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Living With Yourself: recensione della serie con Paul Rudd

Living With Yourself: recensione della serie con Paul Rudd

Cosa succederebbe se l’essere umano potesse clonarsi, dando vita ad una perfetta replica di sé, con tanto di ricordi ed emozioni in comune? La serie Living With Yourself, disponibile su Netflix dal 18 ottobre, propone una propria riflessione a riguardo, affrontando il tema da un punto di vista particolarmente affascinante. Con protagonista assoluto Paul Rudd, nel doppio ruolo del protagonista, la serie è ideata e scritta da Timothy Greenberg, e diretta dalla coppia Jonathan Dayton e Valerie Faris, già autori di Little Miss Sunshine e La guerra dei sessi.

La serie ruota intorno a Miles Elliot (Paul Rudd), pubblicitario in crisi personale, lavorativa e famigliare. La soluzione ai suoi problemi arriva nel momento in cui un collega gli fa scoprire un misterioso centro benessere grazie al quale è possibile ritrovare un equilibrio e la pace esistenziale. Miles deciderà così di sottoporsi al trattamento, ma nel momento in cui qualcosa non va come deve, i suoi problemi sembreranno raddoppiarsi.

Living With Yourself e la difficoltà di essere sé stessi

Non è certamente un tema nuovo quello proposto dalla serie. La clonazione è da sempre tra i principali discorsi della fantascienza, e ha recentemente trovato voce al cinema con il film Gemini Man. Tuttavia la serie con Paul Rudd non è una storia di fantascienza, bensì un delicato racconto su un desiderio recondito di ognuno di noi, ovvero quello di delegare ad un “altro sé” tutto ciò che non si ha voglia di fare, guadagnandone in tempo libero per i propri piaceri. La serie si apre così presentando questa struttura, alternando il punto di vista dei due Miles, quello sfigato e quello di successo, ma è quando quest’equilibrio si rompe che la serie acquista il suo vero fascino.

Si svela così il vero punto di vista della serie, che ne è anche la forza, ovvero quello di osservare la presenza del doppio protagonista con gli occhi di chi gli è accanto. Ciò permette di arricchire la tematica e la storia di nuovi elementi, che portano infine a parlare di ciò che all’autore realmente sta a cuore. Perché nel momento in cui appare chiaro che il focus non è tanto il difficile rapporto di convivenza tra i due personaggi interpretati da Rudd, quanto quello con colleghi, amici, e in particolar modo con la moglie, ad acquisire importanza è l’amore per sé stessi e per gli altri.

Tutti infatti hanno desiderato almeno una volta nella vita di poter essere migliori di come si è, aspirando a modelli che il più delle volte sono soltanto semplici distrazioni dal provare realmente ad essere la versione di sé che si desidera. La difficoltà è infatti convivere con sé stessi, e la serie propone questo aspetto sfruttando la metafora del clone, qui utilizzato in chiave nuova e brillante.

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Living With Yourself: tutt’altro che una commedia

La presenza di Paul Rudd potrebbe certamente essere fuorviante, facendo ipotizzare una nuova serie comedy con protagonista un attore che in più occasioni ha provato le sue doti in tal genere. Ma se anche non mancano momenti brillanti, ironici e divertenti, Living With Yourself è ben più di una semplice commedia, e acquista sempre più un sapore amaro che facilmente sfocia in diverse occasioni in toni drammatici ed emotivamente toccanti. Ed è così che Rudd svela anche nuove sfumature, affermandosi come un attore dal buon potenziale drammatico. Particolarmente efficace è poi la sua caratterizzazione dei due identici ma diversi protagonisti. Rudd può confondere lo spettatore riguardo a quale dei due dà vita in un dato momento, ma sa anche rendere ben evidente le differenze per distinguerli.

Va inoltre la semplice eppur efficace scrittura di Greenberg, che pur senza trovate estremamente innovative sa plasmare la materia per dar vita ad un racconto piccolo ma coinvolgente, scritto in modo tale da rendere chiaro in poche scene chi sono i personaggi, quale è il loro atteggiamento e quale il loro conflitto. Una serie di piccoli colpi di scena conduce poi la serie fino alla sua risoluzione, che acquisterà sempre più in emotività e fascino.

Bellissime, recensione del documentario di Elisa Amoruso #RomaFF14

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Quattro donne, due generazioni diverse, una caratteristica: tutte e quattro bellissime. E la bellezza è un mezzo per lavorare, per esistere, per riconoscersi, attraverso gli occhi degli altri.

Nello stesso anno in cui ha realizzato il documentario evento su Chiara Ferragni Unposted, presentato alla Mostra del cinema di Venezia 76, Elisa Amoruso realizza un secondo documentario sull’apparire, in cui però l’avvenenza è l’unico mezzo di esistenza.

Bellissime viene presentato nella selezione ufficiale della sezione parallela della Festa del cinema di Roma, Alice nella città, che come ogni anno seleziona pellicole attente ai giovani o a loro dedicate, come appunto questo documentario. 

Nella vita delle tre sorelle Giovanna, Valentina e Francesca, lunghi capelli biondi e una madre esuberante e decisa esiste solo ciò che lo specchio rimanda indietro, o che l’addetta al casting dice.

Il padre è una presenza fantasmatica che è presente solo per fare andare avanti questa macchina, di cui si scopre nello svolgimento del documentario, la madre è l’artefice principale.

Foto, video, specchio. Poco altro esiste. Non ci sono amici, scuole, attività che evadano dalla continua e, agli occhi di chi guarda, soffocante ricerca di se stesse attraverso l’occhio altrui.

Il riconoscimento, che la madre delle tre ragazze non ha mai ricevuto da sua madre diventa un fuoco che non si spegne, che le dà la forza per spostare ogni cosa per fare in modo che le sue ragazze riescano, abbiano successo, vengano notate.

Con una storia ordinaria di provincia, la Amoruso parla di due generazioni: quella dei millennial che sono nati e cresciuti nell’epoca del “video ergo sum” e quella dei loro genitori, cresciuti nell’Italia del boom, ma anche nell’Italia operaia e lavoratrice, fatta di persone che ora hanno più forze e opportunità ma che si scoprono fragili e affamate.

Questa è la distanza con il quasi omonimo film di Luchino Visconti, Bellissima, nel quale negli anni ’40 una madre affamata ma di fame vera, spera che le qualità estetiche della figlioletta possano aiutarla a portare il pane a casa, letteralmente.

In questo caso, invece, la fame è quella per l’identità, che è l’argomento di ricerca di questo documentario, e non è una ricerca semplice, se non si hanno delle basi forti.

Lady Mary e Mr. Carson portano l’eleganza di Downton Abbey al #RomaFF14

Jim Carter e Michelle Dockery, insieme ad Imelda Staunton, sono stati i protagonisti del primo sabato di Festa del Cinema di Roma 2019, dove hanno portato Downton Abbey – Il Film. Gli attori, che nella famosa e amata serie hanno interpretato il maggiordomo Carson e Lady Mary Crawley, poi Talbot, sono stati accolti dai fan con grande calore, dopo la proiezione del film per la stampa.

In merito al ritorno nei personaggi di Carson e Lady Mary, Jim Carter e Michelle Dockery sono stati concordi nel dire che è stato come ritrovare dei vecchi amici: “Tornare dopo tre anni a Carson è stato emozionante ma anche come tornare a casa, visto che per girare una stagione ci impiegavamo sei mesi, e io rimanevo tutto questo tempo con il personaggio. Sapevamo tutti quello che dovevamo fare, ed è stata come una grande rimpatriata, come tornare a un momento molto felice per molti di noi, il successo ha giocato un ruolo importante, voi (ai fan) siete stati molto generosi. E tornare e constatare l’accoglienza che è stata riservata al film, è stato meraviglioso”.

“Ormai siamo una grande famiglia, è stata come una rimpatriata – osserva Michelle Dockery – ti sembra che non ti sia mai lasciato indietro queste persone. E ripetere l’esperienza per il grande schermo mi ha fatto sentire privilegiata. La reazione del pubblico e della critica è stata calorosa, per noi.”

“È come a teatro – interviene Carter – in cui si lavora con la stessa compagnia per un certo tempo e si creano dei vincoli e dei rapporti. Era la versione televisiva, e ora cinematografica, di una grande compagnia teatrale. C’erano grande scene di gruppo, e tutti, da Sophie (la cameriera Daisy, ndr) e Maggie Smith (Lady Violet, ndr), abbiamo stretto amicizia. Questo nella tv non sempre si verifica.”

Imelda Staunton, che nella vita reale è sposata con Jim Carter, ha sempre visto lo show da vicino, tuttavia adesso ha avuto la possibilità di entrare nella storia con un personaggio legato ai Crawley. “Per me è stato un’enorme sorpresa essere invitata a partecipare. Sapevo della serie per il mio rapporto personale con Jim, ma è stato un piacere avere una linea narrativa così importante. Ho lavorato con persone che conoscevo e con cui avevo già lavorato, e questa è stata la ciliegina sulla torta. È stata una bella sensazione uscire ed andare a lavorare con mio marito, per tre giorni.”

La storia è stata costruita cercando di coniugare l’esigenza di far “tornare a casa i fan” ma anche quella di spettacolarizzazione, così la visita reale e lo sfarzo che si sarebbe portata dietro sembravano la strada giusta da intraprendere. Questo ha richiesto uno sforzo produttivo mai affrontato prima, con la crew che si è avvalsa anche di un uomo che aveva lavorato a Buckingham Palace come consulente.

“Credo che in un mondo in cui i politici e la classe dirigente spesso manchi di dignità, è bello fuggire in un mondo, quello di Downton Abbey, in cui gli uomini di potere sono anche uomini di principio.” Ha concluso Jim Carson.

Downton Abbey arriverà al cinema il prossimo 24 ottobre, distribuito da Universal Pictures.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, ecco quando vedremo il nuovo trailer

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Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà. Star Wars: L’Ascesa di Skywalker arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran e Billy Dee Williams.

