Il ritorno di Lord Voldemort e
l’arrivo della terribile Dolores Umbridge, la ribellione compatta
dell’Esercito di Silente. Uno dei capitoli più complessi della saga
torna sul grande schermo come non lo avete mai
visto, pronto a incantare ancora una volta il pubblico
grazie alla magia della musica dal vivo e alla
bacchetta di un grande direttore d’orchestra.
L’Orchestra Italiana del
Cinema presenta per la prima volta a Roma
“Harry
Potter e l’Ordine della Fenice™ in Concerto”, in
arrivo all’Auditorium della Conciliazione mercoledì 27 e
giovedì 28 dicembre.
Sul palco una straordinaria
formazione di oltre 80 musicisti che sotto la
direzione del Maestro Benjamin Pope eseguirà
l’indimenticabile colonna sonora di Nicholas
Hooper dal vivo, in perfetto sincrono con la
proiezione dell’intero film, in alta definizione su uno
schermo di oltre 12 metri e con i dialoghi in italiano.
In questo quinto film della serie il
Signore Oscuro è tornato ma il Ministero della Magia cerca di
mantenere segreta la verità sull’incarico di un nuovo e ambizioso
professore di Difesa dalle Arti Oscure a Hogwarts. Ron ed Hermione
convincono Harry ad addestrare segretamente gli studenti per
l’imminente guerra magica, e un nuovo e terrificante scontro tra il
bene e il male è in agguato.
Nominato per un World
Soundtrack Discovery Award, il compositore
Nicholas Hooper ha utilizzato tecniche
sperimentali e strumenti unici per comporre due nuovi temi
principali che riflettono l’influenza di Voldemort sulla psiche di
Harry. Utilizzando i tamburi Taiko giapponesi, Hooper permette a
una corrente più sinistra e nefasta di permeare l’avventura magica
di Harry e dei suoi amici mentre si preparano alla guerra in
arrivo.
Justin Freer,
Presidente di CineConcerts, produttore e direttore della serie di
concerti di Harry Potter, spiega: “La serie di film di Harry
Potter è un fenomeno culturale irripetibile che continua a
deliziare milioni di fan in tutto il mondo. È con grande piacere
che portiamo per la prima volta ai fan l’opportunità di
sperimentare i premiati brani musicali suonati dal vivo da
un’orchestra sinfonica, il tutto mentre il film è proiettato
contemporaneamente sul grande schermo. Questo è davvero un evento
indimenticabile”.
“Harry Potter è sinonimo di
entusiasmo in tutto il mondo ed è fantastico scoprire che eseguendo
questa incredibile musica con il film completo, il pubblico torni a
goderne la magia“: aggiunge Brady Beaubien di
CineConcerts e Concert Producer.
“Siamo orgogliosi di aver
portato per primi in Italia una nuova ed emozionante forma di
spettacolo dal vivo come The Harry Potter Film Concert
Series”: dichiara Marco Patrignani,
presidente dell’Orchestra Italiana del Cinema e produttore dello
show in Italia. “Il ruolo della musica nel film è cruciale e
questa è un’occasione più unica che rara per poter ammirare i
musicisti creare un suono straordinario e scoprire i colori e le
suggestioni che gli strumenti sono in grado di generare in
relazione a ogni momento del film. Harry Potter è una delle
maggiori saghe di successo nella storia e penso che la serie di
film-concerto sia una meravigliosa opportunità adatta a tutte le
età, per rivivere o scoprire fin dall’inizio questa emozionante
avventura e lasciarsi trasportare dalla magia della sua
musica”.
Warner Bros. Discovery Global Themed
Entertainment e CineConcerts hanno creato la “Harry Potter Film
Concert Series”, l’unica tournée concertistica al mondo dedicata ai
film di Harry Potter.
Dal debutto di “Harry Potter e la
Pietra Filosofale™ in Concerto” nel 2016, più di 3 milioni
di fan hanno goduto di questa magica esperienza, per un
totale di oltre 2.973 spettacoli in più di 48 paesi in
tutto il mondo compresi quelli programmati fino al 2025.
Le date italiane sono prodotte da Marco Patrignani e Forum Studios
in partnership con Cineconcerts e Warner Bros. Consumer
Products.
Quando i Marvel Studios hanno annunciato
X-Men
’97, serie animata sequel di X-Men: The
Animated Series non è stata una sorpresa per nessuno,
visto quanto era amata e seguita la serie a cartoni animati degli
anni ’90. Ad aggiungere gioia a questa notizia, è stato il fatto
che tutto il cast della prima serie tornerà in questa seconda
avventura animata degli X-Men che arriverà su Disney+, riprendendo la storia
da dove era stata interrotta.
Ora, grazie allo scooper @CanWeGetToast (via Toonado.com),
abbiamo alcuni nuovi dettagli su come si concluderà la prima
stagione. Secondo quanto riferito, X-Men
’97 offrirà un finale in tre parti che si
svolgerà negli episodi 8, 9 e 10. Nathan Summers/Cable tornerà,
mentre gli X-Men si affronteranno con Mister Sinister, Bastion e
una nuova ondata mortale di Sentinelle. In questo finale, secondo
quanto riferito, vedremo Jubilee e il suo ragazzo, Sunspot,
intrappolati in un videogioco a 16 bit di Mojo nel giorno del suo
compleanno. Di conseguenza, parte dell’episodio sarà animato nello
stile di un videogioco a 16 bit.
C’è un’enorme quantità di
entusiasmo attorno a X-Men
’97, anche se prenderà spunto da
X-Men: The Animated Series, è chiaro che anche i
Marvel Studios intendono fare di
testa propria con questo revival per assicurarsi che venga accolto
anche da un pubblico moderno, così come dai fan di lunga data.
Con lo spostamento delle date di
uscita dei Thunderbolts dal
20 dicembre 2024 al 25 luglio 2025, i fan dei Marvel Studios si chiedono quando inizieranno
esattamente le riprese del film. L’attore che interpreta il
Guardiano Rosso,
David Harbour, ha un impegno piuttosto grande con
l’ultima stagione di Stranger
Things di Netflix, le cui riprese inizieranno a gennaio 2024. E
secondo i fratelli Duffer, la serie prevederà circa un anno di
riprese.
Rispondendo alla domanda se ci sia
una lunga strada di redenzione davanti a John Walker, dopo gli
eventi di The Falcon e The Winter Soldier, Wyatt ha
dichiarato: “Lo spero. C’è così tanto con cui giocare con John,
e c’è molto altro da fare. Sono così fortunato a poter
lavorare con i talenti con cui lavorerò quando inizieranno le
riprese di Thunderbolts a marzo o aprile.”
“Non so ancora quando
inizieremo, ma Sebastian Stan è un grande amico e non si potrebbe
chiedere un attore migliore. Florence Pugh è una delle migliori
attrici al mondo in questo momento, ed è una delle mie attrici
preferite al mondo. David Harbour. Steven Yeun è uno dei migliori
attori al mondo in questo momento. Ci sono tutte queste persone in
questo film e non potrei sentirmi più fortunato.”
Il roster di Thunderbolts è
attualmente composto da Red Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt
Russell), Sentry (Steven
Yeun) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry. Inoltre, Ayo Edebiri ha
un ruolo nel film non ancora rivelato e dovrebbe apparire anche
Thunderbolt Ross di
Harrison Ford.
Dopo numerosi rinvii e apparenti
problemi produttivi, Aquaman e il Regno
Perduto arriva finalmente in sala per concludere
questo complicato e altalenante anno per i cinecomic. Arriva però
soprattutto in qualità di colpo di coda del DC
Extended Universe, su cui ha definitivamente posto la
parola fine l’arrivo di James Gunn e
Peter Safran quali nuovi co-CEO dei DC Studios,
pronti a dar vita ad un reboot del franchise a partire dal 2025.
Proprio la notizia di quest’imminente conclusione e del futuro
riavvio sembra aver avuto un certo peso nei deludenti risultati
economici dei cinecomic DC usciti quest’anno. Da Shazam! Furia degli Dei a
The Flash e fino a
Blue Beetle, nessuno di
questi è riuscito ad ottenere gli incassi sperati.
Il sequel di Aquaman
diretto da James Wan è
allora atteso al varco da quanti sono curiosi di scoprire se le
voci circolate negli ultimi mesi sono vere: che il film è un
disastro, che il ruolo di Amber Heard è
stato notevolmente ridotto e che l’intero progetto sarebbe stato
concepito come uno standalone. Con sulle spalle la pesante eredità
dell’incasso globale di circa un miliardo di dollari del precedente
film, Aquaman e il Regno Perduto arriva dunque al cinema
tra l’indifferenza e la curiosità per dare risposta a tutto ciò. E
la risposta è piuttosto sorprendente: il film, continuando a non
prendersi sul serio, si rivela essere una divertita e divertente
commedia d’avventura e tanto dovrebbe bastare.
La trama di Aquaman e il Regno Perduto
Ritroviamo
dunque Arthur Curry alias
Aquaman (JasonMomoa), diviso tra la noiosità del suo ruolo
di re di Atlantide e le difficoltà dell’essere padre. Le avventure
di un tempo sono sempre di meno e sempre meno entusiasmanti, ma
naturalmente ciò è destinato a cambiare. Dalle profondità degli
abissi, David Kane alias Black
Manta (Yahya Abdul-MateenII), ancora spinto dal bisogno di vendicare la
morte di suo padre, è entrato il potere del mitico Tridente Nero,
che scatena una forza antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman
dovrà allora rivolgersi al fratello imprigionato
Orm (Patrick
Wilson). I due dovranno però mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e il mondo intero.
La seconda e ultima avventura di
Aquaman è una gradita sorpresa
Probabilmente il modo migliore di
intraprendere la visione di Aquaman e il Regno
Perduto è dimenticare che faccia parte di un universo
condiviso. Il film in questo aiuta, non presentando neanche un
riferimento agli altri titoli del DCEU, né verbale né sotto forma
di cameo. Il nuovo Aquaman può dunque davvero essere
considerato un lungometraggio standalone, legato solo al capitolo
di cui è il seguito. Questa autonomia permette di non distrarsi con
elementi che poco o nulla avrebbero significato ai fini del
racconto, concentrandosi invece sul costruire adeguatamente una
nuova storia su questo riluttante re alla disperata ricerca di
nuove avventure, senza dimenticare di lanciare un convincente
messaggio sui pericoli del cambiamento climatico.
Seguendolo in esse, Wan può dunque
sbizzarrirsi nel offrire tanto situazioni comiche cucite su misura
sul protagonista quanto un’esplorazione di nuovi ambienti e culture
sottomarine che si rivelano più affascinanti del previsto. C’è
infatti un gusto per l’immagine, la ricostruzione scenografica e
l’uso degli effetti speciali a cui il regista e il suo team
dimostrano di aver lavorato con grande cura, raggiungendo
entusiasmanti risultati. Visivamente, dunque, Aquaman e il
Regno Perduto offre continue gioie per gli occhi, pur al netto
di alcune scelte estetiche che potranno far storcere il naso a
qualcuno. Di certo, il risultato è ben al di sopra di quanto
compiuto da un altro film che parzialmente esplorava gli abissi
quale Black Panther: Wakanda
Forever.
