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Paramount+: annunci per Lioness 3 e il trailer ufficiale di Landman 2

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Paramount+ ha svelato due importanti novità legate all’universo seriale firmato da Taylor Sheridan, autore candidato all’Oscar e ormai tra i nomi più influenti della televisione contemporanea. La piattaforma ha infatti confermato il ritorno di Lioness con una terza stagione e ha rilasciato il trailer ufficiale della seconda stagione di Landman, in arrivo in esclusiva streaming il prossimo 16 novembre 2025.

Lioness rinnovata per una terza stagione

Dopo il successo delle prime due stagioni, Lioness continuerà a raccontare le avventure del programma segreto della CIA. Creata da Taylor Sheridan e interpretata dalle vincitrici dell’Oscar® Zoe Saldaña e Nicole Kidman – entrambe anche produttrici esecutive – la serie ha saputo conquistare pubblico e critica grazie alla combinazione di tensione, azione e riflessione sui sacrifici personali richiesti dalla lotta al terrorismo.

La seconda stagione ha visto la partecipazione di un cast di alto profilo, tra cui Morgan Freeman, Michael Kelly e Laysla De Oliveira, ed è valsa a Nicole Kidman una candidatura ai Critics Choice Awards 2024 come Miglior Attrice Non Protagonista in una Serie Drammatica. La terza stagione promette di approfondire ulteriormente le dinamiche interne al team Lioness e il peso psicologico delle missioni sotto copertura.

Landman 2: trailer e data d’uscita

Insieme all’annuncio su Lioness, Paramount+ ha diffuso il trailer ufficiale della seconda stagione di Landman, la serie ambientata nelle città in espansione del Texas occidentale. Co-creata da Sheridan e Christian Wallace, Landman racconta il lato oscuro del boom petrolifero, tra operai, miliardari improvvisati e giochi di potere che ridefiniscono equilibri economici e geopolitici.

Il nuovo capitolo vedrà nuovamente protagonista Billy Bob Thornton, affiancato da un cast di altissimo livello che comprende Demi Moore, Andy Garcia, Sam Elliott e Ali Larter. La trama della seconda stagione promette tensione crescente, segreti pronti a emergere e un punto di rottura sempre più vicino per il personaggio di Tommy Norris (Thornton).

Prodotta da Paramount Television Studios, 101 Studios e Bosque Ranch Productions, Landman tornerà il 16 novembre 2025, disponibile in esclusiva su Paramount+ a livello globale.

Con questi annunci, Paramount+ conferma ancora una volta il suo impegno a consolidare l’universo narrativo costruito da Taylor Sheridan, già responsabile di successi come Yellowstone e i suoi spin-off.

Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron conferma che durerà circa 3 ore

In un’intervista con Variety, James Cameron ha confermato che Avatar: Fuoco e Cenere dura circa tre ore. Parlando della riscrittura e delle riprese di alcune scene che coinvolgono Jake e Toruk, ha affermato: “E siamo a tre ore, grande sorpresa! Ma funziona magnificamente…” Naturalmente, Cameron è noto per continuare a modificare i suoi film fino alla fase avanzata della post-produzione, quindi la durata finale esatta non è ancora definitiva, ma dalle sue stesse parole sembra che anche il terzo film della saga durerà all’incirca come i due precedenti.

Va notato che Cameron non ha chiarito in quell’intervista se le sue “tre ore” includessero i titoli di coda. In genere, quando i registi menzionano casualmente la durata durante la produzione o il montaggio, si riferiscono al film stesso, senza i titoli di coda, perché questi vengono aggiunti in un secondo momento e spesso durano 10-12 minuti per un film delle dimensioni di Avatar.

Quindi, se Cameron si riferisce al solo film, stiamo sostanzialmente parlando della stessa durata di Avatar – La via dell’acqua, che era di 3 ore e 12 minuti. Il primo Avatar durava 162 minuti. Cameron ha inoltre dichiarato a Variety che, sebbene abbia in programma di dirigere il suo film epico sulla Seconda Guerra Mondiale Ghosts of Hiroshima, non ha ancora scritto la sceneggiatura e non sa quando lo farà. Al momento, il suo futuro dipende in gran parte dal successo di Avatar: Fuoco e Cenere: se sarà un grande successo, potrebbe passare direttamente ad Avatar 4 e Avatar 5.

Ma l’aumento dei costi degli effetti speciali e i dubbi sulla redditività potrebbero anche spingerlo a prendersi una pausa, dedicarsi a progetti più piccoli o inserire Ghosts of Hiroshima prima di continuare la saga. Amette di trovarsi a un “bivio”, ma l’unica certezza è che continuerà a dirigere. Se davvero dovesse prendersi una pausa dalla saga, però, è lecito immaginare che questo porterebbe le già pianificate date di uscita del 2029 per Avatar 4 e 2031 per Avatar 5 ad essere difficilmente rispettabili.

Tutto dipenderà ancora una volta dal riscontro del nuovo film. Ovviamente questo terzo Avatar è accompagnato da grandi aspettative. Avatar – La via dell’acqua, uscito alla fine del 2022, è costato 400 milioni di dollari e si è rivelato il film più redditizio dell’anno, incassando 2,3 miliardi di dollari in tutto il mondo. Inoltre, ha reso James Cameron l’unico regista della storia ad avere tre film tra i primi 10 più redditizi di tutti i tempi. Sarà questo il quarto?

Avatar: Fuoco e Cenere è il prossimo capitolo della saga di James Cameron

Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully (Sam Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa, Silver, Josh Friedman e Shane Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Britain Dalton, Trinity Bliss, Jack Champion, Bailey Bass e Kate Winslet.

Si dice che il film rappresenterà un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar (2009) e proseguita con Avatar – La via dell’acqua (2022), espandendo ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.

A differenza delle popolazioni Na’vi viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora, complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani colonizzatori. Leader di questo popolo è la temuta Varang, interpretata da Oona Chaplin e di cui negli scorsi giorni era state diffuse alcune immagini ufficiali.

Cameron ha anche anticipato che Avatar: Fuoco e Cenere conterrà un importante sviluppo narrativo che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale: Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo di Avatar.

Avatar: Fuoco e Cenere sarà al cinema il 19 dicembre 2025.

Gen V – Stagione 2: la scioccante rivelazione sulla sorella di Marie

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Jaz Sinclair, protagonista di Gen V – Stagione 2 nei panni di Marie Monroe, spiega la scioccante rivelazione della seconda stagione sulla sorella del suo personaggio. Lo spin-off di The Boys ha debuttato su Prime Video nel settembre 2023 con grande successo di critica, e la seconda stagione di Gen V ha presentato i primi tre episodi il 27 settembre. La stagione è ambientata dopo gli eventi della quarta stagione di The Boys, con l’ascesa al potere di Patriota.

In Gen V – Stagione 2 Episodio 5, Marie e i suoi amici sono intrappolati nella struttura di Cipher, mentre lui cerca di convincerla a spingere il suo potere oltre i limiti, per “il bene dell’umanità”. La conclusione dell’episodio rivela che la sorella di Marie, Annabeth, che lei stava cercando, è tenuta prigioniera in quella stessa struttura. Lui minaccia poi di ucciderla se Marie non obbedisce.

Come riferisce The Wrap, Jaz Sinclair ha parlato di come gli sceneggiatori le avessero detto che avevano intenzione di far apparire Annabeth in questa stagione, e di come le sorelle si siano finalmente riunite alla fine del quinto episodio, quando si scopre che Cipher l’ha tenuta prigioniera per manipolare Marie. Sinclair ha rivelato di essere entusiasta del suo sviluppo ora che è tornata con sua sorella.

Marie e Annabeth finalmente insieme in Gen V – Stagione 2 Episodio 5

Ha parlato di come la ricerca del personaggio di connettersi con sua sorella abbia plasmato così tanto la sua identità, e di quanto sia stata fantastica ricevere la ricompensa e lavorare con la co-protagonista Keeya King. Ecco i suoi commenti qui sotto:

“Prima di iniziare le riprese mi avevano detto che avremmo coinvolto mia sorella, quindi ero davvero emozionata. Non si sa mai dove andrà a finire dopo che tutto è stato detto e fatto. Gran parte del perché di Marie è legato al connettersi con sua sorella e al diventare una famiglia… con [gli sceneggiatori] che scrivevano in quelle scene, c’era una tale lussureggiante e fantasiosa fuga attorno ad Annabeth per me come attrice e per Marie.”

“Quelle scene sono state davvero facili perché erano così viscerali. Era così, ‘Non posso credere che tu sia qui adesso’, [è] così importante per [Marie]. Mi è piaciuto molto poter realizzare quella conclusione, e adoro anche lavorare con Keeya, quindi è stato divertente. È un’attrice così brava e ha dato il massimo ogni volta. Adoro l’aspetto di Annabeth in tutto questo.”

I commenti di Sinclair rivelano quanto sia entusiasta di poter finalmente abbracciare questa parte dell’arco narrativo di Marie, e sarà affascinante vedere come si svilupperà l’arco del suo personaggio da qui in poi. Marie è un personaggio profondamente legato a sua sorella, e riunirsi ad Annabeth avrà un grande impatto su come si svilupperà il suo viaggio da qui in poi.

Slow Horses – Stagione 5, episodio 2 recap: Roddy Ho è in guai seri e altre 9 rivelazioni

La quinta stagione di Slow Horses sta prendendo piede con il secondo episodio, in cui Roddy Ho si ritrova in un mare di guai. La popolare serie su Apple TV+ torna per la sua quinta stagione, immergendosi negli eventi di London Rules, il quinto libro della serie di romanzi Slough House dello scrittore Mick Herron.

Dopo che l’episodio di apertura della stagione è iniziato con una campagna elettorale per la carica di sindaco e un brutale massacro, più tardi nello stesso giorno le cose si complicano ulteriormente per il team di Slough House, che deve affrontare tentativi di omicidio e labili collegamenti con crimini violenti che potrebbero significare la fine per gli sfavoriti dell’MI5.

Jackson Lamb torna alle sue vecchie abitudini

La presenza di Jackson Lamb è opprimente in Slow Horses, e non solo per l’odore costante che emana con grande disappunto dei suoi colleghi. Nelle stagioni precedenti della serie, Lamb ha preso l’abitudine di introdursi nelle case e invadere la privacy degli altri.

Nella stagione 5, episodio 2, “Incommunicado”, Lamb appare nell’appartamento di Roddy Ho, annunciando la sua intenzione di passare la notte lì. Prima di questo momento, Lamb e Ho avevano avuto pochissimi contatti e Ho si sentiva un membro più distante della squadra, ma è evidente che Lamb ha a cuore il suo benessere tanto quanto quello di qualsiasi altro agente.

Roddy Ho è braccato da una banda armata

Nell’episodio precedente, Ho è stato quasi investito da un furgone in corsa, ma Shirley Dander è riuscita a spingerlo fuori strada appena in tempo. Shirley sospettava che si trattasse di un incidente mirato e intenzionale, ma a causa dei suoi precedenti problemi di abuso di sostanze, il resto della squadra dubitava di lei.

In questo episodio, Shirley ha avuto ragione quando un assassino è entrato nella casa di Ho usando una chiave copiata e ha tentato di ucciderlo. Durante la colluttazione, altri uomini armati sono apparsi da un furgone in strada, sparando raffiche di proiettili contro l’edificio di Ho.

I Slow Horses hanno picchiato un teppista mascherato, ma alla fine sono riusciti a fuggire

L’assassino è rimasto sorpreso nel trovare l’incredibilmente furtivo Jackson Lamb, che gli ha immediatamente gettato della candeggina in faccia, causandogli un notevole disagio e disorientamento. Questo ha portato l’aggressore mascherato a cadere dal balcone su una sporgenza di cemento sottostante, fratturandosi diverse ossa.

A questo punto Shirley ha iniziato a seguire l’aggressore. Shirley lo ha raggiunto e ha iniziato una colluttazione con l’uomo ferito, ma lui l’ha sopraffatta e ha continuato a fuggire. A questo punto, Shirley ha raccolto un vecchio ago usato dalla strada e ha ripreso l’inseguimento.

Dopo aver raggiunto l’aggressore, Shirley è riuscita a pugnalarlo alla gamba con l’ago e a spezzarne il manico. Tuttavia, è stata nuovamente sopraffatta e l’aggressore è riuscito a raggiungere un veicolo guidato dai suoi complici.

Lamb e la sua squadra si nascondono in un esclusivo sky bar

Essendo Lamb ferocemente fedele alla sua squadra e cercando di proteggerla da qualsiasi ripercussione da parte dell’MI5, decide di recarsi in un lussuoso sky bar con Ho. Lo fa perché è un luogo sicuro, visibile e altamente improbabile come nascondiglio per il gruppo di Slough House.

Uno dopo l’altro, il resto della sua squadra si unisce a lui e trascorrono la notte lì prima di tornare in ufficio la mattina seguente. Nel frattempo, i misteriosi aggressori e l’MI5 elaborano dei piani e mettono in moto una serie di eventi che avranno sicuramente conseguenze enormi per il resto della stagione.

Cartwright e Coe collaborano per rintracciare la fidanzata di Ho

Sembra che uno degli indizi più importanti che qualcuno avesse preso di mira Ho fosse il fatto che recentemente aveva iniziato a frequentare una bella ragazza. Considerando la sua personalità abrasiva e la sua mancanza di abilità sociali, questo non andava bene al team, e sembra che lei sia in qualche modo collegata agli aggressori.

Per ottenere maggiori informazioni e potenzialmente rintracciare la fidanzata, River Cartwright viene prelevato da JK Coe per recarsi all’indirizzo e trovarla. Sfortunatamente per Ho, l’indirizzo non appartiene alla sua fidanzata, e Cartwright e Coe se ne vanno senza alcuna risposta.

Tuttavia, la fidanzata di Ho era presente in una casa sul lato opposto della strada, e si scopre che ha visto gli agenti arrivare e poi andarsene. Questo rende ambiguo il suo personaggio, non essendo chiaro se sia coinvolta volontariamente negli attacchi a Ho o se sia costretta a collaborare.

Diana Taverner riceve una soffiata importante sul massacro di Abbotsfield

In una scena che ricorda molto alcuni momenti della prima stagione, Diana Taverner e Peter Judd si incontrano a tarda notte in una residenza privata. Questa volta è Peter Judd a presentarsi a casa di Taverner e non il contrario, ma entrambi si ritrovano ancora una volta coinvolti in un accordo per ottenere vantaggi personali e politici.

Judd non è più un politico, ma lavora come consulente per una società di sicurezza che possiede informazioni sulle armi utilizzate nel massacro di Abbotsfield. Judd promette di condividere queste informazioni in cambio della non divulgazione del nome della società e del suo coinvolgimento nell’incidente.

