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Un Natale spettacolare: trama, cast e la storia vera dietro il film

Con l’arrivo del Natale, i film e le serie ambientate in questo speciale momento dell’anno tornano ad essere scoperte da spettatori in cerca di quel calore e di quei sentimenti puri proprio di queste festività. Ecco allora che i cataloghi di piattaforme come Netflix, Prime Video e Disney+ si arricchiscono di film e serie che presentano la Vigilia di Natale o il Natale stesso come ambientazione. Anche la programmazione televisiva non è però da meno, proponendo diversi titoli, più o meno noti, appartenenti a tale filone. Ecco allora arrivare su Rai 2 il film Un Natale spettacolare, diretto da John Putch.

Il film è prodotto dalla Hallmark, che per chi non lo sapesse, è una produzione televisiva specializzata in particolare in pellicole di genere sentimentale, dove si raccontano dunque storie di personaggi che il più delle volte si trovano a compiere percorsi articolati e imprevedibili prima di cascare definitivamente l’uno nelle braccia dell’altro. Molti altri titoli della Hallmark, la maggior parte dei quali dedicati proprio al periodo natalizio, si possono ritrovare su Prime Video, ma grazie al passaggio in chiaro di Un Natale spettacolare (il cui titolo originale è A Holiday Spectacular) è possibile goderne senza particolari requisiti.

Per gli appassionati di questa tipologia di film, dunque, Un Natale spettacolare è un appuntamento imperdibile, sia per la sua dolce storia d’amore sia per il fascino che la capitale inglese vanta durante il periodo natalizio. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Un Natale spettacolare

Il film ha inizio ai giorni nostri. L’anziana Maggie Bingham sta cercando di infondere coraggio a sua nipote Lucy, preoccupata perché deve affrontare il provino finale per ottenere una parte importante nel balletto de Lo Schiaccianoci. Decide così di condividere con lei i suoi ricordi di gioventù. Ci spostiamo allora nel 1958, dove la giovane Maggie è una ricca ragazza dell’alta società di Philadelphia, promessa sposa all’altrettanto ricco Maxwell. Il futuro pianificato dai suoi genitori le sta però stretto e Maggie sogna ben altro che un semplice matrimonio.

Da quando l’anno prima ha assistito a uno show delle Radio City Rockettes, uno degli spettacoli più popolari a Broadway in quel periodo, ha deciso che farà di tutto per entrare a far parte di quel corpo di ballo e partecipare allo show di Natale. Senza sperarci troppo, Maggie si sottopone dunque a un’audizione e, con sua grande sorpresa, ottiene una parte. Così, con l’aiuto della sua migliore amica Kitty, riesce a ingannare i suoi genitori e parte per la grande avventura newyorkese. Proprio durante il suo soggiorno nella nuova città, incontrerà l’amore vero in John, uno squattrinato fotografo. Gli imprevisti, però, non tarderanno ad arrivare.

Il cast di Un Natale spettacolare

Ad interpretare Maggie da giovane vi è l’attrice Ginna Claire Mason, mentre la Maggie anziana è interpretata da Ann-Margaret. Questa è stata una grande star del cinema e della canzone degli anni ’60 e ’70, candidata due volte all’Oscar nel 1972 per Conoscenza carnale, il film di Mike Nichols e nel 1976 per Tommy, il musical di Ken Russell, basato sull’omonimo degli Who. Nel film sono poi presente Derek Klena nel ruolo di John, Sara Gallo in quello di Sofia e Tiffany Denise Hobbs come Alice. Altri interpreti sono poi Ruth Gottschall nei panni di Rose, Torsten Johnson in quelli di Maxwell e Carolyn McCormick come Elisabeth Bingham. La nipote Lucy è invece intepretata da Elle Graper.

Un Natale spettacolare storia vera

Un Natale spettacolare, la vera storia dietro il film: chi sono le Rockettes?

Il film propone una storia originale non direttamente basata su una vicenda vera, ma un elemento è però effettivamente ispirato alla realtà, ovvero la presenza delle Rockettes. Queste, che esistono realmente e che sono tra le protagoniste di questo film, sono una compagnia americana di danza di precisione, fondata nel 1925 a St. Louis. Si esibiscono ininterrottamente dal 1932 al Radio City Music Hall di New York City. Fino al 2015 avevano anche una compagnia itinerante e in generale sono conosciute soprattutto per aver recitato nel Radio City Christmas Spectacular, uno spettacolo annuale di Natale, e per essersi esibite ogni anno dal 1957 alla Macy’s Thanksgiving Day Parade a New York.

Dal 1932, sono state più di 3.000 le ballerine che si sono esibite come Rockettes del New York Christmas Spectacular. A differenza da quello che si vede nel film, però, nel 1958, anno in cui è ambientato, le Rockettes non includevano ballerine di colore. La prima danzatrice afro-americana, Jennifer Jones, è entrata a far parte del copro di ballo solo alla fine degli anni ’80. Il film, dunque, le omaggia citandole apertamente, costruendo però intorno alla loro presenza una vicenda di fantasia incentrata sulla passione per la danza e l’importanza di credere nei propri sogni affinché essi si realizzino.

Il trailer di Un Natale spettacolare e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di giovedì 21 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Gli ultimi film di Dicembre: è il momento di Aquaman 2 e di Wish

Gli ultimi film di Dicembre: è il momento di Aquaman 2 e di Wish

È giunta l’ora del natale e questo appuntamento degli ultimi film di Dicembre racchiude i titoli giusti da guardare in sala durante le festività. Oggi infatti arriva, tra le tante novità, anche il film d’animazione Wish, il 62º classico Disney che celebra il 100º anniversario dei Walt Disney Animation Studios e parla proprio dei sogni che si possono esaudire grazie al potere di una stella. Ma tra Wonka e l’angelo Aristide di Santacielo, usciti sette giorni fa, si aggiunge anche il supereroe Aquaman al cinema in Italia già da ieri. Ma se siete alla ricerca di una storia vera e che vi emozioni One Life è forse il film più adatto per voi.

Vediamo insieme i film di Dicembre in sala di questa terza settimana del mese

Aquaman e il regno perduto

Aquaman e il Regno Perduto scena

Il primo titolo di quest’ultimi film di Dicembre è il secondo cinecomic dedicata interamente ad Aquaman ancora una volta interpretato da Jason Momoa. Dopo gli eventi della prima pellicola, Aquaman è diventato padre e sovrano del regno di Atlantide. Tuttavia, il malvagio Black Manta, è riuscito a trovare il Tridente Nero, un antica e potente reliquia atlantidea, e intende usarne l’oscuro potere per vendicare la morte di suo padre. Il metà Atlantideo e metà umano dovrà chiedere aiuto a suo fratello Orm per impedire al nemico di usare la magia nera del tridente per distruggere lui e tutto ciò che ama. Nel cast di Aquaman e il regno perduto, oltre a Momoa, ci sono anche Patrick Wilson, Yahya Abdul-Mateen II, Randall ParkAmber Heard e Nicole Kidman.

Foglie al Vento

Foglie al vento

Foglie al Vento è stato presentato in concorso al Festival di Cannes, dove ha vinto il Premio della Giuria. Questa nuova opera di Aki Kaurismäki racconta la storia di due persone sole che si incontrano per caso una notte a Helsinki. Questa forse per loro è l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della vita. Il percorso è però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi cerca la propria felicità.

One Life

anthony hopkins one life

One Life è l’adattamento cinematografico della biografia If It’s Not Impossible… The Life of Sir Nicholas Winton scritta da Barbara Winton. Questo romanzo e poi film narra le vicende di Nicholas Winton, uno dei fautori dell’operazione Kindertransport che salvò circa diecimila bambini ebrei, prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, provenienti dalla Germania nazista e dai territori occupati. La pellicola attraverso flashback mostra il signor Winton prima di quell’impresa, avvenuta nel 1938, quando era un giovane agente di borsa interpretato da Johnny Flynn e poi nel il presente, dove ha il volto di Anthony Hopkins. Nel cast anche altri famosi attori come Helena Bonham Carter, Jonathan Pryce e Romola Garai.

Renaissance: a film by Beyoncé

Renaissance: A Film by Beyoncé

Renaissance: a film by Beyoncé accompagna gli spettatori in un esperienza attraverso il RENAISSANCE WORLD TOUR, il tour da record che ha toccato, con ben 56 spettacoli, 39 città di 12 paesi diversi in giro per il mondo. Dalla sua nascita allo show, che ha scelto come prima tappa la città di Stoccolma, in Svezia, fino al gran finale a Kansas City, nel Missouri. Un racconto sugli intenti, il lavoro, il coinvolgimento totale di Beyoncé in ogni aspetto della produzione, ma anche sulla sua mente creativa e sul proposito di creare la sua eredità artistica e di padroneggiare il suo mestiere da popstar.

Tutti a parte mio marito

Tutti a parte mio Marito film 2023

Tutti a parte mio marito è una commedia francese della regista francese di Caroline Vignal che torna a lavorare per la seconda volta cone Laure Calamy. L’attrice infatti è la protagonista Iris, una donna che sta vivendo un momento difficile con il marito con cui non fa più l’amore da ben 4 anni. Un giorno per caso ascolta il consiglio di una signora e si scrive ad un app d’incontri per coppie sposate. Iris quindi si farà travolgere dalla passione e da uomini affascinanti pronti a soddisfarla in tutti i sensi.

Wish

Wish Zootopia

Il lungometraggio d’animazione di Natale firmato Disney di quest’anno è Wish, ed è ambientato nell’isola di Rosas, il “regno dei desideri”. La protagonista di questa storia è Asha, una diciassettenne sveglia e determinata a ribellarsi al Re Magnifico per rendere, finalmente, libera la sua terra da un’oscurità che nessun altro riesce a sentire. Se nell’originale la giovane donna è doppiata dal Premio Oscar Ariana DeBose nel doppiaggio italiano invece troviamo la cantante Gaia. Ci sono anche altre voci note nella nostra versione, l’attore Michele Riondino è il Re cattivo di questa storia e invece la capretta Valentino è un inedito Amadeus.

Aquaman e il Regno Perduto: la descrizione della scena post-credits

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Dal 20 dicembre è finalmente in sala Aquaman e il Regno Perduto (qui la recensione), il film diretto da James Wan e con protagonisti Jason Momoa, Patrick Wilson, Yahya Abdul-Mateen II, Nicole Kidman e Amber Heard. A lungo rimandato, il sequel di Aquaman è ora dunque disponibile al pubblico e come noto conclude anche l’avventura del DC Extended Universe sul grande schermo. Proprio in vista di questo suo ruolo, sono a lungo circolate voci su quello che il film avrebbe o meno mostrato.

Sappiamo che fino ad un certo punto dello sviluppo doveva essere presente un cameo del Batman di Michael Keaton, poi sostituito dal Batman di Ben Affleck. Tale presenza è poi stata ufficialmente cancellata, ma è comunque rimasto il dubbio su cosa la scena post-credits avrebbe potuto presentare. È ora confermato che il film contiene una sola scena dopo i titoli di coda e di seguito se ne riporta la descrizione.

Aquaman e il Regno Perduto: la descrizione della scena post-credits

Nell’unica scena post-credits di Aquaman e il Regno Perduto, che di fatto è considerabile come l’ultima cosa che vedremo del DCEU, assistiamo all’Orm di Patrick Wilson mentre si gode la sua vita in superficie, dopo che Aquaman gli ha concesso di fuggire e darsi alla macchia per non dover tornare alla sua prigione. In tale scena, Orm si trova in una sorta di pub con vista mare e si concede finalmente il suo primo assaggio di cheesburger. Nel corso del film, infatti, vi è un momento in cui Aquaman prende in giro il fratellastro in quanto non ha idea di quanto possa essere buono il cibo degli umani.

Ecco allora che Orm pone rimedio a quella sua mancanza, gustandosi il suo panino. Tuttavia, quando sul tavolo vede passare una blatta, la afferra prontamente e la inserisce nel panino, lasciando intendere di trovare gustosa quell’aggiunta. Anche in questo caso, la gag fa riferimento a quanto avvenuto in precedenza nel film, con Aquaman che dopo aver canzonato il fratello gli suggerisce di mangiare una blatta, facendogli credere si tratti di un’altra gustosa pietanza umana. Si conclude dunque così il film e il DCEU, con una scena che non anticipa nessun risvolto futuro in quanto, come sappiamo, non ce ne sarà alcuno.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa torna di nuovo nei panni dell’eroe protagonista in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), cisono anche Patrick Wilson nei panni di Orm, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che è ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wan, ha scritto la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran sono co-produttori.

Raffa – docuserie: a Milano sarà possibile vivere un’esperienza unica

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Per celebrare il debutto su Disney+ di Raffa, la prima docuserie originale dedicata a Raffaella Carrà, che arriverà il 27 dicembre sulla piattaforma streaming, a Milano presso CityLife Shopping District sarà possibile vivere un’esperienza unica. Dal 22 dicembre al 7 gennaio (tranne le giornate del 25/12 e 01/01) si potrà infatti entrare in quella che all’apparenza sembrerà una semplice cabina telefonica, ma che in realtà sarà una vera e propria discoteca in miniatura. Ispirata a “Pronto Raffaella” questa speciale installazione sarà animata da musica, luci e colori e farà immergere tutti i fan nelle mitiche atmosfere del mondo di Raffaella Carrà.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Prodotta da Fremantle, Raffa è diretta da Daniele Luchetti e scritta da Cristiana Farina con Barbara Boncompagni, Carlo Altinier, Salvatore Coppolino e Salvo Guercio e ripercorre la straordinaria vita di una delle icone della cultura pop in tutto il mondo.

Chi è Raffaella Carrà? Chi si nasconde dietro l’immagine della star italiana più famosa e amata all’estero, dietro i 60 milioni di dischi venduti, i successi televisivi, i film e le tournée internazionali?

Simbolo di libertà, regina della TV e icona LGBTQ+: Raffaella Carrà è un mito che supera ogni barriera, un’artista amata incondizionatamente dal pubblico internazionale per oltre 50 anni. Eppure Raffaella è un mistero di cui nessuno possiede la chiave. Gelosissima del suo privato, era una donna che lottava per affermarsi in un mondo di uomini, che ha amato e sofferto come tutte e nella quale convivevano due anime, quella della diva Carrà e quella più vulnerabile di Raffaella Pelloni. La docuserie ripercorre la sua vita pubblica e privata, a partire dall’infanzia in Romagna segnata dall’abbandono del padre, il flirt “da copertina” con Frank Sinatra, i grandi amori, il rimpianto per una maternità mancata, crisi e rinascite. Tutto raccontato attraverso le sue immagini più iconiche e quelle del suo archivio privato in esclusiva insieme a testimonianze inedite di chi l’ha conosciuta davvero.

Raffa – docuserie in 3 episodi da 1 ora – è prodotta da Gabriele Immirzi e Alessandro De Rita per Fremantle Italia. Regia di Daniele Luchetti. Scritta da Cristiana Farina con Barbara Boncompagni, Carlo Altinier, Salvatore Coppolino e Salvo Guercio.

Disney+ è disponibile a partire da 5,99 € al mese e offre contenuti in streaming per tutti. Film e serie TV esclusivi che spaziano tra un’ampia gamma di generi: azione-avventura, Sci-Fi, documentari, commedie e drama acclamati dalla critica. Il tutto insieme a titoli pluripremiati di Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic. Tra le serie che hanno debuttato recentemente e sono disponibili in streaming in esclusiva su Disney+ ci sono The Kardashians, Ahsoka, Only Murders in the Building e The Bear.

Maestro: le differenze tra la storia vera e il film di e con Bradley Cooper

Maestro (qui la recensione) è approdato il 20 dicembre su Netflix, circa un mese dopo l’uscita del film in alcune sale statunitensi a novembre e dopo la presentazione in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Diretto da Bradley Cooper – che è anche interprete, co-sceneggiatore e produttore del film – il film ripercorre la carriera di Bernstein come direttore d’orchestra a partire dal 1943 fino agli anni ’80. In realtà, il vero fulcro tematico è il rapporto di affetto eterno tra il direttore d’orchestra e Felicia Montealegre, interpretata da Carey Mulligan nel film. In questo articolo, analizziamo le differenze tra la storia vera di Leonard Bernstein e Felicia Montealegre, raccontata in Maestro.

