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Iron Man: i concept inediti svelano la “vestizione” del Vendicatore corazzato

Arrivato al cinema oltre 11 anni fa, Iron Man ha concluso eroicamente la sua cavalcata su grande schermo la scorsa primavera, con Avengers: Endgame, in cui compie il sacrificio estremo e salva il mondo. La sua influenza sul Marvel Cinematic Universe si è fatta sentire rispetto a tutti i personaggi ed ha sicuramente catturato l’immaginario collettivo con il suo atteggiamento un po’ sbruffone ma dal cuore grande.

Pensavamo di sapere tutto di lui, ma il responsabile dello sviluppo visivo dei Marvel Studios, Ryan Meinerding, ci ha riservato una sorpresa molto gradita, proprio in merito a come appare Iron Man e a come sarebbe potuto essere nei film.

In particolare, via Instagram, Meinerding ha diffuso dei concept del Vendicatore corazzato realizzati per il film di Jon Favreau e mai utilizzati: “Ho realizzato questi concept per aiutare a capire come avrebbe funzionato la sequenza di semi in post-produzione”. 

Nella galleria in basso sono inclusi alcuni altri concept art rilasciati ufficialmente da Adi Granov, dai disegni alternativi di Iron Monger a Tony Stark in azione. Sono tutti davvero fantastici e offrono uno sguardo affascinante al lavoro che ha portato alla creazione di Iron Man quando l’Universo cinematografico Marvel era ancora solo un’idea nella mente di Kevin Feige!

Iron Man 2: un costume mai visto prima in nuove foto

Si tratta di vere e proprie opere d’arte che meriterebbero uno spazio apposito, nonostante servano solo da strumento per i filmmaker per mettere a punto le meraviglie visive che gli spettatori vedranno sul grande schermo.

Da personaggio minore dei fumetti, Iron Man ha segnato irrimediabilmente la storia del cinecomic ma anche quella del cinema in generale e questo fenomeno culturale importantissimo sembra sicuramente un merito condiviso non solo da Feige, Favreau e Robert Downey Jr. ma anche da tutti gli artisti che, come abbiamo visto, hanno contribuito alla realizzazione visiva dell’eroe al cinema.

 
 

C’era una volta a Hollywood: John Travolta scova un errore

C'era una volta a... Hollywood

I destini di John Travolta e Quentin Tarantino tornano ad incrociarsi per una questione abbastanza divertente che riguarda l’ultima fatica del celebre regista e sceneggiatore, ossia C’era una volta a Hollywood: Travolta, che ha visto il film, ha infatti dichiarato di aver scovato al suo interno un errore.

In occasione di un recente Q&A a seguito di una proiezione del suo ultimo film, The Fanatic, l’interprete di Vincent Vega in Pulp Fiction ha spiegato di aver riscontrato un errore storico nella scena della resa dei conti finale tra Cliff Booth (Brad Pitt), Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e i seguaci di Charles Manson.

“Il personaggio di Leonardo DiCaprio sta tornando a casa dall’Italia o da dove si trovava”, ha spiegato Travolta ai fan presenti al Q&A. “La voce narrante dice che ha preso un Boeing 747. Bene: il 747 è stato collaudato per la prima volta nel febbraio 1969, ma è entrato ufficialmente in servizio nel gennaio 1970. Mancavano nove mesi! Avrebbe dovuto essere su un Boeing 707!”.

Ma com’è possibile che John Travolta sia così informato sul mondo dell’aviazione? Forse non tutti sanno che l’attore possiede il brevetto di pilota di aerei di linea ed è un vero e proprio appassionato di storia dell’aeronautica. Inoltre, l’errore scovato da Travolta dimostra quanto egli non sia soltanto un amico e collega di Quentin Tarantino, ma anche un attento osservatore dei suoi film.

Ad ogni modo, un simile errore nel nono film di Tarantino potrebbe essere giustificato dal fatto che tutta la pellicola non è altro che una versione di Hollywood e della storia di quel determinato periodo storico (il 1969) filtrata attraverso i ricordi nostalgici dello stesso regista.

LEGGI ANCHE – C’era una volta a Hollywood: tutti i collegamenti con i vecchi film di Tarantino

Tra i più grandi film della carriera di John Travolta, è impossibile non annoverare Pulp Fiction, il capolavoro di Quentin Tarantino che nel 1994 contribuì a rilanciare la carriera del divo de La Febbre del Sabato Sera e Grease, tanto da fargli conquistare la sua seconda candidatura agli Oscar come Miglior Attore Protagonista.

Ricordiamo che C’era una volta a Hollywood ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt.

Fonte: The Wrap

 
 

La vita nascosta: una nuova clip dal film di Terrence Malick

a hidden life la vita nascosta

Arriverà nei cinema di tutto il mondo il 13 dicembre La Vita Nascosta, il nuovo film di Terrence Malick già visto e amato al Festival di Cannes 2019. Il film non ha ancora una data di distribuzione italiana, ma la Fox Searchlight ha acquistato i diritti di distribuzione del film nel nostro Paese, cosa che fa sperare i fan in una uscita all’inizio del 2020.

Ecco la clip del film:

La storia di A Hidden Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.

La vita nascosta, recensione del film di Terrence Malick

 
 

Star Wars: il vero significato della scena finale di Gli Ultimi Jedi

star wars gli ultimi jedi

Star Wars: Gli Ultimi Jedi non ha entusiasmato i fan, che hanno criticato moltissimo alcune scelte del regista Rian Johnson. Ad oggi, però, il film rimane quello con la maggiore portata rivoluzionaria all’interno del franchise e sembra che la sua scena conclusiva sia la chiave per capire l’intero mondo di Star Wars.

Ricordiamo che la scena conclusiva del film vedeva la Ribellione scampare alla minaccia di Kylo Ren, ormai Leader Supremo, ma, dall’altra parte della Galassia, un bambino, orfano e schiavo, usava la Forza per sollevare un manico di scopa e svolgere i suoi compiti, mentre indossava un anello con il simbolo dei ribelli e guardava, speranzoso, il cielo stellato.

La democratizzazione della Forza ha portato a numerosissime critiche, in quanto molti credevano che si trattasse di un dono per pochi, per gli Skywalker, ad esempio. Per questo, nel film di Johnson, Rey è figlia di nessuno. Anche lei, che viene dal nulla, può essere in grado di sentire la Forza, senza predestinazione, senza retaggio nel sangue. Questo dettaglio potrà ancora essere confutato da L’Ascesa di Skywalker, al cinema dal 18 dicembre, ma la scena finale parla chiaro: la Forza può scorrere in chiunque.

Proprio questo è il succo della spiegazione che Kathleen Kennedy ha fornito durante un’intervista rilasciata a io9 in merito al film in uscita e al proseguimento della saga. Commentando l’ultima scena di Episodio XIII, la produttrice ha dichiarato:

“Il vero significato della Forza è il senso di Star Wars. Sicuramente sarà anche parte di Episodio IX. Ma la Forza è una parte enorme della conversazione sul futuro della saga e su cosa racconterà dopo Star Wars. Una volta che archivieremo Episodio IX e continueremo a raccontare altre storie, la Forza sarà il fondamento di Star Wars.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, scene inedite nel nuovo trailer

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

 
 

Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

quentin tarantino

Sappiamo ormai da diverso tempo – anche per stessa ammissione del diretto interessato – che Quentin Tarantino si ritirerà (o dovrebbe ritirarsi, il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo!) dopo il suo decimo film.

Quale sarà l’ultima avventura di Quentin Tarantino sul grande schermo è al centro di dibattiti e speculazioni ormai da diverso tempo: sarà la sua chiacchieratissima versione vietata ai minori di Star Trek? Oppure il terzo capitolo della saga di Kill Bill?

Lo scorso luglio era stato lo stesso Tarantino a rivelare che lui e Uma Thurman stavano “seriamente” considerando l’idea di un nuovo capitolo della saga con protagonista Beatrix Kiddo. Oggi, in una recente intervista con Andy Cohen, il regista e sceneggiatore di Pulp Fiction e C’era una volta a Hollywood ha aggiornato in merito al progetto, spiegando di avere “un’idea interessante” su ciò che vorrebbe fare con il terzo potenziale film.

“Proprio ieri ho cenato con Uma Thurman”, ha spiegato Tarantino. “Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei piani.”

LEGGI ANCHE – Kill Bill 3: Quentin Tarantino e Uma Thurman “ne stanno parlando”

In attesa che Tarantino ci delizi con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill 3, ricordiamo che il suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt.

Fonte: Joblo

 
 

Dolittle: Robert Downey Jr. fa le audizioni agli animali

È stato diffuso un nuovo simpatico spot tv di Dolittle, il nuovo film con Robert Downey Jr. in cui l’attore fa le audizioni agli animali per entrare nel cast della sua avventura nei panni del veterinario che parla con gli animali.

Dolittle: il primo trailer con protagonista Robert Downey Jr.

Nel cast vocale del film ci sono Rami Malek, Emma Thompson, Michael Sheen, Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio Banderas, John Cena, Marion Cotillard e Tom Holland.

