A
Quiet Place 2, il sequel dell’horror diretto da
John Krasinski con Emily Blunt e Cillian Murphy incassa 58,5
milioni di dollari in quattro giorni (da venerdì 28 a
lunedì 31 maggio), di cui 48,3 milioni nei tre giorni del weekend,
con una media a schermo di ben 12.985 dollari. Si tratta del
miglior debutto negli Stati Uniti dell’era della pandemia. Tutte le
recensioni americane sono estremamente positive, il film sembra
essere più ricco di suspence e di azione del primo, e i
critici sono concordi nell’affermare come “A Quiet Place Part II”
sia una incredibile esperienza da vivere al cinema.
Si tratta del miglior debutto
negli Stati Uniti dell’era della pandemia. A Quiet Place
2 ha infatti superato come incasso del primo
weekend il film Godzilla vs Kong. In Italia il film
uscirà il 24 Giugno – Distribuito da Eagle
Pictures.
“Iniziare la collaborazione tra
EAGLE PICTURES e PARAMOUNT PICTURES con il film della ripartenza al
Cinema è per noi fonte di orgoglio. I numeri di AQP2 hanno
dimostrato che di tutte le esperienze che in questi anni sono
mancate di più al pubblico, quella cinematografica è tra le più
importanti”, ha dichiarato Roberto Proia,
Executive Director Theatrical Distribution e Productions di Eagle
Pictures.
Disponibile su Netflix
dal 12 Maggio, l’ultima fatica del regista francese
Alexandre Aja è Oxygen, un
thriller claustrofobico con protagonista assoluta Melanie Laurent. Si tratta del primo film in
lingua francese del regista dai tempi di Alta
Tensione del 2003 e segue il risveglio della protagonista
Liz in una camera criogenica, spazio angusto e con
una riserva di ossigeno che diminuisce rapidamente, incerta su chi
lei sia o come sia arriva li. Girato la scorsa estate nel mezzo
della pandemia COVID, la pellicola ambisce a proporsi come un’opera
soffocante e architettata tecnicamente di tutto punto, esaurendo
tuttavia nel concreto la componente di suspense e colpi di scena
raccolti lungo la via.
Un one-woman show con una superba Melanie Laurent
Melanie Laurent è soggetto unico dell’occhio
cinematografico e restituisce una performance ottimale, che mira a
sottolineare la condizione incerta e precaria della donna,
attraverso svariate intuizioni registiche encomiabili, tra cui una
panoramica a 360 gradi degna di nota. I primi piani fissi sul volto
irrequieto della protagonista riescono a mettere in luce l’intimità
insita a una vicenda che abbraccia l’universale e che, da
serratamente enigmatica all’inizio, si svela nel corso dell’opera
attraverso un’ indagine condotta con pochi strumenti tecnici, ma
tanti ricordi. E’ il ricordo che si configura come veicolo di
conoscenza del sé, come traccia immanente di un’esistenza labile
che tenta disperatamente di fissarsi nel flusso incessante
quotidiano, oltre una realtà futuristica marchiata da una sorte
infausta.
L’esordio di Oxygen ci mostra una
figura che prende improvvisamente conoscenza: il corpo è avvolto in
un bozzolo, ha un tubo inserito nel braccio destro e cinghie di
contenimento che ne serrano il petto. Rapidamente la donna intuisce
di trovarsi all’interno di una camera criogenica ad alta
tecnologia; tuttavia, non riesce a ricordare il suo nome o il suo
passato e si affida a M.I.L.O, un programma di bordo programmato
per monitorarla, per poter sopravvivere. Inizia cosi la sfida
incessante di Liz nel capire come rimanere in vita e utilizzare la
quantità residua di ossigeno in maniera ottimale, oltre al cercare
di capire come sia finita in quello stato.
Oxygen: la debole linea narrativa lo rende un prodotto
derivativo
Sebbene gli ultimi 15 anni di
lavoro ad Hollywood del regista lo hanno visto impegnato in film
horror, in Oxygene – la cui sceneggiatura è curata da Christie
LeBlanc – il focus narrativo sembra essere il tentativo di generare
un’ansia crescente soffocante. L’orologio del tempo che passa e
dell’ossigeno che diminuisce ticchetta in maniera beffarda, mentre
Liz cerca di contattare disperatamente il mondo esterno per
ottenere risposte. Inizialmente lo stato confusionale in cui è
immersa Liz risulta funzionale in termini di creazione e
mantenimento della suspense, per ricostruire la storia del
personaggio. La discrepanza tra realtà dei fatti e memoria fallace
è rilevante alla presa di coscienza di una verità personale, più
che univoca, e identitaria per il singolo. Il tutto è sottolineato
da una superba prova attoriale della Laurent, che riesce a
drammatizzare la situazione di panico in cui si trova la
protagonista, senza inutili virtuosismi melodrammatici.
La debolezza drammaturgica della
pellicola risiede nel fatto che altri prodotti precedenti hanno
trovato un baricentro narrativo nell’unità spazio temporale
capeggiata da un unico personaggio, che tenta di salvarsi in un
contesto altamente ansiogeno. Questo è decisamente un one woman
show, eppure la prestanza attoriale non è sufficiente per
differenziare un prodotto che, al di là di qualche intuizione
formale riconoscibile, fa leva su snodi e sviluppi narrativi poco
efficaci e forzati.
La dimensione del mistero
non riesce dunque ad essere sostenuta da una tensione significativa
e non riesce a svettare completamente, se non per l’intuizione del
percorso di riappropriazione della memoria di Liz, memoria nebulosa
avvolta dall’ipersonno e dalla mancanza di consapevolezza del
proprio essere. Una rilettura della pandemia che cerca di
configurarsi come una commistione di genere ambiziosa, tuttavia
derivativa e piuttosto approssimativa nel suo epilogo. Il bozzolo
della crisalide che avvolge la protagonista la ricopre anche
metaforicamente nel finale, che rappresenta una chiusura narrativa
ulteriore, ben lontana da alcune riflessioni affascinanti, come la
teoria delle emozioni, impulsi chimici che rappresentano reazioni
alle esperienze e, in quanto tali, possono essere conservate come
memorie muscolari e trasformate in dati.
Indubbiamente Oxygen si presenta
come un prodotto notevole rispetto all’offerta ordinaria del
catalogo Netflix e
sostanzialmente un buon film d’intrattenimento, coadiuvato da una
fotografia affascinante e da un montaggio piuttosto ritmato, che fa
si che il pubblico non sappia mai troppo rispetto a Liz, piuttosto
che l’indagine proceda di pari passo. Appurato ciò, le grandi
rivelazioni fondamentalmente non arrivano: la sceneggiatura scopre
delle carte deboli e il motivo di reclusione della protagonista
appare piuttosto bizzarro e dai tratti ben poco avveniristici, a
dispetto di come l’impianto filmico vorrebbe porsi.
Quando si parla di Mortal
Kombat sono i cuori di moltissimi ad accelerare un
battito. La serie di videogiochi è stata amata e giocata da
tantissimi nel corso della sua lunga storia, e gli adattamenti
cinematografici e televisivi non sempre hanno reso il giusto
omaggio alla saga. Adesso ci prova l’esordiente Simon
McQuoid che porta sullo schermo una nuova storia, onorando
il passato e provando a reinventare il futuro, in un film che
arriva in Italia in prima assoluta il 30 maggio su Sky
Cinema Uno alle 21.15 e in streaming su NOW.
Ma chi sono i personaggi coinvolti
in questa nuova avventura che ruota intorno al torneo più letale
della storia? In una profusione di sangue e colpi letali, ecco i
protagonisti di Mortal Kombat (2021).
Mortal Kombat è
disponibile su NOW e anche on demand
su Sky. Iscriviti
a soli 3 europer il primo mese e
guarda il film e molto altro.
Cole Young
Ogni storia che si rispetti deve
avere un protagonista adeguato: un eroe riluttante, che viene messo
in una situazione difficile dalla quale deve provare ad uscire. In
questo caso c’è Cole Young, interpretato da Lewis Tan. Si tratta di
un personaggio originale, inserito nella continuità come erede
ignaro di un grande potere. Senza dover spoilerare troppo il film,
quest’uomo apparentemente ordinario che combatte per 200 dollari a
incontro si ritroverà nel bel mezzo del più grande (e letale)
torneo che l’universo conosca.
Sonya Blade
Lei è un’agente delle
Forze Speciali degli Stati Uniti e lavora in una divisione segreta
che si occupa di sorvegliare e tenere sotto controllo i vari reami.
Nel videogioco, la sua missione è quella di collaborare con Jax per
sconfiggere Kano. Nel film sarà invece colei che aprirà a Cole la
porta del Mortal Kombat, il torneo al quale lui è stato chiamato a
partecipare. Ha anche un conto in sospeso con Kano, che all’inizio
del film è suo prigioniero. È interpretata da Jessica McNamee.
Kano
Nel videogioco, Kano è
il capo del clan del Dragone Nero, e per questo ricercato dalla
squadra speciale di Sonya Blade e Jax. È sicuramente uno dei
cattivi, sebbene sia un cattivo “collaterale”. Nel film è più o
meno lo stesso personaggio, con un conto in sospeso con Sonya, in
particolare e un pessimo rapporto con Jax. All’inizio della sua
avventura è particolarmente vicino ai nostri eroi, salvo poi
rivelare la sua natura più autentica e pagarne il prezzo. È
interpretato da Josh Lawson.
Bi-Han/Sub-Zero
Senza dubbio si tratta di
uno dei personaggi più affascinanti del gioco, nonché di uno dei
più famosi, insieme a Scorpion e Raiden. È lui infatti il più amato
dai videogiocatori ed è l’unico che è presente in ogni singola
declinazione del franchise, tra episodi del gioco, film e serie tv.
Nella continuity, diversi personaggi hanno preso il mantello di
Sub-Zero e per questo ha una identità stratificata, tuttavia,
ultimamente descritto come uno dei discendenti dei Criomanti,
un’antica razza di persone capaci di controllare il potere
elementale del ghiaccio in varie forme.
Nel film, in particolare, lo
conosciamo sotto le sembianze di Bi-Han che come missione ha quella
di uccidere Hanzo Hasashi. Incontriamo entrambi nel prologo del
film e il loro scontro, più avanti nella storia, sarà il momento
più esaltante dell’intera avventura. È interpretato da Joe
Taslim.
Jax
Jackosn Briggs, noto come
Jax, è un soldato americano di grado maggiore a quello di Sonya
Blade. I due fanno parte della stessa squadra e devono
neutralizzare Kano. Nel film, Jax è un agente che è alla ricerca
dei marchiati, coloro che alla nascita sono stati toccati dal
destino per essere i concorrenti della Terra nel Mortal Kombat.
Nonostante sia presto spodestato dal centro della scena, il suo
personaggio è molto divertente, nel film. È interpretato da Mehcad
Brooks.
Lord Raiden
Nel videogioco, Raiden è
uno dei giocatori più forti in assoluto. Nella narrativa classica,
fa parte delle forze del bene e rappresenta il dio del tuono,
mandato sulla Terra dagli Dei anziani per proteggere il genere
umano minacciato da malvagi come Shang Tsung e Shao
Kahn. È lui che organizza il torneo di Mortal Kombat. Nel film, il
personaggio viene fregiato dell’appellativo di Lord Raiden ed è il
leader dei campioni della Terra, nonostante sia una dività di un
altro mondo. A lui si rivolgono Cole e gli altri per essere
addestrati e trovare il proprio arcana, l’abilità sovrumana che
consente ad ogni partecipante al torneo di essere un guerriero
formidabile. È interpretato da Tadanobu Asano.
Hanzo Hasashi/Scorpion
Si tratta di un personaggio
misterioso e affascinante, che con Raiden e Sub-Zero è trai
caratteri più iconici dell’intero franchise. Lui è un ninja spettro
il cui vero nome è Hanzo Hasashi. Ucciso dal primo Sub-Zero
(Bi-Han), fu riportato in vita da Quan Chi e successivamente riuscì
a vendicarsi uccidendo Bi-Han. La storia del personaggio del film
non si discosta troppo da quella sintetizzata per raccontare la sua
parabola nel gioco, anche se nella sceneggiatura, per lui è stato
aggiunto un pizzico di pepe e un legame preciso con il presente e
con uno degli altri personaggi della storia. È interpretato da
Hiroyuki Sanada.
Shang Tsung
Arcistregone di Shao Khan
originario dell’Earthrealm. Si tratta del leader della fazione
avversaria che vuole conquistare la Terra. Nel film è proprio il
leader della squadra dei villain e mostra a tutti la sua
terrificante abilità, il suo arcana, ovvero risucchia le anime
degli avversari per rimanere giovane. È interpretato da Ng Chin
Han.
Liu Kang
Si tratta di uno dei
personaggi principali dell’intera serie e la sua ispirazione è
inequivocabilmente debitrice a Bruce Lee, del quale riprende
aspetto e abilità. Nel film è un monaco Shaolin dell’Accademia Wu
Shi che partecipa al torneo su richiesta di Raiden. Il suo arcana è
molto potente e affascinante, dal momento che Liu controlla il
fuoco e sarà colui che condurrà Cole, Sonya e Kano da Raiden, oltre
ad essere quello che salva la vita a Jax dopo il suo scontro con
Sub-Zero. È molto legato a Kung Lao, che considera un fratello, e
con lui fa parte delle schiere dei campioni della Terra, prima che
Cole, Sonya e Jax si uniscano a loro. È interpretato da Ludi
Lin.
