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HOTSPOT – Amore Senza Rete, concluse le riprese del film

HOTSPOT – Amore Senza Rete

Sono terminate le riprese di “HOTSPOT – Amore Senza Rete, film che segna la prima co-produzione tra Sony Pictures International Productions e Eagle Pictures.

Diretta da Giulio Manfredonia (Si può fare, Qualunquemente, Rocco Schiavone), questa brillante commedia romantica è interpretata da Francesco Arca (Allacciate le cinture, Gli idoli delle donne, Resta con me) e Denise Tantucci (Tre piani, Io e mio fratello), ed è scritta a quattro mani da Roberto Proia (Come non detto, trilogia Sul più bello, Backstage – Dietro le quinte) e Mauro Graiani (Poli opposti, Copperman).

 Shebnem Askin, EVP, Creative Production & Head of Sony Pictures International Productions, ha dichiarato: “Continuando ad ampliare il nostro portfolio in Italia, siamo molto felici di produrre HOTSPOT – Amore Senza Rete con Eagle Pictures in una location così iconica come Napoli e di lavorare con Giulio Manfredonia – un talentuoso regista con una particolare attitudine alla commedia”.

Tarak Ben Ammar, Presidente di Eagle Pictures, ha aggiunto: “L’inizio di questa partnership produttiva con Sony Pictures International Productions segna un traguardo importante per la nostra società, che inizia così ad affermarsi anche a livello globale. HOTSPOT – Amore Senza Rete è il primo di cinque progetti italiani che ci vedranno coinvolti nella produzione in egual misura”.

Nel cast anche Erasmo Genzini (Che Dio ci aiuti) e Anna Lucia Pierro (I bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre), e con Peppe Servillo e l’amichevole partecipazione di Rosalia Porcaro. Il film è stato girato tra Roma e Napoli, anche all’interno dello splendido Teatro San Carlo.

HOTSPOT – Amore Senza Rete, la trama

Tina (Denise Tantucci) è una giovane ballerina che sogna di farsi strada nel mondo della danza. Mentre sta aspettando il suo volo all’aeroporto di Londra, si accorge che la candidatura per un’audizione molto importante per il Teatro San Carlo di Napoli sta per scadere e ha 20 minuti di tempo per inviare la mail. La connessione wi-fi dell’aeroporto non funziona e ha finito i giga. Tina, disperata, nota l’hotspot attivo dell’iPhone di un certo Pietro (Francesco Arca). Presa dal panico, si guarda intorno e urla il suo nome per individuarlo. L’uomo, sorpreso, decide di condividere la sua password con lei. Tina è salva. Qualche settimana dopo, le arriva una notifica sul telefono: il suo wi-fi si è collegato di nuovo all’hotspot di Pietro. Un evento fortuito o un segno del destino?

 
 

La Casa dei Fantasmi, il nuovo film Disney in anteprima al Giffoni Film Festival

La Casa dei Fantasmi (Haunted Mansion)

La Casa dei Fantasmi (Haunted Mansion) è il titolo della nuova avventura Disney che arriverà nelle sale italiane il prossimo 23 agosto ma i juror di Giffoni, provenienti da oltre trenta nazioni, potranno vederlo in anteprima il 27 luglio nell’ambito della 53esima edizione del festival, in programma dal 20 al 29.

Sarà un’occasione straordinaria, destinata non solo ai giurati ma a tutto il pubblico del festival che avrà la possibilità, con una doppia proiezione, di vivere in esclusiva questa avventura da brividi.

Ispirato alla classica attrazione del parco a tema, il film Walt Disney Pictures La Casa dei Fantasmi racconta di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un variegato gruppo di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a liberare la loro casa da intrusi soprannaturali.

Diretto da Justin Simien (Bad HairDear White People) da una sceneggiatura di Katie Dippold (Corpi da reatoGhostbusters), il film è interpretato da un cast comico d’eccezione che include LaKeith Stanfield (Cena con delitto – Knives Out), Tiffany Haddish (Bad Trip), Owen Wilson (Loki), Danny DeVito (Jumanji: The Next Level), Rosario Dawson (Zombieland – Doppio colpo), Chase W. Dillon (La ferrovia sotterranea), Dan Levy (Schitt’s Creek), con i vincitori dell’Academy Award® Jamie Lee Curtis (Everything Everywhere All at Once) e Jared Leto (House of Gucci).

Il regista Justin Simien ha affermato: “Il nostro team ha lavorato instancabilmente per realizzare un’avventura cinematografica spaventosa, divertente e ultraterrena sia per i nuovi fan che per quelli più accaniti! Non vedo l’ora che il pubblico possa vivere questa versione per il grande schermo dell’iconica attrazione Disney”.

Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich (Aladdin). Nick Reynolds (Easter Sunday) e Tom Peitzman (Il re leone) sono i produttori esecutivi.

 
 

Secret Invasion, Episode 4: ecco quando debutterà

Secret Invasion Nick Fury

La data e l’ora di rilascio dell’episodio 4 di Secret Invasion sono state confermate. Il prossimo episodio uscirà su Disney Plus e seguirà Nick Fury mentre combatte per prevenire l’invasione degli Skrull. Ecco quando uscirà il prossimo episodio di Secret Invasion.

Quando è la data e l’ora di rilascio dell’episodio 4 di Secret Invasion?

La data di uscita dell’episodio 4 di Secret Invasion è il 12 luglio 2023.

  • 12:00 PT
  • 3 AM ET
  • 8:00 BST
  • 9 AM CEST

Sintonizzarsi all’orario sopra indicato darà ai fan l’accesso immediato all’ultimo episodio. Si consiglia di guardare il prima possibile, in quanto è il modo migliore per evitare spoiler sui social media e sui forum.

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Nella nuova serie Marvel Studios Secret Invasion, ambientata nel presente MCU, Nick Fury viene a conoscenza di un’invasione clandestina della Terra da parte di una fazione di Skrull mutaforma. Fury si unisce ai suoi alleati, tra cui Everett Ross, Maria Hill e lo Skrull Talos, che si è costruito una vita sulla Terra. Insieme corrono contro il tempo per sventare l’imminente invasione Skrull e salvare l’umanità.

Il primo episodio di Secret Invasion uscirà il 21 giugno 2023 su Disney+. Ogni episodio della miniserie di sei episodi debutterà ogni mercoledì, fino al finale il 26 luglio 2023. Lo spettacolo è interpretato da Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman e Don Cheadle, tutti che riprendono i loro ruoli dai film del Marvel Cinematic Universe. La serie introdurrà anche i personaggi interpretati da Kingsley Ben-Adir, Emilia Clarke e Olivia Colman nell’MCU. Basato sulla serie di fumetti di Brian Michael Bendis, Leinil Francis Yu, Mark Morales e Laura Martin, Secret Invasion è prodotto da Kyle Bradstreet, con il regista di Let Him Go Thomas Bezucha e Ali Selim come registi.

 
 

The Opera: in corso le riprese del film con Vincent Cassel

The Opera film

Sono in corso a Torino le riprese del film The Opera!, opera-musical diretta, scritta e sceneggiata da Davide LivermorePaolo Gep Cucco, con un cast internazionale composto, tra gli altri, da Valentino Buzza, Mariam Battistelli, Vincent Cassel, Erwin Schrott, con la partecipazione di Caterina Murino, Fanny Ardant, Rossy De Palma. The Opera! è prodotto da Showlab con Rai Cinema, con i costumi di scena realizzati da Dolce&Gabbana. Il film è realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

Le riprese si svolgeranno interamente a Torino e termineranno il 1° agosto. The Opera! narra la storia di tutte le storie: due amanti il giorno delle nozze, un fato crudele, il viaggio oltre la vita. È la storia di Orfeo e Euridice, raccontata in un’opera-musical nella quale il mito è trasposto nella contemporaneità di un linguaggio narrativo dove la parola, la musica, l’opera, il sound design, la moda e le arti visive si fondono. È un film visionario, che rompe schemi e idee preconcette sull’opera, sul musical, sul cinema, in un linguaggio nuovo ed emozionale.

The Opera! usa le più belle arie di Verdi, Puccini, Rossini, Mozart, Vivaldi, Boito, Gluck, inserendole nel flusso narrativo, dove parola parlata e cantata si fondono in un’esplosione comunicativa in cui i differenti stili e generi si ibridano con la bellezza del mito, creando un nuovo linguaggio emotivo.

Il film si avvale delle tecnologie più innovative: riprese all’interno di un virtual set, utilizzo della SGI e dei VFX per poter raccontare l’incredibile viaggio di Orfeo negli inferi. La produzione esecutiva è curata da Luigi De Giglio per la Digilife Movie.

Le riprese del film si svolgono all’interno dei “Prodea Led Studios” di Torino: il primo virtual set cinematografico completo presente in Italia. Uno dei più innovativi al mondo, grazie alla tecnologia LED passo 1.8 mm. A livello internazionale, figura tra i più grandi possedendo un diametro di 16 mt. per un’altezza di 8 mt. Attualmente, in assoluto, in rapporto altezza/diametro, è il più alto al mondo.

The Opera! Prodotto da Showlab con Rai Cinema; realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

 
 

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: ecco la nuova action figures dedicata al film!

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Harrison Ford
Indiana Jones (Harrison Ford) in Lucasfilm's IJ5. ©2022 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino (leggi qui la recensione) è finalmente al cinema, interpretato ovviamente da Harrison Ford nei panni dell’iconico archeologo. Proprio in occasione dell’uscita del film, il quinto della saga, Hot Toys ha svelato una nuova action figures dedicata al personaggio. Questa include occhi mobili insieme a mani intercambiabili, una giacca di pelle, l’iconica frusta, la sua cartella, lo zaino, gli strumenti, una torcia funzionante, lo stesso Quadrante del Destino e altro ancora. La figura in scala 1/6 assomiglia perfettamente a Ford nel film ed è un ottimo esempio di quanto sia incredibile il lavoro di Sideshow e Hot Toys. Qui di seguito, ecco le foto dell’action figures:

Tutto quello che sappiamo su Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Harrison Ford torna nel ruolo del leggendario eroe archeologo per l’attesissimo ultimo capitolo dell’iconico franchise Indiana Jones e il Quadrante del Destino, un’epica e travolgente avventura in giro per il mondo. Insieme a Harrison Ford, il cast del film include Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Antonio Banderas (Dolor y gloria), John Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta), Shaunette Renée Wilson (Black Panther), Thomas Kretschmann (Das Boot), Toby Jones (La Talpa), Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine), Olivier Richters (Black Widow), Ethann Isidore (Mortale) e Mads Mikkelsen (Un altro giro).