Robert Downey Jr. è impegnato al momento nel press tour di Avengers: Endgame, che si concluderà il 26 aprile con l’uscita del film in tutto il mondo (da noi in Italia il film è programmato per il 24 aprile).

Il Dottor Dolittle è stato creato dall’autore britannico Hugh Lofting nel 1920. L’epoca Vittoriana, un medico decide di curare animali invece che persone perché si scopre in grado di parlare con loro.

Già nel 1967 c’era stato un adattamento per il cinema, con Rex Harrison che interpretò il personaggio e il film che vinse due Oscar, per la migliore canzone e per gli effetti visivi.

 
 

The Batman: il titolo di lavorazione anticipa dettagli della trama

the batman

Il sito Production Weekly ha riportato il titolo di lavorazione per The Batman, che naturalmente potrebbe dare qualche indicazione sulla storia che il film racconterà, mentre intanto la data di inizio delle riprese si fa sempre più vicina.

Il sito conferma che il titolo provvisorio del film è Vendetta. Purtroppo, a parte questo, non ci sono altre informazioni sulla produzione. In relazione a Batman, la parola Vendetta può assumere diversi significati, tutti abbastanza consoni al personaggio.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: Andy Serkis sarà Alfred e Colin Farrell sarebbe in trattative per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo DC), Jeffrey Wright (commissario Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista), infine John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

 
 

Ghostbusters: Legacy, tutti i riferimenti all’originale nel trailer

Ghostbusters: Legacy

A 35 anni dall’arrivo in sala del primo film sugli Acchiappafantasmi, Ghostbusters: Legacy sarà il primo “vero” seguito del franchise con protagonisti Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Harold Ramis.

Il trailer del film, diretto da Jason Reitman e arrivato ieri in rete, ci ha dato la possibilità di dare un primo sguardo al film che, oltre all’atmosfera di cinema per ragazzi anni ’80 e al tono devoto, rispetto agli originali, presenta già dei riferimenti e degli omaggi al film del 1984. Ecco di seguito i riferimenti all’originale nel trailer di Ghostbusters: Legacy.

1Il mastino di Gozer

Per un film di Ghostbusters, quello che vediamo poco nel primo trailer sono i fantasmi. C’è una breve occhiata a qualcosa che potrebbe essere Slimer, ma potrebbe anche non essere lui. Tuttavia, sembra apparire un altro piccolo animale spaventoso del primo film. Il mastino demoniaco che sedeva al fianco di Gozer.

Verso la fine del trailer vediamo un’enorme zampa artigliata cofano della macchina di Paul Rudd, e insieme ad essa si sente un ringhio molto familiare. Sembra che i mostri che abbiamo visto possedere Sigourney Weaver e Rick Moranis nel primo film potrebbero essere tornati. Questa è anche una prova in più che la trama di Ghostbusters: Legacy si collegherà direttamente al primo film.

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Golden Globes 2020: i più grandi “snobbati” della 77esima edizione

golden globes 2019 Golden Globes 2020

Nella giornata di ieri sono state ufficialmente annunciate le nomination dei Golden Globes 2020, la cui cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 5 gennaio.

Le scelte dell’Hollywood Foreign Press Association in merito alle migliori produzioni cinematografiche e televisive dell’anno che sta per chiudersi ci indicano in linea di massima quale sarà l’orientamento della stagione dei premi (Oscar inclusi) in materia di candidature, salvo gli immancabili colpi di scena dell’ultimo minuto.

Come da tradizione, l’annuncio delle nomination – che si tratti dei Globi d’Oro o di qualsiasi altro premio – comporta sempre una certa dose di disappunto, soprattutto in vista di quei film, quei registi o quegli attori che secondo la maggioranza non hanno ricevuto la giusta considerazione.

Di seguito abbiamo raccolto i più grandi titoli e le più grandi personalità (tra registi e attori) “snobbati” dalla 77esima edizione dei Golden Globes:

1Euphoria

Euphoria

Tornando a parlare di piccolo schermo e di serie tv, insieme a When They See Us non si può non annoverare Euphoria tra i grandi snobbati di quest’anno. Nonostante sia stata elogiata dalla critica, che ne ha particolarmente apprezzato l’autenticità nel raccontare la cruda realtà giovanile, la serie creata da Sam Levinson per HBO con protagonista Zendaya non ha ricevuto neanche una candidatura.

Un vero e proprio smacco nei confronti di uno show che si è fatto notare per la finezza della scrittura e per la bellezza delle immagini. Un prodotto che avrebbe meritato maggiore considerazione in questa stagione dei premi, dal momento che sempre più raramente si utilizzano forme così eleganti per raccontare di sofferenze ed abissi così profondi.

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Joker sequel: Todd Phillips non ne ha ancora parlato con Joaquin Phoenix

todd-phillips-joker

Joker ha incassato oltre 1 miliardo di dollari al box office mondiale, ricevendo il plauso della critica fin dalla sua anteprima all’ultima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (dove è stato addirittura premiato con il Leone d’Oro): non sorprende, dunque, che il film di Todd Phillips risulti tra i grandi protagonisti dell’ultima edizione dei Golden Globes, le cui nomination sono state annunciate nella giornata di ieri.

Joker, cinecomic DC vietato ai minori, è riuscito a portare a casa ben quattro candidature, di cui tre in altrettante categorie principali: Miglior Film Drammatico, Migliore Regista (Todd Phillips), Miglior Attore in un film Drammatico (Joaquin Phoenix) e Miglior colonna sonora originale (Hildur Guðnadóttir).

Variety è riuscito ad intervistare il regista Todd Phillips in merito all’attenzione riservata dall’Hollywood Foreign Press Association (l’organizzazione di giornalisti professionisti che assegna i Globi d’Oro) al suo film. Ecco le parole di Phillips in merito:

“Quando ho proposto per la prima volta il film alla Warner Bros., non ho mai pensato a incassi o a nomination. Pensavo solo a come avrei potuto convincerli a realizzare il film. Per quanto concerne l’interesse del pubblico, credo abbiano giocato diversi fattori: sicuramente la performance così coinvolgente di Joaquin Phoenix… si era totalmente immerso in quello che stava facendo. Sul set dicevo sempre al direttore della fotografia che non avevamo bisogno di effetti speciali perché Joaquin era il nostro grande effetto speciale. Prima ancora di iniziare a girare, sapevo quanto avesse investito in questo ruolo e io stesso sapevo di avere tra le mani qualcosa di molto speciale.”

Nel corso della medesima intervista è stato chiesto a Todd Phillips un commento sul chiacchieratissimo sequel del film: ci sarà o non ci sarà? Evitando di scendere nei dettagli, il regista ha commentato brevemente: “È veramente troppo presto per dirlo. Vi giuro che non ho ancora neanche parlato con Joaquin di quello che potrebbe o non potrebbe succedere.”

LEGGI ANCHE – Joker: i dettagli che nessuno ha notato nel film con Joaquin Phoenix

Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin PhoenixZazie BeetzFrances ConroyBrett CullenDante Pereira-OlsonDouglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.

 
 

Baby Yoda salva gli Avengers durante la battaglia in Wakanda

baby yoda

Il mito di Baby Yoda non accenna a tramontare, e mentre la serie The Mandalorian, in onda su Disney +, continua a raccogliere consensi, il piccolo e tenero alieno appartenente alla stessa razza del famoso maestro Jedi, continua ad essere uno dei personaggi più amati dell’anno.

Sul canale Youtube stryder HD viene infatti proposto un nuovo video in cui l’alieno verde scende in campo contro le armate di Thanos sulle pianure wakandiane in Avengers: Infinity War. Ecco di seguito l’esilarante video in cui per le truppe del Titano Pazzo non resta scampo.

Guarda anche:

Senza apparentemente nessun tipo di problemi, Baby Yoda si adatta perfettamente all’universo MCU, quasi come se avesse sempre aspettato dietro le quinte di entrare in scena tra le fila dei Vendicatori. Basta vedere in che modo la battuta di Bruce Banner si adatta all’arrivo di Baby Yoda e Mando, che arrivano proprio quando la battaglia sembra persa. Il tema musicale di Star Wars, inoltre, sembra così naturale con la scena montata in quel modo.

 
 

Steve Rogers è il nonno di Peter Quill? James Gunn smentisce

Steve Rogers

Steve Rogers / Captain America (Chris Evans) è il nonno di Peter Quill / Star-Lord (Chris Pratt)? La teoria, abbastanza “selvaggia” sta impazzando in rete da un bel po’, e parte dall’osservazione di un fan molto attento che ha intercettato Laura Haddock in Captain America: Il Primo Vendicatore.

Andiamo con ordine: un fan del MCU ha visto che Laura Haddock, attrice che in Guardiani della Galassia interpreta Meredith, la mamma di Peter Quill, compare anche nel primo film di Cap nei panni di una fan del Super Soldato. Questo ha portato ad alcune speculazioni. La donna non può essere, per questioni anagrafiche, la mamma di Peter, ma potrebbe essere sua nonna. E se durante quell’incontro, magari intimo, con Cap, l’eroe le avesse lasciato in grembo una bambina, la futura mamma di Peter?

