Da domani al cinema Il Magico Mondo di Harold, il nuovo live-action Sony Pictures diretto da Carlos Saldanha (L’Era Glaciale) da una sceneggiatura di David Guion e Michael Handelman. Tratto dal celebre libro per bambini del 1955 scritto da Crockett Johnson “Harold and the Purple Crayon”, Il Magico Mondo di Harold è interpretato da Zachary Levi (Shazam!), Lil Rel Howery (Scappa – Get Out), Benjamin Bottani (Bromates – Coinquilini per la pelle), Jemaine Clement (Vita da vampiro – What We Do in the Shadows), Tanya Reynolds (Sex Education) con Alfred Molina (Spider-Man: No Way Home) e Zooey Deschanel (Yes Man). Il Magico Mondo di Harold sarà nelle sale italiane da domani, giovedì 12 settembre, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
La trama di Il Magico Mondo di Harold
All’interno del suo libro, l’avventuroso Harold (Zachary Levi) può dare vita a qualsiasi cosa semplicemente disegnandola. Dopo essere cresciuto e aver disegnato se stesso fuori dalle pagine del libro e nel mondo reale, Harold scopre di avere molto da imparare sulla vita vera e che la sua fidata matita viola può scatenare scherzi molto più esilaranti di quanto avesse mai pensato. Quando il potere dell’immaginazione illimitata finisce nelle mani sbagliate, ci vorrà tutta la creatività di Harold e dei suoi amici per salvare il suo mondo e quello reale. Il Magico Mondo di Harold è il primo adattamento cinematografico dell’amato classico per bambini che ha affascinato i giovani lettori per decenni.
Dopo aver diretto il documentario Chiara Ferragni – Unposted, la regista Elisa Amoruso ha nel 2020 dato vita al suo primo film di fiction, Maledetta primavera (qui la recensione). La vicenda, liberamente ispirata al romanzo Sirley scritto dalla stessa regista, si costruisce a partire da una serie di ricorrdi della Amoruso che, in una primavera della sua gioventù, si trasferì con la sua famiglia nella periferia di Roma.
Un film d’esordio nostalgico e appassionato, dunque, a cui sono poi seguiti titoli come Time Is Up, Time Is Up 2 e le serie Fedeltàe The Good Mothers. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Maledetta primavera. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Maledetta primavera
Ambientato alla fine degli anni ’80, il film racconta la storia di Nina, una quattordicenne che si ritrova da un momento all’altro costretta a traslocare insieme alla sua famiglia in un quartiere nella periferia di Roma. La giovane però non è entusiasta di questo trasferimento nella caotica città, fatta di palazzi grigi, poca natura e tanti rumori. I suoi familiari non sono d’aiuto: il padre non è esattamente quello che si definirebbe un genitore esemplare e suo fratello minore è un bambino problematico. Neanche la presenza della nonna, una vecchina sorridente e grande giocatrice di carte, sembra risollevare il suo umore.
Un giorno, però, Nina farà un incontro che cambierà per sempre la sua vita, quello con Sirley, una giovane poco più grande di lei di origine brasiliana. Le due ragazze frequentano la stessa scuola e vivono l’una nel palazzo di fronte all’altra, cosa che permette loro di vedersi spesso. Nina e Sirley stringeranno un’amicizia così forte che la prima riuscirà – grazie alla seconda – finalmente ad apprezzare quello che ha intorno e insieme troveranno il loro posto nel mondo.
Il cast e le location del film
Ad interpretare Nina vi è l’attrice Emma Fasano, mentre i genitori Laura ed Enzo sono interpretati da Micaela Ramazzotti e Giampaolo Morelli. Il fratello Lorenzo, invece, ha il volto di Federico Ielapi. Recitano poi nel film Sara Franchetti nel ruolo di nonna Adriana, Fabrizia Sacchi in quello di Nadia e Claudio Bigagli nel ruolo del prete. Ad interpretare Sirley, invece, vi è l’attrice Manon Bresch, recentemente vista anche nel film NetflixLe ladre.
Per quanto riguarda le location del film, il nuovo ambiente in cui Nina si vede catapultata si ritrova nella periferia romana, a Cinecittà est, una zona senza negozi caratterizzata solo da palazzi alveare che confinano con la campagna. Una parte del film è poi girata al mare, sulla spiaggia tra Sabaudia e San Felice Circeo, all’ombra della Torre Paola, posta a difesa di quel tratto di costa che, nel Cinquecento, era oggetto di incursioni saracene.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Maledetta primavera grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 3.
Vi sono attori divenuti vere e proprie icone del cinema d’azione, che dagli anni Ottanta ad oggi hanno contribuito ad impreziosire il genere con i loro film. Nel 2010, tutti questi hanno avuto modo di riunirsi in I mercenari – The Expendables, scritto, diretto e interpretato da Sylvester Stallone. Il celebre protagonista di film come Rambo e Rockyha così dato vita ad un vero e proprio evento cinematografico, capace di attirare generazioni e generazioni di spettatori cresciuti con questo genere cinematografico e i suoi indimenticabili protagonisti. Dato il grande successo del film, nel 2012 è arrivato al cinema il suo primo sequel. Si tratta di I mercenari 2 (qui la recensione).
Diretto stavolta da Simon West alla sceneggiatura vi è però nuovamente lo stesso Stallone, che si è preoccupato di conferire anche a questo secondo capitolo gli ingredienti del successo del primo. In particolare, la formula vincente è stata ancora una volta il grande cast di stelle del cinema d’azione, con il film che diventa un vero e proprio omaggio al genere da loro reso popolare. Con le riprese svoltesi prevalentemente in alcune zone della Bulgaria, anche I mercenari 2 si è rivelato un progetto a dir poco complesso, che richiese una grande preparazione fisica.
Con un budget di 100 milioni di dollari, superiore dunque a quello a disposizione per il primo film, tale sequel arrivò ad incassarne oltre 312 in tutto il mondo. Tale successo spinse Stallone e i produttori a mettere in cantiere un terzo capitolo. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e, infine, anche sui suoi sequel. In conclusione, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di I mercenari 2
In seguito alla buona riuscita degli eventi del film, il gruppo di mercenari viene incaricato da Mr. Church di recuperare di una preziosa cassaforte situata nei Balcani. Il gruppo, che ha da poco accolto il nuovo membro Billy Timmons, decide dunque di recarsi sul luogo. Qui si imbatteranno però in verità che gli erano state tenute nascoste, finendo inoltre nella trappola dei pericolosi terroristi locali, i quali agiscono su ordine di Jean Vilain, il quale sfrutta le popolazioni del luogo pe i suoi interessi personali. Ad aiutare il gruppo di guerrieri, però, arriverà anche Booker, un guerriero solitario apparentemente invincibile. Insieme, dovranno riuscire a ristabilire l’ordine e recuperare quanto richiesto.
Nuovamente protagonista nei panni di Barney Ross è l’attore Sylvester Stallone. Per evitare di incorrere nei numerosi infortuni riscontrati durante le riprese del precedente film, l’attore si è per l’occasione allenato ancor più intensamente, sviluppando una capacità fisica particolarmente impressionante. Ciò gli ha permesso di interpretare personalmente molte delle scene più complesse, senza riportare particolari danni. Accanto a lui, tornano molti degli attori già presenti anche nel film del 2010. Jason Statham riprende infatti i panni di Lee Christmas, Jet Li quelli di Yin Yang e TerryCrews è nuovamente Hale Caesar.
Vi è poi il celebre Dolph Lundgren, noto per aver interpretato Ivan Drago in Rocky IV, che dà qui volto a Gunnar Jensen, mercenario con problemi di droga e poco incline al rispetto dell’autorità. Nuovo ingresso è quello di Liam Hemsworth nei panni di Billy Timmons. L’attore sarebbe dovuto comparire con questo personaggio già nel primo film, ma per motivi di spazio venne tagliato fuori. Stallone insistette però affinché questo venisse introdotto nel sequel. Di particolare rilievo è inoltre la presenza dell’attore Chuck Norris nei panni di Booker.
Questi decise di uscire dal suo pensionamento per poter prendere parte al film. All’età di 71 anni, l’attore ha così dato nuovamente prova di tutta la sua forza fisica. Jean-Claude Van Dammecompare qui nelle vesti di Jean Vilain, il principale cattivo del film. Arnold Schwarzenegger, invece, interpreta ancora una volta Trench Mauser. Egli girò le sue scene in soli cinque giorni, così da potersi poi dedicare al film The Last Stand. Infine, Bruce Willis compare brevemente nei panni dell’agente CIA Mr. Church.
Dato il grande successo del film, nel 2014 è stato portato al cinema il suo sequel diretto, I mercenari 3. Il film ha poi visto l’introduzione di nuovi celebri volti del cinema d’azione, come Antonio Banderas, Kellan Lutz, Wesley Snipes, Harrison Ford e Mel Gibson, il quale interpreta il ruolo dell’antagonista principale. Dopo anni di incertezze, infine, è stato annunciato anche il quarto film della serie, I mercen4ri – Expendables, uscito al cinema nel 2023 settembre con un cast composto dagli interpreti dei film precedenti più Curtis “50 Cent” Jackson, Megan Fox, Tony Jaa, Iko Iwais, Jacob Scipio, Levy Tran e Andy Garcia.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
I mercenari 2 è disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 10 settembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.
Film di produzione danese realizzato nel 2021 e distribuito a partire dall’anno seguente, Speak No Evil si è distinto come un cupo horror che si basa sull’esplorazione della follia umana ma anche sul tema dell’eccessiva indulgenza nei confronti del male. Diretto da Christian Tafdrup, questo è stato indicato come uno dei migliori horror degli ultimi anni ed è una perla europea assolutamente da non perdere. Come spesso avviene per gli horror provenienti dai paesi del Nord Europa, non tutto è fonte di terrore, ma sono invece molteplici anche gli elementi comici presenti nel film.
Questo perché Tafdrup intende sì inquietare, ma anche divertire il suo pubblico a spese dei personaggi protagonisti. Quando però ci si rende conto della facilità con cui ci si potrebbe ritrovare in una situazione come quellla proposta dal film, ecco allora che subentra il vero terrore, un terrore che si diffonde sottopelle e induce ad interrogarsi sul proprio comportamento dinanzi a gesti maligni, che siano estremi come quelli mostrati nel film o apparentemente più banali come quelli a cui si può assistere ogni giorno nella propria quotidianità.
Che si tratta di un film molto acuto da questo punto di vista se ne sono resi conto anche ad Hollywood, tanto che è ora prevista l’uscita in sala per il settembre di quest’anno di un remake con protagonista l’attore James McAvoy. In questo articolo, approfondiamo però alcune delle principali curiosità relative allo Speak No Evil danese. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La storia vera dietro il film
Per quanto riguarda la genesi del film, Christian Tafdrup ha raccontato di aver avuto l’idea per il film dopo una vacanza in Toscana, durante la quale ha incontrato una coppia amichevole proveniente dai Paesi Bassi. Le due famiglie hanno trascorso molto tempo insieme e quella di Tafdrup ha poi ricevuto un invito dalla famiglia olandese per andare nei Paesi Bassi presso di loro. Tafdrup, però, decise di non accettarla, perché non li conosceva così bene. Il regista non riusciva a smettere di pensare a cosa sarebbe potuto succedere se avesse accettato e alcune delle sue idee più oscure sono diventate la base per la sua sceneggiatura.
Il film racconta la storia di una famiglia danese, composta da Bjørn, Louise e la figlia Agnes, i quali si recano in visita nel weekend da un’altra famiglia olandese, Patrick e Karin e il figlio Abel, che hanno conosciuto in vacanza. Quelli che dovevano essere dei giorni tranquilli e idilliaci, tuttavia, si trasformano in un vero e proprio incubo quando la famiglia danese scopre che gli olandesi sono in realtà molto diversi da come apparivano. In breve tempo, Bjørn, Louise e Agnes si ritroveranno in trappola in una casa, in cui non avrebbero mai dovuto mettere piede.
Ad interpretare la famiglia danese composta da Bjørn, Louise e Agnes vi sono gli attori Morten Burian, Sidsel Siem Koch e Liva Forsberg. Burian ha recitato anche nei film Un marito fedele e La terra promessa, mentre Koch è nota per le serie Doggystyle e Borgen – Il potere. Fedja van Huêt, Karina Smulders e Marius Damslev sono invece gli interpreti di Patrick, Karin e Abel. Oltre ad essere una coppia sullo schermo, van Huêt e Smuldes sono sposati anche nella realtà. Lui è noto per la serie Overspel, mentre lei è celebre per la serie Le imperatrici della notte.
La spiegazione del finale
Il finale di Speak No Evil spiega bene i temi del controverso film horror, anche se fa poco per rendere il suo diabolico colpo di scena più facile da digerire. Come anticipato, nel corso del film si rende sempre più evidente che qualcosa non va nella famiglia olandese. A poco a poco, i gesti di questi ultimi diventano sempre più scortesi, degenerando in veri e propri abusi. Alla fine, Bjørn convince Louise ad andarsene, ma la loro fuga non va secondo i piani. In un classico cliché dei film horror, il finale di Speak no Evil inizia quando l’auto di Bjørn si rompe e lui deve cercare aiuto nel bosco. Quando torna alla sua auto, però, Patrick e Karin hanno preso in ostaggio Agnes e Louise.
È a questo punto che apprendiamo che Bjørn ha scoperto che Karin e Patrick hanno rapito Abel e gli hanno tagliato la lingua così che non potesse esprimersi e che sono dei sadici criminali che intendono fare lo stesso con la sua famiglia. Bjørn e Louise assistono a questo punto impotenti al momento in cui Karin taglia la lingua ad Agnes e porta via la bambina, prima che Patrick li porti in una cava vuota. Lì, Patrick e il babysitte Muhajid li lapidano a morte. Viene poi fatto intendere che i due assassini riprenderanno ad accalappiare famiglie in vacanza, fingendo che Agnes sia figlia loro, riproponendo dunque sempre le stesse dinamiche.
Ma cosa significa questo finale? Se nei primi due atti di Speak No Evil è relativamente credibile che Bjørn e Louise si sentano costretti a non parlare del comportamento irregolare dei loro ospiti, nella parte finale la loro incapacità di agire razionalmente va oltre l’immaginabile. L’atteggiamento eccessivamente permissivo di Bjørn finisce dunque per condannare lui, Louise e Agnes. La grazia e l’educazione sono dunque sufficienti a condannare a morte una famiglia di tre persone. Il finale sembra dunque riaffermare una visione del mondo fondamentalmente conservatrice, dove si rende necessario essere meno indulgenti e più pronti ad intervenire contro l’ingiusto.