Taverner accetta con riluttanza, ma afferma che informerà il ministro della Difesa. A quanto pare, la società ha perso una cassa piena di armi pericolose, le stesse armi utilizzate sia per assassinare l’assassino di Abbotsfield, sia per attaccare Roddy Ho. Evidentemente, i collegamenti tra i due non sono favorevoli a Ho.

I misteriosi aggressori uccidono il loro stesso assassino

Nel frattempo, l’aggressore che era stato prelevato dai suoi superiori viene brutalmente assassinato dal suo alleato nel tentativo di evitare di essere scoperto. A causa delle gravi ferite riportate, aveva bisogno di cure mediche, ma non potevano rischiare di essere scoperti.

Viene invece soffocato e poi abbandonato in un luogo remoto, prima che il suo corpo venga bruciato. Tuttavia, nonostante il suo corpo sia stato bruciato per evitare che venisse identificato, è possibile che l’ago di metallo nella sua gamba indichi che si trattava dell’aggressore di Roddy Ho.

Un gruppo di giovani attivisti viene reclutato per seminare il caos in città

Dopo aver eliminato l’aggressore, i misteriosi criminali incontrano un gruppo di attivisti. Forniscono loro una sostanza chimica pericolosa che sembra provocare la combustione e l’esplosione delle automobili, che devono mescolare ai serbatoi di carburante.

La mattina seguente, dopo aver contaminato i serbatoi, uno degli attivisti condivide una foto di se stesso sulla scena del crimine con la didascalia “La benzina uccide, uccidiamo la benzina”. Per gli attivisti, questo sembra essere un atto di protesta altamente motivato dal punto di vista politico, ma è probabile che venga utilizzato dai criminali come diversivo.

River Cartwright è nei guai a Slough House

Durante le prime quattro stagioni di Slow Horses, River Cartwright, interpretato da Jack Lowden, è apparso come una figura centrale a Slough House. Come membro di una squadra di agenti scartati dall’MI5, River ha dimostrato di essere un agente eccezionale e competente.

Tuttavia, la quinta stagione sembra puntare i riflettori sul resto della squadra, mentre River sembra essere relegato nella cuccia tra i suoi colleghi. Inizialmente River ha reagito in modo crudele e negativo alle idee di Shirley, non diversamente dai suoi colleghi, ma le sue azioni sembrano aver aggravato la situazione con i suoi compagni di squadra.

Di conseguenza, Lamb è ancora più crudele del solito nei confronti di River, che viene attivamente rifiutato e ridicolizzato dai suoi colleghi. Probabilmente questa situazione non durerà, ma è interessante vedere il cambiamento delle dinamiche all’interno della squadra e della serie.

Diana Taverner arresta Roddy Ho

Infine, Diana Taverner, accompagnata dai Dogs of MI5, arriva sulla scena a Slough House la mattina dopo l’attacco. Con tutta la squadra di nuovo in ufficio e nessuno che oppone resistenza, Diana entra e parla brevemente con Lamb dell’incidente.

Dopo aver rimproverato Lamb per non averla informata personalmente dell’attacco, rivela che i proiettili usati nell’attacco contro Ho provengono dallo stesso lotto di quelli usati per uccidere l’assassino di Abbotsfield. Lamb riconosce che si tratta di una questione più grave di quanto pensasse e Ho viene arrestato per essere interrogato al Park.

Sebbene Lamb fosse d’accordo con Taverner nel prendere Ho in custodia in quel momento, non è comunque da lui permettere a Diana di esercitare il suo controllo su di lui. Nei prossimi episodi è probabile che Lamb si ribelli e che le motivazioni dei misteriosi aggressori vengano svelate mentre gli Slow Horses indagano sugli eventi sempre più intensi.

Slow Horses, storia vera: Slough House esiste davvero?

La serie tv Slow Horses Apple TV+ ha fatto chiedere agli spettatori se Slough House sia una vera filiale dell’MI5. Il thriller di spionaggio britannico è basato sulla serie di romanzi bestseller Slough House di Mick Herron. Come il materiale originale, la serie è incentrata su Slough House, il purgatorio amministrativo per gli agenti dell’MI5 che hanno commesso errori che hanno posto fine alla loro carriera. Sebbene questi “slow horses” siano relegati a lavori pesanti, vengono coinvolti in casi di alto profilo, grazie in gran parte al rude ma incisivo agente veterano dell’MI5 Jackson Lamb (Gary Oldman), che guida il team di Slough House composto da disadattati ben intenzionati.

Sebbene l’ensemble sia guidato da Lamb, Slow Horses‘ altri personaggi chiave includono River Cartwright (Jack Lowden), un agente dell’MI5 che approda a Slough House durante la prima stagione dopo aver commesso un errore molto pubblico, e Diana Taverner (Kristin Scott Thomas), vicedirettrice generale dell’MI5 e capo delle operazioni che fin dall’inizio della serie punta al “First Desk” designato dall’MI5. Con il suo gruppo di agenti spesso maldestri, la serie nominata agli Emmy è una rivisitazione originale del genere spionistico. Tuttavia, ciò non significa necessariamente che Slow Horses sia una rappresentazione accurata dell’MI5, dei suoi processi o dei suoi agenti.

Slough House non è un vero edificio dell’MI5

Slow Horses - Stagione 5
Gary Oldman in “Slow Horses,” premiering September 24, 2025 on Apple TV+.

Il purgatorio dell’MI5 di Herron è un’invenzione divertente per Slow Horses

Contrariamente a quanto si crede, Slough House non è in realtà un vero edificio dell’MI5, né esiste alcuna filiale simile a Slough House. Sebbene la serie TV abbia adattato i romanzi di Herron in modo abbastanza fedele, apportando alcune piccole modifiche alla trama di Slow Horses, ci sono alcune evidenti inesattezze relative all’MI5. Sfortunatamente, la premessa di base di Slow Horses non è accurata rispetto all’MI5, il che, dati i continui errori dei “slow horses”, potrebbe essere meglio così. Essere relegati al lavoro d’ufficio potrebbe essere una cosa reale, ma non esiste un intero dipartimento dell’MI5 dedicato agli agenti che si occupano di scartoffie e che hanno pasticciato nei casi precedenti.

Se gli uffici di Aldersgate Street a Londra esistessero davvero nell’organizzazione reale dell’MI5, la dice lunga sull’agenzia…

Non si può negare che le buffonate di Slough House siano ottime per la televisione, ma nella vita reale un’agenzia di controspionaggio e sicurezza nazionale probabilmente non vorrebbe affidare il destino della nazione a persone che potrebbero costare la vita a civili (e colleghi agenti). Un passo falso potrebbe costare a un agente dell’MI5 il ritiro dal campo, ma un grave errore probabilmente gli farebbe perdere del tutto la sua posizione. Se gli uffici di Aldersgate Street a Londra esistessero davvero nell’organizzazione reale dell’MI5, la cosa direbbe molto sull’agenzia, e non in senso positivo.

Slow Horses menziona aspetti reali dell’MI5

James Callis and Kristin Scott Thomas in “Slow Horses,” coming soon to Apple TV+.

Il thriller di spionaggio non convenzionale non è un film di James Bond

Anche se la Slough House inesistente significa che Slow Horses non è completamente accurato rispetto all’MI5, la serie coglie comunque alcuni aspetti dell’agenzia di controspionaggio e sicurezza nazionale. Dalle scene di inseguimento alle sparatorie alle situazioni con ostaggi, gli episodi di Slow Horses vedono ancora gli agenti dell’MI5 coinvolti in operazioni sul campo molto più rischiose rispetto all’agente medio. Allo stesso tempo, la serie riesce meglio della maggior parte dei thriller di spionaggio, forse grazie alla premessa della Slough House, a mostrare il lato noioso del lavoro, con agenti alle prese con il lavoro amministrativo e i problemi informatici.CorrelatiLa quarta stagione di Slow Horses sarà la più controversa di sempreSlow Horses ha incluso diverse trame controverse nel corso della sua messa in onda, ma la quarta stagione potrebbe essere la più provocatoria di sempre a causa di un personaggio chiave.Di Tommy Lethbridge22 agosto 2024

Slow Horses si ispira (in parte) a storie vere

Slow Horses

Il “Tiger Team” della stagione 3 è basato su fatti reali

Indipendentemente da quanto bene descriva l’MI5, Slow Horses basa alcuni dei suoi punti della trama su storie vere. Nella stagione 3, i vertici dell’MI5 ordinano a un “tiger team” di rapire un membro di Slough House per mettere alla prova l’MI5 e scoprire eventuali punti deboli. Nelle agenzie governative e militari, i tiger team fungono da forma di controllo qualità e consentono alle agenzie di risolvere i problemi in corso. La storia vera del tiger team di Slow Horses è solo un esempio di come la serie attinga dalla realtà, anche se resta da vedere se la Slow Horses – stagione 5 continuerà questa tendenza.

Gen V – Stagione 2: la sostituta di Homelander abbraccia il suo lato oscuro

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La star di Gen V (qui la recensione della Stagione 2) , Jaz Sinclair, spiega perché Marie Moreau sta abbracciando il lato oscuro del suo personaggio nella seconda stagione. Dal ritorno di Marie alla Godolkin University, Dean Cipher (Hamish Linklater) è ossessionato dal fatto che lei raggiunga il pieno potenziale dei suoi poteri di manipolazione del sangue. Cipher crede persino che potrebbe diventare più potente di Patriota (Antony Starr).

In Gen V – Stagione 2 Episodio 5, Marie inizia a crederci, in una certa misura. All’inizio dell’episodio, Marie ammette ai suoi amici di essersi sentita più forte che mai quando ha usato i suoi poteri per far levitare Jordan Li (Derek Luh/London Thor) durante il loro combattimento, e Marie si è sentita come se avesse potuto distruggere l’intera arena.

Parlando con TheWrap, Sinclair ammette che c’è una parte di Marie che brama l’idea di essere potente, anche se è scettica riguardo alla narrazione di Cipher sul fatto che sia una sorta di “prescelta”. “Abbiamo sicuramente visto il lato oscuro di questa cosa in questa stagione. È sempre stato un po’ come, voglio davvero essere potente. Voglio davvero essere nei Sette, che è… tutti lo vogliono. Per la maggior parte della stagione, lei è tipo, “Mancatemi con la narrativa di essere la prescelta”.

Sinclair riflette anche sull’insistenza di Cipher sul fatto di poter diventare più potente di Patriota. Dice che questa idea sta entrando nella testa di Marie dopo averla sentita da più persone, e le piace come mostri un lato diverso e più imperfetto di Marie.

“È il momento in cui [Marie] dice, “L’ho sentito da più di una persona, quindi deve essere vero”, e si monta decisamente la testa. [Per me] come attrice, ho adorato quella roba. Adoro il fatto che sia imperfetta. Adoro il fatto che faccia scelte sbagliate. Adoro il fatto che sia goffa e impacciata. Mi è piaciuto molto essere posseduta da Godolkin, come ogni volta che riesco a mostrare un aspetto diverso di Marie, è davvero divertente.”

Il nuovo ruolo di Marie in Gen V e (poi) in The Boys

Marie è una persona incredibilmente eroica e altruista, ma Sinclair conferma che una parte di lei è affascinata dall’idea di poter diventare più potente di Patriota. È un’idea difficile da resistere per chiunque, soprattutto considerando il modo in cui Cipher la sta spingendo e considerando quanto i poteri di Marie siano già cresciuti in questa stagione.

L’ultimo potenziamento dei poteri di Marie suggerisce che potrebbe diventare la supereroina più potente di sempre. Riporta in vita sua sorella, Annabeth (Keeya King), anche dopo che le è stato tagliato il collo e dopo che è morta dissanguata. Nessuna supereroina è mai stata in grado di fare una cosa del genere prima, nemmeno Patriota, il che pone Marie in una classe a sé stante.

Questo potrebbe non essere nemmeno il massimo delle sue capacità, visto che c’è la possibilità che possa estrarre il Composto V dal sangue di una supereroina. Potrebbe potenzialmente fare questo a Patriota, rendendolo così un normale essere umano nella quinta stagione di The Boys.

Il pericolo è che Marie possa perdere la strada se diventasse troppo potente e ossessionata dall’idea di sconfiggere Patriota. Ciò che la distingue dagli altri Patriota e da molti altri supereroi è la sua compassione e il bisogno di fare la cosa giusta, e cambierebbe radicalmente se questi valori venissero compromessi.

Oltre a Marie, il riferimento di Sinclair al fatto di “essere posseduto da Godolkin” indica la veridicità di un’oscura teoria di Cipher, ovvero che l’uomo decrepito nella camera iperbarica sia Thomas Godolkin (Ethan Slater) e che sia lui a controllare Cipher e a possederli.

Uno Spider-Man sarà presente in Avengers: Doomsday, ma quale?

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Spider-Man si è dimostrato il più grande richiamo dell’MCU durante la Saga del Multiverso e, sebbene i Marvel Studios ricevano una parte dei profitti, i film rimangono una coproduzione con la Sony Pictures.

Il lancia-ragnatele tornerà finalmente in Spider-Man: Brand New Day, in uscita la prossima estate. Tuttavia, ci sono voci contrastanti sulla possibile apparizione del Peter Parker di Tom Holland in Avengers: Doomsday. Ora è un supereroe di strada, quindi un’alleanza con i più potenti eroi della Terra per combattere una minaccia multiversale come il Dottor Destino contraddice in qualche modo il suo nuovo status quo. Inoltre, non sarebbe una cattiva idea tenere Spidey lontano da un cattivo che ha il volto del suo mentore caduto (almeno per ora).

Tuttavia, è difficile immaginare che Spidey non compaia in almeno uno dei prossimi film degli Avengers, e ancora più difficile credere che i Marvel Studios non riuniscano i tre Spider-Man nel finale della Saga del Multiverso.

Oggi, lo scooper @MyTimeToShineH è intervenuto dicendo: “C’È uno Spider-Man in Doomsday“. Sfortunatamente, l’insider non ha specificato di quale si tratti, ma il modo in cui si comportano in modo timido suggerisce che non sarà necessariamente la Variante di Tom Holland, capace di arrampicarsi sui muri.

Vedere Tobey Maguire o Andrew Garfield al fianco degli Avengers e degli X-Men sarebbe un’emozione innegabile per i fan che hanno trascorso decenni a sognare di vedere Maguire, ad esempio, entrare in azione al fianco del Wolverine di Hugh Jackman.

Holland apparirà sicuramente in Avengers: Secret Wars per indossare il suo costume nero in tempo per Spider-Man 5, e c’è sicuramente un modo per i Marvel Studios e i Fratelli Russo di bilanciare il nuovo status di Peter Parker in strada con queste avventure multiversali (ha funzionato sulla carta). Dovremo aspettare e vedere, ma è chiaro che molti membri del cast di Avengers: Doomsday sono tenuti segreti.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

James Mangold firma con Paramount. Che ne sarà dei suoi progetti Star Wars e DC?

