La serie antologica dark comedy
The
White Lotusdi Mike White è tornata per
la sua trionfante terza stagione all’inizio del 2025 ed è già stata
rinnovata per una quarta puntata. In onda dal 2021, ogni stagione
dello show è ambientata in una delle località della catena di
resort titolare e ha panorami belli ed esotici come palcoscenico
per il suo dramma. La parte davvero importante sono i personaggi
che vanno in vacanza al resort e i dipendenti che ci lavorano,
poiché le loro vite complicate (e a volte il loro sangue) vengono
svelate a tutti in colpi di scena sempre più scioccanti.
La terza stagione sposta
l’antologia in Thailandia e presenta una nuova serie di viaggiatori
disparati, ognuno con le proprie storie oscure da raccontare.
Inoltre,
il cast di The White Lotus si arricchisce di star
ad ogni stagione, come dimostra la presenza di grandi nomi nella
terza stagione. Con una serie di premi al suo attivo e un pubblico
enorme su Max, sembra che The White Lotus non abbia intenzione di
scomparire tanto presto. A riprova della fiducia riposta nella
creazione di Mike White, Max ha prontamente rinnovato la serie per
una quarta stagione.
Ultime news su The White Lotus
– Stagione 4
The White Lotus 3 ciak
Svelata la location della
quarta stagione
Con tutti gli occhi ancora puntati
sulla terza stagione, le ultime notizie arrivano sotto forma di
un’anticipazione sulla location della quarta stagione di The
White Lotus. Dopo essere passati dalle Hawaii, all’Italia e ora
alla Thailandia nelle tre stagioni finora andate in onda, non c’è
limite a dove potrebbe spuntare il prossimo White Lotus Resort.
Tuttavia, Francesca Orsi della HBO ha contribuito a restringere un
po’ il campo quando ha rivelato che la stagione 4 probabilmente
si svolgerà da qualche parte in Europa. È importante notare che
Orsi ha anche rivelato che non è stata ancora scelta una location e
che la decisione è ancora in sospeso.
The White Lotus impiega un
nuovo cast ogni stagione e nessuno è attualmente legato alla
stagione 4. Leggi qui i commenti completi di Orsi:
Nelle prossime due settimane andremo a fare un po’ di
ricognizione delle location, quindi lo sapremo presto. Non posso
davvero dire dove andremo, ma ci sono buone probabilità che sia da
qualche parte in Europa.
[Ci sono] alcuni paesi sulla mappa di cui abbiamo parlato, ma
non c’è nulla da segnalare finché non andranno effettivamente a
fare ricognizione.
La quarta stagione di The White
Lotus è confermata
In una mossa che non ha sorpreso
quasi nessuno,
Max ha deciso di rinnovare The White Lotus per una quarta
stagione circa un mese prima della premiere della terza
stagione. Sebbene i rinnovi anticipati siano ancora
eccezionalmente rari nell’era dello streaming, la straordinaria
popolarità e il successo di critica di The White Lotus lo
rendono una di quelle grandi eccezioni alla regola. Non è chiaro il
motivo esatto per cui Max abbia deciso di annunciare il rinnovo
così presto, ma potrebbe contribuire ad attirare un pubblico ancora
più vasto verso la terza stagione, dato che ora hanno la garanzia
di avere almeno un’altra puntata.
Non è certo se la quarta
stagione arriverà nel 2026 o qualche tempo dopo.
Quanto a quando gli spettatori
potranno effettivamente vedere la quarta stagione sul piccolo
schermo, è difficile da indovinare. La prima e la seconda stagione
sono arrivate a cadenza annuale (uscita nel 2021 e nel 2022), ma
ci sono voluti più di due anni perché la terza stagione si
concretizzasse. Sebbene gran parte di questo ritardo possa
essere attribuito agli scioperi di Hollywood del 2023 che hanno
portato l’industria al blocco per la maggior parte dell’anno, ci è
voluto comunque più di un anno dopo la risoluzione degli scioperi
per tornare. Detto questo, non è certo se la quarta stagione
arriverà nel 2026 o qualche tempo dopo.
Dettagli della storia della
quarta stagione di The White Lotus
Verrà esplorata una nuova
location di The White Lotus
Sebbene sia impossibile
indovinare esattamente cosa accadrà nella stagione 4di
The White Lotus, è possibile fare delle ipotesi sui temi
della stagione. Una cosa che rende lo show così brillante è che
prende in giro senza pietà le questioni di classe, dando però anche
a ogni personaggio il giusto merito. A differenza di altri
programmi e film che demoliscono i ricchi, The White Lotus
li impregna di umanità riconoscibile che aggiunge un livello
avvincente. Poiché ogni stagione esplora essenzialmente idee
simili, ci si aspetta che lo faccia anche la quarta.
L’ambientazione della quarta
stagione contribuirà anche a spiegare cosa accadrà, poiché lo
sfondo spesso informa il tipo di vacanzieri che si presentano in
quella località del Loto Bianco. Indipendentemente da quali siano
le specifiche, qualcuno o anche un gruppo di persone non tornerà
vivo dalle vacanze. Questo oscuro colpo di scena aggiunge un altro
livello di intrigo alla commedia nera, e The White
Lotus non ha paura di uccidere nessuno dei
personaggi della stagione.
I
colori dell’anima – The Colors Within, il nuovo film
anime della regista Naoko Yamada (La forma
della voce) e di Science SARU, studio di
animazione dietro alla serie fenomeno del momento DanDaDan, arriva nelle sale
cinematografiche italiane in un evento speciale di tre giorni, il
24, 25 e 26 febbraio 2025, grazie a Anime Factory,
etichetta di proprietà di Plaion Pictures che racchiude il meglio
dell’offerta anime, cinematografica e home video.
In questa nuova
pellicola, la regista autrice di numerosi capolavori come
La forma della voce, Liz e
l’uccellino azzurro e The Heike
Story, torna nuovamente a collaborare con il
prestigioso studio d’animazione dallo stile inconfondibile, che ha
realizzato alcune tra le serie più interessanti degli ultimi anni
come DEVILMAN crybaby, The
Tatami Galaxy e Scott Pilgrim – La
serie.
La regista torna a
esplorare il tema dell’adolescenza partendo da un concept che porta
sul grande schermo una vera e propria sinfonia di colori.
Protagonista è infatti Totsuko, giovane studentessa dotata di un
dono speciale: percepire le emozioni delle persone sotto forma di
“colori”. Incapace di vedere il proprio colore, fatica tuttavia a
trovare il proprio posto nel mondo. A stravolgere la sua vita è
l’incontro con Kimi, affascinante studentessa che esprime un colore
da cui Totsuko rimane incantata, e Rui, aspirante musicista per cui
la famiglia ha in mente un futuro da medico. Uniti dal destino, i
tre decidono di formare una band per esprimere le loro emozioni più
nascoste, trovando nella musica lo strumento per stare insieme e
per riscoprire se stessi.
Con una carriera
costellata da titoli amati dal pubblico e dalla critica, Naoko
Yamada torna alla regia di un film che esplora le emozioni
attraverso la musica e l’amicizia. Accanto a lei e a
Science SARU, un team di artisti d’eccezione: il
titolo vanta infatti la commovente sensibilità di Reiko
Yoshida (Violet Evergarden) alla sceneggiatura,
le travolgenti melodie di Kensuke Ushio
(Chainsaw Man, DanDaDan) alla colonna sonora e
l’inconfondibile tratto di Takashi Kojima (Ride Your Wave)
come character designer. A rendere ancora più speciale questo
progetto è la supervisione di Genki Kawamura, il
produttore di anime iconici come Your
Name. e Suzume, gli
indimenticabili lavori di Makoto Shinkai, regista
che – a sua volta – ha definito “unico” questo film di Yamada.
I
colori dell’anima – The Colors Within è pronto a
conquistare il pubblico italiano grazie ad Anime
Factory, che porterà questo emozionante lungometraggio al
cinema con un evento imperdibile dal 24 al 26
febbraio.
La trama di I
colori dell’anima – The Colors Within
Totsuko è una
studentessa delle superiori con la capacità di vedere i “colori”
degli altri. I colori della gioia, dell’eccitazione e della
serenità, oltre al suo colore preferito. Kimi, una compagna di
classe della sua scuola, emana il colore più bello di tutti. Anche
se non suona uno strumento, Totsuko forma una band con Kimi e Rui,
un tranquillo ragazzo appassionato di musica che incontra in una
libreria di libri usati ai margini della città. Mentre si
esercitano in una vecchia chiesa su un’isola remota, la musica li
unisce, formando amicizie e creando legami. Riusciranno a scoprire
i loro veri “colori”?
Non sarebbe esattamente una grande
sorpresa (dopotutto, ci aspettiamo che praticamente tutti i
personaggi principali compaiano in uno o entrambi questi film), ma
si parla già del nuovo T’Challa che avrà una parte in Doomsday,
quindi sarà interessante vedere se Shuri avrà un ruolo
significativo nella storia o se si presenterà semplicemente per
passare il mantello del protettore del Wakanda a suo nipote.
Alla fine di Black
Panther: Wakanda Forever, Shuri incontra il figlio che
T’Challa ha avuto da Nakia (Lupita Nyong’o) e
finalmente si concede di smettere di piangere la morte del fratello
bruciando le sue vesti funebri. A Wright è stato chiesto se
possiamo aspettarci di vedere Shuri in uno dei prossimi film di
Avengers e/o in Black Panther 3 durante una
recente apparizione su The View. “Vorrei continuare con Shuri.
È uno dei miei personaggi preferiti, una tale benedizione,
onestamente, non sto scherzando. Le sono così grata. Ci sono molte
cose in arrivo”, ha aggiunto con un sorriso.
Un terzo film di Black
Panther deve ancora ricevere il via libera ufficiale, ma
Nate Moore della Marvel ha praticamente confermato
che il progetto è in fase di pianificazione con il regista
Ryan Coogler pronto a tornare a prenderne il
timone, quindi diremmo che è solo questione di tempo prima che
venga ufficialmente annunciato.
Disponibile dal 19 febbraio su
Netflix, Storia della mia famiglia
(leggi
la nostra recensione) necessita la spiegazione del finale che
lascia aperte alcune strade e forse la possibilità di una seconda
stagione. Creata
da
Filippo Gravino e
diretta da Claudio
Cupellini,
la serie racconta la storia di Fausto e del suo ultimo giorno. Una
storia fatta di allegria, passione, amore per i figli, Libero ed
Ercole, e di una sfacciata mancanza di paura per la vita e per il
futuro. Ma questa è anche la storia di un amore assoluto e del suo
punto di rottura, drammatico e decisivo. È soprattutto la storia di
una famiglia improbabile, di uno sgangherato e amatissimo clan a
cui Fausto impone responsabilità inattese. Una storia di gioie e di
cadute, di risate, di persone capaci di commettere errori
macroscopici e piccoli gesti eroici. In cui ognuno, nessuno
escluso, dando del proprio peggio cercherà di fare del proprio
meglio.
La dispersione delle ceneri di
Fausto nel finale di Storia della mia
famiglia
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza /
Netflix
Nell’ultima puntata di
Storia della mia famiglia, i quattro
protagonisti della serie, Lucia (Vanessa
Scaleria), Valerio (Massimiliano
Caiazzo), Maria (Cristiana
Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo)
portano i figli di Fausto (Eduardo
Scarpetta) al mare. Scopo della gita è disperdere nel
mare le ceneri del padre/amico/figlio/fratello che sono contenute
in un pallone da calcio sgonfio. Ma Libero ed Ercole decidono che
quello non è il posto giusto: affideranno le ceneri alle suore
missionarie amiche di Fausto, che sono in partenza per il Messico.
In questo modo il desiderio di viaggiare del padre, scomparso prima
di poterlo realizzare, verrà esaudito.
Quando tutto sembra tranquillo però
Sarah
(Gaia Weiss), la madre dei figli di Fausto, si rifà viva. La
famiglia sta cercando di riappianare i rapporti con lei, ma la
donna arriva con l’annuncio che ha chiesto l’affidamento dei figli,
cosa che spiazza tutti. Proprio ora che avevano trovato una forma
di famiglia, le cose potrebbero di nuovo cambiare!
Una nuova speranza per
Valerio
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza /
Netflix
Nel suo percorso riabilitativo, Valerio fa la conoscenza di
Valeria (Aurora Giovinazzo), una
giovane donna che come lui è seguita dalla psicologa da cui è
costretto a recarsi dopo che è stato trovato in possesso di
cocaina. Trai due scocca la scintilla: non solo sono giovani e
belli e si piacciono, c’è attrazione, ma si capiscono profondamente
condividendo un tumulto interiore e delle difficoltà da affrontare.
