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Venezia 80: Damien Chazelle presidente di giuria

Director Damien
Director Damien Chazelle on the set of Babylon from Paramount Pictures.

Il regista statunitense Damien Chazelle, la regista francese Alice Diop e il regista italiano Jonas Carpignano, sono le tre personalità chiamate a presiedere le giurie internazionali rispettivamente di Venezia 80, del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” e della sezione Orizzonti dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2023). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera.

Damien Chazelle, nell’accettare il ruolo di presidente della giuria internazionale di Venezia 80, ha dichiarato: “Per dieci giorni, ogni anno, questa città dell’arte, di Tintoretto, Tiziano e Veronese, si trasforma in una città di cinema, e sono lusingato e onorato di essere invitato a guidare la giuria di quest’anno. Non vedo l’ora di scoprire questa nuova selezione di grandi film all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica”.

Damien Chazelle ha aperto con un suo film due volte la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, nel 2016 con La La Land e nel 2018 con First Man. La La Land ha ottenuto 14 nomination agli Oscar®, vincendone sei, incluso quello per il miglior regista. Damien Chazelle è stato il più giovane regista di sempre a ricevere questo premio. First Man ha ottenuto 4 nomination agli Oscar®, vincendone uno. La sua opera prima, Whiplash (2014), ha ricevuto cinque nomination agli Oscar®, vincendone tre. Il suo recente film Babylon (2022) ha ricevuto tre nomination agli Oscar®.

Nell’accettare la nomina, Alice Diop ha dichiarato: “È un grande onore e una grande gioia essere chiamata a presiedere la giuria del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” alla  Mostra di Venezia, un festival che mi ha accolto e mi ha donato tanto lo scorso anno. Sarò felice di passare il testimone quest’anno, e di lavorare per scoprire nuove voci emergenti nel panorama cinematografico che la Mostra ha sempre avuto a cuore di rinnovare”.

Col suo debutto nel lungometraggio di finzione, Saint Omer, Alice Diop ha vinto nel 2022 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sia il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria, sia il Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. Il film, candidato per la Francia agli Oscar®, ha vinto in seguito numerosi riconoscimenti internazionali, fra i quali il premio César per la migliore opera prima, e il premio Jean Vigo. Con Nous (2020) ha ottenuto il premio per il miglior documentario e per il miglior film nella sezione Incontri, del Festival di Berlino.

Nell’accettare di presiedere la giuria di Orizzonti, Jonas Carpignano ha dichiarato: “È un grandissimo onore per me guidare la giuria di Orizzonti quest’anno e sono molto grato alla Mostra di Venezia per questo privilegio. Anno dopo anno, la ricca e coraggiosa selezione di Orizzonti ci regala un’immersione profonda nel mondo cinematografico. Non vedo l’ora di vivere le emozioni ed entrare in contatto con le realtà che andremo a conoscere nelle sale del Lido. Avere la possibilità di vedere alcuni dei film più belli dell’anno, in uno dei contesti più belli del mondo,  è qualcosa di molto speciale”.

Jonas Carpignano ha debuttato con Mediterranea (2015), presentato alla Semaine de la Critique a Cannes, in seguito nominato per tre Spirit Awards e premiato come migliore opera prima ai Gotham Awards. Due anni dopo A Ciambra (2017), premiato a Cannes, viene selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar®. A Ciambra ottiene sette nomination ai David di Donatello e vince il premio per la migliore regia. Nel 2021 A Chiara, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, vince il premio Europa Cinemas Label, ottiene sei nomination ai David e vince il premio per la migliore attrice protagonista.

 
 

Nicole Kidman e Zoe Saldana nel nuovo thriller di Taylor Sheridan: la prima foto

Nicole Kidman

Ecco il primo sguardo a Special Ops: Lioness, il thriller di spionaggio che verrà trasmesso in streaming su Paramount+ dal creatore di Yellowstone Taylor Sheridan. Lioness è basato su un vero programma della CIA e seguirà Cruz Manuelos (Laysla De Oliveira), un giovane marine che viene reclutato per unirsi al Lioness Engagement Team della CIA nel tentativo di abbattere un’organizzazione terroristica dall’interno.

De Oliveira è affiancata da star di primo livello: Zoe Saldaña, reduce dal successo di Avatar: la via dell’acqua e ora in sala con Guardiani della Galassia Vol. 3, appare come Joe, il capo stazione del programma che ha il compito di addestrare, gestire, e alla guida della sua squadra d’élite di agenti sotto copertura. La vincitrice dell’Oscar Nicole Kidman è stata inizialmente assegnata alla produzione esecutiva, ma l’attrice apparirà anche sullo schermo.

Ecco la prima foto dal film:

 

 
 

MUTI: clip esclusiva del nuovo film con Morgan Freeman

Ecco una clip esclusiva di Muti, action thriller prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment, co-diretto da George Gallo, Francesco Cinquemani e Luca Giliberto e con il Premio Oscar® Morgan Freeman nei panni di un esperto antropologo coinvolto nelle indagini su un serial killer che uccide secondo un arcaico rituale africano.

Nel cast anche Cole Hauser, Peter Stormare, Vernon Davis e l’italiano Giuseppe Zeno. Il film, distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos, arriva in sala l’11 maggio.

https://www.youtube.com/watch?v=TfSbA4eO3y8

Il titolo del film prende il nome dall’omonima parola che in Swahili significa medicina ma ha anche un significato più oscuro. Il rituale MUTI è una forma di sacrificio umano diffuso tra alcune tribù africane, in cui l’uccisione viene eseguita dopo che parti del corpo sono state rimosse con precisione mentre la vittima è ancora viva, affinché le grida possano evocare le divinità. Questi riti vengono macabramente celebrati e commissionati agli sciamani per ottenere maggiore successo, potere, energia o fortuna.

MUTI non è solo un action thriller che racconta di un inseguimento a uno spietato quanto fanatico serial killer, ma è anche la storia di due persone che si uniscono per uno scopo comune ma non rivelano mai chi sono veramente e custodiscono oscuri segreti che portano dentro di sé.

Muti, la trama

Incapace di processare il lutto per la morte della figlia il Detective Boyd (Hauser), a pochi giorni dalla pensione, si lancia nella drammatica caccia ad un serial killer misterioso che uccide secondo un brutale rituale tribale: il Muti. L’unico che può aiutare Boyd è il Professor Mackles (Freeman), antropologo di origine africana che nasconde un inconfessabile segreto.

 
 

The Boogeyman, un nuovo spaventoso teaser

20th Century Studios e 21 Laps hanno diffuso un nuovo teaser di The Boogeyman, horror-thriller nato dalla mente dell’autore di best-seller Stephen King, che arriverà il 1° giugno nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

La liceale Sadie Harper e sua sorella minore Sawyer sono sconvolte dalla recente morte della madre e non ricevono molto supporto dal padre, Will, un terapista che sta a sua volta affrontando il proprio dolore. Quando un paziente disperato si presenta inaspettatamente a casa loro in cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità soprannaturale che va a caccia di famiglie e si nutre della sofferenza delle sue vittime.

The Boogeyman è diretto da Rob Savage (Host), con una sceneggiatura di Scott Beck & Bryan Woods (A Quiet Place – Un posto tranquillo) e Mark Heyman (Il cigno nero), e un soggetto di Scott Beck & Bryan Woods basato sul racconto di Stephen King. Il film è interpretato da Sophie Thatcher (Yellowjackets), Chris Messina (Air – La storia del grande salto), Vivien Lyra Blair (Obi-Wan Kenobi), Marin Ireland (The Umbrella Academy), Madison Hu (Bizaardvark), LisaGay Hamilton (Vice – L’uomo nell’ombra) e David Dastmalchian (Lo strangolatore di Boston). The Boogeyman è prodotto da Shawn Levy (Stranger Things), Dan Levine (Arrival) e Dan Cohen (The Adam Project), mentre John H. Starke (Sicario), Emily Morris (Rosaline), Scott Beck, Bryan Woods, Ryan Cunningham, Adam Kolbrenner (La guerra di domani) e Robyn Meisinger sono i produttori esecutivi.

“The Boogeyman è un classico film dell’orrore sullo stampo di Poltergeist – Demoniache presenze, che incute paura e fa emozionare allo stesso modo”, afferma il regista Rob Savage. “Ricordo vividamente il terrore che ho provato leggendo il racconto di Stephen King da bambino, ed è proprio questa sensazione di paura tipica dell’infanzia che volevo suscitare nel pubblico cinematografico di tutto il mondo. Questo film è stato realizzato in collaborazione con un team creativo di incredibile talento e interpretato in modo meraviglioso e intenso dal nostro fantastico cast. Mi hanno tutti davvero incantato. Siamo incredibilmente orgogliosi di questo film e non vediamo l’ora di dare a tutti voi un motivo per avere di nuovo paura del buio”.

 
 

Gli Anelli del Potere concluderà le riprese della seconda stagione, nonostante lo sciopero WGA

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

Mentre molti show e serie tv stanno fermando i motori a causa dello sciopero degli sceneggiatori WGA, è stato riportato da Variety che Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere di Prime Video rimarrà in produzione, con 19 giorni di riprese rimanenti.

I produttori esecutivi dello show J.D. Payne e Patrick McKay tuttavia, non saranno presenti sul set. I produttori non continueranno a lavorare alla prossima stagione a causa delle regole sullo sciopero della Writers Guild of America, che vietano agli sceneggiatori-produttori di lavorare in ruoli basati sulla scrittura per tutta la durata dello sciopero. I produttori e i registi che non scriveranno invece dirigeranno le riprese per la restante durata delle riprese, e saranno responsabili di eventuali decisioni creative prese sul set in assenza degli showrunner.

WGA ha già scioperato nel 2007 per 100 giorni, concludendo la protesta nel 2008, durante quel periodo molti show e film hanno dovuto affrontare decisioni simili, in merito all’opportunità di ritardare o annullare le produzioni o continuare ad andare avanti a prescindere. Un notevole esempio di una serie che ha preso la decisione di continuare la produzione è Heroes, serie supereroistica divenuta di culto, che con la sua prima stagione ha ottenuto ampi consensi dalla critica. Tuttavia, poiché la stagione 2, molto più breve della prima in termini di durata, è stata distribuita a seguito di una produzione colpita dallo sciopero, la stagione ha visto un netto calo della qualità e delle valutazioni.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere deve sfidare se stessa, perché Prime Video vuole mantenere affezionato il pubblico per tutto l’arco della stagione e non vedere accadere una replica di quanto successo per il primo ciclo, per il quale solo il 37 percento dei 25 milioni di spettatori della sua premiere ha superato il finale dello show. Prime Video farà tutto il possibile per garantire alla stagione 2 un ritorno al suo apice, soprattutto considerando il costo della serie. Si stima che la prima stagione sia costata circa 462 milioni di dollari, con lo studio pronto a spendere oltre 1 miliardo di dollari per le stagioni future.