Scritto da J.J. Abrams e Chris TerrioStar Wars: L’Ascesa di Skywalker è diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

Black Adam: la produzione comincia a luglio

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Black Adam: la produzione comincia a luglio

È passato più di un decennio da quando Dwayne “The Rock” Johnson è stato associato per la prima volta nel ruolo dell’antieroe DC Comics Black Adam e mentre, da allora, non c’è stato molto movimento nella sua introduzione live-action, sembra che il recente successo al box office di Shazam! abbia convinto Warner Bros. e New Line a fissare finalmente una data di inizio per la produzione.

In una recente interazione su Twitter, Johnson ha rivelato che il suo film da solista su Black Adam comincerà ufficialmente la produzione nel luglio del prossimo anno, cosa che suggerisce una probabile data d’uscita intorno entro il 2021.

Mentre, con l’eccezione del protagonista, non ci sono ancora notizie in merito al cast del film, sappiamo che Jaume Collet-Serra (Jungle Cruise; The Shallows) è già stato confermato alla regia dell’adattamento DC con una sceneggiatura firmata da Adam Sztykiel (Rampage; Undateable).

The Batman: Michael Giacchino alla colonna sonora

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Durante un’esibizione alla Royal Albert Hall di Londra, il compositore Michael Giacchino è stato raggiunto sul palco dal regista Matt Reeves, che successivamente ha chiesto al vincitore dell’Oscar se avrebbe firmato la colonna sonora del suo prossimo film, The Batman, un’offerta che Giacchino ha accettato con entusiasmo.

Giacchino e Reeves sono amici e collaboratori frequenti, avendo lavorato insieme in ciascuno dei quattro film precedenti di Reeves: Cloverfield, Let Me In, Dawn of the Planet of the Apes e War for the Planet of the Apes.

The Batman, che ha come protagonista Robert Pattinson (The Lighthouse) nel ruolo dell’eroe del titolo, è attualmente nel bel mezzo del casting e ha recentemente aggiunto Jeffrey Wright (Westworld) come il commissario James Gordon, Zoë Kravitz (Big Little Lies) come Selina Kyle / Catwoman e Paul Dano (Escape at Dannemora) nel ruolo di Edward Nashton / The Riddler.

Giacchino ha partecipato ad una vasta gamma di film di successo, tra cui Spider-Man: Far From Home, Spider-Man: Homecoming, Jurassic World, Jurassic World: Fallen Kingdom, Mission: Impossible – Ghost Protocol, Gli Incredibili, Sky High, Ratatouille, Up, Cars 2, John Carter, Tomorrowland, Inside Out, Zootropolis, Doctor Strange, Rogue One: A Star Wars Story, Coco, Incredibles 2, Alias, Star Trek, Lost, Super 8, 50/50, Fringe, Star Trek: Into Darkness e Star Trek Beyond.

A breve lo sentiremo anche in Jojo Rabbit di Taika Waititi e nel sequel di Doctor Strange di Scott Derrickson. The Batman arriverà nei cinema il 25 giugno 2021.

Festa del Cinema di Roma 2019, red carpet: Ron Howard

Festa del Cinema di Roma 2019, red carpet: Ron Howard

Ron Howard è stato l’ospite d’onore durante la serata di venerdì della Festa del Cinema di Roma 2019, dove il regista premio Oscar ha presentato il suo ultimo documentario, Pavarotti, sulla leggenda della lirica italiana e mondiale.

Festa del cinema di Roma 2019 oggi celebra Bill Murray

La quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma assegnerà domani, sabato 19 ottobre alle ore 17.30 presso la sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, il Premio alla Carriera a Bill Murray: il riconoscimento sarà consegnato da Wes Anderson, il regista che più di ogni altro ha contribuito a renderlo un’icona della contemporaneità.

Prima della cerimonia, Wes Anderson dialogherà con il suo attore feticcio, nel corso di un Incontro Ravvicinato durante il quale i due amici ripercorreranno le tappe principali del variegato percorso artistico di Murray e del magico sodalizio che li lega e che li ha visti collaborare in numerosi film: da Rushmore a I Tenenbaum, da Le avventure acquatiche di Steve Zissou a Il treno per il Darjeeling, passando per Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore, Grand Budapest Hotel e il più recente L’isola dei cani. Dopo il folgorante inizio nel mondo della televisione, come protagonista del “Saturday Night Live”, è il cinema a consacrare Bill Murray, prima con Ghostbusters di Ivan Reitman e poi con una serie di pellicole divenute veri e propri cult grazie, soprattutto, alla sua presenza: da Ricomincio da capo di Harold Ramis a Ed Wood di Tim Burton, da Broken Flowers di Jim Jarmusch a Lost in Translation – L’amore tradotto di Sofia Coppola che gli è valso il Golden Globe, il Bafta e una nomination all’Oscar.

La quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si terrà fino al 27 ottobre con la direzione artistica di Antonio Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma, Presidente Laura Delli Colli, Direttore Generale Francesca Via. L’Auditorium Parco della Musica sarà il fulcro dell’evento, con le sue sale di proiezione e il red carpet. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale, dal centro alla periferia.

Ghostbusters 2020: nuova foto dal set per la fine delle riprese

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Ghostbusters 2020: nuova foto dal set per la fine delle riprese

Si sono ufficialmente concluse le riprese di Ghostbusters 2020, terzo capitolo del franchise scritto e diretto da Jason Reitman che vedrà il ritorno del cast originale (Dan Aykroyd, Bill Murray, Ernie Hudson e Sigourney Weaver) più le new entry McKenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon, Paul Rudd, Bokeem Woodbine e Celeste O’Connor ). A testimoniarlo è la foto che trovate qui sotto pubblicata da una delle attrici su Twitter.

Vi ricordiamo che la pellicola sarà il sequel diretto dei due Ghostbusters diretti da Ivan Reitman e che non avrà nessun collegamento con il reboot al femminile di Paul Feig del 2016 e che la trama dovrebbe ruotare attorno alle vicende della giovane protagonista interpretata dalla Grace, e della sua famiglia formata dalla madre e dal fratello.

https://twitter.com/MckennaGraceful/status/1185307702500741120?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1185307702500741120&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.comicbookmovie.com%2Fhorror%2Fghostbusters%2Fghostbusters-2020-wraps-filming-come-check-out-a-new-photo-of-the-films-principal-cast-a171194

Il regista ha definito il progetto come “una lettera d’amore ai fan, che sinceramente, fino a qualche tempo, fa non credevo fosse possibile…d’altronde ero solo un ragazzo che girava pellicole indipendenti per il Sundance. E poi è arrivato questo personaggio, una ragazzina di dodici anni. Non sapevo chi fosse, o perché mi fosse saltata in testa, ma l’ho vista con un pacchetto di protoni e la storia ha cominciato a formarsi“.

Abbiamo contattato tutti gli attori del cast originale, la troupe, insomma le persone che hanno contribuito a realizzare Ghostbusters, proprio per conservare lo spirito della saga.” ha spiegato il regista. “Non posso dirvi niente, tranne che sarà una storia nuova, con nuovi personaggi e una nuova location. Spero solo che i fan li amino quanto me, perché sono straordinari, e non vedo l’ora di presentarveli“.

Black Adam: Dwayne Johnson rivela la data di inizio riprese

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Black Adam: Dwayne Johnson rivela la data di inizio riprese

L’annuncio arriva direttamente da Dwayne “The Rock” Johnson su Twitter: l’inizio della produzione di Black Adam è fissato a Luglio 2020. Dunque in linea con le dichiarazioni del produttore Hiram Garcia della scorsa estate, sembrerebbe tutto pronto per le riprese del cinecomic spin-off di Shazam! che vedrà protagonista l’attore nei panni del supereroe.

Questo è il progetto che sognavo di realizzare da dieci anni”, scrive Johnson in risposta ad un fan che aveva condiviso una meravigliosa fanart. “La produzione inizierà il prossimo Luglio“. Vi ricordiamo che la New Line Cinema ha scelto Jaume Collet-Serra (Run all night, The Shallows) per dirigere il film, nome caldamente consigliato dalla star.

Jaume è un vero talento, e uno dei registi migliori con cui abbia mai lavorato. Non solo ha talento, ma è anche un collaboratore e un visionario incredibile. E quello che abbiamo in serbo con Black Adam per i fan mi rende entusiasta” aveva dichiarato Garcia. Personalmente sono orgoglioso di essere un fan boy, ho iniziato come appassionato e poi sono diventato un produttore, quindi cerco di rimanere aggrappato a quel DNA. La sua visione di ciò che vogliamo fare con Black Adam è fantastica e l’accordo è quasi chiuso. È pronto a partire, e penso che i fan saranno davvero felici.

Shazam!: una scena eliminata anticipa l’arrivo di Black Adam

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone con Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni Duemila.

“Questo progetto ha comportato dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black Adam.” aveva raccontato l’attore in un video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.

Pinocchio live action: Robert Zemeckis in trattative per la regia

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Robert Zemeckis è in trattative iniziali per dirigere il live action di Pinocchio in produzione alla Disney.

Andrew Miano e Chris Weitz produrranno il film con la loro compagnia Depth of Field con Weitz che scriverà la sceneggiatura. Il regista di Paddington, Paul King, era stato inizialmente scelto per dirigere, ma all’inizio dell’anno ha dovuto abbandonare il progetto per ragioni sconosciute. Anche David Heyman, che era a bordo per la produzione, non è più coinvolto nel film.

Sebbene l’accordo non sia ancora concluso, Zemeckis si aggira intorno al progetto dalla scorsa estate. Stava ancora lavorando al suo nuovo adattamento de Le Streghe per la Warner Bros e non voleva impegnarsi in un nuovo film fino a quando quel film non ha fatto ulteriori progressi nella produzione.

Con Le Streghe in post-produzione, Robert Zemeckis ha iniziato pensare che non è prematuro approcciarsi a Pinocchio. Il famoso regista ora cercherà di orientare il processo di casting, in particolare cercando di trovare il suo Geppetto, ruolo per cui è stato fatto il nome di Tom Hanks, ma alla fine ha passato.

