La scena nel finale di stagione di
Stranger Things 3, la terza stagione di
Stranger
Things, in cui Dustin e Suzy cantano il loro
amore sulle note di Neverending Story di
Limahl, ha conquistato il web e, grazie
all’impulso lanciato da Millie Bobby Brown, ha
dato il via alla Neverending Challenge, in cui gli utenti della
rete sono invitati a ballare e cantare sulle note della canzone che
fa da colonna sonora a La Storia Infinita.
La Challenge ha ovviamente
conquistato tutto il mondo, ma tra i tanti ragazzini che hanno
accolto la sfida della giovane protagonista della serie, c’è anche
una special guest, davvero molto special!
Tami Stronach,
interprete dell’Infanta Imperatrice nel film di Wolfgang Petersen,
ha raccolto la sfida, su invito di sua figlia, ed ecco il risultato
davvero esilarante:
Dopo il successo del film del 1984,
l’attrice si è dedicata di più alla danza che al cinema, per questo
il suo ruolo iconico è, ad oggi, ancora quello della giovane
regnante di Fantasia.
Nel cast della terza stagione di
Stranger
Things tornano Millie Bobbie Brown,
Finn Wolfhard, Caleb McLaughlin, Sadie Sink, Gaten Matarazzo,
Noah Schnapp, Dacre Montgomery, Charlie Heaton, Natalia Dyer, Joe
Keery, Cara Buono,
Winona Ryder e David Harbour con
l’aggiunta di Maya Hawke, Jake Busey e
Cary Elwes.
La fusione tra Disney e Fox, con la
prima che ha finalmente acquisito tutte proprietà cinematografiche
dell’altra, permetterà il “ritorno a casa” degli
X-Men per la gioia dei fan. Questo vuol dire che
adesso i Marvel Studios, in seno alla
Disney, non solo potranno utilizzare la parola “mutanti”, ma anche
avere accesso a tutti quei personaggi che fino a questo momento gli
erano preclusi.
Ma come potrebbero essere introdotti
nel MCU? Ecco 10 modi:
1Il Tesseract ha attivato il gene
X
Il
Tesseract è diventato
nel tempo un elemento fondamentale dell’universo cinematografico
Marvel: nasce come vera ossessione di Teschio Rosso, poi si
trasforma nell’oggetto che alimenta gli obiettivi di Loki e, come
abbiamo visto in Captain Marvel, è ciò che dona i superpoteri a
Carol Danvers.
E
se fosse proprio questa la fonte del gene x, almeno nel MCU? Così
facendo la stessa energia che rende potente l’eroina sarebbe la
matrice dei mutanti…
Samuel Goldwyn Films ha diffuso il
primo trailer ufficiale di Super Size Me 2: Holy
Chicken!, sequel del documentario uscito nel 2004 scritto,
diretto e interpretato da Morgan Spurlock. Nel
film vengono esplorati i modi in cui l’industria del fast food, la
stessa criticata e testata in prima persona da Spurlock, è riuscita
ad affermarsi come più sana rispetto ad un decennio fa.
Per farlo il protagonista tenta una
strada inaspettata: aprire il proprio ristorante di fast food,
illustrando quanto siano contraddittori ed effimeri certi messaggi
lanciati dalle aziende che promuovono questo presunto rinnovamento
dell’industria alimentare.
Super Size Me 2: Holy
Chicken è stato presentato in anteprima al Toronto Film
Festival del 2017, e sarà distribuito prossimamente da YouTube
sulla sua piattaforma streaming.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
SPIDER-MAN: FAR FROM HOME
La coppia di sceneggiatori di
Spider-Man: Far
From Home formata da Chris McKenna e Eric Sommers
continua a rivelare dettagli sul film e sul processo che ha portato
alla versione definitiva del cinecomic visto in sala, e dopo
l’intervista con il New York Times (di cui vi avevamo
tradotto i punti salienti), i due si sono concessi
un’interessante chiacchierata con Collider dove hanno discusso i
piani originali per l’introduzione di Mysterio.
E a quanto pare, inizialmente
Quentin Beck sarebbe stato un Skrull:
“In alcune delle delle prime
versioni del film Mysterio era uno Skrull, ma a dir la verità gli
alieni mutaforma hanno sempre fatto parte della storia. Ci siamo
seduti e abbiamo parlato di come avremmo potuto continuare a
ingannare il pubblico, e al tempo stesso ottenere un sacco di
rivelazioni divertenti…Quindi la rivelazione dell’identità segreta
di Mysterio è stata una prima idea che avrebbe motivato tutto ciò
che stava facendo […]
[…] Quella soluzione non è mai
arrivata sulla carta, ma ne abbiamo parlato per un po’ insieme al
regista Jon Watts, i dirigenti della Marvel e la produttrice Amy Pascal.
Solo che all’inizio è normale che siano solamente chiacchiere su
strade diverse che potresti affinare gradualmente fino a quando non
trovi quella perfetta“.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts, Spider-Man: Far From
home arriverà nelle nostre sale il 10 luglio.
Confermati nel cast del film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di
Maria Hill. Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove
minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Tre anni fa Quentin
Tarantino rivelò all’Hollywood Reporter che si sarebbe
ritirato dopo il decimo film, e all’epoca il regista si stava
preparando all’uscita di The Hateful Eight, ottavo
sigillo di una carriera straordinaria, lasciando così intendere che
mancavano ancora due titoli per concludere il suo viaggio come
autore cinematografico.
E se le ultime dichiarazioni
suggerivano che l’addio sarebbe coinciso con C’era una volta a
Hollywood, la pellicola presentata a Cannes e in
arrivo nelle sale americane a Luglio, non è da escludere la
possibilità di lasciare definitivamente il cinema con un altro
progetto, nello specifico lo Star Trek già proposto a J.J. Abrams e
alla Bad Robot di cui Tarantino ha scritto la sceneggiatura.
Ospite del nuovo podcast di
Cinemablend, il regista ha discusso di questa opportunità e
dell’ipotetico ritiro con termini abbastanza ambigui:
“Credo di avere una scappatoia,
se l’idea fosse quella di ricorrere ad una scappatoia. Posso fare
Star Trek…ma vorrei finire girando un film originale. L’idea di
arrivare a dieci film non è affatto una scappatoia, e in realtà
credo che se dovessi fare Star Trek, dovrei impegnarmi a farlo.
Sarebbe il mio ultimo film…Non so se lo farò, ma potrebbe
succedere.“
Finora otto dei nove film diretti da
Quentin Tarantino sono stati opere originali, e solo Jackie
Brown è stato adattato da un romanzo di Elmore Leonard già
esistente, dunque entrare in un franchise affermato come Star Trek
sarebbe una contraddizione rispetto a quanto dichiarato
nell’intervista.
“Forse Star Trek potrebbe
mostrare la carriera diversa che avrei potuto avere. Forse avrei
potuto avere una carriera diversa se avessi cercato le
sceneggiature di altre persone, o se avessi trovato un libro a cui
ispirarmi per un adattamento. E magari potrebbe essere divertente
da esplorare per il decimo film.“
Vi ricordiamo che C’era una volta a Hollywood è
atteso nelle nostre sale in autunno.
Di seguito la prima sinossi:
La storia si
svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene
chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton
(Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo
stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno
lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma
Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley,
Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon
Herriman sarà Charles Manson.
Il film segnerà anche l’ultima
apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale
di C’era
una volta a Hollywood è fissata
al settembre 2019.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“
Sono ufficialmente iniziate le
riprese di A
Quiet Place 2, sequel del caso cinematografico della
scorsa stagione, un horror atipico in grado di trasformare
l’esperienza cinematografica di milioni di spettatori. A
confermarlo è la foto pubblicata da John
Krasinski, regista e sceneggiatore del film, sul suo
profilo Twitter.
Nel cast sono stati confermati
Emily
Blunt, Millicent Simmonds e
Noah Jupe, che ritorneranno nei rispettivi ruoli
interpretati nel film del 2018, e Cillian
Murphy, che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe
vestire i panni di un misterioso personaggio con cattive intenzioni
che si unirà al clan familiare sopravvissuto agli eventi del primo
film.
“Una piccola idea è diventata
più grande, e mentre la maggior parte dei sequel parla del ritorno
di un cattivo o del ritorno di un eroe, non volevo che il mio
andasse in questa direzione.” ha spiegato Krasinski in
un’intervista. “Di A
Quiet Place 2 abbiamo un mondo, e il resto
della popolazione che sta attraversando esattamente quella stessa
esperienza. Ci sono altri sopravvissuti? Cosa possiamo esplorare
ancora? Cosa accadrà dopo?“.
A
Quiet Place 2 (questo il titolo ufficiale) è atteso
nelle sale il 15 Maggio 2020,
Una delle new entry del cast è
Brian Tyree Henry, che in una recente intervista
ha svelato qualche dettaglio sulla trama:
“Sto ancora cercando di
scoprire di cosa tratterà la sceneggiatura, ma credo davvero che
esploreremo le vicende di quella famiglia che continua a
sopravvivere e il fatto che non sono i soli. Probabilmente
otterremo anche delle risposte in merito all’origine di questo
disastro ambientale perché il pubblico vuole saperlo. Ci sarà uno
sguardo sull’altro lato dell’ umanità che è sopravvissuta a questo
evento“.
