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Con Tutto il Cuore: trailer del nuovo film di e con Vincenzo Salemme

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Ecco il primo trailer di Con Tutto il Cuore, il nuovo film di e con Vincenzo Salemme che, dopo il successo di Una Festa Esagerata, porta di nuovo sul grande schermo una storia tratta da una sua commedia teatrale. Al cinema dal 7 ottobre, il film vede nel cast, oltre a Salemme, anche Serena Autieri, Cristina Donadio, con la partecipazione di Maurizio Casagrande.

Con Tutto il Cuore, la trama

Ottavio Camaldoli (Vincenzo Salemme) è un professore di latino e greco. Una brava persona. Onesto e galantuomo, “un fesso” insomma, questa è la considerazione che hanno di lui le persone che lo circondano. Ma cosa accadrebbe se a questo uomo indifeso, vittima dei piccoli soprusi quotidiani, nella vita sociale, sul lavoro e persino in famiglia venisse trapiantato il cuore di un altro? Soprattutto se quest’altro, il donatore, fosse stato un delinquente efferato dal sinistro soprannome di “‘O Barbiere”? Ottavio Camaldoli, dopo averne ereditato il cuore si trasformerebbe automaticamente in un malfattore? La scienza ci dice che queste sono solo sciocche ed antiche credenze. Ma se invece donna Carmela (Cristina Donadio), la spietata mamma del Barbiere, fosse convinta che il figlio sia ancora vivo grazie al cuore che batte adesso nel petto del professore? Insomma, il nostro protagonista, dopo il trapianto, diventerà Antonio Carannante detto “‘O Barbiere” o resterà comunque Ottavio Camaldoli, laureato professore?

Marilyn ha gli occhi neri, il Trailer Ufficiale del film con Accorsi e Leone

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Ecco il Trailer Ufficiale del nuovo film di Simone Godano Marilyn ha gli occhi neri, con protagonisti Stefano Accorsi Miriam Leone. Scritto da Giulia Steigerwalt, prodotto da Matteo Rovere, una produzione Groenlandia con Rai Cinema, il film uscirà nelle sale il 14 ottobre distribuito da 01 Distribution. Nel cast anche Thomas TrabacchiMario PirrelloAndrea Di Casa, Orietta Notari, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Marco Messeri.

Marilyn ha gli occhi neri chiuderà il prossimo 2 ottobre il Bif&st – Bari International Film Festival

Marilyn ha gli occhi neri, la trama

Lui non sa mentire, lei sa solo mentire. Una coppia improbabile alle prese con un progetto impossibile. Clara (Miriam Leone) è talmente brava a mentire che è la prima a credere alle sue bugie. Vitale e caotica, ha qualche problema a tenere a freno le sue pulsioni. Diego (Stefano Accorsi) è il suo esatto contrario, un uomo provato dagli eventi, con varie psicosi e continui attacchi d’ira.

Si ritrovano in un Centro Diurno per il rehab di persone disturbate. La prova che li attende sembra impossibile: devono gestire un ristorante del Centro evitando qualsiasi conflitto con il resto del gruppo. Peccato che non abbiano alcun tipo di attitudine per le imprese di successo. Ma i due inizieranno presto a scoprire che l’unione può portare a risultati incredibili. E chissà, magari anche all’amore.

Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni di Luca Guadagnino al cinema 11, il 12 e il 13 ottobre

Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni di Luca Guadagnino, il docufilm su un personaggio icona della moda italiana e fondatore di uno dei marchi più conosciuti al mondo, uscirà nelle sale italiane l’11, il 12 e il 13 ottobre distribuito da Lucky Red.

Dalla straordinaria passione per le calzature a Napoli al viaggio in America animato dal desiderio di esplorare nuove sfide, dalle storie di vita a Hollywood, al suo ritorno in Italia, frutto di un’eccezionale intuizione di stabilire a Firenze la produzione, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione e al successo imprenditoriale: Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l’importanza dei legami famigliari.

Scritto dalla giornalista di moda e autrice Dana Thomas e presentato fuori concorso alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni si avvale della fotografia di Clarissa Cappellani e Massimiliano Kuveiller e del montaggio di Walter Fasano, che ritrova il regista Luca Guadagnino dopo il successo di Chiamami col tuo nome e Suspiria. Il docufilm è prodotto da Francesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti per MeMo Films e da Stella Savino in qualità di produttore esecutivo.

Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni, la trama

Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni racconta un’emozionante storia umana, artistica e imprenditoriale, arricchita dalla voce narrante dell’attore Michael Stuhlbarg e da immagini inedite e testimonianze uniche che vedono tra i protagonisti, accanto a membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici. Non manca, all’interno del docufilm, la voce di Salvatore Ferragamo: sono presenti infatti le registrazioni d’epoca, restaurate per l’occasione, di interviste radiofoniche rilasciate in Australia e di alcuni capitoli della sua autobiografia narrati dallo stesso Ferragamo.

Il progetto prende vita nel 2017 quando, ispirato dalla lettura dell’autobiografia del calzolaio e imprenditore italiano, il regista Luca Guadagnino contatta la famiglia Ferragamo. Un percorso durato tre anni in cui la Fondazione e il Museo Salvatore Ferragamo hanno lavorato a fianco del regista e della sceneggiatrice Dana Thomas, mettendo a disposizione competenze e conoscenze di carattere storico. Di centrale importanza la famiglia Ferragamo che ha dato la possibilità al regista Luca Guadagnino di accedere agli archivi del marchio che custodivano al loro interno interviste, aneddoti e informazioni inedite oltre alle ultime e preziose testimonianze di Wanda Miletti, moglie di Salvatore.

 “Questo è il lavoro di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette, rifiutando di mettere il mio nome su quelle che non lo sono. Quindi, per favore, al di là della storia del ragazzino scalzo e ignorante che è diventato un celebre calzolaio, concentrate la vostra attenzione sul piacere che deriva dal camminare bene”. Si chiude così la prefazione dell’autobiografia di Salvatore Ferragamo che ha spinto Luca Guadagnino ad avvicinarsi a questo progetto. Il regista dichiara: “Cosa è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo, è la risposta a queste domande”. “Per la mia famiglia tutta si realizza un grande desiderio, quello di poter condividere con il pubblico la storia unica della vita di mio padre e della nostra. Auspichiamo, infatti, che questo racconto vero, rafforzato dalla speciale rappresentazione di Luca Guadagnino, possa essere fonte di ispirazione per tanti, soprattutto per le nuove generazioni così desiderose di ideali autentici”. Afferma Leonardo Ferragamo, Presidente della Maison e figlio di Salvatore.
“Credo come produttore che la storia di questo incredibile uomo, nelle mani di un regista brillante e sensibile ma anche intellettualmente raffinato e ironico com’è Luca Guadagnino possa dar vita ad un racconto la cui visione sarà in grado di arrivare e affascinare non solo il pubblico italiano ma in generale una audience internazionale” spiega Francesco Melzi d’Eril, che, con Gabriele Moratti per MeMo Films, ha prodotto Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni.

Ancora più bello, recensione del film con Ludovica Francesconi

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Ancora più bello, recensione del film con Ludovica Francesconi

Dopo il grande successo di Sul più Bello che, nonostante la turbolenta uscita in sala (tra improvvise chiusure e riaperture delle strutture a causa della pandemia), è riuscito ad arrivare al cuore degli spettatori, arriva, sempre al cinema, Ancora più bello, il primo di due sequel già annunciati dalla Eagle Pictures, o, per chiamarlo altrimenti, il secondo capitolo di una trilogia che racconta la storia di Marta. 

La trama di Ancora più bello

Ludovica Francesconi torna infatti a vestire i panni della giovane donna affetta da mucoviscidosi che, nonostante la condizione medica molto grave in cui versa, affronta la vita con un grande sorriso e con un contagioso ottimismo. Con lei tornano Jacopo e Federica (Jozef Gjura, Gaia Masciale), i suoi migliori amici, la sua unica famiglia, visto che è rimasta orfana da bambina. Archiviata la storia d’amore a sorpresa con il bello e impossibile Arturo, in questa seconda avventura Marta incontra Gabriele (Giancarlo Commare, visto in Skam Italia), un artista sensibile e appassionato, totalmente preso da lei, galante e gentile, che non si risparmia per questa relazione che ritiene importantissima e per la quale è pronto a rinunciare anche alla sua carriera. 

Claudio Norza raccoglie il testimone di Alice Filippi, che aveva diretto Sul più Bello, e si impegna ad amalgamare una storia molto più densa e stratificata rispetto a quella del primo film. È importante tenere a mente che se nel primo capitolo si era immaginata una storia unica e coesa, per questo secondo appuntamento (strettamente legato a un terzo capitolo, Sempre più bello, annunciato per il 2022), l’operazione che è stata fatta è stata quella di sviluppare delle trame a partire da un concept concluso. 

Ancora più bello recensioneTante storie in una

Questo è il primo elemento che si evidenzia in questa recensione di Ancora più bello: la necessità di raccontare tante cose, concetti, problematiche, temi e situazioni, e la poca attenzione nel renderli effettivamente parte di un’unica storia. La coralità di questo film si rivela episodica, dal momento che le trame secondarie non influiscono assolutamente su quella principale legata a Marta, e sembrano (quello che in effetti sono) dei riempitivi per dare spazio ad altri personaggi e argomenti la cui introduzione nella storia risulta forzata. 

Dividendo il terzetto protagonista si incorre poi in un altro problema del film, perché si rinuncia a ciò che nel primo capitolo aveva funzionato davvero, cioè l’alchimia tra Francesconi, Masciale e Gjura. I tre giovani interpreti hanno dimostrato di essere in grande sintonia, e questo ha permesso loro di dare un’anima al primo film. Quest’anima, in questo secondo capitolo, si annacqua e viene fuori come un fiotto d’acqua fresca nel deserto, solo nelle scene in cui i tre compaiono a schermo insieme. 

La grande alchimia del trio protagonista

Forse sono proprio questi i momenti per i quali vale davvero la pena ritrovare questi personaggi, perché nonostante il film sia debole e farraginoso da un punto di vista della storia, con sotto-trame che sembrano davvero superflue, l’energia che si forma sullo schermo trai tre protagonisti è un’esperienza rara, degna dei più celebri coming of age che il cinema ci abbia mai raccontato. 

Il finale aperto su un cliffhanger inaspettato ma ben costruito lascerà senza dubbio gli spettatori affezionati con il bruciante desiderio di sapere “come va a finire”, e questo, dopotutto, è tutto quello che viene chiesto a prodotti cinematografici di questo genere: fare breccia nel cuore del pubblico di riferimento. Da questo punto di vista, Ancora più bello è un’operazione da manuale.