Le riprese della seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sono iniziate il 3 ottobre 2022, con la produzione della serie di otto episodi trasferita nel Regno Unito dalla Nuova Zelanda. Sebbene non sia stata ancora ufficializzata una data di uscita per la prossima stagione, i fan possono sperare di vederla tornare nel 2024.

 
 

Guardiani della Galassia Vol. 3: la spiegazione delle scene post credits

Guardiani della Galassia Vol. 3

1“Il leggendario Star-Lord tornerà”

Star-Lord

La seconda scena post credits vede semplicemente Peter che fa colazione e ha una conversazione tranquilla con il nonno che non vede da decenni, con i due che parlano solo di cose umane quotidiane. Sul giornale che nonno Quill sta leggendo si legge: “Rapimento alieno: Kevin Bacon racconta tutto“, un chiaro riferimento agli eventi di The Guardians of the Galaxy Holiday Special.

Tuttavia, quando il film si chiude, vediamo un titolo che recita “Il leggendario Star-Lord tornerà”. Si tratta della conferma che Peter Quill sarà protagonista del suo film da solista? O che lo vedremo tornare in uno show televisivo? O forse, ancora, in uno dei prossimi film collettivi dei Vendicatori?

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The first Slam Dunk: recensione del film di Takehiko Inoue

“Ok te lo spiego io. Slam Dunk vuol dire essere una stella del basket. Significa saper giocare in modo da eccitare il pubblico e quando la paura dell’avversario fa concentrare tutta l’energia in un canestro quello si chiama Slam Dunk”.

Sono trascorsi trent’anni dalla messa in onda di quel primo episodio dell’anime. Oggi, il mangaka giapponese Takehiko Inoue firma The first Slam Dunk, quinta trasposizione filmica di uno dei brand più amati dal pubblico orientale e di tutto il mondo; donando nuova linfa al microcosmo della pallacanestro liceale che Hanamichi Sakuragi e compagni hanno contribuito a rendere celebre.

Una produzione Toei Animation, un film in tecnica mista (tra CGI e disegno a mano); un’occasione unica per rispolverare la divisa rosso fuoco dello Shohoku e scendere nuovamente in campo.

The first Slam Dunk: una nuova partita

Riparte da lontano The first Slam Dunk, da un campetto nella città di Okinawa, da un uno contro uno tra fratelli. A calcare il cemento e ritagliarsi un ruolo da protagonista non è però il solito Hanamichi, bensì un giovanissimo Ryōta Miyagi, futuro playmaker dello storico quintetto base dello Shohoku. Lo sguardo del numero 7, innamoratosi della pallacanestro grazie al fratello maggiore Sota, scomparso prematuramente a causa di un incidente in mare, è il filtro selezionato da Inoue per elaborare il proprio racconto. Un racconto che ai flash del passato e del tormentato percorso di crescita di Ryōta, alterna l’impeto del presente narrativo, palcoscenico dell’adrenalinico incontro-scontro fra i team Shohoku e Sannoh.
Contro ogni pronostico, la squadra di Ryōta si è infatti guadagnata la possibilità di rappresentare la Prefettura di Kanagawa al torneo nazionale di basket. E il match contro “l’imbattibile” Sannoh, campione in carica, rappresenta un turning point decisivo per la competizione.

Convergenza tra due mondi

Quella raccolta da The first Slam Dunk è un’eredità pesante. Un’eredità che affonda le proprie radici nell’ottobre del 1990, nel primo dei trentuno volumi che di lì a pochi anni ci avrebbero consegnato uno degli shōnen più iconici dell’epoca. Da quel giorno, indelebile nella storia della narrazione sportiva giapponese, il brand Slam Dunk si è arricchito di un anime di centouno episodi (1993-1996) e quattro film animati (tra il 1994 e il 1995), ispirando al contempo una ricca produzione di videogiochi tratti dalla serie.
Parlare di The first Slam Dunk significa allora, innanzitutto, dialogare con il suo citazionismo, coglierne i numerosi rimandi interni, apprezzarne gli scorci temporali su di un passato che è memoria, leggenda, catalogo di un immaginario collettivo. Senza naturalmente tralasciare l’importanza di un connaturato omaggio all’NBA, da sempre faro di ispirazione per l’autore nipponico.

Ed è con il pensiero al massimo campionato di basket statunitense che il rilascio di The first Slam Dunk, a poche settimane da Air – La storia del grande salto, sembra suggerire un confronto tra due prodotti che, seppur manifesto di ragionamenti antitetici sulla pallacanestro, scaturiscono da una medesima scintilla. Perché se è vero che il film di Inoue eleva la purezza sportiva del gioco, a discapito di una dimensione – quella proposta da Affleck – improntata al merchandising e alla realizzazione del sogno americano, è altresì innegabile il comune valore sociale – e la comune bruciante passione – che sottende la visione del basket di entrambe le opere. Un basket che è creatore di icone, di attimi interminabili, di fiati sospesi e storie che infondano la voglia di volare.

Un campo, una vita

Ma il campo da basket, come spesso accade negli “spokon” (da Judo Boy a L’uomo Tigre, da Mila e Shiro a Holly e Benji), è solo l’intrigante pretesto che The first Slam Dunk sfrutta come contenitore di spunti. Come centro propulsore per una narrazione di più ampio respiro.
Il racconto di Inoue è storia di perdita, di lacrime e dolore; ma l’iniziale focus su Ryōta, sinfonia di sottofondo all’intero film, si allarga ben presto a includere i principali componenti della squadra, a suggerire incomprensioni, debolezze o punti di forza del gruppo. Così che i diversi momenti della partita contro il Sannoh divengano link d’accesso a ricordi e vecchi incontri; essenziali attimi di rilettura che dal campo invadono la vita e dalla vita traggono la forza necessaria per lottare sul campo.
Fino all’istante in cui, proprio sulla sirena, il pallone si stacca dalle mani di un campione, nel vuoto pneumatico di un’attesa che sembra non terminare mai.
 
 

I magnifici 7: la trama e il cast del film con Denzel Washington

I magnifici 7 film

Considerato uno dei grandi classici del cinema western, il film del 1960 I magnifici sette è il simbolo di quelle narrazioni legate alla frontiera americana, in cui si possono ritrovare temi universali come l’onore, l’amicizia e l’opposizione nei confronti delle ingiustizie. Tutto ciò ha trovato nuova vita nel 2016, nel momento in cui è arrivato al cinema il remake I magnifici 7 (qui la recensione), diretto da Antoine Fuqua, regista di celebri titoli come Training Day e Southpaw. Vengono così riportate sul grande schermo le avventure del gruppo di vendicatori più noto del genere western, i cui ideali sono sempre attuali.

Ed è stata proprio la possibilità di raccontare una storia ancora valida nel mondo contemporaneo a convincere Fuqua a realizzare il film. Egli, da sempre grande appassionato di western, si era dichiarato inizialmente restìo a realizzare un remake del celebre classico, ma la possibilità di personalizzarlo è stato l’elemento deciso per gettarsi in questa avventura. Fuqua, però, non ha voluto rendere omaggio solo al film di John Sturges, bensì anche a I sette samurai di Akira Kurosawa, l’opera che aveva a sua volta ispirato anche il western del 1960.

Con un cast ricco di grandi attori di Hollywood, una sceneggiatura scritta dall’apprezzato Nick Pizzolato, e la colonna sonora composta dal grande James Horner, I magnifici 7 si affermò infine come un buon successo alla sua uscita in sala. A fronte di un budget di circa 90 milioni di dollari, questo è infatti arrivato ad incassarne oltre 162 in tutto il mondo. Prima di procedere nella visione del film, però, sarà certamente utile approfondire ulteriori aspetti legati ad esso. Proseguendo qui nella lettura si potranno infatti ritrovare dettagli relativi alla trama e ai retroscena del cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel loro catalogo.

I magnifici 7: la trama del film

La vicenda narrata si svolge nel 1879, in California. Rose Creek, un remoto villaggio di frontiera, si trova al centro di un importante bacino minerario. Ciò attira le mire di Bartholomew Bogue, un affarista spietato e senza scrupoli. Questi propone agli abitanti del luogo di vendergli i loro appezzamenti di terreno per pochi dollari, per poi cacciarli malamente. Coloro che tentano di opporsi, vengono perseguitati dai suoi sicari, pronti anche ad uccidere quanti non si dimostreranno disposti a cedere. È questa la sorte che tocca a Matthew Cullen, che ha osato tenere testa a Bogue. Sconvolta dall’accaduto, la vedova Emma Cullen decide di recarsi nella città più vicina in cerca di qualcuno che possa aiutarla.

Qui trova Sam Chisolm, un delegato di giustizia afroamericano con una lunga carriera alle spalle. Inizialmente questi si dimostra contrario a farsi coinvolgere nella vicenda, ma quando scopre che a violentare Rose Creek è Bogue in persona, decide di accettare. Per contrastare l’esercito dello spietato affarista avrà però bisogno di una squadra di uomini esperti e pronti a morire per la giustizia. Entrano così in scena il pistolero Joshua Faraday, il fuorilegge messicano Vasquez, e l’ex cecchino Goodnight Robicheaux. A loro si uniranno poi anche l’esperto di coltelli Billy Rocks, il cacciatore Jack Horne, e l’arciere Red Harvest. I magnifici sette sono così pronti a dar vita ad una carneficina pur di difendere i più bisognosi.

I magnifici 7 cast

I magnifici 7: il cast del film

La volontà del regista era quella di dar vita ad un cast di attori quanto più variegato possibile, passando attraverso varie nazionalità e rifuggendo ogni possibile stereotipo. Per il ruolo del protagonista, Sam Chisolm, Fuqua scelse il premio Oscar Denzel Washington, con il quale aveva già lavorato diverse volte. Per l’attore si è trattato del primo film western della sua lunga carriera. Egli ha però dichiarato di non essere un grande amante del genere, e di non aver guardato il film originale per non esserne influenzato. Accanto a lui si ritrova poi Chris Pratt, nei panni di Josh Faraday. Anche per lui si è trattato del primo western, ed ha ottenuto il ruolo dopo aver cantato il popolare brano Oh Shenandoah al regista. L’attore sudcoreano Lee Byung-hun, noto per il western Il buono, il matto, il cattivo, dà vita a Billy Rocks.

