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Conan il barbaro: dal cast al remake, tutte le curiosità sul film con Arnold Schwarzenegger

Quello di Conan è stato il primo grande personaggio a conferire popolarità internazionale all’attore Arnold Schwarzenegger. Questo è il protagonista di Conan il barbaro, film di genere fantastico a lungo atteso dai fan e che si concretizzò a seguito del successo di Guerre Stellari, opera che dimostro l’esistenza di un forte interesse verso racconti di questo genere, con ambientazioni fantastiche e personaggi eroici. Conan il barbaro offre proprio tutto ciò e cogliendo in pieno lo spirito del suo tempo si affermò poi come un grande successo di critica e pubblico.

Il film fu dunque diretto nel 1982 da John Milius (regista anche di Un mercoledì da leoni) e da quest’ultimo scritto insieme ad Oliver Stone, che nel 1979 era divenuto celebre per aver sceneggiato il film Fuga di mezzanotte, con cui vinse il suo primo Oscar. Realizzare Conan il barbaro fu però tutt’altro che semplice, sia per via di problemi legati all’acquisto delle licenze, sia per via di alcune modifiche da apportare ai personaggi. Conan, infatti, è basato su di un omonimo personaggio dei fumetti, il quale però presenta alcune differenze rispetto al Conan poi portato sul grande schermo.

Il risultato fu però particolarmente apprezzato, con particolari lodi per le ambientazioni, gli effetti speciali e le interpretazioni dei protagonisti. Ancora oggi Conan il barbaro è un classico, nonché trai più celebri film di genere fantastico degli anni Ottanta. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Arnold Schwarzenegger e Valérie Quennessen in Conan il barbaro

La trama di Conan il barbaro e i fumetti e i libri da cui è tratto il film

Ambientato nella fantomatica Era Hyboriana, la storia racconta di Conan, figlio di un fabbro di una tribù del nord Europa, dove si tramanda l’arte della lavorazione dell’acciaio per forgiare spade invincibili. La vita di Conan viene stravolta quando un gruppo di predoni, con a capo lo spietato Doom, distrugge il suo villaggio e stermina tutti gli abitanti. Da loro rapito, Conan viene usato come schiavo e costretto ai lavori forzati, sviluppando una forza sovrumana. Crescendo, egli diventa dunque un guerriero formidabile, chiamato a compiere gesta impossibili e covando un forte desiderio di vendetta verso gli assassini dei suoi genitori e del suo popolo.

Come anticipato, il personaggio di Conan presente nel film è ispirato a quello omonimo ideato da Robert Ervin Howard nel 1932 sulle pagine di Weird Tales, come anche ai romanzi scritti da L. Sprague de Camp e Lin Carter. Proprio questi ultimi hanno consolidato nell’immaginario colletivo l’immagine di Conan come un barbaro virile, armato di ascia e sempre pronto a spaccare le teste dei suoi nemici. La versione cinematografica del personaggio si discosta però molto dal Conan letterario, il quale appare più selvaggio e forte, mentre quello del film risulta più umano e, per certi aspetti, vittima degli eventi.

Il cast del film

La scelta di Arnold Schwarzenegger come protagonista nel ruolo di Conan fu frutto della visione del film del 1977 Uomo d’acciaio da parte dei produttori. Colpiti dal muscoloso corpo del bodybuilder austriaco, questi decisero di offrirgli la parte, che Schwarzenegger accettò subito, capendo che sarebbe stata una grande occasione per farsi un nome nell’industria dell’intrattenimento. Per interpretare Conan, egli si sottopose ad un duro regime di allenamenti, che lo portarono a perdere peso e a definire meglio la propria massa muscolare. Schwarzenegger ebbe poi modo di imparare ad andare a cavallo, a scalare con la fune e a maneggiare la spada, oggetto che conserva ancora oggi con sé.

Conan-il-barbaro-sequel
Arnold Schwarzenegger and Gerry Lopez in Conan il barbaro

Accanto a lui, Sandahl Bergman interpreta invece il ruolo di Valeria, principale personaggio femminile, la quale si afferma come un’Amazzone feroce ma civilizzata. Per tale ruolo, l’attrice fu poi premiata con il Golden Globe per la migliore attrice debuttante. James Earl Jones, noto per essere stato la voce di Dart Fener e quella di Mufasa, interpreta invece il villain Thulsa Doom, mentre il celebre attore svedese Max von Sydow ricopre il ruolo di Re Osric. I due furono scelti per la loro esperienza in ambito recitativo, conferendo dunque più prestigio al progetto. Completano il cast gli attori Ben Davidson nel ruolo di Rexor e Gerry Lopez in quelli di Subotai.

Il sequel e il remake

Dato il successo del film, nel 1983 è stato realizzato Conan il distruttore, un sequel stand-alone, ovvero a sé stante, indipendente dunque da quanto avviene a livello narrativo nel precedente. Cambia infatti del tutto il cast, fatta eccezione per Schwarzenegger, che riprende il ruolo di Conan. Dopo questo secondo film, c’era l’intenzione di realizzare un terzo capitolo intitolato Conan il conquistatore. La popolarità di Schwarzenegger e i molti progetti in cui era ormai coinvolto resero però impossibile realizzare il film, che venne dunque accantonato. Nel 2011, tuttavia, è stato realizzato un remake dal titolo Conan the Barbarian, dove ad interpretare il protagonista è l’attore Jason Momoa.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Conan il barbaro grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Disney+, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 18 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

La notte del giudizio – Election Year: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Arrivato sul grande schermo nel 2013, il film La notte del giudizio ha dato il via ad una delle più fortunate saghe cinematografiche ambientate in una realtà distopica. Composta da cinque film e una serie televisiva, la saga è stata ideata da James DeMonaco, ed ha in breve ottenuto ottimi riscontri di pubblico, tanto da giustificare la sua espansione. Nel 2016 è arrivato al cinema il terzo capitolo della saga. Si tratta di La notte del giudizio – Election Year (qui la recensione), ancora una volta scritto e diretto da DeMonaco. Come il titolo lascia intuire, si tratta di un film speciale, pensato appositamente in vista delle elezioni del presidente degli Stati Uniti nel 2016.

Lo spunto ricorrente è però sempre quello del periodo dello “Sfogo”. DeMonaco ha raccontato che l’ispirazione gli venne in seguito ad un evento che capitò realmente a lui e a sua moglie, i quali dopo un litigio con un altro automobilista si trovarono ad immaginare un contesto dove, una volta all’anno, potesse essere consentito commettere omicidi e violenze. Rivisto oggi, questo La notte del giudizio – Election Year risulta ancor più inquietante, avendo prefigurato già molte delle rivolte popolari verificatesi durante la prima presidenza Trump, tra cui la tristemente nota e recente aggressione a Capitol Hill. Si tratta dunque di un film ambientato nel futuro, ma con elementi già attuali oggigiorno.

Dopo che il primo capitolo era interamente ambientato all’interno dell’abitazione dei protagonisti, con questo sequel il regista ha avuto modo di portare lo spettatore direttamente nelle strade dove gli scontri avvengono. Con questo nuovo capitolo, la violenza arriva fin dentro gli uffici del governo. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Frank Grillo, Elizabeth Mitchell e Roman Blat in La notte del giudizio - Election Year
Frank Grillo, Elizabeth Mitchell e Roman Blat in La notte del giudizio – Election Year. Foto di Michele K. Short – © Universal Pictures

La trama di La notte del giudizio – Election Year

Ambientato nel 2037, quattordici anni dopo il precedente capitolo, questo nuovo film vede nuovamente come protagonista Leo Barnes, ora divenuto capo della sicurezza della senatrice statunitense e candidata alle elezioni presidenziali Charlie Roan, la quale, memore del triste destino della sua famiglia, sterminata durante uno Sfogo, si propone di abrogare la legge che lo permette. Nel tentativo di evitare che ciò accada, la NFFA revoca la regola che garantisce l’immunità ai funzionari governativi di “livello 10”. Dopo un tradimento avvenuto all’interno dell’élite di sicurezza capitanata da Barnes, quest’ultimo deve proteggere la Roan contando solamente sulle proprie forze.

Per Barnes e la Roan ha dunque inizio una lunga e difficile notte, dove sopravvivere fino al mattino sarà quantomai essenziale. Se la candidata presidenziale dovesse morire, la speranza di porre fine a quel massacro annuale svanirà definitivamente. Ad aiutarli nel loro viaggio notturno vi saranno però diversi sostenitori della Roan, tra cui Dante Bishop, leader di una squadra di ribelli. In particolare, il gruppo dovrà stare attento agli uomini di Edwige Owens, rivale della Roan, intento a non avere oppositori alle elezioni al fine di mantenere quel brutale status quo.

Il cast del film

Come già per il precedente film, anche in questo il personaggio di Leo Barnes ha il volto di Frank Grillo, attore divenuto particolarmente noto proprio grazie a questi film. Per costruire il personaggio, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato ai più celebri giustizieri interpretati da Clint Eastwood. Inizialmente, però, non era certo che Grillo accettasse di ricoprire nuovamente il ruolo, e ciò aveva portato ad immaginare questo terzo capitolo come un prequel del primo film. Dopo che l’attore acconsentì a tornare nei panni di Barnes, il film venne dunque ripensato come sequel diretto del precedente. Nel film sarebbe dovuto comparire nuovamente anche il personaggio di Eva Sanchez, ma l’attrice Carmen Ejogo rifiutò l’offerta preferendo dedicarsi ad altro.

Nel ruolo della senatrice e candidata presidenziale Charlie Roan vi è invece l’attrice Elizabeth Mitchell. Questa è celebre soprattutto per aver interpretato Juliet Burke nella serie televisiva Lost. L’attore Edwin Hodge torna invece ad interpretare un personaggio già visto nella saga, ma il cui nome, Dante Bishop, viene rivelato qui per la prima volta. Tra i sostenitori della Roan si ritrovano anche Joe Dixon e Marcos Dali, interpretati da Mykelti Williamson e Joseph Julian Soria. Il politico Edwige Owens ha il volto di Kyle Secor, celebre per la serie Homicide: Life on the Street. Tra i partecipanti dello Sfogo si annoverano invece Batty Gabriel nei panni di Laney Rucker e Terry Serpico in quelli di Earl Danzinger.

Frank Grillo, Elizabeth Mitchell, Mykelti Williamson, J.J. Soria e Betty Gabriel in La notte del giudizio - Election Year
Frank Grillo, Elizabeth Mitchell, Mykelti Williamson, J.J. Soria e Betty Gabriel in La notte del giudizio – Election Year. Foto di Michele K. Short – © 2016 – Universal Pictures

Il finale del film

Nell’atto conclusivo del film, mentre i due gruppi scortano la Roan e Owens, una seconda orda di agenti dei servizi segreti NFFA guidata da Danzinger tenta di eliminare il gruppo, ma anch’essi vengono uccisi dalla squadra di Bishop che però muore durante l’attacco mentre Barnes uccide Danzinger. Inoltre, poco dopo, Harmon James, ferisce Laney e Marcos e mira alla Roan ma Joe le fa scudo col proprio corpo e, prima di morire, uccide Harmon. Due mesi dopo, mentre Marcos e Laney rinnovano il negozio di Joe in sua memoria, la Roan sconfigge Owens alle elezioni e, dopo aver promosso Barnes a capo dei servizi segreti, la neo Presidente si mette al lavoro per abolire Lo Sfogo causando così violente proteste per le strade del Paese da parte degli ammiratori della NFFA.

 

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La notte del giudizio – Election Year è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 18 dicembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Apollo 13: quanto è accurato il film di Ron Howard rispetto alla storia vera?

C’è una scena in Apollo 13 del regista Ron Howard in cui un direttore della NASA, discutendo dell’improbabilità che gli uomini a bordo sopravvivano, spiega al direttore di volo Gene Kranz (Ed Harris): “Questo potrebbe essere il peggior disastro che la NASA abbia mai vissuto”. Kranz, però, risponde: “Con tutto il rispetto, signore, credo che questo sarà il nostro momento migliore”. Il tempo ha dato ragione a Kranz: la valutazione iniziale della NASA che considerava la missione un fallimento è ora considerata un “fallimento riuscito”, una delle grandi storie sull’ingegno umano, l’improvvisazione e le decisioni prese in modo quantomai rapido.

Il film di Howard racconta i giorni che precedettero il lancio – a sua volta non privo di problemi – l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico e gli strazianti giorni intermedi tra questi due momenti che hanno tenuto con il fiato sospeso un’intera nazione. Interpretato da Tom Hanks, Kevin Bacon, Bill Paxton, Gary Sinise e Kathleen Quinlan, Apollo 13 è oggi considerato un grande classico, che naturalmente si è però preso alcune libertà rispetto alla storia vera. In questo articolo scopriamo allora quanto è accuratamente rappresentato quell’evento.

La storia vera dietro il film Apollo 13

I segni inquietanti dell’Apollo 13 prima del decollo

Apollo 13 mostra da subito diversi eventi preoccupanti accaduti prima del decollo e, per la maggior parte, sono veri. Il decollo avvenne l’11 aprile 1970, alle 13:13 ora militare, ma non senza intoppi. Il motore centrale, uno dei cinque del razzo Saturn V, si spense, e questo fu risolto bruciando i restanti quattro motori 34 secondi in più del previsto. Questo è accaduto durante il lancio vero e proprio e il film lo racconta con precisione, con un’eccezione. Il film mostra una luce lampeggiante sul pannello che indica il guasto del motore, che non sarebbe stata accesa nella realtà.

Dave Scott, comandante dell’Apollo 15 e consulente tecnico del film, ha dichiarato: “In Apollo 13, il film, la luce è stata fatta lampeggiare di proposito per attirare l’attenzione degli spettatori. I registi conoscevano l’operazione vera e propria, ma hanno scelto di prendersi questa licenza per ottenere un effetto drammatico”. Sul lato più leggero, l’equipaggio ha suonato una melodia dopo il lancio, solo che si trattava del tema di 2001: Odissea nello spazio e non del classico di Norman GreenbaumSpirit in the Sky’ come nel film. Tutto questo, prima del giorno in cui si scatenò l’inferno, il 13 aprile.

Kevin Bacon, Tom Hanks e Bill Paxton in Apollo 13
Kevin Bacon, Tom Hanks e Bill Paxton in Apollo 13. Foto di Universal Home Video – © 1995 Universal Pictures

Il film Apollo 13 fa uscire il caos dall’ordine

Houston, abbiamo un problema”. Queste quattro agghiaccianti parole non descrivono nemmeno lontanamente il pericolo che corrono Jim Lovell (Tom Hanks), Fred Haise (Bill Paxton) e Jack Swigert (Kevin Bacon), gli astronauti a bordo dell’Apollo 13. Inoltre, non descrivono ciò che è stato effettivamente detto. Come riportato, Swigert ha parlato per primo, dicendo: “Ok, Houston… Credo che ci sia stato un problema”. Quando Houston chiede loro di ripetere, Lovell dice: “Ah, Houston, abbiamo avuto un problema. Abbiamo avuto una sottotensione del bus principale B”. Il cambiamento è lieve, ma d’impatto. Gli sceneggiatori hanno usato il secondo perché l’urgenza di “abbiamo” è più evidente.

Da quel momento in poi, si scatena un caos controllato mentre la NASA si affanna a capire cosa bisogna fare per riportare a casa i suoi uomini, ma come per la citazione precedente, la verità rende la storia molto meno avvincente. Come sottolinea Mattingly, “i film e tutto il resto fanno sembrare che abbiamo inventato un sacco di cose. Beh, grazie al tipo di programma di addestramento di simulazione che avevamo, forse le cose non erano esattamente le stesse o nello stesso ordine, ma tutto quello che abbiamo finito per fare era già stato fatto da qualche parte”. Tra queste, una simulazione che prevedeva che l’equipaggio si spostasse nel modulo lunare.

Il direttore di volo Gene Kranz ha richiamato all’azione i controllori di volo sulla Terra, ma non con la famosa dichiarazione di Ed Harrisil fallimento non è un’opzione”. Questa frase è una sintesi di ciò che Kranz ha effettivamente detto: “Non ho mai perso un americano nello spazio, di sicuro non ne perderò uno adesso. Questo equipaggio tornerà a casa. Dovete crederci. La sua squadra deve crederci. E noi dobbiamo fare in modo che accada”. Una delle cose che hanno dovuto realizzare nel film è stata la creazione di un adattatore per i depuratori di CO2 del modulo di comando per farli funzionare nella scialuppa di salvataggio del modulo lunare.

Per farlo, sono stati utilizzati oggetti che si sapeva essere presenti sulla navicella, quando invece un ingegnere nel film afferma “non è un’eventualità che abbiamo nemmeno lontanamente considerato”. Ma nella realtà l’hanno dunque esaminata e hanno simulato uno scenario praticamente identico durante la preparazione della missione, quindi la sequenza in cui gli scienziati missilistici della NASA lavorano per ore a una soluzione è stata invece risolta in meno di due ore e senza drammi nella realtà.

