La
moda torna preponderante in And Just Like That 2
ma anche le crisi amorose e le incomprensioni. In And Just
Like That 2×01, Carrie (Sarah
Jessica Parker) e Charlotte (Kristin
Davis), rimaste le uniche del gruppo nella caotica New
York si preparano per l’evento dell’anno: il Met Gala. Un evento
cardine della moda della Grande Mela con tutti i riflettori puntati
addosso. Una stagione che si prospetta molto più vicina alla trama
e alle dinamiche della serie tv madre, Sex and the City.
Se
nella prima stagione And Just Like That aveva
esplorato il dramma del lutto dopo la morte di Mr. Big, questa
seconda attraversa invece la rinascita di Carrie
che, come abbiamo visto sul finale della prima stagione,
intraprende una relazione con il produttore del suo podcast. In
onda su Sky Atlantic dal 23 giugno e in streaming
su NOW, And Just Like That 2×01
dà il via a una stagione ricca di colpi di scena dove gli annunci
preventivi del ritorno di Samantha e di Aidan non hanno fatto altro
che aumentarne il desiderio.
And
Just Like That 2×01, la trama
Il
Met Gala è l’appuntamento più atteso a New York e
Charlotte e Carrie cercano di
prepararsi al meglio. Sull’altro lato della costa,
Miranda (Cynthia
Nixon) e Che (Sara
Ramírez) vivono sotto
la luce del sole di Los Angeles la loro relazione. Miranda si è
totalmente lasciata alle spalle la vita misurata e ponderata da
avvocato e si butta a capofitto nella nuova versione di sé stessa,
o per lo meno di prova. La scena in cui cerca di rilassarsi
all’interno del centro benessere riporta a galla la vera
Miranda che non è in grado di stare ferma,
immobile e in silenzio godendosi la pace e la tranquillità del
centro.
Anche
le cose con Che sembrano andare bene, ma la
“nuova Miranda” cade nei vecchi pensieri e perplessità
della vecchia, che, come vediamo, è sempre presente dentro di lei.
Un piccolo problema di comunicazione tra la coppia, che
sessualmente invece sembra aver trovato la giusta combinazione,
porta un po’ di scompiglio che però la coppia riesce a superare
portando la loro relazione a un livello ancora più intimo e
complice.
Calma apparente
Quello che si prova guardando And Just
Like That 2×01 è un senso di calma apparente che aleggia
soprattutto sul personaggio di Sarah Jessica Parker. Carrie
è proprio cambiata e la sua nuova vita da vedova e nuove
consapevolezze dettate dall’età la pongono sotto una nuova luce.
Non batte ciglio e non si scompone nel momento in cui la sua
emergenza moda per il Met Gala si trasforma in un
disastro annunciato, anzi nel brutto riesce a cogliere con ironia
quello che la sorte le sta proponendo. Andare al Met
Gala significa osare e divertirsi e quale miglior modo di
osare se non mettersi in testa una piuma di un uccello e il vestito
del matrimonio andato a monte con Big.
Anche
Charlotte e Harry (Evan
Handler) gestiscono la partecipazione al Met Gala con
calma, seppur ovviamente non mancano i momenti di mania del
controllo tipici del personaggio di Charlotte. In
generale questo primo episodio cerca di ricordarci dove abbiamo
lasciato i personaggi nelle varie fasi della loro vita. Non è un
episodio fatto per sconvolgere lo spettatore, com’era accaduto con
il pilot della prima stagione, e non ha neanche quel brio e
brilluccichio che potremmo aspettarci da un episodio incentrato sul
Met Gala.
Cosa
aspettarci
Seppur introduttivo, però, And Just Like
That 2×01 pone diversi tasselli su quello vedremo nei
prossimi episodi e su due eventi fondamentali nella vita di
Carrie: il ritorno di Samantha e
di Aidan. La prima interpretata da Kim Cattrall farà la sua apparizione in questa
seconda stagione, non si sa ancora in quali termini. La calma
apparente che avvolge Carrie potrebbe infatti
essere legata proprio alla mancanza dell’amica e manager della
scrittrice che di solito si occupava di risolvere tutti i momenti
più difficili. Non a caso è già “apparsa” virtualmente solo come
messaggio di testo che si scambia con Carrie dopo
la morte di Big.
Il
personaggio di John Corbet torna in scena. Il secondo grande
amore di Carrie che potrebbe portare una nuova
consapevolezza alla donna che, come vediamo in And Just
Like That 2×01, non riesce ad andare oltre nella relazione
con Franklyn (Ivan Hernandez).
Carrie e Aidan si sono sempre
rincorsi e sempre mancati, seppur innamorati nessuno dei due ha
saputo cogliere nell’altro il grande amore della sua vita. Quando
ricomparirà nella vita di Carrie, sicuramente la
trama e la seconda stagione prenderà una piega diversa.
Il viaggio nel tempo è uno dei temi
più rilevanti nella fantascienza e che permette a scrittori e
registi di creare le proprie regole per sviscerarlo. Tuttavia,
questo modus operandi a condotto spesso a storie apparentemente
senza senso sul topic, anche se ce ne sono altrettante che riescono
quasi a sembrare verosimili. L’introduzione di questa tematica nel
cinema può essere fatta risalire al 1949 con l’adattamento del
romanzo di Mark Twain del 1889 Un americano
alla corte di Re Artù, interpretato da Bing
Crosby, e uno dei primi e più influenti film sui viaggi
nel tempo è stato l’adattamento di George Pal del 1960 del romanzo
di H.G. Well del 1895 La macchina del tempo.
Da allora, il viaggio nel tempo è
stato un argomento affascinante da trattare nel cinema e si è fatto
strada in vari generi, dal dramma (come Questione di tempo) all’horror (come
L’armata delle tenebre di Sam
Raimi) e persino nel mondo dei supereroi (Avengers:
Endgame). Poiché il viaggio nel tempo è un concetto
piuttosto che una realtà comprovata, si tratta di un’idea aperta
all’interpretazione, che ha consentito agli artisti di creare le
proprie regole e inventare i propri metodi per portare i personaggi
in avventure attraverso il tempo e lo spazio. Questo ha dato spazio
a regole confuse e anche piuttosto insensate che regolano il
viaggio nel tempo, ma ce ne sono altri che hanno davvero senso, sia
nei metodi che nel modo in cui il viaggio nel tempo influisce sulla
storia: eccone otto esempi.
Primer (2004)
Primer è un film di fantascienza psicologica diretto
da Shane Carruth, la cui trama segue
Aaron (Carruth) e
Abe (Dave Sullivan), due
ingegneri che scoprono accidentalmente il viaggio nel tempo. Dopo
un paio di accurati esperimenti, Aaron e Abe iniziano a usare la
loro macchina per viaggiare nel tempo, chiamata “la scatola”, per
tornare indietro nel tempo e fare proficue operazioni in borsa
nello stesso giorno.
Tuttavia, i viaggi nel tempo
iniziano presto ad avere conseguenze fisiche e mentali su di loro e
la loro amicizia viene messa a dura prova. Abe e Aaron sono in
grado di viaggiare nel tempo grazie a un loop che crea dei doppi di
loro stessi. Primer è stato indicato come la versione
cinematografica più vicina al funzionamento dei viaggi nel tempo
nella vita reale.
Tenet (2020)
Tenet
è un film d’azione e thriller fantascientifico diretto da
Christopher Nolan,
che segue un protagonista senza nome (John
David Washington),
un ex agente della CIA che impara a manipolare il flusso del tempo
per prevenire un attacco dal futuro che potrebbe annientare il
mondo attuale. Tenet
è stato percepito come un film piuttosto controverso a causa del
suo approccio complesso al tema del viaggio nel tempo, in quanto
Nolan ha utilizzato concetti e teorie fisiche reali per dare vita a
questo concetto nel film. I personaggi diTenet
hanno trovato un modo per invertire l’entropia degli oggetti usando
la fissione nucleare e hanno creato una macchina chiamata tornello
che inverte l’entropia di qualsiasi cosa o persona posta al suo
interno.
L’oggetto o la persona iniziano
quindi a muoversi all’indietro nel tempo, ma l’inversione di un
essere umano ha alcuni effetti collaterali. Poiché la persona si
muove all’indietro mentre tutto il resto va avanti, il mondo è
disorientante e pericoloso, l’aria è irrespirabile e il
trasferimento di calore del fuoco e del ghiaccio è invertito, tra
gli altri dettagli. La fisica di Tenet è
molto complessa ma, in definitiva, ha comunque senso.
Lightyear (2022)
Lightyear
è un film d’animazione di fantascienza e uno spinoff della serie di
film di Toy Story. Diretto da Angus
MacLane, Lightyear segue il ranger spaziale Buzz
Lightyear (doppiato da Chris Evans) e il suo equipaggio che, dopo
essere rimasti bloccati su un pianeta ostile, devono trovare un
modo per riparare la loro nave e tornare a casa. Dopo un anno di
test e ricerche, Buzz si offre volontario come pilota collaudatore
per il carburante per l’iperspazio e, anche se si tratta solo di un
test di quattro minuti, in realtà sono passati quattro anni. Buzz
continua a testare il carburante per l’iperspazio e finisce oltre
sessant’anni nel futuro, dove incontra Zurg, che
si rivela essere la sua versione più vecchia. L’anziano Buzz rivela
di essere fuggito nello spazio per evitare l’arresto e di essere
finito centinaia di anni nel lontano futuro.
Lightyear non complica il viaggio nel tempo e
si limita a mostrare Buzz nella sua navicella che
infrange la barriera dell’ipervelocità e attraversa una serie di
anelli che lo fanno saltare nel futuro grazie alla dilatazione
temporale. Buzz avrebbe potuto avere un modo per tornare indietro
nel tempo ed evitare di bloccare il suo equipaggio, ma ha scelto di
non alterare il passato dopo aver visto cosa riservava il
futuro.
X-Men: Giorni di un futuro passato
(2014)
X-Men:
Giorni di un futuro passatoè
il quinto film della saga principale degli X-Men, il sequel
di
X-Men: The Last Stand
e
X-Men: First Class
e il seguito di
Wolverine.
In un 2023 distopico, le Sentinelle sono programmate per dare la
caccia e uccidere i mutanti, così
Kitty Pryde
(Elliot
Page)
usa i suoi poteri per inviare Bishop qualche giorno nel passato per
avvertire il resto dei mutanti. L’attacco viene sventato con
successo e il gruppo si ritira in un remoto tempio cinese, dove
il
Professor X
(Patrick
Stewart)
spiega che devono tornare indietro nel tempo per impedire
l’assassinio di Bolivar Trask e quindi la creazione delle
Sentinelle. Wolverine si offre volontario perché le sue capacità
rigenerative gli permetteranno di sopravvivere al
viaggio.
Ciò che rende comprensibile il
viaggio nel tempo in X-Men: Giorni di un futuro passato è che non
ci sono macchine coinvolte e i soggetti non viaggiano fisicamente
nel tempo. Al contrario, i poteri di Kitty Pryde
spostano la loro coscienza attraverso il tempo e nel corpo del loro
io passato/giovane, motivo per cui entrambe le linee temporali
coesistono fino a quando la coscienza del soggetto non ritorna al
suo corpo attuale.
Ritorno al futuro (1985)
Ritorno
al futuro è un film di fantascienza diretto da
Robert Zemeckis. Ambientato nel 1985, Ritorno al
futuro segue l’adolescente Marty McFly (Michael
J. Fox), il cui eccentrico amico scienziato,
Emmett “Doc” Brown (Christopher
Lloyd), costruisce un’auto DeLorean che viaggia nel
tempo. Marty finisce per essere rispedito nel 1955, dove non solo
deve assicurarsi che i suoi genitori si innamorino (altrimenti non
esisterà), ma deve anche trovare Doc per aiutarlo a tornare nel
futuro.
Le regole del viaggio nel tempo di
Ritorno al futuro sono così semplici, coerenti
ed efficaci che sono state prese come ispirazione e base per altri
film sui viaggi nel tempo. La DeLorean era il mezzo di trasporto,
ma le regole erano semplici: se si interferisce con il passato, in
qualsiasi modo, si altera il futuro, ed è per questo che per
Marty era una priorità assoluta far sì che i suoi
genitori si innamorassero l’uno dell’altro.
Arrival (2016)
Arrival
è un film drammatico di fantascienza diretto da Denis
Villeneuve e basato sul racconto del 1998 “Story of Your
Life” di Ted Chiang. Arrival segue la linguista
Louise Banks (Amy
Adams), che viene reclutata dall’esercito americano
per decifrare il linguaggio degli extraterrestri arrivati sulla
Terra.
Arrival non parla di viaggi nel tempo in modo
tradizionale e, come X-Men: Giorni di un futuro
passato, è più incentrato sulla mente. Il linguaggio degli
alieni altera la percezione del tempo degli esseri umani,
consentendo loro di sperimentare ricordi di eventi futuri, ed è
così che la Banks sapeva delle tragedie che lei e la sua famiglia
avrebbero vissuto anni dopo.
Interstellar (2014)
Un
altro film di
Christopher Nolan
che affronta il tema dei viaggi nel tempo èInterstellar.
Ambientato nel 2067, in un futuro in cui l’umanità rischia
l’estinzione globale dopo una carestia mondiale, l’ex pilota della
NASA
Joseph Cooper
(Matthew
McConaughey)
viene reclutato per una missione alla ricerca di un esopianeta in
grado di ospitare la vita.
Come in Lightyear,
anche in Interstellar il viaggio nel tempo è dovuto
alla dilatazione temporale, poiché il tempo scorre in modo diverso
su ogni pianeta su cui Cooper e il suo equipaggio atterrano. Verso
la fine della sua missione, Copper finisce all’interno di un
tesseratto a cinque dimensioni, in cui può vedere diversi momenti
nel tempo dall’interno della camera da letto di sua figlia
Murphy, permettendogli di comunicare con lei in
codice Morse manipolando gli oggetti nella stanza. Grazie a ciò,
aiuta Murph a risolvere l’equazione che salva la Terra.
Terminator (1984)
Terminator
è un film d’azione fantascientifico diretto da James
Cameron. The Terminator segue Kyle Reese
(Michael Biehn), un soldato inviato dal 2029 al
1984 per fermare un assassino cibernetico noto come
Terminator (Arnold
Schwarzenegger), anch’egli mandato indietro nel tempo.
La missione del Terminator nel 1984 è uccidere Sarah
Connor (Linda Hamilton) per non far
nascere suo figlio, John Connor. Nel futuro, una
rete di difesa AI nota come Skynet prende coscienza di sé e scatena
una guerra nucleare globale per sterminare la specie umana. John
Connor raduna i sopravvissuti e guida un movimento di resistenza
contro Skynet, motivo per cui Terminator è stato inviato nel 1984,
mentre Reese è stato mandato a salvare Sarah Connor.
Grazie al semplice uso del viaggio
nel tempo, Terminator affronta temi come il libero
arbitrio, il destino, i cicli di causalità e altro ancora, poiché
se Terminator riuscisse nel suo intento, un’intera linea temporale
verrebbe cancellata. Nel frattempo, John Connor
deve rimandare indietro Kyle Reese perché è anche
suo padre, quindi non si tratta solo di salvare sua madre, ma di
assicurarsi che venga concepito. Il viaggio nel tempo di Terminator è così efficace che ha dato vita a
un intero franchise.
