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Avatar 3: Sigourney Weaver rivela che il film non è ancora del tutto completo

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Nonostante il regista James Cameron abbia inizialmente confermato che Avatar 3 era vicino al completamento, i nuovi commenti della star Sigourney Weaver suggeriscono che il terzo film della saga non sarebbe invece così vicino all’essere completo come si pensava inizialmente. Parlando con Screen Rant, alla Weaver è infatti stato chiesto dello stato di Avatar 3 dopo che la collega Zoë Saldaña, interprete di Neytiri, ha confermato che c’era ancora del lavoro da completare sul prossimo blockbuster. La Weaver ha confermato l’affermazione della Saldaña, affermando che Cameron sta effettivamente cercando di perfezionare ciò che ha piuttosto che filmare nuove scene, suggerendo però che a un certo punto potrebbero rendersi necessarie riprese aggiuntive.

So che a gennaio tornerò e probabilmente farò alcuni pickup, non credo che ci siano scene completamente nuove da girare“, ha detto l’attrice. “Penso che ci sarà da migliorare ciò che [James Cameron] ha ottenuto ora che si sta avvicinando al montaggio, perché ha sempre troppo materiale. Ama girare. Non saprei nemmeno indovinare cosa potremmo dover fare, ma penso che forse si tratti di tornare indietro di un paio di momenti e dargli alcune riprese che non ha ottenuto nel modo in cui voleva“. Come noto, Avatar 3 è stato girato subito dopo Avatar: La via dell’acqua e nel 2020 Cameron ha affermato che questo terzo film era quasi completo. Dato il noto perfezionismo di Cameron e la grande quantità di lavoro richiesto da questi film, sembra però che i lavori sul terzo non siano del tutto conclusi.

Come noto, attualmente sono previsti altri tre film del franchise, con Avatar 3  programmato provvisoriamente per il 20 dicembre 2024, Avatar 4 fissato per il 18 dicembre 2026 e Avatar 5 il 22 dicembre 2028. Con Avatar: La Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica ha raggiunto nuove vette: con il film Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Interpretato da  Sam WorthingtonZoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet, il film si è affermato come un successo straordinario. Resta ora da vedere se i lavori ancora in corso su Avatar 3 rischieranno di far slittare la sua uscita in sala o se, come più probabile, Cameron abbia tutto sotto controllo e porterà a termine il film nei tempi previsti.

Superman: Legacy, nel film ci sarà uno dei più grandi cattivi della DC?

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Mentre continua il processo di casting per Superman: Legacy, nuovi rumor suggeriscono che uno dei cattivi più iconici di Superman potrebbe fare il suo debutto sul grande schermo proprio in questo film scritto e diretto da James Gunn. Secondo DanielRPK e Umberto Gonzalez di The Wrap, il villain noto come Brainiac sarà infatti presente in Superman: Legacy. Creato dallo scrittore Otto Binder e dall’artista Al Plastino, Brainiac è apparso per la prima volta in Action Comics n. 242 del 1958 come nemico di Superman. Il supercriminale, solitamente raffigurato come un androide extraterrestre dalla pelle verde e calvo, è un noto membro della Legion of Doom, il che lo rende un cattivo della Justice League e della famiglia Superman.

Brainiac è stato già adattato più volte al live-action e all’animazione, ma non è mai apparso in un film per il cinema. Se i rumor circa la sua presenza nel primo film del nuovo DC Universe dovessero rivelarsi fondati, Brainiac compirà dunque anche il suo debutto sul grande schermo, dove potrebbe rivelarsi una minaccia particolarmente importante per il supereroe protagonista. Ad ora però non ci sono conferme e in generale ancora non è noto chi sarà effettivamente il villain del film. Fino ad oggi si è però parlato di una probabile presenza di Lex Luthor, con alcuni rumor che suggeriscono però la presenza di una particolare versione del personaggio, ovvero Apex Lex Luthor.

Tutto quello che sappiamo su Superman: Legacy

Superman: Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”.

Fonte: CBR

Guardiani della Galassia Vol. 3: le dieci maggiori implicazioni del finale

Guardiani della Galassia Vol. 3 conclude in modo emozionante l’attuale capitolo della storia dei Guardiani nel Marvel Cinematic Universe. Mentre la squadra affronta il cattivo Alto Evoluzionario, molti degli archi caratteriali dei Guardiani giungono a una conclusione soddisfacente e anche strappalacrime.

Sebbene Guardiani 3 sia stato concepito soprattutto come un capitolo conclusivo per la squadra, esso accenna anche al futuro del franchise e al suo cast di personaggi amati. Infatti, diversi dettagli cruciai dell’atto finale del film potrebbero fornire informazioni su cosa aspettarsi dai Guardiani della Galassia nel prossimo MCU.

I Guardiani hanno raggiunto il loro pieno potenziale

Spiegazione finale Guardiani della Galassia Vol 3Il franchise dei Guardiani della Galassia è iniziato come film di supereroi sulla famiglia ritrovata, in quanto ogni personaggio ha trovato un’appartenenza nella sua nuova squadra. Tuttavia, il terzo film espande il posto dei Guardiani nel MCU e stabilisce Knowhere come loro nuova base. Con Knowhere a disposizione, i Guardiani iniziano a realizzare il loro pieno potenziale.

Ora i Guardiani della Galassia sono molto di più di semplici eroi in fuga. Sono veri e propri eroi che compiono azioni concrete per rendere il loro angolo di galassia un posto migliore. I rifugiati trovano una casa su Knowhere, dove i Guardiani li tengono al sicuro, proteggendoli da pazzi come l’Alto Evoluzionario.

Adam Warlock è qui per restare

Adam Warlock AvengersGuardiani della Galassia Vol. 3 introduce finalmente l’Adam Warlock di Will Poulter nel Marvel Cinematic Universe. Sebbene il personaggio abbia un tempo limitato su schermo nel film, è evidente nelle ultime scene che è solo l’inizio per il personaggio nel MCU.

La scena dei titoli di coda ha rivelato che Adam Warlock è uno dei personaggi che si uniranno alla formazione inedita dei Guardiani della Galassia capeggiata da Rocket Raccoon. In giro per la galassia con la sua nuova famiglia, il personaggio di Adam Warlock potrà seguire qualche storyline della Marvel Comics mentre si prepara a lasciare il segno nel MCU.

Gamora è una Ravager, non una guardiana

Guardiani della Galassia Vol. 3Il film che chiude la trilogia affronta le conseguenze di Avengers: Infinity War e Endgame, che hanno visto la Gamora originale morire ed essere sostituita da una versione di lei in una realtà alternativa. Mentre gli altri Guardiani cercano di riconquistare Gamora e avvicinarla alla loro causa, alla fine accettano che non è più la stessa persona che conoscevano un tempo, permettendole di tornare tra i Ravagers.

Gli ultimi momenti del film mostrano Gamora che si riunisce ai Ravagers, che la accolgono calorosamente come se fosse un membro della famiglia. Anche se questa versione di Gamora non è riuscita a sentirsi a casa con i Guardiani, è bello sapere che ha trovato una nuova famiglia nei Ravagers.

Il regno dell’Alto Evoluzionario continua?

Alto EvoluzionarioL’Alto Evoluzionario di Chukwudi Iwuji è un cattivo minaccioso in Guardiani della Galassia Vol. 3, ossessionato dall’idea di sbloccare i prossimi stadi dell’evoluzione con ogni mezzo necessario. Sebbene i Guardiani riescano a sconfiggere il cattivo e a distruggere la sua nave ammiraglia, la morte dell’Alto Evoluzionario non viene mai confermata nel film.

È una semplice regola empirica nei film di supereroi: se il pubblico non vede fisicamente la morte di qualcuno, quasi certamente è ancora vivo. Per questo motivo, non sarebbe sorprendente se l’Alto Evoluzionario tornasse in film futuri, magari scontrandosi con altre squadre di supereroi del MCU, come i Vendicatori o gli X-Men.

Mantis ha bisogno di ritrovare se stessa

MantisNegli ultimi minuti di Guardiani della Galassia Vol. 3, Mantis rivela ai suoi compagni di squadra di aver deciso di mettersi in proprio. Sentendosi come se avesse sempre ascoltato ciò che le dicevano gli altri, Mantis ritiene di dover trovare se stessa durante le sue avventure in solitaria.

La partenza di Mantis lascia intendere che potrebbe ancora avere un futuro nel MCU. The Marvels, la prossima avventura spaziale del franchise, è in programma tra pochi mesi e potrebbe riprendere la storia di Mantis dall’ultimo film dei Guardiani. Al contrario, la Marvel potrebbe decidere di adattare l’essenziale storyline di Mantis, Celestial Madonna, in un altro progetto, magari un film solista incentrato sul personaggio.

Nessuno è andato via per sempre

Guardiani della Galassia Vol 3Gran parte dell’attesa che ha preceduto Guardiani della Galassia Vol. 3 era focalizzata su quale degli amati personaggi sarebbe morto prima dei titoli di coda del film. In una brillante sovversione delle aspettative del pubblico, tuttavia, il film si è concluso senza uccidere nessuno dei personaggi principali, scelta che ha indicato che ognuno di loro potrebbe apparire in futuri progetti del MCU.

Sebbene alcuni membri del cast siano stati abbastanza chiari sulla loro intenzione di ritirarsi dai ruoli del MCU dopo Guardiani 3, resta il fatto che nessuno di questi personaggi è necessariamente scomparso per sempre. La porta è lasciata aperta per il ritorno di ognuno di loro quando sarà il momento giusto, e il film lascia anche diversi indizi su quali Guardiani potrebbero apparire di nuovo presto.

I nuovi Guardiani della Galassia

Rocket RacoonL’ultimo film del MCU di James Gunn si chiude con la nomina di Rocket a nuovo leader dei Guardiani della Galassia. Questo filone della trama viene rivisitato durante la scena mid-credits, dove Rocket viene mostrato alla guida di una squadra tutta nuova, che comprende Groot, Kraglin, Adam Warlock, Cosmo e Phyla-Vell.

Sebbene questo film fosse destinato a chiudere questo capitolo dei Guardiani della Galassia del MCU, è probabile che questa nuova squadra apparirà in qualche forma nei film futuri. Anche se la formazione sarà molto diversa da quella a cui sono abituati i fan, non sarebbe sorprendente se un quarto film dei Guardiani della Galassia seguisse la nuova squadra di Rocket nelle sue continue avventure.

La prima apparizione di Quasar nel MCU

La scena mid-credits di Guardiani della Galassia Vol. 3 conferma che uno dei bambini salvati dalla nave dell’Alto Evoluzionario si chiama Phyla. Questa ragazza si unisce ai nuovi Guardiani della Galassia di Rocket Raccoon, mostrando i suoi nuovi superpoteri, probabilmente derivati dagli esperimenti dell’Alto Evoluzionario. Questo nuovo personaggio sembra essere un cenno diretto a Phyla-Vell, uno dei numerosi personaggi che hanno indossato il mantello di Quasar nei fumetti Marvel.

Questo segna la prima apparizione di Quasar nel MCU solo alcuni mesi dopo Ant-Man and the Wasp: Quantumania aveva falsamente anticipato l’arrivo del personaggio con il Quaz di William Jackson Harper. L’iterazione Phyla-Vell di Quasar nei Marvel Comics è più strettamente associata ai Guardiani della Galassia rispetto al suo predecessore, il che indica che potrebbe essere una parte importante della squadra del MCU.

La forma finale di Groot

La scena a metà dei titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol. 3 mostra una versione molto diversa di Groot, che sembra essere cresciuto a dismisura. In piena altezza, Groot sovrasta tutti gli altri in quella che potrebbe essere la sua forma finale. Inoltre, le scene precedenti hanno lasciato intendere che un Groot completamente cresciuto potrebbe anche essere in grado di pronunciare frasi complete.

La trasformazione di Groot lascia intendere che diventerà uno dei Guardiani della Galassia più forti nelle loro continue avventure. Il nuovo aspetto del personaggio, inoltre, ricorda da vicino il suo design nei fumetti Marvel Comics, suggerendo che ha davvero raggiunto la sua forma finale.

Il leggendario Star-Lord tornerà

Il leggendario Star-Lord Guardiani della Galassia Vol 3Il finale di Guardiani della Galassia Vol. 3 vede Peter Quill tornare sulla Terra e riunirsi con suo nonno decenni dopo la loro separazione. Una scena post-credit rivisita il tempo trascorso insieme prima di promettere che “Il leggendario Star-Lord” tornerà, indicando che il tempo di Chris Pratt nel MCU è tutt’altro che finito.

Non è chiaro quando il pubblico potrà aspettarsi il ritorno di Quill nel MCU, ma sembra molto probabile che apparirà di nuovo prima della fine della Saga del Multiverso. Sebbene un’apparizione in Avengers: Secret Wars sembra inevitabile, è anche possibile che Quill riceva un proprio film da solista, magari intitolato The Legendary Star-Lord.

In silenzio: recensione della miniserie con Arón Piper

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In silenzio: recensione della miniserie con Arón Piper

Se state cercando su Netflix una serie che per tutta la sua durata vi lasci con il fiato sospeso In silenzio è la scelta giusta. Questa nuova miniserie è incentrata sul personaggio di Sergio Cisar interpretato da Aròn Piper, diventato famoso con il ruolo di Ander Muñoz fin dalla prima stagione del teendrama Élite. Nel numeroso cast di questo thriller psicologico, diviso in sei parti, però c’è anche un altro talento del liceo Las Encinas, infatti spicca il nome anche di Manu Rìos, visto proprio in questi giorni sul red carpet del Festival di Cannes per Strange Way of Life il cortometraggio di Pedro Almodóvar.

La trama di In silenzio

In silenzio comunque non è la solita serie spagnola ma un racconto cupo, sobrio e ipnotico dove si studia la personalità di un ragazzo che è stato accusato di aver ucciso entrambi i genitori. La serie parte proprio da questo avvenimento dove vengono mostrati il cadavere di una donna e poi di un uomo che sono precipitati dal balcone dell’ultimo piano di una palazzina di un quartiere benestante di una contemporanea città spagnola che non viene mai rivelata ma che sembra Bilbao. Subito viene indagato e arrestato Sergio il figlio adolescente che non farà resistenza e mai collaborerà con la giustizia. Negli anni successivi, passati in detenzione nel carcere minorile, il ragazzo si chiude in un mutismo e mai rivelerà le motivazioni del crimine e se veramente è stato lui a commettere il duplice omicidio.

Dopo sei anni, grazie anche alla sua buona condotta Sergio, soprannominato da tutti come “L’assassino del balcone”, esce dalla prigione e torna a vivere nella casa, quella dell’omicidio, ora sua essendo l’unico erede. Oltre a indossare alla caviglia un’apparecchio elettronico, che segna ogni suo postamento, il ragazzo non sa che è anche sorvegliato 24 ore su 24, con delle telecamere e dei microfoni nascosti nell’appartamento, da una psichiatra di nome Ana (Almudena Amor) e dal suo team di investigatori, che desiderano studiare se sia un pericolo per la società. L’operazione segreta nel frattempo essa stessa è supervisionata dal vicecommissario Cabrera (Aitor Luna), che come si svela fin dall’inizio, è corrotto ed è stato mandato a sabotarla.

