Il regista e produttore esecutivo di Monster: La storia di Ed Gein, Max Winkler, analizza l’inquietante battuta finale della serie. Dopo essersi concentrata in precedenza su Jeffrey Dahmer e poi su Lyle ed Erik Menendez, la terza stagione della serie antologica Netflix di Ryan Murphy esplora il serial killer realmente esistito Ed Gein.
In un’intervista con Variety, a Winkler, che ha diretto sei degli otto episodi della stagione, è stato chiesto come avesse scelto di sviluppare il finale della serie. Winkler spiega che voleva che la battuta della “madre” concludesse la serie perché è il momento “Rosebud” di Gein, che sottolinea i problemi di fondo che hanno motivato le azioni del personaggio.
Il regista Max Winkler ha spiegato che l’inclusione di Ted Bundy nella serie è servita per mostrare la personificazione del male puro, in contrasto con Ed Gein, che viene rappresentato come un uomo profondamente disturbato, ma non completamente malvagio. Bundy, al contrario, non aveva motivazioni o traumi alle spalle: era semplicemente un mostro, e Winkler voleva mostrare chiaramente cosa significa il vero male.
Winkler ha anche raccontato che la scena finale sulla veranda, con la battuta “Solo una madre potrebbe amarti”, è stata l’ultima girata e non era prevista nel copione. È nata sul momento, durante alcune riprese aggiuntive a Los Angeles. Il direttore della fotografia, Michael Bauman, ha ricreato la luce mattutina in studio, mentre gli oggetti di scena — come il limonataio e il lavoro a maglia — sono stati improvvisati.
Riguardo al finale in stile All That Jazz, Winkler lo descrive come un momento intenso e surreale, girato senza musica e in toni molto cupi, per enfatizzare la natura disturbante dei personaggi. Racconta che quella giornata fu una delle più lunghe e faticose del set, coincidente con il compleanno dell’attore Charlie, e che tutta la troupe lavorò fino a tardi per ottenere la scena perfetta.
Il trauma di Ed Glein
Il trauma di Gein era in gran parte radicato nel modo in cui Augusta abusava di suo figlio e nel modo in cui lui continuava a essere perseguitato da lei molto tempo dopo la sua morte. Dato il ruolo centrale e inquietante che lei aveva avuto nella sua vita, è appropriato che la scena finale lo veda immaginare di essere seduto accanto a lei, mentre lei lo tormenta fino alla fine con le sue parole.
Il rapporto contorto tra Gein e sua madre, incluso il tentativo di dissotterrare il suo cadavere, ha influenzato persino il film più importante di Alfred Hitchcock, Psycho, in particolare la rappresentazione di Norman Bates e del suo rapporto con la madre defunta.
Nonostante tutte le persone che Ed Gein uccide prima di essere catturato, la serie cerca di dipingerlo in una luce in qualche modo compassionevole, e un elemento chiave di questo è il contrasto tra lui e Bundy, e girare quelle scene senza musica e con luci soffuse.
Scary Movie di Marlon Wayans sta scalando le classifiche streaming ed è spuntato nella Top 10 di Netflix completamente a sorpresa! A oltre due decenni dalla sua uscita, l’amato film parodia sta vivendo una rinascita, con una nuova popolarità in streaming, ricordando al pubblico l’eredità comica di Wayans e il motivo per cui il franchise di Scary Movie rimane uno dei franchise parodia più iconici di sempre.
Il rinnovato successo di Scary Movie coincide anche con l’ultima uscita cinematografica di Marlon Wayans, HIM. Il nuovo film è appena uscito nelle sale e, sebbene abbia debuttato con il 30% di share su Rotten Tomatoes, la performance di Wayans è stata ampiamente elogiata.
Secondo gli ultimi dati di FlixPatrol, Scary Movie è salito nella top 10 dei film in streaming anche negli Stati Uniti, conquistando il terzo posto nella top 10 su Paramount+.
Il culto di Scary Movie
Uscito nel 2000, Scary Movie è stato un fenomeno culturale, una parodia dei film horror come Scream e So cosa hai fatto che mescola umorismo slapstick con una satira tagliente sul genere. Diretto da Keenen Ivory Wayans, il film ha lanciato un franchise di successo che ha generato cinque sequel e ha consolidato l’influenza della famiglia Wayans nel genere comico.
Mentre HIM dimostra la capacità di Wayans di spaziare in nuovi generi, la rinascita di Scary Movie in streaming è un promemoria delle fondamenta che ha costruito con la commedia che fonde i generi. Ciò dimostra anche che la passione per la parodia e la commedia horror rimane viva e vegeta. Mentre molti film parodia degli anni 2000 sono caduti nell’oblio, la commedia dei Wayans continua a riscuotere successo tra il pubblico.
Ciò suggerisce anche che il pubblico moderno è desideroso di altri progetti come il franchise di Scary Movie. La capacità dei Wayans di parodiare con successo l’horror offrendo al contempo una storia divertente ha stabilito uno standard per ciò che i film parodia possono realizzare. La loro continua rilevanza potrebbe persino ispirare nuovi progetti parodistici nell’attuale panorama in continua evoluzione dell’horror e della commedia.
Scary Movie 6 è attualmente in fase di sviluppo presso Paramount e Miramax, con il ritorno di Marlon e Shawn Wayans. L’uscita del film è prevista per il 12 giugno 2026.
Dopo il grande successo dei due film IT – Parte 1 del 2017 e IT – Parte 2 del 2019, la Warner Bros. ha dato il via libera a un prequel per il piccolo schermo intitolato It: Welcome to Derry, che vede il ritorno del clown Pennywise. Ora, a poche settimane dalla messa in onda, su ThreadsStephen King ha espresso la sua opinione sulla serie, basata sul suo celebre romanzo It. Lo scrittore l’ha definita “fantastica” e ha detto che il primo episodio della serie è “terrificante”.
Cosa significa per la serie prequel di IT l’elogio di Stephen King a Welcome To Derry
It: Welcome to Derry esplora il retroscena dell’entità malvagia comunemente nota come Pennywise, che semina il caos nella città di Derry, nel Maine. Poiché la serie è un prequel dei due film It e si basa solo sui capitoli interludi del romanzo originale, sarà più difficile stabilire se si tratti di un adattamento buono o cattivo. Critici e fan dovranno invece determinare se la serie prequel riesca a sviluppare in modo eccellente la tradizione creata per il grande schermo e da King nel suo libro del 1986.
Tuttavia, il fatto che King abbia espresso il suo apprezzamento per It: Welcome to Derry è molto significativo. In teoria, sarebbe facile ignorare la reazione dell’autore a causa del suo legame di lunga data con la storia di Derry e Pennywise. Ma King non ha sempre dato recensioni positive ai film e alle serie TV basati sui suoi mondi letterari. In passato, titoli come Firestarter, L’acchiappasogni, La creatura del cimitero e La Torre Nera hanno tutti ricevuto un giudizio negativo da King.
Ha anche criticato l’adattamento cinematografico di Stanley Kubrick di Shining, nonostante sia stato ampiamente acclamato come uno dei film horror più iconici di tutti i tempi. Dunque non è scontato che King dia il suo benestare ad uno degli adattamenti di un suo romanzo. I produttori di It: Welcome to Derry hanno però coinvolto l’autore horror nella realizzazione della serie prequel, con King che ha approvato la creazione dello show e le sceneggiature.
Sebbene non sia chiaro se King abbia visto più della prima puntata della stagione di otto episodi, il suo sigillo di approvazione per la premiere della serie è un ottimo segno per la serie e per tutti i fan che potrebbero essere diffidenti nei confronti della Warner Bros. che espande la storia oltre il materiale originale.
Il cast di IT: Welcome to Derry
La serie, prodotta dalla Warner Bros. Television e sviluppata per la televisione dai registi Andy Muschietti e Barbara Muschietti(IT, The Flash) e Jason Fuchs (Wonder Woman), debutterà su HBO e sarà disponibile in streaming in Italia grazie a Sky. Muschietti dirigerà quattro episodi della serie di nove episodi. Bill Skarsgård ha descritto IT: Welcome to Derry come “piuttosto hardcore” e ha ammesso di aver avuto qualche esitazione nel riprendere quello che è diventato forse il suo ruolo più iconico.
Ambientata nell’universo di IT di Stephen King, la serie è basato sul romanzo e amplia la visione creata dal regista Andy Muschietti nei film IT – Parte 1 e IT – Parte 2. Il cast è guidato da Taylour Paige, Jovan Adepo, Chris Chalk, James Remar, Stephen Rider, Madeleine Stowe, Rudy Mancuso e Bill Skarsgård. È stato anche confermato che IT: Welcome to Derry sarà trasmesso per la prima volta questo ottobre, il che significa che dovremmo tornare a Derry in tempo per Halloween.ù
La produzione si è conclusa all’inizio di quest’anno a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e HBO/Max ha ora pubblicato il primo poster ufficiale con Peter Claffey nei panni di Ser Duncan l’Alto, alias “Dunk”, e Dexter Sol Ansell nei panni del suo giovane scudiero, il principe segreto Targaryen Aegon, alias “Egg”.
La serie vedrà anche la partecipazione di Finn Bennett (True Detective: Night Country) nel ruolo di Aerion Targaryen, Bertie Carvel (The Crown) in quello di Baelor Targaryen, Tanzyn Crawford (Tiny Beautiful Things) in quello di Tanselle, Daniel Ings (The Gentlemen) in quello di Ser Lyonel Baratheon e Sam Spruell (Fargo) in quello di Maekar Targaryen.
Questa serie sarà molto più piccola sia di Game of Thrones che diHouse of the Dragon, e abbandonerà persino l’ironica sequenza di apertura.
“Tutte le decisioni sono state prese da Dunk, che ha cercato di trasmettere il tipo di persona che è in ogni aspetto di questa serie, persino nella sequenza iniziale”, ha dichiarato il co-creatore Ira Parker a Entertainment Weekly. “Le sequenze dei titoli di testa dell’originale [Game of Thrones] e di House of Dragon sono grandiose, epiche e incredibili. La colonna sonora di Ramin Djawadi è orchestrale, imponente e bellissima. Non è proprio il modus operandi di Dunk. È semplice, sobrio e diretto. Non gli piace fare mostra di sé.”
A Knight of the Seven Kingdoms, basato sulle storie di George R.R. Martin Dunk and Egg, è attualmente in fase di post-produzione. La serie arriverà nel 2026.
Nel frattempo, la terza stagione di House of the Dragon sarà probabilmente trasmessa per la prima volta nel giugno 2026, “appena fuori” dalla finestra di eleggibilità per gli Emmy Awards 2026.
La star di Oppenheimer, Cillian Murphy, rivela che c’è stata una nota particolarmente significativa di Christopher Nolan sulla sua recitazione che rimane la sua indicazione preferita di sempre. Uscito nel 2023, il film biografico di Nolan su J. Robert Oppenheimer ha, come noto, segnato l’ultima (ad oggi) di una lunga serie di collaborazioni tra l’attore e il regista. Le recensioni entusiastiche di Oppenheimer hanno aiutato il film a ottenere ottimi risultati agli Academy Awards del 2024. Su 13 nomination, il dramma storico ha vinto sette Oscar, tra cui quello per il miglior regista e il miglior film. Murphy ha anche vinto il suo primo Oscar come miglior attore.
Ora, durante una recente intervista con Jake’s Takes, Murphy ha rivelato che Nolan gli ha dato una indicazione sottile ma potente che lo ha aiutato a svelare veramente il personaggio di Oppenheimer. “Ho girato sei film con Chris, ed è un regista generazionale. Lo sappiamo tutti. Uno dei più grandi registi di sempre. Ricordo che all’inizio, quando interpretavo Oppenheimer, ero un po’ troppo aggressivo in una delle riprese. E lui mi disse: ‘Non è un pugile. È un giocatore di scacchi’”, ha raccontato l’attore.
“Me lo sussurrò all’orecchio proprio prima della ripresa successiva, e questo cambiò tutto. Fino a quel momento non aveva detto nulla, poi disse quella frase, che chiarì tutto e rese tutto più chiaro. Cambiò completamente il mio approccio alla ripresa. Ha un talento incredibile, è pazzesco“, ha aggiunto Cillian Murphy.
Di cosa parla Oppenheimer con Cillian Murphy
Scritto e diretto da Christopher Nolan, vincitore del premio Oscar per la Miglior Regia, Oppenheimer è un thriller epico girato in IMAX che catapulta il pubblico nell’adrenalinico paradosso dell’enigmatico uomo che per salvare il mondo è costretto a metterlo a rischio. Il film è tratto dal libro vincitore del Premio Pulitzer Robert Oppenheimer – Il Padre della Bomba Atomica – American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin, e racconta la vita e il lascito del fisico teorico J. Robert Oppenheimer, il cui epocale lavoro come direttore del Progetto Manhattan al laboratorio di Los Alamos, ha portato alla creazione della prima bomba atomica.
Il film vede Cillian Murphy, premiato con l’Oscar come Miglior Attore Protagonista, nel ruolo di J. Robert Oppenheimer ed Emily Blunt nei panni di sua moglie, la biologa e botanica Kitty Oppenheimer. Matt Damon interpreta Leslie Groves, direttore del Progetto Manhattan e Robert Downey Jr., premiato con l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, ha il ruolo di Lewis Strauss, membro fondatore della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti. Florence Pugh veste i panni della psichiatra Jean Tatlock, Josh Hartnett quelli del pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence e Casey Affleck interpreta Boris Pash, capo del controspionaggio dell’esercito al Presidio di San Francisco. Del cast fanno parte anche Rami Malek nel ruolo di David Hill e Kenneth Branagh in quello del fisico Niels Bohr.
Epica e avvincente, la storia di Oppenheimer scorre su due binari paralleli: da una parte scava in profondità nella psiche di una mente americana pressoché unica – il brillante scienziato dietro l’invenzione che ha sconvolto il mondo e che allo stesso tempo ha rappresentato il culmine dell’ingenuità umana, un’invenzione che avrebbe potuto rimodellare il concetto di civiltà e allo stesso tempo minacciare definitivamente il futuro dell’umanità; dall’altra viene raccontata l’eredità di Oppenheimer negli anni successivi al Progetto Manhattan centrando il racconto su Lewis Strauss, un altro dei protagonisti della politica nucleare degli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, al quale, nel 1959, è stato assegnato il ruolo di Segretario di Commercio dal Presidente Dwight D. Eisenhower.
Street Fighter è uno dei franchise di videogiochi più iconici di sempre, quindi l’entusiasmo per il film in uscita è comprensibilmente alto.
Non abbiamo ancora dato un’occhiata approfondita a questo ultimo adattamento cinematografico, ma la superstar della WWE Cody Rhodes ha recentemente lasciato intendere ai fan cosa aspettarsi. L’attuale campione indiscusso della WWE interpreterà Guile, un pilota dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti il cui obiettivo è distruggere Shadaloo, un’organizzazione criminale responsabile della caduta del suo migliore amico, Charlie Nash.
Parlando con Pat McAfee (tramite GameFragger.com), Rhodes, che molti di voi ricorderanno per il suo ruolo del malvagio Derek Sampson in Arrow, ha esaltato quelle che sembrano scene d’azione molto intense.“Ero fermamente convinto che qualsiasi cosa fosse uno stunt, volevo farla”, ha detto l'”American Nightmare”.“Se questo richiede che io sia in contatto con questi fili, voglio farlo. Se metti un altro tizio all’angolo che so che farà la scena dopo, voglio comunque provarci.”
“Noah [Centineo], Callina [Liang] e [Andrew] Koji, che sono i tre protagonisti, [sono] attori incredibilmente bravi, che prendono la cosa sul serio e sono lì a lavorare ogni giorno”, ha aggiunto Rhodes. “Poi ci sono io, 50 Cent, Andrew Schultz e Roman. Abbiamo potuto recitare.”
Sebbene fosse prevedibile, il fatto che Ryu, Ken e Chun-Li siano i protagonisti del film sarà una gradita notizia per i fan. Oltre a ciò, la promessa di scene di combattimento reali renderà sicuramente felici i fan di Street Fighter; la storia sarà ovviamente importante per questo film, ma per certi versi, non è nemmeno lontanamente cruciale quanto le scene di combattimento del film.
Ricreare la follia dei giochi non sarà un’impresa facile, anche se sappiamo che è possibile dopo che Mortal Kombat del 2021 ha portato con successo le “Fatalities” del franchise sul grande schermo. Con un sacco di acrobazie reali, tutti gli indizi indicano che Street Fighter sarà il film di combattimento incisivo che deve essere per fare onore alla longeva serie di videogiochi.
Cosa sappiamo di questa versione di Street Fighter
Diretto dal regista Kitao Sakurai, Street Fighter porterà la battaglia dalle sale giochi al grande schermo con hadouk, calci rotanti e tutti i vostri personaggi preferiti.
Street Fighter vede protagonisti Noah Centineo nel ruolo di Ken Masters, Andrew Koji nel ruolo di Ryu, Callina Liang nel ruolo di Chun-Li, Joe “Roman Reigns” Anoa’i nel ruolo di Akuma, David Dastmalchian nel ruolo di M. Bison, Cody Rhodes nel ruolo di Guile, Andrew Schulz nel ruolo di Dan Hibiki, Eric André nel ruolo di Don Sauvage, Vidyut Jammwal nel ruolo di Dhalsim, con Curtis “50 Cent” Jackson nel ruolo di Balrog e Jason Momoa nel ruolo di Blanka.
