L’account twitter ufficiale di
Wonder Woman 1984 ha annunciato che il film di
Patty Jenkins con Gal Gadot è
entrato nella fase di riprese aggiuntive che si stanno svolgendo
negli studi della Warner Bros di Londra.
Le riprese aggiuntive anche dopo
molti mesi dalla fine della produzione ufficiale sono diventate
ormai un processo comune per i blockbuster, quando una volta erano
invece considerate un fenomeno imprescindibilmente legato al fatto
che il film fosse un disastro e andava in qualche modo
aggiustato.
Allo stato attuale, la ripresa
aggiuntiva è diventata una parte integrante della produzione, e
spesso è inserita anche nelle previsioni di spesa e nel piano di
lavorazione del film.
Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un sequel “inusuale”, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendo Wonder Woman 1984 “la prossima
iterazione della supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
Il sequel vedrà
ancora Gal Gadot nei panni di Diana
Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per
interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche
Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e
Pedro Pascal, in un ruolo ancora misterioso.
Ogni film sfrutta la colonna sonora
per migliorare l’esperienza dello spettatore ed evocare emozioni, e
questo strumento diventa nel MarvelUniverse un modo per collegare le avventure
“inverosimili” dei supereroi alla realtà di chi guarda. Lo studio
ha infatti saputo costruire in ogni capitolo un
tappeto sonoro dove era possibile il dialogo tra mondi distanti e
una maggiore caratterizzazione dei personaggi al loro
interno.
Ma allora quali sono i
migliori momenti musicali del franchise?
1Endgame – It’s been a long, long
time
Concludiamo tra le lacrime citando il
bellissimo epilogo di Avengers: Endgame dove troviamo Steve Rogers
e Peggy Carter finalmente riuniti in una dimensione alternativa che
danzano sulle note di “It’s Been A Long, Long
Time“, concedendosi quell’appuntamento mancato negli anni
Quaranta.
Come riportato da Deadline,
Catherine Hardwicke (Thirteen, Lords of Dogtown,
Twilight) dirigerà l’adattamento cinematografico di
Heathen, fumetto fantasy edito da Vault Comics che
segue le avventure di Aydis, una coraggiosa guerriera vichinga
ripudiata dal suo villaggio per aver baciato un’altra donna e
dichiarato guerra contro Odino.
L’acclamata serie intreccia infatti
rivendicazione femminista e temi più bizzarri nello scenario
immerso nella mitologia norrena, ed è stata ideata, scritta e
disegnata da Natasha Alterici debuttando nel 2017 grazie all’aiuto
di una campagna Kickstarter.
“Natasha ha creato un classico
istantaneo in grado di legarsi in modo intelligente all’attuale
panorama socio-politico pur essendo una storia d’avventura di
prim’ordine e senza tempo“, ha dichiarato Adrian Askarieh
della Prime Universe Film. “Portare questi personaggi al cinema
non è solo il frutto della nostra grande passione per Heathen, ma
anche un vero onore.“
La Hardwick partirà dalla
sceneggiatura di Kerry Willamson, scritta insieme a Tyler Perry e
nel frattempo continuerà a lavorare allo show di Quibi
Don’t Look Deeper, con Don Cheadle, Emily Mortimer e
Helena Howard nel cast.
Samuel L. Jackson and Jon
Favreau in Columbia Pictures' SPIDER-MAN: FAR FROM
HOME.
Insieme agli annunci del panel dei Marvel Studios
al Comic-Con sui film e le serie tv di Disney + in arrivo per
la Fase 4, Kevin Feige ha menzionato anche altri progetti in
sviluppo come Black Panther 2, Captain
Marvel 2,
Guardiani della Galassia Vol.3 e l’ingresso dei
Mutanti e dei Fantastici 4 nel MCU, titoli sui
quali il presidente dello studio è rimasto ancora vago. Ma secondo
una teoria di un fan, c’è un indizio nel finale di Spider-Man: Far
From Home che sembra suggerire l’arrivo della prima
famiglia Marvel.
Ci troviamo in una delle due scene
post credits, quella che rivela l’attuale posizione del vero
Nick Fury mentre sulla Terra, al suo posto, c’è lo
Skrull Talos insieme alla “finta” Maria Hill: l’ex
direttore dello SHIELD si trova infatti nello spazio e sta
lavorando insieme agli alieni a bordo di una enorme astronave (per
alcuni la base di SWORD, la nuova organizzazione segreta) ed è qui
che entrerebbero in gioco i Fantastici
Quattro.
La teoria infatti crede che i
supereroi saranno i membri della nuova forza intergalattica che
garantirà il mantenimento della pace governata da Nick Fury, e sarà
proprio questa situazione a fornire ai quattro i loro poteri.
Ovviamente non abbiamo la certezza né gli strumenti per poter
verificare quanto detto, tuttavia si tratta di un’interpretazione
interessante del modo in cui i Marvel Studios potrebbero raccontare
le origini degli eroi.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Annunciato durante il Comic-Con come
uno dei titoli più attesi della Fase 4, Shang-Chi and the
legend of the Ten Rings farà luce sulle origini e
l’aspetto del “vero” Mandarino, personaggio già
introdotto nel MCU grazie al colpo di scena di
Iron Man 3 (dove era interpretato da Ben
Kingsley).
Ma cosa sappiamo del celebre villain? Ecco qualche
curiosità:
1Gli indizi nel MCU
La
presenza del Mandarino nel MCU si è respirata fin dall’inizio,
quando il gruppo di terroristi che rapisce Tony Stark viene
chiamato appunto “I Dieci Anelli”. I membri di quell’organizzazione
sono tornati in Iron Man 2 e
Ant-Man, e infine in Iron Man 3
dove il villain si è ufficialmente rivelato sotto forma di
inganno.
Grazie al corto All Hail the
King, dove vediamo Trevor Slattery in prigione ricevere la
visita di Jackson Norriss, sono stati svelati tutti i segreti
relativi al vero Mandarino e del suo arrivo imminente.
L’ultimo aggiornamento sui
possibili sequel di Mad Max risale allo scorso
febbraio, quando un’indiscrezione diffusa da Fandango aveva parlato
dello sviluppo del nuovo film del franchise. Questa ipotesi era già
stata confermata da Tom
Hardy in un’intervista con Variety dove si spiegava
che Fury Road era solo il primo capitolo di una
nuova trilogia scritta e diretta da George Miller
il cui sviluppo veniva frenato unicamente dai costi e dall’impegno
di una produzione così grande.
Ora è lo stesso Miller a tornare
sulla questione rivelando a Indiewire che si, due film del
franchise sono in arrivo insieme ad uno spin-off dedicato al
personaggio di Furiosa,
l’eroina interpretata da Charlize Theron.
Secondo il regista infatti, “il
caos si è stabilizzato” (in riferimento ai problemi tra la
Warner Bros. e la sua casa di produzione) e la squadra è pronta per
iniziare i lavori:
“È stato difficile attirare
l’attenzione di chiunque, e come conseguenza siamo arrivati al
litigio. Il caos si è stabilizzato e la situazione è diventata
estremamente positiva poiché la polvere sembra essersi stabilizzata
dopo la fusione di AT&T […] Ci saranno due storie, ed entrambe
coinvolgeranno Mad Max, e anche una su Furiosa. Stiamo ancora
risolvendo la faccenda ma sembra abbastanza chiaro che
succederà“.