Diretto da James Mangold (Le Mans ‘66 – La grande sfidaLogan – The Wolverine) e con una sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry Butterworth e David Koepp e James Mangold, basata sui personaggi creati da George Lucas e Philip Kaufman, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura di Indiana Jones a partire dall’originale I predatori dell’arca perduta nel 1981.

 
 

Batman Forever: lo sceneggiatore ricorda l’incontro con Robin Williams per il ruolo dell’Enigmista

Batman Forever L'enigmista

Sono passati quasi 30 anni da quando Batman Forever è uscito nei cinema e anche se non è amato da tutti, sono molti i fan che lo conservano nel proprio cuore. Il film ha infatti rappresentato un importante allontanamento dai due che lo hanno preceduto – Batman e Batman – Il ritorno diretti da Tim Burton – e ha regalato ai fan una serie di elementi iconici, inclusa la performance di Jim Carrey nei panni di Edward Nygma alias L’Enigmista. Ma secondo lo sceneggiatore Akiva Goldsman, Batman Forever sarebbe stato un film molto diverso se ci fosse stato l’attore inizialmente considerato per il ruolo.

Goldsman ha raccontato a The Playlist che Robin Williams avrebbe dovuto interpretare il noto villain amante degli enigmi, ma le trattative non sono andate a buon fine. Secondo Goldsman, Williams era la prima scelta per il personaggio e tutte le discussioni su questo si sono svolte quando Michael Keaton doveva ancora interpretare Batman nel film. Val Kilmer è infine stato chiamato a sostituire Keaton, portando ad una generale riorganizzazione del progetto. Prima che ciò avvenisse, Goldsman ha spiegato che il regista Joel Schumacher voleva che si incontrasse con Williams per fare un brainstorming su L’Enigmista, per valutare la sua idoneità al ruolo.

Ricordo questo giorno straordinario in cui Joel mi ha mandato a San Francisco e ho passato la giornata nella cucina di Robin e lui parlava solo dell’Enigmista“, ha detto Goldsman. “Ed era tipo, genio non è la parola giusta. Era come se avesse aperto la sua testa e l’intero universo mi stesse parlando”. Alla fine, però Williams e il regista non si sono mai incontrati e il ruolo è stato affidato a Carrey, da Goldsman descritto ugualmente come fantastico per il ruolo. Williams, come noto, aveva cercato di interpretare sia il Joker che L’Enigmista e la mancata opportunità fu una brutta delusione per lui. Ai fan non resta ora che immaginare come sarebbe potuto essere il film se egli avesse davvero interpretato quel ruolo.

 
 

Il gladiatore 2, Russell Crowe: “dovrebbero pagarmi per tutte le fottute domande sul film”

Russell Crowe Il gladiatore 2

Russell Crowe è semplicemente stufo delle continue domande che riceve su Il gladiatore 2, un film in cui non è presente e con cui non ha alcun tipo di coinvolgimento. Rilasciato nel 2000, Il gladiatore originale ha come noto portato Crowe in cima a Hollywood, facendo guadagnare alla star un Oscar come miglior attore per la sua interpretazione di Massimo, il generale diventato gladiatore. Ora, oltre due decenni dopo che quel film ha dominato sia la stagione dei botteghini che quella dei premi, il regista Ridley Scott sta tornando nel mondo dell’antica Roma per un sequel tanto atteso.

Ma poiché il personaggio di Crowe è morto nel film originale, l’attore non sarà presente in Il gladiatore 2. Nonostante ciò sia stato ribadito più volte, Crowe continua a ricevere domande a riguardo. Apparendo al Karlovy Vary Film Festival (via ScreenDaily), l’attore ha dunque chiarito che quando si tratta di ricevere domande su Il gladiatore 2, non è affatto contento. “Dovrebbero pagarmi per la quantità di fottute domande a cui ho dovuto rispondere su un fottuto film in cui non sono nemmeno presente. Non ha niente a che fare con me; in quel mondo sono morto, sei piedi sotto terra, e basta”, ha sentenziato Crowe.

Ammetto di essere un po’ geloso, perché mi ricorda non solo la mia giovinezza, ma anche quello che ha significato per me nella mia vita“, ha continuato poi l’attore parlando del nuovo e del vecchio film. “Non so nulla del cast o della trama ma chiunque sia coinvolto in quel film, se Ridley ha deciso di fare una seconda parte di quella storia, deve avere delle ragioni davvero valide. È tipico di Ridley, ripensare a tutto ciò che ha fatto e trovare il modo di migliorarlo. Quando uscirà, quel film non sarà mai meno che assolutamente spettacolare“, ha poi concluso Crowe, che spera dunque di non dover ricevere altre domande a riguardo.

Il gladiatore 2, tutto quello che sappiamo sul film

Come ormai noto, un sequel di Il gladiatore (attualmente noto solo come Il gladiatore 2) è a tutti gli effetti in lavorazione, con Ridley Scott che torna alla regia del film che vedrà protagonista Paul Mescal nei panni di Lucius, ma anche il ritorno di Connie Nielsen nei panni di Lucilla e Djimon Hounsou in quelli di Juba. Vi sono però anche gli ingressi del premio Oscar Denzel Washington, la star di The Mandalorian Pedro Pascal e l’attore di Stranger Things Joseph Quinn. Fred Hechinger ricopre invece il ruolo dell’imperatore Gela, ottenuto dopo che Barry Keoghan ha dovuto rinunciarvi per via di altri impegni. Fanno poi parte del cast anche la star di Moon Knight, May Calamawy e Derek Jacobi, che riprenderà il ruolo di Gracchus dal primo film.

Al momento non sono noti dettagli sulla trama, ma è possibile immaginare che tra Lucius, il figlio dell’amante di Massimo, Lucilla, e Geta possa generarsi uno scontro al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo film. Non resta dunque che attendere che le riprese di Il gladiatore 2 abbiano inizio, così da poter ricevere maggiori dettagli a riguardo come anche le prime foto in costume dei protagonisti. Ricordiamo che Russell Crowe non sembra essere coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo moriva al termine del primo film. Ad ora, questo sequel è atteso in sala per il 2024.

 
 

Star Wars: Daisy Ridley vuole che John Boyega riprenda i panni di Finn nel nuovo film

John-Boyega-star-wars

Star Wars: L’ascesa di Skywalker ha fortemente accennato al fatto che Finn, il personaggio interpretato da John Boyega, potrebbe essere un Jedi in divenire, ma la cosa non è stata ufficializzata ed è rimasta sostanzialmente irrisolta. Come noto, Boyega non ha mai evitato di criticare l’arco del suo personaggio nel corso della trilogia sequel, ma è sembrato ammorbidirsi un po’ nelle recenti interviste, portando a ipotizzare che potrebbe essere interessato a riprendere il ruolo, magari per completare il suo arco narrativo.

Il posto più probabile in cui ciò può accadere, ovviamente, e il prossimo film di Star Wars diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy e che vedrà anche il ritorno di Daisy Ridley nei panni di Rey. Il film, come noto, sarà ambientato circa dieci anni dopo gli eventi del nono capitolo e dovrebbe essere incentrato sui tentativi di Rey di dar vita ad un nuovo ordine di Jedi. LRM Online sta ora riportando che “gli addetti ai lavori vicini allo studio suggeriscono che il ritorno di Finn potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel collegare la narrazione della trilogia sequel di Star Wars all’imminente nuovo progetto“.

Apparentemente, sia Lucasfilm che la stessa Ridley starebbero spingendo affinché l’attore torni davvero nei panni di Finn. L’attrice, in particolare, vorrebbe accanto a sé il fidato compagno di viaggio, suo amico fidato per tutta la trilogia sequel. Non è ancora certo se l’attore riprenderà effettivamente tale ruolo e quanto spazio potrebbe nel caso avere all’interno del nuovo film. La stessa Rey non è certo sarà la protagonista, ma potrebbe avere un ruolo da mentore per dei giovani Jedi, possibili protagonisti nel futuro della saga.

 
 

Box Office: Indiana Jones primo in classifica

Indiana Jones e il quadrante del destino

Al suo primo fine settimana nei cinema italiani, Indiana Jones e il quadrante del destino, ultimo capitolo della saga, scala la classifica del box office, con un incasso di €557.004 a fronte di un totale di più di 2 milioni di euro.

Al secondo posto ritroviamo Elemental, cartone Disney Pixar primo in classifica lo scorso week end. Il film d’animazione ha un incasso di €311.084 su un totale di quasi 3 milioni e mezzo di euro.

Spider-Man: Across The Spider-Verse è il terzo classificato al box office questa settimana. Il secondo capitolo della serie di film animati sul noto supereroe Marvel incassa €61. 013, con un netto stacco rispetto ai primi due; la pellicola e nei cinema da più di un mese ed ha avuto finora un guadagno totale di più di 6 milioni di euro.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto ritroviamo rispettivamente The Flash, pellicola sul supereroe della DC Comics, e Fidanzata in affitto, nuova commedia con Jennifer Lawrence. The Flash incassa €60. 407 a fronte di un totale di quasi due milioni e mezzo di euro, mentre Fidanzata in affitto arriva ad un incasso di €39.068. Continua a mantenere il suo posto in classifica La Sirenetta, live action sulla nota principessa Disney; sesto classificato al box office di questo week end, il film incassa €39.017 su un totale di quasi 12 milioni di euro.

Al settimo ed ottavo posto ritroviamo Transformers- Il Risveglio, settimo capitolo della serie cinematografica, con un incasso di €35.079, ed Emily, pellicola biografica su Emily Bronte, che incassa €16.426 e soli €216.849 dalla sua uscita nei cinema italiani il 15 giugno.

Agli ultimi due posti del box office di questo fine settimana ritroviamo due pellicole italiane: Un matrimonio mostruoso, commedia con Massimo Ghini, e Rapito, pellicola di Marco Bellocchio. Un matrimonio mostruoso incassa €11.192 nel week end e €171.858 in totale, mentre Rapito raggiunge un guadagno di €9.072 su un totale di più di un milione e mezzo di euro dalla sua uscita nelle sale il 25 maggio.

 
 

Da Grandi: recensione del film con Enrico Brignano

da grandi recensione

Uscito al cinema in sala qualche mese fa è disponibile su Prime Video, da fine giugno, la commedia italiana Da Grandi. Il film già dal titolo può richiamare un grande classico del cinema comico degli anni Ottanta, infatti rievoca il quasi omonimo Da Grande del 1987 con Renato Pozzetto.