L’uscita nelle sale di Street Fighter è prevista per il 16 ottobre 2026.
Sembra che le riprese di Ahsoka – Stagione 2 siano effettivamente terminate, e la star Natasha Liu Bordizzo ha condiviso su Instagram una foto che anticipa il suo ritorno nei panni di Sabine Wren.
Sebbene non appaia effettivamente nell’inquadratura, le ombre di Bordizzo e della co-protagonista Rosario Dawson (Ahsoka Tano) rivelano che entrambe le attrici indossano i costumi dei rispettivi personaggi. Anche la seconda foto sembra confermare che Bordizzo abbia terminato le riprese.
Nel finale della prima stagione, diversi personaggi sono rimasti bloccati su Peridia quando il Grand’Ammiraglio Thrawn e le sue Sorelle della Notte sono fuggiti con Ezra Bridger nascosto sulla loro nave. Con l’ex Jedi Baylan Skoll (il defunto Ray Stevenson) partito da solo per scoprire i segreti del pianeta, il suo apprendista Shin Hati è stato lasciato a combattere Ahsoka e Sabine.
L’ultima volta che abbiamo visto Hati, sembrava che si stesse arrendendo a un gruppo di banditi, mentre Sabine tornava al fianco di Ahsoka per continuare il suo addestramento Jedi.
“Ragazzi, è così bella. È COSÌ bella”, ha detto di recente il regista Bryce Dallas Howard a proposito della seconda stagione. “È bellissima; è emozionante; è avventurosa; è romantica. È tutto ciò che si desidera da una storia epica”.
Hayden Christensen ha annunciato che tornerà nei panni di Anakin Skywalker per la seconda stagione di 8 episodi durante il panel della Star Wars Celebration della serie Disney+ a Tokyo, in Giappone. L’attore ha ripreso il suo iconico ruolo nei prequel di Star Wars nella prima stagione, apparendo alla sua ex Padawan Ahsoka Tano quando rimase intrappolata nel “Mondo tra i Mondi” dopo un duello con la spada laser con Baylan Skoll. Anakin ha svolto il ruolo di una sorta di guida spirituale, costringendo Ahsoka a confrontarsi con il suo passato e (potenziale) futuro.
Skywalker è tornato come Fantasma della Forza nel finale di stagione, vegliando su Ahsoka su Peridea, e abbiamo sentito dire che il personaggio avrà più cose da fare nella seconda stagione.
Screen Rant ha rivelato in esclusiva la prossima serie di giocattoli da collezione Avatar: Fuoco e Cenere della McFarlane Toys. La nuova collezione (la si può vedere qui) dà vita al mondo di Pandora con una linea dettagliata di personaggi e creature ispirati all’universo in espansione di Avatar di James Cameron. La linea McFarlane Collector Edition da 7 pollici include i protagonisti Jake Sully e Neytiri, che tornano in scena, e il nuovo personaggio Varang, leader del clan Mangkwan. Ci sono anche diverse versioni di Quaritch, insieme a due enormi Banshee.
Ciascuna action figure è progettata con Ultra Articulation per un massimo di 22 punti di movimento, offrendo ai collezionisti opzioni di posizionamento e esposizione dinamiche. Ogni figura presenta poi dettagli e verniciatura scolpiti di alta qualità, insieme a teste alternative, accessori multipli, mani extra e una base espositiva. Alcune includono anche decorazioni con vernice bioluminescente attivata dalla luce nera, che riflette l’estetica luminosa di Pandora.
Per quanto riguarda i Banshee, entrambi sono realizzati per i collezionisti che desiderano un’esperienza a grandezza naturale. Dotati anch’essi di Ultra Articulation per pose di volo e strisciamento, questi Banshee imponenti e dettagliati includono code snodabili e supporti da esposizione per collezionisti. Ogni figura di banshee ha un’apertura alare impressionante di 76 cm ed è compatibile con le figure di cavalieri in scala 7 cm di McFarlane (vendute separatamente).
Ogni action figure cattura propone dunque la bellezza dei Na’vi attraverso la maestria artigianale della scultura e dei dettagli pittorici tipici di McFarlane. I preordini per la collezione Avatar: Fuoco e Cenere saranno disponibili dal 9 ottobre 2025 presso i principali rivenditori, tra cui Amazon, GameStop, Walmart.com, McFarlane Toys Store, BigBadToyStore, Best Buy ed Entertainment Earth.
Avatar: Fuoco e Cenere è il prossimo capitolo della saga di James Cameron
Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully (Sam Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa, Silver, Josh Friedman e Shane Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Britain Dalton, Trinity Bliss, Jack Champion, Bailey Bass e Kate Winslet.
Si dice che il film rappresenterà un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar (2009) e proseguita con Avatar – La via dell’acqua(2022), espandendo ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.
A differenza delle popolazioni Na’vi viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora, complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani colonizzatori. Leader di questo popolo è la temuta Varang, interpretata da Oona Chaplin e di cui negli scorsi giorni era state diffuse alcune immagini ufficiali.
Cameron ha anche anticipato che Avatar: Fuoco e Cenere conterrà un importante sviluppo narrativo che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale: Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo di Avatar.
Avatar: Fuoco e Cenere sarà al cinema il 19 dicembre 2025.
Il famoso regista Ridley Scott lamenta l’attuale modello di business più popolare di Hollywood e la mediocrità diffusa dei film che vengono prodotti. Il regista di Aliene Il gladiatore è un’autorità rispettata su ciò che rende un film di qualità. Tuttavia, rivela che in questo momento si è dedicato principalmente a rivedere i propri film, anziché scoprirne di nuovi.
Durante un’intervista al BFI Southbank di Londra domenica, Scott ha commentato la rapida produzione di contenuti che sono, nella migliore delle ipotesi, scadenti: “La quantità di film che vengono realizzati oggi, letteralmente a livello globale, è di milioni. Non migliaia, milioni… e la maggior parte sono feccia”. Scott ha continuato dicendo che Hollywood sta “affogando nella mediocrità”.
Alla domanda su quali siano i suoi film preferiti in questo momento, Scott ha quindi risposto con il suo solito humor britannico, affermando che sta rivedendo la sua vecchia filmografia e che è ancora soddisfatto di ciò che ha prodotto. “Stiamo affogando nella mediocrità. Quindi quello che faccio, ed è una cosa orribile, è che ho iniziato a riguardare i miei film, e in realtà sono piuttosto buoni! Inoltre, non invecchiano. L’altra sera ho guardato Black Hawk Down e ho pensato: ‘Come diavolo ho fatto a riuscirci?’”.
“Ma penso che ogni tanto ne esca uno buono, ed è un sollievo sapere che c’è qualcuno là fuori che sta facendo un buon film”, conclude Scott, lasciando così una nota di speranza. I prossimi film di Ridley Scott includono The Dog Stars e molti altri che intende dirigere lui stesso. Rimane produttore delle serie Alien e Blade Runner, per le quali sono previsti ulteriori sequel. Anche Il Gladiatore 3 è in lavorazione, dopo essere stato in qualche modo preparato da Il Gladiatore 2 del 2024.
Indipendentemente dall’epoca, dalla nazione o dagli eventi, i film storici epici sono sempre piacevoli da guardare, specialmente se sono belli come William Tell di Nick Hamm, ambientato nella Svizzera medievale, che racconta la violenta rivolta degli svizzeri contro il dominio asburgico austriaco sotto la guida del leggendario Guglielmo Tell. Inutile dire che ci sono alcune evidenti inesattezze storiche, poiché i realizzatori si sono presi alcune libertà creative per soddisfare il pubblico moderno. A parte la caratterizzazione stereotipata dei personaggi e il trattamento narrativo poco originale, il film potrebbe infastidire gli appassionati di storia. Tuttavia, c’è un innegabile fattore di intrattenimento che garantisce agli spettatori due ore di coinvolgimento.
Qual è stato il ruolo di Baumgarten nella rivolta svizzera?
La dinastia asburgica d’Austria (di origine svizzera) iniziò a governare la parte centrale e settentrionale della Svizzera durante l’XI secolo e, quando Alberto I salì al trono nell’ultima fase del XIII secolo, i cantoni agricoli del paese cominciarono a soffrire sotto l’oppressione della famiglia reale. All’epoca, i signori della guerra e i baroni svizzeri non avevano la forza militare o economica per opporre resistenza agli invasori e, con il sostegno del re Alberto, il temuto viceré Gessler si era costruito una reputazione piuttosto famigerata. I nobili svizzeri come il barone Attinghausen volevano che suo nipote Rudenz unisse il popolo per formare un’alleanza di cantoni contro gli oppressori stranieri. Tuttavia, Rudenz è innamorato di Bertha e, con grande disappunto di lei, ha giurato fedeltà agli Asburgo nella speranza di conquistare la sua mano. La madre di Bertha appartiene alla nobiltà svizzera e vuole che il suo amante combatta per la sua terra e il suo popolo. Alberto ha pianificato di dare Bertha in sposa a Gessler contro la sua volontà.
Il film inizia con Wolfshot, un esattore delle tasse che lavora per Gessler, in visita a una comunità di contadini nell’Unterwalden. Ubriaco del potere e del controllo che deriva dagli Asburgo, Wolfshot stupra e uccide la moglie di un contadino locale, Baumgarten, e per vendetta il contadino lo uccide brutalmente per ottenere la sua sanguinosa vendetta. Questo episodio è realmente accaduto e non è un espediente narrativo inventato per dare il via alla trama. Baumgarten fugge per salvarsi la vita e incontra Guglielmo Tell, un abile cacciatore con la balestra ed ex crociato, che accetta di aiutarlo nella fuga, rischiando di attirare l’ira dell’esercito di Gessler, che ha già iniziato a saccheggiare i villaggi nel tentativo di dare la caccia al fuggitivo.
La notizia dell’azione di Baumgarten giunge al re Alberto, che teme che l’incidente possa fungere da scintilla per innescare una possibile ribellione svizzera contro la sua dinastia. La storia del coraggio di un contadino contro un governo tirannico si stava già diffondendo rapidamente nelle valli dei cantoni svizzeri, e intraprendere una rivolta su larga scala nel difficile territorio svizzero non era mai stata un’opzione praticabile per i governanti. Alberto invia Gessler ad affrontare la situazione prima che le cose sfuggano di mano.
Perché Guglielmo non voleva entrare in guerra contro gli Asburgo?
William porta Baumgarten a Svitto, a casa del suo fidato collaboratore Werner Stauffacher e di sua moglie Gertrude, per nascondersi per un po’. Seguendo le tracce di Baumgarten, anche Gessler arriva lì e, anche se il viceré non riesce a identificare il suo obiettivo, tiene d’occhio William come possibile sospettato di collusione con Baumgarten.
Gertrude e Stauffacher vogliono che Guglielmo guidi una ribellione contro gli Asburgo, ma avendo sperimentato l’orrore della guerra, Guglielmo è consapevole della sua futilità, di come essa porti sempre allo spargimento di sangue di innocenti. Durante la crociata, il giovane Guglielmo aveva cercato di salvare vite umane e aveva protetto Suna, una donna che apparteneva alla fede contro cui combattevano i suoi compagni. Guglielmo aveva preso le armi contro i propri compagni per proteggere Suna. In preda al senso di colpa, ha lasciato la sua vita passata per condurre un’esistenza tranquilla, sposando Suna e crescendo il loro figlio, Walter. È quindi comprensibile che William detesti la guerra e sia disposto a tutto pur di evitarla, nonostante sia consapevole della miserabile situazione del popolo svizzero. Tuttavia, porta Stauffacher e Baumgarten ad Altdorf, occupata dagli austriaci, per chiedere aiuto al sacerdote Furst, che sta già usando il suo ordine per incitare segretamente il popolo contro gli Asburgo.
Come è diventato Guglielmo il volto della ribellione?
La famiglia di Guglielmo, sua moglie e suo figlio, arriva ad Altendorf e Gessler decide di giocare un gioco crudele per infliggere un colpo devastante alle forze ribelli in crescita. Gessler fa piantare un palo con sopra l’elmo degli Asburgo al centro della piazza del paese, dove i cittadini devono rendere omaggio inginocchiandosi. Poiché William si rifiuta di inchinarsi e di partecipare a questa beffa, viene costretto a sparare a una mela posizionata sulla testa di suo figlio Walter, in cambio della sua vita. Baumgarten, che era stato una fonte di ispirazione per i ribelli, si arrende per salvare il suo salvatore da un destino così crudele. Ma Gessler lo giustizia in pubblico e continua con la sua farsa. Questo incidente rafforza immediatamente la determinazione di Guglielmo, che si prepara a fare tutto il necessario per ribellarsi alla tirannia degli Asburgo.
William riesce a colpire la mela con una precisione incredibile e confessa di aver pianificato di uccidere Gessler se le cose fossero andate diversamente, il che fornisce al viceré una scusa per imprigionarlo. Tuttavia, William sa di aver già fatto ciò che doveva, poiché gli abitanti del paese iniziano a ribellarsi contro le forze degli Asburgo. Va detto che Bertha e Rudenz hanno assistito alle azioni vili di Gessler. Rudenz finalmente rinsavisce e rinuncia alla sua fedeltà agli Asburgo, il che gli costa l’imprigionamento. Tuttavia, Rudenz riesce a fuggire e torna dal barone Attinghausen per scusarsi delle sue azioni, solo per rendersi conto che è troppo tardi, poiché suo zio esala l’ultimo respiro. Rudenz unisce il suo popolo per affrontare gli invasori. D’altra parte, Bertha viene imprigionata dopo aver respinto le avance di Gessler.
William è riuscito a condurre il suo paese alla libertà?
I due prigionieri William e Bertha vengono inviati in Austria attraverso le vie navigabili, ma entrambi riescono a fuggire dopo essersi liberati quando la nave si capovolge a causa del maltempo. Mentre William si prepara a sconfiggere Gessler dopo aver scoperto la sua possibile ubicazione, Bertha gli consiglia di non agire per vendetta personale e di cercare invece un modo per unificare il popolo e lottare per la libertà. Mentre si separano, William chiede a Bertha di trovare un modo per impedire ad Albert di inviare ulteriori forze a Gessler, altrimenti la possibilità di una ribellione verrà stroncata sul nascere.
D’altra parte, sotto la guida di Suna e Gertrude, vari leader cantonali si uniscono e anche Rudenz si unisce alla loro coalizione per infiltrarsi ad Alterdorf in assenza di Gessler. Tuttavia, un traditore finisce per rivelare il loro piano a Gessler, il che porta alla scoperta dei ribelli e, nel conflitto che ne segue, Gertrude perde la vita. William perde l’occasione di sconfiggere Gessler e, dopo essersi riunito con le forze ribelli, viene a conoscenza della tragica notizia. Il sacrificio di Gertrude alimenta lo spirito guerriero di William, che, liberandosi finalmente dei suoi dubbi, raduna i ribelli per sollevarsi contro le forze di Gessler. Tuttavia, sapendo che un furfante come Gessler userà gli abitanti svizzeri di Alterdorf come ostaggi, William manda Furst e un paio di alleati a infiltrarsi nell’insediamento attraverso un passaggio segreto per destabilizzare l’opposizione.
Nel frattempo, gli sforzi di Bertha per dissuadere suo zio dal lanciare un attacco totale contro i ribelli falliscono e lei viene imprigionata per tradimento contro la famiglia reale. Bertha riesce a fuggire dalla prigionia con l’aiuto di uno dei suoi cugini e assassina il re Alberto. Mentre la guerra tra le forze di Gessler e i ribelli ha inizio ad Alterdorf, Rudenz e Stauffacher trovano la morte per mano di Gessler. Ancora una volta, Gessler cerca di assicurarsi la sua posizione tenendo in ostaggio le donne della città e Walter, e sembra che la fortuna gli sorrida, dato che le truppe di Alberto si radunano intorno alla città. Tuttavia, grazie alle azioni di Bertha, le truppe decidono di ritirarsi dopo aver appreso la notizia della morte del re e, vedendo le forze aggiuntive ritirarsi, l’esercito di Gessler lo abbandona immediatamente. William, avendo finalmente il tiranno alla sua mercé, decide di giustiziarlo in pubblico come atto di vendetta, ma Walter ferma suo padre. Durante la fase iniziale del film, William aveva insegnato a suo figlio la differenza tra un cacciatore e un selvaggio durante una lezione di caccia, e lo stesso consiglio viene ora ribadito da Walter quando chiede a suo padre di non seguire quella strada. Sono abbastanza sicuro che questa moralità idealistica non si applichi alla guerra, e nella vita reale William uccise effettivamente Gessler per incoraggiare il morale dei ribelli svizzeri, ma i realizzatori hanno deciso di prendersi delle libertà creative nel film per soddisfare il pubblico, immagino.
Qualche giorno dopo, mentre Guglielmo piange la morte dei suoi compagni caduti, Bertha gli si avvicina per comunicargli che, dopo la morte di Alberto, sua figlia, la neoincoronata regina Agnese, ha giurato vendetta contro i ribelli. Ciò significa che la lotta per la libertà continuerà, con Guglielmo che guiderà i suoi compatrioti alla conquista della tirannica Casa d’Asburgo. In realtà, le leggendarie azioni di Guglielmo Tell portarono alla creazione della Confederazione Svizzera, che riprese il controllo dalla Casa d’Asburgo attraverso diverse guerre che durarono fino alla fine del XV secolo.
