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Tra le nuvole: trama, cast e frasi del film con George Clooney

Tra le nuvole: trama, cast e frasi del film con George Clooney

Considerato uno dei migliori film del suo decennio, Tra le nuvole è, insieme a Juno, il più noto tra i lungometraggi del regista Jason Reitman. Questo venne portato in sala a partire dal 2009, dopo essere stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e al Festival Internazionale del Film di Roma. Affermatosi da subito come un grande successo, questo è incentrato sul personaggio di Ryan Bingham, cinico manager costantemente in viaggio, il quale non sembra avere neanche un briciolo di una vita “stabile”. Tra commedia e grandi sentimenti, si snoda così la sua storia, particolarmente coinvolgente.

Quanto narrato nel film è tratto dall’omonimo romanzo del 2001 scritto da Walter Kirn. Questi raccontò di aver ideato la storia in seguito all’incontro con alcuni “tagliatori di teste”, la professione svolta dal protagonista. Diventato un caso editoriale, il libro finì nelle mani di Reitman solo qualche anno dopo. Rimastone affascinato, questi decise di acquisire i diritti dell’opera con l’intenzione di dar vita ad una trasposizione per il cinema. Avvalendosi di un grande cast di interpreti, questa è infine diventata film, il quale ha poi ottenuto alcuni dei maggiori riconoscimenti dell’industria americana.

Costato appena 25 milioni di dollari, Tra le nuvole è infatti arrivato ad incassarne ben 166 in tutto il mondo. Tale successo ha permesso al film di acquisire una particolare attenzione, divenendo poi uno dei maggiori contendenti alla stagione dei premi. Ai premi Oscar, il film ha infatti ricevuto ben 6 nomination, tra cui miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista. Proseguendo qui nella lettura, sarà possibile scoprire alcune tra le principali curiosità legate al film, molte delle quali legate al cast, come anche le frasi più celebri e le piattaforme dove poter vedere il film in streaming.

Tra le nuvole: la trama del film

Protagonista del film è Ryan Bingham, il cui lavoro è quello di occuparsi del licenziamento di dipendenti, operando sull’intero territorio statunitense. Per questo motivo, egli si trova a viaggiare di continuo, attraversando ogni aeroporto esistente nel paese. La sua vita è così tutt’altro che stabile, essendo privo di affetti e di una fissa dimora. L’unico legame affettivo è quello che ha con le due sorelle, che vede però naturalmente soltanto poche volte all’anno. Ogni tanto, egli si concede fugaci avventure di una notte, come quella avuta con la bella Alex, incontrata nell’albergo di Dallas in cui si trovava a soggiornare. Con quest’ultima nasce però un’alchimia nuova, che spinge Ryan a voler rincontrare la donna.

A spezzare la sua routine ci pensa però il suo superiore, Craig Gregory, il quale richiamandolo nella sede principale gli comunica delle sconvolgenti novità. La nuova neoassunta Natalie, laureata e brillante nelle intuizioni, ha infatti avuto l’idea di far risparmiare alla compagnia milioni di dollari semplicemente comunicando dei licenziamenti attraverso videochiamata. Per Ryan ciò significa però addio voli, addio viaggio e addio vita lontano da ogni altra cosa che egli considera un problema. Egli decide allora di opporsi, invitando Natalie a seguirlo durante i suoi viaggi. Attraverso questi, le loro due generazioni si troveranno a scontrarsi, andando incontro alla necessità del rapporto umano, specialmente nei difficili casi di licenziamento.

Tra le nuvole cast

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Tra le nuvole: il cast del film

Per dar vita ad un personaggio controverso come quello di Ryan, che di professione licenzia le persone, il regista dichiarò di aver avuto la necessità di affidare tale ruolo ad un attore ricco di fascino e carisma, che potesse rendere simpatico anche il personaggio più sgradevole. Per Reitman, dunque, la prima scelta fu il premio Oscar George Clooney, che si disse lieto di accettare. Per prepararsi alla parte, l’attore si documentò a lungo sul tipo di lavoro svolto dal suo protagonista, ricercando una routine per potersi calare in quella mentalità. L’attore richiese inoltre di far entrare gli abiti per lui previsti per il film nella valigia che egli porta sempre dietro con sé nel film. Questo dettaglio gli permise di trovarsi a dover gestire un numero limitato di indumenti, calandosi così ulteriormente nella scomodità vissuta dal personaggio.

Anche il ruolo della brillante Natalie è stato scritto pensando ad un’attrice in particolare. Si tratta di Anna Kendrick, che il regista disse di aver particolarmente apprezzato nel film Rocket Science. Grazie a Tra le nuvole, l’attrice ebbe modo di confermare la propria popolarità, ottenendo anche una nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista. Nelle stessa categoria venne candidata anche Vera Farmiga, qui presente nei panni dell’affascinante Alex. L’attore Jason Bateman, oggi noto per la serie Ozark, è invece l’interprete di Craig Gregory, il superiore di Ryan. Il premio Oscar J. K. Simmons è invece presente nel ruolo di Bob, uno dei dipendenti licenziati dal protagonista. Sam Elliott è invece il pilota di aerei Maynard Finch.

Tra le nuvole: le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Tra le nuvole grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 3 dicembre alle ore 21:15 sul canale Nove.

Nel film sono inoltre presenti diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più importanti del film.

  • Stasera molti, rientrando a casa, saranno salutati da cani saltellanti e figli che strillano; il loro coniuge chiederà “com’è andata la giornata” e stasera si addormenteranno. Le stelle usciranno discrete dai loro nascondigli diurni. E una di quelle luci, appena più luminosa delle altre… sarà l’ala del mio aereo che passa. (Ryan Bingham)
  • Se tu ripensi ai ricordi più belli, ai momenti più importanti della tua vita, eri forse da solo? La vita è più bella in compagnia. (Ryan Bingham)
  • Le cose che tutti odiano del viaggiare: l’aria riciclata, la luce artificiale, i distributori automatici di succhi di frutta, il sushi scadente sono calde reminiscenze che io sono a casa. (Ryan Bingham)
  • Più lentamente si vive più velocemente si muore: non siamo cicogne zoppe, siamo squali! (Ryan Bingham)

Fonte: IMDb

Matrix 4, Dune e tutti i film Warner Bros del 2021 usciranno su HBO Max

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La Warner Bros ha deciso che tutti i suoi film in uscita nel 2021 arriveranno direttamente su HBO Max e in contemporanea in sala, così come accade a Wonder Woman 1984. Lo studio di Burbank, con sede in California, sta spostando la sua intera lista di uscite del 2021 su HBO Max in base al mese di uscita previsto. Dopo il periodo di accesso di un mese sulla piattaforma HBO Max a livello nazionale, ogni film lascerà la piattaforma e continuerà la sua vita nelle sale negli Stati Uniti e nei territori internazionali, con tutte le finestre di distribuzione abituali che si applicano al titolo.

I film interessati sono: The Little ThingsJudas and the Black MessiahTom & JerryGodzilla vs. KongMortal Kombat, Those Who Wish Me Dead, The Conjuring: The Devil Made Me Do It, In The Heights, Space Jam: A New Legacy, The Suicide Squad, Reminiscence, Malignant, Dune, The Many Saints of Newark, King Richard, Cry Macho e Matrix 4.

Il comunicato ufficiale recita: “Il modello ibrido è stato creato come risposta strategica all’impatto della pandemia globale in corso”. I cinema non sono propensi ad essere completamente soddisfatti di questo e sarà interessante vedere quanto faranno pagare un biglietto per i film Warner Bros. Il rischio preso con Tenet ha evidentemente spaventato lo studio.

Cosa succederà con la distribuzione italiana non lo sappiamo ancora, tuttavia la scelta Warner, seppure si comprende da un punto di vista commerciale, resta un brutto precedente per il futuro della sala post-pandemia.

Fonte: Deadline

Fata madrina cercasi, recensione del nuovo film Disney+

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Fata madrina cercasi, recensione del nuovo film Disney+

Esattamente puntuale per la stagione natalizia, arriva Fata madrina cercasi (Godmothered) il nuovo film originale Disney+ diretto da Sharon Maguire che offre uno sguardo nuovo, moderno, femminista sul concetto di “happily ever after”, ovvero il “per sempre felici e contenti”.

Il film, dalla trama semplice e le intenzioni pure, è la storia di Eleanor (la Jillian Bell già protagonista di Brittany non si ferma più), una giovane e inesperta fata madrina in formazione che, dopo aver sentito che la professione da lei scelta rischia l’estinzione, decide di mostrare al mondo che le persone hanno ancora bisogno di queste figure tradizionalmente buone e propizie. L’intero mondo delle Fate Madrine è infatti a rischio conversione in Fatine dei denti, ma lei non ci sta. Dopo aver trovato una lettera smarrita di una bambina di 10 anni in difficoltà, Eleanor la rintraccia e scopre che la bambina in questione, Mackenzie, è ora una mamma single di 40 anni (Isla Fisher) che lavora in un notiziario di Boston. Aveva trovato una lettera molto vecchia, la cui destinataria, nel frattempo, aveva già avuto la sua vita o almeno aveva già cominciato a vivere pienamente, anche se con qualche difficoltà. L’intento di Eleanor, una volta fattasi accettare da Mackenzie, è quello di regalare alla donna tutto ciò che serve per ottenere il suo “felice e contenta”, tuttavia l’aspirante fata madrina non ha fatto i conti con la vita vera, e con quello che succede quando le cose non vanno esattamente secondo i piani.

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Scritto da Kari Granlund e Melissa Stack, Fata madrina cercasi è un feel-good movie, perfetto per l’atmosfera serena e un po’ pigra delle vacanze di Natale, che però riesce a raccontare la fiaba classica della principessa che trova la felicità in una chiave moderna e realistica, senza bisogno di un principe azzurro e di una carrozza nuziale che si allontana verso il tramonto, in chiusura.

Fata madrina cercasi offre un’alternativa al classico “per sempre felici e contenti”

Con un cast e una crew quasi completamente al femminile, Fata madrina cercasi cerca di rintracciare nell’autonomia di una donna moderna il suo scopo, la sua felicità. È così che mentre gli sforzi di Eleanor sono rivolti a cercare un consono principe azzurro per Mackenzie, la donna è presa soprattutto dalle figlie, dalla sorella e dal lavoro, senza dare troppo peso a una eventuale relazione romantica.

Così Eleanor capisce che il suo scopo non è quello di lavorare secondo la tradizione che il suo mestiere richiede, ma semplicemente quello di sbloccare una situazione di felicità in latenza. Tutte le donne protagoniste del film vivono un momento di stasi, e l’arrivo goffo, travolgente e divertente di Eleanor porterà scompiglio e un nuovo ordine, costringendo le protagoniste a guardare la vita da un’altra prospettiva, mettendo loro a portata di mano la vera felicità, pur essendone lei stessa inconsapevole.

Il film Disney+ offre quindi delle versioni alternative del “e vissero per sempre felici e contenti”, delle versioni che vanno a stimolare l’autonomia, l’auto-affermazione delle giovani donne, perché è inevitabile che il film si rivolga principalmente ad un pubblico femminile molto giovane. Sembra quasi che Walt Disney stia portando avanti un tentativo di retcon, andando a modificare il classico finale da fiaba con principe e principessa finalmente insieme, sposi e felici, o meglio, che stia proponendo un modello alternativo, come già detto, che però viene presentato come più soddisfacente, più accattivante e rock.

MCU: tutti i personaggi che potrebbero rivelarsi dei mutanti

MCU: tutti i personaggi che potrebbero rivelarsi dei mutanti

Anche i superpoteri subiranno una sorta di restyling a partire dalla Fase 4 del MCU. Inoltre, l’esistenza dei mutanti – che prima o poi verranno ufficialmente introdotti nell’universo condiviso – solleva più di un’importante questione: cosa significa davvero avere un’abilità sovrumana? Cosa succede quando un mutante non vuole i suoi poteri? E se gli eroi già affermati del MCU non avessero ottenuto i loro pot ri per pura coincidenza? Se fosse stati dormienti nei loro geni dalla nascita? Screen Rant ha raccolto i personaggi del MCU che potrebbero essere mutanti da sempre:

Scarlet Witch

La rivelazione della natura mutante di Scarlet Witch non è solo probabile, ma è un dato di fatto. I suoi poteri magici derivano dalle sperimentazioni dell’HYDRA con la Gemma della Mente all’interno dello scettro di Loki. La sola ragione per cui Wanda e suo fratello Pietro erano gli unici sopravvissuti agli esperimenti di Wolfgang von Strucker era che avevano un’anomalia genetica che li ha aiutate ad acquisire i loro poteri. Dalla scena post-credits di Captain America: The Winter Soldier, i fan attendono il momento in cui il MCU riconosca finalmente i gemelli come mutanti.

A causa della sua capacità di alterare la realtà, Wanda Maximoff potrebbe essere l’escamotage per l’introduzione di mutanti in WandaVision o Doctor Strange in the Multiverse of Madness. I suoi figli gemelli, Wiccan e Speed, che verranno introdotti nella serie destinata a Disney+, potrebbero essere i primi due mutanti ufficiali del MCU. Più tardi, si potrebbe finalmente rivelare che Wanda è la figlia di Magneto. Ad oggi, tutto sembra indicare che Scarlet Witch potrebbe diventare il mutante più importante del Multiverso.

Quicksilver

Avengers: Age of UltronProprio come sua sorella gemella, Quicksilver è stato il più vicino ad essere un mutante rispetto a tutti gli altri personaggi apparsi nel MCU. Nel caso di Pietro, la scoperta del gene mutante e dei poteri sempre più onnipotenti di Wanda potrebbe dargli una meritata seconda possibilità per dimostrare il suo valore, dopo la sua morte in Avengers: Age of Ultron.

