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Halloween Ends, recensione del film con Jamie Lee Curtis

Halloween Ends, recensione del film con Jamie Lee Curtis

Halloween Ends arriva nelle sale cinematografiche 44 anni dopo il primo film di John Carpenter del 1978 e si presenta come il 13° film di una delle saghe horror più longeve in assoluto. La nuova trilogia a cura di David Gordon Green, iniziata nel 2018, è stata concepita come una diretta continuazione della prima, ovviando a tutti i remake che ci sono stati proposti nel corso degli anni e convogliado l’attenzione del pubblico sul ritorno del personaggio di Laurie Strode interpretato nuovamente dall’impavida e magnetica Jamie Lee Curtis.

Halloween Ends: la paranoia del Male

Senza entrare nel territorio degli spoiler, chi ha seguito la saga sa che Laurie è stata affidata alla nipote Allyson dopo il drammatico finale di Halloween Kills. Dopo aver vissuto come una sorta di predatrice con l’unico scopo di uccidere Michael Myers e il massacro che ne è seguito, Laurie opta per una vita più tranquilla, cercando di ricostruire gradualmente la sua vita. Nonostante siano passati quattro anni in cui non si sa nulla di lei, la paranoia sembra essersi insediata a Haddonfield, dove la paura suscitata dal brutale serial killer continua a mietere vittime.

Halloween Ends inizia con una sequenza promettente, organizzata addirittura secondo quella che era la tipica tecnica di ripresa degli oggetti di scena hitchockciani. A Haddonfield, nella notte di Halloween del 2019, Corey Cunningham (Rohan Campbell), personaggio centrale di questo terzo film, viene scelto come babysitter di un ragazzino dispettoso di nome Jeremy. Quando questi viene accusato di aver ucciso il piccolo Jeremy, si scatena un’ondata di violenza e terrore che costringerà Laurie a confrontarsi per l’ultima volta con il male che ha reso la sua vita un inferno.

È uno strano incidente. Corey non ha fatto nulla di male. Ma, anche se è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo, rimane emarginato dalla comunità di Haddonfield, che inizia a designarlo come il “babysitter sensitivo” che ha ucciso un bambino. Non sarebbe l’unica persona nella saga ad essere accusata di cose che non ha fatto. Si potrebbe pensare che Laurie Strode, a questo punto, sia una sorta di eroina locale, ma no. La gente ora la ritiene responsabile dell’attentato a un bambino. La gente ora la ritiene responsabile della catena di eventi nefasti che ha avuto inizio con Michael Myers.

Personaggi persi in un vicolo cieco

Dall’interminabile body count di Halloween Kills, si passa in questo terzo e ultimo capitolo a una sorta di simulazione dell’intenzione seminale di John Carpenter di trasformare la sua saga originale di Halloween in capitoli autoconclusivi con il fallimentare Halloween III: Day of the Witch (1982). Volontà che è presente, appunto, in Halloween Ends, dove ci viene presentato lo scontro finale tra Laurie e Michael Myers, ma anche la genesi di un nuovo criminale, diretta conseguenza del precedente. È qui, soprattutto in questa nascita di una nuova forma del male che risiede il “concetto alto” che Gordon Green ha voluto venderci con la sua trilogia: un’indagine su come il Male, la paura, si muova come un virus nell’America contemporanea ma abbia anche bisogno di una radice interiore o di una predisposizione per il suo sviluppo.

Per un po’, il film è all’altezza della sua promessa. Se non ci troviamo esattamente in un terreno di malvagità fuori dagli schemi, Halloween Ends è almeno – in netto contrasto con i suoi predecessori – incentrato sui personaggi, relativamente privo di sangue e meno ammaccatto dall’umorismo pervasivo e spesso incongruo che il co-sceneggiatore Danny McBride ha impresso alla serie.

In Halloween Ends, Green gioca con un’idea a cui la serie ha accennato nel corso dei due precedenti film: che Michael non sia un semplice mortale, ma piuttosto una forza soprannaturale, l’incarnazione fisica del male puro e incancellabile. Ognuno di noi è suscettibile al virus di Michael Myers: bastano umiliazioni, insulti e rifiuti per accendere la miccia della nostra predisposizione interiore alla violenza. Ma dato che, come abbiamo detto, l’attrazione principale del film è il duello Myers/Strode, è sorprendente che gran parte dello sviluppo del film non sia dedicato a loro, personaggi centrali del film, ma ad altri comprimari che vengono presentati come eredi della malvagità del villain, senza mai realmente incrociarsi: in poche parole, troppe deviazioni per raggiungere un vicolo cieco.

Un altro dei temi più importanti degli spin-off di questa nuova trilogia è stato il trattamento e l’evoluzione di Laurie Strode, che deve fare i conti con il suo rancore e la sua furia ma non abbassa mai la guardia. È in questo episodio che la percepiamo più umana, più bisognosa di voltare pagina e di intraprendere un nuovo cammino, lasciandosi alle spalle le sue paure più intime, che le hanno fatto sviluppare un sesto senso per percepire la presenza di Myers o la sua influenza malevola.

Haddonfield – oggi più che mai una brutta città industriale – diventa sfondo per la storia di personaggi secondari in un film che si cristallizza tra la narrazione seriale televisiva, che segue direttamente il dramma dei sopravvissuti, e i bruschi sfalsamenti di un sequel horror anni Ottanta, con nuovi volti che rimangono ben poco impressi.

Halloween Ends

Halloween Ends è davvero la resa dei conti?

Questo capitolo finale, che si chiude non con un botto, ma piuttosto con un piagnisteo, non è solo superfluo e pieno di cliché, ma rappresenta anche ciò che si prova quando si raschia il fondo di un barile che è stato arido e sterile per decenni. A parte la trama francamente assurda, Halloween Ends non è spaventoso e neanche satirico: in assenza di una premessa coerente, David Gordon Green e i suoi co-sceneggiatori ricorrono ai peggiori tropi slasher e nulla più.

Il film impiega troppo tempo a svelare una storia che vorrebbe portare a un’escalation, con solo gli ultimi 20 minuti che entrano davvero nel vivo della questione. In questo ultimo frangente, tutto è studiato su misura per ottenere effetti piuttosto drastici ed esageratamente sanguinosi: semplicemente, non ci sono abbastanza vittime che possano morire in pochi minuti e la disinvoltura con cui vengono commessi gli omicidi sembra spesso del tutto disumana. Passo dopo passo, il film si trasforma in un groviglio di uccisioni gratuite e cinico fan service, mentre si avvia verso l’inevitabile conclusione: la resa dei conti corpo a corpo tra Laurie e Michael, una distruzione corporea tanto prevedibile quanto insoddisfacente.

Ma si tratta davvero dell’ultimo scontro? Halloween Ends sembra quasi riconoscere la natura condizionale della sua stessa fine in una delle sue battute finali, pronunciata da Laurie: “Il male non muore, cambia forma“. Finchè ci sarà da guadagnare, sembra che Micheal Myers rimarrà sempre in agguato nell’ombra.

La Cura, recensione del film di Francesco Patierno

La Cura, recensione del film di Francesco Patierno

Girato in più fasi a partire dall’inizio del lockdown, La Cura di Francesco Patierno è presentato nella sezione in concorso della Festa del Cinema di Roma, oggi che i giorni più diffcili dell’emergenza pandemica possono sembrare un ricordo lontano e ci si sta avviando verso una sorta di normalità.

D’altra parte, un evento drammatico e inaspettato come la pandemia, che ci ha messo di fronte a scenari impensabili, non poteva non finire sotto la lente del cinema italiano. Nel caso di Patierno, con la rilettura del romanzo La Peste di Albert Camus, che fin troppo bene si adatta al recente passato.

La trama de La Cura

Napoli. Una troupe cinematografica gira un film tratto da La Peste di Camus durante i giorni più difficili della pandemia da Covid -19. Le vicende di attori e tecnici si intrecciano con quelle dei personaggi del romanzo. Bernard, Francesco Di Leva, è un medico, la cui moglie gravemente malata, lascia Napoli per curarsi. Intanto, in città si hanno i primi segni del diffondersi di un’epidemia. Mentre il medico, assieme al collega Castel, Giancarlo Cosentino, cerca di convincere le autorità ad avvertire la popolazione del pericolo, l’epidemia si aggrava sempre più e si rende necessario chiudere la città, affinchè il contagio si diffonda il meno possibile. Di fronte all’emergenza, c’è chi, come Tarrou, Alessandro Preziosi, si mette a disposizione per ospitare chi ne ha bisogno e organizza un gruppo di volontari per aiutare ad affrontare la situazione. Tra lui e Bernard nasce una profonda amicizia. Rambert, Francesco Mandelli, invece, è un attore che vuole tornare nella sua città e cerca di farlo con ogni mezzo. C’è chi nega la pericolosità del virus, chi dice di star bene, mentre soffre i primi sintomi del male, come l’infermiere Grand, Antonino Iuorio; c’è chi considera il male un flagello di Dio mandato sulla terra per punire gli uomini, come Padre Paneloux, Peppe Lanzetta. Ci sono vittime innocenti di un male sconosciuto in una Napoli deserta. Su tutte, la piccola figlia del prefetto, Andrea Renzi. La sfida per Bernard e i suoi colleghi, è trovare al più presto un farmaco efficace, una cura contro il virus.

Tra realtà, finzione e metacinema

La Cura può risultare nella prima parte un po’ confuso, vista la labilità del confine tra la vita degli attori durante le riprese e la messinscena de La Peste, tra realtà, finzione e riflessione sul cinema, su se e come farlo in quei momenti drammatici. C’è il rischio che diventi un mix farraginoso e poco chiaro. Invece, man mano si entra nel meccanismo del film, i piani si fondono, diventa più immediato seguire la vicenda e immedesimarsi. Non occorre molto perché lo spettatore torni con la mente alle proprie giornate di lockdown, mentre vede le immagini scorrere sullo schermo, grazie anche a un gruppo di appassionati interpreti, su cui spiccano Alessandro Preziosi e Francesco Di Leva. Ecco, allora, la rappresentazione delle divisioni all’interno della società, dei vari punti di vista che si sono scontrati anche in modo acceso. Qualcuno si crede immune dal contagio, altri si chiedono se “ne usciremo migliori”. Una costruzione d’impronta teatrale, non verbosa, ma piuttosto minimalista, per trasporre il romanzo di Camus e calarlo nel presente.

Napoli protagonista ne La Cura

La vera protagonista del film, tuttavia, è la Napoli deserta del lockdown. È la città partenopea a destare la maggiore impressione nello spettatore. La scelta dell’ambientazione non poteva essere più appropriata. Napoli, sempre così viva, piena di allegria, di schiamazzi e di un vociare di per sé simbolo di vitalità, è invece qui silenziosa e vuota. Rappresenta così, all’ennesima potenza, quello che è accaduto nelle città italiane in quei mesi. Colpiscono le sue strade vuote, in cui si sente solo il suono delle ambulanze o un grido disperato. Quelle atmosfere sono le più efficaci per riportare lo spettatore indietro a momenti che sembrano lontani, sebbene con la pandemia ancora si conviva.  

Umanità empatica e pudore rispettoso del dolore e della morte

Da apprezzare anche il pudore, il tatto, con cui Patierno tratta la malattia e la morte, senza indulgere in esse, senza spettacolarizzarle. Il che, nell’era della spettacolarizzazione eccessiva è una dote rara. L’occhio della macchina da presa resta a distanza, rispetta, ci si muove in punta di piedi. 