Il regista Christian Tafdrup ha spiegato che le reazioni al film sono cambiate a seconda del paese di provenienza del pubblico e che è stato in certi casi accusato di aver realizzato un film che sembra inneggiare ad una sorta di mors tua, vita mea. L’intento del regista è però quello di sottolineare come ci sono sempre dei mostri là fuori che sfruttano la buona volontà e l’incomprensione culturale degli altri, proprio come fanno Patrick e Karin. In definitiva, il finale di Speak No Evil è una strigliata contro i pericoli dell’eccessiva educazione e pacifismo: “Volevo che la storia simboleggiasse il male nel mondo e il modo in cui reagiamo ad esso“.
Il remake americano del film
Arriva il 13 settembre al cinema il remake americano Speak No Evil – Non parlare agli sconosciuti, interpretato da James McAvoy, Mackenzie Davis e Scoot McNairy. Il film è scritto e diretto da James Watkins, lo sceneggiatore e regista di Eden Lake e di The Woman in Black, e come per l’originale danese segue una famiglia americana, dopo aver stretto amicizia con una famiglia inglese durante un viaggio, viene invitata a passare un weekend nella loro tenuta di campagna. Quella che all’inizio sembra una vacanza da sogno, però, si trasforma presto in un incubo.
Il trailer di Speak No Evil e dove vederlo in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.
“Parigi ha avuto una promozione incredibile grazie alla serie, avendo io origini italiane spero che succederà lo stesso per la città di Roma” ha esordito così Bruno Gouery, il Luc di Emily in Paris, serie di grande successo Netflix che è arrivata alla sua quarta stagione. Ovviamente non era solo, questa mattina, a incontrare proprio a Roma la stampa in occasione della promozione della seconda parte del quarto ciclo dello show, disponibile sulla piattaforma dal 12 settembre.
Emily in Paris 4 presentato a Roma
Lily Collins, Philippine Leroy-Beaulieu, Ashley Park, Camille Razat, Lucas Bravo, Eugenio Franceschini, William Abadie, Bruno Gouery, Darren Star (creatore) e Andrew Fleming (regista) hanno partecipato alla affollata conferenza durante la quale hanno raccontato le loro esperienze ed emozioni nel girare gli ultimi episodi di Emily in Parisa Roma. E se per Philippine Leroy-Beaulieu e Eugenio Franceschini, ma anche Gouery e Bravo la Capitale è come una seconda casa, Lily Collins ha certamente ceduto al fascino di sampietrini e vespa mentre raccontava quale fosse il suo posto del cuore della città: “Girare in vespa che non è solo per turisti perché c’è tanta gente in giro in vespa, avere il vento in faccia, vedere tutti questi monumenti spesso dati per scontato”. Un’esperienza quella di Collins che non può non portare alla mente Vacanze Romane, forse un cliché ma certamente qualcosa da raccontare. Diverso è il ricordo della città di Ashley Park, che invece sembra sia stata convinta più dal cibo che dai monumenti: “Hosteria da Pietro è il mio posto preferito di Roma. Nelle stagioni precedenti dicevamo che Parigi è per il cibo e Roma per il sesso, ma anche a Roma il cibo è fantastico”.
Una componente importante della serie Netflix, che è diventata sempre più rilevante nel corso delle stagioni, è senz’altro la moda e i costumi che gli attori indossano nel corso dello show. Per Lily Collins, che nasce modella, sicuramente una parte importantissima del lavoro e del personaggio: “Amo la moda fin da quando ho iniziato a indossare vestiti. La serie ha aiutato molti stilisti ancora sconosciuti a diventare famosi, credo che dalla prima stagione a oggi l’abbigliamento di Emily sia molto cambiato, come è accaduto a lei. Essere riuscita a indossare abiti importanti nella serie è stato bellissimo, un onore, un sogno”.
La parte più interessante della trasferta romana, secondo il cast, oltre alla bellezza della città, è senza dubbio il fatto che ora ognuno di loro si trova nella stessa situazione in Emily si trovava all’inizio: nuovo mondo, nuova città, tutto da imparare.
E per quanto riguarda i cliché che il mondo attribuisce all’Italia e a Roma, il creatore ha confessato che tutti erano molto consapevoli di questo aspetto e che prima di tutto hanno voluto rendere omaggio ai riferimenti cinematografici indissolubilmente legati alla città: “Ovviamente era inevitabile citare Vacanze romane, in generale abbiamo parlato molto dei riferimenti cinematografici. Quando abbiamo girato la scena con il regista che fa la pubblicità su via Veneto volevamo restituire l’atmosfera de La Dolce vita”. Secondo il regista, dopotutto: “Restano pur sempre prospettive americane su Parigi e su Roma, o sul cinema francese e su quello italiano”.
Emily in Paris 4 – parte seconda sarà disponibile su Netflix dal 12 settembre.
Dalla DreamWorks Animation arriva Il Robot Selvaggio, il nuovo adattamento di una straordinaria opera letteraria, l’amato e pluripremiato bestseller del New York Times n. 1 di Peter Brown, Il Robot Selvatico.
L’epica avventura segue il viaggio di un robot – l’unità ROZZUM 7134, abbreviato “Roz” – che dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta orfana.
Il Robot Selvaggio ha per protagonisti la vincitrice del premio Oscar® Lupita Nyong’o (Noi, Black Panther) nel ruolo del robot Roz; il candidato agli Emmy e al Golden Globe Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nel ruolo della volpe Fink; la vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Campioni di razza) nel ruolo dell’opossum Pinktail; il candidato al premio Oscar® Bill Nighy (Living, Love Actually – L’amore davvero) nel ruolo dell’oca Longneck; Kit Connor (Heartstopper, Rocketman) nel ruolo dell’oca Brightbill e la candidata al premio Oscar® Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once, The Fall Guy in uscita quest’estate) nel ruolo di Vontra, un robot che si unirà a Roz sull’isola.
Il film si avvale anche delle voci di Mark Hamill, icona della cultura pop e vincitore dell’Emmy Award (Star Wars, Il ragazzo e l’airone), di Matt Berry (What We Do in the Shadows, SpongeBob – Il Film) e di Ving Rhames (Mission: Impossible, Pulp Fiction), vincitore di un Golden Globe e candidato agli Emmy.
Una storia emozionante sulla scoperta di sé stessi, un’emozionante analisi sul legame tra tecnologia e natura, una commovente esplorazione di cosa significhi essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.
Il Robot Selvaggio è scritto e diretto dal pluricandidato all’Oscar® Chris Sanders – sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch di Disney Animation Studios – ed è prodotto da Jeff Hermann (Baby Boss 2 – Affari di famiglia della DreamWorks Animation; co-produttore del franchise Kung Fu Panda).
Universal Pictures ha svelato il primo sguardo ufficiale a Jurassic World: Rebirth alla fine del mese scorso tramite alcune foto promozionali e un logo aggiornato, e mentre le riprese proseguono all’Università di Greenwich, alcune nuove foto dal set sono state condivise online (tramite UnBoxPHD).
Le immagini ufficiali hanno messo in risalto i personaggi principali del film, interpretati da Scarlett Johansson e Jonathan Bailey, e qui diamo un’altra occhiata alla coppia che gira una scena al chiuso. Non abbiamo molti dettagli sul personaggio di Bailey, ma si ritiene che interpreterà un paleontologo (nessuna grande sorpresa). Guarda le foto e un breve video qui sotto.
Cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World Il Dominio, l’ecologia del pianeta si è dimostrata in gran parte inospitale per i dinosauri. Quelli rimasti vivono in ambienti equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui prosperavano un tempo. Le tre creature più colossali di quella biosfera tropicale possiedono la chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita all’umanità.
Come già accaduto nei primi sette episodi del medical drama spagnolo di Netflix, Respira (Breathless), le vite personali e professionali degli specializzandi del Joaquin Sorolla Hospital si intrecciano nel finale, “Cold Drop”. Come finale, l’episodio 8 ha il tono giusto, ma opta – come la maggior parte degli show in streaming di questi tempi – per lasciare le cose aperte per una potenziale seconda stagione, invece di essere veramente risolto.
C’è la possibilità che la miscela specifica di soap-atmosfera in stile Elite e di dramma medico in stile Grey’s Anatomy sia un successo, nel qual caso questo approccio pagherà nel lungo periodo, ma se le cose non dovessero funzionare per la serie, è facile immaginare che il climax sia un po’ insoddisfacente. Analizziamo il fatidico giorno di tempesta del finale a Valencia, dove tutte le strade convergono.
L’overdose di Oscar
Le scelte di vita irregolari di Oscar sono state difficili da gestire e le sue esplosioni emotive si rivelano la sua rovina nel finale di Respira (Breathless). Alla fine, è appeso a un filo dopo aver preso un’overdose quasi mortale.
Oscar si era sentito escluso dal rifiuto che Roman aveva percepito nei suoi confronti quando si era presentato sotto un acquazzone torrenziale per scusarsi del loro litigio e aveva trovato conforto in una festa e negli stupefacenti. La sua storia si conclude quasi tragicamente, ma permette a Roman e Pilar di ritrovarsi sulla stessa lunghezza d’onda.
Questo è un buon esempio di come scaricare le colpe invece di guardarsi dentro e assumersi le proprie responsabilità non sia mai una soluzione valida a lungo termine. Le cose non vanno bene per Oscar, ma vanno meglio quando le persone che lo circondano sono oneste sulle difficoltà di aiutarlo.
Patricia diventa privata
I confini sono particolarmente labili quando si tratta del rapporto medico-paziente di Moa con Patricia, che tende a diventare una storia d’amore inappropriata.
Dopo i risultati negativi della TAC di Patricia, le sue opzioni sono limitate. C’è un intervento chirurgico pericoloso che deve essere condotto dallo stesso Moa con l’aiuto di Pilar, minacciato dalla corrente intermittente causata dalla tempesta, e c’è anche un trattamento chemioterapico sperimentale molto esclusivo che richiederà un cambiamento radicale dello status privato dell’ospedale per consentire a Patricia di accedervi.
L’intervento, nonostante alcune complicazioni, è un successo. Moa confessa che forse rappresenta un conflitto di interessi per lui essere il medico di Patricia, visti i loro reciproci sentimenti romantici, e Patricia opta per il trattamento sperimentale. Ma è una decisione prevalentemente egoistica. Questo la rende giusta?
La stagione 1 di Respira (Breathless)lascia Jesica sulla soglia della morte
Nonostante il grande cast, è facile affermare che Biel e Jesica sono i personaggi principali dello show e che la loro relazione romantica è la linea drammatica più coerente. Il loro stare insieme è il risultato per cui la maggior parte del pubblico probabilmente fa il tifo, ma l’episodio 8 di Respira (Breathless)offre una nota tragica e inconcludente per chiudere le cose.
Nonostante Jesica abbia avuto una relazione con Lluis, è chiaro che il suo cuore appartiene a Biel, e questa è la direzione in cui le cose si stanno ovviamente muovendo. Anche Lluis lo percepisce, ed è per questo che minaccia Biel di stare lontano da Jessica sotto la minaccia di vedersi rovinare la carriera medica.
Ma Jesica ha problemi più grandi. La stagione si conclude con lei che muore dissanguata sul pavimento dopo essere stata aggredita dal paziente suicida a cui ha appena salvato la vita. Chiunque ingerisca un rasoio è sicuramente deciso a morire e il fatto che gli venga negato questo destino non gli va a genio. Jesica ne paga le conseguenze e Respira (Breathless)si conclude con Biel che la scopre sanguinante sul pavimento. Il suo destino non è chiaro e le sue scelte romantiche vengono lasciate in secondo piano per il momento. Forse nella seconda stagione, se accadrà.
Elizabeth Olsen, famosa per Wanda Maximoff/Scarlet Witch, è stata lieta di parlare del suo periodo nel Marvel Cinematic Universe e del suo possibile ritorno nei panni dell’amato personaggio.
Durante un’intervista con FM104 (via Collider), Elizabeth Olsen ha menzionato che Scarlet Witch si è unita ad Avengers: Age of Ultron nel lontano 2015 ed è stata protagonista della serie su Disney+, WandaVision. Allo stesso tempo, ha ammesso che la Marvel sembrava incerta sulla direzione del suo personaggio dopo la serie, anche se i fan avevano imparato ad amare una figura così complessa e tragica.
“È un personaggio a cui amo tornare quando c’è un modo per usarla bene, e penso di essere stata fortunata perché quando ho iniziato, sono stata usata bene”, ha detto Olsen. “Penso che non sappiano cosa fare con me, per un eventuale ritorno… se c’è un buon modo per usarla, sono sempre felice di tornare.”
Olsen ha interpretato per la prima volta il ruolo di Wanda Maximoff in Avengers: Age of Ultron con una piccola parte. Con il tempo, il posizionamento di Wanda nell’MCU si è sviluppato molto, dato che ha continuato a recitare in Captain America: Civil War, Avengers: Infinity WareAvengers: Endgame. Il suo momento più importante è arrivato nel 2021, quando WandaVision, la prima serie Marvel su Disney+, ha esplorato in modo efficace e dettagliato gli eventi successivi a Endgame attraverso l’enorme dolore e trauma che Wanda stava affrontando.
WandaVision è un profondo e doloroso ritratto di Wanda
Lodata per la sua struttura narrativa unica e la profondità emotiva, WandaVision ha ritratto Wanda come una figura tragica che deve lottare con la perdita. In effetti, la serie ha presentato al pubblico la cruda vulnerabilità di Scarlet Witch, mescolando il suo potere da colosso con il dolore umano in un modo immediatamente identificabile. Una combinazione così interessante, la capacità di Wanda di piegare la realtà con fragilità emotiva, l’ha resa uno dei personaggi più interessanti dell’MCU.
La storia di Wanda ha preso una svolta nel sequel di Doctor Strange
Ma la trama di Wanda ha preso una piega molto diversa in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Nel film, diventa la cattiva principale del film, spinta alla disperazione dal suo bisogno di riunirsi ai bambini che ha perso nel mondo creato da lei. Si è fatta strada attraverso il multiverso, diventando sempre più pericolosa e squilibrata; agli antipodi rispetto al personaggio più sfumato presentato in WandaVision.
Quel cambiamento nella caratterizzazione ha fatto storcere il naso a fan e critici. Molti hanno ritenuto che gli sviluppi nel film andassero contro la crescita emotiva sperimentata da Wanda in WandaVision. La stessa Elizabeth Olsen aveva delle preoccupazioni sulla gestione del suo personaggio, affermando in un’intervista con Vanity Fair qualche tempo fa che la stanza degli sceneggiatori non comunicava mai tra i progetti. Per questo motivo, la tragica trama di Wanda è diventata un po’ ripetitiva e in realtà piuttosto sconnessa come arco narrativo complessivo del personaggio.
Per quanto frustrante, Elizabeth Olsen ha detto che non esclude di riprendere il ruolo Scarlet Witch, a patto che il modo in cui il personaggio verrà raccontato abbia senso.
Diretto da Emma Holly Jones da una sceneggiatura di Suzanne Allain (che ha adattato dal suo romanzo), Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm si aggiunge a una serie di film dell’epoca Regency. Con drammi, qualche storia d’amore e molti costumi di grande effetto, questo film d’epoca ha molto da offrire.
Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm non sarebbe un film d’epoca se non si concludesse con una nota lieta che lega tutto. Il signor Jeremiah Malcolm, dopo aver ascoltato alcune dure verità da parte della madre, si rende conto che non può stare senza Selina Dalton, nonostante sia frustrato dal complotto di Julia Thistlewaite per umiliarlo. Mettendo da parte tutto e ammettendo le proprie colpe, Mr. Malcolm raggiunge Selina prima del suo ritorno nel Sussex per dirle che la ama e chiederle di sposarlo. Selina accetta in lacrime e, senza più ostacoli tra loro, concludono il film con un bacio. Nel frattempo, Julia, che si scusa con Selina per i suoi piani di vendetta, smette di combattere i suoi sentimenti per il capitano Henry Ossory e accetta apertamente il suo affetto. La storia d’epoca si conclude con non una, ma due coppie felici.
Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm è una storia abbastanza semplice, ma ci sono molte emozioni e azioni da analizzare dopo il finale del film. Ecco spiegato il finale, compreso il motivo per cui Selina accetta i piani di Julia per il signor Malcolm.
Cosa rappresenta veramente Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm
Il signor Malcolm ha una famigerata lista a cui si fa riferimento in tutto il film. Sebbene si tratti di un elenco di requisiti che una potenziale compagna deve soddisfare per poterla sposare, la Lista del signor Malcolm non rappresenta tanto il suo punto di vista sul matrimonio, quanto piuttosto la volontà di proteggere il suo cuore da qualsiasi dolore. Jeremiah Malcolm sa che il matrimonio è una cosa a lungo termine ed è giusto che chiunque voglia avere degli standard quando si tratta di scegliere un partner per tutta la vita. Tuttavia, Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm riguarda lui e non necessariamente un potenziale partner. La lista è una maschera che nasconde i muri che ha eretto, le delusioni e il dolore che potrebbe affrontare in caso di scelta sbagliata e la sfiducia che nutre nei confronti di chiunque voglia sposarlo per la sua ricchezza e nient’altro. La Lista del signor Malcolm è come la sua sicurezza personale, che lo protegge da un matrimonio con qualcuno che non è disposto a vederlo per quello che è.
Perché Selina accetta di assecondare il piano di vendetta di Julia
Questo è uno degli aspetti più interessanti di Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm. Selina prova ovviamente una certa trepidazione nei confronti del piano di Julia, ma non solo è d’accordo, ma continua con l’inganno nonostante i suoi sentimenti sempre più profondi per il signor Malcolm. Anche se per un po’ va contro i suoi stessi sentimenti, Selina probabilmente asseconda il piano di Julia perché è, ed è stata, una buona amica per tanti anni. Inoltre, a causa delle loro differenze di classe, Selina potrebbe sentirsi in qualche modo in debito con Julia. Selina, inoltre, non sapeva come muoversi nell’alta società londinese e si sentiva un po’ come un pesce fuor d’acqua. Mentre Selina tradisce il proprio cuore continuando a ingannare il signor Malcolm, Julia è prima di tutto sua amica. Era abituata a tenere testa agli altri, ma Julia era tutta un’altra storia: in particolare, avevano dei trascorsi e Selina probabilmente sentiva di essere una buona amica aiutando Julia a recuperare la sua reputazione.
Perché Julia tradisce Selina nell’atto finale
Julia era molto determinata nei suoi piani per rimediare alla propria umiliazione pubblica. Nonostante Selina avesse espresso preoccupazioni per il suo piano in Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm, Julia lo portò avanti comunque, realizzando la parte finale del piano verso la fine del film, alle spalle di Selina. Pur considerando Selina una cara amica, Julia pensava solo al proprio ego in quel momento. Il piano di vendetta non riguardava solo il signor Malcolm. All’inizio del film, Julia stava entrando nella sua quinta stagione da donna non sposata e sentiva la pressione di sposarsi o di rischiare di essere chiamata zitella per il resto della sua vita.
Il fatto che il signor Malcolm l’avesse chiamata una volta e poi mai più, oltre alla caricatura che circolava su un giornale mondano londinese, era solo il chiodo fisso di quattro anni difficili per il matrimonio. Julia non desiderava altro che riscattarsi agli occhi dell’alta società londinese, spinta dal suo senso di inadeguatezza, oltre che dai sussurri e dai pettegolezzi che sentiva su di sé. Ci volle il tradimento di Selina perché Julia vedesse finalmente le conseguenze delle sue azioni e concentrasse le sue energie su qualcosa che aveva davanti a sé, tra cui l’amicizia con Selina e l’affetto per il capitano Henry Ossory.
Perché Julia esita a innamorarsi del capitano Ossory
Julia Thistlewaite è talmente coinvolta nel tentativo di vendicarsi del signor Malcolm che non riesce a vedere ciò che ha davanti a sé: il capitano Henry Ossory. Nonostante sia attratta da lui e lui da lei, Julia esita a intraprendere una relazione con Henry perché è ancora così presa da come la società la percepisce. C’è anche il problema della classe e Henry, pur essendo un capitano militare, non è alla pari con la ricchezza e lo status dei Thistlewaite. Si scopre che Julia e Jeremiah Malcolm hanno molto più in comune di quanto lei stessa credesse. Julia è accecata dalla classe e dalle percezioni e pressioni a cui è sottoposta, tanto da alienare completamente il proprio cuore nel tentativo di trovare un marito che possa mantenere il suo status sociale. Fortunatamente, alla fine, Julia si apre a Henry, permettendosi di amare ed essere amata alle sue condizioni.
Perché Lady Kilbourne sostiene Mr. Malcolm e Selina
Lady Kilbourne sarebbe probabilmente la prima a dire a chiunque che era delusa dalla lista del figlio. In fondo, sapeva perché Jeremiah Malcolm aveva pensato a una cosa del genere. Lady Kilbourne è una donna di classe, ricca e di alto rango; le si legge in faccia quello che prova nei confronti dei Dalton, soprattutto quando scopre che la madre di Selina proviene da una famiglia di cui non aveva mai sentito parlare prima. Tuttavia, Lady Kilbourne conosce anche suo figlio e i suoi sentimenti. Il fatto che abbia custodito il suo cuore per così tanto tempo la fa soffrire, ma vede una scintilla tra lui e Selina. Inoltre, Lady Kilbourne (che può essere paragonata alla Regina Carlottadi Bridgerton) vede Selina per quello che è veramente: una donna sincera, gentile e premurosa. Sa anche che il signor Malcolm non avrebbe invitato lei e i suoi genitori nella loro tenuta se non avesse provato qualcosa per lei. Lady Kilbourne può anche essere un’attenta all’alta società, ma sa riconoscere l’amore quando lo vede.
Il vero significato del finale diMr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm
Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolm è ricco di drammi e di romanticismo, ma alla fine si tratta di umiliarsi di fronte a chi si ama. Sia il signor Malcolm che Julia hanno imparato lezioni preziose su come vedere oltre la classe, lo status e l’orgoglio per trovare la felicità e l’onestà in persone di cui non si sarebbero mai aspettati di innamorarsi. Entrambi proteggevano il proprio cuore e questo impediva loro di accettare l’amore e la felicità. Dovevano uscire dai loro schemi per andare avanti e l’unico modo per farlo era mettere da parte il loro ego ed essere vulnerabili per una volta. A prescindere dalle paure personali, il finale di Mr. Malcolm’s List – La lista del signor Malcolmparla di seguire il proprio cuore e accettare che nulla è perfetto – almeno non agli occhi della società – e che l’opportunità di amare è più importante dell’orgoglio o delle aspettative.
Si tiene dal 21 al 29 settembre 2024 la ventesima edizione del Lucca Film Festival, con la direzione artistica di Nicola Borrelli. Un ricco programma con numerosi ospiti, da Chiara Mastroianni, madrina del festival a Paul Schrader, Ethan Hawke, Matthew Modine, Pupi Avati, Ruben Östlund, Tonino De Bernardi, Massimo Gaudioso, Federico Cesari, Francesco Costabile, Francesco Di Leva, Francesco Gheghi, a Carolina Crescentini, che presiederà la giuria del concorso LFF for Future. Ricco e variegato il Lucca Film Festival 2024: la mostra dedicata a Marcello Mastroianni e numerose proiezioni per un totale di 50 opere in anteprima italiana, provenienti da tutto il mondo, tra cui 12 lungometraggi, 12 cortometraggi, 10 corti a tema ambientale LFF For Future, 10 opere prime italiane per Buona la prima!. Per il concorso internazionale cortometraggi e lungometraggi è prevista la giuria popolare, le proiezioni dei concorsi traslocano al Cinema Astra (lunghi/corti/LFF For Future) e all’Auditorium Banca del Monte (Buona la prima!).
Per la sezione lungometraggi questa edizione segna il record di partecipazione per il Lucca Film Festival 2024: sono oltre 230, infatti, le opere giunte da ogni parte del mondo per il concorso internazionale, curato da Stefano Giorgi e da Mattia Fiorino. 12 lungometraggi in anteprima italiana per esplorare temi universalmente importanti e indagare culture cinematografiche da ogni parte del mondo. Il concorso di quest’anno è composto interamente da opere prime, per la maggior parte extra-europee: dal saudita Norah, vincitore del Premio della Giuria nella sezione Un Certain Regard del festival di Cannes, all’americano African Giants, vincitore del Premio per la miglior sceneggiatura allo Slamdance Film Festival. Peculiare anche la presenza di opere narrativamente imponenti come il giapponese REI e dell’iraniano The Old Bachelor, vincitori dei due premi principali del festival di Rotterdam (Tiger Award e VPRO Big Screen Award), entrambi dalla durata di oltre 3 ore. Il concorso lungometraggi vuole proporre una panoramica delle opere più interessanti del cinema mondiale, ecco perché la selezione non si cura della provenienza delle opere ma solo della loro qualità artistica: per il primo anno il festival ospiterà un’opera proveniente dall’Arabia Saudita e un’opera proveniente dall’India (Swaha); dopo il successo del russo After e del ceceno The Cage is looking for a bird nel 2023, ecco tornare in concorso Liar, della regista russa Yulia Trofimova. Come ogni anno, il premio per il vincitore sarà di 3mila euro.
Chiara Mastroianni inaugurerà il Lucca Film Festival con omaggio al padre Marcello, il pomeriggio del 21 settembre a Palazzo Pfanner con la mostra Marcello l’antidivo di successo, aperta al pubblico fino al 27 ottobre. L’esposizione è un omaggio a Marcello Mastroianni, nel Centenario dalla nascita e presenta manifesti originali, locandine, fotobuste e bozzetti del corredo pubblicitario dell’epoca all’uscita dei film, tutti provenienti dalla sterminata collezione di Alessandro Orsucci. Centrale in questa esposizione è anche la musica per film, con un allestimento unico di colonne sonore originali in vinile, corredate di copertine originali anch’esse, spesso disegnate, insieme a libri e spartiti musicali. “La mostra – spiega il curatore Alessandro Orsucci – propone una ricognizione delle pellicole, dei generi, delle straordinarie collaborazioni dell’attore, in base a una ricerca fatta sulla filmografia, che mi ha permesso di selezionare le opere proprio tenendo conto dell’importanza del film e soprattutto del lavoro di Marcello con gli altri”. L’attore aveva, tra l’altro, un particolare legame con Lucca: la sua amata casa di campagna, si trovava infatti a Pescaglia, sulle colline lucchesi, un casale settecentesco dove trascorreva molto del suo tempo libero insieme alla famiglia e ai più grandi nomi del cinema che lo venivano a trovare. La sera sempre del 21 l’apertura ufficiale del festival con Chiara Mastroianni e il ricordo a Marcello che continua con Flavio De Bernardinis e, a seguire, la proiezione di Casanova 70, diretto nel 1965 da Mario Monicelli.
Sarà invece l’attrice Carolina Crescentini (Notte prima degli esami – Oggi, Parlami d’amore, I demoni di San Pietroburgo, Boris, I bastardi di Pizzofalcone) a presiedere la giuria della seconda edizione di LFF for Future, il concorso a cura di Leonardo Galeassi, nato nel 2023 in collaborazione con il Gruppo Sofidel, azienda leader nella produzione di carta per uso igienico e domestico, nota nel mondo per il marchio Regina. La Crescentini, che ha da poco terminato le riprese della nuova serie NetflixMrs Playmen, diretta da Riccardo Donna nei panni della protagonista, sarà affiancata in giuria – per assegnare il premio di 1.000 euro – da Luca Luisa della storica associazione culturale La Cappella Underground e membro del Trieste Science+Fiction Festival, dal produttore, regista e filmmaker Andrea Morghen e dal regista e docente Giacomo Nencioni. Salvaguardia del futuro dal punto di vista ambientale e sociale è il tema cardine dell’edizione di quest’anno che conta ben dieci cortometraggi di giovani registi e filmmaker internazionali. Dieci corti, di cui 8 in anteprima italiana e 1 (l’argentino Cuando Todo Arde) in anteprima europea. Dal documentario alla fantascienza, passando per narrazioni sperimentali, i corti in concorso declinano il tema della sostenibilità in maniera ricca ed eterogenea. La giuria del concorso sarà anche protagonista, sabato 28 settembre, di un incontro con il pubblico dopo la proiezione dei corti alle ore 17.30.
Il Lucca Film Festival, grazie al sostegno di SIAE, indice la prima edizione del concorso “Buona la prima!”, riservato alle opere prime di nazionalità italiana in formato cortometraggio curato dalla direttrice artistica Cristina Puccinelli. L’intento è quello di aiutare gli autori emergenti ad avere maggiore visibilità. Su dieci film selezionati, saranno assegnati tre premi da una giuria di professionisti del settore: miglior opera prima, miglior sceneggiatura e miglior colonna sonora. Quest’ultimo riconoscimento sarà assegnato in collaborazione con il Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca e il Master M.A.I. (Musica Applicata all’Immagine). Sempre in collaborazione con SIAE, il corso di sceneggiatura, “Scrivere Cinema”, nato con l’obiettivo di aiutare giovani aspiranti autori ad affinare l’arte della scrittura cinematografica. Il corso sarà tenuto dalla sceneggiatrice e regista Cristina Puccinelli – della direzione artistica del festival – e una lezione sarà tenuta dallo sceneggiatore Massimo Gaudioso. Alla fine del corso gli studenti consegneranno un soggetto per cortometraggio e il migliore verrà premiato il 29 settembre con un riconoscimento di 1.000 euro destinati allo sviluppo dello stesso lavoro. Una giuria di esperti decreterà il vincitore a proprio, insindacabile giudizio.