L’attore Ethan Hawke è invece il malinconico Goodnight Robicheaux. Egli è stato il primo attore ad entrare a far parte del cast, tornando così a collaborare per la terza volta con Fuqua. Hawke ha in seguito dichiarato di essersi ispirato al personaggio di Nick Chevotarevich nel film Il cacciatore. Vincent D’Onofrio interpreta invece Jack Horn, per il quale ha dato vita ad una voce particolarmente selvaggia, che accentuasse la brutalità del personaggio. Manuel Garcia-Rulfo è invece l’interprete di Vasquez, mentre Martin Sensmeier è Red Harvest. A dar vita allo spietato Bartholomew Bogue è l’attore Peter Sarsgaard, mentre Haley Bennett è la vedova Emma Cullen. Tutti gli attori del film, prima delle riprese, si sono dovuti sottoporre a diverse settimane di addestramento per cowboy, al fine di acquisire le competenze richieste.

I magnifici 7: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di I magnifici 7 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 4 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

 
 

L’eliminatore – Eraser: trama e cast del film con Arnold Schwarzenegger

L'eliminatore - Eraser film

Nel corso della sua lunga carriera l’attore Arnold Schwarzenegger ha dato vita a numerosi film d’azione entrati di diritto nella storia del genere e del cinema. Da Terminator a Predator, da Atto di forza a Last Action Hero, egli è oggi parte dell’immaginario culturale. Oltre ai titoli qui citati se ne annoverano ovviamente molti altri, tra cui anche il grande successo del 1996 L’eliminatore – Eraser. Diretto da Chuck Russell, noto per film come The Mask – Da zero a mito e La mossa del diavolo, tale lungometraggio si è affermato come uno dei più grandi successi del suo anno, garantendo tanta adrenalina e tensione.

Il progetto si concretizzò grazie all’interessamento di Schwarzenegger e Russell, i quali desideravano da tempo dar vita ad un progetto insieme. Il film scritto da Tony Puryear e Walon Green sembrò perfetto a riguardo, presentando un personaggio bigger than life proprio come lo è Schwarzenegger. Ottenendo un budget di 100 milioni, una cifra ancora particolarmente elevata per quegli anni, Russell ebbe così modo di dar sfogo a tutta la sua creatività, ideando sequenze d’azione particolarmente complesse e rischiose, che hanno richiesto tutta la preparazione possibile da parte degli attori e delle loro controfigure.

L’impegno profuso nel dar vita ad un grande film d’azione venne ripagata da recensioni entusiaste ed un guadagno al box office di oltre 242 milioni di dollari. L’eliminatore – Eraser arrivò inoltre a guadagnare una nomination all’Oscar per la categoria al miglior montaggio sonoro. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’eliminatore – Eraser: la trama del film

Protagonista del film è John Kruger, Us Marshal impegnato a lavorare in un Programma di protezione della sicurezza dei testimoni. Egli è il migliore nel suo campo, specializzato nella cancellazione dei testimoni di alto profilo, fingendo cioè la loro morte per tenerli al sicuro da quanti vorrebbero ucciderli davvero. Il nuovo caso a cui John viene ora affidato è quello di Lee Cullen, dirigente per l’appalto della difesa Cyrez Corporation. La donna ha infatti informato l’FBI che il suo datore di lavoro, William Donohue, il corrotto CEO di Cyrez, ha intenzione di vendere un elettronico top secret fucile a impulsi sul mercato nero.

Lee si dimostra però contraria all’entrare nel programma di protezione, convinta di non averne bisogno. Ciò si dimostrerà errato nel momento in cui un gruppo di uomini armati irromperà di notte nel suo appartamento per ucciderla. Per sua fortuna, John riuscirà a salvarla in tempo. Nel tentativo di proteggerla, l’agente comprenderà come all’interno dello stesso programma di protezione vi è chi ha interesse a far fuori la donna. Il caso, dunque, si ingigantisce, manifestando un complotto più pericoloso del previsto. Smascherare chi vi è dietro sarà l’unico modo per salvare la situazione.

L'eliminatore - Eraser cast

L’eliminatore – Eraser: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruol del protagonista John Kruger vi è l’attore Arnold Schwarzenegger. Sin da subito unico interprete consideraato per il ruolo, questi decise di interpretare personalmente quante più scene possibile, senza ricorrere a controfigure. In particolare, per un’acrobazia aerea Arnold si è trovato a dover cadere da circa 20 metri in discesa verticale ed eseguire un back flip a metà volo. La scena ha richiesto ben sette riprese perché si ottenesse il risultato giusto. Il noto attore James Coburn è invece presente nei panni di Arthur Beller, direttore dell’unità Protezione testimoni. James Crowmell è presente nel ruolo di William Donohue, il controverso direttore della Cyrez Corporation.

Vanessa Williams è stata scelta come protagonista femminile nel ruolo di Lee Cullen, la testimone chiave che John deve proteggere. I produttori la scelsero dopo che la moglie di Schwarzenegger, Maria Shriver, la suggirì per il ruolo. La Williams, apprezzata anche come cantante, ha inciso il brano che si sente durante i titoli di coda, chiamato Where Do We Go From Here. Nel ruolo di Robert Deguerin, collega e mentore di Kruger, vi è l’attore James Caan. Per lui si è trattato di uno dei suoi primi blockbuster, affermando di aver accettato il ruolo poiché rimasto entusiasta dalla sceneggiatura. Sono poi presenti Robert Pastorelli nei panni di Johnny Casteleone e Andy Romano in quelli del Segretario della Difesa Daniel Harper. Compare anche l’attore John Slattery, noto per la serie Mad Men, nei panni dell’agente Corman.

L’eliminatore – Eraser: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. L’eliminatore – Eraser è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 4 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 
 

One Piece: il Maestro Eiichiro Oda scrive una lettera ai fan

One Piece serie tv netflix

Netflix e Shueisha condividono una lettera del Maestro Eiichiro Oda, che aggiorna i fan di tutto il mondo sull’uscita della serie live-action One Piece, tratta dall’omonimo manga fenomeno mondiale di cui è autore e creatore. La serie sarà disponibile nel 2023 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo, e sarà composta da 8 episodi.

Eiichiro Oda ha scritto questa lettera in occasione del compleanno del suo amato personaggio Monkey D. Luffy, il protagonista che si imbarca in un’epica avventura col sogno di diventare il Re dei Pirati.

La serie Netflix è il primo adattamento live-action del franchise, e comincia proprio all’inizio della storia di Luffy, introducendo sia i fan che i nuovi spettatori alle versioni live-action degli iconici personaggi, antagonisti e luoghi del manga. Per dare vita alla sua opera in questa collaborazione, Oda sottolinea il “periodo di duro lavoro” che ha portato tutte le parti coinvolte a trovarsi “in piena armonia”, in una produzione che ha dimostrato “un amore sconfinato per ONE PIECE” e che è giunta “alla fase finale” prima dell’uscita.

One Piece, la trama

Basato sulla serie manga più venduta di sempre in Giappone creata da Eiichiro Oda, One Piece è una leggendaria avventura di mare come nessun’altra. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero che ha sempre sognato una vita di libertà. Luffy parte dal suo piccolo villaggio per affrontare un pericoloso viaggio alla ricerca di un leggendario tesoro, il ONE PIECE, per diventare il Re dei Pirati. Ma, per trovare il bottino, Luffy dovrà riunire l’equipaggio che ha sempre desiderato e trovare una nave su cui salpare, perlustrando ogni centimetro dei vasti mari, scampando ai Marines, e superando in astuzia pericolosi rivali ad ogni occasione.

A comporre la ciurma saranno Iñaki Godoy nei panni del capitano Monkey D. Luffy, Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero Gibson (Usopp) e Taz Skylar (Sanji). Faranno parte del cast anche McKinley Belcher III, Morgan Davies, Aidan Scott, Vincent Regan, Jeff Ward, Craig Fairbrass, Langley Kirkwood, Celeste Loots, Alexander Maniatis, Ilia Isorelýs Paulino, Chioma Umeala e Steven Ward. In partnership con Shueisha, ONE PIECE è prodotta da Tomorrow Studios e Netflix. Matt Owens e Steve Maeda sono gli sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunners. Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements sono produttori esecutivi.

 
 

Sanctuary, recensione della serie Netflix

Dal 04 maggio è disponibile su Netflix la serie tv di produzione giapponese Sanctuary, una serie drammatica che esplora il mondo poco conosciuto del sumo professionistico, rivelando le ambizioni, le lotte e la determinazione di giovani che lottano per fama, denaro e potere. Presentando una nuova prospettiva su uno sport tradizionale giapponese che ha più di 1500 anni, la serie si propone di infrangere i tabù su quest’arte sportiva e mettere in luce lo spirito combattivo di questi atleti di talento.

Diretto da Kan Eguchi (“The Fable“) e scritto da Tomoki Kanazawa (“Sabakan“), la serie si assume l’ambizioso compito di rappresentare questo sport a livello professionale. Come vedremo in questa recensione di Sanctuary, la serie vanta un reparto tecnico di tutto livello, come molti originali giapponesi dello streamer, ma ne condivide anche i più comuni difetti narrativi e strutturali.

Sanctuary, una storia di sacrificio e rinascita

La trama di Sanctuary vede un ragazzo duro e disperato – Kiyoshi Oze, interpretato da Wataru Ichinose – diventare un lottatore di sumo, affascinando i fan con il suo atteggiamento spavaldo e sconvolgendo un’industria intrisa di tradizione. La scrittura di questo progetto vuole dimostrare come il sumo, pur essendo conosciuto in tutto il mondo come parte della cultura tradizionale giapponese e come rituale religioso tramandato per oltre 1.500 anni, rimane un mondo velato di segretezza. Il dohyo, il ring dove si disputano gli incontri di sumo, è davvero un santuario costruito sulle fondamenta di questo mondo insolito.