La carriera di Leonard Bernstein è decollata dopo aver sostituito il direttore d’orchestra alla Carnegie Hall?

Maestro Bradley Cooper Leonard Bernstein
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

La risposta è sì: la vera storia dietro a Maestro conferma che quando il direttore d’orchestra previsto alla Carnegie Hall si ammalò prima di un’esibizione nel 1943, fu chiesto al direttore d’orchestra assistente, Leonard Bernstein, di sostituirlo all’ultimo minuto. A 25 anni, salì sul palco la sera stessa senza aver mai fatto alcuna prova con l’orchestra. La sua performance fu ipnotica e la sua carriera iniziò a decollare. Come nella vita privata, anche professionalmente Bernstein si trovò di fronte a un bivio.

Era appassionato sia di direzione d’orchestra che di composizione: la prima gli veniva naturale, mentre la seconda gli risultava terribilmente difficile. Tuttavia, considerava la composizione come l’attività creativa più vitale. Come compositore, il suo contributo più significativo è stato il successo di Broadway del 1957 West Side Story, successivamente adattato in due film, il più recente dei quali è l’adattamento del 2021 diretto da Steven Spielberg, che è stato anche produttore del film su Leonard Bernstein, appunto Maestro di Bradley Cooper.

Leonard Bernstein ha incontrato Felicia Montealegre a una festa?

Maestro Carey Mulligan
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Leonard e Felicia si sono incontrati la prima volta proprio a una festa nel 1946, come viene mostrato in Maestro. Le lettere che si sono scambiati in quegli anni indicano che l’inizio della loro storia non è stato proprio rose e fiori. Quell’estate, dopo essersi sentita ferita dal fatto che Bernstein non l’aveva salutata quando era partito per un viaggio a Londra, Felicia scrisse: “Vedi, caro, anche se so che sei terribilmente occupato e ‘confuso’, spero ancora a malincuore che ti ricorderai della mia esistenza senza che io te lo ricordi per sempre“.

Felicia era a conoscenza della bisessualità di Leonard Bernstein prima di sposarlo?

Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

All’epoca del loro matrimonio, nel 1951, Bernstein aveva già avuto una serie di relazioni e di rapporti sessuali con uomini, che risalivano a quando era studente ad Harvard. Fu allora che ebbe una relazione con il suo mentore, il direttore d’orchestra Dimitri Mitropoulos. Ebbe anche una relazione con il compositore Aaron Copland. Nel 1948, solo tre anni prima di sposare Felicia, ebbe una storia d’amore con un giovane soldato israeliano di nome Azariah Rapoport.

Non riesco a credere di aver trovato tutte le cose che desideravo riunite in una sola“, scrisse del periodo trascorso con Rapoport. “È un’esperienza incredibile, snervante, straziante e meravigliosa. Ha cambiato tutto“. Anche negli anni successivi al matrimonio del 1951 con l’attrice Felicia Montealegre, Bernstein ebbe molteplici relazioni sia con uomini che con donne. Continuò ad avere relazioni con uomini fino alla sua morte, avvenuta nel 1990.

L’omosessualità di Leonard Bernstein ha avuto ripercussioni sulla moglie Felicia?

Maestro recensione film
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Secondo Jamie, figlia di Leonard, nel 2018, nel libro di memorie Famous Father Girl: A Memoir of Growing Up Bernstein, la madre scrisse al padre poco dopo il loro matrimonio, dicendogli: “Sei omosessuale e potresti non cambiare mai – non ammetti la possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello sessuale cosa puoi fare? … Sono disposta ad accettarti così come sei senza fare la martire e sacrificarmi sull’altare di L.B.“. Tuttavia, nel suo libro di memorie, Jamie scrive che sua madre si è proprio sacrificata. “È così che mi sento“, ha detto alla CBS Sunday Morning. “Sento che le è costato tutto rimanere con lui. È stata davvero dura per lei e credo che in un certo senso abbia contribuito alla sua morte prematura“.

La lettera di Felicia a Leonard affermava anche che gli avrebbe permesso di fare ciò che voleva “senza sensi di colpa e confessioni“, un sentimento che emerge anche nel film Maestro. Scriveva: “Il nostro matrimonio non si basa sulla passione, ma sulla tenerezza e sul rispetto reciproco“. Il loro accordo dava a Leonard la libertà di fare ciò che voleva, ma finì per avere un impatto significativo sul loro matrimonio, soprattutto su Felicia, che morì di cancro ai polmoni nel 1978, all’età di 56 anni. Lei e Leonard erano sposati da 26 anni.

Leonard Bernstein ha lasciato la moglie Felicia per vivere con un uomo?

Maestro Bradley Cooper Matt Bomer
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Due anni prima della morte di Felicia, Bernstein decise di non nascondere più la sua omosessualità e lasciò la moglie per un periodo di tempo per vivere con un giovane studioso di musica di nome Tom Cothran, che aveva conosciuto e di cui si era innamorato nel 1971. A Felicia non andava particolarmente a genio Cothran, in parte perché Bernstein aveva affermato che Cothran era il suo migliore amico e non lei. Secondo la biografia, disse al marito che “sarebbe morto da vecchio amareggiato e solo“.

Fumatrice accanita per gran parte della sua vita, a Felicia fu diagnosticato un cancro ai polmoni non molto tempo dopo la loro separazione e Bernstein tornò a vivere con lei dopo aver saputo della sua malattia. Si prese cura di lei fino alla sua morte, avvenuta il 16 giugno 1978. In preda ai sensi di colpa, non riprese mai la relazione con Cothran, ma i due rimasero amici fino a quando Cothran morì di AIDS nel 1987. Nella sua biografia, Humphrey Burton ha scritto che il “senso di colpa” di Bernstein non lo abbandonò mai e che non si riprese mai dalla perdita di Felicia.

Felicia: il vero Maestro

Maestro film
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Sebbene molte delle conversazioni private di Maestro siano romanzate, comprese quelle tra Bernstein (Cooper) e sua moglie e le conversazioni con i vari uomini della sua vita, le linee generali di queste relazioni sono state comunque rispettate, così come alcuni dettagli minori. Fortunatamente, gli sceneggiatori di Maestro Bradley Cooper e Josh Singer hanno avuto a disposizione una serie di lettere personali di Bernstein che sono state pubblicate nell’antologia di 600 pagine del 2013 intitolata The Leonard Bernstein Letters, che comprende la corrispondenza con i suoi mentori, i suoi collaboratori, le celebrità e altre persone che gli erano vicine, tra cui la moglie Felicia. La sua vita pubblica come direttore d’orchestra e celebrità ha comportato una grande quantità di filmati dei suoi concerti, delle prove e delle interviste televisive. Nel film viene ricreata una memorabile intervista a Bernstein e alla moglie.

Ciò che viene efficacemente trasmesso in questo film su Leonard Bernstein è come la sua ispirazione a fare musica fosse direttamente legata alla libertà di essere se stesso nella sua vita personale. Questo aspetto è riassunto nel film quando Felicia (Carey Mulligan) gli dice: “Se non c’è nulla che canta in te, allora non puoi fare musica“. Maestro è un film scritto per rivolgersi a un pubblico più ampio e non specificamente agli aficionados di Bernstein. Riesce ad andare oltre i tabloid per offrire una visione della sua vita personale e di ciò che guidava la sua creatività anche se, forse, non riesce a cogliere la portata dei suoi successi musicali – ma questa non sembra essere la vera intenzione di Bradley Cooper.

A dispetto del titolo del film, è proprio Felicia a ergersi come il personaggio principale del film, nel suo ritratto di una donna che si confina volontariamente nell’orbita accattivante ma debilitante di un marito che non è in grado di amarla come lei ama lui e che le spezza costantemente il cuore. Questo non significa affatto che i due non si amassero, come hanno sottolineato parenti e amici: la storia di Maestro è proprio questa, quella di un amore eterno e impavido, fondato sul rispetto reciproco e sull’affetto inestimabile tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre.

Kang il Conquistatore: 10 punti deboli della presenza del villain di Jonathan Majors nel MCU

I Marvel Studios hanno presentato Kang il Conquistatore come l’antagonista principale della Saga del Multiverso, ma tirando le somme del nuovo villain nelle sue precedenti apparizioni nel MCU ci rendiamo conto che il personaggio fa acqua da tutte le parti. Dopo la conclusione della Saga dell’Infinito e la sconfitta di Thanos in Avengers: Endgame, il MCU ha introdotto Kang il Conquistatore come prossimo grande cattivo. Jonathan Majors ha interpretato diverse varianti di Kang il Conquistatore in Loki su Disney+ e Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ed era destinato ad avere un ruolo ancora più importante nel futuro del franchise prima della recente condanna per molestie, cosa che lo ha ora portato a perdere il ruolo. Rivedere le precedenti apparizioni del cattivo nel franchise live-action dei Marvel Studios, in continua espansione, fa ora emergere 10 punti deboli evidenti del personaggio.

Kang è uno sconfitto

Kang il Conquistatore

I Marvel Studios sono ormai a metà della Saga del Multiverso del MCU e Jonathan Majors è apparso come tre varianti principali di Kang il Conquistatore. Ognuna di queste varianti ha rappresentato un’enorme minaccia ma alla fine hanno tutte fallito la loro missione. Colui che Rimane di Loki voleva che Loki e Sylvie lo sostituissero, ma è stato ucciso da Sylvie e dato per morto. In Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato sconfitto dai protagonisti e l’ultima apparizione come Victor Timely lo ha visto “spaghettificato” più volte prima di tornare al suo vecchio aspetto.

Il Consiglio dei Kang ha un aspetto poco serio

Marvel Universe Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Oltre a introdurre ufficialmente Kang il Conquistatore, Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha anche fatto debuttare il Consiglio dei Kang del MCU, un gruppo che comprende potenzialmente infinite varianti di Kang con intenzioni nefaste. La scena post-credits di Quantumania mostrava migliaia di varianti di Kang che si teletrasportavano nell’arena del Consiglio, tutti interpretati da Jonathan Majors. In particolare Immortus, Rama-Tut e il Centurione Scarlatto, sono rappresentati quasi come una parodia, il che non fa pensare a Kang come a una minaccia particolarmente imponente nel futuro del MCU.

I momenti migliori di Kang sono avvenuti sul piccolo schermo

Kang il Conquistatore poteri varianti

La serie Loki dei Marvel Studios su Disney+ è quella che finora ha fatto di più con Kang il Conquistatore avendo introdotto due varianti principali del supercriminale nel corso delle due stagioni. Mentre le interpretazioni di Jonathan Majors di Colui che Rimane e Victor Timely sono state celebrate dai fan del MCU, gli spettatori più occasionali del franchise – quelli che magari guardano solo le uscite nelle sale – si saranno persi queste forti interpretazioni.

Molte varianti di Kang non saranno sviluppate nel MCU

Kang il Conquistatore poteri

Mancano pochi anni alla conclusione della Saga del Multiverso del MCU con Avengers: Secret Wars e già sappiamo non ci sarà abbastanza tempo per esplorare nel dettaglio ogni variante di Kang il Conquistatore. Dopo gli ultimi eventi che hanno coinvolto l’attore, Jonathan Mejors, ci sarà da chiedersi se esisterà ancora il personaggio di Kang. Resta dunque la sensazione che il meglio di questo personaggio difficilmente troverà spazio all’interno di questa nuova saga.

Kang è stato introdotto nel MCU troppo presto

Kang il Conquistatore fumetti

Kang il Conquistatore è stato rivelato fin da subito come il nuovo antagonista della Saga del Multiverso, ma non sulla scia di Thanos in Avengers: Endgame. Mentre quest’ultimo è stato presentato per diversi anni nella Saga dell’Infinito, con brevi apparizioni in The Avengers, Guardiani della Galassia e Avengers: Age of Ultron prima di rivelare i suoi piani in Avengers: Infinity War, Kang è stato introdotto immediatamente nella Saga del Multiverso. Questo ha diminuito il mistero che circondava il villain, togliendo un po’ di magia al personaggio.

Il vero piano di Kang non è ancora chiaro

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Jonathan Majors ha fatto diverse apparizioni nei panni di diverse varianti di Kang il Conquistatore, ma la maggior parte di esse non è stata in grado di spiegare effettivamente quali siano i suoi piani per il multiverso. A ogni nuova apparizione, vengono sollevate solo altre domande a cui i Marvel Studios non hanno ancora risposto. Il Kang il Conquistatore di Quantumania voleva fuggire dal Regno Quantico, ma i suoi obiettivi successivi non erano chiari, mentre l’apparente dominio del Consiglio dei Kang sul multiverso e l’esilio di Kang il Conquistatore non hanno fatto altro che aumentare la confusione.

Thanos è difficile da eguagliare

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La scelta di Kang dopo il popolare successo di Thanos è apparsa frettolosa. La forza di Thanos era un villain difficile da replicare e la terrificante minaccia che rappresentava costantemente sarebbe stata a sua volta difficile da eguagliare. Probabilmente Jonathan Majors non si è rivelato all’altezza di Josh Brolin nel ruolo di Thanos, poiché Kang il Conquistatore non si è dimostrato, stando a quanto potuto vedere, una minaccia all’altezza di Thanos.

Kang il Conquistatore è già morto

Kang il Conquistatore esiliato

Indipendentemente dal numero di varianti aggiuntive di Kang il Conquistatore introdotte nel MCU, si prevedeva che la variante del Conquistatore stesso sarebbe stata la minaccia principale per i Vendicatori del MCU nella Fase 6. Con il terzo film di Ant-Man abbiamo però avuto modo di scoprire che probabilmente non sarà così. Ci siano teorie che mettono in dubbio il ritorno del Conquistatore nel futuro del MCU e non ci sono notizie di un suo ritorno a breve, il che significa che i Marvel Studios hanno eliminato questa potente minaccia solo poco dopo averla introdotta.

I Marvel Studios potrebbero “allontanarsi” da Kang

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Recenti speculazioni hanno suggerito che i Marvel Studios potrebbero abbandonare del tutto Kang il Conquistatore, soprattutto dopo le recenti polemiche legate all’arresto di Jonathan Majors. L’intero team creativo di Avengers: The Kang Dynasty ha abbandonato il progetto e questo suggerisce una possibile rielaborazione totale del film, mettendo potenzialmente al centro un nuovo cattivo dei fumetti Marvel, con alcuni che sospettano possano essere il Dottor Destino o Galactus ad assumere questo ruolo.

Kang il Conquistatore è troppo legato a Jonathan Majors

Evidentemente, la cosa più difficile da contemplare quando si rivedono le apparizioni di Kang il Conquistatore è il fatto che la carriera di Jonathan Majors è stata avvolta da controversie, accuse di aggressione e una lunga indagine e processo. Majors è stato arrestato nel marzo 2023 con l’accusa di aggressione, strangolamento e molestie a seguito di una lite domestica. Il verdetto del processo di Majors arrivato in questi giorni conferma le accuse e l’attore potrebbe anche rischiare un anno di carcere. Tali notizie influiscono inevitabilmente sul vedere Majors nel ruolo di Kang. I Marvel Studios in seguito alla notizia hanno dunque comunicato il licenziamento dell’attore dal franchise. Adesso si pensa al recast, oppure al totale abbandono del personaggio.

