Nonostante il regista
James Cameron abbia inizialmente
confermato che Avatar 3 era vicino al
completamento, i nuovi commenti della star Sigourney
Weaver suggeriscono che il terzo film della saga non
sarebbe invece così vicino all’essere completo come si pensava
inizialmente. Parlando con Screen Rant, alla Weaver è
infatti stato chiesto dello stato di Avatar 3 dopo che la
collega Zoë Saldaña, interprete di Neytiri, ha
confermato che c’era ancora del lavoro da completare sul prossimo
blockbuster. La Weaver ha confermato l’affermazione della Saldaña,
affermando che Cameron sta effettivamente cercando di perfezionare
ciò che ha piuttosto che filmare nuove scene, suggerendo però che a
un certo punto potrebbero rendersi necessarie riprese
aggiuntive.
“So che a gennaio tornerò e
probabilmente farò alcuni pickup, non credo che ci siano scene
completamente nuove da girare“, ha detto l’attrice. “Penso
che ci sarà da migliorare ciò che [James Cameron] ha ottenuto ora
che si sta avvicinando al montaggio, perché ha sempre troppo
materiale. Ama girare. Non saprei nemmeno indovinare cosa potremmo
dover fare, ma penso che forse si tratti di tornare indietro di un
paio di momenti e dargli alcune riprese che non ha ottenuto nel
modo in cui voleva“. Come noto, Avatar 3 è stato
girato subito dopo Avatar: La via
dell’acqua e nel 2020 Cameron ha affermato che questo
terzo film era quasi completo. Dato il noto perfezionismo di
Cameron e la grande quantità di lavoro richiesto da questi film,
sembra però che i lavori sul terzo non siano del tutto
conclusi.
Come noto, attualmente sono previsti
altri tre film del franchise, con Avatar
3 programmato provvisoriamente per
il 20 dicembre 2024, Avatar
4 fissato per il 18 dicembre
2026 e Avatar 5 il 22 dicembre
2028. Con Avatar:
La Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica
ha raggiunto nuove vette: con il film Cameron trasporta il pubblico
nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca
di azione. Interpretato da Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Sigourney Weaver,
Stephen Lang e
Kate Winslet, il film si è affermato come un successo
straordinario. Resta ora da vedere se i lavori ancora in corso su
Avatar 3 rischieranno di far slittare la
sua uscita in sala o se, come più probabile, Cameron abbia tutto
sotto controllo e porterà a termine il film nei tempi previsti.
Mentre continua il processo di
casting per Superman:
Legacy, nuovi rumor suggeriscono che uno dei
cattivi più iconici di Superman potrebbe fare il suo
debutto sul grande schermo proprio in questo film scritto e diretto
da James Gunn. Secondo DanielRPK e Umberto
Gonzalez di The Wrap, il villain noto come
Brainiac sarà infatti presente in
Superman:
Legacy. Creato dallo scrittore Otto
Binder e dall’artista Al Plastino,
Brainiac è apparso per la prima volta in Action Comics n.
242 del 1958 come nemico di Superman. Il supercriminale,
solitamente raffigurato come un androide extraterrestre dalla pelle
verde e calvo, è un noto membro della Legion of
Doom, il che lo rende un cattivo della Justice League e della famiglia Superman.
Brainiac è stato già adattato più
volte al live-action e all’animazione, ma non è mai apparso in un
film per il cinema. Se i rumor circa la sua presenza nel primo film
del nuovo DC
Universe dovessero rivelarsi fondati, Brainiac compirà dunque
anche il suo debutto sul grande schermo, dove potrebbe rivelarsi
una minaccia particolarmente importante per il supereroe
protagonista. Ad ora però non ci sono conferme e in generale ancora
non è noto chi sarà effettivamente il villain del film. Fino ad
oggi si è però parlato di una probabile presenza di Lex
Luthor, con alcuni rumor che suggeriscono però la
presenza di una particolare versione del personaggio, ovvero
Apex Lex Luthor.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è
attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio
ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno.
Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman:
Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista
DCU. “Non vedo
l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che
il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film
d’animazione e giochi”.
Guardiani della Galassia Vol. 3 conclude in
modo emozionante l’attuale capitolo della storia dei Guardiani nel
Marvel Cinematic
Universe. Mentre la squadra affronta il cattivo Alto Evoluzionario, molti degli archi
caratteriali dei Guardiani giungono a una conclusione soddisfacente
e anche strappalacrime.
Sebbene Guardiani 3 sia stato concepito soprattutto
come un capitolo conclusivo per la squadra, esso accenna anche al
futuro del franchise e al suo cast di personaggi amati. Infatti,
diversi dettagli cruciai dell’atto finale del film potrebbero
fornire informazioni su cosa aspettarsi dai Guardiani della
Galassia nel prossimo MCU.
I Guardiani hanno raggiunto il loro
pieno potenziale
Il franchise dei
Guardiani della Galassia è iniziato come film di
supereroi sulla famiglia ritrovata, in quanto ogni personaggio ha
trovato un’appartenenza nella sua nuova squadra. Tuttavia, il terzo
film espande il posto dei Guardiani nel MCU e stabilisce
Knowhere come loro nuova base. Con Knowhere a
disposizione, i Guardiani iniziano a realizzare il loro pieno
potenziale.
Ora i Guardiani della
Galassia sono molto di più di semplici eroi in fuga. Sono
veri e propri eroi che compiono azioni concrete per rendere il loro
angolo di galassia un posto migliore. I rifugiati trovano una casa
su Knowhere, dove i Guardiani li tengono al
sicuro, proteggendoli da pazzi come l’Alto
Evoluzionario.
Adam Warlock è qui per restare
Guardiani
della Galassia Vol. 3 introduce finalmente
l’Adam Warlock di Will Poulter
nel Marvel
Cinematic Universe. Sebbene il personaggio abbia un tempo
limitato su schermo nel film, è evidente nelle ultime scene che è
solo l’inizio per il personaggio nel MCU.
La scena dei titoli di coda ha
rivelato che Adam Warlock è uno dei personaggi che
si uniranno alla formazione inedita dei Guardiani della
Galassia capeggiata da Rocket Raccoon. In
giro per la galassia con la sua nuova famiglia, il personaggio di
Adam Warlock potrà seguire qualche storyline della
Marvel Comics mentre si prepara a lasciare il
segno nel MCU.
Gamora è una Ravager, non una
guardiana
Il film che chiude la
trilogia affronta le conseguenze di Avengers: Infinity War e
Endgame, che hanno visto la Gamora
originale morire ed essere sostituita da una versione di lei in una
realtà alternativa. Mentre gli altri Guardiani
cercano di riconquistare Gamora e avvicinarla alla
loro causa, alla fine accettano che non è più la stessa persona che
conoscevano un tempo, permettendole di tornare tra i
Ravagers.
Gli ultimi momenti del film mostrano
Gamora che si riunisce ai
Ravagers, che la accolgono calorosamente come se
fosse un membro della famiglia. Anche se questa versione di Gamora
non è riuscita a sentirsi a casa con i Guardiani, è bello sapere
che ha trovato una nuova famiglia nei Ravagers.
Il regno dell’Alto Evoluzionario
continua?
L’Alto
Evoluzionario di Chukwudi Iwuji è un
cattivo minaccioso in Guardiani della Galassia Vol. 3, ossessionato
dall’idea di sbloccare i prossimi stadi dell’evoluzione con ogni
mezzo necessario. Sebbene i Guardiani riescano a sconfiggere il
cattivo e a distruggere la sua nave ammiraglia, la morte
dell’Alto
Evoluzionario non viene mai confermata nel film.
È una semplice regola empirica nei
film di supereroi: se il pubblico non vede fisicamente la morte di
qualcuno, quasi certamente è ancora vivo. Per questo motivo, non
sarebbe sorprendente se l’Alto
Evoluzionario tornasse in film futuri, magari
scontrandosi con altre squadre di supereroi del MCU, come i
Vendicatori o gli X-Men.
Mantis ha bisogno di ritrovare se
stessa
Negli ultimi minuti di
Guardiani della Galassia Vol. 3,
Mantis rivela ai suoi compagni di squadra di aver
deciso di mettersi in proprio. Sentendosi come se avesse sempre
ascoltato ciò che le dicevano gli altri, Mantis ritiene di dover
trovare se stessa durante le sue avventure in solitaria.
La partenza di
Mantis lascia intendere che potrebbe ancora avere
un futuro nel MCU. The Marvels, la
prossima avventura spaziale del franchise, è in programma tra pochi
mesi e potrebbe riprendere la storia di Mantis dall’ultimo film dei
Guardiani. Al contrario, la Marvel potrebbe
decidere di adattare l’essenziale storyline di Mantis,
Celestial Madonna, in un altro progetto, magari un
film solista incentrato sul personaggio.
Nessuno è andato via per
sempre
Gran parte dell’attesa
che ha preceduto Guardiani della Galassia Vol. 3 era
focalizzata su quale degli amati personaggi sarebbe morto prima dei
titoli di coda del film. In una brillante sovversione delle
aspettative del pubblico, tuttavia, il film si è concluso senza
uccidere nessuno dei personaggi principali, scelta che ha indicato
che ognuno di loro potrebbe apparire in futuri progetti del
MCU.
Sebbene alcuni membri del cast siano
stati abbastanza chiari sulla loro intenzione di ritirarsi dai
ruoli del MCU dopo Guardiani 3, resta il fatto che nessuno di
questi personaggi è necessariamente scomparso per sempre. La porta
è lasciata aperta per il ritorno di ognuno di loro quando sarà il
momento giusto, e il film lascia anche diversi indizi su quali
Guardiani potrebbero apparire di nuovo presto.
I nuovi Guardiani della
Galassia
L’ultimo film del
MCU di
James
Gunn si chiude con la nomina di Rocket a nuovo leader
dei Guardiani della Galassia. Questo filone della
trama viene rivisitato durante la scena mid-credits, dove
Rocket viene mostrato alla guida di una squadra
tutta nuova, che comprende Groot,
Kraglin, Adam Warlock,
Cosmo e Phyla-Vell.
Sebbene questo film fosse destinato
a chiudere questo capitolo dei Guardiani della
Galassia del MCU, è probabile che
questa nuova squadra apparirà in qualche forma nei film futuri.
Anche se la formazione sarà molto diversa da quella a cui sono
abituati i fan, non sarebbe sorprendente se un quarto film dei
Guardiani della Galassia seguisse la nuova squadra
di Rocket nelle sue continue avventure.
La prima apparizione di Quasar nel
MCU
La scena mid-credits di
Guardiani della Galassia Vol. 3 conferma che
uno dei bambini salvati dalla nave dell’Alto
Evoluzionario si chiama Phyla. Questa
ragazza si unisce ai nuovi Guardiani della
Galassia di Rocket Raccoon, mostrando i
suoi nuovi superpoteri, probabilmente derivati dagli esperimenti
dell’Alto
Evoluzionario. Questo nuovo personaggio sembra essere
un cenno diretto a Phyla-Vell, uno dei numerosi
personaggi che hanno indossato il mantello di Quasar nei fumetti
Marvel.
Questo segna la prima apparizione di
Quasar nel MCU solo alcuni mesi
dopo
Ant-Man and the Wasp: Quantumania aveva falsamente anticipato
l’arrivo del personaggio con il Quaz di William Jackson
Harper. L’iterazione Phyla-Vell di
Quasar nei Marvel Comics è più strettamente
associata ai Guardiani della Galassia rispetto al
suo predecessore, il che indica che potrebbe essere una parte
importante della squadra del MCU.
La forma finale di Groot
La scena a metà dei titoli
di coda di Guardiani della Galassia Vol. 3 mostra una
versione molto diversa di Groot, che sembra essere
cresciuto a dismisura. In piena altezza, Groot sovrasta tutti gli
altri in quella che potrebbe essere la sua forma finale. Inoltre,
le scene precedenti hanno lasciato intendere che un Groot
completamente cresciuto potrebbe anche essere in grado di
pronunciare frasi complete.
La trasformazione di Groot lascia
intendere che diventerà uno dei Guardiani della
Galassia più forti nelle loro continue avventure. Il nuovo
aspetto del personaggio, inoltre, ricorda da vicino il suo design
nei fumetti Marvel Comics, suggerendo che ha davvero raggiunto la
sua forma finale.
Il leggendario Star-Lord
tornerà
Il finale di Guardiani della Galassia Vol. 3 vede Peter
Quill tornare sulla Terra e riunirsi con suo nonno decenni dopo la
loro separazione. Una scena post-credit rivisita il tempo trascorso
insieme prima di promettere che “Il leggendario Star-Lord” tornerà,
indicando che il tempo di Chris Pratt nel MCU è tutt’altro che
finito.
Non è chiaro quando il pubblico
potrà aspettarsi il ritorno di Quill nel MCU, ma sembra molto
probabile che apparirà di nuovo prima della fine della
Saga del Multiverso. Sebbene un’apparizione in
Avengers: Secret Wars sembra inevitabile, è anche possibile che
Quill riceva un proprio film da solista, magari intitolato The
Legendary Star-Lord.
Se state cercando su Netflix una
serie che per tutta la sua durata vi lasci con il fiato sospeso
In silenzio è la scelta giusta. Questa nuova
miniserie è incentrata sul personaggio di Sergio
Cisar interpretato da Aròn Piper, diventato famoso
con il ruolo di Ander Muñoz fin dalla prima stagione del teendrama
Élite. Nel numeroso cast di questo thriller psicologico, diviso
in sei parti, però c’è anche un altro talento del liceo Las
Encinas, infatti spicca il nome anche di Manu
Rìos, visto proprio in questi giorni sul red carpet del
Festival di
Cannes per
Strange Way of Life il cortometraggio di
Pedro Almodóvar.
La trama di In silenzio
In silenzio
comunque non è la solita serie spagnola ma un racconto cupo, sobrio
e ipnotico dove si studia la personalità di un ragazzo che è stato
accusato di aver ucciso entrambi i genitori. La serie parte proprio
da questo avvenimento dove vengono mostrati il cadavere di una
donna e poi di un uomo che sono precipitati dal balcone dell’ultimo
piano di una palazzina di un quartiere benestante di una
contemporanea città spagnola che non viene mai rivelata ma che
sembra Bilbao. Subito viene indagato e arrestato
Sergio il figlio adolescente che non farà
resistenza e mai collaborerà con la giustizia. Negli anni
successivi, passati in detenzione nel carcere minorile, il ragazzo
si chiude in un mutismo e mai rivelerà le motivazioni del crimine e
se veramente è stato lui a commettere il duplice omicidio.