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Il regista di Logan, James Mangold, ha firmato un accordo globale con la Paramount Pictures per “sviluppare, dirigere e produrre progetti cinematografici” per lo studio, recentemente acquisito da Skydance. Il nuovo accordo segue la recente notizia dell’acquisizione da parte dello studio dell’ultimo film di Mangold, il film drammatico sulle corse motociclistiche High Side con Timothée Chalamet, protagonista di A Complete Unknown.

“Sono molto entusiasta di iniziare questa collaborazione con David [Ellison], Josh [Greenstein], Dana [Goldberg] e tutti alla Paramount”, ha dichiarato il regista in un comunicato stampa. “L’entusiasmo che hanno dimostrato verso i film per il grande schermo e la passione con cui hanno accolto le mie idee per i progetti futuri è davvero entusiasmante”.

Goldberg ha aggiunto: “James Mangold è uno dei registi più talentuosi in circolazione oggi e non potremmo essere più entusiasti di dargli il benvenuto nella famiglia Paramount, a partire da High Side e dalle molte altre collaborazioni future”.

Tutti i progetti di James Mangold

Mangold è attualmente impegnato in diversi altri progetti in fase di sviluppo presso diversi studi, tra cui Swamp Thing presso i DC Studios e un film di Star Wars ancora senza titolo presso Disney/Lucasfilm. Cosa significa questo accordo con Paramount per queste altre (potenziali) uscite? Un po’ a sorpresa, Gizmodo riporta che Mangold “rimane impegnato e disponibile a sviluppare tutti i suoi altri progetti”.

Ovviamente, questo non significa che vedremo nessuno di questi film a breve. Sappiamo che il co-CEO dei DC Studios, James Gunn, ha dato priorità a diversi altri progetti, tra cui Man of Tomorrow e un nuovo film di Wonder Woman, rispetto a diversi film e serie TV annunciati come parte del programma “Gods and Monsters“.

“Abbiamo parlato con James l’altro giorno. No, non ha ancora consegnato una sceneggiatura. È stato distratto dal suo miliardo di film”, ha detto Gunn in una recente intervista quando gli è stato chiesto un aggiornamento su Swamp Thing. “Ne stiamo parlando di nuovo.” Allo stesso modo, si ritiene che Lucasfilm abbia messo da parte diversi progetti per concentrarsi su Star Wars: Starfighter di Shawn Levy e sulla trilogia ancora senza titolo dello scrittore/produttore Simon Kinberg, annunciata di recente.

Mangold ha già condiviso alcuni dettagli interessanti sui suoi piani per Swamp Thing, spiegando anche perché ha deciso di rendersi disponibile per questo particolare progetto. “Non appena ho saputo che James Gunn avrebbe preso il controllo della DC, l’ho vista come un’opportunità per buttarmi giù il cappello.”

Ha anche affermato che la sua interpretazione del classico personaggio della DC Comics sarà ispirata a Frankenstein, e sebbene Gunn abbia precedentemente affermato che il film “indagherà sulle oscure origini di Swamp Thing” con una storia “molto più terrificante“, il regista ha chiarito che “non sta specificamente” puntando a un R-rating.

Supergirl: la sceneggiatrice Ana Nogueira anticipa la sua interpretazione “più ruvida, grintosa e audace” della donna di domani

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La star di The Vampire Diaries, Ana Nogueira, è passata dall’essere attrice a scrittrice a metà degli anni 2010, e il suo debutto off-Broadway nel 2016 come drammaturga con Empathitrax – una storia su una coppia in difficoltà che prende una pillola per provare le emozioni reciproche – l’ha resa famosa in tutto il mondo.

In seguito, “ha iniziato a essere chiamata a proporre progetti fantasy e fantascienza futuristica”, e la Warner Bros. l’ha assunta per scrivere un film di Supergirl con Sasha Calle. Sebbene il progetto sia stato accantonato quando i DC Studios hanno fondato il DCEU e hanno rilanciato il DCEU come DCU, i co-CEO dei DC Studios, James Gunn e Peter Safran, hanno voluto fortemente la Nogueira per la loro versione di Supergirl.

In un articolo su Variety, si dice che la sceneggiatrice sia una grande appassionata di film di supereroi, pur non essendo una lettrice abituale di fumetti. Spiegando il suo approccio alla Fanciulla della Forza, Nogueira ha dichiarato: “Ha visto Krypton completamente distrutto. Ho sempre pensato: ‘Non riesco a capire la versione del personaggio così solare'”.

Dopo aver letto la versione “più ruvida, grintosa, audace e divertente” di Kara di Tom King e Bilquis Evely in Supergirl: Woman of Tomorrow, Nogueira ha trovato l’ispirazione per portare la stessa atmosfera sul grande schermo. “Quando l’ho letta, ho pensato: ‘Eccola lì'”, ha osservato.

È confermato che la sceneggiatrice lavorerà a Teen Titans e Wonder Woman per i DC Studios, e ha venduto una sceneggiatura di una commedia romantica alla New Line Cinema, che ha scritto insieme a Sas Goldberg. Safran sarà la produttrice e Nogueira dice: “È un ottimo ripasso. Non ci sono alieni, non ci sono esplosioni e nessuno viene picchiato!” I DC Studios vedono chiaramente qualcosa di speciale in Nogueira, visto che è stata scelta per lavorare su tre dei titoli più importanti del DCU (Wonder Woman, ad esempio, è considerata una delle principali priorità di Gunn e Safran).

Quello che sappiamo su Supergirl

Oltre a Milly Alcock nei panni della protagonista, Supergirl vedrà anche la partecipazione di Eve Ridley (Il problema dei 3 corpi) nel ruolo di Ruthye Mary Knolle e Matthias Schoenaerts (The Old Guard) nel ruolo del malvagio Krem delle Colline Gialle. Più recentemente, la star di Aquaman, Jason Momoa si è unita al cast nel ruolo di Lobo. Anche Krypto il Supercane dovrebbe avere un ruolo importante nella storia. Le ultime aggiunte al cast sono state David Krumholtz ed Emily Beecham nei ruoli dei genitori di Kara, Zor-El e Alura.

Questa interpretazione di Kara Zor-El si dice sia una “versione meno seria e più provocatoria dell’iconica supereroina”, poiché Gunn cerca di allontanarsi dalle “precedenti rappresentazioni della Ragazza d’Acciaio, in particolare dalla longeva serie CBS/CW interpretata da Melissa Benoist”.

Secondo una breve sinossi, questa storia seguirà Kara mentre “viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il Supercane. Lungo la strada, incontra una giovane donna di nome Ruthye e finisce per intraprendere una ricerca omicida di vendetta”. L’attrice e drammaturga Ana Nogueira sta attualmente lavorando alla sceneggiatura di Supergirl. La regia verrà firmata da Craig Gillespie.

La Warner Bros. ha annunciato che la nostra nuova Ragazza d’Acciaio prenderà il volo nelle sale il 26 giugno 2026.

The Sweet Idleness: in arrivo il primo film diretto da un AI

L’intelligenza artificiale ha diretto un film. Hollywood è in fermento negli ultimi giorni dopo la presentazione di Tilly Norwood, che secondo il suo creatore è la prima attrice generata dall’intelligenza artificiale che potrebbe firmare un contratto con un’agenzia di talenti. Molti attori, tra cui Emily Blunt, hanno reagito con opposizione a questa “terrificante” proposta dell’intelligenza artificiale, ma sembra che nemmeno il posto di regista sia al sicuro.

Il produttore italiano Andrea Iervolino, che ha lavorato a film hollywoodiani come Ferrari e To The Bone, ha infatti annunciato quello che definisce il primo film diretto dall’intelligenza artificiale, The Sweet Idleness. Il film descrive una società futura in cui solo l’1% dell’umanità lavora ancora, poiché le macchine hanno sostituito la maggior parte dei posti di lavoro, consentendo al resto della popolazione di vivere tranquillamente.

Il programma di intelligenza artificiale utilizzato per dirigere il film si chiama FellinAI, evidentemente in riferimento al leggendario regista italiano Federico Fellini. Sebbene la tecnologia sia stata progettata per “celebrare il linguaggio poetico e onirico del grande cinema europeo”, Iervolino ha affermato di essere stato lui il “human-in-the-loop”, ovvero il supervisore e produttore incaricato di monitorare la tecnologia.

Il cast del film, invece, è prodotto dalla società di Iervolin, Actor+, che lavora con persone reali che prestano la loro immagine e personalità per creare personaggi digitali. In una dichiarazione, Iervolino ha affermato che FellinAI “non intende sostituire il cinema tradizionale. Si tratta piuttosto di un metodo alternativo di creazione”. È stato poi rilasciato anche teaser trailer del film (lo si può vedere qui riportato da Variety) annuncia che The Sweet Idleness uscirà nelle sale nel febbraio 2026.

Indubbiamente, un progetto che farà molto discutere e getterà ulteriore benzina sul fuoco di questo argomento ora più che mai al centro delle attenzioni del mondo dello spettacolo. I rapidissimi progressi ottenuti nel campo delle intelligenze artificiali spingono inevitabilmente a questo tipo di riflessioni, specialmente quando si legano a prodotti artistici fino ad oggi esclusiva del pensiero e della mano umana. Ora che anche quest’ultima certezza inizia a venire meno, occorrerà riflettere su quale sarà il futuro dell’arte.

Crunchyroll: nuove serie annunciate per la stagione autunnale

L’autunno di Crunchyroll si annuncia particolarmente ricco e variegato. Oltre alle attesissime uscite come One-Punch Man Stagione 3, My Hero Academia FINAL SEASON, SPY x FAMILY Stagione 3 e Let’s Play, il catalogo della piattaforma accoglie nuovi titoli che ampliano ulteriormente l’offerta per gli appassionati di anime.

Tra i debutti più interessanti ci sono Chitose Is in the Ramune Bottle, My Awkward Senpai, Kingdom Stagione 6 e GINTAMA – Mr. Ginpachi’s Zany Class, senza dimenticare l’arrivo di altri titoli attesi che copriranno l’intero arco della stagione autunnale.

My Awkward Senpai – 2 ottobre

Prodotto dallo Studio Elle, My Awkward Senpai racconta la storia di Kannawa, una senpai con la fama di essere rigida e inflessibile, che in realtà è solo goffa e impacciata. Quando deve affiancare la nuova matricola Kamegawa, la situazione si complica tra imbarazzi, segreti e sentimenti nascosti. Un workplace-romance leggero e ironico, perfetto per chi ama le commedie romantiche con dinamiche ufficiose e buffe.

Kingdom Stagione 6 – 4 ottobre

Kingdom Stagione 6

Il nuovo capitolo del celebre anime storico torna grazie alla produzione Studio Pierrot & St.Signpost. La trama riprende il percorso di Ying Zheng, determinato a unificare la Cina antica non più solo con la forza, ma con una nuova visione politica. Intrighi, strategie militari e battaglie campali fanno da sfondo a una stagione che promette di essere tra le più epiche di sempre, con lo scontro decisivo per la città di Yè.

GINTAMA: Mr. Ginpachi’s Zany Class – 6 ottobre

GINTAMA- Mr. Ginpachi's Zany Class

Basato sulle light novel spin-off 3-Z Ginpachi-sensei, questo nuovo anime firmato Bandai Namco Pictures porta avanti il surreale universo di Gintama. Ginpachi diventa un insegnante alle prese con una classe di studenti improbabili e sopra le righe. Humor demenziale, citazioni meta-narrative e ritmo frenetico: un appuntamento imperdibile per i fan storici della saga e per chi cerca un titolo completamente fuori dagli schemi.

Chitose Is in the Ramune Bottle – 7 ottobre

Chitose Is in the Ramune Bottle

Lo studio feel. porta sullo schermo una delle light novel più amate degli ultimi anni. Protagonista è Saku Chitose, brillante e popolare studente del prestigioso liceo Fujishi, incaricato di convincere una compagna reclusa a tornare a scuola. Tra dinamiche sociali, amicizie e contraddizioni adolescenziali, la serie promette di raccontare in maniera fresca e realistica la vita liceale giapponese.

Altri titoli in arrivo

  • Isekai Quartet 3 (13 ottobre): il crossover comico che riunisce i personaggi di Re:ZERO, Overlord, KONOSUBA e Saga of Tanya the Evil, arricchito dall’ingresso dei protagonisti di Eminence in Shadow.

  • With You, Our Love Will Make It Through (14 ottobre): romance soprannaturale che racconta la storia d’amore impossibile tra una liceale e un beastfolk, prodotto da Millepensee.

  • So You’re Raising a Warrior (30 ottobre): commedia fantasy in cui un drago decide di crescere un eroe destinato a ucciderlo.

  • The Daily Life of the Immortal King Stagione 5 (13 dicembre): ritorna la saga amatissima di Wang Ling, con nuove sfide e la comparsa della sorellina Wang Nuan.

Crunchyroll: una stagione per tutti i gusti

Con questi annunci, Crunchyroll consolida la sua posizione come punto di riferimento per il pubblico globale dell’animazione giapponese. L’autunno 2025 sarà caratterizzato da un mix di titoli attesi e novità sorprendenti, spaziando tra fantasy, commedia romantica, azione storica e sperimentazioni surreali.

Gli abbonati avranno così la possibilità di seguire i grandi ritorni e allo stesso tempo scoprire storie nuove, capaci di conquistare pubblici differenti.

Scopri tutte le novità nella nostra pagina dedicata a Crunchyroll.

David Harbour reciterà al fianco di Pedro Pascal in Behemoth! di Tony Gilroy

Con la sua serie Stranger Things che giungerà al termine alla fine di quest’anno, David Harbour sta pianificando il suo futuro: fonti hanno riferito a Deadline che l’attore candidato agli Emmy è in trattative per affiancare Pedro Pascal nel film della Searchlight Behemoth! di Tony Gilroy. La Searchlight ha recentemente aderito al progetto, che Gilroy scriverà e dirigerà. I dettagli della trama sono ancora vaghi, ma Gilroy ha dichiarato in alcune interviste che il film ruota attorno a un violoncellista. Gilroy sarà anche produttore insieme a Sanne Wohlenberg. Le riprese del film inizieranno questo autunno a Los Angeles, mentre la data di uscita sarà annunciata in un secondo momento.