La Cura è poi un film con molti abbracci, quelli che sono mancati in quei giorni, entrando a far parte dei “gesti proibiti” a causa del virus. È anche un film senza troppi dispositivi di protezione, neanche in ospedale. Ciò risulta un po’ straniante per lo spettatore, ma sembra che il regista abbia tenuto a non perdere l’umanità, il contatto anche fisico nel suo racconto, come invece lo si è perso nella realtà. In questo modo, egli pone l’accento sull’empatia, sul senso di comunità e dà spazio alla speranza e alla fiducia nell’uomo, nonostante tutto. Sebbene al regista non interessi esprimere un giudizio sui punti di vista e i comportamenti che mostra, il suo sguardo è particolarmente benevolo verso chi fa, chi si spende, aiuta e si sporca le mani, proprio come i due protagonisti.

La Cura è una lettura lucida e garbata dei giorni bui del lockdown, ma non per questo meno appassionata. Invita lo spettatore a salvaguardare i legami umani, l’amicizia, la comprensione, la solidarietà, a riscoprire il senso di comunità. È questo che ha aiutato, assieme alla scienza e al lavoro dei medici, a superare i momenti più difficili.  

Il ragazzo e la tigre, la recensione del film con Claudia Gerini

Il ragazzo e la tigre, la recensione del film con Claudia Gerini

Un’operazione encomiabile, che non a caso ha ottenuto il patrocinio del WWF, quella di Brando Quilici (Il mio amico Nanuk), che porta alla Festa del Cinema di Roma il suo nuovo film. Presentato in anteprima ad Alice nella Città – e distribuito in sala da Medusa Film dal 14 ottobre 2022, anno della Tigre secondo il calendario cinese – Il ragazzo e la tigre racconta una storia ricca d’avventura ed emozioni interpretata anche da Claudia Gerini, presenza familiare in un Nepal splendido e ammaliante, vero e proprio protagonista al pari dell’attrice romana e del giovanissimo Sunny Pawar. 

Il ragazzo e la tigre – Due cuccioli in fuga

E’ lui il piccolo Balmani di dodici anni, scappato dall’orfanotrofio per tornare nella sua Kathmandu, che sulla strada si imbatte in un gruppo di bracconieri riuscendo a salvare un cucciolo di tigre del Bengala, Mukti. La strana coppia intraprende così un viaggio pericoloso e rivelatore verso il monastero Taktsang, noto come Tana della Tigre, dove i due dovrebbero finalmente essere al sicuro e sotto la protezione dei monaci buddhisti himalayani. Sulle loro tracce, oltre a cacciatori senza scrupoli e personaggi ambigui, anche la preoccupata Hannah (Claudia Gerini), direttrice della struttura che ospitava il bambino e in apprensione dopo la sua scomparsa

Amore e fratellanza, ma anche tradimento e delusioni si alternano in questa piccola grande Odissea, che il regista ha immaginato a partire dalla leggenda del Guru Rimpoche, l’uomo santo per i Buddisti, che volò nel IX secolo a cavallo di una tigre dal Tibet al Bhutan per fondare il monastero citato nel film. Uno spunto al quale sono seguiti diversi viaggi nel Nepal distrutto dal terremoto del 2015, nei quali Quilici ha potuto documentarsi e approfondire molti degli elementi che oggi irrobustiscono la sua ultima fatica.

Salvate la tigre

Coerentemente con gli obiettivi del programma del WWF “Save the tigers now”, il film racconta dei maestosi felini (dei quali restano solo 3900 esemplari, in libertà) e lo fa nella speranza di sensibilizzare il pubblico, soprattutto – ed espressamente – dei più giovani. Anche se forse potrebbero essere i “giovanissimi” gli spettatori ideali di una vicenda che mette insieme “le emozioni della fanciullezza e della crescita” e i temi della “conservazione della fauna selvatica e la scomparsa delle specie”.

Obiettivi senza dubbio raggiunti, da un prodotto che però oltre al grande lavoro di preparazione e al messaggio non sembra in grado di offrire una pari qualità a livello narrativo. Non è sicuramente facile lavorare con una fiera, e questo giustifica sicuramente le sequenze che le vedono in scena, ma a essere ancora più forzate sono alcuni snodi e caratterizzazioni – tanto tra i villain quanto tra i protagonisti – un po’ troppo ‘per bambini’.

Un limite che il film avrebbe potuto non porsi (ammesso che questo sia l’effetto di una strategia produttiva), consentendosi di raggiungere un pubblico più vario ed esigente di quello della sezione “dedicata alle giovani generazioni”. Che insieme a una generale perdita di spontaneità, delle premesse e uno sviluppo piuttosto canonici e una immagine degli animali quasi da cartoon d’altri tempi, offre qualche lezioncina di troppo, pur mostrando una interessante alternanza tra i diversi piani rappresentati da una Gerini meno sopra le righe di altre volte e dal piccolo ed espressivo  Sunny.

Impossibile non pensare al Due fratelli di Jean-Jacques Annaud e non restare a bocca aperta davanti alle splendide location scelte da Quilici, non a caso produttore e regista di oltre 100 special per reti televisive di tutto il mondo, tra cui National Geographic e Discovery Channel. Panorami difficili da vedere, quelli della giungla del Chitwan (dove riprese sono state possibili solo dall’alto degli elefanti, per non disturbare le tigri) e di Kathmandu, fino alle vette più alte dell’Himalaya, che fanno passare in secondo – o terzo – piano anche la fretta con cui si arriva al rassicurante (e un po’ slegato) finale.

Tutto chiede salvezza, la conferenza stampa della serie Netflix

Tutto chiede salvezza, la conferenza stampa della serie Netflix

Tutto chiede salvezza è la nuova serie originale italiana targata Netflix che si potrà vedere solo sulla piattaforma a partire dal 14 ottobre. Diretta da Francesco Bruni e sviluppata su sette puntate, è liberamente tratta dal romanzo omonimo di Daniele Mencarelli, per il quale lo scrittore ha vinto il Premio Strega Giovani nel 2020. Ne spiegano entrambi la genesi, insieme alla maggior parte del cast, tra cui Federico Cesari, Fotinì Peluso, Ricky Memphis, Vincenzo Crea, Raffaella Lebboroni, Andrea Pennacchi e Lorenzo Renzi.

Tutto chiede salvezza racconta del trattamento sanitario obbligatorio che subisce improvvisamente il giovane Daniele (Cesari) e di tutto quello che si svela da quel momento in avanti nella sua vita interiore ed esteriore, dentro e fuori la struttura in cui è ricoverato.

«Questa storia è dramedy», introduce Bruni, «genere che ha sempre fatto parte della mia personale cifra stilistica, per quanto nelle prime puntate ci siano più drammi che risate. Penso comunque che il produttore Roberto Sessa (per Picomedia n.d.r.) mi abbia chiamato proprio per questo mio modo di raccontare anche gli aspetti pesanti della vita. Ho cercato in ogni momento di non scadere nel pietismo e, se inavvertitamente me ne avvicinavo, ritornavo subito alla commedia. Volevo che tutto fosse il più realistico possibile». Il microfono passa poi subito allo scrittore Mencarelli che dice come sia stato vedere le proprie parole scritte trasformarsi in immagini: «All’inizio ho provato un po’ di terrore, ma poi è prevalso il senso di responsabilità. Nel fare intrattenimento qui viene mostrato seriamente un mondo di grande sofferenza. Questo è quello che penso debba fare la letteratura: entrare nei mondi e scavarci dentro. A proposito, ringrazio Francesco Bruni per come ha saputo rendere il mio romanzo!».

Tutto chiede salvezza, la conferenza stampa

Interviene poi Federico Cesari, che gioca il ruolo principale di Tutto chiede salvezza, e descrive quello che ha significato calarsi in un profilo così: comprensibile ma non certo facile da incarnare. E nella sua riflessione viene toccata una questione molto profonda: «Ho approcciato al mio personaggio prima attraverso il romanzo e poi con la sceneggiatura, perciò avevo ben chiaro quale fosse il percorso narrativo. Ma ho dovuto trovare un modo per far sì che emergesse anche nella mia corporeità. La caratteristica principale del protagonista, Daniele, è quella di essere molto empatico, con una sensibilità particolarmente spiccata, che difficilmente si trova in giro. Per me è stata una rivelazione “incontrarlo” e farne la conoscenza, scoprire questo suo superpotere».

«E io aggiungo una cosa», interviene Mencarelli, «per me la grande scommessa di questa serie è mostrare che questo superpotere in realtà è molto più diffuso di quel che si pensi. C’è un grande sommerso, un “non detto”, rispetto alla vita, all’esistenza, alla sensibilità, che ognuno di noi porta in seno e c’è chi, spesso in maniera patologica, malata, lo tira fuori. E sono convinto che la serie farà vedere alle persone che la linea di confine è in realtà inesistente tra chi fa un TSO e chi ha i galloni della normalità. Perché nel momento in cui un uomo mette a disposizione la propria sensibilità si trova a rispecchiarsi e riconoscersi nell’altro. Il grande elemento poetico di Tutto chiede salvezza è che nessuno mente. Nessuno passa attraverso delle convenzioni. Non c’è il mondo borghese che giochi a nascondere quel che è imbarazzante sotto al tappeto. Qui ognuno è semplicemente portatore di una verità che spesso è dolorosa ma altre volte è ironica e divertente. È questo il superpotere che abbiamo tutti, dobbiamo solo ricordarcelo un po’ di più. Tanti uomini di potere non hanno mai avviato un dialogo col loro mondo interiore. La serie mostra semplicemente questo: affrontare insieme quel mondo interiore conviene, perché da soli pesa troppo e schiaccia.

Diceva Ennio Flaiano che la storia non insegna niente, quindi ogni periodo storico è buono per fermarsi a riflettere. Dai quattordici anni in poi ho avuto la fortuna d’incontrare la lingua che fa dei grandi temi della vita il suo canto, che è la poesia. Ed è stata il mio supporto». Conclude, infine, Francesco Bruni spiegando che Tutto chiede salvezza è nettamente il naturale compimento del suo percorso registico iniziato nel 2011 con Scialla! (Stai sereno) e sei anni dopo con Tutto quello che vuoi, in quanto ogni tematica affrontata attraverso l’uso dell’ironia, qui viene spalancata e approfondita fino in fondo. Senza sconti.

The Code: trama, cast e curiosità sul film con Antonio Banderas

The Code: trama, cast e curiosità sul film con Antonio Banderas

La figura del ladro professionista ha sempre avuto un certo fascino al cinema, specialmente nel momento in cui assume i connotati di un antieroe per cui poter fare il tifo. Celebre esempio di questo filone è il film Poter assoluto, di Clint Eastwood, ma più recentemente anche il premio Oscar Morgan Freeman si è cimentato con un ruolo simile. Nel 2009 questi è infatti stato protagonista del film The Code, diretto dalla regista Mimi Leder, già nota per film adrenalinici come The Peacemaker e Deep Impact. La vicenda stavolta si svolge dunque nel mondo della criminalità, con personaggi coinvolti in intrighi più grandi di loro, dai quali sarà difficile uscire vivi.

Puro thriller d’azione, il film è ancora oggi sconosciuto a molti dei fan del genere. Ciò è motivato anche dal fatto che questo non ebbe modo di uscire in sala, venendo invece distribuito direttamente per il mercato home video. A causa di ciò le possibilità di popolarità sono decisamente state inferiori, ma negli anni The Code è ugualmente riuscito a conquistare una sua fetta di pubblico, attratto in particolare dalla presenza di alcuni attori di fama internazionale. Oltre a loro, è però possibile ritrovare un film dall’intrigante intreccio, capace di costruire una tensione che porta direttamente con il fiato sospeso sino alla risoluzione finale.

