A parte Tobey Maguire e Andrew
Garfield che hanno fatto il loro grande ritorno
nei panni di Spider-Man in Spider-man:No Way
Home, vedere Willem
Dafoe tornare nei panni del
famigerato Green Goblin non ha
deluso minimamente i fan. L’odio
tra Spider-Man e Green
Goblin era ai massimi storici in questo film, poiché
Willem Dafoe ha interpretato
il Goblin in modo così
malevolo, che senza dubbio Spider-Man: No Way
Home sarà considerato uno dei ruoli più iconici
di Dafoe.
Quando il team creativo stava
sviluppando l’aspetto del classico abito del Green
Goblin per il film, sono stati ispirati fino a
disegnare alcuni concept art, in cui possiamo vedere che a un certo
punto si parlava di Norman Osborn che indossava
il Mark VI Armatura Ironman
da Ironman 2 e The
Avengers.
Secret Invasion è ora la prima serie
Rotten delMarvel Cinematic Universe
su Rotten Tomatoes, con il suo finale che ha raggiunto la
negativissima valutazione del 13%.L’episodio,
intitolato “Home”, ha portato la media dello show
Disney+al
57%. Questo gli dà un punteggio da pomodoro marcio, secondo le
metriche di Rotten Tomatoes. Mentre il cast, tra cui
Samuel L.
Jackson, Olivia Colman e
Don Cheadle, è stato
elogiato per le loro interpretazioni, la maggior parte delle
recensioni negative menziona il fatto che non è stato all’altezza
della sua premessa di avvincente thriller di spionaggio.
Secret Invasion, tutto
quello che c’è da sapere sulla serie
Il primo episodio di
Secret Invasion è
uscito il 21 giugno 2023 su Disney+. Ogni episodio della miniserie di
sei episodi debutterà ogni mercoledì, fino al finale il 26 luglio
2023. Lo spettacolo è interpretato da Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman
e Don Cheadle, tutti che
riprendono i loro ruoli dai film del Marvel Cinematic
Universe. La serie introdurrà anche i personaggi interpretati
da Kingsley Ben-Adir, Emilia Clarke e Olivia Colman
nell’MCU. Basato sulla
serie di fumetti di Brian Michael Bendis,
Leinil Francis Yu, Mark Morales e
Laura Martin, Secret Invasion è prodotto
da Kyle Bradstreet, con il regista di Let Him
GoThomas Bezucha e Ali
Selim come registi. Basato sulla serie di fumetti di Brian
Michael Bendis, Leinil Francis Yu, Mark Morales e Laura Martin,
Secret Invasion è prodotto da Kyle Bradstreet, con il regista di
Let Him Go Thomas Bezucha e Ali Selim come registi.
L’attore Zachary
Levi ha risposto alle reazioni
negative che ha ricevuto il suo ultimo film da protagonista
Shazam! Furia degli Dei.Levi ha interpretato per la prima volta il
supereroe DC nel film del 2019
Shazam! Questo film, diretto da David F.
Sandberg, ha ricevuto recensioni positive, guadagnando un 90%
su Rotten Tomatoes. È stato
seguito da un sequel del 2023 che ha ricevuto reazioni contrastanti
da parte della critica e bombardato al botteghino. In
confronto, questo film ha guadagnato solo il 49%
su Rotten Tomatoes.
In un recente episodio
di The
FilmUp Podcast(viaIGN), Zachary Levi,
che interpreta Billy Batson/Shazam, ha commentato l’accoglienza
ricevuta. “Il primo è andato abbastanza bene quando hanno
detto: ‘Ehi, diamo un’occhiata alla realizzazione di un
secondo.’ E poi mi hanno proposto l’idea. Ho pensato che
fosse davvero divertente“, ha ricordato Levi. “Mi è
piaciuto molto fare quel film e mi è piaciuto molto interpretare
quella parte. Non so cosa riserverà il futuro perché,
sfortunatamente, il secondo film non è stato accolto altrettanto
bene. Il punteggio del pubblico è ancora abbastanza buono, ma
il punteggio della critica è stato stranamente e sconcertantemente
basso, e le persone erano follemente scortesi”.
“Ho fatto parte delle cose, e
per quanto vorrei che fossero buone, so che stanno bene“, ha
condiviso. “So che mancano molto. E non sto dicendo
Shazam: Fury of the Gods è un perfetto… capolavoro in stile Orson
Welles, ma è un bel film.” “Penso che anche solo il
mondo, dal primo al secondo film, il mondo sia cambiato così
tanto. I social media sono cambiati così tanto. Odio,
odio online, hater e troll, e fazioni e tutto ciò che è appena
diventato più galvanizzato nella sua tossicità“, ha
aggiunto. “Penso che ci siano persone che sinceramente,
sfortunatamente, vogliono distruggere certi progetti perché non gli
piacciono, o non gli piaccio io, o non gli piacciono le altre
persone coinvolte in loro o altro.”
“Non ho idea di dove
andremo da qui. Spero solo o credo che la storia mostrerà…
sarà una di quelle cose che le persone guarderanno con altri occhi
quando torneranno indietro, le persone guarderanno Fury of the Gods
in home streaming o su un aereo o altro, e sarà questo film su cui
hanno sentito così tante cazzate e poi diranno, ‘Bene, aspetta un
minuto.‘ “
Shazam! Furia degli Dei, il film
Shazam! Furia
degli Dei continua la storia dell’adolescente
Billy Batson che, dopo aver recitato la parola magica
“SHAZAM!“,
si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam. In
questo sequel, dopo aver dotato di superpoter anche gli altri
membri della famiglia adottiva con cui vive, Billy Batson sta
ancora imparando a destreggiarsi tra la vita adolescenziale e
quella da supereroe adulto. Lui e i suoi fratelli e sorelle si
ritroveranno però a fronteggiare le Figlie di Atlante, un
vendicativo trio di antiche divinità giunte sulla Terra alla
ricerca della magia che è stata loro rubata molto tempo fa. Così
Billy, alias Shazam, e la sua famiglia, torneranno in azione per
salvare i loro superpoteri, le loro vite e il destino del
mondo.
Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam,
Asher Angel nei panni di Billy Batson,
Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman,
Adam Brody nei panni del supereroe Freddy,
Ross Butler nei panni del supereroe Eugene,
Meagan Good nei panni del supereroe Darla,
DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro,
Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary
Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago,
mentre Rachel Zegler,
Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come
cattivi appena creati. Shazam! Furia
degli Dei è uscito il 17 marzo 2023. Il film è
prodotto da Peter Safran.
Durante la presenza
di Adult Swim al
Comic-Con di San Diego la scorsa settimana, la
compagnia ha mostrato un
nuovo trailer di
Uzumaki. Ebbene oggi quel contributo arriva
online con nuovi filmati del prossimo adattamento
anime. L’ultimo trailer di
Uzumaki offre uno sguardo molto più in profondità
nella serie rispetto al primo teaser pubblicato nel 2021. Questo
nuovo trailer presenta i personaggi Kirie e
Shuichi che camminano per le strade, mentre
Shuichi descrive la strana ossessione per le spirali che
suo padre ha attraversato.
Il trailer evidenzia anche
alcune delle immagini decisamente spaventose per cui l’artista e
creatore di Uzumaki Junji Ito è famoso. Nel
trailer, il padre di Shuichi è ossessionato dalle spirali. I
suoi occhi ruotano lentamente prima di ruotare rapidamente per
adattarsi alla forma a spirale.Dai un’occhiata al
nuovo trailer di Uzumaki qui sotto:
Cosa sappiamo dell’anime di
Uzumaki?
Annunciato originariamente
nel 2019, l’adattamento anime di Uzumaki ha subito alcuni ritardi
dal suo annuncio originale. L’anime doveva essere rilasciato
nel 2021, ma è stato posticipato al 2022 a causa
della pandemia di COVID-19 e della necessità di più animatori nel
progetto. Tuttavia, il 2022 è arrivato e passato
senza notizie sull’adattamento, quindi al momento non è noto quando
uscirà il progetto.
La serie anime di quattro episodi è diretta da Hiroshi
Nagahama (Flowers of Evil) con Colin Stetson di Hereditary a
comporre la colonna sonora. La serie sarà prodotta anche da Drive
Inc.L’anime è basato sull’omonima serie manga di
Junji Ito. Uzumaki è composto da tre volumi pubblicati per la
prima volta nel 1998. Segue la storia della studentessa delle
superiori Kirie Goshima, che vive nella città maledetta di
Kurôzu-cho, descritta come una piccola città nebbiosa situata sulla
costa del Giappone.
Secondo Deadline, il
prossimo film biografico su Ferrari di
Michael Mannè stato
ufficialmente selezionato per chiudere il New York Film
Festival il 13 ottobre all’Alice Tully Hall. Prima della
sua proiezione al NYFF, il film diretto da Adam
Driver avrà la sua prima mondiale all’80° Mostra
d’arte cinematografica del Cinema di Venezia, che sarà seguita
poi dall’uscita nelle sale il 25 dicembre.
“Michael Mann ha realizzato
molti film straordinari, ma forse mai uno così emozionante e
commovente come Ferrari“, ha dichiarato il direttore artistico
del New York Film Festival, Dennis Lim. “Non solo
un’impresa di virtuosismo, questa è un’evoluzione grandiosa e
sorprendente dei temi della sua carriera e del suo lavoro più
profondamente personale. Siamo onorati di dargli il benvenuto
al festival per quella che sono sicuro sarà una serata di chiusura
per secoli“.
Cosa aspettarsi dalla
Ferrari?
“E’ l’estate del 1957. L’ex
pilota automobilistico Enzo Ferrari è in crisi”, si legge
nella sinossi. “Tutte le forze drammatiche della sua vita
– volatili come le auto da corsa rosse che costruisce – sono in
collisione. Il fallimento insegue l’azienda che lui e sua
moglie, Laura, hanno costruito dal nulla dieci anni prima. Il
loro tempestoso matrimonio lotta con il lutto per un figlio e il
riconoscimento di un altro. L’appassionato istigatore di
uomini ispira il suo Spring Team di piloti, trattandoli quasi come
figli surrogati. Smussa una stampa ostile con arguzia e audacemente
mette a punto una strategia per scommettere su una corsa: 1.000
miglia attraverso l’Italia, la famigerata Mille Miglia. Mentre le
macchine rosse sfrecciano attraverso città e passi di montagna
verso esiti imprevedibili, il futuro delle vite di questi vividi
personaggi viene scritto.
Ferrari è diretto da
Michael Mann (L’ultimo dei Mohicani, Ali) da una
sceneggiatura che ha scritto insieme a Troy Kennedy
Martin. Il cast stellare del film include anche
Penélope Cruz nei panni di Laura Ferrari,
Shailene Woodley nei panni di Lina Lardi,
Gabriel Leone nei panni di Alfonso de Portago,
Sarah Gadon nei panni di Linda Christian,
Jack O’Connell nei panni di Peter Collins,
Patrick Dempsey nei panni di Piero Taruffi e altri
ancora.
