Nancy si guarda allo specchio, e la
macchina da presa si pone in modo tale che lo spettatore possa
vederne inquadrato solo mezzo volto. Ed è così che si vede anche
lei, incompleta, priva di quel qualcosa che le spiegherebbe davvero
chi è. Attraverso inquadrature di questo tipo, tanto semplici
quanto efficaci, la regista Christina
Choe costruisce il suo film d’esordio,
Nancy, da lei anche scritto. Una storia
costruita su di un personaggio alla ricerca di sé stesso, pronto a
perdersi pur di assaporare qualcosa di vero in un mondo sempre più
artefatto e circondato da maschere digitali.
Le vicende del film ruotano dunque
intorno a Nancy (Andrea
Riseborough), ragazza sola e dalla vita difficile, che
un giorno si imbatte in una trasmissione televisiva nella quale Leo
(Steve
Buscemi) ed Ellen (J. Cameron-Smith),
una coppia che aveva visto sparire nel nulla la propria bambina
trent’anni prima, mostrano come sarebbe oggi il volto della loro
figlia, il quale somiglia incredibilmente a quello di Nancy. La
ragazza deciderà di contattare i due, convinta di esser stata
rapita da bambina e di essere la figlia della coppia. Da lì
inizierà un percorso fatto di verità sofferte, speranza e
diffidenza.
Nancy: il film
Formatasi attraverso alcuni
documentari da lei realizzati, la regista Christina
Choe, tratta con la stessa ricerca di verità il materiale
della storia. In particolar modo si concentra sul raccontare la sua
protagonista attraverso una messa in scena eloquente, basata su
alcune scelte registiche adatte allo scopo. Per esprimere il senso
di oppressione nulla è allora meglio di un formato 4:3, che
imprigiona ulteriormente Nancy all’interno della già di suo angusta
e cupa casa. Nel momento in cui il personaggio uscirà dai propri
confini l’inquadratura si allarga, permettendo ad un maggior
respiro di vivere la scena, di pari passo alla serenità avvertita
dalla protagonista.
Fa dunque parlare l’inquadratura e
la macchina da presa la regista, supportando così una sceneggiatura
non particolarmente avvincente. Il punto debole del film sembra
infatti essere proprio questa, che nonostante le buone premesse
sembra non voler sviluppare ulteriormente il rapporto tra Nancy e i
presunti genitori, lasciando così che nulla di realmente concreto
né attraente accada. Nel seguire il percorso della protagonista
verso la verità sul suo passato si finisce infatti con il sentirsi
distaccati da lei, senza qualcosa che permetta davvero di entrare
in empatia con il personaggio.
Se la sceneggiatura risulta carente
nella seconda parte del film, e la regia di Choe pur se
affascinante non può reggere da sola il film, ad aggiungersi ai
pregi troviamo allora le interpretazioni dei tre personaggi
principali. Andrea Riseborough risulta convincente nei
panni di Nancy, proponendone un ritratto contenuto e misterioso al
punto giusto, mentre SteveBuscemi e J. Cameron-Smith si
affermano come due caratteri diversi di una coppia, completandosi a
vicenda e costruendo insieme quel senso di protezione e diffidenza
avvertiti ugualmente dalla protagonista.
Nancy: la ricerca del proprio
io
In fin dei conti quello di Nancy
può essere visto come un viaggio alla ricerca di sé stessi, di un
sé che forse si era e che ora si è dimenticato. Risulta allora
chiaro il perché nella prima parte del film il personaggio sia
costantemente in relazione con diversi dispositivi, dal cellulare
al computer, divisa tra chat, blog e portali di vario tipo. In
questo mondo dove il proprio io si frammenta attraverso
innumerevoli profili social, Nancy è così alla ricerca di quel
qualcosa che possa farla sentire unica e vera. Tali dispositivi e
profili vengono infatti a sparire nel suo spostarsi a casa
dell’anziana coppia, dove ha inizio la vera ricerca.
Una ricerca che si va basando su
piccoli dettagli, da vecchie foto alla propria cameretta rimasta
immacolata, fino ad una casa sull’albero che c’era, e che ora non
vi è più. Un film che dunque fa ricercare il proprio cuore
all’interno di piccoli e brevi frammenti. Elementi probabilmente
non sufficienti perché la storia possa dirsi compiuta, ma che
propongono un’atmosfera che può facilmente trovare il suo pubblico.
Ciò che certamente più rimane del film, è la scoperta di una nuova
regista che dimostra di saper utilizzare il mezzo, e dalla quale è
lecito aspettarsi film più maturi per il futuro.
L’attesissimo The
Batman di Matt Reeves darà al
pubblico l’occasione per rivedere sul grande schermo alcuni iconici
villain dell’Uomo Pipistrello, già apparsi in precedenza al cinema.
Tra questi figura anche il Pinguino, che nel film
in arrivo nelle sale tra due anni avrà questa volta il volto di
Colin Farrell.
In attesa di scoprire come l’attore
irlandese se la caverà nei panni della nemesi in The
Batman, è innegabile quanto nell’immaginario
collettivo sia ancora scolpita l’incarnazione di Oswald Cobblepot
da parte di Danny DeVito nel capolavoro
Batman – Il ritorno di Tim Burton, uscito
nel 1992.
In una recente intervista con
Fandango in occasione
della promozione di Jumanji – The Next
Level, è stato proprio Danny DeVito a
commentare il casting di Colin Farrell, con il
quale ha avuto modo di lavorare proprio di recente nel live action
di Dumbo, sempre
firmato da Burton.
DeVito ha approvato il casting di
Farrell, e ha dichiarato: “Penso sia una cosa grandiosa, perché
Pinguino è veramente un grande ruolo. Oswald Cobblepot è un
personaggio davvero, davvero complesso. Si tratta di una sfida
enorme… un po’ come quando interpreti King Lear o Amleto: con
Oswald non c’è alcuna differenza. Credo che sia un ruolo che tutti
dovrebbero interpretare e penso che Colin sia un attore
incredibile. Non vedo l’ora di vedere i colpi di scena.”
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred
e Colin Farrell sarebbe in trattative
per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe
Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo
DC), Jeffrey Wright (commissario Jim
Gordon) e Paul Dano (Enigmista),
infine John Turturro sarà il boss
Carmine Falcone. Nel cast anche Peter
Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of
Justice, Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale
è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues
Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale
fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché
sono tutti sospettati“.
Warner Bros ha
fissato una serie di date di uscita nel prossimo anno per alcuni
dei suoi film più attesi. Tra questi ci sono le uscite di TheMatrix 4 (21 maggio 2021) e,
finalmente, di The
Flash (1 luglio 2022).
Trai titoli che erano invece già
previsti per i prossimi anni e che invece sono eliminati dal
calendario Warner Bros, annoveriamo
Akira, il live action affidato a
Taika Waititi, la cui data è stata invece ora
occupata da The
Matrix 4.
Per quanto riguarda The
Flash, il film si aggiunge ad Aquaman 2, previsto
per il 16 dicembre 2022, come secondo titolo di quell’anno, mentre
altri film DC sono già in programma: Birds of
Prey (7 febbraio 2020), Wonder Woman
1984 (5 giugno 2020), The
Batman (5 giugno 2021), The Suicide Squad (6 agosto 2021) e
Black
Adam ( 22 dicembre 2021).
Warner Bros ha
anche annunciato che il film di Mortal
Kombat verrà anticipato al 15 gennaio 2021, rispetto
al marzo dello stesso anno, prima data annunciata del film.
L’elenco degli annunci prevede anche l’annuncio di tre slot senza
titolo, il 16 ottobre 2020, il 5 marzo 2021 e il 29 gennaio 2021.
Mentre altri tre film sono stati rimossi dal programma, due del
2020 e uno del febbraio 2021.
Si è chiusa questa sera la 29ma
edizione del Noir in Festival, che ha portato a
Como e Milano il meglio del genere, dal cinema alla letteratura
passando per le serie TV.
Durante la serata conclusiva, presso
l’Auditorium dell’Università IULM, la giuria internazionale
composta dall’attrice Lucia Mascino, dalla regista
francese Patricia Mazuy e dalla produttrice e
direttrice del festival di Sofia Mira
Staleva, ha assegnato il Black Panther
Award 2019 a BACURAU di
Kleber Mendonça Filho e Juliano
Dornelles, con la seguente motivazione: “Un film
forte, magnifico e toccante, capace di raccontare in modo semplice
una situazione complessa. Pur giocando con i generi, ogni singola
scena è una combinazione unica di violenza e humour. È un film che
fa ridere, tremare e pensare allo stesso tempo. Che goduria per il
pubblico!”.
La giuria popolare del Premio
Caligari, composta da 80 tra studenti universitari e appassionati,
guidata dai critici Paola Jacobbi, Carola
Proto e Giulio Sangiorgio, ha invece
concluso nel pomeriggio le sue votazioni assegnando ex aequo il
Premio Caligari 2019 a LA PARANZA DEI
BAMBINI di Claudio Giovannesi e
LO SPIETATO di Renato De
Maria.
Tra i film statunitensi del regista
italiano Gabriele Muccino, Padri e
figlie viene descritto proprio dal suo autore
come uno dei più personali e sentiti, trattante le tematiche della
genitorialità, della crescita e del perdono. Il film è arricchito
da un cast di grandi attori hollywoodiani, e ha ricevuto una buona
accoglienza di pubblico tanto negli Stati Uniti quanto in
Italia.
Ecco 10 cose che non sai su
Padri e figlie.
