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Aquaman 2: James Wan rivela finalmente il titolo ufficiale

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Aquaman 2: James Wan rivela finalmente il titolo ufficiale

Attraverso i suoi profili social ufficiali, il regista James Wan ha rivelato che Aquaman and The Lost Kingdom sarà il titolo ufficiale dell’attesissimo sequel del cinecomic con protagonista Jason Momoa, che tornerà ancora una volta nei panni del Re di Atlantide.

Non sappiamo a cosa possa fare riferimento il titolo “The Lost Kingdom”, visto che i dettagli sulla trama non sono ancora stati svelati, ma di recente The Illuminerdi (via CBM) è venuto a conoscenza del fatto che il titolo di lavorazione del sequel sarà “Necrus”, un riferimento alla misteriosa Città Nera che si trova nella parte più profonda di un canyon sottomarino e che ha fatto la sua unica apparizione nei fumetti in Aquaman #30.

I suoi abitanti sono una società militarista guidata dal re Mongo, che crede che qualsiasi invasione da parte degli abitanti della superficie dovrebbe essere accolta con una risposta aggressiva e fatale. Ciò potrebbe rappresentare, almeno in parte, il centro della storia che verrà affrontata nel sequel.

Ricordiamo che in Aquaman 2 torneranno, oltre a Momoa, anche Amber Heard (Mera), Patrick Wilson (Orm), Yahya Abdul-Mateen II (Black Manta) e Dolph Lundgren (Nereus). Nessuna notizia, invece, in merito all’eventuale ritorno di Nicole Kidman (Atlanna), Temuera Morrison (Thomas Curry) e Willem Dafoe (Vulko).

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman 2 uscirà nelle sale americane il 16 dicembre 2022.

The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim, in produzione l’anime

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New Line Cinema, che ha lavorato alla trilogia de Il Signore degli Anelli e a quella de Lo Hobbit, torna a mettere mano al materiale originale di J.R.R. Tolkien in un progetto che si intitola The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim.

Il lungometraggio a sé stante racconterà la sanguinosa guerra dietro al Fosso di Helm, la fortezza descritta ne Il Signore degli Anelli: Le Due Torri, e la storia dell’uomo dal quale prende il nome: Helm Hammerhand, il leggendario re di Rohan che ha trascorso gran parte del suo regno bloccato in un assedio prolungato e costoso.

Il veterano regista di anime Kenji Kamiyama, che ha diretto la serie anime Ultraman prodotta da Netflix, dirigerà il film da una sceneggiatura di Jeffrey Addiss e Will Matthews (The Dark Crystal: Age of Resistance). Joseph Chou (Blade Runner: Black Lotus) si occuperà della produzione.

Sebbene il team di registi sia nuovo del franchise cinematografico de Il Signore degli Anelli, il progetto dovrebbe essere collegato ai sei film della Terra di Mezzo del regista Peter Jackson basati sui libri di J.R.R. Tolkien. Philippa Boyens, che ha vinto un Oscar per la sceneggiatura de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, sarà consulente del progetto, che si baserà proprio sulla Trilogia per quello che riguarda l’aspetto estetico della messa in scena.

Il progetto non sarà collegato alla serie tv in produzione presso gli Amazon Studios, ma si sa che con quella progetto in stato avanzato, New Line e Warner vogliono fare del loro film una priorità, con l’animazione già affidata alla Sola Entertainment e il casting vocale già in fase avanzata. Dal momento che i sei lungometraggi ambientati nella Terra di Mezzo hanno incassato oltre 5,8 miliardi di dollari in tutto il mondo, la Warner Bros. non vorrebbe perdere troppo terreno rispetto al colosso dello streaming.

Fonte

Molly’s Game: trama, cast e la vera storia dietro al film

Molly’s Game: trama, cast e la vera storia dietro al film

Aaron Sorkin è conosciuto a livello internazionale come uno degli sceneggiatori più importanti del cinema statunitense. Autore di acclamati film come Codice d’onore, L’arte di vincere e Steve Jobs, nel 2010 è infine arrivato a vincere l’Oscar per il film The Social Network. Nel 2017, infine, egli ha deciso di firmare anche la sua prima regia, portando al cinema Molly’s Game (qui la recensione), acclamato film biografico dedicato a Molly Bloom ed alla sua straordinaria attività nel complesso e controverso mondo del poker, che le ha causato non pochi problemi. Come solito nelle opere di Sorkin, ne nasce un film brillante, teso ed estremamente coinvolgente.

Sorkin scrive la sua sceneggiatura a partire dal libro di memorie Molly’s Game: From Hollywood Elite to Wal Street’s Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker. Dalla travagliata vicenda di questa donna, lo sceneggiatore e regista trae un racconto incentrato sul desiderio di rialzarsi dopo una brutta caduta, sul non arrendersi davanti alle avversità. La parabola di Molly è estremamente chiara circa tale tematica, dimostrando quanto solida possa essere la struttura su cui Sorkin costruisce le sue opere.

Acclamato da pubblico e critica, il film ha guadagnato numerosi premi a livello mondiale, tra cui anche una nuova nomination all’Oscar per la sceneggiatura non originale per Sorkin. Per quanti amano il suo cinema e le sue storie, Molly’s Game è un titolo assolutamente imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Molly’s Game: la trama del film

Protagonista del film è Molly Bloom, una giovane e carismatica speranza olimpica dello sci, costretta ad abbandonare lo sport dopo una grave lesione fisica. Costretta a costruirsi una nuova carriera, Molly intraprende gli studi di legge, ottenendo poi un lavoro estivo che la introduce all’ambiente del poker clandestino. Da qui Molly inizia una scalata al potere apparentemente inarrestabile, ma tutto prende una piega inaspettata quando si ritrova arrestata in piena notte dall’FBI. Costretta ad affrontare le accuse a suo carico per gioco d’azzardo illegale, Molly potrà contare su quello che è il suo unico alleato, l’avvocato difensore Charlie Jaffey, inizialmente riluttante ad assumere il caso, ma che si convincerà infine scoprendo che c’è molto di più in Molly Bloom di quello che le volgari storie da tabloid rivelano.

Molly’s Game: il cast del film

Ad interpretare la carismatica Molly Bloom vi è la candidata all’Oscar Jessica Chastain. A volerla è stata la stessa Bloom, affermando che l’attrice sarebbe stata perfetta per il ruolo. Lo stesso Sorkin rimase stregato da lei, affidandole il ruolo. Per prepararsi alla parte, la Chastain ebbe modo di incontrare la donna che si apprestava ad interpretare, apprendendo da lei quanto necessario per la sua interpretazione. Allo stesso modo, studiò il mondo del poker, al fine di scoprire i segreti. Accanto a lei, nei panni dell’avvocato Charlie Jaffey vi è invece l’attore Idris Elba. A causa di suoi altri impegni, Elba ebbe solo 10 giorni per girare tutte le sue scene.

Nel ruolo di Larry Bloom, il severo padre di Molly, vi è l’attore Kevin Costner, il quale accettò poiché interessato all’animo di quell’uomo così complesso. Nel film è poi presente l’attore Michael Cera nei panni del Giocatore X, un personaggio composito vagamente ispirato a Tobey Maguire, il quale era solito frequentare gli eventi organizzati dalla Bloom. Jeremy Strong è Dean Keith, l’uomo che introduce Molly al mondo del poker, mentre Bill Camp è Harlan Eustice, uno dei giocatori di poker. Tutti gli altri giocatori di carte nel film sono reali professionisti del poker. Sorkin voleva infatti del realismo a riguardo, riscontrabile in particolare nel modo in cui i giocatori maneggiano le carte durante le partite.

Molly’s Game: la vera storia dietro il film

Il film di Sorkin, nonostante alcune necessarie modifiche, risulta particolarmente fedele alla storia di Molly Bloom, la quale ha collaborato come consulente del film. Come viene mostrato, questa era davvero una promettente sciatrice, la quale vide interrotta la sua carriera sportiva a causa di un brutto incidente. Successivamente, mentre si prendeva un anno di pausa tra la laurea e la scuola di legge, nel 2003 Molly è andata a Los Angeles, iniziando a svolgere diversi lavori, tra cui quella di cameriera e assistente di direzione dell’imprenditore immobiliare Darin Feinstein, uno dei comproprietari della discoteca di Hollywood The Viper Room. Grazie a lui, Molly è stata introdotta all’ambiente, imparandone i segreti e conoscendo i giocatori più influenti.

Come avviene poi nel film, quando Darin ha licenziato Molly, questa ha deciso di utilizzare i contatti che aveva ottenuto per avviare una serie di partite di poker da lei gestite. Agli eventi organizzati da Molly hanno partecipato numerose celebrità di Hollywood, nomi come Tobey Maguire, Matt Damon, Ben Affleck, Leonardo Di Caprio e Macaulay Culkin. Molti altri nomi rimangono ad oggi ancora segreti. Nel momento in cui il circolo di Molly iniziava a crescere, questa si vide costretta prendere una percentuale dal piatto, infrangendo però così una legge federale. Arrestata e portata in tribunale, Molly riuscì infine ad ottenere una pena di soli mille dollari e 200 ore di servizi alla comunità. Pentita, oggi Molly è una motivatrice che aiuta altre donne ad ottenere successo nella vita.

Molly’s Game: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Molly’s Game è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 10 giugno alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

 

Outer Banks 2 stagione: quando esce, trama, cast e streaming

Outer Banks 2 stagione: quando esce, trama, cast e streaming

Outer Banks 2 è la seconda stagione della serie Originale Netflix Outer Banks creato da Jonas Pate (Deceiver), Josh Pate (Deceiver), e Shannon Burke (Syriana)

Outer Banks 2: quando esce e dove vederla in streaming

Outer Banks 2 in streaming uscirà il 30 luglio su Netflix.

Outer Banks 2: la trama e il cast

Outer Banks è una storia di formazione che segue un affiatato gruppo di adolescenti nella località balneare di Outer Banks, Carolina del Nord. Un blackout causato da un uragano dà il via a una serie di crimini, spingendo questa banda di amici a prendere decisioni che stravolgeranno il corso della loro vita. La ricerca del padre del loro leader, amori proibiti, un’importante caccia al tesoro e le tensioni crescenti con i rivali trasformeranno la loro estate in un’indimenticabile avventura piena di misteri.

Nella serie protagonisti sono Chase Stokes nel ruolo di “John B.”, Rudy Pankow come “JJ”, Jonathan Daviss come “Papa”, Madison Bailey come “Kiara”, Madelyn Cline come “Sarah Cameron”, Charles Esten come “Ward Cameron”, Austin North come “Topper” e Drew Starkey come “Rafe Cameron”.

Outer Banks 2 trama e cast

Nei ruoli ricorrenti troveremo Cullen Moss come vice Shoupe, un poliziotto impreciso Julia Antonelli come Wheezie Cameron, la sorella minore di Sarah e Rafe Caroline Arapoglou nei panni di Rose, la matrigna dei fratelli Cameron e la moglie di Ward E. Roger Mitchell come Heyward, il padre di Pope CC Castillo come Lana Grubbs, la vedova di un uomo di nome Scooter Grubbs che è stato ucciso durante l’uragano Agatha Chelle Ramos come vice Plumb, Brian Stapf come Cruz Marland Burke come Mike Deion Smith come Kelce, l’amica di Rafe, Nicholas Cirillo come Barry, spacciatore di Rafe e proprietario di un banco dei pegni Gary Weeks come Luke, il padre di JJ Elizabeth Mitchell come Limbrey (stagione 2) e Carlacia Grant come Cleo (stagione 2)

Gli episodi di Outer Banks 2

Le trame degli episodi non sono stati resi noti.

Teaser trailer

Comedians: intervista al regista Gabriele Salvatores

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Comedians: intervista al regista Gabriele Salvatores

Ecco la nostra intervista a Gabriele Salvatores, il regista che porta al cinema, dal 10 giugno con 01 Distribution, il suo nuovo film, un vero e proprio omaggio al teatro: Comedians.

