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And Just Like That 2×01, la recensione dello spin-off di Sex and the City

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La moda torna preponderante in And Just Like That 2 ma anche le crisi amorose e le incomprensioni. In And Just Like That 2×01, Carrie (Sarah Jessica Parker) e Charlotte (Kristin Davis), rimaste le uniche del gruppo nella caotica New York si preparano per l’evento dell’anno: il Met Gala. Un evento cardine della moda della Grande Mela con tutti i riflettori puntati addosso. Una stagione che si prospetta molto più vicina alla trama e alle dinamiche della serie tv madre, Sex and the City.

Se nella prima stagione And Just Like That aveva esplorato il dramma del lutto dopo la morte di Mr. Big, questa seconda attraversa invece la rinascita di Carrie che, come abbiamo visto sul finale della prima stagione, intraprende una relazione con il produttore del suo podcast. In onda su Sky Atlantic dal 23 giugno e in streaming su NOW, And Just Like That 2×01 dà il via a una stagione ricca di colpi di scena dove gli annunci preventivi del ritorno di Samantha e di Aidan non hanno fatto altro che aumentarne il desiderio.

Ivan Hernandez Sarah Jessica Parker And Just Like That 2x01

And Just Like That 2×01, la trama

Il Met Gala è l’appuntamento più atteso a New York e Charlotte e Carrie cercano di prepararsi al meglio. Sull’altro lato della costa, Miranda (Cynthia Nixon) e Che (Sara Ramírez) vivono sotto la luce del sole di Los Angeles la loro relazione. Miranda si è totalmente lasciata alle spalle la vita misurata e ponderata da avvocato e si butta a capofitto nella nuova versione di sé stessa, o per lo meno di prova. La scena in cui cerca di rilassarsi all’interno del centro benessere riporta a galla la vera Miranda che non è in grado di stare ferma, immobile e in silenzio godendosi la pace e la tranquillità del centro.

Anche le cose con Che sembrano andare bene, ma la “nuova Miranda” cade nei vecchi pensieri e perplessità della vecchia, che, come vediamo, è sempre presente dentro di lei. Un piccolo problema di comunicazione tra la coppia, che sessualmente invece sembra aver trovato la giusta combinazione, porta un po’ di scompiglio che però la coppia riesce a superare portando la loro relazione a un livello ancora più intimo e complice.

Cynthia Nixon Sara Ramírez And Just Like That 2x01

Calma apparente

Quello che si prova guardando And Just Like That 2×01 è un senso di calma apparente che aleggia soprattutto sul personaggio di Sarah Jessica Parker. Carrie è proprio cambiata e la sua nuova vita da vedova e nuove consapevolezze dettate dall’età la pongono sotto una nuova luce. Non batte ciglio e non si scompone nel momento in cui la sua emergenza moda per il Met Gala si trasforma in un disastro annunciato, anzi nel brutto riesce a cogliere con ironia quello che la sorte le sta proponendo. Andare al Met Gala significa osare e divertirsi e quale miglior modo di osare se non mettersi in testa una piuma di un uccello e il vestito del matrimonio andato a monte con Big.

Anche Charlotte e Harry (Evan Handler) gestiscono la partecipazione al Met Gala con calma, seppur ovviamente non mancano i momenti di mania del controllo tipici del personaggio di Charlotte. In generale questo primo episodio cerca di ricordarci dove abbiamo lasciato i personaggi nelle varie fasi della loro vita. Non è un episodio fatto per sconvolgere lo spettatore, com’era accaduto con il pilot della prima stagione, e non ha neanche quel brio e brilluccichio che potremmo aspettarci da un episodio incentrato sul Met Gala.

Kristin Davis And Just Like That 2x01

Cosa aspettarci

Seppur introduttivo, però, And Just Like That 2×01 pone diversi tasselli su quello vedremo nei prossimi episodi e su due eventi fondamentali nella vita di Carrie: il ritorno di Samantha e di Aidan. La prima interpretata da Kim Cattrall farà la sua apparizione in questa seconda stagione, non si sa ancora in quali termini. La calma apparente che avvolge Carrie potrebbe infatti essere legata proprio alla mancanza dell’amica e manager della scrittrice che di solito si occupava di risolvere tutti i momenti più difficili. Non a caso è già “apparsa” virtualmente solo come messaggio di testo che si scambia con Carrie dopo la morte di Big.

Il personaggio di John Corbet torna in scena. Il secondo grande amore di Carrie che potrebbe portare una nuova consapevolezza alla donna che, come vediamo in And Just Like That 2×01, non riesce ad andare oltre nella relazione con Franklyn (Ivan Hernandez). Carrie e Aidan si sono sempre rincorsi e sempre mancati, seppur innamorati nessuno dei due ha saputo cogliere nell’altro il grande amore della sua vita. Quando ricomparirà nella vita di Carrie, sicuramente la trama e la seconda stagione prenderà una piega diversa.

8 film sui viaggi nel tempo che hanno davvero senso

8 film sui viaggi nel tempo che hanno davvero senso

Il viaggio nel tempo è uno dei temi più rilevanti nella fantascienza e che permette a scrittori e registi di creare le proprie regole per sviscerarlo. Tuttavia, questo modus operandi a condotto spesso a storie apparentemente senza senso sul topic, anche se ce ne sono altrettante che riescono quasi a sembrare verosimili. L’introduzione di questa tematica nel cinema può essere fatta risalire al 1949 con l’adattamento del romanzo di Mark Twain del 1889 Un americano alla corte di Re Artù, interpretato da Bing Crosby, e uno dei primi e più influenti film sui viaggi nel tempo è stato l’adattamento di George Pal del 1960 del romanzo di H.G. Well del 1895 La macchina del tempo.

Da allora, il viaggio nel tempo è stato un argomento affascinante da trattare nel cinema e si è fatto strada in vari generi, dal dramma (come Questione di tempo) all’horror (come L’armata delle tenebre di Sam Raimi) e persino nel mondo dei supereroi (Avengers: Endgame). Poiché il viaggio nel tempo è un concetto piuttosto che una realtà comprovata, si tratta di un’idea aperta all’interpretazione, che ha consentito agli artisti di creare le proprie regole e inventare i propri metodi per portare i personaggi in avventure attraverso il tempo e lo spazio. Questo ha dato spazio a regole confuse e anche piuttosto insensate che regolano il viaggio nel tempo, ma ce ne sono altri che hanno davvero senso, sia nei metodi che nel modo in cui il viaggio nel tempo influisce sulla storia: eccone otto esempi.

Primer (2004)

Primer è un film di fantascienza psicologica diretto da Shane Carruth, la cui trama segue Aaron (Carruth) e Abe (Dave Sullivan), due ingegneri che scoprono accidentalmente il viaggio nel tempo. Dopo un paio di accurati esperimenti, Aaron e Abe iniziano a usare la loro macchina per viaggiare nel tempo, chiamata “la scatola”, per tornare indietro nel tempo e fare proficue operazioni in borsa nello stesso giorno.

Tuttavia, i viaggi nel tempo iniziano presto ad avere conseguenze fisiche e mentali su di loro e la loro amicizia viene messa a dura prova. Abe e Aaron sono in grado di viaggiare nel tempo grazie a un loop che crea dei doppi di loro stessi. Primer è stato indicato come la versione cinematografica più vicina al funzionamento dei viaggi nel tempo nella vita reale.

Tenet (2020)

tenet trailerTenet è un film d’azione e thriller fantascientifico diretto da Christopher Nolan, che segue un protagonista senza nome (John David Washington), un ex agente della CIA che impara a manipolare il flusso del tempo per prevenire un attacco dal futuro che potrebbe annientare il mondo attuale. Tenet è stato percepito come un film piuttosto controverso a causa del suo approccio complesso al tema del viaggio nel tempo, in quanto Nolan ha utilizzato concetti e teorie fisiche reali per dare vita a questo concetto nel film. I personaggi di Tenet hanno trovato un modo per invertire l’entropia degli oggetti usando la fissione nucleare e hanno creato una macchina chiamata tornello che inverte l’entropia di qualsiasi cosa o persona posta al suo interno.

L’oggetto o la persona iniziano quindi a muoversi all’indietro nel tempo, ma l’inversione di un essere umano ha alcuni effetti collaterali. Poiché la persona si muove all’indietro mentre tutto il resto va avanti, il mondo è disorientante e pericoloso, l’aria è irrespirabile e il trasferimento di calore del fuoco e del ghiaccio è invertito, tra gli altri dettagli. La fisica di Tenet è molto complessa ma, in definitiva, ha comunque senso.

Lightyear (2022)

Lightyear - La vera storia di Buzz recensioneLightyear è un film d’animazione di fantascienza e uno spinoff della serie di film di Toy Story. Diretto da Angus MacLane, Lightyear segue il ranger spaziale Buzz Lightyear (doppiato da Chris Evans) e il suo equipaggio che, dopo essere rimasti bloccati su un pianeta ostile, devono trovare un modo per riparare la loro nave e tornare a casa. Dopo un anno di test e ricerche, Buzz si offre volontario come pilota collaudatore per il carburante per l’iperspazio e, anche se si tratta solo di un test di quattro minuti, in realtà sono passati quattro anni. Buzz continua a testare il carburante per l’iperspazio e finisce oltre sessant’anni nel futuro, dove incontra Zurg, che si rivela essere la sua versione più vecchia. L’anziano Buzz rivela di essere fuggito nello spazio per evitare l’arresto e di essere finito centinaia di anni nel lontano futuro.

Lightyear non complica il viaggio nel tempo e si limita a mostrare Buzz nella sua navicella che infrange la barriera dell’ipervelocità e attraversa una serie di anelli che lo fanno saltare nel futuro grazie alla dilatazione temporale. Buzz avrebbe potuto avere un modo per tornare indietro nel tempo ed evitare di bloccare il suo equipaggio, ma ha scelto di non alterare il passato dopo aver visto cosa riservava il futuro.

X-Men: Giorni di un futuro passato (2014)

X-Men - Giorni di un futuro passatoX-Men: Giorni di un futuro passato è il quinto film della saga principale degli X-Men, il sequel di X-Men: The Last Stand e X-Men: First Class e il seguito di Wolverine. In un 2023 distopico, le Sentinelle sono programmate per dare la caccia e uccidere i mutanti, così Kitty Pryde (Elliot Page) usa i suoi poteri per inviare Bishop qualche giorno nel passato per avvertire il resto dei mutanti. L’attacco viene sventato con successo e il gruppo si ritira in un remoto tempio cinese, dove il Professor X (Patrick Stewart) spiega che devono tornare indietro nel tempo per impedire l’assassinio di Bolivar Trask e quindi la creazione delle Sentinelle. Wolverine si offre volontario perché le sue capacità rigenerative gli permetteranno di sopravvivere al viaggio.

Ciò che rende comprensibile il viaggio nel tempo in X-Men: Giorni di un futuro passato è che non ci sono macchine coinvolte e i soggetti non viaggiano fisicamente nel tempo. Al contrario, i poteri di Kitty Pryde spostano la loro coscienza attraverso il tempo e nel corpo del loro io passato/giovane, motivo per cui entrambe le linee temporali coesistono fino a quando la coscienza del soggetto non ritorna al suo corpo attuale.

Ritorno al futuro (1985)

ritorno-al-futuro-filmRitorno al futuro è un film di fantascienza diretto da Robert Zemeckis. Ambientato nel 1985, Ritorno al futuro segue l’adolescente Marty McFly (Michael J. Fox), il cui eccentrico amico scienziato, Emmett “Doc” Brown (Christopher Lloyd), costruisce un’auto DeLorean che viaggia nel tempo. Marty finisce per essere rispedito nel 1955, dove non solo deve assicurarsi che i suoi genitori si innamorino (altrimenti non esisterà), ma deve anche trovare Doc per aiutarlo a tornare nel futuro.

Le regole del viaggio nel tempo di Ritorno al futuro sono così semplici, coerenti ed efficaci che sono state prese come ispirazione e base per altri film sui viaggi nel tempo. La DeLorean era il mezzo di trasporto, ma le regole erano semplici: se si interferisce con il passato, in qualsiasi modo, si altera il futuro, ed è per questo che per Marty era una priorità assoluta far sì che i suoi genitori si innamorassero l’uno dell’altro.

Arrival (2016)

Arrival castArrival è un film drammatico di fantascienza diretto da Denis Villeneuve e basato sul racconto del 1998 “Story of Your Life” di Ted Chiang. Arrival segue la linguista Louise Banks (Amy Adams), che viene reclutata dall’esercito americano per decifrare il linguaggio degli extraterrestri arrivati sulla Terra.

Arrival non parla di viaggi nel tempo in modo tradizionale e, come X-Men: Giorni di un futuro passato, è più incentrato sulla mente. Il linguaggio degli alieni altera la percezione del tempo degli esseri umani, consentendo loro di sperimentare ricordi di eventi futuri, ed è così che la Banks sapeva delle tragedie che lei e la sua famiglia avrebbero vissuto anni dopo.

Interstellar (2014)

InterstellarUn altro film di Christopher Nolan che affronta il tema dei viaggi nel tempo è Interstellar. Ambientato nel 2067, in un futuro in cui l’umanità rischia l’estinzione globale dopo una carestia mondiale, l’ex pilota della NASA Joseph Cooper (Matthew McConaughey) viene reclutato per una missione alla ricerca di un esopianeta in grado di ospitare la vita.

Come in Lightyear, anche in Interstellar il viaggio nel tempo è dovuto alla dilatazione temporale, poiché il tempo scorre in modo diverso su ogni pianeta su cui Cooper e il suo equipaggio atterrano. Verso la fine della sua missione, Copper finisce all’interno di un tesseratto a cinque dimensioni, in cui può vedere diversi momenti nel tempo dall’interno della camera da letto di sua figlia Murphy, permettendogli di comunicare con lei in codice Morse manipolando gli oggetti nella stanza. Grazie a ciò, aiuta Murph a risolvere l’equazione che salva la Terra.

Terminator (1984)

Terminator Arnold SchwarzeneggerTerminator è un film d’azione fantascientifico diretto da James Cameron. The Terminator segue Kyle Reese (Michael Biehn), un soldato inviato dal 2029 al 1984 per fermare un assassino cibernetico noto come Terminator (Arnold Schwarzenegger), anch’egli mandato indietro nel tempo. La missione del Terminator nel 1984 è uccidere Sarah Connor (Linda Hamilton) per non far nascere suo figlio, John Connor. Nel futuro, una rete di difesa AI nota come Skynet prende coscienza di sé e scatena una guerra nucleare globale per sterminare la specie umana. John Connor raduna i sopravvissuti e guida un movimento di resistenza contro Skynet, motivo per cui Terminator è stato inviato nel 1984, mentre Reese è stato mandato a salvare Sarah Connor.

Grazie al semplice uso del viaggio nel tempo, Terminator affronta temi come il libero arbitrio, il destino, i cicli di causalità e altro ancora, poiché se Terminator riuscisse nel suo intento, un’intera linea temporale verrebbe cancellata. Nel frattempo, John Connor deve rimandare indietro Kyle Reese perché è anche suo padre, quindi non si tratta solo di salvare sua madre, ma di assicurarsi che venga concepito. Il viaggio nel tempo di Terminator è così efficace che ha dato vita a un intero franchise.