Padri e figlie: la trama del
film
1. È basato su un’acclamata
sceneggiatura. Protagonista del film è Jake David,
romanziere premio Pulitzer rimasto vedovo, costretto a combattere
contro un disturbo mentale e intento a crescere nel miglior modo
possibile la giovane figlia Katie, di cinque anni, la quale rischia
di essergli portata via per via del suo stato di salute.
2. La narrazione procede su
due binari paralleli. Venticinque anni dopo, Katie è
diventata un’assistente sociale tirocinante. La ragazza conduce una
vita sregolata fatta di serate sfrenate e sesso senza limiti. Da
anni lontana dal padre, Katie combatte ancora contro i demoni della
propria infanzia, tormentata dall’incapacità di abbandonarsi a veri
sentimenti.
3. La sceneggiatura aveva
ricevuto numerosi apprezzamenti. Nel 2012 la sceneggiatura
del film, scritta da Brad Desch, fu inserita nella
“Black List” delle migliori sceneggiatura non realizzate. Tre anni
dopo il progetto fu affidato al regista italiano, che già aveva
affrontato simili temi.
Padri e figlie: il cast del
film
4. È composto da un cast di
grandi celebrità. Nel ruolo del protagonista Jake David si
ritrova l’attore premio Oscar Russell
Crowe, mentre in quelli di Katie adulta l’attrice
Amanda
Seyfried. Nel film recitano anche Aaron
Paul, nel ruolo dell’interesse amoroso di Katie,
Diane Kruger, in quello della zia di Katie, e
infine le attrici Quvenzhané Wallis, Octavia
Spencer e Jane Fonda.
5. Vanta diversi premi
Oscar nel cast. Il film raccoglie tre vincitori del premio
Oscar, ovvero Crowe, Spencer e Fonda. Vi è inoltre la giovane
Wallis, la più giovane nominata nella storia del premio.
6. È il quarto film
statunitense di Gabriele Muccino. Per l’italiano
Gabriele MuccinoPadri e
figlie è la quarta esperienza cinematografica
americana, avendo precedentemente realizzato i film Quello che
so sull’amore (2012), Sette anime (2008) e La
ricerca della felicità (2006).
Padri e figlie è in streaming
7. È disponibile in
streaming. Per gli appassionati del film, sarà possibile
guardarlo comodamente da casa propria grazie alla sua presenza nei
cataloghi di diverse piattaforme streaming. Tra queste si
annoverano Chili, Infinity e TIM Vision. Per riprodurre il film
sarà sufficiente noleggiarlo o sottoscrivere un abbonamento alla
piattaforma di riferimento.
Padri e figlie: le canzoni del
film
8. Il film contiene alcune
celebri canzoni. All’interno del film si ritrova la
colonna sonora scelta e curata da Paolo Buonvino, alla sua sesta
collaborazione con Muccino. Tra i braci più celebri si hanno
Fathers & Daughters, scritta e cantata da Michael
Bolton, la quale ripercorre tutti i momenti più intensi
del film. Sempre di Bolton è il brano Close to you (They Long
to be), mentre è possibile ritrovare anche un brano
interpretato da Jovanotti, ovvero quello
intitolato Amore mio.
Padri e figlie: il trailer del
film
9. Ha commosso numero
spettatori. Ancor prima di arrivare in sala il film ha
attratto a sé numerosi spettatori grazie al suo trailer, dove si
evoca l’atmosfera del film, fatta di dolcezza paterna e
drammaticità per gli inaspettati risvolti della vicenda
raccontata.
Padri e figlie: le frasi più belle
del film
10. Vi sono numerose frasi
divenute celebri. All’interno del film si ritrovano
numerose frasi diventate caratteristiche del film, che ne
racchiudono i temi e le emozioni. Ecco alcune delle frasi più belle
del film.
– Non tutte le persone che ti
amano ti lasceranno (Aaron Paul)
– Quel libro parlava di me ma
in realtà parlava della vita e di come non abbia mai rinunciato a
me era un modo per dirmi quanto fosse grande il suo amore per me e
anche il suo addio, è di questo che parla davvero il suo libro,
vuol dire non devi arrenderti, mai e poi mai, la vita sarà per
tutti complessa e anche ingiusta e alcune volte dolorosa, insomma
tu ne hai già passate tante ma non possiamo fermarci, dobbiamo
andare avanti e credere fermamente che un futuro per noi esista,
questo malgrado le esperienze difficili vissute in passato, l’unica
cosa che posso dirti è che ti voglio bene e addio!
(Amanda Seyfried)
– Gli uomini vivono senza
amore, le donne no! (DianeKruger)
Eagle Pictures ha
diffuso il trailer ufficiale di The Lodge di
Severin Fiala e Veronika Franz, in arrivo nei
cinema italiani dal 16 gennaio 2020 distribuito da Eagle
Pictures.
Già autori dell’acclamato
“Goodnight Mommy”, i registi austriaci Veronika Franz e Severin
Fiala firmano un nuovo thriller inquietante con un finale
straordinario e inaspettato.
Al centro della vicenda i
piccoli Aidan e Mia (rispettivamente Jaeden Martell e Lia McHugh),
fratello e sorella che, a seguito della scomparsa della madre,
vivono insieme al padre Richard (Richard Armitage) e alla sua nuova
compagna Grace (Riley Keough). Mentre stanno trascorrendo le
vacanze di Natale in uno chalet di montagna, un impegno improvviso
riporta l’uomo in città, creando così l‘occasione per la ragazza di
familiarizzare con i figli. Ma una volta rimasti soli, per i tre
avrà inizio un angosciante incubo.
Nel cast il giovane
attore Jaeden Lieberher, già protagonista nei panni di Bill
Denbrough del primo capitolo di “IT”
di Andy Muschietti, l’attrice Riley
Keough, apparsa in “Hold the Dark “, “Under the Silver
Lake” e “La casa di Jack”, e Richard Armitage,
protagonista nella trilogia “Lo
Hobbit” di Peter Jackson. Il film è stato
presentato in anteprima alla 37° edizione del Torino Film Festival
nella sezione non competitiva After Hours dedicata al cinema di
genere.
La trama di The Lodge
In The Lodge Richard,
dopo il suicidio della moglie, decide di trascorrere le vacanze di
Natale nel suo chalet di montagna con i due bambini e la nuova
giovanissima compagna. Un impegno improvviso lo riporta in città
per una notte, creando così l‘occasione per la ragazza di
familiarizzare coi figli. Una volta soli un’oscura presenza si
manifesta facendo riemergere nella ragazza i traumi di un doloroso
passato. Richard si rende conto dell’incombente pericolo e tenta di
tornare a casa ma potrebbe ormai essere troppo tardi…
Lucky Red ha
diffuso il primo trailer ufficiale di 18
Regali, ispirato alla straordinaria storia di
Elisa Girotto, la donna che ha commosso il mondo
lasciando 18 regali per i futuri compleanni della figlia quando ha
scoperto di avere poco tempo per vederla crescere.
18 Regali il nuovo emozionante
film, ispirato alla storia vera di una donna che con un immenso
gesto d’amore trova il modo per sconfiggere l’ineluttabilità del
destino e restare accanto alla figlia durante la sua
crescita. Grazie alla magia del cinema è possibile far
convergere passato e futuro, mettendo in scena l’incontro tra madre
e figlia. Il film celebra la vita e la potenza dell’amore di una
madre che con grande coraggio e determinazione riesce a superare
ogni confine.
La trama del film 18 Regali
Come ogni anno Alessio (Edoardo
Leo) consegna alla figlia Anna (Benedetta
Porcaroli) un regalo lasciatole da Elisa (Vittoria
Puccini).
È il giorno del diciottesimo
compleanno di Anna e da scartare le rimane l’ultimo regalo, ma un
desiderio di ribellione e un senso di vuoto incolmabile la spingono
a scappare dalla festa organizzata dal padre. Si ritrova a vagare
di notte in mezzo alla strada e una macchina, non vedendola, la
investe. Al suo risveglio Anna si ritrova faccia a faccia con la
madre che non ha mai conosciuto. Il destino le regala così
l’occasione di conoscere Elisa, e farsi conoscere a sua volta, in
uno straordinario viaggio ricco di emozioni e speranza.
Le nomination ai
Golden Globes 2020 hanno proiettato
nel vivo la stagione dei premi 2019/2020, con gli altri annunci che
si susseguono a ruota. Oggi è stato il turno dell’annuncio delle
nomination ai SAG Awards 2020, i premi
che il sindacato degli attori assegna alle migliori performance
dell’anno, per cinema e tv.
America Ferrera e
Danai Gurira hanno annunciato i nomi dei candidati
trai quali spiccano quello di Scarlett Johansson, a segno con
due nomination (migliore attrice drammatica protagonista e migliore
non protagonista), Taron Egerton, la cui
interpretazione di Elton John potrebbe portarlo fino alla cinquina
degli Oscar, e il cast di La favolosa Signora
Maisel, che ha ottenuto ben quattro candidature.
