Tra i titoli annunciati della Fase 4
dei Marvel Studios c’è anche
Gli Eterni,
il cinecomic affidato alla regia di Chloe
Zhao che vede nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard Madden
(Ikaris), Kumail Nanjiani (Kingo),
Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak),
Lia McHugh (Sprite) e Don Lee
(Gilgamesh).
Sappiamo pochissimo della trama, che
a quanto pare includerà anche la presenza dei Celestiali. Ma cosa
possiamo aspettarci dal film e quali aspetti potrebbe rivelare
sull’universo Marvel e le sue origini?
1Dove sono ora gli Eterni?
Come gli Asgardiani, gli Eterni sembrano
essere presenti nell’universo da tantissimi anni, quindi il mistero
da risolvere è: dove sono ora, e in che punto della timeline del
MCU saranno inseriti?
Arriva in sala oggi Men In Black:
International, il quarto capitolo del franchise che
vede protagonisti, questa volta, Tessa Thompson e
Chris Hemsworth. Alla regia F. Gary
Gray.
I Men in Black hanno sempre
protetto la terra dalle insidie dell’universo. In questa nuova
avventura dovranno affrontare la più grande minaccia di sempre: una
talpa all’interno dell’organizzazione Men in Black.
Men in Black: International, film
diretto da F. Gary Gray, è uno spin-off della celebre saga nata nel
1997 che per anni ha visto protagonisti Will Smith e Tommy Lee
Jones nei panni degli agenti J e K. In questo nuovo capitolo è una
giovane donna, l’agente M (Tessa Thompson), a indossare gli
eleganti abiti e gli occhiali neri dei MiB. Ma il suo primo
contatto con in Men in Black è avvenuto molto tempo prima, nel
1996, quando Molly – questo il vero nome dell’agente – era solo una
bambina. Dopo aver visto una creatura aliena nella sua stanza, il
futuro agente M ha assistito a una scena alquanto strana: i suoi
genitori sono stati sparaflashati da due misteriosi uomini in
giacca e cravatta.
Non avendo subito la cancellazione
dei ricordi, Molly è cresciuta con un solo desiderio nella vita,
quello di rintracciare il quartiere generale dei Men in Black.
Grazie alla sua determinazione, conquista l’agente O (Emma
Thompson) e viene reclutata tra i MiB della cellula londinese.
Nella capitale inglese M incontra High T (Liam Neeson), che le
assegna come partner il biondo e affascinante agente H (Chris
Hemsworth). Sarà proprio quest’ultimo, nonostante il suo carattere
un po’ ribelle, a insegnarle le basi per affrontare le creature
aliene.
Hight T decide di affidare alla
coppia una missione delicata: combattere una specie aliena in grado
di prendere le sembianze degli agenti e scovare la talpa che si
nasconde nell’organizzazione…
L’Hollywood Reporter conferma che
Greig Fraser, candidato all’oscar nel 2016, sarà
il direttore della fotografia di The Batman, il
cinecomic diretto da Matt Reeves che riavvierà le
sorti del crociato di Gotham al cinema con Robert
Pattinson nel ruolo del protagonista.
L’australiano, noto per aver
lavorato a pellicole come Vice, Zero Dark Thirty,
Foxcatcher, Maria Maddalena e Rogue One: A
Star
Wars Story, ha commentato così la notizia:
“È bello collaborare di nuovo
con Matt dopo Blood Story, e il franchise di Batman è così iconico,
quindi per me è un privilegio poterlo visualizzare a modo mio.
Soprattutto con il potenziale creativo di tutti i talenti e i
tecnici coinvolti davanti e dietro la macchina da presa.”
Il cinecomic dovrebbe svolgersi
negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima
stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic,
Captain Marvel dei Marvel
Studios.
Per alcuni 1990 fa rima con gli
adattamenti di Batman di Tim
Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e
che sono stati fonte di ispirazione per Zack
Snyder per quanto riguarda una scena particolare di
Batman V
Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva
omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di
Batman Returns del 1992), per non parlare del
fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul
personaggio provengono proprio da quel decennio.
Secondo i report, Reeves ha optato
per le storie di Batman: Anno Uno come possibile
punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da
genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros.
impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri
interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain
prevista.
Per The Batman è
stata già fissata l’uscita in sala il 25 giugno
2021.
Annunciato ufficialmente durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con di San
Diego, Thor: Love
And Thunder è il quarto capitolo del franchise sul Dio
del Tuono e farà parte dei titoli che andranno a comporre la Fase 4
del Marvel Universe. E insieme a Natalie Portman,
Chris Hemsworth e Tessa Thompson,
un altro voto volto potrebbe tornare in azione nel film di Taika
Waititi…
A suggerirlo è Jeff
Goldblum, interprete del Granmaestro in
Thor: Ragnarok, con un misterioso tweet che sembra
anticipare in grande stile la presenza del suo personaggio nel
cinecomic.
“Love and Thunder. 2021. Grazie
Taika Waititi“. Cosa avrà voluto dire l’attore con l’immagine
del logo modificata che recita “E non dimenticate il
Granmaestro“? Ovviamente ci auguriamo che l’indizio porti ad
una notizia ufficiale. Che ne pensate?
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Avengers:
Endgame arriverà in edizione homevideo il prossimo 13
agosto e nel disco saranno presenti, oltre alle scene eliminate e
all’omaggio a Stan Lee, anche diversi video che raccontano il
dietro le quinte del film. Non mancherà l’ormai tradizionale
raccolta degli errori e delle papere sul set con protagonisti gli
attori di questa epica avventura.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Non si fa in tempo ad abituarsi ai
film che comporranno la Fase 4 dei Marvel Studios che già si
pensa al futuro dell’universo condiviso e ai personaggi che
torneranno in azione al cinema e in tv. Grazie all’annuncio del
Comic-Con conosciamo tutti gli sviluppi della prossima ondata di
cinecomic, ma che dire invece della Fase 5?
Ecco di seguito i titoli più papabili:
1Secret Wars (?)
I
Marvel Studios stanno mettendo in piedi in silenzio e al riparo
dalle indiscrezioni qualcosa di epico che possa eguagliare la
riuscita della Infinity Saga. Il problema è capire quale sia il
filo conduttore della nuova Fase. Film come Shang-Chi, Gli Eterni e
Vedova Nera non sembrano avere molto in comune, e c’è chi ipotizza
un futuro arrivo alla storyline di Secret
Wars.
Questo evento crossover coinvolge un
personaggio noto come The Beyonder che teletrasporta i vari eroi e
i cattivi dell’Universo Marvel in un luogo chiamato Battleworld, e
avrebbe senso, in tal caso, introdurre anche X-Men e Fantastici 4.
Staremo a vedere…
Sarà la regista e sceneggiatrice
Costanza Quatriglio (Sembra mio figlio,
Terramatta, Con il fiato sospeso) a presiedere la
Giuria di studenti di cinema che – per l’ottavo
anno – assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per i
rispettivi concorsi, MIGLIOR FILM RESTAURATO e
MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA.
La 76. Mostra del Cinema di
Venezia si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre
2019, diretta da Alberto Barbera e organizzata
dalla Biennale presieduta da Paolo
Baratta.
Venezia Classici è
la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale,
con crescente successo, una selezione dei migliori restauri
di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da
cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo.
Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di
Stefano Francia di Celle, Venezia
Classici presenta inoltre una selezione di
documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria
presieduta da Costanza Quatriglio è composta da
22 studenti, ognuno indicato dai docenti dei
diversi corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della
veneziana Ca’ Foscari.
Tra i restauri di Venezia
Classici, si vedranno ad esempio al Lido: Lo
sceicco bianco di Federico Fellini,
che ebbe la première alla Mostra di Venezia del 1952, oggi
presentato in vista del centenario della nascita del regista nel
2020; un “doppio” Bernardo Bertolucci con
La commare secca, esordio del regista
alla Mostra del 1962, e Strategia del
ragno, presentato alla Mostra del 1970; il
sorprendente esordio di Giuliano Montaldo,Tiro al piccione, che ebbe la sua prima
alla Mostra del 1961; un grande film da riscoprire prodotto dalla
Rai, Maria Zef (1981) di Vittorio
Cottafavi; il capolavoro di Manoel de Oliveira,
Francisca (1981); Out of the
Blue (1980) di Dennis Hopper;
New York, New York (1977) di
Martin Scorsese, in una nuova copia 35mm
appositamente stampata per la Mostra in occasione del 100°
anniversario della United Artists. Al termine della proiezione di
quest’ultimo film, seguirà una master class del celebre produttore
Irvin Winkler (Toro Scatenato; Quei bravi ragazzi; New York,
New York, i cinque film della serie di Rocky).
Questo l’elenco completo dei restauri di Venezia
Classici selezionati per la 76. Mostra:
VENEZIA CLASSICI
THE INCREDIBLE SHRINKING MAN [RADIAZIONI BX: DISTRUZIONE
UOMO]
di JACK ARNOLD (USA, 1957, 81’, B/N)
restauro: Universal Pictures
LA COMMARE SECCA (THE GRIM REAPER)
di BERNARDO BERTOLUCCI (Italia, 1962, 92’,
B/N)
restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con
RTI-Mediaset
STRATEGIA DEL RAGNO (THE SPIDER’S
STRATAGEM)
di BERNARDO BERTOLUCCI (Italia,1970, 110’,
Colore)
restauro: Fondazione Cineteca di Bologna e Massimo Sordella in
collaborazione con Compass Film
ENSAYO DE UN CRIMEN (THE CRIMINAL LIFE OF ARCHIBALDO DE
LA CRUZ) [ESTASI DI UN DELITTO]
di LUIS BUÑUEL (Messico, 1955, 92’, B/N)
restauro: Cineteca Nacional México in collaborazione con
Sindicato de Trajadores de la Producción Cinematográfica
LE PASSAGE DU RHIN (THE CROSSING OF THE RHINE) [IL
PASSAGGIO DEL RENO]
di ANDRÉ CAYATTE (Francia, Germania, Italia,
1960, 125’, B/N)
restauro: Gaumont
MARIA ZEF
di VITTORIO COTTAFAVI (Italia, 1981, 122’,
Colore)
restauro: Rai Teche in collaborazione con Cineteca del Friuli,
Fuori Orario (Rai3) e Museo Nazionale del Cinema di Torino
CRASH
di DAVID CRONENBERG (Canada, 1996, 100’,
Colore)
restauro: Recorded Picture Company e Turbine Media Group
(supervisione del restauro di David Cronenberg e del direttore
della fotografia Peter Suschitzky)
FRANCISCA
di MANOEL DE OLIVEIRA (Portogallo, 1981, 167’,
Colore)
restauro: Cinemateca Portuguesa – Museu do Cinema
Khaneh siah ast (the house is black)
di FOROUGH FARROKHZAD (Iran, 1962, 21’,
B/N)
restauro: Fondazione Cineteca di Bologna e Ecran Noir
productions, in collaborazione con Ebrahim Golestan. Con il
sostegno di Genoma Films e Mahrokh Eshaghian.