I prossimi progetti di David Harbour

Intanto, nell’attesa di sapere se le trattative andranno in porto, vedremo Harbour pronto a chiudere con il personaggio di Jim Hopper, che gli è valso due nomination agli Emmy e una ai Golden Globe, con l’uscita dell’ultima stagione di Stranger Things prevista per la fine dell’anno. L’attore ha poi recentemente ha terminato le riprese della miniserie della HBO DTF St. Louis. Il suo prossimo progetto è il sequel del film d’azione della Universal Violent Night. Naturalmente, rivedremo poi Harbour nel ruolo di Red Guardian in Avengers: Doomsday.

Dove abbiamo visto di recente Pedro Pascal?

Per quanto riguarda Pascal, l’attore ha vissuto un’estate di grande successo, con Material Love di Celine Song, Eddington di Ari Aster (in Italia al cinema dal 17 ottobre) e I Fantastici Quattro: Gli Inizi della Marvel. Tutti e tre i progetti hanno ricevuto un’accoglienza entusiastica da parte della critica, con il film di Song che è stato il terzo film di A24 con il maggior incasso di sempre e il film Marvel che è stato il film della Marvel con il maggior incasso del 2025. Pascal ha poi di recente recitato anche in Il gladiatore II e nella serie The Last of Us, mentre prossimamente riprenderà il ruolo di Din Djarin in The Mandalorian & Grogu. Anche lui sarà presente in Avengers: Doomsday.

Emily Blunt sul film di Martin Scorsese con Dwayne Johnson: “L’ultima grande storia sulla mafia americana”

Mentre Dwayne Johnson ed Emily Blunt sono impegnati nella promozione di The Smashing Machine (qui la nostra recensione), i due attori non vedono l’ora di lavorare al loro prossimo progetto insieme. Durante la premiere di lunedì del film biografico della A24 diretto da Benny Safdie sulla leggenda dell’UFC Mark Kerr, la Blunt ha anticipato a Deadline il suo prossimo film con Johnson, che è stato descritto dallo stesso Martin Scorsese come una versione hawaiana di Quei bravi ragazzi.

Lo stiamo sviluppando proprio ora. È una storia davvero incredibile“, ha detto la Blunt sul tappeto rosso del Samuel Goldwyn Theater di Beverly Hills. ”È l’ultima grande storia della mafia americana, e non riesco a credere che non sia stata ancora raccontata. È un ruolo terribilmente eccitante per Johnson da approfondire. Quindi, è in fase di scrittura, ci stiamo lavorando. E questa è la parte meravigliosa, costruirlo“.

Paragonando il ruolo al personaggio di Robert De Niro in Quei bravi ragazzi, la trama del film ancora senza titolo segue “un boss criminale hawaiano senza scrupoli, anch’esso basato su una figura reale, che ha combattuto contro i rivali invasori per il controllo del crimine organizzato sulle isole”. Scritta da Nick Bilton, la trama si concentra su un periodo turbolento nell’isola paradisiaca, quando l’aspirante boss mafioso ha combattuto contro elementi come le triadi e l’esercito americano per ottenere il controllo.

È stata una battaglia sanguinosa. Il personaggio è basato su Wilford “Nappy” Pulawa, che negli anni ’70 guidava la più grande organizzazione criminale delle isole Hawaii, The Company. Egli ha governato grazie alla sua reputazione di brutalità e omicidio. Le attività illegali della Compagnia includevano il gioco d’azzardo, il traffico di esseri umani, il traffico di marijuana e la corruzione dei lavoratori. Alla fine accusato di due omicidi, Pulawa fu condannato a 15 anni per evasione fiscale nel 1973 e rilasciato nel 1984.

Tra i produttori figurano Scorsese, Johnson, Blunt, Leonardo DiCaprio, Bilton, Dany Garcia, Lisa Frechette e Rick Yorn e Chris Donnelly della LBI Entertainment. Con Leonardo DiCaprio, frequente collaboratore di Scorsese, anch’egli coinvolto nel progetto, Deadline ha riferito che la proposta ha iniziato a circolare in città a febbraio, con la Disney che ha concluso l’accordo il mese successivo. A questo punto non resta che attendere maggiori novità sul progetto, anche se Scorsese sembra intenzionato a girare prima l’adattamento del romanzo di fantasmi Cose che succedono la notte con DiCaprio e Jennifer Lawrence.

Another Love in esclusiva su Mediaset Infinity

Il 6 ottobre debutta gratis e in esclusiva su Mediaset Infinity, Another Love, una nuova dizi che conferma l’altissimo livello della serialità turca, amatissima dal pubblico italiano. Dopo aver conquistato milioni di spettatori con appassionanti storie romantiche, Mediaset Infinity si arricchisce con un nuovo e intenso racconto di genere thriller, capace di unire emozione, mistero e passione in un intreccio coinvolgente.

La trama e il cast di Another Love

La storia ha come protagonista Leyla Gediz, una giovane procuratrice che cerca di lasciarsi alle spalle un passato difficile per ricominciare da zero. Nella sua nuova vita incontra Kenan Ozturk, un giornalista affermato e dalla carriera impeccabile. Il loro legame nasce in circostanze drammatiche: l’omicidio brutale di Hamdi Atilbay in un bosco.

Da quel momento, l’amore tra i due si intreccia a un’indagine che scava nelle fragilità più intime, rivelando segreti capaci di sconvolgere le loro esistenze. Un crimine che non solo metterà a rischio il loro futuro, ma minerà anche le verità su cui hanno costruito la propria vita.

Protagonisti della serie sono due volti già amatissimi dal pubblico italiano: Hande Erçel, che ha fatto sognare milioni di fan con Love is in the air, e Burak Deniz, protagonista di Interrupted – L’amore incompiuto.

Another Love sarà disponibile gratis e in esclusiva su Mediaset Infinity dal 6 ottobre con un nuovo episodio al giorno, dal lunedì al venerdì, per una maratona di emozioni e suspense tutta da vivere.

James Gunn anticipa ulteriori progetti in arrivo per il DCU

La line-up dell’universo DC sta per arricchirsi di nuovi titoli della DC Studios, come rivela James Gunn in un nuovo ed entusiasmante aggiornamento. Il Capitolo 1: “Dei e Mostri è appena iniziato, con Gunn e il suo co-CEO Peter Safran che stanno inaugurando una nuova era di contenuti DC sul grande e piccolo schermo. Dopo il successo del film Superman, diversi altri film e serie sono attualmente in varie fasi di sviluppo, come rivelato inizialmente nel gennaio 2023.

Tuttavia, nuove aggiunte come Clayface, che sono arrivate dopo la presentazione della lista iniziale, continuano ad essere valutate e accolte dai DC Studios. Ora, in una nuova intervista con GQ, a Gunn è stato chiesto se potesse condividere qualche nuovo aggiornamento sul suo nuovo universo interconnesso e anticipare qualcosa di nuovo che non avesse già discusso in passato.

Mentre si prepara per Man of Tomorrow, il co-CEO della DC Studios ha così anticipato due film futuri e una serie TV senza titolo che sta per essere approvata: “Al momento ci sono due sceneggiature davvero interessanti che spero di portare al livello successivo e per le quali abbiamo dei piani generali, e sono entusiasta di entrambe. E poi sono entusiasta di un progetto televisivo in particolare. Non so perché non abbiamo ancora ottenuto il via libera, stiamo solo definendo il budget“.

Quindi ci sono un paio di cose molto concrete che mi entusiasmano. Occuparmi di mettere in forma Supergirl, tutte queste altre cose. Guardare gli episodi di Lanterns, che sta andando bene. Quindi, in realtà si tratta solo di occuparsi un po’ di tutto e poi soprattutto di Man of Tomorrow. Questa è la cosa più importante per me. Voglio dire, inizieremo la produzione ad aprile, quindi a voi potrà sembrare lontano, ma a me sembra terribilmente vicino”, ha concluso Gunn.

La DCU è attualmente concentrata sulla seconda stagione di Peacemaker, di cui restano due episodi da mandare in onda su HBO Max. Mentre il film su Supergirl è previsto per giugno 2026, la serie TV Lanterns debutterà nel corso del prossimo anno su HBO, anche se la data esatta di lancio non è ancora stata annunciata.

Cosa significa l’aggiornamento di James Gunn

Come James Gunn ha ribadito più volte, nessun progetto della DC Studios viene formalmente approvato fino a quando la sceneggiatura non è stata completata. Con i suoi ultimi commenti, questo potrebbe facilmente applicarsi al film The Brave and The Bold e al nuovo reboot di Wonder Woman. È fondamentale ricordare che la lista iniziale annunciata nel 2023 era meno della metà di ciò che la DC Studios ha in programma.

Ecco perché potrebbero facilmente esserci due nuovi titoli cinematografici, oltre alla serie misteriosa, dato che Gunn potrebbe aver ricevuto proposte che lo hanno soddisfatto, motivo per cui stanno cercando di capire il budget e i modi per portarle al livello successivo. In ogni caso, sembra proprio che in casa DC si stiano dando da fare continuamente e che le novità in arrivo possano essere molte, in attesa solo di essere rivelate al momento giusto.

A Big Bold Beautiful Journey – Un Viaggio Straordinario, recensione del film di Kogonada

Con A Big Bold Beautiful Journey – Un Viaggio Straordinario Kogonada firma la sua opera più romantica e al tempo stesso riflessiva. Dopo Columbus e After Yang, il regista si cimenta con una romcom atipica che, dietro la leggerezza del viaggio on the road, cela un’indagine profonda sui traumi dell’infanzia e sul modo in cui condizionano la vita adulta. In uscita in sala a partire dal 2 ottobre, il film ha subito attirato l’attenzione per il suo mix di ironia, malinconia e invenzione visiva.

La trama di A Big Bold Beautiful Journey – Un Viaggio Straordinario

Sarah (Margot Robbie) e David (Colin Farrell) sono due persone intrappolate in una quotidianità fatta di routine e scelte di comodo. Lei, segnata da una madre venuta a mancare prematuramente e da un padre incapace di amarla, ha imparato a fuggire dalle relazioni; lui, cresciuto assistendo alla sofferenza del padre abbandonato per un periodo dalla moglie, teme di restare intrappolato in legami infelici. Entrambi portano sulle spalle paure che li spingono a non rischiare mai davvero.

A Big Bold Beautiful Journey - Un viaggio straordinarioSarah e David si incontrano per caso a un matrimonio, dove entrambi si sono recati con macchine a noleggio prese in affitto presso un’agenzia che offre loro un’insolita possibilità: un viaggio guidato da un GPS con la voce inconfondibile di Phoebe Waller-Bridge. Più che un semplice strumento, la voce del GPS diventa coscienza e destino, conducendo i protagonisti attraverso sette porte simboliche che aprono ricordi dolorosi e traumi da affrontare. Questo collegamento con il passato richiama alcuni temi già presenti nella filmografia di Kogonada: in Columbus e After Yang il tempo e le relazioni familiari sono sempre al centro, anche se declinati in chiave drammatica o futuristica. Qui, però, Kogonada sfrutta un espediente visivo e quasi “magico” per rendere tangibile il conflitto interiore dei protagonisti: le ferite infantili non sono solo ricordi, ma spazi in cui entrare, confrontarsi e trasformarsi.

Tra commedia romantica e viaggio psicologico

Kogonada orchestra il racconto con la consueta attenzione al dettaglio visivo e al tempo sospeso, trasformando una commedia romantica in un viaggio psicologico. L’intuizione del GPS come voce del destino è uno dei punti più originali e affascinanti, capace di dare al film una dimensione sospesa tra realtà e metafora.

Il meccanismo delle porte funziona bene come dispositivo narrativo: ciascuna costringe i protagonisti a confrontarsi con se stessi e con il peso delle proprie paure. L’idea che il passato non vada rimosso ma rivissuto con consapevolezza adulta permette al film di affrontare in modo delicato il tema del trauma.

Non tutto, però, è perfetto: alcune sequenze metateatrali, in cui i personaggi sembrano letteralmente trovarsi su un palcoscenico, appesantiscono la narrazione e risultano meno incisive rispetto al resto. A tratti il simbolismo rischia di prevalere sulla freschezza della romcom, smorzando il ritmo. Tuttavia, Robbie e Farrell danno spessore emotivo ai loro personaggi, rendendo credibile la paura di lasciarsi andare e la lenta apertura verso l’altro.

La battuta di Phoebe Waller-Bridge — «Chi non è un attore, nella propria vita?» — diventa il manifesto del film: siamo tutti interpreti di copioni ereditati dall’infanzia, e solo affrontandoli possiamo imparare a riscrivere la nostra storia.

A Big Bold Beautiful Journey è un’opera imperfetta ma sincera, capace di emozionare e di trascinare lo spettatore in un percorso universale: la paura di amare e la possibilità di essere felici. Kogonada ha diretto una romcom originale e ambiziosa, capace di unire sentimento e introspezione attraverso simboli potenti e interpretazioni intense.

Him, spiegazione del finale: la decisione finale di Cam e le parole del regista

Il finale di Him rivela chi sia il vero GOAT (Greatest of All Time), Cam o Isaiah. Il film mescola sport e horror per raccontare la storia di un giovane talento che viene guidato – e manipolato – da una leggenda ormai al tramonto. Non si limita al rapporto tra i due protagonisti, ma riflette anche sul lato oscuro dello sport: la storia dei giocatori minoritari, lo sfruttamento dei corpi da parte dei proprietari e il prezzo dell’ambizione.

Perché Cam rifiuta i Saints (e cosa significa)

Tutti i colpi di scena conducono al momento in cui Cam rifiuta di firmare il contratto che lo consacrerebbe come erede di Isaiah. Non accetta di morire come vittima sacrificale né di diventare una pedina nelle mani dei proprietari. Con un atto di violenza estrema, uccide il trainer e poi gli stessi proprietari, scegliendo la libertà e l’autenticità. A differenza di Isaiah, che sacrificò se stesso per la gloria, Cam decide di restare fedele ai propri valori, spinto dall’amore per la famiglia e dall’amicizia con Marco. Così diventa veramente il “più grande”: non per i titoli, ma per aver spezzato una catena di sfruttamento.

Perché Isaiah addestra Cam

Isaiah prepara Cam a sostituirlo non solo sul campo, ma anche come strumento del sistema che controlla lo sport. Pur amando il football, Isaiah ha sacrificato tutto per la fama, arrivando a trasformarsi in un idolo quasi mistico, ossessionato dall’idea di restare il migliore. L’addestramento e persino la trasfusione di sangue simboleggiano la trasmissione del ruolo di “GOAT”, ereditato da generazioni precedenti. Isaiah sorride mentre Cam lo uccide: per lui la “grandezza” è l’unico scopo, anche se significa morire.