Per il concorso internazionale cortometraggi, curato da Laura Da Prato e da Dario Ricci, alla sua decima edizione, sono oltre 500 le opere giunte da ogni parte del mondo: i 12 cortometraggi selezionati saranno valutati da una giuria professionale composta dal produttore Simone Gandolfo, dal regista e autore Rai Luca Rea e dalla Make up artist Dalia Colli e saranno proiettati al Cinema Astra il 26 settembre dalle ore 17:00 e il 27 settembre dalle ore 15:00. 4 fuori concorso e 12 in concorso, tra cui 3 anteprime europee – The Bug, To Whip A Horse e Stereo-Vision e una prima mondiale, The most beautiful day in life, dalla Cina, indagheranno le relazioni familiari e sentimentali, presentate sotto molteplici punti di vista talvolta inediti (come Forever Yours, Binaud et Claude, Dissolution, Mum, Este no es Noruega), con un tocco di ironia e dark humor e sconfinando talvolta nel cinema dell’orrore (Stereo Vision, Cults). Storie al limite dell’irrealtà ma radicate profondamente nel contemporaneo come il pluripremiato I am not a Robot (Vincitore del festival fantastico di Sitges e del Melies d’Argent), l’austriaco Nightfaces e il russo The bug, di kafkiana memoria. Evento speciale il corto Good Boy, diretto da Tom Stuart e interpretato da Ben Whishaw, prodotto dall’italiana Elettra Pizzi e selezionato per la short list dei Premi Oscar 2024, sarà proiettato al Cinema Astra domenica 29 settembre alle 20:30 e vedrà uno speciale collegamento in diretta da Londra coi suoi protagonisti.
Sabato 28 settembre 2024 torna Lucca Effetto Cinema, l’evento open-air parte del Lucca Film Festival, con la direzione artistica di Irene Passaglia, che trasformerà il centro storico in un palcoscenico a cielo aperto. Organizzato con il Comune di Lucca e la Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, vedrà la partecipazione di 40 esercizi pubblici e 20 compagnie teatrali e di danza. Le performance, ispirate a celebri film, si alterneranno nelle aree tematiche della città. Novità di quest’anno è l’Estemporanea di Pittura “ENTRA IN SCENA!“, dove artisti interpreteranno scene iconiche del cinema. Previsti premi per le migliori performance e scenografie.
Ricco il parterre di ospiti di questa edizione: il regista e sceneggiatore statunitense Paul Schrader, Leone d’Oro alla carriera nel 2022, protagonista, al Cinema Astra, di una masterclass, il 26 settembre alle 12:00, aperta al pubblico e di una retrospettiva di suoi film, che il 27 settembre riceverà il Premio alla Carriera. Quindi l’attore, sceneggiatore, scrittore, regista e produttore statunitense Ethan Hawke, che il 26 settembre alle 21:00 presenterà, in anteprima italiana, il suo ultimo film Wildcat e riceverà il Golden Panther Award. Il 27 settembre, alle ore 18:00, presso la Chiesa di S. Francesco, Hawke, terrà una masterclass aperta al pubblico, in collaborazione con la Scuola IMT, nell’ambito della BRIGHT-NIGHT 2024, Notte europea delle ricerca e consegnerà il Premio alla carriera a Paul Schrader, che lo ha diretto in First Reformed – La creazione a rischio. Quindi l’attore Matthew Modine, che presenterà il 25 settembre alle 21:00 in un incontro moderato da Silvia Bizio il corto The Martini Short, commedia esistenziale di Stephen Wallis che racconta di un regista cinematografico malato mentre inizia a girare quella che crede essere la propria, ultima opera. Altro ospite d’eccezione, il regista svedese Ruben Östlund, due volte Palma d’Oro a Cannes, nel 2017 e nel 2022, rispettivamente per The Square e Triangle of Sadness, che terrà una masterclass il 28 settembre, riceverà il Golden Panther Award il 29 settembre e sarà omaggiato con una retrospettiva dei suoi film. Illuminano il parterre di Lucca FF anche il regista Pupi Avati, domenica 22 settembre alle 21:00 e omaggiato con la proiezione del suo classico horror La casa dalle finestre che ridono, il regista Tonino De Bernardi, che il 24 settembre riceverà il Premio alla Carriera, il regista e sceneggiatore Massimo Gaudioso che terrà una masterclass il 22 settembre e l’attore Federico Cesari, che riceverà il Premio Nuovi Protagonisti e terrà un incontro con il pubblico.
Chiuderà il festival un’altra anteprima, la proiezione di Familia, diretto da Francesco Costabile recentemente presentato alla Mostra del cinema di Venezia, che vedrà ospite il regista, l’attore Francesco Di Leva e il giovane attore Francesco Gheghi, vincitore del Premio Orizzonti come miglior attore. La proiezione, in collaborazione con Fice, segna il passaggio di testimone tra due manifestazioni di cinema, il Lucca Film Festival e Le Giornate del cinema d’essai, connubio tra festival e industry. Sempre fuori concorso e nella sezione dedicata ai giovani registi toscani la proiezione, il 23 settembre al cinema Astra alle ore 21 l’omaggio a Mario Tobino con il documentario Mario Tobino per le Antiche Mura, omaggio al grande psichiatra e scrittore nato a Viareggio, che sarà presentato dalla regista Maria Erica Pacileo e dal produttore Fernando Maraghini. Sempre nella sezione dedicata agli autori toscani la proiezione di C’è un posto nel mondo di Francesco Falaschi, che vedrà ospiti il regista e gli interpreti Cristiana Dell’Anna, Daniele Parisi e Luigi Fedele.
Per la sezione Focus, tra gli altri, la proiezione del film Roma blues di Gianluca Manzetti con Francesco Gheghi e Warpigs, diretto da Giacomo Pellegrini, la storia di due soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un nuova collaborazione per il festival, con ACLI Lucca, per il film Recinti urbani, scritto e diretto da Francesco Cerrone, che sarà proiettato domenica 29 settembre presso il Complesso San Micheletto. In collaborazione con l’associazione 50&più, il 25 settembre alle ore 17:00 al Complesso San Micheletto, presentato da Flavio De Bernardis, la proiezione di Matrimonio all’italiana, di Vittorio De Sica, datato 1964, con Marcello Mastroianni. Venerdì 27 settembre, presso l’ Auditorium Banca del Monte alle ore 17:00, in collaborazione con l’associazione 50&più e in collaborazione con la Fondazione Giacomo Puccini, in occasione dell’anniversario dei 100 anni della morte del compositore nato e vissuto a Lucca, la proiezione di Puccini by William Friedkin diretto da Federico Salvetti nel 2017.
Venerdì 27 settembre, presso l’ Auditorium Banca del Monte alle ore 18:00, in collaborazione con Lions Club Lucca Le Mura la proiezione del film Lucca Effetto Cinema, diretto nel 2022 da Gino Bertini.
AL Lucca Film Festival, la IX edizione di Over The Real, Festival Internazionale di Video e Multimedia Art, che presenta la mostra multimediale “Ipotesi di futuro”, a cura di Veronica D’Auria, Lino Strangis e Maurizio Marco Tozzi, in programma nelle splendide sale di Villa Bottini a Lucca dal 21 al 29 settembre, con inaugurazione venerdì 20 settembre alle ore 18. Il tema della mostra verte su opere che hanno cercato di confrontarsi con i concetti di metamorfosi, cambiamenti e mutazioni che sono alla base del comportamento di tutto ciò che esiste in senso atavico ma anche espressione particolare di un’epoca come quella corrente, caratterizzata da importanti variazioni storiche. Fra gli artisti partecipanti Chiara Passa, Matteo Donà, Alberto Papotto, Simone Cavallo, Chiara Ciccarelli. Infine sarà a disposizione del pubblico un collegamento interattivo con il Museo del Metaverso, un museo virtuale nato nel 2007 in Second Life, da Rosanna Galvani, per la valorizzazione del patrimonio artistico creato in quel mondo virtuale. La mostra è realizzata con il sostegno di: Regione Toscana, GiovaniSì, Toscanaincontemporanea2024, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca, dottor Emanuel Bertuccelli Private Banker Mediolanum Viareggio, la compartecipazione di The Lands of Puccini e Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest.
La sezione Educational del Lucca Film Festival si arricchisce grazie al contributo del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’ambito del programma Cinema e Immagini per la Scuola. Tra gli eventi di spicco: la masterclass di Paul Schrader (26 settembre, alle ore 10:00, Cinema Astra dopo la proiezione del film Mishima), la proiezione fuori concorso del documentario Mario Tobino per le Antiche Mura con la regista Maria Erica Pacileo e il produttore Fernando Maraghini (24 settembre, ore 10:00, Cinema Astra), Banksy Unauthorized (25 settembre, ore 10, Auditorium San Micheletto) altro interessante documentario presentato dal Prof. Alessandro Romanini e la presentazione di Maria Montessori – La Nouvelle Femme (25 settembre, ore 10:00, Cinema Astra). Questi appuntamenti offrono agli studenti un’opportunità unica di approfondimento nel mondo del cinema e della cultura e le masterclass possono essere seguite in diretta streaming su Zoom. Inoltre LFF avvia un progetto annuale dedicato alle scuole dal titolo “Rise! Storie in Movimento”, con l’obiettivo la costruzione di un ecosistema narrativo digitale.
Quindi l’evento, curato dal giornalista e critico Mario Serenellini, Tam Tam Truffaut : gli esordi, omaggio al cinema del Maestro della Nouvelle Vague, con Il Cinema Che Migliora La Vita, (Radio-Canada, 1971) nell’edizione italiana a cura di Mario Serenellini, in versione originale con i sottotitoli italiani ed estratti dal film I 400 colpi. A Montreal, nel 1971, il cineasta, a 39 anni, sente il bisogno di parlare non soltanto dei suoi film ma anche di sé stesso. Una lucida introspezione, nell’anno in cui è morta la madre ed esce dalla depressione dopo la relazione con Catherine Deneuve. L’infanzia e l’adolescenza, l’apprendistato esistenziale e cinematografico, i grandi maestri da Hitchcock a Welles, la delinquenza giovanile, il servizio militare. E, naturalmente, le donne.
Scream VI è finalmente nelle sale, portando un nuovo Ghostface a New York City nel debutto del killer in una grande città. Il sequel aumenta anche la violenza, offrendo il maggior numero di cadaveri di qualsiasi film di Scream e dando a Ghostface una furia cruda mai vista prima. Infine, Scream VI cerca di ridefinire le regole del franchise riportando in scena diversi sopravvissuti delle puntate precedenti e un nuovo cast di sospetti e potenziali vittime. Il sequel del requel trabocca di nostalgia, ma tiene anche i fan in sospeso per quasi due ore fino a quando il cattivo viene smascherato e le sue motivazioni rivelate. C’è molto da svelare nel finale di Scream VI, quindi vediamo di svelare i segreti del film, un pezzo alla volta.
Trappola nel santuario di Ghostface
Ambientato circa un anno dopo l’evento di SCREAM del 2022, Scream VI segue i principali sopravvissuti all’ultimo massacro di Woodsboro mentre cercano di costruirsi una nuova vita a New York. Ogni membro del “Core Four” cerca di affrontare in modo diverso ciò che ha vissuto. I fratelli Chad (Mason Gooding) e Mindy Meeks-Martin (Jasmin Savoy Brown) rimangono appassionati di cinema e si iscrivono al college per studiare cinema. Tara Carpenter (Jenna Ortega) vuole far finta che non sia successo nulla, mentre la sorella di Tara, Sam (Melissa Barrera), è ancora alle prese con il fatto di essere la figlia del Ghostface originale, Billy Loomis (Skeet Ulrich).
Da SCREAM, Sam è perseguitata dalle visioni di Billy e teme di diventare un’assassina come suo padre. Come confessa durante una seduta di terapia, Sam ha ritenuto giusto accoltellare il suo ex fidanzato, Richie Kirsch (Jack Quaid), l’ultimo a indossare la maschera di Ghostface. Sam ha dovuto uccidere Richie per proteggere sua sorella e i suoi amici, ma è ancora scioccata da quanto sia stato facile togliere la vita a un’altra persona. A complicare le cose, una serie di voci online ha trasformato Sam in un paria, poiché molti pensano che sia responsabile del massacro di Woodsboro di SCREAM. Secondo queste teorie cospirative, Sam ha ucciso tutti e ha dato la colpa a Richie, che in realtà è innocente.
Pochi mesi dopo l’arrivo a New York, il Nucleo Quattro viene preso di mira da un nuovo Ghostface. Come l’assassino dice a Sam attraverso una telefonata minacciosa, il suo obiettivo è la verità e vuole rivelare che Sam è un assassino. Sembra che il nuovo Ghostface si sia lasciato andare alle teorie cospirative che circolano online ed è determinato a far soffrire Sam. Sfortunatamente, chiunque si metta tra Ghostface e il suo obiettivo principale viene fatto a pezzi senza alcun rimorso.
Mentre indagano sui nuovi attacchi di Ghostface, i Core Four ricevono l’aiuto del detective della polizia Bailey (Dermot Mulroney), il padre della nuova coinquilina delle sorelle Carpenter, Quinn (Liana Liberato). Anche Chad ha un nuovo compagno di stanza, Ethan (Jack Champion), mentre Mindy esce con una ragazza di nome Anika (Devyn Nekoda). Infine, anche Sam esce con Danny (Josh Segarra), un uomo che vive di fronte al suo corridoio. I Core Four possono contare anche sul supporto di Kirby (Hayden Panettiere) di Scream 4, diventata agente dell’FBI, e di Gale Weathers (Courteney Cox).
Grazie alle capacità investigative di Gale, il gruppo scopre un santuario che il nuovo Ghostface utilizza come covo, dove i costumi e le armi di ogni precedente killer sono esposti come oggetti da collezione. Il santuario contiene molte prove della polizia ed è chiaro che i proprietari erano ricchi o ben collegati. Sembra che l’edificio appartenesse a Jason (Tony Revolori) e Greg, due imitatori di Ghostface morti per mano del nuovo killer. Sembra che il posto sia stato conquistato dal nuovo Ghostface, che ha lasciato le maschere dei precedenti assassini in ogni scena del crimine. L’intero sito è inoltre protetto da serrature magnetiche e telecamere di sicurezza, che lo rendono una fortezza impenetrabile.
Dopo l’omicidio di Quinn e Anika e il ricovero di Gale in ospedale in condizioni critiche, i sopravvissuti decidono di cambiare le carte in tavola e di usare il santuario di Ghostface come gabbia per intrappolare l’assassino e farlo fuori. Il gruppo si divide in metropolitana e Mindy viene pugnalata e mandata in ospedale, mentre Ethan rimane a curarla. Poi, anche Sam decide di abbandonare Danny, visto che non lo conosce veramente. Così solo Tara, Sam e Chad arrivano al santuario, dove li attende Kirby. Tuttavia, non appena arrivano sul posto, la detective Bailey fa una telefonata angosciante a Sam, rivelando che Kirby è stato licenziato dall’FBI dopo un esaurimento nervoso causato dagli ultimi omicidi di Woodsboro. Kirby sembra essere il nuovo Ghostface e i sopravvissuti si sono rinchiusi nel santuario con l’assassino.