Ma tornando al racconto, questo
potrà forse apparire fin troppo semplice nel suo svolgersi, ma è
proprio questa semplicità che premia il film, portando lo
spettatore da un punto ad un altro e poi ad un altro ancora, senza
che le sottotrame strabordino in quella principale. Wan aveva
inoltre anticipato che ci saremmo ritrovati davanti ad una sorta di
buddymovie incentrato sul rapporto tra Aquaman e
Orm, ed è proprio il loro condividere la scena a regalare al film
momenti particolarmente brillanti. Certo, non ci si trova dinanzi
ad una comicità tale da sbellicarsi dalle risate, ma è giusto che
sia così o altrimenti il film avrebbe rischiato con il diventare
demenziale. Ancora una volta, Aquaman non si prende dunque
sul serio e questo è il suo punto di forza.
Cosa ci resta di questi personaggi?
Aquaman e il Regno Perduto
smentisce dunque le voci che lo volevano disastro completo,
regalando due ore di sano intrattenimento, senza dimostrare
particolari ambizioni ma facendo della propria semplicità la
propria forza. A volte, in realtà, si ha l’impressione che si
giochi troppo sul sicuro, non ottenendo dunque momenti
particolarmente coinvolgenti da un punto di vista emotivo. Per
quanto la posta in gioco sia alta, forse un maggior senso di
pericolo o di furia vendicativa da parte dei protagonisti li
avrebbe resi più interessanti, lasciando qualcosa in più di loro
negli spettatori. Ciò non avviene ma importa fino ad un certo
punto. Il film presenta gli ingredienti giusti per divertire,
intrattenere e, che piaccia o meno, concludere l’avventura del
DCEU.
Il protagonista di Deadpool 3Ryan Reynolds ha recentemente confermato che
una variante di Wade Wilson,
Dogpool, apparirà nel prossimo trequel, e ora alcuni
rumor vorrebbero l’apparizione di un’altra variante del Mercenario
Chiacchierone. Secondo Daniel Richtman, Lady Deadpool di
Terra-3010, alias Wanda Wilson, apparirà nel film e “sembrerà
esattamente come nei fumetti”. Non sappiamo se il personaggio
avrà un ruolo sostanziale, ma sembra più probabile che sia un
cameo.
Si è anche diffusa la speculazione
che Taylor Swift – che per tanto tempo era stata
accostata al personaggio di Dazzler – potrebbe essere stata scelta
per il ruolo di Lady Deadpool, dal momento che pop star è stata
vista uscire con Reynolds, Hugh
Jackman e il regista Shawn Levy
al MetLife Stadium per i Kansas City Chiefs contro New York.
Un’altra popolare scelta dei fan per
il ruolo di lady Deadpool è la moglie di Reynolds, Blake
Lively, ma se è coinvolta nel progetto, è stato fatto un
ottimo lavoro per mantenere il segreto.
Altri cameo che secondo quanto
riferito sono stati raccolti per Deadpool 3 includono
diversi personaggi degli X-Men (Tempesta, Ciclope e Jean Gray tra
gli altri), e forse anche Channing Tatum e
Taylor Kitsch come diverse varianti di Gambit. Una
voce recente affermava che anche Liev Schreiber
riprenderebbe il suo ruolo in X-Men Origins:
Wolverine nei panni di Victor Creed (abbiamo visto un
attore che è apparso a Tyler Mane di X-Men 1 nelle recenti foto dal
set). L’unico grande ritorno confermato è quello di Jennifer
Garner nei panni di Elektra, ma attrice
ha rifiutato di confermare il suo coinvolgimento in una recente
intervista.
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter),
Brianna Hildebrand (Negasonic Teenage Warhead) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti.
Anche i dettagli della trama rimangono un mistero per ora, ma si
prevede che Wade e Wolvie si ritroveranno (intrappolati?)
nell’universo cinematografico Marvel.
Un recente report afferma che la TVA
di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. I rumors sembrano anche
indicare che il debutto di Wade nell’MCU sarà molto più parte integrante della Fase 5 di
quanto pensassimo inizialmente. Shawn Levy dirigerà
Deadpool 3, che uscirà nei cinema il 26
luglio 2024.
Il sequel di Triple
Frontier potrebbe essere ancora vivo a quattro anni di
distanza dall’uscita del primo film su Netflix. Distribuito sulla piattaforma nel 2019,
Triple Frontier è un film d’azione che racconta di
un gruppo di amici che lavorano insieme per sconfiggere il leader
di un cartello della droga sudamericano usando le loro abilità di
ex agenti delle forze speciali. Il film presenta un cast di
serie A che conta
Ben Affleck,
Oscar Isaac,
Charlie Hunnam,
Garrett Hedlund e Pedro Pascal.
In un’intervista con The Mary Sue, Charlie Hunnam si apre sulle prospettive di
Triple Frontier 2. L’attore ha detto che non c’era
“nulla di garantito” ma ha accennato a un “potenziale seguito”. Ha
detto: “[È nella sua] fase iniziale. Niente di garantito,
ma di recente ho iniziato a diventare il produttore principale di
un potenziale sequel di Triple Frontier su Netflix.”
Sebbene Triple Frontier fosse un
film Netflix, il film ha ricevuto una distribuzione limitata nel
marzo 2019. L’uscita di Triple Frontier è stata meno fruttuosa dal
punto di vista economico di quanto Netflix avesse sperato,
soprattutto dopo che lo studio ha speso l’enorme cifra di 115
milioni di dollari per realizzarlo. Ciononostante, Triple Frontier
ha ottenuto un 70% su Rotten Tomatoes tra i critici.
La casa di produzione
Play Entertainment è lieta di annunciare l’avvio delle
riprese di Una fottuta bugia, un dramedy in cui un
giovane ex-enfant prodige squattrinato si trova, suo malgrado,
costretto a fingersi malato di cancro per non essere sfrattato di
casa. L’incontro con Claudia, una ragazza malata terminale, lo
costringe a confrontarsi col suo castello di bugie.
Il film è prodotto da
Play Entertainment e diretto da Gianluca Ansanelli, che
ne firma anche la sceneggiatura insieme a Tito Buffulini.
L’opera è realizzata in co-produzione con Agresywna Banda,
con il supporto di Lazio Cinema International 2022 e con il
sostegno della Fondazione Calabria Film Commission.
Protagonisti principali
sono Emanuele Propizio (Tutto quello che vuoi, Ghiaccio,
Romantiche), Antonia Fotaras (Il Silenzio grande,
Luna Nera e Un’estate fa) e Giampaolo Morelli (7 ore per farti innamorare, C’era
una volta il crimine, Falla Girare). Nel cast anche Mariano
Rigillo, Gianmarco Tognazzi, Antonello Fassari, Antonella Fattori,
Marit Nissen e Paola Sotgiu.
Gianluca
Ansanelli, non solo sceneggiatore e regista per cinema e
teatro, ma anche autore, cabarettista e attore televisivo, torna
dietro la macchina da presa per il grande schermo dopo il recente
La Guerra dei Nonni e ritrova sul set in questa nuova
avventura Giampaolo Morelli con cui ha già lavorato in diversi
progetti in veste di sceneggiatore (7 ore per farti innamorare,
Falla girare). Commenta il regista: “Molti film che parlano
della malattia hanno per protagonisti persone mature o anziane e
questo allontana il pubblicogiovane, io ho scelto di
raccontare la storia di due ragazzi, con le fragilità, gli slanci e
l’incoscienza tipici della loro età per poter parlare a un target
più allargato. Anche il modo di girare rispecchierà questa mia
intenzione di abbassamento anagrafico”. Le riprese dureranno 5
settimane e si snoderanno tra Roma e la Calabria.
Una Fottuta Bugia, la trama del film
Pietro (Emanuele
Propizio) è un ex-enfant prodige della pubblicità che oggi, a
quasi trent’anni viene regolarmente scartato ai provini e sbarca il
lunario insegnando teatro ai ragazzini della parrocchia. Vive in un
modesto appartamento della diocesi con Nicolas (Giampaolo
Morelli) un infermiere dall’indole casinara e menefreghista,
divorziato con moglie e figlio a carico. Quando i due rischiano di
essere sfrattati dal prete, Nicolas inventa l’orrenda bugia che il
suo inquilino è malato di cancro. Inizialmente Pietro subisce la
cosa impotente ma poi, proprio quando decide di confessare tutto,
conosce Claudia (AntoniaFotaras), una ragazza
veramente malata, che malgrado le sue gravi condizioni di salute,
sprizza vitalità da tutti i pori. Tra i due ragazzi si crea un
indissolubile legame a cui Pietro non vuole rinunciare. Riuscirà a
gestire i suoi sentimenti senza ferire quelli di Claudia?
PLAY ENTERTAINMENT è una
società di produzione audiovisiva operativa dal 2008 che si è
affermata rapidamente nel mondo dell’entertainment sviluppando e
commercializzando in tutto il mondo progetti “made in Italy”. Tra i
suoi precedenti prodotti la serie TV animata Angel’s Friends
lanciata nel 2008 e co-prodotta da R.T.I. che è stata venduta in
oltre 30 paesi internazionali e ha realizzato oltre 100 contratti
di licensing e merchandising; il mistery horror Shortcut di
Alessio Liguori uscito in oltre 700 schermi e arrivato settimo
negli USA; la black comedy I Iiviatani, cattive attitudini,
regia di Riccardo Papa, Un mondo in più, un dramma sociale
di Luigi Pane, Blackbits, un thriller di Alessio Liguori e
la commedia romantica corale L’amor Fuggente di Davide
Lomma. Fanum è l’ultimo mistery-thriller per la regia della
giovanissima Iris Gaeta, attualmente in post-produzione.
AGRESYWNA BANDA è una
società di produzione cinematografica con sede in Polonia coinvolta
principalmente in co-produzioni internazionali, dal 2010 ha
prodotto la fiction Rai Marco D’aviano e 14 film tra cui
Closer to the Moon (9 premi Gopo rumeni tra cui miglior
film), Rimetti a noi i nostri debiti di Antonio Morabito
(prima produzione italiana Netflix), Nonodiare di Mauro Mancini
presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2020, Il
Silenzio grande di Alessandro Gassmann presentato sempre alla
Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e Beibis (remake di
Figli di Mattia Torre). Attualmente ha 5 film in lavorazione.
