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Cinecomics: 10 attori che hanno quasi interpretato un celebre villain

Se pensate che Jack Nicholson e Alfred Molina siano state le prime scelte per i personaggi di Joker e Dottor Octopus, allora sappiate che vi state sbagliando di grosso. Molto spesso, infatti, gli attori che hanno interpretato celebri villain dei fumetti sono stati una sorta di “seconda scelta”, finendo per subentrare a qualche collega finito nel mirino dello studio e ritenuto inizialmente più idoneo. Screen Rant ha raccolto 10 celebri attori che hanno quasi interpretato un famoso cattivo dei cinecomics:

Nicolas Cage, Green Goblin

Nicolas Cage in Il PresceltoCon la giusta dose di supercriminalità da cartone animato, Willem Dafoe si è rivelato la scelta perfetta per il ruolo di Norman Osborn nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi. Tuttavia, Dafoe non era la prima scelta.

Secondo quanto riportato dal Guardian, la Marvel aveva inizialmente pensato a Nicolas Cage, ma l’attore premio Oscar rifiutò. Prima dell’ingaggio di Dafoe, la parte venne temporaneamente affidata a John Malkovich.

Emma Roberts, Harley Quinn

emma robertsLa performance di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn è stata una delle poche cose che hanno davvero funzionato in Suicide Squad del 2016. Da allora, la Mattacchiona è diventata uno dei personaggi più amati del DCEU, anche se Robbie non era la prima scelta della Warner Bros. per il ruolo.

Inizialmente, secondo Business Insider, la parte venne offerta a Emma Roberts, che dovette però rifiutare a causa dei suoi impegni con la serie comedy horror Scream Queens di Ryan Murphy.

Christopher Lee, Magneto

Christopher Lee filmSecondo il Guardian, anche Christopher Lee era in lizza per il ruolo di Magneto nel franchise di X-Men, ma ha perso contro il suo co-protagonista della saga de Il Signore degli Anelli, ossia Ian McKellen. Quest’ultimo è stato comunque un Erik Lehnsherr perfetto, condividendo anche una chimica impeccabile con il Charles Xavier di Patrick Stewart.

Lee sarebbe stato sicuramente un grande Magneto, tuttavia non è rimasto a corto di ruoli da cattivo. Nello stesso periodo, infatti, ha interpretato Saruman nella sopracitata trilogia de Il Signore degli Anelli, ma anche il Conte Dooku nei prequel di Star Wars.

Dustin Hoffman, Pinguino

Dustin Hoffman Rain ManA parte forse Burgess Meredith, nessun attore di Hollywood era più adatto al ruolo di Pinguino di Danny DeVito. La sua statura, le sue eccentricità e il suo senso dell’umorismo lo hanno reso perfetto per il ruolo del cattivo sotterraneo in Batman – Il ritorno.

Tuttavia, secondo E!, DeVito era solo uno dei tanti nomi presenti in una lunga lista di possibili scelte di casting. Inizialmente, lo studio aveva messo gli occhi su Dustin Hoffman, che tuttavia rifiutò la parte.

Bryan Cranston, Lex Luthor

Zack Snyder ha rivelato a Entertainment Weekly che originariamente aveva pensato a Jesse Eisenberg per il ruolo di Jimmy Olsen in Batman v Superman, che sarebbe dovuto morire prematuramente, ma alla fine ha deciso di affidargli il ruolo di Lex Luthor.

Prima di scegliere Eisenberg, Snyder aveva in mente una rosa di candidati per il ruolo di Lex, tra cui Bryan Cranston. Snyder ha spiegato: “Bryan Cranston sarebbe stato fantastico. È un attore straordinario. Riesci a immaginare quanto sarebbe stato diverso il film?”

Christopher Walken, Doctor Octopus

Alfred Molina è stato talmente perfetto nel ruolo del Dottor Octopus in Spider-Man 2 che i Marvel Studios non hanno mai neanche lontanamente pensato di affidare il ruolo ad un altro attore.

Molina, infatti, riprenderà il suo ruolo in Spider-Man: No Way Home, in uscita il prossimo 17 dicembre. Tuttavia, lo stesso ha rivelato a TV Guide: “Sam Raimi ha provinato un sacco di noi attori caratteristi. Eravamo io, Ed Harris, Chris Cooper e Christopher Walken.”

Annette Bening, Catwoman

Annette Bening filmSecondo The Hollywood Reporter, Annette Bening è stata la prima scelta per il ruolo di Catwoman in Batman – Il ritorno. Ha persino accettato il ruolo e fatto alcuni screen test col costume durante la pre-produzione.

Tuttavia, il destino si è messo in mezzo. Michelle Pfeiffer, che ha poi ottenuto la parte consegnando il personaggio all’immortalità, ha spiegato: “All’inizio Catwoman era Annette Bening. Poi è rimasta incinta. Il resto è storia.”

Eddie Redmayne, Dottor Destino

Eddie Redmayne filmChiunque sia stato considerato per un ruolo nel reboot dei Fantastici Quattro del 2015 e non sia riuscito ad ottenere la parte, ha in qualche modo preservato involontariamente la propria carriera, dal momento che il riavvio di Josh Trank è stato stroncato tanto dalla critica quanto dal pubblico, rivelandosi un autentico flop al botteghino.

Toby Kebbell ha interpretato il Dottor Destino nel film, ma secondo una lista pubblicata in esclusiva da The Wrap, anche Eddie Redmayne, Sam Riley e Domhnall Gleeson erano stati considerati per la parte. 

Daniel Day-Lewis, Generale Zod

daniel day-lewisIn un’intervista con MTV News all’inizio di quest’anno, Zack Snyder ha confermato di aver tentato di ingaggiare il pluripremiato premio Oscar Daniel Day-Lewis per il ruolo del generale Zod ne L’uomo d’acciaio: “Sì, ne abbiamo parlato. Speravamo che Daniel Day-Lewis fosse interessato al film.”

Day-Lewis è notoriamente pignolo riguardo ai ruoli che decide di interpretare. Dopo l’uscita de Il filo nascosto nel 2017, l’attore ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dalle scene. Ogni speranza di vederlo con un mantello, dunque, è ormai sfumata. 

David Bowie, Joker

Jack Nicholson ha finito per apportare il perfetto equilibrio tra maniacale ilarità e snervante psicopatia al Clown Principe del Crimine in Batman di Tim Burton, ma prima di essere scelto, i produttori avevano preso in considerazione un gruppo di grandi nomi per il ruolo.

In un’intervista del 1989 pubblicata su Cinefantastique, lo sceneggiatore Sam Hamm aveva svelato che David Bowie, Tim Curry, Ray Liotta, John Lithgow e James Woods erano stati tutti considerati per interpretare il Joker prima che Nicholson venisse scelto.

American Horror Story: Double Feature e American Horror Stories in arrivo su Star di Disney+

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La nuova serie limitata American Horror Stories debutterà in Italia in esclusiva su Star all’interno di Disney+ il prossimo 8 settembre, seguita dalla decima stagione della serie antologica di successo American Horror Story: Double Feature, in arrivo sulla piattaforma a ottobre.

American Horror Stories è lo spin-off della premiata serie American Horror Story di Ryan Murphy e Brad Falchuk. Questa serie antologica Star Original, composta da sette episodi, propone una storia horror diversa per ogni episodio ed è prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk, Alexis Martin Woodall, John J. Gray e Manny Coto.

American Horror Story è la popolarissima serie limitata antologica creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk che esplora un differente tema horror e un’ambientazione per ogni stagione, spaziando da una casa infestata, a un manicomio e una congrega di streghe, fino a un freak show itinerante, a un hotel con una storia oscura e sanguinosa e a un campo estivo mortale.

Fin dal 2011, i creatori di American Horror Story hanno ridefinito il genere horror, e ad oggi sono moltissimi i fan appassionati che ogni anno attendono con ansia di scoprire quali terrori riserverà il prossimo capitolo.

Questo franchise, vincitore di Emmy e Golden Globe, è il capostipite del format contemporaneo delle serie limitate e rappresenta il prodotto più longevo nella storia di FX e ora ritorna con la decima stagione, American Horror Story: Double Feature, che debutterà su Disney+ il prossimo ottobre.

American Horror Story è prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk, Alexis Martin Woodall, John J. Gray e Manny Coto. Il franchise è prodotto da 20th Television.

Un parental control efficace continua a garantire che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutta la famiglia. Gli abbonati possono impostare limiti di accesso a contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN per garantire massima tranquillità ai genitori.

La Tamburina (The Little Drummer Girl): la serie evento in prima tv su laF

La Tamburina (The Little Drummer Girl) è la serie vento BBC/AMC dagli autori dell’acclamata “The Night Manager” e tratta dall’omonimo best seller di John le Carré.

La Tamburina (The Little Drummer Girl): quando esce e dove vederla in tv e in streaming

La Tamburina (The Little Drummer Girl) uscirà arriva a settembre in prima tv su laF (Sky 135)

La Tamburina (The Little Drummer Girl), la trama e il cast

La Tamburina (The Little Drummer Girl) è la serie evento firmata BBC/AMC, una spy story all’ultimo respiro. Spionaggio, amore, intrighi politici, tradimento, manipolazione: un thriller in 8 episodi ambientato nel 1979 dove nulla è come sembra diretto da Park Chan-wook, già all’opera con la trilogia della vendetta (Grand Prix Speciale della Giuria di Cannes 2004 con “Old Boy”).

In La Tamburina (The Little Drummer Girl) protagonisti sono Alexander Skarsgård (vincitore di un Emmy, un Golden Globe e un Critic’s Choice Award per “Big Little Lies”), Florence Pugh (candidata all’Oscar per “Piccole donne”), Michael Shannon (candidato due volte agli Oscar per “Revolutionary Road” e per “Animali notturni”).

Gli episodi di La Tamburina (The Little Drummer Girl)

Episodio 1: Charlie, una giovane attrice focosa e brillante, incontra un misterioso sconosciuto sulla spiaggia in Grecia e lui la trascina in un’operazione di spionaggio internazionale ad alto rischio.

Episodio 2: Charlie viene reclutato con la promessa del ruolo di una vita per infiltrarsi in una pericolosa cellula rivoluzionaria. Come storia di copertina, lei e Becker devono fingere di essere amanti.

Episodio 3: Charlie guida un’auto carica di esplosivo verso un deposito in Austria, mentre Kurtz e Becker corrono per salvarla da un errore fatale.

Episodio 4: Charlie attende il contatto dalla rete di Michel, ma la sua performance potrebbe non reggere sotto esame. Lei e Becker condividono un ultimo momento insieme prima che lei attraversi il punto di non ritorno.

Episodio 5: Charlie si unisce a un gruppo di rivoluzionari in Libano, senza nessuno che la salvi se viene smascherata come spia. Lavora per guadagnarsi la fiducia di Khalil e della sorella di Michel, Fatmeh.

Episodio 6: Charlie si prepara per la sua parte nel prossimo sciopero di Khalil.

Lo scambio di principesse, recensione del film con Maya Sansa

Lo scambio di principesse, recensione del film con Maya Sansa

Arriva al cinema dal 5 agosto Lo scambio di principesse, film del 2017 diretto da Marc Dugain, con Maya Sansa, nel ruolo di Elisabetta Farnese, moglie del re di Spagna, Filippo V, interpretato da Lambert Wilson. La coppia vedrà la giovanissima figlia andare in sposa al futuro re di Francia. 

Dugain oltre che regista, è cronista e autore di romanzi, alcuni dei quali trasposti al cinema, come La Chambre des Officiers. Dopo An Ordinary Execution, del 2010, su Stalin e l’epilogo della sua esistenza, eccolo al suo secondo film, in collaborazione con la storica, scrittrice e saggista Chantal Thomas, esperta del complesso periodo storico di cui si parla, il Settecento, già autrice di successi come Addio mia regina. È lei a scrivere il romanzo L’Échange de Princesses, 2013, da cui è tratta la pellicola.

