Apple Original
Films e A24 hanno annunciato oggi che collaboreranno
all’attesissimo
The Tragedy of Macbeth, il nuovo film del vincitore
dell’Oscar Joel Coen, interpretato dai premi Oscar
Denzel Washington e Frances McDormand. Il film uscirà nelle sale
di tutto il mondo entro la fine dell’anno, prima del lancio su
Apple TV+.
Il cast di
The Tragedy of Macbeth comprende anche Bertie
Carvel, Alex Hassell, Corey Hawkins, Kathryn Hunter, Harry
Melling e Brendan Gleeson. Il film
riunisce i frequenti collaboratori di Coen, tra cui Bruno Delbonnel
come direttore della fotografia, Mary Zophres come costumista e
Carter Burwell come autore della colonna sonora. Coen, oltre a
dirigere, produce il film insieme a McDormand e Robert Graf.
I film di Apple Original Films e
A24, acclamati dalla critica, includono “On
The Rocks“, della vincitrice dell’Oscar Sofia Coppola, con Rashida
Jones e Bill Murray, e il vincitore del
Gran Premio della Giuria del Sundance Film Festival “Boys State”,
che ha vinto anche due Critics Choice Documentary Awards e il
premio SXSW Louis Black “Lone Star”; l’imminente adattamento Young
Adult di “The Sky is Everywhere”, diretto da Josephine Decker e
interpretato da Grace Kaufman, Cherry Jones e Jason Segel.
Apple Original Films ospita film
Apple Original pluripremiati e acclamati dalla critica, tra cui
“Greyhound”, nominato agli Oscar, ai BAFTA, People’s Choice e
Critics Choice Super Award, scritto e interpretato da Tom Hanks; Il
film d’animazione “Wolfwalkers”, candidato all’Oscar e vincitore
dell’AFI Fest; il vincitore del NAACP Image Award “The Banker”, un
film che affronta l’ingiustizia razziale, con Anthony Mackie e
Samuel L. Jackson; Il nuovo film di Anthony e Joe Russo “Cherry”,
con Tom Holland e Ciara Bravo; “Palmer” con Justin Timberlake,
diretto da Fisher Stevens, il film di successo mondiale “Billie
Eilish: The World’s A Little Blurry” del regista RJ Cutler, il film
vincitore del Cinema for Peace Award e nominato dal Critics Choice
Documentary Award “The Elephant Queen”; e il candidato per il
documentario “Fireball: Visitors from Darker Worlds” di Werner
Herzog.
Come i fan dei cinecomics sapranno, James Gunn è da sempre molto aperto al dialogo
con i suoi fan, e spesso, attraverso i suoi profili social, si
lascia andare a lunghe sessioni di Q&A in cui cerca di risponde
a quasi tutte le curiosità non solo in merito ai suoi imminenti
progetti, ma anche sulla sua carriera in generale e sulle sue
preferenze in fatto di film di supereroi.
Proprio nelle ultime ore, il
regista e sceneggiatore ha risposto ad alcune domande attraverso le
storie di Instagram, rivelando
nuovi dettagli in merito all’attesissimo Guardiani
della Galassia Vol. 3. Nell’ordine, il regista ha
ribadito che quasi probabilmente il terzo capitolo sarà l’ultimo
della saga da lui diretto, proprio perché chiuderà la storia
iniziata con il primo film. Ha poi confermato che sarà ambientato
subito dopo gli eventi di Thor: Love and
Thunder e che tra i suoi film preferiti del MCU figura, insieme a
Guardiani della Galassia Vol. 2, anche il primo
Iron Man.
Chiaramente, non sono mancate anche
le domande in merito a The Suicide
Squad, che arriverà in sala il prossimo agosto. In
merito al cinecomic DC, Gunn ha ribadito ancora una volta che quasi
tutti i personaggi presenti nel film moriranno, mentre non ha
voluto rivelare quali fossero gli altri due progetti DC a cui aveva
pensato quando venne contattato dalla Warner Bros. per un nuovo
film: “Se te lo dicessi, tradirei me stesso”, ha risposto
il regista alla domanda di un fan. “Ci sono altre proprietà DC
che adoro, ovviamente. Almeno altre due.”
Come riportato da FilmRatings.com, The Suicide
Squad ha da poco ricevuto un Rating R, ossia un
divieto ai minori di 17 anni non accompagnati. La motivazione è la
seguente: “Presenza di immagini violente e di sangue,
linguaggio volgare, riferimenti sessuali espliciti, uso di droghe e
brevi accenni di nudità.”
Tornando a James Gunn, sempre via Instagram il regista ha
dichiarato di aver accantonato il progetto di un film dedicato ai
Thunderbolts,
il gruppo di supereroi dei fumetti Marvel, verso cui aveva espresso
interesse durante un’intervista del 2013. Come spiegato dal diretto
interessato, è stato proprio The Suicide
Squada far calare il suo interesse nei confronti di
un film dedicato a quei personaggi.
A causa della narrativa
interconnessa alla base del MCU, i fan si chiedono sempre quali
personaggi potrebbero apparire in determinati film o serie tv.
Anthony Mackie è reduce dal successo di
The Falcon and the Winter Soldier, in cui il
suo Falcon ha finalmente raccolto l’eredità di Steve Rogers
diventando il nuovo Captain America.
Nella vita reale, Mackie era molto
amico di Chadwick Boseman, il compianto attore che ha
prestato il suo volto a Black
Panther nell’omonimo film del 2018 diretto da Ryan Coogler. Durante una recente intervista
con
ET Online, a Mackie è stato chiesto se ci sia un possibilità
che Sam Wilson faccia un’apparizione nell’attesissimo Black
Panther: Wakanda Forever. In maniera ironica, l’attore
ha risposto: “Ho un visto per Wakanda, quindi posso andarci
quando voglio. Ho un passato e un visto per Wakanda e sono
vaccinato, quindi ci possono andare.”
Naturalmente, Mackie non ha né
confermato né smentito un suo eventuale coinvolgimento in
Black Panther
2, ma pare voglia assicurarsi che la sua apparizione tenga
comunque conto dell’eredità di Boseman, se mai dovesse realmente
prendere parte al film: “È strano ora, soprattutto per la
quantità di rispetto e ammirazione che ho per Chad, avendolo
conosciuto per così tanto tempo. Vorresti solo fare tutto nel modo
giusto. Non so quale sia la risposta. Non so quale sia quella cosa
giusta. Vorrei solo assicurarmi che tutto venisse fatto bene, in
suo onore.”
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che
T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per interpretare il
villain principale del sequel.
Gal Gadot, l’iconica Wonder Woman del DCEU, è finita nell’occhio
del ciclone per aver espresso la sua in merito ai recenti sviluppi
sul conflitto israelo-palestinese. L’attrice, lo ricordiamo, è
israeliana, nata nel 1985 a Petah Tikva, una città nel Distretto
Centrale di Israele, situata ad est di Tel Aviv.
Nella giornata di ieri, l’attrice ha
diffuso attraverso i suoi profili
Facebook,
Twitter e Instagram
il seguente messaggio: “Il mio cuore è spezzato. La mia nazione
è in guerra. Sono preoccupata per la mia famiglia, i miei amici.
Sono preoccupata per la mia gente. È un circolo vizioso che va
avanti ormai da troppo tempo. Israele si merita di vivere come
nazione libera e sicura. I nostri vicini si meritano la stessa
cosa. Prego per le vittime e per le loro famiglie, prego affinché
questa ostilità inimmaginabile possa finire, prego affinché i
nostri leader possano trovare una soluzione che permetta a tutti di
vivere in pace gli uni con gli altri. Prego per giorni
migliori.”
Considerato che si tratta di una
questione estremamente delicata, proprio perché i social possono
essere un facile campo di battaglia in cui rigettare odio nei
confronti degli altri, Gal Gadot ha in qualche modo giocato
d’anticipo e, dopo una serie di commenti pieni di risentimento (al
pari di tutti quelli a sostegno delle sue parole), l’attrice ha
disabilitato i commenti sotto ciascuno dei post condivisi
attraverso i suoi profili social.
Essendo uno degli argomenti più
controversi al mondo, qualsiasi discussione sul conflitto
israelo-palestinese è destinata a suscitare una sorta di
controversia. Ricordiamo che nel 2017, il Libano ha vietato la
distribuzione del primo Wonder Woman a causa del coinvolgimento di Gadot e del
conflitto con Israele. Quindi, questa non è la prima volta che
l’attrice è al centro di una controversia legata al suo paese
d’origine, e probabilmente non sarà neanche l’ultima.
Di recente Emily Blunt dello show di
Howard Stern e, in quell’occasione, ha avuto la possibilità di
mettere a tacere una volta per tutti le voci circa un suo presunto
coinvolgimento nel reboot dei
Fantastici Quattro ad opera dei Marvel Studios.
Sempre a proposito del MCU, però, quell’ospitata è stata
anche l’occasione per la celebre attrice di spiegare finalmente i
motivi che l’hanno spinta a rifiutare il ruolo di Vedova Nera nell’Universo Cinematografico
Marvel. Per chi ancora non lo
sapesse, all’inizio i Marvel Studios aveva puntato
proprio sulla star di A Quiet Place per il ruolo di
Natasha Romanoff, poi affidato a
Scarlett Johansson.
In merito al perché decise di non
accettare la parte, Emily Blunt ha spiegato: “Voglio chiarire
questa cosa, finalmente. Ero sotto contratto per I fantastici
viaggi di Gulliver, che in realtà era un film che non volevo fare.
È stato parecchio doloroso, perché sono sempre molto orgogliosa
delle decisioni che prendo. I film che scelgo di fare significano
molto per me.”
Poi ha aggiunto: “Ho davvero a
cuore le scelte che faccio, anche perché mi rappresentano: sono le
scelte che faccio. Ad ogni modo, sul set di quel film mi sono
divertita tantissimo e sono stati tutti davvero adorabili con me. È
stato bellissimo lavorare con loro. Forse, mi ha infastidito che
quella cosa sia avvenuta.”
Emily Blunt aggiorna sul sequel di Edge of Tomorrow
Durante il corso dell’intervista,
l’attrice ha anche aggiornamento brevemente sull’agognato sequel di
Edge of Tomorrow, rivelando che, nonostante
lei, Tom Cruise e il regista Doug
Liman vogliano davvero realizzarlo, al momento ci sono
troppi ostacoli, che riguardano non solo gli impegni lavorativi di
ognuno, ma anche l’impatto che la pandemia di Covid-19 ha avuto sui
budget delle grandi produzioni. In merito, Blunt ha detto:
“Sinceramente, credo che sia troppo costoso. Non so davvero
come potremmo farlo.”
Lo scorso lunedì è arrivato online
il primo trailer ufficiale di Venom: La
furia di Carnage, l’atteso sequel del cinecomic con
Tom Hardy che purtroppo, a causa della
pandemia di Covid-19, è stato posticipato di circa un anno.