I Cavalieri dello Zodiaco: una clip in anteprima del film

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I Cavalieri dello Zodiaco: una clip in anteprima del film

ComingSoon presenta un’esclusiva clip di I Cavalieri dello Zodiaco dalle scene cancellate dell’adattamento cinematografico live-action di Sony Pictures del popolare anime. Il film debutterà solo al cinema il 26, 27 e 28 giugno prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Nel cast oltre a Mackenyu (Pacific Rim: Uprising) che interpreta il protagonista Seiya, Famke Janssen (X-Men), Madison Iseman (Jumanji – Benvenuti nella giungla),  Diego Tinoco (Teen Wolf), Mark Dacascos (Il patto dei lupi),  Nick Stahl (Sin City) e Sean Bean (Il Signore degli Anelli) nel ruolo di Alman Kiddo, l’uomo che recluterà il protagonista per farlo diventare un cavaliere. I Cavalieri dello Zodiaco, film evento, sarà solo al cinema il 26, 27 e 28 giugno prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

I Cavalieri dello Zodiaco, la trama

Tratto dalla celebre serie animata, I Cavalieri dello Zodiaco porta per la prima volta sul grande schermo la saga di Saint Seiya in live-action. Seiya, interpretato da Mackenyu, è un testardo adolescente di strada che trascorre il suo tempo alla ricerca della sorella rapita e a combattere per ottenere denaro. Quando uno dei suoi combattimenti sprigiona involontariamente poteri mistici che non sapeva di avere, Seiya si ritrova coinvolto in un mondo di santi in guerra, antichi addestramenti magici e una dea reincarnata che ha bisogno della sua protezione. Per sopravvivere, dovrà abbracciare il suo destino e sacrificare tutto per conquistare il posto che gli spetta tra i Cavalieri dello Zodiaco.

Secret Invasion: l’incontro tra Samuel L. Jackson e Olivia Colman nella nuova clip

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Manca davvero poco all’uscita dell’imminente serie Disney+ della Marvel Secret Invasion e oggi Marvel Studios ha diffuso una nuova clip ufficiale nel quale possiamo vedere il primo incontro tra Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury e Olivia Colman nei panni di un nuovo personaggio chiamato Sonya Falsworth, ex alleata di Fury. 

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Nella nuova serie Marvel Studios Secret Invasion, ambientata nel presente MCU, Nick Fury viene a conoscenza di un’invasione clandestina della Terra da parte di una fazione di Skrull mutaforma. Fury si unisce ai suoi alleati, tra cui Everett Ross, Maria Hill e lo Skrull Talos, che si è costruito una vita sulla Terra. Insieme corrono contro il tempo per sventare l’imminente invasione Skrull e salvare l’umanità.

Quando debutta Secret Invasion?

Il primo episodio di Secret Invasion uscirà il 21 giugno 2023 su Disney+. Ogni episodio della miniserie di sei episodi debutterà ogni mercoledì, fino al finale il 26 luglio 2023. Lo spettacolo è interpretato da Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman e Don Cheadle, tutti che riprendono i loro ruoli dai film del Marvel Cinematic Universe. La serie introdurrà anche i personaggi interpretati da Kingsley Ben-Adir, Emilia Clarke e Olivia Colman nell’MCU.

Basato sulla serie di fumetti di Brian Michael Bendis, Leinil Francis Yu, Mark Morales e Laura Martin, Secret Invasion è prodotto da Kyle Bradstreet, con il regista di Let Him Go Thomas Bezucha e Ali Selim come registi.

Oppenheimer: i primi spettatori sono usciti dalla proiezione “devastati”

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Si sono svolte le prime proiezioni di Oppenheimer, l’attesissimo thriller di Christopher Nolan sul fisico J Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) che ha lavorato con un team di scienziati al famigerato Progetto Manhattan, che ha portato allo sviluppo della bomba atomica. La pellicola è uno dei film più attesi dell’anno, con Christopher Nolan che dirige un cast stellare.

Proprio Christopher Nolan ha commentato parlando con Wired le prime reazioni registrati da alcuni spettatori che hanno reagito al film. “Alcune persone lasciano il film assolutamente devastate“, ha rivelato il regista . “Non possono parlare. Voglio dire, c’è un elemento di paura che è presente nella storia e nelle fondamenta. Ma l’amore per i personaggi, l’amore per le relazioni, è più forte che mai”.

Tutto quello che sappiamo sul film Oppenheimer

Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh.

Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).  Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.

Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero.  I film di Nolan, tra cui Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36 nomination, tra cui due nomination come miglior film.

Fabio De Luigi dirige e interpreta il film 50 km all’ora

Fabio De Luigi dirige e interpreta il film 50 km all’ora

Sony Pictures International Productions e Colorado Film annunciano l’inizio delle riprese del film 50 km all’ora diretto da Fabio De Luigi, protagonista con Stefano Accorsi e autore della sceneggiatura insieme a Giovanni Bognetti.

Nel cast oltre Fabio De Luigi e Stefano Accorsi anche Alessandro Haber, Elisa Di Eusanio, Alice Palazzi, Simone Baldasseroni, Giorgia Arena, Barbara Abbondanza e Paolo Cevoli.

La commedia/road movie è una rivisitazione italiana di 25 km/h, film tedesco di Sony Pictures International Production campione d’incassi nel 2018 (scritto da Oliver Ziegenbalg e diretto da Markus Goller). Recentemente è diventato un remake anche in Messico con il titolo “A Todas Partes”.

Due fratelli si ritrovano dopo tanti anni al funerale del padre e tra rancori passati e affetto sopito, affrontano un viaggio a bordo di due moto scassate, costruite quando erano due ragazzini.

Iginio Straffi e Alessandro Usai di Colorado Film sono i produttori di 50 km all’ora che sarà distribuito nelle sale italiane da Eagle Pictures.

“Siamo elettrizzati all’idea di continuare la nostra collaborazione creativa con Colorado Film e avere l’opportunità di lavorare con un regista e una star così prestigiosa e talentuosa come Fabio De Luigi” ha dichiarato Shebnem Askin, EVP, Creative Production & Head of Sony Pictures International Productions, “Non vediamo l’ora di portare questo film nei cinema italiani e siamo certi che il lavoro di De Luigi offrirà una grande esperienza al pubblico”.

“Questo film consolida la collaborazione di successo tra Colorado Film e Sony Pictures International Productions” ha detto Alessandro Usai, amministratore delegato di Colorado Film, “Siamo molto felici di collaborare con Fabio De Luigi come protagonista per la decima volta e come regista per il terzo film. Dopo tanti successi insieme, siamo certi che questo nuovo progetto, arricchito anche dall’interpretazione di Stefano Accorsi, sarà apprezzato dal pubblico italiano nella prossima stagione.”

Le riprese del film si svolgeranno in Emilia-Romagna e in altre località italiane.

50 km all’ora è il secondo titolo di un accordo multi-picture tra Sony Pictures International Productions e Colorado Film. Il primo film è stato Natale A Tutti I Costi, che ha debuttato al primo posto su Netflix Italia nel dicembre 2022.

Arriva in prima tv su Sky Forever Young – Les Amandiers

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Arriva in prima tv su Sky Forever Young – Les Amandiers

Arriva in prima tv su Sky Forever Young – Les Amandiers, venerdì 23 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2022, il film è diretto da Valeria Bruni Tedeschi, che dipinge un nostalgico affresco della gioventù negli anni 80, intriso di ricordi autobiografici. Nel cast i giovani talenti Nadia Tereszkiewicz e Sofiane Bennacer, insieme a Louis Garrel.

Il film è prodotto da Alexandra Henochsberg e Patrick Sobelman, coprodotto da Angelo Barbagallo ed è una co-produzione Ad Vitam Prodution, Agat Films, Arte France Cinéma e Bibi Film con Lucky Red, Rai Cinema, Canal+, Ciné+ e Arte France, distribuito da Lucky Red.

La trama del film

Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza. Entrati nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani.

Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi tragedie.

BLEACH: Thousand-Year Blood War, l’anime di successo arriva su Disney+

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Disney+ ha annunciato che BLEACH: Thousand-Year Blood War, l’anime di successo internazionale basato sul manga di Tite Kubo e prodotto da VIZ Media, leader mondiale nella produzione di anime e manga, arriverà sulla piattaforma streaming. La prima parte completa sarà disponibile dal 5 luglio mentre a partire dall’8 luglio debutterà la seconda parte con un episodio a settimana.

Serie manga pluripremiata e bestseller, “BLEACH” ha superato i 130 milioni di copie stampate dal suo debutto su Weekly Shonen Jump (2,7 milioni di copie negli Stati Uniti), mentre l’anime ha prodotto 366 episodi e ad oggi è considerato uno dei più grandi di tutti i tempi.

BLEACH: Thousand-Year Blood War segue Ichigo Kurosaki, che ha acquisito i poteri di un Mietitore di Anime grazie a un incontro fortuito. In quanto mietitore di anime sostitutivo, Ichigo è rimasto coinvolto nel tumulto della Soul Society, un luogo in cui si riuniscono le anime defunte. Ma con l’aiuto dei suoi amici, Ichigo supera ogni sfida e diventa ancora più forte. Quando nuovi Mietitori di Anime e un nuovo nemico appaiono nella sua città natale, Karakura, Ichigo torna sul campo di battaglia con la sua Zanpakuto per aiutare i bisognosi. Nel frattempo, la Soul Society assiste a un’improvvisa impennata nel numero di Hollow distrutti nel mondo dei vivi, ricevendo anche altre segnalazioni di scomparsa di residenti nel Distretto di Rukon. Infine, il Seireitei, patria dei Mietitori di Anime, viene attaccato da un gruppo che si fa chiamare Wandenreich. Guidati da Yhwach, il padre di tutti i Quincy, i Wandenreich dichiarano guerra ai Mietitori di Anime con il seguente messaggio: “Tra cinque giorni, la Soul Society sarà annientata dal Wandenreich”. La storia e la verità tenute nascoste dai Mietitori di Anime per mille lunghi anni vengono finalmente portate alla luce. Tutto deve giungere a una conclusione: che la battaglia finale di Ichigo Kurosaki abbia inizio!

Oltre al manga acclamato dalla critica e all’anime leggendario, l’universo di “BLEACH” comprende videogiochi, musical e un adattamento cinematografico live-action, che rende “BLEACH” molto più di un semplice franchise fino a farlo diventare un punto di riferimento culturale per milioni di fan in tutto il mondo.

Un matrimonio mostruoso, la recensione del sequel degli Addams italiani

Dopo l’incontro-scontro tra le due famiglie del primo film, la nascita dei gemelli e l’inevitabile rito riparatore, nel nuovo film di Volfango De Biasi si parla sì di Un matrimonio mostruoso (qui il trailer), ma non di quello tra i giovani protagonisti di due anni fa, Cristiano Caccamo ed Emanuela Rei. Che pure tornano nel cast sempre più ricco del film in sala dal 21 giugno (da 01 Distribution) insieme ai vari Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Ilaria Spada e Paolo Calabresi, con Claudio Greg Gregori – invece del compare storico Lillo – a guidare la truppa di new entry composta da Ricky Memphis, Maurizio Mattioli ed Elisa Di Eusanio.

E’ sempre parenti-serpenti

D’altronde questo sequel pone come premessa proprio la dipartita del ‘povero’ Nando (in realtà fuggito in un paradiso fiscale), mostro tra i mostri, capofamiglia del clan Cornicioni e marito della subdola Stella di Ilaria Spada. E’ lei che, minacciata dal proprio padre (Mattioli), è costretta a trovare i soldi a lui dovuti dal marito scomparso, a ogni costo. Anche tentando di sedurre il consuocero Vladimiro, che Brunilde dovrà cercare di riconquistare prima che sia troppo tardi – e i due convolino a nozze – e con l’aiuto di un trasformato zio Nanni (Calabresi) e dell’avvocato Remo (Memphis), sicuro di aver trovato una soluzione nel codice di diritto mostruoso.

Un’esperienza mostruosa

Il desiderio dichiarato “di tornare a giocare con i personaggi del primo film” promette un “immaginario infantile, popolato da mostri grotteschi e figure della fantasia che possano divertire tutta la famiglia”, ma il rischio è che anche il pubblico del film originale possa restare deluso da uno sfruttamento piuttosto arbitrario di quello spunto che aveva regalato una versione nostrana di un tema classico, cinematografico e televisivo, variamente declinato in passato, dagli Addams e i Monsters degli anni 40 alle riedizioni moderne di Rob Zombie e Tim Burton. Purtroppo la scelta di approfittarne ancora per realizzarne un seguito appare – soprattutto a vederne il risultato – soprattutto figlia di un tentativo commerciale che mostra la sua debolezza nella svolta impartita alla storia, troppo simile ai peggiori ‘Natale a’ o le commedie degli equivoci alla Neri Parenti.

Un matrimonio mostruoso, un sequel migliore dell’originale

Un sicuro pregio di questo ‘Matrimonio’ sta nel riuscire a far rivalutare il film del 2021, del quale recupera alcuni degli elementi migliori (come l’approccio borgataro-psicanalitico della Spada e i due giovani protagonisti), inevitabilmente concedendo loro meno spazio. Per lasciarne invece a contrasti già visti o forzatamente sviluppati, spesso in doppi sensi più banali e personaggi scivolati dalla caratterizzazione più o meno riuscita alla macchietta da catalogo.

Difficile riconoscere la “commedia familiare, di costume e di classe” nel teatrino che sostituisce la liaison soprannaturale tra Pippo Franco e Barbara Bouchet con quello – salvando gli interpreti – tra Elisa Di Eusanio e la mummia dell’Egitto settentrionale, o peggio ancora tra papà ‘Romanzo Criminale’ e la ‘Isadora Duncan’ de noantri. Per non parlare dell’hully gully di gruppo. Malauguratamente, nemmeno la sostituzione del fu Lillo (citato maldestramente in una brutta scena iniziale) con il compare Greg in versione dottor Frankenstein (con ulteriori citazioni, altrettanto evitabili) aiuta, nel complesso. Peccato, perché l’evoluzione della Brunilde di Paola Minaccioni, strega d’altri in tempi in crisi di accettazione, avrebbe potuto offrire di più, e anche le fondamentali lezioni affidate nel finale alla coppia Caccamo-Rei e soprattutto a Mattioli rischiano di perdersi in un generale senso di liberazione.

Fidanzata in affitto con Jennifer Lawrence da oggi al cinema

Fidanzata in affitto con Jennifer Lawrence da oggi al cinema

Da oggi mercoledì 21 giugno, solo al cinema Fidanzata in affitto (recensione), la nuova commedia Sony Pictures interpretata da Jennifer Lawrence e diretta da Gene Stupnitsky (Good Boys – Quei cattivi ragazzi).