Henry Cavill commenta l’aspetto del suo personaggio,
compreso il suo bizzarro taglio di capelli, nel film di spionaggio
Argylle – La
super spia. Dal regista di
Kingsman The Secret ServiceMatthew
Vaughn, la commedia d’azione vede Cavill nei panni
dell’omonimo agente Argylle, un personaggio
immaginario creato dall’autrice Elly Conway
(interpretata da
Bryce Dallas Howard) come protagonista della sua serie
di romanzi di spionaggio bestseller. Da quando abbiamo visto Henry
Cavill con il look del film nel novembre 2022, il bizzarro taglio
di capelli del suo personaggio è stato argomento di
discussione.
In vista dell’uscita di
Argylle l’anno prossimo,
Henry Cavill ha parlato del look del suo personaggio e
del bizzarro taglio di capelli in una nuova intervista con Entertainment Weekly. La star di
Argylle dice che l’aspetto dell’omonima spia non è
stata una sua scelta, ma è da attribuire al regista Matthew
Vaughn, anche se è arrivato ad apprezzare lo stile
caratteristico dell’agente Argylle. “Quella era in realtà la
proposta di Matthew, il suo stile distintivo. Volevo divertirmi.
Matthew mi ha detto: “Guarda, questo ragazzo avrà un aspetto
particolare e devi fidarti di me”. E l’ho fatto! Questo è il tipo
di cosa che stavo cercando. Sono felice di averlo fatto.”
Bryce Dallas Howard (Jurassic World) è Elly Conway,
autrice solitaria di una serie di romanzi best-seller di
spionaggio, la cui idea di felicità è una serata a casa al computer
con il suo gatto Alfie. Ma quando le trame dei libri di Elly,
incentrate sull’agente segreto Argylle e sulla sua missione di
smascherare un’organizzazione criminale globale, iniziano a
rispecchiare le azioni segrete di un’organizzazione di spionaggio
reale, le tranquille serate a casa diventano un lontano
ricordo.
Accompagnata da Aiden
(il premio Oscar Sam Rockwell), una spia allergica
ai gatti, Elly (che porta Alfie nello zaino) corre per il mondo
cercando di stare un passo avanti agli assassini, mentre il confine
tra il mondo immaginario di Elly e quello reale inizia a
svanire.
Il cast di prim’ordine
comprende
Henry Cavill (The
Witcher),
John Cena (Fast X), la vincitrice dell’Oscar Ariana DeBose (West Side Story), la superstar
del pop Dua Lipa (Barbie), il vincitore dell’Emmy e candidato all’Oscar
Bryan Cranston (Breaking Bad), la vincitrice dell’Emmy
e icona della commedia Catherine O’Hara (Schitt’s Creek), Sofia Boutella (Kingsman – The Secret Service)
e il leggendario
Samuel L. Jackson. Alfie è interpretato da Chip, che
nella vita reale è il gatto della top model Claudia Vaughn (nata
Schiffer).
Argylle – La
super spia è diretto e prodotto da Matthew Vaughn, da
una sceneggiatura di Jason Fuchs (Sei ancora qui – I Still See
You). Il film è prodotto da Matthew Vaughn, Adam Bohling (del
franchise Kingsman), Jason Fuchs e David Reid (del franchise
Kingsman). I produttori esecutivi sono Adam Fishbach, Zygi Kamasa,
Carlos Peres e Claudia Vaughn.Apple Original Films
presenta, in associazione con MARV, una produzione Cloudy. Argylle – La
super spia è distribuito da Universal Pictures
Italia.
Il video mostra
Liam Hemsworth nei panni di un ufficiale alle prime
armi, la cui operazione segreta deraglia, lasciando lui e la sua
squadra bloccati in territorio nemico. Spetta al personaggio di
Russell Crowe, pilota di droni dell’Air Force,
guidarli verso la salvezza prima che sia troppo tardi. Il film
debutterà nelle sale americane il 16 febbraio 2024.
Di cosa parla Land of Bad?
“Nel film, un’operazione
segreta delle Forze Speciali nel sud delle Filippine si trasforma
in una brutale battaglia di 48 ore per la sopravvivenza“, si
legge nella sinossi. “Quando una squadra di estrazione d’élite
cade in un’imboscata in territorio nemico, l’ufficiale Kinney
(Hemsworth), alle prime armi, si ritrova in inferiorità numerica ma
determinato a non lasciare indietro nessuno. Con un attacco aereo
in avvicinamento, l’unica speranza di Kinney dipende dalla guida
del pilota di droni dell’Air Force Reaper (Crowe), che naviga in un
pericolo inconoscibile dove ogni mossa potrebbe essere
l’ultima. “
Land of
Bad è diretto da William Eubank da
una sceneggiatura scritta insieme a David Frigerio. Il film,
vietato ai minori, è interpretato anche da Luke Hemsworth,
Ricky Whittle,
Milo Ventimiglia, Daniel MacPherson, George Burgess e
altri. Il film è prodotto da Luke Hemsworth,
Tracey Robertson, Nathan Mayfield, Tracey Vieira, Jack Bear Liu,
Vanessa Yao Guo, Delphine Perrier, Sophie Jordan e
altri.
Parlando con Empire Magazine,
Jeff Rowe ha rivelato perché Shredder non è
diventato il cattivo principale del primo film Tartarughe
Ninja: Caos mutante. Ha paragonato la situazione a
quella della serie di film de Il cavaliere oscuro, che ha utilizzato
Joker nel secondo film invece che nel primo. Il
regista ha poi spiegato quanto Shredder sia più
spaventoso dell’antagonista del
primo film, Superfly.
“Shredder era il cattivo
principale [in Mutant Mayhem] prima che ce ne allontanassimo“,
ha detto. “L’unica cosa che posso dire senza spoilerare nulla è
che [Shredder] deve essere 100 volte più spaventoso di Superfly –
che è un cattivo credibile, è pericoloso, è forte, sembra che possa
mettere in difficoltà le Tartarughe. Shredder deve essere così,
solo molto di più“.
Tartarughe Ninja: Mutant
Mayhem vede le voci di Micah Abbey nel ruolo di Donatello,
Shamon Brown Jr. nel ruolo di Michelangelo, Nicolas Cantu nel ruolo
di Leonardo e Brady Noon nel ruolo di Raffaello. A loro si aggiunge
un cast stellare che comprende Hannibal Buress nel ruolo di Gengis
Frog, Rose Byrne nel ruolo di Leatherhead, John Cena nel ruolo di
Rocksteady, Jackie Chan nel ruolo di Splinter, Ice Cube nel ruolo
di Superfly, Natasia Demetriou nel ruolo di Wingnut, Ayo Edebiri
nel ruolo di April O’Neil, Giancarlo Esposito nel ruolo di Baxter
Stockman, Post Malone nel ruolo di Ray Fillet, Seth Rogen nel ruolo
di Bebop, Paul Rudd nel ruolo di Mondo Gecko e Maya Rudolph nel
ruolo di Cynthia Utrom.
Il film è stato diretto da
Jeff Rowe e Kyle Spears da una sceneggiatura che
Rowe ha scritto insieme a Rogen, Evan Goldberg, Dan Hernandez e
Benji Samit. È stato prodotto da Rogen, Goldberg e James Weaver,
con Ramsay McBean e Josh Fagen come produttori esecutivi.
Lynch – l’iconico
regista noto per
Twin Peaks, Eraserhead del 1977, Mulholland Drive del 2001 e molti altri titoli
– appare nei momenti finali di The
Fabelmans del 2022. Nel film, David
Lynch interpreta il regista John Ford in carne e
ossa nella breve ma memorabile scena che lo vede offrire alcuni
consigli sugli orizzonti di ripresa a un giovane Sammy
Fabelman (un personaggio, interpretato da Gabriel
LaBelle, che è basato sulla vita di Steven Spielberg).
Parlando con Empire Magazine,
David Lynch ha detto che all’inizio non voleva
girare la scena. “E il motivo è che, quando si tratta di
recitare, ho cercato di proposito di starne alla larga, dando una
possibilità di carriera a personaggi come
Harrison Ford e
George Clooney“, ha spiegato.
Alla fine, però, ha accettato di
farlo, non solo perché “gli piaceva molto la scena“, ma
anche perché il suo requisito principale per accettare il ruolo era
stato soddisfatto: Un sacchetto di Cheetos nel suo
camerino.
John Ford sulle Cheetos: “Hanno un
sapore incredibile”.
“Beh, le Cheetos, numero uno,
le adoro“, ha detto Lynch. “E ogni volta che posso, le
prendo. Ma so che non sono esattamente un alimento salutare.
Quindi, quando esco di casa e ne ho la possibilità… Ma non li
prendo spesso, onestamente. Se li prendo, ne voglio una busta
grande. Perché una volta che inizi… devi averne un bel po’ prima di
poter rallentare e fermarti. Altrimenti, con un sacchetto piccolo,
saresti stato in giro per giorni a cercarne altri […] È un sapore
incredibile“.
Al momento non è chiaro quale tipo
di Cheetos (normali, Flamin’ Hot, Cheetos Puffs, ecc.)
Lynch abbia richiesto e di cui sia più ghiotto. The
Fabelmans non è l’unica volta che Lynch ha recitato.
Sebbene abbia fatto un cameo in alcuni dei suoi film (tra cui
The Elephant Man del 1980 e
Dune del 1984), ha anche avuto un ruolo di
supporto in Lucky del 2017, diretto da
John Carroll Lynch e interpretato dal compianto
Harry Dean Stanton.
Lionsgate ha
rilasciato il trailer originale del dramma d’epoca Wonder
– White Bird, basato sulla graphic novel Wonder di R.
J. Palacio. Il film debutterà nelle sale italiane il 4
Gennaio 2024.
Wonder
– White Bird è uno spin-off del film
Wonder del 2017, anch’esso tratto dall’omonimo romanzo
di Palacio. Il film, di prossima uscita, viene definito “un
film edificante su come un atto di gentilezza possa vivere per
sempre“. Wonder
– White Bird racconta la storia della nonna di Julian
(interpretato da Bryce Gheisar), Sara
Albans (Helen
Mirren), e di come abbia condotto una vita coraggiosa
scegliendo la gentilezza.
Con l’intenzione di trasformare la
vita del nipote, appena espulso da scuola a causa del trattamento
riservato ad Auggie Pullman (personaggio apparso
nell’adattamento cinematografico del 2017 con Jacob Tremblay), ha iniziato a rivelare la
propria storia di coraggio durante i primi anni di vita.
Wonder – White Bird incoraggia
tutti a “scegliere sempre la gentilezza”.
Secondo la sinossi ufficiale del
film, Wonder
– White Bird. La magia di Wonder torna ad emozionarci
con un nuovo capitolo tratto dalla graphic novel di R. J. Palacio,
Wonder: White Bird. Dopo gli eventi di Wonder, il
bullo Julian è stato espulso dalla scuola e cerca di ambientarsi
nel nuovo istituto. Sentendolo in difficoltà, la nonna lo
sorprende, gli fa visita da Parigi e gli racconta la storia della
sua infanzia. Di come lei, giovane ragazza ebrea nella Francia
occupata dai nazisti, fu nascosta e protetta da un compagno di
classe. Di come la sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le
abbiano salvato la vita. Di quanto può essere forte il potere della
gentilezza.