Come riportato nei mesi scorsi da
Variety, Ruben Fleischer non avrebbe potuto
dedicarsi dedicarsi a Venom
2 perché occupato con altri progetti, spingendo così
la produzione a individuare il perfetto sostituto per la regia del
sequel in cantiere. Ora, secondo l’ultimo aggiornamento
dell’Hollywood Reporter, il candidato numero uno sarebbe
Andy Serkis.
L’attore, che ha già diretto due
lungometraggi (Breathe e Mowgli),
è dato come potenziale regista del film sul simbionte dei fumetti
Marvel insieme ad altri nomi in
lizza incontrati dalla Sony. Lo studio inoltre, vorrebbe iniziare i
lavori entro Novembre 2019.
Vi ricordiamo che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche nel
sequel di Venom, progetto già in
sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso
autunno, e a confermarlo è stata la produttrice Amy
Pascal in una recente intervista dove si è parlato, tra le
altre cose, anche del possibile crossover con Spider-Man e del
futuro di Miles Morales.
“Posso dire che Tom Hardy ci
sarà, ma d’altronde aveva interpretato magnificamente quel
personaggio nel primo film. Credo che il trionfo al botteghino sia
stato determinato da un paio di fattori, uno dei quali è l’ottimo
lavoro svolto dalla Sony nel creare quel franchise con una vita e
un mondo tutto suo. Il secondo è ovviamente Tom Hardy. Quando pensi
a Venom, non riusciresti a immaginare nessuno, tranne lui, seduto
in quella vasca di aragoste.“
E sul possibile incontro tra
Spider-Man e Venom al cinema, la
Pascal è sembrata più cauta, spiegando che “l’importante è
assicurarsi che questi franchise funzionino individualmente, ma
siamo ben consapevoli dell’interesse dei fan in merito e a tutti
piacerebbe vedere un crossover. Mai dire mai, magari potrebbe
succedere…“
Continuano ad arrivare piccoli
assaggi dell’edizione homevideo di Avengers:
Endgame che sarà disponibile a partire dal 13 agosto
(più tardi in italia), e stavolta il protagonista assoluto della
scena eliminata è Tony Stark, ripreso dopo la sua
morte insieme ai compagni Vendicatori che piangono il sacrificio
dell’eroe.
Nella versione uscita in sala
infatti abbiamo visto soltanto Pepper Potts, War Machine e
Spider-Man al capezzale di Stark, mentre in questa clip estesa
compaiono anche Occhio di Falco, Black Panther e Captain Marvel che si inchinano dando
l’esempio al resto del gruppo.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
I trailer non sono
altro che brevi filmati promozionali di film che in breve tempo
saranno nelle sale cinematografiche italiane o che saranno presenti
su una delle tante piattaforme di streaming digitale.
Il loro compito è creare e far
sviluppare nel pubblico una certa attesa circa il film promosso,
affinché si corra subito al cinema a guardarlo già nei primi giorni
di uscita.
Ma quali sono i trailer
usciti questa settimana da non perdere assolutamente? Scopriamoli
insieme!
1Star Trek: Picard
Sempre in quel di San Diego è stato rilasciato
il video promozionale di Star Trek: Picard, la nuova serie su
Jean-Luc Picard che sarà disponibile su Amazon Prime Video.
Questa serie vedrà il ritorno di Sir Patrick
Stewart, che vestirà nuovamente i panni di Jean-Luc Picard, ruolo
da lui interpretato per sette stagioni in Star Trek: Next
Generation.
Accanto a Stewart, il cast della serie vede
anche la presenza di Alison Pill, Harry Treadaway, Isa Briones,
Santiago Cabrera, Evan Evagora e Michelle Hurd.
Quante volte ci siamo imbattuti nel
logo della Disney? Prima di guardare un film,
durante un viaggio a Disneyland, davanti al merchandise ufficiale,
quel marchio è praticamente ovunque.
Ma cosa sappiamo davvero di questo
iconico logo? Ecco 10 curiosità:
1Il logo attuale
Il
logo attuale presenta un castello molto più dettagliato, il font
unico e un fossato intorno, con l’aggiunta di una stella cadente
che si inarca attraverso la scena. Oltre a evocare un senso di
meraviglia, riesce a portare un messaggio nascosto di desideri che
diventano realtà.
Tra tutti gli annunci del panel dei
Marvel Studios al Comic-Con di San
Diego, il ritorno di Natalie Portman nel MCU per
interpretare la “nuova” Thor in Thor: Love And
Thunder di Taika Waititi è stato
sicuramente il più inaspettato. Molti ricorderanno infatti i
dissidi tra l’attrice e lo studio relativi al periodo di
The Dark World, dopo i quali sembrava
definitivamente spezzato il rapporto professionale delle due parti,
anche se di recente la stessa Portman si era detta disponibile a
tornare nell’universo cinematografico.
Così è stato e quanto pare il
progetto su Jane Foster e la sua nuova identità era in sviluppo da
diversi anni, come dichiarato dal presidente dello studio
Kevin Feige insieme ai motivi che hanno spinto il
premio oscar a tornare nei panni dell’eroina:
“Amiamo la storia di Aaron e
Russell Dauterman Mighty Thor, e la ritengo una delle migliori
serie a fumetti. Taika Waitit ha sfogliato e letto quella run
mentre lavorava a Ragnarok, e appena ha accettato l’idea di girare
un altro film di Thor ci siamo subito chiesti come saremmo riusciti
a tradurla sullo schermo. Si tratterà di un film molto grande con
molti elementi, ma il piano di Taika ci è piaciuto subito e abbiamo
detto si. Poi ci siamo messi in contatto con Natalie, che faa parte
della famiglia Marvel, e l’abbiamo fatta parlare con Taika. Un
incontro è stato sufficiente per accettare la proposta.“
Feige ha inoltre spiegato il
ragionamento che sta alla base della lista dei titoli inseriti
nella Fase 4, e che per il futuro del franchise potremo aspettarci
ancora più sorprese:
“C’è sempre una visione più
ampia, e in un certo senso viene visualizzata solo quando diventa
concreta. Chiedetemi della Fase 5 alla fine del 2021. Faremo lo
stesso delle prime tre fasi, partendo da un film su un personaggio
che conoscete già, Vedova Nera, in un modo che non vi
aspettate“.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Nel corso delle prime tre fasi di
universo condiviso i Marvel Studios hanno saputo
destreggiarsi in armonia tra vari generi cinematografici, dando a
ogni film un’impronta diversa che va dal thriller politico al teen
movie, dall’action alla space opera. Ora gli occhi sono tutti
puntati verso Vedova Nera, il titolo che aprirà la
Fase 4 e che è attualmente in produzione con Scarlett
Johansson ancora nei panni della super-spia Natasha
Romanoff.
E se vi stavate chiedendo a quali
pellicole si ispirerà il cinecomic e quale sarà il tono della
storia, l’attrice sembra aver fornito la risposta a qualsiasi
dubbio:
“Vedova Nera sarà un film
piuttosto grintoso, ma anche sorprendente” ha dichiarato la
Johansson dopo il panel dello studio al Comic-Con di San Diego
(dove sono stati annunciati tutti i progetti della prossima fase),
“È un po’ il primo del suo genere. Abbiamo discusso di
vari riferimenti, come Logan, Terminator 2 o Il
Fuggitivo“.