Nel cast oltre a Jennifer Lawrence anche Andrew Feldman (Guida turistica per innamorarsi), Laura Benanti (Gossip Girl), Natalie Morales (Amiche per la morte – Dead to Me) e Matthew Broderick (Manchester by the Sea).  Fidanzata in affitto sarà solo al cinema dal 21 giugno, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Nel film sul punto di perdere la casa della sua infanzia, Maddie (Jennifer Lawrence) scopre un intrigante annuncio di lavoro: ricchi genitori iperprotettivi cercano qualcuno con cui far “frequentare” il loro introverso figlio di diciannove anni, Percy, prima che parta per il college. Con sua grande sorpresa, Maddie scoprirà presto che con l’impacciato Percy non sarà un’impresa facile.

Batgirl: le foto dal backstage mostrano il Batman che non vedremo mai

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L’anno scorso, il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, ha preso la controversa decisione di bloccare Batgirl. A quel tempo, il film stava per essere terminato dopo mesi di riprese in Scozia, e i registi Adil El Arbi e Bilall Fallah avevano bisogno solo di fare poche altre riprese e ovviamente la post-produzione.

Dopo aver dichiarato Batgirl una “cancellazione fiscale”, è diventato chiaro che lo studio non aveva intenzione di distribuire il film. In effetti, dopo aver tenuto quella che è stata descritta come una “proiezione funebre”, secondo quanto riferito, l’intera produzione è stata cancellata e ai cineasti è stato proibito di accedervi ulteriormente.

Oltre a presentare Leslie Grace nei panni di Barbara Gordon, il piano era quello di riportare Michael Keaton nei panni del Batman di Gotham City in attività, dopo quello che avremmo visto in The Flash. Naturalmente la cancellazione di Batgirl ha cambiato anche la sorte del Batman di The Flash.

Ora è stato rivelato un nuovo look del Cavaliere Oscuro che però non vedremo mai a schermo, e sì, nelle foto compare anche la sua classica Batmobile. Diamo anche uno sguardo all’interno di quella che era presumibilmente la base operativa di Batgirl e vediamo Keaton nei panni di Bruce Wayne, chiaramente a suo agio nel DCEU.

Il piano era che Batgirl riportasse questo Cavaliere Oscuro al centro della scena in un progetto intitolato Batman Beyond, il che significa probabilmente che avremmo potuto aspettarci che la Bat Family facesse parte dell’ormai defunto DCEU.

Il progetto di Batgirl doveva uscire nel 2022 diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah con Leslie Grace, JK Simmons, Michael Keaton e Brendan Fraser. Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è stato diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

Hypnotic: trailer italiano con Ben Affleck

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Hypnotic: trailer italiano con Ben Affleck

01 Distribution ha diffuso il trailer italiano ufficiale di Hypnotic, il thriller diretto ds Robert Rodriguez con Ben Affleck, Alice Braga, JD Pardo, Dayo Okeniyi, Jeff Fahey, William Fichtner. La pellicola, presentata all’ultimo Festival di Cannes, arriverà al cinema dal 6 luglio 2023.

La trama del film

Il detective Danny Rourke, determinato a ritrovare la figlia scomparsa, si ritrova catapultato in un vortice di avvenimenti al limite del reale quando inizia a investigare su una serie di rapine in banca. Con l’aiuto di una sensitiva, Diana Cruz, si troveranno ad inseguire un uomo estremamente pericoloso, che Rourke ritiene essere la chiave per arrivare a sua figlia. Un’indagine che li porterà a vivere un serie di eventi dove anche le ipotesi più elementari saranno messe in discussione perché nulla è come sembra.

The Marvels: ecco un nuovo sguardo alle tre protagoniste

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The Marvels: ecco un nuovo sguardo alle tre protagoniste

Arriva da Twitter una nuova immagine dal merchandise di The Marvels che ci mostra le tre eroine protagoniste del film in posa da combattimento. Brie Larson è Carol Danvers/Captain Marvel, Iman Vellani è Kamala Khan/Ms. Marvel e Teyonah Parris veste i panni di Monica Rambeau/Photon.

The Marvels, la trama del film

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel ha recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è vendicata della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste, Carol deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli del capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista la premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman. Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, vista anche nell’omonima serie TV su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

I Marvel Studios non parteciperanno al San Diego Comic Con 2023

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I Marvel Studios non parteciperanno al San Diego Comic Con 2023

Dopo l’assenza del 2021, i Marvel Studios sono tornati al Comic-Con di San Diego lo scorso anno per annunciare la sua pianificazione per il futuro del MCU. E i fan speravano che lo stesso sarebbe accaduto quest’anno al Comic Con di San Diego del 2023, tuttavia apprendiamo tramite The Wrap che i Marvel Studios non saranno presenti nella Sala H per un panel dedicato.

Questo significa che, sebbene ci sarà sicuramente la possibilità di vedere esposti alla fiera poster e statuette e giochi, non ci saranno annunci in merito al alcuni dei progetti più attesi per i prossimi anni in casa Marvel, ovvero, in particolare, X-Men e Fantastici Quattro.

Lo sciopero WGA in corso e il potenziale sciopero SAG-AFTRA sembrano essere almeno in parte responsabili di questa decisione, in quanto rendono molto difficile per attori/registi/sceneggiatori fare qualsiasi tipo di promozione per i loro progetti.

I report menzionano anche che Universal e HBO molto probabilmente rimarranno senza SDCC quest’anno. Non sappiamo se la Warner Bros./DC Studios sarà presente all’evento, ma se lo sciopero della Screen Actors Guild andrà avanti, ci sono buone probabilità che anche loro saranno cancellati dall’elenco, a questo punto sempre più esiguo, dei partecipanti alla fiera. Il Comic-Con di San Diego si svolgerà il fine settimana del 21 luglio.

The Brave and the Bold, Jensen Ackles commenta i rumors sul suo casting come nuovo Cavaliere Oscuro

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Le voci sul casting di The Brave and the Bold non hanno iniziato a circolare, e un nome che è stato menzionato in relazione al ruolo principale di Bruce Wayne/Batman è quello di Jensen Ackles.

Anche se sembra più una speculazione che una voce solida, la star di Supernatural sembra essere una scelta che piacerebbe ai fan del Crociato di Gotham. Ad Ackles, che interpreta anche Soldier Boy in The Boys di Prime Video, è stato chiesto cosa pensasse di questi rumor in merito alla sua presenza nella top 3 dei potenziali attori per ricoprire il ruolo in questione in The Brave and the Bold

Dopo un po’ di battute con la folla, l’attore ha chiarito che avrebbe colto al volo l’occasione se si fosse presentata, ma ha sottolineato che “nessuna conversazione” è in corso in questo momento a causa allo sciopero della WGA.

Cosa aspettarsi da The Brave and the Bold

Non è stato annunciato alcun cast per The Brave and the Bold. Il presidente della DC James Gunn ha  chiarito che Batman non sarà interpretato da Ben Affleck o Robert Pattinson in questo film. Questo è il terzo film della DCU ad avere un regista associato. James Gunn dirigerà Superman: Legacy e James Mangold dirigerà Swamp Thing. Non si sa ancora una data di uscita.

The Brave and the Bold, quello che sappiamo sul film

Insieme all’introduzione della versione DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla versione interpretata da Robert Pattinson nei film di The BatmanThe Brave and the Bold introdurrà “la Bat-family“, ha detto James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta dallo sfortunato film del 1997 Batman e Robin. Questa versione di Robin sarà impersonificata da Damian Wayne, che Gunn ha descritto come “il nostro Robin preferito, “un piccolo figlio di puttana” e “un assassino”.  Damian, per chi non lo sapesse, è il figlio biologico di Bruce Wayne, di cui non quest’ultimo non conosceva l’esistenza.

E’ una strana storia padre-figlio su loro due,” ha detto Gunn. Il progetto è basato sulla serie dei fumetti di Batman scritti da Grant Morrison, che secondo James Gunn è stato “eccezionalmente influente” sul DCU. L’altro scrittore di fumetti che Gunn ha menzionato per nome era Tom King, che ha partecipato alla stanza degli sceneggiatori della DCU e conduce direttamente al prossimo progetto di lungometraggio. Se Muschietti venisse confermato alla regia, sarebbe ad ora il terzo regista ad essere associato a uno dei film in uscita dei DC Studios. Gunn dirigerà Superman: Legacy, mentre James Mangold è stato scelto per dirigere Swamp-Thing (presumibilmente dopo il suo film di Star Wars).

Tyler Rake 2: recensione del nuovo film con Chris Hemsworth

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Tyler Rake 2: recensione del nuovo film con Chris Hemsworth

Il noto attore australiano Chris Hemsworth (Thor nel Marvel Cinematic Universe) ritorna nei panni del formidabile sicario Tyler Rake. Il film è il sequel di Tyler Rake (Extraction) ed è basato sulla graphic novel Ciudad di Ande Parks. Diretto da Sam Hargrave e scritto da Joe Russo, Tyler Rake 2 è composto da un cast di tutto rispetto: Chris Hemsworth interpreta il protagonista Tyler, mentre l’attrice franco-iraniana Golshifteh Farahan (Exodus: Dei e re) è nel ruolo di Nik Kahn, socia di Tyler. Figure secondarie nella pellicola sono interpretate dall’attrice ucraina Olga Kurylenko (La Corrispondenza) e dall’attore Idris Elba (Heimdall in Thor, Thor: The dark world e Thor: Ragnarok).

Tyler Rake 2: la fine del congedo

Dopo la fine della missione del primo film, Tyler resta gravemente ferito, tanto da essere dato quasi per morto. Grazie alla sua forza di spirito, il combattente riesce a riemergere dal coma ed a riprendere pian piano l’uso delle gambe e di tutto il corpo.

Trascorso un breve periodo di calma e pace nelle campagne austriache, un misterioso uomo offre una nuova missione a Tyler: salvare la sorella della sua ex moglie, Ketevan, insieme ai figli, detenuti insieme al marito e padre in un carcere della Georgia. L’uomo è un feroce assassino che ha dato vita insieme al fratello, ad una organizzazione criminale basata proprio su un legame di fratellanza tra i vari membri. Quando Tyler ucciderà l’uomo in prigione per far evadere Ketevan ed i due figli dalla prigione, il fratello Zurab insieme a tutta la fratellanza gli daranno la caccia ovunque, bramando vendetta. La missione si rivelerà molto più complicata del previsto e metterà a rischio la vita dei membri della squadra di Tyler, di Ketevan e del figlio maggiore Sandro.

Tyler-rake-2-finale

Un action movie con una continua suspence

Tyler Rake 2, come il primo capitolo, descrive tutta una missione portata avanti da Tyler, Nik e tutta la   squadra. In questo action thriller non mancheranno le scene d’azione e di combattimento; anzi, a tratti queste potrebbero risultare anche troppo lunghe e frequenti. Negli action movie è necessario comunque mantenere un buon bilanciamento tra combattimenti e svolgimento della trama. In particolare, qui in Tyler Take 2 la sequenza di estrazione di Ketevan e dei figli dalla prigione può risultare essere troppo lunga e quindi può far perdere parte dell’attenzione dello spettatore.

Continuando a parlare della sequenza dell’evasione, alcune riprese fatte durante gli inseguimenti in auto, probabilmente volutamente mosse per dare maggiormente il senso di suspense ed azione, possono risultare visivamente confusionarie.

Analizzando il fattore effetti speciali, questi sono ottimi: permettono al pubblico di immergersi interamente nelle vicende. Oltretutto, si tratta sempre di una pellicola scritta ed in parte prodotta dai fratelli Joe e Anthony Russo, registi di grandi opere degli effetti speciali come Avengers: infinity war e Avengers: endgame.

Nel film c’è, inoltre, una certa attenzione ai particolari: un esempio, verso la fine della pellicola, è la scena in cui, dopo che Zurab fa uccidere un suo combattente che gli si oppone, si vede il sangue scorrere su una piccola Bibbia. La fratellanza si considera come un’organizzazione di assassini guidati da Dio; quindi, è un interessante richiamo di simboli.

Tyler Rake 2 si conclude senza una vera e propria conclusione: alcune questioni vengono lasciate in sospeso ed a Tyler ed alla sua squadra viene offerta un’altra missione. Sembra chiara l’intenzione di proseguire la sala con un terzo capitolo, che infatti è già stato annunciato!

Il dramma della perdita di un figlio

In questo secondo capitolo della saga di film ci viene data la possibilità di conoscere più a fondo il personaggio di Tyler. Il temibile sicario nasconde traumi e scheletri del passato, un dolore che non riesce a scacciare in alcun modo. Nel breve periodo di congedo Tyler si trova da solo a dover fare i conti con i suoi sentimenti: è pervaso dai sensi di colpa per aver dovuto abbandonare il figlio, malato di tumore e morente, per partire per una missione. Ha preferito scappare piuttosto che vedere il proprio bambino morire, senza poter far nulla per impedirlo.

Da allora Tyler si butta in tutte le missioni più pericolose, non temendo la morte, o quasi desiderandola. Alla fine del film con il confronto con Mia, la sua ex moglie e madre del bambino morto, Tyler affronterà i suoi sensi di colpa del passato, per uscirne forse più forte emotivamente e più in pace con se stesso.

Superman Returns: trama, cast e sequel del film di Bryan Singer

Superman Returns: trama, cast e sequel del film di Bryan Singer

Nell’immaginario collettivo, Superman è il supereroe per eccellenza. Caduto sulla terra da un pianeta lontano, egli usa i suoi incredibili poteri per combattere le minacce che mettono a repentaglio la vita della razza umana e della terra. Protagonista di una lunga lista di fumetti, film e cartoni animati, è da decenni a questa parte tra le icone più popolari della cultura di massa, un vero e proprio simbolo del bene che lotta contro il male. L’ultima volta che il supereroe era stato visto al cinema era il 1987, ma per la gioia dei fan è tornato a calcare il grande schermo nel 2006 con Superman Returns (qui la recensione), diretto dal regista Bryan Singer, già celebre per aver diretto la trilogia degli X-Men.

Ambientato nell’epoca contemporanea, il film venne sviluppato da Singer come un vero e proprio sequel di Superman II, del 1980. Ignorò dunque gli eventi dei due film successivi, concentrandosi sul dar vita ad un ritorno sul pianeta Terra del celebre supereroe. Non avendo mai letto i fumetti dedicati al personaggio, il regista decise di basarsi unicamente sulla visione dei primi film, in particolare proprio del Superman del 1978. Questo lo influenzò molto nella scrittura del suo film, fino al punto di spingerlo ad inserirvi una serie di rimandi nostalgici allo stile visivo e narrativo del film con l’amato Christopher Reeve.

Costato circa 200 milioni di dollari, Superman Returns arrivò ad incassarne circa 390 a livello globale. L’entusiasmo dei fan e della critica fu pressocché unanime, dimostrando così il mai sopito interesse nei confronti del più forte dei supereroi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Superman Returns: la trama del film

Dopo cinque anni lontano dal pianeta Terra, Superman decide di tornare su questa e riprendere la vita che lì aveva lasciato. La sua ricerca del luogo natale non ha portato a nessun risultato, lasciando intendere al supereroe di essere l’ultimo rimasto della sua specie. Assunta nuovamente l’identità di Clark Kent, questi si trova a dover accettare i numerosi cambiamenti verificatisi durante la sua assenza. La sua amata Lois Lane, ad esempio, è ora una giornalista affermata, fidanzata con Richard White, da cui ha avuto anche un bambino. Oltre a ciò, l’assenza del vigilante ha portato la criminalità a diventare estremamente più dilagante in città.