Scream VI è tutto incentrato sull’eredità
Fin dal suo arrivo al santuario di Ghostface, Sam inizia ad avere visioni di Billy. Il fantasma del padre la spinge ad abbracciare la sua natura di assassina. Dopo aver ricevuto una telefonata dal detective Bailey, Sam viene attaccata e accoltellata da una persona che indossa il costume di Ghostface, che lei presume essere Kirby. Sam riesce a fuggire e incontra Tara e Chad, che si sono appena dati il primo bacio. Il trio combatte Ghostface fino a quando non compare un secondo assassino, che sopraffà Chad. Ci sono sempre due assassini, con l’eccezione di Scream 3, quindi ha senso che Kirby abbia dei rinforzi.
Le cose si scaldano quando il detective Bailey arriva al santuario. Nello stesso momento, Kirby si presenta, coperto di sangue, affermando di essere stato attaccato da Ghostface. Consumato dal dolore e convinto che Kirby stia mentendo, il detective Bailey spara all’agente dell’FBI. Ma si tratta di uno stratagemma, perché Bailey è la mente dietro gli ultimi attacchi di Ghostface. E per la prima volta nel franchise, gli assassini sono tre. Bailey, Ethan e Quinn, che dopotutto è vivo. Bailey ha generato tre figli, Ethan, Quinn e Richie. Ora tutta la famiglia vuole vendicarsi delle persone che hanno ucciso Richie. È per questo che hanno iniziato a diffondere voci online contro Sam, per incolparla della serie di omicidi di Ghostface a New York.
Bailey spiega che il santuario era in realtà di Richie, che era riuscito a mettere le mani sulle prove della polizia grazie al padre detective. Bailey ha cambiato il registro di proprietà solo per attirare tutti lì mentre indagava sugli imitatori di Ghostface morti. Bailey vuole anche che Sam indossi la maschera di Ghostface appartenuta a Billy per dimostrare al mondo che è un’assassina.
Sam inizia a prendere in giro Bailey e la sua famiglia, dicendo loro che Richie era un codardo che lasciava che la sua ragazza, Amber (Mikey Madison), facesse tutti gli omicidi. Quando la Bailey sembra abbastanza distratta, Tara e Sam usano dei mattoni per attaccare gli assassini. Anche Kirby si sveglia e si unisce alla lotta, sparando in direzione di Bailey. Purtroppo, Ethan accoltella Kirby; fortunatamente, Sam estrae il coltello dalla pancia di Kirby e lo usa per accoltellare Ethan.
Tara e Sam cercano di scappare dagli assassini, scambiandosi colpi e coltellate mentre cercano una via d’uscita dal santuario di Ghostface. Tara affronta Ethan e gli pianta un coltello nell’occhio. Sam riesce anche a conficcare un proiettile nella fronte di Quinn, lasciando in vita solo Bailey. Esaudendo il desiderio di Bailey, Sam indossa il costume di Billy e chiama il detective. Utilizza un’app per emulare la voce di Ghostface e stuzzica Bailey fino a sorprenderlo e a pugnalarlo più volte. All’inizio Sam non vuole uccidere Bailey perché sente di dover dimostrare di non essere un’assassina come suo padre. Tuttavia, dopo aver ottenuto il sostegno di Tara, Sam pone fine alla vita di Bailey.
Non sarebbe un film di Scream senza uno spavento finale, e Ethan risorge dalla morte solo per essere ucciso ancora una volta. Sia Tara che Sam sono assassini, ma contrariamente ai Ghostface del passato, uccidono solo per proteggere la loro famiglia, non per soddisfare desideri egoistici. È anche per questo che Sam lascia cadere la maschera di Billy sul pavimento alla fine del film, perché è finalmente in pace con la sua eredità.
Dopo che tutto è stato detto e fatto, Danny porta la polizia al santuario, dimostrando che stava davvero cercando di aiutare. Anche Chad viene mandato in ospedale e, sebbene sia in pessime condizioni, probabilmente sopravviverà. Kirby, Mindy e Gale rimangono segnati a vita dopo essere stati attaccati di nuovo da diversi Ghostface, ma è sorprendente che tutti i personaggi legacy siano arrivati ai titoli di coda. Sebbene Scream VI sia il film più sanguinoso del franchise, la sorpresa più grande è il numero di persone rimaste in vita. Soprattutto perché questa volta gli assassini erano tre.
Le prime immagini di My Hero Academia: You’re Next, diretto da Tensai Okamura (Naruto: Snow Princess’ Book of Ninja Arts), il nuovo capitolo cinematografico della celebre serie di Weekly Shonen Jump uscirà nelle sale il 10 ottobre distribuito in Italia da Eagle Pictures.
“My Hero Academia” è una serie anime giapponese basata sul popolari manga di Kohei Horikoshi, ambientata in un mondo in cui circa l’ottanta per cento della popolazione possiede superpoteri, i Quirk. Gli eroi proteggono le persone e la società dagli incidenti, dai disastri e dai criminali che usano i loro Quirk per il male. La storia segue le vicende del protagonista Izuku Midoriya, chiamato Deku, e dei suoi compagni di classe alla U.A. High School che aspirano a diventare eroi.
Il manga originale “My Hero Academia” ha venduto oltre 100 milioni di copie in tutto il mondo, apparso più volte nella lista dei bestseller del New York Times è uscito a puntate su Weekly Shonen Jump di Shueisha debuttando nel 2014. L’adattamento televisivo della saga è stato trasmesso nel per la prima volta nel 2016, ci sono state sette stagioni di cui l’ultima è andata in onda nella primavera del 2024. Dopo il primo e il secondo lungometraggio, il terzo film World Heroes’ Mission (2021) ha battuto i record di successo del franchise, guadagnando oltre 46,9 milioni di dollari al botteghino, My Hero Academia: You’re Next è il quarto film. Come nei tre lungometraggi precedenti, Kohei Horikoshi, l’autore della storia originale, è coinvolto anche in questo nuovo capitolo come supervisore generale e disegnatore dei personaggi originali, dando vita a una storia mai vista prima.
La trama di My Hero Academia: You’re Next
In una società in cui eroi e cattivi si scontrano continuamente in nome della pace e del caos, Deku, uno studente della U.A. High School che aspira a diventare il miglior eroe possibile, affronta il cattivo che imita l’eroe che ammira da tempo. Riusciranno Deku e il resto della U.A. High Class 1-A a proteggere il mondo ponendo fine a Dark Might, l’uomo che sostiene di essere il nuovo Simbolo della Pace?
Diretto da Ali Abbasi e scritto da Gabe Sherman, The Apprentice vede come protagonisti il candidato agli Emmy Sebastian Stan (Pam & Tommy) nel ruolo di Trump, il vincitore dell’Emmy Jeremy Strong (Succession) nel ruolo dell’ardente Roy Cohn, Martin Donovan (Tenet) nel ruolo di Fred Trump Sr e Maria Bakalova (Borat Following Moviefilm) nel ruolo di Ivana Trump.
The Apprentice ha fatto scalpore al Festival di Cannes all’inizio di quest’anno. Inizialmente c’era stata una certa incertezza sul fatto che il film avrebbe ottenuto un’uscita nelle sale negli Stati Uniti. Il finanziatore del film Kinematics, sostenuto dal sostenitore di Trump Dan Snyder, si sarebbe risentito per la rappresentazione dell’ex POTUS nel film e avrebbe intrapreso un’azione legale.
Il film ha debuttato negli Stati Uniti a Telluride dopo essere stato aggiunto in sordina alla scaletta del festival. Come riportato da Baz Bamigboye di Deadline, il film ha avuto un debutto senza problemi. Il team dietro al film aveva previsto delle sfide legali per impedire la proiezione e delle proteste da parte dei sostenitori dell’ex Presidente.
“Ambientato in un mondo di corruzione e inganni, The Apprentice esaminerà gli sforzi di Trump per costruire la sua attività immobiliare a New York negli anni ’70 e ’80, scavando anche nel suo rapporto con il famigerato avvocato Roy Cohn”, si legge nella sinossi. “È una storia di mentori e protettori che traccia le origini di una grande dinastia americana. Piena di personaggi più grandi della vita, rivela il costo morale e umano di una cultura definita da vincitori e perdenti”.
L’acclamata attrice Zoe Saldana non vede limiti alla sua carriera a Hollywood e ha un’ambizione importante che vorrebbe realizzare. La star del franchise Avatar e attrice del Marvel Cinematic Universe insiste sul fatto che vuole dirigere un film d’azione per aumentare ulteriormente il suo impressionante CV.
Parlando al Toronto International Film Festival, Zoe Saldana ha dichiarato la sua intenzione di dirigere un film d’azione quando farà il suo debutto alla regia, affermando di essere da tempo una fan delle serie poliziesche e dei film sulle rapine, e ha menzionato la serie di James Bond come una potenziale strada per perseguire la sua ambizione. “Non ho mai visto una donna dirigere James Bond”, ha detto. “Mi piace The Equalizer. Guardo serie poliziesche e, quindi, forse in futuro. Sono sempre stata attratta dai temi delle rapine. Heat è un film che devo guardare almeno una volta all’anno e analizzare, e il modo in cui Michael Mann abbina tutto insieme, il modo in cui tutti lo hanno interpretato. Quindi, mi piacerebbe iniziare con una specie di azione-rapina”.
Il curriculum di Zoe Saldana è pieno di titoli d’azione, tra cui la trilogia dei Guardiani della Galassia e gli ultimi due sequel di Avengers, Infinity War ed Endgame, oltre a lungometraggi in crime drama come Colombiana e Out of the Furnace. Avendo visto altre donne di Hollywood passare con successo dallo schermo alla sedia del regista, l’attrice non vede limiti a ciò che può fare nella sua carriera. “Non mi sono mai, mai limitata. Posso fare qualsiasi cosa”, ha detto. “Proprio come Ang Lee ha fatto Ragione e sentimento, giusto? Potrei anche fare Jane Austen un giorno. Non si sa mai”.
Il finale di Gemini Man spreca l’accattivante premessa del film per il fatto di essere così radicato negli anni Novanta. L’ultimo film di Ang Lee, un action-thriller prodotto da Jerry Bruckheimer, storico collaboratore di Michael Bay, vede Will Smith combattere… Will Smith. Lui è Henry Brogen, un esperto tiratore scelto i cui piani di pensionamento vengono rovinati quando viene a conoscenza di informazioni riservate e un suo clone segreto, di 25 anni più giovane, si occupa del caso.
Gran parte del clamore per Gemini Man si è concentrato sull’aspetto tecnologico. Il più immediato è il Will Smith dell’era Fresh Prince, ottenuto non con il consueto de-invecchiamento della Marvel, ma con una creazione totalmente digitale realizzata tramite motion capture. Spingendosi oltre, Lee ha cercato di alterare l’esperienza di visione cinematografica, girando il film per essere visto in 3D ad alta frequenza di fotogrammi. Il successo di tutti questi effetti è misto, ma è innegabile che sia il fulcro della vendita.
Tuttavia, nonostante tutto il luccichio, Gemini Man è ancora un film narrativo. In effetti, molti probabilmente lo vedranno nel formato standard 2D, sia al cinema che a casa. Ed è proprio qui che tutto inciampa. L’idea di un assassino braccato dal se stesso più giovane è stata proposta per la prima volta da Darren Lemke nel 1997, con praticamente tutti i protagonisti degli ultimi 20 anni – da Mel Gibson e Harrison Ford a Tom Cruise e Brad Pitt – collegati in un modo o nell’altro. La versione definitiva è stata adattata da David Benioff e Billy Ray, ma rimane comunque molto fedele al suo nucleo. E questo è il problema.
La trama di Gemini Man ha qualcosa di molto elementare fin dall’inizio. Il tropo del pensionamento è ben collaudato e i ripetuti stacchi sulle tute governative che tramano la morte di Brogen mantengono il pubblico un passo avanti rispetto al personaggio principale. La rivelazione del giovane Henry – che è già il punto cruciale del marketing – è meno un colpo di scena e più un’inevitabilità, con un accenno durante una scena di combattimento a Cartagena, in Colombia, che viene sminuito da Danny (Mary Elizabeth Winstead) che lo dice apertamente prima della grande rivelazione, il tutto prima che Junior (il nome del clone) venga stabilito correttamente. È un thriller che non si cura delle emozioni narrative, e questo si esaspera nel finale.
Nell’atto finale di Gemini Man, Junior scopre che il suo cattivo “padre” Clay (Clive Owen) è, beh, un cattivo e si unisce a Henry e Danny in un ambiguo tentativo di fuga. Vengono bloccati in una città deserta dalle truppe speculative, ma riescono a combatterle prima di affrontare un terzo clone di Will Smith (in questa versione senza emozioni e iperfocalizzata). Clay spiega loro il suo piano di avere un esercito di giovani Will Smith a cui è stato fatto il lavaggio del cervello e che combatte in prima linea in tutto il mondo, e Junior è il suo progetto perverso. Henry impedisce a Junior di uccidere il padre, compiendo lui stesso l’azione, e tutti tornano alla realtà: Henry va in pensione, Junior va al college, Danny resta nei paraggi. E… tutto qui.
L’uomo dei Gemelli continua a perdere opportunità di storie più interessanti
La storia di Gemini Man è aggressivamente pedestre. Porta gli eroi dalla Georgia alla Colombia, all’Ungheria e di nuovo alla Georgia (non c’è da indovinare dove si trovava lo studio di base), tutti luoghi piacevoli ma difficilmente i più dinamici o diversificati per un progetto di tale portata visiva. Come già detto, la gestione del colpo di scena di Junior lo priva del giusto impatto, e il conflitto tra lui e Henry si risolve rapidamente per un team-up nel terzo atto. Si può sostenere che una storia semplicistica sia una scelta intelligente per servire meglio le storie, come il racconto ecologico di Avatar che si rifaceva a storie come quella di Pocahontas per concentrarsi meglio sull’uso della CGI e del 3D da parte di James Cameron un decennio fa. Ma con quel successo da 2 miliardi di dollari, c’è stato comunque uno sforzo concertato per creare personaggi e mondi forti.
Ciò che risalta in Gemini Man, soprattutto nel finale, è quanto potenziale sia stato sprecato. Il fatto che Clay abbia clonato in segreto diversi Henry Brogen e li abbia messi a disposizione come esercito privato avrebbe potuto essere un colpo di scena sconvolgente, ma nel film stesso è giocato troppo alla rinfusa: una rapida rimozione della maschera lascia spazio a un monologo del cattivo che esclude rapidamente che il gruppo esista davvero. Non essere interessati alla premessa di fantascienza leggera è già abbastanza, ma renderle omaggio a parole prima di tornare in carreggiata è come perdere un’opportunità.