Divenute celebri grazie alla saga di
Matrix, le
sorelle Lana e Lilly Wachowski
hanno poi continuato ad esplorare il genere a loro congeniale,
quello della fantascienza, attraverso film come Cloud Atlas o Jupiter’s Legacy. Prima
di questi è però arrivato l’adrenalinico Speed
Racer, trasposizione cinematografica della serie
animata giapponese Superauto Mach 5 (nota negli Stati
Uniti proprio come Speed Racer) degli anni sessanta.
Uscito al cinema nel 2008, il film è ricordato in particolare per i
suoi effetti speciali, che nel tempo hanno diviso molto le opinioni
di critica e pubblico, tra chi li apprezza e chi invece li indica
quali il maggior difetto del film.
La sovrabbondanza di effetti
digitali voluti dalle due registe, con il fine di rendere il film
visivamente affine alla serie animata, ha infatti generato molti
dibattiti circa l’utilizzo di tali tecnologie a scapito di altri
aspetti, tra cui la sceneggiatura. Affermatosi dunque sul momento
come un cocente flop al box office, nel tempo Speed Racer
ha però guadagnato un certo seguito, divenendo un vero e proprio
cult per alcune tipologie di spettatori, dai quali è considerato
sottovalutato e mal compreso. A distanza di anni, dunque, è questo
uno dei film delle Wachowski su cui ancora si discute
attivamente.
È l’ennesima dimostrazione di come
le due registe siano in ogni caso capaci di realizzare opere capaci
di scuotere gli animi e non lasciare mai indifferenti. Tra tutti i
loro film, Speed Racer è dunque quello che più meriterebbe
una rivalutazione. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Speed
Racer
Il film segue le vicende del giovane
Speed Racer, un vero asso del volante, cresciuto
fra le auto da corsa dell’officina di famiglia, gestita dalla madre
e dal padre, inventore del formidabile bolide Mach 5. Quando Speed
rifiuta una lusinghiera offerta da parte dell’azienda concorrente
Royalton Industries, egli scopre un terribile segreto: alcune tra
le corse più importanti vengono truccate da un gruppo di
imprenditori senza scrupoli, che corrompono i piloti più bravi per
ricavarne profitti. Se Speed non correrà per la Royalton, questa
farà in modo che la sua Mach 5 non superi mai più la linea del
traguardo.
Per salvare l’azienda Racer e lo
sport che ama, Speed dovrà dunque sconfiggere la Royalton con le
sue stesse armi: con il sostegno della famiglia e della sua fedele
fidanzata Trixie, il protagonista decide di
partecipare alla corsa in cui era morto anche suo fratello anni
prima, il temuto rally cross-country, conosciuto con il nome di
Casa Cristo. Su di lui gravano dunque forti responsabilità e si
troverà a dover superare numerosi ostacoli sfrecciando a tutta
velocità sulla pista d’asfalto, tra sbandate e imprese
acrobatiche.
Speed Racer: il manga,
l’anime e i videogiochi
Come anticipato, Speed
Racer è basato sull’anime Superauto Mach 5, il quale
a sua volta è basato sull’omonimo manga di Tatsuo
Yoshida. È stato questo uno dei primissimi anime ad avere
successo anche all’estero, divenendo un vero e proprio fenomeno di
culto negli Stati Uniti. L’idea di trarne un film risale già agli
anni Novanta, ma a lungo il progetto è rimasto irrealizzato per via
della sua complessità. Ad ogni modo, vi sono alcune piccole
differenze tra il manga e l’anime, come ad esempio cambiamenti
nelle storie narrate e nei personaggi. Il film fa però
primariamente riferimento all’anime, pur apportando a sua volta
alcuni cambiamenti.
Oltre all’anime e al film, il manga
Superauto Mach 5 ha ispirato anche diversi videogiochi,
divenuti nel tempo altrettanto di culto tra gli appassionati.
Questi sono Speed Racer: The Videogame, basato in realtà
prevalentemente sul film e la sua estetica, Speed Racer in My
Most Dangerous Adventures, rilasciato nel 1994, e Speed
Racer, del 1996. Questi giochi ripropongono la storia di base
del manga e le sue caratteristiche principali, pur apportando
ovviamente le modifiche necessarie per trasporre il tutto al mondo
e ai canoni videoludici.
Speed Racer: il cast del
film
Ad interpretare il protagonista
Speed Racer vi è l’attore Emile Hirsch,
il quale ha dichiarato di essere un grande fan dell’anime, che era
solito guardare da bambino. Per prepararsi al film, egli ha poi
rivisto tutti e 52 gli episodi di questo, ma si è anche recato
presso piste per auto da corsa per studiare meglio l’ambiente. Al
contrario, Christina Ricci, che nel film
interpreta Trixie, ha affermato di non aver mai visto un episodio
dell’anime e di non sapere nulla di esso. Recitano poi nel film
anche Susan Sarandon
e John Goodman
nei panni dei genitori del protagonista, Matthew
Fox in quelli di Racer X e Roger Allam in
quelli di Mr. Royalton.
Il finale di Speed Racer e
il suo possibile sequel
Parallelamente all’uscita in sala
del film, erano circolate voci su di un possibile sequel qualora
Speed Racer avesse ottenuto un buon risultato al box
office. Nel 2008, tale possibilità era stata infatti contemplata
dai Wachowski quando, chiestogli come mai nel finale uno dei
personaggi fosse così felice per la vittoria di Speed, loro hanno
risposto che ciò sarebbe stato spiegato in un prossimo film. Il
finale, dunque, pur se grossomodo autoconclusivo, prevede alcuni
elementi potenzialmente utili per dare un ulteriore sviluppo al
racconto. Come noto, il mancato successo ha però posto un freno
alla realizzazione di altri film.
Le Wachowski hanno però affermato
che tutto il cast di attori si era detto entusiasta all’idea di
poter tornare a recitare in un sequel e che anche numerosi fan
avevano manifestato il loro desiderio a riguardo. La sceneggiatura
per un secondo film, inoltre, sembra essere stata completata nel
2018 e aspetterebbe dunque solo di essere prodotta. Ad oggi però
non sembrano esserci piani concreti a riguardo e più passa il tempo
più diventa dunque assai improbabile che un nuovo film venga
effettivamente realizzato.
Speed Racer: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Speed Racer grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple
TV+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 27 luglio alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset.
Affermatosi a livello mondiale con
film come La donna che canta, Prisoners ed
Enemy, il regista canadese Denis
Villeneuve ha firmato nel 2015 la regia di uno dei più
brillanti e avvincenti thriller d’azione degli ultimi anni. Si
tratta di Sicario, una
lucida quanto spietata riflessione sulla moderna frontiera
americana e sui giochi di potere a vigilare su di essa. Il
film è la prima sceneggiatura firmata da Taylor
Sheridan, il quale darà poi vita a Hell or High
Water e I segreti di Wind
River, che formano proprio con Sicario una
trilogia ideale sulla tematica poc’anzi citata.
Presentato in concorso al Festival
di Cannes di quell’anno, da cui è però uscito a mani vuote, il film
ha da subito attirato numerose attenzioni su di sé, sia per le
controverse scene presenti quanto per il cast di grandi star
hollywoodiane coinvolto. In breve, Sicario è diventato uno
dei titoli del momento, nonché uno dei principali protagonisti
della stagione dei premi. Il film arrivò infatti a guadagnare tre
nomination ai prestigiosi Oscar, rispettivamente per fotografia,
colonna sonora e montaggio sonoro. Indicato come uno dei migliori
film dell’anno, Sicario ha poi ottenuto ottimi risultati
anche al box office.
Arrivato in sala, infatti, il film
riuscì a guadagnare circa 85 milioni di dollari a fronte di un
budget di soli 30. Tale risultato spinse i produttori a ideare
possibili sequel, aspirando a dar vita ad una vera e propria
trilogia. Merito di ciò è dovuto anche ai personaggi protagonisti,
divenuti da subito iconici e in grado di catalizzare le attenzioni
del pubblico. Prima di procedere nella visione di Sicario, però,
proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast del
film. Si vedranno infine le piattaforme dove è possibile
ritrovare in streaming il titolo.
La trama del film
Sicario
Il film racconta di Kate
Macer, giovane agente dell’FBI, alle prese con una
missione per eliminare una volta per tutte il narcotraffico al
confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Tutto cambia quando, in
seguito a un incidente in Arizona in cui due poliziotti perdono la
vita a causa di un’esplosione in una casa, la donna viene annessa
in una speciale task force diretta da un tipo alquanto enigmatico,
Matt Graver, e dal consulente colombiano
Alejandro. Il gruppo si reca a Ciudad Juárez per
estradare Guillermo Diaz.
Quando si trovano vicino al confine,
però, Kate e i suoi colleghi sventano una trappola facendo fuori
molti uomini appartenenti al cartello messicano. Mentre Alejandro
sta torturando Guillermo in una base aerea degli Stati Uniti, la
donna inizia a dubitare della legalità dei loro metodi. Allo stesso
tempo, inizia a sospettare che il reale scopo dell’operazione sia
ben altro rispetto a quello ufficialmente indicato.
Sicario: il cast del
film
Per dar vita ai tre principali
protagonisti di Sicario, era assolutamente necessario per i
produttori trovare interpreti carismatici e in grado di dar vita
alla complessa personalità di Kate, Matt e Alejandro. Ad
interpretare l’agente dell’FBI è stata chiamata l’attrice Emily
Blunt, da Villeneuve voluta dopo averla vista in
The Young Victoria. Per prepararsi al ruolo questa non
solo si è sottoposta ad un lungo addestramento fisico, ma ha avuto
anche modo di parlare con diverse agenti donna dei servizi segreti.
Ha in seguito basato la personalità di Kate proprio su queste. In
particolare, su una rivelatasi particolarmente timida e solitaria,
caratteristiche poi riscontrabili nel personaggio. Il controverso
Matt Graver è invece interpretato da Josh
Brolin.
Questi aveva inizialmente rifiutato
il ruolo, essendo ancora provato dalle riprese di Everest.
Il diretto della fotografia Roger Deakins gli inviò però un’e-mail
implorandolo di partecipare al film. Poiché era insolito che il
leggendario Deakins si dimostrasse così desideroso di lavorare con
un attore, Brolin si convinse ad accettare. Il misterioso Alejandro
è invece interpretato dal premio Oscar Benicio Del
Toro. Originariamente, il suo personaggio possedeva
numerose linee di dialogo, ma queste sono state tagliate di comune
accordo dall’attore e da Villeneuve. Così facendo aspiravano a
lasciare un’aura di mistero intorno ad Alejandro. Nel film è poi
presente Jon
Bernthal nei panni del poliziotto corrotto Ted, e
Daniel
Kaluuya in quelli di Reggie, collega di Kate.
Maximiliano Hernandez è invece Silvio, un
poliziotto messicano corrotto.
Il sequel di Sicario, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dato il buon successo del film, nel
2018 arriva il sequel intitolato Soldado, e
diretto dal regista italiano Stefano
Sollima, noto per aver diretto la serie
Gomorra. Il film, pur presentando nuovamente i personaggi
di Alejandro e Matt, con ancora Del Toro e Brolin a darvi volto,
non si avvale della partecipazione della Blunt nei panni di Kate.
Il film, scritto anche in questo caso da Sheridan, pur essendo
ambientato nello stesso contesto di Sicario presenta
infatti una storia nuova e indipendente. Affermatosi anche questo
come un discreto successo, i produttori hanno annunciato
l’intenzione di dar vita ad un terzo capitolo della trilogia.