Ed Harris in Apollo 13
Ed Harris in Apollo 13. Foto di Universal Home Video – © 1995 Universal Pictures

Il film si conclude con il rientro a casa dell’equipaggio

Nel film, un ingegnere di nome John Aaron e Mattingly lavorano al simulatore della NASA per capire come utilizzare la batteria rimanente della navicella per alimentare il modulo per tornare a casa, con Mattingly che ripete la simulazione più e più volte senza sosta. Questa versione è molto più interessante che osservare un gruppo di persone, ognuna delle quali lavora a un pezzo diverso del puzzle alla propria scrivania, come è accaduto nella vita reale. Il simulatore è stato utilizzato solo per mettere in pratica la procedura elaborata, per comunicare i passaggi a Swigert in modo più efficace.

Lovell era ansioso di ottenere le procedure, come si vede nel film, e ha anche chiesto alla NASA di controllare i calcoli fatti su una carta per confermarne l’accuratezza chiamando i numeri. I numeri, tra l’altro, sono gli stessi e il biglietto su cui Lowell li ha effettivamente scritti è stato venduto a un’asta del 2011 per l’incredibile cifra di 388.375 dollari. Il drammatico finale di Apollo13, con il rientro dell’Apollo e un blackout più lungo del previsto, è accurato, solo che, al contrario, è meno drammatico di quello che è successo nella realtà.

Nel film il blackout dura quattro minuti, ma in realtà è stato di sei minuti e mezzo, a causa dell’angolo di entrata poco profondo. Sempre nel film, dopo il blackout, si sente Lovell dire: “Houston, qui Odyssey, è bello rivedervi”, parole che scatenano una gioiosa celebrazione al Controllo Missione. Una citazione di gran lunga migliore del semplice “Ok, Joe” pronunciato nella realtà da Swigert, diretto al CAPCOM Joe Kerwin.

Apollo 13 cast
Una scena di Apollo 13. Foto di Universal Home Video – © 1995 Universal Pictures

I cambiamenti di Ron Howard rendono ‘Apollo 13’ avvincente

Nel complesso, Apollo 13 trova il giusto equilibrio tra accuratezza storica e intrattenimento, con Howard che apporta abilmente modifiche alla vicenda, da quelle apparentemente insignificanti al revisionismo su larga scala. L’incapacità di Marilyn di recuperare l’anello perduto è solo uno di questi piccoli cambiamenti, ma nel contesto del film, prefigura sottilmente l’elemento “tutto si sta sfaldando” dell’evento stesso, la prima cosa ad andare storta in quella che diventa una sfilza di momenti simili. Le modifiche alle frasi, come “abbiamo un problema” rispetto a “abbiamo avuto un problema”, o “il fallimento non è un’opzione”, aggiungono drammaticità alla narrazione.

Drammaticità che però non ha necessariamente avuto luogo, grazie alla pianificazione anticipata della NASA della possibilità di simili emergenze. I momenti del film che più si discostano dagli eventi reali, come il tempo trascorso da Mattingly sul simulatore, hanno lo stesso scopo. La rappresentazione della realtà di quei momenti sarebbe l’equivalente cinematografico di guardare la vernice che si asciuga, le routine banali e la matematica che sono state praticate più e più volte da coloro che lavorano alla NASA in caso di emergenza. Momenti che cinematograficamente semplicemente non hanno attrattiva.

Aggiungendo invece quel senso di caos e incertezza, Howard ha cambiato e migliorato la narrazione dalla realtà di una macchina ben oliata, alle prese con un evento senza precedenti e pertanto difficile da gestire, offrendo quindi una reinvenzione drammatica che aggiunge urgenza emotiva all’equazione. Ciò non cambia il risultato, ma aggiunge indubbiamente un elemento umano con cui lo spettatore medio può relazionarsi. Sono proprio queste modifiche ad aver reso Apollo 13 un film di grande successo, un classico ancora amato oggi da generazioni di spettatori.

Ms. Marvel: Kamala Khan è “la prima cosa da tenere a mente” per il futuro dell’MCU

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Sebbene si possa sostenere che la serie Disney+ Ms. Marvel abbia subito un calo di qualità nel corso del tempo, molti fan hanno considerato Kamala Khan di Iman Vellani uno dei nuovi personaggi più avvincenti introdotti nell’MCU dopo Infinity Saga, e sembra che i Marvel Studios abbiano grandi progetti per la giovane eroina in futuro.

Verso la fine di The Marvels, Khan canalizza il suo Nick Fury interiore quando recluta Kate Bishop (Hailee Steinfeld) di Hawkeye nei Giovani Vendicatori (se questo sarà il nome della squadra resta da vedere), suggerendo forse che Ms. Marvel si troverà in una posizione di leadership una volta che il roster completo sarà assemblato.

Ms. Marvel è il futuro del MCU?

Mentre parlava con THR della terza stagione di What If…?, il capo della Marvel Television and Animation Brad Winderbaum ha indicato che Kamala Khan sarà parte integrante del futuro del Marvel Cinematic Universe.

“Adoro Iman. È incredibile. Adoro quel personaggio. Ti dirò che per me è sicuramente una parte importante dell’MCU. Ms. Marvel è uno show molto importante per noi e, senza entrare troppo nei dettagli, perché non voglio rovinare nulla, è al primo posto. Quindi sarà emozionante vedere dove apparirà la prossima volta.”

Nonostante la popolarità di Kamala, The Marvels non è stato un successo (in realtà è finito per diventare il film MCU con il minor incasso finora), quindi un terzo film di Captain Marvel sembra improbabile. Ms. Marvel farà quasi sicuramente parte di Avengers: Secret Wars e The Champions (il titolo vociferato del progetto Young Avengers), ma potrebbe anche unirsi al reboot degli X-Men dopo che è stato rivelato, alla fine della serie, che ha un DNA mutante.

“Sì, penso che stiano collegando un sacco di cose. Stanno inserendo i mutanti qua e là”, ha detto Vellani in una recente intervista quando gli è stato chiesto di diventare potenzialmente un X-Man. “Abbiamo visto [Charles Xavier] in Multiverse of Madness. Quindi onestamente non sono al corrente di cosa stanno facendo con gli X-Men e di come li integreranno, ma è estremamente bello e un grande vanto averne uno nel nostro film. Be’, due, se conti me.”

Death Of A Unicorn: trailer della nuova dark comedy di A24 con Paul Rudd e Jenna Ortega

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È stato rivelato il trailer del nuovo film di A24 Death of a Unicorn. Il film è una commedia dark di prossima uscita che racconta la storia di un padre di nome Elliot e di sua figlia Riley, che investono accidentalmente un unicorno con la loro auto. Portano quindi la creatura magica uccisa nel rifugio selvaggio di un ricco amministratore delegato e ne nasce il caos. Il film è stato scritto e diretto dal regista esordiente Alex Scharfman. Il cast di Death of a Unicorn comprende Jenna OrtegaPaul Rudd, Richard E. Grant, Will Poulter, Sunita Mani e Téa Leoni.

A24 ha rilasciato il trailer di Death of a Unicorn. Il trailer inizia con Elliot (Rudd) che cerca di convincere Riley (Ortega) a fare buon viso a cattivo gioco per gli amministratori delegati delle grandi case farmaceutiche che stanno andando a visitare. Le cose prendono una piega quando, durante il viaggio, investono un unicorno e sono costretti a portare la carcassa di un unicorno nella loro auto scassata. Dopo aver scoperto l’unicorno nell’auto di Elliot, i ricchi dirigenti del settore farmaceutico sono decisi a studiare le qualità medicinali dell’animale. I loro piani, però, vanno a monte quando la creatura unicorno inizia a vendicarsi della squadra.

Cosa significa questo trailer per Death Of A Unicorn?

Il trailer di Death of a Unicorn non è sottile riguardo ai suoi temi. Sebbene il film sembri rimanere su un registro ampiamente comico, anche questo trailer suggerisce che il film è un commento satirico su Big Pharma. Questo è esemplificato al meglio quando un ricercatore scopre che l’unicorno può curare il cancro, e il personaggio di Poulter risponde giovialmente “il cancro… è il più grande!”. Anche se potrebbe essere in preda all’eccitazione per il numero di vite che verranno salvate, è implicito che il personaggio lo veda come un’opportunità finanziaria.

Il trailer definisce anche la dinamica comica tra la Riley di Ortega e il resto del gruppo. Lei non sopporta le buffonate dei ricchi. Quando i dirigenti dell’azienda farmaceutica ipotizzano, ad esempio, che la creatura potrebbe essere “un cavallo, tipo Mammalia, con una sorta di sporgenza o crescita”, Ortega risponde “è un f*ttuto unicorno”. Anche se l’attacco dell’unicorno potrebbe umiliare i responsabili di Big Pharma, questo scontro di personalità sarà presente almeno all’inizio del film, creando ampie opportunità di umorismo.

Harry Potter e la camera dei segreti ha commesso un errore frustrante che ha perseguitato la saga di Harry Potter

Il film Harry Potter e la Camera dei Segreti ha commesso un errore che si è ripercosso sulla serie fino ai Doni della Morte. Naturalmente i film della Warner Bros sono amati da milioni di persone in tutto il mondo, ma questo non significa che siano perfetti. Il mondo dei maghi è stato modificato in vari modi nel corso dei film e a volte questo si è ritorto contro la Warner Bros. In alcuni casi, ciò ha comportato alcune frustranti incongruenze in tutto Harry Potter, ma l’imminente remake televisivo della HBO ha la possibilità di mettere tutto a posto.

I piccoli errori che avrebbero poi messo in difficoltà i film di Harry Potter erano molto più facili da commettere in Harry Potter e la Pietra Filosofale e Harry Potter e la Camera dei Segreti, dato che i libri della Rowling non erano nemmeno vicini alla conclusione quando sono usciti i film. È qui che il remake televisivo della HBO ha un vantaggio significativo. La storia di Harry è stata completata per quasi due decenni e l’intero quadro permetterà alla serie televisiva di Harry Potter di evitare problemi di continuità. Nel caso delle Pozioni Polisucco, questo sarà un sollievo.

Il film La Camera dei Segreti ha fatto sì che gli utilizzatori di pozioni polisucco mantenessero la propria voce

Harry Potter e la camera dei segreti
© 2002 Warner Bros. All Rights Reserved. Harry Potter Publishing Rights/J.K.R

Nel film Harry Potter e la Camera dei Segreti, Harry, Ron ed Hermione usano la pozione Polisucco per cercare di impersonare gli amici di Draco Malfoy e scoprire l’identità dell’erede di Serpeverde. Harry e Ron hanno usato i capelli di Vincent Crabb e Gregory Goyle (mentre Hermione ha usato accidentalmente un gatto) e sono riusciti ad assumere il loro aspetto dopo aver bevuto la pozione. Tuttavia, nel film del 2002, i due Grifondoro avevano ancora la loro voce, cosa su cui Harry ha richiamato l’attenzione quando ha detto: “Sembriamo ancora noi stessi!”.

Nei libri di Harry Potter la pozione polisucco non funzionava così. Quando Ron e Harry si fingevano Crabb e Goyle, si diceva espressamente che avevano assunto le voci brutali dei bulli Serpeverde. Non è chiaro perché questo cambiamento sia stato fatto per il film della Camera dei Segreti . Forse il regista Christopher Columbus non voleva che il pubblico si confondesse su chi fosse chi, o forse sembrava più divertente doppiare le voci di Rupert Grint e Daniel Radcliffe. In ogni caso, la decisione è diventata un problema anni dopo, quando la Pozione Polisucco ha fatto di nuovo la sua comparsa.

È difficile far suonare il doppiaggio in modo naturale, il che rende l’errore della Pozione Polisucco di Chamber of Secret ancora più sconcertante.

Il Calice di Fuoco ha cambiato la Pozione Polisucco (ma i Doni della Morte l’hanno cambiata di nuovo)

Harry Potter e il calice di fuoco
Foto di – – © 2005 Warner Bros. Entertainment Inc. – Harry Potter Publishing RightsJ.K.R.

Harry Potter è rimasto privo di pozione Polisucco fino a Harry Potter e il Calice di Fuoco, quando l’infuso è riapparso come elemento significativo della trama. Barty Crouch Jr. la utilizzò per tutto l’anno scolastico per fingere di essere Alastor “Mad-Eye” Moody e riuscì a impersonare così bene l’Auror da ingannare persino Albus Silente. Naturalmente, questa truffa non sarebbe stata possibile se la pozione Polisucco non avesse cambiato la voce di Crouch Jr. e quindi il Calice di Fuoco ha retconnato la regola precedentemente stabilita secondo cui la voce di una persona rimane la stessa.

Otto anni dopo La Camera dei Segreti, Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 ha ripetuto l’errore.

Poiché La Camera dei Segreti è stato realizzato così presto nel franchise di Harry Potter, questa retcon sarebbe stata perdonabile. Tutti avrebbero potuto andare avanti sapendo che il primo capitolo aveva commesso un semplice errore e che Calice di Fuoco lo aveva corretto. Tuttavia, otto anni dopo La camera dei segreti, Harry Potter e i doni della morte – Parte 1 ha ripetuto l’errore. Quando Harry, Ron e Hermione usano la pozione Polisucco per impersonare i dipendenti del Ministero della Magia, mantengono le loro vocie questo si ripete quando Hermione diventa Bellatrix Lestrange.

Non ha senso che la Pozione Polisucco non cambi la voce di chi la beve

Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1

Harry Potter e i Doni della Morte ha retconato una retcon non ha fatto altro che peggiorare e confondere la situazione. La pozione polisucco dovrebbe essere un modo quasi impercettibile per assumere l’identità di qualcuno, per questo è così difficile da preparare. Se la voce del bevitore non cambia, la gente noterà sicuramente che si tratta di un impostore, rendendo la pozione Polisucco del tutto inutile. Invece, si suppone che cambi il corpo di chi la beve in ogni modo, il che significa che le corde vocali di Harry, Ron e Hermione sarebbero state cambiate anche nei Doni della Morte.

Non è mai stata fornita una spiegazione sul perché di questo cambiamento nei film di Harry Potter. Poiché tutti i casi in cui la pozione Polisucco non ha cambiato la voce dei bevitori hanno coinvolto più di una persona, è probabile che siano state utilizzate le voci originali per evitare che il pubblico dimenticasse chi era chi. Dato che Barty Crouch Jr. ha impersonato Mad-Eye Moody per quasi tutto il film Calice di Fuoco, doppiare la voce di David Tennant su quella di Brendan Gleeson sarebbe stato un incubo. Tuttavia, il remake della HBO può evitare tutto questo pasticcio fin dall’inizio.

Il remake di Harry Potter della HBO deve correggere l’errore della pozione polisucco del film

Harry Potter serie tv

La HBO ha annunciato un adattamento “fedele ai libri” del remake televisivo di Harry Potter e, se spera di riuscirci, è essenziale che anche i piccoli dettagli siano gestiti correttamente. Con una stagione dedicata a ciascuno dei libri, la Camera dei Segreti dovrebbe essere adattata nella seconda stagione ed è importante che la Pozione Polisucco sia gestita correttamente fin dall’inizio. Anche se il doppiaggio con le voci degli attori originali potrebbe aiutare il pubblico a capire chi è chi, non vale la pena creare un problema di continuità per quando arriverà l’adattamento di Calice di Fuoco e si dovranno cambiare di nuovo le regole.

Naturalmente, questo non è l’unico errore che la HBO dovrà correggere. Quasi tutti i cambiamenti significativi apportati ai film di Harry Potter hanno finito per ritorcersi contro di loro nelle puntate successive. Per esempio, Dobby è stato tagliato fuori da tutti i film dopo La Camera dei Segreti fino a poco prima della sua morte nei Doni della Morte. Questo significa che la tragica fine del personaggio non è stata altrettanto d’impatto, dato che il pubblico non lo vedeva da anni (a differenza dei film). Ovviamente, quando i registi hanno scelto di tagliare i costi e lasciare Dobby in sala, non sapevano che sarebbe stato così importante in seguito.

Per gli showrunner della HBO sarà chiaro cosa deve essere incluso e potranno imparare da alcuni dei problemi in cui si sono cacciati i film della Warner Bros.

Nel complesso, il remake televisivo di Harry Potter avrà il suo bel da fare per correggere gli errori dei film, ma ha il vantaggio di adattare una storia completa. Per gli showrunner della HBO sarà chiaro cosa deve essere incluso e potranno imparare da alcuni dei problemi in cui si sono cacciati i film della Warner Bros. Cose come le voci con la pozione Polisucco e le apparizioni minori di un elfo domestico possono sembrare poco, ma sono dettagli che aiutano il pubblico a sentirsi immerso nel mondo dei maghi. Senza di essi, il remake di Harry Potter della HBO sarà soggetto alle stesse critiche di film come La camera dei segreti.

Terminator – Destino Oscuro: la spiegazione del finale del film

Terminator – Destino Oscuro: la spiegazione del finale del film

Il finale di Terminator – Destino oscuro (qui la recensione) rivela che Sarah Connor e Dani Ramos sono intrappolate in un altro loop temporale, ma conferma anche che le macchine non vinceranno mai. Il leggendario regista James Cameron è tornato come produttore per dare agli spettatori il sequel che aspettavano da 30 anni, riunendosi con Arnold Schwarzenegger e Linda Hamilton per un film di fantascienza ricco d’azione che avrebbe dovuto lanciare una nuova trilogia di Terminator.

Il film si apre con un colpo di scena scioccante, rivelando che un ultimo T-800 ha completato con successo la sua missione per uccidere John Connor nel 1998. Da allora, Sarah Connor ha intrapreso una missione individuale per viaggiare attraverso il mondo e distruggere i Terminator prima che possano raggiungere i loro obiettivi. Questa volta si trova ad affrontare la sfida più pericolosa, mentre lotta per tenere al sicuro la nuova figura di Messia del franchise, la Dani Ramos di Natalia Reyes, dal nuovo Terminator Rev-9.