A rispondere sulla questione è intervenuto James Gunn, che, dopo lo stop dai social a seguito del licenziamento da parte di Disney, sta riprendendo la sua intensa attività social, rispondendo a molte domande dei fan.

Il regista ha smentito la teoria. Su Twitter ha citato un articolo che riporta la teoria, smentendola. A sostegno della sua risposta, Gunn cita anche il fatto che abbiamo effettivamente incontrato il nonno di Peter Quill in entrambi i film sui Guardiani, interpretato da Gregg Henry.

https://twitter.com/JamesGunn/status/1203729139267751936?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1203729139267751936&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fcaptain-america-star-lord-grandfather-theory-james-gunn%2F

In effetti, la questione si scontra anche con ciò che tempo fa Chris Evans disse di Steve. In un’intervista, l’attore disse che Captain America potrebbe essere ancora vergine (ai tempi di The Avengers). Prima della trasformazione, Steve non era certo un adone, benché avesse un grande cuore. Dopo la trasformazione, quando le donne cadevano ai suoi piedi, è stato molto preso da faccende molto importanti e serie, cosa che forse lo ha tenuto lontano della attenzioni delle signorine, inoltre l’amore con Peggy non è stato forse mai consumato prima del suo incidente trai ghiacci. Per cui la stessa teoria che Cap possa essere il nonno di Peter Quill non sta affatto in piedi.

Per fortuna, gli eventi di Endgame hanno rimesso le cose al loro posto, e Steve ha avuto tutto ciò che avrebbe sempre meritato dalla vita, una famiglia, dei figli, l’amore della sua vita.

 
 

The Matrix 4: Jonathan Groff in un ruolo misterioso

Jonathan Groff the matrix 4
MINDHUNTER

Arriva da Collider la notizia che Jonathan Groff (Mindhunter) si è unito al cast di The Matrix 4, attualmente in produzione con la regia di Lana Wachowski.

Il ruolo è al momento segreto ma sembra che Groff si schiererà con Neil Patrick Harris, già confermato nel cast, dalla parte dei nuovi cattivi contro cui si scontreranno i nuovi eroi di quest’altro capitolo. Vi ricordiamo che nel cast sono stati già confermati Yahya Abdul-Mateen II, Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss e che il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski.

The Matrix 4: nel film ci saranno Morpheus e un giovane Neo?

Secondo quanto riportato da Justin Kroll di Variety, quello di Reeves non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”, dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il personaggio interpretato nella trilogia originale da Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.

Non potremmo essere più entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo dell’universo di Matrix“.

La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.

Fonte: Collider

 
 

Wonder Woman 1984: i piani per sequel e spin-off sulle Amazzoni

Al recente Brazilian Comic Con è stato presentato il primo trailer ufficiale di Wonder Woman 1984, ma la convention nerd è stata anche una ghiotta occasione per la regista Patty Jenkins – presente all’evento insieme alla star Gal Gadot – di parlare del futuro del franchise sul grande schermo.

Naturalmente, come tutti i grandi franchise che si rispettino, le avventure di Diana Prince al cinema potrebbero non terminare con l’uscita di Wonder Woman 1984 e a tal proposito la Jenkins ha rivelato di avere già una storia pronta per un terzo potenziale film. Queste le sue dichiarazioni in merito riportate dall’Hollywood Reporter:

“In realtà conosciamo già l’intera storia di un terzo possibile film. Si tratta solo di cambiare alcune idee, soprattutto in merito a quando potremmo realizzarlo. Di sicuro non vogliamo realizzarlo nell’immediato. È stato bello realizzare i primi due film quasi back-to-back, ma credo che adesso ci sia bisogno di una pausa. Mi piacerebbe dedicarmi ad altri progetti nel mezzo, senza contare che Gal ha altre cose da fare. Non mi piace prendere decisioni con largo anticipo. Dobbiamo vedere se entrambe avremo ancora voglia di fare un altro film: se così sarà, lo faremo quando sarà il momento.”

Ma un terzo possibile capitolo dedicato a Wonder Woman non è l’unica progetto legato al franchise che sembra occupare i pensieri di Patty Jenkins. Sempre in occasione dell’ultima edizione del  CCXP, la regista ha rivelato che lei e la Warner Bros. hanno considerato la possibilità di uno spin-off dedicato alle Amazzoni.

La regista non ha rivelato particolari dettagli, ma stando a quanto raccontato da un giornalista di CinePop su Twitter, la Jenkins dovrebbe essere coinvolta nel progetto solo in qualità di produttrice esecutiva e non di regista. Se il progetto dovesse essere confermato, si tratterebbe del secondo spin-off ambientato nell’Universo DC dopo l’annunciato film dedicato alle Creature della Fossa viste in Aquaman

LEGGI ANCHE – Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Vi ricordiamo che Wonder Woman 1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.

 
 

Birds of Prey cambierà Harley Quinn, Suicide Squad sarà completamente ignorato

Birds Of Prey Harley Quinn

Dopo l’uscita di Suicide Squad nelle sale, i fan della DC hanno reclamato a gran voce un film interamente dedicato al personaggio di Harley Quinn: quel sogno sembra essersi finalmente concretizzato con Birds of Prey, che arriverà nelle sale a febbraio del prossimo anno.

Dovranno ricredersi, però, tutti quelli che speravano che il cinecomic Birds of Prey con protagonista Margot Robbie sarebbe stato un film interamente dedicato alla Mattacchiona (anche a causa della campagna promozionale che, tra immagini, trailer e poster, ha privilegiato il personaggio della supercriminale), perché stando ad alcune recenti dichiarazioni della regista Cathy Yan, il film racconterà sì la storia di Harley Quinn, ma al tempo stesso non sarà una pellicola interamente dedicata a lei.

“È la storia di Harley, ma è anche la storia di tutte queste altre donne”, ha spiegato la regista in una recente intervista con Screen Rant, facendo riferimento agli altri personaggi che vedremo nel film. “E in un certo senso la storia di una richiama quella dell’altra. Ecco perché il sottotitolo ‘The Emancipation of One Harley Quinn’: si tratta di una storia che viene portata avanti. All’inizio del film troviamo Harley da sola, senza il Joker: durante il film scoprirà che non ha bisogno di nessuno se non di se stessa. Non stringerà per forza amicizia con queste altre donne, ma il loro incontro le porterà ad intraprendere un vero processo di emancipazione. Mi piace il fatto che non sia il film di Harley Quinn: è una cosa sulla quale ho riflettuto tanto quando ho letto la sceneggiatura. È un film dal respiro molto più ampio: non si può parlare neanche di un film di squadra per certi versi…”

A detta della regista, quindi, Birds of Prey avrà modo di concentrarsi su ogni singolo personaggio femminile che vedremo entrare in azione al fianco di Harley Quinn: “Le vediamo insieme, come fossero una squadra. Ma ci sarà anche la possibilità di trascorrere del tempo con ognuna di loro. Tutte sono le protagoniste del film e questo aspetto mi piace tantissimo. Credo che una storia così non sia mai stata raccontata in questo modo.”

Sempre intervistata da Screen Rant, Cathy Yan ha poi parlato del modo in cui il film affronterà i problemi legati alla salute mentale di Harley, problemi che saranno strettamente connessi all’evoluzione del personaggio: “In lei coesiste una profonda dualità. C’è Harley Quinn, ma c’è ancora la dottoressa Harleen Quinzel, con tutta la sua intelligenza. E credo che sia proprio questo che definisca, almeno in parte, il suo superpotere. Al tempo stesso però è facilmente manipolabile, ha un’autostima molto bassa… per non parlare di tutti i problemi nati dalla relazione con il Joker. Insomma, è una grande opportunità per esplorare la donna dietro Harley Quinn, esplorare quella dualità e approfondire la sua psiche”. 

E a proposito della relazione tra Harley Quinn e il Joker, già esplorata in Suicide Squad di David Ayer, la produttrice Sue Kroll ha invece specificato – sempre alle pagine di Screen Rant – che Birds of Prey sarà “un film autonomo, non collegato a Suicide Squad. Non è un sequel, né una continuazione di quella storia. Lei e il Joker si sono lasciati. Birds of Prey sarà il viaggio dell’emancipazione di Harley Quinn e di tutte queste altre donne.”

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Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

 
 

Wonder Woman 1984: dettagli importanti sul costume di Cheetah

I primi character poster di Wonder Woman 1984 ci hanno mostrato la prima foto ufficiale alla Barbara Ann Minerva di Kristen Wiig. Dai fumetti sappiamo che il personaggio dell’attrice comica si trasformerà ad un certo punto in Cheetah, avversario di Diana.

Sempre dai testi originali, sappiamo che il costume di Cheetah è in qualche modo impegnativo perché fa parte di quegli abiti che, in live action, potrebbero risultare ridicoli, per cui è probabile che vedremo un costume della villain adattato alle esigenze del grande schermo, così come capitato diverse volte nella storia dei costumi dei supereroi.