Come mutante a tutti gli effetti, Pietro Maximoff potrebbe affrontare difficoltà interessanti, come trovarsi diviso tra mutanti buoni e cattivi, o trovarsi al centro di uno scontro tra mutanti e inumani, o magari al centro di uno scontro tra i Vendicatori, gli X-Men e la Confraternita di Magneto. Diverse cose sorprendenti possono accadere con Quicksilver, visto anche il coinvolgimento di Evan Peters in WandaVision

Captain Marvel

La stessa Carol Danvers potrebbe rivelarsi una mutante geneticamente modificata per assorbire il potere del Tesseract, il che spiegherebbe perché una semplice esplosione l’ha resa uno dei personaggi più potenti del MCU. Come mutante, Carol Danvers potrebbe diventare il modello definitivo del gene X, fungendo da icona per i mutanti in tutto l’universo. Questo potrebbe anche essere il motivo per cui Kamala Khan adotta il soprannome di Ms. Marvel. Inoltre, nuovi personaggi come Wiccan e Speed ​​potrebbero trovare un modello in un mutante come Captain Marvel. Opposta a Kamala, l’iconico pilastro degli X-Men, Rogue, potrebbe essere introdotta nel MCU come principale antagonista di Captain Marvel, prima dell’assorbimento dei poteri di Carol Danvers da parte dei mutanti.

Captain Marvel potrebbe non essere stata associata ai mutanti così spesso, ma Carol Danvers ha frequentato molti personaggi legati agli X-Men. Attraverso Captain Marvel, il lato cosmico del MCU potrebbe legarsi al lato cosmico degli X-Men, con Captain Marvel 2 che potrebbe introdurre i Predoni Stellari, un gruppo di pirati spaziali guidati dal padre scomparso da tempo di Scott Summers, alias Ciclope. Che si tratti di affrontare la sua interazione con un personaggio degli X-Men o di rivelare che Carol è in realtà una mutante, Captain Marvel 2 potrebbe aprire la strada ad iconiche trame cosmiche come la saghe “Brood” e “Dark Phoenix”.

Ms. Marvel

ms. marvelKamala Khan è uno dei personaggi centrali della Marvel quando si tratta di affrontare il tema delle lotte sociali in relazione alle abilità sovrumane. I suoi geni sono disumani nei fumetti, ma dopo il flop della serie Inhumans, il MCU potrebbe scegliere di riconfigurare i poteri di Kamala e renderla una mutante.

Se si scopre che Captain Marvel possiede geni mutanti, Kamala potrebbe considerarla un modello per la sua specie, il che la porterebbe ad adottare il soprannome di Ms. Marvel. Con Kamala Khan come mutante, il MCU dovrebbe trovare un modo per includerla negli X-Men o spiegare perché sceglie di non unirsi a loro.

Hulk

La rivelazione di Hulk come mutante potrebbe essere una delle più grandi sorprese che la Fase 4 del MCU possa offrire. Ovviamente, questo non significa che la Disney dovrebbe riconfigurare Hulk per essere il principale potere mutante di Bruce Banner, ma i geni di Banner potrebbero spiegare perché non è morto nel suo fatidico incidente Gamma. In base a quanto visto ne L’incredibile Hulk, il manuale della miostatina di Betty Ross e una ricreazione fallace del Siero del supersoldato sono stati i due elementi che hanno causato l’esplosione Gamma che ha poi donato a Bruce Banner la maledizione di Hulk, ma anche i suoi dormienti geni mutanti avrebbero potuto essere coinvolti.

In Avengers: Endgame, Smart Hulk ha osservato che “è stato creato” per resistere alla radiazione Gamma di tutte e sei le Gemme dell’Infinito messe insieme. Quello che forse non sa è che è nato in grado di assorbire l’energia Gamma, proprio come i gemelli Maximoff sono nati pronti per sviluppare ulteriormente i loro geni. Tutti possono essere stati “scelti” dalla selezione naturale per essere inclini all’evoluzione sovrumana. Questa nuova informazione potrebbe dare una nuova svolta all’arco narrativo di Bruce Banner, che risulta stagnante dopo la fusione tra l’uomo e il mostro tra gli eventi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

America Chavez

Nei fumetti, America Chavez è strettamente connessa al Multiverso, essendo nata e cresciuta in una realtà senza tempo e senza spazio chiamata Utopian Parallel. I suoi poteri di distorsione della realtà provengono dal Demiurgo, un’entità magica che ha distrutto la sua realtà domestica.

Il MCU potrebbe combinare le origini multiversali di America Chavez con l’introduzione dei mutanti. Il suo presunto coinvolgimento in Doctor Strange in the Multiverse of Madness potrebbe spiegare perché i geni mutanti latenti in migliaia di individui si risvegliano improvvisamente. Pertanto, America Chavez potrebbe essere l’ospite di uno dei geni mutanti più potenti dell’intero Multiverso.

Occhio di Falco

La maggior parte dei Vendicatori torreggia su Clint Barton perché è uno degli unici eroi del MCU senza un superpotere appariscente. In un universo in cui il numero di mostri alimentati dalla rabbia, divinità asgardiane e Super Soldati aumenta di minuto in minuto, un ragazzo con arco e frecce non sembra così impressionante.

Tuttavia, questo particolare tiratore non sbaglia mai un singolo colpo. Nella vita reale, questo livello di precisione è impossibile, il che suggerisce che Occhio di Falco non è un essere umano ordinario. Sebbene il MCU corra il rischio di diminuire il suo merito, un corpo mutante spiegherebbe perché è impossibile per Clint Barton sbagliare un colpo.

Janet Van Dyne

Ant-Man and The WaspIl viaggio di Janet van Dyne nel Regno Quantico, a cui molti non sarebbero potuti sopravvivere, le ha dato la capacità di guarigione quantistica invece di ucciderla. Avrebbe molto senso collegare l’improbabile sopravvivenza di Wasp con i suoi geni mutanti latenti.

Dopotutto, il Regno Quantico e il Multiverso sono strettamente legati, e sia Scarlet Witch che America Chavez potrebbero essere i mutanti che aprono il Multiverso. Una Janet van Dyne mutante non sarebbe senza precedenti, dato che i fumetti della Marvel Ultimate hanno reso Wasp un mutante i cui geni hanno aiutato Hank Pym a sviluppare la sua tecnologia che altera le dimensioni.

Ghost

ant-man and the waspIl conflitto principale di Ava Starr, a.k.a. Ghost, è quello di non poter controllare i suoi poteri – proprio come Rogue degli X-Men -, che derivano da un incidente quantistico. Ant-Man and the Wasp le ha garantito la sopravvivenza, quando Janet Van Dyne le ha donato un po’ della sua energia quantistica.

Come con Wasp, tutte le abilità di Ghost potrebbero essere spiegate combinando la sua storia di origine con la rivelazione dei suoi geni mutanti, il che può dare ad Ava Starr un futuro pieno di speranza nel MCU.

Natalie Portman teme il “confronto fisico” con Chris Hemsworth in Thor 4

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In Thor: Love and Thunder, Natalie Portman farà il suo tanto atteso ritorno nell’Universo Cinematografico Marvel nei panni di Jane Foster. Tuttavia, vedremo un lato completamente diverso del personaggio, dal momento che è destinata a trasformarsi nel nuovissimo – almeno per il pubblico della sala – Mighty Thor.

È stato al Comic-Con di San Diego dello scorso anno che la Portman è salita sul palco del padiglione H con in mano il Mjolnir, confermando ufficialmente il suo coinvolgimento nell’atteso nuovo film di Taika Waititi. Da allora, ha iniziato ad allenarsi per assicurarsi di essere nella migliore forma possibile per interpretare la versione femminile del Dio del Tuono.

Di recente, l’attrice è apparsa durante lo show di Jimmy Kimmel (via CBM), parlando del tempo che sta trascorrendo in Australia in vista dell’inizio della produzione e del lavoro che sta svolgendo per prepararsi al meglio a tornare nell’universo condivsio. Parlando dei muscoli impressionanti di Chris Hemsworth (che proprio negli ultimi giorni aveva condiviso sui social una nuova foto del suo incredibile fisico), la Portman ha ammesso di sentirsi un tantino sotto pressione all’idea di tornare a recitare al suo fianco.

“Sembra ultraterreno”, ha ironizzato l’attrice. “E poi mi sento veramente ignorante su questi argomenti… su come funzionino i muscoli, su come diventino così. Ad esempio, dove va il sangue quando usi i muscoli? Perché sembrano così pallidi. O forse è più un problema di abbronzatura da muratore (ride). Ha un aspetto grandioso e proprio per questo c’è molta pressione. Sembrerò sua nonna al confronto.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Justice League Snyder Cut: il ritorno di Leto è l’argomento più discusso sui social

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A quanto pare, l’attesa dei fan per il ritorno del Joker di Jared Leto nella Snyder Cut di Justice League, ha raggiunto picchi enormi sui social media. Il Joker di Leto è stato una figura divisiva fin dalla sua introduzione in Suicide Squad del 2016. Da allora, non è apparso in nessun altro film del DCEU: Leto non è apparso né in Birds of Prey con Margot Robbie né apparirà in The Suicide Squad di James Gunn.

Tuttavia, Zack Snyder sembra interessato a riportare indietro il personaggio. Lo scorso ottobre, infatti, è stato annunciato che Leto avrebbe ripreso i panni del Clown Principe del Crimine nella versione di Justice League ad opera di Snyder. Il film sarà una miniserie in quattro parti che verrà distribuita su HBOMax nel 2021. La miniserie conterrà altre due ore e mezza di materiale inedito, girato prima del coinvolgimento di Joss Whedon nella produzione. Nonostante i fan stessero aspettando la Snyder Cut da tantissimo tempo, nulla ha stuzzicato il loro interesse più del ritorno di Leto nei panni del Joker.

Secondo Netbase Quid, una società di analisi dei social media, le storie sul ritorno del Joker di Jared Leto sono state di gran lunga superiori a qualsiasi altro argomento relativo alla Snyder Cut di Justice League. Il numero di storie ha superato qualsiasi notizia, inclusa la disputa in corso tra Ray Fisher e la Warner Bros. L’interesse è aumentato a metà ottobre, con il 31% dei post sui social media relativi a Justice League focalizzati proprio sul potenziale coinvolgimento di Leto. L’interesse non è diminuito: anche se sono trascorse diverse settimane, la Snyder Cut e Joker continuano ad essere temi caldi. 

Il ritorno di Leto come Joker è, comprensibilmente, molto atteso. Anche se il suo ruolo in Suicide Squad è stato molto controverso, l’opportunità di vederlo in coppia con Batman nella Snyder Cut di Justice League è davvero eccitante. Uno dei motivi per cui Joker è stato accolto così male in Suicide Squad è stato il breve minutaggio a disposizione. Il marketing del film aveva esaltato il suo ruolo, così come tutte le voci che avevano dato Leto come significativo all’interno della storia. Tuttavia, le aspettative non sono state all’altezza del clamore sollevato.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Morto Hugh Keays-Byrne, l’Immortan Joe di Mad Max: Fury Road

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Morto Hugh Keays-Byrne, l’Immortan Joe di Mad Max: Fury Road

L’attore britannico naturalizzato australiano Hugh Keays-Byrne, che ha interpretato il cattivo Toecutter nel primo Mad Max del 1979 e che era tornato nella saga come interprete di Immortan Joe in Mad Max: Fury Road, è morto all’età di 73 anni.

Nato il 18 maggio 1947 a Srinigar, nel Kashmir, due anni prima della formazione dell’India, da genitori britannici, Keays-Byrne è cresciuto in Inghilterra. Ha iniziato a recitare negli anni ’60, apparendo in diverse produzioni per la Royal Shakespeare Company. Il suo debutto cinematografico è stato nel 1974 in Stone, dove ha interpretato Toad, un membro di una banda di motociclisti fuorilegge.

L’anno successivo ha recitato ne Il Drago di Hong Kong, una parodia di James Bond con l’ex interprete di 007, George Lazenby. È apparso in molti altri titoli ozploitation degli anni ’70, culminati con il ruolo di Toecutter, il cattivo squilibrato del primo Mad Max di George Miller. Keays-Byrne è tornato nel franchise grazie a Mad Max: Fury Road, interpretando ancora una volta il cattivo, Immortan Joe.

Il regista Ted Geoghegan ha rivelato via Twitter che Keays-Byrne è morto martedì, all’età di 73 anni. Geoghegan ha reso omaggio alle interpretazioni dell’attore nel franchise di Mad Max, sottolineando il suo grande impegno umanitario. La notizia è stata confermata anche su Facebook da Brian Trenchard-Smith, il regista britannico che aveva scelto Keays-Byrne per Il Drago di Hong Kong. Trenchard-Smith ha reso omaggio al senso dell’umorismo di Keays-Byrne e ha anche menzionato la sua coscienza sociale.

Sebbene abbia avuto una carriera ampia e variegata, non c’è dubbio che Hugh Keays-Byrne sarà ricordato sempre per il suo doppio ruolo nel franchise di Mad Max. Il fatto che sia tornato a recitare in Mad Max: Fury Road a 35 anni di distanza dalla sua prima apparizione nel franchise è stata una testimonianza della sua incredibile longevità in qualità di attore. Interpretando ruoli molto diversi, Keays-Byrne è riuscita a rendere sia Toecutter che Immortan Joe due villain tanto terrificanti quanto iconici. Non c’è dubbio che le sue interpretazioni abbiano giocato un ruolo chiave nella duratura popolarità di entrambi i film.