Attualmente non vi sono notizie ufficiali riguardo questo. La
volontà sembra però quella di riportare in scena il
personaggio di Kate, protagonista del primo film.
In attesa di vedere gli sviluppi
futuri della saga, è possibile fruire di
Sicarioalla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Google Play, Apple
TV+, Rai Play e Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì
27luglio alle ore 22:50
sul canale Rai Movie.
Uno dei più interessanti film usciti
questo mese su Netflix è Hanno clonato
Tyrone, un racconto fortemente debitore della cultura
edificata dal genere blaxploitation – ovvero quei film a
basso costo che avevano come pubblico di riferimento gli
afroamericani – caratterizzato però anche da elementi comici,
fantascientifici e di commento sociale. Diretto da Juel
Taylor, qui al suo film d’esordio, Hanno clonato
Tyrone offre infatti non solo tanto intrattenimento, ma anche
profonde riflessioni riguardanti la popolazione afroamericana e il
suo rapporto con quella bianca, similmente a quanto fatto in anni
recenti da Jordan Peele con Scappa – Get Out e Noi.
La sceneggiatura di questo film,
scritta da Juel Taylor insieme a Tony Rettenmaier,
è stata indicata da The Black List come una delle migliori in
circolazione a Hollywood ma ancora prive di una produzione. I due
sceneggiatori hanno raccontato di aver concepito la storia come un
omaggio ai film blaxploitation degli anni ’70, con – appunto –
elementi di satira, mistero, horror, fantascienza e umorismo
assurdo. A partire da questo testo ha dunque preso vita un film
ricco di invenzioni visive e narrative, che diverte ma spinge anche
alla riflessione riguardo le tematiche tratta.
Si tratta dunque di un titolo da non
perdere per gli appassionati dei misteri da risolvere, come anche
per chi, appunto, ha apprezzato i film del regista Jordan
Peele. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del suo finale. Infine, si
elencheranno anche i passaggi da compiere su Netflix per poter
trovare e vedere il film.
La trama e il cast di Hanno clonato Tyrone
La trama del film ruota intorno ad
improbabile trio che si trova ad indagare su una serie di eventi
inquietanti e misteriosi. Fontaine è uno
spacciatore che vive alla giornata in una cittadina fatiscente e
non si è ancora ripreso dalla morte del fratellino Ronald,
Slick è un magnaccia che, secondo le sue parole,
era considerato come il migliore nel suo campo nel 1995 e
Yo-Yo è una prostituta che lavora per lui. Quando
una sera Fontaine viene ucciso da colpi di arma da fuoco, tutto
sembra finito per lui. Ma la mattina dopo si risveglia nel suo
letto. Scoprirà ben presto di essere in realtà stato clonato. Così,
assieme a Slick e Yo-Yo inizia ad indagare per capire cosa gli è
successo davvero.
Ad interpretare Fontaine, il
protagonista del film, vi è l’attore John Boyega,
noto per il ruolo di Finn nella trilogia sequel di Star Wars, ma anche per
aver recitato in Detroit e Pacific Rim – La
rivolta. Oltre a quello di Fontaine, come si scoprirà,
Boyega interpreta più di un ruolo all’interno del film. Accanto a
lui, nel ruolo del magnaccia Slick vi è il premio Oscar Jamie Foxx,
mentre l’attrice Teyonah Parris è Yo-Yo.
Quest’ultima è ora nota per essere l’interprete di Monica Rambeau nel Marvel Cinematic Universe. Recita
poi nel film anche l’attore Kiefer
Sutherland nei panni del misterioso Nixon, ma anche
David Alan Grier nel ruolo del Predicatore.
Hanno clonato Tyrone: la spiegazione del finale
Mano mano che si procede nella
visione, scopriamo che, come suggerisce il titolo, ci sono
innumerevoli cloni della popolazione afroamericana. Questi sono
stati realizzati come parte di un esperimento supervisionato dal
Nixon di Kiefer Sutherland, che prende di mira la
comunità nera. Dal cibo che consumano ai prodotti per capelli che
usano, tali cloni vengono riempiti di una sostanza che li renderà
più docili. Tutto questo viene fatto da una struttura sotterranea
con telecamere che sorvegliano ogni angolo del mondo al di sopra.
Fontaine, dunque, scopre di non avere nemmeno una vera famiglia
poiché tutta la sua vita è stata solo un’invenzione.
Presto, lui e il resto della
comunità si riuniscono per lanciare una ribellione che farà saltare
in aria la cospirazione, portando però alla luce un’ulteriore
rivelazione. Per farcela, il trio escogita un piano che prevede che
Fontaine venga colpito alla spalla. Come successo in precedenza nel
film, egli viene poi portato sottoterra per essere scambiato con un
nuovo clone. Tuttavia, questa volta Fontaine si sveglia e inizierà
a farsi strada attraverso la struttura. Tutto va secondo i piani,
fino a quando Fontaine scopre di non essere solo laggiù. Si ritrova
infatti davanti ad un uomo anziano e vestito con un camice bianco.
È il Fontaine originale che si rivela essere l’artefice degli
esperimenti genetici e delle clonazioni.
Secondo lo scienziato il problema
alla base delle rivolte, della violenza e delle differenze sociali
è strettamente legato alle caratteristiche estetiche proprie di
ogni diversa etnia. Il suo obiettivo è quello di azzerarle e
rendere, nel corso di varie generazioni, tutti uguali alle
controparti dei quartieri ricchi, ovvero tutti caucasici.
L’omicidio a sfondo razziale del fratellino di Fontaine da parte di
un agente di polizia lo ha dunque spinto a iniziare a creare quei
cloni. Dopo aver spiegato che il paese sarebbe migliore con
l’assimilazione anziché con l’annientamento, l’anziano Fontaine
viene ucciso nel corso della baruffa finale, nella quale il suo
progetto viene portato alla luce.
Ma chi è il Tyrone
del titolo? Lo scopriamo solo una volta giunti all’ultima scena del
film. In questa vediamo Fontaine svegliarsi e ripetere la sua
classica routine già nel corso del racconto. Eppure c’è qualcosa di
diverso in lui: ha le treccine e vive a Los Angeles. L’ambiguità si
spiega nel momento in cui vede un servizio al telegiornale che
racconta delle teorie sui cloni. Appare a quel punto sullo schermo
un altro Fontaine. Ed è lì che un amico seduto affianco a lui si
volta e gli dice “Quello non sei tu, Tyrone?”, rivelando
così a chi faceva riferimento il titolo. Il racconto dunque si
allarga, svelando che esperimenti non sono limitati solo al
quartiere chiamato Glen ma a un territorio molto più ampio, aprendo
di fatto le porte a possibili sequel.
Il trailer di Hanno clonato
Tyrone e come vedere il film in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Hanno clonato Tyrone unicamente grazie
alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 8° posto della Top 10 dei
film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo,
basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità
video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti
nel catalogo.
Apple TV+
ha pubblicato oggi un avvincente teaser per l’attesissima terza
stagione di The
Morning Show, interpretata e prodotta da
Jennifer Aniston e
Reese Witherspoon e in uscita il 13 settembre con i
primi due episodi dei dieci totali, seguiti da nuove puntate
settimanali ogni mercoledì, fino all’8 novembre.
Nella terza stagione di The
Morning Show, il futuro della rete è messo in
discussione e la lealtà dei singoli protagonisti è spinta al limite
quando un gigante della tecnologia mostra interesse verso la UBA.
Si formano alleanze inaspettate, le storie private vengono
utilizzate come armi e tutti sono costretti a confrontarsi con i
propri valori e principi, dentro e fuori dalla redazione. Insieme
ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della
terza stagione è guidato da
Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman,
Greta Lee, Jon Hamm, Nicole Beharie e Julianna
Margulies.
La serie, vincitrice di Emmy, SAG e
Critics Choice Award e già confermata per una quarta stagione, è
diretta e prodotta da Mimi Leder, con Charlotte Stoudt come
showrunner e produttrice esecutiva. “The Morning Show” è prodotto
dallo studio Media Res e prodotto a livello esecutivo da Michael
Ellenberg con Media Res, insieme ad Aniston e Kristin Hahn con Echo
Films e Witherspoon e Lauren Neustadter con Hello Sunshine. Mimi
Leder è anche produttrice esecutiva.
La seconda stagione di The
Morning Show, disponibile su Apple
TV+, ha ricevuto una nomination agli Emmy come Miglior attrice
protagonista in una serie drammatica per Reese Witherspoon, una
nomination come Miglior attore non protagonista in una serie
drammatica per Billy Crudup, che lo aveva già vinto per la
prima stagione, e una candidatura a Miglior guest star femminile in
una serie drammatica a Marcia Gay Harden.
Nella prima stagione,
Billy Crudup, nei panni di Corey Ellison, ha vinto un Emmy come
Attore non protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics
Choice Award, mentre, grazie all’interpretazione di Alex Levy,
Jennifer Aniston ha ricevuto un SAG Award per la
Migliore interpretazione in una serie drammatica. La serie ha
anche ricevuto la nomination dalla Television Critics Association
come Outstanding New Program e un TV Choice Award per Best New
Drama.
Anche quest’estate,
Disney+ continua a regalare
emozioni: la terza stagione dell’attesissima Only Murders in the Building arriva sulla
piattaforma streaming, con nuovi episodi settimanali a partire
dall’8 agosto. Anche i fan dei viaggi spaziali saranno accontentati
questo agosto, con Star
Wars: Ahsoka e con il film Marvel StudiosGuardiani della Galassia: Vol 3, due titoli
che arricchiscono un mese colmo di appuntamenti! Per gli amanti del
cibo, anche Carmy e la sua brigata tornano ad agosto con la
seconda stagione di The Bear.
Disney+ è la casa dedicata
allo streaming di film e serie di Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e Star, compresi gli esclusivi
Disney+ original. Un ultimo saluto alla
East High: L’amatissima serie High School Musical: The
Musical: La Serie, si concluderà con la quarta stagione
il 9 agosto… ma la musica non finisce qui. Tutti i film e gli
spin-off di High School Musical sono disponibili in streaming su
Disney+.
Il 2 agosto preparatevi a vivere
emozioni incredibili quando approderanno su Disney+ il finale della sesta stagione
di 9-1-1 e
il finale della quarta stagione di 9-1-1:
Lone star. Giornata mondiale dell’elefante: Dal 2012,
il 12 agosto si festeggia la Giornata mondiale dell’elefante, un
momento per onorare questi grandi animali intelligenti e riflettere
sulla loro condizione. Per celebrare i maestosi animali, è
disponibile in streaming I segreti degli elefanti di National
Geographic, una serie che cambierà per sempre tutto ciò che
pensavate di sapere su di loro. Per tutti i fan di Star Wars! Il 2
agosto arriveranno su Disney+ i nuovi episodi della prima
stagione di Star Wars: Young Jedi Adventures.
Io
Capitano racconta il viaggio avventuroso di due
giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere
l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del
deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli
del mare.