Tre pellicole, tre grandi cult della
storia del cinema contemporaneo molto diversi tra loro ma con in
comune uno sguardo inedito sull’azione e svariati aspetti che
speriamo vengano tradotti dalla Marvel.
Il Fuggitivo,
uscito nel 1993 e diretto da Andrew Davis, vede protagonista
Harrison Ford nei panni di un uomo ingiustamente condannato per
l’omicidio di sua moglie e in fuga per trovare il vero assassino;
Logan è forse il miglior adattamento del
personaggio mai arrivato sul grande schermo, con un indimenticabile
canto del cigno e uno straordinario Hugh Jackman;
e che dire di Terminator 2, molto più che un
semplice action movie, e un saggio di genere di James Cameron?
Vi ricordiamo che il film vedrà
Scarlett
Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha
Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man
2. Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è
Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di
Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto attualmente in produzione e
presumibilmente ambientato prima degli eventi che l’hanno portata a
diventare una fuggitiva in Avengers: Infinity
War.
Quella che vedremo in Thor: Love And
Thunder, quarto capitolo del franchise annunciato dai
Marvel Studios durante il
Comic-Con, non sarà semplicemente una versione al femminile di Thor
ma Jane Foster in veste di Mighty Thor, nome della
celebre run scritta da Jason Aaron in cui l’eroina
impugna il Mjolnir al posto del Dio del Tuono.
Ma cosa sappiamo del personaggio
che sarà interpretato da Natalie
Portman? Ecco qualche curiosità:
1È diventata Thor prima di essere
Mighty
Sappiamo già che il nuovo film di Thor è
tratto dall’omonimo fumetto Mighty, tuttavia Jane Foster diventa
Thor la prima volta nel corso di What If,
elevandosi a protettrice di Asgard e ottenendo lo status di
dea.
In
quella run finisce per sposare Odino mentre Thor sceglie Lady Sif
come compagna di vita.
A settembre la notizia riportata
dall’Hollywood Reporter dava quasi per certo l’addio di Henry
Cavillal ruolo di
Superman, interpretato in L’uomo
d’acciaio, Batman V Superman e
Justice League, mettendo in disparte ogni progetto
riguardante Man of Steel 2, sequel mai confermato
ma fortemente voluto dall’attore. Da allora si sono rincorse più
indiscrezioni, tra cui quella secondo cui la Warner Bros. avrebbe
aperto delle trattative per portare sul grande schermo le nuove
avventure del supereror sviluppando il film parallelamente allo
standalone su Supergirl.
Anche durante la promozione di
Mission Impossibile: Fallout, intervistato
da Collider, Cavill
aveva confessato che erano in corso delle discussioni dietro le
quinte con la Warner Bros:“Il mio più grande desiderio è
realizzare un sequel diretto di Man of Steel perché c’è tutta una
serie di storie di Superman che voglio raccontare e non vedo l’ora
che arrivi l’opportunità per farlo“.
Ovviamente nessuna di queste voci è
stata confermata nel tempo, ma a quanto pare l’attore sarebbe
ancora disposto a calarsi nei panni dell’amato personaggio ad una
condizione, come segnalato da un utente di Twitter che ha parlato
con lui durante il Comic-Con di San Diego. La star di The Witcher
vorrebbe infatti un cinecomic che esplori “il modo in cui il
potere assoluto influenza le persone“.
He said he still wants to play superman.
Wants a sequel to Man of Steel. Wants to explore how it effects
someone with absolute power, so many stories to tell what makes him
tick
Nel frattempo vi ricordiamo che
l’attore sarà presto su Netflix con la serie The
Witcher, e che è stato scelto per essere il volto nel
nuovo Sherlock Holmes in Enola
Holmes, film prodotto da Legendary Pictures e tratto dalla
serie di libri di Nancy Springer. Al suo fianco, nei panni della
sorella minore di Sherlock e Mycroft, Enola, vedremo la star di
Stranger Things Millie Bobby
Brown, mentre Helena Bonham Carter
interpreterà sua madre.
La regia è stata affidata a Harry
Bradbeer (Killing Eve) al quale verrà affiancato lo
sceneggiatore Jack Thorne, che di recente ha firmato l’adattamento
di Queste Oscure Materie.
Orphan Black è una
di quelle serie che ha contribuito a rivoluzionare il concetto di
serie stesso, grazie alla sua struttura narrativa e visiva.
Questa serie è entrata sin da
subito nel cuore degli spettatori, rimasti colpiti dalla sua
originalità narrativa e dalle interpretazione della giovane
protagonista, diventando uno dei prodotti del piccolo schermo più
apprezzati degli ultimi anni.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Orphan Black.
Orphan Black serie
1. L’idea è nata nel
2003. Il concetto di base, dal quale poi è stata
sviluppata la serie,
ha avuto origine nel 2003, quando Graeme Manson e
John Fawcett ci hanno pensato.
2. I cloni sono
interpretati dalla stessa attrice. Tatiana
Maslany ha interpretato tutti i cloni presenti nella serie
e la cosa è ancora più impressionante quando li nota mentre
interagiscono tra di loro. Tutto ciò è stato reso possibile anche
grazie al lavoro compiuto dalla computer grafica.
3. Secondo uno degli
attori, la serie cambia il punto di vista sull’umanità.Jordan Gavaris ha infatti sostenuto che, secondo
lui, la serie ribalta di molto la classica narrativa che punta
sulla concezione dell’essere umano: “Penso, e adoro questo termine,
che è con la mitologia che ci raccontiamo cose su cosa significhi
essere degli esseri umani e di come semplicemente non è vero… la
mitologia dell’uomo, la mitologia della donna, la mitologia di è
lesbica, la scienza dei disadattati, la casalinga, sono tutti
miti”.
Orphan Black streaming
4. La serie è disponibile
in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere la
Orphan Black, basta sapere che è disponibile sulla piattaforma di
streaming digitale legale di Netflix.
Orphan Black episodi
5. Ci sono titoli non
originali. Stando a quanto confermato dalla BBC, i titoli
degli episodi della quarta stagione sono stati tratti o ispirati
dagli scritti di Donna J. Haraway, illustre
professoressa emerica presso l’Università della California, Santa
Cruz. Gli autori dello show sono stati influenzati dai suoi scritti
nel comprendere come le considerazioni etiche della clonazione
umana potrebbero influenzare la psiche dei personaggi
principali.
6. Una serie durata cinque
stagioni. Questa serie era già stata programmata
idealmente per durare circa cinque stagioni e così è stato, andando
in onda dal 2013 al 2017, per un totale di 50 episodi da 42 minuti
l’uno.
Orphan Black cast
7. La protagonista aveva un
aiuto. Tatiana Maslany, interprete principale della serie,
ha dichiarato di avere avuto una squadra che le impediva di
confondere i personaggi. Ad esempio, se stava recitando in una
scena in cui sono presenti di Alison che Sarah e lei recitava nel
ruolo di Alison, se la sceneggiatura le diceva di alzare gli occhi
la squadra di assicurava che fosse un momento di Alison e non di
Sarah.
8. Maslany ha recitato con
dei doppi. Per girare le scene con i suoi cloni, l’attrice
avrebbe recitato insieme ad alcuni attori doppi, per poi ripetere
la scena cambiando il doppio. Il regista John Fawcett ha descritto
tutto ciò come un processo che ha richiesto molto tempo.