Vi ricordiamo che le vicende del
primo capitolo seguivano il viaggio di una famiglia costretta a
vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature
che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo
sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily
Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinati a trovare un modo
per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di
contrattaccare.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
SPIDER-MAN: FAR FROM HOME
Sappiamo quanto i Marvel Studios amino seminare
all’interno dei propri film indizi sul futuro
dell’universo cinematografico, easter egg e omaggi
al proprio mondo, e quelli inseriti in Spider-Man: Far
From Home potrebbero nascondere significati importanti
su ciò che potrebbe arrivare nella nuova Fase, relativamente a
Spidey e agli altri personaggi.
E se osservate con attenzione le
scene finali del film, noterete qualche dettaglio interessante…
1Un’anticipazione del panel del
Comic-Con
Sempre riguardo il panel dei Marvel Studios al
Comic-Con di San
Diego fissato questo sabato nella sala H, è chiaro che
le aspettative sono alle stelle: la Fase 3 si è appena conclusa, le
riprese di Vedova Nera sono in corso e la produzione de Gli Eterni
sembra pronta a partire, quindi esiste momento migliore per i
grandi annunci?
Tornare nella sala H comporta delle
responsabilità, e presentarsi senza qualcosa di veramente
importante sarebbe uno spreco…
È
giunto il momento di rivelare i piani per il futuro del Marvel
Cinematic Universe, anche in relazione alle scene post credits di
Far From Home. Sarà davvero così? Appuntamento a sabato!
Scandal è una di
quelle serie che ha contribuito a cambiare il mondo della serie tv
grazie alla sua struttura narrativa e visiva. La serie, che è
andata in onda dal 2012 al 2018, ha raccolto milioni di
appassionati davanti al piccolo schermo, diventando l’ennesimo
successo di Shonda Rhimes. Ecco dieci cose da
sapere su Scandal.
Scandal la serie tv
1. Oggetti e vestiti
dedicati solo allo show. La costumista Lyn
Paolo si è rifiutata di prendere in prestito per lo show
abiti firmati da stilisti e ha insistito sul fatto che ogni
articolo indossato dai personaggi fosse acquistato e usato solo per
la serie. La motivazione è data anche dalla costante presenza di
flashback.
2. Ava DuVernay ha diretto
un episodio. Grazie al suo lavoro nello show, la
regista è diventata la prima donna di colore a dirigere una
serie televisiva con protagonista una donna di colore e creata da
una donna di colore, trasmessa da uno dei tre più importanti canali
nazionali (ovvero la ABC).
3. Ha vinto diversi
premi. Nel corso delle sue sette stagioni, la serie ha
ricevuto una serie di nomination e ha vinto diversi premi. Ad
esempio, nel 2013, ha vinto un AFI Award per il Miglior programma
televisivo dell’anno, un BET Award per la Migliore attrice, due
NAACP Image Awards per la Miglior attrice in una serie drammatica e
come Miglior serie, oltre che un Emmy per la migliore guest star e
due Tv Guide Award per la Miglior attrice e la Miglior serie tv
drammatica. Inoltre, nel 2014 ha vinto un Critics’ Choice Award, un
Gracie Awards, tre NAACP Image Award, un Peabody Award, un Emmy e
un Prism Award, mentre tra il 2015 e 2016 ha vinto 3 NAACP Image
Awards.
4. Una serie composta da
sette stagioni. Scandal si distribuisce lungo un arco
narrativo composto da sette stagioni, per un totale di 124 episodi
da 40/45 minuti ciascuno. Inoltre, in ogni episodio viene sempre
citato il titolo dell’episodio stesso.
5. Un paio di stagioni
hanno subito variazioni. Nella serie, composta da sette
stagioni, la terza e la sesta stagioni sono tagliate nel numero
degli episodi per il semplice fatto che in quei due momenti
Kerry Washington era incinta.
6. È andata in onda per sei
anni. La serie è andata in onda a partire dal 2012 fino al
2018 e in Italia è stata trasmessa prima sul canale Fox Life e, in
seguito, in chiaro su Rai 3 dal 2013.
Scandal in streaming
7. È disponibile in
streaming digitale. Grazie alla sua disponibilità allo
streaming online, la serie è visibile da chi abbia voglia di
vederla o rivederla. Infatti tutti gli episodi e le stagioni di
Scandal in streaming sono disponibili su Star,
il nuovo canale per adulti di Disney+.
8. Il personaggio di Olivia
Pope è ispirato a una persona reale. Il ruolo della
protagonista, che di lavoro cerca di ricreare l’immagine pubblica
di varie persone, è modellato sull’esperta del settore Judy
Smith. Ella, infatti, ha aiutato a ricostruire l’immagine
e la reputazione di celebrità come Monica Lewinsky, Kayne
West, Michael Vick e Rob Lowe. Inoltre,
ha lavorato anche nell’amministrazione di George H. W. Bush, quando
era alla Casa Bianca, come vice segretario stampa e ha svolto un
ruolo cruciale nel contrastare le diffamazioni di Anita
Hill circa le molestie sessuali nei confronti di
Clarence Thomas.
9. Katie Lowes lavorava
come babysitter. L’attrice aveva lavorato come bambinaia
per integrare le sue entrate economiche tra gli spot e le ospitate
in diversi programmi tv. Quando Shonda Rhimes, creatrice della serie, la
nominò come regular, l’attrice le disse che finalmente non avrebbe
più dovuto fare la bambinaia.
10. Molti attori sono
apparsi in altre serie di Shonda. In Scandal ci sono molti
attori, sia in veste di guest star, sia in quanto regular dello
show, come Scott Foley, Jeff Perry, Katie Lowes, Joshua
Malina, George Newbern e Bellamy Young,
che sono apparsi in altri show ideati da Shonda, come Grey’s Anatomy.
Elizabeth Debicki,
diventata rapidamente uno dei più interessanti talenti che
Hollywood offre, è la protagonista di Vita and
Virginia, in cui interpreta Virginia
Woolf. Il film segue la storia d’amore ben documentata tra
la tormentata autrice e Vita Sackville-West, una
poetessa e romanziera inglese, interpretata da Gemma Arterton. Il primo trailer del dramma
romantico mostra nel cast anche Isabella Rossellini.
Ambientato nell’alta società bohémien
dell’Inghilterra degli anni ’20, Vita and Virginia racconta la
scintillante storia d’amore letteraria che ha alimentato
l’immaginazione di una delle più famose scrittrici del 20° secolo.
Vita Sackville-West (Gemma
Arterton) è la sfacciata, aristocratica moglie di un
diplomatico che si rifiuta di essere costretta dal suo matrimonio,
sfidando provocatoriamente scandali con le sue storie con le donne.
Quando incontra la brillante ma turbolenta Virginia
Woolf (Elizabeth
Debicki), è immediatamente attratta dal genio
eccentrico della famosa romanziera dall’allure enigmatico. Inizia
così una relazione intensa e appassionata, segnata da un desiderio
divorante, una giocosità intellettuale e una gelosia distruttiva
che lasceranno entrambe le donne profondamente trasformate e
ispireranno la scrittura di una delle più grandi opere di
Woolf.
Il film è stato presentato a Toronto, dove
la performance di Elizabeth Debicki è stata particolarmente
apprezzata. La IFC Films distribuirà Vita and
Virginia il 23 agosto nelle sale USA, seguita da una
pubblicazione VOD il 30 agosto.
John Carpenter ha
deciso di riversare un po’ della sua sensibilità horror
hollywoodiana a Gotham City, con il recente annuncio della DC
Comics che il regista de La Cosa, Halloween e
Fog sta collaborando alla stesura di un numero
speciale di 40 pagine dedicato a Joker.
Carpenter non è
l’unico nome noto di Hollywood a dilettarsi nel mondo dei fumetti,
anzi, in realtà, fa parte di una lunga lista di “turisti famosi”
che stanno mettendo i loro nomi sulle copertine dei fumetti. Per
alcuni di questi si tratta del fascino che esercita la possibilità
di creare IP,
mentre altri sperano di attingere al nuovo slancio del medium in
evoluzione. Per alcuni è una ricerca più pura, un modo economico
per produrre un progetto “fatto in casa” o una velleità nostalgica
che li ricolleghi alle tradizioni e ai personaggi dei fumetti che
hanno amato nella loro giovinezza.
L’annuncio, diffuso da Deadline, sembra
avere (e non è un caso) un tempismo perfetto, visto che il prossimo
fine settimana vedrà la migrazione di Hollywood a San
Diego in occasione del Comic Con di
quest’anno.
Di recente anche J.J.
Abrams, in collaborazione con il figlio, aveva annunciato
il suo esordio nel fumetto, con una storia tutta nuova
dedicata a Spider-Mane
disegnata da Sara Pichelli, già matita dietro alla
nascita di Miles Morales.
Greta Gerwig e
Noah Baumbach hanno firmato per la
co-sceneggiatura del film Barbie,
prodotto da Warner Bros., con Margot Robbie
destinata a interpretare l’iconica bambola. Greta
Gerwig, il cui prossimo Piccole
Donne potrebbe essere trai titoli di Venezia
76, è stata anche invitata a dirigere il film, ma non ci
sono ancora conferme ufficiali in merito.
Margot Robbie
parteciperà anche alla produzione del film con la sua LuckyChap,
con Tom Ackerley di LuckyChap Entertainment e
Robbie Brenner di Mattel che si uniscono alla
squadra di produttori. A completare il gruppo ci sono Josey
McNamara e Ynon Kreiz.
Gerwig ha da poco concluso il suo
adattamento di Piccole Donne, come anticipato,
dove ha diretto
Emma Watson,
Saoirse Ronan e Meryl Streep. Per quanto riguarda Baumbach, il
suo nuovo film prodotto da Netflix e ancora senza un titolo
arriverà presto sulla piattaforma di streaming e vedrà protagonisti
Adam Driver e Scarlett Johansson.
In merito al suo casting nei panni
di Barbie,Margot Robbie ha dichiarato: “Interpretare
Barbie significa giocare con la fiducia, la curiosità e la
comunicazione durante il viaggio di una bambina alla scoperta di se
stessa. Nel corso dei suoi 60 anni, il marchio Barbie ha permesso
alle ragazze di immaginare se stesse in ruoli ambiziosi, dalla
principessa al presidente, e per questo sono davvero onorata di
prendere questo ruolo e produrre un film che credo avrà un impatto
estremamente positivo sul pubblico di tutto il mondo. E non potevo
desiderare partner migliori di Warner Bros. e Mattel per portare
questo film sul grande schermo“.
Barbie,
che rappresenta un marchio globale con vendite superiori a 3
miliardi di dollari in tutto il mondo, ha “interpretato” più di 150
ruoli attraverso i suoi oltre 50 anni di vita, tra cui principessa,
presidente, sirena e stella del cinema. L’adattamento di
Barbie segna l’esordio della Mattel Films di
Robbie Brenner, e la prima collaborazione tra
Mattel Films e Warner Bros. Pictures.
Scarlett Johansson
è finita al centro di polemiche per le sue dichiarazioni,
rilasciate ad As If Magazine, in
merito al politicamente corretto nell’arte. L’attrice aveva
dichiarato alla rivista che in quanto professionista, dovrebbe
poter essere messa in grado di interpretare qualsiasi ruolo, anche
di “animale o albero, perché questo è il mio lavoro e le
esigenze del mio lavoro.”
Ha poi continuato, durante
l’intervista rilasciata a David Salle: “Sai, sento che è una
tendenza del business in cui opero e che è dettata da motivazioni
sociali, eppure ci sono momenti in cui diventa un’imposizione
scomoda, perché a volte colpisce l’arte che secondo me dovrebbe
essere libera da restrizioni.”
Ricordiamo che l’attrice è stata
costretta ad abbandonare il ruolo da protagonista nel nuovo film di
Rupert Sanders, Rub and Tug,
perché la sua scelta aveva generato polemiche dovute al fatto che
la protagonista del film è una trans, e lei, chiaramente, non
rispetta questa caratteristica.
L’utilizzo non puntuale e
decontestualizzato delle sue dichiarazioni, ha costretto poi
l’attrice a delle ulteriori dichiarazioni ufficiali, via EW, a cui ha
spiegato la sua posizione in merito a quanto detto in precedenza:
“La domanda a cui stavo rispondendo nella mia conversazione con
l’artista contemporaneo, David Salle, riguardava il confronto tra
politicamente corretto e arte. Personalmente ritengo che, in un
mondo ideale, qualsiasi attore dovrebbe essere in grado di
interpretare chiunque e che l’arte, in tutte le sue forme, dovrebbe
essere immune dal politicamente corretto. Questo è il punto che
stavo sottolineando, anche se forse non mi sono spiegata così bene.
Riconosco che, in realtà, c’è una discrepanza diffusa nella mia
industria che favorisce gli attori di caucasici cis gendered, e che
non a tutti gli attori vengono state date le stesse opportunità che
io ho avuto il privilegio di avere. Continuo a sostenere la
diversità in ogni settore e continuerò a lottare per progetti in
cui tutti vengano inclusi.”
Scarlett
Johansson è al momento impegnata nelle riprese di
Vedova Nera, lo stand alone della Marvel che arriverà nella prossima
stagione cinematografica e in cui riprende il ruolo di Natasha
Romanoff.
Il regista Baz
Luhrmann ha trovato il suo Elvis
in Austin Butler, attore che interpreterà il ruolo
nel film drammatico, ancora senza titolo, che racconta la nascita
della leggenda dai primi giorni come cantante squattrinato a icona
globale, vista attraverso la lente della sua complessa relazione di
oltre due decenni con il manager, Colonnello Tom
Parker. Latter sarà interpretato da
Tom Hanks e Warner Bros distribuirà il film in
tutto il mondo.
Le riprese di Elvis
cominceranno all’inizio del prossimo anno nel Queensland, in
Australia, e il film traccerà l’ascesa di Presley verso un livello
di celebrità eguagliato solo da The Beatles, contrapposto a un
panorama culturale in evoluzione e alla perdita dell’innocenza in
America.
Austin Butler ha
sconfitto una concorrenza
agguerrita, formata, tra gli altri, da Ansel Elgort,
Miles Teller e Harry Styles. Non era una scelta facile e
Luhrmann si è preso il suo tempo. Lo vedremo presto al cinema con
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie in C’era una volta a
Hollywood di Quentin Tarantino, mentre è al cinema al fianco di
Bill Murray e Adam Driver in I Morti non Muoiono di Jim
Jarmusch.
Luhrmann dirigerà il film Elvis
dalla sceneggiatura che ha scritto con Craig
Pearce. Il regista produrrà insieme a Charles
Martin (il pluripremiato premio Oscar, suo collaboratore
in Il Grande Gatsby e Moulin
Rouge, che lavorerà anche come scenografo e costumista),
Gail Berman, Patrick McCormick e Schuyler
Weiss. Andrew Mittman sarà produttore
esecutivo.
Damien Chazelle,
regista di La La Land, torna a Hollywood per il
suo prossimo lungometraggio, Babylon,
e sembra che Emma
Stone sia in trattative per diventarne la
protagonista. I due potrebbero quindi tornare a lavorare insieme
dopo La la Land, che è valso ad entrambi il Premio
Oscar per la rispettiva categoria, migliore attrice e miglior
regista.
Fonti vicine al regista dicono che
Chazelle ha incontrato una manciata di potenziali produttori nelle
ultime settimane, e Paramount e Lionsgate sono entrambi in lizza
per produrre il progetto. Mentre Chazelle ha lavorato in precedenza
con Lionsgate per La La Land, sembra che la
Paramount potrebbe avere un leggero vantaggio nell’acquisire il
progetto, data la portata del film e il budget necessario per
metterlo in scena. Babylon è infatti un film ambienta negli anni
’20 a Hollywood, e Chazelle sta cercando un ensemble di serie A per
rendere questo film la sua più grande produzione fino ad oggi.
I dettagli della trama sono vaghi,
ma le fonti dicono che il film sarà ambientato durante il passaggio
dai film muti all’avvento del sonoro e presenterà un mix di
personaggi reali e immaginari, una scelta simile a quella adottata
da Tarantino in C’era una volta a
Hollywood.
Il budget di Babylon
non è stato ancora reso noto, ma sembra che Chazelle abbia
intenzione di mettere insieme la più grande produzione
contemporanea. Olivia Hamilton, Matt Plouffe e Marc
Platt producono il film. Mentre non è ancora sicuro il
coinvolgimento di Emma Stone, Chazelle è ancora al
lavoro su un progetto top secret per Apple e alla serie
Netflix, The Eddy. Emma Stone è
stata trai protagonisti dell’ultima stagione dei premi per
La Favorita, di Yorgos Lanthimos,
che le è valsa una nomination all’Oscar per la migliore attrice non
protagonista, oltre ad aver partecipato a Maniac,
per Netflix. Trai suoi prossimi progetti compare anche il sequel di
Zombieland.
Si apre con Van Gogh e
il Giappone i prossimi 16, 17, 18
settembre (elenco sale a breve su www.nexodigital.it) la nuova
stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital. Diretto da
David Bickerstaff, il docufilm propone un viaggio
tra le bellezze della Provenza, l’enigma del
Giappone e le sale della mostra ospitata nel 2018
al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Grazie alle lettere dell’artista e
alle testimonianze dei suoi contemporanei, questo commovente
docufilm rivela l’affascinante storia del profondo, intenso legame
tra Van Gogh e l’arte giapponese e il ruolo che l’arte di questo
paese, mai visitato dall’artista, ebbe sul suo lavoro. Oltre a
indagare la tendenza del japonisme, Van Gogh e
il Giappone ci guiderà attraverso l’arte del
calligrafo Tomoko Kawao e dell’artista
performativo Tatsumi Orimoto per comprendere
appieno lo spirito e le caratteristiche dell’arte del Sol Levante.
Quando il periodo Edo terminò, nel 1868, e il Giappone si aprì
all’Occidente, Parigi venne infatti inondata di tutto ciò che era
giapponese sotto forma di oggetti decorativi e stampe colorate
impresse con matrici di legno chiamate ‘ukiyo-e’
(letteralmente “immagini del mondo fluttuante”). Van Gogh rimase
affascinato da tutti gli elementi di questa straordinaria cultura
visiva e dal modo in cui potevano essere adattati alla ricerca di
un nuovo modo di vedere. Lesse le descrizioni del Giappone,
acquistò stampe per tappezzare la sua stanza e studiò attentamente
le opere giapponesi soffermandosi sulle figure femminili nei
giardini o sui bagnasciuga, su fiori, alberi e rami contorti:
apprezzava di quei lavori linee e purezza compositiva tanto da
farne una fonte d’ispirazione imprescindibile per la sua
pittura.
Nel 1888, del resto, Parigi era
diventata per Vincent una città troppo frenetica. Per questo il
pittore decise di partire per il sud della Francia, alla ricerca di
nuovi spunti e di una vita a più stretto contatto con la natura. In
Provenza, Van Gogh scoprì un paesaggio magnifico, una luce potente,
una popolazione dai costumi tradizionali e per certi versi
“esotici”, capaci di dialogare con la sua visione idealizzata del
Giappone e con il suo “sogno” giapponese. Quelli che seguirono
furono per lui anni prolifici, ma anche estremamente travagliati,
che diedero linfa vitale ad alcune delle opere più iconiche della
sua intera produzione, come I Girasoli e i suoi celebri
ritratti.
Spiega il regista David Bickerstaff:
“La cosa stupefacente nel lavorare a un film su Van Gogh è la
ricchezza delle intuizioni che emergono dalle sue lettere o anche
solo osservando da vicino le sue opere. Pensi di conoscerle, perché
sono famosissime, ma ogni “visione” rivela qualcosa di nuovo.
L’intensità del sentire di Van Gogh mentre lotta con la sua arte è
messa a nudo con ogni segno che marca sulle tele. È la ricerca di
una semplicità potente che ha attratto Vincent van Gogh verso
l’arte del Giappone”.
La Grande Arte al Cinema è un
progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital che dal suo debutto
ad oggi ha già portato al cinema 2 milioni di spettatori.
Nel 2019 la Grande Arte al Cinema è
distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media
partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it.
Sam Raimi è stato
il primo a portare al cinema l’Uomo Ragno e, ad oggi alla luce
dell’attualizzazione dell’enorme Marvel Cinematic Universe,
i suoi film, soprattutto il secondo della sua trilogia,
costituiscono ancora vette molto alte delle avventure nell’ambito
del racconto degli eroi sul grande schermo.
Dopo il trionfo al box office del
terzo film, Sam Raimi si era messo al lavoro su
uno Spider-Man 4, film che però non fu
mai realizzato a causa di difficoltà produttive. L’aborto di quel
progetto ha portato, nel giro di appena cinque anni, all’altra
avventura, rivelatasi fallimentare, di The Amazing
Spider-Man 1 e 2. Tutto questo ha portato la SONY ad
accordarsi con i Marvel Studios e a dare inizio
all’era dello Spider-Man di Tom Holland, che tanto
bene sta facendo al cinema, proprio in questi giorni, con Far From
Home.
Tuttavia, il regista de La Casa
ancora esprime rimpianto per quel progetto mai realizzato. Durante
un’intervista con Yahoo Entertainment, Sam Raimi ha dichiarato:
“Penso sempre a quel film. Èdifficile non pensarci
perché ogni estate esce un nuovo film di Spider-Man! E quando ne
hai uno che non è mai nato, non pensi ad altro che al film
che sarebbe potuto essere. Ma cerco di concentrarmi sul futuro e di
non guardare al passato.”
Nel 2010, la SONY cancellò il film
proprio nel momento in cui Sam Raimi era pronto a
girare, con il cast originale, Tobey Maguire e Kirsten
Dunst, e con un parterre di villain di primo livello, che
contavano Anne Hathaway e John Malkovich.
Le parole di Raimi toccano in
profondità il cuore di tutti i fan che considerano ancora lui come
l’unico che è riuscito a dare nobiltà al personaggio dei fumetti.
Ma, dal momento che adesso il personaggio è co-gestito da Marvel
Studios e SONY, sembra davvero improbabile che il regista possa di
nuovo avere accesso a questa proprietà intellettuale per realizzare
il suo quarto film sull’Uomo Ragno.
È stato diffuso il primo trailer di
The King’s Man – Le Origini, il film che racconta le
origini dei Kingsman, i
servizi segreti protagonisti dell’omonimo dittico cinematografico
diretto da Matthew Vaughn, in arrivo in sala il 14
febbraio 2020.
Mentre una manica dei peggiori
tiranni e criminali della storia si riunisce per organizzare una
guerra di proporzione mondiale, un uomo dovrà correre contro il
tempo per fermarli. Questo sarà infatti il racconto delle origini
dell’agenzia di intelligence indipendente che tutti conosciamo con
il nome di Kingsman.
Nel cast di The
King’s Man – Le Origini sono stati confermati
Ralph Fiennes, Matthew Goode
e Harris Dickinson, e la storia sarà ambientata
molto prima degli eventi narrati nel capitolo iniziale del
franchise tratto dai fumetti di Mark Millar e
Dave Gibbons.
Il finale aperto della terza stagione di
Stranger
Things suggerisce diverse possibilità per la trama
della quarta stagione della serie creata dai Duffer Brothers, e in
rete stanno già circolando interessanti teorie sul futuro di Eleven
e degli altri personaggi.
Ecco qui sotto quelle che
potrebbero effettivamente avverarsi alla luce di quanto accaduto
negli ultimi episodi:
Torneranno i ragazzi con i poteri
della seconda stagione
L’introduzione del personaggio di
Eight nella trama della seconda stagione non ha
entusiasmato più di tanto il pubblico, così come l’episodio
completamente incentrato su Eleven insieme alla banda criminale
dotata di “superpoteri”, ma niente esclude il possibile ritorno in
scena nella prossima serie.
E se davvero Stranger Things 4 si rivelasse il gran finale
dello show con il potenziale per la più importante battaglia mai
vista prima, avrebbe senso spiegare al pubblico una volta per tutte
la portata degli esperimenti dell’Hawkins Lab…
Il mostro della Russia è il
Demogorgone
La dopo i titoli di coda della
terza stagione è ricca di eventi sconvolgenti, tra cui il fatto che
i russi hanno nascosto un Demogorgone durante i
loro progetti con il Sottosopra, Ma di che creatura si tratta
esattamente?
Forse è un nuovo mostro? E se
Eleven è riuscita a sopravvivere all’epica battaglia alla fine
della prima stagione, magari questa bestia è lo stesso avversario
con cui la ragazza e i suoi amici si sono confrontati?
Eleven andrà in Russia
Dall’inizio della serie ad oggi i
fan si sono chiesti se Eleven (Millie
Bobby Brown) fosse in realtà una spia o un’arma russa
segreta (come dichiarato da Murray Bauman durante le sue indagini
sulla scomparsa di Barb Holland), e ora che la sede sovietica è
stata introdotta nel finale della stagione 3 è possibile che il
percorso della protagonista sia diretto proprio lì…
L’identità segreta del Dr.
Brenner
Sempre nella scena post credits
vediamo le guardie russe interagire con dei prigionieri che
verranno date in pasto al mostro, e prima di trovare quello adatto
aprono la cella di un misterioso “americano”.
Molti personaggi potrebbero
corrispondere a questa descrizione, e una delle teorie più
interessanti riguarda l’enigmatico dottor Brenner
interpretato da Matthew Modine.
La relazione a distanza di Nancy e
Jonathan
Tra le varie relazioni cardine di
Stranger
Things c’è anche quella romantica tra Jonathan Byers e
Nancy Wheeler, che alla fine della terza stagione rimettono in
discussione il loro futuro a causa della distanza.
Come andranno a finire le cose ora
che Jonathan e la sua famiglia hanno lasciato Hawkins? I ragazzi
andranno al college e continueranno a stare insieme?
Eleven non riavrà più i suoi
poteri
Uno degli eventi più inaspettati
della Stagione 3 è stata la perdita di poteri da parte di
Eleven (Millie
Bobby Brown), con la ragazza che sembra quasi
rassegnata di fronte all’evidenza. Questa è davvero la fine o
torneranno in qualche modo?
Forse Eleven merita la possibilità
di ricominciare una vita normale come i suoi amici…
Viaggi nel tempo
Stranger Things
Stranger Things è nota anche per i
suoi continui riferimenti alla cultura pop e gli omaggi al cinema
degli anni ’80, e il tributo a Ritorno al futuro della terza stagione verrà
sicuramente ricordato a lungo. Che questo particolare sia in realtà
un’anticipazione di ciò che vedremo nella prossima stagione, ovvero
viaggi nel tempo attraverso le dimensioni?
Will farà coming out
Il totale disinteresse di
Will Byers per tutto ciò che riguarda le ragazze e
il romanticismo sembra aver suggerito, per alcuni fan, il futuro
coming out del ragazzo che potrebbe arrivare nell’attesa
quarta stagione. A suggerirlo è anche il dialogo con Mike in cui si
rimprovera Will di non essere interessato all’altro sesso…Sarà
davvero così?
Hopper è vivo e si trova nel
Sottosopra
STRANGER THINGS
Il finale della stagione 3 di
Stranger Things ci lascia con la morte straziante
di Jim Hopper (David
Harbour) che sacrifica la sua vita per salvare Joyce e il
destino degli altri cari. Ma quante possibilità ci sono che il
personaggio sia ancora vivo? A quanto pare molte… Forse Hopper ha
trovato il modo per farsi largo nel Sottosopra, sopravvivendo
all’interno della dimensione…
Hopper è “The American”
Nel caso in cui Hopper (David
Harbour) non fosse mai sopravvissuto nel Sottosopra, è
altrettanto probabile che si riuscito a fuggire finendo nella
prigione russa inquadrata nella scena post credits. Hopper potrebbe
infatti essere il misterioso “americano” della cella a cui si
riferiscono le guardie…
I Marvel Studios torneranno
a Comic-Con di San Diego la prossima settimana, dove è previsto che
il presidente Kevin Feige alzerà il sipario su ciò
che sarà il futuro del Marvel Cinematic
Universe.
Alla luce di questo, non sorprende
che la Marvel abbia già creato degli account social per i progetti
futuri dello studio che non sono stati ancora annunciati
ufficialmente, mentre ce ne sono altri già in produzione, come
Vedova Nera e Gli
Eterni.
Via ComicBook.com ,
potrebbero essere stati svelati i primi titoli che verranno
ufficialmente annunciati al SDCC, proprio grazie a questi account
social, che per il momento sono ancora privati. Certamente,
potrebbe essere una tattica di distrazione, ma potrebbero avere
anche un fondo di verità.
Gli sforzi congiunti di CBR e di
MCU Cosmic hanno
portato allo svelamento di pagine Facebook dedicate a: Dark
Avengers, Young Avengers e
Ironheart, oltre ovviamente ai progetti citati in
precedenza. Già lo scorso anno That Hashtag Show aveva
parlato di un potenziale film su Dark Avengers,
con tanto di sceneggiatura in sviluppo, ma da allora non ci sono
stati aggiornamenti in merito.
Poi c’è Young
Avengers, un progetto che è stato più volte soggetto a
speculazioni e rumors, anche se se ne è parlato sia in veste di
serie tv che in quella di lungometraggio per il cinema. E infine,
c’è Ironheart, un personaggio che è ancora
relativamente nuovo per i fumetti, ma che pare sia molto amato
negli USA e che potrebbe essere un naturale completamento della
storia di Iron Man per come si è sviluppata nel corso degli ultimi
dieci anni, e in particolare con Endgame.
Ecco le pagine fantasma che sono
state scoperte finora:
Facebook.com/BlackWidow
Facebook.com/MarvelsEternals
Facebook.com/DarkAvengers
Facebook.com/YoungAvengersOfficial
Facebook.com/MarvelsIronHeart
Se si visualizzano questi URL su
desktop, si riceverà un messaggio di pagina non disponibile, mentre
su dispositivo mobile ci verrà dato un messaggio di errore.
Naturalmente, solo perché queste
pagine suggeriscono quale potrebbe essere la prossima lista dei
film Marvel Studios, non vuol dire che sia
completa, anche perché, ad esempio, il film su Shang
Chi è assente, ma sappiamo con certezza che è già in
fase avanzata di produzione.
Qualunque siano i progetti per il
Marvel Cinematic Universe, non saranno a lungo un
segreto, in vista del SDCC.
Warrior
è la serie tv sulle arti marziali creata da Jonathan Tropper e
prodotta da Shannon Lee e Justin Lin per Cinemax.
La serie si basa su un concetto originale e su un trattamento di
Bruce Lee.
Per Bruce Lee fu
il sogno di una vita. Un progetto a lungo cullato dalla leggenda
delle arti marziali ma mai andato in porto, un soggetto di poche
pagine scritte a mano da cui trarre una serie tv a metà fra action
e denuncia sociale, sulla condizione degli immigrati cinesi in
America.
Warrior: dove vederla in streaming
La prima stagione di
WARRIOR ha debuttato dal 15 luglio 2019,
ogni lunedì su Sky. WARRIOR in streaming è
disponibile su NOW.
Warrior: la trama e il cast
La serie nasce proprio da quegli
scritti grazie a Shannon Lee, figlia dell’attore e
produttore che intorno ai primi anni 2000, unica erede dopo la
scomparsa del fratello Brandon, ferito a morte in un incidente sul
set de Il Corvo, prese in consegna l’archivio del padre e
iniziò a coltivare l’idea di dare un seguito a quel trattamento per
una serie tv. Grazie a lei e a Justin Lin (regista degli ultimi e
dei prossimi capitoli della saga di Fast & Furious), al
quale la Lee si rivolse per dar forma al progetto del padre, il
sogno di Bruce Lee è diventato realtà. In 10 crudi e adrenalinici
episodi da un’ora diretti da Jonathan Tropper, creatore di
Banshee, e prodotta da Cinemax (HBO), Warrior è un
“kung-fu drama” che racconta il mondo senza scrupoli della San
Francisco di fine 1800.
Lo show segue Ah Sahm
(Andrew Koji, Fast & Furious 6), un
prodigio nelle arti marziali che arriva a San Francisco dalla Cina
in circostanze misteriose e diventa in breve l’uomo di fiducia di
una delle tong più potenti di Chinatown (completamente ricostruita
in Sudafrica, a Cape Town), le famiglia cinesi dedite al crimine
organizzato.
L’interprete principale della serie
è Andrew Koji nei panni del protagonista, nel cast
insieme a Kieran Bew (The Street), Olivia Cheng (Marco
Polo), Dianne Doan (Vikings), Dean Jagger
(Il
Trono di Spade), Langley Kirkwood (Invictus
– L’invincibile), Hoon Lee (Banshee – La città del
male), Christian McKay (Io e Orson Welles), Joe
Taslim (Fast & Furious 6), Jason Tobin (The Fast & the
Furious: Tokyo Drift), Joanna Vanderham (The
Paradise), Tom Weston-Jones (Copper) e Perry Yung (The
Knick).
Warrior: le stagioni
Nell’aprile 2019, Cinemax ha
rinnovato la serie per una seconda
stagione che è stata presentata in anteprima il 2 ottobre
2020. Era l’ultima serie di Cinemax prima di cessare la
produzione della programmazione originale. Nell’aprile 2021, la
serie è stata rinnovata per una terza
stagione, insieme all’annuncio che la serie passerà a
HBO
Max.
Warrior stagione 1
S.1 episodio 1: San Francisco,
1878. Ah Sahm, un immigrato cinese appena arrivato con serie
capacità di combattimento, viene presentato alla lingua più
spietata di Chinatown, l’Hop Wei, da Chao, un fixer. Dopo aver
impressionato Young Jun, figlio del leader tong padre Jun, Ah Sahm
viene marchiato e portato in un bordello, dove fa amicizia con Ah
Toy, una cortigiana con legami. Più tardi, alla ricerca di una
donna che aveva lasciato la Cina due anni prima, Ah Sahm incontra
Mai Ling e Li Yong, seguaci del leader rivale delle tong Long Zii,
che sta cercando di evitare una guerra dell’oppio con l’Hop Wei,
una guerra che Walter Buckley, …
S.1 episodio 2: Intercettando un
carico di oppio al molo, Young Jun, con Ah Sahm e il suo
luogotenente Bolo di Hop Wei al seguito, decide di inviare un
messaggio a Long Zii. Big Bill e Lee indagano su una macabra scena
di omicidio in un vicolo vicino a un bar irlandese, The Banshee.
Penny Blake, la giovane moglie del sindaco di San Francisco, si
trova in difficoltà mentre visita il molo con il suo servitore
cinese, Jacob. Ah Sahm paga un caro prezzo per aver interpretato
l’eroe. Il Long Zii ripulisce un casino e si prepara a ulteriori
spargimenti di sangue.
S.1 episodio 3: Accusato di
aggressione, Ah Sahm riceve una gelida spalla dall’Hop Wei, con il
suo destino nelle mani di un alleato inaspettato; Buckley esorta
Mai Ling a evitare la moderazione e ad iniziare una guerra con
l’Hop Wei.
S.1 episodio 4: Big Bill scopre
una possibile soluzione ai suoi eccessi di gioco; Penny rivela le
circostanze che l’hanno spinta a sposare il sindaco Blake; Mai Ling
offre ad Ah Sahm una via d’uscita da una lunga e sanguinosa guerra
con le lingue.
S.1 episodio 5: Ah Sahm e Young
Jun sono costretti a passare la notte con tre estranei in un saloon
di frontiera, finché la deviazione non diventa pericolosa quando
appare un famigerato fuorilegge alla ricerca di un lucroso giorno
di paga.
S.1 episodio 6: Le tensioni si
intensificano tra Hop Wei e Long Zii dopo un tentativo di omicidio;
Big Bill si propone di pagare il suo debito con Jack; Blake e
Buckley ricevono un mandato da Robert Crestwood.
S.1 episodio 7: Padre Jun manda
Bolo a dare la caccia a Long Zii e Mai Ling; Penny si trova di
fronte a una scelta sgradevole; Il passato di Lee lo
raggiunge.
S.1 episodio 8: Dopo un bagno di
sangue, Hop Wei e Long Zii considerano un nuovo modo per porre fine
alle ostilità; Ah Toy e il suo socio in affari hanno colpito un
bivio; Mai Ling avverte suo fratello di non intraprendere una
battaglia che potrebbe non vincere.
S.1 episodio 9: Chinatown si
riunisce per assistere a un “combattimento a premi” tra guerrieri
d’élite di Hop Wei e Long Zii. Buckley gioca un bluff nella
speranza di convincere Mercer ad abbassare la sua quota. Ah Sahm
ricorda le sue radici di combattente, mentre Ah Toy lo avverte dei
pericoli che lo attendono. Bill e Lee interrogano Wang Chao sulla
recente serie di uccisioni con la spada a San Francisco.
S.1 episodio 10: Ah Sahm rifiuta
le sue radici guerriere; Leary fa una visita violenta a
Mercer.
L’episodio finale di
Stranger Things 3, l’attesa terza stagione di
Stranger
Things ha lasciato i fan a bocca aperta, visto quello
che è accaduto all’amatissimo Jim Hopper (David
Harbor), sceriffo della polizia di Hawkins. Il personaggio
preferito dai fan è rimasto apparentemente ucciso nel finale di
stagione, sacrificandosi quando Joyce ha distrutto la macchina
russa che stava aprendo un portale verso il
Sottosopra.
Tuttavia, qualche indizio ci dà
delle speranze per quanto riguarda l’eventuale sopravvivenza di
Hop, visto che alla fine dell’episodio manca un corpo e soprattutto
la sequenza post credits ha chiaramente lasciato intendere che per
lo sceriffo ci fosse ancora una possibilità. Lo sapremo in
Stranger
Things stagione quattro.
Proprio David
Harbour, interprete di Hopper, è stato protagonista di un
interessante esperimento social. Sul suo Instagram personale, l’attore ha cambiato
di frequente la sua immagine profilo, scegliendo una successione
numerica che, i fan lo hanno capito quasi subito, ha dato come
risultato il numero di telefono di Murray Bauman
(interpretato da Brett Gelman), il giornalista
complottista che nella seconda stagione ha aiutato Jonathan e Nancy
e che in questa terza aiuta Hop e Joyce a risolvere il mistero dei
magneti.
Il numero in questione è
618-625-8313 e se si telefona parte il seguente
messaggio preregistrato:
“Ciao, hai raggiunto la
residenza di Murray Bauman. Mamma, se sei tu, per favore riattacca
e chiamami tra le 17 e le 18 come deciso in precedenza, ok? Se è
Joyce, Joyce, grazie per aver chiamato, ho cercato di mettermi in
contatto con te. Ho un aggiornamento. Si tratta, beh, probabilmente
è meglio se parliamo di persona. Non è né una cosa buona né un
male, ma è qualcosa… “
Il messaggio si chiude con
un’invettiva ad eventuali burloni che hanno intercettato il
paranoico giornalista, uno dei personaggi aggiunti più esilaranti
della serie. Ma cosa avrà da dire Murray a Joyce? Che si tratti di
informazioni legate al destino di Hopper?
Lo showrunner Matt
Duffer e la star David Harbor hanno
entrambi commentato il misterioso cliffhanger per la stagione 3 di
Stranger Things, ma hanno offerto solo esili suggerimenti sul
destino di Hopper.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
SPIDER-MAN: FAR FROM HOME
Per buona parte di Spider-Man: Far
From Home Quentin Beck viene presentato come l’eroe
della situazione e alleato di Peter Parker, Nick Fury e Maria Hill
fino al colpo di scena che rivela la sua reale missione: vendicarsi
di Tony Stark e dimostrare al mondo di essere l’unico successore
possibile di Iron Man.
Per farlo Mysterio utilizza dei
droni che tramite la tecnologia da lui creata e denominata BARF (la
stessa mostrata all’inizio di Captain America: Civil
War) creano immagini come l’attacco degli Elementali, danni
alle città e i poteri soprannaturali del personaggio. Dunque tutto
il film in sé è concepito come una grande illusione del villain, e
gli indizi di questo segreto potrebbero essere sparsi nel corso di
varie scene che solo gli occhi più attenti avranno notato.
Fortunatamente la meticolosa analisi
di un fan pubblicata su Reddit sembra chiarire ogni momento in cui
lo spettatore è stato ingannato da Beck, ma andiamo nel dettagli e
scopriamoli di seguito:
Peter non si è mai bagnato
a Venezia: durante la sequenza dell’attacco dell’Elmentale
d’acqua nella laguna, il personaggio non mostra i segni della
doccia provocata dalle onde dei canali. Soltanto più tardi, quando
il livello dell’acqua sale, Peter si bagnerà, e questa è una prova
del fatto che l’acqua è parzialmente illusoria.
I finti danni della
battaglia: durante il combattimento con l’Elementale di
fuoco Nick Fury arriva nella piazza e il mostro lancia un colpo
contro l’auto in cui si trova l’eroe. Tuttavia sul parabrezza
appaiono soltanto fori di proiettile, e non i segni di una vampata
di fiamme.
Mysterio sul
tetto: nella scena in cui Peter è triste per aver saltato
l’appuntamento con MJ, Mysterio vola verso di lui per
consolarlo, ma alle loro spalle sembra che Beck abbia solo
proiettato il suo arrivo e il suo sé reale è semplicemente entrato
dalla porta sul tetto.
Leggi anche – Spider-Man: Far From
Home, il cameo “segreto” di Mysterio all’inizio del film
Diretto ancora una volta da
Jon Watts, Spider-Man: Far From
home arriverà nelle nostre sale il 10 luglio.
Confermati nel cast del film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di
Maria Hill. Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove
minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Black
Adam è pronto per il suo arrivo al cinema, e ora che
la New Line Cinema ha iniziato le sue trattative con il regista
Jaume Collet-Serra (Run all night, The
Shallows) sembra ormai tutto pronto per i lavori del cinecomic
che vedrà protagonista Dwayne Johnson.
A suggerirlo è il produttore Hiram
Garcia, intervistato da Cinemablend durante la prima mondiale di
Hobbs & Shaw (lo spin-off di Fast & Furious in cui
figurano lo stesso Johnson e Jason Statham) a Los
Angeles, collaboratore assiduo dell’attore con il quale seguirà
anche Black Adam:
“Jaume è un vero talento, e uno
dei registi migliori con cui abbia mai lavorato. Non solo ha
talento, ma è anche un collaboratore e un visionario incredibile. E
quello che abbiamo in serbo con Black Adam per i fan mi rende
entusiasta. Personalmente sono orgoglioso di essere un fan boy, ho
iniziato come appassionato e poi sono diventato un produttore,
quindi cerco di rimanere aggrappato a quel DNA. La sua visione di
ciò che vogliamo fare con Black Adam è fantastica e l’accordo è
quasi chiuso. È pronto a partire, e penso che i fan saranno davvero
felici.“
Vi ricordiamo che secondo le
indiscrezioni sarebbe stato proprio Johnson, che di recente ha
lavorato con il filmaker spagnolo sul set di Jungle
Cruise, a suggerire il suo nome per dirigere il cinecomic
tratto dai fumetti DC. Inoltre, fanno sapere gli addetti ai lavori,
Black Adam è balzato in cima alle priorità dello studio dopo il
successo al botteghino di Shazam! e la notizia
dell’ingresso di The Rock nel mondo dei supereroi.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro
tra il supereroe e la sua nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per
dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin
story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare
al cinema uno standalone con Johnson sono ancora
vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori
di Geoff Johns dei primi anni Duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam.” aveva raccontato l’attore in un video. “Questo
personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di
interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da
oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non
potrei essere più eccitato all’idea“.
Dal regista Alexandre
Aja (Le colline hanno gli occhi) e dai produttori
Craig Flores (300), Sam Raimi (Man
in the Dark, La casa) e Alexandre Aja, Crawl
– Intrappolati è un thriller-horror innovativo e
di notevole efficacia che vede Barry Pepper e
Kaja Scodelario, protagonisti assoluti, e praticamente
unici, assieme agli alligatori, la principale
minaccia nel film.
Enormi rettili in grado di muoversi
perfettamente sulla terraferma e capaci di una manovra rotante
ineludibile chiamata “death roll” per sottomettere e smembrare la
preda. Hanno una naturale visione notturna, possono rintracciare le
prede nell’oscurità totale e hanno ben 80 denti affilati come
rasoi. Il loro morso è uno dei più potenti del regno animale, con
una forza di 2,125 psi (Poundforce per pollice quadrato). Possono
raggiungere una velocità di 45 Km/h in rush estremamente brevi (si
stancano facilmente), mentre in acqua possono nuotare a 40 Km/h
senza stancarsi. L’alligatore medio è lungo 3 metri, ma può
crescere fino a 4 metri e mezzo e pesare fino a 450 kg. La maggior
parte delle prede viene digerita in due o tre giorni perché hanno
gli acidi dello stomaco con un pH inferiore a 2, pari al succo di
limone e all’aceto. Gli alligatori sono in circolazione da oltre 37
milioni di anni.
Crawl – Intrappolati, la
trama
Quando un enorme uragano colpisce
la sua città natale in Florida, Haley (Kaya
Scodelario) ignora gli ordini di evacuazione per cercare
il padre scomparso (Barry Pepper). Trovandolo
gravemente ferito e bloccato in un’intercapedine della loro casa di
famiglia, i due restano rapidamente intrappolati e sommersi. Mentre
il tempo stringe e fuori la tempesta è sempre più forte, Haley e
suo padre scoprono che il livello dell’acqua che sale è l’ultimo
dei loro problemi.
Ricordati chi sei e guarda dentro te stesso. Sei molto più
di quello che sei diventato, diceva lo spirito di Mufasa a
Simba in una delle scene più emozionanti del classico d’animazione
diretto da Roger Allers e Ron Minkoff, e alla luce
di quanto visto nel rifacimento foto-realistico de Il Re Leone (che vede in
regia Jon Favreau) ci verrebbe spontaneo porre la
stessa problematica alla Disney per capire dove sta andando la
direzione creativa e quali obiettivi si pone con gli adattamenti in
live action di cui sentiremo parlare per i prossimi anni. Ma più
che ricordare i bei tempi andati e celebrare un’epoca che, per
forza di cose, non tornerà mai perché superata dai progressi
digitali, l’unica riflessione da fare al momento è: chi vuole
diventare la casa di Topolino? Che senso ha riproporre storie già
raccontate? Oppure, è possibile calpestare nuovi sentieri, creare
nuovi ricordi, come sta facendo la Lucasfilm con Star
Wars (ad esempio)?
Le
stesse domande ce le eravamo poste di fronte all’uscita di Maleficent, che però raccontava l’altro lato
della favola della Bella Addormentata, di Alice in Wonderland, che soffriva dei limiti
imposti all’autore Tim Burton, e poi di
Cenerentola, che pure aveva una scintilla di
interpretazione, Il Libro della Giungla,
La bella e la bestia, Dumbo e Aladdin, senza
dimenticare il sequel di Mary
Poppins con Emily Blunt; occasioni
mancate che dimostrano quanto poco si può ottenere quando hai
tantissimo talento a disposizione, dagli attori al reparto tecnico,
ma nessuna visione d’insieme che riesca a legare il tutto. E
Il Re Leone purtroppo non sfugge a questa dinamica
che sfrutta l’effetto nostalgia trascurando ciò che aveva reso
magici e indimenticabili i film animati dello studio: l’emozione
universale.
Nel
1994, mentre la Pixar lavorava al primo Toy Story,
gli animatori stupivano il pubblico con il più grande successo –
anche a livello di incassi – dell’epoca del Rinascimento Disneyano.
Una storia shakespeariana ideologicamente coerente con lo sguardo
di Hollywood sulla società americana ripreso di recente da Black
Panther la cui forza era rappresentata dall’intimità
che si andava a instaurare tra spettatore e personaggi. L’umore, in
questo live action, è cambiato. Il fotorealismo che fa sembrare le
immagini stralci di documentari sulla natura, ha ucciso
l’espressività degli animali. Non c’è terrore negli occhi di Mufasa
quando il fratello-nemico Scar sta per gettarlo su una mandria di
gnu impazziti, o titubanza quando Simba torna nel regno che aveva
abbandonato per vergogna.
Ci sono
invece una serie di errori inspiegabili, come la sequenza di
“L’amore è nell’aria stasera” ambientata alla luce del
sole (che può sembrare stupido, ma nel film perde tutta la
sensualità dell’originale con la luce al crepuscolo) o la totale
mancanza di pathos durante il brano “Sarò Re” cantato da
Scar (molto più minaccioso e teatrale nella versione animata), e
anche piccole e sporadiche libertà di sceneggiatura (“Il regno
sarà tutto tuo Simba” diventa “Il regno non appartiene a nessuno,
ma sarà tuo compito proteggerlo”) ma niente di sostanzialmente
interessante da essere considerato coraggioso e politicamente
rilevante.
La
speranza è che questa parabola copiativa senz’anima venga invertita
dai prossimi titoli in cantiere (specialmente quelli che gravitano
intorno ad una protagonista donna come Mulan,
Crudelia de Mon, La
Sirenetta e Maleficent 2) e che
qualcuno, dalle parti della Disney, si chieda se sia meglio
rimanere con un piede nel passato o cambiare le proprie strategie
guardando al futuro.
Il Re Leone arriverà nelle nostre sale il 21
Agosto.
In attesa di scoprire se i Marvel Studios annunceranno
ufficialmente Shang-Chi sul palco del Comic-Con di San
Diego il prossimo weekend, il reporter di Variety Justin Kroll
sembra confermare su twitter che la produzione ha iniziato il
processo di casting per il film che sarà diretto da Destin
Daniel Cretton (Short Term 12, The Glass Castle),
e che i candidati al ruolo del protagonista sono quasi tutti
ventenni.
Un fattore importante nella scelta
dovrebbe essere la nazionalità degli interpreti, perché a quanto
pare lo studio è intenzionato ad assumere solo attori asiatici o
comunque di origine cinese proprio per mantenere autentiche le
caratteristiche del personaggio dei fumetti.
Alcune voci sostenevano che
Ludi Lin, giovane stella emergente con ottime
credenziali, fosse la prima scelta, ma la conferma si farà
attendere – molto probabilmente – fino al 20 Luglio, giornata
dedicata al panel della Marvel San Diego con Kevin Feige e
numerosi ospiti attesi nella Sala H.
With comic-con closing in, hearing Marvel is
putting out test offers for a group of men in their 20s for its
SHANG-CHI movie. Marvel have also been adamant to reps offering up
their clients for the role that they have to be of Chinese ancestry
no other Asian ancestry excepted.
Haven’t heard any names as it sounds like
they are going the discovery route but it will be interesting to
see if a decision by the time the Hall H presentation. Stay
tuned.
I lavori sull’adattamento dei
fumetti sono iniziati ad ottobre del 2018 con l’ingaggio dello
sceneggiatore David Callaham.
Altre fonti rivelano invece che
l’inizio delle riprese è stato fissato a novembre 2019, così da
permettere allo studio di distribuire il film nelle sale il
12 febbraio 2021 facendo coincidere la data con la
ricorrenza del capodanno cinese. Una scelta di marketing alquanto
azzeccata, trattandosi del primo supereroe asiatico della storia ad
arrivare sullo schermo.
A queste notizie si aggiunge un
ulteriore aggiornamento, ovvero che la Marvel starebbe discutendo
con Donnie Yen (una star in Asia) per un ruolo non
ancora specificato ma che, vista l’età dell’attore, potrebbe
coincidere con la descrizione del personaggio citato sopra.
Vi ricordiamo che il fumetto
originale è stato creato da Steve Englehart e Jim Starlin nel 1973,
e come “Maestro del Kung-Fu” Shang-Chi si serve della sua
straordinaria abilità nelle arti marziali per combattere il male e
in particolare suo padre Zheng Zu. Si unirà perfino ai Vendicatori,
ottenendo il potere di creare innumerevoli duplicati di se
stesso.
Sono in corso in Puglia, tra la
zona di Lecce e Brindisi, e si sposteranno poi a Roma, le riprese
di
Cops – Una banda di Poliziotti, la nuova produzione
originale Sky con Drymedia.
Una commedia irriverente, due storie, che raccontano un pezzo della
provincia italiana da un punto di vista diverso, quello della
polizia.
Diretta da Luca
Miniero – con Benvenuti al Sud di uno dei
maggiori successi del cinema italiano degli ultimi anni –
Cops – Una banda di Poliziotti mette in fila
un cast corale con Claudio
Bisio, Stefania Rocca,
Pietro Sermonti, Francesco
Mandelli, Dino
Abbrescia, Giulia
Bevilacqua, Guglielmo
Poggi e Giovanni Esposito, a
interpretare personaggi carichi di debolezze e difetti ma anche di
tanta umanità e simpatia.
Poliziotti per caso, che diventano
poi poliziotti per scelta, i cops orbitano
intorno alla centrale di Polizia di Apulia, in un piccolo
centro del sud Italia a pochi chilometri da Lecce. Il commissariato
è destinato a chiudere per assenza di crimini e per il gruppo di
poliziotti c’è solo una possibilità per non essere licenziati:
creare loro stessi dei reati in città.