I Marvel Studios hanno
fornito innumerevoli esempi di costumi straordinari da quando il
MCU
è stato lanciato nel 2008, ma ce n’è una piccola manciata di questi
che, per dirla senza mezzi termini, ha deluso enormemente i fan dei
fumetti… Dall’uscita di Iron Man nel 2008, ci sono
stati presentati tantissimi costumi incredibili di eroi e cattivi
nel Marvel Cinematic
Universe. Sfortunatamente, c’è sempre qualcosa di
negativo e una piccola minoranza di questi, nel corso degli anni,
non è stata all’altezza delle aspettative dei fan.
1Taskmaster (Black Widow)
Il
fatto che Taskmaster di Black Widow non avesse letteralmente un
teschio al posto della faccia è una decisione facile da capire da
parte della Marvel, e il tentativo di includere lo schema di colori
blu, bianco e arancione che siamo abituati a vedere nei fumetti è
apprezzato. Tuttavia, il modo in cui è stato combinato per il
MCU
non funziona e sembra piuttosto insulso. Come per Ghost, non sono
state apportate modifiche significative all’aspetto del personaggio
in Thunderbolts,
una decisione sconcertante da parte dei Marvel Studios. Il MCU
di solito è in grado di realizzare grandi costumi, ma in questo
caso qualcosa non è stato tradotto correttamente. Di conseguenza,
Taskmaster appare un generico cattivo da film
d’azione.
Dopo essere stato annunciato
in concorso alla Mostra del Cinema
di Venezia di quest’anno, The Killer, il nuovo film
diretto da David Fincher dopo Mank, si mostra ora con
una prima foto ufficiale svelata tramite Empire. Rilasciata da
Netflix, che distribuirà il film nel proprio
catalogo a partire dal 10novembre, l’immagine ci offre un primo sguardo a
Michael
Fassbender, protagonista del film, mentre nei panni
dell’assassino del titolo guarda fuori dalla finestra di un
appartamento con un cannocchiale, probabilmente intento a pedinare
una delle sue vittime.
Accanto a Fassbender,
in The
Killer ritroveremo in un ruolo da protagonista anche
Tilda Swinton.
La logline ufficiale fornita da Netflix recita: “dopo un
incidente quasi fatale, un assassino combatte i suoi datori di
lavoro e se stesso, mentre porta avanti una caccia all’uomo
internazionale che insiste non avere nulla di personale“. Sono
dunque ancora vaghi i dettagli sulla trama del film, adattamento
dell’omonima graphic novel francese di Alexis
Nolent e Luc Jacamon, con una
sceneggiatura di Andrew Kevin Walker.
The Killer, il cast del film
Come già riportato, Michael
Fassbender e Tilda Swinton
interpreteranno i protagonisti, ma il cast include anche
Kerry O’Malley nei panni di Dolores e
Charles Parnell (Top Gun: Maverick) nei
panni di Hodges, Arliss Howard (Full Metal
Jacket) e la star brasiliana Sophie Charlotte
nel film. Il direttore della fotografia Erik
Messerschmidt (Mindhunter) collabora ancora una
volta con Fincher per il film, mentre il regista torna a
collaborare con Trent Reznor e Atticus
Ross (The Social Network, Millennium, Gone Girl, Mank) per
comporre la colonna sonora di The Killer. Sappiamo inoltre che la
durata del film è pari a 113 minuti, il che lo rende il secondo
film più corto nella filmografia di Fincher dopo Panic
Room.
Come ormai noto, il DC
Universe sta per ripartire da zero, con l’inizio di un nuovo
universo guidato da James Gunn e
Peter Safran, che stanno supervisionando l’intera
operazione. Il primo film del DCU sarà Superman: Legacy, che
non solo lancerà un intero universo di storie, ma darà anche
all’amato supereroe una nuova direzione per il futuro. Il film,
scritto e diretto da Gunn, ha da poco trovato i suoi protagonisti,
come anche altri importanti membri del cast. La
scenografa Beth Mickle si è unita ora alla troupe,
lavorando al fianco di Gunn per dare vita a Metropolis e al resto
del nuovo Universo DC.
Durante una recente intervista con
ScreenRant, Mickle ha elogiato
la “visione cristallina” di Gunn per Superman:
Legacy. “Sto lavorando al nuovo film di Superman e non
potrebbe esserci un onore più grande di questo. Sono molto felice.
Siamo tutti molto entusiasti di far parte della squadra. Siamo
molto fortunati che Gunn abbia una visione così cristallina di ciò
che vuole che siano i suoi film. E non succede spesso.“, ha
spiegato Mickle. “Molto spesso questa visione ce l’ha il
regista, ma spesso sono gli scenografi o i costumisti che la
trovano per il regista”.
“Ma Gunn è arrivato con una
brillante prima bozza della sceneggiatura, che è un’altra cosa
molto rara, e da questa emerge davvero un’idea chiara di come sarà
girato il film, di come vuole che si presenti“, ha continuato.
“Ha forti riferimenti. Ha riferimenti musicali fantastici, ed è
davvero articolato al riguardo. Ha davvero delineato questa
meravigliosa tabella di marcia per il mio team, me e gli altri
dipartimenti creativi. Proponiamo dunque concept art, riferimenti e
li condividiamo con lui, che dà sempre ottimi feedback,
suggerimenti ma anche molta licenza creativa, il che è anche raro,
specialmente per qualcuno che ha una tale visione“.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman: Legacy, scritto e
diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025
Potere, denaro, lealtà:
New York è da anni il palcoscenico sul quale i protagonisti di
Billions,
l’acclamata serie americana con Paul Giamatti (John Adams, Sideways) e
Damian Lewis (Una spia tra noi, Band Of
Brothers, Homeland), si scontrano nel gioco ad alto rischio che è
l’alta finanza. Dal 12 agosto su Sky e in streaming su NOW la
settima e ultima stagione del titolo SHOWTIME che
Sky ha portato sugli schermi fin dal primo episodio, e di cui oggi
viene rilasciato il trailer ufficiale.
Il capitolo finale della
serie vede il ritorno del miliardario Bobby Axelrod (Damian
Lewis), per affrontare un’ultima volta il procuratore
federale Chuck Rhodes (Paul
Giamatti), suo avversario (e a tratti alleato) da
sempre. Ma quando la posta in gioco aumenta tanto da
raggiungere Wall Street, il loro gioco di abilità minaccia di
rovesciare imperi. Sarà un trionfo per alcuni e un crollo per
altri, e tutte le certezze iniziano a vacillare sotto il peso di
una tensione crescente. Le alleanze si ribalteranno, le vecchie
ferite diventeranno armi con cui destabilizzare i fragili equilibri
fin qui raggiunti, la lealtà di ognuno dei protagonisti verrà messa
alla prova e il tradimento sarà sempre dietro l’angolo per far
crollare ogni sicurezza.
Nel cast tornano
Maggie Siff,
Corey Stoll, David Costabile,
Asia Kate Dillon, Condola Rashad, Jeffrey DeMunn, Toby Leonard
Moore, Malin Akerman, Toney Goins, Daniel Breaker e Sakina
Jaffrey. Una serie SHOWTIME, prodotta da Best
Available! e TBTF Productions Inc. I creatori della serie Brian
Koppelman e David Levien stanno sviluppando
quattro potenziali spin-off: Millions sui finanzieri emergenti;
Trilioni sugli ultra-ricchi; e altri due spettacoli senza titolo
che si svolgeranno rispettivamente a Miami e Londra.
Contrariamente a quanto inizialmente
riportato, un sequel di Dungeons & Dragons: L’onore
dei ladri (qui la recensione) non è ancora
fuori da ogni discussione. Il CEO della Paramount, Brian
Robbins, ha infatti anticipato che il seguito potrebbe
ancora concretizzarsi, purché venga soddisfatta una precisa
condizione. Diretto da John Francis Daley e
Jonathan Goldstein, il film, adattamento
dell’amato gioco di ruolo da tavolo, è come noto stato accolto da
ottime recensioni, ma ha sottoperformato al botteghino, terminando
la sua corsa nelle sale con soli 208 milioni di dollari su un
budget di 150 milioni di dollari.
Alla luce di ciò, in una recente
intervista con Variety, Robbins ha rivelato che
un sequel di Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri non è
in realtà impensabile, nonostante appunto il primo film abbia perso
denaro. La condizione che deve però essere soddisfatta è il
“trovare un modo per realizzarlo a un costo inferiore“.
Data la buona accoglienza ricevuta dal film, basterebbe dunque che
il sequel venga realizzato con un budget ridotto, così da poter
eventualmente ottenere maggiori profitti.
Non si tratta però di un requisito
da poco, considerando che per ottenere effetti speciali importanti
come quelli presenti nel primo film saranno necessarie delle spese
non indifferenti. Se però si troverà un modo per dar vita ad una
storia meno complessa, allora il progetto potrebbe davvero prendere
vita. Per mantenere basso il budget del sequel, ad esempio, si
potrebbe potenzialmente ridurre in qualche modo il numero dei
grandi set e degli effetti speciali, puntando su altri elementi che
hanno funzionato bene nel primo film. Non resta dunque che
aspettare, per sapere se le discussioni relative al sequel andranno
a buon fine.
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri
Il film live-action di
Dungeons & Dragons – L’onore dei
ladri è scritto e diretto dal
duo di Game Night Jonathan
Goldstein e John Francis Daley. Il film è interpretato da
Chris Pine (Wonder Woman 1984),
Michelle Rodriguez (F9), Justice Smith
(Detective Pikachu),
Hugh Grant (Quattro matrimoni e un funerale),
Sophia Lillis (Itfilm), Chloe
Coleman (My Spy) e la star di BridgertonRegé-Jean Page. Il film è coprodotto e
cofinanziato da Hasbro, eOne e Paramount Pictures. eOne gestisce la
distribuzione nel Regno Unito e in Canada, mentre Paramount
distribuisce ovunque. È anche prodotto da Brian Goldner e Jeremy
Latcham di Hasbro come parte del suo accordo con eOne, ramo di
intrattenimento di Hasbro.
In quest’ultima settimana di luglio
al cinema ci sono solo poche novità ma sono
davvero molto interessanti. In sala è possibile vedere, oltre ai
quattro titoli che fanno parte del panorama
paneuropeo, anche
Il Castello nel Cielo di
Hayao Miyazaki realizzato nel 1986 e ispirato
all’isola immaginaria creata da Jonathan Swift.
Questo classico, che fa parte della rassegna estiva Un
mondo di sogni animati, rimarrà disponile sul grande
schermo fino al 2 agosto e permetterà, a chi non lo ha ancora
visto, di scoprire una delle opere più belle del maestro giapponese
dell’animazione.
Ovviamente il gradino più alto del
Box Office italiano, ma anche di tutto il mondo, è
tinto di color
rosa come tutte le persone che sono corse negli ultimi sette
giorni per vedere
Barbie di
Greta Gerwig. Il live action dedicato alla celebre bambola
Mattel si è aggiudicato il premio come Miglior weekend di
apertura per un film diretto da una regista e non solo ma anche
quello per essere il Miglior weekend di apertura per un film nel
2023.
Vediamo insieme le ultime
novità di luglio al cinema
Hai mai avuto paura?