Jamie Lee Curtis difende Scarlett Johansson nella causa contro Disney

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Jamie Lee Curtis è stata incaricata di scrivere un pezzo su Scarlett Johansson come parte di uno speciale sulle 100 persone più influenti del 2021 per il Time Magazine. La leggendaria attrice, fresca di Leone d’Oro alla carriera a Venezia 78 e che ritroveremo a breve nei panni di Laurie Strode in Halloween Kills, ha difeso a spada tratta la collega in merito all’affaire Black Widow e alla causa che l’attrice ha intentato alla Disney.

“Di recente l’ho vista conquistare lo schermo nei panni di Vedova Nera, che si vendica di una figura potente (un uomo!) che manipola le donne affinché combattano per lui”, ha scritto Jamie Lee. “Poi ho letto la sua brillante risposta a una manipolazione della vita reale, quando ha intentato una causa ai danni della Disney per una violazione del contratto sostenendo che la decisione dello studio di far uscire il film contemporaneamente nelle sale e in streaming le sia costato perdite sostanziali in termini di compenso.”

“Che si tratti di un assassina dotata di una coscienza, o di un’attrice con una fibra morale, o di madre feroce che ha appena dato alla luce il suo secondo figlio, il messaggio è chiaro: non fate incaz*are mamma orsa”, ha concluso l’attrice.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Chicago PD 9×02: anticipazioni dall’episodio

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Chicago PD 9×02: anticipazioni dall’episodio

Il network americano NBC dopo il primo episodio ha diffuso le anticipazioni di Chicago PD 9×02, il secondo episodio dell’annunciata nona stagione di Chicago PD.

In Chicago PD 9×02 che si intitolerà  “Rage” quando un informatore del dipartimento di polizia viene assassinato, la squadra interviene per rintracciare l’autore solo per apprendere una verità scioccante. Voight e Ruzek studiano una strategia per aiutare Burgess.

Chicago PD 9×02

Chicago PD 9 è la nona stagione della serie tv Chicago PD creata da Dick Wolf e che fa parte del franchise televisivo basato su Chicago trasmesso dal network americano NBC.

In Chicago PD 9  ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight (stagioni 1-in corso), interpretato da Jason Beghe è il capo dell’Unità Intelligence del Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie, Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato da Jesse Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da Patrick John Flueger, è il partner del Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande potenziale.

Hawkeye: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono su Kate Bishop

Kate Bishop farà il suo debutto nel MCU, interpretata dalla candidata all’Oscar Hailee Steinfeld, nella serie Hawkeye in arrivo dal 24 novembre su Disney+. In attesa del debutto dello show, ecco 10 cose che forse bisogna sapere su un personaggio assolutamente chiave dell’universo Marvel negli ultimi quindici anni e che probabilmente solo i fan dei fumetti conoscono:

Uno dei membri fondatori degli Young Avengers

Kate Bishop ha debuttato in “Young Avengers #1” del 2005. In questo numero, era una civile senza superpoteri. Dopo aver assistito alla battaglia della squadra a New York City, praticamente si autoinvita nel team, unendosi ad esso mentre è impegnato a combattere contro Kang il Conquistatore, il supervillain capace di viaggiare nel tempo.

Questo numero rappresenta uno degli archi a fumetti più importanti di Kang, poiché Iron Lad, il leader della squadra, è in realtà una sua variante. Alla fine, lascia la squadra per abbracciare il suo destino e diventare il noto supercriminale, mentre Kate rimane parte della squadra per diversi anni in qualità di Occhio di Falco.

Hawkingbird

Kate Bishop si fa chiamare Occhio di Falco all’inizio della sua corsa nella run sugli Young Avengers, ma in seguito viene etichettata con molti soprannomi. Uno dei più noti è sicuramente Hawkingbird. Il nome nasce in “Young Avengers #6”, poiché il suo primo costume adotta il colore viola dei classici look di Occhio di Falco ma anche la caratteristica maschera da domino di sua moglie, nonché collega, Mockingbird.

Il soprannome le viene dato per gentile concessione del suo compagno di squadra Patriot, ossia Eli, nipote di Isiah Bradley, una delle versioni più importanti di Captain America, che in seguito sarebbe diventato proprio uno degli interessi romantici di Kate.

Il terzo Occhio di Falco

Kate Bishop è in realtà il terzo personaggio della Marvel Comics ad aver adottato l’identità di Occhio di Falco. Il primo è stato Clint Barton, mentre il secondo era Wyatt McDonald, uno dei membri più potenti dello Squadrone Supremo. Kate prende il nome in onore di Clint Barton, che a quel punto era morto nella trama di “Avengers Disassembled”.

Ha sacrificato la sua vita quando Scarlet Witch ha evocato un’invasione Kree a New York City, preda del dolore e della rabbia per la perdita dei suoi figli. La Strega Scarlatta alla fine ha resuscitato l’arciere nella trama di “House of M”, ma Kate ha comunque deciso di mantenere il nome con cui ha dato il via alla sua carriera da supereroe.

La storia con Patriot

Nei primi numeri della serie “Young Avengers”, Patriot e Kate hanno avuto una sorta di flirt. Tuttavia, la loro storia è stata assai travagliata, con molti alti e bassi, al punto che, di fatto, il loro amore è mai sbocciato veramente.

I due hanno lottato per esprimere i loro reciproci sentimenti, ma durante la trama del crossover “Assedio” in cui Loki ha invaso Asgard, i due si sono finalmente scambiati un bacio appassionato. È possibile che questa storia d’amore si svolga nel MCU, dal momento che Eli è stato introdotto in The Falcon and the Winter Soldier.

Affrontare Capitan America

Il ruolo di Kate in qualità di Occhio di Falco ha preso una strana piega quando si è dovuta confrontare con un risorto Clint Barton, che usava il nome e il costume di Captain America nell’epico evento a fumetti “Civil War”.

Kate sa che si tratta di Clint nel costume quando lo rimprovera per la prima volta per aver preso il posto di Steve Rogers, che a quel punto era stato assassinato. Barton sta catturando supereroi non registrati nelle vesti di Captain America, ma la ramanzina di Kate gli fa capire l’errore dei suoi gesti e quindi, alla fine, decide di abbandonare lo scudo.

L’invasione segreta degli Skrull

Dato il suo ruolo nell’evento a fumetti “Secret Invasion”, è possibile che Kate Bishop apparirà anche nella serie del MCU. È probabile comunque che il suo ruolo sia piccolo, in quanto Kate e i Giovani Vendicatori hanno comunque avuto un ruolo minore in quella run.

La giovane squadra dei Vendicatori ha aiutato a combattere l’invasione degli Skrull a New York, ma è stata sopraffatta dalla loro forza e dal loro numero. Anche se è troppo presto per avanzare ipotesi, questo evento potrebbe essere ciò che riunirà i Giovani Vendicatori nel MCU, poiché la maggior parte dei membri del team sarà già stata introdotta nell’universo per quando la serie debutterà su Disney+ nel 2022.

Fare squadra con Clint Barton

La serie Disney+ sembra prendere molti spunti dalla serie a fumetti del 2011 dello scrittore Matt Fraction e dell’artista David Aja. In quella serie, Kate e Clint si alleano per la prima volta per affrontare il crimine a New York City. Clint insegna a Kate tutto ciò che sa sull’essere un arciere e un eroe e lei lo aiuta ad affrontare la mafia russa, tra gli altri cattivi.

Quella serie a fumetti è stata un successo di critica, nominata all’Eisner Award 2014. Includeva anche la storia “Pizza Dog” direttamente dal numero 11, in cui Lucky, il cane di Clint, è il personaggio dal cui punto di vista vengono narrati i fatti. 

Leader dei Vendicatori della West Coast

Come Clint Barton prima di lei, anche Kate Bishop ha guidato una versione dei Vendicatori della West Coast. Clint ha riformato la squadra nel 2018 dopo una serie di attacchi di squali in California, cosa che alla fine ha portato ad uno scontro con l’ex Vendicatore Tigra.

Kate alla fine assume il ruolo di leader del gruppo: finanzia le loro operazioni e diventa la protagonista di un reality show televisivo. La squadra include una serie di altri giovani eroi tra cui Gwenpool, Kid Omega e Fuse. Alla fine il team si espande e arriva ad includere anche Jeff the Land Shark, un pesciolino che è diventato la mascotte non ufficiale della squadra. La squadra poi si sciolse rapidamente e Kate continuò ancora una volta le sue avventure in solitaria.

La fidanzata di Miles Morales

Come quasi tutti gli altri personaggi della Marvel Comics, Kate Bishop conta di alcune versioni alternative. Una delle più significative appartiene all’universo “Ultimate”, dove Kate era la fidanzata di Miles Morales, lo Spider-Man di Terra-1610.

Questa Kate è molto diversa dalla versione di Terra-616, poiché lei e la sua famiglia sono tutti membri dell’HYDRA. Miles le confessa la sua identità segreta, cosa che lo porterà ad essere catturato dall’organizzazione. In seguito, la loro relazione andrà in pezzi, nonostante i sentimenti di Kate per Miles siano sinceri.

Taskmistress

Un altro soprannome che Kate Bishop ha guadagnato in “Young Avengers #6” è stato Taskmistress, che è un gioco di parole relativo al supercriminale di Black Widow, Taskmaster. Kate si guadagna il nome in parte grazie alla sua memoria fotografica e alla capacità di raccogliere le cose velocemente, che è simile a quanto riesce a fare Taskmaster.

Aveva anche usato una serie di armi ispirate agli armamenti dei Vendicatori, come l’arco di Occhio di Falco, i bastoni da battaglia di Mockingbird e una spada modellata su quella dello Spadaccino. Anche Taskmaster usa  armi derivate dall’arsenale dei Vendicatori e spesso tormenta la supersquadra con le sue abilità di combattimento.

Eternals: come la sordità di Lauren Ridloff è diventata un superpotere

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Lauren Ridloff (nota per The Walking Dead) farà presto il suo debutto nel MCU nei panni della versione femminile di Makkari nell’attesissimo Eternals, e ora l’attrice ha parlato delle sfide ma anche delle frustrazioni che ha sperimentato durante le riprese delle sue scene.

Attraverso il personaggio di Makkari, infatti, il MCU affronterà per la prima volta il tema della disabilità: si tratta, infatti, del primo supereroe sordo all’interno dell’universo condiviso. Durante una recente intervista con il NY Times, la Ridloff ha spiegato le difficoltà incontrate con una particolare scena, in cui non era in grado di vedere gli altri membri del cast e della troupe e quindi di cogliere i vari segnali che avrebbero dovuto guidarla nell’azione. A quanto pare, Angelina Jolie (interprete di Thena) è stata colei che ha suggerito una soluzione geniale.

“In alcune scene mi sono trovata davanti un muro. Da persona sorda, come facevo a capire quando dovevo partire? Una volta ho condiviso la mia frustrazione con Angelina Jolie. E subito lei ha suggerito: perché non usiamo una penna laser che può essere facilmente cancellata grazie agli effetti speciali?”