Kung Lao
Nel videogioco, è un
esperto monaco shaolin, si unisce al torneo Mortal Kombat per
uccidere Goro, colui che 500 anni prima aveva ucciso un suo
antenato, il Grande Kung Lao. Nel film è un monaco Shaolin
dell’Accademia Wu Shi che indossa un cappello affilato e ha il
potere di usare l’aria come un’arma, affilando raffiche di vento al
suo comando, oltre ad usare anche il suo cappello come un’arma
offensiva. È un caro amico di Liu Kang e i due si considerano
fratelli, sono i due campioni “ufficiali” della Terra, prima che
arrivino Cole, Sonya e Jax a dare forza alle loro schiere. È
interpretato da Max Huang.
Mileena
Figlia di Shao Khan e sorellastra
di Kitana, Mileena è un ibrido tra un’umana/edeniana e Tarkata
creata dallo stregone Shang Tsung. Nel film la sua storia non
sembra differire molto da quella dei videogiochi, anche se qui non
c’è traccia di Kitana, l’altro famoso personaggio femminile del
franchise. La conformazione della sua bocca svela la sua natura
ibrida ed è letale per chiunque le si avvicini. È interpretata da
Sisi Stringer.
Reiko
Nella storia del
videogioco, non si conosce molto di Reiko, salvo la sua prima
occupazione di generale delle armate di Shinnok. Egli oltre al dio
ha servito anche Shao Kahn, ed è stato generale delle armate della
Fratellanza d’Ombra. La sua posizione rimane quella di servitore,
anche nel film, dal momento che lo troviamo nella schiera di Shang
Tsung, pronto a battersi contro i nostri eroi. È interpretato da
Nathan Jones.
Mortal Kombat è
disponibile in Italia in prima assoluta dal 30 maggio su Sky Cinema
Uno alle 21.15 e in streaming su NOW.
La narrativa del MCU è costruita anche (ma non solo) su una
serie di colpi di scena che hanno letteralmente spiazzato i fan
dell’universo condiviso. Tuttavia, per tutta una serie di ragioni
(inclusa l’aderenza ai fumetti originali), alcuni plot twist sono
stati più prevedibili di altri. Screen
Rant ha raccolto i 10 colpi di scena che i fan dell’Universo
Cinematografico Marvel sono stati in grado di
prevedere:
Sam ottiene di nuovo lo scudo
Alla fine di Avengers:
Endgame, Steve Rogers ha consegnato lo scudo di Captain
America al suo amico di lunga data Sam Wilson, passando così il
mantello dell’eroe, almeno apparentemente. I fan erano quindi
pronti a vedere Sam nei panni di Captain America nelle nuove
avventure del MCU.
Tuttavia, questa transizione ha
avuto una sorta di deviazione all’inizio di
The Falcon and the Winter Soldier, quando Sam Wilson ha
rinunciato allo scudo e ha rifiutato l’idea di seguire le orme di
Steve Rogers. In diversi modi, lo spettacolo ha parlato proprio di
questo, e cioè del viaggio che Sam ha dovuto intraprendere per
riconquistare lo scudo e abbracciare il suo destino prima del
finale, proprio come i fan sapevano che avrebbe fatto.
Quentin Back è il cattivo di turno
I fan dei fumetti di
Spider-Man sanno che Mysterio è apparso come cattivo a partire
dagli anni ’60. Per questo motivo, molti erano sospettosi quando
Quentin Beck si è presentato in Spider-Man: Far From Home sostenendo di essere un
supereroe proveniente da un’altra dimensione.
Tuttavia, Quentin Beck si è subito rivelato nient’altro che un
malvagio ciarlatano. Ha usato droni e ologrammi per fingere tutte
le sue gesta eroiche, ingannando sia Nick Fury che Spider-Man.
Anche se i fan sapevano da sempre che si trattava di un cattivo, il
personaggio è comunque riuscito a dare una svolta alla storia
rivelando l’identità di Spider-Man al mondo e incastrandolo per il
suo omicidio.
La morte di Pietro
Prima che la Disney
acquistasse la Fox, i personaggi degli X-Men non potevano essere
utilizzati nei film Marvel. Tuttavia, la questione sui
diritti dei personaggi di Quicksilver e Scarlet Witch era un
tantino più complicata, e alla fine consentiva a entrambi gli studi
di utilizzare i personaggi nei loro film. Sebbene Scarlet Witch non
fosse presente nei film degli X-Men, Quicksilver era invece uno
personaggio di supporto preferito dai fan.
Quando il MCU ha introdotto i fratelli, i fan
hanno pensato che sarebbe stato troppo confusionario per entrambi
gli studi avere Quicksilver come personaggio principale, il che
significava che la versione MCU probabilmente non sarebbe
durata a lungo. Inoltre, il marketing di Avengers:
Age of Ultron aveva messo in evidenza degli scatti di
Wanda in lutto, portando i fan a capire da subito quale sarebbe
stato il destino di Pietro.
Il ritorno di Bucky
In
Captain America: Il primo Vendicatore, al pubblico è stato
presentato per la prima volta James Buchanan “Bucky” Barnes, il
migliore amico di Steve Rogers. Quando Bucky è caduto da un treno,
sembrava che fosse andato incontro alla sua fine. Dopo che Steve
Rogers è stato congelato e si è svegliato nel presente, sembrava
improbabile che avrebbe rivisto il suo amico apparentemente
deceduto degli anni ’40.
Tuttavia, i fan dei fumetti sapevano
che Bucky sarebbe tornato come Soldato d’Inverno, cosa che di fatto
è accaduta nel successivo film dedicato a Captain America. Sebbene
questa svolta fosse abbastanza ovvia, è quella che i fan hanno
adorato di più, con Bucky che è diventato un personaggio
estremamente apprezzato del MCU.
La trasformazione di Mordo
Nei fumetti, Karl Mordo è
uno stregone geloso e avido che si è allenato sotto la guida
dell’Antico, prima di tradire sia lui che Doctor Strange. È un
cattivo importante che funge da supporto per Doctor Strange, quindi
quando è apparso nel film omonimo, i fan sapevano che era solo
questione di tempo prima che passasse al lato oscuro.
Anche
se il suo arco narrativo era ben noto, il film ha comunque gestito
bene la sua trasformazione, regalandogli un viaggio credibile che
ha reso comprensibile la sua decisione di denunciare i Maestri
delle Arti Mistiche.
Il vero ruolo di Jude Law
Questa vale come regola
generale del MCU: quando un attore di serie A
viene scelto per un ruolo non specificato o come personaggio con un
nome generico, di solito interpreta sempre il cattivo della storia.
Questo è stato il caso del ruolo di Jude Law in Captain
Marvel, quando la Marvel non ha confermato l’identità
del suo personaggio prima dell’uscita del film, portando molti a
ipotizzare che fosse, in realtà, proprio il cattivo.
Nel film, Law ha interpretato
Yon-Rogg, un comandante Kree e seguace dell’Intelligenza Suprema
che ha ucciso Mar-Vell.
Qualcun altro stava tirando le fila in Civil War
Nella maggior parte dei
film in cui due eroi si affrontano l’uno contro l’altro, gli eroi
combattono prima di allearsi per affrontare un nemico comune. A
causa di questo tropo, i fan si aspettavano che qualcun altro
stesse tirando le fila in Captain
America: Civil War, manipolando i Vendicatori per farli
combattere l’uno contro l’altro.
Questo sospetto era fondato: è stato
infatti rivelato che c’era il Barone Helmut Zemo dietro l’attentato
a Vienna e che lui stesso aveva incastrato il Soldato d’Inverno per
mettere Iron Man contro Capitan America. Il Barone Zemo è stato
mosso contro i Vendicatori dalla vendetta. Il motivo? Aveva perso
la sua famiglia durante la battaglia degli eroi contro Ultron.
Agatha… All Along!
Durante la sua messa in
onda, WandaVision ha costantemente suscitato voci e teorie
dei fan in merito al finale dello show. Mentre molte di queste
teorie alla fine si sono rivelate false, quasi tutte riguardavano
Agnes, la vicina di casa di Wanda, che abbiamo poi scoperto essere
la strega Agatha Harkness.
Attraverso una canzone divenuta
ormai iconica, è stato rivelato che Agnes era davvero la malvagia
Agatha Harkness, proprio come sospettavano i fan. La serie ha dato
molti indizi sul fatto che fosse proprio lei la cattiva. Dopotutto,
i fan sapevano che quanto Kathryn Hahn fosse talentuosa per
interpretare soltanto una “semplice” vicina di casa…
Loki è ancora vivo
Nel MCU, proprio come nei fumetti, sono
pochi i personaggi che sembrano morire sullo schermo e che in
realtà restano tali. Ciò è confermato ancora di più quando si
tratta del Dio dell’Inganno, Loki. Dopo aver simulato la sua morte
in Thor: The
Dark World, i fan erano riluttanti a credere che Loki
fosse scomparso per sempre quando Thanos lo ha ucciso all’inizio di
Avengers:
Infinity War.
Sebbene Loki non sia tecnicamente tornato dalla morte questa
volta, la sua versione alternativa della linea temporale è riuscita
a impossessarsi del Tesseract e sfuggire alla cattura, creando una
nuova linea temporale in cui è ancora vivo, impostando il suo
ritorno nel MCU nell’attesa serie Loki targata Disney+.
I Vendicatori annullano lo Snap
Da quando è apparso per la
prima volta nella scena dopo i titoli di coda in The
Avengers, il MCU ha costruito l’inevitabile resa
dei conti tra Thanos e gli Avengers. Il risultato finale non ha
deluso, portando a una conclusione scioccante in cui Thanos ha
strappato via metà della popolazione dell’universo in Avengers:
Infinity War.
Sebbene lo Snap sia stato un momento
audace e iconico, i fan sapevano che questa azione alla fine
sarebbe stata annullata. A livello pratico, la Marvel non ucciderebbe mai in modo
permanente metà dei suoi personaggi, specialmente quando molti di
loro avevano già dei sequel in lavorazione. Gli Avengers hanno
trovato un modo per invertire lo Snap e riportare in vita tutti i
personaggi che erano stati spazzati via dall’esistenza in
Avengers:
Endgame, senza sorprendere nessuno.
Oggi scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su
Lili Reinhart, la giovanissima e talentuosa interprete
della serie della CW,Riverdale.
Lili Reinhart film
10. Nata il 13
settembre del 1996 a Cleveland, in Ohio, Stati
Uniti, Lili Reinhart da piccola sviluppa fin da subito una passione
per la recitazione e le arti figurative in
generale. All’età di dieci anni comincia a prendere lezioni di
danza e si esibisce in molte produzioni locali di
musical famosi. La sua naturalezza sul palco e il suo incredibile
talento la portano a firmare il primo contratto con un’agenzia di
talent a soli 11 anni.
9. Grazie quindi
al suo manager e al sostegno di sua madre, Lili comincia a
viaggiare per il paese, da Cleveland a New York, per partecipare
alle audizioni per numerosi progetti teatrali,
cinematografici e televisivi. Almeno una volta al mese, madre e
figlia, dopo aver setacciato il web in cerca di ruoli
particolarmente interessanti, si mettono in viaggio per le
audizioni. Proprio durante uno dei suoi viaggi mensili, Lili
incontra Dara Gordon, che nel 2011 diventa
ufficialmente la sua agente.
8. Dal 2012 in
poi, grazie allo splendido lavoro della sua manager, Lili inizia a
partecipare ai primi importanti progetti cinematografici come
Not Waving But Drowing (2012), The Kings
of Summer (2013), Miss Stevens (2016),
Galveston (2018) e Hustlers (2019).
In quest’ultimo film, scritto e
diretto da Lorene Scafaria, Lili Reinhart recita
al fianco di attrici e cantanti famose come Jennifer
Lopez, Constance Wu, Cardi
B e Lizzo.Hustlers – conosciuto
in Italia con il titolo Le ragazze di
Wall Street – Business Is Business – racconta la
storia di un gruppo di spogliarelliste decise a far soldi
sfruttando la propria clientela di ricconi senza scrupoli.
7. L’ultimo film
di Lili Reinhart è, tuttavia, Chemical
Hearts, in uscita il 21 agosto 2020 e
disponibile solo su Amazon Prime
Video.
Lili Reinhart serie tv
6. Ma la carriera
di Lili Reinhart non si sviluppa solo sul grande schermo.
L’attrice, a partire dal 2010, inizia a muovere i primi passi anche
in televisione aggiudicandosi piccoli ruoli in serie tv famose come
Scientastic! (2010), Law & Order –
SVU (2011), Surviving Jack (2014) e
Coocked, un film tv del 2015.
5. Ma la vera
svolta nella carriera di Lili Reinhart arriva nel 2017 quando viene
scelta per entrare a far parte della nuova serie della
CW, dal titolo Riverdale.