Per il ragazzo, la compagnia di Valeria potrebbe essere
salvifica.
La
sorte di Libero e Ercole
La paura che Sarah aveva innestato
nella famiglia, soprattutto nella nonna Lucia, viene spazzata via
dalla decisione del giudice che decreta che Libero e Ercole devono
rimanere con la nonna, anche se Sarah potrà liberamente vederli. La
decisione non piace alla madre dei bambini, che si scaglia contro
la ex suocera. La notizia scuote anche Libero e Ercole che non
sembrano essere d’accordo sulla strada da percorrere: il primo
avrebbe voluto stare con la mare, mentre il secondo, al giudice, ha
detto che voleva rimanere con la nonna.
Lucia e Maria “si buttano”
Storia della mia famiglia – Foto Credits Claudia Sicuranza /
Netflix
Sia Maria che Lucia si trovano di
fronte a un grande baratro di incertezza alla fine della serie,
entrambe pronte a fare il salto: Maria decide di partire per il
Messico, vuole lasciarsi alle spalle per un po’ tutta la sua mania
di controllo, ora sa che le cose possono andare avanti anche senza
di lei; Lucia, dopo un iniziale rifiuto e dopo essersi confrontata
con Valerio, accetta l’amore e la proposta di matrimonio di Sergio.
Demetrio, che accompagna Maria all’aeroporto, le confessa
finalmente il suo amore nella sua maniera impacciata ma finalmente
decisa. Maria parte lo stesso, ma dà comunque speranza all’amico:
potrebbe diventare qualcosa di più.
La scelta
di Libero
Quando tutto sembra aver trovato
equilibrio, Storia della mia Famiglia regala agli spettatori un
colpo di coda inaspettato. Libero ed Ercole litigano: il primo
decide di scappare dalla casa della nonna e solo poco dopo
scopriamo che è andato da sua madre, che è andata a prenderlo per
portarlo con sé, contro l’ordine del giudice. Mentre i due si
rassicurano a vicenda sull’affetto di Ercole e sul fatto che si
unirà a loro quando sarà pronto, la serie propone un flashback di
Fausto, in cui il padre dice ai suoi figli che non devono mai
separarsi.
La spiegazione del finale di Storia
della mia famiglia
Eduardo Scarpetta in Storia della mia famiglia – Credits: Claudia
Sicuranza / Netflix
Come ogni racconto che lascia il
segno, anche Storia della mia famiglia si conclude
con delle strade aperte e delle storie ancora da raccontare. Lo
spazio per l’immaginazione dello spettatore sembra fondamentale per
regalare quella partecipazione agli eventi che permette ai
personaggi di rimanere nel cuore di chi guarda la serie.
Ovviamente i fili lasciati in
sospeso sono talmente numerosi che si potrebbe ipotizzare anche una
seconda stagione. La notizia non sorprenderebbe e farebbe
sicuramente felice chi ha bisogno di una chiusura definitiva e
possibilmente più felice del finale che abbiamo visto su Netflix,
ma la spiegazione del finale di Storia della mia famiglia racchiude
molto più fascino in questo modo sbilenco e incompleto. Dopotutto
la serie è estremamente realistica nel tratteggiare la vita, i
caratteri e i rapporti, perché non esserlo fino in fondo anche
con il finale?
Prima di girare
Heretic, in cui Hugh Grant interpreta un ruolo ignobile e
malvagio, ha pensato a una storia elaborata ed espansiva per il
signor Reed. Il
film horror psicologico di A24 diretto da Scott Beck e Bryan Woods vede lo
sconosciuto solitario di Grant avvicinato da una coppia di
missionari mormoni, che mettono alla prova la loro fede in
un’esperienza contorta. Il
film Heretic, che ha ricevuto il
plauso della critica, vede anche Sophie Thatcher, Chloe
East e Topher Grace nei panni dei tre mormoni che
incontreranno il signor Reed durante i loro viaggi.
Con il film ora nelle sale, Grant
ha rivelato in un’intervista esclusiva a Screen Rant che ha
considerato gli attributi che guidano il suo cattivo. Prima delle
riprese, l’attore ha parlato con Beck e Woods del retroscena
di Reed, descrivendo la sua preparazione come
“ossessiva”.
Ho una storia enorme per lui e
ho tormentato i registi nel mese precedente le riprese. Più
invecchio, più divento ossessivo riguardo alla
preparazione.
Grant ha poi rivelato che questo
processo lo ha aiutato nella sua interpretazione del signor Reed,
ammettendo che gli avrebbe alleviato i nervi. Inoltre, ha
affermato che ripensare alla sua analisi e alle sue teorie lo ha
portato a sentirsi più a suo agio prima delle riprese.
Penso che mi aiuti in termini di
performance, ma sicuramente mi aiuta in termini di nervosismo. Mi
sveglio nel panico pensando: “Oh Dio, mancano sei settimane”. E se
poi faccio quattro o cinque ore di analisi intensa, mi sento
più calmo.
Ciò che Heretic rivela sul
passato del signor Reed
C’è il desiderio di esplorare
di più sul personaggio da tutte le parti
Anche se il passato del signor Reed
non è descritto in modo approfondito in Heretic, il film
accenna al suo passato. Il thriller è incentrato su una battaglia
di convinzioni e una sfida di fede, con il signor Reed che proclama
come aveva dedotto l’unica vera religione prima dell’arrivo di suor
Barnes (Thatcher) e suor Paxton (East). Con uno studio dedicato
alla sua teologia e una prigione piena di donne in gabbia, la
coppia potrebbe non essere la prima ad avvicinarsi al signor Reed e
ad affrontare le sue “teorie”.
Pertanto, anche se non è chiaro se
Grant sia sulla stessa lunghezza d’onda di Beck e Woods, c’è molto
di più nella storia del signor Reed che tutti e tre i personaggi
sono ansiosi di esplorare. Sebbene definiscano complicata la
questione di eventuali espansioni, i due hanno ammesso di avere
idee su cosa potrebbero comportare un prequel e un sequel, anche se
la morte di Reed nel finale di Heretic sembra
lasciare il mistero sul passato del signor Reed, il che potrebbe
aprire le porte a un prequel.
Adler Entertainment è lieta di portare nelle sale italiane
dal 24 al 26 febbraio l’atteso documentario
musicale Blur: To the End, incentrato su
una delle band simbolo del Brit Pop, i Blur.
Il lungometraggio
diretto da Toby L. (veterano dell’industria
musicale e nel 2022 alla regia del documentario Liam Gallagher
– Knebworth 22) descrive lo straordinario ed emozionante
ritorno dei Blur all’inizio del 2023, catturato durante l’anno in
cui fecero un ritorno a sorpresa con il loro primo disco in 8 anni,
l’acclamato album n. 1 “The Ballad of Darren”, e durante i
preparativi per due concerti sold out nel Wembley Stadium di
Londra.
Damon Albarn at Wembley Stadium in blur To The End (Credit
Altitude)
Arricchito da
filmati esclusivi che alternano performance live dei brani più
iconici, momenti in studio e vita on the road, Blur: To
The End è un ritratto profondo di una delle band
inglesi più longeve e influenti e che ha lasciato un segno
indelebile nella cultura britannica e mondiale, non solo come
gruppo, ma anche grazie alle sperimentazioni sonore portate avanti
negli anni dal poliedrico Albarn. Blur: To The
End fa rivivere i brani più celebri della più longeva
delle band inglesi, che è stata al centro della vita culturale
britannica per oltre 30 anni e che continua a ispirare generazioni
di fan. Il documentario Blur: To the End
sarà successivamente nei cinema dal 24 al 26
febbraio in versione originale sottotitolata distribuito da Adler
Entertainment.
La trama di Blur: To
the End
Blur: To The
End descrive il capitolo più recente della storia della band,
catturato durante il periodo in cui hanno fatto un ritorno a
sorpresa – ed emozionante – con il loro primo disco in 8 anni,
l’acclamato album #1 ‘The Ballad of Darren’. Il documentario segue
la relazione unica di quattro amici – e compagni di band da tre
decenni – Damon Albarn, Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree
quando si sono riuniti all’inizio del 2023 per registrare nuove
canzoni prima dei loro primi spettacoli sold-out allo stadio di
Wembley di Londra nel luglio della scorsa estate. Con esibizioni
delle loro canzoni più iconiche e amate, filmati della band in
studio e della vita on the road, Blur: To The End è un
momento intimo con la più longeva delle band inglesi, che sono
state al centro della vita culturale e dell’influenza britannica
per oltre tre decenni.
Le voci secondo cui una seconda
stagione di Moon
Knight potrebbe essere in fase di sviluppo circolano
da un po’ di tempo ormai, ma non sembra che vedremo altri episodi
della serie Disney+. Ovviamente, questo
non significa che non vedremo più Marc Spector (e le sue varie
altre personalità) nel MCU.
Poco dopo la messa in onda della
prima stagione nel 2022, la star Oscar Isaac è apparsa insieme al
produttore esecutivo/regista Mohammed Diab in un
TikTok condiviso dalla nipote di quest’ultimo, che ha chiesto se
avremmo avuto una seconda stagione di Moon
Knight. “Altrimenti perché saremmo al Cairo”,
ha risposto Isaac. I fan hanno preso questa come una conferma che
lo show sarebbe tornato, ma non ne è mai venuto fuori nulla e
Brad Winderbaum della Marvel Television ha
condiviso un aggiornamento deludente mentre parlava con
Comicbook.com di Daredevil: Rinascita.
“Penso che la Marvel Television sia avvenuta a
ondate, e penso che Moon Knight sia avvenuto in un’ondata di show
che avrebbero dovuto stabilire personaggi che si sarebbero legati
al futuro. E andando avanti, le nostre priorità sono cambiate.
Stiamo realizzando spettacoli che possono esistere come uscite
annuali, più simili alla televisione”.
Tuttavia, non sono tutte cattive
notizie, poiché Winderbaum ha anche rivelato che rivedremo il Fist
of Khonshu di Isaac nel MCU a un certo punto: “Ci sono
piani per Moon Knight in futuro”. Quando e dove Moon
Knight tornerà resta da vedere, ma una recente voce di
corridoio affermava che farà parte dei prossimi film di
Avengers (Doomsday
e/o Secret
Wars) e dovrebbe apparire anche nel film Midnight Suns.
Dove avevamo lasciato Moon
Knight?
Il finale di stagione di
Moon Knight si è concluso con l’introduzione di un
altro personaggio, quando lo spietato Jake Lockley è emerso e ha
unito le forze con Khonshu per eliminare Arthur Harrow
(Ethan Hawke). Non siamo sicuri di come potrebbe
continuare la storia da quel punto, ma è improbabile che le trame
dello spettacolo vengano trasferite sul grande schermo,
comunque.
Moon Knight segue
Steven Grant, un un mite impiegato di un negozio di souvenir, che
viene tormentato da blackout e ricordi di un’altra vita. Steven
scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e condivide
un corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di
Steven/Marc convergono su di lui/loro, entrambe le personalità
devono destreggiarsi tra le loro complesse identità mentre vengono
catapultati in un mistero mortale tra i potenti dei
dell’Egitto.
Edward Lachman
ha ricevuto i massimi riconoscimenti ai
ASC Awards 2025,
i 39° premi annuali dell’American Society of Cinematographers per
il suo lavoro suMaria,
diretto da
Pablo Larrain.
In un anno competitivo, l’ASC ha
nominato sette direttori della fotografia nella categoria
lungometraggi. L’ultima volta che il campo si è espanso oltre i
cinque è stato nel 2014. Gli altri candidati sono stati Lol
Crawley per “The Brutalist“,
Phedon Papamichael per “A Complete
Unknown“, Stéphane Fontaine per
“Conclave“, Greig Fraser per
“Dune:
Parte Due“, Jarin Blaschke per
“Nosferatu” e Alice Brooks per
“Wicked“.
Nei suoi 38 anni di storia, solo 18
dei premiati con l’ASC Awards hanno vinto l’Oscar. L’anno scorso,
Hoyte Van Hoytema ha vinto l’ASC per
“Oppenheimer” e ha vinto l’Oscar.
In TV, i vincitori includono
Robert Elswit per “Ripley“.
Elswit ha vinto il Creative Art Emmy l’anno scorso. Richard
Rutkowski ha vinto nella categoria mezz’ora per
“Sugar” e nell’episodio di una serie regolare di
un’ora, Sam Mccurdy ha portato a casa il premio
per “Shogun – Crimson Sky“.
Kathleen Kennedy,
produttrice di film come “Ritorno al futuro”, “Jurassic Park” e
“E.T. l’extra-terrestre”, ha ricevuto il Board of Governors Award.