La prima novità di luglio è
Hai mai avuto paura? l’opera prima della regista
Ambra Principato, diplomata al Centro Sperimentale di
Cinematografia di Milano e specializzata nella realizzazione di
contenuti per il web. Questo film è un horror
gotico ambientato nel passato, nell’Italia del 1813 in un
borgo. La trama racconta la storia di un villaggio scosso da
inspiegabili episodi violenti che sembrano accadere ad ogni
plenilunio, i contadini disperati infatti scoprono che sono
continuamente attaccati da un animale selvatico sconosciuto che sta
uccidendo il loro bestiame. Quando la bestia miete però la sua
prima vittima umana, un cacciatore proveniente dalle montagne
inizia a dargli la caccia tra i boschi e nel paese. Intanto il
piccolo Orazio è l’unico a notare il comportamento strano e
misterioso di suo fratello Giacomo. Il cast di quest’opera da
brivido è composto da Justin Korovkin, Lorenzo
Ferrante, Elisa Pierdominici, Mirko Frezza e Marta
Richeldi.
Kursk
Prima di
Un altro giro e di vincere nel 2021 l’Oscar come Miglior film
in lingua straniera il regista danese
Thomas Vinterberg ha girato il film drammatico e storico
Kursk che finalmente esce anche in Italia. Questo
lungometraggio mostra il disastro del sottomarino nucelare russo
K-141 e la negligenza governativa che ha caratterizzato la
tragedia. Mentre i marinai lottano per la sopravvivenza nel mare di
Barents nell’agosto del 2000, le loro famiglie combattono contro i
politici e gli impossibili ostacoli burocratici cercando
disperatamente di portarli in salvo. I protagonisti di questa
pellicola tratta sulla tragedia vera del sommergibile sono
interpretati da
Matthias Schoenaerts, Lea
Seydoux e
Colin Firth.
Noi anni luce
Sulla scia lasciata da
Colpa delle stelle e dei “sick movie”, cioè film con almeno uno
dei giovanissimi protagonisti che soffre di una malattia grave o
terminale, arriva nelle nostre sale
Noi anni luce. Il lungometraggio di Tiziano
Russo è incentrato su Elsa, una ragazza di 17 anni che
scopre di essere affetta da leucemia. La sua unica possibilità di
salvarsi è un trapianto di midollo, ma il solo a poterglielo donare
è suo padre che non ha mai conosciuto. Inizia così questo viaggio
on the road alla ricerca dell’uomo che può
salvarle la vita e ad accompagnarla c’è Edo, un ragazzo conosciuto
in ospedale affetto dalla sua stessa malattia. I due adolescenti
Elsa e Edo sono interpretati da Carolina Sala e
Rocco Fasano nel cast anche
Caterina Guzzanti,
Fabio Troiano e Daniele
Parisi.
Rheingold
L’ultima novità di luglio è
Rheingold, il biopic del 2022 diretto da
Fatih Akin. Questo
gangster dramaè basato sul romanzo
autobiografico Everything or
Nothing di Xatar
e si concentra sulla vita del rapper e produttore musicale tedesco
passato dal ghetto alla vetta delle classifiche musicali.
Dall’inferno di una prigione irachena Giwar Hajabi, il futuro
Xatar, arriva in Germania da ragazzino con la sua famiglia a metà
degli anni Ottanta, crescendo poi in poco tempo passa da piccolo
criminale a grande spacciatore, ma quando perde un prezioso carico
di droga la sua vita cambierà del tutto.
É stato presentato oggi nel corso
della conferenza stampa il programma della ventesima edizione
delle GIORNATE DEGLI AUTORI che si svolgerà
nell’ambito dell’80
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia dal 30 agosto al 9 settembre.
Per le Giornate degli Autori la
ventesima edizione è una sorta di “rito di passaggio”, ben
rappresentato dall’immagine dell’anno, tratta dalla
performance “Doposole” di Anna Franceschini, in cui il passato
dialoga con il presente, il tempo viene interrogato alla ricerca di
una identità. Un’indagine che ben si accompagna alla scelta di
autrici e autori che hanno il coraggio di uscire dalla loro comfort
zone; registi che, come si dovrebbe fare a vent’anni, partono alla
scoperta del mondo, spesso un mondo lontano da quello in cui
vivono, ma che serve a meglio definire la costruzione di
un’identità adulta.
Le Giornate degli Autori compiono
vent’anni, escono dall’adolescenza, fanno i primi conti con un
segmento di passato e gettano le basi per l’avvenire. E noi
festeggiamo questo importante compleanno con autrici e autori che
hanno il coraggio di uscire dalla loro zona di comfort.
A partire dal film di apertura del
Concorso internazionale delle Giornate degli
Autori, Los océanos son los verdaderos
continentes, esordio al lungometraggio del regista
milanese Tommaso Santambrogio. Il film,
co-produzione italo-cubana, è integralmente ambientato a Cuba e
della Cuba contemporanea riesce a restituire malinconia e
vitalità, speranze e sogni perduti, attraverso una storia che
tocca tre generazioni.
La regista
francese Élise Girard si trasferisce in
Giappone per il suo terzo lungometraggio, Sidonie
au Japon. Bisogna andare in capo al mondo per
ritrovare se stessi? Per Sidonie, magnificamente interpretata
da Isabelle
Huppert, pare proprio di sì. In un luogo sconosciuto
e impenetrabile, in un continuo alternarsi tra passato e presente,
tra fantasmi e persone reali, la donna ritrova senso e identità
perduti.
Restiamo in Giappone
con Kyoshi Sugita, uno dei nomi più
interessanti del cinema asiatico contemporaneo che
in Kanata no uta affronta, con
uno stile lineare, semplice ma mai semplicistico, il tema
dell’empatia e dell’altruismo. Qui una ragazza solitaria osserva il
dolore nei volti di sconosciuti, altrettanto solitari, che poi si
trasformano in persone familiari da abbracciare.
La sofferenza ritratta
dall’esordiente olandese Stefanie
Kolk in Melk potrebbe
apparire come un muro invalicabile che non offre alcuna speranza.
Ma donare agli altri ciò che la sorte ha reso inutile per se
stessi – in questo caso il latte materno destinato a un bambino mai
nato – è un segnale probabilmente spiazzante, sicuramente forte.
Ed è l’indicazione, non retorica, ma pratica, di un voler
rinascere con gli altri.
La belga Delphine
Girard in Quitter la
nuit, sorta di sequel del cortometraggio Une
sœur che le valse la candidatura agli Oscar 2020, è
lucida e mai retorica nel narrare l’indagine poliziesca che ruota
attorno a una violenza di stupro e riesce a restituire la forza
salvifica di un sodalizio femminile (in questo caso tra la vittima
e la poliziotta).
Un figlio, una madre biologica, una
madre adottiva. La più classica delle triangolazioni narrative che
portano al conflitto. E invece il basco Víctor
Iriarte (Sobre todo de
noche), rompendo convenzioni letterarie e
con l’aiuto delle straordinarie interpreti Lola Dueñas e
Ana Torrent, formula il racconto di un’alleanza sorta per cercare e
difendere il senso autentico delle relazioni, anche di quelle che
spesso sono intrappolate in vincoli burocratici costruiti da chi
non pensa ai sentimenti.
La canadese Ariane
Louis-Seize è interprete di un cinema indipendente e
di genere e in Vampire humaniste cherche
suicidaire consentant mette in scena una
giovanissima vampira malata di empatia. Rifiuta di nutrirsi perché
ucciderebbe, sovvertendo dunque la regola scritta da chi per vivere
si sente autorizzato a sopraffare il prossimo.
E parlano di sodalizi ed alleanze
artistiche due film pur molto distanti tra loro, il
marocchino Backstage di Afef
Ben Mahmoud e Khalil Benkirane e il
greco To kalokairi tis
Karmen di Zacharias
Mavroeidis. Nel primo, sorta di road movie danzante che si
avvale delle bellissime coreografie del belga-marocchino Sidi Larbi
Cherkaoui, i registi si addentrano nella vita di una compagnia di
ballo e di questa svelano le dinamiche interne tra piccole vendette
e regolamenti di conti, segreti e confessioni. Il secondo è una
commedia apertamente queer che esplora il significato di varie
relazioni, tra cui quelle con la famiglia, i partner,
gli amici e gli animali domestici e racconta di due amici che
si godono una giornata nella spiaggia gay di Atene collaborando a
un’idea di lungometraggio.
A una presa di coscienza collettiva
si affida Wu yue
xue di Chong Keat Aun.
Fantasmi di una tragedia passata che nel presente provano a
riproporsi per riportare alla luce il rimosso. I massacri della
storia spesso sono dimenticati. E allora un regista dalla Malaysia
sfida il silenzio con l’immaginazione e con un linguaggio
personale.
Dal teatro di strada di Chong Keat
Aun alla commedia greca di Aristofane (Lisistrata) come fonte di
ispirazione per il regista iraniano Ayat
Najafi. Dal concorso agli eventi speciali, permane il
serrato confronto tra vita e arte. Aftab
mishavad, film che inaugura il nostro fuori concorso,
racconta di una potente e complessa ribellione, del rischio della
vita, delle repressioni, di libertà da conquistare, di donne che
si prendono in carico il compito di sovvertire regole che non sono
state scolpite sulla pietra e che dovrebbero, al più presto,
dissolversi per una volontà generale.
Due registi
slovacchi, Ivan Ostrochovský e Pavol
Pekarčík (Photophobia),
arrivano in Ucraina. Tra le rovine di una guerra devastante
decidono di assumere un punto di vista alternativo, quello dei
bambini che hanno trovato riparo in una stazione della
metropolitana. Non hanno intenzione di nascondere nulla,
semplicemente inseguono il quotidiano nella distruzione, pedinano
la vita ostinata.
Gianluca
Matarrese in L’expérience
Zola ci porta in un altrove linguistico e
letterario dove lavora con una coppia di attori teatrali francesi e
con loro percorre il tragitto che dalla realtà porta alla finzione
e viceversa in uno scambio continuo tra arte e vita.
La regista
franco-palestinese Lina
Soualem (Bye Bye
Tibériade) compie un percorso a ritroso nel tempo,
incontrando sua madre, la nota attrice Hiam Abbass, e le altre
donne che compongono una grande famiglia, quelle che hanno vissuto
nella Palestina del secolo scorso, tra guerre, speranze,
ingiustizie, diaspore e quella fiera volontà di restare per
affermare la propria presenza.
Un altro regista
italiano, Edoardo
Morabito (L’avamposto), si
mette in movimento, prende la direzione della foresta amazzonica
per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese che
all’Amazzonia ha dedicato la sua vita. Il mondo così com’è ora
non corrisponde ai nostri desideri. O meglio, i nostri desideri non
dialogano con le nostre pratiche e quel mondo reagisce, muta,
talvolta diventa inospitale. Si può cambiare rotta? Possiamo
affidarci agli ideali di chi pare destinato a una grandiosa
sconfitta?
E poi, la celebre regista
francese Céline Sciamma,
Presidente di giuria della scorsa edizione, ci fa omaggio di un
breve film girato a Roma in modalità produttiva completamente
autonoma e avvalendosi del contributo artistico della cantante
Chiara Civello: un piccolo gioiello legato al nome di Patrizia
Cavalli (This is how a child becomes a
poet).