Il culto demoniaco e i piani per Cam

I veri antagonisti sono i proprietari dei Saints, insieme all’agente Tom e a Elsie, la moglie di Isaiah. Il loro obiettivo è che Cam firmi un contratto che lo vincoli al sistema, rivelando la dimensione sovrannaturale che aleggia in tutto il film. Ma al di là degli elementi demoniaci, il messaggio è chiaro: i giocatori vengono trattati come merci, pedine sacrificabili in nome del profitto. Gli insulti razzisti dei proprietari sottolineano il sottotesto sociale, dipingendoli come i veri “diavoli” della storia.

Il ruolo del padre di Cam

Il padre di Cam appare solo brevemente, ma la sua ombra segna tutto il percorso del protagonista. Grande tifoso dei Saints, trasmise al figlio la passione per il football. Cam vive la sua ascesa come un modo per riscattarsi dopo aver quasi lasciato lo sport, evento che spezzò il cuore paterno. Tuttavia, il finale rivela un lato più oscuro: il padre aveva già stretto un patto con i proprietari affinché il figlio diventasse il nuovo GOAT. Questo ribalta la motivazione di Cam, mostrando come anche lui sia stato spinto in un destino predeterminato.

Cosa ha detto il regista sul finale

Il regista Justin Tipping ha spiegato che il film avrebbe potuto terminare con Cam che accetta il ciclo e diventa parte del sistema. Ha invece scelto un finale più speranzoso: Cam rompe il meccanismo, salvando la prossima generazione. Per Tipping il messaggio è chiaro: il ciclo può finire, basta il coraggio di opporsi. L’ultima scelta di Cam, di combattere e rifiutare la gloria promessa, diventa un atto di ribellione morale contro un sistema che divora i giocatori.

Il vero significato del destino di Cam

Him intreccia temi di razzismo, sfruttamento e sacrificio, paragonando lo sport moderno ai gladiatori e alle cacce rituali. Le lesioni gravi e le sofferenze fisiche diventano offerte su un altare che arricchisce solo pochi eletti. Cam rompe questo schema: non solo sopravvive, ma combatte per distruggerlo. In questo senso diventa il vero GOAT, non perché erede di Isaiah, ma perché ha avuto la forza di dire “no” e di affermare la propria umanità.

Leggi la nostra recensione di Him

Kill Bill torna al cinema come un unico film: “The Whole Bloody Affair”

Il montaggio combinato dei film Kill Bill di Quentin Tarantino, Kill Bill: The Whole Bloody Affair, sarà proiettato per la prima volta nelle sale cinematografiche statunitensi. La saga, come noto, segue le vicende di Uma Thurman nei panni della Sposa, un’ex assassina tradita dal suo capo, che cerca vendetta dopo essersi risvegliata dal coma. Il film è stato originariamente distribuito in due parti: Kill Bill: Volume 1 nel 2003 e Kill Bill: Volume 2 nel 2004.

Tuttavia, una versione combinata dell’epopea di arti marziali di Tarantino, intitolata Kill Bill: The Whole Bloody Affair, è stata proiettata per la prima volta nel 2006 al Festival di Cannes, oltre che in varie altre proiezioni speciali. Ora, Lionsgate distribuirà la versione combinata nelle sale cinematografiche per la prima volta il 5 dicembre, dando ai fan ciò che hanno atteso negli ultimi 19 anni.

Come parte della combinazione dei due film in uno solo, verranno rimosse alcune scene. Tra queste ci saranno il finale sospeso del Volume 1 e il riassunto che apre il Volume 2. Tra le altre modifiche c’è l’aggiunta di una sequenza animata di sette minuti e mezzo mai vista prima. Il Kill Bill combinato avrà anche un trattamento premium, con proiezioni selezionate del film in 70 mm e 35 mm. Al momento l’uscita in sala sembra prevista solo per gli Stati Uniti, ma non è da escludere che possa essere estesa anche ad altri mercati, tra cui l’Italia.

Intanto, Tarantino ha così commentato la notizia: “L’ho scritto e diretto come un unico film e sono molto felice di dare ai fan la possibilità di vederlo come un unico film. Il modo migliore per vedere Kill Bill: The Whole Bloody Affair è in un cinema in glorioso 70 mm o 35 mm. Sangue e budella sul grande schermo in tutto il loro splendore!

Perché Kill Bill è stato diviso in due film

Come dice Tarantino, ha ideato e diretto Kill Bill come un unico film, quindi perché alla fine è stato diviso in due volumi quando è uscito per la prima volta? Secondo quanto riportato, il montaggio iniziale era di quasi quattro ore. Harvey Weinstein, che ha prodotto il film, avrebbe voluto tagliare alcune scene d’azione per ridurre la durata. Tuttavia, Tarantino era irremovibile nel voler mantenere queste scene, quindi ha raggiunto un compromesso dividendo la storia in due film.

Sia Kill Bill: Volume 1 che Kill Bill: Volume 2 hanno incassato più di 150 milioni di dollari al botteghino mondiale. Anche così, sono diventati film iconici, estremamente riconoscibili per il loro rifarsi ad una ben precisa tradizione cinematografica e allo stesso tempo massima espressione dell’idea di cinema del loro autore. Tuttavia, Tarantino aveva chiaramente la volontà di mostrare la sua visione originale, che i fan del cinema potranno ora apprezzare con The Whole Bloody Affair.

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Him: recensione del nuovo film con Marlon Wayans

È generalmente noto che gli americani amino il football (forse anche più di quanto gli italiani e gli europei amino il calcio!), ma fino a che punto la passione può spingersi prima di sfociare in fanatismo? Him ci porta nella maniera più cruda ed estrema all’interno delle dinamiche interne al football professionista. Il film, diretto da Justin Tipping, è già approdato nelle sale americane lo scorso 19 settembre ed è a breve atteso nelle sale italiane. Nel cast ritroviamo alcune figure già parzialmente note nel panorama cinematografico internazionale: Marlon Wayans (il personaggio di Shorty in Scary movie) qui interpreta Isahia White, il leggendario quarterback che vede in Cam il suo successore. Tyriq Whiters (Atlanta) è nel ruolo di Cameron, un giovane giocatore di football. Naomi Grossman (Pepper in American Horror story) qui è nei panni di una fan di Isahia che non accetta il passaggio di testimone a Cam.

Him: una stella nascente

Cameron è un promettente giocatore di football: nonostante la sua giovane età, ottiene già ottimi risultati nella squadra del college. Un’aggressione violenta da parte di un fan gli provoca un trauma cranico, che potrebbe potenzialmente mettere fine alla sua carriera prima ancora che essa decolli realmente.

Nel momento di pressione legato alla necessità di rispettare le aspettative dei propri familiari e amici senza mettere a rischio la propria salute, un’opportunità cambia completamente le prospettive future di Cam: Isahia White, il più grande quarterback del momento, lo invita a casa propria per allenarlo e trasformarlo nel prossimo GOAT, il giocatore più forte in assoluto.

Quella che sembra essere l’opportunità di una vita si rivelerà essere un vero inferno: da allenamenti estenuanti, spinti al massimo da iniezioni, farmaci e metodi tutt’altro che ortodossi, il giovane Cam vedrà la parte oscura del football professionista, quella che resta nascosta al grande pubblico. In un clima di crescente fanatismo, Cam dovrà affrontare tante sfide per diventare il nuovo GOAT, dovendosi anche confrontare con le allucinazioni crescenti nella sua fragile mente.

Him: il tifo fanatico

Prima caratteristica che salta all’occhio di Him è certamente il crescente clima di tifoseria a favore dell’attuale GOAT che sfocia in fanatismo, dai tratti simili al satanismo. Nel momento in cui Cam arriva a casa di White, sono in molti accampati fuori, con roulotte e alcuni con vistose corna in testa. La leader della “setta” arriva a buttarsi sulla macchina sputando sul finestrino verso Cam, rifiutando il passaggio di testimone. La presenza di questi fanatici non si ferma alle prime scene: continua ad essere presente per tutto il resto del film: piccoli gruppi appostati fuori casa fino alla vera e propria incursione. Questi iniziano talvolta a popolare le visioni disturbanti di Cam.

Massimo livello, massimo sacrificio

Un altro degli aspetti più rilevanti che emergono in Him è proprio l’enorme sacrificio che viene richiesto a Cam per diventare il GOAT. Proprio in questo il film sembra avere una struttura a climax: ogni allenamento diventa più estenuante. La prima richiesta di White è solamente di consegnare il telefono e per Cam di divertirsi giocando; ma ben presto il divertimento viene sostituito da folli esercizi che mettono a dura prova i nervi del giovane quarterback, oltre alla salute e sopravvivenza di altri giocatori. Nulla sembra più importante di trasformare Cam nel nuovo GOAT. Un esempio di questa brutalità è certamente l’allenamento durante il quale Cam deve lanciare la palla a un suo compagno di squadra in meno di due secondi, altrimenti un altro giocatore verrà colpito: questo crea una tensione tale da rendere difficile al giovane quarterback di concentrarsi e all’altro giocatore di uscire inerme e sanguinante dal campo.

Tutta questa pressione porterà Cam a spingersi al massimo, se non anche oltre attraverso delle misteriose iniezioni. Ma ogni allenamento e ogni recupero diventano sempre più incubi costellati di visioni di morte.

Un finale splatter

Uno degli elementi più sorprendenti (anche se non necessariamente in positivo) di Him è proprio il finale. Qui il susseguirsi di scene splatter stravolge un po’ il clima di sola suspense e tensione che aveva caratterizzato tutto il film. Questo fa sembrare il finale parzialmente scollegato rispetto al resto, ma anche qui potrebbe essere riscontrata un’interpretazione. La violenza portata sul grande schermo rappresenta il rigetto di una realtà sportiva in cui a prevalere è il fanatismo, unito a un’ossessione per il successo: Cam, dopo tutto ciò che ha dovuto subire per diventare il nuovo GOAT, rigetta violentemente questa realtà.

Him è certamente una pellicola d’effetto, che presenta le sofferenze legate agli sport professionisti in maniera fin troppo estremizzata, permettendo al grande pubblico di ripensare al valore che si vuole attribuire a tali discipline.

San Andreas, la spiegazione del finale

I film catastrofici, generalmente associati agli anni ’70 e relegati negli scaffali dei DVD delle stazioni di servizio in tutta l’America, hanno sconvolto Hollywood nel 2015, quando un certo Dwayne Johnson li ha riportati all’attenzione del pubblico cinematografico. San Andreas è riuscito a incassare quasi mezzo miliardo di dollari al botteghino: non sono cifre da MCU, ma niente da sottovalutare.

Il film ha riportato in auge anche un altro grande classico di cinquant’anni fa: l’idea che la faglia di San Andreas potesse complottare contro la brava gente della California, pianificando furtivamente di far sprofondare lo Stato nell’Oceano Pacifico come un Slim Jim densamente popolato. Come in molti di quei “capolavori catastrofici” degli anni ’70, la triste previsione è fatta da un sismologo frustrato (interpretato qui da Paul Giamatti).

Il caos ha inizio quando il Golden State viene colpito da un devastante terremoto. Entra in scena Ray Gaines (Johnson), pilota di elicotteri dei vigili del fuoco, l’uomo più in forma che abbia mai avuto un lavoro in cui si sta seduti tutto il giorno. Ray salva la sua ex moglie Emma (Carla Gugino) dal caos di Los Angeles, ma la figlia della coppia, Blake (Alexandra Daddario), è a San Francisco con il fidanzato di Emma, un vero pezzo grosso interpretato da Ioan Gruffudd. Il fidanzato, che dovrebbe davvero sforzarsi di più per impressionare gli altri dato che la donna con cui esce era sposata con The Rock, alla fine abbandona Blake, cementando il suo destino di vittima del secondo atto.

San Andreas finisce con terremoti, tsunami e altro ancora

san andreas

Ray ed Emma partono per un’avventura ad alto rischio, volando in direzione della loro figlia fino a quando il maledetto elicottero non si rompe. Si svolge una sequenza assurda di eventi che vede la coppia rubare un camion, poi scambiarlo con un aereo, poi lanciarsi con il paracadute in uno stadio, poi piratare una barca. Alla fine del film, mancano solo uno shuttle spaziale e una locomotiva del Vecchio West per completare la loro lista di mezzi di trasporto.

Nel frattempo, un altro terremoto ancora più forte colpisce la California. Lo tsunami che ne deriva distrugge il Golden Gate Bridge e, cosa ancora più importante, il fidanzato di Emma, un vero e proprio idiota. Ray ed Emma raggiungono Blake, cercando di trovare riparo in un edificio, ma l’onda anomala li travolge. Ray dimostra una volta per tutte di essere una figura paterna migliore di quel tizio di prima, non solo rifiutandosi di abbandonare sua figlia, ma anche non facendosi uccidere dall’oceano. Poi Emma salva la famiglia appena riunita con una barca.

A seguito dei disastri naturali, la maggior parte della California è distrutta e la penisola di San Francisco è ora l’isola di San Francisco. Emma e Ray tornano insieme e la bandiera americana sventola su ciò che resta del Golden Gate Bridge come promemoria che gli Stati Uniti persevereranno — oh, e anche che il fidanzato perdente di Emma è morto lì una volta.

Fuori dallo schermo, la New Line ha annunciato l’intenzione di produrre un sequel e, anche se nessuno ha ufficialmente intitolato il progetto “San Andreas 2”, tutti sanno nel profondo del proprio cuore che probabilmente le cose andranno in questo modo.

Pirati dei Caraibi: il produttore conferma che Margot Robbie è ancora legata al nuovo film

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Un sorprendente aggiornamento ha confermato che Margot Robbie è ancora legata al nuovo film Pirati dei Caraibi. Pirati dei Caraibi è da tempo un punto di riferimento culturale, con le sue avventure rocambolesche e le interpretazioni iconiche, in particolare quella del Capitano Jack Sparrow di Johnny Depp. Il coinvolgimento di Margot Robbie nel franchise è stato anticipato per la prima volta anni fa, con l’attrice legata a un nuovo progetto al femminile.

Dal 2017, tutti i progetti di Pirati dei Caraibi sono stati rinviati a causa del futuro incerto della serie. I fan attendono da tempo Pirati dei Caraibi 6, che è stato sospeso da quando sono emerse le controversie su Depp. Detto questo, gli aggiornamenti sui vari progetti in fase di sviluppo hanno continuato ad arrivare dal produttore Jerry Bruckheimer, compreso il film di Margot Robbie.

In una recente intervista alla conferenza The Grill di TheWrap, il produttore Jerry Bruckheimer ha fornito un aggiornamento molto promettente sul franchise Pirati dei Caraibi, confermando che Robbie è “ancora coinvolta” nel prossimo capitolo. Bruckheimer ha confermato che lui e il suo team stanno “lavorando alla sceneggiatura” e che il progetto di Robbie andrà avanti, nonostante le voci precedenti suggerissero il contrario.