Il futuro potrà essere cupo, ma Dani è destinata a portare speranza alla razza umana nella sua guerra apparentemente inevitabile con le macchine, e la nuova IA malvagia – chiamata Legion – non può accettarlo. Terminator – Destino oscuro offre così innumerevoli cenni tematici e strutturali ai primi due film di Cameron e si conclude con gli eroi trionfanti ma al cospetto di un futuro che presenta alcune sfide molto familiari, ma che la razza umana può davvero superare.

Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger in Terminator - Destino oscuro
Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger in Terminator – Destino oscuro. Foto di Kerry Brown/Kerry Brown – © 2018 SKYDANCE PRODUCTIONS AND PARAMOUNT PICTURES. ALL RIGHTS RESERVED.

Il finale di Terminator – Destino oscuro offre un nuovo loop temporale

Ancora una volta, la chiave del franchise di Terminator sta nelle sue intriganti meccaniche temporali. Terminator – Destino oscuro rispecchia il Terminator del 1984 stabilendo un nuovo loop temporale, con il presente e il futuro che si alimentano a vicenda. Nel primo Terminator, il loop temporale era incentrato su Sarah Connor, rimasta incinta del futuro leader della resistenza John solo grazie a un viaggiatore del tempo proveniente dal futuro. Sarah inizialmente pensa che lo stesso valga per Dani, vedendo troppo di sé nella giovane donna, ma questo particolare loop temporale è sottilmente diverso.

Dani stessa è la nuova “John Connor”, e occupa questo ruolo a causa del tentativo dell’IA Legion di riscrivere la storia. Alla fine di Terminator – Destino oscuro, Dani ha perso tutto – compresi il padre e il fratello – e si è impegnata in una vita di conflitti. È dunque sulla strada per diventare l’eroe di cui l’umanità avrà bisogno. Questo particolare loop temporale comprende però anche un altro personaggio: Grace, una donna potenziata artificialmente e mandata indietro dal futuro per tenere Dani al sicuro dal Rev-9.

Il film rivela alla fine che la Dani più anziana sapeva chi era Grace fin dal loro primo incontro, quando la donna la salvò dagli spazzini che avrebbero ucciso la bambina per nutrirsi. Grace è sempre stata destinata a diventare un essere cibernetico e a essere inviata in una missione di viaggio nel tempo per impedire a Legion di cambiare il passato. Quando a Grace viene assegnata la missione, la futura Dani si assicura che abbia tutte le conoscenze necessarie per portarla a termine, comprese le coordinate di longitudine e latitudine impresse sul suo corpo per guidarla.

Natalia Reyes e Mackenzie Davis in Terminator - Destino oscuro
Natalia Reyes e Mackenzie Davis in Terminator – Destino oscuro. Foto di Kerry Brown/Kerry Brown – © 2018 SKYDANCE PRODUCTIONS AND PARAMOUNT PICTURES. ALL RIGHTS RESERVED.

Il Terminator della vecchia timeline aiuta quello della nuova

L’aiuto cruciale arriva da una fonte inaspettata: Carl, l’ultimo modello di T-800 della vecchia linea temporale di Skynet, interpretato dallo stesso Arnold Schwarzenegger. Carl era il T-800 che alla fine riuscì nella sua missione di uccidere John Connor nel 1998, e ha trascorso gli ultimi 20 anni vivendo lontano dai conflitti. Questo Terminator classico sembra essere stato trasformato dall’esperienza, immergendosi nella società umana e diventando gradualmente più umano. Anche se Carl insiste che si tratta solo di una simulazione e non può provare realmente le emozioni che dice, in realtà questo non sembra essere vero.

È infatti motivato da un desiderio di redenzione che sembra troppo radicato per essere una semplice programmazione. Carl ha cercato segretamente di redimersi per anni, monitorando il mondo alla ricerca di anomalie temporali e inviando segretamente le coordinate a Sarah Connor per neutralizzare i Terminator. Sente un senso di responsabilità per tutto ciò che Sarah ha subito e vuole rimediare dandole uno scopo. Quando Dani e Sarah si presentano alla sua porta, abbandona qualsiasi programma di autoconservazione e si impegna a salvare Dani, anche a costo di perdere tutto.

È interessante notare che questo significa che la linea temporale di Legion è frustrata a causa delle ultime reliquie di quella vecchia e defunta di Skynet; in uno strano modo, la trama di redenzione di Carl riscatta implicitamente l’intero futuro apocalittico. Il ruolo di Carl nel film è un nuovo affascinante sviluppo per il franchise di Terminator, poiché conferma che un Terminator, se lasciato a se stesso, può davvero costruirsi una vita propria. Sfuma il confine tra l’intelligenza della macchina e l’essere vivente, e questo è sicuramente uno sviluppo che si spera verrà esplorato nei film futuri, soprattutto se si considera che i Rev-9 sono in grado di simulare l’umanità in modo molto più efficace dei T-800.

Arnold Schwarzenegger in Terminator - Destino oscuro
Arnold Schwarzenegger in Terminator – Destino oscuro. Foto di Kerry Brown/Kerry Brown – © 2018 SKYDANCE PRODUCTIONS AND PARAMOUNT PICTURES. ALL RIGHTS RESERVED.

Dani e Sarah possono fermare il futuro di Grace?

Naturalmente, la domanda più importante di Terminator – Destino oscuro è se il futuro sia o meno segnato. A prima vista, sembra suggerire che questo particolare loop temporale sia stabile. Dani e Sarah semplicemente non sanno abbastanza per cambiare la linea temporale. Sanno che l’intelligenza artificiale del futuro si chiama Legion e che si tratta di un progetto militare, ma non è stato detto nemmeno quale paese la svilupperà. È persino possibile che sia in corso una “corsa agli armamenti” segreta tra diverse nazioni per sviluppare un’IA di livello militare, e se così fosse è impossibile dire quale sia destinata a diventare una canaglia.

Nel frattempo, il nome in codice “Legion” potrebbe semplicemente riferirsi all’esercito di robot che l’IA è destinata a comandare; in alternativa, potrebbe essere un riferimento biblico, che suggerisce che il codice dell’intelligenza artificiale “vive” nel cloud, sparso su innumerevoli server in tutto il mondo. In quest’ultimo caso, Legion sarà molto più difficile da fermare di Skynet, perché non si tratterà solo di far saltare in aria un edificio. Il loop temporale potrebbe essere stabile al momento, ma, proprio come nei film originali di Cameron, basterà l’introduzione di un nuovo evento temporale per sconvolgerlo.

È lecito supporre che Legion continuerà a cercare di cambiare la linea temporale tentando di assassinare Dani, il che significa che altri Rev-9 – o peggio – saranno rispediti indietro. Se da un lato ogni tentativo di assassinio rischia la morte di Sarah e Dani, dall’altro ha il potenziale di fornire loro più dati, le informazioni cruciali di cui hanno bisogno per cambiare la linea temporale e cancellare Legion dalla storia proprio come Sarah ha fatto con Skynet.

Arnold Schwarzenegger e Gabriel Luna in Terminator - Destino oscuro
Arnold Schwarzenegger e Gabriel Luna in Terminator – Destino oscuro. Foto di Kerry Brown/Kerry Brown – © 2018 SKYDANCE PRODUCTIONS AND PARAMOUNT PICTURES. ALL RIGHTS RESERVED.

Sarah Connor compie il suo destino e addestra un nuovo “John Connor”

Nel film, Sarah Connor ha trovato un nuovo scopo. In precedenza, era la “madre del futuro”, la figura di Maria destinata a far nascere e crescere il Messia. Quando ha appreso il destino di John, si è dedicata ad apprendere tutte le abilità necessarie per addestrarlo alla sopravvivenza in un mondo in guerra. Tragicamente, nonostante i suoi sforzi, John fu ucciso e così il destino di Sarah sembrò essere vanificato. Carl le ha dato il meglio che poteva, offrendole la sua vendetta contro i Terminator, ma ha lasciato Sarah Connor come l’ombra della donna che avrebbe dovuto essere.

Alla fine di Terminator – Destino oscuro, Sarah Connor è invece diventata il “mentore del futuro”. Il suo ruolo è quello di addestrare Dani Ramos, di trasmetterle tutte le conoscenze che ha accumulato in una vita di continui conflitti. Forse non ha dato alla luce questa nuova figura di Messia, ma è comunque colei che la crescerà, che la addestrerà a diventare il leader di cui l’umanità ha bisogno. In un certo senso, il destino di Sarah ha chiuso il cerchio.

Linda Hamilton, Arnold Schwarzenegger, Natalia Reyes e Mackenzie Davis in Terminator - Destino oscuro
Linda Hamilton, Arnold Schwarzenegger, Natalia Reyes e Mackenzie Davis in Terminator – Destino oscuro. Foto di Kerry Brown/Kerry Brown – © 2018 SKYDANCE PRODUCTIONS AND PARAMOUNT PICTURES. ALL RIGHTS RESERVED.

Terminator: Destino oscuro suggerisce che le macchine perderanno sempre

Il primo Terminator era un’esperienza inesorabilmente cupa e fatalista, che preannunciava la fine dell’umanità. Curiosamente, anche se si intitola “Destino oscuro”, questo film si conclude con una visione più positiva del futuro. È vero che la guerra con le macchine sembra ormai una parte inevitabile della storia; la società umana sembra predestinata a giungere a un punto in cui costruisce sofisticate intelligenze artificiali, che poi si rivelano disoneste. Ma è fondamentale notare che, in entrambe le linee temporali, una resistenza umana si oppone.

Inoltre, in entrambe le occasioni la resistenza ha un tale successo che l’intelligenza artificiale è costretta a ricorrere all’opzione nucleare di cercare di cambiare la storia. Un’intelligenza artificiale guidata dalla logica sarebbe consapevole dei rischi associati a questa strategia, quindi questa sembra essere l’ultima risorsa. Nel frattempo, il fatto stesso che John Connor possa essere sostituito da Dani Ramos offre un altro motivo di speranza. Suggerisce che, per quanto le IA possano provarci, ci sarà sempre un altro leader della resistenza, un altro salvatore che si farà avanti per guidare gli umani nella guerra contro le macchine.

John Connor potrà essere morto, ma Dani Ramos può ora sostituirlo; e sembra probabile che, se i futuri Terminator riusciranno a uccidere Dani, lei sarà semplicemente sostituita da qualcun altro. Sia John che Dani sono il simbolo della natura umana stessa, resiliente e inespugnabile, capace di resistere ai migliori sforzi delle macchine per distruggerla. Questo, fondamentalmente, è il motivo per cui Sarah e Dani possono affrontare il futuro con speranza alla fine di Terminator – Destino oscuro.

Terminator – Destino oscuro: dal cast ai sequel, tutte le curiosità sul film

Quella di Terminator è una delle saghe fantascientifiche più note di sempre, e ancora oggi i primi due film sono considerati degli imprescindibili capisaldi di tale genere. Negli anni, infatti, l’universo e i personaggi qui rappresentati sono diventati parte della cultura popolare, la quale non è mai più stata la stessa dopo la loro uscita. Il secondo film, in particolare, è unanimemente indicato come il vero capolavoro della saga, ricco di azione, una grande messa in scena ed effetti speciali estremamente innovativi. Dopo i sequel Le macchine ribelli (2003), Salvation (2009) e Genisys (2015), nel 2019 è arrivato in sala Terminator – Destino oscuro (qui la recensione).

Sesto capitolo della saga, questo vede il ritorno di James Cameron, regista dei primi due film, qui in chiave di produttore. Tornato in possesso dei diritti su Terminator, Cameron ha affidato a Tim Miller (regista già di Deadpool) la regia di questo nuovo film, che ignora i precedenti tre per configurarsi proprio come un diretto sequel del secondo titolo della saga, Il giorno del giudizio. Nonostante le buone premesse, però, il film si è rivelato come un flop al box office, incassando a livello globale appena 261 milioni di dollari a fronte di un budget di oltre 185.

Questo risultato ha dunque scoraggiato Cameron dal proseguire con i piani di quella che inizialmente doveva essere una nuova trilogia dedicata all’universo narrativo di Terminator. Mentre il futuro di questa è incerto, i fan possono nel frattempo riscoprire quest’ultimo mal compreso film. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi potenziali sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger in Terminator - Destino oscuro
Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger in Terminator – Destino oscuro. Foto di Kerry Brown/Kerry Brown – © 2018 SKYDANCE PRODUCTIONS AND PARAMOUNT PICTURES. ALL RIGHTS RESERVED.

La trama di Terminator – Destino oscuro

Sono ormai passati più di 20 anni da quando Sarah Connor ha sventato la fine del mondo, cambiato il futuro e riscritto il destino del genere umano. Dani Ramos, vive una vita tranquilla a Città del Messico insieme al fratello e al padre quando un Terminator di nuova generazione programmato per uccidere, un Rev-9, compie un viaggio a ritroso nel tempo per darle la caccia e ucciderla. La sua sopravvivenza dipende ora dalla sua alleanza con altre due guerriere: Grace, una donna cyborg proveniente dal futuro, e un’agguerrita Sarah Connor. Mentre il Rev-9 stermina senza pietà chiunque si frapponga tra sé e Dani, le tre si faranno aiutare da un T-800, proveniente dal passato di Sarah, che potrebbe essere la loro ultima speranza.

Il cast di attori

Il film è caratterizzato dal grande ritorno dell’attrice Linda Hamilton nei panni di Sarah Connor. Per prepararsi a riprendere il ruolo della combattiva Sarah, l’attrice si è cimentata a partire da un anno prima delle riprese in allenamenti fisici di vario tipo, ma anche in diete prive di carboidrati. Una volta sul set, la Hamilton sembrerebbe essersi divertita talmente tanto che il regista ha dovuto chiederle di non sorridere mentre era intenta a sparare con le armi da fuoco. In seguito al flop del film, tuttavia, l’attrice ha dichiarato di sperare di aver chiuso per sempre con la saga. Accanto a lei, nei panni di Dani Ramos, futuro capo della resistenza, vi è l’attrice Natalia Reyes.

L’attrice Mackenzie Davis, vista anche in The Martian e Blade Runner 2049, interpreta invece Grace, un soldato della resistenza del 2042 potenziata in cyborg. Per interpretare tale personaggio l’attrice si è sottoposta ad un duro allenamento che ne ha particolarmente trasformato il fisico. La Davis è infatti stata seguita da un team di allenatori che l’hanno aiutata a guadagnare massa muscolare, così da poter prendere parte alle sequenze d’azione previste dal film. Ad interpretare il nuovo avanzato terminator Rev-9 vi è invece l’attore Gabriel Luna. Infine, Arnold Schwarzenegger torna ad interpretare l’iconico T-800, venendo però sostituito da alcune controfigure per le parti più complesse.

Linda Hamilton, Natalia Reyes e Mackenzie Davis in Terminator - Destino oscuro
Linda Hamilton, Natalia Reyes e Mackenzie Davis in Terminator – Destino oscuro. Foto di Kerry Brown – © 2018 Skydance Productions and Paramount Pictures. All Rights Reserved.

I sequel di Terminator – Destino oscuro

Come anticipato, Terminator – Destino oscuro doveva essere il primo di una nuova trilogia nella saga di Terminator, la quale sarebbe interamente stata curata da Cameron. I due sequel avrebbero dovuto concentrarsi sul rapporto tra gli umani e l’intelligenza artificiale, portando infine ad una risoluzione della guerra. A causa dello scarso risultato economico ottenuto dal film, però, i piani per i successivi due film sembrano essere del tutto stati accantonati. Ciò potrebbe non rappresentare però la fine della saga, che sembra invece aperta ad intraprendere nuovi scenari.

James Cameron è infatti convinto che il franchise non sia ancora morto e ha rivelato a Empire Magazine di sapere esattamente come riportarlo in vita. “Questo è il momento in cui si butta via tutto ciò che è specifico degli ultimi 40 anni di Terminator, ma si vive secondo quei principi”, ha detto Cameron. Per il regista, questo significa la necessità di andare oltre i personaggi originali e iconici che i fan hanno imparato a conoscere e amare nel corso degli anni, per raccontare nuove storie. Cameron ha dichiarato che un nuovo film, molto più incentrato sulle novità relative alle intelligenze artificiali, è in via di sviluppo. Non resta che attendere maggiori notizie a riguardo.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Nell’attesa di scoprirlo, è possibile fruire di Terminator – Destino oscuro grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 30 ottobre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

7 domande scottanti a cui la sesta stagione di Virgin River deve rispondere

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Dopo un avvincente episodio festivo in due parti, la sesta stagione di Virgin River deve rispondere a domande pressanti sui personaggi e sulla città. Adattamento dell’omonima serie di romanzi di Robyn Carr, Virgin River segue Melinda “Mel” Monroe alla ricerca di un nuovo inizio nella città di Virgin River, nella California del Nord. Nel corso delle ultime cinque stagioni, i personaggi di Virgin River hanno affrontato archi caratteriali significativi, che hanno permesso loro di crescere e cambiare.