Tra i motivi per cui i fan non
vedono l’ora di vedere il sequel, c’è sicuramente l’esordio del
personaggio di Carnage interpretato da Woody Harrelson, che nel precedente avevano
visto solo nel finale, durante la scena post-credits che
anticipava, appunto, un nuovo film. Ora, in una recente intervista
con
IGN, il regista Andy Serkis ha parlato proprio del temibile
Cletus Kasady, parlando nello specifico di quali saranno i suoi
poteri.
“Può trasformarsi in
nebbia”, ha spiegato Serkis. “Può trasformarsi in tutti i
tipi di viticci. Può assumere diverse forme. Può trasformarsi in
un’arma, può fare davvero tante cose diverse. Come tutti i
simbionti, riflettono la persona che li ospita. Quindi ci sarà
l’oscurità tipica di Carnage, ma anche la sua giocosità, la sua
arguzia, la sua stranezza. Cletus è veramente intelligente e… ha
molto senso dell’umorismo. Volevamo che tutto questo si riflettesse
nel simbionte a lui legato.”
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham.
Il film uscirà in autunno al cinema.
A quanto pare, due dei titoli più
attesi della Fase 4 del MCU, ossia Gli
Eterni e Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli,
potrebbero non essere distribuiti in Cina. La questione è stata
affrontata in un nuovo report di
Variety, che approfondiremo di seguito…
CCTV6 China Movie Channel ha
dedicato uno speciale ai film della Fase 4 dell’Universo
Cinematografico Marvel, elencando soltanto otto dei
dieci titoli in programma che andranno a comporre la nuova fase,
escludendo sia Gli Eterni che
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Sebbene ciò non
sia una conferma ufficiale del fatto che entrambi i film non
verranno distribuiti in Cina, al tempo stesso getta parecchia
benzina sul fuoco in merito alle speculazioni.
A dare maggiore peso a questo report
è il fatto che CCTV6 è sotto la giurisdizione del Dipartimento di
propaganda cinese che approva i film che vengono distribuiti
(ricordiamo che in Cina non esiste il libero mercato e tutti i film
stranieri devono ricevere l’approvazione del governo per poter
uscire al cinema).
La questione ha dell’incredibile,
dal momento che si tratta di due cinecomics che potrebbero avere una certa
risonanza nel mercato in questione, visto che
Shang-Chi sarà il primo film di supereroi ad avere come
protagonista un personaggio asiatico, mentre Gli Eterni sarà
il primo film della Marvel diretto da una regista non
caucasica, il premio Oscar Chloé Zhao(Nomadland).
Tuttavia, proprio di recente Zhao è
stata bollata come “persona non gradita” dalle autorità cinesi per
alcune vecchie dichiarazioni della stessa regista proprio in merito
alla Cina. Di conseguenza,
Nomadland è stato ritirato dalle sale e non ha avuto
alcun tipo di promozione (neanche quando la regista è stata
premiata con l’Oscar, vittoria storica essendo la prima donna
cinese a vincere l’ambito riconoscimento).
Parallelamente, neanche
Shang-Chi è stato esente da controversie, che riguardano
non solo la percezione del film (molti lo accusano di offrire una
versione stereotipata della Cina) ma anche la scelta del casting,
soprattutto in merito a Simu Liu e
Awkwafina, tacciati di non “rispettare” gli
standard della tipica bellezza cinese.
Chiaramente, vi terremo aggiornati
su tutti gli sviluppi…
Amazon Prime
Video ha diffuso il trailer ufficiale del documentario
P!NK – All I Know So Far, il film su
P!NK che arriverà su Prime Video il 21 maggio 2021. Diretto
da Michael Gracey prodotto da Michael Gracey e Isabella
Parish.
Unisciti alla pluripremiata
cantante e performer P!NK e alla sua “famiglia acquisita” nel
viaggio realizzato durante il world tour da record del 2019
“Beautiful Trauma” e segui la cantante mentre cerca di dividersi
tra il suo ruolo di madre, moglie e performer. Tra filmati on the
road e dietro le quinte, interviste e materiali personali, il
regista Michael Gracey (The Greatest Showman)
offre al pubblico in uno sguardo inedito sulla vita della
diva.
Universal Pictures
ha diffuso il trailer italiano di La
Notte del Giudizio Per Sempre, l’atteso quinto
capitolo del franchise horror di successo prodotto da Jason
Blum. Scritto da James DeMonaco e diretto da
Everardo Gout nel cast protagonisti sono
Ana de la Reguera, Tenoch
Huerta, Josh Lucas, Cassidy
Freeman e Will Patton.
Questa estate non ci saranno più
regole quando una setta di fuorilegge deciderà di non far terminare
all’alba lo Sfogo annuale, ma di renderlo permanente ne La
Notte del Giudizio Per Sempre. Dopo il grande successo
de
LA PRIMA NOTTE DEL GIUDIZIO nel 2018, la celebre produzione del
terrore, Blumhouse, rilancia un nuovo innovativo episodio
della saga. I membri di un movimento clandestino, non più
soddisfatti di una sola notte all’anno di anarchia e omicidio,
decidono di calare l’America in un tempo di caos e massacro.
Nessuno è più al sicuro. Adela (Ana de la Reguera, Cowboys &
Aliens) e suo marito Juan (Tenoch Huerta, Days of Grace) vivono in
Texas, dove Juan lavora come aiutante del ranch della ricca
famiglia Tucker. Juan fa una buona impressione al capofamiglia,
Caleb Tucker (Will Patton, Halloween), ma questo provoca la gelosia
e la rabbia del figlio di Caleb, Dylan (Josh Lucas,
Le Mans ’66 – La grande sfida).
La mattina dopo lo Sfogo, una gang
mascherata di assassini attacca la famiglia Tucker, tra cui ci sono
la moglie di Dylan (Cassidy Freeman, HBO’s The Righteous Gemstones)
e sua sorella (Leven Rambin, Hunger Games), costringendo entrambe
le famiglie ad unirsi per combattere mentre il paese precipita nel
caos e gli Stati Uniti cominciano a disintegrarsi intorno a
loro.
Da una sceneggiatura del creatore
della saga, James DeMonaco, La
Notte del Giudizio Per Sempre è diretto da
Everardo Gout, autore e regista del pluripremiato thriller Days of
Grace. Il film è prodotto dai produttori storici della saga: Jason
Blum per la sua Blumhouse Productions, Platinum Dunes con Michael
Bay, Andrew Form e Brad Fuller; e la coppia di Man in a Tree, James
DeMonaco e il suo partner di produzione di lunga data Sébastien K.
Lemercier. I produttori esecutivi sono Marcei A. Brown, Everardo
Gout e Jeanette Volturno. Universal Pictures presenta, in
associazione con Perfect World Pictures, una produzione Platinum
Dunes/Blumhouse/Man in a Tree.
Sembra strano pensare che dalla
prima volta che abbiamo sentito Sean Bean
pronunciare la fatidica frase “L’inverno sta arrivando” siano
passati dieci anni, eppure, Il trono di
Spade, la serie HBO che ha fatto la
storia della tv e del genere fantasy, ha compiuto proprio
quest’anno un compleanno importante. Il suo finale fa ancora
discutere, alcune scelte di David Benioff e
DB Weiss scaldano ancora gli animi dei fan e
l’interesse che aleggia intorno alla serie spin-off House of
the Dragon, attualmente in produzione, segnala chiaramente
che la voglia degli spettatori del Westeros e dell’Essos non è
ancora sazia.
Ma mentre tutti fremiamo di
ritrovare sullo schermo cognomi conosciuti e personaggi sui quali
abbiamo già fantasticato, guardiamo indietro allo show, che è per
intero disponibile su NOW, alle sue otto stagioni
e scopriamo insieme questa classifica che le elenca dalla peggiore
alla migliore. Il trono di
Spade è disponibile anche on demand su Sky.
Stagione 5 de Il trono di
Spade
Ci siamo dati un compito
decisamente difficile, dal momento che ogni stagione de
Il trono di
Spade ha dei lati positivi e dei lati negativi,
soprattutto la scelta ha una componente discrezionale importante
data la preferenza di un personaggio o una storyline su un’altra
che è assolutamente caratteristica individuale. Proveremo ad essere
il più democratici possibile partendo dalla quinta stagione.
Incastonata tra due delle stagioni
più eccitanti dello show, la quinta stagione risente di questa
caratteristica. La storyline di Daenerys a Meereen si trascina,
l’allenamento di Arya a Braavos diventa noioso e la crociata di
Approdo del Re dell’Alto Passero è frustrante. Naturalmente persino
queste tre macrotrame hanno dei risvolti positivi: Jorah ritorna e
Drogon salva Dany dalla fossa di combattimento. Arya riesce a
ottenere la sua vendetta su Meryn Trant, anche se lo fa in maniera
decisamente cruenta. E Cersei si sottopone alla sua Camminata della
Penitenza, mettendo le basi per l’esplosivo colpo di scena della
stagione successiva.
L’avventura di Jaime e Bronn in
Dorne è deludente, nonostante la bellissima scena tra i leone di
Lannister e sua figlia/nipote Myrcella, la povera Sansa raggiunge
l’apice delle sue sofferenze prima per mano di Ditocorto e poi per
mano di Ramsay Bolton, per non parlare di Shireen Baratheon,
bruciata su una pira dal padre e addirittura di Jon, ucciso a
tradimento dai Guardiani della notte. È forse questa la scena più
odiata dai fan, quella che più volte ha fatto dire a chi si è
approcciato impreparato allo show: “Basta, lascio perdere”.
Come in ogni stagione de Il trono di
Spade, c’è però la puntata o la scena memorabile e
certamente nella quinta stagione Hardhome occupa questo posto. Lo
scontro tra vivi e morti, con Jon che disintegra un Estraneo con
Lungo Artiglio, resta una scena da annali della tv.
La seconda stagione de
Il trono di
Spade espande quel mondo magico e misterioso che
avevamo visto nel primo ciclo. Entrano in gioco molti personaggi
che poi saranno fondamentali per lo sviluppo della trama tra cui
Stannis, Ser Davos, Melisandre, Brienne e Margaery. Le scene ad
Harrenahl con Arya e Tywin sono decisamente emozionanti, Jon si
innamora di Ygritte e la Donna rossa dà alla luce un’ombra figlia
di Re. Intanto, Robb Stark guadagna il titolo di Re del Nord, in
una scena molto emozionante e Stannis si converte a quel Signore
della Luce che lo porterà alla rovina.
Gli eventi, anche in questo caso,
sono tanti, ma bisogna aspettare la battaglia delle Acque Nere per
avere della vera azione, mentre la chiusura sull’esercito degli
Estranei che avanza davanti al povero Sam terrorizzato è comunque
un finale epico.