Questo reboot ambientato ai giorni nostri è diretto da Fausto Brizzi regista che esordì al cinema sul grande schermo nel 2006 con Notte prima degli esami. Nel remake non troviamo solo il protagonista Marco Marinelli, che nella versione adulta è il comico romano Enrico Brignano, ma anche i suoi amici e compagni di scuola Leo Poggi, Tato Verdini e Serena Lombardi. Le versioni grandi dei tre amichetti sono interpretate da Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Ilenia Pastorelli.

La trama di Da Grandi

Marco è un bambino di 8 anni come tanti che passa la sua vita tra i banchi di scuola e giocando con i suoi coetanei. Durante la festa di compleanno per i suoi 9 anni però non riceve ne la torta che desiderava e neanche il regalo che voleva ma per fortuna ci sono i suoi tre amici del cuore che si fermano a casa sua per un pigiama party. Però per magia, dopo aver esaudito il desiderio di diventare tutti e quattro adulti, soffiando la fiamma di una candelina posta su un muffin, al loro risveglio alla mattina presto si ritrovano improvvisamente grandi. Ovviamente prima spaventati e poi divertiti, dopo aver indossato gli abiti dei genitori del festeggiato, scappano per vivere la vita da persone adulte.

Dopo qualche ora finalmente i genitori si accorgono che i loro figli non sono al parchetto ma sono scomparsi e chiamano la polizia che subito inizia ad indagare sulla misteriosa sparizione. I quattro amici invece iniziano a capire che la vita degli adulti non è così bella, anzi è piena di problemi e molto faticosa, quindi cercano un tetto per dormire con i pochi soldi che Marco ha rubato dalla borsa di sua madre prima di uscire di casa. Serena con i tre amici si trasferisce a vivere nel bed & breakfast che appartiene alla loro maestra Francesca (Valeria Bilello) di cui il protagonista è innamorato da sempre.

Proseguendo la trama di questa commedia è come se ciascuno di loro diventasse la proiezione del proprio se stesso in futuro. Serena scopre l’amore per il tennis e si ritrova ad insegnare lo sport affiancata ad un coach del circolo che è suo padre. Leo capisce l’importanza di aiutare i nonni in casa e lavora da loro come badante un po’ pasticcione ma con un cuore d’oro. Tato abile pianista si scopre gay e innamorato del preside della scuola elementare che frequenta e invece Marco oltre a fidanzarsi con l’amata Francesca dopo un appuntamento al lunapark, trova impiego come baby-sitter ed educatore di bambini.

Ovviamente nel film Da Grandi nessuno sa della loro trasformazione, anzi saranno gli stessi quattro protagonisti a definirsi rapitori dei bambini scomparsi e chiedere un riscatto in banconote da cinque euro. Alla fine dopo un rocambolesco inseguimento in auto per le vie della città da parte della polizia Marco, Serena, Leo e Tato tornano bambini e finalmente capiscono quanto sono fortunati ad essere piccoli.

Un reboot che funziona a metà

Il punto più forte di Da Grandi è decisamente la comicità dei quattro protagonisti versione adulta. Si ride con il quartetto che portano avanti dinamiche diverse dall’originale e facendo leva sui classici della comicità. Quello che spicca di più è Enrico Brignano, il nuovo Marco, che omaggia con la sua spontanietà molte volte l’originale di Renato Pozzetto ma ovviamente più versione romana. Non sono da meno il duo Luca e Paolo e Ilenia Pastorelli anche se loro tre cercano a tutti i costi di scimmiottare il linguaggio dei bambini e dopo un po’ diventa irritante a differenza di Brignano, che si vede fin dal prima scena quanto è a suo agio con il ruolo da bambinone mai cresciuto.

La storia di fondo rimane la stessa del film del 1987, anche se per il pubblico più giovane può ricordargli, per certi aspetti, anche la commedia romantica d’inizio anni Duemila 30 anni in 1 secondo dove la protagonista per magia si ritrova nel corpo di una bella trentenne ma con la mentalità di una bambina. Questo è quello che più hanno in comune Marco e i suoi compagni con Jenna la protagonista della romcom americana, entrambi affrontano la vita da grandi con l’innocenza e la sincerità che solo quando si è piccoli si possiede senza aver paura del giudizio degli altri.

In conclusione Da Grandi è un film che gioca sulle similitudini con l’originale e sul talento comico dei quattro protagonisti dove Enrico Brignano è il trascinatore per tutta la durata del lungometraggio.

 
 

Cleopatra: Gal Gadot promette che il film renderà giustizia alla regina egizia

Gal Gadot Cleopatra

Sebbene non sia chiaro a che punto sia della fase di sviluppo, Gal Gadot condivide la sua eccitazione per il film su Cleopatra e su come renderà giustizia alla verità storica della regina egiza. L’attrice ha, come noto, firmato per produrre e recitare proprio nel ruolo della protagonista e durante una recente intervista con Vogue Hong Kong, la Gal Gadot ha offerto alcuni spunti sul controverso film, il cui intento è anche quello di smontare le false narrazioni che circondano Cleopatra. “Israele confina con l’Egitto e sono cresciuta con così tante storie su Cleopatra, ed è come un nome familiare. Sai, se Wonder Woman è l’immaginaria leader femminile forte, Cleopatra è in realtà quella vera“.

Questo è un perfetto esempio di una storia che volevo raccontare, perché ho iniziato a leggere diversi libri su Cleopatra e ho detto, wow, è affascinante. Tutto quello che ho visto riguardo a Cleopatra nei film era che era una donna seducente che aveva una relazione con Giulio Cesare e Marc Anthonio. Ma la verità è che c’è molto di più di lei. Questa donna era così in anticipo sui tempi. Non posso dire molto. Ma sono così appassionata nel raccontare la sua storia e rendere giustizia a questo personaggio e alla sua eredità e celebrare lei e la sua eredità”, ha raccontato l’attrice.

Abbiamo una bellissima sceneggiatura e non vedo l’ora di condividere questa storia con il mondo e cambiare la narrativa di Cleopatra che la vede semplicemente come una seduttrice”, ha poi concluso la Gadot. Al momento, però, non ci sono precise notizie sullo stato dei lavori del film, già caratterizzato dalle polemiche secondo cui ancora una volta il ruolo di Cleopatra subirà un processo di whitewashing. Nonostante le radici israeliane della Gadot, i detrattori hanno contestato il fatto che lei non condivide le origini miste della figura storica, proprio come già avveniva nel famigerato film Cleopatra con Elizabeth Taylor nei primi anni ’60.

La Gadot si è però sempre espressa in difesa del suo casting, sottolineando che Cleopatra era macedone e che mentre cercavano qualcuno della regione, alla fine hanno ritenuto che fosse lei la scelta migliore per la parte. Con queste controversie e un programma di produzione ancora poco chiaro ad incombere sul progetto, sarà interessante vedere se il film riuscirà a superare tali ostacoli e ottenere un successo maggiore rispetto alle opere che hanno tentato di raccontare la regina egizia, tra cui la recente serie Netflix, Regina Cleopatra, stroncata da critica e pubblico.

 
 

Deadpool 3: una star della Marvel è a Londra, i rumor sulla presenza del Multiverso si intensificano

Deadpool 3

L’apparizione di un attore Marvel a Londra, dove si stanno svolgendo le riprese di Deadpool 3 rende sempre più solide le voci secondo cui il multiverso caratterizzerà pesantemente il debutto nell’MCU di Ryan Reynolds. Recenti indiscrezioni hanno suggerito che il cast di Deadpool 3 è strabiliante, con apparizioni come Channing Tatum nei panni di Gambit, vari cameo di X-Men e persino una probabile comparsa di una precedente versione di Daredevil. Se la trama porterà davvero Deadpool nel Multiverso, le possibilità di cameo di questo genere diventano sempre più concrete.

Come riportato su Twitter da DeadpoolUpdates, l’attore Owen Wilson è stato visto posare per una foto con alcuni fan a Londra, suggerendo così ulteriori speculazioni sul fatto che il suo personaggio Mobius, visto in Loki, apparirà in Deadpool 3. L’apparizione di Wilson nel prossimo sequel era in realtà stata segnalata per la prima volta già da Jeff Sneider, con la TVA presumibilmente coinvolta nell’interferenza multiversale di Deadpool. Dato che il finale di Deadpool 2 ha visto il protagonista usare il viaggio nel tempo per riparare ad alcuni divertenti “errori”, è probabile che queste sue incursioni abbiano attirato l’attenzione della TVA.

Mobius potrebbe dunque presentarsi per tenere sotto controllo Deadpool mentre continua a esplorare il multiverso, presumibilmente finendo poi ufficialmente nell’MCU. La presenza del Multiverso potrebbe dunque essere il filo di congiunzione che spiega molte delle voci circolate negli ultimi mesi sul film, a partire dalla presenza di Hugh Jackman nei panni di Wolverine nonostante tale personaggio sia morto alla fine Logan. Attualmente non è però confermato che Wilson fosse a Londra proprio per partecipare alle riprese del film e dunque non resta che attendere notizie più certe riguardo a ciò che davvero il film presenterà.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3 non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura. Deadpool 3 uscirà il 8 novembre 2024.

 
 

Terminator 2: James Cameron rifiutò alcune idee di Arnold Schwarzenegger per il film

Terminator 2 - Il giorno del giudizio cast

James Cameron non era assolutamente d’accordo con alcune idee di Arnold Schwarzenegger per Terminator 2: Il giorno del giudizio. A rivelarlo è lo stesso attore in un’intervista con Deadline, dichiarando di aver inizialmente insistito affinché nel film Terminator continuasse a uccidere per tutto il film mentre tentava di protegere Sarah Connor e suo figlio John dal temibile T-1000. “Il motivo per cui è diventato un grande successo è stato, numero uno, Jim Cameron. Jim Cameron è uno scrittore geniale. Ha avuto questa idea geniale, anche se all’inizio ero sospettoso. Ha detto “Voglio farti diventare un buon Terminator”. Ho detto “Cosa intendi per un buon Terminator?” Avevo ucciso 68 persone nel primo!”, ha raccontato l’attore.

