Il cuore di Yellowstone (qui la recensione), la serie
ideata da Taylor Sheridan, è il lavoro della
famiglia Dutton che protegge, preserva e trae guadagno dal proprio
ranch. Composta da 5 stagioni per un totale di 47 episodi, la serie
con protagonista il premio Oscar Kevin Costner
vanta oggi una reputazione ottima tra la critica e il grande
pubblico, avendo per anni appassionato gli spettatori con il
proprio racconto, come tipico nelle opere di Sheridan, sulla difesa
di un territorio e dei suoi confini. Tale è stato il successo di
Yellowstone da spingere Sheridan ad estendere il racconto
grazie ad alcuni prequel, quali 1883 e 1923.
Per onorare Yellowstone,
Variety ha intervistato
Jessie Jarvis, un’allevatrice di terza generazione
dell’Idaho che documenta il proprio stile di vita occidentale sul
suo blog e su Instagram. Jarvis, che vive e lavora insieme al
marito, ai suoi genitori e a un altro dipendente, allevando e
vendendo bestiame in un remoto ranch a 75 miglia a nord del confine
con il Nevada, si è detta essere una grande fan di
Yellowstone. A lei è dunque stato chiesto di indicare
cosa è realistico nello show e ciò che invece è
distorto rispetto alla realtà.
Cosa è realistico in Yellowstone
Il lavoro della famiglia nei campi (e il dramma familiare)
La famiglia Dutton vive diversi
conflitti interni al proprio nucleo. Questo perché, come spiega
Jarvis, il 97% delle attività di allevamento negli Stati Uniti sono
a conduzione familiare e il trascorrere vita privata e lavorativa
sempre a contatto con le stesse persone può far emergere conflitti
sulla gestione delle attività. Si tratta inoltre, come spiega
Jarvis, di un lavoro da cui non stacchi mai realmente, in quanto
vivendo nella tua attività è come se non andassi mai altrove con il
pensiero. Ecco allora che tutti i conflitti famigliari che vengono
mostrati nella serie sono da considerarsi realistici, anche se
naturalmente accentuati per necessità drammatiche.
Le invasioni del territorio
Una cosa che si è vista accadere
spesso nel corso delle stagioni di Yellowstone sono i
molteplici tentativi di espansione o invasione dello Yellowstone
Ranch. Questo è un problema che molte aree rurali si trovano
realmente ad affrontare, con un numero sempre maggiore di persone a
causa della crescita demografica. Anche il COVID ha avuto un ruolo
nel fatto che le persone volessero lasciare la città, desiderando
trasferirsi in ambienti più piccoli e naturali. Ciò comporta però
la necessità di acquistare territori, andando però così a togliere
terreno utile alla coltivazione di risorse, generando un
cortocircuito piuttosto pericoloso per il futuro.

Il governo statale ha una grande attenzione per
l’allevamento
Come riporta Jarvis, il governatore
dell’Idaho è un allevatore e proviene da una famiglia di allevatori
di lunga data. Ci sono inoltre molti allevatori anche nella Camera
e nel Senato dello Stato. Esistono anche organizzazioni molto
attive come l’Idaho Cattle Association, composte da famiglie di
allevatori. Associazioni con oltre 1.000 membri e con rapporti
davvero forti con il legislatore statale, persone che sono in
carica anche a livello federale. Quindi, come sostiene Jarvis,
quando si hanno problemi nel settore, vengono risolti abbastanza
rapidamente, proprio come mostrato anche in
Yellowstone.
I vestiti
Molti degli abiti che i personaggi
indossano nella serie sono marchi dell’industria occidentale, come
ad esempio Kimes Ranch, un marchio realmente indossato dagli
allevatori. I cappelli che i personaggi indossano, invece,
provengono da marchi come American Hat e Greeley Hat, anch’essi
realmente indossati. Il cowboy vestito più accuratamente, secondo
Jarvis, è Rip (Cole Hauser). Tutti i dipendenti
del ranch, come afferma però l’allevatrice, sono vestiti in modo
molto accurato, ad eccezione del cappello da cowboy di Jimmy
(Jefferson White) nella prima stagione, che sembra
provenire da un festival di musica country.
Gli atleti di rodeo nella vita reale
Quando si vedono scene ambientate
nei rodeo, la Jarvis non ha dubbi che quanti vi prendono parte come
atleti non sono attori bensì veri e propri professionisti di quella
attività. Ciò si evince, come da lei sottolineato, dal modo in cui
si muovono e agiscono, ma anche dal modo in cui parlano dei
cavalli, un modo molto tecnico e realistico, che li identitica come
veri e propri concorrenti in quegli sport.

Orgogliosi della propria terra
I Dutton apprezzano la terra, il
loro bestiame e ciò che fanno. Ne sono molto orgogliosi. Questo è
un qualcosa che è assolutamente vero per ogni singolo allevatori,
come afferma Jarvis. A differenza di quanto mostrato in TV, questo
tipo di attività non paga bene, ma gli allevatori non svolgono tale
attività per il denaro. Lo fanno perché innamorati del proprio
territorio e perché non c’è modo migliore di lavorare o di far
crescere la propria famiglia, portando avanti l’eredità su cui è
stata fondata la nazione.
Cosa non è molto realistico in Yellowstone
L’equipaggiamento
I Dutton sono molto ricchi ed è
questo un aspetto non in linea con la maggior parte delle fattorie
e dei ranch in America in questo momento. Nessuno possiede un
elicottero come loro, molti dei pick-up e dei rimorchi di loro
proprietà sono di alta gamma, come Dodge Trucks e Bloomer Trailers.
Insomma, come afferma Jarvis, si tratta di equipaggiamenti che con
estrema difficoltà si potrebbero trovare se si entrasse in
un’azienda agricola e di allevamento a conduzione familiare. Ci
sono alcune eccezioni, con ranch di proprietà di investitori che
hanno accesso a questo tipo di cose, ma si tratta di una
percentuale molto piccola.
Violenza e volgarità
La violenza mostrata in
Yellowstone è probabilmente l’aspetto meno accurato della
serie, secondo quando dichiarato da Jarvis. Inoltre, si fa uso di
un linguaggio rozzo e volgare, che non rispecchia la realtà. Jarvis
specifica che violenza e volgarità non mancano nella vita
quotidiana in un ranch, ma non si raggiungono mai i livelli
mostrati in Yellowstone. Jarvis conclude infatti
affermando che “odio dirlo perché amo lo spettacolo e non sono
affatto una puritana, ma dopo un po’ vorrei sentire una
conversazione normale senza imprecazioni“.