Spider-Man 3: Jamie Foxx criptico in merito al suo coinvolgimento

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Jamie Foxx ha ironizzato in merito alla sua presenza in Spider-Man 3, dichiarando che sarebbe felice di tornare a vestire i panni di Electro e lasciando intendere che nessun accordo è stato ancora firmato. Molto prima che Tom Holland interpretasse il simpatico arrampicamuri nel MCU, Andrew Garfield ha interpretato Peter Parker per il franchise The Amazing Spider-Man targato Sony. Nel sequel del 2014, The Amazing Spider-Man – Il potere di Electro, Jamie Foxx ha interpretato Max Dillon, un mite dipendente della Oscorp che, in seguito ad un incidente devastante, diventa il cattivo Electro. La Sony aveva grandi progetti per il franchise, che alla fine sono andati in pezzi a seguito proprio del flop di The Amazing Spider-Man 2

Tuttavia, recenti voci sembrano indicare che la saga di The Amazing Spider-Man non sia totalmente finita nel dimenticatoio. All’inizio di ottobre, infatti, è arrivata la notizia che Jamie Foxx apparirà nell’attesissimo Spider-Man 3 del MCU, dove tornerà a vestire i panni proprio di Electro. Il ritorno di Foxx, ovviamente, apre ad una serie di possibilità infinite in merito al Multiverso del MCU e al modo in cui si collegherà ai precedenti film dedicati a Spider-Man. Ad oggi, la Marvel non ha ancora confermato la presenza di Foxx nel film, il che getta più di un dubbio sul fatto che il casting possa davvero concretizzarsi.

In una recente intervista con CinemaBlend in occasione della promozione di Soul, Jamie Foxx ha parlato della possibilità di tornare ad interpretare Electro in Spider-Man 3. All’attore è stato chiesto se l’Electro che vedremo nel MCU sarà un prosieguo del personaggio già apparso sul grande schermo o una nuova iterazione dello stesso; com’era prevedibile, l’attore non ha potuto rivelare nulla. Tuttavia, la cosa più sorprendente, è che la risposta di Foxx ha lasciato intendere che l’attore non abbia ancora neanche firmato con la Marvel per apparire nel film. Il premio Oscar si è limitato a dire che sarebbe aperto alla possibilità e che sarebbe felice di tornare nei panni del villain. “Hai assolutamente ragione, non posso dire nulla. Ma se faccio parte del film, allora ne sarò davvero felice”, si è limitato a dire Foxx.

Foxx ha eluso la domanda, ma ciò non significa che non farà parte del cast del film, visto che ad ottobre aveva confermato il suo ritorno attraverso un post condiviso su Instagram (poi subito eliminato). A questo punto, gli scenari ipotizzabili sono molteplici: non avendo confermato ancora nulla, è probabile che neanche i Marvel Studios siano convinti della presenza di Electro nel film; oppure, semplicemente, Jamie Foxx non è ancora autorizzato a parlare del suo coinvolgimento, come accade di frequente quando si tratta di grandi blockbuster o di film di supereroi (l’ultimo caso esemplare, in tal senso, è Mads Mikkelsen, che aveva negato il suo coinvolgimento in Animali Fantastici 3, per poi essere confermato nel cast soltanto pochi giorni dopo).

Cosa sappiamo di Spider-Man 3?

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Il Signore degli Anelli: il cast della saga cerca di salvare la casa originale di Tolkien

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La Compagnia dell’Anello si è riunita per una nuova missione: salvare e preservare l’ex casa di J.R.R Tolkien, dove l’autore britannico ha scritto Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. L’acclamato ed influente scrittore, spesso indicato come il padre del genere fantasy, è famoso soprattutto per le storie ambientate nella Terra di Mezzo. Dati gli immensi contributi di Tolkien alla letteratura, è giusto che la sua storia venga preservata.

Tolkien viene ricordato soprattutto per le sue vaste opere di narrativa fantastica, nonostante nella sua carriera si sia dedicato anche ad altro. Era uno studioso di letteratura e mitologia europea medievale (che ha fortemente influenzato le sue opere originali), un professore dell’Università di Oxford per decenni, un soldato nella Prima Guerra Mondiale (un’altra influenza significativa) e un padre di quattro figli. Durante i suoi anni a Oxford, Tolkien ha vissuto in una casa signorile al numero 20 di Northmoor Road, casa che ora è stata messa in vendita.

Sembra, però, che l’ex cast degli adattamenti cinematografici basati sull’opera di Tolkien abbia qualcosa da dire al riguardo. Secondo quanto riportato da People, Ian McKellen (Gandalf), John Rhys-Davies (Gimli) e Martin Freeman (Bilbo Baggins) si sono uniti ad una campagna per acquistare e preservare la casa in cui Tolkien scrisse le sue opere più famose. “Project Northmoor” – questo il nome della campagna – spera di raccogliere 6 milioni di dollari per acquistare la casa, ripararla e ringiovanirla (insieme al giardino), e dare vita ad un vero e proprio centro letterario di Tolkien, completo di tour, lezioni e programmazione sia in presenza che virtuale.

Il Signore degli Anelli e l’eredità di Tolkien

Sebbene Il Signore degli Anelli sia divenuto molto popolare a partire dagli anni ’60, ha subito una sorta di rinascita soprattutto negli ultimi due decenni, in gran parte graziea i film di successo diretti da Peter Jackson. La prima trilogia ha ridefinito la narrativa e la struttura del genere fantasy, portando il pubblico a scoprire l’immensa influenza di Tolkien attraverso un nuovo mezzo (quello cinematografico, appunto). Le opere dello scrittore britannico sono state pubblicate anche dopo la sua morte: il figlio Christopher, infatti, ha curato diversi scritti inediti come The Silmarillion, Unfinished Tales, The Children of Húrin e Beren e Lúthien, l’ultimo dei quali pubblicato nel 2017. Purtroppo, Christopher Tolkien è deceduto a gennaio di quest’anno.

L’impatto continuo che Tolkien ha avuto sul mondo della letteratura, sia in vita che nei 50 anni successivi alla sua morte, giustifica certamente una certa conservazione dei suoi contributi. Secondo il sito web di “Project Northmoor”, “non esiste un centro dedicato a Tolkien in nessuna parte del mondo”. La campagna per salvare la vecchia casa dell’autore creerebbe finalmente un luogo simile ed è incoraggiante vedere gli attori delle trasposizioni cinematografiche de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit unirsi alla causa.

Animali Fantastici 3: Mads Mikkelsen anticipa un Grindelwald diverso

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In una nuova intervista, Mads Mikkelsen ha parlato per la prima volta di Gellert Grindelwald, il personaggio che interpreterà in Animali Fantastici 3, andando a sostituire il collega Johnny Depp. Nel 2016 la Warner Bros. ha riportato sul grande schermo il magico mondo di J.K. Rowling grazie ad Animali Fantastici e Dove Trovarli, prequel della saga principale di Harry Potter, basato su un libro di testo di Hogwarts.

Sebbene inizialmente la serie sembrasse concentrarsi sulle avventure del magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne), ben presto è stato confermato che Animali Fantastici avrebbe coperto il periodo in cui il mago oscuro Grindelwald terrorizzava il mondo magico. Johnny Depp è apparso alla fine del primo Animali Fantastici nei panni di Gellert Grindelwald, prima di avere un ruolo più importante nel sequel I Crimini di Grindelwald del 2018. Era pronto ad interpretare il personaggio per l’intero franchise, ma a seguito della perdita di una causa per diffamazione contro il quotidiano britannico The Sun che lo ha definito un “picchiatore di mogli”, la Warner Bros. ha chiesto all’attore di abbandonare la saga.

In seguito all’uscita di scena di Depp, la major ha poi ufficializzato Mads Mikkelsen come nuovo interprete di Grindelwald, e adesso, per la prima volta, l’attore svedese ha finalmente parlato del ruolo. Intervistato da EW, Mikkelsen ha anticipato alcuni dettagli in merito alla sua interpretazione del mago oscuro, spiegando di voler sia onorare l’eredità di Depp sia proporre agli spettatori qualcosa di nuovo. Tuttavia, l’attore non ha potuto approfondire più di tanto l’argomento, forse perché lui e il regista David Yates sono ancora impegnati con la “nuova” costruzione del personaggio.

“Beh, già il fatto che sarà io ad interpretarlo è una novità”, ha ironizzato Mikkelsen. “Scherzi a parte, questa è la parte più difficile. Ci stiamo ancora lavorando. Dovrà esserci un ponte tra quello che ha fatto Johnny e quello che farò io. Dovrò cercare di fare mio il personaggio, ma allo stesso tempo dobbiamo anche trovare dei collegamenti (con la versione precedente di Grindelwald), in modo da non allontanarci completamente da ciò che è già stato conquistato in maniera assolutamente magistrale.”

La data di uscita di Animali Fantastici 3

Sappiamo che Animali Fantastici 3 è attualmente in produzione presso gli Studi Leavesden, siti a Nord-Ovest di Londra. Gran parte del cast de I Crimini di Grindelwald tornerà, inclusi Eddie RedmayneKatherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller Jude Law nei panni del giovane Albus Silente. Animali Fantastici 3 uscirà il 15 luglio 2022.

Margot Robbie sostituisce Emma Stone nel nuovo film di Damien Chazelle

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Come riportato da Deadline, la candidata all’Oscar Margot Robbie è in trattative iniziali per sostituire il premio Oscar Emma Stone nel nuovo film di Damien Chazelle, il cui titolo ufficiale sarà Babylon. Stone, che era già stata diretta da Chazelle in La La Land, ha dovuto abbandonare il progetto a causa di impegni pregressi.

Il cast del film annovera già il premio Oscar Brad Pitt: se le trattative con la Robbie dovessero andare a buon fine, si tratterà della seconda volta che i due celebri e amatissimi attori lavoreranno fianco a fianco dopo C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino. Babylon avrebbe segnato la seconda collaborazione tra Damien Chazelle e Emma Stone dopo l’incredibile successo di La La Land.

Babylon è stato descritto come un dramma audace e originale, dal budget significativo, che sarà ambientato nel periodo in cui l’industria di Hollywood è passata dal muto al sonoro. La Lionsgate avrebbe dovuto accaparrarsi i diritti del film, ma è stata poi surclassata dall’offerta ben più vantaggiosa avanzata dalla Paramount.

Il film, che sarà scritto e diretto da Chazelle, dovrebbe arrivare nelle sale a Natale 2021 (con un’uscita limitata) e successivamente a gennaio 2022 (con un’uscita worldwide), giusto in tempo per l’awards season. Tra i produttori figurano Olivia Hamilton, Matt Plouffe e Marc Platt.

La carriera di Damien Chazelle

Damien Chazelle è diventato in un istante una figura interessante e di spicco nel panorama hollywoodiano, a partire dal suo esordio, il folgorante Whiplash, che nel 2014 ha portato a casa ben tre premi Oscar, tra cui migliore attore non protagonista, J.K. Simmons.

Whiplash ebbe un tale successo che molti critici si chiesero se Chazelle potesse mai essere in grado di replicare quel successo e quella bellezza. Eventuali dubbi su questo fronte si sono rapidamente estinti quando Chazelle ha presentato al Festival di Venezia 2016 La La Land. L’affascinante tributo ai classici musical di Hollywood vede Emma Stone Ryan Gosling nei panni di una coppia di giovani ambiziosi in cerca della loro carriera artistica nella Hollywood dei sogni e delle illusioni. Il film è stato campione di incassi, e non solo.

La La Land ha raddoppiato il conteggio dei tre Oscar di Whiplash, portando a casa sei premi tra cui un Oscar come miglior regista per Chazelle e un trofeo per la migliore attrice a Stone. Eppure, nonostante il successo di Whiplash e La La Land, Chazelle non è riuscito a ripetere la sua formula di grande successo con First Man – Il primo uomo del 2018. Anche se il film ha visto il ritorno di Gosling con il regista, non è riuscito a eguagliare le alture vertiginose dei precedenti lavori di Chazelle. Il film è anche il primo caso in carriera, per Chazelle, di una regia su sceneggiatura non sua.

Lo chiamavano Jeeg Robot: trama, cast e premi del film

Lo chiamavano Jeeg Robot: trama, cast e premi del film

Indicato come uno dei film che ha contribuito alla forte attenzione del cinema italiano nei confronti dei generi cinematografici, Lo chiamavano Jeeg Robot segna il debutto ad un lungometraggio di Gabriele Mainetti e Nicola Guaglianone. Rispettivamente regista e sceneggiatore, i due avevano già collaborato con successo a cortometraggi quali Il produttore, Basette e Tiger Boy. Per il loro esordio sul grande schermo, scelgono di dar vita al primo grande supereroe italiano, il quale è però naturalmente calato all’interno del forte contesto della periferia di Roma. Con il film di Mainetti si è così aperta per il cinema italiano una nuova ricca stagione.

Il titolo del film è un ovvio riferimento al celebre manga Jeeg Robot d’acciaio, dove il supereroe in questione si trova a dover salvare il mondo da nemici ogni volta diversi. Allo stesso modo, il protagonista del film italiano, Enzo Ceccotti, deve fare i conti con la criminalità di Roma, e in particolare con un nemico che si rivelerà più imprevedibile del previsto. Proprio per le grandi novità che il film presentava, questo faticò inizialmente a trovare produttori disposti ad investirvi. In seguito, tuttavia, il film riuscì a prendere forma, arrivando ad ottenere un’anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

Arrivato infine in sala, il film riesce ad affermarsi come uno dei migliori incassi della stagione, arrivando ad un guadagno complessivo di quasi 6 milioni di euro a fronte di un budget di quasi 2. Per Lo chiamavano Jeeg Robot la strada verso il successo era però appena iniziata. Il film divenne infatti un vero e proprio caso cinematografico, arrivando a vincere alcuni tra i maggiori premi assegnati dall’industria italiana. Grazie anche ad una distribuzione estera, il film ha potuto dimostrare in tutto il mondo il pregio che ancora oggi il cinema italiano può vantare.

Lo chiamavano Jeeg Robot: la trama del film

Il film racconta di Enzo Ceccotti, un uomo solitario che vive di espedienti nella periferia di Roma, si nutre di budini alla vaniglia e guarda solo dvd pornografici. Un giorno, inseguito dalla polizia per il furto di un orologio, si tuffa nel Tevere e lì viene a contatto con una sostanza radioattiva, che una volta tornato a casa gli causa un terribile malessere. Superata la notte e apparentemente guarito, si organizza per un nuovo colpo, commissionatogli dallo spietato criminale noto come Lo Zingaro. A casa di uno dei suoi complici, Enzo incontra Alessia, una ragazza con problemi mentali, che si comporta come una bambina, fa fatica a distinguere tra finzione e realtà e ha una vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg Robot d’acciaio.