È online il trailer ufficiale di Squali, il nuovo film diretto da Daniele Barbiero che segna l’incontro tra due generazioni di cinema: Lorenzo Zurzolo, uno dei volti più promettenti del panorama italiano, e James Franco, star internazionale di lungo corso. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 ottobre 2025, distribuito da Eagle Pictures, e promette di essere uno dei titoli più interessanti dell’autunno cinematografico.
La trama del film Squali
Tratto liberamente dal romanzo Gli squali di Giacomo Mazzariol, Squali racconta la storia di Max, un ragazzo di diciannove anni che vive in una cittadina di provincia, sospeso tra sogni e inquietudini tipiche della sua età. La sua vita cambia radicalmente con l’arrivo di Robert Price (James Franco), un imprenditore di successo e fondatore di una start-up americana interessata a un’app che Max ha ideato. Quell’incontro diventa la scintilla che lo costringe a confrontarsi con il mondo degli adulti, con l’ambizione e con le regole di un universo competitivo e spietato.
Il trailer mostra fin da subito un’atmosfera sospesa, estiva ma carica di tensione emotiva. Barbiero sembra voler costruire un coming-of-age intimo e visivamente potente, dove il mare e gli spazi aperti diventano metafora di libertà e pericolo, di crescita e smarrimento. La fotografia, curata con toni caldi e naturali, e le musiche evocative contribuiscono a restituire una sensazione di attesa e di vertigine.
Il film è una coproduzione internazionale tra Italia, Spagna e Polonia, realizzata da Camaleo, Eagle Pictures, Neo Art Producciones e Agresywna Banda, con una sceneggiatura firmata da Mauro Graiani. Oltre ai due protagonisti, nel cast figurano anche Chiara Bordi e Antonio Zavatteri, in un intreccio che promette di esplorare le contraddizioni di una generazione in cerca di senso.
Con Squali, Daniele Barbiero sembra voler indagare il rapporto tra tecnologia e identità, successo e fragilità, attraverso lo sguardo di un giovane che tenta di emergere senza perdere se stesso. Il trailer lascia intuire un film emozionante, visivamente curato e capace di toccare corde profonde: un ritratto sincero delle paure e delle speranze di chi si affaccia alla vita adulta.
La serie NetflixMonster: La storia di Ed Gein mostra il famigerato serial killer e ladro di tombe mentre aiuta l’FBI nel caso Ted Bundy, sollevando dubbi sulla veridicità di queste scene. Nonostante le richieste di interrompere la serie, la serie Netflix Monsters è tornata con la terza stagione incentrata su Ed Gein.
Mentre i primi sei episodi della controversa serie si concentrano sulla vita di Ed Gein prima della sua cattura, gli ultimi due episodi lo mostrano in un istituto psichiatrico, poiché ritenuto non idoneo a sostenere un processo. Ciò corrisponde alla storia vera di Ed Gein, che fu ritenuto legalmente incapace di intendere e di volere.
Durante questa parte della serie, la vita di Gein prende una piega interessante quando l’FBI si presenta per interrogarlo in quello che può essere descritto solo come un davvero pessimo remake di Mindhunters. Si suppone che lui sia la chiave per risolvere il caso di Ted Bundy, il che non corrisponde alla storia reale.
Ed Gein aiuta l’FBI con il caso Ted Bundy nella terza stagione di Monster
Nella terza stagione di Monsters, Ed Gein inizialmente rifiuta di incontrare l’FBI per il loro progetto di intervistare noti serial killer, con l’obiettivo di comprendere meglio le loro menti. Tuttavia, in stile Mindhunter, accetta di incontrarli dopo che si è presumibilmente stabilizzato grazie a nuovi farmaci.
Mindhunters era in realtà basato su una storia vera di due investigatori dell’FBI che hanno lavorato per migliorare il profilo dei serial killer.
Egli fornisce loro informazioni chiave sul modus operandi di Ted Bundy, il suo obiettivo, il tipo di auto e il suo nome. Più tardi, Ed si emoziona quando vede il notiziario che annuncia la cattura di Ted Bundy, attribuendosene il merito.
Il vero Ed Gein non ha aiutato a catturare Ted Bundy (o altri serial killer)
Zac Efron interpreta Ted Bundy
In realtà, Ed Gein non ha aiutato a identificare o catturare Ted Bundy, che è stato arrestato per la prima volta durante un normale controllo stradale perché sospettato che la sua auto fosse rubata. Ha eluso l’arresto e possedeva un kit per scassinare, che ha dato loro un motivo per arrestarlo. Poi, Carol DaRonch, sopravvissuta al suo tentativo di rapimento, lo ha identificato.
Dopo essere saltato dalla finestra della prigione, è stato catturato di nuovo durante un altro controllo stradale. È fuggito di nuovo. L’ultima volta che la polizia lo catturò, fu nuovamente scoperto grazie alla sua auto rubata. Ed Gein non ebbe nulla a che fare con la cattura di Bundy o di qualsiasi altro serial killer. Questa trama fittizia fu invece creata per la serie TV, apparentemente nel tentativo di sfruttare l’interesse per Ted Bundy.
Il coinvolgimento di Ed Gein con altri killer faceva parte di un colpo di scena più grande
All’inizio sembrava che stessero cercando di dare a Ed Gein un’occasione di redenzione facendogli catturare dei serial killer. L’introduzione di più serial killer sembrava una strategia per rendere la storia più salace. Tuttavia, ha anche uno scopo narrativo ben preciso.
Alla fine, alla conclusione di Monster: La storia di Ed Gein, diventa chiaro che il coinvolgimento di Ed Gein con gli altri assassini e l’FBI era solo frutto della sua immaginazione. In base al modo in cui Monster scrive gli ultimi due episodi, Gein non aveva una comprensione delle cose che accadevano realmente nella sua vita, quindi i suoi pensieri sono diventati la sua realtà. È comunque una scelta romanzata scomoda, ma almeno non cerca di trattare Ed Gein come un santo redento.
Ilse Koch è una figura di spicco in Monster: La storia di Ed Gein, e molti si chiedono chi fosse. Sebbene la Monster – stagione 3 sia piena di inesattezze storiche e drammatizzazioni, gran parte della trama è basata su fatti storici reali. Tuttavia, gli episodi abbracciano diverse linee temporali e ruotano attorno a diversi personaggi storici e culturali, il che può rendere difficile seguire tutto.
L’attrice Vicky Krieps interpreta Ilse Koch nel cast della terza stagione di Monster, La storia di Ed Gein, contribuendo alla serie con la sua interpretazione di uno degli esseri umani più malvagi del XX secolo. La serie spiega come Ed Gein sia stato influenzato da Ilse Koch, ma non approfondisce i dettagli specifici, e un argomento così serio merita una ricerca approfondita.
Ilse Koch era una criminale di guerra nazista conosciuta come la “strega di Buchenwald”
Ilse Koch era la moglie di Karl-Otto Koch, comandante del campo di concentramento di Buchenwald. Come menzionato nella serie, la Koch non era un soldato, né aveva alcuna affiliazione tecnica con il partito nazista, eppure riuscì a diventare una delle figure più famigerate e terrificanti associate al Terzo Reich.
Ilse Koch si distingue come criminale di guerra che andò ben oltre la crudeltà generale della seconda guerra mondiale. È stata accusata di aver fatto tatuare i prigionieri giustiziati e mutilati, con la loro pelle tagliata per essere utilizzata per oggetti domestici, come ad esempio un paralume.
Questo specifico episodio di intollerabile crudeltà non può essere completamente provato, ma lei è stata senza dubbio responsabile dell’uso di manodopera schiavizzata e ha aggredito personalmente i prigionieri. Ha anche ordinato alle unità delle SS di picchiare i prigionieri, con un episodio confermato in cui uno di questi pestaggi ha portato alla morte di un prigioniero.
Come i crimini di Ilse Koch hanno ispirato Ed Gein
Sebbene le storie dei crimini di Ilse Koch non siano state confermate nel suo processo, i media americani e la popolazione in generale hanno continuato a diffondere la notizia. Tra le tante storie violente che Ed Gein leggeva sulle riviste c’erano quelle degli orribili crimini di Koch. In seguito iniziò a scavare tombe e utilizzò la pelle umana per i suoi vari scopi.
Cosa accadde a Ilse Koch
Prima della fine della seconda guerra mondiale, le SS avviarono una propria indagine su Buchenwald a causa delle accuse di corruzione e appropriazione indebita di fondi rivolte a Karl-Otto Koch. Nell’agosto 1943, sia Karl che Ilse furono arrestati e processati. Karl fu condannato a morte, mentre Ilse fu assolto dalle accuse nel 1944. In seguito fu nuovamente arrestata dalle autorità statunitensi.
Ilse Koch fu nuovamente processata per crimini di guerra a Buchenwald e nel 1947 fu dichiarata colpevole. Essendo incinta, Koch evitò la pena di morte e fu incarcerata. A un certo punto, prima di essere nuovamente processata, la sua pena fu quasi ridotta, ma alla fine morì suicida nel 1967. Monster: La storia di Ed Gein sfiora appena la superficie della sua vita.
La terza stagione di Monster, La storia di Ed Gein è finalmente approdata su Netflix e, sebbene la controversa serie sia incentrata questa volta sul famigerato assassino Ed Gein, la serie esplora anche la scomparsa di Evelyn Hartley. Sebbene non sia chiaro esattamente quante persone Ed Gein abbia ucciso, le sue due vittime confermate, insieme alle sue inquietanti mutilazioni, lo hanno collegato a diversi altri crimini.
Uno di questi casi è quello di Evelyn Hartley. La quindicenne studentessa liceale è scomparsa mentre faceva da babysitter a La Crosse, nel Wisconsin, un fatto che Monster: La storia di Ed Gein riporta correttamente. Tuttavia, la serie indica che lei era una delle vittime di Gein, con l’assassino che ha perseguitato e alla fine ucciso la ragazza per avergli portato via il lavoro.
A loro merito, il cast di Monster: La storia di Ed Gein fa senza dubbio un ottimo lavoro nel rendere questa scena tragica inquietante ed emozionante come lo show intende, ma la vera storia riguardante il destino di Evelyn è molto diversa.
Ed Gein era sospettato della scomparsa di Evelyn Hartley
La terza stagione di Monster conferma quasi che Ed Gein abbia ucciso Evelyn Hartley, ma questo non è mai stato confermato, poiché non sono state trovate prove conclusive. Detto questo, era effettivamente collegato alla sua scomparsa. Durante la notte in cui Evelyn è scomparsa, Gein avrebbe fatto visita a dei parenti che vivevano vicino alla casa dei Rasmussen, dove Evelyn faceva da babysitter.
C’erano diversi indizi che Evelyn fosse effettivamente entrata nella casa e si fosse presentata al lavoro, poiché sul posto sono stati trovati capi di abbigliamento e libri di testo, rendendo Gein un possibile sospettato data la sua posizione. Tuttavia, durante l’interrogatorio, Gein ha negato qualsiasi coinvolgimento e la polizia non è riuscita a collegarlo alla scomparsa della ragazza, nonostante la sua reputazione.
Sebbene molti credano ancora che Gein sia il probabile colpevole, è emersa una registrazione in cui Clyde “Tywee” Peterson affermava che Evelyn era stata rapita e successivamente uccisa, implicando se stesso, Jack Gaulphair e una terza parte non identificata. Purtroppo, nonostante le autorità avessero promesso di approfondire questi dettagli, non ci sono stati ulteriori sviluppi.
Il fatto che la serie Netflix ritragga Gein come l’assassino confermato in questo caso è esattamente il motivo per cui alcuni ritengono che Monster – stagione 3 non avrebbe dovuto essere realizzata, poiché dipinge un quadro falso degli eventi reali. Tuttavia, almeno porta l’attenzione su questa tragedia straziante che rimane irrisolta ancora oggi.
La scomparsa di Evelyn Hartley nel 1953 rimane un mistero
Nonostante ciò che suggerisce Monster: La storia di Ed Gein, la scomparsa di Evelyn Hartley rimane un mistero a distanza di oltre 70 anni. Oltre agli oggetti appartenenti a Evelyn trovati all’interno della casa dei Rasmussen, c’erano anche segni di effrazione sulla finestra e macchie di sangue nel giardino.
Inoltre, sono stati successivamente trovati indumenti insanguinati corrispondenti a quelli di Evelyn e la polizia ritiene che sia stata rapita prima di essere portata in auto, poiché i cani da traccia hanno perso le sue tracce. Tutte le prove indicano un rapimento di qualche tipo, ma il suo corpo non è mai stato ritrovato e, senza un’arma del delitto o un assassino definitivo, il caso non è mai stato risolto.
Di conseguenza, la versione dei fatti di Monster: La storia di Ed Gein è pura finzione e rappresenta solo una delle possibili teorie su ciò che è accaduto. È impossibile escludere Gein come sospettato, dato che era un killer attivo al momento della scomparsa, ma nonostante una lunga indagine, non c’è mai stata una risposta definitiva su ciò che è realmente accaduto a Evelyn Hartley.
Il film horror francese The Deep Dark (2023), diretto da Mathieu Turi, si inserisce in una tradizione cinematografica che ha visto la Francia produrre opere di genere capaci di coniugare tensione psicologica e atmosfere cupe. Questo film si distingue per la sua ambientazione claustrofobica e l’elemento sovrannaturale, richiamando alla mente pellicole come The Descent (2005) di Neil Marshall e As Above, So Below (2014), ma con un’impronta più marcatamente francese, caratterizzata da un ritmo teso e una narrazione concentrata sui personaggi.
Ambientato nel 1956 nel nord della Francia, The Deep Dark segue un gruppo di minatori che, durante una missione sotterranea, scoprono una cripta antica e risvegliano una creatura mostruosa. Il film esplora temi come la paura dell’ignoto, la lotta per la sopravvivenza e la tensione tra la modernità e le leggende ancestrali. Turi, noto per il suo precedente lavoro Meander (2020), continua dunque a esplorare il tema della claustrofobia, ma in questo caso lo arricchisce con elementi horror lovecraftiani, creando un’atmosfera di terrore psicologico e fisico.
Il film ha ricevuto recensioni contrastanti: se da un lato è stato apprezzato per la sua capacità di creare suspense e per l’originalità della trama, dall’altro è stato criticato per la mancanza di profondità nei personaggi e per alcune scelte narrative che non hanno pienamente soddisfatto le aspettative. Nonostante ciò, The Deep Dark ha ottenuto riconoscimenti in festival internazionali, tra cui il Fantastic Fest, dove è stato premiato come miglior film horror. Nel resto dell’articolo, si fornirà una spiegazione dettagliata del finale del film e del suo significato simbolico.
La trama di The Deep Dark
Il film è ambientato nel Nord della Francia nel 1956. Amir (Amir El Kacem), un giovane immigrato marocchino in cerca di fortuna, viene assunto come manovale in una miniera di carbone. Incaricato di unirsi a una squadra esperta guidata da Roland Neuville (Samuel Le Bihan), Amir partecipa a una missione insolita. Deve accompagnare il misterioso Professor Berthier (Jean-Hugues Anglade) a oltre mille metri di profondità per eseguire delle rilevazioni geologiche. Ma qualcosa nel comportamento del professore non convince la squadra. Berthier insiste per scavare in un punto preciso della miniera, ignorando ogni protocollo di sicurezza. Quando una frana improvvisa li intrappola nel sottosuolo, i minatori cercano disperatamente una via di fuga.
Durante l’esplorazione, si imbattono però in una grotta antichissima: la cripta dei Dannati di Saint Louis, teatro di un misterioso crollo avvenuto esattamente cento anni prima, che aveva sepolto vivi decine di uomini. Tra resti umani, iscrizioni oscure e reliquie dimenticate, la squadra scopre un sarcofago sigillato appartenente a una civiltà arcaica. Spinti dalla curiosità, alcuni membri profanano la tomba, risvegliando una creatura primordiale, assetata di sangue, decisa a tornare a regnare sulla superficie. Intrappolati nei cunicoli bui e senza possibilità di comunicare con l’esterno, i minatori devono affrontare non solo le insidie del sottosuolo, ma anche la furia sovrannaturale che hanno inconsapevolmente scatenato.
La spiegazione del finale del film
Nel terzo atto di The Deep Dark, la tensione raggiunge il suo apice quando Amir e il gruppo di minatori sopravvissuti affrontano le conseguenze delle loro scelte e dell’avidità che li ha spinti a cercare il tesoro nascosto. Dopo aver scoperto la cripta custodita da Moknorot, la creatura mostruosa legata alla leggenda della miniera, il gruppo si trova intrappolato tra crolli, passaggi labirintici e trappole ancestrali. La creatura, risvegliata dalla profanazione della tomba, inizia a eliminare i minatori uno ad uno, generando una serie di inseguimenti claustrofobici e mortali all’interno dei tunnel, con la paura e il senso di colpa che crescono in modo palpabile.
Il climax del film si sviluppa con Amir e i suoi compagni costretti a fare scelte drastiche: seguire percorsi sconosciuti o affrontare direttamente Moknorot. L’esplorazione della cripta rivela camere sacrificali e simboli misteriosi, lasciando intravedere l’arrivo imminente di un’entità ancora più grande, un “Grande Antico” alla maniera lovecraftiana. Berthier, il professore, spinto dalla sua ossessione per il tesoro e dal desiderio di controllo, si lascia sorprendere dalla creatura, trovando una morte cruenta. Intanto, Amir deve affrontare un gioco mortale in cui la sopravvivenza passa attraverso l’ingegno, la collaborazione e il sacrificio, mentre la creatura continua a seminare terrore tra i superstiti.
