico Attrazione produzioni cinematografiche (Por Fesr Lazio
2014-2020), progetto cofinanziato dall’Unione Europea.
Prodotto da Isabella
Cocuzza e Arturo Paglia in
collaborazione con Amazon Prime Video, il film
sarà distribuito da Vision
Distribution.
Il network americano
FOX ha diffuso il terzo promo di 9-1-1 4,
l’annunciata
quarta stagione di 9-1-1.
9-1-1 4
9-1-1 4 è la
quarta stagione della serie 9-1-1creata
da Ryan Murphy e Tim Minear per il
network americano FOX. Dai creatori Ryan Murphy e Brad
Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip /
Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1
esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia,
paramedici e vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni
spaventose, scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono
cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più
vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.
In 9-1-1
4 protagonisti sono Athena Carter Nash,
(stagione 1-in corso), interpretata da Angela
Bassett, Robert “Bobby”
Nash (stagione 1-in corso), interpretato
da Peter Krause, Evan “Buck”
Buckley (stagione 1-in corso), interpretato
da Oliver Stark, Henrietta “Hen”
Wilson (stagione 1-in corso), interpretata
da Aisha Hinds, Howard
“Howie”/”Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato
da Kenneth Choi, Michael
Grant (stagione 1-in corso), interpretato
da Rockmond Dunbar, Abigail “Abby”
Clark (stagione 1, guest star stagione 3), interpretata
da Connie Britton, Madeline “Maddie”
Buckley Kendall (stagione 2-in corso), interpretata
da Jennifer
Love Hewitt, Edmundo “Eddie”
Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan
Guzman, May Grant (ricorrente
stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata
da Corinne Massiah, Harry
Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso),
interpretato da Marcanthonee Jon Reis.
Sappiamo ormai da diverso tempo –
anche se manca ancora una conferma ufficiale da parte di Sony e
Marvel – che Spider-Man
3 esplorerà ufficialmente il Multiverso, configurandosi
come la versione live action dello Spider-Verse. Sappiamo
anche che nel film torneranno non soltanto il Doctor Octopus di
Alfred Molina e l’Electro di Jamie Foxx, ma anche le precedenti iterazioni
dell’Uomo Ragno ad opera di Tobey Maguire e Andrew Garfield, così come i personaggi di
Mary Jane e Gwen Stacy interpretati in passato da Kirsten Dunst e Emma Stone.
Adesso, nuovi report – chiaramente
non confermati – suggeriscono che altri personaggi dell’universo di
Spider-Man, già visti sul grande schermo, potrebbero fare ritorno
nella terza avventura cinematografica di Peter Parker collegata al
MCU. Dopo l’indiscrezione relativa al possibile ritorno di Charlie Cox nei panni di Matt
Murdock/Daredevil, è
The Illuminerdi (via
Screen Rant) a riportare nel film con Tom
Holland potremmo rivedere anche il Norman
Osborn/Green Goblin di Willem Dafoe e il Flint
Marko/Sandman di Thomas Haden Church, entrambi
apparsi nella trilogia di Spider-Man diretta da Sam
Raimi.
Ma non è tutto: alcune foto dal set
apparse online grazie all’account Twitter
@NacaoMarvel (via
CBM) suggeriscono la presenza dello stunt di Jake Gyllenhaal, a conferma che il personaggio
di Mysterio tornerà nel trequel. Il suo coinvolgimento in
Spider-Man 3 avrebbe molto più senso se il personaggio
provenisse effettivamente dal Multiverso, ma forse tutto ciò che ha
detto sul nutrire rancore nei confronti di Tony Stark era una
bugia? La sua controparte “Ultimate Comics” ha viaggiato tra i
mondi, quindi è decisamente possibile che Mysterio sia colui che –
nel MCU – assembla una versione multidimensionale dei Sinistri Sei
per eliminare Peter Parker.