ComingSoon presenta un’esclusiva clip di I Cavalieri dello
Zodiaco dalle scene cancellate dell’adattamento cinematografico
live-action di Sony Pictures del popolare anime. Il film debutterà
solo al cinema il 26, 27 e 28 giugno prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Eagle Pictures.
Nel cast oltre a Mackenyu
(Pacific Rim: Uprising) che interpreta il protagonista
Seiya, Famke Janssen (X-Men), Madison Iseman
(Jumanji – Benvenuti nella giungla), Diego Tinoco
(Teen Wolf), Mark Dacascos (Il patto dei
lupi), Nick Stahl (Sin City) e Sean Bean (Il Signore degli Anelli)
nel ruolo di Alman Kiddo, l’uomo che recluterà il protagonista per
farlo diventare un cavaliere.
I Cavalieri dello Zodiaco, film evento, sarà solo al
cinema il 26, 27 e 28 giugno prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Eagle Pictures.
Tratto dalla celebre serie animata,
I Cavalieri dello Zodiaco porta per la prima
volta sul grande schermo la saga di Saint Seiya in live-action.
Seiya, interpretato da Mackenyu, è un testardo adolescente di
strada che trascorre il suo tempo alla ricerca della sorella rapita
e a combattere per ottenere denaro. Quando uno dei suoi
combattimenti sprigiona involontariamente poteri mistici che non
sapeva di avere, Seiya si ritrova coinvolto in un mondo di santi in
guerra, antichi addestramenti magici e una dea reincarnata che ha
bisogno della sua protezione. Per sopravvivere, dovrà abbracciare
il suo destino e sacrificare tutto per conquistare il posto che gli
spetta tra i Cavalieri dello Zodiaco.
Manca davvero poco all’uscita
dell’imminente serie Disney+ della MarvelSecret
Invasion e oggi Marvel Studios ha diffuso una nuova clip
ufficiale nel quale possiamo vedere il primo incontro tra
Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury e
Olivia Colman nei panni di un nuovo personaggio
chiamato Sonya Falsworth, ex alleata di Fury.
Nella nuova serie Marvel Studios Secret
Invasion, ambientata nel presente MCU, Nick Fury viene a conoscenza
di un’invasione clandestina della Terra da parte di una fazione di
Skrull mutaforma. Fury si unisce ai suoi alleati, tra cui Everett
Ross, Maria Hill e lo Skrull Talos, che si è costruito una vita
sulla Terra. Insieme corrono contro il tempo per sventare
l’imminente invasione Skrull e salvare l’umanità.
Basato sulla serie di fumetti di Brian Michael Bendis, Leinil
Francis Yu, Mark Morales e Laura Martin, Secret Invasion è prodotto da Kyle
Bradstreet, con il regista di Let Him Go Thomas Bezucha e Ali Selim
come registi.
Si sono svolte le prime proiezioni
di Oppenheimer,
l’attesissimo thriller di Christopher Nolan sul fisico J Robert
Oppenheimer
(Cillian Murphy) che ha lavorato con un team di
scienziati al famigerato Progetto Manhattan, che ha portato allo
sviluppo della bomba atomica. La pellicola è uno dei film più
attesi dell’anno, con Christopher Nolanche
dirige un cast stellare.
Proprio Christopher Nolanha
commentato parlando con
Wired le prime reazioni registrati da alcuni spettatori che
hanno reagito al film. “Alcune persone lasciano il film
assolutamente devastate“, ha rivelato il
regista . “Non possono parlare. Voglio dire, c’è
un elemento di paura che è presente nella storia e nelle
fondamenta. Ma l’amore per i personaggi, l’amore per le
relazioni, è più forte che mai”.
Tutto quello che sappiamo sul
film Oppenheimer
Scritto e diretto da
Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX
che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo
enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo
salvare. Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert
Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa
e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar
Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr.,
direttore del Progetto Manhattan, e
Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss,
commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia
atomica. La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean
Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller,
Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore dell’Oscar
Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi
con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar
Kenneth Branagh.
Il cast comprende anche Dane DeHaan
(Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie
Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden
Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew
Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il
ritorno). Il film è tratto dal libro vincitore del premio
Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert
Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film
è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e
Christopher Nolan.
Oppenheimer è girato sia in IMAX
65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la
prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in
bianco e nero. I film di Nolan, tra cui
Tenet,
Dunkirk,
Interstellar,
Inception e la trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno
incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale e
sono stati premiati con 11 Oscar e 36 nomination, tra cui due
nomination come miglior film.
Sony
Pictures International Productions e Colorado
Film annunciano l’inizio delle riprese del
film 50 km all’ora diretto da Fabio De Luigi, protagonista con Stefano
Accorsi e autore della sceneggiatura insieme a Giovanni
Bognetti.
Nel cast oltre Fabio De
Luigi e Stefano Accorsi anche Alessandro Haber, Elisa Di Eusanio,
Alice Palazzi, Simone Baldasseroni, Giorgia Arena, Barbara
Abbondanza e Paolo Cevoli.
La commedia/road movie è
una rivisitazione italiana di 25 km/h, film tedesco di Sony
Pictures International Production campione d’incassi nel 2018
(scritto da Oliver Ziegenbalg e diretto da Markus Goller).
Recentemente è diventato un remake anche in Messico con il titolo
“A Todas Partes”.
Due fratelli si ritrovano
dopo tanti anni al funerale del padre e tra rancori passati e
affetto sopito, affrontano un viaggio a bordo di due moto scassate,
costruite quando erano due ragazzini.
Iginio Straffi e
Alessandro Usai di Colorado Film sono i produttori di 50 km
all’ora che sarà distribuito nelle sale italiane da Eagle
Pictures.
“Siamo elettrizzati
all’idea di continuare la nostra collaborazione creativa con
Colorado Film e avere l’opportunità di lavorare con un regista e
una star così prestigiosa e talentuosa come Fabio De Luigi” ha
dichiarato Shebnem Askin, EVP, Creative Production & Head of Sony
Pictures International Productions, “Non vediamo l’ora di portare
questo film nei cinema italiani e siamo certi che il lavoro di De
Luigi offrirà una grande esperienza al pubblico”.
“Questo film consolida la
collaborazione di successo tra Colorado Film e Sony Pictures
International Productions” ha detto Alessandro Usai, amministratore
delegato di Colorado Film, “Siamo molto felici di collaborare con
Fabio De Luigi come protagonista per la decima volta e come regista
per il terzo film. Dopo tanti successi insieme, siamo certi che
questo nuovo progetto, arricchito anche dall’interpretazione di
Stefano Accorsi, sarà apprezzato dal pubblico italiano nella
prossima stagione.”
Le riprese del film si
svolgeranno in Emilia-Romagna e in altre località italiane.
50 km all’ora è il
secondo titolo di un accordo multi-picture tra Sony Pictures
International Productions e Colorado Film. Il primo film è
stato Natale A Tutti I Costi, che ha debuttato al primo posto
su Netflix Italia nel dicembre 2022.
Arriva in prima tv su Sky
Forever Young –
Les Amandiers,venerdì 23 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Due, in
streaming su NOW e disponibile on demand.
Presentato in concorso al Festival
di Cannes 2022, il film è diretto da Valeria Bruni Tedeschi, che dipinge un
nostalgico affresco della gioventù negli anni 80, intriso di
ricordi autobiografici. Nel cast i giovani talenti Nadia
Tereszkiewicz e Sofiane Bennacer, insieme
a Louis Garrel.
Il film è prodotto da Alexandra
Henochsberg e Patrick Sobelman, coprodotto da Angelo Barbagallo ed
è una co-produzione Ad Vitam Prodution, Agat Films, Arte France
Cinéma e Bibi Film con Lucky Red, Rai Cinema, Canal+, Ciné+ e Arte
France, distribuito da Lucky Red.
La trama del film
Francia, 1986. Stella, Adèle,
Victor e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza.
Entrati nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da
Patrice Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle
mani.
Lanciati a piena velocità nelle
proprie passioni, vivranno insieme l’entusiasmo, le paure, gli
amori, ma anche le loro prime grandi tragedie.
Disney+ ha annunciato che
BLEACH: Thousand-Year Blood War, l’anime
di successo internazionale basato sul manga di Tite Kubo e prodotto
da VIZ Media, leader mondiale nella produzione di anime e manga,
arriverà sulla piattaforma streaming. La prima parte completa sarà
disponibile dal 5 luglio mentre a partire dall’8 luglio debutterà
la seconda parte con un episodio a settimana.
Serie manga pluripremiata e
bestseller, “BLEACH” ha superato i 130 milioni di copie stampate
dal suo debutto su Weekly Shonen Jump (2,7 milioni di copie negli
Stati Uniti), mentre l’anime ha prodotto 366 episodi e ad oggi è
considerato uno dei più grandi di tutti i tempi.
BLEACH: Thousand-Year
Blood War segue Ichigo Kurosaki, che ha acquisito i
poteri di un Mietitore di Anime grazie a un incontro fortuito. In
quanto mietitore di anime sostitutivo, Ichigo è rimasto coinvolto
nel tumulto della Soul Society, un luogo in cui si riuniscono le
anime defunte. Ma con l’aiuto dei suoi amici, Ichigo supera ogni
sfida e diventa ancora più forte. Quando nuovi Mietitori di Anime e
un nuovo nemico appaiono nella sua città natale, Karakura, Ichigo
torna sul campo di battaglia con la sua Zanpakuto per aiutare i
bisognosi. Nel frattempo, la Soul Society assiste a un’improvvisa
impennata nel numero di Hollow distrutti nel mondo dei vivi,
ricevendo anche altre segnalazioni di scomparsa di residenti nel
Distretto di Rukon. Infine, il Seireitei, patria dei Mietitori di
Anime, viene attaccato da un gruppo che si fa chiamare Wandenreich.
Guidati da Yhwach, il padre di tutti i Quincy, i Wandenreich
dichiarano guerra ai Mietitori di Anime con il seguente messaggio:
“Tra cinque giorni, la Soul Society sarà annientata dal
Wandenreich”. La storia e la verità tenute nascoste dai Mietitori
di Anime per mille lunghi anni vengono finalmente portate alla
luce. Tutto deve giungere a una conclusione: che la battaglia
finale di Ichigo Kurosaki abbia inizio!
Oltre al manga acclamato dalla critica e all’anime leggendario,
l’universo di “BLEACH” comprende videogiochi, musical e un
adattamento cinematografico live-action, che rende “BLEACH” molto
più di un semplice franchise fino a farlo diventare un punto di
riferimento culturale per milioni di fan in tutto il mondo.
Dopo l’incontro-scontro
tra le due famiglie del primo film, la nascita dei gemelli e
l’inevitabile rito riparatore, nel nuovo film di Volfango
De Biasi si parla sì di Un matrimonio
mostruoso (qui
il trailer), ma non di quello tra i giovani protagonisti di due
anni fa, Cristiano Caccamo ed Emanuela
Rei. Che pure tornano nel cast sempre più ricco del film
in sala dal 21 giugno (da 01 Distribution) insieme ai vari
Massimo Ghini,
Paola Minaccioni, Ilaria Spada e
Paolo Calabresi, con Claudio Greg
Gregori – invece del compare storico Lillo – a guidare la
truppa di new entry composta da
Ricky Memphis, Maurizio Mattioli ed
Elisa Di Eusanio.
E’
sempre parenti-serpenti
D’altronde questo sequel
pone come premessa proprio la dipartita del ‘povero’ Nando (in
realtà fuggito in un paradiso fiscale), mostro tra i mostri,
capofamiglia del clan Cornicioni e marito della subdola Stella di
Ilaria Spada. E’ lei che, minacciata dal proprio padre (Mattioli),
è costretta a trovare i soldi a lui dovuti dal marito scomparso, a
ogni costo. Anche tentando di sedurre il consuocero Vladimiro, che
Brunilde dovrà cercare di riconquistare prima che sia troppo tardi
– e i due convolino a nozze – e con l’aiuto di un trasformato zio
Nanni (Calabresi) e dell’avvocato Remo (Memphis), sicuro di aver
trovato una soluzione nel codice di diritto mostruoso.
Un’esperienza mostruosa
Il desiderio dichiarato
“di tornare a giocare con i personaggi del primo film” promette un
“immaginario infantile, popolato da mostri grotteschi e figure
della fantasia che possano divertire tutta la famiglia”, ma il
rischio è che anche il pubblico del film originale possa restare
deluso da uno sfruttamento piuttosto arbitrario di quello spunto
che aveva regalato una versione nostrana di un tema classico,
cinematografico e televisivo, variamente declinato in passato,
dagli Addams e i Monsters degli
anni 40 alle riedizioni moderne di Rob Zombie e
Tim Burton. Purtroppo la scelta di approfittarne
ancora per realizzarne un seguito appare – soprattutto a vederne il
risultato – soprattutto figlia di un tentativo commerciale che
mostra la sua debolezza nella svolta impartita alla storia, troppo
simile ai peggiori ‘Natale a’ o le commedie degli equivoci alla
Neri Parenti.
Un matrimonio
mostruoso, un sequel migliore dell’originale
Un sicuro pregio di
questo ‘Matrimonio’ sta nel riuscire a far rivalutare il film del
2021, del quale recupera alcuni degli elementi migliori (come
l’approccio borgataro-psicanalitico della Spada e i due giovani
protagonisti), inevitabilmente concedendo loro meno spazio. Per
lasciarne invece a contrasti già visti o forzatamente sviluppati,
spesso in doppi sensi più banali e personaggi scivolati dalla
caratterizzazione più o meno riuscita alla macchietta da
catalogo.
Difficile riconoscere la
“commedia familiare, di costume e di classe” nel teatrino che
sostituisce la liaison soprannaturale tra Pippo
Franco e Barbara Bouchet con quello –
salvando gli interpreti – tra Elisa Di Eusanio e
la mummia dell’Egitto settentrionale, o peggio ancora tra papà
‘Romanzo Criminale’ e la ‘Isadora Duncan’ de noantri. Per non
parlare dell’hully gully di gruppo. Malauguratamente, nemmeno la
sostituzione del fu Lillo (citato maldestramente in una brutta
scena iniziale) con il compare Greg in versione dottor Frankenstein
(con ulteriori citazioni, altrettanto evitabili) aiuta, nel
complesso. Peccato, perché l’evoluzione della Brunilde di
Paola Minaccioni, strega d’altri in tempi in crisi
di accettazione, avrebbe potuto offrire di più, e anche le
fondamentali lezioni affidate nel finale alla coppia Caccamo-Rei e
soprattutto a Mattioli rischiano di perdersi in un generale senso
di liberazione.
Da oggi mercoledì 21
giugno, solo al cinema Fidanzata in affitto (recensione),
la nuova commedia Sony Pictures interpretata da
Jennifer Lawrence e diretta da Gene Stupnitsky
(Good Boys – Quei cattivi ragazzi).