Il finale del film vede Amir e Roland affrontare Moknorot in un confronto diretto, utilizzando il detonatore lasciato a disposizione come ultima risorsa per fermare la creatura. Nonostante le numerose perdite tra i compagni, i due protagonisti riescono a sacrificarsi, facendo esplodere la miniera e distruggendo il mostro. Questa conclusione chiude la narrazione principale con una risoluzione fisica e simbolica, in cui l’avidità, la curiosità e la sete di potere vengono punite, mentre il coraggio e il sacrificio emergono come valori centrali. L’epilogo sottolinea il costo umano di affrontare l’ignoto e il sovrannaturale.
Il finale mette dunque in luce come The Deep Dark completi i temi principali del film: la claustrofobia, la lotta per la sopravvivenza e il confronto tra l’uomo e l’ignoto. La morte dei protagonisti e dei minatori meno cauti rappresenta la punizione per l’avidità e per la mancanza di rispetto verso forze antiche e incomprensibili. La scelta di far sopravvivere Amir fino all’ultimo momento utile, pur sacrificandosi, riflette il tema della redenzione personale attraverso il coraggio e la collaborazione. L’orrore diventa quindi anche morale, oltre che fisico, e sottolinea la tensione psicologica costruita lungo tutto il film.
Infine, The Deep Dark lascia al pubblico un messaggio complesso: la curiosità e il desiderio di possesso senza rispetto per le regole e per l’ambiente possono portare a conseguenze devastanti, mentre il coraggio, l’ingegno e il sacrificio personale emergono come strumenti di salvezza, anche a costo della vita. La narrazione enfatizza come l’uomo debba misurarsi con forze che lo sovrastano, rispettando la memoria storica e le leggende che custodiscono insegnamenti antichi. In questo senso, il film unisce l’horror fisico a una riflessione più profonda sulle responsabilità individuali e collettive.
I Mercenari 3(qui la recensione), uscito nel 2014, rappresenta il terzo capitolo della saga action ideata da Sylvester Stallone, confermando il tono esplosivo e l’elevata intensità di combattimenti che hanno caratterizzato i precedenti due film. Il franchise, noto per il suo stile diretto e spettacolare, porta in scena un gruppo di mercenari d’élite impegnati in missioni impossibili, combinando azione ad alto tasso adrenalinico e un approccio volutamente nostalgico agli action movie anni ’80 e ’90. Questo terzo episodio si inserisce nella saga come un punto di svolta, puntando a rendere ancora più grandi le scene d’azione e a intensificare i conflitti interni tra i protagonisti.
Rispetto ai primi due film, I Mercenari 3 introduce alcune novità significative sia sul piano narrativo sia visivo. La trama si concentra maggiormente sui tradimenti e sulle alleanze all’interno della squadra, ampliando il livello di tensione e creando un’atmosfera di suspense più marcata. L’azione diventa ancora più spettacolare, con sequenze di combattimento elaborate, esplosioni e sparatorie che superano per intensità quelle dei capitoli precedenti. Inoltre, il film gioca sulla dinamica tra veterani e nuove reclute, mostrando un mix di esperienza e impeto giovanile che rinfresca il ritmo della saga senza tradirne lo spirito originale.
Il cast di I Mercenari 3 si conferma come uno dei punti di forza del franchise, arricchendosi di volti noti del cinema d’azione e di star emergenti. Oltre a Stallone, tornano Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Randy Couture, Terry Crews e Arnold Schwarzenegger, mentre nuovi ingressi come Harrison Ford, Wesley Snipes e Mel Gibson offrono nuove dinamiche e ulteriori tensioni tra i personaggi. Questa combinazione di veterani e nuovi attori garantisce al film un impatto scenico notevole e un senso di leggenda del genere action. Nel resto dell’articolo verrà proposta una spiegazione dettagliata del finale, analizzando come si risolve la storia e quali temi vengono sollevati nella conclusione.
In questo terzo capitolo i valorosi mercenari liberano Doc, amico di vecchia data di Barney Ross, dalla prigionia per convincerlo ad unirsi alla loro nuova missione. Il gruppo, infatti, ha intenzione di intercettare una nave carica di bombe a scopo militare diretta in Somalia. Giunti sul luogo, tuttavia, si imbattono in Conrad Stonebanks e rimangono coinvolti in una feroce sparatoria. Conrad ha intenzione di vendicarsi di Ross che anni prima tradì il loro legame per venderlo al governo. Tornati negli Stati Uniti, Ross ha un incontro con l’agente della CIA Max Drummer, che gli concede una seconda occasione per catturare Stonebanks e farlo processare per i sui atroci crimini di guerra.
Spaventato però dall’idea di perdere uno dei suoi uomini, in quella che si preannuncia una missione impossibile, Ross riunisce i mercenari e gli comunica la volontà di voler continuare da solo l’inseguimento di Stonebanks. Giunto a Las Vegas, Ross chiede all’amico Bonaparte di formare un nuovo team composto da reclute giovani e scaltre. Mentre Bonaparte arruola l’ex-marine John Smilee e rifiuta l’ex soldato spagnolo Galgo, a causa della sua età avanzata, Ross incontra Trench Mausser e lo coinvolge nella cattura di Stonebanks. Il loro piano sembra inizialmente funzionare, ma Stonebanks può avvalersi dell’aiuto di molti alleati e riuscirà ben presto a ribaltare la situazione.
La spiegazione del finale del film
Nel terzo atto de I Mercenari 3, la tensione raggiunge il suo apice quando Barney Ross e la nuova squadra di giovani mercenari si ritrovano faccia a faccia con Conrad Stonebanks nella base azmenistana. La situazione è critica: Stonebanks ha catturato i membri più giovani del team e ha piazzato esplosivi con un conto alla rovescia di 45 secondi. La costruzione è sorvegliata dall’esercito locale e da veicoli corazzati, mentre Stonebanks cerca di mettere uno contro l’altro i mercenari veterani e i nuovi arrivati. Barney riesce a convincere tutti a collaborare e, con l’ausilio del jammer di Thorn, guadagnano tempo prezioso per organizzare l’attacco e pianificare la fuga.
La battaglia finale è un turbinio di combattimenti corpo a corpo, sparatorie e azione ad alta tensione. I veterani e i nuovi membri del gruppo si muovono con coordinazione, abbattendo gli uomini di Stonebanks mentre Drummer e Trench forniscono supporto dall’alto con l’elicottero. Barney affronta personalmente Stonebanks in un duello fisico intenso, dimostrando la sua superiorità sia strategica sia fisica. Nonostante la parità iniziale, Barney riesce a mettere Stonebanks al tappeto, e, di fronte all’ennesima provocazione del nemico, lo uccide freddamente. Subito dopo, i dispositivi esplosivi si attivano, ma tutti i membri sopravvivono grazie al tempestivo intervento e alla fuga tramite l’elicottero.
Il finale di I Mercenari 3 evidenzia chiaramente i temi di lealtà, collaborazione e redenzione che attraversano l’intero film. L’unione tra veterani e nuovi membri sottolinea come esperienza e giovinezza possano integrarsi, superando rivalità e diffidenze iniziali. Barney, scegliendo di non cedere all’impulso di vendetta immediata nei confronti di Stonebanks in precedenza, dimostra autocontrollo e leadership, elementi chiave per il successo della missione. La conclusione enfatizza inoltre l’idea di una squadra che, se coesa, può affrontare sfide impossibili, anche quando il nemico sembra avere il totale controllo della situazione.
Questo finale permette anche di chiudere il tema della giustizia personale e professionale: Barney consegna Stonebanks alla morte come atto definitivo di punizione, senza compromessi né esitazioni. L’azione combinata di tutti i membri della squadra evidenzia come la forza collettiva e la fiducia reciproca siano essenziali per superare pericoli apparentemente insormontabili. La sequenza esplosiva finale diventa metafora della purificazione e della conclusione di vecchi conflitti, sancendo la vittoria dei valori fondamentali della saga: coraggio, lealtà e onore tra uomini d’azione.
Il messaggio finale del film ribadisce l’importanza della collaborazione tra generazioni e dell’equilibrio tra esperienza e innovazione. La squadra rinnovata dei Mercenari dimostra che, pur affrontando sfide estreme e nemici formidabili, il lavoro di squadra, la fiducia reciproca e il coraggio individuale possono garantire il successo. La celebrazione finale al bar rappresenta non solo il sollievo per essere sopravvissuti, ma anche la continuità della leggenda dei Mercenari, pronti ad affrontare nuove missioni, simbolo di un ethos che lega veterani e nuovi arrivati in un’unica, indissolubile fratellanza.
All’inizio del film del 2012 The Impossible (qui la recensione), tutto procede alla perfezione per Maria Bennett (Naomi Watts), suo marito Henry (Ewan McGregor) e i loro tre figli, Lucas (Tom Holland), Thomas (Samuel Josin) e il piccolo Simon (Oaklee Pendergast). Sono venuti in Thailandia per le vacanze di Natale del 2004. Si stanno godendo il resort di lusso, partecipando alle usanze locali e godendosi la compagnia reciproca. Girano persino dei video della mattina di Natale, immortalando i ragazzi esuberanti che scartano i regali e vivono l’emozione delle vacanze.
Non sanno che il giorno seguente le loro vite saranno sconvolte da uno dei peggiori disastri naturali che abbiano mai colpito la costa sud-orientale dell’Asia. The Impossible è basato sulla storia vera dell’inaspettata tragedia dello tsunami dell’Oceano Indiano del 2004 e della lotta per la sopravvivenza della famiglia Belon-Alvarez, con gli eventi raccontati nel film tratti dalle esperienze di persone reali. Il finale del film è tanto sorprendente quanto improbabile, quindi ripercorriamo tutto ciò che accade nell’emozionante conclusione del film.
La famiglia Bennett viene travolta da uno tsunami devastante
Dopo aver trascorso una giornata perfetta in un resort di lusso, i Bennett subiscono un trauma che la maggior parte di noi non potrebbe mai immaginare. Un’onda enorme si abbatte rapidamente sulla costa e travolge tutto e tutti. Non c’è tempo per mettersi al riparo o cercare un terreno più elevato, perché l’onda li travolge in pochi secondi. Maria e Lucas, incredibilmente, riescono a ricongiungersi dopo un’esperienza orribile e straziante in cui rischiano di annegare, ma non hanno idea di cosa sia successo a Henry e ai due bambini più piccoli, entrambi di età inferiore ai dieci anni. La prima metà del film segue le vicissitudini di Maria e Lucas.
Inizialmente, tutto ciò a cui pensano i nostri protagonisti è la sopravvivenza. Le acque scorrono impetuose e veloci, spazzando via la terra sottostante. Lucas e Maria vengono trascinati via abbastanza vicini l’uno all’altra e alla fine riescono a ricongiungersi, ma non prima che Maria sia gravemente ferita dalla violenta corrente. Lei subisce un profondo taglio alla gamba, che peggiora progressivamente con l’insorgere dell’infezione. Spetta al giovane Lucas farsi avanti e salvarla. Lucas si dimostra all’altezza del compito e riesce non solo a trascinare Maria attraverso le rovine, ma anche a raccogliere un bambino di nome Daniel che in qualche modo è riuscito a sopravvivere allo tsunami.
Dopo aver portato Maria e Daniel in un ospedale di triage fatiscente, invaso sia dai sopravvissuti feriti che dai morti, Lucas si pone come missione non solo quella di assicurarsi che Maria venga curata, ma anche quella di aiutare le altre vittime a ricongiungersi con le loro famiglie. Ritroviamo Henry a circa metà del film. È tornato a quello che resta dell’hotel. Con grande sollievo del pubblico, anche Simon e Thomas sono lì e stanno bene, tutti e tre praticamente illesi. Henry dice a Thomas che manderà lui e il suo fratellino con un gruppo in un rifugio sicuro sulle montagne, mentre lui continuerà a cercare Mari e Lucas.
Il povero Thomas è comprensibilmente terrorizzato all’idea di separarsi dal padre, ma Henry gli dice che deve essere coraggioso e prendersi cura del piccolo Simon di cinque anni. Dopo che i ragazzi se ne sono andati, un gentile sconosciuto permette a Henry di usare il suo telefono per chiamare casa (dopo che un americano maleducato glielo aveva negato). Questo porta a una delle scene più emozionanti del film. Mentre è al telefono con il padre di Maria, scoppia a piangere, ma ritrova la forza per promettergli che troverà il resto della sua famiglia e li riporterà a casa.
Come si riunisce la famiglia in The Impossible?
È il giorno dopo e le condizioni di Maria sono peggiorate notevolmente, al punto che sembra che possa morire. Henry è arrivato all’ospedale dove sappiamo che si trovano Lucas e Maria (ma Henry non lo sa). Quando Lucas intravede il padre da un piano superiore, gli corre dietro ma alla fine lo perde di vista, e mentre è in mezzo alla strada, inizia a gridare a squarciagola il suo nome. Henry sta per andarsene credendo che non siano lì, ma vede una palla rossa simile a quella con cui stavano giocando all’inizio del film. Allo stesso tempo, il gruppo con Tomas e Simon arriva all’ospedale con il camion malandato. Proprio mentre il camion sta per partire, sentono le urla di Lucas e corrono da lui, i tre fratelli finalmente riuniti.
Mentre si abbracciano, Henry vede i ragazzi e chiama Lucas, riunendo il padre e i tre figli in una delle scene più belle del film. Lucas li porta da Maria, che sta ancora resistendo a stento. Mentre lei viene operata, i ragazzi Bennett aspettano notizie, confortati solo dal fatto di essere di nuovo insieme. Lucas riesce a dormire un po’ quando sogna sua madre che riesce incredibilmente a superare l’onda brutale che sta per annegarla, per poi riemergere trionfante in superficie. Si sveglia con suo padre Henry che gli dice che sua madre è sopravvissuta all’intervento. La famiglia riesce a organizzare il trasporto dalla Thailandia a Singapore, dove lei riceverà le migliori cure possibili.
La famiglia Bennett vola verso la salvezza alla fine di The Impossible
Maria è ancora in condizioni critiche quando viene messa su una barella e portata su un aereo vicino che porterà la famiglia fuori dall’isola e a Singapore. Lucas e Maria hanno uno scambio emotivo prima del decollo, e lui riesce a dirle che il piccolo Daniel è sopravvissuto ed è con suo padre. Hanno pochi secondi per rendersi conto di quanto siano fortunati ad essere a bordo dell’aereo e ad allontanarsi dalla devastazione causata dallo tsunami. Prima del decollo vediamo diversi messaggi. Uno è il nome “Muriel Barnes” scritto sull’avambraccio di Maria. Lei è una delle 230.000 persone morte nel tragico tsunami causato dal terremoto nell’Oceano Indiano.
Henry trova un biglietto nella sua tasca con scritto: “Siamo tornati alla spiaggia”. Si tratta di un biglietto lasciato a Karl (Sonke Mohring) da sua moglie, che purtroppo indica che la sua famiglia è morta. Karl è un uomo tedesco che lo ha accompagnato nella ricerca della sua famiglia. La scena finale ritrae una Maria malata ma circospetta che guarda fuori dal finestrino dell’aereo, completamente sopraffatta sia fisicamente che emotivamente. Piange mentre guarda la costa distrutta e la devastazione mentre volano verso la salvezza, concludendo così il film con una nota agrodolce.
Cosa ci lascia il film The Impossible
Il film The Impossible lascia dunque un messaggio potente e universale sulla resilienza umana, l’amore familiare e la speranza in situazioni disperate. Attraverso la vicenda dei Bennett, lo spettatore assiste a una prova estrema della forza interiore necessaria per sopravvivere a eventi traumatici come lo tsunami del 2004. La determinazione di Maria, Henry e dei loro figli nel ricongiungersi, nonostante ferite fisiche e psicologiche, mostra come la solidarietà, il coraggio e la fiducia reciproca possano permettere di superare l’impossibile. Alla fine, il film celebra la capacità di affrontare la tragedia, valorizzando l’umanità e i legami familiari come ancora di salvezza.
Dall’iconico Sons of Anarchy a Rebel Moon, fino alle nuove sfide su Apple TV+, Charlie Hunnam è uno degli attori britannici più versatili della sua generazione. Con il suo fascino ruvido e il carisma da protagonista, ha saputo conquistare pubblico e critica muovendosi con naturalezza tra cinema d’autore e grandi blockbuster. Ecco 10 curiosità e fatti poco noti su Charlie Hunnam.
Charlie Hunnam: i film e le serie in cui ha recitato
10. Ha partecipato a noti lungometraggi. Hunnam debutta al cinema in Che fine ha fatto Harold Smith? (1999), ma si fa notare con Abandon – Misteriosi omicidi (2002), Ritorno a Cold Mountain (2003) e Hooligans (2005). Seguono I figli degli uomini (2006), Pacific Rim (2013) e Crimson Peak (2015). Negli anni successivi recita in Civiltà perduta (2016), King Arthur – Il potere della spada (2017), Papillon (2017), Triple Frontier (2019), The Gentlemen (2020). e Rebel Moon – Parte 1 e 2 (2023–2024) di Zack Snyder. Sul fronte seriale, ha conquistato la critica con Shantaram (2022), dramma Apple TV+ tratto dal romanzo di Gregory David Roberts, e con Monster: La storia di Ed Gein (2025), antologia true crime di Netflix. È inoltre impegnato nella nuova serie Criminal (2026), sempre per Apple TV+, ispirata ai fumetti di Ed Brubaker.