Lo scambio di principesse, la trama

Versailles 1712. Morti tutti gli eredi al trono di Francia, il regno spetta al giovanissimo Duca d’Anjou, che diventerà Luigi XV, Igor Van Dessel. In attesa della sua maggiore età, la reggenza è affidata al Duca Filippo d’Orleans, Olivier Gourmet. Tutti gli sforzi del duca sono tesi ad assicurare la pace con la Spagna e il suo re Filippo V, Lambert Wilson, dopo anni di sanguinosa e costosa guerra. Viene così deciso di sugellare la pace con un duplice matrimonio: il giovane sovrano francese sposerà la figlia di Filippo V di Spagna, Maria Anna Vittoria, Juliane Lepoureau, ancora bambina, mentre l’erede al trono di Spagna, Don Luigi, Kacey Mottet Klein, sposerà Luisa Elisabetta, Anamaria Vartolomei, figlia del Duca d’Orleans, reggente di Francia. Il destino dei rapporti tra Francia e Spagna è nelle mani di questi quattro giovanissimi ragazzi, che neppure conoscono chi è stato loro destinato e, da un giorno all’altro, si trovano costretti a lasciare le loro case, dove non faranno più ritorno. I matrimoni andranno a buon fine? Le due principesse riusciranno ad integrarsi nel nuovo ambiente? Come le accoglieranno i rispettivi mariti?

Sacrificio in nome della ragion di stato

Lo scambio di principesse affronta una questione poco dibattuta e spesso anzi sottaciuta nei grandi affreschi in costume sulle dinastie reali, ovvero fa riflettere su come spesso in queste regali famiglie i giovani rampolli eredi al trono dovessero sacrificare sé stessi e la propria giovinezza, sull’altare delle ragioni politiche e diplomatiche, attraverso matrimoni combinati anche in giovanissima età, che li legavano a persone a loro del tutto sconosciute. Matrimoni per cementare la pace e la fratellanza fra regni e sempre, matrimoni che dovevano garantire la discendenza ai sovrani, in nome di quella che nel film viene definita come la “smania della gravidanza”, una vera e propria ossessione, per la quale si sacrificavano i desideri dei re, ma soprattutto quelli delle regine, costrette nel ruolo di madri e mogli, e cambiate, come oggetti, se non assolvevano a questo compito, il più importante loro affidato.

Quattro regnanti, quattro ragazzi

Sono così quattro ragazzi i protagonisti del film, scritto a quattro mani dal regista con Chantal Thomas, autrice del romanzo da cui prende le mosse. Igor van Dessel, nei panni di Luigi XV, incarna i dubbi di un giovane sovrano tredicenne di fronte alla gestione del regno, ma soprattutto a quella della sua vita privata, di cui non può disporre liberamente. Seppur intenerito dalla sua consorte bambina, la delicata e docile Maria Anna Vittoria, Juliane Lepoureau, costretta a pensare già come un’adulta, mentre gioca ancora con le bambole, il giovane re non riesce ad abituarsi all’idea che sia sua moglie, talmente innaturale è lo sforzo che gli si richiede. L’attore interpreta con esito altalenante lo spaesamento del protagonista, che si trova solo ad affrontare le responsabilità del regno, avendo per giunta visto morire tutti i propri parenti più prossimi.

Quello interpretato dalla Lepoureau è il personaggio più toccante, nell’innocenza dei suoi pochi anni. Il volto angelico della giovane attrice le si addice alla perfezione. È lei stessa la protagonista della favola che sogna di vivere, come qualsiasi bambina, ma dovrà svegliarsi. Stesso spaesamento vive l’erede al trono di Spagna, Don Luigi, adolescente impacciato e insicuro, apparentemente inadatto a regnare, invece chiamato anzitempo a raccogliere la pesante eredità di un padre come Filippo V. Interpretato da un Kacey Mottet Klein eternamente goffo e buffo, volutamente quasi ridicolo, rende bene come certe responsabilità calassero dall’alto sulle teste di giovani non pronti o poco adatti al compito loro affidato. La sua consorte ha il volto di Anamaria Vartolomei, che riesce a restituire con efficacia la figura di chi vorrebbe ribellarsi all’ordine prestabilito. Lo fa con piccoli e grandi gesti, piccole e grandi disubbidienze, assieme a un temperamente combattivo e testardo ben reso dall’attrice. 

Un affresco storico curato ed elegante, con un ricco cast

Il film si avvale dei bellissimi costumi di Fabio Perrone e di scenografie assai ricche. La scena iniziale, ad esempio, complice la fissità con cui è colto un momento di riposo, ricorda molto da vicino un dipinto del Settecento. Molta cura dunque nell’estetica e attenzione ai dettagli. La ricostruzione storica è minuziosa e ci informa a fine film della sorte dei protagonisti. 

Il cast è variegato, contando anche sulla presenza di Lambert Wilson, il cattolicissimo Filippo V, ritratto in una fase critica del regno e della sua vita, in cui è attraversato da dubbi e incertezze. Un po’ troppo affettata la sua interpretazione. Accanto a lui l’italiana Maya Sansa, che tratteggia efficacemente la figura della regina consorte, affranta per la partenza della principessa Maria Anna Vittoria, però decisa a non venir meno alla ragion di stato. Nel cast anche un’altra attrice nota al pubblico italiano,  la francese Andréa Ferréol,  apparsa ne La grande abbuffata di Marco Ferreri come in Sono pazzo di Iris Blond di Carlo Verdone. Qui è la principessa Palatine. Catherine Mouchet interpreta invece Madame de Ventadour, la governante che assiste prima Luigi XV e poi la sua giovanissima sposa.  

Lo scambio di principesse non ha particolari guizzi, ma si lascia guardare, mostrando le esistenze dei reali da una prospettiva insolita, accompagnato da un’estetica curata e da ottime musiche, opera di Marc Tomasi ed eseguite dalla London Symphony Orchestra. Al cinema dal 5 agosto.

MCU: per uno dei produttori l’intero universo è una grande storia in stile What If… ?

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Dopo il finale di stagione di Loki e l’arrivo dell’attesissima What If…? il prossimo 11 agosto, molti fan continuano ad interrogarsi su quale sarà la piega che prenderà il MCU, soprattutto in relazione al Multiverso. Tuttavia, sembra che i Marvel Studios abbia da sempre avuto a che fare con la realtà parallela, se si considera il MCU come uno dei tanti mondi paralleli alla continuity impostata nei fumetti.

Nei fumetti Marvel, c’è una sorta di “Primo Universo” in cui sono ambientate la maggior parte delle storie dei fumetti canonici. Anche se molti, alla Marvel, preferiscono chiamarlo semplicemente “Universo Marvel” (al contrario di “Universo Ultimate”), nei primi anni ’80 è stato soprannominato Terra-616. In Spider-Man: Far From Home, Mysterio potrebbe aver affermato che il MCU rappresenta proprio quell’universo, ma il fatto che tutta la sua storia fosse una farsa rimuove qualsiasi validità circa la sua affermazione.

In un’intervista esclusiva di Screen Rant, il produttore Marvel Brad Winderbaum ha dichiarato che il MCU è soltanto un grande storia di What If…? rispetto ai fumetti Marvel. Winderbaum ha spiegato che si è trattato di un modo per i primi sceneggiatori del MCU di avere un certo margine di manovra riguardo tutte le storie e le trame dei personaggi.

“Beh, è ​​divertente. Guardo sicuramente a tutto il MCU come ad un gigantesco What If… ? È una possibile interpretazione”, ha dichiarato il produttore. “È un universo che corre parallelo ai fumetti. All’inizio, penso che sia stato questo il nostro approccio. Gli Ultimates sono stati un grande punto di riferimento per noi, ed è stato perché era un universo pienamente compiuto che ha seguito un percorso parallelo rispetto all’universo principale dei fumetti.”

Poi ha aggiunto: “Da quando siamo entrati in una narrazione condivisa con il MCU, penso che fosse creativamente salutare pensarlo come se fosse un mondo parallelo a sé stante. Non doveva essere un adattamento uno a uno di quello che è successo esattamente nei fumetti. Vive e respira alle sue condizioni. Proprio per questo, abbiamo sempre racconto delle storie in pieno stile What If… ?”

Il Corvo: il regista Corin Hardy spera ancora di poter realizzare il suo film

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Nel corso degli anni, diversi registi hanno provato a riportare Il Corvo al cinema. Tuttavia, ad oggi, nessuno è mai riuscito nell’ardua impresa, nonostante siano stati comunque realizzati ben tre sequel dell’originale e anche una serie tv.

Al momento non sappiamo se un reboot de Il Corvo verrà mai realizzato. A gennaio era trapelata la notizia che il progetto fosse tornato in sviluppo alla Sony, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti. Ricordiamo che l’ultima volta il progetto era nelle mani del regista Corin Hardy (The Nun – La vocazione del male) e che Jason Momoa (Aquaman) avrebbe dovuto interpretare Eric Draven. Entrambi hanno poi annunciato di aver deciso, insieme, di abbandonare il film.

Ora, in una recente intervista con ComicBook, è stato proprio Hardy a rivelare di credere ancora nella sua visione, che spera di poter realizzare un giorno. “Semplicemente, è una storia di cui sono innamorato e verso cui mi sento come se fossi sposato”, ha spiegato il regista. “Ci ho messo tre anni e mezzo a scriverla. Circa quattro anni di vita, amore, sangue, sudore e lacrime. Ho un sacco di materiali, quindi non lo so se un giorno… Suppongo che non voglio mostrarli perché credo ancora che ci sarà una mia versione del Corvo prima o poi, ma vedremo.”

Poi ha aggiunto: “Penso che nonostante la graphic novel originale di James O’Barr e le successive iterazioni a fumetti del personaggio, valga ancora la pena di fare molto di più con il personaggio, con il concept, con la mitologia del Corvo. Il tono e ciò che rappresenta è ancora unico nel mondo in cui ci troviamo al momento.”

La storia de Il Corvo sul grande schermo

Il Corvo (The Crow) è un film del 1994 diretto da Alex Proyas, tratto dall’omonimo fumetto di James O’Barr. Il film segna l’ultima e più famosa interpretazione cinematografica di Brandon Lee, morto accidentalmente a causa di un colpo di pistola durante le riprese del film. Proyas dovette ricorrere a trucchi digitali e a controfigure per poter terminare l’opera, raddoppiandone di fatto i costi.

Lo strepitoso successo del film ripagò più che abbondantemente le somme investite, arrivando ad incassare in tutto il mondo la somma complessiva di circa 170 milioni. Vennero successivamente girati tre sequel: Il Corvo 2 – La città degli angeli (unico film a collegarsi al primo), Il Corvo 3 – Salvation e Il Corvo – Preghiera maledetta, che però non hanno mai raggiunto il successo del primo capitolo.

Henry Cavill: sfumano ancora le possibilità di un suo ritorno a Superman

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The Flash è un film che ovviamente includerà molti cameo, ma non sembra che il Superman di Henry Cavill sarà tra questi. Sappiamo che Sasha Calle debutterà nel film nei panni di Supergirl, ma la versione di Cavill dell’Uomo d’Acciaio sembra destinata a rimanere ormai un lontano ricordo all’interno del DCEU.