9. Una parte è stata
scritta per un’attrice. Evelyne Brochu, che nella serie
interpreta Delphine, è stata una delle attrici in corsa per
ottenere il ruolo principale. Non è stata scritturata, tuttavia, la
parte di Delphine è stata scritta appositamente per lei, così come
confermato dal creatore della serei Graeme Manson.
Orphan Black premi
10. La serie è stata
candidata a diversi premi. Nel corso delle cinque
stagioni, la
serie ha ricevuto diverse nomination, prevalentemente rivolte a
Tatiana Maslany, nominata ai Golden Globe, ai Screen Actors Guild,
ai People’s Choice, ai Satellite e agli Emmy. Di fatto, i premi
vinti consistono principalmente in un Critics’ Choice Award nel
2014 e un Emmy nel 2016 per la Miglior attrice protagonista in una
serie drammatica.
In svedese,
Midsommar significa Mezza Estate,
il periodo dell’anno in cui la natura celebra la sua lussureggiante
vita, in cui le giornate sono lunghe e luminose e in cui è
ambientato il film che proprio da questo giorno prende il nome:
Midsommar – il villaggio dei dannati, opera
seconda di Ari Aster (Hereditary).
A dispetto dell’immaginario evocato
(estate, luce, fiori e colori), già il sottotitolo del film, creato
a esclusivo beneficio del pubblico italiano, indica che qualcosa,
in questa festosa e lussureggiante estate svedese, non quadra. E la
storia, a dire il vero, comincia negli Stati Uniti, con Dani,
attanagliata da attacchi di panico, durante una sequenza notturna
claustrofobica, da manuale. Siamo di fronte alla nostra
protagonista, una ragazza che deve fare i conti con una terribile
perdita familiare e che si aggrappa con tutta se stessa a Chris, il
fidanzato che non la ama più e che, a sua volta, non riesce a
staccarsi da lei proprio perché la ragazza sta vivendo questo
grande dolore ed è sola al mondo. Per cercare di tirarla su di
morale, il ragazzo decide quindi di portarla in vacanza con lui e i
suoi amici in Svezia, nel villaggio immaginario di Hårga, dove in
occasione della Mezza Estate si celebrano rituali antichi di
rigenerazione e purificazione, all’interno di una comunità rurale
ancorata alle tradizioni del posto.
Come in Hereditary,
la donna deve gestire un forte senso di inadeguatezza e deve
elaborare un lutto in un contesto estraneo che la mette a disagio,
mantenendola sotto stress. Tuttavia, se nel suo esordio, Aster
adotta una struttura narrativa con climax ascendente, secondo cui
la rivelazione finale mette tutti i pezzi del puzzle al suo posto e
sfrutta al meglio i canoni del cinema horror, sia da un punto di
vista formale che contenutistico, in Midsommar – il
villaggio dei dannati il regista mescola le carte,
disperde il concetto di maligno e mette lo spettatore di fronte a
un racconto che dalla metà del film in poi diventa un lungo
rettilineo che ci costringiamo a percorrere, sapendo che alla fine
qualcosa di orribile accadrà, ma continuando a mettere un piede
davanti all’altro perché cullati dai colori sgargianti, dai suoni
ovattati, dalla luce accecante che non va mai del tutto via, come
accade ogni estate nel Nord del Mondo.
Ari Aster sembra
adottare per il suo film la forma del dolore, nel senso che
abbandona le strutture narrative tradizionali e realizza un
racconto che resta fermo, nell’immobilità della luce accecante,
nella perfezione delle simmetrie sulle quali indugia, sulla ricerca
linguistica di una simbologia scritta che racconta di credenze,
riti e incantesimi che non vengono mai spiegati, ma costantemente
suggeriti, ad aumentare la sensazione di inquietudine.
Come la protagonista, anche lo
spettatore, da un certo punto in poi, smette di combattere contro
ciò che non comprende ed abbraccia la danza, il rito, la fine della
realtà per come la conosce, lascia andare persino il suo dolore,
riversandolo in un ritrovato senso di appartenenza al quale sembra
aggrapparsi soltanto perché le offre la possibilità di lasciarsi
alle spalle quel nero pozzo di disperazione nel quale stava
affondando.
Visivamente, Midsommar – il
villaggio del dannati raggiunge i suoi lussureggianti
picchi di bellezza nel finale, quando le coreografie dei riti
pagani, le danze, le decorazioni, conferiscono alle immagini una
bellezza statica che ricorda Peter Greenaway,
nelle suggestioni, ribadendo però la sua forte identità di prodotto
unico.
Con Midsommar – il villaggio
dei dannati, Ari Aster riesce a
raccontare uno stato d’animo attraverso impressioni, e anche per
questo la comunicazione in senso stretto diventa secondaria,
lasciando spazio alla vitalità espressiva dell’immagine.
Il trailer di Midsommar – il villaggio del
dannati
In occasione dell’uscita al cinema
di Men In Black:
International, ecco l’intervista a Laurie
MacDonald e Walter F. Parkes, produttori
storici della serie, che hanno parlato del ritorno del franchise,
della scelta di Tessa Thompson come protagonista e
soprattutto di come si fa a sapere se il film al quale si sta
lavorando sarà un successo.
Men In Black:
International, film diretto da F. Gary Gray, è uno
spin-off della celebre saga nata nel 1997 che per anni ha visto
protagonisti Will Smith e Tommy Lee Jones nei panni degli agenti J
e K. In questo nuovo capitolo è una giovane donna, l’agente M
(Tessa Thompson), a indossare gli eleganti abiti e gli occhiali
neri dei MiB. Ma il suo primo contatto con in Men in Black è
avvenuto molto tempo prima, nel 1996, quando Molly – questo il vero
nome dell’agente – era solo una bambina. Dopo aver visto una
creatura aliena nella sua stanza, il futuro agente M ha assistito a
una scena alquanto strana: i suoi genitori sono stati sparaflashati
da due misteriosi uomini in giacca e cravatta.
Come promesso Sony
Pictures ha diffuso il primo trailer ufficiale di Zombieland:
Double Tap, sequel che arriverà nelle sale dieci anni dopo
l’originale cult diretto da Ruben Fleischer.
Le riprese del film sono
iniziate lo scorso gennaio Los Angeles, mentre la trama – ancora
avvolta nel mistero – dovrebbe riprendere le sorti dei quattro
protagonisti (Columbus, Tallhassee, Witchita e Little Rock) che
oggi vivono in un mondo in cui l’apocalisse zombie si è
evoluta.
Vi ricordiamo che Zombieland –
Doppio Colpovede
ancora alla regia Fleischer
mentre Jesse Eisenberg, Woody
Harrelson, Emma
Stone e Abigail
Breslin riprendono i rispettivi ruoli del film
originale. Nel cast anche Zoey
Deutch, Bill
Murray e Dan Aykroyd.
L’uscita nelle sale è fissata ad
ottobre 2019 mentre la sceneggiatura è stata firmata da Dave
Callaham (Godzilla, Wonder Woman 1984) con Paul Wernick e
Rhett Reese (Deadpool, Deadpool 2). Nel cast
anche Zoey Deutch, Bill
Murray e Dan Aykroyd.
Concorso, Orizzonti, Premio
Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, Venice Virtual Reality,
Venezia Classici prevedono quest’anno, per
Venezia 76, una formazione al femminile.