Bruckheimer ha dichiarato che il progetto non andrà avanti finché non saranno soddisfatti, sottolineando: “A un certo punto avevamo due sceneggiature, poi una è stata scartata e abbiamo deciso di andare avanti con l’altra”. Secondo Bruckheimer, il veterano della serie Ted Elliot ha contribuito alla sceneggiatura di Pirati dei Caraibi 6, anche se “hanno chiamato qualcun altro per riempire i vuoti.

Cosa significa questo per il futuro di Pirati dei Caraibi

Bruckheimer ha rilasciato una serie di aggiornamenti confusi in passato, ma quest’ultimo aggiornamento sottolinea che Pirati dei Caraibi è ben lungi dall’essere finito, anche dopo le iniziali difficoltà con la sceneggiatura. L’inclusione di Robbie nel prossimo film suggerisce una nuova prospettiva per la serie, che potrebbe attrarre una nuova generazione di fan, soprattutto considerando il repertorio di Robbie per i film di successo.

Data la lunga pausa tra Dead Men Tell No Tales e Pirati dei Caraibi 6, sembra che Bruckheimer sia impegnato a creare un film che risuoni sia con i vecchi fan che con i nuovi arrivati. Di conseguenza, il nuovo cast di Pirati dei Caraibi, combinato con la profondità creativa del franchise, potrebbe segnalare una rivitalizzazione del franchise in una nuova era.

Tuttavia, ci sono ancora molti fan che attendono con impazienza notizie sul ritorno di Johnny Depp. In precedenza, Bruckheimer aveva dichiarato di volere Depp in Pirati dei Caraibi 6, ma che ciò dipendeva dall’accettazione della sceneggiatura da parte dell’attore. Il silenzio di Bruckheimer su Depp e il rafforzamento del ruolo di Robbie potrebbero far temere che alla fine non tornerà, quindi ulteriori aggiornamenti potrebbero seguire a breve.

Disney rimuove la data di uscita di un film Marvel e sfata 5 teorie sul MCU

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Il Marvel Cinematic Universe ha appena visto un film essere rimosso dal suo programma di uscita, il che smentisce alcune importanti teorie sul futuro del franchise. La Marvel si prepara ad affrontare un paio d’anni molto intensi al botteghino. Dopo che i film del MCU del 2025 hanno faticato a ottenere buoni risultati nelle sale, il MCU ha tre colossi in uscita a breve.

Nel 2026, Spider-Man: Brand New Day e Avengers: Doomsday riporteranno in auge due dei franchise più importanti dell’MCU. Poi, il 2027 concluderà la saga del Multiverso con Avengers: Secret Wars. Tutti e tre i film hanno il potenziale per finire nella lista dei migliori film dell’MCU. Tuttavia, un altro film avrebbe potuto unirsi a loro, ma ciò non sarà possibile dopo un aggiornamento.

Un importante film dell’MCU non verrà più realizzato

A causa di un rallentamento della produzione, ogni anno verranno distribuiti meno film dell’MCU. Nel 2026 arriveranno nelle sale due film, mentre nel 2027 ce ne sarà solo uno, Avengers: Secret Wars. Tuttavia, fino a poco tempo fa, l’anno avrebbe dovuto includere due film dell’MCU, ma la Disney ha rimosso un film dell’MCU dal programma della Marvel (tramite Variety). La sua data di uscita era il 23 luglio 2027.

Sebbene il film fosse conosciuto semplicemente come un film “Marvel senza titolo”, sarebbe stato importante indipendentemente dall’eroe MCU su cui si sarebbe concentrato. Il motivo è che il film sarebbe stato l’unico film MCU ad essere distribuito tra i prossimi due film degli Avengers. Il film MCU è stato sostituito dal sequel di The Simpsons Movie nel programma della Disney.

L’aggiornamento della lista dei film dell’MCU smentisce 5 importanti teorie Marvel

Non essendoci un film dell’MCU a colmare il divario tra i prossimi due film degli Avengers, alcune importanti teorie sull’MCU sono state smentite. Ad esempio, dopo che Doctor Strange in the Multiverse of Madness ha anticipato che l’eroe avrebbe fermato un’incursione con Clea, molti credevano che Doctor Strange 3 sarebbe stato il misterioso film dell’MCU del 2027.

L’aspetto multiversale della storia e il fatto che Benedict Cumberbatch non fosse stato confermato nel cast di Avengers: Doomsday hanno contribuito a sostenere questa teoria. Allo stesso modo, si vocifera che Scarlet Witch, interpretata da Elizabeth Olsen, tornerà in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers dell’MCU. Un film dedicato a Wanda Maximoff avrebbe potuto spiegare il suo ritorno e colmare perfettamente il divario tra i film degli Avengers.

La rimozione del film MCU fa anche sembrare che il film Blade di Mahershala Ali, se mai verrà realizzato, dovrà aspettare fino alla fine della saga Multiverse. Allo stesso modo, anche Black Panther 3 sarà probabilmente un film del 2028, nonostante alcune recenti anticipazioni, e il presunto film World War Hulk non uscirà nel 2027. Il cambiamento di programma della Marvel pone fine a tutte queste importanti teorie sull’MCU.

Wolfman: la spiegazione del finale del film

Il film Wolfman (qui la recensione) del 2010, con Benicio del Toro nei panni di Lawrence Talbot, si inserisce nella lunga tradizione dei film sul licantropo, riprendendo e rielaborando i canoni classici del genere horror gotico. Ambientato in un’Inghilterra vittoriana nebbiosa e oppressiva, il film richiama le atmosfere cupe e teatrali dei celebri classici della Universal degli anni ’30 e ’40, come L’uomo lupo del 1941, ma cerca di rinnovare la narrazione attraverso un approccio più realistico e psicologicamente complesso. La figura del licantropo, qui, non è solo un mostro da temere, ma anche un simbolo del dolore, della colpa e dell’eredità familiare, elementi che conferiscono maggiore profondità alla storia.

Rispetto alle versioni precedenti, Wolfman introduce diverse novità sia sul piano visivo che narrativo. La trasformazione del protagonista in licantropo è resa con effetti speciali moderni, combinando makeup prostetico e CGI, per creare sequenze più dinamiche e impressionanti rispetto agli effetti analogici dei film del passato. La sceneggiatura, inoltre, approfondisce la storia personale di Lawrence Talbot, il suo trauma infantile e il rapporto conflittuale con il padre, offrendo una dimensione emotiva più intensa rispetto ai licantropi classici, che spesso erano rappresentati come figure più archetipiche e meno psicologicamente complesse. L’ambientazione, volutamente cupa e piovosa, contribuisce a creare un tono gotico e realistico che distingue questa versione da altre moderne reinterpretazioni del mito.

All’uscita nelle sale, il film ha ricevuto un’accoglienza critica mista, con elogi rivolti principalmente all’interpretazione intensa di Benicio del Toro e alla qualità della produzione, mentre alcune critiche hanno riguardato la sceneggiatura e il ritmo narrativo, giudicati talvolta prevedibili. Nonostante ciò, Wolfman ha consolidato la tradizione dei film sul licantropo introducendo nuovi elementi di dramma e introspezione psicologica, cercando di attirare sia i fan del genere classico sia il pubblico contemporaneo. Nel resto dell’articolo si approfondirà il finale ambiguo del film, analizzando le sue implicazioni e spiegando come esso influenzi la percezione del destino del protagonista e il messaggio complessivo della pellicola.

Wolfman cast

La trama di Wolfman

Ambientato nell’Inghilterra del 1891, il film ha per protagonista Lawrence Talbot, attore teatrale, che torna nella sua casa natìa in seguito alla scomparsa di suo fratello Ben. Qui viene accolto dall’anziano padre John e da Gwen, la fidanzata del defunto. La morte di questi si presenta da subito come particolarmente controversa e misteriosa, poiché ad averlo ucciso sarebbe stata una bestia dalle dimensioni particolarmente imponenti. Deciso ad indagare sulla cosa, Lawrence inizia a ricostruire quanto può essere accaduto nelle ultime ore di vita del fratello. Così facendo, scopre di leggende che sembrano non essere poi tanto irrealistiche.

Secondo la gente del luogo, infatti, la zona è minacciata da un lupo mannaro, che strazia i corpi di quanti gli capitano a tiro durante le notti di luna piena. Per tentare di abbattere la bestia viene ingaggiato anche l’ispettore Aberline, il quale dà vita ad una spietata caccia al mostro. Lawrence cerca di tenersi lontano da tutto ciò, proseguendo la sua ricerca, che lo porterà a scontrarsi con segreti tanto antichi quanto pericolosi. Prima che la luna piena torni a splendere nel cielo e la bestia si scateni di nuovo, Lawrence e quanti vicino a lui dovranno essere pronti a difendersi come possibile.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Wolfman, la tensione raggiunge il culmine mentre Lawrence Talbot, ormai trasformato in licantropo, si trova intrappolato in una spirale di violenza e caos. Dopo aver scoperto la verità sul padre e sul proprio destino, Lawrence fugge nel bosco durante una notte di luna piena, uccidendo cacciatori e seminando il panico tra gli abitanti. La città è in subbuglio e la sua stessa famiglia è minacciata, mentre il poliziotto Aberline tenta invano di contenere la furia del mostro. Lawrence, lacerato tra la sua umanità e la maledizione che lo domina, diventa il fulcro della distruzione imminente, mostrando la tragedia della sua condizione senza possibilità di redenzione immediata.

La narrazione del film si risolve con la resa dei conti tra Lawrence e suo padre Sir John all’interno di Talbot Hall, trasformando la tragedia familiare in un confronto violento tra licantropi. Durante la lotta, Sir John viene decapitato da Lawrence, ma la furia del licantropo non si placa: attacca Aberline e mette a rischio Gwen, la donna che ama. La scena culmina nel drammatico scontro sulla gola del dirupo, in cui Gwen, con grande coraggio, riesce a sparare a Lawrence, liberandolo dalla maledizione. Il film si chiude con Lawrence che, tornando umano, ringrazia Gwen prima di morire, mentre Aberline osserva terrorizzato la luna piena, simbolo perpetuo del ciclo di violenza.

Wolf man film

Il finale del film, pur risolvendo la vicenda principale, mantiene un forte senso di ambiguità e tragedia. Lawrence muore, ma il potere della luna piena e la maledizione della licantropia rimangono elementi che suggeriscono che la violenza potrebbe ripetersi. La lotta tra umanità e mostruosità è rappresentata come un conflitto interiore eterno, e la presenza del poliziotto Aberline alla fine indica che il mondo esterno resta in pericolo, incapace di contenere appieno il ciclo della maledizione. Questo finale apre una riflessione sulla natura della colpa, dell’ereditarietà e delle conseguenze inevitabili delle azioni del passato.

La spiegazione del finale evidenzia come Wolfman utilizzi la trasformazione in licantropo non solo come elemento di horror visivo, ma come metafora del conflitto umano e familiare. La maledizione, trasmessa dal padre a Lawrence, diventa simbolo della ciclicità della violenza e della difficoltà di sfuggire ai traumi ereditati. La morte di Lawrence per mano di Gwen rappresenta una liberazione sia fisica che morale, poiché pone fine al suo tormento e alla minaccia immediata. Tuttavia, il film lascia intendere che l’incontrollabile natura del mostro non può essere completamente sradicata, sottolineando la tragicità della condizione di Talbot.

Il messaggio che il film lascia allo spettatore è duplice: da un lato, la storia esplora la lotta interiore tra i propri impulsi distruttivi e la volontà di umanità; dall’altro, mette in guardia sul peso dell’eredità familiare e sui traumi irrisolti che possono condizionare le vite successive. La tragedia di Lawrence Talbot è quella di un uomo che non può sfuggire al proprio destino, e la sua morte simboleggia sia la fine della maledizione immediata sia l’impossibilità di eliminare completamente il male che risiede nell’essere umano. Il finale, seppur drammatico, invita a riflettere sul prezzo del potere, della vendetta e della redenzione.

The Witcher: l’autore dichiara che la serie Netflix non supererà mai i suoi libri

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L’autore di The Witcher, Andrzej Sapkowski, ha affermato che la controversa serie fantasy di Netflix non potrà mai superare i suoi romanzi. La serie ha debuttato sulla piattaforma di streaming nel 2019 e ha riscosso un grande successo sin dal suo lancio iniziale. Con Henry Cavill nel ruolo del protagonista Geralt di Rivia, la serie vede anche Freya Allen e Anya Chalotra in ruoli secondari.

Durante la sua messa in onda, la serie è stata caratterizzata da polemiche, presumibilmente riguardanti l’insoddisfazione di Cavill per la direzione che stava prendendo la serie, culminate con l’acrimoniosa uscita di Cavill dal progetto. È stato sostituito da Liam Hemsworth nel ruolo di Geralt per The Witcher – stagione 4, e non è chiaro per quanto tempo la serie continuerà oltre questo punto.

Secondo Reddit, durante una sessione AMA degli editori Orbit Books, Sapkowski ha risposto a una domanda sulle sue opinioni riguardo agli adattamenti televisivi e videoludici e alla direzione che stanno prendendo. Sapkowski ha difeso con fermezza la parola scritta e il materiale originale, sostenendo che qualsiasi adattamento perde qualcosa nel processo. Ecco i suoi commenti:

Mettiamola così: c’è l’originale e poi ci sono gli adattamenti. Indipendentemente dalla qualità di questi adattamenti, non ci sono dipendenze o punti di convergenza tra l’originale letterario e il suo adattamento. L’originale è autonomo e ogni adattamento è autonomo; non è possibile tradurre le parole in immagini senza perdere qualcosa e non possono esserci collegamenti in questo senso. Inoltre, gli adattamenti sono per lo più visualizzazioni, il che significa trasformare le parole scritte in immagini, e non c’è bisogno di dimostrare la superiorità della parola scritta rispetto alle immagini, è ovvio. La parola scritta trionfa sempre e decisamente sulle immagini e nessuna immagine, animata o meno, può eguagliare il potere della parola scritta.

Cosa significa questo per The Witcher di Netflix

The Witcher si è rivelato uno degli adattamenti più controversi di Netflix, ed è chiaro il perché. Sebbene all’inizio della serie abbia fatto un lavoro ammirevole nell’adattare i romanzi epici e tentacolari di Sapkowski, ci sono ancora molti aspetti che la serie non è riuscita ad adattare in modo efficace, e questo è il limite degli adattamenti visivi rispetto al materiale scritto originale.

È vero che The Witcher non è un adattamento fedele dei libri; questo non potrebbe mai essere il caso a causa delle restrizioni che derivano dalla realizzazione di serie televisive. Tuttavia, c’è stata una forte deviazione da ciò che ha reso i libri di Sapkowski così efficaci, e questo conferma l’affermazione dell’autore secondo cui nulla può eguagliare la parola scritta.