Wonder
– White Bird è diretto da Marc Forster (Finding
Neverland), mentre Mark Bomback è lo sceneggiatore del film. Oltre
a Gheisar di The Astronaut e alla Mirren di The Queen, White Bird è
interpretato anche da Gillian Anderson (Sex Education) nel ruolo di
Vivienne, Ariella Glaser (Radioactive) nel ruolo
della giovane Sara e Orlando Schwerdt (True
History of the Kelly Gang) nel ruolo di Julien.
Dopo una settimana in cui Jason Momoa ha dichiarato che il suo futuro
nei panni di Aquaman
non si prospettava roseo, l’attore ha pronunciato un discorso
accorato per ringraziare i fan del loro sostegno prima della
proiezione di Aquaman e il
Regno Perduto.
Prima della proiezione (tramite
l’utente Twitter TheEricGoldman), Jason Momoa e il regista James
Wan hanno parlato brevemente del film. Tra le voci sul suo
futuro come Aquaman
nel DCU, l’attore ha detto che “questa
potrebbe essere l’ultima volta” che lui e Wan salgono insieme
su un palco.
Ha poi parlato di cosa hanno
significato 12 anni di interpretazione di Aquaman e di
quanto sia grato a coloro che lavorano alla Warner Bros.
Discovery – compresi i nuovi co-CEO dei DC Studios
James Gunn e Peter Safran – per avergli permesso di
fare ciò che voleva con il film.
Pouring one out for the DCEU with an
Aquaman 2 screening pre-party
(note the ice glasses those shots are in – we had to wrap them in
napkins to hold) pic.twitter.com/OTAfJJIBpY
Per mesi sono circolate voci di un
possibile abbandono dell’Universo DC da parte di Jason Momoa o addirittura di un cambio di
ruolo e di un abbandono del ruolo di Aquaman per
interpretare Lobo. Il co-direttore dei DC Studios
Peter Safran ha parlato del futuro dell’attore
all’inizio di quest’anno, affermando che si aspetta che Jason Momoa avrà un posto nel DCU “per molti anni a venire”, che si
tratti di Aquaman o di qualcun altro.
Lo stesso Jason Momoa ha accennato a un possibile
cambiamento all’inizio dell’anno, affermando che “sarà
sempre” Aquaman, ma che in futuro potrebbe interpretare altri
personaggi. Ha inoltre confermato di aver incontrato la
Warner Bros. Discovery e di avere “grandi notizie”
da condividere prima o poi.
Aquaman e il Regno
Perduto
Aquaman e il
Regno Perduto sarà il film conclusivo dell’era “DCEU”
prima che il franchise venga riavviato. Jason Momoa molto
probabilmente metterà da parte il tridente, ma si dice che sia in
trattative per interpretare un personaggio completamente diverso
nel DCU di James
Gunn e Peter Safran, Lobo.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere il Re di Atlantide una volta per tutte.
Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché
brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza
antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al
fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Sono state rivelate ulteriori
informazioni sul prossimo Cliffhanger 2 con
Sylvester Stallone, tra cui la data di inizio
della produzione del film.
Secondo un recente rapporto di
Screen Daily, che spiega come il film abbia
ricevuto finanziamenti dal fondo di produzione tedesco FFF
Bayern, il rapporto indica che Cliffhanger
2 inizierà la produzione nell’estate del 2024. Per il
momento, la produzione dovrebbe svolgersi in tutta Europa e il
regista Jean-François Richet si occuperà del
progetto.
Screen Daily riporta anche che la
sceneggiatura del film – scritta da Mark Bianculli
(Il buon vicino) – vedrà Sylvester Stallone riprendere il suo ruolo di
ranger Gabriel “Gabe” Walker, che gestisce un rifugio di montagna
durante la pensione.
“Quando Gabe e un cliente di
alto profilo vengono presi in ostaggio durante un’avventurosa gita
di un weekend, sua figlia deve usare tutte le sue abilità
nell’arrampicata per superare i rapitori, scatenando uno scontro di
vita o di morte“, si legge nella sinossi.
Cosa aspettarsi dal reboot di
Cliffhanger?
Il reboot di
Cliffhanger sarà diretto e prodotto da Ric
Roman Waugh e adattato da una sceneggiatura scritta da
Mark Bianculli. Waugh è noto per aver diretto i
film d’azione Angel Has Fallen e Greenland, interpretati da
Gerard Butler.
“Cresciuto con i più grandi
film d’azione degli anni ’80 e ’90, lavorando io stesso a molti di
essi, Cliffhanger è stato di gran lunga uno dei miei spettacoli
preferiti“, ha dichiarato Waugh in un
comunicato. “Essere al timone del prossimo capitolo, scalando
le Alpi italiane con la leggenda in persona, Sylvester Stallone, è
un sogno che si avvera. Sarà una grande sfida e un’esplosione
portare questo franchise a nuove vette, una responsabilità che non
prendo alla leggera“.
Il reboot di Cliffhanger è prodotto da Neil H.
Moritz (Fast and the Furious) e Toby
Jaffe per la Original Film banner, insieme a Sylvester Stallone e Thorsten Schumacher per
la Balboa Productions. Anche Lars Sylvest produce
sotto la Rocket Science, che finanzierà anche il film. Il film è
prodotto esecutivamente da Ana Lily Amirpour, Chance
Wright, Gianluca Chakra e Hisham Alghanim.
L’originale
Cliffhanger è stato diretto da Renny Harlin da una
sceneggiatura co-scritta da Sylvester Stallone. Il film ruotava attorno al
personaggio di Stallone, Walker, un alpinista perseguitato dagli
errori del passato. Nel film, Walker viene coinvolto in una rapina
ad alto rischio, mentre un gruppo di ladri internazionali cerca di
ritrovare il bottino mancante dopo che il loro aereo si è
schiantato sulla montagna.
Nonostante le precedenti notizie
sul suo ritorno nel ruolo di Juba, la star originale de
Il
gladiatore, Djimon Hounsou, ha confermato che non tornerà
nell’atteso Il gladiatore 2 di
Ridley Scott.
Nel corso di una recente intervista con BroBible, l’acclamato
attore ha chiarito ufficialmente il suo coinvolgimento nel prossimo
sequel che vede protagonista Paul Mescal,
dopo che i principali organi di stampa avevano iniziato a parlare
di un suo ritorno lo scorso aprile 2023.
“Onestamente, no. È stato un
puro incidente di percorso“, ha detto Hounsou. “Avrei
fatto parte del film. Le circostanze hanno imposto che fosse
qualcosa di diverso“. Djimon Hounsou sarà nel cast dell’imminente
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco di Zack Snyder che
debutterà su Netflix proprio oggi.
Chi c’è nel cast de Il gladiatore 2?
Il gladiatore 2 è
diretto da Ridley Scott e
si basa su una sceneggiatura scritta da David Scarpa. A guidare
l’atteso sequel è Paul Mescal nel
ruolo di Lucio, il figlio di Lucilla e nipote dell’imperatore
Commodo del primo capitolo. A Paul Mescal si
aggiungono i membri del cast Connie Nielsen nel ruolo di Lucilla e
Derek Jacobi in quello di Gracco. Nel cast ci
saranno anche
Denzel Washington,
Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, May Calamawy, Lior
Raz e altri ancora.
Il gladiatore 2
è prodotto da Ridley Scott,
Michael Pruss, Douglas Wick e Lucy Fisher. Il film
è considerato una produzione in joint-venture tra
Paramount, Universal Pictures, Scott Free Productions e
Parkes/MacDonald Productions. Ricordiamo che Russell Crowe non è
coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce
del fatto che il suo Massimo muore, appunto, al termine del primo
film. La produzione de Il gladiatore 2 è
ripresa
all’inizio del mese dopo la fine degli scioperi a Hollywood.
Attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 22 novembre
2024.
La sesta stagione di
What
We Do in the Shadows, serie originale comedy horror di
FX, sarà la stagione finale. La notizia (via Vulture) arriva pochi
mesi dopo il finale della quinta stagione. Non è
ancora stata fissata una data di uscita per la sesta stagione,
anche se si prevede una prima nel 2024.
Creata da Jemaine
Clement e basata sul film del 2014 da lui creato insieme a
Taika Waititi,
What We Do in the Shadows è una serie in stile
mockumentary che segue le avventure notturne dei coinquilini
vampiri Nandor (Kayvan Novak), Laszlo (Matt Berry), Colin Robinson
(Mark Proksch) e Nadja (Natasia Demetriou) mentre progettano di
conquistare Staten Island con l’aiuto del loro familiare
umano Guillermo de la Cruz (Harvey Guillén).
La sinossi ufficiale di
What
We Do in the Shadows recita: “Uno sguardo in stile
documentario sulla vita quotidiana (o meglio, notturna) di un
gruppo di vampiri di Staten Island che “vivono” insieme da
centinaia e centinaia di anni“.
La serie , che ha debuttato con
grande successo di critica nel 2019, ha ottenuto diverse nomination
agli Emmy e ha vinto un GLAAD Media Award per la categoria Miglior
Serie Comica.
Sebbene i dettagli della trama
della sesta stagione siano ancora sconosciuti, si prevede che la
serie approfondirà quanto accaduto a Guillermo durante la quinta
stagione, dopo che lotta per essere stato trasformato in parte in
vampiro, con Laszlo che ha usato il suo sangue per fare alcuni
esperimenti crudeli.
FX aveva precedentemente rinnovato la serie fino alla sesta
stagione nel 2022. What
We Do in the Shadows è prodotta esecutivamente da
Clement, Waititi, Paul Simms, Stefani Robinson, Sam Johnson,
Garrett Basch ed Eli Bush. La serie è prodotta da FX
Productions.
Walker
Scobell (“Percy Jackson”), Leah Sava
Jeffries (“Annabeth Chase”), Aryan
Simhadri (“Grover Underwood”), Jon
Steinberg (Co-Creator/Showrunner/Executive
Producer) e Dan Shotz (Executive
Producer) sono stati i protagonisti di un incontro stampa che ha
accompagnato i giornalisti nel nuovo mondo di Percy Jackson
e gli dei dell’Olimpo (leggi
la recensione).
La serie, disponibile con i primi
due episodi su Disney+ dal 20 dicembre, è l’inizio di
una nuova avventura che si prefigge di portare sullo schermo le
avventure dei personaggi creati da Rick Riordan e
che già una volta avevano trovato la strada del cinema con degli
adattamenti datati 2010 e 2013.
Ma mentre il progetto
cinematografico si è interrotto nel 2013, la fama dei romanzi è
cresciuta a dismisura, tanto che ora, principalmente negli Stati
Uniti, c’è una generazione intera che sogna di unirsi a Percy,
Annabeth e Grover nelle loro avventure al Campo Mezzosangue. E fan
dei romanzi lo erano anche i protagonisti della serie Disney+, prima ancora di ricevere la
chiamata dalla produzione.