Ecco tutte le nomination ai SAG Awards
2020
Outstanding Performance by a Male Actor in a Leading
Role:
Outstanding Performance by a Male Actor in a Supporting
Role:
Jamie Foxx (“Just Mercy”)
Tom Hanks (“A Beautiful Day in the Neighborhood”)
Al Pacino (“The Irishman”)
Joe Pesci (“The Irishman”) Brad
Pitt (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a
Supporting Role:
Laura Dern (“Marriage Story”)
Scarlett Johansson (“Jojo Rabbit”)
Nicole Kidman (“Bombshell”)
Jennifer Lopez (“Hustlers”) Margot Robbie (“Bombshell”)
Outstanding Performance by a Cast in a Motion
Picture:
“Bombshell” (Lionsgate)
“The Irishman” (Netflix)
“Jojo Rabbit” (Fox)
“Once Upon a Time in Hollywood” (Sony)
“Parasite” (Neon)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Television
Movie or Miniseries:
Mahershala Ali (“True Detective”)
Russell Crowe (“The Loudest Voice”)
Jared Harris (“Chernobyl”)
Jharrel Jerome (“When They See Us”)
Sam Rockwell (“Fosse/Verdon”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a
Television Movie or Miniseries:
Patricia Arquette (“The Act”)
Toni Collette (“Unbelievable”)
Joey King (“The Act”)
Emily Watson (“Chernobyl”)
Michelle Williams (“Fosse/Verdon”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Drama
Series:
Sterling K. Brown (“This Is Us”)
Steve Carell (“The Morning Show”)
Billy Crudup (“The Morning Show”)
Peter Dinklage (“Game of Thrones”)
David Harbour (“Stranger Things”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Drama
Series:
Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
Helena Bonham Carter (“The Crown”)
Olivia Colman (“The Crown”)
Jodie Comer (“Killing Eve”)
Elisabeth Moss (“The Handmaid’s Tale”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a Comedy
Series:
Alan Arkin (“The Kominsky Method”)
Michael Douglas (“The Kominsky Method”)
Bill Hader (“Barry”)
Andrew Scott (“Fleabag”)
Tony Shalhoub (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy
Series:
Durante una recente chiacchierata
in occasione della promozione di Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, è stato chiesto ad
Oscar Isaac di parlare anche dell’attesissimo
Dune,
il secondo adattamento cinematografico del romanzo di Frank
Herbert (dopo quello del 1984 diretto da David
Lynch).
Con profondo entusiasmo, Isaac ha
elogiato la nuova versione di Dune ad opera di Denis
Villeneuve (Blade Runner 2049) che lo vedrà impegnato nei
panni del duca Leto Atreides, al fianco di Timothée Chalamet (che sarà Paul
Atreides) e Rebecca
Ferguson (che sarà invece Lady Jessica).
“Sarà una cosa completamente
diversa”, ha spiegato Oscar Isaac ad Entertainment Weekly
parlando del paragone tra il lavoro di Villeneuve e il primo
adattamento di Lynch. “Non potevo immaginare nessuno più adatto
di Denis al tono del romanzo originale di Frank Herbert. Ci sono
alcune cose che sono da incubo… c’è questo elemento brutale nella
storia. È scioccante. È spaventoso. È molto viscerale. E so per
certo che io e Denis, ma anche io, Timothée e Rebecca, abbiamo
lavorato come una famiglia, ricercando l’emozione. Sono davvero
eccitato. Penso che sia bello sentirsi parte di qualcosa di nuovo…
di così unico e speciale.”
Considerata la nota complessità del
romanzo originale, le parole di Oscar Isaac fanno
ben sperare nel lavoro di adattamento di Denis
Villeneuve. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale
americane il 18 dicembre 2020.
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune racconta la storia di Paul Atreides, un giovane
brillante e dotato nato sotto un grande destino al di là della sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un
futuro: mentre forze maligne esplodono in un conflitto per avere il
controllo esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa
esistente (una merce in grado di sbloccare il più grande potenziale
dell’umanità), a sopravvivere saranno solo quelli che potranno
sconfiggere la loro paura“.
In DuneTimothée Chalamet interpreterà il
protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio
fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel
cast anche Javier
Bardem, Zendaya, Oscar
Isaac, Rebecca
Ferguson, Stellan
Skarsgard, Dave
Bautista, Charlotte
Rampling e Jason Momoa.
L’Hydra è stata
responsabile di numerose morti all’interno dell’Universo
Marvel. Ovunque i suoi
membri si recassero, l’unico obiettivo era rispondere ai suoi
bisogni. Perfino gli eroi e le eroine più forti non sarebbero in
grado di sconfiggerlo. Ma cosa lo rende così potente? Sono le
persone, la mitologia che si cela dietro l’organizzazione o è
qualcos’altro?
Sicuramente, uno dei motivi che
rende l’Hydra così potente è il suo logo. Per capire come mai tutti
lo temono, è importante comprendere come funziona…
Le fasce sul braccio come i nazisti
Non è un segreto che l’Hydra sia
l’equivalente della Germania Nazista durante la Seconda Guerra
Mondiale. Ci sono, infatti, alcune somiglianze tra le due
organizzazioni (a cominciare da Red Skull, braccio destro di Hitler
nel MCU).
La maggior parte dei nazisti, come
segno di fedeltà, indossava una fascia sul braccio con una
svastica. Allo stesso modo, i membri dell’Hydra sfoggiano il loro
dell’organizzazione. Alcuni membri ne hanno indossato l’uniforme
anche dopo la fine della guerra.
Le due versioni del simbolo del logo
Sapevate che l’ultimo logo
dell’Hydra è molto diverso da quello utilizzato in precedenza? In
Captain America: The Winter Soldier, infatti, la versione
digitalizzata di Arnim Zola racconta le origini dell’Hydra, ma in
realtà rivela soltanto una parte della storia…
Come si può vedere dall’immagine in
alto, in passato il simbolo del logo era meno intimidatorio e
assomigliava di più alla testa di un ariete. Spesso veniva usato
anche sottosopra e proprio questa forma sarebbe stata d’ispirazione
per la versione che conosciamo oggi. Col passare del tempo, il
simbolo del logo sarebbe stato riprogettato completamente,
diventando più dettagliato.
Il tempo necessario a progettare il design
Per chi non è appassionato di
fumetti e di cinema, ecco alcuni interessanti retroscena sulla
creazione del logo dell’Hydra, che sono stati sviscerati
dall’artista Ryan Meinerding nell’artbook: “The Art of Captain
America: The First Avenger”.
Meinerding ha spiegato che la
progettazione del logo ha richiesto molto tempo, dal momento che
l’obiettivo era quello di rendere i contorni dei tentacoli simili a
degli ingranaggi, quindi c’era bisogno del tempo necessario per
aggiungere le ventose. Secondo l’artista, gli ingranaggi
rappresentano l’ossessione dell’Hydra nei confronti della
tecnologia e delle armi avanzate.
Il logo è ispirato alla vera forma degli Inumani
Gli Inumani sono senza alcun dubbio
uno dei gruppi di personaggi più interessanti dell’Universo Marvel.
Si tratta di individui geneticamente superiori agli esseri umani,
creati tramite esperimenti della razza extraterrestre dei Kree per
essere usati come armi.
Sembra che Gli Inumani siano stati
d’ispirazione per il logo dell’Hydra. La loro vera forma ricorda il
personaggio di Cthulhu di H.P. Lovecraft o il personaggio di Davy
Jones della saga di Pirati dei Caraibi. Tuttavia, l’ispirazione
principale proviene da Hive, un disumano bandito dalla Terra a
causa dei suoi poteri parassiti. I suoi adoratori formarono una
società che mirava a riportarlo indietro. Alla fine, questa società
si è evoluta nell’Hydra.
Il primo simbolo del logo era un ariete sacrificale
Questa antica società che in seguito
sarebbe diventata l’Hydra, era in realtà molto più influente di
quanto si possa credere. Lo scopo di riportare Hive sulla Terra era
stato tramandato in tutto il mondo, fino a raggiungere altri gruppi
ed organizzazioni che era dedite ai rituali di morte e alle
uccisioni.
Alla fine, il design venne
influenzato dai miti di origini pagana sul Diavolo. Ecco perché
nella sua forma iniziale, il simbolo del logo dell’Hydra ricordava
un ariete, considerato nell’antichità la primaria incarnazione del
demonio.
È stato soggetto a numerose variazioni di colore
Sappiamo che il logo dell’Hydra è
nero e rosso, ma in realtà è stato soggetto a numerose variazioni
di colore, tra cui nero e blu, nero e verde, nero e bianco, ma
anche grigio e bianco, nero e grigio e perfino un verde neon in
versione digitalizzata, apparso sul monitori di Arnim Zola in
Captain America: The Winter Soldier.
La versione blu è apparsa su alcuni
computer dello SHIELD, mentre la versione verde è stata utilizzata
sia sui computer dello SHIELD sia nella sede centrale dell’Hydra.
Una delle versioni bianche fu usata dall’Hydra durante la Seconda
Guerra Mondiale sull’equipaggiamento e su alcuni veicoli.
Rosso e nero: i colori della bandiera nazista
Un altro elemento che accomuna
l’Hydra alla Germania Nazista è la bandiera. Il logo dell’Hydra e
la svastica sono il simbolo dell’ideologia abbracciata dai membri
dei rispettivi gruppi. Di conseguenza, il loro design doveva
riflette il “messaggio” che questi simboli dovevano inviare.
La bandiera nazista utilizza tre
colori: rosso, nero e bianco. Il logo dell’Hydra ne utilizza due:
rosso e nero. Il rosso è già di per sé un colore molto aggressivo,
ma quando lo si combina con il nero, diventa ancora più impetuoso,
andando ad accentuare la violenza generata da queste
organizzazioni. Anche la svastica è simile ai tentacoli sul logo
dell’Hydra.
Il teschio sul logo richiama il volto di Teschio Rosso
Quando si pensa all’Hydra, è
impossibile non pensare a Teschio Rosso. Il principale nemico di
Captain America, l’esatto opposto di Steve Rogers. Ecco perché la
loro rivalità e i loro combattimenti sono sempre stati così
interessanti e coinvolgenti: si tratta di uno scontro di ideologie,
del bene contro il male.
Se a rappresentare Captain America
sono le stelle e le strisce della bandiera americana, a
rappresentare Teschio Rosso è il logo dell’Hydra. Inoltre, il
teschio del logo ricorda lo stesso leader dell’organizzazione. Non
solo il suo viso è rosso come il colore utilizzato nel logo, ma il
richiamo è palese anche nel nome… Teschio Rosso, appunto!
