Sergio Bonelli
Editore ha sancito l’inizio del suo universo
cinematografico, il vero e proprio Bonelli Cinematic
Universe. Dopo l’annuncio,
risalente allo scorso anno, dell’entrata in produzione del film su
Dampyr,
personaggio creato nel 2000 da Mauro Boselli e
Maurizio Colombo, la casa editrice ha
ufficialmente mostrato al pubblico i volti gli eroi di questa prima
avventura del BCU. Si tratta di Harlan, Kurjak e Tesla, i tre eroi
riluttanti di Dampyr
– il film, che hanno occupato il centro di piazza Antelminelli per
tutta la durata del Lucca Comics and Games 2019,
in forma di giganteschi character poster.
A dare loro corpo e (è proprio il
caso di dirlo) sangue, sono, rispettivamente, Wade
Briggs, Stuart Martin e Frida
Gustavsson i cui volti cominciano adesso ad entrare
nell’immaginario collettivo degli appassionati di fumetto.
Ma perché cominciare proprio da Dampyr? E
come è nata l’idea del BCU? E soprattutto quali sono le speranze,
le ambizioni e le aspettative per un progetto del genere?
Ne abbiamo parlato con Vincenzo Sarno, Responsabile Ufficio
Sviluppo e produttore del film per Bonelli
Entertainment insieme a Roberto Proia (di Eagle
Pictures) e Andrea Sgaravatti (di. Brandon Box).
“Dampyr ha
una collocazione storica molto chiara, la guerra civile nei
Balcani, un momento molto preciso della nostra timeline –
esordisce Sarno – Questo ci permetteva di avere un punto da cui
partire e avventurarci verso il futuro. Se fossimo partiti dal
nostro presente, avremmo avuto altri personaggi che interagivano
sul domani, invece noi volevamo che il nostro universo si muovesse
su una linea temporale limpida, volevamo incasellare precisamente
ognuno di loro in un periodo storico. Dire che Dampyr è
l’origine, significa dire che la guerra dei Balcani è il tempo
zero, da cui si evolveranno tutte le nostre storie. Non è detto che
alcuni di loro non possano agire prima di quel momento storico, ma
li vedremo principalmente attraverso flashback.
La guerra dei Balcani è un
periodo della storia molto conosciuto e che ha un impatto
realistico molto forte. Le scene di quella guerra spaventosa sono
molto vive negli occhi di tutti. Volevamo dire che partiamo da un
orrore reale, non un evento fantastico. L’avventura degli eroi
Bonelli è l’avventura delle persone comuni, che si trovano ad
interagire con la grande storia e con un orrore reale.”
Dampyr è il ‘tempo zero’ del Bonelli Universe
A sentir parlare di timeline,
sembra chiaro che c’è una progettualità precisa. Ci
dobbiamo aspettare scene post credits, easter eggs, riferimenti
agli altri personaggi bonelliani già in
Dampyr?
“Vogliamo che
Dampyr sia un film indipendente e che abbia il
suo pubblico, ma che sia facilmente identificabile come prodotto
Bonelli. Gli elementi che useremo per connotarlo, saranno quelli
che diventeranno comuni a tutti gli altri progetti del Bonelli
Cinematic Universe.”
Il Marvel Cinematic Universe è un
modello di riferimento obbligato, anche solo per l’aspetto
strutturale del progetto. Ma i film Marvel si somigliano per
estetica e realizzazione, e questa è una critica che si rivolge
spesso a questi prodotti, perché sembrano annichilire completamente
il cinema di storytelling. In che direzione si muoverà
l’Universo Bonelli?
“Il nostro punto di partenza è
la centralità degli autori. Questo significa non tradire mai quello
che Maurizio Colombo e Mauro Boselli hanno scritto. Per questo
abbiamo creato una writing room con autori che già lavoravano con
noi, in modo che potessero trasporre senza tradire, perché
conoscono le regole del fumetto Bonelli e sanno come replicarle nel
mondo cinematografico. Per questo abbiamo scelto tre persone che
hanno un forte background cinematografico e bonelliano:
Giovanni Masi, Mauro Uzzeo e Alberto
Ostini. Il modello produttivo sarà costruito intorno
al personaggio, perché prima di tutto vogliamo raccontare la storia
di queste persone che non saltano da un palazzo all’altro né che
vivono in una giostra, ma che devono fare i conti con fallimento,
crescita e difficoltà, con la necessità di superare tutto con la
propria umanità. Dampyr è il racconto di
un alcolizzato che vive per strada senza credere più in niente, ma
che sceglie di assumersi delle responsabilità, per difendere gli
uomini come lui da persone e mostri che sono estremamente
realistici.”