“È stato un momento davvero ‘wow’ per me”, ha aggiunto. “Ogni volta che avevo davanti un muro, gli altri usavano la penna laser per segnare un cerchio e indicare il motore. Una volta che la luce si spegneva, allora significava: ‘Azione!’.”

Ridloff ha poi spiegato cosa ha significato, per lei, essere in grado di portare sullo schermo un supereroe sordo: “I miei due figli, anche loro sordi, cresceranno in un mondo dove ci sono supereroi sordi… significa che finalmente potranno sognare in grande.”

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

The Suicide Squad: James Gunn conferma un curioso Easter Egg

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The Suicide Squad: James Gunn conferma un curioso Easter Egg

Sebbene le performance di The Suicide Squad al botteghino non abbiano soddisfatto le aspettative, sia i fan che i critici hanno elogiato il film per l’umorismo, la violenza sopra le righe e lo stile unico di James Gunn, attualmente il primo e unico regista ad aver diretto film appartenenti sia al MCU che al DCEU.

Gunn, attivo sui social media con un certa frequenza, è sempre ben disposto a condividere le sue ispirazioni riguardo certe scene o certi piccoli riferimenti che adora nascondere nei suoi film. In particolare, in una scena di The Suicide Squad che si svolge nella caffetteria del carcere di Belle Reve, è possibile vedere sullo sfondo, fuori fuoco, un televisore che sembra riprodurre un vecchio film.

In risposta ad un fan su Twitter, che ha chiesto proprio cosa stava trasmettendo la tv nella scena della prigione, Gunn ha confermato che il film in onda è The Toxic Avenger, film di supereroi a basso budget della società di produzione e distribuzione indipendente Troma, con cui il regista e sceneggiatore ha lavorato agli inizi della sua carriera.

The Toxic Avenger racconta la storia di un custode in un centro benessere che viene lanciato dalla finestra del secondo piano da un gruppo di bulli, atterrando in un bidone di rifiuti tossici. I prodotti chimici lo portano a trasformarsi nel “vendicatore tossico” del titolo, che ha dimensioni e forza sovrumane e contrasta i bulli e la corruzione. Un remake del film, che avrà come protagonista Peter Dinklage, è attualmente in lavorazione.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Shang-Chi avrebbe dovuto mostrare le origini di Razor Fist

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Shang-Chi avrebbe dovuto mostrare le origini di Razor Fist

L’attore Florian Munteanu, che in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli interpreta il ruolo di Razor Fist, assassino che viene assunto per uccidere l’eroe eponimo, ha rivelato in una recente intervista con ComicBookMovie che nel film avremmo dovuto conoscere le origini del suo personaggio.

Parlando di alcuni momenti chiave che coinvolgono Razor nel film dei Marvel Studios, Florian ha anticipato un paio di scene eliminate che saranno incluse nell’imminente edizione home video del film e che avrebbero dovuto permettere al pubblico di scoprire qualcosa in più sul letale assassino.

“C’è stata quella grande battaglia nel film e, in origine, il pubblico avrebbe dovuto scoprire qualcosa in più di Razor Fist a quel punto”, ha spiegato l’attore. “Non vedo l’ora che i fan vedano quelle scene, perché c’è un motivo per cui ha sostituito la sua lama con la spada del drago e ha combattuto con due spade. Però non voglio rovinare la sorpresa rivelando troppo.”

Florian Munteanu ha anche confermato che una volta c’erano dei piani per mostrare come Razor Fist è stato reclutato nei Dieci Anelli. Ha spiegato che avremmo imparato di più circa la sua relazione con Wenwu e della sua lealtà al grande cattivo del film.

“Lo chiama sempre patrigno perché, alla fine, Wenwu gli ha dato una nuova vita, uno scopo e una casa. Lo ha addestrato e lo ha portato via dalla strada”, ha aggiunto l’attore. “Sono tutte scene che vedrete negli extra dell’edizione home video. Xialing è sua figlia, quindi ha più senso per Razor seguire lei piuttosto che un nuovo leader. Bisognerà attendere per vedere cosa accadrà.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

La Brea: i primi 5 minuti della nuova serie tv

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La Brea: i primi 5 minuti della nuova serie tv

Il network americano NBC dopo il teaser promo ha diffuso i primi 5 minuti di La Brea, l’annunciata nuova serie tv La Brea.

https://www.youtube.com/watch?v=SqV8NPVG8v0

La Brea

La Brea è la nuova serie tv drammatica americana creata da David Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli eventi, che cerca di tornare insieme.

Protagonisti di La Brea sono Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris e  Jack Martin come Josh Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris, Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan Mirchandaney come Scott, Lily Santiago come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily, Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel Parker.

Venom: La furia di Carnage, una grandissima sorpresa nella scena post-credit?

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Nelle ultime ore si è tenuta una speciale proiezione a Londra di Venom: La furia di Carnage e, in base a quanto dichiarato da chi ha avuto modo di vedere già il film, nella scena post-credit ci sarebbe una grandissima sorpresa.

Come riportato da CBR, chi ha già avuto modo di vedere il film ha parlato di una scena post-credit assolutamente sbalorditiva. Naturalmente, la descrizione di quella scena ha già fatto il giro del web. Per evitare di rovinare la sorpresa, non riporteremo alcuna descrizione della stessa, ma se morite dalla voglia di scoprire di cosa si tratta e non vi interessa incappare in spoiler, allora potete cliccare qui.

Naturalmente, sono moltissimi i personaggi e le situazioni che potremmo trovarsi davanti nella suddetta scena: dal tanto agognato incontro tra il Venom di Tom Hardy e lo Spider-Man di Tom Holland, al Morbius di Jared Leto, fino ad arrivare ad un possibile primo sguardo ad Aaron Taylor-Johnson nei panni di Kraven il Cacciatore. Ad ogni modo, come rivelato da un utente su Twitter, la scena farà letteralmente impazzire il pubblico.

Quello che sappiamo su Venom: La furia di Carnage

Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi. In Venom: La furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody Harrelson.

Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film uscirà in autunno al cinema.

MCU: rivedremo Kingpin? La risposta di Vincent D’Onofrio

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MCU: rivedremo Kingpin? La risposta di Vincent D’Onofrio

È da un po’ di tempo ormai che sentiamo parlare del fatto che Vincent D’Onofrio potrebbe tornare nei panni di Wilson Fisk, alias Kingpin, nel MCU dopo aver interpretato il celebre villain nella serie Daredevil.

Ora, secondo l’ultima voce in ordine di tempo collegata all’eventuale ritorno dell’attore nei panni del personaggio, D’Onofrio dovrebbe interpretare nuovamente Kingpin nell’attesissima serie Hawkeye che debutterà il prossimo 24 novembre su Disney+.

Nel primo trailer della serie diffuso online all’inizio di questa settimana non c’è ovviamente traccia di Kingpin, sebbene Echo (l’attrice Alaqua Cox), che apparirà nello show, sia la figlia adottiva del personaggio nel fumetti, quindi il coinvolgimento del supercriminale nella storia potrebbe avere sicuramente un senso.

Ora, è stato proprio Vincent D’Onofrio a rispondere alle numerose voci via Twitter. Nonostante negli ultimi giorni abbia condiviso attraverso il suo profilo una serie di poesie alquanto criptiche che hanno spinto i fan a chiedersi se non potesse trattarsi di un riferimento velato proprio a Fisk e al suo eventuale ruolo in Hawkeye, D’Onofrio ha chiesto ai suoi follower di non dare troppo peso ai rumor.

“È sciocco provare a leggere qualcosa di più profondo in quei piccoli pezzi che ho scritto”, ha detto l’attore proprio in riferimento a quelle poesie. “Sono cose che scrivo da anni ormai. Ma apprezzo comunque il fandom. Ho amato interpretare Kingpin in Daredevil.”

Clicca qui per vedere il post originale

Eternals spiegherà perché il gruppo non ha interferito nella lotta contro Thanos

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Chloé Zhao, la regista di Eternals, ha dichiarato che il film spiegherà finalmente perché il team di supereroi non ha interferito durante la Guerra dell’Infinito, quindi con gli eventi narrati in Infinity War e Endgame. Si tratta di una domanda che molti fan si sono posti da quando il film è stato ufficialmente annunciato.

Creati da Jack Kirby quando il fumettista tornò alla Marvel Comics negli anni ’70, gli Eterni hanno avuto una storia editoriale alquanto travagliata. In linea generale, si è sempre dato per assunto che gli Eterni siano rimasti nascosti per migliaia di anni, combattendo una guerra segreta contro i Devianti mentre i loro poteri crescevano lentamente. È molto probabile che anche il film dei Marvel Studios seguirà questa storia.

In una nuova intervista con Total Film, la regista Chloé Zhao ha fornito una breve spiegazione del motivo per cui gli Eterni non hanno interferito nella Guerra dell’Infinito, cosa che ovviamente verrà approfondita nel film. Per Zhao, ciò riguarderebbe alcuni ordini specifici dei loro creatori che hanno impedito al gruppo di essere coinvolti negli affari della Terra.

“Il pubblico capirà perché”, ha spiegato la regista. “Non solo perché, ma anche quanto sia stato difficile per loro non intervenire. Esploreremo proprio questa dinamica. La vedrete nel film. Gli Eterni sono stati istruiti a non interferire con alcun conflitto umano, a meno che non siano coinvolti dei Devianti. C’è una ragione per cui è così. Questa era l’istruzione del primo Celestiale, Arishem”.

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Ancora più bello, intervista ai protagonisti – Seconda Parte

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Ancora più bello, intervista ai protagonisti – Seconda Parte

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Ancora più Bello, sequel di Sul più bello al cinema dal 16 settembre. Ludovica Francesconi, Giancarlo Commare e il regista Claudio Norza sono i protagonisti di questa intervista.

Il film – prodotto da Eagle Pictures in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio Norza, da un’idea di Roberto Proia, che lo ha anche sceneggiato insieme con Michela Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego Giangrasso.

La trama di Ancora più bello

Dopo dodici mesi, la storia tra Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta, che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso definitivamente con quella precedente. Approfittando di un temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un donatore compatibile per Marta.

Il resto sarà svelato nel terzo capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle sale cinematografiche nel 2022.

Ancora più bello, intervista ai protagonisti – Prima Parte

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Ancora più bello, intervista ai protagonisti – Prima Parte

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Ancora più Bello, sequel di Sul più bello al cinema dal 16 settembre. Jozef Gjura, Gaia Masciale e Jenny De Nucci sono i protagonisti di questa intervista.

Il film – prodotto da Eagle Pictures in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio Norza, da un’idea di Roberto Proia, che lo ha anche sceneggiato insieme con Michela Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego Giangrasso.