Durante un incontro con alcuni corrieri di droga, Enzo rimane però coinvolto in una sparatoria, si prende una pallottola e fa un volo di diversi metri. Inspiegabilmente rimane illeso e realizza così di avere dei “superpoteri”, acquisiti grazie alla sostanza radioattiva: oltre all’invulnerabilità, possiede anche una forza sovrumana. Lo Zingaro con i suoi scagnozzi si reca a casa di Alessia per avere informazioni sul carico di droga, arrivando ad essere violento con la giovane. Sentite le urla della ragazza, Enzo accorre e interviene picchiando i criminali e salvando Alessia. I due, costretti ora ad una latitanza, si ritrovano a stringere un profondo legame. La loro tranquillità viene però messa a dura prova proprio da Lo Zingaro, il quale è in cerca di vendetta.

Lo chiamavano Jeeg Robot cast

Lo chiamavano Jeeg Robot: il cast di attori del film

Tra gli elementi di maggior forza del film vi è il suo cast di attori. Tutti premiati per le loro interpretazioni, questi hanno dato vita a personaggi memorabili, entrati da subito nell’immaginario collettivo del cinema italiano. Grande protagonista è l’attore Claudio Santamaria. Questi, tuttavia, aveva inizialmente dovuto rifiutare il ruolo a causa di altri impegni. Poiché il regista desiderava fortemente averlo nel film, però, le riprese vennero posticipate in attesa che l’attore fosse libero. Ciò avvenne però con la sua promessa di acquisire circa 20 chili, arrivando ad un totale di 100, e assumendo l’imponenza richiesta per il personaggio.

Accanto a lui nel film è poi presente Luca Marinelli, oggi tra i principali interpreti del cinema italiano, che ha qui vestito i panni del criminale Lo Zingaro. Affermatosi per il suo carattere sopra le righe, il personaggio è oggi ricordato come uno dei villain più apprezzati del recente cinema nazionale. Per dargli vita, Marinelli ha raccontato di essersi ispirato ai personaggi di Hannibal Lecter e Buffalo Bill, entrambi presenti in Il silenzio degli innocenti. Per il ruolo di Alessia, invece, viene scelte l’attrice Ilenia Pastorelli. All’epoca questa era ancora un’esordiente, e per tale ragione il regista non era del tutto convinto di voler affidare a lei il ruolo. A convincerlo fu però Guaglianone, lo sceneggiatore, il quale dichiarò di aver scritto il personaggio con lei in mente. Dopo averla incontrata, anche Mainetti si convinse del fatto che era l’attrice giusta per il ruolo. Nel film è poi presente anche l’attrice Antonia Truppo nel ruolo della boss criminale Nunzia Lo Cosimo.

Lo chiamavano Jeeg Robot: i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Lo chiamavano Jeeg Robot si è affermato come uno dei film più acclamati e premiati del suo anno. Questo è infatti stato candidato a numerosi premi di particolare prestigio in Italia, come i David di Donatello e i Nastri d’argento. Ai primi il titolo ricevette ben 17 nomination, ottenendo poi 8 premi, tra cui quelli per i quattro interpreti principali e quello per il miglior regista esordiente. Ai Nastri d’argento il film guadagnò invece 10 nomination, mentre 12 furono quelle ai Ciak d’Oro. Il film venne inoltre selezionato nella rosa dei film tra cui scegliere per il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero, non ottenendo però tale possibilità. Svariati sono poi stati i premi “minori” vinti sempre sul suolo italiano.

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Lo chiamavano Jeeg Robot grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Now TV, Rai Play e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 2 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

MCU: le 10 cose più tristi relative alla storia di Vedova Nera

MCU: le 10 cose più tristi relative alla storia di Vedova Nera

Vedova Nera è uno dei supereroi del MCU più popolari. Fa parte dell’universo condiviso dal 2010 e ha contribuito a salvare il mondo molte volte. In qualità di ex spia, Natasha Romanoff ha molte abilità utili per il suo lavoro da supereroe. Anche se non possiede alcun vero superpotere come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori, questo non le ha mai impedito di abbattere i cattivi.

Sfortunatamente, la vita di Vedova Nera non è stata sempre facile, con molti episodi che hanno spesso intristito i suoi fan. Dalle relazioni personali al suo passato, Vedova Nera avrebbe spesso meritato di più di quanto in realtà ha avuto:

La relazione con Bruce Banner

La storia d’amore tra Natasha e il suo compagno di squadra Bruce Banner non ha sempre trovato il consenso dei fan. Ad alcuni è piaciuta, ma altri hanno obiettato che sia venuta fuori dal nulla e non è mai apparsa credibile.

In ogni caso, la relazione è andata in pezzi rapidamente, anche se sembrava che Natasha e Bruce non abbiano mai smesso di preoccuparsi l’uno dell’altro. Forse alla fine avrebbe potuto far funzionare la loro relazione, ma la morte di Natasha ha impedito che ciò accadesse.

La morte

Molte persone sospettavano che Tony Stark sarebbe morto in Avengers: Endgame (2019). Ma nessuno poteva immaginare che anche Natasha sarebbe morta. Inoltre, diversamente da Tony, non è stata circondata dai suoi cari, ma ha avuto soltanto Clint al suo fianco.

Natasha ha sacrificato la sua vita quando lei e Clint sono andati a Vormir per ottenere la Gemma dell’Anima. Nat era consapevole che Clint aveva molto di più per cui vivere, ed è stata disposta a rinunciare alla sua vita per la loro battaglia. 

Cosa è accaduto a Budapest?

L’imminente film in solitaria dedicato a Natasha, l’attesissimo Black Widow, potrebbe rappresentare un punto di svolta in relazione al passato del personaggio, ma per ora, la questione su cosa sia successo davvero a Budapest rimane uno dei più grandi misteri del MCU.

Tale mistero continua a torturare i fan che stanno creando molteplici teorie sulla missione di Natasha e Clint nella città ungherese. Sicuramente resterebbero delusi, per non dire sconvolti, se Black Widow non dovesse finalmente fornire loro le risposte che attendono ormai da anni.

È un’orfana

A volte, scene che svelano di più sui personaggi non finiscono nel montaggio finale dei film. È successo anche con Natasha in Captain America: Civil War (2016). Natasha va a sostenere il suo caro amico, Steve Rogers, quando prende parte al funerale di Peggy Carter.

In seguito, Natasha rivela che quando è tornata in Russia per trovare i suoi genitori, ha trovato invece due lapidi. Ciò significa che è un’orfana, proprio come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori: Steve Rogers, Tony Stark e Thor, per citarne solo alcuni…

Non può avere figli

Se Natasha non voleva avere figli, allora questa sarebbe stata una situazione diversa. Ma in base della sua conversazione con Bruce in Avengers: Age of Ultron (2015), è chiaro che non è contenta di ciò che le hanno fatto nella Stanza Rossa, e cioè che l’hanno resa sterile.

Se c’è una cosa certa, è che Natasha sarebbe una mamma fantastica, ma sfortunatamente questa possibilità l’è stata barbaramente negata.

Un duro allenamento

Parlando della Stanza Rossa e del passato di Natasha, è chiaro che la sua vita precedente era tutt’altro che felice. Quando ha frequentato il corso di formazione per Vedove Nere, ha vissuto in condizioni difficili ed è stata trattata in un modo che le ha lasciato numerose cicatrici (soprattutto mentali, ma forse anche fisiche).

La serie Agent Carter ha poi rivelato ulteriori dettagli sulle vite delle ragazze che hanno partecipato alla formazione. E a giudicare dal fatto che di notte le ammanettano ai loro letti, l’allenamento non è stato per nulla un gioco da ragazzi.

Steve potrebbe averla friendzonata

Chi mai vorrebbe essere friendzonato da Capitan America? Sfortunatamente, è proprio quello che è successo a Natasha. Ha baciato Steve in Captain America: The Winter Soldier (2014), e se ciò non fosse abbastanza ovvio, in seguito ha lasciato intendere che avrebbero potuto diventare più che amici.

Non è chiaro quanto Natasha considerasse seriamente una possibile relazione con Steve e, alla fine, sembra aver superato la cosa. Tuttavia, è stato un vero peccato, dato che lei e Steve hanno molto in comune e avrebbero potuto essere una coppia davvero tosta.

Ha dovuto combattere i suoi amici

Combattere contro i propri amici non è mai facile. Soprattutto quando sono l’unica famiglia che hai, proprio come Natasha. Ma anche Vedova Nera fu costretta a scegliere da che parte stare durante la Civil War.

Prima si schierò con Iron Man, il che significava che doveva combattere al fianco del suo caro amico Clint. Poi ha cambiato “team” e ha aiutato Steve e Bucky a scappare. E c’è stata anche una lotta con Clint in The Avengers (2012), quando ha dovuto ferirlo per rompere il controllo mentale di Loki su di lui.

È apparsa come un oggetto sessuale?

Ciò è stato particolarmente evidente in Iron Man 2, in cui Natasha è apparsa per la prima volta. Ha assunto un’identità fasulla e si è presentata come la graziosa assistente di Pepper Potts.

E anche se ha abbattuto un gruppo di nemici e sconfitto Happy sul ring, ha indossato abiti eccessivamente rivelatori ed è persino apparsa brevemente in mutande, quando Tony ha cercato ulteriori informazioni su di lei (per non parlare del fatto che Tony ha flirtato apertamente con Natasha nonostante la sua relazione con Pepper!). Questo non è stato certamente il miglior trattamento per un’eroina così eccellente.

Troppi anni prima del suo standalone

black widowL’uscita dello standalone dedicato a Natasha è stata posticipata a causa dell’emergenza Covid-19: il film, in origine, sarebbe già dovuto arrivare nelle sale da un pezzo.

Fatta eccezione per Occhio di Falco (che apparirà prossimamente in una serie tutta sua), Natasha è stata l’unica a non avere il suo film in solitiaria, non importa quanto sia popolare o quanto i fan l’abbiano richiesto a gran voce. In effetti, ha ottenuto il suo standalone a ben 11 anni di distanza dalla sua prima apparizione nel MCU.

MINI Republic 4 Comics: un concorso in occasione del Free Comic Book Day Italia

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Dopo l’importante appuntamento di Lucca Changes 2020, che ha visto MINI tra i grandi protagonisti del community event internazionale con una celebrazione unica pensata per gli 80 anni di Flash – in collaborazione con Panini Comics -, MINI torna ad addentrarsi nel mondo del fumetto con un’iniziativa pensata per tutti gli appassionati di comics (e non solo).

In occasione della quinta edizione del Free Comic Book Day Italia, la giornata interamente dedicata all’invito alla lettura del fumetto prevista per giovedì 3 dicembre (che quest’anno si estenderà eccezionalmente lungo tutto il mese di dicembre), MINI presenta MINI Republic 4 Comics, un concorso a premi che mette in palio 5 buoni del valore di 200€ da spendere in fumetti sul sito ufficiale del gruppo Panini.

Nelle oltre 230 fumetterie che aderiscono al Free Comic Book Day Italia, i lettori potranno ritirare gratuitamente – insieme agli albi inediti pensati esclusivamente per l’evento e alle importanti preview di volumi in uscita nei prossimi mesi – una litografia della Nuova MINI Full Electric con i disegni del Velocista Scarlatto realizzata dal disegnatore italiano Carmine Di Giandomenico a Lucca Changes. Un pezzo da collezione contenente anche un QR Code che rimanderà al sito ufficiale di MINI Republic dove, dal 9 al 24 dicembre si potrà sfidare la fortuna per conquistare uno dei preziosissimi “buoni fumetto” in palio (tutti i dettagli del concorso sono su republic.mini.it).

MINI si conferma così sempre pronta a condividere con la sua community (e non solo) passioni, interessi ed esperienze speciali, e con MINI REPUBLIC 4 COMICS partecipa a un appuntamento importante come il Free Comic Book Day che quest’anno, oltre a continuare a promuovere la lettura, ha l’intento di supportare le fumetterie in un periodo che si è dimostrato difficile, avvicinando nuovi lettori e riportando chi se ne era allontanato.

Terminator: Destino Oscuro, Mackenzie Davis torna a parlare del flop del film

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Terminator: Destino Oscuro è stato diretto da Tim Miller, regista di Deadpool, e ha visto il coinvolgimento di James Cameron – regista dei primi due iconici episodi del franchise – in qualità di produttore. Ciononostante, il film non è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori: le recensioni sono state per lo più positive, ma al box office il film ha incassato “appena” 261 milioni in tutto il mondo, facendo così ripiombare la saga in una sorta di limbo.

Durante una recente intervista con il podcast Happy Sad Confused (via CBM), la co-protagonista del film, Mackenzie Davis, è tornata a parlare sul fallimento di Terminator: Destino Oscuro. “Mi è piaciuto tantissimo lavorare aquel film. È stata un’esperienza dura, ma le persone coinvolte erano incredibili. Tim è stato un regista meraviglioso, sempre concentrato nel provare a fare il miglior lavoro possibile”, ha spiegato l’attrice. “Ma parlando in termini di box office era comunque un Terminator 6 e nessuno aveva visto gli ultimi tre. Questo non significa che abbiamo fatto un brutto film, ma che forse l’appetito della gente per questa saga si è esaurito.”

Poi ha aggiunto: “Non voglio neanche entrare nel merito del fatto che sia andato male perché aveva tre donne come protagoniste, perché sono fattori che non posso controllare. Sono una donna, mi è piaciuta davvero tanto la mia parte. Sono orgogliosa di quello che abbiamo fatto e non potrei mai dire: ‘È andato male perché il pubblico è sessista’. Sembrerebbe una scappatoia per non ammettere che forse sei film sono troppi. Adesso lo sappiamo.”