“Leggo questi libri da prima che
avessi dieci anni e per me è stato davvero emozionante mettere in
scena le storie che leggevo da così tanto tempo. Ho letto il primo
libro per sette volte.” Commenta Walker
Scobell, seguito da Aryan Simhadri:
“Eravamo grandi fan dei libri prima che venisse annunciata la
serie. Interpretare questi personaggi, delle vere icone per noi, è
stato fenomenale.” La conferma che sarebbe stata Annabeth è
arrivata a Leah Sava Jeffries in un momento particolare: “Poco
prima che ottenessi la parte nella serie, stavo scrivendo un tema
per la scuola sui libri, ed è stato davvero emozionante scoprire
che avrei recitato in Percy Jackson mentre scrivevo quel
compito.”
Sebbene il lavoro di adattamento sia
volto anche a trasportare personaggi di carta nelle tre dimensioni,
i giovani attori hanno cercato di dare qualcosa di personale alle
loro interpretazioni. Ad esempio Leah Sava
Jeffries si è “assicurata di interpretare Annabeth
mantenendo per lei una sfumatura caratteriale che comunque mi
appartiene. Dopotutto anche io ho una parte un po’ goffa, ma sono
anche una molto decisa che arriva dritta al punto. E credo che
questa unione di due aspetti diversi sia stata molto utile. Ma
credo che rimanere noi stesso durante le riprese abbia reso la
chimica tra noi così forte.” E sembra essere d’accordo anche
Walker Scobell che spiega: “Credo che, per il
bene della serie, abbiamo tutti cercato di mantenere i personaggi
un po’ più ancorati alla realtà, tenendo sempre bene a mente che
nella storia, Percy ha 12 anni, e la storia è anche un viaggio
emotivo dentro l’animo di questo ragazzino che ogni tanto si
arrabbia un po’.” Interprete di un satiro non proprio
coraggioso, almeno all’inizio della storia, Aryan Simhadri ha
dichiarato: “La cosa interessante di Grover, è che all’inizio
della storia è un pochino scostante, un codardo, ma poi imparerà a
non tirarsi mai indietro per il bene dei suoi amici. Il suo viaggio
consiste proprio nel diventare capace di mettersi in pericolo per
coloro a cui tiene.”
Per quello che invece riguarda il
lavoro vero e proprio non solo con i tre protagonisti ma con le
centinaia di comparse, l’Executive Producer Dan Shotz ha
dichiarato: “E’ stata la prima volta che ho effettivamente
visto centinaia di comparse sullo sfondo – parlando del set
del Campo Mezzosangue – Per me è stato davvero emozionante
vedere così tanti ragazzini indossare quella maglia e entrare nel
loro sogni. Vedere tutto quell’entusiasmo da parte di tutti i
presenti è stato un momento davvero potente.”
Il co-creatore della serie e
showrunner, Jon Steinberg, ha invece commentato il
lavoro con i giovani protagonisti: “Lavorare con questi ragazzi
è stato molto semplice. Ti dimentichi quasi che sono ragazzini
perché riescono a costruire una tensione e un arco emotivo così
complesso che sembra di lavorare con adulti consumati. Hanno fatto
un lavoro incredibile.” E sempre Steinberg, in merito al
lavoro di adattamento, ha spiegato: “Credo che tutto parta dai
libri, dal capire effettivamente cosa porta senso ai vari momenti
che vengono rappresentati, quali sono le parti che si ricordano
giorni dopo aver letto. Ci sono delle cose di cui abbiamo parlato
con Rick, che sono l’essenza della serie e che non possono mancare
in un adattamento. E volevamo che ogni elemento della storia non
sembrasse un extra, una cosa in più, tutto doveva essere organico
nella storia stessa, doveva avere una funzione.”
La tecnologia dei videowall a LED
immersivi è ormai spesso utilizzato per le produzioni di alto
profilo ed è considerata da molto una delle più importanti
meraviglie tecnologiche introdotte di recente nell’Industria
cinematografica mondiale.
Questa tecnologia consente ai
registi di creare ambienti con sfondi realistici in tempo reale, e
fornisce uno sfondo dinamico e interattivo per le scene. La
tecnologia è stata utilizzata per la prima volta sul set di
The
Mandalorian.
Nonostante l’innegabile novità, gli
studios non hanno tardato ad abusarne. Nel caso della Disney, ad
esempio, ha portato lo studio a inscenare l’insipido Regno Quantico
con non risultati entusiasmanti in Ant-Man and The Wasp: Quantumania e, o in
Percy Jackson. Tutti i film che una volta
sarebbero stati portati sugli schermi girando con tecnologie più
sofisticate ma decisamente più costose.
Ebbene oggi in merito a questo
dibattito interno all’industria è intervenuto James Gunn che si sta preparando a iniziare la
lavorazione di Superman:
Legacy. Alla domanda di un fan se questa tecnologia
farà parte del prossimo reboot del DCU, il regista e co-CEO dei DC Studios ha
risposto: “I set sono troppo grandi e le mie cineprese si
muovono troppo“. Non siamo sicuri di cosa James Gunn pensi di questa tecnologia (molti
registi non ne sono entusiasti), anche se è chiaro che non è adatto
a questo particolare progetto.
Tuttavia, è stato utilizzato in
modo eccellente per alcune sequenze di The
Batman l’anno scorso. Non sappiamo se James Gunn abbia intenzione di girare in
location dal vero. Se lo farà, è molto probabile che le foto del
set emergeranno online e ci consentiranno di avere qualche
anticipazione dei protagonisti di Superman:
Legacy, e magari anche qualche scatto dello stesso
Uomo del Domani.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto,
ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult
sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.
In tempo per il suo ritorno sul
grande schermo l’anno prossimo, il mercenario più iconico della
Marvel sarà protagonista di una
nuovissima serie a fumetti targata Marvel Comics di Deadpool.
In arrivo nelle fumetterie
americane il prossimo aprile, la serie sarà scritta da Cody
Ziglar, noto per il suo lavoro acclamato dalla critica su
Miles Morales: Spider-Man, e illustrata da Rogê
Antônio, l’artista dietro alcune delle più sanguinose avventure
recenti di Venom e Carnage. Insieme, porteranno i lettori e Wade
con le pistole spianate in una nuova era ricca della violenza e
della follia di Deadpool, insieme a una forte dose di drammi
familiari mortali.
Oltre a un nuovo arcinemico
chiamato Death Grip – che potrebbe essere all’altezza del suo nome
– la serie vedrà anche la figlia di Deadpool,
Ellie, in un ruolo centrale. Si tratta di un duo
padre-figlia per il quale l’Universo Marvel non è ancora
pronto… e se Death Grip vuole fare la sua parte, questo non potrà
che portare allo scontro!
“Wade è uno dei miei personaggi
preferiti da quando ho iniziato ad appassionarmi ai fumetti di
supereroi, quindi ricevere l’incarico di dirigere una serie su
Deadpool è stato un sogno che si è avverato“, ha dichiarato
Ziglar in un comunicato stampa condiviso dalla Marvel Comics. “Non vedo l’ora di
immergermi ed esplorare la famiglia di Wade (ritrovata o meno), il
suo approccio unico all’essere un mercenario (per lo più)
immortale, oltre a vedere che tipo di tipi stravaganti portano
nella sua orbita“.
Chi c’è in Deadpool
3?
Deadpool
3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Rebel Moon – Parte 1: Figlia
del fuoco approda finalmente su Netflix.
Il nuovo
film di Zack Snyder, che troverà compimento
solo nel 2024 con il rilascio di La sfregiatrice, sarà infatti disponibile su
piattaforma a partire dal 22 dicembre.
Inizialmente pensato come parte
integrante dell’universo di Star Wars
e assestatosi poi come progetto a sé stante a seguito
dell’estromissione dal franchise voluta da Disney
e Lucasfilm, il film rappresenta dunque l’ultima
fatica del controverso regista statunitense, figura autorevole nel
panorama pop-cinematografico contemporaneo e manifesto di
un’estetica che fin dai suoi esordi ha diviso pubblico e
critica.
A comporre il variegato cast di
interpreti sono nomi e volti noti del grande e piccolo schermo,
dalla protagonista Sofia Boutella, apparsa in Star Trek Beyond (2016), all’Ed
Skrein di Deadpool, passando per Djimon Hounsou (Il
gladiatore, Blood diamonds, Guardiani della galassia) e Charlie
Hunnam – star di Sons of Anarchy. All’interno di una pellicola
che, a partire dall’ambientazione space-western, si configura come
proseguimento ideale della poetica digitale del suo autore.
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
fuoco: la trama
Schiantatasi su una luna ai confini
dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), straniera dal misterioso passato, viene
accolta presso un pacifico insediamento dedito all’agricoltura. Qui
la vita della comunità sembra procedere tranquilla, scandita da
stagioni di semina e raccolto; ma l’inaspettata “visita” del
malvagio Ammiraglio Noble (Ed
Skrein), emissario del crudele Reggente Balisarius,
giunto a turbare la quiete del villaggio e a minacciarne la
sopravvivenza, cambia drasticamente le carte in tavola.
Nel tentativo di difendere Vedt
dall’autorità tirannica del Mondo Madre, Kora decide dunque di
imbarcarsi in un viaggio interstellare volto a rintracciare i
Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray
Fisher) – leader di un agguerrito gruppo di ribelli – e
radunare coraggiosi guerrieri disposti a battersi per il villaggio
e per i suoi abitanti. E insieme all’audace coltivatore Gunnar, suo
fedele compagno di viaggio, riunisce un piccolo gruppo di rinnegati
in cerca di redenzione.
La squadra, composta dal grande
Generale Titus (Djimon
Hounsou), dal nobile Tarak (Staz
Nair), dal pilota mercenario Kai (Charlie
Hunnam), dalla intrepida spadaccina Nemesis
(Doona Bae) e dalla ribelle Milius (E.
Duffy), è pertanto chiamata ad unire le forze contro il
comune nemico. Lo scontro con l’Ammiraglio Noble e i suoi
pericolosi scagnozzi incombe funesto e nascosto nel buio dello
spazio cosmico si nasconde un traditore.
Il mito digitale
“Cercate di fare squadra” suggeriva
Il Saggio Scott Glenn a Babydoll e compagne nel
bel mezzo di
Sucker Punch. E poco importa della collocazione
storico-scenografica, del campo di battaglia o persino della
composizione numerica della stessa; d’altro canto che siano cinque,
sei, o 300, i corpi ipertrofici di
Snyder sono sempre stati – e tutt’ora rimangono –
gli attanti di una poetica autoriale che, sin dagli albori, procede
a una sistematica rilettura del “mito” in chiave digitale. Un
processo letteralmente esploso nella muscolare rivisitazione
termopiliana del 2006 e affinato nel tempo attraverso i molteplici
cut targati DC.