L’amore all’improvviso – Larry Crowne: curiosità sul film di e con Tom Hanks

Tom Hanks dirige L’amore all’improvviso – Larry Crowne di cui è anche protagonista, al fianco di Julia Roberts. La coppia di divi aveva già lavorato in La guerra di Charlie Wilson

La trama di L’amore all’improvviso – Larry Crowne

Larry Crowne è un uomo gentile e stimato, che da anni lavora come responsabile in una grande catena di negozi in franchising, dove era approdato dopo il congedo dalla marina. La sua vita subisce però una svolta improvvisa quando, nonostante la dedizione al lavoro, viene licenziato. Oltre al trauma della perdita del posto, Larry deve affrontare le difficoltà economiche legate al mutuo e la totale incertezza su come gestire il tempo libero che si ritrova improvvisamente. Su consiglio degli amici, decide di iscriversi all’East Valley Community College, alla ricerca di una nuova opportunità. Qui entra a far parte di un vivace gruppo di studenti accomunati dalla passione per lo scooter e dal desiderio di costruirsi un futuro migliore. L’esperienza scolastica prende una piega inaspettata quando Larry resta affascinato dalla sua insegnante di oratoria, una donna disillusa, priva di entusiasmo per il lavoro e intrappolata in un matrimonio infelice.

Le curiosità su L’amore all’improvviso – Larry Crowne

  • Questo film è basato sulla vita di un amico di Tom Hanks, Jim Chandler.
  • Dopo aver ricevuto la notizia che sarebbe stato scelto per il ruolo del marito del personaggio di Julia Roberts, Bryan Cranston ha iniziato un regime di allenamento e dieta accelerati. Si è anche sbiancato i denti. Cranston ha affermato che si trattava di un tentativo di convincere il più possibile la gente che il suo personaggio si sarebbe sposato con una come la Roberts, presentando un personaggio dall’aspetto più giovane.
  • Il cognome della signora in banca è Gammelgaard. Questo è un riferimento a That Thing You Do! (1996) (sempre con Tom Hanks). È lo stesso cognome del ragazzo che ha baciato “decentemente” Faye (Liv Tyler). Questa è una delle ultime battute del film.
  • Chet Hanks, figlio di Rita Wilson e Tom Hanks, appare in una piccola parte come fattorino delle pizze. Rita ha anche un ruolo secondario.
  • In questo film Tom Hanks interpreta un cuoco di fast food. Nella vita reale suo padre, Amos Medford Hanks, era un cuoco.
  • Con tre premi Oscar (Tom Hanks, Julia Roberts e Rami Malek) e tre candidati all’Oscar (Bryan Cranston, Taraji P. Henson e Nia Vardalos).
  • Ci sono molti riferimenti al fatto che il cognome di Larry (Tom Hanks) sia Crowne (loghi con la corona, ecc.), incluso il suo alias, Lance Corona, poiché Corona in spagnolo significa “corona”.
  • Julia Roberts aveva appena iniziato le riprese di Mangia Prega Ama (2010) a Roma, quando le è stata offerta per la prima volta la sceneggiatura di questo film.
  • Tom Hanks è un grande fan della serie TV originale di Star Trek (1966-1969) e dei film successivi, da qui la scelta di George Takei per questo film. In effetti, Hanks era pronto a realizzare un’ambizione personale quando gli fu chiesto di interpretare un personaggio nel film Star Trek: Primo contatto (1996), ma dovette rifiutare a malincuore perché coincideva con le date delle riprese del suo debutto alla regia, That Thing You Do (1996).
  • Il personaggio di Malcolm Barrett parla di “Star Trek”. George Takei, famoso per il suo ruolo di Mr. Sulu nella serie originale di “Star Trek (1966)”, ha un ruolo in questo film.
  • Verso la fine del film, Talia sta per mangiare del sushi da asporto. Esamina l’etichetta della salsa di soia e cerca di controllare la sua schiena il più possibile, poiché in precedenza nel film Larry aveva rivelato che il suo tatuaggio in realtà significa salsa di soia.

Le Mans ’66 – La grande sfida: curiosità sul film di James Mangold

Matt Damon e Christian Bale sono le star di Le Mans ’66 – La grande sfida, film basato sull’incredibile storia vera del visionario designer di automobili Carroll Shelby e dell’intrepido pilota britannico Ken Miles, che insieme si batterono contro l’interferenza delle corporation, le leggi della fisica e i loro demoni personali per costruire una rivoluzionaria auto da corsa per la Ford Motor Company e sfidare le imbattibili auto di Enzo Ferrari alla 24 Ore di Le Mans in Francia nel 1966.

La trama di Le Mans ’66 – La grande sfida

Nel 1959 Carroll Shelby vince la 24 Ore di Le Mans con l’Aston Martin, ma un problema cardiaco lo costringe a lasciare le corse. Trasferitosi negli Stati Uniti, nel 1963 diventa costruttore di auto sportive con le sue Cobra, gareggiando con la sua squadra nel campionato SCCA. Tra i suoi piloti spicca Ken Miles, talentuoso ma dal carattere spigoloso, che dimostra le proprie doti vincendo a Willow Springs nonostante un acceso scontro con Shelby.

Intanto la Ford, in crisi di immagine, cerca un rilancio: il giovane Lee Iacocca propone di battere Ferrari alla 24 Ore di Le Mans. Dopo il fallito tentativo di acquistare la casa di Maranello, Henry Ford II decide di costruire un’auto vincente. Shelby viene incaricato del progetto, pur ostacolato dal dirigente Leo Beebe. La nuova GT40 si rivela velocissima ma fragile: a Le Mans 1964 tutte le vetture Ford si ritirano. Shelby convince Ford a dargli maggiore autonomia e richiama Miles come collaudatore, anche se Beebe ne ostacola la presenza come pilota.

Con uno stratagemma Shelby riesce a reinserirlo e, dopo la vittoria a Daytona 1966, Miles conquista il diritto di correre a Le Mans. Durante la gara dimostra resistenza e abilità straordinarie, arrivando a dominare dopo una serie di guasti e duelli. Tuttavia Beebe ordina di rallentare per permettere un arrivo congiunto delle GT40: la vittoria viene attribuita a Bruce McLaren, che aveva percorso più distanza partendo da più indietro. Miles, pur deluso, riceve il rispetto di Enzo Ferrari.

Poco dopo, durante i test della nuova GT40, muore in un incidente causato dai freni, lasciando Shelby profondamente segnato. Sei mesi più tardi, Carroll consegna al figlio di Ken la chiave inglese simbolo della loro amicizia. Nei titoli di coda si ricorda che Miles fu inserito postumo nella Motorsports Hall of Fame nel 2001, mentre la Ford dominerà Le Mans fino al 1969.

Le Mans '66 - La grande sfidaLe curiosità su Le Mans ’66 – La grande sfida

  • Per prepararsi al ruolo, Christian Bale ha preso lezioni di guida presso la Bondurant High Performance Driving School. Il fondatore della scuola era amico di Ken Miles, così Bale ha avuto modo di ascoltare storie del mondo delle corse degli anni ’60. Robert Nagle, istruttore di Bale e coordinatore degli stunt del film, ha definito Bale “senza dubbio il miglior attore che abbia mai allenato“.
  • Matt Damon ha affermato che il motivo principale per cui voleva fare il film era lavorare con Christian Bale.
  • Per ricreare il circuito di Le Mans così come esisteva negli anni ’60, le scene ambientate in pista hanno dovuto essere girate in cinque location diverse. Questo si è rivelato una sfida in termini di continuità, poiché non solo le auto dovevano essere posizionate correttamente per ogni inquadratura, ma anche le condizioni meteorologiche dovevano essere costanti. Gli effetti visivi sono stati fondamentali per risolvere una serie di problemi di continuità, alcuni dei quali semplici come la regolazione degli orologi.
  • Secondo Matt Damon, Christian Bale ha dovuto perdere 32 chili prima dell’inizio delle riprese. Bale aveva già preso molto peso per il suo ruolo in Vice (2018) e aveva circa sette mesi per smaltirlo completamente per interpretare il pilota automobilistico snello. Damon ha chiesto a Bale come fosse riuscito a perdere tutto quel peso, e Bale ha risposto che semplicemente non mangiava. Damon ha detto di essere rimasto colpito dalla disciplina monastica di Bale.
  • Dan Gurney è interpretato in questo film dal suo figlio più giovane, Alex Gurney.
  • Matt Damon e Christian Bale hanno concordato che la rissa tra i loro rispettivi personaggi è stata la scena più divertente da girare. Entrambi hanno esperienza in scene di combattimento ampiamente coreografate che hanno richiesto settimane di apprendimento, quindi è stato un cambiamento dover provare la rissa solo per 20 minuti e non essere obbligati a sembrare letali mentre la eseguivano.
  • La Ford prese le distanze dal film prima della sua uscita a causa della rappresentazione di Leo Beebe come antagonista.
  • La vittoria di Carroll Shelby a Le Mans nel 1959 su un’Aston Martin DBR1 fu particolarmente commovente per lui. La Ferrari lo aveva scartato come pilota ufficiale, quindi batterla a Le Mans gli diede grande soddisfazione.
  • La J Car guidata da Ken Miles nel suo incidente mortale si disintegrò, rendendo impossibile determinarne la causa esatta. Tuttavia, un esame dei segni di frenata rivelò che le ruote posteriori si erano bloccate. La curva 9 del Riverside Raceway era una curva facile in leggera salita. Quando l’auto uscì di strada, volò in aria e si schiantò contro il muso, ribaltandosi, prendendo fuoco e sbalzando Miles, che morì sul colpo. Questo accadde dopo una giornata di test di dieci ore, che portò a un problema non diagnosticato.

I personaggi di Riverdale tornano in TV con una nuova serie horror su Disney+

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Il creatore di Riverdale sta tornando nel mondo di Archie, anche se con una svolta. Riverdale ha concluso la sua corsa nell’agosto 2023 con un sentito omaggio a Betty, Veronica, Jughead e Archie, segnando la fine di un’era per The CW, con la soap opera adolescenziale che ha contribuito a lanciare star come KJ Apa, Lili Reinhart, Cole Sprouse, Camila Mendes e Madelaine Petsch.

Deadline riporta che il creatore di Riverdale, Roberto Aguirre-Sacasa, sta sviluppando un adattamento del fumetto horror Afterlife with Archie per Disney+. Il progetto è un dramma della durata di un’ora basato sul best-seller Archie Comics gestito da Aguirre-Sacasa e Francesco Francavilla. Ha ricevuto un impegno script-to-series, il che significa che il progetto salterà la fase pilota.

La serie horror nasce dallo stesso team di Riverdale e Chilling Adventures of Sabrina composto da Aguirre-Sacasa, che scriverà la sceneggiatura, Berlanti Productions e Warner Bros. Television. Reimmagina l’amata città di Riverdale come un inferno apocalittico alimentato da incubi e invaso da zombie mangia-carne.

Cosa significa questo per i fan di Archie

Afterlife with Archie non è una continuazione di Riverdale. Sarà una versione diversa con un cast diverso, ispirata al mondo di Archie Comics. Le sue origini risalgono al fatto che Aguirre-Sacasa aveva scritto due serie horror di successo per Archie Comics, ovvero Afterlife with Archie e Chilling Adventures of Sabrina. Nel 2014 è stato poi nominato Chief Creative Officer dell’editore. Alcuni mesi dopo, Riverdale ha iniziato a prendere forma.

Dopo alcuni tentativi e interruzioni, Riverdale è diventato un mini-franchise televisivo che comprende Chilling Adventures of Sabrina e lo spin-off di breve durata Katy Keene, con Lucy Hale. Disney+ spera probabilmente di sfruttare parte di quel successo con la sua versione zombificata dell’iconico personaggio dai capelli rossi, mettendo forse in luce la prossima generazione di star che potrebbero decollare come il cast di Riverdale.

Afterlife with Archie è prodotto da Aguirre-Sacasa e Jimmy Gibbons, tramite Muckle Man Productions, insieme a Berlanti, Sarah Schechter e Leigh London Redman per Berlanti Productions, mentre Jon Goldwater è produttore esecutivo tramite Archie Comics Studios.

Afterlife with Archie è degno di nota per essere il più grande impegno di sviluppo finora per Warner Bros. Television su Disney+, ma potrebbe finire per attrarre tanto i fan di The Walking Dead quanto quelli di Riverdale per la sua attenzione agli zombie. In ogni caso, il fatto che stia saltando con sicurezza la fase pilota e passando direttamente alla serie significa che sarà uno dei titoli da tenere d’occhio per il casting e altri dettagli nei prossimi mesi.

San Andreas: la storia vera che ha ispirato il film con Dwayne Johnson

San Andreas (qui la recensione), uscito nel 2015 e diretto da Brad Peyton, rappresenta uno dei tasselli più significativi nella filmografia di Dwayne Johnson per quanto riguarda il suo consolidamento come icona dell’action spettacolare moderno. Dopo aver interpretato eroi muscolari e carismatici in saghe come Fast & Furious ed essersi cimentato anche nel fantasy con Hercules, l’attore affronta qui un ruolo diverso ma perfettamente cucito sulla sua immagine: quello di un padre coraggioso e infallibile messo di fronte alla più grande catastrofe naturale immaginabile. Il film sfrutta la forza empatica dell’attore, rendendolo ancora una volta il simbolo dell’eroe che non crolla nemmeno davanti alla distruzione del mondo intero.

Appartenente al filone del disaster movie hollywoodiano, San Andreas si inserisce nella tradizione inaugurata da classici come The Towering Inferno e Earthquake, proseguita poi negli anni ’90 e 2000 con film come Twister, Volcano, Armageddon e The Day After Tomorrow. Tuttavia, rispetto a molti predecessori, punta tutto sulla spettacolarità degli effetti speciali e su un ritmo costante di tensione, alternando crolli di grattacieli, tsunami giganti e inseguimenti disperati su elicotteri e barche. A differenza di film più corali come 2012, San Andreas sceglie una narrazione focalizzata quasi interamente su un unico nucleo familiare, mettendo al centro il legame padre-figlia e utilizzando la catastrofe come banco di prova emotivo oltre che fisico.

Ciò che rende San Andreas particolarmente interessante è il fatto che, pur essendo un film d’intrattenimento dichiaratamente esagerato e spettacolare, prende spunto da una realtà scientifica concreta: l’esistenza della faglia di Sant’Andrea, linea di frattura geologica realmente capace di generare terremoti devastanti. Nel resto dell’articolo analizzeremo quanto di ciò che vediamo nel film sia plausibile dal punto di vista geologico e quanto invece appartenga al puro regno dell’iperbole cinematografica, smontando miti e confermando verità nascoste dietro gli effetti speciali.