Da Instagram e da alcune dichiarazioni che ha rilasciato Patty Jenkins al CCXP di San Paolo, adesso, abbiamo più informazioni su ciò che sarà il costume di Cheetah. La Warner Bros ha usato il social per diffondere i primi character poster del film, in cui vediamo Diana, Steve, Minerva stessa e Maxwell. Nel poster dedicato al personaggio della Wiig, vediamo che Minerva indossa abiti a stampa animalier, che potrebbero rappresentare uno stadio mediano dello sviluppo del costume, che sarà, secondo le dichiarazioni della regista, comune fondato su elementi practical. Nessuna tutina in CGI, dunque!

In merito al costume, Jenkins ha dichiarato che si tratterà principalmente di effetti pratici, quindi un costume vero e proprio da indossare, ma che si arriva “ad un punto in cui sei un po’ oltre ed hai bisogno di aiuto.”

Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Vi ricordiamo che Wonder Woman 1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.

 
 

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Richard E. Grant anticipa un grande plot twist

star wars: l'ascesa di skywalker
STAR WARS: THE RISE OF SKYWALKER Richard E. Grant as Pryde

La Disney e la Lucasfilm ci hanno ormai abituato alla totale segretezza che vige attorno alla trama degli episodi di Star Wars, e naturalmente Star Wars: L’Ascesa di Skywalker non sfugge a questa regola, considerato che si tratta non solo del capitolo finale della trilogia sequel, ma anche dell’atto finale dell’intera saga degli Skywalker.

Nonostante i numerosi trailer internazionali, le immagini promozionali, gli spot e le featurette di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, possiamo tranquillamente affermare di non conoscere ancora nel dettaglio la trama del film di J.J. Abrams: molto riguardo al film è ancora avvolto nel mistero e siamo certi che non mancheranno i momenti più emozionanti o le scene “a rischio convulsioni”, così come i colpi di scena.

E proprio in materia di colpi di scena e di svolte narrative impreviste che è stato intervistato Richard E. Grant, tra le new entry di Episodio IX nei panni del Generale Pryde. Quando – in una recente intervista con Yahoo – è stato chiesto al noto attore britannico quale sarà, a suo avviso, il momento del film che sconvolgerà maggiormente gli spettatori, Grant ha fatto riferimento ad un grande plot twist che riguarderà uno dei personaggi principali, affermando:

“Ci sarà un grande plot twist che riguarderà uno dei personaggi, ed è qualcosa che non mi sarei mai aspettato di vedere. Ha senso tanto dal punto di vista emotivo quanto da quello della storia, e ho pensato che fosse qualcosa di particolarmente intelligente. Credo sia incredibile prendere qualcosa che è iniziato con il primo film nel 1977 e, dopo nove episodi, portarlo ad una risoluzione.”

Ovviamente, Richard E. Grant non ha potuto rivelare il nome del personaggio in questione. È probabile che questo grande colpo di scena possa riguardare uno dei nuovi personaggi della trilogia sequel, forse Rey o Kylo Ren, ma non è escluso che tale svolta narrativa possa riguardare anche il personaggio di Finn, dal momento che nel film verranno esplorate le origini dell’ex Stormtrooper; o ancora, è probabile che il grande plot twist possa essere collegato al personaggio di Palpatine, il cui ruolo nella storia è stato tenuto nascosto fin dall’uscita del primo trailer ufficiale.

Per scoprirlo bisognerà attendere il 18 dicembre, quando Star Wars: L’Ascesa di Skywalker farà finalmente il suo debutto nelle sale italiane.

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, una nuova anteprima del film in Fortnite

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant. 

Fonte: Screen Rant

 
 

Black Widow: le action figure rivelano il costume completo di Red Guardian

Tra i nuovi personaggi che verranno introdotti nell’attesissimo Black Widow, il cinecomic interamente dedicato al personaggio della Vedova Nera interpretata nel MCU da Scarlett Johansson, figura anche Red Guardian, che avrà il volto di David Harbour, star della serie Stranger Things e del recente reboot di Hellboy.

Il primo trailer ufficiale di Black Widow ci ha permesso di dare un primo sguardo a quello che sarà il look del Guardiano Rosso, ma adesso è grazie alla Hasbro che possiamo osservare ancora più nel dettaglio il costume che sfoggerà l’agente speciale nel cinecomic in arrivo al cinema il prossimo anno.

La società statunitense che produce giocattoli, infatti, ha annunciato la nuova linea di action figure interamente dedicata al cinecomic che darà ufficialmente il via alla Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel. È proprio una prima immagine ufficiale delle bambole giocattolo ad offrirci uno sguardo completo al costume di Red Guardian, con tanto del tradizionale scudo che il Difensore brandisce nei fumetti.

Non abbiamo la conferma che anche nel film vedremo David Harbour entrare in azione con lo scudo, dal momento che questo tipo di action figure si basano generalmente su concept art e non sul prodotto finito.

Potete vedere l’immagine delle action figure di Black Widow, che includo anche i personaggi di Vedova Nera e di Taskmaster, di seguito:

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La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden con Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Fonte: Screen Rant

 
 

Nancy arriva al cinema dal 12 dicembre

Nancy

Nancy, folgorante debutto al lungometraggio della sceneggiatrice e regista Christina Choe premiato al Sundance Film Festival, al Sitges Film Festival, dopo esser stato presentato il 15 novembre in anteprima italiana come pellicola d’apertura al RIFF Rome Independent Film Festival arriverà nelle sale italiane il 12 dicembre grazie a Mariposa Cinematografica e 30 Holding.

Nancy, un teso dramma psicologico in cui nulla è quello che sembra, vede protagonista la pluripremiata Andrea Riseborough (Birdman, Mandy, Morto Stalin Se Ne Fa Un Altro, La Battaglia dei Sessi, Animali Notturni, Oblivion) nei panni di una giovane donna tormentata che decide di presentarsi a quelli che sostiene essere i propri veri genitori, che la credevano scomparsa da trent’anni.

La Riseborough, interprete dotata e camaleontica dall’impressionante filmografia, è affiancata da uno straordinario Steve Buscemi (Fargo, Le Iene, Boardwalk Empire) e da un gruppo di eccellenti caratteristi del grande schermo con esperienze di assoluto prestigio nella serialità televisiva: Ann Dowd (The Handmaid’s Tale, The Leftovers, Masters of Sex), J. Smith-Cameron (Succession, Rectify) e John Leguizamo (John Wick, Bloodline, E.R.). Nancy è un racconto intimo e perturbante che esplora con sorprendente originalità il tema dei legami che uniscono le persone tra loro, e che coglie con grande potenza l’identità di un’epoca nella quale i confini tra verità e menzogna si confondono continuamente.

Realizzato da un team produttivo composto all’80% da donne (contro una media di settore del 12%) e forte di interpretazioni intense e ricche di sfumature, di un ritmo incalzante e di una colonna sonora ipnotica, Nancy è stato salutato dalla critica internazionale come uno dei migliori debutti del 2018.

La trama del film Nancy

Nancy (Andrea Riseborough) è una ragazza di 35 anni dall’indole tormentata e con una vita difficile: è sola, non ha un impiego stabile, vive con una madre malata e burbera (Ann Dowd) e non riesce a sfondare come scrittrice. Nel suo mondo la realtà e la finzione si con- fondono, e nemmeno l’incontro con un uomo gentile e affranto come lei, Jeb (John Legui- zamo), sembra poter cambiare le cose. Un giorno però Nancy si imbatte in una trasmissione televisiva nella quale Leo (Steve Buscemi) ed Ellen (J. Cameron-Smith), una coppia che aveva visto sparire nel nulla la propria bambina trent’anni prima, mostrano come sarebbe oggi il volto della loro figlia, e quel volto somiglia incredibilmente a quello di Nancy. La ragazza deciderà di contattare i due spiegando di esser stata rapita da bambina e da lì inizierà un percorso fatto di verità sofferte, speranza e diffidenza.

Nancy: trailer

 
 

Zanichelli e Il Cinemino insieme per il lancio del Morandini 2020

zanichelli

In occasione del lancio del Morandini 2020storico dizionario dei film e delle serie tv che quest’anno dedica la copertina al film di Bellocchio “Il Traditore”Zanichelli e Il Cinemino lanciano una singolare iniziativa per tutti gli appassionati cinefili: sulla pagina ufficiale Facebook della Casa Editrice, dall’11 dicembre 2019 al 20 febbraio 2020, una selezione di film e serie tv si sfideranno in più confronti ad eliminazione diretta. Sarà quindi il pubblico a decretare i vincitori del contest.

Inoltre, il film vincitore sarà proiettato al Cinemino durante una serata esclusiva il 27 febbraio 2020.

Il nuovo Morandini 2020 edito da Zanichelli

Come da tradizione, anche quest’anno il Morandini 2020, la storica guida alle produzioni cinematografiche e televisive, sceglie per la copertina un film italiano: quello ritenuto il migliore della passata stagione.  Quest’anno la “bibbia dei cinefili” premia l’ultimo lavoro di Marco Bellocchio Il Traditore.

Dopo due anni consecutivi di vittoria, Paolo Virzì passa idealmente il testimone al cineasta più anticonformista del panorama italiano, Marco Bellocchio, che conquista la vetta con la sua ultima opera “Il Traditore”, aggiudicandosi ben 4 stelle.