Charlie Hunnam in Sons of Anarchy
9. È noto per le serie TV. Prima di Hollywood, Hunnam si afferma in TV: dopo Queer as Folk (1999-2000) e Undeclared (2001-2003), diventa una star mondiale con Sons of Anarchy (2008-2014), dove interpreta Jackson “Jax” Teller. Il personaggio ribelle e tormentato gli regala fama internazionale e una candidatura ai Critics Choice Awards. Dopo quella esperienza, l’attore ha alternato cinema e televisione, tornando sul piccolo schermo con ruoli più maturi e complessi come in Shantaram e Monster: La storia di Ed Gein.
Charlie Hunnam: ha avuto una moglie
8. È stato sposato. Ancora sconosciuto, l’attore si presenta nel 1999 ai provini per la serie Dawson’s Creek. Pur non ottenendo alcun ruolo, qui conosce l’attrice Katharine Towne, con la quale dopo solo un mese convola a nozze. Tuttavia, la coppia non dura a lungo, e nel 2002 annunciano il divorzio.
Charlie Hunnam ha una fidanzata
7. Ha una relazione sentimentale. Dal 2005 l’attore è legato sentimentalmente a Morgana McNeils, designer di gioielli che vanta anche un proprio marchio personale. Piuttosto riservati, i due non hanno mai condiviso particolari aspetti della loro vita privata, limitandosi a farsi vedere insieme durante particolari eventi di gala.
Charlie Hunnam e il suo fisico
6. È noto per la sua forma fisica. Nel corso degli anni l’attore ha ricoperto diversi ruoli che richiedevano una forma fisica eccellente. L’attore ha infatti dichiarato di essere particolarmente attento a riguardo, praticando regolarmente esercizi fisici come anche molta attività sessuale, a suo giudizio fondamentale per tenersi in forma.
Charlie Hunnam in King Arthur
5. Si è allenato duramente. Per ricoprire il ruolo di Re Artù, l’attore aveva promesso a sé stesso che avrebbe raggiunto la miglior forma fisica possibile. Per raggiungere il suo scopo, Hunnam si impegnò ad eseguire oltre 500 addominali ogni giorno. Alla fine, riuscì nel suo intento, sfoggiando un fisico inedito e calzante per il ruolo.
4. È l’unico film da cui non ha sottratto nulla. L’attore è noto per essere solito portarsi via con sé, come ricordo, abiti o oggetti dai set a cui prende parte. Ha tuttavia dichiarato che quello di King Arthur è l’unico da cui non ha sottratto nulla.
Charlie Hunnam in Papillon
3. Aveva rifiutato il ruolo. Quando all’attore fu proposto il ruolo di Henri Charrière nel film Papillon, remake dell’originale con Steve McQueen, l’attore rifiutò non convinto del progetto e intimorito dal paragone con l’originale. Al suo posto venne scelto allora un altro attore, mentre Hunnam cominciava a pentirsi della sua scelta. Nel momento in cui l’attore scelto rinunciò al ruolo per altri impegni, Hunnam si impose per avere il ruolo.
2. Ha perso molto peso. Al momento delle riprese, l’attore aveva da poco terminato il set di Civiltà perduta, per cui aveva perso un totale di 18 chili. Per interpretare il suo ruolo in Papillon ha dovuto poi perdere ulteriore peso attraverso una dieta particolarmente stressante, arrivando ad un digiuno di circa dieci giorni.
Charlie Hunnam: età e altezza
1. Charlie Hunnam è nato a Newcastle upon Tyne, in Inghilterra, il 10 aprile 1980. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
I film horror sono tra i generi più longevi e affascinanti della storia del cinema. Fin dalle origini, quando Georges Méliès portò il soprannaturale sul grande schermo con i suoi esperimenti pionieristici, il pubblico ha imparato ad amare la paura come forma d’arte.Negli anni Venti e Trenta, il cinema espressionista tedesco ha definito l’immaginario del genere, con opere come Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene e Nosferatu il vampiro di F.W. Murnau, gettando le basi per tutto l’horror successivo.
Da allora, il genere ha attraversato epoche, mode e linguaggi: dagli iconici mostri della Universal agli slasher degli anni Ottanta, fino agli horror psicologici e ai nuovi incubi digitali del cinema contemporaneo.In questo approfondimento, ripercorriamo i film horror da vedere assolutamente, dai classici che hanno fatto la storia ai titoli più recenti che continuano a ridefinire il modo di spaventare – e affascinare – gli spettatori.
Film horror da vedere assolutamente: i classici che hanno fatto la storia del genere
Nel corso della storia del cinema, l’horror è stato spesso associato ai b-movie e ai bassi budget, ma ha saputo trasformare i suoi limiti in libertà creativa. Dalle pellicole indipendenti di culto ai capolavori d’autore, ecco i film horror da vedere assolutamente, quelli che hanno definito il linguaggio del genere e continuano a influenzare registi di ogni epoca.
Halloween – John Carpenter, 1978
Il capolavoro che ha ridefinito il concetto di paura suburbana. La notte di Halloween 1963 con Jamie Lee Curtis, il piccolo Michael Myers uccide la sorella e quindici anni dopo torna a colpire. Con un budget ridotto e un tema musicale entrato nella storia, Carpenter crea il prototipo dello slasher moderno, dove la tensione psicologica sostituisce gli effetti speciali.
La casa – Sam Raimi, 1981
Un gruppo di ragazzi scopre un libro maledetto in una capanna isolata. Da lì inizia l’incubo. La casa è un mix di artigianato, ironia e orrore puro, realizzato con appena 90 mila dollari e diventato un cult del cinema indipendente. Il film lanciò la carriera di Raimi e ispirò generazioni di registi.
Ring (Ringu) – Hideo Nakata, 1998
Il film giapponese che ha rivoluzionato l’horror orientale e dato origine a decine di remake. Una videocassetta maledetta, una telefonata, e sette giorni di tempo prima della morte. Ringu unisce folclore e tecnologia in una delle storie più inquietanti mai raccontate.
Nightmare – Dal profondo della notte – Wes Craven, 1984
Freddy Krueger entra nei sogni e trasforma l’inconscio in campo di battaglia. Con questo film, Craven crea una delle icone più riconoscibili dell’horror moderno, rendendo il sonno stesso un pericolo mortale.
Paranormal Activity – Oren Peli, 2007
Girato con micro-budget e telecamere fisse, è il film che ha rilanciato il found footage. Una giovane coppia filma la propria casa infestata e scopre lentamente l’orrore. Il successo al box office fu enorme, e il film divenne un fenomeno globale.
Saw – L’enigmista – James Wan, 2004
Due uomini si risvegliano incatenati in un bagno e scoprono di essere parte di un gioco letale. Saw unisce thriller psicologico e body horror in un meccanismo narrativo crudele e ipnotico, dando origine a una saga di culto e al sottogenere del torture porn.
Psycho di Alfred Hitchcock
Non sempre l’orrore nasce dal sangue o dal soprannaturale. Alcuni dei film più inquietanti della storia del cinema preferiscono scavare nella mente umana, giocando con l’ambiguità, la follia e l’invisibile. Sono opere che uniscono thriller, dramma e mistero, e che dimostrano come la paura più autentica possa nascondersi dietro la normalità.
Psycho – Alfred Hitchcock, 1960
Il maestro del brivido firma uno dei film più influenti di sempre. Psycho trasforma un semplice motel di provincia nel palcoscenico della paranoia e del doppio. Marion Crane fugge con una somma di denaro rubata, ma l’incontro con Norman Bates, proprietario apparentemente gentile e ossessionato dalla madre, la condurrà verso un destino spietato. Il celebre urlo sotto la doccia rimane una delle sequenze più iconiche del cinema mondiale.
Shining – Stanley Kubrick, 1980
Tratto dal romanzo di Stephen King, Shining è considerato da molti il miglior film horror di tutti i tempi. Jack Torrance, scrittore in crisi, accetta di sorvegliare un hotel isolato con la sua famiglia durante l’inverno. Ma la solitudine, la follia e le presenze che infestano l’albergo trasformeranno il soggiorno in un incubo. L’interpretazione di Jack Nicholson e l’uso visionario dello spazio e del suono fanno di Shining un capolavoro senza tempo.
The Others – Alejandro Amenábar, 2001
Un horror raffinato e inquietante che mescola thriller psicologico e gotico soprannaturale. Nicole Kidman interpreta Grace, madre iperprotettiva di due bambini sensibili alla luce, in una grande casa isolata nella campagna inglese. Quando iniziano a verificarsi strani fenomeni, la linea tra vivi e morti si fa sempre più sottile. The Others sorprende per la sua atmosfera elegante e per un colpo di scena entrato nella storia del genere.
Profondo rosso – Dario Argento, 1975
Profondo Rosso di Dario Argento
Un pilastro del giallo-horror italiano. Dopo l’omicidio di una medium, un pianista si ritrova coinvolto in un intrigo di morte e mistero. Argento costruisce un film dallo stile visivo inconfondibile, dove la musica dei Goblin, i colori saturi e i movimenti di macchina creano un’esperienza sensoriale di pura tensione.
Rosemary’s Baby – Roman Polanski, 1968
Tra paranoia e satanismo, Polanski realizza uno dei film più disturbanti del cinema moderno. Rosemary, giovane moglie in attesa di un figlio, inizia a sospettare che il suo vicinato e persino suo marito facciano parte di una setta diabolica. Rosemary’s Baby è un capolavoro di horror psicologico e critica sociale, che riflette le paure dell’America borghese e il controllo sul corpo femminile.
Film horror 2025: le uscite recenti da brivido e da non perdere
Il 2025 conferma la vitalità del cinema horror internazionale, capace di reinventarsi tra grandi saghe, nuove registe emergenti e produzioni indipendenti dal forte impatto visivo. Dai ritorni più attesi ai film rivelazione dei festival, ecco i film horror recenti da vedere nel 2025.
Weapons – Zach Cregger
Dopo il successo di Barbarian, Zach Cregger torna con un horror corale ambientato in una piccola cittadina americana, dove una serie di eventi apparentemente scollegati convergono in un finale disturbante. Tra tensione psicologica e violenza visiva, Weapons riflette sul rapporto tra paura collettiva e cultura delle armi negli Stati Uniti.
The Conjuring – Il rito finale – Michael Chaves
Capitolo conclusivo della celebre saga horror prodotta da James Wan. I coniugi Warren affrontano il caso più oscuro della loro carriera, tra possessioni, eresie e segreti vaticani. The Conjuring – Il rito finale promette un finale epico e terrificante per una delle serie più amate dagli appassionati, con Patrick Wilson e Vera Farmiga ancora protagonisti.
Smile 2 – Parker Finn
Sequel del successo del 2022, Smile 2 amplia l’universo del primo capitolo e sposta l’orrore dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Naomi Scott interpreta una popstar perseguitata dalla stessa maledizione psicologica che aveva terrorizzato milioni di spettatori. Tra trauma e ossessione, il film conferma Parker Finn come una delle nuove voci più promettenti del genere.
The First Omen – Arkasha Stevenson
Prequel del cult Il presagio (1976), racconta la nascita dell’Anticristo attraverso lo sguardo di una giovane suora americana trasferita a Roma. Con The First Omen, la regista Arkasha Stevenson realizza un horror elegante e viscerale, che fonde religione, corpo e potere con un approccio da cinema d’autore.
Immaculate – Michael Mohan
Sydney Sweeney interpreta una suora americana che si trasferisce in un convento isolato nelle campagne italiane, dove scopre un oscuro segreto. Immaculate gioca con i codici dell’horror religioso e la fisicità del corpo femminile, mescolando erotismo e blasfemia in un racconto teso e claustrofobico.
Longlegs – Osgood Perkins
Interpretato da Nicolas Cage, è uno dei film più discussi dell’anno. Longlegs racconta la caccia a un serial killer misterioso che sembra agire secondo un disegno satanico. Il film combina l’estetica anni ’90 di Seven con il terrore metafisico di Hereditary, in un crescendo di inquietudine quasi insostenibile.
Heretic – Scott Beck e Bryan Woods
Dai creatori di A Quiet Place, un horror psicologico ambientato in una casa sperduta dove due giovani missionarie vengono intrappolate da un misterioso predicatore. Atmosfera minimale, ritmo crescente e un’interpretazione intensa di Hugh Grant, qui in un ruolo totalmente inedito e disturbante.
Film Horror più spaventosi da vedere
Negli ultimi anni l’horror ha vissuto una vera e propria rinascita. I registi contemporanei hanno abbandonato i semplici jump scare per concentrarsi su paure più sottili e profonde: il trauma, la perdita, la solitudine, l’identità. L’orrore moderno è diventato emozionale e sensoriale, capace di inquietare lo spettatore anche dopo i titoli di coda. Ecco una selezione dei film horror più spaventosi da vedere, dove tensione, estetica e significato si fondono in esperienze cinematografiche uniche.
I Saw the TV Glow – Jane Schoenbrun, 2024
Prodotto da Emma Stone e Dave McCary, il film racconta l’amicizia tra due adolescenti che condividono la passione per una serie TV. Quando lo show viene cancellato, la loro realtà inizia a confondersi con la finzione. Un horror psicologico e queer che parla di identità e alienazione, con una malinconia che lascia il segno.
Talk to Me – Danny e Michael Philippou, 2023
Il fenomeno horror della A24. Un gruppo di ragazzi scopre un modo per evocare gli spiriti usando una mano imbalsamata, ma il gioco sfugge rapidamente al controllo. Talk to Me combina l’energia del teen horror con la tragedia del lutto, diventando uno dei film più terrificanti e originali degli ultimi anni.
Infinity Pool – Brandon Cronenberg, 2023
Figlio d’arte e visionario, Brandon Cronenberg firma un incubo sul privilegio e la decadenza morale. In un resort tropicale, uno scrittore e la moglie scoprono un sistema inquietante che permette ai ricchi di eludere la punizione. Infinity Pool è un viaggio disturbante nel corpo e nella colpa.
Birth/Rebirth – Laura Moss, 2023
Un horror femminile, clinico e disturbante. Una dottoressa e un’infermiera si confrontano con il confine tra vita e morte, maternità e ossessione scientifica. Birth/Rebirth rilegge il mito di Frankenstein in chiave contemporanea, con toni cupi e riflessioni etiche pungenti.
X – A Sexy Horror Story – Ti West, 2022
Texas, 1979. Una troupe di giovani cineasti si reca in una fattoria isolata per girare un film per adulti, ma i proprietari si rivelano spietati assassini. X: A Sexy Horror Story è un omaggio al cinema grindhouse e ai classici degli anni ’70, con una fotografia densa e un ritmo da cult istantaneo.
Candyman – Nia DaCosta, 2021
Rivisitazione intelligente del classico del 1992. Un artista in crisi risveglia accidentalmente la leggenda di Candyman, spirito vendicatore delle ingiustizie razziali. Prodotto da Jordan Peele, il film unisce impegno politico e terrore urbano.
Ultima notte a Soho – Edgar Wright, 2021
Un viaggio allucinato nella Londra anni ’60, tra moda, musica e incubo. Una giovane studentessa di design scopre che il suo idolo del passato nasconde un terribile segreto. Ultima notte a Soho è un horror elegante e malinconico, con un uso magistrale della colonna sonora.
L’uomo nel buio – Man in the Dark – Rodo Sayagues, 2021
Un veterano cieco vive isolato nei boschi con una ragazzina. Quando un gruppo di criminali la rapisce, lui scatena tutta la sua violenza. Man in the Dark è un home invasion teso e spietato, dove vittima e carnefice si scambiano continuamente ruolo.
Antlers – Spirito insaziabile – Scott Cooper, 2021
Prodotto da Guillermo del Toro, fonde horror e leggenda nativa americana. In una cittadina dell’Oregon, un bambino nasconde un terribile segreto che divora tutto ciò che ama. L’atmosfera fredda e la regia sobria lo rendono un piccolo gioiello di tensione visiva.
A Quiet Place – Un posto tranquillo – John Krasinski, 2018
Un mondo ridotto al silenzio. Una famiglia deve sopravvivere senza emettere suoni per non attirare creature letali. A Quiet Place è un horror minimalista ma potentissimo, dove il silenzio diventa l’elemento più spaventoso.
Hereditary – Le radici del male – Ari Aster, 2018
Forse il film più inquietante dell’ultimo decennio. Dopo la morte della nonna, una famiglia scopre segreti occulti e un destino di dannazione. Hereditary – Le radici del malemescola tragedia familiare e orrore esoterico in un crescendo devastante. Toni Collette offre una delle interpretazioni più intense mai viste in un horror.
Smile (2022) – Una psicologa affronta un’entità che si manifesta con un sorriso agghiacciante. Tra trauma e possessione, uno degli horror più incisivi degli ultimi anni.
Hush – Il terrore del silenzio (2016) – Una scrittrice sorda viene perseguitata nella sua casa isolata. Minimalista e claustrofobico, diretto da Mike Flanagan.
The Babadook (2014) – Il dolore della perdita si trasforma in mostro. Una parabola sull’elaborazione del lutto, inquietante e profonda.
Sinister (2012) – Ethan Hawke scopre inquietanti Super 8 che nascondono rituali satanici. Uno degli horror più spaventosi secondo gli studi scientifici sulla paura.
Insidious (2010) – James Wan firma un viaggio nell’aldilà con atmosfere oniriche e terrore crescente.
Extraterrestrial (2014) – Di Colin Minihan, un gruppo di ragazzi si imbatte in un’invasione aliena in una notte senza scampo.