Dopo sei anni, grazie anche alla sua
buona condotta Sergio, soprannominato da tutti come “L’assassino
del balcone”, esce dalla prigione e torna a vivere nella casa,
quella dell’omicidio, ora sua essendo l’unico erede. Oltre a
indossare alla caviglia un’apparecchio elettronico, che segna ogni
suo postamento, il ragazzo non sa che è anche sorvegliato 24 ore su
24, con delle telecamere e dei microfoni nascosti
nell’appartamento, da una psichiatra di nome Ana
(Almudena Amor) e dal suo team di investigatori, che desiderano
studiare se sia un pericolo per la società. L’operazione segreta
nel frattempo essa stessa è supervisionata dal
vicecommissario Cabrera (Aitor Luna), che come si
svela fin dall’inizio, è corrotto ed è stato mandato a
sabotarla.
Il taciturno giovane intanto non
passa le sue giornate sdraiato sul divano e recluso nella casa del
mistero, anzi viene inserito in un programma di recupero, affidato
a un pastore evangelico, molto ambiguo, che lo fa lavorare in una
serra. Il primo episodio si chiude con la presentazione di
Marta (Cristina Kovani) un’addetta alle vendite di
un negozio in centro città ma cosa più importante è una delle tante
ammiratrici di Sergio. La dottoressa Ana non perderà tempo e
chiederà aiuto alla ragazza che accetterà la missione anche
rischiando la sua relazione con il suo fidanzato
Eneko (Manu Rìos) che gestiste un’agenzia
immobilare.
Gli ulteriori cinque episodi, senza svelare troppo la trama piena
di colpi di scena, evidenziano varie dinamiche come quella
dell’abuso emotivo, la manipolazione, l’isolamento e il disprezzo
di sé che prova il protagonista su se stesso. Sergio già dal primo
incontro con Marta si apre e racconta che l’unica ragione della sua
vita è ritrovare la sorella minore Noa, data in
adozione dopo la morte dei facoltosi genitori.La qualità della trama non
annoia mai, anzi ti fa desiderare sempre di più capire chi è
veramente Sergio, del perchè Ana è ossessionata dal suo paziente e
perchè sembra che i due protagonisti, di questo perverso gioco tra
schermi e videoregistrazioni, hanno sempre di più cose in comune.
Alla fine Noa si rivelerà come la soluzione all’intricato caso che
finisce con un vero e proprio salto nel buio del ragazzo e della
sua psichiatra che finalmente si incontreranno di
persona.
Non la solita miniserie
spagnola
In silenzio è un
prodotto seriale con un cast
eccellente che per chi hafamiliarità con le varie produzioni spagnole di Netflix
riconoscerà volti noti e non parlo solo i due giovani attori di
Élite. Quelli che spiccano di più, anche merito dei ruoli
con più sfumature, sono quello del silenzioso Sergio e di Ana.
L’attrice Almudena Amor è impeccabile nel mostrare la sua vera
natura della psichiatra, quella ancora più malata del ragazzo che
vuole capire e curare.
Per concludereanche se la miniserie è piuttosto cupa fin dall’inizio,
viene mostrata sia la corruzione nella polizia che nella setta
religiosa, c’è qualche speranza per i personaggi man mano che lo
spettacolo procede e lo vediamo con il personaggio di Marta o di
Greta (Aria Bedmar) l’unica donna, oltre alla psichiatra che fa
parte del team degli investigatori.In
silenzio è una miniserie che si svela lentamente, capitolo
per capitolo, un’esperienza visiva così eccezionale anche merito
della regia uniforme dei registi Gabe Ibáñezna, Esteban Crespo e
Aitor Gabilondo.
Si è conclusa la 76esima edizione
del Festival di Cannes, e dopo avervi rivelato
tutti i
premiati di questa edizione 2023, ecco tutte le foto dal red
carpet di chiusura con il cast del film Elemental
che chiuderà la Kermesse.
Pixar Animation Studios ha svelato
i primi dettagli del suo 27esimo lungometraggio,
Elemental, che arriverà nel 2023. Diretto
da Peter Sohn (Il viaggio di Arlo, cortometraggio
Parzialmente nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Il
viaggio di Arlo, Cars 2), il film segue le vicende di
un’insolita coppia, Ember e Wade, in una città i cui abitanti sono
fuoco, acqua, terra e aria, e vivono insieme. L’“ardente” giovane
donna e il ragazzo “che segue la corrente” stanno per scoprire
qualcosa di fondamentale: quanto hanno davvero in comune.
Elemental è un film originale ispirato all’infanzia di
Peter Sohn a New York. “I miei genitori sono emigrati dalla
Corea all’inizio degli anni Settanta e hanno costruito un
frequentato negozio di alimentari nel Bronx”, ha affermato il
regista. “Eravamo una delle tante famiglie che si erano
avventurate in una nuova terra con sogni e speranze, in un unico
crocevia di culture, lingue e piccoli bellissimi quartieri. Questo
è quello che mi ha portato a Elemental”.
“La nostra storia è basata sui classici elementi: fuoco,
acqua, terra e aria”, ha aggiunto Sohn. “Alcuni elementi
si mescolano tra loro, altri no. E se questi elementi fossero
vivi?”.
Dopo la trilogia di To all the boys
(To All the Boys I’ve Loved Before, To All the Boys:
P.S. I Still Love You, To All the Boys:
Always and Forever), approda nella nota piattaforma streaming
la serie spin-off XO, Kitty. Ispirata anch’essa
alla trilogia di libri della scrittrice americana Jenny
Han, la serie è il primo spin-off di un film originale
Netflix. Xo, Kitty è formata al
momento da una sola stagione di dieci episodi, ognuno da circa
trenta minuti. Nel cast ritroviamo alcune figure già presenti nei
film: la giovane Anna Cathcart interpreta
nuovamente il ruolo di Kitty, in questo caso come protagonista.
John Corbett (il
mio grosso grasso matrimonio greco) interpreta il padre di
Kitty. Tra le figure nuove nel cast si ricorda Choi
Min-young, nei panni di Dae-heon Kim.
Xo, Kitty: un divertente dramma
adolescenziale
La serie si concentra sul
personaggio di Kitty, vivace sorella minore di Lara Jean,
protagonista dei film. Essendo la più piccola delle tre figlie,
Kitty non ha grandi ricordi della propria madre, morta quand’era
piccola, e desidera sapere di più su di lei. Per questo
motivo decide di fare richiesta alla Kiss, un prestigioso liceo
privato internazionale di Seul. Oltre questo, Kitty vuole andare
alla Kiss per stare finalmente con Dae, ragazzo conosciuto anni
prima in una vacanza in Corea.
Qui la giovane protagonista scoprirà
pian piano molti intrighi che riguardano la madre: Kitty ritrova un
braccialetto nominativo dell’ospedale coreano nel diario della
madre. Quest’ultima, durante il suo periodo alla Kiss, sembra aver
avuto un bambino, quindi Kitty va alla ricerca del suo fratello
scomparso.
Contemporaneamente, una volta
arrivata alla Kiss, Kitty scopre che Dae in realtà sta con Yuri,
una ricca ragazza coreana. Pur sembrando fin da subito la relazione
tra i due come una mera cosa di facciata, il rapporto tra Kitty e
Dae diventa sempre più complicato.
Tra feste, punizioni e triangoli
amorosi, il periodo trascorso alla Kiss porterà Kitty a crescere ed
a vivere dei cambiamenti importanti sul proprio essere.
I classici cliché dei teen
drama
Xo,
Kitty presenta tematiche ed intrecci narrativi molto
simili ad altre serie o film su adolescenti: di conseguenza, se si
è alla ricerca di qualcosa di diverso da guardare, di originale,
questa non è esattamente la serie adatta. Detto questo, ciò non
significa che la serie in sé non sia piacevole da vedere:
semplicemente riporta molti cliché.
Gli intrecci riguardanti gravidanza
nascoste, i triangoli amorosi, sono tutte tematiche molto
ricorrenti in tanti altri teen drama. Un elemento differente in
Xo,Kitty rispetto ad altre serie simili è la
ricerca di una qualche forma di collegamento con la madre defunta:
Kitty desidera conoscere la madre a modo suo, cercando di avere con
lei una sorta di contatto diretto, anche ora che non c’è più.
Un altro tema ricorrente nei vari
film e serie adolescenziali è il rapporto conflittuale con i
genitori. A questo proposito diventa molto interessante il paragone
tra la relazione tra Yuri e sua madre Jina e tra Kitty e suo padre:
mentre Jina opprime la figlia cercando di fare quello che crede che
sia meglio per lei, il padre di Kitty si dimostra sempre aperto al
dialogo, anche alla fine quando Kitty gli rivela una sua grande
scoperta di se.
In XO, Kitty si va
anche ad approfondire la cultura e la tradizione coreana. Questo si
nota sia in maniera indiretta dalla stessa scuola: qui si hanno
strutture nuove, futuristiche ma anche semplici, vengono garantiti
dei sobri dormitori anche agli studenti. Ed inoltre durante gli
episodi vengono narrate feste tradizionali coreane e viene data la
possibilità agli studenti della Kiss di esibirsi in balli tipici
nello spettacolo di fine anno.
Una serie LGBT friendly
Xo, Kitty porta
all’attenzione dello spettatore la comunità LGBT, attraverso vari
avvenimenti e personaggi. In particolare, si nota come questi
orientamenti sessuali vengano percepiti dalla cultura coreana,
ancora parzialmente chiusa sotto questo aspetto. La stessa Jina non
riesce ad accettare che la figlia sia lesbica, e Yuri sente di
dover nascondere la sua omosessualità dalla famiglia e dal mondo,
tanto da avere un finto fidanzato, Dae.
Un altro personaggio attraverso il
quale si può instaurare nel pubblico una certa riflessione sulla
scoperta che vivono gli adolescenti della propria sessualità
riguarda Kitty. Senza fare alcuno spoiler al lettore, si nota come
la protagonista riesca alla Kiss a conoscere meglio il proprio
orientamento sessuale e, di conseguenza, se stessa.
Dopo dieci emozionanti giorni di
proiezioni, conferenze, code, pioggia, star e red carpet, si è
conclusa l’edizione del Festival
di Cannes 2023, la numero 76 per
la kermesse francese. In un mondo del cinema che continua a
raccontare il mondo, a volte trasfigurandolo e altre volte
rendendolo a più chiaro a noi che ci viviamo dentro,
la giuria presieduta da Ruben Ostlund ha
dovuto scegliere i suoi vincitori.
Purtroppo nessuno degli italiani in
gara, ben tre, Alice Rohrwacher, Marco Bellocchio e
Nanni Moretti, ha portato a casa un premio.
In un illustre concorso
internazionale come quello del Festival
di Cannes, c’è anche spazio per un’opera prima:
Banel e Adama, della regista franco-senegalese
Ramata-Toulaye Sy. Il film, pur non convincendo
sotto ogni aspetto, è una delle sorprese di questa edizione del
Festival cinematografico.
Banel e Adama: l’amore nel Senegal delle regole
Un giovane appena entrato nell’età
adulta racconta una leggenda appresa durante l’iniziazione che lo
porterà alla carica di capo villaggio, ereditata dal padre e dal
fratello maggiore, entrambi morti prematuramente. Questa storia è
proprio come la coppia che dà il titolo al film: isolata, come se
fosse fuori dal mondo, ma governata da codici rigorosi.
Banel (Khady Mane) sposa
Adama (Mamadou Diallo) dopo la
morte del fratello maggiore, secondo una tradizione che obbliga le
donne a diventare le mogli di una famiglia, passando da un fratello
all’altro secondo i capricci della vita, ma anche della morte.
Queste regole così ferree e
imprescindibili che sostanziano la vita della comunità ci vengono
introdotte fin dall’inizio, con i due coniugi che si pongono come
ribelli in sfida alla tribù per la loro volontà di rifiutare titoli
e obblighi, e per il loro desiderio di costruirsi una vita lontano
dal villaggio. Banel rifiuta tutto, anche la
maternità, più in generale il suo destino di donna, condannata a
essere solo un grembo per perpetuare la stirpe dei capi a cui
appartiene Adama. Il piano dei due amanti è
chiarissimo: rifiutare il titolo di capo, costruire una casa alla
periferia del villaggio di sabbia e tentare di conquistare la
libertà tanto desiderata vivendo fuori dalla comunità.
Un viaggio tragico immerso nella superstizione
Molto interessante è una seconda
dimensione che Banel e Adama introduce: quella
della superstizione e del modo in cui i segni e il mondo vengono
interpretati alla luce dei divieti sfidati. Le case di sabbia sono
considerate maledette e le azioni di Adama
profanano la tradizione, portando siccità, morte e distruzione in
questa piccola e fragile area nella savana. Il susseguirsi di
problemi che intervengono, portando a un cambiamento
nell’atteggiamento del giovane marito, contribuirà a far
precipitare il film nella tragedia. Adama, che prima si ergeva con
orgoglio davanti ai genitori e ai coetanei, ora si inchina e
scompare gradualmente dalla vista di Banel. Lo
status quo e le tradizioni riprendono il controllo delle sue
azioni, con grande disperazione della donna che pensa solo a lui e
non vuole più aspettare di trasferirsi nella loro nuova casa.
L’impazienza si trasforma quasi in follia: Banel è pronta a fare
qualsiasi cosa pur di non adempiere ai ruoli assegnati dal suo
status di donna al servizio delle famiglie del
villaggio.
Una delle soprese di Cannes 76
Banel e Adama si
affida quasi esclusivamente alla sua estetica così precisa e alla
performance dell’attrice protagonista, Khady Mane,
luce dell’intera narrazione, del resto lineare e anche
programmatica. Molto complessa e decisamente femminista,
l’evoluzione della sua Banel è davvero interessante: con il
progredire della storia, diventa inquietante nel suo opporsi alle
tradizioni e alle convenzioni della comunità. Le usuali tappe del
viaggio dell’eroe – desiderio di fuga, seguito da una rinuncia e da
un esito fatale – non permettono al film di elevarsi al di sopra
della bellezza delle sue inquadrature. Perso nei suoi passaggi
sublimi, quasi da cartolina, Banel e Adama
dimentica di dare corpo alla sua storia e ai suoi personaggi, che
sono la sua ragion d’essere.
Girato interamente in lingua fulani,
Banel e Adama resta comunque una delle sorprese
del Festival
di Cannes 2023: anzitutto, in quanto unica opera prima
presentata in concorso, ma anche per la capacità della regista di
costruire un racconto tragico e sfruttare in maniera sapiente
l’estetica dei paesaggi africani per raccontare il viaggio
interiore dei suoi protagonisti. Certo, al film manca la profondità
e la portata emotiva che gli avrebbero permesso di andare oltre la
sua cornice ben definita, ma Banel e Adama non è
affatto un film fallimentare.