Si parte con la giuria del Concorso
ufficiale, che come sappiamo è presieduta da Lucrecia
Martel, insieme a Piers Handling
(Canada), storico e critico, Jennifer Kent
(Australia), regista, Stacy Martin (UK), attrice, Rodrigo
Prieto (Messico), direttore della fotografia,
Tsukamoto Shinya (Giappone), regista,
Paolo Virzì (Italia), regista.
In Orizzonti invece la giuria sarà
presieduta da Susanna Nicchiarelli, che vinse
nella categoria due anni fa e che è affiancata da Mark
Adams (UK), direttore artistico, Rachid Bouchareb
(Francia), regista, Mary Harron (Canada),
regista, Eva Sangiorgi (Italia), direttore
artistico.
La Giuria Internazionale del premio
Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De
Laurentiis” è composta da Emir Kusturica –
Presidente (Serbia), regista, Antonietta De
Lillo (Italia), regista, Hend Sabry
(Tunisia), attrice, Michael J. Werner (USA),
produttore, e da un componente ancora da annunciare.
La Giuria internazionale della
sezione Venice Virtual Reality vede:
Laurie Anderson – Presidente (USA), compositrice,
artista, regista, Francesco Carrozzini (Italia),
fotografo, e Alysha Naples (Italia), designer.
La giuria di Venezia
Classici è composta da 22 studenti dei corsi di cinema
delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari,
e assegnerà, senza possibilità di ex aequo, il Premio Venezia
Classici per il Miglior film restaurato. La Giuria è guidata da
Costanza Quatriglio (regista) e premierà anche il
Miglior documentario sul cinema presentato all’interno della
Sezione.
Subito dopo l’annuncio della sua
selezione in Concorso a Venezia
76, è stato diffuso il primo trailer di Martin
Eden, il film di Pietro Marcello con
protagonista Luca Marinelli che vedremo al Lido e
che arriverà nelle nostre sale a partire dal 4 settembre,
distribuito da 01 Distribution.
Dopo aver salvato da un pestaggio
Arturo, giovane rampollo della borghesia industriale, il marinaio
Martin
Eden viene ricevuto in casa della famiglia del ragazzo
e qui conosce Elena, la bella sorella di Arturo, e se ne
innamora al primo sguardo. La giovane donna, colta e raffinata,
diventa non solo un’ossessione amorosa ma il simbolo dello status
sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di enormi fatiche e
affrontando gli ostacoli della propria umile origine, Martin
insegue il sogno di diventare scrittore e – influenzato dal vecchio
intellettuale Russ Brissenden – si avvicina ai
circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e
con il suo mondo borghese…
Martin Eden
racconta la nostra storia, la storia di chi si è formato non nella
famiglia, o nella scuola, ma attraverso la cultura incontrata lungo
la strada. È il romanzo degli autodidatti, di chi ha creduto nella
cultura come strumento di emancipazione e ne è stato, in parte,
deluso. Ma è anche un libro in grado, specie ad una seconda
lettura, di rivelare – al di là del melodramma – la capacità di
Jack London di vedere come in uno specchio le fosche tinte del
futuro, le perversioni e i tormenti del Novecento. Per questo
Martin Eden è un romanzo di grande attualità
politica, e per questo abbiamo immaginato il nostro Martin
attraversare il Novecento, o meglio una “crasi”, una trasposizione
trasognata del Novecento, libera da coordinate temporali,
ambientata non più nella California del romanzo ma in una Napoli
che potrebbe essere una qualsiasi città portuale (non solo)
d’Italia. (Maurizio Braucci e Pietro
Marcello).
È stato presentato, durante una
conferenza stampa al cinema The Space Moderno di
Roma, il programma di Venezia 76, la
settantaseiesima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia, che si svolgerà al Lido dal 28 agosto al 7
settembre. A presiedere la giuria del concorso ufficiale
di questa edizione 2019 c’è Lucrecia
Martel.
Dopo l’annuncio del titolo
d’apertura della Mostra di quest’anno, La vérité di
Kore-eda Hirokazu, sembrava chiaro che il festival di
Baratta e Barbera stesse riabbracciando la sua
natura di Mostra del cinema, mettendo un po’ da parte il glamour
che ha caratterizzato la selezione degli ultimi anni.
La conferenza stampa e lo svelamento
dei titoli scelti da Barbera e dalla sua commissione mostrano
invece una equilibrata via di mezzo tra quello che è il glamour da
tappeto rosso, l’esigenza cinefila di chi partecipa ai festival epr
amore della settima arte, e una manciata di grandi autori che non
mancano mai nelle selezioni di questo prestigio.
C’è inoltre la gara sotterranea con
Cannes e la “corsa agli Oscar” che da anni è vinta dal festival
lidense che presenta i film che più di tutti vengono premiati
durante la stagione dei premi fino agli Academy Awards.
Per quanto riguarda il cinema di
casa nostra, quest’anno verrà rappresentato da Mario
Martone con Il Sindaco del Rione Sanità e
dal brillante Franco Maresco, che aveva già fatto
sognare il Lido con Belluscone, che presenta in
concorso La mafia non è più quella di una volta.
Infine Pietro Marcello con Martin
Eden.
Kore-eda, Andersson,
Assayas, Baumbach, Egoyan, Guerra, Soderbergh formano un
gruppo di autori solidi, interessanti e amati dal circuito dei
Festival. A questi si aggiungono James Gray e
Todd Philips i cui Ad Astra e
Joker erano attesi addirittura in apertura di
festival. Coronano un Concorso di grande prestigio, nomi del
calibro di Pablo Larraìn e Roman
Polanski.
Il manifesto di quest’anno, come
accadde anche lo scorso anno, è firmato da Lorenzo
Mattotti, che però quest’anno sceglie un fotogramma dalla
nuova sigla, che vedremo durante il Festival e che quindi
immaginiamo disegnata sempre del celebre fumettista e illustratore
che, ricordiamo, ha esordito al lungometraggio animato con La
famosa invasione degli orsi in Sicilia proprio quest’anno (il film
è stato presentato a Cannes).
Nonostante le testate internazionali
abbiano già puntato il dito sul fatto che solo due film del
concorso sono diretti da donne, sembra che i temi e le storie
selezionati siano attenti alla rappresentazione di genere, come si
può capire dell’intera selezione ufficiale.