La quinta stagione di Virgin River ha fornito diverse risposte, come l’identità del padre dei bambini di Charmaine e lo stato dei trattamenti sperimentali di Doc. Tuttavia, ha anche creato un numero ancora maggiore di trame per la prossima stagione. Per complicare ulteriormente le cose, lo showrunner Patrick Sean Smith ha confermato che Virgin River includerà un salto temporale tra la quinta e la sesta stagione, rendendo molte domande scottanti ancora più sensibili al tempo.

La polizia arresterà Preacher per aver coperto la morte di Wes?

La polizia trova il corpo di Wes

In Virgin River Stagione 2, Paige uccide accidentalmente il suo ex marito violento, Wes, quando cerca di prendere il loro figlio. Non sapendo cosa fare, Paige chiama Preacher per farsi aiutare a sbarazzarsi del corpo. Da allora, la serie ha lasciato aperta la questione di cosa sarebbe successo se la polizia avesse trovato il corpo di Wes. Poco dopo l’omicidio, Preacher ha detto a Connie che si sarebbe preso la colpa di salvare Paige se gli agenti avessero scoperto il corpo.

Questa conversazione sembra rivelare il destino devastante di Preacher a Virgin River, ma lo show non ha ancora dato seguito alla questione. Le cose potrebbero però cambiare molto presto. Il finale della quinta stagione mostra Mike che dice a Preacher al telefono che la polizia ha identificato il corpo di Wes e sa che è stato ucciso. Preacher pronuncia la frase premonitrice: “Questa cosa sta per esplodere”.

La sesta stagione di Virgin River dovrà dare seguito a questa storia e rispondere a molteplici domande sulle conseguenze del coinvolgimento di Preacher nell’insabbiamento della morte di Wes. La domanda più immediata è se Preacher dirà a Kaia cosa è successo. Se Preacher vuole proteggere Paige, potrebbe tenere tutto per sé, creando una frattura tra lui e Kaia. Inoltre, Virgin River potrebbe aver bisogno di riportare Paige in città se le indagini sulla morte di Wes avranno un ruolo centrale nella sesta stagione. Infine, e soprattutto, lo show deve rispondere alla domanda se Wes ha mantenuto la promessa fatta nella seconda stagione di Virgin River.

Cameron deciderà di volere dei figli nella sesta stagione di Virgin River?

Ricky è lontano da Virgin River nei marines

Cameron voleva creare una famiglia con la sua ex moglie a Virgin River, ma la situazione si complica quando lei si presenta chiedendo una seconda possibilità. Decide di rimanere con la sua fidanzata, Muriel, molto più grande di lui, ma la donna più anziana si preoccupa che lui stia sacrificando il suo desiderio di avere figli stando con lei. Poiché Muriel non desidera avere figli propri, dice a Cameron di pensare a ciò che vuole nella vita. La sesta stagione diVirgin River dovrà mostrare Cameron che decide se rimanere senza figli o meno. Inoltre, dovrà esplorare l’impatto della sua scelta sulla sua relazione.

Qual è il legame di Jimmy con Lark e Hazel?

Lark ha una storia con Jimmy

Alla fine del secondo episodio di Virgin River, Lark riceve una telefonata da Jimmy. I due non hanno mai avuto contatti in precedenza, il che crea confusione quando Jimmy chiede di Hazel. Non è chiaro che tipo di rapporto abbia con Lark e sua figlia, un legame che dovrà essere chiarito. La sua domanda fa pensare che sia il padre di Hazel, il che significherebbe che lui e Lark hanno avuto una sorta di precedente legame romantico o sessuale. Tuttavia, i due sembrano avere una notevole differenza di età. Virgin River non si è mai tirata indietro di fronte a differenze di età (ad esempio, Muriel e Cameron), il che rende possibile la loro relazione.

In alternativa, Jimmy potrebbe essere il fratello maggiore, il padre o lo zio di Lark a Virgin River. Questa relazione spiegherebbe perché vuole sapere di Hazel e usa l’espressione “la nostra bambina”. I membri della famiglia spesso parlano l’uno dell’altro in termini relazionali invece di chiamarsi per nome. Questo spiegherebbe anche perché Jimmy e Lark sembrano avere età diverse.

La relazione tra Lark e Brady è autentica?

La relazione tra Lark e Brady è autentica_

Mentre è al telefono con Lark, Jimmy le chiede di Brady. Lei risponde che lui non sospetta nulla. Se Jimmy è il padre di Hazel, il commento potrebbe riguardare la paternità. Tuttavia, il loro tono di voce sembrava più che altro che stessero nascondendo un segreto maligno. Lo showrunner di Virgin River, Patrick Sean Smith, ha rilasciato un’intervista a Y! Entertainment che ha ribadito l’idea che la coppia stia tramando qualcosa. Di Brady ha detto: “Si è creato dei nemici lungo la strada, e alcuni di loro potrebbero essere in cerca di vendetta”.

Tuttavia, questo non significa necessariamente che la relazione tra Lark e Brady sia del tutto falsa. Jimmy e Lark potrebbero aver complottato contro Brady, ma lei ha inaspettatamente sviluppato dei veri sentimenti per lui. Inoltre, Lark potrebbe avere dei ripensamenti sull’idea di perseguire Brady a causa della sua relazione con Hazel. In definitiva, la sesta stagione di Virgin River dovrà chiarire le motivazioni di Lark nei confronti di Brady.

Lizzie e Denny si fidanzeranno?

Lizzie e Denny si fidanzeranno_

Nella quinta stagione di Virgin River, Denny scopre che Lizzie è incinta dopo averle chiesto di lasciare la città insieme. Alla fine della stagione 5 di Virgin River, parte 2, Lizzie e Denny annunciano il sesso del loro bambino. Sembrano essere felici e si stanno adattando all’idea di essere genitori. La coppia sembra rimanere in città. Questo porta a chiedersi se la coppia si sposerà. Tradizionalmente, questo è il passo successivo, ma crescere un bambino come coppia non sposata è socialmente più accettabile. Per questo motivo, la sesta stagione di Virgin River potrebbe vedere i due protagonisti seguire questa strada mentre si adattano alla paternità.

Cosa deve dire Everett a Mel?

Cosa deve dire Everett a Mel_

Mel non ha mai conosciuto suo padre a Virgin River, ma il finale della quinta stagione la vede incontrare suo padre, Everett Reid. Everett dà a Mel delle lettere scritte da sua madre a lui come offerta di pace. Poi dice di avere qualcosa da dire a Mel, qualcosa di importante, proprio mentre l’episodio si conclude, lasciando lo show su un cliffhanger.

La sesta stagione di Virgin River dovrà fornire una risposta degna di essere attesa. Il momento potrebbe diventare sentimentale, con Everett che dice di aver sempre voluto far parte della sua vita. In alternativa, se lo show vuole aumentare il dramma, potrebbe rivelare che Doc conosceva l’identità di Everett da sempre. In questo modo si creerebbe una frattura tra Mel e il suo padre surrogato, creando il “triangolo amoroso paterno ” di cui Smith ha parlato nell’intervista a Y! Entertainment. Sarebbe anche in linea con il tono dello show drammatico. Comunque sia, il resto della conversazione deve avere un peso emotivo tale da influenzare la storyline di Mel.

Mel e Jack si sposeranno nella sesta stagione di Virgin River?

Mel e Jack si sposeranno

Mel e Jack hanno una delle relazioni più commoventi e forti di Virgin River. I due si fidanzano nella quarta stagione e pianificano parte del loro matrimonio per tutta la quinta stagione. Hanno cavalcato tutte le montagne russe emotive e ne sono usciti rafforzati dall’altra parte. Sebbene il loro matrimonio sia inevitabile, la sesta stagione di Virgin River dovrà mostrare il loro matrimonio o fornire una ragione convincente per cui la coppia deve ritardare la cerimonia.

Paramount+: tutti i film e le serie tv in uscita a Gennaio 2025

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Paramount+: tutti i film e le serie tv in uscita a Gennaio 2025

Un gennaio ricco di contenuti quello che si appresta a debuttare su Paramount+. A gennaio da non perdere su Paramount+ il finale di stagione di LANDMAN, gli ultimi episodi di DEXTER: ORIGINAL SIN e THE AGENCY, oltre a tutti gli episodi di LIONESS S2, che terminerà il 29 dicembre.

CONVERSAZIONI CON ALTRE DONNE

Disponibile dal 1° gennaio – Il film racconta di due ex-coniugi, che non si vedono né si sentono da nove anni, e si ritrovano per caso ad un matrimonio a Tropea. Un brindisi insieme propostole da lui è la scusa per rompere il ghiaccio, dando così il via a dialoghi e battute fra i due, capendo di essere ancora complici, nonostante siano entrambi sentimentalmente impegnati. Decidono così, di nascosto da tutti, di trascorrere delle ore di passione nella camera di lei, convinti di vivere gli ultimi petali di un amore oramai sfiorito. Ma è proprio lì che si trovano di fronte alla realtà dei fatti: nonostante il divorzio, il dolore della separazione, i lunghi anni in cui si sono anche ricostruiti una vita con altre persone, la fiamma della passione è ancora accesa. Al mattino devono lasciarsi ma con due certezze: quella di non perdersi di nuovo ed il dover fare i conti con questa nuova realtà, una volta tornati alle proprie vite.

CONVERSAZIONI CON ALTRE DONNE è il remake del film americano omonimo, il cui soggetto e la cui sceneggiatura erano firmati dalla scrittrice Gabrielle Zevin, molto abile nel raccontare le dinamiche relazionali far uomini e donne. Regia di Filippo Conz. Con Valentina Lodovini e Francesco Scianna. Distribuito da Adler Entertainment.

Star Trek: Sezione 31

Star Trek: Sezione 31

Disponibile dal 24 gennaio – Nell’attesissimo film Star Trek: Sezione 31, la vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh ricopre il ruolo preferito dai fan: l’imperatrice Philippa Georgiou – il personaggio che ha interpretato anche in STAR TREK: DISCOVERY – che si unisce a una divisione segreta della Flotta Stellare. Incaricata di proteggere la Federazione Unita dei Pianeti, deve anche fare i conti con i peccati del suo passato.

STAR TREK: SECTION 31 è interpretato anche da Omari Hardwick (Power), il vincitore di Emmy Sam Richardson (Ted Lasso), Robert Kazinsky (Pacific Rim), Kacey Rohl (Hannibal), Sven Ruygrok (One Piece), James Hiroyuki Liao (Barry), Humberly Gonzalez (Ginny & Georgia) e Joe Pingue (The Expanse). Miku Martineau (Kate) interpreta la giovane Philippa Georgiou. Diretto da Olatunde Osunsanmi, con sceneggiatura di Craig Sweeny e storia di Bo Yeon Kim ed Erika Lippoldt, STAR TREK: SECTION 31 è prodotto da Alex Kurtzman, Craig Sweeny, Aaron Baiers, Olatunde Osunsanmi, Frank Siracusa, John Weber, Rod Roddenberry, Trevor Roth e Michelle Yeoh ed è prodotto dalla CBS Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment.

CURFEW

Disponibile dal 20 gennaioCURFEW è una serie televisiva britannica che esplora una realtà alternativa in cui, per garantire la sicurezza delle donne, gli uomini sono soggetti a un coprifuoco dalle 19:00 alle 7:00 e sono monitorati tramite dispositivi elettronici. La trama si infittisce quando una donna viene trovata brutalmente assassinata durante le ore del coprifuoco, mettendo in discussione l’efficacia delle misure di sicurezza e sollevando interrogativi sulla vera natura della società. La detective Pamela Green (Sarah Parish) guida l’indagine, affrontando scetticismo e pressioni politiche mentre cerca di scoprire la verità dietro l’omicidio.

Tratto dal romanzo “L’alibi perfetto”, e diretto da Sarah Walker, CURFEW è un thriller distopico da non perdere che risuona fortemente ai giorni nostri. Nel cast Sarah Parish, Mandip Gill e Mitchell Robinson.

DATING NAKED UK

DATING NAKED UK

Disponibile dal 10 gennaio – L’avvincente reality show di MTV arriva con una nuova versione britannica che promette di intrattenere e sorprendere. Dieci single si incontrano in una location tropicale per partecipare a un esperimento unico: mettersi completamente a nudo, sia fisicamente che emotivamente, nel tentativo di trovare l’amore. Condotto da Rylan Clark, DATING NAKED UK è prodotto da Nest Productions per Paramount+.

INOLTRE, A GENNAIO DA NON PERDERE SU PARAMOUNT+, IL FINALE DI STAGIONE DI LANDMAN, GLI ULTIMI EPISODI DI DEXTER: ORIGINAL SIN E THE AGENCY OLTRE A TUTTI GLI EPISODI DI LIONESS S2, CHE TERMINERÀ IL 29 DICEMBRE.


INFINE, NUOVI ANNUNCI DA PARAMOUNT+:

  • La seconda stagione della serie Paramount+ Original 1923 di Taylor Sheridan, candidata all’Academy Award, con protagonisti Helen Mirren, vincitrice dell’Oscar, e Harrison Ford, candidato all’Academy Award, sarà disponibile prossimamente in Italia in esclusiva su Paramount+. Paramount+ ha reso pubblico un primo teaser trailer della seconda stagione della serie e alcune immagini;
  • Il debutto della nuova stagione di STAR TREK: STRANGE NEW WORLD è previsto per il 2025. Paramount+ ha recentemente annunciato che la serie è stata rinnovata anche per una quarta stagione. Cillian O’Sullivan (In From The Cold) interpreterà il ruolo del Dr. Roger Korby, un personaggio introdotto per la prima volta in STAR TREK: THE ORIGINAL SERIES e interpretato da Michael Strong. O’Sullivan sarà una guest star ricorrente nella prossima stagione. STAR TREK: STRANGE NEW WORLDS si basa sugli anni in cui il Capitano Christopher Pike era al timone della U.S.S. Enterprise. La serie segue il Capitano Pike, l’Ufficiale Spock, Number One e l’equipaggio della U.S.S. Enterprise mentre esplorano nuovi mondi nella galassia.
  • Paramount+ ha rilasciato il trailer dell’attesissima serie originale THE ROAD TRIP, dai creatori di THE FLATSHARE e basata sul libro best-seller di Beth O’Leary, disponibile prossimamente su Paramount+ in Italia. THE ROAD TRIP è una storia moderna e affascinante sull’amore a vent’anni. Una caleidoscopica commedia sentimentale, che esplora l’amore in tutte le sue forme attraverso un trio di relazioni indimenticabili: una storia d’amore divisa per classi, un rapporto di amicizia codipendente e un complicato ma affettuoso legame tra sorelle. Con Emma Appleton, Isabella Laughland, Laurie Davidson, David Jonsson e Angus Imrie. THE ROAD TRIP è scritta e creata per la televisione da Ryan O’Sullivan e Matilda Wnek (Vigil) e diretta da China Moo-Young (Everything I Know About Love).          Miriam Brent, Eleanor Moran e Rory Aitken sono i produttori esecutivi per 42 in associazione con PTIS – la divisione internazionale di Paramount Global.

The Electric State: il trailer del film Netflix di Anthony e Joe Russo

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Guarda il trailer di The Electric State, in arrivo il 14 marzo 2025 solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad Avengers: Endgame e The Gray Man, questa volta alla regia di un film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.

Di cosa parla The Electric State?

The Electric State è una spettacolare avventura ambientata in una versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90. Millie Bobby Brown (Stranger Things, Enola Holmes, Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei credeva morto.

Determinata a trovare l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si aspettassero.

The Electric State è diretto da Anthony e Joe Russo e ha come protagonisti Millie Bobby Brown, Chris Pratt, il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander, Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar® Stanley Tucci, e Woody Norman. Anthony Mackie, Woody Harrelson, Brian Cox, Jenny Slate, e Alan Tyduk prestano il loro talento come voci dei robot. Il film è basato sulla graphic novel di Simon Stålenhag e ha una sceneggiatura di Christopher McFeely e Stephen Markus.

The Electric State sarà disponibile solo su Netflix nel 2025.

INFORMAZIONI SU THE ELECTRIC STATE

  • DIRETTO DA: Anthony e Joe Russo
  • SCENEGGIATURA DI: Christopher Markus e Stephen McFeely
  • BASATO SULLA GRAPHIC NOVEL DI: Simon Stålenhag
  • PRODOTTO DA: Joe Russo, p.g.a.; Anthony Russo, p.g.a.; Mike Larocca, p.g.a.; Angela Russo-Otstot; Chris Castaldi; Patrick Newall
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Christopher Markus, Stephen McFeely, Tim Connors, Nick van Dyk, Jake Aust, Geoffrey Haley, Jeffrey Ford, Simon Stålenhag, Julia Angelin, Russell Ackerman, John Schoenfelder, Anthony Muschietti, Barbara Muschietti
  • CO-PRODUTTORI: Anthony J. Vorhies, Joseph Micucci, Murtaza Kathawala
  • CAST PRINCIPALE: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Jason Alexander, Woody Norman, con Giancarlo Esposito e Stanley Tucci. Con le voci di Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny Slate, Hank Azaria, Colman Domingo, Alan Tudyk.