“‘Nella seconda ne devo ucciderne  almeno 150! Tagliargli la gola e sparargli con un cannone e investirli con un’auto’. – ha poi continuato a spiegare – Dovevo superare Stallone. La mia missione era essere il numero uno nel numero di uccisioni di persone sullo schermo. Ma Cameron detto ‘Arnold, smettila. Sei un ragazzo molto malato. Mi assicurerò che in Terminator 2 non ucciderai una sola persona.’ Ho risposto che era la cosa più stupida che avessi mai sentito. Come può essere Terminator 2 senza che io uccida nessuno? Almeno buttaci dentro qualche cadavere simbolico”. Mentre dunque Schwarzenegger inizialmente odiava il colpo di scena ideato dal regista, l’idea che il T-800 diventasse un eroe si è rivelata una mossa brillante.

Capovolge completamente il Terminator originale e offre anche al T-800 una possibilità di redenzione. Terminator 2: Il giorno del giudizio aggiunge inoltre profondità a una macchina omicida robotica e in qualche modo banale, e aiuta anche a fornire al franchise di Terminator un altro protagonista di lunga data. C’è una ragione per cui i risultati al botteghino di Cameron sono sempre così gratificanti. Egli capisce i film e sa come rendere i personaggi avvincenti. Invece di aggrapparsi al T-800 come cattivo centrale, ha capito che Terminator 2: Il giorno del giudizio doveva fare un aggiornamento sia al franchise di Terminator che al T-800. In tal modo, ha creato il T-1000 e ha fornito un nuovo orribile sviluppo che ha rivoluzionato la serie.

 
 

Barbie: Margot Robbie non avrebbe recitato nel film se non fosse stato soddisfatto un preciso requisito

Barbie margot robbie

L’avere uno scivolo che porta dalla camera da letto direttamente in piscina non è stata l’unica richiesta che Margot Robbie ha messo sul tavolo prima di unirsi al film Barbie. C’era anche un altro requisito fondamentale da soddifare, ora da lei reso noto. Il film, come sappiamo, segue Barbie (Margot Robbie) e Ken (Ryan Gosling) mentre lasciano Barbieland per esplorare il mondo reale, incontrando ogni sorta di ostacolo lungo la strada. Lasciando Barbieland, si lasciano alle spalle anche un’ampia varietà di Barbie e Ken, che vivono la loro vita come gioiosi personaggi giocattolo. Se non fosse stato per il cast stellato che interpreta proprio i vari Barbie e Ken, la Robbie non avrebbe mai accettato di unirsi al film.

In un’intervista con Time, l’attrice ha infatti spiegato quanto fosse importante per lei che il film avesse un cast diversificato. “Non credo che avrei voluto tentare di realizzare un film su Barbie senza una diversità nel cast. Non penso che si dovrebbe dire: ‘Questa è l’unica versione di ciò che è Barbie, ed è ciò a cui le donne dovrebbero aspirare essere e sembrare e agire‘”. L’idea di Barbie come figura ispiratrice è fondamentale per l’intero franchise, ed era dunque importante per l’attrice presentare un cast eterogeneo di Barbie e Ken, offrendo dunque la possibilità a qualsiasi spettatore di identificarsi con un residente di Barbieland.

Proprio come il franchise di Barbie è orgoglioso di produrre bambole di tutte le etnie, il film allo stesso modo non ha paura di presentare molteplici Barbie e Ken. Il che spiega anche perché le altre versioni non assomigliano alla Barbie di Margot Robbie o al Ken di Ryan Gosling. Dopotutto, se tutti assomigliassero a Robbie e Gosling, sarebbe un vero e proprio caos e distinguere i personaggi sarebbe impossibile. La Robbie aveva dunque delle valide ragioni nel richidere un universo di Barbie con un cast diversificato, ed è proprio per questo che il film si preannuncia come un successo estivo.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film sarà al cinema dal 21 luglio.

 
 

Nimona: recensione del film fantasy di Netflix

Nimona recensione film

Un mondo fantasy, medievale ma futuristico dove grandi invenzioni tecnologiche si mescolano a battaglie con le spade. La storia di Nimona, film di Netflix che si trova ai primi posti tra i più visi della settimana, racconta di questo mondo fantastico e delle paure e delle debolezze degli esseri umani. L’animazione si fa carico di un bel bagaglio per spiegare anche ai più piccoli la linea sottile che lega tutti gli abitati del mondo: la diversità. Essere diversi per Nimona non è considerato negativo e mai come oggi un messaggio del genere, in un film su una piattaforma di così tanto rilievo risulta agli occhi dello spettatore così accurato.

Il protagonista è Ballister Boldheart (a cui dà la voce originale Riz Ahmed), cavaliere in un mondo medievale futuristico, viene incastrato per un crimine che non ha commesso, l’unica che può aiutarlo a dimostrare la sua innocenza è Nimona (voce di Chloë Grace Moretz), un’adolescente mutaforma casinista che Ballister è stato addestrato a distruggere. Ma con l’intero regno che vuole prenderlo, Nimona diventa il braccio dentro di Ballister. E mentre i confini tra eroi, cattivi e mostri iniziano a confondersi, i due si mettono in viaggio per cercare di ripulire il nome del giovane cavaliere mentre tutto si mischia a un ritmo punk e caotico.

Diretto da Nick Bruno e Troy Quane, Nimona – uscito il 30 giugno su Netflix – è un’epica avventura su come trovare l’amicizia nelle situazioni più impensate e accettare sé stessi e gli altri per come siamo. Tratto dalla graphic novel candidata al National Book Award e bestseller del New York Times di ND Stevenson.

Nimona, la trama

Nimona film

Ballister sta per ottenere tutto ciò per cui ha lottato e sacrificato. Ha un fidanzato che ama e sta per essere nominato cavaliere. Già nelle prime scene di Nimona si capisce dove i registi Bruno e Quane vogliano andare a parare con la loro riflessione. Un servo di questa società fittizia che viene denominata Ente e per la quale i fedeli servitori vengono addestrati per combattere mostri mutaforma lontani, di una leggenda appartenuta alle generazioni passate. Quando Ballister sta per completare il suo addestramento ed essere nominato cavaliere proprio dalla regina in persona, qualcosa va storto e in poco tempo l’Eroe si ritrova ad essere il cattivo.

Dopo aver vissuto nell’anonimato e come un fuggitivo, come un fulmine a ciel sereno nella vita di Ballister appare Nimona. La mutaforma, senza casa e anche lei con un passato complicato alle spalle, cerca in tutti i modi di aiutare l’Eroe a tornare di nuovo nei suoi panni, riscrivendo la sua storia e non lasciando che cada vittima di un sistema molto più grande di lui. Così lo salva, innumerevoli volte, da situazioni senza via di fuga. Al suo personaggio però, nonostante la riflessione profonda ed esistenzialista che porta sullo schermo, sono riservati anche le parti più divertenti del film. La sua caratterizzazione da adolescente ribelle ma perspicace del nuovo millennio rende il tono del film molto più empatico verso i personaggi.

I mostri sono dentro di noi

Nimona e Ballister

Un messaggio forse troppo forte quello di cui Nimona, film per bambini e ragazzi si fa carico. L’ansia sociale di essere caratterizzati come diversi, mostri a cui viene puntato il dito, è troppo arguta e plateale per poter essere compresa dal piccolo e giovane pubblico. Il personaggio di Nimona cerca di parlare a nome di tutti coloro che si sentono “mostri” e che nella vita sono stati trattati come tali ma lo fa spingendo fino all’estremo questa riflessione. “Per favore, puoi essere normale? Penso solo che sarebbe… più facile se tu fossi una ragazza“, le chiede quando lei si sdraia in metropolitana come un gorilla corallo. “Più facile per chi?“, risponde lei, e lui la rassicura: “Per te! Le altre persone non sono accettate come me“, parole che risuonano forte e chiare nella testa dello spettatore.

Non so se vorrei che lo facessero davvero”, dice quando parla dei cavalieri o delle persone che con il tempo le hanno puntato una spada sul cuore. Ecco perché, quando sul finale, la sua metamorfosi in uno spettro, che si aggira provocando distruzione, sembra irreversibile. Ma il cuore di un cavaliere puro, senza macchia ne paura, riuscirà a portarla nella sua forma originaria. Il raggiungimento della consapevolezza di Nimona di non essere vista solo ed esclusivamente come un mostro porterà al sacrificio finale. La giovane mutaforma salverà l’intera popolazione dalla tirannia della direttrice ormai accecata dalla vendetta. Altra riflessione di cui si fa portavoce Nimona è anche l’aspetto queer, che viene evidenziato dalla coppia omossessuale formata da Ballister e Ambrosius.

Il futuro di Nimona

Nimona film recensione

Il colpo di scena finale lascerebbe intendere a un possibile sequel di Nimona, il cui personaggio si presenta sotto forma “gassosa” a casa di Ballister. Del suo personaggio ambiguo ne viene esplorato poco il passato che sembra in realtà essere molto interessante. Sulle basi della fluidità che i creatori del film hanno voluto trasmettere, ai personaggi e alle loro storie, un sequel di Nimona potrebbe incentrarsi proprio sul suo passato e sulla difficoltà di una bambina mutaforma di adattarsi a un mondo molto più grande di lei e che già poneva le basi su una brutalità ingiustificata nei confronti del diverso.

Se gli argomenti lo rendono un film lontano dalla comprensione del piccolo pubblico la visione potrebbe aprire diverse porte su diverse riflessioni su cui magari anche i giovani spettatori potrebbero soffermarsi. Rimane comunque un film dalle sfumature leggere e la storia segue proprio la classica narrazione da fiaba, come quelle di una volta, ma in chiave moderna.

 
 

Baby Driver – Il genio della fuga: trama, cast e sequel del film

Baby Driver - Il genio della fuga film

Il film del 2017 Baby Driver – Il genio della fuga (qui la recensione), diretto da Edgar Wright, è un concentrato di pura adrenalina, con un ritmo serrato tra sparatorie, inseguimenti e folle corse automobilistiche per la città. L’elemento più originale è però certamente l’utilizzo che il regista fa del suono e della musica, che non si limita ad accompagnare i momenti più esplosivi del film ma lì organizza e scandisce con incredibile precisione. Non sorprende dunque che il film sia diventato da subito un vero e proprio successo, anche grazie al ricco cast di attori coinvolti, incantando tanto la critica quanto il pubblico.

La storia prende vita da un’idea originale di Wright, che l’ha sviluppata per oltre due decenni. Una prima manifestazione di questa si è poi avuta con il videoclip realizzato per il brano Blue Song, il quale ha dimostrato il grande potenziale dello spunto ideato da Wright. Dopo aver abbandonato la regia di Ant-Man, egli si sentì finalmente pronto per realizzare il film che sognava di fare da tempo. Tra le maggiori fonti di ispirazione egli ha in seguito citato film come Vanishing Point, The Driver, Point Break, Le Iene e Heat. Furono necessari grandi effetti speciali come anche un lungo lavoro di post-produzione affinché il film prendesse forma nel modo in cui Wright lo aveva immaginato.