Il collegamento con la mitologia greca
Arnim Zola lo aveva già spiegato nel
secondo capitolo dedicato alle avventure di Captain America, ma
chiunque conosca un po’ la mitologia greca non avrà particolari
difficoltà a cogliere la sottile connessione. Nei miti, l’Idra di
Lerna è un orribile mostro leggendario simile ad un enorme drago
dotato di diverse teste. Una volta tagliata una testa, molte altre
crescono al suo posto.
Sconfiggere l’Idra di Lerna era una
delle missioni di Eracle. Se ci pensiamo, Steve Rogers è molto
simile a questo antico eroe. Entrambi sono molto forti e hanno
migliorato col tempo le loro abilità umane. La differenza è che
stanno combattendo per scopi completamente diversi.
I tentacoli ricordano le teste di Idra
I tentacoli sul logo nascondono più
di un significato. Sappiamo che sono stati ispirati dalla vera
forma degli Inumani, che i loro contorni e gli spazi tra l’uno e
l’altro ricordano degli ingranaggi, ma potrebbe essere importante
sapere che ricordano anche le già menzionate teste dell’Idra.
Pensateci: l’Idra ha diversi lunghi
colli e una testa che spunta da ogni terminazione. Tutti questi
colli potrebbero essere facilmente associati ai tentacoli sul logo
dell’Hydra, che tanto ricordano quelli di un polipo.
Paul Feig,
regista della versione al femminile di
Ghostbusters, ha commentato il trailer di
Ghostbusters: Legacy dimostrando grande
entusiasmo per il franchise e per ciò che il film “autorizzato”
mostrerà al pubblico.
Nel 2016 Feig ha diretto un capitolo
molto sfortunato del franchise, che ad un cast di grande talento ha
unito una scrittura intelligente che però non ha trovato riscontro
nel pubblico, e si è scontrato contro un muro di diniego da parte
del fan duri e puri del franchise: chi sono queste donne che
vogliono prendere il posto di Rey, Winston, Peter e Egon?
Ebben, il film è stato in fiasco,
con buona pace delle talentuose attrici coinvolte, ma Paul Feig non
serba rancore, e su Twitter ha esternato il suo
entusiasmo in occasione del trailer del film di Jason Reitman:
“Questo sembra eccezionale. Complimenti vivissimi a Jason
Reitman e al suo cast e alla crew. Non vedo l’ora di vederlo!
#siamotuttighostbusters” .
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale,
composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per
ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della
storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale
dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche
Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon,
Paul Rudd.
Sinossi:
Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre
single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione
con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata
dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman
& Gil Kenan.
Il film su Black
Widow è la next big thing in casa Marvel Studios. Il film sulla
Vedova Nera con protagonista Scarlett Johansson è un progetto
a cui Kevin Feige ha dimostrato di tenere
molto e che ci mostrerà pezzi del passato di Natasha pur non
essendo ambientato in un periodo in cui la donna era
giovanissima.
“Sapevamo di voler fare un film
con Scarlett Johansson perché lei è Natasha Romanoff e non una
storia con una Vedova Nera più giovane a cui il pubblico non era
legato.” Queste le parole di Feige in occasione del CCXP di
San Paolo in Brasile, dove spiega chiaramente perché non avrebbe
avuto senso un film con un’attrice più giovane al posto di
Johansson.
Tuttavia, in merito a ciò che il
film mostrerà, Feige ha commentato: “Esploreremo il passato di
Nat e come questo abbia influenzato le avventure vissute tra Civil
War e Infinity War. Ci sono cose che lei fa in Infinity War e
Endgame che vedrete in una nuova luce dopo Black Widow.” Non
sappiamo con esattezza a cosa si riferisce il produttore, ma siamo
abbastanza consapevoli del fatto che le motivazioni di Natasha
siano legate a quello che per lei è il concetto di famiglia, in
concetto che nella sua esperienza ha trovato e capito soltanto con
i Vendicatori, che sono stati per lei padri, amanti e fratelli.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel,
mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da
Ned Benson (The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz.
Dopo lo straordinario successo di
Avengers: Endgame, diventato il maggiore
incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di
Natasha Romanoff/Black Widow.
Tra i prodotti Disney + annunciati
al Comic Con di San Diego
del 2019, uno di quelli che promette maggiori emozioni è lo
show su Hawkeye, Occhio di Falco, uno dei
Vendicatori “minori” che ha attraversato il cambiamento più
radicale nel corso degli ultimi film. Dalla Guerra Civile, dalla
quale è uscito agli arresti domiciliari, a Infinity
War, dove, pur non avendo partecipato alle vicende
cinematografiche, ha subito la perdita devastante della famiglia.
Fino a Endgame, dove lo abbiamo ritrovato
trasformato in puro spirito di vendetta.
Adesso, per Clint Barton, è arrivato
il momento di andare avanti con la propria vita e con la propria
carriera di supereroe, guardando al futuro e a chi raccoglierà la
sua eredità. Ecco quali sono i punti cardine confermati della serie
Disney + Hawkeye.
Jeremy Renner riprende il suo
ruolo
Nonostante alcune recenti
controversie, Jeremy Renner rimarrà nel ruolo di
Clint Barton per la prossima serie di Hawkeye. Insieme a
Black Widow, che finalmente avrà un film
da solista il prossimo anno (anche se, dal trailer recentemente
pubblicato, è chiaro che è molto, troppo tardi), Occhio di Falco è
uno degli unici Vendicatori originali del MCU a non avere il proprio film da
solista, né tanto meno una propria trilogia.
Anche Hulk ha avuto dei film tutti
per lui, sebbene non con Mark Ruffalo nel ruolo, ed è il
personaggio più difficile da raccontare di una storia da solista.
Questa sarà la sesta apparizione sullo schermo di Renner nel ruolo
del tiratore scelto del fu SHIELD.
Clint Barton allenerà Kate Bishop
per diventare Occhio di Falco
Nei fumetti, quando Clint
Barton si ritira dalla sua attività di supereroe, il mantello di
“Occhio di Falco” passa ad una giovane eroina in erba che risponde
al nome di Kate Bishop. La storia delle origini di Kate nei fumetti
è un po’ diversa dalla storia di origine che avrà nello show.
Nel materiale di origine, Kate è un
membro dei Giovani Vendicatori a cui è stato dato il nome Occhio di
Falco quando si è opposta a Steve Rogers, il quale le disse che
l’unica altra persona ad assumere quel nome era stato Clint Barton.
Nella prossima serie Disney +, sarà Clint stesso ad allenare Kate,
in modo che possa essere la sua erede.
La premiere arriverà nel 2021
Non è stata fissata una data di
uscita ufficiale per Hawkeye – o per nessuno dei prossimi show
Disney + della Marvel – ma è stata annunciata una finestra di
uscita per entusiasmare i fan. La serie arriverà sul servizio di
streaming della Casa di Topolino in rapida crescita alla fine del
2021.
Questa data renderà Hawkeye la
quinta serie MCU di Disney +. Falcon and the Winter Soldier, le cui
riprese sono già in corso, sarà la prima ad arrivare per la fine
del 2020, seguita da WandaVision e Loki all’inizio del 2021. La
misteriosa serie di antologie What If …? arriverà a metà del 2021 e
infine Hawkeye alla fine del 2021.
Jonathan Igla è a capo della
sceneggiatura
La Marvel ha assunto
Jonathan Igla in qualità di capo sceneggiatore per lavorare alla
serie Hawkeye. Igla ha scritto molto pre la tv, e tra le serie che
ha firmato ci sono Masters of Sex, Pitch e Sorry for Your Loss, con
protagoniste Elizabeth Olsen del MCU e Kelly Marie Tran, la Rose
Tico di Star
Wars.
Ma il suo lavoro più popolare è Mad
Men. Igla ha ottenuto vari premi nel suo lavoro su Mad Men. È anche
accreditato come redattore esecutivo della storia nell’acclamato
episodio finale della serie, “Person to Person”.
Hailee Steinfeld è nella lista dei
casting
Sebbene
non sia stato annunciato chi interpreterà Kate Bishop nella
prossima serie di Hawkeye, è stato confermato che Hailee
Steinfeld è nella lista dei casting. Steinfeld ha più che
dimostrato di essere una performer competente, da quando ha battuto
15.000 concorrenti per il ruolo di Mattie Ross nel remake di
Il Grinta dei fratelli
Coen e ha finito per ottenere una nomination agli
Oscar.
Da allora ha mostrato le sue
inflessioni comiche (che le potrebbero servire nel MCU) nei sequel
di Pitch Perfect e ha conquistato i fan
dei fumetti come voce di Gwen Stacy in Spider-Man: Un
Nuovo Universo.
Sono stati annunciati i primi nomi
del cast del reboot di Mamma ho perso
l’aereo, la commedia del 1990 diretta da
Chris Columbus e interpretata da Macaulay
Culkin, divenuto negli anni un vero e proprio cult ed un
classico delle festività natalizie grazie ai numerosi passaggi
televisivi.
Il reboot di Mamma ho
perso l’aereo sarà destinato a Disney+, il neonato
servizio di streaming della Casa di Topolino che ha debutto in
America lo scorso novembre e che in Italia arriverà a marzo
2020.
Al momento, il cast del reboot
annovera Archie Yates, giovanissimo attore che ha
esordito al cinema con l’acclamato JoJo
Rabbit di Taika Waititi, insieme a Ellie
Kemper (nota per essere la protagonista della serie
Unbreakable Kimmy Schmidt) e a
Rob Delaney (attore e comico americano famoso per
essere il co-protagonista e il co-sceneggiatore dello show
Catastrophe).