Mufasa: il Re Leone, recensione del film di Barry Jenkins

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Mufasa: il Re Leone, recensione del film di Barry Jenkins

Nessuno lo avrebbe detto mai dalle premesse, eppure Mufasa: Il Re Leone è un prequel ambizioso e emozionante che amplia l’universo di uno dei film Disney più amati di sempre, offrendo una nuova prospettiva sulla storia del padre di Simba. Diretto da Barry Jenkins, premio Oscar per Moonlight, ma autore anche della potente serie La ferrovia sotterranea e del delicato Se la strada potesse parlare, il film si distingue per un approccio narrativo che unisce profondità emotiva, chiarezza di temi, un’estetica visiva elaborata, a una regia che sfrutta a pieno le potenzialità della computer grafica, il tutto mantenendo uno stretto legame con l’eredità del classico del 1994.

Qual è la storia di Mufasa: Il Re Leone?

La trama si svolge molto prima degli eventi de Il Re Leone originale e ci introduce a un giovane Mufasa (interpretato in italiano da Luca Marinelli). Cresciuto come orfano dopo una tragica alluvione che gli porta via i genitori, Mufasa è costretto a trovare il suo posto in un branco estraneo, dove viene visto come un outsider e una potenziale minaccia alla gerarchia esistente. Questo contesto iniziale è fondamentale per comprendere come il futuro re sviluppi la saggezza e l’umiltà che lo renderanno un leader unico e così rappresentativo. In questo nuovo contesto, Mufasa imparerà ad ascoltare la natura e a vivere secondo il suo ordine, stringendo un forte legame d’amicizia con il giovane Taka, principe del branco.

Jenkins e lo sceneggiatore Jeff Nathanson riescono a tessere abilmente una storia che approfondisce il personaggio di Mufasa, esplorando temi universali come l’identità, la resilienza e il destino. Con esso struttura e approfondisce anche altri personaggi, che saranno poi fondamentale per la vita del futuro re, tra cui ovviamente Taka/Scar e Sarabi (Elodie), ma anche l’enigmatico, saggio e buffo Rafiki (Toni Garrani), come al solito Most Valuable Player e narratore della storia. In netto contrasto con Simba, che in Il Re Leone canta con entusiasmo “Non vedo l’ora di essere re”, il giovane Mufasa sembra inizialmente riluttante ad abbracciare il suo futuro regale, soprattutto perché non si sente degno del posto che spetterebbe, per nascita, a suo fratello acquisito, Taka.

Mufasa e Taka: da fratelli a nemici

Uno degli aspetti più affascinanti del film è il rapporto tra Mufasa e Taka (interpretato da Alberto Boubakar Malanchino per l’Italia), che diventerà in seguito Scar. I due cuccioli, uniti da un desiderio condiviso di appartenenza, sviluppano un legame fraterno che viene messo alla prova da circostanze esterne e ambizioni divergenti. Questo legame è esplorato attraverso la canzone “I Always Wanted a Brother”, che offre un toccante momento di introspezione, ma trasmette anche la gioia incontenibile di essersi trovati. Tuttavia, l’ombra del tradimento futuro è sempre presente, creando una tensione emotiva che culmina in una rivelazione sorprendente.

Dal punto di vista visivo, Jenkins opta per uno stile che bilancia il fotorealismo de Il Re Leone del 2019 con una maggiore espressività nei volti degli animali e un respiro molto più epico e avventuroso, dato da una maggiore ambizione dello sguardo rispetto a Jon Favreau. Jenkins ha una visione impeccabile della storia che vuole mettere in scena, aggrappandosi forte ai temi che vuole portare avanti e imparando a gestire un linguaggio, quello dell’animazione in CGI, che prima di questo film non conosceva. Il risultato è un

Rimpiangendo Hans Zimmer

Le musiche rappresentano un altro elemento di discussione. Mentre le tracce originali di Hans Zimmer e Lebo M continuano a evocare un forte impatto emotivo, le nuove composizioni di Lin-Manuel Miranda si dimostrano meno memorabili e a tratti fuori luogo. “Hakuna Mufasa”, una variazione di “Hakuna Matata”, offre un momento di sollievo comico ma manca della magia delle canzoni originali. Tuttavia, il brano corale “We Go Together”, ispirato a un proverbio africano, si distingue come uno dei punti salienti della colonna sonora, sottolineando i temi della solidarietà e della comunità. Il vero problema è che Miranda è indissolubilmente legato alle sue origini sudamericane, che gli hanno permesso nel tempo di arricchire di sonorità tipiche molti film di grande pregio, nonché il gioiello della sua produzione, il musical Hamilton. Confrontarsi con musicalità e tradizioni africane lo ha però messo in difficoltà, con il risultato che gli unici momenti in cui la colonna sonora brilla, sono quelli in cui è Zimmer a riecheggiare ancora una volta con potenza e emozione.

La famiglia di elezione e la dignità del singolo

Mufasa: Il Re Leone si fa promotore di due temi estremamente contemporanei e potenti. Da una parte il film fa sua l’idea di una famiglia che va oltre i legami di sangue e si costruisce, nel corso della vita, come una comunità legata da affinità elettive emotive e di intenti, da una consonanza di sentimenti che nasce spontanea, e non fa riferimento a gerarchie o al diritto di nascita. Allo stesso modo, il film insegna, con una “morale” perfettamente integrata nel tessuto narrativo, partendo dall’archetipico contrasto tra natura e cultura, che non è scritto nel nostro DNA cosa diventeremo e cosa siamo destinati a essere perché tutto dipende dalle nostre capacità e da quello che apprendiamo nel nostro percorso personale. Sono queste le caratteristiche che fanno di noi leader, servitori, seguaci, compagni per la vita, fratelli e anche avversari. Questo è particolarmente evidente nella trasformazione di Mufasa, il cui viaggio personale lo conduce a riconoscere che un vero re è definito non dal potere, ma dalla capacità di servire il suo popolo.

Mufasa: Il re LeoneLa storia di Mufasa non è certo rivoluzionaria o estremamente originale, ma offre una nuova prospettiva a quello che è il racconto classico de Il Re Leone, ne arricchisce senza dubbio la loro e per certi versi ne rende più pesante l’eredità e il messaggio. In questo suo rimando continuo all’originale, il film riesce comunque a trovare una propria voce e, probabilmente, anche un proprio posto nella videoteca del classici Disney. È un’opera che celebra la forza dell’umiltà e della comunità, offrendo una lezione tempestiva per le nuove generazioni e un’esperienza nostalgica ed emozionante per i fan di lunga data.

Conclave: quanto è realistico il finale del film?

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Conclave: quanto è realistico il finale del film?

Conclave di Edward Berger ha attirato l’attenzione per la sua conclusione scioccante e un vero esperto del settore è stato interpellato per capire quanto ci sia di realistico all’interno del film e di quel finale. Il thriller politico, basato sul romanzo del 2016 di Robert Harris, segue il Collegio dei Cardinali mentre si riunisce per eleggere un nuovo papa dopo la morte improvvisa del precedente. Il cast di Conclave, con Ralph Fiennes protagonista nel ruolo del cardinale Thomas Lawrence, si muove in un labirinto di intrighi politici, conflitti spirituali e dilemmi morali all’interno del Vaticano. Il film culmina nell’elezione dell’arcivescovo Vincent Benitez (Carlos Diehz) con una rivelazione fragorosa: Benitez è nato intersessuale.

In un’intervista con GQ, David Gibson, direttore del Center on Religion and Culture presso la Fordham University, ha affrontato il finale a sorpresa del film. Gibson ha discusso la fattibilità di un papa intersessuale e le implicazioni più ampie del finale del film, toccando la posizione in evoluzione della Chiesa su genere e sessualità. Gibson ha osservato:

Sì, una persona intersessuale potrebbe essere eletta papa, proprio come ci sono stati senza dubbio uomini gay eletti papa. Non è chiaro cosa significherebbe, però, e penso che questa sia la vera debolezza del film. Robert Harris, a quanto pare, voleva fare una dichiarazione sul genere e sulla Chiesa cattolica, il che va bene. Ma è più un cubo di Rubik che una dichiarazione.

Il nuovo papa si identifica come maschio o femmina? Avere caratteristiche di entrambi i sessi significa che non può essere ordinato o diventare papa? Un’elezione del genere sarebbe invalida? Queste diventano discussioni da angeli che ballano su una capocchia di spillo che distraggono dalle questioni più importanti.

Ero a Roma con un gruppo di studenti della Fordham a ottobre per l’incontro del sinodo. In quel periodo, Papa Francesco incontrò un gruppo di cattolici trans e intersessuali. Fu un incontro molto forte. L’affermazione del papa di loro come creati da Dio con dignità intrinseca fu straordinariamente commovente. Una di loro, Nicole Santamaria, una donna intersessuale di El Salvador, scrisse della sua esperienza e per me è una testimonianza più potente del finale a sorpresa del Conclave.

ConclaveCosa significa la risposta dell’esperto del papa alla fine del Conclave

Come il Conclave riflette le sfide del mondo reale nella Chiesa

I commenti di Gibson evidenziano le dinamiche in evoluzione tra fede, genere e dottrina istituzionale mentre la Chiesa sceglie un nuovo papa nel Conclave. Attualmente, la Chiesa non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la sua dottrina religiosa condanna le relazioni al di fuori dell’eterosessualità. Tuttavia, sotto la guida di Papa Francesco, sono stati fatti progressi graduali. Nel dicembre 2023, ha emanato un decreto ufficiale secondo cui i sacerdoti potevano benedire le coppie dello stesso sesso. Il Papa ha anche comunicato con persone queer della Chiesa, come ha notato Gibson, affermandole come creazione di Dio mentre ascoltava le loro toccanti testimonianze che gettavano luce sull’intersezione tra fede e identità emarginate.

Il colpo di scena del film ha portato l’attenzione sulla continua decostruzione e ricostruzione della Chiesa nel suo riconoscimento della diversità di genere e sessuale come un fatto umano. Mentre Conclave cerca di esplorare la tensione tra ideali conservatori e progressisti all’interno del conclave papale, Gibson solleva una domanda sul fatto che questa tensione continuerà a esistere.

Leggi la nostra recensione di Conclave

Superman: James Gunn condivide un teaser in attesa del trailer, domani!

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Ecco una brevissima anteprima del trailer di Superman caricata da James Gunn sui suoi account social. Il video offre un primissimo sguardo ad alcuni dei personaggi che vedremo nel primo trailer di Superman, domani.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn con David Corenswet

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Spider-Man 4: Charlie Cox dovrebbe apparire nel film e non sarà il solo volto noto

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I fan della Marvel Comics sperano da anni di vedere Spider-Man e Daredevil incrociarsi nell’MCU, e sembra che gli eroi newyorkesi siano pronti a scontrarsi nella prossima uscita solista dell’arrampicamuri.

Nell’ultima edizione della sua newsletter, Jeff Sneider ha condiviso alcune delle cose che ha sentito su Spider-Man 4, film ancora senza titolo, e sebbene non sembri altrettanto sicuro di alcune delle voci più diffuse, sembra piuttosto fiducioso che Charlie Cox apparirà nel film. Matt Murdock e Peter Parker si sono incontrati brevemente in Spider-Man: No Way Home, ma non è esattamente la stessa cosa che vedere i loro alter ego in costume condividere lo schermo, quindi speriamo che questo si riveli accurato.

Si era già vociferato in precedenza del coinvolgimento di Cox, ma il resto di questi (possibili) personaggi potrebbe essere considerato spoiler. Jon Bernthal potrebbe unirsi alla sua co-star di Daredevil: Born Again come Frank Castle, alias Punisher, e Sneider ha anche sentito che nessun altro che Mefisto potrebbe apparire, anche se una fonte ha smentito questa affermazione in quanto l’attore Sacha Baron Cohen potrebbe essere troppo impegnato con un “film top secret che ha realizzato per la Universal“.

Aggiungere questo cattivo demoniaco al mix sembrerebbe una scelta strana, soprattutto quando si dice che anche i simbionti e persino Knull siano presi in considerazione. Sappiamo che l’ultima bozza della sceneggiatura ha subito parecchie modifiche, quindi c’è una buona probabilità che almeno alcune di queste idee siano state modificate o addirittura scartate. Infine, Sneider ritiene che Zendaya avrà un ruolo notevolmente ridotto come MJ a causa del suo fitto programma (ciò è sempre sembrato probabile).

Le voci su Spider-Man 4

Precedenti voci affermavano che Spider-Man 4 avrebbe introdotto due nuovi cattivi e che il simpatico Webhead di Tom Holland avrebbe dovuto vedersela anche con un vecchio nemico sotto forma di Vulture di Michael Keaton. Si dice che siano in corso i casting per un nuovo gruppo di compagni di classe per Peter.

Tom Rothman della Sony e il capo dei Marvel Studios Kevin Feige avrebbero avuto alcuni disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man 4, con quest’ultimo che spera di ridimensionare l’aspetto del Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, nel frattempo, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield come rispettive interpretazioni di Peter Parker.

Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studi avevano concordato su una storia per lo più concreta con alcuni elementi del Multiversale, sebbene il film venga ancora descritto come un “evento di livello Avengers“. Si vocifera anche che Spider-Man 4 vedrà Parker unire le forze con Venom per combattere Knull, che verrà introdotto in Venom: The Last Dance. Tom Holland, ovviamente, tornerà nei panni di Spidey dell’MCU.

Gli sceneggiatori di No Way Home Chris McKenna ed Erik Sommers stanno scrivendo la sceneggiatura e Destin Daniel Cretton dirigerà. Il film dovrebbe uscire nelle sale il 24 luglio 2026.

The Batman – Parte II, le riprese la prossima estate!

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The Batman – Parte II, le riprese la prossima estate!

Stiamo ancora aspettando un annuncio ufficiale sullo stato di The Batman – Parte II di Matt Reeves, ma un sito di produzione del Regno Unito ha ora confermato che le riprese del film dovrebbero iniziare la prossima estate.

Secondo UK Production News (tramite CBM), le riprese inizieranno nel Regno Unito a maggio 2025. James Gunn ha recentemente indicato che la sceneggiatura del film non è stata completata e WOR ritiene che ciò sia dovuto al fatto che Reeves l’ha “presentata a pezzetti”.

“Inoltre, mi è stato detto che Reeves sta lavorando alla sceneggiatura dalla fine del 2022 e che i pezzi si stanno finalmente unendo. C’è accordo sul fatto che ciò che ci aspetta lascerà a bocca aperta i fan che hanno atteso pazientemente il sequel”.

Il sito conferma anche che Greig Fraser tornerà come direttore della fotografia. I dettagli della trama sono ancora segreti, ma tutti gli attori del primo film (che sono sopravvissuti) dovrebbero tornare, insieme ad alcuni personaggi di The Penguin. Abbiamo anche sentito voci secondo cui potrebbero essere introdotti sia il dottor Tommy Elliot/Hush che Dick Grayson/Robin.

The Penguin nuovi vestitiLe possibili aggiunte al cast di The Batman – Parte 2

Se hai visto The Batman, probabilmente avrai notato che le basi sono state effettivamente gettate per l’introduzione di Hush. A un certo punto, l’Enigmista rivela alcuni oscuri segreti, rivelando che Thomas Wayne ha avuto un ruolo nella morte di un giornalista di nome Edward Elliot. Sebbene questa potrebbe essere solo una coincidenza, la parola “hush” lampeggia persino sullo schermo a un certo punto.

Si trattava probabilmente solo un piccolo Easter egg per i fan, ma ciò non significa che Reeves non abbia potuto decidere di usare Hush come principale antagonista di The Batman – Parte II.

Per quanto riguarda Robin, diverse fonti hanno ora riferito che Grayson debutterà nel sequel, quindi diremmo che probabilmente c’è qualcosa di vero. I dettagli sono pochi e rari, ma abbiamo sentito che questa ultima versione di The Boy Wonder sarà un adolescente (probabilmente di appena tredici anni). Gli eventi dello spin-off di The Penguin hanno impostato almeno una parte della storia.

Black Panther 3 ufficialmente in lavorazione, la conferma dopo una dichiarazione di Denzel Washington

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I Marvel Studios annunciano ufficialmente Black Panther 3 del MCU solo pochi giorni dopo che Denzel Washington ha rivelato di avere un ruolo nel terzo capitolo del franchise scritto appositamente per lui (scusandosi poi con il regista per le rivelazioni). Black Panther: Wakanda Forever ha dovuto affrontare una sfida enorme con l’addio di T’Challa, ma le recensioni estremamente positive e il risultato vincente al botteghino hanno dimostrato che Ryan Coogler e il suo team hanno superato le aspettative. Con l’omaggio del MCU a Chadwick Boseman completato, la prossima grande domanda del franchise è quale direzione potrà prendere Black Panther 3.

Come confermato da Deadline, il dirigente di lunga data dei Marvel Studios Nate Moore si separerà dalla Marvel dopo l’uscita di Captain America: Brave New World nel 2025. I produttori principali dei Marvel Studios Kevin Feige e Louis D’Esposito hanno elogiato il lavoro di Nate Moore, rivelando che lavorerà ancora con la Marvel in una veste diversa su Black Panther 3. Ecco cosa hanno dichiarato Feige e D’Esposito:

“Nate è un dirigente e un collega fantastico, nonché un amico meraviglioso per tutti noi qui ai Marvel Studios.” “È stato un membro fondamentale del nostro team dal 2010 e la sua influenza continuerà a risuonare nella nostra narrazione. Anche se ci mancherà molto, non vediamo l’ora di vedere cosa farà dopo e di avere anche la fortuna di lavorare con lui in un modo nuovo nel nostro prossimo film di Black Panther.”