LO SCEICCO BIANCO (THE WHITE SHEIK)
di FEDERICO FELLINI (Italia, 1952, 86’,
B/N)
restauro: Fondazione Cineteca di Bologna nell’ambito del
progetto “Fellini 100” in collaborazione con RTI-Mediaset e
Infinity
SODRÁSBAN (CURRENT) [NELLA CORRENTE]
di ISTVÁN GAÁL (Ungheria, 1963, 85’, B/N)
restauro: Hungarian National Film Fund – Film Archive
Tappe-Haye Marlik (The Hills of Marlik)
di EBRAHIM GOLESTAN (Iran, 1964, 15’,
Colore)
restauro: Ecran Noir productions e Fondazione Cineteca di
Bologna in collaborazione con Ebrahim Golestan e il
National Film Archive of Iran. Con il sostegno di
Mahrokh Eshaghian e Genoma Films
LA MUERTE DE UN BURÒCRATA (DEATH OF A BUREAUCRAT) [LA
MORTE DI UN BUROCRATE]
di TOMÁS GUTIÉRREZ ALEA (Cuba,
1966, 85’, B/N)
restauro: Academy of Motion Picture Arts and Sciences (Archive)
e Cinemateca de Cuba
OUT OF THE BLUE
di DENNIS HOPPER (Canada, USA, 1980, 94’,
Colore)
restauro: Discovery Productions (John Alan Simon e Elizabeth
Karr)
EXTASE (ECSTASY) [ESTASI]
di GUSTAV MACHATÝ (Cecoslovacchia, 1932, 87’,
B/N)
restauro: Národní filmový archiv (Cineteca di Praga) con il
sostegno di Milada Kučerová e Eduard Kučera e la collaborazione di
Film Servis Festival Karlovy Vary
MAURI
di MERATA MITA (Nuova Zelanda, 1988, 100’,
Colore)
restauro: New Zealand Film Commission
TIRO AL PICCIONE (PIGEON SHOOT)
di GIULIANO MONTALDO (Italia, 1961, 115’,
B/N)
restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Surf
Film
NEW YORK, NEW YORK
di MARTIN SCORSESE (USA, 1977, 163’,
Colore)
Nuova copia 35mm realizzata da Metro Goldwyn Mayer (MGM), in
occasione del 100° anniversario della United Artists
KALINA KRASNAYA (THE RED SNOWBALL TREE) [VIBURNO
ROSSO]
di VASILIY SHUKSHIN (URSS, 1973, 107’,
Colore)
restauro: Mosfilm Cinema Concern (produttore del restauro Karen
Shakhnazarov)
WAY OF A GAUCHO [IL GRANDE GAUCHO]
di JACQUES TOURNEUR (USA, 1952, 91’, Colore
)
restauro: Twentieth Century Fox e The Film Foundation
A completamento della sezione Venezia Classici,
verrà presentata una selezione di documentari sul
cinema e i suoi autori. L’elenco completo della sezione
sarà reso noto nel corso della conferenza stampa di
presentazione del programma della Mostra di Venezia, che
si terrà a Roma domani giovedì 25 luglio alle
ore 11.00 (Cinema Moderno).
Jennifer Lawrence
sarà la protagonista del nuovo film di Paolo
Sorrentino, adattamento del romanzo premio Pulitzer,
Mob Girl.
La Lawrence produrrà anche il film,
basato sulla vita della moglie di un mafioso, Arlyne Brickman,
diventata informatrice della polizia. Con lei produce Justine
Polsky tramite la loro società di produzione, Excellent Cadaver.
Angelina Burnett sta lavorando all’adattamento in sceneggiatura.
Anche Sorrentino produrrà il progetto insieme a Lorenzo Mieli di
Wildside.
Il film segue Brickman che cresce
tra i racket nel Lower East Side di New York City, dove è attratta
dallo stile di vita glamour e appariscente dei mafiosi di New York.
Poco dopo, inizia a frequentare “wiseguys” e fa commissioni per
loro, prima di entrare in azione da sola – diventando infine
informatrice della polizia e testimone principale nel caso che il
governo ha intentato contro la famiglia criminale dei Colombo.
“Vedere questa storia dal punto di
vista di una donna è un nuovo ed entusiasmante approccio nel
raccontare una classica storia di mafia – afferma il fondatore e
CEO di Makeready, Brad Weston – Non potevamo immaginare una squadra
migliore di cineasti, con Jennifer protagonista di un tour de force
e Paolo al timone, per portare la forza e la prospettiva unica
della vita di Arlyne sullo schermo”.
Lawrence e Polsky stanno attualmente
producendo un film per la A24 ancora senza titolo, opera prima
della regista Lila Neugebauer. Sorrentino e Mieli hanno prodotto
The Young Pope per la HBO con Jude Law e sono attualmente in
produzione con The New Pope, con John Malkovich che si unisce al
cast.
Rutger Hauer, il
versatile attore olandese reso famoso da Blade
Runner nel 1982, è morto lo scorso 19 luglio in Olanda,
nella sua casa. Aveva 75 anni. L’agente di Hauer, Steve Kenis, ha
confermato la notizia e ha detto che il funerale di Hauer si è
tenuto oggi, mercoledì.
La sua performance più amata è stata
quella di Roy Batty, il replicante che non voleva morire, dopo aver
visto, nella sua breve e folgorante vita, “cose che noi umani non
possiamo neanche immaginare”. Nel film era l’antagonista di
Harrison Ford e del suo Deckard, ma in molti lo
considerano il vero eroe, la macchina che vuole ribellarsi al suo
creatore e rifiuta di adempiere al suo triste destino.
Ma la sua carriera è stata lunga e
ricca di ruoli, Verhoeven, Olmi, Noyce, in
moltissimi si sono avvalsi della sua presenza scenica e del suo
carisma. Per il grande pubblico, oltre a Blade
Runner, è noto principalmente per
LadyHawke, il film fantasy di Richard
Donner in cui interpretò Etienne Navarre, condannato a non
poter vivere il suo amore con la bella Isabeau, a causa di una
maledizione.
Di recente ha recitato anche in
Valerian e la città dei mille pianeti per
Luc Besson. La sua ultima apparizione
cinematografica è quella in I fratelli Sisters, di
Jacques Audiard, del 2018.
Vi lasciamo con il più vivido ricordo che ha regalato alla
storia del cinema:
Come ufficializzato durante il
Comic-Con, Scarlet Witch e
Visione saranno protagonisti della serie
intitolata WandaVision ambientata
nell’universo Marvel e destinata al servizio
streaming di Disney
+ in arrivo nel 2019. Non abbiamo altri dettagli sul
progetto, ma quale potrebbe essere la trama principale?
Ecco qualche valida alternativa:
1House of M
Crossover pubblicato nel 2005 e scritto da
Brian Michael Bendis, House Of M è una delle trame
più amate e interessanti dell’universo Marvel: in questa storyline
Scarlet Witch opera un cambio di realtà grazie al quale ogni eroe
può vedere avverato il suo più grande desiderio in un mondo in cui
i mutanti sono la specie dominante.
Wanda rimane intrappolata nella sua mente e
immagina di aver dato alla luce i suoi bambini assistita dal marito
Visione prima di essere riportata alla realtà da Xavier. I problemi
legati alla maternità la porteranno a perdere la testa e a
combattere contro i suoi vecchi alleati Vendicatori.
Il footage mostrato sabato al
Comic-Con sembra aver
confermato che in Vedova Nera, lo standalone
attualmente in produzione, potrebbero esserci diverse “black widow”
e non soltanto quella a noi più nota, Natasha Romanoff. E a
suggerire questa ipotesi sono le parole pronunciate da
Rachel Weisz in un’intervista dopo il panel dei
Marvel Studios, dove ha rivelato
qualche dettaglio sul suo personaggio, Melina:
“Melina è stata addestrata nel
programma della Stanza Rossa cinque volte prima dell’inizio del
film. In pratica ha iniziato il percorso di addestramento da
bambina, e ora è una spia e un’assassina di grande talento, ma non
posso dirvi che tipo di relazione avrà con gli altri
personaggi […] Nel film ci saranno diverse Vedova Nere.
Io, quella interpretata da Scarlet Johansson e quella di Florence
Pugh. Tanti altri personaggi che incontrerete sono a loro volta
vedove nere“.
Prospettiva interessante che ci
ricollega alle indiscrezioni relative a Yelena
Belova, l’eroina che sarà ritratta al cinema dalla Pugh e
che chi conosce i fumetti originali ricorderà come la seconda donna
nell’universo Marvel ad assumere l’identità di Vedova Nera,
addestrata nella stessa scuola di Natasha Romanoff intravista in
Age of Ultron. Le due non hanno mai avuto un buon
rapporto nel corso degli anni, e dopo un temporaneo ritiro dalle
scene la Belova torna come supereroina dei Thunderbolts, la squadra formata da
Norman Osborn.
Sarà questo lo sviluppo della trama del film? Che ne
pensate?
Vi ricordiamo che il film vedrà
Scarlett
Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha
Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man
2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è
Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di
Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto attualmente in produzione e
presumibilmente ambientato prima degli eventi che l’hanno portata a
diventare una fuggitiva in Avengers: Infinity
War.
Jennifer Lawrence è
una di quelle attrici che ha contribuito a cambiare il volto del
cinema e continua a farlo.
L’attrice, che ha iniziato a
lavorare sin da giovane, ha sempre dimostrato di essere in gamba e
di essere anche molto versatile, conquistando una grande fetta di
pubblico e vincendo numerosi premi.
2. Ha lavorato anche per il
piccolo schermo. Prima di concentrarsi principalmente
sulla sua carriera cinematografica, l’attrice ha lavorato in
diversi progetti dedicati al piccolo schermo. Infatti, ha debuttato
nel mondo della recitazione in Monk (2006), per poi
apparire in Company Town (2006), Cold Case – Delitti
irrisolti (2007), Medium (2007-2008) e The Bill
Engvall Show (2007-2009).
3. È anche produttrice e
sceneggiatrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha
indossato anche panni diversi dai soliti. Infatti, ha svolto
l’attività di co-sceneggiatrice per il corto documentario
Unbreaking America: Solving the Corruption Crisis (2019).
Per quanto riguarda la produzione, l’attrice si è cimentata per la
prima volta nella realizzazione di film, di cui sarà anche attrice,
come Bad Blood e del progetto di Lila
Neugebauer ancora senza titolo.
Jennifer Lawrence fidanzato
4. È prossima alle
nozze. L’attrice frequenta da poco più di un anno il
gallerista Cooke Maroney, con il quale si è
fidanzata ufficialmente nel febbraio del 2019. I due non hanno
rivelato nulla circa le nozze, ma con tutta probabilità di
svolgeranno da qui a breve tempo.
5. Ha avuto dei fidanzati
famosi. Prima di impegnarsi ufficialmente con il suo
futuro marito, l’attrice si è frequentata con il collega Nicholas Hoult. I due si erano sconosciuti sul
set di X-Men – L’inizio e hanno avuto una storia tra il
2011 e il 2014. In seguito, dal settembre 2016 al novembre
dell’anno successivo, l’attrice ha frequentato il regista
Darren Aronofsky, conosciuto sul set di
Mother! Tra gli flirt a lei attribuiti, ci sarebbe quello
con Chris Martin, con cui avrebbe avuto una breve
storia nel 2014.