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro
film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Un nuovo video dal dietro le quinte
di Star Wars: L’Impero Colpisce Ancora, che
celebra i 40 anni dell’uscita del film, rivela una versione
alternativa del famoso bacio di Han e Leia sul Millennium Falcon.
Il sequel del 1980 del film che ha cambiato per sempre la storia
del cinema ha visto Irvin Kershner raccogliere l’eredità di
George Lucas e subentrare alla cabina di
regia. Il film ha assunto un tono molto più cupo rispetto al
predecessore, ma è stato comunque un grande successo, introducendo
personaggi classici del franchise come Lando Calrissian, Boba Fett,
Yoda e l’Imperatore.
Proprio per questo, L’Impero Colpisce Ancora è considerato da
molti il miglior film del franchise, grazie anche alle epiche
scene di battaglia, ai duelli con le spada laser e alla componente
fortemente tragica della trama. Inoltre, il film presenta anche la
famigerata rivelazione di Darth Vader e del suo grado di parentela
con Luke Skywalker, scolpita nell’immaginario della cultura pop
come una delle scene di film più parodiate e referenziate di
sempre.
Ma Star Wars: L’Impero Colpisce Ancora viene
ricordato anche per il primo bacio tra Han Solo (Harrison
Ford) e Leia (Carrie Fisher), che ha
luogo sull’iconico Millennium Falcon. Adesso, un nuovo video rivela
che la scena sarebbe potuta essere leggermente diversa.
GMA ha infatti pubblicato un nuovo video dal dietro le quinte
le film che mostra diverse scene inedite dal backstage, durante le
prime fasi della produzione. Il video ci mostra le difficoltà nel
girare la scena su Hoth, ma anche le sfide da un punto di vista
fisico che Mark Hamill ha dovuto affrontare durante le
riprese del duello con la spada laser con Darth Vader.
Inoltre, George Lucas ha voluto rendere omaggio
all’alchimia di Harrison Ford e Carrie
Fisher nella celebre scena del loro bacio, rivelando che
in origine la suddetta aveva un finale diverso. Nel film, la coppia
si bacia e C-3PO li interrompe: nella versione originale, invece,
la coppia continua a parlare, con Leia che definisce Han un
“fenomeno”.
La differenza è minima, ma
significativa, in quanto rivela un po’ di più sul personaggio di
Leia e sui suoi sentimenti contrastanti nei confronti di Han a quel
punto della saga. Il taglio è stato probabilmente fatto per
generare umorismo, poiché l’interruzione di C-3PO è un modo
divertente per spezzare la tensione e spostare l’azione sulla scena
successiva. Potete vedere il video diffuso da
GMA di seguito, insieme alla scena che tutti conosciamo, così
come si presenta nel film.
Chris Pine ha spiegato come l’esperienza della morte
ha cambiato Steve Trevor in Wonder
Woman 1984. L’attore tornerà per il sequel del
cinecomic DC, riunendosi con
Gal Gadot e la regista Patty Jenkins. A differenza del personaggio di
Diana Prince, la situazione di Steve è leggermente più complicata,
considerando che è morto alla fine del primo film.
Wonder
Woman 1984 arriverà in sala e su HBO Max il
prossimo 25 dicembre, e per questo il cast è già impegnato con il
press tour. Parlando da
ComicBoook, a
Chris Pine è stato chiesto in che modo la morte
ha cambiato Steve, ma l’attore ha rivelato che quell’esperienza non
è stata la cosa più sconvolgente per il suo personaggio: lo è
stato, invece, il cambio di epoca, dall’inizio del XX secolo agli
anni ’80. L’attore vuole che sia il pubblico a giudicare se la
risurrezione sia stata fatta o meno nel modo giusto.
“La regista
Patty Jenkins ed io abbiamo discusso a lungo su quel momento e su
come ricreare quel senso di meraviglia tipico del personaggio di
Steve. C’erano molto modi, molti scenari… e devo ammettere che è
stato molto più difficile di quanto pensassi. Ma alla fine spetterà
al pubblico decidere se è stato fatto nel modo giusto oppure no.