Lo stesso giorno, alla stessa ora,
nella stessa sala, Sciamma si troverà accanto a Teona
Strugar Mitevska (21 days until the end
of the world). Anche la regista macedone ha deciso di
regalare qualcosa al pubblico, un diario intimo, una riflessione
politica, un atto di ribellione. E chi meglio di Mitevska e Sciamma
per l’insubordinazione?
Film di chiusura fuori concorso è
lo
statunitense Coup! di Austin
Stark e Joseph Schuman con Peter Sargsaard.
Protagonista è un piccolo gruppo asserragliato in una villa nel
1918 per proteggersi dall’Influenza Spagnola in preda agli istinti
umani dai quali dovremmo liberarci. Egoismi, ambizioni, sotterfugi,
trame oscure, tradimenti. Saremo mai in grado di essere
migliori?
Arriverà nelle sale italiane dal 17
agosto il nuovo film DC Blue Beetle, incentrato su
un ragazzo che viene scelto per diventare un ospite simbiotico
dello Scarabeo, un’antica reliquia biotecnologica aliena che gli
garantisce una potente armatura esoscheletrica, trasformandolo nel
supereroe Blue Beetle. Il film è diretto dal regista Angel
Manuel Soto, il quale però ha recentemente raccontato di
aver inizialmente avuto il desiderio di realizzare una origin story
dedicata al personaggio Bane.
Intervistato da Den of Geek, il regista ha
dunque spiegato cosa è successo quando ha ricevuto per la prima
volta la chiamata per lavorare con DC. “Volevo presentare delle
idee, e una di queste era la storia delle origini di Bane“, ha
detto Soto. “Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di
interessante nell’esplorare la sua realtà e come nasce un
personaggio del genere“. Tuttavia, la conversazione è andata
in un modo diverso e la Warner Bros. ha detto: “C’è questo
personaggio che stiamo sviluppando da un paio d’anni. Il Blue
Beetle, un supereroe latino“. Il resto, come si suol dire, è
storia.
Bane, come noto, è già stato portato
al cinema, anche se i due film in questioni non hanno
effettivamente proposto la storia delle sue origini. La prima
apparizione risale al film Batman & Robin, dove
però è rappresentato come un forzuto senza cervello, incapace di
parlare. Una versione più apprezzata del personaggio è poi apparsa
in Il cavaliere oscuro – Il
ritorno, dove ad interpretare un Bane molto più
intelligente e pericoloso vi è l’attore Tom Hardy. Deve
dunque ancora esserci un film esclusivamente incentrato sulla
storia delle origini di questo famoso supercriminale di Batman e
chissà che proprio Soto non avrà occasione di realizzarlo in futuro
nel nuovo DC
Universe.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue Beetle è un personaggio
immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti
d’America da diverse case editrici a partire dal 1940. Tale
supereroe ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato”
nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite
Earths insieme a un certo numero di altri
personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in
seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha
mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari
dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine.
È diventato un membro
della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics. Soto (“Charm City
Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di
Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”),
basata sui personaggi DC. Al fianco di Xolo
Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo Adriana
Barraza(“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo
della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar
(“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre,
Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga
di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in
quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film
di “Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax. I
Il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man
Walking”) come Victoria Kord e George Lopez
(le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo
zio Rudy. Nel cast anche Belissa Escobedo
(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo
della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén
(“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.
Sanchez. Blue Beetle sarà disponibile nelle sale italiane
a partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Sembra che il pubblico avrà modo di
tornare a Barbieland in futuro, con un sequel di
Barbie(qui la recensione)
apparentemente in una fase iniziale di sviluppo presso la Warner
Bros. Dopo l’enorme successo che il film di
Greta Gerwig ha
riscosso al botteghino, era infatti solo questione di tempo prima
che lo studio decidesse di portare avanti con la
narrazione stabilita dal film con protagonista Margot Robbie.
Le Barbie possono essere qualunque cosa vogliano essere, e un
sequel sembra un buon modo per esplorare come le idee e i temi che
hanno reso speciale il primo film possono essere approfonditi in
una storia diversa da quella che ha visto la Barbie stereotipata
creare il proprio percorso.
Durante una recente intervista con
Variety, Ynon
Kreiz, CEO di Mattel, ha dunque parlato dell’approccio
dello studio per i film in uscita: “Barbie, come marchio, ha
molte iterazioni diverse. Le linee di prodotti di Barbie sono un
marchio molto ampio. Oltre alla figura principale di Barbie, ha
un’intera famiglia e molti elementi nel suo universo. È un mondo
molto ricco… un marchio molto ampio e molto elastico, in termini di
opportunità.” L’amministratore delegato ha però anche spiegato
che non c’è fretta di portare un secondo film di Barbie
sul grande schermo.
L’idea sarebbe quella di prendersi
il giusto tempo per ideare la migliore storia possibile: “Non
stiamo dicendo, ‘Okay, pensiamo già al film due e tre”. Facciamo
bene il primo e rendiamolo un successo. E se lo fai, le opportunità
si aprono molto rapidamente, una volta stabilito che il primo film
è una rappresentazione di successo di un franchise sul grande
schermo.” Resta da vedere se la Robbie e Ryan Gosling
avranno voglia di riprendere i loro ruoli, mentre più difficile è
il coinvolgimento della Gerwig, la quale al momento si è detta
priva di idee per dei sequel ed
è ora pronta ad impegnarsi con i film di
Le Cronache di Narnia per Netflix. Se ci saraanno
davvero più sequel, questi dovranno dunque essere pianificati
attentamente.
Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul
film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers:
Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa
Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre,
Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni,
Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la
leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa
(Sex Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya
(The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
Una casa nel film Barbie
(la nostra
recensione) è stata ispirata dal famoso thriller
Psycho di Alfred
Hitckcock. La nuova commedia fantasy di Greta
Gerwig è interpretata da Margot Robbie nei
panni di Barbie e Ryan Gosling nei panni di Ken. Il
film è stato un successo sia di critica che di pubblico, ottenendo
ottimi risultati al botteghino. Uno dei momenti più divertenti del
film è quando Stereotip Barbie (Robbie) deve fare
visita a Weird Barbie (Kate McKinnon), che
vive in una strana casa isolata dal resto delle Barbie.
La scenografa Sarah
Greenwood ha condiviso i suoi pensieri sulla costruzione
della casa di Weird Barbie. “Uno dei miei primi
riferimenti è che sali le scale, e c’è la casa di ‘Psycho’, e
abbiamo introdotto altri elementi.” Il suo design è stato
deliberatamente distorto con tutto messo fuori forma e fuori
ordine“, ha detto a Variety.
“Ha una piscina di fronte e abbiamo dipinto uno squalo sul
fondo“, aggiunge. “Abbiamo aggiunto il gatto di Weird
Barbie. Come tutto il resto, è camuffato. Ma il suo gatto
è alto 4 piedi e 6 pollici ed è un ritaglio che guarda lo
squalo”.
Barbie,
tutto quello che c’è da sapere sul film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers:
Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa
Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre,
Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni,
Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la
leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa
(Sex Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya
(The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
Il 23
agosto arriverà al cinema una nuova versione
di La Casa dei
Fantasmi, il film prodotto da Walt Disney
Pictures e Rideback, secondo adattamento cinematografico
dell’attrazione dei parchi a tema Disney The Haunted
Mansion, dopo l’omonimo film del 2003 con protagonista Eddie Murphy.
Si tratta di una nuova versione molto attesa, che potrebbe in caso
di successo essere il primo capitolo di un nuovo franchise
cinematografico. In effetti, il regista Justin
Simien ha dichiarato a Comicbook.com che il film dà
sicuramente modo di esistere a potenziali sequel e spin-off.
“Sicuramente lascia una porta
aperta per molti altri spazi dove, sai, i fantasmi potrebbero
materializzarsi“, ha dichiarato Simien. Se dunque il film
dovesse ottenere il giusto riscontro da parte del pubblico, è molto
probabile che arrivino ulteriori film in futuro legati a questo
franchise molto amato. Proprio come avvenuto per Pirati dei
Caraibi, anche quello basato su una delle attrazioni più note
dei parchi a tema della Disney, anche La Casa dei Fantasmi
potrebbe dunque rivelarsi un titolo molto fortunato per la
Disney.
La Casa dei Fantasmi, la trama e il cast del film
La Casa dei Fantasmi
racconta di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un
variegato gruppo di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a
liberare la loro casa da intrusi soprannaturali. Il film,
presentato in anteprima italiana a #Giffoni53 il 27 luglio,
arriverà nelle sale italiane dal 23 agosto.
Diretto da Justin Simien, La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion) è interpretato da un cast stellare che
include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish,
Owen Wilson, Danny DeVito,
Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Dan
Levy, con Jamie Lee Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox
Ghost. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich,
mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori
esecutivi.
Il prossimo
film Hot Wheelsdi
J.J. Abrams ha un nuovo aggiornamento.Con il successo del nuovo film Barbie
di Mattel, la società è pronta a realizzeranno nuovi film basati su
molte delle loro linee di giocattoli. J.J. Abrams, che ha prodotto film come
Star
Trek,
Star Wars: The Force Awakens e
Mission: Impossible – Fallout,
produrrà il nuovo film, che è in fase di sviluppo da alcuni
anni.
“Per molto tempo, abbiamo
parlato con Mattel di Hot Wheels, e non siamo riusciti a trovare la
cosa che faceva fare il clic, che lo rendesse degno di ciò che Hot
Wheels, quel titolo, meritava“, ha detto J.J. Abrams. “Poi
abbiamo escogitato qualcosa di… emotivo, radicato e
grintoso.”Robbie Brenner, capo
della Mattel Films, ha condiviso un altro aggiornamento sul
film. Ha detto a Variety che
il film avrà “personaggi reali con cui puoi relazionarti, che
sono tridimensionali, che hanno viaggi
emotivi“. Aggiunge: “Guarda qualsiasi film di JJ
Abrams. Tutti i suoi film hanno una storia incredibile e
personaggi incredibili. Era qualcosa di importante per lui:
realizzare un film che non fosse solo divertente ed eccitante, ma
che avesse vere emozioni e una vera posta in
gioco”.
Quando
esce il film Hot Wheels?
Il film Hot Wheels non ha una data di uscita fissa. È
prodotto con la Warner Bros.
Le recenti foto dal set di Deadpool 3 hanno
rivelato il mercenario protagonista (interpretato da Ryan Reynolds)
e Wolverine (interpretato da Hugh Jackman)
verranno finalmente alle mani
nel trequel, ma sappiamo anche che la coppia alla fine si troverà a
dover unire le forze per affrontare un minaccia più grande che,
stando a quanto riportato da alcuni rumor, sarà rappresentata da un
volto già familiare all’interno dell’MCU. Sebbene non menzioni il nome
del personaggio, l’affidabile scooper @MyTimeToShineHello afferma infatti che
l’antagonista principale di Deadpool 3 sarà qualcuno che abbiamo già
incontrato nell’MCU.