Jennifer Lawrence X-Men
6. Ha indossato delle
protesi. Per interpretare il personaggio di Mystica in
X-Men – L’inizio, l’attrice ha dovuto indossare delle
protesi per tutto il corpo e che non erano proprio il massimo della
comodità. Così, per il film successivo (Giorni di un futuro
passato) le è stata data una tuta speciale che era più facile
da indossare e molto più comoda.
7. Il suo ruolo è stato
ridimensionato. In Giorni di un futuro passato,
l’attrice avrebbe dovuto avere molto più spazio. Tuttavia, dato che
Patrick Stewart e Ian McKellen
erano inclusi nel film, è stato necessario ridimensionare il suo
ruolo.
Jennifer Lawrence Madre
8. È andata in
iperventilazione. Durante le riprese di una scena
particolarmente intensa, sembra che l’attrice sia andata in
iperventilazione, tanto da metterle l’ossigeno e dandole del tempo
sufficiente per riprendersi.
9. Si è presa un anno di
ferie. Dopo aver lavorato a questo film, l’attrice si è
dovuta prendere un anno libero prima di tornare a recitare, poiché
a trovato Madre! un film molto faticoso da realizzare.
Jennifer Lawrence: età e
altezza
10. Jennifer Lawrence è nata
il 15 agosto del 1990 a Louisville, nel Kentucky, e la sua
altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.
Impegnata con il tour promozionale
di C’era una volta a
Hollywood, il nuovo film di Quentin
Tarantino dove interpreta Sharon Tate, Margot
Robbie ha avuto modo di discutere anche dei futuri
progetti che la vedranno protagonista, tra cui lo spin-off di
Suicide Squad, Birds Of Prey.
E a quanto pare, una delle maggiori
ispirazioni per il tono e lo stile del cinecomic arriva proprio dal
regista americano, come dichiarato dall’attrice in un’intervista
con MTV:
“Beh si, lo spirito è decisamente quello“, spiega la
Robbie, e di fatto il primo vero omaggio era arrivato con il titolo
di lavorazione Fox Force Five, appellativo
immaginario che rientra nell’universo di Pulp Fiction.
“Nel film, quando Uma Thurman e
John Travolta stanno bevendo il loro frullato da 5 dollari, lei
racconta a lui del pilot che aveva girato, e penso che il dialogo
si basasse sul fatto che aveva davvero girato qualcosa del genere.
Quell’aneddoto è stato trasformato in un dialogo, dove si parla di
Fox Force 5. In Birds Of Prey ci sono cinque donne di spicco, molto
simili, e il riferimento è sempre stato il cinema di Quentin, al
quale ho anche chiesto se potessimo usare quel titolo
provvisorio“.
Birds Of Prey: tutto quello che non sapete
sul film
Birds of
Prey (and the fantabulous emancipation of one Harley
Quinn) arriverà nelle sale il 7
febbraio 2020. Nel cast Margot
Robbie, che riprenderà il ruolo
di Harley Quinn, Mary Elizabeth
Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente
Cacciatrice e Black Canary), Rosie
Perez (Renee Montoya), Ella Jay
Basco (Cassandra Cain) e Ewan
McGregor (Maschera Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker,
Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee
Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra
Cain da un malvagio signore del crimine
Come annunciato nei mesi scorsi e
ufficializzato sabato durante il Comic-con, l’universo dei
Marvel Studios si prepara
ad allargare ulteriormente i propri confini sbarcando sulla
piattaforma streming di Disney
+ a partire dal prossimo anno con alcuni prodotti
originali, tra cui le serie dedicate a Scarlet Witch e
Visione, Loki,Occhio di
Falco e The Falcon and The Winter
Soldier.
Riguardo quest’ultimo titolo
sappiamo che vedrà protagonisti Sam Wilson e Bucky Barnes, i
personaggi interpretati rispettivamente da Anthony
Mackie e Sebastian
Stan, e che nel cast sono previsti i ritorni di due
volti noti del MCU: Daniel Bruhl, che ha vestito i
panni del Barone Zemo in Captain America: Civil
War, e Emily VanCamp, Sharon Carter in
Captain America: The Winter Soldier e Civil
War.
Nel frattempo è proprio Bruhl a
pubblicare su Instagram due immagini inedite che mostrano Zemo con
e senza l’iconica maschera viola dei fumetti (le stesse proiettate
per il pubblico del panel di San Diego). Potete dargli uno sguardo
qui sotto:
Per quanto concerne la serie, il
lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland
(The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The
Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the
Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher)
dirigerà tutti i sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà
sulla dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a
Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi
per garantire la sicurezza mondiale.
In contemporanea con l’annuncio
della lineup del Toronto Film
Festival, dove sarà presentato in anteprima mondiale (ma le
speranze di vederlo a Venezia sono ancora vive), la Warner Bros. ha
diffuso tre nuove immagini ufficiali di Joker, ritratto inedito
del clown principe del crimine interpretato stavolta da Joaquin
Phoenix.
“Non abbiamo seguito nulla dei
fumetti, e questo farà arrabbiare tantissime persone“, ha
dichiarato il regista Todd Phillips in una recente intervista.
“La nostra versione del personaggio è stata riscritta ed è ciò
che rendeva interessante il progetto. E non è nemmeno la storia di
Joker, quanto la storia di un uomo che è diventato Joker.“
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà ambientato
nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua
trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Di seguito la prima sinossi ufficiale:
Joker ruota attorno all’iconico
arcinemico di Batman ed è una storia originale e autonoma mai vista
sul grande schermo. L’esplorazione di Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix), un uomo trascurato dalla società, non sarà solo lo studio
di un personaggio grintoso, ma anche il racconto di un tema molto
più ampio.
La premiere di Los Angeles di
C’era una volta a Hollywood ha portato sui
boulevard nei pressi del Chinese Theatre tutto lo star system, ma
ovviamente gli ospiti d’onore erano i protagonisti del film e
Quentin Tarantino, che ha sfilato sul tappeto
rosso al fianco di Leonardo DiCaprio,
Brad Pitt e
Margot
Robbie.
Il film, lo ricordiamo, sarà
l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, l’attore di Berverly Hills
90210 che si è spento
prematuramente lo scorso marzo. Leonardo
DiCaprio, che da ragazzo era fan dello show, ha rilasciato
ai microfoni di Extra, durante la premiere, un’accorata
dichiarazione su Perry.
DiCaprio ha dichiarato che Luke era
una delle persone più dolci e gentili che abbia mai incontrato,
oltre ad esprimere la sua ammirazione di fan dello show, quando
all’apice del successo Perry “era il ragazzo più cool del
mondo”. Inoltre, come fosse un fan come tutti noi, Leo ha
dichiarato che, sul set con lui, era stregato dalla sua presenza, e
non riusciva a credere di poter essere sul suo stesso set.
Ecco il video:
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Nel cast del film compaiono
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie,
Damian Lewis, Dakota Fanning,
Nicholas Hammond,Emile Hirsch,
Luke Perry, Clifton Collins Jr.,
Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim
Roth, Kurt Russell e Michael Madsen.
Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin,
Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
L’annuncio più sorprendente di
quest’ultimo Comic-Con è stata probabilmente la conferma del
ritorno di Natalie
Portman nel MCU, con l’attrice che vestirà i
panni della Dea del Tuono in Thor: Love And
Thunder, quarto capitolo del franchise affidato di
nuovo a Taika Waititi dopo il successo di
Ragnarok.
E chi pensava che Jane Foster
sarebbe stata solo una versione al femminile di Thor dovrà
ricredersi, perché a quanto pare l’ispirazione maggiore arriva da
un personaggio riconosciuto come Mighty Thor, e a
chiarirlo è proprio il regista su Twitter in risposta ad una
fan.
“Potente Thor” è infatti il nome
della celebre run scritta da Jason Aaron in cui
Jane impugna il Mjolnir al posto del Dio del Tuono. In quei fumetti
il personaggio si trova costretto a fronteggiare la diagnosi di un
cancro al seno (che rifiuta di farsi curare con i trattamenti
magici offertile da Thor) e dolorose chemioterapie che la rendono
irriconoscibile; è allora che si rende “degna” di sollevare il
martello, assumendo l’appellativo di nuova Thor.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris Hemsworth e
Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Come annunciato sabato durante il
Comic-Con, i Marvel Studios lavoreranno al
reboot di
Blade con un
nuovo protagonista, il premio oscar Mahershala
Ali, e la speranza di ridare respiro alla saga del
cacciatore di vampiri più amato dei fumetti già tradotto al cinema
in tre occasioni (nel 1998, nel 2002 e nel 2004).
Non ha tardato ad arrivare il
commento dell’ex Blade
cinematografico Wesley
Snipes, e queste sono state le sue parole in
un’intervista con Comicbook subito dopo la notizia:
“A tutti i Daywalker che stanno
perdendo la testa in questo momento: rilassatevi. Anche se la
notizia può giungere come una sorpresa, è davvero buona. Questa è
ciò che chiamo “divertimento!”. Pace alla squadra del MCU, di cui
sono da sempre un fan. Onore e rispetto per il grande maestro Stan.
Congratulazioni e Salaam a Mahershala Ali, un artista incredibile e
di talento che non vedo l’ora di vedere per molti anni a venire.
Inshallah, un giorno lavoreremo insieme. Ma ancora più importante,
per i miei fedeli fan: l’incredibile amore che mi state dando è
travolgente. Sono grato per il supporto infinito. Quindi, “non
preoccupatevi, non è la fine della storia.”
Vi ricordiamo che proprio l’ultimo
capitolo del franchise interpretato da Snipes, Blade:
Trinity, venne prodotto nientemeno che da Kevin
Feige, la mente dietro il grande successo del Marvel
Cinematic Universe.
A quanto pare il riavvio con Alì
verrà inserito nella Fase 5, dunque l’uscita nelle
sale è prevista non prima del 2022.
Il footage di
Vedova Nera mostrato sabato scorso durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con ha
rivelato il villain del film, ovvero Taskmaster,
personaggio che i fan attendevano da tempo nel MCU.
Ma cosa sappiamo del futuro
antagonista di Natasha Romanoff? Ecco qualche dettaglio
dell’originale che potrebbe essere incluso al cinema:
1Può imitare altri
personaggi
La
capacità del villain di imitare altri personaggi ci fa pensare che
nel corso del MCU potremmo aver già visto in azione Taskmaster
sotto mentite spoglie. Di certo sarebbe una trovata geniale
scoprire l’inganno soltanto adesso, durante Vedova Nera.
Nel 2012 arrivò al cinema, tra
mille perplessità da parte dei fan amanti del dittico originale,
MIB
3 e adesso, a partire dal 25 luglio, arriva in sala
Men In Black:
International, il quarto capitolo del franchise che,
nelle intenzioni dei produttori, sembra voler espandere quanto già
raccontato con i primi film con protagonista Will
Smith.