Ecco la SELEZIONE UFFICIALE:
FILM D’APERTURA
“The Truth,” Hirokazu Kore-eda
(in competition)
FILM DI CHIUSURA
“The Burnt Orange Heresy,” Giuseppe Capotondi (out of
competition)
CONCORSO
“The Perfect Candidate,” Haifaa Al-Mansour
“About Endlessness,” Roy Andersson
“Wasp Network,” Olivier Assayas
“Marriage Story,” Noah Baumbach
“Guest of Honor, Atom Egoyan
“Ad Astra,” James Gray
“A Herdade,” Tiago Guedes
“Gloria Mundi,” Robert Guediguian
“Waiting for the Barbarians,” Ciro Guerra
“Ema,” Pablo Larrain
“Saturday Fiction,” Lou Ye
“Martin Eden,” Pietro Marcello
“The Mafia Is No Longer What It Used to Be,” Franco Maresco
“The Painted Bird,” Vaclav Marhoul
“The Mayor of the Rione Sanità,” Mario Martone
“Babyteeth,” Shannon Murphy
“Joker,” Todd Phillips
“An Officer and a Spy,” Roman Polanski
“The Laundromat,” Steven Soderbergh
“No. 7 Cherry Lane,” Yonfan
EVENTO SPECIALE
“Goodbye, Dragon Inn,” Tsai Ming-Liang
FUORI CONCORSO – Fiction
“Seberg,” Benedict Andrews
“Vivere,” Francesca Archibugi
“Mosul,” Matthew Michael Carnahan
“Adults in the Room,” Costa-Gavras
“The King,” David Michod
“Tutto Il Mio Folle Amore,” Gabriele Salvatores
FUORI CONCORSO – Non Fiction
“Woman,” Yann Arthus-Bertrand, Anastasia Mikova
“Roger Waters Us + Them,” Sean Evans, Roger Waters
“I Diari Di Angela – Noi Due Cineasti. Capitolo Secondo,” Yervant
Gianikian
“Citizen K,” Alex Gibney
“Citizen Rosi,” Didi Gnocchi, Carolina Rosi
“The Kingmaker,” Lauren Greenfield
“State Funeral,” Sergei Loznitsa
“Collective,” Alexander Nanau
“45 Seconds of Laughter,” Tim Robbins
FUORI CONCORSO – PROIEZIONI SPECIALI
“No One left Behind,” Guillermo Arriaga
“Il Pianeta in Mare,” Andrea Segre
“Electric Swan,” Konstantina Kotzamani
“Irreversible,” Gaspar Noe”
“Zerozerozero,” Stefano Sollima
“The New Pope,” Paolo Sorrentino
“Never Just a Dream: Stanley Kubrick and Eyes Wide Shut,” Matt
Wells
“Eyes Wide Shut,” Stanley Kubrick
ORIZZONTI
“Zumiriki,” Osker Alegria
“Blanco En Blanco,” Theo Court
“Mes Jours De Gloire,” Antoine De Bary
“Pelican Blood,” Katrin Gebbe
“Un Fils,” Mehdi M Barsaouli
“Nevia,” Nunzia De Stefano
“Moffie,” Oliver Hermanus
“Hava, Maryam, Ayesha,” Sahraa Karimi
“Rialto,” Peter Mackie Burns
“The Criminal Man,” Dmitry Mamuliya
“Revenir,” Jessica Palud
“Giants Being Lonely,” Grear Patterson
“Verdict,” Raymund Ribay Gutierrez
“Balloon,” Pema Tseden
“Just 6.5,” Saeed Roustaee
“Shadow of Water,” Sasidharan Sanal Kumar
“Sole,” Carlo Sironi
“Madre,” Rodrigo Sorogoyen
“Atlantis,” Valentyn Vasyanovych
SCONFINI
“Unposted,” Elisa Amoruso
“The Scarecrows,” Nouri Bouzid
“Once More Unto the Breach,” Federico Ferrone, Michele
Manzolini
“Effetto Domino, Alessandro Rossetto
RESTAURI
“The Incredible Shrinking Man,” Jack Arnold (1957)
“The Grim Reaper,” Bernardo Bertolucci (1962)
“The Spider’s Stratagem,” Bernardo Bertolucci (1970)
“The Criminal Life of Archibaldo del la Cruz,” Luis Buñuel
(1955(
“The Crossing of the Rhine,” “Andre Cayatte (1960)
“Maria Zef,” Vittorio Cottafavi (1981)
“Crash,” David Cronenberg (1996)
“Francesca,” Manoel de Oliveira (1981)
“The House is Black,” Forough Farrokhzad (1962)
“The White Sheik,” Federico Fellini (1952)
“Current,” Istvan Gaal (1963)
“The Hills of Marlik,” Ebrahim Golestan (1964)
“Death of a Bureaucrat,” Tomas Gutierrez Alea (1966)
“Out of the Blue,” Dennis Hopper (1980)
“Ecstacy,” Gustav Machaty (1932)
“Mauri,” Merata Mita (1988)
“Pigeon Shoot,” Giuliano Montaldo (1961)
“New York, New York,” Martin Scorsese (1977)
“The Red Snowball Tree,” Vasiliy Shukshin (1973)
“Way of a Gaucho,” Jacques Tourneur (1952)
Venice College Cinema
“The End of Love,” Keren Ben Rafael
“Lessons of Love,” Chiara Campara
“This is Not a Burial, It’s a Resurrection,” Jeremiah Lemonhang
Mosese
Tra i titoli annunciati della Fase 4
dei Marvel Studios c’è anche
Gli Eterni,
il cinecomic affidato alla regia di Chloe
Zhao che vede nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard Madden
(Ikaris), Kumail Nanjiani (Kingo),
Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak),
Lia McHugh (Sprite) e Don Lee
(Gilgamesh).
Sappiamo pochissimo della trama, che
a quanto pare includerà anche la presenza dei Celestiali. Ma cosa
possiamo aspettarci dal film e quali aspetti potrebbe rivelare
sull’universo Marvel e le sue origini?
1Dove sono ora gli Eterni?
Come gli Asgardiani, gli Eterni sembrano
essere presenti nell’universo da tantissimi anni, quindi il mistero
da risolvere è: dove sono ora, e in che punto della timeline del
MCU saranno inseriti?
Arriva in sala oggi Men In Black:
International, il quarto capitolo del franchise che
vede protagonisti, questa volta, Tessa Thompson e
Chris Hemsworth. Alla regia F. Gary
Gray.
I Men in Black hanno sempre
protetto la terra dalle insidie dell’universo. In questa nuova
avventura dovranno affrontare la più grande minaccia di sempre: una
talpa all’interno dell’organizzazione Men in Black.
Men in Black: International, film
diretto da F. Gary Gray, è uno spin-off della celebre saga nata nel
1997 che per anni ha visto protagonisti Will Smith e Tommy Lee
Jones nei panni degli agenti J e K. In questo nuovo capitolo è una
giovane donna, l’agente M (Tessa Thompson), a indossare gli
eleganti abiti e gli occhiali neri dei MiB. Ma il suo primo
contatto con in Men in Black è avvenuto molto tempo prima, nel
1996, quando Molly – questo il vero nome dell’agente – era solo una
bambina. Dopo aver visto una creatura aliena nella sua stanza, il
futuro agente M ha assistito a una scena alquanto strana: i suoi
genitori sono stati sparaflashati da due misteriosi uomini in
giacca e cravatta.
Non avendo subito la cancellazione
dei ricordi, Molly è cresciuta con un solo desiderio nella vita,
quello di rintracciare il quartiere generale dei Men in Black.
Grazie alla sua determinazione, conquista l’agente O (Emma
Thompson) e viene reclutata tra i MiB della cellula londinese.
Nella capitale inglese M incontra High T (Liam Neeson), che le
assegna come partner il biondo e affascinante agente H (Chris
Hemsworth). Sarà proprio quest’ultimo, nonostante il suo carattere
un po’ ribelle, a insegnarle le basi per affrontare le creature
aliene.
Hight T decide di affidare alla
coppia una missione delicata: combattere una specie aliena in grado
di prendere le sembianze degli agenti e scovare la talpa che si
nasconde nell’organizzazione…
L’Hollywood Reporter conferma che
Greig Fraser, candidato all’oscar nel 2016, sarà
il direttore della fotografia di The Batman, il
cinecomic diretto da Matt Reeves che riavvierà le
sorti del crociato di Gotham al cinema con Robert
Pattinson nel ruolo del protagonista.