Premiato con 7 Nastri d’Argento e un Globo d’Oro, Il Traditore è un “un’opera politica, civile, di denuncia sociale dove (…) l’Autore documenta i fatti con una precisione, una puntualità e un’asciuttezza di linguaggio e di immagini davvero ammirevoli.”

Francesco Favino, protagonista poliedrico, padroneggia con lucidità e carisma il ruolo del “boss dei due mondi” “che sceglie di parlare non per vendetta, ma perché non si riconosce più in quella che per lui era una sorta di confraternita, una società di mutuo soccorso con regole e leggi interne, diventata una banda criminale che scatena guerre insensate e uccide innocenti, donne e bambini compresi”.

Il Morandini 2020 (16.500 opere censite nella versione cartacea, 27.000 in quella digitale, dal 1902 all’estate del 2019), promuove altri film celebri della passata stagione cinematografica: 4 stelle anche per Domani è un altro giorno di Simone Spada, con Valerio Mastandrea e Marco Giallini. “È una commedia drammatica esistenziale di forte impatto emotivo, che offre leggerezza, ma mai in modo superficiale, diversi spunti di riflessione.”

Matteo Rovere, con Il Primo Re, riceve invece 3 stelle; nel suo film muscoloso e cinetico, fatto di terra e sangue e privo di sentimento, racconta l’epica tragedia di Romolo e Remo. “Spudorato, coraggioso, brutale, ambizioso”, si legge nella guida.

Stesso punteggio per Dafne di Federico Bondi – un film intenso e delicato che affronta con sensibilità il rapporto padre-figlia “senza retorica e senza paternalismo” – e per Il Grande Spirito di Sergio Rubini.

L’opera n°13 di Rubini è una vera e propria “dichiarazione d’amore per le proprie radici contaminate da un discutibile progresso”.

UNA STAGIONE DI GRANDI SERIE TELEVISIVE

Il Morandini 2020, oltre ai film, dedica un’ampia appendice alle serie tv italiane ed estere; nella sua ultima edizione raccoglie oltre 1100 titoli.

Nella guida, una menzione speciale è riservata alla serie tv Il Commissario Montalbano: da 13 stagioni intrattiene il pubblico italiano con le rocambolesche avventure del Commissario Salvo Montalbano, che con acume e i suoi metodi non sempre del tutto ortodossi risolve casi complessi e difficili da gestire. “Dall’ottima penna di Andrea Camilleri, – si legge infatti nel Morandini – la serie più tipicamente italiana e insieme meglio riuscita che sia mai stata realizzata nel Belpaese, con un Luca Zingaretti di una bravura raramente vista in Italia e così perfetto per il personaggio da dare l’impressione che i libri siano stati scritti per lui”.

Un grande successo anche per la serie Gomorra: con taglio cinematografico, un ottimo cast e splendide musiche, la serie ispirata al romanzo di Roberto Saviano racconta la lotta per il mantenimento del potere da parte del clan Savastano di Secondigliano, in cui spicca il giovane Ciro detto «L’immortale». “Azione e complotti, sparatorie e tradimenti, per una serie italiana di ottimo livello, dove la legge sembra impotente e la narrazione si svolge fra i gruppi criminali che detengono il potere assoluto sul territorio”.

Saverio Costanzo scrive e dirige la trasposizione dei romanzi di Elena Ferrante e dà vita alla serie L’amica geniale, prodotto tv italo-statunitense acclamato dal pubblico, dalla critica e anche dal Morandini. La prima stagione si rifà al primo libro, nel quale si narra il legame fra Elena Greco e Lila Cerullo che crescono insieme, tra enormi difficoltà, in un quartiere degradato della Napoli Anni ‘50.

Bocciato invece Baby, il teen drama tutto italiano firmato Netflix. Liberamente ispirata allo scandalo romano delle baby squillo dei Parioli, la serie narra le vicende di due adolescenti parioline senza problemi economici che per ozio, per insicurezza e per autolesionismo finiscono per prostituirsi. “L’ambientazione ammicca troppo a serie americane, abusa di stereotipi e di dialoghi improbabili. Le validi interpreti avrebbero meritato una sceneggiatura migliore”, afferma senza mezzi termini la critica Morandini.

 
 

Rete degli Spettatori lancia il Premio allo Spettatore

Rete degli Spettatori

Mentre comincia la stagione dei premi (Oscar, Golden Globes, David di Donatello, Nastri d’Argento ecc) e tutti premiano i film, la Rete degli Spettatori lancia il PREMIO ALLO SPETTATORE, un concorso che dà la possibilità al pubblico di vincere gli accrediti per i principali festival italiani.

I film più in vista godono di distributori potenti e lanci milionari e gli spettatori non hanno problemi a vederli. Ci sono però dei film quasi invisibili che a volte valgono molto di più. Ecco l’obiettivo della Rete: scovare spettatori-esploratori, curiosi, appassionati, che hanno voglia di condividere i loro pensieri. Spettatori che meritano un premio.

Partecipare al concorso è facile: basta aver visto uno dei 18 film della rassegna A TUTTO SCHERMO (la lista completa la trovate a questo link)  e scrivere una recensione attraverso i social: per esempio un post su Facebook, oppure un tweet o un video per Instagram o YouTube con le vostre opinioni, ricordando di taggare Rete degli Spettatori.

Le migliori recensioni saranno pubblicate sui nostri canali e parteciperanno a inizio 2020 alla premiazione ufficiale del Premio allo Spettatore. Regolamento completo a questo link.

 
 

Che fine ha fatto Bernadette?: recensione del film di Richard Linklater

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Si apre nell’immacolato panorama dei ghiacciai dell’Antartide il nuovo film di Richard Linklater, intitolato Che fine ha fatto Bernadette?, trasposizione dell’omonimo romanzo, e con protagonista assoluta l’attrice premio Oscar Cate Blanchett. Un luogo, quello mostrato in apertura, che si rivelerà fondamentale per lo sviluppo del personaggio. Nel silenzio e nel candore di un luogo così ai confini del mondo, la protagonista avrà modo di perdersi e ritrovarsi, portando a compimento tanto la storia quanto la metafora che si porta sulle spalle. Sfortunatamente, il nuovo lungometraggio dell’autore di Slacker e Boyhood si rivela essere un prodotto confusionario, trasposizione poco riuscita di un omonimo romanzo evidentemente difficile da riportare in immagini.

La storia è quella di Bernadette Fox (Cate Blanchett), leggenda nel campo dell’architettura ma da tempo ritiratasi a vita privata, e che dietro i grandi occhiali scuri nasconde modi scostanti e un’abrasiva ironia nei confronti del mondo e delle persone. Quando come premio per la pagella perfetta sua figlia Bee chiederà a lei e al padre Elgie un viaggio in Antartide, Bernadette si preparerà come può all’imminente viaggio, che sembra scombussolare la sua routine. Incapace di gestire intoppi e disastri del quotidiano, Bernadette abbandonerà infine i preparativi, facendo perdere le sue tracce. Sarà a quel punto proprio Bee, insieme a suo padre, a dover ricomporre il puzzle e scoprire che fine ha fatto sua madre.

Che fine ha fatto Bernadette?: il film

Un film di Linklater è facilmente riconoscibile per il suo approccio alla storia, ai personaggi, per i temi che animano il racconto e per il suo saperli far emergere con grande spontaneità. Sono caratteristiche queste che, seppur più camuffate rispetto ad altre occasioni, si ritrovano anche in Che fine ha fatto Bernadette?, nuovo film dell’autore texano. Per permettere di entrare nel mondo, e nella testa, di Bernadette, Linklater costruisce una prima parte del film ricca di eccessi, dialoghi, personaggi che si incontrano e scontrano. Li fa muovere senza fornire grandi spiegazioni sul loro passato e sulla loro vera natura. L’effetto è, col senno di poi, funzionale al tema della storia. Partecipando al caos della vita quotidiana della protagonista, anche lo spettatore ne rimane frastornato, ritrovandosi incastrato in quello stesso limbo avvertito da Bernadette, incapace di dar vita a nuovi progetti artistici.

Nel momento in cui tutti questi incastri raggiungono l’apice, ecco che si apre una seconda parte di film dedicata alla ricerca di un nuovo equilibrio, il quale ha inizio con la fuga che genera la domanda del titolo. Fuggire dalla Seattle caotica per la pacifica Antartide diventa così rappresentazione visiva del moto che porta alla possibilità di uscire da una fase stagnante della propria vita, per dare nuovo sfogo alla vena creativa. Una grande metafora nella quale chiunque artista può ritrovarsi, e che stando a quanto affermato dal regista è proprio ciò che lo ha attratto di più del progetto.

Allo stesso tempo, circondata da dispositivi elettronici e dalle ultime trovate della tecnologia, Bernadette sembra trarre un beneficio solo effimero da questi, i quali vengono a sparire dallo schermo nel momento della fuga in Antartide. Tale massiccia presenza, seguita poi da totale assenza, sembra sottolineare ulteriormente come la creazione artistica dipenda esclusivamente da sé stessi, di fatto non potendo delegare tale talento alle intelligenze artificiali che oggi ci circondano, e che sembrano non poter essere di nessun aiuto a riguardo.