C’è un particolare colpo di scena che viene organizzato più volte, ma che non si realizza mai. Il Danny della Winstead è un enigma, che reagisce in modo scomposto quando le viene chiesto come reagirebbe all’incontro con il suo vecchio sé e afferma con decisione“quando dirigerò la DIA…”. Ci sono abbastanza basi per far sì che lei sia il clone originale di Gemini del capo della DIA, ma non se ne fa nulla. Forse è solo un prodotto della visione del film con occhi moderni, quando ogni blockbuster ha un colpo di scena importante (o, in mancanza di questo, di una campagna pubblicitaria spoiler-fobica). Ma anche se fosse, questo serve solo a sottolineare il vero problema di Gemini Man.
Tutto ciò che viene sollevato con Gemini Man è un problema per il film nel creare una storia, dei personaggi o un mondo coinvolgenti, e si riconduce alla sceneggiatura. O, più direttamente, a quando la sceneggiatura è stata scritta.
Negli ultimi dieci o due anni, ciò che ci si aspetta dalla fantascienza contemporanea è cambiato astronomicamente. Si può dire che sia iniziato con Matrix, che ha fatto esplodere le convention nel 1999, ma il vero cambiamento è stato Inception di Christopher Nolan, nominato agli Oscar nel 2010. Si trattava di un film che sognava una premessa elaborata, la spiegava attentamente al pubblico per tutto il film, poi nel terzo atto saccheggiava tutte le possibilità offerte da eccezioni alle regole chiaramente definite, alimentando al contempo una storia più grande. Era una fantascienza ben sviluppata e coesa per un pubblico mainstream. Negli anni successivi, abbiamo visto molti altri blockbuster utilizzare queste idee (Interstellar, Arrival) e i film indipendenti spingere ulteriormente i limiti (Predestination, Annihilation).
La premessa di Gemini Man è antecedente a questi punti di riferimento e, a quanto pare, non è stata aggiornata in modo massiccio nelle riscritture per adattarla al clima moderno (probabilmente a causa di quanto siano ardue la premessa e la trama). Il film si regge sul brivido obsoleto di un veicolo per star del cinema con un’idea vagamente fantastica che consente una serie di sequenze d’azione. Non si tiene conto della portata della storia o dei concetti, il che lo fa sembrare pittoresco e privo di uno scopo più importante. Ma non è certo un buon esempio di divertimento idiota degli anni ’90, nemmeno per gli standard di Jerry Bruckheimer.
Con l’idea di Gemini Man si può fare un film divertente e non è necessario che sia intelligente come le opere di Nolan, Denis Villeneuve o Alex Garland. Ma quando si tratta di considerare questo esperimento tecnologico come un pezzo di narrazione, è la mancanza di impegno che risalta davvero.
Dopo essere stato presentato alla 54° edizione del Giffoni Film Festival nella sezione Premiere fuori concorso, arriva al cinema dal 19 settembre il film d’animazione green Ozi – La voce della foresta di Tim Harper, prodotto da Leonardo DiCaprio e distribuito al cinema da Notorious Pictures.
Il film, prodotto dalla star hollywoodiana nota per il suo impegno ecologista, è ambientato nella foresta pluviale e racconta la storia di Ozi, una giovane orangotango il cui habitat viene distrutto dall’uomo. Salvata da un gruppo di volontari, impara a comunicare con la lingua dei segni e diventa un’influencer. Un giorno per caso, scopre che i genitori potrebbero essere ancora vivi e parte alla loro ricerca, ma il paesaggio attorno a lei è cambiato: la deforestazione ha distrutto l’ambiente che lei conosceva. Ozi decide così che la sua nuova missione, oltre a quella di trovare i suoi genitori, è far sapere al mondo cosa sta succedendo nella foresta pluviale.
Ozi – La voce della foresta, quindi, è un film che attraverso un racconto avvincente e un linguaggio capace di parlare ad un pubblico più giovane, ma non solo, affronta tematiche dall’enorme rilevanza sociale e di estrema attualità, come quella ambientalista.
Il film è un invito a cambiare il mondo in modo sostenibile, con un tocco di umorismo e avventura ogni giorno.
Con ingegnosi espedienti narrativi, la storia mostra le disavventure dei piccoli protagonisti che vedono il loro habitat scomparire, offrendo una prospettiva inaspettata sulla crisi ambientale e riflettendo, tra risate e riflessioni, sul nostro rapporto con la natura e l’importanza di proteggerla.
Sono arrivate le prime immagini della quarta stagione di Ghosts. Pieni di volti familiari e di un volto nuovo, i nuovi scatti confermano che il primo episodio riprenderà subito dopo il cliffhanger della terza stagione, che ha visto l’Isaac di Brandon Scott Jonestrascinato nel fango dallo spirito a lungo dimenticato Patience. Insieme alle prime immagini, la CBS ha anche rivelato la trama ufficiale dell’episodio inaugurale della stagione 4, intitolato “Patience”, dal nome del fantasma puritano che ha preso in ostaggio Isaac in quella che sembra essere una vendetta lunga 100 anni.
“Mentre Sam e i fantasmi corrono per trovarlo, Isaac si trova faccia a faccia con il fantasma puritano Patience ( Mary Holland ) per la prima volta da quando si è persa nel fango, nella prima della quarta stagione della serie originale della CBS Ghosts.”
La maggior parte delle nuove immagini vede i fantasmi rimasti riuniti nel seminterrato del Woodstone B&B, insieme ai vivi Sam (Rose McIver) e Jay (Utkarsh Ambudkar). Sguardi di shock e orrore sono impressi sui volti delle star Rebecca Wisocky, Danielle Pinnock e Asher Grodman, mentre Devan Chandler Long, Román Zaragoza e Sheila Carrasco appaiono pensierosi. Anche se non lo sapremo con certezza fino all’arrivo dell’episodio il mese prossimo, un’immagine sembra indicare che i fantasmi hanno intenzione di tenersi per mano e di marciare nell’ignoto deserto della terra per trovare il loro amico scomparso.
L’ultima volta che abbiamo visto i nostri spettri preferiti, Isaac aveva appena rotto il suo fidanzamento con Nigel (John Hartman), lasciando l’ufficiale britannico all’altare dopo aver capito che forse i due non sono anime gemelle in seguito ad alcune rivelazioni di Pete (Richie Moriarty) e di una spogliarellista di nome Chris. Sia Nigel che Pete sono introvabili nelle nuove immagini, quindi dovremo tenere gli occhi aperti per scoprire dove si trovano quando uscirà il primo trailer della quarta stagione. Dato che il nuovo potere fantasma di Pete gli permette di lasciare la proprietà, potrebbe essere ovunque nell’episodio iniziale.
All’inizio di oggi, TV Line ha rivelato un assaggio di ciò che ci aspetta dalla quarta stagione, oltre a ciò che abbiamo appreso al SDCC quest’estate. Insieme all’annuncio del casting di Holland a luglio, è stato rivelato che Dean Norris avrebbe interpretato il padre di Sam, e ora sappiamo che apparirà all’inizio della stagione, nell’episodio 2. Nel frattempo, non è ancora chiaro come Jay otterrà la capacità di vedere i fantasmi (o quanto durerà), ma il co-showrunner Joe Port ha anticipato che il rapporto tra lui e Sam “sarà messo un po’ a dura prova, dato che si troveranno a dover gestire quelle che saranno due attività in fase di avviamento”, anche se si è affrettato a sottolineare che nella quarta stagione otterranno anche dei successi commerciali. Secondo il co-showrunner Joe Wiseman, alcuni di questi successi possono essere ricondotti a Hetty e Alberta, che prendono “Sam sotto la loro ala protettrice e la [aiutano] con un paio di grandi obiettivi”. Ghosts torna sulla CBS il 17 ottobre alle 20:30 ET. In Italia la serie sarà programmata su Paramount+.
Ray Fisher è balzato agli onori della cronaca per quello che ha definito il comportamento di Joss Whedon“grossolano, abusivo, non professionale e assolutamente inaccettabile” sul set delle riprese di Justice League.
Dopo aver provocato un’onda d’urto a Hollywood, gli accordi di non divulgazione hanno impedito all’attore di condividere la maggior parte dei dettagli, mentre le conclusioni poco incoraggianti dell’indagine della WarnerMedia non hanno fatto luce sulle ripercussioni per le persone coinvolte (Fisher ha spesso citato Geoff Johns e Jon Berg per la loro presunta complicità nelle azioni di Whedon).
La carriera di Joss Whedon è apparentemente finita dopo che sono emerse analoghe denunce di comportamenti abusivi e Fisher ha ampiamente voltato pagina, come ha riconosciuto parlando del suo ruolo di Lymon, il migliore amico del protagonista Boy Willie Charles, interpretato da John David Washington, in The Piano Lesson di Netflix.
“Ciò che ha aiutato l’intero processo è, devo ammetterlo, August Wilson”, ha spiegato l’attore di Rebel Moon. “La giustapposizione che esisteva all’interno dell’opera, all’interno del personaggio.Credo che ci sia un po’ di Lymon Jackson in tutti noi.In quest’opera c’è un’innocenza che molti perdono con il passare del tempo, soprattutto quando si sopportano tali difficoltà”.
“Per me è stato un modo per ripulire il palato in molti modi, perché ho affrontato delle difficoltà specifiche nella mia vita e alcune difficoltà di carriera.Poter rientrare in questo spazio e dire: ‘Non voglio essere attaccata a questo.Non voglio provare risentimento per qualcosa che è successo”.Voglio andare avanti, e questo è ciò che Lymon rappresenta”, ha concluso Fisher.
Sebbene le parole di Fisher non abbiano avuto l’impatto che sperava alla Warner Bros, hanno portato altri a parlare di Whedon e non ricordiamo l’ultima volta che abbiamo visto i nomi di Johns o Berg legati a progetti importanti.
Ambientato nella Pittsburgh del 1936, all’indomani della Grande Depressione, The Piano Lesson segue la vita della famiglia Charles nella casa dei Doaker Charles e di un cimelio, il pianoforte di famiglia, che documenta la storia della famiglia attraverso le incisioni fatte dal loro antenato schiavo.
Diretto da Malcolm Washington, il film è interpretato da Samuel L. Jackson, John David Washington, Ray Fisher, Danielle Deadwyler, Michael Potts e Corey Hawkins. Il film arriverà nelle sale l’8 novembre e su Netflix il 22 novembre.
La HBO ha pubblicato il primo trailer della nuova serie televisiva Max The Franchise in vista del suo debutto sulla piattaforma di streaming domenica 6 ottobre. Anche se questo show non è basato su nessun fumetto che abbiate mai letto, si svolge nel mondo dei supereroi… beh, dei film di supereroi.
Secondo il titolo ufficiale, “The Franchise segue l’equipaggio di un film in franchising non amato che lotta per il proprio posto in un universo cinematografico selvaggio e indisciplinato”.
“La serie comica getta una luce sul caos segreto che regna nel mondo dei film di supereroi, per porre la domanda: come viene fatta esattamente la salsiccia cinematografica?Perché ogni pasticcio ha una storia di origine”.
Si tratterà di un’interpretazione divertente del modo in cui vengono realizzati i film sui supereroi o di un tentativo patetico di prendere in giro un genere che ancora domina Hollywood (con grande disappunto di alcuni critici e di Martin Scorsese). Staremo a vedere, ma il trailer suggerisce che possiamo aspettarci almeno qualche grossa risata dallo show.
Il cast di The franchise
Il cast di The franchise comprende Himesh Patel nel ruolo di Daniel, Aya Cash nel ruolo di Anita, Jessica Hynes nel ruolo di Steph, Billy Magnussen nel ruolo di Adam, Lolly Adefope nel ruolo di Dag, Darren Goldstein nel ruolo di Pat e Isaac Powell nel ruolo di Bryson. Tra le guest star ricorrenti figurano Richard E. Grant nel ruolo di Peter e Daniel Brühlin quello di Eric.
Sam Mendes, Pippa Harris, Nicolas Brown e Julie Pastor producono esecutivamente per Neal Street Productions; Armando Iannucci per Dundee Productions, Jon Brown e Jim Kleverweis. L’episodio pilota è stato diretto da Sam Mendes e scritto da Jon Brown, che funge da showrunner.
Parlando con IndieWire dello show, Magnussen ha recentemente dichiarato: “Il dono è stato quello di poter ridere di tutte le cose che facciamo.Come le persone con un grande ego che dicono: “Oh, sono delle superstar”.È uno show televisivo che parla della realizzazione di un film di supereroi, ed è tutto un gruppo di imbecilli che gestisce lo spettacolo e tu puoi ridere”.
Parlando dei suoi famosi co-protagonisti, l’attore ha aggiunto: “L’ensemble era tutto.La comunità con cui ho lavorato durante quella serie televisiva è stata un dono di cui non potrei essere più grato.È tutta una questione di persone, perché molto di questo settore si prende troppo sul serio, e questo show mi ricorda che ci si può divertire e ridere di se stessi, ed è quello che abbiamo fatto”.
Che si ami o si odi il franchise di Venom (e la maggior parte dei fan dei fumetti sembra appartenere a quest’ultima categoria), non si può negare che sia stato un successo al botteghino per la Sony Pictures. Ora la trilogia si concluderà con Venom: The Last Dance.
Il threequel arriverà nelle sale americane il 25 ottobre, ma oggi è stato confermato che in Cina arriverà il 23 ottobre. In base all’esperienza passata, ci vorranno poche ore prima che spoiler e copie bootleg complete invadano Internet.
Perché l’ultimo film di Venom si sta dirigendo verso il Regno di Mezzo un po’ prima che altrove? Nel 2018 Venom ha incassato 270 milioni di dollari, circa un terzo dei suoi 856 milioni di dollari di incasso globale. Venom:La furia di Carnage, uscito negli ultimi mesi della pandemia, non è stato distribuito in quel paese (all’epoca, praticamente nessun blockbuster di Hollywood lo era).
Siamo curiosi di vedere dove ci porterà questo terzo capitolo, soprattutto perché sembra essere una storia di più ampio respiro che finalmente fa luce sulla storia aliena di Venom. Ancora una volta, però, non ci aspettiamo che Spider-Man entri in scena.
Cosa ha detto Tom Hardy in merito a Venom: The Last Dance
Parlando del trequel, Tom Hardy ha recentemente dichiarato: “Per il terzo film, ci è stato dato così tanto supporto creativo da poterlo fare, da poterlo spingere.È un’opera molto più ampia e c’è molto più amore – non che non ce ne fosse nei precedenti.Ci è stato permesso di mettere in campo molte più idee e sono davvero entusiasta di vedere come si realizzeranno.Credo che in queste cose si debba puntare al massimo”.
Ha aggiunto: “È l’ultimo e vogliamo uscire di scena con il botto, gettando le basi per le opzioni e le possibilità, perché è stato un viaggio fantastico.Mi è piaciuto molto lavorare in quel campo e in quell’ambito di un grande film con grandi idee e un sacco di persone che guardano a te per sostenerle”.
Un nuovo trailer di Venom: The Last Dance sarà rilasciato giovedì. Guardate il teaser qui sotto.