Paola Cortellesi e Alessandro Siani i più letti trai talent dei film delle prossime feste

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Con l’anno che sta quasi per finire e il Natale alle porte è tempo dei film delle feste in un anno in cui il cinema ha ripreso ad essere un’esperienza cool, le sale sono tornate a riempirsi e il fenomeno C’è ancora domani di Paola Cortellesi con i quasi 31 milioni di incasso ha già superato i circa 28 milioni di Oppenheimer e rischia di diventare il primo incasso dell’anno davanti a Barbie e ai suoi oltre 32 milioni di box- office. Ci aspettano delle festività ricche di film per tutti i gusti e target: in attesa di capire a gennaio quali saranno i film più visti al cinema nelle prossime settimane, ecco i risultati di una peculiare analisi relativa ai titoli in programmazione nei giorni di festa e ai loro protagonisti per capire in che direzione si sta orientando ad oggi l’attenzione della rete (dato che il possibile successo di un film dipende anche da quanto il film stesso, il regista o il cast creino un interesse mediatico che potrebbe spingere all’acquisto del biglietto).

Per il mondo del web questo potrebbe essere il Natale di Alessandro Siani: secondo Taboola, piattaforma leader mondiale nell’offerta di raccomandazioni per l’open web, attiva nel consigliare e indirizzare gli utenti alla scoperta di contenuti di loro interesse, l’attore e regista napoletano è il talent più letto negli ultimi 90 giorni relativamente ai film che saranno protagonisti delle feste.

Taboola ha analizzato i dati sulle visualizzazioni delle pagine di tutti gli editori italiani con cui collabora per evidenziare che alla data del 19 dicembre nella sezione Arte e Intrattenimento il protagonista davanti e dietro la macchina da presa di Succede solo nelle migliori famiglie (in uscita il 1 gennaio) è stato letto 177.000 volte, quasi l’80% di volte in più di Pio & Amedeo (protagonisti di Come può uno scoglio, al cinema dal 28 dicembre, che sono stati letti 99.000 volte) e del risultato di Adagio di Stefano Sollima (che ha un risultato aggregato tra nome film, regista e cast di 90.000 visualizzazioni) e 2.8 volte in più di Ficarra e Picone (che totalizzano 64.000 visualizzazioni tra loro e il nome del loro film Santocielo uscito in sala da qualche giorno) e del duo Fabio De Luigi e Stefano Accorsi (che sono stati letti un totale di 65.000 volte e sono in uscita il 1 gennaio con 50 km all’ora), mentre Diego Abatantuono nel cast di Improvvisamente a Natale mi sposo  ha registrato 45.000 visualizzazioni.

Sul versante internazionale grande aspettativa per Ferrari di Michael Mann (già nelle sale da settimana scorsa) che grazie a un cast stellare totalizza 114.000 visualizzazioni, ma grande attesa anche per il nuovo capitolo Aquaman e il Regno Perduto il cui titolo è stato letto 63.000 volte (90.000 contando anche il nome di Jason Momoa), seguito da Wish della Disney letto 59.000 volte, e Wonka (visualizzato 29.000 volte ma numero che sale a 71.000 se considerato anche Timothée Chalamet).

Un campionato a parte invece è quello di Paola Cortellesi visualizzata ben 1.1 milioni di volte e la cui sua sorprendente opera prima C’è ancora domani è stata letta 118.000 volte, ma il suo film è ormai in testa alle classifiche da 8 settimane e questo giustifica il dominio della readership sui siti web. Ora non ci resta che aspettare il responso del pubblico.

La classifica dei talent e film italiani delle feste più letti negli ultimi 90 giorni nella categoria Arte e Intrattenimento – classifica delle visualizzazioni di pagine

  1. Paola Cortellesi + C’è ancora domani – 1.218.000
  2. Alessandro Siani – 177.000
  3. Pio & Amedeo – 99.000
  4. Adagio di Stefano Sollima (regista, cast e titolo) – 90.000
  5. Fabio De Luigi + Stefano Accorsi – 65.000
  6. Ficarra e Picone + Santocielo – 64.000
  7. Diego Abatantuono – 45.000

La classifica dei talent e film internazionali delle feste più letti negli ultimi 90 giorni nella categoria Art and Entertainment – classifica delle visualizzazioni di pagine

  1. Ferrari di Michael Mann (regista, cast e titolo) – 114.000
  2. Jason Momoa Aquaman e il Regno Perduto – 90.000
  3. Wonka + Chalamet – 71.000
  4. Wish – 59.000

One Life: la storia vera dietro il film con Anthony Hopkins

One Life: la storia vera dietro il film con Anthony Hopkins

Chi salva una vita, salva il mondo intero“, vi è scritto all’interno del Talmud, uno dei Testi Sacri dell’ebraismo, ed è questo un aforisma che per alcuni è divenuto una vera e propria missione. Sappiamo di Oskar Schindler, l’imprenditore tedesco che salvò più di mille ebrei dallo sterminio, a cui Steven Spielberg ha dedicato il film premiato agli Oscar Schindler’s List. O ancora di Desmond Doss, obiettore di coscienza dell’esercito statunitense che salvò oltre 300 soldati, sulle cui gesta è basato il film di Mel Gibson La battaglia di Hacksaw Ridge. Un’altra personalità distintasi per simili atti di umanità è Nicholas Winton, protagonista ora del film One Life (qui la recensione), in uscita il 21 dicembre distribuito da Eagle Pictures e con protagonista il due volte premio Oscar Anthony Hopkins.

Proprio a quella frase presente nel Talmud si riferise il titolo, One Life , avendo Winton basato la propria intera esistenza sulla convinzione che salvare anche solo una vita in più voleva dire salvare l’intera umanità. Nel film, basato sul libro di Barbara Winton, If It’s Not Impossible… The Life of Sir Nicholas Winton, si racconta dunque la sua incredibile storia vera, sempre caratterizzata da un’umiltà sconfinata. Diretto da James Hawes, il film oltre a Hopkins vanta nel cast anche attori del calibro di Helena Bonham Carter nel ruolo della madre di Winton e Johnny Flynn in quelli del protagonista da giovane, ma anche Jonathan Pryce, Lena Olin, Alex Sharp e Ramola Garai.

La trama del film One Life

In One Life si racconta dunque la vita di Nicholas Winton, un agente di borsa britannico figlio di genitori ebrei tedeschi, che negli anni Trenta, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, salvò centinaia di bambini dallo sterminio nazista. Winton sviluppa infatti un piano di salvataggio, noto come Operazione Kindertransport (ovvero “trasporto di bambini“). Grazie a questa operazione, Winton riuscì a far scappare dal paese un totale di 669 bambini prima che i confini venissero chiusi definitivamente. Nel film, si ripercorre dunque tale vicenda e l’impatto avuto nella vita di Winton, il cui impegno umanitario divenne noto pubblicamente solo negli anni Ottanta, quando ebbe l’occasione di incontrare nuovamente gran parte dei bambini a cui salvò la vita.

La storia vera di Nicholas Winton dietro il film One Life

Nicholas George Wertheim, questo il suo nome di nascita, è nato a Londra, in Inghilterra, il 19 maggio 1909. Era il maggiore di tre figli i cui genitori, Rudolf e Barbara Wertheim, erano ebrei tedeschi che in seguito si convertirono al cristianesimo e cambiarono il loro cognome in Winton. Nicholas crebbe con mezzi considerevoli: suo padre era infatti un banchiere di successo che ospitava la famiglia in un palazzo di 20 stanze a West Hampstead, Londra. Dopo aver frequentato la Stowe School di Buckingham, Winton seguì le orme del padre e fece un apprendistato nel settore bancario internazionale. In seguito ha lavorato in banche di Londra, Berlino e Parigi. Nel 1931 torna però in Inghilterra e inizia la sua carriera di agente di cambio.

La sua tranquilla esistenza venne però scossa nel dicembre del 1938, quando Winton saltò la prevista vacanza sulla neve in Svizzera per andare a trovare un amico che lavorava con i rifugiati nella zona occidentale della Cecoslovacchia, nota come Sudeti, che era caduta sotto il controllo tedesco. Durante questa visita, Winton fu infatti testimone in prima persona della terribile situazione dei campi profughi del Paese, che erano pieni di famiglie ebree e di altri prigionieri politici. Sconvolto da ciò che vide e sapendo che era in corso uno sforzo per organizzare un’evacuazione di massa di bambini ebrei dall’Austria e dalla Germania verso l’Inghilterra, Winton decide di muoversi rapidamente per replicare un salvataggio simile anche in Cecoslovacchia.

L’organizzazione dell’operazione Kindertransport

Lavorando inizialmente senza l’autorizzazione del gruppo, utilizzò il nome di Comitato britannico per i rifugiati e iniziò a raccogliere le domande dei genitori cechi in un hotel di Praga. Ben presto migliaia di persone si misero in fila davanti al suo ufficio. Winton tornò quindi in Inghilterra per organizzare l’operazione, cercando genitori adottivi, ottenendo i permessi di ingresso e raccogliendo i fondi per coprire i costi di transito dei bambini. Qualsiasi costo non coperto da queste donazioni, Winton lo pagò di tasca sua. Il 14 marzo 1939, poche ore prima che Adolf Hitler e i nazisti tedeschi prendessero la Cecoslovacchia, il primo treno che trasportava i bambini salvati da Winton lasciò il Paese.

Nei cinque mesi successivi, Winton e la piccola squadra che aveva messo insieme organizzarono altri sette treni di evacuazione che ebbero successo. In tutto, 669 bambini riuscirono a mettersi in salvo. Tuttavia, un nono treno, che doveva partire il 1° settembre 1939 con altri 250 bambini, non partì mai. Quello stesso giorno, Hitler invase infatti la Polonia e chiuse tutte le frontiere sotto il controllo tedesco, scatenando la Seconda Guerra Mondiale e ponendo fine all’opera di salvataggio di Winton. Dopo la fine della guerra, i bambini cercarono notizie sui propri genitori e parenti, con cui avevano perduto ogni contatto. Nella stragrande maggioranza dei casi, però, le loro famiglie di origine erano state sterminate nella Shoah.

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La tardiva scoperta delle sue gesta

Per mezzo secolo, Winton ha taciuto il lavoro svolto e le vite salvate durante i primi giorni di guerra. Nemmeno la moglie di lunga data, Grete Gjelstrup, che aveva sposato nel 1948 e da cui aveva avuto tre figli, ne sapeva nulla. Solo nel 1988, quando Gjelstrup si imbatté in un vecchio album pieno di lettere, foto e documenti di viaggio, gli sforzi del marito tornarono alla luce. Nonostante l’iniziale riluttanza di Winton a parlare della sua operazione di salvataggio, Gjelstrup, con il suo consenso, consegnò l’album a uno storico dell’Olocausto. Ben presto altri vennero a conoscenza della storia di Winton. Fu scritto un articolo di giornale su di lui, seguito da uno speciale della BBC. Winton venne a quel punto elogiato in tutto il mondo e arrivarono lettere di apprezzamento da parte di importanti capi di Stato.

Considerato “l’Oskar Schindler britannico”, Winton ricevette una risoluzione del Congresso americano e la cittadinanza onoraria di Praga, la più alta onorificenza della Repubblica Ceca. Gli sono poi state intitolate strade e sono state erette statue in suo onore. Nel 2003 la Regina Elisabetta II in persona lo ha nominato cavaliere e nel 2010 ha ricevuto la medaglia di Eroe dell’Olocausto. La celebrità ottenuta ha però permesso a Winton di ottenere ciò che gli stava veramente a cuore: la possibilità di incontrare molti di coloro che aveva salvato. Furono così organizzate diverse riunioni, in particolare il 1° settembre 2009, quando un treno speciale che ricordava i salvataggi partì da Praga per Londra con a bordo alcuni degli sfollati originali.

Come avvenuto sette decenni prima, l’ormai centenario Winton ha salutato i viaggiatori al loro arrivo a Londra. Nel corso di molte interviste, a Winton è stato chiesto il perché avesse deciso di fare quello che ha fatto. “C’è una differenza tra la bontà passiva e la bontà attiva, che è, a mio avviso, la donazione del proprio tempo e delle proprie energie per alleviare il dolore e la sofferenza. Si tratta di uscire, trovare e aiutare coloro che soffrono e sono in pericolo, e non solo di condurre una vita esemplare, in modo puramente passivo, senza fare nulla di male“, era solito dichiarare. Winton si è poi spento il 1° luglio 2015, all’età di 106, ma le sue azioni rimangono indelebili nella storia dell’umanità.

Red One: il film con Dwayne Johnson e Chris Evans ottiene una data di uscita

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La data di uscita di Red One, l’annunciato film natalizio con protagonisti Dwayne Johnson e Chris Evans, ha finalmente ottenuto una data di uscita, fissata al 15 novembre 2024. Questo progetto è stato descritto come un film di Natale d’azione e d’avventura che porterà gli spettatori a viaggiare per il mondo intero, ma la trama effettiva è ancora sconosciuta. Oltre ai due protagonisti poc’anzi citati, il film vanta un cast composto anche da Kiernan Shipka, Lucy Liu, Mary Elizabeth Ellis, J.K. Simmons, Nick Kroll e Kristofer Hivju.

Durante le riprese di Red One, che si sono svolte dall’ottobre 2022 al febbraio 2023, sono apparse online diverse foto del set in cui si parlava del Babbo Natale di J.K. Simmons e dell’inclusione del Krampus. Ci sono dunque molti misteri intorno a questo progetto, che già solo per gli attori presenti è già divenuto uno dei titoli più attesi del 2024. Come riportato dal The Hollywood Reporter, il film uscirà esclusivamente nelle sale cinematografiche per poi essere trasmesso in streaming su Prime Video in un secondo momento.

Con l’uscita nelle sale fissata al 15 novembre, il film Red One sembra puntare dunque a capitalizzare un periodo storicamente redditizio che precede, negli Stati Uniti, il Ringraziamento. Tuttavia, Red One dovrà affrontare la concorrenza di un altro film natalizio, The Best Christmas Pageant Ever, e del film sulla mafia con Robert De Niro, Alto Knights, entrambi in uscita il 15 novembre. Red One, stando a quanto riportato, avrebbe anche l’obiettivo di lanciare un franchise che reimmagini la mitologia delle feste, anche se ciò dipenderà dall’andamento del film nelle sale e su Prime Video durante le festività del 2024.

Dune: Parte Due, ecco la nuova serie di Funko Pop dedicata al film!

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Nel 2021 il film Dune di Denis Villeneuve con Timothée Chalamet ha ricevuto una serie apposita di Funko Pop e la cosa si ripete ora con Dune: Parte Due, a pochi mesi di distanza dall’uscita in sala dell’atteso sequel. Funko ha infatti presentato una nuova collezione ispirata al nuovo capitolo e ai suoi protagonisti. Sono infatti presenti Paul Atreides, Chiani, Gurney Halleck, Feyd Rautha e altri ancora. I preordini sono disponibili su Entertainment Earth e su Amazon. Nel dettaglio, ecco i Funko Pop disponibili:

  • Funko Pops Paul Atreides
  • Funko Pops – Gurney Halleck
  • Funko Pops – Chani
  • Funko Pops – Stilgar
  • Funko Pops – Feyd Rautha
  • Funko Pops – Principessa Irulan

Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune: Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Dune: Parte Due  uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024!

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune: Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

Rebel Moon: Zack Snyder afferma che la Director’s Cut è “un film quasi completamente diverso”

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Stando a quanto dichiarato dal regista Zack Snyder, sembra proprio che la Director’s Cut di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco (qui la nostra recensione) sarà molto diversa da quella che arriverà su Netflix questo venerdì. La cosa non sorprende poi tanto, considerando che una delle maggiori lamentele mosse da chi ha visto in anteprima il film è che il montaggio di Figlia del Fuoco presenti un terzo atto disarticolato e al limite dell’incomprensibile, con tagli evidenti per consentire la classificazione PG-13. Ecco allora che Snyder afferma che la versione estesa con rating R sarà “un film quasi completamente diverso“.

Non si tratta di un ‘extended cut’ di questo film“, ha dichiarato il regista all’Associated Press in una nuova intervista. “È quasi un film diverso. È quasi un universo diverso quello in cui vive la versione vietata ai minori rispetto al film PG-13. Il motivo è che è una cosa molto filosofica girare un director’s cut di un film prima di finire la versione base“, ha proseguito Snyder. “Tutti i miei director’s cut esistono come risposta alle cose che mi è stato chiesto di togliere dalla versione teatrale, giusto? Con Rebel Moon, questa richiesta non è mai stata fatta. Sapevamo che sarebbe stato un film vietato ai minori. Nel mio cuore, ho sempre voluto che fosse classificato così”.