Di recente, erano iniziate a circolare delle voci secondo cui l’attore sarebbe potuto tornare ancora una volta nei panni dell’eroe kryptoniano proprio nell’atteso cinecomic di Andy Muschietti in arrivo nel 2022, ma Umberto Gonzalez di The Wrap si è subito affrettato a smentire il rumor. Secondo quanto anticipato dal reporter (via CBM), sembra che la Warner Bros. non abbia intenzione di riportare Cavill in un nessuno dei film DC in arrivo, a differenza di quanto riportato in precedenza.

A maggio di quest’anno, infatti, era stato rivelato che la star di Justice League sarebbe tornata a vestire i panni di Superman nel DCEU, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti. Ora sembra invece che lo studio non sia più intenzionato a riportare quella versione dell’eroe in una nuova storia, forse anche a causa dell’annunciato reboot che avrà come protagonista un Superman nero – sicuramente Calvin Ellis – e che sarà prodotto da J.J. Abrams. Ricordiamo, inoltre, che la Warner Bros. ha messo in cantiere anche una serie dedicata all’eroe kryptoniano che vedrà Michael B. Jordan in qualità di produttore. La serie dovrebbe focalizzarsi su Vlad Zod (l’altro Superman Nero dell’universo DC Comis).

È un peccato che Henry Cavill non abbia la possibilità di tornare nei panni dell’eroe. Tuttavia, dopo l’esperienza turbolenta con i reshoot di Justice League e il cameo di Shazam! in cui è stato sostituito da una controfigura, è probabile che l’attore sia felice di andare avanti e di lasciarsi il ruolo di Clark Kent alle spalle.

Venom: La furia di Carnage, Andy Serkis paragona il simbionte a Gollum

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Venom: La furia di Carnage è uno dei cinecomic più attesi della prossima stagione, e non soltanto per il ritorno di Tom Hardy nei panni di Eddie Brock e per il debutto ufficiale di Woody Harrelson nei panni di Cleetus Kasady, ma anche perché il film segnerà il debutto dell’incredibile Andy Serkis alla regia di un film di supereroi.

Serkis è un esperto nel dare vita a personaggi dalla doppia personalità, dilaniati, vittime del loro lato oscuro, e proprio per questo è riuscito subito a trovare sia in Venom che in Carnage una certa sintonia. In una featurette rilasciata in esclusiva per Apple TV (via Screen Rant), Serkis ha paragonato Venom a Gollum, lo hobbit interpretato dall’attore nelle saghe de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.

“Ho trascorso una parte considerevole della mia vita interpretando un personaggio con una doppia personalità. Quindi c’è una sorta di terreno comune tra tutti questi personaggi”, ha dichiarato Andy Serkis. “I personaggi creati in digitale devono agire seriamente. Devono essere totalmente credibili. Volevo trovare un vocabolario fisico per Carnage che fosse completamente diverso da Venom. Tutto è sempre sostenuto dalla realtà e dalla verità. Penso che sia il film perfetto in un certo senso, perché è molto celebrativo di ciò che il cinema può fare.”

Serkis è ovviamente più noto come attore che come regista. Oltre a interpretare Gollum nelle celebri saghe tratte da J.R.R. Tolkien, ha anche interpretato il ruolo di Cesare nella recente trilogia de Il pianeta delle scimmie. Ha indubbiamente una vasta conoscenza delle performance in motion capture legate alla creazione di esseri fantastici, il che lo rende di sicuro una scelta interessante per guidare l’attesissimo sequel di Venom.

Quello che sappiamo su Venom: La furia di Carnage

Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi. In Venom: La furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody Harrelson.

Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham. Il film uscirà in autunno al cinema.

Ethan Coen non è più interessato alla regia: i fratelli Coen si separano?

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Secondo quanto rivelato da un loro stretto collaboratore, Ethan Coen, fratello di Joel e parte del celebre duo di registi, sceneggiatori e produttori, avrebbe deciso di abbandonare la regia, mettendo così la parola fine al longevo sodalizio – iniziato nel lontano 1984 – che li ha imposti come una delle coppie di registi più influenti dell’era moderna.

Prossimamente arriverà The Tragedy of Macbeth, film che segnerà la prima regia da solita di Joel, dal momento che Ethan ha deciso di concentrarsi maggiormente sulla sua carriera di drammaturgo. Durante la prima parte della loro carriera, a causa delle regole imposte dalla Director’s Guild of America, Joel è stato l’unico a ricevere il credito per la regia, mentre Ethan figurava soltanto come sceneggiatore e produttore, nonostante entrambi, alla fine, venissero coinvolti dietro la macchina da presa. Tuttavia, sembra che in futuro Joel dovrà fare a meno di suo fratello, poiché Ethan sembra aver ufficialmente chiuso con la carriera da regista.

Secondo il Los Angeles Magazine, durante un episodio del podcast di Score, Carter Burwell, compositore e musicista statunitense, nonché collaboratore di lunga data dei Coen, ha anticipato che Ethan ha deciso di non proseguire con la sua carriera da regista. Burwell ha spiegato che la separazione artistica tra i due fratelli è stata amichevole e che al momento non sa né se Ethan si ritirerà né cosa farà Joel dopo The Tragedy of Macbeth. Burwell ha comunque riferito che il duo ha ancora molte sceneggiature nel cassetto, che spera prima o poi di vedere sul grande schermo, nella speranza che possano decidere di tornare a lavorare fianco a fianco.

“Ethan non vuole più fare film”, ha spiegato Burwell. “Sembra molto felice di fare quello che sta facendo, ma non sono sicuro di cosa farà Joel dopo. Hanno ancora un sacco di sceneggiature che hanno scritto insieme e che sono riposte, in attesa, su vari scaffali. Spero che decidano di rimetterci mano. Ne ho lette alcune e sono fantastiche. Siamo tutti in un’età in cui non sappiamo… potremmo tutti andare in pensione. È una questione meravigliosamente imprevedibile.”

“Sì, è un po’ diverso avere lì solo uno dei due fratelli”, ha aggiunto Burwell. “Ma conosco Ethan… l’ho visto verso la fine dell’anno scorso, quando Joel si stava preparando per le riprese a Los Angeles. Ha detto che sembrava strano che Joel fosse là fuori a prepararsi per fare un film senza di lui. Ma non voleva farlo. Vuole fare altro ora.”

The Tragedy of Macbeth sarà presentato in anteprima mondiale nella serata di apertura del 59° New York Film Festival, il prossimo 24 settembre. Protagonisti sono Denzel Washington e Frances McDormand. Il film è stato descritto come la spaventosa rappresentazione di un’amorale presa di potere politica che, come il suo eroe, sprofonda spietatamente nell’inferno.

What We Do In The Shadows 3×01: anticipazioni dalla season premiere

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Il canale americano FX ha diffuso le anticipazioni di What We Do In The Shadows 3×01, l’atteso primo episodio della terza stagione di What We Do In The Shadows.

In What We Do In The Shadows 3×01 che si intitolerà “The Prisoner” Il destino di Guillermo è in bilico mentre i vampiri ricevono una promozione. Scritto da Paul Simms; Regia di Kyle Newacheck.

What We Do In The Shadows 3×01

What We Do In The Shadows 3 è l’annunciata terza stagione della serie comica What We Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per centinaia di anni.

Nella terza stagione di What We Do In The Shadows ritorneranno i protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo. Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare “paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.

Nei ruoli ricorrenti troviamo Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja, Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in ciascuna delle sue vite.

Shang-Chi: il regista parla del Mandarino e dello stereotipo del “Pericolo giallo”

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Nell’attesissimo Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli assisteremo finalmente al debutto del vero Mandarino nel MCU che, come sappiamo ormai da diverso tempo, sarà interpretato da Tony Leung. Tuttavia, pare che la versione del film non sarà molto fedele a quella dei fumetti: i fan dovranno aspettarsi, quindi, un personaggio più complesso ed empatico rispetto alla controparte cartacea.

In una recente intervista con Empire Magazine, infatti, il co-sceneggiatore David Callaham e il regista Destin Daniel Cretton hanno parlato proprio dell’imminente introduzione del Mandarino: nel film avrà il nome di WenWu, sarà il padre dell’eroe del titolo e il leader dell’organizzazione dei Dieci Anelli.

“La nostra versione del personaggio non è il Mandarino che la gente si aspetta che sia”, ha dichiarato Callaham. “Il Mandarino è un titolo che gli è stato dato in passato da persone che non comprendevano la sua cultura. Ma credo che sia un personaggio molto più profondo di quanto molte persone si aspetterebbero.”

“Per me, è stata la parte dei fumetti di Shang-Chi a cui, personalmente, mi sono davvero connesso”, ha aggiunto Cretton. “Era davvero importante per noi trovare la radice della sua rabbia e del suo dolore. Fin dall’inizio, questo è sempre stato l’obiettivo e forse la paura più grande di tutti noi era creare un Mandarino che contribuisse ulteriormente ad alimentare lo stereotipo del ‘Pericolo giallo’ che circola ancora oggi.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

The Flash: svelato chi sarà il villain del film?

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The Flash: svelato chi sarà il villain del film?

Lo scorso mese erano spuntate online alcune foto dal set di The Flash che mostravano Ezra Miller, nei panni di Barry Allen, intento a girare una scena con un personaggio sconosciuto che, apparentemente, gli somigliava moltissimo.

All’epoca, in molti ipotizzarono che potesse trattarsi di una sorta di doppelganger proveniente da un qualche universo alternativo. Ora, pare che sia stata fornita una spiegazione più esaustiva in merito, che potrebbe aver gettato una nuova luca su chi sarà l’effettivo villain del film di Andy Muschietti (che, di fatto, non è ancora stato rivelato).

Secondo The Direct, infatti, l'”altro” Barry Allen avvistato sul set nei giorni scorsi sarebbe proprio il grande cattivo del film, ossia Flash Nero, apparso in precedenza soltanto in due serie dell’Arrowverse. La fonte sottolinea che, in base alle loro fonti, gli elementi della trama del film saranno fortemente ispirati alla trama del fumetto “Flashpoint” e al malvagio Reverse-Flash.

Al momento non sappiamo quale sarà l’effettivo ruolo di questo potenziale Flash Nero nella storia, dal momento che potrebbe non essere l’unico responsabile del cambiamento della realtà che Barry e il pubblico conoscono (in effetti, il film potrebbe non essere così fedele al materiale di partenza). Per ora, comunque, si tratta soltanto di un rumor. Speriamo quanto prima di avere conferme ufficiali in merito.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League: l’attore verrà sostituito nella parte da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Billions 5: trailer ufficiale della seconda parte di stagione

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Billions 5: trailer ufficiale della seconda parte di stagione

Il canale americano Showtime dopo il teaser promo ha diffuso il trailer ufficiale di Billions 5, la seconda parte dellaquinta stagione di Billions con protagonista Damian Lewis e Paul Giamatti. La seconda parte della stagione che è stata interrotta a causa dell’emergenza sanitaria arriverà il 5 settembre 2021. In Italia Billions in streaming è disponibile su NOW e in ondemand su SKY.

Il gioco non è finito: BILLIONS è tornato con nuovissimi episodi Bobby Axelrod e Chuck Rhodes sono stati avversari senza scrupoli e alleati subdoli, ma nulla li ha preparati alle spietate macchinazioni del miliardario Mike Prince, che userà tutto – e tutti – a sua disposizione per uscirne vincitore. Man mano che le alleanze vengono distrutte e nuovi nemici sorgono, tutti vengono coinvolti nel conflitto e le conseguenze sono catastrofiche.

https://www.youtube.com/watch?v=TjIiwtNMLKg

Nella quinta stagione di Billions, Bobby Axelrod (Damian Lewis) e Chuck Rhoades (Paul Giamatti) vedono riaccendersi la loro feroce rivalità, mentre nuovi nemici si alzano e prendono la mira. Il pioniere dell’impatto sociale Mike Prince (Corey Stoll) rappresenta una vera minaccia per il dominio di Axe, e Chuck litiga con un formidabile procuratore distrettuale (Roma Maffia). Taylor Mason (Asia Kate Dillon) è costretta a tornare ad Axe Capital, dove Taylor deve combattere per proteggere i propri dipendenti e le loro risorse. Wendy Rhoades (Maggie Siff) rivaluta la sua lealtà e crea nuove alleanze sorprendenti che la mettono in contrasto sia con Chuck che con Axe. La guest star della quinta stagione Julianna Margulies (The Good Wife) interpreta Catherine Brant, una professoressa di sociologia della Ivy League e autrice di bestseller. La serie è interpretata anche da David Costabile, Condola Rashad, Kelly AuCoin e Jeffrey DeMunn.