Adoro Patty e adoro Gal e ho amato la possibilità di tornare a
lavorare con loro. Penso che questo film sia molto romantico e
molto ‘vecchio stile’ nella migliore accezione possibile. È un film
semplice, che non reinventa la ruota. È un’ottima storia. Una
grande storia vecchio stile. Patty può propormi qualsiasi cosa. Ha
sempre delle idee eccezionali. Le migliori che mi siano mai state
presentate in tutta la mia carriera.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Il 2020 passerà alla storia come
l’anno della PANDEMIA e nonostante l’emergenza abbia provocato
ritardi e difficoltà ai palinsesti di tutti i canali come ogni anno
ci apprestiamo a stilare la classifica delle migliori serie
tv del 2020, almeno secondo noi di Cinefilos.it
Dunque come già detto, il 2020 è
stato comunque un anno ricco di prodotti di estrema qualità e
varietà. Come ogni anno trai canali più quotati troviamo
l’immancabile HBO che con le sue serie domina da
anni le classifiche e i premi di tutto il mondo. Quest’anno però è
anche il ritorno di Netflix e
Prime video con titoli di enorme successo.
A mancare da più anni ormai sono i
network americani che con l’avvento delle piattaforme streaming
stanno perdendo la loro incisività in termini di prodotto e
qualità. Ma andiamo a scoprire quali sono state le migliori
serie tv del 2020:
Kingdom
Una serie originale Netflix che
racconta diun regno dove imperversano corruzione e carestia si
diffonde la voce della morte del re, assieme a una strana malattia
che rende gli infetti immuni alla morte e affamati di carne. Il
principe ereditario, vittima di un complotto, si mette in viaggio
per svelare il piano malvagio e salvare il suo popolo.
The Mandalorian
Dai produttori Jon Favreau e Dave
Filoni arriva in Italia l’epica prima serie live action
dell’universo Star Wars,
The
Mandalorian, disponibile su Disney+ a partire dal 24 marzo
2020.
Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa
l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini
dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del
Primo Ordine, The Mandalorian racconta le
difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno
della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La
serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.
Better call Saul 5
La quinta stagione dello spin-off
di Breaking Bad, ormai diventato una certezza e immancabile in una
classifica che si rispetti.
Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta
da Vince Gilligan e Peter Gould che
sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson
(Breaking Bad, Diner,
Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking
Bad, Rectify, Halt and Catch
Fire) e Thomas Schnauz.
Tales from the Loop
Tales from the Loop è la serie tv drammatica basata sui
disegni dell’artista di Simon Stålenhag prodotta
per Amazon Studios e che sarà presentata in
anteprima su Amazon
Prime Video. Lo show è creato e scritto da Nathaniel
Halpern.
Tales from the Loop esplora “la città e le persone che
vivono al di sopra di” The Loop “, una macchina costruita per
sbloccare ed esplorare i misteri dell’universo – rendendo possibili
cose che in precedenza erano relegate solo alla fantascienza”.
Nella serie protagonisti sono Rebecca Hall nel ruolo di Loretta e
Tyler Barnhardt nel ruolo di Danny Jansson. Di
seguito tutte le foto ufficiali:
The Last Dance
Nell’autunno del 1997 Michael
Jordan e i Chicago Bulls hanno in mente un solo obiettivo: la
conquista del sesto titolo NBA in otto anni. Ma nonostante gli
epici successi di Jordan dal suo debutto tredici anni prima, “The
Last Dance”, l’ultima danza, come l’aveva soprannominata il coach
Phil Jackson, sarebbe stata offuscata da tensioni con l’ufficio del
club e da una consapevolezza palpabile che si sarebbe trattato
dell’ultima occasione di vedere la travolgente volata finale del
più grande giocatore di basket di tutti i tempi e dei suoi
straordinari compagni di squadra.