Nel cast oltre a
Jennifer Lawrence anche Andrew Feldman (Guida turistica per
innamorarsi), Laura Benanti (Gossip Girl), Natalie Morales (Amiche
per la morte – Dead to Me) e Matthew Broderick (Manchester by the
Sea). Fidanzata in affitto sarà solo al cinema dal 21
giugno, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle
Pictures.
Nel film sul punto di
perdere la casa della sua infanzia, Maddie (Jennifer Lawrence)
scopre un intrigante annuncio di lavoro: ricchi genitori
iperprotettivi cercano qualcuno con cui far “frequentare” il loro
introverso figlio di diciannove anni, Percy, prima che parta per il
college. Con sua grande sorpresa, Maddie scoprirà presto che con
l’impacciato Percy non sarà un’impresa facile.
L’anno scorso, il CEO di Warner
Bros. Discovery, David Zaslav, ha preso la
controversa decisione di bloccare Batgirl.
A quel tempo, il film stava per essere terminato dopo mesi di
riprese in Scozia, e i registi Adil El Arbi e
Bilall Fallah avevano bisogno solo di fare poche
altre riprese e ovviamente la post-produzione.
Dopo aver dichiarato Batgirl una
“cancellazione fiscale”, è diventato chiaro che lo studio non aveva
intenzione di distribuire il film. In effetti, dopo aver tenuto
quella che è stata descritta come una “proiezione funebre”, secondo
quanto riferito, l’intera produzione è stata cancellata e ai
cineasti è stato proibito di accedervi ulteriormente.
Oltre a presentare Leslie
Grace nei panni di Barbara Gordon, il piano era quello di
riportare
Michael Keaton nei panni del Batman di Gotham
City in attività, dopo quello che avremmo visto in The
Flash. Naturalmente la cancellazione di Batgirl ha
cambiato anche la sorte del Batman di The
Flash.
Ora è stato rivelato un nuovo look
del Cavaliere Oscuro che però non vedremo mai a schermo, e sì,
nelle foto compare anche la sua classica Batmobile. Diamo anche uno
sguardo all’interno di quella che era presumibilmente la base
operativa di Batgirl e vediamo Keaton nei panni di Bruce Wayne,
chiaramente a suo agio nel DCEU.
Il piano era che
Batgirl riportasse questo Cavaliere Oscuro al
centro della scena in un progetto intitolato Batman
Beyond, il che significa probabilmente che avremmo potuto
aspettarci che la Bat Family facesse parte dell’ormai defunto
DCEU.
Detrás de cámaras de la película cancelada ,
borrada y funada “Batgirl”.
Si Flash es muy pobre y esta la cancelaron por miedo a estrenarla ,
pues como estará?.
Lo lamento por el gran KEATON que no le dan la epicidad que merece
y solo lo trataron como un secundario de relleno. pic.twitter.com/c9jReQMeX6
Il progetto di Batgirl
doveva uscire nel 2022 diretto da Adil El Arbi e Bilall
Fallah con Leslie Grace,
JK Simmons,
Michael Keaton e
Brendan Fraser.Batgirl doveva
essere diretto da Joss Whedon, regista
di The
Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica
di Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decifrare la storia”. Il film è stato diretto da Adil El
Arbi e Bilall Fallah.
01 Distribution ha diffuso il
trailer italiano ufficiale di Hypnotic,
il thriller diretto ds Robert Rodriguez con Ben
Affleck, Alice Braga, JD Pardo, Dayo
Okeniyi, Jeff Fahey, William Fichtner. La pellicola,
presentata all’ultimo
Festival di Cannes, arriverà al cinema dal 6 luglio 2023.
La trama del film
Il detective Danny Rourke,
determinato a ritrovare la figlia scomparsa, si ritrova catapultato
in un vortice di avvenimenti al limite del reale quando inizia a
investigare su una serie di rapine in banca. Con l’aiuto di una
sensitiva, Diana Cruz, si troveranno ad inseguire un uomo
estremamente pericoloso, che Rourke ritiene essere la chiave per
arrivare a sua figlia. Un’indagine che li porterà a vivere un serie
di eventi dove anche le ipotesi più elementari saranno messe in
discussione perché nulla è come sembra.
Arriva da Twitter una nuova immagine dal
merchandise di The Marvels che ci mostra
le tre eroine protagoniste del film in posa da combattimento.
Brie
Larson è Carol Danvers/Captain Marvel, Iman Vellani è Kamala
Khan/Ms. Marvel e Teyonah
Parris veste i panni di Monica Rambeau/Photon.
The Marvels, la trama del film
Nel film Marvel StudiosThe Marvels, Carol
Danvers alias Captain Marvel ha recuperato la propria
identità dai tirannici Kree e si è vendicata della Suprema
Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste, Carol deve
farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli del capitano
Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme,
questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in
sinergia per salvare l’universo come “The
Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The Marvels
The Marvels, il sequel
del cinecomic Captain Marvel con protagonista la
premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan
McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata
serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel cast ci
saranno anche Iman Vellani(Ms.
Marvel, vista anche nell’omonima
serie TV su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Dopo l’assenza del 2021, i
Marvel Studios sono tornati al
Comic-Con di San Diego lo scorso anno per annunciare la sua
pianificazione per il futuro del MCU. E i fan speravano che lo
stesso sarebbe accaduto quest’anno al Comic Con di San
Diego del 2023, tuttavia apprendiamo tramite The Wrap che i Marvel Studios non saranno presenti
nella Sala H per un panel dedicato.
Questo significa che, sebbene ci
sarà sicuramente la possibilità di vedere esposti alla fiera poster
e statuette e giochi, non ci saranno annunci in merito al alcuni
dei progetti più attesi per i prossimi anni in casa Marvel, ovvero, in particolare,
X-Men e Fantastici
Quattro.
Lo sciopero WGA in corso e il
potenziale sciopero SAG-AFTRA sembrano essere almeno in parte
responsabili di questa decisione, in quanto rendono molto difficile
per attori/registi/sceneggiatori fare qualsiasi tipo di promozione
per i loro progetti.
I report menzionano anche che
Universal e HBO molto probabilmente rimarranno senza SDCC
quest’anno. Non sappiamo se la Warner Bros./DC Studios sarà
presente all’evento, ma se lo sciopero della Screen Actors Guild
andrà avanti, ci sono buone probabilità che anche loro saranno
cancellati dall’elenco, a questo punto sempre più esiguo, dei
partecipanti alla fiera. Il Comic-Con di San Diego si svolgerà
il fine settimana del 21 luglio.
Le voci sul casting di The
Brave and the Bold non hanno iniziato a
circolare, e un nome che è stato menzionato in relazione al ruolo
principale di Bruce Wayne/Batman è quello di Jensen
Ackles.
Anche se sembra più una speculazione
che una voce solida, la star di Supernatural sembra essere una
scelta che piacerebbe ai fan del Crociato di Gotham.
Ad Ackles, che interpreta anche Soldier Boy
in The
Boys di Prime Video, è stato chiesto cosa
pensasse di questi rumor in merito alla sua presenza nella top 3
dei potenziali attori per ricoprire il ruolo in questione in
The
Brave and the Bold.
Dopo un po’ di battute con la folla,
l’attore ha chiarito che avrebbe colto al volo l’occasione se si
fosse presentata, ma ha sottolineato che “nessuna conversazione” è
in corso in questo momento a causa allo sciopero della WGA.
Cosa aspettarsi da The Brave and the
Bold
Non è stato annunciato alcun cast
per The
Brave and the Bold. Il presidente della DC
James Gunn ha chiarito che Batman
non sarà interpretato da Ben Affleck o Robert
Pattinson in questo film. Questo è il terzo film della
DCU ad avere un regista associato. James
Gunn dirigerà Superman:
Legacy e James Mangold dirigerà Swamp
Thing. Non si sa ancora una data di uscita.
The Brave and the Bold,
quello che sappiamo sul film
Insieme all’introduzione della versione
DCU di Batman – che
esisterà separatamente dalla versione interpretata da Robert
Pattinson nei film di The Batman –
The Brave and the
Bold introdurrà “la Bat-family“, ha
detto
James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che
sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta
dallo sfortunato film del 1997 Batman e Robin. Questa versione di Robin
sarà impersonificata da Damian Wayne, che Gunn ha
descritto come “il nostro Robin preferito, “un piccolo figlio
di puttana” e “un assassino”. Damian, per chi
non lo sapesse, è il figlio biologico di Bruce Wayne, di
cui non quest’ultimo non conosceva l’esistenza.
“E’ una strana storia padre-figlio su
loro due,” ha detto Gunn. Il progetto è basato sulla serie dei
fumetti di Batman scritti da Grant
Morrison, che secondo
James Gunn è stato “eccezionalmente influente” sul
DCU. L’altro
scrittore di fumetti che Gunn ha menzionato per nome era
Tom King, che ha partecipato alla stanza degli
sceneggiatori della DCU e
conduce direttamente al prossimo progetto di lungometraggio. Se
Muschietti venisse confermato alla regia, sarebbe ad ora il terzo
regista ad essere associato a uno dei film in uscita dei DC
Studios. Gunn dirigerà Superman: Legacy,
mentre James Mangold è stato scelto per dirigere
Swamp-Thing (presumibilmente dopo il suo film di
Star
Wars).
Il noto attore australiano
Chris Hemsworth (Thor nel Marvel Cinematic Universe) ritorna
nei panni del formidabile sicario Tyler Rake. Il film è il sequel
di
Tyler Rake (Extraction) ed è basato sulla graphic novel Ciudad
di Ande Parks. Diretto da Sam Hargrave e
scritto da Joe Russo, Tyler Rake 2 è composto da
un cast di tutto rispetto: Chris Hemsworth
interpreta il protagonista Tyler, mentre l’attrice franco-iraniana
Golshifteh Farahan (Exodus:
Dei e re) è nel ruolo di Nik Kahn, socia di Tyler. Figure
secondarie nella pellicola sono interpretate dall’attrice ucraina
Olga Kurylenko (La
Corrispondenza) e dall’attore Idris Elba
(Heimdall in Thor,
Thor: The dark world e
Thor: Ragnarok).
Tyler Rake 2: la fine del
congedo
Dopo la fine della missione del
primo film, Tyler resta gravemente ferito, tanto da essere dato
quasi per morto. Grazie alla sua forza di spirito, il combattente
riesce a riemergere dal coma ed a riprendere pian piano l’uso delle
gambe e di tutto il corpo.
Trascorso un breve periodo di calma
e pace nelle campagne austriache, un misterioso uomo offre una
nuova missione a Tyler: salvare la sorella della sua ex moglie,
Ketevan, insieme ai figli, detenuti insieme al marito e padre in un
carcere della Georgia. L’uomo è un feroce assassino che ha dato
vita insieme al fratello, ad una organizzazione criminale basata
proprio su un legame di fratellanza tra i vari membri. Quando Tyler
ucciderà l’uomo in prigione per far evadere Ketevan ed i due figli
dalla prigione, il fratello Zurab insieme a tutta la fratellanza
gli daranno la caccia ovunque, bramando vendetta. La missione si
rivelerà molto più complicata del previsto e metterà a rischio la
vita dei membri della squadra di Tyler, di Ketevan e del figlio
maggiore Sandro.
Un action movie con una continua
suspence
Tyler Rake 2, come
il primo capitolo, descrive tutta una missione portata avanti da
Tyler, Nik e tutta la squadra. In questo action
thriller non mancheranno le scene d’azione e di combattimento;
anzi, a tratti queste potrebbero risultare anche troppo lunghe e
frequenti. Negli action movie è necessario comunque mantenere un
buon bilanciamento tra combattimenti e svolgimento della trama. In
particolare, qui in Tyler Take 2 la sequenza di estrazione di
Ketevan e dei figli dalla prigione può risultare essere troppo
lunga e quindi può far perdere parte dell’attenzione dello
spettatore.
Continuando a parlare della sequenza
dell’evasione, alcune riprese fatte durante gli inseguimenti in
auto, probabilmente volutamente mosse per dare maggiormente il
senso di suspense ed azione, possono risultare visivamente
confusionarie.
Analizzando il fattore effetti
speciali, questi sono ottimi: permettono al pubblico di immergersi
interamente nelle vicende. Oltretutto, si tratta sempre di una
pellicola scritta ed in parte prodotta dai fratelli
Joe e Anthony Russo, registi di grandi opere degli effetti
speciali come
Avengers: infinity war e
Avengers: endgame.
Nel film c’è, inoltre, una certa
attenzione ai particolari: un esempio, verso la fine della
pellicola, è la scena in cui, dopo che Zurab fa uccidere un suo
combattente che gli si oppone, si vede il sangue scorrere su una
piccola Bibbia. La fratellanza si considera come un’organizzazione
di assassini guidati da Dio; quindi, è un interessante richiamo di
simboli.
Tyler Rake 2 si
conclude senza una vera e propria conclusione: alcune questioni
vengono lasciate in sospeso ed a Tyler ed alla sua squadra viene
offerta un’altra missione. Sembra chiara l’intenzione di proseguire
la sala con un terzo capitolo, che infatti è già stato
annunciato!
Il dramma della perdita di un
figlio
In questo secondo capitolo della
saga di film ci viene data la possibilità di conoscere più a fondo
il personaggio di Tyler. Il temibile sicario nasconde traumi e
scheletri del passato, un dolore che non riesce a scacciare in
alcun modo. Nel breve periodo di congedo Tyler si trova da solo a
dover fare i conti con i suoi sentimenti: è pervaso dai sensi di
colpa per aver dovuto abbandonare il figlio, malato di tumore e
morente, per partire per una missione. Ha preferito scappare
piuttosto che vedere il proprio bambino morire, senza poter far
nulla per impedirlo.
Da allora Tyler si butta in tutte le
missioni più pericolose, non temendo la morte, o quasi
desiderandola. Alla fine del film con il confronto con Mia, la sua
ex moglie e madre del bambino morto, Tyler affronterà i suoi sensi
di colpa del passato, per uscirne forse più forte emotivamente e
più in pace con se stesso.
Nell’immaginario collettivo,
Superman è il
supereroe per eccellenza. Caduto sulla terra da un pianeta lontano,
egli usa i suoi incredibili poteri per combattere le minacce che
mettono a repentaglio la vita della razza umana e della terra.
Protagonista di una lunga lista di fumetti, film e cartoni animati,
è da decenni a questa parte tra le icone più popolari della cultura
di massa, un vero e proprio simbolo del bene che lotta contro il
male. L’ultima volta che il supereroe era stato visto al cinema era
il 1987, ma per la gioia dei fan è tornato a calcare il grande
schermo nel 2006 con Superman Returns
(qui la recensione), diretto dal
regista Bryan Singer, già celebre per aver diretto
la trilogia degli X-Men.
Ambientato nell’epoca contemporanea,
il film venne sviluppato da Singer come un vero e proprio sequel di
Superman II, del 1980.
Ignorò dunque gli eventi dei due film successivi, concentrandosi
sul dar vita ad un ritorno sul pianeta Terra del celebre supereroe.
Non avendo mai letto i fumetti dedicati al personaggio, il regista
decise di basarsi unicamente sulla visione dei primi film, in
particolare proprio del Superman del 1978.