Diretto da F. Gary Gray, il film
ricalca la formula del primo capitolo con Tessa
Thompson che diventa la nuova recluta, l’agente M, e viene
messa in squadra, un po’ per caso, un po’ per predestinazione, con
il super agente H, Chris Hemsworth, vero e proprio
eroe tra le fila degli uomini in nero. Il film si pone in
continuità con i primi tre, raccontando il futuro dell’agenzia e
introducendo, ovviamente, l’elemento di girl power che giustamente
è così di moda in questo periodo a Hollywood, costruendo tutto il
cuore del racconto intorno a M.
Proprio nella sua tendenza a
rimanere al passo con i tempi, il film trova la sua peggiore pecca.
L’agente M è troppo in tutto: troppo in gamba, troppo sicura,
troppo capace, troppo sveglia, troppo sicura di sé. Il personaggio
della Thompson non ha nulla che possa associarla ad una matricola
e, automaticamente, nessuna possibilità di entrare in sintonia con
lo spettatore. Tessa è bella e carismatica ma, rispetto a quello
che dovrebbe essere il personaggio, lo è troppo.
La scelta di rendere così capace
l’agente donna di colore è politicamente comprensibile, ma mina
alla base quella che poteva essere la credibilità di un film già
accolto con scetticismo, come tutti quelli che, negli ultimi anni,
si propongono di rivitalizzare franchise vecchi. Quello che ha
divertito ed ha funzionato nel primo film, di cui questo è una
copia maldestra, era proprio Smith, il suo essere impreparato
eppure coraggioso, il suo mettersi in gioco in un mondo che non
capisce, data la scoperta che gli alieni vivono in mezzo a noi.
Tutta la parte prettamente fantastica e legata alla trama sci-fi è
appiattita, anche senza dover per forza sottolineare la banalità
della trama. Viene completamente accantonato il senso di meraviglia
che avevamo vissuto attraverso gli occhi dell’agente J.
L’impressione generale è che
Men In Black:
International voglia espandere l’universo dei
film, letteralmente, da un punto di vista geografico, perdendo però
le coordinate dei personaggi. Oltretutto, scegliere Chris
Hemsworth per un action dai toni divertenti e muscolari e
non sfruttare la sua verve comica è un vero spreco di talento.
Il canale Youtube di Infinity Tv ha
messo in rete il trailer di Alè,
documentario disponibile sulla piattaforma a partire da agosto e
realizzato dalla casa di produzione indipendente Soul
Film.
Alè è la parola più
usata nel mondo dell’arrampicata in Italia (ma anche in Europa),
deriva dal francese “Allez”: è un incitamento giocoso, un grido
corale, una preghiera auto-motivazionale in situazioni
difficili.
Alé nasce
dall’esperienza diretta degli ideatori: Giada pratica arrampicata
da due anni, e, con Marco, è entrata in contatto con diverse realtà
romane (e non). Da giovani addetti ai lavori, dopo aver conosciuto
il mondo dei climbers, hanno divorato le produzioni che l’hanno
raccontato: “Valley Uprising”, “Mountain” ma anche “A line across
the Sky”.
Quello che
sembrava interessante era il racconto del mondo degli
arrampicatori non professionisti – coloro che non ne hanno fatto
l’unica ragione di vita; ma che ne affrontano i rischi e ne colgono
le meraviglie esattamente come i grandi sportivi.
Dietro al film c’è una piccola casa
di produzione, la Soul Film. Abbiamo
uno studio a Roma e siamo in quattro: Marco e
Federico, rispettivamente regista e direttore della
fotografia, nonché fondatori della realtà che presenta il
progetto. Quello che, al liceo, sembrava un salto nel vuoto (se
ritrovate il nostro primo logo coglierete tutta la consapevolezza
del rischio) è diventata un’attività concreta. Si è unita
Roberta centro della parte produttiva di ogni
progetto. Giada, dèdita alla scrittura.
Confidiamo nel cinema, prima ancora
che come mezzo d’espressione, come veicolo di pensiero. Crediamo
nella volontà di fare gruppo, nella solidarietà tra realtà piccole.
Non lasciamo indietro nessuno. E seppure obbligati a correre,
crediamo nella lentezza di fare le cose: the slower you go, the
more you see.
La sfida ai propri limiti nella
consapevolezza della caduta, la pratica costante nel tentativo del
miglioramento, lega il progetto Soul Film al mondo dell’arrampicata
e lì dove riusciremo ad andare oltre il solo concetto di sport,
potremo dire di aver raggiunto il nostro obiettivo.
Appena annunciato nella selezione ufficiale del
Toronto Film Festival, ecco il trailer di
JoJo Rabbit, il film diretto da Taika Waititi che è stato descritto come una
satira anti-nazista, con protagonisti Scarlett
Johansson e Sam Rockwell.
JoJo Rabbit è
la storia di un giovane soldato nell’esercito di Hitler che scopre
che sua madre sta nascondendo un bambino ebreo in casa. A dirigere
il film ci sarà Taika Waititi, uno dei cineasti
più originali in circolazioni, che si è fatto un nome dirigendo
Thor: Ragnarok e stravolgendo il mito
cinematografico di Thor.
Waititi ha anche scritto la storia
e nel film interpreterà l’amico immaginario del ragazzo
protagonista, che sarà proprio Adolf Hitler. Oltre a scrivere,
dirigere e recitare nel film, Waititi produrrà JoJo
Rabbit con Carthew Neal e
Chelsea Winstanley.
Nel cast del film
compaiono Sam Rockwell, Rebel Wilson,
Alfie Allen e Scarlett
Johansson.
Il programma del Toronto
Film Festival di quest’anno porta in scena storie
d’origine di supercattivi dei fumetti, idoli dei più piccoli, ma
anche eroi dello sport e persino i “due Papi” ancora viventi!
La lineup del festival,
presentata oggi, ha sfoggiato una serie di nomi di grande
prestigio, i titoli più attesi della prossima stagione,
dall’apripista Joker, a A Beautiful Day in the Neighborhood, su Fred
Rogers, interpretato da Tom Hanks, fino a Ford v
Ferrari, con Bale e Damon, arrivando
alla satira anti-nazista di Taika Waititi,
Jojo Rabbit. Ma ancora, Anthony Hopkins e
Jonathan Pryce, saranno i papi Benedetto e Francesco, in
The Two Popes e Michael B. Jordan
sarà il protagonista di Just Mercy.
Molti di questi titoli erano attesi
anche al Festival di Venezia, il cui programma sarà annunciato tra
due giorni.
Ecco il programma completo del Toronto Film Festival
GALA PRESENTATIONS
2019 Once Were Brothers: Robbie Robertson and The
Band
Daniel Roher | Canada
Radioactive Marjane Satrapi | United Kingdom
A Beautiful Day in the Neighborhood
Marielle Heller | USA
Abominable Jill Culton |
USA
Blackbird Roger Michell
| United Kingdom
Ford v Ferrari James Mangold | USA
Harriet Kasi Lemmons | USA
Hustlers Lorene Scafaria | USA
Joker Todd Phillips | USA
Just Mercy Destin Daniel Cretton | USA
Ordinary Love Lisa Barros D’Sa, Glenn Leyburn | United Kingdom
The Goldfinch John Crowley | USA
The Sky Is Pink Shonali Bose | India
The Song of Names François Girard | Canada
True History of the Kelly Gang Justin Kurzel | Australia
Western Stars Thom Zimny, Bruce Springsteen | USA
American Woman Semi Chellas | Canada
Clemency Chinonye Chukwu| USA
SPECIAL PRESENTATIONS 2019 A Herdade Tiago Guedes | Portugal
Bad Education Cory Finley | USA
Coming Home Again Wayne Wang | USA/South Korea
The Two Popes Fernando Meirelles
Dolemite Is My Name Craig Brewer | USA
Ema Pablo Larraín | Chile
Endings, Beginnings Drake Doremus | USA
Frankie Ira Sachs | France/Portugal
Greed Michael Winterbottom | United Kingdom
Guest of Honour
Atom Egoyan | Canada
Heroic Losers (La odisea de los giles) Sebastian Borensztein | Argentina/Spain
Honey Boy Alma Har’el | USA
Hope Gap William Nicholson | United Kingdom
How to Build a Girl Coky Giedroyc | United Kingdom
I Am Woman Unjoo Moon | Australia
Jojo Rabbit Taika Waititi | USA
Judy Rupert Goold | United Kingdom
Knives Out Rian Johnson | USA
La Belle Époque Nicolas Bedos | France
Marriage Story Noah Baumbach | USA
Military Wives Peter Cattaneo | United Kingdom
Motherless Brooklyn Edward Norton | USA
No.7 Cherry Lane Yonfan | Hong Kong
Pain and Glory Pedro Almodóvar | Spain
Parasite (Gisaengchung) Bong Joon-ho | South Korea
Pelican Blood (Pelikanblut) Katrin Gebbe | Germany/Bulgaria
Portrait of a Lady on Fire (Portrait de la jeune fille
en feu) Céline Sciamma | France
Saturday Fiction (Lan Xin Da Ju Yuan) Lou Ye | China
The Friend Gabriela Cowperthwaite | USA
The Laundromat Steven Soderbergh | USA
The Lighthouse Robert Eggers | USA
The Other Lamb Malgorzata Szumowska | Belgium/Ireland/USA
The Painted Bird Václav Marhoul | Czech Republic/Ukraine/Slovakia
The Personal History of David
Copperfield Armando Iannucci | United Kingdom
The Report Scott Z. Burns | USA
Uncut Gems Benny Safdie, Josh Safdie | USA
Weathering With You Makoto Shinkai | Japan
While at War (Mientras Dure La
Guerra) Alejandro Amenábar | Spain/Argentina
5 è il numero perfetto, di Igort, grande artista e
narratore del fumetto italiano, alla regia cinematografica per la
prima volta con l’adattamento della sua omonima graphic novel, sarà
l’unico film italiano in Concorso alle Giornate degli Autori e sarà
poi in sala il 29 agosto distribuito da 01 distribution.
Un piccolo
affresco napoletano nell’Italia anni Settanta. 5 è il
numero perfetto è una storia di amicizia, vendetta e
tradimento, e in fondo, di una seconda opportunità e di una
rinascita.
In una piovosa e
notturna Napoli anni Settanta, seguiamo le vicende di Peppino Lo
Cicero, interpretato da un irriconoscibile Toni Servillo. Peppino è
un guappo e sicario in pensione costretto dagli eventi a tornare in
azione. Nel film, al fianco di Toni Servillo, Valeria Golino (Rita)
e Carlo Buccirosso (Totò o’ Macellaio).
Il film è
prodotto da Propaganda Italia e da Jean Vigo Italia con Rai Cinema,
ed è una coproduzione con Belgio (Potemkino Film) e Francia (Mact
Productions e Cité Film), prodotto da Marina Marzotto, Elda Ferri e
Mattia Oddone.
Venezia 76 – Come accade dal 2004,
nell’ambito della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia si
svolgono le Giornate degli Autori (28 agosto – 7 settembre),
dirette da Giorgio Gosetti e quest’anno per la prima volta
presiedute da Andrea Purgatori: 11 i film in
concorso, 8 gli eventi speciali compresi i “Miu Miu Women’s Tales”
e il film di chiusura Les chevaux voyageurs dedicato al “Re dei
cavalli”, il poliedrico e carismatico Bartabas, 7 le “Notti
Veneziane” alla Villa degli Autori, cui si aggiungono gli incontri,
gli omaggi, i progetti
speciali promossi dalle due associazioni ANAC e 100autori.