Il premio alla carriera è stato assegnato al direttore della
fotografia Andrzej Bartkowiak (“Speed”, “Falling
Down”).
Maria – Foto Credits Pablo Larraín
Ecco tutti i vincitori dei ASC
Awards 2025
Elenco completo dei vincitori di seguito.
Migliore fotografia in un Film (Sponsored by Keslow
Camera)
Come molti si aspettavano, Captain America: Brave New World sta
iniziando a perdere slancio al botteghino già nel secondo fine
settimana di programmazione. L’ultimo film dei Marvel Studios ha aperto forte durante la
lunga festività del Presidents Day, negli USA, ma
è sceso del 68% nel suo secondo weekend con 28,3 milioni di dollari
per 4.105 cinema nordamericani in cui è in programmazione. Non è
poi così male come avevano previsto gli analisti, e certamente non
è il calo peggiore che abbiamo visto di recente nel MCU, però è un calo netto.
Brave New World è
riuscito a mantenere il primo posto e ha ben poca concorrenza fino
all’arrivo di Biancaneve della Disney il mese
prossimo. Il film ha incassato finora 289,4 milioni di dollari in
tutto il mondo con un budget di produzione dichiarato di 180
milioni di dollari, ma questo prima dei costi di marketing, tanto
che alcuni credono che il budget effettivo sarebbe più vicino ai
300 milioni di dollari, dato anche il pesante processo di
rilavorazione che il film ha subito.
Anche se questa cifra non fosse
accurata, Captain America: Brave New World potrebbe
comunque avere difficoltà a realizzare molti profitti entro la fine
della sua corsa, e questo soprattutto in rapporto a quanto
guadagnato da Deadpool e Wolverine che invece è
stato un successo globale.
Alla luce di questi dati,
Rob Liefeld, co-creatore di Deadpool e da diverso
tempo in
rotta di collisione con Disney e Marvel, ha invitato Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, a farsi da parte,
visto che la sua direzione non produce più i successi di un tempo.
Cosa ne pensate?
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film
è al cinema dal 12 febbraio.
Daredevil:
Rinascita è finalmente pronto per la première su
Disney+ all’inizio di marzo prossimo e dopo una serie di
battute d’arresto, rinnovamenti e ritardi nella produzione, la
Marvel Television è pronta a
tornare nelle strade pericolose di Hell’s Kitchen per dare il via
anche alla seconda stagione.
Si vociferava che la produzione
della seconda stagione della serie revival della Marvel fosse programmata per fine
febbraio e la star
Charlie Cox ha recentemente confermato che le
riprese inizieranno prima della première della prima stagione.
Ora, il responsabile dello streaming
dei Marvel Studios, Brad
Winderbaum, ha rivelato che la seconda stagione di
Rinascita uscirà già il prossimo anno. “Questo
è il piano”, ha detto Winderbaum quando gli è stato chiesto se
lo show alla fine diventerà un’uscita annuale. “La seconda
stagione uscirà l’anno prossimo e poi, si spera, la terza stagione
e la stagione infinita dopo. Penso che questo mondo sia
estremamente ricco e ci siano molte storie da raccontare sulle
strade di New York. È sicuramente qualcosa di fondamentale per la
Marvel, risalente ai primi giorni
dell’editoria con Stan, Jack, Steve e il bullpen originale della
Marvel. È New York attraverso New
York, e il fatto che siamo in grado di girare qui e raccontare una
storia su New York realizzata dai newyorkesi è semplicemente
fondamentale per la serie.”
Ovviamente è troppo
presto per dire quale trama seguirà la seconda stagione, ma ci si
aspetta che Muse sia coinvolto come un villain ricorrente.
Winderbaum ha anche lasciato intendere che i compagni difensori
dell’Uomo senza paura potrebbero tornare a un certo punto. “Non
posso dire molto, ma ti dico che è così emozionante poter giocare
in quel cortile. Ovviamente, non abbiamo le risorse narrative
illimitate di un fumetto. Se sai disegnarlo, puoi farlo. Si tratta
di gestire attori, tempo e l’enorme scala di produzione per
costruire un universo cinematografico, specialmente in televisione.
Ma posso solo dire che, prese in considerazione tutte queste
variabili, è sicuramente qualcosa di creativamente molto
emozionante e che stiamo esplorando.”
Secondo un’indiscrezione recente,
nella seconda stagione apparirà almeno un Difensore e molto
probabilmente sarà Jessica Jones, interpretata da Krysten
Ritter.
Il cast di Daredevil:
Rinascita
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate,
lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale,
mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Conclave ha
portato a casa il premio al miglior cast ensemble alla
31a edizione dei SAG Awards, che sono
stati assegnati stasera allo Shrine Auditorium di Los Angeles. Il
thriller della Focus Features, che ha vinto il premio come miglior
film ai recenti BAFTA, è in lizza
per otto premi Oscar il prossimo fine settimana.
La categoria è la più importante per
i SAG, il corrispettivo di Miglior Film, il più delle volte, ha
prodotto alcuni interessanti sconvolgimenti che hanno portato alla
vittoria agli Academy Awards di film come
Parasite, CODA e altri.
Tutti i candidati Ensemble dei SAG sono anche in lizza per il
premio Oscar più importante.
Demi Moore l’ha spuntata nella categoria dedicata
all’attrice protagonista, segnando un traguardo importante nella
sua carriera, grazie alla sua performance in The Substance. Mentre
Timothée Chalamet ha ottenuto una sorprendente
vittoria a sorpresa come attore protagonista in un film per il suo
ruolo del giovane Bob Dylan in A Complete
Unknown di Searchlight. Queste vittorie scombinano
decisamente le previsioni per gli Oscar 2025, che si fanno più
confuse, mentre Moore e Chalamet portano avanti il loro testa a
testa contro Mikey Madison e Adrien
Brody.
Discorso differente per le categorie
di non protagonisti in un film.
Zoe Saldana per Emilia Perez e
Kieran Culkin per A Real Pain
sembrano inarrestabili verso la loro conquista dell’Oscar, dopo
aver vinto tutti i premi di stagione di categoria e, ovviamente,
anche il SAG Award, la scorsa notte.
Anora, che nelle ultime settimane
aveva portato a casa prestigiosi premi ai BAFTA, agli Spirit
Awards, ai DGA e ai PGA, è rimasto escluso da podio.
Dopo una serie di premi scontati, la
prima sorpresa della serata è arrivata quando Martin
Short ha vinto il premio di attore maschile in una serie
comica per Only Murders in the Building di Hulu.
Dopo tre nomination consecutive agli Emmy per il ruolo, ha battuto
il favorito degli Emmy Jeremy Allen White di
The Bear e tutti gli altri.
La serie stessa ha anche ottenuto il
premio Ensemble Comedy Series. La popolare commedia ha vinto sette
Emmy nelle sue quattro stagioni, ma tutti sono nelle categorie
artigianali. È il primo grande successo di premi per le star Short,
Steve Martin e Selena Gomez nei
loro ruoli. E diremo che è davvero un riconoscimento meritato.
C’è stato un altro
mini-sconvolgimento nella categoria Attore maschile in un film per
la TV o una miniserie quando
Colin Farrell ha vinto per The
Penguin di Max. L’attore irlandese aveva già portato a
casa il premio Critics Choice e il Golden Globe, ma la star di
Baby Reindeer, vincitrice di un Emmy e di uno
Spirit Award, Richard Gadd, avrebbe potuto essere
il favorito.
Shōgun ha dominato
nella categoria dedicata alla serie drama, con Hiroyuki
Sanada e Anna Sawai e il cast ensemble
che hanno vinto i premi principali, dopo aver portato a casa l’Emmy
e il Golden Globe per i loro ruoli nel colosso FX. Un’altra star
già carica di premi ha vinto il premio Attrice femminile in una
serie comica: Jean Smart per
Hacks di Max. Ha già vinto tre Emmy per il suo
ruolo di Deborah Vance. Lo stesso vale per la vincitrice del premio
Attrice in una miniserie, Jessica Gunning di
Baby Reindeer di Netflix, che ha vinto anche un Emmy, un Golden Globe,
un Critics Choice e uno Spirit Award per la sua inquietante parte
nello show.
Hollywood ha continuato a celebrare
gli intrepidi soccorritori che hanno lavorato per salvare vite e
proprietà durante i terribili incendi di Los Angeles il mese
scorso. Durante la presentazione, un pompiere invitato è stato
presentato da Duncan Crabtree-Ireland di SAG-AFTRA e ha ricevuto
una standing ovation. La conduttrice Kristen Bell
ha poi richiamato l’attenzione sul “tavolo più attraente” della
cerimonia, che era pieno di soccorritori.
La due volte vincitrice dell’Oscar e
dell’Emmy Jane Fonda ha ricevuto stasera il premio
SAG Life Achievement Award. “Questo significa
il mondo per me“, ha detto sul palco. “E il vostro
entusiasmo fa sembrare questo meno un crepuscolo della mia vita e
più un ‘vai ragazza, spacca tutto’, il che è positivo perché non ho
ancora finito“. Sempre un mito!
L’anno scorso Oppenheimer ha
vinto il premio Ensemble di SAG, mettendosi comodo per la vittoria
di sette Oscar, tra cui Miglior film. Quest’anno invece le cose si
sono complicate molto, ma questo ci ha regalato una delle stagioni
dei premi più avvincenti degli ultimi anni.
Ecco tutti i vincitori dei SAG Awards 2025
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A CAST IN A MOTION
PICTURE
Conclave
Sergio Castellitto / Tedesco
Ralph Fiennes / Lawrence
John Lithgow / Tremblay
Lucian Msamati / Adeyemi
Isabella Rossellini / Sister Agnes
Stanley Tucci / Bellini
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A LEADING
ROLE
Demi Moore / Elisabeth – “The Substance”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A LEADING
ROLE
Timothée Chalamet / Bob Dylan – “A Complete Unknown”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY AN ENSEMBLE IN A COMEDY
SERIES
Only Murders In The Building
Michael Cyril Creighton / Howard Morris
Zach Galifianakis / Zach Galifianakis
Selena Gomez / Mabel Mora
Richard Kind / Vince Fish
Eugene Levy / Eugene Levy
Eva Longoria / Eva Longoria
Steve Martin / Charles-Haden Savage
Kumail Nanjiani / Rudy Thurber
Molly Shannon / Bev Melon
Martin Short / Oliver Putnam
OUTSTANDING PERFORMANCE BY AN ENSEMBLE IN A DRAMA
SERIES
Shōgun
Shinnosuke Abe / Buntaro
Tadanobu Asano / Kashigi Yabushige
Tommy Bastow / Father Martin Alvito
Takehiro Hira / Ishido Kazunari
Moeka Hoshi / Usami Fuji
Hiromoto Ida / Lord Kiyama
Cosmo Jarvis / John Blackthorne
Hiroto Kanai / Kashigi Omi
Yuki Kura / Yoshii Nagakado
Takeshi Kurokawa / Lord Ohno
Fumi Nikaido / Ochiba No Kata
Tokuma Nishioka / Toda Hiromatsu
Hiroyuki Sanada / Yoshii Toranaga
Anna Sawai / Toda Mariko
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A SUPPORTING
ROLE
Zoe Saldaña / Rita – “Emilia
Perez”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A TELEVISION
MOVIE OR LIMITED SERIES
Colin Farrell / Oz Cobb – “The Penguin”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A TELEVISION
MOVIE OR LIMITED SERIES
Jessica Gunning / Martha – “Baby Reindeer”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A COMEDY
SERIES
Martin Short / Oliver Putnam – “Only Murders In The Building”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A COMEDY
SERIES
Jean Smart / Deborah Vance – “Hacks”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A DRAMA
SERIES
Hiroyuki Sanada / Yoshii Toranaga – “Shōgun”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A FEMALE ACTOR IN A DRAMA
SERIES
Anna Sawai / Toda Mariko – “Shōgun”
OUTSTANDING PERFORMANCE BY A MALE ACTOR IN A SUPPORTING
ROLE
Kieran Culkin / Benji Kaplan – “A Real Pain”
Per celebrare l’85° compleanno del
personaggio di Alexander Joseph “Lex” Luthor, apparso
per la prima volta su Action Comics (vol. 1) n.
23, pubblicato dalla DC Comics, James Gunn,
regista e sceneggiatore del nuovo Superman,
ha pubblicato un bel ritratto di
Nicholas Hoult, che nella versione della storia
dell’Uomo del Domani in arrivo a luglio sarà la nuova iterazione
della nemesi di Superman.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Il nuovo spinoff NCIS:
Origins rappresenta un cambiamento importante per la
longeva serie procedurale, e il prequel incentrato su Gibbs tornerà
per la seconda stagione. Debuttando alla fine del 2024, NCIS: Origins parla del giovane agente
Leroy Gibbs (interpretato originariamente da Mark Harmon e ora da
Austin Stowell) che inizia la sua carriera a Camp Pendleton nel
1991 sotto la guida del suo mentore, Mike Franks (Kyle Schmid).