Billions è creata e prodotta dagli showrunner Brian Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew Ross Sorkin. Per ulteriori informazioni su BILLIONS, visitate SHO.com, seguite su Twitter, Instagram e Facebook e unitevi alla conversazione utilizzando #Billions.

The Way Back: trama, cast e curiosità sul film con Colin Farrell

The Way Back: trama, cast e curiosità sul film con Colin Farrell

Di film ambientati durante la Seconda guerra mondiale ne sono stati realizzati innumerevoli, ognuno impegnato a raccontare aspetti e vicende differenti di tale brutale conflitto. Sono tanti i punti di vista che si possono infatti coprire a riguardo e uno dei più interessanti portati al cinema negli ultimi anni è quello visto nel film The Way Back (qui la recensione), diretto nel 2010 da Peter Weir, celebre regista di film come Witness – Il testimone, L’attimo fuggente e The Truman Show. Come ricorrente nei suoi film, anche in questo caso ci si trova dinanzi ad un’attenzione ai comportamenti di un soggetto il cui microcosmo è sottoposto al difficile confronto con un macrocosmo.

La vicenda narrata è infatti liberamente ispirata al libro di memorie Tra noi e la libertà, scritto nel 1956 da prigioniero di guerra polacco Sławomir Rawicz. In queste pagine, egli sostiene di essere sfuggito da un Gulag sovietico e di aver camminato per circa 6.400 km verso la libertà, il tutto durante il difficile periodo della Seconda guerra mondiale. Si tratta dunque di un racconto particolarmente struggente, dove l’animo umano viene ostacolato da sfide apparentemente insormontabili. The Way Back è però anche un inno a quella forza di volontà che da sempre contraddistingue l’umanità e che si ripresenta sempre rinnovata nei momenti più difficili.

Da tempo si cercava di adattare le memorie di Rawicz, ma solo con l’interessamento di Weir il progetto riuscì a concretizzarsi, ottenendo poi anche una nomination all’Oscar per il miglio trucco. Per gli amanti di questo genere di storie, The Way Back è dunque un film quantomai imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Way Back: la trama del film

La vicenda di The Way Back si svolge nel 1940 nei Gulag siberiani, dove il regime sovietico confina tutti coloro che considera “nemici del popolo”. Il Gulag è un microcosmo dove i prigionieri lottano ogni istante per sopravvivere, sottoposti ad estenuanti lavori forzati, scarsamente nutriti e costretti a confrontarsi con la furia di una natura inclemente e quantomai rigida. Per sfuggire a tutto questo, il giovane polacco Janusz riunisce attorno a sé un piccolo gruppo con cui organizza una fuga. Ne fanno parte un coraggioso e schivo ingegnere americano, Mr. Smith, il prete lettone Voss, il talentuoso artista polacco Tomasz, l’ironico iugoslavo Zoran e il giovanissimo Kazik.

Ma per fuggire c’è bisogno anche del contributo del violento e rozzo russo Valka, un criminale senza scrupoli che nel campo fa da guardiano e intimorisce i detenuti, ma che può rivelarsi molto utile ai fuggiaschi. Questa la compagnia che si troverà ad affrontare un viaggio lungo 10.000 chilometri attraverso la gelida Siberia, la Mongolia, l’arido e infuocato deserto del Gobi, le aspre vette dell’Himalaya e infine l’India, dove potranno infine considerarsi salvi. Le prove di resistenza fisica e mentale cui saranno sottoposti saranno però durissime, in un’odissea che sembra interminabile.

The Way Back cast

The Way Back: il cast del film

Protagonista del film nei panni del giovane polacco Janusz è l’attore Jim Sturgess. Noto in particolare per i film Across the Universe, 21 e One Day, egli ha descritto quella di The Way Back come una delle prove attoriali più difficili della sua carriera per via delle rigide condizioni del set. Nel ruolo dell’ingegnere americano Mr. Smith vi è invece il candidato all’Oscar Ed Harris, attore che aveva già lavorato con il regista Peter Weir per il film The Truman Show. Gli attori Dragoş Bucur e Alexandru Potocean interpretatono invece lo iugoslavo Zoran e il polacco Tomasz. L’attore tedesco Sebastian Urzendowsky, noto anche per i film Il falsario e Un amore di gioventù, è invece Kazik.

Gustaf Skarsgård, figlio del celebre Stellan e noto per il ruolo di Floki nella serie Vikings, è l’interprete del prete lettone Voss. Colin Farrell, attore oggi popolare per film come L’inganno e The Lobster, è invece il violento russo Valka. L’attore Mark Strong, celebre per film come Kick-Ass, Sherlock Holmes e Shazam, interpreta l’attore russo Andrei Khabarov, mentre la candidata all’Oscar Saoirse Ronan compare nel ruolo di Irena Zielinska, un orfana polacca che si unirà al gruppo di fuggiaschi lungo il loro percorso. L’attrice, divenuta celebre in quegli anni per il film Espiazione diede vita ad una nuova intensa interpretazione all’età di soli sedici anni.

The Way Back: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Way Back è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Tim Vision e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 3 agosto alle ore 23:50 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler: trama e cast del film

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler: trama e cast del film

Raccontare al cinema figure storiche realmente esistite è sempre un’operazione complessa. Occorre stabilire bene il punto di vista del racconto e l’immagine che di tale personalità si vuole far emergere. Ciò diventa ancor più difficile nel momento in cui si parla di uno degli uomini più tristemente celebri e odiati di sempre, ovvero Adolf Hitler. Raccontato in innumerevoli occasioni al cinema, da Il grande dittatore di Charlie Chaplin sino al recente Jojo Rabbit di Taika Waititi, egli è sempre stato per lo più oggetto di parodie e racconti satirici. Con il film La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler si è però cercato di raccontare qualcosa di diverso.

Uscito nel 2004 per la regia di Oliver Hirschbiegel e scritto e prodotto da Bernd Eichinger, il film è infatti noto per la sua volontà di ripercorrere nella maniera più fedele possibile gli ultimi giorni di vita di Hitler, mostrandone il punto di vista e anche il suo lato umano. La caduta, infatti, porta inizialmente lo spettatore ad empatizzare con il protagonista, salvo poi ricordargli bruscamente gli orrori di cui egli si è macchiato. Nel ricostruire tutto ciò, regista e produttore si sono basati su testimonianze oculari, memorie dei sopravvissuti e altre fonti storiche. In particolare, testi come La disfatta di Joachim Fest e Fino all’ultima ora di Trudl Junge sono serviti per la sceneggiatura.

Al momento della sua uscita il film si affermò come un caso particolarmene eclatante, che spinse ad una serie di dibattiti circa il ritratto che si dà di Hitler, il quale non è però mai celebrativo. Candidato agli Oscar come miglior film straniero, è ancora oggi uno dei prodotti cinematografici più importanti relativi al celebre dittatore tedesco. Prima di intraprendere una visione del film sarà però utile approfondire alcune curiosità relative a questo. Proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler: la trama del film

Il racconto del film ha inizio il 20 aprile del 1945, nel pieno della battaglia di Berlino. La capitale tedesca è infatti invasa dall’Armata Rossa, la quale ha ormai conquistato sempre più territori riducendo drasticamente il potere dell’esercito tedesco. Quello stesso giorno, Adolf Hitler compie cinquatasei anni, senza avere però nulla da festeggiare. Il Reichsführer-SS Heinrich Himmler e il generale Hermann Fegelein cercano invano di convincere il dittatore a laciare la città, ma Hitler è irremovibile circa il suo desiderio di rimanere in questa fino alla fine. Egli decide di continuare ad impartire ordini dal suo Führerbunker, nel quale si trova insieme ai suoi uomini più fidati.

Nel bunker si trovano poi anche la segretaria Trudl Junge e l’amata Eva Braun. Circondato da personalità che crede fidate, Hitler tenterà di dar vita ad inattuabili strategie militari, nel disperato obiettivo di ribaltare sorti ormai insalvabili. Sempre di più, infatti, egli inizia a perdere contatto con la realtà, non accorgendosi dei tradimenti nei suoi confronti e dell’inevitabile fine della sua supremazia. Con l’avvicinarsi delle armate russe, Hitler e quanti intorno a lui saranno chiamati a prendere decisioni estreme, consapevoli che quanto fino a quel momento compiuto non sarà mai dimenticato dalla Storia.

La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler cast

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler: il cast del film

Ad interpretare il tirannico Adolf Hitler vi è il celebre attore svizzero Bruno Ganz. Celebre protagonista di Il cielo sopra Berlino e recentemente visto in La casa di Jack, egli si avvicinl al ruolo con l’obiettivo di fornirne una rappresentazione quanto più realistica possibile, cercando di evitare un suo giudizio nei confronti del personaggio. Ganz ha infatti visionato e ascoltato per ore filmati e audio di Hitler come ad esempio la registrazione Hitler-Mannerheim, per poterlo imitare nel migliore dei modi possibili, anche nell’accento austriaco. Originariamente, però, egli non aveva intenzione di interpretare Hitler per il cinema. Cambiò idea dopo aver visto il film del 1955 L’ultimo atto, dal quale trasse ispirazione per un’interpretazione più complessa e originale del dittatore.

Il risultato è una performance straordinaria, giudicata come una delle più importanti della storia del cinema e che ha fatto guadagnare a Ganz numerosi riconoscimenti internazionali. Nel cast figurano anche Alexandra Maria Lara nel ruolo della giovane segretaria del Fuhrer Traudl Junge, Ulrich Matthes nei panni del gerarcha nazista Joseph Goebbels e Corinna Harfouch in quelli di sua moglie Magda. L’attrice Juliane Köhler interpreta Eva Braun, compagna di Hitler, mentre Thomas Kretschmann interpreta l’SS Hermann Fegelein, colui che vuole sottrarre Eva dall’atroce destino che ella si era scelta accanto a Hitler. Vi sono poi Heino Ferch nei panni del politico Albert Speer e Christian Berkel in quelli del militare Ernst-Günther Schenck. Ulrich Noethen è Heinrich Himmler.

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler è infatti disponibile nel catalogo di Rai Play. Per vederlo, basterà iscriversi gratuitamente alla piattaforma, attivando un account personale. Si avrà a questo punto modo di accedere all’intero catalogo. Selezionando il film si avrà invece modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 3 agosto alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Cenerentola: trailer ufficiale del film con Camila Cabello

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Cenerentola: trailer ufficiale del film con Camila Cabello

Ecco il trailer ufficiale di Cenerentola di Kay Cannon con un cast di star, tra cui la cantautrice nominata ai Grammy Camila Cabello, Idina Menzel e Billy Porter, sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in 240 paesi e territori nel mondo in settembre. L’attesissimo musical include sia canzoni pop di artisti internazionali contemporanei sia canzoni originali di Camila Cabello e Idina Menzel.