Black Panther: Wakanda ForeverMoore ha anche espresso il suo parere sulla sua dipartita dallo Studio. Avendo lavorato come dirigente dei Marvel Studios dal 2010, Moore non ha altro che gratitudine per la Marvel. Moore ha anche sottolineato il suo entusiasmo per il lavoro nel prossimo Black Panther 3 dell’MCU“Quasi tutto quello che so sulla produzione l’ho imparato durante il mio periodo ai Marvel Studios”, ha detto Moore. “Mi sento fortunato ad aver lavorato con un gruppo di persone che amano il cinema e la narrazione tanto quanto i miei colleghi Marvel e il cast e la troupe dei nostri film. Ma non potrei essere più entusiasta di applicare la mia esperienza e passione per il cinema ai film per il cinema di tutti i generi, incluso il ritorno al mondo di Wakanda per Black Panther 3”.

Cosa significa la conferma di Black Panther 3 da parte di Nate Moore della Marvel

Black Panther 3 è ancora una priorità per i Marvel Studios

I Marvel Studios hanno molti progetti chiave in fase di sviluppo e produzione, tra cui The Fantastic Four, Spider-Man 4, Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Tuttavia, la Marvel sta lavorando ad altri film e show che non hanno ricevuto molti aggiornamenti da un po’. Una volta che il finale di Black Panther: Wakanda Forever ha suggerito il passaggio di testimone da Shuri a Toussaint, Black Panther 3 è diventato una forte possibilità. E ora, la conferma di Black Panther 3 da parte dei Marvel Studios colloca il sequel nell’elenco dei prossimi progetti, anche se non ha ancora una data di uscita ufficiale.

Considerando che Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars sono programmati per uscire rispettivamente nel 2026 e nel 2027, è improbabile che la Marvel distribuisca molti film nel frattempo. Quindi, la trama di Black Panther 3 potrebbe incentrarsi sul multiverso se uscisse a fine 2026 o inizio 2027, oppure potrebbe occuparsi delle conseguenze di Avengers: Secret Wars a fine 2027 o 2028.

Ilary: il trailer della serie Netflix con Ilary Blasi

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Ilary: il trailer della serie Netflix con Ilary Blasi

Finalmente è disponibile il trailer di Ilary, la serie che arriverà il 9 gennaio solo su Netflix e che promette di far conoscere Ilary Blasi come non l’avete mai vista!

Diretta da Tommaso Deboni, scritta da Romina Ronchi, Peppi Noceracon Ennio Meloni e Jacopo Ghirardelli, e prodotta da Banijay Italia, Ilary sarà un viaggio nella vita di uno dei volti più amati dello spettacolo italiano. A rendere la serie ancora più sorprendente, la partecipazione di guest star d’eccezione come Federica Sciarelli, Michelle Hunziker e Nicola Savino, che contribuiranno a creare momenti unici e inaspettati.

Di cosa parla Ilary, la serie Netflix

Dopo averci raccontato con Unica la sua versione sulla separazione dal marito, a un anno di distanza Ilary Blasi è pronta a farci entrare nella sua “nuova” vita. Ilary è una serie divertente, senza filtri, che trascina lo spettatore nel dietro le quinte della vita di una delle protagoniste più amate della tv italiana. Una donna in grado di far coesistere gli aspetti più glam delle giornate sotto i riflettori a quelli più riservati e intimi; che vive ogni giorno della sua vita così come è abituata a raccontarsi: con autoironia e leggerezza. Una vita che, adesso, è di nuovo pronta a riprendere il suo cammino con la solita determinazione e simpatia, le amiche di sempre e Bastian, che per la prima volta vedremo e sentiremo raccontarsi, a partire dal giorno del loro primo incontro.

Ilary è il racconto di una donna autentica alla continua ricerca di nuovi stimoli e traguardi: assisteremo ai suoi primi passi nel mondo del cinema (dove reciterà nei panni di se stessa); la vedremo imbarcarsi in nuove sfide più “esistenziali” come iniziare a prendere lezioni di cucina (raggiungendo Ruben nel suo famoso terrazzo), o sconfiggere una delle sue più grandi paure (lanciarsi col paracadute). Addirittura nella serie arriverà a mettersi in gioco iscrivendosi all’università, così da provare a realizzare uno dei suoi più grandi sogni: diventare una criminologa!

Ilary è una serie che indossa gli stessi panni della sua protagonista: è irriverente, scanzonata e irresistibilmente ironica; così da riuscire a saltare con disinvoltura dal racconto del dietro le quinte di Battiti Live (con l’immancabile amico e spalla Alvin), a una giornata in compagnia della nonna novantenne alle prese con il rinnovo della patente; dal firmacopie a Tokyo del suo libro “che stupida” a una seduta dal cartomante a Roma con tanto di ansie e malintesi. Il gruppo delle sue amiche storiche (che comprende le sorelle Silvia e Melory Blasi) sono uno dei perni più esilaranti della sua vita e quindi della serie, ma non l’unico… oltre agli aperitivi, le vacanze in barca e i corsi di abbracci (lei odia gli abbracci!) con le amiche storiche, nella serie ci sarà spazio anche per volti molto noti della tv italiana, amici di Ilary di lunga data come i colleghi Michelle Hunziker e Nicola Savino; ma non solo, la serie ospiterà anche la presenza del più grande idolo televisivo di Ilary Blasi, la conduttrice del suo programma preferito Federica Sciarelli, che avrà un ruolo molto importante per una delle sue nuove scelte di vita.

In 5 episodi Ilary riuscirà a portarci dentro il suo mondo, una normalissima vita eccezionale da conduttrice televisiva tra le più amate d’Italia. In ogni episodio si alterneranno emozioni nuove, risate e leggerezza, senza mai rinunciare però a quell’indagine nei più profondi sentimenti già cominciata in Unica (qui la nostra recensione), quel mondo profondo e sommerso fatto di visioni, pensieri e rivelazioni che gelosamente Ilary nasconde dietro la sua irresistibile corazza di sarcasmo ma che già abbiamo imparato a conoscere nel capitolo precedente Unica.

28 anni dopo è il secondo trailer horror più visto di tutti i tempi

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Il primo trailer del tanto atteso terzo capitolo della saga di Danny Boyle, 28 anni dopo, è stato pubblicato online la scorsa settimana con una risposta molto positiva (alcuni lo hanno salutato come il trailer dell’anno) e Deadline ha ora condiviso alcune statistiche sorprendenti.

Non solo l’intenso teaser è stato il trailer horror più visto del 2024 con 60,2 milioni di visualizzazioni globali, ma è anche diventato il secondo trailer più grande di sempre dietro It Capitolo 2 con un ben 146,1 milioni di visualizzazioni globali.

Per quanto possa essere sicuramente un trailer molto accattivante, c’è la possibilità che abbia fatto incetta di visualizzazioni a causa della curiosità generata da una rapida inquadratura di uno zombie emaciato che i fan hanno ipotizzato potesse essere il personaggio di Cillian Murphy del primo film, Jim.

28 anni dopo – screen dal trailer

Era una teoria abbastanza ragionevole dato il tempo trascorso dal primo film e il fatto che si dice che gli infetti si siano “evoluti”, anche se riportare un attore del calibro e dello status di Murphy solo per interpretare un mostro senza cervello sarebbe stata una scelta strana.

Inoltre, una foto dal set di Murphy come un Jim molto vivo e dall’aspetto umano circolato in rete quando il film è stato girato all’inizio di quest’anno (anche se c’era sempre la possibilità che si trattasse di una scena di flashback).

Ad ogni modo, un membro della troupe che ha lavorato al film ha recentemente messo fine alle speculazioni, e il mercante d’arte Angus Neill ha poi rivelato che in realtà era lui l’attore che interpretava lo zombie.

Tutto quello che sappiamo su 28 anni dopo

28 giorni dopo è stato un grande successo e ha già generato un seguito meno apprezzato (ma comunque degno di nota), 28 settimane dopo del 2007. Boyle e Garland erano coinvolti solo come produttori esecutivi in quel progetto, quindi molti fan vedranno sicuramente questo nuovo film come il primo vero sequel. Jodie ComerAaron Taylor-Johnson, Ralph Fiennes hanno firmato per interpretare i ruoli principali ed è stato confermato anche il ritorno di Cillian Murphy nel ruolo del protagonista del film originale, Jim.

Boyle dirigerà il primo capitolo, mentre Nia DaCosta è stata annunciata di recente come regista del secondo film, che pare si intitolerà 28 anni dopo parte 2: Il tempio delle ossa. Il piano prevede di girare entrambi i film in parallelo. Garland scriverà tutti e tre i film. Il budget per ogni film si aggira intorno ai 75 milioni di dollari.

Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che si risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti “zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità spaventosa. L’uomo si mette quindi in viaggio per scoprire cosa sta succedendo, incontrando lungo la strada i compagni sopravvissuti interpretati da Naomie HarrisBrendan Gleeson, oltre a un maggiore dell’esercito squilibrato interpretato da Christopher Eccleston.

I dettagli sulla trama di 28 anni dopo non sono ancora stati resi noti, ma il periodo suggerisce che si svolgerà in un futuro prossimo, il che significa che il film potrebbe essere più orientato verso la fantascienza che verso l’horror vero e proprio.

Il film uscirà al cinema il 19 giugno 2025.

Superman: James Gunn condivide nuovi dettagli sulla storia d’amore tra Lois e Clark

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Questa settimana vedrà finalmente il debutto del trailer di Superman e finalmente abbiamo nuovi dettagli sulla storia. A parte ciò che abbiamo messo insieme dalle foto dal set, fino a questo punto è stato rivelato molto poco.

Parlando con The Wrap sul set del film lo scorso giugno, lo sceneggiatore e regista James Gunn ha confermato che non racconterà la storia delle origini quando ha detto: “Iniziamo nel bel mezzo dell’azione. Superman esiste già. Lois e Clark si conoscono già”. “Lex odia Superman fin dall’inizio, anche se non si conoscono personalmente”, ha rivelato il regista. “Quindi iniziamo proprio nel bel mezzo dell’azione. Si svolge in un breve lasso di tempo”.

Come sarà messo in scena il rapporto tra Lois e Clark?

Per quanto riguarda il suo approccio alla dinamica tra Clark Kent e Lois Lane, Gunn ha stuzzicato, “La relazione tra i [personaggi] di David e Rachel sullo schermo è qualcosa che non credo di aver mai visto – odio dire cose del genere – ma non credo che sia qualcosa che abbiamo mai visto in nessun film di supereroi”.

“È una relazione complicata e ci entriamo davvero dentro e ci sono lunghe scene che riguardano la loro relazione e il modo in cui si relazionano e come sarebbe per una persona che è questa giornalista incredibilmente intelligente, testarda, scettica, avere una relazione con qualcuno che può sollevare un grattacielo”, ha aggiunto.

Alla domanda diretta se Lois è consapevole che Clark sia Superman, tutto quello che Gunn ha detto è stato: “Beh, vedremo. Sa chi è Superman”.

Il co-CEO dei DC Studios ha anche condiviso la sua opinione su come Superman bilancia le sue doppie identità. “La gente diceva un sacco di cose diverse. Dicevano, ‘Clark è quello vero.’ Dicevano, ‘Superman è quello vero e Clark è l’identità segreta.’ Ma io non credo a nessuna di queste cose”, ha rivelato. “Non credo che nessuno conosca Superman se non li conosce entrambi. E quando li conoscono entrambi, conoscono il vero ragazzo. E questo significa non troppe persone”.

Superman film james gunnJames Gunn in seguito ha affrontato una delle più grandi preoccupazioni dei fan riguardo al tono di Superman. Fortunatamente, sembra che abbia trovato il giusto equilibrio per offrire quella che sembra una versione dell’Uomo d’Acciaio che fa bene a lui e al suo cast di supporto. “È divertente, ma certamente non è così comico o una commedia come ‘Suicide Squad’ o ‘Guardians'”, ha confermato Gunn. “C’è molto umorismo in esso”. “Persone come Rachel [Brosnahan] sono così divertenti e anche David [Corenswet] è molto divertente, quindi c’è dell’umorismo, ma cerca di creare qualcosa di concreto, ma è anche un mondo incredibilmente fantasioso, è fantasy, prende spunto da altre cose come “Game of Thrones”, dove è questo universo in cui i supereroi esistono davvero”.

Il ruolo della Justice League International in Superman

Parlando con ComicBook.com invece, James Gunn ha affermato che tutti i personaggi di Justice League International hanno ruoli importanti da svolgere e non sono solo cameo usa e getta pensati per espandere rapidamente il DCU. “Penso che fosse proprio quello che volevo davvero, onestamente. Amo Mister Terrific”, ha spiegato il regista. “Tutti questi personaggi hanno il loro momento di gloria. Hanno tutti i loro momenti. Non sono solo cameo, sono i personaggi. Sono cast di supporto, ma Mister Terrific è il personaggio principale di quei personaggi. In realtà ha una parte importante nella trama. E quindi è stato divertente”.

“E ovviamente lavorare con Nathan [Fillion] è sempre qualcosa, e metterlo in un look stupido, e poi Isabela [Merced] è grandiosa. Sono un suo fan da molto tempo. Ma si trattava di equilibrio”, ha aggiunto.

In che modo Superman prepara il DCU

Sollecitato per i dettagli sulla connessione di Superman con il DCU più ampio, Gunn ha ammesso che ci sono “due piccole cose, due momenti” che stuzzicano il futuro. Tuttavia, “se qualcosa è lì solo per preparare qualcos’altro, fanculo”.

“Se [Superman] prepara le cose in Peacemaker, cosa che fa, allora è grandioso”, ha spiegato. “Ma non è mai, mai, mai, per me, qualcosa per cui sacrificherò anche solo un momento o una battuta in una storia, specialmente in un film. Con la TV, hai un po’ più di clemenza per poterlo fare. Ma in un film, ogni battuta deve essere lì per il film stesso.”

“Si stanno piantando semi [per Lanterns]? Sì, ci sono semi che vengono piantati. Ma questa non sarà mai la cosa predominante in nessuna scena per me. Si tratta sempre di arrivare alla scena successiva”, ha osservato Gunn. “Cosa c’è nel momento? Come stiamo rendendo questo film il migliore possibile? E rimarrà così per quanto io possa renderlo così.”

X-Men: James Marsden riflette sulle possibilità di indossare il classico costume blu e giallo di Ciclope nell’MCU

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In Deadpool & Wolverine, abbiamo incontrato una variante di Logan da un mondo in cui gli X-Men erano stati uccisi. I compagni di squadra di Wolverine lo avevano ripetutamente supplicato di indossare un costume da supereroe, ma lui si era rifiutato e, quando Wade Wilson lo incontra, lo indossa come penitenza.

Alla fine del film, Wolverine indossa il costume e persino la sua classica maschera da fumetto in un’indimenticabile sequenza di combattimento che mostra il mutante artigliato che taglia e fa a pezzetti i Deadpool Corp’s.

Dopo il cameo di Bestia fedele al look dei fumetti nella scena post-crediti di The Marvels, la speranza è che Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars possano presentare più design dei personaggi e costumi tradotti dalla pagina allo schermo in modo altrettanto soddisfacente.

Parlando con Jake’s Takes di Sonic – Il film 3, all’attore di Ciclope, James Marsden, è stato chiesto cosa pensasse di Deadpool e Wolverine e se sarebbe stato disponibile a indossare il classico costume blu e giallo di Scott Summers. “[Ride] Beh, prima di tutto, ho adorato quel film. Ho pensato che ci fossero riusciti e vedere Ryan e Hugh insieme è stato un vero piacere”, ha detto l’attore. “Vedere Hugh con il costume completo dei fumetti è stato fantastico”.

“Non sono sicuro che Scott lo abbia implorato di indossare il costume… Penso che nel primo film dica qualcosa tipo, ‘Cosa preferiresti, spandex giallo?’ o qualcosa del genere. È stato un po’ sensazionalistico da parte di Wolverine lì”.

Sebbene Marsden sembri aver confuso la variante di Wolverine di Deadpool e Wolverine con quella dei suoi film sugli X-Men, l’attore non ha scartato l’idea di unirsi all’MCU e ha risposto positivamente all’idea di indossare quel costume. “È così bello vedere di nuovo questi personaggi sullo schermo. So che si parla molto in giro”, ha detto Marsden. “Non so davvero nulla, ma è stata una cosa grandiosa farne parte e ovviamente è sempre stato divertente indossare quel costume. Vedremo”.

Le teorie principali sugli X-Men nel MCU

La teoria prevalente tra i fan è che gli Avengers combatteranno gli X-Men quando le loro rispettive realtà si scontreranno in un’Incursione. Sembra proprio che il palcoscenico sia stato predisposto per uno scontro dopo l’arrivo di Maria Rambeau nella realtà della squadra (un mondo che si pensa sia Terra-10005). Vedremo cosa succederà. Tuttavia, è giusto dire che tutti rimarranno scioccati se la squadra mutante non farà la sua apparizione – costumi dei fumetti e tutto il resto – nei prossimi film di Avengers.

Avengers: Doomsday arriva nelle sale il 1° maggio 2026; Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, annunciati i registi. Ma quando uscirà?

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Sony Pictures ha annunciato che Spider-Man: Beyond the Spider-Verse sarà diretto da Bob Persichetti e Justin K. Thompson. Quello che sembra importante segnalare è che la notizia arriva a nove mesi di distanza rispetto a quando sarebbe dovuto uscire il film stando al primo annuncio.