In questo contesto particolarmente complesso, il supercriminale Lex Luthor è ora libero dalla sua prigione, e giura vendetta contro Superman, suo acerrimo nemico. Stavolta l’occasione per arrivare a governare il mondo intero sembra essere più concreta che mai. Entrato in possesso delle tecnologie più avanzate di Krypton, Luthor punta a sconfiggere Superman attraverso il suo unico punto debole. Con il complicarsi della situazione, il supereroe dovrà dunque riuscire a gestire il delicato equilibrio tra la propria vita privata e l’attività pubblica, impegnandosi per sconfiggere il male e riportare il mondo alla normalità.

Superman Returns cast

Superman Returns: il cast del film

Nella ricerca dell’attore perfetto per vestire i panni di Superman, il regista desiderava avvalersi di un volto poco noto. Dopo aver incontrato diversi candidati, Singer ebbe modo di imbattersi in Brandon Routh. Conosciutisi in un bar per parlare del progetto, l’attore per l’agitazione rovesciò tutto il caffè sul tavolo. Temette allora di aver rovinato tutto e perso la sua possibilità di entrare a far parte del film, ma in realtà quell’incidente convinse Singer che Routh poteva benissimo interpretare il maldestro e timido Clark Kent. Per interpretare questo, Routh ha dichiarato di essersi ispirato al celebre Reeve, precedente volto del supereroe. Si è inoltre sottoposto ad un allenamento intensivo, al fine di ottenere la massa muscolare richiesta.

Accanto a lui, nei panni del malvagio Lex Luthor, vi è il due volte premio Oscar Kevin Spacey. La parte fu scritta appositamente per lui, e si dovette attendere diversi mesi prima che l’attore si liberasse da precedente impegni. Nei panni di Lois Lane vi è invece Kate Bosworth. Fu Spacey a consigliarla caldamente, e l’attrice si rivelò infine la candidata perfetta. Per dar vita al personaggio, la Bosworth ha raccontato di essersi ispirata ad attrici come Katherine Hepburn e Julia Roberts. James Marsden è Richard White, fidanzato di Lois Lane, mentre Frank Langella è suo padre Perry White. L’attrice Parker Posey interpreta qui Kitty Kowalski, amante di Luthor, mentre Eva Marie Saint è Martha Kent. Nel film compare anche, attraverso immagini di repertorio, l’attore Marlon Brando, nei panni di Jor-El, padre biologico di Superman.

Superman Returns: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Sin da subito il film era stato pensato come il primo di nuovi titoli dedicati al personaggio. Nonostante la buona accoglienza di pubblico e critica, i produttori della Warner Bros. si dissero insoddisfatti del risultato del film, il quale non ha raggiunto la cifra da loro sperata. Estremamente contrario a tale opinione era lo stesso Singer, il quale giudicava i 400 milioni di incasso più che sufficienti per dar vita ad un sequel. Questo fu inizialmente accordato, ma con un budget più basso rispetto al suo predecessore. Tuttavia, a causa di continui ritardi, il progetto venne infine annullato. Si preferì infatti dar vita ad un vero e proprio reboot del saga, concretizzatosi poi nel 2013 con L’uomo d’acciaio.

In mancanza di un vero e proprio sequel, è comunque possibile fruire di Superman Returns grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 giugno alle ore 21:00 su canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

The Bourne Legacy: trama, cast e sequel del film con Jeremy Renner

Con l’arrivo al cinema nel 2002 di The Bourne Identity un nuovo agente segreto si impose nei cuori degli spettatori. Si tratta di Jason Bourne, ex membro della CIA che si risveglia improvvisamente senza ricordare nulla del proprio passato. Tutto ciò che sa è che qualcuno gli sta dando la caccia, e prima di scoprire cosa gli è accaduto dovrà prima riuscire a salvarsi la pelle. Dopo The Bourne Ultimatum, nel 2012 è poi arrivato in sala il primo spin-off della saga: The Bourne Legacy, diretto da Tony Gilroy, già autore dei precedenti film.

Nonostante il titolo sia lo stesso di uno dei romanzi di Eric Van Lustbader dedicati a Jason Bourne, il film narra una vicenda completamente diversa. Inoltre, ad essere protagonista qui non è più il celebre agente senza memoria, bensì un personaggio totalmente nuovo di nome Aaron Cross. La storia si muove però nello stesso contesto di quelle già precedentemente viste al cinema, ampliando così tale universo narrativo e lasciando aperta la possibilità di far intrecciare in futuro tutte queste storie ora solo parallele.

Al momento dell’arrivo in sala, il film diede però vita ad un risultato particolarmente ridotto rispetto a quello dei precedenti film. A fronte di un budget di circa 125 milioni di dollari, il film riuscì infatti a guadagnarne solo 276 in tutto il mondo. Questo portò alla necessità di ripensare il futuro della saga, lasciando aperte diverse porte e interrogativi. Ad ogni modo, anche The Bourne Legacy presenta diversi punti di interesse, come anche numerose curiosità tutte da scoprire. Proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare ciò e molto altro.

The Bourne Legacy: la trama del film

Protagonista del film è l’agente Aaron Cross, addestrato attraverso la sperimentazione di due pillole che incrementano le facoltà fisiche e mentali. Dopo essere stato impegnato nel misterioso progetto Outcome, questi si trova ora in Alaska per una riabilitazione. Mentre è lì, l’agente Bourne a Londra denuncia pubblicamente i crimini dell’organizzazione Treadstone. Per eliminare tutte le compromettenti prove, il colonnello Ric Byer decide di uccidere ognuno dei super agenti formati dall’organizzazione, tra cui anche lo stesso Cross. Riuscito però a salvarsi dall’attentato nei suoi confronti, questi si reca dalla dottoressa Marta Shearing, l’unica in grado di fornirgli le pillole che gli garantiscono la sua forza.

Per aver aiutato l’agente, anche questa si ritrova a dover temere per la propria vita. Salvata da cross, i due fuggono nelle Filippine, dove tentano di studiare un piano per porre fine agli attacchi nei loro confronti. La situazione però peggiora progressivamente, e il tempo per agire è sempre meno. Sulle tracce dei due, come anche su quelle della dottoressa Pam Landy, si pone un infallibile sicario. Ben presto Cross sarà costretto ad uscire allo scoperto e affrontare i propri nemici. Fermare Byer e la sua organizzazione sarà però più complicato del previsto, e l’agente avrà bisogno di tutta la sua astuzia e la sua forza per riuscire nella rischiosa missione.

The Bourne Legacy cast

The Bourne Legacy: il cast del film

Per sostituire un personaggio amato come Jason Bourne, i produttori dovettero ricercare un attore altrettanto popolare e carismatico. La scelta ricadde su Jeremy Renner, qui presente nei panni di Aaron Cross. Già popolare come Occhio di Falco in The Avengers, l’attore dovette per questo ruolo allenarsi duramente in vista delle numerose sequenze acrobatiche richieste dal film. Dopo diverse settimane di esercizi mirati, egli fu in grado di eseguire personalmente queste senza l’utilizzo di controfigure. Accanto a lui, nel ruolo della dottoressa Marta Shearing vi è invece la premio Oscar Rachel Weisz. Anche lei dovette prepararsi fisicamente al suo ruolo, prendendo parte a numerose acrobazie da lei descritte come particolarmente terrificanti.

L’attore Edward Norton è invece presente nei panni del colonnello Ric Byer, colui che si opporrà al protagonista. Per Norton tale ruolo è stato l’occasione di dar vita ad un personaggio cattivo, da lui descritto come particolarmente divertente da interpretare. Nel film è poi presente l’attrice candidata all’Oscar Joan Allen, la quale riprende il personaggio di Pam Landy, già vista anche nei precedenti film. David Strathaim è invece Noah Vosen, mentre Albert Finney è il dottor Albert Hirsch. Nel film si trova poi anche l’attore Corey Stoll nei panni di Zev Vendel, mentre Scott Glenn riprende quelli di Ezra Kramer, anche lui già presente nei precedenti film.

The Bourne Legacy: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

I piani originari erano quelli di dar vita ad un sequel di The Bourne Legacy sempre con protagonista il personaggio di Aaron Cross. Il non entusiasmante risultato del film rallentò tuttavia i piani a riguardo, spingendo i produttori a riconsiderare il futuro della saga. Si optò così per un ritorno al personaggio di Bourne. Questi è infatti nuovamente protagonista con Jason Bourne, uscito in sala nel 2016 e diretto sequel del terzo film della saga. Ad interpretarlo vi è naturalmente Matt Damon, ormai unico volto possibile per il personaggio. Attualmente non è chiaro se vi sarà o meno un sesto capitolo, e lo stesso Damon ha in seguito aggiunto che ritiene improbabile che le avventure del personaggio continuino oltre.

Gli appassionati di questo film speciale film della saga possono fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Bourne Legacy è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Now TV, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione martedì 20 giugno alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Pride Month: I migliori film romantici da guardare

Pride Month: I migliori film romantici da guardare

Per la maggior parte della storia dell’industria cinematografica, le storie LGBTQ sono state per lo più raccontate in maniera leggera. Se i personaggi LGBTQ erano presenti nei film, spesso servivano solo a sostenere la crescita del personaggio principale, senza che il pubblico potesse apprezzare una crescita interiore del personaggio. Celebrando il Pride Month celebriamo anche gli attori e le attrici della comunità.

Per questo motivo, la storia d’amore LGBTQ è un fenomeno abbastanza nuovo nel cinema ma che, fortunatamente, sta fiorendo. I film recenti realizzati da e per la comunità hanno rubato il cuore del pubblico e della critica, ma ci sono molti altri film d’amore, molti dei quali realizzati prima del tempo, che meritano di essere visti di più. In questo Pride Month, festeggiate con alcune storie d’amore divertenti, belle e sexy!

Cuori nel deserto (1985)

Pride Month Cuori nel deserto (1985)

Solo negli ultimi anni questo film ha ottenuto poca dell’attenzione e del plauso che merita. Cuori nel deserto inizia nel 1959, quando una professoressa di inglese della Columbia, Vivian Bell (Helen Shaver), arriva a Reno, in Nevada, per ottenere un divorzio lampo e improvvisamente inizia una relazione con la scatenata figliastra della sua padrona di casa, Cay (Patricia Charbonneau).

Sembra un classico intimo della vecchia Hollywood, soprattutto se lo si confronta con il classico di Marilyn Monroe e Clark Gable, The Misfits, che segue anch’esso una donna che ha bisogno di un divorzio veloce a Reno. La combinazione di splendidi paesaggi cinematografici, di una recitazione sobria e di una colonna sonora brillante si insinua lentamente fino a farvi innamorare di queste due bellissime donne.

Carol (2015)

Carol (2015)

Todd Haynes è uno dei più prolifici registi in attività oggi e ha dimostrato di essere un maestro del dramma psicologico, del melodramma e dei biopic non convenzionali. Tuttavia, solo nel 2015 ha dimostrato di essere in grado di realizzare una storia d’amore così tenera da riguardare durante il Pride Month.

Basato su un romanzo di Patricia Highsmith, The Price of Salt, Carol racconta la storia di Therese (Rooney Mara), una giovane aspirante fotografa nella New York degli anni Cinquanta che si innamora di una donna anziana e sposata, Carol (Cate Blanchett). Questo film ipnotico fa battere il cuore anche nelle scene più tranquille e dà un senso di ottimismo in un amore impossibile senza essere ingenuo.

Ritratto della giovane in fiamme (2019)

Pride Month Ritratto della giovane in fiamme (2019)

Ritratto di signora in fiamme non è solo una grande storia d’amore, ma una storia rivoluzionaria che pone al suo pubblico importanti domande. Il capolavoro di Celine Sciamma inizia alla fine del XVIII secolo, quando la pittrice Marianne (Noemie Merlant) arriva sulla costa della Bretagna per dipingere un ritratto nuziale di Heloise (Adele Haenel).

L’unico inconveniente è che Heloise rifiuta di essere dipinta, quindi deve dipingere in segreto. Quello che segue è una storia d’amore misteriosa e seducente che non solo cattura il nostro cuore ma anche la nostra immaginazione. Sciamma ci costringe a interrogarci sull’idea di musa e su come rendere sexy l’uguaglianza.

Call Me By Your Name (2017)

Call Me By Your Name (2017)

Questa storia di formazione porta con sé tutti i dolori e i brividi della giovinezza con un tocco italiano. Chiamami col tuo nome (Call Me By Your Name) di Luca Guadagnino segue Elio (Timothee Chalamet), un adolescente ebreo italo-francese che, mentre vive con i genitori nel Nord Italia, si innamora di un laureando di nome Oliver (Armie Hammer) che viene a trovarlo.

Scritto dal leggendario James Ivory, il film contiene sfumature dei suoi film classici come Una camera con vista o Maurice, con il suo apprezzamento giovanile della sessualità e della natura, ma porta con sé un senso di mortalità e sensualità incombenti.

Happy Together (1997)

Pride Month Happy Together (1997)

Se ci fosse un regista in grado di definire il cinema del dolore e del desiderio, sarebbe Wong Kar Wai. I suoi film, come In the Mood for Love e Chungking Express, portano con sé un profondo desiderio di amore perduto o non realizzato, ma è il suo film Happy Together a rivelare la fame di intimità che si prova anche quando si sta con la persona che si ama.

Il film segue due uomini gay di Hong Kong a Buenos Aires e la loro relazione tossica di tira e molla. Wong Kar Wai propone una storia d’amore disastrosa che sappiamo può finire in tragedia o in banalità, ma i suoi attori sono così belli e la sua fotografia così ammaliante che non possiamo fare a meno di guardare.

Weekend (2011)

Weekend (2011)

Nel suo secondo film, Weekend, Andrew Haigh dipinge un ritratto coinvolgente e intimo delle possibilità e delle impossibilità contraddittorie di una breve avventura di una notte. Il film segue due uomini omosessuali che fanno sesso una notte da ubriachi, aspettandosi di non rivedersi mai più, ma che invece cambiano la vita l’uno dell’altro in un solo weekend.

Più di molti altri film di questa lista, questo film contiene molte conversazioni filosofiche non solo sull’amore, ma anche sull’identità sessuale. Grazie alla presenza di un uomo ancora per metà nascosto e di un altro dichiarato e orgoglioso, riusciamo ad avere un’idea più profonda delle ansie e delle gioie dell’essere omosessuali in questo mondo moderno.

Brokeback Mountain (2005)

Pride Month Brokeback Mountain (2005)

Nessun altro film è stato o sarà importante come Brokeback Mountain nella storia della rappresentazione dell’identità sessuale a Hollywood e molto gettonato durante il Pride Month. Il film, diretto da Ang Lee, racconta la storia di due cowboy che si incontrano nell’estate del ’63 per un lavoro e presto sviluppano un desiderio indomabile l’uno per l’altro che li accompagnerà per il resto della loro vita.