La serie è tratta dai famosi
fumetti della Archie Comics, casa editrice
statunitense responsabile anche della pubblicazione delle storie di
Sabrina Vita da Strega, che hanno a loro volta ispirato la
serie Netflix,Le terrificanti
avventure di Sabrina. Riverdale – che
inizialmente doveva essere realizzata come film – è stata adattata
alla tv da Roberto Aguirre-Sacasa, a capo
dell’ufficio creativo della Archie Comics, e prodotta
da Greg Berlanti, produttore di serie tv di
successo come Dawson’s Creek e
Everwood e delle serie dell’universo DC
Comics, Arrow, Supergirl, Flash e Legends of
Tomorrow.
Lili Reinhart in Riverdale
4. La serie
racconta della vita della piccola cittadina di
Riverdale, sconvolta dalla tragica morte dello
studente Jason Blossom. Tutti in città cercano di dimenticare quel
drammatico evento e di andare avanti, compreso Archie Andrews
(KJ
Apa), deciso a intraprendere una carriera in campo
musical e di non seguire le orme del padre.
A causa però della fine della sua
relazione clandestina con l’insegnante di musica, Archie si trova
senza mentore e senza il sostegno del suo migliore amico Jughead
Jones (Cole
Sprouse), con cui ha litigato durante l’estate.
Ma c’è ancora qualcuno che potrebbe aiutare Archie, la sua vicina
di casa Betty Cooper (Lili Reinhart), segretamente
innamorata di Archie, vittima della sua prepotente madre Alice
(Mädchen
Amick ).
Cole Sprouse e Lili Reinhart in Riverdale – Fonte:
IMDB
Tutto sembra tornare pian piano
alla normalità, fino all’arrivo in città di Veronica Lodge
(Camila
Mendes) e di sua madre Hermione (Marisol
Nichols). La ragazza sembra subito sentire un’attrazione
verso Archie, attrazione ricambiata, e che manderà la povera Betty
su tutte le furie. Ma a Riverdale ben presto i ragazzi si
accorgeranno che ci sono cose più pericolose di un cuore
spezzato…
Riverdale, in onda
sul canale della CW dal 2017, a oggi conta al suo
attivo ben 5 stagioni e 76
episodi.
Lili Reinhart curiosità
3. Essendo una
delle protagonista della serie teen drama più famosa degli ultimi
anni, Lili Reinhart è sempre sulla bocca di tutti. Amatissima dai
fan e ancor più amata dai giornali scandalistici, negli anni Lili
ha condiviso molto della sua via privata, puntando i riflettori su
tematiche scomode ma molto importanti.
In una non troppo recente
intervista, Lili Reinhart ha confessato di soffrire di disturbi
derivati dall’ansia e dalla
depressione, che combatte da quando era poco più
che adolescente. Sempre seguita da un terapista, per anni ha
cercato di nascondere i suoi problemi, forse preoccupata del
giudizio delle persone. A darle coraggio a condividere la sua
esperienza, pare sia stata Demi
Lovato, sempre molto aperta e sincera a proposito
della sua costante lotta contro depressione,disturbi alimentari, disturbi
mentali e abuso di alcol.
2. A contribuire
allo stato d’ansia e di insicurezza di Lili Reinhart, negli anni è
stata anche la pratica ormai diffusa sul web del body
shaming. Mentre i media si affannano a proporre
un’immagine irreale e quasi irraggiungibile di bellezza, alcuni
utenti della rete si divertono a puntare il dito sulle naturali
imperfezioni delle star del cinema. Lili per anni è stata vittima
di body shaming; nonostante la sua perfetta forma fisica, l’attrice
è stata spesso accusata di essere sovrappeso o
addirittura di sembrare incinta. Ebbene,
Lili Reinart non ha una figlia né tanto meno ne
aspetta una.
Lili Reinhart fidanzato
1. Ma se il suo
aspetto e il suo look sono sempre passati al microscopio dai media
e dai fan, la sua vita sentimentale è sempre al centro di ogni
discussione la riguardi.
Lili Reinhart e Cole Sprouse
Dopo aver ufficializzato nel 2018
la sua relazione con l’attore e collega Cole
Sprouse, i giornali scandalistici per molto tempo
hanno seguito ogni mossa della coppia. I due si sono conosciuti nel
2017 sul set di Riverdale e pare
abbiano iniziato a frequentarsi proprio quell’anno. Solo un anno
più tardi, però, dopo essere stati paparazzati in atteggiamenti
affettuosi durante una vacanza alle Hawaii, la coppia ha reso
ufficiale la relazione.
Nonostante siano entrambi due
giovani star del mondo dello spettacolo, sia Lili che Cole hanno
tentanto negli anni di vivere la propria relazione nella maniera
più privata possibile, tuttavia senza riuscirci. A luglio
del 2019, infatti, sui giornali scandalistici di tutto il
mondo inizia a rimbalzare la notizia della loro
rottura, mai stata confermata da nessuna delle parti.
A causa di questo silenzio stampa,
per così dire, sulla relazione di Lili Reinhart e Cole
Sprouse è calato un velo di mistero. Oggi, infatti, non
sappiamo se la coppia è ancora insieme o se i rumors del
2019 erano in effetti fondati.
Per essere sempre aggiornati sulla
vita privata e professionale di Lili Reinhart,
seguite i suoi account ufficiali Instagram e
Twitter.
Il giovane attore e modello
Hero Fiennes-Tiffin è divenuto celebre per aver
avuto un piccolo ruolo all’interno della celebre saga di Harry
Potter. In seguito, ha raggiunto una più ampia fama grazie a ruoli
da protagonista in popolari film sentimentali. Proveniente da una
nota famiglia di attori, come il suo cognome lascia intuire,
l’attore è ora al banco di prova, atteso in ruoli che possano
confermarne la versatilità e le doti interpretative. Ecco
10 cose che non sai su Hero-Fiennes-Tiffin.
Parte delle cose che non sai su Hero-Fiennes-Tiffin.
Hero Fiennes-Tiffin: i suoi film e
le serie TV
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Dopo aver esordito al cinema con un piccolo
ruolo nel film Bigga Than Ben (2008), l’attore si fa
conoscere grazie alla sua interpretazione del giovane Tom Riddle
nel film Harry Potter e il
principe mezzosangue (2009). In seguito a tale popolarità,
recita nel film Private Peaceful (2012). Torna poi da
protagonista al cinema recitando nel film After (2019), basato sull’omonimo romanzo. Qui
condivide la scena con l’attrice Josephine Langford, e i due tornano poi a
recitare anche nel sequel After 2
(2020). Nel 2021 sarà Jim Albright in First Love.
Quest’anno ritornerà anche nei panni di Hardin Scott nell’atteso
After
3.
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso degli anni l’attore ha
partecipato anche ad alcune serie TV, che hanno contribuito ad
aumentarne la celebrità presso il grande pubblico. In particolare,
Fiennes-Tiffin è comparso nel ruolo di Iaon Fuller in Safe
(2018) e in quello di Jake nella serie Cleaning Up
(2018).
3. Ha vinto un ambito
premio. Nel 2019 l’attore viene candidato come miglior
attore di un film drammatico per il suo ruolo
in After ai Teen Choice Award, i premi dove a
decretare i vincitori sono propri i giovani spettatori. Questi
hanno premiato Fiennes-Tiffin permettendogli di vincere l’ambito
riconoscimento.
Hero Fiennes-Tiffin è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 4,5 milioni di persone.
All’interno di questo Fiennes-Tiffin è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago o raffiguranti curiosità
quotidiane. Non mancano poi immagini dei luoghi da lui visitati ma
anche molte foto scattate per servizi di moda.
Hero Fiennes-Tiffin e
Ferragamo
5. È il nuovo testimonial
della casa di moda. A partire dal 2019 l’attore è stato
scelto come volto per la nuova fragranza maschile della nota casa
di moda. Nel 2020, infatti, Fiennes-Tiffin sarà protagonista della
nuova campagna pubblicitaria, mentre sempre per Ferragamo è già
apparso come testimonial della collezione autunno/inverno.
L’interprete porta così avanti, parallelamente alla recitazione, la
sua carriera da modello.
Parte delle cose che non sai su Hero-Fiennes-Tiffin.
Hero Fiennes-Tiffin non ha una
fidanzata
6. Ha dichiarato di non
avere una relazione. Nonostante alcune voci che lo
vedevano in una relazione con la sua co-protagonista in
After, l’attore ha rivelato di non aver mai avuto una vera
e propria storia d’amore, né una fidanzata che potesse definirsi
tale. Attualmente, infatti, l’attore sembra essere single,
concentrato esclusivamente sul proprio lavoro. Quindi sia Hero che
Josephine sono single.
Hero Fiennes-Tiffin in Harry
Potter
7. È stato scelto per un
particolare motivo. Nel sesto film dedicato alla celebre
saga cinematografica, l’attore ha ricoperto il ruolo di un
giovanissimo Tom Riddle, ben prima che questi diventasse il temuto
Lord Voldemort. Il regista David Yates ha
affermato di non averlo scelto poiché imparentato con Ralph
Fiennes, interprete della versione adulta di
Voldemort, nonostante la somiglianza sia stata decisiva, ma perché
in grado di sfoggiare l’umore oscuro tipico del personaggio.
Hero Fiennes-Tiffin in After
8. È più giovane della sua
co-protagonista. Benché nel romanzo il personaggio di
Hardin sia di un anno più grande di Tessa, accentuando la
differenza tra i due, Fienne-Tiffin è in realtà di tre mesi più
piccoli dell’attrice Josephine Langford, sua
co-protagonista nel film After.
9. I tatuaggi sfoggiati
sono finti. Nel film Fiennes-Tiffin è presente in diverse
scene a petto nudo, dove sfoggia diversi tatuaggi, divenuti
caratteristici del personaggio. Questi sono tuttavia dei semplici
trucchi applicati all’attore, il quale ha dichiarato di non
possedere tatuaggi.
Hero Fiennes-Tiffin: età e
altezza
10. Hero Fiennes-Tiffin è
nato a Londra, Inghilterra, il 6 novembre 1997.
L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.
Al di là del fatto che si possa
amare o odiare la
Snyder Cut di Justice
League, è innegabile che una delle scene più belle del
taglio di Zack Snyder sia il viaggio indietro nel tempo
di Flash. La sequenza, visivamente sbalorditiva, mostra Barry Allen
che corre più veloce che può per far tornare indietro il tempo e
annullare così la vittoria di Steppenwolf.
Ora, il supervisore agli effetti
visivi della Snyder
Cut,John DJ Des Jardin, ha rivelato che,
inizialmente, i dirigenti della Warner Bros. non avevano capito il
viaggio di Flash attraverso la “Forza della Velocità”. “È
divertente, perché quel momento c’è sempre stato nella storia.
Avevamo già girato in quel modo nel 2016. Forse era qualcosa… non
lo so, legato all’umore dello studio in quel preciso momento… ma ad
essere onesti, non riuscivano a capire quella scena”, ha
spiegato.
“Lo dicevano chiaramente: ‘Non
capiamo questa roba’. Forse a causa della precedente natura della
scena, o forse a causa del lavoro sugli effettivi visivi in fase di
montaggio… può essere stata qualsiasi la ragione. È una delle prime
cose che hanno escluso dal film dopo aver fatto fuori Zack,
purtroppo. Ad ogni modo, ho davvero amato il respiro, la profondità
e la portata che ha dato a quelle grandi idee che sono in quelle
immagini”.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Noto attore televisivo, Tom
Ellis è conosciuto in particolar modo per le serie
Merlin e Lucifer.
Quest’ultima in particolare ha contribuito al consolidamento della
sua popolarità. Interpretando l’angelo Lucifero, infatti, Ellis ha
potuto sfoggiare numerose sfumature del suo talento, affermandosi
come uno dei più apprezzati protagonisti della televisione.
Ecco 10 cose che non sai su Tom Ellis.
Tom Ellis: i suoi film
1. Ha recitato in alcuni
film per il cinema. L’attore debutta al cinema con il film
High Heels and Low Lifes (2001), per poi recitare in
Buffalo Soldiers (2001), I’ll Be There (2003),
Il segreto di Vera Drake (2004), The Best Man
(2005), Calon Gaeth (2006), Miss Conception
(2008) e Non è romantico? (2019), dove recita accanto
all’attrice Rebel
Wilson.
2. È noto per i suoi ruoli
televisivi. L’attore ottiene una prima popolarità
televisiva recitando nella serie Nice Guy Eddie (2002),
per poi prendere parte a Waking the Dead (2005), No
Angels (2005-2006), EastEnders (2006), Suburban
Shootout (2006-2007), The Passion (2008), Harley
Street (2008), Monday Monday (2009) e Merlin
(2010), con cui si afferma ulteriormente tra il grande pubblico.
Successivamente recita in The Fades (2011), Gates
(2012), Rush (2014), Miranda (2009-2015) e
Lucifer (2015-2020), con cui consacra la propria carriera
recitando nel ruolo del protagonista. Nel 2021 arriverà su Netlfix
la
sesta e ultima stagione di Lucifer.
Tom Ellis è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 5,6 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o
colleghi. Non mancano inoltre immagini promozionali dei propri
progetti da interprete, nonché curiosità dal dietro le quinte dei
set da lui frequentati.
Tom Ellis: chi è la moglie
4. È stato
sposato. Nel 2006 Ellis conosce l’attrice Tamzin
Outhwaite, che sposa nello stesso anno. Per tutta la durata del
matrimonio la coppia manterrà un profilo basso, tenendo la propria
vita privata lontano dai riflettori. È risaputo che i due hanno
avuto due figlie, e che nel 2013 hanno annunciato la separazione.
Nel 2014 ufficializzano il divorzio.
5. Si è sposato una seconda
volta. Il 1° giugno del 2019 l’attore sposa la
sceneggiatrice e produttrice televisiva Meaghan
Oppenheimer, con la quale si frequentava già dal 2015.
Anche in questo caso Ellis ha dimostrato la volontà di tenere la
loro vita sentimentale lontano da possibili gossip.
Nora Ellis, Chi è la primogenita
Nel 2005, la ex fidanzata Estelle
Morgan ha dato alla luce la loro primogenita, Nora Ellis, che oggi
ha 16 anni ed è molt legata al padre Tom. TOM è stato in
seguito sposato, dal 2006 al 2014, con l’attrice Tamzin Outhwaite
da cui ha avuto tre figlie; Florence Elsie Ellis e Marnie Mae Ellis
e Giulia Ellis.
Tom Ellis a Roma
6. Ha incontrat i suoi fan
nella capitale italiana. Dal 13 al 17 maggio 2020 l’attore
è stato presente ad alcune convention dedicate alla serie di cui è
attualmente protagonista: Lucifer. Queste si sono tenute
all’Hilton Hotel di Roma, e in tali occasioni Ellis ha incontrato i
fan, rispondendo alle loro domande riguardo la serie.
Tom Ellis è Lucifer
7. È realmente lui a
cantare nella serie. All’interno della serie
Lucifer, il personaggio di Ellis è in più occasioni
impegnato in alcune scene di canto. Contrariamente a quanto si
pensava, la voce è proprio dell’attore, che dunque esegue i brani
senza l’utilizzo di controfigure canore. Tra le sue qualità vi è
infatti anche quella del canto.
8. Non sapeva
dell’esistenza del fumetto di Lucifer. L’attore
ha ammesso che quando gli fu proposto il ruolo del protagonista
della serie non sapeva che questo fosse basato su di un fumetto. È
stato solo in seguito all’aver ottenuto la parte che, leggendo un
articolo a riguardo, scoprì le origini del personaggio.
Tom Ellis in Merlin
9. È la serie che lo ha
reso noto. Nel 2010 l’attore ricopre il ruolo del re
Cenred in quattro episodi della serie Merlin, incentrata
sulle avventure del celebre mago Merlino. Grazie a questo ruolo,
l’attore ha potuto ottenere una buona popolarità, che gli ha
permesso di ottenere ulteriori ruoli tanto al cinema quanto in
televisione.
Tom Ellis: età e altezza
10. Tom Ellis è nato a
Cardiff, in Galles, il 17 novembre 1978. L’attore è alto
complessivamente 191 centimetri.
Meno di
Trenta, il premio dedicato ai giovani attori
italiani sotto i 30 anni, ha assegnato i premi
principali della sua seconda
edizione.
La premiazione si svolgerà venerdì
18 Giugno nell’ambito del “Festival del
Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri – Le Professioni del
Cinema”, giunto alla sua decima edizione e
presieduto da Donatella Cocchini con la direzione
artistica di Fabrizio Cattani; la manifestazione,
dedicata da sempre ai professionisti del dietro le quinte, ha
deciso quest’anno di puntare i riflettori sui talenti under
30 ospitando la seconda edizione di Meno di
Trenta.
La giuria stampa,
composta da Giulia Bianconi (Il Tempo, Ciak),
Lucrezia Leombruni (Diregiovani), Chiara
Nicoletti (FRED Film Radio), Damiano
Panattoni (Hotcorn.com), Gianluca
Pisacane (Famiglia Cristiana, Rivista del Cinematografo) e
Caterina Sabato (Cinematographe.it, Ciak) ha
decretato i vincitori basandosi sulle cinquine che
hanno preso in considerazione le uscite dal 1° dicembre
2019 al 30 novembre 2020.
Per il premio Migliore
Attrice – Cinema le vincitrici sono ex
aequo: Ludovica Francesconi per il ruolo
ironico e toccante della protagonista Marta nel teen drama
“Sul più bello” di Alice Filippi –
prodotto per Eagle Pictures da Roberto Proia in collaborazione con
Weekend Film e distribuito da Eagle Pictures, presentato
all’edizione 2020 di Alice nella Città e di cui sono in corso le
riprese dei due sequel – e Beatrice Grannò ne
“Gli Indifferenti” di Leonardo Guerra Seràgnoli
per il complesso ruolo di Carla, di matrice letteraria moraviana;
il film è prodotto da Vision Distribution e Indiana Production in
collaborazione con Le Spectre, Nightswim SRL, Sky
Italia, Amazon Prime Video, e distribuito da Vision
Distribution.
Il premio Miglior Attore –
Cinema è stato assegnato a Mattia Garaci
per il film “Padrenostro” di Claudio
Noce: una produzione Lungta Film, PKO Cinema & Co, Tendercapital
Productions in collaborazione con Vision Distribution e con il
sostegno della Calabria Film Commission, distribuito da Vision
Distribution e presentato alla 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia nella Selezione Ufficiale In Concorso.
Il giovanissimo attore si è misurato al suo debutto con il ruolo di
Valerio recitando al fianco di Pierfrancesco Favino, vincitore
della Coppa Volpi proprio per l’interpretazione in
“Padrenostro“.
Proseguendo con i premi dedicati
alla serialità televisiva, il Miglior Attore – Serie
TV è Massimiliano Caiazzo per
“Marefuori” di Carmine Elia, in cui interpreta il
ruolo chiave di Carmine, figlio di una nota famiglia di camorristi
di Napoli da cui cerca di fuggire con l’aiuto del comandante
dell’Istituto di Pena Minorile di Napoli. La serie è una
coproduzione Rai Fiction-Picomedia andata in onda su Rai2, e sono
in corso le riprese della seconda stagione.
Con il ruolo di “Sana”, ragazza
italiana di seconda generazione che convive con il difficile
equilibrio tra i suoi valori e quelli dei suoi compagni di liceo,
la Migliore Attrice – Serie TV è stata
Beatrice Bruschi
per “SKAM Italia –
stagione 4” di Ludovico Bessegato
, una
co–produzione Cross Productions e TIMVISION.
La quarta stagione è arrivata a maggio 2020 in contemporanea su
TIMVISION e Netflix.
Meno di
Trenta prosegue con la tradizione di due
premi speciali che valorizzino talenti diversi da quello
per la recitazione. Il primo premio speciale, già annunciato nei
mesi scorsi, è stato assegnato a Ludovico Di
Martino, regista ventottenne che negli
ultimi anni ha firmato progetti prestigiosi per il cinema e per la
TV; tra i lavori da lui diretti spicca la terza stagione di SKAM
Italia, teen drama realizzato da una crew particolarmente giovane
nonché amato dagli adolescenti. L’ultimo lungometraggio diretto da
Ludovico Di Martino, l’action thriller “La belva”,
per diverse settimane ha avuto inoltre il privilegio di restare
inserito nella top ten dei film più visti su Netflix in 190
paesi.
A Matteo Bendinelli,
giovanissimo sound designer, spetterà invece
il secondo premio speciale. Il suo curriculum
spazia da “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino – cui ha preso
parte nel 2013 – alle «palestre» di Leonardo Pieraccioni,
Francesco Patierno e Terence Hill. Ha lavorato al film “Un giorno
all’improvviso” di Ciro d’Emilio, ed è reduce dal successo
professionale de “I Predatori” di Pietro Castellitto, uno dei
film-rivelazione all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e in
generale dell’ultima stagione cinematografica. Un vero e
proprio “re dei suoni” che incarna alla perfezione “l’altra faccia
del cinema”: quello reale e concreto fatto da veri artigiani.
Assegnare il secondo premio speciale
in chiave under 30 ad una professione poco conosciuta al
grande pubblico – quella del sound designer – assume per
Meno di Trenta un valore aggiunto,
essendo la premiazione ospitata, oltretutto, dal “Festival
del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri – Le Professioni del
Cinema” dedicato storicamente ai mestieri del cinema.
È molto probabile che ciò accada
(sappiamo anche che Pugh riprenderà il ruolo di Yelena nella serie
Hawkeye
con
Jeremy Renner) e proprio durante un’intervista con Total Film,
l’attrice candidata all’Oscar per Piccole
donne ha parlato del ruolo che questo “passaggio di
consegne” avrà nel film di Cate Shortland.
“Anche se è ovvio che è li che
tutti voglio essere condotti dalla storia, pensando a cosa potrà
accadere in futuro, questo film non è mai stato veramente pensato
in quell’ottica”, ha spiegato Pugh. “Piuttosto, il suo
obiettivo principale è sempre stato quello di concludere il viaggio
di Natasha/Scarlett nel MCU”. Dopotutto, qualsiasi
cosa vedremo nel film sarà di certo destinata a contestualizzare
ancora meglio il perché del sacrificio che Natasha ha compiuto in
Endgame…
E proprio in merito di Scarlett Johansson, nella medesima intervista
l’attrice ha avuto la possibilità di elogiare proprio il talento di
Pugh. “Ha davvero una bellissima carriera davanti a sé”,
ha detto. “È una persona veramente speciale”. L’attrice ha
anche rivelato che i fan hanno accolto con estremo entusiasmo il
personaggio di Yelena durante le proiezioni di prova. “Il suo
personaggio e la sua interpretazioni sono stati davvero molto
amati.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Basato sulla serie di libri
Harlequin di Robyn Carr, il romanzo contemporaneo è incentrato sul
recente trasferimento dell’infermiera Melinda Monroe
(Alexandra
Breckenridge) nella remota città californiana di
Virgin River. Desiderando un nuovo inizio, Monroe scopre presto che
vivere in una piccola città non è così semplice come si aspettava e
che deve imparare a guarire se stessa prima di poter davvero fare
di Virgin River la sua casa.
Virgin River 3: quando esce e dove vederla in streaming
La terza stagione di Virgin
Riveruscirà il 9 luglio 2021, e
sarà in esclusiva su Netflix. dunque sarà
possibile vedere Virgin River 3 in streaming in
tutti i paese dove il servizio è attivo.
Virgin River 3: la trama e il cast
Deadline ha rivelato che Zibby Allen e Stacey Farber entrano
nel cast della terza stagione di Virgin River. Allen interpreterà
Brie, la sorella di Jack (Martin Henderson). Brie è un
avvocato intelligente, duro, coraggioso e molto divertente. Farber
ricorre nei panni di Tara Anderson, la figlia di Lilly (Linda
Boyd), che finalmente incontriamo in questa stagione poiché la sta
aiutando con Baby Chloe mentre i suoi altri tre fratelli vivono
lontano da casa.
In Virgin River 3
ritorneranno i protagonisti
Alexandra Breckenridge nel ruolo di Melinda “Mel”
Monroe, un’infermiera praticante che si è recentemente trasferita a
Virgin River; Martin Henderson nei panni di Jack
Sheridan, proprietario di un bar di un ristorante locale ed ex
Marine degli Stati Uniti che soffre di PTSD; Colin
Lawrence nei panni di John “Preacher” Middleton, un caro
amico americano di Jack che lavora come chef al Jack’s Bar;
Jenny Cooper nel ruolo di Joey Barnes, la sorella
maggiore di Melinda; Lauren Hammersley nel ruolo
di Charmaine Roberts, amica di Jack con benefici; Annette
O’Toole nel ruolo di Hope McCrea, il sindaco di Virgin
River e Tim Matheson nel ruolo di Vernon “Doc”
Mullins, MD, il medico locale.
Nei ruoli ricorrenti ritroveremo
Daniel Gillies nel ruolo di Mark Monroe, il marito
defunto di Mel. Benjamin Hollingsworth nei panni
di Dan Brady, un collega veterano più giovane che ha prestato
servizio nei Marines statunitensi con Jack e sta lottando per
riadattarsi alla vita civile. Grayson Gurnsey nei
panni di Ricky, un giovane che lavora al Jack’s Bar e che vuole
unirsi ai Marines statunitensi. David Cubitt è
Calvin, l’uomo che gestisce la fattoria illegale dall’altra parte
del Virgin River. Lexa Doig nel ruolo di Paige
Lassiter / Michelle Logan, proprietaria di un camion da forno
chiamato “Paige’s Bakeaway” e Ian Tracey è Jimmy,
il braccio destro di Calvin.
Zibby Allen (The Flash, Grey’s
Anatomy) si unirà al cast di Virgin River come nuovo regular della
serie e Stacey Farber (Saving Hope, Diggstown) è stata scelta per
un ruolo ricorrente. Allen interpreterà Brie, la sorella di Jack
(Martin Henderson). Brie è un avvocato intelligente, duro,
coraggioso e molto divertente. Farber torna nei panni di Tara
Anderson, la figlia di Lilly (Linda Boyd), che finalmente
incontriamo in questa stagione poiché la sta aiutando con Baby
Chloe mentre i suoi altri tre fratelli vivono lontano da casa.
Emma Stone è attualmente impegnata con la
promozione di Crudelia, il live action Disney dedicato alla
celebre villain de
La carica dei 101, interpretata proprio dall’attrice
premio Oscar per
La La Land.
Durante una recente intervista con
Variety, Stone ha rivelato che le piacerebbe vedere un’altra
celebre cattiva della scuderia Disney al centro di un film che ne
esplori le origini, ossia Ursula, la perfida strega del mare de
La sirenetta. L’attrice ha spiegato che la
disumanità del personaggio sarebbe molto interessante da
approfondire: “È una piovra, e sarebbe interessante esplorare
il mondo da cui proviene. Tipo chi sono i suoi genitori o cosa le è
successo. Non penso che la Disney abbia mai raccontato un villain
non umano in questo modo.”
Ricordiamo che il personaggio di
Ursula verrà interpretato da Melissa McCarthy nell’attesissimo live action
de La sirenetta diretto da Rob
Marshall. Il film, ovviamente, non si concentrerà
unicamente sul personaggio della strega, ma potrebbe
tranquillamente spianare la strada per un eventuale nuovo progetto
dedicato proprio alla celebre antagonista.
In un’altra intervista con Rotten
Tomatoes, invece, Emma Stone ha ammesso che le piacerebbe
realizzare un sequel di Crudelia in stile Il padrino – Parte
II al fianco della leggendaria Glenn Close, che per prima ha interpretato
Crudelia de Mon in “carne e ossa” nei live action del 1996 e del
2000. La stessa Close, di recente,
ha ammesso che le piacerebbe tornare nei panni della villain e
di avere anche un’idea per un nuovo film.
Gli episodi della trilogia sequel di
Star Wars hanno letteralmente diviso in due il
fandom, e una delle più grandi critiche mosse (anche da parte dei
membri del cast) è stato il modo in cui sono stati trattati gli
archi narrativi di alcuni personaggi.
Tra questi, c’è stato anche il Finn
di John Boyega, che dopo la trasformazione da
Stormtrooper a Jedi, ha in realtà contribuito molto poco allo
sviluppo della storia, finendo per essere un mero personaggio di
supporto ne
L’ascesa di Skywalker.
Più volte Boyega si è scagliato
contro il franchise, denunciando pubblicamente il modo in cui il
suo personaggio era stato trattato, ma pare che ultimamente sia
tornato sui suoi passi. L’attore, infatti, ha ammesso che sarebbe
disposto a tornare a recitare nel franchise, a condizione che venga
affiancato da alcuni volti familiari…
“In qualunque modo, sono sempre
aperto ad una conversazione, basta che siano coinvolti Kathleen
Kennedy, o J.J. Abrams, o qualcun’altro del team. Non c’è nemmeno
da pensarci”, ha rivelato l’attore (via
CBM).
Le passate dichiarazioni di John Boyega su Star Wars
In passato, John Boyega aveva così parlato del suo
coinvolgimento nella saga e del modo in cui, dal suo punto di
vista, erano stati trattati il personaggio di Finn e quello di Rose
Tico (interpretato da Kelly Marie Tran): “Sapevate cosa fare con
Daisy Ridley, sapevate cosa fare con Adam Driver.Sapevate
cosa fare con tutti gli altri personaggi, ma quando si è trattato
di Kelly Marie Tran, quando si è trattato di John Boyega… avete
mandato a f*****o tutto. Cosa volete che dica?”
“Quello che vogliono che tu dica
è: ‘Mi è piaciuto farne parte. È stata una grande esperienza’.
Accetterò di dire una cosa del genere soltanto quando mi ritroverò
a far parte di esperienze che possano veramente definirsi
fantastiche”, aveva ammesso senza mezzi termini l’attore.
“Hanno dato tutte le sfumature ad Adam Driver, tutte le
sfumature a Daisy Ridley. Siamo onesti! Daisy lo sa. Adam lo sa. Lo
sanno tutti. Non sto dicendo nulla di nuovo.”
Nonostante Jurassic
World: Dominion arriverà nelle sale soltanto il
prossimo anno, sembra che il primo trailer ufficiale del film stia
per arrivare. A confermarlo è stato il regista Colin Trevorrow durante una recente intervista
con
THR in occasione della promozione della serie animata
Jurassic World: Nuove avventure (disponibile su
Netflix).
Le riprese del film sono terminate
ormai da parecchio tempo, ma l’uscita in sala è stata posticipata
di un anno (da giugno 2021 a giugno 2022) a causa della pandemia di
Covid-19. A Trevorrow è stato chiesto proprio quando inizierà la
promozione del film e lo stesso ha risposto di essere al lavoro su
un lancio molto “divertente”, che quasi sicuramente includerà anche
il primo trailer ufficiale.
“Sarà prima di quanto
pensi”, ha spiegato. “Non posso ancora parlarne. Abbiamo
qualcosa di molto divertente in programma, e ha tutto a che fare
con il riportare il pubblico nelle sale cinematografiche.”
La possibilità che il primo trailer
di Jurassic
World: Dominion arrivi presto è di certo
sorprendente. Il film non uscirà nelle sale fino a giugno 2022 e
sappiamo quanto sia pratica comune a Hollywood diffondere le prime
immagini ufficiali di un grande blockbuster tra i sei e gli otto
mesi prima della data di uscita. Universal aveva già adottato
questa strategia per Jurassic
World e
Jurassic World: Il regno distrutto, e i risultati sono
stati incredibilmente positivi. In base alle parole di Trevorrow,
il primo trailer di Jurassic
World: Dominion potrebbe arrivare già prima della
fine del 2021.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il network americano
ABC dopo
il promo e la trama ha diffuso un nuovo promo di
The Good Doctor 4×19, il diciannovesimo inedito
episodio dell’attesissima quarta stagione di The Good
Doctor.
The Good Doctor 4×19
The Good Doctor 4
è la quarta stagione della serie tv The
Good Doctor creata da David Shore per il network
americano della ABC. In The
Good Doctor 4 Il dottor Shaun
Murphy, un giovane chirurgo con autismo e sindrome del savant,
continua a usare i suoi straordinari doni medici presso l’unità
chirurgica del St. Bonaventure Hospital. Man mano che le sue
amicizie si approfondiscono, Shaun continua ad affrontare il mondo
degli appuntamenti e delle relazioni romantiche e lavora più
duramente di quanto abbia mai fatto prima, navigando nel suo
ambiente per dimostrare ai suoi colleghi che il suo talento di
chirurgo salverà vite. La serie vede nel cast Freddie Highmore nei
panni del dottor Shaun Murphy, Antonia Thomas nei panni della
dottoressa Claire Browne, Hill Harper nei panni del dottor Marcus
Andrews, Richard Schiff nei panni del dottor Aaron Glassman,
Christina Chang nei pann
In The Good Doctor
4 protagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas come Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will
Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige
Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika
Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.
La decisione di Sony Pictures di
sviluppare il proprio Universo Cinematografico Marvel incentrato sui personaggi
dell’universo di Spider-Man (noto come SPUMC) senza, però, il
coinvolgimento diretto dell’Uomo Ragno, ha lasciato perplessi molti
fan, che continuano a sperare di vedere sul grande schermo, prima o
poi, il famigerato crossover.
Tuttavia, nei film appartenenti allo
SPUMC abbiamo colto diversi segnali dell’esistenza dell’iterazione
dello Spidey di Tom Holland in quell’universo, e ora Sanford
Panitch, dirigente di Sony, ha confermato che i piani dello studio
sono davvero quelli di far sì che il destino del Peter Parker di
Holland si incontri con quello del Venom di Tom Hardy o del Morbius di Jared Leto.
Lasciando intendere che potrebbe già
esserci qualche riferimento a Peter Parker in Venom: La furia di Carnage, Panitch ha
dichiarato: “Sarebbe eccitante se si incontrassero,
giusto?”.
“La verità è che c’è un
piano”, ha spiegato a
Variety. “Penso che il pubblico stia iniziando a capire
dove siamo diretti, e penso che tutto sarà ancora più chiaro quando
arriverà al cinema Spider-Man: No Way Home. Abbiamo un ottimo
rapporto con Kevin Feige. Ci piace il fatto che i film del MCU siano così grandi, perché è
un’opportunità fantastica per i nostri personaggi. E penso che
anche loro provino le stesse sensazioni nei nostri riguardi.
Abbiamo un ottimo rapporto. Ci sono molto cose che accadranno… ne
sono certo.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
In Avengers:
Endgame, abbiamo visto il personaggio di Natasha Romanoff
scrificarsi su Vormir in modo da permettere a Occhio di Falcon di
tornare ai giorni nostri con la Gemma dell’Anima. È stato un
momento alquanto straziante, ma comunque in linea con l’arco
narrativo del personaggio interpretato da Scarlett
Johansson.
Tuttavia, sappiamo che il tempo di
Nat sul grande schermo non è ancora finito, considerando che a
breve arriverà finalmente nelle sale (e su Disney+, con Accesso Vip)
Black Widow,
l’atteso cinecomic Marvel interamente dedicato all’ex
spia russa. In una recente interivsta con Total
Film (via
The Direct), è stata proprio la Johansson a parlare del film,
rivelando che la sua speranza è che lo standalone dedicato a
Natasha rappresenti per tutti quei fan che sono rimasti
insoddisfatti da quanto accaduto in Endgame,
una degna conclusione dell’arco narrativo del suo personaggio.
“Il nostro obiettivo era che i
fan fossero soddisfatti da questa storia”, ha spiegato
l’attrice. “Che potessero, in qualche modo, riconciliarsi con
la morte del personaggio. A quanto pare, il pubblico voleva
questo.”
Sappiamo che Black Widow sarà ambientato
tra gli eventi di Captain
America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War, e di certo sarà interessante scoprire cosa
ha combinato Nat durante quegli anni. Inoltre, i fan non vedono
l’ora di rivisitare, grazie al film, alcuni dei momenti chiave del
suo passato (incluso cosa è successo davvero a Budapest) e di
scoprire in che modo il film getterà le basi per il ruolo (chiave,
a quanto pare) che Yelena Belova (Florence
Pugh) avrà nel futuro del MCU.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Genius è
l’acclamata serie antologica di National Geographic che porta sullo
schermo le affascinanti storie dei più brillanti innovatori del
mondo, i loro straordinari successi con le loro volubili,
appassionate e complesse relazioni personali. Dopo Albert Einstein
e Pablo Picasso, questa terza stagione,
intitolata Genius: Aretha, esplora
il genio musicale e l’incomparabile carriera di Aretha Franklin,
così come l’enorme influenza che ha avuto sulla musica e sulla
cultura di tutto il mondo. Aretha Franklin è stata un prodigio del
gospel, una schietta sostenitrice dei diritti civili ed è
considerata la più grande cantante degli ultimi 50 anni, con
innumerevoli premi ricevuti durante la sua carriera.
Curata da Anthony
Hemingway e Suzan-Lori Parks, la stagione
si concentra su gran parte della vita della cantante,
focalizzandosi però su alcuni periodi in particolare. Questi
affrontano l’infanzia e il difficile rapporto con il padre, i primi
successi sul finire degli anni Sessanta, il declino negli anni
Settanta e la nuova popolarità raggiunta negli anni Ottanta. Ognuno
di questi bilancia tra vita pubblica e privata, mostrando quanto le
due si siano continuamente influenzate reciprocamente. Sullo
sfondo, si staglia un Paese in profondo cambiamento sociale e
culturale, segnato in particolare dagli scontri in nome dei diritti
civili del popolo afroamericano e dal trasformarsi dell’ambiente
musicale.
L’anno di Aretha
Non capita tanto spesso che nel
giro di un solo anno si trovino ad uscire, in streaming e al
cinema, due opere dedicate alla stessa personalità. Se il 4 giugno
sulla piattaforma Disney+ arriverà la serie
Genius: Aretha, al 7 ottobre è
attualmente fissata l’uscita in sala del film Respect, dove Aretha
Franklin sarà interpretata dalla cantante e attrice premio Oscar
Jennifer
Hudson, la quale aveva ricevuto la benedizione della
stessa Franklin. Due opere impegnate a raccontare dunque la stessa
vita e gli stessi eventi, lasciando allo spettatore il compito di
identificare le differenze con cui questi verranno trattati. Se è
ancora presto per parlare del film, della serie di imminente arrivo
è invece già possibile dire qualcosa.
I primi due episodi visti in
anteprima mostrano l’evidente volontà di raccontare quanto più
possibile della Franklin, compiendo numerosi salti temporali tra la
sua vita adulta e la sua infanzia. Da questo punto di vista
Genius: Aretha non si distingue né dalle precedenti
stagioni né da altri prodotti biografici di National Geographic
come il recente The Right Stuff. Si
tratta di opere con un’impostazione molto classica, quasi uniforme
tra loro, che rinunciano a particolari vezzi visivi per lasciare
tutte le attenzioni allo sviluppo narrativo ed alle interpretazioni
dei protagonisti.
E così facendo anche la nuova
stagione di Genius trova il suo punto di forza. Quello che
potrebbe essere un canonico racconto di ascesa alla popolarità nel
mondo della musica, diventa un racconto perfettamente aderente al
suo tempo. In Genius: Aretha c’è tutto ciò di cui si
discute anche oggi, dai diritti per gli afroamericani alle
battaglie per l’emancipazione femminile. Aretha Franklin diventa
allora non solo un’icona da celebrare, ma anche un modello per
l’attualità, con gesta compiute però ormai quasi sessant’anni
fa.
Genius: Aretha, la recensione
Per interpretare una donna tanto
forte ci voleva un’attrice a sua volta in un periodo d’oro della
sua carriera. La scelta è così ricaduta su Cynthia
Erivo, recentemente candidata agli Oscar come miglior
attrice per Harriet. Per lei interpretare una simile icona
non è stato facile, richiedendole ore di esercitazioni nel canto,
ma le ha permesso di dimostrare una volta di più la sua incredibile
intensità recitativa. La Erivo è una convincentissima Aretha
Franklin, che dà vita ad un interpretazione che dovrebbe far
preoccupare la Hudson. Sulle sue spalle si costruisce l’intera
serie, che trova dunque nella presenza magnetica dell’attrice il
suo pregio maggiore.
Realizzata non senza alcune
controversie, legate all’insoddisfazione della famiglia Franklin in
merito ad alcune scelte narrative, la serie ha saputo infine trarre
ulteriore forza da una mancanza non da poco. In Genius:
Aretha non si sentiranno infatti le canzoni più celebri della
cantante, assenti per motivi di diritti. Quello che per un film
come Stardust ha rappresentato
un grosso limite, qui è invece l’occasione per riscoprire alcuni
dei brani meno noti ma altrettanto struggenti della Franklin. Così
facendo, la serie riesce a scavare ancor più nella vita della
cantante, lasciando trasparire un’umanità, una sofferenza e una
forza non facili da affrontare.
Grazie al film The Artist,
Michel Hazanavicius si è consacrato a livello
mondiale, arrivando addirittura a vincere il premio Oscar al
miglior regista. Impostosi così come uno dei grandi nomi del cinema
francese, egli ha poi realizzato nel 2017 un nuovo film con cui ha
esplorato un nuovo aspetto della storia del cinema. Se The
Artist era incentrato sul cinema muto, Il mio
Godard (qui la recensione) è invece la
biografia di un ben preciso momento della vita del celebre regista
della nouvelle vagueJean-Luc Godard.
Presentato in concorso al Festival di Cannes, il film si configura
anche un’irresistibile commedia sentimentale.
La storia per questo nuovo
lungometraggio nasce a partire dall’autobiografia Un an
après, scritta dall’attrice Anne Wiazemsky,
dove si ripercorre anche del suo rapporto lavorativo e sentimentale
con Godard. Nelle sue pagine Hazanavicius ha ritrovato l’occasione
non solo di portare sul grande schermo una delle icone del cinema
mondiale, ma anche una riflessione sulla sua poetica, la settima
arte e la sua critica. Impegno sociale e commedia si mischiano così
in un film apprezzato per la sua irriverenza ma anche per la sua
lucida trattazione di tematiche affatto semplici.
Con un cast di grandi star, tra cui
anche diversi attori italiani, Il mio Godard si è
affermato come un nuovo buon successo del regista, guadagnando
anche numerosi consensi internazionali. Un film che Godard ha
invece definito “stupido”, contribuendo però alla sua popolarità.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il mio Godard: la trama del film
La storia del film si apre nella
Parigi del 1967, dove Jean-Luc Godard è ormai una
figura di spicco del cinema francese e della sua generazione. Ora
egli è pronto a distribuire il suo nuovo film, La cinese,
verso cui ha un legame speciale. Si tratta infatti di un’opera che
vede come protagonista l’attrice Anne Wiazemsky,
la donna che Godard ama. Nonostante i venti anni di differenza, i
due decidono di sposarsi. La felicità dell’unione è però spezzata
dalla cattiva accoglienza del loro film, un evento che segnerà per
il regista l’inizio di una profonda crisi spirituale.
Per Godard è l’inizio di un periodo
particolarmente movimentato, che si muove parallelamente agli
scontri politici del maggio del 1968. Affascinato dai nuovi moti
rivoluzionari, egli intraprenderà un percorso che lo porterà ad
allontanarsi da tutti. La sua mancanza di diplomazia e le sue
posizioni integraliste non faranno che peggiorare la situazione, a
cui la moglie Anne tenterà di far fronte. Ben presto, però, i due
saranno chiamati a scontrarsi, riflettendo sulla vita, l’amore,
l’arte e le passioni.
Il mio Godard: il cast del film
Ad interpretare il ruolo
dell’acclamato regista francese Jean-Luc Godard, vi è il noto
attore francese Louis Garrel, celebre
per film come The Dreamers, L’ufficiale e la spia e
Piccoledonne. L’attore, che si è dichiarato fan
di Godard, ha cercato di interpretarlo mettendosi al completo
servizio del personaggio, senza pretendere di ritrovare in questo
qualcosa di sé. Per assomigliargli, si è ovviamente dovuto
sottoporre a diverse ore di trucco. Per lui, inoltre, era
particolarmente importante far trasparire tanto le spinte
passionali quanto gli elementi più comici del ruolo. Accanto a lui,
nei panni della giornalista e regista Michèle Rosier vi
l’attrice Bérénice Bejo,
moglie di Hazanavicius.
Nel ruolo di Anne Wiazemsky, invece,
vi è Stacy Martin. Attrice divenuta nota grazie ai
film Nymphomaniac e Vox Lux, questa ha studiato a
fondo la vita della Wiazemsky, cercando a sua volta di fornirne
un’interpretazione realistica. Grégory Gadebois è
invece Michel Cournot, sceneggiatore e regista francese dell’epoca.
Nel film sono poi presenti due attori italiani. Il primo di questi
è Guido Caprino, che
interpreta qui il regista premio Oscar Bernardo Bertolucci. Nella
preparazione al ruolo, questi fu aiutato anche dallo stesso Garrel,
che aveva avuto il suo primo ruolo proprio grazie a Bertolucci.
Emmanuele Aita, invece, è il regista Marco
Ferreri.
Il mio Godard: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il mio
Godard è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di venerdì 28 maggio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Stanno partendo negli Stati Uniti le
riprese del nuovo film di Luca Guadagnino da
titolo provvisorio “Bones and All”.
Il primo film che Luca
Guadagnino gira in America, un teen d’autore, tratto dal
libro di Camille DeAngelis e scritto da David Kajganich
(“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà protagonisti
Timothée Chalamet (che torna a lavorare
con Guadagnino dopo il successo di “Call me by your
name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André Holland,
Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David
Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë
Sevigny.
Una
produzione Frenesy Film Company e Per Capita
Productions. Prodotto, tra gli altri,
da Luca Guadagnino e Marco
Morabito per Frenesy Film
Company, Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, del
gruppo Fremantle, Francesco Melzi
d’Eril e Gabriele
Moratti per Memo.
I produttori esecutivi
sono Giovanni Corrado e Raffaella Viscardi.
Il film è interamente finanziato da
società italiane: The Apartment (società del gruppo
Fremantle), 3 Marys, Memo, Tender Stories,
Adler, Elafood, Elafilm, Manila, Serfis e
Wise.
Altra cosa molto importante è che
sempre delle società italiane si occuperanno delle vendite estere
del film: The Apartment (del gruppo
Fremantle), Frenesy Film, Memo e
3 Marys.
Come riporta Deadline, Il film
racconta la storia di un primo amore, quello che porta Maren, una
giovane donna che impara a sopravvivere ai margini della società, e
Lee, un reietto vagabondo dall’animo combattivo, a unirsi e
intraprendere un’odissea di centinaia di chilometri nell’America di
Ronald Reagan, tra botole, passaggi segreti e stradine di
provincia. Tuttavia, per quanto si sforzino, qualunque strada
sembra riportarli al loro tremendo passato, fino al momento finale
che deciderà se il loro amore sia realmente in grado di
sopravvivere al loro essere altro rispetto al
mondo che li circonda.
01 Distribution ha
diffuso il trailer di School of
mafia, il film diretto da Alessandro Pondi con
Giuseppe Maggio,
Guglielmo Poggi, Michele Ragno, Emilio Solfrizzi, Fabrizio
Ferracane,
Paolo Calabresi, Maurizio Lombardi, Giulia Petrungaro, Giulio
Corso, Mario Pupella, Tony Sperandeo, Monica Vallerini e con
Gianfranco Gallo, con la partecipazione di Paola Minaccioni e con Nino
Frassica. Prodotto da Rodeo Drive con
Rai Cinema.
New York – giorni nostri. Tony
Masseria, Joe Cavallo e Nick Di Maggio sono tre ragazzi newyorkesi.
Hanno sogni, aspirazioni, progetti per la propria vita: Nick è un
chitarrista che sta per entrare nel talent show più famoso
d’America, Joe è un cadetto dell’accademia di polizia e Tony è un
insegnante di danza. Un ostacolo li separa dalla realizzazione dei
loro sogni: sono i figli dei tre boss mafiosi che si spartiscono i
traffici illegali della città, determinati a farli diventare,
volenti o nolenti, gli eredi dei loro affari. I tre padri, dunque,
rapiscono i loro figli per portarli in Sicilia, alla scuola di Don
Turi ‘u Appicciaturi, il Padrino più temuto, che dovrà addestrarli
a diventare dei veri boss. Sarà un duro percorso per tutti e tre,
ma sarà anche un percorso di crescita personale che permetterà a
Tony, Nick e Joe di definirsi e capire ciò che sono e ciò che
potranno diventare.
Koch Media Italia annuncia che
Run Hide Fight – Sotto Assedio, il dramma
scolastico dello sceneggiatore e regista Kyle Rankin, sarà
disponibile on demand dal 1° giugno 2021su Sky,
MediasetInfinity, Tim Vision, Rakuten
TV, Chili, Itunes, Google Play e
YouTube.
Run Hide Fight
segue le vicende di Zoe Hull (Isabel May), una
diciassettenne che dovrà sopravvivere a un gruppo di aggressori
armati, che decidono di attaccare il suo liceo e di trasmettere la
strage in live-streaming. La nuova pellicola del regista Kyle
Rankin si focalizza su un tema molto attuale, quello delle
sparatorie negli istituti scolastici e sull’uso sconsiderato delle
armi da fuoco. Solo negli Stati Uniti, nell’ultimo anno, si sono
verificati quasi duecento episodi di sparatorie di massa con almeno
una decina in cui sono stati coinvolti degli studenti. E la recente
cronaca mondiale ci ha ricordato che tale problema non è legato
solo agli USA, ma tocca diverse nazioni come la recente strage
nella scuola di Kazan (Russia) ad opera di un ragazzo di 19 anni
che ha tolto la vita almeno a una decina di innocenti.
Offrendo il punto di vista di un
adolescente sull’argomento delle sparatorie nei licei americani,
Isabel May ha dichiarato: “Ricordo di essere stata a scuola e
di aver realizzato che gli studenti intorno a me, me compresa, in
modi strani, sognavano ad occhi aperti come avremmo combattuto o
protetto i nostri compagni studenti da potenziali attentatori. Ciò
mi ha molto turbata, il fatto che fossi così insensibile
all’argomento e al problema che era appena diventato la mia realtà
in età così giovane.”
Il regista Kyle
Rankin, autore di Night of the Living Deb, era
consapevole che il tema delle sparatorie scolastiche avrebbe potuto
suscitare polemiche, ma non era certo che avrebbe avuto la stessa
risonanza a livello internazionale, dato che questo problema è
molto più diffuso in America che altrove. “Ho scritto Run Hide
Fight per affrontare la mia paura e impotenza di fronte alle
sparatorie di massa. Il mio intento non è mai stato quello di
sfruttare il dolore di qualcuno, ma quello di dar vita a un
confronto civile sulle armi in America.” ha dichiarato.
“Il film non è concepito né a favore né contro le armi, in modo da
incoraggiare un dialogo anziché una divisione, soprattutto tra
amici che hanno visioni opposte su un tema complesso come
questo.”
Rankin ha poi concluso: “Spero
che guardando il film, il pubblico pensi a quali scelte farebbe e
chi vorrebbe essere se si trovasse nella posizione di Zoe. In
definitiva, il film vuole essere emotivamente vero e lasciare agli
spettatori un ricordo che sembri quasi il loro.”
Run Hide Fight – Sotto Assedio, la trama
Zoe sta per diplomarsi in un
momento molto difficile della sua vita a seguito della morte della
madre. Per distrarsi esce a caccia col padre Todd, ex membro delle
forze speciali. Un giorno, mentre Zoe è a scuola, quattro studenti
armati fanno irruzione nell’istituto con un furgone, sparando a
chiunque capiti loro sotto tiro. Utilizzando le tecniche apprese
dal padre, Zoe riesce a sfuggire agli attentatori.
Mortal
Kombat, la nuova esplosiva avventura cinematografica
ispirata alla celebre saga di videogame, diretta da Simon McQuoid e
prodotta da James Wan, arriva in Italia in prima assoluta
il 30 maggio su Sky Cinema uno alle 21.15 e in streaming su
NOW.
Mortal
Kombat porta in vita l’intensa azione della saga di
videogame campione di vendite, in tutta la sua brutale gloria,
mettendo l’uno contro l’altro i campioni indiscussi e tanto amati
dai fan, in una battaglia cruenta e senza esclusione di colpi, che
li spingerà al limite. Il film è diretto dal pluripremiato regista
australiano Simon McQuoid e prodotto da James Wan (i film di
The Conjuring, Aquaman), Todd Garner (Into
the Storm, Tag), McQuoid ed E. Bennett Walsh (Men in
Black: International, The Amazing Spider-Man 2).
Mortal Kombat, il film
In Mortal
Kombat, il campione di MMA Cole Young, abituato a
scontrarsi con chiunque per soldi, è ignaro della sua eredità, e
del motivo per cui l’arcistregone dell’Outworld, Shang Tsung, abbia
inviato il suo miglior guerriero Sub-Zero, un Criomante
ultraterreno, a dargli la caccia. Temendo per la sicurezza della
sua famiglia, Cole va alla ricerca di Sonya Blade, che è sotto la
direzione di Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lui
sulla pelle lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato. Presto
si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di
Earthrealm, che garantisce rifugio a coloro che portano il marchio
come il suo. Qui, Cole si allena con i guerrieri esperti Liu Kang,
Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano, per prepararsi a
combattere con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici
dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino
dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da
scatenare il suo arcana – l’immenso potere custodito nella
sua anima – in tempo, non solo per salvare la sua famiglia, ma
anche per fermare l’Outworld una volta per tutte?
Il variegato cast internazionale
riflette la natura globale del brand, con talenti che spaziano dal
mondo del cinema, alla televisione e alle arti marziali. L’ensemble
include Lewis Tan (Deadpool 2, “Wu Assassins) nel ruolo di
Cole Young; Jessica McNamee (The Meg) nel ruolo di Sonya
Blade; Josh Lawson (Bombshell) nel ruolo di Kano;
Tadanobu Asano ( Midway) è Lord Raiden; Mehcad Brooks
(Supergirl per la TV) è Jax; Ludi Lin
(Aquaman) è Liu Kang; con Chin Han (Skyscraper)
nei panni di Shang Tsung; Joe Taslim (Star Trek Beyond) in
quelli di Bi-Han e Sub-Zero; e Hiroyuki Sanada
(Skyscraper) nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion.
Inoltre sono presenti Max Huang come Kung Lao, e Sisi Stringer come
Mileena.
McQuoid ha diretto il film da una sceneggiatura di Greg Russo e
Dave Callaham (Wonder Woman 1984), da una storia di Oren
Uziel (Mortal Kombat: Rebirth) e Russo, basato sul
videogioco creato da Ed Boon e John Tobias. Richard Brener, Dave
Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Jeremy Stein e Larry
Kasanoff sono i produttori esecutivi.
Per la trasposizione cinematografica del popolarissimo
franchise, McQuoid ha guidato un team di filmmaker australiani e
statunitensi, tra cui il direttore della fotografia Germain
McMicking (True Detective, Top of the Lake: China Girl),
lo scenografo Naaman Marshall (Underwater, Servant), i
montatori Dan Lebental (Spider-Man: Far From Home) e Scott
Gray (Top of the Lake, Daffodils), il supervisore agli
effetti visivi Chris Godfrey (Hacksaw Ridge), la
costumista Cappi Ireland (Lion, The Rover), ed il
coreografo dei combattimenti Chan Griffin. Musiche di Benjamin
Wallfisch (Blade Runner 2049, i film di
IT).E grazie a
extra, per i clienti Sky da più di 3 anni e con
Sky Cinema è disponibile prima di tutti on demand nella sezione
extra.
MUBI, la piattaforma di streaming globale, casa
di produzione e di distribuzione di film, ha diffuso il trailer e
la data di uscita dell’atteso debutto di Emma Seligman,
Shiva Baby, disponibile solo su MUBI
dall’11 giugno 2021.
Shiva Baby: la
trama
Shiva
Babyè una caustica commedia degli equivoci
ambientata durante una giornata di shiva, la riunione
ebraica di amici e familiari in un periodo di lutto, in cui la
protagonista è una ragazza bisessuale alle prese con la tradizione
ebraica e con il suo bisogno di indipendenza. Uno dei film
più sorprendenti del Toronto International Film Festival e
del South by Southwest del 2020. L’acclamato
debutto della scrittrice-regista Emma Seligman, con la
straordinaria performance dell’attrice emergente Rachel Sennott, è
un film audace e moderno, il cinema nella sua forma più sfacciata,
esilarante e indimenticabile.
Impreziosito dalla straordinaria
performance nel ruolo di protagonista dell’attrice emergente
e comica Rachel Sennott, Shiva
Baby, l’acclamato film di debutto della scrittrice e
regista Emma Seligman, vede anche la partecipazione di Molly Gordon
(Booksmart), Polly Draper (Billions, The Good
Wife), Fred Melamed (Wandavision, The Morning Show, A
Serious Man) e Dianna Agron (Berlin, I Love You,
Glee).
Le musiche sono composte dall’eclettica polistrumentista Ariel
Marx (Ted Bundy: Falling For a Killer). Emma
Seligman, originaria di Toronto, vive a New York. Durante
un corso in “Film & TV program” alla New York University ha scritto
e diretto il cortometraggio Shiva Baby, su cui si basa il
film omonimo. Presentato al South by Southwest nel 2018, è stato in
concorso al Woodstock Film Festival, TIFF Next Wave Film Festival e
al Palm Springs ShortFest.
Nonostante gli Avengers siano universalmente riconosciuti
come gli eroi più potenti della Terra, questo non vuol dire che non
possano commettere errori come qualsiasi essere umano. In effetti,
nell’arco dell’interno MCU, la maggior parte di loro ha commesso
alcuni passi falsi. Ma quali sono, nello specifico, le cose più
deludenti che gli eroi hanno fatto? Secondo Screen Rant
sono le seguenti:
Spider-Man che dà gli occhiali a Mysterio
Peter Parker non è altro
che uno studente delle superiori che si ritrova coinvolto in
diverse battaglie, soprattutto dopo la morte di Tony Stark. La
morte del suo mentore ha avuto, ovviamente, un forte impatto sulla
sua vita e ora sta cercando di trovare la propria strada nel mondo
in quanto supereroe a sé stante.
Proprio per questo, anche se è
difficile biasimarlo data la sua età e il modo in cui Mysterio lo
ha manipolato, dare gli occhiali che Tony gli ha lasciato a
Mysterio è stata una mossa sbagliata, che ha avuto molte
conseguenze. Probabilmente tutti i fan si sono ritrovati ad urlare
contro lo schermo, implorandogli di non farlo.
Thor che rinuncia a essere il re di Asgard
Questa è un’altra decisione
che sembra più un errore da parte dei creatori dei film che altro,
perché non era assolutamente in linea con l’arco narrativo di Thor
fino a quel momento.
Nonostante la trilogia di Thor avesse
impiegato molto tempo a preparare il Dio del Tuono al suo futuro da
re, tutto questo è stato spazzato via inAvengers:
Endgame,quando Thor si
è arreso. Non c’è dubbio cheValchiria diventerà una grande leader, ma è
comunque apparso un modo strano di gestire la storia di Thor. I fan
volevano davvero vederlo all’altezza del suo potenziale finalmente
realizzato.
Vedova Nera che si fida troppo dello SHIELD
Vedova Nera ha fatto molte
cose orribili durante il suo passato e per questo conserva una
lunga lista di debiti che ha da pagare. Tuttavia, era più vittima
che carnefice, considerata anche la giovane età che aveva quando è
stata addestrata nella Stanza Rossa.
Tuttavia, la sua lealtà verso lo
SHIELD e Nick Fury a volte è stata d’intralcio. I fan sono rimasti
delusi dal fatto che Nat si fidasse così ciecamente di
un’organizzazione governativa e non si fosse mai chiesta quali
fossero i suoi veri obiettivi.
Hulk che rinuncia a essere Bruce Banner
Ci sono molti personaggi in
Avengers:
Endgame che hanno avuto trame e archi narrativi piuttosto
diversi da quelli che avevano nei film precedenti. Una grossa fetta
di fan è rimasta alquanto sconvolta quando Bruce Banner si è fuso
in una nuova versione di sé stesso a metà fra Hulk e il Bruce
precedente.
Anche
se questo doveva essere percepito come una crescita per il
personaggio, a molti è apparso più come se Bruce si fosse arreso.
Sarebbe stato forse meglio se il personaggio avesse avuto modo di
essere ancora Bruce, ma con un maggiore controllo in merito alla
sua trasformazione nel Gigante Verde.
Black Panther che si fa giustizia con le se mani
Black Panther è
probabilmente uno degli eroi etici più simpatici e complessi di
tutti, quindi i suoi errori non sono mai stati così gravi.
Tuttavia, ha agito in modo avventato quando ha cercato di uccidere
Bucky, che era stato incastrato da Zemo, dopo la morte di suo
padre.
È
difficile biasimarlo perché era consumato dal dolore, e ha subito
cercato di fare ammenda non appena ha appreso la verità, offrendo a
Bucky un posto sicuro in cui vivere. Tuttavia, poiché era uno dei
sostenitori degli Accordi di Sokovia, questo rifiuto immediato
degli stessi è apparso a molti come una scelta molto
strana.
Captain America che torna nel passato
Mentre ad alcuni fan è
piaciuto il finale riservato a Steve Rogers, molti altri non
l’hanno affatto gradito, perché sentivano che non era davvero
coerente con il personaggio. Per questi fan, era come se la
Marvel stesse forzando per dargli a
tutti i costi un lieto fine.
Se ci pensiamo, Steve avrebbe
vissuto nel passato mentre accadevano cose terribili di cui era a
conoscenza e che non ha contribuito a fermare. In base a ciò, è
difficile vederlo come un eroe…
Star-Lord che rovina il piano del Guanto dell’Infinito
Una delle cose più
frustranti che siano mai accadute nel MCU è quando Star-Lord ha rovinato
il piano per rimuovere il Guanto dell’Infinito da Thanos. Anche se
Quill potrebbe essere stato sopraffatto dal dolore per aver perso
Gamora, ha agito comunque in modo avventato ed emotivo, e alla fine
ha rovinato tutto.
Senza
di lui, avrebbero ottenuto il Guanto e probabilmente avrebbero
potuto impedire che lo Snap accadesse. Dato che Peter Quill è
spesso tacciato per la sua arroganza, questo gesto non gli ha fatto
di certo guadagnare punti tra la maggior parte dei fan.
Iron Man che crea Ultron
Tony Stark è uno dei
Vendicatori che detiene il maggior numero di errori commessi e
sicuramente intraprende un viaggio narrativo molto bello, che da
egoista pieno di sé lo spinge a prendersi davvero cura degli altri.
Tuttavia, anche se cerca di essere un eroe e di salvare gli altri,
spesso lascia che il suo ego e le sue paure si mettano in
mezzo.
Realizzare Ultron è stato qualcosa
che non avrebbe mai dovuto fare: è solo un esempio (ma ce ne
sarebbero tanti altri!) del fatto che Iron Man aveva bisogno di
essere supervisionato, dal momento che pensava sempre di poter fare
quello che voleva.
Scarlet Witch che controlla un’intera città
Scarlet Witch ha
effettivamente fatto un sacco di cose brutte nella sua vita,
incluso il fatto che ha praticamente lavorato prima con l’HYDRA e
poi con Ultron. Tuttavia, forse la cosa peggiore che ha fatto, e
quella per cui ha maggiore responsabilità, è stata quando ha
praticamente controllato l’intera città di Westview solo per creare
la vita fantastica che voleva.
Anche dopo aver appreso ciò che
aveva fatto, all’inizio cercò comunque di giustificarlo. Alcuni fan
sono rimasti delusi dalla sua iniziale mancanza di rimorso.
Occhio di Falco che diventa un vigilante assassino
Occhio di Falco è un altro
Vendicatore che fa qualcosa di abbastanza imperdonabile. Dopo aver
perso la sua famiglia nel Blip, diventa una sorta di vigilante che
uccide i criminali. Tuttavia, prendere questo tipo di giustizia
nelle sue mani è stato piuttosto problematico, soprattutto perché
stava prendendo di mira principalmente persone nei paesi
asiatici.
Alla
fine, è stato accettato di nuovo come un eroe senza sostanziali
ripercussioni. Molti fan sono rimasti delusi nel vederlo seguire
questa strada e nel vedere una mancanza di riflessione su tutta la
questione da parte dello stesso personaggio.
Ta-Nehisi Coates ha
ricevuto ampi consensi da parte della critica per il suo lavoro su
personaggi dei fumetti quali Black Panther e Captain America, e ora
è stato scelto dalla Warner Bros. per scrivere l’annunciato reboot
di Superman. Dal momento che sembra quasi certo
che il film avrà un protagonista nero, è già chiaro che in qualche
modo darà una svolta significativa alla storia dell’iconico
eroe.
Su questo nuovo riavvio non sappiamo
altro (a parte che sarà supervisionato da J.J. Abrams e che molto probabilmente non sarà
ambientato nel DCEU), ma in una recente intervista con
Polygon, è stato proprio Ta-Nehisi
Coates a parlare delle aspettative dei fan e della
volontà di realizzare un film valido. “Viviamo in un’era in cui
le persone, anche grazie ai social media e alla condivisione, è
come se in qualche modo partecipassero al processo creativo di
un’opera d’arte”, ha spiegato. “In tal senso, la cosa che
mi preoccupa è quella di seminare determinate idee nella testa
della gente e magari creare false aspettative.”
“Sono consapevole che ad un
certo punto dovrà parlare di questo progetto, perché usciranno le
prime immagini, i trailer, ecc. Ma se dipendesse da me, non direi
mai nulla. Vorrei parlarne solo dopo l’uscita e solo dopo aver dato
al pubblico la possibilità di vederlo. È come se non volessi
ostacolare il prodotto finale. È come se volessi che Superman abbia
una nuova possibilità. Dopotutto, niente di quello che dico
potrebbe influenzare il modo in cui il film verrà accolto alla
fine. “
“Voglio che Superman viva.
Voglio che venga accolto. Non voglio che i miei precedenti possano
offuscare in qualche modo il mio lavoro”, ha aggiunto.
“Per quanto possibile, mi piacerebbe davvero recedere e, si
spera, fare qualcosa che il pubblico ritenga sia degno.”
Il Superman nero più celebre dei
fumetti è indubbiamente Calvin Ellis, ma al
momento non sappiamo se sarà davvero lui il personaggio al centro
della storia del nuovo film. La speranza è di avere quanto prima
nuovi aggiornamenti ufficiali in merito. Ricordiamo che il reboot
di Superman rappresenta il terzo progetto WB/DC supervisionato
da J.J,
Abrams, che sta già curando Justice
League Dark e la serie reboot
di Constantine.
Sarà dedicata
a Marcello Mastroianni l’11esima
edizione del Social World Film
Festival (www.socialfestival.com) che si
terrà dal si terrà dall’11 al 18 luglio 2021 a Vico
Equense. Il divo italiano più amato nel mondo verrà
omaggiato con una mostra fotografica, una retrospettiva, e dei
question time con i giovani delle giurie.
Il cinema impegnato torna così nella Penisola
Sorrentina con la Mostra Internazionale
del Cinema Socialearticolata in 19 sezioni,
competitive e non. “Forti dell’esperienza vincente dello
scorso anno, anche per il 2021 sfrutteremo a pieno le potenzialità
del web offrendo una programmazione ibrida tra eventi in presenza e
una programmazione online. Non mancheranno gli incontri con i
protagonisti del cinema e le tante opportunità per i giovani
autori. Inoltre, ogni giorno ci collegheremo con il Festival di
Cannes per creare un ponte virtuale tra le due rassegne
cinematografiche”, ha commentato il regista e
produttore Giuseppe Alessio Nuzzo, direttore
artistico del Social World Film Festival.
“Il festival è un vanto per la nostra città, un evento che
arricchisce da oltre 10 anni il calendario di offerte per l’estate,
una rassegna che ha una notevole ricaduta sulle nostre attività
commerciali, le strutture ricettive, i ristoranti, e sarà ancora
più importante quest’anno lanciare un segnale positivo alla
cittadinanza”, ha dichiarato Andrea
Buonocore, Sindaco di Vico Equense.
Anche per questa nuova edizione sezioni dedicate anche a opere
in realtà virtuale, verticali, realizzate con
smartphone, serie e webserie, spot, videoclip, film
sperimentali, fotografie e sceneggiature per film cinema e tv oltre
alle tradizionali selezioni per cortometraggi, lungometraggi e
documentari.
Definito “l’evento cinematografico più emozionante al mondo”
dall’attrice Claudia Cardinale, è un festival
che da spazio e visibilità a tutte le opere
iscritte grazie alla speciale
sezione “Mercato”, a prescindere dalla
selezione che viene effettuata per le sezioni competitive e non
competitive le cui opere sono proiettate e/o presentate in appositi
eventi organizzati.
Oltre a vari importanti riconoscimenti, anche premi in denaro
per 4mila euro. Inoltre, l’organizzazione del festival, per i
selezionati al “Concorso Internazionale”, copre le spese di
vitto e alloggio in una delle strutture ricettive sul mare di
Vico Equense, nella Penisola Sorrentina.
La partecipazione alla Mostra internazionale del Cinema Sociale
“Social World Film Festival” offre, ad alcune opere appositamente
selezionate, l’esclusiva possibilità di partecipare agli
eventi internazionali che in dieci anni hanno coinvolto trenta
città dei cinque continenti tra cui Los Angeles, New York,
Shanghai, Rio de Janeiro, Vienna, Washington DC, Seoul, Busan,
Berlino, Barcellona, Amsterdam, Cannes, MonteCarlo, Parigi,
Istanbul, San Francisco, Tokyo, Sydney, Marsiglia, Palma, Tunisi,
Hong Kong, Jakarta.
Bookciak, Azione!
ricomincia da Zero. Zerocalcare, il celebre
fumettista, è il presidente di giuria della
X edizione di Bookciak, Azione!2021, evento di pre-apertura delle
Giornate degli Autori, in collaborazione con il
Sindacato dei Giornalisti Cinematografici (SNGCI).
Il Premio, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi,
celebra l’intreccio tra cinema e letteratura attraverso i bookciak,
corti ispirati a romanzi e graphic novel, realizzati da giovani
filmaker e dalle ragazze del carcere romano di Rebibbia. La
premiazione si svolgerà il 31 agosto prossimo al
Lido di Venezia, durante la tradizionale serata di benvenuto alla
stampa. Dopo la prima veneziana i bookciak vincitori andranno in
tour per festival e premi, fino ad approdare a Parigi (VO-VF. Le
monde en livres)
Zerocalcare si
aggiunge così al lungo elenco di presidenti di giuria che Bookciak
ha avuto in questi anni, fatto di grandi nomi del cinema (Ettore
Scola, Citto Maselli, Ugo
Gregoretti, Gabriele Salvatores, Daniele Vicari)
del teatro (Ascanio Celestini) della letteratura (Lidia Ravera)
dell’arte(Lorenzo Mattotti), della musica (Mannarino).
Il concorso quest’anno festeggia il
suo decennale, un bel risultato per un premio che ha portato alla
ribalta tanti giovani talenti, viaggiando sempre tra l’attuale e
l’inattuale, tra l’immaginazione e la memoria, tra solidarietà e
passioni; un bel traguardo da festeggiare proprio con Zerocalcare,
a compimento di un lavoro importante e condiviso con i nostri
giurati permanenti: Wilma Labate, Teresa
Marchesi e Gianluca Arcopinto.
Tanto più in questo difficile
biennio segnato dalla pandemia che proprio il fumettista romano ha
saputo raccontare nel geniale Rebibbia
Quarantine, animazione in pillole dal suo universo di
periferie e «accolli» che ha fatto da contrappunto scanzonato alle
nostre angosce da lockdown.
Ma Zerocalcare (il suo vero nome è
Michele Rech, nato ad Arezzo il 12 dicembre 1983) è molto di più di
un autore di enorme successo. È un po’ la stella cometa che ha
illuminato il fumetto italiano di questi ultimi dieci anni,
indicando una direzione – che è tutta personale e difficile da
imitare – che coniuga narrazione del «sé» e dell’«altro».
Il «sé» è la sua vita, quella dei
suoi affetti, delle persone che lo circondano e del quartiere in
cui vive da sempre. Ovvero Rebibbia, periferia Nord-Est di Roma,
dove arriva da ragazzo, dopo un’infanzia vissuta in Francia.
Le vicende quotidiane dei personaggi
di Zerocalcare, di Secco e dei suoi amici, dell’Armadillo (un
alter-ego immaginato, ma non troppo), per i riferimenti culturali e
identitari e per la spumeggiante forza comica di situazioni e
battute (amplificata da un’icastica forma grafica) trascendono
quello che agli inizi poteva sembrare una sorta di giovanilismo
localistico, legato a un’età e a un luogo. In realtà mostravano già
un’appartenenza più ampia, comune a più generazioni cresciute tra
cartoon, serie cult tv, playstation e videogiochi; fortificata,
però, nell’esperienza vitale di centri sociali, concerti punk,
graffiti e militanza politica e di strada.
Ecco l’«altro», ovvero l’attenzione
sincera, vissuta e rigorosa (Zerocalcare si è definito uno
straight-edge: una versione etica del punk, contro ogni
forma di alterazione della coscienza) per gli altri, incarnati
nelle tante declinazioni sociali degli emarginati, degli oppressi e
dei diversi.
Candidato nel 2015 al Premio Strega
(il secondo fumettista dopo Gipi a «sfidare» la società
letteraria), ha una bibliografia sterminata di titoli (tutti
pubblicate da BAO Publishing) tra cui va citato almeno il
capolavoro Kobane Calling (2016) diario-reportage di un
fumettista embedded: sul fronte però non delle potenze
militari ma a supporto del popolo curdo sul confine turco-siriano.
Da La profezia dell’Armadillo (2012) è stato tratto
l’omonimo film, diretto da Emanuele Scaringi, presentato nel 2018
alla 75esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Attualmente Zerocalcare sta
lavorando come ideatore, sceneggiatore e regista alla sua prima
serie animata tv per Netflix, Strappare lungo i bordi che
sarà ambientata nel suo universo narrativo con i suoi classici
personaggi: Secco, l’Amico Cinghiale, Sarah e l’Armadillo che avrà
la voce di Valerio Mastandrea. La serie è prodotta da Movimenti in
collaborazione con BAO Publishing e il suo teaser su YouTube sta
spopolando.
Per iscriversi al concorso c’è tempo
fino al primo luglio. La consegna dei bookciak è fissata entro il
20 luglio .
Nel lontano 2012 cominciarono a
diffondersi alcune voci secondo cui Zack Snyder era stato coinvolto in un
potenziale nuovo film della saga di Star Wars. Inizialmente si pensava che il
regista di Justice
League potesse addirittura dirigere
Il risveglio della forza, il film che avrebbe poi sancito
il ritorno ufficiale della saga sul grande schermo sotto l’egida di
J.J. Abrams.
In seguito, sia Snyder che i suoi
rappresentanti hanno prontamente smentito quelli voci, ma ora
scopriamo che, in realtà, c’era un fondo di verità nascosto dietro
quelle speculazioni. Lo stesso regista, infatti, ha confermato di
aver davvero lanciato un’idea alla Lucasfilm per un film autonomo
di Star Wars ispirato nientemeno che a I
sette samurai di Arika Kurosawa.
Ospite del podcast Happy Sad Confused di
Josh Horowitz in occasione della promozione di
Army of the Dead, Snyder ha approfondito la questione del
suo legame con la saga di
Star Wars, rivelando che quell’idea sarebbe qualcosa che,
in realtà, vorrebbe ancora realizzare. Il regista ha confermato di
aver presentato l’idea alla Lucasfilm prima dell’acquisizione da
parte della Disney.
“Ne abbiamo parlato, ma non è
mai diventato una realtà. La verità è che era qualcosa di molto
lontano dall’universo di Star Wars, era qualcosa di indipendente.
Ci ho lavorato da solo, come se fosse un film di fantascienza a sé
stante”, ha spiegato Zack Snyder. “È ancora una storia di
fantascienza. È la stessa storia… ma ho sempre voluto che non fosse
collegata all’universo di Star Wars. Volevo che Star Wars restasse
Star Wars. Forse, un giorno, chissà… Vedremo.”
I piani futuri di Zack Snyder al cinema
Ricordiamo che i tra prossimi
progetti di Zack Snyder figurano un film dedicato a Re
Artù, e ad altri due incentrati sulle figure di George Washington e
Napoleone. Inoltre, sempre di recente il regista ha sottolineato il
suo interesse nel portare sul grande schermo il romanzo “The
Fountainhead” di Ayn Rand, progetto che però pare abbia accantonato
a causa di alcune implicazioni politiche.
Zack Snyderè attualmente impegnato nella
promozione di Army
of the Dead, il suo nuovo film Netflix, con
protagonista Dave
Bautista, disponibile sulla piattaforma dal 21
maggio.
The
Marvels, il sequel di Captain
Marvel, uscirà in America l’11 novembre 2022 e
farà ufficialmente parte della Fase 4 del MCU. Di recente, l’attrice
Teyonah Parris ha ufficialmente debuttato nei
panni di Monica Rambeau in WandaVision,
personaggio che ritroveremo nel sequel di Captain Marvel al fianco di Carola Danvers
(Brie Larson) e della new entry Kamala Kham/Ms. Marvel (Iman Vellani).
Durante un’intervista con
Collider in occasione della promozione di Candyman,
Parris ha parlato del lavoro della regista Nia
DaCosta, che dirigerà appunto The
Marvels.“Per quanto riguarda gli attori con
cui lavora, sento che ripone grande attenzione nei loro
confronti”, ha spiegato l’attrice. “Ascolta i nostri
feedback sul personaggio, sulla storia che stiamo cercando di
raccontare, ed è un approccio che ha utilizzato anche per quanto
riguarda The Marvels. Molto spesso quando penso una cosa, scopro
che lei ci era già arrivata.”
Poi ha aggiunto: “Le dico: ‘Ho
pensato a questa cosa’, e lei mi risponde: ‘Tranquilla, ci
arriveremo. Prima bisogna pensare a questo, e poi a questo, e poi a
quest’altro ancora’. Mi piace come la sua mente sia sempre
proiettata verso il futuro. Mi sento molto a mio agio quando devo
andare a parlare con lei per magari sbrogliare i punti della
storia, gli archi narrativi dei personaggi e il loro
sviluppo.”
Tutto ciò che sappiamo su Captain
Marvel 2
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche
nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà l’11 novembre 2022.