Le prime ipotesi hanno spinto i fan
a pensare a Wanda/Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen), che si vocifera abbia preso parte alle
riprese. Sono però poi emerse notizie contrastanti sul
coinvolgimento del personaggio nel film, spingendo dunque a dover
rivolgere altrove la ricerca del potenziale villain. Il nome più
accreditato per tale ruolo, al momento, sembra essere quello del
giudice Renslayer, interpretato da Gugu
Mbatha-Raw e visto già nella serie Loki. Si tratta di un
personaggio a conoscenza del Multiverso e del suo funzionamento,
con la possibilità di spostarsi all’interno di esso.
Proprio tale possibilità la
renderebbe il candidato ideale ad essere una minaccia per Deadpool
e i suoi amici mutanti. Se ciò si rivelerà vero, però, solo il
tempo potrà dircelo. Non mancano però anche altre teorie, tra cui
una molto popolare che suggerisce che Ultron (interpretato da
James Spader in
Avengers: Age of Ultron) farà il suo tanto atteso ritorno
proprio in Deadpool 3. Insomma, in
ogni caso, sembra che il villain principale del film sarà un volto
già conosciuto, che andrà ad aggiungersi ai tanti altri personaggi
già noti presenti all’interno del film.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i
film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato
da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
Nel film saranno poi presenti anche
personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come
Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera
che anche altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck. L’attrice Jennifer Garner
sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque
a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn
Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld,
confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente
dei Marvel Studios, Kevin
Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà
un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo
renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione
matura.
È stata rivelata una nuova
clip di Talk to
Me, il prossimo thriller soprannaturale
di A24. Il contributo presenta un gruppo di adolescenti che
escogitano un gioco in cui evocano gli spiriti con una mano
imbalsamata per divertimento.
Il video mostra Mia di Sophia Wilde
che partecipa con riluttanza al gioco, mentre altri la spingono a
continuare il possesso. Il film arriva nelle sale italiane il
28 settembre 2023 Distribuito da Plaion Pictures. Dai un’occhiata
al nuovo trailer di Talk to Me qui sotto.
Di cosa parla Talk to Me?
Talk to
Me segna il debutto alla regia di un lungometraggio
dei gemelli Danny e Michael Philippou, che hanno raggiunto la
notorietà grazie alla loro attività su loro canale YouTube. Il film
è interpretato da Sophia Wilde, Joe Bird, Alexandra Jensen,
Otis Dhanji, Miranda Otto, Marcus Johnson, Alexandria Steffensen,
Zoe Terakes e Chris Alosio.
“Nel film, Mia (Wilde) è
determinata a ottenere un legame con il mondo ultraterrena in
seguito alla prematura morte di sua madre”, si legge nella sinossi.
“Ma quando il suo gruppo di amici si riunisce per un’altra seduta
spiritica con una misteriosa mano imbalsamata che rappresenta il
tramite per il collegamento con il mondo degli spiriti, il gruppo è
impreparato alle conseguenze dell’infrangere le regole con un
contatto prolungato. Mentre il confine tra i mondi crolla e
inquietanti visioni soprannaturali perseguitano sempre più Mia, lei
si affretta a riparare l’orribile danno prima che sia
irreversibile”.
Talk to Me segna il debutto
alla regia di un lungometraggio dei gemelli Danny e Michael
Philippou aka RackaRacka, che per primi hanno ottenuto il
riconoscimento attraverso il loro canale YouTube. Il film è
interpretato da Sophia Wilde, Joe Bird, Alexandra Jensen, Otis
Dhanji, Miranda Otto, Marcus Johnson, Alexandria Steffensen, Zoe
Terakes e Chris Alosio.Il film è scritto da Danny
Philippou, Bill Hinzman e Daley Pearson. I produttori
esecutivi sono Ari Harrison, Jeff Harrison, Phil Hunt, Daniel
Negret e Compton Ross, con Kristina Ceyton, Samantha Jennings e
Christopher Seeto come produttori.
Secondo quanto riferito,
l’imminente film drammatico sulla mattanza occidentale diretto
dall’acclamato regista Martin Scorsese e con protagonista
Leonardo DiCaprioKillers
of the Flower Moon non subirà ritardi. Fonti
hanno riferito a The
Hollywood Reporter che il film probabilmente non verrà
posticipato rispetto alla data di uscita attuale. Le due
grandi star del film, Leonardo DiCaprioe
Robert De Niro, non potranno promuovere il film
durante lo sciopero in corso. Tuttavia, il film ha generato
una solida pubblicità dopo la sua prima di successo al
Festival di
Cannes, dove Martin Scorsesee il
cast hanno sfilato sul tappeto rosso.
Quando è la data di uscita di Killers of the Flower Moon?
Il film uscirà in sale selezionate
il 19 ottobre 2023 distribuito da 01 Distribution. Sarà poi diffuso
negli Stati Uniti il 20 ottobre da Apple TV+. In Italia
qualche settimana dopo.
Killers of the Flower Moon, il
film
Basato sull’omonimo libro
best-seller, Killers
of the Flower Moon è ambientato nell’Oklahoma
degli anni ’20 e segue l’omicidio seriale di membri della Osage
Nation, l’associazione di ricca di petrolio. La storia
racconta una serie di crimini brutali in circostanze misteriose che
si sono verificati conosciuto come “il regno del terrore”. Oltre a
dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura
con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A
Star is Born. Leonardo
DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un
potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily
Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e
Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI
incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche
Brendan Fraser e John Lithgow.
Killers
of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga
data Leonardo DiCaprioe
Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio
Oscar
Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone,
Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi,
William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy,
Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è
diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione
di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way
Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.
È in uscita la seconda stagione
della serie apocalittica più spassosa che ci sia: Good
Omens 2 partirà dal 28 luglio sempre su
Prime Video. Ancora diretta da
Douglas Mackinnon, era stata scritta ed
effettivamente creata da Neil Gaiman – che ne è anche lo
showrunner – a partire dal suo romanzo del 1990 composto a quattro
mani con l’adorato e compianto Sir Terry
Pratchett, che in italiano aveva il titolo tradotto in
Buon Apocalisse a tutti! e in lingua
originale come Good Omens: The Nice and Accurate
Prophecies of Agnes Nutter, Witch. Un titolo, un
programma.
Infatti, le premesse del libro, per
quanto riguarda la prima stagione uscita nel 2019, erano state
pienamente rispettate. Tutta la linea dissacrante, e al contempo
leggera, dal divertimento brillante, è stata la base sulla quale
ogni puntata, ogni svolta di trama e tutto il circolo dei
personaggi, si sono sempre mossi insieme, coronati dalla voce fuori
campo di Dio, che in inglese ha il tono sardonico di Frances
McDormand.
La trama di GoodOmens
La storia parla dell’angelo
Aziraphale (Michael Sheen) e del demone Crowley
(David Tennant) che fanno amicizia durante la
cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden. Subito vivono
un’inconsueta e segreta sintonia, unita ad una marcata morbidezza
nell’adesione alle regole d’appartenenza alle rispettive fazioni
d’origine. Questo aspetto, oltre a fornire innumerevoli pretesti di
comicità, sarà il motore principale della trama che darà continuità
anche alla seconda stagione.
Il soggetto della prima, che
combacia con gli eventi presentati nel romanzo, vede i due che,
terminati i propri compiti nella genesi dell’umanità, vengono
assegnati alla supervisione e mediazione sulla terra degli
obiettivi dei rispettivi “datori di lavoro”: l’esecuzione del piano
divino per l’uno, e l’introduzione di scompiglio per l’altro. Ma
con il passare – è il caso di dirlo – dei secoli e dei millenni,
Aziraphale e Crowley si affezionano al mondo e agli uomini, al loro
stile di vita e ai piaceri della tavola e dell’arte (cosa valida
specialmente per l’angelo, naturalmente) e cercheranno, perciò, di
far di tutto affinché l’Apocalisse così imminente non distrugga
l’universo e, con esso, anche la loro piacevolissima routine.
Gli eventi della seconda stagione,
invece, hanno toni di maggior raccoglimento intorno alla relazione
tra i due protagonisti e, nell’essere sempre correlati al destino
precario e tragicomico dell’umanità, trattano in generale pochi
personaggi e un paio di linee narrative. Anche gli stessi attori
che ritornano si limitano ai tre arcangeli che mantengono lo stesso
ruolo: il meraviglioso Jon Hamm,
Doon Mackichan e Gloria Obianyo,
e alle attrici Miranda Richardson e Nina
Sosanya che però cambiano completamente
interpretazione.
Aziraphale e Crowley al centro del racconto
È dunque piuttosto diverso il ritmo
delle nuove puntate. Pur mantenendo la stessa briosità, ha
un’inevitabile rallentamento sulla freschezza degli sviluppi del
racconto che mette in campo. Neil Gaiman aveva discusso con Terry
Pratchett su un eventuale secondo volume di Good Omens e
pare dovesse intitolarsi 668: The Neighbor of the Beast,
cosa che lascerebbe già pregustare un’ingente quantità di spazi per
l’esilarante fantasia degli autori. Ma il risultato finale di
questo secondo capitolo è lontano da tutto questo.
Tante sono le digressioni e gli
approfondimenti del legame che unisce l’angelo e il demone, e sono
tutti sempre ben costruiti e interessanti dal punto di vista della
messa in scena così come delle performance sempre eccezionali di
Sheen e Tennant, ma risultano quasi pretestuose nel diventare un
canale attraverso il quale dover mostrare il sentimento che nasce
tra i due, che era comunque già chiaro e, nell’essere la colonna
portante della trama, indebolisce la forza dei guizzi narrativi che
tanto avevano caratterizzato l’inizio di tutto.
Good Omens 2 è, perciò,
estremamente godibile considerando l’originalità dell’argomento di
partenza che inevitabilmente rimane come cassa di risonanza per
tutta la durata delle puntate, ma banalizza le sue stesse qualità
decidendo di concentrarsi sui punti che, al contrario, erano
coinvolgenti proprio perché solamente accennati.
Castlevania, la serie
basata sull’omonima saga di videogiochi tornerà
su Netflix a
settembre con una nuova serie spin-off,
Castlevania: Nocturne. Secondo
quanto apprendiamo da Bloody Disgusting,
Castlevania: Nocturne sarà presentato in anteprima su Netflix il 28
settembre 2023. Il primo teaser trailer per la prossima stagione
dovrebbe uscire online il 27 luglio 2023. Netflix Geeked ha
rilasciato un nuovo poster per la serie su
Twitter, che include uno slogan che recita: “Prego per
te, Richter Belmont”.
Dettagli su
Castlevania: Nocturne sono stati
in gran parte tenuti nascosti; tuttavia, si dice che la serie sia
ambientata durante la Rivoluzione francese nel 1792 e seguirà
Richter Belmont, un discendente di Trevor, in una pericolosa
avventura piena di vampiri, mostri e altro ancora.
Castlevania: Nocturne è stato creato e scritto da
Clive Bradley, con Kevin Kolde come showrunner. Basata sul
videogioco creato da Konami, la serie è adattata da Castlevania:
Rondo of Blood del 1993 e Castlevania: Symphony of the Night del
1997.
Netflix ritorna nel mondo
di Castelvania
Creata e scritta da Warren Ellis,
la prima stagione di Castlevania è uscita su
Netflix nel luglio 2017. La serie animata vede
Trevor Belmont (doppiato da
Richard Armitage), un cacciatore di mostri con un’eredità
complicata, entrare in guerra con Dracula (Graham McTavish) dopo il
vampiro non morto cerca di distruggere tutta l’umanità con un
esercito di mostri demoniaci.