In silenzio recensione serie tv netflix
Cr. LANDER LARRAÑAGA/NETFLIX © 2022

Il taciturno giovane intanto non passa le sue giornate sdraiato sul divano e recluso nella casa del mistero, anzi viene inserito in un programma di recupero, affidato a un pastore evangelico, molto ambiguo, che lo fa lavorare in una serra. Il primo episodio si chiude con la presentazione di Marta (Cristina Kovani) un’addetta alle vendite di un negozio in centro città ma cosa più importante è una delle tante ammiratrici di Sergio. La dottoressa Ana non perderà tempo e chiederà aiuto alla ragazza che accetterà la missione anche rischiando la sua relazione con il suo fidanzato Eneko (Manu Rìos) che gestiste un’agenzia immobilare.

Gli ulteriori cinque episodi, senza svelare troppo la trama piena di colpi di scena, evidenziano varie dinamiche come quella dell’abuso emotivo, la manipolazione, l’isolamento e il disprezzo di sé che prova il protagonista su se stesso. Sergio già dal primo incontro con Marta si apre e racconta che l’unica ragione della sua vita è ritrovare la sorella minore Noa, data in adozione dopo la morte dei facoltosi genitori. La qualità della trama non annoia mai, anzi ti fa desiderare sempre di più capire chi è veramente Sergio, del perchè Ana è ossessionata dal suo paziente e perchè sembra che i due protagonisti, di questo perverso gioco tra schermi e videoregistrazioni, hanno sempre di più cose in comune. Alla fine Noa si rivelerà come la soluzione all’intricato caso che finisce con un vero e proprio salto nel buio del ragazzo e della sua psichiatra che finalmente si incontreranno di persona. 

Non la solita miniserie spagnola

In silenzio è un prodotto seriale con un cast eccellente che per chi ha familiarità con le varie produzioni spagnole di Netflix riconoscerà volti noti e non parlo solo i due giovani attori di Élite. Quelli che spiccano di più, anche merito dei ruoli con più sfumature, sono quello del silenzioso Sergio e di Ana. L’attrice Almudena Amor è impeccabile nel mostrare la sua vera natura della psichiatra, quella ancora più malata del ragazzo che vuole capire e curare.

Per concludere anche se la miniserie è piuttosto cupa fin dall’inizio, viene mostrata sia la corruzione nella polizia che nella setta religiosa, c’è qualche speranza per i personaggi man mano che lo spettacolo procede e lo vediamo con il personaggio di Marta o di Greta (Aria Bedmar) l’unica donna, oltre alla psichiatra che fa parte del team degli investigatori. In silenzio è una miniserie che si svela lentamente, capitolo per capitolo, un’esperienza visiva così eccezionale anche merito della regia uniforme dei registi Gabe Ibáñezna, Esteban Crespo e Aitor Gabilondo.

Festival di Cannes: le foto dal red carpet di chiusura

Festival di Cannes: le foto dal red carpet di chiusura

Si è conclusa la 76esima edizione del Festival di Cannes, e dopo avervi rivelato tutti i premiati di questa edizione 2023, ecco tutte le foto dal red carpet di chiusura con il cast del film Elemental che chiuderà la Kermesse.

Pixar Animation Studios ha svelato i primi dettagli del suo 27esimo lungometraggio, Elemental, che arriverà nel 2023. Diretto da Peter Sohn (Il viaggio di Arlo, cortometraggio Parzialmente nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Il viaggio di Arlo, Cars 2), il film segue le vicende di un’insolita coppia, Ember e Wade, in una città i cui abitanti sono fuoco, acqua, terra e aria, e vivono insieme. L’“ardente” giovane donna e il ragazzo “che segue la corrente” stanno per scoprire qualcosa di fondamentale: quanto hanno davvero in comune.

Elemental è un film originale ispirato all’infanzia di Peter Sohn a New York. “I miei genitori sono emigrati dalla Corea all’inizio degli anni Settanta e hanno costruito un frequentato negozio di alimentari nel Bronx”, ha affermato il regista. “Eravamo una delle tante famiglie che si erano avventurate in una nuova terra con sogni e speranze, in un unico crocevia di culture, lingue e piccoli bellissimi quartieri. Questo è quello che mi ha portato a Elemental”.

La nostra storia è basata sui classici elementi: fuoco, acqua, terra e aria”, ha aggiunto Sohn. “Alcuni elementi si mescolano tra loro, altri no. E se questi elementi fossero vivi?”.

XO, Kitty: recensione della nuova serie Netflix

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XO, Kitty: recensione della nuova serie Netflix

Dopo la trilogia di To all the boys (To All the Boys I’ve Loved Before, To All the Boys: P.S. I Still Love You, To All the Boys: Always and Forever), approda nella nota piattaforma streaming la serie spin-off XO, Kitty. Ispirata anch’essa alla trilogia di libri della scrittrice americana Jenny Han, la serie è il primo spin-off di un film originale Netflix. Xo, Kitty è formata al momento da una sola stagione di dieci episodi, ognuno da circa trenta minuti. Nel cast ritroviamo alcune figure già presenti nei film: la giovane Anna Cathcart interpreta nuovamente il ruolo di Kitty, in questo caso come protagonista. John Corbett (il mio grosso grasso matrimonio greco) interpreta il padre di Kitty. Tra le figure nuove nel cast si ricorda Choi Min-young, nei panni di Dae-heon Kim.

Xo, Kitty: un divertente dramma adolescenziale

La serie si concentra sul personaggio di Kitty, vivace sorella minore di Lara Jean, protagonista dei film. Essendo la più piccola delle tre figlie, Kitty non ha grandi ricordi della propria madre, morta quand’era piccola, e desidera sapere di più su di lei.  Per questo motivo decide di fare richiesta alla Kiss, un prestigioso liceo privato internazionale di Seul. Oltre questo, Kitty vuole andare alla Kiss per stare finalmente con Dae, ragazzo conosciuto anni prima in una vacanza in Corea.

XO, Kitty. (L to R) Sang Heon Lee as Min Ho, Anna Cathcart as Kitty Song Covey, Choi Min-yeong as Dae in episode 110 of XO, Kitty. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Qui la giovane protagonista scoprirà pian piano molti intrighi che riguardano la madre: Kitty ritrova un braccialetto nominativo dell’ospedale coreano nel diario della madre. Quest’ultima, durante il suo periodo alla Kiss, sembra aver avuto un bambino, quindi Kitty va alla ricerca del suo fratello scomparso.

Contemporaneamente, una volta arrivata alla Kiss, Kitty scopre che Dae in realtà sta con Yuri, una ricca ragazza coreana. Pur sembrando fin da subito la relazione tra i due come una mera cosa di facciata, il rapporto tra Kitty e Dae diventa sempre più complicato.

Tra feste, punizioni e triangoli amorosi, il periodo trascorso alla Kiss porterà Kitty a crescere ed a vivere dei cambiamenti importanti sul proprio essere.

I classici cliché dei teen drama

Xo, Kitty presenta tematiche ed intrecci narrativi molto simili ad altre serie o film su adolescenti: di conseguenza, se si è alla ricerca di qualcosa di diverso da guardare, di originale, questa non è esattamente la serie adatta. Detto questo, ciò non significa che la serie in sé non sia piacevole da vedere: semplicemente riporta molti cliché.

Gli intrecci riguardanti gravidanza nascoste, i triangoli amorosi, sono tutte tematiche molto ricorrenti in tanti altri teen drama. Un elemento differente in Xo,Kitty rispetto ad altre serie simili è la ricerca di una qualche forma di collegamento con la madre defunta: Kitty desidera conoscere la madre a modo suo, cercando di avere con lei una sorta di contatto diretto, anche ora che non c’è più.

Un altro tema ricorrente nei vari film e serie adolescenziali è  il rapporto conflittuale con i genitori. A questo proposito diventa molto interessante il paragone tra la relazione tra Yuri e sua madre Jina e tra Kitty e suo padre: mentre Jina opprime la figlia cercando di fare quello che crede che sia meglio per lei, il padre di Kitty si dimostra sempre aperto al dialogo, anche alla fine quando Kitty gli rivela una sua grande scoperta di se.

In XO, Kitty si va anche ad approfondire la cultura e la tradizione coreana. Questo si nota sia in maniera indiretta dalla stessa scuola: qui si hanno strutture nuove, futuristiche ma anche semplici, vengono garantiti dei sobri dormitori anche agli studenti. Ed inoltre durante gli episodi vengono narrate feste tradizionali coreane e viene data la possibilità agli studenti della Kiss di esibirsi in balli tipici nello spettacolo di fine anno.

Una serie LGBT friendly

Xo, Kitty porta all’attenzione dello spettatore la comunità LGBT, attraverso vari avvenimenti e personaggi. In particolare, si nota come questi orientamenti sessuali vengano percepiti dalla cultura coreana, ancora parzialmente chiusa sotto questo aspetto. La stessa Jina non riesce ad accettare che la figlia sia lesbica, e Yuri sente di dover nascondere la sua omosessualità dalla famiglia e dal mondo, tanto da avere un finto fidanzato, Dae.

Un altro personaggio attraverso il quale si può instaurare nel pubblico una certa riflessione sulla scoperta che vivono gli adolescenti della propria sessualità riguarda Kitty. Senza fare alcuno spoiler al lettore, si nota come la protagonista riesca alla Kiss a conoscere meglio il proprio orientamento sessuale  e, di conseguenza, se stessa.

Festival di Cannes 2023: il palmares. L’Italia a bocca asciutta

Festival di Cannes 2023: il palmares. L’Italia a bocca asciutta

Dopo dieci emozionanti giorni di proiezioni, conferenze, code, pioggia, star e red carpet, si è conclusa l’edizione del Festival di Cannes 2023, la numero 76 per la kermesse francese. In un mondo del cinema che continua a raccontare il mondo, a volte trasfigurandolo e altre volte rendendolo a più chiaro a noi che ci viviamo dentro, la giuria presieduta da Ruben Ostlund ha dovuto scegliere i suoi vincitori.

Purtroppo nessuno degli italiani in gara, ben tre, Alice Rohrwacher, Marco Bellocchio e Nanni Moretti, ha portato a casa un premio.

Ecco tutti i vincitori del Festival di Cannes 2023

Concorso

Altri Premi

  • Camera d’Or: “Inside the Yellow Cocoon Shell,” Thien An Pham
  • Short Films Palme d’Or: “27,” Flóra Anna Buda.
  • Short Films Special Mention: “Fár,” Gunnur Martinsdóttir Schlüter
  • Golden Eye Documentary Prize: Four Daughters E The Mother Of All Lies
  • Queer Palm: Monster

Un Certain Regard

  • Un Certain Regard Award: “How to Have Sex,” Molly Manning Walker
  • Jury Prize: Asmae El Moudir, “Hounds”
  • Best Director Prize: “The Mother of All Lies,” Asmae El Moudir
  • Freedom Prize: “Goodbye Julia,” Mohamed Kordofani
  • Ensemble Prize: “The Buriti Flower,” João Salaviza, Renée Nader Messora, cast and crew
  • New Voice Prize: “Omen,” Baloji

Quinzaine des Réalisateurs

  • Europa Cinemas Label: “Creatura,” Elena Martín
  • Society of Dramatic Authors and Composers Prize: “A Prince,” Pierre Creton

Semaine de la critique

  • Grand Prize: “Tiger Stripes,” Amanda Nell Eu
  • French Touch Prize: “It’s raining in the house,” Paloma Sermon-Daï
  • GAN Foundation Award for Distribution: Pyramide Films, “Inshallah a boy”
  • Louis Roederer Foundation Rising Star Award: Jovan Ginić, “Lost Country”

Banel e Adama, recensione del film di Ramata-Toulaye Sy – Cannes 76

In un illustre concorso internazionale come quello del Festival di Cannes, c’è anche spazio per un’opera prima: Banel e Adama, della regista franco-senegalese Ramata-Toulaye Sy. Il film, pur non convincendo sotto ogni aspetto, è una delle sorprese di questa edizione del Festival cinematografico.

Banel e Adama: l’amore nel Senegal delle regole

Un giovane appena entrato nell’età adulta racconta una leggenda appresa durante l’iniziazione che lo porterà alla carica di capo villaggio, ereditata dal padre e dal fratello maggiore, entrambi morti prematuramente. Questa storia è proprio come la coppia che dà il titolo al film: isolata, come se fosse fuori dal mondo, ma governata da codici rigorosi. Banel (Khady Mane) sposa Adama (Mamadou Diallo) dopo la morte del fratello maggiore, secondo una tradizione che obbliga le donne a diventare le mogli di una famiglia, passando da un fratello all’altro secondo i capricci della vita, ma anche della morte.

Queste regole così ferree e imprescindibili che sostanziano la vita della comunità ci vengono introdotte fin dall’inizio, con i due coniugi che si pongono come ribelli in sfida alla tribù per la loro volontà di rifiutare titoli e obblighi, e per il loro desiderio di costruirsi una vita lontano dal villaggio. Banel rifiuta tutto, anche la maternità, più in generale il suo destino di donna, condannata a essere solo un grembo per perpetuare la stirpe dei capi a cui appartiene Adama. Il piano dei due amanti è chiarissimo: rifiutare il titolo di capo, costruire una casa alla periferia del villaggio di sabbia e tentare di conquistare la libertà tanto desiderata vivendo fuori dalla comunità.

Un viaggio tragico immerso nella superstizione

Molto interessante è una seconda dimensione che Banel e Adama introduce: quella della superstizione e del modo in cui i segni e il mondo vengono interpretati alla luce dei divieti sfidati. Le case di sabbia sono considerate maledette e le azioni di Adama profanano la tradizione, portando siccità, morte e distruzione in questa piccola e fragile area nella savana. Il susseguirsi di problemi che intervengono, portando a un cambiamento nell’atteggiamento del giovane marito, contribuirà a far precipitare il film nella tragedia. Adama, che prima si ergeva con orgoglio davanti ai genitori e ai coetanei, ora si inchina e scompare gradualmente dalla vista di Banel. Lo status quo e le tradizioni riprendono il controllo delle sue azioni, con grande disperazione della donna che pensa solo a lui e non vuole più aspettare di trasferirsi nella loro nuova casa. L’impazienza si trasforma quasi in follia: Banel è pronta a fare qualsiasi cosa pur di non adempiere ai ruoli assegnati dal suo status di donna al servizio delle famiglie del villaggio.

Una delle soprese di Cannes 76

Banel e Adama si affida quasi esclusivamente alla sua estetica così precisa e alla performance dell’attrice protagonista, Khady Mane, luce dell’intera narrazione, del resto lineare e anche programmatica. Molto complessa e decisamente femminista, l’evoluzione della sua Banel è davvero interessante: con il progredire della storia, diventa inquietante nel suo opporsi alle tradizioni e alle convenzioni della comunità. Le usuali tappe del viaggio dell’eroe – desiderio di fuga, seguito da una rinuncia e da un esito fatale – non permettono al film di elevarsi al di sopra della bellezza delle sue inquadrature. Perso nei suoi passaggi sublimi, quasi da cartolina, Banel e Adama dimentica di dare corpo alla sua storia e ai suoi personaggi, che sono la sua ragion d’essere.

Girato interamente in lingua fulani, Banel e Adama resta comunque una delle sorprese del Festival di Cannes 2023: anzitutto, in quanto unica opera prima presentata in concorso, ma anche per la capacità della regista di costruire un racconto tragico e sfruttare in maniera sapiente l’estetica dei paesaggi africani per raccontare il viaggio interiore dei suoi protagonisti. Certo, al film manca la profondità e la portata emotiva che gli avrebbero permesso di andare oltre la sua cornice ben definita, ma Banel e Adama non è affatto un film fallimentare.

… altrimenti ci arrabbiamo!: tutte le curiosità sul film con Bud Spencer e Terence Hill

Celebre coppia del cinema italiano e non solo, Bud Spencer e Terence Hill hanno girato tra gli anni Settanta e Ottanta diversi film divenuti popolarissimi a livello internazionale. Dal western Lo chiamavano Trinità… fino al poliziesco Miami Supercops (I poliziotti dell’8ª strada), passando per Pari e dispari, Io sto con gli ippopotami, Chi trova un amico trova un tesoro e tanti altri. Uno dei loro titoli più amati, da grandi e piccoli, è però … altrimenti ci arrabbiamo!, diretto nel 1974 da Marcello Fondato. Commedia d’azione, questo vanta gag, battute e sequenze ancora oggi iconiche, tanto note quanto omaggiate.

Pur se privo di particolari trovate di regia o di messa in scena, … altrimenti ci arrabbiamo! vanta numerose acrobazie, corse d’auto e, soprattutto, le celebri scazzottate di cui Spencer e Hill erano grandi maestri. Il film si affermò come il maggior successo economico tra tutti i film della coppia e li consacrò a stelle del cinema mondiale. Prima di intraprenderne una visione, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative a questo. Qui sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla trama, al cast e a molto altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

… altrimenti ci arrabbiamo!: la trama, il cast di attori e la dune buggy

Protagonisti del film sono Ben e Kid, rispettivamente un meccanico ed un camionista, accomunati dalla passione per le corse automobilistiche. Da sempre amici ma rivali, i due si ritrovano a vincere insieme una competizione, ottenendo come premio una dune buggy rossa con la capotte gialla nuova di zecca. L’agognata vettura, però, viene distrutta nel momento in cui una banda di sicari al servizio del Capo, mette a ferro e fuoco il luna park dove i due amici si erano recati. In risposta a quell’affronto, Ben e Kid decideranno di recarsi personalmente dal responsabile dell’accaduto, richiedendogli come risarcimento un’identica dune buggy. Se la loro volontà non verrà rispettata, si arrabbieranno e non ci sarà pace per nessuno.

Come anticipato, ad interpretare Ben e Kid vi sono rispettivamente Spencer e Hill. I due, come noto, divertirono molto a realizzare questo film, apportandovi anche proprie idee. Il celebre balbettìo effettuato da Spencer durante la scena del coro dei pompieri, ad esempio, è una sua trovata. Accanto a loro, nel ruolo del criminale noto come il Capo, vi è l’attore inglese John Sharp, mentre il suo braccio destro Attila è interpretato da Deogratias Huerta. Di particolare rilievo, inoltre, è la presenza del film dell’attore Donald Pleasence, nel ruolo del Dottore del Capo, ma celebre in particolare per essere stato Sam Loomis nella saga di Halloween. In ultimo, Manuel de Blas è il killer Paganini, mentre Luis Barbero è il gentile Geremia.

Protagonista del film è ovviamente anche la dune buggy, qui assunta a pomo della discordia della vicenda. Tale vettura, destinata alla marcia su sabbia, si caratterizza per il suo aspetto sbarazzino, divenuta un simbolo del divertimento estivo. In Italia le prime dune buggy apparvero sul finire degli anni Sessanta, ma è stato proprio … altrimenti ci arrabbiamo! ad averle rese popolarissime. Nella metà degli anni Settanta, infatti, a Roma venne fondata dal pilota di autocross Adriano Gatto la Puma s.r.l. con sede sulla via Tiburtina, la quale iniziò a produrre una propria linea di dune buggy molto simili al “Deserter”. Queste sono poi quelle utilizzate all’interno del film.

... altrimenti ci arrabbiamo! canzone

… altrimenti ci arrabbiamo!: dove è stato girato e la colonna sonora

Per quanto riguarda le location del film, come anche altri film di Spencer e Hill, anche … altrimenti ci arrabbiamo! è caratterizzato da località di differenti paesi. Le scene con il luna park, ad esempio, sono state girate a Madrid e più precisamente nei pressi dello Stadio Vicente Calderòn. Sempre nella capitale spagnola, al numero 17 di Calle de Postas, subito fuori da una porta di Plaza Mayor, si trova l’Hotel “Petit Palace Posada del Peine”, la cui entrata rappresenta nel film l’entrata del locale del Capo. La scena dell’inseguimento in moto, invece, è stata girata nel Lazio, nel bosco di Manziana. La scena iniziale di autocross è stata girata a Poggio San Romualdo, una frazione di Fabriano, in provincia di Ancona.

Ad essersi occupati della colonna sonora del film, invece, sono stati i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, anche noti come fondatori del gruppo Oliver Onions. In attività dal 1963, questi hanno firmato la colonna sonora di diversi film di Spencer e Hill, ma anche di innumerevoli altri titoli. Per … altrimenti ci arrabbiamo!, in particolare, il gruppo compose il brano Dune Buggy, utilizzato per ben sette volte nel corso della pellicola. Come il film, anche questo conobbe un estremo successo commerciale, rimanendo nella top ten per oltre diciassette settimane e risultando il più venduto del 1974 in Italia. Anche all’estero tale brano ottenne ampi riconoscimenti, vantando una distribuzione estera in paesi come Cile, Messico, Francia, Spagna, e Germania.

… altrimenti ci arrabbiamo!: il remake, il trailer e dove vederlo in streaming e in TV

Dopo anni di speculazioni, nel 2022 è arrivato al cinema un remake del film. Diretto dagli YouNuts!Altrimenti ci arrabbiamo si propone in realtà più come un reboot che come un vero e proprio remake, modificando alcuni particolari dell’originale per dar vita ad un omaggio di quel cult. Ad interpretare i due protagonisti, qui, sono gli attori Edoardo Pesce ed Alessandro Roja. Christian De Sica, invece, compare nei panni del villain principale, mentre Alessandra Mastronardi è Miriam, intrigante e pericolosa donna che aiuterà i due protagonisti. Naturalmente, grande protagonista è anche in questo caso la mitica dune buggy rossa con la capotte gialla nuova di zecca.

È possibile fruire di … altrimenti ci arrabbiamo! grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27 maggio alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Shrek 2: trama, personaggi e doppiatori del film

Shrek 2: trama, personaggi e doppiatori del film

Quando nel 2001 il film Shrek arrivò nei cinema di tutto il mondo, l’animazione cinematografica cambiò per sempre. Con l’uscita dei successivi tre sequel, quello di Shrek diventa un vero e proprio fenomeno globale, dando vita ad uno dei franchise animati più redditizi di sempre. Grazie ai suoi numerosi riferimenti alla cultura di massa, come anche l’utilizzo di una comicità scorretta e cinica, si è affermato come un vero e proprio apri pista per i numerosi imitatori venuti negli anni a seguire. Nel 2004 è dunque arrivato al cinema il primo dei sequel, intitolato Shrek 2 e diretto da Andrew Adamson, Kelly Asbury e Conrad Vernon.

Il celebre orco verde protagonista del film è basato dell’omonimo libro illustrato del 1990 di William Steig, poi riadattato per permettergli di assumere i connotati richiesti dal mezzo cinematografico. Ulteriore fonte di ispirazione per questo sequel è però stato anche il film del 1967 Indovina chi viene a cena. Per questo nuovo capitolo, inoltre, sono state sviluppate tecniche d’animazione ancor più accurate, che hanno permesso al film di raggiungere un livello successo in quanto a resa grafica. Ancor più del suo predecessore, Shrek 2 si affermò poi come un autentico successo, guadagnando oltre 900 milioni di dollari in tutto il mondo.

Ad oggi, questo è il tredicesimo film d’animazione dal maggior incasso di sempre, nonché il più redditizio della sua serie. Seguito poi anche da Shrek Terzo e da Shrek e vissero felici e contenti, rimane uno dei preferiti del grande pubblico, che vi ritrovano tutti gli elementi già visti nel precedente più diverse gradite novità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Shrek 2: la trama del film

Dopo gli eventi del primo film, Shrek e la principessa Fiona sono ora felicemente sposati e si godono il loro viaggio di nozze. Al loro ritorno, tuttavia, li aspetta la richiesta dei genitori di lei di incontrare il principe che l’ha coraggiosamente salvata. I due reali rimangono però sconvolti nello scoprire che la figlia abbia deciso di non spezzare l’incantesimo che l’ha resa un’orchessa, sposando per di più un vero orco. Da quel momento in poi, comincia una vera e propria sfida piena di tensione tra Shrek e il Re Harold.

Questi, che aveva sempre desiderato che la figlia sposasse un vero principe, finisce con il chiedere l’aiuto della Fata Madrina, la quale proverà in tutti i modi a far finire il matrimonio della principessa per darla invece in sposa a suo figlio, il vanitoso principe Azzurro. La cosa si rivela però più complessa del previsto, e così viene organizzato un piano per uccidere Shrek. Reclutato a tal fine, il Gatto con gli stivali finirà però con il diventare amico dell’orco, e li aiuterà nello sventare i malvagi piani della Fata. Per Shrek sarà a questo punto fondamentale dare ulteriore prova del suo valore, tanto per Fiona quanto per i genitori di lei.

Shrek 2 doppiatori

Shrek 2: i personaggi e i doppiatori del film

Una delle punte di diamante dei film sono i numerosi celebri attori che si sono avvicendati nel doppiaggio dei personaggi principali e più apprezzati della saga. Voce originale dell’orco Shrek è il comico Mike Myers. Questi, particolarmente legato al personaggio, decise di conferire al personaggio un marcato accento scozzese. Tale scelta è motivata dal fatto che questo gli ricordava il modo in cui sua madre gli leggeva le favole. Iconico è poi il ruolo svolto dall’attore Eddie Murphy, il quale ha reso celebre il personaggio di Ciuchino grazie alla propria interpretazione. Conclude il trio di protagonisti la principessa Fiona, la quale sfoggia la voce dell’attrice Cameron Diaz.

I genitori di Fiona, re Harold e la regina Lillian, hanno invece le voci dei celebri John Cleese, membro dei Monty Python, e della premio Oscar Julie Andrews. Antonio Banderas è la voce di Gatto con gli stivali, e ha doppiato il personaggio anche per le versioni in lingua spagnola del film. Altri noti doppiatori sono Jennifer Saunders per la Fata Madrina e il cantautore Tom Waits per il personaggio di Capitan Uncino. Per il doppiaggio italiano, invece, Renato Cecchetto, Nanni Baldini e Selvaggia Quattrini sono le voci di Shrek, Ciuchino e Fiona. Giorgio Lopez doppia re Harold, mentre Francesco Prando è il principe Azzurro. Massimo Rossi, infine, dà voce al Gatto con gli stivali.

Shrek 2: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Shrek 2 è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video, Now e Tim Vision. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27 maggio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

The Final Destination 3D: trama, cast e curiosità sul film horror

Nel 2000 al cinema esce il film Final Destination, primo capitolo di una pentalogia che si è imposta come un cult sia per le sue tematiche, legate alla predestinazione e all’inevitabilità della morte, quanto per diverse sequenze entrate nell’immaginario collettivo. Diretto da James Wong, noto anche come regista della serie X-Files, il film ha conquistato da subito un grande seguito di fan, che hanno reso tale pellicola sempre più celebre nel corso degli anni. Dopo i primi due sequel, nel 2009 è poi arrivato al cinema The Final Destination 3D (qui la recensione), diretto stavolta da David R. Ellis, il quale aveva già firmato la regia del secondo capitolo.

Dopo il successo di Final Destination 3, per questo nuovo titolo della serie si decise di puntare sulla tecnologia del 3D, in quel momento particolarmente diffusa e in voga. Per il regista e i produttori, però, questa avrebbe dovuto significativamente aggiungere qualcosa di nuovo al film e alla sua storia, non fungendo dunque da mero effetto speciale per sorprendere gli spettatori. Questa novità non impedì però al film di essere accolto in modo piuttosto freddo dalla critica. Il pubblico però premiò The Final Fantasy 3D, portandolo ad un guadagno di circa 186 milioni di dollari.

Tale successo spinse poi a dar vita ad un nuovo film, Final Destination 5, arrivato nel 2011. Questo, però, è stato concepito e realizzato come un prequel al primo capitolo della serie. Ciò rende di fatto The Final Destination 3D l’ultimo titolo secondo la cronologia degli eventi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Shantel VanSanten e Bobby Campo in The Final Destination
Shantel VanSanten e Bobby Campo in The Final Destination. Foto di © 2009 Warner Home Video. All rights reserved.

La trama di The Final Destination 3D

Il film ha inizio durante una corsa di auto, quando Nick O’Bannon ha una terribile visione: per via di un incidente, quasi tutta l’arena sarà distrutta uccidendo moltissime persone, tra cui lui, la sua fidanzata Lori e i due amici Hunt e Janet. Terrorizzato che ciò possa accadere davvero, riesce a convincere i ragazzi del suo gruppo e qualche altra persona a uscire. Non appena fuori, la tragedia che Nick aveva previsto avviene davvero. Il gruppo di fortunati scampati alla morte, però, si troverà ad aver soltanto ritardato ciò che è inevitabile. Quella di Nick, infatti, è stata solo la prima di una lunga serie di visioni sul destino dei sopravvissuti di quel giorno.

Tra questi vi è Carter, un uomo che voleva rientrare in arena per salvare sua moglie, ma a cui George, la guardia, lo ha impedito. Mosso dal desiderio di vendicarsi, questi muore vittima del suo stesso piano. Il giorno seguente anche Samantha, un’altra sopravvissuta, muore a causa di un incidente quantomai impensabile e imprevedibile. A poco a poco, dunque, la morte sembra trovare il modo di andare incontro a tutti i superstiti al disastro dell’arena, nei modi più cruenti e sanguinari possibili. Per Nick e i suoi amici, dunque, ha inizio una sfida che non sembra poter essere vinta in alcun modo.

The Final Destination 3D cast

Curiosità sul cast del film

Protagonista di questo capitolo, nel ruolo di Nick O’Bannon, è l’attore Bobby Campo, divenuto celebre proprio grazie a tale film ma noto anche per aver interpretato Seth Branson nella serie tv Scream. Accanto a lui, nel ruolo della fidanzata Lori Milligan vi è invece l’attrice Shantel VanSanten, nota prevalentemente per le serie One Tree Hill, The Flash e Shooter. Gli amici di Nick, Hunt e Janet, sono invece interpretati da Nick Zano e Haley Webb. Il primo è noto per il ruolo di Vince nella serie Le cose che amo di te, mentre la Webb è celebre come Jennifer Blake in Teen Wolf.

Nel ruolo di George, la guardia dell’arena dove si svolge la corsa d’auto di inizio film, vi è l’attore Mykelti Williamson, divenuto estremamente celebre per aver recitato nel ruolo di Bubba, l’amico afroamericano di Forrest Gump nell’omonimo film. Samantha Lane è invece interpretata da Krista Allen, conosciuta per serie come Baywatch, Il tempo della nostra vita e A proposito di Brian. Per questo stesso ruolo si era proposta anche l’attrice Ashley Tisdale, senza però riuscire ad ottenerlo. Infine, Carter Daniels è interpretato da Justin Welborn.

Il trailer di The Final Destination 3D e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Final Destination 3D è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

John Wick: Capitolo 5 e 3 Spin-off in sviluppo per Lionsgate

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John Wick: Capitolo 5 e 3 Spin-off in sviluppo per Lionsgate

Dopo oltre due mesi dall’uscita nelle sale di John Wick: Capitolo 4, il dirigente di Lionsgate Joe Drake ha confermato che lo studio ha iniziato a lavorare su John Wick: Capitolo 5, che è attualmente nelle prime fasi di sviluppo. Durante l’ultima chiamata sugli utili di Lionsgate (via Comicbook), Drake ha parlato del futuro del franchise di successo, rivelando che il team creativo ha altri tre progetti di John Wick in fase di sviluppo.

Ora ci stiamo muovendo attraverso quel franchise, non solo nello spazio dei videogiochi AAA, ma osservando quale cadenza regolare degli spin-off, la televisione fa davvero crescere quell’universo in modo che ci sia una cadenza costante di un franchise che c’è un chiaro appetito dal pubblico”, ha detto Drake. “Ciò che è ufficiale è che, come sai, Ballerina è il primo spin-off che uscirà il prossimo anno. Siamo in fase di sviluppo su altri tre, tra cui [John Wick: Capitolo 5] e inclusa la serie televisiva, The Continental, che andrà in onda presto. E così, stiamo costruendo il mondo e quando arriveranno quei cinque film, sarà organico – sarà cresciuto organicamente da come stiamo iniziando a raccontare quelle storie. Ma puoi fare affidamento su una cadenza regolare di John Wick.

Questa rivelazione di John Wick: Capitolo 5 arriva dopo che il regista di John Wick: Capitolo 4 Chad Stahelski ha confermato che lui e la star principale Keanu Reeves non stanno sicuramente dicendo di no all’opportunità di raccontare di più sulla storia dell’assassino protagonista. Prima di questo, Stahelski aveva precedentemente dichiarato che stavano pianificando di prendersi una pausa dal franchise.

Il franchise di John Wick raggiunge il miliardo di dollari

John Wick: Capitolo 4 ha incassato in tutto il mondo oltre 428 milioni di dollari al botteghino, rendendolo il film di John Wick con il maggior incasso. Questo risultato ha permesso al franchise di raggiungere il miliardo di dollari al botteghino mondiale. John Wick (Keanu Reeves) trova una via per sconfiggere la Grand Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick deve affrontare un nuovo nemico che ha potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare vecchi amici in nuovi nemici.

John Wick: Capitolo 4 è stato diretto da Stahelski da una sceneggiatura co-scritta da Shay Hatten e Michael Finch, che subentrerà al creatore del franchise Derek Kolstad. Il quarto episodio è interpretato da Reeves, Lance Reddick, Ian McShane, Rina Sawayama, Shamier Anderson, Bill Skarsgard, Clancy Brown, Hiroyuki Sanada e Donnie Yen.

Thunderbolts: produzione sospesa a causa dello sciopero della WGA

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La produzione del prossimo film Marvel Thunderbolts che avrà come protagonista un gruppo di cattivi nel Marvel Cinematic Universe è stata sospesa. Secondo Deadline , la Marvel ha sospeso la produzione del film. Questa sospensione arriva solo tre settimane prima dell’inizio delle riprese  che avrebbero dovuto partire ad Atlanta. Secondo il rapporto, la produzione di Thunderbolts riprenderà dopo la fine dello sciopero WGA. Questo è l’ultimo progetto Marvel ad essere ritardato, poiché in precedenza abbiamo segnalato che la pre-produzione di Blade era stata sospesa e la produzione della serie Wonder Man Disney+ a Los Angeles era stata interrotta.

Quando uscirà il film di Thunderbolts?

Thunderbolts  era precedentemente programmato per arrivare nelle sale il 26 luglio 2024, come parte della Fase 5. A seconda della durata dello sciopero, potrebbe perdere quella data ed essere ricollocato altrove nel calendario del 2024. Tuttavia, non è stata ancora annunciata una nuova data poiché la situazione è ancora in divenire.

Durante il panel dei Marvel Studios al D23, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha svelato il roster di Thunderbolts il cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ Agente statunitense (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.

Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato. Thunderbolts uscirà nelle sale il 26 luglio 2024. Jake Schreier (Robot and Frank, Dave) dirigerà Thunderbolts, che si baserà su una  sceneggiatore scritta dallo sceneggiatore di Black Widow Eric Pearson.

Festival di Cannes: il cast sulla croisette per presentare La Chimera

Secondo film italiano in concorso al Festival di Cannes con La Chimera, il nuovo film di Alice Rohrwacher che vede protagonista Josh O’Connor, Carol Duarte, Isabella RosselliniAlba Rohrwacher e Vincenzo Nemolato.  Tornato nella sua cittadina sul Mar Tirreno, Arthur (Josh O’Connor), un ladro di tombe etrusco alla ricerca del suo amore perduto, si riunisce con la sua banda di briganti. Dopo Le Meraviglie (Grand Prix nel 2014) e Lazzaro Felice (Premio per la sceneggiatura nel 2018), Alice Rohrwacher si interroga sulle tracce del passato ne La Chimera. Ecco tutti i protagonisti sulla croisette di Cannes.

Ambientato negli anni 80, nel mondo clandestino dei “tombaroli”, La Chimera racconta di un giovane archeologo inglese (Josh O’Connor) coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici. Completano il cast Isabella Rossellini, Carol Duarte, Alba Rohrwacher e Vincenzo Nemolato.

La Chimera, come tutti i film di Alice Rohrwacher, è prodotto da Carlo Cresto-Dina per tempesta con Rai Cinema, in coproduzione con Amka Films Productions (Svizzera) e Ad Vitam Production (Francia) in collaborazione con Arte France Cinema. L’uscita del film è prevista per il 2023, distribuito in Italia da 01.

La chimera: recensione del film di Alice Rohrwacher – Cannes 76

La chimera: recensione del film di Alice Rohrwacher – Cannes 76

Quarto film e quarto Festival di Cannes per Alice Rohrwacher, che dopo Corpo celeste (alla allora Quinzaine des réalisateurs), Le meraviglie e Lazzaro felice torna in concorso per la Palma d’Oro con La chimera. Il film sarà distribuito da 01 Distribution entro la fine dell’anno, ultimo dei tre film italiani presentati sulla Croisette e a distanza sia da Il sol dell’Avvenire di Nanni Moretti sia dal Rapito di Marco Bellocchio. Una anteprima comunque importante per una artista che merita sempre attenzione, per quanto sarà difficile che possa bissare i risultati del 2014 e del 2018, quando conquistò – rispettivamente il Gran Premio della Giuria e quello per la Migliore Sceneggiatura del festival francese. Che nel frattempo ha applaudito la storia di tombaroli nella quale al protagonista Josh O’Connor (The Crown, God’s Own Country) si affiancano Isabella Rossellini e Alba Rohrwacher.

Arthur e il mondo sotterraneo

Arthur è il giovane archeologo inglese appena uscito dal carcere e intenzionato a tagliare i ponti con i suoi (ex) amici tombaroli, molto attivi sul mercato clandestino per le opere d’arte e i reperti archeologici che trafugano dai sepolcri etruschi tra la Tuscia e la bassa toscana. Ma ‘l’inglese’ è un elemento imprescindibile per la banda, che senza la sua capacità di riuscire a percepire la presenza delle tombe non saprebbe dove scavare. Un dono, del quale forse Arthur farebbe volentieri a meno, visto che il vuoto che sente nella terra corrisponde a quello che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore perduto, Beniamina. La sua chimera più dolorosa, quella che sembra continuare a inseguire in questo viaggio tra vivi e morti, tra boschi e solitudini.

Ognuno insegue la sua chimera

Ognuno insegue la sua chimera, anche Alice Rohrwacher, che sceglie un cast internazionale per arricchire ancora di più il mosaico di personaggi, tempi, luoghi, livelli, vite e colori del suo nuovo film. Un vero e proprio “caleidoscopio” nel quale la frammentazione è complessità, possibilità, libertà, nonostante qualche problema nel gestire l’armonizzazione e l’equilibrio tra le singole tessere. Tante e distribuite tra il mondo di sopra e il mondo di sotto, il presente e il passato, una realtà e l’altra o i diversi elementi di cui si compone la ricerca della regista e sceneggiatrice, oltre che autrice del soggetto insieme a Pietro Marcello e Carmela Covino.

La chimera recensione film

Il primo impatto con il film è attraverso “l’inglese”,lo spaesato e solitario Arthur di Josh O’Connor che ci accompagna e che seguiamo dall’inizio alla fine. Più Caronte che Virgilio, volutamente tramite tra i mondi diversi che la storia tiene insieme, volontariamente ai margini di entrambi, dove la sua ricerca del suo scomparso amore è rimasta delusa. Quella, sentimentale, la chimera del titolo, ma non solo. Sono “chimere” anche quelle che gli permettono di stabilire un contatto con l’oltretomba, etrusco nello specifico, per i tombaroli fonte di sostentamento, per lui, spazio di libertà e di speranza.

Temi e suggestioni sono notevoli, spesso però da inseguire nella lunga elaborazione del lutto che in qualche maniera racconta il film. Nel quale sembrano esserci troppe deviazioni e parentesi, troppi film nel film, linee narrative (geniale e felice quella del cantastorie che appare a più riprese) che si intrecciano alla principale. Effettivamente come accade nella vita, di tutti noi, che si interrompe, riprende, cambia direzione, e spesso si ferma a seguire altre suggestioni, possibilità o urgenze.

La chimera Josh O'ConnorAnche lo stile, è quello proprio della regista, che torna a utilizzare le tonalità tanto amate e a guardare verso i diseredati, gli innocenti loro malgrado, la natura e le sue creature. Una comunità ideale nei quali perdono di senso i confini, tanto spaziali quanto temporali, e le regole, dell’uomo e di una società che non ha rispetto di nulla e nessuno. Nella quale non è banale che siano le donne a offrire e cercare un’alternativa, e a mostrare – come detto dalla stessa Rohrwalcher – una attitudine diversa nella costruzione delle cose, che dia loro una vita nuova. Una donna apre e chiude il film, d’altronde, a una donna è affidato il colpo di scena del plot, donne diverse caratterizzano il percorso esistenziale di Arthur, dall’Italia di Carol Duarte alla Flora di Isabella Rossellini, in un ruolo di poca presenza ma di indubbio peso.

Piani paralleli, che si sovrappongono e si sviluppano, finendo per tangere, pur con poche speranze di ricavarne benefici. Soprattutto per l’affollarsi di storie, livelli, personaggi e final, che non aiutano a rendere meno involuto il film. Chiuso da immagini bucoliche, il più classico dei Franco Battiato e un trionfo conciliatorio tra il sognante e il visionario.

Festival di Cannes 2023: tutti i vincitori di Un Certain Regard

Festival di Cannes 2023: tutti i vincitori di Un Certain Regard

Sono stati annunciati, nell’ambito del Festival di Cannes 2023, i vincitori della sezione collaterale Un Certain Regard. Incentrata su film d’autore e artisticamente audaci, la selezione Un Certain Regard 2023 ha incluso 20 lungometraggi, di cui 8 opere prime in competizione anche per la Caméra d’or (il premio alla migliore opera prima di tutta la selezione ufficiale).

Quest’anno, il film d’apertura è stato Le Règne animal di Thomas Cailley. Presieduta dall’attore americano John C. Reilly, la giuria comprendeva la regista e sceneggiatrice francese Alice Winocour, l’attrice tedesca Paula Beer, il regista e produttore franco-cambogiano Davy Chou e l’attrice belga Émilie Dequenne. Un Certain Regard 2023 si conclude con la proiezione del film Une nuit di Alex Lutz.

Ecco tutti i vincitori di Un Certain Regard 2023

  • Un Certain Regard Prize – HOW TO HAVE SEX diretto da Molly Manning Walker (1st film)
  • New Voice Prize – AUGURE (OMEN) diretto da  Baloji (1st film)
  • Ensemble Prize – CROWRÃ (THE BURITI FLOWER) diretto da João Salaviza & Renée Nader Messora
  • Freedom Prize – GOODBYE JULIA diretto da Mohamed Kordofani (1st film)
  • Directing Prize – Asmae El Moudir per KADIB ABYAD (THE MOTHER OF ALL LIES)
  • Jury’s Prize – LES MEUTES (HOUNDS) diretto da Kamal Lazraq (1st film)

Il traditore: trama, cast e la vera storia dietro il film con Pierfrancesco Favino

Con alcuni dei suoi ultimi film, il regista Marco Bellocchio si è interessato a ripercorrere e rielaborare alcuni dei più noti eventi della storia d’Italia, dal rapimento di Aldo Moro con Buongiorno, notte ed Esterno notte, passando per la vita privata di Benito Mussolini in Vincere e fino al caso di Edgardo Mortara con Rapito, attualmente al cinema. Il suo ultimo film, allo stesso modo, porta sul grande schermo una delle figure italiane più controverse e complesse dell’intero Novecento: il pentito di mafia Tommaso Buscetta. La sua storia è raccontata da Bellocchio in Il traditore (qui la recensione), presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2019 e affermatosi come uno dei più importanti e premiati film italiani degli ultimi anni.

Accostatosi a tale personaggio, il regista si è concentrato in particolare sul darne un ritratto non come un eroe bensì di un uomo coraggioso, senza condannarlo né accusarlo. In Il traditore, infatti, Buscetta si erge a rappresentante di un mondo e un modo di fare ormai in decadenza. La sua storia diventa così l’occasione per parlare di tematiche universali, tra cui l’inesorabile caducità dell’uomo e dei suoi imperi. Bellocchio firma così un nuovo racconto storico e civile, caratterizzato da una teatralità che divide nettamente Buscetta da quanti invece gli si contrappongono, ovvero quei mafiosi che lui andava accusando in modo tanto aperto.