Le ultime due
stagioni della serie risentono di una certa fretta nel dover
chiudere le trame, questo porta la stagione sette e otto in
posizione basse della classifica, nonostante non siano esenti da
momenti davvero epici.
Daenerys trascorre le prime sei
stagioni viaggiando verso il Westeros, e nella settima stagione si
dimostra estremamente veloce nell’andare avanti e indietro sul
continente. Questa stagione abbandona completamente i concetti di
spazio e tempo, il che è un vero peccato, considerata la
meticolosità con cui tutto era stato costruito nelle prime
stagioni. Tuttavia, la settima stagione si assume il compito
arduo di consolidare tutte le trame e ricondurre a pochi momenti
quello che avrebbe dovuto raccontare la stagione conclusiva con
delle reunion davvero emozionanti. Arya si riunisce con Sansa. Jon
incontra (e va a letto con) Daenerys. Cersei incontra uno
zombie.
Nonostante questi problemi di
ritmo, la stagione la
stagione 7 ha alcune delle scene più iconiche dello show.
L’attacco di Daenerys ai Lannister, la morte di Ditocorto, gli
Estranei che si impossessano di Viserion sono scene memorabili, per
non parlare del finale con la Barriera che si sbriciola sotto il
fiato di ghiaccio del drago zombie.
Stagione 3
Anche se questa stagione è segnata
dalle Nozze Rosse, una scena che in quanto a shock prodotto nello
spettatore pareggia con la decapitazione di Ned Stark, la terza
stagione de Il trono di
Spade è incentrata su Jaime Lannister. Si tratta di un
capolavoro di scrittura del personaggio, certamente, se non fosse
che poi questa finezza di tratteggio si perderà più avanti, e Jamie
sarà uno dei tanto caratteri trattati malissimo dagli
sceneggiatori.
Ma allo stato delle cose, nella
terza stagione, Il trono di
Spade trasforma un incestuoso tentato infanticida in
un simpatico cavaliere, nobile e con una sola mano, mentre guadagna
la nostra benevolenza con una confessione in una vasca di acqua
calda al cospetto di una donna guerriera.
Altri punti salienti includono Jon
che perde la verginità, Dany che acquisisce gli Immacolati e
l’epica sequenza di arrampicata sulla Barriera che fa eco al
discorso di Ditocorto, ormai divenuto iconico, che “il caos è una
scala”. Certo, avremmo potuto fare a meno delle infinite sequenze
di tortura del povero Theon.
Stagione 8
Afflitti dall’impossibile compito
di scrivere l’ultima stagione televisiva della serie più attesa
degli ultimi anni, Benioff e Weiss hanno dovuto combattere con
necessità, fan service e fedeltà ai personaggi che avevano
raccontato negli otto anni precedenti. È vero che molte trame sono
state dimenticate e affrettate, molti momenti sono sembrati
semplicistici e molti personaggi non hanno ottenuto ciò che i fan
desideravano per loro.
Tuttavia, al netto di questo e di
una fretta immane che ha travolto la produzione, l’ottava stagione
de Il trono di
Spade riesce a dare una giusta conclusione ad ogni
trama. Non giustizia, ma “giustezza”, perché ogni personaggio
ottiene ciò per cui era destinato, compie tutto ciò che avrebbe
dovuto (anche se non sperato) e in molti casi la difficoltà di
essere coerenti ha scontentato i fan. Purtroppo molte cose sono
state lasciate al caso, come la genia di Jon che sembrava
fondamentale e invece si è rivelata poco importante, se non per
contribuire alla follia, affrettata anche questa, seppure seminata,
di Daenerys.
Piccola nota estremamente di parte:
il Nord non dimentica e i figli di Ned Stark sono riusciti tutti a
sovvertire la loro fortuna avversa.
Stagione 1
Anche se serve principalmente come
prologo, mettendo in campo i giocatori e presentando gli eventi che
scatenano la storia, la Stagione 1
de Il trono di
Spade riesce a introdurre una marea di luoghi
immaginari, religioni, lingue, personaggi e storie senza essere mai
noiosa. Inoltre, la stagione chiarisce immediatamente che nessuno è
al sicuro, uccidendo il suo protagonista nel nono episodio,
travolgendo i fan che restano indignati ma anche affascinati da un
tale gesto.
È più facile apprezzare la prima
stagione dopo aver visto il resto della serie, poiché momenti come
Jaime che spinge Bran fuori dalla finestra e Danaerys che dà alla
luce tre draghi diventano i pilastri su cui è costruita tutta la
saga. Sebbene abbia un ritmo più lento e meno significativo
rispetto alle stagioni successive, con quasi nessuno scontro epico
o grande scena di battaglia, la prima stagione pone con cura le
basi per quello che sarebbe diventato uno dei pochi show tv recenti
a creare comunità in tutto il mondo.
Stagione 4
Dopo le famigerate Nozze Rosse, la
quarta stagione inizia con la faccia di Joffrey che diventa viola e
termina con Tyrion che lancia una freccia da una balestra contro
suo padre seduto al gabinetto. Per tutta la stagione,
Peter Dinklage brilla mentre conferisce a Tyrion una
statura assolutamente superiore a quella di tutti gli altri
personaggi. La storyline del processo del giovane Lannister
ingiustamente accusato della morte di re Joffrey è quanto di meglio
scritto da D&D.
Ma non solo. A dispetto della sua
cruenta fine, l’Oberyn Martell di
Pedro Pascal ruba i cuori degli spettatori e tiene
banco con carisma e fascino, anche nel momento della sua morte,
spettacolare e tragica. Ricordiamo che l’attesa dell’episodio La
Montagna e la Vipera, all’epoca, fu particolarmente lunga (due
settimane invece che una) e accompagnata da riti collettivi.
Succedono così tante cose ad Approdo del Re che è quasi facile
dimenticare Arya e il Mastino, i quali restano il miglior duo
comico di tutto il Westeros, mentre il conflitto tra i Bruti e i
Guardiani della Notte esplode nella magnifica puntata dedicata
all’assalto alla barriera da parte dei primi. La notte del Castello
Nero si fa rossa di fuoco e sangue, e lo show ci regala la scena di
battaglia più bella dell’intera serie, almeno fino alla Battaglia
dei bastardi.
Stagione 6
La
sesta stagione de Il trono di
Spade è quella che unisce meglio delle altre
intrattenimento, soddisfazione degli spettatori, chiusura di alcune
trame. Assistiamo ai momenti attesi, inaspettati e gratificanti che
si svolgono continuamente durante i 10 episodi, a differenza delle
altre stagioni che alternavano episodi tranquilli ad altri con
momenti epici. Jon si sveglia e si riunisce con Sansa, scena che
inaspettatamente è molto più commovente della reunion del Lupo
Bianco con la sorellina preferita, Arya. Hodor “tiene la porta” e
si sacrifica per Bran. Il Mastino ritorna, ancora vivo, nonostante
il duello con Brienne. Daenerys dà fuoco ai khal nell’epica scena
di Vaes Dothrak. Arya serve la sua più dolce vendetta a Walder
Frey, sterminando il clan che aveva lasciato vivo “un ultimo lupo”.
Jon splende sul campo di battaglia contro un altro bastardo. Sansa
dà da mangiare ai cani (sorriso sornione di soddisfazione in
sottofondo). E alimentata da due stagioni di umiliazione da parte
dell’Alto Passero, Cersei si dà alla piromania e realizza il piano
più esplosivo della serie, eliminando in un solo colpo verde casate
e culti.
E se ciò non dovesse bastare, ci
vengono svelate le vicende avvenute nella Torre della Gioia, dove
scopriamo che Jon è figlio di Lyanna Stark e di Rhaegar Targaryen
(aprendo una serie di domande che poi non troveranno risposta, ma
tant’è) e Daenerys finalmente salpa verso Westeros, un arco
narrativo con una preparazione di 60 episodi. Veloce nel ritmo, la
stagione 6 riesce a mantenere la brillantezza delle stagioni
precedenti che avevano una combustione più lenta mentre offre il
più grande uno-due de Il trono di
Spade con
La Battaglia dei Bastardi e I
Venti dell’Inverno che si susseguono per un finale travolgente.
Il perfetto equilibrio tra elementi umani e soprannaturali,
personali e politici, la sesta stagione è senza dubbio il culmine
dell’intera serie che possiamo vedere e rivedere su NOW.
Arriva su Sky Atlantic,
in prima tv italiana, Enlightened – La nuova me,
la serie tv del 2011 che, tra le altre firme, porta anche quella di
Jonathan Demme e vede protagonista una splendida
Laura Dern. Da mercoledì 12 maggio alle 21.15,
disponibile anche on demand e su NOW, in streaming.
La serie racconta di Amy
Jellicoe, una donna di 40 anni in un momento molto particolare
della sua vita. Un breve antefatto ce la mostra in preda ad una
crisi di nervi: ha avuto una relazione con un suo collega, sposato,
e quando questa è venuta alla luce, lei è stata spostata dal
reparto vendite, suo campo di eccellenza, ad un altro settore
dell’azienda (mentre il collega maschio è uscito indenne dallo
“scandalo”). Inutile dire che questa esperienza la conduce fuori
strada, Amy ha un esaurimento nervoso, e così si ritira in un
centro per la riabilitazione, dal quale esce apparentemente
positiva e propositiva per la sua prossima vita con la sua “nuova
sé”. Tutto questo, raccontato nei primi minuti della prima puntata,
ci offre un’affresco molto chiaro di quello che vedremo: la storia
di una donna che tenta di ricostruirsi, recuperando ciò che ha
perso, ma con il silenzioso dubbio che in effetti quello che aveva
non era poi il meglio.
Da questa premessa ci
spostiamo all’oggi, con Amy che, sempre vestita di colori
sgargianti, cerca di ammortizzare tutte le batoste che le vengono
inferte in questa nuova fase della sua vita. La sua vecchia azienda
le assegna un posto di grado e importanza inferiore rispetto a
quello che aveva prima, nel frattempo ereditato dalla sua ex
segretaria; torna a vivere con la madre, dal momento che non può
più permettersi una casa; le sua amicizia sul lavoro si rivelano
poco solide e cerca affannosamente nuovi stimoli per cercare di
sopravvivere a se stessa.
A metà tra la farsa e la
commedia, con incursioni nel dramma senza uscita,
Enlightened – La nuova me è una serie dai toni
difficilmente definibili, che si sforza di trovare il lato positivo
di ogni esperienza ma ai quali sembra non credere fino in fondo
neanche la protagonista.
Chiaramente la serie è
lo show di Laura Dern, che fa il bello e il cattivo
tempo, dimostrandosi una professionista senza età, con un grande
carisma e con una presenza scenica invidiabile. Con lei a
completare il cast ci sono Luke Wilson nei panni
di Levi, l’ex marito di Amy, Diane Ladd, che
interpreta la mamma di Amy (e che nella vita reale è la mamma di
Dern), Sarah Burns, Timm Sharp e
Mike White, che interpreta il nuovo collega di
Amy, timido e dolce, e che è anche l’ideatore della
serie.