L’australiano, noto per aver
lavorato a pellicole come Vice, Zero Dark Thirty,
Foxcatcher, Maria Maddalena e Rogue One: A
Star
Wars Story, ha commentato così la notizia:
“È bello collaborare di nuovo
con Matt dopo Blood Story, e il franchise di Batman è così iconico,
quindi per me è un privilegio poterlo visualizzare a modo mio.
Soprattutto con il potenziale creativo di tutti i talenti e i
tecnici coinvolti davanti e dietro la macchina da presa.”
Il cinecomic dovrebbe svolgersi
negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima
stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic,
Captain Marvel dei Marvel
Studios.
Per alcuni 1990 fa rima con gli
adattamenti di Batman di Tim
Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e
che sono stati fonte di ispirazione per Zack
Snyder per quanto riguarda una scena particolare di
Batman V
Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva
omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di
Batman Returns del 1992), per non parlare del
fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul
personaggio provengono proprio da quel decennio.
Secondo i report, Reeves ha optato
per le storie di Batman: Anno Uno come possibile
punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da
genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros.
impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri
interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain
prevista.
Per The Batman è
stata già fissata l’uscita in sala il 25 giugno
2021.
Annunciato ufficialmente durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con di San
Diego, Thor: Love
And Thunder è il quarto capitolo del franchise sul Dio
del Tuono e farà parte dei titoli che andranno a comporre la Fase 4
del Marvel Universe. E insieme a Natalie Portman,
Chris Hemsworth e Tessa Thompson,
un altro voto volto potrebbe tornare in azione nel film di Taika
Waititi…
A suggerirlo è Jeff
Goldblum, interprete del Granmaestro in
Thor: Ragnarok, con un misterioso tweet che sembra
anticipare in grande stile la presenza del suo personaggio nel
cinecomic.
“Love and Thunder. 2021. Grazie
Taika Waititi“. Cosa avrà voluto dire l’attore con l’immagine
del logo modificata che recita “E non dimenticate il
Granmaestro“? Ovviamente ci auguriamo che l’indizio porti ad
una notizia ufficiale. Che ne pensate?
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Avengers:
Endgame arriverà in edizione homevideo il prossimo 13
agosto e nel disco saranno presenti, oltre alle scene eliminate e
all’omaggio a Stan Lee, anche diversi video che raccontano il
dietro le quinte del film. Non mancherà l’ormai tradizionale
raccolta degli errori e delle papere sul set con protagonisti gli
attori di questa epica avventura.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Non si fa in tempo ad abituarsi ai
film che comporranno la Fase 4 dei Marvel Studios che già si
pensa al futuro dell’universo condiviso e ai personaggi che
torneranno in azione al cinema e in tv. Grazie all’annuncio del
Comic-Con conosciamo tutti gli sviluppi della prossima ondata di
cinecomic, ma che dire invece della Fase 5?
Ecco di seguito i titoli più papabili:
1Secret Wars (?)
I
Marvel Studios stanno mettendo in piedi in silenzio e al riparo
dalle indiscrezioni qualcosa di epico che possa eguagliare la
riuscita della Infinity Saga. Il problema è capire quale sia il
filo conduttore della nuova Fase. Film come Shang-Chi, Gli Eterni e
Vedova Nera non sembrano avere molto in comune, e c’è chi ipotizza
un futuro arrivo alla storyline di Secret
Wars.
Questo evento crossover coinvolge un
personaggio noto come The Beyonder che teletrasporta i vari eroi e
i cattivi dell’Universo Marvel in un luogo chiamato Battleworld, e
avrebbe senso, in tal caso, introdurre anche X-Men e Fantastici 4.
Staremo a vedere…
Sarà la regista e sceneggiatrice
Costanza Quatriglio (Sembra mio figlio,
Terramatta, Con il fiato sospeso) a presiedere la
Giuria di studenti di cinema che – per l’ottavo
anno – assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per i
rispettivi concorsi, MIGLIOR FILM RESTAURATO e
MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA.
La 76. Mostra del Cinema di
Venezia si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre
2019, diretta da Alberto Barbera e organizzata
dalla Biennale presieduta da Paolo
Baratta.
Venezia Classici è
la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale,
con crescente successo, una selezione dei migliori restauri
di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da
cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo.
Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di
Stefano Francia di Celle, Venezia
Classici presenta inoltre una selezione di
documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria
presieduta da Costanza Quatriglio è composta da
22 studenti, ognuno indicato dai docenti dei
diversi corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della
veneziana Ca’ Foscari.
Tra i restauri di Venezia
Classici, si vedranno ad esempio al Lido: Lo
sceicco bianco di Federico Fellini,
che ebbe la première alla Mostra di Venezia del 1952, oggi
presentato in vista del centenario della nascita del regista nel
2020; un “doppio” Bernardo Bertolucci con
La commare secca, esordio del regista
alla Mostra del 1962, e Strategia del
ragno, presentato alla Mostra del 1970; il
sorprendente esordio di Giuliano Montaldo,Tiro al piccione, che ebbe la sua prima
alla Mostra del 1961; un grande film da riscoprire prodotto dalla
Rai, Maria Zef (1981) di Vittorio
Cottafavi; il capolavoro di Manoel de Oliveira,
Francisca (1981); Out of the
Blue (1980) di Dennis Hopper;
New York, New York (1977) di
Martin Scorsese, in una nuova copia 35mm
appositamente stampata per la Mostra in occasione del 100°
anniversario della United Artists. Al termine della proiezione di
quest’ultimo film, seguirà una master class del celebre produttore
Irvin Winkler (Toro Scatenato; Quei bravi ragazzi; New York,
New York, i cinque film della serie di Rocky).
Questo l’elenco completo dei restauri di Venezia
Classici selezionati per la 76. Mostra:
VENEZIA CLASSICI
THE INCREDIBLE SHRINKING MAN [RADIAZIONI BX: DISTRUZIONE
UOMO]
di JACK ARNOLD (USA, 1957, 81’, B/N)
restauro: Universal Pictures
LA COMMARE SECCA (THE GRIM REAPER)
di BERNARDO BERTOLUCCI (Italia, 1962, 92’,
B/N)
restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con
RTI-Mediaset
STRATEGIA DEL RAGNO (THE SPIDER’S
STRATAGEM)
di BERNARDO BERTOLUCCI (Italia,1970, 110’,
Colore)
restauro: Fondazione Cineteca di Bologna e Massimo Sordella in
collaborazione con Compass Film
ENSAYO DE UN CRIMEN (THE CRIMINAL LIFE OF ARCHIBALDO DE
LA CRUZ) [ESTASI DI UN DELITTO]
di LUIS BUÑUEL (Messico, 1955, 92’, B/N)
restauro: Cineteca Nacional México in collaborazione con
Sindicato de Trajadores de la Producción Cinematográfica
LE PASSAGE DU RHIN (THE CROSSING OF THE RHINE) [IL
PASSAGGIO DEL RENO]
di ANDRÉ CAYATTE (Francia, Germania, Italia,
1960, 125’, B/N)
restauro: Gaumont
MARIA ZEF
di VITTORIO COTTAFAVI (Italia, 1981, 122’,
Colore)
restauro: Rai Teche in collaborazione con Cineteca del Friuli,
Fuori Orario (Rai3) e Museo Nazionale del Cinema di Torino
CRASH
di DAVID CRONENBERG (Canada, 1996, 100’,
Colore)
restauro: Recorded Picture Company e Turbine Media Group
(supervisione del restauro di David Cronenberg e del direttore
della fotografia Peter Suschitzky)
FRANCISCA
di MANOEL DE OLIVEIRA (Portogallo, 1981, 167’,
Colore)
restauro: Cinemateca Portuguesa – Museu do Cinema
Khaneh siah ast (the house is black)
di FOROUGH FARROKHZAD (Iran, 1962, 21’,
B/N)
restauro: Fondazione Cineteca di Bologna e Ecran Noir
productions, in collaborazione con Ebrahim Golestan. Con il
sostegno di Genoma Films e Mahrokh Eshaghian.