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Che fine ha fatto Bernadette? è una trasposizione dal mancato potenziale

Nonostante l’universale e apprezzabile tematica, il film vive tuttavia di una serie di incidenti di percorso che lo rendono probabilmente uno dei lavori meno rilevanti dell’autore. Assegnato a Linklater dalla casa di produzione Annapurna, il film soffre l’adattamento di un romanzo epistolare di difficile riproposizione cinematografica. Ciò si nota in particolare nell’inclusione di una serie di sotto trame che non trovano adeguato approfondimento, finendo con l’apparire elementi superflui e poco incisivi. Tra tutte, quella riguardante i criminali russi è certamente la più evidente.

Benché funzionale alla metafora, lo stesso caos generato nella prima parte del film impedisce la possibilità di entrare facilmente in empatia con la protagonista, che risulta criptica forse troppo a lungo. Nonostante alla sceneggiatura vi sia la mano di Linklater, noto per il suo talento a riguardo, il film appare sbilanciato nella proposizione degli eventi, generando lunghi periodi di vuoto in cui il film sembra non partire mai realmente.

Fortunatamente alla regia vi è Linklater, che pur se non al suo meglio, sa costruire una messa in scena e una gamma di inquadrature e movimenti di macchina mirati a raccontare più di quanto non facciano le parole, che dal canto loro escono senza freni dalle bocche dei personaggi principali. Data la sua presenza, il film riesce in fin dei conti a non cadere nell’anonimato. Nella sua interpretazione di Bernadette, invece, Cate Blanchett si muove, come il film in sé, sul filo del rasoio, a volte eccedendo nella caratterizzazione, altre risultando emotivamente coinvolgente, sempre però con la classe che la contraddistingue.

Difficile negare che Che fine ha fatto Bernadette? sia un mezzo passo falso per Linklater, che negli anni ha incantato con film di ben più alta levatura, e che in questa occasione poco o nulla aggiunge al suo percorso artistico. Nonostante il suo impegno, il film manca di sfoggiare il suo potenziale, rimasto inespresso, dovendosi accontentare di essere una discreta commedia sul processo artistico e la genitorialità.

 
 

No Time to Die: 10 domande che ci lascia il trailer di Bond 25

no time to die

ll primo trailer ufficiale di No Time to Die è stato ufficialmente rilasciato. Naturalmente, le prime immagini della nuova avventura di James Bond – che dovrebbe essere l’ultima per Daniel Craig – ha lasciato aperte una serie di domande che, ovviamente, troveranno risposta soltanto quando il film arriverà nelle sale di tutto il mondo (in Italia uscirà l’8 aprile 2020).

Di seguito abbiamo raccolto le 10 principali domande che ci ha lasciato il trailer del nuovo film dedicato all’iconica spia britannica, diretto da Cary Joji Fukunaga e interpretato anche il premio Oscar Rami Malek:

1Perché Swann avrebbe tradito Bond?

La più grande domanda arriva a 10 secondi dall’inizio del trailer. Perché l’amore della vita di Bond dovrebbe tradirlo? Ciò che quel tradimento comporta e quale impatto avrà sulla loro relazione appare secondario rispetto al fatto che le loro vite sono nuovamente a rischio. Chiaramente, le azioni della Dottoressa Swann e il mondo in cui queste influenzeranno gli altri nuovi personaggi rappresenta uno dei punti cruciali della storia di No Time to Die.

Le ripercussioni di questo tradimento, di questo segreto nascosto, risuoneranno probabilmente lungo tutto l’arco narrativo del film. Perché qualcuno dovrebbe ingannare Bond e fino a che punto questo qualcuno è disposto a spingersi per riscattarsi? Se questo film sarà davvero l’ultimo 007 interpretato da Daniel Craig, è probabile che questo altro tradimento porterà l’agente ad intraprendere percorsi narrativi inesplorati…

Fonte: Screen Rant

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Golden Globes 2020 nomination: Netflix domina le preferenze della HFPA

Golden Globes 2020

Storia del matrimonio di Noah Baumbach, uno sguardo bruciante sulla fine di una relazione, ha ottenuto sei nomination ai Golden Globes 2020. A produrre il film c’è Netflix, il gigante dello streaming, che ha investito miliardi di dollari in contenuti originali negli ultimi anni. Quello che ormai potremmo definire uno studio a tutti gli effetti, oltre a primeggiare in campo cinematografico, ha anche guidato le nomination sul fronte televisivo, segnando quattro nomination a testa per The Crown e Unbelievable. In totale, Netflix ha conquistato 34 nomination ai Golden Globes, tra televisione e cinema, dominando la concorrenza e superando qualsiasi altra compagnia di intrattenimento.

Un altro titolo Netflix, l’epopea di gangster di Martin Scorsese The Irishman, ha raccolto cinque nomination ai Globes, pareggiando con C’Era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino. Chernobyl di HBO ha pareggiato con i due show Netflix a quattro nomination.

Il risultato delle nomination annunciate nella mattinata losangelina del 9 dicembre, è un segno di un nuovo ordine mondiale a Hollywood, che è sempre più dominato dai servizi di streaming. Insieme a Netflix, Hulu e Amazon Prime hanno di che festeggiare, con le nomination a Catch-22 e a La Favolosa Signora Maisel, mentre Apple raccoglie consensi per The Morning Show.

Intanto, mentre Disney ha già lanciato Disney + in Nord America e Olanda, Comcast e WarnerMedia stanno preparando i loro sfidanti, Peacock e HBOMax.

La corsa alla regia cinematografica non ha incluso nessuna regista donna, escludendo artisti del calibro di Greta Gerwig per il suo lavoro in Piccole donne o Lulu Wang per The Farewell – Una Bugia Buona. La categoria vede comunque una serie di nomi di grandissimo prestigio: Tarantino, Scorsese, Jong-Ho, Mendes e Phillips.

Visto che i Golden Globes 2020 dividono le categorie comedy/musical e drama, C’era una volta a Hollywood concorrerà contro Jojo Rabbit, Cena con Delitto, Dolemite is My Name e Rocketman. Mentre The Irishman se la vedrà con 1917, Storia di un Matrimonio, I due papi e Joker.

La cerimonia annuale, ospitata dalla Hollywood Foreign Press Association, è la tappa più divertente della maratona della stagione dei premi, e non sempre rappresenta uno specchio di quello che accadrà ali Oscar, vista proprio la divisione in due categorie dei film che partecipano.

L’edizione 2020 promette di essere costellata di stelle di altissimo livello, alla luce di una stagione cinematografica ricca di titoli di grande pregio. Se la categoria drammatica per il migliore attore vede lo scontro titanico tra Christian Bale (Le Mans ’66), Adam Driver (Storia di un Matrimonio), Joaquin Phoenix (Joker), Antonio Banderas (Dolor y Gloria), insieme al decano Jonathan Pryce (I due papi), quella per il migliore attore comico vede Daniel Craig, improbabile investigatore di Cena con Delitto, confrontarsi con Leonardo DiCaprio (C’era una volta a Hollywood), Taron Egerton (Rocketman), Eddie Murphy (Dolemite Is My Name) e Roman Griffin Davis, il giovane artista che ha fatto il suo debutto con Jojo Rabbit.

La categoria per la migliore attrice in una commedia/musical è un bel misto, con  Cate Blanchett (Che fine ha fatto, Bernadette) ed Emma Thompson (E poi c’è Katherine), che si scontrano con le stelle nascenti Awkwafina (The Farewell – Un Bugia Buona) Ana de Armas (Cena con Delitto) e Beanie Feldstein (Booksmart). La migliore attrice drammatica, invece, presenta una rosa altrettanto interessante: Cynthia Erivo (Harriet), Scarlett Johansson (Storia di un matrimonio), Saoirse Ronan (Piccole donne) e due mutaforma Charlize Theron (Bombshell) e Renée Zellweger (Judy), qui onorate per le camaleontiche interpretazioni di Megyn Kelly e Judy Garland.

Golden Globes 2020: tutte le nomination

Trai grandi esclusi, annoveriamo Robert De Niro e Adam Sandler, che hanno ottenuto alcune delle migliori recensioni delle loro carriere per il loro lavoro in The Irishman e Uncut Gems, ma non sono riusciti a raggiungere la cinquina. Allo stesso modo, Sandra Oh, una vincitrice dell’anno scorso per Killing Eve, è stata esclusa. Forse il più scioccante è stato il fatto che When They See Us, di Ava DuVernay sul caso del jogger di Central Park, è stato completamente ignorato dai Golden Globes 2020, nonostante il diffuso plauso della critica.

Nella migliore interpretazione di un’attrice in una serie televisiva drammatica, Jodie Comer è in competizione con artisti del calibro di Jennifer Aniston (The Morning Show), Olivia Colman (The Crown), Nicole Kidman (Big Little Lies) e Reese Witherspoon, riconosciuta per il suo ruolo in The Morning Show. Le concorrenti come migliore attrice nella categoria di una serie comica sono Christina Applegate (Dead to Me), Rachel Brosnahan (La favolosa signora Maisel), Kirsten Dunst (On Becoming a God in Central Florida), Natasha Lyonne (Russian Doll) e Phoebe Waller-Bridge (Fleabag).