Sempre nel corso della medesima intervista, Mackenzie Davis ha anche parlato dei piani per il sequel mai realizzato di Destino Oscuro: “Avrebbe avuto a che fare con la timeline. Avrebbe esplorato una linea temporale diversa. Nessuna resurrezione… sarebbe venuta dal futuro”. L’attrice non ha rivelato null’altro, dal momento che – sebbene il sequel non sai più nei piani della Paramount e della Skydance – quell’idea potrebbe comunque essere utilizzata prima o poi.

Ad oggi, il futuro del franchise di Terminator rimane un mistero, soprattutto dopo le deludenti performance di Destino Oscuro. Forse la saga si evolverà e magari ne verrà tratta una serie tv. Per quanto riguarda il grande schermo, l’insuccesso dell’ultimo capitolo è indice di quanto i concetti ormai familiari alla basa del franchise siano diventati davvero troppo stantii e privi di fascino per il pubblico.

La trama di Terminator: Destino Oscuro

La protagonista della storia di Terminator: Destino Oscuro è Sarah Connor. La donna, invecchiata e indurita dalla vita, è una cacciatrice di Terminator, vive così e, quando si trova ad avere a che fare con Dani Ramos, apparentemente una persona normale, e Grace, un essere umano potenziato che è stato mandato dal futuro per proteggere la ragazza, capisce che in giro c’è anche un nuovo Terminator, che, come accadde a lei tanto tempo fa, è stato mandato per compiere la sua missione e uccidere il suo obbiettivo. Il loro cammino però è difficile e impervio, e per riuscire a sopravvivere al nuovo e straordinariamente forte modello di macchina, un Rev 9, non possono che chiedere aiuto al T-800 più famoso della storia del cinema, quel Terminator che ha inseguito Sarah per tutta la sua giovinezza.

Mi chiamo Francesco Totti in Home Video dal 3 dicembre

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Mi chiamo Francesco Totti in Home Video dal 3 dicembre

Dopo essere stato presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, Mi chiamo Francesco Totti arriva in home video in formato DVD insieme a Universal Pictures Home Entertainment Italia a partire dal prossimo 3 dicembre.

Diretto da Alex Infascelli, il documentario si pone l’obiettivo di raccontare con umiltà l’uomo dietro la leggenda e oltre “il capitano”, ripercorrendo la sua vita con le parole dello stesso protagonista. Il regista porta quindi Totti sulla stessa dimensione dello spettatore, senza però ridurre le sue gesta sportive. Per riuscire in questo, viene scelta la modalità del racconto in prima persona, coinvolgendo così totalmente Francesco, che diventa la sola voce narrante della storia. Una narrazione che è diretta rappresentazione di ciò che Totti per primo evidenzia come importante nella sua storia, la storia che lo ha portato sino a qui: una storia di calcio, certo, ma soprattutto di famiglia e senso di appartenenza.

È la notte che precede il suo addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.

Mi chiamo Francesco Totti, la recensione del documentario

Arrivato al suo sesto lungometraggio, il regista Alex Infascelli ha già ottenuto due David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciak d’Oro, oltre ad aver diretto più di 50 video musicali e due miniserie per Sky, per il quale ha ottenuto il premio come miglior regista italiano al Roma Fiction Fest.

Soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli). Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.

Scream: il cast non conosce l’identità del “nuovo” Ghostface

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Scream: il cast non conosce l’identità del “nuovo” Ghostface

Il cast del nuovo attesissimo capitolo di Scream – intitolato semplicemente Scream – ha ricevuto delle sceneggiature “fake” in modo che nessuno potesse conoscere il vero finale del film. Uscito nel 1996, il primo Scream ha rivitalizzato il genere slasher e dato vita ad una nuova saga di successo, elogiata soprattutto per il suo approccio meta-horror, qualcosa che i futuri prodotti del genere avrebbero spesso cercato di riproporre.

Dopo anni di rumor, il nuovo Scream è stato ufficialmente confermato, e proprio di recente abbiamo appreso che le riprese si sono finalmente concluse. Essendo Wes Craven – registi di tutti i precedenti episodi – scomparso nel 2015, il nuovo film sarà diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, registi dell’horror Finché morti non ci separi. Nel nuovo Scream ritroveremo Neve Campbell nei panni di Sidney Prescott, insieme a David Arquette (Dewey Riley) e Courtney Cox (Gale Weathers). Tra le new entry, invece, figurano Melissa Barrera, Jack Quaid, Kyle Gallner e Dylan Minnette.

Naturalmente, il più grande mistero legato al film sarà ancora una volta l’identità di Ghostface, e pare che questa volta nessuno – neanche i membri del cast – sappia chi si nasconda dietro il costume dell’ormai iconico serial killer cinematografico. Parlando con Cinemablend, infatti, il produttore William Sherak ha rivelato che al cast sono state consegnate differenti versioni della sceneggiatura proprio per evitare che nessuno conosca la vera identità di Ghostface e, di conseguenza, impedire spoiler sul film.

“Esistono più versioni della sceneggiatura e la maggior parte del cast non sa se ha letto la versione definitiva oppure no”, ha spiegato Sherak. “Abbiamo giocato con loro e il bello di un film di Scream è che tutti sono colpevoli fino a prova contraria. Quindi, l’obiettivo è continuare così il più a lungo possibile e divertirci ancora.”

Scream: dalla finzione alla realtà!

Dalla finzione alla realtà, quindi. Tale espediente dovrebbe essere ben noto ai fan della saga di Scream. Nel terzo capitolo uscito nel 200, infatti, esistevano diverse versioni della sceneggiatura di Stab 3, “il film nel film” basato sugli eventi di Woodsboro e del Windsor College. In Scream 3, i personaggi della storia erano incapaci di prevedere quale sarebbe stata la prossima vittima di Ghostface proprio perché, nonostante l’assassino stesse iniziando ad ucciderli in base all’ordine in cui morivano in Stab 3, esistevano differenti versioni del copione.

Ricordiamo che Scream arriverà nelle sale americane il 14 gennaio 2022. In Italia il film verrà distribuito nello stesso anno da Eagle Pictures. Kevin Williamson, storico produttore e sceneggiatore della saga, è stato nuovamente coinvolto nel nuovo film.

Joe Russo sull’uscita congiunta di Wonder Woman 1984: “È il futuro dell’industria”

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Quando Avengers: Endgame è uscito nelle sale lo scorso anno, è diventato il film con il maggior incasso di tutti i tempi, arrivando a guadagnare circa 2,8 miliardi di dollari. Nonostante ciò, molti dei titoli prodotti dai Fratelli Russo stanno arrivando sui servizi di streaming: basti pensare a Tyler Rake con Chris Hemsworth, arrivato su Netflix, o a Cherry con Tom Holland, che arriverà su Apple TV+.

Intervistato da Collider, a Joe Russo è stato chiesto un commento sulla decisione della Warner Bros. di distribuire Wonder Woman 1984 contemporaneamente nelle sale cinematografiche e su HBO Max. “[Patty Jenkins] ha realizzato qualcosa in cui ha messo una quantità incredibile di amore e gioia, e ora è pronta a condividerlo con il mondo”, ha spiegato il regista. “Le circostanze stanno dettando che avere più opzioni per permettere al pubblico di vedere un film è forse la cosa migliore. Alcune persone vogliono andare al cinema; altre, per motivi di salute, potrebbero aver bisogno di vederlo a casa.”

Abbiamo sentito molti registi scagliarsi contro l’idea che i film vengano distribuiti sulle piattaforme digitali, al fine di proteggere l’esperienza del grande schermo, ma a quanto pare Joe Russo ritiene che questo tipo di distribuzione “congiunta” sia una mossa “audace e coraggiosa” e che, secondo lui, rappresenterà “il futuro dell’industria.”

“Può esserci spazio sia per il digitale che per la sala e, in effetti, entrambi potrebbero forse migliorare gli affari e l’esperienza l’uno dell’altro”, ha aggiunto. “Ma ci sono molte persone in tutto il mondo che preferiscono il digitale alla sala, e questo è solo un modo per raggiungerle. Quindi, da regista, penso che, se il tuo obiettivo è far vedere il tuo film al maggior numero possibile di spettatori, una visione cinematografica e digitale insieme è un modo incredibile per farlo.”

Wonder Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

Van Helsing: James Wan e il regista di Overlord per il reboot

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Van Helsing: James Wan e il regista di Overlord per il reboot

Julius Avery, noto per aver diretto il fanta-horror Overlord del 2018, è stato scelto per dirigere il reboot di Van Helsing per conto della Universal. James Wan, noto al grande pubblico per le saghe di Insidious e The Conjuring e anche per aver diretto Aquaman, figurerà in qualità di produttore.

Overlord, che inizialmente si diceva facesse parte dell’universo di Cloverfield, è stato prodotto da J.J. Abrams, ed è stato il sec.ondo lungometraggio di Avery. Il suo debutto, Son of a Gun, interpretato da Brenton Thwaites e Ewan McGregor, era ambientato nella sua nativa Australia. Attualmente il regista sta lavorando a Samaritan, un oscuro film di supereroi con protagonista Sylvester Stallone.

Il personaggio di Van Helsing, introdotto per la prima volta nel romanzo originale “Dracula” di Bram Stoker, è apparso sullo schermo diverse volte. Il personaggio è stato rilanciato in qualità di vendicativo assassino nel Van Helsing del 2004. Ad interpretarlo in quel film c’era Hugh Jackman, con la Universal che sperava di poter dare vita ad un nuovo franchise. Sfortunatamente, il film si rivelò un flop, stroncato dalla critica e bistrattato anche dal pubblico. Ora, la Universal spera di bandire definitivamente il ricordo di quel fallimento con una nuova interpretazione del personaggio.

Deadline riporta che un nuovo film dedicato alla figura di Van Helsing sarà diretto da Avery e prodotto da Wan. Pare ci sia già una sceneggiatura, ma Avery è stato incaricato di di riscriverla, una pratica standard quando si tratta di grande blockbuster. Secondo la fonte, il nuovo film sarà ambientato nell’universo dei mostri di Van Helsing, ma potrebbe non seguire necessariamente il personaggio in qualità di protagonista. Al momento, però, si tratta di una mera speculazione, dal momento che nessun dettaglio sulla trama è stato rivelato.

Inoltre, il film non si collegherà al Dark Universe della Universal, progetto naufragato in seguito al terribile flop del reboot de La Mummia con Tom Cruise. Si tratterà, dunque, di una pellicola autonoma, sulla scia del successo de L’uomo invisibile uscito quest’anno, diretto da Leigh Whannell e distribuito sempre da Universal.

Euphoria – trouble don’t last always: due episodi speciali

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Euphoria – trouble don’t last always: due episodi speciali

Euphoria, l’acclamato ritratto a luci al neon della Generazione Z che è valso a Zendaya un Emmy Award come migliore attrice protagonista, torna con un attesissimo speciale intitolato “Trouble Don’t Last Always“, il primo di due episodi che faranno da ponte tra la prima e la seconda stagione della serie e di cui viene rilasciato oggi il teaser. Scritto e diretto dal creatore della serie Sam Levinson, lo speciale andrà in onda su Sky Atlantic e NOW TV in contemporanea assoluta con la messa in onda americana, nella notte fra il 6 e il 7 dicembre alle 3.00 e poi dalle 23.00 il 7 dicembre.

Dal 7 dicembre, inoltre, On Demand su Sky e in streaming su NOW TV anche l’intera prima stagione del cult HBO. Il primo episodio speciale è dedicato a Rue, che dopo essere stata lasciata da Jules alla stazione ferroviaria e aver avuto una ricaduta, trascorre un giorno di Natale particolare. Tra i protagonisti dello speciale, oltre a Zendaya, anche Colman Domingo (Fear the Walking Dead), già apparso nella prima stagione della serie nei panni dello sponsor di Rue, e Hunter Schafer che torna ad interpretare Jules.

Euphoria – trouble don’t last always: la trama

New York. Rue e Jules vivono insieme come una coppia felice nella Grande Mela. Una sequenza introduttiva quasi perfetta, che tuttavia si rivelerà essere soltanto un sogno, apre l’episodio speciale. Durante la vigilia di Natale, Rue (Zendaya) e il suo sponsor Ali (Colman Domingo) si trovano in una tavola calda a mangiare pancakes dopo la rituale riunione degli alcolisti anonimi. L’uomo aiuta Rue a riflettere e a capire come spezzare il ciclo della sua dipendenza dalla droga. La ragazza si troverà a ripensare all’influenza che Jules ha avuto sull’astinenza che aveva raggiunto e sulla sua ricaduta.

Euphoria – trouble don’t last always farà da ponte tra la prima e la seconda stagione . Scritta e diretta dal creatore della serie Sam Levinson con Zendaya, Hunter Schafer e Colman Domingo

EUPHORIA – TROUBLE DON’T LAST ALWAYS | In contemporanea con la messa in onda americana, nella notte fra il 6 e il 7 dicembre alle 3.00 su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV e poi dalle 23.00 il 7 dicembre

Wonder Woman 1984: Pedro Pascal si è ispirato a Nicolas Cage per una scena

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Nonostante i numerosi ritardi causati dalla pandemia di Covid-19, Wonder Woman 1984 è finalmente pronto a fare il suo debutto sia nelle sale che su HBO Max il giorno di Natale. Manco poco e finalmente avremmo la possibilità di vedere – tra le altre cose – la guerriera Amazzone combattere contro il malvagio Maxwell Lord, un grande cattivo dei fumetti che ha rappresentato una minaccia per Diana Prince e la Justice League in più di un’occasione.