Il fatto di dare fiducia a
risorse interne alla Bonelli, come vi ha fatto porre rispetto a
co-produzioni che avrebbero potuto voler intervenire nella
scrittura? Il fatto che Masi, Ostini e Uzzeo conoscano e facciano
fumetti è una dichiarazione di intenti verso il materiale di
partenza del BCU?
“Prima di arrivare allo
svelamento di oggi, che rimarrà un momento fissato nella nostra
storia (le 17.30 del 31/10/2019), abbiamo lavorato
per cinque anni per attuare una strategia, per poterci sedere al
tavolo dei produttori ed avere la facoltà e i poteri legali di dire
cosa dovevano o non dovevano essere la sceneggiatura e il film.
Trovare i partner giusti e costruire questo progetto è stato
complicatissimo ma se volevamo mettere i personaggi e gli autori al
centro, senza dimenticare il core business dell’azienda, dovevamo
riuscirci. Non volevamo che un produttore ci spiegasse come si fa
un film, dovevamo essere noi a trovare le giuste regole con i
coproduttori giusti che ci comprendessero.”
Una writing room per rispettare il Dampyr del fumetto
Quando è nata l’idea del
Bonelli Cinematic Universe?
“Storicamente ci sono delle
cene e delle riunioni. Non c’è stato un giorno in cui ci siamo
detti: ‘partiamo’, ma un periodo in cui Davide
Bonelli ha dichiarato che voleva un futuro per
l’azienda e dei talenti a lavorarci, per realizzare quel futuro.
Devo ringraziare lui per aver messo insieme la squadra.”
Com’è stato il confronto
della Writing Room di Dampyr con Mauro Boselli (co-autore del
personaggio)?
“Costante, continuo,
impegnativo, ma fondante. Ci siamo presi il tempo e gli spazi, ma
anche la possibilità di tornare indietro ed andare avanti, di
confrontarci sempre, di lavorare con un obbiettivo che non era
quantificabile in termini di tempo ma di qualità.”
E come si coniugano le
necessità industriali con le necessità di tempo e
qualità?
“Con la volontà di realizzare
un progetto d’unione. La nostra squadra non vuole vincere il
campionato, la prima volta che scende in campo, ma vuole giocare
una partita bellissima. Questo vuol dire imporre all’industria la
qualità. Cambiare un modello industriale è stata la cosa che ci ha
richiesto più impegno, ma è stato anche il primo obbiettivo da
raggiungere. L’importante non era avere attori di richiamo, o
effetti visivi importanti. Era avere storie bellissime da
raccontare, con un team di creatori di storie straordinario, e
darsi come obbiettivo raccontare al meglio quelle storie
bellissime, non l’uscita al cinema.”
“Il film di Dampyr è un unicum,
al momento, nel panorama cinematografico italiano – spiega
Vincenzo Sarno – ma il nostro obbiettivo è
quello di fare un film che piaccia alla gente, indipendentemente da
dove è stato fatto. Per questo vorremmo che piacesse non solo al
pubblico italiano. Scegliere di adottare una grammatica universale
forse è arrogante, ma è anche l’unica strada
percorribile.”
“Tutto il percorso di
Dampyr ha un set-up internazionale, pur
rimanendo italiano. Questo vuol dire che le maestranze per la
realizzazione del film vengono da tutto il mondo, ma non tradiscono
né il gusto per il cinema italiano, né quello per il cinema
d’azione e horror a marchio internazionale. Vogliamo realizzare un
bel film.” Conclude, infervorato.
Timeline, comics, cinematic
universe. Sono parole che l’industria del cinema americano ha
imparato a conoscere molto bene nel corso dell’ultimo decennio, da
quando i Marvel Studios hanno traslato sul grande schermo il loro
immaginario a fumetti, creando un universo coerente e affollato.
Dal prossimo anno, da quando Dampyr
arriverà al cinema, linee temporali, fumetti, universi
cinematografici cominceranno a parlare anche il linguaggio del
cinema a marchio Bonelli Entertainment.