Al momento del suo arrivo in sala, questo si affermò come un grandissimo successo, arrivando ad incassare oltre 226 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 34. Tra i tanti riconoscimenti del film, si ritrovano anche 3 nomination al premio Oscar nelle categorie per il miglior montaggio, il miglior sonoro e il miglior montaggio sonoro. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo atteso sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Baby Driver – Il genio della fuga: la trama del film

Protagonista del film è il giovane Baby, un abile pilota affetto da acufene che affida il proprio talento al servizio del boss criminale di nome Doc. Egli si occupa così di permettere ai rapinatori una rapida fuga in auto a colpo effettuato. Per essere il migliore e il più veloce, Baby si affida alla sua colonna sonora personale, riuscendo a sincronizzare i propri movimenti al ritmo delle canzoni ascoltate. Quando incontra la ragazza dei suoi sogni, Debora, Baby intravede però la possibilità di lasciarsi alle spalle la carriera criminale una volta per tutte. Prima di poter essere libero, però, si trova a dover mettere a segno un ultimo colpo insieme agli scagnozzi Buddy, Darling e Pazzo. Quando questo prenderà una piega inaspettata, egli si troverà a dover affrontare il rischio di perdere la libertà, la vita e il suo nuovo amore.

Baby Driver - Il genio della fuga cast

Baby Driver – Il genio della fuga: il cast del film

Per il ruolo di Baby, il regista decise di affidare il ruolo all’attore Ansel Elgort, già celebre per Colpa delle stelle e la serie Divergent. Egli riuscì a vincere la parte dopo aver inviato un video dove danzava e cantava in playback il brano Easy del gruppo funk Commodores. Diede così prova delle sue capacità coreografiche, togliendo ogni dubbio sul fatto che fosse l’interprete giusto. Egli prese inoltre lezioni di guida per poter eseguire personalmente quante più sequenze possibile a bordo dell’auto. A dare volto a Debora è invece l’attrice Lily James, la quale ha raccontato di essere rimasta talmente tanto colpita dal progetto da desiderare a tutti i costi la parte. Per dare vita alla giovane cameriera di cui Baby si innamora, l’attrice ha particolarmente spinto verso un carattere impulsivo, tendente ad ascoltare il cuore e non la mente.

Il premio Oscar Kevin Spacey è invece il boss Doc, il quale organizza tutti i colpi criminali a cui Baby prende parte. L’attore ha ricevuto grandi lodi per la sua interpretazione. Nel ruolo dei suoi scagnozzi si ritrovano poi Jon Hamm nei panni dell’affascinante ma spietato Jason van Horn, alias Buddy. Il personaggio è l’unico scritto da Wright con un attore già in mente per questo. Anche lui, come Elgort, dovette prendere diverse lezioni di guida per poter eseguire molte delle spericolate manovre richieste. Eiza Gonzalez interpreta invece Monica Castello, alias Darling, la moglie di Buddy. L’attrice si dichiarò interessata al ruolo ritrovando in esso una figura femminile particolarmente complessa e vigorosa. Il premio Oscar Jamie Foxx, infine, è Leon Jefferson III, alias Pazzo. Il regista raccontò di aver avuto timore ad offrire a questi la parte, temendo che non avrebbe accettato un ruolo da non protagonista. Foxx però si innamorò del personaggio, accettando subito di dargli vita.

Il sequel di Baby Driver – Il genio della fuga, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Il grande successo del film ha da subito permesso che si ipotizzasse un sequel di questo, da portare al cinema nei prossimi anni. Wright ha in seguito rilasciato alcune dichiarazioni tramite i propri profili social dove annunciava la possibilità che Baby tornasse con un nuovo film, e di avere già diverse idee per sviluppare la storia. Nel 2019 è stato infine rivelato che una prima sceneggiatura è stata completata e che l’attore protagonista, Elgort, ha già avuto modo di leggerla. Ancora non è noto quando le riprese di questo sequel avranno inizio, ma Wright sembra intenzionato a far cominciare quanto prima la lavorazione.

In attesa del sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Baby Driver – Il genio della fuga è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 1 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

Dune – Parte 3 è già in lavorazione con Denis Villeneuve?

Dune: Messiah

Il regista Denis Villeneuve sembra che realizzerà Dune – Parte 3. La Warner Bros. ha recentemente pubblicato il trailer di Dune – Parte 2, il prossimo capitolo dell’epica trilogia di fantascienza di Denis Villeneuve, con  Timothée Chalamet (Chiamami col mio nome), nei panni di Paul Atreides, e Zendaya (Spider-Man: No Way Home), in quelli di Chani.. Questo sequel ha avuto il via libera quando il film Dune del 2021 ha avuto successo, con Denis Villeneuve che inizialmente pianificava di adattare il romanzo di Frank Herbert in due parti.

Ci sarà Dune – Parte 3?

Tuttavia, Deadline ha recentemente riferito che Dune – Parte 2 sarebbe il secondo film di una saga pianificata di tre film. Il capo critico cinematografico di Deadline, Pete Hammond, ha confermato Dune – Parte 3 a World of Reel , dicendo: “Questo è ciò che Denis dice essere il piano“. Non è ancora chiaro se il terzo film di Dune sarà anche un adattamento del primo libro o se sarà un adattamento di Messiah. 

Dune: Parte Due, 

Oltre ai due attori poc’anzi citati, nel film recitano anche Rebecca Ferguson (Mission: Impossible – Dead Reckoning), il premio Oscar Javier Bardem (No Country for Old Men, Being the Ricardos), il candidato all’Oscar Josh Brolin (Avengers: Endgame), Stellan Skarsgård (Avengers: Age of Ultron) e Dave Bautista (Thor: Love and Thunder). Fanno inoltre il loro ingresso nel sequel Dune: Parte Due anche Austin Butler (Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei panni dell’Imperatore. Florence Pugh (Black Widow, Piccole donne), Léa Seydoux (Crimes of the Future) e Souheila Yacoub (la serie No Man’s Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e Shishakli, guerriera dei Fremen.

Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo. Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile. In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino. Il film arriverà nei cinema italiani dal 1 novembre e porterà dunque a compimento il racconto intrapreso con il primo film.

 
 

Dune: The Sisterhood, trova il nuovo regista e cambiano due attori!

Dune: Prophecy

Secondo quanto apprendiamo da Deadline, la regista Anna Foerster è stata scelta come nuova regista per l’imminente serie prequel di Max, Dune: The Sisterhood. Questo è accaduto per via dell’uscita di scena di Johan Renck, il regista della serie Chernobyl che ha abbandonato l’incarico lo scorso marzo per conflitti di programmazione. Foerster – che ha diretto episodi di serie di successo come Outlander e Westworld – dovrebbe dirigere più episodi.

Inoltre, il sito americano rivela che Max ha anche accolto con favore l’aggiunta di Olivia Williams di The Crown e la star di The Witcher Jodhi May al cast corale della serie tv Dune: The Sisterhood. Olivia Williams sostituirà Shirley Henderson per il ruolo principale di Tula Harkonnen, mentre May assumerà il ruolo di Natalya, che inizialmente doveva essere interpretata da Indira Varma di Game of Thrones.

La serie tv Dune: The Sisterhood

Dune: The Sisterhood sarà interpretata da Emily Watson, Indira Varma, Sarah-Sofie Boussnina, Shalom Brune-Franklin, Faoileann Cunningham, Aoife Hinds, Chloe Lea, Travis Fimmel, Mark Strong, Jade Anouka, Chris Mason, Josh Heuston e Edward Davis. Ambientato 10.000 anni prima dell’ascensione di Paul Atreides, Dune: The Sisterhood seguirà le Harkonnen Sisters mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la leggendaria setta nota come Bene Gesserit.

Dune: The Sisterhood è ambientato 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreides e segue le sorelle Harkonnen, interpretate da Watson e Henderson, mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la favolosa setta nota come Bene Gesserit. Diane Ademu-John è a bordo come creatrice, scrittrice, co-showrunner e produttrice esecutiva, con Alison Schapker come co-showrunner ed EP. Johan Renck dirigerà il primo episodio e sarà produttore esecutivo, mentre il regista di Dune parte 1 e parte 2 Denis Villeneuve sarà anche produttore esecutivo.

 
 

Ghostbusters: Legacy, Ernie Hudson riflette sull’indimenticabile reunion del film

Ghostbusters legacy

Il riavvio di Ghostbusters del 2016 ha puntato i riflettori su un nuovo gruppo di Acchiappafantasmi al femminile, ma non ha ricevuto una grande risposta da parte del pubblico. Il film non si è rivelato il disastro annunciato, ma non era quello che i fan aspettavano e la decisione di far apparire i membri del cast originale come cameo nei panni di altri personaggi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.

Discorso diverso invece è stato fatto nel pensare Ghostbusters: Legacy che è servito come un vero e proprio sequel dei primi due film, e, in un momento che ha fatto commuovere tutti, il quartetto originale si è finalmente riunito durante il suo atto finale. Bill Murray, Dan Aykroyd ed Ernie Hudson hanno potuto condividere di nuovo lo schermo, mentre i VFX hanno permesso di aggiungere il compianto Harold Ramis al gruppo. È stato un momento speciale per i fan, ma ancora più speciale per gli attori che avevano praticamente rinunciato a tornare nei panni dei rispettivi personaggi.

Parlandoci del suo ruolo in Prisoner’s Daughter (che ora è nelle sale USA), Hudson ha ripensato a cosa significasse per lui girare quella sequenza. “Sì, se n’è parlato così tanto negli ultimi 30 anni, se sarebbe successo o meno… Io pensavo solo che se fosse davvero successo, sarebbe stato grandioso. Ne hanno fatto una versione femminile che era carina, però sai… Quando Jason ha chiamato per l’ultimo, Legacy, è stato fantastico essere sul set e vedere Bill. Ci siamo incontrati di nuovo in quella sequenza di combattimento quando eravamo tutti nelle nostre tute e abbiamo avuto un flashback di quel momento in cui abbiamo girato il primo ed è stato tutta una nuova esperienza a New York, non solo incontrare questi ragazzi, ma vedere la loro follia da vicino di persona [Ride]. È stato divertente e lo è ancora. Lo adoro moltissimo, davvero.”