Comedians, recensione del film di Gabriele Salvatores

Sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, per alcuni forse è l’ultima. Le esibizioni iniziano e ogni comico sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli insegnamenti del proprio maestro, devoto a una comicità intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore? O forse cercare una terza strada, di assoluta originalità? Attraverso le storie di sei comici, Comedians è una riflessione sul senso stesso della comicità nel nostro tempo, affrontando temi di assoluta attualità.

Futura, la conferenza stampa di presentazione

Futura, la conferenza stampa di presentazione

Il nuovo lungometraggio di Lamberto Sanfelice, Futura, è stato presentato da remoto con la partecipazione del regista e tre degli attori del cast.

Il suo primo lavoro, che ha raccolto molto successo, era stato Cloro nel 2015, che l’ha portato al Sundance e al Festival di Berlino, e facendogli anche aggiudicare una candidatura ai Globi d’oro e ai David di Donatello.

Ad accogliere la stampa, oltre dunque al regista, in collegamento sulla piattaforma Zoom ci sono: Matilde Gioli, Niels Schneider e il jazzista Stefano Di Battista, che del film ha curato anche le musiche.

I primi ringraziamenti Lamberto Sanfelice li rivolge a Adler Entertainment, che non ha avviato la distribuzione della pellicola finché non c’è stata la possibilità di permetterne l’uscita in sala, che avverrà il 17 giugno. E, nel dichiararsi ovviamente molto contento dell’evento, il regista racconta quanto sarà importante l’ausilio del grande schermo per la visione di Futura, e non solo per l’elegante fotografia di Luca Bigazzi: «Il film è un dialogo che i personaggi sostengono tra loro con la musica, più che le parole, anzi: se la cavano molto meglio con gli strumenti musicali,» scherza Sanfelice, «Attraverso le melodie descrivono loro stessi e le proprie sfumature».

La storia è quella dell’ex trombettista Louis (Niels Schneider) che ha abbandonato il sogno del jazz, per fare male il padre e peggio il tassista, dal momento che scarrozza una spacciatrice trans (Daniela Vega) rischiando puntualmente la vita.

«Il mio personaggio è in bilico,» spiega Niels «Non riesce a fare il padre e a relazionarsi con l’ex compagna Valentina [Matilde Gioli n.d.r.], e sente al contempo il peso d’essere figlio d’arte». L’ombra del personaggio del padre è, infatti, secondo Sanfelice, un omaggio al celebre jazzista Massimo Urbani: irraggiungibile icona del genere musicale che incarna perfettamente il senso che vuole essere trasmesso dal film.

«A differenza di Louis, la mia Valentina è una ragazza matura, tra l’altro molto lontana dalle figure femminili che fino ad oggi avevo interpretato,» racconta Matilde Gioli, «Ha insegnato molto anche a me,» dice sorridendo, «In particolare durante una scena in cui affronto il mio ex compagno ho avuto molta difficoltà: io al posto di lei avrei dato subito di matto. Valentina, invece, mantiene la calma».

Viene poi posta una domanda a Stefano Di Battista, a sua volta personaggio di spicco nella scena musicale jazz, ma che si trovava alla sua prima volta nel mondo del cinema: «Questa esperienza per noi musicisti è stata un regalo. Siamo stati trattati da tutti con grande disponibilità. Pensavo che sui set cinematografici, se si sbagliava, si venisse multati,» dice ridendo Di Battista, «Invece non è così! Ho vissuto dei momenti di cui sarò sempre grato a Lamberto Sanfelice». Per quanto riguarda la scrittura della colonna sonora, spiega che è come se fosse stato il film stesso a scriverla: «Proprio come Morricone componeva i suoi pezzi lasciandosi ispirare in modo quasi magico, così anch’io mi sono lasciato suggestionare dalle atmosfere del film».

Così viene chiesto al regista da dove sia sorta per lui la passione del jazz: «È una storia incredibile, che è quella che mi ha fatto venire l’idea del soggetto. Ho fatto amicizia con un tassista che suonava la tromba e che mi ha introdotto in tutto il mondo che racconto. Oggi lui non fa più il tassista, ma il trombettista a tempo pieno. La musica può condurre a rivedere le proprie priorità e a realizzare sogni che si costruiscono man mano».

Banana Joe feat Bud Spencer: l’omaggio degli Oliver Onions

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Banana Joe feat Bud Spencer: l’omaggio degli Oliver Onions

Due autentiche superstar della musica italiana e internazionale, vere e proprie leggende della storia della pop culture, tra i più famosi autori di colonne sonore al mondo –  da Sandokan e Orzowei ai celebri film di Bud Spencer e Terence Hill: dopo il successo virale del video LA LA LA LA LALLA – Il coro dei pompieri (Christmas Version), gli OLIVER ONIONS tornano oggi e lo fanno per un’occasione speciale e particolarmente sentita.

A cinque anni dalla scomparsa di Bud Spencer, il duo composto da Guido e Maurizio De Angelis gli rende omaggio con la prima esclusiva pubblicazione discografica degli OLIVER ONIONS accompagnati dalla voce del grande amico e attore: BANANA JOE feat. BUD SPENCER, disponibile in streaming e su tutte le piattaforme digitali. Il brano, uno dei più conosciuti e stimati della loro discografia cinematografica, anticipa il nuovo monumentale disco in uscita il prossimo autunno per BMG, dall’iconico titolo FUTURE MEMORABILIA.

Fiammante artwork cartoon, elementi tipicamente caraibici, ritmica moderna delle produzioni latino americane: BANANA JOE feat. BUD SPENCER è un brano arioso e spensierato, speciale regalo ai fan da cui esonda il forte sentimento di amicizia che legava Bud e gli OLIVER ONIONS. La title track è quella dell’omonimo film cult dell’82 diretto da Steno (Stefano Vanzina), costruito sull’indimenticabile tappeto musicale creato dal duo.

In occasione di questa stessa ricorrenza, il prossimo 27 giugno aprirà al pubblico il Bud Spencer Museum di Berlino: un museo temporaneo sulle opere cinematografiche e sulla vita sportiva dell’intramontabile attore e atleta, curato dalla famiglia Pedersoli.

Madre, di Bong Joon-ho, arriva nelle sale italiane il 1 luglio con PFA Films

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Torna nelle sale italiane Bong Joon-ho, il regista sudcoreano che con il suo “Parasite” in pochi mesi ha saputo vincere la Palma d’Oro al festival di Cannes e i più importanti Oscar 2020: Miglior Film (prima volta nella storia che l’Academy a un’opera straniera), Miglior Regista, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Film Straniero. Parasite è un film straordinario, ma è soltanto l’ultimo di sette lungometraggi con i quali il regista asiatico si è affermato come uno dei nuovi maestri del Cinema internazionale.

Tra questi “Madre” (2009), un thriller hitchcockiano che da giovedì 1 luglio sarà distribuito in Italia da Pier Francesco Aiello per PFA Films ed Emme Cinematografia.

Il progetto alla base di “Madre” è iniziato con l’attrice Kim Hye-ja, veterana dell’industria cinematografica e televisiva coreana: “Era il 2004 quando un giovane regista venne a cercarmi, dicendo di voler fare un film con me. Fu così che conobbi Bong Joon-ho”, ha dichiarato.

Il film parte con un incipit memorabile e spiazzante: un campo di grano dorato si dispiega attorno alla figura esile di una donna di mezza età, che cammina guardando verso l’orizzonte. Dopo essersi guardata intorno con fare circospetto, prende coraggio e, sulle note di una musica malinconica ma frizzante, la donna inizia a eseguire con precisione i passi di una danza bizzarra, che la vede alternare stati d’animo abbandonati a scatti di seria contrizione o di ferma risoluzione, in bilico tra comico e tragico.

Do-joon (interpretato da Won Bin) ha 27 anni ed è l’unica ragione di vita di sua madre, che, per mantenersi, gestisce un piccolo dispensario di piante medicinali e pratica l’agopuntura. Il giovane è ben lungi dall’essere indipendente e la sua ingenuità lo porta a comportarsi a volte in modo stupido e pericoloso, il che rende sua madre ansiosa. Una notte, mentre torna a casa ubriaco, incontra una studentessa che segue per un po’ prima che scompaia in un vicolo buio. La mattina dopo, viene trovata morta e Do-joon è accusato del suo omicidio. Tra poliziotti pigri che pensano solo a portare a termine le loro indagini e un avvocato incompetente e venale che rinuncia di occuparsi di un caso così poco redditizio, la madre si rifiuta di credere che il suo amato figlio sia colpevole e intraprende immediatamente le proprie indagini per trovare l’assassino della ragazza. Armata di straordinario coraggio e di uno smodato istinto materno, si mette in viaggio, da sola, alla ricerca dell’assassino della giovane donna, ascoltando l’amore incondizionato che solo una madre può provare: fino a che punto sarà disposta a spingersi per salvare suo figlio?

Queste le riflessioni del regista Bong Joon-Ho sul film:

“Tutti hanno una madre e tutti hanno un’idea precisa di cosa sia una madre: è la persona che ciascuno di noi ama di più, la più gentile, e al contempo la più irritante. Sono molti i sentimenti che si contrappongono quando si ha a che fare con questa figura e questo perché la relazione tra un figlio e sua madre è alla base di tutte le relazioni umane. Innumerevoli romanzi, film e programmi televisivi si sono avvicinati alla figura materna, ma io volevo esplorarla in un modo che fosse mio, peculiare, funzionale a scoprire dove potevo portarla a livello cinematografico, per poi spingerla fino all’estremo”. E cosi prosegue: “Volevo fare un film che scavasse in ​​profondità, in ciò che è caldo e potente, come il cuore di una palla di fuoco. In questo senso, la mamma è una sfida cinematografica per me, perché nei miei film precedenti erano tutte storie che tendevano a estendersi: se un caso di omicidio (Memorie di un assassino – Memories of Murder) mi ha portato a parlare degli anni ’80 e della Corea, e l’apparizione di un mostro (The Host), mi ha spinto a parlare di una famiglia, della società coreana e degli Stati Uniti, “Madre” è, al contrario, un film dove tutte le forze convergono verso il cuore delle cose.  Avere a che fare con la figura materna è un déjà vu, ma vedo questo film come un nuovo approccio e spero che venga percepito anche dagli spettatori come qualcosa di familiare, ma estraneo”.

Bong Joon-ho in questo periodo è impegnato contemporaneamente con due sceneggiature, una in inglese e una in coreano: “Il film coreano è ambientato a Seoul e ha elementi unici di horror e azione. Quello in inglese è un progetto drammatico, basato su eventi realmente accaduti nel 2016. Dovrebbe essere ambientato metà negli Stati Uniti e metà in Inghilterra. Il primo potrebbe essere paragonato a Parasite, come atmosfere. Il secondo a Madre”.

Il regista sarà presidente di giuria alla prossima Mostra del Cinema di Venezia 2021.

Appello urgente per la liberazione della regista di Myanmar Ma Aeint

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L’International Coalition for Filmmakers at Risk (ICFR) e i suoi promotori, la European Film Academy, l’International Documentary Film Festival Amsterdam e il Rotterdam International Film Festival (IFFR), insieme ai firmatari riportati di seguito, chiedono alle autorità di Myanmar di rilasciare immediatamente e senza condizioni la regista Ma Aeint.

Uscita di casa il  5 giugno è stata arrestata e attualmente è tenuta in custodia in un luogo segreto, senza nessuna spiegazione ufficiale.

Siamo molto preoccupati per le condizioni di Ma Aeint. Invitiamo le istituzioni cinematografiche e culturali di tutto il mondo a unirsi a noi nell’appello affinché le autorità di Myanmar rilascino la regista immediatamente e senza condizioni. Se ci sono accuse contro di lei, che siano chiarite, e che la sua sicurezza sia come prima cosa garantita.