All’epoca della sua uscita, il film fu acclamato per il coraggio dei suoi attori, Jake Gyllenhaal e Heath Ledger, di “diventare gay” e la maggior parte delle discussioni verteva sulle scene di sesso. Sebbene lo shock di queste scene si sia esaurito, la loro tenerezza e bellezza non si sono esaurite.

La vita di Adele (2013)

La vita di Adele (2013)

Unico film nella storia del Festival di Cannes a vincere la Palma d’Oro non solo per il regista ma anche per le due attrici protagoniste, Blue is the Warmest Color ha entusiasmato gli spettatori di tutto il mondo. Il film segue un’adolescente francese, Adele (Adele Exarchopoulos), che scopre la sua sessualità e l’amore con la pittrice più anziana, Emma (Lea Seydoux).

Queste attrici ci guidano da un mondo di desiderio inquieto al lato più oscuro di un amore costruito su un terreno ineguale in modo così naturale che si potrebbe pensare di stare guardando un documentario. Anche se la lunghezza delle scene di sesso viene spesso notata, sono la vulnerabilità e l’onestà delle attrici lo rendono uno dei capisaldi durante il Pride Month.

My Beautiful Laundrette – Lavanderia a gettone (1985)

Pride Month My Beautiful Laundrette - Lavanderia a gettone (1985)

In uno dei primi ruoli di rilievo di Daniel Day Lewis, esplode sullo schermo nei panni di un teppista con un lato segreto dal cuore tenero in My Beautiful Laundrette. Ambientata a Londra durante gli anni della Thatcher, la storia è incentrata su Omar (Gordon Warnecke), un giovane pakistano che si riunisce al suo vecchio amico e attuale membro di una gang, Johnny (Day-Lewis).

I due diventano custodi e gestori della lavanderia dello zio di Omar e iniziano una relazione sentimentale. Ci vuole un grande regista per approfondire le motivazioni estremamente personali di due amanti e allo stesso tempo criticare la società in generale e Stephen Frears è proprio quel regista. Considerato uno dei migliori film britannici di tutti i tempi, My Beautiful Laundrette è un film di classe a sé stante.

120 battiti al minuto (2017)

120 battiti al minuto (2017)

BPM non solo ci offre un ritratto realistico di una relazione dall’inizio alla fine, ma ci rivela anche cosa significava essere omosessuali in mezzo a una pandemia che nessuno voleva risolvere. Questo film pluripremiato segue un gruppo di attivisti di ACT UP Paris negli anni ’90 che lottano per ottenere la consapevolezza e i farmaci di cui hanno bisogno. In mezzo a tutto questo, due uomini gay, uno sieropositivo e l’altro negativo, si innamorano l’uno dell’altro.

Il loro amore rispecchia gli alti e bassi dell’essere attivista. A volte la loro passione è contagiosa ed energizzante, ma la depressione può renderli fatalisti e lasciarli senza soluzioni. Per una storia d’amore che affronta di petto il più grande problema sociale della comunità LGBTQ, questa è l’unica scelta possibile.

Una donna fantastica (2017)

Pride Month Una donna fantastica (2017)

In questo film premiato con l’Oscar, il regista Sebastian Lelio dipinge un ritratto del dolore che nessun altro avrebbe potuto fare. Una donna fantastica segue Marina, una giovane donna transgender che vive a Santiago del Cile e lavora come cantante e cameriera. Quando il suo fidanzato più anziano muore improvvisamente, si ritrova sola e sottoposta a un intenso scrutinio da parte della famiglia di lui e della società in generale.

Anche se non sembra un film romantico, dato che il fidanzato è morto per la maggior parte della sua durata, Lelio ci mostra come il lutto sia un processo altrettanto importante in una relazione. Con una grafica di grande impatto e un’interpretazione da star di Daniela Vega, questo film vi farà desiderare un uomo che non conoscevate e vi farà arrabbiare perché nessuno può accettare questo amore.

Il colore viola (1985)

Il colore viola (1985)

Il film di Steven Spielberg è stato criticato per le scene di sesso. Tuttavia, anche senza scene o dichiarazioni esplicite, questa è una delle storie d’amore più compassionevoli portate sullo schermo. Il colore viola è un racconto epico che abbraccia quarant’anni di vita di Celie (Whoopi Goldberg), una donna afroamericana che vive nel Sud agli inizi del 1900.

Affronta i maltrattamenti del padre e del marito e viene poi separata dalla sorella. L’unico conforto che trova è Shug, una showgirl e amante del marito. Dopo anni in cui Celie ha vissuto in un costante stato di tensione e angoscia, il fatto di vederla entrare in contatto con qualcuno fa arrossire, anche se si tratta solo di un bacio sulla guancia!

Domenica, maledetta domenica (1971)

Pride Month Domenica, maledetta domenica (1971)

In uno dei primi film a rappresentare un bacio tra due uomini, Sunday Bloody Sunday ha cambiato ciò che il pubblico poteva vedere. Questo classico diretto da John Schlesinger (Midnight Cowboy) è incentrato su un giovane artista bisessuale dallo spirito libero (Murray Head) e sulle sue relazioni simultanee con una consulente di reclutamento divorziata (Glenda Jackson) e un medico ebreo gay (Peter Finch).

Girato solo quattro anni dopo l’abolizione della legge britannica contro l’omosessualità, Schlesinger rivoluzionò il cinema mostrando un triangolo amoroso doloroso con compassione e autenticità.

Gonne al bivio (1999)

Gonne al bivio (1999)

Sebbene alla sua uscita non abbia ricevuto il plauso della critica, il film si è guadagnato lo status di cult. Questa affascinante commedia segue Megan (Natasha Lyonne), una popolare cheerleader di periferia che viene colta alla sprovvista quando i suoi amici e la sua famiglia organizzano un intervento per la sua omosessualità e successivamente la mandano in un campo di conversione.

Quello che segue è una dolce rivisitazione in chiave camp su un problema molto reale che anche il Pride Month mette in evidenza, condita da una deliziosa storia d’amore tra Megan e la compagna di campo Graham (Clea Duvall). È una delle prime commedie sentimentali adolescenziali che ha fatto capire ai giovani gay che non erano soli e che non dovevano soffrire per il loro amore, e non dovrebbe essere dimenticata!

Challengers: il primo trailer del nuovo film di Luca Guadagnino

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Challengers: il primo trailer del nuovo film di Luca Guadagnino

Warner Bros ha diffuso il primo trailer ufficiale di Challengers, il nuovo film di Luca Guadagnino con protagonisti Zendaya, Mike Faist e Josh O’Connor. Il film sarà al cinema da settembre distribuito da Warner Bros. Pictures.

Challengers, la trama

Dal visionario regista Luca Guadagnino arriva Challengers, con protagonista Zendaya nel ruolo di Tashi Duncan, un’ex prodigio del tennis diventata allenatrice: una forza della natura che non ammette errori, sia dentro che fuori dal campo. Sposata con un fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte (Mike Faist – West Side Story), la strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai rovinato Patrick (Josh O’Connor – The Crown), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi. Mentre il loro passato e il loro presente si scontrano e la tensione sale, Tashi dovrà chiedersi quale è il prezzo della vittoria.

Secret Invasion: recensione dei primi due episodi della serie con Samuel L. Jackson

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Dopo una pausa di oltre 300 giorni, il Marvel Cinematic Universe torna su Disney+ per la sua prima serie della Fase 5: Secret Invasion. Disponibile dal 21 giugno sulla piattaforma, con un episodio a settimana per sei settimane, la serie si ispira all’omonima rum di Brian Michael Bendis in cui la razza aliena metafora degli Skrull occupa segretamente le cariche pubbliche più importanti dell’intera Terra, mettendo al posto di capi di stato e di organi governativi dei loro membri che ne assumono le sembianze.

Secret Invasion, dal fumetto alla serie

Da questo presupposto, la serie, scritta da Kyle Bradstreet si dipana in quello che sarà un racconto scommettiamo autonomo rispetto ai fumetti ma che, già dalle prima due puntate, mette in chiaro toni e temi che intende affrontare. Protagonista di questo nuovo show della Casa delle Idee è Nick Fury (Samuel L. Jackson), tornato sulla Terra, un po’ malconcio e invecchiato, dopo una lunga parentesi nello spazio. A convocarlo è Talos (Ben Mendelsohn), lo Skrull che ha (e abbiamo) conosciuto nel corso della vicenda raccontata in Captain Marvel e che nei Trent’anni trascorsi dal loro primo incontro si è costruito una casa e una famiglia sulla Terra. L’ex leader dello SHIELD scende di nuovo in campo per fermare quella “invasione segreta” e silenziosa che rischia di minare per sempre l’ordine della vita sulla Terra.

L’eco di Captain America: The Winter Soldier

Secret Invasion si pone immediatamente nella scia di Captain America: The Winter Soldier, sia come stile di narrazione che come contenuti. Da una parte, la serie ha un look molto realistico, a misura d’uomo, perché il punto di vista che adottiamo è quello del personaggio di Samuel L. Jackson, che dopo 15 anni continua a infondere un carattere carismatico e affascinante al suo Nick, dall’altra, la natura stessa della minaccia rappresentata dagli Skrull che prendono il posto delle persone, soprattutto in ruoli di potere, consegna quell’atmosfera di incertezza e diffidenza che era stata caratteristica distintiva di quel momento, nel MCU, rappresentato proprio da The Winter Soldier, in cui le fondamenta del mondo sono state scosse dal terremoto causato dalla rivelazione che l’Idra era sopravvissuta e si era infiltrata nello SHIELD stesso.

(L-R): Samuel L. Jackson as Nick Fury and Ben Mendelsohn as Talos in Marvel Studios’ SECRET INVASION, exclusively on Disney+. Photo by Des Willie. © 2023 MARVEL.

Nick Fury, il super uomo

In maniera lucida e attenta, la serie Marvel si approccia a temi di grande attualità attraverso il racconto fantasy dei supereroi e delle super spie. L’informazione non è più verità e potere ma genera diffidenza, come se uno dei grandi mali del nostro mondo sia stato assorbito anche dal mondo fittizio del MCU. In una guerra tra spie, era inevitabile coinvolgere Nick Fury, che in questo campo è forse la più grande autorità che abbia mai calcato il palcoscenico Marvel. Ebbene, senza perdere un briciolo del suo fascino, ma mostrando con umanità e sensibilità le sue ferite e le sue debolezze, la sua stanchezza, il Fury di Secret Invasion è quasi un eroe crepuscolare, chiamato a compiere la sua ultima missione, prima della pensione, e poco importa che ha un ginocchio malandato.

E sempre lui, grazie alla sua amicizia con Talos, si fa artefice di un ponte tra specie diverse che vorrebbero occupare lo stesso territorio. Perché se è vero che il mondo degli Skrull è stato distrutto, è anche vero che questa popolazione aliena di metafora ha diritto ad una nuova casa. Il problema che si pone Secret Invasion, almeno nella versione raccontata in tv, dunque, è anche quello dell’accoglienze e della convivenza, dell’accettazione dell’altro.

Spia provetta e amico degli Skrull, Nick Fury sembra proprio l’uomo giusto per compiere questa missione e provare ad arginare un’invasione che in realtà sembra inesorabile e forse già totale.

Olivia Colman as Special Agent Sonya Falsworth in Marvel Studios’ SECRET INVASION, exclusively on Disney+. Photo by Gareth Gatrell. © 2023 MARVEL.

Il cast di Secret Invasion

In questa nuova serie di sei episodi Fury e Talos non sono gli unici due volti noti che ritroviamo. Con loro c’è anche Maria Hill (Cobie Smulders), braccio destro di Fury, con il quale però sembra avere un conto in sospeso; c’è spazio anche per Everett Ross (Martin Freeman), che avevamo lasciato nella sua cucina in Black Panther: Wakanda Forever e per il Colonnello Rhodes (Don Cheadle), che però sembra aver intrapreso una carriera politica che lo allontana molto dal Rhodey che conosciamo. Interessanti sono le new entry, anche solo perché hanno i volti di Emilia Clarke e Olivia Colman, per motivi diversi, amatissime dal pubblico, che propongono due personaggi molto diversi, tutti da scoprire.

In un’aria da thriller che ricorda i toni e le atmosfere di Il Terzo Uomo e La Conversazione, in un mondo a misura d’uomo che deve affrontare minacce aliene, Secret Invasion sembra un ritorno in grande stile per le serie Disney+ di Marvel, forse un cambio di passo rispetto a quanto visto fino a questo momento nella tv del Marvel Universe, sicuramente un prodotto capace di destare la curiosità e l’attenzione di un pubblico forse saturo.

Emilia Clarke as G’iah in Marvel Studios’ SECRET INVASION, exclusively on Disney+. Photo by Gareth Gatrell. © 2023 MARVEL.

Fidanzata in affitto, la recensione del film con Jennifer Lawrence

La promozione di No hard feelings, sexual comedy diventata nella versione italiana Fidanzata in affitto, è iniziata ufficialmente quando Jennifer Lawrence è arrivata sulla Croisette in infradito in occasione della 76° edizione del Festival di Cannes. L’attrice, il cui ultimo film Causeaway l’ha vista indossare i panni di un militare, è volata in Francia a maggio proprio per la nuova comedy diretta da Gene Stupnitsky (Good Boys – Quei cattivi ragazzi), sceneggiata con John Phillips, nella quale interpreta Maddie, un’autista di Uber disposta a vendere il proprio corpo per ottenere un’auto che le permetta di lavorare e pagare le bollette.

Una commedia in cui la Lawrence, come afferma lei stessa, ha dovuto superare l’imbarazzo della nudità per poter girare alcune scene più hot, in particolare una in cui fa il bagno al mare assieme al partner Andrew Barth Feldman, che interpreta l’adolescente imbranato Percy. Fidanzata in affitto, che ha avuto la sua prima cinematografica nella cornice londinese lo scorso 12 giugno, esce nelle sale italiane il 21 giugno distribuito da Sony Pictures.

Fidanzata in affitto, la trama

Maddie (Jennifer Lawrence) sta per perdere tutto: la casa della madre e il suo lavoro come autista Uber, poiché ha perso la sua auto e non riesce a pagare le bollette. Decisa a fare di tutto per poter raccimolare dei soldi, accetta di candidarsi ad un annuncio di lavoro in cui due genitori troppo apprensivi cercano una ragazza che possa iniziare il figlio adolescente Darcy (Andrew Barth Feldman) al sesso.

Il ragazzo, prossimo al college, non ha mai condiviso il letto con una donna, non ha amici, non suona il pianoforte in pubblico anche se è molto bravo, e sta sempre chiuso a casa, e per l’inizio della sua nuova vita a settembre, secondo i genitori, ha bisogno di fare esperienza. In tutti i sensi. Maddie è disposta a vendersi in cambio di un’auto che questa coppia le regalerà se andrà a letto con il figlio. Ma quando conosce Darcy, le cose vanno diversamente rispetto a quello che lei si aspettava e il loro rapporto si trasformerà in una bellissima amicizia, non prima però di aver attraversato grandi turbolenze.