Kiyoshi Oze proviene da una famiglia problematica e ha fatto parte del mondo del crimine per tutta la vita. Avendo bisogno di soldi, quando viene a sapere che un lottatore di sumo può guadagnare molto denaro, inizia a pensare che con il suo corpo e le sue abilità di combattimento possa affrontare chiunque. Tuttavia, testardo fino al midollo e fin troppo sicuro delle sue capacità, Oze spesso salta gli allenamenti e sfida i lottatori più esperti, indole che finisce per etichettarlo come un “caso disperato”. Continua a fare di testa sua, fino a quando non si scontra con un sumo di nome Frankenstein, che lo sconvinge brutalmente. Proprio a questo punto, sconfitto e praticamente cacciato dal mondo del sumo, capisce che è ora di cambiare prospettiva. Allenandosi duramente secondo le regole e le tradizioni, Oze decide di farsi un nome: Sumo Enno. Oltre alla sua storia ispiratrice, la serie tv si concentra anche su tutte le personalità che si avvicinano al mondo del sumo e che lottano per trovare la loro strada nella vita.

Tra questi, ci vengono presentate le vicende di altri lottatori, come Shimizu (interpretato da Shota Sometani), che ama questo sport ma non è dotato di un fisico ideale, e Kunishima (interpretato da Shioli Kutsuna), un giornalista che viene relegato a occuparsi di sumo. Come in tutti gli altri sport, anche in questo caso accadono cose sottobanco, che potrebbero essere smascherate da Kunishima e persino aiutare il viaggio di Oze.

Una serie per immergersi nella cultura giapponese

Sanctuary potrebbe essere la proposta perfetta per quella fascia di pubblico interessata alle tradizioni, cultura e società giapponese e come si siano evoluti gli usi e i costumi nipponici nel corso degli anni. In questo senso, la produzione ha fatto un ottimo lavoro di ricerca storica sull’arte del sumo e riesce a spiegarne in maniera chiara e mai troppo distante le regole, la struttura del torneo, il modo di vestire dei lottatori e altri aspetti. Viene posto l’accento anche sui valori necessari per intraprendere una carriera in questo mondo, tra cui l’umiltà, il rispetto per gli avversari e la dedizione alla pratica e all’allenamento intensivo. Da questo punto di vista, Sanctuary è un’emozionante vetrina della passione e dello spirito combattivo caratteristici dei lottatori di sumo.

Il sumo è uno degli sport più visivamente affascinanti e che meglio si presterebbe alla drammaturgia: gl intrighi, le alleanze mutevoli che vi stanno alla base e i suoi 2.000 anni di storia rivaleggiano con quelli di qualsiasi epopea fantasy. Eppure, in qualche modo, il sumo non è mai stato rappresentato accuratamente al cinema, né alcuna serie o film ha mai reso giustizia alle emozioni, agli strazi, alla gioia, al dolore e alla sofferenza che si trovano sul ring e nelle scuderie. Purtroppo, la mancanza di autenticità sullo schermo è un problema che grava da tempo sul sumo. Probabilmente la migliore rappresentazione di questo sport è il pluripremiato film di Masayuki Suo del 1992, “Shiko Funjatta“, distribuito all’estero con il titolo “Sumo Do, Sumo Don’t“, che si tratta tuttavia perlopiù di una commedia stilizzata, incentrata sul sumo collegiale piuttosto che su quello professionistico.

Veri lottatori di sumo sul “ring” di Sanctuary

Sanctuary NetflixAltra nota di merito di Sanctuary sono sicuramente le performance attoriali. Va specificato che, per prepararsi al meglio al ruolo dei lottatori di sumo, gli attori hanno trascorso circa un anno di intenso allenamento fisico sotto la supervisione di esperti di Hollywood e di un allenatore olimpico che li ha seguiti dal punto di vista nutrizionale. Per oltre sei mesi, si sono allenati nel sumo per rendere giustizia alla realtà di questo sport.

Il personaggio principale, Saruzakura, è interpretato da Wataru Ichinose (Weaker Beast), un ex artista marziale professionista. Saruzakura si unisce a una scuderia di sumo come giovane discepolo, ma le sue motivazioni hanno più a che fare con il denaro che con lo sport in sé. Il cast comprende anche Pierre Taki nel ruolo del maestro della scuderia, Koyuki nel ruolo della moglie del maestro e Shota Sometani nel ruolo dell’amico di Saruzakura, Shimizu.

Con la sua violenza esagerata, l’ambientazione quasi da realtà alternativa e personaggi che assomigliano più a caricature, Sanctuary vive di un’atmosfera alla Quentin Tarantino e potrebbe rivelarsi una serie divertente e di successo.

Un ritmo non sempre coinvolgente

Lo sviluppo narrativo di Sanctuary non è propriamente organico: diverse storyline impiegano più tempo del necessario per dipanarsi e il tono del racconto che la serie mantiene, in gran parte duro e aggressivo, non rende particolarmente facile agli spettatori il navigare in questa storia. Gran parte dei primi quattro episodi sono spesi a crogiolarsi nelle buffonate di Kiyoshi ed è solo quando il nostro protagonista inizia finalmente a prendere sul serio lo sport, Sanctuary diventa più coinvolgente. Tuttavia, gli episodi successivi sembrano affrettati e il finale di stagione tronca la storia in maniera poco chiara. Molteplici sottotrame vengono abbandonate, mentre la serie si orienta verso un tipo di narrazione più sentimentale e, a tratti, stucchevole: quella del loser, il perdente che deve redimersi.

Come dicevamo, se il fatto di avere nel proprio cast lottatori di sumo professionisti rende tutte le sequenze di allenamento e dei tornei particolarmente ritmate e dolorose da guardare, l’arco complessivo di Sanctuary assomiglia più a un incontro di sumo anticlimatico, non di certo quello che ci era stato prospettato dalle premesse della serie.

 
 

Dylan Dog: Barbara Baraldi è la nuova curatrice di testata

Dylan Dog

Barbara Baraldi, emiliana, classe 1975, autrice di thriller e sceneggiature di fumetti, diventa la nuova curatrice di Dylan Dog, naturalmente con la supervisione del creatore del personaggio, Tiziano Sclavi.

Spiega il Direttore Editoriale di Sergio Bonelli Editore Michele Masiero: “Barbara Baraldi scrive storie di Dylan Dog da più di dieci anni, portando una forte visione personale senza mai rinnegare le caratteristiche fondamentali del personaggio creato da Tiziano Sclavi. Come Casa editrice è venuto dunque naturale pensare a lei per accompagnare il nostro Dylan nel suo percorso. Da oggi inizia una nuova entusiasmante sfida: costruire insieme il futuro dell’Indagatore dell’Incubo”.

Aggiunge Barbara Baraldi, che ha firmato decine di storie di Dylan Dog tra cui Jenny, ispirata alla canzone di Vasco Rossi, Casca il mondo e La ninna nanna dell’ultima notte: “Sono molto emozionata di iniziare questa nuova avventura. Tornerà in primo piano l’orrore, il genere che più di ogni altro ci permette di elaborare le paure, di rapportarci con l’inconscio e il rimosso. Ma sarà un orrore contemporaneo, sospeso tra onirico e simbolico. Del resto, essere “dylaniati” è per sempre. Parleremo quindi di mostri e nuovi incubi e ci saranno ritorni “eccellenti”. Sulla pista tracciata da Tiziano Sclavi, daremo spazio anche a storie autoconclusive collegate da una tematica comune, sperimentazioni grafiche e narrative e interpretazioni autoriali”.

I romanzi di Barbara Baraldi, pubblicati da alcuni dei maggiori editori italiani (fra i quali Giunti, Einaudi e Mondadori), sono tradotti in vari paesi, tra cui Germania, Olanda, Inghilterra e Stati Uniti. L’autrice è stata scelta dalla BBC per Italian Noir, il documentario sui maggiori esponenti del nero italiano. Con la serie «Aurora Scalviati Profiler del Buio» ha ottenuto un importante successo di critica e di pubblico, superando le 100.000 copie vendute. Ha lavorato come consulente creativa per Disney e pubblicato graphic novel indipendenti in Italia, e in Francia con l’editore Soleil. È docente presso la Scuola Romana dei Fumetti e collabora con l’inserto culturale TuttoLibri del quotidiano La Stampa. Scrive per Dylan Dog dal 2012, ma ne è ossessionata dagli anni Novanta.

James Wan insieme a Bonelli Editore per una nuova serie tv su Dylan Dog

 
 

Transformer – Il risveglio introdurrà il villain più temibile visto finora nel franchise

Transformers: Il Risveglio

Al cinema dal 7 giugno, il film Transformer – Il risveglio riporterà i celebri robot Hasbro sul grande schermo, a sei anni di distanza dal precedente capitolo, Transformers – L’ultimo cavaliere. Stando a quanto ora dichiarato dalla star del film, Anthony Ramos, questo nuovo lungometraggio introdurrà “il più grande cattivo che abbiamo mai visto” nel franchise. Transformers – Il risveglio vedrà infatti Optimus Prime e i suoi Autobot di nuovo in azione insieme ai Maximal appena introdotti, per cercare di sconfiggere una minaccia potenzialmente mortale.

Il trailer più recente di questo nuovo capitolo della saga ha infatti rivelato la presenza di Unicron, un iconico cattivo di Transformers, che prospera consumando pianeti. La presenza di Unicron lascia dunque immaginare ad uno scontro quanto mai epico, che ora più che mai sembra metterà in seria difficoltà i protagonisti. “Ero entusiasta che i nuovi personaggi stesso prendendo vita e che le persone li avrebbero incontrati, – ha affermato Ramos – come Mirage e Rhinox e Cheetor e Optimus Primal. E il nuovo cattivo, Unicron, che penso sia il più grande che abbiamo mai visto fino ad ora“.

Per i fan, come le persone che amano davvero Transformers, questo significa molto. Hanno atteso di poter vedere questi personaggi, in particolare Unicron, per anni“, ha poi concluso Ramos. Dichiarazioni che non fanno dunche che aumentare l’interesse nei confronti del film, chiamato a rilanciare il franchise al cinema dopo i non entusiasmanti risultati dei precedenti film. Con la conferma che sarà Unicron il villain di questo nuovo capitolo, in molti si attendono ora un blockbuster particolarmente avvincente, con un minaccia concreta ed effettivamente motivo di preoccupazione.