Si tratta dunque di un’opera da riscoprire, che presenta una serie di caratteristiche che non lasceranno indifferenti gli amanti del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Code: la trama del film

Protagonista del film è Keith Ripley, ladro particolarmente esperto e determinato, il quale vanta una lunga carriera alle spalle con furti di grande valore. Anche lui deve però arrendersi all’avanzare dell’età, trovando tuttavia ben poca comprensione nella mafia russa e nel suo vecchio socio Viktor. Prima di lasciare Keith alla sua pensione, il criminale vuole infatti commissionargli un ultimo lavoro, da svolgere nel modo più delicato e possibile, senza possibilità di fallire. Consapevole delle sue limitate abilità, Keith decide di affidarsi al giovane Gabriel, ladruncolo dalle capacità inespresse incontrato in metropolitana. Per entrambi il colpo può rappresentare una svolta nella loro vita, ma si tratterà anche del più complesso mai fatto.

I due ladri devono infatti introdursi in uno dei caveau più inaccessibili sulla faccia della terra e rubare due uova Fabergé dal valore inestimabile. Ad accompagnare i due uomini nella loro missione ci sarà anche la bella Alexandra Korolenko, figlioccia adottiva di Keith, la quale ben presto intreccerà una relazione molto pericolosa con Gabriel. Il loro rapporto, infatti, rischierà di compromettere il colpo, che non ammette errori. Studiando attentamente il modo più sicuro per procedere, i tre ladri si troveranno a dover mettere da parte ogni coinvolgimento esterno, ma con l’aumentare della pressione sarà sempre più complesso non cedere alle tentazioni.

The Code cast

The Code: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruolo del ladro Keith Ripley vi è l’attore premio Oscar Morgan Freeman. Questi, affascinato dalla possibilità di interpretare un personaggio sfaccettato, si è subito dichiarato interessato al progetto. Il suo coinvolgimento ha permesso la realizzazione del film, e la performance di Freeman è poi stata lodata come particolarmente credibile. Accanto a lui, nei panni di Gabriel, vi è l’attore spagnolo Antonio Banderas. Per calarsi nei panni del personaggio, questi ha raccontato di aver approfondito le principali tecniche per i furti, avendo così modo di poter risultare più realistico al momento di mostrare le sue abilità.

Nel film sono poi presenti diversi altri noti attori, a partire da Radha Mitchell. Divenuta famosa per film come Neverland – Un sogno per la vita e Melinda e Melinda, questa interpreta qui il personaggio di Alexandra Korolenko, la figlioccia di Keith. L’attore Robert Forster, celebre per Jackie Brown, è invece presente nei panni del Tenente Weber. Nei panni del criminale russo Viktor vi è invece l’attore, poeta e musicista croato Rade Šerbedžija. Infine, prima di diventare celebre grazie a film come Inception e The Revenant, l’attore Tom Hardy ha recitato in The Code con il ruolo di Michaels.

The Code: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Code grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Rai Play e Now TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 14 ottobre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Robbie Coltrane, addio a Rubeus Hagrid

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Robbie Coltrane, addio a Rubeus Hagrid

Si è spento Robbie Coltrane, celebre attore scozzese, famoso per aver interpretato Rubeus Hagrid nei film di Harry Potter, si è spento all’età di 72 anni.

A confermare la notizia l’Hollywood Reporter tramite gli agenti dell’attore: Coltrane, malato da circa due anni, si è spento in un ospedale vicino casa sua a Larbert, in Scozia.

Lo avevamo visto l’ultima volta nello speciale per i 20 anni di Harry Potter. In quell’occasione aveva rilasciato una dichiarazione in cui con parole semplici e dirette ha consegnato al mondo l’eredità di Hagrid.

“La generazione dei miei figli mostrerà i film di Harry Potter ai loro figli, e così ancora, anche tra 50 anni. Io non ci sarò, purtroppo, ma Hagrid sì. Hagrid sì.”

In alto le bacchette.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08, la recensione del finale di stagione

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Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 chiude la prima stagione della titanica serie Amazon Prime Video con rivelazioni e svolte, senza regalare grandi sorprese ma mirando a quel punto preciso di un immaginario petto dell’audience che, arrivata a questo punto, dovrebbe avere a cuore le sorti dei personaggi.

I finali di stagione sono sempre molto complicati, perché se da una parte devono chiudere un arco narrativo e dare soddisfazione allo spettatore, devono anche trovare il giusto equilibrio con ciò che rimane da raccontare e creare la strada per il ciclo successivo, in modo tale che possa comunque suscitare l’interesse del pubblico. Quello che realizza Alloyed (titolo indicativo, in italiano, L’Amalgama) è un perfetto equilibrio tra le due strade, giacché proprio nel bilanciamento degli ingredienti si trova il cuore di questo episodio di congedo.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08, due location

Le vicende che coinvolgono i protagonisti sono tutte legate a punti di svolta e identità rivelate, per cui, in questa recensione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 ci si limiterà a dire che il terreno di gioco scelto dagli showrunner per quest’ultima (per il momento) ora nella Terra di Mezzo è diviso tra le stanze elfiche dell’Eregion, nella bottega di Celebrimbor, e le colline attraversate dai Pelopiede nelle loro migrazioni verso territori non ostili a creature miti e indifese, quali sono gli antenati degli Hobbit.

In questi due setting, seguiamo le vicende delle specie che rappresentano a tutti gli effetti il grado più alto e quello più basso della scala di valori tolkieniana, dove alto e basso non hanno accezione negativa o positiva ma si riferiscono alla distanza tra ciò che è terreno e concreto e ciò che è nobile e divino. Da una parte ci sono gli elfi: creature che vivono per sempre e che per questo hanno una percezione del tempo dilatata e vedono il futuro, impegnandosi a proteggere i figli e le terre di Arda sulla lunga distanza. Dall’altra i Pelopiede: quelli che sono a tutti gli effetti antenati di Frodo, Sam, Merry e Pipino sono creature semplici, ancorate alla terra, ancora di più in questa loro versione “primitiva”, dal momento che si spostano con il mutare delle stagioni, assecondando la natura e vivendo una vita semplice in comunità, con la granitica convinzione che nulla può essere affrontato o avere senso se non si è in gruppo, in famiglia.

L’Amalgama perfetta tra valori alti e bassi di Tolkien

I nobili e eroici elfi e i calorosi e terreni hobbit, quindi, entrambi testimoni di manifestazioni che cambieranno per sempre gli ordini della Terra di Mezzo. Ed è interessante il lavoro speculare, rispetto alle rivelazioni a cui si è accennato, che si è fatto in fase di sceneggiatura, dal momento che quella che chiude a tutti gli effetti un momento importante della macro-storia che vedremo raccontata su Prime Video, apre anche l’inizio dei giochi per la Terra di Mezzo, mettendo sul campo i principali giocatori di questa grande partita.

Senza però guardare troppo al futuro e alle rivelazioni più o meno inaspettate che ci regala questo finale di stagione, possiamo con buona ragione dire che con Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 gli spettatori sono testimoni della leggenda che si fa storia raccontata, mostrata a schermo e riscoperta. Non è certo un segreto che il finale di stagione mirava a mostrarci la forgiatura degli anelli elfici, e questo accade nella forgia di Celebrimbor, il mastro fabbro dell’Eregion, questo accade davanti agli occhi di Galadriel e Elrond, i quali, si sa, diventeranno due dei tre Portatori, testimoni dell’alba di un’era, quella degli Anelli, che vedrà il mondo trasformarsi.

Un’eco distante e distinto de Le Due Torri

Dopo l’emozionante dittico formato da Udun e The Eye, che porta la firma di Charlotte Brändström, torna al timone de Gli Anelli del Potere Wayne Yip, che, proprio come nel titolo della puntata, amalgama tutti gli elementi fondamentali di questa prima stagione per un finale che non insiste sullo spettacolo, ma guarda al dettaglio, al piccolo, alle conseguenze, soprattutto guarda al cuore del pubblico. C’è una deferenza spiccata nei confronti del lavoro su Tolkien fatto da Peter Jackson, non solo nella scrittura di alcuni personaggi e addirittura di alcune battute, ma nel tono che acquista la storia, e l’ultima parte dell’episodio: c’è la salda speranza in due viandanti con una missione, c’è la scintilla che nasce da un’opera di collaborazione/una vittoria, c’è l’incertezza che striscia verso i piedi del Monte Fato che ancora non si chiama così, c’è l’eco fortissima del finale incerto e insidioso de Le Due Torri, con tanto di brano sui titoli di coda che ricorda quell’inquietante e affascinante Gollum’s Song, all’epoca cantata da Emiliana Torrini. Musicalmente, il brano di chiusura di Alloyed rievoca quella canzone in maniera spudorata, ma il testo è ancora più noto, da brividi ai polsi.

Perché se è vero che Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere costeggia da lontano molti dei fatti raccontati da Tolkien, omaggia i luoghi, i personaggio, lo spirito epico e d’avventura che oltre la filologia spicciola tiene conto della memoria emotiva.

Ancora una volta, il mondo di Tolkien parla agli spettatori attraverso uno schermo, e di nuovo lo fa con parole semplici quali amicizia, sacrificio, scoperta, parole che ci avvicinano alla piccola Nori, ai suoi occhi grandi, al suo cuore puro, ancora più grande e affamato di avventura. Perché è quello il punto di vista privilegiato per avere l’esperienza più completa della Terra di Mezzo, così come era quella la prospettiva di Tolkien (che si definiva lui stesso un Hobbit) sul suo creato.

Black Adam: una foto dal dietro le quinte rivela l’aspetto di un personaggio di Peacemaker

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Non è un segreto che il prossimo film di Black Adam presenterà vari cameo di altri personaggi DC. Grazie a un nuovo scatto dietro le quinte, ora sappiamo che uno di quelli sarà qualcuno che proviene dalla serie HBO Peacemaker.

In una nuova ripresa del dietro le quinte del film in uscita, Jennifer Holland, che interpreta l’agente ARGUS Emilia Harcourt in Peacemaker, può essere vista in piedi accanto a Hawkman di Aldis Hodge e Doctor Fate di Pierce Brosnan. Proprio quello che sta facendo nel film è sconosciuto al momento, ma per fortuna i fan non dovranno aspettare troppo a lungo per capirlo. Di seguito la foto:

Black Adam
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Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

John Carpenter vuole ancora girare un film su Dead Space

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John Carpenter vuole ancora girare un film su Dead Space

L’acclamato regista John Carpenter ha lanciato ancora una volta il suo grido per un film sui videogiochi, dicendo che gli piacerebbe dirigere un adattamento di  Dead SpaceIn una recente intervista con The AV Club, Carpenter è rimasto scioccato nello scoprire che una serie basata su The Last of Us stava uscendo e gli è stato chiesto se avesse mai pensato di adattare un gioco o qualcosa di quel genere. Carpenter ha detto che ce n’è solo uno che potrebbe pensare di provare a fare, ovvero: Dead Space .

“L’unico che mi viene in mente, e l’ho menzionato prima, è Dead Space . Sarebbe davvero un grande film. Potrei farlo.” ha ammesso John Carpenter. Gli è stato anche chiesto quale dei giochi fosse il suo preferito, a lui ha risposto “qualcuno di loro”, inclusa la terza e ultima partita. “Mi piace anche l’ultimo, quello d’azione che non piaceva a nessun altro”, ha detto Carpenter.