La categoria miglior attore di una serie comica comprende attori come Michael Douglas (The Kominsky Method) e Paul Rudd (Living with Yourself), che sono però meglio conosciuti per il loro lavoro sul grande schermo. Si scontreranno con Bill Hader (Barry), Ben Platt (The Politician) e Ramy Youssef (Ramy). E mentre Game of Thrones è stato ampiamente trascurato dagli elettori di Globes, la star Kit Harrington è riuscita a mettere a segno la nomination come miglior attore drammatico. La sua competizione sarà con Brian Cox (Succession), Rami Malek (Mr. Robot), Tobias Menzies (The Crown) e Billy Porter (Pose).

Oltre ai servizi di streaming, ci sono studios “tradizionali” che hanno comunque fatto la voce grossa alle nomination ai Golden Globes 2020, tra questi c’è Sony Pictures, che ha ottenuto otto nomination, oltre a due candidature per la divisione artistica Sony Pictures Classics. Disney e Warner Bros. hanno registrato sei nomination a testa, con Frozen 2 e Joker. In campo televisivo, l’unica che può ambire a far paura a Netflix è solo la HBO, che ha conquistato quindici nomination con Barry, Chernobyl e Succession.

Per quanto riguarda le serie, oltre a Game of Thrones che avrebbe meritato un posto d’onore, almeno per quanto riguarda il suo posto nella storia produttiva del mezzo, è vergognosa l’assenza di Euphoria, una delle migliori pagine di storia recente della tv mai scritte.

La cerimonia di quest’anno sarà condotta da Ricky Gervais, il creatore di The Office, che ha presentato i Golden Globes altre 4 volte e sostituisce la coppia dello scorso anno, formata da Andy Samberg e Sandra Oh. La cerimonia andrà in onda il 5 gennaio su NBC.

 
 

Ghostbusters: Legacy, il primo trailer del film di Jason Reitman

Ecco il primo trailer di Ghostbusters: Legacy (Ghostbusters: Afterlife in originale).

In versione originale:

A più di trent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon, Paul Rudd.

Sinossi: Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.

 
 

Gli Eterni: quale sarà la loro relazione con gli Avengers?

gli eterni

Gli Avengers possono non aver ancora incrociato le strade con gli Eterni nell’MCU, ma Kevin Feige ha rivelato che gli Eterni sono già consapevoli della presenza degli eroi. Sappiamo che l’attesissimo film con Angelina Jolie e Kit Harington è la seconda voce della lista della Fase 4 della Marvel, ma a parte questo, dettagli come trama e ambientazione sono tenuti nascosti.

Apparendo al CCXP di quest’anno, i Marvel Studios hanno mostrato i primi filmati degli Eterni, insieme ad alcuni nuovi filmati di Black Window, previsto per il 2020. Il presidente dei Marvel Studios ha anche spiegato come gli Eterni si relazionano con i più potenti eroi della Terra, che sono sicuramente destinati a interagire in qualche punto della narrazione, per un crossover epico.

Comic Book era presente a una conferenza stampa al CCXP durante la quale Kevin Feige ha discusso brevemente del rapporto tra Vendicatori ed Eterni, oltre ad anticipare l’arrivo dei Celestiali.

“Gli Eterni sanno dell’esistenza di I Vendicatori. I Vendicatori non sanno molto di Gli Eterni … eppure. I Celestiali sono una parte importante del MCU, ne abbiamo visti alcuni in Guardiani della Galassia. Da nessuna parte li abbiamo però visti nella loro piena potenza, e questo accadrà ne Gli Eterni”.

Questi commenti ribadiscono che i Celestiali svolgono un ruolo vitale nella storia, e abbiamo già visto una loro concept art. Non è stato elaborato il modo in cui gli Eterni vedono i Vendicatori o cosa stavano facendo durante gli eventi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, quindi sarà interessante vedere se vengono fornite spiegazioni durante il film in merito a questo buco.

Gli Eterni: al CCPX ha debuttato il primo footage. Ecco la descrizione

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight)  Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew e Ryan Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

 
 

Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Wonder Woman 1984

Il trailer di Wonder Woman 1984 diffuso ieri in occasione del CCXP di San Paolo in Brasile ha lasciato molti dubbi, con tanti fan che già parlano di una versione femminile di Thor: Ragnarok. Vuoi la scelta della musica e per l’ambientazione anni ’80, vuoi per una questione cromatica e di look, il film sembra effettivamente ricordare quello di Taika Waititi.

Tuttavia, sappiamo che la seconda collaborazione di Gal Gadot e Patty Jenkins riserverà molte sorprese, a partire dai segreti nascosti nel trailer che potete scoprire di seguito:

1La Golden Eagle di Wonder Woman

Wonder Woman 1984

Il trailer di Wonder Woman 1984 termina con uno splendido shot di Diana nella sua nuova armatura “Golden Eagle”. Questa armatura fu introdotta nella storia di Elseworlds del 1996, Kingdom Come, con Diana che la indossava per scendere in guerra in prima linea.

Da allora è stata incorporato nella continuity della DC Comics, e Diana la indossa praticamente ogni volta che sta per andare in guerra. L’armatura dell’Aquila reale è resistente ed efficace e nei fumetti è stata forgiata dalla madre di Diana, Ippolita. Il DCEU potrebbe cambiare un po’ le cose, dal momento che Diana potrebbe aver ottenuto l’armatura dopo la sua visita a Bana-Mighdall.

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Golden Globes 2020: tutte le nomination

Golden Globes 2020

Dakota Fanning, Susan Kelechi Watson e Tim Allen insieme agli ambasciatori dei Golden Globe Dylan e Paris Brosnan, il presidente della Hollywood Foreign Press Association Lorenzo Soria hanno annunciato le nomination ai Golden Globes 2020.

Ecco tutte le nomination ai Golden Globes 2020

Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Christopher Abbott (“Catch-22”)
Sacha Baron Cohen (“The Spy”)
Russell Crowe (“The Loudest Voice”)
Jared Harris (“Chernobyl”)
Sam Rockwell (“Fosse/Verdon”)

Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Kaitlyn Dever (“Unbelievable”)
Joey King (“The Act”)
Helen Mirren (“Catherine the Great”)
Merritt Wever (“Unbelievable”)
Michelle Williams (“Fosse/Verdon”)

Best Television Limited Series or Motion Picture Made for Television
“Catch-22″ (Hulu)
“Chernobyl” (HBO)
“Fosse/Verdon” (FX)
The Loudest Voice (Showtime)
“Unbelievable” (Netflix)

Best Motion Picture – Foreign Language
The Farewell” (A24)
Pain and Glory” (Sony)
Portrait of a Lady on Fire” (Pyramide Films)
Parasite” (CJ Entertainment)
“Les Misérables” (BAC Films, Amazon)

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Alan Arkin (“Kominsky Method”)
Kieran Culkin (“Succession”)
Andrew Scott (“Fleabag”)
Stellan Skarsgård (“Chernobyl”)
Henry Winkler (“Barry”)

Best Television Series – Musical or Comedy
“Barry” (HBO)
“Fleabag” (Amazon)
“The Kominsky Method” (Netflix)
“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)
“The Politician” (Netflix)

Best Original Score – Motion Picture
Daniel Pemberton (“Motherless Brooklyn”)
Alexandre Desplat (“Little Women”)
Hildur Guðnadóttir (“Joker”)
Thomas Newman (“1917”)
Randy Newman (“Marriage Story”)

Best Screenplay – Motion Picture
Noah Baumbach (“Marriage Story”)
Bong Joon-ho and Han Jin-won (“Parasite”)
Anthony McCarten (“The Two Popes”)
Quentin Tarantino (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Steven Zaillian (“The Irishman”)

Best Original Song – Motion Picture
“Beautiful Ghosts” (“Cats”)
“(I’m Gonna) Love Me Again” (“Rocketman”)
“Into the Unknown” (“Frozen II”)
“Spirit” (“The Lion King”)
“Stand Up” (“Harriet”)

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Patricia Arquette (“The Act”)
Helena Bonham Carter (“The Crown”)
Toni Collette
Meryl Streep (“Big Little Lies”)
Emily Watson (“Chernobyl”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Musical or Comedy
Michael Douglas (“The Kominsky Method”)
Bill Hader (“Barry”)
Ben Platt (“The Politician”)
Paul Rudd (“Living with Yourself”)
Ramy Youssef (“Ramy”)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy
Christina Applegate (“Dead to Me”)
Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Kirsten Dunst (“On Becoming a God in Central Florida”)
Natasha Lyonne (“Russian Doll”)
Phoebe Waller-Bridge (“Fleabag”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Drama
Brian Cox (“Succession”)
Kit Harington (“Game of Thrones”)
Rami Malek (“Mr. Robot”)
Tobias Menzies (“The Crown”)
Billy Porter (“Pose”)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Drama
Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
Olivia Colman (“The Crown”)
Jodie Comer (“Killing Eve”)
Nicole Kidman (“Big Little Lies”)
Reese Witherspoon (“Big Little Lies”)