Annabelle 2: Creation (2017) – Il prequel più efficace del franchise The Conjuring, ambientato in un orfanotrofio infestato da una bambola demoniaca.
Drag Me to Hell (2009) – Sam Raimi torna alle origini con un horror grottesco, cattivo e ironico.
The Messagger – The Haunting in Connecticut (2009) – Un classico moderno sulle case infestate, ispirato a una storia vera.
La notte dei morti viventi (film 1968) Il capolavoro di George A. Romero. La notte dei morti viventi è un film del 1968 diretto, scritto, fotografato, montato e musicato da George A. Romero e interpretato da Duane Jones, Judith O’Dea e Karl Hardma
The Witch (2015) Opera prima di uno dei migliori talenti emergenti Robert Eggers. Nel 1630, in Inghilterra, una famiglia di contadini accusa la giovane figlia di stregoneria quando il figlio più piccolo scompare misteriosamente.
Le streghe di Salem (2012) Di Rob Zombie. Dopo aver suonato un disco del gruppo ‘The Lords’, un DJ di una radio è tormentato da alcune visioni da incubo con streghe come protagoniste.
It Follows (2014) Uno dei film rivelazione degli ultimi anni. Diretto da David Robert Mitchell. In seguito a un incontro sessuale, un’adolescente è tormentata da visioni terrificanti e si convince di essere perseguitata da una presenza malefica.
Martyr diretto da Mazen Khaled – La tragica morte di un giovane al mare di Beirut fa sì che i suoi amici siano alle prese con la perdita e partecipino ai riti e alle cerimonie della sua comunità, smascherando gli scismi della città e le linee di frattura della sua società.
The Descent – Discesa nelle tenebre (2005) Diretto da Neil Marshall.Alcune ragazze esplorando una grotta rimangono intrappolate all’interno e devono fuggire da oscure creature.
The Orphanage è un film del 2007 diretto da Juan Antonio Bayona, vincitore di sei premi Goya, su quattordici candidature. Il film è stato presentato come Proiezione Molto Speciale alla 46º edizione della Semaine de la Critique all’interno del Festival di Cannes 2007.
Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) diretto dal regista Brian De Palma. Tormentata da una madre nevrotica e tirannica, Carrie affrona una difficile adolescenza. Inoltre la ragazza è oggetto di scherno delle sue compagne di scuola, fino a quando scopre di possedere dei poteri soprannaturali.
28 giorni dopo. Un potente virus che trasforma le persone in assassini fuoriesce da un laboratorio di ricerca inglese. In 28 giorni l’epidemia dilaga e i sopravvissuti si riuniscono per fuggire dalla città.
The Ring (2002). Quattro adolescenti muoiono in circostanze misteriose, esattamente una settimana dopo aver guardato una videocassetta contenente immagini terrificanti. Una giornalista coraggiosa decide di scoprire la verità che si nasconde dietro questa serie di omicidi spaventosi ed è disposta a mettere a rischio anche la propria vita.
Alien (1979). Dei marines devono scoprire perché la colonia del pianeta Archeron abbia misteriosamente interrotto i contatti con la base. Una volta atterrati, si trovano ad affrontare una creatura mostruosa che si prepara a sferrare l’attacco decisivo.
Omen – Il presagio (2006). In seguito alla morte del figlio, il diplomatico Robert Thorn e sua moglie decidono di adottare un bambino. Dal quel momento una serie di sinistri eventi sovrannaturali cominciano a funestare la vita della coppia.
Il giorno degli zombie (1985). Alcuni anni dopo il dilagare dei morti viventi sulla terra, pochi superstiti si trovano asserragliati in una base militare.
Il seme della follia (1994). Un detective si mette alla ricerca di un autore di romanzi dell’orrore e, sebbene confuso dalla vicenda che alterna eventi reali e fantastici, lo ritrova in una cittadina che non figura sulle carte geografiche.
The Blair Witch Project (1999) Cinque amici si avventurano nella foresta delle Black Hills, incuriositi dalla leggenda della strega di Blair. Durante la notte assistono a strani fenomeni e il mattino dopo, al risveglio, trovano la loro attrezzatura elettronica distrutta.
Il Sesto Senso (1999). Malcolm è uno psicologo infantile molto stimato e si trova doversi occupare del caso del piccolo Cole, un ragazzino di nove anni, ossessionato da spaventose apparizioni di spiriti.
Hostel (2005) Hostel è un film di genere horror del 2005, diretto da Eli Roth, con Jay Hernandez e Derek Richardson. Uscita al cinema il 24 febbraio 2006. Durata 90 minuti. Distribuito da Sony Pictures Releasing Italia,.
Annabelle (2014) I membri di una setta satanica assaltano la casa di una pacifica coppia, John e Mia, e, invocando un demone, trasformano una bambola d’epoca in un oggetto capace di diffondere il male supremo.
Unsane (2018) di Steven Soderbergh. Costretta dai medici a rimanere ricoverata in un istituto psichiatrico, una donna è convinta che uno dei membri del personale sia l’uomo che la perseguita e fa di tutto per rimanere al sicuro, cercando di uscire dalla clinica.
Non aprite quella porta (1974) Due fratelli decidono di andare in Texas per visitare la tomba del nonno insieme a tre amici. Sfortunatamente, una volta giunti sul posto, il gruppo si ritrova a dover sfuggire ad una famiglia di psicopatici.
L’esorcista di William Friedkin (1974). Regan McNeil, una ragazzina di 12 anni, viene posseduta dal demonio. Un giovane prete in crisi di fede, aiutato dal proprio anziano mentore, affronta la presenza demoniaca in un mortale duello.
Il silenzio degli Innocenti (2001) Uno psicopatico assassino è il terrore di giovani donne formose che aggredisce e scuoia. Solo Hannibal Lecter può aiutare a risolvere il caso, ma è detenuto in cella di isolamento in un manicomio criminale, essendo diventato uno psicopatico cannibale. Una giovane aspirante agente dell’FBI, Clarice Starling, prima ancora di completare il suo addestramento viene incaricata da Crawford di contattare lo psichiatra, per averne lumi intesi ad individuare e fermare il mostro.
The Visit (2015). Due fratelli, Becca e Tyler, devono passare una settimana nella fattoria dei propri nonni in Pennsylvania, ma presto i ragazzi scoprono che la coppia di anziani è coinvolta in qualcosa di inquietante.
Orphan (2009) Quando la loro terzogenita Jessica viene alla luce senza vita Kate e John, per superare il trauma, decidono di adottare una bambina russa.
La mosca di David Cronenberg (1987) Uno scienziato riesce a costruire un avveniristico congegno in grado di teletrasportare la materia, ma commette un errore durante un esperimento e si trasforma lentamente in un disgustoso ibrido tra un umano e una mosca.
Film horror da vedere su Netflix
Netflix continua a essere uno dei punti di riferimento per gli amanti dell’horror. Nel suo catalogo convivono grandi classici e produzioni più recenti, capaci di soddisfare ogni tipo di spettatore: dai cult psicologici ai film sovrannaturali, passando per lo slasher e il thriller paranormale. Ecco i film horror da vedere su Netflix oggi, una selezione che unisce paura, tensione e qualità cinematografica.
Delirium (2018)
Un uomo con disturbi mentali viene rilasciato dagli ospedali psichiatrici e confinato nella villa del padre recentemente scomparso. Ma tra i corridoi della casa si nascondono presenze inquietanti e segreti mai sepolti.
Split (2016)
Dall’autore di The Sixth Sense, M. Night Shyamalan, un thriller psicologico teso e disturbante. James McAvoy interpreta un uomo con ventitré personalità diverse che rapisce tre ragazze. Il film sfocia nell’horror puro e apre la strada al crossover Glass.
The Conjuring 2 – Il caso Enfield (2016)
I coniugi Warren affrontano una nuova indagine paranormale nella Londra degli anni ’70. James Wan firma un sequel impeccabile, con atmosfera gotica e tensione costante.
Gothika (2003)
Halle Berry interpreta una psichiatra che si risveglia come paziente del manicomio dove lavorava, accusata di omicidio. Un mystery-horror che gioca sul tema della mente e della colpa.
1922 (2017)
Adattamento da Stephen King: un contadino confessa l’omicidio della moglie, ma la sua colpa lo perseguita in modi sempre più spettrali. Un horror rurale, cupo e psicologico.
Lo squalo (Jaws, 1975)
Il capolavoro di Steven Spielberg che ha terrorizzato generazioni. L’orrore nasce dal mare e dalla tensione dell’attesa. Un classico senza tempo.
Il rituale (The Ritual, 2017)
Quattro amici si inoltrano nei boschi svedesi per un’escursione commemorativa, ma si imbattono in un antico male nordico. Un horror mitologico e atmosferico da non perdere.
IT – Capitolo 1 e 2 (2017–2019)
L’adattamento più riuscito del romanzo di Stephen King. Il clown Pennywise torna a Derry per terrorizzare una nuova generazione. Due film intensi e visivamente grandiosi.
Scappa – Get Out (2017)
Il film che ha reinventato l’horror sociale. Jordan Peele costruisce una satira inquietante sul razzismo contemporaneo, tra tensione psicologica e momenti da brivido.
Annabelle 3 (2019)
La bambola più famosa del cinema horror torna a seminare terrore nella casa dei Warren. Un episodio carico di tensione e citazioni, perfetto per i fan del franchise The Conjuring.
Dottor Sleep (2019)
Il sequel di Shining diretto da Mike Flanagan. Ewan McGregor interpreta Danny Torrance adulto, ancora perseguitato dagli spettri dell’Overlook Hotel. Un horror malinconico e visivamente maestoso.
La redenzione – The Delivery Man (2023)
Un thriller-horror psicologico che racconta la redenzione impossibile di un uomo tormentato dai sensi di colpa. Crudo, realistico e sorprendentemente emotivo.
Malevolent (2018)
Due fratelli truffatori fingono di indagare su case infestate, ma durante un lavoro scoprono che gli spiriti sono reali. Una ghost story britannica dal ritmo crescente.
Apostolo (Apostle, 2018)
Diretto da Gareth Evans (The Raid), è un horror storico e rituale ambientato su un’isola isolata. Religione, violenza e fanatismo si fondono in un incubo visivo.
Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre, 1974)
Il cult di Tobe Hooper che ha ridefinito il genere. Leatherface e la sua famiglia di cannibali rimangono tra le immagini più disturbanti della storia del cinema.
Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
Freddy Krueger perseguita gli adolescenti nei loro sogni. L’idea di Wes Craven rimane una delle più geniali e terrificanti mai portate sul grande schermo.
Annabelle (2014)
Il primo film dedicato alla bambola maledetta. Una coppia scopre che l’oggetto ereditato dalla loro casa è infestato da una forza demoniaca. Tensione crescente e atmosfere gotiche.
So cosa hai fatto (I Know What You Did Last Summer, 1997)
Slasher anni ’90 per eccellenza: un gruppo di amici è perseguitato da un misterioso assassino dopo un incidente stradale. Tra i classici del post-Scream.
Saw – L’enigmista (2004)
Due uomini intrappolati in una stanza devono affrontare una serie di prove mortali imposte da un serial killer. Il film che ha reinventato l’horror sadico e psicologico.
Veronica (2017)
Dal regista di REC, Paco Plaza. Una seduta spiritica in una Madrid afosa si trasforma in un incubo paranormale. Tra i film più inquietanti del catalogo Netflix.
Insidious (2010) e Insidious 2 (2013)
James Wan costruisce una saga di terrore sull’aldilà e le dimensioni parallele. Due capitoli che uniscono jump scare, tensione e dramma familiare con grande efficacia.
Creep (2014)
Un filmmaker risponde a un annuncio online e si trova intrappolato in un gioco perverso. Un found footage minimalista e disturbante che sfrutta l’imbarazzo e la tensione quotidiana come vere armi di paura.
Horror su Netflix: dove la paura è sempre accesa
Che si tratti di case infestate, serial killer o incubi psicologici, Netflix offre una panoramica completa dell’horror di ieri e di oggi. Tra i grandi classici e i nuovi originali, è la piattaforma ideale per esplorare le mille forme della paura — senza mai sapere davvero cosa ti aspetta al prossimo play.
Migliori film horror di sempre
Dalle ombre del cinema muto ai capolavori moderni firmati da registi come Kubrick, Polanski e Ari Aster, il genere horror ha attraversato oltre un secolo di evoluzione senza mai perdere la capacità di spaventare e affascinare. Al centro, un’unica grande verità: la paura riflette il tempo in cui nasce. Ecco dunque una selezione dei migliori film horror di sempre, quelli che hanno definito la storia del genere e continuano a influenzare il cinema contemporaneo.
L’esorcista – William Friedkin, 1973
L’archetipo dell’horror moderno. La possessione della giovane Regan e il drammatico esorcismo affrontato da due sacerdoti restano tra le immagini più forti mai viste al cinema. Un film che parla di fede, colpa e male assoluto, con una messa in scena di potenza ineguagliata.
Psycho – Alfred Hitchcock, 1960
Con il suo montaggio e la celebre scena della doccia, Hitchcock rivoluziona per sempre il linguaggio del cinema. Psycho è la nascita dell’horror psicologico e del thriller moderno: la paura dell’altro che si nasconde dentro di noi.
Shining – Stanley Kubrick, 1980
Isolamento, follia e visioni sovrannaturali: Kubrick trasforma il romanzo di Stephen King in una sinfonia visiva dell’orrore. Jack Nicholson è leggendario in una delle performance più disturbanti della storia del cinema.
Rosemary’s Baby – Roman Polanski, 1968
Un incubo urbano in cui paranoia e maternità si intrecciano. Polanski svela il lato oscuro dell’America borghese, costruendo una tensione crescente senza mai mostrare esplicitamente l’orrore.
Halloween – John Carpenter, 1978
Michael Myers e il suo respiro metallico segnano la nascita dello slasher contemporaneo. Carpenter dimostra come la tensione possa essere creata con semplicità, ritmo e una colonna sonora iconica.
Profondo Rosso – Dario Argento, 1975
Capolavoro del giallo italiano e simbolo dell’horror d’autore. Musica dei Goblin, colori accesi e omicidi coreografici: un’esperienza sensoriale che ha fatto scuola in tutto il mondo.
The Texas Chainsaw Massacre – Tobe Hooper, 1974
Realismo documentaristico e violenza viscerale. Non aprite quella porta è un pugno nello stomaco che ha ridefinito il concetto di terrore. La figura di Leatherface è ormai leggenda.
The Blair Witch Project – Daniel Myrick e Eduardo Sánchez, 1999
Il film che ha cambiato il modo di raccontare la paura. Girato con pochi mezzi e grande ingegno, ha inaugurato il filone del found footage, terrorizzando il pubblico senza mostrare quasi nulla.
Hereditary – Le radici del male – Ari Aster, 2018
L’erede spirituale dei grandi classici. Hereditary unisce dramma familiare e orrore occulto in un crescendo psicologico devastante. Toni Collette è da antologia.
The Descent – Discesa nelle tenebre – Neil Marshall, 2005
Claustrofobico, feroce e pieno di adrenalina. Un gruppo di donne intrappolate in una grotta si trova faccia a faccia con un orrore primitivo. Potente metafora della paura del buio e dell’ignoto.
The Ring – Gore Verbinski, 2002
Remake americano del giapponese Ringu, il film che ha rilanciato l’horror orientale in Occidente. L’immagine del pozzo e della videocassetta maledetta è entrata nell’immaginario collettivo.
Nightmare – Dal profondo della notte – Wes Craven, 1984
Freddy Krueger, l’assassino che uccide nei sogni, è una delle icone più inquietanti del cinema pop. Un mix perfetto di fantasia, ironia e pura paura.
I capolavori che hanno fatto la storia
Da Nosferatu il vampiro (1922) di Murnau a Il gabinetto del dottor Caligari (1920), passando per Frankenstein (1931) e L’isola del dottor Moreau (1932), i primi decenni del Novecento hanno gettato le basi dell’immaginario horror. Ogni epoca ha poi avuto i suoi maestri: Hitchcock, Carpenter, Argento, Friedkin, Kubrick, Aster. Tutti diversi, ma uniti dallo stesso scopo: trasformare la paura in arte.
Conclusione: la paura come specchio del nostro tempo
Dai cult del passato ai nuovi maestri dell’orrore, il cinema horror continua a evolversi, riflettendo le paure, le ansie e le contraddizioni di ogni epoca. Che si tratti di demoni interiori, case infestate o mostri simbolici, ogni film nasconde qualcosa di più profondo: la paura di ciò che non comprendiamo, ma che riconosciamo dentro di noi.
Guardare un horror, ieri come oggi, significa affrontare il buio — sullo schermo e nella mente. Ed è forse proprio per questo che, più di ogni altro genere, l’horror rimane vivo, necessario, irresistibilmente umano.
Se amate la tensione e l’adrenalina del genere, scoprite anche il nostro approfondimento sui film thriller da vedere: suspense, misteri e grandi classici imperdibili.
Il nuovo trailer di Predator: Badlands, il film d’azione targato 20th Century Studios. Predator: Badlands è diretto da Dan Trachtenberg (Prey, 10 Cloverfield Lane) e segna l’attesissimo ritorno del franchise sul grande schermo con una storia che espande e ridefinisce l’universo di Predator.