BoJack Horseman
BoJack Horseman è una serie creata
da Raphael Bob-Waksberg, arrivata quest’anno alla sua sesta
stagione. I produttori esecutivi sono Raphael Bob-Waksberg,
Steven A. Cohen e Noel Bright a fianco di Will Arnett (Flaked,
Arrested Development) e Aaron Paul (Breaking Bad). BoJack è stato
disegnato dalla fumettista Lisa Hanawalt, mentre l’animazione è
curata da ShadowMachine di Los Angeles e la produzione da The
Tornante Company di Michael Eisner.
I May Destroy You
I May Destroy You
è la serie creata e scritta da Michaela Coel per BBC One e HBO e
racconta di Arabella è una star di Twitter e scrittrice londinese
di genitori ghanesi, divenuta celebre come icona della generazione
Y dopo la sua prima opera, Cronache di una millennial stufa. Dopo
una nottata passata a bere e ballare in compagnia ha difficoltà a
ricordare cosa sia successo e si ritrova con un taglio in fronte e
lo schermo del telefono infranto. Aiutata dagli amici Terry e
Kwame, cerca di ricostruire gli eventi della notte.
The Good Lord Bird
La miniserie evento creata,
prodotta e interpretata da
Ethan Hawke, insieme a Mark Richard per Showtime. La
serie è basata sull’omonimo romanzo di James McBride e narra la
storia dal punto di vista di Henry Shackleford soprannominato
“Cipollina”, un immaginario ragazzino schiavizzato, facente parte
dell’eterogenea squadra di soldati abolizionisti di John Brown,
durante gli eventi del Bleeding Kansas.
The Crown 4
Sul finire degli anni settanta, la
regina Elisabetta (Olivia Colman) e la famiglia sono impegnati a
garantire la linea di successione al trono cercando la moglie
giusta per il principe Carlo (Josh O’Connor), che a trent’anni è
ancora scapolo. Mentre la nazione comincia a sentire l’impatto
delle politiche controverse introdotte da Margaret Thatcher
(Gillian Anderson), la prima donna a ricoprire la carica di primo
ministro, le tensioni tra questa e la regina peggiorano quando la
premier conduce il paese nella guerra delle Falkland, creando
conflitti all’interno del Commonwealth. Anche se la storia d’amore
di Carlo e della giovane Lady Diana Spencer (Emma Corrin) fornisce
la distrazione ideale per unire il popolo britannico, tra le mura
del palazzo la famiglia reale è sempre più divisa.
La quarta stagione della serie
scritta da Peter Morgan vede la partecipazione di Helena Bonham
Carter nel ruolo della principessa Margaret e Tobias Menzies in
quello del duca di Edimburgo, mentre Josh O’Connor è il principe
Carlo, Erin Doherty è la principessa Anna, Emerald Fennell è
Camilla Parker Bowles, Marion Bailey è la Regina Madre, Georgie
Glen è Lady Fermoy, con Tom Byrne che veste i panni del principe
Andrea, Angue Imrie quelli del principe Edoardo e Charles Dance
quelli di Lord Mountbatten.
Unorthodox
Basato sull’omonimo libro di
memorie bestseller del New York Times di Deborah Feldman,
Unorthodox è la storia di una ragazza che rifiuta la sua educazione
radicalizzata e se ne va per iniziare una nuova vita. Una parte
della storia del raggiungimento della maggiore età e una parte del
thriller, ambientato nel divertente mondo di Berlino, guardiamo
come una ragazza scopre tutte le parti della vita, di se stessa e
mentre segue i sentieri oscuri per scoprire i pericolosi misteri
del passato della sua famiglia.