Durante un’intervista con Entertainment Weekly, la star dell’acclamata serie The Mandalorian, Pedro Pascal, ha parlato dell’opportunità di interpretare il cattivo e di averlo sempre considerato come un tipico cattivo ragazzo degli anni ’80. “In Wonder Woman 1984, sono Gal Gadot e Kristen Wiig a guidare l’azione. Io mi limito a gigioneggiare”, ha spiegato l’attore al sito. “Sto dando spettacolo!”. Durante l’intervista è emerso che Pascal si è persino ispirato a Nicolas Cage per una scena, elogiando la sceneggiatura per avergli fornito tutto ciò di cui aveva bisogno.

“Non dovevo prendere qualcosa e capire come mettere più carne al fuoco. Dovevo arrivare ad entrare nella pelle di ciò che mi veniva presentato”, ha spiegato l’attore confrontando la sua esperienza con la serie Narcos. “Per me, la Colombia era quasi il personaggio centrale, e poi mi è stato permesso di renderlo depressivo e di interpretare tonalmente quello che era il personaggio. E in questo caso, su Wonder Woman 1984, c’era così tanto da abbracciare piuttosto che inventare.”

“È stata un’incredibile gioia, ma anche una grande sfida, perché Patty Jenkins è una regista che ama gli attori e quando vede che può chiedere di più, lo fa senza problemi”, ha concluso Pascal. “E non c’è stato nessuno di meglio, nella mia esperienza, a cui dare di più.”

Wonder Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

Il Cavaliere Oscuro: Aaron Eckhart sostiene che Harvey Dent avrebbe detto la verità

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Aaron Eckhart crede che Harvey Dent avrebbe detto la verità alla fine de Il Cavaliere Oscuro. La trasformazione di Dent in Due Facce avviene alla fine del film, dopo la tragica morte di Rachel Dawes, con il villain che medita vendetta. I suoi piani includo anche l’omicidio dei poliziotti che erano sul libro paga di Joker e che hanno aiutato a portare Rachel nel luogo dell’incidente.

Batman e Jim Gordon fermano la furia omicida di Dent mentre questi tenta di uccidere la famiglia del Commissario. Batman finisce per uccidere Dent, spingendolo alla morte dopo che Dent gli ha sparato. Il film si conclude con Batman che convince Gordon ad attribuire gli omicidi di Dent al Crociato Incappucciato, per mantenere l’immagine eroica di Dent agli occhi della gente di Gotham. Ciò preserverebbe il fragile stato della città, dopo i giochi contorti di Joker all’inizio del film. 

In una nuova intervista con THR, Aaron Eckhart ha parlato proprio della scelta del personaggio di Batman di attribuire gli omicidi a sé stesso. Nonostante le loro buone intenzioni, Eckhart pensa che Dent si sarebbe opposto alla decisione del Crociato di Gotham e di Gordon, citando l’intrinseca onestà di Dent come motivazione principale. Eckart crede che, nonostante la trasformazione di Dent in Due Facce, il centro morale del personaggio sia rimasto sempre vivo. In qualità di procuratore distrettuale, Dent ha sempre combattuto per la verità, ed Eckhart ritiene che non sarebbe stato diverso se fosse sopravvissuto allo scontro con Batman.

“Avrebbe detto la verità. Questa è la cosa più incredibile di Harvey Dent. Indipendentemente da ciò che sta accadendo, rimane la bocca della verità. È un esempio di moralità. Harvey Dent ha sempre combattuto per ogni uomo e donna, per la verità e la giustizia, e si è sempre messo in gioco. Ma dopo averlo fatto, è stato morso ed è stato cambiato per sempre. Ma non vorresti mai perdere persone come Harvey Dent nella vita. Non importa quanti soldi o pressione ci siano, non importa quanta coercizione, controllo o corruzione ci siano: Harvey Dent rimarrà fedele alla moralità e alla verità. Le persone possono fare affidamento su questo e oggi è sempre più difficile accorgersene.”

E se Harvey Dent fosse sopravvissuto alla fine de Il Cavaliere Oscuro?

Se Dent fosse sopravvissuto alla fine de Il Cavaliere Oscuro, l’intera narrativa della trilogia sarebbe cambiata. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno si apre con Batman che è scomparso per otto anni e con Bruce Wayne che è diventato un recluso. La decisione di mentire alla fine de Il Cavaliere Oscuro prepara il film all’arco della redenzione di Batman, una parte cruciale del capitolo finale della trilogia di Christopher Nolan. Senza la redenzione di Batman e l’apparizione di Bane e Talia al Ghul, il film avrebbe potuto perdere l’occasione di chiudere un cerchio ideale e di ricollegarsi agli inizi della trilogia, quindi a Batman Begins.

Big Sky 1×04: promo e trama dall’episodio

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Big Sky 1×04: promo e trama dall’episodio

Il network americano ABC ha diffuso promo e trama di Big Sky 1×04, il quarto episodio dell’annunciata nuova serie tv Big Sky in arrivo questo autunno.

In Big Sky 1×04 che si intitolerà  “Unfinished Business” Insoddisfatte delle indagini ora che la scomparsa delle ragazze ha fatto notizia, Cassie e Jenny prendono le cose nelle loro mani, sfruttando i loro punti di forza individuali per fare progressi nel caso. Nel frattempo, Legarski cerca di mantenere la calma, ma Ronald adotta un approccio diverso per proteggersi. Ancora prigionieri, Danielle e Jerrie si prendono cura di Grace, che prende una decisione dolorosa nel tentativo di salvarli tutti, nel nuovissimo episodio di “Big Sky”, che debutterà martedì 8 dicembre, su ABC.

Big Sky in streaming è disponibile su Star, il nuovo canale per adulti di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare gli episodi di Big Sky e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Big Sky 1×04

Big Sky è la nuova serie tv creata da David E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.

La serie racconta degli investigatori privati ​​Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, Valerie Mahaffey come Helen Pergman con John Carroll Lynch come Rick Legarski e Ryan Phillippe come Cody Hoyt.

Star Wars VIII: Rian Johnson voleva il Fantasma di Forza di Anakin

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Il regista Rian Johnson ha rivelato di aver preso in considerazione l’idea di includere il Fantasma di Forza di Anakin Skywalker in Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Uscito nel 2016, il film è stato l’episodio centrale della trilogia sequel dell’amatissima saga fantascientifica, riprendendo le fila del racconto proprio dal finale de Il Risveglio della Forza di J.J. Abrams. Oltre a portarea vanti la storia dei nuovi personaggi, ossia Rey, Finn, Poe e Kylo Ren, il film ha finalmente rivelato cosa aveva fatto Luke Skywalker dopo essersi ritirato in esilio.

Di recente, un fan a chiesto su Twitter a Rian Johnson se ci fosse mai stato un momento durante il processo creativo in cui ha pensato di inserire nella storia de Gli Ultimi Jedi il Fantasma di Forza di Anakin Skywalker. Sorprendentemente, il regista ha risposto di sì, spiegando anche in che tipo di contesto sarebbe tornato il personaggio: “Brevemente, avevo considerato il Fantasma di Forza di Anakin Skywalker per la scena dell’albero in fiamme ad Ahch-To. Ma la relazione di Luke era con Vader, e non con Anakin, quindi avrebbe reso le cose ancora più complicate. Quindi, alla fine, mi sono reso conto che Yoda si sarebbe adattato meglio a quella sequenza in termini di narrazione.”

Sempre via Twitter, e in risposta alla curiosità di un altro fan, Johnson ha anche rivelato di essere stato lui ad avere l’idea del titolo del film, ossia Gli Ultimi Jedi, e che lo stesso non gli è stato suggerito dalla Lucasfilm. La domanda era piuttosto lecita, dal momento che i ben informati sanno quanto la società di produzione abbia un elevato controllo durante il processo creativo di uno dei suoi progetti. La risposta di Johnson evidenzia ancora una volta come al regista di una stata concessa parecchia libertà durante la lavorazione di Episodio VIII, libertà che ovviamente non si è limitata ad una “semplice” titolo, ma che ha profondamente influenzato anche la narrativa interna del longevo franchise.

Il futuro della saga di Star Wars

Per quanto riguarda il futuro della saga di Star Wars, sappiamo che Rian Johnson dirigerà un’ulteriore trilogia di film della saga che non saranno legati alla storia degli Skywalker; tuttavia, è da tempo ormai che non si hanno aggiornamenti in merito al progetto. Sappiamo, inoltre, che Taika Waititi, l’acclamato regista di Thor: Ragnarok e JoJo Rabbit, è stato incaricato di scrivere e dirigere un nuovo film del franchise. Inoltre, un altro progetto legato alla saga dovrebbe essere in sviluppo per conto del regista JD Dilliard e dello sceneggiatore Matt Owens.

Rango: personaggi, cast e curiosità sul film d’animazione

Rango: personaggi, cast e curiosità sul film d’animazione

Che il genere western sia da sempre uno dei più apprezzati e memorabili della storia del cinema è cosa ormai nota. Con i suoi paesaggi e personaggi caratteristici, questo influenza ancora oggi numerose opere più o meno esplicitamente ad esso appartenenti. Tra i maggiori casi a riguardo vi è il film d’animazione Rango, diretto nel 2011 da Gore Verbinski. Divenuto un vero e proprio caso cinematografico, questo ha permesso alle atmosfere del vecchio west di prendere nuovamente vita sul grande schermo con un’animazione che ne esalta tutte le principali caratteristiche, dalla polvere alla natura macabra di certi particolari.

Per il regista, reduce dalla complessa esperienza dei primi tre film dei Pirati dei CaraibiRango era l’occasione di dar vita ad un progetto più piccolo. Egli tuttavia sottovalutò la complessità della realizzazione grafica richiesta, per il quale fu necessario molto più lavoro del previsto. Il risultato è però particolarmente sorprendente, e ancora oggi il film vanta un caratteristiche estetiche che gli permettono di distinguersi tra i tanti film d’animazione ogni giorno sempre più curati al minimo dettaglio. Il successo fu tale che Rango arrivò ad ottenere alcuni dei maggiori riconoscimenti cinematografici dell’anno.

A fronte di un considerevole budget di circa 135 milioni di dollari, questo riuscì ad incassarne complessivamente 245 in tutto il mondo. In seguito, il titolo arrivò a vincere il premio Oscar come miglior film d’animazione. Questo fu il primo film non prodotto dalla Disney o dalla Pixar a vincere il premio dal 2006 a quel momento, e mantenne tale primato sino al 2018. Numerose altre sono però le curiosità legate al film, molte delle quali legate agli attori che prestarono la propria voce per i personaggi principali del film. Proseguendo nella lettura sarà qui possibile scoprire tutto ciò che c’è da sapere su Rango.

Rango: la trama del film

Protagonista del film è il camaleonte di nome Rango, il quale improvvisamente si ritrova strappato dal suo tranquillo terrario in seguito ad una brusca manovra dell’auto su cui stava viaggiando. Egli si ritrova così nel bel mezzo della strada che attraversa il Deserto del Mojave. Totalmente inadatto alla vita selvaggia, egli si trova sin da subito a doversi scontrare con una serie di pericoli mortali, che lo porteranno a comprendere la gravità della sua nuova situazione. Ad aiutarlo, per sua fortuna, troverà Borlotta, una giovane iguana con un involontario meccanismo di difesa che la porta a paralizzarsi ogni volta che si arrabbia. Questa, attratta dai modi di fare del camaleonte, decide di portarlo con sé nella cittadina di Polvere, la quale è attraversata da una grave siccità.

Qui per Rango ha inizio una nuova vita, e riuscito involontariamente ad uccidere il falco che terrorizzava il paese si ritrova nominato sceriffo. Colto da un eccesso di orgoglio, egli inizia così ad attribuirsi una serie di gesta eroiche mai realmente compiute. C’è però una minaccia di cui Rango non è a conoscenza, e che rischierà di far saltare i suoi sogni di gloria. L’aver ucciso il falco, infatti, ha aperto la strada ad un predatore ben più temibile e pericoloso, il quale è pronto ad abbattersi su Polvere. Allo stesso tempo, in qualità di sceriffo, Rango è chiamato a risolvere il problema della siccità, per il quale scoprirà esserci un motivo particolarmente inaspettato.

Rango cast

Rango: i personaggi e il cast di attori

Per dare vita alle voci dei personaggi protagonisti del film, il regista Verbinski decise di riunire tutti gli attori in un unico ambiente, permettendo loro di interagire concretamente nella loro attività di doppiaggio. Questo, come anche il dotare gli interpreti di veri costumi western, contribuì non solo ad una maggiore immedesimazione, ma anche a dar vita ai brillanti scambi di battute presenti nel film. Per la voce di Rango, il camaleonte protagonista, Verbinski scelse l’attore Johnny Depp, con cui aveva già collaborato per Pirati dei Caraibi. L’attore, noto per il non riguardare i propri film, ammise che Rango è la sua unica eccezione a riguardo. Accanto a lui, nel ruolo dell’iguana Borlotta, si ritrova invece l’attrice Isla Fisher, mentre il celebre Ned Beatty dà voce al sindaco John, una tartaruga del deserto.

Alfred Molina è invece la voce di Carcassa, un armadillo che fornirà a Rango una serie di lezioni utili sotto forma di metafore. L’attore Bill Nighy, già villain in Pirati dei Caraibi, dà qui voce al temibile Jake Sonagli, un serpente che al posto del caratteristico sonaglio al termine della coda vanta un fucile mitragliatore a canne girevoli. Egli sarà il principale problema di Rango all’interno del film. Sono poi presenti Abigail Breslin nei panni del roditore Priscilla, Harry Dean Stanton in quelli della talpa Balthazar, e Ray Winstone per il mostro di gila Bill. Vincent Kartheiser, noto per la serie Mad Men, è qui Ezechiele, figlio di Balthazar. L’attore Timothy Olyphant, infine, da voce al personaggio chiamato Spirito del West, il quale viene raffigurato con le sembianze di Clint Eastwood all’epoca dei suoi primi film western.