Rebel Moon – Parte 1: Figlia
del fuoco, in quest’ottica, più che al mero prolungamento
del modo di intendere un dispositivo-cinema devoto alla messa in
scena di replicanti men of steal di volta in volta
declinati all’interno di differenti cornici narrative, assomiglia
piuttosto al realizzarsi di una specifica volontà del suo artefice;
desideroso di saggiare le possibilità concettuali del proprio
sguardo, mediante un prodotto che, dopo aver affondato le proprie
radici nel cuore pulsante dell’epos americano – il selvaggio West –
inizia a divorare simboli e icone di ogni dimensione conosciuta
dell’universo Hollywood (e non solo), fagocitandone estetica e
linguaggio.
Rebel Moon – Parte 1:
Figlia del fuoco, un mash-up intergenerazionale
Sospeso come un calcio a mezz’aria
tra mito, immaginario collettivo e sua cibernetica sovrascrittura,
il film di Snyder esegue così un poderoso mash-up
intergenerazionale della produzione cinematografica “tutta”.
Miscelando Kurosawa e
Cameron, Tarantino e Lucas,
Jackson e
Scott; in una continua compenetrazione tra generi
che – condita dalla consueta dose di ricercata magniloquenza –
traspone su grande schermo l’odierna concezione dell’immagine come
irrefrenabile flusso che travolge e sommerge il contemporaneo.
Fotografato dal suo stesso
creator nelle vigorose superfici che ne indirizzano il
significato, Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
fuoco procede così ritmato accavallando coreografie
action e maschere attoriali. Al punto da confinare la sola speranza
di umanità dietro gli ingranaggi di latta di un vecchio robot
ricondizionato – un nuovo uomo d’acciaio. E programmando un
serratissimo viaggio a passeggio tra i mondi – tecno-arene
videoludiche costantemente intercambiabili – dove
l’assenza di sguardo pare esaurire ogni probabilità di
salvezza. Rintracciabile solo, come fu per le fughe sognanti di
Babydoll, nei punti ciechi del grande Occhio nemico. D’altronde
“lui può unire il meglio di questi due mondi e creare
un’umanità più bella”. Anche se spezzata a metà.
Dopo
un’incursione al cinema divertente ma non sufficientemente
ispirata, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è
pronto a riproporsi in formato audiovisive su Disney+,
dal 20 dicembre, in tempo per le vacanze di Natale che terranno il
target di riferimento della serie a casa, e quindi con sufficiente
tempo da dedicare al semi-dio figlio di Poseidone. Gli otto episodi
della prima stagione ci accompagneranno nel viaggio di Percy a
caccia del “Ladro di Fulmini”, così come si intitola il primo
volume della saga letteraria di Rick Riordan.
La trama di Percy
Jackson e gli Dei dell’Olimpo
La serie ci porta dentro
il mondo di Percy, che sembra come il nostro ma racchiude un grande
segreto. Da sempre ragazzino sveglio ma distratto, Percy crede di
avere qualcosa che non va, di essere sempre fuori posto. Ma quando
da un mondo misterioso, mescolato con il nostro, cominciano ad
arrivargli visioni di mostri e meraviglie, l’esigenza di risposte a
questa sua “stranezza” si fa più pressante. Scopre così, da un
racconto della madre, che lui è in realtà un semi-dio, figlio di
una donna mortale e di una divinità, come quelle che venivano
adorate nell’antica Grecia, quelle che lui stesso studia a scuola.
Arrivato al Campo MezzoSangue, dove tutti i semi-dei vengono
accolti e addestrati per diventare eroi, Percy scoprirà che anche
trai semi-dei, lui è un’eccezione. Insieme a Annabeth (Leah
Sava Jeffries) figlia della dea Atena, e Grover
(Aryan Simhadri) un satiro che aspetta la sua
occasione per mostrare il suo valore, il giovane eroe intraprenderà
una missione per ristabilire l’ordine sul Monte Olimpo e salvare il
mondo. Tuttavia, l’impresa dei nostri protagonisti non sarà
semplice, perché tutti loro verranno messi alla prova per scoprire
quali i loro limiti, le loro potenzialità, ma soprattutto il loro
posto nel mondo.
Un buon lavoro di adattamento
Adattare un romanzo così
amato, soprattutto negli Stati Uniti, non è impresa da poco. I film
dei primi anni ’10 hanno infatti dimostrato che non sempre le
migliori intenzioni bastano a realizzare un prodotto che possa
rendere onore al materiale di partenza ma anche essere un’opera
autonoma e di valore. Percy Jackson e gli Dei
dell’Olimpo riesce in entrambi i compiti, rivelandosi,
almeno per i primi quattro episodi, un prodotto che se da una parte
rispetta il materiale originale, cogliendone soprattutto lo
spirito, dall’altra è un ottimo punto di entrata alla mitologia di
Riordan. Non sembra necessario aver letto i libri per capire la
storia di Percy, e questo risultato è da attribuire principalmente
al lavoro di
adattamento e sceneggiatura, che si è avvalso della
collaborazione dello stesso autore dei romanzi, partecipe
attivamente a tutta la produzione.
Già a partire dalla
scelta del cast, Percy Jackson e gli Dei
dell’Olimpo dimostra carattere e intraprendenza.
Walker Scobell, che abbiamo visato in The Adam Project, è un Percy perfettamente a
suo agio nel ruolo: consapevole della sua particolarità, questo
eroe non è affatto riluttante, ma desideroso di trovare il suo
posto nel mondo, affidandosi anche molto a quelli che sono i suoi
compagni di viaggio. Ogni personaggio ha un drive ben preciso che
la storia e le vicende mettono in evidenza, permettendo quindi a
ogni attore di dare tridimensionalità al proprio ruolo. La chimica
tra Scobell, Leah Sava Jeffries e
Aryan Simhadri è senza dubbio l’aspetto su cui
l’intera serie fa maggiormente leva per catturare l’attenzione del
pubblico.
I mondi che si compenetrano
Un altro aspetto
interessante della storia inventata da Riordan, che la serie mette
in scena perfettamente, è la facilità, la naturalezza con cui il
mondo mitologico e quello reale si compenetrano, il modo in cui
come il mondo antico e immaginario che soprattutto noi Europei
conosciamo così bene, viene accolto nell’Era moderna.
A questo aspetto
principalmente strutturale, Percy Jackson aggiunge
una componente universale relativa ai temi che la storia tocca: il
valore del coraggio, l’importanza della cooperazione e
dell’amicizia, la scoperta di sé. Tutti ingredienti imprescindibili
per un racconto di formazione che, in questo caso, si condisce non
solo di mitologia greca antica, ma anche di ironia e un tocco di
modernità nell’approccio che i tre protagonisti hanno alle loro
vicissitudini. Se pure creature mitologiche o figli di divinità,
sono pur sempre ragazzini del loro tempo, e come tali agiscono e
interagiscono con il mondo intorno a loro. Forse questo aspetto,
più di ogni altro, rende questi tre giovani aspiranti eroi molto
più normali e vicini al pubblico di quanto fosse intenzionalmente
previsto nelle pagine del romanzo, e come scelta di
adattamento si rivela vincente.
Combinando avventura,
amicizia, posta in gioco alta e “viaggio dell’eroe” nel senso più
classico possibile, Percy Jackson e gli dei
dell’Olimpo è un
buon adattamento, ispirato e contemporaneo, che forse farà
venire a qualche giovane spettatore la voglia di sfogliare qualche
vecchio manuale di mitologia, e che sicuramente coinvolgerà il
pubblico con una narrazione incalzante e solida e dei protagonisti
irresistibili.
Bloomberg ha
rivelato che il regista di Black Panther Ryan
Coogler sta lavorando a una nuova versione di X-Files per i
20th Century Studios e Disney. Non è stato rivelato molto altro, ma
molti fan speravano che il franchise potesse avere un’altra
possibilità in chiave moderna nella odierà galassia seriale.
Il sito spiega: “La Disney, che
ha dato vita all’idea degli “universi cinematografici“,
sta sviluppando una nuova versione di X-Files
che sarà prodotta da Ryan Coogler, il regista di
Black
Panther e Creed“.
Al momento non si sa se
Ryan Coogler dirigerà qualche episodio, ma il
creatore di X-Files, Chris Carter, ha suggerito che il regista
potrebbe essere coinvolto nella proprietà in un’intervista
rilasciata all’inizio dell’anno.
“Ho appena parlato con un
giovane, Ryan Coogler, che ha intenzione di rimettere in scena The
X-Files con un cast eterogeneo“, ha detto durante
un’apparizione in un podcast. “Quindi avrà il suo bel da fare,
perché abbiamo coperto così tanto territorio“.
Ci risulta difficile credere che
Fox Mulder (David
Duchovny) e Dana Scully (Gillian
Anderson) saranno i protagonisti di questa nuova
serie, anche se è sempre possibile che i personaggi vengano
reinterpretati. Entrambi gli attori, però, hanno già respinto
l’idea di tornare al franchise, e ci sono moltissime cose che
possono essere fatte con la proprietà che non richiedono
necessariamente che Mulder e Scully entrino in qualche
modo nella storia.
X-Files è andato
in onda dal 1993 al 2002 e seguiva gli agenti dell’FBI Fox
Mulder e Dana Scully, interpretati da David Duchovny e
Gillian Anderson, mentre indagavano su casi irrisolti
e misteriosi, noti come X-Files. Mulder crede nel
paranormale, mentre Scully è scettica, creando un contrasto
dinamico nel loro approccio alla risoluzione dei casi.
La trama generale coinvolge
cospirazioni governative, fenomeni extraterrestri e un misterioso
gruppo noto come il Sindacato. La serie ha conquistato un’enorme
base di fan e il plauso della critica per la sua miscela di
elementi soprannaturali, teorie cospirative e sviluppo dei
personaggi ed è tornata nel 2016 per un’ultima serie limitata.
X-Files è un’altra proprietà
acquisita dalla Disney quando ha comprato la 20th Century Fox ed è
difficile biasimare lo studio per essere tornato al tavolo di
sviluppo per rilanciare un marchio così popolare. I franchise di
Alien e Predator, ad esempio, sono stati entrambi rebootati sotto
l’egida della Casa del Topo e si pensa che siano in cantiere nuovi
reboot di 24 e Prison Break.
Dopo aver riscritto gli esiti della
Seconda guerra mondiale con Bastardi senza gloria e
aver dato alla popolazione afroamericana la sua vendetta in
Django Unchained, il
regista Quentin
Tarantino ha concluso nel 2019 la sua Trilogia del
Revisionismo Storico con C’era una volta a…
Hollywood. Con questo suo nono lungometraggio,
Tarantino non solo rende giustizia all’attrice Sharon Tate ma
propone anche una nostalgica rappresentazione di un momento di
passaggio nella storia degli Stati Uniti. Egli fotografa infatti
una trasformazione ancora agli esordi, che avrebbe introdotto il
Paese e il mondo in tempi più complessi e cupi.