Inaugurata nel 2011,
Enlightened – La nuova me è stata chiusa nel 2013,
dopo solo due stagioni, e mentre la prima è già in onda su Sky
Atlantis, a partire dal 26 maggio sarà possibile vedere i primi
quattro episodi della seconda stagione, mentre il 2 giugno i
successivi e ultimi 4.
The Night House – La
Casa Oscura, il thriller psicologico diretto da David
Bruckner e interpretato da Rebecca Hall, arriverà
il 16 settembre nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney
Company Italia.
In The Night House – La Casa
Oscura, una vedova (Rebecca Hall di The Town) inizia
a scoprire gli inquietanti segreti del marito recentemente
scomparso.
In attesa della
mostra tutta al femminile Women In
Comics a Palazzo
Merulana,(la cui apertura è stata anticipata
a venerdì 28 maggio) che vedrà protagoniste
25 leggendarie fumettiste del panorama
nordamericano, ecco che il 21, 22 e 23 maggio
2021 a Roma, ritorna ARF! KIDS,
alla Città dell’Altra Economia, un luogo
accogliente e familiare perché già parte integrante
di ARF! nelle scorse edizioni.
Una
versione in presenza della
rodatissima Area Kids del
Festival romano che riparte da giovani e giovanissimi, i primi
appassionati lettori di fumetti, mantenendo una formula che possa
permettere di svolgere l’evento interamente all’aria
aperta, come una grande festa
incompleta sicurezza a ingresso
gratuito.
Rispettando i
protocolli, mantenendo le distanze, sarà possibile rivivere dal
vivo la bellezza dei fumetti, di «storie, segni & disegni» oltre a
incontrare autrici e autori di prima grandezza nel panorama
italiano dell’editoria per l’infanzia. Sarà possibile, ovviamente,
anche disegnare insieme dal vivo e
partecipare a laboratori creativi di qualità, a incontri con libri
e letture grazie anche alla partecipazione delle
librerie Giufà e Ottimomassimo.
Inoltre tre mostre
imperdibili, come quella dedicata al
Maestro Gianni De Luca nell’anno
del trentennale della sua scomparsa, la mostra
di SIO e la collettiva dedicata
a Colui-che-non-deve-essere-nominato.
“IL GRANDE
GIANNI DE LUCA DE IL GIORNALINO” è il
titolo della personale dedicata a De Luca,
definito «uno dei più grandi Maestri del Fumetto
italiano al pari diHugo
Pratt, Guido
Crepax o Sergio
Toppi,la cui influenza culturale è
riconosciuta da star internazionali
comeFrank Miller, Dave
McKean o Bill
Sienkiewicz». In mostra ad ARF! Kids una ricca
selezione di alcune delle più belle tavole
originali tratte da La Trilogia
Shakespeariana, Paulus e il
Commissario Spada, in collaborazione con il celebre
settimanale per ragazzi Il Giornalino delle
Edizioni San Paolo.
“QUESTA È
UNA MOSTRA CON I DISEGNI DI SIO” : una vera e
propria “Sio experience”, decine di
tavole stampate in formato gigante grazie a PressUP, storico
partner di ARF!, per la mostra dedicata all’autore del manifesto
questa edizione di ARF! KIDS: Sio! Vera e propria webstar per il
pubblico dei giovanissimi, lo sanno bene gli oltre 2 milioni di
iscritti al suo canale YouTube e la grande community di lettori e
lettrici del bimestrale Scottecs Megazine (che registra oltre
30mila copie a numero). Un autore amatissimo da un pubblico
assolutamente eterogeneo, noto anche ben al di fuori della cerchia
di appassionati di Fumetto per una serie di iniziative che portano
il suo segno inconfondibile, come il diario scolastico Scomix, i
volumi per Feltrinelli Comics, nonché autore delle ultime vignette
per il mitico gelato Cucciolone!
“TU-SAI-CHI
– Dissennatori e Dissennatrici per
Colui-che-non-deve-essere-nominato” è una
straordinaria collettiva di opere inedite ispirate al
celeberrimo villain della saga
di di J.K. Rowling, realizzate
da oltre trenta nomi tra le migliori matite della
nuova scena del Fumetto italiano, come Giacomo Bevilacqua,
Pera Toons, Francesco Guarnaccia, Samuel Spano, Kalina Muhova,
Gloria Pizzilli, Martoz, Nova e molti altri.
Una rilettura del tema del “Male” e delle sue tante sfaccettature,
realizzata in collaborazione con Tonki e
– paradossalmente visto il tema trattato – interamente a sostegno
di Mediterranea Saving Humans. Tutte le opere
in mostra, infatti, verranno messe in vendita e l’intero ricavato
andrà all’ONG impegnata nel salvataggio in mare di persone
migranti.
I
LABORATORI. Anche se i laboratori annunciati negli
scorsi giorni – quelli che prevedevano la prenotazione su
Eventbrite – hanno già raggiunto il massimo di iscritti, tutti
potranno partecipare ai tanti eventi organizzati dalla libreria
Ottimomassimo nello spazio “La casa dei
Topi”: laboratori e letture che saranno comunque a numero
chiuso, con prenotazione sul luogo e con il rispetto delle norme di
distanziamento previste.
Il grandissimo
successo riscosso dai laboratori dedicati ai più giovani anche in
questa edizione, confermano il riconoscimento
alla «Premium quality» del brand ARF! che
quest’anno si avvale di partner prestigiosi
come Internazionale
Kids, Sinnos, Tunué, Terre
di Mezzo,Mondadori Ragazzi e
il progetto “Fumetti nei Musei” del Ministero della
Cultura e Coconino Press,
attraverso docenze di massimo livello di autrici e autori
quali Lorenza di
Sepio e Marco
Barretta, Gud, Susanna
Mattiangeli, Laura
Scarpa, Marta
Baroni, Maria Chiara Di Giorgio, Francesca
Carabelli, Federico Rossi Edrighi e tanti altri.
ARF! KIDS
2021
Dove: Città dell’Altra Economia
Quando: 21/22/23 maggio 2021
Ingresso: gratuito
ARF! KIDS è una
coproduzione ARF!
Festival e COMICON, con il
sostegno di Regione
Lazio e Lazio Crea, con il
patrocinio di Roma Capitale – Assessorato alla
Crescita Culturale, con le partnership
della Direzione Generale Creatività
Contemporanea del MiC, Città
dell’Altra Economia, il
Giornalino, Internazionale
Kids, Koh-I-Noor,
PressUp,
Tonki e Tombow.
In arrivo Alfredino – Una
storia italiana, la nuova produzione Sky Original
sui fatti di Vermicino, la storia che quarant’anni fa commosse in
diretta TV l’Italia. Prodotta da Sky e da Marco Belardi per Lotus
Production – società di Leone Film Group-, Alfredino – Una
storia italiana, in prima TV in due appuntamenti
il 21 e 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su NOW,
racconta la storia del piccolo Alfredo Rampi, caduto in un pozzo
artesiano nel giugno 1981.
Un sasso duro rimasto nel cuore di
un intero Paese, un trauma collettivo che questa serie vuole
raccontare animata dalla speranza di aiutare ad elaborarlo e
superarlo. Un evento doloroso che appartiene alla memoria storica
dell’Italia e da cui, però, è scaturito qualcosa di prezioso: la
vicenda di Alfredino diede infatti un impulso decisivo alla
costituzione della Protezione civile come la conosciamo oggi e
grazie alla determinazione di Franca Rampi è sorto il Centro
Alfredo Rampi, con l’obiettivo di evitare che altri potessero
soffrire quanto da loro sofferto.
Accanto ad Anna Foglietta (Perfetti Sconosciuti,
La mafia uccide solo d’estate, Noi e la Giulia, Un giorno
all’improvviso), nel ruolo della madre di Alfredino, la
signora Franca Rampi, il cast composto da:Francesco
Acquaroli (Smetto quando voglio, Dogman,
Suburra – La serie, Fargo) è il comandante dei
Vigili del fuoco Elveno Pastorelli; Vinicio Marchioni (I predatori,
Tutta colpa di Freud, Romanzo criminale – La
serie) interpreta Nando Broglio, il vigile del fuoco che provò
a tenere compagnia e a motivare Alfredo durante quelle terribili
ore; Luca Angeletti (Come un gatto in
tangenziale, Nessuno mi può giudicare,Nero a
metà) è il padre di Alfredo, Ferdinando Rampi;
Beniamino Marcone (Il giovane Montalbano,
20 sigarette, Prima che la notte) nei panni di
Marco Faggioli, uno dei pompieri accorsi sul luogo della tragedia;
Giacomo Ferrara (Suburra, Il permesso
– 48 ore fuori) è Maurizio Monteleone, il secondo degli
speleologi che provarono a recuperare il piccolo; Valentina
Romani (Un bacio, Mare
fuori, La porta rossa) interpreterà la geologa
Laura Bortolani; Daniele La Leggia (Gli
equilibristi) è Tullio Bernabei, caposquadra del gruppo di
speleologi e primo a calarsi nel pozzo; e ancora Riccardo
De Filippis (Romanzo Criminale – La serie, Un
Natale stupefacente) nei panni di Angelo Licheri, “l’Angelo di
Vermicino”, ultimo a calarsi nel pozzo e a provare a salvare
Alfredo; Massimo Dapporto (Giovanni Falcone –
L’uomo che sfidò Cosa Nostra, Amico mio) sarà invece
l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
La regia è di Marco
Pontecorvo (Nero a metà, Ragion di
Stato, L’oro di Scampia) e la sceneggiatura
diBarbara Petronio – anche produttore creativo – e
Francesco Balletta.
Alfredino – Una storia
italiana è una serie Sky Original prodotta da Marco
Belardi per Lotus Production, una società Leone Film Group. Sarà
in prima TV in due appuntamenti il 21 e 28 giugno su Sky
Cinema e in streaming su NOW.
Non dovrebbe sorprendere che molti
attori del MCU abbiano recitato
insieme in passato, prima di entrare a far parte della grande
famiglia Marvel. Ecco 10 film in cui alcune
della star dell’universo Marvel hanno interpretato una
coppia di amanti:
Angela Bassett & Laurence
Fishburne
Angela
Bassett e
Laurence Fishburne hanno ottenuto la loro prima e fino ad oggi
unica nomination agli Oscar per aver interpretato Tina e Ike Turner
nel film biografico del 1993 Tina, What’s Love Got To Do With
It. Il film racconta dell’ascesa di Tina Turner, del suo
difficile matrimonio con Ike e di come lei alla fine abbia trovato
il coraggio di lasciarlo. Entrambe le interpretazioni hanno
ottenuto il plauso della critica, lanciando a livello
internazionale le carriere di entrambi gli attori.