Fra buone premesse e un po’ di disorientamento

Fidanzata in affitto inizia con un primo piano che raffigura – e anticipa – intelligentemente il fulcro della storia: il gancio di un pick-up trasandato, che sembra un gigantesco amo penzolante. La trama pone infatti al suo centro un pesce, l’innocente bambinone Percy, che deve abboccare al bellissimo amo Maddie, lanciato dai suoi troppo apprensivi genitori, i quali vogliono svezzarlo in vista del college a settembre. L’incipit del racconto si basa su interessanti premesse, con un incidente scatenante (molto comico) – la paura dello sfratto di Maddie – che aggancia subito lo spettatore, poiché curioso di come la linea della storia curverà. Una volta guadagnata l’attenzione del pubblico, il film continua con il suo lavoro preparatorio, posizionando sulla scacchiera le pedine archetipiche su cui questo tipo di narrazione si fonda: una femme fatale, un adolescente da iniziare al sesso, genitori preoccupati per il figlio mai cresciuto.

Sistemati gli ingredienti, Fidanza in affitto sembra prendere la forma e l’obiettivo di American Pie: far perdere nella lussuria e nel piacere carnale giovanissimi ancora immacolati che sono nel pieno degli ormoni impazziti. Per poter raggiungere la gloria eterna. Perché la verginità, a quell’età, è vista come uno stimga, qualcosa che ti etichetta come sfigato e disadattato. Che quindi bisogna affrontare, come fosse un rito di passaggio, per poter accedere alla fase adulta (ossia il college) con dignità e orgoglio.

Ma se nel film di Paul e Chris Weitz sono proprio i quattro amici a volersi togliere di dosso la paura di diventare le pecore nere della situazione, in Fidanza in affitto sono i genitori di Darcy a temere per il futuro del figlio, che non vedendolo socialmente – e sessualmente – attivo lo guardano come fosse un alieno. Il film così nella sua prima parte cerca di conferire una struttura e un taglio ai suoi personaggi e al suo pretesto, fornendo allo spettatore una sorta di first look preparatorio alla storia, prima di perdersi nella sua “seconda tranche.”

Un film indeciso

Il problema di Fidanza in affitto non è il concept, di per sé valido, ma il non osare e approfondire i suoi protagonisti che, dopo un inizio divertente e dinamico, sembrano lasciati andare al loro destino. Il film sembra infatti perdere la presa sulla costruzione narrativa dopo il primo atto, galoppando a briglia sciolta senza preoccuparsi della direzione. Il risultato è che un prodotto promettente – in cui è Jennifer Lawrence a tenerne redini, cavalli e carrozza insieme, grazie alla sua ingombrante e funzionale prescenza scenica – perde le buone intenzioni per strada. Non bastano gli sketch, alcuni anche teneri, e i comic relief fra Maddie e Percy a sollevare il film dalle sue sorti.

Maddie (Jennifer Lawrence) and Percy (Andrew Barth Feldman) in Columbia Pictures’ NO HARD FEELINGS.

Non è sufficiente neppure lo sforzo fatto da Lawrence nel mostrarsi disinvolta nelle scene di nudo. Poiché è la sceneggiatura che, fossilizzandosi troppo sulla macrostoria, non arricchisce il suo contenuto di dettagli – qui necessari per creare più contatto fra lo spettatore e i suoi protagonisti – e accenna solamente alle sfumature dei personaggi, restituendo la sensazione di incompiutezza. Come se l’infrastuttura della narrazione fosse fatta di cartapesta che, al primo soffio, crolla a terra. Fidanzata in affitto tra l’altro non è un film demenziale, anzi, ma quando prova ad approfondire certi aspetti, certi temi, – perché Gene Stupnitsky vorrebbe riflettere sull’oppressione e l’invadenza di alcuni genitori, o su cosa vuol dire la fase adolescenziale – non calca mai davvero la mano. Dando l’impressione di aver timore di spingersi oltre, come se così facendo il tono umoristico andasse perduto.

Non pensando invece che è proprio questo “tremolio”, l’indecisione, a rovinare la seconda parte dell’opera. Fidanzata in affitto però, oltre a queste evidenti problematiche, adempie comunque e tutto sommato al suo compito: intrattenere. Lo riesce a fare soprattutto all’inizio, come dicevamo, e se riesce a farlo è merito di una versatile e molto simpatica Jennifer Lawrence, che si mette in gioco e si diverte a dare una verve e un’esuberanza alla sua Maddie tali da catalizzare l’attenzione del pubblico interamente su di lei. E alla fine è lo stesso Gene Stupnitsky a focalizzarsi sul suo personaggio, forse perché sa che è l’unica carta vincente dell’intero canovaccio. E fa bene, perché senza Lawrence sarebbe stato un prodotto facilmente dimenticabile. Purtroppo.

The Bear: trailer della seconda stagione in arrivo su Disney+

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The Bear: trailer della seconda stagione in arrivo su Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer della seconda stagione di The Bear, la serie di successo targata FX pluripremiata e acclamata dalla critica, che tornerà il 16 agosto in esclusiva sulla piattaforma streaming in Italia. Tutti i 10 episodi saranno disponibili al lancio.

La seconda stagione segue Carmen “Carmy” Berzatto (Jeremy Allen White), Sydney Adamu (Ayo Edebiri) e Richard “Richie” Jerimovich (Ebon Moss-Bachrach) mentre lavorano per trasformare la loro malmessa paninoteca in un locale di livello superiore. Nel dare nuova luce al ristorante, la squadra intraprende un viaggio di trasformazione e ognuno di loro è costretto a confrontarsi con il passato e a fare i conti con chi vuole essere in futuro.

https://www.youtube.com/watch?v=BNjPlVWZNSc&feature=youtu.be

Naturalmente, si scopre che l’unica cosa più difficile della gestione di un ristorante è aprirne uno nuovo e la squadra deve destreggiarsi tra la folle burocrazia dei permessi e degli appaltatori e la bellezza, e allo stesso tempo la difficoltà creativa, della pianificazione del menu. Questo cambiamento porta anche una nuova attenzione all’ospitalità. Mentre i membri dello staff sono costretti a lavorare insieme in modi nuovi, sfidando i limiti delle loro capacità e relazioni, il team impara anche cosa significa essere al servizio, sia dei clienti che l’uno dell’altro.

Oltre a White, Edebiri e Moss-Bachrach, la serie vede nel cast anche Abby Elliott, Lionel Boyce, Liza Colón-Zayas e Matty Matheson, con Edwin Lee Gibson, Oliver Platt e la nuova arrivata Molly Gordon in ruoli ricorrenti. La serie, acclamata dalla critica, ha fatto incetta di premi durante la sua prima stagione, tra cui l’AFI TV Program of the Year, il WGA Award, il PGA Award, il Film Independent Spirit Award, l’American Cinema Editors Award e l’ACE Eddie Award. Jeremy Allen White ha anche vinto il premio come miglior attore comedy ai Golden Globes, ai SAG Awards e ai Critics Choice Awards.

The Bear di FX è stata creata da Christopher Storer (Ramy, Eighth Grade – Terza media), che è produttore esecutivo insieme a Joanna Calo (BoJack Horseman, Undone), Hiro Murai (Atlanta, Station Eleven) di Super Frog, Josh Senior e Matty Matheson, mentre Tyson Bidner (Ramy) è produttore. La serie è prodotta da FX Productions.

Nastri d’Argento 2023: trionfa Marco Bellocchio con Rapito

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Nastri d’Argento 2023: trionfa Marco Bellocchio con Rapito

Trionfa ancora una volta Marco Bellocchio, dopo il successo di Esterno nottetra le Grandi Serie ai Nastri d’Argento 2023, che con Rapito vince come miglior film e per la migliore regia ma anche per la migliore attrice protagonista Barbara Ronchi, la sceneggiatura ancora di Bellocchio e Susanna Nicchiarelli in collaborazione con Edoardo Albinati e Daniela Ceselli, l’attore non protagonista Paolo Pierobon e il montaggio di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti. Il film, racconto di una storia drammatica e minuziosa ricostruzione storica, vince anche per la produzione IBC Movie (Beppe Caschetto) Kavac Film (Simone Gattoni) e Rai Cinema (Paolo Del Brocco).

Scorrendo l’elenco dei premi e dei titoli vincitori (in allegato) il verdetto votato dai Giornalisti Cinematografici mai come quest’anno premia con il cinema d’autore cultura e novità: con i sette Nastri al cinema di Bellocchio, nel palmarès di quest’edizione dedicata ai film #soloalcinema, in una selezione di quaranta titoli tra i quali i premiati che ricevono questa sera a Roma Nastri e premi speciali al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Ed è un Nastro di eccellenza il successo collettivo de La stranezza, il film di Roberto Andò che ha siglato una svolta eccezionale nel rapporto col pubblico ma per la prima volta anche nella joint venture produttiva tra Rai Cinema e Medusa Film.

Ancora: Nastri d’Argento a Giuseppe Fiorello, miglior esordio per Stranizza d’amuri, premiato anche con il Nastro della legalità e per i due giovani protagonisti, a Sydney Sibilia il Nastro d’Argento per la migliore commedia Mixed by Erry premiata anche per la produzione Grøenlandia con Rai Cinemain collaborazione con Netflix, la scenografia di Tonino Zera e la casting director Francesca Borromeo. Nastri d’Argento per Alessandro Borghi e Luca Marinelli i migliori attori protagonisti per Le otto montagne, Barbora Bobulova migliore attrice non protagonista per Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti, aPilar Fogliati migliore attrice di commedia (che riceve anche il Premio Wella Professionals per l’immagine) per Romantiche di cui è anche regista e Antonio Albanese miglior attore di commedia per Grazie ragazzi di Riccardo Milani.

In un’annata davvero speciale accanto ai premo votati dai Giornalisti anche i Nastri d’Argento alle eccellenze del cinema italiano: ‘Nastri speciali’ aGiovanna Ralli per una carriera che continua tra i successi con il ritorno sul set quest’anno con Marcel!, a Michele Placido nell’anno de L’ombra di Caravaggio di cui è regista e dell’interpretazione emozionante di Orlando di Daniele Vicari. A Giovanni Veronesi il ‘cameo dell’anno’ ne La divina cometaopera prima dell’artista Mimmo Paladino e a Valeria Bruni Tedeschi il ‘Nastro d’Argento Europeo’ per Forever Young – Les Amandiers.

Molto cinema giovane tra i riconoscimenti dei Giornalisti: il ‘Premio Guglielmo Biraghi’ per il talento più interessante tra i nuovi interpreti è andato a Leonardo Maltese per Il signore delle formiche, Rapito e a Valentina Romani per Il sol dell’avvenire. ‘Premio Graziella Bonacchi’ che ricorda un’agente molto amata dal cinema italiano, per un’intera generazione di attori e autori che ha lanciato, va agli esordienti Samuel Segreto e Gabriele Pizzurro per Stranizza d’amuri. La Fondazione Nobis premia inoltre la più giovane delle candidate, Greta Gasbarri per Mia e con Massimiliano Caiazzo il ‘salto’ nel cinema da Mare fuori a Piano piano di un attore molto popolare grazie al fenomeno della serie Mare fuori. Premio Nastri/Nuovo Imaie che consegna il Presidente di Nuovo Imaie, Andrea Miccichè – a Lidia Vitale per l’interpretazione davvero intensa in Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa.

Come sempre con i Nastri d’Argento il Premio Persol-Personaggio dell’anno per Giacomo Gianniotti, un autentico outsider in Diabolik – Ginko all’attacco! che ha confermato in Italia il successo nel mondo grazie al ruolo del popolarissimo dottor De Luca in Grey’s Anatomy.

A due protagonisti della musica già molto amati come Colapesce e Dimartino il Nastro d’Argento per la migliore ‘colonna sonora’ per il road movie che li ha lanciati sullo schermo, La primavera della mia vita di Zavvo Nicolosi. Per loro anche il premio Nastri d’Argento/Hamilton Behind the camera per l’exploit che ci hanno regalato come protagonisti ormai anche del cinema in un rapporto speciale con la musica. Per la migliore ‘canzone originale’, infine, Nastro d’Argento alla straordinaria interpretazione di Marco Mengoni del brano Caro amore lontanissimo e a Riccardo Sinigallia autore del testo costruito sulla musica del grande Sergio Endrigo. La canzone, edita da Sugar Music/Concertone e riscoperta da Caterina Caselli, è contenuta nella colonna sonora del film Il Colibrì di Francesca Archibugi, dal best seller di Sandro Veronesi.

Più di 120 i Giornalisti Cinematografici che hanno espresso per voto notarile le loro scelte e attribuito, come da tradizione, premi ad artisti e tecnici che rendono grande il nostro cinema. Per il miglior ‘soggetto’ Nastro d’Argento a Emanuele Crialese per L’immensità, per la ‘fotografia’ a Michele D’Attanasioper L’ombra di Caravaggio, Ti mangio il cuore, per la ‘scenografia’ a Tonino Zera ancora per L’Ombra di Caravaggio e Mixed by Erry, per i ‘costumi’ a Carlo Poggioli  L’Ombra di Caravaggio, per il ‘sonoro’ ad Alessandro Palmerini per Le otto montagne.

In questa 77.ma edizione, realizzata con il  sostegno del MiC Ministero della Cultura – Direzione generale per il Cinema, stili e generazioni diverse e sorprese in un’annata che, soprattutto tra gli esordi (con una presenza interessante di autrici, registe e sceneggiatrici) e tra i giovani, segna nelle candidature e nel voto dei Giornalisti una svolta di cambiamento che ora attende la prova più difficile del ritorno in sala. “Per questo – sottolinea la Presidente Laura Delli Colli a nome del Direttivo Nazionale – i Nastri d’Argento hanno deciso quest’anno di limitare la selezione ai film #soloalcinema”: un atto di solidarietà e di impegno dei Giornalisti Cinematografici per la campagna appena lanciata dal Mic”.

E conferma il Sottosegretario Lucia Borgonzoni che ha tenacemente lavorato per l’iniziativa di Cinema Revolution affiancando l’impegno delle categorie in prima linea nella distribuzione e nell’esercizio: “Come ben dimostra la 77.ma edizione di questa prestigiosa manifestazione, il cinema italiano è in piena salute. I prodotti dell’audiovisivo, le storie, i volti che animano il grande schermo così come i bravissimi professionisti che lavorano dietro la macchina da presa rappresentano un’eccellenza nel panorama culturale mondiale e stanno meritatamente conquistando fette sempre più grandi di pubblico internazionale e di mercato.”

 “Come Ministero – continua la Borgonzoni – stiamo lavorando senza sosta affinché l’intero settore possa continuare a crescere. Molte le misure messe in campo. Non ultima, la campagna ‘Cinema Revolution’, che con un investimento di circa 20 milioni di euro mira a riportare il pubblico nelle sale anche nei mesi estivi e i primi risultati sulle presenze ci lasciano ben sperare”. Così il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni che aggiunge: “Ringrazio i Nastri D’Argento per aver scelto di sostenere l’iniziativa e ancora ringrazio tutti coloro i quali rendono possibile la realizzazione di questa importante occasione di promozione e valorizzazione dell’industria cinematografica italiana. Le mie congratulazioni a tutti i professionisti protagonisti dell’edizione 2023 del premio e complimenti ai vincitori”.