Questa non è la prima volta che Carpenter parla di voler adattare Dead Space in un film. Quasi un intero decennio fa, nel 2013, aveva anche accennato al fatto che il gioco sarebbe potuto essere un grande film, dicendo alla rivista Game Informer “Sostengo che Dead Space sarebbe solo un grande film perché hai queste persone che arrivano in un luogo abbandonato e chiuso. – giù l’astronave e devono avviarla e qualcosa è a bordo. È solo roba fantastica”.

Anche se non è chiaro se Carpenter avrà mai la possibilità di dirigere un adattamento di Dead Space, presto del gioco potrà giocherà una versione aggiornata. Il remake di Dead Space verrà lanciato il 27 gennaio 2023 per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.

La sirenetta: primo poster dell’adattamento live-action

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La sirenetta: primo poster dell’adattamento live-action

Il primo poster dell’adattamento live-action de La Sirenetta  del 2023 è stato pubblicato su Twitter, offrendo ai fan uno sguardo all’estetica del film. L’attrice protagonista che interpreterà Ariel, Halle Bailey, ha utilizzato il suo account Twitter per rivelare il nuovo poster, che mostra Ariel seduta su una pietra sott’acqua e guardando malinconicamente verso la superficie. Il poster include anche la data di uscita nelle sale del film, il 26 maggio 2023.

La Sirenetta, cosa sappiamo

La Sirenetta vedrà nel cast Halle Bailey (nei panni di Ariel), Jonah Hauer-King (nei panni del Principe Eric), Javier Bardem (in trattative per interpretare Re Tritone), Melissa McCarthy (nei panni di Ursula, la perfida strega del mare), Daveed Diggs (Sebastian), Jacob Tremblay (Flounder) e Awkwafina (Scuttle). Questa versione del classico sarà diretta dal regista di Il Ritorno di Mary Poppins e Into The Woods, Rob Marshall, e includerà sia i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia canzoni inedite a cui lavoreranno Alan Menken e Lin-Manuel Miranda. Il film arriverà il 26 maggio 2023 al cinema.

Shazam! Fury of the Gods, Caroline Currey rivela nuovi dettagli su Mary Marvel e Family Dynamic

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Shazam! ci ha presentato un gruppo di ragazzi adottivi che, grazie a Billy Batson e al Mago, hanno acquisito incredibili poteri magici. Pronunciando la parola “Shazam!” si trasformano in supereroi adulti ma mantengono la loro personalità giovanile, facendo sentire la famiglia Shazam diversa da qualsiasi altra squadra di eroi.  Nel film del 2019, Michelle Borth ha interpretato la Mary Marvel adulta, qualcosa che molti fan hanno sostenuto non avesse senso. Il personaggio è sempre stato ritratto come se avesse la stessa età della sua controparte non super, e Grace Caroline Currey sembrava letteralmente perfetta per il ruolo che riprenderà anche in Shazam! Fury of the Gods.

Il prossimo sequel, Shazam! Fury of the Gods vedrà Currey interpretare entrambi i lati di Mary. In una recente intervista in occasione dell’uscita del Blu-ray di Fall, l’attrice ha rivelato com’è stato indossare un costume da supereroe ed esplorare questo personaggio in un modo in cui il primo film non le permetteva di farlo. “Oh, è un tale sogno! È davvero speciale. Io e mio fratello adoriamo i fumetti e quando ho scoperto per la prima volta il personaggio, Mary, era così stordito da mostrarmi il fumetto e dire: ‘Oh amico, sei proprio come lei! Questo ruolo è così pensato per.’ Anche con il casting, Rich Delia me li ha mostrati e ha detto: “È pazzesco. Devi ottenere questa parte”.

“Penso che interpretare la sua forma da supereroe e la sua forma umana sia stato così dolce”, continua l’attrice nel video qui sopra. “Diventerò responsabile del cuore e dell’anima di Mary in tutto il mondo, per non parlare del fatto che è davvero divertente indossare l’abito da supereroe”. Alla Currey è stato chiesto se avesse scoperto un lato completamente nuovo di Mary e lei ha risposto: “Completamente! Inoltre, la dinamica di lavorare con il ‘cast per bambini’ rispetto al ‘cast per adulti’. È stato davvero divertente per me trovare com’era”. “Tra le versioni per adulti dei personaggi, sono l’unico che riesce a saltare tra i due, e vedere le connessioni e le somiglianze è stato così divertente per me. Solo vedere cosa ha fatto il nostro cast adulto con le parti più giovani e viceversa . È stato davvero divertente essere la sorella maggiore su tutta la linea e così divertente poter giocare con tutti per tutto il tempo, rimbalzando avanti e indietro [ride]”.

Shazam! Fury of the Gods, il film

Shazam! Fury of the Gods arriverà nelle sale  il 17 marzo 2023, e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Nel cast è confermato anche il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy LiuMark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago.

MCU: chi interpreterà Spider-Gwen?

MCU: chi interpreterà Spider-Gwen?

Spider-Gwen non ha ancora fatto il suo debutto nell’MCU, ma ci sono alcune attrici che sarebbero perfette per il ruolo. L’attore Jacob Batalon ha parlato del possibile arrivo di Spider-Man 4 e il pubblico ha subito iniziato ad immaginarsi la versione live-action di una super-potenziata Gwen Stacy. Dopo Spider-Man: No Way Home e le aperture multiversali dell’MCU, i fan si augurano di vedere Spider-Gwen in azione accanto a Peter Parker di Tom Holland.

Introdurre Spider-Gwen nell’MCU potrebbe iniettare una nuova scarica di energia nella serie di SpiderMan. Se la storia d’amore tra Peter e Gwen è stata per decenni un punto di riferimento per i lettori dei fumetti, la storia a fumetti di Spider-Gwen – dal debutto nel 2014 – è diventata rapidamente popolare. Va detto che Spider-Gwen differisce dall’umana Gwen Stacy. Nella trama originale, la morte di Gwen Stacy è un punto di svolta nello sviluppo del personaggio di Peter mentre nei fumetti di Spider-Gwen la situazione è capovolta: Gwen è l’eroina e la morte di Peter è cruciale per la sua crescita.

Spider-Gwen è un personaggio moderno e d’impronta femminista e merita un’attrice all’altezza del ruolo.  Il casting in questo caso sarebbe una sfida ancora più complessa del lavoro fatto per creare la versione live-action di Gwen Stacy (Bryce Dallas Howard in Spider-Man 3, Emma Stone in The Amazing Spider-Man).Ecco chi sarebbe perfetta nel ruolo di Spider-Gwen, se mai l’eroina dovesse fare la sua apparizione live-action nell’MCU.

Milly AlcockRhaenyra in House of the Dragon

L’MCU dovrebbe tenere in considerazione Milly Alcock per il ruolo di Spider-Gwen: la star di House of The Dragon presenta una somiglianza incredibile con la Spider-Gwen dei fumetti e della serie animata Spider-Man: Into the Spider-Verse. Inoltre, la performance di Alcock nei panni della giovane Rhaenrya Targaryen dimostra che l’attrice sa interpretare personaggi ribelli e potenti, proprio come la versione super-potenziata di Gwen Stacy.

Anya Taylor-Joyanya taylor joy

Dal suo debutto nel lungometraggio The Witch, il potere di Anya Taylor-Joy è costantemente aumentato. Il suo talento, il suo aspetto particolare e la sua voce inconfondibile hanno contribuito a renderla l’interprete ideale di film horror come Split e Last Night in Soho. Il ruolo da protagonista nella miniserie Netflix La regina degli scacchi le ha permesso di farsi notare a livello globale e di guadagnarsi una prima nomination agli Emmy. Si tratta di un’attrice più esperta e dallo spirito più ribelle di Milly Alcock: Taylor-Joy ha quello che serve per portare Spider-Gwen nell’MCU. Infine, il casting potrebbe essere una svolta rispetto alla parentesi fallimentare del primo film di supereroi Marvel di Anya Taylor-Joy, The New Mutants.

Joey KingJoey King spider gwen mcu

Joey King ha iniziato a recitare giovanissima in film come Ramona e Beezus, Crazy Stupid Love e Il cavaliere oscuro – Il ritorno. Oggi King è un’attrice affermata: si è fatta un nome con il film Netflix The Kissing Booth e, recentemente, ha mostrato una propensione per ruoli più impegnati. Visto il suo ruolo in film d’azione come Bullet Train e The Princess,King potrebbe portare le sue abilità di combattimento nell’MCU per Spider-Gwen. In effetti, come abbiamo visto in Spider-Man: No Way Home, ultimamente gli scontri nell’MCU hanno assunto una natura molto più fisica e brutale rispetto ai primi film.

Camila Mendesdrea yale sider gwen mcu

L’MCU ha già dimostrato più volte la volontà di essere più inclusivo, modificando in live-action l’etnia di personaggi tradizionalmente bianchi: un caso esemplare è MJ (Zendaya) nella trilogia di Spider-Man. Allora perché non pensare a Camila Mendes, la star di Riverdale, per il ruolo di Spider-Gwen?. L’attrice ha dimostrato nella teen comedy di Netflix Do Revenge di poter ancora interpretare una liceale in modo credibile.Visti i ruoli interpretati finora, Mendes saprebbe adattarsi senza problemi al tono e all’umorismo dell’MCU.Inoltre, Mendes è nella stessa posizione in cui si trovava Tom Holland quando è stato scelto come Peter Parker: l’MCU può permettersi di scommettere sul potenziale di un giovane talento.

Millie Bobby BrownMillie Bobby Brown in Enola Holmes

Nota per aver interpretato Undici nella serie horror di Netflix Stranger Things e per i suoi ruoli in Enola Holmes e Godzilla vs. Kong., Millie Bobby Brown è probabilmente l’attrice più famosa di questa lista. C’erano state alcune voci su un possibile casting di Millie Bobby Brown per Eternals, ma forse è SpiderGwen il ruolo perfetto per far entrare la giovane superstar nell’MCU. Brown sta attualmente lavorando con i Fratelli Russosul film Netflix The Electric State, speriamo che la vicinanza a due nomi così importanti per l’MCU possano creare un collegamento tra l’attrice e Spider-Gwen.

Il Signore degli anelli: Peter Jackson rivela la scena che lo ha quasi rovinato!

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Il Signore degli Anelli: Le Due Torri ha sbalordito tutti all’epoca dell’uscita quando ha presentato la scena di battaglia di 40 minuti al fosso di Helm, ma trasformare quella lunga sequenza in realtà è stato ancora più impegnativo di quanto ci si potesse aspettare.  Parlando con The Telegraph , il regista Peter Jackson ha riflettuto sul tentativo di mettere insieme i pezzi mentre trattava con il dirigente della New Line Cinema Barrie Osbourne. Lo studio stava tenendo d’occhio Jackson dopo che il budget della trilogia ha iniziato a lievitare considerevolmente e la Battaglia per il Fosso di Helm… beh, era piuttosto costoso. 

Quindi, come ha fatto il regista a mantenere la scena così come era stata concepita nonostante le pressioni della New Line? Beh li ha ignorati.  “Era un periodo di tempo in cui la New Line era più arrabbiata con noi in termini di budget”, ricorda Jackson. “Sono sul parapetto, probabilmente con Viggo [Mortensen, alias Aragorn], e vedo Barrie. Gli ci sono voluti circa 30 minuti per sbuffare e sbuffare per arrivare in cima, quindi ho continuato a girare”.

“Barrie arriva e dice: ‘Ho lo studio, devo metterti in contatto con Michael Lynne della New Line.’ Chiedo perché. Dice: ‘Oh, minaccerà di denunciarti e venderà la società che sta sotto di te per coprire il superamento dei costi.'” “Barrie era solo il messaggero, ma è stato uno dei pochi momenti in cui ho davvero sbroccato”, continua il regista. “Ho detto: ‘Di’ a Michael Lynne che sto girando questo fottuto film e sto facendo il miglior lavoro possibile, e non interromperò la mia giornata per una telefonata del genere.’ “

Alla fine, le cose hanno funzionato per la trilogia di Jackson e Il Signore degli Anelli, con un enorme successo di critica, di pubblico e con tanti premi vinti dopo ogni film. È interessante notare che questa scena è stata quella che ha quasi rovinato Peter Jackson e il budget, ma è anche una di quelle più citate e famose.

Harrison Ford nel cast di Captain America: New World Order

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Harrison Ford nel cast di Captain America: New World Order

A seguito del rapporto di Jeff Sneider il mese scorso, Slash Film ha confermato in modo indipendente che la la star di Indiana Jones  e  la leggenda di Star Wars  Harrison Ford si unirà davvero al Marvel Cinematic Universe come il generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross. L’attore erediterà il ruolo del defunto William Hurt, che ha interpretato la parte cinque volte (The Incredible Hulk,  Captain America: Civil War,  Avengers: Infinity War,  Avengers: Endgame e  Black Widow).

Si diceva il mese scorso che l’annuncio fosse stato bloccato al D23 Expo, a causa del fatto che Lucasfilm voleva mantenere l’attenzione sul suo canto del cigno di Indiana Jones  , ma sembra che, con questo ultimo aggiornamento, potremmo ottenere una conferma più formale dalla Marvel Studios prima della fine di questo anno solare. 

Secondo Sneider, Ford farà il suo debutto come Thunderbolt Ross in Captain America: New World Order all’inizio del 2024, prima di assumere un ruolo più importante in Thunderbolts di quell’estate. Non si sa se vedremo il leggendario attore candidato all’Oscar trasformarsi in Hulk rosso, ma di certo non può essere fuori dal regno delle possibilità con altre avventure insieme all’Hulk di Mark Ruffalo promesse dopo l’entusiasmante  generato da She-Hulk.

Captain America: New World Order cosa sappiamo del film

Anthony Mackie, che ha interpretato il supereroe Sam Wilson, alias il Falcon, nel Marvel Cinematic Universe dai tempi di Captain America: New World Order, guida il film come nuovo Capitan America per la prima volta. Il cast del quarto film di “Captain America” includerà anche Shira Haas nei panni di Sabra e Tim Blake Nelson nei panni di The Leader, oltre a Danny Ramirez e Carl Lumbly, che sono apparsi nella serie The Falcon and the Winter Soldier, nei panni di Joaquin Torres e Isaiah Bradley, rispettivamente.

Lo sviluppo di Captain America 4 è stato annunciato il giorno del finale di The Falcon and the Winter Soldier, con il creatore dello show Malcolm Spellman e lo sceneggiatore Dalan Musson chiamati a firmare la sceneggiatura. Nell’ambito del panel dello studio al Comic-Con di San Diego, a cui era presente Screen Rant, la Marvel ha rivelato la data di uscita del film: 3 maggio 2024, oltre al titolo ufficiale: Captain America: New World Order. A dirigere è stato chiamato Julius Onah.

Jake Schreier dirigerà Thunderbolts e si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent, Olga Kurylenko come Antonia Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost, e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà nei cinema il 26 luglio 2024. 

Black Adam: ecco la scena post-credit che finisce in rete ad una settimana dell’uscita

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La star di Black Adam Dwayne Johnson non ha fatto esattamente un ottimo lavoro nel mantenere segreta una delle più grandi rivelazioni del suo film, quindi probabilmente non dovrebbe sorprendere che la sequenza post-crediti del film sia trapelata online nella sua interezza. Nonostante i tentativi di cancellarla da parte di Warner Bros e New Line la scena si è diffusa a macchia d’olio su Twitter e TikTok per tutto la notte e potrebbe essere difficile da evitare prima del film uscirà finalmente nelle sale venerdì prossimo, 21 ottobre.

Per quanto riguarda ciò che contiene, Variety riporta che la scena rivela infatti: ” Henry Cavill nei panni di Superman, uscendo da un velo di fumo, affrontando il Black Adam di Johnson e dicendo: “È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che qualcuno ha reso il mondo così nervoso “. Ecco di seguito la scena presenta ancora su youtube

https://www.youtube.com/shorts/7y0FlLybg8Y

Johnson ha espresso il suo desiderio di riportare il Superman di Henry Cavill nel mix a un ritmo piuttosto incessante durante il lungo tour stampa globale del film ed è riuscito a generare un bel po’ di entusiasmo per un’ipotetica resa dei conti cinematografica tra il suo Black Adam e il Uomo d’acciaio. Tuttavia, sembra che realizzerà effettivamente il suo desiderio poiché Cavill è apparentemente di nuovo in sella e pronto ad inaugurare una nuova era della DC Films.

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

L’amore non va in vacanza: trama, cast e frasi del film

L’amore non va in vacanza: trama, cast e frasi del film

Autrice di alcune tra le più note e apprezzate commedie sentimentali di Hollywood, la sceneggiatrice e regista Nancy Meyers realizza nel 2006 uno dei suoi titoli più celebri: L’amore non va in vacanza (qui la recensione). Al centro della vicenda vi sono qui due donne stanche delle rispettive routine, le quali accettano a scambiarsi le rispettive case per un periodo di tempo. Una decisione, questa, che darà vita a risvolti inaspettati e particolarmente graditi. Ancora una volta, dunque, la regista torna a raccontare delle varie sfumature dell’amore, con una commedia brillante ricca di humor e buoni sentimenti.

Girato tra le città di Los Angeles, New York e nella contea di Surrey, in Inghilterra, il film è ambientato durante il periodo natalizio, e ancora oggi è considerato uno dei migliori film da guardare durante le festività. Impreziosito da un cast di grandi attori, il titolo si è da subito rivelato un grandissimo successo, arrivando a guadagnare circa 205 milioni di dollari a fronte di un budget di 85. Tale risultato ha reso L’amore non va in vacanza una delle commedie di maggior successo del suo anno, e ha dato inoltre vita al fenomeno noto negli Stati Uniti come “home exchange“.

Prima di cimentarsi in una visione di L’amore non va in vacanza, però, è certamente consigliabile approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e il cast di attori che lo compone. Proseguendo qui nella lettura sarà inoltre possibile ritrovare alcune delle frasi più note e belle del film, grazie alle quali si potrà avere un primo contatto con quella che è l’atmosfera del film e il carattere dei suoi personaggi. Infine, si elencheranno le principali piattaforme dove sarà possibile ritrovare il film per una comoda visione in streaming.

L’amore non va in vacanza: la trama del film

Protagonista del film sono la giornalista inglese Iris Simpkins e la montatrice cinematografica statunitense Amanda Woods. Le due donne, anche se divise dalla distanza geografica e dalle rispettive diverse attività, hanno un significativo elemento in comune: sono particolarmente sfortunate in amore. Iris, infatti, è ancora innamorata del suo ex Jasper Bloom, il quale però sembra ormai avere una nuova donna nella sua vita. Amanda, invece, si ritrova a dover fare i conti con l’infedeltà del suo compagno. Decisa ad allontanarsi da Los Angeles, questa si imbatte in un sito di scambio di casa, dove ritrova Iris.

Dopo aver intrapreso un contatto, le due acconsentiranno a scambiarsi le rispettive dimore. Così Iris si ritrova in una lussuosa villa, mentre Amanda viene ospitata in una rurale cittadina nel Surrey. Qui questa vive inizialmente una serie di disagi, salvo poi incontrare Graham, il fratello di Iris, per il quale inizierà a provare dei sentimenti che la convinceranno a rimanere. A Los Angeles, invece, Iris stringe amicizia con l’anziano Arthur Abbot, finendo poi per essere corteggiata dal simpatico compositore Miles. Entrambe le donne scopriranno ben presto che se anche loro decidono di prendersi una vacanza, altrettanto non farà l’amore, pronto a colpire nei momenti più inaspettati.

L'amore non va in vacanza cast

L’amore non va in vacanza: il cast del film

Nello scrivere i quattro personaggi principali del suo film, la Meyers ha da subito avuto in mente gli attori a cui affidare questi, e che poi hanno puntualmente accettato l’offerta. È così che l’affascinante Cameron Diaz riveste i panni di Amanda, in quella che è stata da lei definita come la prova fisica più complessa della sua carriera. L’attrice, infatti, si è trovata a dover dar vita a diverse sequenze in cui corre sui tacchi. Il ruolo di Iris è invece interpretato dalla premio Oscar Kate Winslet, la quale a sua volta ha raccontato di aver gradito molto il set, nonostante l’iniziale paura di non essere adatta alla parte affidatale. Ad interpretare suo fratello, Graham, il quale intraprende una storia d’amore con Amanda è invece Jude Law, il quale dopo diversi ruoli in film di fantascienza e in costume fu lieto di poter interpretare un personaggio contemporaneo.

A dar volto a Miles, il compositore che stringerà una relazione con Iris, è invece Jack Black. Noto per le sue commedie irriverenti, l’attore era inizialmente scettico a recitare in un film romantico. Cambiò tuttavia idea quando gli venne comunicato che avrebbe potuto recitare al fianco della Winslet. Nel film è poi presente il celebre attore Eli Wallach, noto in particolare per Il buono, il brutto, il cattivo, che dà qui vita all’anziano Arthur Abbott. Pur essendo ormai novantenne, l’attore diede prova di grande energia durante le riprese. Rufus Sewell è invece presente nei panni di Jasper, l’ex fidanzato di Iris, mentre Shannyn Sossamon è Maggie, l’iniziale ragazza di Miles. Nel film è poi presente un cameo del premio Oscar Dustin Hoffman, anche se questo non era originariamente programmato. Trovatosi a passare nei luoghi scelti per le riprese, egli venne infine coinvolto in una delle scene più divertenti del film.

L’amore non va in vacanza: le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di L’amore non va in vacanza grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Now TV. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 13 ottobre alle ore 21:10 sul canale La 5.

Nel film sono inoltre presenti diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più importanti del film.

  • “Nei film c’è la protagonista e c’è la migliore amica. Tu, te lo dico io, sei una protagonista, ma per qualche stupida ragione ti comporti da migliore amica.” (Arthur)
  • “Sono innamorato di te. Perdona la brutale dichiarazione, ma… per quanto problematica questa storia possa essere, mi sono innamorato… di te. E non provo questo perché stai per partire, né perché mi piace sentirmi così! Anzi, in realtà non mi piace o non mi piaceva prima che tu parlassi. Non so capire la logica di questa cosa, io so solo… che ti amo. È incredibile quante volte lo sto dicendo.” (Graham)
  • “Iris, se tu fossi una melodia… userei solo le note belle.” (Miles)
  • “Ho scoperto che quasi tutto ciò che è stato scritto sull’amore è vero. Shakespeare ha detto: “Il viaggio termina quando gli innamorati si incontrano”. Ah, che pensiero straordinario! Io non ho mai sperimentato nulla di neanche vagamente simile a questo, ma sono più che disposta a credere che a Shakespeare sia accaduto. Credo di pensare all’amore più di quanto in realtà si dovrebbe; resto sempre sbalordita dal potere assoluto che ha di alterare e definire la nostra vita.” (Iris)

Fonte: IMDb

Die Hard – Duri a morire: trama e cast del film con Bruce Willis

Die Hard – Duri a morire: trama e cast del film con Bruce Willis

Divenuta una delle saghe cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto è l’attore Bruce Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema, nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis.

Tutto ebbe inizio con Die Hard – Trappola di cristallo, il quale ebbe poi un tale successo che i produttori decisero di dar vita ad una serie di sequel. Il terzo di questi, Die Hard – Duri a morire, arrivo al cinema nel 1995 per la regia di John McTiernan, il quale aveva già diretto anche il primo capitolo. Per questo terzo film della serie, però, Willis voleva dar vita a qualcosa di diverso rispetto ai primi due, non ricalcando dunque la loro struttura.  Queto deciso cambio di rotta permise alla saga di ottenere nuovi consensi, arrivando ad un incasso complessivo di 366 milioni di dollari, il secondo maggiore di quell’anno.

A lungo si pensò che questo sarebbe rimasto l’ultimo capitolo della serie, ma nel 2007 e nel 2013 sono poi arrivati i sequel Die Hard – Vivere o morire e Die Hard – Un buon giorno per morire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Die Hard – Duri a morire: la trama del film

I guai per John McClane non finiscono mai. Nel terzo film della saga un criminale che si fa chiamare Simon fa esplodere un grande magazzino nel centro di New York. Nel suo messaggio alla polizia, questi chiede espressamente di incontrare McClane. Messosi in contatto con il terrorista, il poliziotto scopre da lui che una serie di altre bombe sono state piazzate in altri luoghi particolarmente frequentati della città. Se non farà come dice, altra gente innocente morirà. Per impedire ciò, McClane dovrà sottoporsi ad una serie di strane prove, dove il mancato superamento di queste porterà alle conseguenze annunciate.

Durante una di queste, arriva in suo soccorso il commerciante Zeus Carver. Ma Simon non gradisce l’intromissione di questi, e per punizione obbliga anche lui a partecipare al sadico gioco. Nel frattempo, i servizi segreti riescono a scoprire la vera identità del terrorista. Questi è il fratello di Hans Gruber, che McClane uccise nel primo film. L’uomo sembra dunque in cerca di vendetta, ma il poliziotto capirà presto che dietro tale desiderio si nasconde un progetto più grande e spietato del previsto. Scoprire la sua posizione e fermarlo sarà l’unico modo per evitare una strage.

Die Hard - Duri a morire cast

Die Hard – Duri a morire: il cast del film

Immaginare il personaggio di John McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile. Bruce Willis ha negli anni dimostrato di essere l’interprete giusto per la parte, sfoggiando un carisma unico e perfetto per il ruolo. Fu proprio il primo film della saga a conferirgli grande notorietà. Particolarmente devoto al ruolo, l’attore si allenò a lungo in vista delle riprese con l’obiettivo di poter personalmente prendere parte alle tante spericolate acrobazie previste, senza ricorrere dunque a controfigure. Accanto a lui, nel ruolo di Zeus Carver, era originariamente previsto l’attore Laurence Fishburne, per il quale la parte era stata appositamente scritta. Egli però si prese troppo tempo per decidere se accettare o meno e la parte venne offerta ad un altro attore.

Questi è Samuel L. Jackson, che aveva recentemente lavorato con Willis in Pulp Fiction. Fu proprio l’interprete di McClane a suggerire Jackson per il ruolo, il quale accettò subito entusiasta essendo un grande fan del primo film della serie. Egli descrisse poi il personaggio di Zeus come quello più vicino alla sua personalità tra i tanti interpretati. Nei panni del terrorista Simon Gruber vi è invece il premio Oscar Jeremy Irons, il quale non compare però nel film fino al cinquantesimo minuto dall’inizio. Sono poi presenti anche gli attori Graham Greene nei panni di Joe Lambert, Colleen Camp in quelli di Connie Kowalski e Larry Bryggman nel ruolo dell’ispettore Walter Cobb.

Die Hard – Duri a morire: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Die Hard – Duri a morire è infatti disponibile nei cataloghi di Mediaset Play e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 ottobre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Pierce Brosnan poteva essere Batman per Tim Burton

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Pierce Brosnan poteva essere Batman per Tim Burton

Ospite al The Tonight Show con Jimmy Fallon per promuovere Black Adam, Pierce Brosnan ha parlato della sua prima volta in un film di supereroi, ma ha anche detto che poteva essere Batman per Tim Burton, durante il processo di casting per il film che poi ha visto vincere Michael Keaton. Ma in merito alla possibilità di interpretare il Crociato di Gotham, Brosnan ha dichiarato:

“Ricordo di aver detto qualcosa di stupido a Tim Burton, ho detto che non riuscivo a capire perché un uomo dovesse indossare le mutande sopra ai pantaloni… Ma ecco qua il miglior attore possibile ha ottenuto il lavoro e poi è finita che il dottor Fate e io ci siamo incontrati nel momento giusto”.

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Il mio vicino Adolf, il trailer e poster del film con Udo Kier

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Il mio vicino Adolf, il trailer e poster del film con Udo Kier

Ecco il trailer di Il mio vicino Adolf, nuova commedia di Leon Prudovsky (Israele, Polonia, 2022, 100’) interpretata da David Hayman, Udo Kier e Kineret Peled. Il film arriva nelle sale italiane il 3 novembre distribuito da I WONDER PICTURES in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Il mio vicino Adolf, la trama

Colombia, maggio 1960. Il Signor Polsky, un solitario e scontroso sopravvissuto all’Olocausto, vive nella sua remota abitazione nella campagna colombiana e trascorre le sue giornate giocando a scacchi e curando i suoi amati cespugli di rose. Un giorno, quando un misterioso anziano di origine tedesca si trasferisce nella casa accanto alla sua, inizierà a sospettare che il suo nuovo vicino sia… Adolf Hitler.

Dato che nessuno gli crederà, sarà lui ad imbarcarsi in prima persona in una missione investigativa per trovare le prove. Per riuscirci però dovrà essere più vicino al suo prossimo di quanto vorrebbe. Così vicino che i due potrebbero quasi diventare amici.

Il mio vicino Adolf, il poster in esclusiva

Il mio vicino Adolf

Stephen King rivela quale suo romanzo vorrebbe vedere adattate per il cinema

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Durante una recente intervista con Netflix per promuovere Mr. Harrigan’s Phone, a Stephen King è stato chiesto quale delle sue storie vorrebbe vedere adattate in seguito. L’autore pensa che il suo romanzo horror/fantasy del 1995, Rose Madder, sarebbe “un grande film”. King ha anche preso in considerazione la possibilità del suo romanzo Joyland, che è stato opzionato dallo sceneggiatore di The Help Tate Taylor che “ha scritto una sceneggiatura fantastica”, ma non è mai stato trasformato in un film.

“Penso che nessuno abbia mai optato per Rose Madder, che pensavo sarebbe stato un grande film. Joyland è stato opzionato dal ragazzo che ha realizzato The Help. Ha fatto una sceneggiatura fantastica e ho pensato che sarebbe stato un film infernale. Il primo che ho scritto per Hard Case Crime, The Colorado Kid, si è trasformato in una serie TV chiamata Haven, ed è andata in onda per un bel po’. Gli assegni non sono mai rimbalzati, quindi è stato positivo.”

E voi quale libro o romanzo breve di Stephen King vorreste vedere adattato al cinema?

Pinocchio: tre film in un anno. Guillermo del Toro commenta la coincidenza

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Il sito americano Screen Rant ha avuto l’opportunità di incontrare Guillermo del Toro per un’intervista esclusiva. Durante la conversazione, il regista ha riflettuto sul fatto che quest’anno vedremo ben tre film che proporranno un adattamento di Pinocchio. Il regista ha affermato che la sua versione della storia sarà completamente sua, confermando che non c’è nessuna competizione in questa coincidenza.

“Penso che qualsiasi coincidenza del genere, o qualsiasi convergenza del genere, vada bene. Perché penso che sia una storia che può essere raccontata così tante volte in modi così diversi. E questo è uno dei motivi per cui sentivo di essere d’accordo con il credito di possesso perché questo non è solo qualcosa che mi porto dietro da quasi due decenni, ma dice anche alle persone: “Guarda, questo sarà discorso continuo con La spina del diavolo e Il labirinto del Fauno”.

“Non è un film fatto per bambini, ma è un film che può essere visto dalla famiglia. E ha un cuore molto dolce, come hai visto nel filmato, ma è qualcosa che si distinguerà dalle altre versioni del racconto. Ha un punto di vista molto, molto specifico. Quando la pensi così, voglio dire, allora sei in un momento gioioso di coincidenza e non sei mai in competizione.”

Oltre alla versione di Guillermo del Toro che sarà in spot motion, abbiamo già visto il remake in live action della Disney, diretto da Robert Zemeckis e con Tom Hanks nei panni di Geppetto, mentre è uscito anche Pinocchio: A True Story, una versione in animazione 3D di produzione russa.

Pinocchio: ogni adattamento per il cinema e la tv

Black Adam: Pierce Brosnan commenta lo stato d’animo del suo Dottor Fate

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In un’intervista esclusiva con Screen Rant, Pierce Brosnan, che vedremo nei panni di Kent Nelson/Dottor Fate in Black Adam, discute sull’attuale stato d’animo del personaggio durante gli eventi del film, che vedremo al cinema in Italia dal 21 ottobre prossimo.

L’attore ha rivelato che Fate deve affrontare un punto cruciale nella sua carriera da supereroe. Mentre sia lui che Hawkman (Aldis Hodge) sono supereroi veterani al momento degli eventi del film, Pierce Brosnan suggerisce che Kent Nelson è in conflitto quando deve affrontare eventi di cui solo lui è a conoscenza.

“È ad un grande flusso nella sua vita. È in un momento turbolento della sua vita. Sale sul palco con grandi segreti su ciò che sta per svelarsi e arriva per volere del suo caro amico Carter Hawkman. E hanno viaggiato attraverso gli eoni e hanno creato una tale forza vitale per se stessi, ma questo è un momento critico, cruciale e struggente.”

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Black Panther: Wakanda Forever e un salto temporale, ecco dove si inserisce nella timeline del MCU

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In un nuovo comunicato stampa di Disney e Marvel Studios condiviso da The Direct, gli studios hanno confermato che ci sarà un salto temporale significativo all’inizio della storia di Black Panther: Wakanda Forever.

Il comunicato include una dichiarazione di Ryan Coogler sullo stato mentale di Ramonda nel sequel e afferma che all’inizio della storia “è passato un anno dalla morte di T’Challa”. Dal momento che nel trailer vediamo quello che chiaramente è il funerale de Re del Wakanda, immaginiamo che lòa storia si svilupperà poi dopo il salto temporale di un anno.

La conferma di un salto temporale di un anno in Black Panther: Wakanda Forever fornisce un contesto su come il film si inserisce nella sequenza temporale del MCU. Il pubblico ha visto T’Challa vivo per l’ultima volta alla fine di Avengers: Endgame, che si svolge alla fine del 2023. Se T’Challa morisse poco dopo essere tornato dal Blip e aver combattuto contro Thanos, allora sarebbe plausibile che Black Panther: Wakanda Forever possa avere luogo non prima della fine del 2024. Ma dal momento che non c’è stata alcuna menzione della morte del re di Wakanda in nessun altro progetto MCU Fase 4, potrebbe significare che la sua morte non si verificherà fino al “giorno presente” dell’MCU, che ora è il 2025, spingendo potenzialmente gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever nel 2026.

Black Panther: Wakanda Forever, le storie che racconta il primo trailer

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

T.J. Miller e Ryan Reynolds si sono chiariti dopo i commenti su Deadpool

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Qualche giorno fa aveva fatto notizia un commento di T.J. Miller, secondo cui Ryan Reynolds lo odiava a causa di una comportamento insolito sul set di Deadpool. Ora arriva dallo stesso T.J. Miller la notizia che lui e Reynolds si sono chiariti a seguito delle sue dichiarazioni. In una nuova intervista con Jim Norton & Sam Roberts , Miller ha spiegato che è stato contattato da Reynolds stesso in merito a quello che ha detto.

La situazione si è quindi risolta rapidamente e Miller ha elogiato il talento di Reynolds ed ha espresso la sua frustrazione per l’incessante attenzione dei media sulla negatività. “Non pensavo di aver detto qualcosa di così negativo”, spiega l’attore, “mi dispiace che sia stato ripreso e che sia stato frainteso. Di sicuro. Ma no, è stato il giorno successivo… io e lui abbiamo parlato e va tutto bene”. 

“È stato molto bello sentirgli dire: ‘Ehi, sai, ho appena sentito nello show che eri arrabbiato per questo’. E io ho detto: ‘Sai, non lo sono’, e poi abbiamo risolto eliminando l’incomprensione molto rapidamente.”

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 6 settembre 2024.

Black Adam, i primi commenti sono entusiastici: Dwayne Johnson è “elettrizzante”

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Mentre l’attesa per Black Adam si fa sempre più breve, arrivano dagli Stati Uniti i primi commenti al film che vedrà finalmente Dwayne Johnson mostrare al mondo la sua versione di un eroe dei fumetti sul grande schermo. Da quello che sembra trapelare, seppure i commenti non sono unanimi, il film è elettrizzante, così come la performance di Johnson nei panni del protagonista.

Di seguito, potete leggere alcuni tweet che sono stati pubblicati in occasione delle proiezioni dedicate alla stampa. Black Adam esce il 21 ottobre nelle sale italiane distribuito da Warner Bros.

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Brendan Fraser spiega come mai La Mummia con Tom Cruise è stato un flop

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Mentre raccoglie i frutti del suo grande ritorno sulle scene con The Whale di Darren Aronofsky, Brendan Fraser coglie l’opportunità per commentare La Mummia con Tom Cruise, lui che in materia è effettivamente il più grande esperto in circolazione.

In una nuova intervista con Variety, Brendan Fraser condivide i suoi pensieri sul film con Tom Cruise e offre una spiegazione sul perché quel progetto è stato fallimentare. Con il riavvio che ha un tono molto più spaventoso e più serio, Fraser crede che un elemento importante che era presente nei suoi film sulla mummia si sia perso nel processo.

“È difficile fare quel film. L’ingrediente che avevamo per la nostra mummia, e che non ho visto in quel film, era la componente divertente. Questo era ciò che mancava in quell’incarnazione. Era un film horror troppo diretto. La mummia dovrebbe essere una corsa da brivido, ma non terrificante e spaventosa. So quanto sia difficile farcela. Ho provato a farlo tre volte”.

Vedremo sicuramente Brendan Fraser trai protagonisti della prossima stagione dei premi, mentre il suo percorso festivaliero con il film di Aronofsky gli sta portando di nuovo la visibilità e l’affetto del pubblico che merita.

The Whale, recensione del film con Brendan Fraser

Black Adam: l’Hawkman di Aldis Hodge sarà il risultato di una sinergia tra le vari iterazioni del personaggio

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Trai protagonisti di Black Adam, in uscita la prossima settimana, Aldis Hodge condivide alcune informazioni sulla storia delle origini di Hawkman in un’intervista esclusiva con Screen Rant dopo che gli è stato chiesto se Black Adam introdurrà elementi di Thanagar. L’Hawkman di Hodge sarà Carter Hall, ma l’attore suggerisce che il team creativo potrebbe aver preso in prestito per la genesi del personaggio elementi differenti, appartenenti anche alle altre incarnazioni.

“Sai che non posso dirtelo. No, fratello. Lo dirò, però, quando ho cercato di capire quale retroscena e quale percorso avrei seguito… La mia incarnazione di Carter è stata trovata nella sinergia di tutte le iterazioni che conosciamo di Carter Hall. Quali sono i tratti più coerenti che comprendiamo essere Carter Hall o Katar Hol, e li inseriamo in questo? E si spera di poter raccontare il retroscena dell’origine in un altro film. Ma per ora, non posso dire molto di più”.

Black Adam, ecco la Sneak Peek del #SDCC22

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Backstage – Dietro le quinte, la recensione del film Amazon Prime Video

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La storia di Backstage – Dietro le quinte è una storia di rivalsa. Quante volte ci siamo trovati a dover combattere contro i nostri demoni interiori per raggiungere il nostro sogno. Quante volte abbiamo dovuto far valere la nostra opinione per superare gli ostacoli. In questo film, il sogno è l’arte stessa che viene messa al primo posto dal regista Cosimo Alemà. In un Sistina al massimo della sua forma scenica, un gruppo di giovani adulti – tra ragazze e ragazzi – cerca di coronare il suo Sogno: entrare a far parte di una compagnia di teatro. I protagonisti dovranno affrontare le diverse sfide messe in atto dal personaggio di Giulio Pampiglione, regista dello spettacolo. Il dance movie italiano sarà disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 13 ottobre.

Il cast è composto da giovani attori, tutti alla loro prima esperienza cinematografica: Giuseppe Futua, Beatrice Dellacasa, Riccarco Suarez, Geneme Tonini, Aurora Moroni, Ilaria Nestovito, Gianmarco Galati, Yuri Pascal, Matteo Giunchi. Parte importante del film è la colonna sonora che oltre a contenere bravi famosi della canzone italiana – cantanti dal vivo – porta anche due nuovi bravi inediti.

Backstage – Dietro le quinte, la trama

111 ragazzi dai 16 ai 25 anni si presentano alle audizioni di un nuovo spettacolo che debutterà al Teatro Sistina di Roma. Hanno talento, determinazione e hanno tutti lo stesso sogno: diventare artisti di successo. Vengono scelti in nove ma l’emozione dura poco perché i ruoli disponibili sono soltanto quattro. Inizia così per loro una settimana di audizioni e prove senza sosta, una settimana per dimostrare al cinico regista James D’Onofrio chi davvero merita di far parte dello show. Canteranno fino a perdere la voce e balleranno fino allo sfinimento. Si sfideranno, saranno rivali, ma anche amici e complici nel percorso che li condurrà alla realizzazione del loro più grande desiderio. Qualunque cosa accadrà, le loro vite cambieranno per sempre.

Uniti per coronare il sogno

I giovani aspirati attori, cantanti e ballerini su cui Alemà tesse l’intreccio del suo Backstage – Dietro le quinte sono ragazzi della porta accanto. Tutti variegati nella loro complessa diversità e uniti da un unico obiettivo: non far morire l’arte. Andrea ha fatto della danza la sua unica ragione di vita. Il suo passato turbolento l’ha resa una donna indipendente che però deve continuamente fare i conti i suoi demoni. Il personaggio di Aurora Moroni non si fida di nessuno, inizia il cammino delle audizioni da sola e non avrebbe mai pensato che di lì a poco la sua vita sarebbe cambiata.

In questo percorso, Carmen le farà da spalla. Ilaria Nestovito, che la interpreta, si presenta come una donna scontrosa incline all’autosabotaggio. Insieme, complici, nella loro iniziale intima amicizia, le due cercheranno di superare le sfide insieme. Infatti, se c’è un messaggio molto forte del film è quello di dare importanza ai legami. La storia di questi nove finalisti non viene raccontata come una gara, ma come un percorso che hanno intrapreso insieme e che li porterà alla fine del film con una nuova consapevolezza. Solo insieme si vince, e non c’è tempo per i malumori o dissapori tra compagni di viaggio.

Backstage - Dietro le quinte film

Mentre la competizione si fa sempre più combattuta e stressante il giovane Rudy fa dei legami il suo punto di forza. Yuri Pascale interpreta il giovane cantante omosessuale e vive con il padre interpretato da Adolfo Margiotta. Padre e figlio hanno un rapporto che va oltre il mero legame familiare. Come se fossero due amici, vivono una vita semplice fatta di pasti cucinati insieme, consigli paterni e scherzi complici. Nell’arco narrativo di Rudy entrerà Tommaso, di cui il giovane si innamora. Tommaso, interpretato da Giuseppe Futia, appartiene invece a un mondo opposto. Vive in una famiglia borghese romana che non condivide la passione per il ballo, considerandolo solo un hobby. Gli viene data questa ultima possibilità e vive nel terrore di non poter realizzare il suo sogno.

Chi, invece, fa da collante per tenere insieme della propria famiglia è Giulio. Figlio di una coppia omossesuale composta dai personaggi di Irene Ferri e Jane Alexander, vive nella continua sensazione di non farcela. In questo Giulio rispecchia più di tutti la generazione dei giovani di oggi. Mentre vede i suoi amici festeggiare il successo volta loro le spalle, non per invidia ma per rassegnazione. Quando poi si accorge di aver passato il turno anche lui, torna sui suoi passi. Il suo mondo però sta per essere nuovamente scosso però perché una volta tornato a casa le due madri gli comunicano la loro imminente separazione. In Backstage – Dietro le quinte, Giulio inizia a vedere il suo mondo, la sua bolla, crollare e troverà il coraggio di alzare la testa e non voltare le spalle alle difficoltà.

Lo spettacolo deve continuare

Anche Jennifer porta il mondo sulle sue spalle, ma presto capirà che non bisogna essere così troppo severi con se stessi. Il suo cavallo di battaglia è il canto e la giovane donna, interpretata da Beatrice Dellacasa, è molto determinata a raggiungere il successo. Inizialmente non è lì per fare amicizia ed è schiva con tutti i membri del gruppo. Li vede come dei nemici, delle pedine da abbattere per fare il suo gioco. Non ha paura di spingersi oltre le sue capacità ma arriverà un momento in cui, circostante esterne, glielo imporranno. Sarà messa di fronte a una scelta difficile e una volta presa la decisione non si potrà tornare indietro. L’esperienza collettiva insieme al resto degli otto compagni di squadra le darà una nuova consapevolezza. Quando però il peso del mondo è troppo pesante, da schiacciarti, non sai più che fare.

Il personaggio di Leonardo, interpretato da Matteo Giunchi in Backstage – Dietro le quinte, è quello più riservato. A lui sono lasciate le scene in silenzio, fatte solo di sguardi e sospiri. Questo rispecchia molto il suo modo di approcciare anche alla competizione stessa. Leonardo non si è fatto molti amici tra i nove ragazzi. Vive intrappolato in questa sua gabbia dove è tenuto prigioniero dalle sue insicurezze e ansie. Nessuno si rende conto della lotta interiore che sta vivendo. Chiudono il cerchio, la coppia formata da Sara e Flavio. Iniziano il loro percorso insieme. Inevitabilmente le cose sono destinate a cambiare. Tra tutti i personaggi, Sara e Flavio (interpretati da Geneme Tonini e Gianmarco Galati) sono quelli che hanno sentito maggiormente la competizione. Il loro amore così giovane cercherà in tutti i modi di sopravvivere alla gara, anche se loro ormai hanno già preso la loro decisione.

Backstage – Dietro le quinte aiuta ad abbattere qualsiasi tipo di barriera, di incertezza, di insicurezza ma anche di certezze e sicurezze. Nel corso dei sette giorni in cui si svolge la trama i ragazzi crescono, non solo professionalmente, ma anche individualmente. Le loro vite prendono una piega nuova, per certi versi migliore. Vengono abbandonate relazioni tossiche, vengono ritrovati vecchi amori e nuovi amori nascono, liberi dalle costrizioni. Un solo e unico amore resta perpetuo, però, nelle loro vite: l’Amore per l’Arte.

La ragazza più fortunata del mondo: recensione del film con Mila Kunis

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Uscito in anteprima in alcune sale cinematografiche in anteprima il 30 settembre, ed il 7 ottobre sulla piattaforma streaming, La ragazza più fortunata del mondo (Luckiest girl alive) è una pellicola che affronta una delle piaghe silenziose della società contemporanea: gli abusi sessuali. Il film, diretto da Mike Barker (The Hadmaid’s tale) e scritto da Jessica Knoll, è tratto dal romanzo del 2015 di quest’ultima. Nel cast ritroviamo note figure del cinema Hollywoodiano come l’attrice ucraina Mila Kunis nel ruolo della protagonista Tiffani (Ani) Fanelli, e Finn Wittrock (La grande scommessa) come Luke Harrison.

La ragazza più fortunata del mondo: l’oscurità dietro il velo di perfezione

Ani ha 28 anni, lavora in una nota rivista per donne a New York, si sta per sposare con Luke, giovane ricco ed affascinante: la sua vita sembra perfetta, ma non lo è. Dietro ad un’armatura di sorrisi e di frasi di circostanza, Ani ha seppellito un grande trauma della sua adolescenza: uno stupro di gruppo da parte di tre suoi compagni di scuola e poi una sparatoria proprio all’interno del rinomato liceo privato. Il passato sembra voler ribussare alla sua porta quando un giovane regista la contatta per realizzare un documentario della tragedia. Nel rivivere nuovamente il trauma, Ani perde il controllo della se che aveva costruito, di questo suo alter ego, e decide di voler portare dei cambiamenti nella sua vita.

La ragazza più fortunata del mondo
Tiffani Fanelli da adolescente

Ani Fanelli e Jessica Knoll in parallelo

“A volte mi sento come una bambola a molle: gira la chiave e ti dirò esattamente quello che vuoi sentire”

Ani è il personaggio attorno al quale ruotano tutte le vicende di La ragazza più fortunata del mondo: tramite questo film (e libro) le è stata data finalmente una voce. Ma ad un qualsiasi spettatore o lettore viene spontanea una semplice domanda: quanto c’è di verità in questa storia? In diverse occasioni, Knoll ha negato qualsiasi esperienza personale di violenza sessuale, affermando che tra i parallelismi tra il suo personaggio e lei stessa (La scrittrice aveva 28 quando scrisse il libro e trascorse parte della sua carriera scrivendo per la rivista Cosmopolitan) non rientra l’intera vicenda. Poi, nel 2017, arriva la rivelazione nel settimanale Lenny: una lettera dettagliata in cui la scrittrice racconta la sua storia.

Ani elabora questo trauma in maniera molto singolare: finisce per ignorarlo; per fare ciò, si distacca il più possibile da quella che era la se adolescente per ricrearsi e realizzarsi a pieno. Già dalle prime scene, risulta essere un personaggio molto ambizioso: lei sa cosa vuole e come ottenerlo. Ma questo suo successo ha una doppia valenza per lei: solo nel momento in cui avrà raggiunto tutti i suoi obbiettivi si sentirà abbastanza forte da affrontare la sua tragedia e l’unico suo aggressore ancora in vita, Dean Barton. Per Ani il suo successo è così importante perché crede di poter essere veramente ascoltata solo nel momento in cui non sarà più una ragazzina povera in una scuola per ricchi, come se la  sua  credibilità dipendesse dalla sua classe sociale. Ma, con l’ansia per il documentario ed il dolore di vecchie ferite che tornano a riaprirsi, per Ani diventa sempre più difficile indossare quella maschera che si era creata con tanta cura negli anni.

La ragazza più  fortunata del mondo: l’empatia dello spettatore

Il grande merito di film come La ragazza più fortunata del mondo è proprio di riuscire, non solo a raccontare una storia, ma a trasmettere così tanto allo spettatore da fargli provare un forte senso di empatia. In questo modo porta il pubblico ad un profondo stato di riflessione, in maniera quasi catartica; nel cinema contemporaneo sono sempre più numerosi gli esempi di pellicole del genere. Basti pensare a Una donna promettente, scritto e diretto da Emerald Fennell, thriller candidato a cinque Oscar e vincitore del premio per la miglior sceneggiatura originale.

Un’altra tematica interessante nel film è la differenza tra l’io nello spazio dell’apparenza e l’io in privato; seguendo le vicende di Ani, è possibile per lo spettatore sapere i suoi pensieri, oltre a ciò che la protagonista dice e fa realmente, e quindi notarne la quasi paradossale differenza.

La violenza sessuale: dal grande schermo alla realtà

La ragazza più fortunata del mondo tende a rappresentare alcune figure, alcune situazioni che sembrano quasi surreali ed irrealistiche, ma così non sono. Molte frasi, molte scusanti per gli stupratori ed affermazioni screditanti la versione della sopravvissuta sono ripetute ogni giorno a tutte le vittime di violenza sessuale.  Tra gli esempi più palesi si pensi al preside della scuola che considera la versione di Tiffani poco veritiera perché lei aveva bevuto (come se l’incoscienza della ragazza potesse in qualche modo dimostrare consenso); la madre, che non dimostra un briciolo di affetto o empatia nei confronti della figlia. E per finire Luke, il fidanzato, che per tutto il film sembra comunque essere una figura di supporto per Ani, alla fine la colpevolizza per voler agire in maniera pubblica contro il suo aggressore.

Per quanto questo possa sembrare solo un film, vicende simili sono la realtà di molte, in Italia e nel mondo.

Festa del Cinema di Roma: il programma della Casa del Cinema

Festa del Cinema di Roma: il programma della Casa del Cinema

Dal 13 al 23 ottobre, la Festa del Cinema di Roma ospiterà, presso la Casa del Cinema, l’ampio programma di omaggi, restauri, documentari e incontri della sezione Storia del Cinema. Tutti gli eventi saranno a ingresso libero con priorità per gli accreditati della manifestazione.

Il programma si aprirà domani, giovedì 13 ottobre alle ore 15.30, con la proiezione di “Treni – Arrivi”, una raccolta di trenta minuti (la stessa durata dei programmi Lumière) delle più iconiche scene di “arrivi” della storia del cinema. La proiezione è organizzata in occasione della mostra “La memoria delle stazioni”, realizzata da Archivio Luce Cinecittà in collaborazione con Fondazione FS Italiane e curata dalla Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia. A chiusura del programma della Festa, sarà la volta delle più famose “partenze”.

Alle ore 16.45 si terranno i primi due episodi di The Last Movie Stars diretta da Ethan Hawke, docu-serie creata e prodotta da Emily Wachtel insieme a Adam Gibbs e Lisa Long Adler, con Martin Scorsese nel ruolo di produttore esecutivo: l’epica serie in sei parti celebra Paul Newman e Joanne Woodward, la loro lunga e appassionata storia d’amore e l’incredibile talento che li ha resi artisti amati in tutto il mondo. Newman e Woodward, protagonisti dell’immagine ufficiale della diciassettesima edizione della Festa del Cinema, saranno inoltre al centro di un’ampia retrospettiva di quindici film, a cura di Mario Sesti. Le opere in programma raccontano sia la loro carriera individuale che l’intreccio di cinema, amore, recitazione e regia che ha dato vita a pellicole di raffinata costruzione narrativa e di puro divertimento cinematografico: film che appartengono a quello che sembra un percorso di ricerca drammaturgica comune a entrambi e altri che sono semplicemente entrati nell’antologia dei classici. Il primo appuntamento è fissato per domani alle ore 19.30 con A Kiss Before Dying di Gerd Oswald.

Alle ore 21.30, il pubblico potrà assistere al film A Room with a View in omaggio al cinema di James Ivory, premio alla Carriera della diciassettesima edizione: la Festa proietterà inoltre Mr. & Mrs. Bridge, introdotto dallo stesso Ivory, Maurice The Remains of the Day. La Festa ospiterà anche altri omaggi in onore di alcuni amati protagonisti della settima arte. Jean-Luc Godard, recentemente scomparso, sarà ricordato con la proiezione di Une Femme mariée, scelto e presentato da Michel Hazanavicius, mentre Marisa Paredes, membro della Giuria Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior Commedia, sarà omaggiata con la proiezione di Tacones lejanos di Pedro Almodóvar, introdotto dall’attrice spagnola.

Il programma dei Restauri ospiterà una serie di proiezioni a partire da domenica 16 ottobre. Fra queste, Dopoguerra 1920 (episodio di Amori di mezzo secolo di Mario Chiari), I magliari di Francesco Rosi, A noi! di Umberto Paradisi e quelle precedute da incontri: La porta del cielo di Vittorio De Sica, presentato da Christian De Sica, Il ladro di bambini introdotto dal regista Gianni Amelio, L’anatra all’arancia di Luciano Salce, che vedrà la presenza di Ricky Tognazzi e Barbara Bouchet, e La Grande bouffe con Ricky Tognazzi.

Numerosi i documentari in anteprima alla Casa del Cinema a partire da domenica 16 ottobre. Argento Puro di Matteo Ceccarelli è la storia della produzione e del restauro de La porta del cielo, con la testimonianza di Christian De Sica, mentre C’era una volta il Cinema Azzurro Scipioni di Lorenzo Negri racconta vita, morte e rinascita del cinema fondato a Roma negli anni ’80 dal regista Silvano Agosti. Claudia di Franck Saint-Cast mette in scena una delle più famose interviste della storia del cinema, quello di Alberto Moravia a Claudia Cardinale; con L’estate di Joe, Liz e Richard, il regista Sergio Naitza torna sul set sardo di Boom, film di Joseph Losey, con Liz Taylor e Richard Burton, alla ricerca delle cause del flop al botteghino della pellicola. I magnifici 4 della risata di Mario Canale ricostruisce la stagione del nostro cinema che decretò l’enorme successo di Roberto Benigni, Francesco Nuti, Massimo Troisi e Carlo Verdone.

Due film approfondiscono il mistero della morte di Pier Paolo Pasolini secondo ottiche completamente diverse. Pasolini, cronologia di un delitto politico di Paolo Fiore Angelini ricostruisce, attraverso testimonianze e materiale d’archivio visivo, la vera vicenda dell’assassinio del grande artista, mentre Il sogno di una cosa di Leonardo Ferrari Carissimi racconta la teoria del pittore Giuseppe Zigaina sulla morte del suo amico Pasolini, come esito di un progetto artistico.

Steno di Raffaele Rago è un ritratto a più voci di Stefano Vanzina, in arte Steno, uno dei registi più prolifici del cinema italiano; I vestiti dei sogni di Luan Amelio omaggia la grande tradizione del costume cinematografico italiano e lo scomparso Piero Tosi; Virna Lisi – La donna che rinunciò a Hollywood di Fabrizio Corallo è un viaggio nella vita familiare e nella carriera di Virna Lisi, attraverso brani d’archivio e interviste inedite.

Alla Casa del Cinema saranno infine proiettati cinque folgoranti esordi di altrettanti registi per la sezione Absolute Beginners: La bella vita in versione director’s cut, presentato dal regista Paolo Virzì, Morte di un matematico napoletano, introdotto da Mario Martone, La Dernier combat di Luc Besson, Little Odessa di Luc Besson, My Beautiful Laundrette di Stephen Frears.

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