Il film d’animazione originale racconta la storia di un burattino vivente che, con l’aiuto di un grillo parlante in qualità di coscienza, deve dimostrarsi degno di diventare un ragazzo vero. Il film si aggiunge alla lunghissima lista di live action prodotti e in produzione da Disney, basti pensare che solo quest’anno sono usciti Dumbo, Il Re Leone e Aladdin, e gli ultimi due sono stati dei successi al box office.

Negli ultimi anni, Zemeckis è stato più concentrato su film drammatici destinato ad un pubblico di adulti, come Flight o Allied, o ancora il bellissimo Benvenuti a Marwen, rispetto ai grandi blockbuster per tutta la famiglia che ha firmato nel corso della sua carriera. Il suo prossimo film sarà il nuovo adattamento de Le Streghe con Anne Hathaway.

Per quanto riguarda invece Pinocchio, a Natale arriverà al cinema, in Italia, la versione di Matteo Garrone, mentre negli Stati Uniti sono in produzione una versione in live action con Robert Downey Jr. nei panni di Geppetto, e un progetto guidato da Guillermo Del Toro che forse troverà il suo spazio produttivo su Netflix.

Fonte: Variety

Pavarotti, recensione del film di Ron Howard #RomaFF14

Pavarotti, recensione del film di Ron Howard #RomaFF14

“Come vorresti essere ricordato tra cent’anni? – Come un cantante che ha portato l’opera alle masse – E invece come Pavarotti uomo?” È a partire da questa fondamentale domanda che il regista premio Oscar Ron Howard costruisce il suo nuovo film documentario, intitolato Pavarotti, e dedicato al celebre tenore italiano. Il film, presentato all’interno della selezione ufficiale dell’edizione 2019 della Festa del Cinema di Roma, è un nuovo tassello all’interno della variegata carriera del regista, che negli anni ha affrontato ogni sorta di genere, dalla fantascienza al film storico.

Il documentario ripercorre l’intera vita di Luciano Pavarotti, dalle origini ai primi successi e fino alle esibizioni sui palchi più importanti del mondo. Attraverso un vasto repertorio di materiali d’archivio, il regista ricostruisce tanto il percorso dell’artista quanto quello dell’uomo. Importanti sono infatti anche le interviste alle due mogli, alle tre figlie, e ai numerosi amici e collaboratori, i quali raccontano lati nascosti, inaspettati e commoventi dell’amato cantante.

Pavarotti, dalla nascita alla consacrazione del mito

Luciano Pavarotti è uno dei cantanti globalmente più popolari, il quale per buona parte della sua vita ha perseguito il desiderio di portare l’opera, normalmente considerato un genere difficile e di nicchia, alle grandi masse. Si può dire che vi sia riuscito con successo, divenendo egli stesso una vera e propria “rockstar”. Howard, dal canto suo, insegue il desiderio di comporre il ritratto appassionato di un uomo buono, premuroso, misterioso e non privo di lati oscuri.

Il regista non manipola le immagini, non le utilizza per costruire la sua idea di Pavarotti, ma cerca di riproporlo nel modo più naturale, tanto nei suoi giorni migliori quanto in quelli in cui il tenore si sentiva più vulnerabile. Perché è proprio dal dolore che può nascere l’arte, ed è per questo che Howard scava per rintracciare quanto della vita privata abbia influito su quella artistica e pubblica.

Un proposito interessante questo, frenato soltanto dalla struttura stessa del documentario, che non si distacca dall’agiografia e segue in modo piuttosto pedagogico  e lineare il percorso di vita di Pavarotti. Per una personalità così popolare ciò appare tuttavia limitante, permettendo di fare una scorpacciata di fatti e curiosità, senza però soffermarsi in maniera approfondita su di essi. Ciò appare ancor più forte nel momento in cui, ad esempio, viene raccontato del celebre concerto di Pavarotti insieme a Placido Domingo e José Carreras, avvenuto alle Terme di Caracalla nel 1990.

La storia di questo particolare concerto, ciò che ha significato e il modo in cui i tre tenori si sono misurati e sfidati l’un l’altro, è in grado di catturare l’attenzione molto più di tante altre dispersive sequenze. Il risultato finale del documentario non è tuttavia privo di un certo fascino, ma ha quantomeno il pregio di permettere a tutti di potersi avvicinare alla figura di Pavarotti, amanti dell’opera e non.

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Pavarotti: un documentario costruito sulla voce

Per quanto la scelta di fare un excursus più o meno completo sulla vita del tenore non sia errata, questa svela tuttavia l’attaccamento ad un canone che rivela i suoi limiti non presentando particolari motivi di attrattiva, e offrendo invece poco di aspetti che potevano da soli essere protagonisti del film. Uno di questi è certamente la voce.

È difficile non riconoscere che la voce di Pavarotti sia il vero intrattenimento del film. Così precisa, pulita, capace davvero di risuonare nel cuore degli spettatori che basterebbe quella a rendere superflua qualsiasi altra divagazione. La voce, come affermava lo stesso tenore, era la sua prima donna, il grande amore, ed è proprio questa a tenere alto l’interesse nei confronti del film.

Quella voce che veniva influenzata molto dagli eventi privati della vita del cantante, tanto da risultare straziante nel brano Ridi pagliaccio e invincibile in Nessun dorma. Quella voce che probabilmente svela meglio di qualunque parola o immagine l’uomo che la emetteva, che sapeva controllarla e utilizzarla come il suo strumento privilegiato. Alla domanda all’inizio del film, dunque, Howard lascia rispondere lo stesso Pavarotti, grato per molto, rammaricato per tanto altro. Alla sua voce, dunque, affida lo svelamento di sé stesso, lasciando così decadere il fazzoletto del cantante che copriva il volto dell’uomo dietro di esso.

Venom 2: Naomie Harris sarà la villain Shriek

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Naomie Harris è in trattative per interpretare Shriek, il nuovo villain al fianco di Carnage in Venom 2, che vedrà Tom Hardy nei panni dell’eroe alternativo del titolo. Andy Serkis dirigerà il film e sia Michelle Williams che Woody Harrelson riprenderanno i loro ruoli.

Shriek è stata strettamente associata a Carnage sin dalla sua introduzione in Spider-Man Unlimited No. 1 (maggio 1993) come parte della saga di “Maximum Carnage”. Al momento la produzione sta cercando l’interprete per questo nuovo personaggio.

Venom, diretto da Ruben Fleischer e interpretato da Tom Hardy, è stata la sorpresa tra molti film di supereroi del 2018. La produzione di $ 100 milioni ha accumulato $ 856 milioni al botteghino globale, con tanto di ricchissimo weekend di apertura di $ 111 milioni in Cina, tanto che il film detiene il debutto più forte di tutti i tempi per un’uscita Sony nel più grande mercato del mondo.

Fleischer, regista di Zombieland: Doppio Colpo, ha passato la mano del franchise e ora sarà Andy Serkis a girare il sequel che non ha ancora un titolo ufficiale.

Hardy ritornerà nel ruolo di Eddie Brock, un giornalista dai modi un po’ rudi che viene in contatto con un organismo extraterrestre che si fonde con il suo corpo per creare la superpotente bestia chiamata Venom. Nei fumetti, quello stesso organismo dà anche a Kasaday la facoltà di tramutarsi in Carnage.

Fonte: Variety

Scary Stories to tell in the dark, recensione del film André Øvredal #RomaFF14

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Scary Stories to Tell in the Dark di André Øvredal arriva in Italia il prossimo 24 ottobre, in tempo per la settimana di Halloween e il momento migliore dell’anno per raccontare le storie spaventose del titolo. Scritto e prodotto da Guillermo Del Toro, il film è un perfetto mix tra avventura per ragazzi e cinema di genere nella sua accezione più “rassicurante”, capace di giocare con gli archetipi senza mai cadere nello stereotipo.

Corre l’anno 1968 negli Stati Uniti, il Paese è in fermento, la guerra in Vietnam imperversa e le elezioni di Nixon sono imminenti, ma e il vento del cambiamento sembra non intaccare la cittadina di Mill Valley, sulla quale, ormai da generazioni, incombe la lunga ombra della famiglia Bellows. La loro dimora, ormai in rovina, sorge ai limiti della città e si dice essere infestata dal fantasma di Sarah, la figlia più piccola che in seguito a una misteriosa reclusione, si impiccò dentro la casa stessa.

La leggenda narra che Sarah fosse dedita alla magia nera e con le sue storie dell’orrore causasse la morte dei bambini del villaggio. Niente di più invitante, dunque, per Stella, Chuck, Auggie e Ramon che una visita alla casa stregata durante la notte di Halloween, ma qualcosa va storto e i ragazzini capiranno che non si scherza con le leggende e che certe storie possono essere molto molto pericolose.

Scary Stories è un horror per ragazzi con un grande cuore

Scary Stories to Tell in the Dark è un piatto innovativo ma con sapori conosciuti, un miscuglio di archetipi del genere accostati, giustapposti, intrecciati con grande maestria, grazie a una scrittura sapiente e una regia che si diverte a giocare con lo spettatore e con i protagonisti, ragazzini bellissimi con attaccate sul volto espressioni d’altri tempi.

Nell’essere un chiaro figlio del cinema per ragazzi degli anni ’80, Scary Stories omaggia anche il genere horror puro e classico, senza trascurare mai l’aspetto emozionale della storia, principalmente veicolato dalla protagonista, Stella, interpretata dalla giovane e promettente Zoe Margaret Colletti.

Il film tenta anche un approfondimento storico legato alla guerra in Vietnam, una specie di film dell’orrore reale, dove a morire sono i giovani mandati in guerra, cosa di cui ha paura Ramon, ragazzo che spera di sfuggire al servizio di leva. Tuttavia questo aspetto viene soltanto accennato, senza mai essere approfondito, mentre la scrittura preferisce addentrarsi nel significato e nel valore delle storie.

Il valore delle storie

“Una storia può ferire, una storia può guarire, e se la ripeti più volte, una storia può diventare vera”. Lo scoprono i ragazzini e ne pagheranno caro il prezzo, e lo scopre Stella che si assume la responsabilità del suo sogno di diventare narratrice di storie, liberando non solo l’anima della sventurata Sarah, ma anche permettendo a se stessa di sbocciare.