Lovecraft Country
Un horror drama creato da Misha
Green (nel team di scrittura di Heroes e Sons of
Anarchy), anche produttrice esecutiva della serie insieme a
J.J. Abrams (co-creatore di Lost e Fringe e regista di
numerosi film di successo) e Jordan Peele (regista
di Noi
e
Scappa – Get Out e produttore di
BlacKkKlansman e The Twilight Zone). Ambientata negli
Stati Uniti della metà degli anni Cinquanta, la serie racconta del
veterano della guerra di Corea Atticus “Tic” Freeman (interpretato
da Jonathan Majors, Da 5 Bloods), arrivato a Chicago dalla Florida
per cercare il padre scomparso. Insieme allo zio George (Courtney
B. Vance) e all’amica d’infanzia Letitia “Leti” Dandrige (Jurnee
Smollett), Tic intraprenderà uno spaventoso e adrenalinico viaggio
on the road attraverso l’America razzista delle leggi di Jim Crow.
Ciò che Atticus troverà tra le terre del New England, però, non
saranno solo creature innominabili e antichi culti, ma anche l’odio
di un’America malata di razzismo.
Mrs. America
Mrs. America è la serie tv creata
da Dahvi Weller e prodotta da FX che vede protagonista l’attrice
Cate Blanchett nei panni di Phyllis Schlafly.
Normal People
In una scuola in una piccola
cittadina nell’ovest dell’Irlanda, Connell è un giocatore di
football atletico, molto amato e di bell’aspetto. Marianne è una
ragazza solitaria, orgogliosa, impopolare, che mette soggezione e
che fa di tutto per evitare i suoi compagni di scuola e sfida
l’autorità degli insegnanti. Tra i due scossa la scintilla quando
Connell va a prendere sua madre Lorraine (Sarah
Greene, “Dublin Murders”) che lavora presso la casa di
Marianne, ed un legame strano ed indelebile cresce tra i due
adolescenti, un legame che entrambi sono determinati a tenere
nascosto ai loro coetanei.
Una moderna storia d’amore molto avvincente, “Normal
People” vede la coppia entrare ed uscire dalla vita
reciproca in un continuo intreccio ed esplora come possano essere
complicati l’intimità ed un giovane amore.
P-Valley
Nel profondo del delta del
Mississippi si trova un’oasi determinazione e lustrini in una zona
dura dell’esistenza umana dove può essere difficile trovare la
bellezza. Questa fiction caratteristica del sud e della durata di
un’ora racconta la storia caleidoscopica di un piccolo strip club
che tanti appaga e dei grandi personaggi che ne varcano la soglia
(chi è carico di speranza, chi si è smarrito, le ballerine, le
belle ed i dannati). La musica trap incontra il film noir in questa
serie lirica ricca di atmosfera che osa chiedere cosa succede
quando gli abitanti di una piccola cittadina sognano oltre i
confini del Piggly Wiggly e del banco dei pegni.
La regina degli Scacchi
Tratta dal romanzo di Walter Tevis,
la miniserie drammatica di Netflix LA
REGINA DEGLI SCACCHI è una storia di formazione che esplora il
prezzo della genialità. Crescendo in un orfanotrofio del Kentucky
verso la fine degli anni ’50, la giovane Beth Harmon
(Anya
Taylor-Joy) scopre di avere un talento incredibile per
gli scacchi mentre sviluppa un problema di dipendenza dai
tranquillanti che lo stato somministrava ai bambini come sedativi.
Tormentata dai propri demoni e sospinta da una miscela di narcotici
e ossessioni, Beth si trasforma in una figura eccentrica,
estremamente abile e glamour, decisa a superare i confini
tradizionali del mondo prettamente maschile delle gare di scacchi.
La serie è diretta e sceneggiata dal candidato a due premi Oscar
Scott Frank, mentre i produttori esecutivi sono lo stesso Frank,
William Horberg e Allan Scott, che è anche il coideatore. LA REGINA
DEGLI SCACCHI è interpretata da Anya Taylor-Joy, Marielle Heller,
Thomas Brodie-Sangster, Moses Ingram, Harry Melling e Bill
Camp.