Questo lo influenzò molto nella scrittura del suo film, fino al
punto di spingerlo ad inserirvi una serie di rimandi nostalgici
allo stile visivo e narrativo del film con l’amato Christopher
Reeve.
Costato circa 200 milioni di
dollari, Superman Returns arrivò ad incassarne circa 390 a
livello globale. L’entusiasmo dei fan e della critica fu pressocché
unanime, dimostrando così il mai sopito interesse nei confronti del
più forte dei supereroi. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Superman Returns: la trama del film
Dopo cinque anni lontano dal pianeta
Terra, Superman decide di tornare su questa e
riprendere la vita che lì aveva lasciato. La sua ricerca del luogo
natale non ha portato a nessun risultato, lasciando intendere al
supereroe di essere l’ultimo rimasto della sua specie. Assunta
nuovamente l’identità di Clark Kent, questi si
trova a dover accettare i numerosi cambiamenti verificatisi durante
la sua assenza. La sua amata Lois Lane, ad
esempio, è ora una giornalista affermata, fidanzata con
Richard White, da cui ha avuto anche un bambino.
Oltre a ciò, l’assenza del vigilante ha portato la criminalità a
diventare estremamente più dilagante in città.
In questo contesto particolarmente
complesso, il supercriminale Lex Luthor è ora
libero dalla sua prigione, e giura vendetta contro Superman, suo
acerrimo nemico. Stavolta l’occasione per arrivare a governare il
mondo intero sembra essere più concreta che mai. Entrato in
possesso delle tecnologie più avanzate di Krypton, Luthor punta a
sconfiggere Superman attraverso il suo unico punto debole. Con il
complicarsi della situazione, il supereroe dovrà dunque riuscire a
gestire il delicato equilibrio tra la propria vita privata e
l’attività pubblica, impegnandosi per sconfiggere il male e
riportare il mondo alla normalità.
Superman Returns: il cast del film
Nella ricerca dell’attore perfetto
per vestire i panni di Superman, il regista desiderava avvalersi di
un volto poco noto. Dopo aver incontrato diversi candidati, Singer
ebbe modo di imbattersi in Brandon Routh.
Conosciutisi in un bar per parlare del progetto, l’attore per
l’agitazione rovesciò tutto il caffè sul tavolo. Temette allora di aver rovinato tutto e perso
la sua possibilità di entrare a far parte del film, ma in realtà
quell’incidente convinse Singer che Routh poteva benissimo
interpretare il maldestro e timido Clark Kent. Per interpretare
questo, Routh ha dichiarato di essersi ispirato al celebre Reeve,
precedente volto del supereroe. Si è inoltre sottoposto ad un
allenamento intensivo, al fine di ottenere la massa muscolare
richiesta.
Accanto a lui, nei panni del
malvagio Lex Luthor, vi è il due volte premio Oscar Kevin Spacey.
La parte fu scritta appositamente per lui, e si dovette attendere
diversi mesi prima che l’attore si liberasse da precedente impegni.
Nei panni di Lois Lane vi è invece Kate Bosworth. Fu
Spacey a consigliarla caldamente, e l’attrice si rivelò infine la
candidata perfetta. Per dar vita al personaggio, la Bosworth ha
raccontato di essersi ispirata ad attrici come Katherine
Hepburn e Julia Roberts. James Marsden è
Richard White, fidanzato di Lois Lane, mentre Frank
Langella è suo padre Perry White. L’attrice Parker
Posey interpreta qui Kitty Kowalski, amante di Luthor,
mentre Eva Marie Saint è Martha Kent. Nel film
compare anche, attraverso immagini di repertorio, l’attore Marlon Brando,
nei panni di Jor-El, padre biologico di Superman.
Superman Returns: il
sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Sin da subito il film era stato
pensato come il primo di nuovi titoli dedicati al personaggio.
Nonostante la buona accoglienza di pubblico e critica, i produttori
della Warner Bros. si dissero insoddisfatti del risultato del film,
il quale non ha raggiunto la cifra da loro sperata. Estremamente
contrario a tale opinione era lo stesso Singer, il quale giudicava
i 400 milioni di incasso più che sufficienti per dar vita ad un
sequel. Questo fu inizialmente accordato, ma con un budget più
basso rispetto al suo predecessore. Tuttavia, a causa di continui
ritardi, il progetto venne infine
annullato. Si preferì infatti dar vita ad un vero e proprio
reboot del saga, concretizzatosi poi nel 2013 con L’uomo d’acciaio.
In mancanza di un vero e proprio
sequel, è comunque possibile fruire diSuperman
Returns grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 20 giugno alle ore
21:00 su canale 20 Mediaset.
Con l’arrivo al cinema nel 2002 di
The Bourne
Identity un nuovo agente segreto si impose nei cuori degli
spettatori. Si tratta di Jason Bourne, ex membro della CIA che si
risveglia improvvisamente senza ricordare nulla del proprio
passato. Tutto ciò che sa è che qualcuno gli sta dando la caccia, e
prima di scoprire cosa gli è accaduto dovrà prima riuscire a
salvarsi la pelle. Dopo The Bourne
Ultimatum, nel 2012 è poi arrivato in sala il primo
spin-off della saga: The Bourne
Legacy, diretto da Tony
Gilroy, già autore dei precedenti film.
Nonostante il titolo sia lo stesso
di uno dei romanzi di Eric Van Lustbader dedicati
a Jason Bourne, il film narra una vicenda completamente diversa.
Inoltre, ad essere protagonista qui non è più il celebre agente
senza memoria, bensì un personaggio totalmente nuovo di nome Aaron
Cross. La storia si muove però nello stesso contesto di quelle già
precedentemente viste al cinema, ampliando così tale universo
narrativo e lasciando aperta la possibilità di far intrecciare in
futuro tutte queste storie ora solo parallele.
Al momento dell’arrivo in sala, il
film diede però vita ad un risultato particolarmente ridotto
rispetto a quello dei precedenti film. A fronte di un budget di
circa 125 milioni di dollari, il film riuscì infatti a guadagnarne
solo 276 in tutto il mondo. Questo portò alla necessità di
ripensare il futuro della saga, lasciando aperte diverse porte e
interrogativi. Ad ogni modo, anche The Bourne Legacy
presenta diversi punti di interesse, come anche numerose curiosità
tutte da scoprire. Proseguendo nella lettura sarà possibile
ritrovare ciò e molto altro.
The Bourne Legacy: la
trama del film
Protagonista del film è l’agente
Aaron Cross, addestrato attraverso la sperimentazione di due
pillole che incrementano le facoltà fisiche e mentali. Dopo essere
stato impegnato nel misterioso progetto Outcome, questi si trova
ora in Alaska per una riabilitazione. Mentre è lì, l’agente Bourne
a Londra denuncia pubblicamente i crimini dell’organizzazione
Treadstone. Per eliminare tutte le compromettenti prove, il
colonnello Ric Byer decide di uccidere ognuno dei super agenti
formati dall’organizzazione, tra cui anche lo stesso Cross.
Riuscito però a salvarsi dall’attentato nei suoi confronti, questi
si reca dalla dottoressa Marta Shearing, l’unica in grado di
fornirgli le pillole che gli garantiscono la sua forza.
Per aver aiutato l’agente, anche
questa si ritrova a dover temere per la propria vita. Salvata da
cross, i due fuggono nelle Filippine, dove tentano di studiare un
piano per porre fine agli attacchi nei loro confronti. La
situazione però peggiora progressivamente, e il tempo per agire è
sempre meno. Sulle tracce dei due, come anche su quelle della
dottoressa Pam Landy, si pone un infallibile sicario. Ben presto
Cross sarà costretto ad uscire allo scoperto e affrontare i propri
nemici. Fermare Byer e la sua organizzazione sarà però più
complicato del previsto, e l’agente avrà bisogno di tutta la sua
astuzia e la sua forza per riuscire nella rischiosa missione.
The Bourne Legacy: il cast
del film
Per sostituire un personaggio amato
come Jason Bourne, i produttori dovettero ricercare un attore
altrettanto popolare e carismatico. La scelta ricadde su Jeremy
Renner, qui presente nei panni di Aaron Cross. Già
popolare come Occhio di Falco in The Avengers, l’attore
dovette per questo ruolo allenarsi duramente in vista delle
numerose sequenze acrobatiche richieste dal film. Dopo diverse
settimane di esercizi mirati, egli fu in grado di eseguire
personalmente queste senza l’utilizzo di controfigure. Accanto a
lui, nel ruolo della dottoressa Marta Shearing vi è invece la
premio Oscar Rachel
Weisz. Anche lei dovette prepararsi fisicamente al suo
ruolo, prendendo parte a numerose acrobazie da lei descritte come
particolarmente terrificanti.
L’attore Edward
Norton è invece presente nei panni del colonnello Ric
Byer, colui che si opporrà al protagonista. Per Norton tale ruolo è
stato l’occasione di dar vita ad un personaggio cattivo, da lui
descritto come particolarmente divertente da interpretare. Nel film
è poi presente l’attrice candidata all’Oscar Joan
Allen, la quale riprende il personaggio di Pam Landy, già
vista anche nei precedenti film. David Strathaim è
invece Noah Vosen, mentre Albert Finney è il
dottor Albert Hirsch. Nel film si trova poi anche l’attore Corey
Stoll nei panni di Zev Vendel, mentre Scott
Glenn riprende quelli di Ezra Kramer, anche lui già
presente nei precedenti film.
The Bourne Legacy: il
sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
I piani originari erano quelli di
dar vita ad un sequel di The Bourne Legacy sempre con
protagonista il personaggio di Aaron Cross. Il non entusiasmante
risultato del film rallentò tuttavia i piani a riguardo, spingendo
i produttori a riconsiderare il futuro della saga. Si optò così per
un ritorno al personaggio di Bourne. Questi è infatti nuovamente
protagonista con Jason
Bourne, uscito in sala nel 2016 e diretto sequel del terzo
film della saga. Ad interpretarlo vi è naturalmente Matt
Damon, ormai unico volto possibile per il personaggio.
Attualmente non è chiaro se vi sarà o meno un sesto capitolo, e lo
stesso Damon ha in seguito aggiunto che ritiene improbabile che le
avventure del personaggio continuino oltre.
Gli appassionati di questo film
speciale film della saga possono fruirne grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. The Bourne Legacy è infatti
disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Now
TV, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film verrà inoltre trasmesso in televisione martedì
20giugno alle ore 21:25
sul canale Rete 4.
Per la maggior parte della storia
dell’industria cinematografica, le storie LGBTQ
sono state per lo più raccontate in maniera leggera. Se i
personaggi LGBTQ erano presenti nei film, spesso
servivano solo a sostenere la crescita del personaggio principale,
senza che il pubblico potesse apprezzare una crescita interiore del
personaggio. Celebrando il Pride Month celebriamo anche gli attori
e le attrici della comunità.
Per questo motivo, la storia d’amoreLGBTQ è un
fenomeno abbastanza nuovo nel cinema ma che, fortunatamente, sta
fiorendo. I film recenti realizzati da e per la comunità hanno
rubato il cuore del pubblico e della critica, ma ci sono molti
altri film d’amore, molti dei quali realizzati prima del tempo, che
meritano di essere visti di più. In questo Pride Month, festeggiate
con alcune storie d’amore divertenti, belle e sexy!
Cuori nel deserto(1985)
Solo negli ultimi anni questo film
ha ottenuto poca dell’attenzione e del plauso che merita. Cuori nel
deserto inizia nel 1959, quando una professoressa di inglese della
Columbia, Vivian Bell (Helen Shaver), arriva a
Reno, in Nevada, per ottenere un divorzio lampo e improvvisamente
inizia una relazione con la scatenata figliastra della sua padrona
di casa, Cay (Patricia Charbonneau).
Sembra un classico intimo della
vecchia Hollywood, soprattutto se lo si confronta con il classico
di Marilyn Monroe e Clark Gable, The Misfits, che segue
anch’esso una donna che ha bisogno di un divorzio veloce a Reno. La
combinazione di splendidi paesaggi cinematografici, di una
recitazione sobria e di una colonna sonora brillante si insinua
lentamente fino a farvi innamorare di queste due bellissime
donne.
Carol (2015)
Todd Haynes è uno dei più prolifici registi in attività
oggi e ha dimostrato di essere un maestro del dramma psicologico,
del melodramma e dei biopic non convenzionali. Tuttavia, solo nel
2015 ha dimostrato di essere in grado di realizzare una storia
d’amore così tenera da riguardare durante il Pride Month.
Basato su un romanzo di Patricia
Highsmith, The Price of Salt, Carol racconta la storia di Therese
(Rooney
Mara), una giovane aspirante fotografa nella New York degli
anni Cinquanta che si innamora di una donna anziana e sposata,
Carol (Cate
Blanchett). Questo film ipnotico fa battere il cuore anche
nelle scene più tranquille e dà un senso di ottimismo in un amore
impossibile senza essere ingenuo.
Ritratto della giovane in
fiamme (2019)
Ritratto di signora in fiamme non è
solo una grande storia d’amore, ma una storia rivoluzionaria che
pone al suo pubblico importanti domande. Il capolavoro di Celine
Sciamma inizia alla fine del XVIII secolo, quando la pittrice
Marianne (Noemie
Merlant) arriva sulla costa della Bretagna per dipingere un
ritratto nuziale di Heloise (Adele Haenel).
L’unico inconveniente è che Heloise
rifiuta di essere dipinta, quindi deve dipingere in segreto. Quello
che segue è una storia d’amore misteriosa e seducente che non solo
cattura il nostro cuore ma anche la nostra immaginazione. Sciamma
ci costringe a interrogarci sull’idea di musa e su come rendere
sexy l’uguaglianza.
Call Me By Your Name (2017)
Questa storia di formazione porta
con sé tutti i dolori e i brividi della giovinezza con un tocco
italiano. Chiamami col tuo nome (Call Me By Your Name) di
Luca Guadagnino segue Elio (Timothee
Chalamet), un adolescente ebreo italo-francese che, mentre
vive con i genitori nel Nord Italia, si innamora di un laureando di
nome Oliver (Armie Hammer) che viene a trovarlo.
Scritto dal leggendario James Ivory,
il film contiene sfumature dei suoi film classici come Una camera
con vista o Maurice, con il suo apprezzamento giovanile della
sessualità e della natura, ma porta con sé un senso di mortalità e
sensualità incombenti.
Happy Together (1997)
Se ci fosse un regista in grado di
definire il cinema del dolore e del desiderio, sarebbe Wong Kar
Wai. I suoi film, come In the Mood for Love e Chungking Express, portano con sé
un profondo desiderio di amore perduto o non realizzato, ma è il
suo film Happy Together a rivelare la fame di intimità che si prova
anche quando si sta con la persona che si ama.
Il film segue due uomini gay di Hong
Kong a Buenos Aires e la loro relazione tossica di tira e molla.
Wong Kar Wai propone una storia d’amore disastrosa che
sappiamo può finire in tragedia o in banalità, ma i suoi attori
sono così belli e la sua fotografia così ammaliante che non
possiamo fare a meno di guardare.
Weekend (2011)
Nel suo secondo film,
Weekend, Andrew Haigh dipinge un ritratto coinvolgente e
intimo delle possibilità e delle impossibilità contraddittorie di
una breve avventura di una notte. Il film segue due uomini
omosessuali che fanno sesso una notte da ubriachi, aspettandosi di
non rivedersi mai più, ma che invece cambiano la vita l’uno
dell’altro in un solo weekend.
Più di molti altri film di questa
lista, questo film contiene molte conversazioni filosofiche non
solo sull’amore, ma anche sull’identità sessuale. Grazie
alla presenza di un uomo ancora per metà nascosto e di un altro
dichiarato e orgoglioso, riusciamo ad avere un’idea più profonda
delle ansie e delle gioie dell’essere omosessuali in questo mondo
moderno.
Brokeback Mountain (2005)
Nessun altro film è stato o sarà
importante come Brokeback Mountain nella storia della rappresentazione
dell’identità sessuale a Hollywood e molto gettonato durante il
Pride Month. Il film, diretto da Ang Lee, racconta la storia di due
cowboy che si incontrano nell’estate del ’63 per un lavoro e presto
sviluppano un desiderio indomabile l’uno per l’altro che li
accompagnerà per il resto della loro vita.
All’epoca della sua uscita, il film
fu acclamato per il coraggio dei suoi attori, Jake Gyllenhaal e Heath Ledger, di “diventare gay” e la maggior parte
delle discussioni verteva sulle scene di sesso. Sebbene lo shock di
queste scene si sia esaurito, la loro tenerezza e bellezza non si
sono esaurite.
La vita di Adele(2013)
Unico film nella storia del
Festival di Cannes a vincere la Palma d’Oro non solo
per il regista ma anche per le due attrici protagoniste, Blue is
the Warmest Color ha entusiasmato gli spettatori di tutto il mondo.
Il film segue un’adolescente francese, Adele (Adele
Exarchopoulos), che scopre la sua sessualità e l’amore con
la pittrice più anziana, Emma (Lea
Seydoux).
Queste attrici ci guidano da un
mondo di desiderio inquieto al lato più oscuro di un amore
costruito su un terreno ineguale in modo così naturale che si
potrebbe pensare di stare guardando un documentario. Anche se la
lunghezza delle scene di sesso viene spesso notata, sono la
vulnerabilità e l’onestà delle attrici lo rendono uno dei capisaldi
durante il Pride Month.
My Beautiful Laundrette –
Lavanderia a gettone(1985)
In uno dei primi ruoli di rilievo di
Daniel Day Lewis, esplode sullo schermo nei
panni di un teppista con un lato segreto dal cuore tenero in My
Beautiful Laundrette. Ambientata a Londra durante gli anni della
Thatcher, la storia è incentrata su Omar (Gordon Warnecke), un
giovane pakistano che si riunisce al suo vecchio amico e attuale
membro di una gang, Johnny (Day-Lewis).
I due diventano custodi e gestori
della lavanderia dello zio di Omar e iniziano una relazione
sentimentale. Ci vuole un grande regista per approfondire le
motivazioni estremamente personali di due amanti e allo stesso
tempo criticare la società in generale e Stephen Frears è proprio
quel regista. Considerato uno dei migliori film britannici di tutti
i tempi, My Beautiful Laundrette è un film di classe a sé
stante.
120 battiti al minuto(2017)
BPM non solo ci offre un ritratto
realistico di una relazione dall’inizio alla fine, ma ci rivela
anche cosa significava essere omosessuali in mezzo a una pandemia
che nessuno voleva risolvere. Questo film pluripremiato segue un
gruppo di attivisti di ACT UP Paris negli anni ’90 che lottano per
ottenere la consapevolezza e i farmaci di cui hanno bisogno. In
mezzo a tutto questo, due uomini gay, uno sieropositivo e l’altro
negativo, si innamorano l’uno dell’altro.
Il loro amore rispecchia gli alti e
bassi dell’essere attivista. A volte la loro passione è contagiosa
ed energizzante, ma la depressione può renderli fatalisti e
lasciarli senza soluzioni. Per una storia d’amore che affronta di
petto il più grande problema sociale della comunità LGBTQ, questa è
l’unica scelta possibile.
Una donna fantastica(2017)
In questo film premiato con l’Oscar,
il regista Sebastian Lelio dipinge un ritratto del dolore che
nessun altro avrebbe potuto fare. Una donna fantastica segue
Marina, una giovane donna transgender che vive a Santiago del Cile
e lavora come cantante e cameriera. Quando il suo fidanzato più
anziano muore improvvisamente, si ritrova sola e sottoposta a un
intenso scrutinio da parte della famiglia di lui e della società in
generale.
Anche se non sembra un film
romantico, dato che il fidanzato è morto per la maggior parte della
sua durata, Lelio ci mostra come il lutto sia un processo
altrettanto importante in una relazione. Con una grafica di grande
impatto e un’interpretazione da star di Daniela Vega, questo
film vi farà desiderare un uomo che non conoscevate e vi farà
arrabbiare perché nessuno può accettare questo amore.
Il colore viola(1985)
Il film di Steven Spielberg è stato criticato per le scene di
sesso. Tuttavia, anche senza scene o dichiarazioni esplicite,
questa è una delle storie d’amore più compassionevoli portate sullo
schermo. Il colore viola è un racconto epico che abbraccia
quarant’anni di vita di Celie (Whoopi Goldberg), una donna
afroamericana che vive nel Sud agli inizi del 1900.
Affronta i maltrattamenti del padre
e del marito e viene poi separata dalla sorella. L’unico conforto
che trova è Shug, una showgirl e amante del marito. Dopo anni in
cui Celie ha vissuto in un costante stato di tensione e angoscia,
il fatto di vederla entrare in contatto con qualcuno fa arrossire,
anche se si tratta solo di un bacio sulla guancia!
Domenica, maledetta
domenica(1971)
In uno dei primi film a
rappresentare un bacio tra due uomini, Sunday Bloody Sunday ha
cambiato ciò che il pubblico poteva vedere. Questo classico diretto
da John Schlesinger (Midnight Cowboy) è incentrato su un
giovane artista bisessuale dallo spirito libero (Murray Head) e
sulle sue relazioni simultanee con una consulente di reclutamento
divorziata (Glenda Jackson) e un medico ebreo gay (Peter
Finch).
Girato solo quattro anni dopo
l’abolizione della legge britannica contro l’omosessualità,
Schlesinger rivoluzionò il cinema mostrando un triangolo amoroso
doloroso con compassione e autenticità.
Gonne al bivio(1999)
Sebbene alla sua uscita non abbia
ricevuto il plauso della critica, il film si è guadagnato lo status
di cult. Questa affascinante commedia segue Megan (Natasha
Lyonne), una popolare cheerleader di periferia che viene
colta alla sprovvista quando i suoi amici e la sua famiglia
organizzano un intervento per la sua omosessualità e
successivamente la mandano in un campo di conversione.
Quello che segue è una dolce
rivisitazione in chiave camp su un problema molto reale che anche
il Pride Month mette in evidenza, condita da una deliziosa storia
d’amore tra Megan e la compagna di campo Graham (Clea Duvall). È
una delle prime commedie sentimentali adolescenziali che ha fatto
capire ai giovani gay che non erano soli e che non dovevano
soffrire per il loro amore, e non dovrebbe essere dimenticata!
Warner Bros ha
diffuso il primo trailer ufficiale di Challengers,
il nuovo film di Luca Guadagnino con protagonisti
Zendaya,Mike Faist e Josh O’Connor. Il film sarà al cinema da
settembre distribuito da Warner Bros. Pictures.
Challengers, la trama
Dal visionario
regista Luca Guadagnino arriva Challengers, con protagonista
Zendaya nel ruolo di Tashi Duncan, un’ex prodigio del tennis
diventata allenatrice: una forza della natura che non ammette
errori, sia dentro che fuori dal campo. Sposata con un fuoriclasse
reduce da una serie di sconfitte (Mike Faist – West Side Story), la
strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega
sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai
rovinato Patrick (Josh O’Connor – The
Crown), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi.
Mentre il loro passato e il loro presente si scontrano e la
tensione sale, Tashi dovrà chiedersi quale è il prezzo della
vittoria.
Dopo una pausa di oltre
300 giorni, il Marvel Cinematic Universe
torna su
Disney+ per la sua prima serie della
Fase 5: Secret Invasion. Disponibile dal 21
giugno sulla piattaforma, con un episodio a settimana per sei
settimane, la serie si ispira all’omonima rum di Brian Michael
Bendis in cui la razza aliena metafora degli Skrull occupa
segretamente le cariche pubbliche più importanti dell’intera Terra,
mettendo al posto di capi di stato e di organi governativi dei loro
membri che ne assumono le sembianze.
Secret Invasion, dal fumetto alla serie
Da questo presupposto,
la serie, scritta da Kyle Bradstreet si dipana in
quello che sarà un racconto scommettiamo autonomo rispetto ai
fumetti ma che, già dalle prima due puntate, mette in chiaro toni e
temi che intende affrontare. Protagonista di questo nuovo show
della Casa delle Idee è Nick Fury (Samuel L.
Jackson), tornato sulla Terra, un po’ malconcio e
invecchiato, dopo una lunga parentesi nello spazio. A convocarlo è
Talos (Ben
Mendelsohn), lo Skrull che ha (e abbiamo) conosciuto
nel corso della vicenda raccontata in Captain Marvel e che nei Trent’anni trascorsi
dal loro primo incontro si è costruito una casa e una famiglia
sulla Terra. L’ex leader dello SHIELD scende di nuovo in campo per
fermare quella “invasione segreta” e silenziosa che rischia di
minare per sempre l’ordine della vita sulla Terra.
L’eco diCaptain America: The Winter
Soldier
Secret Invasion si pone
immediatamente nella scia di Captain America: The Winter
Soldier, sia come stile di narrazione che come
contenuti. Da una parte, la serie ha un look molto realistico, a
misura d’uomo, perché il punto di vista che adottiamo è quello del
personaggio di Samuel L.
Jackson, che dopo 15 anni continua a infondere un
carattere carismatico e affascinante al suo Nick, dall’altra, la
natura stessa della minaccia rappresentata dagli Skrull che
prendono il posto delle persone, soprattutto in ruoli di potere,
consegna quell’atmosfera di incertezza e diffidenza che era stata
caratteristica distintiva di quel momento, nel MCU, rappresentato proprio da
The Winter Soldier, in cui le fondamenta del mondo
sono state scosse dal terremoto causato dalla rivelazione che
l’Idra era sopravvissuta e si era infiltrata nello SHIELD
stesso.
In maniera lucida e
attenta, la serie Marvel si approccia a temi di
grande attualità attraverso il racconto fantasy dei supereroi e
delle super spie. L’informazione non è più verità e potere ma
genera diffidenza, come se uno dei grandi mali del nostro mondo sia
stato assorbito anche dal mondo fittizio del MCU. In una guerra tra spie, era
inevitabile coinvolgere Nick Fury, che in questo campo è forse la
più grande autorità che abbia mai calcato il palcoscenico Marvel. Ebbene, senza perdere un
briciolo del suo fascino, ma mostrando con umanità e sensibilità le
sue ferite e le sue debolezze, la sua stanchezza, il Fury di
Secret Invasion è quasi un eroe crepuscolare,
chiamato a compiere la sua ultima missione, prima della pensione, e
poco importa che ha un ginocchio malandato.
E sempre lui, grazie
alla sua amicizia con Talos, si fa artefice di un ponte tra specie
diverse che vorrebbero occupare lo stesso territorio. Perché se è
vero che il mondo degli Skrull è stato distrutto, è anche vero che
questa popolazione aliena di metafora ha diritto ad una nuova casa.
Il problema che si pone Secret Invasion, almeno nella versione
raccontata in tv, dunque, è anche quello dell’accoglienze e della
convivenza, dell’accettazione dell’altro.
Spia provetta e amico
degli Skrull, Nick Fury sembra proprio l’uomo giusto per compiere
questa missione e provare ad arginare un’invasione che in realtà
sembra inesorabile e forse già totale.
In questa nuova serie di
sei episodi Fury e Talos non sono gli unici due volti noti che
ritroviamo. Con loro c’è anche Maria Hill (Cobie
Smulders), braccio destro di Fury, con il quale però
sembra avere un conto in sospeso; c’è spazio anche per Everett Ross
(Martin
Freeman), che avevamo lasciato nella sua
cucina in Black Panther: Wakanda
Forever e per il Colonnello Rhodes (Don
Cheadle), che però sembra aver intrapreso una carriera
politica che lo allontana molto dal Rhodey che conosciamo.
Interessanti sono le new entry, anche solo perché hanno i volti di
Emilia Clarke e
Olivia Colman, per motivi diversi, amatissime dal
pubblico, che propongono due personaggi molto diversi, tutti da
scoprire.
In un’aria da thriller
che ricorda i toni e le atmosfere di Il Terzo Uomo
e La Conversazione, in un mondo a misura d’uomo
che deve affrontare minacce aliene, Secret
Invasion sembra un ritorno in grande stile per le serie
Disney+ di Marvel, forse un cambio di passo
rispetto a quanto visto fino a questo momento nella tv del Marvel Universe, sicuramente un
prodotto capace di destare la curiosità e l’attenzione di un
pubblico forse saturo.
La promozione di No hard
feelings, sexual
comedy diventata nella versione italiana
Fidanzata in affitto, è iniziata
ufficialmente quando Jennifer Lawrence è arrivata sulla Croisette
in infradito in occasione della 76° edizione del Festival di
Cannes. L’attrice, il cui ultimo film Causeaway l’ha vista indossare i panni di un militare,
è volata in Francia a maggio proprio per la nuova comedy diretta da
Gene Stupnitsky (Good Boys – Quei cattivi
ragazzi), sceneggiata con John Phillips,
nella quale interpreta Maddie, un’autista di Uber disposta a
vendere il proprio corpo per ottenere un’auto che le permetta di
lavorare e pagare le bollette.
Una commedia in cui la Lawrence,
come afferma lei stessa, ha dovuto superare l’imbarazzo della
nudità per poter girare alcune scene più hot, in particolare una in
cui fa il bagno al mare assieme al partner Andrew Barth Feldman,
che interpreta l’adolescente imbranato Percy. Fidanzata
in affitto, che ha avuto la sua prima cinematografica
nella cornice londinese lo scorso 12 giugno, esce nelle
sale italiane il 21 giugno distribuito da Sony
Pictures.
Fidanzata in affitto, la trama
Maddie (Jennifer
Lawrence) sta per perdere tutto: la casa della madre e
il suo lavoro come autista Uber, poiché ha perso la sua auto e non
riesce a pagare le bollette. Decisa a fare di tutto per poter
raccimolare dei soldi, accetta di candidarsi ad un annuncio di
lavoro in cui due genitori troppo apprensivi cercano una ragazza
che possa iniziare il figlio adolescente Darcy (Andrew
Barth Feldman) al sesso.