André Øvredal su Scary Stories: “Volevamo fare un horror con un cuore” #RomaFF14

Dei ragazzini coraggiosi, un libro incantato, una leggenda oscura, una casa stregata, la notte di Halloween, sembrano esserci tutti gli elementi giusti in Scary Stories to Tell in the Dark, il nuovo film diretto da André Øvredal (Autopsy) e scritto e prodotto da Guillermo Del Toro. Elementi giusti per un horror per ragazzi che però non ha paura di diventare davvero cattivo, nonostante i protagonisti siano dei Goonies moderni a caccia di (o meglio, cacciati da) fantasmi.

Il film è ambientato durante la Guerra del Vietnam, e all’alba dell’elezione di Nixon. Era il 1968, negli Stati Uniti, un periodo molto particolare, secondo il regista Øvredal“Senz’altro c’è un sotto testo politico nella storia, ma non lega necessariamente i ragazzi al Vietnam. Si tratta comunque di un’epoca molto politica nella storia degli Stati Uniti e non solo. Ci sono anche questi elementi nel film.”

Scary Stories to tell in the Dark prende spunto da una omonima raccolta di racconti che racchiude moltissime storie, alcune di esse sono state prese e assemblate intorno a una struttura narrativa per creare la macro racconto del film: “Le storie sono state scelte in sceneggiatura prima del mio ingresso nel progetto – ha spiegato il regista – chi ha scritto la sceneggiatura aveva come riferimenti un certo contesto operando una scelta tra centinaia di storie presenti nell’originale. Ci sono storie che sono state scartate, altre che invece sono entrate dopo. Quelle che sono rimaste sono state quelle che abbiamo pensato essere le migliori per far emergere i caratteri dei personaggi, affinché la storia fosse più coesa.”

Scary Stories to tell in the Dark è un omaggio ai film per ragazzi degli anni ’80

Come accennato prima, il film sembra una sorta di rilettura in chiave esplicitamente horror di quei film, esplosi negli anni ’80, che raccontavano avventure per ragazzi, l’ennesima declinazione di quei temi, che deve un po’ del suo appeal a Stranger Things o anche al remake di It: “Questi ragazzi vivono un’avventura e sono contento che questo tipo di film sia tornato in auge, visto che un tempo era molto di moda. Per Del Toro, questo è un horror umanistico, e io sono d’accordo, perché l’intenzione era quella di raccontare una storia che fosse umana, prima di tutto, volevamo che il pubblico si innamorasse dei personaggi. Volevamo fare un film con un grande cuore, cosa che unisce tutti i film di Guillermo.”

Scary Stories to tell in the Dark arriva al cinema il prossimo 24 ottobre distribuito da Notorius Pictures.

Edward Norton su Martin Scorsese e i cinecomic

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Edward Norton su Martin Scorsese e i cinecomic

Ospite alla Festa del cinema di Roma 2019, Edward Norton ha commentato le dichiarazioni di Martin Scorsese in merito ai cinecomic. Norton ha fatto parte del genere cinematografico prima che fosse di moda ed ha portato sul grande schermo l’Incredibile Hulk, ma rispetto a ciò che ha detto Scorsese sembra avere le idee molto chiare.

“Lui è immerso nel cinema più di chiunque altro. Credo che Martin Scorsese sia uno degli essere più addentro alla propria materia che esista sul Pianeta. Ha guadagnato sul campo il diritto di avere tutte le opinioni che vuole sul cinema. Ma penso anche che le sue parole non vadano prese fuori contesto. Lui faceva riferimento a un concetto più complesso e il rischio di estrapolare una sola frase è quello di offendere qualcuno. Lui invece parlava di ciò che in lui crea emozione, tutti noi abbiamo un modo di rapportarci alle storie e alla mitologia e alcuni vedono certe cose che altri non vedono. Non può esserci una formula o una quantificazione per questa magia.”

Ricordiamo che Martin Scorsese, che sarà a Roma allo stesso evento lunedì prossimo, ha dichiarato che i cinecomic non sono cinema ma adottano un linguaggio più simile a quello dei parchi a tema. Ha poi detto che quel genere di film non lo emoziona, scatenando le ire non solo dei colleghi che invece lavorano in quel business ma anche di moltissimi fan che difendono a spada tratta i propri eroi.

Pavarotti, Ron Howard presenta il suo nuovo documentario #RomaFF14

Pavarotti è il secondo documentario che il regista premio Oscar Ron Howard dedica a grandi miti della musica. Nel 2016 era toccato ai Beatles, con The Beatles: Eight Days a Week – The Touring Years, mentre viene ora presentato alla quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma il film sulla vita del celebre tenore italiano.

Giunto a Roma per presentare il film, Howard apre la conferenza stampa raccontando proprio di come nasce l’idea di dedicare un documentario proprio a Luciano Pavarotti. “Dopo il documentario sui Beatles, io e il produttore Brian Grazer volevamo realizzare un nuovo progetto di questo tipo. – afferma Ron HowardLa scelta è ricaduta su Pavarotti, perché è una delle personalità più straordinarie degli ultimi decenni, ma per quanto sia noto in tutto il mondo, non tutti sono a conoscenza di molti aspetti della sua vita privata e artistica, di come ha iniziato, delle gioie, dei dolori. La sua intera vita è stata come un’opera lirica, ricca di passioni e drammi, e da un certo punto di vista ciò che cantava sembrava sempre essere adeguato a quanto accadeva nella sua vita privata.”

“Lavorare ad un progetto simile è una sfida immane. – prosegue il regista – C’è stato un team di collaboratori che ha speso più di un anno a raccogliere, revisionare e classificare tutto il materiale. Parliamo di migliaia di foto, interviste, filmati di repertorio, testimonianze. Il mio obiettivo tuttavia era riuscire a consegnare un ritratto dell’uomo dietro il cantante, raccontarlo nei suoi giorni migliori e in quelli in cui è stato più vulnerabile. La selezione dei materiali si è dunque orientata in quella direzione.”

Tra i temi centrali del film vi è quello della famiglia, grande e insostituibile valore nella vita di Pavarotti, che nel film appare ricorrente attraverso interviste alle due mogli e alle tre figlie. “La storia della famiglia è la chiave del film, quella con cui è possibile identificarsi di più. Questa gli ha dato tutto, e lui si è sempre speso molto per i suoi cari. Era un uomo generoso, ma portava negli occhi anche il dolore per la convinzione di non essere stato il padre che avrebbe voluto essere. Credo che da simili sofferenze possa nascere la vera arte, e Pavarotti ne è un esempio perfetto.”  

Il documentario di Howard persegue inoltre nell’intento sempre rincorso da Pavarotti, ovvero quello di portare l’opera alla massa. Stando alle parole del regista, infatti, “il desiderio era realizzare un film che potesse arrivare a tutti. Non solo agli amanti dell’opera, ma anche a chi desidera approcciarsi per la prima volta a Pavarotti e alla sua musica.”

Per concludere l’incontro, Howard ripercorre brevemente la sua fortunata carriera, iniziata come attore e proseguita poi come regista di successo. “Quando decisi di passare dietro la macchina da presa, sapevo di non volermi specializzare in un genere e rimanere ancorato a questo. Desideravo provare un po’ di tutto, e ho avuto l’opportunità di farlo. La mia è stata una crescita creativa, e ho sempre cercato di fare affinché fosse tale. Oggi esistono tecnologie che rendono il cinema estremamente entusiasmante. Ci sono costantemente cose nuove da provare e sperimentare ed è ciò che voglio fare, grato per l’esperienza fatta fino ad oggi e con ancora la forza e la curiosità di scoprire cosa ci sarà dopo. I miei figli sono grandi e autonomi ormai, non ho hobby, e l’unica cosa che voglio fare è passare del tempo con la mia famiglia e lavorare a nuovi progetti già in cantiere. Tutto qui.

Peter Rabbit 2: un birbante in fuga: teaser trailer

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Peter Rabbit 2: un birbante in fuga: teaser trailer

La Sony Pictures Italia ha diffuso il teaser trailer di Peter Rabbit 2: un birbante in fuga, il sequel del film di successo Peter Rabbit.

Peter Rabbit 2: un birbante in fuga arriverà al cinema il 09 Aprile. Il flm è un adattamento cinematografico della serie televisiva Peter coniglio (Peter Rabbit), basata a sua volta sul racconto di Beatrix Potter.

In Peter Rabbit 2: un birbante in fuga L’amabile canaglia è tornata. Bea, Thomas e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.

Vampirina: i nuovi episodi in arrivo ad Halloween

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Vampirina: i nuovi episodi in arrivo ad Halloween

Halloween non è mai stato così “Spaventastico” grazie a Vampirina! Per celebrare la festa più paurosa di sempre dal 21 ottobre al 1° novembre Disney Junior (Sky, canale 611) trasmetterà i nuovi episodi della seconda stagione della serie più amata dal pubblico del canale. L’appuntamento con le puntate inedite della seconda stagione di Vampirina sarà dal lunedì al venerdì alle 17.30.

Vampirina segue le avventure di Vi, piccola vampira appena trasferita dalla Transilvania alla Pennsylvania e pronta a mostrare a tutti cosa significa vivere ogni giorno in un mondo “spettracolare”! Entusiasmanti episodi a tema Halloween andranno in onda proprio ad ottobre per celebrare insieme a Vi la ricorrenza più “mostroversa” di sempre.

Disney Junior è pronto ad offrire un Halloween davvero “spettracolare” con i nuovi episodi della seconda stagione di Vampirina in onda dal 21 ottobre al 1° novembre, dal lunedì al venerdì alle 17.30.

Disney Channel è rivolto ai bambini dai 6 ai 12 anni, con grandi storie piene di divertimento, amicizia e musica. La programmazione comprende celebri produzioni animate come Miraculous – Le Storie di Ladybug e Chat Noir, I Greens in Città, DuckTales e l’attesissima nuova serie 101 Dalmatian Street, lanciata nel 2019. Il canale è inoltre la casa di numerose serie live-action di grande successo come  Harley In Mezzo, A Casa di Raven e di produzioni locali come Sara e Marti #LaNostraStoria e Penny on M.A.R.S.. Disney Channel è anche celebre per i suoi emozionanti film originali tra cui la saga Descendants,il cui nuovo capitolo verrà lanciato alla fine del 2019 e Kim Possible, remake dell’iconica serie TV animata. L’App Disney Channel ha già dimostrato di essere la preferita dai bambini e dai fan in EMEA che sono in grado di accedere ai migliori contenuti Disney Channel su più dispositivi.