Il trailer ufficiale di Cenerentola

“Cenerentola è un classico che noi tutti conosciamo e amiamo, ma questa volta avrà un tocco inedito e moderno, e sarà interpretato dalla sensazionale Camila Cabello e da un cast di grandi star. Il produttore James Corden e il team creativo sono partiti da questa fiaba amata da tutti e l’hanno rinnovata in una prospettiva fresca e stimolante che piacerà al pubblico e alle famiglie di tutto il mondo. Non potremmo essere più entusiasti di poter far cantare e ballare i nostri clienti sulle note della rivisitazione di Kay Cannon di questo classico.“ ha dichiarato Jennifer Salke, Head of Amazon Studios.

Cenerentola è un’audace nuova rivisitazione in chiave musical della favola tradizionale con cui tutti siamo cresciuti. La nostra eroina (Cabello) è un’ambiziosa giovane donna con sogni più grandi del mondo in cui vive, ma con l’aiuto di Fab G (Billy Porter), riuscirà a perseverare e infine a realizzare i suoi desideri.

Gunpowder Milkshake, recensione del film con Karen Gillan

Gunpowder Milkshake, recensione del film con Karen Gillan

Gunpowder Milkshake è un film action diretto dal regista israeliano Navot Papushado. La pellicola si profila come un inno all’empowerment femminile, tra atmosfere tarantiniane e una solidarietà femminile di grande potenza. Disponibile dal 30 Luglio su Amazon Prime Video.

Gunpowder Milkshake: tra riferimenti e innovazione

La storia di Gunpowder Milkshake esordisce in una tavola calda in cui la dodicenne Sam e la madre Scarlet (Lena Headley), dividono un frappè, simbolicamente fin da subito stabilito come metafora del loro rapporto; ben presto però fanno capolino nel diner una squadra di uomini armati, che vogliono uccidere Scarlet. La donna svela quindi le sue carte nascoste e la figlia si rende sorprendentemente conto che è un’assassina professionista, che diventerà presto fuggitiva a causa di un lavoro andato storto e per cui è ricercata. Scarlet, dopo aver ucciso gli uomini, sarà quindi costretta a scappare, abbandonando la figlia. Quindici anni dopo ritroviamo Sam (Karen Gillian) che ha seguito le orme della madre, divenendo sicario per l’organizzazione criminale The Firm; l’ultimo target assegnato a Sam dal capo Nathan (Paul Giamatti) è un uomo che ha rubato soldi all’organizzazione e il cui omicidio dovrà portare a compimento Sam. Mentre si trova di fronte alla sua vittima Sam scoprirà però che è padre di una bambina di otto anni, Emily (Chloe Coleman) che la giovane sicaria prenderà sotto la sua ala, in un turbinio di conflitti e inseguimenti che non conosceranno sosta e che vedranno coinvolto anche un trio di bizzarre bibliotecarie: Anna May, Florence e Madeline, tre ex complici di Scarlet, interpretate rispettivamente da Angela Bassett, Michelle Yeoh e Carla Gugino.

Gunpowder Milkshake si avvale di una serie di reminiscenze riconoscibili: John Wick e Kill Bill, ma anche Atomica Bionda o i film di Nicolas Winding Refn per estetica, scenografia e colonna sonora. I personaggi femminili dominano il film con la loro caparbietà ed intuitività; sono i personaggi attivi e risolutivi, mentre le controparti maschili vengono presentate come poco abili, ridicoli e assolutamente in grado di essere calpestati da queste donne. E’ la mano femminile a dominare tematicamente la pellicola, come suggeriscono anche i riferimenti a personaggi iconici (Piece of My Heart di Janis Joplin come colonna portante della narrazione) e classici della letteratura femminile come contenitori di armi da fuoco e conservatori di una conoscenza trasmissibile soltanto da chi è consapevole del potere dell’opera e, quindi, dell’arma.

Il finale della pellicola lascia intendere che abbiamo assistito al primo capitolo di quello che aspirerebbe ad essere un franchise, difatti pare che un secondo capitolo sia già in lavorazione. In un successivo secondo capitolo dovremmo rivedere Emily e Sam in qualità di paladine di una banda tutta al femminile, una volta terminato l’addestramento della piccola ragazza.

Gunpowder Milkshake

La forza vorticosa di Gunpowder Milkshake

Il Diner si configura come centro nevralgico dell’azione, luogo del giudizio in cui verrà sempre ribadita la predominanza della figura femminile, prima fra tutte attraverso la simbologia della figura della cameriera. Le donne in questo film non sono assumono la funzioni di giudici, in un panorama urbano fatiscente, ma anche di istruttrici alla lotta e al perdono, cosi come avviene con la piccola Emily, che trova nel gruppo di donne una nuova famiglia. Angela Bassett, Carla Gugino e Michelle Yeah, pur non occupando parte integrante del minutaggio, riescono comunque a caratterizzare in maniera ottimale i personaggi del film, regalandoci interpretazioni umoristiche ed emozionali.

Gunpowder Milkshake risulta un prodotto vincente dato l’avvicendarsi ritmato dell’azione, un montaggio frenetico e una fotografia che incornicia ciascun frammento del quadro azionale. Senza andare a ricercare approfondimenti tematici o sociali- non è questo lo scopo del film- il risultato finale di Gunpowder Milkshake è quello di un film vivace e brioso, presentatoci in una confezione stilisticamente indovinata in termini di messa in scena e palette cromatica.

La forza di Gunpowder Milkshake risiede nel fatto che il film promuove un proprio stile, ben riconoscibile, nella sua miscela di action, splatter, sarcasmo illimitato. Attraverso un ottimo lavoro di regia, con inquadrature ricercate e un lavoro encomiabile in sede di montaggio, accompagna la trama delle ferali e affabili protagoniste femminili. La spettacolarità della narrazione si unisce quindi a suggestioni visive e una caratterizzazione dei personaggi centrata, che si snoda con una musicalità che va al ritmo delle pallottole. Sono innegabili alcuni guizzi registici già ravvisabili nel primo atto del film, con una cinepresa che segue i movimenti coreografici di Sam e fa intendere allo spettatore la gerarchia dei ruoli narrativi. La curva drammaturgica si innesta su rapporti tutti al femminile, nel loro emergere e nell’essere conservati, ed è impossibile non essere emotivamente coinvolti, soprattutto per quanto riguarda l’affetto sincero scaturito dal rapporto tra Sam ed Emily, la relazione madre-figlia tra Sam e Scarlet e il legame tra le interessanti bibliotecarie.

Lo spettatore rimarrà ammaliato dall’organicità visiva della pellicola, dall’incisività e validità dei personaggi presentateci, ma soprattutto dall’entrata in scena nel panorama action di un gruppo di astute sicarie inaspettate, padrone della scena in maniera ineccepibile e che fanno ben auspicare a un futuro roseo per un cinema di genere al femminile.

Fast and Furious 9: in anteprima il 2, 3, 4 e 5 agosto al cinema

Fast and Furious 9: in anteprima il 2, 3, 4 e 5 agosto al cinema

Il Dom Toretto di Vin Diesel sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama. La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John Cena, l’imminente The Suicide Squad).

Fast & Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

Fast & Furious 9, la recensione del film con Vin Diesel

Tornano a recitare nel film Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con l’Oscar® Helen Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del cast di Fast & Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B, nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo cameo.

Fast & Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

Fast & Furious 9, la recensione del film con Vin Diesel

Fast & Furious 9, la recensione del film con Vin Diesel

La famiglia, si sa, non si distrugge, può solo trasformarsi. Lo sanno bene i protagonisti della saga di Fast & Furious, che negli anni hanno visto andare e venire numerose personalità, formando sempre di più un nucleo famigliare che sfida limiti e confini. Giunti al nono capitolo del franchise da record, questi personaggi si trovano infatti sempre più a lasciarsi alle spalle le ruggenti e luccicanti auto da corsa in favore di una vita più tranquilla in cui potersi dedicare maggiormente ai figli e all’amore. Fast & Furious 9, diretto da Justin Lin (già regista di tre precedenti capitoli della saga), è dunque un momento di passaggio, che avvicina sempre più la serie alla sua conclusione e porta avanti una serie di trasformazioni intraprese già nei precedenti capitoli.

Che la famiglia sia diventata sempre più centrale nella saga è ormai noto e questo nono capitolo esalta ancor di più tale tematica introducendo una significativa presenza giunta dal passato di Dominic Toretto (Vin Diesel). Si tratta di Jacob Toretto (John Cena), un fratello rinnegato e cresciuto nel mondo dello spionaggio, deciso ora ad attuare un piano di stampo terroristico con cui soggiogare l’intero mondo. Per fermarlo, Dominic dovrà dunque abbandonare il ruolo del genitore per tornare a guidare la propria squadra tra spericolati inseguimenti e vicende oltre ogni limite. Allo stesso tempo, però, egli dovrà affrontare i fantasmi del suo passato, ripercorrendo il complesso rapporto con il fratello e gli eventi che li hanno divisi.

Fast & Family, una saga in continua evoluzione

A dieci anni esatti dal primo capitolo della serie è possibile identificare una serie di differenze che portano Fast & Furious 9 ad essere profondamente diverso da tale capostipite. Il lungometraggio del 2001 era profondamente incentrato sulle corse clandestine di automobili, con queste come grandi protagoniste e simbolo del film. Con il susseguirsi dei film, il cuore della serie si è invece sempre più spostato da una parte verso i personaggi e i loro rapporti, e dall’altra verso l’azione più folle e sregolata possibile. Capitolo dopo capitolo entrambi questi elementi hanno assunto proporzioni sempre maggiori, che per i fan più accaniti dei primi film hanno però portato ad uno snaturamento di ciò che era in origine la saga.

Ma, come detto in apertura, proprio come una famiglia anche Fast & Furious si è inevitabilmente trasformato. Questo è certamente un bene, poiché, nonostante l’introduzione di un familismo religioso particolarmente melenso, ha portato la saga ad un’evoluzione che va di pari passo con quella compiuta dai suoi protagonisti. Si avverte sempre di più un arco di trasformazione che permette di appassionarsi alle avventure di Dominic e della sua squadra, rendendoli umani nonostante le loro gesta da veri e propri supereroi. Ciò ha però portato anche all’introduzione di una serie di storie più intime, che rischiano di far frenare bruscamente il ritmo generale. In Fast & Furious 9, però, tale problematica viene risolta legando strettamente il dinamico presente allo struggente passato.

Fast & Furious 9 Vin Diesel
Vin Diesel e John Cena in una scena di Fast & Furious 9

Fast & Furious 9: la recensione del film

Portandoci ad esplorare il passato di Dominic, comprendiamo molto di più su di lui, sul suo desiderio di avere accanto a sé una famiglia da amare e da cui sentirsi amato. Questi flashback disseminati per lungo tutto il film diventano dunque funzionali al racconto generale, rendendolo più appassionante. Ciò fa di questo nono uno dei capitoli più affascinanti e complessi della saga, pur costringendo sempre più i suoi spettatori a dover sospendere ogni possibile ricerca di logica e realisticità. Le sequenze d’azioni sono sempre più esplosive, dinamiche, tendenti al caos e all’irrealistico, ma giudicarle in base a ciò sarebbe altrettanto sbagliato. L’unico metro di giudizio sembra dover essere relativo all’intrattenimento offerto e da questo punto di vista Fast & Furious 9 non si smentisce.

Nel corso delle due ore e venti di visione ci si diverte, ci si emoziona e ci si stupisce di sequenze d’azione magnificamente coreografate. In tutto ciò spiccano in particolare il nuovo entrato Cena, che porta il suo grandissimo carisma dal ring di wrestling al grande schermo, e Tyrese Gibson nel ruolo di Roman Pearce, a cui sono affidati i momenti più comici del film. Così si costruisce dunque un capitolo che porta a nuovi livelli le tematiche e le caratteristiche dei precedenti film, con la consapevolezza di scontentare qualcuno e accontentare qualcun altro. In attesa di quelli che sembrano essere i due sequel conclusivi della serie, si può dunque godere di Fast & Furious 9 come un blockbuster estivo di buon intrattenimento.