Tutto quello che sappiamo su Venom: The Last Dance
Venom: The Last Dancesegue i successi al botteghino consecutivi di Venom: La furia di Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a livello globale) e Venom del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e scriverà il trequel.
Tom Hardy ha menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti appoggio.”
A parte il ritorno di Tom Hardy nei panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock nei titoli di coda di Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che include Morbius, Kraven Il Cacciatore e Madame Web, tra gli altri – potrebbe comparire in Venom: The Last Dance.
I biglietti per Joker:Folie À Deux sono stati messi in vendita oggi e ora abbiamo una nuova featurette che mostra l’epica storia d’amore che sembra essere al centro del sequel DC di Todd Phillips.
Il film, che attualmente si trova al 61% su Rotten Tomatoes, non sembra un seguito convenzionale di Joker del 2019, poiché incorporerà elementi musicali e forse si svolgerà in gran parte nella testa di Arthur Fleck. Tuttavia, avremo anche una storia d’amore contorta che ruota attorno ad Arthur e “Lee” Quinzel, con quest’ultima che fungerà da nuova versione di Harley Quinn.
In questo ultimo sneak peek, scopriamo di più su ciò che accadrà al duo interpretato da Joaquin Phoenix e Lady Gaga; inoltre, ci sono nuove interviste, filmati inediti tratti da Joker:Folie À Deux e uno sguardo dietro le quinte.
Tutto quello che sappiamo sul film Joker: Folie à Deux
Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivatiBrendan Gleeson,Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.
Harley Quinn è uno dei personaggi più famosi della storia del fumetto e, ormai, anche del cinema recente. Suicide Squad ha fatto sì che il suo personaggio potesse diventare conosciuto ai più e questo ha permesso una riscoperta del suo background, della sua storia e delle sue apparizioni tra tv e fumetto. Harley Quinn è tornata al cinema interpreta da Lady Gaga nell’attesissimo Joker:Folie À Deux. Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su Harley Quinn.
Tutto quello che c’è da sapere su Harley Quinn
1. Harley Quinn sarebbe dovuta essere un personaggio temporaneo. Harley Quinn è apparsa per la prima volta in Batman: The animated series del 1992. Nel secondo episodio, Joker’s Favor, Joker avrebbe dovuto vestirsi da donna e balzare fuori da una torta. Tuttavia, si fecero alcune questione sul fatto che Joker sarebbe dovuto vestirsi da donna e si decise per introdurre un personaggio femminile nuovo, ovvero, Harley Quinn.
2. Harley Quinn ha debuttato prima in televisione e poi su fumetto. Di Harley Quinn non si pensava che potesse ottenere il successo che ha avuto. Nonostante questo, venne costruito comunque un passato di Harley Quinn, creando un background del personaggio: Harleen Frances Quinzel era una giovane promessa della psichiatria che ha deciso di lasciar perdere il suo potenziale nel momento in cui è entrato in contatto con Joker nell’Arkham Asylum, ovvero quando Joker venne ricoverato. Harleen, mentre cercava di analizzarlo, per scrivere un libro sulle patologia criminali, si è innamorata subito di Joker, ha finito per diventare la sua marionetta, mero strumento di Joker per raggiungere i suoi scopi.
3. Harley Quin è ispirata ad Arleen Sorkin. Oltre al fatto che il suo nome è mutuato dalla parola harlequin (Arlecchino), uno dei produttori di Batman: the animated series, Paul Dini, ha affermato di aver realizzato il personaggio di Harley sulle fattezze di Arleen Sorkin. La Sorkin venne studiata guardando la serie Days of our lives e l’idea venne quando, durante un flashback, il suo personaggio era vestito da clown, con un vestito di blu e rosso e con un make up bianco. Di fatto, nella serie di animazione, Harley era bionda, con occhi azzurri, vestita da giullare e molto attraente, proponendosi come versione femminile del Joker.
Suicide Squad introduce al cinema Harley Quinn
4. Harley Quinn è diventata uno dei personaggi più popolari del mondo DC. Harley Quinn è al 45esimo posto nella lista dei migliori cattivi dei fumetti secondo IGN (società di media e intrattenimento). La popolarità di Harley Quinn, dopo gli anni ’90, è arrivata grazie alla sua presenza in Suicide Squad. Il personaggio, interpretato da Margot Robbie, ha suscitato tanto clamore e ha avuto tanto successo che si è pensato di realizzare uno spin-off che possa fungere da legame tra la sua backstory e il sequel di Suicide Squad. In questo film il look ha subito decisamente un cambiamento, rendendo il personaggio di Harvey più sexy ed intrigante in magliettina, mazza da baseball e borchie.
Tutto i film nel quale appare Harley Quinn
5. Harley Quinn si è meritata un film da solista con Birds of prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn. Dopo il successo che ha avuto il suo personaggio successivamente a Suicide Squad, si è deciso di realizzare un film solista per Harley Quinn. Il film che sarà di Glen Ficarra e John Requa, entrati in trattive per produrlo, scriverlo e dirigerlo, pare che i due abbiamo consegnato lo script alla Warner Bros., anche se non è chiaro quando il film entrerà in produzione.
Birds of prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn
In Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) della Warner Bros. Pictures, Margot Robbie torna a vestire i panni di Harley Quinn, al fianco di Mary Elizabeth Winstead nel ruolo di Huntress; Jurnee Smollett-Bell nei panni di Black Canary; Rosie Perez in quelli di Renee Montoya; Chris Messina è Victor Zsasz; ed Ewan McGregor è Roman Sionis. Fa il suo esordio sul grande schermo Ella Jay Basco, nel ruolo di Cassandra “Cass” Cain.
Nel film quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, prendono di mira la piccola Cass, la città viene messa sotto sopra per trovarla. Le strade di Harley, Huntress, Black Canary e Renee Montoya si incrociano, e l’improbabile quartetto non avrà altra scelta che allearsi per sconfiggere Roman.
Basato sul personaggio di Joker di DC Comics, Joker:Folie À Deux è il sequel del film Joker (2019) e vede Joaquin Phoenix interpretare il protagonista, affiancato nel cast da Lady Gaga, Zazie Beetz, Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland, Steve Coogan, Ken Leung e Harry Lawtey.
Nel film in uscita il 02 Ottobre 2024 il comico fallito Arthur Fleck incontra l’amore della sua vita, Harley Quinn, mentre è detenuto all’Arkham State Hospital. A seguito del suo rilascio, i due si imbarcano in una disavventura romantica.
Margot Robbie è l’attrice che da il volto al cinema di Harley Quinn
6. Per interpretare Harley Quinn, Margot Robbie ha dovuto passare diverse ore al trucco. Per far sì che la sua interpretazione di Harley Quinn fosse la migliore possibile, Margot Robbie passava più di tre ore per trucco e capelli che la trasformassero nel suo personaggio. Doveva necessariamente avere le pelle bianca, le dovevano apporre una ventina di tatuaggi temporanei e adattare il costume.
7. Per preparare il ruolo, Margot Robbie ha fatto dei testi psicologici. In un’intervista Margot Robbie ha rivelato di essersi sottoposta ad alcuni test psicologici che si usano per determinare il tipo di malattia mentale che un soggetto potrebbe avere. Questo test consiste in una lista di 500 domande o altro, alcune di loro sono semplici, altre no. Viene constata la reazione alla domanda e la risposta del paziente. Per Margot Robbie, interpretare Harley Quinn è stata una sfida vera e propria, soprattutto se si considera che ha realizzato la sé quasi tutte le scene d’azione, anche pericolose.
Harley Quinn e Joker
8. Per Margot Robbie, Harley Quinn è un personaggio manipolatore. Secondo lei, Harley è uno dei personaggi che manipolano di più rispetto gli altri membri della Suicide Squad, aggiungendo che la relazione con Joker è incredibilmente disfunzionale. Harvey è pazza di Joker, letteralmente, lei lo ama davvero nella sua follia e nella disfunzione relazionale.
I costume di Harley Quinn
9. Harley Quinn si è evoluta nel corso del tempo. In più di 25 anni, il costume di Harley Quinn ha subito variazioni. Dal costume da giullare che si vede nella sue prime apparizioni animate prima, fumetti poi, è arrivata a vestire, in Suicide Squad, pantaloncini e maglietta attillata, rimanendo sempre un personaggio contraddistinto nell’universo DC e anche oltre. I suoi capelli biondi hanno raggiunto colorazioni blu e rosee, raccolti in due codini ai lati della testa, mentre, all’inizio, erano coperti da un copricapo da giullare.
Il trucco di Harley Quinn
10. Il trucco di Harley Quinn è cambiato molto. All’inizio delle sue comparsate, Harley Quinn aveva un trucco molto semplice che poi si è voluto in quello da giullare. In seguito, come si è poi visto in Suicide Squad, il trucco si è appesantito, con il volto cerato, la pelle candida, il corpo pieno di piccoli tatuaggi e un trucco viso marcato sugli occhi e sulle labbra.
Morena Baccarin ha causato un bel po’ di scalpore al recente FAN EXPO Canada dopo aver detto che voleva essere una cattiva nel DC Universe di James Gunn. L’attrice ha puntato a una parte in un film DC sin dall’epoca del DCEU; avrebbe potuto essere scelta per qualsiasi film di successo, ma soprattutto in Batman v Superman, Birds of Prey o persino The Suicide Squad.
Baccarin ha ora confermato che sta puntando a interpretare Catwoman (secondo l’utente X Agents of Fandom), interpretata più di recente da Zoë Kravitz in The Batman. Un fan ha persino pubblicato un’immagine di come potrebbe apparire nel personaggio su Instagram (sfoggia anche un taglio pixie).
Morena Baccarin ha accennato al suo interesse per il ruolo in un’intervista del 2018 con Cinepop; all’epoca stava tenendo conferenze stampa per Deadpool 2 e ha rivelato che il suo sogno più grande è interpretare la versione femminile di James Bond. Quando le è stato chiesto se stava tenendo d’occhio qualche supereroe DC o Marvel, ha detto: “Mi identifico di più con i cattivi, con Poison Ivy e Catwoman”.
Tuttavia, il ruolo più vicino a cui è arrivata per dare corpo a questi personaggi è stato un ruolo da co-protagonista nella serie TV Gotham. Ha interpretato il medico legale del GCPD Leslie Thompkins, la madre di Barbara Gordon e la moglie di James Gordon. Quella serie ha descritto le storie delle origini dei cattivi, scegliendo Maggie Geha (Ted 2) e Carmen Bicondova (Festival of the Living Dead) come le giovani Ivy Peper e Selina Kyle.
Morena Baccarin ha riflettuto sulla sua esperienza in Gotham, affermando che le piacerebbe interpretare di nuovo quel ruolo in qualsiasi momento. “Mi è piaciuto fare Gotham quando ne ho avuto la possibilità, ma sì, mi piacerebbe molto”, ha detto (secondo ComicBookMovie). “Penso che, per me, sia tutta una questione di quella parte femminile forte”.
Il punto di forza unico di Chastity High, la nuova serie YA giapponese di Netflix, il velo di trama da cui prende il titolo, è l’idea che nessuno degli studenti della neo-coed Asuran Academy possa avere relazioni sentimentali con altri studenti, né all’interno né all’esterno del campus. Fortunatamente, questo non è solo un tema di fondo e il finale della serie lo interroga in profondità.
I risultati sono contrastanti, come lo sono per tutto il resto del drama YA di otto episodi, opportunamente descritto come la risposta giapponese a successi in streaming simili come Elite e Young Royals. Ma l’episodio 8 merita un po’ di approfondimento per aver unito il dramma dei personaggi e il punto di fondo in questo modo, con Ichica che fa causa apertamente alla scuola e costringe la preside Ikushima a giustificare ad alta voce le sue draconiane misure di castità.
La motivazione di Ichica nel finale di Chastity High
È importante capire non solo che Ichica fa causa alla scuola, anche perché, pur avendo tratto beneficio dalle sue misure autoritarie, si è sentita davvero offesa solo quando le cose si sono ribaltate a suo sfavore.
Naturalmente, il suo background è importante: non ha una famiglia benestante come molti altri studenti, e il fascino di essere ben compensata e capace di pagare un debito predatorio la rende irresistibile. Ma nel vivere la sua stessa ordalia dopo essersi innamorata di Maki e aver visto le loro foto private diffuse, capisce che gli studenti non dovrebbero essere soggetti a queste violazioni, anche se ciò significa perdere il suo vantaggio per garantire che siano protetti.
Ayami che denuncia Ichica e Maki è, ironicamente, la cosa migliore che potesse capitarle. Allo stesso modo, l’altro sviluppo apparentemente negativo di Ikushima che si offre di revocare la sua espulsione se avesse fatto la spia su tutte le persone che aveva salvato come Custode dell’amore, era significativo. Ichica si rende conto che la cultura di sfiducia che si sta sviluppando attorno alla nozione stessa di amore è profondamente dannosa e che gli studenti vengono sottoposti al lavaggio del cervello per tradire i loro amici e i loro istinti e sostenere questo clima di repressione.
La preside Ikushima ha le sue ragioni
Durante la parte del controinterrogatorio del processo, la radice dei forti sentimenti di Ikushima sull’amore e le relazioni giovanili diventa chiara. Quando era più giovane, un’amica di Ikushima era rimasta incinta. Entrambe lo avevano tenuto segreto e l’amica era morta durante il parto a causa di complicazioni. Da allora, Ikushima ha attribuito l’evento alla mancanza di comprensione da parte dei giovani che non avevano nulla a che fare con tali questioni in primo luogo. Secondo la logica di Ikushima, se agli studenti non fosse stato permesso di mescolarsi, questo evento traumatico non si sarebbe verificato.
Il processo di pensiero di Ikushima è comprensibile ma imperfetto. Le complicazioni durante la gravidanza accadono di continuo, a persone di tutte le età. Ancora più concretamente, le diffuse restrizioni sistemiche con gravi implicazioni non sono il modo per implementare misure nelle intenzioni protettive. Sono oppressive e negano agli studenti i loro diritti e privilegi. Raccogliere prove contro il corpo studentesco usando risorse come il portale di consulenza è un profondo tradimento della fiducia, quasi da Grande Fratello.
In Chastity High gli studenti si uniscono
Il finale di Chastity High mostra molti studenti che si uniscono in solidarietà. Nonostante siano così divisi per tutta la serie, resistere all’oppressione percepita è vista come una causa comune degna di nota, soprattutto quando è in gioco il collo di Ithica.
E Ithica intende mantenere la rotta anche dopo che l’amministrazione scolastica si offre di ritirare le espulsioni di lei e Maki. Non è più questo il punto: si tratta di far abolire completamente la regola del non romanticismo.