Disney Junior, il canale dedicato al target dai 3 ai 6 anni, accompagna i bambini insieme ai loro genitori alla scoperta delle magiche storie Disney con i personaggi più amati. La programmazione comprende serie animate come quella d’avventura sulle corse automobilistiche Topolino e gli Amici del Rally, il grandissimo successo Vampirina, PJ Masks – Super Pigiamini, Puppy Dog Pals, Lion Guard, Fancy Nancy Clancy e Dottoressa Peluche. 

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Joonas Suotamo al Lucca Comics 2019

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Joonas Suotamo, l’attore finlandese che torna a interpretare Chewbacca nel film Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, sarà protagonista della giornata di apertura di Lucca Comics & Games 2019, il festival internazionale del fumetto, del cinema d’animazione, dell’illustrazione, del gioco e delle serie tv, che si svolgerà dal 30 ottobre al 3 novembre.

Mercoledì 30 ottobre, alle ore 12.00 presso il cinema Astra, i fan potranno partecipare a una masterclass con Joonas Suotamo per celebrare l’uscita del film Star Wars: L’scesa di Skywalker, che arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre, portando avanti le vicende che hanno conquistato il pubblico nei precedenti capitoli Star Wars: Il Risveglio della Forza e Star Wars: Gli Ultimi Jedi.

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Oltre a Joonas Suotamo nei panni di Chewbacca, il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Kelly Marie Tran e Billy Dee Williams.
 
Scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

10 possibili villain per il futuro del MCU

10 possibili villain per il futuro del MCU

Ora che la saga delle gemme dell’infinito si è ufficialmente conclusa e Thanos è stato sconfitto dai Vendicatori, il MCU ha il dovere di offrire al pubblico un antagonista altrettanto carismatico e pericoloso che possa affrontare i nostri eroi nelle prossime fasi. Ma chi ha le caratteristiche giuste per sostituire il Titano Pazzo?

Ecco 10 possibili candidati:

Magus

Nell’universo di Guardiani della Galassia abbiamo visto Star-Lord, Gamora, Drax, Rocket e Groot combattere contro ogni specie di alieno. Prima Ronan e il suo esercito, poi la sacerdotessa Ayesha, ma cosa li attenderà nel terzo capitolo? Forse Adam Warlock, visto nei titoli di coda del Vol. 2. e creato dalla stessa Ayesha? Ma poiché Adam è in realtà schierato dalla parte dei buoni, potremmo vedere la sua controparte malvagia, cioè Magus. Non ci dimentichiamo che nei fumetti di Infinity War era  il guerriero che brandiva il Guanto dell’Infinito…

Dottor Destino

Victor Von Doom (aka Dottor Destino) è uno degli uomini più intelligenti dell’universo Marvel, oltre che uno dei più malvagi mai incontrati nei fumetti. Insomma, il candidato perfetto ad entrare nel MCU contro i nostri eroi. Con l’addio di Loki (almeno al cinema) il franchise avrà bisogno di qualcuno della sua stessa statura, popolarità e importanza, e il Dottor Destino potrebbe essere la scelta più adeguata.

Galactus

Ora che Thanos è stato sconfitto dai Vendicatori, il futuro del MCU ha un posto vuoto per il prossimo grande villain. Chi potrebbe essere allora la nuova minaccia per la Terra? Forse Galactus, gigante di dimensioni lunari, che si nutre di pianeti per saziare la sua fame ed è da tempo nelle liste dei più desiderati dai fan?

Finora non sappiamo nulla dei piani dei Marvel Studios per la Fase 4, ma si può immaginare che l’universo cosmico diventerà una parte più importante della storia. E se così fosse, sarebbe perfettamente logico avere come prossimo cattivo Galactus. Inoltre la trama delle gemme dell’infinito è arrivata al capolinea, e gli eroi avranno bisogno di un’altra enorme minaccia da debellare, e non ci sarebbe niente di più entusiasmante che vedere in azione Avengers, X-Men e Fantastici Quattro mentre collaborano per sconfiggere questo villain.

Arcano

L’Arcano è una delle figure più interessanti dell’universo Marvel, perché in possesso di abilità che lo rendono molto simile ad un Dio. Personaggio manipolatore, onnipotente ma anche borderline,  sarebbe capace di rimodellare (o addirittura estirpare) l’intero universo degli eroi. Sarà un candidato ideale per ricoprire il ruolo di principale villain del MCU? Di certo i Marvel Studios potranno scegliere di adattare l’epica trama di Secret Wars

Mandarino

Annunciato durante il Comic-Con come uno dei titoli più attesi della Fase 4, Shang-Chi and the legend of the Ten Rings farà luce sulle origini e l’aspetto del “vero” Mandarino, personaggio già introdotto nel MCU grazie al colpo di scena di Iron Man 3 (dove era interpretato da Ben Kingsley).

Tolta l’intelligenza e l’abilità in diverse arti marziali, il Mandarino utilizza anche dieci anelli di cui ognuno è in grado di esprimere un potere specifico: dall’emissione di onde fredde al riordino della materia, queste armi offrono al villain un’infinità di strumenti per combattere gli avversari e provengono da un relitto di una nave appartenente a un alieno chiamato Axonn-Karr.

Norman Osborn

I problemi relativi alla gestione dei diritti dei personaggi di Spider-Man non ci impediscono di sognare l’arrivo nel MCU di Norman Osborn, uno degli antagonisti più importanti di Peter Parker nei fumetti già portato al cinema da Willem Dafoe nei lavori di Sam Raimi. Ci piacerebbe rivederlo senza il costume Green Goblin, magari in una riflessione su ciò che un uomo diabolico come lui può diventare da solo, privo di superpoteri. Insomma, il villain perfetto per il post-Thanos.

Fenice

I fan degli X-Men hanno già ottenuto diversi adattamenti cinematografici dei fumetti e in particolare della Saga della Fenice Nera (l’ultimo, Dark Phoenix, ha deluso totalmente le aspettative), e adesso che i diritti della Fox sono arrivati nelle mani della Disney, ci sono buone possibilità di rivedere quei personaggi nel MCU. E se il prossimo nemico dei Vendicatori sia proprio la Fenice risorta dalle proprie ceneri?

Kang il Conquistatore

Dai viaggi nel tempo e dall’alterazione delle realtà causate in Endgame potrebbe emergere anche Kang il Conquistatore, maestro delle dimensioni che nei fumetti ha causato non pochi problemi ai Vendicatori. Il villain proviene infatti dal XXX secolo e la sua particolarità sta appunto nel potere di viaggiare attraverso i secoli, dove in varie occasioni si è confrontato con gli eroi.

Mefisto

I Marvel Studios hanno già esplorato la direzione cosmica utilizzando Thanos e le gemme dell’infinito come forza trainante del MCU, e nulla toglie che potrebbero proseguire su questa strada anche in futuro. Una scelta logica per sostituire il Titano Pazzo allora sarebbe Mephisto, la risposta biblica della Marvel a Satana: parliamo di un eroe posseduto dal demone Ghost Rider già apparso nella serie Agents of S.H.I.E.L.D., dotato di natura intrigante e magiche abilità.

X-Men

x-men

Abbiamo già menzionato la Fenice Nera, ma un altro colpo di scena sarebbe introdurre finalmente gli X-Men nel MCU non come eroi, ma come villain. I Mutanti potrebbero arrivare in forma di minaccia che i governi federali non sanno gestire, un’impresa che richiederà l’intervento degli Avengers…e di Scarlet Witch.

Leggi anche – Spider-Man: 10 villain che vorremmo vedere nel nuovo film

Fonte: Screenrant

The Aeronauts: recensione del film con Felicity Jones #RomaFF14

The Aeronauts: recensione del film con Felicity Jones #RomaFF14

Il gender swap colpisce ancora nel modo più innocuo ma funzionale in The Aeronauts, film che racconta l’impresa del meteorologo James Glaisher e dell’aviatore Henry Coxwell, capaci nel 1862 di raggiungere quota 11.887 metri di altitudine a bordo di una mongolfiera; sfortunatamente, in questo adattamento di Tom Harper (Peaky Blinders, Guerra e Pace) e Jack Thorne (Wonder, Harry Potter e la maledizione dell’erede) Coxwell viene “sostituito” da un personaggio di fiction, tale Amelia Wren, arbitraria fusione tra la prima aeronauta professionista della storia Sophie Blanchchard e Margaret Graham, sacrificando la verità in nome di una dinamica cinematografia più appetibile per i tempi.

Ghostubusters di Paul Feig, Ocean’s 8, What Men Want, The Hustle con Anne Hathaway e Rebel Wilson ci insegnano che il cambio di prospettiva è diventata un’urgenza per gli studi hollywoodiani dopo lo scoppio del movimento Me Too, proprio per un miglior posizionamento del target e un riequilibrio dei sessi al cinema come specchio della società.

Eddie Redmayne e Felicity Jones di nuovo insieme per The Aeronauts

E se in alcuni dei casi citati sopra il capovolgimento di sguardo aveva funzionato benissimo (vedi la lettura al femminile degli acchiappafantasmi), in altri si era scontrato con un fallimento pressoché totale (il sequel di Ocean’s Eleven con Sandra Bullock e Cate Blanchett), The Aeronauts almeno ci risparmia le guerre tra sessi, il finale romantico e certe forzature tipiche del film biografico condannato a far commuovere ad ogni costo. Amelia è effettivamente l’eroina nella versione di Harper e Thorne, una donna moderna che non conosce limiti, ma la sua controparte maschile non viene trattata con un senso di inferiorità dichiarata, anzi, sospesi nel cielo i bisogni di entrambi hanno lo stesso peso e il lutto di lei è approfondito come l’insofferenza di lui.