Rango: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, Rango divenne da subito un prodotto particolarmente gettonato, ampliandosi anche al mercato dei giocattoli e dei videogiochi. Era inoltre lecito aspettarsi la conferma di un sequel, che avrebbe così ampliato l’universo narrativo da molti apprezzato. Per anni, tuttavia, nessuna informazione concreta è stata rilasciata a riguardo, e le speranze di rivedere sul grande schermo il simpatico camaleonte sono così infine state messe a tacere. Nel 2017, tuttavia, in occasione della presentazione del suo nuovo film, La cura del benessere, Verbinski ha dichiarato di non aver mai pianificato un sequel, ma di essere aperto alla possibilità di realizzarlo qualora la giusta idea si presentasse sul tavolo.

In attesa di ulteriori notizie, per gli appassionati del film è possibile fruire di Rango grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 1 dicembre alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

Rachelle Lefevre: tutto quello che non sai sull’attrice di Twilight

Facciamo insieme un piccolo viaggio indietro nel tempo fino al 2008, anno in cui al cinema debuttava Twilight, il primo film della famosa saga sui vampiri ispirata ai libri di Stephenie Meyer. Grazie alla tetralogia della scrittrice americana, e ai successivi film, sono state lanciate le carriera di tantissimi attori come Robert Pattinson, Kristen Stewart, Cam Gigandet, Taylor Lautner, Jackson Rathbone, Nikki Reed e molti altri ancora. In tanti hanno beneficiato della fama di Twilight, eppure c’è chi come Rachelle Lefevre ha abbandonato la nave troppo presto.

Oggi vi parliamo quindi delle bellissima interprete di Victoria, la bella e letale vampira dai capelli rossi. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Rachelle Lefevre, sulla sia vita privata e soprattutto sulla sua carriera post Twilight.

Rachelle Lefevre film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Nata a Montréal il 1º febbraio del 1979, Rachelle Marie Lefevre è figlia di una psicologa e un insegnante d’inglese e ha tre sorelle. Dopo aver studiato arti creative al Dawson College e teatro alla Walnut Hill School, Rachelle comincia il suo percorso di studi alla McGill University con indirizzo educazione e letteratura. Impegnatissima negli studi, la Lefevre intraprende la carriera d’attrice un po’ per caso.

Durante gli anni del college, infatti, Rachelle lavora part time come cameriera in un famoso sushi bar di Westmount, quando un cliente abituale le propone un provino. Grazie al suo aiuto ottiene un’audizione per la sitcom Student Bodies ma purtroppo non ottiene la parte. Poco più tardi però, Rachelle riceve una telefonata dal direttore del casting di un’altra serie tv canadese, Big Wolf on Campus (1999), che le offre la sua prima parte. Rachelle ottiene il ruolo di Stacey Hanson nella serie e continua a recitare nonostante gli studi universitari.

Grazie al suo debutto con Big Wolf on Campus, Rachelle continua a lavorare sul piccolo schermo. Negli anni successivi la vediamo in serie tv come The Hunger (2000) Undressed (2002), Largo Winch (2003), Streghe (2003), Bones (2005), Veronica Mars (2006), The Class – Amici per Sempre (2006), A Proposito di Brian (2006-2007), How I Met Your Mother (2007), The Closer (2007), CSI: NY (2007), Boston Legal (2008), CSI: Scena dei Crimine (2008), Eli Stone (2008) e Better Off Ted – Scientificamente pazzi (2009).

Rachelle Lefevre partecipa anche a diversi film per la tv come The Legend of Sleepy Hollow (1999), See Jane Date (2003), Picking Up & Dropping Off (2003), Pool Guys (2005), The Legend of Butch & Sundance (2006), Life on Mars (2008), Do You Know Me (2009) e Gimme Shelter (2010).

Rachelle Lefevre in How I Met Your Mother

Tra le ‘comparsate’ o i ruoli minori più famosi di Rachelle c’è quella nella celebre sitcom How I Met Your Mother. Creata da Craig Thomas e Carter Bays per la CBS, in onda dal 2005 al 2014 per ben 9 stagioni e 208 episodi, HIMYM è diventata una delle sitcom più famose ed amate dal pubblico in tutto il mondo.

Ambientata nella New York del terzo millennio, la serie racconta delle vite e delle vicissitudini sentimentali e non di cinque amici, Ted (Josh Radnor), Robin (Cobie Smulders), Marshall (Jason Segel), Lily (Alyson Hannigan) e Barney (Neil Patrick Harris). In ogni episodio vediamo i ragazzi alle prese con problemi lavorativi, familiari o di cuore, protagonisti di avventure ai limiti della follia. Tuttavia, il filo conduttore della serie è Ted, pasticcione e un po’ sfortunato in amore, alla costante ricerca della sua anima gemella.

https://youtu.be/BzXJY_A0QBk

Rachelle Lefevre compare come guest star nell’episodio 2×18 “Movin Day “ (in italiano Il Trasloco) di How I Met Your Mother, e interpreta Sarah. In questo episodio Ted e Robin decidono di vivere insieme nell’appartamento di lei ma Barney darà loro del filo da torcere. Intanto anche a Lily Marshall le cose non vanno meglio. Vivendo da poco da soli, si rendono conto in fretta che molte delle commissioni relative alla gestione della casa erano affidate a Ted e ora sono una loro responsabilità.

Rachelle Lefevre in Twilight

Contemporaneamente alla sua carriera in tv, Rachelle Lefevre comincia a muovere i primi passi anche sul grande schermo. Il suo debutto cinematografico risale al 2000, anno in cui l’attrice partecipa al film Stardom, diretto da Denys Arcand. Ma grazie alla sua esperienza in tv, alla sua formazione e al suo talento per la recitazione, Rachelle in breve tempo riesce a farsi largo tra la folla.

Negli anni successivi la vediamo in molti altri film come Abandon – Misteriosi Omicidi (2002), Confessioni di Una Mente Pericolosa (2002) – diretto da George Clooney -, La Preda (2003), Un Amore Sotto L’Albero (2004), The River King (2005) e Fugitive Pieces (2007).

Tuttavia, il successo più grande per Rachelle arriva nel 2008 quando l’attrice viene scelta per entrare a far parte del cast di Twilight. Diretto da Catherine Hardwicke, Twilight è il primo di una saga di quattro film, ispirati alla famosa tetralogia letteraria di Stephenie Meyer dedicata ai vampiri.

Il film racconta la storia di Bella Swan (Kristen Stewart), una diciassettenne che da Phoenix si trasferisce a Fork, una piccola cittadina piovosa nello stato di Washington. A causa delle continue trasferte della madre e del suo nuovo compagno, un giocatore di baseball di serie B, Bella viene mandata a vivere a Fork da padre, Charlie Swan (Billy Burke).

Durante il suo primo giorno nella nuova scuola, Bella, nonostante il suo carattere un po’ introverso e cupo, riesce subito a farsi degli amici. A darle il benvenuto ci sono Jessica Stanley (Anna Kendrick), Angela Weber (Christian Serratos), Eric Yorkie (Justin Chon) e Mike Newton (Michael Welch). Ma c’è qualcun altro che riesce a catturare l’attenzione di Bella. Si tratta di Edward Cullen (Robert Pattinson), un ragazzo bellissimo e misterioso, figlio del ricchissimo e famoso medico Carlisle Cullen (Peter Facinelli).

https://youtu.be/z3RQtICuVoI

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Ma Bella non è la sola ad aver notato Edward. Il giovane Cullen e i suoi fratelli e sorelle, Rosalie (Nikki Reed), Alice (Ashley Greene), Emmett (Kellan Lutz) e Jasper (Jackson Rathbone), sono i più ammirati della scuola. Tuttavia, sembra che il giovane Edward non sopporti neanche la vista di Bella che, sconfortata e confusa, cerca di stargli alla larga.

Quello che però all’inizio sembra essere ‘disgusto’, si rivela essere tutta un’altra cosa. I due ragazzi si ritrovano spesso a interagire, dentro e fuori scuola, imparando così a conoscersi meglio. E ben presto, una semplice ma strana amicizia, si trasforma in attrazione travolgente. Eppure c’è ancora qualcosa riguardo Edward che Bella non riesce a capire.

Con l’aiuto di Jacob Black (Taylor Lautner), membro della tribù dei Quileute e figlio di un amico di vecchia data di suo padre, Bella impara a conoscere molte delle leggende del posto e dell’antica lotta tra umani, licantropi e vampiri. Grazie alle informazioni ottenute, la ragazza capisce che dietro la facciata da bello e impossibile di Edward si nasconde molto di più, un pericoloso e oscuro segreto che non vede l’ora di scoprire.

Rachelle Lefevre in Twilight interpreta Victoria, una bellissima vampira dai capelli rossi che diventerà l’antagonista principale di Bella e dei Cullen in New Moon ed Eclipse, secondo e terzo capitolo della saga. In Twilight, Victoria viene presentata come membro di un trio di vampiri assetati di sangue che terrorizza lo stato di Washington. Insieme al suo compagno James (Cam Gigandet) e al terzo vampiro della congrega, Laurent (Edi Gathegi), Victoria attacca gli esseri umani, arrivando anche a minacciare Bella e mettendosi quindi contro i Cullen.

Rachelle Lefevre e Bryce Dallas Howard: l’evoluzione di Victoria

Forse pochi sanno che il ruolo di Victoria non è stato assegnato a caso a Rachelle Lefevre. Pare infatti che l’attrice fosse una grande fan della saga della Meyer nonché di Catherine Hardwicke e che, per ottenere una parte nel nuovo film di Twilight, abbia scritto una lettera particolarmente ispirata alla regista.

Appassionata di fantasy e di vampiri da quando era stata abbastanza grande da leggere Dracula di Bram Stoker, Rachelle riesce a convincere la Hardwicke che le assegna il ruolo di Victoria. Il suo personaggio, considerato come secondario nei film Twilight e New Moon, nel terzo capitolo della saga avrebbe invece avuto maggiore importanza. Se nei primi due film le minacce alla vita di Bella non arrivano mai a concretizzarsi, in Eclipse Victoria è al centro dell’azione, pronta a sferrare il suo attacco mortale.

Nonostante però l’entusiasmo iniziale, a sorpresa, Rachelle Lefevre rinuncia al ruolo di Victoria in Eclipse lasciando i suo fan senza parole. L’attrice, già impegnata in quel periodo con tanti altri progetti, decide di abbandonare il treno di Twilight. A prendere però il suo posto in Eclipse è Bryce Dallas Howard, scelta dal regista David Slade per dare nuova vita al personaggio di Victoria.

Rachelle Lefevre in Under The Dome

Grazie alla notorietà acquisita con Twilight e New Moon, Rachelle continua la sua carriera passando da un progetto all’altro. In quegli anni la vediamo in moltissimi film tra i quali ricordiamo La versione di Barney (2010), Il Gioco dei Soldi (2010), Sotto Assedio – White House Down (2013), Pawn Shop Chronicles (2013), Homefront (2013), Reclaim (2014), Il Volto della Verità (2016) e Hollow In The Land (2017).

Anche in tv la sua carriera prosegue a gonfie vele. Dal 2011 la vediamo nelle serie tv Off The Map (2011), A Gifted Man (2011-2012), Law & Order – Unità Vittime Speciali (2017), Philips K. Dick’s Electric Dreams (2017) e Mary Kills People (2018). Ma tra i suoi progetti televisivi più importanti c’è di sicuro Under The Dome, serie tv creata da Brian K. Vaughan per la CBS, basata sul romanzo The Dome di Stephen King.

La serie racconta delle vicende degli abitanti di Chester’s Mill, una piccola cittadina dello stato del Maine, tagliati improvvisamente fuori dal mondo. Attorno alla città infatti è comparso dal nulla uno strano e invisibile campo di forza che impedisce ai cittadini di uscire e agli esterni di entrare. Intrappolate e senza via di scampo, le persone cominciano a cedere al panico e, in breve tempo, tutte le strutture sociali e governative crollano. Sarà compito dei più audaci e illuminati riportare l’ordine in città e trovare un modo per sorpassare la barriera.

Nella serie Rachelle Lefevre interpreta Julia Shumway, una giornalista caduta in disgrazia che da Chicago si trasferisce a Chester’s Mill per ricostruire la sua carriera. Under The Dome è andato in onda dal 2013 al 2015 per 3 stagioni e 39 episodi.

Rachelle Lefevre 2020

A causa della pandemia da Coronavirus moltissime produzioni sia cinematografiche che televisive sono state bloccate e molti attori, per cause di forza maggiore, hanno dovuto smettere di recitare. Solo pochi progetti, a cavallo tra il 2019 e il 2020, sono riusciti a vedere la luce e tra questi c’è anche la miniserie drama thriller dal titolo The Sounds con Rachelle Lefevre.

Creata da Sarah-Kate Lynch, la serie racconta la storia di una giovane coppia di sposi alle prese con una famiglia invadente. Maggie (Rachelle Lefevre) e Tom Cabbott (Matt Whelan) si sono trasferiti nella città di Pelorus per sfuggire all’influenza opprimente della famiglia di Tom. Ma quando l’uomo scompare misteriosamente, Maggie è costretta a fare i conti con una lunga serie di scoperte inquietanti che riapriranno vecchie e dolorose ferite.

La serie The Sounds è andata in onda sul canale canadese CBC Television dal 3 settembre 2020 al 12 ottobre 2020, per una sola stagioni di 8 episodi della durata di circa 40 minuti ciascuno.