Insieme a Trevor in battaglia ci
sono un potente mago di nome Sypha Belnades (Alejandra Reynoso) e
il figlio di Dracula, Alucard (James Callis), che nutre solo odio
per suo padre. La serie vede anche
Theo James nei panni di un falsario di nome Hector, Adetokumboh
M’Cormack nei panni di un falsario rivale di nome Isaac, Jaime
Murray nei panni di un’amante vampira di nome Carmilla e altri.
Castlevania ha funzionato per quattro stagioni in totale, con la
seconda stagione in arrivo nel 2018, la terza nel 2020 e la quarta
nel 2021. Castlevania: Nocturne sarà presentato in anteprima su
Netflix il 28 settembre 2023.
Qualcosa nella scrittura del finale
di The Witcher 3 è andata storta. Una
consapevolezza che non accogliamo certo di buon grado, considerato
che la seconda parte della serie creata da Lauren Schmidt Hissrich,
preannunciava una chiusura con il botto. Netflix
con la terza stagione di The Witcher ha voluto adottare lo
stesso metodo applicato con Stranger Things l’anno scorso, ossia
dividerla in due parti (qui la recensione del primo
volume). Una scelta da non scartare a priori, soprattutto se ha
alla base un ragionamento di engagment, volto in particolar modo a
tenersi stretto il più a lungo possibile il pubblico.
Il problema nasce però quando questa
soluzione non aiuta a mantenere lineare e accattivante la
narrazione, ma anzi la spezza inutilmente e la depotenzia,
ottenendo così l’effetto opposto. Quindi, prima di addentrarci
nella recensione del secondo blocco di episodi, dobbiamo dirlo
subito: aver lanciato The Witcher 3 in
due volumi non è servito a niente, se non a far storcere il naso e
generare altri malumori. Che già, con l’abbandono di Henry Cavill,
sono sufficientemente alimentati.
The Witcher 3, la trama della
seconda parte
In questa secondo blocco di episodi,
in seguito al tradimento di Vilgefortz (Mahesh
Jadu), Aretuza è stata assediata dagli Scoi’atel e i
Nilfgaardiani, con l’obiettivo principale di distruggere Tissaia
(MyAnna Buring) e prendere Ciri (Freya Allan).
Ancora una volta, Yennefer (Anya Chalotra)
e Geralt (Henry Cavill)
devono separarsi, per proteggere la principessa di Cintra, oramai
loro figlia, nel migliore dei modi. Mentre la strega è impegnata a
salvare la sua casa e impedire che le sue consorelle vengano
uccise, lo strigo affronta Vilgefortz.
Nello scontro fisico tra i due,
quest’ultimo ha la meglio, ferendolo quasi a morte e costringendolo
ad allontanarsi per potersi curare. Nel frattempo, però, a seguito
di un incantesimo troppo potente da poter sostenere, Ciri si
ritrova persa nel deserto, un luogo in cui tutti i suoi scheletri
nell’armadio, le sue paure e le sue difficoltà vengono a galla.
Yennefer e Geralt riusciranno a salvarla ancora una volta?
Cosa c’è che non va?
L’ultimo episodio della prima parte
di The Witcher 3 aveva lasciato con il
fiato sospeso. In circa un’ora, la festa ad Aretuza era stata
sviscerata attraverso più punti di vista, una scelta narrativa
vincente che, se da una parte aveva dato ritmo al racconto,
dall’altra aveva alzato la posta in gioco in preparazione del
finale, svelando l’antagonista inaspettato che poi il secondo
volume avrebbe avuto il compito di approfondire meglio. È proprio
qui che la storia si ferma, per poi riprendere con una battaglia
all’ultimo sangue fra gli Scoia’tel e i maghi e la fuga di
Vilgefortz, ravvivando la fiamma ardente dell’action – in fondo uno
dei punti cardini della serie – che nella prima parte era stata
meno alimentata per dare più spazio alla linea romance e
familiare.
Superata la prima ventina di
minuti circa del sesto episodio, pregno di lotte, sangue e
magia (visivamente efficace e coinvolgente), la scrittura
inizia a scricchiolare e sfumare, cedendo il passo ad una
lentezza quasi estenuante legata a dei passaggi filler, come
l’intera puntata di Cirilla nel deserto, che non arricchisce né dà
una svolta alla storia. Si perde subito il focus dei combattimenti
e dei giochi di potere, per abbracciare ancora una volta un tono
più soft in cui si elevano – di nuovo – i rapporti fra Geralt, Ciri
e Yennefer, in una ridondanza di dinamiche e tematiche spesso
inglobate da una fotografia che continua ad essere troppo calda,
non più al servizio degli eventi e quindi funzionale, come avevamo
detto nella recensione della prima parte.
Sul piano del costrutto narrativo,
invece, tutte le parentesi che si aprono e si incasellano al di
fuori del contesto familiare sono abbastanza brevi, quasi
frettolose, come se non si avesse il tempo per soffermarsi su altri
aspetti essenziali, generando di conseguenza solo molta confusione.
Al netto di quanto detto, l’impressione avuta è che la prima
tranche, attraverso plot twist e cliffhanger, ha promesso (senza
riflettere sul materiale che aveva fra le mani) una corposità di
eventi nel blocco finale (come una guerra apocalittica fra le
fazioni del Continente) che alla fine non ha mostrato, in favore di
una verbosità di scene e di continui spiegoni sulla crucialità del
personaggio di Cirilla. Rimandando all’infinito il climax
finale – comunque molto scarico – e dando la sensazione di essere
sempre sul punto di arrivare al culmine dell’intreccio, per poi non
raggiungerlo mai.
Addio Henry
La discesa presa da The
Witcher 3 nel finale la appuriamo molto a malincuore,
intanto perché non ce lo aspettavamo in base alla prima parte molto
ben fatta, e soprattutto perché è il canto del cigno del
Geralt di Rivia di Henry Cavill, il quale meritava di
sicuro un atto conclusivo migliore di quello che è stato. L’ultima
parte aveva tutte le carte in regola per riprendere l’anima
tormentata, caotica e guerragliesca proprio della prima stagione,
per dare a quel Lupo Bianco l’ultimo momento di gloria sul campo di
battaglia. Siamo entrati nel mondo high fantasy di The
Witcher seguendo costantemente uno strigo in lotta con se
stesso e con il Continente intero, sempre alla ricerca di qualcosa
(Ciri) e in missione per salvare popoli e fare giustizia, del quale
ci erano state regalate tante incredibili scene di lotta con mostri
e creature d’ogni tipo.
Era stato questo a fare innamorare
il pubblico di Geralt di Rivia, con un Cavill che recitava spesso
in sottrazione per restituire un personaggio complesso, fragile e
forte, che andasse a rappresentare le due faccie della stessa
medaglia: l’umano e il mutante. Il suo cambiamento, iniziato nella
seconda stagione e continuato
nella terza, era stato comunque ben accolto perché funzionale allo
sviluppo del character e al rapporto con Cirilla e Yennefer, ma non
doveva trascinarsi così tanto in quest’ultimo blocco, il quale
doveva impregnarsi più d’azione che di sentimenti.
La conclusione di The
Witcher 3 non è stata vuota sul piano dei
combattimenti – che ancora una volta ribadiamo essere sempre ben
coreografati, con degli stunt memorabili e un montaggio
impeccabile. Ma sono stati pochi per quello che richiedeva il
finale. E in queste ultime battute Henry Cavill meritava di
gustarsi, per l’ultima volta, una guerra epocale nella quale
esibire le impeccabili capacità del suo Geralt. Per potergli dire
addio nel migliore dei modi e non avere la conferma che, se le cose
dovessero così continuare nella quarta stagione, è fortunato a non
fare più parte del progetto.
Prima della sua uscita il 12
settembre 2023, è uscito un nuovo trailer di Batman:
Mask of the Phantasm 4K, che mette in evidenza la grafica
aggiornata del classico film di Batman. Il nuovo trailer di
Batman: Mask of the Phantasm 4K arriva direttamente
dalla Warner Bros. Entertainment e mette in evidenza una
varietà di momenti del film originale, inclusi sguardi più
dettagliati su Batman, The Phantasm, Joker e altro ancora. Dai
un’occhiata al trailer di Batman: Mask of the Phantasm 4K qui
sotto:
La Warner Bros. ha anche confermato
il prezzo della versione 4K Ultra HD di Batman: Mask of the
Phantasm, osservando che la versione solo digitale del film
manterrà il prezzo negli USA di $ 14,99, mentre la versione 4K
Ultra HD + digitale e le versioni standalone 4K Ultra HD costerà
rispettivamente $ 33,99 e $ 39,99. Il film dovrebbe essere
disponibile anche per il mercato europeo.
I contenuti speciali dell’uscita
includono una nuova featurette che evidenzia il tempo del compianto
Kevin Conroy come Batman, così come un episodio bonus di Justice
League: Unlimited con un cameo di The Phantasm.
Di cosa parla Batman: Mask of the
Phantasm?
“Quando una donna del passato
di Bruce Wayne, Andrea Beaumont, torna nella sua vita, Bruce si
chiede se debba continuare a proteggere Gotham City nei panni di
Batman“, si legge nella sinossi ufficiale del
film. “Ma la sua introspezione ha vita breve quando i boss
criminali più famosi della città vengono uccisi e il Caped Crusader
viene accusato dei loro omicidi. Il Cavaliere Oscuro si
propone di riabilitare il suo nome, rivelando un nuovo vigilante
mascherato: il Fantasma.
La riedizione in 4K di Mask of
the Phantasm arriva giusto in tempo per il 30° compleanno
dell’acclamato film d’animazione. È uscito originariamente
nelle sale il 25 dicembre 1993 come primo lungometraggio tratto
dall’amato Batman: The Animated Series. Mentre Mask
of the Phantasm inizialmente non è riuscito a prendere il volo al
botteghino, è diventato un successo in home video ed è diventato
considerato una delle migliori storie di Batman mai
filmate.
I creatori di Batman: The
Animated Series Eric Radomski e Bruce
Timm hanno diretto Mask of the Phantasm da una
sceneggiatura di Alan Burnett, Paul
Dini, Martin Pasko
e Michael Reaves. Il film
ha come protagonista il defunto, grande Kevin
Conroy come voce di Bruce Wayne/Batman, accanto
a Mark
Hamill come voce del Joker. Altri membri del cast
di Batman: The Animated Series per riprendere i loro ruoli per Mask
of the Phantasm includevano Efrem Zimbalist Jr. nei panni di Alfred
Pennyworth, Bob Hastings nei panni di James Gordon e Robert
Costanzo nei panni di Harvey Bullock.
Anche Arleen Sorkin è apparsa nel
film, anche se non nel suo solito ruolo di Harley Quinn nella serie
animata. Altri membri del cast includevano Dana Delany, Hart
Bochner, Stacy Keach, Abe Vigoda, Dick Miller e John P. Ryan.
Batman: Mask of the Phantasm uscirà in 4K Ultra HD il 12 settembre.
Nel frattempo, il film è attualmente in streaming su Max.