“So che è stato detto e scritto molto su alcuni dei disagi che ho vissuto personalmente, ma i ragazzi sono sempre stati fratelli in un modo strano o almeno sicuramente cugini [ride]. È bello dopo tutti questi anni continuare a farlo. È uno di quei film che le persone fanno vedere adesso ai propri figli e che ancora amano. È fantastico”. Winston, e gli altri Acchiappafantasmi originali, torneranno con ogni probabilità in Ghostbusters: Firehouse al momento in fase di ripresa e che promette di riportare l’azione a New York.

Di cosa parla il nuovo film di Ghostbusters?

C’è ancora molto macabro mistero che circonda la trama di questo nuovo film di Ghostbusters. Non ha ancora nemmeno un titolo ufficiale anche se il progetto è stato costantemente chiamato “Firehouse”. Questo ovviamente si riferisce all’iconico quartier generale di Ghostbusters a New York. Quello che sappiamo di questo sequel è che sarà una continuazione diretta di Afterlife e che McKenna GraceFinn WolfhardCarrie Coon e Paul Rudd stanno tornando per questa nuova avventura. Il nuovo cast include Kumail NanjianiPatton OswaltJames Acaster ed Emily Alyn Lind. Nell’aldilà è stato rivelato che Callie di Coon era la nipote di Egon ei suoi figli Phoebe e Trevor, interpretati da Grace e Wolfhard, erano pronti per iniziare la prossima generazione di Ghostbusters. La scena dopo i titoli di coda di Afterlife ha visto anche Winston di Ernie Hudson restituire il famoso Echo-1 al loro vecchio quartier generale dei vigili del fuoco a New York. Non è noto se Hudson tornerà per il nuovo film insieme ai suoi co-protagonisti Bill Murray e Dan Aykroyd.

Il sequel di Ghostbusters: Lagacy, che ha il titolo provvisorio di Ghostbusters: Firehouse, dovrebbe ancora arrivare nelle sale entro la fine dell’anno, il 20 dicembre 2023. Inoltre, il sequel farà il suo debutto nello stesso mese di altri progetti di alto profilo come come  WonkaAquaman e il regno perduto  Ghostbusters: Firehouse è diretto da Gil Kenan e si baserà su una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jason Reitman. Il prossimo capitolo della storia della famiglia Spengler vedrà anche il ritorno del cast principale, tra cui Carrie Coon, Paul Rudd e Mckenna Grace, che in realtà è stato il primo membro del cast a confermare il suo ritorno. In precedenza era stato confermato che il  sequel sarebbe tornato ufficialmente a New York City, l’ambientazione originale del franchise.

 
 

Guardiani della Galassia Vol. 3, ecco due scene eliminate

Guardiani della Galassia Vol. 3

In occasione dell’uscita in home video di Guardiani della Galassia Vol. 3, Disney ha messo a disposizione on line due scene inedite del film, tagliate dal montaggio finale, senza ancora gli effetti visivi a ultimarle.

Nella prima scena possiamo avere un assaggio della saggezza di Drax e del suo insolito utilizzo delle metafore, mentre la seconda scena mostra la sorte sanguinolenta riservata a War Pig.

Guardiani della Galassia Vol. 3 – tutto sul film

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

 
 

Captain America: Brave New World, concluse le riprese del film con Anthony Mackie

Captain America: Brave New World

Sono ufficialmente terminate le riprese di Captain America: Brave New World. Secondo il direttore della fotografia del film, Kramer Morgenthau, la produzione del prossimo sequel è terminata, rendendo estremamente probabile che il progetto sia pronto per la data di uscita del 26 luglio 2024. Dopo gli eventi di The Falcon and the Winter Soldier, c’è un nuovo Capitano in città, e avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile quando si troverà coinvolto in una minaccia che potrebbe mettere in pericolo l’intero pianeta.

Dopo aver recitato in diverse produzioni MCU come Falcon, Sam Wilson di Anthony Mackie brillerà nel suo nuovo ruolo di Capitan America. Dopo la pericolosa battaglia contro Thanos (Josh Brolin) durante gli eventi di Avengers: Endgame, Steve Rogers (Chris Evans) ha deciso che era ora di cambiare vita, e prendere una decisione riguardo al futuro del suo ruolo. Il risultato di quel processo di pensiero è stato il passaggio di testimone simbolicamente rappresentato dalla scena in cui un vecchio Steve cede il suo scudo a Sam.

Mentre la trama dell’imminente film rimane nascosta all’interno dell’ufficio di Kevin Feige, ci sono molte trame pendenti negli altri film del MCU che potrebbero essere riprese dall’avventura di Wilson. Tra tutti, quello più interessante sembra essere il destino del Generale Thunderbolts Ross, che in questo film torna con il volto di Harrison Ford, che prende il posto del defunto William Hurt. Sembra che il personaggio sarà il principale antagonista di Cap, soprattutto perché Ross e Sam non hanno una storia di amicizia alle spalle. Ma niente è confermato.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

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Dune: Denis Villeneuve vuole realizzare la trilogia

Dune - Parte Due film
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Il trailer ufficiale di Dune: Parte Due ha permesso ai fan di dare uno sguardo a quella che sarà la continuazione dell’avventura di Paul Atreides (Timothée Chalamet) nei film di Denis Villeneuve, ma chi ha letto le storie di Frank Herbert sa bene che la storia di Paul continua oltre i primi due libri. Ora è stato confermato da Deadline che Villeneuve intende concludere la sua trilogia di Dune in modo spettacolare, immergendosi più a fondo nelle opere di Herbert con un adattamento di Dune Messiah.

Il terzo capitolo continuerà la saga e dovrebbe essere co-scritto da Villeneuve e dallo sceneggiatore Jon Spaihts. Sebbene lo studio non abbia ancora annunciato ufficialmente lo sviluppo attivo della terza parte, i fan possono continuare a sperare nel completamento di questa visionaria trilogia. Questa non è la prima volta che Dune Messiah viene adattato per lo schermo, ovviamente, nel 2003, è uscita la miniserie I figli di Dune che si ispira in gran parte al romanzo.

Naturalmente, il destino di Dune: Parte Due e della successiva trilogia dipenderà dalla sua performance al botteghino. La prima puntata, distribuita tra le sfide della pandemia, è riuscita a incassare una somma di tutto rispetto e ha portato con successo a un notevole seguito di fan.

Dune: Parte Due, la trama del film

Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo. Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile. In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.

Il film arriverà nei cinema italiani dal 1 novembre e porterà dunque a compimento il racconto intrapreso con il primo film.

Nel cast di Dune: Parte Due tornano Timothée Chalamet (Chiamami col mio nome), nei panni di Paul Atreides, Zendaya (Spider-Man: No Way Home), in quelli di Chani, Rebecca Ferguson (Mission: Impossible – Dead Reckoning), il premio Oscar Javier Bardem (No Country for Old Men, Being the Ricardos), il candidato all’Oscar Josh Brolin (Avengers: Endgame), Stellan Skarsgård (Avengers: Age of Ultron) e Dave Bautista (Thor: Love and Thunder).

Fanno inoltre il loro ingresso nel sequel anche Austin Butler (Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei panni dell’Imperatore. Florence Pugh (Black Widow, Piccole donne), Léa Seydoux (Crimes of the Future) e Souheila Yacoub (la serie No Man’s Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e Shishakli, guerriera dei Fremen.

 
 

Ezra Miller: revocato un ordine restrittivo ai suoi danni, l’attore accusa la stampa di “inseguire i clic”

Ezra Miller in-the-chronobowl-in-the-flash

È stato revocato un ordine di protezione temporaneo in Massachusetts contro Ezra Miller. L’attore, in questi giorni in sala con The Flash, è stato accusato dalla madre di un bambino non binario di 12 anni di agire in modo inappropriato. L’attore avrebbe anche molestato la famiglia del bambino.

“Sono incoraggiato dal risultato di oggi e molto grato in questo momento a tutti coloro che sono stati al mio fianco e hanno cercato di garantire che questo grave uso improprio del sistema di ordine restrittivo fosse fermato”, ha scritto Miller in una dichiarazione su Instagram.

Ezra Miller, che usa i loro pronomi e si identifica come non binario, non ha mai affrontato accuse penali. Nella loro dichiarazione su Instagram, Miller ha sostenuto che l’ordine di protezione emesso contro di loro veniva “usato come arma da coloro che cercano attenzione o fugace fama da tabloid o una sorta di vendetta personale quando ci sono persone che hanno un vero e disperato bisogno di questi servizi”.

Miller ha anche criticato il modo in cui la stampa ha coperto la vicenda. “Imploro quei membri dei media che hanno sconsideratamente diffuso false affermazioni e non sono riusciti a riportare accuratamente la verità e il contesto di questa storia, di attenersi a uno standard più elevato e di prendersi il tempo per trovare i fatti, piuttosto che inseguire i clic”.

La star di The Flash è stata coinvolta in diverse controversie negli ultimi anni. Nel 2022, Miller si è scusato per il loro comportamento e ha annunciato di “soffrire [di] complessi problemi di salute mentale” e di aver iniziato un trattamento. Lo scandalo delle pubbliche relazioni, tuttavia, ha oscurato l’uscita e la campagna promozionale di The Flash, alla quale Miller non ha partecipato se non per un’apparizione sul red carpet di Los Angeles, senza però rilasciare dichiarazioni singole alla stampa.

Nella loro dichiarazione su Instagram, Miller ha scritto: “Come nota personale, voglio che tutti sappiano che sto continuando a fare del mio meglio per preservare il mio benessere e quello che posso per invertire il danno collaterale che questo calvario ha causato a me e alle persone vicine per me.”

 
 

Tron: Ares, anche Jodie Turner-Smith nel cast del threequel

Tron 3

Jodie Turner-Smith, star di Queen & Slim e dell’imminente serie Star Wars The Acolyte, si sta collegando alla rete ed entra ufficialmente a far parte del cast di Tron: Ares. La star britannica è l’ultima aggiunta al cast del threequel della Disney, e si unisce a Jared Leto, Evan Peters e la star di “Past Lives” Greta Lee. Joachim Rønning (Maleficent – Signora del male) dirigerà il film da una sceneggiatura di Jesse Wigutow e Jack Thorne, la cui produzione dovrebbe iniziare ad agosto (nonostante uno sciopero degli attori).