Celebre coppia del cinema italiano e
non solo, Bud Spencer e Terence Hill
hanno girato tra gli anni Settanta e Ottanta diversi film divenuti
popolarissimi a livello internazionale. Dal western Lo
chiamavano Trinità… fino al poliziesco Miami Supercops (I
poliziotti dell’8ª strada), passando per Pari e
dispari, Io sto con gli ippopotami, Chi trova un amico trova un
tesoro e tanti altri. Uno dei loro titoli più amati, da
grandi e piccoli, è però … altrimenti ci
arrabbiamo!, diretto nel 1974
da Marcello Fondato. Commedia d’azione,
questo vanta gag, battute e sequenze ancora oggi iconiche, tanto
note quanto omaggiate.
Pur se privo di particolari trovate
di regia o di messa in scena, … altrimenti ci arrabbiamo!
vanta numerose acrobazie, corse d’auto e, soprattutto, le celebri
scazzottate di cui Spencer e Hill erano grandi maestri. Il film si
affermò come il maggior successo economico tra tutti i film della
coppia e li consacrò a stelle del cinema mondiale. Prima di
intraprenderne una visione, però, sarà utile approfondire alcune
curiosità relative a questo. Qui sarà possibile ritrovare dettagli
relativi alla trama, al cast e a
molto altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
… altrimenti ci
arrabbiamo!: la trama, il cast di attori e la dune buggy
Protagonisti del film sono
Ben e Kid, rispettivamente un
meccanico ed un camionista, accomunati dalla passione per le corse
automobilistiche. Da sempre amici ma rivali, i due si ritrovano a
vincere insieme una competizione, ottenendo come premio una
dune
buggy rossa con la capotte gialla nuova di zecca. L’agognata
vettura, però, viene distrutta nel momento in cui una banda di
sicari al servizio del Capo, mette a ferro e fuoco
il luna park dove i due amici si erano recati. In risposta a
quell’affronto, Ben e Kid decideranno di recarsi personalmente dal
responsabile dell’accaduto, richiedendogli come risarcimento
un’identica dune buggy. Se la loro volontà non verrà rispettata, si
arrabbieranno e non ci sarà pace per nessuno.
Come anticipato, ad interpretare Ben
e Kid vi sono rispettivamente Spencer e Hill. I due, come noto,
divertirono molto a realizzare questo film, apportandovi anche
proprie idee. Il celebre balbettìo effettuato da Spencer durante la
scena del coro dei pompieri, ad esempio, è una sua trovata. Accanto
a loro, nel ruolo del criminale noto come il Capo, vi è l’attore
inglese John Sharp, mentre il suo braccio destro
Attila è interpretato da Deogratias Huerta. Di
particolare rilievo, inoltre, è la presenza del film dell’attore
Donald Pleasence, nel ruolo del Dottore del Capo,
ma celebre in particolare per essere stato Sam Loomis nella saga di
Halloween. In ultimo, Manuel de Blas è il
killer Paganini, mentre Luis Barbero è il gentile
Geremia.
Protagonista del film è ovviamente
anche la dune buggy, qui assunta a pomo della discordia della
vicenda. Tale vettura, destinata alla marcia su sabbia, si
caratterizza per il suo aspetto sbarazzino, divenuta un simbolo del
divertimento estivo. In Italia le prime dune buggy apparvero sul
finire degli anni Sessanta, ma è stato proprio … altrimenti ci
arrabbiamo! ad averle rese popolarissime. Nella metà degli
anni Settanta, infatti, a Roma venne fondata dal pilota di
autocross Adriano Gatto la Puma s.r.l. con sede sulla via
Tiburtina, la quale iniziò a produrre una propria linea di dune
buggy molto simili al “Deserter”. Queste sono poi quelle
utilizzate all’interno del film.
… altrimenti ci
arrabbiamo!: dove è stato girato e la colonna sonora
Per quanto riguarda le location del
film, come anche altri film di Spencer e Hill, anche …
altrimenti ci arrabbiamo! è caratterizzato da località di
differenti paesi. Le scene con il luna park, ad esempio, sono state
girate a Madrid e più precisamente nei pressi dello Stadio Vicente
Calderòn. Sempre nella capitale spagnola, al numero 17 di Calle de
Postas, subito fuori da una porta di Plaza Mayor, si trova l’Hotel
“Petit Palace Posada del Peine”, la cui entrata rappresenta nel
film l’entrata del locale del Capo. La scena dell’inseguimento in
moto, invece, è stata girata nel Lazio, nel bosco di Manziana. La
scena iniziale di autocross è stata girata a Poggio San Romualdo,
una frazione di Fabriano, in provincia di Ancona.
Ad essersi occupati della colonna
sonora del film, invece, sono stati i fratelli
Guido e Maurizio De Angelis,
anche noti come fondatori del gruppo Oliver
Onions. In attività dal 1963, questi hanno firmato la
colonna sonora di diversi film di Spencer e Hill, ma anche di
innumerevoli altri titoli. Per … altrimenti ci
arrabbiamo!, in particolare, il gruppo compose il brano
DuneBuggy, utilizzato per ben sette volte nel
corso della pellicola. Come il film, anche questo conobbe un
estremo successo commerciale, rimanendo nella top ten per oltre
diciassette settimane e risultando il più venduto del 1974 in
Italia. Anche all’estero tale brano ottenne ampi riconoscimenti,
vantando una distribuzione estera in paesi come Cile, Messico,
Francia, Spagna, e Germania.
… altrimenti ci
arrabbiamo!: il remake, il trailer e dove vederlo in streaming
e in TV
Dopo anni di speculazioni, nel 2022
è arrivato al cinema un remake del film. Diretto dagli
YouNuts!, Altrimenti ci
arrabbiamo si propone in realtà più come un reboot che
come un vero e proprio remake, modificando alcuni particolari
dell’originale per dar vita ad un omaggio di quel cult. Ad
interpretare i due protagonisti, qui, sono gli attori
Edoardo Pesce ed Alessandro
Roja. Christian De Sica, invece,
compare nei panni del villain principale, mentre Alessandra
Mastronardi è Miriam, intrigante e pericolosa donna
che aiuterà i due protagonisti. Naturalmente, grande protagonista è
anche in questo caso la mitica dune buggy rossa con la capotte
gialla nuova di zecca.
È possibile fruire di …
altrimenti ci arrabbiamo! grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Infinity+, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
27 maggio alle ore 21:25 sul canale
Rete 4.
Quando nel 2001 il film Shrek arrivò
nei cinema di tutto il mondo, l’animazione cinematografica cambiò
per sempre. Con l’uscita dei successivi tre sequel, quello di
Shrek diventa un vero e proprio fenomeno
globale, dando vita ad uno dei franchise animati più redditizi di
sempre. Grazie ai suoi numerosi riferimenti alla cultura di massa,
come anche l’utilizzo di una comicità scorretta e cinica, si è
affermato come un vero e proprio apri pista per i numerosi
imitatori venuti negli anni a seguire. Nel 2004 è dunque arrivato
al cinema il primo dei sequel, intitolato Shrek
2 e diretto da Andrew Adamson,
Kelly Asbury e Conrad Vernon.
Il celebre orco verde protagonista
del film è basato dell’omonimo libro illustrato del 1990 di
William Steig, poi riadattato per permettergli di
assumere i connotati richiesti dal mezzo cinematografico. Ulteriore
fonte di ispirazione per questo sequel è però stato anche il film
del 1967 Indovina chi viene a cena. Per questo nuovo
capitolo, inoltre, sono state sviluppate tecniche d’animazione
ancor più accurate, che hanno permesso al film di raggiungere un
livello successo in quanto a resa grafica. Ancor più del suo
predecessore, Shrek 2 si affermò poi come un autentico
successo, guadagnando oltre 900 milioni di dollari in tutto il
mondo.
Ad oggi, questo è il tredicesimo
film d’animazione dal maggior incasso di sempre, nonché il più
redditizio della sua serie. Seguito poi anche da Shrek
Terzo e da Shrek e vissero felici e contenti, rimane
uno dei preferiti del grande pubblico, che vi ritrovano tutti gli
elementi già visti nel precedente più diverse gradite novità. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Shrek 2: la trama del film
Dopo gli eventi del primo film,
Shrek e la principessa Fiona sono
ora felicemente sposati e si godono il loro viaggio di nozze. Al
loro ritorno, tuttavia, li aspetta la richiesta dei genitori di lei
di incontrare il principe che l’ha coraggiosamente salvata. I due
reali rimangono però sconvolti nello scoprire che la figlia abbia
deciso di non spezzare l’incantesimo che l’ha resa un’orchessa,
sposando per di più un vero orco. Da quel momento in poi, comincia
una vera e propria sfida piena di tensione tra Shrek e il
Re Harold.
Questi, che aveva sempre desiderato
che la figlia sposasse un vero principe, finisce con il chiedere
l’aiuto della Fata Madrina, la quale proverà in
tutti i modi a far finire il matrimonio della principessa per darla
invece in sposa a suo figlio, il vanitoso principe
Azzurro. La cosa si rivela però più complessa del
previsto, e così viene organizzato un piano per uccidere Shrek.
Reclutato a tal fine, il Gatto con gli stivali
finirà però con il diventare amico dell’orco, e li aiuterà nello
sventare i malvagi piani della Fata. Per Shrek sarà a questo punto
fondamentale dare ulteriore prova del suo valore, tanto per Fiona
quanto per i genitori di lei.
Shrek 2: i personaggi e i doppiatori del film
Una delle punte di diamante dei film
sono i numerosi celebri attori che si sono avvicendati nel
doppiaggio dei personaggi principali e più apprezzati della saga.
Voce originale dell’orco Shrek è il comico Mike
Myers. Questi, particolarmente legato al personaggio,
decise di conferire al personaggio un marcato accento scozzese.
Tale scelta è motivata dal fatto che questo gli ricordava il modo
in cui sua madre gli leggeva le favole. Iconico è poi il ruolo
svolto dall’attore Eddie
Murphy, il quale ha reso celebre il personaggio di
Ciuchino grazie alla propria interpretazione. Conclude il trio di
protagonisti la principessa Fiona, la quale sfoggia la voce
dell’attrice Cameron
Diaz.
I genitori di Fiona, re Harold e la
regina Lillian, hanno invece le voci dei celebri John
Cleese, membro dei Monty Python, e della premio Oscar
Julie Andrews.Antonio
Banderas è la voce di Gatto con gli stivali, e ha
doppiato il personaggio anche per le versioni in lingua spagnola
del film. Altri noti doppiatori sono Jennifer
Saunders per la Fata Madrina e il cantautore Tom
Waits per il personaggio di Capitan Uncino. Per il
doppiaggio italiano, invece, Renato Cecchetto, Nanni
Baldini e Selvaggia Quattrini sono le
voci di Shrek, Ciuchino e Fiona. Giorgio Lopez
doppia re Harold, mentre Francesco Prando è il
principe Azzurro. Massimo Rossi, infine, dà voce
al Gatto con gli stivali.
Shrek 2: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Shrek 2
è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video, Now e Tim
Vision. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film,
avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
27 maggio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Nel 2000 al cinema esce il film
Final
Destination, primo capitolo di una pentalogia
che si è imposta come un cult sia per le sue tematiche, legate alla
predestinazione e all’inevitabilità della morte, quanto per diverse
sequenze entrate nell’immaginario collettivo. Diretto da
James Wong, noto anche come regista della serie
X-Files, il film ha conquistato da subito un grande
seguito di fan, che hanno reso tale pellicola sempre più celebre
nel corso degli anni. Dopo i primi due sequel, nel 2009 è poi
arrivato al cinema The Final Destination 3D
(qui la recensione), diretto
stavolta da David R. Ellis, il quale aveva già
firmato la regia del secondo capitolo.
Dopo il successo di Final Destination 3,
per questo nuovo titolo della serie si decise di puntare sulla
tecnologia del 3D, in quel momento particolarmente diffusa e in
voga. Per il regista e i produttori, però, questa avrebbe dovuto
significativamente aggiungere qualcosa di nuovo al film e alla sua
storia, non fungendo dunque da mero effetto speciale per
sorprendere gli spettatori. Questa novità non impedì però al film
di essere accolto in modo piuttosto freddo dalla critica. Il
pubblico però premiò The Final Fantasy 3D, portandolo ad
un guadagno di circa 186 milioni di dollari.
Tale successo spinse poi a dar vita
ad un nuovo film, Final Destination 5, arrivato nel 2011.
Questo, però, è stato concepito e realizzato come un prequel al
primo capitolo della serie. Ciò rende di fatto The Final
Destination 3D l’ultimo titolo secondo la cronologia degli
eventi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il film ha inizio durante una corsa
di auto, quando Nick O’Bannon ha una terribile
visione: per via di un incidente, quasi tutta l’arena sarà
distrutta uccidendo moltissime persone, tra cui lui, la sua
fidanzata Lori e i due amici Hunt
e Janet. Terrorizzato che ciò possa accadere
davvero, riesce a convincere i ragazzi del suo gruppo e qualche
altra persona a uscire. Non appena fuori, la tragedia che Nick
aveva previsto avviene davvero. Il gruppo di fortunati scampati
alla morte, però, si troverà ad aver soltanto ritardato ciò che è
inevitabile. Quella di Nick, infatti, è stata solo la prima di una
lunga serie di visioni sul destino dei sopravvissuti di quel
giorno.
Tra questi vi è
Carter, un uomo che voleva rientrare in arena per
salvare sua moglie, ma a cui George, la guardia,
lo ha impedito. Mosso dal desiderio di vendicarsi, questi muore
vittima del suo stesso piano. Il giorno seguente anche
Samantha, un’altra sopravvissuta, muore a causa di
un incidente quantomai impensabile e imprevedibile. A poco a poco,
dunque, la morte sembra trovare il modo di andare incontro a tutti
i superstiti al disastro dell’arena, nei modi più cruenti e
sanguinari possibili. Per Nick e i suoi amici, dunque, ha inizio
una sfida che non sembra poter essere vinta in alcun modo.
Curiosità sul cast del film
Protagonista di questo capitolo, nel
ruolo di Nick O’Bannon, è l’attore Bobby Campo,
divenuto celebre proprio grazie a tale film ma noto anche per aver
interpretato Seth Branson nella serie tv Scream. Accanto a
lui, nel ruolo della fidanzata Lori Milligan vi è invece l’attrice
Shantel VanSanten, nota prevalentemente per le
serie One Tree Hill, The
Flash e Shooter. Gli amici di Nick, Hunt e Janet,
sono invece interpretati da Nick Zano e
Haley Webb. Il primo è noto per il ruolo di Vince
nella serie Le cose che amo di te, mentre la Webb è
celebre come Jennifer Blake in Teen Wolf.
Nel ruolo di George, la guardia
dell’arena dove si svolge la corsa d’auto di inizio film, vi è
l’attore Mykelti Williamson, divenuto estremamente
celebre per aver recitato nel ruolo di Bubba, l’amico afroamericano
di Forrest Gump nell’omonimo film. Samantha Lane è invece
interpretata da Krista Allen, conosciuta per serie
come Baywatch, Il tempo della nostra vita e A
proposito di Brian. Per questo stesso ruolo si era proposta
anche l’attrice Ashley Tisdale,
senza però riuscire ad ottenerlo. Infine, Carter Daniels è
interpretato da Justin Welborn.
Il trailer di The Final
Destination 3D e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. TheFinal
Destination 3D è infatti disponibile nei cataloghi di
Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di sabato 27 maggio alle
ore 21:15 sul canale Italia
2.
Dopo oltre due mesi
dall’uscita nelle sale di John Wick:
Capitolo 4, il dirigente di Lionsgate Joe
Drake ha confermato che lo studio ha iniziato a lavorare
su John Wick: Capitolo 5, che è attualmente nelle
prime fasi di sviluppo.
Durante l’ultima chiamata sugli utili di Lionsgate (viaComicbook),
Drake ha parlato del futuro del franchise di successo, rivelando
che il team creativo ha altri tre progetti di John Wick in fase di sviluppo.
“Ora ci stiamo muovendo
attraverso quel franchise, non solo nello spazio dei videogiochi
AAA, ma osservando quale cadenza regolare degli spin-off, la
televisione fa davvero crescere quell’universo in modo che ci sia
una cadenza costante di un franchise che c’è un chiaro appetito dal
pubblico”, ha detto Drake. “Ciò che è ufficiale è
che, come sai, Ballerina è il primo spin-off che uscirà il
prossimo anno. Siamo in fase di sviluppo su altri tre, tra cui
[John Wick: Capitolo 5] e inclusa la serie televisiva, The
Continental, che andrà in onda presto. E così, stiamo
costruendo il mondo e quando arriveranno quei cinque film, sarà
organico – sarà cresciuto organicamente da come stiamo iniziando a
raccontare quelle storie. Ma puoi fare affidamento su una
cadenza regolare di John Wick.
Questa rivelazione di John
Wick: Capitolo 5 arriva dopo che il regista di
John Wick: Capitolo 4 Chad Stahelski ha confermato che
lui e la star principale Keanu Reeves non stanno sicuramente dicendo di
no all’opportunità di raccontare di più sulla storia dell’assassino
protagonista. Prima di questo, Stahelski aveva precedentemente
dichiarato che stavano pianificando di prendersi una pausa dal
franchise.
Il franchise di
John Wick raggiunge il miliardo di dollari
John Wick:
Capitolo 4 ha incassato in tutto il mondo oltre 428
milioni di dollari al botteghino, rendendolo il film di John Wick
con il maggior incasso. Questo risultato ha permesso al franchise
di raggiungere il miliardo di dollari al botteghino mondiale.
John Wick (Keanu
Reeves)
trova una via per sconfiggere la Grand Tavola. Ma prima di
guadagnare la libertà, Wick deve affrontare un nuovo nemico che ha
potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare
vecchi amici in nuovi nemici.
John Wick:
Capitolo 4 è stato diretto da Stahelski da una
sceneggiatura co-scritta da Shay Hatten e Michael Finch, che
subentrerà al creatore del franchise Derek
Kolstad. Il quarto episodio è interpretato da Reeves,
Lance Reddick, Ian McShane, Rina Sawayama, Shamier
Anderson, Bill Skarsgard, Clancy Brown, Hiroyuki Sanada e Donnie
Yen.
La produzione del prossimo film
MarvelThunderboltsche
avrà come protagonista un gruppo di cattivi nel Marvel
Cinematic Universe è stata sospesa. Secondo Deadline ,
la Marvel ha sospeso la produzione del film. Questa
sospensione arriva solo tre settimane prima dell’inizio delle
riprese che avrebbero dovuto partire ad Atlanta. Secondo il
rapporto, la produzione di Thunderbolts riprenderà
dopo la fine dello sciopero WGA. Questo è l’ultimo progetto
Marvel ad essere ritardato, poiché in precedenza
abbiamo segnalato che la pre-produzione di Blade
era stata sospesa e la produzione della serie Wonder
ManDisney+ a Los Angeles era stata
interrotta.
Quando uscirà il film di Thunderbolts?
Thunderbolts era precedentemente
programmato per arrivare nelle sale il 26 luglio 2024, come parte
della Fase 5. A seconda della durata dello
sciopero, potrebbe perdere quella data ed essere ricollocato
altrove nel calendario del 2024. Tuttavia, non è stata ancora
annunciata una nuova data poiché la situazione è ancora in
divenire.
Durante il panel dei Marvel Studios
al D23, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha svelato il roster di
Thunderbolts il
cast è attualmente composto da Red Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ Agente statunitense (Wyatt
Russell) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Harrison Ford sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red
Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo
Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato.
Thunderboltsuscirà
nelle sale il 26 luglio 2024. Jake Schreier (Robot and Frank,
Dave) dirigerà Thunderbolts,
che si baserà su una sceneggiatore scritta dallo
sceneggiatore di Black Widow Eric
Pearson.
Secondo film italiano in concorso
al Festival
di Cannes con La Chimera, il nuovo film di
Alice Rohrwacher che vede
protagonista Josh O’Connor, Carol
Duarte, Isabella
Rossellini, Alba
Rohrwacher e Vincenzo Nemolato. Tornato
nella sua cittadina sul Mar Tirreno, Arthur (Josh
O’Connor), un ladro di tombe etrusco alla ricerca del
suo amore perduto, si riunisce con la sua banda di
briganti. Dopo Le Meraviglie (Grand Prix nel 2014) e Lazzaro
Felice (Premio per la sceneggiatura nel 2018),
Alice Rohrwacher si interroga sulle tracce
del passato ne La Chimera. Ecco tutti i
protagonisti sulla croisette di Cannes.
Ambientato negli anni 80, nel mondo
clandestino dei “tombaroli”, La
Chimeraracconta di un giovane archeologo
inglese (Josh O’Connor) coinvolto nel traffico
clandestino di reperti archeologici. Completano il cast Isabella Rossellini, Carol
Duarte, Alba Rohrwacher e Vincenzo
Nemolato.
La Chimera, come
tutti i film di Alice Rohrwacher, è prodotto da Carlo Cresto-Dina
per tempesta con Rai
Cinema, in coproduzione con Amka Films
Productions (Svizzera) e Ad Vitam
Production (Francia) in collaborazione con Arte
France Cinema. L’uscita del film è prevista per il 2023,
distribuito in Italia da 01.
Quarto film e
quarto Festival
di Cannes per Alice Rohrwacher, che
dopo Corpo celeste (alla allora Quinzaine
des réalisateurs), Le meraviglie e Lazzaro felice torna in concorso per la
Palma d’Oro con La chimera. Il film sarà
distribuito da 01 Distribution entro la fine
dell’anno, ultimo dei tre film italiani presentati sulla Croisette
e a distanza sia da Il
sol dell’Avvenire di Nanni Moretti
sia dal Rapito
di Marco Bellocchio. Una anteprima comunque
importante per una artista che merita sempre attenzione, per quanto
sarà difficile che possa bissare i risultati del 2014 e del 2018,
quando conquistò – rispettivamente il Gran Premio della Giuria e
quello per la Migliore Sceneggiatura del festival francese. Che nel
frattempo ha applaudito la storia di tombaroli nella quale al
protagonista Josh O’Connor (The Crown,
God’s Own Country) si affiancano Isabella
Rossellini e Alba Rohrwacher.
Arthur e il mondo sotterraneo
Arthur è il giovane
archeologo inglese appena uscito dal carcere e intenzionato a
tagliare i ponti con i suoi (ex) amici tombaroli, molto attivi sul
mercato clandestino per le opere d’arte e i reperti archeologici
che trafugano dai sepolcri etruschi tra la Tuscia e la bassa
toscana. Ma ‘l’inglese’ è un elemento imprescindibile per la banda,
che senza la sua capacità di riuscire a percepire la presenza delle
tombe non saprebbe dove scavare. Un dono, del quale forse Arthur
farebbe volentieri a meno, visto che il vuoto che sente nella terra
corrisponde a quello che ha lasciato in lui il ricordo del suo
amore perduto, Beniamina. La sua chimera più dolorosa, quella che
sembra continuare a inseguire in questo viaggio tra vivi e morti,
tra boschi e solitudini.
Ognuno insegue la sua chimera
Ognuno insegue la sua
chimera, anche Alice Rohrwacher, che sceglie un
cast internazionale per arricchire ancora di più il mosaico di
personaggi, tempi, luoghi, livelli, vite e colori del suo nuovo
film. Un vero e proprio “caleidoscopio” nel quale la frammentazione
è complessità, possibilità, libertà, nonostante qualche problema
nel gestire l’armonizzazione e l’equilibrio tra le singole tessere.
Tante e distribuite tra il mondo di sopra e il mondo di sotto, il
presente e il passato, una realtà e l’altra o i diversi elementi di
cui si compone la ricerca della regista e sceneggiatrice, oltre che
autrice del soggetto insieme a Pietro Marcello e
Carmela Covino.
Il primo impatto con il
film è attraverso “l’inglese”,lo spaesato e solitario Arthur di
Josh O’Connor che ci accompagna e che seguiamo dall’inizio alla
fine. Più Caronte che Virgilio, volutamente tramite tra i mondi
diversi che la storia tiene insieme, volontariamente ai margini di
entrambi, dove la sua ricerca del suo scomparso amore è rimasta
delusa. Quella, sentimentale, la chimera del titolo, ma non solo.
Sono “chimere” anche quelle che gli permettono di stabilire un
contatto con l’oltretomba, etrusco nello specifico, per i tombaroli
fonte di sostentamento, per lui, spazio di libertà e di
speranza.
Temi e suggestioni sono
notevoli, spesso però da inseguire nella lunga elaborazione del
lutto che in qualche maniera racconta il film. Nel quale sembrano
esserci troppe deviazioni e parentesi, troppi film nel film, linee
narrative (geniale e felice quella del cantastorie che appare a più
riprese) che si intrecciano alla principale. Effettivamente come
accade nella vita, di tutti noi, che si interrompe, riprende,
cambia direzione, e spesso si ferma a seguire altre suggestioni,
possibilità o urgenze.
Anche lo stile, è quello
proprio della regista, che torna a utilizzare le tonalità tanto
amate e a guardare verso i diseredati, gli innocenti loro malgrado,
la natura e le sue creature. Una comunità ideale nei quali perdono
di senso i confini, tanto spaziali quanto temporali, e le regole,
dell’uomo e di una società che non ha rispetto di nulla e nessuno.
Nella quale non è banale che siano le donne a offrire e cercare
un’alternativa, e a mostrare – come detto dalla stessa Rohrwalcher
– una attitudine diversa nella costruzione delle cose, che dia loro
una vita nuova. Una donna apre e chiude il film, d’altronde, a una
donna è affidato il colpo di scena del plot, donne diverse
caratterizzano il percorso esistenziale di Arthur, dall’Italia di
Carol Duarte alla Flora di Isabella Rossellini, in un ruolo di poca
presenza ma di indubbio peso.
Piani paralleli, che si
sovrappongono e si sviluppano, finendo per tangere, pur con poche
speranze di ricavarne benefici. Soprattutto per l’affollarsi di
storie, livelli, personaggi e final, che non aiutano a rendere meno
involuto il film. Chiuso da immagini bucoliche, il più classico dei
Franco Battiato e un trionfo conciliatorio tra il
sognante e il visionario.
Sono stati annunciati, nell’ambito
del Festival
di Cannes 2023, i vincitori
della sezione collaterale Un Certain Regard.
Incentrata su film d’autore e artisticamente audaci, la selezione
Un Certain Regard 2023 ha incluso 20
lungometraggi, di cui 8 opere prime in competizione anche per la
Caméra d’or (il premio alla migliore opera prima di tutta la
selezione ufficiale).
Quest’anno, il film d’apertura è
stato Le Règne animal di Thomas
Cailley. Presieduta dall’attore americano John C.
Reilly, la giuria comprendeva la regista e sceneggiatrice
francese Alice Winocour, l’attrice tedesca
Paula Beer, il regista e produttore
franco-cambogiano Davy Chou e l’attrice belga
Émilie Dequenne. Un Certain
Regard 2023 si conclude con la proiezione del film
Une nuit di Alex Lutz.
Ecco tutti i vincitori di Un Certain Regard
2023
Un Certain Regard Prize – HOW TO HAVE SEX diretto da
Molly Manning Walker (1st film)
New Voice Prize – AUGURE (OMEN) diretto da Baloji
(1st
film)
Ensemble Prize – CROWRÃ (THE BURITI FLOWER) diretto da
João Salaviza & Renée Nader Messora
Freedom Prize – GOODBYE JULIA diretto da Mohamed
Kordofani (1st film)
Directing Prize – Asmae El Moudir per KADIB ABYAD (THE
MOTHER OF ALL LIES)
Jury’s Prize – LES MEUTES (HOUNDS) diretto da Kamal
Lazraq (1st film)
Con alcuni dei suoi ultimi film, il
regista Marco Bellocchio si è interessato a
ripercorrere e rielaborare alcuni dei più noti eventi della storia
d’Italia, dal rapimento di Aldo Moro con Buongiorno, notte
ed Esterno notte, passando
per la vita privata di Benito Mussolini in Vincere e fino al caso
di Edgardo Mortara con Rapito, attualmente al
cinema. Il suo ultimo film, allo stesso modo, porta sul grande
schermo una delle figure italiane più controverse e complesse
dell’intero Novecento: il pentito di mafia Tommaso
Buscetta. La sua storia è raccontata da Bellocchio
in Il traditore (qui la recensione), presentato
in concorso al Festival di Cannes nel 2019 e affermatosi come uno
dei più importanti e premiati film italiani degli ultimi anni.
Accostatosi a tale personaggio, il
regista si è concentrato in particolare sul darne un ritratto non
come un eroe bensì di un uomo coraggioso, senza condannarlo né
accusarlo. In Il traditore, infatti, Buscetta si erge a
rappresentante di un mondo e un modo di fare ormai in decadenza. La
sua storia diventa così l’occasione per parlare di tematiche
universali, tra cui l’inesorabile caducità dell’uomo e dei suoi
imperi. Bellocchio firma così un nuovo racconto storico e civile,
caratterizzato da una teatralità che divide nettamente Buscetta da
quanti invece gli si contrappongono, ovvero quei mafiosi che lui
andava accusando in modo tanto aperto.