Esplorando i primi giorni dell’eroe più amato della serie,
Origins è il primo spinoff di NCIS che si svolge in
una fase precedente della serie e che evita il tipico formato
procedurale che si trova in altri spinoff.
Sebbene NCIS sia in onda dal
2003, NCIS: Origins segna la prima volta nella storia della
serie che uno spinoff prova qualcosa di nuovo. La narrazione
incentrata sui personaggi non solo serve a dare più spessore a
Gibbs, ma anche a fornire un contesto cruciale per ciò che accade
molto più avanti nel tempo. Invece dei casi settimanali
strettamente focalizzati di NCIS e dei suoi spin-off, Origins (e il
prossimo spin-off Tony & Ziva) mostra un percorso in avanti
per NCIS mentre continua a stabilire record televisivi.
Detto questo, la seconda stagione di NCIS: Origins è solo il
primo passo in una nuova direzione per NCIS.
Ultime notizie su NCIS: Origins
– Stagione 2
La CBS rinnova Origins per una
seconda stagione
Annunciata tra una serie di altri
rinnovi, l’ultima notizia conferma che NCIS: Origins
stagione 2 è stata rinnovata. La serie prequel non ha faticato a
trovare un grande pubblico durante la sua uscita di debutto, ed era
logico che la CBS ordinasse altri episodi. Origins è
stata rinnovata insieme alle altre serie del franchise,
NCIS e NCIS: Sydney, che non hanno ancora terminato
le loro attuali stagioni. Questo rinnovo anticipato non è solo un
buon segno che NCIS sta prosperando, ma anche che le serie
imminenti come Tony & Ziva non faranno fatica a trovare il
loro posto.
Tony & Ziva è uno spin-off
di NCIS incentrato sugli omonimi personaggi che vivono in
Europa e cercano di crescere la loro figlia.
La seconda stagione di NCIS:
Origins è confermata
Il prequel tornerà presto con
altri episodi
Con il grande successo della prima
stagione di NCIS: Origins, non ci è voluto molto alla CBS
per ordinare una seconda stagione. In arrivo a fine febbraio 2025,
il network non solo ha rinnovato Origins, ma ha anche
riportato in auge la serie di punta per la stagione 23 e NCIS:
Sydney per la stagione 3. Sebbene molti dettagli siano ancora
sconosciuti sulla seconda stagione di Origins, è
altamente probabile che debutterà come parte della stagione
autunnale 2025 della CBS.
Dettagli del cast diNCIS: Origins –
Stagione 2
Gibbs e la sua squadra
torneranno
Il cast di NCIS: Origins
è pieno zeppo di personaggi familiari, anche se gli attori
che li interpretano sono cambiati rispetto ai vecchi tempi di
NCIS. Ad Austin Stowell è stato affidato il difficile
compito di interpretare la versione più giovane di Gibbs, e si è
calato perfettamente nel ruolo. Poiché è la sua storia di origine a
dare il titolo allo spin-off, è logico che Stowell tornerà nel
ruolo principale al fianco di attori del calibro di Kyle Schmid nel
ruolo del mentore di Gibbs, l’agente Mike Franks.
Sorprendentemente, Mark Harmon è tornato a interpretare Gibbs
(principalmente come narratore) nella prima stagione, ma non è
chiaro se l’attore voglia farlo a tempo pieno.
Un altro ritorno atteso è quello di
Mariel Molino nel ruolo dell’agente speciale Lala Dominguez, e la
sua storia sembra essere cruciale per la trama tanto quanto quella
di Gibbs. Allo stesso modo, Tyla Abercrumbie dovrebbe tornare nel
ruolo dell’ufficiale di supporto alle operazioni sul campo Mary Jo
Sullivan, e Diany Rodriguez dovrebbe riprendere il suo ruolo di
agente speciale Vera Strickland, dato che Strickland è un
personaggio originale di NCIS.
Dettagli della storia di NCIS:
Origins – Stagione 2
Allo stato attuale, è
impossibile indovinare esattamente cosa accadrà nella seconda
stagione di NCIS: Origins, poiché il finale della prima
stagione non è ancora andato in onda. A differenza delle serie
procedurali presenti nel resto del franchise, Origins
utilizzerà probabilmente narrazioni generali che cresceranno e
cambieranno di stagione in stagione. Nella prima stagione Gibbs
probabilmente non imparerà tutte le abilità cruciali che ha messo a
frutto in NCIS, e ci sono probabilmente connessioni più
importanti che deve ancora stabilire.
La trama emotiva di Gibbs
potrebbe assumere una nuova dimensione in futuro, quando imparerà a
gestire il dolore per la perdita di sua moglie e sua figlia in un
omicidio.
Inoltre, la trama emotiva di Gibbs
potrebbe assumere una nuova dimensione andando avanti, man mano che
impara a gestire davvero il dolore per la perdita di sua moglie e
sua figlia a causa di un omicidio. Questo sviluppo probabilmente
modellerà il Gibbs di Stowell nel Gibbs stoico e sicuro che gli
spettatori hanno incontrato nella serie originale, ma NCIS:
Origins ha ancora molta strada da fare prima che l’agente
esperto possa diventare realizzato.
Sappiamo che Avengers:
Doomsday dovrebbe iniziare la fase di riprese nel
Regno Unito nei prossimi mesi, e sembra che i Marvel Studios stiano ancora radunando alcuni
membri chiave del cast. Secondo lo scooper
Daniel Richtman, è attualmente in corso il casting
per “un nuovo personaggio agente maschio che avrà un ruolo
importante nel film”.
Non si hanno ulteriori dettagli, ma
data la natura multiversale di questa storia, dire che si
potrebbe trattare di un agente TVA non sarebbe una ipotesi tanto
azzardata. I set sono attualmente in costruzione (anche se non c’è
nulla di interessante da segnalare per ora), e le star
Sebastian Stan (Bucky Barnes), Chris
Hemsworth (Thor) e il co-regista Joe
Russo sono stati avvistati nel Regno Unito.
“Abbiamo sempre lavorato a
stretto contatto con Markus e McFeely durante tutto il lavoro che
abbiamo fatto insieme”, ha detto il co-regista Joe
Russo l’anno scorso, quando Stephen
McFeely si è unito al team di sceneggiatori. “È un po’
come risalire in sella a una bicicletta. Abbiamo un processo
davvero codificato su cui lavoriamo tutti insieme. È molto
complicato elaborare una storia di questa portata”.
“Questi saranno film molto,
molto grandi con molti personaggi e molte trame che si
fondono”, ha aggiunto Joe Russo. “Siamo
davvero contenti di come stanno venendo fuori in questo
momento”.
Un importante aggiornamento del casting per il seguito di
Godzilla
X Kong: Il nuovo impero del 2024 prepara il debutto
nel Monsterverse del kaiju Toho preferito dai fan, che non si vede
sul grande schermo da più di 50 anni. Il cast sta iniziando a
prendere forma per il prossimo sequel di Godzilla X Kong, che uscirà nel 2027 con Grant
Sputore (I Am Mother) alla regia. Sebbene siano stati confermati
pochissimi dettagli sulla trama, il film sarà senza dubbio
caratterizzato dalle due grandi star del franchise, Godzilla e
Kong, che affronteranno una minaccia mostruosa di portata
mondiale.
Mentre il casting di diversi nuovi personaggi umani indica che
il film continuerà la tradizione del franchise di seguire un nuovo
gruppo di star umane ad ogni uscita, è stato confermato il ritorno
di una star di Godzilla X Kong: Trapper Beasley, il
veterinario/dentista di Titan di Dan Stevens. Data l’accoglienza
riservata dai fan all’eccentrico medico dei Titani, è probabile che
il suo ruolo sia ancora una volta di primo piano nella narrazione.
Il ritorno di Trapper apre di fatto la porta al Monsterverse per
introdurre un mostro amato dai fan ai tempi della Toho, che è
apparso solo una volta, come alleato di Godzilla.
Il ritorno di Trapper prepara il terreno per l’ingresso di Jet
Jaguar nel Monsterverse
Il ritorno di Trapper potrebbe portare al debutto di Jet Jaguar
nel Monsterverse. Anche se Monarch l’ha finanziato, Trapper sembra
essere una delle menti principali dietro il guanto B.E.A.S.T. che
Kong usa nella sua battaglia contro Godzilla in Egitto e contro
Skar King e Shimo nel loro scontro a Rio. Frutto del “Progetto
Powerhouse”, il guanto B.E.A.S.T. ha dimostrato la sua utilità
contro il Frost Bite Blast di Shimo, l’attacco singolo più forte
del Monsterverse, e potrebbe essere il catalizzatore per Monarch
per portare il Progetto Powerhouse al livello successivo,
costruendo la propria risorsa completa di mostri.
Questo potrebbe portare alla creazione di un robot di dimensioni
titaniche che non è costruito per la distruzione come
Mechagodzilla, ma piuttosto per il mantenimento della pace e gli
aiuti. Jet Jaguar è stato notoriamente una forza del bene, in
quanto è diventato autonomo e ha scelto di ingrandirsi per aiutare
Godzilla a sconfiggere Megalon e Gigan in Godzilla vs. Megalon. Il
Monsterverse probabilmente introdurrà Jet Jaguar non come robot
senziente, ma come robot controllato da un pilota, come era stato
originariamente pensato per Mechagodzilla. Date le sue conoscenze
mediche e la sua esperienza con i Titani, sarebbe il pilota ideale
per un robot di questo tipo.
Le basi per l’apparizione del Jet Jaguar sono state gettate per
quattro anni
Una volta che Apex Cybernetics ha introdotto Mechagodzilla in
Godzilla vs. Kong, tutti i kaiju robotici o cyborg del passato di
Godzilla sono diventati improvvisamente realtà. Mentre il Godzilla
originale del 2014 era più concreto, dopo Godzilla X Kong: Il nuovo
impero le scommesse sono chiuse per mantenere le cose anche solo
semi-realistiche. Questo apre la porta a Monarch per creare un
proprio robot che non agisca come una minaccia per l’ordine
naturale, ma come forza stabilizzante per i Titani guardiani come
Godzilla, Kong e Mothra. La forma umanoide e priva di armi di Jet
Jaguar lo rende perfetto per questo ruolo.
Il guanto B.E.A.S.T. è nato dalla tecnologia utilizzata per
costruire Mechagodzilla, con il progetto di costruire un intero
esoscheletro per aumentare la sua forza e agilità naturali. I fondi
sono stati tagliati, lasciando solo il guanto completato, ma i
finanziamenti potrebbero essere ripristinati dai governi mondiali
che hanno visto per due volte quanto Kong sia utile come guardiano
dell’umanità. Invece di aumentare la capacità distruttiva di Kong
(nel caso in cui dovesse mai rivoltarsi contro l’umanità), il buon
senso indica che si cercherebbe di investire in qualcosa di più
controllabile.
Tra tutti gli abitanti della Terra, Trapper è probabilmente
quello che conosce meglio la fisiologia dei Titani, avendo lavorato
lui stesso su Kong in diverse occasioni, e potrebbe legittimamente
pilotare Jet Jaguar come “medico dei Titani” nella Terra Cava o in
superficie. Inoltre, ha il contegno appropriato per adattarsi alla
natura un po’ sciocca di Jet Jaguar; Trapper dietro i comandi è il
modo in cui una scena classica come il pollice alzato o la stretta
di mano di Jet Jaguar con Godzilla potrebbe essere replicata nel
Monsterverse. L’unica cosa che manca è il robot stesso, che è
completamente possibile da un punto di vista tecnologico nel
Monsterverse.
La prossima minaccia del Monsterverse potrebbe rendere
necessario il Jet Jaguar
Se la prossima minaccia mondiale sarà ancora più grande e
cattiva della combinazione di Skar King e Shimo, allora il Jet
Jaguar di Trapper potrebbe diventare un alleato essenziale per
Godzilla e Kong. Tra Godzilla evoluto e Kong armato con il guanto
di sfida B.E.A.S.T., Skar King è stato eliminato abbastanza
facilmente, soprattutto una volta spezzata la sua influenza su
Shimo. La prossima minaccia del Monsterverse deve mettere alle
corde entrambi i Titani eroi e introdurre una vera e propria posta
in gioco che costringa Jet Jaguar a combattere.
Jet Jaguar potrebbe anche essere il ponte tra il Monsterverse e
il franchise di Pacific Rim, dato che Trapper stesso potrebbe
finire per pilotare il corpo di Jet Jaguar dall’interno del robot.