LO SCEICCO BIANCO (THE WHITE SHEIK)
di FEDERICO FELLINI (Italia, 1952, 86’,
B/N)
restauro: Fondazione Cineteca di Bologna nell’ambito del
progetto “Fellini 100” in collaborazione con RTI-Mediaset e
Infinity
SODRÁSBAN (CURRENT) [NELLA CORRENTE]
di ISTVÁN GAÁL (Ungheria, 1963, 85’, B/N)
restauro: Hungarian National Film Fund – Film Archive
Tappe-Haye Marlik (The Hills of Marlik)
di EBRAHIM GOLESTAN (Iran, 1964, 15’,
Colore)
restauro: Ecran Noir productions e Fondazione Cineteca di
Bologna in collaborazione con Ebrahim Golestan e il
National Film Archive of Iran. Con il sostegno di
Mahrokh Eshaghian e Genoma Films
LA MUERTE DE UN BURÒCRATA (DEATH OF A BUREAUCRAT) [LA
MORTE DI UN BUROCRATE]
di TOMÁS GUTIÉRREZ ALEA (Cuba,
1966, 85’, B/N)
restauro: Academy of Motion Picture Arts and Sciences (Archive)
e Cinemateca de Cuba
OUT OF THE BLUE
di DENNIS HOPPER (Canada, USA, 1980, 94’,
Colore)
restauro: Discovery Productions (John Alan Simon e Elizabeth
Karr)
EXTASE (ECSTASY) [ESTASI]
di GUSTAV MACHATÝ (Cecoslovacchia, 1932, 87’,
B/N)
restauro: Národní filmový archiv (Cineteca di Praga) con il
sostegno di Milada Kučerová e Eduard Kučera e la collaborazione di
Film Servis Festival Karlovy Vary
MAURI
di MERATA MITA (Nuova Zelanda, 1988, 100’,
Colore)
restauro: New Zealand Film Commission
TIRO AL PICCIONE (PIGEON SHOOT)
di GIULIANO MONTALDO (Italia, 1961, 115’,
B/N)
restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Surf
Film
NEW YORK, NEW YORK
di MARTIN SCORSESE (USA, 1977, 163’,
Colore)
Nuova copia 35mm realizzata da Metro Goldwyn Mayer (MGM), in
occasione del 100° anniversario della United Artists
KALINA KRASNAYA (THE RED SNOWBALL TREE) [VIBURNO
ROSSO]
di VASILIY SHUKSHIN (URSS, 1973, 107’,
Colore)
restauro: Mosfilm Cinema Concern (produttore del restauro Karen
Shakhnazarov)
WAY OF A GAUCHO [IL GRANDE GAUCHO]
di JACQUES TOURNEUR (USA, 1952, 91’, Colore
)
restauro: Twentieth Century Fox e The Film Foundation
A completamento della sezione Venezia Classici,
verrà presentata una selezione di documentari sul
cinema e i suoi autori. L’elenco completo della sezione
sarà reso noto nel corso della conferenza stampa di
presentazione del programma della Mostra di Venezia, che
si terrà a Roma domani giovedì 25 luglio alle
ore 11.00 (Cinema Moderno).
Jennifer Lawrence
sarà la protagonista del nuovo film di Paolo
Sorrentino, adattamento del romanzo premio Pulitzer,
Mob Girl.
La Lawrence produrrà anche il film,
basato sulla vita della moglie di un mafioso, Arlyne Brickman,
diventata informatrice della polizia. Con lei produce Justine
Polsky tramite la loro società di produzione, Excellent Cadaver.
Angelina Burnett sta lavorando all’adattamento in sceneggiatura.
Anche Sorrentino produrrà il progetto insieme a Lorenzo Mieli di
Wildside.
Il film segue Brickman che cresce
tra i racket nel Lower East Side di New York City, dove è attratta
dallo stile di vita glamour e appariscente dei mafiosi di New York.
Poco dopo, inizia a frequentare “wiseguys” e fa commissioni per
loro, prima di entrare in azione da sola – diventando infine
informatrice della polizia e testimone principale nel caso che il
governo ha intentato contro la famiglia criminale dei Colombo.
“Vedere questa storia dal punto di
vista di una donna è un nuovo ed entusiasmante approccio nel
raccontare una classica storia di mafia – afferma il fondatore e
CEO di Makeready, Brad Weston – Non potevamo immaginare una squadra
migliore di cineasti, con Jennifer protagonista di un tour de force
e Paolo al timone, per portare la forza e la prospettiva unica
della vita di Arlyne sullo schermo”.
Lawrence e Polsky stanno attualmente
producendo un film per la A24 ancora senza titolo, opera prima
della regista Lila Neugebauer. Sorrentino e Mieli hanno prodotto
The Young Pope per la HBO con Jude Law e sono attualmente in
produzione con The New Pope, con John Malkovich che si unisce al
cast.
Rutger Hauer, il
versatile attore olandese reso famoso da Blade
Runner nel 1982, è morto lo scorso 19 luglio in Olanda,
nella sua casa. Aveva 75 anni. L’agente di Hauer, Steve Kenis, ha
confermato la notizia e ha detto che il funerale di Hauer si è
tenuto oggi, mercoledì.
La sua performance più amata è stata
quella di Roy Batty, il replicante che non voleva morire, dopo aver
visto, nella sua breve e folgorante vita, “cose che noi umani non
possiamo neanche immaginare”. Nel film era l’antagonista di
Harrison Ford e del suo Deckard, ma in molti lo
considerano il vero eroe, la macchina che vuole ribellarsi al suo
creatore e rifiuta di adempiere al suo triste destino.
Ma la sua carriera è stata lunga e
ricca di ruoli, Verhoeven, Olmi, Noyce, in
moltissimi si sono avvalsi della sua presenza scenica e del suo
carisma. Per il grande pubblico, oltre a Blade
Runner, è noto principalmente per
LadyHawke, il film fantasy di Richard
Donner in cui interpretò Etienne Navarre, condannato a non
poter vivere il suo amore con la bella Isabeau, a causa di una
maledizione.
Di recente ha recitato anche in
Valerian e la città dei mille pianeti per
Luc Besson. La sua ultima apparizione
cinematografica è quella in I fratelli Sisters, di
Jacques Audiard, del 2018.
Vi lasciamo con il più vivido ricordo che ha regalato alla
storia del cinema: