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The Boys: ecco quando uscirà la quarta stagione su Prime Video

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The Boys: ecco quando uscirà la quarta stagione su Prime Video

Prime Video ha annunciato che la serie drama di successo mondiale, vincitrice dell’Emmy, The Boys, sarà disponibile con la sua quarta stagione dal 13 giugno 2024. La diabolica serie drama ritornerà con tre episodi strabilianti il 13 giugno, seguiti da un nuovo episodio ogni settimana, fino all’epico finale di stagione giovedì 18 luglio. La quarta stagione in otto episodi di The Boys uscirà in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Per celebrare il compleanno di Homelander, Prime Video ha inoltre svelato il nuovo artwork dell’attesissima quarta stagione.

La trama di The Boys 4

Nella quarta stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo di Homelander, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di Becca sia il suo ruolo di leader di The Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie. La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo tardi.

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. La quarta stagione accoglierà, inoltre, Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.  

The Boys è basata sul fumetto best-seller del New York Times creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer si annoverano anche Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela Starr. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures.

La zona d’interesse: recensione del film di Jonathan Glazer

La zona d’interesse: recensione del film di Jonathan Glazer

Era dalla Mostra del Cinema di Venezia del 2013 che non si avevano notizie di Jonathan Glazer, il quale dopo l’Under the Skin con Scarlett Johansson continuava a rimandare la presentazione di questo suo nuovo film. Prima di arrivare al Festival di Cannes 2023, infatti, si era già parlato di La zona d’interesse tra i titoli papabili per le precedenti edizioni delle kermesse del Lido e della Croisette, dove finalmente è approdato. Interpretato dalla coppia Christian Friedel-Sandra Hüller, il film offre uno sguardo diverso della tragica quotidianità e dell‘orrore dei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e attraverso lo sguardo dei protagonisti della teorizzata soluzione finale alla base dell’Olocausto.

Camera con vista, sull’Inferno

Ne La zona d’interesse Rudolf Höss e sua moglie Hedwig sono una coppia di coniugi tedeschi, divisi tra famiglia – numerosa – e lavoro quotidiano, dentro e fuori la loro bella casa. Quel che li rende unici è il fatto di vivere a ridosso del perimetro del Campo di concentramento di Auschwitz, del quale lui è il comandante. Un militare ambizioso e senza scrupoli che, per motivi di carriera, sembra esser pronto a lasciare la cosiddetta “zona di interesse” (la Interessengebiet di circa 40 chilometri, che circonda la triste struttura) e la villetta con giardino nella quale la donna continua a crescere i loro cinque figli, a godere di una vita perfetta e della speranza di un brillante futuro e a fare finta di non vedere cosa accade al di là delle mura di recinzione.

La zona d'interesse Sandra Hüller
Sandra Hüller in una scena di La zona d’interesse

L’orrore suggerito, più che raccontato

Le prime immagini di La zona d’interesse  fanno ripensare al Suburbicon del 2017 diretto da George Clooney, non per il tono né tanto meno per la sostanza del narrato, quanto piuttosto per la superficie di normalità che nasconde altro. Lì un conflitto prossimo a esplodere, qui una tragedia della quale conosciamo l’entità, ma che Glazer mostra attraverso una serie di indizi lasciati sullo sfondo, impossibili da ignorare.

Lo spunto è quello offerto dal romanzo omonimo di Martin AmisLa zona d’interesse“, storia d’amore e burocrazia che l’immagine filmata supera e potenzia nella sua possibilità di mostrare – senza soffermarsi troppo – il fumo e le fiamme che fuoriescono dalle ciminiere delle famigerate docce. Anche il sonoro segue la stessa direttrice, con la macchina da presa a restituire il suono della scena ripresa, senza mai indulgere in sottolineature, ma senza nascondere i colpi di pistola e gli ordini urlati sullo sfondo.

La zona d'interesse

La zona d’interesse, la vita che continua

Sordi e ciechi all’inconcepibile, i protagonisti, intanto, continuano la loro vita. Fatta anche di riunioni con gli ingegneri del Reich, arrivati a proporre nuove tecnologie e più funzionali soluzioni per il funzionamento dei forni crematori, o con gli altri direttori dei vari campi, convocati per organizzare lo smaltimenti dei prossimi arrivi dall’Ungheria. Una normalità, di nuovo, che si specchia nella pulizia formale di un racconto familiare qualsiasi e insieme in quella degli ambienti di Auschwitz oggi.

Dopo i lunghi minuti di total black con i quali si apre La zona d’interesse , quasi a suggerirci di aguzzare l’udito più che la vista, improvvisamente il salto nel futuro, il nostro presente, ci mostra per l’unica volta cosa resta di quelle vittime: scarpe, bagagli abbandonati, vestiti, oggetti preziosi. Non la vita, della quale resteranno depredati in eterno. Una sorte che continua a capitare anche nelle nostre società civili, giusto fuori dal nostro giardino, mentre molti continuano a erigere muri di protezione dando mostra di non aver imparato ad aprire gli occhi sui limiti della nostra stessa coscienza.

Il Tatuatore di Auschwitz: teaser trailer della nuova serie SKY

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Il Tatuatore di Auschwitz: teaser trailer della nuova serie SKY

Rilasciato oggi il teaser trailer de Il Tatuatore di Auschwitz, una nuova serie Sky Original che sarà disponibile prossimamente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Basata sul romanzo bestseller internazionale di Heather Morris, la serie in sei episodi è ispirata alla storia vera di Lali e Gita Sokolov, due prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz durante la Seconda guerra mondiale.

La storia di Il tatuatore di Auschwitz

Il tatuatore di Auschwitz è la storia di un uomo, Lali (Jonah Hauer-King), un ebreo slovacco, che, nel 1942, viene deportato ad Auschwitz, il campo di concentramento dove oltre un milione di ebrei furono uccisi durante l’Olocausto. Poco dopo l’arrivo, Lali diventa uno dei Tätowierer (tatuatori), incaricato di marchiare i compagni di prigionia con i numeri di identificazione. Un giorno incontra Gita (Hanna Próchniak), una ragazza appena arrivata nel campo di concentramento, e se ne innamora all’istante. Inizia così una storia coraggiosa e indimenticabile. Sotto costante sorveglianza da parte di un instabile ufficiale nazista delle SS Stefan Baretzki (Jonas Nay), Lali e Gita sono determinati a mantenersi in vita a vicenda.

Circa 60 anni dopo, Lali (Harvey Keitel), ormai ottantenne, incontra l’aspirante scrittrice Heather Morris (Melanie Lynskey). Rimasto vedovo da poco, Lali trova il coraggio di raccontare al mondo la sua storia. Raccontando il suo passato a Heather, Lali finalmente affronta i fantasmi traumatici della sua giovinezza e rivive i suoi ricordi di un amore nato nei luoghi più oscuri.

Diretta da Tali Shalom-Ezer, IL TATUATORE DI AUSCHWITZ è prodotta esecutivamente da Claire Mundell attraverso la sua società Synchronicity Films in associazione con Sky Studios e All3Media International. Jacquelin Perske è produttrice esecutiva e sceneggiatrice principale, insieme ai co-sceneggiatori Evan Placey (produttore associato) e Gabbie Asher. Serena Thompson è produttrice esecutiva per Sky Studios. La colonna sonora è stata creata dal pluripremiato Hans Zimmer e Kara Talve.

NBCUniversal Global TV Distribution e All3Media International gestiscono congiuntamente le vendite internazionali della serie. Stan, il principale streamer locale australiano, sta acquisendo i diritti originali della serie nel proprio territorio, con SkyShowtime che sarà licenziataria dei diritti della serie per Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Svezia. La serie è un’esclusiva Sky e NOW in tutti I territori Sky in Europa (Reg

Apple TV+ svela il trailer e la data d’uscita di Earthsounds: i suoni del pianeta

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Apple TV+ ha svelato oggi il trailer e la data d’uscita di Earthsounds: i suoni del pianeta, la nuova docuserie in 12 parti narrata dal vincitore del Golden Globe e candidato all’Emmy Tom Hiddleston. Girata per oltre 1.000 giorni nell’arco di tre anni e mezzo, la serie mostra il nostro pianeta come mai prima d’ora: un mondo che brulica di storie sonore sorprendenti, sconosciute e mai raccontate perché non siamo stati in grado di catturarne i suoni, fino ad ora.

Dove vedere in streaming Earthsounds: i suoni del pianeta

Grazie a oltre 3.000 ore di audio, registrato utilizzando tecnologie all’avanguardia, e girata in 20 Paesi di tutti e sette i continenti, Earthsounds: i suoni del pianeta farà il suo debutto con tutti gli episodi il 23 febbraio su Apple TV+.

«Ho amato narrare “Earthsounds: i suoni del pianeta“», ha dichiarato Tom Hiddleston. «Offspring Films e Apple TV+ hanno creato qualcosa di assolutamente unico. Vedere e sentire il mondo della Natura cogliendone i dettagli più intimi e straordinari è assolutamente emozionante. Ispira meraviglia e stupore.»

Di cosa parla Earthsounds: i suoni del pianeta?

Earthsounds: i suoni del pianeta esplora habitat spettacolari, tra cui la foresta pluviale del Queensland, la banchisa antartica, le dune della Namibia, le barriere coralline tropicali e altro ancora. Tra le scoperte e le registrazioni dei suoni più rari offerte al pubblico dalla serie ci sono leopardi delle nevi che cantano canzoni d’amore, il chiacchiericcio intimo dei pulcini di struzzo dall’interno delle loro uova, ragni musicali, richiami di corteggiamento subacqueo dei trichechi e molto altro. Ma non sono solo gli animali a emettere rumori insoliti; la serie cattura anche gli ipnotici suoni segreti del nostro pianeta, tra cui il ronzio dei deserti, gli alberi che bevono e il misterioso ronzio dell’aurora boreale.

“Earthsounds: i suoni del pianeta” è prodotta dal pluripremiato team di Offspring Films e prodotta esecutivamente da Alex Williamson e Isla Robertson. Sam Hodgson è il produttore della serie e il regista è Tom Payne. La serie è la seconda collaborazione tra Offspring Films e Apple TV+ dopo “Il pianeta notturno a colori” che ha ottenuto la nomination a quattro premi BAFTA.

Spider-Man: la Sony starebbe sviluppando altri due film animati

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Spider-Man: la Sony starebbe sviluppando altri due film animati

Spider-Man: Un nuovo universo e Spider-Man: Across the Spider-Verse sono stati grandi successi di critica e di pubblico, con il primo che ha vinto l’Oscar come “Miglior film d’animazione” e il secondo attualmente nominato nella medesima categoria. I fan sono ora ansiosi di vedere come si concluderà la storia nel film Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, ancora senza una data di uscita, ma oltre quel film sembra ci siano già piani per ulteriori film animati dedicati a Spider-Man.

In passato si è sentito parlare di piani per uno spin-off su Spider-Gwen, ma sembra il progetto non sia andato molto in là per via di quanto tempo è stato dedicato agli ultimi film dello Spider-Verse. Recentemente si è invece parlato di film d’animazione che ruotano attorno a personaggi come Spider-Punk e Venom e si è persino parlato di uno o di entrambi con un rating R. Arriva però ora, tramite l’insider Daniel Richtman, un aggiornamento su ciò che potrebbe esserci all’orizzonte.

Richtman afferma infatti che la Sony Animation sta effettivamente sviluppando almeno altri due film d’animazione su Spider-Man. Purtroppo, non sono stati forniti ulteriori dettagli ma questi non dovrebbero avere come protagonista Miles Morales, la cui storia dovrebbe concludersi con Beyond the Spider-Verse. Non resta dunque che attendere per scoprire se tale rumor si rivelerà fondato ed eventualmente su chi o su cosa saranno incentrati questi film. Prima però, si attendono novità su Beyond the Spider-Verse, inizialmente previsto in sala per l’aprile 2024 ma ora rimandato a data da destinarsi.

Cosa sappiamo di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse?

Il film che precede Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, Spider-Man: Across the Spider-Verse, è uscito all’inizio di quest’anno. È stato diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson. Il film presenta le voci di Shameik Moore nel ruolo di Miles Morales, Hailee Steinfeld nel ruolo di Gwen Stacy, Jake Johnson nel ruolo di Peter B. Parker, Issa Rae nel ruolo di Spider-Woman, Daniel Kaluuya nel ruolo di Spider-Punk, Karan Soni nel ruolo di Spider-Man India, Oscar Isaac nel ruolo di Spider-Man 2099, Jason Schwartzman nel ruolo di The Spot, Brian Tyree Henry nel ruolo di Jefferson Davis, Luna Lauren Velez nel ruolo di Rio Morales, Greta Lee nel ruolo di Lyla, Andy Samberg nel ruolo di Scarlet Spider e altri ancora.

Spider-Man: Across the Spider-Verse è stato prodotto da Phil Lord, Chris Miller, Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg con Alonzo Ruvalcaba. Aditya Sood, e il regista del primo film, Peter Ramsey, alla produzione esecutiva. Il film non ha ancora una data di uscita. L’uscita era inizialmente prevista per il 29 marzo 2024, ma è stata tolta dal calendario.

Johnny Depp ha visitato il Museo Nazionale del Cinema di Torino

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Johnny Depp ha visitato il Museo Nazionale del Cinema di Torino

Johnny Depp ha visitato in forma strettamente privata e a porte chiuse il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la mostra Il Mondo di Tim Burton, unica attività extra lavorativa durante il suo soggiorno a Torino.

Johnny Depp, in città per le riprese del suo nuovo film Modì che lo vede per la seconda volta dietro la macchina da presa, è stato accolto dai vertici del museo: il presidente Enzo Ghigo, il vicepresidente Gabriele Molinari, il consigliere Alessandro Bollo e dal direttore Domenico De Gaetano. Con loro Marco Fallanca che in questi mesi ha tenuto i rapporti con l’attore e il suo entourage.

Johnny Depp, accompagnato da alcuni dei suoi storici collaboratori, è rimasto affascinato dalla struttura della Mole Antonelliana e dall’allestimento della mostra, perfettamente integrata con l’ardito verticalismo dell’edificio. Accompagnato dal direttore, ha percorso tutta la rampa, rivivendo il viaggio nell’immaginifico mondo di Tim Burton e nella mente di un genio creativo, l’esplorazione definitiva della sua produzione artistica e del suo stile inimitabile.

Depp è rimasto estasiato dalla mostra, quasi emozionato nel rivedere tutti questi i materiali relativi ai film delle sue numerose collaborazioni con Tim Burton. Dai primi bozzetti di Edward Mani di Forbice, a Sweeney Todd e Dark Shadows, fino ad arrivare alla lettera autografa di Tim Burton nella quale il registra gli propone delle modifiche alle sue battute nel film La Fabbrica di Cioccolato. Questa lettera ha rievocato in lui molti ricordi e ha voluto essere ritratto lì accanto così fa poterla mandare a Tim Burton.

La visita si è conclusa con la suggestiva salita al Tempietto grazie all’ascensore panoramico completamente trasparente che gli ha ricordato l’ascensore di cristallo di Willy Wonka. Lì ha potuto godere della stupenda vista della città dall’alto, comprendendone la bellezza e il fascino e dimostrandosi molto interessato alla storia e all’architettura della capitale subalpina.

Navalny: torna al cinema il documentario premio Oscar

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Navalny: torna al cinema il documentario premio Oscar

Un anno fa, a marzo 2023, NAVALNY di Daniel Roher vinceva l’Oscar® come Miglior Documentario. Distribuito da I Wonder Pictures e IWONDERFULL nel 2022, il documentario di Roher segue, con il ritmo appassionante di un thriller, il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, avvocato, attivista, politico, fondatore del partito Russia del Futuro e della Fondazione Anti-corruzione, strenuo oppositore di Vladimir Putin: Alexei Navalny è la dimostrazione che non si possono uccidere le idee.

Qui l’elenco delle sale in cui sarà disponibile Navalny

A distanza un anno, la vicenda è tragicamente superata dall’attualità e la recente notizia della morte di Navalny, imprigionato in Siberia dal 2021, sconvolge il mondo. In seguito alle numerose richieste da parte delle sale italiane, il film torna al cinema per una serie di proiezioni evento.

NAVALNY di Daniel Roher, potente e pura testimonianza dell’operato dell’attivista, è un’indagine approfondita condotta grazie a testimonianze dirette degli eventi successivi all’agosto 2020, quando Alexei Navalny si ammalò all’improvviso su un volo tra Tomsk e Mosca. Dopo un atterraggio di emergenza a Omsk, Navalny fu ricoverato in ospedale, dove cadde in coma. Trasportato d’urgenza a Berlino, ulteriori accertamenti hanno rilevato tracce di avvelenamento. Il film ricostruisce l’indagine che ha portato a scoprire la verità sull’accaduto.

Alexei Navalny nel corso degli anni ha svelato molte verità scomode attorno al governo russo e ai potenti oligarchi che lo compongono e lo sostengono, non ultima la rete di corruzione e l’enorme giro di denaro e potere attorno a queste figure, a partire da Vladimir Putin. Rientrato in Russia il 17 gennaio del 2021 e incarcerato con l’accusa mai provata di appropriazione indebita, Navalny non è mai stato rilasciato, fino al tragico epilogo della sua morte il 16 febbraio 2024.

Quando abbiamo deciso di distribuire in Italia Navalny – spiega dalla Berlinale Andrea Romeo, fondatore e direttore editoriale di I Wonder Pictures – sapevamo di lavorare su una storia molto attuale e che per la stessa volontà del protagonista sarebbe finita come inizia, cioè con il suo omicidio. Il film è una grande opportunità per capire qualcosa di più di quanto da trent’anni sta succedendo in Russia. Il documentario – prosegue Romeo – è anche un oggetto cinematografico originalissimo, e credo che l’Oscar per vinto l’anno scorso celebri adeguatamente un’opera cinematograficamente unica e importante“.

Vincitore dell’Audience Award e del Festival Favourite Award al Sundance Film Festival 2022, NAVALNY di Daniel Roher è oggi una preziosa testimonianza dell’impegno di Navalny e del suo impegno verso la verità e la libertà e per questo torna sul grande schermo.

Kang il Conquistatore: Colman Domingo parla della possibilità di assumere il ruolo

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Da quando Jonathan Majors è stato licenziato dai Marvel Studios, i fan hanno subito indicato l’attore Colman Domingo come il sostituto ideale per il ruolo di Kang il Conquistatore. Ad oggi i Marvel Studios non hanno ancora annunciato chi sostituirà Majors né quale sarà il ruolo effettivo del villain nel resto della Saga del Multiverso. Mentre si attende di saperne di più, è ora lo stesso Domingo a rompere il silenzio a riguardo durante un’intervista con Vanity Fair. “Il mio team ha avuto conversazioni con la Marvel su alcuni aspetti del MCU per anni. So che questo [il recasting] è vero o no? In realtà non lo so. Il mio team non mi porta qualcosa se non è reale. Quindi non lo so“.

Potrei essere in conversazione, ma non ne sono sicuro. Sarei felice di parlarne. Qualunque cosa stiano elaborando con Jonathan [Majors] e la sua eredità nel MCU, sento di dover rimanere nella mia corsia, qualunque essa sia. Ci sono voci, ci sono conversazioni, ma non ne sono nemmeno sicuro perché sento che non mi viene in mente nulla finché non c’è qualcosa di reale. Ma sarei d’accordo“. L’attore, pur affermando di non sapere nulla a riguardo, rimane dunque cauto e sembra non rivelare più del dovuto.

Chi potrebbe assumere il ruolo di Kang il Conquistatore?

I fan hanno ad oggi fatto diversi nomi per sostituire Majors nei panni di Kang il Conquistatore e se alcuni di loro, come John Boyega o Denzel Washington, potrebbero essere molto interessanti, Domingo – ora candidato all’Oscar per il film Rustin risulta essere la scelta migliore per il ruolo del villain del MCU. L’attore ha esperienza nell’interpretare un cattivo in un grande franchise, essendo stato un Victor Strand particolarmente avvincente e ricco di sfumature in Fear The Walking Dead, con l’attore che ha dimostrato di essere in grado di presentare diversi aspetti di un personaggio, proprio come Majors ha fatto per ogni variante di Kang.

Joe Manganiello rivela che James Gunn gli ha suggerito di “lasciar perdere” Deathstroke

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C’è stato un tempo in cui il Deathstroke di Joe Manganiello era in lizza per un ruolo importante nel DCEU. I piani originali prevedevano infatti che il villain venisse a conoscenza dell’identità segreta di Batman nella scena post-credits di Justice League (per gentile concessione di Lex Luthor), ponendo così le basi per il loro scontro in The Batman. I piani sono però cambiati quando Ben Affleck ha deciso di non dirigere il film, facendo dunque finire il progetto in un limbo solo per poi essere del tutto cancellato con la fine del DCEU. Per un certo periodo, si era persino parlato di uno spin-off incentrato su Deathstroke.

Manganiello ha espresso più volte il suo interesse a riprendere il ruolo nel nuovo DCU, ma sembra che l’attore abbia ora gettato la spugna. “James Gunn è un mio amico, e io e lui ne abbiamo parlato perché Jim Lee della DC Comics voleva che creassi una serie di graphic novel basate sulla sceneggiatura che ho scritto per il film sulle origini di Deathstroke“, ha raccontato l’attore a ComicBook.com. “Quando hanno iniziato a smantellare il DCEU, anche questo è però andato in fumo“, ha continuato Manganiello.

Jim l’ha letto e voleva che diventasse una serie di graphic novel, ma nessuno poteva assicurarmi che, se avesse attirato l’attenzione di registi e produttori, avrei potuto essere coinvolto. Così ho dovuto lasciar perdere. James Gunn mi ha detto: “Lascia perdere”“. L’attore si riferirebbe in realtà solo a questo progetto di graphic novel, ma ampliando il suo discorso si può benissimo dedurre che Manganiello abbia deciso di lasciar perdere con Deathstroke in generale, il quale almeno per ora non sarà coinvolto nel nuovo DC Universe ideato da Gunn.

Joe Manganiello interpreterà ancora Deathstroke?

Gunn non ha tuttavia escluso un futuro ingresso del personaggio nel suo universo condiviso, lasciando intendere di avere dei suoi piani per Deathstroke nel DCU, anche se questi potrebbero non coinvolgere Manganiello. Come noto, nei fumetti Deathstroke è un mercenario assassino altamente qualificato, introdotto originariamente come avversario dei Teen Titans. Noto per le sue eccezionali capacità di combattimento, per la forza, l’agilità e l’intelletto potenziati e per il suo genio tattico, egli possiede anche un fattore di guarigione rigenerativo che ne aumenta la durata e la longevità.

Nonostante il suo status di cattivo, Deathstroke è spesso rappresentato come un antieroe, con un codice morale complesso e un senso dell’onore. Le sue motivazioni variano, ma in genere è spinto dal desiderio di potere, ricchezza o vendetta personale. Un personaggi dunque decisamente affascinante, che potrebbe magari in futuro trovare il giusto spazio sul grande schermo, che sia Manganiello o un altro attore ad assumere il ruolo.

LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, il nuovo show Original italiano

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Da oggi su Prime Video LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, il nuovo show Original italiano in cinque episodi, disponibile in esclusiva su Prime Video. I primi due episodi saranno disponibili da oggi 22 febbraio, seguiti da due episodi il 29 febbraio e dalla finale il 7 marzo.

LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro è il nuovo show Original italiano in cui comici professionisti, amatoriali e artisti di ogni genere (maghi, cantanti, imitatori, mimi, improvvisatori, rumoristi, persone comuni con spiccate doti di intrattenimento, e molti altri) si esibiranno davanti a una giuria d’eccezione per giocarsi la loro chance di entrare a far parte del cast della quarta stagione di LOL: Chi ride è fuori. Elio, Katia Follesa e Angelo Pintus, tra i protagonisti più amati delle passate edizioni di LOL, saranno i giurati di questo nuovo show, mentre Mago Forest, anche lui veterano del programma comedy, vestirà i panni di presentatore e accompagnerà i giudici in questo tour tutto italiano che toccherà le città di Milano e Napoli, per le audition, e Roma, per la finalissima che decreterà il vincitore. Ogni episodio, inoltre, avrà una guest star che, unendosi alla giuria, potrà cambiare le sorti di un concorrente. LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro è prodotto da Endemol Shine Italy per Amazon Studios e sarà disponibile in esclusiva su Prime Video dal 22 febbraio 2024.

LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Pensati SexyNo Acitivity – Niente da segnalare, Karaoke Night – Talenti Senza Vergogna, Gigolò per caso, Elf Me, Il migliore dei mondi, Monterossi – La Serie S2, AMAZING – FABIO DE LUIGI, Everybody Loves Diamonds, The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie S1 e S2, The Ferragnez: Sanremo special, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 e S3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli Original italiani già annunciati sono le serie Antonia, Sul più bello – La serie, oltre ai rinnovi per nuove stagioni di LOL: Chi ride è fuoriPrisma, Sono Lillo e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo. È stata inoltre annunciata la serie Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Natalie Portman sui cambiamenti del cinema: “Ora sembra molto più di nicchia”

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In un’intervista a Vanity Fair, l’attrice premio Oscar Natalie Portman, prossimamente al cinema con il film May December (qui la recensione), ha dichiarato di non ritenere del tutto un male il fatto che il cinema stia in un certo senso perdendo di importanza per gli spettatori più giovani. “La cosa più sorprendente è stato il declino del cinema come forma primaria di intrattenimento. Ora è molto più di nicchia“, ha detto la Portman. “Se chiedete a qualcuno dell’età dei miei figli cosa sono le star del cinema, non conoscono nessuno rispetto alle star di YouTube o altro“.

Ha poi continuato motivando così la cosa: “C’è una liberazione nel fatto che la tua arte non sia un’arte popolare. Puoi davvero esplorare ciò che ti interessa. Diventa molto più una questione di passione che di commercio. Ed è interessante anche guardarsi dal rischio che diventi qualcosa di elitario. Credo che tutte queste forme d’arte, quando diventano meno popolari, debbano cominciare a chiedersi: “Ok, per chi lo facciamo ancora?“. Natalie Portman ha dunque detto che Hollywood è ora una “moneta a due facce“.

È sorprendente anche perché c’è stata una democratizzazione della creatività, in cui i guardiani sono stati sminuiti e tutti possono fare cose e vengono fuori talenti incredibili“, ha detto l’attrice. “E l’accessibilità è incredibile. Se vivevi in una piccola città, quando sono cresciuta io non potevi accedere al grande cinema d’autore. Ora sembra che se hai una connessione a Internet, puoi avere accesso a qualsiasi cosa. È piuttosto strano che allo stesso tempo si abbia la sensazione che più persone che mai possano vedere il tuo strano film d’arte grazie al suo straordinario accesso. Quindi è una moneta a due facce“, ha concluso Natali Portman.

Borderlands: il trailer italiano con Cate Blanchett

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Borderlands: il trailer italiano con Cate Blanchett

Ecco il trailer italiano di Borderlands, il nuovo film di Eli Roth, adattamento cinematografico della popolare serie di videogiochi di Gearbox Software. Il film che promette azione e divertimento vanta un super cast guidato da Cate Blanchett e Jamie Lee Curtis. Con loro anche Kevin Hart, Jack Black, Edgar Ramirez, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu, Gina Gershon.

Borderlands, la trama

Lilith (Blanchett), una famigerata cacciatrice di taglie dal passato misterioso, è costretta a tornare, a malincuore, su Pandora, il suo pianeta natale che è il più caotico della galassia. La sua missione è trovare la figlia scomparsa di Atlas (Ramírez), il più potente figlio di p*****a dell’universo.  Lilith stringerà un’alleanza con un’improbabile squadra di reietti: Roland (Hart), un mercenario esperto, Tiny Tina (Greenblatt), una adolescente amante degli esplosivi e il suo muscoloso protettore Krieg (Munteanu), Tannis (Curtis), una scienziata pazza che ne ha viste di tutti i colori e Claptrap (Black), un robottino logorroico e saccente.  Insieme, questi strampalati eroi dovranno sconfiggere una specie aliena e pericolosi banditi e scopriranno uno dei segreti più incredibili di Pandora.  Il destino dell’universo potrebbe essere nelle loro mani, ma alla fine combatteranno per qualcosa di più grande: la loro amicizia.  Basato su una delle serie di videogiochi più vendute di tutti i tempi, benvenuti in BORDERLANDS. Ad agosto solo al cinema!

Terminator: Linda Hamilton ha chiuso con Sarah Connor

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Terminator: Linda Hamilton ha chiuso con Sarah Connor

Nel 2019 il film Terminator: Destino Oscuro ha riportato sul grande schermo i personaggi Sarah Connor e il Terminator T-800 di Arnold Schwarzenegger, ma pur ricevendo recensioni positive da parte di fan e dei critici, il film non ha avuto il necessario impatto al botteghino. Con soli 62 milioni di dollari in Nord America e 261 milioni in tutto il mondo, il blockbuster è stato giudicato un flop. Per quanto James Cameron abbia parlato di un eventuale Terminator 7, Arnold Schwarzenegger ha dichiarato di aver “chiuso” con il franchise, osservando che “ho ricevuto il messaggio forte e chiaro che il mondo vuole andare avanti con un tema diverso quando si tratta di Terminator“.

Ora, l’attrice di Sarah Connor, Linda Hamilton, ha condiviso sentimenti simili in un’intervista a Business Insider, ribadendo quanto già in passato confermato, ovvero che anche lei non è affatto interessata a tornare alla serie fantascientifica. “Ho finito. Ho finito. Non ho più nulla da dire. La storia è stata raccontata, ed è stata fatta fino allo sfinimento“, ha detto l’attrice. “Perché qualcuno dovrebbe rilanciarla è un mistero per me. Ma so che il nostro mondo hollywoodiano è costruito sui rilanci in questo momento“. Per quanto riguarda l’eredità del personaggio, Hamilton ha aggiunto: “Mi sento e mi sono sentita come se Sarah Connor non fosse un’icona”.

“È una donna all’inferno. Fa delle scelte davvero sbagliate. Non è una buona madre, ma una buona combattente!“. Quindi cerco di analizzare i dettagli e mi dico: “Beh, rispettano la sua forza e il suo potere, e ho creato una guerriera, ma è molto imperfetta. È una persona imperfetta”. Quindi è stato difficile venire a patti con tutto questo e poi dire: “Ok, posso accettarlo”, perché ormai lo sento da così tanti anni che la gente mi tratta come se avessi salvato il futuro“. “Se poteste vedere quanto sono totalmente sfortunata durante la mia vita e la mia quotidianità!“, ha poi concluso l’attrice.

Terminator 7, come potrebbe essere il prossimo film della saga?

James Cameron, sceneggiatore e regista dei primi due film di Terminator nonché del franchise Avatar ha spiegato come la crescita dell’intelligenza artificiale lo abbia influenzato nella scrittura di un nuovo film della serie. Cameron ha dunque rivelato che sta scrivendo un nuovo progetto Terminator, ma sta aspettando che l’intelligenza artificiale si sviluppi adeguatamente prima di portare avanti il progetto. Non ha però specificato se il nuovo film, ad ora noto come Terminator 7 sarà un altro sequel o un riavvio completo del franchise. Ad oggi questo nuovo film non è ancora stato confermato né vi sono dettagli più precisi in merito, per cui non resta che attendere per scoprire se il temibile Terminator tornerà davvero sul grande schermo.

The Purge 6: Frank Grillo offre un promettente aggiornamento

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The Purge 6: Frank Grillo offre un promettente aggiornamento

The Purge 6, sesto film della saga di La notte del giudizio, ha ricevuto un promettente aggiornamento direttamente dalla star del franchise Frank Grillo. Ideato dal regista James DeMonaco, questo franchise distopico esplora come noto gli effetti dell’evento titolare, un periodo annuale di 12 ore in cui tutti i crimini sono legali. Dopo cinque film di successo che hanno incassato complessivamente oltre 533 milioni di dollari in tutto il mondo, l’imminente The Purge 6 viene ora descritto come l’ultimo capitolo. A giugno dello scorso anno era stato comunicato che la sceneggiatura era pronta, ma da quel momento non si è più saputo nulla.

Ora, in un’intervista con Screen Rant sul red carpet di Lights Out, Grillo, già apparso nel 2014 in Anarchia – La notte del giudizio e nel successivo La notte del giudizio: Election Year, conferma che “la sceneggiatura è pronta. È fondamentalmente incentrata su Leo Barnes, il mio personaggio. Sarebbe l’ultimo degli ultimi degli ultimi, come il tizio che continua ad andare in pensione. James DeMonaco lo dirigerà, se succederà, ed è una questione di soldi. È una questione di quanto grande vogliono che sia il film, di quanti soldi vogliono spendere per il film, considerando che hanno fatto molto in questo franchise. Ma è una grande sceneggiatura“.

Tutto quello che sappiamo su The Purge 6

La notte del giudizio per sempre, uscito nel 2021, era stato inizialmente presentato come il quinto e ultimo capitolo del franchise. Tuttavia, circa due anni dopo la sua uscita, l’amministratore delegato della Blumhouse Productions, Jason Blum, ha dato un aggiornamento entusiasmante sul futuro dei film della saga, rivelando che The Purge 6 era in fase di sviluppo. Da allora, però, gli aggiornamenti sono stati lenti, mettendo in dubbio lo stato del film.

Parlando di The Purge 6, DeMonaco ha rivelato che il film avrebbe portato in vita una versione da incubo dell’America. Alla fine del film del 2021, gli Stati Uniti erano caduti nel caos quando numerosi cittadini avevano reso l’Epurazione un evento continuo, e sembra che il nuovo film esplorerà ulteriormente ciò che è accaduto al paese in seguito a quell’evento. DeMonaco ha anche detto che i singoli Stati saranno estremamente divisivi e che il paese sarà delimitato in base all’ideologia, alla sessualità e alla religione.

La maggior parte del cast di The Purge 6 non è ancora stata rivelata, dato che Grillo è l’unico attore confermato finora. Vale la pena notare che l’ultima volta che il suo personaggio è apparso nel franchise, stava lavorando per proteggere il senatore Roan in La notte del giudizio: Election Year. Sarà dunque interessante vedere come verrà reintrodotto in The Purge 6 e come reagirà alla nuova America anarchica. Ad ora, per confermare la realizzazione del film, sembrerebbe occorrere solo che lo studios di produzione stabilisca un budget.

Beetlejuice 2: Jenna Ortega conferma le voci sul suo ruolo

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Beetlejuice 2: Jenna Ortega conferma le voci sul suo ruolo

La star di Beetlejuice 2 Jenna Ortega sta consolidando le speranze dei fan per il sequel di Beetlejuice (ad oggi, dopo il primo poster, ufficialmente intitolato Beetlejuice Beetlejuice) confermando che il suo ruolo nel film diretto da Tim Burton è effettivamente quello della figlia di Lydia Deetz, Astrid. Da tempo si diceva che la Ortega avrebbe interpretato la figlia di Lydia, soprattutto dopo la diffusione di foto sul set che la ritraevano accanto alla star originale di Beetlejuice (e attuale star di Stranger Things) Winona Ryder. Tuttavia, questa è la prima conferma ufficiale che si riceve dall’attrice stessa.

Non so quanto mi sia permesso dire, ma sono la figlia di Lydia Deetz, quindi lo svelerò“, ha dichiarato l’attrice a Vanity Fair in una recente intervista “È strana, ma in un modo diverso e non nel modo in cui si suppone, direi. Il rapporto tra Lydia e Astrid, il mio personaggio, è molto importante. Ed è anche molto strano perché si tratta di recuperare e mettere insieme i pezzi di quello che è successo nella vita di Lydia da allora, il che è bello, credo, per chiunque ami il personaggio e sia entusiasta di rivederlo“, ha concluso Ortega. Non resta dunque che attendere il film per scoprire come si articolerà il rapporto tra i due personaggi.

Tutto quello che sappiamo su Beetlejuice 2

Beetlejuice 2 sarà diretto ancora una volta da Tim Burton. Questo segna il suo ritorno alla regia quattro anni dopo aver diretto il live-action Dumbo della Disney. Dopo aver lavorato insieme nella serie Netflix Mercoledì la star di Scream VI, Jenna Ortega si riunisce a Tim Burton e accanto a lei vi saranno le star del film del 1988: Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara. Il sequel introdurrà però anche nuovi personaggi che avranno il volto di Justin Theroux, Monica Bellucci e Willem Dafoe .

Beetlejuice, uscito nel 1988, era interpretato da Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones, Alec Baldwin e Geena Davis. Quel film è incentrato su una coppia di coniugi deceduti che ricorre ai servizi dell’antipatico e dispettoso poltergeist dell’aldilà per spaventare i nuovi residenti della loro vecchia casa. Fin dal suo debutto, il film ha ottenuto un successo sia di critica che commerciale, con un incasso di oltre 73 milioni di dollari, rendendo Burton particolarmente celebre ad Hollywood. Non si hanno invece ad ora dettagli sulla trama di Beetlejuice 2, ma sappiamo che il film uscira nelle sale il 6 settembre 2024.

Un amore: le anticipazioni del terzo e quarto episodio

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Un amore: le anticipazioni del terzo e quarto episodio

Ritrovarsi, riconoscersi, scoprire che il tempo non ha cambiato le cose. Un sentimento profondo che ha resistito negli anni e che ora ha bisogno di essere vissuto, una sfida che dovranno affrontare i protagonisti della nuova serie Sky Original Un amore, i cui terzo e quarto episodio saranno disponibili da domani, 23 febbraio, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

La trama del terzo e quarto episodi di Un amore

Ale e Anna iniziano una relazione clandestina, ma se lui sembra pronto a investire su questo rapporto, lei, che ha molto di più da perdere, è spaventata. Passano per la prima volta un weekend insieme, ma la loro fuga romantica non andrà come avevano sperato.

La serie

Se Ale (Stefano Accorsi) è pronto a rimettersi in gioco per cercare di vivere finalmente la sua storia con Anna (Micaela Ramazzotti), lei invece si trova in difficoltà al pensiero di perdere la sua stabilità. Un weekend fuori città in un agriturismo sembra un’occasione perfetta per mettere alla prova il loro amore ma degli imprevisti li riportano bruscamente alla realtà.

Prodotta da Sky Studios e Cattleya, parte di ITV Studios, con il Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, attraverso Emilia-Romagna Film Commission, è una serie creata da Stefano Accorsi e Enrico Audenino, diretta da Francesco Lagi e scritta da Enrico Audenino, Giordana Mari, Teresa Gelli, Francesco Lagi, Stefano Accorsi.

Stefano Accorsi (La dea fortuna, Veloce come il vento, L’ultimo bacio, 1992-1993-1994) e Micaela Ramazzotti (La pazza gioia, La felicità, Gli anni più belli, La tenerezza), entrambi vincitori del David di Donatello, saranno i protagonisti Alessandro e Anna. Nel cast anche Alessandro Tedeschi (Blocco 181, Il Colibrì, Chiamami ancora amore), Andrea Roncato (Ricordati di me, Il cuore grande delle ragazze, Il Signor Diavolo), Ivan Zerbinati (La Porta Rossa 3, Il ragazzo invisibile – Seconda generazione, Non mi lasciare) e Camille Dugay (Django, Mi piace lavorare (Mobbing), Cuore Sacro). Con loro Beatrice Fiorentini e Luca Santoro nei panni dei giovani Alessandro e Anna. E con la partecipazione di Ottavia Piccolo (7 minuti, Tu la conosci Claudia?, La famiglia).

La Zona d’interesse: la storia vera dietro al film di Jonathan Glazer

La zona d’interesse (la recensione) di Jonathan Glazer è indubbiamente uno dei film più discussi del 2024, e lo è stato già dalla sua presentazione in concorso al Festival di Cannes 2023, dove si è aggiudicato il Gran premio della giuria. Il film, candidato a 5 premi Oscar, analizza la quotidianità della famiglia del comandante del campo di concentramento di Auschwitz, Rudolf Höss, che cerca di crearsi una vita idilliaca nella loro nuova dimora situata proprio al lato del filo spinato, dall’altra parte del muro dove si svolge tragedia dell’Olocausto.

Basato, in parte, sulla storia dell’omonimo romanzo di Martin Amis del 2014, che racconta in maniera romanzata la vita dell’ufficiale nazista, che Glazer stava cercando di adattare da oltre un decennio. Questo provocatorio dramma sulla Seconda Guerra Mondiale solleva molte domande, lasciando gli spettatori immersi in un silenzio contemplativo anche giorni dopo la visione. In occasione dell’uscita nelle sale italiane de La zona d’interesse, vogliamo analizzare con la voi la tragica storia vera dietro al film di Jonathan Glazer e la prospettiva unica con cui il regista britannico ha scelto di adattarla.

La zona d’interesse: cosa è accaduto veramente

Rudolf Hoess personaggio vero La zona d'interesse
Bernhard Walther or Ernst Hofmann or Karl-Friedrich Höcker, Public domain, via Wikimedia Commons

Anche se La zona d’interesse si basa su eventi reali, non tutto ciò che viene rappresentato nel film è necessariamente avvenuto. Gran parte della trama si focalizza sulle dinamiche della famiglia Höss, di cui esistono pochi documenti pubblici, pertanto, una porzione del film si basa su speculazioni e concessioni creative. Tuttavia, il film apporta una significativa modifica rispetto al libro originale.

Al posto di scegliere come protagonista la famiglia Doll, attorno a cui Amis sviluppa la sua narrazione, il regista Jonathan Glazer sceglie di concentrarsi sulla famiglia Höss, realmente esistita. Un approccio che rende il film più fedele alla Storia, poiché permette di esplorare in maniera più accurata i nazisti coinvolti nei crimini di massa perpetrati durante l’Olocausto.

L’orrore di un edificio realmente esistito

La zona d'interesse Sandra Hüller
Sandra Hüller in una scena di La zona d’interesse

La villa degli Höss, nel sud della Polonia, è il luogo d’azione dell’insidioso dramma sull’Olocausto. All’apparenza idilliaco edificio a due piani con un giardino curato alla perfezione, si trova in realtà all’ombra di Auschwitz, il campo di concentramento più grande e più letale del Terzo Reich. Qui viveva il comandante nazista Rudolf Höss,  comandante del campo di Auschwitz dal maggio 1940 al dicembre 1943, assieme alla moglie Hedwig e ai loro due figli.

La zona d’interesse dipinge un ritratto della felicità domestica della famiglia Höss, che ha costruito il proprio paradiso sulle fondamenta di un genocidio, senza mai mettere in contrasto questa utopia con le vittime dell’Olocausto dall’altra parte del muro, e concentrandosi (quasi) esclusivamente sui suoi carnefici. La narrazione si apre con una scena familiare, un tranquillo pic-nic in riva al lago, sotto il sole splendente.

Tuttavia, mentre ci addentriamo nell’intimità domestica di questa famiglia, scopriamo che Rudolf (interpretato da Christian Friedel) è coinvolto direttamente nello sterminio degli ebrei europei. La moglie Hedwig (interpretata da Sandra Hüller), che si autoproclama in maniera agghiacciante “Regina di Auschwitz”, gestisce con rigore una casa in cui le regole vengono poste al di sopra di tutto, persino del legame con il marito. Nonostante la famiglia faccia del suo meglio per soffocare i suoni di disperazione, pianti e spari, le atrocità che avvengono al di là del muro sono innegabili e filtrano attraverso le fessure della normalità apparente.

Ricreare la dimora degli Höss

Ricreare la dimora degli Höss
Fonte: The Movie Database

Lo scenografo Chris Oddy sapeva che il design della casa era fondamentale per l’efficacia del film. “All’inizio siamo partiti dalla casa vera e propria, e credo che l’avremo visitata forse sei o sette volte in totale“, dice Oddy. “Ho familiarizzato molto con la casa e l’ho osservata abbastanza a lungo da capire cosa c’era di originale“. Le ricerche di Oddy gli hanno permesso di ricreare l’intera casa e il suo giardino come si presentavano dopo i lavori di ristrutturazione di Rudolph ed stata costruita nello stesso quartiere, non lontano dal sito originale.

Secondo lo scenografo, la casa era stata sottratta a una famiglia polacca e sottoposta a modifiche architettoniche a immagine e somiglianza della famiglia Höss. Dopo anni di preparazione e quattro mesi “molto efficienti” di sforzi pratici, il team di produzione è stato in grado di allestire un’incarnazione dell’utopia nazista, una casa che diventa importante quanto qualsiasi personaggio sullo schermo.

Quello che Chris ha costruito lì è davvero una simulazione diretta della casa e del giardino e la sua vicinanza al campo è stata essenziale per noi“, dice Glazer. “Non c’è nessuna messa in scena di fantasia. Si sta guardando come vivevano“. Lo spazio ricreato era una casa a sè stante, così vicina all’indirizzo originale da avere una vista sulla ciminiera del campo di concentramento. Il team ha dovuto rielaborare l’ambiente per garantire spazi dinamici che consentissero agli attori di muoversi, camere da letto e l’ufficio di Rudolph posizionati correttamente, nonché finestre nei punti giusti.

Catturare la banalità del male

Catturare la banalità del maleIl film La zona d’interesse è stato girato con 10 telecamere nascoste in luoghi diversi della casa e senza troupe sul set, per creare un senso di neutrale obiettività nella narrazione, un approccio “da Grande Fratello”, come è stato definito dal regista stesso. Gli attori entravano sul set “e si limitavano ad esistere“, svolgendo attività domestiche banali nella casa mentre le telecamere giravano.

Anche se ci troviamo in una sorta di casa intima, non ci lasciamo coinvolgere dalle loro psicologie sullo schermo“, dice Glazer. “Li osserviamo più per il loro comportamento e le loro azioni che per il loro pensiero“. Glazer ha consolidato questa distanza critica evitando le convenzioni e gli strumenti cinematografici come i primi piani, l’illuminazione artificiale e il trucco. In questo modo, lo spettatore non viene manipolato dalla “gloria e dalla glorificazione dei personaggi“, aggiunge. Al contrario, ci viene offerta una visione dettagliata e francamente banale della loro routine domestica: i bambini giocano, marito e moglie rievocano vecchi ricordi e Hedwig si trucca con rossetto e abiti presi da donne ebree. Non ci avviciniamo alla conoscenza di questi colpevoli, eppure le loro vite non appaiono drammaticamente diverse dalle nostre.

Una vita borghese costruita sulla sofferenza

La zona d'interesse, Jonathan Glazer
Fonte: The Movie Database

In genere possiamo pensare ai nazisti e alle persone che commettono atrocità come a dei mostri e quindi non a noi, non a degli esseri umani[…] il che in realtà non ci insegna nulla“, dice Glazer.Ci lascia una distanza molto sicura, immaginando che nessuno di noi sia in grado di farlo“. Invitando gli spettatori a passare dalla parte del a quella del colpevole, Glazer ci invita a riflettere sulle nostre somiglianze con queste persone, a intendere che potenzialmente siamo tutti capaci di un simile male.

Trascorrendo il tempo da questa parte del muro, ci rendiamo conto di come i coniugi Höss riescano a ripartire senza sforzo il successo materiale che hanno costruito sulla sofferenza. “Erano persone normali che erano riuscite a separare i loro cervelli in modo tale che questo non li preoccupasse“, dice Oddy. “In un certo senso si rallegravano dello stile di vita da nouveau riche che si erano ritagliati grazie a questo, senza battere ciglio“. Questa compartimentazione è presente anche a livello strutturale. Glazer dice che La zona d’interesse è formato da due film sovrapposti, uno auditivo e uno visivo. Il film che sentiamo quando i nostri occhi sono chiusi è informato dai suoni dei filmati d’archivio, dei documentari e dei libri di storia.

Il potere del fuoricampo

la zona d'interesse jonatan glazer

L’impatto de La zona d’interesse deriva sia da ciò che mostra sia da ciò che omette, arrivando persino a un frangente documentartistico verso la fine del film. Con il raro permesso degli amministratori del sito, gli spettatori vengono portati all’interno del Museo e Memoriale di Auschwitz-Birkenau nel presente, mentre gli addetti alle pulizie si occupano dello spazio. “Stavano di nuovo catturando ciò che accade realmente al museo ogni mattina di ogni giorno“, dice Oddy. La troupe ha collaborato con il museo per molti mesi, utilizzando la sua biblioteca d’archivio e la sua vasta collezione di immagini per la realizzazione del film.

Le scene girate nel museo sono i nostri unici scorci dell’altro lato del muro, lontano dalla famiglia Höss. Ci rimane la straziante eredità di Auschwitz e ci viene ricordata la portata dei crimini del nazismo. Gli archivi del museo hanno fornito preziose informazioni sulla vita di Rudolph e Hedwig, che iniziarono come una famiglia di operai che aspirava a uno stile di vita borghese. Solo grazie alle promozioni militari di Höss e alla volontà della coppia di compartimentare le sofferenze di cui la loro ideologia è responsabile, hanno potuto raggiungere questo livello di mobilità sociale e finanziare le loro aspirazioni.

Gli ultimi anni di Rudolph

La zona d'interesse Christian Friedel

In qualità di comandante di Auschwitz, Rudolph fu responsabile dell’uccisione di quasi un milione di ebrei e di altre persone detenute nel campo. Dopo la fine della guerra, visse sotto falsa identità prima che i servizi segreti britannici lo rintracciassero e lo arrestassero. Ruloph testimoniò al processo di Norimberga – un tribunale congiunto ordinato da Francia, Unione Sovietica, Regno Unito e Stati Uniti tra il 1945 e il 1946 – prima di essere processato in Polonia e impiccato il 16 aprile 1947 sul luogo dei suoi crimini.

Rudolph non ammise mai la colpevolezza delle sue azioni, insistendo fino alla fine – con un ritornello che divenne ossessionantemente familiare come giustificazione di tanti altri nazisti – che stava semplicemente eseguendo gli ordini. Hedwig si rifece una vita in Germania, per poi risposarsi e trasferirsi in America, dove visse fino alla morte, avvenuta a 90 anni. Nel film non vengono mostrate le vite della famiglia Hoss oltre al periodo ad Auschwitz.

Al contrario, Glazer lascia il pubblico nell’ossessione di quello che chiama “genocidio ambientale“. Sono stati realizzati molti film efficaci sull’Olocausto, molti dei quali hanno lasciato agli spettatori immagini indelebili di sofferenza. Glazer ha aggiunto a questo corpus di opere un film in cui le atrocità più terribili sono appena fuori dall’inquadratura. “Le atrocità sono perpetue“, dice, anche se non si possono vedere. “Quando guardo ogni fotogramma del film, sono sempre lì“.

Road to Oscar 2024: la miglior attrice non protagonista

Road to Oscar 2024: la miglior attrice non protagonista

Uno degli elementi che rendono un film una vera opera d’arte, e i nominati agli Oscar 2024 non fanno eccezione, è certamente la precisione con cui i personaggi vengono portati in vita sullo schermo dagli attori, e ciò non riguarda i soli protagonisti. Ogni singolo ruolo può fare la differenza in una pellicola, e a dimostrarcelo sono proprio le cinque grandi attrici in corsa nella categoria miglior attrice non protagonista.

Questa storica categoria ha dato la giusta considerazione a tutte le performance, alle attrici che hanno dato il proprio meglio pur ritrovandosi in un ruolo secondario. Da Hattie McDaniel nel 1940, prima attrice di colore a vincere un premio Oscar per il ruolo di Mami in Via col vento, fino a Jamie Lee Curtis, vincitrice nel 2023, la categoria miglior attrice non protagonista ha premiato negli anni tante stelle del cinema. Per gli Oscar 2024 le cinque attrici che si sono distinte in un ruolo di supporto sono: America Ferrera in Barbie, Emily Blunt in Oppenheimer, Danielle Brooks ne Il colore viola, Jodie Foster in Nyad- oltre l’oceano e Da’Vine Joy Randolph in The Holdovers – lezioni di vita.

Di seguito, ecco le candidate agli Oscar 2024 per migliore attrice non protagonista

America Ferrera: Barbie

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La pellicola candidata agli Oscar 2024 che ha generato maggiormente polemiche e controversie sul web è certamente Barbie. La commedia ha ottenuto un’ottima accoglienza dal pubblico, il quale, successivamente alla rivelazione delle nominations, ha accusato di maschilismo l’Academy per le mancate candidature di Greta Gerwig nella categoria miglior regia e di Margot Robbie come miglior attrice protagonista. Nel lamentare queste discriminazioni di genere, sembra che il popolo del web abbia perso di vista la candidatura di un’altra attrice di Barbie agli Oscar: America Ferrara.

L’attrice interpreta qui Gloria, una madre e impiegata di Mattel insoddisfatta della propria vita ormai priva di magia che aiuta Barbie nel mondo reale. Il personaggio di Gloria racchiude perfettamente il messaggio profondo della pellicola: la critica alle dissonanze del patriarcato non passa propriamente attraverso Barbie o Ken, bensì viene trasmesso proprio da Gloria, anche e soprattutto attraverso un monologo che è diventato celebre: “Sono così stanca di vedere me stessa e ogni singola altra donna fare i salti mortali tutti i giorni per riuscire a piacere agli altri. E se tutto questo vale anche per una bambola che rappresenta una donna allora io non so più che dire.”

Il momento più alto di riflessione in Barbie è senza alcun dubbio quel discorso di Gloria su come le donne finiscano inevitabilmente per sentirsi sbagliate. Qui si riescono a racchiudere in pochi minuti le insicurezze di tutte le donne e, in questo caso, addirittura delle Barbie.

Nonostante la serietà delle tematiche trattate attraverso Gloria, America Ferrara riesce a portare nel suo personaggio anche una certa allegria e tenacia: anche nei momenti di crisi nel rapporto con la figlia Sasha o dopo il “colpo di stato” dei Ken a Barbieland, Gloria riesce a ritrovare il sorriso e la forza di continuare ad andare avanti.

Emily Blunt: Oppenheimer

Emily-Blunt-Oppenheimer

L’attrice, diventata nota al grande pubblico per il ruolo di prima assistente di Miranda Presley ne Il diavolo veste Prada, ha sicuramente vissuto una grande crescita professionale negli ultimi anni. Ed è solamente con il personaggio di Kitty Oppenheimer che conferma una certa maturità attoriale. Emily Blunt si ritrova qui ad interpretare una donna forte, dall’aspetto grave e determinato; una figura estremamente protettiva nei confronti del marito.

Alcune delle scene divenute più celebri di Oppenheimer di Nolan vedono proprio Kitty al centro della scena. Pur essendo un personaggio secondario, esterno al lavoro di laboratorio, Blunt ha permesso a questa donna di trovare il suo spazio nella narrazione.

La scena che dimostra maggiormente la forza d’animo di Kitty si ritrova verso la fine del film: i coniugi Oppenheimer, ormai anziani, incontrano lo scienziato Edward Teller, collaboratore di Robert durante il progetto Manhattan, la cui testimonianza aveva portato al ritiro forzato dalla ricerca di Oppenheimer. Mentre tutti fingono normalità, abbandonando i tristi tradimenti al passato, Kitty si rifiuta anche solo di stringergli la mano.

La bravura nell’interpretazione di tale ruolo da parte di Emily Blunt, tanto da ottenere una candidatura agli Oscar, emerge durante la testimonianza di Kitty davanti al comitato di sicurezza. Qui viene mostrata tutta la forza del personaggio, nell’acutezza con cui vengono formulate le risposte, in un tono di ironica sfida nei confronti di coloro che puntavano solamente a screditare il marito.

Da’Vine Joy Randolph: The Holdovers- Lezioni di Vita

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Terza candidata per l’Oscar come miglior attrice non protagonista è Da’Vine Joy Randolph per la sua interpretazione della cuoca Mary Lamb in The Holdovers- Lezioni di Vita. Per quanto la pellicola non lasci molto spazio sullo schermo al personaggio di Mary, essendo più incentrato sul professore Hunham e lo studente Angus Tully, l’attrice riesce a stimolare una certa empatia nel pubblico.

Mary ha da poco perso il proprio figlio, neanche diciottenne, morto nella guerra in Vietnam. Per quanto la donna cerchi di mostrarsi forte e rifiuta spesso l’aiuto e il conforto altrui, questa grande perdita continua a tormentarla. La performance di Joy Randolph, unita al tanto dolore con cui il personaggio è stato ideato, fanno sì che lo spettatore possa sviluppare una forte immedesimazione nello stato d’animo di Mary. La perdita di un figlio, unico affetto stretto della donna, è forse il lutto più grande che una madre possa sopportare.

In The Holdovers però viene mostrata anche l’elaborazione stessa di questo lutto, fin quando Mary riesce ad accettarlo e, con una grande forza d’animo, a superarlo. Rispetto a personaggi come Kitty Oppenheimer o Gloria in Barbie, qui risalta una certa profondità in questo personaggio ed è forse questo il motivo per cui Da’Vine Joy Randolph è generalmente considerata la favorita in questa categoria, specialmente alla luce della vittoria ai Golden Globe, ai Bafta e ai SAG Awards.

Danielle Brooks: Il colore viola

Danielle Brooks interpreta ne Il colore viola la giovane Sofia, moglie di Harpo, figliastro della protagonista Celie. Sofia entra a far parte della narrazione dopo circa mezz’ora di film, facendo delle apparizioni brevi ma molto incisive durante lo svolgimento delle vicende.

Sofia è la prima vera donna temeraria che Celie incontra: una donna che esige rispetto dal marito, in una relazione non di sottomission, ma quasi matriarcale. Sofia lascia Harpo nel momento in cui questo cerca di imporsi su di lei, rispondendo fisicamente con la sua stessa violenza. Lei si mostra agli occhi di Celie e dello spettatore come un essere indomabile, certamente non disposta a farsi piegare da un qualsiasi uomo.

Eppure, in fin dei conti, Sofia finirà per essere piegata da una forza più forte del patriarcato: il razzismo. Questa tematica sembra essere tenuta da parte per gran parte della pellicola; la comparsa di una ricca signora bianca farà irrompere violentemente le discriminazioni di razza ne Il colore viola. Mentre stava prendendo il gelato per i propri figli, viene proposto a Sofia dalla signora di lavorare per lei. Dopo l’insistenza di quest’ultima, Sofia finisce per rispondere in maniera sgarbata, venendo aggredita per questo dal marito della signora. Nel difendersi da tale aggressione fisica, la donna di colore viene arrestata.

La malinconia e il senso d’ingiustizia sembrano pervaderla in un primo momento: non mangia, porta con sé una perenne espressione di totale atarassia. Solo successivamente finirà per ritrovare la sua forza e il suo entusiasmo.

Jodie Foster: Nyad – Oltre l’oceano

Nyad - oltre l'oceano Annette Bening Jodie Foster

L’ultima candidata nella categoria è Jodie Foster; la nota attrice, unica tra le nominate per miglior attrice non protagonista ad aver già ricevuto ben due Oscar, nel 1989 per Sotto accusa e nel 1992 per Il silenzio degli innocenti. Foster ottiene una nomination dopo ben 29 anni di assenza dagli Academy Awards. In Nyad – Oltre l’oceano interpreta Bonnie Stoll, allenatrice e amica della nota nuotatrice Diane Nyad; si tratta di un personaggio abbastanza debole, il quale, specialmente nella prima metà del film, finisce per assecondare in tutto Nyad, protagonista su cui viene focalizzata l’attenzione del pubblico. A differenza delle altre performance candidate in questa categoria, Bonnie Stoll non porta sullo schermo alcun messaggio, non instilla nel pubblico un qualche sentimento di empatia o immedesimazione, proprio perché si tratta di un personaggio debole, poco delineato.

Il centro della narrazione sembra essere sempre e solamente la nuotatrice Nyad, lasciando poco spazio allo sviluppo del personaggio di Bonnie. Nonostante la bravura della Foster, il ruolo qui interpretato sembra essere meno meritevole di un premio Oscar rispetto alle altre candidate, e questo è probabilmente uno dei motivi per cui viene considerata molto improbabile la sua vittoria.

Oscar 2024: chi vincerà?

Oscar 2024

America Ferrera, Emily Blunt, Danielle Brooks, Jodie Foster e Da’Vine Joy Randolph hanno dato vita a cinque donne, cinque personaggi, storici o inventati che siano, rendendoli così vivi da emozionare il pubblico e la critica. Attraverso le loro performance hanno portato sullo schermo tematiche sociali, storie di perdite incolmabili o di invincibile tenacia, o hanno anche semplicemente rappresentato delle donne forti e determinate. Per quanto tutte siano entrate nei cuori e nelle menti degli spettatori, solo una ne uscirà vincitrice. L’attrice a cui sembra essere destinata la statuetta degli Oscar 2024 è Da’Vine Joy Randolph: il dolore della perdita di un figlio è un sentimento così profondo e difficile da rappresentare, ma la Randolph ci è riuscita alla perfezione, facendo emozionare il pubblico.

Joker: Folie à Deux, rivelato il budget e altri dettagli sul film

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Un recente articolo di Variety ha rivelato alcuni nuovi dettagli sul film Joker: Folie à Deux, sequel del grande successo di critica e pubblico del 2019. Questo nuovo capitolo, infatti, avrebbe un budget di produzione di 200 milioni di dollari, contro i 60 milioni del primo film. Nel 2019 Joker aveva incassato oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, cosa che a fronte di quel budget ridotto lo ha reso un film estremamente redditizio. Bisognerà dunque ora scoprire se il maggior investimento effettuato per questo sequel porterà ad un simile successo o se si sarà rivelata una mossa azzardata.

Sebbene sia chiaro che la Warner Bros. speri di replicare quanto accaduto nel 2019, il sequel è stato descritto come un completo cambio di genere, cosa che secondo molti potrebbe rivelarsi un’incognita molto rischiosa, considerando le somme in gioco. Inoltre, si dice che Joaquin Phoenix guadagnerà 20 milioni di dollari per il suo ritorno come Arthur Fleck alias Joker, mentre lo stipendio di Lady Gaga sarebbe di 12 milioni di dollari. Secondo il regista Todd Phillips, che di recente ha mostrato nuove foto del film, il primo trailer del sequel arriverà a metà aprile, offrendo l’opportunità di valutare meglio le prospettive del film al botteghino.

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora. Il sequel di Joker sarà conosciuto come un progetto Elseworlds, secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri progetti Elseworlds includono The Batman – Parte II e la serie The Penguin. L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4 ottobre 2024.

Emma Stone torna a collaborare con Yorgos Lanthimos per Save the Green Planet

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Emma Stone e il regista Yorgos Lanthimos hanno ad oggi lavorato insieme in numerosi progetti, tra cui l’acclamato film del 2018 La favorita, l’imminente film antologico Kinds of Kindness, il cortometraggio Bleat del 2022 e il film ancora in sala Povere creature!, vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia e candidato a 11 Premi Oscar. In attesa di sapere quanti e quali Oscar vincerà questo loro progetto e in attesa di vedere il nuovo film che hanno già girato insieme, sembra che la Stone e Lanthimos siano pronti a collaborare per una quinta volta.

Dopo aver annunciato che Lanthimos  dirigerà il remake della commedia fantasy sudcoreana Save the Green Planet, Variety riporta ora che Stone dovrebbe avere un ruolo nel film, anche se questo sarà di supporto e non da protagonista. Con Kinds of Kindness attualmente in post-produzione, si pensa che Lanthimos potrebbe iniziare le riprese di Save the Green Planet già nel corso di questa estate.

Riflettendo sul loro processo di collaborazione, in particolare su Povere creature!, Emma Stone ha dichiarato: “Ogni secondo è stato, come dire, un sogno… Non litighiamo; comunichiamo davvero, fortemente, in quei momenti. Ma credo che risolviamo sempre tutto in tempi relativamente brevi“. Lanthimos ha aggiunto: “Possiamo parlarci liberamente. Quindi ci aiuta. Ci piace entrare nel vivo delle cose. In generale, cerchiamo di creare un’atmosfera che non crei tensione“.

Di cosa parla Save the Green Planet

Save the Green Planet ruota attorno a un giovane disilluso che cattura e tortura un uomo d’affari che crede faccia parte di un’invasione aliena. Segue una battaglia di ingegni tra il rapitore, la sua devota fidanzata, l’uomo d’affari e un detective privato. Il film originale del 2003 è oggi una specie di cult, che ha vinto diversi premi in vari festival fantasy e ha assicurato al regista Jang Joon-hwan il Golden Bell Award come miglior regista esordiente in Corea. Da tempo si vociferava di un remake statunitense, che avrebbe dunque ora trovato il suo regista.

L’incredibile Hulk: un sequel sarebbe troppo costoso secondo Mark Ruffalo

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Da tempo si vocifera di un nuovo film interamente dedicato a Hulk, che andrebbe dunque a configurarsi come un sequel di L’incredibile Hulk, il film del 2008 con Edward Norton nel ruolo del gigante verde, prima che questo venisse assunto da Mark Ruffalo. È proprio Ruffalo a suggerire però ora che tale sequel sarebbe troppo costoso. Parlando con GQ, Ruffalo ha infatti detto di ritenere che “l’espansione della Marvel nello streaming sia stata davvero entusiasmante. Ma il problema dei film Marvel è che bisognava aspettare tre anni e questo creava un alone di mistero“.

Questa attesa è stata in qualche modo diluita dall’ondata di spettacoli rilasciati in streaming, anche se i Marvel Studios stanno ora riducendo drasticamente la quantità di contenuti in uscita ogni anno. Potrebbe dunque essere troppo tardi per pensare ad un sequel di L’incredibile Hulk, ammette Ruffalo, per quanto ammette che gli piacerebbe prendere parte ad un film interamente dedicato al gigante verde, qualora i Marvel Studios lo autorizzino. “Mi piacerebbe fare un Hulk indipendente, ma non credo che accadrà mai“, ha detto l’attore.

Il costo della creazione del personaggio in computer grafica è infatti molto alto, anche se la tecnologia è migliorata nel tempo. “È molto costoso se si fa un intero film, ed è per questo che usano Hulk con tanta parsimonia“. Come noto, dopo Avengers: Endgame l’Hulk di Ruffalo è riapparso nella serie She-Hulk: Attorney at Law, la quale come noto ha però avuto forti problemi per via di un budget andato oltre quanto preventivato, mostrando anche degli effetti speciali ritenuti scadenti. Alla luce di ciò diventa comprensibile che un intero film di Hulk possa rivelarsi un’operazione rischiosa.

Dove rivedremo l’incredibile Hulk?

Kevin Feige sembra comunque stia gettando le basi per un nuovo film su Hulk, da qui il motivo per cui Captain America: Brave New World vedrà la presenza del Generale Ross, del Leader e di Betty Ross. Inoltre, nei momenti finali di She-Hulk: Attorney at Law, il Gigante è tornato sulla Terra e ha presentato alla famiglia suo figlio Skaar. La teoria prevalente è che presto si potrebbe avere il tanto vociferato progetto World War Hulk, anche se resta da vedere come potrebbe inserirsi nei piani della più ampia Saga del Multiverso.

Ballerina: Lionsgate rimanda il film all’estate del 2025 e sposta Il Corvo per questa estate

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Ballerina, lo spinoff di John Wick della Lionsgate con protagonista Ana de Armas, sarà posticipato di un anno, dal 7 giugno 2024 al 6 giugno 2025. La mossa arriva mentre l’architetto di John Wick, Chad Stahelski, ha firmato un nuovo accordo con la Lionsgate per supervisionare il franchise. Sta lavorando con il regista di Ballerina, Len Wiseman, su sequenze d’azione aggiuntive per il film, in modo da renderlo ancora più intenso.

Le aspettative su Ballerina sono già molto alte, la Lionsgate vuole solo rendere il film, prodotto da Basil Iwanyk e Thunder Road di Erica Lee, ancora migliore. Al momento, Ballerina si trova da solo nella sua nuova data dell’estate 2025.

Ora non c’è più nulla da temere, perché il redux de Il Corvo di Rupert Sanders uscirà il 7 giugno di quest’anno, data estiva di Ballerina. Bill Skarsgård riprende l’iconico ruolo del Corvo in questa rivisitazione moderna della graphic novel originale di James O’Barr. Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono.

Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per rimettere a posto le cose. Nel cast anche Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger. Il film è stato scritto da Zach Baylin e Will Schneider, sulla base della graphic novel. Il Corvo (The Crow) è prodotto da Victor Hadida, Molly Hassell, John Jencks, Samuel Hadida e Edward R. Pressman. Il 7 giugno uscirà anche l’horror di New Line The Watchers, di Ishana Night Shyamalan.

Un’altra buona notizia per il 2025 gennaio: Lionsgate aggiungerà un film senza titolo diretto da Guy Ritchie al 17 gennaio, nel fine settimana del MLK. Tuttavia, gli Amazon MGM Studios hanno già un film senza titolo con Jason Statham. Chi batterà ciglio? L’ultimo film di Guy Ritchie lo riunisce con le star Henry Cavill ed Eiza González dopo il loro prossimo film della Lionsgate The Ministry of Ungentlemanly Warfare (che uscirà il 19 aprile di quest’anno). Per il weekend MLK del 2025 è previsto anche Paddington della Sony in Perù. Se tutti i film rimarranno a gennaio, l’attuale conteggio delle uscite in sala salirà a sei titoli, uno in più rispetto alle cinque uscite in sala del gennaio 2024.

La Zona d’interesse: per Steven Spielberg è “il miglior film sull’Olocausto dai tempi del mio”

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Durante lo speciale del THR dedicato al suo capolavoro sull’Olocausto, Schindler’s List, il regista Steven Spielberg oltre a svelare alcuni retroscena compreso l’aiuto ricevuto da suo amico e leggenda del cinema George Lucas ha avuto occasione di citare La Zona d’interesse (The Zone of Interest) svelando cosa pensa del film!

Dai tempi di Schindler’s List, c’è stata un’esplosione di film sull’Olocausto: tra questi, La vita è bella, Il pianista, Il figlio di Saul e l’attuale candidato all’Oscar come miglior film The Zone of Interest.

SPIELBERG The Zone of Interest è il miglior film sull’Olocausto a cui abbia assistito dai tempi del mio. Sta facendo un ottimo lavoro nel sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto sulla banalità del male.

La Zona d’interesse, il film

La Zona d’interesse di Jonathan Glaze debutta oggi al cinema in Italia. Un uomo e sua moglie tentano di costruire una vita perfetta in un luogo apparentemente da sogno: giornate fatte di gite in barca, il lavoro d’ufficio di lui, i tè con le amiche di lei e le scampagnate in bici con i figli. Ma l’uomo in questione è Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la curata villetta con giardino della famiglia si trova esattamente di fianco al muro del campo… Dal talento di Jonathan Glazer (Under The Skin), un’opera imprescindibile sulla perdita dell’umanità e sulla banalità del male, Grand Prix a Cannes 2023.

Deadpool & Wolverine: è in arrivo un nuovo entusiasmante trailer ?

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I Marvel Studios hanno rilasciato il primo trailer di Deadpool & Wolverine durante il Super Bowl all’inizio di questo mese e non c’è voluto molto tempo perché il primo contenuti video del film battesse molti record. 

Dopo un difficile 2023 che ha visto Ant-Man and The Wasp: Quantumania e The Marvels sottoperformare, siamo sicuri che la Disney spera che i numeri generati da questo primom trailer siano un segno evidente di ciò potrebbe generare il trequel. Dopotutto, se l’hype iniziale è qualcosa su cui basarsi, ci sono buone probabilità che questo sarà il primo film dell’MCU dai tempi di Spider-Man: No Way Home a raggiungere il miliardo di dollari al botteghino mondiale. 

Ora, sembra che un’altra anteprima verrà rilasciata a breve. Secondo un elenco del BBFC  (il British Board of Film Classification è la versione britannica dell’MPA), un nuovo trailer di Deadpool e Wolverine è stato classificato oggi. 

Descritto come “Trailer C”, durerà 1 minuto e 34 secondi ed è classificato 12A, che è l’equivalente di PG-13. Per chiarezza, il “Trailer A” era quello pubblicato online domenica scorsa e il “Trailer B” era la versione ripulita senza sangue e bombe atomiche.

Questa potrebbe essere solo un’anteprima abbreviata che verrà proiettata esclusivamente nei cinema del Regno Unito (che, sfortunatamente, è probabilmente il risultato più probabile), ma speriamo che questo significhi che un nuovo sguardo al film sarà disponibile online da un giorno all’altro.

Ci aspettiamo cheDeadpool & Wolverine presentino una campagna di marketing non convenzionale con Ryan Reynolds coinvolto, quindi chissà cosa potrebbe esserci in serbo per noi. 

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Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Mickey 17: svelata la nuova data d’uscita del film

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Mickey 17: svelata la nuova data d’uscita del film

Recentemente la Warner Bros. aveva comunicato il rinvio di Mickey 17il nuovo film di Bong Joon-ho, con protagonista Robert Pattinson, inizialmente previsto per il marzo di quest’anno. La decisione di spostare l’attesissimo film di fantascienza del regista coreano, reduce dalle molteplici vittorie agli Oscar nel 2019 per Parasite, è stata presa per avere più tempo per terminare il progetto, che era stato condizionato dagli scioperi dello scorso anno e da altri vari spostamenti di produzione. Stando ora a quanto riportato da Variety, l’uscita del film è ora prevista per il 31 gennaio 2025, poiché Bong Joon-ho e la sua troupe avranno bisogno di più tempo del previsto per completare gli effetti visivi.

Di cosa parla Mickey 17?

Questo nuovo progetto del regista sudcoreano, successivo a Parasite, è tratto dal romanzo di Edward Ashton del 2022, descritto dalla casa editrice St. Martin Press come un thriller cerebrale high-concept facente parte di quel filone di film come “The Martian” e “Dark Matter“. In Mickey 17 Pattinson interpreta qui un “sacrificabile”, ovvero un dipendente usa e getta di una spedizione umana inviata a colonizzare un pianeta ghiacciato, che improvvisamente si rifiuta però di lasciare che il suo clone sostitutivo prenda il suo posto.

Oltre che una semplice immagine e un breve teaser, ad oggi non è stato mostrato altro del film, su cui vige dunque un certo mistero. Sappiamo però che nel cast vi sono anche gli attori Naomi Ackie, Steven Yeun, Toni Collette e Mark Ruffalo. Bong, oltre ad aver scritto e diretto, produce anche il film attraverso la sua società Offscreen. Con la data d’uscita di Mickey 17 fissata al 31 gennaio 2025, non resta dunque che attendere maggiori informazioni e qualche nuovo materiale promozionale.

Jurassic Park: George Lucas mixò il film per consentire a Spielberg di fare Schindler’s List

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Il noto sito americano THR ha dedicato una delle loro copertine per celebrare uno dei capolavoro realizzati dal regista premio Oscar Steven Spielberg Schindler’s List. Nella lunga intervista concessa dal regista e da molti dei protagonisti di quel film vengono svelati molti retroscena e storie vere che hanno portato a compimento l’opera molto sentita dal regista stesso che ha ammesso di aver impiegato più di un decennio per poterla realizzare.

Schindler’s List non è mai stato una cura per l’antisemitismo“, sottolinea Steven Spielberg. “È stato un promemoria dei suoi sintomi“.

Trent’anni dopo aver conquistato gli Oscar, Steven Spielberg, Liam Neeson, Martin Scorsese e altri rivelano la storia non raccontata di uno dei film più apprezzati di tutti i tempi, compreso il ruolo segreto di George Lucas dietro le quinte, il modo in cui Mel Gibson fu proposto per interpretare Schindler e altro ancora.

Lo speciale svela molti retroscena, e svela come fosse in difficoltà nel trovare la sceneggiatura giusta per il film e fu Martin Scorsese a sviluppare la prima bozza grazie alla sua collaborazione con Steven Zaillian. In merito a questo particolare le due leggende ha svelato:

MARTIN SCORSESE Ero appena uscito [dalla regia del film del 1988] L’ultima tentazione di Cristo. Ci furono molte polemiche e difficoltà, e molte colpe furono attribuite alla comunità ebraica, cosa che mi spiazzò. Ero molto sensibile alle reazioni. Con quello cattolico [L’ultima tentazione], potevo discutere; con gli altri gruppi, dovevo stare molto attento. Avevo chiesto a Steven Zaillian di occuparsi della sceneggiatura, ma alla fine sentivo che se fosse emersa qualche controversia, non sapevo se sarei riuscito a mantenere la mia posizione in termini di chi fosse l’uomo [Schindler]. Non volevo danneggiare ulteriormente la comunità ebraica. Sapevo che era il progetto che aveva appassionato Steve da molti anni. Quindi l’ho restituito.

SPIELBERG Non avevo ancora fatto quello che definirei il mio primo film “adulto”, ed ero terrorizzato all’idea che Schindler’s List fosse il mio primo film, perché se non fossi stato abbastanza maturo? Ero certo di non essere pronto ad affrontare la gravità di quell’argomento, sia dal punto di vista morale che cinematografico, e sentivo di non avere la saggezza necessaria per poter discutere la storia nelle inevitabili conversazioni che tutti noi abbiamo dopo che i nostri film sono pronti per essere distribuiti. Ma non volevo impedire che la storia si diffondesse nello Zeitgeist, così mi sono rivolto a Sydney Pollack. Lui ci ha provato e ha deciso che non era in grado di farlo. Forse a un certo punto ne ho parlato con Barry Levinson; credo che Barry sia passato. Poi sono andato da Marty [Scorsese] e Marty ne è rimasto incuriosito. È stato Marty a ingaggiare Steve Zaillian, quindi il più grande contributo di Marty è stato quello di trovare il miglior sceneggiatore per adattare il libro di Keneally.

Il contributo di George Lucas

SPIELBERG Tom Pollock, che dirigeva la divisione lungometraggi della Universal, mi disse: “Penso che sia fantastico che tu sia interessato a fare Schindler’s List, ma prima devi finire Jurassic Park”. Stavo lavorando a Jurassic Park. Ho detto: “Penso di potermi sovrapporre. Posso fare Schindler’s List mentre finisco Jurassic Park”. Tom si oppose. Disse: “Jurassic Park è un grosso affare per questa società, non puoi abbandonarlo”. Io dissi: “Tom, non lo abbandonerò. Ho già finito il montaggio del film. Tutto quello che mi resta da fare è mixarlo, segnarlo e correggere il colore”. E lui ha detto: “Beh, non puoi farlo dall’Europa dell’Est”. E io risposi: “Sì che posso”.

Pollock acconsentì. Spielberg progettò di montare Jurassic Park dall’Europa, ma in privato cercò aiuto negli Stati Uniti per il missaggio del suono. La sua soluzione non è mai stata riportata in precedenza.

SPIELBERG Ho chiamato George [Lucas, amico di lunga data e collaboratore occasionale di Spielberg]. Gli ho detto: “George, sono nei guai. Lo studio è molto arrabbiato con me perché non ho intenzione di mixare Jurassic Park e di andare in Europa a fare Schindler’s List. Potresti mixare Jurassic Park?”. Avevo già i suoi mixer al lavoro sul film, così George disse che avrebbe preso il suo posto. E lui e Kathy Kennedy hanno mixato il film.

Parlando del suo lavoro con Schindler’s List il regista ha ammesso. SPIELBERG È il miglior film che abbia mai realizzato. Non dirò che è il miglior film che abbia mai realizzato. Ma attualmente è il lavoro di cui sono più orgoglioso.

Schindler’s List è stato selezionato per le liste AFI e Time dei 100 più grandi film di tutti i tempi, per la lista del Vaticano dei 45 film più importanti di sempre e per il National Film Registry della Library of Congress.

Batman Beyond: svelati alcuni concept art del film d’animazione

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Batman Beyond: svelati alcuni concept art del film d’animazione

Prima della formazione dei DC Studios, la Warner Bros. stava progettando un film live-action su Batman Beyond. L’idea era che il Cavaliere Oscuro di Michael Keaton passasse il testimone a Terry McGinnis, permettendo così al DCEU di dotarsi di un nuovo Batman più giovane. Ora che c’è però in programma il film The Brave and the Bold, diretto da Andy Muschietti, Batman Beyond sembrerebbe essere stato abbandonato. Si apprende però che lo scrittore e regista Patrick Harpin e lo scenografo/produttore Yuhki Demers (anche coinvolto in Spider-Man: Across the Spider-Verse) hanno proposto alla Warner Bros. un film d’animazione proprio su Batman Beyond nel corso dello scorso anno.

Cinque mesi fa Patrick Harpin è entrato alla Warner Bros. e ha proposto un film d’animazione di Batman Beyond“, ha rivelato Demers su X (ex Twitter). “Prima di proporlo, ci hanno avvertito: ‘Non c’è assolutamente modo di fare un film su Beyond’, ma hanno apprezzato il nostro entusiasmo“. “Abbiamo proposto la bozza dell’intero film e quello che era iniziato come un ‘mai’ si è trasformato in un ‘forse’“, ha aggiunto lo scenografo. Stando a quanto riportato, non sembra che i DC Studios o James Gunn siano stati coinvolti in questo incontro, dato che il regista ha poi aggiunto: “Da allora, ci siamo fatti strada all’interno della compagnia sperando di arrivare a James Gunn. Ma per ora, ecco un assaggio di ciò che abbiamo preparato“.

Demers ha poi condiviso alcuni accattivanti concept art del film su Batman Beyond da loro proposto e risulta facile credere che il “mai” si sia trasformato in un “forse”. Ad oggi il progetto non è ancora stato confermato, ma potrebbe benissimo fare parte dell’Elseworlds, insieme a quei titoli come The Batman – Parte 2 e Joker: Folie à Deux che non fanno ufficialmente parte del canone del DCU. Condividendo queste immagini sui social media, si ha l’impressione che Demers e Harpin, raccogliendo un eventuale risposta positiva dei fan, sperino di incentivare lo studio a finanziare il progetto.

Che cos’è Batman Beyond?

La serie televisiva originale Batman Beyond è stata presentata nel 1999 e seguiva Terry McGinnis, un adolescente che assume il mantello di Batman sotto la guida dell’anziano Bruce Wayne. In questa Gotham del futuro, Terry indossa una tuta da pipistrello altamente tecnologica, ereditando l’eredità del Cavaliere Oscuro originale. Si tratta della continuazione delle serie animate sul Cavaliere oscuro dopo Batman e Batman – Cavaliere della notte e si esplora il lato più oscuro di molti progetti di Batman, giocando su elementi chiave come le emozioni, relazioni personali, la paura dell’ignoto, il cyberpunk e altri elementi della fantascienza, come le questioni e dilemmi dell’innovazione e del progresso tecnologico e scientifico. È anche la prima serie di Batman che ritrae l’eroe come un adolescente.

The Brave and the Bold: Andy Muschietti è ancora il regista del film

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Come annunciato nel giugno dello scorso anno, il regista Andy Muschietti, noto per aver diretto la trasposizione cinematografica di It e il film The Flash, è stato scelto da James Gunn per dirigere The Brave and the Bold, incentrato su Batman e il Damian Wayne, ovvero Robin. Recentemente, tuttavia, era emersa la notizia secondo cui Muschietti era stato licenziato dall’adattamento, forse per via dei lunghi tempi di attesa richiesti dal regista, attualmente al lavoro sulla serie Welcome to Derry.

Jeff Sneider, ex giornalista del settore di Hollywood e ora affidabile scooper, ha però riferito che, stando almeno alle sue fonti, Muschietti è ancora il regista del film. Inoltre, non appena si è diffusa la voce del possibile licenziamento di Muschietti, sono anche emerse le immagini del suo posto auto nel lotto della Warner Bros. con tanto di golf cart a tema Batmobile, che sembrerebbero dunque smentire ulteriormente tali rumor. Potrà forse volerci più del previsto prima di avere novità su The Brave and the Bold, ma Muschietti sarebbe dunque ancora saldamente al timone del progetto.

Tutto quello che sappiamo su The Brave and the Bold

Parlando l’anno scorso dei piani dei DC Studios per The Brave and the Bold, James Gunn ha detto: “Questa è l’introduzione del Batman del DCU. È la storia di Damian Wayne, il vero figlio di Batman, di cui non conoscevamo l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È stato cresciuto come un piccolo assassino e assassina. È un piccolo figlio di puttana. È il mio Robin preferito“. “È basato sulla run di Grant Morrison, che è una delle mie run preferite di Batman, e la stiamo mettendo insieme proprio in questi giorni“.

Il co-CEO dei DC Studios, Peter Safran, ha aggiunto: “Ovviamente si tratta di un lungometraggio che vedrà la presenza di altri membri della ‘Bat-famiglia’ allargata, proprio perché riteniamo che siano stati lasciati fuori dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo“.

Quandi arriverà The Brave and the Bold?

L’uscita di The Batman – Parte 2 di Matt Reeves è prevista per il 2025, e ci aspettiamo che il Crociato incappucciato del DCU faccia il suo debutto – insieme a Robin – un po’ più avanti nel tempo, in base a un precedente aggiornamento del co-CEO dei DC Studios James Gunn. Alla domanda dello scorso novembre su un possibile annuncio del casting di Bruce Wayne, il regista ha risposto: “No. Non abbiamo ancora una sceneggiatura”.

È ancora molto presto per questo progetto e probabilmente non arriverà nelle sale prima del 2027. Il regista Andy Muschietti, che Gunn ha ingaggiato dopo essere rimasto impressionato dal suo lavoro su The Flash, si pensa si stia concentrando sulla serie televisiva Welcome to Derry, quindi la pazienza sarà fondamentale quando si tratterà di vedere il Cavaliere Oscuro del DCU sui nostri schermi… a meno che non si presenti prima della sua uscita in solitaria, ovviamente!

A differenza di Supergirl, questo non accadrà in Superman: Legacy, poiché James Gunn ha recentemente confermato che Batman non sarà tra gli eroi che appariranno nel prossimo reboot dell’Uomo del Domani.

Doc – Nelle tue mani 3: anticipazioni dagli episodi 11 e 12

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Doc – Nelle tue mani 3: anticipazioni dagli episodi 11 e 12

Dopo la messa in onda degli episodi 9 e 10 che abbiamo recensito qui, oggi vi svegliamo le anticipazioni dei nuovi episodi di terza stagione della serie tv DOC – Nelle tue mani che andranno in onda questa sera giovedì 22 Febbraio, in prima serata su Rai 1. Ecco le anticipazioni dell’episodio settimo e ottavo, che si intitolano rispettivamente “Lontani” e “La scossa”.

Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 11, “Lontani”

Le parole di Agnese hanno creato una frattura fra lei e Andrea, che deve fare anche i conti con la lontananza da Giulia, in trasferta a Roma per la sua ricerca. In reparto la situazione è al limite: Teresa deve fare miracoli per trovare un posto per la figlia di Diana, donna rincontrata dopo anni da Andrea, ricoverata nonostante i dubbi della madre. Anche Elisabetta, paziente seguita da Damiano, viene ammessa in reparto dopo alcuni giorni di malessere che potrebbero essere spia di un problema ben più grave.

Doc – Nelle tue mani 3 EPISODIO 12 “La scossa”

Un violento terremoto semina il panico all’Ambrosiano: Lin teme che possa essere successo qualcosa alla sua famiglia; Ric arriva a una decisione sulla proposta fatta da Laura, nuotatrice paralimpica; Federico deve effettuare un intervento per cui non si sente pronto; Martina fa un incontro che rischia di portare a galla il suo segreto; Giulia, invece, deve gestire il reparto perché Doc è bloccato in un ascensore e deve salvare una paziente incinta.