La trama del reboot di
Mamma ho perso l’aereo è attualmente
avvolta nel mistero. Bob Iger, CEO della Disney, aveva dichiarato
che il reboot sarabbe stato una “rivisitazione della pellicola
originale destinata alle nuove generazioni”. È probabile
che il piccolo Yates interpreti un personaggio molto simile a
quello di Kevin McCallister, mentre per quanto riguarda la Kemper e
Delaney è ipotizzabile che i due interpreteranno i suoi
genitori.
Il nuovo film sarà diretto da
Dan Mazer (Nonno Scatenato) e
sceneggiato da Mikey Day (Brittany Non Si Ferma
Più) e Streeter Seidell (CollegeHumor). Il reboot sarà prodotto
da Hutch Parke e Dan Wilson.
Nel 1990, il primo
Mamma ho perso l’aereo divenne uno dei
più alti incassi dell’anno, con oltre 934 milioni di dollari.
Diretto da Chris Columbus e sceneggiato da
John Hughes, il film ha dato vita ad un vero e
proprio franchise composta da ben 4 sequel destinati sia al grande
che al piccolo schermo: soltanto il primo, uscito nel 1992, ha
visto ancora una volta Macaulay Culkin come
protagonista.
Già nel trailer finale di
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker abbiamo visto una
scena in cui Rey e Kylo Ren sembrano distruggere insieme una statua
di Darth Vader. Non sappiamo se quello che abbiamo visto risponda a
realtà o a una visione, tuttavia il momento sembra tanto importante
da riprodurlo in un poster diffuso questa mattina dai canali
ufficiali del film.
Si tratta senza dubbio di una scena
iconica, che potrebbe ricollegarsi a quanto dichiarato da
Rian Johnson ne Gli Ultimi
Jedi. In quel film si mettevano in discussione
diversi punti fondamentali per la saga: l’elitarietà della Forza,
il potere della predestinazione, l’importanza del libero arbitrio,
il desiderio di rompere con il passato e con ciò che poteva o
doveva essere il destino scritto.
In questa immagine, potente ed
eroica, vediamo i due giovani rappresentanti del Lato Chiaro e del
Lato Oscuro abbattere l’icona del passato, l’emblema della
predestinazione. Anakyn Skywalker era il “prescelto”, corrotto da
Palpatine e votatosi al Lato Oscuro che, alla fine della sua vita,
trova quel che di buono era rimasto in lui. I due giovani
distruggono l’icona e sembrano promettersi a vicenda e promettere
ai fan un futuro di inaspettati cambiamenti, soprattutto un futuro
dove il sangue e il destino saranno meno importanti del libero
arbitrio.
Ecco il poster:
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova
trilogia del franchise diretto da J.J.
Abrams, arriverà nei cinema a dicembre
2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
La Marvel TV così come
abbiamo imparato a conoscerla negli ultimi 10 anni non esisterà
più. La divisone della Marvel Entertainment dedicata alla serie,
infatti, verrà ufficialmente inglobata all’interno dei
Marvel Studios, sotto la supervisione di
Kevin Feige.
Nonostante l’annunciata serie
animata dedicata a Tigra & Dazzler (che
debutterà su Hulu) e la serie live action su
Helstrom restino in fase di sviluppo,
entrambe rappresenteranno gli ultimi progetti supervisionati da
Jeph Loeb, fino a poco tempo fa a capo della
divisione televisiva della Casa delle Idee. La chiusura della
Marvel TV comporterà non soltanto lo stop alla
produzione di nuovi progetti seriali, ma anche il licenziamento di
diversi dipendenti nell’immediato futuro.
Karim Zreik,
attuale vicepresidente senior della programmazione e produzione
della Marvel TV, entrerà ufficialmente a far parte
del gruppo Marvel Studios e continuerà a
supervisionare i progetti attualmente in corso.
La notizia non arriva come un
fulmine a ciel sereno, vista la cancellazione negli ultimi mesi di
numerose serie tv targate Marvel. Di recente abbiamo appreso che
sono state cancellate sia Cloak & Dagger
(destinata a Freeform) che Runaways
(trasmessa da Hulu), insieme ovviamente a Daredevil,
Jessica Jones, Luke Cage e tutte le altre serie
Marvel che erano approdate sul colosso dello streaming Netflix. Agents of SHIELD,
serie di punta della Marvel TV, debutterà con la settima e ultima
stagione nel 2020.
Continuano così i piani dei
Marvel Studios e di Kevin Feige
per espandere oltre i confini del grande schermo l’Universo
Cinematografico Marvel: ricordiamo che la Casa delle Idee è
attualmente al lavoro sulle annunciate serie che debutteranno sulla
neonata Disney+, tra le quali figurano
The
Falcon and the Winter Soldier, WandaVision, Loki,
Hawkeye, She-Hulk, Moon Knight e Ms.
Marvel.
Da Sense
8 a The
Matrix 4, Toby Onwumere ha
senza dubbio fatto un salto di qualità, forte dell’amicizia, nata
sul set della serie Netflix, con Lana
Wachowski. L’attore, che nello show chiuso alla
seconda stagione interpreta uno degli 8 protagonisti, entra nel
cast dello sci-fi avvolto dal mistero ma già molto atteso dai fan
della trilogia originale.
Proprio ieri è arrivata la conferma
che anche Jonathan Groff
(Mindhunter) si è unito al cast. Vi
ricordiamo che nel cast sono stati già confermati Yahya
Abdul-Mateen II, Keanu Reeves e
Carrie-Anne Moss e che il nuovo capitolo del
franchise sarà diretto da Lana Wachowski.
Secondo quanto riportato da
Justin Kroll di Variety, quello di Reeves
non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”,
dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più
giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre
indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il
personaggio interpretato nella trilogia originale da
Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata
firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre
diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei
primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo
esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora
più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi
nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare
ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
Il trailer internazionale di
Ghostbusters: Legacy contiene una
brevissima scena in più e, montato in maniera leggermente
differente rispetto a quello ufficiale che abbiamo visto due giorni
fa, risulta molto più accattivante!
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale,
composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per
ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della
storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale
dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche
Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon,
Paul Rudd.
Sinossi:
Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre
single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione
con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata
dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman
& Gil Kenan.
Sarà lungo 7000 (settemila!)
anni l’arco temporale narrativo de Gli
Eterni, il nuovo film della Fase 4 del
Marvel Cinematic Universe,
attualmente in fase di riprese, con protagonista un cast stellare,
guidato da Angelina Jolie e Richar
Madden.
Il film desta grande curiosità e
soprattutto è avvolto dal mistero, dal momento che metterà in scena
dei personaggi che sono potenzialmente molto rischiosi. Le prime
immagini del film, mostrate lo scorso fine settimana al CCXP di San
Paolo hanno mostrato delle ambientazioni convincenti ma anche dei
salti temporali importanti.
Adesso veniamo a conoscenza del
fatto che il film percorrerà un arco narrativo di circa settemila
anni, un tempo comprensibilmente giustificato se si calcola che i
protagonisti del film sono tutti immortali.
La più importante implicazione che
ci sottopone questa notizia, confermata da Kevin Feige in persona a Collider, è che il
film si immergerà in profondità nel passato del MCU più che mai.
Non è chiaro come la trama possa sostenere i molti salti di tempo
che senza dubbio saranno inclusi, ma visto che Eternals sarà
diverso da qualsiasi film precedente dell’universo Marvel, è
possibile che anche la storia segua uno schema diverso.
Gli Eterni,
diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast
Angelina Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit Harington (Black
Knight) Kumail Nanjiani (Kingo),
Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak),
Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan
(Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
È con un post condiviso attraverso
il suo account Instagram che
Vin Diesel ha annunciato quando vedremo finalmente
il primo trailer ufficiale di Fast and Furious
9: le prime immagini del film arriveranno a gennaio
2020!
Sono trascorsi più di due anni da
quando il pubblico ha visto per l’ultima volta Vin
Diesel nei panni di Dominic Toretto: l’attesa nei
confronti di Fast and Furious 9 è stata
resa più sopportabile per i fan del franchise action grazie
all’uscita nelle sale di Hobbs and Shaw – Fast
and Furious, primo spin-off della saga con
protagonisti Dwayne Johnson, Jason Statham e la
new entry Idris Elba.
Su Instagram, Diesel ha spiegato che
il primo trailer ufficiale di Fast and
Furious 9 arriverà a gennaio 2020 e la data esatta
del lancio online verrà rivelata il prossimo 18 dicembre.
Potete vedere il post condiviso dall’attore di seguito:
In Fastand Furious
9 reciteranno i veterani del
franchise Vin Diesel, Charlize Theron, John
Cena, Michelle
Rodriguez, Jordana
Brewster, Ludacris, Tyrese
Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche
Michael Rooker e Cardi B.
La regia sarà firmata da
Justin Lin, già regista di numerosi capitoli del
franchise, mentre la release del film è stata spostata al
22 maggio 2020 (inizialmente il film sarebbe
dovuto arrivare al cinema quest’anno). Non sono state fornite
spiegazioni ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma è
evidente che nei piani della Universal Pictures ci sia la volontà
di garantire alla saga il miglior posizionamento al box office
possibile in una stagione già ricchissima di blockbuster molto
attesi.
Ricoriamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast and Furious, a seguito
degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci
fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un
dittico di chiusura che a due film separati.