Scritto e diretto da Maya
Forbes, Teneramente folle segue un uomo affetto da
bipolarismo che cerca di riconquistare sua moglie assumendosi la
responsabilità esclusiva delle loro due giovani figlie, mentre
frequenta una scuola di specializzazione a New York. Il film ha
ricevuto critiche prevalentemente positive, con un plauso
particolare alla performance di
Mark Ruffalo.
Dal 2012, Ruffalo interpreta Bruce
Banner/Hulk nella continuity del MCU e ha ridefinito completamente
il ruolo anche in base al pubblico più giovane.
Zoe Saldana, invece, ha interpretato per la prima volta il
ruolo Gamora nello stesso anno in cui è uscito Teneramente
folle. Dovremmo rivederla nell’attesissimo Guardiani
della Galassia Vol. 3.
Michelle Pfeiffer & Jeff Bridges
Dopo gli acclamati ruoli in
Una vedova allegra… ma non troppo e Le relazioni
pericolose,
Michelle Pfeiffer ha sbalordito ancora una volta i critici con
la sua interpretazione nel dramma musicale di Steve Kloves I
favolosi Baker. Nel film interpreta Susie Diamond, un’ex
escort che finisce per innamorarsi di un pianista in difficoltà,
interpretato da
Jeff Bridges. I favolosi Baker ha fatto vincere a
Pfeiffer un Golden Globe e le ha fatto conquistare una nomination
all’Oscar, lanciandola definitivamente nell’olimpo delle star di
Hollywood.
Nel
MCU, Bridges (già tre volte
candidato all’Oscar all’epoca dell’uscita de I favolosi
Baker), ha interpretato il primo cattivo dell’universo
cinematografico Marvel, ossia Obadiah Stane in
Iron Man del 2008. Nel 2018, invece, Pfeiffer ha
interpretato l’originale Wasp, Janet Van Dyne, in Ant-Man
and the Wasp.
Salma Hayek & Alfred Molina
Nel 2002,
Salma Hayek e
Alfred Molina hanno dato vita alla complicata storia d’amore
tra i pittori messicani Frida Kahlo e Diego Rivera nel biopic
Frida. Il film ha ricevuto recensioni per lo più positive,
sebbene siano stati principalmente Hayek e Molina ad essere
elogiati per le loro performance, con Hayek che ricevette anche una
nomination agli Oscar come migliore attrice protagonista.
Nel
MCU, Hayek interpreterà Ajax, il
leader de Gli Eterni,
nell’attesissimo omonimo film di Chloé Zhao in uscita a novembre.
Molina, invece, tornerà nei panni di Otto Octavius in Spider-Man:
No Way Home, personaggio che aveva già interpretato in
Spider-Man 2 del 2004, diretto da Sam
Raimi.
Gwyneth Paltrow & Jude Law
Poco dopo aver vinto
l’Oscar per Shakespeare in Love,
Gwyneth Paltrow ha recitato al fianco di Matt Damon e
Jude Law in quel sottovalutato gioiello di Anthony Minghella
che risponde al nome de Il talento di Mr. Ripley. Il film
racconta la storia di Tom Ripley, un talentuoso truffatore che si
insidia nella vita di un playboy spericolato e belloccio. Il film è
stato ben accolto dalla critica ed è diventato anche successo
commerciale. Sia Paltrow che Law hanno portato avanti carriere di
grande successo, entrambe molto acclamate, nonostante la prima si
veda ormai sempre meno sul grande schermo.
Solo gli amanti
sopravvivono racconta la storia d’amore tra due vampiri
sofisticati e decadenti che meditano sul loro posto nella società
moderna. Il film, diretto Jim Jarmusch, è stato nominato alla Palma
d’oro al Festival
di Cannes 2013 e offre probabilmente una delle migliori
interpretazioni della coppia
Tilda Swinton/Tom
Hiddleston ad oggi.
Nel
MCU, Hiddleston interpreta Loki da quasi dieci anni e rivisiterà il ruolo
nell’attesissima serie in arrivo a giugno su Disney+. Swinton, invece, ha
interpretato una nuova versione dell’Antico sia in Doctor
Strange che in Avengers:
Endgame.
Rachel McAdams & Jake Gyllenhaal
Diretto da Antoine Fuqua,
Southpaw racconta la storia di un giovane pugile,
interpretato da
Jake Gyllenhaal, che deve rimettere in sesto la sua vita dopo
uno sfortunato incidente in cui rimane vittima sua moglie,
interpretata da
Rachel McAdams. Sebbene il film abbia ricevuto un’accoglienza
complessivamente mista, la performance e l’impegno di Gyllenhaal
per il ruolo hanno ricevuto numerosi elogi.
Nel
MCU, McAdams ha interpretato
Christine Palmer in Doctor
Strange del 2016, ruolo che riprenderà anche
nell’attesissimo sequel, mentre Gyllenhaal ha interpretato il
cattivo Quentin Beck, meglio conosciuto come Mysterio, in
Spider-Man: Far From Home.
Tessa Thompson & Michael B. Jordan
Creed è il film
che ha dato sia a
Tessa Thompson che a
Michael B. Jordan la popolarità a livello internazionale. Lo
spin-off di Rocky racconta la storia di Adonis Creed
(Jordan), il figlio di Apollo Creed, che si mette in cerca di Rocky
Balboa per chiedere al campione in pensione di diventare il suo
allenatore. Nel film Thompson interpreta invece Bianca, una
cantautrice con una ipoacusia progressiva che alla fine diventa la
fidanzata di Apollo, nonché la madre di suo figlio.
Dal 2018 Thompson interpreta
Valchiria nel MCU, personaggio che è diventato
rapidamente uno dei preferiti dai fan. Jordan, invece, ha
interpretato il cattivo Erik Killmonger nel kolossal del 2018
Black
Panther.
Marisa Tomei & Robert Downey Jr.
Marisa
Tomei e
Robert Downey Jr., entrambi al culmine delle loro rispettive
carriera, hanno recitato insieme in Only You – Amore a prima
vista, commedia romantica del 1994 su una donna convinta che
la sua anima gemella sia un uomo di nome Damon Bradley. Dopo aver
trovato un uomo con lo stesso nome, lo segue in Italia, dieci
giorni prima del suo matrimonio. Le carriere di entrambi gliattori hanno poi attraversato un
momento di stallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni
2000, per poi riprendersi quasi nello stesso periodo.
Downey Jr. è, senza dubbio, il cuore del MCU, avendo interpretato il ruolo
di Iron Man in ben dieci film dell’intera Saga
dell’Infinito. Tomei, invece, ha interpretato il ruolo di zia May
in entrambi i film di Spider-Man ambientati nell’universo
cinematografico. Dovrebbe tornare anche in No Way
Home.
Scarlett Johansson & Chris Evans
Scarlett Johansson e
Chris Evans hanno lavorato insieme in otto film diversi, ma
solo due di questi si svolgono al di fuori del MCU. Hanno recitato per la prima
volta insieme nel film The Perfect Score nel 2004, per poi
riunirsi nella commedia del 2007 Il diario di una tata.
Nel film Johansson interpreta un antropologo che accetta un lavoro
come bambinaia per una ricca famiglia dell’Upper East Side, mentre
Evans interpreta il suo interesse amoroso.
I due interpretano oggi due dei
personaggi più riconoscibili del MCU,
Captain America e
Vedova Nera. Secondo alcune indiscrezioni, i due potrebbero
riunirsi ancora una volta nell’annunciato remake de La piccola
bottega degli orrori.
Lo scorso febbraio è arrivata la
notizia che J.J.
Abrams sta lavorando ad un reboot
di Superman,
sempre per conto della Warner Bros., insieme al prolifico
sceneggiatore Ta-Nehisi Coates. Al momento
nessun attore è ancora collegato ufficialmente al progetto, ma è
apparso subito chiaro che non sarebbe stato Henry
Cavill a tornare nei panni dell’eroe kryptoniano.
Qualche settimana fa, nuove
indiscrezioni sul film hanno confermato che la Warner Bros. sarebbe
alla ricerca di un attore e di un regista neri: ciò avvalora alcune
voci passate secondo cui il film avrà come protagonista un Superman
nero. Inoltre, sempre in base a quanto emerso in precedenza, il
film non sarà ambientato nel DCEU.
Ora, in una recente intervista con
Radio Times, è stato Zack Snyder, regista de L’uomo d’acciaio del 2013, a commentare la notizia di
un reboot di Superman che avrà come protagonista un attore nero.
“Quello che posso dire è che amo J.J. Abrams e tutto quello che
ha fatto in passato”, ha detto Snyder. “Sono interessato a
vedere cosa succederà. È una mossa audace e interessante, e
probabilmente attesa da tempo. Ovviamente amo Henry Cavill nei
panni di Superman. È lui il mio Superman.”
“Non sono coinvolto in nessun
processo decisionale attualmente in corso alla Warner Bros.”,
ha specificato il regista. “Quindi, dal mio punto di vista, non
posso far altro che aspettare e vedere cosa succederà.
All’apparenza, sembra una cosa davvero interessante.”
Il Superman nero più celebre dei
fumetti è indubbiamente Calvin Ellis, ma al
momento non sappiamo se sarà davvero lui il personaggio al centro
della storia del nuovo film. La speranza è di avere quanto prima
nuovi aggiornamenti ufficiali in merito. Ricordiamo che il reboot
di Superman rappresenta il terzo progetto WB/DC supervisionato
da J.J,
Abrams, che sta già curando Justice
League Dark e la serie reboot
di Constantine.
Arriva da
Deadline la notizia che Edward Norton si è unito ufficialmente al cast
del primo dei due annunciati sequel di Cena
con delitto – Knives Out, l’omaggio di Rian
Johnson al giallo deduttivo, scritto e diretto dal regista
statunitense e uscito nelle sale nel 2019.
Norton andrà così ad affiancare la
new entry Dave Bautista (che vedremo prossimamente in
Army of the Dead di Zack Snyder) e il veterano
Daniel Craig, che tornerà a vestire i panni
del detective Benoît Blanc. Ricordiamo che Johnson tornerà alla
regia di entrambi i sequel.
Ad eccezzione di Craig, nessun altro
dei membri del cast del primo film tornerà per Knives Out
2 e Knives Out 3: i due film vedranno quindi
schierato un ensemble di attori completamente nuovo. Le riprese del
primo sequel partiranno il prossimo 28 giugno e si svolgeranno in
Grecia.
Al momento i sequel di Cena
con delitto – Knives Out non hanno ancora una data di
uscita, ma stando ai piani della produzione, entrambi dovrebbe
debuttare sulla piattaforma di streaming già nel 2022. Il primo
film è stato un grande successo al botteghino: a fronte di un
budget di “soli” 40 milioni di dollari, ne ha incassati 294 milioni
a livello mondiale.