Torna in scena la coppia di La teoria del tutto formata da Eddie Redmayne e Felicity Jones, ma niente a che vedere con quella smielata drammatizzazione della vita di Stephen Hawking e della ex-moglie Jane Wilde e quel sensazionalismo di serie b con fotografia agghiacciante; c’è invece il rispetto del canone classico del survival movie con incongruenze perdonabili (tipo l’equipaggiamento dei due viaggiatori per niente adatto, o le rocambolesche imprese dei personaggi sul pallone aerostatico), spaziando dalla tensione di Gravity all’umanesimo di First Man tra memoria e perdita, con omaggi più o meno espliciti all’immaginazione di J.M. Barrie e un’invidiabile chimica – già apprezzata in passato – tra gli attori. Un’esperienza da vivere sospendendo l’incredulità e la fiducia nella scienza, ricordandoci di non perdere quella nella felicità che spesso troviamo lontano dalle nostre dimensioni abituali. Un po’ più in alto, oltre i limiti, senza protezione e salvagenti.

Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia: trovato lo sceneggiatore

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Jade Bartlett è stato assunto per lavorare alla sceneggiatura di Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia. Ora che hanno la Fase 3 alle spalle, i Marvel Studios sono impegnati nella produzione dei vari film della Fase 4. E, terminate le riprese di Vedova Nera, sono nel bel mezzo della produzione del film su Gli Eterni, che si concluderà nel 2020. Ciò ha spostato l’attenzione verso il 2021, anno in cui è stato programmata l’uscita del sequel del film del 2016 con Benedict Cumberbatch.

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision. Con una data di uscita prevista per maggio 2021 già annunciata, le riprese dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton e Chiwetel Ejiofor. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame.

Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia arriverà al cinema il 7 maggio 2021.

MCU: i segreti nascosti nei costumi Marvel al cinema

MCU: i segreti nascosti nei costumi Marvel al cinema

Parte del successo del MCU è da individuare nel modo in cui i Marvel Studios sono riusciti a incorporare nei film alcuni elementi iconici dei fumetti, tra cui i costumi indossati dai supereroi sul grande schermo nelle loro avventure. Ma anche l’occhio più attento potrebbe non aver notato tutti i dettagli nascosti nelle uniformi di Vendicatori e colleghi…

Ecco allora 10 segreti nascosti nei costumi Marvel al cinema:

Tutte le funzioni dell’Iron Spider

spider-man homecoming avengers: infinity war

Avengers: Infinity War ha mantenuto la promessa, portando in scena la tanto richiesta dai fan Iron Spider, ovvero la versione tecnologicamente avanzata del costume di Spidey progettata da Tony Stark e capace di “volare” nello spazio. Grazie a The Art of Spider-Man: Far From Home, abbiamo scoperto che la maggior parte delle abilità nascoste sono collegate alle quattro braccia meccaniche, con luci che aiutano Spider-Man a navigare nel buio e che possono agire da scudi per bloccare i proiettili o proiettare esplosioni sonore verso i nemici.

La sciarpa di Rocket

Avengers: Endgame continua a regalare piccole sorprese e riferimenti vari al Marvel Cinematic Universe, e come non menzionare il dettaglio legato al personaggio di Rocket Raccoon ed esplicito omaggio ad una delle vittime della Decimazione (poi tornata in vita nel finale)? L’immagine pubblicata su Reddit é la prova evidente che il procione doppiato da Bradley Cooper sta indossando un indumento del suo amico e collega dei Guardiani della Galassia Star-Lord, ovvero la sciarpa rossa sfoggiata nel secondo capitolo del franchise di James Gunn.

Chi conosce o ha letto i fumetti sui Guardiani, soprattutto quelli pubblicati prima dell’uscita del primo volume al cinema, avrà sicuramente notato che Rocket ha addosso lo stesso costume della sua controparte originale, e la sciarpa non fa parte del look. Tuttavia sembra che in Endgame lo scopo finale sia quello di onorare la famiglia scomparsa dopo lo schiocco di Thanos in Infinity War, proprio per sottolineare il percorso emotivo del personaggio attraverso tutto il MCU.

I pantaloni di Hulk

C’è una domanda che assilla qualsiasi spettatore? Cosa succede ai vestiti di Bruce Banner dopo la trasformazione in Hulk? E perché non è mai nudo? Sorprendentemente, il MCU ha effettivamente fatto uno sforzo per rispondere a tutti i quesiti: in The Avengers, dopo la follia del gigante di giada sull’elicarrier, l’eroe si sveglia in una stalla completamente nudo e viene aiutato da un uomo, mentre in Age of Ultron scopriamo che a progettare gli speciali pantaloni di Bruce è stato Tony Stark utilizzando un tessuto in microfibra non specificato in grado di allungarsi a dimensioni inimmaginabili senza strappi.

Insetti nascosti

ant-man and the wasp
©Marvel Studios 2018

Non tutti sanno che i costumi Ant-Man e Wasp, sebbene molto simili, nascondono dei dettagli davvero interessanti per quanto riguarda il design, ognuno in grado di sottolineare le loro differenze come supereroe. Scott Lang indossa infatti la “testa” di una formica come casco, mentre Hope Van Dyne sfoggia una maschera che ricorda il volto di una vespa; inoltre anche le linee del costume ricordano quelle dei rispettivi insetti.

Spider-Man è sempre al sicuro

Nel MCU il rapporto tra Tony Stark e Peter Parker ha un po’ sostituito quella che, nei fumetti e al cinema, è la dinamica padre-figlio instaurata dal giovane supereroe con lo zio Ben. Un dettaglio lo sottolinea grazie al costume ideato da Stark per Spidey, dotato di piccole accortezze come un riscaldatore, un tracker e un paracadute in dotazione per il giovane eroe.

Cap a prova di proiettile

Captain America è apparso in diversi film della MCU e il suo costume tradizionale ha subito alcuni cambiamenti nel corso degli anni. Ricorderete sicuramente quello sfoggiato durante la guerra, o quando lavorava per lo S.H.I.E.L.D. fino ad arrivare a Endgame, dove addirittura vediamo due versioni del personaggio interagire insieme nella stessa scena. Tutti però hanno una caratteristica fondamentale: forniscono all’eroe la protezione necessaria dai proiettili, offrendogli coperture aggiuntive grazie al materiale ignifugo. La tuta è inoltre ultra-leggera e realizzata in duralluminio.

Wakanda Forever

In Black Panther si riprendono le sorti di T’Challa, neo sovrano del Wakanda, dopo la Civil War, e per l’occasione l’eroe indossa una versione potenziata del suo vecchio costume progettato dalla sorella Shuri. Una delle capacità più interessanti è quella che gli permette di assorbire e successivamente rilasciare energia cinetica, con dei brillanti tracciati viola che corrono lungo il vestito nero e che formano la frase nascosta “Ti amo mamma“. Forse un messaggio in codice o un easter egg?

Le origini di Bucky

avengers endgame

La prima apparizione di Bucky Barnes risale a Captain America: Il Primo Vendicatore. All’epoca era “solo” un soldato coraggioso e sincero della Seconda Guerra Mondiale, sempre disponibile per aiutare il migliore amico Steve Rogers, ma dopo essere stato rapito dall’ Hydra, Bucky diventa il Soldato d’Inverno. Per quanto ne sappiamo, non abbiamo mai più visto il vestito originale fino ad Infinity War, dove i fan hanno trovato qualche somiglianza tra la nuova uniforme e quella degli anni Quaranta.

I dettagli di Captain Marvel

captain marvel

Rosso, blu e oro sono le componenti principali dell’aspetto cromatico del costume di Carol Danvers nei fumetti e al cinema, e in merito il disegnatore Andy Park ha spiegato che l’ispirazione maggiore proviene dal carattere della protagonista: “Il tema del film è rialzarsi dopo una caduta, sempre, dalla bambina all’adulta alle quali è stato sempre detto che non può fare questo o quello. Quindi quando Carol diventa Captain Marvel, è lei che abbraccia completamente chi è, chi è sempre stata e sarà, una persona audace e forte.

Un altro dettaglio nelle linee del costume sono le continue forme triangolari che si ripetono lungo tutto il tessuto, e questo è ciò che ha spiegato a riguardo Park: “Captain Marvel, o meglio ancora, Carol Danvers, rappresenta la forza, e non quella derivata dai suoi poteri, ma quella che sempre avuto fin da giovane cadetto nell’esercito, poi membro della Starforce e successivamente supereroina. In questo senso il triangolo è la forma più forte ed equilibrata di tutte e in varie sfaccettature assume i contorni di una stella con le quali volevo creare qualcosa che rafforzasse la forza del personaggio“.

Bleeding Edge

Due momenti hanno segnato i più importanti upgrade dell’armatura di Iron Man: il primo coincide con la sostituzione del grigio acciaio con gli iconici rosso e oro, e il secondo è l’introduzione in Infinity War dell’armatura Mark L, potenziata dalla nanotecnologia. Qualcosa però è passato inosservato, ovvero che questa uniforme non ha bisogno di Jarvis o di ogni intelligenza artificiale, perché tutto viene controllato dalla mente di Tony Stark.

Leggi anche – MCU: i 10 migliori costumi visti finora al cinema

Fonte: Screenrant

Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores

Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores

Arriva al cinema Tutto il mio folle amore, il nuovo film di Gabriele Salvatores con protagonisti nel cast Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono e per a prima volta sullo schermo Giulio Pranno.

Tutto il mio folle amore arriverà uscito al cinema dal 24 ottobre distribuito da 01 Distribution. Il film è prodotto da Rai Cinema e Indiana Production in co-produzione con EDI Effetti Digitali Italiani. Liberamente tratto dal romanzo di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura” edito da Marcos Y Marcos.