Vincitore di ben sei David di Donatello, tra cui miglior film e miglior regia, Il traditore ha conosciuto un successo senza eguali, venendo candidato anche a diversi premi esteri. Bellocchio si è così riconfermato uno dei più acuti narratori della storia di un Paese. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama del film Il traditore

La vicenda del film ha inizio nei primi anni ’80, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i boss della mafia siciliana. In quel periodo, infatti, le fazioni di Cosa Nostra e i Corleone, capeggiati da Totò Riina, si contendono la piazza della droga, mantenendo una facciata di amicizia e collaborazione. Temendo un’imminente guerra tra i due gruppi, Tommaso Buscetta, anche noto come il “boss dei due mondi”, decide di trasferirsi in Brasile e proseguire lì i suoi affari. Ben presto, però, due dei suoi figli e altri suoi cari vengono giustiziati a sangue freddo, generando in lui un profondo senso di colpa per averli abbandonati senza protezione.

Per lui le difficoltà sono però appena iniziate. Rintracciato dalla polizia brasiliana, egli viene poi estradato in Italia. Per sopravvivere, Buscetta si trova a questo punto davanti ad una scelta durissima. Egli accetterà infine incontrare il giudice Giovanni Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra. Confessando tutto ciò che sà, egli diventa un pentito, un traditore, e per tanto ancor di più condannato a morte. Deciso e costretto ad andare fino in fondo, Buscetta deciderà di presentarsi anche al maxi processo, dove incontrerà i suoi ex amici per testimoniare una volta di più contro di loro.

Il traditore: la vera storia dietro al film

Quella di Buscetta, come noto, è la storia del primo importante pentito di mafia, la cui collaborazione con gli organi di giustizia ha portato ad una maggiore comprensione di questa organizzazione criminale e ad un più duro attacco nei suoi confronti. Buscetta è entrato a farvi parte nel 1945, all’età di 17 anni. Dopo essere stato per un periodo in Sud America, nel 1956 inizia ad occuparsi del contrabbando di sigarette e stupefacenti, diventando anche un pericoloso killer e venendo in più occasioni arrestato e incarcerato. Per lui la situazione si fa pericolosa quando, nel pieno di quella che è nota come la seconda guerra di mafia, si trova a contrapporsi a Salvatore Riina. Per tirarsi fuori dalla faida, Buscetta decide di tornare in Brasile.

La vittoria di Riina ha però ugualmente ripercussioni sulla sua vita, con 11 dei suoi parenti che vengono brutalmente uccisi, tra cui due dei suoi figli. Nello stesso periodo, il 23 ottobre del 1983 Buscetta viene riconosciuto e arrestato dalla polizia locale. Nel giugno 1984 i giudici Giovanni Falcone e Vincenzo Geraci si recarono da lui e lo invitarono a collaborare con la giustizia, gesto che nel codice d’onore mafioso è inevitabilmente considerato un tradimento da punire con la morte: il boss lasciò trapelare una velata volontà di intraprendere tale percorso e lo Stato italiano ne chiese e ottenne allora l’estradizione alle autorità brasiliane. Buscetta non accettò però mai di essere definito un pentito, termine con cui in Italia cominciavano ad essere indicati i collaboratori di giustizia.

Egli dichiarò piuttosto di non condividere più quella che era la nuova Cosa nostra, poiché, a suo dire, aveva perso la sua identità. Il 29 settembre 1984, sulla base delle dichiarazioni di Buscetta, scattò la maxi-retata denominata “operazione San Michele” con 366 mandati di cattura eseguiti. Nel 1986, invece, Buscetta testimoniò al maxiprocesso di Palermo scaturito dalle dichiarazioni rese a Falcone. In seguito, egli si ritirò nuovamente nell’anonimato, denunciando però sul finire degli anni Novanta lo stretto rapporto tra mafia e politica. Ammalatosi di cancro, Buscetta morì infine il 2 aprile 2000, all’età di 71 anni, a North Miami, in Florida, negli Stati Uniti.

Il traditore cast

Il traditore: il cast del film

Ad interpretare il complesso ruolo di Tommaso Buscetta vi è l’attore Pierfrancesco Favino, in una delle interpretazioni migliori della sua carriera. Eppure, inizialmente, egli sembra stesse per perdere l’occasione di avere questo ruolo, essendo rimasto insoddisfatto dal suo provino. Riuscì però a convivere Bellocchio a dargli una seconda possibilità, sbalordendo poi tutti con un’interpretazione particolarmente intensa. Per calarsi nei panni del pentito, infatti, Favino ha condotto approfonditi studi, ricercando dettagli sulle sue movenze e il suo modo di parlare. Si è poi trovato ad acquisire ben nove chili, al fine di avere un fisico più imponente.

Ad interpretare Salvatore Contorno, altro pentito di mafia e amico di Buscetta, vi è invece l’attore Luigi Lo Cascio. Anche lui si trasformò profondamente per il ruolo, arrivando grazie alla sua performance a vincere il David di Donatello come miglior attore non protagonista. Fausto Russo Alesi è presente nei panni del giudice Giovanni Falcone, mentre Fabrizio Ferracane è Pippo Calò, uno dei principali accusati da Buscetta. L’attore Nicola Calì recita invece nel ruolo di Totò Riina, mentre Giovanni Calogno è Gaetano Badalamenti. Pippo di Marca compare brevemente nei panni di Giulio Andreotti. L’attrice brasiliana Maria Fernanda Candido interpreta invece Maria Cristina, moglie di Buscetta.

Il traditore: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il traditore è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 26 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

Mother’s Day: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Mother’s Day: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Di recente è arrivato su Netflix il film The Mother (qui la recensione), thriller d’azione con protagonista Jennifer Lopez nei panni di una spietata killer che si riscopre madre nel momento in cui la figlia viene rapita, intraprendendo dunque una vera e propria caccia nei confronti dei rapitori. A pochi giorni di distanza, è arrivata sulla piattaforma un’altra pellicola con una premessa molto simile, ovvero Mother’s Day. Di produzione polacca, questo thriller è diretto dal regista Mateusz Rakowicz, da lui anche scritto insieme a Likasz M. Maciejewski.

Mother’s Day offre dunque un altra letale madre pronta a tutto pur di difendere il proprio figlio. Il tutto si manifesta naturalmente in un film d’azione particolarmente adrenalinico, con sequenze di combattimento magnificamente coreografate e continui colpi di scena. Un titolo dunque particolarmente consigliato agli amanti del revenge movie, che potranno inoltre con Mother’s Day imbattersi in nuovi elementi di genere propri della cinematografia polacca. Prima di passare alla visione, però, ecco di seguito maggiori dettagli sulla trama, il cast e, per chi non teme gli spoiler, una spiegazione del finale del film.

La trama e il cast di Mother’s Day

Protagonista del film è Nina, un’ex agente delle operazioni speciali della NATO, che ha dovuto abbandonare suo figlio Makx poco dopo averlo dato alla luce. La scelta è motivata dalla volontà di tenere al sicuro il ragazzo, cosa che dato il suo lavoro Nina non poteva garantire. Quando però dopo qualche anno scopre che il ragazzo è stato rapito da una pericolosa organizzazione mafiosa, decide di volerlo salvare lei stessa. In incognito, utilizzando tutta l’esperienza e le armi a sua disposizione, parte dunque alla ricerca di suo figlio. Per lei è l’occasione di dimostrare a se stessa che è ancora un agente capace e che può finalmente essere anche una buona madre.

Il cast del film è naturalmente composto da attori polacchi, a partire da Agnieszka Grochowska nei panni di Nina. L’attrice è nota in particolare per aver recitato nel film candidato agli Oscar In darkness (2011) e per aver partiecipato anche a Child 44 – Il bambino n. 44 (2015), Teen Spirit – A un passo dal sogno (2018). Accanto a lei, nel ruolo di Igor, vi è l’attore Darius Chojnacki, mentre Szymon Wroblewski è WoltomierzJowita Budnik interpreta il personaggio noto unicamente come Il Diplomatico, mentre Konrad Eleryk è Tytus. L’attrice Adrianna Drozd, infine, è l’interprete di Zosia, figlia di Igor.

Mothers-day-finale

Mother’s Day: la spiegazione del finale del film

[SEGUONO SPOILER]

Alla fine, dopo diversi tentativi di salvare suo figlio, Nina uccide i rapitori, ma Maks scappa in quanto ha paura di quella donna che non sa essere sua madre. È allora che il personaggio noto Il Diplomatico, specializzato nel riciclaggio di denaro, prende Maks in ostaggio. Chiede poi a Nina di irrompere in una stazione di polizia di Varsavia per ottenere i soldi confiscati dal caveau dei rapitori. Quando completerà la missione, le darà Maks. È a questo punto che Igor tradisce Nina, in modo che lui e altri poliziotti corrotti possano rubare il denaro nel caveau. Igor si svela essere il mandante del rapimento, in quanto sapendo che poi Nina avrebbe ucciso i rapitori, i soldi di questi sarebbero stati più facili da ottenere.

Quando Nina racconta a Igor delle richieste di Il Diplomatico di rubare i soldi, Igor fa schiantare deliberatamente la sua auto contro il veicolo di Nina, facendola sbattere contro il parabrezza. Nina viene presa in ostaggio. Igor rivela allora di aver avuto bisogno dei soldi per trasferirsi e viaggiare per vedere sua figlia, di cui ha perso la custodia in caso di divorzio. Quando Igor e i suoi soci portano Nina nel bosco per ucciderla, la slegano in modo che possa scavarsi la fossa. Mentre Igor aspetta in macchina, sente degli spari e vede che Nina ora ha in mano una pistola. Igor guida, fa schiantare il furgone e riesce a scappare, ma guarda l’automobile esplodere mentre i soldi di Il diplomatico iniziano a bruciare.

Il diplomatico permette a quel punto a Nina e Maks di vivere su richiesta del proprio figlio. Una possibile ragione è che il figlio del diplomatico ha iniziato a fare amicizia con Maks perché, poche scene prima, giocavano insieme a scacchi. Possiamo ipotizzare che il figlio del diplomatico possa aver rispettato Maks come un degno avversario sulla scacchiera, proprio come sua madre ha trovato in Nina un degno avversario nel mondo criminale. Nina può così spiegare a Maks di essere sua madre, rivelandogli le sue vere origini. Sul finire del film, Nina riceve poi la visita di sua madre, la quale la mette in guardia nei confronti di alcuni suoi vecchi nemici, che ora sanno che lei è viva ed ha un figlio. La scena sembra dunque aprire ad un possibile sequel nel quale esplorare il passato di Nina.

Il trailer di Mother’s Day e come vedere il film su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Mother’s Day unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonte: IMDb

Gran Turismo, le foto della presentazione a Cannes 2023

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Gran Turismo, le foto della presentazione a Cannes 2023

Oggi a Cannes il photocall di Gran Turismo, il nuovo film Sony Pictures diretto da Neill Blomkamp. Il film, tratto dalla celebre saga dei racing game, si ispira alla storia vera di un giovane giocatore di Gran Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie di gare competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota professionista nella realtà. Nel cast oltre a David Harbour (Stranger Things) e Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli), Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del protagonista, Darren Barnet (Non ho mai…), Djimon Hounsou (Blood Diamond – Diamanti di sangue) e Geri Halliwell-Horner (Spice Girls – Il film). Gran Turismo sarà dal 20 settembre solo al cinema prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Gran Turismo, la trama

Ispirato da una storia vera, il film racconta il coronamento del sogno di Jann Mardenborough, un giocatore adolescente di Gran Turismo, che grazie alle sua abilità di gioco vince una serie di competizioni della Nissan per diventare un pilota professionista.

Addio alla Fantastica Signora Maisel: grazie, e buonanotte!

Addio alla Fantastica Signora Maisel: grazie, e buonanotte!

“Grazie, e buonanotte!” Si chiude così ogni numero di Midge Maisel e queste parole risuonano anche alla fine dei suoi quattro minuti al Gordon Ford Show. Midge ce l’ha fatta, ma questo lo sapevamo già.

L’ultima stagione de La Fantastica Signora Maisel, sovvertendo lo stile di narrazione dei cicli precedenti, ci ha detto da subito che Midge ce l’avrebbe fatta, che avrebbe sfondato e si sarebbe costruita una “bella vita” con belle cose, successo e nessun partner, perché quelli ormai sono spunti per i suoi numeri e non più compagni di vita. L’episodio 9 della quinta stagione della serie di Amy Sherman-Palladino ha fatto calare il sipario sulla sua storia sfruttando il trucco del flashforward per tranquillizzarci tutti: Midge ce la fa. Ma quanto è stato appassionante il viaggio? Quante le difficoltà? Quante le regole da rompere e le persone da convincere che lei, Miriam, potesse essere molto di più che una madre e moglie con la passione per i cappellini e un girovita da urlo?

La Fantastica Signora Maisel infrange le regole

Fino alla fine, Midge ha dovuto combattere e giocare sporco, ha dovuto infrangere le regole, per dare voce ai suoi pensieri e alla sua ambizione. E se da una parte è vero che a una donna non si perdona l’ambizione, e lo si sta ripetendo sempre di più tanto che la rivendicazione ha ormai perso potenza, Amy Sherman-Palladino e Rachel Brosnahan, la fantastica signora Maisel in persona, non hanno paura di raccontare una donna che ambisce all’indipendenza e al successo, ma anche al lusso, ai begli abiti, alle comodità, a tutta una serie di cose che nella narrativa legata alle donne sono sempre state messe da parte in nome di ideali più alti, come la dignità e la libertà.

Midge vuole tutto, anche tutta quella serie di benefit lussuosi che sempre vengono accostati all’ambizione maschile. Perché Midge è davvero moderna e onesta e francamente insostenibilmente isterica, e allo stesso tempo adorabile. Non fa niente per nascondere le sue nevrosi, che poi sono nevrosi di Palladino, ma la sua tenacia ci impone quasi di tifare per lei.

Abe Weissman, il revisionismo storico

Chiaramente Midge non è sola in questa avventura, ed è bello vedere in che modo tutti i personaggi che l’hanno accompagnata sono cambiati e si sono evoluti anche grazie a lei e alle sue scelte di vita non convenzionali. Su tutti citiamo Abe Weissman (Tony Shalhoub), un personaggio straordinario, che nel constatare la straordinarietà della figlia si fa testimone, nel penultimo episodio, di una riflessione sulla parità di genere proponendo un “what if?”, un revisionismo storico che niente ha a che vedere con gli slogan con cui si riempie la bocca una certa fetta dei rappresentati della cultura contemporanea. Un manifesto non solo originale, ma onesto e autentico di quello che potrebbe voler dire essere donna se il mondo prendesse un po’ più sul serio le donne stesse. Una rivendicazione che pian piano sta cambiando il paradigma e sta diventando sempre più constatazione di un dato di fatto e di una effettiva parità. La strada è lunga, ma è stata imboccata.

Susie e Lenny sempre all’angolo di Midge

La fantastica Signora Maisel recensioneÈ chiaro che Midge è un’eccezione. Non tutte le donne hanno il suo talento, la sua ambizione, né tantomeno la fortuna di incrociare sul suo cammino sostenitori e partner del calibro di Susie Myerson (Alex Borstein) o Lenny Bruce (Luke Kirby), difensori, promotori, sponsor, alleati trai più preziosi perché hanno dato a Midge quello che nessuno le aveva dato prima: credito e fiducia. Nessuna grande impresa si porta avanti in solitudine, e per quanto gli ultimi metri vadano corsi in autonomia, c’è sempre chi lungo la strada lancia un asciugamano o una borraccia, per sostenere l’impresa. All’angolo di Midge ci sono sempre stati loro, e ci restano fino alla fine. Ce lo raccontano bene i flashforward, le finestre che questa stagione apre sul futuro.

Con l’espediente che Six Feet Under ha usato nella sua ineguagliabile puntata finale, in cui vediamo tutta la vita dei protagonisti fino alla fine dei loro giorni, anche La fantastica Signora Maisel ci mostra quello che sarà e che non vivremo, e così possiamo sbirciare quella che sarà la carriera brillante dell’agente Susie, la miseria del di lì a poco suicida Lenny Bruce, ma anche tutte le vite che hanno gravitato intorno a Midge e che ne hanno subito la grandezza. I figli, ad esempio, quei Esther e Ethan che sono stati in ombra per così tanto tempo e che in questa stagione hanno finalmente assunto la statura di personaggi, oppure lo stesso Joel (Michael Zegen), che si pente di aver tradito e lasciato Midge, ma che allo stesso tempo è la vera causa scatenante senza la quale la Signora Maisel non sarebbe mai e poi mai diventata Fantastica.

L’investitura ufficiale

E quell’investitura, quel Fantastica Signora Maisel arriva, quel Titolo che da sei anni stiamo ripetendo e che per la prima volta si sente chiaro e tondo alla fine di questo episodio conclusivo di serie, per bocca di uno dei tanti ostacoli che Midge ha dovuto aggirare, superare e sconfiggere, quel Gordon Ford che prima si era chiamato Shy Baldwin e prima ancora Sophie Lennon, ovvero quei rappresentanti dell’élite che ce l’ha fatta e che non vuole assolutamente che ce la facciano gli altri.

Amy Sherman-Palladino ha fatto di nuovo la sua magia, e anche se è vero che la sua voce è quella di tutti i suoi personaggi ed è inverosimile che chiunque popoli il suo mondo sia tanto arguto e spontaneo, è riuscita lo stesso a raccontare una storia che per quanto specifica è anche collettiva, una storia di emancipazione e di scoperta, di compromesso e di rinuncia, ma anche di trionfi. Midge Maisel ce l’ha fatta, giocando sporco, infrangendo le regole, ma anche segnando nuovi confini, nuovi limiti da superare, nuovi obbiettivi per arrivare a conquistare quella fama tanto grande che la farà amare da tutti. Con sfrontatezza e consapevolezza, il messaggio più potente e divertente che Midge possa lasciarci è quello di tenere sempre la schiena dritta, sorridere e andare avanti… “Tette in su!”.

Mortal Kombat 2: Adeline Rudolph sarà Kitana

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Mortal Kombat 2: Adeline Rudolph sarà Kitana

Adeline Rudolph, che ha fatto il suo debutto come parte di Le terrificanti avventure di Sabrina di Netflix, si è unita a Tati Gabrielle, la sua co-protagonista nella serie Netflix, in Mortal Kombat 2, sequel del film del 2021.

Simon McQuoid, che ha diretto il film precedente basato sul franchise di videogiochi, è tornato dietro la mdp per il nuovo lungometraggio, che vede Karl Urban alla guida dell’ensemble e del cast diversificato.

Mortal Kombat 2 è scritto da Jeremy Slater e sarà nuovamente diretto dall’australiano Simon McQuoid. Il film sarà prodotto da Atomic Monster di James Wan e Broken Road Productions di Todd Garner. La produzione è stata attirata dal governo del Queensland grazie alla strategia di attrazione della produzione di Screen Queensland. La produzione sarà inoltre elegibile per il regime di compensazione recentemente rivisto del governo federale australiano.

Con una spesa locale stimata di oltre $ 68 milioni, Mortal Kombat 2 è un grande successo per l’economia dello stato, creando almeno 560 posti di lavoro per il cast e la troupe del Queensland“, ha dichiarato Annastacia Palaszczuk, premier del Queensland.  “Sono così orgoglioso che Atomic Monster sia in grado di portare le riprese di ‘Mortal Kombat 2‘ in Australia“, ha dichiarato James Wan, produttore. “Girare il primo film in Australia è stata un’esperienza fantastica, sono entusiasta che con l’aiuto di Screen Australia e Screen Queensland, possiamo mostrare le maestose location del Queensland e lavorare con i talenti artistici di prim’ordine che vivono lì.”

Mortal Kombat 2 è prodotto da Wan e Michael Clear per Atomic Monster, Todd Garner, Simon McQuoid e E. Bennett Walsh. Il film, An Atomic Monster/A Broken Road Production, sarà distribuito dalla Warner Bros. Pictures.

Festival di Cannes: Robert Rodriguez presenta Hypnotic

Festival di Cannes: Robert Rodriguez presenta Hypnotic

Il regista Robert Rodriguez torna al Festival di Cannes per presentare il suo Hypnotic che vede protagonista Ben Affleck nei panni di un detective che indaga su un mistero che coinvolge la figlia scomparsa e un programma segreto del governo. Sulla croissette assente Ben Affleck, presenti solo il regista con uno dei protagonisti William Fichtner, insieme ai produttori Artur Galstian, Gareth West e Vahan Yepremyan.

In Hypnotic, l’attore e regista ora al cinema con Air – La storia del grande salto, interpreta il detective della polizia Daniel Rourke, mentre cerca la figlia scomparsa Minnie (Hala Finley). Presto scopre però che è associata a una serie di rapine in corso condotte da un uomo misterioso (William Fichtner) che afferma di essere dotato di poteri ipnotici.

Con l’assistenza della sensitiva Diana Cruz (Alice Braga), Daniel partirà dunque all’inseguimento dell’uomo misterioso legato a sua figlia e ad una serie di rapine con l’intento di riportare Minnie a casa sana e salva. Come anticipato nel trailer, però, le persone con poteri ipnotici possono costringere le loro vittime a vedere e sentire cose che non sono reali. Il film, e il poster sembra confermare tutto ciò, sembra dunque promettere giochi mentali pronti ad ingannare tanto il protagonista quanto gli spettatori. D’altrone, come riportato anche dalla tagline del poster, “il controllo è un illusione”.

Hypnotic è stato diretto da Robert Rodriguez e da lui  scritto insieme a Max Borenstein. Nel cast, oltre a Ben Affleck, vi sono William Fichtner, Alice Braga, Jeff Fahey, Kelly Frye, JD Pardo e Hala Finley. Attualmente tale pellicola ha una data d’uscita nelle sale statunitensi fissata al 12 maggio, mentre non è ancora nota una data per la sua uscita in Italia.

Elemental della Pixar film di chiusura al Festival di Cannes 2023

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Il film Disney e Pixar Elemental, dal 21 giugno nelle sale italiane, sarà presentato in anteprima mondiale il 27 maggio come film di chiusura della 76esima edizione del Festival di Cannes.

Elemental è diretto da Peter Sohn e prodotto da Denise Ream p.g.a., mentre Pete Docter è il produttore esecutivo. La sceneggiatura è di John Hoberg & Kat Likkel e Brenda Hsueh, con un soggetto di Sohn, Hoberg & Likkel e Hsueh. La colonna sonora originale del film è stata composta e diretta da Thomas Newman.

Il film introduce Ember, una tenace, acuta e “ardente” giovane donna, la cui amicizia con un ragazzo di nome Wade, divertente, sdolcinato e “che segue la corrente”, mette alla prova le sue convinzioni sul mondo in cui vivono. Nella versione italiana del film, Valentina Romani è la voce di Ember, una brillante ragazza di fuoco sulla ventina con un grande senso dell’umorismo che ama la sua famiglia ma che a volte si infiamma facilmente; Stefano De Martino è Wade, un attento ed empatico ventenne di acqua che non ha paura di mostrare le proprie emozioni, che sono difficili da non notare; Serra Yilmaz è la voce della mamma di Ember, Cinder; e Hal Yamanouchi del padre di Ember prossimo alla pensione, Bernie.

Elemental arriverà il 21 giugno nelle sale italiane insieme al nuovo cortometraggio Pixar L’Appuntamento di Carl.

Marco Tullio Giordana torna alla regia con La vita accanto

Marco Tullio Giordana torna alla regia con La vita accanto

Marco Tullio Giordana torna dietro la macchina da presa per “La vita accanto”, scritto insieme a Marco Bellocchio e Gloria Malatesta. Lo rivela Variety, che annuncia anche l’inizio delle riprese il prossimo 5 giugno tra Vicenza e dintorni.

Tratta dall’omonimo romanzo di successo di Mariapia Veladiano (Einaudi, 2010), “La vita accanto” è ambientato tra gli anni Ottanta e il Duemila e racconta di una influente famiglia vicentina composta da Maria (Valentina Bellè), dal marito Osvaldo (Paolo Pierobon) e dalla gemella di quest’ultimo, Erminia (Sonia Bergamasco), affermata pianista. La loro vita viene sconvolta da un evento imprevedibile. Maria mette al mondo Rebecca. La neonata, per il resto normalissima e di grande bellezza, presenta un vistosa macchia purpurea che le segna metà del viso. Quella macchia che niente può cancellare e rende i genitori impotenti e infelici, diventa per Maria un’ossessione tale da precipitarla nel rifiuto delle sue responsabilità di madre. L’intera adolescenza di Rebecca sarà segnata dalla vergogna e dal desiderio di nascondersi dagli altri. Ma fin da piccola rivela straordinarie capacità musicali. La zia Erminia riconosce il suo talento: Rebecca diventa sua allieva e il bisogno di cancellare la “macchia” la spingerà ad affermarsi attraverso la musica.

Per il ruolo di Rebecca adolescente, Giordana ha scelto la giovane pianista italiana Beatrice Barison. Nel cast anche Michela Cescon. Il film, prodotto da Simone Gattoni e Beppe Caschetto, è una produzione Kavac Film e IBC Movie con Rai Cinema con il sostegno di Veneto Film Commission.

Citadel: Diana, ecco Matilda De Angelis nella nuova serie Prime Original italiana

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Prime Video ha svelato il titolo del prossimo capitolo nello Spyverse di Citadel, Citadel: Diana, e la prima immagine di Matilda De Angelis (The Undoing), protagonista della nuova serie Original italiana. Citadel: Diana sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo nel 2024.

Il finale della prima stagione di Citadel, con Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, è disponibile da oggi su Prime Video. La prima serie nello Spyverse del franchise globale conclude la sua prima stagione con grandi colpi di scena e rivelazioni avvincenti, con gli agenti di Citadel che scoprono l’identità della talpa che ha fatto cadere l’agenzia nelle mani della fazione rivale Manticore. I tradimenti saranno svelati e le domande troveranno risposta, mentre le conseguenze del finale si ripercuoteranno attraverso tutto lo Spyverse. Dopo l’episodio finale, un teaser di Citadel: Diana svela un entusiasmante assaggio di ciò che arriverà con l’espandersi dello Spyverse di Citadel in questo nuovo capitolo.

Citadel: Diana è stata creata, prodotta e girata in Italia, e le riprese sono terminate all’inizio di quest’anno. La serie è prodotta da Cattleya (ZeroZeroZero) – parte di ITV Studios-  e ha per showrunner ed executive producer Gina Gardini, con Riccardo Tozzi, Marco Chimenz e Giovanni Stabilini anch’essi nel ruolo di executive producer, mentre Emanuele Savoini è co-executive producer. Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Ostot, Scott Nemes di AGBO e David Weil (Hunters) sono executive producer di Citadel: Diana e di tutte le serie nell’universo globale di Citadel. Midnight Radio è executive producer di Citadel: Diana e tutte le serie nell’universo globale di Citadel.

Citadel: Diana è diretta da Arnaldo Catinari e sviluppata da Alessandro Fabbri, che ricopre anche il ruolo di head writer, ed ha scritto la serie con Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini e Giordana Mari. Come già annunciato, nel cast al fianco di Matilda De Angelis ci sono anche Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Daniele Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Tutti gli episodi della prima stagione della serie evento Citadel sono ora disponibili in streaming su Prime Video.

Citadel

Otto anni fa, Citadel è caduta. L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard Madden) e Nadia Sinh (Priyanka Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso ma senza tempo.

Da Amazon Studios e AGBO dei Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e Scott Nemes per AGBO, con lo showrunner ed executive producer David Weil. Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.

Festival di Cannes 2023: i look e gli abiti più belli sulla croisette

Al via la 76esima edizione della leggendaria manifestazione cinematografica della Costa Azzurra, che ha aperto le danze del Festival di Cannes 2023 con il film Jeanne du Barry dell’attrice e regista francese Maïwenn. Con questo primo, e tanto atteso red carpet, si è dato inizio ad una delle kermesse dedicatate alla settima arte e la più attesa dell’anno. Ogni anno il Festival di Cannes porta sulla Croisette i più bei nomi del cinema internazionale, dando il via a una 12 giorni fitta di proiezioni, tra attori, attrici e registi da tutto il mondo, i party più prestigiosi, feste e tanti eventi di vari genere ma, soprattutto, i vestiti, gli abiti da sogno che le star indossano sulla montée des Marches. L’elenco non segue un ordine di preferenza.

Juliette Binoche

Juliette Binoche
Juliette Binoche al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Juliette Binoche è arrivata a Cannes 2023 come protagonista in Concorso con il film  La Passion de Dodin Bouffant. L’attrice francese si è presentata elegantissima con i capelli legati e molto casta in bianco e nero con una gonna dritta abbinato ad un top strutturato tutto firmato Dior.

Virginie Efira

Virginie Efira
Virginie Efira al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Virginie Efira è tornata sul red carpet di Cannes 2023 per una seconda montée des Marches. Questa volta l’attrice ha optato per un abito corto nero molto sexy e agghindato da una mantella, che mostra il suo pancione, di Saint Laurent firmato da Anthony Vaccarello.

Katherine Langford

Katherine Langford
Katherine Langford al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sulla Croisette di Last Summer è arrivata anche Katherine Langford. L’attrice australiana ambasciatrice dal 2020 L’Oréal Paris e diventata famosa con la serie Netflix Tredici ha indossato un abito scintillante da vera diva tutto ricami e trasparenza di Prada.

Valentina Romani

Valentina Romani, Nanni Moretti, Blu Yoshimi 2
Valentina Romani, Nanni Moretti e Blu Yoshimi al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La giovane Valentina Romani sta vivendo un momento d’oro dopo il successo di Mare Fuori dove interpreta Naditza. L’attrice è apparsa elegantissima sul red carpet di Il sol dell’Avvenire con un raffinato abito di raso lungo e nero che possiede dei dettagli fatti di cristalli sul ventre.

Julia Garner

Julia Garner
Julia Garner al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Julia Garner ha scelto un look alla “vecchia Hollywood” per sfilare sul red carpet di Cannes 2023. La giovane attrice pluripremiata ha indossato un abito di chiffon verde Gucci, di cui è anche testimonial della nuova campagna pubblicitaria, da dea tutto pieno di drappeggi e aperture.