Partendo dal tristemente celebre
eccidio di Cielo Drive, Tarantino ha poi costruito a ritroso un
racconto che vede nei suoi personaggi e nella loro quotidianità il
suo focus primario. Sono i protagonisti a portare avanti la storia,
come d’altronde avviene sempre in tutta la filmografia di
Tarantino. Presentato in concorso al Festival
di Cannes e poi candidato a dieci premi Oscar, C’era una volta a…
Hollywood si è affermato non solo come un grande successo,
ma anche come uno dei titoli più complessi del regista e
sceneggiatore, che sembra con questo portare a termine una fase del
proprio percorso artistico.
Tra ricostruzioni scenografiche
impeccabili, personaggi iconici interpretati da attori al loro
meglio e una generale atmosfera nostalgica sui generis, è questo un
titolo da non perdere, che ci ricorda di quanto grande e unica
possa essere la settima arte. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori, alla storia vera e al
libro. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
C’era una volta a…
Hollywood: la trama del film e il libro
Ambientato nell’arco di tre giorni
non conseguitivi dell’anno 1969, il film ha per protagonista
l’attore Rick Dalton, il
quale sta attraversando una fase discendente della sua carriera
dopo numerosi ruoli da protagonista tra western e gangster movie.
Come lui, la sua fidata controfigura Cliff Booth,
cerca di non cadere nell’anonimato. Circondati da un’industria a
loro sempre più estranea, i due si troveranno a fare i conti con
novità impreviste, nel tentativo di adeguarsi ai tanti cambiamenti
che sempre più si presentano in quel periodo. Allo stesso tempo,
poco distante da loro, l’attrice Sharon Tate si gode la
sua giovinezza, a sua volta inconsapevole di ciò che accadrà.
Come noto, Tarantino aveva
originariamente concepito questo racconto come un romanzo. Più
portava avanti il progetto, però, più si rendeva conto di come
questo avrebbe funzionato meglio come film. In seguito all’uscita
del titolo al cinema, però, Tarantino ha ripreso in mano anche
l’idea di pubblicare sotto forma di libro questa storia. Con
l’occasione, egli ha ampliato alcune parti del racconto ridotte per
esigenze cinematografiche ed ha introdotto descrizioni molto più
accurate di alcuni eventi e personaggi. Il libro, intitolato come
il film, è poi stato pubblicato in Italia nel luglio del 2021 con
la casa editrice La Nave di Teseo.
C’era una volta a…
Hollywood: il cast del film
Ad interpretare Rick Dalton vi è
l’attore Leonardo
DiCaprio, qui alla sua seconda collaborazione con
Tarantino dopo Django Unchained. Per potersi
calare nei panni di una stella del cinema d’azione, DiCaprio si è
sottoposto ad una dieta e ad un allenamento fisico, così da poter
guadagnare atleticità. Egli, inoltre, riuscì a convincere Tarantino
a farlo improvvisare in alcune scene, poi effettivamente finite nel
montaggio finale. Brad Pitt è
invece presente nei panni dello stuntman Cliff Booth, ruolo per il
quale egli ha poi vinto il premio Oscar come miglior attore non
protagonista. Nel ruolo di Sharon Tate, invece, vi è
Margot Robbie,
che per la sua interpretazione ha ricevuto le lodi della sorella
della vera Tate.
Nel film sono poi presenti numerosi
altri celebri attori in ruoli più o meno piccoli. Emile Hirsch
interpreta Jay Sebring, amico di Sharon Tate, mentre
Margaret Qualley è Pussycat, la giovane hippie
invaghita di Cliff Booth. Al Pacino
interpreta Marvin Schwarz, agente di casting, mentre Timothy
Olyphant è l’attore James Stacy. Sono poi presenti
Luke Perry nei panni dell’attore Wayne Maunder,
Damian Lewis in
quelli di Steve McQueen, e Kurt Russell in
quelli del capo stuntman Randy. Charles Manson è interpretato da
Damian Herriman, mentre alcuni membri della
famiglia sono interpretati da Dakota Fanning,
Maya Hawke e
Austin
Butler.
La vera storia dietro al film e la
spiegazione di C’era una volta a… Hollywood
Per quanto riguarda ciò che viene
narrato nel film, C’era una volta a…
Hollywood riprende luoghi, personaggi e vicende vere per
adattarle e costruirvi sopra liberamente ispirato ad essi. Se, come
noto, reale è stata il massacro di Cielo Drive compiuto dalla
famiglia Manson, personaggi come quelli di Rick Dalton e Cliff
Booth sono ispirati a personalità realmente esistite. Il primo
particolare fonte di ispirazione sono stati gli attori Ty
Hardin, Ralph Meeker e Steve McQueen.
Per Booth, invece, Tarantino si è ispirato a nomi come
Thomas Laughlin e Gary Kent. Ogni
riferimento presente nel film trova poi un corrispettivo nella
realtà. Soltanto il finale differisce da quanto realmente accaduto,
dando vita al revisionismo storico teorizzato da Tarantino.
In particolare, dopo aver dato vita
ad un vero e proprio ritratto d’epoca per buona parte del film, nel
finale Tarantino offre una duplice chiave interpretativa. Da una
parte vi è Rick Dalton e Cliff Booth che sconfiggono i seguaci di
Manson e salvano la situazione, con il primo dei due che ottiene
così l’opportunità di incontrare Tate e, idealmente, rilanciare la
propria carriera. Una lettura più metaforica del finale, invece,
vede Dalton “morire” e andare incontro a Sharon Tate (come noto,
tristemente morta nella realtà) percorrendo la salita verso la casa
di lei che corrisponde ad un’ascesa verso il paradiso. Questa
lettura trova il suo senso se si pensa che l’intero film è un
omaggio ad un epoca terminata proprio con il massacro di Cielo
Drive e di quel 1969 e tutto C’era una volta a… Hollywood riflette dunque su questo
senso di tragica fine.
C’era una volta a…
Hollywood e le polemiche legate al film
Come spesso accade con i film di
Tarantino, anche C’era una volta a… Hollywood ha visto l’emergere di
diverse polemiche nei suoi confronti. La prima di esse è mossa da
chi giudica poco rispettoso il ritratto dato di Sharon Tate e del
“lieto fine” qui riservatole, che nella realtà non ha però avuto.
In particolare, si sostiene che Tarantino banalizzi il massacro di
Cielo Drive cambiando quanto avvenuto in un finale che risulta fin
troppo favolistico. Tuttavia, l’obiettivo di Tarantino era proprio
quello di offrire una versione alternativa e opposta a quanto
avvenuto, portando dunque avanti sia il proprio intento
revisionista quanto anche il concetto che il cinema può cambiare o
quantomeno alterare la storia.
Altra polemica, emersa con maggior
forza, è invece quella legata al Bruce Lee messo in
scena da Tarantino. Questa è stata in particolare avanzata dalla figlia
dell’attore, Shannon Lee relativamente al modo
in cui viene rappresentato il personaggio, ovvero un “arrogante
sbruffone, mentre mio padre era un asiatico-americano nella
Hollywood degli anni ’60 che ha dovuto lavorare molto più duramente
degli altri per riuscire a guadagnarsi il rispetto“. Tarantino
ha però replicato affermando che “Bruce
Leeera una specie di ragazzo arrogante. Il modo
in cui parla nel film non l’ho inventato, anzi, molto proviene da
ciò che gli ho sentito dire. Se chiedi alla gente, quella ti
risponderà che Lee ha affermato di poter picchiare Muhammad
Ali”.
C’era una volta a…
Hollywood: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di C’era una volta a…
Hollywood grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Netflix, Amazon Prime Video, Infinity+ e
Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 19 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Il regista di Dune – Parte
Due Denis Villeneuve ha recentemente confermato
di essere al lavoro su una terza e ultima parte della sua saga
fantascientifica, che sarà basata sul secondo romanzo di Frank
Herbert, Dune:
Messiah.
Parlando con la stampa sudcoreana
all’inizio del mese, il regista ha dichiarato che il terzo film
“è in fase di scrittura proprio adesso. La sceneggiatura è
quasi finita, ma non è finita. Ci vorrà un po’ di tempo. C’è il
sogno di fare un terzo film… per me avrebbe assolutamente
senso“. Jeff Sneider sostiene che la Warner Bros. ha già dato
il via libera a un terzo film, che potrebbe uscire nel 2027.
“Ho già sentito dire che la WB
è così entusiasta della visione di Villeneuve per Dune
che la ‘Parte Tre‘
ha già ottenuto il via libera con una data di uscita prevista per
il 2027. La WB vede la seconda parte come un successo, e
internamente sento che lo studio prevede già un’apertura superiore
ai 100 milioni di dollari. Forse è ottimistico, ma visto il trailer
qui sopra, non è affatto da escludere“.
Supponendo che Dune – Parte
Tre che potrebbe chiamarsi Dune: Messiah vedrà la luce e se
non avete letto i libri, fate attenzione agli spoiler da questo
punto in poi.
Il Duncan Idaho di Jason Momoa è stato ucciso verso la fine del
primo film, ma parlando con Josh Horowitz di MTV, l’attore di Paul
Atreides Timothée Chalamet si è lasciato sfuggire (i
libri sono in circolazione da 70 anni!) che la star di Aquaman
tornerà se Dune:
Messiah.
Come fa Duncan a tornare dopo
quella che sembrava una morte così definitiva? Nell’universo di
Dune, una copia artificiale (non esattamente un clone) di una
persona deceduta, nota come Ghola, può essere creata da
una razza geneticamente modificata nota come Bene Tleilax.
A Paul viene presentato un Ghola del suo vecchio amico e, poiché
possiede i ricordi dell’originale, Jason Momoa potrà essenzialmente riprendere il
suo ruolo.
Trying to figure out who is worse at
spoiling now, Timothee Chalamet or Tom Holland. Don’t watch this
“70-year-old spoiler” if you haven’t read Dune Messiah pic.twitter.com/xVNcCsjf6H
Dopo il
teaser la NBC ha pubblicato il trailer completo della terza
stagione di La Brea
per il prossimo ritorno del suo dramma d’avventura
fantascientifico.
Il video mostra il viaggio finale
dei protagonisti, ricco di azione, per ritrovare la strada di casa.
Inoltre, offre agli spettatori un riassunto di alcune delle sfide
più difficili che hanno affrontato durante la loro permanenza nella
misteriosa terra primordiale. La terza e ultima puntata sarà
trasmessa in anteprima negli USA il 9 gennaio alle 21.00.
Cosa aspettarci nella terza stagione di La
Brea?
“L’episodio della première della
terza stagione si intitola “Sierra” – Dopo che la radura è stata
distrutta dall’attacco di un dinosauro, i sopravvissuti devono
trovare una nuova casa in cui vivere”, si legge nella logline.
“Gavin scopre un indizio su dove sia andata Eve, ma seguire la
pista porta a conseguenze ancora più tragiche”.