Il ragazzo, prossimo al college, non
ha mai condiviso il letto con una donna, non ha amici, non suona il
pianoforte in pubblico anche se è molto bravo, e sta sempre chiuso
a casa, e per l’inizio della sua nuova vita a settembre, secondo i
genitori, ha bisogno di fare esperienza. In tutti i sensi. Maddie è
disposta a vendersi in cambio di un’auto che questa coppia le
regalerà se andrà a letto con il figlio. Ma quando conosce Darcy,
le cose vanno diversamente rispetto a quello che lei si aspettava e
il loro rapporto si trasformerà in una bellissima amicizia, non
prima però di aver attraversato grandi turbolenze.
Fra buone premesse e un po’ di
disorientamento
Fidanzata in
affitto inizia con un primo piano che raffigura – e
anticipa – intelligentemente il fulcro della storia: il gancio di
un pick-up trasandato, che sembra un gigantesco amo penzolante. La
trama pone infatti al suo centro un pesce, l’innocente bambinone
Percy, che deve abboccare al bellissimo amo Maddie, lanciato dai
suoi troppo apprensivi genitori, i quali vogliono svezzarlo
in vista del college a settembre. L’incipit del racconto
si basa su interessanti premesse, con un incidente
scatenante (molto comico) – la paura dello sfratto di Maddie – che
aggancia subito lo spettatore, poiché curioso di come la linea
della storia curverà. Una volta guadagnata l’attenzione del
pubblico, il film continua con il suo lavoro preparatorio,
posizionando sulla scacchiera le pedine archetipiche su cui questo
tipo di narrazione si fonda: una femme fatale, un adolescente da
iniziare al sesso, genitori preoccupati per il figlio mai
cresciuto.
Sistemati gli ingredienti,
Fidanza in affitto sembra prendere la
forma e l’obiettivo di American Pie: far perdere nella
lussuria e nel piacere carnale giovanissimi ancora immacolati che
sono nel pieno degli ormoni impazziti. Per poter raggiungere la
gloria eterna. Perché la verginità, a quell’età, è vista come uno
stimga, qualcosa che ti etichetta come sfigato e disadattato. Che
quindi bisogna affrontare, come fosse un rito di passaggio, per
poter accedere alla fase adulta (ossia il college) con dignità e
orgoglio.
Ma se nel film di Paul e Chris Weitz
sono proprio i quattro amici a volersi togliere di dosso la paura
di diventare le pecore nere della situazione, in
Fidanza in affitto sono i genitori di
Darcy a temere per il futuro del figlio, che non vedendolo
socialmente – e sessualmente – attivo lo guardano come fosse un
alieno. Il film così nella sua prima parte cerca di
conferire una struttura e un taglio ai suoi personaggi e al suo
pretesto, fornendo allo spettatore una sorta di first
look preparatorio alla storia, prima di perdersi nella sua
“seconda tranche.”
Un film indeciso
Il problema di Fidanza
in affitto non è il concept, di per sé valido, ma il
non osare e approfondire i suoi protagonisti che, dopo un inizio
divertente e dinamico, sembrano lasciati andare al loro destino. Il
film sembra infatti perdere la presa sulla costruzione narrativa
dopo il primo atto, galoppando a briglia sciolta senza preoccuparsi
della direzione. Il risultato è che un prodotto promettente – in
cui è Jennifer Lawrence a tenerne redini, cavalli e carrozza
insieme, grazie alla sua ingombrante e funzionale prescenza scenica
– perde le buone intenzioni per strada. Non bastano gli sketch,
alcuni anche teneri, e i comic relief fra Maddie e Percy a
sollevare il film dalle sue sorti.
Maddie (Jennifer Lawrence) and Percy (Andrew Barth Feldman) in
Columbia Pictures’ NO HARD FEELINGS.
Non è sufficiente neppure lo sforzo
fatto da Lawrence nel mostrarsi disinvolta nelle scene di nudo.
Poiché è la sceneggiatura che, fossilizzandosi troppo sulla
macrostoria, non arricchisce il suo contenuto di dettagli – qui
necessari per creare più contatto fra lo spettatore e i suoi
protagonisti – e accenna solamente alle sfumature dei personaggi,
restituendo la sensazione di incompiutezza. Come se l’infrastuttura
della narrazione fosse fatta di cartapesta che, al primo soffio,
crolla a terra. Fidanzata in affitto tra
l’altro non è un film demenziale, anzi, ma quando prova ad
approfondire certi aspetti, certi temi, – perché Gene Stupnitsky
vorrebbe riflettere sull’oppressione e l’invadenza di
alcuni genitori, o su cosa vuol dire la fase
adolescenziale – non calca mai davvero la mano. Dando l’impressione
di aver timore di spingersi oltre, come se così facendo il tono
umoristico andasse perduto.
Non pensando invece che è proprio
questo “tremolio”, l’indecisione, a rovinare la seconda parte
dell’opera. Fidanzata in affitto però,
oltre a queste evidenti problematiche, adempie comunque e tutto
sommato al suo compito: intrattenere. Lo riesce a fare soprattutto
all’inizio, come dicevamo, e se riesce a farlo è merito di una
versatile e molto simpatica Jennifer Lawrence, che si mette
in gioco e si diverte a dare una verve e
un’esuberanza alla sua Maddie tali da catalizzare l’attenzione del
pubblico interamente su di lei. E alla fine è lo stesso Gene
Stupnitsky a focalizzarsi sul suo personaggio, forse perché sa che
è l’unica carta vincente dell’intero canovaccio. E fa bene, perché
senza Lawrence sarebbe stato un prodotto facilmente dimenticabile.
Purtroppo.
Disney+ ha diffuso il trailer
della seconda stagione di The
Bear, la serie di successo targata FX pluripremiata e
acclamata dalla critica, che tornerà il 16 agosto in esclusiva
sulla piattaforma streaming in Italia. Tutti i 10 episodi saranno
disponibili al lancio.
La seconda stagione segue Carmen
“Carmy” Berzatto (Jeremy Allen White), Sydney Adamu (Ayo Edebiri) e
Richard “Richie” Jerimovich (Ebon Moss-Bachrach) mentre lavorano
per trasformare la loro malmessa paninoteca in un locale di livello
superiore. Nel dare nuova luce al ristorante, la squadra
intraprende un viaggio di trasformazione e ognuno di loro è
costretto a confrontarsi con il passato e a fare i conti con chi
vuole essere in futuro.
Naturalmente, si scopre che l’unica
cosa più difficile della gestione di un ristorante è aprirne uno
nuovo e la squadra deve destreggiarsi tra la folle burocrazia
dei permessi e degli appaltatori e la bellezza, e allo stesso tempo
la difficoltà creativa, della pianificazione del menu. Questo
cambiamento porta anche una nuova attenzione all’ospitalità. Mentre
i membri dello staff sono costretti a lavorare insieme in modi
nuovi, sfidando i limiti delle loro capacità e relazioni, il team
impara anche cosa significa essere al servizio, sia dei clienti che
l’uno dell’altro.
Oltre a White, Edebiri e
Moss-Bachrach, la serie vede nel cast anche Abby Elliott, Lionel
Boyce, Liza Colón-Zayas e Matty Matheson, con Edwin Lee Gibson,
Oliver Platt e la nuova arrivata Molly Gordon in ruoli ricorrenti.
La serie, acclamata dalla critica, ha fatto incetta di premi
durante la sua prima stagione, tra cui l’AFI TV Program of the
Year, il WGA Award, il PGA Award, il Film Independent Spirit Award,
l’American Cinema Editors Award e l’ACE Eddie Award. Jeremy Allen
White ha anche vinto il premio come miglior attore comedy ai Golden
Globes, ai SAG Awards e ai Critics Choice Awards.
The
Bear di FX è stata creata da Christopher Storer
(Ramy, Eighth Grade – Terza media), che è
produttore esecutivo insieme a Joanna Calo (BoJack
Horseman, Undone), Hiro Murai (Atlanta,
Station Eleven) di Super Frog, Josh Senior e Matty
Matheson, mentre Tyson Bidner (Ramy) è produttore. La
serie è prodotta da FX Productions.
Trionfa ancora una
volta Marco Bellocchio, dopo il successo di
Esterno nottetra le Grandi Serie ai
Nastri d’Argento 2023, che con Rapito vince come miglior film e per
la migliore regia ma anche per la migliore attrice protagonista
Barbara Ronchi, la sceneggiatura ancora di
Bellocchio e Susanna Nicchiarelli in
collaborazione con Edoardo Albinati e
Daniela Ceselli, l’attore non protagonista
Paolo Pierobon e il montaggio di Francesca
CalvellieStefano
Mariotti. Il film, racconto di una storia drammatica e
minuziosa ricostruzione storica, vince anche per la produzione
IBC Movie (Beppe Caschetto) Kavac
Film (Simone Gattoni) e Rai Cinema (Paolo
Del Brocco).
Scorrendo l’elenco
dei premi e dei titoli vincitori (in allegato) il verdetto
votato dai Giornalisti Cinematografici mai come quest’anno
premia con il cinema d’autore cultura e novità: con i
sette Nastri al cinema di Bellocchio, nel palmarès di
quest’edizione dedicata ai film #soloalcinema, in una
selezione di quaranta titoli tra i quali i premiati che
ricevono questa sera a Roma Nastri e premi speciali al MAXXI Museo
nazionale delle arti del XXI secolo.
Ed è un Nastro di
eccellenza il successo collettivo de La stranezza,
il film di Roberto Andò che ha siglato una svolta eccezionale nel
rapporto col pubblico ma per la prima volta anche nella joint
venture produttiva tra Rai Cinema e Medusa Film.
Ancora: Nastri
d’Argento a Giuseppe Fiorello, miglior esordio per
Stranizza d’amuri, premiato anche con il Nastro della
legalità e per i due giovani protagonisti, a Sydney
Sibilia il Nastro d’Argento per la migliore commedia
Mixed by Erry premiata anche per la produzione
Grøenlandia con Rai Cinemain
collaborazione con Netflix, la scenografia di Tonino
Zera e la casting director Francesca
Borromeo. Nastri d’Argento per Alessandro
Borghi e Luca Marinelli i migliori attori
protagonisti per Le otto montagne, Barbora
Bobulova migliore attrice non protagonista per Il sol
dell’avvenire di Nanni Moretti, aPilar
Fogliati migliore attrice di commedia (che riceve anche il
Premio Wella Professionals per
l’immagine) per Romantiche di cui è anche regista e
Antonio Albanese miglior attore di commedia per
Grazie ragazzi di Riccardo
Milani.
In un’annata
davvero speciale accanto ai premo votati dai Giornalisti anche i
Nastri d’Argento alle eccellenze del cinema italiano: ‘Nastri
speciali’ aGiovanna Ralli per una carriera che
continua tra i successi con il ritorno sul set quest’anno con
Marcel!, a Michele Placido nell’anno de
L’ombra di Caravaggio di cui è regista e
dell’interpretazione emozionante di Orlando di Daniele
Vicari. A Giovanni Veronesi il ‘cameo dell’anno’
ne La divina cometaopera prima dell’artista Mimmo Paladino
e a Valeria Bruni Tedeschi il ‘Nastro d’Argento
Europeo’ per Forever Young – Les Amandiers.
Molto
cinema giovane tra i riconoscimenti dei Giornalisti: il
‘Premio Guglielmo Biraghi’ per il talento più interessante tra i
nuovi interpreti è andato a Leonardo Maltese per
Il signore delle formiche, Rapito e a Valentina
Romani per Il sol dell’avvenire. ‘Premio
Graziella Bonacchi’ che ricorda un’agente molto amata dal cinema
italiano, per un’intera generazione di attori e autori che ha
lanciato, va agli esordienti Samuel Segreto e
Gabriele Pizzurro per Stranizza d’amuri.
La Fondazione Nobis premia inoltre la più giovane delle candidate,
Greta Gasbarri per Mia e con
Massimiliano Caiazzo il ‘salto’ nel cinema da
Mare
fuori a Piano piano di un attore molto popolare
grazie al fenomeno della serie Mare fuori. Premio
Nastri/Nuovo Imaie – che consegna il Presidente di Nuovo
Imaie, Andrea Miccichè – a Lidia Vitale per
l’interpretazione davvero intensa in Ti mangio il cuore di
Pippo Mezzapesa.
Come sempre con i
Nastri d’Argento il Premio Persol-Personaggio
dell’anno per Giacomo Gianniotti, un
autentico outsider in Diabolik – Ginko all’attacco! che ha
confermato in Italia il successo nel mondo grazie al ruolo del
popolarissimo dottor De Luca in Grey’s Anatomy.
A due protagonisti
della musica già molto amati come Colapescee Dimartino il Nastro d’Argento per la migliore
‘colonna sonora’ per il road movie che li ha lanciati sullo
schermo, La primavera della mia vita di Zavvo Nicolosi.
Per loro anche il premio Nastri d’Argento/Hamilton Behind
the camera per l’exploit che ci hanno regalato come
protagonisti ormai anche del cinema in un rapporto speciale con la
musica. Per la migliore ‘canzone originale’, infine, Nastro
d’Argento alla straordinaria interpretazione di Marco
Mengoni del brano Caro amore lontanissimo e a
Riccardo Sinigallia autore del testo costruito
sulla musica del grande Sergio Endrigo. La canzone, edita da Sugar
Music/Concertone e riscoperta da Caterina Caselli, è contenuta
nella colonna sonora del film Il Colibrì di Francesca
Archibugi, dal best seller di Sandro Veronesi.
Più di 120 i
Giornalisti Cinematografici che hanno espresso per voto notarile le
loro scelte e attribuito, come da tradizione, premi ad artisti e
tecnici che rendono grande il nostro cinema. Per il miglior
‘soggetto’ Nastro d’Argento a Emanuele Crialese
per L’immensità, per la ‘fotografia’ a Michele
D’Attanasioper L’ombra di Caravaggio, Ti
mangio il cuore, per la ‘scenografia’ a Tonino
Zera ancora per L’Ombra di Caravaggio e Mixed
by Erry, per i ‘costumi’ a Carlo Poggioli L’Ombra di Caravaggio, per il ‘sonoro’ ad
Alessandro Palmerini per Le otto
montagne.
In questa
77.ma edizione, realizzata con il sostegno del MiC
Ministero della Cultura – Direzione generale per il
Cinema, stili e generazioni diverse e sorprese in
un’annata che, soprattutto tra gli esordi (con una presenza
interessante di autrici, registe e sceneggiatrici) e tra i giovani,
segna nelle candidature e nel voto dei Giornalisti una
svolta di cambiamento che ora attende la prova più difficile del
ritorno in sala. “Per questo – sottolinea la Presidente
Laura Delli Colli a nome del Direttivo Nazionale – i Nastri
d’Argento hanno deciso quest’anno di limitare la selezione
ai film #soloalcinema”: un atto di solidarietà e di impegno dei
Giornalisti Cinematografici per la campagna appena lanciata dal
Mic”.