  • Berlin International Film Festival
  • Busan International Film Festival
  • FAMU
  • FERA
  • Festival de Cannes
  • Festival des 3 Continents
  • FIFDH
  • FSE
  • German Film Academy
  • Locarno Film Festival
  • MEMORY !
  • MOOOV
  • Movies that Matter
  • Quinzaine des réalisateurs Cannes
  • SEAFIC
  • Semaine de la Critique Cannes
  • Sundance Institute
  • Sydney Film Festival
  • Taipei Golden Horse Film Festival
  • Udine Far East Film Festival
  • Venice Film Festival
  • Visions du Réel

Festival di Cannes 74: completata la line-up del Concorso

Festival di Cannes 74: completata la line-up del Concorso

Il Festival di Cannes 74 ha completato la vasta gamma di film della sua selezione ufficiale, incluso il film d’animazione Where Is Anne Frank? diretto dal candidato all’Oscar Ari Folman (Valzer con Bashir). Il festival ha anche aggiunto Vortex” di Gaspar Noe alla sezione Premiere di Cannes e Mes Freres Et Moi di Yohan Manca a Un Certain Regard.

Ulteriori titoli, destinati alle proiezioni di mezzanotte, sono Tralala di Arnaud e Jean-Marie Larrieu e Supremes di Audrey Estrougo. Le proiezioni speciali annunciate in aggiunta al programma sono Bill Murray’s Party: New Worlds, The Cradle of a Civilisation di Andrew Muscato; Mi iubta Mon amour di Neomie Ferlant; Les Heroiques di Maxime Roy; e Are You Lonesome Tonight? di Wen Shipei.

Mi iubta Mon amour segnerà il grande ritorno di Foleman dopo il suo film ibrido live action/animazione del 2013 The Congress con Robin Wright e Paul Giamatti che ha partecipato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes. Where Is Anne Frank? uscirà in Francia con Le Pacte e sarà venduto all’estero da Wild Bunch International.

Prima di queste aggiunte, il programma di Cannes comprendeva già 62 film, tra cui i nuovi film di Wes Anderson (The French Dispatch), Leox Carax (Annette), Paul Verhoeven (Benedetta), Asghar Farhadi (A Hero) e Julia Ducournau (Titane).

Cannes 74 deve ancora svelare il film che chiuderà l’edizione 2021. Si dice che potrebbe essere OSS 117: From Africa With Love di Nicolas Bedos, il terzo capitolo della serie di parodie di spionaggio con Jean Dujardin.

Cannes 74 inizierà il 6 luglio con la prima mondiale di Annette con Adam Driver e Marion Cotillard e un omaggio a Jodie Foster, che riceverà una Palma d’oro onoraria.

Loki: le più grandi rivelazioni dal primo episodio

Loki: le più grandi rivelazioni dal primo episodio

Il primo episodio della serie Loki, dal titolo “Gloriosi propositi”, è finalmente disponibile su Disney+ da ieri. ComicBookMovie ha raccolto le più grandi rivelazioni presenti all’interno dell’episodio che, in qualche modo, hanno già posto le basi per il futuro del MCU:

Iscriviti a Disney+ per vedere tutti gli episodi di LOKI e molto altro!

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL PRIMO EPISODIO DI LOKI!!!

Perché ai Vendicatori è stato permesso di viaggiare indietro nel tempo?

Loki chiarisce quasi subito il ruolo della Time Variance Authority nel MCU, rivelando che quando qualcuno fuoriesce dal percorso designato all’interno della “sacra linea temporale sacra”, questo qualcuno viene ripristinato. Considerato questo assunto, la domanda dovrebbe sorge spontanea: perché ai Vendicatori è stato permesso di viaggiare indietro nel tempo, prendere le Gemme dell’Infinito da varie linee temporali e cambiare totalmente il corso degli eventi?

Come apprendiamo nella serie, erano semplicemente destinati a farlo, apparentemente perché è ciò che i Custodi del Tempo volevano che accadesse. A questo punto si potrebbe pensare che anche la timeline in cui Steve Rogers ha avuto il suo lieto fine con Peggy Carter avrebbe dovuto essere ripristinata, ma se Sam Wilson era destinato a diventare il nuovo Captain America, allora si capisce il motivo per cui gli è stato permesso di rimanere dov’era. Sembra, comunque, che molte informazioni ci vengano ancora tenute nascoste, e che c’è ancora molto da scoprire sulla TVA…

La guerra nel Multiverso

Secondo Miss Minutes, la mascotte della TVA, una volta c’è stata una guerra nel Multiverso con più linee temporali che combattevano tra di loro per uscirne dominanti. La pace è stata ripristinata solo dopo l’intervento dei Custodi del Tempo, che hanno ufficialmente creato la “sacra linea temporale”.

È interessante notare che in uno degli artwork promozionali della serie What If… ? si fa riferimento ai tutti i personaggi del MCU che saranno coinvolti nella serie come ai “Guardiani del Multiverso”. Tra le conseguenze di Loki (e del sequel di Doctor Strange) potrebbe esserci anche la possibilità di vedere alcuni personaggi del MCU come nuovi protettori delle linee temporali al posto della TVA. Inoltre, non è da escludere che questa cosiddetta “guerra nel Multiverso” possa essere la causa scatenante degli eventi che vedremo nel sequel di Doctor Strange

Gli eventi Nexus

Nella serie viene spiegato che le linee temporali ramificate sono chiamate eventi Nexus. A questo punto, non si può fare a meno di ripensare a quella strana pubblicità presente in WandaVision. Nei fumetti, gli esseri Nexus sono esseri rari abbastanza potenti da cambiare la realtà e incasinare la “sacra linea temporale” che la TVA ha creato. Stranamente, sono anche considerati la chiave per mantenere stabile il Multiverso, quindi sembra che i Custodi del Tempo sappiamo di avere un posto nei loro piani.

Scarlet Witch è un essere Nexus, così come Kang il Conquistatore, quindi sembra che questo concetto verrà esplorato molto nel futuro del MCU. Se Wanda Maximoff sta per farsi strada attraverso il Multiverso alla ricerca di Billy e Tommy, sembra che le ramificazioni della “sacra linea temporale” potrebbero essere ancora più grandi di quanto i fan credano… 

Le Gemme dell’Infinito

Infinity StonesAlla fine di Avengers: Endgame, le Gemme dell’Infinito sono state riportate al loro posto nella “sacra linea temporale”, continuando a non esistere più ai giorni nostri dopo che Thanos le aveva distrutte. Tuttavia, nella premiere di Loki veniamo a conoscenza del fatto che la TVA ha dei cassetti pieni di Gemma, con alcuni membri dello staff che le usano come fermacarte.

Questo sottolinea il potere della TVA, ma se un furfante malizioso come Loki le portasse nel mondo… beh, vorrebbe dire che la storia di queste antiche reliquie potrebbe non essere finita. È probabile che questo dipenda da ciò che accadrà alla TVA, ma indipendentemente dal fatto che Loki riesca a mettersi al comando o che vengano in qualche modo distrutte, le Gemme dell’Infinito potrebbero entrare di nuovo in gioco. Onestamente, un finale con il Dio dell’Inganno che scatena tutto il loro potere sarebbe davvero incredibile… 

La redenzione di Loki

Dopo aver superato in astuzia la TVA, Loki riesce a dare uno sguardo al suo futuro. Assistendo alla morte di sua madre, al momento in cui ha fatto ammenda con Thor e alla sua scomparsa per mano di Thanos, il Dio del Male è stato lasciato con molto da elaborare. Questo è importante, perché significa che gli ultimi nove anni di narrazione nel MCU non siano stati spazzati via.

Questo è ancora un Loki molto diverso, ma nemmeno lo stesso cattivo apparentemente irredimibile che ha cercato di conquistare la Terra in The Avengers. Da qui, la porta è aperta per i Marvel Studios per fare praticamente qualsiasi cosa con il Dio dell’Inganno, e tale prospettiva è decisamente molto eccitante. Ora, non sappiamo se Loki sarà un eroe o un cattivo, ma forse potrebbe diventare una via di mezzo tra le due cose. Ad ogni modo, è stato il modo perfetto per gestire questa “re-introduzione” del personaggio. 

Loki come D.B. Cooper

Questo è un momento che forse non rappresenterà una svolta per il Marvel Cinematic Universe, ma è sicuramente interessante. Il fatto che il Dio dell’Inganno sia venuto sulla Terra per scommessa nei primi anni ’70, decenni prima degli eventi di Thor, significa che gli Asgardiani potrebbero aver avuto un ruolo nella storia molto prima che il Dio del Tuono venisse bandito.

Sappiamo che Odino ha combattuto su Midgard migliaia di anni fa, e ciò indica che potrebbero aver svolto un ruolo chiave in altri eventi storici. È possibile che vedremo più momenti come questo nel corso di Loki, ma in quali altri momenti della storia recente potrebbero aver avuto un ruolo gli Asgardiani? Nel caso di Loki, è possibile che sia molto più di un “semplice” D. B. Cooper… 

Un’anticipazione in merito a Mefisto?

All’inizio della premiere di Loki, Mobius scopre che qualcuno che assomiglia al diavolo ha ucciso alcuni agenti della Time Variance Authority. Ovviamente, molti fan hanno subito iniziato a pensare che il grande cattivo della serie sarà Mefisto, soprattutto dopo che il personaggio non è apparso in WandaVision. Ovviamente, non sarà così!

È stato confermato, infatti, che quel dettaglio non è correlato a Mefisto, mentre quella grande rivelazione alla fine dell’episodio sembra essere un indizio che il bambino si riferisse proprio a Loki. Ricordate: il Dio dell’Inganno porta le corna sulla testa, e per un bambino di quell’epoca è probabile che la Variante assomigliasse molto al diavolo! Tuttavia, è strano che i Marvel Studios continuino a disseminare tutti questi apparenti riferimenti a Mefisto… 

Il villan della serie è… Loki!

Il finale dell’episodio rappresenta un grande (e indubbiamente affascinate) spoiler su cosa bisogna aspettarsi dai successi episodi. Il fatto che Loki debba dare la caccia a sé stesso è un aspetto decisamente a favore per il potenziale narrativo della serie, soprattutto perché servirà come primo assaggio di cosa significhi avere più versioni dello stesso personaggio nel Multiverso.

Resta da capire come si evolveranno le cose da qui, ma il Dio dell’Inganno sta chiaramente tramando qualcosa di sinistro e sembra aver bisogno della TVA per farlo. Perché questo Loki è molto più esperto? Qual è il loro obiettivo finale? È tutto ancora da scoprire. Una battaglia Loki vs. Loki potrebbe decisamente accadere e non possiamo fare a meno di chiederci se questa “Variante” troverà un terreno comune con l’altra o se rimarrà fedele alla TVA… 

Iscriviti a Disney+ per vedere tutti gli episodi di LOKI e molto altro!

Mortal Kombat: in digitale dal 30 giugno e in Home Video dal 7 luglio

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Mortal Kombat, la nuova esplosiva avventura cinematografica ispirata alla celebre saga di videogame, diretta da Simon McQuoid e prodotta da James Wan, arriva in Italia in DVD, Blu-ray™, 4K UHD e Steelbook 4K UHD dal 7 luglio.

Il film sarà inoltre disponibile già a partire dal 30 giugno per l’acquisto digitale su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Da New Line Cinema arriva la nuova avventura cinematografica di “Mortal Kombat”, che porta in vita l’intensa azione della saga di videogame campione di vendite, in tutta la sua brutale gloria, mettendo l’uno contro l’altro i campioni indiscussi e tanto amati dai fan, in una battaglia cruenta e senza esclusione di colpi, che li spingerà al limite. Il film è diretto dal pluripremiato regista australiano Simon McQuoid, al suo debutto nel cinema, e prodotto da James Wan (i film di “The Conjuring”, “Aquaman”), Todd Garner (“Into the Storm”, “Tag”), McQuoid ed E. Bennett Walsh (“Men in Black: International”, “The Amazing Spider-Man 2”).

In “Mortal Kombat”, il campione di MMA Cole Young, abituato a scontrarsi con chiunque per soldi, è ignaro della sua eredità, e del motivo per cui l’arcistregone dell’Outworld, Shang Tsung, abbia inviato il suo miglior guerriero Sub-Zero, un Criomante ultraterreno, a dargli la caccia. Temendo per la sicurezza della sua famiglia, Cole va alla ricerca di Sonya Blade, che è sotto la direzione di Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lui sulla pelle lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato. Presto si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di Earthrealm, che garantisce rifugio a coloro che portano il marchio come il suo. Qui, Cole si allena con i guerrieri esperti Liu Kang, Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano, per prepararsi a combattere con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da scatenare il suo arcana – l’immenso potere custodito nella sua anima – in tempo, non solo per salvare la sua famiglia, ma anche per fermare l’Outworld una volta per tutte?

Il variegato cast internazionale riflette la natura globale del brand, con talenti che spaziano dal mondo del cinema, alla televisione e alle arti marziali. L’ensemble include Lewis Tan (“Deadpool 2”, “Wu Assassins” per Netflix) nel ruolo di Cole Young; Jessica McNamee (“The Meg”) nel ruolo di Sonya Blade; Josh Lawson (“Bombshell”)  nel ruolo di Kano; Tadanobu Asano (“Midway”) è Lord Raiden; Mehcad Brooks (“Supergirl” per la TV) è Jax; Ludi Lin (“Aquaman”) è Liu Kang; con Chin Han (“Skyscraper”) nei panni di Shang Tsung; Joe Taslim (“Star Trek Beyond”) in quelli di Bi-Han e Sub-Zero; e Hiroyuki Sanada (“Skyscraper”) nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion. Inoltre sono presenti Max Huang come Kung Lao, e Sisi Stringer come Mileena.

McQuoid ha diretto il film da una sceneggiatura di Greg Russo e Dave Callaham (“Wonder Woman 1984”), da una storia di Oren Uziel (“Mortal Kombat: Rebirth”) e Russo, basato sul videogioco creato da Ed Boon e John Tobias. Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Jeremy Stein e Larry Kasanoff sono i produttori esecutivi.

Per la trasposizione cinematografica del popolarissimo franchise, McQuoid ha guidato un team di filmmaker australiani e statunitensi, tra cui il direttore della fotografia Germain McMicking (“True Detective”, “Top of the Lake: China Girl”), lo scenografo Naaman Marshall (“Underwater”, “Servant”), i montatori Dan Lebental (“Spider-Man: Far From Home”) e Scott Gray (“Top of the Lake”, “Daffodils”), il supervisore agli effetti visivi Chris Godfrey (“Hacksaw Ridge”), la costumista Cappi Ireland (“Lion”, “The Rover”), ed il coreografo dei combattimenti Chan Griffin. Musiche di Benjamin Wallfisch (“Blade Runner 2049”, i film di “IT”).

New Line Cinema presenta una produzione Atomic Monster / Broken Road: “Mortal Kombat”.Tutte le versioni DVD, Blu-ray, 4K UHD e Steelbook 4K UHD sono già disponibili per il pre-order.

MORTAL KOMBAT 11 ULTIMATE: Acclamato dalla critica e vincitore dei prestigiosi THE GAME AWARDS 2020 nella categoria “Best Fighting Game” Mortal Kombat 11 Ultimate offre l’esperienza definitiva e completa di Mortal Kombat 11 unendo in un’unica edizione il Kombat Pack 2 con i nuovi combattenti Mileena, Rain e Rambo, Mortal Kombat 11, Kombat Pack 1 e Mortal Kombat 11: Aftermath. Disponibile ora per: PlayStation®5, PlayStation®4, PlayStation®4 Pro, Xbox Series X|S, le console Xbox One, Nintendo Switch™, PC e Stadia.

Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, il trailer

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Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, il trailer

Giovedì 24 giugno uscirà nelle sale italiane, distribuito da Medusa Film, Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare. Ecco il trailer del film con Geoffrey Rush e per la prima volta sul grande schermo, il giovanissimo Finn Little. Il film racconta l’emozionante storia sull’amicizia tra un ragazzino e un pellicano, ambientata nel lontano Coorong National Park dell’Australia Meridionale. Un’appassionante e commovente racconto su amicizia, amore, famiglia, perdita, speranza, rispetto e libertà con un messaggio ecologista.

Storm Boy – il trailer

Anthony Mackie riflette sul suo “mandato” come nuovo Captain America

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The Falcon and the Winter Soldier hanno ufficialmente introdotto un nuovo Captain America nel MCU. D’ora in avanti, infatti, sarà il Sam Wilson di Anthony Mackie a brandire l’iconico scudo di Steve Rogers, ma quanto durerà il suo mandato?

Chris Evans ha interpretato Steve Rogers da Captain America: Il primo Vendicatore del 2011 fino ad Avengers: Endgame del 2019 (anche se alcuni recenti voci hanno parlato di un possibile ritorno dell’attore nei panni del supereroe). I Marvel Studios hanno ufficialmente messo in cantiere Captain America 4 con Mackie protagonista, ma l’attore sembra fin troppo consapevole che il suo tempo nei panni del personaggio potrebbe essere limitato.

Parlando con Variety, l’attore ha detto: “Sicuramente non voglio essere un Captain America di 55 anni, quindi ho tempo dai sei agli otto anni, credo”. Ciò lascia intendere che Mackie potrebbe interpretare Cap per ancora un decennio (o giù di lì), ma ad oggi è difficile immaginare cosa potrebbe accadere dopo, a meno che i Marvel Studios non stiano già pianificando l’introduzione di un “terzo” Captain America nel MCU dopo la fine del “mandato” di Sam Wilson.

Anthony Mackie spiega cosa significa per lui essere il nuovo Cap del MCU

Sempre nel corso della medesima intervista, Mackie ha anche parlato di cosa ha significato per lui diventare il nuovo Cap: “Una mia amica è un’insegnante a Homestead, in Florida, e lavora con bambini con bisogni speciali. Un giorno ha detto ad uno dei suoi alunni: ‘Cosa stai facendo? Ti farai male’. E il bambino ha risposto: ‘Beh, Captain America mi assomiglia ora, quindi ho bisogno di rimettermi in forma, semmai avesse bisogno del mio aiuto’. Ho pensato che fosse la cosa più bella in assoluto. Una cosa del genere mi rende infinitamente orgoglioso.”

James Gunn condivide “L’ultima cena di Groot”

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James Gunn condivide “L’ultima cena di Groot”

James Gunn, il regista di Guardiani della Galassia, ha più volte parlato di numerose scene che sono state tagliate dal film in fase di montaggio. Di recente, via Twitter, il regista e sceneggiatore ha condiviso un’immagine tratta proprio da una delle tante scene cancellate, alla quale lo stesso ha fatto riferimento chiamandola “L’ultima cena di Groot“.

Come si evince dalla foto, si tratta di un omaggio all’iconico dipinto di Leonardo da Vinci raffigurante L’ultima cena, che nel corso degli anni è stato oggetto di numerose parodie. Nell’immagine condivida da Gunn, Groot rappresenta Gesù, mentre Drax sembra essere al posto di Giuda; il resto degli Apostoli sono alieni all’apparenza sconosciuti. Questa sequenza avrebbe avuto luogo nel bar Boot of Jemiah sulla stazione Ovunque.

Nella didascalia che ha accompagnato la foto, Gunn ha scritto: “Mi sono appena ricordato di questo momento cancellato da Guardiani Vol. 1, L’ultima cena di Groot, ma rifinito ancora una volta con amore dai nostri amici degli effetti visivi della @Framestore.”

Via Twitter (@JamesGunn)

Il futuro di James Gunn con i Guardiani della Galassia

Negli ultimi mesi Gunn è stato impegnato con la post-produzione di The Suicide Squad in vista dell’uscita nel film ad agosto. Attualmente sta lavorando alla serie spin-off Peacemaker, che debutterà su HBO Max. Tuttavia, il regista ha recentemente confermato che inizierà la produzione di Guardiani della Galassia Vol. 3 entro la fine dell’anno.

Proprio di recente, Zoe Saldana ha confermato il suo ritorno in GOTG Vol. 3 nei panni di Gamora. Naturalmente, Star-Lord (Chris Pratt) e il resto degli eroi intergalattici sono pronti a unirsi a lei. È da tempo che si parla del fato che il personaggio di Adam Warlock farà il suo debutto nel MCU proprio in GOTG Vol. 3, ma Gunn ha prontamente smentito le voci. Al momento non sappiamo nulla in merito alla trama del film.

Matt Bomer: 10 cose che non sai sul sex-symbol di Magic Mike

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Matt Bomer: 10 cose che non sai sul sex-symbol di Magic Mike

Matt Bomer ha conquistato il cuore di molti con il suo fascino e dal viso squadrato, e con ruoli audaci in progetti come White Collar, Magic Mike e American Horror Story. Matt ha compiuto 40 anni nel 2017, ma non smette di scalare le classifiche degli uomini più sexy di sempre, così come quelle degli attori più versatili oggi in circolazione. Se siete anche voi tra i fan degli occhi di Matt Bomer, ecco dieci cose che dovete assolutamente sapere su di lui.

Matt Bomer: film e carriera

1. Ha cominciato a recitare al liceo, dove interpretò opere dello scrittore che è ancora oggi una delle sue ispirazioni più grandi, Larry Kramer. In un’intervista con Out Magazine del 2017, ha dichiarato  di aver capito allora che quelle “erano le sue persone” e che avrebbe recitato per vivere. In particolare, gli piaceva il teatro, e si è trasferito a New York dopo essersi laureato da una scuola di recitazione nel 2000, con la speranza di lavorare a Broadway. Nel 2012 ha interpretato Ken nel film di successo Magic Mike diretto da Steven Soderbergh al fianco di Matthew McConaughey e Channing Tatum. Nel 2003 ha interpretato Luc Johnston Dal 2007 al 2009 ha preso parte alla serie di successo Chuck. Nel 2007 è stato trai protagonisti di Traveler ma è con la serie White Collar – Fascino criminale del 2009 che ottiene il maggior successo da protagonista.

  • Nel 2018 ha interpretato Ross Craine nel film Jonathan, Sean nel film Papi Culo e sam in Viper Club.
  • Nel 2020 è stato trai protagonisti della terza stagione della serie tv The Sinner nel ruolo di Jamie. Sempre nel 2020 è riapparso come McCoy Whitman nell’ultima stagione di Will & Grace. Nello stesso hanno ha interpretato Donald nel film The Boys in the band.
  • Nel 2021 ha prestato la sua voce al personaggio di Flash / Barry Allen nel film d’animazione Justice Society: World War II. Nel 2021 è tornato nel ruolo di Larry Trainor in Doom Patrol.

2. Ha quasi interpretato Superman: nel 2002, infatti, era la scelta privilegiata del regista Brett Ratner per il reboot del supereroe. Dopo mesi di lavoro, il progetto andò a Brian Singer, e Superman Returns vide come protagonista Brandon Routh. Possiamo solo affermare che Matt Bomer ha, in effetti, il viso perfetto per interpretare il supereroe, e che con gli occhiali da vista è adorabile. Peccato.

Matt Bomer è Gay?

3. Il teatro ha significato un momento particolarmente importante per lui: mentre recitava in Romeo e Giulietta allo Utah Shakespeare Festival, ha fatto outing. Al tempo, frequentava una donna della compagnia, e fu ispirato da un makeup artist a fare il passo decisivo. L’uomo, gay, viveva con serenità la propria identità. Matt ha dichiarato di aver pensato: se questa persona può vivere la propria verità, io cosa sto facendo?”

4. Per la sua famiglia, accettare il fatto che fosse gay non è stata una cosa immediata. Infatti, Matt ha ricevuto un’educazione cristiana, venendo dalla conservativa Spring, in Texas. Scrisse una lettera ai propri genitori, facendo coming out con loro, alla quale segui un litigio. Ma piano piano, hanno capito.

Matt Bomer marito?

5. L’ha tenuto nascosto per tre anni, facendo attenzione a tenere la propria vita privata lontano dalla sfera pubblica. Poi, ad un certo punto, durante gli Steve Chase Humanitarian Awards nel 2012, ha menzionato, durante il proprio discorso, il fatto di essere sposato con Simon Halls e di avere tre figli. Nel 2014, ha dichiarato in un’intervista di essere sposato dal 2011. I due si sono sposati a New York con una piccola cerimonia, e le persone a loro più vicine.

6. È un attivista, e ha ricevuto premi per il proprio lavoro nel campo. Ha parlato spesso di tematiche LGBT, e come il marito è stato premiato nel 2012 dal Gay, Lesbian and Straight Education Network Inspiration Award. Recentemente, inoltre, ha ricevuto l’Ambassador of Children Award al Norma Jean Gala.

7. Matt Bomer ha tre figli con il marito Simon Halls. Nel 2015 ha dichiarato di voler dare loro una bella e normale infanzia, anziché falli diventare star precoci.

Matt Bomer fisico

matt bomer magic mike8. Lo stato del fisico di Matt Bomer è spesso determinato dal personaggio che interpreta. È conosciuto per il proprio corpo muscoloso e scolpito, ma è stato capace di arrivare all’estremo: per il film The Last Tycoon, nel quale interpreta un produttore che si priva del cibo durante i giorni settimanali, ha perso circa 11 chili, e per The Normal Heart, dove interpreta uno scrittore omosessuale che non fa coming out e la cui vita è tormentata dall’AIDS, ne ha persi quasi il doppio.

9. Fa meditazione trascendentale, alla quale si è appassionato dopo essersi trasferito a New York nel 2000. La pratica permette di arrivare e stabilizzarsi in uno stato mentale di riposo. Gli era sembrata una cosa stupida, ma dopo averla provata, dice di aver trovato la cosa che gli permette di rimanere equilibrato e concentrato. La pratica ogni giorno, per venti minuti.

Matt Bomer Instagram

 

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10. Matt Bomer ha un profilo Instagram seguitissimo (ovviamente), nel quale condivide anche piccoli momenti di vita privata. Come nel 2017, quando nel giorno del suo compleanno ha postato la foto del regalo ricevuto dal marito: un tenero cagnolino. A voi decidere chi sia il più adorabile.

Shazam 2 sarà pieno di colpi scena e ancora più divertente e ricco d’azione del primo film

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In una recente intervista con Collider in occasione della promozione di Luca, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar, il giovane attore Jack Dylan Grazer ha avuto la possibilità di parlare di Shazam! Fury of the Gods, in cui tornerà a vestire i panni di Frederick “Freddy” Freeman, il migliore amico di William “Billy” Batson/Shazam.

Oltre a rivelare che il team sta facendo cose che non erano stati in grado di fare con il predecessore, Grazer ha parlato anche del nuovo costume che vedremo sfoggiare a Zachary Levi nel film film e della sceneggiatura, senza scendere però nei dettagli per paura di rivelare troppo (l’attore ha scherzato tirando in ballo Tom Holland, noto per aver spesso rivelato cose dei film dei Marvel Studios di cui non era autorizzato a parlare). 

“Abbiamo un cast eccezionale. Abbiamo Helen Mirren, Lucy Liu, abbiamo la nuova star emergente Rachel Zegler, che vedremo in West Side Story di Steven Spielberg. La sceneggiatura è davvero esilarante. È più divertente della prima, devo ammetterlo. Questa volta avremo a che fare con cose decisamente più grandi. È pieno di azione e di colpi di scena ed è super divertente. Il costume sarà diverso, senza cappuccio. E le scarpe sembrano quelle di Iron Man. Oh, aspetta, no. Iron Man non esiste. Chi è Iron Man?”

In base ai commenti di Grazer, sembra che il regista David F. Sandberg e la sua troupe abbiano effettivamente voglia di correre dei rischi, e questa non può che essere una notizia allettante per tutti i fan di Shazam!. Espandere l’universo del film per includere almeno tre cattivi è una sfida che punta indubbiamente ad un film dalla portata molto più grande, che potrebbe catapultare l’eroe interpretato da Levi in un’avventura al cardiopalma.

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel e di Jack Dylan Grazer, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy LiuMark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Nightwing: Chris McKay spera ancora di poter realizzare il film

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È passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo sentito parlare del film su Nightwing in cantiere alla Warner Bros. ormai da anni. La maggior parte dei fan crede che il progetto sia ufficialmente caduto nel dimenticatoio, soprattutto da quando lo studio ha deciso di portare il DCEU in una direzione totalmente diversa. Tuttavia, sembra che ci sia ancora una speranza per il ritorno di Dick Grayson sul grande schermo.

Al progetto è sempre stato associato il regista Chris McKay (LEGO Batman – Il film), mentre la sceneggiatura avrebbe dovuto portare la firma di Bill Dubuque (The Accountant). In passato era stato lo stesso McKay a riferire che la WB aveva accantonato il progetto, ma ora il regista è tornato a riaccendere la speranza, rivelando di essere ancora interessato al film, che spera di poter girare davvero prima o poi.

“Spero che sia ancora una realtà. Spero che riusciremo ancora a fare quel film”, ha spiegato McKay in un’intervista con CinemaBlend in occasione della promozione del suo nuovo film La guerra di domani. “Per quanto mi riguarda, non è ancora perduto. Ovviamente hanno avuto altre priorità, hanno avuto altre sfide da affrontare. C’erano cose che dovevano fare e penso che finalmente abbiano trovato la loro strada, grazie ai loro recenti successi e alle cose che hanno in programma di fare.”

Poi ha aggiunto: “Penso che tutto ciò apra la porta ad un film di Nightwing. Ci sono diversi modi per farlo, al di là di quale universo potrebbe far parte. Nightwing potrebbe davvero essere un grande film, ricco di azione, molto emotivo. Magari dal punto di vista del budget non potrebbe essere paragonabile ad un progetto come La guerra di domani, ma dal punto di vista della portata e delle dimensioni, per quanto riguarda l’azione e il cuore, un film su Nightwing meriterebbe di essere realizzato.”

Sembra quindi che da parte di Chris McKay ci sia ancora tutta la volontà di realizzare un film su Nightwing. Resta da vedere se il progetto riceverà mai il via libera da parte della Warner Bros. Considerata la popolarità del personaggio, lo studio non potrebbe che trarre vantaggio da uno standalone a lui dedicato.

Ewan McGregor critica la versione digitale di Yoda nei prequel di Star Wars

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Ewan McGregor tornerà a vestire i panni di Obi-Wan Kenobi nell’omonima serie di Star Wars che debutterà prossimamente su Disney+. L’ultima volta che l’attore ha interpretato il Maestro Jedi è stato ne La vendetta dei Sith del 2005, il capitolo finale della trilogia prequel.

Ora, in una recente intervista con Variety in occasione dello speciale format Actors on Actors, McGregor ha parlato con Pedro Pascal (star della serie The Mandalorian) della sua esperienza con i film della trilogia prequel, soffermandosi in particolare sull’uso degli effetti visivi (argomento sul quale aveva già riflettuto in passato). McGregor ha parlato di quanto sia stato difficile, per lui, adattarsi alla CGI negli episodi L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith, in riferimento soprattutto alla creazione in digitale del personaggio di Yoda (ne La minaccia fantasma era stato utilizzato un burattino meccanico).

L’attore ha confessato di aver preferito di gran lunga l’esperienza con il burattino: “Nel primo film che ho fatto sono stato fortunato perché ho girato le mie scene con il pupazzo di Yoda sul set. Ed è stato straordinario, perché era come se stessi recitando davvero con lui. Non riuscivo a credere che stessi davvero recitando con Yoda. C’erano tante persone che lo animavano: il palco era sollevato e alcuni di loro erano sotto il pavimento, quindi era come se stessimo camminando proprio l’uno accanto all’altro. Sembrava davvero che fosse ‘vivo’. Poi, ogni volta che George urlava ‘stop’, Yoda moriva, perché tutti si fermavano. Era un po’ inquietante ogni volta che finivamo una scena assistere a quel momento.”

L’attore ha poi aggiunto: “Poi lo hanno sostituito nel secondo e nel terzo film con la versione digitale, e non è stato più così accattivante. Inoltre, conosciamo tutti Yoda nella sua versione pupazzo, sin dai film originali. Quando improvvisamente è stato generato al computer, non mi è sembrato più Yoda. È stato interessante che in The Mandalorian sia tornato a essere un vero burattino.”

Ewan McGregor protagonista della serie Obi-Wan Kenobi

La produzione della serie Obi-Wan Kenobi è attualmente in corso. La storia inizia 10 anni dopo i drammatici eventi di La vendetta dei Sith, dove Kenobi ha affrontato la sua più grande sconfitta, la caduta e la corruzione del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, diventato il malvagio Signore dei Sith Darth Vader. Nel cast figurano anche Moses Ingram, Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma, Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone Kessell e Benny Safdie.

Tom Hiddleston ricorda la prima volta che ha incontrato Chris Hemsworth

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Il primo episodio di Loki è finalmente disponibile su Disney+ da ieri. Il protagonista Tom Hiddleston è attualmente impegnato nella promozione della serie e le numerose interviste rilasciate dall’attore britannico sono state l’occasione non solo per parlare della serie in cui è tornato a vestire i panni del Dio dell’Inganno, ma anche per ricordare i suoi anni trascorsi con la grande famiglia Marvel.

Poche ore prima della premiere di Loki su Disney+, Hiddleston è stato ospite dello show di Jimmy Kimmel e ha ricordato il momento in cui è stato scelto per l’iconico villain ma anche la prima volta che ha incontrato Chris Hemsworth, che nel MCU interpreta suo fratello Thor. Sono già trascorsi dieci anni da quando i due attori hanno recitato insieme per la prima volta in un film dei Marvel Studios. Nonostante la morte di Loki nella timeline principale, entrambi i personaggi sono ancora una parte fondamentale dell’era post-Endgame del MCU.

Proprio di recente Hemsworth aveva celebrato il decimo anniversario del primo Thor di Kenneth Branagh condividendo su Instagram un vecchio scatto che lo ritraeva proprio al fianco di Hiddleston. Come spiegato da quest’ultimo, la foto era stata scattata proprio a casa di Branagh, durante una lettura del copione, subito dopo che entrambi erano stati scelti per i rispettivi ruoli.

“Era il 2009, eravamo appena stati scelti ed è stata la prima volta che ho incontrato Chris”, ha ricordato Tom Hiddleston. “Eravamo a casa di Kenneth Branagh, in Inghilterra. Quando vedo quella foto penso alla nostra gioventù. Ci eravamo appena conosciuti. Chris era Thor e io ero Loki e Kenneth aveva avuto un’idea. Scavò dentro un vecchio guardaroba e tirò fuori un mantello rosso per Thor e un mantello verde per Loki. Penso che quei costumi provenissero dai suoi film su Enrivo V e Amelto.”

Tom Hiddleston e Chris Hemsworth non si riuniranno in Thor: Love and Thunder

Prossimamente rivedremo Chris Hemsworth nei panni del Dio del Tuono nell’attesissimo Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, dove però non ci sarà Loki. A confermarlo una volta per tutte è stato proprio Tom Hiddleston in una recente intervista: “Abbiamo parlato dei film di Thor come di una saga familiare. La dualità e l’antagonismo che esiste tra Thor e Loki, due personaggi diametralmente opposti, è un libro che forse dovrebbe rimanere chiuso al momento. Abbiamo esplorato il più possibile la relazione tra questi due fratelli.”

Jurassic World: Dominion, Colin Trevorrow anticipa due storie parallele

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La Universal Pictures ha finalmente confermato che le prime immagini ufficiali dell’attesissimo Jurassic World: Dominion arriveranno al cinema in occasione dell’uscita di Fast and Furious 9. L’esclusiva preview accompagnerà le proiezioni IMAX del nuovo capitolo della saga con protagonista Vin Diesel (e targata sempre Universal).

L’annuncio è stato accompagnato dal primo teaser poster ufficiale di Dominion, il quale suggerisce che il film potrebbe collegarsi al primo Jurassic Park in un modo apparentemente inaspettato. Il poster, infatti, ci mostra una zanzara che beve sangue dalla pelle di un dinosauro chiamato Moros Intrepidus. La tagline ufficiale, invece, recita: “Tutto è iniziato qui”. La zanzara è, ovviamente, un richiamo al modo in cui John Hammond (il fondatore di Jurassic Park) ha ricreato i dinosauri usando il DNA fossilizzato estratto da una zanzara congelata nell’ambra.