Nonostante il fatto che, come detto, Ithica abbia tratto beneficio dal ricatto degli altri studenti, Atsushi e Maki difendono entrambi le intenzioni di Ithica come nobili. Ayami adotta una tattica più forte minacciando di rivelare la sua relazione con un professore sui social media se l’amministrazione non avesse rispettato le richieste degli studenti, e tali richieste sono state rese chiare in una petizione firmata presentata con la forza all’ufficio di Ikushima.
Chi sta ricattando Ithica?
Nonostante tutto questo, oltre la metà del corpo studentesco vota a favore delle restrizioni romantiche, ritenendo che le relazioni siano una distrazione inutile, e quindi vengono mantenute. Vengono fatte alcune concessioni, come l’abolizione dell’ala Rabbit Hunter del consiglio studentesco, ma le relazioni rimangono vietate all’Accademia Asuran.
Per questo motivo, l’addio romantico di Ithica a Maki, che ha deciso di lasciare il paese, è motivo di espulsione. Alla fine di Chastity High, diventa chiaro che qualcuno che si fa chiamare “Love Killer” invece di “Love Keeper” ha delle prove e sta progettando di usarle per estorcere denaro a Ithica. Il ciclo ricomincia, ma questa volta in una versione peggiore, motivata dal tenere gli studenti in preda alla paura e all’autoritarismo.
Non c’è alcuna indicazione su chi potrebbe essere il nuovo LK, ma ha chiaramente motivazioni più sinistre di quelle di Ithica. Non è certo un motivo per un lieto fine, anche se è una giustificazione per una seconda stagione.
Non è un segreto che “Teen” (che si pensa sia Billy Maximoff) sarà colui che libererà Agatha Harkness in Agatha All Along in modo che possano percorrere insieme la Strada delle Streghe, ma da quanto tempo la strega è intrappolata nel suo personaggio da sitcom? In un nuovo promo, scopriamo che sono passati tre anni!
Ancora una volta sentiamo che la Scarlet Witch – responsabile di aver messo Agatha in una prigione psichiatrica – è “andata” e non è morta, una forte indicazione del fatto che i Marvel Studios stanno tenendo aperte le opzioni per quanto riguarda il destino di Wanda.
Parlando con SFX, la showrunner di Agatha All Along Jac Schaeffer ha condiviso il suo punto di vista su come Agatha percepiva la sua strega rivale in WandaVision (serie di cui era anche responsabile come capo sceneggiatore).
Cosa ha detto lo showrunner di Agatha All Along
“Quello che mi ha entusiasmato di più è stato proprio alla fine [di WandaVision], quando finalmente si confronta con Wanda“, ha dichiarato Schaeffer alla rivista. “Vuole distruggere Wanda? Vuole essere la migliore amica di Wanda? Vuole intrecciare i capelli di Wanda? Vuole baciare Wanda? Vuole andare su tutte le furie con Wanda? Sì a tutto, e questo mi ha affascinato“.
“Vuole baciare Wanda?” Sì, questo sconvolgerà alcuni angoli di Internet (in rete si teme già che Agatha All Along sarà il prossimo a subire un bombardamento di recensioni a causa del suo cast prevalentemente femminile).
Scoprite alcuni nuovi promo di Agatha All Along nei post X qui sotto.
Hollywood e il mondo dello spettacolo piangono la perdita del leggendario attore James Earl Jones, la cui morte all’età di 93 anni è stata confermata il 9 settembre. Mark Hamill, che ha lavorato al fianco di Jones nella saga di Star Wars, ha guidato gli omaggi con un toccante post sui social media, condividendo una foto di Jones con la didascalia “RIP ‘Papà'”. Questo sentito messaggio faceva riferimento all’iconico ruolo di Jones come voce di Darth Vader, il padre di Hamill sullo schermo nell’amato franchise.
James Earl Jones, la cui voce ricca e potente è diventata sinonimo del minaccioso Darth Vader, ha doppiato il personaggio per decenni, a partire da Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza nel 1977. Hamill, che ha interpretato Luke Skywalker, ha spesso parlato dell’immensa influenza e presenza che Jones ha portato all’universo di Star Wars.
Il capo della Disney Bob Iger si è affrettato a rilasciare una dichiarazione in omaggio all’iconica carriera di Jones, affermando: “Dalla gentile saggezza di Mufasa alla minaccia di Darth Vader, James Earl Jones ha dato voce ad alcuni dei più grandi personaggi della storia del cinema. Un cellebre attore di teatro con più di 200 crediti cinematografici e televisivi, le storie a cui ha dato vita con una presenza unica e autorevole e una vera ricchezza di spirito hanno lasciato un segno indelebile su generazioni di pubblico. A nome di tutti noi della Disney, estendiamo le nostre più profonde condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari”.
Oltre al suo indimenticabile lavoro in Star Wars, la carriera di Jones ha abbracciato cinema, televisione e teatro. Ha prestato la voce a un’altra figura paterna iconica, Mufasa, in Il Re Leone della Disney, un’interpretazione che ha consolidato il suo status di leggenda.
Nel corso della sua vita, Jones ha ottenuto un EGOT, uno dei più alti riconoscimenti nell’intrattenimento, vincendo due Emmy, un Grammy, tre Tony Awards e ricevendo un Oscar onorario nel 2012. La scomparsa di Jones ha suscitato tributi in tutto il settore. Il regista Barry Jenkins, che sta lavorando al prossimo prequel di Mufasa: Il Re Leone, ha espresso la sua ammirazione, pubblicando un’immagine di Jones con la didascalia “Per sempre e sempre”. Anche LeVar Burton, celebre attore e attivista, ha reso omaggio, evidenziando l’eredità che Jones lascia dietro di sé sia come artista che come voce per i senza voce, tra molti altri tributi.
Noto per la sua presenza scenica imponente, la carriera di Jones include anche ruoli in film come L’uomo dei sogni, Caccia a Ottobre Rosso e Il principe cerca moglie. Il suo profondo impatto su cinema, televisione e teatro è evidente poiché personaggi di tutto il settore continuano a onorare la sua eredità. In televisione, Jones era anche conosciuto come “la voce della CNN”, con le sue famose parole “questa è la CNN” udite nelle case di tutto il paese. La CNN ha rilasciato una dichiarazione in risposta alla notizia: “È stato la voce della CNN e del nostro marchio per molti decenni, trasmettendo in modo unico attraverso il discorso autorità immediata, grazie a decoro. Quella voce straordinaria è solo una delle tante cose di cui il mondo sentirà la sua mancanza. I nostri pensieri sono con la sua famiglia.”
L’attrice Lydia Cornell ha scritto sui social media “Oh no!! Non ci posso credere!! Pensavo che sarebbe vissuto per sempre”. Cornell aveva collaborato con Jones nel suo film d’esordio, Bloodtide del 1982. “Riposa in pace“, ha scritto. Crystal Kung Minkoff, moglie del co-regista de Il Re Leone Rob Minkoff, ha scritto che Jones “ha realizzato il sogno di un giovane animatore quando hai accettato il ruolo di Mufasa. Grazie per tutto quello che hai fatto per Rob. Il tuo ricordo vivrà per sempre“.
Il regista Paul Feig ha aggiunto che “James Earl Jones non morirà mai” perché “il suo talento, il suo lavoro e la sua influenza saranno sempre con noi“. Nella sua storia su Instagram, Ava DuVernay ha scritto: “Grazie per averci mostrato noi stessi. I nostri sé complicati, i nostri sé dignitosi, i nostri sorrisi, il nostro dolore. Un lavoro ben fatto. Un dono condiviso magnificamente. Che Dio ti benedica mentre prosegui il tuo viaggio.”
Altri tributi al defunto attore includono l’organizzazione della Major League Baseball, il leggendario regista horror Mike Flanagan e l’attore Colman Domingo. L’eredità di Jones nel mondo del cinema e della televisione è a dir poco eterna e i nostri pensieri sono rivolti ai suoi amici e alla sua famiglia.
La Marvel Comics ha recentemente festeggiato il suo 85° anniversario e, per celebrare l’occasione, i Marvel Studios hanno pubblicato una compilation che evidenzia gli 85 momenti più iconici del Marvel Cinematic Universe finora.
Il video dura quasi un’ora (puoi sempre saltarlo se hai poco tempo) e presenta scene di praticamente tutti i film MCU e serie Disney+ che sono stati distribuiti, da Iron Man fino a Echo.
Molti di questi momenti sono davvero iconici: Capitan America che raccoglie Mjölnir in Avengers: Endgame, “Io sono Iron Man” di Tony Stark (entrambe le volte che lo dice!), ecc., ma possiamo vederne altri, come il “dance off” di Peter Quill con Ronan l’Accusatore nel primo Guardiani della Galassia e scene tratte da Ant-Man and the Wasp: Quantumania, tanto per essere un po’ più controversi e scegliere icone che la maggior parte del pubblico non condivide.
Questo video tributo fa seguito a un altro montaggio che mette in luce alcuni progetti imminenti, che ci ha dato un primo sguardo ufficiale a titoli come Thunderbolts*, Ironheart e Daredevil: Born Again. “Spesso ripenso agli anni ’60 e al famoso Bullpen Marvel con Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko che creavano Spider-Man, The Avengers, The X-Men e The Fantastic Four”, ha detto il capo dei Marvel Studios Kevin Feige nel video, riflettendo sulla storia del marchio. “‘La Casa delle Idee’: si chiama così per un motivo”.
Le clip sono state montate in ordine cronologico sulla timeline, iniziando con Captain America: The First Avenger e terminando con la stagione 2 di Loki. Guarda il video qui sotto (quando ne hai la possibilità!) e facci sapere se pensi che abbiano perso qualche momento iconico, così come quali non ritieni meritevoli di essere inclusi.
Gli 85 momenti più iconici del Marvel Cinematic Universe
“Il 31 agosto 1939, l’uscita di MARVEL COMICS (1939) n. 1 ha dato vita a qualcosa di speciale: l’Universo Marvel. Dalle strade di New York ai confini del Multiverso, l’Universo Marvel ha aperto i lettori a innumerevoli storie strane e viaggi nel mistero con i suoi eroi e cattivi. Fin dai suoi primi giorni come Timely Comics e Atlas Comics, la Casa delle Idee ha raccontato le avventure del sensazionale, dell’inquietante e dello stupefacente”.
“Per celebrare l’85° anniversario della Marvel, segui la cronologia del Marvel Cinematic Universe da Captain America: Il primo Vendicatore alla seconda stagione di Loki in 85 momenti indimenticabili, tutti disponibili in streaming su Disney+.”
Spider-Man 4 di Tom Holland continuerà a dondolare nel Marvel Cinematic Universe, con il regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli Destin Daniel Cretton nelle prime trattative per dirigere il film. Oltre a “Shang-Chi” con Simu Liu, gli altri crediti di Cretton sono “Short Term 12” del 2013, “The Glass Castle” del 2017 e “Just Mercy” del 2019.
Il finale di Spider-Man: No Way Home del 2021 ha visto il Dottor Strange di Benedict Cumberbatch lanciare un incantesimo che ha fatto dimenticare al mondo intero che Peter Parker era stato Spider-Man, che includeva anche i suoi due più cari amici MJ (Zendaya) e Ned (Jacob Batalon). Questo ha concluso la trilogia di tre film diretta dal regista Jon Watts, che ha realizzato il film originale con Holland “Spider-Man: Homecoming” nel 2017 e “Spider-Man: Far From Home” nel 2019.
Non sono stati ancora rivelati ulteriori dettagli sul quarto film della serie, ma la notizia conferma che Holland è pronto per un altro tentativo nei panni dell’amichevole Spider-Man di quartiere, dopo che durante le interviste alla stampa prima di “No Way Home” aveva dichiarato di avere delle riserve sull’interpretazione del personaggio a lungo termine, soprattutto quando si avvicinava ai 30 anni.
Il rapporto tra Marvel Studios e Sony Pictures Entertainment è stato a volte tumultuoso. C’è stato due entità hanno raggiunto un punto morto sul futuro del personaggio nell’MCU e il loro accordo è stato temporaneamente annullato. Sono giunti a una risoluzione poco dopo, seguita dall’extravaganza del crossover “No Way Home” che ha portato i precedenti Spider-Men Tobey Maguire e Andrew Garfield nell’MCU.
Sony e Marvel non hanno rilasciato dichiarazioni. The Hollywood Reporter è stato il primo a riportare la notizia di Cretton.
James Earl Jones, il prolifico attore di cinema, televisione e teatro il cui baritono risonante e inconfondibile era noto soprattutto come voce del cattivo di Star Wars, Darth Vader, è morto lunedì mattina nella sua casa di Dutchess County, a New York, come ha confermato il suo rappresentante a Variety. Aveva 93 anni.
Dopo aver superato una profonda balbuzie da bambino, Jones si è affermato come uno degli attori neri pionieri della sua generazione, accumulando una carriera ricca e versatile che si estende per oltre 60 anni, dal suo debutto a Broadway nel 1958 al Cort Theatre – ribattezzato James Earl Jones Theatre nel 2022 – alla sua più recente interpretazione in “Il principe cerca figlio” del 2021. Per questo film, Jones ha ripreso il suo ruolo di Re Jaffe Joffer dalla commedia di Eddie Murphy del 1988 “Il principe cerca moglie“ – uno dei numerosi ruoli, insieme a quello di Darth Vader, che Jones ha rivisitato, tra cui la voce di Re Mustafa nel lungometraggio animato Disney “Il Re Leone” del 1994, nel sequel direct-to-video del 1998 e nel remake del 2019.
È stato il vice direttore della CIA, il viceammiraglio James Greer, in tre film di Jack Ryan, “Caccia a Ottobre Rosso” del 1990, “Giochi di potere” del 1992 e “Sotto il segno del pericolo” del 1994. Per quanto riguarda il suo ruolo più famoso, quello di Darth Vader, Jones fu pagato settemila dollari per prestare la voce al personaggio in “Star Wars IV: Una nuova speranza” del 1977, ma rifiutò i crediti per quel film e per il suo seguito, “Star Wars V: L’impero colpisce ancora” del 1980, per rispetto all’attore che interpretò il ruolo sullo schermo, David Prowse.
Nel 1983, con “Star Wars VI: Ilritorno dello Jedi”, Jones è diventato sinonimo di uno dei villain più memorabili e terrificanti della storia del cinema e ha finalmente ricevuto il riconoscimento per il suo lavoro. È poi tornato a prestare la voce di Fener per “Star Wars III – La vendetta dei Sith” del 2005 e “Rogue One: A Star Wars Story” del 2016.
Tra i suoi oltre 80 film, Jones ha interpretato il ruolo di un bombardiere B-52 nella satira sulla Guerra Fredda di Stanley Kubrick del 1964, “Dr. Stranamore” (il suo debutto nel lungometraggio), nel ruolo del primo presidente nero degli Stati Uniti in “The Man” del 1972, nel ruolo del temibile cattivo in “Conan il barbaro” del 1982, nel ruolo di uno scrittore solitario in “L’uomo dei sogni“ del 1989 e nel ruolo di una ex star del baseball cieca in “The Sandlot” del 1993.