La trama Predator: Badlands
Ambientato nel futuro su un pianeta remoto e letale, Badlands segue le vicende di un giovane Predator emarginato (interpretato dall’emergente Dimitrius Schuster-Koloamatangi) che trova un’improbabile alleata in Thia (Elle Fanning, candidata agli Emmy e ai Golden Globe) mentre intraprende un viaggio insidioso alla ricerca del suo avversario finale. Prodotto da John Davis, Dan Trachtenberg, Marc Toberoff, Ben Rosenblatt e Brent O’Connor, Predator: Badlands arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 6 novembre.
Non abbiamo visto Freddy Krueger (interpretato in origine da Robert Englund) infestare lo schermo dal tanto bistrattato remake del 2010 di Nightmare – Dal profondo della notte con Jackie Earle Haley di Watchmen, ma una recente indiscrezione affermava che potrebbe finalmente esserci “qualche movimento” su un reboot del classico franchise horror.
I diritti statunitensi di Nightmare – Dal profondo della notte sono tornati agli eredi dello sceneggiatore e regista Wes Craven nel 2019, ma la New Line mantiene i diritti internazionali. L’ultima volta che abbiamo sentito, gli eredi stavano “accettando proposte“, ma hanno ancora bisogno della New Line o di un accordo con un altro distributore nazionale per procedere con un nuovo film.
Se e quando uscirà un nuovo film di Nightmare on Elm Street, è altamente improbabile che rivedremo il Freddy Krueger originale Robert Englund con il guanto a lama e il maglione a righe, ma questo non significa che non sarebbe interessato a interpretare di nuovo il personaggio in un mezzo diverso.
Durante un’intervista con Fangoria, a Robert Englund è stato chiesto se sarebbe disponibile a doppiare “Il figlio bastardo dei mille maniaci” in un progetto animato. “Oh, certo. Voglio dire, sono comunque molto impegnato con il doppiaggio. Ho appena fatto Pinocchio: Unstrung, sono il grillo cattivo. Mi piace l’idea. Quando partecipo alle convention e ai festival cinematografici, mi trovo di fronte a così tante fantastiche illustrazioni di Freddy Krueger, concepite in così tanti modi, che si tratti di storyboard, di una grande e violenta graphic novel, di un fumetto, di poster o persino di una versione comica di Freddy. Le adoro.”
In un’intervista separata con Bloody Disgusting, Robert Englund ha discusso della possibilità che un altro attore prenda il posto di Freddy, rispondendo anche a una voce secondo cui Kevin Bacon potrebbe essere stato preso in considerazione per interpretare il sadico Demone dei Sogni. “Penso che, per il bene del franchise, abbiano bisogno di trovare qualcuno come Doug Jones. Anni fa, ho sentito che stavano prendendo in considerazione Kevin Bacon per Freddy Krueger. Kevin ha recitato in un paio dei miei film horror preferiti; adoro Stir of Echoes e ovviamente Tremors. Adoro Kevin come attore. È un vero caratterista, solo che è imprigionato nel corpo di un protagonista, ma Kevin è anche molto fisico. Ho pensato che fosse un’ottima scelta, ma questo è successo circa cinque anni fa. So che ora ha tutti questi altri progetti e non sta ringiovanendo, quindi probabilmente non sarebbe interessato.”
Se prima o poi dovessimo realizzare un reboot di Nightmare, diremmo che lo studio sarebbe più propenso a scegliere un attore relativamente sconosciuto per il ruolo di Krueger.
Nel classico film slasher di Wes Craven, diversi adolescenti del Midwest cadono preda di Freddy Krueger (Robert Englund), un maniaco notturno sfigurato che si impossessa degli adolescenti nei loro sogni, uccidendoli poi nella realtà. Dopo aver indagato sul fenomeno, Nancy (Heather Langenkamp) inizia a sospettare che un oscuro segreto custodito dai genitori suoi e dei suoi amici possa essere la chiave per svelare il mistero, ma riusciranno Nancy e il suo fidanzato Glen (Johnny Depp) a risolvere l’enigma prima che sia troppo tardi?
La direzione artistica del Trailers FilmFest, formata da Francesca Sofia Allegra e Alessandro De Simone, è lieta di annunciare i nomi dei giurati che assegneranno i premi dei diversi concorsi per l’edizione 2025.
La scelta è caduta su professionisti di ogni settore, che giudicheranno i finalisti in base ai parametri artistici, ma anche alla performance ottenuta dalla campagna di promozione.
“Pitch Trailer, Idee di film da realizzare” è il premio che offre la possibilità ad aspiranti registi, ma anche a professionisti già nel settore, di raccontare il loro progetto attraverso un trailer. Ricordiamo che c’è ancora tempo fino al 15 ottobre per presentare il proprio progetto. Tutti i dettagli e il regolamento del Pitch Trailer sono disponibili a questo indirizzo: https://www.trailersfilmfest.com/pitch-trailer-2025/
Per il primo anno dalla sua nascita, il Trailers FilmFest avrà una giuria che giudicherà anche il Miglior Poster dell’anno, per dare maggior pregio e professionalità a un premio che riconosce il lavoro di professionisti e di interi team di creativi.
La giuria per il Premio al Miglior Poster
Luca Della Grotta
David Messina
Domenico Prestopino
Ecco anche l’elenco dei trailer e dei poster finalisti:
Ecco il nuovo trailer italiano di Bugonia, il film che Yorgos Lanthimos ha presentato al Concorso di Venezia 82 e che sigla la sua nuova fortunata collaborazione con Emma Stone.
La trama di Bugonia
Due giovani ossessionati dalle teorie del complotto rapiscono l’influente CEO di una grande azienda, convinti che sia un’aliena decisa a distruggere il pianeta Terra.
Nella nostra recensione, scriviamo di Bugonia: “Le tinte da thriller cospirazionale, già parzialmente esplorate nel secondo segmento di Kinds of Kindness, diventano in Bugonia spunto di indagine emotiva: dietro a ogni complotto intravisto, a ogni manipolazione effettuata, si nasconde in realtà un’enorme sofferenza, almeno da parte di chi inizialmente avremmo solo disprezzato.”
Bugonia esce nelle sale italiane distribuito da Universal Pictures e vede nel cast, al fianco di Stone, Jesse Plemons, Aidan Delbis, Stavros Halkias, Alicia Silverstone
Venerdì 3 ottobre ha avuto inizio la 5a edizione di DOCUSFERA, la rassegna con cui Sentieri Selvaggi traccia le traiettorie del cinema documentario italiano contemporaneo, realizzata con il contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero della Cultura e del Municipio 1 Roma Centro. La proiezione di Steve e il Duca e l’incontro con Germano Maccioni ha dato il via anche alla retrospettiva dedicata a Franco Maresco, le cui date sono state svelate nella presentazione del palinsesto degli eventi autunnali di Sentieri Selvaggi, tutti come sempre gratuiti su prenotazione.
L’attesissimo incontro con Franco Maresco è quindi in programma il 9 ottobre, dopo la proiezione delle 19:30 di Enzo, domani a Palermo! (1999; 60’) che racconta l’organizzatore cinematografico Enzo Castagna, collaboratore di celebri registi come De Sica, Coppola e Pasolini. La retrospettiva continua sabato 11 ottobre, sempre a partire dalle 19:30, con due cortometraggi: La mia battaglia (2016; 30’) di Maresco, conversazione con la leggendaria fotografa e sua amica Letizia Battaglia, e Apocalypsever – Franco Maresco (2020; 30’) di Luis Fulvio, che ripercorre frammenti di discorsi di Maresco sul finire del lockdown. A seguire il regista Luis Fulvio incontrerà il pubblico e la redazione di Sentieri Selvaggi.
Alle 21:00, continua DOCUSFERA con Una storia d’acqua (2025; 69’) di Giacomo Caldarelli, che incontrerà il pubblico dopo la proiezione del suo documentario, incentrato sulla misteriosa tenacia di Marco Fratini nel tentare il giro a nuoto del Lago di Garda.
Venerdì 3 ottobre è stato anche presentato il palinsesto degli eventi di Sentieri Selvaggi, a partire dai Premi Sentieri Selvaggi. Si tratta di Mario Martone, con Fuori premiato come Miglior Film Italiano, Sidney Sibilia per Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 come Miglior Serie TV, e Giovanni Tortorici, con Diciannove eletto Miglior Esordio della stagione cinematografica.
Gli incontri tra i premiati e il pubblico di Sentieri Selvaggi avranno luogo a partire da novembre.
Altri due eventi completano il palinsesto. Il 10 ottobre dalle 19:30 si terrà, infatti, la presentazione delle ultime uscite editoriali di Sentieri Selvaggi, ossia due lavori monografici e l’ultimo numero della rivista cartacea SentieriSelvaggi21st. Presenteremo, quindi, Tony Scott. Cinema a velocità massima di Alessio Baronci, che affronta la carriera del regista di Una vita al massimo e Top Gun, e Mike Flanagan. Liturgie del fantasma, tra cinema e tv di Guglielmo Siniscalchi, pubblicazione incentrata su uno degli esponenti di punta dell’horror contemporaneo e realizzata con il contributo della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali. Infine, spazio al n.21 del cartaceo SentieriSelvaggi21st, con la cover story “Hideo Kojima – La profezia del cinema” incentrata sul leggendario autore di Metal Gear e Death Stranding.
Per il 25 ottobre è invece prevista la notte bianca diffusa delle scuole d’arte del Lazio, con una serata speciale aperta a tutti.
Nel 1993 le Sorelle Sanderson cambiarono per sempre l’intrattenimento di Halloween e, con la rinnovata popolarità di Hocus Pocus su Disney+, cogliamo ora l’occasione per raccontarvi alcune curiosità sul film che ha dato inizio a un vero e proprio franchise, con un sequel nel 2022 e un terzo capitolo in lavorazione.
La trama di Hocus Pocus (1993)
Nel 1693 a Salem, le streghe Sanderson rapiscono la piccola Emily Binx per succhiarle la linfa vitale. Il fratello Thackery tenta di salvarla ma viene trasformato in un gatto nero immortale. Impiccate dagli abitanti, le streghe lanciano una maledizione: un vergine che accende la Candela dalla Fiamma Nera può riportarle in vita. Trecento anni dopo, Max, sua sorella Dani e l’amica Allison risvegliano le streghe. Inseguimenti e inganni seguono, con l’aiuto del gatto Binx e dello zombie Billy. Max si sacrifica, e all’alba le streghe muoiono, Binx viene liberato e i ragazzi tornano al sicuro.
La curiosità su Hocus Pocus (1993)
Durante una proiezione per il ventesimo anniversario di questo film, Doug Jones ha rivelato che le falene che gli escono dalla bocca alla fine sono reali, non frutto di CGI. In un’intervista del 2018 con Bloody Disgusting, il truccatore ed effetti speciali Tony Gardner ha affermato che l’attore indossava un “mouth rig”, una tasca di lattice attaccata alla dentiera che bloccava la gola di Jones per far uscire le falene. “C’era un piccolo foro nella parte posteriore della tasca in modo che Doug potesse tossire un po’ d’aria attraverso di essa… Un addetto alla manutenzione degli animali infilava diverse falene nella tasca con delle pinzette, poi i punti venivano incollati e noi facevamo uscire l’inquadratura in modo che potessero arrivare alla ripresa il più velocemente possibile”, ha detto Gardner.
Sarah Jessica Parker ha affermato di aver trovato l’imbracatura della scopa volante così comoda che, invece di essere calata a terra durante le lunghe pause tra una ripresa e l’altra, si portava addosso una copia del New York Times per leggerla mentre rimaneva sospesa in aria.
Il ruolo di Max Dennison fu inizialmente offerto a Leonardo DiCaprio. Lui rifiutò per apparire in Buon compleanno Mr. Grape (1993).
Durante un’intervista del 10 febbraio 2008 al programma della BBC “Breakfast”, Bette Midler dichiarò che questo era il suo film preferito tra tutti. Il suo altro ruolo cinematografico preferito, secondo la sua autobiografia “Bette Midler: Still Divine”, era quello di doppiare la barboncino Georgette in Oliver & Company (1988).
La città di Salem, Massachusetts, ha utilizzato il film come tema per la parata di apertura degli Haunted Happenings del 2018, in concomitanza con il 25° anniversario del film. L’ufficio locale del National Parks Service ha realizzato una bambola di Winifred vestita con una delle loro uniformi, mentre la Saltonstall School ha realizzato un carro allegorico ispirato a Thackery.
Sean Murray ha interpretato la versione umana di Binx, e l’attore Jason Marsden ha doppiato il personaggio, sia nella sua forma umana che in quella felina. Nel 2017, Marsden ha dichiarato al Daily Beast che i produttori hanno doppiato la sua voce sopra quella di Murray perché l’attore suonava “contemporaneo” e pensavano che sarebbe stato più realistico se Binx avesse avuto “un accento ricercato” dello stesso periodo delle streghe.
Diverse scene compaiono nei vari trailer originali che non sono incluse nella versione ufficiale del film. Tra queste, Mary e Sarah che spingono Winnifred nella piscina della scuola, le streghe circondate da bambini che chiedono “dolcetto o scherzetto” e le streghe che incontrano Billy solo per lamentarsi del suo “odore nauseabondo”, Mary e Winnifred che ispezionano gli armadietti della scuola e Mary che fa uno spuntino in un supermercato solo per essere trascinata fuori da Winifred.
Il film uscì nel luglio 1993 per sfruttare le vacanze estive dei bambini. Anche evitare la concorrenza con Nightmare Before Christmas (1993), l’altro film di Halloween della Disney di quell’anno, potrebbe aver avuto un ruolo.
Contrariamente a quanto si dice, la canzone che Sarah Sanderson canta dal cielo non è stata scritta da Edgar Allan Poe, né ha lo stile o la metrica che avrebbe usato. Fu scritta appositamente per il film da Brock Walsh e composta da James Horner. Questa è l’unica musica del film che non è stata composta da John Debney.
Quando Bette Midler sale sul palco alla festa di Halloween in città, dice “Ciao Salem, mi chiamo Winifred. E tu?“. Questa è una parodia della famosa frase “Ciao a tutti, mi chiamo Rose, e tu?” pronunciata da Madam Rose nel musical “Gypsy”. Midler ha interpretato Madam Rose nella versione televisiva, Gypsy (1993), lo stesso anno in cui è uscito questo film.
Film culto che ha generato un sequel (con un terzo capitolo in arrivo), Hocus Pocus del 1993 è un vero e proprio caso Disney, che, arrivato da noi direttamente in Home Video, ha generato una pletora di fan che ancora oggi adorano le Sorelle Sanderson. Ma quali sono gli snodi più importanti della storia? Eccoli di seguito!
Nel 1693, a Salem, Thackery Binx scopre che la sorellina Emily è stata attirata nel bosco da Sarah Sanderson, una delle tre streghe Sanderson — insieme a Winifred, la leader, e Mary. Nella loro capanna, le tre preparano una pozione magica composta da ingredienti raccapriccianti per succhiare la linfa vitale della bambina e ringiovanire. Thackery tenta di fermarle, ma arriva troppo tardi: Emily muore, e le sorelle recuperano la giovinezza. Come punizione, Winifred trasforma Thackery in un gatto nero immortale, condannandolo a vivere per sempre con il senso di colpa.
Gli abitanti di Salem catturano le streghe e le impiccano, ma prima di morire Winifred lancia una maledizione: se in futuro un vergine accenderà la Candela dalla Fiamma Nera durante la notte di Halloween, loro torneranno in vita.
300 anni dopo
Nel 1993, Salem celebra di nuovo Halloween. Max Dennison, adolescente trasferitosi dalla California, non crede alle leggende locali. Durante una lezione, discute con la compagna Allison, appassionata di storia, che gli spiega il vero significato di Halloween. Più tardi, costretto ad accompagnare la sorellina Dani a fare “dolcetto o scherzetto”, Max incontra di nuovo Allison e, per impressionarla, accetta di visitare con lei la vecchia casa delle sorelle Sanderson, ora chiusa al pubblico dopo strani eventi.
All’interno, Allison mostra loro il libro di incantesimi di Winifred e la Candela dalla Fiamma Nera, realizzata, secondo la leggenda, con la pelle di un impiccato. Nonostante l’avvertimento, Max — scettico — accende la candela, riportando accidentalmente in vita le tre streghe proprio come predetto.
Il ritorno delle Sanderson
Appena tornate, Winifred, Mary e Sarah riscoprono il loro libro e percepiscono la presenza di bambini nelle vicinanze. Tentano subito di catturare Dani per succhiarle la linfa vitale, ma Max interviene. Con l’aiuto di Allison e di un gatto parlante — che si rivela essere Thackery Binx, il fratello di Emily — i tre riescono a fuggire portando via il libro magico. Binx li conduce in un cimitero, terreno sacro dove le streghe non possono entrare, e racconta la sua storia.
Tuttavia, Winifred evoca il suo ex amante Billy Butcherson, resuscitandolo come zombie per recuperare il libro. Il gruppo riesce a scappare attraverso le fogne, mentre le streghe, confuse dalla modernità, vagano per Salem convinte che i bambini mascherati siano veri mostri.
La notte di Halloween
Le sorelle, spaesate dal mondo moderno, credono che un uomo travestito da diavolo sia il loro “Padrone” e lo seguono fino a casa, solo per essere cacciate via dalla moglie infuriata. Intanto Max, Dani, Allison e Binx cercano di avvisare i genitori durante una festa di Halloween al municipio, ma nessuno li prende sul serio.
Winifred, Mary e Sarah si uniscono allo spettacolo e incantano la folla con la canzone I Put a Spell on You, costringendo tutti a ballare senza sosta. I ragazzi riescono a fuggire e attirano le streghe nella scuola locale, dove le chiudono in un forno e le bruciano. Convinti di averle eliminate, tornano a casa.