Vincitore di ben sei David di
Donatello, tra cui miglior film e miglior regia, Il
traditore ha conosciuto un successo senza eguali, venendo
candidato anche a diversi premi esteri. Bellocchio si è così
riconfermato uno dei più acuti narratori della storia di un Paese.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla vera
storia. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama del film Il traditore
La vicenda del film ha inizio nei
primi anni ’80, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i
boss della mafia siciliana. In quel periodo, infatti, le fazioni di
Cosa Nostra e i Corleone, capeggiati da Totò
Riina, si contendono la piazza della droga, mantenendo una
facciata di amicizia e collaborazione. Temendo un’imminente guerra
tra i due gruppi, Tommaso Buscetta, anche noto
come il “boss dei due mondi”, decide di trasferirsi in Brasile e
proseguire lì i suoi affari. Ben presto, però, due dei suoi figli e
altri suoi cari vengono giustiziati a sangue freddo, generando in
lui un profondo senso di colpa per averli abbandonati senza
protezione.
Per lui le difficoltà sono però
appena iniziate. Rintracciato dalla polizia brasiliana, egli viene
poi estradato in Italia. Per sopravvivere, Buscetta si trova a
questo punto davanti ad una scelta durissima. Egli accetterà infine
incontrare il giudice Giovanni Falcone e tradire
l’eterno voto fatto a Cosa Nostra. Confessando tutto ciò che sà,
egli diventa un pentito, un traditore, e per tanto ancor di più
condannato a morte. Deciso e costretto ad andare fino in fondo,
Buscetta deciderà di presentarsi anche al maxi processo, dove
incontrerà i suoi ex amici per testimoniare una volta di più contro
di loro.
Il traditore: la vera storia dietro al film
Quella di Buscetta, come noto, è la
storia del primo importante pentito di mafia, la cui collaborazione
con gli organi di giustizia ha portato ad una maggiore comprensione
di questa organizzazione criminale e ad un più duro attacco nei
suoi confronti. Buscetta è entrato a farvi parte nel 1945, all’età
di 17 anni. Dopo essere stato per un periodo in Sud America, nel
1956 inizia ad occuparsi del contrabbando di sigarette e
stupefacenti, diventando anche un pericoloso killer e venendo in
più occasioni arrestato e incarcerato. Per lui la situazione si fa
pericolosa quando, nel pieno di quella che è nota come la
seconda guerra di mafia, si trova a contrapporsi a
Salvatore Riina. Per tirarsi fuori dalla faida,
Buscetta decide di tornare in Brasile.
La vittoria di Riina ha però
ugualmente ripercussioni sulla sua vita, con 11 dei suoi parenti
che vengono brutalmente uccisi, tra cui due dei suoi figli. Nello
stesso periodo, il 23 ottobre del 1983 Buscetta viene riconosciuto
e arrestato dalla polizia locale. Nel giugno 1984 i giudici
Giovanni Falcone e Vincenzo
Geraci si recarono da lui e lo invitarono a collaborare
con la giustizia, gesto che nel codice d’onore mafioso è
inevitabilmente considerato un tradimento da punire con la morte:
il boss lasciò trapelare una velata volontà di intraprendere tale
percorso e lo Stato italiano ne chiese e ottenne allora
l’estradizione alle autorità brasiliane. Buscetta non accettò però
mai di essere definito un pentito, termine con cui in Italia
cominciavano ad essere indicati i collaboratori di giustizia.
Egli dichiarò piuttosto di non
condividere più quella che era la nuova Cosa nostra, poiché, a suo
dire, aveva perso la sua identità. Il 29 settembre 1984, sulla base
delle dichiarazioni di Buscetta, scattò la maxi-retata denominata
“operazione San Michele” con 366 mandati di cattura eseguiti. Nel
1986, invece, Buscetta testimoniò al maxiprocesso di Palermo
scaturito dalle dichiarazioni rese a Falcone. In seguito, egli si
ritirò nuovamente nell’anonimato, denunciando però sul finire degli
anni Novanta lo stretto rapporto tra mafia e politica. Ammalatosi
di cancro, Buscetta morì infine il 2 aprile 2000, all’età di 71
anni, a North Miami, in Florida, negli Stati Uniti.
Il traditore: il cast del film
Ad interpretare il complesso ruolo
di Tommaso Buscetta vi è l’attore Pierfrancesco
Favino, in una delle interpretazioni migliori della
sua carriera. Eppure, inizialmente, egli sembra stesse per perdere
l’occasione di avere questo ruolo, essendo rimasto insoddisfatto
dal suo provino. Riuscì però a convivere Bellocchio a dargli una
seconda possibilità, sbalordendo poi tutti con un’interpretazione
particolarmente intensa. Per calarsi nei panni del pentito,
infatti, Favino ha condotto approfonditi studi, ricercando dettagli
sulle sue movenze e il suo modo di parlare. Si è poi trovato ad
acquisire ben nove chili, al fine di avere un fisico più
imponente.
Ad interpretare Salvatore Contorno,
altro pentito di mafia e amico di Buscetta, vi è invece l’attore
Luigi Lo Cascio. Anche lui si trasformò
profondamente per il ruolo, arrivando grazie alla sua performance a
vincere il David di Donatello come miglior attore non protagonista.
Fausto Russo Alesi è presente nei panni del
giudice Giovanni Falcone, mentre Fabrizio
Ferracane è Pippo Calò, uno dei principali accusati da
Buscetta. L’attore Nicola Calì recita invece nel
ruolo di Totò Riina, mentre Giovanni Calogno è
Gaetano Badalamenti. Pippo di Marca compare
brevemente nei panni di Giulio Andreotti. L’attrice brasiliana
Maria Fernanda Candido interpreta invece Maria
Cristina, moglie di Buscetta.
Il traditore: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il
traditore è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV,Chili Cinema, Infinity, Apple
iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 26
maggio alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Di recente è arrivato su Netflix il film The Mother
(qui la recensione), thriller
d’azione con protagonista Jennifer Lopez nei
panni di una spietata killer che si riscopre madre nel momento in
cui la figlia viene rapita, intraprendendo dunque una vera e
propria caccia nei confronti dei rapitori. A pochi giorni di
distanza, è arrivata sulla piattaforma un’altra pellicola con una
premessa molto simile, ovvero Mother’s
Day. Di produzione polacca, questo thriller è diretto
dal regista Mateusz Rakowicz, da lui anche scritto
insieme a Likasz M.Maciejewski.
Mother’s Day offre dunque
un altra letale madre pronta a tutto pur di difendere il proprio
figlio. Il tutto si manifesta naturalmente in un film d’azione
particolarmente adrenalinico, con sequenze di combattimento
magnificamente coreografate e continui colpi di scena. Un titolo
dunque particolarmente consigliato agli amanti del revenge
movie, che potranno inoltre con Mother’s Day
imbattersi in nuovi elementi di genere propri della cinematografia
polacca. Prima di passare alla visione, però, ecco di seguito
maggiori dettagli sulla trama, il cast e, per chi non teme gli
spoiler, una spiegazione del finale del film.
La trama e il cast di Mother’s Day
Protagonista del film è
Nina, un’ex agente delle operazioni speciali della
NATO, che ha dovuto abbandonare suo figlio Makx
poco dopo averlo dato alla luce. La scelta è motivata dalla volontà
di tenere al sicuro il ragazzo, cosa che dato il suo lavoro Nina
non poteva garantire. Quando però dopo qualche anno scopre che il
ragazzo è stato rapito da una pericolosa organizzazione mafiosa,
decide di volerlo salvare lei stessa. In incognito, utilizzando
tutta l’esperienza e le armi a sua disposizione, parte dunque alla
ricerca di suo figlio. Per lei è l’occasione di dimostrare a se
stessa che è ancora un agente capace e che può finalmente essere
anche una buona madre.
Il cast del film è naturalmente
composto da attori polacchi, a partire da Agnieszka
Grochowska nei panni di Nina. L’attrice è nota in
particolare per aver recitato nel film candidato agli Oscar In
darkness (2011) e per aver partiecipato anche a Child 44 –
Il bambino n. 44 (2015), Teen Spirit – A un passo dal
sogno (2018). Accanto a lei, nel ruolo di Igor, vi è
l’attore Darius Chojnacki,
mentre Szymon Wroblewski è Woltomierz. Jowita
Budnik interpreta il personaggio noto unicamente come
Il Diplomatico, mentre Konrad Eleryk è Tytus.
L’attrice Adrianna Drozd, infine, è
l’interprete di Zosia, figlia di Igor.
Mother’s Day: la
spiegazione del finale del film
[SEGUONO SPOILER]
Alla fine, dopo diversi tentativi di
salvare suo figlio, Nina uccide i rapitori, ma Maks scappa in
quanto ha paura di quella donna che non sa essere sua madre. È
allora che il personaggio noto Il Diplomatico, specializzato nel
riciclaggio di denaro, prende Maks in ostaggio. Chiede poi a Nina
di irrompere in una stazione di polizia di Varsavia per ottenere i
soldi confiscati dal caveau dei rapitori. Quando completerà la
missione, le darà Maks. È a questo punto che Igor tradisce Nina, in
modo che lui e altri poliziotti corrotti possano rubare il denaro
nel caveau. Igor si svela essere il mandante del rapimento, in
quanto sapendo che poi Nina avrebbe ucciso i rapitori, i soldi di
questi sarebbero stati più facili da ottenere.
Quando Nina
racconta a Igor delle richieste di Il Diplomatico di rubare i
soldi, Igor fa schiantare deliberatamente la sua auto contro il
veicolo di Nina, facendola sbattere contro il
parabrezza.Nina viene presa in ostaggio.Igor rivela allora di aver
avuto bisogno dei soldi per trasferirsi e viaggiare per vedere sua
figlia, di cui ha perso la custodia in caso di divorzio. Quando
Igor e i suoi soci portano Nina nel bosco per ucciderla, la slegano
in modo che possa scavarsi la fossa. Mentre Igor aspetta in
macchina, sente degli spari e vede che Nina ora ha in mano una
pistola. Igor guida, fa schiantare il furgone e riesce a scappare,
ma guarda l’automobile esplodere mentre i soldi di Il diplomatico
iniziano a bruciare.
Il diplomatico permette a quel punto
a Nina e Maks di vivere su richiesta del proprio figlio. Una
possibile ragione è che il figlio del diplomatico ha iniziato a
fare amicizia con Maks perché, poche scene prima, giocavano insieme
a scacchi. Possiamo ipotizzare che il figlio del diplomatico possa
aver rispettato Maks come un degno avversario sulla scacchiera,
proprio come sua madre ha trovato in Nina un degno avversario nel
mondo criminale. Nina può così spiegare a Maks di essere sua madre,
rivelandogli le sue vere origini. Sul finire del film, Nina riceve
poi la visita di sua madre, la quale la mette in guardia nei
confronti di alcuni suoi vecchi nemici, che ora sanno che lei è
viva ed ha un figlio. La scena sembra dunque aprire ad un possibile
sequel nel quale esplorare il passato di Nina.
Il trailer di Mother’s Day
e come vedere il film su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Mother’s Day unicamente grazie alla
sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti
sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
Oggi a Cannes il photocall
di Gran
Turismo, il nuovo film Sony Pictures diretto da
Neill Blomkamp. Il film, tratto dalla celebre saga
dei racing game, si ispira alla storia vera di un giovane giocatore
di Gran
Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie
di gare competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota
professionista nella realtà. Nel cast oltre a
David Harbour (Stranger Things) e
Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli),
Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del
protagonista, Darren Barnet (Non ho mai…),
Djimon Hounsou (Blood Diamond – Diamanti di
sangue) e Geri Halliwell-Horner (Spice Girls – Il
film). Gran
Turismo sarà dal 20 settembre solo al cinema prodotto
da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Gran Turismo, la
trama
Ispirato da una storia vera, il film
racconta il coronamento del sogno di Jann Mardenborough, un
giocatore adolescente di Gran Turismo, che grazie alle sua abilità
di gioco vince una serie di competizioni della Nissan per diventare
un pilota professionista.
“Grazie, e
buonanotte!” Si chiude così ogni numero di Midge
Maisel e queste parole risuonano anche alla fine dei suoi
quattro minuti al Gordon Ford Show. Midge ce l’ha fatta, ma questo
lo sapevamo già.
L’ultima stagione de
La Fantastica Signora Maisel, sovvertendo lo stile
di narrazione dei cicli precedenti, ci ha detto da subito che Midge
ce l’avrebbe fatta, che avrebbe sfondato e si sarebbe costruita una
“bella vita” con belle cose, successo e nessun partner, perché
quelli ormai sono spunti per i suoi numeri e non più compagni di
vita. L’episodio 9 della quinta stagione della serie di Amy
Sherman-Palladino ha fatto calare il sipario sulla sua
storia sfruttando il trucco del flashforward per tranquillizzarci
tutti: Midge ce la fa. Ma quanto è stato appassionante il viaggio?
Quante le difficoltà? Quante le regole da rompere e le persone da
convincere che lei, Miriam, potesse essere molto di più che una
madre e moglie con la passione per i cappellini e un girovita da
urlo?
La Fantastica Signora Maisel
infrange le regole
Fino alla fine, Midge ha dovuto
combattere e giocare sporco, ha dovuto infrangere le regole, per
dare voce ai suoi pensieri e alla sua ambizione. E se da una parte
è vero che a una donna non si perdona l’ambizione, e lo si sta
ripetendo sempre di più tanto che la rivendicazione ha ormai perso
potenza, Amy Sherman-Palladino e Rachel Brosnahan, la fantastica signora Maisel
in persona, non hanno paura di raccontare una donna che ambisce
all’indipendenza e al successo, ma anche al lusso, ai begli abiti,
alle comodità, a tutta una serie di cose che nella narrativa legata
alle donne sono sempre state messe da parte in nome di ideali più
alti, come la dignità e la libertà.
Midge vuole tutto, anche
tutta quella serie di benefit lussuosi che sempre vengono accostati
all’ambizione maschile. Perché Midge è davvero moderna e onesta e
francamente insostenibilmente isterica, e allo stesso tempo
adorabile. Non fa niente per nascondere le sue nevrosi, che poi
sono nevrosi di Palladino, ma la sua tenacia ci impone quasi di
tifare per lei.
Abe Weissman, il revisionismo
storico
Chiaramente Midge non è
sola in questa avventura, ed è bello vedere in che modo tutti i
personaggi che l’hanno accompagnata sono cambiati e si sono evoluti
anche grazie a lei e alle sue scelte di vita non convenzionali. Su
tutti citiamo Abe Weissman (Tony Shalhoub), un
personaggio straordinario, che nel constatare la straordinarietà
della figlia si fa testimone, nel penultimo episodio, di una
riflessione sulla parità di genere proponendo un “what
if?”, un revisionismo storico che niente ha a che vedere con
gli slogan con cui si riempie la bocca una certa fetta dei
rappresentati della cultura contemporanea. Un manifesto non solo
originale, ma onesto e autentico di quello che potrebbe voler dire
essere donna se il mondo prendesse un po’ più sul serio le donne
stesse. Una rivendicazione che pian piano sta cambiando il
paradigma e sta diventando sempre più constatazione di un dato di
fatto e di una effettiva parità. La strada è lunga, ma è stata
imboccata.
Susie e Lenny sempre all’angolo di
Midge
È chiaro che Midge è
un’eccezione. Non tutte le donne hanno il suo talento, la sua
ambizione, né tantomeno la fortuna di incrociare sul suo cammino
sostenitori e partner del calibro di Susie Myerson (Alex
Borstein) o Lenny Bruce (LukeKirby), difensori, promotori, sponsor, alleati
trai più preziosi perché hanno dato a Midge quello che nessuno le
aveva dato prima: credito e fiducia. Nessuna grande impresa si
porta avanti in solitudine, e per quanto gli ultimi metri vadano
corsi in autonomia, c’è sempre chi lungo la strada lancia un
asciugamano o una borraccia, per sostenere l’impresa. All’angolo di
Midge ci sono sempre stati loro, e ci restano fino alla fine. Ce lo
raccontano bene i flashforward, le finestre che questa stagione
apre sul futuro.
Con l’espediente che
Six Feet Under ha usato nella sua ineguagliabile
puntata finale, in cui vediamo tutta la vita dei protagonisti fino
alla fine dei loro giorni, anche La fantastica Signora
Maisel ci mostra quello che sarà e che non vivremo, e così
possiamo sbirciare quella che sarà la carriera brillante
dell’agente Susie, la miseria del di lì a poco suicida Lenny Bruce,
ma anche tutte le vite che hanno gravitato intorno a Midge e che ne
hanno subito la grandezza. I figli, ad esempio, quei Esther
e Ethan che sono stati in ombra per così tanto tempo e che
in questa stagione hanno finalmente assunto la statura di
personaggi, oppure lo stesso Joel (Michael Zegen),
che si pente di aver tradito e lasciato Midge, ma che allo stesso
tempo è la vera causa scatenante senza la quale la Signora Maisel
non sarebbe mai e poi mai diventata Fantastica.
L’investitura ufficiale
E quell’investitura, quel
Fantastica Signora Maisel arriva, quel Titolo che
da sei anni stiamo ripetendo e che per la prima volta si sente
chiaro e tondo alla fine di questo episodio conclusivo di serie,
per bocca di uno dei tanti ostacoli che Midge ha dovuto aggirare,
superare e sconfiggere, quel Gordon Ford che prima
si era chiamato Shy Baldwin e prima ancora
Sophie Lennon, ovvero quei rappresentanti
dell’élite che ce l’ha fatta e che non vuole assolutamente che ce
la facciano gli altri.
Amy
Sherman-Palladino ha fatto di nuovo la sua magia, e anche
se è vero che la sua voce è quella di tutti i suoi personaggi ed è
inverosimile che chiunque popoli il suo mondo sia tanto arguto e
spontaneo, è riuscita lo stesso a raccontare una storia che per
quanto specifica è anche collettiva, una storia di emancipazione e
di scoperta, di compromesso e di rinuncia, ma anche di trionfi.
Midge Maisel ce l’ha fatta, giocando sporco,
infrangendo le regole, ma anche segnando nuovi confini, nuovi
limiti da superare, nuovi obbiettivi per arrivare a conquistare
quella fama tanto grande che la farà amare da tutti. Con
sfrontatezza e consapevolezza, il messaggio più potente e
divertente che Midge possa lasciarci è quello di tenere sempre la
schiena dritta, sorridere e andare avanti… “Tette in su!”.
Adeline Rudolph,
che ha fatto il suo debutto come parte di Le terrificanti
avventure di Sabrina di Netflix, si è unita a Tati
Gabrielle, la sua co-protagonista nella serie Netflix, in
Mortal
Kombat2, sequel del film del
2021.
Simon McQuoid, che
ha diretto il film precedente basato sul franchise di videogiochi,
è tornato dietro la mdp per il nuovo lungometraggio, che vede
Karl Urban alla guida dell’ensemble e del cast
diversificato.
Mortal
Kombat2 è scritto da Jeremy
Slater e sarà nuovamente diretto dall’australiano Simon
McQuoid. Il film sarà prodotto da Atomic
Monster di James Wan e Broken
Road Productions di Todd Garner. La produzione è stata
attirata dal governo del Queensland grazie alla strategia di
attrazione della produzione di Screen Queensland. La produzione
sarà inoltre elegibile per il regime di compensazione
recentemente rivisto del governo federale australiano.
“Con una spesa locale stimata di oltre $
68 milioni, Mortal Kombat 2 è un grande successo per l’economia
dello stato, creando almeno 560 posti di lavoro per il cast e la
troupe del Queensland“, ha dichiarato Annastacia Palaszczuk,
premier del Queensland. “Sono così orgoglioso che Atomic
Monster sia in grado di portare le riprese di ‘Mortal Kombat
2‘ in Australia“, ha dichiarato James Wan,
produttore. “Girare il primo film in Australia è stata
un’esperienza fantastica, sono entusiasta che con l’aiuto di Screen
Australia e Screen Queensland, possiamo mostrare le maestose
location del Queensland e lavorare con i talenti artistici di
prim’ordine che vivono lì.”
Mortal
Kombat 2 è prodotto da Wan e Michael Clear per Atomic
Monster, Todd Garner, Simon McQuoid e E. Bennett Walsh. Il film, An
Atomic Monster/A Broken Road Production, sarà distribuito dalla
Warner Bros. Pictures.
Il regista Robert
Rodriguez torna al Festival
di Cannes per presentare il suo Hypnotic che vede
protagonista Ben Affleck nei panni di un detective che
indaga su un mistero che coinvolge la figlia scomparsa e un
programma segreto del governo. Sulla croissette assente Ben Affleck, presenti solo il
regista con uno dei protagonisti William Fichtner, insieme
ai produttori Artur Galstian, Gareth West e Vahan
Yepremyan.
In Hypnotic,
l’attore e regista ora al cinema con Air – La storia del
grandesalto, interpreta il detective della polizia
Daniel Rourke, mentre cerca la figlia scomparsa Minnie
(Hala Finley). Presto scopre però che è associata
a una serie di rapine in corso condotte da un uomo misterioso
(William Fichtner) che afferma di essere dotato di
poteri ipnotici.
Con l’assistenza della sensitiva
Diana Cruz (Alice Braga),
Daniel partirà dunque all’inseguimento dell’uomo misterioso legato
a sua figlia e ad una serie di rapine con l’intento di riportare
Minnie a casa sana e salva. Come anticipato nel trailer, però, le
persone con poteri ipnotici possono costringere le loro vittime a
vedere e sentire cose che non sono reali. Il film, e il poster
sembra confermare tutto ciò, sembra dunque promettere giochi
mentali pronti ad ingannare tanto il protagonista quanto gli
spettatori. D’altrone, come riportato anche dalla tagline del
poster, “il controllo è un illusione”.
Hypnotic
è stato diretto da Robert Rodriguez e da lui
scritto insieme a Max Borenstein. Nel cast, oltre
a BenAffleck, vi sono
William Fichtner, Alice Braga, Jeff Fahey, Kelly Frye, JD
Pardo e Hala Finley. Attualmente tale pellicola ha una
data d’uscita nelle sale statunitensi fissata al 12
maggio, mentre non è ancora nota una data per la sua
uscita in Italia.
Il film Disney e Pixar Elemental, dal 21
giugno nelle sale italiane, sarà presentato in anteprima mondiale
il 27 maggio come film di chiusura della 76esima edizione del
Festival di Cannes.
Elemental
è diretto da Peter Sohn e prodotto da Denise Ream
p.g.a., mentre Pete Docter è il produttore
esecutivo. La sceneggiatura è di John Hoberg & Kat
Likkel e Brenda Hsueh, con un soggetto di
Sohn, Hoberg & Likkel e Hsueh. La colonna sonora originale del film
è stata composta e diretta da Thomas Newman.
Il film introduce Ember, una
tenace, acuta e “ardente” giovane donna, la cui amicizia con un
ragazzo di nome Wade, divertente, sdolcinato e “che segue la
corrente”, mette alla prova le sue convinzioni sul mondo in cui
vivono. Nella versione italiana del film, Valentina
Romani è la voce di Ember, una brillante
ragazza di fuoco sulla ventina con un grande senso dell’umorismo
che ama la sua famiglia ma che a volte si infiamma
facilmente; Stefano De
Martino è Wade, un attento ed empatico ventenne
di acqua che non ha paura di mostrare le proprie emozioni, che sono
difficili da non notare; Serra Yilmaz è la
voce della mamma di Ember, Cinder; e Hal
Yamanouchi del padre di Ember prossimo alla pensione,
Bernie.
Elemental
arriverà il 21 giugno nelle sale italiane insieme al nuovo
cortometraggio Pixar L’Appuntamento di Carl.
Marco Tullio Giordana torna dietro la
macchina da presa per “La vita accanto”, scritto
insieme a Marco
Bellocchio e Gloria Malatesta.
Lo rivela Variety, che annuncia anche l’inizio delle
riprese il prossimo 5 giugno tra Vicenza e dintorni.
Tratta dall’omonimo
romanzo di successo di Mariapia Veladiano (Einaudi, 2010), “La vita
accanto” è ambientato tra gli anni Ottanta e il Duemila e racconta
di una influente famiglia vicentina composta da Maria
(Valentina Bellè), dal marito Osvaldo
(Paolo Pierobon) e dalla gemella di quest’ultimo,
Erminia (Sonia Bergamasco), affermata pianista. La
loro vita viene sconvolta da un evento imprevedibile. Maria mette
al mondo Rebecca. La neonata, per il resto normalissima e di grande
bellezza, presenta un vistosa macchia purpurea che le segna
metà del viso. Quella macchia che niente può cancellare e rende i
genitori impotenti e infelici, diventa per Maria un’ossessione tale
da precipitarla nel rifiuto delle sue responsabilità di madre.
L’intera adolescenza di Rebecca sarà segnata dalla vergogna e dal
desiderio di nascondersi dagli altri. Ma fin da piccola rivela
straordinarie capacità musicali. La zia Erminia riconosce il suo
talento: Rebecca diventa sua allieva e il bisogno di cancellare la
“macchia” la spingerà ad affermarsi attraverso la musica.
Per il ruolo di
Rebecca adolescente, Giordana ha scelto la giovane pianista
italiana Beatrice Barison. Nel cast
anche Michela Cescon. Il film, prodotto
da Simone Gattoni e Beppe
Caschetto, è una produzione Kavac
Film e IBC
Movie con Rai Cinema con
il sostegno di Veneto Film Commission.
Prime
Video ha svelato il titolo del prossimo capitolo nello
Spyverse di Citadel,
Citadel: Diana, e la prima immagine di Matilda De Angelis (The Undoing),
protagonista della nuova serie Original italiana.
Citadel: Diana sarà disponibile in
esclusiva su Prime Video in
oltre 240 Paesi e territori nel mondo nel 2024.
Il finale della prima stagione di
Citadel, con
Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, è disponibile
da oggi su Prime Video. La prima serie nello
Spyverse del franchise globale conclude la sua prima
stagione con grandi colpi di scena e rivelazioni avvincenti, con
gli agenti di Citadel che scoprono l’identità della talpa che ha
fatto cadere l’agenzia nelle mani della fazione rivale Manticore. I
tradimenti saranno svelati e le domande troveranno risposta, mentre
le conseguenze del finale si ripercuoteranno attraverso tutto
lo Spyverse. Dopo l’episodio finale, un teaser di
Citadel: Diana svela un entusiasmante assaggio di ciò che
arriverà con l’espandersi dello Spyverse di
Citadel in questo nuovo capitolo.
Citadel:
Diana è stata creata, prodotta e girata in Italia, e
le riprese sono terminate all’inizio di quest’anno. La serie è
prodotta da Cattleya (ZeroZeroZero)
– parte di ITV Studios- e ha per showrunner ed
executive producer Gina Gardini, con Riccardo Tozzi, Marco Chimenz
e Giovanni Stabilini anch’essi nel ruolo di executive producer,
mentre Emanuele Savoini è co-executive producer.Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela
Russo-Ostot, Scott Nemes di AGBO e David Weil (Hunters)
sono executive producer di Citadel: Diana e di tutte le
serie nell’universo globale di Citadel. Midnight Radio è
executive producer di Citadel: Diana e tutte le serie
nell’universo globale di Citadel.
Citadel:
Diana è diretta da Arnaldo Catinari
e sviluppata da Alessandro Fabbri, che ricopre
anche il ruolo di head writer, ed ha scritto la
serie con Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini e
Giordana Mari. Come già annunciato, nel cast al fianco di
Matilda De Angelis ci sono anche Lorenzo
Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Daniele
Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Tutti gli
episodi della prima stagione della serie evento Citadel
sono ora disponibili in streaming su Prime Video.
Citadel
Otto anni fa, Citadel è caduta.
L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo
scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata
distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che
nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti
i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard Madden) e Nadia
Sinh (Priyanka Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono
riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti
nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi
ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene
rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley
Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a
Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette
alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie
intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel
tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti
con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso
ma senza tempo.
Da Amazon Studios e AGBO dei
Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer
Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e Scott
Nemes per AGBO, con lo showrunner ed executive producer David Weil.
Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono
executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive
producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.
Al via la 76esima edizione della
leggendaria manifestazione cinematografica della Costa Azzurra, che
ha aperto le danze del Festival di
Cannes 2023 con il film Jeanne
du Barry dell’attrice e regista francese
Maïwenn. Con questo primo, e tanto atteso red carpet,
si è dato inizio ad una delle kermesse dedicatate alla settima arte
e la più attesa dell’anno. Ogni anno il Festival di
Cannes porta sulla Croisette i più bei nomi del cinema
internazionale, dando il via a una 12 giorni fitta di proiezioni,
tra attori, attrici e registi da tutto il mondo, i party più
prestigiosi, feste e tanti eventi di vari genere ma, soprattutto, i
vestiti, gli abiti da sogno che le star indossano sulla montée des
Marches. L’elenco non segue un ordine di
preferenza.
Juliette Binoche è arrivata a Cannes 2023 come
protagonista in Concorso con il film
La Passion de Dodin Bouffant. L’attrice francese si è
presentata elegantissima con i capelli legati e molto casta in
bianco e nero con una gonna dritta abbinato ad un top strutturato
tutto firmato Dior.
Virginie Efira è tornata sul red
carpet di Cannes 2023 per una seconda montée des Marches. Questa
volta l’attrice ha optato per un abito corto nero molto sexy e
agghindato da una mantella, che mostra il suo pancione, di Saint
Laurent firmato da Anthony Vaccarello.
Sulla Croisette di
Last Summer è arrivata anche
Katherine Langford. L’attrice australiana ambasciatrice dal
2020 L’Oréal Paris e diventata famosa con la serie
Netflix Tredici ha indossato un abito scintillante da
vera diva tutto ricami e trasparenza di Prada.
La giovane Valentina Romani
sta vivendo un momento d’oro dopo il successo di Mare Fuori dove
interpreta Naditza. L’attrice è apparsa elegantissima sul red
carpet di
Il sol dell’Avvenire con un raffinato abito di raso lungo e
nero che possiede dei dettagli fatti di cristalli sul ventre.
Julia
Garner ha scelto un look alla “vecchia Hollywood” per sfilare
sul red carpet di Cannes 2023. La giovane attrice pluripremiata ha
indossato un abito di chiffon verde Gucci, di cui è anche
testimonial della nuova campagna pubblicitaria, da dea tutto pieno
di drappeggi e aperture.
Rosie Huntington-Whiteley per la premiere di
Asteroid City si è presentata con un abito bianco di Fendi
Couture della collezione primavera 2023. La modella britannica ha
mostrato il suo fisico perfetto grazie ad un vestito dallo stile
classico con spacco e nodo laterale reso glamour da un top con le
spalline.
Barbara Ronchi, David di Donatello
2023 come migliore attrice protagonista, ha sfilato con il cast di
Rapito indossando un elegantissimo abito lungo color blu notte.
La maestria del glamour di Armani è qualcosa da ammirare, solo
Giorgio riesce a trasformare una silhouette così semplice in uno
spettacolo da tappeto rosso serale.
Scarlett Johansson è da poco diventata la nuova testimonial
della casa di moda italiana di Miuccia Prada. Infatti per il suo
ritorno sul red carpet, era da anni che non si vedeva più a Cannes,
ha convinto tutti firmata, ovviamente in Prada, con un lungo tubino
rosa confetto senza spalline e stretto in vita da una sottile
cintura ton sur ton con un reggiseno bianco stile retrò a
vista.
Mia Wasikowska per l’anteprima del film in Concorso
Club Zero ha optato per un look davvero elegante e molto
raffinato. L’attrice australiana ha indossato un abito di seta
blu personalizzato Louis Vuitton ricamato con paillettes e
perline, ispirato alla collezione Resort 2023.
Alla prima della serie
The Idol la sua protagonista
Lily-Rose Depp è apparsa sul red carpet con un iconico abito
vintage che arriva dalla collezione autunno inverno 1994/1995 di
Chanel. Un tubino ricoperto di paillette, cortissimo senza spalline
che si caratterizza per la presenza di una coccarda floreale
realizzata in raso azzurro e con un fiocco in raso nero.
Per quest’anno, almeno per ora,
niente passerella sul red carpet di Cannes della top model Bella
Hadid ma per fortuna è arrivata la sorella bionda Gigi Hadid. La
modella ha indossato una creazione di Zac Posen, un abito lungo
beige composto da un corpetto a fascia senza spalline e una gonna a
sirena che dona una silhouette che celebra il trend
“Mermaidcore”.
La top model è tornata una seconda
volta a sfilare sulla Croisette della 76esima edizione del Festival
di Cannes. Carla Bruni con gioielli Chopard ha sfoggiato un peplo
monospalla aderente color blu, come i suoi occhi, firmato da
Anthony Vaccarello il direttore creativo di Yves Saint Laurent.
Alicia Vikander per la montée des Marches del suo film Firebrand,
dove interpreta delle l’ultima delle sei mogli di Enrico VIII re
d’Inghilterra si è fatta accompagnare dal compagno di vita
Michael Fassbender. L’attrice svedese si è presentata con un
vestito color pesca decorato con ricami d’argento di Louis
Vuitton.
Durante il photocall del
documentario
Bread and Roses della regista Sahra Mani ha posato con le
attrici anche il Premio Oscar
Jennifer Lawrence. L’attrice con una tunica preziosa firmata
Dior, di cui è testimonial da diversi anni, è a Cannes nel ruolo di
produttrice del toccante docufilm che racconta la vita delle donne
di Kabul dopo il ritorno del regime talebano.
La top model Naomi Campbell non si
smentisce mai e durante la premiere di Killers of the Flower Moon si è presentata sul
red carpet in un rosso Valentino. La Venere Nera ha attirato tutti
i flash su di lei avvolta in un abito dalle aperture geometriche,
con maxi gonna e uno strascico di colore rosa composto sull’orlo da
piume.
Sul red carpet di
May December la rossa
Julianne Moore si è presentata con un lungo abito con maniche
lunghe di Louis Vuitton. La collega
Natalie Portman invece ha incantato tutti con una nuova
versione di Maria Grazia Chiuri dell’iconico “Junun dress” di
Christian Dior, l’originale del 1949 è esposto al Metropolitan
Museum of Art di New York.
Kirsten Dunst ha accompagnato a Cannes il
marito Jesse Plemons, attore conosciuto nel 2016
sul set della serie televisiva Fargo, sfilando insieme sul red
carpet del film Killers of the Flower Moon. La
vincitrice nel 2011 del Prix d’interprétation féminine per
l’occasione ha indossato un elegantissimo abito nero vintage
firmato Chanel.
Natalie Portman porta sulla Croisette la sua
semplicità e la sua delicatezza innocente con i capelli castani
sciolti e il suo incarnato perfetto con al collo una collana di
Chopard. L’attrice ha sfoggiato un abito blu e azzurro firmato
Christian Dior che valorizza ancora di più il suo corpo grazie alla
cinturina nera in vita.
La divina Cate Blanchett, ospite sul red carpet del film
The Zone of Interest di Jonathan Glazer sale gli scalini della
Montée de Marche con un outfit bianco e nero di Louis Vuitton. La
creazione dello stilista è un esempio di ciò che oggi è l’eleganza
contemporanea e Cate riesce a valorizzare con la sua classe innata
quest’opera d’arte di Nicolas Ghesquière.
Carla
Brunianche questa volta a Cannes ha
attirato tutti gli obiettivi e i flash su di sé come solo lei sa
fare. La top model degli anni Novanta ha falcato la Croisette con
al collo una parure di gioielli Chopard un corto abito argento
firmato Céline, composto da bustier tempestato di strass e una
gonna con dietro un lungo strascico.
Non è la prima volta che
l’attrice e drammaturga londinese si presenta a Cannes, aveva già
sfilato nel 2018 perché faceva parte del numeroso cast di Solo: A
Star
Wars Story. La protagonista di Fleabag alla premiere mondiale
di
Indiana Jones e il quadrante del destino ha sfoggiato il suo
immancabile caschetto retrò con dei guanti di seta e uno
Schiapparelli nero della collezione Inferno Couture.
L’attrice protagonista di The Great
la serie liberamente basata sull’ascesa come imperatrice di
Caterina II di Russia conferma anche quest’anno la sua presenza sul
red carpet dell’inaugurazione di Cannes 2023.
Elle Fanning ha incantato tutti martedì con una
straordinaria creazione Alexander McQueen tempestata di perline e
cristalli con un corpetto scultoreo ornato di petali.
L’attrice gallese finalmente lascia
il nero della sua Morticia per optare e indossare un vestito
lungo rosso Haute Couture firmato Elie Saab
con una profonda scollatura a V.
Catherine Zeta-Jones accompagnata dalla splendida
figlia Carys Zeta Douglas ha rubato la scena, almeno sul carpet, al
marito Michael Douglas lì per ritirare la Palma d’Oro
onoraria.
L’EGOT Viola Davis accompagnata dal marito Julius
Tennon ha sorpreso tutti sul red carpet di “Monster” firmata
Valentino mercoledì sera. L’attrice che abbiamo visto
ultimamente nel ruolo di madre di Michael Jordan nel film Air – La
storia del grande salto è arrivata sulla Croisette avvolta in una
mantella bianca con piume e un abito monospalla color avario
disegnato per lei da Pierpaolo Piccioli.
L’attrice italiana che sta
conquistando gli americani grazie al ruolo di
Lucia nella seconda stagione della serie The White
Lotus ha onorato l’Italia con la sua splendida
presenza. Infatti dopo aver sfilato durante la prima montée des
Marches, è tornata anche una seconda volta con un abito di Lanvin,
bianco e decorato con un lungo strascico.
Karlie Kloss dopo l’abito premaman
sfoggiato al MET Gala ha stupito tutti ancora una volta con un look
degno di una Dea greca scesa tra noi mortali. La modella americana
ha sfilato con un abito a taglio impero color oro con un drappeggio
sulla spalla di Dior abbinato ad un sottile cerchietto con veletta
sul viso.
La tanto temuta stretta di
Netflix sulla condivisione delle password
degli account si è infine concretizzata anche in Italia. Mentre
molti utenti hanno tratto vantaggio nel corso degli anni
utilizzando gli account di amici, familiari o ex, era da tempo noto che la piattaforma
stesse portando avanti provvedimenti per arginare tale pratica.
Stando ora a quanto comunicato tramite email agli utenti possessori
di account, ma anche secondo quello che si legge sulla
pagina Condivisione dell’account
Netflix sul sito ufficiale della piattaforma, il nuovo modello
è pronto per essere applicato.
Con le nuove disposizioni emesse
dall’azienda, l’account potrà essere condiviso solo da persone
appartenenti allo stesso nucleo domestico. Per “Nucleo domestico”
si intende l’insieme dei dispositivi connessi a Internet
nel luogo principale da cui si guarda Netflix. Tutti gli
altri dispositivi che utilizzano il proprio account Netflix sulla
stessa connessione Internet apparterranno automaticamente al
proprio Nucleo domestico Netflix. In alternativa, è
possibile acquistare al costo di 4,99€ uno slot per utente
extra per quindi poter aggiungere un utente esistente al
di fuori del proprio nucleo domestico all’account.
I titolari di account con un piano
Standard potranno aggiungere solo un
utente extra, mentre i possessori di piano Premium potranno aggiungere due utenti premium.
L’utente extra deve però essere attivato nello stesso paese
in cui il titolare dell’account ha creato il proprio
account. Non è invece possibile aggiungere utenti extra al
piano Standard con pubblicità. Sarà poi utile sapere che quando si
apre un nuovo account o si aggiunge un utente extra, è
possibile trasferire un profilo da un account esistente a quello
nuovo, inclusi i suggerimenti, l’attività di visione,
La mia lista, i giochi
salvati, le impostazioni e altro, senza dunque perdere nulla di
tutto ciò. Gli utenti extra potranno naturalmente godere degli
stessi vantaggi del proprietario dell’account, ma con alcune
differenze. Gli utenti extra possono infatti guardare Netflix su
qualsiasi dispositivo, ma solo su uno alla volta e
potranno anche scaricare titoli, ma solo su uno smartphone o un
tablet alla volta.
I prezzi degli abbonamenti rimangono
gli stessi, con il piano Standard con 2 accessi in
contemporanea e contenuti in Full HD al prezzo di 12,99€ al
mese e il piano Premium con 4 accessi in contemporanea e
contenuti in 4K a 17,99€euro al
mese. Rimangono poi validi anche i piani Base di Netflix,
ovvero quello con pubblicità al costo 5,49€ al
mese e quello senza pubblicità al prezzo di 7,99€
al mese. Netflix utilizzerà diverse informazioni per
determinare se un utente possa o meno appartenere a un Nucleo
domestico, tra queste: indirizzo IP, ID dei dispositivi e attività
dell’account.
Molti grandi cineasti hanno provato,
senza riuscirci, a entrare nelle grazie dei produttori per dirigere
un film della saga di James
Bond. Tra questi vi è anche Quentin
Tarantino, che negli anni Novanta, dopo il successo di
Pulp Fiction, provò a
realizzare un proprio film basato sul personaggio. Parlando con
Deadline, Tarantino ha
confermato di aver avuto l’intenzione di adattare il romanzo
Casino Royale, i cui diritti non appartenevano alla EON
Productions, società nata per produrre film dai romanzi di
Ian Fleming. “Questo è quello che volevo fare
dopo Pulp Fiction. Volevo realizzare la mia versione di Casino
Royale, che avrebbe avuto luogo negli anni ’60 e non sarebbe stato
un capitolo della serie di film di Bond“, ha rivelato Quentin
Tarantino.
“Avremmo scelto un attore e
sarebbe stata un’avventura soltanto. Quindi ho pensato che avremmo
potuto farlo. Ma poi si è scoperto che tre anni prima quelli della
EON Productions avevano capito che qualcuno avrebbe provato a fare
quello che ho fatto e così hanno stretto un accordo generale con la
tenuta dei Fleming della serie “abbiamo i diritti cinematografici
di tutto ciò che ha scritto. Ti daremo un mucchio di soldi per ogni
singola cosa che ha scritto”. Se qualcuno vuole farne un film, deve
venire da noi.‘”. Un accordo che ha dunque impedito a
Tarantino di adattare il romanzo senza il bisogno di rivolgersi
alla EON.
Il regista ha quindi parlato del
futuro di Bond, che ogni volta
che viene cambiato protagonista la storia ricomincia da capo:
“Ci ho pensato. Quello che credo dovrebbero fare, e penso che
lo avrebbero dovuto fare da tempo, è che ci sono così tanti libri
che hanno realmente dei nomi classici e delle avventure classiche.
Nella maggior parte dei casi non hanno adattato i libri o le
storie. Hanno preso gli elementi principali della trama, e forse la
Bond Girl o il villain, e poi sono andati per la loro strada. Penso
che non dovrebbero realizzare i remake dei film, ma semplicemente
adattare i libri e farlo nel modo in cui sono stati scritti.
Sarebbe qualcosa di totalmente nuovo“.
La
Sirenetta di Rob Marshall è
arrivato finalmente nelle sale italiane. Una storia immortale,
quella raccontata nel 1989, e ancor prima scritta da Hans Christian
Andersen, che la
Disney ha voluto offrire in forma
live action regalando al pubblico la magnifica performance –
attoriale e sonora – di Halle Bailey, la quale incarna alla perfezione
la dolce e piccola Ariel.
Il remake di Rob Marshall,
sceneggiato da David Magee, ripercorre pedissequamente gli eventi
della sua controparte animata, pur contenendo qualche arricchimento
interessante sia nei personaggi e nelle dinamiche, che nei testi
cantanti. Il finale de La
Sirenetta è leggermente diverso rispetto a quello del
1989, nonostante rimanga, a livello visivo e contenutistico,
impattante e funzionale alla narrazione. Cerchiamo perciò di
spiegarlo, cogliendone le progressioni principali che conducono
alla sua risoluzione.
Perché Ariel infrange le regole del
padre?
Per capire il finale de
La Sirenetta nella sua complessità,
bisogna prima capire perché Ariel è così desiderosa di andare in
superficie. Il padre, Re Tritone (Javier
Bardem), a causa della morte della madre – avvenuta per mano
degli umani – non vuole che la figlia abbia alcun contatto con
loro, e questo implica anche non andare mai in superficie. Da
quando è nata, infatti, Tritone ha sempre bloccato la curiosità di
Ariel di conoscere la terraferma, e questo, crescendo, l’ha fatta
sentire ancora più attratta dagli umani.