Carla Gugino San Andreas

La trama di San Andreas

Ray Gaines (Dwayne Johnson) è un pilota di elicotteri della squadra di soccorso dei vigili del fuoco. L’uomo sta facendo i conti con un triste passato e con un difficile divorzio da sua moglie Emma (Carla Gugino). Nel frattempo, il sismologo Lawrence Hayes e il suo collega Kim Park sono alla diga di Hoover a testare un nuovo modello di previsione dei terremoti. All’improvviso si scatena un terremoto di magnitudo 7,1 che fa crollare la diga: Hayes scopre così che l’intera faglia di San Andreas si sta spostando e causerà presto una serie di gravi sismi in grado di distruggere tutte le città lungo la sua linea. Come gli scienziati avevano predetto, un terremoto di magnitudo 9,1 devasta Los Angeles.

Nello scenario apocalittico, Ray riesce a salvare sua moglie e insieme si dirigono a San Francisco per trovare e recuperare la loro figlia Blake (Alexandra Daddario). Ben Taylor, un ingegnere britannico in cerca di lavoro, e suo fratello minore Ollie riescono però a salvare per primi la ragazza e insieme raggiungono Chinatown. Dopo aver sentito la figlia ed essersi dati appuntamento in un luogo apparentemente sicuro, Ray ed Emma tentano di raggiungere San Francisco. Tuttavia, superare la devastazione della natura risulterà un vera impresa. Dovranno fare presto, perché il più grande terremoto mai registrato nella storia di magnitudo 9,6 sta per colpire la faglia distruggendo tutto ciò che incontrerà.

La storia vera che ha ispirato il film

Il film San Andreas trae ispirazione dalla Faglia di Sant’Andrea, una frattura geologica lunga circa 1.200 chilometri che attraversa la California e segna il confine tra la placca pacifica e quella nordamericana. Questa faglia è nota per la sua capacità di generare terremoti significativi, come quelli del 1857 e del 1906, entrambi con magnitudo intorno a 8 e con epicentro nel centro-nord dello stato. Tuttavia, la porzione meridionale della faglia non ha registrato eventi di tale entità da quasi 300 anni, suscitando preoccupazioni tra i geologi per la possibile liberazione di energia accumulata nel cosiddetto “Big One”, un terremoto di enorme intensità che potrebbe avere effetti catastrofici sulle aree urbane circostanti.

Secondo il Uniform California Earthquake Rupture Forecast (UCERF3), la probabilità che un terremoto di magnitudo 6,7 o superiore si verifichi nella regione di Los Angeles entro i prossimi trent’anni è del 60%, mentre eventi di magnitudo 7 hanno una probabilità del 46% e quelli di magnitudo 7,5 del 31%. Nella regione della Baia di San Francisco, le probabilità sono ancora più elevate: 72% per magnitudo 6,7, 51% per magnitudo 7 e 20% per magnitudo 7,5. Queste stime evidenziano come la California sia una delle aree sismicamente più attive degli Stati Uniti, e pur essendo possibile prevedere le zone a rischio, non è ancora possibile stabilire con precisione il momento esatto in cui si verificherà un grande terremoto.

san andreas

Sebbene la probabilità di un terremoto di magnitudo 8 o superiore sia inferiore, non può essere esclusa. Studi recenti indicano una probabilità di circa il 7% di un evento di tale portata lungo la Faglia di Sant’Andrea nei prossimi trent’anni. Tuttavia, è importante ricordare che la previsione di terremoti di grande intensità resta altamente incerta, e gli scienziati continuano a monitorare la faglia per identificare eventuali segnali precursori. Elementi come la fuoriuscita di gas possono indicare tensioni nelle rocce, ma non costituiscono indicatori affidabili. In questo contesto, il film prende spunto da una realtà concreta, ma la sua rappresentazione dei disastri è chiaramente amplificata per finalità cinematografiche.

Nel film, infatti, si assiste a scenari di distruzione totale, con edifici che crollano e intere città devastate da un terremoto di magnitudo 9,1, con la faglia che si spacca letteralmente in due. Nella realtà, eventi di questa portata sono estremamente rari e la faglia meridionale non ha registrato un terremoto di grande intensità da oltre tre secoli. Sebbene il “Big One” rappresenti una minaccia reale, la probabilità che si verifichi un terremoto così catastrofico come quello mostrato nel film è molto bassa. L’opera cinematografica, quindi, sfrutta licenze artistiche per enfatizzare la suspense e il dramma, senza riflettere fedelmente la reale dinamica geologica.

In sintesi, San Andreas mescola dunque realtà scientifica e finzione cinematografica, prendendo spunto da una faglia realmente esistente e dagli studi sui terremoti della California, ma esasperandone gli effetti per creare spettacolarità e tensione. La Faglia di Sant’Andrea rappresenta una minaccia concreta, con probabilità significative di terremoti di magnitudo medio-alta entro i prossimi decenni, ma gli scenari apocalittici mostrati nel film restano altamente improbabili. È dunque importante distinguere tra ciò che è supportato dalla scienza e ciò che è frutto di esagerazioni hollywoodiane finalizzate a intrattenere lo spettatore.

Wicked 2: il nuovo teaser anticipa due momenti salienti del Mago di Oz

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La Universal Pictures continua a promuovere Wicked: For Good, soprattutto per quanto riguarda il modo in cui il film si intreccerà con la trama de Il mago di Oz. In un teaser appena pubblicato, Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande) sono entrambe pronte a svolgere il loro ruolo nei momenti salienti della famosa storia originale, mentre tutti i pezzi vanno al loro posto.

Mentre il Mago (Jeff Goldblum) e Madame Morrible (Michelle Yeoh) lanciano una campagna di propaganda contro Elphaba per tenere nascosti i propri crimini, il rapporto tra Elphaba e Glinda viene messo alla prova quando i loro desideri e le loro priorità entrano ulteriormente in conflitto, e Dorothy arriva a Oz e finisce per entrare in possesso delle scarpe decadenti di Nessarose (Marissa Bode), la sorella di Elphaba.

Dopo il Wicked: For Good‘s final full trailer, il team di marketing dovrebbe rilasciare alcuni promo più brevi: il primo anticipa sia l’incontro fatidico di Glinda con Dorothy sia Elphaba che alla fine trova degli alleati nelle scimmie volanti. Si vede Glinda che dà a Dorothy e Toto le indicazioni per seguire la strada di mattoni gialli, mentre altri animali cominciano ad avvicinarsi a Elphaba.

Dopo che Glinda ha dato a Dorothy le indicazioni francamente sbagliate “È solo in fondo a quella strada!”, il teaser mostra anche altro della lotta tra Elphaba e Glinda sul luogo dell’atterraggio di fortuna, con un tono più umoristico rispetto a quello che ha sul palco. In primo luogo, questa clip mostra alcuni indizi su ciò che verrà aggiunto al film.

Cosa significa questo per Wicked 2

Il pubblico non vede mai Glinda interagire direttamente con Dorothy nella produzione di Broadway, ma Wicked: For Good non ha intenzione di mostrare il volto di Dorothy, il che significa che la ricostruzione di parti del suo arrivo a Munchkinland si concentrerà principalmente sulla prospettiva di Glinda. Allo stesso modo, ciò che Elphaba fa esattamente per aiutare la popolazione animale di Oz durante i suoi anni di fuga rimane ambiguo sul palco.

Il primo film Wicked presenta Elphaba che recluta la guardia delle scimmie volanti come un punto della trama più complicato, ma che sappiamo deve realizzarsi a causa della famosa iconografia del Mago di Oz. Quando le scimmie non sono prigioniere ma soldati costretti con la forza, deve verificarsi un evento più grande per convincerle a fuggire con Elphaba.

Il brevissimo scorcio di altri animali che si radunano intorno a Elphaba, così come i teaser di ciò che accade al matrimonio di Glinda e Fiyero (Jonathan Bailey), suggeriscono che Elphaba istiga una rivolta degli animali, una nuova aggiunta alla sceneggiatura dello spettacolo. Pertanto, altri animali che si alleano con lei potrebbero portare anche le scimmie a radunarsi intorno a lei, credendo che possa proteggerle.

Fire Down Below – L’inferno sepolto: la spiegazione del finale del film

Fire Down Below – L’inferno sepolto, uscito nel 1997, rappresenta un capitolo importante nella filmografia di Steven Seagal, all’epoca già affermato come star dell’action anni ’90 grazie a titoli come Programmato per uccidere e Duro da uccidere. Il film si colloca nella fase in cui Seagal cercava di combinare le sue abilità nelle arti marziali con tematiche più adulte e realistiche, spostandosi dall’action puro verso un approccio più ambientalista e sociale. Qui l’attore interpreta Jack Taggart, un ispettore federale che si trova a confrontarsi con la criminalità ambientale e con la corruzione delle multinazionali, aggiungendo tensione morale al consueto ritmo da action movie.

Il film appartiene al filone action-thriller, ma si distingue per il forte impegno tematico. La trama ruota attorno all’inquinamento ambientale e alla lotta contro chi sfrutta le risorse naturali a scapito della salute delle persone e dell’ecosistema. Questa componente ambientalista, relativamente inedita per Seagal, offre una dimensione di impegno sociale al racconto: oltre alle scene di combattimento e alle esplosioni tipiche del genere, il film mette in luce le conseguenze devastanti dell’avidità umana e della negligenza industriale, rendendo il conflitto centrale sia fisico sia etico.

Nonostante alcune critiche per sceneggiatura e ritmo, Fire Down Below – L’inferno sepolto ha riscosso un discreto successo tra il pubblico appassionato di action, consolidando la reputazione di Seagal come protagonista capace di incarnare personaggi determinati e moralmente coerenti. La sua interpretazione di Jack Taggart, uomo di legge e giustizia, combina forza fisica e integrità morale, creando un eroe moderno che combatte sia contro nemici tangibili sia contro le ingiustizie sociali. Nel resto dell’articolo si approfondirà il finale del film, spiegandone gli sviluppi e come la storia si risolve, mettendo in luce le scelte decisive del protagonista.

Fire Down Below – L’inferno sepolto spiegazione finale film
Steven Seagal nel film Fire Down Below – L’inferno sepolto

La trama di Fire Down Below – L’inferno sepolto

Il film segue le vicende di Jack Taggart (Steven Seagal), un agente dell’EPA, compagnia che si occupa di protezione ambientale. L’uomo viene incaricato di condurre un’indagine in Kentucky sull’ecomafia, soprattutto in seguito ad alcuni decessi verificatisi in circostanze misteriose. La causa delle morti potrebbe essere imputata all’eliminazione illecita di una grossa quantità di rifiuti tossici in una vecchia miniera di carbone. Dietro questi affari loschi ci sarebbe l’imprenditore Orin Hanner (Kris Kristofferson) e suo figlio (Brad Hunt).

L’industriale sarebbe anche colpevole dell’assassinio di un ex collega di Taggart che stava lavorando al caso proprio prima di lui. Quando Jack arriva nella cittadina, viene subito ben accolto dagli abitanti, anche da quelli più ostili, come Sarah (Marg Helgenberger), che non va d’accordo praticamente con nessuno. Piano piano l’uomo riesce a inserirsi nella comunità, così da poter indagare indisturbato. Riuscirà a fare chiarezza sulla vicenda e a incastrare una volta per tutte Hanner e la sua compagnia?

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Fire Down Below – L’inferno sepolto, Jack Taggert affronta la crescente escalation di violenza orchestrata dalla Hanner Coal Company e dai suoi scagnozzi. Dopo aver subito minacce, attacchi diretti e tentativi di omicidio, Taggert reagisce con abilità e determinazione, neutralizzando uno a uno i suoi assalitori. L’episodio più drammatico vede Taggert sfuggire a un attentato orchestrato da un camionista della Hanner che lo spinge giù da una scarpata mineraria, mentre il colpevole rimane ucciso. Parallelamente, la sua vicinanza a Sarah Kellogg si consolida, rafforzando la sua determinazione a proteggere i cittadini e a smascherare i responsabili, mostrando il lato umano del suo personaggio.

Le tensioni raggiungono il culmine quando Earl, fratello di Sarah e complice della Hanner, incendia la chiesa e tenta di intrappolare Taggert in una miniera pronta a crollare. Taggert riesce a sopravvivere agli attacchi grazie a prontezza e astuzia, mentre diversi mercenari muoiono nei conflitti. L’azione culmina con l’arrivo dell’FBI, apparentemente pronta a proteggere la testimone, ma rivelatasi corrotta. Ne scaturisce uno scontro a fuoco in cui Taggert elimina un agente e manda l’altro con un avvertimento chiaro: la sua battaglia contro Orin Sr. e la corruzione non è finita. Questo passaggio prepara la risoluzione della vicenda e l’atto finale di giustizia personale e legale.

Steven Seagal nel film Fire Down Below – L’inferno sepolto
Steven Seagal nel film Fire Down Below – L’inferno sepolto

Il finale del film vede dunque Taggert affrontare direttamente Orin Jr., che, sotto pressione, accetta di collaborare con la giustizia rivelando le responsabilità del padre nei reati ambientali e nell’omicidio. Taggert si reca quindi al casinò per arrestare Orin Sr., che tenta di reagire armato, ma viene neutralizzato con un colpo alla spalla. Questa sequenza finale unisce azione e giustizia: l’eroe non solo elimina la minaccia fisica, ma riesce a smascherare un sistema corrotto che protegge i criminali. Con Orin Sr. in custodia e Sarah finalmente al sicuro, il film si chiude con il ritorno alla stabilità della comunità di Jackson e la consacrazione di Taggert come figura di integrità e coraggio.

Il finale evidenzia come la risoluzione della storia non si limiti alla semplice vittoria fisica sul nemico, ma completi anche il percorso morale e tematico del film. Taggert rappresenta la giustizia che si muove al di fuori dei vincoli burocratici e della corruzione istituzionale: affrontando i pericoli reali, proteggendo le vittime e raccogliendo prove decisive, egli garantisce che la legge e l’etica vengano rispettate. La sua determinazione a non cedere di fronte alla violenza e alla corruzione sottolinea il messaggio ambientale del film, mostrando come la protezione della comunità e dell’ambiente richieda coraggio e azione concreta.

Oltre alla suspense e alle sequenze d’azione, il film sottolinea l’importanza della responsabilità individuale nella difesa della giustizia e dell’ambiente. Attraverso il personaggio di Taggert, lo spettatore percepisce che la lotta contro la corruzione, l’avidità e la distruzione ecologica è una battaglia complessa ma necessaria. La storia trasmette che, anche in situazioni estreme e apparentemente dominate dal potere economico e dalla criminalità organizzata, l’integrità e il coraggio possono prevalere, lasciando una lezione morale tanto intensa quanto avvincente.