Sono terminate a Roma le riprese di
Morrison, opera diretta da
Federico Zampaglione e tratta dal suo romanzo
Dove tutto è a metà. Una storia di vita, amicizia e
speranza, che mette a confronto due vite diverse ma legate dalla
grande passione per la musica: Lodo, giovane e pieno di grandi
sogni da dividere con la sua band, interpretato da Lorenzo Zurzolo (Baby, Sotto il
sole di Riccione), e Libero, una ex rockstar in cerca del
grande rilancio, interpretato da Giovanni Calcagno
(Il primo Natale, Il traditore).
Nel cast anche Carlotta
Antonelli (Bangla, Suburra – La serie) e
Giglia Marra (Una serata speciale,
Squadra antimafia – Palermo oggi), oltre all’amichevole
partecipazione di Riccardo De Filippis
(Giorni, Romanzo criminale) e la partecipazione
di Adamo Dionisi (Suburra, The
Shift).
Morrison è una produzione
Pegasus Entertainment, prodotto da Martha Capello,
Ilaria Dello Iacono e Giorgio Ferrero, in associazione con
QMI e sarà distribuito prossimamente da
Vision Distribution.
Morrison: la trama
Lodo ha vent’anni e vive le
difficoltà della sua età, tra un difficile rapporto con il padre e
il tentativo di conquistare Giulia, la sua coinquilina di cui è
follemente innamorato. Si esibisce con i MOB, una band indie, in un
leggendario locale romano: il Morrison. Un giorno, casualmente, la
strada di Lodo incrocia quella di Libero Ferri, ex rockstar dalla
carriera in stallo, che cerca di ritrovare il successo ma finisce
per chiudersi sempre di più in se stesso, trascurando la bella
moglie Luna e vivendo isolato nella sua lussuosa villa piena di
ricordi.
Tra sogni, fallimenti, amicizia,
amori tormentati e curiosi personaggi, il loro incontro diventerà
uno stimolo reciproco ad andare avanti, ma a tratti anche un
difficile confronto tra generazioni e modi di essere molto
diversi.
Christopher Nolan ha dichiarato che la
decisione di far uscire Tenet
al cinema la scorsa estate è stata esclusivamente della Warner
Bros. L’ultima fatica del regista britannico è stato l’unico grande
blockbuster ad essere arrivato nelle sale durante la pandemia di
Coronavirus. Dopo essere stato posticipato ben tre volte, il film è
arrivato al cinema tra la fine del mese di agosto e l’inizio del
mese di settembre.
A causa della chiusura dei cinema in
alcuni mercati considerati chiave, Tenet
ha incassato soltanto 300 milioni di dollari a livello globale, e
proprio per questo è stato definito dagli analisti un flop.
Tuttavia, Nolan ha sempre considerato tali incassi come un trionfo,
proprio a causa del momento particolarmente difficile in cui il
film è stato distribuito. A tutto ciò bisogna aggiungere che il
film è stato accolto in maniera contrastante dalla critica, per via
della struttura narrativa particolarmente intricata, da molti
considerata troppo complessa.
Di recente, Nolan è balzato
nuovamente all’attenzione dei media per essersi pubblicamente
scagliato contro
la decisione della Warner Bros. di far uscire tutti i titoli della
propria scuderia in arrivo nel 2021 sia al cinema che in
streaming, sulla piattaforma HBO Max. Adesso, in una recente
intervista con il
Washington Post in occasione della release in home video di
Tenet,
Nolan ha confermato che la decisione di far uscire il film in sala
è stata dello studio, nonostante lo stesso fosse assolutamente
favorevole. Tuttavia, il regista ha specificato che, anche se fosse
stato contrario, non avrebbe potuto fare nulla per cambiare le
cose, sottolineando quanto la major agisca “unilateralmente”.
“Lo studio ha deciso di far
uscire il film in sala, alla fine dell’estate, in quelle parti del
mondo in cui era sicuro distribuire il film a causa della risposta
alla pandemia in quei singoli paesi. E penso ancora che abbiano
preso la decisione giusta, perché molte persone hanno visto il film
e sono state in grado di farlo in totale sicurezza. Ma negli Stati
Uniti la storia è completamente diversa. Il cinema di Hollywood è
un business globale. Non è un’attività esclusivamente americana. E
penso che sia molto importante che le persone inizino a guardare
oltre il proprio naso, a quello che sta succedendo anche nel resto
del mondo e cominciare ad esserne consapevoli.”