Tutto quello che sappiamo su Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts)

Diretto da Steven Caple Jr., Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) si baserà su una sceneggiatura scritta da Joby Harold, Darnell Metayer, Josh Peters, Erich Hoeber e Jon Hoeber, e basato su una storia di Joby Harold. Il film è inoltre ispirato sempre alle action figure Transformers di Hasbro. Della produzione si occupano Lorenzo di Bonaventura, Tom DeSanto e Don Murphy, Michael Bay, Mark Vahradian, Duncan Henderson. Con  Steven Spielberg, Brian Goldner, David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Brian Oliver, Bradley J. Fischer e Valerii An che figurano come produttori esecutivi.

Protagonisti di Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) sono Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter Cullen, Ron Perlman Peter Dinklage, Michelle Yeoh, Liza Koshy, John DiMaggio, David Sobolov, Michaela Jae Rodriguez, Pete Davidson, Cristo Fernández. Il fim sarà distribuito in Italia da Eagle Pictures.

Fonte: ScreenRant

 
 

Guardiani della Galassia: Chris Pratt rivela cosa lo farebbe tornare nei panni di Star Lord

Guardiani della Galassia Vol. 3

Guardiani della Galassia Vol. 3 (qui la recensione) è finalmente arrivato in sala e mentre alcuni membri del cast hanno confermato di aver chiuso con la Marvel, altri hanno invece espresso l’interesse a tornare in altri film, dell’universo cinematografico Marvel. Tra questi vi è Chris Pratt, anche se l’attore ha affermato di avere un requisito specifico da soddisfare se affinché possa riprendere il ruolo del leggendario Star Lord. Parlando con Variety, Pratt ha infatti ammesso che sarebbe “strano” continuare la storia senza il regista James Gunn al timone, anche se sarà possibile qualora la nuova storia da raccontare non solo abbia un senso, ma renda anche omaggio a quanto da lui realizzato con i film di Guardiani della Galassia.

Sarebbe strano continuare la storia di Star Lord senza James“, ha detto Pratt. “Ha svolto un lavoro così magistrale nei primi tre film. Abbiamo davvero trovato la voce di Peter Quill insieme e senza di lui, ovviamente, non avrei mai avuto questa opportunità. Gunn scrive, dirige, sogna la musica e la sua immaginazione prende vita sullo schermo. Quindi, per continuare a raccontare la storia, sarebbe davvero importante onorare ciò che ha fatto nei primi tre film e onorare ciò che i fan hanno imparato ad amare del personaggio e non farlo solo perché potrebbe essere un ulteriore fonte di guadagno.

L’attore ha poi aggiunto: “Non voglio essere cinico nell’approccio e se è così, semplicemente non lo farei affatto. Quindi forse lungo la strada, se qualcosa avrà senso, lo farò, ma dovrebbe davvero essere una storia che spunta molte delle caselle giuste.” Pratt, dunque, si dice sostanzialmente aperto ad un suo ritorno nel Marvel Cinematic Universe. Considerando l’epica battaglia prevista per i film conclusivi della Fase 6, quello sarebbe un buon momento per lui per tornare. Ad ora, però, l’attore non è confermato per altri progetti Marvel e dunque non resta che attendere per scoprire se e quando tornerà.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà dunque l’ultima occasione di vedere Gunn coinvolto con il Marvel Cinematic Universe. La sinossi del film recita: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.“

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 3 maggio.

 
 

AIR – La storia del grande salto di Ben Affleck dal 12 Maggio su Prime Video

AIR - La Storia del Grande Salto

AIR – La storia del grande salto di Ben Affleck, prodotto da Amazon Studios, Skydance Sports, Mandalay Pictures e primo progetto di Artists Equity dello stesso Affleck e Matt Damon, sarà disponibile in streaming su Prime Video a partire dal 12 maggio in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Dopo la sua uscita nelle sale di tutto il mondo, AIR – La storia del grande salto è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

AIR – La storia del grande salto è stato elogiato da critica e pubblico e, attualmente, su Rotten Tomatoes vanta un Tomatometer del 92%, diventando ufficialmente “Certified Fresh”, e un punteggio del pubblico verificato che ha raggiunto il 98%, insieme a una “A” su CinemaScore.

Dal pluripremiato regista Ben Affleck, AIR – La storia del grande salto rivela l’incredibile partnership tra un Michael Jordan allora alle prime armi e la neonata divisione basket della Nike, che ha rivoluzionato il mondo dello sport e la cultura contemporanea con il marchio Air Jordan. Questa storia commovente segue l’azzardo di una squadra non convenzionale con tutto in gioco, la visione intransigente di una madre che conosce il valore dell’immenso talento del figlio e il fenomeno del basket che sarebbe diventato il più grande di tutti i tempi.

Matt Demon interpreta Sonny Vaccaro, il dirigente anticonformista di Nike, e Affleck veste i panni del co-fondatore Nike, Phil Knight, con Jason Bateman nel ruolo di Rob Strasser, Chris Messina nei panni di David Falk, Matthew Maher nel ruolo di Peter Moore, Marlon Wayans che interpreta George Raveling, Chris Tucker nel ruolo di Howard White, Viola Davis nei panni di Deloris Jordan e Gustaf Skarsgård che interpreta Horst Dassler, tra gli altri.

Per Ben Affleck questa è la prima volta alla regia di un film insieme a Matt Damon. Con una sceneggiatura scritta da Alex Convery, AIR – La storia del grande salto è prodotto da David Ellison, Jesse Sisgold, Jon Weinbach, Affleck, Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, Peter Guber e Jason Michael Berman. Gli executive producer sono Dana Goldberg, Don Granger, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Peter E. Strauss e Jordan Moldo.

L’indimenticabile colonna sonora del film con i successi degli anni ‘80 – firmati da Bruce Springsteen, Cyndi Lauper, REO Speedwagon, The Clash, Night Ranger, Dire Straits, Grandmaster Flash & The Furious Five, Squeeze e molti altri – è ora disponibile in digitale per Legacy Recordings, la divisione Catalogo di Sony Music Entertainment.

 
 

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, recensione della nuova serie Shondaland

La regina Carlotta - una storia di Bridgerton recensione
Queen Charlotte: A Bridgerton Story. (L to R) India Amarteifio as Young Queen Charlotte, Corey Mylchreest as Young King George in episode 101 of Queen Charlotte: A Bridgerton Story. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2023

Dopo il successo travolgente di Bridgerton, non ha sorpreso nessuno che Netflix, mentre si appresta a realizzare altre sei stagioni della serie “regolare” tratta dai romanzi di Julia Quinn, abbia deciso di espandere l’universo della serie ucronica con uno spin off ambientato nel passato, e che racconta le origini de la Regina Carlotta.

Uno spin-off prequel che fa luce sulla serie regolare

Il punto di maggiore curiosità e interesse della serie originale era proprio la ricchezza etnica dell’alta società inglese nel periodo della Reggenza. I più attenti, ricorderanno che, nella prima stagione, il personaggio di Lady Danbury faceva un commento sibillino in merito al fatto che “quelli come lei”, ovvero quelli di un etnia diversa da quella caucasica, dovevano i loro privilegi alla scelta del re di sposare proprio Charlotte, una donna di colore. Ebbene, il cuore di La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è proprio questo, ovvero una spiegazione delle ragioni che hanno portato al matrimonio reale e le motivazioni che hanno spinto la giovane e ribelle Carlotta ad abbracciare il suo ruolo di Regina e di moglie.

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, la trama

La storia, dunque, si svolge prima degli eventi della serie regolare e ci presenta una giovanissima Carlotta, nobile delle colonie, che viene portata alla corte di Re Giorgio per sposare l’erede al trono e diventare la nuova Regina. La regina madre, però, mette subito in chiaro una cosa: questo matrimonio è un grande esperimento sociale di cui la Corona ha bisogno per tenere legato a sé tutto il Regno e tutti i suoi abitanti. Un matrimonio politico dunque, al quale Carlotta è costretta a sottostare. Quello che però la giovane donna non sa è che dietro alla mossa politica, che le è ben chiara, c’è un altro grande e oscuro segreto che la Corona tiene nascosto a tutto il Regno e che, se dovesse essere portato alla luce, causerebbe il crollo dell’Impero britannico.

La volubilità delle PI

La regina Carlotta - una storia di Bridgerton
Queen Charlotte: A Bridgerton Story. India Amarteifio as Young Queen Charlotte in episode 101 of Queen Charlotte: A Bridgerton Story. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2023

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è un altro, l’ennesimo in questi anni, esempio di come le Proprietà Intellettuali possano viaggiare da forma a medium, conservando la loro anima e di come un mondo si possa espandere, forzando i confini del mezzo con cui viene raccontato. Se con Bridgerton, Shonda Rhimes ha preso il lavoro di Julia Quinn e lo ha trasformato in una serie di sicuro successo, con la serie spin-off prequel, il processo è contrario: immaginata e scritta da Rhimes, la storia diventerà un libro firmato sempre da Quinn che arricchirà, anche in campo letterario, il mondo di Bridgerton.

E in effetti non si tratta soltanto di un arricchimento in meri aspetti di trama e di storie che vengono raccontate, ma La regina Carlotta: una storia di Bridgerton costituisce anche una nuance in più sulla palette delicata, romantica, appassionata e divertente di Bridgerton. La nuova serie si concede infatti anche dei toni più oscuri e degli argomenti molto importanti e attuali che vengono affrontati con serietà anche se mantenendo al centro un cuore romantico e commosso, che non tradisce la tradizione di Shondaland. Rhimes si dimostra infatti una grande narratrice che riesce a modellare la soap opera come nessun altra. Complice anche uno svolgimento narrativo coeso, essenziale, sviluppato su due piani temporali nell’arco di sei episodi ricchi e densi che non potranno fare altro che tenere altissima l’attenzione degli spettatori che avevano già amato Bridgerton.

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, il cast

Oltre a Golda Rosheuvel, Adjoa Anode e Ruth Gemmen che riprendono i ruoli rispettivamente della Regina Carlotta adulta, di Lady Danbury adulta e di Lady Bridgerton, che si muovono nella linea temporale del futuro (il presente della serie regolare), La regina Carlotta: una storia di Bridgerton vede protagonisti India Amarteifio, nei panni della giovane Carlotta, Corey Mylchreest in quelli di Re Giorgio, Arsema Thomas, nel ruolo di una irresistibile giovane Lady Danbury e soprattutto Michelle Fairley nei panni austeri della Principessa Augusta, madre del Re e decisa a proteggere suo figlio a tutti i costi.

La serie paga il giusto prezzo a tutto ciò che in questo momento storico va raccontato: dall’attenzione alla malattia mentale, all’integrazione etnica, al ruolo della donna rispetto al patriarcato e soprattutto a come la donna sia, anche in condizioni avverse, una creatura piena di risorse e di capacità, tali che le permettono di sopravvivere in qualsiasi situazione. La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è anche però un genuino omaggio all’amore che trionfa su tutto e a come la dedizione e la forza di volontà possano, fino a un certo punto, vincerete qualsiasi difficoltà. Lo spin-off di Bridgerton si rivela, proprio come le due stagioni già disponibili della serie regolare, una storia d’amore che nasce da presupposti insoliti e ostili e che, in maniera forse troppo ingenua, trionfa, con un finale emozionante e buffo allo stesso tempo.

 
 

Beetlejuice 2, Danny Elfman sostiene il ritorno di Michael Keaton nel sequel

Beetlejuice 2

Come finalmente confermato dalla Warner Bros. dopo anni di incertezze, un sequel di Beetlejuice – Spiritello porcello ci sarà! 35 anni dopo, dunque, Michael Keaton riprenderà il ruolo del protagonista nel film attualmente intitolato semplicemente Beetlejuice 2. Nonostante questo sequel fosse molto atteso, alcuni fan hanno espresso tramite i social il proprio scetticismo sul ritorno di Keaton nel ruolo dopo così tanti anni. In difesa dell’attore è però giunto il compositore Danny Elfman, storico collaboratore di Tim Burton, che ha inoltre confermato che si occuperà egli stesso della colonna sonora del nuovo film.

In un’intervista con Deadline, Elfman ha infatti sostenuto il ritorno di Keaton offrendo un spunto di riflessione particolarmente valido. Elfman, che ha ammesso di aver sentito le preoccupazioni sull’età di Keaton, ha assicurato i fan affermando che probabilmente non noteranno molta differenza nell’aspetto del personaggio. “Non sembrerà nemmeno molto diverso. Questa è la bellezza del trucco di Beetlejuice. Sembrava già che avesse 150 anni nel primo film“. Considerando il pesante trucco che caratterizza il volto del personaggio, potrebbe effettivamente essere difficile notare la differenza d’età del suo interprete.

Non resta dunche che attendere di poter vedere il film, che oltre a vantare il ritorno di Keaton ed Elfman, potrà contare anche su quello di Burton, che dirigerà il tutto. Inoltre, Grahame-Smith, Michael McDowell e David Katzenberg formeranno il team di sceneggiatori di Beetlejuice 2. Al momento non si hanno dettagli né sulla trama né sul cast, anche se alcune indiscrezioni vorrebbero l’attrice Jenna Ortega, che ha già collaborato con Burton per la serie Mercoledì, far parte del progetto. Secondo alcune fonti, potrebbe interpretare la figlia di Lydia Deetz, ruolo per cui si attende il ritorno di Winona Ryder.

 
 

Ben Affleck svela i piani originali per Deathstroke nel suo film scartato su Batman

Deathstroke Batman

Ora che riprenderà, brevemente, il ruolo di Batman per l’ultima volta in The Flash, Ben Affleck ha rivelato i piani che aveva in mente per il personaggio Deathstroke nel suo ormai scartato film sul cavaliere oscuro. Intervistato da The Direct, Affleck ha infatti condiviso la sua visione su quello che doveva essere il suo progetto autonomo su Batman e il dettaglio più significativo da lui svelato è stata l’inclusione di una versione più complessaa del Deathstroke di Joe Manganiello.

C’erano diversi personaggi che stavo esplorando e i piani erano quelli di dargli vita in modo interessante, affinché fossero sfumati e complessi, in particolare con Deathstroke“, ha detto Affleck. “Penso che o costruisci un unico cattivo così formidabile che non puoi immaginare come il tuo protagonista sarà in grado di superarlo, oppure devi davvero dar vita ad una specie di gruppo di cattivi e dunque con personaggi diversi“. “Quindi all’epoca stavo davvero cercando di concentrarmi su quel personaggio e approfondirlo per farlo sembrare impressionante, come sentivo che ci fosse l’opportunità di fare“, ha concluso Affleck.

Con la fine del DCEU, però, tanto i piani per il film di Affleck quanto quelli per Deathstroke sono stati accantonati. Joe Manganiello, l’attore scelto per tale ruolo, ha potuto indossare l’armatura del personaggio solo nei titoli di coda della Justice League del 2017, dove viene reclutato da Lex Luthor per unirsi alla Legion of Doom. Attualmente il personaggio non sembra essere previsto per il nuovo DCU di James Gunn e Peter Safran, ma non è escluso che possa in futuro tornare sul grande schermo, ottenendo maggiore dignità.

 
 

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutto quello che c’è da sapere prima di vedere il film

Guardiani della Galassia Vol. 3

Con Guardiani della Galassia Vol. 3 arrivato in sala, è importante arrivare preparati alla sala. Dal momento che i personaggi del film sono in circolazione ormai dal 2014 e hanno vissuto molte avventure sul grande schermo, bisogna tirare le somme e capire a che punto sono, in questo momento della loro storia, i Guardiani cinematografici.

Dopo l’avventura contro Ronan l’Accusatore, Ego il Pianeta Vivente e Thanos il Titano Pazzo, ecco tutto ciò che c’è da sapere su Star Lord, Gamora, Drax, Mantis, Rocket, Groot e Nebula prima che affrontino l’Alto Evoluzionario.

1Nebula e Rocket hanno lavorato con gli Avengers

Nebula attrice

Infine, uno degli ultimi elementi del passato dei Guardiani che potrebbe essere importante per Guardiani della Galassia Vol. 3 è che Rocket e Nebula sono sopravvissuti allo schiocco di Thanos. Alla fine di Infinity War, Thanos ha usato il Guanto dell’Infinito per cancellare metà di tutta la vita nell’universo, e Rocket e Nebula sono stati gli unici Guardiani a sopravvivere.

Questo ha portato il duo a lavorare a stretto contatto con i Vendicatori durante il Blip di cinque anni, prima di riuscire a far rivivere gli altri membri dei Guardiani in Endgame. Questa storia con i Vendicatori potrebbero servire come punto della trama in Guardiani della Galassia Vol. 3, soprattutto considerando il focus del film su Rocket.

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Star Wars: i fratelli Russo erano in trattative per dirigere il film ideato da Kevin Feige

Kevin Feige Star Wars

I registi di Avengers: Endgame, Anthony e Joe Russo, intenti ora nella promozione della serie Citadel da loro prodotta, hanno recentemente rivelato di aver in passato incontrato il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, per parlare del suo film di Star Wars. Durante un’intervista rilasciato al podcast Smartless di Will Arnett, i due registi hanno infatti rivelato che ci sono state delle “prime conversazioni” a partire dalle quali i due avrebbero poi assunto la regia del progetto.

Adoriamo Star Wars e sì ci sono state alcune prime conversazioni con noi“, ha detto Joe Russo. “Kevin Feige è un grande fan di Star Wars e aveva effettivamente parlato con noi circa la possibilità di collaborare per il suo film“. Come noto, infatti, nel settembre del 2019 è emersa la notizia che Feige avrebbe ideato e prodotto un suo film per la saga di Star Wars. Tuttavia, dopo aver trascorso poco più di tre anni in una fase embrionale di sviluppo, Lucasfilm ha definitivamente staccato la spina a tale progetto nell’aprile 2023, accantonandolo insieme a Rogue Squadron di Patty Jenkins.

Secondo la presidentessa di Lucasfilm Kathleen Kennedy, inoltre, il progetto di Feige non sarebbe mai effettivamente stato confermato. Con l’annuncio dei nuovi film in programma, oltre alle tante nuove serie annunciate, la saga sembra dunque pronta per andare avanti anche senza il progetto di Feige. Considerando le capacità tecniche dei Russo, però, alla luce delle loro dichiarazioni risulta difficile non chiedersi come sarebbe potuto essere un film di Star Wars da loro diretto. A questa domanda, sfortunatamente, non vi sarà mai risposta, salvo ripensamenti futuri sia da parte della Lucasfilm che di Feige.

Fonte: CBR

 
 

Elemental, il nuovo poster del film offre uno sguardo ad Element City

Elemental

Il nuovo film della Pixar, Elemental, svela qualcosa di più su di sé grazie ad un nuovo poster. Nel nuovo film del regista di The Good Dinosaur Peter Sohn, la storia è ambientata in una città in cui i residenti composti dai quattro elementi (fuoco, acqua, terra e aria) convivono. Qui la giovane, arguta e focosa Ember Lumen (Leah Lewis di Nancy Drew) fa amicizia con lo sdolcinata ragazzo d’acqua Wade Ripple (Mamoudou Athie di The Get Down), sfidando con il loro rapporto le convinzioni del mondo in cui vivono.

Il nuovo poster trasporta ora gli spettatori a Element City, come la Zootopia della Disney ma per gli elementi naturali. Quando Ember lascia la sua zona di comfort nella sua nativa Firetown, si avventura infatti in quella che la Pixar descrive come una città vivente “ispirata dalle grandi città di tutto il mondo e che abbraccia i contributi teorizzati di ogni comunità elementare – da giganteschi edifici simili a pini e grattacieli a cascata verso un’arena a forma di tornado chiamata Cyclone Stadium“.

Elemental sarà presentato al Festival di Cannes, dove sarà il film di chiusura nonché quarto lungometraggio dei Pixar Animation Studios ad essere presentato nella Selezione Ufficiale, dopo Up, Inside Out e Soul. Oltre ai due doppiatori poc’anzi citati, il film presenta anche le voci di Ronnie del Carmen (Inside Out) nei panni del padre di Ember, Bernie, che presto andrà in pensione; Shila Ommi (Teheran) nei panni della mamma in cerca d’amore di Ember, Cinder; e Catherine O’Hara (Schitt’s Creek) nei panni della mamma accogliente di Wade, Brook. Elemental della Pixar uscirà solo nelle sale il 16 giugno 2023.

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Fonte: ComicBook

 
 

The Clearing: trailer della serie thriller con Teresa Palmer

The Clearing Teresa Palmer

Hulu ha rilasciato il trailer ufficiale di The Clearing, il thriller psicologico di prossima uscita con protagonista Teresa Palmer nei panni di una donna che deve affrontare i suoi demoni per salvare bambini innocenti. La serie negli USA uscirà in streaming il 24 maggio 2023 con i primi due episodi. Sarà poi seguito da nuovi episodi ogni mercoledì. In genere i contenuti HULU arrivano in Italia su Star, canale per contenuti per adulti di Disney+. Dai un’occhiata al trailer di The Clearing qui sotto:

Cosa aspettarsi in The Clearing?

Basato sull’omonimo romanzo poliziesco bestseller di JP Pomare, The Clearing è stato creato e scritto da Elise McCredie e Matt Cameron. In realtà è ispirato ai culti della vita reale in Australia e in tutto il mondo. La serie è interpretata da Teresa Palmer (Warm Bodies), Miranda Otto (Le terrificanti avventure di Sabrina) e Guy Pearce (Mare of Easttown), Hazem Shammas (Safe Harbour), Mark Coles-Smith (Mystery Road), Kate Mulvany (The Twelve) e l’astro nascente Julia Savage (Mr Inbetween).

È un thriller emotivo e psicologico che segue gli incubi di una setta e di una donna che è costretta ad affrontare i demoni del suo passato per fermare il rapimento e la coercizione di bambini innocenti in futuro“, si legge nella sinossi. “La serie scava sotto la pelle e dentro la mente, offuscando i confini tra passato e presente, realtà e incubo in un modo davvero inquietante.” La serie è diretta da Jeffrey Walker e Grace Otto, con Osamah Sami che funge anche da sceneggiatore. I produttori esecutivi sono Walker, McCredit, Cameron, Elizabeth Bradley, Alexandra Cameron, Richard Finlayson e Jude Troy.

 
 

Black Superman, James Gunn conferma che se accadrà sarà un progetto di Elseworlds

Black Superman

Nonostante James Gunn abbia iniziato a lavorare al suo film su Superman in mezzo a un cambiamento totale nell’universo DCil film Black Superman della DC è ancora in lavorazione. Tuttavia, come anticipato a più riprese non farà parte del DC Universe principale. Parlando con io9, il regista e co-CEO dei DC Studios James Gunn è stato interrogato sul film Black Superman. Si dice che il progetto provenga dallo scrittore Ta-Nehisi Coates e dal produttore J.J. Abrams. Secondo Gunn, tuttavia, il progetto non è affatto correlato al suo prossimo Superman: Legacy. A seconda di come appare la sceneggiatura, dice, il film potrebbe ancora essere un progetto di Elseworlds.

Queste due cose sono totalmente indipendenti“, ha detto James Gunn. “È un film emozionante. So che Chantal Nong, che è l’esecutivo di quel progetto, ne è estremamente entusiasta. Quindi, se arriva ed è fantastico, di cui non ho letto la sceneggiatura, e se il tempismo è giusto, potrebbe assolutamente accadere. Questo è totalmente estraneo. Sarebbe una storia di Elseworlds come Joker.

Cos’è Elseworlds di DC?

Per chi non lo sapesse, Elseworlds era un etichetta di pubblicazione della DC Comics incentrata su storie accadute al di fuori della continuità principale. Ciò ha consentito una narrazione più creativa e ha portato ad alcune delle storie più grandi e famose di sempre della DC, tra cui l’amato Kingdom Come del 1996.

Quando James Gunn e Peter Safran hanno assunto la guida dei DC Studios e hanno rivelato la loro lista di film a gennaio, la coppia ha detto che i film che non rientrano nell’universo DC condiviso saranno classificati come progetti “Elseworlds“. Questi includono film come Joker e il suo sequel diretto Folie à Deux, oltre a The Batman e il suo futuro sequel The Batman – Parte 2.

Un rapporto di The Hollywood Reporter ha affermato che l’obiettivo è che un Black Superman venga introdotto in un film che non si svolge nel DCU. In effetti, si dice che Coates sia stato ispirato dai fumetti originali. Il protagonista di Coates “verrà da Krypton e verrà sulla Terra” e potrebbe essere un “pezzo d’epoca del 20° secolo“. La DC ha già avuto un Black Superman di nome Calvin Ellis, ma non è noto se quel nome verrà usato in questo progetto in sviluppo.

Un attore che è stato suggerito dai fan è la star di Creed Michael B. Jordan. In effetti, un film di Black Superman è stata un’idea che Jordan ha cercato di presentare allo studio nel 2019, ma non è mai presa in considerazione. Con questo progetto ora in produzione, questo potrebbe essere l’occasione per Michael B. Jordan recitare nel prossimo film di successo. Tuttavia, parlando con ET all’inizio di quest’anno, l’attore ha rivelato di non aver sentito nulla del genere finora. Essere invitato nel DC Extended Universe da Warner Bros., DC Films e Bad Robot è un onore“, ha detto Coates a proposito del film in uscita quando è stato annunciato per la prima volta. “Non vedo l’ora di aggiungere in modo significativo all’eredità dell’eroe mitico più iconico d’America.”

Mentre J.J. Abrams ha commentato: “C’è una nuova, potente e commovente storia di Superman ancora da raccontare. Non potremmo essere più entusiasti di lavorare con il brillante Mr. Coates per aiutare a portare quella storia sul grande schermo, e siamo oltremodo grati al team della Warner Bros. per l’opportunità.

 
 

Sullo Spazio. Scienza e Bellezza, incontro in ricordo di Pietro Greco

Sullo Spazio: Scienza e Bellezza

Venerdì 12 maggio alle ore 15.30, l’Aula Magna di Giurisprudenza presso l’Università Roma Tre, ospiterà un’imperdibile appuntamento per tutti gli appassionati di scienza e arte: “Sullo Spazio. Scienza e Bellezza”, incontro in ricordo dello scrittore e giornalista Pietro Greco – faro per la comunicazione della scienza in Italia – organizzato dall’Associazione culturale Amore e Psiche e dall’ Associazione di promozione sociale La Scuola che verrà.

Giunto al terzo appuntamento, il tema di quest’anno ruoterà intorno al concetto di spazio, inteso come spazio cosmico, fisico, ambientale rappresentativo di ciò che viviamo e ci circonda, interiore.

L’incontro è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Roma Tre, il Master La Scienza nella pratica giornalistica, Netforpp, (Network europeo per la psichiatria psicodinamica), l’Associazione culturale L’Arte della Memoria e con il patrocinio della Fondazione Roma Sapienza.

Tra scoperte scientifiche rivoluzionarie e appassionanti riflessioni umanistiche, i relatori racconteranno lo spazio attraverso la propria disciplina, percorrendo la strada dell’interdisciplinarità che Pietro Greco ha indicato e strenuamente sostenuto durante la sua lunga carriera di divulgazione scientifica. In un dialogo dove passione e riflessione si intrecciano, l’obiettivo è quello di mostrare come arte e scienza non possano in realtà essere separate perché entrambe frutto delle capacità propriamente umane di intuire, riflettere e immaginare.

Ovviamente ci sarà spazio anche per il punto di vista cinematografico sull’argomento principale dell’incontro. Portavoce della settima arte nel corso dell’evento Daniela Ceselli, sceneggiatrice: Lo spazio e il cinema, un’avventura che inizia dentro un luogo chiuso, immerso nella penombra: la sala cinematografica. Si proiettano delle immagini in movimento, le persone vi assistono; il cuore batte, lo stupore domina. Ogni corpo spettatoriale occupa il suo spazio e guarda altri corpi, volti, spazi, cieli e città, condividendone l’illusione di realtà; un’esperienza diversa dalla quotidianità, in condizione di ipermotricità ed iperattenzione; emozione più intrattenimento. Una fabbrica, un treno, un viaggio sulla luna, una nave che si stacca dal porto, un inseguimento forsennato, il mare in tempesta e la Monument Valley: la macchina da presa fa i conti con lo spazio, lo misura, lo ritaglia, lo inventa, lo scandisce: l’inquadratura ed il campo, le grandezze scalari, l’angolo di ripresa, la luce. La relazione spaziale tra ciò che è ripreso e la posizione della camera nel momento in cui riprende, ma anche il profilmico della messa in scena, la profondità di campo, i limiti del quadro. Ciò che vediamo e ciò che non vediamo sullo schermo, fuori campo, ma intuiamo o immaginiamo.

L’incontro sarà moderato da Maria Nicolaci, Fisica e sociologa della scienza presso l’Università di Milano Bicocca, che dialogherà con Elena Pettinelli, Fisica presso l’Università Roma Tre, Paola Vittorioso, Biologa molecolare dell’Università Sapienza, Lorenzo Ciccarese, Responsabile Area conservazione biodiversità terrestre dell’ ISPRA, Franco d’Agostino, Assiriologo ,direttore del dipartimento degli Studi Orientali della Sapienza, Annelore Homberg, Psichiatra e psicoterapeuta presso Netforpp Europa, Camilla Ariani, Architetto e Urbanista presso la Sapienza, Daniela Ceselli, sceneggiatrice e docente presso Roma Tre, Giuseppe Benedetti, insegnante di lettere presso il Liceo Classico Tasso e infine Federica Di Folco, Storica dell’arte presso l’ Accademia Italiana Roma.

 
 

La Sirenetta, svelate le doppiatrici della versione italiana

La Sirenetta

La cantante Yana_C, la doppiatrice Sara Labidi e l’attrice, cantante, doppiatrice e docente di doppiaggio Simona Patitucci sono le voci della versione italiana del nuovo film Disney La Sirenetta.

Yana_C e Sara Labidi presteranno le proprie voci, rispettivamente nelle canzoni e nei dialoghi, alla sirena Ariel, mentre Simona Patitucci, che aveva doppiato la protagonista nel classico d’animazione, sarà la voce della malvagia strega del mare Ursula. Tra le voci italiane del film, che arriverà il 24 maggio nelle sale italiane, anche l’autore e cantante stimato nella scena italiana e internazionale Mahmood nel ruolo dell’iconico personaggio di Sebastian.

Il singolo “La Sirenetta” interpretato da Yana_C è ora disponibile sulle piattaforme digitali. La colonna sonora del film Disney La Sirenetta sarà disponibile dal 19 maggio. Yana_C, Sara Labidi e Simona Patitucci sono state inoltre protagoniste di uno speciale shooting fotografico realizzato presso Villa Borromeo Visconti Litta di Lainate.

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

 
 

Guardiani della Galassia Vol. 3: Miley Cyrus rimpiazzata come Mainframe

Mainframe

In un comunicato stampa della Disney (tramite Comic Book Movie), è stato confermato che i Marvel Studios hanno arruolato la pluripremiata doppiatrice Tara Strong come nuova voce di Mainframe nell’imminente Guardiani della Galassia Vol. 3Questo rappresenta il secondo ruolo di Strong nel Marvel Cinematic Universe, dopo aver prestato la sua voce a Miss Minutes nella serie Disney+ Loki .

Strong sostituisce la candidata ai Grammy Miley Cyrus, che originariamente aveva doppiato Mainframe nel sequel del 2017. Il suddetto personaggio è stato introdotto come parte del team originale dei Guardiani della Galassia di Yondu, che comprendeva anche Martinex di Michael Rosenbaum e Aleta Ogord di Michelle Yeoh.

Cosa aspettarsi in Guardiani della Galassia Vol. 3?

In attesa di poter vedere il film, anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3  recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film sarà al cinema dal 5 maggio.

 
 

James Gunn: un crossover tra film Marvel e DC potrebbe accadere “tra 10 anni”

James Gunn 2023

L’idea di un potenziale crossover di film tra Marvel e DC è un desiderio che i fan coltivano ormai già da molto tempo, soprattutto coloro che hanno apprezzato il crossover che è già accaduto sulle pagine dei fumetti. Tuttavia, secondo i recenti commenti del regista e co-CEO dei DC Studios James Gunn, siamo ancora lontani dalla realizzazione da quel potenziale crossover.

Parlando con Deadline alla prima mondiale del suo prossimo film Guardiani della Galassia Vol. 3, a James Gunn è stato chiesto ancora una volta del potenziale per un crossover tra Marvel e DC. Il regista, sceneggiatore e produttore detto che sarebbe stato “cool”, ma non pensa che accadrà per almeno altri 10 anni. “Penso che sembrerebbe qualcosa che accadrà tra circa 10 anni“, ha dichiarato Gunn. “Non oggi, perché abbiamo un sacco di altri film DC che dobbiamo raccontare. Ma sì, penso che potrebbe essere bello”.

I commenti di James Gunn fanno eco a quelli che ha fatto di recente. Parlando con Empire Magazine, al co-CEO è stato chiesto di un crossover tra Marvel e DC e ha detto che sarebbero passati “molti anni” prima che accadesse qualcosa del genere. Gunn ha anche sollevato il fatto che la DC doveva prima stabilirsi nel proprio universo, ma che le discussioni erano effettivamente avvenute, anche se “molto leggere”.

In attesa di poter vedere il film, anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3  recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film sarà al cinema dal 5 maggio.

 
 

The Flash è costato più di Black Adam e Wonder Woman 1984

The Flash

The Flash è il più grande film di DC Studios e Warner Bros. Discovery fino ad oggi. Le aspettative per il debutto sul grande schermo del supereroe sono ai massimi storici. Fortunatamente, un recente rapporto ha suggerito che la Warner Bros. ha una grande fiducia nel progetto ed è stato confermato che il film ha un costo di produzione  piuttosto elevato.

Qual è il budget di The Flash?

L’imminente film The Flash – destinato a creare un legame con l’era precedente dell’Universo DC e ciò che i nuovi co-CEO James Gunn e Peter Safran hanno in serbo – è sempre stato un grande progetto. Secondo un recente rapporto di CBC, il budget del film è di 220 milioni di dollari, il che lo metterebbe al di sopra di alcuni recenti film dei DC Studios come Wonder Woman 1984 ($200 milioni) e quello che era il costo iniziale del budget di Black Adam ($ 190 milioni, prima di salire a 260 milioni di dollari a causa del prolungarsi delle riprese).

In un’intervista con Paul Austerberry, lo scenografo definisce il film “un grosso problema per la Warner Bros.” Il rapporto menziona anche che il film è stato trattenuto dall’uscita nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia di COVID-19 e che la Warner Bros. Discovery ha voluto fortemente che questo film fosse visto sul grande schermo. Stiamo progettando queste cose e progettando il film per il grande schermo; questa è un’esperienza cinematografica da grande schermo“, ha detto Austerberry. “Spero che la maggior parte delle persone lo veda sul grande schermo… Questo tipo di film è fatto per il multiplex. È fatto per il grande spettacolo”.

The Flash, il film

In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash anche l’astro nascente Sasha Calle, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”, “Batman”).

The Flash  è prodotto da Barbara Muschietti (i film “IT”, “La Madre”) e Michael Disco (“Rampage – Furia Animale”, “San Andreas”). La sceneggiatura è di Christina Hodson (“Birds of Prey”, “Bumblebee”), con una screen story di John Francis Daley e Jonathan Goldstein (“Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, “Spider-Man: Homecoming”) e Joby Harold (“Transformers: Il risveglio”, “Army of the Dead”), basato sui personaggi dell’Universo DC. I produttori esecutivi sono Toby Emmerich, Walter Hamada, Galen Vaisman e Marianne Jenkins.

Ad affiancare il regista Muschietti dietro la macchina da presa è il team composto dal direttore della fotografia Henry Braham (“Guardiani della Galassia Vol. 3”, “The Suicide Squad”), lo scenografo Paul Denham Austerberry (“IT Capitolo 2”, “La forma dell’acqua”), i montatori Jason Ballantine (i film “IT”,“Il grande Gatsby”) e Paul Machliss (“The Gentlemen”, “Baby Driver – Il genio della fuga”) e la costumista Alexandra Byrne (“Doctor Strange”, “Guardiani della Galassia”). La colonna sonora è di Benjamin Wallfisch (“L’uomo invisibile”, i film “IT”).

 
 

“Mi sono sentita in gabbia”, Emma Watson rivela i retroscena sulla sua pausa dalla recitazione

Emma Watson

L’ultima volta che l’attrice Emma Watson è stata vista sul grande schermo è stato per il film Piccole donne, diretto da Greta Gerwig nel 2019. Da quel momento, l’ex Hermione Granger di Harry Potter non ha più preso parte a nessun progetto, né cinematografico né televisivo. Dopo anni di assenza, la Watson ha ora rivelato il perché di questo allontanamento, affermando di essersi sentita come imbavagliata durante tutta la sua carriera di attrice, accennando anche alla mancanza di motivazione per promuovere progetti su cui “non aveva molto controllo“.

Non ero molto felice, se devo essere onesta“, ha raccontato l’attrice. “Penso di essermi sentita un po’ in gabbia. La cosa che ho trovato davvero difficile è stata che dovevo uscire e promuovere qualcosa su cui non avevo molto controllo. Stare di fronte a un film e avere ogni giornalista che ti chiede: “In che modo questo è in linea con il tuo punto di vista?” È stato molto difficile essere il volto e il portavoce di cose in cui non sono stata coinvolta nel processo“. Gradualmente, dunque, l’attrice è diventata disillusa nei confronti di tale settore.

Sono stata ritenuta responsabile in un modo che ho iniziato a trovare davvero frustrante, perché non avevo voce, non avevo voce in capitolo. E ho iniziato a rendermi conto che volevo essere accostata solo a cose dove se qualcuno mi avrebbe criticato, avrei potuto dire: ‘Sì, ho fatto un casino, è stata una mia decisione, avrei dovuto fare di meglio.‘”, ha concluso poi l’attrice. Ad ora sembra dunque che la pausa dalla recitazione dell’attrice sia destinata a continuare finché non troverà un nuovo progetto dove potersi sentire coinvolta dall’inizio alla fine.

Potrebbe per lei essere l’occasione, trovando la giusta storia, per passare dietro la macchina da presa, come in più occasioni dall’attrice stessa contemplato. Nel 2022, infatti, l’attrice ha compiuto un piccolo debutto alla regia dirigendo lo spot Prada Paradoxe per Prada. Nell’attesa dunque di scoprire se e quando Emma Watson tornerà al cinema e in quale ruolo, ricordiamo che oltre ad aver recitato nella saga di Harry Potter, si è distinta anche per i film Noi siamo infinito, Bling Ring, Noah, Regression, Colonia, The Circle e, in particolare, La bella e la bestia, dove ha interpretato una versione moderna della protagonista Belle, sulla cui costruzione ha notoriamente avuto maggior voce in capitolo.

Fonte: CBR

 
 

Twilight of The Gods: Xilam Animation per la serie anime Netflix di Zack Snyder

Zack Snyder set Army of the dead
Zack Snyder sul set di Army of the dead - Crediti foto: CLAY ENOS/NETFLIX

Arriva da Deadline, la notizia che Xilam Animation ha ufficialmente stretto una partnership con Netflix per la produzione della prossima serie anime originale di Zack Snyder Twilight of the GodsXilam ricoprirà il ruolo di studio di animazione del dramma d’azione 2D, gestendo il layout, la grafica di sfondo, l’animazione e il compositing.

Siamo così orgogliosi di lavorare con il team di Stone Quarry, incluso l’iconico creatore e regista Zack SnyderE siamo anche profondamente grati a Netflix per essersi fidato di noi per dare vita alla sua spettacolare visione“, ha dichiarato in una nota il fondatore e CEO di Xilam Animation, Marc du Pontavice. “Useremo lo stato dell’arte dell’animazione 2D in tutta la serie, che includerà battaglie spettacolari ed effetti speciali nello stile distintivo che ha caratterizzato il lavoro di Zack nel corso della sua illustre carriera. Questo progetto segna anche un significativo passo avanti nelle nostre ambizioni di portare la nostra esperienza nel mondo delle serie d’azione per adulti per un pubblico globale“.

Cosa sappiamo su Twilight of the Gods?

Twilight of the Gods è stato creato da Zack Snyder , Jay Olivia ed Eric Carrasco, con Snyder che sarà lo showrunner. Ambientato nel mondo della mitologia norrena, l’anime sarà caratterizzato dalle voci di Sylvia Hoeks come Sigrid, Stuart Martin come Leif, Pilou Asbaek come Thor, John Noble come Odino, Paterson Joseph come Loki, Rahul Kohli come Egill, Jamie Clayton come The Seid. -Kona, Kristopher Hivju come Andvari, Peter Stormare come Ulfr, Jamie Chung come Hel, Lauren Cohan come Inge, Corey Stoll come Hrafnkel. I produttori esecutivi sono Zack Snyder, Deborah Snyder e Wesley Coller, con la produzione di Carrasco. Il progetto è una produzione di The Stone Quarry. ZackSnyder e Jay Olivia dirigeranno l’anime.

Oltre a Twilight of the Gods, Zack Snyder è anche impegnato a lavorare su altri suoi progetti con Netflix, tra cui l’imminente film epico di fantascienza Rebel Moon e la serie animata prequel Army of the Dead: Lost Vegas.