Rachelle Lefevre Instagram

Per essere sempre aggiornati sulle ultime avventure professionali di Rachelle Lefevre e sulla sua vita privata, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram ufficiale.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

Elliot Page,precedentemente noto come Ellen Page, annuncia: “Sono transgender”

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Elliot Page, la star nominata all’Oscar di Juno e protagonista di The Umbrella Academy, ha annunciato di essere transgender. Elliot, precedentemente noto come Ellen Page, si è rivolto ai suoi numerosi follower sui social media dicendo:

“Ciao amici, voglio condividere con voi che sono trans, i miei pronomi sono lui / loro e il mio nome è Elliot. Mi sento fortunato a scrivere questo. Essere qui. Di essere arrivato a questo punto nella mia vita. Sento un’incredibile gratitudine per le persone incredibili che mi hanno sostenuto in questo viaggio. Non riesco a esprimere quanto sia straordinario amare finalmente chi sono abbastanza per perseguire il mio sé autentico. Sono stato continuamente ispirato da così tanti nella comunità trans. Grazie per il vostro coraggio, la vostra generosità e il lavoro incessante per rendere questo mondo un luogo più inclusivo e compassionevole. Offrirò tutto il supporto possibile e continuerò a lottare per una società più amorevole ed equa”, ha scritto.

“Adoro il fatto di essere trans. E adoro il fatto di essere queer. E più mi tengo vicino e abbraccio pienamente chi sono, più sogno, più il mio cuore cresce e più prospero. A tutte le persone trans che ogni giorno si occupano di molestie, disgusto di sé, abusi e minacce di violenza: ti vedo, ti amo e farò tutto il possibile per cambiare questo mondo in meglio”, ha continuato Page.

Nick Adams, Direttore di Transgender Media di GLAAD, ha dichiarato: “Elliot Page ci ha regalato personaggi fantastici sullo schermo ed è stato un schietto difensore di tutte le persone LGBTQ. Ora sarà un’ispirazione per innumerevoli persone trans e non binarie. Tutte le persone transgender meritano la possibilità di essere loro stesse e di essere accettate per quello che siamo. Celebriamo oggi lo straordinario Elliot Page”.

Page ha recitato nel famoso film indipendente di Jason Reitman e Diablo Cody Juno, per il quale Page ha ricevuto una nomination all’Oscar, tra gli altri riconoscimenti.

I suoi ruoli importanti includono Kitty Pryde nella serie X-Men, Inception di Christopher Nolan. Ha prodotto e interpretato film come Tallulah e Freeheld e lo scorso anno ha segnato il suo debutto alla regia esaminando il razzismo ambientale affrontato dalle persone di colore e dalle comunità delle Prime Nazioni del Canada.

Prima della transizione, Page era uno degli attori gay più in vista di Hollywood. L’annuncio arricchisce ulteriormente la sua eredità e lo aggiunge a un piccolo ma crescente numero di creatori e star trans di Hollywood.

Fonte

Sylvie’s Love, recensione del film con Tessa Thompson

Sylvie’s Love, recensione del film con Tessa Thompson

Otto anni dopo Homecoming, Eugene Ashe, regista, sceneggiatore ed ex musicista di Harlem, torna dietro la macchina da presa con Sylvie’s Love, una produzione originale Amazon Studios e iAm21 Entertainment in associazione con lo stesso Ashe e la sua Seven Letters Word Films.

Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha sono i protagonisti di una storia d’amore a suon di jazz, ambientata nella New York degli anni ’50 e ’60.

La trama di Sylvie’s Love 

1962, Sylvie, Tessa Thompson, e Robert, Nnamdi Asomugha, si rincontrano dopo cinque anni davanti a un teatro newyorkese, dove lei aspetta qualcuno e lui ha appena finito le prove col suo gruppo jazz, l’ormai famoso Dickie Brewster Quartet. Un sorriso e un saluto riportano alla mente di entrambi gli inizi della loro storia, che forse non si è ancora conclusa. Dal primo incontro nel negozio di dischi del padre di Sylvie, Mr. Jay, Lance Reddick, dove Robert si era fatto assumere come aiutante, al loro amore sbocciato di lì a poco, nonostante le differenze sociali e il fatto che Sylvie fosse in procinto di sposarsi, mentre Robert suonava il sax sperando che qualcuno notasse la sua band. Dal momento in cui le loro strade si erano divise per la prima volta, a quel 1962 che li ha fatti ritrovare, lui ormai famoso, lei sposata, in carriera e con una figlia, ma con un matrimonio che non la soddisfa più. Cosa faranno del loro amore? Quanto durerà il successo per Robert? Riuscirà a dare a Sylvie tutto quello che ha sempre voluto?

La storia d’amore di Sylvie secondo Eugene Ashe

Per Eugene Ashe dirigere Sylvie’s Love è stato un modo per coniugare due sue passioni: cinema e musica. Il cinema amato dal regista è presente soprattutto a livello di ispirazione. Ashe ha infatti dichiarato in una recente intervista di aver tenuto presenti per questo lavoro film quali Come eravamo di Sydney Pollack (1973) e Paris Blues di Martin Ritt (1961), volendo anche rendere omaggio a questa seconda pellicola, citandone una scena all’interno di Sylvie’s Love. Il film però non è una riproposizione, ma un’interpretazione originale e più attuale. Ashe fa della protagonista, una donna di colore, interpretata con aderenza e coinvolgimento da Tessa Thompson, una figura forte e determinata, che non insegue solo il proprio sogno d’amore, ma anche la realizzazione di sé e delle proprie ambizioni.

Sylvie’s Love, perfetta ricostruzione Sixties che porta dritti all’attualità

Ciò che colpisce fin dai primi fotogrammi del film e dalle prime note è l’accuratezza estrema della ricostruzione d’epoca: l’ambientazione nella New York anni Cinquanta e Sessanta è perfettamente ricreata, non solo attraverso il tappeto sonoro jazz che percorre tutto il film, ma anche con le scenografie, i costumi di Phoenix Mellow – in particolare quelli indossati da Tessa Thompson sono davvero notevoli – ma anche il trucco e le acconciature. Tutto concorre ad una messa in scena veramente molto ben fatta, che ha la capacità di riportare lo spettatore immediatamente indietro nel tempo. Da notare anche l’accorto uso del flashback, coerente e non eccessivo, raccordato dal montaggio di Dana Congdon.

Pur mantenendo il focus sulla storia d’amore tra Sylvie e Robert, Ashe, anche sceneggiatore e co-produttore del film, decide dunque di mettere al centro la figura di una donna in carriera, di colore, anticipatrice dei tempi, molto in sintonia con un oggi in cui le donne fanno sentire la loro voce in molti modi, attraverso una sempre maggiore affermazione professionale, ma anche con movimenti di denuncia come Me Too, in cui le strade americane si affollano di manifestanti uniti al grido di “black lives matter”. Al tempo stesso Sylvie’s Love è  una storia d’amore di impianto classico – i protagonisti che si lasciano e si ritrovano varie volte, un amore che va in crisi ma che non muore mai – giocata sulla disparità sociale tra i due che pone ostacoli e introduce l’elemento dell’inadeguatezza, dell’insicurezza da parte di uno dei due. Stavolta però è l’uomo a non sentirsi all’altezza, mentre la donna non si sente affatto sminuita nello stare accanto ad un uomo che non è altrettanto “vincente”.

Anche questo un segno dei tempi. Thompson (Veronica Mars, Westworld, Selma – la strada per la libertà) e Asomugha, attore ed ex giocatore di football americano, danno vita a questa coppia. Lei con maggiore efficacia, dimostrando duttilità espressiva e capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore, lui con qualche limite in più, ma comunque in maniera dignitosa. Sylvie’s love è dunque un inno all’amore, ma anche all’emancipazione femminile e alla possibilità per la comunità black di prendersi la scena da protagonista, dimostrando di saperla gestire efficacemente.

Sylvie’s Love, il cast

Accanto a Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha, vi sono Aja Naomi King (The birth of a nation – Il risveglio di un popolo, Sempre amici), che interpreta la cugina di Sylvie, il già citato Lance Reddick (The Wire, Fringe, Sotto assedio – White House Down) nei panni del padre di Sylvie, Mr. Jay, l’attore e stand-up comedian Tone Bell nel ruolo di Dickie, leader del gruppo in cui milita Robert, la loro manager soprannominata La Contessa, Jemima Kirke, e l’amica Carmen, Eva Longoria (Desperate Housewives, La sposa fantasma, Dora e la città perduta).

Le musiche di Sylvie’s love

La musica è anch’essa protagonista del film con una robusta e più che appropriata colonna sonora. Non poteva essere altrimenti, dal momento che Ashe stesso è stato, oltre che musicista, compositore di svariate colonne sonore. Inoltre, pare che abbia tratto in parte ispirazione dal suo passato nella band dei Funky Poets e dalla musica della cantante Nancy Wilson. La sua The nearness of you è infatti nella colonna sonora ad opera di Fabrice Lecomte. Al suo interno anche brani come Waltz for Debby di Bill Evans, cantata da Smantha Sidley, Quizás, Quizás, Quizás di Osvaldo Farrés, cantata da Eva Longoria, ma anche See You Later Alligator, nella versione di Bill Haley, My Little Suede Shoes di Charlie Parker e naturalmente Summertime di George Gershwin, cantata da Sam Cook. Scelte oculate, che accompagnano in maniera ottimale i diversi momenti del film, traghettando lo spettatore in un’altra epoca.

Sylvie’s Love, dove e quando vederlo in streaming

Sylvie’s Love sarà disponibile in streaming su Amazon Prime Video dal 23 dicembre sia negli Usa che in Europa.

I delitti del barlume: foto e trailer dei due nuovi episodi in arrivo

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Rilasciate oggi le prime immagini de I DELITTI DEL BARLUME, la produzione Sky Original coprodotta con Palomar, che tornerà con due nuove storie in prima tv su Sky Cinema e in streaming su NOW TV l’11 e il 18 gennaio 2021, disponibili anche on demand.

Anche quest’anno due nuovi casi scuotono la quotidianità dell’immaginaria cittadina di Pineta (come sempre ambientata a Marciana Marina, sull’Isola d’Elba), chiamata a fare i conti con la pandemia che condizionerà la vita di tutti i suoi abitanti.

I due nuovi capitoli “Mare forza quattro” e “Tana liberi tutti”, sempre ispirati al mondo dei romanzi di Marco Malvaldi editi da Sellerio Editore, sono scritti da Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu e Carlotta Massimi.

Confermata nuovamente la regia di Roan Johnson, così come gli storici personaggi che hanno reso famoso il “BarLume”: Filippo Timi veste ancora i panni di Massimo Viviani, Lucia Mascino quelli del Commissario Fusco, Enrica Guidi è la Tizi, mentre Stefano Fresi e Corrado Guzzanti sono ancora una volta Beppe Battaglia e Paolo Pasquali. Sempre insieme, anche se questa volta con l’ausilio della tecnologia, il “quartetto uretra”, capitanato da Alessandro Benvenuti (Emo), insieme ad Atos Davini (Pilade) Marcello Marziali (Gino) e Massimo Paganelli (Aldo).

 Le due nuove storie de I DELITTI DEL BARLUME “Mare forza quattro” e “Tana liberi tutti” – saranno in prima TV lunedì 11 e 18 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema  e disponibili anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV 

MAX3MIN: Very Short Film Festival 1° edizione dal 10 al 21 marzo 2021

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Si terrà dal 10 al 21 marzo la prima edizione di MAX3MIN, festival di cortometraggi con film di breve durata, per un massimo di 3 minuti. Il festival è diretto da Martina Schmied, scenografa italo-argentina che nella sua carriera ha lavorato sia come producer di video musicali per numerosi artisti tra cui Sting, Bluvertigo, Milva, Gino Paoli, Zucchero e molti altri, che come curatrice di mostre d’arte contemporanea.

MAX3MIN nasce dall’idea di raccontare delle storie condensate in un tempo minimo, che fanno della brevità il loro marchio di fabbrica: storie di emozioni che non hanno bisogno di tempo, storie che si possono rivedere come si riascoltano le canzoni, storie che non vogliono proporre nient’altro fuorché loro stesse.

Il bando di selezione è aperto: c’è tempo fino al prossimo 14 gennaio per poter inviare le opere da sottoporre ai selezionatori tramite l’apposito form sul sito www.max3min.com. I cortometraggi potranno essere di ogni genere e lingua, girati in qualsiasi formato e in qualsiasi tempo, con un unico limite ovvero la durata di massimo 3 minuti, esclusi i titoli.

Tutti i film saranno disponibili sulla piattaforma del festival nella sala virtuale a cui si potrà accedere tramite una semplice registrazione. Il festival ospiterà film di ogni genere, con il solo limite della durata, ma senza limiti geografici: la programmazione di MAX3MIN, infatti, non sarà disponibile solo entro i confini nazionali ma worldwide.

Dopo la serata inaugurale di mercoledì 10 marzo 2021, anch’essa in streaming sulla piattaforma del festival, ogni giorno la sala virtuale ospiterà un gruppo di cortometraggi, fruibili gratuitamente in tutto il mondo per 24 ore. Il festival MAX3MIN si chiuderà domenica 21 marzo 2021 con la cerimonia di premiazione in live streaming, nel corso della quale verranno annunciati i cortometraggi vincitori.

A decretare il film vincitore della 1° edizione di MAX3MIN sarà una Giuria Internazionale composta da professionisti provenienti da tutto il mondo. Tra i primi giurati confermati, Tony Kaye, registra britannico di film, tra cui l’acclamato American History X, nonché pluripremiato regista di spot e videoclip, tra cui Dani California dei Red Hot Chili Peppers e God’s Gonna Cut You Down di Johnny Cash, per il quale ha vinto nel 2008 il Grammy Award al Miglior Videoclip Musicale. Accanto a lui, farà parte della giuria internazionale anche Elisa Bonora, montatrice italiana ma di base a Los Angeles, che nella sua carriera ha collaborato con registi del calibro di Oliver Stone, Cameron Crowe, James Keach, Jerry Sherr, Cecilia Peck, oltre che con Tony Kaye. Nelle prossime settimane sarà annunciata la giuria completa.

La Giuria internazionale stilerà  una classifica dei migliori 10 cortometraggi, e il vincitore riceverà un premio del valore di 3.000 euro per la produzione di un nuovo film. Sarà inoltre assegnato il Premio del Pubblico, che tramite votazione on-line decreterà il film vincitore.

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