“Ma quando ti rendi conto delle dimensioni e dei costi di un film, dici: ‘Beh, non è responsabile al 100% avere questa richiesta’“. In molti si sono giustamente chiesti perché Snyder non abbia semplicemente rilasciato la sua versione preferita del film, ma Netflix voleva chiaramente che questa prima versione censurata raggiungesse il maggior numero di persone possibile.”Sono un buon partner, in questo senso“, ha aggiunto Snyder. “È stata un’idea di Netflix, che mi ha detto ‘E se ti dicessimo di fare quello che vuoi qui? Fate la versione PG-13 e poi datevi alla pazza gioia con l’altra versione. Non ci interessa’”.

La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco

La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

Deadpool 3: una presunta sinossi anticipa un grande colpo di scena per Wade Wilson

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È ormai chiaro che Deadpool 3 è uno dei film più attesi del 2024, su cui però sappiamo ancora molto poco. Mentre continuano ad emergere rumor su chi sarà presente o meno nel terzo capitolo dedicato all’iconico supereroe Marvel, con addirittura Taylor Swift che potrebbe avere un ruolo nel film, manca ancora una vera e propria sinossi che dia maggiori informazioni su ciò che ci si deve aspettare. Quasi a voler porre rimedio a questa “mancanza”, lo scooper @CanWeGetToast ha ora condiviso quella che sarebbe una presunta sinossi per l’atteso progetto del MCU, la quale getta una nuova luce sul ruolo che Deadpool potrebbe avere in questo film.

Dopo aver affrontato alcune battute d’arresto professionali e aver attraversato una crisi di mezza età“, si legge, “Wade Wilson decide di mandare ufficialmente in pensione Deadpool e diventare un venditore di auto usate. Ma quando i suoi amici, la sua famiglia e il mondo intero si rivelano essere in pericolo, Deadpool dovrà far uscire dalla pensione le sue katane e reclutare un Wolverine riluttante e diffidente per combattere non solo per la loro sopravvivenza, ma in definitiva per la loro eredità“. Ad oggi, questa sinossi è però da prendere con le dovute precauzioni, non essendoci conferme ufficiali.

Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3 uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Ben Stiller torna al cinema da protagonista con Nutcrackers

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Ben Stiller torna al cinema da protagonista con Nutcrackers

Come riportato da Deadline, il vincitore dell’Emmy Ben Stiller, che non ricopre un ruolo da protagonista al cinema dal 2017, anno di Brad’s Status, ha ora trovato un nuovo progetto di cui essere il principale interprete. Si tratta di Nutcrackers, un nuovo film diretto da David Gordon Green (Halloween, L’esorcista – Il credente) attualmente in produzione in Ohio. Scritto da Leland Douglas (Il richiamo della foresta) e sviluppato dalla Rough House, Nutcrackers segue l’ossessionato dal lavoro Mike (Ben Stiller), che deve recarsi a malincuore nell’Ohio rurale per occuparsi dei suoi quattro sconclusionati nipoti dopo che i loro genitori sono morti in un incidente d’auto.

Quello che inizia come un viaggio di tre giorni per trovare un affido si trasforma però in settimane di caos nella vita della fattoria e nella consapevolezza che non è necessario che lui trovi loro una casa, ma che loro ne hanno trovata una per lui. Per Ben Stiller si prevede dunque un ritorno alla commedia dolceamara, dove a farla da padroni sono i sentimenti. Il suo è inoltre un ritorno più che gradito alla recitazione, avendo speso questi ultimi anni a dedicarsi – con successo – alla regia. Nel 2018 ha infatti diretto l’acclamata miniserie Escape at Dannemora, mentre del 2022 è Scissione, un acclamato thriller premiato agli Emmy.

L’attore non ha mai del tutto smesso di apparire sul grande schermo, avendo avuto piccoli ruoli o cameo in film come Hubie Halloween, Locked Down e Bros. Questo suo nuovo ruolo da protagonista sembra però essere particolarmente adatto alle sue corde e non resta dunque ora che attendere maggiori informazioni sul progetto, come anche delle prime foto o un trailer. Idealmente, Nutcrackers potrebbe uscire nel corso del 2024, così da eventualmente permettere poi a Green di tornare al lavoro sulla nuova trilogia di L’esorcista, il cui secondo capitolo L’esorcista – L’ingannatore è previsto per il 2025.

Tutti a parte mio marito: recensione della commedia con Laure Calamy

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Le vacanze natalizie per molti vogliono dire anche pomeriggi o serate al cinema e se siete alla ricerca di un film divertente e sfizioso Tutti a parte mio marito fa per voi. Questa commedia francese di Caroline Vignal però non è il tipico film per tutta la famiglia, anzi è decisamente indirizzato ad un pubblico femminile e giovane che conosce molto bene le relazioni attraverso Tinder. La protagonista Iris, interpretata dall’attrice Laure Calamy, dopo anni di matrimonio dove non si sente più desiderata da suo marito, l’attore Vincent Elbaz, si cerca un amante, anzi più di uno, ma soprattutto scoprirà i suoi desideri nascosti, il piacere per il sesso e anche per se stessa. 

La trama di Tutti a parte mio marito

Iris è una donna borghese con un bella casa in centro città che sta per compiere i fatidici 50 anni con una vita, almeno agli occhi di tutti quelli che la conoscono, apparentemente impeccabile. Infatti è sposata con Stephane, padre sempre presente e un bel l’uomo, da ben 16 anni, ed è madre di due figlie, una di 10 anni e l’altra adolescente quindicenne bravissima a scuola. Per concludere è anche soddisfatta nel personale e soprattutto nel lavoro, visto che è una dentista che possiede uno studio dentistico tutto suo, dove c’è sempre un flusso incessante di clienti che l’adorano. Un giorno, mentre è a scuola della figlia maggiore, una signora ascolta le sue confidenze personali ad un’amica che gli suggerisce di iscriversi a una chat di incontri per persone sposate.

La dottoressa, all’inizio forse più per curiosità, scarica l’applicazione “Deelove” e inizia a giocarci. Prima opta solo per guardare le foto di tutti gli uomini affascinanti disponibili poi prende coraggio e invita uno dei tanti. Il primo primo incontro, extra coniugale, si svolge in un bar e non va per niente bene, ma dal secondo invece Iris ingrana e inizia a divertirsi a letto con perfetti sconosciuti. Gli uomini che decide d’incontrare sono sempre maschi e “latin lover” affascinanti, ricchi, con un bell’appartamento ma anche propensi a performace sotto le lenzuale certe volte bizzarre ma mai niente che la dentista non voglia provare. Nel film spicca anche ben due volte, attraverso la figlia che va al liceo il concetto del consenso e con Iris che si rifiuta di praticare sadomaso con un tipo che si crede Mr Grey di Cinquanta sfumature di grigio.

La protagonista quindi si fa travolgere dall’adrenalina, tanto da far cambiare le visite dentistiche e le otturazioni, alla sua giovane e personale assistente Nuria, per incastrare più incontri eccitanti con amanti anche più giovani di lei. Alla fine però la donna, dopo aver finalmente ritrovato se stessa, tornerà sui suoi passi anche perché il marito inizierà a percepire che qualcosa è cambiato in lei, e forse, Cupido riuscirà a riaccendere la fiamma dell’amore e del sesso tra Iris e Stephane.

Laure Calamy è l’anima di Tutti a parte mio marito

Laure Calamy è conosciuta dal grande pubblico per il suo ruolo di Noémie la segretaria nella serie francese Chiami il mio agente! negli ultimi anni si sta facendo sempre più spazio nel cinema. Con il ruolo di Iris in Tutti a parte mio marito consolida il suo sodalizio artistico con Caroline Vignal, nato con la precedente commedia della regista intitolata Io, lui, lei e l’asino, con cui Calemy si è aggiudicata nel 2021 il suo primo César come migliore attrice.

Laure Calemy porta sul grande schermo un interpretazione spontanea e fresca, e che si cala perfettamente nella parte a lei affidata. All’inizio il suo personaggio è molto sobrio e alto borhese, inedito nella carriera dell’attrice francese, poi si trasforma prende in mano la sua femminilità e inizia anche a vestirsi più sexy e con colori sgargianti anche per mandare messaggi subliminali al marito che ha sposato.

Piovono uomini come nella canzone

Forse la scena che più racchiude lo spirito di questo film è decisamente quella in cui Iris, dopo un orgasmo, forse il migliore della sua esistenza almeno fino a quel momento, si mette letteralmente a ballare e cantare. In perfetto stile musical la protagonista elogia gli uomini e interpreta, in lingua francese, il pezzo musicale It’s Raining Men, sottotitolo del titolo di questa pellicola. Tutti a parte mio marito è una commedia che funziona grazie ad una protagonista totalmente a suo agio in qualsiasi scena, anche in quelle più intime, in grado di capire e finalmente ritrovare quello che pensava d’aver perso per sempre.

Adam Driver afferma che Megalopolis di Francis Ford Coppola è “selvaggio, fantasioso ed epico”

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Francis Ford Coppola è noto in tutto il mondo per aver realizzato alcuni dei più importanti capolavori cinematografici di tutti i tempi, dalla trilogia de Il padrino ad Apocalypse Now, passando per La conversazione e Dracula di Bram Stoker. Assente ora da più decennio dalla regia di un lungometraggio, Coppola si prepara a fare il suo atteso ritorno con Megalopolis, dramma fantascientifico con protagonista Adam Driver, che il regista sognava di realizzare sin dagli anni Ottanta. Nonostante una serie di contrattempi e difficoltà economiche, le riprese si sono ora finalmente concluse a marzo e il film è dunque in fase di post-produzione.

Parlando ora con Steve Weintraub di Collider, proprio Adam Driver ha rivelato ciò che secondo lui rende il film di un altro livello alle normali produzioni cinematografiche. “Il fatto che l’abbia finanziato lui stesso ha reso il processo di riprese una delle esperienze migliori, se non la migliore, che abbia mai avuto“, spiega Driver, che aggiunge: “Non c’erano conversazioni in eccesso, non c’erano persone che rubavano a Pietro per pagare Paolo“. Secondo l’attore, però, la libertà finanziaria è stato solo uno degli aspetti positivi.

Avendo finanziato di tasca propria il film, Coppola ha di conseguenza avuto un completo controllo artistico, potendo dunque compiere in libertà ogni scelta. “Sembrava che avesse il controllo del film che voleva fare e basta“, ha detto Driver, aggiungendo,“mi è sembrato di capire: ‘Oh, questo è il modo in cui i film dovrebbero essere’. E lui è la persona più generosa e filosofica che conosca. Ho adorato quel processo e realizzarlo con lui. Mi piace parlare con lui“. Driver ha poi fornito un’anticipazione su ciò che ci si può aspettare da Megalopolis. “Il film è selvaggio“, dice, “è così fantasioso, grande ed epico, ed è audace. Si prende un rischio e non potrei essere più entusiasta“.

Di cosa parla Megalopolis?

L’idea di Megalopolis è stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate per The Mandalorian.

Coppolla, che scrive e dirige il film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre a Adam Driver, nel cast compaiono anche Forest Whitaker, Nathalie Emmanuel, Jon Voight, Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire, Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn Hunter e James Remar. Ad oggi non si hanno però notizie sulla data di uscita del film, che potrebbe però arrivare in sala nel corso del 2024.

Mortal Kombat 2: una nuova immagine anticipa il ritorno di Scorpion

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Todd Garner, produttore di Mortal Kombat 2, ha annunciato il ritorno dello Scorpion di Hiroyuki Sanada nel sequel dell’adattamento videoludico del 2021. Diretto da Simon McQuoid, il prossimo film fantasy sulle arti marziali adatta la fase successiva di un torneo mortale tra Earthrealm e Outworld, con nuovi combattenti che si uniscono alla battaglia e tra questi vi è il leggendario Scorpion. In Mortal Kombat, Hanzo Hasashi/Scorpion è un assassino morto da tempo nel Giappone del XVII secolo, condannato all’infernale Netherrealm dopo il brutale omicidio della sua famiglia da parte di un clan rivale.

Ora, Garner ha offerto un piccolo assaggio del ritorno di Scorpion in Mortal Kombat 2 con una particolare foto di scena. Questa è infatti incentrata non sul personaggio bensì sul suo iconico kunai, con sullo sfondo quello che sembra essere uno schermo blu destinato probabilmente a mostrare un ambiente ultraterreno nel montaggio finale del film. Basta questo particolare ad annunciare il ritorno del personaggio, un ritorno la cui conferma i fan attendevano con grande trepidazione, essendo Scorpion uno dei personaggi più amati del franchise. Qui è possibile vedere la foto in questione.

Scorpion ha avuto un ruolo importante nel Mortal Kombat del 2021. Il film si apre infatti con Scorpion in vita mentre difende il clan Hasashi da Bi-Han e dai suoi assassini, cadendo però in battaglia mentre gli aggressori massacrano la maggior parte della sua famiglia. Bi-Han sopravvive e diventa Sub-Zero, ma il destino lo porta a scontrarsi con Cole Young  un lontano discendente di Scorpion. Nella battaglia finale di Mortal Kombat, Cole libera lo spirito vendicativo di Scorpion su Sub-Zero, permettendo al ninja non morto di uccidere il suo rivale e di riposare finalmente in pace.

Tuttavia, due nuove aggiunte al cast di Mortal Kombat 2 potrebbero dare allo spirito vendicativo un motivo per tornare nel sequel. Oltre alla conferma che Bi-Han stesso sarà resuscitato come Noob Saibot, Damon Herriman si è unito al film nel ruolo di Quan Chi, un importante cattivo di Mortal Kombat che ha contribuito all’eliminazione del clan di Scorpion e alla sua dannazione come spirito non-morto. Con il debutto di Quan Chi, il ritorno di Scorpion potrebbe dunque avvenire come servitore dello stregone, senza sapere il ruolo che ha avuto nell’omicidio della sua famiglia.

Tutto quello che c’è da sapere su Mortal Kombat 2

Mortal Kombat 2 è diretto da Simon McQuoid da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di Moon Knight Jeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di Lewis Tan come Cole Young, Jessica McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden, Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung, Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero, Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.

Il sequel d’azione introdurrà anche una serie di nuovi personaggi oltre Johnny Cage, ovvero Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi, Desmond Chiam (The Falcon and the Winter Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel. Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E. Bennet Walsh.

Warner Bros. Discovery e Paramount in trattative per una possibile fusione

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Variety ha confermato che Warner Bros. Discovery e Paramount Global stanno portando avanti una serie di colloqui con il fine di stabilire una possibile fusione tra le due società di media. L’amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, si è infatti incontrato con l’amministratore delegato di Paramount Global, Bob Bakish, in una riunione a pranzo martedì a New York, discutendo propriio di questa possibilità. Zaslav ha anche parlato con Shari Redstone, la cui National Amusements Inc. possiede una quota di controllo della Paramount Global, in vista di una potenziale combinazione delle società.

I rappresentanti di Paramount Global e WBD non hanno per il momento voluto commentare la notizia e dunque per il momento non sono noti i termini di questa possibile fusione delle società. Lo stato delle trattative viene infatti descritto come molto preliminare. Di base, sappiamo che alla fine del terzo trimestre, Paramount Global ha registrato un debito a lungo termine di 15,6 miliardi di dollari, notevolmente inferiore a quello di WBD, il cui carico di debito sarebbe di 43,5 miliardi di dollari. Ma in termini di valore di mercato, Warner Bros. Discovery è il pesce più grosso, con una capitalizzazione di mercato di 28,4 miliardi di dollari alla chiusura delle contrattazioni del 20 dicembre, rispetto ai 10,3 miliardi di dollari di Paramount Global.