E conferma
il Sottosegretario Lucia Borgonzoni che ha tenacemente
lavorato per l’iniziativa di Cinema
Revolution affiancando l’impegno delle categorie in
prima linea nella distribuzione e nell’esercizio: “Come ben
dimostra la 77.ma edizione di questa prestigiosa manifestazione, il
cinema italiano è in piena salute. I prodotti dell’audiovisivo, le
storie, i volti che animano il grande schermo così come i
bravissimi professionisti che lavorano dietro la macchina da presa
rappresentano un’eccellenza nel panorama culturale mondiale e
stanno meritatamente conquistando fette sempre più grandi di
pubblico internazionale e di mercato.”
“Come
Ministero – continua la Borgonzoni – stiamo lavorando senza sosta
affinché l’intero settore possa continuare a crescere. Molte le
misure messe in campo. Non ultima, la campagna ‘Cinema
Revolution’, che con un investimento di circa 20 milioni di
euro mira a riportare il pubblico nelle sale anche nei mesi estivi
e i primi risultati sulle presenze ci lasciano ben sperare”. Così
il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura
Lucia Borgonzoni che aggiunge: “Ringrazio i Nastri
D’Argento per aver scelto di sostenere l’iniziativa e ancora
ringrazio tutti coloro i quali rendono possibile la realizzazione
di questa importante occasione di promozione e valorizzazione
dell’industria cinematografica italiana. Le mie congratulazioni a
tutti i professionisti protagonisti dell’edizione 2023 del premio e
complimenti ai vincitori”.
Un ringraziamento,
infine, ai partner istituzionali: con il MiC – Direzione
Generale per il Cinema, MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI
secolo, NUOVO IMAIE e FONDAZIONE CLAUDIO NOBIS con i loro Premi ai
giovani attori. Media partner RAI MOVIE-RAI
CULTURA.
E grazie agli
sponsor ufficiali per il loro prezioso supporto: BNL BNP
Paribas, HAMILTON con il Premio Hanilton Behind the Camera e
Colapesce e Dimartino PERSOL, con Giacomo Gianniotti
Personaggio dell’anno WELLA PROFESSIONALS, Premio all’immagine per
Pilar Fogliati GE-Gruppo Eventi e COPLAND
GROUP, con le new entryFIAT official
car,PIANEGONDA, BENEDETTA RICCIO service make
up e CAMPO MARZIO che ha affiancato i Nastri
d’Argento con un omaggio speciale per gli sceneggiatori del miglior
film.
Tutto pronto per l’avvio
di Bardolino
Film Festival– Immagini, suoni e
parole sull’acqua, che accenderà i riflettori
sulla terza edizione dal 21 al 25 giugno
nella rinomata località sul lago di Garda. Organizzato e sostenuto
dal Comune di Bardolino e dalla Fondazione Bardolino Top con la
direzione artistica di Franco Dassisti, il BFF proporrà anche
quest’anno due sezioni competitive internazionali con 11
documentari e 28 cortometraggi da tutto il mondo, accompagnate
dalle cinque serate di BFF Nights con i grandi protagonisti del
cinema italiano.
“Quello di quest’anno è un
programma di cui siamo estremamente fieri. Siamo arrivati alla
terza edizione del festival e ci inorgoglisce vedere l’interesse
crescente da parte non solo del pubblico, ma anche degli ospiti e
delle distribuzioni che scelgono proprio Bardolino come arena per
presentare i propri film. La terza edizione è dedicata al tema “In
viaggio…” e noi siamo pronti a salpare” dichiara Franco
Dassisti, direttore artistico del BFF.
“Il Bardolino Film Festival è
cresciuto in queste tre edizioni, è un progetto in cui credo e che
intendiamo valorizzare sempre di più consapevoli dell’importanza
del festival per Bardolino e la sua
comunità” prosegue Domenica Currò, Assessore alla
Cultura, Istruzione, Servizi sociali, Famiglia e Terza età – Comune
di Bardolino “Da quest’anno avremo anche una nuova casa,
il Villaggio del Cinema presso lo splendido parco Villa Carrara
Bottagisio, ad ulteriore testimonianza della presenza del festival
nella vita del territorio e della città”.
Si comincia mercoledì 21 giugno con
l’anteprima di Le mie ragazze di carta, nuovo film diretto
da Luca Lucini e in sala dal 13 luglio per Adler Entertainment, che
sarà celebrato con il Ciak d’Oro – Colpo di
fulmine per l’interpretazione. A ritirare il
prestigioso premio assegnato dal mensile di cinema Ciak, media
partner della manifestazione, sarà Andrea
Pennacchi, volto noto del piccolo e grande schermo
recentemente premiato con il Nastro d’Argento per Miglior Attore
Non Protagonista nella serie Tutto chiede salvezza.
L’anteprima di Le mie ragazze di carta (ore 21.00)
inaugurerà il programma delle BFF Nights nella nuova meravigliosa
location del Parco di Villa Carrara Bottagisio, da quest’anno
cuore pulsante della manifestazione con il villaggio del
festival.
Ma il programma del BFF prende il
via nel pomeriggio con le proiezioni dei due concorsi presso il
cinema Corallo. Si inizia con i film di BFF Short (ore 16.00):
Friend di Andrey Svetlov, alla
presenza dei distributori Andrea Rapallini e Pierfrancesco Bigazzi
di Materiali Sonori, Nostos di
Mauro Zingarelli con protagonista Aurora
Giovinazzo, The Silent
Whistle di Li
Yingtong, Metamorfosi di Paolo
Porporati, che presenterà il film insieme ad alcuni membri del
cast, e A year to life di Nikki
Hevesy. Sarà inoltre presentato Alea
di Niccolò Buttigliero Junior, accompagnato a Bardolino dalla
protagonista Wanda Gomboli, che precederà la proiezione serale a
Villa Carrara Bottagisio.
La proiezione dei film del concorso
corti sarà invece preceduta dalla visione
di Onde, il cortometraggio
realizzato dagli studenti della Scuola Media Falcone-Borsellino di
Bardolino nell’ambito della nuova collaborazione con il festival.
Per la sezione documentari il programma di mercoledì 21
proporrà Will You Look at
me della cinese Shuli Huang, un viaggio
attraverso territori da riscoprire e salvaguardare,
e Nei giardini della mente di Matteo
Balsamo, in cui il regista osserva la vita un’associazione per la
salute mentale sul lago di Como (ore 18.00, Cinema Corallo).
Presso il Villaggio del festival
prendono il via anche gli appuntamenti letterari
di BFF Books, moderati dalla giornalista
Chiara Pizzimenti. Sono due gli incontri letterari per la giornata
di martedì (a partire dalle ore 17.00 presso Villa Carrara
Bottagisio): si inizia con Antonello
Menne e il suo Il cammino di Santiago. Ti
mancherà (Primiceri Editore) per proseguire
con Riccardo Vischioni e La
coppia di Verona (Edizioni03).
Il programma proseguirà fino a
domenica 25 giugno con tantissime anteprime e ospiti tra cui Paola
Sini, Selene Caramazza, Claudia Gerini, Rocco Papaleo, Daniele
Vicari. Contrariamente a quanto annunciato, a causa di sopraggiunti
impegni, Michele Placido sarà a Bardolino per ritirare il Premio
BFF Cineasta dell’anno nella serata di sabato 24 anziché domenica
25 giugno: si preannuncia quindi un sabato di grandi nomi
all’insegna dell’eccellenza cinematografica italiana.
Rebecca Ferguson è
una di quelle attrici che ha dimostrato che non impegno, dedizione
e tanto talento è possibile arrivare ai piani più alti del cinema.
L’attrice, che seguito questa strada dopo esperienze di modella e
di ballerian, si è subito fatta valere, riuscendo a cogliere i
personaggi migliori per le sue abilità, indipendentemente dai
generi cinematografici, diventando una delle attrici più amate ed
apprezzate in tutto il mondo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Rebecca Ferguson.
2. Ha lavorato anche per il
piccolo schermo. L’attrice non ha recitato solo per il
grande schermo, ma ha lavorato spesso anche per serie televisive.
La sua carriera nel mondo della recitazione, infatti, è iniziata
con la soap opera Nya tider (1999-2000), per poi
proseguire con Ocean Ave (2002), Il commissario
Wallander (2008), Der Kommisar und das Meer (2013),
The White Queen (2013) e The Red Tent (2014). Nel
2023 è invece stata protagonista della serie di Apple
TV+Silo, appartenente al
genere fantascienza post-apocalittica.
Rebecca Ferguson è su
Instagram
3.Ha un
profilo sul celebre social. L’attrice ha aperto da alcuni
anni un proprio account Instagram che è seguito da circa 714 mila
persona di persone. Con attualmente oltre 240 post, l’attrice
raccoglie nel suo profilo post relativi a momenti di svago, cause
benefiche da lei sostenute e, naturalmente, alle sue attività
lavorative, che siano per set cinematografici o per altro.
Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
novità dentro e fuori dal set.
Rebecca Ferguson: il marito e i
figli Isac e Saga
4. È sposata e ha due
figli. Nel 2015 l’attrice ha conosciuto
Rory, persona non appartenente al mondo dello
spettacolo, che ha poi sposato nel 2018. I due attualmente vivono
tra Simrishamn, un paese svedese, e Londra. Nello stesso 2018,
inoltre, la coppia ha dato alla luce la loro prima figlia, chiamata
Saga. La Ferguson, però, aveva già avuto un
figlio, chiamato Isac, nel 2007, quando era legata
a Ludwig Hallberg, suo fidanzato per diversi
anni.
Rebecca Ferguson in
Dune
5. È la madre del
protagonista. Nel film fantascientifico Dune, la Ferguson ricopre il ruolo di Lady Jessica,
madre del protagonista Paul, interpretato da Timothée
Chalamet. L’attrice però, ha solo 12 anni più del
collega. Tuttavia, poiché Chalamet, interpreta qui un quindicenne,
per i personaggi vi è dunque una credibile differenza di età di 20
anni.
Rebecca Ferguson e Tom Cruise in Mission:
Impossible
6. Ha recitato in più film
della saga. A partire dal 2015 l’attrice ha assunto il
ruolo dell’agente dell’MI6 Ilsa Faust nella saga di Mission:
Impossible. Ha dunque recitato nel quinto e nel sesto film ed
è ora pronta a riprendere il ruolo, accanto all’Ethan Hunt di
Tom Cruise, nel
settimo capitolo: Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte
Uno. L’attrice è però stata già confermata anche per l’ottavo
capitolo, che arriverà al cinema nel 2024. Quello di Ilsa
Faust continua dunque ad affermarsi come uno dei ruoli più
importanti della sua carriera.
Rebecca Ferguson cantante in
The Greatest Showman
7. È stata doppiata nel
canto. La voce dell’attrice nel film The Greatest
Showman è stata doppiata da Loren Allred:
sebbene avesse studiato musica, ammettendo di essere in grado di
cantare la melodia, il suo personaggio, Jenny Lind, è considerata
la miglior cantante al mondo. Di fatti, il doppiaggio si è reso
quasi indispensabile al servizio del film, anche se l’attrice ha
insistito per cantare durante le riprese, anche per dare un
maggiore interpretazione realistica.
8. Hugh Jackman l’ha
incoraggiata. L’attrice ha ammesso di essersi sentita
estremamente nervosa quando ha dovuto eseguire una canzone del
film: infatti, avrebbe dovuto cantare di fronte a un pubblico
completo, senza contare la crew che lavorava al film e molte altre
persone. Hugh Jackman,
protagonista del film, vedendola agitata a nervosa, l’ha
incoraggiata e l’ha aiutata ad affrontare quel momento di
stress.
Rebecca Ferguson: età e
altezza
10. Rebecca Ferguson è nata
il 19 ottobre del 1983a Stoccolma, in
Svezia. La sua altezza complessiva corrisponde a 165
centimetri.
In molti lo ritengono un attore
eccezionale, altri lo ritengono nella media, ma è innegabile che
Tom Cruise sia stato (e sia tutt’oggi, dopotutto) uno dei re di
Hollywood. È stato sotto i riflettori per un bel po’ di tempo, ma
può darsi che ci siano cose che ancora non sapete su di lui. Che
siate fan dell’attore dai tempi di Top Gun, o che lo
amiate per questioni puramente estetiche, ecco 10 curiosità
su Tom Cruise.
2. Tom Cruise è anche
produttore. Il primo film prodotto da Tom Cruise risale al
1996: si tratta proprio di Mission: Impossible. Fu,
per la precisione, co-prodotto da Cruise/Wagner Producions, che Tom
aveva fondato con l’ex agente Paula Wagner 1993. Negli anni, ha poi
prodotto una ventina di film, tra i quali i sequel di Mission:
Impossible, The Others, Vanila Sky, L’ultimo Samurai,
Elizabethtown, Jack Reacher – La prova
decisiva e Jack Reacher – Punto di non
ritorno.
3. È stato candidato più
volte al premio Oscar. Ad oggi Cruise è uno degli attori
più popolari di Hollywood a non aver mai vinto un premio Oscar.
Egli vanta però tre nomination, ricevute come miglior attore per
Nato il quattro luglio e Jerry Maguire e come
miglior attore non protagonista per Magnolia. In tutte e
tre le occasioni egli era uno dei maggiori favori tra i candidati,
senza però riportare mai la vittoria. Si è comunque potuto
consolare con i tre Golden Globe vinti proprio per questi tre
film.
Tom Cruise nello spazio
4. Girerà un film nello
spazio. Cruise è noto per il suo continuo spingersi oltre
i limiti del possibile. Nel corso degli anni, in particolar modo
con la saga di Mission: Impossible, ha dato vita ad alcuni
stunt pericolosissimi, rifiutandosi di avvalersi di controfigure.
La nuova sfida dell’attore è ora quella di girare un film nello
spazio. Egli desiderava essere il primo attore a riuscire in ciò,
ma il primato gli è recentemente stato sottratto da una produzione
cinematografica russa. Il progetto di Cruise non sarà però per
questo abbandonato e resta in programma, in collaborazione con la
SpaceX di Elon Musk.
Tom Cruise in Top
Gun
5. Si è addestrato come
pilota per il ruolo. È ormai impossibile immaginare il
personaggio di Maverick con un volto diverso da quello di Tom
Cruise. Eppure, l’attore era inizialmente indeciso se accettare o
meno tale parte. Per fargli cambiare idea, Bruckheimer decise di
fargli fare un giro sui caccia militari, esperienza dopo la quale
Cruise si convinse a partecipare al film. Per risultare realistico
nei panni del personaggio, l’attore venne seguito da alcuni veri
addestratori, che gli suggerirono un allenamento e un modo di
comportarsi in linea con quanto richiesto ai veri piloti. Cruise
decise inoltre di rimanere costantemente nel personaggio, evitando
dunque di socializzare troppo con gli altri membri del cast
6. Sembra che Tom Cruise
abbia inventato le première internazionali in occasione di Top
Gun. Nel 2014, Tom Cruise è stato ospite
al Jimmy Kimmel Live, e gli è stato chiesto della
prima volta che ha girato il mondo per promuovere un film. Cruise
ha raccontato che i primi viaggi sono arrivati con l’uscita
di Top Gun, che sono durati quattro mesi e che gli
hanno permesso di passare intere settimane in ogni città visitata
in Italia, Francia e Giappone. Inoltre, Cruise ha raccontato a
Kimmel di essere stato proprio lui ad avere l’idea di fare delle
première del film in altri Paesi.