“Il viaggio, la musica, le strade senza nome dove emozioni e sentimenti trovano lo spazio per volare. Insomma rock and roll!” – ha dichiarato Gabriele Salvatores “Di nuovo in strada, dove a volte ho bisogno di tornare. Come il Pifferaio Magico o un “fool” shakespeariano, un ragazzo di 16 anni si trascina dietro, per strade deserte, i tre adulti più importanti della sua vita. E li costringe a fare i conti con sé stessi e con l’amore che ognuno di loro è riuscito a conservare dentro di sé. Visto da vicino, nessuno è normale. E si può scoprire che è possibile riuscire ad amare anche chi è diverso da noi.  A patto di non aver paura di questa diversità.”

Tutto il mio folle amore: trailer ufficiale

Tutto il mio folle amore: la trama

Tutto il mio folle amore Claudio Santamaria

Sono passati sedici anni dal giorno in cui Vincent è nato e non sono stati sedici anni facili per nessuno. Né per Vincent, immerso in un mondo tutto suo, né per sua madre Elena e per il suo compagno Mario, che lo ha adottato.

Willi, che voleva fare il cantante, senza orario e senza bandiera, è il padre naturale del ragazzo e una sera qualsiasi trova finalmente il coraggio di andare a conoscere quel figlio che non ha mai visto e scopre che non è proprio come se lo immaginava. Non sa, non può sapere, che quel piccolo gesto di responsabilità è solo l’inizio di una grande avventura, che porterà padre e figlio ad avvicinarsi, conoscersi, volersi bene durante un viaggio lungo le strade deserte dei Balcani in cui avranno modo di scoprirsi a vicenda, fuori dagli schemi, in maniera istintiva. E anche Elena e Mario, che si sono messi all’ inseguimento del figlio, riusciranno a dirsi quello che, forse, non si erano mai detti.

“Ora capisco cosa cercavi di dirmi e quanto soffrivi sapendo di avere ragione. Ma avrei potuto dirti, Vincent, che questo mondo non è adatto a uno così bello come te”.

Lucca Comics & Games 2019: il programma dell’area movie

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Lucca Comics & Games 2019: il programma dell’area movie

Continua ad arricchirsi di grandi novità il programma dell’Area Movie di Lucca Comics & Games, come sempre a cura di QMI-Stardust, che vanno ad impreziosire il ricco palinsesto di anteprime, incontri, masterclass dedicati al mondo del cinema e della serialità.

Si aggiungono agli appuntamenti già annunciati una serie di nuove imperdibili anteprime. Warner Bros. presenterà in anteprima Stephen King’s Doctor Sleep  (30 ottobre ore 17.30, Cinema Astra), il seguito della storia di Danny Torrance a 40 anni dalla sua terrificante permanenza all’Overlook Hotel in Shining. Ewan McGregor, Rebecca Ferguson e Kyliegh Curran sono i protagonisti di questo thriller soprannaturale diretto da Mike Flanagan, basato su una sua sceneggiatura tratta dal romanzo di Stephen King, in sala dal 31 ottobre. Warner Bros. sarà anche presente con diverse anteprime dal mondo delle serie tv:  il pilot di Swamp Thing (2 novembre ore 19.00, Cinema Centrale), la serie prodotta da James Wan (i cui episodi saranno disponibili dal 2 Dicembre su Amazon Prime Video) in cui Abby Arcane indaga su quello che sembra essere un micidiale virus nato dalla palude in una piccola città della Louisiana, per poi scoprire che la palude racchiude segreti mistici e terrificanti; si rinnova anche il consueto appuntamento con la DC NIGHT (2 novembre ore 20.30, Cinema Centrale) con le anteprime dei pilot di Pennyworth (episodi disponibili su STARZPLAY), la serie targata DC incentrata sul leggendario maggiordomo di Bruce Wayne, Alfred Pennyworth, e di Batwoman (prossimamente su Premium Action), che segue le vicende di Kate Kane che diventerà un nuovo simbolo di speranza per Gotham nei panni di Batwoman.

Rai4 porterà invece l’anteprima nazionale del film Summer of ’84, una novità esclusiva del palinsesto Rai4 2020 (1 novembre ore 18.00, cinema Centrale). Summer of ’84 è una scatenata black comedy, che traspone il soggetto del grande classico La finestra sul cortile su uno sfondo anni ’80. Scritta da Matt Leslie e Stephen J. Smith è diretta a sei mani da François Simard e dai fratelli Anouk e Yoann-Karl Whissell. Protagonisti del film sono un gruppo di adolescenti che trascorrono la loro noiosa estate in provincia, fino a quando si ritrovano a sospettare di omicidio un apparentemente irreprensibile vicino di casa.

In occasione dell’anteprima di Terminator-Destino Oscuro, l’ultimo capitolo della saga, Fox e QMI allestiranno un laser show in piazza San Michele alle ore 19.00 del 30 ottobre, che coinvolgerà il pubblico con un’esperienza immersiva. Cuore dello spettacolo sarà l’endoscheletro del cyborg più famoso del mondo, da cui prenderanno vita gli effetti speciali, accompagnati da musica e voice over coinvolgenti e creati ad hoc per l’occasione. La proiezione del film (ore 20.30 Cinema Astra) seguirà la performance.

Joonas Suotamo, l’attore finlandese che torna a interpretare Chewbacca nel film Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, sarà protagonista della giornata di apertura di Lucca Comics & Games 2019. Mercoledì 30 ottobre (ore 12.00, cinema Astra), i fan potranno partecipare a una masterclass con Joonas Suotamo per celebrare l’uscita del film Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, che arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre, portando avanti le vicende che hanno conquistato il pubblico nei precedenti capitoli Star Wars: Il Risveglio della Forza e Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Attesi a Lucca anche gli Acchiappafantasmi, con il lungometraggio fan-made REAL! – A Ghostbusters Tale (domenica 3 novembre ore 15.00, Cinema Centrale). L’attore doppiatore Edoardo Stoppacciaro, insieme agli altri autori e al cast del film, presenteranno un test-screening del progetto che li ha impegnati per cinque anni e che si avvicina al compimento: una “versione beta” riservata in esclusiva al pubblico di Lucca Comics & Games 2019. Altro progetto molto particolare che farà tappa proprio a Lucca è Il Giro dell’Horror, un format a puntate che immerge lo spettatore nel mondo personale e creativo dei protagonisti dell’horror nostrano, mescolando documentario e fiction. Il format è ideato e scritto da Luca Ruocco, per la regia di Paolo Gaudio e con la produzione esecutiva di Francesco Abonante. A Lucca sarà presentato il primo episodio (1 novembre ore 16.00, Cinema Astra) seguito un dibattito con creatori e  protagonisti della serie, moderato dal giornalista e critico cinematografico Andrea Guglielmino.

Tante saranno anche le attività dedicate a Creators –The Past, kolossal fantasy/sci-fi made in Italy, in uscita al cinema a marzo 2020 per Europictures, che vanta un cast internazionale da William Shatner a Gerard Depardieu, da Bruce Payne a Marc Fiorini. Il film sarà presente a Lucca con moltissimi eventi dedicati, che vedranno alternarsi molti disegnatori tra cui Ivan Calcaterra, Luis Royo, Anna Lazzarini e Oskar. Luis Royo sarà inoltre protagonista di un panel esclusivo (sabato 2 novembre ore 10.00, Teatro San Girolamo), durante il quale presenterà la speciale illustrazione realizzata ispirandosi al film e assieme al regista Piergiuseppe Zaia e alla protagonista Eleonora Fani racconteranno la genesi di questo ambizioso progetto.

Per festeggiare l’uscita di One Piece: Stampede – Il Film la Ciurma di Cappello di Paglia presenta una serie di imperdibili proiezioni accompagnate dalla voce della doppiatrice Emanuela Pacotto che saluterà il pubblico di Lucca. Grazie ad Anime Factory, sabato 2 novembre (ore 12, Cinema Centrale) sarà possibile assistere alla proiezione di One Piece: Stampede – Il Film in versione originale con sottotitoli.

Yamato Video e Tim Vision presentano due eventi speciali: venerdì 1 novembre (ore 18.00, Cinema Astra) si terrà la proiezione completa e in lingua italiana del film Shinko e la magia millenaria di Sunao Katabuchi, introdotta da Gualtiero Cannarsi. E in anteprima assoluta, sabato 2 novembre (ore 15.00, Cinema Centarle) la proiezione del film completo e doppiato in italiano Lu e la città delle sirene di Masaaki Yuasa. Al termine del film verranno presentate alcune anteprime di opere cinematografiche che l’editore proporrà nel 2020. Durante i giorni della manifestazione sarà inoltre previsto un panel in collaborazione con Greenpeace, dal titolo Greenpeace – L’arte di stare al mondo, durante il quale artisti e autori affronteranno il tema del cambiamento climatico e di come è declinato nelle loro opere (1 novembre ore 17.00, Cinema Astra).

Tra gli appuntamenti più attesi in materia di serialità, Netflix proporrà un incontro dedicato a The Witcher con la creatrice della serie Lauren Schmidt Hissrich e le due giovani protagoniste Anya Chalotra e Freya Allan (31 ottobre ore 15.00, Cinema Moderno). Gli appassionati dell’omonimo bestseller di Andrzej Sapkowski avranno inoltre la possibilità di vedere in anteprima mondiale il trailer della serie. Sarà sempre targato Netflix anche il padiglione esperienziale dedicato a La casa di carta.

Anche Sky dedicherà un evento alle serie tv internazionali e le prestigiose produzioni originali italiane in arrivo sulla piattaforma fra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020. Fra i titoli più attesi: Watchmen, Caterina la Grande, His Dark Materials – Queste oscure materie, The new Pope e Zerozerozero.

Tra le altre anteprime: la proiezione di Benvenuti a Zombieland e l’anteprima dell’attesissimo sequel Zombieland: Doppio Colpo (2 novembre dalle ore 17.00, Cinema Astra); Steven Universe The Movie (2 novembre ore 11.30, Cinema Astra), l’atteso film diretto da Rebecca Sugar che incontrerà i fan in occasione del panel The Making Of Steven Universe; Lorenzo Mattotti presenterà invece il suo La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1 novembre ore 12.00, Cinema Centrale); e poi ancora I figli del mare (3 novembre ore 12.00, Cinema Centrale), kolossal d’animazione in sala solo il 2, 3 e 4 dicembre distribuito da Nexo Digital in collaborazione con Dynit; Cercando Valentina – Il mondo di Guido Crepax (1 novembre ore 14.00, Cinema Centrale), un viaggio nella mente del celebre fumettista attraverso l’iconica Valentina, in uscita nei cinema italiani a febbraio 2020; Dead Ant (1 Novembre ore 20.30, Cinema Centrale), horror comedy di Ron Carlson all’insegna dell’azione e della frenesia.