Christopher Nolan torna sul piano
distribuito della Warner Bros. per il 2021
Sempre nel corso della medesima
intervista, Christopher Nolan è tornato a parlare del
piano distribuito della Warner Bros. per il 2021 e del perché è
contrario alla release dei film sia al cinema che in streaming,
sottolineando quanto fosse importante che lo studio comunicasse la
propria decisione ai registi (ma non solo!) e, magari, discutere
insieme a loro sulla strada più giusta da intraprendere.
“Lo studio doveva collaborare
con i registi e parlare con loro di quello che sarebbe successo. Ma
non l’hanno fatto. Non hanno parlato né con loro né con gli
esercenti cinematografici, e nemmeno con i partner di produzione.
Questo è il motivo per cui ho deciso di parlare. Quanto alla
strategia nello specifico, non capisco perché qualcuno dovrebbe
fare previsioni da oggi fino a dicembre 2021. È un periodo di tempo
troppo lungo e le cose tendono a cambiare molto rapidamente. È una
dinamica in costante evoluzione.”
Tom Cruise si è lasciato andare ad un momento
di (comprensibile?) frustrazione sul set londinese di Mission:
Impossible 7 dopo aver sorpreso alcuni membri della
troupe che infrangevano i protocolli dovuti al Coronavirus. Il film
è ancora in produzione nonostante la crisi sanitaria globale ed è
molto importante che ogni persona coinvolta nelle riprese rispetti
quelle che sono le norme per arginare il contagio, in modo da poter
lavorare in sicurezza.
Come riportato dal
Sun, Tom Cruise si sarebbe scagliato duramente
contro due membri della troupe del film dopo che entrambi non hanno
rispettato le dovute distanze e infranto le misure restrittive.
Secondo quanto riportato dalla fonte, le due persone colpevoli si
sarebbero avvicinate allo schermo di un computer, azzerando quindi
la distanza interpersonale e scatenando l’ira di Cruise, la cui
reazione avrebbe letteralmente sconvolto tutti i presenti in quel
momento.
In un audio diffuso online, un Tom Cruise palesemente alterato e carico di
rabbia dice: “Non sospenderemo questo f*****o film, avete
capito? Se vedo di nuovo una scena del genere, siete licenziati.
c***o! E se lo fanno anche altri membri della troupe, vale la
stessa cosa. Sono stato chiaro? Capite cosa voglio dire? Capite la
responsabilità che abbiamo? Se chiudiamo, costerà alle persone il
loro lavoro, la loro casa, la loro famiglia. Questo è quello che
sta succedendo. Ci tengo ad ognuno di voi, ma dovete aiutarmi, e se
non volete farlo, allora ve ne dovete andare. Ok?”
Le date di uscita di Mission
Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della Galassia)
e Esai
Morales(Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Nella versione cinematografica di
Justice
League, c’era una scena a metà dei titoli di coda che
ritraeva Superman e Flash mentre
gareggiavano, scena che era chiaramente un prodotto delle riprese
di Joss Whedon. Nella scena dopo i titoli di
coda, invece, abbiamo assistito ad un incontro tra Deathstroke e
Lex Luthor, anche se l’attore
Joe Manganiello ha recentemente confermato che i dialoghi di
Jesse Eisenberg sono stati riscritti (cambiando così il significato
alla base del loro incontro).
Rispondendo ad alcune domande dei
fan su Vero (via
The Direct), Zack Snyder ha confermato che la sua versione
di Justice
League non avrà alcuna scena extra, né a metà dei
titoli di coda, né alla fine. Ha anche rivelato che circa il 75%
del lavoro sugli effetti visivi è terminato, quindi è sempre più
probabile che la Snyder Cut arriverà all’inizio del 2021.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.