Arrivato al cinema oltre 11 anni fa,
Iron Man ha concluso eroicamente la sua
cavalcata su grande schermo la scorsa primavera, con
Avengers: Endgame, in cui
compie il sacrificio estremo e salva il mondo. La sua influenza sul
Marvel Cinematic Universe
si è fatta sentire rispetto a tutti i personaggi ed ha sicuramente
catturato l’immaginario collettivo con il suo atteggiamento un po’
sbruffone ma dal cuore grande.
Pensavamo di sapere tutto di lui, ma
il responsabile dello sviluppo visivo dei Marvel Studios, Ryan
Meinerding, ci ha riservato una sorpresa molto
gradita, proprio in merito a come appare Iron Man
e a come sarebbe potuto essere nei film.
In particolare, via
Instagram, Meinerding ha diffuso dei concept del
Vendicatore corazzato realizzati per il film di Jon
Favreau e mai utilizzati: “Ho realizzato questi
concept per aiutare a capire come avrebbe funzionato la sequenza di
semi in post-produzione”.
Nella galleria in basso sono inclusi
alcuni altri concept art rilasciati ufficialmente da Adi Granov,
dai disegni alternativi di Iron Monger a Tony Stark in azione. Sono
tutti davvero fantastici e offrono uno sguardo affascinante al
lavoro che ha portato alla creazione di Iron Man quando l’Universo
cinematografico Marvel era ancora solo un’idea nella mente di
Kevin Feige!
Si tratta di vere e proprie opere
d’arte che meriterebbero uno spazio apposito, nonostante servano
solo da strumento per i filmmaker per mettere a punto le meraviglie
visive che gli spettatori vedranno sul grande schermo.
Da personaggio minore dei fumetti,
Iron Man ha segnato irrimediabilmente la
storia del cinecomic ma anche quella del cinema in generale e
questo fenomeno culturale importantissimo sembra sicuramente un
merito condiviso non solo da Feige, Favreau e Robert Downey Jr. ma anche da
tutti gli artisti che, come abbiamo visto, hanno contribuito alla
realizzazione visiva dell’eroe al cinema.
I destini di John
Travolta e Quentin Tarantino tornano ad
incrociarsi per una questione abbastanza divertente che riguarda
l’ultima fatica del celebre regista e sceneggiatore, ossia
C’era una volta a Hollywood: Travolta,
che ha visto il film, ha infatti dichiarato di aver scovato al suo
interno un errore.
In occasione di un recente Q&A a
seguito di una proiezione del suo ultimo film, The
Fanatic, l’interprete di Vincent Vega in
Pulp Fiction ha spiegato di aver
riscontrato un errore storico nella scena della resa dei conti
finale tra Cliff Booth (Brad
Pitt), Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e i seguaci di
Charles Manson.
“Il personaggio di Leonardo
DiCaprio sta tornando a casa dall’Italia o da dove si
trovava”, ha spiegato Travolta ai fan presenti al Q&A.
“La voce narrante dice che ha preso un Boeing 747. Bene: il 747
è stato collaudato per la prima volta nel febbraio 1969, ma è
entrato ufficialmente in servizio nel gennaio 1970. Mancavano nove
mesi! Avrebbe dovuto essere su un Boeing 707!”.
Ma com’è possibile che John
Travolta sia così informato sul mondo dell’aviazione?
Forse non tutti sanno che l’attore possiede il brevetto di pilota
di aerei di linea ed è un vero e proprio appassionato di storia
dell’aeronautica. Inoltre, l’errore scovato da Travolta dimostra
quanto egli non sia soltanto un amico e collega di Quentin
Tarantino, ma anche un attento osservatore dei suoi
film.
Ad ogni modo, un simile errore nel
nono film di Tarantino potrebbe essere giustificato dal fatto che
tutta la pellicola non è altro che una versione di Hollywood e
della storia di quel determinato periodo storico (il 1969) filtrata
attraverso i ricordi nostalgici dello stesso regista.
Tra i più grandi film della carriera
di John Travolta, è impossibile non annoverare
Pulp Fiction, il capolavoro di
Quentin Tarantino che nel 1994 contribuì a
rilanciare la carriera del divo de La Febbre del Sabato
Sera e Grease, tanto da fargli conquistare la sua
seconda candidatura agli Oscar come Miglior Attore
Protagonista.
Ricordiamo che C’era una
volta a Hollywood ha ricevuto 5 nomination
ai Golden Globes
2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia),
Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia)
per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore
Non Protagonista per Brad Pitt.
Arriverà nei cinema di tutto il
mondo il 13 dicembre La Vita Nascosta, il
nuovo film di Terrence Malick già visto e amato al
Festival di Cannes 2019. Il film non ha
ancora una data di distribuzione italiana, ma la Fox Searchlight ha
acquistato i diritti di distribuzione del film nel nostro Paese,
cosa che fa sperare i fan in una uscita all’inizio del 2020.
Ecco la clip del film:
La storia di A Hidden
Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino
austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente
cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di
arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.
Star
Wars: Gli Ultimi Jedi non ha entusiasmato i fan,
che hanno criticato moltissimo alcune scelte del regista
Rian Johnson. Ad oggi, però, il film rimane quello
con la maggiore portata rivoluzionaria all’interno del franchise e
sembra che la sua scena conclusiva sia la chiave per capire
l’intero mondo di Star Wars.
Ricordiamo che la scena conclusiva
del film vedeva la Ribellione scampare alla minaccia di Kylo Ren,
ormai Leader Supremo, ma, dall’altra parte della Galassia, un
bambino, orfano e schiavo, usava la Forza per sollevare un manico
di scopa e svolgere i suoi compiti, mentre indossava un anello con
il simbolo dei ribelli e guardava, speranzoso, il cielo
stellato.
La democratizzazione della Forza ha
portato a numerosissime critiche, in quanto molti credevano che si
trattasse di un dono per pochi, per gli Skywalker, ad esempio. Per
questo, nel film di Johnson, Rey è figlia di nessuno. Anche lei,
che viene dal nulla, può essere in grado di sentire la Forza, senza
predestinazione, senza retaggio nel sangue. Questo dettaglio potrà
ancora essere confutato da L’Ascesa di
Skywalker, al cinema dal 18 dicembre, ma la scena
finale parla chiaro: la Forza può scorrere in chiunque.
Proprio questo è il succo della
spiegazione che Kathleen Kennedy ha fornito
durante un’intervista rilasciata a io9 in merito al film
in uscita e al proseguimento della saga. Commentando l’ultima scena
di Episodio XIII, la produttrice ha
dichiarato:
“Il vero significato della Forza
è il senso di Star Wars. Sicuramente sarà anche parte di Episodio
IX. Ma la Forza è una parte enorme della conversazione sul futuro
della saga e su cosa racconterà dopo Star Wars. Una volta che
archivieremo Episodio IX e continueremo a raccontare altre storie,
la Forza sarà il fondamento di Star Wars.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova
trilogia del franchise diretto da J.J.
Abrams, arriverà nei cinema a dicembre
2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Sappiamo ormai da diverso tempo –
anche per stessa ammissione del diretto interessato – che
Quentin Tarantino si ritirerà (o dovrebbe
ritirarsi, il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo!) dopo
il suo decimo film.
Quale sarà l’ultima avventura di
Quentin Tarantino sul grande schermo è al centro
di dibattiti e speculazioni ormai da diverso tempo: sarà la sua
chiacchieratissima versione vietata ai minori di Star
Trek? Oppure il terzo capitolo della saga di
Kill Bill?
Lo scorso luglio era stato lo stesso
Tarantino a rivelare che lui e Uma Thurman stavano
“seriamente” considerando l’idea di un nuovo capitolo della saga
con protagonista Beatrix Kiddo. Oggi, in una recente intervista con
Andy Cohen, il regista e
sceneggiatore di Pulp Fiction e C’era una volta a
Hollywood ha aggiornato in merito al progetto, spiegando di
avere “un’idea interessante” su ciò che vorrebbe fare con
il terzo potenziale film.
“Proprio ieri ho cenato con Uma
Thurman”, ha spiegato Tarantino. “Eravamo in un ristorante
giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi
piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione
è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è
successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare
adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che
possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea
che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei
subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è
sicuramente nei miei piani.”
In attesa che Tarantino ci delizi
con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill
3, ricordiamo che il suo ultimo film,
C’era una volta a
Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai
Golden Globes
2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia),
Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per
Leonardo DiCaprio e Miglior Attore
Non Protagonista per Brad
Pitt.
È stato diffuso un nuovo simpatico
spot tv di Dolittle, il nuovo film con
Robert Downey Jr. in cui l’attore
fa le audizioni agli animali per entrare nel cast della sua
avventura nei panni del veterinario che parla con gli animali.
Nel cast
vocale del film ci sono Rami Malek, Emma
Thompson, Michael Sheen, Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio
Banderas, John Cena, Marion Cotillard e Tom
Holland.
Robert Downey
Jr. è impegnato al momento nel press tour di Avengers:
Endgame, che si concluderà il 26 aprile con l’uscita
del film in tutto il mondo (da noi in Italia il film è programmato
per il 24 aprile).
Il Dottor Dolittle
è stato creato dall’autore britannico Hugh
Lofting nel 1920. L’epoca Vittoriana, un medico decide di
curare animali invece che persone perché si scopre in grado di
parlare con loro.
Già nel 1967 c’era stato un
adattamento per il cinema, con Rex Harrison
che interpretò il personaggio e il film che vinse due Oscar, per la
migliore canzone e per gli effetti visivi.
Il sito Production Weekly ha
riportato il titolo di lavorazione per The
Batman, che naturalmente potrebbe dare qualche
indicazione sulla storia che il film racconterà, mentre intanto la
data di inizio delle riprese si fa sempre più vicina.