“L’impegno che le associazioni degli
autori italiani mettono nell’organizzazione – scrive Andrea
Purgatori – è ripagato ogni anno dal successo della selezione e dal
dibattito che ruota attorno alle Giornate, sui diritti degli
spettatori, sulla tutela del diritto d’autore e lo stato della
produzione, sul confronto costante con le altre
cinematografie.”
18 sono le nazionalità rappresentate
quest’anno, dall’Asia agli Stati Uniti, dall’Africa al Sud America
fino all’Europa e all’Italia; 4 le opere prime in concorso, 6 le
donne dietro alla macchina da presa. Una selezione che conferma la
voluta sobrietà di titoli a vantaggio di una speciale promozione
della creatività più libera e indipendente da tutto il mondo. E se
si volesse, fin dal programma, individuare un “filo rosso” capace
di collegare la maggior parte delle scelte, parleremmo di uno
scontro di culture che mette a nudo le fragilità del mondo
contemporaneo, conteso tra una tendenza all’omologazione e la
vitalità di radici ancestrali che non si piegano alla
massificazione. L’altro elemento distintivo è una vocazione alla
ricerca di linguaggi “pop” che stimolino la curiosità di pubblici
diversi, convinti come siamo che il cinema debba oggi parlare a
comunità distinte di spettatori, ma sempre avendo come stella
polare la volontà di farsi capire, di suscitare emozioni e
passioni, di ristabilire un dialogo diretto tra l’artista e lo
spettatore a prescindere dai modi del consumo. Ne sono perfetto
esempio l’esordio del giovanissimo sudanese Amjad Abu Alala (You
Will Die at
20), un autodidatta ventenne destinato a stupire, e il quasi
coetaneo americano Phillip Youmans, vincitore al Tribeca di New
York e che debutta a Venezia, in accordo tra i due festival, con
Burning Cane (evento fuori concorso).
Nella selezione competitiva delle
Giornate (20.000 euro di premio per il miglior film giudicato da 28
giovani spettatori provenienti da tutti i paesi dell’Unione
Europea), non mancano nomi cari a chi ama il grande cinema come
Dominik Moll (il suo Only the Animals aprirà il programma mercoledì
28 agosto), Jayro Bustamante (con La Llorona, inedito esempio di
cinema civile in cui fantasmi e morti viventi si prendono la
scena), la grande star giapponese Jō Odagiri (con They Say Nothing
Stays the Same alla sua prima prova nel
lungometraggio), Fabienne Berthaud (che ritorna dopo Sky con un
suggestivo viaggio iniziatico in Mongolia di Cécile de France in Un
monde plus grand). E se è difficile leggere come un semplice
esordio quello del maestro della graphic novel Igort (5 è il numero
perfetto con Toni Servillo, Carlo Buccirosso, Valeria Golino), si
può scommettere che non passerà inosservato Mio fratello rincorre i
dinosauri di Stefano Cipani dal romanzo di Giacomo Mazzariol
(evento speciale fuori concorso).
A completare la selezione il polacco
Corpus Christi di Jan Komasa, oggi interprete di temi cari al
maestro Kieslowski, il norvegese Beware of Children di Dag Johan
Haugerud con una saga familiare che diventa spaccato sociale e
politico, il travolgente Un divan à Tunis di Manele Labidi, con
un’inedita e bellissima Golshifteh Farahani al centro di una
commedia destinata a far innamorare, il debutto del Laos alla
Mostra con la ghost story The Long Walk di Mattie Do, l’inedita
coproduzione tra Stati Uniti e Filippine Lingua Franca di Isabel
Sandoval che riafferma i diritti del gender nell’America di
Trump.
Tra gli eventi speciali, i due nuovi
corti d’autore della serie “Miu Miu Women’s Tales” firmati da
Hailey Gates e Lynne Ramsay, la cantata/memoriale di Gianfranco
Pannone e Ambrogio Sparagna Scherza con i fanti dedicata a Ugo
Gregoretti, il provocatorio viaggio di Mario Sesti nel Mondo Sexy
del cinema ero/esotico italiano degli anni ’60, il corto di
Federico Olivetti Il prigioniero, la serata speciale dedicata a
House of Cardin di David Ebersole & Todd Hughes, il magnifico
ritratto della Milano di Guido Crepax in Cercando Valentina di
Giancarlo Soldi (nelle “Notti Veneziane”).
“Fin dall’immagine dell’anno,
realizzata grazie all’amichevole disponibilità di due registi
legati alle Giornate come Alice Rohrwacher (per la cortesia di
Fabio Lovino) ed Edoardo De Angelis, appare chiara la vocazione
autoriale e sbarazzina insieme della nostra proposta – dice Giorgio
Gosetti. Abbiamo il desiderio di condividere lo spettacolo
dell’intelligenza e la vivacità creativa che oggi attraversa il
mondo del cinema, con un soffio giovane e irriverente che cerchiamo
di riprodurre nel programma, nell’incrocio delle offerte e
degli
appuntamenti. Così teniamo in primo luogo al valore dei film
scelti, ma altrettanto ai progetti che, dopo la Mostra, ci
impegneranno in un’attività costante fino al prossimo anno: il
rilancio del progetto speciale ‘100+1’ che, grazie al programma
‘Cinema e Storia’ della Regione Lazio, Istituto Luce – Cinecittà e
Roma Lazio Film Commission, festeggia i suoi primi 10 anni nel
cruciale settore dell’educazione all’immagine; il recupero di una
storica eredità come quella dei ‘Ladri di Cinema’ ideata nel 1982
da Stefano Consiglio, Daniele Costantini e Marco Melani; il
progetto formativo sui nuovi linguaggi delle immagini e dei suoni
ideato da Roberto Perpignani. Tutti aspetti di un’attività di
ricerca tra passato e futuro che sono il senso del nostro lavoro,
ben oltre la vetrina festivaliera”.
Anche nel 2019 le Giornate degli
Autori cominceranno prima della Mostra con la quinta edizione di
Laguna Sud con un omaggio al cinema italiano scelto o amato dalle
Giornate, un laboratorio di corti aperto alla cittadinanza e il
nuovo concorso internazionale Lagune il cui vincitore verrà
premiato alla Villa degli Autori.
Si concluderanno invece dopo la
Mostra con la ripresa della selezione a Milano e Roma e infine a
Palermo in collaborazione con la Sede siciliana del CSC e la
Sicilia Film Commission.
Alla Villa degli Autori, dove non mancherà quel particolarissimo
clima conviviale e talvolta situazionista che ci ha resi un polo di
riferimento nel panorama del Lido durante la Mostra, sono molti i
momenti da segnalare, cominciando dall’ormai tradizionale
collaborazione con Bookciak Azione! che apre la Villa già martedì
27 agosto. E ancora: la serata evento intorno all’anteprima del
film Great Green Wall di Jared P. Scott con la presenza della
grande cantante maliana Inna Modja; il film-documento di Tomaso
Pessina Emilio Vedova: dalla parte del naufragio narrato da Toni
Servillo; l’ultimo lavoro ideato da Giorgio Pressburger, La legge
degli spazi bianchi diretto da Mauro Caputo; la serata in compagnia
di Riccardo
Sinigallia (musicista) e Dario Albertini (regista) con i loro nuovi
lavori; il viaggio nel cuore giovane del documentario italiano
rappresentato da Costanza Quatriglio, la sede siciliana del CSC e
la Sicilia Film Commission; la masterclass di Marco Bellocchio
(premio SIAE 2019) e quella di Margarethe Von Trotta (premio alla
carriera Isola Edipo).
È proprio la collaborazione con
Isola Edipo una delle novità di quest’anno. La realtà che
quest’associazione ha portato alla Mostra, fatta di sensibilità per
grandi temi civili ma anche di socialità e aggregazione, ha
costituito un’alternativa giovane e vitale sulla scena del Lido ed
era naturale che i nostri due mondi venissero a contatto come già
anticipato nel 2018 in occasione della lezione di un maestro come
Raymond Depardon. In questo senso i programmi delle due iniziative
si interfacciano e dialogano portando alle Notti Veneziane una
rarità d’autore da poco restaurata come Bless Their Little Hearts
di Billy Woodberry (anima della L.A. Rebellion e del cinema indie
afro-americano).
Tra gli altri incontri in programma:
le giornate del programma del Parlamento europeo “28 Times Cinema”
e del Lux Film Prize alla presenza dei registi finalisti e dei
parlamentari europei; la presentazione dei corsi della New York
Film Academy con la masterclass del mago degli effetti speciali
Craig Caton, direttore del dipartimento di 3D Animation, Special
Effects e VR; l’esperienza VR di Elio Germano con La mia battaglia;
l’anteprima del film collettivo Frammenti coordinato da Paolo
Bianchini e realizzato grazie ai fondi congiunti MiBAC/Miur
destinati all’educazione all’immagine dei giovani; i corti
vincitori a Laguna Sud e al Pigneto Film Festival e una piccola
gemma come Sufficiente di Maddalena Stornaiuolo e Antonio Ruocco;
il progetto di Chiara Nano su Alberto Grimaldi, mitico produttore
di Leone, Pasolini, Fellini, Bertolucci, Scorsese; il grande
omaggio che la città di Parma dedicherà, dalla fine dell’anno, a
Bernardo Bertolucci.
Come da tradizione, i film della
selezione ufficiale concorrono al Label di Europa Cinemas, al
Premio del pubblico BNL – Gruppo BNP Paribas, al GdA Director’s
Award assegnato dalla giuria delle Giornate. Oltre ai premi
collaterali della Mostra e, per gli esordienti, al Leone del
Futuro.
A rendere possibili le Giornate
degli Autori sono anche quest’anno la Direzione Cinema del MiBAC,
il main sponsor BNL – Gruppo BNP Paribas, con rinnovato impegno la
SIAE e Miu Miu per le giornate di “Women’s Tales”; la Commissione
Cultura del Parlamento europeo per il Lux Film Prize e il progetto
“28 Times Cinema”; i media partner tra cui salutiamo per la prima
volta la piattaforma MUBI
con cui condivideremo durante la Mostra un programma antologico di
film e i nostri tradizionali technical partner; la Regione Veneto e
il Comune di Chioggia per “Laguna Sud” e le attività a Venezia.
Oltre naturalmente alla Fondazione
La Biennale di Venezia e alla Direzione della Mostra del Cinema cui
ci lega, anno dopo anno, una leale e costante collaborazione.
“Ciò che abbiamo disegnato con i
film, i protagonisti, le iniziative di quest’anno – osserva Giorgio
Gosetti – è un mosaico di tessere strettamente intrecciate: uno
sguardo sul mondo che se da un lato restituisce speranza per la
forza – che è propria del miglior cinema – di interpretare la
realtà, dall’altro dipinge una terra assediata da crudeli memorie,
fantasmi inquietanti, deserti fisici e ideali. Questo mare in
tempesta abbiamo voluto attraversare come moderni corsari alla
ricerca del tesoro. E pensiamo di averlo trovato nel coraggio, nel
sorriso, nella forza delle straordinarie donne che incontrerete
alle Giornate”.