Tom Cruise: la moglie e i figli
7. È stato il marito di
Nicole Kidman. Dopo un breve matrimonio durato dal
1987 al 1990 con l’attrice Mimi Rogers, Tom Cruise
ha conosciuto Nicole Kidman
sul set di Giorni di tuono. Dopo un breve fidanzamento i
due si sposarono nel dicembre del 1990. Il matrimonio durò circa
dieci anni, fino al divorzio avvenuto l’8 agosto 2001. Uno dei
motivi pare sia stato di natura religiosa: mentre Cruise aderì con
passione alla religione di Scientology, la Kidman continuò a
rimanere legata al cattolicesimo. I due hanno anche adottato due
figli: Isabella Jane, nata nel 1992, e Connor Anthony, nato nel
1995.
8. È stato sposato con
un’altra nota attrice. Dopo aver avuto relazioni con
Penelope Cruz e Nazanin Boniadi,
Cruise iniziò nell’aprile del 2005 a frequentare Katie Holmes,
da cui ha poi avuto una figlia di nome Suri nell’aprile del 2006.
Nel novembre di quello stesso anno i due si sono poi sposati,
rimanendo insieme fino al 2012. Riguardo il loro divorzio ci sono
poche informazioni, essendo i documenti a riguardo ancora non
disponibili al pubblico. Sembra però che anche in questo caso
l’affiliazione dell’attore con Scientology abbia generato diversi
problemi.
Tom Cruise e Scientology
9. Fa parte di
Scientology. È risaputo che Tom Cruise sia un seguace
della Scientology da più di trent’anni, insieme ad altre star di
Hollywood come John Travolta, Kristie Alley, Jenna Elfman, Isaac
Hayes e Jason Lee. Ma non è sempre stato così: l’attore, infatti,
ha ricevuto un’educazione cattolica e da piccolo sognava di fare il
prete. Fu poi la prima moglie, Mimi Rogers, ad essere responsabile
dell’introduzione di Tom Cruise a Scientology. Le voci
sull’attore e l’organizzazione sono tante, e hanno a che fare con
la separazione da Nicole Kidman, con l’allontanamento dalla figlia,
con il fatto che alcuni fedeli avrebbero lavorato per lui per una
paga minima o inesistente. Cosa sia vero e cose no non è
particolarmente chiaro, ma nel corso degli anni l’ossessione di Tom
Cruise per Scientology ha causato un calo nella sua popolarità.
Tom Cruise: età e altezza dell’attore
10. Tom Cruise è nato il 3
luglio del 1962 a Syracuse, nello stato di New York, Stati
Uniti. L’attore è alto complessivamente 170
centimetri.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis, After
Work, in nuovo documentario di Erik
Gandini, presentato al Biografilm Festival di quest’anno.
Il film è in sala dal 15 giugno, distribuito da Fandango.
Ecco le città in cui sarà possibile
partecipare alle anteprime:
ROMA
CINEMA QUATTRO FONTANE
Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
Sabato 24 giugno – 10 biglietti
Domenica 25 giugno – 10 biglietti
CINEMA GREENWICH
Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
Sabato 24 giugno – 10 biglietti
Domenica 25 giugno – 10 biglietti
CINEMA LUX
Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
Sabato 24 giugno – 10 biglietti
Domenica 25 giugno – 10 biglietti
TORINO
CINEMA NAZIONALE
Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
Sabato 24 giugno – 10 biglietti
Domenica 25 giugno – 10 biglietti
BOLOGNA
CINEMA RIALTO
Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
Sabato 24 giugno – 10 biglietti
Domenica 25 giugno – 10 biglietti
MILANO
ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
Venerdì 23 giugno – 10 biglietti
Sabato 24 giugno – 10 biglietti
Domenica 25 giugno – 10 biglietti
I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 23 al 25
giugno e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando
una email a[email protected]
in cui andranno specificati
il giorno
in cui si intende utilizzare i biglietti e un
secondo giorno alternativo
nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
NB: riceveranno risposta solo
gli assegnatari dei biglietti.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità.
Ecco le foto dal red carpet romano
della premiere mondiale di Mission:
Impossible – Dead Reckoning Part One. Il cast del
film, guidato da Tom Cruise, ha sfilato sull’iconica scalinata
di Trinità de’ Monti di fronte a Piazza di Spagna, davanti ai
fotografi e ai fan, sotto al sole di Roma. Ecco le immagini:
1 di 20
Il cast di Mission:
Impossible - Dead Reckoning Part One - Foto di Aurora Leone
Vanessa Kirby - Foto di
Aurora Leone
Cary Elwes - Foto di Aurora
Leone
Cary Elwes - Foto di Aurora
Leone
Christopher McQuarrie -
Foto di Aurora Leone
Hayley Atwell - Foto di
Aurora Leone
Hayley Atwell - Foto di
Aurora Leone
Hayley Atwell - Foto di
Aurora Leone
Il cast di Mission
Impossible - Dead Reckoning Part One - Foto di Aurora Leone
Pom Klementieff - Foto di
Aurora Leone
Pom Klementieff - Foto di
Aurora Leone
Rebecca Ferguson - Foto di
Aurora Leone
Rebecca Ferguson - Foto di
Aurora Leone
Simon Pegg - Foto di Aurora
Leone
Simon Pegg - Foto di Aurora
Leone
Tom Cruise - Foto di Aurora
Leone
Tom Cruise - Foto di Aurora
Leone
Tom Cruise - Foto di Aurora
Leone
Tom Cruise e Christopher
McQuarrie - Foto di Aurora Leone
Vanessa Kirby - Foto di
Aurora Leone
Le prime reazioni al film offrono
una sana dose di clamore per l’azione esilarante del film, in
particolare la sequenza del treno, che coinvolge Cruise e Morales
che combattono in cima a un treno a vapore in corsa prima che si
schianti, provocando la distruzione sia del treno che di un ponte.
La scena sembra mettere in ombra Cruise in sella a una moto da un
dirupo, che è stato uno degli obiettivi principali della campagna
di marketing, anche se le reazioni non lo menzionano
specificamente. Tuttavia, con la durata di Mission: Impossible 7 di
oltre due ore e 30 minuti, sembra traboccare di emozionanti
sequenze d’azione e quindi siamo sicuri che ci sarà spazio per
tantissime emozioni.
Il settimo capitolo di MI si
intitolerà Mission: Impossible – Dead Reckoning Part
One, mentre l’ottavo, Mission: Impossible – Dead
Reckoning Part Two.
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai Morales(Ozark).Christopher McQuarrie scriverà e
dirigerà i film.
Nelle scorse ore è uscito l’atteso
trailer di Kraven – Il
Cacciatore, prossimo capitolo tratto dai fumetti
della Marvel,
che ha come protagonista Sergei Kravinoff (Aaron
Taylor-Johnson), un uomo contaminato dal sangue
radioattivo di un leone, grazie al quale acquisisce poteri
straordinari. Prodotto da Sony,
Kraven – Il
Cacciatore uscirà nelle sale italiane il
5 ottobre 2023, e il trailer ha dato un esaustivo
first look di quella che potrebbe essere la storia.
Non sono sfuggiti, nelle sequenze
mostrate, molti riferimenti ai fumetti Marvel e alcuni interessanti
Easter Eggs, che hanno inevitabilmente aumentato
l’hype sul film diretto dal candidato all’Oscar J.C.
Chandor, con una sceneggiatura firmata insieme a Richard
Wenk, Matt Holloway e Art Marcum. Di seguito, tutte le reference ai
fumetti e gli Easter Eggs.
L’origin story di Kraven il
Cacciatore
I fumetti originali in cui troviamo
Kraven – Il
Cacciatore descrivono – a differenza di
quanto riportato nel
trailer – una storia diversa. Anzitutto Kraven nasce a
Stalingrando, quella che oggi si chiama Volgograd, in Russia. Si
trasferisce poi con la sua famiglia negli Stati Uniti ed è lì che
Kraven subisce una grande perdita: la madre si suicida. Quando
diventa adulto, poi, inizia ad essere affascinato dalla giungla e
comincia a compiere numerosi viaggi in Africa, fino a quando non
scopre una pozione che gli conferisce poteri straordinari, che
altro non sono che le abilità degli animali, come per esempio la
forza dell’elefante o l’agilità di un leopardo.
Nel
trailer mostrato, invece, l’assunzione dei suoi poteri sembra
essere stata un po’ rivisitata, e infatti avviene quando Kraven, in
Africa con il padre, viene attaccato da un leone
radioattivo. Seppur quindi sia cambiato il “modo”, è
presente comunque il rimando alla origin story dei fumetti,
considerato che il film manterrà il profondo legame che vi è fra
Kraven e il regno animale, non rinunciando quindi allo spirito del
suo personaggio dei fumetti.
Alexi Sitsovich, alias Rhino
Un personaggio molto interessante
presente nel
trailer, che forse sarà uno dei villain della storia,
è Alexi Sitsovich, ossia Rhino. Per chi conosce i
fumetti questa figura non è nuova, seppur anche a livello
cinematografico abbiamo avuto una sua apparizione in The Amazing Spider-Man 2, precisamente nel finale.
Rhino lì ha una tuta meccanica, mentre in Kraven – Il
Cacciatore lo si vede brevemente
trasformarsi: la sua pelle si ispessisce e diventa leggermente
squamosa e grigiastra, il che fa pensare che il personaggio resti
fedele alla sua versione fumettistica.
Nei fumetti, infatti, Alexi
Sitsovich – membro della mafia russa – si sottopone ad alcuni
trattamenti chimici e radioattivi che gli conferiscono una pelle
artificiale e una forza sovrumana. Il trailer lascia intendere che
fra Rhino, – che sarà interpretato da Alessandro
Nivola – e Kraven ci sia una forte rivalità, la quale
sembra avere tutto il potenziale per tramutarsi in una drammatica
resa dei conti.
I ragni e Spider-Man: potrebbe
esserci un cameo?
Nella storia dei fumetti, Kraven è
in conflitto con
Spider-Man. Quando torna a New York dall’Africa dopo aver preso
il siero, questi viene ingaggiato da Dmitri Smerdyakov, alias
Camaleonte, un supercriminale acerrimo nemico dell’Uomo Ragno.
Camaleonte affida a Kraven il compito di catturarlo e, alla fine,
il confronto con l’eroe diventerà per lui un ossessione,
considerandolo una “preda” molto più succulenta di altre. Seppur
ogni volta che si troverà a batterlo, ne rimarrà sempre
sconfitto.
Nella saga a fumetti di L’ultima
caccia di Kraven, ad esempio, Kraven vuole a tutti i costi
prendere la sua testa e, quando Spider-man sta tornando dal
funerale del suo informatore di crimini Joe Face, viene attaccato e
drogato. Per poi essere seppellito e sostituito per un breve
periodo proprio da Kraven (seppur Spider-Man non muoia). Nel
trailer di Kraven – Il
Cacciatore, c’è una scena che potrebbe anticipare
la faida fra i due e suggerire proprio un cameo di
Spider-Man, che sia quello di Peter Parker oppure un altro
proveniente dall’ampio Spider-Verse.
Vediamo infatti alcune immagini in
cui Kraven è assalito dai ragni e potrebbe essere un presagio
proprio del loro conflitto. Se questo aspetto dovesse essere
esplorato, darebbe al personaggio ancora più profondità e
tridimensionalità e il cameo, qualora ci fosse, sarebbe molto
impattante nell’economia generale del film, e potrebbe magari
preparare il pubblico a possibili approfondimenti futuri sulla
battaglia fra i due.
Lo Straniero
Nel
trailer di Kraven – Il
Cacciatore c’è poi un riferimento a un altro
villain dei fumetti, ossia lo Straniero. La
reference potrebbe non essere stata colta da tutti, ma per chi
legge la Marvel avrà potuto farci caso. Lo
Straniero è un personaggio creato da Peter David e David
Michelinie e la sua prima apparizione è contenuta in
Web of Spider-Man (Vol.1).
Egli è un incredibile mercenario,
oltre che un grande assassino, non ha capacità sovraumane e si è
scontrato più volte con Spider-Man. La sua presenza nel film
potrebbe alzarne l’asticella, e si potrebbe pensare che lo
Straniero riversi le sue attenzioni su Kraven, generando una
maggiore suspense.
Russell Crowe interpreta il padre
di Kraven
Fra gli attori che balzano subito
all’occhio nel
trailer di Kraven – Il
Cacciatore, vi è di sicuro Russell Crowe, che vestirà i panni del padre.
Seppur non sia un dettaglio nascosto, è proprio la scelta di
Russell Crowe ad essere un easter egg, considerato il suo
curriculum cinematografico che lo ha visto molto spesso in ruoli
action. Come si evince dalle immagini presenti nel trailer, il
padre di Kraven sarà il pretesto che spingerà l’antieroe a
estirpare quel male (uomini corrotti) che il genitore ha
creato.
La figura di Crowe nel film sembra
infatti scorrere in parallelo con la trasformazione di
Kraven, e inoltre suggerisce una faida padre-figlio,
confermata da alcuni frame, come quello dell’attacco del leone, in
cui lo lascia sanguinante a terra, considerandolo “debole come sua
madre”. Questa dinamica fra i due potrebbe rivelare le radici
dell’ostilità di Kraven, scavando magari nel suo passato.
Le origini aristocratiche di
Kraven
Un altro elemento che suggerisce
fedeltà ai fumetti, contenuto nel
trailer di Kraven – Il
Cacciatore, risiede in alcune immagini che
mostrano il suo background aristocratico: dall’auto di lusso, fino
all’ambiente “pomposo” in cui vive e cresce. A differenza dei
fumetti, però, la storia sembra prendere poi una piega diversa:
Kraven viene espulso dalla sua famiglia, probabilmente anche per il
rapporto tumultuoso con il padre.
Quest’ultima interpretazione,
diversa dall‘origin story, potrebbe però essere
l’escamotage perfetto per approfondire il suo personaggio, andando
magari a capire le ragioni della sua ricerca di
accettazione e la sua evoluzione come cacciatore.
La formazione dei Sinistri Sei
Nei fumetti Marvel, Kraven è uno dei membri
fondatori dei Sinistri Sei, un gruppo di
supercriminali che si coalizzano per abbattere
Spider-Man, creati da Stan Lee nei testi e Steve Ditko nei
disegni. La prima formazione era composta proprio da
Kraven – Il
Cacciatore, Dottor Octopus, Avvoltoio, Uomo
Sabbia, Mysterio ed Electro, e alcuni di questi villain li vediamo
nei film di Spider-Man.
Il
trailer suggerisce che anche nel film sarà presentata
questa formazione, ciò vuol dire che potrebbe essere
portata sul grande schermo la storia della creazione della banda di
supervillain, magari tutti pronti a eliminare l’Uomo Ragno.
Un’evoluzione del genere sarebbe molto interessante da vedere.
Il costume di Aaron Taylor-Johnson è
fedele a quello indossato dall’omonimo personaggio nei
fumetti, segno che i registi abbiano voluto mantenere il
look classico originale di Kraven, per poter rendere omaggio alla
sua origin story.