Natalie Portman lascia la produzione dei Giorni dell’abbandono

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Natalie Portman lascia la produzione dei Giorni dell’abbandono

Lo scorso aprile avevamo annunciato che Natalie Portman avrebbe interpretato il ruolo da protagonista nell’adattamento de I Giorni dell’Abbandono di Elena Ferrante. Ma oggi abbiamo appreso che l’attrice ha lasciato il progetto poco prima dell’inizio delle riprese, bloccando a tutti gli effetti la lavorazione del film.

Il romanzo aveva già avuto un adattamento omonimo per il cinema, nel 2005, per opera di Roberto Faenza con Margherita Buy e Luca Zingaretti. Nel film, quando Tess (Portman), una donna che ha abbandonato i propri sogni per una vita familiare stabile, viene a sua volta abbandonata dal marito, e il suo mondo viene sconvolto.

Non abbiamo dettagli sulle motivazioni che hanno spinto Natalie Portman a lasciare il progetto.

VIVO: intervista al co-regista Kirk DeMicco

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VIVO: intervista al co-regista Kirk DeMicco

Disponibile su Netflix dal 6 agosto, VIVO è la nuova creatura animata con le canzoni di Lin Manuel Miranda. Ne abbiamo parlato con il co-regista, Kirk DeMicco, che con Brandon Jeffords ha portato in vita il film.

Tutto quello che sappiamo su VIVO

Netflix e Sony Pictures Animation presentano Vivo, un’emozionante avventura musicale animata in arrivo il 6 agosto su Netflix con canzoni inedite di Lin-Manuel Miranda, vincitore di Tony, Grammy e Pulitzer, nonché ideatore di Hamilton e In the Heights. Il 31 luglio Vivo sarà presentato in anteprima italiana al Giffoni Film Festival nella sala Alberto Sordi e nella sala Lumière, davanti al pubblico dei giurati della sezione Elements +6.

La versione italiana del film sarà arricchita dalle voci di Stash, frontaman della band multiplatino The Kolors (voce e chitarra), cantautore e produttore, interprete di tutte le canzoni dell’originale protagonista Vivo, e di Massimo Lopez, attore, doppiatore, show man, conduttore televisivo e componente del noto trio “Lopez, Marchesini, Solenghi”, che doppia il personaggio di Andrès nelle canzoni e nei dialoghi.

The Suicide Squad: i volumi da leggere per arrivare al cinema preparati

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A fine anni Ottanta nelle mani dei lettori statunitensi arrivò una serie esplosiva. I protagonisti erano un gruppo variamente assortito di soldati incaricati di occuparsi di missioni sotto copertura: azioni militari in cui il governo non voleva apparire. Una squadra pronta a tutto, perché senza nulla da perdere: i suoi membri erano infatti supercriminali carcerati. Quel gruppo è la Suicide Squad, che torna nelle sale cinematografiche italiane con il film The Suicide Squad – Missione Suicida, in uscita il 5 agosto per Warner Bros. Per conoscere tutti i segreti di Harley Quinn, Deadshot, Zebra-Man e degli altri supercriminali in missione suicida, Panini Comicspropone tre titoli imperdibili da leggere prima e dopo la visione del film.

The Suicide Squad – Missione Suicida, recensione del film

Suicide Squad vol. 1: Cattivo Sangue

In Suicide Squad vol. 1: Cattivo Sangue, lo sceneggiatore Tom Taylor e l’artista Bruno Redondo riuniscono alcuni dei peggiori supercriminali dell’Universo DC – la folle Harley Quinn, l’infallibile cecchino Deadshot, Shark, Cavalier, Magpie e Zebra-Man – per dare vita alla più sanguinosa versione della Task Force X! La loro nuova missione è neutralizzare i super-terroristi internazionali noti come Rivoluzionari, e non tutti ne usciranno vivi… da entrambe le parti!

Il primo dei due volumi che raccolgono la serie che ha già scalato diverse posizioni tra le preferite degli appassionati.

Prezzo: € 17

Pagine: 136

Rilegatura: Cartonato

Formato: cm 17×26

Interni: A colori

Distribuzione: Fumetteria, online

Suicide Squad vol. 2: I rivoluzionari

Le avventure continuano su Suicide Squad vol. 2: I rivoluzionari. I membri della squadra sono più che mai assetati di libertà e hanno messo al centro del mirino l’uomo che li ha tenuti sotto scacco negli ultimi mesi: Ted Kord, meglio noto come il supereroe Blue Beetle. Peccato che sulle loro tracce ci sia nientemeno che il più grande detective del mondo… Una storia densa di azione, ironia e personaggi carismatici che chiude con il botto il ciclo di storie dedicato alla Task Force X!

Prezzo: € 19

Pagine: 160

Rilegatura: Cartonato

Formato: cm 17×26

Interni: A colori

Distribuzione: Fumetteria, online

Suicide Squad: La Prova del Fuoco

Per chi invece volesse approfondire la propria conoscenza della Squad delle origini creata da John Ostrander e Luke McDonnell e ripartire dall’inizio, Suicide Squad: La Prova del Fuoco è il volume perfetto per recuperare le avventure classiche. L’agente federale Amanda Waller è l’artefice del progetto di impiego di supercriminali carcerati nella squadra chiamata “Task Force X”. Ma i membri coinvolti potrebbero essere meno controllabili del previsto… Per la prima volta raccolte in un volume unico, le storie classiche della serie che ha rivoluzionato il concetto di “criminale”.

Uscita: 19 agosto

Prezzo: € 27

Pagine: 232

Rilegatura: Cartonato

Formato: cm 17×26

Interni: A colori

Distribuzione: Libreria, fumetteria, online

Venom: La furia di Carnage, 10 dettagli emersi dal nuovo trailer ufficiale

Nella giornata di ieri è arrivato il nuovo trailer ufficiale di Venom: La furia di Carnage, l’attesissimo sequel diretto da Andy Serkis che vedrà Tom Hardy di nuovo nei panni di Eddie Brock. Screen Rant ha raccolto i dettagli più curiosi presenti nel trailer, in attesa dell’arrivo del film nelle sale:

Eddie Brock fa visita a Kasady

Sembra esserci una sorta di legame tra Eddie Brock e Cletus Kasady. Quest’ultimo invita Eddie a fargli visita: presumibilmente, il giornalista spera di ottenere una qualche esclusiva da uno degli assassini più temuti al mondo. Sfortunatamente, Kasady sembra aver invitato Eddie al solo scopo di terrorizzarlo.

Forse Brock ha scritto un articolo sul serial killer quando lavorava per il Daily Bugle? Se fosse davvero così, Kasady potrebbe percepire che Eddie è entrato nella sua testa: tuttavia, è difficile dire se ne risente o se è proprio a causa di ciò che sente di poter legare con Eddie.

Le origini di Carnage

Carnage coglie l’occasione per mordere Eddie, ma rimane sorpreso dal sapore del suo sangue, identificando chiaramente il simbionte dentro di lui. Questa, a quanto pare, è l’origine di Carnage nel film; un frammento di simbionte è stato assorbito dal corpo di Kasady quando ha morso Eddie, e quel simbionte è riuscito a rigenerarsi in qualche modo.

Tale dinamica è molto diversa dai fumetti, dove Eddie Brock in realtà condivideva una cella con Kasady. Quando Venom fa evadere Brock, ha inavvertitamente rilasciato una “progenie” simbiotica, che si è legata all’assassino facendolo diventare Carnage.

Carnage fugge da Ravencroft

Come nei fumetti, la furia di Carnage si scatena non appena evade da Ravencroft. Carnage dimostra di avere poteri molto diversi da Venom, con proiettili che passano dritti attraverso il suo corpo e braccia extra che crescono a dismisura; se dunque Venom è un essere umano legato a un simbionte, Carnage sembra essersi trasformato in qualcosa di nuovo, in parte umano e in parte simbionte.

“Può trasformarsi in nebbia”, aveva spiegato Andy Serkis in un’intervista. “Può rivolgersi a tutti i tipi di viticci. Può assumere forme diverse. Può trasformarsi in un’arma, può fare tante cose cose diverse. Come tutti i simbionti, riflettono la persona che li ospita. Quindi in Carnage convicono l’oscurità, la giocosità, l’arguzia, la stranezza. Cletus è molto intelligente e… ha un vero senso dell’umorismo. Volevamo che tutto ciò si riflettesse nel simbionte a lui legato.”

Carnage uccide brutalmente una guardia

Senza dubbio ci saranno diverse morti brutali nel film, ma il trailer ne mostra una che è sorprendentemente diversa dal Carnage dei fumetti. Invece di fare a pezzi una guardia, la lingua di Carnage fuoriesce dalla sua gola.

Sebbene questo sia molto probabilmente un modo grossolano di soffocare l’uomo a morte, risulta essere comunque più sinistro, perché nei fumetti Carnage ha sviluppato la capacità di controllare gli altri, piegandoli alla sua volontà. Lo fa piantando frammenti del suo simbionte al loro interno: dunque, Carnage potrebbe benissimo fare qualcosa di simile anche nel film.

Carnage domina San Francisco

Nel trailer vediamo Carnage che si scatena a New York City e che si scontra con lo stesso Venom. La maggior parte di questi momenti, però, mancano di contesto nel trailer e servono solo a indicare la vastità del caos che Carnage intende causare.

Il più interessante in termini tematici è, tuttavia, un breve scorcio di Carnage che domina la città di San Francisco come un dio adirato, in perfetto contrasto con la precedente scena di Venom come Protettore Letale: il breve frame suggerisce che Carnage ha preso d’assalto la città. È sotto gli spari di un elicottero, ma riesce a scacciarli attraverso il cielo con facilità.

Anne è in qualche modo collegata a Carnage?

Un frame alquanto inquietante nel trailer mostra Cletus Kasady che guarda una fotografia di Anne Weying, l’ex moglie di Eddie, interpretata da Michelle Williams. È chiaro che Anne è diventata l’obiettivo di Carnage, anche se è difficile dire se il serial killer la stia prendendo di mira per vendicarsi di Eddie o perché abbia effettivamente qualche legame oscuro con Anne stessa.

Dato che Anne è un avvocato, è possibile che abbia lavorato per l’accusa contro Kasady e che forse sia stata determinante nel mandarlo dietro le sbarre. Speriamo che Weying riprenda il ruolo di She-Venom anticipato nel primo film.

“È uno rosso!”

Il trailer include quello che è chiaramente il primo incontro tra Venom e Carnage, con il simbionte di Eddie che si ritira scioccato. “È uno rosso!”, dichiara con orrore Venom. I colori dei simbionti non significano davvero nulla nei fumetti, con il rosso di Carnage che rappresenta semplicemente la sua sete di sangue, ma chiaramente nel film il colore rosso avrà un significato preciso.

Potrebbe anche significare che il processo di simbiosi non funziona allo stesso modo, cosa che spiegherebbe anche perché i poteri di Carnage sembrano funzionare in modo diverso da quelli di Venom.

Il nuovo accordo di Eddie Brock con Venom

Eddie Brock è costretto a stringere un nuovo accordo con Venom per convincerlo a combattere Carnage, promettendo che lascerà che il simbionte mangi chiunque. Mentre l’offerta di Eddie è comprensibile, dato che si trova faccia a faccia con Carnage, la verità è che potrebbe anche pentirsi di questa promessa.