DOC – Nelle tue mani è una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. Tra partenze e nuovi arrivi in DOC – Nelle tue mani, nuove sfide attendono la squadra del Policlinico Ambrosiano di Milano, guidata dall’amatissimo dottor Andrea Fanti (Luca Argentero), che torna finalmente a rivestire il ruolo di primario mentre prova a recuperare quei ricordi che ormai tutti (o quasi) ritenevano perduti per sempre.

DOC – Nelle tue mani, la serie

DOC – Nelle tue mani è la serie tv prodotta da RAI FICTION scritta da Francesco Arlanch e Viola Rispoli. Una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction

Nel cast di DOC – Nelle tue mani Luca Argentero, Matilde Gioli, Pierpaolo Spollon, Sara Lazzaro, Marco Rossetti, Laura Cravedi, Giacomo Giorgio, Elisa Wong, Elisa Di Eusanio, Giovanni Scifoni, Aurora Peres e Diego Ribon. La regia è affidata a Jan Maria Michelini (ep. 1-4), Nicola Abbatangelo (ep. 5-10) e Matteo Oleotto (ep. 11-16).

Le riprese della serie si sono svolte tra Roma, Milano e Formello; per la location ospedaliera il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e l’Università Campus Bio-Medico di Roma hanno messo a disposizione spazi e tecnologie.

Resident Alien – Stagione 2, la spiegazione del finale

Resident Alien – Stagione 2, la spiegazione del finale

Il finale della seconda stagione di Resident Alien ha visto Harry, Asta e la città di Patience in pericolo più che mai a causa di una nuova minaccia rappresentata dai Grigi e dall’arrivo di Joseph Rainier. Resident Alien – stagione 2 ha rivelato una minaccia più grande di qualsiasi altra quando una versione passata di Harry (Alan Tudyk) di nome Goliath ha rivelato che la loro razza aveva ceduto la Terra ai Grigi, che erano determinati a sterminare l’umanità. La minaccia è così reale che alla fine della stagione Harry si allea con la sua ex nemica, il generale McCallister (Linda Hamilton), poiché lei è l’unica con le risorse per fermare i Grigi.

Anche gli abitanti di Patience hanno subito una crescita e un cambiamento sotto altri aspetti. Asta (Sara Tomko) ha cercato di ricostruire il rapporto con sua figlia Jay (Kaylayla Raine). D’Arcy (Alice Wetterlund) ha sviluppato una dipendenza dagli antidolorifici quando l’allenamento per un imminente torneo di sci le ha rovinato il ginocchio. Il vice sceriffo Liv (Elizabeth Bowen) chiama Peter Bach, il cacciatore di alieni (Terry O’Quinn), per indagare sugli avvistamenti alieni a Patience, mentre lo sceriffo Mike (Corey Reynolds) non è d’accordo. Kate (Meredith Garretson) e Ben (Levi Fiehler) affrontano invece il ritorno del sonnambulismo cronico di Ben. Tutto questo porta a un finale davvero scioccante e alla conclusione della seconda stagione di Resident Alien.

Chi (o cosa) è Joseph Rainier, esattamente?

L’ibrido umano-alieno è un nemico… ma potrebbe diventare un amico

Per gran parte della seconda stagione di Resident Alien, l’assassino interpretato da Enver Gjokaj era senza nome, così come la sua esatta fedeltà. Considerando che la sua primissima scena ha rivelato che sbatté le palpebre con un paio di membrane nittitanti verticali, il suo status di alieno o ibrido alieno di qualche tipo è stato confermato, ma non era del tutto chiaro cosa o chi fosse. In seguito è stato rivelato che era la talpa nell’unità del generale McAllister quando ha sparato e ucciso Peter Bach mentre Peter e Harry si erano infiltrati nella base segreta del generale per salvare il bambino di Harry e il figlio di Peter, Robert (Paul Piaskowski).

Il finale della seconda stagione di Resident Alien ha rivelato chi era il misterioso assassino. Si chiama Joseph Rainier ed è uno dei Grigi. Considerando che va in giro sotto forma umana e che, finora, non è stato detto che i Grigi siano in grado di mutare forma come la razza aliena di Harry, Joseph è quasi certamente un ibrido tra un umano e un alieno Grigio. Qualunque cosa sia, è lì per compiere la missione dei Grigi di integrarsi con l’umanità prima di sterminarla completamente. In qualità di nuovo vice del dipartimento di polizia di Patience, sarà una spina nel fianco ancora più fastidiosa per Harry nella terza stagione. Resta da vedere se il suo lato umano prevarrà e se mostrerà qualche qualità positiva.

Cosa vogliono i Grigi dal bambino di Ben e Kate

La rivelazione su Ben e Kate è stata la svolta più terrificante della terza stagione

Joseph Rainier non è un’anomalia. Il finale della seconda stagione di Resident Alien ha rivelato il colpo di scena più terrificante di tutti: gli episodi di “sonnambulismo” di Ben erano in realtà rapimenti alieni da parte dei Grigi. I Grigi hanno anche rivelato di avere il bambino di Ben e Kate; all’inizio della stagione, la trama della gravidanza di Kate si era improvvisamente risolta quando lei aveva fatto un secondo test di gravidanza e aveva scoperto di non essere incinta, dopotutto. A quanto pare, i Grigi le hanno rubato il feto dal grembo e ora lo stanno crescendo a bordo della loro nave in una sorta di grembo sintetico come uno dei loro bambini ibridi.

La rivelazione straziante solleva più domande che risposte. Ci si chiede perché i Grigi siano interessati a certi feti e, in particolare, a quello di Kate e Ben. Potrebbe avere qualcosa a che fare con Max: dopotutto, è una delle poche persone sulla Terra in grado di vedere attraverso i travestimenti e i dispositivi di occultamento degli alieni, quindi forse gli alieni vogliono fare esperimenti sul suo futuro fratellino. O forse Max stesso è un ibrido. I Grigi hanno rapito Ben fin da quando era bambino; chissà cosa gli hanno fatto geneticamente o come lo hanno manipolato.

Il vice sceriffo Liv ha visto Ben rapito quando erano bambini?

È possibile che Liv abbia un suo trauma personale

La rivelazione che Ben è stato rapito regolarmente dai Grigi per tutta la sua vita porta naturalmente a chiedersi se anche Resident Alien, la vice sceriffo Liv, abbia vissuto la stessa esperienza senza rendersene conto. A differenza di Ben, Liv non ha mai dimenticato il loro incontro con l’UFO alieno nel bosco durante la gita in campeggio della loro infanzia, ma i suoi ricordi erano confusi. Tuttavia, quando ha sentito il pianto del bambino alieno di Harry, qualcosa si è risvegliato in lei e i ricordi di quella notte hanno iniziato a riaffiorare.

Tuttavia, Liv non ha mai sofferto di sonnambulismo né ha mai avuto strani vuoti di memoria, quindi le prove indicano che i Grigi non l’hanno rapita come hanno fatto con Ben. Liv ricorda quella notte, però, e questo ha plasmato la sua personalità: infatti, è l’unica persona nella città di Patience che crede sinceramente negli UFO e negli alieni senza avere alcuna prova. Uno dei possibili motivi per cui il ricordo è rimasto impresso nella sua mente potrebbe essere che Liv ha assistito al rapimento di Ben quando erano bambini; se nella terza stagione scopriremo che ricorda più dettagli di quella notte, potrebbe essere che abbia visto il suo amico venire portato via e che i Grigi le abbiano cancellato la memoria.

Uno dei possibili motivi per cui quel ricordo è rimasto impresso nella sua mente potrebbe essere che Liv ha assistito al rapimento di Ben quando erano bambini.

Cosa succederà alla bambina di Harry, Bridget?

Bridget potrebbe davvero diventare un ponte tra due mondi

Harry raramente sceglie di essere veramente altruista in Resident Alien, ma la paternità fa emergere il suo altruismo quando si tratta della sua bambina, Bridget. Quando viene a sapere da Joseph Rainier che il suo popolo ha rinunciato alla conquista della Terra e l’ha ceduta ai Grigi, Harry usa la nave di fuga che Joseph ha lasciato per lui per mandare Bridget dal suo popolo e sul loro pianeta natale vicino alla costellazione dell’Orsa Maggiore. Harry ha buone intenzioni, ma considerando che Bridget è per metà umana e che la razza di Harry è spietata e sanguinaria, è possibile che Bridget corra più pericoli che se fosse rimasta sulla Terra.

Tuttavia, probabilmente non è l’ultima volta che il pubblico vedrà Bridget. Il fatto che Harry abbia avuto un figlio e abbia instaurato un legame con lui è una storia troppo importante per finire così. Harry e Sahar hanno chiamato il bambino “Bridget”, poiché è destinato a essere un ponte tra la razza di Harry e gli umani; il bambino avrà sicuramente un ruolo fondamentale da svolgere in futuro. La sua introduzione e la sua partenza hanno preparato Bridget a essere forse colei che unirà la razza di Harry agli umani nella loro imminente lotta contro i Grigi, sia nella terza stagione di Resident Alien che in quelle successive.

Cosa è successo a Robert (e come il generale McCallister l’ha catturato)

La storia di Robert è la più misteriosa di tutte

Robert, come Bridget, è un personaggio che non ha avuto molto spazio nella seconda stagione di Resident Alien, ma probabilmente avrà un ruolo più importante nella terza stagione. Come il bambino di Kate e Ben, Robert doveva essere il figlio di Peter Bach e sua moglie Jenny. Tuttavia, i Grigi hanno rubato Robert dal grembo di Jenny quando era ancora un feto, ma ogni pochi anni rapivano lei e Peter e permettevano loro di vedere il figlio.

È qui che la storia di Robert diventa confusa. Quando viene presentato per la prima volta nella seconda stagione di Resident Alien, è uno dei prigionieri nella struttura segreta del generale McCallister. Lei lo aveva rapito in precedenza e lo teneva prigioniero nella struttura, pensando che fosse un alieno. Non è chiaro quando i Grigi abbiano lasciato andare Robert e perché, né come sia stato rapito dal generale McCallister. Se avesse avuto tempo nel mondo umano normale tra il momento in cui è stato liberato dai Grigi e quello in cui è stato catturato da McCallister, è logico pensare che avrebbe cercato i suoi genitori e si sarebbe riunito con loro. Ora che la fine della seconda stagione di Resident Alien lo vede rapito ancora una volta dai Grigi, Robert è destinato a giocare un ruolo importante nella trama futura.

Le interviste in stile documentario erano reali?

È stato un bel gesto non solo nei confronti di Peter Bach, ma anche dei veri rapiti dagli alieni e di chi ha vissuto esperienze simili.

Il finale della seconda stagione di Resident Alien ha visto l’episodio finale discostarsi dal suo formato abituale per alternare l’azione consueta a interviste in stile documentario a testimoni e rapiti alieni. La vice Liv è una delle intervistate e finalmente dice la verità in un’affermazione commossa: “Credo negli alieni”. La sua inclusione conferma che le testimonianze riprese dalla telecamera sono frammenti del documentario che Peter Bach aveva detto di stare realizzando. Liv sembra aver superato la sua paura del ridicolo per partecipare al documentario come modo per onorare la memoria di Peter.

In un divertente colpo di scena, tuttavia, lo showrunner Chris Sheridan ha rivelato in un’intervista a SyFy che le interviste sono tutte di persone reali che hanno avuto esperienze reali con incontri con alieni o UFO. Inizialmente, ha spiegato, il piano era quello di far raccontare solo la storia del vice Liv, ma poi l’idea si è evoluta.

“Ma poi ho pensato che sarebbe stato bello rompere un po’ la quarta parete intervistando persone reali che hanno avuto esperienze reali e mostrando le interviste come parte dello stesso documentario, il che avrebbe potuto rendere la [storia] di Liv più credibile e farla sembrare ancora più reale… Per le persone che credono a queste cose, e io ci credo, ci sono persone che sono state rapite per tutta la vita e forse non se lo ricordano nemmeno fino a tarda età. Sono ipnotizzati e queste immagini tornano alla loro mente”.

Avere quel tipo di esperienza, anche solo una volta, sarebbe sconvolgente. Essere rapiti più e più volte, come è successo ad alcune persone reali, può rovinare la vita di una persona. Questo aspetto è esplorato un po’ nel personaggio di Ben. La sua ansia e insicurezza, insieme al suo costante senso di fatalità, hanno molto più senso dopo la rivelazione nella seconda stagione di Resident Alien che è stato rapito fin dall’infanzia dai Grigi. Anche se non se lo ricorda, Ben è rimasto con la sensazione che nessuna delle persone nella sua vita abbia mai voluto proteggerlo quando era bambino, rafforzando ulteriormente i temi della genitorialità e della protezione della seconda stagione di Resident Alien.