Il libro degli incantesimi e la trappola finale
Mentre Max e Allison si rilassano, decidono di consultare il libro magico per liberare Thackery dalla maledizione. Appena lo aprono, un fascio di luce s’innalza nel cielo, rivelando alle streghe — ancora vive — la loro posizione. Winifred, Mary e Sarah si lanciano all’inseguimento, rapiscono Dani e Binx e recuperano il libro. Sarah, con la sua voce incantatrice, ipnotizza tutti i bambini di Salem, attirandoli verso la casa delle Sanderson per completare il rituale.
Allison e Max escogitano un piano: usando la luce artificiale dei fari dell’auto, fingono che sia già sorto il sole e spaventano le streghe, liberando Dani e Binx. Ma Winifred, furiosa, prepara un’ultima dose della pozione e decide che sarà proprio Dani la vittima finale.
Lo scontro nel cimitero
Il gruppo fugge di nuovo al cimitero, dove Billy — stanco di servire Winifred — si schiera dalla loro parte. Mentre i bambini si rifugiano dietro un cerchio di sale protettivo, le streghe li inseguono a bordo delle loro scope (o, nel caso di Mary, un aspirapolvere). Durante la battaglia finale, Winifred cattura Max e cerca di succhiargli la linfa vitale dopo che lui, per salvare la sorella, ha bevuto la pozione al suo posto.
Ma Winifred finisce accidentalmente su terra consacrata: il contatto la pietrifica, e il primo raggio del sole la trasforma in polvere insieme alle sorelle Mary e Sarah. La maledizione si spezza: Billy torna nella sua tomba, e Thackery, finalmente libero, muore ma riappare in forma umana per salutare i ragazzi prima di raggiungere la sorellina Emily nell’Aldilà.
Il finale di Hocus Pocus
Con la scomparsa delle Sanderson, Salem torna alla normalità. I genitori dei bambini, liberati dall’incantesimo, lasciano il ballo ignari di quanto accaduto. Max, Dani e Allison osservano l’alba, sollevati per aver sconfitto il male. Tuttavia, nel silenzio della casa delle streghe, il libro di Winifred si riapre lentamente, mostrando un occhio che si muove: un segno inquietante che le sorelle Sanderson potrebbero, un giorno, tornare ancora.
Terry Gilliam, 84 anni, aveva in programma di realizzare un ultimo film per concludere la sua carriera, intitolato Carnival at the End of Days, con un cast che avrebbe incluso Johnny Depp, Jeff Bridges, Adam Driver, Jason Momoa, Tom Waits, Asa Butterfield ed Emma Laird. Il progetto, tuttavia, è naufragato pochi mesi prima dell’inizio delle riprese a causa di problemi di finanziamento. Interrogato sulla possibilità che il film si realizzi, lo stesso Gilliam ha dichiarato: “Non credo proprio”.
In una recente intervista per celebrare il cinquantesimo anniversario di Monty Python e il Santo Graal, il regista si è infatti detto rassegnato riguardo al destino del progetto: “Penso che questo film non si farà. Probabilmente è la prima volta che lo dico pubblicamente. Quindi sono un po’ preoccupato nel dirlo — probabilmente questo lo condannerà.” Gilliam ha inoltre commentato le difficoltà incontrate nel mondo del cinema indipendente, sottolineando la complessità dei rapporti con i finanziatori. “Nel mondo del cinema indipendente incontri tante persone intraprendenti e interessanti… Ti promettono la luna, e la luna non si muove.”
Carnival at the End of Days avrebbe raccontato la storia di Dio (interpretato daJeff Bridges) che decide di cancellare l’umanità per via della distruzione del pianeta, presentata come una commedia. L’unico personaggio a tentare di salvare l’umanità sarebbe stato Satana (Johnny Depp), preoccupato di restare senza occupazione in assenza di esseri umani. Il personaggio, insieme a un gruppo di giovani, cerca di convincere Dio a scegliere dei nuovi Adamo (Asa Butterfield) ed Eva (Emma Laird). Gilliam ha definito il film una commedia anche in questo contesto: “Dio avrà comunque la possibilità di spazzare via l’umanità. È una commedia.”
Negli ultimi decenni, Gilliam ha costruito un repertorio di film memorabili, tra cui Monty Python e il Sacro Graal, Paura e Delirio a Las Vegas e L’esercito delle 12 scimmie e L’uomo che uccise Don Chisciotte, realizzato dopo innumerevoli difficoltà. Gilliam ha spesso affrontato difficoltà con i produttori, come accadde anche con Brazil nel 1985. Con il fallimento di Carnival at the End of Days, il futuro della sua carriera resta incerto. La vicenda sottolinea le difficoltà dei registi indipendenti nel realizzare progetti ambiziosi che richiedono investimenti importanti, soprattutto quando si tratta di autori storici e ormai anziani, come Gilliam.
Tom Cruise è specializzato nel entusiasmare il pubblico con acrobazie folli nei film d’azione, ma il suo prossimo progetto delizierà e forse sconvolgerà i fan con un tipo di follia completamente diverso, stando a quanto affermato dal regista Alejandro González Iñárritu. Il due volte premio Oscar, alla guida del progetto, ha infatti promesso in una recente intervista a IndieWire che la performance di Cruise nel loro prossimo film commedia dark senza titolo “sorprenderà il mondo”, aggiungendo: “La gente vedrà qualcosa di nuovo”.
Il regista premio Oscar per Birdmane Revenantha anche parlato in termini entusiastici del suo rapporto di lavoro con Cruise: “I suoi modi, la sua comprensione, la sua passione, la sua integrità e il modo in cui si prepara. Ama il processo. Il cinema è la sua vita da 40 anni. Non ho mai visto nessuno così devoto. Sono stato felice di condividere con lui quella passione. E allo stesso tempo, abbiamo costruito un incredibile rapporto di fiducia reciproca”.
Iñárritu ha poi parlato del divertimento che ha avuto con Tom Cruise e il resto del cast sul set del film. “Ci siamo divertiti un mondo. È stata una sfida, ma è stata una commedia folle. E abbiamo riso molto”. Le precedenti dichiarazioni di Iñárritu sul suo film ancora senza titolo del 2026 chiariscono che questa volta non ci saranno acrobazie alla Mission: Impossible per Cruise, anche se ci sarà comunque una certa dose di follia:
“Quello che posso dirvi è che si tratta di una commedia folle di proporzioni catastrofiche. È pazzesca. Mi fa ridere ogni giorno. La versatilità che ho scoperto lavorando con Tom è senza precedenti per me come regista”, ha dichiarato Iñárritu parlando con Deadline. Lo stesso Cruise ha definito la collaborazione con Iñárritu, due volte vincitore dell’Oscar, un’“esperienza straordinaria”.
Il cast del film include Sandra Hüller, protagonista di Anatomia di una caduta, John Goodman, Michael Stuhlbarg, Sophie Wilde, Riz Ahmed, Jesse Plemons ed Emma D’Arcy di House of the Dragon. Le riprese della commedia di Iñárritu e Cruise si sono concluse a maggio dopo sei mesi e il regista ha dichiarato che il film sarà in post-produzione fino a marzo. L’uscita del film è prevista per il 2 ottobre 2026.
L’universo DC sta portando sul grande schermo uno dei supercattivi più iconici di Batman con Clayface, che già promette di distinguersi nell’universo condiviso di James Gunn. Con Tom Rhys Harries nel ruolo di Matt Hagen, alias Clayface, il film è incentrato su un attore che subisce una trasformazione mostruosa, che gli permette di mutare forma e diventare chiunque desideri. James Watkins è il regista, basandosi su una sceneggiatura di Mike Flanagan.
Ora, durante una nuova intervista con Collider, Max Minghella, uno dei pochi membri del cast confermati nel film tratto dal fumetto, ha parlato del suo prossimo debutto cinematografico. Dato che “sta lavorando a Clayface proprio ora a Londra”, la star ha assicurato che il film non lesinerà sugli elementi horror. “Penso di poter dire con certezza che ci saranno [elementi horror]: è un film come si deve. La sceneggiatura è davvero fantastica”, ha detto parlando dell’aspetto horror. Secondo Gunn, il film di Watkins sarà vietato ai minori, rendendolo il primo di questo tipo della timeline DCU.
Al momento sono stati rivelati pochi dettagli sulla trama, ma abbiamo appreso che Matt Hagen sarà al centro dell’attenzione. Nei fumetti, era il secondo Clayface, un avventuriero che si è trasformato in un mostro dopo aver incontrato una pozza radioattiva di protoplasma. Questo è cambiato in Batman: The Animated Series, dove è stato ritratto come un attore che usava una crema anti-età per sembrare più giovane. Dopo essersi scontrato con il suo creatore, Roland Daggett, Hagen viene immerso in una vasca di quella sostanza e diventa il “classico” Clayface che tutti conoscete dai fumetti.
Stando ad alcuni rumor emersi online, la storia di Clayface sarà incentrata su un attore in ascesa il cui volto è sfigurato da un gangster. Come ultima risorsa, il divo si rivolge a uno scienziato eccentrico per poter ottenere nuovamente il suo fascino. All’inizio l’esperimento ha successo, ma le cose prenderanno presto una piega inaspettata.
Poiché Clayface sarà ambientato nell’universo DC, i fan dovrebbero aspettarsi molti collegamenti con l’universo più ampio, e saremmo molto sorpresi se Batman apparisse o fosse anche solo menzionato. Il produttore Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura di Flanagan, sottolineando che il film sarà effettivamente un film horror in piena regola, sulla scia di La mosca di David Cronenberg, ma si dice trarrà anche ispirazione dal successo horror di Coralie Fargeat, The Substance.
“Clayface, vedete, è una storia horror hollywoodiana, secondo le nostre fonti, che utilizza l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie B che si inietta una sostanza per rimanere rilevante, solo per scoprire che può rimodellare il proprio viso e la propria forma, diventando un pezzo di argilla ambulante”, ha dichiarato Safran.
Tom Rhys Harries interpreterà il personaggio principale di Clayface, il film dei DC Studios. Il film vedrà anche la partecipazione di Max Minghella nel ruolo di John, un detective di Gotham City che inizia a nutrire sospetti sulla relazione tra la sua fidanzata Caitlin e Matt Hagen. Naomi Ackie interpreta invece proprio Caitlin Bates, amministratrice delegata di un’azienda biotecnologica che cura Matt dopo che questi è stato sfigurato.
Il film è basato su una storia di Mike Flanagan, attore di La caduta della casa degli Usher (l’ultima bozza è stata firmata da Hossein Amini, sceneggiatore di Drive), con James Watkins, regista di Speak No Evil, alla regia.
Clayface è attualmente previsto per l’arrivo nelle sale l’11 settembre 2026.
Chi possiede animali domestici e frequenta spesso le cliniche veterinarie sa bene quanto molti di questi luoghi — soprattutto quelli moderni e patinati — abbiano ormai sposato un modello quasi da supermercato, spingendo prodotti e snack a ogni occasione. Animal, la nuova commedia spagnola di Netflix (titolo originale Old Dog, New Tricks), prende in giro proprio questo mondo eccessivamente capitalista, offrendo una satira ironica ma mai moralistica.
Al centro della storia c’è Anton, un veterinario di mezza età dal carattere ruvido e diretto, costretto per motivi economici ad adattarsi a un ambiente professionale che non gli appartiene. La serie alterna comicità e riflessione sociale, riuscendo a far sorridere senza perdere di vista il messaggio.
Perché Anton entra alla Kawanda?
Animal inizia con Anton, veterinario trasandato che vive in Galizia e fatica a sbarcare il lunario. I suoi clienti non lo pagano in denaro, ma con latte e uova: in campagna i pazienti sono soprattutto mucche. L’unica via d’uscita sembra essere Vicente, un amico-nemico che tenta di coinvolgerlo in una truffa immobiliare per arricchirsi rapidamente.
Anton, però, rifiuta di firmare i documenti truffaldini e decide invece di accettare un posto nella moderna clinica Kawanda, gestita dalla nipote Uxia. Qui resta sconvolto dal clima aziendale: più che curare gli animali, l’obiettivo è soddisfare i clienti, spesso ignoranti in materia. Anton si ritrova così a gestire casi assurdi — come cani “dislessici” o conigli “asessuali” — mentre le valutazioni dei clienti determinano la sua sopravvivenza lavorativa.
I colleghi (Xoel, Bernardo, Roy e Angela) non lo accolgono con entusiasmo, anche se Angela gli mostra un minimo di gentilezza. Uxia cerca di aiutarlo, soprattutto dopo essere andata a vivere con lui in seguito al tradimento del fidanzato Miguel.
Nel tentativo di migliorare la propria reputazione, Anton accetta di operare Carmina, il cane anziano di Victor e Ana, una coppia in crisi. Pur sapendo che l’operazione è inutile, decide di fingere l’intervento per dar loro speranza: un gesto che rivela la sua umanità e che Uxia approva, nonostante la cinica politica della clinica.
Anton firma il documento?
La serie sorprende quando, nel quinto episodio, Anton decide di firmare il documento che aveva rifiutato all’inizio. La scelta, apparentemente incoerente, si spiega con la sua crescente ansia e insoddisfazione. Anton, nostalgico della vita semplice in campagna, si sente schiacciato dal mondo competitivo e artificiale della Kawanda.
Le cose peggiorano quando entra in scena Nuno, un giovane veterinario che inizia a frequentare Uxia. Anton, spinto dal desiderio di avvicinarsi a lei, tenta di convincere Nuno a lavorare alla clinica, ma finisce per far arrabbiare la nipote. Anche la vita sentimentale di Uxia si complica, oscillando tra Nuno e il vecchio fidanzato Miguel.
Nel frattempo Anton adotta un porcellino d’India di nome Leslie, sostituto di un animale morto appartenente a una bambina, Elena. Quando la madre della piccola tenta di nascondere la verità, Anton decide di rivelarla, scatenando la sua ira. Il piccolo gesto di onestà, insieme alla solitudine crescente e alle difficoltà lavorative, spinge Anton ad accettare la proposta di Vicente.
Tuttavia, nonostante la firma, Anton non incarna la figura del corrotto: rifiuta di prendere i soldi dal truffatore e dal nipote Tonin, dimostrando ancora una volta la sua integrità morale.
Anton finisce in prigione?
La firma, invece di risolvere i problemi, peggiora la situazione. Un’indagine sulla truffa inizia dopo che Nuno denuncia gli Andradas, e Anton teme di essere incriminato. Persino Miguel, nel tentativo di tornare con Uxia, conferma che Anton rischia il carcere.
Nonostante tutto, Anton continua a mostrare compassione: quando Victor e Ana tornano alla clinica per sopprimere Carmina, lui li aiuta a comprendere la necessità di “chiudere i cerchi della vita”. Anche Uxia trae forza da questa esperienza e decide di non tornare con nessuno dei suoi ex.
La serie regala poi uno dei momenti più teneri: Anton, Uxia e Victor si ritrovano in un karaoke bar, dove persino lo psichiatra di Anton fa una comparsa comica.
Nel frattempo, Anton tenta di migliorare la sua immagine professionale corrompendo Fermin e Loles affinché portino la loro capra in clinica durante l’ispezione di un ispettore tedesco, Leon. Le disavventure dell’ispettore — tra caffè rovesciato, giacca rovinata e feste improvvisate — rappresentano un momento di comicità surreale, ma poco incisivo.
Più interessante è invece l’arco di redenzione di Vicente, che si completa quando chiede l’aiuto di Anton per salvare la sua mucca Ofelia. In una scena forte e simbolica, Anton risucchia con la bocca un’infezione pur di salvarla. Poco dopo, Vicente si sacrifica per lui, confessando al giudice di aver falsificato la firma di Anton. Grazie a questo gesto, il veterinario viene assolto e il suo avvocato d’ufficio vince il primo caso della carriera.
La riconciliazione con Sabela (la barista e interesse amoroso di Anton) suggella il momento positivo. Tuttavia, Uxia viene licenziata a causa del rapporto negativo dell’ispettore. Nonostante abbia scoperto che la clinica froda i clienti vendendo gli stessi snack sotto nomi diversi, la sua denuncia non viene presa sul serio. Prima di andarsene, Anton le regala una tazza con la scritta: “Oggi è il primo giorno del resto della tua vita”.
Anton lascia il lavoro?
Alla fine, Anton decide di restare alla Kawanda, ormai parte della “famiglia” della clinica. Tuttavia, quando Uxia lo rivede, si accorge che non è felice. Il motivo è presto chiaro: la nuova direttrice, cinica e spietata, vuole mantenere gli animali costantemente malati per assicurarsi clienti fissi.
Quando la donna lo chiama “Antonio” e gli chiede se sia d’accordo con il piano, Anton non risponde. La scena successiva lo mostra sul ponte dove di solito sfoga l’ansia gridando: un urlo liberatorio, simbolo del conflitto interiore che ancora lo tormenta.
Il finale lascia la porta aperta a una seconda stagione, in cui Anton dovrà affrontare la nuova manager e, probabilmente, rivedere Uxia. Anche la relazione con Sabela sembra destinata a evolversi.
Animal non è una serie perfetta, ma alterna momenti di comicità intelligente a riflessioni sincere sulla morale, il lavoro e la salute mentale. Nei suoi momenti migliori, brilla davvero, confermando la forza della commedia sociale spagnola contemporanea.