Venom accetta con entusiasmo e si lancia in battaglia. Il difficile status quo stabilito dalle scene iniziali del trailer si è ormai rotto, e sarà difficile per i due fidarsi l’uno dell’altro ora.

Shriek usa i suoi poteri

Nel trailer si vede Shriek usare i suoi poteri per frantumare il parabrezza di un’auto. La scena non ha assolutamente alcun contesto, il che significa che è difficile dire cosa la porterà fuori da Ravencroft, anche se comunque la vediamo indossare l’uniforme dell’istituto.

Potrebbe essere scappata, forse dopo la furia di Carnage che ha portato proprio alla distruzione di Ravencroft. Se è così, in realtà non si è schierata subito con Carnage come accade nei fumetti e quindi potrebbe avere un ruolo più complesso nel sequel.

Anne Weying si è fidanzata

Il trailer del film termina con un momento alquanto umoristico. Sembra che l’ex moglie di Eddie, Anne Weying, sia andata avanti con la sua vita, fidanzandosi con il dottor Dan Lewis.

Mentre Eddie sembra felice all’idea e cerca di congratularsi con lei, il simbionte Venom non sembra essere così contento, e quindi si scaglia contro Dan. “Quei due hanno bisogno di una terapia di coppia”, osserva Dan.

Sgarbatellum: al via la quinta edizione dal 4 all’8 agosto

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Sgarbatellum: al via la quinta edizione dal 4 all’8 agosto

Torna e compie un lustro SGARBATELLUM, la rassegna cinematografica all’aperto nel quartiere romano della Garbatella, sotto la direzione artistica di Alessandro Piva. 

Giunto alla quinta edizione, SGARBATELLUM si conferma un appuntamento molto atteso tra le attività dell’Estate Romana. Ancora una volta ospitato all’interno dell’Arena Garbatella (con capienza ridotta per rispettare le vigenti normative anti Covid), dal 4 all’8 agosto prevede quest’anno cinque titoli, introdotti da registi, produttori e attori, tra i quali Valentina Lodovini, Barbara Ronchi, Francesco Bruni.

SGARBATELLUM è una rassegna per chi il cinema lo ama, lo fa, lo vuole fare: cinque interessanti appuntamenti per un’iniziativa realizzata come ogni anno da Olivud e Seminal Film nello spazio dell’Arena Garbatella, il cui progetto è vincitore dell’Avviso pubblico dell’Estate Romana 2020-2021-2022 e fa parte del palinsesto culturale promosso da Roma Capitale e realizzato in collaborazione con la SIAE. Durante ogni serata si parlerà di cinema in modo informale, per riportare il pubblico al suo rapporto originario con il grande schermo e valutare insieme quali siano le prospettive future della settima arte.

“La pandemia è riuscita in meno di due anni a cambiare profondamente il mondo del cinema e il suo rapporto con gli spettatori: nella primavera dello scorso anno il lockdown, oltre a paralizzare l’Italia, ha anche bloccato tante produzioni pronte ad essere distribuite nelle sale, le piattaforme digitali sono spesso diventate i luoghi di lancio dei film in prima visione assoluta”, afferma il direttore artistico Alessandro Piva. “Nell’estate del 2020 l’apertura delle arene aveva dato un piccolo sprazzo di speranza al comparto cinematografico, subito stemperato dalle ulteriori chiusure che sono seguite in autunno/inverno. Nonostante tutto il cinema non si è arreso, questa edizione di Sgarbatellum vuole ribadire proprio la capacità di adattamento tipica della settima arte. Mai come quest’anno è importante riportare i film sugli schermi e riempire di pubblico un luogo evocativo e amato come l’arena Garbatella, nella fresca cornice del parco di piazza Brin. Gli incontri con chi del cinema ha fatto oltre che una passione, il proprio lavoro quotidiano – dai produttori, ai registi, agli interpreti – diventano così non solo l’occasione di apprendere motivazioni e visione degli addetti ai lavori, ma anche un mezzo per riappropriarsi del ‘fattore umano’ del cinema”.

I FILM IN PROGRAMMA

Si parte mercoledì 4 agosto con Non odiare, l’esordio alla regia di Mauro Mancini, presentato lo scorso anno alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con un eccezionale Alessandro Gassman vincitore del Premio Flaiano come Miglior Attore. A presentare il film ci saranno il regista Mancini e il produttore Mario Mazzarotto.

Il 5 agosto il regista Francesco Bruni introdurrà il suo Cosa sarà, l’ispirata tragicommedia ispirata al vissuto del regista, vincitrice di due Nastri d’Argento e candidata a due David di Donatello, che vede protagonista Kim Rossi Stuart.

Per la serata di venerdì 6 agosto sarà gradita ospite Barbara Ronchi. L’attrice presenterà Padre nostro, di Claudio Noce, che la vede protagonista accanto a Pierfrancesco Favino. Il film, acclamato alla Mostra del Cinema di Venezia, trae ispirazione dalle vicende connesse all’attentato, realmente accaduto il 14 dicembre 1976, ai danni del vicequestore Alfonso Noce, padre del regista.

La serata di sabato 7 agosto sarà all’insegna della verve di Valentina Lodovini, per la presentazione della commedia cheDa revisionare prima di rimettere su strada, la vede protagonista assoluta, Cambio tutto! diretta da Guido Chiesa. Un’occasione per godersi questo film sul grande schermo, dal momento che, a causa della pandemia, è stato distribuito principalmente su piattaforma digitale. Remake del cileno Sin filtro, il film contempla tra i protagonisti Dino Abbrescia, Neri Marcorè e il compianto Libero De Rienzo.

La rassegna si conclude domenica 8 agosto con 18 regali, film vincitore del David Giovani 2021. Ispirato a una struggente storia vera, il film vede come protagoniste una toccante Vittoria Puccini e la promettente Benedetta Porcaroli. A introdurre il film sarà il regista Francesco Amato.

Come di consueto, gli incontri saranno moderati dal direttore artistico della rassegna, Alessandro Piva, ma non sono da escludere incursioni non programmate da parte di amici artisti e addetti ai lavori che frequentano il quartiere della Garbatella.

Gli incontri avranno inizio alle ore 21.00

Le proiezioni prenderanno il via alle 21.30

L’Arena Garbatella si trova nel Parco Maurizio Arena, con accesso da Piazza Brin.

Ingressi:

intero € 6
ridotto € 5

Per accedere al cinema è necessario portare con sé la mascherina. I congiunti e familiari conviventi possono sedersi affiancati, mentre per i non congiunti è obbligatorio mantenere le distanze previste di almeno un metro all’interno dell’area. Prenotando il biglietto online si avrà la certezza di non essere respinti per esaurimento posti disponibili.

sgarbatellum

Venezia 78: Becoming Led Zeppelin di Bernard MacMahon entra nel Fuori Concorso

Becoming Led Zeppelin, diretto da Bernard MacMahon (American Epic) e co-sceneggiato e prodotto da Allison McGourty, con Jimmy Page, John Paul Jones, John Bonham e Robert Plant, entra a far parte della sezione Fuori Concorso della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera (1 > 11 settembre 2021).

Becoming Led Zeppelin nel fuori concorso di Venezia 78 – il programma

Becoming Led Zeppelin è un documentario che svela il percorso individuale dei quattro componenti della celebre band attraverso la scena musicale degli anni ’60: dagli inizi, quando suonavano le hit dell’epoca in piccoli club inglesi, fino al loro incontro nell’estate del 1968, per un’esibizione che cambierà per sempre le loro vite. Le storie dei quattro musicisti diventano presto una sola, perché i Led Zeppelin si avviano a conquistare gli Stati Uniti in una corsa inarrestabile che ha il suo apice nel 1970, quando diventano la più grande rock band del mondo. Prima di Stairway to Haeven e della chitarra Dragon, prima del successo planetario, c’erano semplicemente quattro uomini e il loro amore per la musica.

Il regista Bernard MacMahon dichiara: “Con Becoming Led Zeppelin il mio obiettivo era quello di realizzare un documentario che sembrasse un musical. Ho voluto intrecciare le quattro storie dei componenti della band, prima e dopo la fondazione del gruppo, con ampie parti nelle quali la storia dei Led Zeppelin è raccontata solo attraverso l’uso della musica e delle immagini, in modo da contestualizzare il loro sound nei luoghi dove è stata creato e nelle situazioni che l’hanno ispirato. Ho utilizzato solo pellicole e negativi originali, con oltre 70.000 fotogrammi di repertorio restaurati manualmente, nonché sequenze di fantasia ispirate a Singin’ In The Rain, dove momenti inediti di esibizioni dal vivo si sovrappongono a immagini di manifesti, biglietti e viaggi, volendo ricreare quel senso di frenesia che ha segnato quella fase della loro carriera.”

The Suicide Squad: James Gunn spiega perché non ha inserito Condiment King

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The Suicide Squad si appresta finalmente a fare il suo debutto nelle sale di tutto il mondo (in Italia arriverà questo giovedì) e i fan non vedono l’ora di conoscere tutti i nuovi personaggi che James Gunn ha deciso di includere nella sua versione della celebre Squadra Suicida dei fumetti.

Oltre ad alcuni volti già noti, come Harley Quinn e Captain Boomerang, il cast di The Suicide Squad è in larga parte composto da personaggi mai apparsi prima sul grande schermo, come Weasel e Polka-Dot Man. Tuttavia, uno dei personaggi che non appariranno nel film – e che molti fan si aspettavano di vedere – è Condiment King, uno dei villain più noti dell’universo di Batman.

In occasione della promozione del film, il regista e sceneggiatore ha motivato la sua scelta ai microfoni di BBC Radio 1 (via ComicBook), spiegando perché non ha considerato l’idea di inserire Condiment King nel suo film. “Ecco la differenza. Polka-Dot Man era un personaggio sincero. È stato creato con sincerità. Condiment King è una sorta di scherzo, l’hanno creato per scherzo. Tipo: ‘Oh, ecco un personaggio stupido’. Non mi interessa Condiment King.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

O’ Cumpagn Mij: intervista al co-regista Matteo Dell’Angelo

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O’ Cumpagn Mij: intervista al co-regista Matteo Dell’Angelo

Disponibile sulle principali piattaforme dal 23 luglio, O’ Cumpagn Mij è il film documentario diretto da Matteo Dell’Angelo e Camillo Cutolo che racconta la parabola atletica di due amici e compagni: sono Clemente Russo e Mirko Valentino, pugili iridati che il documentario coglie nel momento in cui si svolgono le qualificazioni per le Olimpiadi di Rio 2016.

In questa occasione, la qualificazione di Clemente Russo per la sua quarta Olimpiade, alla caccia di quel’Oro che ancora gli mancava dopo due Argenti, e la squalifica di Mirko Valentino, costretto a rimanere a casa con il suo rimorso, diventano due facce della stessa medaglia. Un percorso atletico e umano che dimostra quanto il vero nemico, molto spesso, non sia l’avversario ma qualcosa di oscuro e profondo che si nasconde dentro la testa. Seguendo questo misterioso nemico, Matteo Dell’Angelo e Camillo Cutolo hanno seguito i due atleti, uno a Rio e l’altro a Marcianise, raccontando questo momento della loro storia.

Nell’afa di agosto, abbiamo raggiunto al telefono Matteo Dell’Angelo che ci ha raccontato la sua esperienza e la genesi del progetto.

Da dove nasce O’ Cumpagn Mij

“È il frutto di una serie di circostanze e incontri fortunati. Il mio primo istinto, da quando ho cominciato a riprendere, e avevo 17 anni, è stato sempre quello di conoscere le persone, per cui per me il cinema non è un fine ma un mezzo, una chiave che mi permette di accedere a delle realtà – ha raccontato Dell’AngeloAvevo appena finito di girare una pubblicità per una piccola palestra di Caserta. A fine riprese eravamo andati a cena con Clemente e con la famiglia Maddaloni, e Clemente ci stava raccontando che si apprestava a partecipare alla sua quarta Olimpiade e aveva tutta l’intenzione di vincere, perché voleva l’Oro dopo aver vinto già due Argenti. Noi per scherzo gli abbiamo detto che sarebbe stato bello se qualcuno avesse documentato questo viaggio e ci siamo proposti di partecipare, e lui ha accettato con entusiasmo.”

A questo punto era stato coinvolto un campione nel progetto, ma come si arriva a Valentino?

“La settimana dopo c’era il primo torneo di qualificazione e lì abbiamo assistito alla qualificazione di Clemente Russo e alla squalifica di Mirko Valentino, momento che è diventata la prima scena del film. Quando Mirko ha perso, la tristezza è scesa nel cuore di tutti, perché abbiamo percepito che si spezzava un sogno. Quella sera, chi aveva vinto è rimasto in albergo perché il giorno dopo aveva gli incontri, chi aveva perso, aveva libera uscita, e così con Mirko siamo andati a cena. Durante quel primo incontro mi sono affezionato a Mirko, e gli ho detto che sarei rimasto con lui a Marcianise, allo stesso tempo però volevamo essere insieme a Clemente alle mitiche Olimpiadi di Rio.

Mi sono organizzato molto velocemente con un mio amico, che poi è diventato il co-regista del film, Camillo Cutolo, un videomaker romano che sapevo appassionato di boxe e gli ho chiesto se voleva partire al posto mio. Addirittura il biglietto aereo lo abbiamo comprato promettendo all’agenzia Algymar travel che avremmo pagato successivamente. Così sono rimasto a Marcianise, mentre Camillo seguiva Clemente a Rio, e qui ho cominciato a capire che la vera sfida non era per la vittoria, contro l’avversario, ma con la propria mente.”

Una breccia nell’intimità del campione sconfitto

Seguire Valentino a casa sua è stata una specie di “invasione di campo” che comunque hai intrapreso con grande delicatezza e tatto. Com’è stato entrare dentro a questa intimità?

“Per una coincidenza, quando ho incontrato Valentino, anche io ero reduce da un momento della mia vita che mi ha portato tanta rabbia, e questa cosa ci ha uniti parecchio. Quindi prima di tutto è nata l’amicizia, poi lui mi ha permesso di entrare in casa sua e di conoscere la sua famiglia che mi ha accolto molto calorosamente. Inoltre il fatto che girassi praticamente da solo, senza il fonico, con una telecamera molto piccola, mi ha permesso di essere molto discreto. Così facendo ho ripreso un sacco di materiale, ore e ore che poi è stato difficilissimo razionalizzare al montaggio, tanto che abbiamo quasi 20 versioni differenti del film.”

Per quanto riguarda la produzione, mi hai già detto che avete comprato il biglietto  a credito, quindi immagino che sia stato difficile portare a termine tutto il progetto. Qual è stato il vostro iter?

“Siamo un gruppo piccolo, la Palzom Films, e negli ultimi anni ci eravamo specializzati in video corporativi business to business, lavoravamo per delle aziende tessili internazionali che ci mandavano in giro per il mondo a realizzare video promozionali. Con i soldi di questi lavori, siamo stati capaci di produrre il film, che è stato il primo progetto della casa di produzione. La vera chiave però è stata la collaborazione, abbiamo avuto il supporto di tantissime persone e insieme abbiamo capito, man mano che si procedeva nel lavoro, quale dovesse essere il passo successivo, andando avanti fino alla fine.”

Nel tuo lavoro precedente di filemaker avevi già palesato un interesse per raccontare le storie vere. Hai un amino da documentarista o c’è dell’altro?

“Ho l’interesse verso l’essere umano e la sua mente, per certi versi mi sembra di essere partito dalla fiction per poi essere approdato al documentario, ma il lavoro con gli attori mi sembra un punto di arrivo di un processo che rispetto totalmente, quello che mi interessa è il cinema, non mi sento un documentarista.”

Le musiche di O’ Cumpagn Mij firmate da Enzo Avitabile

Il film si fregia della collaborazione di Enzo Avitabile alle musiche. Come ci siete arrivati e com’è stato collaborare con un artista di fama tanto affermata?

“Anche in questo caso sono stati incontri fortunati. Lavorando al montaggio, stavo appoggiando le musiche di Avitabile come references, poi, a una festa, un mio amico Gonzalo Borondo mi ha presentato Giuseppe Grant architetto del collettivo Orizzontale, anche lui casertano. Gli ho parlato del film e lui mi ha raccontato che il padre aveva disegnato una copertina di un disco di Avitabile, da qui ho avuto il contatto del suo manager. Lui si è dimostrato da subito super interessato e ci ha dato il permesso di usare le sue musiche. Ci ha ospitati al suo concerto il 24 luglio, quando c’è stata anche la prima del film, a Villa Ada, mi ha preso la mano e, mentre io cercavo di ringraziarlo, era lui che ringraziava me per il film. È stata un’esperienza incredibile per me.”

In aria di Olimpiadi e di storie straordinarie, chiediamo a Matteo Dell’Angelo se il prossimo film si farà su Tamberi e Jacobs, i due atleti che nella giornata dell’1 Agosto 2021 hanno scritto la storia dello sport italiano vincendo rispettivamente l’Oro nel salto in alto e nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Ma a quanto pare il prossimo progetto è già pronto, e si presenta davvero in maniera interessante: “Il prossimo film è già pronto. Durante la pandemia ci siamo interessati insieme alla regista romana Karen di Porto alla vita di un gruppo di clochard che vivono a Roma, tra Trastevere e via della Conciliazione. Questa volta ho raccontato una sfida con la propria mente, la possibilità di rialzarsi, davvero difficile; spesso quando si finisce per strada si subisce uno strappo quasi irrimediabile. Si intitola ‘Tutta mia la città’ e l’ho girato completamente durante la pandemia.”

In attesa di vedere questa nuova storia di Matteo Dell’Angelo, O’ Cumpagn Mij è disponibile su tutte le piattaforme di streaming.

O’ Cumpagn Mij poster

Black Panther 2: nel film apparirà anche Namora, cugina di Namor il Sub-Mariner?

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È da mesi ormai che si parla del possibile debutto di Namor il Sub-Mariner in Black Panther: Wakanda Forever. Non esistono ancora conferme ufficiali in merito, ma sembra ormai quasi certo che nell’attesissimo sequel di Ryan Coogler vedremo la versione di Atlantide del MCU.

Ora, secondo quanto riportato da Murphy’s Multiverse, pare che nel film apparirà anche Namora, la cugina di Namor. La notizia non è chiaramente ufficiale, ma in base a quanto riporta la fonte, pare che l’attrice Mitzi Mabel Cadena sia la favorita dei Marvel Studios per il ruolo. Nel fumetti, Namora non è soltanto una delle alleate più strette di Namor, ma anche la fondatrice degli Agents of Atlas, quindi si tratta di un personaggio che potrebbe giocare un ruolo chiave nel futuro del MCU.

Ancora non sappiamo nulla in merito alla trama del sequel di Black Panther, ma una delle prospettive più eccitanti è quella di una possibile guerra tra Wakanda e Atlantide per l’eredità del mantello di T’Challa, guerra che potrebbe coinvolgere proprio il personaggio di Namor.

Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

M. Night Shyamalan ricorda l’incontro con Spielberg per Indiana Jones 4

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Se M. Night Shyamalan avesse avuto la possibilità di scrivere e dirigere Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, probabilmente avremmo avuto un film totalmente diverso da quello che abbiamo visto al cinema.

In una recente intervista con Collider in occasione della promozione del suo ultimo film, Old, Shyamalan ha parlato infatti di quando incontrò Steven Spielberg per discutere delle sue idee in merito al quarto film della celebre saga con protagonista Harrison Ford. Dalle dichiarazioni del regista, si evince che la sua versione del film sarebbe stata drasticamente diversa – decisamente più dark – dalla quella arrivata in sala nel 2008.

“Oh mio Dio. Voglio dire, è stata un’esperienza fantastica. I predatori dell’arca perduta è il mio film preferito di tutti i tempi. È stato un sogno. Da bambino che andava al cinema a vedere quei film, ritrovarsi ad avere la possibilità di scriverne uno è stato incredibile. Sarei potuto svenire. È stato stupefacente”, ha raccontato il regista.

M. Night Shyamalan e il suo Indiana Jones dark

“Ho ancora i miei quaderni con tutte le mie idee per quel film”, ha aggiunto. “All’epoca ne parlai con tutti quelli che erano coinvolti, ma il progetto era davvero in uno stato embrionale. E poi ognuno aveva idee diverse su cosa fare. Diciamo che la mia idea era di realizzare un film più dark.”

Indiana Jones non è stato né il primo né l’ultimo franchise di successo proposto ad M. Night Shyamalan. In passato, infatti, al regista era stata proposta anche la direzione di alcuni cinecomic sia Marvel che DC. Tuttavia, per stessa ammissione di Shyamalan, la sua visione sul mondo dei cinecomics è sempre stata in conflitto con quella degli studi.

Daniel Radcliffe svela chi vorrebbe interpretare in un eventuale reboot di Harry Potter

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All’inizio di quest’anno aveva fatto il giro del web la notizia che HBO Max era al lavoro su una serie tv basata su Harry Potter, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti in merito. Di recente, invece, il protagonista della saga cinematografica, Daniel Radcliffe, ha fatto sapere che una reunion in occasione del ventennale è altamente improbabile.

Ad oggi nessuno conosce l’eventuale futuro del franchise sul grande (o piccolo) schermo, ma è probabile che nulla di nuovo accadrà fino a quando non verrà conclusa la saga spin-off di Animali Fantastici (il cui terzo capitolo uscirà nelle sale il prossimo anno). Tuttavia, è innegabile che molti fan sperano in un ritorno al cinema degli amati personaggi originali nati dalla mente di J.K. Rowling, magari attraverso un reboot che possa far conoscere le storie del mondo magico ad una nuova generazione di appassionati.

A tal proposito, in una recente intervista con Josh Horowitz all’interno del suo podcast Happy Sad Confused (via The Wrap), è stato proprio Daniel Radcliffe a rivelare quale personaggio amerebbe interpretare in un eventuale reboot di Harry Potter. E no, non si tratta dello “sfregiato” che gli ha regalato la fama internazionale.

“Probabilmente mi piacerebbe interpretare Sirius Black o Remus Lupin”, ha svelato Radcliffe. “Questi sono stati i due personaggi che ho sempre ritenuto fantastici. Anche se mi rendo conto di essere influenzato dalla mia esperienza nell’avere girato quelle scene con quegli attori. Sono alcuni dei miei ricordi preferiti legati alla saga.”

Il futuro del franchise di Harry Potter

Al momento non sappiamo se la Warner Bros. ha effettivamente in cantiere dei festeggiamenti speciali per i 20 anni di Harry Potter, ma i piani in merito alla saga non si sono di certo esauriti. Nel 2022, infatti, in occasione del 25° anniversario dell’uscita dei romanzi originali, verrà allestita una mostra virtuale dedicata, e sempre il prossimo anno dovrebbe tornare in scena lo spettacolo teatrale Harry Potter and the Cursed Child, ambientato diciannove anni dopo l’ultimo romanzo della saga.

Inoltre, per il 2022 è prevista anche l’uscita nelle sale di Animali Fantastici 3, terzo capitolo della saga cinematografica spin-off, che vedrà l’ingresso nel cast di Mads Mikkelsen, ingaggiato per sostituire Johnny Depp nel ruolo di Gellert Grindelwald.

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