Altri appuntamenti da non perdere saranno: l’incontro con Alessandro Rak che parlerà di The Walking Liberty, il suo nuovo film d’animazione prodotto da Mad Entertainment; Mediaset Play presenta la masterclass con Cristina D’Avena moderata da Uan che presenterà l’incontro insieme ad un altro ospite speciale, Marco Bellavia che nelle serie ha interpretato Steve (2 novembre ore 14.00, Cinema Moderno).

E ancora la proiezione speciale della Shining Extended Edition a cura di Infinity, in collaborazione con Warner Bros. (31 ottobre ore 20.30, Cinema Astra), e il consueto appuntamento con il classico padiglione Warner Bros. in piazza San Michele. Per gli appassionati di cinema e fumetto è previsto inoltre per giovedì 31 ottobre un evento speciale presso il padiglione Bonelli (ore 17.30 – 19.00).

Jesse Eisenberg vorrebbe tornare nei panni di Lex Luthor

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Jesse Eisenberg vorrebbe tornare nei panni di Lex Luthor

L’universo cinematografico DC come era stato impostato da Zack Snyder da Man of Steel in poi potrebbe non esistere più, e il successo ottenuto da Joker dovrebbe confermare la nuova linea editoriale della Warner Bros per quanto riguarda la produzione di cinecomic. Alcuni personaggi continueranno il loro percorso (vedi Aquaman, Wonder Woman e forse Shazam!), altri invece è probabile che saluteranno per sempre il pubblico in attesa di futuri reboot; tra questi c’è anche il Lex Luthor di Jesse Eisenberg, introdotto da Snyder in Batman Vs Superman: Dawn of Justice, villain complesso che meriterebbe un maggiore approfondimento e lasciato in sospeso dopo la scena post credits di Justice League.

L’attore è tornato a parlare di Luthor durante il tour promozionale di Zombieland: Doppio Colpo, dichiarando tutto il suo interesse a calarsi ancora una volta nei panni della nemesi di Superman: “Oh, lo farei al 1000%, certo. Ho adorato interpretarlo…ero il ragazzo più timido del mondo e riuscire a interpretare un personaggio mediocre con sfumature così sgargianti è sempre esaltante. Probabilmente non farò un altro film con la DC, e non so nemmeno se ne faranno mai un altro in cui ci sia Lex…ma sono davvero felice di averlo fatto.”

Lo spero ancora, perché il personaggio è fantastico e in termini di recitazione è il più divertente che abbia avuto l’opportunità di interpretare.

Rivedremo presto l’attore in Zombieland: Doppio Colpo sequel diretto ancora una volta da Ruben Fleischer (Venom) e atteso nelle nostre sale il 14 Novembre. Nel cast tornano gli altri veterani Woody HarrelsonEmma Stone e Abigail Breslin riprendendo i rispettivi ruoli del film originale, insieme a Zoey Deutch e Dan Aykroyd.

La sceneggiatura è stata firmata da Dave Callaham (Godzilla, Wonder Woman 1984) con Paul Wernick e Rhett Reese (Deadpool, Deadpool 2), mentre le riprese si sono svolte nei mesi scorsi a Los Angeles. Per quanto riguarda la trama – ancora avvolta nel mistero – sappiamo che dovrebbe riprendere le sorti dei quattro protagonisti (Columbus, Tallhassee, Witchita e Little Rock) immersi in un mondo dove l’apocalisse zombie si è evoluta.

Fonte: Comicbook

Jurassic World 3: Mamoudou Athie nel cast

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Jurassic World 3: Mamoudou Athie nel cast

Mamoudou Athie è ufficialmente entrato nel cast di Jurassic World 3, come conferma Deadline, e si unirà dunque a Chris Pratt e Bryce Dallas Howard sul set del film diretto da Colin Trevorrow. L’attore è tra i protagonisti della serie Sorry For Your Loss (disponibile ora su Facebook Watch) al fianco di Elizabeth Olsen, e di recente è apparso in The Circle, The Front Runner.

Prossimamente lo vedremo nel dramma Prentice Penny Uncorked di Netflix e nella pellicola prodotta da 20th Century Fox Underwater con Kristen Stewart.

Sam Neill (Dr. Alan Grant), Laura Dern (Dr. Ellie Satler) e Jeff Goldblum (Dr. Ian Malcolm) , ovvero i membri del cast originale del franchise, torneranno in Jurassic World 3, terzo capitolo in fase di pre produzione.

Si tratterà di un vero e proprio evento, considerando che i tre attori non recitavano assieme dal 1993, comparendo separatamente in forma di cameo nei sequel. Goldblum aveva avuto una piccola parte in Jurassic World: Fallen Kingdom, uscito lo scorso anno.

Le riprese del terzo capitolo, affidato nuovamente al regista Colin Trevorrow con la sceneggiatura scritta da Emily Carmichael (Pacific Rim: Uprising), inizieranno nei primi mesi del 2020, e possiamo aspettarci nei prossimi giorni qualche dettaglio in merito alla trama e ai nomi che affolleranno il set.

Lo stesso Trevorrow ha recentemente pubblicato il cortometraggio Battle at Big Rock, i cui eventi sono ambientati un anno dopo Jurassic World: Fallen Kingdom mostrando i dinosauri che vivono nel nostro mondo e lottano per la sopravvivenza.

Vi ricordiamo che Jurassic World 3 uscirà nelle sale l’11 giugno 2021.

Fonte: Deadline

Joker: Todd Phillips sulle scene eliminate e la director’s cut

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Joker: Todd Phillips sulle scene eliminate e la director’s cut

Prima dell’uscita in sala si era parlato di circa trenta minuti eliminati dal montaggio finale di Joker, dettaglio che aveva suggerito l’esistenza (o una futura pubblicazione) della versione estesa del film con Joaquin Phoenix campione d’incassi e vincitore del Leone d’oro a Venezia. Ora è Todd Phillips a fare chiarezza sulla questione, parlando delle scene tagliate in sala di montaggio e del suo “approccio” particolare:

Odio le fo****e director’s cut, e odio le scene eliminate. Se vengono eliminate c’è un motivo“, ha dichiarato il regista. “Il film che avete visto è esattamente il film che voglio che sia e non mostrerò mai una scena cancellata. Tuttavia abbiamo realizzato un montaggio molto divertente di Arthur che entra al Murray Franklin Show e ogni volta il personaggio di Robert De Niro si alzava dicendo ‘Per favore, date il benvenuto a Joker’ con le le tende si aprivano e Arthur che usciva facendo sempre qualcosa di diverso“.

Nel film avete visto una versione di quell’entrata, con Joker che bacia la donna ospite. Esistono almeno 13 ciak di quella scena, tutti diversi e divertenti, così tanto che ancora mi chiedo perché non sono stati utilizzati“.

Leggi anche – Joker: la storia è una fantasia del protagonista? Ecco le “prove”

Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.

Joker: easter egg, cameo e riferimenti nel film

Fonte: CBM

Ant-Man 3: un rumor rivela la data di uscita?

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Ant-Man 3: un rumor rivela la data di uscita?

La lineup della Fase 4 è stata rivelata nel corso dell’estate, confermando (o smentendo) alcuni titoli previsti nei mesi scorsi che arriveranno in sala tra l’inizio del 2020 e la fine del 2021. Mancano all’appello le date di uscita di alcuni sequel annunciati come Black Panther 2, Guardiani della Galassia Vol.3 o Captain Marvel 2, ma un recente rumor pubblicato da Charles Murphy su Twitter sostiene che Ant-Man 3 è effettivamente in programma e che sbarcherà nei cinema il 29 Luglio 2022.

Ovviamente si tratta di un’indiscrezione trapelata grazie ad un insider dei Marvel Studios., da non prendere come verità assoluta ma come una concreta possibilità. Vi ricordiamo che nel profilo del New York Times dedicato a Paul Rudd, Kevin Feige ha parlato del futuro dell’attore nel MCU lasciando intendere che ci sia ancora molto da raccontare su Scott Lang nelle prossime fasi dell’universo cinematografico.

I pezzi degli scacchi sono stati disposti in modo preciso dopo Endgame“, aveva dichiarato il presidente dei Marvel Studios, “Gli eroi che sono fuori dal tabellone sono anche fuori dal quadro, mentre quelli che sono ancora dentro…beh, non si sai mai.

Questo significa che Ant-Man è ancora in gioco e che nonostante il mancato annuncio ufficiale del terzo capitolo standalone ci siano ottime possibilità di rivederlo in azione? Il commento di Feige lascia aperta una finestra sulla Fase 5, in cui gli sceneggiatori potrebbero esplorare il rapporto tra Scott e Cassie, la figlia ormai adolescente ritrovata cinque anni dopo la Decimazione…

Leggi anche – Ant-Man 3 si farà? Ecco la risposta di Michael Douglas

L’ultimo film del franchise, Ant-Man and The Wasp, ha visto Scott Lang (Paul Rudd) alle prese con le conseguenze delle proprie scelte come Supereroe e come padre, dopo Captain America: Civil War. Mentre lotta per ritrovare un equilibrio tra la sua vita famigliare e le responsabilità di Ant-Man, viene chiamato da Hope van Dyne e il Dr. Hank Pym per intraprendere una nuova missione: salvare Janet van Dyne persa nel Regno Quantico.

Scott deve quindi indossare di nuovo i panni di Ant-Man e imparare a combattere al fianco di Wasp, pur cercando di rispettare gli arresti domiciliari. Il tutto mentre si impegna a dare una mano all’amico Luis (Michael Peña), tenendosi pronto a combattere un nuovo nemico, Ghost (Hannah John-Kamen), e il suo alleato Bill Foster (Laurence Fishburne).

Fonte: Twitter