Tanto che, ad un certo punto, dopo
una furiosa lite con il padre per avergli disobbedito proprio
andando in superficie, Ariel decide di infrangere le
regole e – per frustrazione ma anche curiosità –
raggiunge la superficie. Compiendo questo gesto,
la sirenetta vuole essere libera e capace di giudicare lei gli
uomini, senza affidarsi alle descrizioni di Tritone.
Perché Ariel sacrifica la sua voce
con Ursula?
Arrivata in superficie, Ariel si
trova in balia di una tempesta in mare che vede coinvolta una nave
piratesca. Lì c’è anche Eric, il quale ad un certo
punto cade in acqua ed è privo di sensi. Dopo averlo salvato e aver
visto con i propri occhi gli umani, la sirenetta è ancor più
convinta di volersi unire a loro per scoprire quel mondo
affascinante al quale pensa continuamente e poterlo così
sperimentare ed esplorare.
Lei ha bisogno di soddisfare
la sua curiosità, e non vuole più essere costretta ad una
coda e a un fondale che non le permette di ballare o prendere il
sole. È questo, principalmente, che la spinge a sacrificare la sua
voce con Ursula (Melissa
McCarty) quando si reca da lei per farsi aiutare. Il trasporto
che inizia ad avere per il principe la lega ancor di più alla
terraferma, è un catalizzatore, ma non è la ragione principale per
cui Ariel stringe il patto con la Strega dei Mari.
Qual è il piano vendicativo di
Ursula?
Sin dalle prime sequenze de
La Sirenetta vediamo Ursula tenerla
d’occhio con la speranza che Ariel, ad un certo punto, commetta un
errore. La Strega dei Mari l’ha presa di mira per un motivo ben
specifico: Ariel è la figlia di Tritone, suo fratello, il quale
anni prima l’ha bandita condannandola agli abissi. L’unica missione
di Ursula è entrare in possesso del tridente di
Tritone, per poter avere tutto il suo potere.
Lei sapeva molto bene che il patto
con Ariel avrebbe attirato il padre, e che questi avrebbe fatto
l’impossibile per salvarla, ivi compreso cedere il suo tridente.
Sarebbe stato tutto molto semplice per Ursula, visto che il patto
stretto con la sirenetta era praticamente impossibile lei lo
vincesse. Ariel avrebbe dovuto dare il bacio del vero amore, a
Eric, in pochissimo tempo e senza la voce che l’aveva salvato.
Perché Eric sceglie Vanessa
nonostante sia innamorato di Ariel?
Quando Ariel arriva sulla
terraferma, incontra il principe Eric con il quale passa momenti
indimenticabili e romantici. I due hanno molte cose in
comune, fra queste il voler scoprire nuovi mondi e culture
e l’essere “prigionieri” di due genitori troppo apprensivi. E così,
lentamente, iniziano ad innamorarsi, e Ariel – pur senza una voce –
riesce a dialogare con lui attraverso sguardi e gesti. Ad un certo
punto, però, Ursula si trasforma in Vanessa per impedire alla
nipote – che ci stava quasi riuscendo – di farsi dare il bacio del
vero amore.
Quando arriva anch’ella in
superficie, con indosso una collana il cui ciondolo contiene la
voce di Ariel, la usa per incantare Eric facendogli credere che sia
davvero innamorato di lei. Seppur il principe abbia dei momenti di
confusione, grazie ai sentimenti forti provati per Ariel,
l’incantesimo è talmente forte da fargli credere che sia Vanessa la
donna che l’ha salvato e quindi decide di sposarla.
Ma quando il matrimonio sta per
essere suggellato, Ariel riesce a distruggere il ciondolo di
Ursula/Vanessa, impossessandosi nuovamente della sua voce. A quel
punto, cantando, il principe capisce che è lei la ragazza che stava
cercando e di cui, alla fine, si è innamorato. Ursula però riesce
ugualmente a impedire che si scambino il bacio del vero
amore, riportando Ariel in acqua che nel frattempo si è di
nuovo trasformata in sirena essendo il tempo del patto scaduto.
Come muore Ursula?
Nell’atto finale de La
Sirenetta c’è un lungo scontro fra Ursula, che nel
frattempo si è impossessata del tridente, e Ariel ed Eric. Con
tutto quel potere per sé, Ursula cresce prendendo il controllo del
mare e mette in moto una forte tempesta volta a distruggere
qualsiasi cosa.
La sua furia però dura poco poiché,
nella battaglia, Ariel riesce a conficcare il bompresso di
una nave naufragata nel petto di Ursula, uccidendola. La
Strega dei Mari affonda e, una volta sconfitta, la calma in mare
ritorna. Il suo regno malvagio è giunto al termine.
La morte e la resurrezione di Re
Tritone
Prima che Ursula prenda il controllo
dei mari, Re Tritone si sacrifica per salvare Ariel, prendendo il
suo posto. A quel punto, con il tridente, Ursula lo riduce in
polvere, facendolo sprofondare negli abissi. Seppur Tritone sia
effettivamente morto, l‘uccisione di Ursula da
parte di Ariel, la quale riesce a recuperare anche il tridente,
fa resuscitare il padre.
Con la sconfitta di Ursula, ogni
incantesimo si annulla, ivi compreso quello con il fratello che, in
quel caso, può tornare in vita perché il patto si è estinto con
lei. Riavuto il suo tridente, alla fine, Tritone capisce quanto sia
importante per Ariel vivere fra gli umani e per questo, in un
momento molto toccante, le restituisce nuovamente le gambe,
lasciandola libera di scegliere come vuole condurre la sua
vita.
L’unione di Ariel ed Eric: cosa
significa?
Nella scena finale de La
Sirenetta, Eric e Ariel si ricongiungono e sono
pronti a salpare verso nuove terre e mari. Il loro legame segna,
finalmente, l’alleanza fra mondo umano e marino, e le paure che gli
uni avevano degli altri – prima che loro si innamorassero – in
questo modo svaniscono.
Tritone, che era il primo a temerli,
capisce che non sono tutti malvagi, esattamente come la madre di
Eric, la Regina, comprende che il mare non è un mostro che vuole
distruggerli e punirli. L’amore che Ariel ed Eric provano
sancisce il legame fra umani e sirene, fra terraferma e
mare, in cui tutti riconoscono che hanno tanto da imparare e
conoscere gli uni dagli altri e che i loro universi possono
coesistere in armonia.
Star-Lord ha un
nuovo nome nel MCU dopo Guardiani della Galassia Vol. 3, The
Legendary Star-Lord, e questo fa presagire un grande futuro
per il personaggio di
Chris Pratt. Peter Quill lavora ancora una
volta con la squadra dei Guardiani della Galassia
per salvare l’universo nella Fase 5 del film. Ancora provato dalla morte di
Gamora in
Avengers: Infinity War,Star-Lord riflette
sulle sue decisioni di vita nel corso di Guardiani della Galassia 3 e sul ruolo che
deve svolgere per proteggere la galassia. Mantis gli dice
ripetutamente che deve riconnettersi con la famiglia umana che ha
ignorato per oltre 30 anni, il che porta Star-Lord a prendere una
decisione che gli cambierà la vita.
Dopo aver contribuito a fondare e
guidare i Guardiani della Galassia dal 2014, il
finale di Guardiani della Galassia 3 vede Star-Lord
allontanarsi dalla squadra. Il suo ritorno sulla Terra e il
ricongiungimento con il nonno Jason Quill
potrebbero rappresentare per certi versi la fine del ruolo di
Chris Pratt nel MCU. Tuttavia, i
Marvel Studios hanno confermato che
Star-Lord tornerà in un momento non specificato del futuro. Questo
significa che Peter Quill avrà un nuovo nome nel
MCU: ora si
chiama ufficialmente The Legendary Star-Lord. Ecco cosa
significa il nuovo titolo per il futuro di
Chris Pratt nel MCU dopo Guardiani della Galassia 3.
Il nome del leggendario Star-Lord
proviene dai fumetti della Marvel
Il nuovo nome di
Star-Lord nel MCU, Legendary
Star-Lord, è un titolo che i Marvel Studios hanno ripreso
direttamente dai fumetti. Peter Quill ha ottenuto
questo nuovo nome nel 2014, nell’ambito di una serie a fumetti
solista di 12 numeri scritta da Sam Humphries e
disegnata da Paco Medina. Legendary Star-Lord ha esplorato
il periodo di assenza di Peter Quill dai
Guardiani della Galassia e le varie avventure
cosmiche che ha intrapreso da solo. La scena post-credits di
Guardiani della Galassia 3, che si conclude
con la conferma che questo è il nuovo nome di
Star-Lord nel MCU, è perfettamente
in linea con l’impostazione generale, in cui Peter Quill è da solo
e un eroe conosciuto.
Il fatto che il MCU abbia dato a
Chris Pratt il nome leggendario di Star-Lord è
anche un modo per chiudere il cerchio della sua avventura nella
prima trilogia di Guardiani della Galassia. Non solo la sua storia
attuale lo vede riunirsi con il nonno per la prima volta da quando
è stato rapito da Yondu nel 1988, ma questo epiteto aggiornato
riflette l’incredibile viaggio che ha affrontato. Il primo
Guardiani della Galassia lo presentava come un autoproclamato
“leggendario fuorilegge”, il cui nome non era molto conosciuto come
a lui piaceva ed era più che altro una presa in giro. Dopo aver
contribuito più volte a salvare l’universo, Peter
si è ufficialmente guadagnato il diritto di essere chiamato The
Legendary Star-Lord.
Cosa significa il nuovo nome di
Star-Lord per il futuro di Chris Pratt nel MCU
Il nuovo nome di
Star-Lord potrebbe essere indicativo di ciò che ci
aspetta nel futuro del MCU di
Chris Pratt. La serie Legendary Star-Lord di
Humphries e Medina, composta da
12 numeri, si concentra su alcuni aspetti diversi della storia di
Peter. Tra questi, la visita e l’aiuto ripetuti a un orfanotrofio
cosmico, che gli permette di aiutare i bambini che hanno perso i
genitori proprio come lui. Ci sono anche sviluppi importanti come
il debutto della sorellastra Capitan Victoria e il
ritorno del suo padre biologico a fumetti ed ex imperatore di
Spartax noto come J’Son. Peter si impegna anche a sconfiggere
Thanos, combatte i Badoon e sviluppa la sua storia
d’amore con la futura mutante del MCUKitty
Pryde.
È impossibile per i Marvel Studios
adattare direttamente la serie di fumetti a causa delle differenze
tra le storie di Star-Lord nel MCU e nei fumetti.
Tuttavia, la Marvel potrebbe continuare ad adattare liberamente
parti del materiale di partenza e adattarle all’interno del
MCU. È molto
probabile che questo avvenga quando l’universo condiviso porterà
sullo schermo la storia d’amore tra Kitty Pryde e Star-Lord.
Guardiani della Galassia 3 mostra che Gamora e
Star-Lord non torneranno insieme, aprendo la porta a Peter per
perseguire nuovi interessi amorosi. Se il MCU intende dare al
personaggio di Chris Pratt una nuova storia romantica,
Kitty Pryde dovrebbe essere coinvolta.
Ora che Star-Lord è
lontano dai Guardiani con Rocket a capo della
nuova squadra dei Guardiani della Galassia del
MCU, il suo
periodo come Star-Lord leggendario potrebbe includere il contatto
con l’Impero Spartax e i Badoon. Ci vorrebbe una retcon seria per
avere Peter Quill collegato al potente Impero Spartax, ma forse
Jason Quill ha un suo passato segreto. In ogni
caso, le avventure in solitaria del leggendario
Star-Lord, compresa la lotta contro i Badoon e
l’Impero Spartax, contribuirebbero a portare nel MCU alcuni
importanti elementi comici finora ignorati.
Quando tornerà il leggendario
Star-Lord nel MCU
I Marvel Studios hanno
confermato alla fine di Guardiani della Galassia 3 che il leggendario
Star-Lord tornerà, ma non hanno rivelato quando
ciò avverrà. La promessa post-credits indica che ci sono dei piani
in atto per Chris Pratt per interpretare di nuovo
il suo personaggio nel MCU. Questo è in
linea con i commenti fatti prima dell’uscita di Guardiani della Galassia 3, secondo cui
sarebbe felice di continuare a interpretare Peter Quill, anche se
James
Gunn non sarà più coinvolto. I Marvel Studios non
annuncerebbero il nuovo nome di Star-Lord nel MCU con
un’anticipazione del suo ritorno se non fossero già in corso le
discussioni su quando questo avverrà.
Potrebbe essere più facile per
Chris Pratt tornare nel MCU ora che
Star-Lord è di stanza sulla Terra. Questo gli
permette di fare apparizioni a sorpresa in progetti basati sulla
Terra, mentre gli altri personaggi di Guardiani della Galassia
hanno bisogno di storie cosmiche per spiegare al meglio il loro
ritorno. La Marvel potrebbe far apparire Star-Lord
a sorpresa in The
Marvels o Captain
America: New World Order. C’è anche la possibilità che
Peter vada sulla Terra per collegarsi al progetto
solista Nova in fase di sviluppo.
Per il resto, il ritorno di
Star-Lord nel MCU è molto
probabile che avvenga in
Avengers: The Kang Dynasty e/o
Avengers: Secret Wars. Ha già esperienza di combattimenti al
fianco dei Vendicatori grazie ad
Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame, quindi sarebbe logico che si ricorresse
nuovamente alle sue capacità quando il Consiglio dei Kang inizierà
il suo attacco multiversale. Questa potrebbe essere l’occasione per
Star-Lord, la nuova squadra dei Guardiani
della Galassia e altri ex membri di riunirsi dopo aver
trascorso un po’ di tempo lontani. La Marvel potrebbe quindi
realizzare Guardiani della Galassia 4 con il
ritorno di
Chris Pratt in un ruolo importante.
Un’altra opzione per il ritorno di
Star-Lord nel MCU è un progetto da
solista. L’introduzione da parte dei Marvel Studios del nuovo nome
di Star-Lord nel MCU potrebbe essere
collegata ai piani per la realizzazione di un film in solitaria, di
una serie Disney+ o di una presentazione speciale
di The Legendary Star-Lord. Si tratterebbe di uno sviluppo
un po’ sorprendente, considerando quanto tempo su schermo è già
stato riservato a
Chris Pratt nel franchise. Tuttavia, ci sono ancora molte
storie che meritano di essere raccontate sulla vita e le avventure
di Peter Quill. The Legendary Star-Lord
potrebbe essere l’occasione per dimostrare perché il nuovo nome di
Star-Lord nel MCU dopo Guardiani della Galassia Vol. 3 è così
appropriato.