Leto interpreterà Ares, la manifestazione di un programma che diventa senziente e attraversa il mondo umano, con Lee come programmatrice di videogiochi e CEO di una società tecnologica che mira a proteggere la sua tecnologia che cambia il mondo. Ulteriori dettagli sulla trama, comprese le specifiche del ruolo di Turner-Smith, vengono tenuti nascosti. Dopo la sua straordinaria interpretazione in Queen & Slim della Universal, Turner-Smith ha recitato in ruoli straordinari in After Yang di A24 con Colin Farrell, Without Remorse di Amazon Studios con Michael B. Jordan e The Independent di Peacock con Brian Cox, oltre a ruoli importanti in White Noise e Murder Mystery 2 di Netflix.

Jodie Turner-Smith ha anche recitato nel ruolo di Anne Boleyn nella miniserie in tre parti della Sony Pictures Television, trasmessa inizialmente su Channel 5 nel Regno Unito prima di debuttare su AMC + negli Stati Uniti. È stata nominata per un NAACP Image Award per la sua interpretazione. La vedremo presto in Bad Monkey, al fianco di Vince Vaughn nella serie AppleTV+ basata sul romanzo di Carl Hiaasen del 2013, e ha recentemente terminato la produzione di Star Wars: The Acolyte per Disney+.

Turner-Smith si unisce al franchise di Tron che porta avanti l’eredità dell’avventura fantascientifica di lunga data. Il film originale, interpretato da Jeff Bridges, ha debuttato nel 1982 ed è stato un flop al botteghino nonostante le sue rivoluzionarie innovazioni negli effetti visivi digitali. Nel corso del tempo, il film ha sviluppato un seguito di culto, che ha portato al sequel del 2010 Tron: Legacy, interpretato da Bridges, Garrett Hedlund e Olivia Wilde e diretto da Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick) al suo debutto alla regia.

 
 

1918 – I giorni del coraggio: tutto quello che c’è da sapere sul film

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Uno dei generi più popolari al cinema è quello del film di guerra. Appartengono ad esso tutti quei lungometraggi che ripropongono battaglie o episodi realmente accaduti nel contesto delle guerre passate, oppure inventando racconti che si situano però all’interno di un contesto storico veritiero. Negli ultimi anni, in particolare, la Prima Guerra Mondiale è tornata protagonista sul grande schermo grazie a tre titoli molto apprezzati: 1917, Niente di nuovo sul fronte occidentale e 1918 – I giorni del coraggio. Quest’ultimo, il cui titolo originale è Journey’s End, è in realtà il primo arrivato in sala dei tre, nel 2017, per la regia di Saul Dibb.

In Italia, sfortunatamente, è stato distribuito direttamente in DVD e nel solo 2020, con un titolo italiano con cui si è cercato di cavalcare l’onda del successo ottenuta da 1917, in un certo senso accostando due film in realtà legati solo dal contesto in cui sono ambientati. Perché mentre il film di Sam Mendes non è basato su nessun reale episodio di quel conflitto, 1918 – I giorni del coraggio propone invece il racconto di personaggi inventati ma inseriti in un preciso evento di quella grande guerra, ovvero l’Offensiva di primavera.

Il film è però prima di tutto l’adattamento dell’omonimo testo teatrale del 1928 di Robert Cedric Sherriff, già adattato per il grande schermo nel 1930, nel 1931 e nel 1976, ma anche nel 1988 come film TV per la BBC. Per tutti gli appassionati dei film di guerra, questo nuovo adattamento è dunque un film imperdibile, passato in sordina ma decisamente da riscoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune  dettagli di esso. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori informazioni sulla trama, il cast di attori e la storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

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La trama di 1918 – I giorni del coraggio

Il film è mbientato durante gli ultimi mesi della Prima Guerra Mondiale, nell’aprile del 1918, alla vigilia dell’Offensiva di Primavera, ovvero l’ultimo tentativo da parte dell’esercito tedesco di rovesciare le sorti della guerra. La vicenda si svolge in una trincea sul fronte occidentale francese, ad Aisne, dove un manipolo di soldati inglesi guidati dal capitano Denis Stanhope, attende in prima linea l’attacco della Germania. Fresco di addestramento, nonostante gli avvertimenti, il sottotenente Jimmy Raleigh decide di farsi assegnare proprio al battaglione di Stanhope.

I due sono infatti amici d’infanzia e Raleigh spera dunque di poter affrontare gli orrori della guerra accanto a qualcuno in grado di allietare anche i momenti più difficili.  Egli tuttavia si trova dinanzi ad un uomo molto diverso da quello di un tempo e che imparerà a conoscere di nuovo nei sei giorni di attesa prima dell’offensiva nemica. La guerra ha profondamente cambiato Stanhope e più la nuova battaglia si avvicina, più i rapporti tra i due diventano tesi. In quel tempo d’attesa, inoltre, Raleigh e gli altri soldati si troveranno anche a dover fare i conti con le proprie paure e speranze.

Il cast di 1918 – I giorni del coraggio

Ad interpretare il protagonista, ovvero il sottotenente Jimmy Raleigh, vi è l’attore Asa Butterfield, oggi meglio noto per la serie Netflix Sex Education. L’attore Sam Claflin, visto anche in Io prima di te e Resta con me, recita invece chi nei panni del capitano Denis Stanhope. Durante alcune ricerche svolte per prepararsi al film, Claflin ha scoperto che il suo bis-bisnonno era in un battaglione inviato alla battaglia di St. Quentin, la stessa rappresentata alla fine del film. Nel film recitano poi gli attori Paul Bettany nel ruolo del tenente Osborne, Toby Jones in quelli del soldato Mason e Stephen Graham per il ruolo del sottotenente Trotter.

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1918 – I giorni del coraggio, l’opera da cui il film è tratto e la storia vera

Come anticipato, il film è il quinto adattamento cinematografico dell’opera teatrale Journey’s End, scritta nel 1928 da R. C. Sherriff. Questi aveva visto in prima persona l’effetto di anni di guerra sui suoi amici e conosceva la paura e il terrore dell’aspettare un attacco imminente, aspettando la fine del proprio viaggio (da qui il titolo dell’opera). I personaggi della commedia sono dunque basati sugli uomini con cui Sherriff aveva prestato servizio nel 9° battaglione del reggimento dell’East Surrey. L’autore, inoltre, ambienta il proprio racconto nei giorni precedenti l’inizio dell’Offensiva di primavera, anche nota come Kaiserschlacht.

Questa si riferisce ad una serie di attacchi predisposti dall’esercito tedesco svoltisi durante la primavera del 1918, con i quali si tentò di recuperare quanto fino a quel momento perso. Le potenze dell’Intesa (Impero Britanico, Francia e Impero Russo) furono colte completamente di sorpresa da tale contrattacco, avvenuto proprio quando ormai si pensava che l’esercito tedesco fosse prossimo al crollo e dunque non più meritevole di particolari attenzioni. Tuttavia, nonostante inizialmente i tedeschi riuscirono effettivamente ad ottenere alcune significative vittorie, dopo tre mesi il loro potenziale si esaurì.

Il comando supremo tedesco, guidato dal feldmaresciallo Paul von Hindenburg e dal suo principale collaboratore, generale Erich Ludendorff, esaurì infatti con questa serie di costose offensive le residue forze dell’esercito, pregiudicando dunque ogni possibilità di vittoria e intaccando anche la capacità di resistenza sul fronte occidentale. Ciò permise all’Intesa di riorganizzarsi e portare avanti l’Offensiva dei Cento giorni, che in pochi mesi ha portato la Germania all’essere costretta ad ammettere la sconfitta, sancita dall’armistizio di Compiègne dell’11 novembre 1918. Nel corso dell’Offensiva di primavera, tuttavia, persero la vita oltre 850 mila soldati dell’Intesa e circa 688 mila soldati dell’esercito tedesco.

Il trailer di 1918 – I giorni del coraggio e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 1918 – I giorni del coraggio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Rai Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 30 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

 
 

DCEU: 10 villain citati ma mai apparsi nei film

DCEU villain Batman

Il DCEU andrà presto incontro a reboot ma, nel suo decennio di vita, ha adattato un’ampia selezione di personaggi della DC Comics, tra cui dieci cattivi che vengono solo citati piuttosto che mostrati. Dopo il successo di The Avengers della Marvel, che ha ridefinito la cultura pop, la Warner Bros. e la DC hanno iniziato il loro universo condiviso con L’uomo d’acciaio del 2013, il cui focus sulle origini di Superman non ha impedito di alludere a un più ampio universo DC che circonda Clark Kent. Nelle ultime puntate del DCEU, prima del parziale reboot di James Gunn e Peter Safran, il franchise ha riconosciuto o almeno fatto riferimento a dieci supercriminali senza raffigurarli visivamente: scopriamo assieme chi sono.

1Reverse-Flash

Reverse-Flash, noto anche come Eobard Thawne, è il più grande nemico di Barry Allen e si prevedeva che sarebbe apparso in The Flash del 2023. Reverse-Flash stesso non appare nel film, ma viene citato visivamente più volte. La controparte più giovane di Barry Allen viene mostrata per la prima volta con lo stesso schema di colori giallo e rosso di Reverse-Flash e il fulmine del cattivo Dark Flash, pur essendo solitamente viola, appare occasionalmente rosso, con un ulteriore riferimento alla connessione di Reverse-Flash con la Forza di Velocità Negativa. Il regista di The Flash, Andy Muschietti, conferma anche che Reverse-Flash, nonostante non appaia, è l’assassino di Nora Allen, ribadendo che fa parte del vecchio DC Extended Universe.

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MCU: 6 indizi per identificare uno Skrull

Gli Skrull del MCU possono essere identificati in diversi modi, anche quando si mascherano da qualcun altro. I Marvel Studios hanno introdotto gli Skrull nel MCU in Captain Marvel del 2019, in cui la razza mutaforma cercava rifugio dopo essere stata costretta a una lunga guerra con i Kree. In un importante cambiamento rispetto alla loro storia nei fumetti, gli Skrull del MCU sono stati mostrati come alleati dell’umanità, una razza altrimenti pacifica che si è trasformata in guerrieri per sopravvivere. Tuttavia, Secret Invasion della Fase 5 ha dimostrato quanto gli Skrull possano essere pericolosi: una fazione ribelle si è infiltrata silenziosamente sulla Terra per diversi anni, assumendo le identità di personaggi di alto livello del MCU.

Nelle loro forme naturali, gli Skrull sono immediatamente riconoscibili grazie alla loro pelle verde, alle orecchie a punta e alla mancanza di peli sul corpo. Tuttavia, la loro innata capacità di mutare forma permette loro di assumere la forma di qualsiasi essere vivente fino al DNA, il che consente loro di integrarsi perfettamente in qualsiasi civiltà. Questo è stato visto più volte nella loro breve carriera nel MCU, dato che gli Skrull hanno impersonato personaggi come Soh-Larr, Carol Danvers, R. Keller, Phil Coulson, Maria Hill e Nick Fury in Secret Invasion. Tuttavia, l’impersonificazione degli Skrull non è mai esatta, anche se la voce, il corpo fisico e l’abbigliamento possono essere imitati con precisione: in questo articolo analizziamo 6 indizi per identificare uno Skrull.