La trama di Ancora più bello

Dopo dodici mesi, la storia tra Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta, che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso definitivamente con quella precedente. Approfittando di un temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un donatore compatibile per Marta.

Il resto sarà svelato nel terzo capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle sale cinematografiche nel 2022.

TUDUM: il trailer del primo global event di Netflix per i fan, il 25 settembre

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Oggi Netflix svela il trailer ufficiale e l’elenco delle star che saranno presenti a “TUDUM: Un evento globale Netflix per i fan”.

Il 25 settembre più di 145 tra le nostre più grandi star e tra i più famosi creativi provenienti da ogni angolo del pianeta – che rappresentano oltre 70 serie, film e contenuti speciali – saliranno sul palco virtuale per questa entusiasmante giornata piena di esclusive e anteprime.

Ispirato al primo suono che si sente all’inizio di una serie o un film su Netflix, TUDUM è il primo evento globale Netflix per i fan. L’obiettivo è semplice: onorare e intrattenere i fan Netflix di tutto il mondo.

Come guardare TUDUM

L’evento in live streaming live inizierà alle 18:00 ora italiana e sarà trasmesso sui canali YouTube di Netflix in tutto il mondo, oltre che su Twitter, Twitch e Facebook.

La programmazione includerà anche alcuni speciali pre-show dedicati a serie e film coreani e indiani, ma anche a entusiasmanti contenuti anime, a partire dalle 14:00 su canali specifici.

Cosa aspettarsi da TUDUM

Nel corso delle tre ore del nostro primissimo evento Tudum saranno coinvolti più di 145 star e saranno presentati oltre 70 titoli, tra cui alcune delle nostre serie ricorrenti più popolari come Stranger Things, Bridgerton, The Witcher, La casa di carta e Cobra Kai, così come blockbuster quali Red Notice, Don’t Look Up, Tyler Rake, The Harder They Fall, The Old Guard e molti altri (di seguito è disponibile l’elenco completo).

I fan saranno i primi a ricevere notizie inedite e a vedere anteprime, nuovi trailer e clip esclusive di titoli Netflix durante i panel interattivi e le conversazioni con star e creativi, che includono:

Il cast di TUDUM

  • Jennifer Aniston

  • Jonathan Bailey

  • Jason Bateman

  • Zazie Beetz

  • Halle Berry

  • Millie Bobby Brown

  • Manolo Cardona

  • Henry Cavill

  • John Cho

  • Lily Collins

  • Nicola Coughlan

  • Madhuri Dixit

  • Idris Elba

  • Nathalie Emmanuel

  • Kevin Hart

  • Chris Hemsworth

  • Dwayne Johnson

  • Jung Hae-in

  • Kai

  • Kim Hee-chul

  • Regina King

  • Nick Kroll

  • Jennifer Lawrence

  • Ralph Macchio

  • Jonathan Majors

  • Adam McKay

  • Caleb McLaughlin

  • Álvaro Morte

  • Elsa Pataky

  • Maite Perroni

  • Maitreyi Ramakrishnan

  • Adam Sandler

  • Matthias Schweighöfer

  • Maisa Silva

  • Lilly Singh

  • Zack Snyder

  • Song Kang

  • Alejandro Speitzer

  • Omar Sy

  • Charlize Theron

  • Kenjiro Tsuda

  • Finn Wolfhard

  • e molti altri

Le serie e i film:

  • Aggretsuko – Stagione 4

  • Miyo – Un amore felino

  • A Traves De Mi Ventana

  • Arcane

  • Army of Thieves

  • Black Crab

  • Big Mouth

  • Bridgerton

  • Bright: Samurai Soul

  • Bruised – Lottare per vivere

  • L’uomo delle castagne

  • Cobra Kai

  • Colin in bianco e nero

  • Cowboy Bebop

  • The Crown

  • Oscuro desiderio

  • De Volta Aos 15

  • Don’t Look Up

  • Emily in Paris

  • Tyler Rake

  • Finding Anamika

  • Floor is Lava

  • The Harder They Fall

  • Hellbound

  • Heeramandi

  • Human Resources

  • Interceptor

  • Inside Job

  • La casa di carta

  • The Old Guard

  • Ozark

  • Maldivas

  • My Name

  • New World

  • Pretty Guardian Sailor Moon Eternal – Il film

  • Rebelde

  • Ritmo Salvaje

  • Red Notice

  • The Sandman

  • Sex Education

  • The Silent Sea

  • Soy Georgina

  • Stranger Things

  • Super ladri

  • Ultraman: Stagione 2

  • The Umbrella Academy

  • Vikings: Valhalla

  • The Witcher

  • The Witcher: Blood Origin

  • Young, Famous & African

Come effettuare il co-streaming:

I fan sono invitati a effettuare il co-streaming e a commentare l’evento Tudum in tempo reale. Dai un’occhiata a questa guida su come eseguire il co-streaming su Twitch. Registrati per il co-streaming su TUDUM.com. Visita Tudum.com per le ultime novità e informazioni.

Dune, recensione del film di Denis Villeneuve

Dune, recensione del film di Denis Villeneuve

La senti quasi in bocca, scricchiolare tra i denti, arrivare fino alle narici, toglierti il respiro. La sabbia di Dune avvolge tutto e ricopre un mondo che esce dai confini dello schermo per immergerti, avvolgerti, farti suo.

Denis Villeneuve non si limita a rileggere l’ostico romanzo di Frank Herbert, ma ricalca filologicamente quelle pagine per creare un universo immersivo, visivamente magistrale e magnetico. Non è un volo pindarico il suo, e nemmeno un mero esercizio di stile. Villeneuve lo aveva già dimostrato precedentemente con Arrival e Blade Runner 2049: si avvicina ai canoni strutturali del genere della fantascienza per integrarlo con il proprio sguardo autoriale, arricchito di nozioni filosofiche e associazioni dirette con il nostro presente. 

Perché alla fine questa è la vera fantascienza: spogliata del lato ludico e di puro intrattenimento con il quale è stato zavorrato negli ultimi anni, il genere sci-fi nasce per immaginarsi il futuro parlando delle ombre del proprio presente. E il nostro presente è claustrofobico, buio, come il mondo che avvolge Paul Atreides, ammantato dall’ombra del pregiudizio e della paura del diverso.

duneCon Dune, Villeneuve completa pertanto la propria trilogia sul mondo contemporaneo scritto con la lingua della fantascienza. Un saggio che attinge a piene mani nel mondo immaginato da Herbert, e ridato indietro con intelligenza, maestria, grazie anche a un comparto visivo di pura bellezza estetica, sostenuto da una colonna sonora roboante e a tratti angosciante firmata da Hans Zimmer.  

Un quadro in movimento di radice romantica, sublime nella sua carica inquietantemente magnetica e attrattiva, il Dune di Denis Villeneuve. E come tutti i quadri, ha bisogno di tempo per essere compreso, studiato e letto nei minimi dettagli così da poter essere apprezzato appieno.

In Dune ogni informazione viene restituita con la forza dell’immagine, più che della parola. Basta la minima distrazione che il filo che tiene unito il discorso formulato da Villeneuve si spezza e tutto si sgretola come castelli di sabbia.

Dune, la trama

Sul desertico pianeta Arrakis si trova la Spezia, sostanza preziosa per una varietà di motivi. Alla casata Atreides e al suo capo, il Duca Leto, viene affidato il controllo del pianeta. In realtà dietro a questo passaggio di controllo si nasconde una congiura per eliminarlo. Leto ha però un figlio, Paul, il quale è dotato di particolari poteri che sta sviluppando con l’aiuto di sua madre Lady Jessica. Non passa molto tempo che oltre al casato, Paul erediterà il pericolo di essere eliminato.

La parola agli occhi

Ci chiede di stare attenti, il regista canadese. Di affidare ogni forza interpretativa ai propri occhi, piuttosto che alle proprie orecchie. Perché in un mondo come quello che vede scontrarsi la Casa Atreides contro la Casa Harkonnen, la parola perde di importanza. La struttura narrativa c’è, ma è costruita su una funzione prettamente informativa. Più che parte 1, il Dune di Denis Villeneuve in uscita il 16 settembre 2021 e presentato alla 78.esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, è da considerarsi come una “parte 0”. Talmente complesso l’universo che racconta, e le sottotrame che si appresta ad affrontare, da sfruttare la potenza immaginifica dei primi due atti per fornire ai propri spettatori tutte le nozioni basilari per comprendere il suo mondo.

duneI sacrifici, i punti di svolta, i tradimenti sono elementi che ordiscono una trama complessa ma che Villeneuve rende comunque accessibile perché totalmente affidata al racconto visivo, linguaggio non-verbale universalmente comprensibile. Eppure è tra gli inframezzi del suo più grande pregio che si nasconde anche il suo punto più debole. Seguire un percorso costruito con la forza dello spettacolo visivo significa chiedere tanta concentrazione al proprio pubblico, cosa che dopo due ore porta a una prevedibile stanchezza.

Il viaggio dell’eroe di un Paul investito di attese, speranze, un po’ Luke Skywalker, un po’ Messia, prende e trascina il proprio spettatore al centro dell’azione, estenuandolo nello stesso modo in cui estenuato è il suo protagonista. Combaciano perfettamente il pubblico e i protagonisti di Villeneuve; uno sdoppiamento perfetto che sussurra a entrambe le parti le fattezze del proprio destino, spingendo a chiudere gli occhi perché troppo opprimente il peso del futuro, l’immagine di ciò che sarà, l’essenza di un destino che siamo chiamati a modificare.

Universo di stelle e sabbia

Per un universo che appoggia la propria potenza immaginifica sulla forza dello sguardo, risultava imprescindibile che a farsi presta-corpo dei personaggi immaginati da Herbert, fossero degli interpreti capaci di comunicare ogni singolo mutamento umorale con la forza della mimica espressiva. Un minimo cenno della testa, uno sguardo, una più piccola e impercettibile espressione, si fanno ponti diretti con l’interiorità di Leto, Paul, e di tutta la galleria di uomini e donne che abitano l’universo di Dune. Non c’è un attore che non risponda con talento e profondità interpretativa alla chiamata di Denis Villeneuve. Nello sguardo basso, e negli occhi a volte assenti di Timothée Chalamet si ritrova tutto quell’universo abitato da timori e paure di Paul Atreides.

duneComplice la giovane età, il corpo esile, e quella mimica così espressiva, l’attore di Chiamami col tuo nome riesce a far trasparire tutto il difficile percorso intrapreso dal suo protagonista: un’educazione sentimentale e personale orientata alla scoperta del vero senso del suo esistere e del compito che lo attende sia nelle vesti di essere umano che erede di una delle più importanti casate nobiliari. Oscar Isaac cammina invece a testa alta, spalle dritte, facendosi colonna umana di un’intera casata. Abbattuta quella parete portante crolla tutta la forza di un popolo sostenuto con fedeltà, lealtà e giustizia. Perfino Jason Momoa riesce a far trasparire la sua carica più drammatica, investendo di nuove sfumature una fisicità che per quanto presente, passa comunque in secondo piano. Dal canto suo Rebecca Ferguson è invece un camaleonte capace di adattarsi a ogni situazione, traducendo ogni mutamento emotivo della sua Lady Jessica in uno sguardo penetrante, sensibile e coraggioso.

Riflessi eterogenei provenienti dall’unicità dell’essere donna, che ritrovano una costante nel discorso autoriale di un regista come Villeneuve, sempre attento a destinare ai propri ruoli femminili, il risvolto dell’intera faccenda. Prima lady Jessica, poi la Chani di Zendaya, sono le donne le figure chiamate a portare sulle proprie spalle il peso della rivoluzione, della democrazia, dello sguardo puro e limpido in un mondo marcio e in decomposizione (si pensi solo al personaggio di Emily Blunt in Sicario).

La sabbia di oggi in quella di domani

Immortalati da riprese di ampio respiro, che con campi lunghi, e totali, uniscono non solo ogni personaggio a quell’ambiente desertico che lo sovrasta, modella, crea come castelli di sabbia, ma anche e soprattutto con i propri comprimari. Si necessita pertanto di una chimica tra i vari interpreti che Villeneuve è riuscito a creare, stabilendo tra ogni personaggio un legame che lo avvicini, o allontani empaticamente, l’uno con gli altri.

Dune film 2020Una giostra caleidoscopica di umori, caratteri, psicologie, che ogni interprete riesce a far suo, renderlo personale e allo stesso tempo riconoscibile nutrendosi dalla sostanza dell’inchiostro di Herbert per dar vita alla propria visione di Chani, Paul, Lady Jessica, Leto, Stilgar ecc. Un universo di stelle investite da manti di sabbia che parla al cuore e all’intelletto dello spettatore, scuotendolo dal torpore della sala per indirizzarlo verso questioni nodose e di forte impatto sociale come lo sfruttamento delle risorse ambientali (vedi le Spezie), e di manodopera nel Terzo Mondo. 

È solo un’anticipazione di quel che sarà, un antipasto servito con cura e maestosa eleganza della durata di due ore e mezza questo Dune, ma se i presupposti sono questi, il viaggio che ci aspetterà sarà sicuramente uno di quelli che non ci scorderemo facilmente. Basterà ricordarci di toglierci la sabbia dagli occhi.

Supernova: intervista al regista Harry Macqueen

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Supernova: intervista al regista Harry Macqueen

Ecco la nostra intervista a Harry Macqueen, regista di Supernova, il film in arrivo in sala dal 16 settembre distribuito da Lucky Red, con protagonisti Colin Firth e Stanley Tucci.

Supernova, la trama

Sam e Tusker, partner da 20 anni, viaggiano attraverso l’Inghilterra a bordo del loro vecchio camper per far visita agli amici, rivedere i famigliari e ritrovare i luoghi del loro passato. Da quando due anni prima a Tusker è stato diagnosticato l’insorgere di una malattia, il tempo insieme è sempre più prezioso.

Diretto da Harry Macqueen con Colin Firth e Stanley Tucci, Supernova è un film sulla forza dell’amore che riesce a superare le avversità.

Il caso Minamata: trama, cast e la vera storia dietro al film con Johnny Depp

Ci sono uomini al mondo che, pur senza indossare maschere o disporre di superpoteri, riescono a compiere gesta capaci di avere una risonanza tale da poter salvare numerose vite umane. Si tratta di persone da sempre impegnate a combattere contro le ingiustizie e continuamente attente a smascherare il male perpetrato da altri. Uno di questi uomini è stato William Eugene Smith, fotografo documentarista la cui vita è raccontata nel film Il caso Minamata, diretto da Andrew Levitas, il quale si concentra sui suoi reportage fotografici realizzati nella città giapponese di Minamata, i quali hanno svelato al mondo gli effetti di una malattia letale.

Il film, basato sull’omonimo libro scritto dallo stesso Smith in collaborazione con Aileen Mioko Smith, ripercorre le vicende che hanno portato alla scoperta della malattia di Minamata. Si tratta di una sindrome neurologica causata da intossicazione acuta da mercurio, i cui sintomi includono atassia, parestesie e numerosi altri danni all’audio, alla vista e alle articolazioni. Presentato in anteprima al Festival di Berlino, il film è stato accolto in modo molto positivo dalla critica, che ne ha elogiato l’intensità drammatica e la fedeltà agli eventi reali.

Più volte rimandato a causa della pandemia di Covid-19, Il caso Minamata potrà essere finalmente visto anche in Italia, dimostrando una volta di più la capacità del cinema di ricordare eventi terribili nella speranza che non si verifichino più. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Il caso Minamata: la trama del film

La vicenda si apre a New York, nel 1971. Il celebre fotoreporter William Eugene Smith è ormai l’ombra di sé stesso. Alcolizzato, in polemica con il mondo dell’informazione e senza più alcun rapporto con i figli vive in solitudine e si rifiuta di lavorare. Il direttore della rivista Life Robert Hayes gli offre di recarsi nella città costiera giapponese di Minamata, devastata dall’avvelenamento da mercurio, risultato di decenni di inquinamento industriale da parte della Chisso Corporation. A pregarlo di recarsi lì, vi è anche la traduttrice giapponese Aileen, la quale desidera che il mondo sappia cosa sta accadendo.

Arrivato dunque sul luogo, Smith entra in contatto con la comunità di pescatori del villaggio e, armato della sua macchina fotografica, documenta i loro sforzi per convivere con la grave malattia, chiamata proprio “malattia di Minamata” e la loro appassionata campagna per ottenere un risarcimento da parte della Chisso, importante azienda chimica giapponese, e dal governo del Paese. Le immagini di Smith dal villaggio avvelenato danno al disastro una dimensione umana straziante e il suo incarico iniziale si trasforma in un’esperienza gli cambierà la vita.

Il caso Minamata: il cast del film

Ad interpretare il fotografo William Eugene Smith vi è il celebre attore Johnny Depp, il quale si è detto da subito attratto dalla parte, considerando Smith un vero eroe. Il suo coinvolgimento nel progetto è stato tale che ha deciso di ricoprire anche il ruolo di produttore. La sua intensa interpretazione è poi stata particolarmente lodata e indicata come una delle migliori della sua carriera. Accanto a lui, nel ruolo di Robert Hayes vi è l’attore Bill Nighy, mentre Aileen è interpretata dall’attrice giapponese Minami, qui al suo primo ruolo internazionale. Completano il cast Hiroyuki Sanada nel ruolo di Mitsuo Yamazaki, Jun Kunimura in quelli di Junichi Nojima e Katherine Jenkins nei panni di Millie.

Il caso Minamata storia vera

Il caso Minamata: la vera storia dietro il film

Come anticipato, quella di Il caso Minamata è una drammatica storia vera che ha per protagonista il fotoreporter William Eugene Smith. Egli, con la sua attività di fotografo fu determinante nello svelare al mondo la malattia di Minamata, la quale era stata già identificata per la prima volta nel 1956. Questa era il risultato dell’inquinamento da mercurio inorganico delle acque perpetrato da una fabbrica chimica di proprietà della Chisso Corporation. Man mano che le persone e gli animali consumavano pesci, crostacei e vegetali bagnati dalle acque, iniziarono a soffrire di avvelenamento da mercurio.

La Chisso Corporation inquinava in realtà tali acque già dal 1932 e continuò a farlo fino al 1968, quando il governo riconobbe la malattia di Minamata quale causa di avvelenamento. Naturalmente la Chisso era consapevole del fatto che i propri rifiuti stavano inquinando il territorio, causando evidenti problemi. È a questo punto che entra in gioco Smith, chiamato a documentare quanto stava accadendo nella città giapponese. Agli inizi degli anni Settanta, Smith era un uomo ormai preda dell’alcol e dell’autocommiserazione, ma la sua compagnia Aileen Mioko lo spinse ad accettare l’incarico.

Il compito di Smith fu però in più occasioni ostacolato, con la Chisso che commissionò anche alcuni attacchi fisici nei suoi confronti affinché la smettesse di documentare il tutto. Il fotografo però non si fece intimorire e continuò a scattare fotografie dei malati e dei luoghi dove questi vivevano. Una volta pubblicati, i suoi scatti contribuirono a portare l’attenzione globale su ciò che stava avvenendo, aiutando anche i locali a vincere le loro cause contro la Chisso. Le pulizie della zona iniziarono poi nel 1977, ma le acque non furono considerate salve sino al 1997. Ad oggi, oltre 2.265 hanno contratto la malattia, e 1.784 di queste sono decedute.

Il caso Minamata: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Il caso Minamata si potrà vedere in prima tv su Sky Cinema Uno venerdì 17 settembre alle 21.15, mentre sarà possibile vederlo anche in streaming su NOW e on demand. Grazie alla sezione Extra i clienti Sky da più di tre anni e con Sky Cinema, potranno vedere il film prima di tutti on demand nella suddetta sezione.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

West Side Story: trailer ufficiale dell’atteso film di Steven Spielberg

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Finalmente arriva il trailer ufficiale di West Side Story, l’adattamento cinematografico del musical diretto dal vincitore dell’Academy Award Steven Spielberg, arriverà il 16 dicembre nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Diretto dal vincitore dell’Academy Award Steven Spielberg, da una sceneggiatura del vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award Tony Kushner, West Side Story racconta la classica storia delle feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La rivisitazione dell’amato musical è interpretata da Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler (María), Ariana DeBose (Anita), David Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh Andrés Rivera (Chino), Ana Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente Schrank), Brian d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita Moreno (nel ruolo di Valentina, proprietaria del negozio in cui lavora Tony). Moreno, una degli unici tre artisti ad aver vinto i premi Oscar, Emmy®, GRAMMY®, Tony e Peabody, è anche una dei produttori esecutivi del film.

La squadra creativa del film, che unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Tony Kushner, che è anche il produttore esecutivo; il vincitore del Tony Award Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film; il celebre direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e vincitore del GRAMMY Award Gustavo Dudamel, che ha curato le registrazioni dell’iconica colonna sonora; il compositore e direttore d’orchestra candidato all’Academy Award David Newman (Anastasia), che ha composto la colonna sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award Jeanine Tesori (Fun Home, Thoroughly Modern Millie), che ha supervisionato il cast per le parti cantate; e il music supervisor candidato al Grammy Matt Sullivan (La Bella e la Bestia, Chicago), produttore esecutivo delle musiche del film. Il film è prodotto da Spielberg, dalla produttrice candidata all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e dal produttore vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West Side Story è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents, musiche di Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato, diretto e coreografato da Jerome Robbins.

Superintelligence, la commedia con Melissa McCarthy in Premiere su Infinity+

Superintelligence, la commedia diretta da Ben Falcone con protagonista Melissa McCarthy, sarà disponibile in Premiere su Infinity+ dal 17 al 23 settembre.

Superintelligence, la trama

La vita di Carol Peters è decisamente monotona, perciò quando il suo televisore, telefono e microonde iniziano a parlarle e a fare commenti sarcastici, crede di essere vittima di uno scherzo. Oppure di stare impazzendo. In realtà, la prima superintelligenza artificiale al mondo (doppiata nella versione originale da James Corden) ha scelto di osservare e studiare il tentativo di Carol di riavvicinarsi al suo ex (interpretato da Bobby Cannavale) per capire meglio la condizione umana.

Nell’arco di poco tempo, l’onnipotente entità prende possesso della sua vita… e comincia a escogitare piani sinistri per la conquista del mondo. Carol si ritrova così a essere l’ultima speranza per l’umanità, prima che questa intelligenza artificiale dalla personalità dirompente stacchi la spina al mondo intero.

Ready Player One: le Easter eggs più belle di tutto il film

Ready Player One: le Easter eggs più belle di tutto il film

Pochi film, nel passato recente, possono essere considerati un monumento alla cultura pop allo stesso modo di Ready Player One, film che già nel suo animo cartaceo prevede una serie di omaggi e riferimenti “Easter Eggs”, come si chiamano, che ne caratterizzano l’animo nostalgico. Ma come riconoscere tutti, ma proprio tutti i riferimenti e le citazioni? Sembra un’impresa impossibile, anche guardando e riguardando il film innumerevoli volte su Sky e in streaming su NOW, ma si può fare invece una classifica delle Easter Eggs più belle di tutto il film. Eccola di seguito.

Ready Player One è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

La Delorean

ready player one deloreanÈ davvero difficile farsi sfuggire questo riferimento, tanto è evidente nel film e celebre nella cultura popolare. Oltre a dare una sbirciatina al poster de I Predatori dell’Arca Perduta e a un T-Rex che potrebbe provenire o meno da Jurassic Park, Ritorno al futuro è una delle poche proprietà intellettuali autoreferenziali che Steven Spielberg ha permesso di utilizzare in Ready Player One.

Anche se sapevamo già che nel film ci sarebbe stato spazio per una Delorean, è davvero emozionante vederla in azione sul grande schermo come parte integrante del racconto nella sfida del primo cancello, e rivederla poi di nuovo per la battaglia finale. L’unica cosa che ci è stata negata è stato il raggiungimento di quei famosi 88 miglia all’ora, ma, lo sappiamo, in questa circostanza, l’auto non doveva fungere da macchina del tempo!

Chestburster

ChestbursterÈ stato un Chestburster direttamente da Alien a strappare il travestimento di Goro usato da Art3mis per accedere agli archivi di Halliday con un effetto sia comico che sorprendente. Il fatto che lei, subito dopo la scena apparentemente orrorifica abbia usato le fauci del mostriciattolo come fossero un burattino davanti a Parzival converte istantaneamente lo schifo del pubblico in sonore risate.

Più avanti nel film scorgiamo un altro riferimento all’Alien del 1979, il fucile di Ripley, che viene usato in una scena particolare, ma possiamo dire con certezza che questo utilizzo del Chestburster è stato molto efficace.

Mechagodzilla

ready player one MechagodzillaLa scena che vede protagonista Godzilla è stato un grande piacere per il pubblico che ha applaudito l’apparizione del mostrane iconico del cinema, ma ad una visione leggermente più attenta è chiaro che si tratta della versione meccanica del lucertolone, materializzatosi nella realtà virtuale nello schieramento di Sorrento.

Se pure questa constatazione può essere considerata una delusione, la scena spettacolare e l’utilizzo che l’enorme rettile fa della coda gigante è un momento di grande spettacolo. Il bestione meccanizzato è comparso per ila prima volta nel 1974, in Godzilla vs. Mechagodzilla.

Cubo di Rubik

Cubo di RubikL’iconico gioco degli anni ’80 ha creato un brivido alla sua prima apparizione, sensazione accentuata dal fatto che nel film si chiama Cubo di Zemeckis. La ragione del cambio di nome è stata resa evidente quando il prezioso manufatto è stato utilizzato da Parzival e Art3mis per salvarsi da una situazione molto delicata e pericolosa. L’oggetto è infatti in grado di far tornare indietro il tempo di 60 secondi.

L’idea era eccezionale, ma la verità è che il vero brivido è stato causato dall’ascolto, in sottofondo, del tema musicale di Ritorno al futuro (diretto da Robert Zemeckis). Certo, avesse portato il tempo indietro ancora un po’, ci avrebbe risparmiato la scena del ballo.

Chucky

ready player one ChuckyLa scena con protagonista Chucky è stata un vero colpo di genio. Usare la bambola assassina del film anni ’80 come un’arma dell’orda di Sorrento ha avuto un effetto esilarante, soprattutto perché, per quanto sia effettivamente un personaggio inquietante, il suo accanimento di fronte a combattenti così più grandi di lei risulta comico.

Sicuramente l’uso che si è fatto di Chucky è stato migliore del trattamento riservato ai suoi colleghi di “genere”, come Freddy Krueger che è stato disintegrato appena in scena. Chissà se il Blu-Ray riserva sorprese per Jason o Michael Myers!

RX-78-2 Gundam

ready player one RX-78-2 GundamSono davvero tantissimi i momenti di Ready Player One in cui lo spettatore può saltare dalla sedia per l’eccitazione, ma nessuno di questi può competere con il momento in cui Daito dice “Scelgo Gundam”, e davanti ai nostri occhi si materializza il celebre Mobile Suit Gundam del 1979.

Il fatto che Daito abbia mantenuto la calma e abbia aspettato pazientemente prima di unirsi alla lotta ha aiutato a costruire il climax per questa scena, che è davvero elettrizzante. Certo, è stata una vera e propria stoccata al cuore della nostra nostalgia anni ’80, ma il fatto che Spielberg abbia regalato ai suoi fan un Gundam che combatte contro un mechagodzilla, vuol dire davvero che il regista ama i suoi spettatori.

Madballs

ready player one MadballsSi tratta di uno di quegli Easter Eggs che non ti aspetti, il momento sorpresa reale, perché costruito su un oggetto anni ’80 che davvero sembrava dimenticato, e invece l’utilizzo di Dust Brain Madball mummificato come una piccola bomba a mano è stato un vero colpo di genio!

Non solo, la bomba/Madball ha ghignato prima di esplodere secernendo una melma disgustosa e corrosiva! Un “tocco di classe” che qualsiasi ragazzino avrebbe apprezzato e, per approccio nostalgico, hanno apprezzato tantissimo tutti quelli che a sette anni hanno davvero giocato con quelle palline disgustose!

Gigante di ferro

ready player one Gigante di ferroIl Gigante di Ferro ha un posto speciale nel cuore degli spettatori trai 30 e i 40 anni. Vedere l’enorme robot dentro l’officina di Aech utilizzato nel combattimento finale è stato super soddisfacente, ma anche chi non ha visto il bellissimo film di Brad Bird in cui il gigante è protagonista, il personaggio funziona ugualmente all’interno della battaglia.

Alcuni spettatori potrebbero obiettare che lo spirito anti-violenza del personaggio è stato sacrificato in nome dello spettacolo, ma la maggior parte del pubblico è sembrata concordare sul fatto che fosse semplicemente fantastico! La fine agrodolce del Gigante di Ferro è stata resa ancora migliore (se possibile) dal brillante cenno a un altro caposaldo della cultura pop, Terminator 2.

Atari

ready player one AtariIl gioco retrò è un appuntamento fisso nel libro, quindi è stato davvero bello vedere Atari “interpretare” un ruolo così fondamentale nel finale del film. A differenza di molti altri pezzi di nostalgia che appaiono solo sullo sfondo, l’uso prominente della classica console Atari con venature del legno, e il gioco Adventure in particolare, è stata una scelta che rappresenta quasi una lettera d’amore per Warren Robinett, che ci ha mostrato che giocare per vincere non è sempre la cosa più importante.

Potrebbe non essere così ricco di azione come alcuni dei riferimenti precedenti, ma è un amorevole riferimento a un punto fermo dell’infanzia di molti che ha generato un’industria da miliardi di dollari che continua ancora oggi.

The Shining

ready player one ShiningNon solo l’inclusione a sorpresa del film The Shining è stata uno shock completo per i fan del romanzo di Ready Player One, ma si tratta anche della sequenza migliore di tutto il film, proprio perché, e sembra strano dirlo, si tratta di un momento “originale” rispetto alla storia. Giocando con un mix di orrore e umorismo, guardare Aech, Parzival e il resto dei High Five navigare nel film pieno di ondate di sangue, gemelle raccapriccianti, cadaveri in decomposizione e un pazzo armato di ascia è stato il momento clou del film.

Abilmente abituato a risolvere il mistero di un creatore che odia la sua creazione (a Stephen King non è piaciuto il film di Stanley Kubrick), le scene di Shining ha scavato in profondità per far avanzare la trama, aggiungere una massiccia dose di divertimento e mostrare ancora una volta quanto Steven Spielberg sappia manovrare e plasmare la materia cinematografica nella migliore forma possibile. Il film è disponibile su Sky e in streaming su NOW, così da poterlo vedere e rivedere e scovare ogni volta dei riferimenti nuovi e delle citazioni che alle prime visioni non sono state notate.

Ready Player One è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Christopher Nolan rompe con WB: il suo prossimo film distribuito da Universal

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Alla fine, è successo: la longeva partnership tra Christopher Nolan e la Warner Bros. si è ufficialmente conclusa dopo che la Universal Pictures ha ufficialmente acquistato i diritti per finanziare e distribuire il prossimo progetto cinematografico del regista britannico.

La notizia è stata data da Deadline, ma era già nell’aria in seguito ai dissapori venutisi a creare tra Nolan e lo studio responsabile della distribuzione di tutti i suoi film da Batman Begins del 2005, in merito alla strategia distributiva di Tenet, uscito nelle sale di tutto il mondo nel bel mezzo della pandemia, quando i cinema avevano da poco cominciato a riaprire e molte sale erano ancora chiuse.

Per quanto riguarda il film, che non ha ancora un titolo ufficiale, Nolan avrebbe deciso di dirigere una pellicola sulla creazione della prima bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale. Nello specifico, il film ci focalizzerà sul coinvolgimento del fisico statunitense J. Robert Oppenheimer nella creazione della bomba.

Secondo le prime indiscrezioni pare che Cillian Murphy, attore feticcio di Nolan che il regista ha diretto in diversi suoi film (tra cui la trilogia de Il cavaliere oscuro e Inception), sarebbe già in trattative per un ruolo. La produzione del film, che sarà sceneggiato dallo stesso Nolan e prodotto da quest’ultimo insieme alla sua storica partner Emma Thomas, dovrebbe partire già nella prima metà del prossimo anno.

Il Signore degli Anelli: Elijah Wood sulla possibilità di una reunion per i 20 anni

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Elijah Wood, interprete di Frodo nella trilogia de Il Signore degli Anelli, ha detto che spera di riunirsi presto con i suoi compagni di cast per celebrare il 20° anniversario dell’uscita de La compagnia dell’anello, ma non è sicuro che ciò accadrà.

In una conversazione con Looper, Wood ha affermato che sarebbe persino difficile arrivare in Nuova Zelanda, a causa dell’attuale pandemia in corso. Tuttavia, l’attore ha detto che il cast è comunque intenzionato a riunirsi ad un certo punto, soprattutto perché in futuro ci saranno gli altri anniversari degli altri due capitoli della trilogia da festeggiare.

“Ne abbiamo parlato un sacco. Si parla molto di un raduno per il ventesimo anniversario, ma non so se è qualcosa che alla fine andrà a buon fine”, ha spiegato. “È difficile anche a causa del COVID. Non so nemmeno se potremmo arrivare in Nuova Zelanda. In effetti, sono quasi certi che non potremmo arrivare in Nuova Zelanda a meno che non ci venissero fatti dei permessi speciali, il che suppongo sia possibile, ma ora il paese è chiuso… Insomma, è un momento difficile. Quest’anno, in particolare, sarà un po’ difficile per tutta una serie di motivi, il che è un vero peccato, perché negli anni, soprattutto nell’ultimo anno, abbiamo parlato tanto di voler fare qualcosa. Suppongo che l’unico vantaggio sia che abbiamo almeno altri due anniversari da festeggiare. Almeno abbiamo quello.”

“Penso che ci sarà assolutamente una reunion, prima o poi”, ha aggiunto. “Vogliamo festeggiare tutti insieme e penso che vogliamo essere in grado di trovare uno spazio che funzioni per tutti. Ci sono molte persone a cui piacerebbe sedersi a un tavolo gigante e brindare alla nostra esperienza collettiva, ritrovandoci a condividere storie.”

Venom: La furia di Carnage si spingerà oltre i limiti imposti dal PG-13

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Nonostante alcuni film di supereroi classificati come R, quindi vietati ai minori, abbiamo riscontrato molto successo (come Deadpool e Joker, ad esempio), ce ne sono altri per cui le cose sono andate in maniera un tantino diversa.

The Suicide Squad, ad esempio, è stato accolto in maniera decisamente tiepida rispetta ai due titoli sopraelencati e, considerato che Venom è un personaggio amato dal pubblico di tutte le età, nessuno può incolpare la Sony Pictures per aver assegnato alle avventure di Eddie Brock ancora una volta un PG-13.

Comprensibilmente, ci sono tuttavia molti fan che vorrebbero vedere una versione più oscura del franchise con Tom Hardy, specialmente ora che Cletus Kasady sta per far sentire la sua presenza in Venom: La furia di Carnage.

Parlando con IGN, il regista Andy Serkis ha spiegato il suo approccio al sequel e in che modo ha cercato di spingersi oltre i confini imposti da un divieto ai minori di tredici anni. “Avremmo potuto rendere questo film vietato ai minori. Ma volevamo arrivare al pubblico più ampio possibile e in questo caso ci sono diverse regole da rispettare”, ha spiegato Serkis. “Tuttavia, penso che ci siamo comunque spinti al limite per quanto riguarda il pericolo, l’oscurità e la minaccia che rappresenta Carnage.”

“Solo perché non vedrete così tanto sangue o così tante teste che rotolano, non vuol dire che un certo tipo di atmosfera non venga evocata”, ha aggiunto. “Il suggerimento, lasciando che sia poi l’immaginazione del pubblico a fare il resto, può essere altrettanto potente. Penso che sia proprio quello che siamo riusciti a fare. Di certo non abbiamo voluto fuggire dall’oscurità. E state pur certi che la vera essenza di Carnage come personaggio non è stata affatto compromessa.”

Quello che sappiamo su Venom: La furia di Carnage

Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi. In Venom: La furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody Harrelson.

Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film uscirà in autunno al cinema.

Shang-Chi: 10 modi in cui ha impostato un eventuale sequel

Shang-Chi: 10 modi in cui ha impostato un eventuale sequel

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è arrivato nelle sale italiane lo scorso 1 settembre e, come da tradizione, il film che ha visto il debutto ufficiale dell’eroe eponimo nel MCU ha già impostato quello che potrebbe essere il suo stesso futuro all’interno dell’universo condiviso. Vediamo insieme in che modo il film di Destin Daniel Cretton ha già impostato un probabilissimo sequel.

Xialing prende il comando dei Dieci Anelli

Xialing ha dimostrato di essere uno dei personaggi più coraggiosi di Shang-Chi, andando contro suo padre e diventando una combattente a sé stante, quindi sarà interessante vedere quale sia la sua visione dei Dieci Anelli ora che ne ha ufficialmente preso il comando.

Il film ha volutamente lasciato le sue intenzioni ambigue, poiché si tratta della stessa fazione che Xialing aveva precedentemente affermato di voler vedere distrutta. Dal momento che non è mai stata in una posizione di potere prima di questo momento, il suo impatto sul più grande esercito del mondo potrebbe avere diverse conseguenze sul futuro del MCU o magari finire per avere un impatto positivo sugli altri personaggi.

Il passato di Wenwu

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli castLa morte di Ying Li è stata il risultato degli errori commessi da Wenwu quando i nemici che si è creato nei suoi molti anni di conquiste sono tornati a perseguitarlo. Anche Shang-Chi è stato torturato dopo aver tolto la vita all’assassino di sua madre, il che significa che gli eventi della storia erano tutti legati alle azioni di Wenwu.

Ha senso che il sequel prenda una strada simile rivelando ulteriori nemici di Wenwu che ora prenderanno quasi sicuramente di mira Shang-Chi e Xialing. Wenwu ha affermato che il Mandarino non era l’unico titolo che gli era stato dato nella sua carriera da malvagio, il che lascia aperta la probabilità che il suo passato raggiunga molto preso i suoi figli.

I segreti dei Dieci Anelli

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli curiosità

Il futuro di Shang-Chi nel MCU dipende in gran parte dai Dieci Anelli, dato che Wong, alla fine del film, sembrava proprio portare l’eroe eponimo e Katy al Sanctum. Nella prima scena post-credits, con Captain Marvel che rivela che i Dieci Anelli non sono di origine aliena e Wong che conferma che non sono mistici, è attualmente un mistero a cosa servano davvero le armi.

Questo sarà sicuramente approfondito in un eventuale sequel, in cui dovrebbero esserci anche trame aggiuntive dedicate allo sblocco di ulteriori capacità dei Dieci Anelli. L’uso che ne ha fatto Shang-Chi ha mostrato che i Dieci Anelli assumono un aspetto diverso da quello che avevano quando erano nelle mani di Wenwu e molto probabilmente, in un seguito, verrà mostrato cosa significa davvero attingere ai loro pieni poteri.

La relazione tra Shang-Chi e Katy

Il film ha mantenuto l’amicizia tra Shang-Chi e Katy come strettamente platonica, senza alcuna indicazione di una possibile connessione romantica. Tuttavia, questo è stato inizialmente fatto anche con alcune delle coppie precedenti del MCU, come Peter Parker e MJ, quindi c’è una possibilità concreta che la relazione di Shang-Chi e Katy possa sbocciare nel sequel.

A parte questo, il finale alludeva anche a loro che potrebbero dare vita ad una sorta di partnership con i supereroi più potenti della Terra, mentre raccontavano ai loro amici delle loro (dis)avventure. Non è noto come potrebbe funzionare, dal momento che Katy non ha poteri, ma sarà interessante vedere se formeranno una partnership ufficiale o se i due rimarranno nei “piani bassi”.

Wong e Abominio

In una svolta che la maggior parte dei fan non avrebbe mai potuto prevedere, Abominio è diventato un personaggio addirittura simpatico in Shang-Chi, quando viene rivelato che la sua lotta con Wong è stata messa in scena da entrambi. Tuttavia, non si sa dove si siano diretti dopo quella particolare scena.

È improbabile che la coppia ritorni in She-Hulk, Spider-Man: No Way Home o Doctor Strange in the Multiverse of Madness, poiché nessuna di quelle storie corrisponde a questa dinamica. Ecco perché un sequel di Shang-Chi servirebbe a spiegare come è nato questo duo e quali dovrebbero essere le loro intenzioni.

L’allenamento di Trevor a Ta Lo

Oltre ad essere forse il personaggio più divertente di Shang-Chi, Trevor Slattery ha anche fatto ammenda per essersi finto il Mandarino. Sebbene l’ultima volta lo abbiamo visto fingersi un cadavere durante la battaglia per evitare di combattere, è chiaro che alla fine è rimasto a Ta Lo.

Tutti coloro che risiedono nel villaggio sono trattati da pari a pari, il che dovrebbe portare Trevor ad essere abile quanto gli altri abitanti. Il sequel potrebbe riportare Trevor con un diverso livello di abilità e sarebbe altrettanto divertente vederlo essere davvero coraggioso questa volta.

Lo stato di Ta Lo

Il mistero di Ta Lo era associato al fatto che Dweller-in-Darkness era intrappolato lì. Ora che ciò è stato risolto, tocca ad un eventuale sequel mostrare come il villaggio sta affrontando la sconfitta del loro grande nemico.

Inoltre, il Grande Protettore dovrebbe ora essere l’unica creatura potente che i fan conoscono, nonostante anche il suo stato debba essere rivelato. Con Ta Lo che ha fatto fuori anche Wenwu, che era il loro nemico più longevo, le sue attività restano ambigue e resta da vedere come questo si legherà alla sconfitta di Dweller-in-Darkness.

Il legame di Shang-Chi con gli Avengers

Conoscendo il MCU, è probabile che Shang-Chi apparirà nel film di un altro supereroe prima di ottenere il suo sequel. Tuttavia, lo stesso scenario può essere applicato al contrario, con un altro Vendicatore che potrebbe apparire nel seguito di Shang-Chi.

Il sequel potrebbe vedere qualcuno come Nick Fury o un Vendicatore esperto in coppia con Shang-Chi, come parte della sua inclusione nella squadra di supereroi. Ciò sarà simile a quanto fatto con Hulk in Thor: Ragnarok, poiché alcuni dei Vendicatori sono stati usati su base individuale. Le apparizioni di Captain Marvel e Bruce Banner nella scena post-credits hanno implicato – anche se non necessariamente – che questi due potrebbero riapparire nel sequel.