Best Actor in a Supporting Role in Any Motion Picture
Tom Hanks (“A Beautiful Day in the Neighborhood”)
Anthony Hopkins (“The Two Popes”)
Al Pacino (“The Irishman”)
Joe Pesci (“The Irishman”)
Brad Pitt (“Once Upon a Time in Hollywood”)

Best Actress in a Supporting Role in Any Motion Picture
Kathy Bates (“Richard Jewell”)
Annette Bening (“The Report”)
Laura Dern (“Marriage Story”)
Jennifer Lopez (“Hustlers”)
Margot Robbie (“Bombshell”)

Best Actor in a Motion Picture – Musical or Comedy
Daniel Craig (“Knives Out”)
Roman Griffin Davis (“Jojo Rabbit”)
Leonardo DiCaprio (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Taron Egerton (“Rocketman”)
Eddie Murphy (“Dolemite Is My Name”)

Best Motion Picture – Animated
“Frozen II” (Disney)
“How to Train Your Dragon: The Hidden World” (Universal)
“Missing Link” (United Artists Releasing)
“Toy Story 4” (Disney)
“The Lion King” (Disney)

Best Director – Motion Picture
Bong Joon-ho (“Parasite”)
Sam Mendes (“1917”)
Todd Phillips (“Joker”)
Martin Scorsese (“The Irishman”)
Quentin Tarantino (“Once Upon a Time in Hollywood”)

Best Actor in a Motion Picture – Drama
Christian Bale (“Ford v Ferrari”)
Antonio Banderas (“Pain and Glory”)
Adam Driver (“Marriage Story”)
Joaquin Phoenix (“Joker”)
Jonathan Pryce (“The Two Popes”)

Best Actress in a Motion Picture – Musical or Comedy
Awkwafina (“The Farewell”)
Ana de Armas (“Knives Out”)
Cate Blanchett (“Where’d You Go, Bernadette”)
Beanie Feldstein (“Booksmart”)
Emma Thompson (“Late Night”)

Best Television Series – Drama
“Big Little Lies” (HBO)
“The Crown” (Netflix)
“Killing Eve” (BBC America)
“The Morning Show” (Apple TV Plus)
“Succession” (HBO)

Best Actress in a Motion Picture – Drama
Cynthia Erivo (“Harriet”)
Scarlett Johansson (“Marriage Story”)
Saoirse Ronan (“Little Women”)
Charlize Theron (“Bombshell”)
Renée Zellweger (“Judy”)

Best Motion Picture – Musical or Comedy
“Once Upon a Time in Hollywood” (Sony)
“Jojo Rabbit” (Fox Searchlight)
“Knives Out” (Lionsgate)
“Rocketman” (Paramount)
“Dolemite Is My Name” (Netflix)

Best Motion Picture – Drama
“The Irishman” (Netflix)
“Marriage Story” (Netflix)
1917” (Universal)
“Joker” (Warner Bros.)
“The Two Popes” (Netflix)

I premi saranno assegnati il prossimo 5 gennaio.

 
 

Noir in Festival: Il mistero Henri Pick film di chiusura

Il mistero Henri Pick

È giunta al giro di boa la 29ma edizione del Noir in Festival che dopo l’esordio a Como si concluderà a Milano la sera di mercoledì 11 dicembre con l’anteprima de Il mistero Henri Pick  (Le mystère Henri Pick) (ore 21:30 – IULM 6, Auditorium), in sala dal 19 dicembre per I Wonder Pictures.

Fabrice Luchini e Camille Cottin sono i protagonisti della pellicola diretta da Rémi Bezançon, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di David Foenkinos, che ruota attorno alla figura di un misterioso scrittore e del suo romanzo: come ha fatto Henri Pick, semplice pizzaiolo, a scrivere un libro che in breve tempo diventa bestseller? Chi si nasconde dietro la sua identità? Una commedia brillante e sorprendente, piena di colpi di scena e rivelazioni inaspettate, perfetta conclusione di quel viaggio dalla letteratura al cinema, dalle parole alle immagini e, viceversa, che quest’anno il Noir in Festival celebra assieme a SIAE.

Per la mattinata di martedì 10, il Noir in Festival rende omaggio a due registi che nella loro carriera si sono ampiamente confrontati, seppur in maniera diversa, con il genere: il primo è Claudio Bonivento, a cui quest’anno va il Premio Luca Svizzeretto, che racconterà la sua esperienza di regista e produttore tra cinema e televisione (ore 10:00 a IULM 6, sala dei 146). A seguire Fulci Talks, un incontro con la regista Antonietta De Lillo e il critico Marcello Garofalo dedicato alla riscoperta di un maestro del genere come Lucio Fulci (ore 11:00 – IULM 6, sala dei 146).

Per il Premio Caligari scendono in campo 5 è il numero perfetto, esordio di Igort dietro la macchina da presa ispirato all’omonima graphic novel dell’autore, che sarà presentato in sala dall’attore da Lorenzo Lancellotti (ore 17:00 – IULM 6, Auditorium), e Gli uomini d’oro, intrigante noir metropolitano diretto da Vincenzo Alfieri (presente in sala) ispirato a un fatto di cronaca accaduto a Torino nel 1996 (ore 22:00 – IULM 6, Auditorium).

Arrivano invece dall’America Latina i due film del concorso internazionale in programma martedì 10 dicembre: 4X4 di Mariano Cohn (ore 15:00 – IULM 6, Auditorium) è una pellicola avvincente all’interno di un fuoristrada lussuoso che si trasforma in un bunker da cui è impossibile fuggire, mentre il brasiliano Bacurau (ore 19.30 – IULM 6, Auditorium) racconta dei fatti strani che si verificano in un piccolo villaggio in seguito alla morte della matriarca.

Infine, a partire dalle ore 18:00 presso la Feltrinelli di Piazza Duomo, Gianrico Carofiglio (La misura del tempo, Einaudi) e Antonio Moresco (Canto di D’Arco, SEM) dialogheranno su letteratura e generi.

 
 

The Farewell – Una Bugia Buona dal 24 dicembre al cinema

The Farewell – Una Bugia Buona

Arriverà al cinema dal 24 Dicembre distribuito da Bim Distribution The Farewell – Una Bugia Buona, diretto da Lulu Wang e con protagonista Awkwafina.

Con The Farewell – Una bugia buona, premio del pubblico al Sundance London e applaudito all’ultima Festa del Cinema di Roma, la sceneggiatrice/regista Lulu Wang ha creato un’intima celebrazione del ruolo che ognuno di noi ha nella famiglia e, insieme, del modo in cui la viviamo nel profondo, intrecciando con maestria il ritratto garbatamente ironico della bugia in azione e il racconto toccante di ciò che nella famiglia può unirci e renderci più forti, spesso a dispetto di noi stessi.

The Farewell – Una Bugia Buona: trailer

La trama del film The Farewell – Una Bugia Buona

Billi (Awkwafina), nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun, scopre che in famiglia tutti sanno che alla sua amata nonna restano solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità alla diretta interessata.

Per proteggere la sua serenità, si riuniscono con il festoso espediente di un matrimonio affrettato. Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli di famiglia, Billi scopre che, in realtà, ci sono molte cose da festeggiare: l’occasione di riscoprire il Paese che ha lasciato da bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e i legami che continuano ad unire anche quando c’è molto di non detto.

The Farewell – Una Bugia Buona, il film

Tutto inizia quando Bill, un’aspirante artista di New York che a stento conosce la Cina dove è nata, si unisce al viaggio dei suoi genitori e dei parenti venuti da ogni parte del mondo per rendere l’estremo saluto alla matriarca della famiglia. I dottori li hanno informati che a Nai-Nai (mandarino per nonna) restano solo pochi mesi di vita, la diretta interessata ignora però la sua sorte, e la famiglia si adopera affinché lei ne resti assolutamente all’oscuro. Invece di dirle come stanno le cose, fingono che vada tutto bene, e spiegano a Nai-Nai di essersi riuniti tutti non certo per dirle addio, ma per festeggiare un felice, sebbene alquanto repentino, matrimonio.

Per Bill, imbevuta di cultura e indipendenza americane, il piano contravviene sicuramente ad ogni logica e probabilmente anche ad ogni etica. Eppure eccola lasciare New York, nel peggiore dei momenti, spinta dal bisogno di vedere Nai-Nai un’ultima volta, ma impossibilitata a spiegarle la ragione della sua visita improvvisa.  I maldestri tentativi di Bill di tener fede alla bugia, mentre naviga in un mare di differenze generazionali e culturali, creano momenti di comicità dal gusto secco e spumeggiante come lo champagne per il brindisi del matrimonio. Ma c’è anche una corrente più profonda che  scorre sotto la superficie: perché l’espediente del viaggio di Bill ritrae ciò che le famiglie tengono celato e ciò che invece rivelano, ciò che la famiglia esige da ognuno, e ciò che ognuno, in cambio, ne riceve.

Wang tratta il tema con un misto di leggerezza e gravità che rispecchia  le emozioni che si provano in certe riunioni familiari a cui non si è sicuri di riuscire a sopravvivere, e che pure restano indimenticabili.