La Brea
ruota attorno a un’enorme dolina a Los Angeles che ha portato le
persone a essere trasportate in una terra preistorica e misteriosa.
La serie vede protagonisti Eoin Macken, Zyra Gorecki, Chiké
Okonkwo, Rohan Mirchandaney, Lily Santiago, Josh Mckenzie e Jon
Seda, con Nicholas Gonzalez, Jack Martin, Veronica St. Clair,
Tonantzin Carmelo e Natalie Zea.
La serie La
Brea è creata e prodotta esecutivamente da David
Appelbaum, che è anche showrunner. I produttori esecutivi sono
Chris Hollier, Peter Traugott, Rachel Kaplan, Avi Nir e Alon
Shtruzman. Proviene dalla Universal Television e
dall’australiana Matchbox Pictures.
ComingSoon ha presentato in esclusiva una scena eliminata di
Thanksgiving
tratta dal recente film horror di Eli Roth. Il
film è uscito qualche settimana fa e presto sarà disponibile per
l’acquisto o il noleggio attraverso le piattaforme premium di
video-on-demand.
Nel film la cittadina di Plymouth,
in Massachusetts, è sconvolta da una terribile tragedia avvenuta
all’interno di un centro commerciale durante il Black Friday. Un
anno dopo, durante i festeggiamenti del Thanksgiving, un misterioso
e feroce serial killer comincia ad torturare e uccidere la
popolazione locale, seguendo un grottesco piano di vendetta e
prendendosela soprattutto con un gruppo di ragazzi, che
evidentemente nascondono a loro volta uno scomodo segreto. Quelli
che iniziano come omicidi casuali per vendetta si rivelano presto
parte di un più ampio e oscuro piano legato alle festività.
Ispirato al fake trailer realizzato da Eli Roth per Grindhouse, e
diretto dallo stesso Roth Thanksgiving è pronto a diventare un
nuovo cult del cinema horror contemporaneo.
Chi ha scritto Thanksgiving?
Thanksgiving
è stato diretto da Roth da una sceneggiatura di Jeff
Rendell. Roth e Rendell hanno anche prodotto insieme a
Roger Birnbaum. Il film è stato ispirato dal falso trailer del film
Grindhouse di Robert Rodriguez e
Quentin Tarantino del 2007, realizzato da Eli
Roth.
Thanksgiving
è interpretato da
Patrick Dempsey, Addison Rae, Milo Manheim, Jalen Thomas
Brooks, Nell Verlaque, Rick Hoffman, Gina Gershon, Tim Dillon,
Gabriel Davenport, Tomaso Sanelli e Jenna Warren.
Il video mette in evidenza il
nascere della storia d’amore tra la Lou della Stewart e la Jackie
della O’Brian. Quest’ultima è un’aspirante culturista che viene
improvvisamente coinvolta nelle dinamiche criminali della famiglia
di Lou. Il film sarà presentato in anteprima mondiale al
Sundance Film Festival del 2024 e uscirà nelle
sale americano l’8 marzo 2024.
Love Lies
Bleeding proviene dalla regista Rose
Glass, che scriverà e dirigerà il film. Secondo
il sito
del Sundance, il film racconterà la storia della “solitaria
direttrice di palestra Lou che si innamora di Jackie, un’ambiziosa
bodybuilder diretta a Las Vegas per inseguire il suo sogno. Ma
il loro amore scatena la violenza, trascinandoli nella rete della
famiglia criminale di Lou.
A24 produrrà e distribuirà il thriller
A24 produrrà
il film, insieme ad Andrea Cornwell per Lobo Films e Oliver Kassman
per Escape Plan Productions. La società gestirà anche l’uscita
globale del film, con Film4 che ha contribuito a sviluppare il film
insieme ai registi e ha cofinanziato il film con A24.
Questo sarà il secondo
lungometraggio di Rose Glass, dopo
Saint Maud presentato in anteprima nel 2019 prima di
essere rinviato a causa della pandemia di COVID-19 e infine
distribuito nel 2021. Il film, tuttavia, ha ricevuto enormi elogi
al suo lancio ed è stato visto come un successo complessivo per un
film d’esordio.
Di recente Kristen Stewart è apparsa in due film,
Spencer
del 2021, che l’ha vista interpretare Diana, principessa del
Galles, un ruolo per il quale ha ottenuto una nomination all’Oscar
come migliore attrice. Successivamente è apparsa in Crimes of
the future di David Cronenberg.
Katy O’Brian è
meglio conosciuta per i suoi ruoli come Jentorra in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, e ha anche
recitato nella serie di successo Z Nation di Syfy,
così come in Black Lightning e Agents of SHIELD. È
apparsa anche nella secondo e terza stagione di The
Mandalorian nei panni dell’ufficiale delle
comunicazioni imperiali Elia Kane.
Come noto, è questo l’ultimo film
girato da Proietti prima della scomparsa, in cui regala al
pubblico che l’ha sempre tanto amato un’interpretazione dolce e
malinconica dell’iconico giocattolaio. A partire dalla sua
presenza, il film si rivela dunque essere un inno alle seconde
possibilità della vita, per scoprire che non è mai troppo tardi per
cambiare e fare del bene. Tematiche che emergono non solo a partire
dal personaggio di Babbo Natale ma anche dal vero protagonista del
film, il ladruncolo interpretato da Marco
Giallini.
In vista del Natale, si tratta
dunque un ottimo film da vedere, perfettamente allineato ai valori
che questa festa dovrebbe trasmettere in tutti noi, ma che troppo
spesso vengono oscurati dall’avidità e dalla materialità. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle location.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Io sono Babbo Natale
Protagonista del film è
Ettore, un ex detenuto che conduce un’esistenza
disperata, priva di stimoli e irrequieta. Finito in prigione a
causa di una rapina, l’uomo non ha mai tradito i suoi complici,
tenendo i nomi per sé. A seguito dei suoi problemi giudiziari,
però, i suoi già precari legami familiari sono diventati totalmente
inesistenti. Infatti dopo essersi lasciato con la sua compagna
Laura, non hai mai conosciuto la
figlia Alice avuta da lei. La sua unica
prospettiva per il futuro sembra dunque essere quella di continuare
a fare quello che ha sempre fatto: rubare.
È però proprio durante uno dei suoi
furti che si ritrova nella dimora di Nicola, un
adorabile anziano che sembra non possedere nulla di valore in casa
sua. L’unica cosa importante che può dare a Ettore è
un’informazione sulla sua identità: Nicola afferma infatti di
essere il vero Babbo Natale. Il rapinatore non
crede alle parole dell’uomo che ha di fronte, ma ancora di più
stenta a credere all’esistenza di Babbo Natale. Quando però verrà
messo dinanzi all’evidenza della cosa, si troverà a dover decidere
se sfruttare quell’occasione per il proprio tornaconto o se
cambiare finalmente in meglio.
Il cast di Io sono Babbo Natale e le location del
film
Ad interpretare Ettore vi è l’attore
Marco Giallini,
mentre Gigi Proietti
ricopre il ruolo di Nicola Natalizi alias Babbo Natale. È questo
l’ultimo film interpretato dall’attore, scomparso il 2 novembre del
2020, circa un anno prima dell’uscita di Io sono Babbo Natale. Recitano
poi nel film Barbara Ronchi nel ruolo di Laura
Interlenghi, ex compagna di Ettore e Alice Adamu
nel ruolo della figlia Alice. Daniele Pecci,
invece, interpreta Luciano, il nuovo compagno di Laura, mentre
Gianni Franco e Lucia Batassa
interpretano i genitori di lui. Completano poi il cast gli attori
Antonio Gerardi nei panni di Mauro,
Giorgia Salari in quelli di Stefania e
Simone Colombari in quelli di Walter.
Come si può ben vedere guardando il
film, esso è stato girato interamente a Roma nel corso del febbraio
2020. Tra le varie location che si possono riconoscere vi sono
via della Lungara, davanti al carcere Regina Coeli
dal quale Ettore viene messo in libertà, e sul
lungotevere, dove il protagonista vaga senza meta.
Location primaria è però la villa di Nicola, alias Babbo Natale,
che si trova a Monteverde, in via
Cimone al civico 100. Altre location sono invece il
laghetto di Villa Borghese, dove Babbo Natale
spiega il suo lavoro ad Ettore, o ancora è sua via
Condotti che Ettore, grazie ai superpoteri dell’abito
rosso di Babbo Natale, svaligia una gioielleria.
Il trailer di Io sono Babbo
Natale e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Io sono Babbo Natale grazie alla sua presenza su
una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 19 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 2.
Jonathan Majors è
stato
ufficialmente licenziato dal suo ruolo di Kang
nell’MCU dai Marvel Studios oggi dopo essere stato
giudicato colpevole di due delle accuse presentate contro di lui
dall’ex fidanzata Grace Jabarri. La cosa ha messo immediatamente a
rischio
Avengers: The Kang Dynasty.
Tuttavia, nella sua ultima
newsletter, Jeff Sneider indica che lo studio non
sarebbe mai andato avanti con Majors nei panni di Kang,
indipendentemente dall’esito del processo. Per quanto riguarda il
prossimo film degli Avengers, si ritiene che il
sottotitolo di
The Kang Dynasty sia stato eliminato (nessuna sorpresa
in questo caso) e per il momento il progetto viene chiamato
internamente “Avengers 5“.
Resta da vedere fino a che punto la
storia attuale verrà modificata, ma sembra sempre più probabile che
la Marvel la rinnovi come
“Secret Wars Parte 1“. Secondo una delle fonti di
Sneider, “Secret Wars si preannuncia sostanzialmente come un
gigantesco film di cinque ore con un intervallo di un anno.”
Anche l’insider Daniel Richtman è intervenuto e
sostiene che le riprese sarebbero dovute iniziare già il prossimo
marzo nel Regno Unito – ma ha sentito che, se Majors fosse stato
dichiarato non colpevole, sarebbe rimasto nel ruolo
Conquistatore.
Come sappiamo, lo sceneggiatore di
Loki Michael Waldron è
stato assunto per scrivere una nuova bozza, ma la conclusione
della stagione 2 di Loki avrebbe comunque
influenzato la trama principale.
Richtman ha anche sentito dire che,
nonostante le voci contrarie, il Dottor Destino non è mai stato
nella posizione di sostituire Kang come il nuovo grande cattivo
dell’Universo Cinematografico Marvel, e avrebbe un cattivo
secondario nei prossimi film degli Avengers.
John Boyega compare già nella
lista dei nomi papabili per sostituire Jonathan
Majors nel MCU nel ruolo di Kang il
Conquistatore. Il licenziamento di Majors
a seguito di una condanna per aggressione, ha messo lo studio in
condizioni di dover scegliere un nuovo attore per interpretare uno
dei personaggi più importanti di questa Fase dell’Universo
Condiviso, il villain principale.
Sembra però che i rumors legati al
suo accostamento al ruolo non siano piaciuti a John Boyega, che ha replicato su X come
segue: