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True Detective 4 si farà: la quarta stagione è in sviluppo!

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True Detective 4 si farà: la quarta stagione è in sviluppo!

Arriva finalmente la conferma, True Detective 4 si farà! La quarta stagione della serie antologica di successo della HBO True Detective è in lavorazione, secondo quanto apprendiamo dal The Hollywood Reporter .

Il rapporto menziona che True Detective 4 è in fase di sviluppo con una nuova stagione, ma senza il creatore Nic Pizzolatto al timone. Issa Lopez (Tigers Are Not Afraid, Secondary Effects) scriverà una sceneggiatura per la nuova stagione e dirigerà anche il pilot di quello che è provvisoriamente intitolato True Detective: Night Country. È stato anche riferito che il regista Barry Jenkins (Moonlight , If Beale Street Could Talk) è stato stato ingaggiato come produttore esecutivo.

Una quarta stagione della serie segnerà la prima volta che Pizzolatto non sarà legato alla serie che ha contribuito a creare, anche se THR ha riferito che probabilmente sarà ancora accreditato come produttore esecutivo. Dopo la conclusione della terza stagione di True Detective nel 2020, Pizzolatto avrebbe incontrato i dirigenti della HBO e concordato reciprocamente di separarsi, con Pizzolatto che in seguito avrebbe firmato un accordo generale con FX nel 2021.

La serie  True Detective

True Detective è iniziato nel 2014, con la sua prima stagione interpretata da Matthew McConaughey e Woody Harrelson e ha ottenuto recensioni entusiastiche. La sua ultima stagione è andata in onda nel 2019 e vedeva protagonisti Mahershala Ali, Carmen Ejogo, Stephen Dorff, Scoot McNairy e Ray Fisher.

Io Capitano: partite le riprese del nuovo film di Matteo Garrone

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Io Capitano: partite le riprese del nuovo film di Matteo Garrone

Si è aperto nei giorni scorsi a Dakar, in Senegal, il set di Io Capitano, il nuovo film di Matteo Garrone, una coproduzione internazionale Italia/Belgio, prodotto da Archimede con Rai Cinema, in coproduzione con Tarantula, con la partecipazione di Pathé. Le vendite internazionali sono affidate a Pathé International.

IO CAPITANO è una fiaba omerica che racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa (gli esordienti Seydou Sarr e Moustapha Fall), che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, i pericoli del mare e le ambiguità dell’essere umano.

Scritto da Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, a partire da un soggetto dello stesso Garrone, che si è ispirato alle storie vere di Kouassi Pli Adama  Mamadou, Arnaud Zohin, Amara Fofana, Brhane Tareke e Siaka Doumbia, tutti ragazzi che hanno compiuto davvero il viaggio dei due protagonisti del film.

Le riprese si svolgeranno, oltre che in Senegal, anche in Marocco e in Italia, per un totale di 13 settimane.

Crediti

Regia Matteo Garrone

Soggetto Matteo Garrone

Sceneggiatura Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini, Andrea Tagliaferri

Fotografia Paolo Carnera

Montaggio Marco Spoletini

Scenografia Dimitri Capuani

Costumi Stefano Ciammitti

Suono in presa diretta Maricetta Lombardo

Sound design Mirko Perri

Trucco Dalia Colli

VFX supervisor Massimo Cipollina – Laurent Creusot

Una produzione Archimede con Rai Cinema

in coproduzione con Tarantula

con la partecipazione di Pathé

Vendite internazionali Pathé International

Spider-Man: No Way Home, le acrobazie di Tom Holland nel backstage!

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Si sa che Tom Holland ha una particolare agilità e delle doti fisiche che gli consentono di interpretare al meglio Spider-Man, ma vederlo all’opera sul set di Spider-Man: No Way Home con indosso la tuta per gli effetti visivi non ha prezzo! Ecco il video:

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Kraven the Hunter, un video dal set mostra un inseguimento d’auto

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Sono in corso le riprese di Kraven the Hunteril nuovo film dell’Universo SONY che vede Aaron Taylor-Johnson nei panni del protagonista. Di seguito, un video dal set in cui si sta girando una scena di inseguimento:

https://twitter.com/KravenSource/status/1505369651529891841?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1505369651529891841%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fkraven-hunter-movie-set-video-car-chase%2F

Kraven the Hunter, il film

Dopo il successo di Venom: Let There Be Carnage e Spider-Man: No Way Home , Sony continua ad espandere il suo universo Marvel e Kraven the Hunter si unisce a una lista che include anche Madame Web con Dakota Johnson e il progetto Spider-Woman di Olivia Wilde.  Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura di Kraven the Hunter e il fatto che il film attiri talenti di alto livello è sicuramente un buon segno.

Nel cast del film sono stati confermati Aaron Taylor-Johnson, Ariana DeBose, Russell Crowe, Alessandro Nivola, Christopher Abbott e Fred Hechinger. J.C. Chandor dirigerà il film, con la produzione di Avi Arad e Matt Tolmach. Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura.

Meno di Trenta, intervista ai vincitori per Generazione 56K

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Meno di Trenta, intervista ai vincitori per Generazione 56K

Cristina Cappelli e Angelo Spagnoletti, protagonisti della serie Generazione 56K, sono trai vincitori di Meno di Trenta edizione 2022, con il riconoscimento alla migliore interpretazione maschile e femminile in una serie tv. In occasione della premiazione nell’ambito del Festival di Spello, ecco cosa hanno raccontato della loro esperienza con la serie Netflix.

Amori fuori tempo e amicizie inossidabili, tra il desiderio di diventare adulti e il coraggio di inseguire i propri sogni. Nel trailer di Generazione 56K un primo sguardo al ritratto, ricco di contraddizioni, della generazione dei Millennial, travolta – alle soglie dell’adolescenza – dall’arrivo di Internet negli anni Novanta e che oggi vede nella tecnologia un elemento indispensabile nella propria vita: offre velocità, connessioni, infinite possibilità, ma orientarsi in questa varietà di opzioni non è sempre facile.

Ad accompagnare le immagini ci sono le nostalgiche note di “Come mai” degli 883, inno degli amori di un’intera generazione.

Ambientata tra Napoli e Procida, Generazione 56K è una serie di genere comedy basata su un’idea originale di Francesco Ebbasta e da lui scritta insieme a Costanza Durante, Laura Grimaldie Davide Orsini, che ne è anche head writer. Dietro la macchina da presa dei primi 4 episodi Francesco Ebbasta, mentre Alessio Maria Federici firma la regia dei restanti 4.

Al centro della storia Daniel e Matilda, che si conoscono da giovanissimi e s’innamorano da adulti, e che, insieme agli amici di sempre, Luca e Sandro, sono il simbolo della Generazione del Modem 56K. Daniel e Matilda vivono una relazione che rivoluzionerà il loro mondo e li costringerà a fare i conti con il passato e quella parte più pura e vera di se stessi che, in modi opposti, hanno dimenticato. Tutti gli episodi della serie intrecciano costantemente due linee temporali, due punti di vista, due fasi della stessa storia d’amore e di amicizia che parte nel 1998 e continua fino ai giorni nostri.

Daniel e Matilda, sono interpretati rispettivamente da Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli, nella loro versione adulta, e da Alfredo Cerrone e Azzurra Iacone in quella da ragazzini. Protagonisti della serie anche due componenti dei The Jackal nel ruolo degli amici storici di Daniel: Gianluca Fru è Luca e Fabio Balsamo è Sandro, rispettivamente interpretati, nella loro versione da bambini, da Gennaro Filippone e da Egidio Mercurio.

Nel cast anche Biagio Forestieri (Napoli Velata) nei panni di Bruno, Claudia Tranchese (Sotto il sole di Riccione, Gomorra la serie 4 stagione) in quelli di Ines, Federica Pirone in quelli di Cristina. Liliana Bottone interpreta Rosa, Massimiliano Rossi (Indivisibili, Romulus) Aurelio, Sebastiano Kiniger Enea, Claudia Napolitano Noemi.

Dune 2: il personaggio di Zendaya sarà molto più importante

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Dune 2: il personaggio di Zendaya sarà molto più importante

In una recente intervista con Variety, Denis Villeneuve ha parlato di come il personaggio di Zendaya, Chani, avrà un ruolo più importante in Dune 2. Tramite le visioni di Paul, il primo film anticipa il suo futuro con Chani mentre i due guidano i Fremen contro Casa Harkonnen e l’Imperatore. Timothée Chalamet e Zendaya non appaiono sullo schermo insieme fino alla fine del film e Chani si vede poco in generale. Le riprese di Dune sono durate cinque mesi e Zendaya è rimasta sul set solo per cinque giorni.

Per Zendaya, dirò che la prima parte era una promessa. So che l’abbiamo vista nella prima parte, ma nella seconda parte avrà un ruolo importante. Seguiremo Timothée e Zendaya nelle loro avventure nel deserto. Questa è la cosa che mi ha eccitato di più nel tornare ad Arrakis è passare di nuovo del tempo con quei personaggi.

Dune 2, il film

Dune 2 è l’atteso sequel del film del 2021 Dune diretto da Denis Villeneuve e  interpretato da un cast stellare composto da Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar IsaacZendayaJavier BardemStellan Skarsgård. In Dune 2 confermati gli ingressi nel cast diFlorence Pugh, Austin Butler.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie paure sopravviveranno.

Denis Villeneuve ha diretto Dune e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert.

Morbius: il regista conferma l’esistenza di Spider-Man nell’universo del film

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Il regista Daniel Espinosa stabilisce che Spider-Man esiste nello stesso universo di Morbius. Dopo il successo dei film di Spider-Man di Tom Holland, la Sony si è dedicata alla produzione di film che hanno per protagonisti alcuni dei cattivi di Spider-Man stesso. Morbius seguirà il biochimico Michael Morbius (Jared Leto) mentre si infetta con una forma di vampirismo dopo aver tentato di curare la sua rara malattia del sangue.

Espinosa ha parlato delle apparizioni di Spider-Man e Avvoltoio nel trailer di Morbius durante un’intervista con Cinema Blend. Pur confermando che Spider-Man esiste in quell’universo, il regista si affretta a chiarire che potrebbe non essere la versione di Spider-Man che i fan pensano.

“Certamente! Voglio dire, in quasi tutti gli Spider-Verse o gli universi che esistevano nell’universo Marvel, se leggi i fumetti, l’intera idea di quel tipo – la teoria delle stringhe Marvel, se così possiamo chiamarla. È molto legato, se ricordi, all’alternativa Seinfelds. Hai un mondo in cui hai gli stessi personaggi, e sono TUTTI i personaggi, ma sono leggermente diversi. Quindi, in quasi tutti i mondi, hai Spider-Man, o un Fantastico Quattro, o un Tony Stark, o un Morbius. Ma avranno un tono diverso. Non è proprio il modo in cui il Marvel Cinematic Universe (si sta) avvicinando all’idea, ma si stanno muovendo su una verità fondamentale. Poi hai il secondo tipo di leggenda, che riguarda il totem. Che è che, in tutti gli universi, c’è un totem di ragno. Il che significa che in tutti gli universi deve esserci uno Spider-Man. O una Spider-Woman.”

Morbius, la trama

Uno dei personaggi più enigmatici e tormentati della Marvel, l’antieroe Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato dall’attore Premio Oscar® Jared Leto. Infetto da una rara e pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la sua stessa sorte, il Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.

Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Matt SmithTyrese Gibson, Adria Arjona Jared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale italiane il 31 marzo 2022. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

The Mandalorian 3: Christopher Lloyd nel cast

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The Mandalorian 3: Christopher Lloyd nel cast

Arriva dal The Hollywood Reporter la notizia che The Mandalorian 3  ha appena scelto un altro attore di alto profilo per rimpolpare il cast della terza stagione, poiché Christopher Lloyd, noto soprattutto per il ruolo di Doc Brown nella serie Ritorno al futuro, si è unito  allo show di Star Wars.

L’Hollywood Reporter ha riportato la notizia, affermando che l’attore è nel call sheet per la serie, che sta attualmente girando nel sud della California dopo una interruzione segnalata relativa al COVID-19. Non si sa esattamente che ruolo interpreterà Christopher Lloyd, ma è stato riferito al THR come una “guest star “. Dato che Dave Filoni e la compagnia sembrano avere un debole per riportare in vita i personaggi degli spettacoli animati di Star Wars, il suo potrebbe essere un personaggio che potrebbe provenire da The Clone Wars o Rebels.

Potrebbe volerci del tempo prima che queste informazioni vengano annunciate ufficialmente, poiché The Mandalorian 3 non ha ancora una data di uscita. Dopotutto, la Disney si sta ancora concentrando sull’attesissima serie Obi-Wan Kenobi, che sarà presentato in anteprima su Disney+ il 25 maggio.

The Mandalorian 3

The Mandalorian 3 è la terza stagione della serie tv live action The Mandalorian basata sull’universo di Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma streaming Disney+.

Ambientata nell’universo di Guerre stellari dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi e prima di Star Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del Primo Ordine, The Mandalorian racconta le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.

La serie è prodotta e scritta da Jon Favreau (già produttore de Il Re Leone e delle saghe di Avengers e Iron Man). Nel cast Carl Weathers (Apollo Creed nella saga di Rocky), Nick Nolte (Cape FearIl Principe delle maree), Emily Swallow (SupernaturalLe regole del delitto perfetto), Taika Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo Rabbit), Giancarlo Esposito (Fa’ la cosa giustaBreaking Bad) e Omid Abtahi (24HomelandStar Wars: The Clone Wars).

The Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi, racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A interpretarlo Pedro Pascal (Game of ThronesNarcos).

Full Time – Al cento per cento, recensione del film

Full Time – Al cento per cento, recensione del film

Per Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Full Time – Al cento per cento è il ”film rivelazione dell’anno”. Il lungometraggio diretto da Eric Gravel e con protagonista Laure Calamy è un ritratto realistico della società francese odierna: mostra la vita quotidiana, tutt’altro che semplice, di una madre single che vive in periferia e non guadagna abbastanza.

La trama di Full Time

Julie è divorziata, ha due figli e vive nella periferie parigina. Lavora come governante in un hotel a cinque stelle di Parigi: ogni giorno si sveglia all’alba, prepara i suoi bambini, li consegna alla baby sitter e prende il treno per la città. Julie è laureata, lavorava nell’ambito della ricerca sociale ma, dopo essere stata licenziata, non ha trovato nulla di meglio del lavoro nell’hotel. Un po’ per necessità – l’ex-marito non contribuisce con gli alimenti come dovrebbe, un po’ per ambizione, Julie continua a fare colloqui per tornare a lavorare nel suo settore.

Riesce finalmente ad ottenere un appuntamento per ”il lavoro perfetto”, ma il tempismo non sembra aiutarla. Nella stessa settimana, Julie deve fronteggiare il colloquio per il nuovo impiego, gli scioperi e le manifestazioni che bloccano la circolazione a Parigi, il capo del personale dell’hotel che la mette sotto pressione, il compleanno del figlio e le lamentele dell’anziana baby-sitter. Riuscirà la protagonista a gestire tutto o verrà sopraffatta?

Una vita ”Full Time”

Il titolo di Full Time parla da sé: Julie non solo ha un impiego a tempo pieno, ma vive ogni attimo della sua vita come un lavoro, un dovere dopo l’altro. Come uno schema, si sveglia, veste i figli, prende il treno, lavora, mangia, lavora, riprende il treno, lava e mette a letto i figli. E di nuovo da capo. L’unico attimo di pace potrebbe essere il bagno a fine giornata, ma il boiler dell’acqua calda rotto e i capricci dei bambini guastano anche questo momento.

Il regista sceglie di raccontare la vita di questa mamma single senza troppi fronzoli: fa una ricostruzione quasi documentaristica della settimana di Julie, giorno dopo giorno. Non si vedono in Full Time scene melodrammatiche, scene finte ”da film”. Non ci sono commenti o narrazioni che esagerano le situazioni vissute dalla protagonista. Tutto è estremamente reale e per questo d’effetto.

Un racconto ansiogeno per il suo realismo

Full Time è un crescendo di tensione, un climax che, scena dopo scena, problema dopo problema, arriva al suo culmine poco prima della fine. Per come è costruito, il film genera un senso di angoscia tangibile. Guardando il lungometraggio ci si immerge in una storia che potrebbe essere vera. Quello di Full Time è un mondo che barcolla e perde pezzi su tutti i fronti: la vita privata, la società attorno, il lavoro, la comunità, tutto arranca e niente sembra stabile.

In tutto ciò, Julie è sola: non ha il sostegno dell’ex-marito, la baby-sitter la mette alle strette, le colleghe sono spietate e in mezzo ci si mettono anche gli scioperi. È impossibile non empatizzare con lei e non immedesimarsi. L’ansia arriva addirittura a far temere il peggio: lo spettatore diventa più coinvolto – e più pessimista – della protagonista. Il lavoro dell’attrice contribuisce all’ottima resa del film: Laure Calamy è un volto di pietra, paralizzato dalle preoccupazioni. Si percepisce la tensione sotto la maschera di una madre, una collega, un’amica che cerca di andare avanti senza dare a vedere le sue angosce.

Non a caso, Calamy è un attrice coinvolta nei temi sociali. Ha già recitato in film e serie che criticano il mondo dei lavoro: tra tutti ricordiamo lo show francese Chiami il mio agente!, serie sulla professione dell’attore. Inoltre, Calamy è membro del Collettivo 50/50, organizzazione che ha l’obiettivo di promuovere la parità tra donne e uomini nel settore cinematografico e televisivo.

Un film già premiato dalla critica

Full Time è già stato amato dai critici: presentato a Venezia, ha vinto il Premio Orizzonti Miglior Attrice (Laure Calamy) e il Premio Orizzonti Miglior Regia (Eric Gravel). Originale, documentaristico e abilmente costruito a livello di suspence, speriamo che il film possa conquistare anche il pubblico in sala.

C’era una volta in America: in IULM il convegno sul film di Sergio Leone

Nella giornata del 16 marzo 2021, l’Università IULM di Milano ha tenuto un convegno su C’era una volta in America, il capolavoro del regista Sergio Leone. L’incontro, aperto agli studenti e a tutta la cittadinanza, ha visto la partecipazione di tante personalità legate al regista e al lungometraggio: tra gli altri, la figlia del maestro, Raffaella Leone, lo sceneggiatore Franco Ferrini, l’attore del giovane Noodle Scott Schutzman. Vediamo nel dettaglio gli argomenti più interessanti che sono stati trattati durante l’evento!

Perché parlare oggi di C’era una volta in America?

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È il terzo capitolo della ”trilogia del tempo”. Dopo C’era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971), Sergio Leone dedica per dieci anni anima e corpo alla creazione di un’opera mastodontica che, nella sua testa, sarebbe dovuta durare 5 o 6 ore. Il pioniere degli spaghetti-western, accantona il genere che l’ha reso celebre al grande pubblico per creare un gangster movie ambientato a New York.

Partendo dal romanzo The Hoods di Harry Grey, Leone mette in scena la storia della vita di David ”Noodles” Aaronson, un ebreo povero dei quartieri bassi di Manhattan che diventa fin da piccolo un criminale per necessità. Il film percorre quarant’anni di vita (e di storia), passando dal proibizionismo degli anni Venti al clima del tardo dopo-guerra degli anni Sessanta.

C’era una volta in America: la trama

Il film parla di amicizia, di disperazione e, soprattutto, di tempo. I tempi del film sono tre e – nella versione distribuita fuori dagli Stati Uniti – vengono continuamente mescolati. Nel 1920 Noodles (Scott Schutzman) è un adolescente, già membro di una baby-gang con i suoi quattro amici: Max, Patsy, Cockeye e Dominic. Noodles è piccolo, ma vive già emozioni forti come l’amore, l’odio e il lutto. Negli anni Trenta Noodles (Robert De Niro) è un giovane criminale che, dopo aver perso i suoi amici nell’ennesima lotta di quartiere, fugge da New York per cambiare vita. Nel 1968 Noodles è ormai ultrasessantenne. Torna a New York perché è stato invitato dal rabbino locale: deve trasferire le salme degli amici morti trent’anni prima.

Quando arriva in città, Noodles scopre che in realtà l’azione è già stata compiuta da un ignoto benefattore. Il fatto viene interpretato dal protagonista come il richiamo da parte di un vecchio nemico: non può far altro che accettare la sfida e scoprire chi (e perché) lo sta cercando…

Un oggetto di culto

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Ad aprire il convegno è il critico cinematografico e rettore dell’Università IULM Gianni Canova. Per prima cosa, spiega quanto il film sia un oggetto di culto, soprattutto per la sua generazione. Ricorda il ruolo di C’era una volta in America anche per la rivista di cinema Duel, in cui Canova stesso si è formato e da cui sono uscite importanti personalità dell’odierna critica cinematografica: ”Il numero uno del 1993 aveva in copertina un volto molto leoniano, Clint Eastwood, il titolo era Duel, anch’esso molto leoniano, e l’esergo dell’editoriale del primo numero era: cosa avete fatto in tutti questi anni? Siamo andati a letto presto”. Canova spiega poi come il film di Sergio Leone sia un’opera-mondo, un’opera che non solo costruisce un mondo ma che ci aiuta anche a vivere meglio nel nostro mondo.

”Cosa hai fatto in tutti questi anni?” ”Sono andato a letto presto”

La famosa frase che Noodles dice a Fat Moe quando torna a New York è solo una degli elementi iconici di C’era una volta in America. Il film ha segnato la storia del cinema, in particolare il genere dei gangster movies. Le vicissitudini legate alla produzione, le interpretazioni della pellicola, le leggende e le verità che circolano attorno all’ultimo grande film di Sergio Leone continuano ad affascinare: ecco perché si è scelto di fare un convegno interamente dedicato al lungometraggio.

Il tempo costruito

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Fuori e dentro la pellicola, C’era una volta in America è un film che ha a che fare con il tempo. Noodles, tornando a New York dopo 35 anni, si trova a fare i conti con il suo passato: i ricordi d’infanzia, l’amicizia, i dolori. Attorno al personaggio degli anni Sessanta il tempo si sgretola. Come dice anche Deborah, suo amore giovanile: ”Siamo due vecchi, Noodles: l’unica cosa che ci resta è qualche ricordo”.

La pellicola, nella versione originale gioca tantissimo con il tempo, lo sfrutta ai fini drammatici. Lo sceneggiatore Franco Ferrini spiega il senso del tempo, in particolare nella scena in cui Fat Moe e Noodles si rincontrano: De Niro arriva nel bar e porta un oggetto in particolare, la chiave del vecchio pendolo. È come se il tempo, dopo la partenza di Noodles, non fosse mai passato: riparte nel momento del ritorno. A decadere non è solo il tempo del protagonista, ma anche il tempo storico: quello di C’era una volta in America è un mondo che, cadendo dopo la seconda guerra mondiale, vuole portare tutto e tutti con sé.

Il tempo distrutto

Anche a livello di produzione, la ”questione tempo” è rilevante. Ci sono voluti dieci anni per realizzare il film e, alla fine, ne sono uscite più versioni. Per questioni commerciali, in America la pellicola è uscita mutilata: 139 minuti di un film riorganizzato in ordine cronologico. A raccontare della produzione – e di come è stata vissuta da Sergio – c’è Raffaella Leone, figlia del grande regista e aiuto costumista sul set del film. ”Io dico sempre che C’era una volta in America è stato per dieci anni il nostro quarto fratello.” Per Sergio Leone la versione americana non è mai esistita: ”Mio padre ha tolto il nome, non ha mai voluto vederlo, è stato per lui una ferita, un’amputazione.”

Raffaella Leone svela anche alcuni dettagli su Sergio: ”Mio padre per dieci anni ha inseguito questo sogno, per dieci anni non ha lavorato a nessun film. Per me vederlo sul set è stata una doppia rivelazione: di lui come regista e di lui come persona. Ho scoperto lati di papà che nella vita erano difficili da individuare. Se nella vita mio padre era un uomo pigro, come i suoi film, sul set era un’altra persona, molto attivo”.

E aggiunge, con nostalgia: ”Sul set mio padre era felice, come un bambino in un negozio di caramelle, si accendeva. Era il momento in cui riusciva a esprimere ciò che aveva sognato e immaginato.”

Le tre versioni

Totalmente spersonalizzato e privo di senso, il lavoro di Leone non ottiene successo negli Stati Uniti. Fortunatamente, fuori dagli States C’era una volta in America ha avuto la gloria meritata. In ambito internazionale, il film è uscito in una versione da 219 minuti che rispetta il plot pensato dal regista e dagli sceneggiatori.

Dopo un primo montaggio, Leone aveva considerato anche l’ipotesi di pubblicare una versione da 6 ore, divisa in due parti: anche nel film internazionale quindi, mancano numerose scene.  Le sequenze tagliate non sono state distrutte, ma sono state conservate in modo piuttosto scarno, non doppiate e non montate, fino al 2011. Con l’acquisto dei diritti del film per l’Italia da parte dei figli del regista, C’era una volta in America trova nuova vita: viene fatto restaurare dalla Cineteca di Bologna e, grazie al restauro, vengono recuperati anche 26 minuti di girato presenti nel primissimo montaggio. Nel 2012 viene quindi presentato a Cannes l’extended diector’s cut, un film lungo 246 minuti.

Le scene inedite

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Al convegno tenuto in IULM si è parlato anche di queste scene tagliate (e poi ricucite). Piero Neri Scaglione, autore del libro Che fine hai fatto in questi anni, ha presentato insieme a Massimo Rota, giornalista critico cinematografico, sei sequenze inedite del film, tratte dalla versione estesa. Tra queste, c’è l’incredibile scena all’interno della cripta del cimitero, essenziale per capire il senso del film. La sequenza permette infatti a Noodles di scoprire che i corpi dei suoi amici sono stati spostati da qualcuno a suo nome, una persona che conosce la sua identità.

Scaglione e Rota fanno quindi luce sull’impresa del regista, sulla maestosità del progetto e sull’enorme quantità di girato: si è parlato, ironicamente, di 22 mila metri di pellicola. Leone diceva di avere parti della pellicola anche sotto il suo letto”. 

Le musiche di Ennio Morricone: scheletro di C’era una volta in America

Non si può parlare del film senza citare l’incredibile colonna sonora di Ennio Morricone. A raccontare della musica è il compositore Alessandro De Rosa, autore del libro Ennio Morricone. Inseguendo quel sogno. ”Se penso a C’era una volta in America penso all’amicizia, al tradimento, all’amore, alla morte, alle memorie, allo sgretorarsi come statue di sale”.

Il film, spiega De Rosa, è costituito principalmente da temi musicali duali, che creano conflitto dentro e fuori dal film. Un gioco di dimensioni in cui le musiche esprimono ed esaltano concetti, legittimando la storia. ”Anche tutti i personaggi sono animati da una forza duale: sono poca cosa nel presente, ma stanno puntando a qualcosa di più alto e più grande.”  

I temi musicali del film

I temi che guidano C’era una vita in America sono tre e sono temi musicali quanto narrativi. Il tema dell’amicizia, che è quello principale, il tema poverty, della povertà, e il tema di Deborah, la musa, la donna irraggiungibile per Noodles. Questi temi, nella lunga durata del film, s’incastrano e mescolano tra loro, per dare senso e intensità.

Dice De Rosa”La musica si sostituisce al dialogo. Entra ed esce dal film, passa dalla dimensione dietetica a quella extradiegetica.” Si passa dal flauto di pan suonato da Cockeye, all’orchestra extradiegetica, alle note scordate di un pianoforte. Tutto è estremamente evocativo. Il ricordo, l’amicizia, la povertà e l’amore sono le emozioni che dominano il film e la musica ne è la cassa di risonanza. La musica, specialmente quella di Morricone, ha potere ”La musica può guidare le azioni di un gruppo, può coordinare i movimenti di camera, … è tra le persone che lavorano al film.”

Tutti gli ospiti della giornata

convegno C'era una volta in America

La cittadinanza e gli studenti hanno potuto quindi interfacciassi con tante personalità legate a C’era una volta in America: oltre ai personaggi già nominati, sono intervenuti Steve Della Casa, critico cinematografico e direttore del Torino Film Festival, la costumista del film Gabriella Pescucci, Scott Schutzman, l’interprete del giovane Noodles e lo scrittore Paolo Cognetti.

Il dialogo è stato ricco di passione e senza dubbio arricchente per tutti i presenti. Gli aneddoti curiosi e le nozioni più tecniche si sono susseguiti nel corso della giornata, fornendo tanti spunti di riflessione per i cinefili e generando curiosità per chi ancora non avesse visto il film. Eventi come questo organizzato dall’Università IULM permettono anche ai più giovani di scoprire e riscoprire i capolavori del secolo scorso: speriamo che, per una sera, qualche Noodles di oggi scelga di ”non andare a letto presto” per guardare C’era una volta in America.

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Moon Knight: nuovo promo “Choice”

Disney+ ha diffuso il nuovo promo inedito “Choice” di Moon Knight, l’attesa nuova serie Marvel Studios in arrivo sulla piattaforma streaming.

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Moon Knight

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

Marvel Studios Moon Knight, è la nuova serie serie originale live-action Marvel Studios che debutterà dal 30 marzo in esclusiva su Disney+. La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei dell’Egitto.

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

I Cassamortari, recensione del film di Claudio Amendola

I Cassamortari, recensione del film di Claudio Amendola

Dopo La mossa del pinguino (2013) e Il permesso – 48 ore fuori, Claudio Amendola torna alla regia con I cassamortari. Amendola mette in scena una black comedy troppo assurda anche per far ridere. Il film vede come protagonisti grandi volti della risata italiana – Lucia Ocone, Massimo Ghini, Antonello Fassari – e una guest star. Chi è al centro della vicenda? Un cantante rock, interpretato da Piero Pelù, morto e riesumato innumerevoli volte.

I cassamortari: l’agenzia funebre dei fratelli Pasti

Giuseppe Pasti (Edoardo Leo) è il direttore di un’agenzia di pompe funebri. Alla sua morte, il business resta nelle mani dei quattro figli: Giovanni (Massimo Ghini), avaro e affabulatore, Maria (Lucia Ocone), vera amante dei vedovi, Marco (Gian Marco Tognazzi), tanatoesteta che non parla coi vivi ma dialoga coi morti e il giovane Matteo (Alessandro Sperduti), pessimo social media manager dell’agenzia.

Il padre, tanto stimato ed elogiato, ha in realtà lasciato ai figli non solo la sua attività, ma anche un grosso debito con lo stato. Nel momento di crisi nera dell’impresa, arriva ”in soccorso” la morte di una nota rockstar: Gabriele Arcangelo (Piero Pelù). Il cantante, amato dal pubblico per le sue campagne di sensibilizzazione sulla droga e su altri problemi sociali, è in realtà una persona orribile: drogato, ubriacone e scorbutico. Dalla sua morte quindi, l’amante (Sonia Bergamasco) e la figlia Celeste decidono di ottenere quanti più soldi possibili: affidandosi ai Pasti, vogliono sfruttare la fama del defunto. Per un funerale pubblico prima, per un evento sui social poi, la salma di Gabriele viene più volte riesumata. Ciò porta i ”cassamortari” a vivere un conflitto interiore: meglio salvare l’azienda o rispettare il defunto?

Una trama fin troppo ricca e aggrovigliata per una commedia

La trama de I Cassamortari vuole includere di tutto e di più. C’è la famiglia Pasti, fatta da cinque persone, protagonista che domina la scena per metà film. C’è il cantante Gabriele Arcangelo con la compagna/agente e la figlia Celeste. Ci sono i clienti delle pompe funebri e i fan di Arcangelo. Non si sa bene in quale modo, l’assurda storia della famiglia di pompe funebri si incastra con quella di una rockstar. I singoli episodi legati ai clienti dei Pasti, storie strambe di vedovi santoni, funerali per cani e bare di lusso, sono coloriti e occupano la prima parte del film. Fanno sorridere per la stranezza ma, essendo marginali rispetto alla storia dei Pasti, funzionano.

La vicenda di Gabriele Arcangelo invece fa dire ”è veramente troppo”: tutto perde di credibilità. L’esagerazione non fa nemmeno più ridere. Il morto più volte truccato e usato come un bamboccio, la figlia cattivissima e arrogante che sembra assetata di vendetta post-mortem nei confronti del padre. Forse lasciare perdere qualche dettaglio tragi-comico e puntare su una trama meglio strutturata sarebbe stata una buona idea.

Tinte gotiche che diventano kitsch

La scelta di Amendola di ambientare un film seguendo il leitmotiv della morte e dell’agenzia funebre è originale e ha del potenziale, ma non sembra venire sfruttato nel migliore dei modi. Gli stratagemmi adottati per rallegrare l’agenzia, per alleggerire il tema creano un setting estremamente pacchiano: la sede dell’impresa di pompe funebri non ha nulla di diverso da un grande studio di avvocati e porta la storia dei Pasti sullo stesso piano di quella di altre famiglie imprenditoriali italiane in crisi, motivo preso e ripreso in tantissimi film e serie italiane.

Tutte le peripezie legate a Gabriele Arcangelo non fanno che aggiungere toni kitsch e finti alla storia: la casa piena di oggetti appariscenti e animali imbalsamati, il funerale pubblico a Cinecittà, il corpo del morto messo in piedi come un bamboccio. In questo modo, I cassamortari sdrammatizza sul tema della morte, ma non risulta più credibile: si poteva far ridere – forse anche di più – senza esasperare tutto così tanto.

Grandi attori e personaggi macchiette per I Cassamortari

Il cast de I Cassamortari non è indifferente: accanto a Piero Pelù – che in realtà recita per poche scene ma che cura le musiche del film, ci sono attori comici come Lucia Ocone, Massimo Ghini, Gian Marco Tognazzi. Si aggiungono anche Edoardo Leo e la sempre brava Sonia Bergamasco. Con una parure di attori simili, si potrebbero fare grandi cose, ma non è questo il caso. La maggior parte dei personaggi del film sono stilizzati, hanno tratti forti che non prevedono grandi variazioni nel corso dello svolgimento.

Il conclusione, I Cassamortari è un film leggero ma non troppo, divertente ma non troppo e decisamente troppo kitsch.

Meno di Trenta, intervista ai vincitori per A Classic Horror Story

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Paolo Strippoli e Francesco Russo, co-regista e protagonista di A Classic Horror Story, sono trai vincitori di Meno di Trenta edizione 2022, rispettivamente con un premio speciale e con il riconoscimento al miglior attore protagonista nella categoria cinema. In occasione della premiazione nell’ambito del Festival di Spello, ecco cosa hanno raccontato della loro esperienza sul set del film Netflix.

A Classic Horror Story, leggi la nostra recensione

A Classic Horror Story, una classica storia dell’orrore, come suggerisce il titolo, un omaggio alla tradizione di genere italiana che, partendo da riferimenti classici, arriva a creare qualcosa di completamente nuovo. Il nuovo film Netflix, prodotto da Colorado Film, sarà presentato in Concorso alla 67esima edizione del Taormina Film Fest 2021, che si terrà dal 27 giugno al 3 luglio 2021. Il film sarà poi disponibile dal 14 luglio 2021 solo su Netflix. A Classic Horror Story è diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli, da una sceneggiatura di Lucio Besana, Roberto De Feo, Paolo Strippoli, Milo Tissone, David Bellini, e vede come protagonisti principali Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick, Alida Baldari Calabria e Cristina Donadio. Il film è stato girato interamente in Puglia e a Roma, per 5 settimane di riprese.

Coda – I segni del cuore: il film candidato all’Oscar su SKY e NOW

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Arriva in prima tv lunedì 21 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand anche in qualità 4K, Coda – I segni del cuore.

Vincitore del Gran Premio della Giuria, Premio del Pubblico, Premio Speciale per il cast e Premio per la miglior regia nella sezione drama al Sundance 2021, in gara agli Oscar 2022 con tre nomination tra cui quella per il miglior film (le altre sono quelle per il miglior attore non protagonista per Troy Kotsur e la migliore sceneggiatura non originale), Coda – I segni del cuore è il remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier. Emozionante ed ironico, irriverente e al contempo edificante, il film è scritto e diretto da Sian Heder (Tallulah, Little America), e vede nel cast attori sordi e udenti, tra cui il premio Oscar Marlee Matlin (Figli di un dio minore), Emilia Jones, Eugenio Derbez, Troy Kotsur, Daniel Durant.

Coda – I segni del cuore è uno dei cinque titoli in concorso quest’anno agli Oscar  che nel mese di marzo arriveranno in prima tv sui canali Sky Cinema, in attesa della cerimonia di premiazione della 94ª edizione degli Academy Awards , che dalle 00.15 della notte tra domenica 27 e lunedì 28 marzo sarà in diretta su Sky e in streaming su NOW.

La trama di Coda – I segni del cuore

In Coda – I segni del cuore la giovane protagonista Ruby (Emilia Jones) è l’unica persona udente nella sua famiglia (L’acronimo CODA sta per Child of Deaf Adults, ovvero bambino in una famiglia di non udenti). La diciasettenne, prima di entrare a scuola, nelle prime ore del mattino, lavora sulla barca di famiglia per aiutare suo fratello (Daniel Durrant) e i suoi genitori (Marlee Matlin e Troy Kotsur) nell’attività di pesca sulla costa del Massachusetts. Da quando la giovane ragazza è entrata a far parte del coro della scuola, scopre di avere una smodata passione per il canto. Il suo maestro Bernardo (Eugenio Derbez) crede ci sia qualcosa di speciale nella giovane adolescente e la spinge a considerare una prestigiosa scuola di musica per il suo futuro. Ruby si troverà davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Spider-Man: No Way Home, dal 12 aprile in Home Video

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Spider-Man: No Way Home, dal 12 aprile in Home Video

A partire dal 12 aprile arriva in Home Video Spider-Man: No Way Home di Jon Watts, il cinecomic più atteso dell’anno e campione d’incassi ai botteghini di tutto il mondo. Considerato uno dei film Marvel migliori di sempre, l’ultimo capitolo con protagonista l’Uomo Ragno sarà disponibile nei formati DVD, Blu-Ray, 4K Ultra HD (con doppio disco 4K+Blu-ray) e una Steelbook da collezione sempre con doppio disco 4K+Blu-ray. Tutte le edizioni conterranno come gadget esclusivo una calamita da collezione, mentre quelle Blu-ray, 4K e Steelbook saranno arricchite anche da oltre 80 minuti di contenuti extra, tra cui easter egg, errori sul set e tantissime curiosità sullo spider-verse.

In questo nuovo capitolo la star Tom Holland torna nei panni dell’amichevole Supereroe di quartiere dell’Universo Cinematografico Marvel in una super produzione che riunisce oltre vent’anni di storie, insieme alla magnetica Zendaya nel ruolo di Michelle “MJ” Jones-Watson e l’iconico Benedict Cumberbatch in quelli dello stregone supremo Doctor Strange. Il regista Jon Watts, già dietro la macchina da presa di Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home, dopo le incursioni nelle capitali europee del film precedente sposta l’azione nel Multiverso.

Per la prima volta nella storia cinematografica viene rivelata l’identità dell’Uomo Ragno, portando le sue responsabilità di Supereroe in conflitto con la sua vita normale e mettendo a rischio le persone a cui tiene di più. Quando chiede l’aiuto del Doctor Strange per ripristinare il suo segreto, l’incantesimo squarcia un buco nel loro mondo, liberando i cattivi più potenti che l’Uomo Ragno abbia mai dovuto combattere in qualsiasi universo. Ora Peter Parker dovrà superare la sua più grande sfida, che non solo altererà per sempre il suo futuro, ma anche il futuro del Multiverso.

Sudestival, il festival lungo un inverno: tutti i vincitori dell’edizione 2022

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Si è appena conclusa nella suggestiva cornice di Monopoli la ventiduesima edizione del Sudestival, il festival lungo un inverno, progetto dell’Associazione Culturale Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival, afferente all’Apulia Cinefestival Network e all’AFIC, viene realizzato con il sostegno e il patrocinio della Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della cultura e valorizzazione del territorio, del MIC e della Città di Monopoli, e col patrocinio dell’UNIBA, del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli e del Polo liceale “Galilei-Curie” di Monopoli.

Il primo e unico festival di cinema italiano in Puglia a svolgersi in inverno, divenuto in ben ventidue edizioni il punto di riferimento per le opere prime e seconde della produzione nazionale di qualità, ha contato 15 giorni di festival, 39 proiezioni, 5 sezioni, 7 premi e 34 ospiti con una grande affluenza di pubblico e di giovani, protagonisti indiscussi della kermesse dedicata alla settima arte.

Nella serata conclusiva di domenica 20 marzo, presso il Teatro Radar, si sono svolte le premiazioni delle diverse sezioni a cura delle Giurie presenti. La Giuria Cinema Nazionale, presieduta da Maurizio Sciarra e composta da Stefano Amadio, direttore cinemaitaliano.info, Franco Dassisti, critico cinematografico “Radio24”, Viviana Del Bianco, direttrice N.I.C.E., Gabriella Genisi, scrittrice, Cristiana Paternò, presidente SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e Anastasia Plazzotta, produttrice, ha assegnato il prestigioso FARO D’AUTORE della Città di Monopoli al miglior lungometraggio a Una femmina di Francesco Costabile. La menzione speciale della Giuria è andata a Il legionario di Hleb Papou. A premiare il miglior documentario, con il PREMIO SUDESTIVAL DOC, la Giuria Nazionale Doc presieduta da Chiara Valenti Omero, direttrice ShorTS di Trieste, con Maurizio Di Rienzo, critico cinematografico e Michele Sancisi, scrittore, autore e giornalista SKY, che ha decretato vincitore Viaggio nel crepuscolo di Augusto Contento e assegnato la menzione speciale a   Ndoto ya Samira – il sogno di Samira di Nino Tropiano.

Il PREMIO GIURIA GIOVANI al miglior lungometraggio, composta da ben 300 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 19 anni, tutti provenienti dal Polo Liceale “Galilei-Curie”, dagli Istituti Tecnici “Vito Sante Longo” e, IISS “Luigi Russo”, è stato assegnato a I nostri fantasmi di Alessandro Capitani. Il PREMIO DEL PUBBLICO è andato a Una femmina di Francesco Costabile e, sempre Una femmina si è aggiudicato il PREMIO “GIANNI LENOCI” alla Miglior Colonna Sonora, grazie alla Giuria composta dal regista documentarista Francesco Conversano (presidente), dal M° Giampaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, e dai maestri Francesco Angiuli, compositore, Riccardo Panfili, compositore, Giovanni Boccuzzi, compositore.

La Giuria PREMIO APULIA FILM COMMISSION “CARLO DELLE PIANE” alla miglior sceneggiatura, composta dalla Presidente Anna Crispino Delle Piane e dagli sceneggiatori Antonella Gaeta, Salvatore De Mola e Alessandro Valenti, hanno assegnato il premio ad Alessia Lepore per Il mio corpo vi seppellirà di Giovanni La Parola.

Infine, ma non da ultimo, Renato Casaro, il grande illustratore di tutti i tempi del cinema italiano e internazionale, che ha donato al festival l’illustrazione dell’edizione appena conclusa, ha ricevuto il prestigioso Premio Sudestival alla Carriera.

WGA Awards 2022: Don’t Look Up e CODA vincono i premi principali

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WGA Awards 2022: Don’t Look Up e CODA vincono i premi principali

Don’t Look Up e CODA hanno conquistato i WGA Awards 2022 rispettivamente nelle categorie per la sceneggiatura originale e per la sceneggiatura non originale. La gilda degli sceneggiatori assegna premi in moltissime categorie. Eccole tutte di seguito:

Feature Film Awards

Original Screenplay

  • “Being the Ricardos” (Amazon Studios) – Screenplay by Aaron Sorkin
  • WINNER: “Don’t Look Up” (Netflix) – Screenplay by Adam McKay, Story by David Sirota
  • “The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun” (Searchlight Pictures) – Screenplay by Wes Anderson, Story by Wes Anderson & Roman Coppola & Hugo Guinness & Jason Schwartzman
  • “King Richard” (Warner Bros) – Screenplay by Zach Baylin
  • “Licorice Pizza” (MGM/United Artists Releasing) – Screenplay by Paul Thomas Anderson

Adapted Screenplay

  • WINNER: “CODA” (Apple Original Films) – Siân Heder
  • Dune” (Warner Bros) – Jon Spaihts, Denis Villeneuve, Eric Roth
  • “Nightmare Alley” (Searchlight Pictures) – Guillermo del Toro, Kim Morgan
  • “Tick, Tick … Boom!” (Netflix) – Steven Levenson
  • “West Side Story” (20th Century Studios) – Screenplay by Tony Kushner

Documentary Screenplay

  • “Becoming Cousteau” (National Geographic) –  Written by Mark Monroe & Pax Wasserman; National Geographic
  • WINNER: “Exposing Muybridge” (Inside Out Media) – Written by Marc Shaffer; Inside Out Media
  • “Like a Rolling Stone: The Life & Times of Ben Fong-Torres” (StudioLA.TV) – Written by Suzanne Joe Kai; StudioLA.TV

Television Awards

Drama Series

  • “The Handmaid’s Tale,” written by Yahlin Chang, Nina Fiore, Dorothy Fortenberry, Jacey Heldrich, John Herrera, Bruce Miller, Aly Monroe, Kira Snyder, Eric Tuchman; Hulu
  • “Loki,” written by Bisha K. Ali, Elissa Karasik, Eric Martin, Michael Waldron; Disney Plus
  • “The Morning Show,” written by Jeff Augustin, Brian Chamberlayne, Kerry Ehrin, Kristen Layden, Erica Lipez, Justin Matthews, Adam Milch, Stacy Osei-Kuffour, Torrey Speer, Scott Troy, Ali Vingiano; Apple TV Plus
  • WINNER: “Succession,” written by Jesse Armstrong, Jon Brown, Jamie Carragher, Ted Cohen, Francesca Gardiner, Lucy Prebble, Georgia Pritchett, Tony Roche, Susan Soon He Stanton, Will Tracy; HBO
  • Yellowjackets,” written by Cameron Brent Johnson, Katherine Kearns, Jonathan Lisco, Ashley Lyle, Bart Nickerson, Liz Phang, Ameni Rozsa, Sarah L. Thompson, Chantelle M. Wells; Showtime

Comedy Series

  • “Curb Your Enthusiasm,” written by Larry David, Steve Leff, Carol Leifer, Jeff Schaffer, Nathaniel Stein; HBO
  • WINNER: “Hacks,” written by Lucia Aniello, Joanna Calo, Jessica Chaffin, Paul W. Downs, Cole Escola, Janis E. Hirsch, Ariel Karlin, Katherine Kearns, Andrew Law, Joe Mande, Pat Regan, Samantha Riley, Michael Schur, Jen Statsky; HBO Max
  • “Only Murders in the Building,” written by Thembi Banks, Matteo Borghese, Rachel Burger, Kirker Butler, Madeleine George, John Hoffman, Stephen Markley, Steve Martin, Kristin Newman, Ben Philippe, Kim Rosenstock, Ben Smith, Rob Turbovsky; Hulu
  • “Ted Lasso,” written by Jane Becker, Ashley Nicole Black, Leann Bowen, Sasha Garron, Brett Goldstein, Brendan Hunt, Joe Kelly, Bill Lawrence, Jamie Lee, Michael Orton-Toliver, Jason Sudeikis, Phoebe Walsh, Bill Wrubel; Apple TV Plus
  • “What We Do in the Shadows,” written by Jake Bender, Jemaine Clement, Zach Dunn, Shana Gohd, Sam Johnson, Chris Marcil, William Meny, Sarah Naftalis, Stefani Robinson, Marika Sawyer, Paul Simms, Lauren Wells; FX Networks

New Series

  • WINNER: “Hacks,” written by Lucia Aniello, Joanna Calo, Jessica Chaffin, Paul W. Downs, Cole Escola, Janis E. Hirsch, Ariel Karlin, Katherine Kearns, Andrew Law, Joe Mande, Pat Regan, Samantha Riley, Michael H. Schur, Jen Statsky; HBO Max
  • “Loki,” written by Bisha K. Ali, Elissa Karasik, Eric Martin, Michael Waldron; Disney Plus
  • “Only Murders in the Building,” written by Thembi Banks, Matteo Borghese, Rachel Burger, Kirker Butler, Madeleine George, John Hoffman, Stephen Markley, Steve Martin, Kristin Newman, Ben Philippe, Kim Rosenstock, Ben Smith, Rob Turbovsky; Hulu
  • “Reservation Dogs,” written by Tazbah Rose Chavez, Sydney Freeland, Sterlin Harjo, Migizi Pensoneau, Tommy Pico, Taika Waititi, Bobby Wilson; FX Networks
  • “Yellowjackets,” written by Cameron Brent Johnson, Katherine Kearns, Jonathan Lisco, Ashley Lyle, Bart Nickerson, Liz Phang, Ameni Rozsa, Sarah L. Thompson, Chantelle M. Wells; Showtime

Original Long Form

  • “American Horror Story: Double Feature,” written by Brad Falchuk, Manny Coto, Ryan Murphy, Kristen Reidel, Reilly Smith; FX Networks
  • WINNER: “Mare of Easttown,” written by Brad Ingelsby; HBO
  • “Midnight Mass,” written by James Flanagan, Mike Flanagan, Elan Gale, Jeff Howard, Dani Parker; Netflix
  • “Them: Covenant,” written by Christina Ham, Little Marvin, David Matthews, Dominic Orlando, Seth Zvi Rosenfeld, Francine Volpe; Prime Video
  • The White Lotus,” written by Mike White; HBO

Adapted Long Form

  • “Halston,” written by Ian Brennan, Ted Malawer, Ryan Murphy, Tim Pinckney, Sharr White, Kristina Woo, Based on the book Simply Halston by Steven Gaines; Netflix
  • “Impeachment: American Crime Story,” written by Flora Birnbaum, Sarah Burgess, Halley Feiffer, Daniel Pearle, Based on the book A Vast Conspiracy by Jeffrey Toobin; FX Networks
  • WINNER: “Maid,” written by Bekah Brunstetter, Marcus Gardley, Michelle Denise Jackson, Colin McKenna, Molly Smith Metzler, Inspired by the book by Stephanie Land; Netflix
  • “The Underground Railroad,” written by Jihan Crowther, Allison Davis, Jacqueline Hoyt, Barry Jenkins, Nathan C. Parker, Adrienne Rush, Based on the novel by Colson Whitehead; Prime Video
  • WandaVision,” written by Peter Cameron, Mackenzie Dohr, Laura Donney, Bobak Esfarjani, Chuck Hayward, Megan McDonnell, Jac Schaeffer, Cameron Squires, Based on the Marvel Comics; Disney Plus

Adapted Short Form New Media

  • “Calls,” written by Fede Alvarez, Nick Cuse, Aidan Fitzgerald, Noah Gardner, Rodo Sayagues; Apple TV Plus
  • WINNER: “Debunking Borat,” written by Robyn Adams, Paul Hogan, Jack Youngelson; Prime Video
  • “The Expanse: One Ship,” written by Wes Chatham, Julianna Damewood, Mark Fergus, Hawk Ostby, Glenton Richards; Prime Video

Animation

  • “An Incon-Wheelie-ent Truth” (Bob’s Burgers), written by Dan Fybel; Fox
  • “Loft in Bedslation” (Bob’s Burgers), written by Jameel Saleem, Fox
  • “Must Love Dogs” (Family Guy), written by Daniel Peck; Fox
  • WINNER: “Planteau” (Tuca & Bertie), written by Lisa Hanawalt; Cartoon Network
  • “Portrait of a Lackey on Fire” (The Simpsons), written by Rob LaZebnik & Johnny LaZebnik; Fox
  • “The Star of the Backstage” (The Simpsons), written by Elisabeth Kiernen Averick; Fox

Episodic Drama

  • “1883” (1883), written by Taylor Sheridan; Paramount Plus
  • “Birth Mother” (This Is Us), written by Eboni Freeman & Kay Oyegun; NBC
  • “La Amara Vita” (The Morning Show), written by Kerry Ehrin & Scott Troy; Apple TV Plus
  • “The New Normal” (New Amsterdam), written by David Schulner; NBC
  • WINNER: “Retired Janitors of Idaho” (Succession), written by Tony Roche & Susan Soon He Stanton; HBO
  • “Testimony” (The Handmaid’s Tale), written by Kira Snyder; Hulu

Episodic Comedy

  • “All Sales Final” (Superstore), teleplay by Jonathan Green & Gabe Miller, story by Justin Spitzer; NBC
  • WINNER: “Alone At Last” (The Great), written by Tony McNamara; Hulu
  • “Enlightened Dave” (Dave), written by Luvh Rakhe & Lee Sung Jin; FX Networks
  • “Episode One: True Crime” (Only Murders in the Building), written by Steve Martin & John Hoffman; Hulu
  • “F*ckin’ Rez Dogs” (Pilot) (Reservation Dogs), written by Sterlin Harjo & Taika Waititi; FX Networks
  • “Pilot” (The Wonder Years), written by Saladin K. Patterson; ABC

Comedy/Variety Talk Series

  • WINNER: “Conan,” Head Writer: Matt O’Brien; Writers: Jose Arroyo, Glenn Boozan, Daniel Cronin, Andres du Bouchet, Jessie Gaskell, Skyler Higley, Brian Kiley, Laurie Kilmartin, Todd Levin, Levi MacDougall, Conan O’Brien, Andy Richter, Frank Smiley, Mike Sweeney; TBS
  • “Desus & Mero,” Writers: Daniel “Desus Nice” Baker, Josh Gondelman, Robert Kornhauser, Joel “The Kid Mero” Martinez, Robert A. McRae, Heben Nigatu, Mike Pielocik, Julia Young; Showtime
  • “Last Week Tonight with John Oliver,” Writers: Johnathan Appel, Ali Barthwell, Tim Carvell, Liz Hynes, Greg Iwinski, Mark Kramer, Daniel O’Brien, John Oliver, Owen Parsons, Charlie Redd, Joanna Rothkopf, Chrissy Shackelford, Ben Silva, Seena Vali; HBO
  • “The Problem with Jon Stewart,” Head Writer: Chelsea Devantez; Writers: Kristen Acimovic, Henrik Blix, Rob Christensen, Jay Jurden, Alexa Loftus, Tocarra Mallard, Robby Slowik, Jon Stewart, Kasaun Wilson; Apple TV Plus

Comedy/Variety Sketch Series

  • “How To with John Wilson,” written by: Alice Gregory, Michael Koman, Conner O’Malley, Susan Orlean, John Wilson; HBO
  • WINNER: “I Think You Should Leave with Tim Robinson,” Writers: Zach Kanin, Tim Robinson, John Solomon; Netflix
  • “Pause with Sam Jay,” Writers: Emmy Blotnick, Ryan Donahue, Zack Fox, Megan Gailey, Robin M. Henry, Sam Jay, Langston Kerman, Jak Knight; HBO
  • “Saturday Night Live,” Head Writer: Michael Che, Anna Drezen, Colin Jost, Kent Sublette; Senior Writer: Bryan Tucker; Weekend Update Head Writer: Pete Schultz; Weekend Update Writers: Megan Callahan-Shah, Dennis McNicholas, Josh Patten, Mark Steinbach; Supervising Writers: Alison Gates, Fran Gillespie, Sudi Green, Streeter Seidell; Writers: James Anderson, Dan Bulla, Steven Castillo, Mike DiCenzo, Billy Domineau, Alex English, John Higgins, Steve Higgins, Martin Herlihy, Vannessa Jackson, Sam Jay, Erik Kenward, Tesha Kondrat, Dan Licata, Lorne Michaels, Ben Marshall, Jake Nordwind, Jasmine Pierce, Gary Richardson, Ben Silva, Emily Spivey, Will Stephen, Celeste Yim; NBC
  • “That Damn Michael Che,” Head Writer: Michael Che; Writing Supervised by: Gary Richardson; Writers: Rosebud Baker, Reggie Conquest, Godfrey Danchimah Jr., Calise Hawkins, Kevin Iso, Sam Jay, Matt Richards, Wil Sylvince; HBO Max

Comedy/Variety Specials

  • “43rd Annual Kennedy Center Honors,” written by Dave Boone; CBS
  • “Drew Michael: Red Blue Green,” written by Drew Michael; HBO
  • WINNER: “Full Frontal Wants to Take Your Guns,” Head Writers: Kristen Bartlett, Mike Drucker; Writers: Samantha Bee, Pat Cassels, Sean Crespo, Mike Drucker, Miles Kahn, Chris Thompson, Holly Walker, Alison Zeidman; Writing Supervised by Joe Grossman, Sahar Rizvi Special Material by Michael Rhoa; TBS
  • “The Tony Awards Presents: Broadway’s Back!,” written by Dave Boone; Special Material by Amber Ruffin, Marc Shaiman, Daniel J. Watts, Scott Wittman; Opening Number by Amber Ruffin, Marc Shaiman, Scott Wittman; CBS
  • “Yearly Departed,” Head Writer: Bess Kalb; Writers: Karen Chee, Akilah Green, Franchesca Ramsey, Jocelyn Richard; Prime Video

Quiz and Audience Participation

  • WINNER: “Baking It,” Writers: Neil Casey, Jessica McKenna, Zach Reino, Niccole Thurman; Peacock
  • “Capital One College Bowl,” Head Writer: Scott Saltzburg; Writers: Rosemarie DiSalvo, Ryan Hopak, Jon Macks, Karissa Noel, Todd Sachs, Doug Shaffer, Grant Taylor, Bennett Webber; NBC
  • “The Chase,” Head Writer: David Levinson Wilk; Writers: Erik Agard, Eliza Bayne, Kyle Beakley, Megan Broussard, Robert King, Amy Ozols, Bobby Patton, Ellen Teitel, Ari Yolkut; ABC
  • “Jeopardy!,” Writers: Michael Davies, John Duarte, Mark Gaberman, Debbie Griffin, Michele Loud, Robert McClenaghan, Jim Rhine, Mike Richards, Billy Wisse; Syndicated

Daytime Drama

  • “General Hospital,” Head Writers: Chris Van Etten, Dan O’Connor; Associate Head Writer: Anna T. Cascio; Writers: Barbara Bloom, Suzanne Flynn, Charlotte Gibson, Lucky Gold, Kate Hall, Elizabeth Korte, Shannon Peace, David Rupel, Lisa Seidman, Scott Sickles; ABC
  • “The Young and the Restless,” Head Writer: Amanda L. Beall; Writers: Susan Banks, Jeff Beldner, Sara A. Bibel, Brent Boyd, Susan Dansby, Christopher Dunn, Sara Endsley, Janice Ferri Esser, Marin Gazzaniga, Lynn Martin, Natalie Minardi Slater, Teresa Zimmerman; CBS
  • WINNER: “Days of Our Lives,” Head Writer: Ron Carlivati; Writers: Lorraine Broderick, Joanna Cohen, Carolyn Culliton, Richard Culliton, Jamey Giddens, David Kreizman, Rebecca McCarty, Ryan Quan, Dave Ryan, Katherine D. Schock, Elizabeth Snyder; NBC

Children’s Episodic, Long Form and Specials

 

 

  • “A Big Favor for Grampy/A Fair Way to Bounce” (Donkey Hodie), written by Adam Rudman & David Rudman, Joey Mazzarino; PBS KIDS/pbskids.org
  • “Park Ranger Percy / Lizard Lizzy” (Helpsters) written by Annabeth Bondor-Stone, Connor White, Liz Hara; Apple TV Plus
  • “Rice” (Waffles + Mochi), written by Lyric Lewis; Netflix
  • WINNER: “The Tale of the Midnight Magic” (Are You Afraid of the Dark?), written by JT Billings, Alex Ebel; Nickelodeon
  • “Which Witch?” (Just Beyond), written by Mitali Jahagirdar; Disney Plus

Documentary

Documentary Script — Current Events

  • WINNER: “The Healthcare Divide” (Frontline), written by Rick Young; PBS
  • “The Jihadist” (Frontline), written by Martin Smith & Marcela Gaviria; PBS

Documentary Script — Other Than Current Events

  • “A Writer” (Hemingway), Written by Geoffrey C. Ward; PBS
  • “Citizen” (Amend: The Fight for America), written by Sasha Stewart and Robe Imbriano; Netflix
  • WINNER: “Citizen Hearst, Part One” (American Experience), written by Gene Tempest; PBS
  • “Round One” (Muhammad Ali), written by David McMahon & Sarah Burns; PBS

News

News Script — Regularly Scheduled, Bulletin, or Breaking Report

  • “Against All Enemies” (60 Minutes), written by Katie Kerbstat Jacobson, Scott Pelley, Nicole Young; CBS News
  • “Democracy Lost” (60 Minutes), written by Oriana Zill de Granados, Sharyn Alfonsi; CBS News
  • WINNER: “The Unequal Recession” (60 Minutes), written by Katie Kerbstat Jacobson, Scott Pelley, Nicole Young; CBS News

News Script – Analysis, Feature or Commentary

  • “The Fall of Kandahar” (Vice News Tonight), written by Amel Guettatfi, Ben C. Solomon; Vice News
  • WINNER: “Handcuffed to the Truth” (60 Minutes) Written by Katie Kerbstat Jacobson, Scott Pelley, Nicole Young; CBS News
  • “Unpacking How Child Welfare and Foster Care Fails Black Children” (Unpack That), written by Joel Kahn, Felice León; The Root
  • “The Unstudied Link Between the COVID Vaccine and Periods” (Vice News Tonight), written by Caitlin Bladt; Vice News
  • “Woman in Motion: Star Trek’s Nichelle Nichols and The Transformation of NASA” (CBS Sunday Morning), written by Daniel Elias, Michelle Miller; CBS

Digital News

  • “An Oral History of the Longest-Ever Broadway Shutdown,” written by Madeline Ducharme; Slate.com
  • “Knives Out: Why ‘Hacks’ Works,” Written by Katie Baker; TheRinger.com
  • WINNER: “Men’s Rights Asians” Think This Is Their Moment,” written by Aaron Mak; Slate.com
  • “We Get to Hear Them Training to Kill Us,” written by Christina Cauterucci; Slate.com
  • “What if the Unorthodox Arizona Audit Declares Trump Won?” written by Jeremy Stahl; Slate.com

Radio

Radio/Audio Documentary

  • WINNER: “One Year: 1977 ‘The Miracle Cure’” written by Evan Chung; Slate Podcast
  • “Our Year” (What Next), written by Mary Harris; Slate Podcast
  • “That Seattle Muzak Sound” (Decoder Ring), written by Benjamin Frisch; Slate Podcast
  • “Who Killed the Segway?” (Decoder Ring), written by Dan Kois, Slate Podcast

Radio/Audio News Script — Regularly Scheduled, Bulletin or Breaking Report

  • “Silence the Mics: Tributes to Some Famous Broadcasters,” written by Gail Lee; CBS Radio
  • WINNER: “Surfside Condo Collapse” (CBS World News Roundup Late Edition), written by Kathleen M. Biggins; CBS News Radio
  • “World News This Week – Week of August 16, 2021,” written by Robert Hawley; ABC Audio
  • “World News This Week – Week of January 8, 2021,” written by Joy Piazza; ABC Audio
  • “World News This Week – Week of September 3, 2021,” written by Joan B. Harris; ABC Audio

Radio/Audio News Script — Analysis, Feature or Commentary

  • WINNER: “The Tasmanian Devil Tattoo” (Decoder Ring), written by Benjamin Frisch; Slate Podcast
  • “When the Culture War Comes for Your Job” (What Next), written by Mary Harris; Slate Podcast

Promotional Writing

On-Air Promotion

  • WINNER: “Celebrating Powerful Female Leads: Trailers for The Equalizer & Why Women Kill,” Written by Molly Neylan; CBS
  • “CSI: Vegas Trailers,” written by Erial Tompkins; CBS

ASC Awards 2022: Dune porta a casa il premio principale

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ASC Awards 2022: Dune porta a casa il premio principale

L’associazione Americana dei Direttori della Fotografia si è espressa, appartiene a Dune la migliore fotografia cinematografica dell’anno, e Greig Fraser ha infatti conquistato i ASC Awards 2022. A premiarlo Erik Messerschmidt, vincitore dello scorso anno per Mank.

Ecco di seguito tutti i vincitori dei ASC Awards 2022

Feature Film

  • Greig Fraser, ASC, ACS for “Dune” -category sponsored by KESLOW CAMERA

Spotlight

  • Pat Scola for “Pig” -category sponsored by PANAVISION

Documentary

  • Jessica Beshir for “Faya Dayi” -category sponsored SONY

Motion Picture, Limited Series, or Pilot Made for Television

  • James Laxton, ASC for “The Underground Railroad” – Episode: “Chapter 9: Indiana Winter” -category sponsored by ARRI

Episode of a One-Hour Television Series – Non-Commercial

  • Jon Joffin, ASC for “Titans” – Episode: “Souls” -category sponsored by PANAVISION

Episode of a One-Hour Television Series – Commercial

  • Tommy Maddox-Upshaw, ASC for “Snowfall” – Episode: “Weight” -category sponsored by RED DIGITAL CINEMA

Episode of a Half-Hour Television Series

  • Michael Berlucchi and Marc Carter for “Mythic Quest” – Episode: “Backstory!” -category sponsored by PICTURE SHOP

PGA Awards 2022: a sorpresa vince CODA, tutti i premiati

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PGA Awards 2022: a sorpresa vince CODA, tutti i premiati

CODA ha portato a casa il premio principale nel corso dei PGA Awards 2022, i premi della gilda dei produttori che spesso offrono una proiezione abbastanza fedele di quello che accadrà agli Oscar nella categoria Miglior Film.

Nella categoria riservata all’animazione, invece, Walt Disney Animation vince con Encanto, mentre per la serialità spiccano Omicidio a Easttown, per la migliore serialità breve, e Ted Lasso per la serie comedy. Ecco tutti i vincitori:

Darryl F. Zanuck Award for Outstanding Producer of Theatrical Motion Pictures

  • “Being the Ricardos” (Amazon Studios)
    Producer: Todd Black, p.g.a.
  • “Belfast” (Focus Features)
    Producers: Laura Berwick, Kenneth Branagh, Becca Kovacik, Tamar Thomas
  • “CODA” (Apple Original Films) *WINNER
    Producers: Philippe Rousselet, p.g.a., Fabrice Gianfermi, p.g.a., Patrick Wachsberger, p.g.a.
  • “Don’t Look Up” (Netflix)
    Producers: Adam McKay, p.g.a., Kevin Messick, p.g.a.
  • Dune” (Warner Bros)
    Producers: Mary Parent, p.g.a., Cale Boyter, p.g.a., Denis Villeneuve, p.g.a.
  • “King Richard” (Warner Bros)
    Producers: Tim White, p.g.a., Trevor White, p.g.a., Will Smith, p.g.a.
  • “Licorice Pizza” (MGM/United Artists Releasing)
    Producers: Sara Murphy, Paul Thomas Anderson, Adam Somner
  • “The Power of the Dog” (Netflix)
    Producers: Jane Campion, p.g.a., Tanya Seghatchian, p.g.a., Emile Sherman, p.g.a. & Iain Canning, p.g.a., Roger Frappier, p.g.a.
  • “Tick, Tick … Boom!” (Netflix)
    Producers: Julie Oh, p.g.a., Lin-Manuel Miranda, p.g.a.
  • “West Side Story” (20th Century Studios)
    Producers: Steven Spielberg, p.g.a., Kristie Macosko Krieger, p.g.a.

Award for Outstanding Producer of Animated Theatrical Motion Pictures

  • “Encanto” (Walt Disney Pictures) *WINNER
    Producers: Yvett Merino, p.g.a., Clark Spencer, p.g.a.
  • “Luca” (Pixar)
    Producers: Andrea Warren, p.g.a.
  • “The Mitchells vs. The Machines” (Netflix)
    Producers: Phil Lord, p.g.a. & Christopher Miller, p.g.a., Kurt Albrecht, p.g.a.
  • “Raya and the Last Dragon” (Walt Disney Pictures)
    Producers: Osnat Shurer, p.g.a., Peter Del Vecho, p.g.a.
  • “Sing 2” (Illumination/Universal Pictures)
    Producers: Chris Meledandri, p.g.a., Janet Healy, p.g.a.

Award for Outstanding Producer of Documentary Motion Pictures

  • “Ascension”
  • “The First Wave”
  • “Flee”
  • “In the Same Breath”
  • “The Rescue”
  • “Simple as Water”
  • “Summer of Soul” *WINNER

Norman Felton Award for Outstanding Producer of Episodic Television – Drama

  • “The Handmaid’s Tale” (Season 4)
  • “The Morning Show” (Apple TV Plus) – Season 2
  • Squid Game” (Netflix) – Season 1
  • Succession” (HBO) – Season 3 *WINNER
  • Yellowstone” (Paramount Network) – Season 4

Danny Thomas Award for Outstanding Producer of Episodic Television – Comedy

  • “Cobra Kai” (Netflix) – Seasons 3 and 4
  • “Curb Your Enthusiasm” (HBO) – Season 11
  • “Hacks” (HBO Max) – Season 1
    Producers: Jen Statsky, Paul W. Downs, Lucia Aniello, Michael Schur, David Miner, Morgan Sackett, Joanna Calo, Andrew Law, David Hyman, Joe Mande, Jessica Chaffin
  • “Only Murders in the Building” (Hulu) – Season 1
  • “Ted Lasso” (Apple TV Plus) – Season 2 *WINNER

David L. Wolper Award for Outstanding Producer of Limited or Anthology Series Television

Award for Outstanding Producer of Televised or Streamed Motion Pictures

  • “8-Bit Christmas”
    Producers: Tim White, p.g.a. & Trevor White, p.g.a., Allan Mandelbaum, p.g.a.
  • “Come From Away”
  • “Oslo”
  • “Robin Roberts Presents: Mahalia”
  • “Single All The Way”
    Producer: Joel S. Rice, p.g.a.
  • “Tom Petty, Somewhere You Feel Free: The Making of Wildflowers” *WINNER

Award for Outstanding Producer of Non-Fiction Television

  • “60 Minutes” (Season 54)
  • “Allen v. Farrow” (Season 1)
  • “The Beatles: Get Back” (Season 1) *WINNER
  • “Queer Eye” (Season 6)
  • “Stanley Tucci: Searching for Italy” (Season 1)

Award for Outstanding Producer of Live Entertainment, Variety, Sketch, Standup & Talk Television

  • “The Daily Show with Trevor Noah” (Season 27)
  • “Dave Chappelle: The Closer”
  • “Last Week Tonight with John Oliver” (Season 8) *WINNER
  • “The Late Show with Stephen Colbert” (Season 7)
  • “Saturday Night Live” (Season 47)

Award for Outstanding Producer of Game & Competition Television

  • “America’s Got Talent” (Season 16)
  • “Nailed It!” (Seasons 5 & 6)
  • “RuPaul’s Drag Race” (Season 13) *WINNER
  • “Top Chef” (Season 18)
  • “The Voice” (Season 20)

Luigi Lo Cascio: 10 cose che non sai sull’attore

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Luigi Lo Cascio: 10 cose che non sai sull’attore

Luigi Lo Cascio è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema italiano e tutto ciò è stato reso possibile grazie alle sua incredibili interpretazioni. L’attore ha iniziato la sua attività dal teatro, amore che non ha mai abbandonato, costruendosi una carriera cinematografica di tutto rispetto e ancora ben attiva.

Ecco dieci cose da sapere su Luigi Lo Cascio.

Luigi Lo Cascio: i suoi film

1. I film e la carriera. La carriera dell’attore palermitano inizia nel 2000, dopo anni di teatro, grazie al film I cento passi. In seguito, lavora in Luce dei miei occhi (2001), Il più bel giorno della mia vita (2002), La meglio gioventù (2003) e Buongiorno, notte (2003). La sua carriera cinematografica continua con La vita che vorrei (2004), La bestia nel cuore (2005), Mare nero (2006), Sanguepazzo (2008), Miracolo a Sant’Anna (2008) e Gli amici del bar Margherita (2009). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Baarìa (2009), Noi credevamo (2010), Romanzo di una strage (2012), La città ideale (2012), Salvo (2013), Marina (2013), Il capitale umano (2014), I nostri ragazzi (2014), Il nome del figlio (2015), Smetto quando voglio – Masterclass (2017), Smetto quando voglio – Ad honorem (2017), Il traditore (2019) e Lacci (2020).

2. Ha lavorato anche per il piccolo schermo ed è anche regista. Nel corso della sua carriera, l’attore non ha lavorato solo per il grande schermo, ma si è prestato anche per altri progetti. Infatti, ha partecipato alla miniserie Il sogno del maratoneta (2012) e al film tv Il bambino cattivo (2013). Inoltre, ha sperimentato altri ambiti del panorama cinematografico, debuttando come regista, nel 2012, con La città ideale.

Luigi Lo Cascio: la moglie e i figli

3. È sposato da diversi anni. Nel luglio del 2006, l’attore si è sposato con la montatrice italiana Desideria Rayner, dalla quale ha avuto i figli Tommaso Isidoro e Arturo Tito. Inoltre, i due hanno lavorato insieme alla realizzazione del primo film dell’attore in veste di regista, La città ideale.

luigi lo cascio

Luigi Lo Cascio non Instagram

4. Non ha un profilo ufficiale. Luigi Lo Cascio non ha nessun account ufficiale personale su nessun social media. I motivi non sono chiari, anche se ovviamente la sua assenza dai vari canali social è sintomo di assoluta riservatezza. Tuttavia, ha diverse pagine ufficiali gestite da uno staff, come quella di Twitter.

Luigi Lo Cascio in La città ideale

5. Ha girato il film a Siena. Lo Cascio, anche regista del film La città ideale, ha dichiarato di aver voluto girare il film a Siena perché “C’è la sensazione di tornare in una città a misura d’uomo, che si può percorrere tutta a piedi e che è divisa in contrade […], ha tutta una serie di aspetti, di forme, di archetipi che anche in momenti di difficoltà non vengono cancellati”.

Luigi Lo Cascio in La meglio gioventù

6. È stato voluto nel film da suo zio. Uno dei primi e più importanti film dell’attore è I cento passi, incentrato sulla vita del celebre Peppino Impastato, attivista impegnato nella lotta a Cosa nostra nella sua terra, la Sicilia. Lo Cascio interpreta proprio Peppino Impastato, mentre nel ruolo del padre Luigi vi è l’attore Luigi Maria Burruano, zio di Lo Cascio. Fu proprio Burruano a consigliare al regista, Marco Tullio Giordana, di affidare la parte del protagonista al nipote, poi rivelatosi perfetto per la parte.

Luigi Lo Cascio altezza

Luigi Lo Cascio in Smetto quando voglio

7. È stato voluto dal regista. Per la realizzazione del secondo e terzo capitolo di Smetto quando voglio, Lo Cascio è stato fortemente voluto dal regista, Sydney Sibilia, nel cast. Tuttavia, l’attore non sapeva che era stato scelto per interpretare il ruolo del cattivo. Dopo aver discusso della natura di questo personaggio, ha infine accettato con grande entusiasmo la parte.

8. Era rimasto impressionato dal primo film. L’attore ha ammesso di essere rimasto particolarmente colpito dalla visione del primo Smetto quando voglio, soprattutto per il fatto di essere un film intelligente e divertente, con un’ottima regia e attori magnifici. L’ottima considerazione che aveva di questo, ha spinto Lo Cascio ad accettare di partecipare ai due sequel a qualsiasi costo.

Luigi Lo Cascio: i premi vinti

9. Ha vinto diversi premi. Nel corso della sua carriera, l’attore ha vinto diversi premi: nel 2001 si è aggiudicato il David di Donatello al Miglior attore protagonista per I cento passi, oltre che il Globo d’oro. Se nel 2004 ha vinto il Nastro d’Argento al Miglior attore protagonista e il Ciak D’oro nella stessa categoria per La meglio gioventù, nel 2019 ha vinto un altro Nastro, come Miglior attore non protagonista – insieme a Fabrizio Ferracane – per Il traditore. Per questo stesso fil ha anche vinto il David di Donatello. Inoltre, l’attore ha anche vinto, nel 2001, la Coppa Volpi maschile per Luce dei miei occhi.

Luigi Lo Cascio: età e altezza

10. Luigi Lo Cascio è nato il 20 ottobre del 1967 a Palermo, Italia. La sua altezza complessiva corrisponde a 170 centimetri.

Fonti: IMDb

Avatar 2: nuova foto mozzafiato per l’atteso sequel

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Avatar 2: nuova foto mozzafiato per l’atteso sequel

Arriva dall’account ufficiale della 20th Century Fox una nuova foto ufficiale di Avatar 2, l’attesissimo sequel del film campione d’incassi di James Cameron Avatar. La pellicola che arriverà al cinema il prossimo anno come molto di voi sapranno darà io via ad una trilogia sull’affascinante mondo di Pandora.

Avatar 2

 

Avatar 2, il film

Avatar 2 debutterà il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

Diane Lane: 10 cose che non sai sull’attrice

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Diane Lane: 10 cose che non sai sull’attrice

Diane Lane è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema moderno grazie alle sue incredibili performance attoriali. L’attrice, che ha cominciato a praticare questa attività sin da giovanissima, è riuscita ad entrare nel cuore degli spettatori nel corso degli anni, diventando una delle più apprezzate in tutto il mondo.

Ecco dieci cose da sapere su Diane Lane.

Diane Lane: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1979 con Una piccola storia d’amore. Ha poi recitato in film come Branco selvaggio (1980), I ragazzi della 56° strada (1982), Rusty il selvaggio (1983), Cotton Club (1984), Scacco mortale (1992), Charlot (1992) e Dredd – La legge sono io (1995). In seguito, prende parte a film come Jack (1996), Il mio cane Skip (2000), La tempesta perfetta (2000), Hardball (2001), L’amore infedele – Unfaithful (2002), Sotto il sole della Toscana (2003) e Gioventù violata (2005). Tra i suoi ultimi film vi sono Hollywoodland (2006), Nella rete del serial killer (2008), Come un uragano (2008), Killshot (2008), L’uomo d’acciaio (2013), L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (2015), Batman v Superman: Dawn of Justice (2016), The Silent Man (2017), Justice League (2017), Tully (2018) e Serenity – L’isola dell’inganno (2019). Inoltre ha prestato la propria voce per il doppiaggio del film Inside Out (2015).

2. Ha lavorato anche per il piccolo schermo. Nel corso della sua carriera l’attrice non si è prestata solo al cinema, ma anche al mondo seriale. infatti, è apparsa in serie come Great Performances (1981), Colomba solitaria (1989), Fallen Angels (1993), Oldest Living Confederate Widow Tells All (1994), The Romanoffs (2018), House of Cards – Gli intrighi del potere (2018) e Y: L’ultimo uomo (2021). Inoltre, ha lavorato anche nei film tv Child Bride of Short Creek (1981), Miss All-American Beauty (1982), Discesa pericolosa (1990), A Streetcar Named Desire (1995), Amiche per sempre (1998), Il Virginiano (2000) e Cinema Verite (2011).

diane lane

Diane Lane non è su Instagram

3. Non ha nessun profilo personale. L’attrice ha ammesso di non aver nessun account sui social media per il semplice fatto che non vuole vedere la vita degli altri o i luoghi che le altre persone visitano, ma provare le esperienze della vita sulla propria pelle. Inoltre, pare che la pigrizia giochi un ruolo importante, tanto che si definirebbe poco costante nelle pubblicazioni.

Diane Lane e Christopher Lambert

4. Si è sposata con un collega di set. Mentre stava girando il film Love Dream (1988), l’attrice ha conosciuto sul set il collega Christopher Lambert. Da quella che era una semplice conoscenza è nata una vera e propria storia, culminata con il matrimonio nel 1988 e la nascita della figlia Eleanor Jasmine, nata nel settembre del 1993. Tuttavia, dopo sei anni di matrimonio, la coppia si è separata nel 1994.

5. È stata sposata con Josh Brolin. Nell’agosto del 2004, dieci anni dopo il divorzio dal primo marito, l’attrice ha sposato il collega Josh Brolin. Tuttavia, la loro è sempre stata una relazione turbolenta, tanto che sempre nel 2004 il marito venne arrestato per violenza domestica, anche se poi l’attrice ha parlato di fraintendimento con le forze dell’ordine. In seguito, la coppia ha divorziato verso la fine del 2013.

Diane Lane in Sotto il sole della Toscana

6. È stata nominata al Golden Globe per il suo ruolo nel film. Nel 2003 l’attrice ha recitato nel film Sotto il sole della Toscana, dove interpreta Frances, una scrittrice di San Francisco, in crisi e depressa dopo una recente separazione. In vacanza in Toscana, la donna deciderà di cambiare vita e compra una villa abbandonata, Villa Bramasole, a Cortona. Per la sua interpretazione in questo film l’attrice ha poi ricevuto una nomination come miglior attrice in un film commedia o musicale ai Golden Globe.

diane lane

Diane Lane e Richard Gere in L’amore infedele

7. Non è la prima volta che interpreta lo stesso ruolo. In L’amore infedele – Unfaithful l’attrice ricopre il ruolo di una donna insoddisfatta dal rapporto con il marito, interpretato da Richard Gere. Questo è il secondo film in cui l’attrice interpreta una moglie scontenta della propria famiglia. Infatti, aveva già interpretato un ruolo simile in A Walk on the Moon – Complice la luna (1999).

8. Ha ricevuto una nomination agli Oscar. Grazie alla sua interpretazione in L’amore infedele – Unfaithful, l’attrice ha ricevuto una candidatura agli Academy Award per la Miglior attrice protagonista. Tuttavia, non è riuscita ad aggiudicarsi l’ambita statuetta, andata a Nicole Kidman per The Hours.

Diane Lane in The Silent Man

9. Parte della sua performance è stata eliminata. Per rientrare in certi limiti di tempo, è stato necessario tagliere alcune parti della performance della Lane nel film. Gli stessi Peter Landesman (regista del film) e Liam Neeson, co-protagonista, si sono detti devastati da questo fatto che si era reso, purtroppo, necessario.

Diane Lane: età e altezza

10. Diane Lane è nata il 22 gennaio del 1965 a New York City, New York. La sua altezza complessiva corrisponde a 170 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker

Kelly McGillis: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly McGillis: 10 cose che non sai sull’attrice

Considerata una delle icone femminili degli anni Ottanta, l’attrice Kelly McGillis ha in quel periodo partecipato a numerosi film entrati nell’immaginario comune. Spaziando tra generi diversi si è affermata come un’interprete di grande talento, che ha però negli anni diradato sempre di più le sue attività. Allontanatasi dal mondo di Hollywood e dai suoi riflettori, la McGillis è oggi un’attrice da riscoprire e apprezzare ancora e ancora.

Ecco 10 cose che non sai di Kelly McGillis.

Kelly McGillis: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha debuttato al cinema nel 1983 nel film Reuben, Reuben, per poi ottenere grande notorietà già con il suo secondo film, Witness – Il testimone (1985), dove recita accanto ad Harrison Ford. L’anno seguente ottiene un altro ruolo di rilievo in Top Gun (1986), con Tom Cruise. Ormai popolare recita poi in film come Terra di conquista (1987), Accadde in Paradiso (1987), Labirinto mortale (1988), Sotto accusa (1988), Gente del Nord (1989), Oltre ogni rischio (1989), L’isola dell’amore (1991), The Babe – La leggenda (1992), Genitori cercasi (1994), A prima vista (1999), La maschera di scimmia (2000) e Nessuno può sentirti (2001). Da quel momento dirada molto le sue apparizioni, recitando in pochi film quali Stake Land (2010), The Innkeepers (2011), We Are What We Are (2013) e Grand Street (2014).

2. Ha recitato anche per la televisione. Pur se con meno successo rispetto al cinema, la McGillis ha avuto modo di recitare anche in alcuni film o serie televisive. Tra i primi si annoverano titoli come Sweet Revenge (1984), La casa delle ombre (1995), La stanza dei giurati (1996), Il terzo gemello (1997), Black Widower (2006), Innamorarsi a Sugarcreek (2014) e Segreti materni (2018). Ha invece partecipato ad alcuni episodi di serie come Oltre i limiti (2000), The L Word (2008), Z Nation (2014) e Dirty John (2020).

3. Ha prodotto un film. In una sola occasione l’attrice ha svolto anche il ruolo di produttrice per un film da lei interpretato. Si tratta del titolo del 1991 L’isola dell’amore, dove la McGillis è Edna Pontellier, una donna della fine dell’Ottocento insofferente al casto perbenismo del suo tempo, la quale riscoprirà passioni credute spente da tempo grazie ad un affascinante uomo. Il film è un adattamento del romanzo femminista The Awakening, di Kate Chopin, pubblicato per la prima volta nel 1899.

Kelly McGillis Top Gun

Kelly McGillis: oggi

4. È una persona profondamente diversa. Con il passare degli anni la McGillis si è vista sempre più allontanata dal mondo di Hollywood, che ormai non sembrava più considerarla per ruoli e film di rilievo. Di conseguenza lei stessa si è volontariamente distaccata da quell’ambiente, intraprendendo una vita più riservata. Oggi la McGillis non è più la donna che si era soliti ricordare, né esteticamente né caratterialmente, ma non manca di sfoggiare un suo carisma e fascino. Di tanto in tanto, inoltre, la si può vedere in qualche nuovo ruolo.

Kelly McGillis è in Top Gun, ma non sarà in Top Gun: Maverick

5. Non aveva un buon rapporto con Tom Cruise. L’attrice Kelly McGillis, divenuta estremamente popolare grazie a questo film, interpreta la bella Charlotte Blackwood, la donna di cui Maverick si innamora. Per lei il film si rivelò un esperienza particolarmente complessa, avendo dichiarato di non aver avuto un buon rapporto con Cruise durante le riprese. Essendo più alta di questi, inoltre, la McGillis dovette fare in modo di non mettere in evidenza tale differenza con il protagonista.

6. Non è stata richiamata per il sequel. Come noto, di Top Gun è ora stato realizzato un sequel dal titolo Top Gun: Maverick. Questo riprenderà gli stessi personaggi del primo film ormai cresciuti e cambiati profondamente. C’è però chi tra i membri del cast originale non sarà presente e quel qualcuno è proprio la McGillis. L’attrice, uscita dai radar di Hollywood, ha infatti affermato di non essere stata ricontattata per questo sequel, forse perché giudicata negativamente per il suo invecchiamento. La sua sarà un’assenza particolarmente dolorosa per i fan del primo film e che sarà particolarmente difficile da rimpiazzare.

Kelly McGillis in Witness – Il testimone

7. Ha vissuto per un periodo in una comunità amish. Nel celebre thriller Witness – Il testimone, l’attrice interpretava la parte di Rachel Lapp, la madre di Samuel, il bambino testimone del titolo. È questo un ruolo per il quale vennero condotti numerosi e infruttuosi provini, fino a quando non comparve la McGillis, all’epoca poco più che esordiente. Per prepararsi al suo personaggio, questa si trasferì a vivere in una comunità amish, dove imparò a svolgere le principali attività. Ebbe inoltre modo di perfezionare il suo accento, così da renderlo più simile a quello dei locali.

Kelly McGillis oggi

Kelly McGillis a I migliori anni

8. Ha partecipato ad una puntata del noto show televisivo. Il 19 maggio del 2017 l’attrice è stata ospite speciale dello show di Rai 1 I migliori anni, condotto da Carlo Conti. All’interno di questo, come noto, si ripercorrono eventi e periodi passati particolarmente memorabili, riscoprendone curiosità culturali, sociali e politiche. L’attrice è stata invitata in quanto icona degli anni Ottanta, ancora oggi celebre grazie al film Top Gun. In molti sono rimasti stupiti nel vedere una donna profondamente diversa rispetto a quella di un tempo, ma nessuno ha negato il carisma che la McGillis ancora oggi vanta.

Kelly McGillis: la vita privata e la malattia

9. Ha avuto una vita turbolenta. La vita privata dell’attrice non è mai stata facile. Come da sua ammissione, la McGillis fu vittima di uno stupro in gioventù. Nonostante quell’evento, trovò la forza di rialzarsi ed avere ugualmente una fiducia nei rapporti umani. Ebbe due matrimoni, il primo con Boyd Black dal 1979 al 1981 e il secondo con Fred Tillman dal 1989 al 2002. Con quest’ultimo ha anche avuto due figlie. In molti hanno creduto che l’invecchiamento dell’attrice fosse dovuto ad una malattia, ma l’attrice ha smentito. Nel 2009, invece, l’attrice ha pubblicamente rivelato durante un’intervista la propria omosessualità.

Kelly McGillis: età e altezza dell’attrice

10. Kelly McGillis è nata il 9 luglio del 1957 a Newport Beach, in California, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.78 metri.

Fonte: IMDb

Spider-Man: No Way Home, un Easter Egg allude a Zeus di Thor: Love and Thunder

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Un Easter Egg da non perdere in Spider-Man: No Way Home allude alla storia di Zeus in Thor: Love and Thunder. Il film era pieno di riferimenti, molte dei quali servono come indizi su ciò che accadrà, con legami particolari con Doctor Strange nel Multiverso della Follia, in arrivo a maggio, e con Hawkeye, serie Dinsye+. Ma un altro sottile riferimento, visibile solo per un momento sullo schermo, punta anche all’arco narrativo di Zeus in Thor: Love and Thunder.

All’inizio del film, ci sono una serie di notizie che commentano l’identità segreta di Spider-Man e l’attacco di Mysterio a Londra, per il quale è stato accusato Peter Parker. Uno di questi report include un telegiornale che discute dell’insediamento asgardiano di New Asgard; “I disordini politici continuano a New Asgard dal momento in cui Z…” si legge, e poi il messaggio viene tagliato prima che si possa leggere altro. È ragionevole presumere che si tratti di un riferimento allo Zeus di Russell Crowe, che sarà introdotto in Thor: Love and Thunder.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Barbie: anche Alexandra Shipp nel film con Margot Robbie

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Barbie: anche Alexandra Shipp nel film con Margot Robbie

Dopo l’annuncio legato alla partecipazione di Kate McKinnon, anche Alexandra Shipp, vista in X-Men: Apocalypse e Tick, Tick… Boom!, entra nel cast di Barbie, con Margot Robbie nei panni di protagonista e produttrice.

Diretto e co-sceneggiato dalla regista di Lady Bird Greta Gerwig, il film live-action sarà incentrato sui giocattoli per bambini Mattel, con Robbie nei panni di Barbie e Gosling nei panni di Ken. L’adattamento cinematografico live-action dell’amata bambola è in lavorazione da diversi anni, con star come Amy Schumer e Anne Hathaway che sono state considerate brevemente per il ruolo della protagonista.

Margot Robbie seguirà il film anche come produttrice, con la sua LuckyChap Entertainment, che è reduce dal grande successo agli Oscar dello scorso anno per Una donna promettente. I produttori di Barbie includono anche Tom Ackerley e Josey McNamara di LuckyChap; Robbie Brenner e Ynon Kreiz di Mattel; e David Heyman. Fanno parte del cast di Barbie Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Kate McKinnon e Alexandra Shipp.

I piani per adattare la storia di Barbie per il grande schermo hanno subìto alcune battute d’arresto negli ultimi anni, ma quando Robbie, Gerwig e Baumbach si sono imbarcati nel progetto rispettivamente nel 2018 e nel 2019, le cose sono andate a gonfie vele. Secondo quanto riportato da Variety, Barbie avrebbe dovuto iniziare la produzione all’inizio del 2022 presso i Leavesden Studios di WB a Londra, con un’uscita nelle sale prevista per il 2023.

Un’altra scatenata dozzina, recensione del film Disney+

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Un’altra scatenata dozzina, recensione del film Disney+

La recensione di Un’altra scatenata dozzina non può non considerare l’originale del 2003 con un trascinante Steve Martin come capofamiglia. A raccogliere il suo testimone è stato chiamato Zach Braff che in compagnia di Gabrielle Union, anche executive Producer. 

Un’altra scatenata dozzina, la trama

La storia racconta della famiglia Baker, due genitori con entrambi alle spalle un divorzio e due figli (+1 adottivo per lui), seguiti da due parti gemellari, ai quali si aggiunge un nipote turbolento. Basta fare un po’ i conti e si arriva facilmente alla dozzina, scatenata a dir poco, del titolo. Paul e Zoey gestiscono un locale in cui si prepara solo la colazione, è un grande momento per l’attività di famiglia, perché i due stanno pensando di ingrandirsi e Paul, il più sognatore dei due, insegue l’ambizione di avere un franchise. Questa sua iniziativa si scontra però con la ritrosia di Zoey, che, più realista, si rende conto che questo grande passo per la famiglia significa anche sradicare tutta la loro ciurma di figli in un’altra casa, un altro contesto, una nuova vita per tutti. Ma l’entusiasmo di questa nuova avventura è contagioso, e alla fine tutti si convincono a imbarcarsi in questa avventura. Riusciranno i Baker a sopravvivere a questi cambiamenti epocali nella loro vita?

Un linguaggio divertente e universale

Un’altra scatenata dozzina è divertente. Non ci sono altre parole per definirlo: la scrittura e le interpretazioni costruiscono un quadro gustosamente gioioso, vario, inclusivo, colorato. Il film cattura lo spirito della contemporaneità e mostra come, miracolosamente, le cose possano funzionare anche in un contesto così caotico. Inoltre, parlando di questioni legate agli equilibri famigliari, parla un linguaggio universale, accessibile e moderno.

Il film è interpretato da Gabrielle Union, Zach Braff, Erika Christensen, Timon Kyle Durrett, Journee Brown, Kylie Rogers, Andre Robinson, Caylee Blosenski, Aryan Simhadri, Leo Abelo Perry, Mykal-Michelle Harris, Christian Cote, Sebastian Cote e Luke Prael.

Un’altra scatenata dozzina è diretto da Gail Lerner, con una sceneggiatura di Kenya Barris & Jenifer Rice-Genzuk Henry basata sul romanzo di Frank Bunker Gilbreth, Jr. e Ernestine Gilbreth Carey. Kenya Barris è il produttore, mentre Shawn Levy, Gabrielle Union, Brian Dobbins e Donald J. Lee, Jr. sono gli executive producer. 

The Outlaws: recensione della serie Amazon Prime

The Outlaws: recensione della serie Amazon Prime

Dai creator Stephen Merchant (The Office) e Elgin James (Mayans M.C.) arriva su Amazon Prime Video la miniserie in sei puntate prodotta in collaborazione con BBC. Lo spunto di partenza di The Outlaws ricorda neppure troppo da lontano quello di un prodotto di culto realizzato qualche anno fa, ovvero The Misfits: come nell’altro show anche questo gruppo di protagonisti viene infatti costretto a lavorare l’uno a fianco dell’altro nei servizi sociali dopo aver infranto la legge. Personaggi radicalmente differenti tra loro per età, razza, esperienze di vita ed estrazione sociale si troveranno a condividere un destino comune legato a una valigia piena di denaro che scotta, la quale provocherà ovviamente un mare di guai e pericoli. 

The Outlaws, la trama della serie

In The Outlaws si può riconoscere fin dalle prime scene del pilot il tocco di un autore comico a tratti geniale quale è Stephen Merchant: attraverso molte situazioni e soprattutto le dinamiche che regolano le relazioni tra le figure in scena possiamo infatti scorgere la critica sociale dell’autore all’Inghilterra governata da Boris Johnson, soavemente vanesia e fortemente bigotta. L’ambientazione principale di una Bristol che si presenta come una “working class city” fornisce il setting perfetto con la sua architettura industriale, i quartieri più poveri e le piccole industrie che tentano di sopravvivere all’outsourcing. Dentro tale contesto si muovono personaggi che rappresentano con arguzia il presente dell’Inghilterra, le sue divisioni e i contrasti sociali.

Attenzione alla contemporaneità

Pur non risparmiando bordate anche feroci all’attuale condizione del Paese, Merchant e James non dimenticano comunque che la necessità principale di The Outlaws è l’intrattenimento, anche se nel corso delle puntate l’efficacia della trama e il tono si fanno maggiormente ondivaghi. Dopo i primi due episodi davvero frizzanti e velenosi lo show inizia a risentire di una certa stanchezza narrativa, dovuta probabilmente al fatto di dover “allungare” in sei parti da un’ora ciascuna una trama tutto sommato piuttosto semplice. Nelle puntate centrali sono le caratterizzazioni dei personaggi più che la storia a garantire divertimento e situazioni spiritose, ma questo non nasconde il fatto che la narrazione risulti in più di un’occasione piuttosto tirata per le lunghe. Per fortuna della serie la caratterizzazione di almeno un paio di figure di contorno è davvero riuscita, e questo consente agli sceneggiatori di riempire molti momenti morti con trovate comiche di sicuro impatto. Quando poi si hanno attori consumati come lo stesso Merchant – capace di adoperare la sua fisicità dinoccolata e goffa con la solita maestria – e il grande veterano Christopher Walken, ecco che anche ogni piccolo sketch può diventare fonte di intrattenimento leggero. In episodi differenti figurano poi guest star di lusso come Claes Bang e soprattutto il grande istrione Richard E. Grant, i quali recitano cammei che di certo non guastano. 

The Outlaws è già stata rinnovata

Già confermato per una seconda stagione che probabilmente porterà a chiusura alcune sottotrame lasciate volutamente aperte dalla prima, The Outlaws è una miniserie che garantisce il giusto divertimento grazie soprattutto a un’ambientazione originale e a personaggi bizzarri in grado di far sorridere. Sul piano narrativo lo show non funziona sempre quando deve mantenere alta la tensione legata al plot criminale, mentre dal punto di vista della satira sociale i risultati sono innegabilmente migliori: anche se rappresentati attraverso la lente deformante della commedia, a tratti anche grottesca, i personaggi rappresentano poco del meglio e molto del peggio dell’Inghilterra di oggi. Alla fine si vuol bene a questi poveri, squinternati piccoli delinquenti. Dietro le loro rispettive maschere possiamo infatti intravedere abbastanza verità da riconoscere una parvenza di noi stessi in loro. E questo è al tempo stesso edificante e inquietante…

Guardiani della Galassia Vol. 3: Dave Bautista e Pom Klementieff nelle foto dal set

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Dave Bautista e Pom Klementieff sono stati immortalati sul set di Guardiani della Galassia Vol. 3, ecco di seguito le foto:

https://twitter.com/nuiyi/status/1504964094381772803?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1504964094381772803%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fguardians-galaxy-3-drax-mantis-set-images%2F

Guardiani della Galassia Vol. 3, quello che sappiamo

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Calcinculo: recensione del film presentato a Berlino

Calcinculo: recensione del film presentato a Berlino

Con un film che riesce ad arrivare alla sezione Panorama del Festival di Berlino 2022, Chiara Bellosi dirige un cast scarno di personaggi ma fatto da grandi personalità. Calcinculo è un dramma intimista e profondo, costruito sui silenzi, sulle musiche e sui due protagonisti: Benedetta (Gaia Di Pietro) e Amanda (Andrea Carpenzano). Con la sua seconda opera, Chiara Bellosi scende in profondità e raccontan onestamente il disagio adolescenziale più profondo e la crisi esistenziale vissuta dai personaggi principali.

Calcinculo la trama del film

Benedetta (Gaia Di Pietro) ha 15 anni. Vive in un costante senso di inadeguatezza e disagio: a scuola passa il tempo con un’unica amica, a casa rimane in disparte, oscurata dalle discussioni tra i genitori e dall’effervescenza delle due sorelle minori. L’unico sfogo di Benedetta sembra essere il cibo: mangiare di nascosto è il suo illusorio conforto. Nella noia quotidiana della periferia di Roma in cui vive Benedetta, l’arrivo delle giostre porta una ventata d’aria fresca: tra i giostrai c’è Amanda (Andrea Carpenzano), un ragazzo che ha adottato un nome femminile. Amanda si mostra subito curiosa e amorevole nei confronti di Benedetta, generando in lei una serie di emozioni mai provate prima.

Tra i due si instaura così un rapporto strambo fatto di contrasti, cattive influenze, sentimenti sbilanciati. Per quanto sbagliato, tutto ciò fa sentire Benedetta finalmente viva, libera e sé stessa.

Alla ricerca della leggerezza

Benedetta e Amanda sono una l’opposto dell’altra: la prima è timida e silenziosa, la seconda è appariscente e parla costantemente. La prima è ingenua, la seconda è fin troppo maliziosa, la prima è in carne, la seconda è pelle e ossa. Nonostante tutte le differenze, entrambe sono in cerca di leggerezza: leggiadria per l’anima e per il corpo.

L’intero film gioca sul tema della leggerezza: le farfalle di tulle create da Amanda, il tema della danza, ma anche la giostra del ”calcinculo” evocano la spensieratezza. Tutti questi elementi stridono con Benedetta: la pesantezza che adombra la sua anima è ben espressa dal corpo della ragazza. Il modo in cui la regista sceglie di mostrare il disagio psicologico della protagonista, per metafore e contrasti, è efficace e potente.

Il cibo come estremo rifugio

Alla leggerezza si lega anche il discorso dei problemi con il cibo di Benedetta. Il tema dei disturbi alimentari è affrontato, ma non è il centro di Calcinculo. Si parla di abbuffate, di diete, di commenti sgraditi, ma anche e soprattutto di cosa spinge Benedetta a cercare rifugio nel cibo.

Il rapporto con la madre, interpretata da Barbara Chichiarelli, è uno dei filoni principali del film. Benedetta cerca costantemente l’affetto e l’accettazione da parte della mamma, una donna che, tra la frustrazione e le preoccupazioni quotidiane, fatica ad esprimere l’amore per la figlia. Chichiarelli è un personaggio potente ed efficace, una mamma realistica della provincia romana. E, come ogni genitore di fronte al figlio adolescente, tenta di aiutare la figlia, ma sbaglia sempre.

Calcinculo è un racconto muto di parole, ma non afono

Calcinculo è un racconto estremamente descrittivo. I personaggi parlano poco, mentre la potenza drammatica è espressa dalle immagini didascaliche che mostrano la quotidianità di Benedetta e la stravaganza della vita di Amanda. Entrambi gli attori interpretano il proprio personaggio più con il corpo che con la voce: dai movimenti semplici, all’abbigliamento, dalle acconciature fino ai balli più sfrenati.

La cinepresa gira con delicatezza attorno agli attori, mostra tutto, ma da un punto di vista sempre discreto. Chiara Bellosi, con l’ausilio di Gaia Di Pietro, attrice esordiente, e Andrea Carpenzano, ribadisce come si possa fare cinema senza dover dire tutto a parole. La sceneggiatura, un lavoro a quattro mani di Maria Teresa Venditti e Luca De Bei, per quanto poco densa è ben fatta ed è ricca di frasi potenti che colpiscono come frecce i personaggi a cui vengono rivolte (e lo spettatore). Nel film grande rilievo viene dato all’espressività della musica che fa danzare le scene e, letteralmente, gli interpreti. Anche nelle note, c’è tutta la ricerca di leggerezza di Calcinculo.

La femminilità: scoperta e cercata

Calcinculo parla di femminilità. Benedetta è un’adolescente che scopre il suo corpo. Inizialmente se ne vergogna, si nasconde ma, grazie a Amanda, impara a vedere in sé stessa la bellezza. Come spesso accade per chi soffre di disturbi alimentari, Benedetta è in disperato bisogno di amore, ha un vuoto dentro che va nutrito, e non per forza con il cibo.

Amanda sembra in grado di dare a Benedetta questo amore, ma anch’essa ne è in cerca. Il nome che ha adottato significa proprio questo: ”colei che deve essere amata”. Amanda vuole essere accettata come donna, grida al mondo la sua femminilità con i vestiti e con gli atteggiamenti. Calcinculo è quindi la storia di due anime spezzate, una storia ”d’amore” che non può realmente esistere perché assurda e pericolosa: un film vero e, come la vita, a tratti spensierato, a tratti straziante.

Moon Knight: 7 grandi rivelazioni dalla nuova Featurette Marvel

Moon Knight: 7 grandi rivelazioni dalla nuova Featurette Marvel

In poco più di 90 secondi, la nuova featurette di Moon Knight ha portato l’entusiasmo dei fan alle stelle: introducendo il tono oscuro e la struttura stratificata del progetto, nuove location ed epiche sequenze d’azione, sembra proprio che con questa serie il MCU aprirà un nuovo capitolo.

Il cast principale e la troupe ci hanno offerto un primo sguardo a questo inedito progetto, caratterizzato da personaggi caratterialmente complessi, di cui verrà analizzata nel dettaglio la profondità psicologica. Per quanto riguarda il comparto tecnico della serie, si partirà sicuramente dalle caratteristiche chiave del MCU, ma tanto altro ci attenderà con il debutto su Disney+ di Moon Knight, stabilito per il 30 marzo.

Il co-protagonista Ethan Hawke definisce Moon Knight “Un nuovo supereroe in un nuovo mondo”

Moon KnightQuesta affermazione di Ethan Hawke che, in Moon Knight, interpreta il villain principale (Arthur Harrow), può avere molteplici significati, soprattutto considerando che è ormai imperante nel MCU l’idea di multiverso. In primo luogo, riferirsi a Moon Knight come “nuovo supereroe” è qualcosa di abbastanza scontato, dato che questa sarà la prima serie in streaming della Marvel a concentrarsi su un eroe non presente nelle prime fasi del MCU.

La dicitura “nuovo universo”, potrebbe in parte riferirsi all’ambientazione della serie, ovvero l’Egitto, sicuramente una location inesplorata dal MCU, ma potrebbe anche suggerire che la storyline di Moon Knight si svolgerà in una dimensione completamente distaccata dal resto del MCU. Considerando che le avventure multiversali stanno diventando sempre più un aspetto chiave della Fase Quattro del MCU, siamo ansiosi di capire dove ci porterà Moon Knight.

“È un vero e autentico studio del personaggio” – La star della serie Oscar Isaac

Uno studio del personaggio è una tipologia di narrazione focalizzata sulla caratterizzazione del protagonista principale, le prove che deve affrontare, le sue speranze e i suoi sogni. Non si tratta di una novità assoluta per il MCU: dal punto di vista narrativo, infatti, anche una serie come Wandavision propende per lo studio del personaggio, e molti dei film da solisti degli eroi Marvel si soffermano maggiormente sull’arco dei protagonisti piuttosto che sull’avanzare della trama, soprattutto per quanto riguarda le loro origin story.

Tuttavia, questa è la prima volta che il materiale promozionale ha confermato tale struttura per un progetto prima della sua uscita, permettendo al pubblico di prepararsi ad una serie trainata dai caratteri dei personaggi, piuttosto che da colpi di scena. Questo non significa che la trama di Moon Knight non sarà coinvolgente, ma piuttosto che lo show si concentrerà sulle lotte interne, i punti di forza e le debolezze del nostro protagonista, mentre cerca di gestire la sua condizione di salute mentale e i suoi nuovi superpoteri.

Moon Knight si discosterà dal MCU come il pubblico lo conosce

Moon KnightUna critica comunemente rivolta ai film del MCU è che tendono a seguire una certa routine produttiva, anche se commercialmente di successo. Questo è un procedimento abbastanza tipico per gli studios di Hollywood, ma il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige sottolinea in questa featurette che la serie sarà in controtendenza rispetto agli altri progetti Marvel.

Feige ha definito il design e l’estetica di Moon Knight “incredibilmente unico”, affermazione che è stata confermata anche da Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy nella featurette. Considerando che gran parte della Fase Quattro si è già significativamente discostata dal MCU come lo conoscevamo prima, l’enfasi del cast e del presidente dello studio sulla natura distintiva di Moon Knight implica un cambiamento ancora più grande rispetto a ciò che abbiamo visto prima.

“Il nostro compito era quello di… Trattare il tema della salute mentale molto seriamente”. – Oscar Isaac

Moon KnightUna delle tematiche approfondita nella Fase Quattro del MCU è stata sicuramente quello della salute mentale degli eroi protagonisti: dall’elaborazione del lutto di Wanda, le tendenze narcisistiche di Loki, fino al PTSD e al senso di colpa sperimentato da Bucky Barnes e Clint Barton (AKA Hawkeye), i Marvel Studios si sono impegnati a confezionare ritratti empatici di vari livelli e forme di salute mentale senza modificare totalmente la visione delle storyline dei fumetti.

Ciò che rende l’affermazione di Isaac così significativa è che si tratta di una chiara dichiarazione di intenti su come lo show gestirà il tema della condizione di salute mentale del protagonista, condizione che è parte integrante del concetto e identità di Moon Knight, e quindi non poteva essere esclusa dalla trama principale. Non ci resta che vedere come i Marvel Studios ci presenteranno il disturbo dissociativo dell’identità di Moon Knight, sperando in un ritratto efficace e, soprattutto, fondamentalmente umano.

“Impariamo a conoscere Steven e poi impariamo a conoscere Marc… E sono la stessa persona”. – Il regista Mohamed Diab

Moon Knight: 7 Biggest Reveals From The New Marvel FeaturetteI fan dei fumetti di Moon Knight sanno che il supereroe ha identità multiple ma, prima che questa featurette uscisse, non sapevamo effettivamente come questa particolare caratteristica del supereroe sarebbe stata rimodellata nella serie.

Sappiamo che almeno due di esse verranno approfondite: la serie inizierà focalizzandosi sulla vita mondana del docile Steven Grant e, man mano che la trama andrà sviluppandosi, faremo la conoscenza dello spavaldo Marc Spector, in un connubio inscindibile di suspense e sequenze d’azione. Il tono e ritmo dello show dovrebbe dunque rispecchiare lo schema delle diverse identità del personaggio che si scontrano e alla fine coesistono.

“Il tono è quello di un Fight Club che incontra Indiana Jones”. – La co-star della serie May Calamawy

Moon KnightAnche la co-protagonista May Calamawy, che in Moon Knight interpreta Layla, la socia di Marc Spector, definisce la trama di Moon Knight “ampia e sovrannaturale”, lasciando intendere che alcuni elementi della serie richiameranno un’atmosfera alla Fight Club e Indiana Jones.

Similmente all’operazione di bilanciamento tra le molteplici identità del nostro protagonista, il tono generale di Moon Knight probabilmente camminerà sulla linea di confine tra gli ormai iconici tropi di queste due fantastiche pellicole.

“Ogni aspetto di questo show ha una dualità”. – Ethan Hawke

Moon KnightLa dualità è parte integrante della storyline di Moon Knight, e di qualsiasi narrazione supereroistica incentrata su un protagonista “umano” che si destreggia tra una vita mondana e un alter-ego potenziato. Più recentemente questo conflitto è stato messo in luce in Spiderman: No Way Home il che ha portato, come sappiamo, a conseguenze multiversali.

I fan Marvel sanno già che Oscar Isaac dovrà destreggiarsi in una duplice performance attoriale, presentando ogni variazione caratteriale che il passaggio di identità tra Steven Grant e Marc Spector comporta. Eppure, la dichiarazione di Hawke apre la possibilità che tali duplici conflitti riguardino anche altre questioni inaspettate: dai cattivi all’ambientazione della serie, per culminare con la forza soprannaturale di Khonshue, i fan si aspettano qualsiasi cosa da una storia ricca di sfumature e potenziali sorprese come quella di Moon Knight.

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