Rosie Huntington-Whiteley

Rosie Huntington-Whiteley
Rosie Huntington-Whiteley al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Rosie Huntington-Whiteley per la premiere di Asteroid City si è presentata con un abito bianco di Fendi Couture della collezione primavera 2023. La modella britannica ha mostrato il suo fisico perfetto grazie ad un vestito dallo stile classico con spacco e nodo laterale reso glamour da un top con le spalline.

Barbara Ronchi

Barbara Ronchi
Barbara Ronchi al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Barbara Ronchi, David di Donatello 2023 come migliore attrice protagonista, ha sfilato con il cast di Rapito indossando un elegantissimo abito lungo color blu notte. La maestria del glamour di Armani è qualcosa da ammirare, solo Giorgio riesce a trasformare una silhouette così semplice in uno spettacolo da tappeto rosso serale.

Scarlett Johansson

Scarlett Johansson
Scarlett Johansson al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Scarlett Johansson è da poco diventata la nuova testimonial della casa di moda italiana di Miuccia Prada. Infatti per il suo ritorno sul red carpet, era da anni che non si vedeva più a Cannes, ha convinto tutti firmata, ovviamente in Prada, con un lungo tubino rosa confetto senza spalline e stretto in vita da una sottile cintura ton sur ton con un reggiseno bianco stile retrò a vista.

Mia Wasikowska

Mia Wasikowska
Mia Wasikowska al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Mia Wasikowska per l’anteprima del film in Concorso Club Zero ha optato per un look davvero elegante e molto raffinato. L’attrice australiana ha indossato un abito di seta blu personalizzato Louis Vuitton ricamato con paillettes e perline, ispirato alla collezione Resort 2023.

Lily-Rose Depp

Abel “The Weeknd” Tesfaye, Lily-Rose Depp and Sam Levinson
Abel “The Weeknd” Tesfaye, Lily-Rose Depp and Sam Levinson al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Alla prima della serie The Idol la sua protagonista Lily-Rose Depp è apparsa sul red carpet con un iconico abito vintage che arriva dalla collezione autunno inverno 1994/1995 di Chanel. Un tubino ricoperto di paillette, cortissimo senza spalline che si caratterizza per la presenza di una coccarda floreale realizzata in raso azzurro e con un fiocco in raso nero.

Gigi Hadid

Gigi Hadid
Gigi Hadid al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Per quest’anno, almeno per ora, niente passerella sul red carpet di Cannes della top model Bella Hadid ma per fortuna è arrivata la sorella bionda Gigi Hadid. La modella ha indossato una creazione di Zac Posen, un abito lungo beige composto da un corpetto a fascia senza spalline e una gonna a sirena che dona una silhouette che celebra il trend “Mermaidcore”.

Carla Bruni

Carla Bruni
Carla Bruni al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La top model è tornata una seconda volta a sfilare sulla Croisette della 76esima edizione del Festival di Cannes. Carla Bruni con gioielli Chopard ha sfoggiato un peplo monospalla aderente color blu, come i suoi occhi, firmato da Anthony Vaccarello il direttore creativo di Yves Saint Laurent.

Alicia Vikander

Michael Fassbender e Alicia Vikander
Michael Fassbender e Alicia Vikander al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Alicia Vikander per la montée des Marches del suo film Firebrand, dove interpreta delle l’ultima delle sei mogli di Enrico VIII re d’Inghilterra si è fatta accompagnare dal compagno di vita Michael Fassbender. L’attrice svedese si è presentata con un vestito color pesca decorato con ricami d’argento di Louis Vuitton.

Jennifer Lawrence

Jennifer Lawrence
Jennifer Lawrence al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Durante il photocall del documentario Bread and Roses della regista Sahra Mani ha posato con le attrici anche il Premio Oscar Jennifer Lawrence. L’attrice con una tunica preziosa firmata Dior, di cui è testimonial da diversi anni, è a Cannes nel ruolo di produttrice del toccante docufilm che racconta la vita delle donne di Kabul dopo il ritorno del regime talebano.

Naomi Campbell

Naomi Campbel
Naomi Campbel al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La top model Naomi Campbell non si smentisce mai e durante la premiere di Killers of the Flower Moon si è presentata sul red carpet in un rosso Valentino. La Venere Nera ha attirato tutti i flash su di lei avvolta in un abito dalle aperture geometriche, con maxi gonna e uno strascico di colore rosa composto sull’orlo da piume.

Julianne Moore e Natalie Portman

Cory Michael Smith, Julianne Moore, Todd Haynes, Natalie Portman, Charles Melton
Cory Michael Smith, Julianne Moore, Todd Haynes, Natalie Portman, Charles Melton al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sul red carpet di May December la rossa Julianne Moore si è presentata con un lungo abito con maniche lunghe di Louis Vuitton. La collega Natalie Portman invece ha incantato tutti con una nuova versione di Maria Grazia Chiuri dell’iconico “Junun dress” di Christian Dior, l’originale del 1949 è esposto al Metropolitan Museum of Art di New York.

Kirsten Dunst

Jesse Plemons e Kirsten Dunst
Jesse Plemons e Kirsten Dunst al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefios.it

Kirsten Dunst ha accompagnato a Cannes il marito Jesse Plemons, attore conosciuto nel 2016 sul set della serie televisiva Fargo, sfilando insieme sul red carpet del film Killers of the Flower MoonLa vincitrice nel 2011 del Prix d’interprétation féminine per l’occasione ha indossato un elegantissimo abito nero vintage firmato Chanel.

Natalie Portman

Natalie Portman
Natalie Portman al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Natalie Portman porta sulla Croisette la sua semplicità e la sua delicatezza innocente con i capelli castani sciolti e il suo incarnato perfetto con al collo una collana di Chopard. L’attrice ha sfoggiato un abito blu e azzurro firmato Christian Dior che valorizza ancora di più il suo corpo grazie alla cinturina nera in vita.

Cate Blanchett

Cate Blanchett
Cate Blanchett al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La divina Cate Blanchett, ospite sul red carpet del film The Zone of Interest di Jonathan Glazer sale gli scalini della Montée de Marche con un outfit bianco e nero di Louis Vuitton. La creazione dello stilista è un esempio di ciò che oggi è l’eleganza contemporanea e Cate riesce a valorizzare con la sua classe innata quest’opera d’arte di Nicolas Ghesquière.

Carla Bruni

Carla Bruni Cannes 23
Carla Bruni al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Carla Bruni anche questa volta a Cannes ha attirato tutti gli obiettivi e i flash su di sé come solo lei sa fare. La top model degli anni Novanta ha falcato la Croisette con al collo una parure di gioielli Chopard un corto abito argento firmato Céline, composto da bustier tempestato di strass e una gonna con dietro un lungo strascico.

Phoebe Waller-Bridge

Phoebe Waller-Bridge
Phoebe Waller-Bridge al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Phoebe Waller-Bridge vestito cannes 203Non è la prima volta che l’attrice e drammaturga londinese si presenta a Cannes, aveva già sfilato nel 2018 perché faceva parte del numeroso cast di Solo: A Star Wars Story. La protagonista di Fleabag alla premiere mondiale di Indiana Jones e il quadrante del destino ha sfoggiato il suo immancabile caschetto retrò con dei guanti di seta e uno Schiapparelli nero della collezione Inferno Couture.

Elle Fanning

Elle Fanning
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

L’attrice protagonista di The Great la serie liberamente basata sull’ascesa come imperatrice di Caterina II di Russia conferma anche quest’anno la sua presenza sul red carpet dell’inaugurazione di Cannes 2023. Elle Fanning ha incantato tutti martedì con una straordinaria creazione Alexander McQueen tempestata di perline e cristalli con un corpetto scultoreo ornato di petali.

Catherine Zeta-Jones

Catherine Zeta-Jones
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

L’attrice gallese finalmente lascia il nero della sua Morticia per optare e indossare un vestito lungo rosso Haute Couture firmato Elie Saab con una profonda scollatura a V. Catherine Zeta-Jones accompagnata dalla splendida figlia Carys Zeta Douglas ha rubato la scena, almeno sul carpet, al marito Michael Douglas lì per ritirare la Palma d’Oro onoraria.

Viola Davis

Viola Devis
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

L’EGOT Viola Davis accompagnata dal marito Julius Tennon ha sorpreso tutti sul red carpet di “Monster” firmata Valentino mercoledì sera. L’attrice che abbiamo visto ultimamente nel ruolo di madre di Michael Jordan nel film Air – La storia del grande salto è arrivata sulla Croisette avvolta in una mantella bianca con piume e un abito monospalla color avario disegnato per lei da Pierpaolo Piccioli.

Simona Tabasco

Simona Tabasco
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

L’attrice italiana che sta conquistando gli americani grazie al ruolo di Lucia nella seconda stagione della serie The White Lotus ha onorato l’Italia con la sua splendida presenza. Infatti dopo aver sfilato durante la prima montée des Marches, è tornata anche una seconda volta con un abito di Lanvin, bianco e decorato con un lungo strascico.

Karlie Kloss

Karlie Kloss
Karlie Kloss al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Karlie Kloss dopo l’abito premaman sfoggiato al MET Gala ha stupito tutti ancora una volta con un look degno di una Dea greca scesa tra noi mortali. La modella americana ha sfilato con un abito a taglio impero color oro con un drappeggio sulla spalla di Dior abbinato ad un sottile cerchietto con veletta sul viso.

Netflix blocca la condivisione delle password anche in Italia

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Netflix blocca la condivisione delle password anche in Italia

La tanto temuta stretta di Netflix sulla condivisione delle password degli account si è infine concretizzata anche in Italia. Mentre molti utenti hanno tratto vantaggio nel corso degli anni utilizzando gli account di amici, familiari o ex, era da tempo noto che la piattaforma stesse portando avanti provvedimenti per arginare tale pratica. Stando ora a quanto comunicato tramite email agli utenti possessori di account, ma anche secondo quello che si legge sulla pagina Condivisione dell’account Netflix sul sito ufficiale della piattaforma, il nuovo modello è pronto per essere applicato.

Con le nuove disposizioni emesse dall’azienda, l’account potrà essere condiviso solo da persone appartenenti allo stesso nucleo domestico. Per “Nucleo domestico” si intende l’insieme dei dispositivi connessi a Internet nel luogo principale da cui si guarda Netflix. Tutti gli altri dispositivi che utilizzano il proprio account Netflix sulla stessa connessione Internet apparterranno automaticamente al proprio Nucleo domestico Netflix. In alternativa, è possibile acquistare al costo di 4,99€ uno slot per utente extra per quindi poter aggiungere un utente esistente al di fuori del proprio nucleo domestico all’account.

I titolari di account con un piano Standard potranno aggiungere solo un utente extra, mentre i possessori di piano Premium potranno aggiungere due utenti premium. L’utente extra deve però essere attivato nello stesso paese in cui il titolare dell’account ha creato il proprio account. Non è invece possibile aggiungere utenti extra al piano Standard con pubblicità. Sarà poi utile sapere che quando si apre un nuovo account o si aggiunge un utente extra, è possibile trasferire un profilo da un account esistente a quello nuovo, inclusi i suggerimenti, l’attività di visione, La mia lista, i giochi salvati, le impostazioni e altro, senza dunque perdere nulla di tutto ciò. Gli utenti extra potranno naturalmente godere degli stessi vantaggi del proprietario dell’account, ma con alcune differenze. Gli utenti extra possono infatti guardare Netflix su qualsiasi dispositivo, ma solo su uno alla volta e potranno anche scaricare titoli, ma solo su uno smartphone o un tablet alla volta.

I prezzi degli abbonamenti rimangono gli stessi, con il piano Standard con 2 accessi in contemporanea e contenuti in Full HD al prezzo di 12,99€ al mese e il piano Premium con 4 accessi in contemporanea e contenuti in 4K a 17,99€ euro al mese. Rimangono poi validi anche i piani Base di Netflix, ovvero quello con pubblicità al costo 5,49€ al mese e quello senza pubblicità al prezzo di 7,99€ al mese. Netflix utilizzerà diverse informazioni per determinare se un utente possa o meno appartenere a un Nucleo domestico, tra queste: indirizzo IP, ID dei dispositivi e attività dell’account.

Quentin Tarantino rivela i piani scartati per il suo film di James Bond

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Molti grandi cineasti hanno provato, senza riuscirci, a entrare nelle grazie dei produttori per dirigere un film della saga di James Bond. Tra questi vi è anche Quentin Tarantino, che negli anni Novanta, dopo il successo di Pulp Fiction, provò a realizzare un proprio film basato sul personaggio. Parlando con Deadline, Tarantino ha confermato di aver avuto l’intenzione di adattare il romanzo Casino Royale, i cui diritti non appartenevano alla EON Productions, società nata per produrre film dai romanzi di Ian Fleming. “Questo è quello che volevo fare dopo Pulp Fiction. Volevo realizzare la mia versione di Casino Royale, che avrebbe avuto luogo negli anni ’60 e non sarebbe stato un capitolo della serie di film di Bond“, ha rivelato Quentin Tarantino.

Avremmo scelto un attore e sarebbe stata un’avventura soltanto. Quindi ho pensato che avremmo potuto farlo. Ma poi si è scoperto che tre anni prima quelli della EON Productions avevano capito che qualcuno avrebbe provato a fare quello che ho fatto e così hanno stretto un accordo generale con la tenuta dei Fleming della serie “abbiamo i diritti cinematografici di tutto ciò che ha scritto. Ti daremo un mucchio di soldi per ogni singola cosa che ha scritto”. Se qualcuno vuole farne un film, deve venire da noi.‘”. Un accordo che ha dunque impedito a Tarantino di adattare il romanzo senza il bisogno di rivolgersi alla EON.

Il regista ha quindi parlato del futuro di Bond, che ogni volta che viene cambiato protagonista la storia ricomincia da capo: “Ci ho pensato. Quello che credo dovrebbero fare, e penso che lo avrebbero dovuto fare da tempo, è che ci sono così tanti libri che hanno realmente dei nomi classici e delle avventure classiche. Nella maggior parte dei casi non hanno adattato i libri o le storie. Hanno preso gli elementi principali della trama, e forse la Bond Girl o il villain, e poi sono andati per la loro strada. Penso che non dovrebbero realizzare i remake dei film, ma semplicemente adattare i libri e farlo nel modo in cui sono stati scritti. Sarebbe qualcosa di totalmente nuovo“.

La Sirenetta, la spiegazione del finale del live action

La Sirenetta, la spiegazione del finale del live action

La Sirenetta di Rob Marshall è arrivato finalmente nelle sale italiane. Una storia immortale, quella raccontata nel 1989, e ancor prima scritta da Hans Christian Andersen, che la Disney ha voluto offrire in forma live action regalando al pubblico la magnifica performance – attoriale e sonora – di Halle Bailey, la quale incarna alla perfezione la dolce e piccola Ariel.