Un ringraziamento, infine, ai partner istituzionali: con il MiC – Direzione Generale per il Cinema, MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, NUOVO IMAIE e FONDAZIONE CLAUDIO NOBIS con i loro Premi ai giovani attori. Media partner RAI MOVIE-RAI CULTURA.

E grazie agli sponsor ufficiali per il loro prezioso supporto: BNL BNP Paribas, HAMILTON con il Premio Hanilton Behind the Camera e  Colapesce e Dimartino  PERSOL, con Giacomo Gianniotti Personaggio dell’anno WELLA PROFESSIONALS, Premio all’immagine per Pilar Fogliati GE-Gruppo Eventi e COPLAND GROUP, con le new entry FIAT official car, PIANEGONDA, BENEDETTA RICCIO service make up e CAMPO MARZIO che ha affiancato i Nastri d’Argento con un omaggio speciale per gli sceneggiatori del miglior film.

Bardolino Film Festival – Immagini, suoni e parole sull’acqua: al via la terza edizione

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Tutto pronto per l’avvio di Bardolino Film Festival – Immagini, suoni e parole sull’acqua, che accenderà i riflettori sulla terza edizione dal 21 al 25 giugno nella rinomata località sul lago di Garda. Organizzato e sostenuto dal Comune di Bardolino e dalla Fondazione Bardolino Top con la direzione artistica di Franco Dassisti, il BFF proporrà anche quest’anno due sezioni competitive internazionali con 11 documentari e 28 cortometraggi da tutto il mondo, accompagnate dalle cinque serate di BFF Nights con i grandi protagonisti del cinema italiano.

“Quello di quest’anno è un programma di cui siamo estremamente fieri. Siamo arrivati alla terza edizione del festival e ci inorgoglisce vedere l’interesse crescente da parte non solo del pubblico, ma anche degli ospiti e delle distribuzioni che scelgono proprio Bardolino come arena per presentare i propri film. La terza edizione è dedicata al tema “In viaggio…” e noi siamo pronti a salpare” dichiara Franco Dassisti, direttore artistico del BFF.

“Il Bardolino Film Festival è cresciuto in queste tre edizioni, è un progetto in cui credo e che intendiamo valorizzare sempre di più consapevoli dell’importanza del festival per Bardolino e la sua comunità” prosegue Domenica Currò, Assessore alla Cultura, Istruzione, Servizi sociali, Famiglia e Terza età – Comune di Bardolino “Da quest’anno avremo anche una nuova casa, il Villaggio del Cinema presso lo splendido parco Villa Carrara Bottagisio, ad ulteriore testimonianza della presenza del festival nella vita del territorio e della città”.

Si comincia mercoledì 21 giugno con l’anteprima di Le mie ragazze di carta, nuovo film diretto da Luca Lucini e in sala dal 13 luglio per Adler Entertainment, che sarà celebrato con il Ciak d’Oro – Colpo di fulmine per l’interpretazione. A ritirare il prestigioso premio assegnato dal mensile di cinema Ciak, media partner della manifestazione, sarà Andrea Pennacchi, volto noto del piccolo e grande schermo recentemente premiato con il Nastro d’Argento per Miglior Attore Non Protagonista nella serie Tutto chiede salvezza. L’anteprima di Le mie ragazze di carta (ore 21.00) inaugurerà il programma delle BFF Nights nella nuova meravigliosa location del Parco di Villa Carrara Bottagisio, da quest’anno cuore pulsante della manifestazione con il villaggio del festival.

Ma il programma del BFF prende il via nel pomeriggio con le proiezioni dei due concorsi presso il cinema Corallo. Si inizia con i film di BFF Short (ore 16.00): Friend di Andrey Svetlov, alla presenza dei distributori Andrea Rapallini e Pierfrancesco Bigazzi di Materiali Sonori, Nostos di Mauro Zingarelli con protagonista Aurora Giovinazzo, The Silent Whistle di Li Yingtong, Metamorfosi di Paolo Porporati, che presenterà il film insieme ad alcuni membri del cast, e A year to life di Nikki Hevesy. Sarà inoltre presentato Alea di Niccolò Buttigliero Junior, accompagnato a Bardolino dalla protagonista Wanda Gomboli, che precederà la proiezione serale a Villa Carrara Bottagisio.

La proiezione dei film del concorso corti sarà invece preceduta dalla visione di Onde, il cortometraggio realizzato dagli studenti della Scuola Media Falcone-Borsellino di Bardolino nell’ambito della nuova collaborazione con il festival. Per la sezione documentari il programma di mercoledì 21 proporrà Will You Look at me della cinese Shuli Huang, un viaggio attraverso territori da riscoprire e salvaguardare, e Nei giardini della mente di Matteo Balsamo, in cui il regista osserva la vita un’associazione per la salute mentale sul lago di Como (ore 18.00, Cinema Corallo).

Presso il Villaggio del festival prendono il via anche gli appuntamenti letterari di BFF Books, moderati dalla giornalista Chiara Pizzimenti. Sono due gli incontri letterari per la giornata di martedì (a partire dalle ore 17.00 presso Villa Carrara Bottagisio): si inizia con Antonello Menne e il suo Il cammino di Santiago. Ti mancherà (Primiceri Editore) per proseguire con Riccardo Vischioni e La coppia di Verona (Edizioni03).

Il programma proseguirà fino a domenica 25 giugno con tantissime anteprime e ospiti tra cui Paola Sini, Selene Caramazza, Claudia Gerini, Rocco Papaleo, Daniele Vicari. Contrariamente a quanto annunciato, a causa di sopraggiunti impegni, Michele Placido sarà a Bardolino per ritirare il Premio BFF Cineasta dell’anno nella serata di sabato 24 anziché domenica 25 giugno: si preannuncia quindi un sabato di grandi nomi all’insegna dell’eccellenza cinematografica italiana.

Rebecca Ferguson: 10 cose che non sai sull’attrice

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Rebecca Ferguson: 10 cose che non sai sull’attrice

Rebecca Ferguson è una di quelle attrici che ha dimostrato che non impegno, dedizione e tanto talento è possibile arrivare ai piani più alti del cinema. L’attrice, che seguito questa strada dopo esperienze di modella e di ballerian, si è subito fatta valere, riuscendo a cogliere i personaggi migliori per le sue abilità, indipendentemente dai generi cinematografici, diventando una delle attrici più amate ed apprezzate in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Rebecca Ferguson.

Rebecca Ferguson: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Dopo una carriera di modella e ballerina, l’attrice svedese si è dedicata alla recitazione, debuttando sul grande schermo nel 2004 grazie a Drowing Ghost – Oscure presenze. In seguito, ha preso parte ad Hercules: il guerriero (2014), Mission: Impossibile – Rogue Nation (2015), Florence Foster Jenkins (2016) e La ragazza del treno (2016). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Life – Non oltrepassare il limite (2017), L’uomo di neve (2017), The Greatest Showman (2017), Mission: Impossibile – Fallout (2018), Il ragazzo che diventerà re (2019), Men in Black – International (2019), Doctor Sleep (2019), Frammenti dal passato – Reminiscence (2021) e Dune (2021). Nel 2023 è tra le protagoniste dei film Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno e Dune – Parte due.

2. Ha lavorato anche per il piccolo schermo. L’attrice non ha recitato solo per il grande schermo, ma ha lavorato spesso anche per serie televisive. La sua carriera nel mondo della recitazione, infatti, è iniziata con la soap opera Nya tider (1999-2000), per poi proseguire con Ocean Ave (2002), Il commissario Wallander (2008), Der Kommisar und das Meer (2013), The White Queen (2013) e The Red Tent (2014). Nel 2023 è invece stata protagonista della serie di Apple TV+ Silo, appartenente al genere fantascienza post-apocalittica.

rebecca ferguson

Rebecca Ferguson è su Instagram

3. Ha un profilo sul celebre social. L’attrice ha aperto da alcuni anni un proprio account Instagram che è seguito da circa 714 mila persona di persone. Con attualmente oltre 240 post, l’attrice raccoglie nel suo profilo post relativi a momenti di svago, cause benefiche da lei sostenute e, naturalmente, alle sue attività lavorative, che siano per set cinematografici o per altro. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità dentro e fuori dal set.

Rebecca Ferguson: il marito e i figli Isac e Saga

4. È sposata e ha due figli. Nel 2015 l’attrice ha conosciuto Rory, persona non appartenente al mondo dello spettacolo, che ha poi sposato nel 2018. I due attualmente vivono tra Simrishamn, un paese svedese, e Londra. Nello stesso 2018, inoltre, la coppia ha dato alla luce la loro prima figlia, chiamata Saga. La Ferguson, però, aveva già avuto un figlio, chiamato Isac, nel 2007, quando era legata a Ludwig Hallberg, suo fidanzato per diversi anni.

Rebecca Ferguson in Dune

5. È la madre del protagonista. Nel film fantascientifico Dune, la Ferguson ricopre il ruolo di Lady Jessica, madre del protagonista Paul, interpretato da Timothée Chalamet. L’attrice però, ha solo 12 anni più del collega. Tuttavia, poiché Chalamet, interpreta qui un quindicenne, per i personaggi vi è dunque una credibile differenza di età di 20 anni.

Rebecca Ferguson e Tom Cruise in Mission: Impossible

6. Ha recitato in più film della saga. A partire dal 2015 l’attrice ha assunto il ruolo dell’agente dell’MI6 Ilsa Faust nella saga di Mission: Impossible. Ha dunque recitato nel quinto e nel sesto film ed è ora pronta a riprendere il ruolo, accanto all’Ethan Hunt di Tom Cruise, nel settimo capitolo: Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno. L’attrice è però stata già confermata anche per l’ottavo capitolo, che arriverà al cinema nel 2024. Quello di Ilsa Faust continua dunque ad affermarsi come uno dei ruoli più importanti della sua carriera.

Rebecca Ferguson Dune

Rebecca Ferguson cantante in The Greatest Showman

7. È stata doppiata nel canto. La voce dell’attrice nel film The Greatest Showman è stata doppiata da Loren Allred: sebbene avesse studiato musica, ammettendo di essere in grado di cantare la melodia, il suo personaggio, Jenny Lind, è considerata la miglior cantante al mondo. Di fatti, il doppiaggio si è reso quasi indispensabile al servizio del film, anche se l’attrice ha insistito per cantare durante le riprese, anche per dare un maggiore interpretazione realistica.

8. Hugh Jackman l’ha incoraggiata. L’attrice ha ammesso di essersi sentita estremamente nervosa quando ha dovuto eseguire una canzone del film: infatti, avrebbe dovuto cantare di fronte a un pubblico completo, senza contare la crew che lavorava al film e molte altre persone. Hugh Jackman, protagonista del film, vedendola agitata a nervosa, l’ha incoraggiata e l’ha aiutata ad affrontare quel momento di stress.

Rebecca Ferguson: età e altezza

10. Rebecca Ferguson è nata il 19 ottobre del 1983 a Stoccolma, in Svezia. La sua altezza complessiva corrisponde a 165 centimetri.

Fonti: IMDb, The Famous People

Tom Cruise: 10 cose che non sai sull’attore

Tom Cruise: 10 cose che non sai sull’attore

In molti lo ritengono un attore eccezionale, altri lo ritengono nella media, ma è innegabile che Tom Cruise sia stato (e sia tutt’oggi, dopotutto) uno dei re di Hollywood. È stato sotto i riflettori per un bel po’ di tempo, ma può darsi che ci siano cose che ancora non sapete su di lui. Che siate fan dell’attore dai tempi di Top Gun, o che lo amiate per questioni puramente estetiche, ecco 10 curiosità su Tom Cruise.

Tom Cruise: i suoi film da attore e produttore

1. Ha recitato in celebri film. Cruise debutta al cinema recitando in Amore senza fine (1981), per poi ottenere grande successo con I ragazzi della 56ª strada (1983), Risky Business – Fuori i vecchi… i figli ballano (1983) e Top Gun (1986). Da quel momento recita in celebri titoli come Il colore dei soldi (1986), Rain Man – L’Uomo della Pioggia (1988) e Nato il quattro luglio (1989). Negli anni Novanta, era uno degli attori più pagati del mondo: guadagnava all’incirca 15 milioni di dollari a film in produzioni come Cuori ribelli (1992), Il socio (1993), Intervista col vampiro (1994), Mission: Impossible (1996) e Jerry Maguire (1996). Tre anni dopo, arrivarono due importanti collaborazioni per Tom Cruise: quella con Kubrick per Eyes Wide Shut (1999)e quella con Paul Thomas Anderson per Magnolia (1999). I primi anni Duemila sono altri anni di titoli famosissimi: Mission: Impossible II (2000), Vanilla Sky (2001), Minority Report (2002), L’ultimo samurai (2003), Collateral (2004), La guerra dei mondi (2005), Mission: Impossible III (2006). Il secondo decennio degli anni Duemila è stato forse meno intenso, ma Cruise è comparso comunque in circa un film all’anno, tra i quali Innocenti Bugie (2010), Mission: Impossible – Protocollo Fantasma (2011), Edge of Tomorrow – Senza domani (2014), Mission: Impossible – Rogue Nation (2015), La mummia (2017), Barry Seal – Una storia americana (2017), Mission: Impossible – Fallout (2018), Top Gun: Maverick (2022) e Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno (2023).

2. Tom Cruise è anche produttore. Il primo film prodotto da Tom Cruise risale al 1996: si tratta proprio di Mission: Impossible. Fu, per la precisione, co-prodotto da Cruise/Wagner Producions, che Tom aveva fondato con l’ex agente Paula Wagner 1993. Negli anni, ha poi prodotto una ventina di film, tra i quali i sequel di Mission: Impossible, The Others, Vanila Sky, L’ultimo Samurai, Elizabethtown, Jack Reacher – La prova decisiva e Jack Reacher – Punto di non ritorno.

3. È stato candidato più volte al premio Oscar. Ad oggi Cruise è uno degli attori più popolari di Hollywood a non aver mai vinto un premio Oscar. Egli vanta però tre nomination, ricevute come miglior attore per Nato il quattro luglio e Jerry Maguire e come miglior attore non protagonista per Magnolia. In tutte e tre le occasioni egli era uno dei maggiori favori tra i candidati, senza però riportare mai la vittoria. Si è comunque potuto consolare con i tre Golden Globe vinti proprio per questi tre film.

tom cruise

Tom Cruise nello spazio

4. Girerà un film nello spazio. Cruise è noto per il suo continuo spingersi oltre i limiti del possibile. Nel corso degli anni, in particolar modo con la saga di Mission: Impossible, ha dato vita ad alcuni stunt pericolosissimi, rifiutandosi di avvalersi di controfigure. La nuova sfida dell’attore è ora quella di girare un film nello spazio. Egli desiderava essere il primo attore a riuscire in ciò, ma il primato gli è recentemente stato sottratto da una produzione cinematografica russa. Il progetto di Cruise non sarà però per questo abbandonato e resta in programma, in collaborazione con la SpaceX di Elon Musk.