SELEZIONE UFFICIALE – IN
CONCORSO
Un assassinio, tre sospetti
e il Caso SEULES LES BETES (ONLY THE ANIMALS) di Dominik
Moll – Film d’apertura
Francia/Germania, 2019, 113′, prima mondiale
Con: Laure Calamy, Denis Ménochet, Valeria Bruni Tedeschi, Damien
Bonnard
Produzione: Haut et Court, Razor Film Produktion
Vendite estere: The Match Factory
Una donna scompare: dopo un’intensa nevicata di lei restano poche
tracce, la macchina abbandonata sul ciglio di una strada di
montagna, una casa vuota. Cinque persone sono collegate dalla
polizia al mistero. Ciascuna di loro nasconde un segreto, ma la
soluzione sta ben lontana dal villaggio alpino, addirittura in un
altro continente. Al sesto film dopo i successi a Cannes e a
Berlino, Dominik Moll ritorna con una storia a incastri in cui solo
il Caso dirige le vite delle persone e nulla può sfuggire al
cerchio dell’assurdo. Dal romanzo di Colin Niel uno smagliante
mystery d’autore scritto da Dominik Moll e Gilles Marchand.
Il deserto, una profezia di
morte e la scoperta della vita YOU WILL DIE AT 20 di Amjad Abu Alala – opera
prima
Sudan/Francia/Egitto/Germania/Norvegia, 2019, 103’, prima
mondiale
Con: Islam Mubark, Mahmoud Elsaraj, Bunna Khalid
Produzione: Andolfi, Transit Films, DUOFilm AS, Die Gesellschaft
DGS
Vendite estere: Pyramide Films
Appena nato, Muzamil è segnato dal destino: lo stregone del
villaggio predice la sua morte allo scoccare dei vent’anni. Suo
padre non regge alla notizia e abbandona la famiglia. Sakina lo
cresce da ragazza madre, ma allo scoccare dei 19 anni la profezia
minaccia di diventare realtà… Ambientato nella regione sudanese di
El-Gezira ai giorni nostri, il folgorante esordio di questo
giovanissimo regista e produttore, formatosi negli Emirati Arabi,
viene dopo una serie di cortometraggi presentati in diversi
festival internazionali e spesso realizzati con la supervisione di
Abbas Kiarostami. Con il suo film il Sudan arriva per la prima
volta alla Mostra di Venezia.
Una storia d’amore che va
oltre il confine della ragione UN MONDE PLUS GRAND (A BIGGER WOLRD) di Fabienne
Berthaud
Francia/Belgio, 2019, 100’, prima mondiale
Con: Cécile de France, Narantsetseg Dash, Tserendarizav Dashnyam,
Ludivine Sagnier
Produzione: Haut et Court, 3×7 production
Vendite estere: WaZabi Films
Dopo la morte del suo grande amore, Corine parte per la Mongolia
per proseguire il suo lavoro di antropologa. L’incontro con la
sciamana Oyun le cambierà la vita e la guiderà lungo i sentieri
incerti, tra realtà e spiritualità, della ricerca interiore.
Tornata in Francia, la donna comprende di dover accettare la
propria iniziazione e che il suo “mondo più grande” è là dove si è
ritrovata. Dal libro autobiografico di Corine Sembrun. “Lei non si
vede mai in tutto film, ma è ovunque – dice la regista – Corine è
lo spirito del film e Cécile restituisce sullo schermo il valore
universale di questo viaggio iniziatico che, per parte mia, ho
narrato senza tradire il mio cinema, tra invenzione e realismo
documentario”.
Quando è un fantasma a fare
giustizia LA LLORONA (THE WEEPING WOMAN) di Jayro
Bustamante
Guatemala/Francia, 2019, 97’, prima mondiale
Con: Maria Mercedes Coroy, Sabrina De La Hoz, Margarita
Ke’nefic
Produzione: La Casa de Producción, Les Films du Volcan
Vendite estere: Film Factory Entertainment
Il mito della Piangente appartiene a una tradizione antica e
risuona degli echi della tragedia classica. In questo racconto
riprende forma ai tempi della guerra civile del Guatemala che ha
portato ad atroci violenze e a un vero genocidio. Asserragliato
nella sua lussuosa villa, il Generale attende il verdetto del
tribunale che deve giudicarlo per i suoi crimini. “La ricerca di
giustizia e di vendetta della Piangente – dice Bustamante che ha
scritto la sceneggiatura insieme a Lisandro Sanchez – può ricordare
il revisionismo romantico dei ‘Bastardi’ di Quentin Tarantino o la
follia di Medea”. Per il secondo anno consecutivo il Guatemala
figura nella selezione delle Giornate degli Autori.
Quando i fantasmi si
impossessano delle nostre vite BOR MI VANH CHARK (THE LONG WALK) di Mattie Do
Laos/Spagna/Singapore, 2019, 116′, prima mondiale
Con: Yannawoutthi Chanthalungsy, Por Silatsa, Noutnapha Soydara,
Vilouna Phetmany
Produzione: Lao Art Media, Screen Division, Aurora Media
Vendite estere: 108 Media
Un vecchio solitario, un po’ forastico e un po’ stregone, si
imbatte nelle tracce di un ormai dimenticato incidente stradale. A
fargli da guida verso la verità è il fantasma della vittima, ma
l’uomo scoprirà che quel viaggio oltre la soglia della morte può
riportarlo a 50 anni prima, alla dolorosa fine di sua madre. Una
ghost story nella più limpida tradizione asiatica, ma con forti
implicazioni con il presente e una struttura narrativa tra genere e
lo stile inconfondibile di Mattie Do che accompagna lo spettatore
oltre i confini della razionalità. La prima volta della
cinematografia del Laos alla Mostra di Venezia.
Chi è senza
peccato… BARN (BEWARE OF CHILDREN) di Dag Johan
Haugerud
Norvegia/Svezia, 2019, 157’, prima mondiale
Con: Henriette Steenstrup, Jan Gunnar Röise, Thorbjörn Harr
Produzione: Motlys A/S
Vendite estere: Picture Tree International
Durante la ricreazione la tredicenne Lykke, figlia di un uomo
politico del Partito Laburista, ferisce il suo compagno di classe
Jamie, a sua volta figlio di un esponente del Partito Conservatore.
Quando il ragazzo muore in ospedale le contraddittorie versioni
dell’accaduto rischiano di peggiorare la posizione della ragazzina.
Chi è innocente, chi colpevole, chi complice? “Cosa accade in una
piccola comunità, come questo quartiere borghese di Oslo – scrive
il regista -, quando la morte colpisce e coinvolge due ragazzini?
Quando la tragedia ci tocca – osserva il regista – ciascuno di noi
scopre la sua vera identità”.
Totò e Peppino all’ultima
crociata 5 È IL NUMERO PERFETTO di Igort – opera prima
Italia/Belgio/Francia, 2019, 100’, prima mondiale
Con: Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso, Iaia
Forte
Produzione: Propaganda Italia e Jean Vigo con Rai Cinema
Vendite estere: Playtime
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Napoli, anni Settanta. Peppino Lo Cicero, camorrista di seconda
classe in pensione, torna in pista dopo l’omicidio di suo figlio.
Questo avvenimento tragico innesca una serie di azioni e reazioni
violente ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita. Un
piccolo affresco napoletano nell’Italia anni Settanta, con i colori
survoltati, i rimandi cinefili e lo stile inconfondibile del suo
autore. 5 è il numero perfetto è la storia di un’amicizia tradita,
ma anche di una seconda opportunità e di una rinascita. Dalla
graphic novel omonima di Igort.
La fede trasforma davvero
gli uomini? BOŻE CIAŁO (CORPUS CHRISTI) di Jan Komasa
Polonia/Francia, 2019, 116’, prima mondiale
Con: Bartosz Bielenia, Eliza Rycembel, Aleksandra Konieczna
Produzione: Aurum Film
Vendite estere: New Europe Film Sales
Il ventenne Daniel, durante la reclusione in riformatorio, scopre
una vocazione spirituale che si scontra con il suo passato, i suoi
compagni di prigione e la sua fedina penale. Uscito dall’istituto
trova lavoro come carpentiere in un piccolo centro ma al suo
arrivo, per un equivoco, viene preso dal parroco locale per il
nuovo prete che dovrà aiutarlo. Il suo segreto si incrocia con i
sensi di colpa di una piccola comunità segnata da un’inconfessata
tragedia. Al suo terzo film dopo gli studi alla Film School di Lodz
e il suo esordio alla Cinéfondation di Cannes, Jan Komasa è ormai
una delle voci più originali e affermate del cinema polacco. Da una
storia realmente accaduta.
La psicanalisi tra Freud e
la Fratellanza musulmana UN DIVAN A TUNIS (ARAB BLUES) di Manele Labidi –
opera prima
Tunisia/Francia, 2019, 87′, prima mondiale
Con: Golshifteh Farahan, Hichem Yacoubi, Majd Mastoura, Aïsha Ben
Miled
Produzione: Kazak Productions
Vendite estere: MK2
Distribuzione italiana: BIM
A 35 anni Selma Derwish scopre la nostalgia di casa. Cresciuta in
Francia, laureata in psicoanalisi, la donna arriva a Tunisi con la
fiera determinazione di aprire il suo studio in città, sul tetto
della casa di famiglia, in un quartiere periferico. Sull’onda delle
primavere arabe si illude di aver a che fare con un contesto
moderno e occidentalizzato. Scoprirà ben presto di vivere in un
paese schizofrenico, ammalato di pregiudizi, di burocrazia, capace
di confondere Freud con la Fratellanza Musulmana. Con il passo
della commedia degli equivoci, spesso irresistibile nel mostrare le
contraddizioni di due civiltà a confronto, il film rivela un
talento brillante fin qui sconosciuto di Golshifteh Farahan, la più
famosa attrice iraniana di questi anni.
Il grande fiume che non muta
e le piccole realtà che cambiano la vita ARU SENDO NO HANASHI (THEY SAY NOTHING STAYS THE
SAME) di Jō Odagiri – opera prima
Giappone, 2019, 137’, prima mondiale
Con: Akira Emoto, Ririka Kawashima, Nijiro Murakami
Produzione: Kinoshita Group
Vendite estere: Kino International
Toichi traghetta da tutta la vita i paesani che vivono sul suo lato
del fiume verso la città sorta sull’altra riva. A parte i suoi
occasionali passeggeri, non ha contatti con nessuno salvo il
giovane Genzo. Intanto a pochi passi dal suo traghetto si
costruisce il ponte che è destinato a porre fine al suo lavoro. Un
giorno sulla riva del fiume appare una misteriosa
ragazza senza tetto né legge. Toichi la ospita nella sua baracca ma
l’incontro cambierà per sempre la sua vita. Esordio nel
lungometraggio a soggetto della star giapponese di Kurosawa Kyoshi,
Seijun Suzuki, Kim Ki-duk, Yu Lik-wai, qui affiancato
dall’insuperabile creatore delle luci Christopher Doyle.
Davvero l’amore può superare
ogni barriera? LINGUA FRANCA di Isabel Sandoval
Stati Uniti/Filippine, 2019, 89′, prima mondiale
Con: Isabel Sandoval, Lynn Cohen, Eamon Farren
Produzione: 7107 Entertainment
A Brighton Beach (il quartiere ebreo-russo di New York),
un’immigrata filippina minacciata di espulsione dagli Stati Uniti
si innamora di un ragazzo di origine russa, che però ignora la vera
natura della donna, in realtà transgender. Il terzo film di Isabel
Sandoval, rivelatasi a Locarno con Senorita, è il primo film
americano scritto, diretto e interpretato da una immigrata
transgender, con attori americani, polemicamente realizzato nel
cuore dell’America di Donald Trump. Citando la sua “pacata, serena
estetica” il MoMA ha definito la regista “una autentica rarità tra
le voci più forti del giovane cinema filippino”.
FUORI CONCORSO LES CHEVAUX VOYAGEURS (TIME OF THE UNTAMED) di
Bartabas – Film di chiusura
Francia, 2019, 93’, prima mondiale
Con: Bartabas e il teatro equestre
Produzione: La Compagnie des Indes
Vendite estere: MK2
35 anni in compagnia di Zingaro, il maestoso e nero cavallo frisone
che ha dato il nome al suo circo teatrale e ha creato la sua
leggenda. Il “Re dei Cavalli” Bartabas (al secolo Clément Marty)
ripercorre la sua opera artistica con un viaggio iniziatico tra
passato e presente che riassume la sua poetica, le coreografie,
un’idea del teatro e dell’arte che sono vita e pensiero, forma e
bellezza sublimati nel rapporto tra l’uomo e l’animale. Presente a
Venezia anche con un’esperienza VR, Bartabas ha accettato di
chiudere quest’edizione delle Giornate con un luminoso spettacolo
cinematografico che attraversa le culture del mondo al passo, al
trotto, al galoppo in una danza ammaliante, ora riflessiva, ora
frenetica, comica e dolorosa con pagine ogni volta diverse.
MIU MIU WOMEN’S TALES #17 SHAKO MAKO di Hailey Gates
Italia, USA, 2019, 16’48’’, prima italiana
Con Alia Shawkat
Produzione: Hi Production, Ways&Means
Farah, una venditrice di pane, cammina per le strade di una città
mediorientale, mentre un veicolo militare americano circondato da
soldati le sfila lentamente accanto. Un breve momento di silenzio.
Poi un’esplosione devastante. Civili feriti, sanguinanti. L’orrore
della guerra. Farah si guarda intorno atterrita, in lacrime. Ma
niente è come sembra. Farah
in realtà è un personaggio interpretato da un’aspirante attrice di
nome Laila. E non ci troviamo in Iraq, ma in un villaggio fittizio
ricostruito nella base militare di Fort Irwin, in California, dove
i soldati americani venivano addestrati prima di essere spediti in
missione. Laila teme che il suo talento per la recitazione sia
sprecato in questa arida simulazione, in cui le interpreti
femminili sono relegate al ruolo di mute comparse. È abituata a
prendere le cose molto più sul serio. Sta studiando una via di
fuga.
“Mi sono interessata alla situazione
delle persone che recitano nella vita reale”, dichiara la regista
“e all’effetto che questo ha sulla loro psiche e sul loro stato
emotivo. Una nuova esercitazione militare ideata da un produttore
televisivo. Mi sembrava molto interessante che spedissimo i soldati
in Iraq dopo averli addestrati in un contesto hollywoodiano”.
#18 BRIGITTE di
Lynne Ramsay
Italia, UK, prima mondiale
Con Brigitte Lacombe
Produzione: Hi Production, Somesuch
Un cortometraggio in stile documentario di Lynne Ramsay sulla
fotografa Brigitte Lacombe.
L’ultimo film di Lynne Ramsay è stato You Were Never Really Here
con Joaquin Phoenix, premiato a Cannes nel 2017 per la miglior
sceneggiatura e il miglior attore. …e ora parliamo di Kevin è stato
l’unico film britannico nominato per la Palma d’Oro in una
competizione ufficiale nel 2011. Tilda Swinton è stata nominata per
un Golden Globe per la sua interpretazione. Il film ha ricevuto
diverse nomination ai BAFTA e ha vinto il premio come miglior
regista al British Independent Film Awards, miglior film al London
Film Festival e miglior sceneggiatura alla Writers Guild of Great
Britain.
EVENTI SPECIALI
MIO FRATELLO RINCORRE I
DINOSAURI (MY BROTHER CHASES DINOSAURS) di Stefano
Cipani
Italia/Spagna, 2019, 100’, prima mondiale
Con: Alessandro Gassman, Isabella Ragonese, Francesco Gheghi, Gea
Dall’Orto, Rossy De Palma
Produzione: Paco Cinematografica, Neo Art Producciones con Rai
Cinema
Distribuzione italiana: Eagles Pictures
Jack ha sempre desiderato un fratello maschio con cui giocare e
quando nasce Gio, i suoi genitori gli raccontano che suo fratello è
un bambino “speciale”. Da quel momento, nel suo immaginario, Gio
diventa un supereroe, dotato di poteri incredibili, come un
personaggio dei fumetti. Con il passare del tempo Jack scopre che
in realtà il fratellino ha la sindrome di Down e per lui diventa un
segreto da non svelare. Quando Jack arriva al liceo e si innamora
di Arianna, decide di nascondere alla ragazza e ai nuovi amici
l’esistenza del fratello. Ma non si può pretendere di essere amati
nascondendo una parte così importante di sé. “Il romanzo di Giacomo
Mazzariol – scrive il regista – ha avuto un forte impatto sulla mia
immaginazione e quando ho conosciuto Jack e Gio e la loro famiglia
mi sono reso conto di essere di fronte a qualcosa di davvero unico:
una storia importante”.
HOUSE OF CARDIN di
P. David Ebersole, Todd Hughes
Stati Uniti, 2019, 95’, prima mondiale
Vendite estere: Doc & Film International
Distribuzione italiana: I Wonder
Al tramonto della sua luminosa carriera, uno dei più creativi e
rivoluzionari creatori di moda del XX secolo, Pierre Cardin, ha
aperto per questo film il suo archivio privato, frugato nella
memoria per ripercorrere le tappe di una carriera che non è
difficile definire unica, dando conto di una vita che in molti
passaggi viene narrata dai suoi amici e collaboratori. Il film è un
ritratto vivo e colorato in cui si riflette la società
contraddittoria e raffinata che Cardin ha
attraversato, da Parigi all’Asia, dal Veneto (in cui Pietro Cardin
è nato 96 anni fa) all’Asia e fino…alla Luna. Grazie alla
collaborazione di I Wonder e di Doc&Film le Giornate rendono
omaggio all’uomo e all’artista.
IL PRIGIONIERO di
Federico Olivetti
Italia, 2019, 16’, prima mondiale
Con: Paolo Musio, Sabrina Impacciatore, Franco Ravera
Produzione: Kama Productions
Paolo e Maria sono due sposini ordinari che vivono alle porte del
paese. Una mattina Paolo esce di casa per comprare del pesce e non
torna più. Giù in paese, in piazza, una donna è stata derubata di
una preziosa collanina da un malandrino sedicenne che riesce a
scappare dopo il misfatto. Paolo, incrociandosi con la donna e la
gente del paese, viene additato dalla vittima e accusato del
furto.
SCHERZA CON I FANTI
di Gianfranco Pannone
Italia, 2019, 72’, prima mondiale
Produzione: Istituto Luce Cinecittà
Italiani brava gente? Discutibile. Ma certo il nostro non è mai
stato realmente un popolo guerriero, anche perché la millenaria
storia del Paese ha visto fin troppe guerre, violenze, pestilenze
per potersi affidare al solo amor patrio. Partendo da questa
particolare condizione storica, Scherza con i fanti vuol essere sia
un viaggio tragicomico nella
recente storia d’Italia sia un universale inno alla pace, ma
soprattutto si propone con un percorso lungo più di cent’anni che
prova a scandagliare il difficile e anche sofferto e ironico
rapporto del popolo con il mondo militare e più in generale con il
potere, in cui agisce fortemente una pietas di matrice cristiana.
Tutto questo attraverso i canti popolari, le immagini d’archivio
dell’Istituto Luce e quattro diari di guerra di ieri e oggi.
MONDO SEXY di Mario
Sesti
Italia, 2019, 75’, prima mondiale
Produzione: Augustuscolor
Attraverso una fitta e incalzante costruzione di sequenze tratte
dai documentari erotici degli anni ‘60, il cosiddetto genere
“mondo”, il film propone un viaggio nella vita notturna degli anni
‘60 di città come Parigi, Londra, New York, Hong Kong, Tokyo e
altre località esotiche, mappate dall’immaginario popolare di
questo cinema che nella forma del
reportage evocava l’universo del proibito, del nudo, del desiderio.
Il critico Mario Sesti costruisce un percorso visuale e “virtuale”
intorno al tema del corpo femminile, chiamando idealmente al suo
fianco Bataille e Barthes per creare un corto circuito tra il
valore del corpo e un cinema seriale che per alcuni anni, con la
complicità di registi come Mino Loy
e produttori come Renato Libassi, ha connotato un vero “filone” di
successo.
BURNING CANE di
Phillip Youmans – In collaborazione con il Tribeca Film
Festival
Stati Uniti, 2019, 77’, prima internazionale
Con Wendell Pierce, Karen KaiaLivers, Dominique McClellan
Vendite estere: Untitled Entertainment
Una madre spaventata dalla vita e lasciata sola a occuparsi del
figlio, alcolista e senza lavoro; una moglie che cerca di salvare
il suo uomo dal disastro; un prete che, dopo la morte di sua
moglie, cerca la fede nella bottiglia piuttosto che nella chiesa:
sono alcuni dei disperati che vivono nella parte più desolata della
Louisiana a contatto con una natura di
bellezza abbacinante e apparentemente indifferente alla brutalità
degli uomini. Le “canne brucianti” del giovanissimo autore (finiva
le riprese mentre prendeva la licenza liceale) hanno conquistato la
critica americana, vinto il massimo premio del Tribeca Film
Festival e cominciano da Venezia una promettente carriera
internazionale. Il produttore esecutivo è Benh Zeitlin (il regista
de Re della terra selvaggia) e proprio il suo stile, così come lo
sguardo sulla natura di Terrence Malik appaiono i riferimenti
estetici di questo nuovo talento del cinema indie americano.
NOTTI VENEZIANE alla Villa degli
Autori
LA LEGGE DEGLI SPAZI
BIANCHI di Mauro Caputo
Italia, 2019, 61’, prima mondiale
Produzione: VOX Produzioni con Istituto Luce-Cinecittà
dall’omonimo racconto di Giorgio Pressburger
Tutto è scritto negli spazi bianchi, tra una lettera e l’altra. Il
resto non conta. Una fredda mattina d’inverno, il dottor
Fleischmann (letteralmente uomo di carne), si trova ad affrontare
l’inizio di una progressiva perdita di memoria. Inizia così
l’apologo, in un’atmosfera onirica dove realtà e finzione sembrano
intrecciarsi e a tratti confondersi. Il
protagonista, un uomo di scienza, si ritrova immerso suo malgrado
in un universo, quello della malattia, dominato da misteriosi
rapporti tra il destino e le vicende biologiche e fisiologiche che
regolano la vita. Il film è tratto dall’omonimo racconto di Giorgio
Pressburger.
EMILIO VEDOVA. DALLA PARTE
DEL NAUFRAGIO di Tomaso Pessina
Italia, 2019, 68’, prima mondiale
Produzione: Twin Studio
Un ritratto della figura e del valore artistico del più importante
pittore veneziano del XX secolo nel centenario della nascita. Sono
i suoi diari, le sue parole ritrovate negli archivi, i ricordi dei
suoi amici e degli artisti che ne hanno misurata la grandezza a
guidare per mano lo spettatore in questo viaggio. Ed è la voce di
Toni Servillo a prestare a Emilio Vedova quel suono che oggi ci
permette di entrare nel suo emozionante mondo interiore.
THE GREAT GREEN
WALL di Jared P. Scott
Gran Bretagna, 2019, 91’, prima mondiale
Produzione: Make Waves in associazione con The United Nations
Convention to Combat Desertification
Vendite estere: Seville International
Grazie a un produttore esecutivo da sempre innamorato della causa
ambientalista come Fernando Meirelles e alla passione della
musicista maliana Inna Modja, il sogno della Muraglia Verde,
concepito fin dal 2009 dall’Unione Panafricana e oggi sostenuto
anche dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale, diviene una
realtà visibile. Un muro di alberi, da Dakar a Gibuti; un muro
opposto ad ogni altro perché fatto di realtà viva com’è un albero;
una barriera contro la desertificazione, la carestia, i mutamenti
climatici. “Inna – racconta l’autore – ha scritto la sua musica
mentre scopriva e faceva sua questa realtà. Il film è come un
diario organico scritto al presente da una cantante che crede
nell’ecologia e conosce la terra che scopre insieme a noi”.
CERCANDO VALENTINA
di Giancarlo Soldi
Italia, 2019, 76’, prima mondiale
Produzione: Bizef produzione srl, Laser digitalsrl, Rai com
Un’affascinante odissea biografica fra sogni, desideri e ossessioni
per scoprire il mondo di Guido Crepax attraverso la sua creatura
Valentina (in cui l’autore si è identificato). Un ritratto
dell’artista tra narrazione e visionarietà. Sono gli anni in cui a
Milano, Parigi e Londra esplode un’effervescenza culturale, una
rivoluzione estetica e narrativa che
contamina il mondo artistico e Crepax ne è uno dei protagonisti. Il
film è un viaggio alla ricerca di Valentina, elegante e sofisticato
sogno erotico per gli uomini e simbolo di indipendenza, fascino e
seduzione per le donne, dove il passato si confonde col
presente.
SUFFICIENTE di
Maddalena Stornaiuolo, Antonio Ruocco
Italia, 2019, 10’, prima mondiale
In una scuola della periferia nord di Napoli, un quindicenne si
presenta agli esami di licenza media. I professori lo accolgono con
lo scetticismo riservato ai ripetenti. Lui non si perde d’animo e
racconta la sua tesina che parte dalla storia, la sua storia,
segnata da un fatto drammatico, per arrivare a parlare del corpo
umano e del Cristo Velato. I professori rimarranno ad ascoltarlo. A
lui basterà aver strappato la sufficienza.
Uscito nelle sale tre anni fa,
Batman v Superman: Dawn of Justice è stato il
primo vero tentativo di universo condiviso della Warner Bros.
sfruttando i personaggi e le storie della DC
Comics. Il progetto si è poi sgretolato dopo il quasi flop
di Justice League, con lo studio deciso a puntare
sugli standalone abbandonando l’idea iniziale.
Tuttavia i fan ricorderanno quelle
ester eggs seminate nel film mai sfruttate e che avrebbero potuto
aprire diversi scenari nel DCEU. Ecco le più interessanti:
1L’incubo
La
sequenza dell’incubo Batman v Superman ha rappresentato il punto di
partenza di molte speculazioni sul futuro del franchise,
mostrandoci un futuro post-apocalittico in cui Batman si sarebbe
diretto verso una città misteriosa prima di essere attaccato da un
malvagio Superman.
Non è chiaro come Zack Snyder intendesse
procedere con la trama, ed è probabile che non lo sapremo
mai.
L’annuncio ufficiale del Comic-Con
ha confermato che Vedova Nera sarà il primo film
della Fase 4 dell’universo Marvel, ambientato tra la fine di
Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, e questa
posizione nella timeline del MCU ha subito ispirato le teorie dei
fan circa lo sviluppo di particolari dinamiche e l’arrivo al cinema
di nuovi personaggi.
Tra queste sembra interessante
quella pubblicata di recente sul forum Reddit a proposito degli
spunti che il cinecomic con Scarlett
Johansson fornirà sui Dark Avengers
grazie alla presenza di Yelena Belova (una sorta
di alter ego di Natasha Romanoff), Guardiano
Rosso (aka Alexei, il personaggio interpretato da
David Harbour) e Taskmaster, il
villain annunciato e già visto sul set con il tradizionale costume
dei fumetti.
Secondo l’ipotesi, Guardiano Rosso
diventerebbe il Cap della squadra degli Oscuri Vendicatori mentre
le caratteristiche di Taskmaster e le doti nel combattimento
ricorderebbero quelle di Occhio di Falco; la teoria suggerisce
quindi che figure come Abominio,
Whiplash o Justin Hammer (già
introdotti nelle prime tre fasi del MCU) potrebbero unirsi in
seguito nella Fase 5.
Insomma, l’idea è che ognuno di
questi personaggi vada a sostituire formalmente tutti i Vendicatori
originali, dunque anche Hulk, Iron Man e Thor. Che ne pensate? Ha
senso questa prospettiva?
Vi ricordiamo che il film vedrà
Scarlett
Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha
Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man
2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è
Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di
Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto attualmente in produzione e
presumibilmente ambientato prima degli eventi che l’hanno portata a
diventare una fuggitiva in Avengers: Infinity
War.
A più di vent’anni dall’oscar
ottenuto grazie alla sceneggiatura di Will Hunting – Genio
Ribelle, Ben Affleck e Matt
Damon torneranno a collaborare e recitare insieme per
Ridley Scott in The
Last Duel, adattamento cinematografico del
romanzo di Eric Jager The Last Duel: A True Story of Trial by
Combat in Medieval France. La notizia è stata divulgata nelle
ultime ore da Deadline, spiegando che lo script è quasi terminato e
che a scriverlo sono stati gli stessi Damon e Affleck insieme a
Nicole Holofcener.
La storia segue le vicende di due
migliori amici e di una vendetta: gli attori interpreteranno
rispettivamente il cavaliere normanno Jean de Carrouges e lo
scudiero Jacques Le Gris, separati da una guerra e dalle accuse ai
danni del secondo di aver violentato sua moglie Margerite de
Carrouges. Nessuno però crede alla donna e il soldato farà appello
al re di Francia per annullare la sentenza emessa dal conte Pierre
d’Anencon. I due uomini dovranno combattere in un duello mortale il
cui vincitore sarà sancito dalla volontà di Dio.
Rivedremo presto al cinema Matt
Damon in Ford V Ferrari, (da noi tradotto con
Le Mans ’66 – La grande sfida, il film diretto da
James Mangold (Logan, Walk The Line) che
vede protagonista l’attore e Christian Bale nei panni del pilota Ken Miles
e Carol Shelby, l’ingegnere meccanico che progettò il modello GT 40
per la casa automobilistica. Ambientato nel 1966, durante la
preparazione della 24 Ore di Le Mans in Francia, la pellicola segue
il coraggioso pilota britannico Ken Miles portare a termine la
missione del designer americano Carroll Shelby che ha appena
costruito una vettura rivoluzionaria per l’epoca. Talmente
eccezionale da permettergli di sfidare il dominatore
dell’industria, il marchio Ferrari.
Per quanto riguarda Ben Affleck invece, sappiamo che la star
dirigerà e interpreterà per Universal Pictures il dramma storico
Ghost Army, ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale e sceneggiato da Nic Pizzolato
(l’autore di True Detective) basandosi sul libro
The Ghost Army of World War II: How One Top-Secret Unit
Deceived the Enemy with Inflatable Tanks, Sound Effects, and Other
Audacious Fakery di Rick Beyer e Elizabeth Sayles.
Arriverà il 15 agosto nelle sale
italiane, distribuito da I Wonder Pictures, DIAMANTINO – Il
calciatore più forte del mondo, diretto da Gabriel
Abrantes & Daniel Schmidt, con Carloto Cotta, Cleo
Tavares, Anabela Moreira, Margarida Moreira, Filipe Vargas,
Carla Maciel.
Di seguito potete vedere il primo trailer ufficiale in anteprima
per Cinefilos.it.
[brid autoplay=”true” video=”439764″ player=”15690″
title=”DIAMANTINO Il calciatore pi forte del mondo I Trailer
Italiano Ufficiale HD”]
Il sorprendente film di Gabriel
Abrantes e Daniel Schmidt che ha conquistato la Settimana della
Critica al Festival di Cannes. Diamantino è un campione di calcio
di fama mondiale. È un Cristiano Ronaldo, un piede d’oro, un
inarrestabile genio del pallone. Finché, un brutto giorno, tutto
il genio sparisce irrimediabilmente nel nulla. Attraverso le
bizzarre vicende del suo protagonista, tra visioni mistiche,
barboncini giganti e figure pastello superkitsch, Diamantino si
veste da commedia stravagante per giocare con intelligenza con i
conflitti della contemporaneità: dal culto delle celebrità
all’ascesa dei deliranti pensieri antieuropeisti e dei populismi
xenofobi.
La nuova fase dell’universo
Marvel è stata presentata
ufficialmente sabato scorso da Kevin Feige durante
il panel dei Marvel Studios
al Comic-Con insieme all’annuncio di tutti i film e delle nuove
serie tv disponibili sulla piattaforma streaming di Disney + in
arrivo entro il 2021. Non è mancata però la menzione ad altri
progetti in sviluppo come Black Panther 2,
Captain Marvel 2, Guardiani della Galassia
Vol.3 e all’arrivo dei Mutanti e dei Fantastici
4 nel MCU, titoli sui quali Feige è rimasto ancora
vago ma che potrebbero riservare qualche sorpresa.
E proprio riguardo la prima
famiglia Marvel già portata al cinema due volte da Tim
Story e Josh Trank, il presidente dello
studio ha promesso che il futuro renderà giustizia ai personaggi
creati da Stan Lee:
“Tutto quello che potrei dire è
spoiler, ma sono estremamente entusiasta di quei personaggi e
all’idea di portarli al livello che meritano“.
Il commento di Feige lascia ben
sperare per lo sviluppo di una linea narrativa e un cinecomic che
dia finalmente il giusto peso ai Fantastici Quattro dopo i
fallimentari tentativi del passato. Nella testa dei fan infatti
risuona ancora il trattamento deludente adottato da Trank con
l’ultimo reboot, dal quale lo stesso regista si è emancipato. Forse
toccherà ai Marvel Studios ricucire questa ferita? Che ne
pensate?