Il remake di Rob Marshall, sceneggiato da David Magee, ripercorre pedissequamente gli eventi della sua controparte animata, pur contenendo qualche arricchimento interessante sia nei personaggi e nelle dinamiche, che nei testi cantanti. Il finale de La Sirenetta è leggermente diverso rispetto a quello del 1989, nonostante rimanga, a livello visivo e contenutistico, impattante e funzionale alla narrazione. Cerchiamo perciò di spiegarlo, cogliendone le progressioni principali che conducono alla sua risoluzione.

Perché Ariel infrange le regole del padre?

Per capire il finale de La Sirenetta nella sua complessità, bisogna prima capire perché Ariel è così desiderosa di andare in superficie. Il padre, Re Tritone (Javier Bardem), a causa della morte della madre – avvenuta per mano degli umani – non vuole che la figlia abbia alcun contatto con loro, e questo implica anche non andare mai in superficie. Da quando è nata, infatti, Tritone ha sempre bloccato la curiosità di Ariel di conoscere la terraferma, e questo, crescendo, l’ha fatta sentire ancora più attratta dagli umani.

Tanto che, ad un certo punto, dopo una furiosa lite con il padre per avergli disobbedito proprio andando in superficie, Ariel decide di infrangere le regole e – per frustrazione ma anche curiosità – raggiunge la superficie. Compiendo questo gesto, la sirenetta vuole essere libera e capace di giudicare lei gli uomini, senza affidarsi alle descrizioni di Tritone.

Perché Ariel sacrifica la sua voce con Ursula?

Arrivata in superficie, Ariel si trova in balia di una tempesta in mare che vede coinvolta una nave piratesca. Lì c’è anche Eric, il quale ad un certo punto cade in acqua ed è privo di sensi. Dopo averlo salvato e aver visto con i propri occhi gli umani, la sirenetta è ancor più convinta di volersi unire a loro per scoprire quel mondo affascinante al quale pensa continuamente e poterlo così sperimentare ed esplorare.

Lei ha bisogno di soddisfare la sua curiosità, e non vuole più essere costretta ad una coda e a un fondale che non le permette di ballare o prendere il sole. È questo, principalmente, che la spinge a sacrificare la sua voce con Ursula (Melissa McCarty) quando si reca da lei per farsi aiutare. Il trasporto che inizia ad avere per il principe la lega ancor di più alla terraferma, è un catalizzatore, ma non è la ragione principale per cui Ariel stringe il patto con la Strega dei Mari.

Qual è il piano vendicativo di Ursula?

Sin dalle prime sequenze de La Sirenetta vediamo Ursula tenerla d’occhio con la speranza che Ariel, ad un certo punto, commetta un errore. La Strega dei Mari l’ha presa di mira per un motivo ben specifico: Ariel è la figlia di Tritone, suo fratello, il quale anni prima l’ha bandita condannandola agli abissi. L’unica missione di Ursula è entrare in possesso del tridente di Tritone, per poter avere tutto il suo potere.

Lei sapeva molto bene che il patto con Ariel avrebbe attirato il padre, e che questi avrebbe fatto l’impossibile per salvarla, ivi compreso cedere il suo tridente. Sarebbe stato tutto molto semplice per Ursula, visto che il patto stretto con la sirenetta era praticamente impossibile lei lo vincesse. Ariel avrebbe dovuto dare il bacio del vero amore, a Eric, in pochissimo tempo e senza la voce che l’aveva salvato.

Perché Eric sceglie Vanessa nonostante sia innamorato di Ariel?

Quando Ariel arriva sulla terraferma, incontra il principe Eric con il quale passa momenti indimenticabili e romantici. I due hanno molte cose in comune, fra queste il voler scoprire nuovi mondi e culture e l’essere “prigionieri” di due genitori troppo apprensivi. E così, lentamente, iniziano ad innamorarsi, e Ariel – pur senza una voce – riesce a dialogare con lui attraverso sguardi e gesti. Ad un certo punto, però, Ursula si trasforma in Vanessa per impedire alla nipote – che ci stava quasi riuscendo – di farsi dare il bacio del vero amore.

Quando arriva anch’ella in superficie, con indosso una collana il cui ciondolo contiene la voce di Ariel, la usa per incantare Eric facendogli credere che sia davvero innamorato di lei. Seppur il principe abbia dei momenti di confusione, grazie ai sentimenti forti provati per Ariel, l’incantesimo è talmente forte da fargli credere che sia Vanessa la donna che l’ha salvato e quindi decide di sposarla.

Ma quando il matrimonio sta per essere suggellato, Ariel riesce a distruggere il ciondolo di Ursula/Vanessa, impossessandosi nuovamente della sua voce. A quel punto, cantando, il principe capisce che è lei la ragazza che stava cercando e di cui, alla fine, si è innamorato. Ursula però riesce ugualmente a impedire che si scambino il bacio del vero amore, riportando Ariel in acqua che nel frattempo si è di nuovo trasformata in sirena essendo il tempo del patto scaduto.

Come muore Ursula?

Nell’atto finale de La Sirenetta c’è un lungo scontro fra Ursula, che nel frattempo si è impossessata del tridente, e Ariel ed Eric. Con tutto quel potere per sé, Ursula cresce prendendo il controllo del mare e mette in moto una forte tempesta volta a distruggere qualsiasi cosa.

La sua furia però dura poco poiché, nella battaglia, Ariel riesce a conficcare il bompresso di una nave naufragata nel petto di Ursula, uccidendola. La Strega dei Mari affonda e, una volta sconfitta, la calma in mare ritorna. Il suo regno malvagio è giunto al termine.

La morte e la resurrezione di Re Tritone

Prima che Ursula prenda il controllo dei mari, Re Tritone si sacrifica per salvare Ariel, prendendo il suo posto. A quel punto, con il tridente, Ursula lo riduce in polvere, facendolo sprofondare negli abissi. Seppur Tritone sia effettivamente morto, l‘uccisione di Ursula da parte di Ariel, la quale riesce a recuperare anche il tridente, fa resuscitare il padre.

Con la sconfitta di Ursula, ogni incantesimo si annulla, ivi compreso quello con il fratello che, in quel caso, può tornare in vita perché il patto si è estinto con lei. Riavuto il suo tridente, alla fine, Tritone capisce quanto sia importante per Ariel vivere fra gli umani e per questo, in un momento molto toccante, le restituisce nuovamente le gambe, lasciandola libera di scegliere come vuole condurre la sua vita.

L’unione di Ariel ed Eric: cosa significa?

Nella scena finale de La Sirenetta, Eric e Ariel si ricongiungono e sono pronti a salpare verso nuove terre e mari. Il loro legame segna, finalmente, l’alleanza fra mondo umano e marino, e le paure che gli uni avevano degli altri – prima che loro si innamorassero – in questo modo svaniscono.

Tritone, che era il primo a temerli, capisce che non sono tutti malvagi, esattamente come la madre di Eric, la Regina, comprende che il mare non è un mostro che vuole distruggerli e punirli. L’amore che Ariel ed Eric provano sancisce il legame fra umani e sirene, fra terraferma e mare, in cui tutti riconoscono che hanno tanto da imparare e conoscere gli uni dagli altri e che i loro universi possono coesistere in armonia.

MCU: il significato del nuovo nome di Star-Lord

MCU: il significato del nuovo nome di Star-Lord

Star-Lord ha un nuovo nome nel MCU dopo Guardiani della Galassia Vol. 3, The Legendary Star-Lord, e questo fa presagire un grande futuro per il personaggio di Chris Pratt. Peter Quill lavora ancora una volta con la squadra dei Guardiani della Galassia per salvare l’universo nella Fase 5 del film. Ancora provato dalla morte di Gamora in Avengers: Infinity War, Star-Lord riflette sulle sue decisioni di vita nel corso di Guardiani della Galassia 3 e sul ruolo che deve svolgere per proteggere la galassia. Mantis gli dice ripetutamente che deve riconnettersi con la famiglia umana che ha ignorato per oltre 30 anni, il che porta Star-Lord a prendere una decisione che gli cambierà la vita.

Dopo aver contribuito a fondare e guidare i Guardiani della Galassia dal 2014, il finale di Guardiani della Galassia 3 vede Star-Lord allontanarsi dalla squadra. Il suo ritorno sulla Terra e il ricongiungimento con il nonno Jason Quill potrebbero rappresentare per certi versi la fine del ruolo di Chris Pratt nel MCU. Tuttavia, i Marvel Studios hanno confermato che Star-Lord tornerà in un momento non specificato del futuro. Questo significa che Peter Quill avrà un nuovo nome nel MCU: ora si chiama ufficialmente The Legendary Star-Lord. Ecco cosa significa il nuovo titolo per il futuro di Chris Pratt nel MCU dopo Guardiani della Galassia 3.

Il nome del leggendario Star-Lord proviene dai fumetti della Marvel

Il nuovo nome di Star-Lord nel MCU, Legendary Star-Lord, è un titolo che i Marvel Studios hanno ripreso direttamente dai fumetti. Peter Quill ha ottenuto questo nuovo nome nel 2014, nell’ambito di una serie a fumetti solista di 12 numeri scritta da Sam Humphries e disegnata da Paco Medina. Legendary Star-Lord ha esplorato il periodo di assenza di Peter Quill dai Guardiani della Galassia e le varie avventure cosmiche che ha intrapreso da solo. La scena post-credits di Guardiani della Galassia 3, che si conclude con la conferma che questo è il nuovo nome di Star-Lord nel MCU, è perfettamente in linea con l’impostazione generale, in cui Peter Quill è da solo e un eroe conosciuto.

Il fatto che il MCU abbia dato a Chris Pratt il nome leggendario di Star-Lord è anche un modo per chiudere il cerchio della sua avventura nella prima trilogia di Guardiani della Galassia. Non solo la sua storia attuale lo vede riunirsi con il nonno per la prima volta da quando è stato rapito da Yondu nel 1988, ma questo epiteto aggiornato riflette l’incredibile viaggio che ha affrontato. Il primo Guardiani della Galassia lo presentava come un autoproclamato “leggendario fuorilegge”, il cui nome non era molto conosciuto come a lui piaceva ed era più che altro una presa in giro. Dopo aver contribuito più volte a salvare l’universo, Peter si è ufficialmente guadagnato il diritto di essere chiamato The Legendary Star-Lord.

Cosa significa il nuovo nome di Star-Lord per il futuro di Chris Pratt nel MCU

Il nuovo nome di Star-Lord potrebbe essere indicativo di ciò che ci aspetta nel futuro del MCU di Chris Pratt. La serie Legendary Star-Lord di Humphries e Medina, composta da 12 numeri, si concentra su alcuni aspetti diversi della storia di Peter. Tra questi, la visita e l’aiuto ripetuti a un orfanotrofio cosmico, che gli permette di aiutare i bambini che hanno perso i genitori proprio come lui. Ci sono anche sviluppi importanti come il debutto della sorellastra Capitan Victoria e il ritorno del suo padre biologico a fumetti ed ex imperatore di Spartax noto come J’Son. Peter si impegna anche a sconfiggere Thanos, combatte i Badoon e sviluppa la sua storia d’amore con la futura mutante del MCU Kitty Pryde.

È impossibile per i Marvel Studios adattare direttamente la serie di fumetti a causa delle differenze tra le storie di Star-Lord nel MCU e nei fumetti. Tuttavia, la Marvel potrebbe continuare ad adattare liberamente parti del materiale di partenza e adattarle all’interno del MCU. È molto probabile che questo avvenga quando l’universo condiviso porterà sullo schermo la storia d’amore tra Kitty Pryde e Star-Lord. Guardiani della Galassia 3 mostra che Gamora e Star-Lord non torneranno insieme, aprendo la porta a Peter per perseguire nuovi interessi amorosi. Se il MCU intende dare al personaggio di Chris Pratt una nuova storia romantica, Kitty Pryde dovrebbe essere coinvolta.

Ora che Star-Lord è lontano dai Guardiani con Rocket a capo della nuova squadra dei Guardiani della Galassia del MCU, il suo periodo come Star-Lord leggendario potrebbe includere il contatto con l’Impero Spartax e i Badoon. Ci vorrebbe una retcon seria per avere Peter Quill collegato al potente Impero Spartax, ma forse Jason Quill ha un suo passato segreto. In ogni caso, le avventure in solitaria del leggendario Star-Lord, compresa la lotta contro i Badoon e l’Impero Spartax, contribuirebbero a portare nel MCU alcuni importanti elementi comici finora ignorati.

Quando tornerà il leggendario Star-Lord nel MCU

Chris PrattI Marvel Studios hanno confermato alla fine di Guardiani della Galassia 3 che il leggendario Star-Lord tornerà, ma non hanno rivelato quando ciò avverrà. La promessa post-credits indica che ci sono dei piani in atto per Chris Pratt per interpretare di nuovo il suo personaggio nel MCU. Questo è in linea con i commenti fatti prima dell’uscita di Guardiani della Galassia 3, secondo cui sarebbe felice di continuare a interpretare Peter Quill, anche se James Gunn non sarà più coinvolto. I Marvel Studios non annuncerebbero il nuovo nome di Star-Lord nel MCU con un’anticipazione del suo ritorno se non fossero già in corso le discussioni su quando questo avverrà.

Potrebbe essere più facile per Chris Pratt tornare nel MCU ora che Star-Lord è di stanza sulla Terra. Questo gli permette di fare apparizioni a sorpresa in progetti basati sulla Terra, mentre gli altri personaggi di Guardiani della Galassia hanno bisogno di storie cosmiche per spiegare al meglio il loro ritorno. La Marvel potrebbe far apparire Star-Lord a sorpresa in The Marvels o Captain America: New World Order. C’è anche la possibilità che Peter vada sulla Terra per collegarsi al progetto solista Nova in fase di sviluppo.

Per il resto, il ritorno di Star-Lord nel MCU è molto probabile che avvenga in Avengers: The Kang Dynasty e/o Avengers: Secret Wars. Ha già esperienza di combattimenti al fianco dei Vendicatori grazie ad Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, quindi sarebbe logico che si ricorresse nuovamente alle sue capacità quando il Consiglio dei Kang inizierà il suo attacco multiversale. Questa potrebbe essere l’occasione per Star-Lord, la nuova squadra dei Guardiani della Galassia e altri ex membri di riunirsi dopo aver trascorso un po’ di tempo lontani. La Marvel potrebbe quindi realizzare Guardiani della Galassia 4 con il ritorno di Chris Pratt in un ruolo importante.

Un’altra opzione per il ritorno di Star-Lord nel MCU è un progetto da solista. L’introduzione da parte dei Marvel Studios del nuovo nome di Star-Lord nel MCU potrebbe essere collegata ai piani per la realizzazione di un film in solitaria, di una serie Disney+ o di una presentazione speciale di The Legendary Star-Lord. Si tratterebbe di uno sviluppo un po’ sorprendente, considerando quanto tempo su schermo è già stato riservato a Chris Pratt nel franchise. Tuttavia, ci sono ancora molte storie che meritano di essere raccontate sulla vita e le avventure di Peter Quill. The Legendary Star-Lord potrebbe essere l’occasione per dimostrare perché il nuovo nome di Star-Lord nel MCU dopo Guardiani della Galassia Vol. 3 è così appropriato.