Persichetti faceva parte del team di regia di Spider-Man: Un nuovo universo e ha prodotto esecutivamente Spider-Man: Across The Spider-Verse. Thompson, nel frattempo, è stato production designer del primo film e si è laureato nel team di regia del sequel insieme a Joaquim Dos Santos e Kemp Powers.

Considerati i rispettivi ruoli nel dare forma a questo franchise animato, questo è il dream team per il film. Sebbene sia possibile che abbiano lavorato a Beyond the Spider-Verse da più tempo di quanto ci sia stato comunicato, anche una data di uscita del 2026 sembra ottimistica in questa fase.

“Abbiamo avuto l’immenso privilegio di far parte del viaggio di Miles fin dall’inizio e dirigere la conclusione della sua storia è più che emozionante”, hanno affermato Persichetti e Thompson in una dichiarazione congiunta a Deadline. “La creatività e la cura riversate in ogni minuto di questo progetto sono state davvero stimolanti”. “Abbiamo creato quello che riteniamo essere un finale molto soddisfacente e non vediamo l’ora che i fan lo vivano: stiamo dando tutto quello che abbiamo!”

La squadra produttiva di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse

Secondo quanto riportato, Phil Lord, Chris Miller, Amy Pascal e Avi Arad torneranno a produrre, con Jinko Gotoh che si unirà al team. Aditya Sood e Christina Steinberg sono i produttori esecutivi. Jessica Berri è co-produttrice. Lord e Miller hanno scritto la sceneggiatura con David Callaham.

“Le impronte digitali di Bob e Justin sono intrecciate nel DNA di questi film e la loro passione per il viaggio di Miles traspare in ogni fotogramma della sua ultima avventura”, hanno detto oggi Lord e Miller. “Non c’è niente di più gratificante che collaborare con partner creativi con una visione audace e un’esecuzione brillante come Bob e Justin. Siamo entusiasti di lavorare di nuovo con loro per creare una conclusione bella e soddisfacente per questa storia”.

Si tratta di uno sviluppo entusiasmante per il film tanto atteso ed è bello sapere che la conclusione della storia di Miles Morales sta prendendo forma alla Sony Pictures. Spider-Man: Beyond the Spider-Verse non ha una data di uscita confermata.

Superman: è stato David Corenswet a insistere per i boxer rossi

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Superman: è stato David Corenswet a insistere per i boxer rossi

Quando i DC Studios hanno annunciato la loro lista per Chapter One: Gods and Monsters, abbiamo appreso che il DCU sarebbe iniziato con Superman: Legacy. Da allora, il regista James Gunn ha eliminato “Legacy” dal titolo, ma non ha ancora spiegato perché.

Parlando con ComicBook.com sul set di Superman all’inizio di quest’estate, lo sceneggiatore e regista del reboot ha detto: “Penso che abbia ancora quell’aspetto di ‘Legacy’. Facciamo questa cosa chiamata ‘pre-mortem’ prima di iniziare le riprese”.

“Entriamo in una stanza con me e tutti i responsabili dei dipartimenti e diciamo, ‘Diciamo che questo film è un colossale errore. Scopriamo tra due anni, quando uscirà, che andrà terribilmente male. Cosa stiamo facendo adesso di cui non stiamo parlando, che stiamo facendo che renderà questo film sbagliato?'”

“Questa situazione dà la possibilità a tutte le parti coinvolte di dire la loro, che si tratti della sceneggiatura, del casting, del modo in cui i dipartimenti non comunicano tra loro”, ha continuato Gunn. “Tutti sono autorizzati, dai trasporti a qualsiasi cosa, sono tutti autorizzati a dire ciò che pensano. E l’ho trovato estremamente utile”.

È stato durante quelle conversazioni che il co-CEO dei DC Studios ha concluso che Superman: Legacy potrebbe dare al pubblico un’idea sbagliata su ciò che spera di vedere in questo film. “Una delle cose era, ho pensato che forse il titolo… aveva una sensazione di guardare al passato, e questo non riguarda il guardare al passato, riguarda il guardare al futuro”, ha detto al sito. “Quando vedi il film, capisci da dove viene ‘Legacy’ perché, di nuovo, riguarda Clark e il suo rapporto con la sceneggiatura… e di chi è l’eredità, in realtà?”

David-Corenswet-supermanSuperman stesso, David Corenswet, ha insistito per i boxer rossi

Mentre Superman potrebbe non riguardare il guardare al passato, Gunn sta rendendo omaggio al look classico dell’Uomo d’Acciaio sulla pagina incorporando i suoi iconici – e spesso sorprendentemente divisivi – boxer rossi. Ammettendo che inizialmente aveva scelto di non usarli, il regista ha insistito nel cercare di trovare un modo per farli funzionare. Tuttavia, è stato Superman stesso, David Corenswet, a convincerlo a usarli.

“Stavamo provando tutte queste diverse versioni e abbiamo fatto dei test sullo schermo con e senza boxer. E una delle cose che David ha detto è che Superman vuole che i bambini non abbiano paura di lui”, ha ricordato Gunn. “È un alieno. Ha questi poteri incredibili. Spara raggi dagli occhi, può far saltare in aria il camion. È incredibilmente potente, potrebbe essere considerato spaventoso, vuole che le persone lo apprezzino. Vuole essere un simbolo di speranza e positività.”

“Si veste come un wrestler professionista, si veste in un modo che fa sì che le persone non abbiano paura di lui, che lo dimostri,” ha aggiunto il regista. “Questo mi ha davvero colpito.” “E penso che cercare di fingere che il costume di Superman non abbia un po’ di frivolezza, alla base, cercare di renderlo serio, è sciocco perché è un supereroe. È il primo, dai colori vivaci, ed è quello che è. Quindi è lì che siamo arrivati ​​e, alla fine, siamo tutti arrivati ​​a un punto in cui quasi tutti eravamo d’accordo,” ha concluso.

Cosa sappiamo di Superman?

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Conclave: perché il cardinale eletto Papa sceglie proprio quel nome

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Il regista di Conclave, Edward Berger, spiega perché il cardinale Benitez, eletto Papa alla fine del film, sceglie il nome di Innocenzo. Guidato da Ralph Fiennes, il film, basato sull’omonimo romanzo di Robert Harris, segue l’assemblea dei cardinali per l’elezione di un papa. Nel corso del film, diversi favoriti vengono esclusi alla corsa al soglio pontificio a causa di uno scandalo finché un outsider non vince la gara, il cardinale Benitez (Carlos Diehz), un misterioso cardinale che ha prestato servizio a Kabul.

Parlando con Vanity Fair, il regista premio Oscar spiega come mai Benitez ha scelto il nome di Innocenzo quando viene eletto come nuovo papa. Edward Berger dice che “è un nome che indica purezza senza preconcetti”, tipicamente quello che si vede nei bambini, che non hanno brutte esperienze, che sono aperti agli altri, che non hanno pregiudizi, proprio come Benitez.

È un nome che indica purezza senza preconcetti. Lo vedi nei bambini: non hanno brutte esperienze, sono teoricamente solo positivi, solo aperti verso gli altri. Non hanno pregiudizi. Sono innocenti. Poi la società li condiziona a essere in un certo modo, i loro genitori, la scuola, gli amici e le brutte esperienze lasciano un trauma. Quindi Benitez si presenta a noi con assoluta apertura, e penso che sia questo che significa.

Ralph Fiennes e Stanley Tucci
Ralph Fiennes e Stanley Tucci in Conclave – Cortesia Eagle Pictures

Conclave aveva preparato questa svolta disseminando la storia di indizi

Anche se può sembrare strano o poco ortodosso, il nome non è poi così insolito. Finora, 13 Papi hanno scelto il nome Innocenzo per il papato, l’ultimo è Papa Innocenzo XIII, nato Michelangelo dei Conti e capo della Chiesa cattolica e governatore dello Stato Pontificio dall’8 maggio 1721 alla sua morte nel marzo 1724.

La spiegazione di Berger si adatta al comportamento e alle azioni di Benitez durante tutto il film. Circondato da cardinali con programmi politici e che nascondono scandali, Benitez è una presenza gentile, una boccata d’aria fresca. All’inizio di Conclave, il cardinale Lawrence di Fiennes dice: “Se ci fosse solo certezza e nessun dubbio, non ci sarebbe mistero e quindi non ci sarebbe bisogno di fede. Preghiamo affinché Dio ci conceda un papa che dubiti”. La supplica di Lawrence viene esaudita, poiché Benitez, considerando il suo segreto che viene rivelato in una delle scene finali del film, è qualcuno che vive tra certezza e dubbio e riesce ad accettarlo con grazia. Un atteggiamento che sarebbe adatto anche per i laici.

Oscar 2025: annunciate le shortlist di 10 categorie, Vermiglio ancora in corsa

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Sono state annunciate le shortlist di 10 delle 23 categorie dei Premi Oscar 2025, che ci svelano i film che ancora possono ambire ad ottenere la nomination ufficiale. Tra le categorie c’è anche quella per il Miglior film internazionale, dove spicca la presenza di Vermiglio, il film di Maura Delpero in corsa in rappresentanza dell’Italia. Per il resto, spicca la grande presenza di Emilia Pérez e Wicked, in corsa in molteplici categorie.

Le votazioni per gli Oscar per determinare i candidati in tutte le 23 categorie si aprono mercoledì 8 gennaio e si concludono domenica 12 gennaio. Le nomination saranno annunciate venerdì 17 gennaio. Di seguito ecco tutte le shortlist annunciate:

Miglior Documentario

  • The Bibi Files
  • Black Box Diaries
  • Dahomey
  • Daughters
  • Eno
  • Frida
  • Hollywoodgate
  • No Other Land
  • Porcelain War
  • Queendom
  • The Remarkable Life of Ibelin
  • Soundtrack to a Coup d’Etat
  • Sugarcane
  • Union
  • Will & Harper

Miglior Cortometraggio di genere documentario

  • Chasing Roo
  • Death by Numbers
  • Eternal Father
  • I Am Ready, Warden
  • Incident
  • Instruments of a Beating Heart
  • Keeper
  • Makayla’s Voice: A Letter to the World
  • Once upon a Time in Ukraine
  • The Only Girl in the Orchestra
  • Planetwalker
  • The Quilters
  • Seat 31: Zooey Zephyr
  • A Swim Lesson
  • Until He’s Back

Miglior Film Internazionale

  • Brasile, I’m Still Here
  • Canada, Universal Language
  • Repubblica Ceca, Waves
  • Danimarca, The Girl with the Needle
  • Francia, Emilia Pérez
  • Germania, The Seed of the Sacred Fig
  • Islanda, Touch
  • Irlanda, Kneecap
  • Italia, Vermiglio
  • Lituania, Flow
  • Norvegia, Armand
  • Palestina, From Ground Zero
  • Senegal, Dahomey
  • Tailandia, How to Make Millions Before Grandma Dies
  • United Kingdom, Santosh

Miglior Trucco e Acconciature

Miglior Colonna sonora originale

Migliore Canzone Originale

Migliore Cortometraggio Animato

  • Au Revoir Mon Monde
  • A Bear Named Wojtek
  • Beautiful Men
  • Bottle George
  • A Crab in the Pool
  • In the Shadow of the Cypress
  • Magic Candies
  • Maybe Elephants
  • Me
  • Origami
  • Percebes
  • The 21
  • Wander to Wonder
  • The Wild-Tempered Clavier
  • Yuck!

Migliore Cortometraggio Live-Action

  • Anuja
  • Clodagh
  • The Compatriot
  • Crust
  • Dovecote
  • Edge of Space
  • The Ice Cream Man
  • I’m Not a Robot
  • The Last Ranger
  • A Lien
  • The Man Who Could Not Remain Silent
  • The Masterpiece
  • An Orange from Jaffa
  • Paris 70
  • Room Taken

Miglior Sonoro

Migliori Effetti Visivi

The Ambush: la storia vera dietro il film

The Ambush: la storia vera dietro il film

Sono diversi i film che hanno raccontato i più recenti conflitti nei territori del medio oriente. Titoli come The Hurt Locker, American Sniper, 12 Soldiers o Special Forces – Liberate l’ostaggio sono solo alcuni esempi a riguardo, a cui si è aggiunto nel 2021 anche THe Ambush, diretto dal regista francese Pierre Morel (autore anche di Io vi troverò e The Gunman). Prodotto negli Emirati Arabi, è questo il film in lingua araba con il maggior incasso di sempre negli Emirati Arabi Uniti, proponendo un racconto basato su un’imboscata avvenuta nel 2018 contro i soldati degli Emirati da parte dei ribelli.

Per Morel è dunque non solo l’occasione per portare all’attenzione internazionale una vicenda realmente accaduta ma poco nota, ma anche per confrontarsi con un genere che da tempo desiderava sperimentare. “Ho sempre voluto lavorare a una storia di guerra. In passato ho girato dei thriller, ma nessuno che parlasse di guerra e fosse basato su una storia vera. Anche se il film si basa specificamente sugli Emirati Arabi Uniti e sullo Yemen, è una storia universale; parla di fratellanza e sacrificio”, ha dichiarato alla testata online WION.

Si offre così una prospettiva diversa di un film di guerra moderno, realizzato con l’obiettivo di condividere una storia che ha rappresentato un momento importante nella storia di un paese, nella speranza che il resto del mondo abbia la possibilità di conoscerla. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Ambush. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

The Ambush trama
Una scena dal film The Ambush © Image Nation Abu Dhabi

La trama e il cast di The Ambush

È l’inverno del 2018, gli uomini e le donne dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti sono schierati per fornire aiuti. Alla base di Mocha, il morale è alto mentre tre soldati emiratini pregustano l’imminente ritorno a casa. Durante l’ultimo pattugliamento di routine, però, i tre soldati, Ali (Marwan Abdulla Saleh), Bilal (Khalifa Al Jassem) e Hindasi (Mohammed Ahmed), cadono in un’imboscata di militanti pesantemente armati sul loro percorso, attraverso uno stretto canyon. Intrappolati, feriti e fuori dalla portata delle comunicazioni, i tre soldati si rendono conto della gravità della loro situazione.

Stanno esaurendo le opzioni, le munizioni e il tempo a disposizione. Tornati alla base, il loro comandante riceve la notizia e capisce che l’assalto alla pattuglia dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti era premeditato. Una missione di salvataggio viene rapidamente messa in atto, ma il supporto aereo e terrestre raggiungerà gli uomini in tempo e riusciranno a sopravvivere? Ha così inizio una corsa contro il tempo in un territorio fortemente ostile, dove ad ogni momento potrebbe scatenarsi il peggio.

La storia vera dietro il film

Come anticipato, The Ambush ricrea un reale incidente su territorio di guerra che nel 2018 ha coinvolto una squadra di soldati degli Emirati Arabi Uniti, impegnati nel conflitto in Yemen, iniziato nel 2014 e che vede contrapposti il governo e i gruppi ribelli Houthi. Questi ultimi hanno il sostegno di Al-Qaeda e dell’ISIS, mentre le truppe degli Emirati Arabi Uniti combattono contro questi gruppi islamisti con il sostegno silenzioso delle forze armate statunitensi. Gli Emirati Arabi Uniti sono, inoltre, un territorio piuttosto vasto, che ospita anche Dubai, considerata una delle città più ricche e affascinanti del mondo.

Mansoor Al-Fili in The Ambush
Mansoor Al-Fili in The Ambush © Image Nation Abu Dhabi

Il conflitto, non ancora risolto, ha avuto un prezzo molto elevato in termini di vite civili, poiché la coalizione a guida saudita ha effettuato oltre 150 attacchi aerei su obiettivi non militari, secondo lo Yemen Data Project. La campagna aerea avrebbe ucciso più di 24.000 persone, di cui quasi 9.000 civili. Tra i tanti scontri vi è dunque anche quello narrato nel film, per cui il regista ha potuto contare sul prezioso contributo dei veri uomini che hanno combattuto quel giorno. “Quando si adatta una storia basata su eventi veri, si ha il dovere di rispettare ciò che è accaduto”, ha dichiarato il regista.

Ho avuto la fortuna di incontrare le persone che hanno realmente partecipato alla guerra; è stato intrigante conoscere la loro prospettiva in prima persona e mi ha aiutato a capire il processo di pensiero dei personaggi e le situazioni che hanno portato alla guerra”. Per quanto dunque ci siano dei cambiamenti nella vicenda, al fine di adattarla alle necessità della struttura narrativa di un film, quanto si vede sullo schermo è effettivamente ciò che accadde nell’episodio a cui ci si ispira e che, sebbene non di particolare rilevanza all’interno del conflitto, rende l’idea della sua drammaticità.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Ambush grazie alla sua presenza su une delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 17 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4 e, di conseguenza, anche sulla piattaforma Rai Play per un limitato periodo temporale.

Il ragazzo e la tigre: la storia vera dietro il film

Il ragazzo e la tigre: la storia vera dietro il film

L’amicizia tra gli esseri umano e gli animali è stata raccontata più volte al cinema e negli ultimi anni in particolare sono arrivati sul grande schermo alcune delle coppie più imprevedibili di sempre. Da Belle & Sebastien fino a Mia e il leone bianco, questo genere di film suscita sempre un grande fascino negli spettatori, dimostrando che spesso questo genere di legami non hanno nulla da invidiare a quello tra due persone. Tra i più recenti esempi di questo filone vi è Il ragazzo e la tigre (qui la recensione), uscito in sala nel 2022 e incentrato sul rapporto – come suggerito dal titolo – tra un ragazzo e una tigre.