Il cast del primo Cena
con delitto – Knives Out annovera, oltre a Craig,
anche Chris
Evans, Ana de
Armas, Jamie
Lee Curtis, Michael
Shannon, Don Johnson e Toni
Collette. Il film ha ricevuto anche tre candidature ai
Golden Globes: miglior film commedia o musicale, miglior attore in
un film commedia o musicale (Daniel Craig) e migliore attrice in un
film commedia o musicale (Ana de Armas).
In The Suicide
Squad sarà presente anche il personaggio di
King Shark, che nella versione originale avrà la
voce di Sylvester Stallone. In base a ciò che è stato
mostrato nei vari trailer del film, i fan sono già innamorati del
personaggio, che potrebbe diventare dopo l’uscita del film uno dei
più osannati del DCEU.
In una recente intervista con
Den of Geek in cui ha parlato della decisione di riunire King
Shark insieme al resto dei membri della Task Force X, il regista e
sceneggiatore James Gunn ha approfondito il processo che lo
ha spinto ad includerlo all’interno della storia. “Chi non
vorrebbe vedere un pesce mangiare così tante persone che, in
qualche modo, la gente pensa sia inspiegabilmente carino?”, ha
ironizzato Gunn. “Sapevo che volevo usare un animale e sapevo
che King Shark era un membro della squadra nei fumetti più recenti.
Mi piaceva il concept del personaggio. King Shark è stata la mia
prima aggiunta alla squadra.”
Per quanto riguarda invece Sylvester Stallone, Gunn ha rivelato di aver
scritto la sceneggiatura pensando proprio al leggendario attore con
cui aveva già lavorato in Guardiani della Galassia Vol. 2: “Poiché
ho avuto la possibilità di coinvolgere qualsiasi attore volessi, ho
iniziato a correre dei rischi e a scrivere pensando ad attori che
non conoscevo personalmente”, ha spiegato. “Quindi, ad
esempio, ho scritto Bloodsport pensando a Idris Elba, pur non
avendolo mai incontrato prima. Ero semplicemente un suo grande
ammiratore. Per quanto riguarda King Shark, invece, l’ho scritto
pensando a Sly. Avevamo già lavorato insieme e posso dire di
conoscerlo abbastanza bene. Ho scritto quel personaggio con la sua
voce in mente.”
King Shark ama
mangiare le persone, ma è anche stranamente simpatico. Di
conseguenza, è facile immaginare che i fan e il pubblico in
generale accoglieranno bene il personaggio quando il film uscirà
finalmente nelle sale. Tuttavia, Gunn ha voluto concludere
l’intervista sottolineando che… “King Shark è molto meno
sentimentale di Groot.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Il nuovo numero di
Empire dedicato ai film più attesi della prossima estate
contiene una breve dichiarazioni della regista Cate
Shortland in merito a Black Widow. L’articolo in
questione – come riportato da
Screen Rant – non contiene una citazione diretta della regista,
ma l’outlet afferma che la stessa ha dichiarato che “il film è
ormai pronto da circa un anno” e che stanno solo aspettando di
poterlo finalmente mostrare al pubblico.
Le parole di Shortland confermano
che i Marvel Studios non hanno apportato alcuna
modifica a Black Widow, nonostante sia
trascorso più di un anno dall’uscita prevista in origine e
nonostante il film non abbia più inaugurato la Fase 4 del MCU. Si vocifera ormai da tempo che
il film possa essere collegato alla serie The Falcon and the Winter Soldier attraverso
il personaggio della
Contessa de Fontaine interpretato da Julia Louis-Dreyfs, che sembra apparirà nel
film.
Lo speciale contiene anche una nuova
immagine ufficiale tratta da Black Widow, in cui è
possibile vedere Scarlett
Johansson (Natasha Romanoff) e Florence
Pugh (Yelena Belova), che potete ammirare di
seguito:
Nat sfoggerà delle nuove armi in Black Widow?
Nel frattempo, è sempre
Screen Rant a riportare un dettaglio parecchio interessante in
merito alla trama di Black Widow. I vari trailer
e i vari poster del film hanno anticipato i nuovi costumi che
Natasha sfoggerà nello standalone, ma pare che l’ex spia russa
maneggerà anche delle nuove armi.
Il giornalista Paul Young ha infatti
scovato una borsa dedicata al film in vendita presso la catena di
supermercati americana Publix che mostra Vedova Nera che brandisce
due armi simili a due manganelli. Si tratta, in realtà, di un’arma
che Nat aveva già usato in passato, ma in base all’immagine della
borsa sembra che nel film sarà in qualche modo potenziata. Potete
vedere la foto cliccando
qui.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
In Big Sky 1×16
che si intitolerà “Love is a Strange and Dangerous Thing
(Season Finale)” Cassie e Jenny lasciano le donne Kleinsasser per
forgiare il proprio percorso, liberandosi dei loro guai nel ranch e
tornando a casa. Insieme a Jerrie e Lindor, finalmente
riescono a vedere Ronald dietro le sbarre, anche se li spoglia
rapidamente di ogni soddisfazione guidandoli in una caccia all’oca
selvaggia, dritto tra le braccia del sindacato. Segue una
brutale battaglia, che apre la strada a Scarlet e Ronald per
scappare, ma mentre scappano verso il tramonto Jenny rischia la sua
vita per salvare quella di Cassie. È questa la fine per il
nostro dinamico duo? Solo il tempo lo dirà sul finale di
stagione che andrà in onda martedì 18 MAGGIO su ABC.
Guest star di Big Sky 1×16 è Britt Robertson
nei panni di Cheyenne Kleinsasser, Michelle Forbes nei panni di
Margaret Kleinsasser e Omar Metwally nei panni di Mark Lindor.
“Love is a Strange and Dangerous Thing” è stato scritto da Annakate
Chappell e Matthew Tinker e diretto da Michael Goi.
Big Sky 1×16
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David E.
Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios,
insieme a ABC Signature e Touchstone Television. Big
Sky in streaming è disponibile su Star,
il nuovo canale per adulti di Disney+.
La serie racconta degli
investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze
con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due
sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota
autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le
uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo
per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita.
Big
Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
Lo scorso dicembre era trapelato
online un audio in cui Tom Cruise rimprovera con una certa veemenza
alcun membri della troupe di Mission
Impossibile 7 che non avevano rispettato i rigidi
protocolli di sicurezza imposti durante la produzione del film.
Nell’audio il celebre attore esclamava: “Non
sospenderemo questo f*****o film, avete capito? Se vedo di nuovo
una scena del genere, siete licenziati. c***o! E se lo fanno anche
altri membri della troupe, vale la stessa cosa. Sono stato chiaro?
Capite cosa voglio dire? Capite la responsabilità che abbiamo? Se
chiudiamo, costerà alle persone il loro lavoro, la loro casa, la
loro famiglia. Questo è quello che sta succedendo. Ci tengo ad
ognuno di voi, ma dovete aiutarmi, e se non volete farlo, allora ve
ne dovete andare. Ok?”
Ora, per la prima volta, è stato
proprio Tom Cruise a commentare l’accaduto e a rompere
il silenzio su quello sfogo in una recente intervista con
Empire (via
Digital Spy). “Ho detto quello che ho detto”, ha
affermato l’attore, sottolineando che in quel momento c’era
un’ondata di casi di Covid-19 in Inghilterra. “La posta in
gioco era molto alta a quel punto. Ma sul set non c’erano tutti i
membri della mia troupe. Avevo fatto uscire tutti, c’erano solo
alcune persone selezionate.”
L’attore ha poi spiegato che il suo
sfogo ha sortito l’effetto desiderato, nel senso che dopo la sua
sfuriata le riprese non si sono più interrotte: “Le riprese non
si sono più fermate. Ed eccoci qui, ancora a girare. Ho provato
davvero tante emozioni in questi mesi. Per tutta la troupe è stato
un grande sollievo sapere che saremmo tornati sul set. È stato
incredibilmente commovente.”
Le date di uscita di Mission
Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai
Morales(Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Il Drax di Dave
Bautista è sempre stato visto dai fan dei
Guardiani della Galassia come uno dei membri
più tosti e divertenti del team, ma la verità è che non abbia mai
saputo di più in merito alla storia del Distruttore. Lo stesso
Bautista è consapevole di ciò e ne ha parlato ampiamente in una
recente intervista con
Collider.
Anche se non ha menzionato
direttamente né i Marvel Studios né il regista James Gunn, l’ex wrestler ha comunque espresso
la sua delusione per il modo in cui il personaggio è stato trattato
sul grande schermo. Il suo più grande rammarico? Quello di non aver
avuto la possibilità di esplorare il passato di Drax. “Volevo
davvero che investissero di più su Drax, personalmente. Perché
penso che Drax abbia più di una storia da raccontare”, ha
spiegato Bautista. “Penso che Drax abbia un retroscena davvero
interessante su cui hanno semplicemente lasciato cadere la palla.
Ma forse non è neanche colpa della Marvel. Avevano una loro lista di
priorità e questo è quello che hanno programmato. Tuttavia, penso
che abbiano gettato la spugna con Drax.”
“Ha una storia veramente
fantastica. Egoisticamente, da attore, questo mi avrebbe dato la
possibilità di mostrare dei lati diversi di Drax, soprattutto dal
punto di vista emotivo. E forse anche da quello fisico. Perché, se
guardi bene, Drax sembra uno tosto… lo guardi e quasi hai paura, ma
la verità è che si prende a calci in c**o più di qualsiasi altro
personaggio Marvel”, ha continuato la star
di Army of the Dead. “L’intera questione del
‘Distruttore’ l’hanno semplicemente tralasciata. Le persone si sono
così tanto innamorate del lato comico di Drax che alla fine hanno
sfruttato solo quello. Penso che abbiamo perso una grande
opportunità con questo personaggio, opportunità che forse non
tornerà più.”
Dave Bautista sarà ancora Drax in GOTG Vol. 3
Di recente, Dave
Bautista ha parlato spesso del fatto che Guardiani
della Galassia Vol. 3 potrebbe essere l’ultima volta
in cui lo vedremo nei panni di Drax. L’attore ha specificato di
essere ormai troppo “anziano” per poter continuare ad interpretare
il personaggio. La speranza è che Guardiani
della Galassia Vol. 3, in cui ritroveremo Bautista nei
panni del “Distruttore”, riesca a rendere giustizia al personaggio
secondo le volontà del suo interprete…
Ne
L’uomo d’acciaio di Zack Snyder abbiamo visto Superman
confrontarsi con il generale Zod. Tuttavia, nonostante il
kryptoniano interpretato da Michael Shannon si sia dimostrato un nemico
formidabile, c’era un altro personaggio che molti fan avrebbe
voluto vedere nel film.
Stiamo ovviamente parlando di
Brainiac, il celebre cattivo che ha dato del filo
da torcere a Superman per decenni. Nonostante il personaggio sia
già apparso sul piccolo schermo, una versione live action destinata
al grande schermo non ha mai fatto il suo debutto. Bene, ora
sappiamo che se Snyder avesse realizzato un sequel de
L’uomo d’acciaio, quel film avrebbe sicuramente incluso
anche Brainiac.