Il sito conferma che il titolo
provvisorio del film è Vendetta.
Purtroppo, a parte questo, non ci sono altre informazioni sulla
produzione. In relazione a Batman, la parola Vendetta può assumere
diversi significati, tutti abbastanza consoni al personaggio.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred e
Colin Farrell sarebbe in trattative
per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe
Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo DC),
Jeffrey Wright (commissario Jim Gordon) e
Paul Dano (Enigmista), infine John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche
Peter Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo
ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di
Batman v Superman: Dawn of
Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel
Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già
fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere
nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il
mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di
Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
A 35 anni dall’arrivo in sala del
primo film sugli Acchiappafantasmi, Ghostbusters:
Legacy sarà il primo “vero” seguito del franchise con
protagonisti Bill Murray, Dan Aykroyd,
Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Harold Ramis.
Il trailer del film, diretto da
Jason Reitman e arrivato ieri in rete, ci ha dato la possibilità di
dare un primo sguardo al film che, oltre all’atmosfera di cinema
per ragazzi anni ’80 e al tono devoto, rispetto agli originali,
presenta già dei riferimenti e degli omaggi al film del
1984. Ecco di seguito i riferimenti all’originale nel trailer
di Ghostbusters: Legacy.
I tasti del pianoforte
Subito dopo il minuto 1 del
trailer, poco prima di vedere il nome di Jason Reitman e subito
dopo che il personaggio di Paul Rudd pronuncia le parole “una
trappola per fantasmi”, si sentono suonare tre tasti di pianoforte.
Le note sono certamente inquietanti, in linea con Ghostbusters, ma
non si tratta della prima volta che ascoltiamo questa combinazione
di tasti.
Nel film originale, poco prima che
la squadra incontri il loro primo fantasma, i tre protagonisti
trovano una pila verticale di libri sul pavimento, alta quanto
loro. Dopo averla esaminata, Ray Stantz (Dan
Aykroyd) si distrae e dice: “Senti, senti l’odore di
qualcosa?” Subito dopo che Ray dice: “Ascolta” sentiamo esattamente
la stessa combinazione dei tasti del piano che ascoltiamo qui.
La colonna sonora originale
Anche il secondo
riferimento è sonoro. Quando si tratta della colonna sonora di
Ghostbusters, la canzone di Ray Parker Jr. è certamente la prima
cosa a cui la maggior parte delle persone pensa, ma va ricordato
che la colonna sonora di Elmer Bernstein per il film è
straordinariamente buona, nonché ormai iconica.
Durante la sequenza in cui Paul Rudd
sta condividendo con i due bambini la storia degli
Acchiappafantasmi originali, e vediamo scene del primo film
rielaborate come filmati di notiziario, è possibile ascoltare un
pezzo della colonna sonora che, nel film, era stato utilizzato per
indicare gli incontri con i fantasmi. È appena accennato, ma è
proprio lì, a beneficio dei fan attenti.
Spore, muffe e funghi
Questo trailer ci conferma
che le voci in merito alle quali il film seguisse le famiglie di
uno dei Ghostbusters originali erano vere. Il trailer ci dà la
risposta in merito a chi sarà il patriarca dei protagonisti del
film, e una scena molto specifica ci dà il suggerimento
definitivo.
Vediamo la giovane ragazza usare un
familiare pezzo di equipaggiamento di Ghostbusters per farsi strada
in uno scantinato pieno di cose interessanti. Oltre a trovare uno
zaino protonico lì, vediamo anche una raccolta di piastre di Petri
etichettate con nomi di vari microbi. Nel Ghostbusters originale,
Egon Spengler dice a Jeanine che raccoglie “spore muffe e funghi”.
Abbiamo appena trovato la sua collezione.
Le tute
Mentre gli altri attrezzi
dei vecchi Acchiappafantasmi che compaiono nel trailer di
Ghostbusters: Afterlife non fanno parte della lista, il
ritrovamento delle tute è un momento molto emozionante, e potreste
averlo perso. Inoltre, la tuta che si vede nel video è quella di
Egon Spengler.
Se non aveste collegato la presenza
del rilevatore ectoplasmatico con le collezione di muffe, il nome
sulla tuta vi renderà chiaro che la ragazzina che vediamo nel
trailer è la nipote di Egon Spengler!
Miniera Shandor
Questo è probabilmente
l’indizio potenzialmente più interessante trai vari riferimenti nel
trailer. Vediamo due bambini avvicinarsi a un cartello che recita
Shandor Mining Co. Considerando che la presenza spettrale che
vediamo all’inizio del trailer proviene dal sottosuolo, sembra che
qui si concentrerà il centro della nostra storia.
Il serio fan di Ghostbusters
riconoscerà il nome Shandor. Nello specifico, nel film originale,
Egon fa riferimento a Ivo Shandor in quanto fu l’architetto che
progettò il condominio di New York City al centro del film
originale. La domanda è: si tratta semplicemente di un Easter Egg
che i fan possono riconoscere o è, come sembra più probabile a
questo punto, esattamente il nodo che collega questo film al film
originale?
Chiamalo destino
Nello stesso tempo in cui
vediamo il nome Shandor sullo schermo, sentiamo una voce familiare.
Si tratta di quella di Bill Murray. È il dialogo del primo film in
cui Peter Venkman diventa filosofico con Ray Stantz dopo che sono
stati cacciati dalla loro università.
La battuta si riferisce a come Peter
crede che le cose accadano per predestinazione. Ciò implica che
qualunque cosa stia succedendo in Ghostbusters:
Legacy, potrebbe anche accadere per una ragione.
Sembra di nuovo che si provi a stabilire una connessione diretta
tra questo film e il primo, e suggerisce anche che, sì, gli
Acchiappafantasmi originali potrebbero tornare in qualche modo.
Il mastino di Gozer
Per un film di
Ghostbusters, quello che vediamo poco nel primo trailer sono i
fantasmi. C’è una breve occhiata a qualcosa che potrebbe essere
Slimer, ma potrebbe anche non essere lui. Tuttavia, sembra apparire
un altro piccolo animale spaventoso del primo film. Il mastino
demoniaco che sedeva al fianco di Gozer.
Verso la fine del trailer vediamo
un’enorme zampa artigliata cofano della macchina di Paul Rudd, e
insieme ad essa si sente un ringhio molto familiare. Sembra che i
mostri che abbiamo visto possedere Sigourney Weaver e Rick Moranis
nel primo film potrebbero essere tornati. Questa è anche una prova
in più che la trama di Ghostbusters:
Legacy si collegherà direttamente al primo film.
Nella giornata di ieri sono state
ufficialmente annunciate le nomination dei
Golden Globes 2020, la cui cerimonia di
premiazione si svolgerà il prossimo 5 gennaio.
Le scelte dell’Hollywood Foreign
Press Association in merito alle migliori produzioni
cinematografiche e televisive dell’anno che sta per chiudersi ci
indicano in linea di massima quale sarà l’orientamento della
stagione dei premi (Oscar inclusi) in materia di candidature, salvo
gli immancabili colpi di scena dell’ultimo minuto.
Come da tradizione, l’annuncio delle
nomination – che si tratti dei Globi d’Oro o di qualsiasi altro
premio – comporta sempre una certa dose di disappunto, soprattutto
in vista di quei film, quei registi o quegli attori che secondo la
maggioranza non hanno ricevuto la giusta considerazione.
Di seguito abbiamo raccolto i più
grandi titoli e le più grandi personalità (tra registi e attori)
“snobbati” dalla 77esima edizione dei Golden
Globes:
Piccole Donne
Il nuovo adattamento
dell’iconico romanzo di Louisa May Alcott farà il
suo esordio nelle sale cinematografiche a breve ed è già uno dei
film più attesi della stagione 2019/2020. La regista Greta
Gerwig (Lady Bird) ha diretto un cast a dir poco stellare,
che include – tra gli altri – Saoirse Ronan, Emma Watson,
Timothée Chalamet, Laura Dern e
Meryl Streep. Ciononostante, il film è riuscito a
conquistare soltanto due candidature: Migliore Attrice Protagonista
in un film Drammatico (Saoirse Ronan) e Miglior Colonna Sonora
Originale (Alexandre Desplat).
Lo scarso apprezzamento che
l’Hollywood Foreign Press Association ha dimostrato nei confronti
della pellicola potrebbe condizionare il resto della stagione dei
premi e rendere la corsa di Piccole Donne
agli Oscar meno appetibile di quello che la Sony Pictures avrebbe
desiderato.
Adam Sandler, Uncut Gems
Per quanto concerne gli attori, il
più grande snobbato di questa edizione è sicuramente Adam
Sandler, che ha ricevuto grandi lodi da parte della
critica per la sua interpretazione nella commedia drammatica
Uncut Gems. Diretto da Josh
Safdie e Benny Safdie, il film vede
Sandler nei panni di Howard Ratner, un gioielliere vittima del
gioco d’azzardo, raccontandone gli alti e bassi della dipendenza,
inclusi i metodi sperimentati dall’uomo per cercare di restare a
galla.
Il film arriverà nelle sale
americane soltanto a Natale, ma per Adam Sandler
si è parlato fin dall’inizio di una possibile candidatura agli
Oscar. Nonostante la vittoria di un National Board of Review e di
una candidatura ai Critics’ Choice, l’HFPA lo ha deliberatamente
escluso dalla cinquina del Miglior Attore. Solo il tempo ci dirà se
toccherà all’Academy onorare il suo lavoro con una sorprendente ma
a quanto pare più che meritata nomination…
Robert De Niro, The Irishman
Si è ampiamente discusso dell’ultima
epopea cinematografica di Martin Scorsese. Ancor
prima del suo arrivo su Netflix, il film aveva già fatto parlare di sé per la
lunga e travagliata lavorazione e per l’utilizzo della tecnica del
de-aging. A The Irishman è già stato
conferito il titolo di capolavoro, anche se la lunga durata avrà
certamente messo a dura prova lo spettatore più pigro.