Esplorare le altre città in formato tascabile

Ying Nan ha rivelato che c’erano molti altri posti a Ta Lo a cui era possibile accedere attraverso portali nascosti. Il villaggio non è il luogo più pericoloso del MCU, ma potrebbe benissimo esserlo se il sequel scegliesse di esplorare Ta Lo in modo più dettagliato.

La dichiarazione di Ying Nan non sarebbe stata pronunciata se non fosse stata un richiamo per qualcosa da esplorare in futuro. C’è molto potenziale nel mistero dietro Ta Lo, come le sue origini e la possibilità di più creature come il Grande Protettore.

Il segnale che stanno inviando i Dieci Anelli

Il più grande mistero del film è arrivato proprio alla fine, quando Wong, Bruce Banner e Captain Marvel si sono presentati per informare Shang-Chi che i Dieci Anelli stanno trasmettendo un segnale, con i fan che ora si chiedono che cosa questo significhi e, soprattutto, a chi faccia riferimento.

Sebbene sia molto probabile che questo punto della trama verrà sciolto prima, è altresì probabile che la scena verrà tenuta “in caldo” fino al momento del sequel. Qualunque cosa stiano richiamando i Dieci Anelli sarà sicuramente un punto di svolta e potrebbe benissimo essere il prossimo grande antagonista che Shang-Chi dovrà affrontare.

Chadwick Boseman: tutti i migliori ruoli dell’attore fino a City of Crime

È passato più di un anno dalla prematura morte di Chadwick Boseman, interprete di Black Panther, e nessuno sembra farsi una ragione della tragedia che ha colpito un uomo di soli 42 anni che rappresentava un simbolo importantissimo per tutto il mondo.

A un anno dalla sua dipartita, NOW mette a disposizione nella sua offerta City of Crime, l’ultima interpretazione in carne e ossa dell’attore e per ricordarlo, elenchiamo di seguito le sue migliori performance, che, in una carriera così breve, sono comunque state fondamentali per la storia del cinema e per la comunità black.

Iscriviti a soli 3 euro e guarda Chadwick Boseman in City of Crime, disponibile su NOW e anche on demand su Sky. 

City of Crime

City of CrimeL’ultima interpretazione di Chadwick Boseman è anche la migliore, nonostante, a posteriori, si sia detto che l’attore appariva dimagrito e stanco sul set, a causa della malattia che aveva tenuto nascosta a tutti. Queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, perché se da una parte è innegabile che Boseman fosse leggermente dimagrito e non più prestante come in Black Panther, è anche vero che lo spessore emotivo e morale della sua interpretazione hanno raggiunto vette importanti, nonostante il film sia un crime movie puro, dove più che all’interpretazione si bada all’azione. Poliziotto incorruttibile e integerrimo, l’ultima incarnazione di Chadwick Boseman è visibile su Sky e in streaming su NOW, per rendere una volta di più omaggio ad un grande attore e a un’icona della comunità black in tutto il mondo.

42 – La vera storia di una leggenda americana

42 - La vera storia di una leggenda americanaIl film del 2013 racconta la storia vera di Jackie Robinson, il primo afroamericano a giocare nella Major League Baseball. Chadwick Boseman sceglieva i suoi progetti con un criterio preciso, e anche prima della notorietà planetaria con la Marvel, aveva sempre cercato di dare un peso alle sue scelte. L’intensità che riesce a trasmettere in questa prova è una cosa rara, e il suo carisma strabocca dallo schermo.

Get on Up – James Brown

Get on Up film 2014Da una storia sportiva ad una storia artistica, Boseman interpreta James Brown, il padrino del soul. Anche in questo caso, la strada che sceglie l’attore non è facile, dal momento che l’interpretazione classica di complica con l’elemento musicale che però dimostra di saper gestire molto bene. Il film del 2014 non ha forse avuto la vetrina che meritava, ma va ricordato anche solo per il talento musicale i Chadwick Boseman, talento che avrà modo di approfondire più avanti.

Black Panther

cinecomic black pantherNel 2016, in Captain America: Civil War, esordisce sul grande schermo T’Challa, Black Panther. Ritroveremo il personaggio nel suo film da solista, ma anche in Avengers: Infinity War e in Avengers: Endgame. Il personaggio di Chadwick Boseman ha cambiato la storia del cinema, la rappresentazione della comunità black nei grandi blockbuster, la percezione che i bambini di ogni colore possono avere di fronte ai supereroi del grande schermo. Non solo, il film è stato il primo cinecomic a guadagnarsi una nomination agli Oscar come miglior film, portando a casa i premi a costumi, trucco e colonna sonora. Ma soprattutto ha mostrato quanto il carisma di Chadwick, la sua eleganza e la sua regalità fossero effettivamente qualità che metteva al servizio dei personaggi, ma che caratterizzavano la sua persona.

Ma Rainey’s Black Bottom

Ma Rainey's Black BottomIl film con una strepitosa Viola Davis ha visto Chadwick Boseman a un passo dall’Oscar postumo per la migliore interpretazione maschile. Il premio è andato poi a Anthony Hopkins per The Father, ma questo non sminuisce di un soffio la performance del nostro. Il suo Levee, trombettista della band della star Ma Reiney, è un esempio di vitalità e grinta, ma anche rabbia e desiderio di rivalsa, di giustizia, per un mondo (quello degli anni ’20 non è troppo diverso da quello contemporaneo) che non lo valuta per quello che è. Boseman è trascinante e accorato, non hanno affatto sorpreso le nomination nel corso dell’ultima stagione dei premi.

Grey’s Anatomy 18×01: anticipazioni dall’episodio

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Grey’s Anatomy 18×01: anticipazioni dall’episodio

Il network americano della ABC ha diffuso le anticipazioni di Grey’s Anatomy 18×01, il primo episodio della diciottesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 18×01 che si intitolerà “Here Comes The Sun” Mentre la città di Seattle si diverte alla Phoenix Fair che celebra la rinascita della città post-COVID, i medici di Grey Sloan curano un paziente che incontra illegalità fuochi d’artificio. Nel frattempo, Bailey ha gli occhi puntati sull’assunzione di nuovi medici, ma ha difficoltà a trovare opzioni praticabili. Owen e Teddy tentano di fare il passo successivo nel loro fidanzamento, e Meredith ha una sorprendente opportunità quando incontra un dinamico dottore del passato di sua madre nella premiere della stagione di “Grey’s Anatomy 18, che andrà in onda giovedì 30 settembre su ABC.

Guest star di Grey’s Anatomy 18×01 sono Kate Burton come Ellis Gray e Peter Gallagher come Dr. David Hamilton. Grey’s Anatomy 18 in streaming è disponibile su Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle di Grey’s Anatomy e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Grey’s Anatomy 18×01

La diciottesima stagione di Grey’s Anatomy debutterà il 30 settembre 2021.

In Grey’s Anatomy 18 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 18 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Il bambino nascosto, recensione del film di Roberto Andò

Il bambino nascosto, recensione del film di Roberto Andò

Roberto Andò torna a Venezia per il suo Il bambino nascosto, presentato fuori concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Il regista viene da un’esperienza lunga quasi quanto la sua vita, che affonda le radici nel teatro, nella scrittura e, naturalmente, nella regia.

Già a metà degli anni 90 era iniziata la sua avventura con la Mostra al Lido di Venezia, dove aveva presentato  diversi documentari. Fino ad arrivare al 2018 quando porta Una storia senza nome, sempre fuori concorso. Nel corso di tutti quegli anni, si aggiudica una grande quantità di premi e candidature tra Nastri d’argento e David di Donatello. Un percorso professionale ricchissimo, dunque, quello di Andò, fatto anche di maestri e guide dai nomi altisonanti (da Leonardo Sciascia a Francesco Rosi, passando per Fellini e Harold Pinter), che contribuiscono alla sua formazione artistica, ai suoi interessi e allo stile che via via avrebbe raffinato nel tempo.

Il bambino nascosto, la storia

La storia de Il bambino nascosto è tratta da un suo stesso libro dal titolo omonimo, nel quale chiaramente ci sono tanti più dettagli di contorno rispetto al risultato finale scritto in sceneggiatura. Il film parla del professore Gabriele Santoro (Silvio Orlando) che insegna pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella e che un giorno, dentro casa propria, si trova un giovane sugli undici anni (Giuseppe Pirozzi) che riconosce essere il figlio di una coppia che vive nel suo palazzo (Imma Villa e Sasà Striano). Il tutto è ambientato a Napoli, in un quartiere popolare, in cui il maestro Santoro – così è come viene chiamato in zona – abita da diverso tempo, nonostante potrebbe permettersi di vivere in zone ben più ricche, ma al regista è proprio questo che vuole combinare.

La soddisfazione nel far confluire insieme mondi così tanto diversi è il flusso primario della corrente del film. Il desiderio di Andò è quello di mettere in scena due correnti dall’impeto opposto che si scontrano, ma che scatenano l’apertura verso la libertà, proprio quella che per vie legali non è ancora realizzabile a causa della mancanza di preparazione del nostro sistema giuridico.

Il bambino nascosto castIl piccolo e sfrontato Ciro, così si chiama il giovinetto che irrompe nella vita del professor Santoro, è dovuto fuggire dalla sua stessa famiglia a causa di una situazione non chiara, ma evidentemente molto grave, che ha combinato con un suo amichetto, e che ha scatenato le ire della Camorra.

Il bambino non ha protezione, se dovesse ritornare a casa sa che potrebbe essere ucciso, nonostante la sua sia ancora un’età in cui di morte e sparatorie non se ne dovrebbe capire nulla. Eppure tant’è. Il maestro è chiuso, intimidito, al limite dell’asociale. Ma forse è questa l’occasione che la sua personalità ripiegata in sé stava giusto aspettando per uscire all’aria aperta.

Un incontro tra due solitudini

Roberto Andò si appoggia completamente all’insolita coppia di attori nella strutturazione del progressivo sviluppo della storia. E sarebbe l’ideale in base a come l’idea originale è stata pensata, al modo in cui la trama viene tessuta su carta, nella scrittura del film. È evidente l’intento del regista-scrittore, così come dell’ausilio dello sceneggiatore Franco Marcoaldi: l’incontro dell’intellettuale un po’ burbero, reso legnoso dalla vita solitaria, si schiude davanti alla semplicità sfacciata e vitale del piccolo Ciro, finché l’uno salva l’altro.

Il problema è solo che la chimica e la sintonia interpretativa non sono così immediate e, tra l’altro, traspaiono da così tanti elementi che è praticamente impossibile recitarle, anche se parrebbe un paradosso.

Silvio Orlando e il giovane Giuseppe Pirozzi portano loro stessi e le loro reali fragilità davanti alla macchina da presa, e il gioco risulta efficace fintanto che è funzionale all’impaccio della prima parte del racconto. Ma quando si arriva al nocciolo della questione, la relazione vacilla e rimane la poca armonia. Per quanto sia innegabile la buona intenzione dell’autore.

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