A confermarlo è stato lo stesso
regista durante un’intervista con
Bro Bible: “Abbiamo parlato di un film su Brainiac”,
ha spiegato il regista riferendosi ad un sequel diretto di
Superman. “Penso che i kryptoniani che si trovano nella Zona
Fantasma siano probabilmente ancora in giro. E c’era sempre una
possibilità per il loro ritorno. Faora… e chiunque sia rimasto. Era
una cosa che abbiamo sempre avuto in mente e di cui abbiamo sempre
parlato in relazione ad un possibile sequel.”
“Penso solo che sia un bene dare
a Superman questi nemici extraterrestri. Ovviamente deve esserci
Lex Luthor. Devi andare avanti con Lex, perché Lex è la sua vera
nemesi… ma al tempo stesso penso che si debbano cercare anche sfide
al di fuori dalla Terra per Supeman, proprio a causa del fatto che
è così potente”, ha concluso Snyder.
Il nuovo reboot di Superman targato WB/DC
A lungo si è parlato della
possibilità di un sequel diretto de
L’uomo d’acciaio, ma ad oggi pare che il progetto sia
stato totalmente accantonato, soprattutto dopo la conferma che
Warner Bros. e DC Films sono al lavoro su un
reboot dedicato all’eroe kryptoniano che avrà come protagonista
un attore nero. In merito a questo progetto, al momento sappiamo
solo che sarà supervisionato da
J.J. Abrams e sceneggiato da Ta-Nehisi
Coates.
I Marvel Studios sono tornati in possesso dei
diritti sui Fantastici
Quattro dopo l’acquisizione della Fox da parte
della Disney nel 2019. Al Comic-Con di San Diego dello stesso anno,
Kevin Feige, il presidente dei Marvel Studios, ha annunciato
ufficialmente un nuovo film dedicato alla prima grande famiglia
Marvel: in seguito, è stato
annunciato che sarebbe stato Jon Watts, regista di
tutti e tre i film di
Spider-Man ambientati nel MCU, ad occuparsi della regia.
In attesa di scoprire chi saranno i
protagonisti del nuovo reboot, facciamo un passo indietro. Tutti
ricorderanno che per lungo tempo Emily Blunt e John Krasinski sono stati proclamati dai fan
come la scelta migliori per i personaggi di Sue Storm e Reed
Richards, dal momento che entrambi gli attori erano stati collegati
al MCU in passato (Blunt era la prima
scelta dei Marvel Studios per il ruolo di
Vedova Nera prima di
Scarlett Johansson e Krasinski aveva sostenuto uno screen test
per il ruolo di
Captain America).
Ora, durante una recente apparizione
in occasione dello show di
Howard Stern, Emily Blunt è tornata a parlare di quei
rumor sui Fantastici
Quattro. L’attrice ha ovviamente negato la possibilità
di recitare nel nuovo adattamento della Marvel, ammettendo in realtà di non
essere mai stata una grande fan dei cinecomics: “Si tratta semplicemente di un
fantacasting”, ha sottolineato l’attrice. “Non ho mai
ricevuto una telefonata in merito. Sono soltanto persone che
dicono: ‘Non sarebbe fantastico?’. Non che sia al di sotto delle
mie possibilità. Amo Iron Man e quando mi hanno offerto il ruolo di
Vedova Nera ero ossessionata da Iron Man. Volevo lavorare con
Robert Downey Jr., sarebbe stato fantastico… ma non so se i film di
supereroi fanno per me. Non sono nelle mie corde. Non mi piacciono.
Davvero.”
Cosa sappiamo del reboot Marvel sui Fantastici Quattro
Il film dei Fantastici
Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente
annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al
momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la
pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista
di Spider-Man:
Homecoming, Spider-Man:
Far From Home e di Spider-Man
3, attualmente in fase di produzione. Al momento non è
stato ancora designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il
reboot.
Sono stati assegnati i Premi
David di Donatello 2021, durante una serata di gala e
parzialmente in presenza che ha cercato di attenuare la difficoltà
di dover e voler celebrare il cinema anche in un anno di
pandemia.
Ecco tutti i vincitori dei Premi David di Donatello 2021
MIGLIOR FILM
Volevo
nascondermi prodotto da Carlo DEGLI ESPOSTI, Nicola SERRA, con
RAI CINEMA
per la regia di Giorgio DIRITTI
Il premio al miglior cortometraggio viene assegnato da una
giuria composta da Giada Calabria, Francesca Calvelli, Leonardo
Diberti, Paolo Fondato, Elisabetta Lodoli, Enrico Magrelli,
Lamberto Mancini, Mario Mazzetti, Paolo Mereghetti e presieduta da
Andrea Piersanti.
Il miglior cortometraggio Premio David di Donatello 2021 è: ANNE
di Domenico CROCE e Stefano MALCHIODI
***
Il Premio David Giovani viene assegnato da una giuria nazionale
di studenti degli ultimi due anni di corso delle scuole secondarie
di II grado.
Il mondo della cucina e dell’arte
culinaria ha sempre trovato terreno fertile al cinema, oggi più che
mai interessato a raccontare la vita e le ricette segrete di abili
chef. Che siano storie vere o inventate, queste suscitano da sempre
una certa attrazione, oltre ad un inevitabile languorino. Film come
Chef – La ricetta perfetta con Jon Favreau, Il segreto del successo con Bradley Cooper o anche il film d’animazione
della Pixar Ratatouille sono solo alcuni degli esempi più famosi
di questo filone. Particolarmente apprezzato è però anche un film
francese del 2012 dal titolo La cuoca del
presidente, diretto da Christian
Vincent.
A differenza degli altri titoli
poc’anzi citati, questo è ispirato ad una storia vera, quella di
Danièle Mazet-Delpeuch, la prima donna chef
personale del presidente di Francia François
Mitterrand. Si tratta di una storia non nota ai più, ma
che attraverso i toni della commedia si presenta come un delicato
racconto volto a dimostrare la forza che la buona cucina e il cibo
può avere nella vita e nei rapporti di tutti i giorni. Con la
brillantezza che contraddistingue le commedie francesi, La
cuoca del presidente è però anche il racconto di una donna
tenace mai arresasi ai ruoli che gli altri avrebbero voluto
imporle.
Tra emancipazione, rapporti tra i
sessi e rapporto con l’ambito culinario, questo si afferma così
come un delizioso film di buon successo. Acclamato da critica e
pubblico, è infatti diventato uno dei film francesi di maggior
successo del suo anno, ritrovando ancora oggi appassionati
spettatori in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori ed alla storia vera dietro il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La cuoca del presidente: la trama
del film
Protagonista del film è la rinomata
cuoca Hortense Laborie, la quale con grande
passione svolge il suo lavoro in una sperduta stazione di ricerca
in Antartide. Da qui la donna inizia a raccontare la propria
storia, di quando quattro anni prima era stata scelta come cuoca
privata del Presidente della Repubblica Francese. Proprio a lei il
politico rivelerà di desiderare sulla propria tavola il meglio
della cucina francese, permettendo alla donna di sbizzarrirsi in
cucina. La sua attività, come anche il rapporto che intrattiene con
il Presidente, la fanno però ben presto diventare oggetto di
invidia. Ben presto, Hortense sarà costretta a misurarsi con una
serie di ostacoli particolarmente complessi.
La cuoca del presidente: il cast
del film
Ad interpretare la protagonista
Hortense Laborie vi è l’apprezzata attrice francese
Catherine Frot. Questa ha debuttato al cinema nel
1980 con il film Mio zio d’America, per poi distinguersi
anche in Aria di famiglia, La cena dei cretini e
Quello che so di lei. Ad oggi, quello in La cuoca del
presidente rimane uno dei suoi ruoli cinematografici più
famosi, che l’ha portata anche ad ottenere una nomination come
miglior attrice ai prestigiosi premi César. Per prepararsi al
ruolo, la Frot ha avuto modo di approfondire la vita e l’attività
della vera cuoca, cercando poi di ottenere una buona manualità
nella preparazione di alcune ricette classiche.
Accanto a lei, nei panni del
presidente francese, vi è lo scrittore Jean
d’Ormesson, la cui fama è prevalentemente dovuta alla sua
attività in ambito saggistico e giornalistico. All’età di 86 anni,
egli accettò di recitare per la prima volta in vita sua. Assunse
così i panni del capo del governo francese, ruolo che lo ha da
subito reso ulteriormente popolare. Nel film è poi presente
l’attore Hippolyte Girardot, recentemente visto in
I fantasmi d’Ismael e The French Dispatch, e che
in La cuoca del presidente interpreta David Azoulay.
Infine, l’attrice spagnola Arly Jover, nota per i
film Blade e L’impero dei lupi, dà qui volto a
Mary.
La cuoca del presidente: la vera
storia, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Pur cambiando nome alla
protagonista, qui chiamata Hortense Laborie, il film è
dichiaratamente ispirato alla vera storia di Danièle
Mazet-Delpeuch. Questa, dal 1988 al 1990, fu la
cuoca personale del presidente francese Mitterrand. Ella arrivò a
tale ruolo dopo essersi distinta come insegnante culinaria, venendo
notata da Joël Robuchon, tra i più rinomati chef
del Novecento. Egli la raccomandò per il ruolo, aiutandola ad
ottenere il posto di lavoro. Come cuoca del presidente, Danièle
ebbe l’occasione di cucinare per alcune delle più importanti
personalità politiche dell’epoca. Dal leader russo Mikhail
Gorbachev al primo ministro britannico Margaret
Thatcher. Non sopportando le etichette e i tanti
protocolli da seguire, Danièlle decise infine di lasciare il posto.
Andò poi a lavorare come cuoca in una base scientifica in
Antartide.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. La cuoca del
presidente è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 11
maggio alle ore 21:15 sul canale
Cielo.
Ecco il trailer ufficiale di
The Green Knight, il nuovo film di A24
diretto da David Lowery e con Dev Patel,
Alicia Vikander e Joel Edgerton.
Il film che sarebbe dovuto uscire a
Febbraio 2020 e poi a Maggio 2020 con prima mondiale al SXSW Film
Festival, arriva adesso nel Luglio 2021 ed è senza dubbio uno dei
film più attesi della stagione estiva. Dev Patel interpreta Sir
Gawain, lo sconsiderato nipote di Re Artù, che intraprende una
missione per affrontare e sconfiggere lo sconosciuto Cavaliere
della Pelle Verde.
La sinossi ufficiale di The
Green Knight recita: “Un’epica avventura fantasy
basata sull’intramontabile leggenda arturiana, The Green Knight
racconta la storia di Sir Gawain (Dev Patel), lo sconsiderato e
testardo nipote di Re Artù, che si imbarca in un audace ricerca per
affrontare l’omonimo Cavaliere Verde, un gigantesco sconosciuto
dalla pelle color smeraldo. Gawain lotta con fantasmi, giganti,
ladri e intriganti in quello che diventa un viaggio più profondo
per definire il suo personaggio e dimostrare il suo valore agli
occhi della sua famiglia e del suo regno, affrontando lo sfidante
finale”.