Alla luce di quanto emerso, sembrerebbe dunque che Warner Bros. Discovery e Paramount starebbero cercando di unire i loro asset, che comprendono TV, film, sport e streaming, per ottenere una maggiore raggio d’azione ed efficienza operativa. In particolare, le due società avrebbero interesse a combinare i loro servizi di streaming premium Max e Paramount+ per competere meglio con i rivali Netflix, Disney+ e Hulu. Per quanto riguarda i film, Warner Bros. Discovery acquisirebbe proprietà di alto livello da Paramount Pictures, tra cui franchise cinematografiche come Terminator, Transformers, Mission: Impossible, Scream e molti altri ancora. La scuderia Warner Bros. Pictures comprende invece film del DC Extended Universe, Harry Potter e Il Signore degli Anelli.

Una fusione WBD-Paramount Global dovrebbe inoltre anche unire le loro attività televisive. La linea via cavo di Warner Bros. Discovery comprende CNN, HBO, TNT, TBS, Discovery Channel, Cartoon Network, Food Network, HGTV, TLC e altri. Le reti di Paramount comprendono invece CBS, Comedy Central, MTV, Nickelodeon e BET. Paramount starebbe inoltre valutando di vendere potenzialmente BET Media (che comprende BET e VH1), e alcune operazioni legate allo streaming. Tra i potenziali compratori ci sono Byron Allen e un gruppo di investitori guidati da Scott Mills, CEO di BET. Non resta ora che attendere maggiori informazioni, per scoprire se e come procederanno queste trattative.

One life: recensione del film con Anthony Hopkins

One life: recensione del film con Anthony Hopkins

James Hawes con il suo One life chiude le proiezioni della sezione Alice nella città, alla Festa del Cinema di Roma. Noto regista di film per la tv e serie televisive – come Black Mirror e Slow Horses – Hawes propone stavolta, fuori concorso, un film destinato al grande schermo, che affronta una vicenda poco nota ma reale, riguardante il salvataggio di numerosi bambini ebrei, poco prima della scoppio del secondo conflitto mondiale. Il soggetto del lavoro è infatti tratto dalla biografia di Nicholas Winton – If it’s not impossible… The life of Sir Nicholas Winton. A Sir Anthony Hopkins il compito di interpretare il protagonista, alle prese con i ricordi del passato.

La storia di Nicholas Winton

Nicky, Anthony Hopkins, è un uomo anziano, vive con la moglie Grete, Lena Olin, in una casa inglese immersa nel verde. Sta per diventare nonno, ma qualcosa lo tormenta. Specie quando è solo, si ritrova a fare i conti con un passato doloroso. La mente torna allora al 1938. La Germania nazista ha annesso e occupato militarmente la regione cecoslovacca dei Sudeti. Migliaia di profughi, tra cui moltissimi bambini, in maggioranza ebrei, hanno trovato rifugio a Praga. C’è una vera e propria emergenza umanitaria. I campi sono totalmente inadeguati e molte persone rischiano di non sopravvivere al gelido inverno di Praga. In Inghilterra, Nicky – Nicholas Winton, Johnny Flynn – è un agente di borsa, ma di fronte a una simile tragedia non può stare a guardare. Parte per Praga e cerca in ogni modo di far uscire quanti più bambini ebrei possibile dal paese, affinché siano accolti in Inghilterra da famiglie inglesi. Incontra molti ostacoli e l’impresa sembra a volte impossibile. Al suo fianco ha però sua madre Babette, Helena Bonham Carter, e alcuni volontari inglesi a Praga: Doreen, Romola Garai e Trevor, Alex Sharp.

One life e il conflitto interiore del protagonista

Chi salva una vita, salva il mondo. È questo che si dice dei “giusti dell’umanità”, ovvero coloro che hanno messo a rischio sé stessi per aiutare gli ebrei durante il periodo nazista, salvandoli dallo sterminio. Anche una sola vita conta. È questo che il film sottolinea, ma è ciò che il suo protagonista sembra non vedere. Nicky appare invece ossessionato dal non aver fatto abbastanza. Quasi se ne vergogna. Il senso di colpa che, paradossalmente, si porta dietro, è quello che gli impedisce anche di fare pace col suo passato. Il regista si interessa a questo conflitto interiore, che Anthony Hopkins è abile nel rendere con aderenza e misura, senza eccessi, ma attraverso tante piccole sfumature, che assieme compongono un quadro intenso, dalla valenza profonda. Fragilità e forza coesistono in questo personaggio, così come non si rinuncia a qualche piccolo tocco di sobrio humour inglese.

Rifugiati, oggi come ieri, al di là del credo

Altro focus del film è quello che lega il passato all’oggi, sul tema dei rifugiati. Chi scappa da guerre e persecuzioni, appare chiaro in One life, merita di essere aiutato, ad ogni latitudine, oggi come ieri. Ciò vale anche trasversalmente rispetto al credo religioso. Alla luce dell’attualità, dei numerosi conflitti e della mole di persone che arrivano in Occidente in cerca di un futuro migliore, colpisce un’affermazione del protagonista, a cui si domanda perché si adoperi così tanto per questi bambini ebrei. Nicky risponde con una professione di agnosticismo, riaffermando il valore intrinseco della vita umana. Il parallelo col tempo presente, si estende anche ai paesi che sono chiamati ad accogliere. L’Inghilterra nel film ha un atteggiamento inizialmente ostile all’ipotesi dell’accoglienza, il che non può non far pensare all’atteggiamento di molti paesi occidentali verso i migranti di oggi. In questo senso, One life offre spunti di riflessione.

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Una buona ricostruzione storica

La ricostruzione storica del film appare accurata, anche le ambientazioni lo sono. A partire dalla fotografia di Zac Nicholson, fino alla scenografia e ai costumi. Si rendono bene sia il periodo immediatamente antecedente alla guerra, che la condizione delle famiglie rifugiate nei campi di Praga. Narrativamente, il materiale è ben organizzato e il racconto coeso. La maggior parte del film si svolge in flashback, ma le parti della vicenda che riguardano la vita di Nicky da anziano, hanno una loro precisa funzione e regalano alcuni dei momenti più emozionanti del film.

Il cast di One life

Ad accompagnare un ineccepibile Anthony Hopkins e Johnny Flynn – nel ruolo di Nicky da giovane – vi è un buon cast, che conta su Lena Olin, Romola Garai, Alex Sharp ed Helena Bonham Carter, perfetta nel ruolo della madre di Nicky. Hawes tratta un tema – il salvataggio di molti ebrei da parte di un solo uomo – affrontato in altri lavori anche di grande successo, su tutti, Schindler’s List. Portare di nuovo il pubblico ad interessarsi a una vicenda di questo tipo, dunque, non è semplice. Il regista ci riesce, accendendo i riflettori su una storia poco nota, che resta un esempio alto dei valori più profondi dell’essere umano ed ha ancora tanto da dire.

Maestro: recensione del film di e con Bradley Cooper

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Maestro: recensione del film di e con Bradley Cooper

Maestro è un’imponente e impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore. Dopo A Star is Born, Bradley Cooper torna dietro la macchina da presa per questo inno alla vita di Bernstein, all’amore per il suo lavoro e per la sua famiglia. Ancora una volta una storia d’amore struggente e commovente che attraverso questo biopic di Netflix ci porta in un mondo fatto di musica. Il film sarà distribuito in alcuni cinema selezionati e sulla piattaforma dal 20 dicembre.

Maestro, la trama

Dopo il successo di A Star is Born del 2018, candidato a otto premi Oscar, Bradley Cooper torna alla macchina da presa e questa volta lo fa con un biopic su una delle personalità più irriverenti del mondo della musica e dello spettacolo: Leonard Bernstein interpretato da Cooper stesso. Ad affiancarlo Carey Mulligan (Una donna promettente), nei panni dell’acclamata attrice, artista e attivista Felicia Montealegre Cohn Bernstein. All’interno del film però non ci si concentra sui suoi maggiori successi o sulla loro realizzazione – si accenna solo brevemente a West Side Story – il fulcro sono i legami che hanno caratterizzato la vita di Bernstein e che hanno contribuito a renderlo uno dei direttori d’orchestra più acclamati. Non a caso West Side Story perché questo film ha tra i produttori Steven Spielberg che nel 2021 ha conquistato con un rifacimento del film.

Maestro Carey Mulligan
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Ci troviamo nei primi anni della sua carriera, in un flashback – in parte in bianco e nero soprattutto nella prima parte – che il personaggio di Bradley Cooper ha evocato per ricordare il periodo più florido della sua vita. In particolare, al rapporto con la moglie che proprio nella seconda parte del film diventa come una protagonista della pellicola, mettendo in secondo piano la figura del Cooper. Felicia Montealegre, una donna che ha fatto del suo nome un modo di comportarsi. Mai una parola fuori posto e sempre pronta a conquistare il marito con una risata. Il loro amore è stato sincero e ricambiato ma non è stato sempre felice.

La musica che cura e agita

Nella relazione da Leonard e Felicia però c’è sempre stato un terzo incomodo, anche più di uno. Le precedenti relazioni di Leonard, che nella pellicola non nasconde la sua omosessualità, e la musica. Tutte relazioni unite tra di loro, come un collante e che agitano e curano allo stesso tempo il cuore di Bernstein. Le interpretazioni di Cooper e di Mulligan non fanno altro che rendere la pellicola ancora più gradevole. Con l’utilizzo del trucco, Leonard Bernstein prende davvero vita nell’attore e regista che con questa interpretazione potrebbe essersi guadagnato una nomination per gli Oscar. Il personaggio così caotico ma fortemente ironico e teatrale rende bene sul grande schermo e la sua storia arriva al cuore dello spettatore.

Maestro Carey Mulligan, Bradley Cooper
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Nelle sue due ore complessive di durata, la vita di Bernstein prende diverse pieghe. Un uomo così caratterialmente ingombrante da occupare tutta la stanza che inevitabilmente mette in ombra la moglie – anche lei facente parte del mondo dello spettacolo. Ma capace di fare un passo indietro, mettere da parte la sua crisi interiore per restare al capezzale della moglie nel momento del bisogno. Infatti, anche il titolo, Maestro, è un vero e proprio atto di amore alla coppia. Ma senza tralasciare la fluidità di Lenny che lo rende a oggi un personaggio moderno. Sembra ambiguo e estroverso sia nelle relazioni che nella musica, in grado di conquistarti con uno sguardo o attraverso la direzione di uno dei suoi pezzi.

L’estate dentro di te

“Se non hai l’estate dentro di te, allora non puoi fare musica”. Sempre fonte di grande ispirazione per il marito, Felicia Montealegre lo ha accompagnato supportato ma anche protetto da tutto e da tutti. Una spalla e una compagna di vita su cui poter fare affidamento e su cui è concentrata la parte finale del film. La malattia che la consuma e che consuma anche Lenny che ancora una volta soffoca le grida all’interno di un cuscino. In seguito alla morte della moglie, il flashback è quasi finito e il racconto della storia della versione anziana del personaggio si perde e diventa fluido, come se senza di lei tutti i giorni fossero uguali.

Cooper si dimostra all’altezza della sua seconda regia implementandola di tecniche cinematografiche, il film però ha avuto una realizzazione corale ed è servito un importante sforzo di produzione da parte di tutta la troupe per realizzarlo. Il lavoro è servito a portare in scena un delle personalità più stravaganti che ha attraversato i decenni con la sua musica e che noi continueremo a cantare a ritmo di New York New York.

Gretel e Hansel: trama, cast e la spiegazione del finale del film

La fiaba di Hansel e Gretel è stata raccontata centinaia di volte in una varietà di formati diversi, dalla fiaba orale al testo stampato fino al film (tra cui, in qualità di esempio recente, spicca Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe). Da sempre considerata una delle fiabe più cupe dei fratelli Grimm, per via della presenza di una strega mangia bambini ma anche per il modo in cui i due protagonisti vengono abbandonati dai loro genitori, la storia di Hansel e Gretel ha trovato un’occasione di riscatto nella versione cinematografica del 2020 Gretel e Hansel, che come il titolo lascia immaginare pone l’attenzione sulla ragazza anziché su entrambi i fratelli.

Il regista Oz Perkins, infatti, ha dichiarato che pur rimanendo fedele alla fiaba su cui si basa, il film è da considerarsi come un vero e proprio coming of age per la giovane Gretel, la quale è qui di qualche anno più grande del fraatello. Perkins, infatti, voleva raccontare “la sensazione che Gretel deve portarsi dietro Hansel ovunque vada e di come questo possa ostacolare la sua evoluzione, raccontando dunque di come i nostri affetti e le cose che amiamo possano a volte ostacolare la nostra crescita“. L’intero racconto viene dunque affrontato da questo specifico punto di vista, offrendo così una versione inedita e particolarmente affascinante della vicenda.

Perkins, regista di film horror come February: L’innocenza del male e Sono la bella creatura che vive in questa casa, condisce il film di elementi orrorifici, non risparmiandosi in scene sanguinolente e spaventose, rendendo questo racconto di formazione un prodotto perfetto per gli amanti del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Gretel e Hansel

Ambientato nella Germania medievale devastata dalla miseria e dalla carestia, il film ha per protagonisti la giovane Gretel e il fratellino Hansel, i quali vengono cacciati di casa dalla madre che non può più provvedere a loro a causa della povertà dilagante. La ragazza decide dunque di addentrarsi nell’oscuro bosco insieme al fratello alla disperata ricerca di cibo, riparo e lavoro, non sapendo che la foresta è piena di insidie e pericoli mortali. Qui incontreranno infatti un anziana donna, che sembra disposta a fornire loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Gretel inizia però a nutrire alcuni sospetti sulla donna e una serie strane visioni sembrano metterla in guardia da qualcosa di terribilmente spaventoso sul suo conto.

Ad interpretare Gretel vi è l’attrice Sophia Lillis, divenuta nota grazie al ruolo di Beverly Marsh nei film It e It – Capitolo 2, ma vista anche in Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri e Asteroid City. Accanto a lei, nel ruolo del fratellino Hansel vi è invece l’attore Samuel Leakey, visto anche nelle serie MatherFatherSon e Treason. Charles Babalola interpreta il cacciatore, mentre Fiona O’Shaughnessy e Jonathan Delaney Tynan ricoprono i ruoli della madre e del padre dei due protagonisti. Vi è poi l’attrice Alice Krige nel ruolo dell’anziana strega che accoglie Gretel e Hansel. L’attrice è nota per aver interpretato la Regina Borg nell’universo fantascientifico di Star Trek.

Gretel e Hansel Sophia Lillis

Gretel e Hansel: la spiegazione del finale e le differenze rispetto alla fiaba dei fratelli Grimm

Il finale del film può risultare ambiguo, in quanto presenta un cambiamento tematico rispetto alla storia tradizionale che evidenzia come la nostra cultura si sia evoluta nel corso dei secoli, offrendo nuove esplorazioni di argomenti come lo sviluppo infantile, i ruoli di genere e il lutto. Tale finale è reso possibile da varie alterazioni della trama durante l’inizio e la parte centrale del film. Sebbene vi sia un certo grado di variazione tra le numerose versioni tradizionali di questa storia, Gretel e Hansel si discosta dalla trama tradizionale più di quanto fatto dalla maggior parte degli altri adattamenti. Nelle versioni tradizionali della storia, infatti, Hansel e Gretel vivono con entrambi i genitori e, come nel film, la famiglia è molto povera.

Sempre nelle versioni tradizionali, la madre e il padre sono in disaccordo su cosa fare dei bambini, dal momento che non possono permettersi di sfamarli. Il padre vorrebbe comunque tenerli con sé, ma madre gli chiede di portarli nel bosco e di ucciderli. Lui li porta allora dove richiesto, ma lasciandolì lì senza ucciderli. Il viaggio dei due bambini consiste a questo punto nel ritrovare la strada di casa, ma lungo il cammino si imbattono nella casa della strega. Solo dopo essere riusciti ad ucciderla gettandola nel forno riescono a tornare a casa, ricreando un ambiente famigliare confortevole insieme al padre (la madre nel frattempo è invece morta, segno secondo alcuni che lei e la strega sarebbe state la stessa persona).