A dirigere il film vi è Brando Quilici, cineasta e documentarista italiano indipendente che ha lavorato per molti speciali su reti americane, tra cui National Geographic Channel e Discovery Channel, distintosi anche per aver co-diretto il film Il mio amico Nanuk, dove similmente a Il ragazzo e la tigre ritrovano come protagonisti un adolescente e un cucciolo di orso polare. Questo secondo lungometraggio di Quilici esce in sala avvalendosi anche del patrocinio del WWF, in quanto da tempo il regista desiderava realizzare un film che raccontasse della precaria condizione oggi vissuta dalle tigri.

Il film è allora non solo un appassionante racconto di amicizia e speranza, ma anche un invito a prestare attenzione e dare come possibile il proprio contributo nella battaglia contro il bracconaggio di questi e tanti altri splendidi animali a rischio di estinzione. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il ragazzo e la tigre. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Sunny Pawar in Il ragazzo e la tigre
Sunny Pawar in Il ragazzo e la tigre. Cortesia di Medusa Filmil

La trama e il cast di Il ragazzo e la tigre

Il film racconta la storia di Balmani (Sunny Pawar), un ragazzo rimasto orfano dopo il terremoto che ha devastato il Nepal. Egli decide però di scappare dall’orfanotrofio e di inoltrarsi nella fitta foresta, cercando di ritrovare la strada per Kathmandu. Mentre vaga per le valli innevate dell’Himalaya trova un inaspettato nuovo amico, un cucciolo di tigre del Bengala. Il tigrotto, proprio come lui, è rimasto orfano, perché i bracconieri hanno ucciso sua madre e, portandolo con sé, il ragazzo lo salva da una morte certa. I due stringono sin da subito un forte legame di amicizia e insieme si mettono in viaggio, diretti al monastero di Taktsang, in Buthan, noto con il nome “il nido della tigre”.

Qui si trovano diversi monaci buddhisti, che si sono radunati in questo luogo sin dal 1950, anno dell’invasione cinese del Tibet, e hanno come scopo quello di proteggere i grandi felini, soprattutto se cacciati dai bracconieri. Durante il viaggio che li porterà in questo luogo magico e religioso, il ragazzo e il tigrotto attraverseranno le montagne dell’Himalaya, scoprendo che non sono soli al mondo, ma che l’uno può contare sull’altro. Sulle loro tracce, però, si pone la direttrice dell’orfanotrofio, Hannah (Claudia Gerini), decisa a ritrovare il ragazzo nel timore che possa accadergli qualcosa di grave.

Ad interpretare Balmani vi è il giovane Sunny Pawar – già visto in Lion – La strada verso casa – il quale si è qui trovato a rapportarsi con una vera tigre. Si tratta di un cucciolo di pochi mesi – ma dal peso di circa 80 chili – con il quale Pawar ha costruito piano piano un solido rapporto di fiducia, permesso anche dall’essere stato proprio lui a darle da mangiare nel corso delle riprese. Claudia Gerini interpreta invece Hannah, la direttrice dell’orfanotrofio che intraprende la ricerca di Balmani. L’attrice ha definito l’occasione di recitare in questo film come “incredibile, un’opportunità davvero unica che mi ha fatto crescere molto umanamente”.

Claudia Gerini e Sunny Pawar in Il ragazzo e la tigre
Claudia Gerini e Sunny Pawar in Il ragazzo e la tigre. Cortesia di Medusa Film

La storia vera

Per quanto riguarda l’ispirazione per Il ragazzo e la tigre, il regista ha rivelato che lo spunto viene da una storia vera, che gli ha raccontato Maggie Doyne, un’americana che gestisce un orfanotrofio in Nepal. Stando a quanto dai lei riportato, un giorno un suo bambino è partito da solo per raggiungere il suo villaggio in India. Nel film, invece, il protagonista parte per accompagnare un cucciolo sulle montagne dell’Himalaya. Non si hanno maggiori informazioni sulla vera vicenda che ha dunque ispirato il film, né se il bambino avesse come compagno una vera e propria tigre, ma in ogni caso è stato questo lo spunto di partenza per il film poi realizzato da Quilici.

Nel film si parla però anche di bracconaggio, su cui il film vuole sollevare nuove riflessioni. “Il paradosso è che esistono più tigri in cattività che allo stato naturale: 30 mila contro 5 mila”, ha spiegato il regista. “Il bracconaggio per fortuna è diminuito, ma lo spazio vitale di questi animali continua a restringersi a mano a mano che gli insediamenti umani avanzano. Ora in Nepal si vuole creare un “corridoio” protetto dove le tigri possano vivere e moltiplicarsi in pace». E se vedete questo film, capirete quanto lo meritano“. Stando ai dati del WWF, dal 1940 a 1980 tre sottospecie si sono già estinte: la tigre di Bali, di Java e del Caspio.

In India, una stima del governo ha mostrato che probabilmente sono rimasti solo 1.411 esemplari. Dati preoccupanti, ma c’è ancora spazio per sperare e per agire. Nel suo ultimo rapporto sulla conservazione del grande felino del febbraio 2022, il WWF mostra anche come finalmente la tendenza secolare di declino delle tigri sia stata finalmente invertita. Un piccolo segnale che incoraggia a seguire la strada tracciata: “mentre il numero complessivo delle tigri in natura sta aumentando, l’areale di distribuzione ha continuato a contrarsi e le tigri sono oggi confinate su una superficie pari al 5% dell’areale storico”. Per narrare di questo aspetto, dunque, ci si è basati su dati purtroppo reali.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il ragazzo e la tigre grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 12 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Con Air: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Nicolas Cage

Sul finire degli anni Novanta l’attore Nicolas Cage si è distinto per la sua partecipazione ad alcuni thriller d’azione di buon successo. Questi comprendono The Rock, Face/Off – Due facce di un assassino e Con Air. Scritto da Scott Rosenberg, prodotto da Jerry Bruckheimer e diretto da Simon West (regista anche di Lara Croft: Tomb Raider e I mercenari 2), questo film uscì al cinema nel 1997, vantando un ricco cast di celebri attori e un grande potenziale tecnico. Non sorprende dunque che a fronte di un budget di 75 milioni di dollari, tale pellicola sia arrivata a guadagnarne ben 225 in tutto il mondo.

Per ottenere la giusta adrenalina, la giusta tensione e le emozioni più forti, il regista si assicurò di poter girare il film nel modo più concreto possibile, ricorrendo solo ove strettamente necessario all’uso di effetti speciali in CGI. Durante le riprese, dunque, sono stati utilizzati veri aerei, di modello Fairchild C-123 Provider. Oltre a ciò che si vede, in Con Air, è però di grande importanza anche ciò che si sente. Il film ha infatti ricevuto due nomination ai premi Oscar, una per il miglior sonoro e una per la miglior canzone How Do I Live. In entrambi i casi la statuetta andò però a Titanic.

Per gli appassionati di film con complesse sequenze d’azione a cui si mescolano sentimenti ed emozioni struggenti, Con Air è ancora oggi un film particolarmente indicato e da non lasciarsi sfuggire. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Con Air cast
Nicolas Cage in Con Air

La trama di Con Air

Protagonista del film è Cameron Poe, ranger dell’armata americana, il quale poco dopo aver scoperto che la sua compagna Tricia è incinta, si trova ad essere coinvolto in una rissa con alcuni ubriachi. Durante la colluttazione, il ranger colpisce accidentalmente con un coltello uno degli uomini artefici del pestaggio, uccidendolo. Quando nel luogo dell’aggressione arrivano gli agenti della polizia insieme a Tricia, che si era tempestivamente allontanata per cercare aiuto, si trovano davanti solo Cameron con un coltello in mano e l’uomo ferito a morte, riverso a terra. Il Ranger viene prima arrestato con l’accusa di omicidio e successivamente condannato ad otto anni di prigione.

Durante gli anni di reclusione, l’uomo non vuole in nessun modo che sua figlia Casey entri in carcere e si accontenta dunque di vederla crescere in fotografia. Il giorno dell’ottavo compleanno di Casey, coincide con il lieto evento della concessione a Cameron della libertà vigilata. Moglie e figlia sono in trepidante attesa di riabbracciare l’uomo ingiustamente incarcerato, ma qualcosa sta per accadere. Cameron, purtroppo, viene imbarcato in un volo insieme ai peggiori detenuti del sistema penale statunitense e appena poco dopo il decollo, Cyrus Grissom, genio criminale, riesce ad attuare un dirottamento accuratamente progettato. Per Cameron, l’unico modo di salvarsi e tornare dalla sua famiglia sarà risolvere quella situazione.

Il cast del film

Come anticipato, nel ruolo del protagonista Cameron Poe vi è l’attore Nicolas Cage. Con questo film, The Rock e Face/Off – Due facce di un assassino egli ha realizzato quella che molti considerano la “Santa Trinità” degli action thriller degli anni Novanta. Per prepararsi al ruolo, Cage si è mantenuto in allenamento al fine di mantenere la propria muscolatura, passando anche del tempo in Alabama per studiare l’accento locale. Quello che sfoggia nel film, però, è stato definito uno dei peggiori tentativi di emulazione d’accento di sempre. Accanto a lui, nel ruolo della moglie Tricia Poe, vi è invece l’attrice Monica Potter.

Nel ruolo di Cyrus Grissom, il detenuto che attua il dirottamento, vi è John Malkovich. L’attore era notoriamente scontento durante le riprese, poiché la sceneggiatura continuava ad essere modificata, rendendogli impossibile sapere cosa sarebbe accaduto. John Cusack, che interpreta Vince Larkin, agente Marshals, era altrettanto scontento del film e si rifiutò di pubblicizzarlo. Nel film compaiono poi gli attori Ving Rhames nel ruolo del detenuto Nathan Jones, Dave Chappelle nei panni di Joe Parker, Danny Trejo in quelli di Johnny Baca, Steve Buscemi con il personaggio di Garland Green. Duncan Malloy, agente capo della DEA, è invece interpretato da Colm Meaney.

John Malkovich in Con Air
John Malkovich in Con Air

Come finisce il film? Ecco la spiegazione del finale

Mentre sorvolano il deserto, Malloy è a un pelo dall’abbattere l’aereo, ma viene convinto da Larkin a farlo atterrare a Las Vegas, dopo aver sentito Cameron via radio, il quale nel frattempo aveva preso il controllo dell’aereo. Siccome il motore è danneggiato e l’aereo è senza carburante, anziché farlo atterrare all’Aeroporto di Las Vegas viene invece fatto atterrare nella via principale della città, causando ingenti danni. Mentre i carcerati sopravvissuti all’impatto vengono arrestati e Bimbo trasportato via in ambulanza, Cyrus fugge su di un camion dei pompieri insieme a Scalpo e Mastino: in un rocambolesco inseguimento, Larkin e Poe riescono però ad ucciderli.

Finalmente, Cameron può riabbracciare la moglie e vedere per la prima volta sua figlia. Si scopre infine che Garland Greene, l’unico criminale ad essere riuscito ad evadere, ora fa bella vita al casinò. Il che, se si considera che Greene è un pericoloso killer con numerosi omicidi commessi in passato, rende il suo essere a piede libero piuttosto inquietante. Sebbene infatti questo finale voglia essere una sorta di momento divertente, ovviamente ignora completamente il fatto che Greene è un uomo mentalmente instabile con 30 omicidi a suo nome. Potrebbe sì aver deciso di cambiare vita, ma potrebbe anche essere che ricada nel suo vizio e torni ad essere un pericoloso assassino.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Con Air è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 17 dicembre alle ore 21:30 sul canale Nove.

Black Bag, trailer: Michael Fassbender e Cate Blanchett si mettono l’uno contro l’altra nel nuovo thriller di Soderbergh

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È stato rilasciato il trailer del prossimo thriller Black Bag. Black Bag è un dramma spionistico diretto da Steven Soderbergh. Soderbergh è un regista di talento noto soprattutto per film come Traffic e Sesso, bugie e videotape, ma la sua carriera ha spaziato tra molti generi diversi. Tra i suoi lavori recenti figurano il thriller Kimi, il sequel Magic Mike’s Last Dance e l’horror d’essai di quest’anno Presence. Black Bag si avvale di un cast di talento che comprende Michael Fassbender, Cate Blanchett, Marisa Abela, Naomie Harris, Pierce Brosnan, Tom Burke e Regé-Jean Page.

Ora, Focus Features ha rilasciato il trailer di Black Bag. Il trailer inizia mostrando uno scambio tra la coppia centrale del film, Catherine (Blanchett) e George (Fassbender), in cui Catherine rivela che sta andando a “Black Bag”. La scena passa poi a George che spiega cosa significhi essere sposati con qualcuno del “settore” di Catherine. Dal punto di vista della moglie, la sua “devozione al matrimonio è la sua debolezza professionale”. Viene quindi rivelata una delle principali premesse della trama, che prevede che George debba trovare una falla in un caso in cui la moglie è sospettata.

Cosa significa questo per Black Bag

L’impostazione della coppia di spie è un concetto nuovo per un film. Forse l’esempio più famoso è il film di Brad Pitt e Angelina Jolie Mr. & Mrs. Smith, in cui marito e moglie scoprono di lavorare entrambi segretamente come assassini e di essere stati ingaggiati per uccidersi a vicenda. Black Bag sembra un’alternativa drammatica a una commedia come Mr & Mrs Smith. Catherine chiede a George se “ucciderebbe per lei”, mentre allo stesso tempo George le si è rivoltato contro mentre cercava di risolvere il mistero del cuore.

Questi paletti daranno vita a un teso spy-drama in Black Bag. Se c’è un attore all’altezza di un compito così impegnativo, quello è Fassbender. Solo negli ultimi due anni, Fassbender ha preso parte a due importanti thriller. Il primo è stato il thriller The Killer in 2023, diretto da David Fincher, e il secondo è la serie in corso quest’anno The Agency, un thriller di spionaggio politico. Entrambi questi ruoli dimostrano la capacità di Fassbender di essere incredibilmente avvincente nel genere thriller, rendendolo un ottimo protagonista per Black Bag.

Steven Spielberg svela il suo film preferito di Star Wars ed è uno dei più controversi

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Steven Spielberg ha rivelato che il suo film preferito di Star Wars è uno dei più controversi, diretto dal creatore della serie George Lucas. Spielberg ha collaborato costantemente con Lucas nella serie di Indiana Jones, dirigendo i primi quattro episodi, mentre il creatore della serie fantascientifica è stato co-sceneggiatore. Sebbene il loro costante lavoro insieme non si estenda ai film di Guerre Stellari che il suo creatore ha realizzato nel corso dei decenni in cui è stato proprietario del franchise, le loro differenze sono anche ciò che dà loro nuove prospettive sul lavoro dell’altro.

Parlando con SlashFilm, Spielberg ha rivelato che uno dei suoi film preferiti di Star Wars è il prequel di Lucas del 2002, Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni. Definendolo il suo “secondo preferito dopo [L’impero colpisce ancora]”, Spielberg ha elogiato l’azione, affermando che il regista e il co-sceneggiatore hanno preso spunto da Terminator 2: Judgement Day di James Cameron per trarre ispirazione per il film. Questo riflette un sentimento espresso da Spielberg in un’intervista del 2012 con Roger Ebert, in cui ha definito il film “più riuscito” della sua carriera. Di seguito riportiamo l’ultima dichiarazione di Spielberg su L’attacco dei cloni:

È stato fantastico. Le scene d’azione sembravano ispirate da George [Lucas] a James Cameron, perché erano buone come tutte le scene d’azione di [“Terminator 2: Il giorno del giudizio”], e credo che George abbia fatto la sua migliore regia anche in questo caso.

Cosa significa per Star Wars l’elogio di Steven Spielberg per L’attacco dei cloni

George Lucas regista
George Lucas arrivano alla première di Los Angeles di The Six Triple Eight – Foto di imagepressagency via Depositphotos.com

L’Attacco dei Cloni non è una scelta popolare come miglior film del franchise, con un punteggio di critica del 65% su Rotten Tomatoes e generalmente considerato più debole a causa di personaggi poco sviluppati e di una trama meno coinvolgente. Nonostante ciò, stabilisce elementi importanti della linea temporale di Star Wars, come l’introduzione dei cloni e il modo in cui la guerra con i Sith inaugura l’ascesa al potere di Palpatine (Ian McDiarmid). Inoltre, comprendeva molte sequenze d’azione che sono diventate un classico, come il duello tra Yoda (Frank Oz) e il Conte Dooku (Christopher Lee) e il combattimento nell’arena su Geonosis.

Sebbene la scelta di Spielberg come film preferito del franchise non sia convenzionale, il suo punto di vista dimostra che il film ha molti elementi da riscattare, anche se non è amato come altri. L’attenzione all’azione sembra giocare un ruolo importante, soprattutto quando i Jedi assaltano l’arena e poi danno la caccia a Dooku. Questo porta a uno dei migliori combattimenti con la spada laser di Star Wars, con Yoda che brandisce l’arma per la prima volta. Grazie alla memorabilità di questi momenti, è comprensibile che L’attacco dei cloni si distingua da tutti gli altri film della serie.

Kate Capshaw e il marito Steven Spielberg arrivano all’81° Annual Golden Globe Awards – via Depositphotos.com

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