Il film è riuscito a conquistare una
serie di candidature importanti, ma con grande sorpresa il
protagonista Robert De Niro è stato escluso dalla
cinquina del Miglior Attore in un film Drammatico: alla sua
interpretazione del sicario Frank Sheeran, l’HFPA ha preferito le
interpretazioni di Christian Bale, Antonio Banderas, Adam Driver,
Joaquin Phoenix e Jonathan Pryce.
When They See Us
Per quanto riguarda il mondo della
televisione, una delle più grandi sorprese è stato vedere come
When They See Us, la miniserie creata e diretta da
Ava DuVernay e basata sul noto caso della jogger
di Central Park del 1989, sia rimasta letteralmente a mani vuote,
senza riuscire a conquistare neanche una nomination. La
miniserie aveva fatto incetta di candidature all’ultima edizione
degli Emmy Awards (ben 11), portando a casa il premio per il
Miglior Attore Protagonista in una miniserie o film per la
televisione, conferito al talentuosissimo Jharrel
Jerome.
Tuttavia Netflix, che ha prodotto e
distribuito la miniserie, non potrà di certo ritenersi
insoddisfatta, dal momento che grazie ad altri suoi suoi show – tra
cui The Crown, Unbelievable e
The Politician – è riuscita a mettere a
segno un totale di 17 candidature.
Bombshell
Un altro film che non è ancora
arrivato al cinema, ma che sta già raccogliendo numerosi consensi,
soprattutto per la presenza nel cast di tre attrici straordinarie:
Charlize Theron, Margot Robbie e Nicole
Kidman. Eppure, nonostante l’incredibile e attuale storia
vera alla base del film (le accuse di molestie sessuali ai danni di
Rogert Ailes, ex direttore di Fox News interpretato nel film da
John Lithgow), il dramma biografico di Jay
Roach sembra non essere riuscito a conquistare totalmente
i membri dell’HFPA.
Soltanto due le candidature ricevute
dal film, entrambe per le attrici: la Theron nominata come Migliore
Attrice in un film Drammatico e la Robbie candidata come Migliore
Attrice Non Protagonista. Vedremo se una maggiore attenzione verrà
riservata a Bombshell nei mesi a venire:
riuscirà il film a fare meglio in vista dei prossimi Oscar?
Noah Baumbach, Storia di un matrimonio
L’ultima fatica di Noah
Baumbach, Storia di un
matrimonio, è riuscita a conquistare ben sei
candidature, quasi tutte nelle categorie principali; ma a quanto
pare Baumbach deve essere apprezzato più per le sue doti di
sceneggiatore che di regista. Il film ha infatti ricevuto una
candidatura per la Miglior Sceneggiatura Originale, ma Noah
Baumbach non è riuscito a rientrare nella cinquina per il Miglior
Regista.
È innegabile che il lavoro svolto da
Baumbach con Adam Driver e Scarlett Johansson – un lavoro
che ha conferito ancora più intensità alle loro struggenti
interpretazioni – non abbia nulla da invidiare a quello degli altri
illustri colleghi nominati, ossia Bong Joon-ho, Sam Mendes,
Todd Phillips, Martin Scorsese e Quentin
Tarantino.
Lupita Nyong’o, Noi
Il debutto sul grande schermo di
Jordan Peele, Scappa – Get
Out, ha permesso al regista e sceneggiatore
statunitense di conquistare addirittura un premio Oscar. Ecco
perché c’era moltissima attesa per la sua seconda creatura
cinematografica, Noi, una storia
affascinante dalle atmosfere dark, in cui all’intero cast è stato
chiesto di interpretare due ruoli: il personaggio della storia ed
il suo relativo doppelganger.
Tra questi, il più importante è
sicuramente Adelaide/Red, interpretato dal premio Oscar
Lupita Nyong’o. Una performance bizzarra e al
tempo stesso sbalorditiva, che a quanto pare non sembra aver
conquistato il cuore dei membri dell’HFPA: l’attrice, infatti, non
è stata candidata per la sua interpretazione. Al suo posto, nella
categoria “Drama”, le favorite sono risultate Cynthia
Erivo, Scarlett Johansson, Saoirse Ronan, Charlize Theron
e Renée Zellweger. Un brutto colpo per tutti gli
appassionati del genere horror…
Matt Damon, Le Mans ’66 – La Grande Sfida
Le Mans ’66 – La Grande
Sfida è un altro di quei film che in molti pensavano
sarebbe diventato uno dei protagonisti della stagione dei premi.
Così non è stato, dal momento che l’ultima fatica di James
Mangold non è riuscita a conquistare nessuna importante
nomination, fatta eccezione per il co-protagonista
Christian Bale, incluso nella cinquina del Miglior
Attore in un film Drammatico.
E proprio a proposito di questa
categoria, non si può fare a meno di notare come Matt
Damon – altro co-protagonista del film – sia stato
altamente snobbato. Naturalmente, i Golden Globes non sono un
indicatore preciso e infallibile di quelle che saranno le
nomination degli Oscar: speriamo, quindi, che Damon possa avere
ancora una possibilità!
Avengers: Endgame
Nonostante abbia infranto qualsiasi
record e sia diventato il film con il maggior incasso nella storia
del cinema, Avengers: Endgame è stato
completamente snobbato dalle candidature dei Golden Globes, non
riuscendo a conquistare alcuna nomination, nonostante la Disney
abbia spinto il film a suon di campagne promozionali in occasione
della stagione dei premi. Ma lo sappiamo: i cinecomic hanno da
sempre un rapporto piuttosto complicato con i premi e le
candidature, nonostante i recenti successi di Deadpool,
Logan e Black Panther (che
a modo loro sono riusciti a scrivere la storia del genere) e le
quattro nomination conquistate quest’anno da
Joker di Todd
Phillips.
Avengers:
Endgame non ha raccolto i medesimi consensi,
nonostante il successo planetario, gli effetti speciali
sbalorditivi e una storia profondamente incentrata sui personaggi.
Probabilmente, viste le numerose candidature ottenute da
The Irisham e le recenti dichiarazioni di
Martin Scorsese sui film Marvel, il dibattito sui cinecomics e sul loro essere o meno cinema
continuerà ancora a causa delle decisioni dell’HFPA…
Euphoria
Tornando a parlare di piccolo
schermo e di serie tv, insieme a When They See
Us non si può non annoverare
Euphoria tra i grandi snobbati di
quest’anno. Nonostante sia stata elogiata dalla critica, che ne ha
particolarmente apprezzato l’autenticità nel raccontare la cruda
realtà giovanile, la serie creata da Sam
Levinson per HBO con protagonista Zendaya non ha ricevuto neanche una
candidatura.
Un vero e proprio smacco nei
confronti di uno show che si è fatto notare per la finezza della
scrittura e per la bellezza delle immagini. Un prodotto che avrebbe
meritato maggiore considerazione in questa stagione dei premi, dal
momento che sempre più raramente si utilizzano forme così eleganti
per raccontare di sofferenze ed abissi così profondi.
Joker
ha incassato oltre 1 miliardo di dollari al box office mondiale,
ricevendo il plauso della critica fin dalla sua anteprima
all’ultima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia
(dove è stato addirittura premiato con il Leone d’Oro): non
sorprende, dunque, che il film di Todd Phillips risulti tra i grandi
protagonisti dell’ultima edizione dei Golden
Globes, le cui nomination sono state
annunciate nella giornata di ieri.
Joker,
cinecomic DC vietato ai minori, è riuscito a portare a casa ben
quattro candidature, di cui tre in altrettante categorie
principali: Miglior Film Drammatico, Migliore Regista (Todd
Phillips), Miglior Attore in un film Drammatico (Joaquin
Phoenix) e Miglior colonna sonora originale
(Hildur Guðnadóttir).
Variety è
riuscito ad intervistare il regista Todd Phillips in merito all’attenzione
riservata dall’Hollywood Foreign Press Association
(l’organizzazione di giornalisti professionisti che assegna i Globi
d’Oro) al suo film. Ecco le parole di Phillips in merito:
“Quando ho proposto per la
prima volta il film alla Warner Bros., non ho mai pensato a incassi
o a nomination. Pensavo solo a come avrei potuto convincerli a
realizzare il film. Per quanto concerne l’interesse del pubblico,
credo abbiano giocato diversi fattori: sicuramente la performance
così coinvolgente di Joaquin Phoenix… si era totalmente immerso in
quello che stava facendo. Sul set dicevo sempre al direttore della
fotografia che non avevamo bisogno di effetti speciali perché
Joaquin era il nostro grande effetto speciale. Prima ancora di
iniziare a girare, sapevo quanto avesse investito in questo ruolo e
io stesso sapevo di avere tra le mani qualcosa di molto
speciale.”
Nel corso della medesima intervista
è stato chiesto a Todd Phillips un commento sul
chiacchieratissimo sequel del film: ci sarà o non ci sarà? Evitando
di scendere nei dettagli, il regista ha commentato brevemente:
“È veramente troppo presto per dirlo. Vi giuro che non ho
ancora neanche parlato con Joaquin di quello che potrebbe o non
potrebbe succedere.”
Joker
diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais ed è
arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.
Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e
racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione
nel criminale che tutti conosciamo.
Da sempre solo in mezzo alla folla,
Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda
su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre
che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in
un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in
definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata
dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.