“Jet Jaguar” sembra addirittura il nome di un Jaeger di Pacific
Rim, insieme a “Cherno Alpha” e “Gipsy Danger”, e sarebbe un modo
estremamente divertente e intelligente di incrociare i due
franchise di Legendary Studios. Trapper è la chiave per sbloccare
Jet Jaguar nel Monsterverse e il suo ritorno per il sequel Godzilla
X Kong: The New Empire mette tutto in gioco.
I 61° Cinema Audio Society Awards
hanno consegnato il premio principale a A Complete Unknown
durante la cerimonia al Beverly Hilton. Ciò rende il film di
James Mangold
il favorito per il miglior sonoro agli Oscar del mese
prossimo.
A Complete Unknown gareggerà per l’Academy Award
controDune:
Parte Due,Emilia
Pérez,Wicked
eIl
Robot Selvaggio.
Tutti questi, tranneEmilia
Pérez,
erano in lizza anche per i CAS Awards.Oppenheimer
ha vinto il premio Live Action Motion Picture ai CAS Awards
dell’anno scorso, ma ha perso l’Oscar contro
La Zona d’Interesse.
I vincitori in altre categoria sono stati
anche Il
Robot Selvaggio
per il film d’animazione e
Music by John Williams
per il documentario.
Le categorie delle serie tv sono state invece dominate, come per
tutta questa stagione dei premi, da
Shōgun
e
The Bear.
Il CAS ha assegnato il suo Filmmaker Award 2025 al regista del
franchiseDuneDenis
Villeneuve,
e il sei volte candidato all’Oscar
Tod A. Maitland
ha ritirato il Career Achievement Award del gruppo. Suo
padre
Dennis Maitland
ha ricevuto lo stesso onore nel 2009.
Ecco i vincitori dei Cinema Audio Society Awards 2025
FILM PER
IL CINEMA – LIVE ACTION
A Complete
Unknown Production Sound Mixer – Tod A. Maitland CAS
Re-Recording Mixer – Paul Massey CAS
Re-Recording Mixer – David Giammarco CAS
Scoring Mixer – Nick Baxter
ADR Mixer – David Betancourt
Foley Mixer – Kevin Schultz
FILM NON
PER IL CINEMA/SERIE LIMITATE
Masters of
the Air: S01 E05 “Part Five”
Prod. Sound Mxr–Tim Fraser
ReRecord. Mxr–Michael Minkler CAS
ReRecord. Mxr–Duncan McRae
ReRecord. Mxr–Shane Stoneback
Scoring Mxr–Thor Fienberg
ADR Mxr–Sean Moher
Foley Mxr–Randy K. Singer CAS
TV
NON-FICTION, VARIETY o MUSIC – SERIE o SPECIALI
The Wild
Robot
Original Dialogue Mixer – Ken Gombos
Re-Recording Mixer – Leff Lefferts
Re-Recording Mixer – Gary A. Rizzo CAS
Scoring Mixer – Alan Meyerson CAS
Foley Mixer – Richard Duarte
STUDENT
RECOGNITION AWARD
Guillermo Moya,
Full Sail University
SERIE TV
– MEZZ’ORA
The
Bear: S03 E03 “Doors”
Production Sound Mixer – Scott D. Smith CAS
Re-Recording Mixer – Steve “Major” Giammaria CAS
ADR Mixer – Patrick Christensen
ADR Mixer – Kendall Barron
Foley Mixer – Ryan Collison
Foley Mixer – Connor Nagy
FILM
DOCUMENTARIO
Musicby John Williams
Production Mixer – Noah Alexander
Re-Recording Mixer – Christopher Barnett CAS
Re-Recording Mixer – Roy Waldspurger
SERIE TV
– UN’ORA
Shōgun:
S01 E05 “Broken to the Fist”
Production Sound Mixer – Michael Williamson CAS
Re-Recording Mixer – Steve Pederson CAS
Re-Recording Mixer – Greg P. Russell CAS
ADR Mixer – Takashi Akaku
Foley Mixer – Arno Stephanian CAS
Dopo l’uscita di Captain America: Brave New World, il regista del film,
Julius Onah, risponde alla sua accoglienza non proprio stellare.
L’ultima uscita del MCU ha attualmente un
punteggio di critica del 49% su Rotten Tomatoes, con un
punteggio di pubblico molto migliore dell’80%. Per questo motivo, è
giusto dire che il film è divisivo. Nonostante ciò, Onah ha
mantenuto il suo entusiasmo per Captain America: Brave New
World durante un’apparizione al podcast Phase Hero.
Invece di soffermarsi su come viene
percepito il suo lavoro, il regista ha spiegato che il processo è
semplice: “Alla fine della giornata, fai il miglior film
possibile, lo metti in circolazione e lasci che il pubblico
reagisca“.
Il regista ha poi precisato che:
“Sono un grande sostenitore del fatto che, quando il pubblico
trova il film e lo capisce, diventa suo”. Onah “ama far parte” di
queste conversazioni “anche come fan“, quindi “accoglie le
[critiche] come narratore“.
Cosa significano i commenti del
regista di Captain America: Brave New World significa i commenti
del regista sulle recensioni
Nonostante sia un’entrata divisa
nel MCU, Captain America: Brave New
World sta facendo registrare numeri di tutto rispetto al
botteghino. A partire dal 22 febbraio 2025, il film si aggira
intorno ai 120 milioni di dollari a livello nazionale e ai 218
milioni di dollari a livello globale (via Box Office Mojo). Sebbene
questi totali non possano competere con quelli di Avengers: Endgame, significano che Captain
America: Brave New World ha già superato l’intero incasso globale
di The
Marvels.
La prospettiva di Onah dimostra
un’apertura alle critiche. Questo atteggiamento è probabilmente
radicato nella fiducia nel modo in cui il film trasmette i suoi
temi, cosa che il regista ha notato più volte nel corso delle
interviste che hanno preceduto l’uscita del film.
La 40° edizione annuale degli
Independent Spirit Awards
si è tenuta a Santa Monica, con
Aidy Bryant
come conduttrice per il secondo anno consecutivo.Anora
è stato il vincitore della serata, portando a casa il premio come
miglior film, mentre
Sean Baker
eMikey Madison
si sono portati a casa i trofei individuali per miglior regista e
interpretazione principale.
Baby Reindeer
ha vinto alla grande, con
Richard Gadd, Nava Mau
e
Jessica Gunning
che si sono aggiudicati i premi per interpretazione principale, non
protagonista e rivelazione, anche seShogun
ha vinto come miglior nuova serie sceneggiata. E
Dìdi di
Sean Wang
si è aggiudicato entrambi i premi nella categoria film d’esordio:
miglior primo lungometraggio e miglior prima
sceneggiatura.
Ecco tutti i vincitori degli Independent Spirit Awards
2025
MIGLIOR FILM
“Anora”
MIGLIOR FILM D’ESORDIO
“Dìdi”
JOHN CASSAVETES AWARD – Assegnato al miglior
lungometraggio realizzato con meno di 1 milione di dollari
Con il film The Imitation
Game (qui
la nostra recensione), distribuito nei cinema di tutto
il mondo nel 2014, viene portata sul grande schermo
l’appassionante e drammatica storia di Alan
Turing, tra i più geniali matematici del XX secolo e
considerato uno dei padri dell’informatica. Il film si concentra in
particolare sulla sua attività come crittografo al servizio del
Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo lavoro, che
diede vita alla “macchina di Turing“, permise di
decifrare i messaggi che intercorrevano tra le Potenze dell’Asse,
dando così la possibilità di prevenirne le mosse.
A dirigere la pellicola è il
norvegese Morten Tyldum, che ha
con questo film avuto l’occasione di affermarsi all’interno di
Hollywood. The Imitation Game ha infatti
collezionato ben otto nomination al Premio Oscar,
vincendo però soltanto quella per la miglior sceneggiatura non
originale. Il film esplora dunque il contributo di Turing
nell’intercettare e decifrare i codici che hanno contribuito a
vincere la guerra. A lui si uniscono anche la collega Joan
Clarke (Keira
Knightley), crittoanalista realmente esistita, e il
comandante scozzese Alexander Denniston (Charles
Dance), decifratore di codici.
Questo capitolo cruciale della vita
di Turing è ispirato all’acclamata biografia di Andrew
Hodges del 1983 Alan Turing: The Enigma.
Tuttavia, va notato che The Imitation Game è solo
vagamente ispirato al libro, poiché la sua trama si allontana molto
dalla storia vera. Dalla personalità di Alan Turing al suo
contributo alla scoperta della macchina Enigma, molti punti della
trama sono stati alterati per ottenere un effetto drammatico.
Nonostante il film abbia ottenuto recensioni positive e premi
all’epoca della sua uscita, il film è ancora considerato una delle
biografie più imprecise degli ultimi tempi e solo il 42,3% di
quanto si vede può essere considerato una verità storica.
Alan Turing non è stato l’unico
responsabile della decodificazione di Enigma
The Imitation Game
ritrae Alan Turing come un genio che
improvvisamente e da solo ribalta le sorti della lotta contro la
Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. Sebbene siano presenti
altri decifratori di codici, tra cui Joan Clarke,
il film suggerisce pesantemente che Turing sia stato l’unico
responsabile della costruzione della macchina che ha sconfitto
Enigma. La vera storia, in realtà, riporta di una tecnologia
preesistente dei polacchi che fu poi elaborata da Turing e dal
matematico britannico Gordon Welchman. La ricerca
di Ralph Erskine, The Poles Reveal their
Secrets – Alastair Dennistons’s Account of the July 1939 Meeting at
Pyry getta ulteriore luce sui crittoanalisti del
Polish Cipher Bureau.
Nel 1932, Marian
Rejewski, Jerzy Różycki e Henryk
Zygalski furono infatti i primi a tentare di decifrare i
codici tedeschi. Nel 1939, la Polonia iniziò a rivelare questi
metodi agli alleati, compresa la Gran Bretagna, ed è certo che la
decifrazione dei codici dei primi anni Trenta contribuì allo
sviluppo del Bombe, la macchina britannica che si basava su rotori
per decifrare le combinazioni di codici. Turing era ovviamente un
visionario, ma il suo contributo alla Bombe non era un’invenzione
nuova di zecca. In realtà, Turing ha reso il processo più rapido
con il suo prototipo, una macchina a cui ha lavorato con Gordon
Welchman, che non viene però mai menzionato nel film.
Joan Clarke non fu reclutata
risolvendo parole crociate
Anche il personaggio interpretato
da Keira
Knightley è vittima di un’inesattezza storica.
Joan Clarke viene presentata come reclutata per
gli sforzi di decifrazione del codice a Bletchley Park dopo aver
dimostrato la sua abilità nel risolvere i cruciverba a una gara di
parole crociate, che Turing che aveva preparato. Secondo il
Guardian, i cruciverba venivano effettivamente utilizzati nel
processo di reclutamento a Bletchley Park, ma né Turing né Clarke
furono reclutati in questo modo. Clarke era una matematico di
talento e fu reclutata per la missione da Gordon Welchman, collega
di Turing.
Il fidanzamento di Joan Clarke e
Alan Turing avvenne in circostanze diverse
The Imitation Game
include il fatto che Joan Clarke e Alan Turing furono brevemente
fidanzati. Secondo il film, Turing era disposto a fare questo passo
per soddisfare i desideri dei suoi genitori prepotenti. Tuttavia,
come racconta il libro di Andrew Hodges, il
fidanzamento avvenne semplicemente perché a Turing piaceva la
ragazza. Mentre Clarke accettava che Turing fosse gay, Turing
apprezzava la sua compagnia e i due condividevano un interesse
comune per gli scacchi e la botanica. Alla fine il fidanzamento
finì, ma a differenza di The Imitation Game, il
vero Alan Turing non si era affatto dimostrato privo di
emozioni.
Un cliché ricorrente nei film sui
geni torturati è infatti quello di ritrarre la figura centrale come
socialmente impacciata. Anche The Imitation Game è
preda di questa norma, dipingendo Alan Turing come un uomo
introverso con cui poteva essere difficile lavorare e che
difficilmente capiva le battute. Il libro di Andrew
Hodges descrive sì Turing come un uomo che preferiva
lavorare da solo e che poteva affrontare alcune questioni in senso
letterale, ma aggiunge anche che Turing era un uomo che aveva molti
amici intimi e senso dell’umorismo. L’imbarazzo sociale di Turing è
quindi decisamente esagerato nell’interpretazione di Benedict Cumberbatch.
L’omosessualità di Alan Turing è attenuata
Rimanendo nella sfera privata del
personaggio, la sessualità di Alan Turing non gioca un ruolo
importante in The Imitation Game. I flashback
rivelano la sua simpatia per il compagno di scuola
Christopher Morcom (Jack Bannon)
ma, come rivela la biografia di Andrew Hodges,
questa relazione era unilaterale e Morcom non ricambiava i
sentimenti di Turing. Il film, tuttavia, continua a mostrare
l’amore reciproco tra i due. Alan Turing: Enigma mostra
anche che, nonostante l’omofobia dell’epoca, il matematico poteva
essere piuttosto audace nell’approcciare alcuni uomini della sua
vita, ma questo aspetto è appena accennato nel film. Allo stesso
modo, Arnold Murray, l’uomo che ebbe rapporti
sessuali con Turing e che alla fine portò alla sua condanna, non
viene mai menzionato.
La personalità del comandante
Denniston è fortemente alterata
Il Comandante
Denniston è ritratto come il direttore della
Government Code and Cypher School, nonché come una
testa calda. Nonostante sia stato responsabile del reclutamento di
Turing, si cimenta in diversi scontri ideologici con il matematico.
Le tensioni aumentano fino al punto in cui tenta persino di
licenziare Turing dall’operazione. I nipoti di Denniston hanno però
criticato questa rappresentazione in quanto imprecisa. Essi
sostengono che, in realtà, egli non si attenne strettamente al
pensiero militare come mostrato nel film. Inoltre, sembra che
Denniston non minacciò mai di licenziare Turing, i cui sforzi erano
invece molto apprezzati.
Alan Turing non è mai stato indagato per spionaggio
Un elemento cruciale nella
narrazione del film è il pedinamento di Alan Turing nel 1951 da
parte di un detective di nome Robert Nock
(Rory Kinnear), che lo sospetta di essere una spia
sovietica. The Imitation Game insiste sul fatto
che è questo scontro con la legge che ha portato alla scoperta
dell’omosessualità di Turing. Sebbene Turing sia stato
ingiustamente schedato per oltraggio al pudore nel 1952, non è
stato coinvolto il detective Nock. Turing aveva in realtà
denunciato alla polizia un furto in casa, ma dovette cambiare la
sua storia perché il possibile colpevole Arnold
Murray aveva avuto rapporti sessuali con lui. La polizia
scoprì in seguito il legame di Turing con Murray e lo condannò.
Alan Turing non ha mai incontrato
una spia sovietica o un capo dei servizi segreti britannici
The Imitation Game
si concentra anche sullo spionaggio in tempo di guerra, ma si
prende alcune libertà nella sua rappresentazione, come ad esempio
quando Alan Turing incontra la spia sovietica John
Cairncross (Allen Leech). Secondo un
articolo della New York Review of Books, la verità è che Turing non
ha mai incrociato Cairncross. Anche se la spia lavorava a Bletchley
Park, era di stanza in un’altra unità. Turing viene anche mostrato
interagire con Stewart Menzies (Mark
Strong), il capo dei servizi segreti britannici. Anche
in questo caso, Slate sottolinea che non ci sono prove a sostegno
di questo incontro.
Benedict Cumberbatch in The Imitation Game
La causa della morte di Alan Turing
è discussa
Come il libro di Andrew
Hodges, il poscritto alla fine di The Imitation
Game menziona che Alan Turing si è tolto la vita dopo
essere stato costretto a sottoporsi a una terapia chimica.
Tuttavia, c’è stata qualche incertezza sulla natura della morte di
Turing. Jack Copeland, l’editore di diverse opere
di Turing, l’ha definita accidentale. La teoria generale, citata
anche nel film, è che Turing si sia ucciso mangiando una mela al
cianuro. Tuttavia, come riporta la BBC, Copeland ritiene che le
indagini sulla morte di Turing siano state inadeguate. Aggiunge
inoltre che Turing potrebbe essere morto a causa delle esalazioni
di cianuro prodotte da un esperimento in una stanza libera.
Il trailer del film e dove vedere
il film in streaming
È possibile fruire di The
Imitation Game grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 22
febbraio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Il personaggio di
JohnDolittle, nato dalla penna
di Hugh Lofting nel 1920, noto per la sua capacità
di comunicare con gli animali, ha calcato il grande schermo in più
occasioni. La prima volta è stata nel 1967 con Il favoloso
dottor Dolittle, mentre nel 1998 e nel 2001 sono arrivati i
due adattamenti più celebri, ovvero Il dottor Dolittle e
Il dottor Dolittle 2, dove ad interpretare il personaggio
vi è Eddie Murphy. Nel 2020, infine, questi è
tornato al cinema con Dolittle
(qui la recensione), dove a
dargli volto vi è l’ex Iron Man Robert Downey Jr..
Diretto da Stephen Gaghan,
regista anche di Syriana e Gold – La grande truffa, questo nuovo adattamento del
personaggio si discosta dai film realizzati tra la fine degli anni
Novanta e i primi Duemila per il suo abbandonare l’ambientazione
contemporanea in favore di una Ottocentesca, con il protagonista
raffigurato non solo come un abile veterinario ma annche come un
incallito avventuriero. Il racconto si basa per buona parte sul
secondo libro di quelli scritti da Lofting, ovvero The
Voyages of DoctorDolittle.
Si tratta di uno dei libri più
apprezzati tra quelli con protagonista il mitico Dolittle, in
quanto presenta una trama più articolata ed un linguaggio capace di
parlare anche ad un pubblico più adulto. Sfortunatamente, come
noto, il film Dolittle
non è stato accolto positivamente né dalla critica né dal pubblico,
divenendo uno dei peggiori flop del 2020. Tuttavia, grazie al suo
arrivo sulle piattaforme di streaming, il film ha ora ottenuto una
seconda vita, guadagnando popolarità anche solo per l’avventura
offerta e i tanti simpatici animali parlanti presenti accanto al
protagonista.
La trama di Dolittle
Come anticipato, il film si svolge
in epoca vittoriana. Protagonista è il dottor John
Dolittle, famoso medico e veterinario d’Inghilterra che, a
seguito della scomparsa della moglie, si è ritirato in solitudine
dietro le alte mura della sua dimora, con un esercito di animali
esotici a fargli compagnia. Ma quando la giovane Regina
Vittoria si ammala gravemente, Dolittle con riluttanza è
costretto a salpare per un’epica avventura in un’isola leggendaria
in cerca di una cura, ritrovando così il suo spirito e il suo
coraggio mentre combatte vecchi avversari e scopre nuove creature
meravigliose.
Sull’isola su cui approda, sarà
inoltre costretto a confrontarsi con Re Rassouli,
padre della sua defunta moglie. Non mancheranno dunque gli
imprevisti, che porteranno Dolittle a confrontarsi con il proprio
passato. Nella sua ricerca, però, egli potrà contare sull’aiuto di
un sedicente e giovane assistente di nome Tommy
Stubbins, ma anche da un incredibile gruppo di amici
animali, tra cui il gorilla ansioso Chee-Chee,
l’anatra entusiasta ma svampita Dab-Dab, una
coppia litigiosa formata dallo struzzo cinico
Plimpton e un allegro orso polare di nome
Yoshi e infine il fidato pappagallo
Polynesia.
I personaggi del libro che mancano nel film
Nel film mancano alcuni membri della
cerchia di Dolittle del libro: Gub-Gub il maiale,
Cheapside il passero, Too-Too il
gufo e Matthew Mugg il venditore di cibo per
gatti. La sgradevole e irritabile sorella del Dottore,
Sarah, che ha lasciato la casa perché affollata
dagli animali, non viene mai menzionata. Il più vistoso assente è
il Pushmi-Pullyu, un assurdo animale a due teste
che va e viene in continuazione. Nel libro è stato disegnato come
una gazzella, mentre ne Il favoloso dottor Dolittle (1967)
è stato ritratto come un lama.
Il cast di attori e di doppiatori del film
Come anticipato, ad interpretare il
dottor Dolittle vi è l’attore Robert Downey
Jr., il quale ha basato la propria interpretazione sul
dottor William Price, un eccentrico medico gallese nonché figura
storica particolarmente venerata nella sua terra d’origine.
L’attore ha poi raccontato di aver voluto fare questo film dopo che
il Il
libro della giungla (2016) del suo amico Jon Favreau è stato un grande successo.
Accanto a lui, nel ruolo della moglie Lily, vi l’attrice italiana
Kasia Smutniak,
mentre il padre di lei, Re Rassoulim, è interpretato da Antonio
Banderas.
Vi sono poi Harry
Collett nei panni di Tommy, Jessie
Buckley in quelli della regina Vittoria e Jim
Broadbent come Lord Thomas Badgley. Per quanto riguarda i
doppiatori originali degli animali presenti nel film, si annoverano
John Cena come
voce dell’orso polare Yoshi, Marion
Cotillard per quella della volpe Tutu e Tom Holland
come voce del cane Jip. Sono poi presenti anche Ralph Fiennes
per la tigre Barry, Carmen Ejogo per la leonessa
Regine e Selena Gomez
per la giraffa Betsy.
Rami Malek dà voce al
gorilla Chee-Chee, mentre Kumail Nanjiani presta
la sua allo struzzo Plimpton. Infine, Octavia Spencer
doppia l’anatra Dab-Dab, mentre Emma Thompson è
la voce di Polynesia, il pappagallo di fiducia di Dolittle. Vedere
il film in lingua originale, per poter ascoltare le voci di questi
grandi attori, è dunque caldamente consigliato. Infine,
Michael Sheen ricopre il ruolo del principale
antagonista umano del film, il dottor Blair Mudfly.
La scena post-credits del film
Proprio il personaggio di Sheen, un
vecchio rivale accademico di Dolittle deciso a scalzarlo a
qualunque costo, è al centro della scena di metà titoli di coda di
Dolittle. Il personaggio era stato visto per
l’ultima volta cadere in un pozzo durante il caos causato dal
confronto di Dolittle con il drago Ginko-Che-Soars, ma ritorna a
punto in questa scena conclusiva. Iniziata con una breve voce fuori
campo del pappagallo Polynesia di Emma Thompson
su uno schermo nero, la scena passa poi a un’inquadratura di Mudfly
seduto da solo sul fondo del pozzo che chiede aiuto.
Rendendosi conto che nessun umano
verrà ad aiutarlo, Mudfly escogita un nuovo piano. Vedendo una
colonia di pipistrelli appesi a testa in giù nelle vicinanze,
Mudfly inizia a prendere spunto dal suo rivale e fa del suo meglio
per comunicare con i pipistrelli nel tentativo di ottenere il loro
aiuto. Dopo un momento di comica incapacità di parlare la loro
lingua, i pipistrelli si avventano su Mudfly. La scena si conclude
con Mudfly che urla di dolore mentre i pipistrelli lo circondano.
La scena serve dunque semplicemente a chiudere un filone della
trama del film rimasto irrisolto.
Il sequel Dolittle
2 si farà?
Vista la scarsa performance di
Dolittle, la Universal non ha ancora deciso di dare il via libera a
un sequel e anzi è improbabile che Dolittle 2 si
realizzi. Ma con una gran quantità di materiale di partenza e una
porta lasciata aperta dal film stesso, c’è qualcosa che un sequel
potrebbe raccontare. Un punto di partenza logico sarebbe il libro
cronologicamente successivo, Lo zoo del dottor Dolittle,
in cui Dolittle torna a casa dalle sue avventure e prende in
custodia altri animali. Tuttavia, come già detto, ad oggi non ci
sono state conversazioni per la realizzazione di un sequel.
Il trailer di
Dolittle e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire di
Dolittle grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 22
settembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Negli ultimi anni l’attore Nicolas Cage si è gettato in un gran numero di
progetti, affrontando generi, storie e personaggi spesso
estremamente diversi tra loro. Tra i titoli più interessanti in cui
ha recitato di recente si annoverano
Dream Scenario, Longlegs e
The Surfer. Nel 2018 ha invece preso parte a
211 – Rapina in corso (qui la recensione), film
poliziesco basato su un reale scontro a fuoco che ha spinto le
forze dell’ordine statunitensi a rivedere le proprie strategie
d’azione. A dirigere la pellicola vi è York Alec Shackleton,
già distintosi per aver dato vita anche agli action Kush e
Disturbing the Peace – Sotto assedio.
“211” fa riferimento al codice che i
poliziotti utilizzano per indicare le rapine in corso. All’interno
del film qui approfondito prende dunque vita la storia di un
poliziotto con numerosi traumi alle spalle, coinvolto in una
situazione di pericolo estremo che lo spingerà a riconsiderare la
propria esistenza. Un poliziesco, certamente, ma che non disdegna
una buona dose di emozioni, generate a partire proprio dal legame
che lega alcuni dei protagonisti. La sensazione principale,
naturalmente, è quella di trovarsi proprio a bordo dell’auto dei
poliziotti protagonisti, lasciando così la possibilità di vivere
quanto più da vicino la tensione e i brividi provati da questi.
Pur i con i suoi difetti, il film
riesce dunque ad offrire un certo intrattenimento, lasciando allo
spettatore la possibilità di riflettere sulle scelte della vita,
come anche su come molto spesso i cosiddetti “cattivi” non sono che
il frutto di problemi più grandi. In questo articolo approfondiamo
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro al film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Ori Pfeffer in 211 – Rapina in corso
La trama del film 211 – Rapina in corso
Protagonista del film è Mike
Chandler, poliziotto veterano che condivide questo lavoro
insieme al genero Steve MacAvoy. Questi è infatti
sposato con Lisa, la figlia di Mike, con la quale
però l’uomo non ha più contatti da tempo. I due poliziotti ogni
giorno si trovano ad eseguire ordinari giri di pattuglia per le
strade della città, finché non si ritrovano assegnato un ragazzino
di nome Kenny, al quale il tribunale ha imposto
una giornata in polizia come punizione dopo una rissa. I due
ufficiali e il loro giovane passeggero si trovano impreparati
quando il destino decide di metterli improvvisamente nel mirino di
una rapina in corso in una banca, per mano di un’addestrata squadra
di uomini senza paura e armati fino ai denti. Per uscirne vivi,
dovranno fare affidamento a tutto il loro desiderio di
riabbracciare i propri cari.
Il cast del film
Come accennato, protagonista del
film nei panni di Mike Chandler vi è l’attore Nicolas Cage.
Questi si è dichiarato interessato al ruolo per via della
possibilità di interpretare tanto scene d’azione quanto altre più
incentrate sull’emotività. Accanto a lui, nei panni del collega
Steve MacAvoy, vi è l’attore Dwayne Cameron, anche
lui noto per diverti titoli action. Sophie
Skelton, celebre per il ruolo di Brianna Randall Fraser,
interpreta invece Lisa, la figlia di Mike. Il giovane Kenny ha il
volto dell’attore Michael Rainey Jr., mentre
Ori Pfeffer è il capo dei rapinatori, di nome Tre.
Alexandra Dinu dà vita qui all’agente Rossi,
mentre Cory Hardrict è l’agente Hanson. Nel film
si ritrova anche il figlio di Nicolas Cage, Weston
Cage, nei panni del rapinatore Luke.
Dwayne Cameron e Sophie Skelton in 211 – Rapina in
corso
La vera storia dietro al film
La vicenda narrata nel film si basa
su un episodio realmente accaduto nel 1997. Nella zona di Los
Angeles conosciuta come North Hollywood due
poliziotti si ritrovano infatti coinvolti in un’improvvisa rapina
in banca. Con loro, come riscontrabile anche nel film, vi è anche
un ragazzino di quindici anni, al quale è stata imposta come
punizione una giornata in polizia. I rapinatori si rivelano essere
armati fino ai denti con strumenti di guerra particolarmente
letali. Arrivati sul posto i due poliziotti si rendono dunque conto
da subito di dover chiamare dei rinforzi. Le squadre speciale della
LAPD e della SWAT entrano così in azione con il supporto
dell’Interpol.
L’unico modo per risolvere la
questione, tuttavia, sembra quella di avviare una negoziazione.
Questa si protrae però ben oltre il previsto, fino al momento in
cui la situazione precipita inesorabilmente. Apertasi una feroce
sparatoria, sarà solo dopo un duro attacco che le forze dell’ordine
riusciranno ad abbattere i quattro rapinatori. Oltre a loro, però,
rimangono feriti anche 12 poliziotti e 8 civili.
Fu un evento che traumatizzò particolarmente il paese, spingendo la
polizia a cambiare il proprio modus operandi. Fino a quel momento,
infatti, ai poliziotti non era consentito portare armi pesanti.
Al momento della rapina, dunque,
questi si trovarono in netto svantaggio rispetto ai rapinatori. Da
quel momento, il calibro delle armi utilizzate è stato aumentato,
consentendo così agli agenti di poter eseguire in maggior sicurezza
il loro lavoro. In ogni caso, 211 – Rapina in
corso si basa su quell’evento ma si svincola poi nel
costruire una vicenda che va oltre la rapina in sé, proponendo
anche la vicenda personale di Mike Chandler, ideata appositamente
per il film. La storia vera, infatti, non suggerisce che i primi
due poliziotti coinvolti nella sparatoria fossero legati da una
parentela acquisita.
Il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di
211 – Rapina in corso grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Prime Video, Tim Vision e Apple
iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 22
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
La 75a edizione del Festival
del cinema di Berlino si è conclusa con la cerimonia di
premiazione di stasera, quando la giuria di Todd
Haynes ha assegnato l’Orso d’oro a Dreams (Sex
Love), il terzo film della trilogia del regista
norvegese Dag Johan Haugerud.
Rose Byrne ha vinto
il premio per la migliore interpretazione per il suo ruolo in
If I Had Legs, I’d Kick You di
Mary Bronstein. In un film che ruota come un
tornado attorno all’interpretazione di Byrne, l’attrice australiana
interpreta una madre sopraffatta che si destreggia tra il suo
lavoro di terapista e le esigenze di crescere un bambino con
bisogni speciali. Andrew Scott ha vinto il premio
come miglior attore non protagonista per aver interpretato
Richard Rodgers (del duo musicale Rodgers e
Hammerstein) in Blue Moon di
Richard Linklater.
Tutti i vincitori del
Festival di Berlino
Orso d’Oro —
Dreams (Sex Love) by Dag Johan Haugerud
Orso d’Argento
Premio della Giuria — The Message by Iván Fund
Orso d’Argento
Gran Premio della Giuria — The Blue Trail (O último
azul) by Gabriel Mascaro
Migliore
performance da protagonista — Rose Byrne, If I Had Legs I’d
Kick You
Migliore
performance da non protagonista — Andrew Scott, Blue
Moon
Orso d’Argento
per il miglior contributo artistico — The Ice
Tower by Lucile Hadžihalilović
Migliore Regia —
Living The Land by Huo Meng
Orso d’Argento
alla sceneggiatura —Kontinental
’25 by Radu Jude
GWFF Best First Feature Award
GFF First
Feature Award — The Devil Smokes (and Saves the Burnt
Matches in the Same Box by Ernesto Martínez Bucio
Berlinale Documentary Award
Holding
Liat by Brandon Kramer
Shorts
Golden Bear Best
Short Film – Lloyd Wong, Unfinished by Lesley Loksi
Chan
Silver Bear Jury
Prize (Short Film) — Ordinary Life (Futsu no
seikatsu) by Yoriko Mizushiri
CUPRA Filmmaker
Award — Quenton Miller for Koki, Ciao
Hugh Grant ha recentemente rivelato che,
nonostante dia l’impressione di essere Jar Jar Binks nel film
horror-thriller Heretic (qui
la nostra recensione), appena uscito, in realtà non ha mai
visto nessun film di Star Wars.
Grant si addentra in un territorio più oscuro con Heretic
della A24,
dove interpreta un uomo eccentrico ma sinistro di nome Mr. Reed,
con un debole per l’umorismo inquietante. Il film, scritto e
diretto da Scott Beck e Bryan Woods, segue una coppia di missionari
mormoni, interpretati da Sophia Thatcher e Chloe East, che si
ritrovano in balia dei giochi mentali sempre più terrificanti di
Mr. Reed.
In un’intervista con Entertainment Weekly, Grant ha ammesso di non aver
mai visto nessun Star
Wars film, per non parlare del primo prequel della
serie, La minaccia fantasma, dove Jar Jar Binks ha fatto il
suo controverso debutto nel 1999. Ecco cosa ha detto:
Uno dei miei segreti più
inconfessabili è che non ho ancora visto un film di Star
Wars. Nella mia infinita meticolosità, ho fatto delle ricerche
e ne ho guardato un po’. Penso di averlo visto su YouTube.
Il co-sceneggiatore e regista Scott
Beck ha aggiunto che l’imitazione di Jar Jar da parte di Grant era
un esempio del suo approccio alla recitazione improvvisata:
Quello è stato un esempio di
qualcosa che Hugh avrebbe voluto nascondere intenzionalmente finché
la telecamera non avesse iniziato a girare, per non tradirsi. E ci
sono così tanti momenti nel film in cui iniziavamo a girare una
scena e lui seguiva semplicemente il copione per poi aggiungere una
piccola parola o una punteggiatura. Era quel momento in cui era
semplicemente vero e autentico, ma anche esilarante. Anche se
appartiene a un genere più oscuro, la performance sembra realistica
ma gioca anche sull’umorismo nero.
Che cosa significa l’imitazione
di Jar Jar di Grant
Le stranezze dell’attore danno
un tocco comico e oscuro
Il monologo del signor Reed sul
terrore della religione organizzata ha utilizzato diversi
riferimenti alla cultura popolare nel discutere i due personaggi
di Heretic sulle loro convinzioni, incluso il gioco da
tavolo Monopoli. A un certo punto, parlando dell’irrazionalità
delle figure messianiche, chiede alle sorelle: “Riuscite a
immaginare che tra migliaia di anni la gente accetterà Jar Jar come
figura religiosa significativa?” E infine dà la sua imitazione
con “Scusate!”
Sebbene il signor Reed sia una
figura che inizialmente sembra innocua ma è un rapitore minaccioso,
Grant sintetizza i suoi istinti comici con un’intensità
inquietante, dando un tocco interessante al
personaggio.
L’imitazione di Jar Jar Binks da
parte di Grant è un’aggiunta sorprendente a Heretic, un film
intriso di ombre claustrofobiche e terrore esistenziale. Anche se
il signor Reed è una figura che inizialmente appare innocua ma è un
rapitore minaccioso, Grant sintetizza i suoi istinti comici con
un’intensità inquietante, conferendo un tocco interessante al
personaggio.
In un’altra interpretazione da
cattivo per Hugh Grant, l’imitazione di Jar Jar aggiunge un tocco
imprevedibile, mettendo in mostrail mix inquietante di
eccentricità e malizia del signor Reed. Come ha detto il
regista Beck, l’imitazione sottolinea la capacità di Grant di
portare momenti imprevedibili e di umorismo nero in un ruolo
profondamente radicato nella suspense e nell’orrore.
Da giovedì 27 febbraio arriva
in prima serata su Rai1 per dieci prime serate Che
Dio ci aiuti 8. Novità è la parola chiave per
l’ottava stagione, tra new entry e graditi inattesi
ritorni, SuorAzzurra si troverà di
fronte a una nuova sfida: trasferirsi a Roma e impedire la chiusura
della casa-famiglia La Casa del Sorriso.
Le viene infatti chiesto di
abbandonare la sua missione ad Assisi, nel suo amato Convento degli
Angeli Custodi, e di occuparsi delle ragazze ospiti della
casa-famiglia nella Capitale che non solo rischia la chiusura, ma
ha bisogno della sua energia e del suo cuore. Ad affidarle questo
compito è proprio Suor Angela. Dovrà aiutare e sostenere il
fin troppo puntiglioso direttore della struttura, Lorenzo
Riva, stimato psichiatra sulla quarantina e padre di due
figli: Pietro e Giulia. La
giovane suora sbaglia, si confonde, combina disastri e continua ad
essere segretamente innamorata delle sue borse… Ma ha
una luce negli occhi, e quella luce la trasmette alle ragazze che
hanno la fortuna di incontrarla: Cristina, sedicenne
incinta, Olly che ha perso il papà a sei anni e da
quel momento ha sempre vissuto in casa-famiglia. E
infine Melody che fugge da un compagno
violento.
Che Dio ci aiuti
8 è diretta da Francesco Vicario. Nel cast
al fianco di Francesca Chillemi, nel ruolo dell’ormai
amatissima Suor Azzurra, troviamo Giovanni
Scifoni (Lorenzo Riva), Bianca
Panconi (Melody), Ambrosia
Caldarelli (Cristina Vanzini), Tommaso
Donadoni (Pietro Riva), Ludovica
Ciaschetti (Olly),Giulio Maria Corso (Avvocato
Corrado Proietti) e Gaia Bella (Giulia Riva).
Agatha All Along è stato il seguito
di WandaVision,
che ha spostato i riflettori da Scarlet Witch e Visiione per
concentrarsi sulla Agatha Harkness di Kathryn Hahn. Tuttavia, la rivelazione che
“Teen” era in realtà Billy Maximoff è stato un colpo di scena
importante e la serie si è conclusa con il fantasma di Wiccan e
Agatha che si mettono alla ricerca di suo fratello, Tommy. Abbiamo
sentito in più occasioni che Agatha All Along era
stata pensata come una stagione unica, ma se non è prevista una
seconda stagione, quando e dove continuerà la storia di Billy e
Tommy?
L’imminente serie Vision è
una possibilità interessante, anche se non sembra proprio la
soluzione giusta. Parlando con Entertainment Weekly,
Brad Winderbaum, responsabile dello streaming,
della televisione e dell’animazione dei Marvel Studios, si è espresso sulle
probabilità di continuare la storia di Agatha All Along con una
seconda stagione. “Penso che ci sia un potenziale di serie
lineare”, ha spiegato il dirigente. “Una serie come
Agatha, per me, è basata su un concetto. Sì, una seconda stagione è
sicuramente qualcosa che vorremmo fare, ma non affrettiamo i tempi.
Cerchiamo di avere l’idea giusta e poi realizziamola”.
Quando gli è stato fatto notare che
la star Patti LuPone ha recentemente dichiarato
che la showrunner Jac Schaeffer ha scartato l’idea
di una seconda stagione di Agatha All Along,
Winderbaum ha risposto: “So solo che Patti è incredibile. La
sua interpretazione in quella serie è semplicemente incredibile.
Quella serie è una delle cose che preferisco in assoluto e di cui
ho fatto parte”. “E la chimica del cast e di Jac nel ruolo
di showrunner è stata davvero magica. Scusate, è smielato, ma lo è
stato davvero”.
Da Agatha All
Along a Hawkeye, le serie che potrebbero
avere una seconda stagione
Winderbaum ha poi indicato Hawkeye
come un’altra serie con il potenziale per tornare. La prima serie
di episodi è stata trasmessa nel dicembre 2021 (prima
dell’incidente di Jeremy Renner con lo spazzaneve) e da allora
abbiamo saputo che una seconda stagione ruoterebbe intorno a Clint
Barton e Kate Bishop che combattono contro il fratello del
Vendicatore, Trickshot. “Hawkeyeè un’altra serie di cui si sente la
possibilità di fare una seconda stagione perché è Natale, perché
sono Clint e Kat”, ha detto.
“Si può rivisitare in qualsiasi
momento, e stiamo cercando delle opportunità per farlo. Ma mentre
sviluppiamo le cose per il futuro, penso che saranno progettate per
essere più stagioni, avere più di uno schema e poter essere
rilasciate annualmente”. Il momento potrebbe essere passato
per un altro Hawkeye,
anche se ci aspettiamo che Clint e Kate abbiano dei ruoli di
supporto decenti sia in Avengers:
Doomsday e Avengers:
Secret Wars. A parte questo, sembra che la giovane
Occhio di Falco sia destinata a Champions, la versione del MCU dei Giovani Vendicatori.
Nei momenti finali di Captain America: Brave New World (qui
la nostra recensione), Hulk Rosso ritorna alla sua forma umana
come Presidente Thaddeus “Thunderbolt” Ross e
viene successivamente imprigionato nel Raft. Tuttavia, dopo aver
preso atto delle sue azioni passate, Ross si ricongiunge finalmente
con la figlia separata, Betty. Secondo una recente fuga di notizie,
il film si sarebbe originariamente dovuto concludere con la
convinzione che il Presidente fosse morto. Tuttavia, una scena
post-credits avrebbe poi rivelato che Hulk Rosso è ancora in
libertà e vegliava su Betty.
Parlando con Variety, al regista del film
Julius Onah è stato chiesto a se Ross fosse mai
effettivamente morto in una versione precedente del film. “Non
c’è mai stata una versione in cui è morto esplicitamente, ma
sicuramente ci sono state versioni in cui forse il pubblico non
sapeva quale fosse il suo destino dopo quello che succede verso la
fine del film”, ha confermato. “Ma credo che si stia
introducendo un personaggio così amato dai fan e, come tutti
sappiamo, non è molto facile per un Hulk morire”.
Alla domanda se i Marvel Studios abbiano mai preso in
considerazione l’idea di rivelare l’identità dei Vicepresidenti –
dopo tutto, ora sono loro il Comandante in Capo del MCU – Onah ha fatto finta di
niente. “Queste conversazioni avvengono di tanto in tanto. Ma
quando si racconta una storia come questa, non si vuole lanciare
900 personaggi al pubblico. Alla fine abbiamo deciso di non
approfondire l’argomento. Non era troppo pertinente al modo in cui
questa storia veniva raccontata da un punto di vista emotivo e
tematico”.
Per quanto riguarda la possibilità
che la loro identità sia mai stata decisa ufficialmente, il regista
ha riso e ha detto: “Vediamo come andrà a finire man mano che
avanziamo in questo folle universo del MCU”. Di certo, si tratta di
un nuovo mistero che prima o poi dovrà essere svelato, un po’ come
l’identità del nuovo proprietario della Stark Tower. Dettagli
apparentemente di secondo piano, ma che possono invece
significativamente far cambiare gli equilibri di potere all’interno
del MCU.
Cos’altro è cambiato in
Captain America: Brave New World?
Il destino di Hulk Rosso non è però
l’unica cosa che è cambiata: Onah ha anche rivelato che la Betty
Ross di Liv Tyler doveva apparire “prima nel film”.
Tuttavia, ha precisato: “Per me era molto, molto importante che
arrivasse alla fine del film, perché bisogna pensare a ciò di cui
Ross viene privato”. “Lui vuole disperatamente
riallacciare i rapporti con la figlia, quindi tenerla fuori dalla
storia, farla essere una presenza che aleggia ai margini del film,
avrebbe reso più forte il senso di nostalgia che Ross
provava”, ha concluso il regista.
Sfortunatamente, a Onah non è stato
chiesto nulla sulla scena del funerale che Tyler e Anthony Mackie hanno girato, anche se possiamo
ricostruire abbastanza per capire che probabilmente doveva essere
l’addio di Ross in una versione precedente della storia. Se Ross è
contenuto nel Raft, c’è sempre la possibilità di farlo evadere e
combattere a fianco dei Vendicatori, o addirittura contro di loro.
Si dice che Harrison Ford abbia già firmato per tornare e
solo il tempo ci dirà se per Avengers:
Doomsday o per il tanto vociferato World War Hulk.
Film di chiusura della XVI edizione
del Bif&st – Bari International Film&Tv
Festival, diretto da Oscar Iarussi,
sarà La Vita da Grandi,
esordio alla regia di Greta Scarano,
ispirato alla storia vera dei fratelli Margherita e Damiano
Tercon.
La Vita da
Grandi sarà presentato in anteprima
a Bari sabato 29 marzo al Teatro Petruzzelli, all’interno
della sezione “Rosso di Sera”, alla presenza della
regista Greta Scarano e dei protagonisti
Matilda De
Angelise Yuri
Tuci, per poi arrivare nelle sale italiane
il 3 aprile distribuito
da 01 Distribution.
Prodotto da Matteo
Rovere, La Vita da Grandi è una
produzione Groenlandia, Halong,
con Rai Cinema in collaborazione
conNetflix con il sostegno della Regione
Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e il
supporto del Comune di Rimini. La sceneggiatura è firmata
da Sofia Assirelli, Tieta
Madia e Greta Scarano. Il
montaggio è di Valeria Sapienza, la
scenografia di Andrea Castorina, le musiche
di Giuseppe Tranquillino Minerva, i costumi
di Grazia Materia (a.s.c.), il trucco
di Valentina Iannuccilli, le acconciature
di Samankta Mura.
La trama di La Vita da
Grandi
Irene vive la sua vita a Roma,
quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini,
la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura
del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene
scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha
nessuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci
saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua
vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero
perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso.
Ma perché tutte queste cose
accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene
inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare
“adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano
insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte,
bisogna essere in due.
Disney+ ha annunciato che la serie drama originale
Paradise, prodotta da 20th Television, è
stata rinnovata per una seconda stagione. Il thriller politico è
ideato da Dan Fogelman (Only Murders
in the Building,This Is
Us) e ha come protagonista Sterling K.
Brown (This is Us, American
Fiction) nel ruolo dell’agente Xavier Collins.
Paradise è ambientata in una tranquilla
comunità abitata da alcune delle persone più importanti del mondo.
Ma questa serenità va in frantumi quando si verifica uno scioccante
omicidio e si apre un’indagine ad alto rischio.
La prima stagione è interpretata da
Sterling K. Brown,
James Marsden, Julianne Nicholson, Sarah Shahi, Nicole
Brydon Bloom, Aliyah Mastin e Percy Daggs IV. Gli executive
producer sono Dan Fogelman, Sterling K. Brown, John Requa, Glenn
Ficarra, John Hoberg, Jess Rosenthal e Steve Beers.
Paradise ha ottenuto 7
milioni di visualizzazioni nella sua prima settimana su Hulu negli
Stati Uniti e su Disney+ a livello
internazionale, debuttando come un grande successo, con il plauso
della critica e del pubblico. La serie è Certified Fresh su Rotten
Tomatoes. La prima stagione è ora in streaming su Disney+. Il penultimo episodio
debutterà questo martedì, 25 febbraio, mentre il finale della prima
stagione arriverà il 4 marzo.
Intrighi e passioni sullo sfondo
dell’Italia dell’800 in Belcanto, la nuova serie
evento Rai diretta da Carmine Elia con
Vittoria Puccini e Carmine Recano, che andrà in
onda su Rai 1 da lunedì 24 febbraio per quattro
prime serate.
Tre donne –
Maria (Vittoria Puccini) e le sue figlie
Antonia e Carolina (Caterina Ferioli e Adriana
Savarese) – unite da una forte passione per la musica e da un ancor
più grande desiderio di rivalsa, fanno il loro ingresso nel mondo
dell’Opera. Ma sulle loro vite grava un terribile segreto che Maria
custodisce da sempre e che persino Antonia e Carolina ignorano; un
segreto la cui scoperta potrebbe stravolgere per sempre il loro
rapporto.
Belcanto – Foto Cortesia di Boom Pr
Nel cast, accanto a Vittoria
Puccini e Carmine Recano, troviamo volti storici e
nuove promesse della serialità italiana:
Giacomo Giorgio, Caterina Ferioli, Adriana
Savarese, Vincenzo Ferrera, Andrea Verticchio, Nicolò Pasetti,
Serena De Ferrari con Antonio Gerardi, Andrea
Bosca e Andreas Pietschmann.
Belcanto è una
coproduzione Rai Fiction – Lucky Red con
Umedia in collaborazione con Ufunds in
partecipazione con Newen Connect realizzata con il
sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Lombardia Bando
“Lombardia per il cinema” e della Regione Lazio Avviso “Lazio
Cinema International”, programmi PR FESR 2021-2027 cofinanziato
dall’Unione Europea.
LA
SERIE
Belcanto è la storia di Maria (Vittoria Puccini)
e delle sue figlie, Antonia (Caterina Ferioli) e Carolina (Adriana
Savarese), e della loro fuga da Napoli per liberarsi
dall’oppressione del violento marito di Maria, Iginio (Antonio
Gerardi), e inseguire il sogno del canto a Milano.
Le tre donne
sono destinate a entrare nel mondo dorato e spietato dell’Opera di
metà ‘800, ma dovranno scontrarsi con inganni, tradimenti e
passioni travolgenti. Maria, segnata da un misterioso segreto che
nasconde alle figlie, spinge Antonia verso il successo, ma la
ribelle Carolina sembra possedere una forza e un carisma che
nessuno aveva previsto. Sospese tra sogni di fama, gelosie e lotte
di potere, si troveranno a confrontarsi con la durezza del mondo
che hanno scelto.
Belcanto è una storia di lotta per la libertà, che
spinge le protagoniste a sfidare non solo il destino, ma anche loro
stesse.
Ecco il trailer di A Working
Man, il nuovo film diretto da David Ayer,
e da lui scritto assieme a Sylvester Stallone.
Adattamento del romanzo di Chuck Dixon del 2014 intitolato “Levon’s
Trade”, il film vede Jason Statham nei panni del protagonista Levon
Cade. Con lui nel cast Michael Peña, David Harbour, Jason
Flemyng e Arianna Rivas nei panni di
Jenny.
Il film sarà distribuito
nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a partire dal 10
aprile 2025.
Diretto da David Ayer, il nuovo film
segna un’altra collaborazione tra Ayer e Statham dopo The
Beekeeper, che è stato un successo a sorpresa all’inizio
del 2024. A Working Man vede Statham nei panni di Levon
Cade, un ex soldato dei Black Ops che ha abbandonato le sue
abitudini violente per una vita da operaio edile. Tuttavia, quando
la figlia del suo capo viene rapita, l’uomo si mette in viaggio per
salvarla, scoprendo la corruzione ad ogni angolo.