Tom Cruise in Top Gun

5. Si è addestrato come pilota per il ruolo. È ormai impossibile immaginare il personaggio di Maverick con un volto diverso da quello di Tom Cruise. Eppure, l’attore era inizialmente indeciso se accettare o meno tale parte. Per fargli cambiare idea, Bruckheimer decise di fargli fare un giro sui caccia militari, esperienza dopo la quale Cruise si convinse a partecipare al film. Per risultare realistico nei panni del personaggio, l’attore venne seguito da alcuni veri addestratori, che gli suggerirono un allenamento e un modo di comportarsi in linea con quanto richiesto ai veri piloti. Cruise decise inoltre di rimanere costantemente nel personaggio, evitando dunque di socializzare troppo con gli altri membri del cast

6. Sembra che Tom Cruise abbia inventato le première internazionali in occasione di Top Gun. Nel 2014, Tom Cruise è stato ospite al Jimmy Kimmel Live, e gli è stato chiesto della prima volta che ha girato il mondo per promuovere un film. Cruise ha raccontato che i primi viaggi sono arrivati con l’uscita di Top Gun, che sono durati quattro mesi e che gli hanno permesso di passare intere settimane in ogni città visitata in Italia, Francia e Giappone. Inoltre, Cruise ha raccontato a Kimmel di essere stato proprio lui ad avere l’idea di fare delle première del film in altri Paesi.

tom cruise

 

Tom Cruise: la moglie e i figli

7. È stato il marito di Nicole Kidman.  Dopo un breve matrimonio durato dal 1987 al 1990 con l’attrice Mimi Rogers, Tom Cruise ha conosciuto Nicole Kidman sul set di Giorni di tuono. Dopo un breve fidanzamento i due si sposarono nel dicembre del 1990. Il matrimonio durò circa dieci anni, fino al divorzio avvenuto l’8 agosto 2001. Uno dei motivi pare sia stato di natura religiosa: mentre Cruise aderì con passione alla religione di Scientology, la Kidman continuò a rimanere legata al cattolicesimo. I due hanno anche adottato due figli: Isabella Jane, nata nel 1992, e Connor Anthony, nato nel 1995.

8. È stato sposato con un’altra nota attrice. Dopo aver avuto relazioni con Penelope Cruz e Nazanin Boniadi, Cruise iniziò nell’aprile del 2005 a frequentare Katie Holmes, da cui ha poi avuto una figlia di nome Suri nell’aprile del 2006. Nel novembre di quello stesso anno i due si sono poi sposati, rimanendo insieme fino al 2012. Riguardo il loro divorzio ci sono poche informazioni, essendo i documenti a riguardo ancora non disponibili al pubblico. Sembra però che anche in questo caso l’affiliazione dell’attore con Scientology abbia generato diversi problemi.

Tom Cruise e Scientology

9. Fa parte di Scientology. È risaputo che Tom Cruise sia un seguace della Scientology da più di trent’anni, insieme ad altre star di Hollywood come John Travolta, Kristie Alley, Jenna Elfman, Isaac Hayes e Jason Lee. Ma non è sempre stato così: l’attore, infatti, ha ricevuto un’educazione cattolica e da piccolo sognava di fare il prete. Fu poi la prima moglie, Mimi Rogers, ad essere responsabile dell’introduzione di Tom Cruise a Scientology. Le voci sull’attore e l’organizzazione sono tante, e hanno a che fare con la separazione da Nicole Kidman, con l’allontanamento dalla figlia, con il fatto che alcuni fedeli avrebbero lavorato per lui per una paga minima o inesistente. Cosa sia vero e cose no non è particolarmente chiaro, ma nel corso degli anni l’ossessione di Tom Cruise per Scientology ha causato un calo nella sua popolarità.

Tom Cruise: età e altezza dell’attore

10. Tom Cruise è nato il 3 luglio del 1962 a Syracuse, nello stato di New York, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 170 centimetri.

Fonti: IMDb, Celebrity Fun Facts

After Work ancora gratis al cinema con Cinefilos.it

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After Work ancora gratis al cinema con Cinefilos.it

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, After Work, in nuovo documentario di Erik Gandini, presentato al Biografilm Festival di quest’anno. Il film è in sala dal 15 giugno, distribuito da Fandango.

Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

  • ROMA
    • CINEMA QUATTRO FONTANE
      • Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
      • Sabato 24 giugno – 10 biglietti
      • Domenica 25 giugno – 10 biglietti  
  • CINEMA GREENWICH
    • Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
    • Sabato 24 giugno – 10 biglietti
    • Domenica 25 giugno – 10 biglietti
  • CINEMA LUX
    • Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
    • Sabato 24 giugno – 10 biglietti
    • Domenica 25 giugno – 10 biglietti  
  • TORINO
    • CINEMA NAZIONALE
      • Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
      • Sabato 24 giugno – 10 biglietti
      • Domenica 25 giugno – 10 biglietti  
  • BOLOGNA
    • CINEMA RIALTO
      • Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
      • Sabato 24 giugno – 10 biglietti
      • Domenica 25 giugno – 10 biglietti 
  • MILANO
    • ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
      • Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
      • Sabato 24 giugno – 10 biglietti
      • Domenica 25 giugno – 10 biglietti 
I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 23 al 25 giugno e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

NB: riceveranno risposta solo gli assegnatari dei biglietti.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema. È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS. I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità.

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, le foto dalla premiere di Roma

Ecco le foto dal red carpet romano della premiere mondiale di Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One. Il cast del film, guidato da Tom Cruise, ha sfilato sull’iconica scalinata di Trinità de’ Monti di fronte a Piazza di Spagna, davanti ai fotografi e ai fan, sotto al sole di Roma. Ecco le immagini:

Le prime reazioni al film offrono una sana dose di clamore per l’azione esilarante del film, in particolare la sequenza del treno, che coinvolge Cruise e Morales che combattono in cima a un treno a vapore in corsa prima che si schianti, provocando la distruzione sia del treno che di un ponte. La scena sembra mettere in ombra Cruise in sella a una moto da un dirupo, che è stato uno degli obiettivi principali della campagna di marketing, anche se le reazioni non lo menzionano specificamente. Tuttavia, con la durata di Mission: Impossible 7 di oltre due ore e 30 minuti, sembra traboccare di emozionanti sequenze d’azione e quindi siamo sicuri che ci sarà spazio per tantissime emozioni.

Il settimo capitolo di MI si intitolerà Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, mentre l’ottavo, Mission: Impossible – Dead Reckoning Part Two.

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film.

Kraven il Cacciatore, tutti gli Easter Eggs e i riferimenti ai fumetti Marvel del trailer

Nelle scorse ore è uscito l’atteso trailer di Kraven – Il Cacciatore, prossimo capitolo tratto dai fumetti della Marvel, che ha come protagonista Sergei Kravinoff (Aaron Taylor-Johnson), un uomo contaminato dal sangue radioattivo di un leone, grazie al quale acquisisce poteri straordinari. Prodotto da Sony, Kraven – Il Cacciatore uscirà nelle sale italiane il 5 ottobre 2023, e il trailer ha dato un esaustivo first look di quella che potrebbe essere la storia.

Non sono sfuggiti, nelle sequenze mostrate, molti riferimenti ai fumetti Marvel e alcuni interessanti Easter Eggs, che hanno inevitabilmente aumentato l’hype sul film diretto dal candidato all’Oscar J.C. Chandor, con una sceneggiatura firmata insieme a Richard Wenk, Matt Holloway e Art Marcum. Di seguito, tutte le reference ai fumetti e gli Easter Eggs.

L’origin story di Kraven il Cacciatore

I fumetti originali in cui troviamo Kraven – Il Cacciatore descrivono – a differenza di quanto riportato nel trailer – una storia diversa. Anzitutto Kraven nasce a Stalingrando, quella che oggi si chiama Volgograd, in Russia. Si trasferisce poi con la sua famiglia negli Stati Uniti ed è lì che Kraven subisce una grande perdita: la madre si suicida. Quando diventa adulto, poi, inizia ad essere affascinato dalla giungla e comincia a compiere numerosi viaggi in Africa, fino a quando non scopre una pozione che gli conferisce poteri straordinari, che altro non sono che le abilità degli animali, come per esempio la forza dell’elefante o l’agilità di un leopardo.

Nel trailer mostrato, invece, l’assunzione dei suoi poteri sembra essere stata un po’ rivisitata, e infatti avviene quando Kraven, in Africa con il padre, viene attaccato da un leone radioattivo. Seppur quindi sia cambiato il “modo”, è presente comunque il rimando alla origin story dei fumetti, considerato che il film manterrà il profondo legame che vi è fra Kraven e il regno animale, non rinunciando quindi allo spirito del suo personaggio dei fumetti.

Alexi Sitsovich, alias Rhino

Un personaggio molto interessante presente nel trailer, che forse sarà uno dei villain della storia, è Alexi Sitsovich, ossia Rhino. Per chi conosce i fumetti questa figura non è nuova, seppur anche a livello cinematografico abbiamo avuto una sua apparizione in The Amazing Spider-Man 2, precisamente nel finale. Rhino lì ha una tuta meccanica, mentre in Kraven – Il Cacciatore lo si vede brevemente trasformarsi: la sua pelle si ispessisce e diventa leggermente squamosa e grigiastra, il che fa pensare che il personaggio resti fedele alla sua versione fumettistica.

Nei fumetti, infatti, Alexi Sitsovich – membro della mafia russa – si sottopone ad alcuni trattamenti chimici e radioattivi che gli conferiscono una pelle artificiale e una forza sovrumana. Il trailer lascia intendere che fra Rhino, – che sarà interpretato da Alessandro Nivola – e Kraven ci sia una forte rivalità, la quale sembra avere tutto il potenziale per tramutarsi in una drammatica resa dei conti.

I ragni e Spider-Man: potrebbe esserci un cameo?

Nella storia dei fumetti, Kraven è in conflitto con Spider-Man. Quando torna a New York dall’Africa dopo aver preso il siero, questi viene ingaggiato da Dmitri Smerdyakov, alias Camaleonte, un supercriminale acerrimo nemico dell’Uomo Ragno. Camaleonte affida a Kraven il compito di catturarlo e, alla fine, il confronto con l’eroe diventerà per lui un ossessione, considerandolo una “preda” molto più succulenta di altre. Seppur ogni volta che si troverà a batterlo, ne rimarrà sempre sconfitto.

Nella saga a fumetti di L’ultima caccia di Kraven, ad esempio, Kraven vuole a tutti i costi prendere la sua testa e, quando Spider-man sta tornando dal funerale del suo informatore di crimini Joe Face, viene attaccato e drogato. Per poi essere seppellito e sostituito per un breve periodo proprio da Kraven (seppur Spider-Man non muoia). Nel trailer di Kraven – Il Cacciatore, c’è una scena che potrebbe anticipare la faida fra i due e suggerire proprio un cameo di Spider-Man, che sia quello di Peter Parker oppure un altro proveniente dall’ampio Spider-Verse.

Vediamo infatti alcune immagini in cui Kraven è assalito dai ragni e potrebbe essere un presagio proprio del loro conflitto. Se questo aspetto dovesse essere esplorato, darebbe al personaggio ancora più profondità e tridimensionalità e il cameo, qualora ci fosse, sarebbe molto impattante nell’economia generale del film, e potrebbe magari preparare il pubblico a possibili approfondimenti futuri sulla battaglia fra i due.

Lo Straniero

Nel trailer di Kraven – Il Cacciatore c’è poi un riferimento a un altro villain dei fumetti, ossia lo Straniero. La reference potrebbe non essere stata colta da tutti, ma per chi legge la Marvel avrà potuto farci caso. Lo Straniero è un personaggio creato da Peter David e David Michelinie e la sua prima apparizione è contenuta in Web of Spider-Man (Vol.1).

Egli è un incredibile mercenario, oltre che un grande assassino, non ha capacità sovraumane e si è scontrato più volte con Spider-Man. La sua presenza nel film potrebbe alzarne l’asticella, e si potrebbe pensare che lo Straniero riversi le sue attenzioni su Kraven, generando una maggiore suspense.

Russell Crowe interpreta il padre di Kraven

Fra gli attori che balzano subito all’occhio nel trailer di Kraven – Il Cacciatore, vi è di sicuro Russell Crowe, che vestirà i panni del padre. Seppur non sia un dettaglio nascosto, è proprio la scelta di Russell Crowe ad essere un easter egg, considerato il suo curriculum cinematografico che lo ha visto molto spesso in ruoli action. Come si evince dalle immagini presenti nel trailer, il padre di Kraven sarà il pretesto che spingerà l’antieroe a estirpare quel male (uomini corrotti) che il genitore ha creato.

La figura di Crowe nel film sembra infatti scorrere in parallelo con la trasformazione di Kraven, e inoltre suggerisce una faida padre-figlio, confermata da alcuni frame, come quello dell’attacco del leone, in cui lo lascia sanguinante a terra, considerandolo “debole come sua madre”. Questa dinamica fra i due potrebbe rivelare le radici dell’ostilità di Kraven, scavando magari nel suo passato.

Le origini aristocratiche di Kraven

Un altro elemento che suggerisce fedeltà ai fumetti, contenuto nel trailer di Kraven – Il Cacciatore, risiede in alcune immagini che mostrano il suo background aristocratico: dall’auto di lusso, fino all’ambiente “pomposo” in cui vive e cresce. A differenza dei fumetti, però, la storia sembra prendere poi una piega diversa: Kraven viene espulso dalla sua famiglia, probabilmente anche per il rapporto tumultuoso con il padre.

Quest’ultima interpretazione, diversa dall‘origin story, potrebbe però essere l’escamotage perfetto per approfondire il suo personaggio, andando magari a capire le ragioni della sua ricerca di accettazione e la sua evoluzione come cacciatore.

La formazione dei Sinistri Sei

Nei fumetti Marvel, Kraven è uno dei membri fondatori dei Sinistri Sei, un gruppo di supercriminali che si coalizzano per abbattere Spider-Man, creati da Stan Lee nei testi e Steve Ditko nei disegni. La prima formazione era composta proprio da Kraven – Il Cacciatore, Dottor Octopus, Avvoltoio, Uomo Sabbia, Mysterio ed Electro, e alcuni di questi villain li vediamo nei film di Spider-Man.

Il trailer suggerisce che anche nel film sarà presentata questa formazione, ciò vuol dire che potrebbe essere portata sul grande schermo la storia della creazione della banda di supervillain, magari tutti pronti a eliminare l’Uomo Ragno. Un’evoluzione del genere sarebbe molto interessante da vedere.

Il costume di Kraven

Dopo aver vestito i panni – e i costumi – di Pietro Maximoff/Quicksilver in Capitan America: The Winter Soldier e Avengers: Age of Ultron, Aaron Taylor-Johnson è pronto a indossare un abbigliamento animalesco. Verso la fine del trailer di Kraven – Il Cacciatore, si vede infatti il famoso predatore sfoggiare il cappotto di pelliccia di leone.

Il costume di Aaron Taylor-Johnson è fedele a quello indossato dall’omonimo personaggio nei fumetti, segno che i registi abbiano voluto mantenere il look classico originale di Kraven, per poter rendere omaggio alla sua origin story.

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