Gretel e Hansel spiegazione finale

Si tratta dunque di un percorso circolare, che viene però totalmente infranto dal film Gretel e Hansel. Nel film, infatti, non vi è alcun padre e quando dunque la madre caccia di casa i due fratelli, entrambi sanno che si stanno avviando verso l’età adulta, che la cosa gli piaccia o meno. Quando poi lasciano la casa della strega alla fine del film, il ritorno alla loro casa d’infanzia non è un’opzione possibile: devono dunque proseguire il loro percorso verso l’età adulta. Ecco allora che Gretel e Hansel prendono strade diverse, anziché percorrere insieme lo stesso cammino, come nelle versioni tradizionali della storia.

In questo modo, il finale del film vuole esplorare la necessità di uno sviluppo individuale dei bambini, rifuggendo eventualmente dai ruoli di genere prestabiliti. I due protagonisti hanno infatti esigenze diverse, in parte basate sulla loro esperienza. Gretel, ad esempio, decide di diventare una strega, rinunciando al ruolo materno fino a quel momento avuto nei confronti del fratello. Ciò è dovuto anche a quanto Gretel vive nel corso della vicenda, con la strega che la aiuta a sviluppare quelle capacità magiche che la ragazza dimostra di possedere e a formarsi come persona. Se lei alla fine deve ucciderla è solo per salvare suo fratello. Successivamente a quel momento, però, entrambi sono consapevoli di dover continuare a seguire percorsi diversi per poter davvero crescere.

Il trailer di Gretel e Hansel e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Gretel e Hansel grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 20 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

La banda dei Babbi Natale: tutto quello che c’è da sapere sul film

Aldo, Giovanni e Giacomo sono generalmente riconosciuti come tra i più popolari e apprezzati comici attivi nel panorama cinematografico, teatrale e televisivo italiano. La loro comicità, perfettamente calibrata sulle differenze che li caratterizzano, è sempre fonte di gag e situazioni particolarmente divertente e molte di esse fanno oggi parte dell’immaginario culturale del nostro paese. Affermatisi al cinema grazie a commedie come Tre uomini e una gamba, Così è la vita o Chiedimi se sono felice, negli ultimi anni sono tornati alla ribalta grazie a film di successo come Odio l’estate e Il grande giorno. Prima di questi, hanno però vissuto un periodo meno felice, intervallato però da La banda dei Babbi Natale.

Il film, diretto da Paolo Genovese, autore di Perfetti sconosciuti che proprio con questo film ha debuttato in solitaria alla regia, è infatti arrivato dopo l’insuccesso di Il cosmo sul comò e quello ancor più grave di Fuga da Reuma Park. In questa commedia natalizia, capace di incassare ben 21 milioni di euro al box office, i tre comici sono protagonisti di un racconto più strutturato e ragionato, che offre momenti di grande divertimento senza però dimenticare mai l’importanza delle emozioni. Ancora oggi è indicato come uno dei loro film più riusciti, che pur non raggiungendo le vette dei loro primi lungometraggi possiede tutti gli ingredienti che rendono tanto amato il trio.

Il film fu un tale successo da generare anche un remake tedesco, intitolato Weihnachts-Männer, diretto nel 2015 la televisione da Franziska Meyer Price. Insomma, si tratta di un titolo perfetto da riscoprire in questo periodo dell’anno, per concedersi risate e quella calda sensazione di buonumore tipica di queste festività. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di La banda dei Babbi Natale

Protagonisti del film sono Aldo, Giovanni e Giacomo, tre amici inseparabili che hanno formato una squadra di bocce, i The Charlatans. Aldo, sebbene sia un ottimo cuoco, è un fannullone mantenuto dalla sua fidanzata Monica e spende il poco denaro che ha alle corse dei cavalli. Quando per pagare un debito di gioco arriva a vendere un prezioso oggetto appartenente alla nonna della compagna, questa lo caccia via. È costretto allora a trasferirsi da Giacomo, chirurgo ormai vedovo da tempo, che non riesce però a dimenticare sua moglie Aurora. Giovanni, infine, è un veterinario sposato con Marta, ma in procinto di convolare a nozze con la sua amante.

Mentre cercano di risolvere i rispettivi problemi, i tre apparentemente innoqui amici sorprendono tutti quando nella notte di Natale vengono inaspettatamente arrestati in un appartamento nel quale sembra stia avvenendo una rapina. In questura ad aspettarli c’è il commissario Irene Bestetti, che li accusa di far parte della famigerata Banda dei Babbi Natale, che nell’ultima settimana ha già svuotato otto case. Loro naturalmente dicono di essere innocenti e provano a spiegare come si sono ritrovati lì proprio in quel momento. Ha così inizio una buffa, surreale ma coinvolgente storia attraverso cui scoprire di più su di loro e le rispettive vite.

La banda dei Babbi Natale

Il cast di attori di La banda dei Babbi Natale

Ad interpretare i tre protagonisti, naturalmente, vi è il trio composto da Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti. Nel ruolo del commissario Irene Besteti vi è invece l’attrice Angela Finocchiaro, mentre Silvana Fallisi, moglie nella realtà di Baglio, è Monica. Recitano poi nel film Lucia Ocone nel ruolo di Marta, moglie di Giovanni, mentre Antonia Liskova è Veronica, l’amante svizzera di lui. Giorgio Colangeli interpreta il padre di Veronica, mentre Maria Maionchi è la madre di Marta, nonché suocera di Giovanni. Completano il cast Giovanni Esposito nel ruolo di Benemerita e Sara D’Amario in quello della dottoressa Elisa Fizzoni.

La colonna sonora di La banda dei Babbi Natale

Aldo, Giovanni e Giacomo, cercando una colonna sonora che valorizzasse i momenti più significativi del film, hanno potuto contare sull’aiuto di un’artista del calibro di Mina, da anni dichiarati loro ammiratrice. La cantante ha dunque inciso un EP intitolato Piccola strenna, i cui quattro brani sono appunto le canzoni che accompagnano la commedia. Mele Kalikimaka, solare canzone hawaiana scoperta da Giacomo, il cui titolo significa proprio “Buon Natale” in lingua hawaiana, apre l’album, composto da 4 brani di stampo natalizio, e il film. Della colonna sonora fanno parte anche i brani “Pencil Full of Lead” di Paolo Nutini e “La mia realtà” di Giulio Casale, con quest’ultimo pezzo accompagna i titoli di coda.

Il trailer di La banda dei Babbi Natale e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La banda dei Babbi Natale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Infinity+ e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 20 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Aquaman: 10 cose da sapere prima di vedere Il Regno Perduto

Aquaman: 10 cose da sapere prima di vedere Il Regno Perduto

Jason Momoa torna nei panni del supereroe Arthur Curry, meglio conosciuto come Aquaman, nel secondo capitolo della celebre saga marina di DC. Diretto ancora una volta da James Wan, Aquaman e il Regno Perduto continua l’avventurosa storia del Re di Atlantide che si ritrova ora ad affrontare una delle più grandi sfide: proteggere il suo Regno e il resto del pianeta dal crudele David Kane alias Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II), costringendo il potente Atlantideo a stringere una riluttante alleanza con un improbabile alleato.

Sequel del film del 2018, riprende la storia da dove era stata interrotta, ma dove eravamo rimasti? Dove avevamo lasciato Arthur? Ecco 10 cose da sapere prima di andare a vedere Aquaman e il Regno Perduto, in sala dal 20 dicembre 2023.

Atlantide e i suoi sette regni

Aquaman – In foto Atlantide

La storia di Atlantide – spiegata in alcuni flashback contenuti in Justice League (2017) e Aquaman (2018) – ha origine millenni prima degli eventi raccontati nel primo capitolo. Prima di essere sommersa completamente, Atlantide è un regno meraviglioso con una importante tecnologia all’avanguardia che, però, non è riuscita a contenere l’immenso potere del Tridente di Atlan che ha causato accidentalmente la distruzione del regno. Atlantide crolla, dunque, nelle profondità dell’oceano e il popolo degli Atlantidei riesce a sopravvivere grazie alla capacità di respirare sott’acqua donata loro dal potere di Atlan.

Mentre il popolo si adatta al loro nuovo ambiente, il regno finisce rapidamente per dividersi in sette fazioni governate da sette sovrani differenti: Atlantide, Xebel, Brine, Fisherman, Disertori, Trench e il Regno Perduto. I regni dei primi quattro sovrani riescono a prosperare nel corso dei secoli; i Disertori muoiono nel Sahara; i Trench si trasformano in creature mostruose e, infine, il Regno Perduto si isola, prendendo le distanze dalle altre società sottomarine.

Aquaman è il figlio della regina Atlanna e del guardiano del faro Tom Curry

Aquaman – In foto Nicole Kidman nei panni della regina Atlanna

Aquaman è il frutto dell’amore tra la maestosa regina Atlanna (Nicole Kidman) e l’umano guardiano del faro Tom Curry (Temuera Morrison). Proprio per questo motivo, Arthur Curry è un essere sovrumano, il figlio “mezzo umano” della regina di Atlantide. Arthur non conosce l’esistenza di Atlantide e, al contempo, Atlanna nasconde a tutto il regno la sua seconda vita in superficie.

Tuttavia, quando il Regno di Atlantide scopre il suo segreto, costringono la regina a tornare alla città sommersa senza il suo bambino. È così che Arthur cresce solo con suo padre, ignorando la sua reale duplice natura. Questo finché non scopre di avere la capacità di sopravvivere sott’acqua e di comunicare con la vita marina.

Nuidis Vulko

Aquaman – In foto Aquaman (Jason Momoa), Mera (Amber Heard) e Vulko (Willem Dafoe).

Nel primo capitolo della saga vediamo il giovane Arthur allenarsi con Nuidis Vulko (Willem Dafoe), consigliere capo del re di Atlantide. Vulko diventa ben presto il mentore di Arthur, rivelandogli la sua vera origine. E mentre si allena ad accettare la sua nuova natura ed eredità, Vulko lo addestra a combattere e a maneggiare il potente tridente di Atlanna.

Ma quando confessa ad Arthur la possibile morte della madre nell’oscura Trench, il giovane addolorato abbandona l’addestramento. I due si rincontrano solo anni dopo, quando Aquaman, oramai adulto, combatte a fianco di Vulko per abbattere il dominio di Re Orm.

L’unione con la Justice League contro Steppenwolf

Aquaman – In foto Jason Momoa nei panni di Arthur

Prima ancora di conoscere la storia alle spalle del possente Arthur Curry, il pubblico ha conosciuto Aquaman come uno degli eroi metaumani della Justice League. Infatti, dopo essersi allenato da giovane con Vulko, Arthur utilizza i suoi superpoteri marini a scopi puramente e futilmente personali, frequentando piccoli e rozzi bar di periferia e vincendo stupide risse di strada, alticcio e senza il minimo sforzo.

Conduce, quindi, una vita banale e vuota finché Bruce Wayne in persona decide di reclutarlo nel suo team con l’aiuto delle informazioni di Amanda Waller e Lex Luthor. Dopo aver accettato controvoglia la sua proposta, Arthur si ritrova a collaborare con Batman, Wonder Woman, Cyborg, Flash e infine Superman, valorosi supereroi che gli mostrano cosa significa mettersi a servizio del mondo con i loro speciali poteri.

La vendetta dell’arcinemico Black Manta

Aquaman – In foto Yahya Abdul Mateen II che interpreta Black Manta.

Nonostante il buon esempio avuto dalla Justice League, Aquaman inizialmente lotta ancora contro la sua moralità. Infatti, nel primo capitolo della saga, durante il sabotaggio di una rapina sottomarina, Arthur ferisce gravemente Jesse Kane (Michael Beach), uno dei pirati coinvolti nell’assalto. Il figlio David (Yahya Abdul-Mateen II) implora Aquaman di salvare suo padre, ma sceglie di lasciarli morire mentre il sottomarino affonda. Jesse muore, mentre David (di lì a breve Black Manta) sopravvive con un unico obiettivo: vendicarsi.

Aquaman combatte contro suo fratello Orm per il trono di Atlantide

Quando Mera (interpretata da Amber Heard), principessa di Atlantide, convince Arthur (Jason Momoa) a visitare Atlantide, Aquaman è catturato dal minaccioso Re Orm, suo fratello, che gli ordina di allontanarsi per sempre dal suo regno sottomarino. Aquaman però decide di sfidare il fratello in un mortale duello, chiamato dagli Atlantidei “l’Anello di Fuoco”. Nonostante Arthur venga sconfitto e portato in salvo da Mera, decide di ritentare la conquista del regno rintracciando il perduto e agognato Tridente di Atlan, arma che gli conferirà il potere assoluto su tutta Atlantide.

Aquaman e Mera si innamorano

Aquaman – In foto Jason Momoa e Amber Heard

Mentre Aquaman e Mera sono impegnati nella lunga ricerca per il mondo per recuperare il tridente di Atlan, i due iniziano, a poco a poco, a provare dei sentimenti l’uno per l’altra. Il loro lungo viaggio li porta ad attraversare il duro deserto del Sahara per scoprire le coordinate del tridente. Poi si recano in Italia, precisamente in Sicilia, dove affrontano le guardie atlantidee di re Orm che, dopo averli rintracciati con l’inganno, cercano di ostacolarli e riportarli al regno. Dopo un’adrenalinica battaglia, Aquaman e Mera riescono a fuggire e a incamminarsi verso la Fossa, il misterioso luogo che separa il Mare Nascosto dal resto dell’oceano.

Il primo combattimento contro Black Manta

Aquaman – In foto Black Manta

In Sicilia, Arthur e Mera non si ritrovano a dover affrontare solo le truppe reali: anche David Kane è sulle loro tracce. Dopo aver progettato un costume da supercriminale con la tecnologia atlantidea, infatti, David – ora col nome di Black Manta – attacca improvvisamente i due fuggitivi con pericolose lame e mortali raggi laser che riesce a sparare dagli occhi della sua maschera. Nonostante le sue forti ed elaborate armi, Black Manta è sconfitto da Aquaman con abbastanza facilità, alimentando ancor di più il suo odio verso l’eroe.

Aquaman rivendica il tridente di Atlan e doma i Karathen

Aquaman – In foto Jason Momoa.

Quando Aquaman e Mera riescono ad arrivare al Mare Nascosto, scoprono che la regina Atlanna è ancora viva e che vive in quel misterioso luogo da quando è stata esiliata da Atlantide. Dopo essersi ricongiunto con la madre, Arthur spiega tutto l’accaduto e si avventura poi nella tana dei Karathen dove risiede l’arma reale. Aquaman riesce ancora una volta a mostrare il suo valoroso potere domando la bestia e brandendo il grandioso Tridente di Atlan. Connesso ora alla vita marina di tutto il mondo, Aquaman indossa l’armatura reale di Atlan e si dirige verso il Regno di Atlantide, pronto ad affrontare il fratello.

Aquaman sconfigge il Re Orm e diventa il nuovo Re di Atlantide

Aquaman – In foto Jason Momoa

Con i suoi poteri resi straordinari dal Tridente di Atlan e grazie all’aiuto dell’intero mondo sottomarino, Aquaman guida i Karathen nella battaglia finale contro l’esercito di Re Orm. Dopo aver spostato il campo di battaglia sulla superficie dell’oceano, Aquaman inizia la sua dura e smisurata lotta contro la corazzata atlantidea. Facendo frutto delle lezioni apprese in gioventù da Vulko, Aquaman riesce a combattere abilmente e a distruggere il tridente del fratello. Debole e sconfitto, Orm viene quindi arrestato dai discendenti dei disertori mentre ed esiliato nel deserto del Sahara, mentre Aquaman finalmente riesce a rivendicare con onore il trono della madre.

The Regime: il teaser della nuova serie con Kate Winslet

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The Regime: il teaser della nuova serie con Kate Winslet

Sky rilascia oggi il teaser ufficiale della nuova miniserie HBO in sei episodi The Regime.  Scritta da Will Tracy e diretta da Stephen Frears e Jessica Hobbs, la serie Sky Exclusive vede protagonista la vincitrice del premio Oscar® Kate Winslet e arriverà prossimamente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

The Regime racconta un anno tra le mura del palazzo di un moderno regime europeo mentre inizia a sgretolarsi. Insieme a Kate Winslet nel cast Matthias Schoenaerts (Le regole del caos), Guillaume Gallienne (Yves Saint Laurent), Andrea Riseborough (Birdman), Martha Plimpton (I Goonies) e Hugh Grant (Wonka, Notting Hill).

Will Tracy è sceneggiatore e showrunner, nonché produttore esecutivo insieme a Frank Rich, Tracey Seaward, Kate Winslet, Stephen Frears e Jessica Hobbs. Gli sceneggiatori sono Seth Reiss, Sarah DeLappe, Gary Shteyngart e Jen Spyra.

Superman: Legacy, confermata la presenza della Fortezza della Solitudine

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Per decenni, la Fortezza della Solitudine è stata un pilastro dei fumetti di Superman e Superman: Legacy di James Gunn può finalmente riportarla nell’universo DC. Introdotto per la prima volta in un fumetto del 1958, il ritiro artico è il luogo in cui Superman ha scoperto per la prima volta la sua identità kryptoniana.

Ma nel corso del tempo, la cittadella cristallina ha anche offerto a Superman alcuni momenti di auto-introspezione tanto necessari. Accessibile solo da Superman, la fortezza è una testimonianza della sua eredità aliena e un deposito di tecnologia kryptoniana avanzata. Tra le sue mura ghiacciate, Superman consulta le registrazioni olografiche dei suoi genitori naturali, Jor-El e Lara, in cerca di guida.

Il rifugio di Superman ha giocato a lungo un ruolo fondamentale nel viaggio del kryptoniano nella sua assunzione di un ruolo da supereroe sulla Terra ed è apparso nelle storie di quasi tutte le iterazioni live-action di Superman portate finora sul grande e piccolo schermo. I film di Superman diretti da Christopher Reeves hanno ricreato fedelmente la fortezza dei fumetti, mentre Superman Returns ha persino visto Lex Luthor che ne scopriva l’ubicazione, rubandone dei cristalli per creare il proprio continente. Man of Steel di Zack Snyder ha reinterpretato la Fortezza della Solitudine come una nave da ricognizione kryptoniana precipitata sulla Terra diversi secoli prima. Ora, con il co-CEO dei DC Studios James Gunn che pianifica di rinnovare l’Universo DC con Superman: Legacy, la Fortezza potrebbe subire un altro restyling.

Il regista di Superman: Legacy, James Gunn, ha utilizzato Instagram per rivelare uno schizzo approssimativo dello storyboard del film. Mentre il post conteneva solo uno scarabocchio di una persona (probabilmente Superman) circondato da frecce rivolte verso l’esterno, gli utenti della rete più attenti si sono affrettati a modificare la luminosità dell’immagine e a guardare le pagine della sceneggiatura che si trovano sotto lo schizzo. Il testo rivelato in questo processo indicava una scena ambientata nella Fortezza della Solitudine. Sebbene Gunn non abbia commentato questi post sui social media, sembra confermato ora che la fortezza farà davvero la sua comparsa nel film in uscita.

Questa rivelazione, per fortuna, non rovina molto ciò che Gunn sta pianificando con il suo nuovo film di Superman, poiché ci si può aspettare la presenza della Fortezza della Solitudine in qualsiasi trattamento live-action di Superman. Detto questo, mentre la Fortezza della Solitudine viene utilizzata principalmente come piattaforma per Superman per incontrare il padre morto, Gunn forse può finalmente trasformarla in molto di più, rimanendo fedele ai fumetti e alla rappresentazione multiuso della fortezza che in essi viene fatta.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacy rispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.

6 modi in cui il MCU può proseguire senza Kang il Conquistatore

6 modi in cui il MCU può proseguire senza Kang il Conquistatore

Jonathan Majors e i Marvel Studios non lavoreranno più insieme. Una notizia che, trovata la conferma, si è diffusa nel giro di pochissimo tempo, ed è conseguenza di un verdetto atteso a lungo, secondo cui l’attore è stato dichiarato colpevole di aver commesso due reati di molestie e aggressioni. Chiusi i rapporti con Majors, che dava volto e corpo a Kang il Conquistatore – il grande villain dell’MCU fino al 2027 – non si conosce ancora bene la linea che la casa di produzione prenderà in merito. Ci sarà un recast, ignoreranno il villain del multiverso oppure lo sostituiranno? Domande lecite, a cui cerchiamo di dare risposta. Intanto, in una notizia recente riportata da THR, Avengers: The Kang Dynasty continuerà ad essere lavorato, ma potrebbero esserci degli importanti cambiamenti creativi. E chissà, le modifiche apportate magari andranno a salvare l’MCU da una posizione al momento un po’ scomoda. Una cosa è certa: ci sono alcune ottime soluzioni che potrebbero far continuare ad andare avanti il Marvel Cinematic Universe senza Kang.

La TVA potrebbe tenere sotto controllo ogni variante di Kang

Seconda scena post credits Loki 2

Nel finale della seconda stagione di Loki, vediamo la TVA mettersi alla ricerca delle varianti di Kang e di altre potenziali figure che minacciano il multiverso. Un’operazione possibile grazie solo a Loki, il quale ha distrutto il Telaio Temporale di Colui che Rimane, per poi usare il proprio potere per mantenere in vita la Sacra Linea Temporale, riformando questa in un albero multiversale e mantenendo così tutte le linee temporali ramificate. Ciò si traduce in una sola cosa: la TVA può effettivamente essere un guardiano della pace per il multiverso, anziché limitarsi solamente a tenere sotto controllo la Sacra Linea Temporale secondo la volontà di Colui che Rimane.

Potremmo dire che, “senza volerlo”, Loki potrebbe aver creato un finale narrativo dignitoso per Kang. Supponendo che la TVA sia in grado di gestire qualsiasi variante di Kang in futuro, potrebbe essere rivelato che il Consiglio dei Kang – conosciuto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania – è stato interrotto dall’azione di Loki, presente per l’appunto nel finale. Pur magari non essendo la soluzione migliore, sarebbe di sicuro un escamotage narrativo chiaro e completo che non avrebbe nessuna ripercussione nel futuro del MCU.

Dottor Destino potrebbe mettere fine al Consiglio dei Kang

Fantastici Quattro Dottor Destino

Che si voglia ammetterlo oppure no, tutti (o quasi) aspettano l’arrivo nel MCU di un villain in particolare: Victor Von Doom, meglio conosciuto come Dottor Destino. Che in fondo è uno dei protagonisti della miniserie a fumetti crossover Secret Wars (e potrebbe esserlo anche dell’omonimo film). Sugli schermi, in realtà, si è già visto, e per chi nell’attesa volesse gustarsi la rivalità fra lui e Mister Fantastic, il consiglio è di recuperare I Fantastici 4 (2005) e I Fantastici 4 e Silver Surfer (2007).

Ad ogni modo, tornando a Kang, l’MCU potrebbe farlo sostituire da un villain ancor più grande del Marvel Universe, che è per l’appunto Dottor Destino, e sarebbe interessante mostrare il suo terrificante potere facendogli distruggere il Consiglio dei Kang. Un modo, questo, per chiudere la porta al precedente cattivo del Multiverso, e aprirne contemporaneamente una a qualcuno di decisamente peggiore nel MCU. In fondo, Dottor Destino è molto più dell’acerrimo nemico di Mister Fantastic: è uno dei più importanti cattivi Marvel e dunque rappresenta un’oscura minaccia per il mondo intero e per tutti i suoi eroi.

La scena post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Kang sconfitto

La scena post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che doveva segnare poi la durata nel tempo del personaggio di Kang il Conquistatore, e dunque di Jonathan Major, vedeva il villain e le sue versioni riunite in un concilio dove figurano le varianti di tutti gli universi. Essendo poi arrivato il problema dell’attore, l’MCU potrebbe decidere di ignorare direttamente il Consiglio dei Kang, pittosto che trovare un modo per continuare con esso e proseguirne la storia.

Il MCU può concentrarsi solo sulle Incursioni

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Se l’intenzione era puntare tutto su Kang il Conquistatore come previsto con Avengers: The Kang Dynasty, i Marvel Studios potrebbero concentrarsi di più sulla minaccia delle Incursioni multiversali nel MCU, introdotte per la prima volta in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Nonostante il villain sia stato definito come il principale catalizzatore delle Incursioni, altri personaggi ed eventi nel multiverso possono crearle, come in fondo ci dimostra lo stesso Doctor Strange alla fine del film. Potrebbe essere che un numero crescente di Incursioni sia la minaccia che gli Avengers devono fermare in Avengers: The Kang Dynasty, per poi fallire e provocare Avengers: Secret Wars e la fine della loro realtà attraverso un’Incursione.

Questo sarebbe simile alla storia …il tempo finisce, che ha fatto da preludio alle Guerre segrete dei fumetti. Nonostante gli Illuminati presenti nel cartaceo (un gruppo formato da alcuni dei supereroi più famosi e potenti sulla Terra) si siano compromessi nella convinzione di dover distruggere preventivamente altre realtà per salvare la propria, un’Incursione è avvenuta lo stesso con, per l’appunto, le Guerre segrete. Qualcosa che rispecchi questo concetto potrebbe essere molto avvincente e non necessiterebbe per forza di Kang il Conquistatore.

Galactus potrebbe sostituire Kang

Galactus Fantastici Quattro

In linea con il concetto di mondi distrutti, Galactus – il cui vero nome è Galan – potrebbe diventare un convincente e funzionale sostituto di Kang il Conquistatore. Il personaggio è conosciuto come il Divoratore di Mondi o anche il Distruttore, oltre a essere considerato un altro dei più grandi e importanti cattivi della Marvel. Ciò che rende un pericolo il villain è il fatto che, per nutrirsi, deve mangiare sempre mondi ricchi di vita.

Potrebbe anche essere che questa “qualità” venga potenziata, facendo in modo che Galactus consumi proprio intere realtà, che andrebbero dunque a intaccare il multiverso. Stando alle voci secondo le quali il Divoratore di Mondi dovrebbe essere introdotto in Fantastici Quattro, i Marvel Studios potrebbero pensare di affidargli un ruolo più esteso e incisivo, facendolo diventare il grande villain dell’intero MCU.

Nessun main villain per Avengers: Secret Wars

Avengers- Secret Wars

Infine, se consideriamo l’idea che Avengers: Secret Wars sarà con molta probabilità un’enorme resa dei conti tra diverse realtà e varianti come quelle viste nella controparte fumettistica, potrebbe non essere addirittura necessario avere un villain principale come Kang il Conquistatore (e, a questo punto, nemmeno un altro). Potrebbe, in sostanza, essere solo una battaglia che si incentra sulla sopravvivenza, in cui sono al centro diverse versioni di eroi che combattono per far sì che i loro rispettivi mondi continuino a esistere nel multiverso o in quello che verrà a sostituirlo in seguito. Insomma, nell’eventualità che non ci sia un recast, ci sono alcune buone possibilità per l’MCU di abbandonare il personaggio di Kang.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, la spiegazione del vero Quadrante del Destino

I film del franchise di Indiana Jones hanno caratteristiche così iconiche che sono state replicate e parodiate da innumerevoli film fin da quando I predatori dell’arca perduta uscì nelle sale. Le scene d’azione, gli inseguimenti, le fughe e il carismatico e audace avventuriero protagonista sono tutti ingredienti della ricetta che ha reso una delle serie cinematografiche più durature e amate di sempre. Forse, però, l’elemento più caratteristico di questa formula, che spesso determina il successo o il fallimento della storia, è l’artefatto al centro di ogni avventura. Questo rende l’oggetto al centro della prossima avventura di Indiana Jones una parte cruciale dell’equazione del successo della storia. Quindi, nel film di James Mangold Indiana Jones e il Quadrante del Destino (leggi qui la recensione), cos’è esattamente il quadrante del destino?

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Perché gli artefatti di Indiana Jones sono importanti?

Harrison Ford Indiana Jones

Uno dei motivi per cui l’artefatto è così importante per i film di Indiana Jones è che l’oggetto a cui Indy e i cattivi danno la caccia, nel migliore dei film, è direttamente collegato ai temi della storia. Ne I predatori dell’arca perduta, l’Arca dell’Alleanza come artefatto centrale giocava un ruolo fondamentale, non solo come oggetto desiderabile, ma anche in relazione al desiderio di potere che i cattivi della storia volevano usare l’Arca per ottenerlo.

Ne L’ultima crociata, il Santo Graal faceva da contrappunto all’egoistico desiderio di immortalità di Walter Donovan (Julian Glover) e all’uso contrastante dei poteri del Graal da parte di Indy (Harrison Ford) per salvare suo padre. In Indiana Jones e il Quadrante del Destino, l’artefatto mette in crisi il nostro protagonista.

Qual è il vero Quadrante del destino?

Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Il successo (e il fallimento) dei precedenti artefatti del franchise rende il prossimo estremamente importante per il successo della storia finale del franchise di Indiana Jones e il Quadrante del Destino. Secondo le premesse del film, è il cosiddetto “Meccanismo di Antikythera” e sembra essere un dispositivo in grado di riportare indietro il tempo. Come funzioni esattamente è un mistero, ma è un oggetto tematico interessante e potenzialmente potente, in quanto un Indy invecchiato potrebbe essere tentato di riportare in vita il proprio passato. Il dispositivo è anche ricercato da un gruppo di ex scienziati nazisti, che sperano di riportare in vita il Terzo Reich e di creare scompiglio nel mondo con il potere di questo antico artefatto, sullo sfondo dello sbarco sulla Luna del 1969.

Tutto sommato, sembra una premessa intrigante che si sposa bene con i temi della storia: Indiana Jones e il Quadrante del Destino vede Indy partire per un’ultima avventura mentre lotta con la sua età e il suo posto nel tempo. D’altra parte, l’idea di un antico manufatto in grado di riportare indietro il tempo sembra un po’ inverosimile. Certo, nel Regno del Teschio di Cristallo c’erano degli alieni, ma almeno l’aspetto del teschio di cristallo era ispirato a una storia e a un mito semi-plausibili. L’Arca dell’Alleanza non vi farà sciogliere la faccia, ma ha potenti precedenti e un ruolo vitale nella tradizione biblica. Il Santo Graal è una figura centrale del mito e della leggenda arturiana, insieme a molte altre – e ha anche il vantaggio di avere una leggenda reale sul fatto che bere dal Graal garantisca l’immortalità.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: il Meccanismo di Antikythera

Phoebe Waller-Bridge

Sebbene l’Antikythera non sia (per quanto ne sappiamo) in grado di riportare indietro il tempo, si tratta di un manufatto storico che, a differenza del Graal e dell’Arca, è stato effettivamente riscoperto. Attualmente si trova nel Museo Archeologico Nazionale di Atene, il che tende a togliere un po’ di mistero all’avventura.

L’oggetto, che appare in Indiana Jones e il Quadrante del Destino, in sé è stato scoperto nel 1901 in un naufragio al largo delle coste dell’isola greca di Antikythera, ma solo molti anni dopo si è scoperto qualcosa di estremamente curioso sulle sue proprietà. La scansione di diversi segmenti dell’oggetto ha rivelato che si trattava in realtà di un sistema complesso e interconnesso di ingranaggi progettato per la previsione e l’osservazione, che lo ha reso il più antico computer analogico conosciuto.

A cosa serviva il Meccanismo di Antikythera?

Indiana Jones e il Quadrante del Destino harrison ford
Indiana Jones (Harrison Ford) in Lucasfilm’s IJ5. ©2022 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Non è chiaro che cosa questo computer “calcolasse” nello specifico, ma il suo oggetto generale è noto: si trattava di un sistema di ingranaggi progettato intorno al II secolo a.C. che aveva una meccanica separata che regolava i moti di quelli che all’epoca erano tutti i corpi celesti conosciuti: il sole, la luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Il suo scopo era quello di tracciare e prevedere le posizioni relative di tutti questi oggetti nel cielo contemporaneamente, consentendo all’operatore di vedere a colpo d’occhio quale sarebbe stata la posizione di ciascuno di essi in un determinato momento del futuro.

Le ricerche sulla dinamica del Meccanismo di Antikythera sono ancora in corso, per cui non si può dire cosa ci sarà di nuovo nell’elenco delle scoperte su questo intricato manufatto storico. Anche se, a dire il vero, il viaggio nel tempo è piuttosto in basso nella lista delle possibilità. Ciò che rende Indiana Jones e il Quadrante del Destino parte di una lunga e raffinata tradizione dei precedenti film del franchise è dunque il prendere un manufatto storico reale con proprietà intriganti o miti e leggende ad esso associati, e poi giocare con i dettagli e qualche licenza creativa per produrre un intrigante oggetto del desiderio sia per gli eroi che per i cattivi della storia.

Maestro: la vera storia d’amore tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre

Dal 20 Dicembre è disponibile su Netflix Maestro (qui la recensione), biopic su Leonard Bernstein di e con Bradley Cooper, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Un progetto che segna il ritorno alla regia dell’attore dopo il successo di A Star is Born e che ha subito ricevuto reazioni positive sia dagli spettatori che dalla critica fin dall’uscita del trailer del film. Al centro della pellicola, vi è la storia d’amore tra il celebre direttore d’orchestra e la moglie Felicia Montealegre, interpretata da Carey Mulligan: un matrimonio contraddistinto da un profondo affetto che li ha aiutati a rimanere insieme nonostante le sfide e le difficoltà che hanno dovuto affrontare, tra cui l’omosessualità di Bernstein e la malattia di Felicia. In occasione dell’uscita del film, in questo articolo ripercorriamo dunque gli eventi principali della storia di Leonard Bernstein e Felicia Montealegre.

La trama di Maestro racconta 30 anni di storia di Leonard Bernstein

Il film di Bradley Cooper, che ripercorre 30 anni di vita di Leonard Bernstein, racconta principalmente la storia d’amore tra Bernstein e sua moglie, Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Si tratta dunque di un sentito omaggio non solo al talento artistico di Bernstein come direttore d’orchestra, ma anche al legame emotivo che condivideva con la sua famiglia. Anche se 30 anni possono essere un arco di tempo lungo da coprire per un film di 129 minuti, la pellicola di Cooper riesce brillantemente a sviscerare il profondo legame tra Felicia e Bernstein e l’evoluzione del direttore d’orchestra americano come musicista durante quel periodo.

La conoscenza e il matrimonio

Mentre Felicia Montealegre era un’attrice di successo, con ruoli che spaziavano dal teatro di Broadway a rinomate serie televisive, Leonard Bernstein era una delle figure più brillanti del mondo della musica, soprattutto dopo il suo debutto alla Filarmonica di New York. Il primo incontro tra i due, come mostra Maestro, avvenne ad una festa: fu il pianista cileno Claudio Arrau, ex insegnante di pianoforte di Felicia Montealegre, a presentarle Leonard Bernstein a una festa da lui organizzata nel 1947. Pochi mesi dopo questo incontro, i due si fidanzarono, ma Montealegre lasciò Bernstein in meno di un anno. Negli anni successivi, lei si legò sentimentalmente all’attore Richard Hart, dopo aver recitato con lui in diverse opere teatrali. Purtroppo Hart morì il 2 gennaio 1951. Sebbene Montealegre fosse ben consapevole delle precedenti relazioni di Bernstein, dopo la morte di Hart diede alla sua relazione una seconda possibilità. Il 12 agosto 1951 fu dunque annunciato il loro secondo fidanzamento e meno di un mese dopo si sposarono al Tempio Mishkan Tefilah di Boston.

Leonard Bernstein ha avuto relazioni con uomini e donne mentre era sposato

Sebbene Leonard Bernstein apparisse come un padre e un marito devoto agli occhi del pubblico, ebbe molteplici relazioni con uomini e donne mentre era sposato. Felicia Montealegre era a conoscenza delle relazioni extraconiugali del marito e ha riconosciuto il suo orientamento sessuale in una lettera privata. “Sei omosessuale e potresti non cambiare mai – non ammetti la possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello sessuale, cosa puoi fare?“. Nella stessa lettera, aggiungeva anche che il loro matrimonio non era “basato sulla passione, ma sulla tenerezza e sul rispetto reciproco“.

Nell’estate del 1971, Leonard Bernstein incontrò Tom Cothran (interpretato da Gideon Glick nel film Maestro), all’epoca direttore musicale di una radio classica di San Francisco. Dopo aver legato per il comune interesse per la musica, Cothran e Bernstein ebbero una relazione e trascorsero spesso le vacanze assieme. Cinque anni dopo il loro primo incontro, Bernstein lasciò poi la moglie Felicia per andare a vivere con Cothran nella California settentrionale. Secondo quanto riportato, la decisione di Bernstein fece infuriare Felicia, che gli disse che “sarebbe morto da vecchio amareggiato e solo“.

Maestro film

La morte di Felicia Montealegre

Poco dopo la partenza di Bernstein per la California del Nord, tuttavia, a Felicia Montealegre fu diagnosticato un cancro ai polmoni. Dopo aver saputo della diagnosi, Bernstein tornò da lei e se ne prese cura fino alla sua morte, avvenuta il 16 giugno 1978. Aveva 56 anni quando morì e fu sepolta al Green-Wood Cemetery di Brooklyn, New York. Dopo la sua morte, Leonard Bernstein rimase amico di Tom Cothran fino a quando il direttore musicale morì di AIDS nel 1987.

La morte di Leonard Bernstein

Dopo la morte della moglie, Leonard Bernstein continuò la sua carriera di musicista e nel 1980 ricevette il Kennedy Center Honor for Lifetime Contributions to American Culture through the Performing Arts, a Washington. Altri grandi traguardi raggiunti nella sua carriera sono stati la nomina a membro onorario della New York Philharmonic nel 1984 e l’avvio dell’Accademia orchestrale dello Schleswig-Holstein Musik Festival a Salzau, in Germania. Come riportato in Maestro, nell’ottobre 1990 Leonard Bernstein annunciò ufficialmente il suo ritiro dalla direzione d’orchestra. Pochi giorni dopo il suo pensionamento, il 14 ottobre 1990, si è spento all’età di 72 anni, nel suo appartamento di New York. Secondo quanto riportato, la causa del decesso fu un attacco cardiaco causato da un tipo di cancro chiamato mesotelioma. Oggi riposa accanto alla moglie al Green-Wood Cemetery di Brooklyn.

Helena Bonham Carter nella seconda clip di One Life

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Helena Bonham Carter nella seconda clip di One Life

Dopo la prima clip Eagle Pictures ha diffuso la seconda clip di One Life, l’atteso film che racconta storia vera di Sir Nicholas “Nicky” Winton interpretato da Anthony Hopkins. Diretto da James Hawes nel cast anche Helena Bonham Carter e Johnny Flynn. Scritto da Lucinda Coxon, Nick Drake.

https://youtu.be/zYh2srRlARE

La trama di One Life

One Life racconta la storia vera di Sir Nicholas “Nicky” Winton, un giovane broker londinese interpretato con maestria da Anthony Hopkins, che nei mesi precedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale salvò 669 bambini profughi da morte certa. Nicky si reca Praga nel dicembre del 1938, e trova migliaia di famiglie fuggite dalla Germania e dall’ Austria, in condizioni disperate, con poco o nessun riparo e cibo, e sotto la costante minaccia dell’invasione nazista. Si rende subito conto che la sua è una corsa contro il tempo, ma capisce immediatamente cosa deve fare: salvare quanti più bambini possibile prima che le frontiere si chiudano definitivamente.

Cinquant’anni dopo nel 1988, Nicky vive ancora nel ricordo della triste sorte di quei bambini che non ha potuto portare in salvo in Inghilterra, incolpandosi sempre di non essere stato in grado di aver fatto di più. Ma il destino gli riserva un incontro inaspettato. Un programma televisivo della BBC, “That’s Life!”, racconta la sua incredibile vicenda, con una sorpresa che lo lascerà senza parole. Dopo ben cinque decenni un evento inaspettato lo porterà finalmente a confrontarsi con il suo senso di colpa e a riappacificarsi con il passato e con sé stesso.

Gigolò per caso, la recensione della serie con Christian de Sica

Gigolò per caso, la recensione della serie con Christian de Sica

Niente cinepanettone questa volta, anzi! Dal 21 dicembre, Christian de Sica sarà su Prime Video per un Natale molto particolare, e tutto da scoprire. Come la serie tv Gigolò per caso che lo vede protagonista, agli ordini di Eros Puglielli, e che in sei episodi ce lo mostrerà alle prese con situazioni quotidiane, ma insieme paradossali, come si confà a una comedy corale come questa. Una produzione Original che mette di fronte al mattatore romano il ‘figlio’ Pietro Sermonti e inserisce i due in un contesto creato grazie alla partecipazione di Ambra Angiolini, Frank Matano, Asia Argento, Claudio Gregori (Greg), Antonio Bannò, Francesco Bruni, Giorgia Arena, Marco Messeri, Sandra Milo e Stefania Sandrelli. Ai quali si aggiungono grandi guest star del calibro di Gloria Guida, Isabella Ferrari, Lillo e Virginia Raffaele.

Gigolò per caso, la trama

Una vita di mediocrità, che non lo ha mai visto emergere né per carisma né per bellezza, viene interrotta quando Alfonso (Sermonti) riceve notizia della morte del padre. Uno scherzo per attirare la sua attenzione, ma l’infarto subito dall’incontrollabile Giacomo (De Sica) è vero e costringe il tranquillo commesso in un negozio di orologi – dove viene quotidianamente umiliato – e marito fin troppo attento della insoddisfatta Margherita (Angiolini) a cambiare tutto. Dove non erano riusciti l’invadente terapista di coppia Costanza (Argento) e l’amichevole parroco Don Luigi (Matano), riesce il senso del dovere filiale, che lo costringe a improvvisarsi gigolò per impedire che l’attività paterna vada all’aria. Lo aspetta una rivoluzione alla quale nemmeno il suo femminismo poteva prepararlo e che lo trascinerà in un intreccio imprevedibile, tra criminali sadici, ladri da quattro soldi e donne tutte diverse che lo spingeranno ad affrontare i propri fantasmi e lo arricchiranno di nuove importanti consapevolezze sull’universo femminile e su di sé.

Gigolò per casoGigolò per caso, un Natale di scoperte

Non siamo certo di fronte al De Sica visto da poco nel bel I limoni di inverno, ma non aspettatevi di rivedere il dominatore di tanti natali cinematografici – in coppia o da solo – degli scorsi anni. In Gigolò per caso (guarda il trailer), l’attore romano ha spazio per svariare e un cast di spalle e controparti ben orchestrate e ben scritte (da Daniela Delle Foglie e Tommaso Renzoni). Sempre pronte a offrirgli l’aggancio giusto per dar sfogo all’istrionismo e al suo repertorio più classico quanto a farsi da parte in modo accorto per lasciare i riflettori al trasformista Sermonti, perfettamente a suo agio nel ruolo del rispettoso protagonista di quella che viene presentata come una “Comedy sofisticata che diverte senza volgarità”.

E in effetti, se il primo aggettivo è frutto di una particolare benevolenza non c’è dubbio che sia facile ritrovarsi a sorridere spesso seguendo lo svolgersi degli eventi. Ritmati, coerentemente intrecciati tra loro in modo da permettere di seguirli facilmente e di conservare un ritmo adatto al formato e al prodotto. Che nel corso del suo sviluppo, episodio dopo episodio, riesce e a bilanciare la linea principale e i duetti tra i due gigolò protagonisti, con le varie diramazioni e parallele, mai esagerate da sopraffare o confondere, sempre utili a presentare i tanti cameo – grandi e piccoli – ospitati dalla produzione, Gloria Guida e Isabella Ferrari su tutti.

L’insicurezza, i traumi infantili alla sua origine, un certo divertente anacronismo e l’impegnativo – a tratti apparentemente casuale – percorso di scoperta di sé e, come suggerisce Puglielli, di ciò che conta veramente e di chi siamo, sono costantemente presenti nella caratterizzazione del povero Alfonso. E sebbene azioni e apparizioni di un paio di personaggi, soprattutto femminili, sembrino più motivate dal blasone o da necessità produttive, complessivamente poche volte è stato ricordato in maniera intelligente e così gradevole quanto sia imprescindibile, necessario, attuale e moderno acquisire una diversa consapevolezza del femminile e rispettare bisogni, debolezze e scelte di vita e genere altrui.

Jason Momoa commenta la possibilità di interpretare Lobo nel DCU

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Jason Momoa commenta la possibilità di interpretare Lobo nel DCU

Le possibilità che Jason Momoa interpreti nuovamente Arthur Curry dopo Aquaman e il Regno Perduto (qui la recensione) sono molto scarse. Mettendo da parte il fatto che il sequel di James Wan sarà ufficialmente il film finale del “DCEU” prima che il DCU rinnovato di James Gunn e Peter Safran inizi a prendere forma, le prime proiezioni di incasso del film non sono promettenti per un terzo capitolo.

Tuttavia, il viaggio di Momoa con i personaggi DC potrebbe non essere concluso. Ci sono state voci persistenti secondo cui l’ex attore di Game of Thrones sarebbe destinato ad assumere un ruolo diverso nel DCU. Mentre chiacchierava con Fandango, a Momoa è stato chiesto delle notizie secondo cui sarebbe in trattative per interpretare Lobo, e mentre afferma di “non aver ricevuto la chiamata”, ammette che coglierebbe al volo l’opportunità di interpretare il Main Man.

“Quindi Lobo era… colleziono fumetti, e non faccio più molto, ma è sempre stato il mio preferito, e ho sempre voluto interpretare Lobo, perché ero tipo, ‘Ciao? È il ruolo perfetto,’. Voglio dire, ascolta. Se chiamano e mi chiedono di interpretarlo, è un ca**o, sì. Non ho ricevuto quella chiamata, quindi non voglio mettere in giro nessuna notizia falsa, ma se mai mi chiamassero e chiedimi di interpretarlo, o chiedimi di fare un’audizione, io sono lì.”

Stranamente, Momoa in realtà pensava di essere stato scelto come Lobo quando Zack Snyder lo ha scelto come Aquaman. L’attore conferma anche un precedente report secondo cui originariamente aveva fatto il provino per Batman, ma aveva la sensazione che non fosse del tutto adatto per quel personaggio. “All’inizio pensavo che avrei interpretato Lobo fin da subito”, ha spiegato Momoa. “Ho fatto il provino per Batman, ma pensavo, ‘È stupido. Non sarò io. Perché faccio il provino per Batman?’ Ma era solo un’audizione ordinaria, e poi vengo chiamato subito dopo l’annuncio di Affleck, e dico: “Oh, ca**o. Certo, interpreterò il cattivo”. tipo.’ Quindi ho pensato, ‘Sì, entrerò, li picchierò [Batman e Superman] e morirò, come faccio io.'”

“Mi hanno chiamato in ufficio e mi sono detto, ‘Beh, sai chi interpreterai?’ Io ho risposto: “Sì, Lobo! Certo. È l’unico che può combattere Batman e Superman”. [Il regista Zack Snyder era] tipo, “Cosa? Lobo? No, non è in questo universo”. Mi chiedo, ‘Cosa? Chi diavolo dovrei interpretare?’ E poi, vorrei che l’avesse registrato, perché dice “Aquaman”. E io non sono riuscito a nascondere la delusione.” Ma nonostate la prima reazione, c’è da dire che Jason Momoa sembra si sia comunque molto divertito a interpretare Arthur Curry.

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