Sarà disponibile dal 14 maggio su
Amazon Prime VideoThe Underground Railroad, la nuova serie
Amazon Original firmata dal premio Oscar Barry
Jenkins. Basato sull’omonimo romanzo premio Pulitzer
di Colson Whitehead, lo show si
distanzia dalla trama originale per accogliere svolte nuove e
impreviste, seguendo l’istinto del suo creatore ma rispettando lo
spirito di partenza.
Jenkins in persona ha raccontato
qual è stato il suo approccio alla realizzazione di questo
progetto, la sua prima volta a confronto con un modo diverso di
fare narrazione per immagini.
Che cosa speravi di
catturare nel raccontare la storia di Cora sullo
schermo?
Ho amato tanto il
libro di Colson Whitehead
e ho pensato che potesse essere un ottimo modo per
ricontrattualizzare la storia dei nostri antenati, concentrandoci
su questa giovane donna, Cora (Thuso Mbedu).
Guardi la serie e vedi che Cora cerca di sconfiggere la condizione
degli schiavi d’America, cercando allo stesso tempo di
riconciliarsi con l’abbandono della madre. Mi è sembrato un modo
molto bello per raccontare questa storia, presentata in maniera
autentica ma anche epica, dalla grande portata che alla fine
racconta la genitorialità ma anche il trovare una strada da soli.
Ho pensato che fosse bello mettersi alla prova con una storia di
questa portata.
È il primo
approccio in tv di questa portata. Come mai era così importante
raccontare questa storia in questo formato?
Quando vai al
cinema, vivi un’esperienza che ti cattura, spegni il telefono e sei
immerso completamente. Data la portata di alcune di queste
immagini, io volevo che lo spettatore fosse in grado di mettere
pausa, riprende, saltare. Volevo che lo spettatore scegliesse come
guardarla, questo è un motivo per cui ho scelto di farne una serie.
Inoltre mi sembrava il modo migliore per dare a Cora la possibilità
di incontrare tutte le persone che incrocia sul suo cammino con
molta calma e spazio.
Perché si è
scelto il linguaggio della metafora per rappresentare alcune scene
della serie?
Credo che molto
dipenda dal gusto personale. La prima volta che ho sentito
l’espressione ‘underground railroad’ ho proprio visualizzato delle
persone su un treno, sottoterra, in maniera molto realistica, ed
era un’immagine infantile, ero piccolo. Così la prima cosa che ho
pensato è stata di realizzare un immaginario molto concreto, che si
rifacesse a quell’immaginario di bambino che avevo avuto.
In attesa di Fast
& Furious 9, nono capitolo della saga Fast and Furious
di Universal Pictures, che ha incassato oltre 5 miliardi di dollari
in tutto il mondo, un emozionante video dedicato alla magia del
cinema con Vin
Diesel ci invita a tornare in sala per vedere solo al
cinema il nuovo film.
“Ne è passato di tempo… le
strade erano vuote, i luoghi dove ci radunavamo silenziosi. Abbiamo
vissuto un anno che ci ha messi a dura prova. Ma iniziamo a vedere
la promessa di un nuovo giorno”. Comincia così il nuovo,
emozionante video in cui Vin Diesel descrive la magia del cinema,
inteso proprio come il luogo in cui, quando si spengono le luci e
si accende il proiettore, cominciamo a sognare.”
Nella giornata di ieri è arrivato il
primo trailer ufficiale di Venom: La furia di Carnage, l’attesissimo
sequel diretto da Andy Serkis che vedrà Tom Hardy di nuovo nei panni di Eddie Brock.
Screen Rant ha raccolto i 10 dettagli più curiosi presenti nel
trailer, in attesa dell’arrivo del film nelle sale previsto per il
prossimo autunno:
Schiacciare il ragno
Cletus Kasady sta parlando
con Eddie Brock nel trailer di
Venom: La furia di Carnage. Kasady spiega che uscirà di
prigione e creerà una carneficina. C’è un momento nel discorso in
cui Kasady schernisce Brock e dice “Aspettando nelle tenebre
quel salvatore che non arriva mai”.
In quel momento, Kasady schiaccia un
ragno, suggerendo chiaramente che Spider-Man è là fuori da qualche
parte, ma che non sarà qui per aiutare Venom. Questo potrebbe
essere la conferma che Spider-Man non apparirà ancora in un film
della Sony.
I Vendicatori hanno perso?
C’è un momento nel trailer
di Venom: La furia di Carnage in cui il detective
Mulligan sta leggendo un giornale, si arrabbia e lo getta via.
Mulligan è un detective della polizia che indaga sul legame tra
Eddie Brock e Cletus Kasady, mentre cerca di trovare tutte le
vittime di omicidio che Kasady ha ucciso e che sono ancora
sconosciute.
Mulligan accartoccia il giornale. Fermando il trailer al
secondo giusto, è possibile vedere una storia all’interno del
giornale. La pagina interna ha un titolo che presenta le parole
“Avengers” e “Nightmare”. Le prime due parole dovrebbero essere
“Avengers Lose”, ossia “i Vendicatori perdono”, mentre l’altra
parola è “Nightmare”, ossia “Incubo”. Questo è probabilmente solo
un divertente easter egg del MCU, poiché i rumor suggeriscono
che Incubo sarà il cattivo principale di Doctor Strange in the
Multiverse of Madness.
Il Daily Bugle
Ci sono due scene nel
trailer di Venom: La furia di Carnage che coinvolgono qualcuno
che legge un giornale. Nella prima, il detective Mulligan legge il
Daily Bugle che contiene l’easter egg degli Avengers. Nella
seconda, anche Eddie Brock guarda il Daily Bugle.
Ci sono due importanti cose da
notare qui. In primo luogo, il Daily Bugle non è un quotidiano nel
MCU, ma un tabloid online. In
secondo luogo, questo giornale assomiglia a quello dei film di Sam
Raimi su Spider-Man, facendo così sembrare che Venom non sia
ambientato nella stesso universo dello Spider-Man di Tom
Holland.
Istituto Ravencroft
Nel trailer è presente
anche un breve sguardo all’istituto Ravencroft. Nei fumetti,
Ravencroft è nella contea di Westchester, New York, e Norman Osborn
ne è il responsabile. È qui che finiscono i cattivi – per lo più i
cattivi di Spider-Man nei fumetti – quando vengono catturati.
In
Venom: La furia di Carnage, potrebbe essere la
versione West Coast del Raft visto nel MCU. Tuttavia, c’è anche la
possibilità che questa scena si svolga a New York, con il film che
tornerebbe in qualche modo alle origini di Eddie. Una scena
ambientata nel Ravencroft mostra una donna sdraiata: si tratta
dell’attrice Naomie Harris, che interpreta Shriek, un altro cattivo
simbionte…
Shriek
Shriek è scappata quando
Ravencroft è bruciata. Il trailer di Venom: La furia di Carnage non mostra quasi
nulla del suo personaggio. Shriek è il secondo cattivo del film, ma
il suo ruolo rimane un mistero.
Nei fumetti, era l’amante di
Carnage, anche se alla maniera di Joker/Harley Quinn. Ha avuto
un’infanzia traumatica ed è rimasta isolata per anni. Anche se
viene solo accennato nel trailer, Shriek potrebbe diventare
l’Harley Quinn di questo film, qualcuno che Carnage usa per i suoi
scopi, un personaggio davvero tragico.
C’è un altro simbionte?
Nella scena dell’incendio
del Ravencroft, vediamo Shriek abbandonare l’istituto insieme ad un
altro personaggio. Potrebbe essere Carnage, ma potrebbe anche
trattarsi di qualcun altro, qualcuno che Shriek conoscenza proprio
grazie all’istituto e che potrebbe rappresentare un’altra
minaccia.
I fan sperano che il franchise di
Venom, alla
fine, possa portare al grande crossover “Maximum Carnage”, in cui
viene raccontata una gigantesca battaglia che coinvolge Venom,
Spider-Man e altri eroi che combattono contro Carnage e il suo
esercito di simbionti. Questo film potrebbe introdurre altri
simbionti per anticipare tale possibilità? Questa seconda persona
che lascia Ravencroft potrebbe essere uno di loro?
Detective Mulligan
Parlando di simbionti
nell’Universo Marvel, il trailer di Venom: La furia di Carnage ci mostra anche il
Detective Mulligan. C’è una scena in cui Venom si comporta come se
volesse attaccare Mulligan, mostrando una sorta di relazione
antagonistica.
Se in futuro ci sarà un film basato
su “Maximum Carnage”, Mulligan potrebbe svolgere un ruolo
importante. Nei fumetti, Patrick Mulligan è un agente di polizia
che finisce per ospitare un simbionte. Tuttavia, quella fu la prova
che i simbionti assumono la natura dei loro ospiti, con Toxin che
alla fine diventò un eroe.
Knull?
Ci sono alcuni momenti nel
trailer di Venom: La furia di Carnage che sembrano
confermare che un fervore religioso sia cresciuto intorno ai
simbionti. C’è una vetrata del Culto di Carnage e ci sono anche
simboli in tutta la cella di Cletus Kasady.
Questo potrebbe portare al Dio dei
Simbionti, Knull. Un culto di Knull esisteva nei fumetti; questo
essere cosmico ha creato dei simbionti, ed è anche apparso nella
trama di “Black Marvel”. La domanda sorge
spontanea: il franchise di Venom potrebbe portare all’arrivo di
Knull?
Venom ama il cioccolato
Venom che vuole il
cioccolato alla fine del trailer di Venom: La furia di Carnage è un momento
sicuramente divertente. Tuttavia, proviene direttamente dai fumetti
e dà un significato all’intera scena. Quando Venom si rende conto
che la cioccolata non è disponibile, ammette che potrebbe mangiare
la signora Chen. Questo è più di un semplicemente momento
divertente, in realtà.
Nei fumetti originali, Eddie Brock ha
lavorato duramente per convincere Venom a smettere di mangiare le
persone. Ha provato a placare la sua fame con il cioccolato, e
questo ha funzionato. Senza cioccolato, ovviamente, ritorna la
voglia di carne umana…
I cameo di Stan Lee continuano
All’inizio del trailer di
Venom: La furia di Carnage, quando Eddie Brock
entra nel minimarket della signora Chen, quest’ultima saluta Eddie
e poi saluta Venom, che a sua volta ricambia.
È un momento divertente, ma qui c’è
anche un cameo di Stan Lee. Nella scena appare una rivista, sul
bancone anteriore accanto alla signora Chen; Stan Lee è sulla
copertina di quella rivista, a sottolineare quanto la sua influenza
sia ancora viva e vegeta.