Cops – Una banda di Poliziotti, la trama
Un racconto di genere che mette
insieme la commedia e il poliziesco, senza mai arrivare all’estremo
del poliziottesco e sempre coniugando dialogo e azione. I
personaggi di COPS – UNA BANDA DI
POLIZIOTTI raccontano un’umanità piena di
sfumature: il COMMISSARIO
CINARDI (Claudio Bisio) è appena
arrivato ad Apulia. Dopo un passato da grande poliziotto ora conta
solo i giorni che lo separano dalla
pensione. MARGHERITA
NARDELLI (Stefania Rocca) è
l’integerrima dirigente della Polizia di Stato, in “missione” ad
Apulia per la chiusura del Commissariato. Troverà lì una squadra di
poliziotti imperfetti ma con grande cuore. Benedetto Starace è per
tutti BENNY THE COP (Francesco
Mandelli), ossessionato dai polizieschi americani, di cui
conosce a memoria ogni scena d’azione. Una volta tolta la divisa
torna a casa dall’amorevole nonna con la quale ancora vive. Ex
bello, ex playboy, ex uomo d’azione, NICOLA
O’SIC (Pietro Sermonti) è ora l’indolenza
fatta persona. Sposato con Maria Crocifissa e padre di due figli,
nella vita ha deciso di prendersela comoda. MARIA
CROCIFISSA (Giulia Bevilacqua) è agente di polizia ad
Apulia, ma anche moglie, cuoca, psicologa e mamma. Per l’esattezza
di tre figli, se si include il marito e collega Nicola, 14enne nel
corpo di un 40enne che ha preso il posto dell’uomo affascinate e
vitale che lei ha
sposato. TONINO (Dino
Abbrescia) ha un chiosco davanti alla Questura, luogo di
ritrovo prediletto di tutti i poliziotti. Ma è un personaggio solo
apparentemente ordinario e
mite. TOMMASO (Guglielmo
Poggi) lavora al commissariato come centralinista, è gay
ed è l’unico in paese ad aver fatto coming out. Vittimista senza
motivo: nessuno lo considera diverso, tranne lui
stesso. ANACONDA (Giovanni
Esposito) è il boss della zona “fuori Apulia”, ha una
grande passione per la cucina e un’ossessione: conquistare
Apulia
Luca
Miniero,regista e
sceneggiatore, ha dichiarato: «Una commedia che legge il
contemporaneo grazie ad uno strepitoso cast di attori. Una commedia
che racconta la nostra realtà e dimostra come il linguaggio della
commedia, sia probabilmente il più adatto, a descrivere le
contraddizioni del nostro tempo e del nostro paese. Una commedia
che rivela la sua originalità nella mescolanza dei generi, dalla
Commedia al Poliziesco».
«Cops conferma ed evolve
l’impegno di Sky nel filone comedy, genere molto apprezzato dal
nostro pubblico, puntando a costruire storie di successo, nel solco
di quanto facciamo già da più di un decennio con il drama», ha
dichiarato Nils Hartmann, Direttore Produzioni
Originali Sky Italia. «Un racconto di genere – prosegue –
che mescola il poliziesco alla commedia, con ingredienti
semplici, lavorati con grande originalità, e personaggi
perfettamente caratterizzati. Il tutto nel segno della qualità e
del talento di Luca Miniero e di uno straordinario gruppo di
attori, guidato da Claudio Bisio, la cui forza corale esalta il
valore di tutta la produzione. Ancora una volta, i migliori
talenti italiani trovano in Sky un ambiente altamente stimolante in
cui scrivere e raccontare le loro storie. In questo caso con lo
sfondo di un pezzo d’Italia bellissimo, anch’esso assoluto
protagonista».
Fabrizio
Ievolella, Amministratore Delegato Drymedia, ha
dichiarato: «Siamo partiti da un high concept svedese,
un film di successo con un’idea molto efficace, e abbiamo
sviluppato con Luca Miniero un racconto che unisce i generi comedy
e poliziesco in una scrittura brillante, valorizzata da un cast di
grandi attori capitanati da Claudio Bisio».
Cops – Una banda di
Poliziotti è diretta da Luca
Miniero, la sceneggiatura è di Luca
Miniero, Giulia
Gianni, Andrea
Magnani e Gina Neri. Ispirato
a Kops, film svedese del 2003, Cops – Una
banda di
Poliziottiè uno Sky
Original, prodotto da Sky e Drymedia con la produzione esecutiva di
Picture Show, in associazione con Memfis Film e il sostegno di
Apulia Film Commission, prossimamente in esclusiva su Sky
Cinema.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER
SU SPIDER-MAN: FAR FROM HOME
Peter Parker fa la conoscenza di
Quentin Beck dopo l’attacco degli Elementali a Venezia, la città
dove si trova in vacanza con i suoi compagni di scuola, ma le reali
motivazioni del personaggio che implicano l’utilizzo di speciali
droni per riprodurre false messinscena non verranno rivelate fino
al terzo atto di Spider-Man: Far
From Home.
Grazie all’occhio attento dei fan e
ad una foto pubblicata da Jake Gyllenhaal su
Instagram abbiamo però scoperto che Mysterio era sulle
tracce di Peter già da tempo, spiando il ragazzo e le sue mosse ben
prima della sua presentazione insieme a Nick Fury e Maria Hill.
Se infatti date uno sguardo alle
immagini qui sotto, noterete che un uomo vestito con una
stravagante camicia hawaiana era alle spalle di Tom
Holland nella scena dell’arrivo all’aeroporto italiano.
Più tardi invece, sempre nella stessa location, può essere
avvistato anche Guterman, un altro vecchio assistente delle Stark
Industries che aiuterà Beck nel suo piano malvagio, precisamente
dietro Peter e MJ mentre un ambulante cerca di vendergli delle
rose.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Come già annunciato Bond 25 segnerà l’ultima
apparizione di Daniel Craig nei panni dell’agente
007 al cinema, e secondo l’ultima indiscrezione del Daily Mail (che
finora ha seguito tutti gli scoop relativi al nuovo capitolo del
franchise) nel film verrà introdotto il prossimo interprete del
personaggio. O meglio, la prossima interprete, trattandosi infatti
di Lashana Lynch, vista quest’anno nelle vesti di
Maria Rambeau in Captain Marvel.
A quanto pare il personaggio
dell’attrice, per ora ancora misterioso, potrebbe ereditare il
celebre codice dell’agente segreto dopo la partenza di Craig in una
scena chiave dove M (Ralph Fiennes) dice
“Entra, 007” e dal buio emerge una donna di colore
bellissima. Ovviamente la descrizione fa pensare subito alla Lynch,
considerando gli altri membri del cast.
Gli insider parlano di un momento
“che farà cadere i popcorn dalle mani. Bond è ancora il Bond
che conosciamo ma sarà sostituito come 007 da questa splendida
donna.” e di un rapporto tra i due caratterizzato da una forte
attrazione sessuale fatta di giochi di seduzione ma anche grandi
capacità professionali.
Sarà davvero così? La MGM ha finalmente trovato la nuova Bond
Woman?
Leggi anche – Bond 25: Christoph
Waltz tornerà nei panni di Blofeld
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per “ravvivare” lo
script di Bond 25
sotto speciale richiesta di Craig, grande fan di
Fleabag e Killing Eve, le due
serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu
Johanna Hardwood con Dr. No e From Russia With
Love) che la casa di produzione non assumeva una donna per
dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi più che mai
“rilevante”.
Insieme a lui, sul set, figureranno
anche Ralph Fiennes (M), NaomieHarris (Eve Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Lea Seydoux (Dr. Madeleine
Swann), Rory Kinnear (Bill Tanner) e
Jeffrey Wright (Felix Leiter). Le new entry del
cast sono invece Rami
Malek, Billy Magnussen e
Ana de Armas.
Una parte importante delle riprese
si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per
2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe
diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento
di apertura di Spectre a Città del
Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.
01Distribution
diffonde via Facebook il primo trailer di
5 è il numero perfetto, il film diretto da
Igort che segue la storia di Peppino
Lo Cicero (Toni Servillo),
camorrista di seconda classe in pensione, torna in pista dopo
l’omicidio di suo figlio. Questo avvenimento tragico innesca una
serie di azioni e reazioni violente ma è anche la scintilla per
cominciare una nuova vita. Un piccolo affresco napoletano
nell’Italia anni Settanta. 5 è il numero perfetto è la storia di
un’amicizia tradita, ma anche di una seconda opportunità e di una
rinascita.
Il film è basato sull’omonima
graphic novel di Igort e vede protagonisti,
accanto a Toni Servillo, anche Valeria
Golino, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Giovanni
Ludeno, Vincenzo Nemolato, Angelo Curti, Mimmo
Borrelli, Nello Mascia, Rocco Giordano, Emanuele
Valenti, Gigio Morra, Marcello Romolo e lo
stessoIgort.
Il film arriverà il 29 agosto nelle sale italiane.
Ecco la trama della graphic novel
disponibile su Amazon: Dopo cinque anni si conclude la saga di
Peppino Lo Cicero, guappo napoletano in pensione costretto dagli
avvenimenti a tornare in pista. La storia che ha confermato a
livello internazionale il lavoro di Igort, capitano di lungo corso
del fumetto italiano è disegnata in bianco nero e azzurro. Si
tratta della versione integrale rivista e corretta in una
confezione di grande formato. Un vero e proprio affresco
dell’Italia anni Settanta, ambientato a Napoli, raccontato a
cavallo tra ironia e tragedia. Ecco la storia di una rinascita, il
ritorno alla vita di un uomo che si credeva finito e che
attraversando l’inferno delle sparatorie vede riemergere lo spettro
possibile di una vita pacificata. Un pulp vero e proprio che rende
omaggio alla tradizione narrativa della graphic novel, al nero
italiano, al cinema di Sergio Leone e Takeshi Kitano, pur rimanendo
una storia aldilà del genere stesso. Peppino Lo Cicero è un guappo
in pensione, vive la sua vita in ritiro, si occupa di pesca e del
figlio Nino, guappo anche lui. Ma nella missione di oggi Nino cade,
vittima di un agguato. Qualcuno ha tradito. Lo stesso Peppino
rischia la vita, considerato non più troppo pericoloso ma comunque
un intralcio. Peppino però, uomo della vecchia guardia, spinto
dalle circostanze trova la forza di un tempo e ricomincia a
uccidere…