Nel primo Jurassic Park, invece, veniva spiegato che gli scienziati avevano estratto il sangue di dinosauro da una zanzara fossilizzata e lo avevano poi combinato con il DNA di altri vari animali per creare i dinosauri del parco. Il teaser poster di Dominion si rifarà chiaramente a questa storia.

Due storie parallele in Jurassic World: Dominion?

Nel frattempo, in una recente intervista con Collider, il regista di Jurassic World: Dominion, Colin Trevorrow, ha parlato della struttura narrativa del nuovo film, che sarà molto diversa rispetto ai capitoli precedenti. Ci saranno, infatti, due storyline principali che si intersecheranno e che permetteranno di rendere giustizia a tutti i personaggi dell’intero franchise.

“Racconteremo due storie parallele che a mano a mano si intersecano sempre di più. Mi rendo conto che si tratta di una struttura non convenzionale per un film, ma non volevo tralasciare nessun personaggio. Sam, Laura e Jeff sono una parte importate del film tanto quanto Chris e Bryce… e non solo in termini di minutaggio, di quanto li vedremo sullo schermo, ma proprio ai fini della storia, alla loro importanza all’interno dell’intero racconto.”

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Stranger Things 4: le new entry nel cast Netflix

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Stranger Things 4: le new entry nel cast Netflix

Durante la prima edizione della Geeked Week di Netflix, un evento internazionale che si sta svolgendo online dal 7 all’11 giugno con tante iniziative dedicate alle serie e ai film più amati del servizio, Netflix ha annunciato quattro new entry nel cast della quarta stagione di Stranger Things, le cui riprese sono al momento in corso ad Atlanta.

Di seguito i nomi degli attori e i relativi ruoli, che si aggiungono al celebre cast della serie.

  • Amybeth McNulty (Chiamatemi Anna) interpreterà Vickie, la nerd del gruppo, disinvolta e dalla parlantina veloce, che catturerà l’attenzione di uno dei nostri amati personaggi.
  • Myles Truitt (Queen Sugar, Black Mafia Family) interpreterà Patrick, una star del basket di Hawkins che ha amici, talento e una bella vita… fino a quando degli eventi scioccanti gli faranno perdere il controllo della sua vita.
  • Regina Ting Chen (Regina del Sud, The Falcon and The Winter Soldier) interpreterà Ms. Kelly, una consulente di orientamento che si preoccupa profondamente per i suoi studenti, specialmente quelli più in difficoltà.
  • Grace Van Dien (Charlie Says, The Village) interpreterà Chrissy, capitano delle cheerleader e la ragazza più popolare della scuola. Tuttavia, sotto la superficie apparentemente perfetta si cela un oscuro segreto.

La trama di Stranger Things 

Nato come una lettera d’amore verso quei film degli anni ‘80 che hanno affascinato un’intera generazione, Stranger Things è un dramma emozionante ambientato nella città apparentemente normale del Midwest di Hawkins, nell’Indiana. Dopo che un ragazzo è svanito nel nulla, il suo affiatato gruppo di amici e familiari cerca risposte e viene trascinato in una serie di eventi mortali e ad alto rischio. Sotto la superficie della loro città si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme ad esperimenti governativi top-secret e una pericolosa porta che collega il nostro mondo a un regno potente ma sinistro. Le amicizie saranno messe alla prova e le vite saranno alterate poiché ciò che scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo per sempre.

Dalla sua uscita nel 2016, il fenomeno globale Stranger Things ha ottenuto oltre 65 premi e 175 nomination alle più importanti manifestazioni e festival, tra cui gli Emmy Awards, Golden Globes, Grammy Awards, SAG Awards, DGA Awards, PGA Awards, WGA Awards, BAFTA, Peabody Award, AFI Awards, People’s Choice Awards, MTV Movie & TV Awards, Teen Choice Awards e molti altri. La serie candidata tre volte agli Emmy Awards come miglior serie tv drammatica è uno dei titoli Netflix più visti. La sola stagione 3 è stata vista nei primi quattro giorni dal debutto in 40,7 milioni di case, più di qualsiasi altro film o serie Netflix in quel periodo, e in  64 milioni nelle prime quattro settimane.

Stranger Things è creata dai fratelli Duffer e prodotta da Monkey Massacre Productions e 21 Laps Entertainment. I fratelli Duffer sono anche i produttori esecutivi della serie, insieme a Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps Entertainment, e a Iain Paterson.

Space Jam: New Legends, il nuovo trailer italiano

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Space Jam: New Legends, il nuovo trailer italiano

Benvenuti a Space Jam! Il campione NBA e icona globale LeBron James vive un’epica avventura a fianco dell’intramontabile Bugs Bunny, nel film evento di animazione/live-action “Space Jam: New Legends”, diretto da Malcolm D. Lee, con un team di filmakers innovativi come Ryan Coogler e Maverick Carter.

Quest’avventura di trasformazione è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri figli. Quando LeBron e il suo giovane figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi guidando Bugs, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket piena di professionisti all stars mai vista prima. Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King” James con il loro modo di giocare.

James è protagonista accanto al candidato all’Oscar® Don Cheadle (i film di “Avengers”, “Hotel Rwanda”), Khris Davis (“Judas and the Black Messiah”, “Atlanta” per la TV), Sonequa Martin-Green (“The Walking Dead” per la TV, “Star Trek: Discovery”), l’esordiente Cedric Joe, Jeff Bergman (“Looney Tunes Cartoons”), Eric Bauza (“Looney Tunes Cartoons”) e Zendaya (l’imminente “Dune”, “Malcolm & Marie”).

Lee (“Girls Trip”, “Night School”) dirige da una sceneggiatura di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance e Jesse Gordon e Celeste Ballard, storia di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance. Basato su “Space Jam”, scritto da Leo Benvenuti & Steve Rudnick e Timothy Harris & Herschel Weingrod. Il film è prodotto da Ryan Coogler, LeBron James, Maverick Carter e Duncan Henderson, i produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler, Allison Abbate, Jesse Ehrman, Jamal Henderson, Spencer Beighley, Justin Lin, Terence Nance e Ivan Reitman.

Il team creativo dietro la cinepresa include il direttore della fotografia Salvatore Totino (“Spider-Man: Homecoming”), il produttore animazioni Troy Nethercott (“Wonder Park”), gli scenografi Kevin Ishioka (“The Mule”), Akin McKenzie ( “When They See Us” per Netflix) e Clint Wallace (l’imminente “Eternals”), il montatore Bob Ducsay (“Godzilla: King of the Monsters”, “Star Wars Episode VIII – The Last Jedi”) e la costumista Melissa Bruning (“Rampage”, “War for the Planet of the Apes”). Le musiche sono di Kris Bowers (“Greenbook”, “Bridgerton” per Netflix).

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Proximity/The SpringHill Company Production, un film di Malcolm D. Lee, “Space Jam: New Legends”. Il film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures e arriverà in Italia al cinema dal 23 settembre.

space jam a new legacy

A Chiara di Jonas Carpignano presentato alla Quinzaine des Réalisateurs

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Jonas Carpignano torna al Festival di Cannes. Il suo nuovo film, A CHIARA, sarà proiettato in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs, dove quattro anni fa aveva già presentato “A Ciambra”, realizzato con il supporto di Martin Scorsese (produttore esecutivo) e vincitore del David di Donatello alla migliore regia e al miglior montaggio. Un film acclamato in tutto il mondo.

Una co-produzione tra Italia, Francia e Svezia, A CHIARA è prodotto da Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma e con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Eurimages, CNC.

A CHIARA è il terzo lungometraggio di Carpignano: il regista e sceneggiatore ha realizzato il capitolo di chiusura della sua “trilogia gioiese”, dopo “Mediterranea” (presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2015) e “A Ciambra” (2017).

“È un onore per me presentare questo film a Cannes – ha dichiarato Carpignano – Sono grato alla Quinzaine per averlo selezionato, e ancora più grato al cast e alla troupe per il loro lavoro che ha permesso di portare questa storia sullo schermo. Non vedo l’ora che il pubblico veda il film e scopra l’interprete principale che ne è il fulcro. Vedere Swamy Rotolo diventare Chiara è stato per me una grande gioia. Niente mi rende più felice che immaginare lei e la sua famiglia a Cannes”.

A CHIARA – IL FILM 

La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per sé stessa.

Collective è il vincitore del Premio LUX del Pubblico 2021

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Collective è il vincitore del Premio LUX del Pubblico 2021

Dopo il tour europeo che ha previsto anche proiezioni virtuali e Q&A live con i registi, e dopo la Settimana del pubblico del Premio LUX (10-16 maggio) che ha offerto la possibilità di guardare i film nominati online, i voti degli spettatori europei e dei membri del Parlamento Europeo sono stati sommati: con una cerimonia che si è tenuta nel corso di una sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo (Francia) il Presidente del Parlamento Europeo, David Maria Sassoli, ha annunciato il film vincitore di fronte ai membri del Parlamento, ai partner invitati e ai rappresentati dei film nominati Bartosz Bielenia, protagonista di CORPUS CHRISTI, Kasper Dissing, produttore di UN ALTRO GIRO, e Alexander Nanau, regista di COLLECTIVE.

Nel corso della premiazione, il regista Alexandr Nanau ha dichiarato che il premio va innanzitutto alle vittime e alle loro famiglie, ancora in attesa di un riconoscimento ufficiale da parte della Romania. Il premio, ha detto, serve a ribadire che “vogliamo combattere la corruzione e vogliamo una stampa libera”

Il Premio LUX del Pubblico unisce i voti del pubblico e dei membri del Parlamento. E’ promosso dalla European Film Academy e dal Parlamento Europeo, in partnership con la Commissione Europea e Europa Cinema.

Comedians, recensione del film di Gabriele Salvatores

Comedians, recensione del film di Gabriele Salvatores

Dopo Tutto il mio folle amore e il documentario Fuori era primavera, Gabriele Salvatores torna a dirigere con Comedians. Un progetto che arriva da lontano. Il film è una trasposizione fedele del testo che il drammaturgo inglese Trevor Griffiths scrisse nel 1975. Testo su cui il regista ha scelto di tornare dopo ventun anni da una prima lettura da cui era nato uno spettacolo teatrale e poi un film, che vi si era ispirato, seppur in maniera molto libera, Kamikazen – Ultima notte a Milano del 1988. E’ con Comedians che Salvatores sceglie di tornare alla riapertura delle sale, dal 10 giugno. 

Comedians – la trama

Un gruppo di aspiranti comici sta per esibirsi. Sono tutti allievi del maestro Eddie Barni, Natalino Balasso, che tiene un corso nei locali di una scuola di Milano. Prima dello spettacolo, riuniti nell’aula dove di solito fanno lezione, i comici cercano di tenere a freno l’ansia per l’esibizione e di mettere a punto i propri pezzi. Ci sono i fratelli Filippo e Leo Marri, Ale e Franz, con la loro vena malinconica, c’è l’operaio Gio Di Meo, Walter Leonardi, con la battuta e la barzelletta sempre pronte. Ci sono il meridionale Michele Cacace, Vincenzo Zampa e Samuele Verona, Marco Bonadei, impresario di se stesso che sogna di sfondare. Infine, c’è il giovane Giulio Zappa, Giulio Pranno. Barni li motiva e cerca di far trovare loro la concentrazione necessaria, perchè la serata è importante. A vederli, infatti, ci sarà Bernardo Celli, Christian De Sica, un famoso comico, vecchia conoscenza di Barni, ora talent scout, che potrebbe scegliere qualcuno di loro per un suo nuovo progetto televisivo. La rivalità tra i comici si accende, mentre Celli spiega quali sono per lui i capisaldi della comicità, del tutto diversi da quelli di Barni. I nuovi talenti riusciranno a convincerlo? I comici resteranno fedeli alla lezione del maestro o cercheranno di compiacere il selezionatore? 

Il mestiere del comico tra etica e successo

Comedians è senza dubbio un film dal forte impianto teatrale. È stato lo stesso Gabriele Salvatores a voler sottolineare di aver ripreso fedelmente il testo scritto da Griffiths, che viene infatti indicato come autore della sceneggiatura, assieme al regista. L’azione si svolge quasi per intero in un unico spazio: l’aula scolastica. Il solo momento in cui si esce da lì è quello in cui si sale sul palcoscenico del locale dove i comici si esibiscono. È un film incentrato sulla parola, come spesso succede nei lavori tratti da testi teatrali, un film in cui sostanzialmente si dibatte e si espongono vari punti di vista su un tema centrale: cosa significa essere un comico? Come si fa a far ridere? Ci deve essere o no un’etica della risata? Barni e Celli rappresentano i due poli opposti della discussione, la dicotomia tra etica e successo. L’uno, convinto che la comicità debba sfuggire dallo stereotipo, dalla battuta facile e scontata, fatta solo per strappare la risata a tutti i costi. L’altro, sostenitore del comico come intrattenitore puro, della comicità come momento votato all’evasione. A sostenere i due punti di vista, mai banalizzati, ciascuno con argomentaizioni ampiamente condivisibili, gli ottimi Balasso e De Sica, il quale interpeta un personaggio che ha in comune con De Sica attore parte delle convinzioni che hanno dettato il suo percorso artistico, e che qui rivendica, come ha affermato in conferenza stampa. La giusta via, forse, sta nel mezzo, nel difficile equilibrio tra ciò che porta facilmente al successo e l’aspirazione a far pensare, a sorprendere, a far cambiare punto di vista, con una risata. 

Il dibattito si rivela interessante innanzitutto perché è sempre molto attuale, essendo l’Italia un paese largo produttore di comici e commedie di tutti i tipi, con esempi anche recenti che portano alla ribalta il tema e le domande che qui i protagonisti si pongono. In secondo luogo, la dicotomia tra Celli e Barni è anche la diatriba fra chi vuole apparire a tutti i costi e chi invece si accontenta di fare il proprio lavoro nell’ombra. Il che non significa essere meno capaci. Anche questo un grande tema, oggi che chiunque cerca la ribalta – i quindici minuti di celebrità di cui parlava Warhol – su un social, o su un vero e proprio palco, poco importa. C’è voglia di apparire, ma si dovrebbe forse riscoprire, come suggerisce il personaggio di Barni, l’orgoglio di quello che si fa, anche se non si ha un pubblico a cui mostrarlo. Il lavoro dell’insegnante svolto da Barni è un po’ l’emblema di questa filosofia. L’insegnate è colui che non lavora per la gloria e raramente viene ringraziato per quello che fa, ma semina qualcosa tra i suoi allievi, contento semplicemente di veder germogliare, ogni tanto, una piantina.

In Comedians, poi, si parla anche dell’importanza di inseguire i propri sogni e coltivare i propri talenti. I protagonisti sono persone più o meno giovani che si barcamenano tra un lavoro provvisorio e la speranza di poter vivere del mestiere che amano, quello di attori. Il film peraltro non sembra avere una precisa collocazione temporale, salvo qualche piccolo cenno. È un inno alla perseveranza. 

Invito allo spettatore a non essere passivo

Comedians è  un film che stimola una riflessione, interessante, che spinge lo spettatore a non essere passivo, ma anzi attivarsi e porsi le stesse domande dei protagonisti. La perizia tecnica e stilistica di Salvatores ne fa un lavoro elegante ed estremamente curato, con un uso significativo e ben dosato del bianco-nero nella fotografia di Italo Petriccione, e primi piani con cui il regista cattura nelle espressioni l’essenza dei personaggi. Efficace anche l’idea del count down che scandisce il tempo che separa gli attori dall’entrata in scena. Il film riesce nella non facile impresa di mantenere vivo l’interesse fino alla fine del racconto. Da sottolineare l’attenzione che il regista ha sempre per la parte musicale, stavolta impreziosita da brani di Tom Waits.

A completare il quadro le buone prove di un cast di attori più o meno noti, in cui il regista ha voluto ancora con sé Giulio Pranno dopo Tutto il mio folle amore. L’attore si dimostra ancora talentuoso nell’interpretare il suo personaggio, intelligente ed anche coraggioso outsider. Esaspera le caratteristiche del clown e lo fa diventare quasi Joker. È un personaggio oscuro e inquieto, anziché comico, e sceglie una recitazione particolarmente teatrale. Senza dubbio d’impatto, a volte un po’ eccessivo. 

Certo è che Comedians, a dispetto del titolo, ma anche di alcune presenze nel cast, da cui solitamente ci si aspettano risate, da De Sica a Balasso, fino ad Ale e Franz, non è un film comico, ma è un film su cosa sia il mestiere del “commediante”. Dunque resterà deluso chi si aspetta di ridere. Come anche lo sarà chi si aspettava da Salvatores un ritorno diverso, magari con una trama accattivante, piena di avventure e colpi di scena. Comedians è un film non facile, che impegna, che chiede partecipazione. Per questo non è per tutti. Tuttavia, è una riflessione seria e ben condotta sulla complessa arte del far ridere e un’occasione per tornare al cinema apprezzando il lavoro di chi il cinema sa fare con classe.

Loki: recensione del primo episodio della serie con Tom Hiddleston

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È finalmente arrivato il Loki Day, il giorno in cui Disney+ mette a disposizione dei suoi abbonati il primo episodio della serie dedicata all’amatissimo Dio dell’Inganno: dal 9 giugno, per sei mercoledì, la piattaforma della Casa di Topolino ci offrirà una nuova avventura targata Marvel Studios. Non più Streghe in lutto o compagni d’arme in crisi d’identità, ma un Dio bistrattato che cerca il suo posto nei Mondi, o forse nei Tempi, sarebbe più corretto dire, visto che la serie scritta da Michael Waldron prende le mosse proprio da quel momento, in Avengers: Endgame, in cui Loki, utilizzando il Tesseract (quindi la Gemma del Tempo) scappa da New York e, inconsapevolmente, crea una linea temporale alternativa, proprio come aveva spiegato l’Antico a Bruce Banner nello stesso film.

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Atterrato in un imprecisato deserto, Loki crede di essere sfuggito alla sua cattura, tuttavia viene intercettato immediatamente da un gruppo armato che lo cattura e lo porta nel quartier generale della TVA, la Time Variant Authority, un’agenzia che si occupa di mantenere intatta la linea temporale sacra, quella cioè che vede svolgersi davanti a sé, in successione precisa, gli eventi predeterminati della storia dell’uomo e degli uomini. Troviamo quindi il Dio dell’Inganno catapultato in questa dimensione/mega ufficio che gestisce il tempo e tutte le sue variazioni, e qui incontra Mobius, un agente speciale del TVA che gli spiega dove si trova e qual è l’interesse “aziendale” di tenere Loki prigioniero e in vita al loro servizio. 

Loki, le premesse della storia

Il primo episodio di Loki corrisponde ad un world building, ovvero introduce lo spettatore e il protagonista stesso all’interno di un mondo nuovo, che ha i suoi scopi e le sue regole, ed entrambi vengono spiegati ed analizzati nel corso dell’intera puntata per fornire tutti gli elementi necessari ad orientarsi in questa nuova realtà e in questa nuova storia. 

Quello che si perde in mancanza d’azione e avventura è però compensato dalla densità di tutto ciò che viene mostrato allo spettatore: da una parte tantissimi concetti nuovi da assimilare al MCU, con personaggi da conoscere e misteri da risolvere le cui basi vengono poste già nei primi minuti dell’episodio pilota, dall’altra un ambiente completamente nuovo, un mega ufficio che strizza l’occhio al design anni ’70, sia nelle forme che nei colori, in alcuni casi da una fotografia che ricorda smaccatamente il miglior David Fincher di Seven e Zodiac, governato da una burocrazia insormontabile e pesantissima, che in più di un’occasione viene presa in giro dalla brillante scrittura di Waldron.

Un lungo episodio doppio pone le basi

Tutto questo lungo ed interessante preambolo viene completato dall’episodio numero 2, che arriverà su Disney+ il 16 giugno prossimo e che pone definitivamente le basi per la storia che questa nuova miniserie ci vuole raccontare. Anche in questo caso, come in WandaVision, si ha l’impressione che tutta la storia possa convogliarsi in maniera importante e significativa negli avvenimenti che verranno raccontati in Doctor Strange and the Multiverse of Madness, ipotesi corroborata anche dalla presenta del citato Waldron alla scrittura, che firma anche la sceneggiatura del film che sarà diretto da Sam Raimi. È sempre più palese, dunque, che queste serie Marvel Studios servano, sì, ad approfondire e raccontare singoli personaggi molto amati dai fan (come nel caso di Loki) o sottosfruttati fino a questo momento (come Wanda o Sam Wilson), ma anche a riempire dei vuoi, dei buchi che ci accompagneranno nelle visioni cinematografiche in programma per i prossimi tre anni. 

Fondamentale, per Loki, è ovviamente la presenza di Tom Hiddleston. Con questo nuovo inizio per il suo personaggio, l’attore inglese è trai membri più longevi del cast dell’intero MCU, dal momento che sono già 10 anni che lo interpreta e chissà quali altre avventure lo aspettano. E ovviamente il suo personaggio si è trasformato con lui: da villain puro e semplice, anche se con le sue motivazioni e le sue ragioni (opinabili), Loki è diventato uno strambo personaggio in bilico tra bene e male, senza mai diventare davvero cattivo e mantenendo costante nelle persone che ha di fronte il dubbio sulle sue vere intenzioni, sempre con acume e quel sorriso beffardo che lo caratterizza.

Loki-Mobius: un nuovo buddy duo

Loki serie tv 2021

L’ironia è da subito la principale chiave intorno alla quale ruotano i fatti, le persone, le dinamiche relazionali che con Loki promettono una nuova coppia comica nel MCU. Dopo l’approfondimento e il consolidamento della dinamica Bucky-Sam, ecco che Loki incontra Mobius, interpretato da Owen Wilson, un’aggiunta importante in un cast pieno di sorprese. E sembra che di fronte a lui Loki abbia una specie di specchio in cui si riflettono tutti i suoi difetti e le sue colpe e gli vengono restituite purificate, Mobius è un uomo giusto e retto, ha fede nel suo credo e vede per Loki la speranza della redenzione. Chissà se il Dio dell’Inganno riuscirà a cogliere quest’occasione per essere finalmente compreso o se riuscirà anche adesso a deludere le aspettative di chi si fida di lui, continuando a promuovere il proprio tornaconto.

La tragica e a suo modo eroica uscita di scena di Loki in Avengers: Infinity War, morto per mano di Thanos, aveva completamente riabilitato la figura del figlio di Laufey agli occhi del MCU, ma solo nella sua ora finale. Che adesso Loki possa avere la possibilità di stare dalla parte dei buoni e di fare finalmente la cosa giusta? Lo scopriremo su Disney+, dal 9 giugno, ogni mercoledì per sei mercoledì.

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Loki e Doctor Strange 2: lo sceneggiatore merita il titolo di “custode” del Multiverso?

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Michael Waldron, l’head writer della serie Loki nonché sceneggiatore del sequel di Doctor Strange, ha parlato del suo ruolo di ipotetico “custode” del Multiverso nell’Universo Cinematografico Marvel.

In un’intervista con Screen Rant in occasione della promozione della serie Disney+ disponibile da oggi, Waldron ha riflettuto sulla natura del Multiverso sia nella serie con protagonista Tom Hiddleston che nel sequel con protagonista Benedict Cumberbatch. Waldron ha spiegato di non sentirsi ancora a suo agio nel ruolo di “custode” del Multiverso (qualora esista davvero!), attribuendo ad altri storyteller del MCU la capacità di avere il controllo sulle loro storie e sui relativi legami con il più grande MCU in continua espansione.

“Non lo so. Penso che tutti – tutti i registi e gli sceneggiatori del MCU -, siano custodi di questa cosa, perché finiamo tutti per creare problemi e risolverli a vicenda. Quindi, se riesco a creare problemi solo  me stesso e non anche a qualche altro povero sceneggiatore, immagino che questo renda la vita un po’ più facile.”

Con l’arrivo di Loki su Disney+, i fan non dovranno più attendere per scoprire come la serie continuerà a infondere nel MCU legami con il Multiverso. Anche se manca ancora poco meno di un anno all’uscita di Doctor Strange in the Multiverse of Madness nei cinema, non dovrebbe passare molto tempo prima che arrivino i primi sguardi all’attesissimo sequel. Con la produzione che si è conclusa ad aprile, i primi materiali ufficiali potrebbero arrivare prima di quanto i fan pensino.

Loki: i 10 migliori momenti del Dio dell’Inganno nel MCU

Loki: i 10 migliori momenti del Dio dell’Inganno nel MCU

Loki, la serie dedicata al Dio dell’Inganno interpretato da Tom Hiddleston, debutta ufficialmente oggi su Disney+ con il primo episodio (un nuovo episodio sarà poi disponibile ogni mercoledì, per un totale di sei). Per celebrare l’arrivo della nuova serie ambientata nell’Universo Cinematografico Marvel sulla piattaforma di streaming, ripercorriamo insieme – grazie a ComicBookMovie – i 10 migliori momenti dell’iconico personaggio:

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Salvare Thor

Loki è stato in qualche modo redento in Thor: The Dark World dopo la morte di Frigga, e in seguito si è sacrificato dopo aver subito un colpo che era destinato a suo fratello. Il cattivo è morto tra le braccia di Thor, pochi istanti dopo aver ucciso Kurse ed essersi assicurato che il Dio del Tuono e Jane Foster sarebbero stati in grado di porre fine al piano di Malekith.

È stato un momento straziante. Tuttavia, una scena post-credits avrebbe rivelato che Loki aveva soltanto finto la sua morte! Mentre Thor stava combattendo contro Malekith, il dio del male tornò ad Asgard, bandì Odino sulla Terra e prese il suo posto sul trono di Asgard. Siamo ovviamente contenti che Loki sia sopravvissuto, ma quanto accaduto riduce parte dell’impatto di questa scena. 

Il confronto con Vedova Nera

In The Avengers, abbiamo visto Tom Hiddleston al suo meglio quando il Dio dell’Inganno ha rimproverato e apparentemente superato in astuzia Vedova Nera. La tensione in questa scena era decisamente palpabile, resa tale anche dal fatto che i due personaggi erano separati da un vetro. Tuttavia, uno degli elementi più incredibili è il modo in cui Natasha Romanoff è riuscita a superare in astuzia Loki e ad usare il suo odio per gli umani contro di lui.

Rendendosi conto che Hulk era la chiave del piano di Loki, Nat entra subito in azione. Sembra che questo abbia aiutato molto a gettare le basi affinché Loki diventasse uno dei migliori cattivi del MCU, anche se è stato il momento che analizzeremo a breve che ha davvero scioccato i fan…

Uccidere l’agente Coulson

In The Avengers, l’agente Coulson interpretato da Clark Gregg è stato subito apprezzato dai fan dei fumetti. Anche se si trattava di un personaggio nuovo, il pubblico è riuscito subito ad entrarci in sintonia. Alla fine, però, Joss Whedon ha ben pensato di ucciderlo nel modo più brutale possibile!

Anche se sembrava che Coulson fosse riuscito a sconfiggere il Dio dell’Inganno usando la tecnologia creata dai resti del Distruttore, era tutta un’illusione, e Loki ha continuato a usare lo spettro per pugnalare l’agente dello SHIELD alla schiena. È vero, Coulson è poi tornato nella serie Agents of SHIELD, ma ciò non significa che la sua morte nel film faccia meno male…

Un momento fraterno

Taika Waititi ha salvato il franchise di Thor grazie a Thor: Ragnarok del 2018 e il modo in cui il regista ha gestito la relazione del Dio dell’Inganno con suo fratello ha davvero colpito i fan. Mentre si trovano insieme in ascensore, Thor e Loki riflettono sulle loro esperienze passate, con il cattivo (ora più un antieroe) che scopre che il Dio del Tuono, in effetti, si è sempre preso cura di lui.

Loki si sente chiaramente in colpa e questo aiuta a spiegare le sue azioni sia più avanti nel film che in Avengers: Infinity War. Il fatto che questo momento sia stato seguito da un brillante team-up lo rende un punto culminante ancora più grande.

“Inginocchiatevi!”

Loki era ancora un cattivo in piena regola in The Avengers, cosa enfatizzata da questa scena in Germania. Il Dio dell’Inganno aveva incaso la Terra poco dopo aver stretto un accordo con Thanos. Ordinando a coloro che lo circondano di “inginocchiarsi”, Loki crede che gli umani “desiderino la sottomissione” e sente chiaramente che sta facendo la cosa giusta conquistando Midgard.

Quando un uomo anziano si alza e chiarisce che non si inchinerà mai davanti a un tiranno (chiaramente è sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale e alla Germania nazista), Loki sta per farlo fuori, ma improvvisamente interviene Captain America. È un grande momento, che all’epoca sembrava molto più grande di quanto non lo sia ora, dato che il MCU si è espanso oltre i nostri desideri più reconditi. 

Thor vs. Loki

Thor è servito come solida introduzione sia per il Dio del Tuono che per Loki, con i Marvel Studios che non hanno perso tempo nell’esplorare il lato malvagio del personaggio. Dopo aver avuto un ruolo nel fatto che Thor sia stato bandito sulla Terra, Loki reclama il trono di Asgard per sé e in seguito invia il Distruttore sulla Terra nel tentativo di uccidere suo fratello e i Tre Guerrieri.

È difficile però non percepire quanto fosse in conflitto in quel momento, cosa che ci ha permesso di dare un primo assaggio al fatto che c’era molto di più in questo personaggio a livello profondo. Questa battaglia finale, di sicuro personale, è stata davvero emozionante e gloriosa e ha contribuito ad aggiungere molta profondità al personaggio di Loki. La rivelazione successiva, cioè che aveva simulato la sua morte e che sarebbe stato il cattivo principale in The Avengers, era semplicemente la ciliegina sulla torta.

Forse non è poi così cattivo…

Abbiamo accennato all’impatto che la morte di Frigga ha avuto su Loki, ma è stato questo momento in Thor: The Dark World che ha davvero plasmato alcuni degli strati più complessi del personaggio. Nonostante abbia mostrato coraggio, quando Loki abbandona l’illusione e vediamo lo stato in cui si trova davvero – per non parlare del dolore che prova per la morte di sua madre dopo il loro precedente scambio di battute -, è stato davvero un momento speciale.

Sì, questo non è uno dei migliori film dei Marvel Studios, ma per Loki ha contribuito a gettare le basi per le sue storie future. Nonostante le sue azioni atroci in The Avengers, questo momento ci ha fatto capire che il Dio dell’Inganno non era poi così cattivo, e che dentro era più tormento di quanto nessuno di noi avesse mai pensato in passato.

Compiere l’ultimo sacrificio

Anche se non si poteva ancora fidare completamente di Loki (aveva preso il Tesseract da Asgard prima che venisse distrutto), quando Thor: Ragnarok finì e iniziò Avengers: Infinity War, l’imbroglione aveva chiaramente risolto molti dei problemi che aveva avuto con suo fratello. Di conseguenza, non è stata una grande sorpresa quando Loki ha compiuto l’ultimo sacrificio ritrovandosi faccia a faccia con Thanos.

Prendendo tempo nella speranza che Thor potesse salvare la situazione, Loki tentò di tradire e uccidere il Titano Pazzo, ma si ritrovò sopraffatto dal cattivo che brandiva le Gemme dell’Infinito. Di conseguenza, Loki è morto dopo essere stato soffocato a morte da Thanos, ma non prima di aver avuto l’occasione di sussurrargli: “Non sarai mai un Dio.”

Ragnarok

Ancora una volta, sembrava che Loki si fosse dimostrato inaffidabile, tradendo Thor e dando ragione a suo fratello. Tuttavia, quella conversazione avvenuta nell’ascensore (di cui abbiamo parlato prima) ha chiaramente colpito il Dio dell’Inganno, quindi il suo ritorno ad Asgard insieme alle forze dell’arena del Gran Maestro è stato un momento assolutamente delizioso.

Sì, Loki ha colto l’occasione per celebrare il suo arrivo (dichiarandosi il “salvatore” di Asgard), ma questo è stato comunque un grande momento per lui, e ancora una volta lo ha aiutato a trasformarsi da cattivo a eroe. Guardalo indossare quel casco iconico mentre prendeva a calci il nemico è stato fantastico!

Loki non può competere con Hulk

Certo, questo scambio con Hulk non è finito bene per il Dio dell’Inganno, ma è sicuramente il suo momento migliore nel MCU fino ad oggi. Nessuno avrebbe potuto prevederlo, ma questo è ciò che lo ha reso veramente grande. Mentre il cattivo si scontrava con il Gigante di Giada in The Avengers, non sapeva che Hulk stava per dare il benservito a questo “Dio gracile”.

Loki è stato sconfitto ed è stato il modo perfetto per concludere questa storia. Ha anche creato un divertente throwback moment per i Marvel Studios, che ha dato poi i suoi frutti in Thor: Ragnarok, quando Loki ha esultato mentre guardava Thor sperimentare esattamente come lui si era sentito. Questo momento è stato iconico e, ammettiamolo… Loki se lo meritava! 

Tom Hiddleston su cosa ha pensato Loki prima di morire per mano di Thanos in Infinity War

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In una recente intervista con ComicBook, Tom Hiddleston ha avuto la possibilità di riflettere sulla morte di Loki per mano di Thanos in Avengers: Infinity War, spiegando la prospettiva del Dio dell’Inganno in merito all’attacco da parte del Titano Pazzo.

“Penso che l’intera scena sia estremamente terrificante sia per Thor che per Loki”, ha detto l’attore. “Sinceramente, aveva già visto Thor in alcuni momenti difficili, ma ha sempre creduto che suo fratello avrebbe comunque trovato una via d’uscita. In quel momento, sa che se non farà nulla, suo fratello morirà per mano di Thanos. Quando inizia a parlare, penso che in realtà volesse solo guadagnare tempo. Dice: ‘Se stai andando sulla Terra, potrebbe servirti una guida. Io ho un po’ di esperienza al riguardo’. Sta cercando di pensare a un modo per fermare Thanos. Sta improvvisando”.

A proposito del momento in cui diventa chiaro che il piano di Loki è quello di attirare Thanos il più vicino possibile per ucciderlo con un coltello, Hiddleston ha detto: “Penso che poi si sia reso conto che aveva solo un tentativo e che poteva anche non funzionare, ma che almeno poteva servire per salvare suo fratello. L’ho sempre trovato un gesto molto commovente. Sa quello che sta per fare. In difesa di Loki, so che alcune persone hanno criticato il fatto  che stesse per usare un coltello e cose del genere, ma lui stava puntando alla testa. Ce l’aveva quasi fatta, proprio perché sapeva come farlo.”

Hiddleston ha poi menzionato il momento esatto in cui si evince il legame tra Loki e Thor: “Ho sempre trovato molto toccante che quando si presenta, dice: ‘Io, Loki di Jotunheim, principe di Asgard, Dio dell’Inganno, figlio di Odino…’. Si riconosce come figlio di Odino. Fino a quel momento, dal punto di vista di Loki, avevano sempre avuto film in cui era più sulla falsa riga del: ‘Chi si farebbe chiamare figlio di Odino?’. Il fatto che si rivolga a sé stesso in quel modo e il modo in cui guarda ora Thor… l’ho trovato davvero molto toccante.”

Tuttavia, il piano di Loki fallisce e alla fine il personaggio viene ucciso da Thanos. “Sì, penso che in quel momento gli sia passato proprio questo per la mente: ‘Accidenti, non ha funzionato’. Sì, credo proprio che abbia pensato a quello”, ha concluso Hiddleston.

Loki apparirà in Thor: Love and Thunder? Tom Hiddleston risponde

Avengers: Infinity War è un film del 2018 diretto da Anthony e Joe Russo con Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris Evans Scarlett Johansson.

In un viaggio cinematografico decennale senza precedenti, Avengers: Infinity War abbraccia l’intero Universo Cinematografico Marvel e porta sul grande schermo la più grande e fatale resa dei conti di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati dovranno essere pronti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo impeto di devastazione e rovina porti alla fine dell’universo.

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