1Gli Skrull possono essere individuati nel MCU

Gli Skrull Detector non sono ancora stati visti nel MCU live-action, ma la loro esistenza è stata confermata grazie al fumetto prequel Guardians of the Galaxy Infinite e al romanzo prequel di Captain Marvel, Captain Marvel: Starforce on the Rise. I Rivelatori di Skrull sono in grado di rintracciare un pezzo unico di codice nel DNA di uno Skrull, determinando se quella persona è uno Skrull o meno. Questi rivelatori sono stati utilizzati dai guerrieri Kree durante la Guerra Kree-Skrull e in seguito sono stati venduti da un trafficante del mercato nero su un pianeta chiamato Conjunction, visitato da Gamora. Anche se non sono ancora stati introdotti nel live-action, i rivelatori Skrull potrebbero essere fondamentali per la trama di Secret Invasion. I rivelatori di Skrull giocano un ruolo importante anche nella storia di Secret Invasion della Marvel Comics e in quelle successive: Iron Man di Tony Stark ha persino un rivelatore inserito nella sua tuta, che gli permette di vedere attraverso le illusioni degli Skrull. Si tratterebbe di una tecnologia molto utile nella Fase 5 del MCU, soprattutto se alcuni personaggi di rilievo del MCU si rivelassero Skrull sotto mentite spoglie. È anche possibile che gli eroi con capacità telepatiche, i sensitivi e gli utenti di magia del Marvel Cinematic Universe siano in grado di identificare facilmente chi è uno Skrull, il che significa che per gli Skrull potrebbe non essere così semplice mimetizzarsi nell’umanità come inizialmente previsto.

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Alan Arkin: muore a 89 anni l’attore di Little Miss Sunshine

alan arkin film

L’attore Alan Arkin, premio Oscar per il suo ruolo in Little Miss Sunshine, è morto all’età di 89 anni. La notizia è stata annunciata venerdì mattina dai suoi figli Adam, Matthew e Anthony, che hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a nome della famiglia alla rivista People.

La dichiarazione riporta: “Nostro padre era una forza della natura di talento unico, sia come artista che come uomo. Un marito amorevole, padre, nonno e bisnonno, era adorato e ci mancherà profondamente”.

Alan Arkin è nato nel 1934 a Brooklyn, New York. La sua famiglia era composta da immigrati ebrei dalla Russia e dalla Germania. Suo padre era un artista e scrittore e sua madre era un’insegnante. Ha fatto la sua prima apparizione sul grande schermo come cantante non accreditato in Calypso Heat Wave di Fred Sears. Arkin ha fatto il suo debutto a Broadway nel musical From the Second City. Successivamente ha interpretato il ruolo di David Kolowitz nella commedia di Broadway Enter Laughing, per la quale ha vinto un Tony Award.

Alan Arkin ha ottenuto la sua prima nomination all’Oscar nella categoria Miglior attore per il suo primo ruolo importante sullo schermo nella commedia di Norman Jewison del 1966 Arrivano i russi, arrivano i russi. Arkin è stato nominato di nuovo nel 1968 per il ruolo di muto in The Heart Is a Lonely Hunter di Robert Ellis Miller.

Alla fine ha vinto un Oscar nel 2006 per la sua performance in Little Miss Sunshine, con Steve Carell, Toni Collette e un giovane Paul Dano. Alan Arkin ha accumulato oltre 100 crediti cinematografici nel corso della sua carriera. I film degne di nota includono Catch-22, Edward mani di forbice, Freebie and the Bean, Slums of Beverly Hills e Wait Until Dark, dove ha recitato al fianco di Audrey Hepburn.

Arkin ha avuto anche una significativa carriera a Broadway, sia come attore che come regista. Oltre al Tony Award del 1963 come miglior attore protagonista per Enter Laughing, è stato nominato ai Tony nel 1973 per la regia della produzione originale dell’ormai classico film di Neil Simon The Sunshine Boys, con Jack Albertson e Sam Levene. Altri crediti recitativi a Broadway includono From the Second City del 1961 e Luv del 1964. Ha diretto Hail Scrawdyke! nel 1966, Molly nel ’73 e, più recentemente, Taller Than a Dwarf nel 2000.

Oltre al suo lavoro cinematografico e teatrale, Arkin è stato nominato per sei Emmy Awards, più recentemente per la commedia di Netflix The Kominsky Method. Ha lasciato lo spettacolo dopo la sua seconda serie. Arkin ha anche ricevuto una nomination agli Emmy come attore protagonista in una serie limitata o in un film per il ruolo di Harry Rowen in The Pentagon Papers nel 2003. Il suo altro lavoro televisivo degno di nota include la sua interpretazione di Leon Felhendler in Fuga da Sobibor, e più recentemente come voce di J.D. Salinger nella serie animata Netflix Bojack Horseman.

 
 

Le mie ragazze di carta, trailer e poster del film di Luca Lucini

Ecco il trailer del nuovo film di Luca Lucini, Le mie ragazze di carta. Con Maya Sansa, Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Raffaella Di Caprio, Alessandro Bressanello, Christian Mancin, Marta Guerrini e con Giuseppe Zeno e con la partecipazione di Neri Marcorè, al cinema dal 13 luglio distribuito da Adler Entertainment.

Le mie ragazze di carte, la trama

LE MIE RAGAZZE DI CARTA racconta, attraverso il codice universale della commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città. Siamo alla fine degli anni 70, nel trevigiano, in un periodo in cui la rapida espansione delle città

investe anche la famiglia Bottacin, composta da Primo, Anna e Tiberio. Per loro, e in particolare per il giovane Tiberio, il cambiamento dalla vita contadina a un contesto urbano sarà piuttosto tumultuoso. Il racconto di un periodo storico di grandi trasformazioni sociali ed economiche, in cui anche le sale cinematografiche, luoghi tipici di fruizione comunitaria, dovettero ripiegare verso una programmazione a luci rosse per evitare il fallimento.

 
 

Monte Verità, recensione del film di Stefan Jäger

Monte verità recensione

Monte Verità è il nome che è stato dato nel 1900 al Monte Monescia, una collina sopra la città di Ascona, nel Canton Ticino Svizzero. L’altopiano dà il titolo al nuovo film di Stefan Jäger, regista, sceneggiatore e docente svizzero dalla lunga filmografia durante la quale ha anche spaziato in tematiche e generi piuttosto diversi tra loro. Presentato due anni fa al Festival di Locarno, il film racconta una storia di finzione innestata in una reale dove alcune persone hanno cercato di portare una rivoluzione d’ideali, in un contesto culturale rigido e spigoloso.

Monte Verità, la trama

Siamo all’inizio del XX secolo e l’unico personaggio inventato è quello della giovane moglie e madre Hanna Leitner (Maresi Riegner), anche se il suo sviluppo ha una plausibilità estremamente attinente con la vita della maggior parte delle donne ricche dell’epoca. Hanna soffre d’asma, ha due bimbe che ama follemente ma con cui non può giocare per non affaticarsi su consiglio dei medici che la seguono. Suo marito (Philipp Hauss) è taciturno, dispotico, altezzoso e tremendamente stereotipato. Un bel giorno Hanna inizia una nuova terapia con un dottore allievo di Freud, tale Otto Gross (Max Hubacher), che le parla di un posto immerso nella natura in cui poter essere senza vincoli e dove già alcune persone hanno scelto di trasferire le loro vite.

Tra le primissime immagini di Monte Verità c’è la fuga notturna in treno della protagonista, che si affaccia da un finestrino per guardare sospirante la liberazione appena conquistata, quando le vola via il cappellino di paglia. Dopo qualche attimo in cui resta ferma, rientra e si siede ricomponendosi, guardandosi attorno un po’ in imbarazzo. Una sequenza estremamente chiara nella sua semplicità, che anticipa anche la velocità con cui passa via l’intero film, che tenta di raccontare e parlare di libertà (con la L maiuscola), descrivendo un periodo storico in cui il concetto rappresentava veramente una frattura radicale da ogni legame, idea, relazione.

La ricerca della Libertà

Prendere una posizione come quella dei veri personaggi della storia del Monte Verità, significava essere radiati dalla società, da ogni rapporto familiare, amicale e lavorativo. Tant’è che la comunità che è sorta in quegli anni e durata fino al 1920, è stata d’ispirazione per il movimento dei figli dei fiori, altro periodo storico in cui la ribellione dal padre padrone aveva in sé il desiderio d’interruzione della guerra in Vietnam, o comunque il bisogno di cercare delle risposte a domande a cui il sistema “dei grandi” replicava solo con la repressione.

La base vacillante del film di Stefan Jäger sta proprio qui: nell’aver preso a modello un fatto poggiato su un contesto in cui la lotta veniva da menti d’intellettuali, per annacquarla descrivendo lo svincolo di una giovane donna da un matrimonio opprimente e violento, certamente, ma stilizzandolo in modo quasi adoloscenziale. Hanna infatti sfiora alcuni discorsi con gli altri abitanti della comunità, ma nulla è davvero profondo o approfondito, come in realtà avrebbe potuto essere per risultare credibile. Anche i confronti, che pure ci sono, con la sua precedente vita rimangono sentimentalistici, e il film finisce per banalizzare anche gli stessi argomenti di cui si fa portavoce.

Un crocevia di artisti

Per il Monte Verità, all’epoca, erano passati artisti, letterati e politici di ogni caratura, tra cui Herman Hesse (interpretato da Joel Basman), la danzatrice Isadora Duncan, l’anarchico Bakunin, il dadaista Hugo Ball, l’architetto del Bauhaus Walter Gropius, Paul Klee, solo per citarne alcuni. E tra i fondatori c’è Ida Hofmann (Julia Jentsch), una pianista e insegnate di musica.

Stefan Jäger coglie perciò il pretesto di afferrare temi di cui oggi l’attualità è infarcita, ma conferendogli un’atmosfera eterea, magica, marcatamente superficiale, che finisce per essere molto suggestiva e intrigante – e sicuramente, trattando solo di fotografia, luci e messa in scena, la resa è indiscutibilmente buona – attorno a situazioni che, naturalmente, invece, avrebbero implicato ben più conflitti interiori.